Bollettino_Salesiano_190303


Bollettino_Salesiano_190303

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Anno XXVII
N.3 - 1903
~ToR!N'or.
ToR!Q 5¡::jl!5

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gJ!tf'TIN~
S§lliSl~tf2
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V• 'ª"~marulo I• ran- 8f01<> colul ch, 1v, pcn-
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cduun.1o~C' crl.11t~no. mrU,t~ ncl gJorno c:altlvo.
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acgnlno n íu991r, ti \\'IIIO 1P•u•!c del S,!,·,o 40• &enltr
ll pr:ititar~ Í.1 virfü.
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O'to IX) Cot.ivcr:i.ton S11Jc1l~nil,
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ANNOXXVII - N. 3.
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mese.
MARZO 1908.
llOIDlARTO - Al Mt.ori dola psgin1' Intima . ¡,ag. r.5
lncorona~lo~o doll'An•lll•lrioo o lIJ 011111,;"r.,••1> , r.6
11 Brov& l'c111U0ulo ror l'Inooronaziono • . . • • • 118
h11n - C•etollaaclA - Fironn - Jesf - Lu~(I - Y~·
elm, - J.1IJ11uo - Rfobrunb11 - ltom11 - ~rhio - '.tocino
- 'l'fevl&o - Ve,•on~. . . . , . • . . . . . 87
1 l•vorl p1·opa1·allltl l•t•l Con¡¡rouo . .
70 No<rologlA · Franceaco Giaoomolll .A vl¡:lliuu, - llalbou
lflulonl - Colon1l,la 1). Alln,ra nei Lan.r,,UI - l',tagon,~
(Territorio dol J\\euqotm) - Atuaver o l'Et¡unlore - lo
r..clo: (0nnlngul%R - Rlo Onllegos - l'nutu .Arenn& • 11
Orme dJ hfarlo Aualllatrlre
. . • . . . . llJ
Xotiti& eompbudlftlo (Balorn• - Dento Go.n.~aho, - Ca
l'letro di D•r6 - Clolla Ta..1nari Vad. ltiunpl. • . • t1
Ulu•trn1.ln11I: l'afo.uonla, Vlllle di Norquln, In Cblll .M.Jilnl:
'1'1111 IntliitMI, 0$SOrvntocio 11 0ll'lsola doll' Ailo nuooo ,llt.mo
!,;\\g. Barnue Gh1•~1>1•• Cnrelll.
.J.i 1etto~·i dlella ~ 13n gi11a 1J;nfti111a ,;t
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~~tte~t.>i. ,•olfa la pa.gtna ~!litiro.a tate, pettl1c l'affettuo%'i~iin1a Jcttei'al é~e i1 :qo.
) ~ JfüO 'R!le.taitJJ Su:peiLQ:[@ irta.iti¾¼a a tLltti i Cooperatot'i, ~egr¡a. een aelir\\cat.o
il la.roro él¡e e~¡;i de~t,o:qo fürc ill l}tte¡íto e l)ei ll\\C.ái _#eguel\\ti, ~e ir¡tio:\\e gioie
él¡e nUietc1'hrtI\\O ffü etevc tutfa 1a .fau¡1glih ~a1eJ:{íar¡a e i ll'\\e7.qi piu aééor¡éi pet
ve¡Hirle ,h tntto lo 1<pl~r¡a.otc pop"¡íieilc, ,áor¡o atgolT\\eQto della prc~iof'la ti.t'éolate.
>1<i1tt.avia, éoglia.1110 que,st.'otta~iOI\\C i[>et 1'u)gL'a~iate ~e11tifalT\\efJk llel lol'o
a.utofcvole ctl. eífita&_!iiil\\o aiuto - éhe in qnc,áti 11'\\c,ái éi f{afa ll1,'11tb0iaQ'\\Cl\\te
pffi ;ptczi.ofo - i 111olti giotna~i o peri@difai él1e ,si oééti,pa,110 éo11 th.rito ir¡te-
te<!$c d.elle opete di iloll i3o,séo, éon\\e filcvik[l'\\o (!UotiJiaI\\kfllcI\\tc ualle éopie
tl1e genti.l111~rite é'iI1via110 fo ,sir\\gole ~ite~ioI\\i.
1I10lttc, da ll\\Oltc patti éi petvet1gorio selle tcla,¾ioQi cli ¡<olel\\l\\Í~!4irctc fe~te
pto1J\\0%%e tlai D~cuuiolli. !d111tQri o 01ir~ttavi OiqaeAmtli ill oéé~]f:io:Qe del Qi110ilco
i.)apa.le; e l)Oi ~ia[I\\o éo~olati 11el vedete él¡e af\\é~e le 11o~tte Ull\\ili e§iof.
ta~iot)i éo:Qéo1'¡<!et'o a Jl\\Oltipliéafe le éple11diac lI\\ªJlÍÍe,át.a¼io11i <ii f"iglialc attatéa-
ll\\et1to al Pa~a.

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- 66 -
e feFzo SongFesso l;eneFale dei SoopeFatori ialesiani
- - - - -- ~ ~ · - - - - - -
13-Bnemeriti -Oooperatori1
fleneme.rite Coope.ratric.i1
U!NDO nel 31 gennaio 1&88 vi comunicava la perdita del nostro caro
D. Bosco, mi ricordo che vi diceva essere quello rannllnzio piu do-
loroso che vi avessi dato o vi potessi ciare in vita mia. Ebbene, sia
lodata e benedetta la bonta del Signore ! Qnesto e il giorno in cui
mi pare di poter dire : Eccovi la notizia piu bella e piu consolante
che li abbia mai dato o possa darvi, dovessí pur rima:nere lunghi anni sulla terra.
Il 17 corrent,e febbraio, primo giorno del mese dedicato a S. Giuseppe, giungeva
da Roma un desideratissimo Breve, con cuí il S. Padre - che il Signore con-
serví per lunghi aimi alla nostra illimitata venerazione e profondissima ricono-
scenza - ha decretato - annuendo alle nostre umili preghiere - la so-
lenne Incoronazione della nostra cara Madonna , Maria SS. .A.usiliatrice. Lascio
pensare a v·oi, quello che provo il mio cuore al leggere !'importante documento
pontificio. Oh! no, il Vicario di Gosu Cristo non poteva, dare all'umile Societa
Salesiana un pegno piil caro e pfü commovente del suo paterno a-tfetto, e proprio
al chiudersi dell'anno venticinquesimo del glorioso suo Pontificato. Per noi Maria
SS. .A.usiliatrice e tutto. E déssa che inspiro e guido prodigiosamente il nostro
Don Bósco in tutte le sue grandi impresa; e dessa che continuo e continua
tuttocll tale materna assistenza sulle nostre opere, per cuí possiamo ripetere con
D. Bosco, che tutto cio che abbiamo, lo dobbiamo a Maria SS. Ausiliatrice.
Quindi e, che il nuovo splendorc che il breve pontifioio inadic1, sulla venerata
Immagine di questa nostra pietosissima Madre, mi 'ha profondament,e commosso.
Iu vero, miei cari, !'augusto Ponteftce, decretando questo sommo onore alla
cara Madonna, ha solennemente dichiarato, che l'imposizione delle preziose corone
si cómpia con t11tta la maggior pompa possibile, Suo nomine et auctoritate, cioe
a suo Nome e con sua .A.utorita; delegando a far le sue veci l'Eminentissimo
Arcivescovo di Torino, il sig. Oardinale .A.gostino Richelmy. Per questo, Bene-

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- Gi -
meriti Oooperatori e Benemerite Oooperatrici , quando noi, il 17 del prossimo
maggio - giorno stabilito per la esecuzione del solenne decreto Papale - ve-
dremo il Venemtissimo nostro Oardioale .Arcivescovo porra le santa corone sulla.
fronte augusta della nostra cara Mudonna e su quella. del suo celeste Pargoletto,
potremo clire di vedere nella persona dell'Eminentissimo Príncipe di S. Cbiesa
la persona. stessa del Papa, a.-vendolo Qu.esti delegato a cib quale Sll.O speciale
Rappresentante. Sara per tutti un giorno indimenticabile !
. Ad accroscerne lo splendore, e a pre_pararci piu. degnamente a quest:i. straor-
dinaria. soleruútk, si tena pure in Torino ed in quoi giorni, coma vi fu gia
annunziato, il Terzo Congresso Oenerale dei Cooperatori Salesiani. E questo
un secondo anenimento che Iallegra l'an:i.mo nostro. Esso avra luogo nei giorni
14, 15 e 16 maggio.
Nel da.rvene ora. Fannunzio ufficiale, non posso nascondervi la mia speranza,
che questo Terzo Congresso abbia a rinsci:re non meno solenne e grandioso dei
precedenti, tenutisi il primo a Bologna nel 1895, ed il secondo a Buenos Aires
nel 1900. Ne sara Presidente Onorario lo stesso Eminentissimo Card. .A.reive-
scovo di '11orino il quale si edeguato di raccogliere intorno a se i piu autorevoli
e degni Signori del clero e del laica.to cattolico di Torino per la costituzione
del Comilnto Esecutivo.
Questo elettissimo Comitato, cui u.millo pubblicamente l'omaggio della ri-
conoscenza di tutta fa fümiglfa salesiana, sotto la Presidenza o:ffetti.va di S. Ecc.
Mons. Luigi Spandre, Vescovo Ausiliare di Torino, antico e.llievo di D. Bosco, e
dei Vicepresidenti, l'ill'CIº. sig. Barone D. .Antonio Manno e l'Avv. Oav. Riceardo
Oattaneo, assessoro comunale, nonche del Segretario Genera.le 'sig. Olivieri di
Vernier Oonte Deodato, si e gia messo all'opera e ci da sicurtb. dell'esito piu feliee.
Ma perche siano realizzate tante belle spe.ranze ti necessario, Benemeriti Coope-
ratori e Beuemerite Oooperatrici, l'aiuto vostro efficace, il vostro appoggio. Qu.indi
caldamento vi prego a coadiuva.re alaeremente l'egregio Oomitato Torinese, acco-
gliendo con slancio tutte quelle proposte, che, o par mezzo del Bollettino Sale-
siano o con apposite circolari, esso giudichera opportuno di indirizzarvi. Vi in-
vito percib ad intervenire, potendo, al Congresso, o a mandare la vostra adesione
per mezzo dei Decurioni, Zelatori e Ditettori diocesani.
Oerto, il lavoro non e indi.fl'erente e il tempo stringe. Animo adunque, o
miei cari; ·e questa un' occasione per mostrare a tutti quei vincoli di fraterna..,
carita e di zelo, che formano il distintivo particolare di quanti favorano nel campo
salesiano, a beneficio della. gioventill.
Se l'amore che portate vivissimo al nostro D. Boseo sarebbe stato anche 1
j da solo pin che bastante ad eccitarvi a questo pubblico e solenne omaggio al- ¡¡
I'oper& sua, oh ! per cerio , dall'aJretto viTissimo che avete per la gloria della

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- 68 -
comnne nostra Ansiliatrice, trarrete tanto slancio che fara di questo Congresso
Generala <leí Cooperatori la pieparazione piu degna all'imponente solennita del
17 maggio, che affrettiamo coi piu. ardenti sospiri.
Maria. SS. Ausiliatrice ci beneclica tutti qnanti e riempia di ineffabili con-
solazioni il paterno cnore di S. S. Leone XITI.
Di Voi, Benemeriti Oooperatori e Benemerite Cooperatríci,
Torino, 20 febbraio 1003
XXV. Anniversario delJIEsaltnziono di S. S.
Obbligatissimo Serriton
11 Ercve l)o~ntii-io-io-p-er~ l'Inooronazione
LEONE PP. XIII.
r)iletto Nostro Uglio~ salute od apostolica benediziono.
1-ci tutte le Chiese, cite il ;acerdote Giovamti B osco di t•enem!a me-
moria, Fondatore della Pia Socfota Sll,lesiana, ha con zelo in1ialzate
·, sin dalle fondamenta alla maggior gloria di Dio ed- ,i promuo1:ere la salltte
delle anime, pile celebre, sia per ampiezza, sia 1>er dicozione, eda considerarsi
quella cli lliaria SS. Ausiliatrice, solemiemenle consacrata fi.11, dall'anno 18(]8
in Torino. Di fatto, appcna fu, aJJerta, al pubb7ico culto, e quell'Im,magine
della Beata Vergine, stupendamente dipinút tra gli Apostoli, elle riverenti
da ogni parte la ossequiano, col reále scettro 1iella destra ed iZ Pargoletto
Gesu graziosarnente seduto sul braceio sin-istro di Lei, /'lt all'altar maggiore
esposta alla divozione dei fedeli, qtiefü, cliiesa divento in modo al tulto me-
raviglioso illustre e veneranda.
I vi fi,t subito eretto <W, onore della Vergine Ausiliatrice mi divoto so-
dalizi-0 di fecleli, che in breue venne elevato alla dignita d{ Arciconfraternita,
ed arricchito da questa Santa Serle di privilegii e di ind,u,lgenze; e quindi la
venerazione di questa sacra Immagine della JJ.fadre di Dio passo i confirvi <lel-
l'Italia e dPll'Europa, ed oggi, per singolare disposizione divi!za, e mirabilmente
diffusa in quasi tutfe le 11..azioni del niondo cristiatto. I segnalati ed inmone-
revoU bene-/i,zi poi, che la Vergine A.usiUatrice coiíéesse girt ai fedeli, sono solen-
nemenle dichiar<tti sía con tabelle votive, sia co¡i numerosissimi pellegrinaggi.
~===============================41

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- 60 -
Le quali cose ·riamland<> col pensiero, quando il Nostro diletto figlio
JJficltete Ru(t, Sacerdote e Rettor Maggiore della Pia Stn;ieta Salesiana, a
nome suo e cli tutta la sua Salesiana farniglia, Oi fece caldct ed iimile su.JJplica,
perche Noi, che in quest'amw celebriamo fel-icemente il ventes·imo quinto anno
del Nostro Pontificato, 11:olessirn,o incoronare quella veneratissirna Immagine, Noi,
a cui niente sta piu a cuore e niente e piu dolce che veder crescere piit e piu
ogni gfomo fra il popolo cristiano la pieta verso l'augusta Madre di Dio, abbiamo
volen,tieri gittdicato bene di accomliscendere a questa domamla. Per la qual cosa,
tutti quelli a ctti riguardano queste lettere, qualunque scomunica od, ititerdetto
o dtt altre ecclesiastiche sentenze, censure o pene, in cuí fossero -mai iucorsi, J.Jer
questo solo atto a.ssolve,uloli e ritenendoli veram.ente sciolti, a Te, o Nostro
Figlio diletto, diamo con le presenti l'incarico di incoronare quell'Imagine
di llfctria .Aitsiliatrice, che porta in braccio il suo divin Pargolelto e Sal1.:ator
nostro Gesti, nel sudiletto 1'empio in cotesla tua citta di Torino CSJJOsta alla
2mbblica i·enera.zione dei fedeli, fo quel gionw che sara cla Te cissegnato, cot¿
solmne 1·ito ea a Nostro nome e autorita, osservando pero quella regola che,
sia 1,osta la corona, sttl sacro capo della Vergine e del Bam,bi1to Gesü, se•
co11do la dignita.
Pe1·che poi queste solennitlt riescano 111aglio a vantaggio spirituale clel
popolo Cristiano, a tittfi i fedeli dell'uno e clell'altro sesso, cite veramente
petttiU e confessatí e conitmicati nel d~ stesso clell'Incoronasione, saranno prn-
scnti alla Bencdiz-ione, elle a Nostro nome ed aittorita ltt impartirai secondo il
rito e la formola prescritta, e a quelli in av,venire, che nel di anniversario di
questa solemte Incoronazione dai primi vespri fino al ti-amonto del sole,
visitera,nno dilJotamente la Chiesa e la Santa imagine predetta e qui pre-
gherann-0 diuotamente 1Jer la cotlC-Ordia dei Principi Orisfiani, per l'estir-
pazione delle eresi.e, :per la conversione dei peccat01·i e JJer l'esaltazione di
Santa Madre Ohiesa, concediamo per la tnisericordia di Dio Indttlgenza
Plenaria e 1·imessione di tu,tti i loro peccati, apJJlicabile cziandio per modo di
suffragio alle anime del Purgatorio. E cw malgrado ogni altra CQ!l.traria
disposizione.
Dato a Roma, 1wesso S. Pietro, sott-0 l'anello del Pescatore, add'i 13
febbraio 1903, l'a1ino ventesimoquinto del Nostro Ponti{icalo.
(Luogo del Sigillo.)
LUIGI Card. MA00ID.
Al Nostro dilotto Figlio Agostino, di S. R.
~ . - - - Cbiesn. PretcOnrd. Richelmy, per dispensa
Apostolioa. Arcivcacovo fil Torino.

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- 70-
~imandiamo , per manoanza di spazio, al Bollottino di aprile la pubblicazione
~ dell'appello che il Oomitato Esecutivo bRt fatto a tutti gli amici ed ammiratori
delle Opere di Don Bosco, come pure le notizie circa il numeroso Sotto Oomitato
femminile, che si sta. formando fra le illustri Dame Torine-si, sempre pronte a so-
etenere ogni opera buona.
Intanto pubbliohiamo l'a.ppeUo della terza Oommiss-fon(J in: questo ú\\1,mero, e
diamo nota delle Oommissioni formateei in seno allo etesso Oomitato Eseoutivo pel'
afi'rettare ognor piu il lavoro. Esse sono cosl costitaite :
@ommissionc p1'ima.
PreparMiono del
no, Sedutll eco.
programma1
Begolamento,
Ora,.
(Rille:rvata 11.lla Presidenza.)
Stl.4Ecc. Reu. llfon11. Luigi S pandre, Vescovo a.u-
siliare, Presidenta ejfettitJo.
Jl[anno .Barone Don Antonio {
ea t t a ne o
0a 11 •
d
.a
.
t
i
~
.
'_D.>_cci_u_:u.,.o
V-te~pro,,.clenti..
Olivieri di Veruier Oo,nte Deodato, Segr. gen.
1 lltusso .At111. Giuseppa
M:inguzzi Sac. Giov.
Botto-segrotarii.
Viola. Giovanni
Trione IJ011 Stefano, .Belatoro.
La Tesorería ll preaso la Direziono del Bollettino
.Sales·iano.
(9c,mmissione secc,nda.
Ricevfo~1iCi, alloggi, /BrrOtJia, ospitalita.
Macciotta. Oar. Orc5oo1 Prmilmte.
Giuganino Oan. Don Bartolomeo.
Cappa .Avv. Ettoro.
Racca Avv. Cario.
Jocteau .Bar. .Avii. Cndo Alberto.
Bonino Oav. No.true.
(20111missione te,za.
.Me.e,zi finan~iarit, Bc'htda, Aderioni, Tu,ere.
D'Hareourt ~ntB Ginlfo, Pruiélffltll.
An!ossi Oan. Prof. Giovanm.
Gullmo Oav. Luigi.
Dum.ontel Oomm. Fe<lerico.
Balbo Oav. Eruieo.
Losana .41-v. Oav. Cesare.
Lavagnn Avt1. Luigi.
Manno Oa11. Effiaio.
Ripa di Men.nn Oonto .Alfonso.
(!ornmission~ quarla.
Proparatione dell'aula, at!dobbi, eco.
Molli lng. Oav. Stefano1 Pr88icle11to.
Migliore lng. Spirito.
Sella Ing. Rodolfo.
Garolli Teol. .Avt1. Guido.
Refl'o Prof. Enrieo.
Pucci Bamli\\nn. Ing. Giuseppe.
(Sommissione quinta•
Fe,tcggiame-nti retigiosi, Orai·i, IJispolfizionj,
P,·elati1 eec.
Sorasio Oan. Michele1 Pr88idento.
Mu:riana Tcol. IJ<m Domenieo.
Marchisi.o .Don Secondo.
Gallea Teol. .Atiti. Roberto.
Franco Teol. Aw. Ca:clo,
Albert Doet. Levame.
(9om1nission~ sesfa.
Stampa, OomunicaU, Appem, Oircolari•
Bettazzi Prof. Roclolfo, Pre,idente.
Oreglia di S. Stefano ..d. :oo. Pío.
.Anzíni &o. IJ. Abbondio.
Miraglia Oav. Prof. Matteo.
Fino .A11tf. Saverio.
Quirino Sig. Pietro.
ohe
Tutte queste Oommissioni si sooo poste alaoremente
benedetto dal Signore portera frutti oonsolant,i.
al
lavoro1
lavoro
copioso,
Don
Mano all'opera.
Bosoo; questa
eolBa ennoesmtrearitpiaIrworlae.ttoSrii
dioc.esan:i,
raccolga,
Decwrioni, e Oooperato,·i, tutti
tosto la maggior quantítA
di
di
aderenti e sottoscrizfoni anche di quote minime, perche le speranze e l'attivita del
Oomitato Torinese possano essere complete e la grande solennita dell'Incoronazione
della nostra celeste Patrona., Mat'ia Ansiliatrice, abbia ad essere píena di quello
splendore, che a tale Regina si conviene.
Dirigere i moduli e le oft'erte - Direttione del Bollcttin.o Salesiano ; oppure Oomi-
tato dllZ Oongresso ilei Oooperatort Salesiani - Via Bogino, 18 - Torino.

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- 71-
COLOJ:v.I:EIA
Don Albera ai Iazzaretti di Contratacion e di ·
Agua de Dios.
(Lett1wa di JJ. lilvasio Eabagliatt)
VENERA.mISSill'O PADRE,
Bogota., 27 ottobre HJ02.
l ccoci finalmente fil ritorno dalla vi-
sita ai lazzaretti dei lebbrosi della
Colombia. Disoor.ro inplumle, perche
)\\.:.~.lJJZ~Q.17J1
questa volta non ebbi a visitar
solo, come or(lina.riamente mi
li da
snc-
cedova, negli anni t.rascorsi, ma lo feci Íll
compagnia di due g.raditissimi ospiti, del
rappresentante del sig. D. Rua, il carissimo
nostJ:o D . .Albera, e del sno segretario.
Si partl da Bogota il 9 settembre in di.re-
zione del Di.paxtimento di Santander, dove
si tro-va il Lazzaretto di OontratM-i<m,. Stante
la guerra, alcnne strade erano ancora maJ
sicure, e uoi dovemmo fare un giro un po'
piu lungo per arrivarvi. V'impiega.mmo ben
nndici giorn.i, sostando 48 ore nella. citta, del
Socorro, dove risiede il Vescovo di quella
Diocesi, per tra.ttare di a.ffari relativi al Laz-
zaretto. Non mi fermo a parlare delle peri-
pezie di questo lungo viaggio, a tra-verso aJte
montagne e per sentieri da caipre, difficilis-
simi e pericolosi1 che mi e troppo caro in-
trattenerla senz'altro, o runatissimo Padre,
dei copiosissimi frutti spirituali, ed anche
temporali, prodotti in questi la,zzaretti dalla
visita del sno rappreseutante.
"
Por comincfare dai secondi , diro che fin
daJ primo giorno, il siguor D . Albera aiutato
dal segreta.río e dallo scrivente distribm a
tutti i lebbrosi un.a quantit~ di denaro, ehe
all'uopo era stato IJrocurato. Si d;iede -purea
ciascuno un mezzo cbilo <li caxne, un mezzo
chllo di riso e due miau.re di zucchero di, can1ut,
che persone amiche ci avevano regalato. In
questa maniera il sig, D . .Albera pote védere
e dire qualche parola di sollievo a tutti quei
meschinelli atlrauti dl,\\l peggíore dei mali, la
lebbra. Quello
di carita, che
che
ti.uro
egli
due
provo
giorni
Í
,
lel qcuoesastc'ohpeeiroa
non saprei dire; egli stesso, a, suo tempo, glie
ne parler~ certamente.
Sollevate alquanto le miserie del corpo1 si
penso tosto a curare qnelle dell'anime con
una missione di otto giorni, alla. quale, tutti
gli amrualati che avevano ancor l'nso delle
gambe, presero parte con grande slancio.
D<;>»; Al~era de~~va con;~~por:1lle~ente gli
spl.l'1tuali eserciz1 alle Fighe di Mana .Ausi-
liatrice addette a que). Lazzaretto, predicando
loro ben tre volte il giorn.o. Il tempo libero,
lo passava nel confessionaJe ascoltando q nei
poverilobbrosi, che attratti dalla sua, dolcezza
e carita, desidera,vano versare nel suo cuor{;l
le loro miserie e le loro pene. .Anche il se-
'gretario, passo quegli otto giorni di missione,
e gran parte fü~He notti, nell'ascoltare le con-
fessioni di quegli infermi, con grande soJ-
lievo del predicatore, e dei uostri due s1,1.cer-
doti addetti al Lazzaretto. I frutti furono
oltremodo consolanti j le sant~ comunioni
raggiuusero il numero di millo e seicento.
Lo stesso Don .Albera volle dire la messa
della Comunione generale, che distribnl. a
tutti con mano trema.nt-0 e col cuore pié.no
di commozione. .Alle 9 non doveva mancare
un po' di Messa solenne, e la cantarono gli
stessi bambini del Lazzaretto innanzi al SS.
Sacramento esposto; e Don Gnsmano predico
itifra nii.asam con grande unziene e per piu
di un' ora sul doloissimo argomento della
SS. Encaristia.
Per le due pomeriéliane si era fissata la
solenne processione che riu:¡¡ci impoueute. Fra.
i 011,nti delle cento e piu figlie di Maria di-
rette dalle Suore, ed U frastuono dei ,norm-
retti e dei razzi che dn cento partí vola-
vano al cielo , un'onda q u&l popolo sotfe-
rente, commosso e divoto, seguiva i sacri
ministri. Don .Albera volle portare jl SS. Sa-
craménto, ed ebbe poi a dire che mai e poi
mai a-vova provato tanti e cosl vart affetti
come durante q uella processione; ne manco
di p1·oclama:rlo nellai predica di chiusura ,
agginugeudo le parole piii. belle e piu tenere
a qnei cal'i lebbrosi, per animarli a m.ant&-
nere gelosamente i propositi fatti in quella
sacra missione. N011 temo di euare, dicendo:
che quegli otto giorni furono per •bon .Al-
bera una rivelazi()ne <lel bene che i figli di
D. Bosco vanno facendo in Contra.tacion, e
dell'amore che 9,uei lebbrosi nutrono verso i
Salesiaui che li assistono e düigono con
tanta abnE)gazione.
*
Appena termina.ta la ;missione si torno Íll
fretta a Bogota, per r ipartire subito :'.l.lla volta
del Lazzaretto di .Agua de Dios. Quante l'o-

1.9 Page 9

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e vine ha a1nmucchiate per ogni dove la rivo-
luzione1 che, dopo 38 mesi, 110n 1>er aneo
cstintaI Si giunse a Bogota il 28 settembre,
e ne ripartimmo il 2 ottobre per ll Lazzaretto
<li Oundiuamn.rca cioe di Agnas de Dios. Vi
giWlgevruno foliceruonte il giol'Do 3 verso sera
sorprnndendo i nost:.ri confratelli e gli umici
lebbrosi, che stavnoo tntti iutenti nel pre-
parare archi trioufali ¡)ol giorno n.pprosso,
che, sooonclo i loro cnlcoli, dove,·a essere
q11ello del nostro arrivo. Che mortificazione
¡>& loro qua.nuo oi videro giungere senza che
milla fosso pronto I Jifa non fu inutile il loro
Javoro; e (Jllesti archl se.rvirono p<•i per una
bella proce:fflione, come dirb piñ u,tt.111ti .
Oi prernev:,i sapere se la, 1nissione era stata
annunzinta in tempo, o M em tutto pronto
all'uopo.
« Nnlln 111111a, ci ris1,osero i nostri preti;
la missioue non fu uu.nnnzi..1tn, per inconve-
nienfü gravissimi I insorrnontabih. Le dodioi
l'utrate fütte in qnesto Laz-,mretto delle gner-
l'iglie che cli tempo in tompo si 1.mccessero
iu questi lre auni <li gner.1;a civile, e vari
sncchcggi che vi ebbero luogo, ina-sprh-ono
iu tal gnisa gli aniuri di tutti qnesti am-
mnlati , e gli odl e le iniruicizie sono in
tutti cosl 11rofomli, che ben pochi di qnesti
inferrni potrebbero fare uua 1n i ssi<rne seria.
Non ¡,ar 9uesto il tempo opportuno; cedo le
fatfoho di una missione di otto o <lieci gi<11•ui,
snrebboro completamente sprecat.o. .\\.spettia-
mo aJcnni mesi ; piu tar<li fo1·se si riusciri\\
n fare qualche bene; adesso si farebbe un
l>11co nell'a<:qua. »
Le ragioni er:tno vere e forti, ma non con-
vinceuti. Alla sera di qnello ste..o;so giorno,
non Albera n.pprolltta1ulo della circostu.m~a
die gli si oft'riya , di trovare molta gent.e
in chicsn, parto per la recita del sa.oto ltosa-
rio, parte per vedero il ra:ppresentante del
Successore di Don Bosco, annunzib nffioial-
11\\ente la santt1Missíou.o. Disse che si saL·ebbe
iucomiuciata il giorno appresso, ed animo
tutti con gra.udo bonta. a. trarre p1·otitto da
qnei giomi di henedizione, che il Siguore
nolla sua grnudo mi.\\loricol'illa, 1weva, loro fis-
sati. « l::5oUrite Lauw 11el curpo, fini por dire,
lasciato almeno di soft'riro nell'animn, 1·icon-
cilian(lovi col Siguoro, poiche guesto rl.ipéudé
<l:i voi. lncap:wi noi di gnadrvi la lebbra
col'pornle, permcttete che vi togliarno quolla
spirituale. ,. Il forvol'iuo fu cosl bello che
andb al cuore d1 tntti i
1liscoraoro cogli nssonti,
porel'sionudtojmI ia
quali
ni })er
ne
la
predica di introduzione la cbios!l era piona
zoppa. Lo stesso Don Albera volle predicare
ogu.i
dopo
gpiorarnnzoo1
o
;
scolse
quand
l'
o
or
si
a
(
piu inco
tvevm10
motla1
da 85
Pu
a
na
37
gl'adi cli calore ali' ombrn, e la, cbiesa era
davvero un forno.
lsuoi a1go111e1Jti erau9 tutLi dirotti 1ücnQre;
la Grnzia, la .Matlonua, il 1::,S. Sacramento,
l1Amoro di Dio e si111ili. J frntU uou taréla-
rono n. mnturnre¡ e il terzo giorno si confes•
s1wa gh\\ su.l serio dn cinqne sacortloti; ho
dotto snl serio, perche si cl uravo, fino alle 10
eu alle 11 di notte. La Oo1nunioue generale
fu qualohe cosa. d'incnntevole; d uro dtille
ciuquo alle sette e mezzo; e, tonuto calcolo
delle comuuioni distribu.ito durante i giorui
della missione, si ellhoro iu totrue qouttrn
milá Comonioni. .Ancbt, i pitl1·ostü cedettern
alle soavi ohiamate d1il Signore¡ e c1·c<.lo oh._,
tutti quei cari ammalati, uossuno eccettuatn.
fecero bene le cose loro. Uomi11i che gi11ul1
al Lazzaretto negli ultimi tempi, uon si ern11n
pfü confessati di~ tront.a o qunl'ant'unu.i, l'Í-
cevottoro i SS. Sacmrucnti oou grn,1 divozioue.
Altri, che nelle missioui auteriori erauo stati
sordi alle chiamato cliviue, in qltelht st aI'l't•-
sero fucilmcnte. lnsomma fu un vero mfra-
colo cleJ.la grnzia, qnello cho successo in quc-
gli otto giomi. )Ji tutto sia locle al Si•
gnore, da cui viene og,ú IJene.
.Anche in Agua de D*io*s, D. All,ora vol1e di-
stribui.re personalment.o una Jimosiun, etraor-
dinaria procuro.ta per tutti gli ammnlati
cosl ebbo agio íU -veclerli tutLi , acl ecce-
zione di nm~ sessantiu.a che nou poterono
presentarsi per essere troppo aggrnvati dnl
male. I lebbrosí orauo allor-.1 noveceuto sol-
tantadue¡ i sani pareccllie miglinia. Oome !
dirñ taltmo, tant.i sani coabitano con milk
lobbrosi T La spieguzioue <' ·emplici$.-,ima e
conviuconte, od e questa: ogui leblH·oso ha
bisogno di u11a, persona san:.\\ cite 110 allbia
la cura. Ve uo sono, e non pocbi, cho han110
'"º biso1,."110 cl1 i U vestu e li spogli, come se
fossero l>imbi di pochi aoui; ue so11 alt1·i
ni quali. per tLver perd11to Je mani, o peruo11
pgoiatreer,sepuroecpisiuamseenrt,o~rceo1mbeissoigf1ü1acofihptrardgaolmetat1i1;-
altri poi sono coru¡,letameute ciechi, ecl abl.11
sog11ano di nna persona cho 1i gnidi ¡ molti
finalmente vivono cola. tratteuuti cla.ll'nmorc.
Son qnesti o llgli s:ui:i, che non vogliono di-
stacca,rsi dal padre o <falla maure ammruat.i;
ovvero padri o mn<lri che uon si sentono di
allbn.ndouare i loro figlütoli. Ohi non lrn, uoa
persona di fümiglin, eleve ricorrere a qmtlche
persona. tli sorvizio. l~l'r tutte qneste ru.gioui
e ed altre ¡1ucort1,, che trulascio per amo.e di
brevitA, il numero clei sani corto cli gran
luug¡1, snperioto a q uello degli ammaluti, fü-
cenclo di Agua. de Dios una popolazioue sui
generis che non ha aJtra nol mondo che le
raa.somigli. Mosi fa il nnmero degli arrunalati
arrivo ftuo a. mille cento e cinqnanta; mn
la fame, la miseria,, e lo malattie dccimarono
qnei ¡)ovori dh1gr!lziati, l:iduceudoli, come
abbintu dotto, pel ~mpo della missione, a
972.
Nb si erada. che se non ve ne sono di piii
sia ¡>orcho mallchi il contingente; fa l'ltgioue
si e, che pfü ili mille, vi starebbero a disagio.
Del resto, in Colombia. vi son tao ti Jebbrosi
da formare almeno treuta Lazzarctti, come

1.10 Page 10

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- 73
quello di Agana de Dios, poichb fu gil\\ pro-
vat-0 varie volte ed u/ficialm-ento che il numero
dei lebbrosi di questa povera ltepubblioa ol-
trepassa 11enorme cifra di 30 mila. Sarebbero
quindi necessm1 o.lmeno 30 Lazzaretti come
qoello di Agu,• du Dios per raccoglierli
tutti e salrn.re qae.sta disgraziata nazione dal
canoro cue la rode.
Tornando all'nrgoment.o, diro che finita la.
missione fa domenica 19 ottobre, con una
vera Comunio11e generala che duro due ore
e mezzo1 si volle che Maria At1siliatrico be-
nedicesse tutto quel paese oon i sno'i abitanti
passando in trio11fo por qnelle vie. Precedeva.
la croce por.tata <la n:n chierichetto clell'Ora-
torio festivo, seguito da cento e pii't oomp&-
gni tutti ascritti alla Oompaguia di S. Lu.igi;
vcnivano poi Je Figlie di Maria che oltre-
passano il centinaio, aceompagnate dalle be-
nemerite Suore di Carita, cantando in coro
le Litanie Ltuu·eta,ne; snbifo dopo, la mnsioa
strumentaJ.e, formoti\\ qnasi tntta di giovA.netti
lebbrosi, a1wivn il passaggio alla bella sta-
tua cli Maria Arn,iliatrice portata <fa sei Fi-
glie di Maria¡ seguiva Don .AllJeru cir-
condato da. altri q nattro sacerdoti; e dietro
questi, 120 so1dati, ossia la guarnigiono del
paese, e poi tntta fa. popolazione in wnssa.
come cornice di qnel quadro sh1¡>endo. Le
vie erano parnte a, festa. e le case belfamento
adornate; q11i o h\\ sorgovano graziosi nrchi
di trionfo, ol1e i1 cuore cli quei povel'i leb-
brosi avreboc il1~sido1·ato ancor pfü beIJi. Ad
ogni sbocco d1 vfa cessa.vano i cauti , t,100-
vano le siufonio, o si salutava la Madonna.
Don Albera intonnva la Sa.l!Je, che un coro
di bambini prosogtúva in mnsicu. con accom-
pagnamento di armoniuin; e poi il celebrante
alzava· commosso la sua voco e cantava 1'0-
reimts per cl1iedere alla Madolllla Ausiliatric-e
che benediees~e colln sua mano matorua tutto
qnel popolo proRtrulo ni aooi piedi ¡ poi lJ1
processione prosegttiva. U-n colpo d1 scena,
che comruosse tutti, si ebl.>e davauti l'ospe-
lale. La porta maggiore era spalnneata; dalle
pareti penclevai10 <lrappi, testolli e gbirlande
di fiori bellamente introociati e la. snll'erba
del giardino alcuni sd.raiati, altri cori<'!iti in
poveri letti, altri sostenuti dalle brttooilt di
persone di sorvizio, sta:vano tntti i lobbrosi
che non avovnoo potuto preudere pttl'tO alla
processioue. P1·oprio in quel momento centi-
naia di ve>ci ri petev::wo: Oonsolatri:11 a/JUoú>-
riim1, .Awviliwm OJwistiáno11w1, ora pro ttobis I
La processione duro due ore; dne ore di
commoziouc e, vorrei dire, di paradiso per
quel'a povera gente! J{ientrnti in ohiesa, si
recit<> il Santo Rosario; si fece la predica di
conclneione e poi s'impartl la Benedizione
solenne col SS. Sacramento. I1 sig. Don Al-
bera ne fu co.~i Mlpito, che depostí i sacri
pn.ramenti, lo seutii a clire <'he non avrebbe
mai crednto che fosse stato -possil.>ilc 01•ga,-
uizzarefra quella popolazione una proceasione
cosi numerosa o solonn-e. « Ho gil\\ vedato1
aggiuuso, ta11te e bolle processioni religiosa,
in molte citta e paesi, ma. ucsstma rui aveva
mai cosl prot'ondamente commosso, come qne-
ste in mezzo ai lebbrosi. lo che fuJ testi:m.one
della stessa scena, e che sentii nel cnore
le stesse impressiou.i, a.pptovai piona.mente
le sue parole.
Alla sel'a. s11bito dopo ceno., Don Albera. mi
diese: « Domani partiremo nssai di buon'orn,,
poich~ ~ necessario arrivare n, .Bogota in
due giorni. Son gia due mesi ohe mi trovo
in Colombia,, ed ho gran fretta di prose-
guire la, mía missioue. • Si dispose ogni
cosa. per partire alle cinque del m;1ttino se-
guente; ed a qnell'ora., i tre viaggiato-1'4 ce-
lebrata la santa. Messa e fa.tto un po' di co-
lazione, ernno gia pronti. Ma avevano fatto
i conti senzo. l'oste. Alle sei, le mule che ci
dovevano 1,ortare a Bogoti\\, non erano per
aneo arrivnte, alle 7 neppure; snonarono le
8, le 9, le 10, o nulla di nulla. Di quando
in q11ando m:rivava un messaggiero che oi
diceva: « Mancauo dne mule! l.llll,ncano dne
mule! > poi « Ne manca ancor unnl probabil-
ment-e b fllggita dal potrero ((>rato) in cni
erano state ruccbiuse; e qnind.i bisogna a.ver
pazienza. E-rano groase bugie come si scoprl
di poi. Alle 12 le mule erano :incora irrepe-
ribili ! Allora giuuse una commissione formata
dai pr.iucip,¡¡.Ii del Lazznretto, a pregare il
sig. D. Albera e compagni, elle posto che non
potevano partire, si accettussc l'invito cortase
che essi oi facevauo in nome di tutta la po-
polazione, •li dare una capatina all'nsilo, che
non si aveva avuto tempo di visitare. Si
deposero gli arnesi del viaggio che avevaino
ancora ad<.losso, o si ando all'usilo. Ohe sor-
presa,!
I 120 solclati di gunrnigiouo cou i loro
uffiofali vestit.i in parata, ue gaardano l'in-
gre.sso, e presontano le armi al passaggio
del rapprosentante d,i Don Rua; l7entrata
dell'asilo l} rivcstita di bandiere di colori
moltiform.i e di ghirlande di fiori. Dentro si
sente un brnslo sonoro che svela la presenzadi
molta gente. lnfattiin un bel salone stava un
mondo di gente pigiata. come le nccinghenel
bari.le. A de.'3tra stavano beno alliueaf;e cent.o
ealpeionlifoanlac,iumlleea1.aggrlaianddielelapJi!crcfoadleo,nncah;e
hanno
sono le
F.iglie di Maria di .A.gna ele Dios. A ainistra
1:Jn nltro centinaio di bambini e <li giovanetti
che portl;\\no sul ~n~e la D?-e~a%lfa di S: Lnigi;
son tutti ora.torum1 e LU1g1m; 1n1rnuz1 hauno
la loro banda di musica. e dietro an'onda di
popolo, qnanto ne pote entrare; fa.ori, st.'\\ il
rima.nante. Nel centro della s.-tla vediamo due
lunghe file di sedie; a destra av~vano preso
posto le principali signore del paese, a sini-
stra gli uomini, lebbrosi gli uni e le altre;
fra loro si vedono una Suora cli Oarita, una
religiosa ".Corzíaria di S. Domenico, 1m chie-
rico salesiano, ora prete, e no sacerdote della
*

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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-14-
,lioccsi (1) J)airimeute IcbbrosL .A.ttomo nttor-
uo, in molU ci~rtelli u.ppel:li alle pareti, si
leggono le scJ·itlo: W: D. BoBl'-01 W. D . .Rua!
IV. D. Paolo ~llbDra, Rapprescntante di D. Ru.a
e il suo se{Jr8t~,rio D. Calogm·o Gusmano I o
¡>oi atl<'ora: 11'. D. Jlichd~ Unia ! W. D.&/-
{acle Oi·ippal lV. D. L1'1gi Variatal \\V. i
Sa11JBiani. gli amüti iJ,ei, pove1•i lebbt·osi di Co-
lombia. Nel fouclo del salone sorgeva. nu pie-
colo trono con un aeggiolone riservn.to al
sig. D. Albera¡ ai fian.chl a ltre sedie per i
sa<·erdoti e i s1gnori e le signore princiJ>ali
ili 9.uep.a coloni_a. ~l'~ntraro di D. Albera,
tuttt s1 levnno 1n p1edl e con 11n voclo stro.-
110 (2) e con a.pplnusi commovonti lo salntm10.
Qnaml'egli o a post-0, la banda inton~ subito
nn inno del nostro Gnrlaschi, e quei tlue-
e cento bambini e bnmbine, sciolgono le loro
voci: qualche cosa che inoouerisce tutti o
piángere molti. Poi ve11gouo i uiscorsi o
olto discorsi 1 io uou mi souto di pu.rlu.rue;
sono tanti e tutti cos'I belli I Oredo che fnron
qutIBi tutti consognati a D. Albera, dietro
aun richiestu. e che saraUllo a suo tempo
pubblicati in un bel fascicolo: lo meritauo
clttvvero. Ma non sono solmneute discol'aj so•
di¡ :, quamlo a qua,ndo son pfocole recite <li
lminl>iu i, dfaloghi, poesie, col'i cli hnmbine
accompngnate dalla banda, un bell' aasolo <li
1tlllL baml>int\\ con accompaguamento di violino
,.uonnto magistralmentil da un giovnnotto
lehhroso; in~ouuua una ri1tS(lÍti8sitna accaclo•
mi.L di duo ore. .Mn, non posso tacare questo
rlcorclo. Parla una signo1·0. ancor giovt1ne, n
nome dello mndri cristiane del Lazzaretto;
e,l arriva. n<l Wl punto dovo dipiuge una
1muhe1 che ~ente i primi aintomi. del torri-
hiJe male. Passano i giorni, le
me:ii ¡ il maJe fu, progressi ogni
sgei mt t:iomoa;nreu1 lai
lo seutc, e seute pure angoscio mortali ¡ ha.
aucom il marito o alcuni flgli. Una matlina.
dopo una notte di lotta tl·emenda., ~ decisa.
Si veste alla ruoglio, raccof{lie un po' cli 1·oba,
o ¡,oi si avviciuu ol letticciuolo dove dormono
placidamente i snoi cari figliuoletti. Si gnm·cla
:ittorno, so mni alonno la veda¡ o vedemlosi
solll, quasi ftll'tivamento bacla per uu'altírna
volta i ñgli, li 1:1tringe tutti delicatamente in
un ~olo nbbraccio per timore di svegliurli,
poi li guarda rwcora, li bncia aucora uno.
voltll, e lagrinlosa acappl\\ di casa~ depositando
i;ullo aorittoio dol marito questo biglieLto
scl'itto con mano tl'emante: e ,Mi !'lento colpiti\\
tli lobbra do. alonni mesi, 110n ho pin forza
per lottare e resislA!re, temo di far disgrar.iati
i uostri :figliuoU1 attacc:rnclo loro il contaggio
coi rnioi r~spiri, colle mie oarezze, collH mfa
presenza..... AdcUo I acappo arl Agua de Dios.
t:,ii l>uono, fa buoni i m.iei fJgli; aalvali al-
meno della lebbra clell'llnima. ~" 11011 li po-
(.L) Ve n 'erano dne; uno murl l'ouuu bC01-so 1001.
(2) Geuerahr..e11te !n voce dol l&hbroso & veronrnnte
atl'lt111i porcb& b 11,ssai fiooa, raucn: mol te vol te 11 qna.si
i1111iorcettibile.
trai salvare da q uolla, del corpo. Forse non
ci
gn
rive
ore,
(~e
10
mo
ape
pf
ro,
üC_l suracqouoegsl~iae.rilt.e1t-urot,1t
~a
im
il Si-
cielo.
Add.io per 11ultinrn, volt.al> Al aeutire questn
scena che ben si oapiva era. occorsn, alla stesaa.
lo~ice, io mi sentivo. tremare; un fremito
lll1 corrova per Je ossa; il s11ugue bolliva.
bolliva., accondendomi il v,olto : montro gli
ooohl mi si erano riompiti tli lagrime. Ote1lo
che tutti provarono lo :stesse impressioni. In
fine, sorse a. parlare o a ri.ugrnziare tutti
Don Albera; parlo u. lnngo coUe labbra tro-
manti, col cnore oomu1osso, e poi a'interruppe
d1in1provviso, dicondo.nti : <!' .Parla tul» l\\Ii
schermii il meglio che potei; <lo¡,o quei di-
scorsi cosl teneri e patotici, non avrei potttto
formola.re da.e trasi, u sarebbero st:ite tronche
dal piant.o; preferii t.acere.
Finito il discorsiuo di D. Albera1 si clrie.'3l'
l'ultimu, sua bouedizi.oue, che tutti ricevettero
in ginocchio. «An-i1wde1·ci in cfol1> con D. Bosco!»
clisse¡ e si usol in ~ilenzio, tanto ora in sus-
. . snlto il nostro cuore.
Gi uIILi a casa., ecco le male iusell:tte... Fi
nahnoute si era.uo trovate tutte; dü:o m.eglio,
er~mo stute tira.te fool'i dal loro 110.sco.udiglio.
Eoco quello che era snccesso. Verso le 8 cla l
mattino, ess~ venfrano realnumte co.ndotte
verso cosa¡ ma un uomo, measo in a.gguato,
le nspetta.va.; giuuto tlavanti la, su.a. port n.
le iece entra.re e faceudolo pass,u·e por la s1rn
stessa s11la, le uascose fra. gli u.lberi di uu
picoolo bosco-giardiuo, obbligaudo il contlut-
tore a unscondersi lui pu.re, e a non p_r&en-
tarsi iu casa. nostra, finche nou ne a.vesse
l'avviso. n giuoco ero, stato lieu peusato e
piu abil mente condotto. Carissimo J'adre1 q nei
buoni lel>brosi avevu.110 cento cose do. diro
al s1w rappresentauto; avevauo bisogno di
sfogaro il loro cuore, pc.r ri.ngrnziar lui <lol
bene 1010 fatto con qnella missione, di cui
tanto abbisognava.no, e ringraziru: lei di avor
loro mandato D. Uuia,, D. Orippa, D. Va-
riara e i chierici e cor.1-fratelli S!\\le$ümi cho
dimorauo iu quel Lazz:.tretto. Av1·ebbero a•
v uto m1 rimorso di cosoenz.a, se nou l'a.ves-
sero tatto. Di qui le bngie e gl'ingn.n.ni ohe
D. .A.lllora 1>erdono facilmenlo n cose finite.
«O1·eclo di non a.ver mai ltssii,Lit,o all un'nc-
cademia cosl. ben riuscit.<t, mi tlicova poi ol
rientrare in oat.a; ~ sono vernmonte contento
di ossero stato burlato da questi mtovi e cnri
amici; soutirei uua véra penn, su iu,·ece di
essere stato io il burlato, mi fos~i borlato di
loro, togliendo loro qnesta occasione per
estermtre i nobili seutimenti delfa loro rico-
noscenza. ,,
Prima di finir qnesta mia, aggiuugoro altre
brevi nofü;ie. Una l.: la bella sotpresa che
ebbe D. .Albera. uol visitare l'ospedale co-
strntto dal nostro D. Unia, di se,npre cara
memoria. .La antro, tutto parla eloquentemento
del suo zelo e clel sno amore pei cn.ri lebbrosi

2.2 Page 12

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- 76 -
Qui i letti e le ¡;odie in ferro. portnti dn
)ni kmli auni or sono· la la gl'O$S!t cucinfl.
pnre iu forro, della fabbrioa Buscaglione; la
vioiuo il deposito d1acqu11. cho vieue tia. v1\\r
rii chilornetri ver mezzo di um~ tuhoria il1
¡.rhisa, che gli costo molto tleuaro e moHo
l'itticlto. Sono 80 i lebbrosi delJloRpedule, e i
piu, ag,!..rrovati dal rnale, vi si pre1>ai·noo :\\,
rnoriro sant.amr~nte. Don Albera 1i voJle ve•
der tutti, pa~sanuo per fo nu·ie corsio e de-
posilaudu nolle loro m:111 i , (a quelli che le
aveva110 11ncon1i) o 1lepoutmdo s11l letlo, la li-
ruosina ui ci.nque 11c.vos che loro destiuava.
clicenclo n fntti ¡,uwle tli compnssioue o dl
conforto. JJio.~ so lo vag1u1, Rev. P1tdre; clicoi
v11no tutti com 1110~,;¡ 1ino nlle fogritnc, seo1·•
gendo tnutn bont:.\\ nel rappreNentanto d&-
sig. D. Hna; o si. 111-1cl di la ver}\\mente p&-
netrat1 del la piu profou<la compui.;sioue per
quol cuumlo ui ruisi•rie raccolte fra quelle
ruara.
Auclrn i giovnntitti 1lclPO1 ntol'io festivo el>-
boro llll:a visita parricolare di Don Albera,
l'lie rfoovettero al suono cli una mnrcia triou-
füle. Es1:1i pns.mno il ce11Li.naio ¡ trentadue
tffevnuo fatto ln. 1>rima c·omunione quefü1,
stpssa mnttilrn. E1-1si pnl'e Jessoro i loro di-
:srortáni. pioni tutti di ~ratittuline, dio Don
,u Albem mostro ~rndi.ro eff11M1Mnento, par-
landp Joro n. l11ugo, per uuinrnrli unn perse-
veramm uel hene, e all'alltwcameuto ull'Ora-
l;orio, o iuíi110 regalando u, h1tti mui bella
immagino ed nua wcclaglia di l\\fariu Aus.i-
lintrice.
l~ ¡1osto che 110 llarlato dcll'Oratorio füst ivo,
i' l>rme Ju aggiunga, uhe o qu.i1:1i finito un
~ro~o edificio di tlue piaui, cowiuciato v,,rii
auui or sono, e che por ca¡;io1~e della guerra,,
non si pote condune a tt>rtnine con quella
prestez7.:l cho .,;i cn•<h.1,·a. t <ledicltto allu me-
moria di Don lJnfa; e sa.r;\\ chia111a,to 01tpizio
Don ,1/ichole Unia. Per i1 rnomeut:o vi t1i po-
e trnnno 1·iceYere fu10 n 120 orfani lohhrosi ¡
ma, ~e saril il caso vi spazio per aggiuugere
u11 alti·o eclifizio 11gn,tle al primo; e 1•0~1 1:1i
e potrebhoru raccogliero fino a 250 piccoli leb-
urosi. Si do11iso u',~ooordo con i1 sig. Don
.Albera, che l'inang11 raziouo so.lenne si fnra
íl giOTllO 1lel Pi~Lrocíuio 11i ~- Ginseppe tlel -
1'1111110 prossimo , por dar tiempo n<l ult.imaro
i hwor1. e finire auche hl, cupolim\\. o la 11nova
navnta 1l<•lla Chie.."11 die Don Orippa ha tra
mm1i da 1111ak.ho t~mpo, afJincbe tntti i leb-
hrosi orn esiseuti in c¡uel f_,azaretto, e quelli
che vi a11d.111_u110 t!llt•cessi va.mente poss:tno
trovare un post,ici110 comodo nella casa del
Siguore. J->er la Pfü;qua. del 1003 udungue i
dno editizi sanurno t-ermiuati, e l:\\ torta do-
meuica, clopo q neU,t solenniM, app11nto u ella
fr,;tn clel Patrociuio di S. Oinseppe, se ne fara
la soleuue inaogm·azione. ln qut:l giorno
Dou Unht sorridera certameute dtLl cielo, ve-
tleudo terminato q nell'ospizio che tanto tlcsi-
1lero d'iuna.lr.are egli stesso mentre em ju
vitn, lj che sar~ la casa di rigenerazioue,
preservazione e di salvn.zione per tanti orfani
lebbrosi. Oh! uoi ~ia.m oerti che il nuovo
asilo clestinato ad ossore il rifugio di t:tnti
poveri ,riovani neUe lotto terribili cl1e il
molo loro prepara, far1\\ un heno rnnalcolabil<'.
Ln 11uova opera di oarita inflammi fa gene-
rosa beneficenzo dei nostri buoni Oooperat.orl.
Xella. visita. del aig. Don Albera a guooti
lebbrosi della, Colombia. lllll,uco una sola cosa;
e tu di non aver potuto benedire la prima
piet,a del nuo\\'o Lazzaretto che dove erigersi
in Santaude.r·, come si era dooiso. Giunti al
Socorro, si seppe che i proprietari del terreno
destinato n, qutiSl.o acopo, malgrado iJ loro
compromesso di venderlo, uou vollero hnfo
per nessun prcz;,;o, s¡ntventari dalla notizia
che quel terreno sarebbe clestinnto ad ru1
grosso lazza.retto di lebbrosi. Si dovettero
q11i11di sospendere le t.rattative. ecl nspettare
che le autoritii, oivili, trattundosi del bene
pu ublico, esproprüuo qnei terreui, o so ne
provvedano altri. Ad ogni modo, svatü un
mio de.-iidorio vivíssitno q11ello che lo stesso
.ra,p¡n·oseutante dol sig. Don Jtua benedic(lsso e
collocasse IR prima pietra <lel primo Luzza
ret1-0 di¡mrtaLUentale.
Vorrei dirle aucom tanta altre cose relar-
tiYe ni lebbrosi o ai Lazza.retti, ma... le la-
sciero J>or nu'alt,ra voltn.
Mi bem1dica, Yeneratissimo Pad,e. o con
mo beuedica tutti i s11oi ñgli <lollu Colombia.
cho tanto soil'rirono o soJl'rono a11com per
cagioue rldla gnerra.
Tntto :,;uo in t•flnle ,/C4(1!.
obbcdieutissimo flglio
Sac. Ev,u.;10 RAnAGLLll'I.
Pr\\TAGONlr\\ (Territ. del Neuquen).
Vi.sil,a Pastora.le e Missionc di S. E. lt.ma
M.ons_igoor Ginanoi Cagliero. 111
Lcmoopué, 2,J. febbraio 1002.
A .I p,,,.~o tfl n. ,-t114'1'ú110, -:lle~to 1•lco 1•t10. - Sullu
P1•cco1•tllp.lie1•n Andlnp. - lu un (os.,.o. -
Uuu noc.w ..o,nnut-.i,:n. - Alln cn11n0Jul del
VCCf'l•auo.
U 15 genunio, ~luusignore ~compagnat-0 dal sno
segret11rio, da'miijRionru·ii D. Milane1:1io, D. Gn
votto, D. L~rnnchi11i o da 1111 confro.tello cateolJista
si dirige-va alla volta del Neuquen. Ln carovuna
&i 00111ponev1\\ di 30 muli e cavalli di ri1:1erva, gni-
dati ,hi uu arriero, Un bltoccino con l'equipnggio
ed uu Corto breack di campagna por l\\Ionsignoro e il
sNee~ulqltnncrnio, .inSoustniampuonstoulldnoRvpeonl'dnacqdueaslmo
pdieul
fi11111e
l>aesn
e quiiiui piu facile il paasnggfo. Quesl-0 ltlogo vlen
detto, non 11i sa i1 perche, il PCU1so cli D<m .An
se/mo: e un luogo di t1·h1tl memcn-ie o tomlm di
molte vittime.
(1) Vedi IJollettino tll íebl,taio, pag. 53-56.
-

2.3 Page 13

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- 76 -
A poca distauza di dotto passo alcuni snlici
piaogenti, ncl loro muto liuguaggio tno~trnno al
paSt1eggt1rn la tomba del caro nostro missiooat:io
D. Frnocosco Agosta, il quale nol flore dcgli anni,
pieuo tli aperanza o di vita, come glorioso otlata.
di Ori~lo1 11pariv11 avvolto uolla profonrln. o vor-
tiginosa cori-onte tlel Neuqnón, marliro llcl sno
zelo e tlella Slll\\ carita. E J>er poco 1100 e,;orsero
la. steua sorte D. Malteo G1wo~to etl il b11i11ea110,
i quali tcntarono, mn inntilmente, di veo1rgli in
ainto I lllonsignore ve<lcndo c¡uello acqno e ram-
mentnndo la _preziosn. osistonzii ch6 uon e piu,
progo con fe1•vore e sn¡,pli<:o il buon Dio n con-
cedere pace od eterno ri¡>oso all'animo. uolla del
cru:o estiuto.
Un solitlobaroone ci trasportava alPn.ltra sronda
dool noppure dol cavallo, andava1110 11 piedl.
montro gli" al tri missionnrii in 111·cionc, <:d i sol-
dnti eollo mnle stt·nsclnavnno i veicoli \\·noti e
sempre In perioolo tli sfracellar¡¡i 11.11 ogni latante.
C1u111nini1uuo tutto il dopo pranzo incontmndo
trntto b:atto altipiani1 torre fertili o v11lli bngnato
dn limpidi ruscelli e coltivate dagli indii e dnj
laborio11i ohileni.
l cropuscoli elella sera illumino vano i uo:itri
pnssi e oi lnsciavano scorgore ju loutannnza lo
nlle cresle della Oordilliera del ViMto, Tltrnnum
e Doin11llo, binnche di eteme nevl. A <lritta, oi
n.ssodi11v11110 iniclo serro o robusti fianchi di monti,
cl10 napri e sco¡wesi ci oouteµdevano il 1>asso. A
sinistra. a
e hnrmni
oguste
ce lo
vnlli, ~p:wentosi
rende,,ano quasi
iomroppooe.scicbi11led.irCnopni
l'ut.agouia - Vallo tll Nor1p1i11, vodutn dal Trolón.
col brct1rk, birocci.no ed c<¡ltipaggi: i cavnlli pas-
sano n, 11not◄,, loL~tnclo poro non poco por vi.acere
Piwpolo spavontoso do! ilnme e saJ\\,o.rsi '1agli
scogli, cont.ro cni \\ euivnno lanciati dnlh~ fnriosa
correute. Si l:i.vora per ben tlue ore , lil flue ili
orgnniu:in, lli nuovo In uostra caro,·1uul: e, solo
ver.¡o 11io~zogioruo po~:sia111tl arro$tíro o mang htte
uo poco di carne, seduti ~opra. le pietre Jambite
dnlruct¡ua, che ci st•rvi di vino. Le s11p11rbe e
roccioRO 111outl1g)le dcl111 Prccol'di!Jl-iem .Jl1111ilfa.
cho ci ¡¡f,avn,110 din111111zi, i;ombrava, oi gu1uclassero
impietu~ilo, quando ci viclero .ti loro 1>iotli, 1'iso-
luti di t.cutarue l'ertll e ripida snUtai.
Uno 11010 em il c111umiuo, il tJeccl,w falto da-
gli iudii, poioh~ il ,1,wr11, t.rae-0iato d:ill'esercito
argonti110 Jungo il co1·bo deí tiuwi e du' lorreuti,
di¡¡gmi:iatn111<111te em 11t1~l-0 due anui fo distrutto
d11llu }>ÍNH' iwpetnosc. }?u quello pe1• uoi il ouiu-
mino tlol Oalvl\\rio: 1w11 YO<lovamo nitro uhe ¡rietre
o preci_pfaii, lmuonl ed invincibill vouo I che ci
riem¡,i\\•11 110 !'animo !li s¡u~vi,mo.
Per 'luesto motivo }Jonsignoro ed fo, uon fldan-
tutto cii'> era giuocofc11·z11 cammin:ne otl M\\Uar11
av11nti; e bisogn,a dh-lo, i Lre soldati1 uue oi accoru.-
¡rnguavn.no, fece1·0 procllgi o riuscirono a trn,rre
fuori di oµni lli11:lcoltlL ~•u-ri e cavnll i , mule ed
CfJ u i11aggio !... 11111, uouosrn.ute le maggiori precau-
~oni, i11 un,1 bra11cn disePsa, la iudocilita degli
nnimnli 1·0 vesoio il breacJ.·, dove emno risalili
Monsignore e D. M.ilnneaio Nell:\\ cadnt.n Monsi-
guoru focc, pe1· evitare il colpo o sustencrsi, tale
sfol't.O clu, se no 1•isoutl furte all'1waiubrnucio de-
stro, ctigionandogl i 11011 pochi dolol'i. Co1·&(Jl'O tutti
nJ ~11lvaLuggío, 1·ipououdo :L ,mo l11ogo crLssette,
Ofü\\iloui ed altari portatili , e scgui11rn10 il cam-
rniuo, perche la notte iucalzavn. Ed eccoU u11 se-
condo rovescio del veicolo, quando mono si pen-
snv1L !.. . ::ironsignore pero se ne 11ndav1L n piedi,
e gr11.zie nlln sua prudenza, si libetu qua1;h\\ voltn
da piil grav11 cacl.uta. ()ou tntto cio uullu. oscuritá
. della uotte, mentro tcnt;iva M'ru.mpic:ar.,;i aulla
:ripo. di uu profondo foí!R(l, sdr11coiolb liuo al fondo
e se ne ri.sentl nlolto uel pfode siuistro!...
Il contiuuaro il viaggio sarebbe stl.\\Lo uan grande

2.4 Page 14

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- 77 -
imprntlenza, peniliti i pel'icoli si facevano J:1empre
waggiori: l'ort~ della notco era 1wanzata e Mon-
signore non istava beno. La aventura.ta carovana
fermossi atlnnquo sull'11rlo di no orrluile preci-
pizio, che le ncquo avevano scavttlo J>6r nostro
tristissimo eepolci;o. Eravnmo ai piedi di una pnrte
dello. Precordiglie¡:a, che gli indii chianrnno Tc~lqui•
mild11. La Divirm Provvidenza cho 11mi al>bandoua
,uhi in lci conlhla, ci rece- ecoprire fra. spes11i etl
alti cespugli uni~ cnpan11uccia abluUJdonnta, vi-
cino iilla q11nlo preoipitMlO e rulllOl'Ogério.110 le
ncque di un ntSl'Olllltto. No! duro suolo ,¡¡ s1 triste
albergo ripoRnmmo alcnne brevi or•·· Mousignor11
.,¡ :1tl:1gio nlln uwglio soprn un naucchio di giunchi;
mu. il <lolore dt-llo sue J.,11itini nun lo lnscio ripo-
sare ueppm· nu ietaute. All'alba, 11w11t1'e oi flre-
JJlll'I\\Vamo per IA. eolebn1.zíoue della santa ~fo:;1111,
arrivMoúo alcuni montngnuoli por sulutare il Ve-
scovo, ricl.rvero li\\ sna benNlizione (l far creaiinare
i Joro brunbinl. Monsignore nucorohe non si scu-
tisse llol tutto rimesso, do¡,o il aunto Sacrificio
ammlnistro eolennemente il Sacrarueuto dello Spi•
i·ito Suuto e diede a. quella povern gente sonvi
eonsigli di vita cristi.wn.
Qutigli otthui (lopolaoi movendosi n compnssiolle
della 110.itm critica sit11nziono niutarono a di•
scendo1·e i noRtri veicoli NI a ruetterci snl uiritto
cn1un1ino. Lai fulicosa rnnuovra dul'o piu di tre
ore, e fnnuuo costretti a portare aullo epa.lle gli
alturini e Je provvigioni. ltistoratici n.lqunnto con
un po' di ben di Dio forniwci aa quei buoni pn..-
;;t.ori, oi mettiaauo in maruia. Guudnto il tlurni,
cello 2.'a/quiin,ltlt1, che di\\ il nome nUo vicine serre,
o'imbattiamo iu un povero fmncese che ha stn.-
bilito la sua dlmora 1111 qnelle sponde, e gli do-
rnandlnmo 11'em buono j] cammino per anda.re 1\\
1Yo,-g_uin: .Bueno y 6in
,·etto !... nccostumato
po.elivgerodserIe
ci rispose.
lo capre
Pove,
ad nr-
rampiearsi au l'e1· lt' -rocce, credeva forse che noi
puro füeessimo altrettanto !. .. l'oco dopo attrn-
versando un ennnle, il oostro breack si s-profondn.
con pericolo tli un'nltra grave e peggiore cat1~-
strote, so ?i;Io11signore, avvodato, non l'nve911e iu-
stintivameute impeilita, contrabilllllcinndo il 'l"ei•
colo dallo. parte oppostn. Questo incidente Jo
detMmina a fa-ro o, piedi Jlirto ed tUIJ)rO sentforo
ed io Lo accompugno. Avevarno il l.lo)o al nostro
zenit: fa monmgOI\\ era al 111, e fa sn.lita diffioili¡¡-
sima. Bagnati di eudore e rossi íu füocia come
fuoco (dopo tro ore di fn.ticoso sali o scendi) 1tr-
rivammo ad un altiplano dal quale e'~ ,lato con-
templare giu in basso una !!plendidn. volle, semi.-
nata di biade eél lrrigata tll\\l torrente T1•ilá1ttlníe.
Ll presso scorgemmo UDa capnlllln, auitata da un
vecchio i.oldato, che in premio dei servigi prestnti
alla patria ricevette dal Govemo que) bel pezzo
tli terra fe1·ace. Questo buon veterano si mn,:o.-
viglío non _poco del nostro nrrivo in orii cosl in-
-.:owoda e calorosn; e fo por lul e h• Rila fnmiglio.
un grato piacere, ed insieme un aingol11re onore,
albergare nella sut\\ povora casuccia il Vicario
Apostolico della Patagonit\\. Entmmmo adunqne
nell'umile abitnzione, scnvatn. dentro di nna. rupe
del auddetto 1'riltf.11tMie, dove ci fürono uimte tutto
le gontilezze delln ospitalita.
Due ore dopo, nrrivarono anche gU altri Mis-
sionnrii ed il restante dello. cnrovann, cioe soldnti,
an-iDl'O, cnvnlH, muli e cnrl'i, roa. coa\\ stnuchi e
a6niti che Monsignore giurlico conveniente fer-
nmrsi 1:1ino all.l\\ di111aui. Lit ootizia dell'nrrivo del
Vescovo ei spnrse ooi diutorni della vnlle como
un ualeno ¡ e que' semplici coutadiui venuero tosto
a gru:a per vedol'o la prinui volta nelln loro vita
!'a.mato Padre e Pastare. Accorsero pure molti
intlii a far bo.ttezzare e eresimare i loro ba.mbini:
sembrava ch& gli n.ngeli cnstodi li nttiraasero
con allegría e Ii disponeesero a ricovere le celeati
beuedizioni.
Nel nostro enero ministero ci fu lavoro per
tutti, e lo. mo.ttina segucnte, convertita la nostra
capnnon in ooppella, udirono la anota. i\\.leasn, ce-
lebmta da .llonsiguore, ricevendo qnei buoni po·
polnui con la stimplicit~ dei primi oristinni la
S. Comunione. Fnr:0110 uumerosi i eresimati e
battez:mti.
Sa.lentlo la Loma dd l'l,-nlo. - s.-un -..-a11._., di
Nor9ult1- - :llb•slone di (!uffi.Jlllflat.- Uno. COUl•
anenHale ccutentu•lfi.
Il vccchio ed inh·epi,lo nrtigliero con qunttro
doi imoi piu robnsti servitori (peo11c11) ci voUc ac-
compagnare per niutn:rci a gn.adl\\l'o in difterenti
punti il T1-ildutluíe e<l alfrontare la snlita delll,
Lo11ia del Viento: rapidl1 montagoa cos\\ chillmn.tu
percl10 i venti sono i soli Jll\\droui di qnello alto
eime. Non era po11sihile \\•inggio.re in breack, ed
il povero Monsiguore ancorche oou nve:;se piil
confidenza. n11l cn,•nllo, _per la gravi, cadutu sof-
ferta nel 1887 iu quegli steasi dirupi, clovetto ser-
virsi , suu mn.Jg..ndo, do) uostro fido ala~á11 (on-
vnllo color canolla) per 11erpeggiru:e tra gU euorwi
mnssi di pietra. del tori-ente o gna.í111g11nre le roe•
ciose vetto della Loma dtl Viento. Si vinggic} dftllo
sette del mattÍllo fino 11110 tre del dopo pmuzo.
Dn qaolle fü.volose altezze si gode un incaute1olo
colpo di vista e sompre nuovi stapenali pnnommi:
picchi e corone di monLi tinti d'nzzw,ro, o ch e
paiono fendersi e ¡,recipitnr,1i nell'ldiisso. L:~ w-
lita della. Lomo, dol Viento fu per noi qnello che
ro fu per Anniba.le il valioo el-Olio .Alpi; el rimn.no-
vnno pt1 a s uperare altre non 111inori ditll.colta:
le ciuae del Tl'o/611!... cootinnazione dellii Loma,
del Vie11to. P 1111~11udo per lit gola di un orepaccio
di montAgna, dottt\\ Mal/(1~ Redondo. abbinmo do-
vuto afl'rettaro il -passo per ovitnre il peatilenzinJo
lluec,,, luogo dove gli nulmali sba.lotiliscono, tre-
mono e cadouo. Attribniscono quet1lo fenomeuo
nllA qunlita di orbe nociva od sula c,i;alnzione pe-
stifern. del terrc))o.
Sull'imbruniro eravamo giunti 3.ll'ultimo píceo
del Trolñn. Quhi sostru.nmo e presn stllnza frn
macigui e dirupi difeai dai venti~ ci diruno tos.to
uttorno per accendere il fuoco e preparare 1n.
cena, che dovova tenere luogo di prnozo, non po-
tuto Íllre tutto il giorno.
Mn dove trovtire la legirn o l'acqun,, Un buou
chileno, che come eaperto baq11,11a110 dirigeva la
nostrn cnrovtUlA, con escrementi e radici di ar-
busti evelti dnl euolo ci accese nn bel fuoco, ed
un soldnto con tre colpi tli piccone ne.l fondo cli un
fosso, scava.te alcune píetre, trova.va noqua. snf-
ficieo te per füre bollire la peotolA che i ::ingari
portano eempre ooi loro viaggi. La notte fu rí-
gida e
t,endo
qaasi gelata, onde
dormire pel freddo,
alouno di n
ohe serupro
opit1un:oiDntolp.loe-o
si faceva, .si mise n fara l'Mt,ronon10 etl a. contare
le stolle...
La. 1unttina, al primo appnrire dt-ll'n.urora, i
eolduti coreero a. radnna1·0 lo bestic da sella. e da
tiro, cho se n 'ernno t>cappate gin gin por la mon-
tagniL in cerca di alimento e di ac,1ua. L'ula;:á,,,,
di Mouaigno-re, il ph\\ UJ.Dile e quieto dei nostrl
cavnlli, arrjvQ i1 primo: qaello di O Frnnclaiui
ed il mio bruuo fedele, lo B<'gnivaoo. Ncl mentro
prentlevamo un matcaito furono insellnti, e laticinto
che D. Milanesio e D. Gavolto scQrtaasero il brec,ck,

2.5 Page 15

▲back to top
- 78 -
o.oí in compagnfa di Monsignoro intra.pren.diamo
la disoesa di qnella. sp3ventoS11, mon.ta~a. Dalla
sommita del 'l'rol6n scorgia.mo la valle di Norqnin
consi!1tente in un immenso anfiteatro di monta-
g:ne, bagnato dalle ncque del flnme .Agrio , con
ubertosi campi, verdeg¡,-innti pa.ecolí, numerosi
a:rmenti e on,p11II11.o diasominate tutte ali' intomo.
Che grnndioso spettneolo della e1:eaziono !. .. Ve-
devnmo in un fondo azrntTo le gigantesche mon-
tagne, gettate neJPoceano iitmosfetico quali ca-
va.Uoni tli un procelloso ruare. Come alÚ promou-
tori.i e scogli primeggiavuno la Berro Velluda,
aemp1·e copol'ta. ui bianca porporn ¡ il Vnlcano di
An.tuco ed il oelob1·e Oopat.ué, ni cui piedi imm-
píllauo nn'inílnitll. di acq110 termn.li.
La discesa duro cinqne ore e fw-ono cío.que ore
arltites1unti1vaenatotu1 rs
e non
bene
di agouia.
in arcioni,
Noi
od i
eravamo tutti
nostri cavalli
cercavanoco1ue ª"~icuraro il piede
nell'orlo di. onidi precipizii, ¡,e1•
oon 1:1u.rucciolare e sfracellnrsi tra.
i roccio.si baro.tri di gole profonde.
Ora lusciavmno allc povere bestie
le scelta del camu1i110; ed ora le
goidavnmo, siuo a cl1e stanohi, noi
t:d i c·n.vaUi , ar.rivammo al fondo
tlcl
del
PDa,lwtaa:mmoo. uQtanginv1i1s1
i
nella
nmo ri
c
valle
evuti
ln nn povero tugurio, da unt\\-bnona.
famigllu clllloua¡ che ci usa ogni
possibile risunrclo. Continuando
poscia il no11h·o cammino, ci inol-
triamo pcr
vnstiesimo.
to1-tuosi
pianum
ef1einNtioorrqi1uvnne.UIa
cocenti rnggi del sule el sformvano
e noi sfe1"2avmno i cavalli per ar-
rivm·e piu presto 11d tma oasnccía,
Ritwlta m pititli di on gruppo dl
ruacigni forruiclabili cho sem-
h1'Mill un' inespugnnbile fortezza.
Sop111. lo epiauato di quella rocci1i,
l'nnno 1880 l'nrtiglieria argentina Rparava i sun1
CIUl.DOni e dichhuavn che il Territorio del Nt-1L-
que1• non a¡1¡,artenova allo ordo solvaggie degli
iudomiti ru·a,¡c111u, mil. alln. reginn. del Plara ed
nlla civilta cristiami.
Al tramontar del ¡¡olo l'illliera r,arovana ripnrto
¡,or Q1'il{-Malal (ovile rOl'!ao), dove molti buoui
cristianl
fn.nzioni
e uon pocbl indli d
della ~era. (J1iiLl--.Mulal
ae.sWpe1Ua v!weri,dnoogpgoiarnltoe
pianu.rn di fomia ovt\\le con abbontlan.ti pnscoli e
vtangr:inierIuns, cdeilflein, <clheedluaiirvrcigmatni:o;etlaner.cceonrtornoaddii
mou-
molto
1tltre vallo.te, ol,e van no ogni gil1ruo ph't popolan-
1losi. La DOiltra permanenm In. Q"ill-Malal fu di
oito giorni dando II tutti comotlita di udir~ Ju.
p1no1a di Dio, nssistore 11llu santa Messo. o rioe•
vere i Saoramenti. Ncl frutoompo D. MilrLDesio e
U. Gnvotto ¡iarliro_no per Jn, mil!ljione 1lelle valli
del flu100 Tructm~an, dist1mte 25 logho. Ci i;ervl
di cappella. uon crunipolo., i 1.mi muri ero.no di
crudo mattono od il ~tto di frMohe e di puglia,
e p:rocurammo nddobbn.rle con n-rredi sncrj e dra¡,pi
che a tol :fine portavamo som¡n·e con nol. Era l'a-
hltaziont1 di un bnou proviuciale di Mendoza, i1
quale contentisaimo e& la cedette perohb fo con-
vertissimo in uso snoro, duraute lll missioue. l\\,fon-
~ignore ed il 11uo 11egrc,tnri<1 si aluorgarono sotto
nnn. tettoia: Don Furnchl.ni ed il cat~l1ista in
rn.-zzo ngli arhuati ed i soldati all'aria libera.
Durante gli otto giorni di -predioazione e fun-
?.ioni 11ncre fu un continuo 11ffiuiru di carovane di
fomiglit1 cristiane, cho venivano a. compít"l'O i loro
doveri religio9i. Si battezz:uono molti bnmbini u
si crcsiruarouo perdino vecchi di 70 e piu. auni.
Anche gl'iudii dei dintorni uscirono fuori dall<'
toldcritJ ed inaieme eolio loro fuwiglie, vonneru
11.lla missione ¡>or für batt{l'lZare i loro bl\\mbioi,
con pn.reuchi gla graudicelli ancora infodc,li. Cio-
.nonostante nou abbfaw.e potuto indurre clue po•
v<•ri veccbietti a fürsi cristiani, ilicendo con ollti-
uuziono pari ulla loro ignoranza: Nosotl'os in:dio~
vit'jos; V illc1lo Vil'jo ya, no BO>'llir pa c1·istiq110.
Prese parte nlla. mi1:1sione una lmona. vecchie-
rella di cento u pin nnni. Essa 11.vova oouosciuto
e<l ospitn.to Monsiguore suite sponde clel fiume
cu.ih"Uóo, nelhi s11a ])rima visita pastorale do! 1887 ;
era ansiosa di rivederlo e parteoipare del be-
neficio doi SS. Saoriunenti. Ancora adOdSo forte
e roboat..1, siede sopra il suo ca.vallo, e Jo maneg-
gia e guida. con destrezza giovanile. Veo.ne ne-
Pntn~onia - In Qnill-Malal.
\\
coU1tmi,;1111u, tlui suo1 tigli gh~ veechi e cnnuti e
di~ nuo stormo di nipoti e pronipoti. Si forme)
quattro giorn.i con tutta In numero~ aun. farui-
glia , ed in quest-0 r-em1>0 !fonsignora , attesa. In.
uvunzatnetAdí lei, lainvitavau.I matlino a prendero
un poco cli cam, 011 n.l mezzogiorno diviclovn cou
leí Jn, mino.stra. cite i nostri buoni solda.ti oi prc-
p1.1ravano. Uu'nltrn povera clonna. ammnlnta, p:re
vedando prossfoltl la mo1·te, l:!i fece traspol't/tre iu
un aata,tqo (onnetto elle si mm nella Col"dig1ieral
alln.miselone, por ricevere, forse pel'1'ttltim1i ,•oltn,
i SS. Snctamenti. Atte110 il sno grave stn,to le. si
permiso fo Comaniono 1>er Vititíco; e si procu.r<'I
le fossero prodig1\\te tutte le coro 110s~ibili du-
rnntu il giorno e la notte che stotto in Q«ilí-Ma-
lat. Al rlt0171aro nlla sua povel'll oa¡Hmno 0011 fa.
cevn, altro che riDgrn.zill.ré il $ignoro e Mnl'ia. SS.
per la gtazia :ricevuta.
(Oonti-mm)
Attraver.50 l'Equatore
(lmpressionl di un riaggio•J
<Zoya~chi.
Di fatti, lli ll a poco sbuo.ammo iu un lnogo
aporto ovo soorgevansi due capa.noo, l'nm\\ dello
(1) V oolf Roll1ttíno di fobbrl\\l <>.

2.6 Page 16

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TERZO CONGRESSO GENllRALE
DKI
E:00PER'AT0RI S'ALESI'ANI
IN TORINO
14, 15, 10 llA.QG.lO IOOS
COMIT!TO ESECilTlVO
'!'orino, data del Timbro po~éale.
Appello a tutti i Sigg. Direttori Diocesani, Decurioni, Zefatori e
Zelatrici ed Ammiratori delle Opere di D. Bosco.
%i 9iorni JLJ, 15, 16 del prossimo ffl{a99io 8i /erra in ?iorino il Terzo Coogresso
generale dei Cooperatori salesiaoi. ba dignitd ed i! numero dei persona[J¡gi che gia promisero
il loro inferoenlo, i temí che vi saramzo discussi, la solennita del/e .f'ur¡3ioni eccqiona!i che in
tale circoetan.3a saranno cefebrate, tullo amzun;ia fin d' ora l'imporfan;a del!'avvenimenlo e
ne fa preBq9ire il lieto aucceaso. f/[on e d'uopo certamenfe segnalare afia g_ 13. le be·-
nemerel)3e della '8ocie!a Salesiana, sia in c¡uatdo atiende a sottrarre i fi9li del popo/o alfa
miseria ed a!f'abbandono pro1:JtJedendo alfa !oró efficace educa;ione· e sana iatru3ione, aia in
c¡uanto si epinge con apoetollco ard,,nenfo nel!e pii't iltesplorate e .se!tJapge lande dell'e.ll1nerica
per diffonderoi la luce del l3angelo e della civi!ta, rendendo ad wz tempo conosciuto e bene-
detto il nome d'ltalia. fJTon occorre perianto dimostra1·e l'opporltmita d'un nuovo ·(Jongreeso,
che dando modo di raccogliere in sinteei fe rieultan;e fin qui ottemde da!fopera molteplice, offm
il campo a discutere le propo<11te che l'esperien3a ed il eenno dei convenuti samnno per su9-
9erire, acció la benefica opera vieppii't Bi propa9hi e 8i dilati.
11 ~5-,nitato coetituifo per pronmovere tale (Jon.greaeo, mentre spera clze a suo tempo la
~- B. vorra onorarlo del suo inft!t;t:Je,1to, rtólt di161'ta che fi-atlanto, eolio 3elo di cui ha 9ia
dato eflicaci pro1:Je, vomi. contri6ulre al buon esito del medesimo procurando ade1·enti afia
aottoscr(Jione, intesa a prov1:Jedere i fondi indispensabili afie spese del <!ongreeeo st~so, che
potra farsi anche con c¡uote minime, permettendo in tal guisa di darle il carattere di un
popo/are attestato di riconoacen3a ai fi9li di ®. eSOBco, che con casi 9eneroea a!mega;ione
fanno sacri(i,Jic di se stessi alfa causa della educa3ione e della civilta.
lJ09lia essere compiacente di ritomarci al piu presto, per posta, i moduli riempiuti e
per cartolina va9lia i fondi raccolb~ prelevando, ben inteso, le re!ative spese dalla somma a
spedirsi.
rJÁcco/ga (rattanto, 89re9io <Bignore, per il suo cortese interessam,ento e per !'opera sua
ielante, le noetre pii, sentite a3ioni di 9ra3ie.
P. ll Comltato Esooullvo
D'HARCOURT Cante GIULIO
l'Rll>SIDKNTR l>BLU. 3' COIIJIUSSlONII.

2.7 Page 17

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NORME PRATICHE
pcr i Signori Collettori e Sottoscrittorl
.
l ª In ogni citta, borga.ta o pae:3e vi sono moltissime per!!lone,
che si trovano in grado di poter concorrore a. quest'opera anche
con offerte minim.e; raccom.andiam.o quindi che si raccia cono-
scere e di difi'ondere questo appello.
Qua.ndo il modulo e riem.piuto in tutto o in pa,rte, si ri-
mandi agli indicati indirizzi sottoscritto coJl'indirizzo del l'.Di.ttente,
non piu tardi del 20 Aprile.
3ª Ocoorrendo al.tri moduli, se ne faccia domando. agli indi-
ca.ti indirizzi.
A tutti i Oollettori verra spedito un Ricordo d~lle Feste,
come segno di riconoscenza.
l!iB. . La. sched11 si stooohi e raocolte le o.daeioni si mandino al Sig. Conte Olivieri di Vernier
Vin Bogino 18, oppure alla. Direzione del Bollettino Salesiano • TORJNO.

2.8 Page 18

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TERZO CONGRESSO GENERALE DEI COOPERATORI SALESIANI
D! TENERSI IN TORINO NBI GIORNI 14, 16, 16 MAGGIO 1903
Modulo per raccolta di Gfferte
da. servire pei~ le spese d e l Congresso e pe l' i solenni .festeggiam.enti
in occasione della INCORONAZIONE DI MARLl SS. AUSILIA'l'RICE.
Numero
'N' O ME E COONOME
Lite Oent.
1 ..........................................................................................................................................................................................................................
2 ........................................................._.............,_.................................................-...............----·····....·- .. ....................,_.
3 - ··-·-··..-·........._ ...._................................................................................................................................... - ·---..--.. ····-
·----·············-··································································· .................. ··--··-·-
5
- 6 ...........-........- · - - - -............-... ....·--···..···..............._..............................................................
7
8 ...................- ....................- .................-.........-···-·..··..··...................................._ ............................·-··-·······..··--·.. ..-.............
o ...................- .....................- ........-...........................-............................................................................................ ._........................
10 ........................_..............................·-·········-.............................................................................................................. · ................
11
l::?
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -- __ ..................- ....................................._.._....................................................................................-............................... ..................
....................
..·-.. .....
13
· - --•ll•u........................- .....
] 4- ..................~...·-·---..· · · - - - - - - - -_.....................................--.......--.........- ........................................................
- - ---- - __ 15 ..._..................................- ....................................................................................._..........................................- ................................._.__
Hi
- - - ·-·------..............-.... ..................... .·. - - -................--··....--·- ...... .......
18 ....................................................................................................................................................................................... ........................- ......
1fl - ·~..............................................................,.................._.......................................................................................... ..................................
23 .......·····•••- •••H•..·•·········•·...····•············•·····•·..·····•···..••···················•·····•············ ········•·•·•••·••U000♦-00!•·············-···•••aooo..OOOOOO '•··········•······U •••··•···•·'••
:!4
25
NB. - Nou o_presccitta oilaStllla misw:a alle oll'erte. Il presoute modulo, riern_pito in t.utto o in port,e, aio., di grazio,
r im,indt\\to con la relativa sommo. ai aegn8llti iodirizzi: Sig. 0/ivieri di Vernier Conte Oeodato. Vil! fl111¡,110, 18. oppnrt)
Oirezione del Ballettína Salesiano TOR.1xo.

2.9 Page 19

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- 79 -
quaJ..i volovn essere una casa, fütta di tronchi ru- Jn nltimo caso ooglioremo dell'erbn e la faromo
vldi e scompnginati, col totto di paglia. Q.ua in inimlata.
un campicollo tli fave e di po.tnte; piu lnngi un - Ci lasci fare, reverendo. ~on mancherti. no
praticello ; poi di nuovo il hosco, le cuí fronde queato d quello.
lnsciavano vedcre nlcuni lewbi di altre eapanne. - Ma intanto non nvete nulla da gettar giu T
e Alla destra la pTofonda vaUata, vestita di fitta Non v'o rimasto un cucchiaio di minestrn, un
selva. Qaesto luogo Coyagcbí.
po' del vostro granturco bollito Y
Dalla prima dclle clne a)Jltazioni, all'nbbaiare - Sl, c'e ll un grnzzolo di mota, nrn o frc,ldo.
dei en.ni, nsci m1 fünciullo di cixca Qt,to a.nni,
- Non importa: lo scalderemo noi.
dalla faccil\\ suelda e dai capelli scarmigliati, con E seoz'a.Itro, io preat un cestiuo, nel cni fondo
n.n camioione che un tempo om stato bianco ; e em riruasto il generoso grano che qui tiene il
dietro a lui uu giovane indio di fol"!!e ven11:uuri, lnogo clella polent:\\; e ne trnngugiai tre o (JUAttro
dallo aguardo idiota, con nl eolio nna. bocoia vol- pugni senz'aiuto dei denti. Monaignore volle fare
garmento diiownta gozz-0. Rientrarono ¡ e snbito
np_pa.rve con essi una clomrn portante la stessa
la. provn. Ma. dopo il terzo grnuclJo dcsistette dnl-
l'impl'esii.
dill'erenv.:1 ~pecifica, nfillcontlttta in pnrgal'o un
vaglio di gro.uLuTco. Qneata ci miro con 11orpresa,
mo. con sguordt> intelligente; depose il \\'nglio e
con osscqnioan premura. corso a ohiamare i pndrooi
dell'nltrn, cn!ID.
Emno duo giuvnni sposi cho, senza für~i molto
aspettare, o'invitarono n. m11ttere piedo 11, te1T1\\.
- Qi1eal.'e tl(lpu.nto cio cho desiderinmo e che
ci fnccin,uo In ct\\l'ih\\ di un boccoue, aoggiuJJ-
gemmo.
- Sl, sl. Con molm piaccre.
Un po' d' istt11zione a qnella lmona. gente, in
forma apostolica, e la. recita dell'Ufilzio oi fecero
1<erubmre piu. brevi Je g1iattro lungbo ore di sba-
diglio e <li íreddo che precedettero lo. xefozione.
Con poca faticn. 11'imbandi La m<>nsa; e con nssni
minore si consumo la cena.
Ln 11otte si avanza.. Bisogna pe11111ne al donl!uli.
11 mul0,tt.iere non gillllge o.ucnm. Sa.r:\\ vivo o
morto'I E tlove aud1·anno a tlnire i nostri baga.gli
e Pultn.r portntilo elle egli eomluee t
E la i;po~a nodo a prendero le sue migliori oo- La Pro,.,.-íden1.a non ci abl.mndonera. lntanto
pem e le ste¡¡c l\\Ona di 11n ptmchetto che era
sotto la ba>iRa tettoia, 1\\0iuohe Monsignore vi si
accomoclasso.
- Grnzie, roa non si di11tu1·bi, perche uon vo-
prepariamo un altarino qui füoi-i. Tele, seto, fe.
stoni, Jaropado, cauflclabri, non R'hanno 11, tlesi-
dcmwo nélla selva, rlove 1'ispleode in tntta la aun
gro.udezza la mnest1\\ di Dio. A:udiamo al hosco,
gliano fennaTel. P1·enderemo quttlcbc cosa, e _poi,
via!
La. nostra gont~ si gnardo in fücoia con istn-
•bmncicnn•lo nella ncbbia. Ne riportiruno hcllis-
sime fronde dei piu ricercl\\Li 11lheri. nnu:iose
cioc·cl1e di variopinti fiori. Eeco fntto hiitaro. 1
pore e 11confürto ¡ e la dounn. del vn-glio replico: muri del tempio souo i boschi , la volt.a. ~rA iJ
- !fa cosl no11 si potril. preparare nulln. Qui,
signori, c'r nionte. Bisognai 11.ndar a corcore nn
po' lontauo. Cl s.u·a. da ll"I)et,t11re un pnio d'ore.
oiolo, che spru;iamo sereno; lo scroscio dei fi11mi
aari\\ l'organo; gli uccolli faranno da, cautori.
Lll. JJcJ ailenzio dolla forestiL rccitan11no il Ro-
- Alloru, 11ndiamo :tvaoti. Gmzie.
- E '1ove int.endono di a1-¡-i1•areY domnndo lo
Aposo.
- Oggi <lobbiamo eBl!ero IL Cañar.
sario, B11,lutamruo la Regina del Ciclo collo pn.role
dt•ll'Angelo, cantnmwo l'.J.t•o maris stella, e _poi
ci ritirnmmo colla 'l"ogli..'lo di <lor1uire.
L'alba venne II toglierci, non clnl sonno, mn. dni
brivitli di .freddo, par fn.rci contemplare nno. scena
- A Ca1in,r non arrivemuno che dornnttina, l:lublitno e gra.udiosu. I va_pori sono p1·eoipitati
viagginudo di no~. E con queste JStradfl !.. . Dio
1i liberl da. 1111a so1n.gara.
nolla vallea, dovo, fra un maro di nebbia rumo-
roggin i1 tnono e guizr.ano i lampi sotto i n0;¡tri
- E tlo,·e potreruo nrrivnrn1
pir,di. Su nel ciolo', divenuto Jimpido ol soffio di
- Dove pos.-iono arrivnrn !... Sono gia nrrivnti, u.n freddo venticello, brillano nlcuno atolle lumi-
reverendi. Di qui non trovrranno altro case per nosc. La luna, d1tll'uccidente, Ye1·11a snlln. forestn.
set.te ore di c111nuii"no. La nofte li sorprcnclera il auo nltimo soniso di luce ai·gentea; mentre
nella forast¡~ o aolle vol.to della. cordigliom, ove l'nstro tle1 gionio 1lo.U'o1·iente piove un diluvio
geleranuo cll frecldo. 11: gravo imprudonztt eegui.re d'orn, di porporn e di roadreperle attraverso gli
in.nanzi. .A11toltino me: si fonnino qui, sobbene strati ed i cieli dio.fani, seminnti per l'etcre, como
questa sin. nua oasa. indegnn di un vescovo. Da- nn immenso eAOrcito risplendento.
remo loro t.nUo quall~ che e'~. Loro dormiranno Un ce.ntinnio di persone, nccor!le dai dintorni,
a letto e noi per terra.
- Si, sl, nggit1ngeva la com_pagna. - Non ve-
sono sedute
dendo l'ora
snll'orbn
di udire
in
la
grnppi
Messo. e
disp
far
ersi
cre
sI
ntten
imnre
-
i
dono o!Jo hruU,l\\ nebbia, cho Ji1 pare fümo dell'in• loro 1,iitnbini. Ma la guida nou l\\l'l'iva. Souo giil.
ferno, E chu frotldo vuol fürt\\ atanottc.
le sette: bisogna conbinnare il viaggio. Mouei-
Infütti l'ori7.zonte era tuUv chlnso o si ttndava. gnore dirige aleone pnrole al po¡)()Jo, incoraggian-
fncendo ognor pin stretto per l'a.bbond1mm dei dolo alla vita cristiana.
vapori acquoi, cñ!'. ~ ll a poco ci ofl'uscarono e Stiamo per p1utire, quando sorgo snl limitare
oircondarono rln vLCmo, come tenebre !ltte.
bosoo la sos-pirata. n.pparizi.one: l'arriero colln be-
Contr1uiaU e ecornti, togliemmo lo selle ni ca.- stia di cariCA, e J'nltare. Celobrfamo la. Messa, si
valli, montTe le lmone (lonne c:orreva.no di qua e amministra la c1·eeima, e pron,et,t,cmdo di ritorn1.1re
di IA per provvelierci un po' di cibo.
a conaol11re piu efflcu.eemente quelle povero arume,
- Vedeto ao Je gallina banno tatto qoalche salutiamo i nostri ospiti, che per tlltta ricompensn
aovo. lfa ~se covano tntte, poverine Torcete il non vogliono altro che nna bene11izione.
collo a qucl golletto che mi Ja rivolnzione.
Scaldate ilell'noqoa.
Sull'Jbuáy.
- Sentito, donne: se non trova.te n ull~ vedete
lb. quelle bello füve; le tnrerno bollire. .I!, le pa- Fra l'acqna e il füngo, su e giu per le ro<ice ,
l.ate I Devono avere tntti i sapori della mauna attraverso il boaro e qualcbe prnticello, la vla non

2.10 Page 20

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- 80-
vuole SDlentire In. sua famn.; onzi l'accentna. con
nuovi orrori.
Ma noi ammh iamo le s,•ntfate qnnlita di nlberi
e le inflnite epeeie di capricciosi 6ori, cuí In. mano
dell'arto ambisce di carpire n.llA- Jíbara esub<.'ranza.
delle eelve per abbellirno con certa lPggo i parchi
ecl i ginrdini 1·enli.
U sole aveva giJ\\ oltrepassato lo zenit, quando
nu-ove asccnsiool ci tolsero poco a poco dalla fo-
rcitln per farci dominare il nodo altiasimo dell'A-
zuóy, vHlieando la prima grnnde osantura delle
Ancto.
Di u novo i mchitici arbu~ti o lo ignodo ropi ¡
di noovo il vento frizzaote o gclillo delle \\"ette
nevose, t~mpt-11110 pero dni cocenti raggl aolari.
Poco a poco ogoi üor<:, ogni tu-boscello scompnre.
Tutte le fllldo o lo chue sullo qunli rnsenlinmo
tanto incoraggio.lo
del primo albergo,
1
p
mi
or
mando
non per
innanzi
dere poi
in cerca.
tempo in
prepal'8re il prauzo.
1'occai i finuchi al mio cavnlliuo, il qu>l.le non
coree n1a volc) eu pel sentieruccio cho flancheg-
glava l'ultinut giogaia1 scongiurn,ndo cosl i1 peri-
colo del vento in1pc•t'noso cho in qualche luogo
minaccia:varovescint ci. Dopo h\\ corsa d'nna bnona
om, d'improvviso !lotlo lli ruiei picdi s'ape111e una
V1tl10 profondissimn. Nou bo11chi la, rieropiono, ma
p:rul,i o campi, od infinito mnrchie, dai colori ¡;ra-
dn:i.li frn, il verdo piu oscuro e.d il piu clúaro
giallu J sl da lasciarne godere tntta la va,·ieta.
Semhra di esst<re venuti por incn.nto iu un altro
mondo. L'imruensl\\ profondih\\ di questa vallea. fe.
ricordnre l'impreaftiono dello bolgie Dantesche.
Lnggiu vivono iunbissati, sollo sponde tlol fiume
Cníiar, gli n.ntiobi ed agiati indii Cañári11.
1i: questo il granrle altipiano che percorreremo
liagonnlmente in duo giorni, por valicnre poi il
Jorso orientale dolle .Ande, che dalla banda op-
posta lo chiudo. Numeroso colline la i.ntersecano.
Ed ecco IA, eul dolce pendfo che ata di frontt-,
aiedo regí.na la antica citt,), sede del re inca.,
Guáscnr, quando dispatnva H regno di Quito al
írntello Ata.hualpa., giA padrone del Cuzco e di
Cait.unnrca. In.di, ni piedi di alti-i colli, i pacsi cli
Biblil\\11 e di Dálej ¡ poi, cnstodit..i da varii poggi,
la, cittl\\ di .Azogues, fondnta aopm mue di Mer-
curip, donde il ano nome; e tlnnlruente, fm le ul-
time trineiere, In cc,lebre Cuenca, coi 1lA il noru&
dí nlt.rn cilt.A 11pnguuola, la eouflgurazione topo-
grnf\\cn, di una concn. Spnrsi uei hurroui, sui poggi
e eui tleclivi, ptwi1elli, casolnri, ville e capo.une,
coi fauno ombra rara file di ~ucalyptu11.
Gmtrdni in gii.t pe1· la, ripid1, stradicoiuoln. o
t1entii l'impressione che altre volte provai alto
scendern da. certe cúpolo dei nostri maggiori tem-
pii. Per non füre un capitombolo e pE.'r isnodar&
le me111bra. rattrappite, mi nlferrni allo redini della.
mit\\ b1-stia e mi lasciai tirar giu dalla legge di
gravita, meotre l'nnimnle, protestando contro l'nso
aoticavalle1·esco, 111i faeeva ll cootrnppoRo, tiran-
domi iu $U qurulto poteva. Arrivai al fondo feli-
ccmente. Le molte c11.snccie sparse fra. i cnm_pi di
grantorco e di fcnmento, mi fücevano sperare ohe
ll stesso fosse Tnmbo, ma un seeret-0 presenti-
meoto mi tliceva,, essere quella un'illnsione.
Territorio oel Nenquen - Tipl in<llgoni.
gli 11coscesi picchi , le orride e Je ardite creste,
nppniono coperte tli una paglia vegetante, fina o
lr>ggl·rn, che !'aria scuote ed abbatte. Sopra noi,
al livello dei pilL nlti tnACigni roteano centina.il\\
di nvvoltoi, ceret1.n1lo col cnpi<lo sgoardo qoalche
pecora o vitello o onne incauto cho si aggiri al
bo..sso. Tnlora, nífümnti, M!ll\\lgono pure l •uomo,
che nppena si puo difendere, nMcondeodosl fra
l'erb(~ seccn, ove non san\\ rnggíunto da. quei ra.-
paci, clte düllcilmente e per Joro male coufül1U10
gli nrtigli al suolo.
ll eole cominciarn a declina.re e in noi si Cace-
vano piu potl'nti gli 11timoli della f1\\ml'. Ma dove
tro\\"eremo caseT M:\\rquez, il no~tro volontnrio
compngno, ci ns.~icu.rnva che , nppena. viilicntn la
gran entena, vale a 1lire, dor,o f1i1to 1m brevis-
~imo giro, ci saremmo t.rovati 11 •rambo, oseia o.lle
l~lrte di Cañnr, come chi si ,weglia dal sonno, o
heve un bicchier cl'ncqua. Do.nque, le fatiche di
Ere.ole snrebbl'ro proito finito. ~fonsignore per-
eh~ confrattempo1
Pnrecchi indii Nl indio facovnno la stTnda in
dir1•zione opposl.tl. o.Ita mio. Qul'ste colle loro mol-
teplici gonnelle ed i mnnti, di grossissima lana
dai viví colorí, da ease tessotn; quelli coi panta.-
loni dello stesso genere, e ta.lorn. di vello di pe-
cora, st,retti e t&glinti eenza regolo, ed nua giubba
della etessa moda; sopra la qnnle tnluno ,•estiva
il camtteristico po11oho, specio di coperta con una
apertura nel nwzzo , per fnr\\"i pa.ssnre i1 cnpo.
Tutti, coi cnpelli lunghi rn.tbulfüti, il viso tostato
da! ventO eda.1 sole, con pesanti cnppellacci 1ll po.nno
bianco in test", camminav1\\D0 n pnssi frettoloei,
como A loro uso, gettaudo im1nnzi il corpo e sof-
fiando di tanto in tanto come la valvola. di una
looomotrice.
.Allo .icorgermi scopriva.nsi i1 cn.po, si fücevano il
,easegno dello Crore, o ripetendo piu volte alabado
,i SS. Saci'a111,11to del altar, continaavnno la
cors1~. Ma io vol,•vo sapere ,love mi trovassi o
gridavo diet:ro loro tntte le domande cho sapevo
nel loro chfoina,

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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- 81
- Mdima1~ Tambtímrrn 1·i1tiT - Per dove vado
a Tambo 'l
- Oai1•lg11um - Per dl qua stesso.
- :!láipi tian 'l - Dove si trova Y
- Oayllápi, táita padre: - Qni molto vicino,
padre.
Queste e simili domll.llde fücevo a. quaai tutti;
e interrogandoli aulla hmtana11za di 'l'ambo, tutti
mi rispoutlevano: 0/wllápi, Olrn,l/cípl: - Molto
vicino, viciDj;¡simo.
lfa intn11to I cai~1minavo gia oltre mezz'orn in
piano, ero 11:tssato iull1tnzi a mol te capa~ne, avevo
trovato 11ii'I ili trentn iudii e piu t1i trenta do-
mande nvevo fatte; e Tambo non compariva.
.Anei audavano 2comparondo anche le poche case
che .riu,anevano nei campi. Aliara enti:ai in ttiM
di queste, nel cui cot·Uletto sile111,ioso st:::.va110
sedut." })er tel'ra uoe inclie, una dietro l'altra.
Quella dnvnnti sprumaccbiava il grantnrco; l'al•
tra, con molta concont1·aiione, fissi gli occhi aulla
testa della prirua, andava snidando i oavalieri
d'arganto <la qnel cnm¡,o... se_voso. Nella stessa
operaziime era pare iutcnto un indio, attorno ,t
tre bmnbini cl1e giac~vano pel' t;errat scaltlando le
carni al t1ole. Raizolavano croochianuo alcune gal-
lino o grugnivnno alternn,tivamente due maialetti.
Mi villero glí indii e so~resew nn momento il
loro ufticio1 per riprenderlo poi subito.
- Ul'co 'L'mnbiwn1~n ci<ryásciaf - P1·esto ginn,
gero u Tambo! doma11dni cQI tono di clli vuol
avere uua tisposta prnnt{l, cd esntttl.
- lflái ca,rúpi.1 - Molto 1onhwo, mi riEpose
l'indio, prolongando l'accento della seconda pa-
rola. e semm i.nterrompere pii'I il suo mestiere.
Mi vidi sconfitto.
- Tanaáta oiciri11ghi6i'l1f - Hai pnne'I
- .il[ána - No. ·
- .llfalpáta ci<',ringhíci•n'I - Hai gttlli.ne'l
- Jllána.
- llli,ráta cilwint171íci11 'f - Hai burro ? M(shguita
ciarinyhícfoF - Jiai zuccaroY
- lliána, 1ná11a.
- Buníta, cia,righícinY - Ilai uova!
- Mdna, .lllcína, 11fát1a.
Mi accoi:si cl1e era tempo perduto. Allorn diedi
un,immaginetta 11, cinscuno e mi proyai a fare
un'ultima domanda:
- LcoMta ciMillghicin i'
- .ifri, dri, táta. 11adre. - Sl, si padre. Oharíni
- L'ho proprio.
- Ebbcuo, soggiunsi: frn poco p11sseril. di l]Ui
foita obispo. Gli da:rni una Lar.za di lntte. Non
•\\ vel'O'I
- .ti.?'i, iiri. Tanc1áfa, tn·is7111u.ifa, l111níta, túeui
eiíscici. - Sl, sl. Pane, znccaro, uova, tntto gli
daro. TJ poveriuo non siera avvecluto cl10 io ero
sncerdote. Per qnesto al prinei1lio non aveva nr11la.
Ma quando se n 1i1ccorse, tntto mi av:rebbe dato.
Spronai il cavallo e pl'esto mi vidi nuovamente
in luogbi disabitiüi. Scompnrve clal ruio sgnanlo
l'orizzoute che prima mi guiclavn, i11tercettato da
nnove eolline elle rinnovavano i1 Mliscendi. Dove
andrbL. Eppm•e bisogua andnre.
Dopo dne 01·e di questa. co1·~a vidi compnrire
una chin·wla, un piazzule. Era cei·tamenteTambo.
Vi giunsi. Andai difilato dal pnrroco, che stava,
setluto 1t mensa.
- Buona sera! Sono salesiano. Precedo Mon-
eigno1· Costnmagna che va a Cañar e desidera
_prend<>re un ristoro qui, in sua C!'tsa.
- M11 che onore per me! disse i1 parroco de-
poneudó i1 eucclliaio e traugugiando in fretta
l'ult.ima cucchfa..iata di minestrn.
- Molte grazie, sig. Curato. .A.bbiamo molta
frett11,1_gbpbeercnheo:
il nost1·0 visitatore,
dove l'hanno novato
D.
D.
Albera.....
Albera 't
- Non l'abbiamo trovato; ma. speriamo di tro-
vado a Cuenca..
- Ma. coiue, Se D. A.lbe1·a, col suo segretario
e con D. Mnttaaa di Guala{luiza, sono partiti di
qui nlle unclfoi e me,-¿zo e VRDilO a Riobamba aullo
stesso cammino che banno fatto.
- Possibile!... E non ci siamo vistil... Oh che
contratterupo ! E non ci sa1·a mezzo di fargli sa-
pero.....
Oh bl! Aspetti un momento.
11 buon parro~o uaci e ritorno subito dopo col
sindaco del pacse ed un altro uomo disposto a
rnggiungere D. Albera in tre ore. Scrissi nn bi-
glietto e glielo eousegna.i dicendogli:
- Presto: sarai ben pagato. Ma procura scon-
trarti col Vescovo. Mostragli i1 biglietto. .... e se
non ti di\\ ordini.....
Non avevo ternti.n.ato di parlare, qnando soprag-
gitmsc il mulattiel'e correndo e g:ridando:
- Táita padre! Presto, vada a Cañar; perche
tcli/a, obis1io e molto stanco ed opassato per un'al-
tra. via piu. bre ll'O,
Ripresi il biglietto, ringrnziai, mi l'imisi in ar-
cioni; ecl in q11n-ttro sferzate giunsi a Cañar.
(OontinM.)
~............ ~ " ' " ' " "........ ......... ............... -w..,...,..~
Gualaquiza (EQUATORE). - Afons. Oostama-
gna in m,e~ao ai Jivcvros. - Dal Oi,istoforo Oo-
lombo di Buenos .Airns rileviamo queste notizie
inviate da Mons. CostamagM: « Ci aspettavn, al-
l'entrata della roissione uno stuolo di Jivari se-
nfrve.stiti, clipinto il volto di vnrii colorí vivissimi,
le orecchie perforate ed ornate (sio) d1t grosse
can.ne lunghe nn palmo, il eolio circondato da u.na
dozzinn di collane fil.tte ui do.nti di scimmin~ e
colle maní inverniciate d'un nero lucente.
» Appenascesi dalla mula, non badnndo alfafan-
ghiglia che ci coprivn. tutti cla capo a pie<li, ei si
preeipitarono iniorno , snJ.otandoci con 11n gergo
irlintelligibile, e
etc. Li contenta.r
chie<lroido ooltelli, sp
umo ben volentieri.
eQeueehsi 1t ia
cgnl.iri11
S1tlesfoni col loro Don Mal;t.·ma alla testn, fanno
continuamente una vita sacrificat:1,. Son <legni di
encomio: com,111, Deo et hominilnf..11.
» Lano,yena dell' Assunta cornh1ciammo a pe1·cor-
rere le foreste, apretidoci il Cll,mm.i.no a maoheta-
11:0111 in cei:ca di Jivari. Jmpiegammo quasi tntt.a
la novena po1· cerciuli e catechizz:irH. Non pochi
di tissi dovevamo portn.rceli a c».sa nostl'a, onde
istmi.rli per beuc. Li abbi1tmo trovati dociliasimi
qnc$t.a volta e lo stesso Ca.pitan Ca;rn.pn, il di del-
l'Ass1mta, chiese che gJi si beneclicesse il matri-
monio; fe<,e la S. Comunione cou altri dei snoi.
,n L'esempio tli Ca.yapa ne tra:sse nJtrj ed nlLri inolti.,
e il di Sn,n Gincomo tre valorosi ,Tirriri fecero
ln loro prima Comunione, offrendol:I n Dio pel
S. Padre Leono XIII.
» Adesso contiuuano le füticose escurRioni perla
foresta. U vecchio e moribondo Capitan Toledo,
ricevette in un solo giorno quattro Sacramenti:
Confe:i-siont'. Mntrimonio, Crcsima ed Estremn Un-

3.2 Page 22

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zione. Posdomani ginngereruo da1 füuno Bomboiza
la Zamora, dove ci llt1pett.nuo a,ltre famigliu JiPar~.
"Or nn'altra. '.rornaodo dnl moribondo C11pit1m
Toledo, oondotw alla cima d'un monte altiAsimo,
tnéto oo¡mrto di boRoaglie, ci :1bba.ttemmo in una
eapa.nna, oho i Jivari chiumano scmacloro. 1i: una
cosa vemwcoto iliabolica. I capi dei Jii:a,ri quando
non snnno liCO¡>rire 0l1i ha fo.tto un omici(lio, op-
pnre se hisogna far guerra o no alla tale o tal
altrn Ji1111rla, tagliano nelln foresm un arbusto
dette 11afc'nta, lo pestn.oo, lo fa.uno cuoccre, ed,
estratt.0110 il eugo, se lo vnnno a bere Ji\\ aulla.
vetta, ohiusi nolla ca1umn1i sof!adero. Questa bi-
bita o an nnl'cotieo potentissimo e satunioo, che
-per tro giorni fa loro ~cdere orril.Jili vislo11i di
serponli, tori, ed anche tlemoni, iD flgum ili Ji-
vari, i qnl\\li spingono a disoatrosa gnerra, n. ma-
ledettiMimé venderte. ]';: questo un atto dove ci
entra. la u111gla, il maloftoio o cento altre di1lvo-
lerie.
» luútile
tosto lo si
JI füre clic
brnoin.'18e.
nvecdaurtoo
il
soñadero,
oomandai
D. Mattann con la eua bar•
ba 'da profeta, niutato da
D. Tallncchini e da. 11.ltJ:i 11i
mise t08tu all'0f)tlra. E men•
tre 11 negro fumo a.scendo\\'tt
pestiforo fr1\\ la folta. chioma
degli alberi , 11801 dal soiici-
ilero un or1·il>ile malrnnolii,
i1pecie
tei;ta
adiim1i1ltewp1e~ ntaqcuceiol 1l nd
alln
d~'
cane. Lo nmmnzzammo su
bit-0 e lo l'ondaunnmmo a
i::repnre sul füoco. E cosí
si.a di t,ll ti i 1li11:voli teuf'n-
tori d(li nnril,ri poveri Ji-
¡,ai·i, o por moglio ilire: coi;l
sia di tutti i peccatacci che
,;i commettono nel mondo. .,
denzn, che, sebbene loro malgrado, offre loro UD
mezzo di sdebitarsi di quei wisfatti commessi in
brutti momeo.ti a da,nno dello, societa, ed inculco
loro gran rassegnazione , per cuí potmnno sentir
meno doloroso le 11ene e clllllbitlrle in meriti di
pa1·adiso. Da Puerto Kook D. Beauvoir passo al-
l'isoli~ rlell'.,h¡;o ,im,vo, a pocbe rniglia uell'laola.
degli Stnti, ove fo ncoolto assai a.ffübilmente dai
dirottori del Faro-lampo che proietta i suoi raggi
alla distanztl, di ruiglin, e dellliruportantissimo
Osservatorio !\\ieteroologico-Mnguetico , recente.-
mente impillnt.ato nell'iaola. Fl"a brevo il caro con·
fratello si rimetteri\\ in via¡;gio iD corca di a.lcuni
Indii 'l'elrnelches cho uon lianno ancor veduto il
sacerdote, e noi gil nugnrinmo le pin Cul'e conso-
lazioni, ruccoman<lnndolo nllc p.reghler& lloi noiltri
Cooperatori.
J>untn Arenas (PATAGOl'itA M..&tuo.). - La
solennita della P1irissi11ia. - L'8 dice111bro, festa.
dell1 Immacoláta e ohiusura del uoetl'o mese di
Rio Gallegos (PATA-
GONIA. MEltlt>.). - .A.tia e~
pita.le tlclla 'l'crra. deZ Fuoco
e dintorni. - TI missionn-
- Pntagonil\\ Meridlono.le -
OssorvatoT/o Meteorologieo-Magnetico nell'iAola clell'.A.tío ~,,11ovo
rio Don Gi11sep1>e M. Beanvoir, d'incu,rfoo del
Prefotto Aposlolico
neUo scori;o ottolrre
.Mona.
fn 1\\ vi
s
Gin
itare
sleapcpaepitFanhg•nd11e0ll0a1
Terrn del Fuoco, situata Ill·lln penisola di Uiil11caia,
di cui hn prt•8o il nome. Da una -relazione dello
l\\foriu, 110n porova e11sero solennizzato con m11,!!'gio.r
porupu. La chiesa bon arldobbata o pioni\\ zeppa
di fedeli, present~Yn 1111 colpo stapendo. La fe-
stiva p1·ocesaione si fece il ¡;iorno 1111tet•edente.
prima perehl! era donwnica o J>Oi p1i1·che fal'eva
zelante MiARfouario rilo,·iamo con vero piac{lre.
che ac il Slgnore _provvollort\\ i mezzi nec('fir<t1rii,
qualcnno dei nostri Missicrnari presto 1iot:n\\ ata-
bilir¡¡i in qnol centro di 500 al,jtnnti, anolte 1~ be•
oefi.zio di varie centinoin. cli inclii, che vugauo in
quelle vicinanzo. 11 23 ottohro, Don Beauvoir ce-
lebro la. S. Mei.~:\\ nel piar.znle di quel Presidio
pennlc, prc:-i,onti i detenuti, i Mida.ti, i dirctturi o
non pochi signori e l!ignort-. Il dirett-0ro dello
stabilimento 1io fu a.ssai Aodll i~füt;to e vollo dare
un pmozo <l'onore al nostro Mission!ll·io. U qunle,
partit<> dn U11hwnin il dl aflguentc, . approclo il 27
ottobre n P111"rto Kook, uno tlei porti piit consi-
derevoli clol 111011do. Qni stnnno riuchinsi frn rocce
inncces11ibili b le onde c)(I} mare roolti eoldnti llT·
gentini, colpovuli di qnakbo grave delitt-0. Coru-
pre$O le gu11rclio e i sovrnintendenti, ÍD tntto ar-
tlvano n tluecento peTSono. Per Ravia <lispusizione
de
sp
l
o
govoruo, ¡west-0,
rtati all'Ushwai111
questi
ove il
cdleimteaneutaisssna,immmi1~0ti
tra-
ore.
11 Missionnrio celebro 111 Mos><a fra. quegli infelici
o rivolso Joro nruorose purole, nnimandoli a con-
Uil tempo 11tupendo. cmm rara qui a Pualtl Arenas
come nua mosca uillllcn. Nnmerosi~irue Jo varíe
associullioui di S. Gh1seppe, di S. Luigi, dello Fi-
glle di J\\1:u-ia e tlt:111• Dn,me cloi S. Onore-, tutto
col Joro fltf1ndnrdo. Pigtun.vauo in corpo anche
60 fünciuUi e fanciulle, che in qnelln stc,ssu mat-
tina, da.l nosrro Mons. Fagnnno, avevano ricovato
la pt"ima comllllÍone. La bnnda cittndinn, ptest-0
goJJtilmc'llte il 8"00 11e11vi11io collocandusi 1mbi1n
dopo ltt 11tatao, della l',fadonna, che cirooudnta dn
cerei e do, serti di fiori I nppariva sovrnuamo11to
maestosrL frn tutto qnol popolo cbe gromiv:1 le
vio. Uo plotone di 60 11oldati cogli ufilc1nli in alta
e tenuta clliudeva 1a imponente processiona, poicu,,
.nel Chill In Vergine del Carmine patrona del-
l'esl'rcito e qui.ndi la Mn.douna ha sompre gli onori
di un g<>nornle. Durante la novenn e nolla. festa
della Purissi ma le saute comunfoni tocc11rono qnalli
il miglinio: G'e proprio (ln ringi:a'Li&l'e H Signore.
Il nosll·o meso di Maria non poteva chiadersi pii1
solennemente. - Fin 1prl il nostro Don Maggio.
rino Borgatello, Pn.rroco di Punta Arenas.
forn:rnrsi nlln clisposi~iono della Di-vinn Provvi-

3.3 Page 23

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-83-
>* -*-*-*-
-~ di
-J-G l-a--R r-i-aA ---lZ -l-u-Is--E i-]-n-a--t-r-i-c-e-<
-
~--H!:~~~~~<<C:EE:<<<E::E~E:<E:~E;,<(<~<<,<~-.<~~
¡~~~-, - ,.r_'.Jw_,,_~,,::J'••J:ol
~.;J,..t lla dolce 11ovella venutaci dal Vaticano, alla nuova prova di esu-
n , berante affctto che il Papa Miracolo ha voluto dare alla Pia
Societa di S. Francesco di Sales col decretare il supremo onore della
Incoronazione piu solcnne alla nostra celeste Patrona, no! non possiaruo•
contener uel cuore quell'onda d' inesptimibile gaudio, che fin dal giorno 17 dello scorso febbi-afo.
noi sentiamo Mll'an.ima. Evviva íl Papa! Viva la .nostra pietosa A.usiliaLrice !...
Qnando la forza domenica del mese Tuo - 17 maggio 1903 - l'Eminentissimo Principe
di S. Chiesa, il voncratissimo uostro Card. Arcivescovo, circondato da un eletto stuolo di Sacri
Pastor.i, a norue dello stesso Vicario di Cristo e quale suo special rappresentante, posara sul capo
augusto clel tuo Divin Pargoletto e sul TLtO, o Madre, lo auree gemmate corone, quale inno di
lode o qual cantico di a.mmiraziouc o di riconoscenza noi potremo innalzare a Te? Al sorgern di
IJ.Uest'anno, nel fremito festoso dei cuori, levando a Te il nostro ardente saluto, noi Ti acclamammo
Regina. Salve, Rcgina! noi grideromo anche que] dl, colla yoce commossa e gli occhi -velati di
lagrime. Sal~·e, :Regina!..... Dischiudi, o gloriosa Regina dei cieli, dischiudi il tuo cuore materno-
alla pfü soave Psultanza; la g1oria del Signore e spuntata sop:ra di Te. Leva fotorno lo sguardo
e mira. Tutti costoro si son radunati per Te: da lnngi vennero i Tuoi figliuoli e da ogni parte
del mondo accorsoro le Tuo figlie. Una floritura di cristiane virtil. e di piu vivo ed intenso amore
pe.r Te e apparsa in terra. A.lla tua luce ca.m.minano le genti ed al tno Santuario convengono-
<!on un.mensa .fiducia le schiere innumorevoli dei 'l'uoi divoti... E::;ulta, o pie.tosa Ausiliatrice del
po_polo di Dio, o nostra possente Reginn. ; poiche grande si ?l re.so il Tuo nomo nel mondo : Regina
coeli, lactare, alleluja.
La Madonna mi ha salvato il fratello 1
Ro il cuore straziato dal dolore per la per-
dita del mio am.a,to fratello , eppure non so
clrindero· in me il sentimento di riconoscenza
che vivissimo mi anima. e mi fü escfanrnre
co1l)Jllossa: « Gl'azfo, Maria! »
Era
te11fo i
ngisoevla'anl'ec,loIlo'erdtee,'
vigoroso! Sontivo, 1>0-
snoi freschi trent'anni 1
Ain.ava la. vita e se ne procurava tutti i pia-
ceri, dimenticando IdcUo e quella, religione,
mite e serena, che una salita madre gli aveva
istillata in cuore.
Qnale inenanabile angoscia straziasse il
mfo animo, quaudo, chiamata al sno letto, lo
vid.i esausto di forze, pallido, so.fferent.e, solo
chi amai tenern.mente 1111 nnico, dolcissimo
fratello pno immnginarlo I Ma quaut-0 piu pro-
fondo clolore io 1,rovai nel consulta.re che si
era spenta in lui fa fede, e nel sentido ripe·
tore, appena uscito il sacerdote, che con runo-
rosa industria gli aveva chiamato aJ. capez-
zale : Gtta,1·aati beM d<tl rioondurmi quel prete!
Ripai1tii da Torillo con l'angoscfa nel c::uorer
Ma tntto spera,va in te, o Avvocata dei mi-
se:ri, e tu me lo saJ.vasti! E1-a:no 1il'ascorsi pa-
recchi giorru claJla filia parten.za, e l'infermo-
sempre ostinato nelle sue idee, non accennava
a,ll arrendersi alle pietose insinuazioni di chi
sovente lo visita.va. Ma iutanto quante pre-
ghiere si fücevauo por luí daJ.l'a:ffl.itta mamma,
dai paren.ti o dalle mie b none consorelle I E
la conversione vennel
In un pomeriggio di giugno egli si volge a.

3.4 Page 24

▲back to top
- 84
ohi lo assistev& e domauda il sncerdot.e perch~
sent.e bisogno dl parlargli. D ministro di Dio
vola al ano letto e trova il giovane incredulo
interament.e mut.1.to, che domanda. umilmeute
di fare la sua oonfessione. G1·azie, o Mnl'ial
.Egli ó morto ora, mo, come poteva. morire
un tuo 1>rotetto, ohe, negli ultimi gíorni di
vita, sentl rinascero in cuo1·e tutto l'entu-
siasmo della. ingenua e schietta fede della soa
fanciullezzn.
Roma, 8 dicembre 1902.
Suor ANNET'.rA. O0RTASSA
Una lite di trentun anno.
Da una lettora indirizz;atn. ni noetro vene-
rnto Superiore Don MIOREL11l Ru.A., togliamo
qunnto segue: « Mi era doloroso pensare
nd una lite obe data.va dal 1871. Oolle
mio sorolle si pregava e si faceva. prega,re,
ma la lite continnavn. I nostri avversari,
abiliSfilllli , ci focevano disperare di vo-
t1erln finita prima di morire. Finalmente ebbi
l'ispirazione di ricorrore all' Aiuto dei Ori-
stinn·~ l>en sapendo che i moltl nostri avver-
snri cristiaui non erano, _ritonendo che sot:to
qttosto titolo la l\\laclre di Dio ci av:rebbe
favorito. Infatti nllni sono, il giorno .l\\ln-
ria Ansilintrice venne meuo l'impodimento,
capo di tanta lite, e iu segoito morti altri
cointeres.'iati, gli eretli P-pontaneameute sen-
tirono <lcsiderio di venil'ó ad nna transazione.
Ogni cosn fu couclnso. con 110stro evidente
vant:tggio. Abbiamo in l\\larin con.fldn.to, lun-
gamentc attoso, ma. non invano. Qnella co-
lofisn.le lite i n1i atti, cre1lo, oltrepassino
e il qnintalt>, qnelln lite dnrata piu <li trentnn
anno, <'.CSAAt.a lnsciantlo i nostri cuori pieni
di l'iconosconza.
.Adempio o.lla tnia promessa riferendo il
favore perche Rilt fatt-0 conoMere snl Bollat-
tíno. Iuvio pnre un'offorta, con preghiera di
unn, 11ovo111t di l\\:Iesse e benedizioni o.ll'altare
di blnria Ansilintrice, raccomandn11<lo una
Salva ogni benedizione, por una Oooperatrioe
aalo..~iaoa che versa in gravissime n,ngltatie.
Per dovuti riguarcli la prego ommettere lu.ogo
e sottoserizione. ,
'l'o¡-lllo, s uicC1ml>re 1902.
La Dirozione del Bolwtti,10.
Una medaglia dell'Ausiliatrice.
La nostrn oarissima flglia Alba la quale
freqne11tavn l'asilo della citt.'\\, diretto dalle
figlio di .Muria Ausilintrice, fu colpita. dn,
dHtel'ite. Oosternati oltre ogni cUre non tm,..
scurnmmo l' in-te mediciL, ma. nello stesso
tempo ci mccom,~ncla,mmo alfo ¡n·eglliere dei
brunllioi dell'asilo. Tutta la nostrn confidenza
era. posta in .Maria. La Direttl'ice mando alla
piccina 111u1, medaglia cli Marili Ausilfatrioe,
la qunle porto nel c1101· nostro un l'aggio di
:speranza, u si oomincio 1111 triduo di preghiere.
Nulla 1101,t(I trn U seconclo ed il terzo gior-
no, la. nost:ra cara. piccina come sveglia.ta da
un sonuo profondo , si mise a gridaire: « La
iJ[adonna ?lll ha gua1·ita j 6000 la la Mamna »
e segnava col clito un goadretto appeso nlla
parete. Da quel momento inoomincio la. sua
convalescenza ed al mattino il medico di-
cl1faro che era fa.orí di pericolo.
Sia ringrnziata la Manonna che ha voluto
concederci un si segnalato favore I Deside-
rinmo sia pnbblicahl, la, grazia, 1:>erohe ne
abbiamo fatta la promessa e per animare
tutti a ricorrere con prontez-za. n Maria SS.
nei loro bisogni. Iutanto mandiamo l'oífürta
di L. 2 por noa mos¡¡o. cli ringmzinmento.
Varese, 1 fübbraio 1903.
Ooni ugi M.osoA.
Una buona avvocata.
~~1oinpaoopriiuti
ratll.nata
rnggiri d
i
malizia, ed imche con
terze persone, un ricco
signore setta,rio,ora, n.ffa.tto decadato, ria.sel a
implicai•mi in una lite, che nnHii=tmente ai miei
collegbi della. Oongregazione di Oa1·ita, gli ave-
vnuoi.ntimataper Pirregolarit:\\dei snoicontiri-
ferentisi alta detta Oongregazione. .A.ccortomi
di qnest-0 ingnnno, spedii snhito on avvocato
alla sua persona per avvertirlo non rovi-
uare un nomo in una maniera. cosl indeco-
1·osa¡ roa egli non si degno nemmeno di dargli
udienza. lnt,anto si era. chiusa la sessione
d'ufilcio e non si accettavn,no piu <loorunenti.
Fra. poohi giorni il tribnnale nvrebbe data
la sentenza. Non tro,ando pin ne.qsuna via
di acampo so. questa terra, rioorsi oon gran
tl.ducia a Maria SS. Ausiliatrice, e feci voto
di fare una novena di pregltiere, di fur ce-
lebrare nlcnne messe al ano alta.ro e l'offorta
di L. 10, so avesse pah·ociun,to la mia povera
causa.
Oompiuta la prima novena, ne foei una. ee-
conda¡ nel frn.tLempo uscl la. sentenza. - 11
magistrato s'accorse clell'inganno, rimprovero
severamente il mio detrattore, anmlllo tntto
il compromesso che egli aveva presentnto
contro di me, e lo condanno all'immediato
pagamento di piu di millo lire. La Madonna
mi aveva esanuito. Qucsta. grazia la ricevetti
sul finiro di nprile dell'auno 1897, mn, ho
crcduto convellieute di aspett:n sino ad oggj
a inl'la di pnbblioa mgiouo.
Pralormo, gcnnaio 1003.
GROSSO ANTONIO,
Coopera.toro Solt>alano.
Ferito a morte.
~ ~'11dnni pcrailmep1i9, 0o2d,oi11r0uige.iri<gloanlilwi rsio,c(t)(o)rrsnoa!nddao
uua Clisa¡ vi accorrono e trovano nn forestlero
in ntto minaccioso che bmndiva un grosso
ooltellaccio da macella,io. Fnnno tosto per re•
trocen.ere in cerca di aiuto, m1t lo sc()noaciuto

3.5 Page 25

▲back to top
- 85-
Ai precipito, in nn attimo sn mio padre, vi-
btan<lo tnl colpo che gli rocitlo nna co1:1liu o
ferisce il polmone sinistro. Egli cad<le tosto
privo di acusi; e iu mozzo ad uu lacgo di ~an-
gue veuue trasportato a casa. il bravo m&-
dico accorre¡ gli pl'o<liga i soccorsi clell'arte,
ma dic.b iarn. il Cl1so clisperu.to, ed al povero
ferito vengono amministrati tntti i couforti
cli nostr;i religioue. Dne giorni élopo :\\l'dva
da lliln.no mio fratello chiamuto d'orgeuza,
ed allora. insieme con loi, por8uasi elle le
cure mediche non emno piu J.>astauti, ricor-
remmo con gran fld1tcía alla ciu·a ~foclo11nn.
Ausiliatrir-e. Iuviammo tosto uua piccolu of-
ferta ul Hno Santuario, peroh~ vi fosse 1•elt-
brata una l\\fessa, ecl illoomincinmrno nun, nu•
veua di preghiere. Un intimo presentimento
ci diceva che la J\\fadonna ci uvrebbe esau-
diti e non c'ingannammo. I sintomi peri1:olosi,
con noi.tra gran memvigliu, mnn mano scom•
parvero, le fcrite ,ii cicatrizzarono, il m,\\h1,to
i,cntJ. aumentar le 1m0 forze, o noi la spon1,n?.ll.
Oon sorpresa (ti tittti - anche del soler! u
medico che moltiplico se stesgo por assistero
il caro infi:rmo - la conv:ilescenza in-o~
dctte si hone, ello dopo 40 giorni mio pudro
htscio il letto, gnarl. completamente ed ora
nttende :\\i soliti lnvorL Riconoscenti a !i:farin,
Ausiliatrice, mentre pubblichiamo ad onor
suo tant.1. grazia, iuviamo un'nltra oiforbt i11
sugno dalla nostra vivissima. riconosoonza.
Rancio Valcnvia, (Como), 23 gonMlo 1903.
BoNARI MA.RliNNA.
Cooporatrleo Salosiana.
La preghiera d'un povero padre.
~rova.nclomi snl principio del mese di l\\Ing-
Wji( gío n. s. colpito dn fcbbro tifoidea ('ho
mi avea q11asi ridotto agli estremi, un pen•
siero solo mi opprimovn il cnoro o mi motlova.
iu delirio mortale, il peusiero <li dover al.>-
l>nndonaro i cinque 1rtiei teneri flglinolotti,
gi:\\ orfani <li mad1·e o senza. llll congiuuto
cui pot.erli atndare.
In mer.zo al parosaii.mo d'unn febbre ar•
dente, mi brillo il pmu.iero di für ricorso a
Maria, e uol feci íuvuuo. Tutto Qio elle per
rutri colpiti dal medesimo male ora occasione
di certa morte, -por me riuacl iunocno o van-
taggioso, ecl ebbi gunrigione completa. Mando
Poft'erta. promessa a Maria cltiedendo ohe
sía pubblicata la grnzia conforme al voto
fatto.
Plemo dJ Esimie {Br..soia), gennaio 1900.
Z.A.NOTTI ISIDORO,
Ooopo1·atoro Sa!"8iano.
Una Messa in onore dell'A usiliatrice.
m~ tolpnoitnoostdana.tefielrea
bronchit:e
cnro di due
e
polmonite,
egregi dot-
tori, mi vicli ridotto a.gli estremi. Ricevetti
gli oltimi Sncramenti e da un momento al-
l'nltro credeva di morire. In quolle ore che
mi semb1·am1no le ultime di mía, vitu1 rico1:ai
aUa Madon.na di D. Bosco: troppo mi dispia,-
ceva abban<louare la mía cara farniglia. Per-
tanto feci celebrare una. .:itassa. e cominciare
uua uovena di preghiel'e. In quoll'istaute in
cui il sacerdote sn,liva Pn,J tare, comiucio ü1
me nn visibile miglioramento ell om sono
completámente gunrito. Siano rese ~t·.µ¿ie t~
Maria. Unisco lti mfa 11iccola offorta pel de-
coro del suo Sautuario.
Cbl.ari (BrG!lcil~J, (j geunnlo 1903.
gprs FRANf'F.S0O,
Coopera.wro :-ialo,,lano
llento G on-;nl ves (B1usrr,E-). - Mio ftglio
Pietro I diciobLenuo, caddo ,i\\ gravomeJltll nlllilill-
lnto, che est1,uriti Lutti i uwzzi delln, ~cionza, oi
pnrve conrplet.\\rueute spedito. Una b11011a e pia
}ll'r.!OIII\\ mi su~gllrl in buo11 ¡1u.nto di fnr riconio
all'aiut.oefficace delh\\ pietosissiurn Verginu di Val-
docco, e subito comincinmmo 1rn11, novena di pro•
l!hiuro. Oh! cosn mirabilc. l<'lu dal primo giorno,
recitnn,l•• le lünuie lau.retnne, alJli11\\·ot•1lúone:
8tmct,1 J[a,-ia. il mio Pierino obo tl" tunti ¡:riorn.i im-
mobile pareva inchiodato sul letto delhi sna ago•
nía, si volse liboramentu dn so sul fümco sinistro,
seutundosi snbito migliornto. 1i: inutile cho io ag-
ginnga che la :Uadon.na mo l 'I.Jñ poi cotnplem•
meutt, goarito. Sia bCJ1edelta la piet:\\ lli co.il te-
nem ~fadre.
2i IIOV. 1902.
LAZ7-.~RI 010\\' ,\\NNI
C-Oopuratoro tiah»1iano4
Sh·inno (BH.1-'.SCIA). - l\\fio fi-ntello nnunnli'>p!'r
ccccsHivn debofetta di atom,Lco e dilllcolt,\\ di di-
gestlonis e 1wr duo n11ni o J>iit ebbe a ts00'rire di-
stnrbi non lievi, vomito 1¡tmsi continuo ed ecces-
sivi dolori di capo. Visitnto da pnrocchi med.ici,
tntti audn.va.no d'accoruo nol suggerirgli t>iu che
le mtldicine, L'Mtensione cli lnvoro, il moto, le
loughe passeggiato, il sog¡:!iomo in cnm1111gua e
tan.ti 11ltri rimtidi, cb0 solt.iuto le pert1011e riccl10
possouo usare e clie a Jui 11011 enm po11sibili. TI
poveretto era In p\\·eda acl un 11cet1sci11ntt~ avvili-
ru11nt.o, quando gli baleno la speranza di una gra•
zia. :\\!emore di un nitro favo1·0 ottenuto dnlla. ;\\fa•
donnn. di Don Bosco, penso <1i ricorrcro al patro•
cini11 di lei. Ma11clo n Toriuo una tenue ofl'erta por
la eelei,1•azione di una. Me1111a al suo santuario, e
fe' promessa di (nr nota Jn grazia. Ln Vel'ginc
AusiliBtrice non timlo ad nver pietA di qucL po•
verotto o gli otooune la. eospirl\\ta goarigione. Ri-
eonol'cente alla colcste btmofüttrice, <,gLi rende
g1·azíe a al teMrn. Madre o invita gll 11.tllít-ti a ri-
col'rore al ano potoute, ainto.
16 genuaio 1903.
r.fARGHERITA SOABDl
t:oopora.trice SaleMlana,
V U l n di V e Puceruo (Uumn). - Nei mesi
sco1·11i, strette1.1.e tluanziarie avevano 1·esa molto
criticn e dolorosa la míe. posizione di pruh-e di fu.
roiglia. Invano nvo'\\"o bussato a. varíe porte. Mi
srppiavegroaulnso1i.onu.iluloescrlulaaoln1Mc1l1nu.dlnlonqmnuaiaoldeai urDut.iicBeosooestct<.oo',.arallni!tpSliiomcnao.eutcvlooimvma-i
neUo ste&SO tempo persona da cui si potevu forse
ottenero <¡ualche cosa.. In pmtica, non M·endo a

3.6 Page 26

▲back to top
nnlla approdato il euo eeeondo coneiglio, mi at-
taccai con cutto ouore al primo, promettendo che
qualora Maria mi fosse vennm iu eoccorso, avrei
fütto pubblicare lo. grazia aul Bolletti110 Sal.uiano
e fatto. un'oft'erta nl suo sn11tun.rio in Yaldocco. E
Ida.ria IUi eeaudl : una persona che prima, per vn.ri
e giusti moti.vi, non aveya potuto darmi aiuto,
vinto ogni impediruento mi soooorse generosa-
e ment-0 ll COBl eolln mia fosizione v1,nne risolle-
vata ll\\ mia füiniglia. Oh quanto buona Maria!
genllaio ll:l03.
ALuro1 CESAR'!.
Ottennero p1wc gmzitJ cla Ma,·ia SS. AttS'iUa-
trioo, e pieni d• 1·iclr1ios1:e11za, invittrono o/fcrtc
al S11nt11ario cli Torim>, o per 1a celel>razüme di
S. MCl/88 di t-i1tgmziamouto, o per le Mis8ioni
Saletria-no, o p&r lo altr8 Opere di D. Bosoo, i
86{l'l(6'1tti :
A) - .Jcq11i: ?.folvloino Adele 5, _p11r grazia. - .J-
laario: U11a íi\\mlglla a m¡wo del aig. Don Rnsehi 5,
pet grtlzia. - Alí110,11 (Torillo): Bertolo Antonlu 50,
per plil gm?.ie rieeYnte. - .llrq11a.to. ,Sorh1la (.dwt1a,i-
1lrla): Lasagna sorolle A.ngela e Eliaa spedtvano o!-
ferta per MIIS!a di gnwt1.
B ) - Bagolh10 ( Breacia): Soalvini Qlov1mni 2:. per
1,oncllol rlceV'llti. - Borgomanoro (.No_vC1ro.): N. ~- S,
l\\lessa di grazie per ;muiglone prodlgrnaa. -
La gioviuetta An~11hus. N. ~- col cnoro J)teuo
JnJireg~loolJaa:
riogr.lzia per Ull t!O~pirato fan,re. - Bri.chera.rio (Ti>-
rino): DrucM10 Lnigia 10, 11er guariJiOnu di nnl\\ &o-
rell&. - JJarolo ('.l'orino): Enrioue l'1etTo 2, per ~te11~a
di grazio. - B11sto .d.1·1iiio (Milano): ltubini El vir,1
lí, per gmzla ricevota.
O) - Canem (..A,ti): Brandn. Ginsoppina., ofterca
r,ez Messa di grnúe per goarig1oue di due eorello da
grave mn.lattia. - Capo .Buona ,Spera1iza ( Sud .tlfrioo.):
11 nostro oon:fratello D. E. 'l'oui oi eorive: Un llO·
stro giovnne artiglano Sannu,111 L4>vatt amm1.1,l4) di
tifo, o, eecundo Jo leg~r:i sani ta,rie del paeae, venne
tnvsíerito all'Os}kldale, dove aggravb tanto ~he }•f'!
tre giornl fn 1:1nll'orlo della tomba, ad U medico e gh
iJ).íermieri 1.-0moY1mo di perderlo ad ogui momento. Su-
liito olté U malo 81 fooe grave, ooi conímtolli e glo-
va.ni delh~ casa oomlnoiammo una novt'ua a Maria SS.
Ausiliatric&, come raccomandava Don B0800, e demmo
fa Boned.i,:ioue ool Stmtissimo ogni sera. Il nostro Mt<>
Samuele LovRtt, nato proteatante, dl<aiderava für,!l
cattoUco e ven.ivt1 debltameuto 11reparo,to quanclo fu
&orprll!lo dalla ma!Rttia. La mudr~ ate81la d?maudl>
4'h•egll v1,11iBSe batt.izi;ato qunndo g¡ticeYn mor1bon!lo.
Gloria. eia J.nui. a Mana SS., Madre noatra: al tenntuo
clo1lu. 1iovona il giovane em mi.gliorntu di molto e
tlopo 1111n ~ocou~a novena entra.va ill convaleaoenzo.
- Oa8ale .Mo11fe1'1'11to: N. N. 2, per e&'l~e atol.o conso)ato
nel wow~nto del dol,,re. - Caan Solo ( Alt,ta,.dr1a):
A. A. 5. 1wr Mess11 di grnzie. - Ceri4li: O. S. O. 2,
per gnarigione di una aua, ciuisaima nipote. - Cor-
'IJOtfo ( Nov,n-lL): L'Aroiprete Vor~elli Do~ Gjovauul _el
sorive: e Nella deeor11a estu.to rwatlato 1u nna grav-te•
aima malaUia e pMdnia ogul aperanza uegli nu111,ui
10ocor&í prl'gai con lldncfa la Madonna di Don Bo•co
perohll ~enisae Ella in mio ainto e mi gunriesa a}m.,no
lll modo do. poteDlll alzare da ]etto ed l'tt.endere 0,i
principoli clovori po.rrooohiali. La otui:. Madolllla di
Don Bo~oo, allo. qnale non si rloorre. mai invano, mi
ha. osandito. » - 00111::ano (.d.~1andr1a): P. A. 2, per
Measa di grazie.
D ) - Dalpe (Oa,i1on Ticino): Don G. Dazzi parroco
6, per grn:1ie.
E) - Ea,t (Stat, Uniti d'Amtrico.): Scrivan Ola-
como manda off'ei:ta per M~ in rlngraiiamento di
aver avnto IJ&lvi ei.nquo figli da una clisgrazia fatale oui
andav-ano iueontro.
(") L'oledlno "1f•botlco qlli aegut4 6 qu~lo dalle cl~tl • del
paeei, tul appartWJ¡oao I grazb,tl da llar1a Au11Uatnce.
l:t"') - Folígno: A.ngelhri Giuseppe per la.[arigiouu
d1il fratcllo sMercloto. - Pumam¡ (Vcrona : A.ton.illi
Augruita 4, p~r grazia. - Tigl.wld d'.,bti: arroto Du•
meuioa ~. por gra.zia.
G) - Ga.lla.r11te: O. O. 10, per gra.zla. - Gtmnio.aca
( AlJJ11a.ndría):
etro,, aeríve: "
La sig.• Maria.
Oh Mario, e.ti
Ermil1ia
benedet
taTopneoirn.1a1vnenunw.-i
guarito il babbo, sl lungament& e llerameute contoao
dalla mort11. Lt\\Scia, lm.11111-colata lll'gina, ch& &nll.& tno.
de8tro, io imprima baoi del pill tenero amore e vi de-
ponga lagrime d1iue1fabile rioonoseenza unitamente
ai mlei amati genitori. Ti giungo. ancora. gradito i;l
ginlivo, innoccnte evviva clei mioi nnmerosi nlunnJ,
ohe voglio d.n, Te benodetti, a •re coruiaorati. ,. -
G1t.altieri ( Bmilia): Canonioo .Mantovan.i Giova.nni 23,
per l,'Tllzie ricevnte.
L) - Lon,go: Simonelli Augnata 6, per gmzia.
r'ra.n- ~.J:)- Maglia110 4'.Alba: Torohlo Teresa 2, perMesaa
di grazie. - Manarino (Calta.ní,clta): Colnin11ni
2ono Don Criat.oforo 5, plll: grazm. - Varralona. Rosa.
5iLn1eg.gnirdaAotnltstgisoiClmoaatet1eN\\rMion.tna,.at1lii1anapp
or g.cazia..
er grazia.
Ncgri.ni 15
-
-
p
.Mliina ( Not,a.ra,):
.Jicn:l11gt1•i: Cou-
er grazín. - .Mtnít
di Ca,tagnaro (Vwona}: Douetto Ver11eonda 6, pt•r grn-
zin.. - M"lana ( Udi110): D'Agostina Don Oio. Batta.
101
-
11er gra
llfilano:
ziu.
Pat
rioevutn, oon Mesar, di ri11gr1izla.mento.
uzlli illas~imino 6, per riou1>0rntl\\ salute.
- .Mfrano Veneto: Bardello Pietro waucJ.a otforta pe:r
v11.r1t, graz.ie rioevnte.
N} - .Noli (Gt11oea): Antoniolti ~fatia, 5, per gra-
zia. - Gargolio Marl:i, vi,d. Dovinoent.i 2, per graúa.
- .;..Voi·i Ligure: Cahann~ Fany 10, por gr¡u¡io, rloevutn.
O) - Omtpna: G. F. 20, preganclo la. Au,iliatrice
111a1 1nvooato. iuvsuo, a. continuare):~ sus 10:Lternn pro-
o,~ ti,zioue sopra di Jei o lloi ~noi ou.ri. - Oaa111w. ( Mi-
lano): Nardi 0011 Pn<>lo ¡mrrooo 10, 11er gn1ziu.. -
to11a :irar11 (Chi~ti): llru¡ti Roooo 8, p.,r gra.zia. - P<fl•-
lecaaalo: Puni liet lino 10, 1iei· gr:ui11, riu~vnta. - PiBtt:
G. A. T. 6, pür guarigiolld da acutu. polmo:>nito den,~
loro bttmbina..
R) - Roggio Eniilla: Scapluelli Maria Auun 2, pe1·
Mesiw. di rinl!r111.iamento por ravv11,Umento in punto
di morte di per,ioua can1. - Rtmw: Ferrero Antonio
ed Evelíua 50, per gra.ria riMvnta. - Jloasigna.1!0 Mo11-
frrr<Jt<>: Todesehiu í ClotUde 6, per ~uz.ia. - Jtl)t•a.iolo
(.fut'itt): Trogllo Ma.rlua 4L per grazil~. - -B1111cio Val-
actria.: Doacorl Marirum.a o per gruila.
!S)-Sari,tola (Oenova): Semino Lui¡;"ia 5, por Me!Mla
di gr:u:ia. - Schio (P-icc11e-al: Meneghíui Yirgltlio. per
fo ottounta gu~rigione del úateJ.lo o per ria0<¡uiat..at.o
iiupiego dopo una novena di preghiere. - 8. Lucia.
di Bormio: Giaoomelli Maria I>, 1ier Messa. ui grt\\zie
per otten.nta goarigione. - 8. Danield d';:J.sti: Btilicola.
.Margherita S, peT graúa.
T) - T,mco (Álemwdria): Gi:raudl Francesco por
sent,enziata aesoluzioue del .tlglio <Hovamü. - 1'or-
to11a: Oanth Sílvagno M11ria 2, por grnzia. - '.1'01·i110:
Micellono Rauoni Ir,me ó, per gra.zla. - Fnmiglie
J>a,u1a.rt1lli-Ponietti 5, in rendimeuto di grv,fo. - Si-
g¡mr P,-itino 6, ¡,er grnd0,. - Trl11itcl Jlo11do1·i: Fis-
aore Giuseppe 10, per grn,zia.
Opportnnissimo per premio nei Catechismi quareslmali
m:azzetto di Consigli Prn.tici al crfatiano, del
Tool. Domenico Murinna, curiito di Sta Teresa
- Torino - Un vol. in-16° di png. 2-10 L. 1,
E. Li{)r. Sales.
Quot1to .Mazzetto ~ rlceo cli pra.tioi ed opportwú
ª" conetgli, oba qonlnnqU6 erh,ti.ano u.vr~ mille oooaeioni
di approfitarne e da troVMSi cont11nto di averlo,
non letto, almeno collSnltato per oonoacere l'esatto
adempi.mento del auoi di vcrlll do vorl religiosi.

3.7 Page 27

▲back to top
-87 -
Bale1•na (OANTON T10INO). - Festa 1U S. Fran•
.uco di Salu. - Oi acrivono: e LI\\ soleuuitA di
S. Francesoo di Sales nol Oollegio di D. Bosco fu
celebratn. qnest'nnuo oon pompa stmordinaria, oon
l'intervento dl S. E. Mons. Vescovo e del uuovo
Iapetto~ D. L. So.luz1,0, S. E. Mous. Vescovo ce-
lebrb la MOl<~I\\ della Comanitl\\ e distribnl perla
prima volta la S. Comonione a sei giovanetti del•
l'Istituto, dopo o.ver prem08so un ncconoio fervo-
ri110. Ln. l\\Iess:\\ solenoe fu crmtata dal Rev.mo
Arciprelo di Bnlerna. con ns:1istema pontitleale e
Mons. Vescovo ü1Jra Missam tessll lo lodi del Plli-
trono dei Sale11inui, presentnndolo alfa gioventu
come mocltJllo tll piotA e di fortez:m cristinnn. Al
prauzo vrosero parte vnrio notii,bilit,a del Clero
e lnieato clel Canton Tlcino coi parenti dei gio-
vanetti che avevano fül,ta In primo Comnniouo:
si ruandnrono evvivo. ni Papa, al YeMoVo ed an•
che all'antico direttor1.1 del Collegio D. Frnneeseo
Garnssino.
• Dopo la bene<lizione <'Ol SS. Su.crnmento impo.r-
titn da Mons. Vese.ovo, in un maest.0110 e ben nd-
dobbato sn.lone, rlove crunpoggia.va un bel h1tRto
di Lcone Xill, fli nprivl\\ unu i;ofon1u, accaclemir1
musico-letteriu-in in onore dol Papl\\ presic·dut:i. di\\
Mona. VeRoovo, con avo.riatissimo ed asRni inte-
r&;~unte progrnu11na, svolto 11plenditlamente tn.nto
per la J>llrle mnsica1e quanto per la parte lettu.
rarin.. Il numeroso e soelto uclitorío ne fu piü, ohe
soddisfatt-0. Degno di speciale meniione fu il di-
acorso del M. R. Sac. Dotto.l;' L. Vign!l elle tratt(}
del Papa o della democrazia eristiuna, notando
la ueces,;itt\\ di profe~sare Ja demoaazia con una
vita cristiana _praticante. Mons. Vescovo cl1iudenclo
l'aceo.demia oonfoss(} non nvur nmi passuto nel
Collegio D. Bosco una giornnt11 bella e cara come
quella. Un bra.-v-o di cu01:e n quauti concorae:ro
n.lla. buooa riusoita della festa. Ringratiament¡
epeoitili !\\ MoD1i, Ve11co,·o 11empre bonevolo verso
i poveri ftgli di D. Bosco ed alla brava ban.d!i
dell'Oratorio festivo. ,.
Deuto Gon~alves (BnASILE). - Tcnera di-
t·o.w11e all'..d.uriliatrice. - Git11.1eppe Vigolo, nostro
zelant& ooopemtor& o'invia que~te oousolanti no-
tizie: « Quttotunque lontnni dni contri dol movl·
mento saleahmo pure da pare<:óhi anni celobriamo
la festlll di S. Francesco di Snles e in pnrtleolar
modo qnella di Maria SS. Ausilintrice, quest'anno
traaportata al 5 agosto. La. vigilia, nll'arrivo del
nostro ru.natissimo Pnnoco e degli a.ltri due sa-
ce:rdoti nolla nostra chiesa di MaTia SS. di Monte
Berioo, spari di mortaretti, recita del S. Rosario
davnnti il quarl.J·o di Ma¡:ia Ausiliatrice e molte
oonfeaaioni. Il maltino nppresso si dio per tempo
eolio splll'o dei mortaretti l'a.nnunzio della gran
solennitA, e i saoerdoti ebbero da confesi;are 11.no
alle ore 10. Alle 10 ij.11 Messa soleuue in ter.zo ee-
lebrata da on Rev.mo P. Camaldolese, verl'u.to da
Caxias, n.ssistito dal Parroco D. Enrioo Poggi e
e.la D. Znmboni.
» Al Vangelo, panegirico d'occasione tenuto dAl
celebrante, esimio omtore, il qualu non Rolo parl6
delle glorie e dei prodigi di Mnrin Ausillntrice, ma
conosoendo appie.no la Congregazione Salesiana
diRSe anche con molto n.ffetlo clelle Opere di Don
Uosco e special111011te drlle s11e Missioni. Dopo la
Mussn., si portó in processiono il quadro di Maria A.
adorno tli una magnifica collaua d.'01·0, pegno <li
grttziú :ricevutn. Fn.oevnno scorta di ooore 11,Jla,
-Mndonna unn oinquantina. di bawbine binnoo ve-
stite, mentre j crmtori locali eseguivano egregia-
mente l'..d.•11e niaris Stelfu. cou aHre lodi o. Maria,
o il popolo reoit:~va il ti. Rot1tu-io. l\\el pomeriggio
Vespri solenui. Dal 1897 lu eui eomiucinmmo 11,
celebrai: q_uestn festa, 111►11huno n·vuto sompTe iu
qncste motuoroude solunnita nn tempo Kplendido
ad acerescere ln. nostrl\\ eeulUtnzn. •
Noi oí rallegrinmo sinceramente con qaesti no-
stri Cool)6mtori ed aug1ni11mo loro nncor piu. co-
pioee benedizioni dall1i nostm cam Matlouua.
Caluso (TORlNO). - fl P1msicro ilcl Povolo
d'Ivrea ci davn UIJa belfo corx-i~¡,ondemm dolln
festa celebrata il 1° febbraio per l'onomastioo <lel
Prof. D. Franc.esco Gonvi, uell'Onttorio füstho
di Ca.luso. Rnllugrnndoci con quuuti niuta.no la
provvidcnzial& istituzione, el auguriamo cl11• abl>iR
a prospera.re ognor piu n beuofizi.o dei molti gio-
vanetti di quel centJ:o assai illlpo1'trrnte.
Cnstellaneta. -11 Rev.ruº C1111. Vena scrive:
e Benohe sia la primo. festt\\ oelebmta tri• 11oi nd
onore del caro San.to di Sales, quello.. del 29
troorso gennaio no11 potevn riusciro piu solenne.
Allo, mattina del dotto glomo nolla. olrieaa di
l!nrie. Ausilia.trice, cou l'intervento di tutti i Coo-
peratori e le Cooperatrioi e di numerosi fec.loli, ebbe
luogo 111, Mesaa eolenno. Alla 11era poi dopo il canto
dei Ve.spri soleoni e dopo an discor.;o lennto d.nl
Rev. Sacerdote D. Alesaantho Bottari1 il qunle
nel tessere la vit11o del Santo non mancb di no-
eennare in ultimo 11115º anniversario tlcll11 lllOrto
del comphmto D. Giov1rnniBosc-o ed 11150" nuniver-
sario dello Letture Oattolicltc , segul il cauto del
Te Detm~ con l'csposizione del Ve1rnrabile. Grande
!'entusiasmo deatato nei fedoli per i1 grao Santo
e per ! 'opera del suo predilotto devoto Giova.nni
Bosco. »

3.8 Page 28

▲back to top
-88 -
Ffoenze. - Laf~sfá della iS. Famiglia. - So-
Je1111i88-ima. l'imicl. q11eRt'anno la festa Utolaxe del
nohtro Oratorio delln, S. FI\\IDi_i;lin, in via Aretina.
8nn Eueellenz11. R11verendissii11a Mona. Alfonso M.•
Jlli:;trangelo, ohe a¡,pt·ozza tnnto !'opera 11ostro. a
t'ironze, si deg110 di recl\\rvisi o. cttlelir.1re la Met1s1~
.tulla comnniono generale: o non o a diTB quanto
m, 11bbiano 01:rnlt:ato i gio,•inett i dell'OrMol"io fo-
8l ivo. Oh! sor¡;a presto il gioruo cho <¡uesta. ca•
1·i~,:.i1u1t. fe~tá si possa ct'lebraru con maggior pompa
ud timt-0 :;ospirato S:wtonrio (1).
l~st (ANCONA). - .,J ll1 Oratorio Stilesúmo. -
RcJJ1~ riaso\\ In fest.'\\ di S. Froncesco d.i Sales. 11
uon•llo Pa.."tlite, l'occc!lentissi1110 liom1.
Giovauni BaUlsto. Ricci, si recb fin clnl
1n.ittiuo nell'Orntorio a celebrnrvi 1n S.
lfo,111a, P1imn di diatri buire ni gio,·aui
il Pano eucar11,tico, ri\\'01110 lorn u11 co111-
111ovl•nto fcrvuriuo. 1"urono it1pirate pn-
rolo cho foflammiu·ouo t11tti di en1·iti)
1:: di fede. Pun:,rn di i,autire lo. voce dol
RedcntoTo che v1,niava totto il 11ut1 enot·t•
oci suoi figli predilotti, i fonciulli. Ou-
rnule la Al(l~~I\\ del VoscoYo 1~ Sclwla
ccmtunm, tloll'Orntorio, conipn~tn di m•
gazzi, esegui bellii;~inü nioLlelti. .Ula
.;era 11oi il Huv.111º D. l•'mnce~co G111li·
belli doliueo l!tupcn<lnmonto lii soavo
tignrn di Frnucesco di Snles. All'Angulo
dellt~ Diocesi cho si mustro Co!-l ben<.._
, olo ye1·so l'upPra uo1:1tra, t-0ruiuo gru.-
iliti i nostri ilgli11li riugrazituuen tJ.
funciulli venno a riempiro la chie1;1a n1-l tempo
dello sncre funziooi e ad innonunre n1•1l1om del
ricreniutmto teatro, cortile, portici. scoi-razzanclo
a tutti i venti fra lo liete ar111ouie doll'1>gregia
Banda dell'f.!tituto, volteggirw<lo conul i u101ini
snllo quattro giostre 1 e focemlo bisbigli I risa,
scltinuuu:zi, np¡,lansi, fmcnsso, uu fiuimondo 311
ogni tt6 minuti. E poi'-.. E poi , e quusto fu il
colpo di grutia, e poi uua g1iLb!11ta l1i 1·otoudo
biancho pnguotte, cortoggiate da. larghe fotte di
salawo e da tohue t:i.zto ili vino ru poi;t:i. alla di·
screzione di -100 bocc11c. Un toneute di benedi
zioni tlnnquo tc111pomli ctl etomo agli eg1•ogi Sa-
lO!liuni del nostJ:o Istituto di San Giuse¡1po, cho
LAnuse-i (SARDEGNA). - .Al Collegio
Oo,witto. - muscitissi,ua fa fost~ ci....1
uostl'o Patrono. La sel'a, dopo le sac1·e
fum:ioni, alla preseoza di uno i:;celto
uditorio, si svol~e un geuialo tmt-teu_i-
meuto " che 1·isroseu fa sincem ammi-
raziono di tuUI o che dimostro uua. volta
ili piu , como gli ottimi :figli di Don
Bosco ennno con run111irabile iu<lu:11.ria
tra1· puTtilo tlu tutto, aia per teuere itl-
legtl i gioYani, sin. por addestrnrli al
canto, allo. recit~, alln declamazione.
nN·sopnon8t0l01t1rtoevUalrlJI¡ai
arole co
Sliru...,~,!Jllli
nnvti.,n..,.uttJaz1·iclc,
oor-
per
mu •
Dl. S1g. lng. Barone Giuseppe Carelli
Arcl1íUit;to 8 ll1111c(al,LOJ'\\• della 011~11 Sa.fosill,IIIL ¡Jj Nn1ioli.
tributare <legua lode all'ottimo e infu.ticabile di- eredi dello si,u·ito di D. Bosco n~pirano ad emu-
rettore prof. llnttoo Ottonello, cho a tutto pensa, lame lo zelo oella gran missiono, che e lt~ nota
a tutto acoudisco o - ció cho r(ICQ. meraviglia -
rietfco a t1:aafondero in quei tunori füncinlli il
gusto delioato della veru musica classica. ,.
caratteristica ifolle sue opere, dell'Orntorio fe
stivo "·
~lN,~ina (S1c11.1A). - Scrivouo aJl'ottiwo Sole
Lugo (RAVENNA). - La Jt¡¡tcr <lcll'l111mncolalcJ d11l Jl[cz;:ugior1lO (1) iJl u.ata 3 feLbrnio: e Domo-
alt'óratorio festivo. - IJ Cauouico Don Pompeo nica acorl:!a n(Jll!~ cappolla dcll'lstituto S. Luig¡
Petroucini ci tln una bella rolar.ione delll\\ festa. si riunirono i Coopemtori Snlc1;iaui per soleon.iz.
celebrntaai 1'8 dicembru in quel nostro Oratorio. liare la. festa. dol loro Patrono , il gloriOl!O Sllll
D01,0 tli 11,ver narra.to dello bello íunzioni dol mat- Frn.ncesco di Satos. Vi fu Messii solenne celebratn
tino <lice che • la sera un numero Htrngraodo di
(LJ Tornin.mo a rn.coomn,nd&r6 ai noetri Cooperatori
'oppo.i:tnni&!irooperiodioo mensile La Sacra Faniiglía.
- Prezzo d'al,bonamento lJ, 2. - Rivolgersi 1illa Di•
wooe: Via Fra Oio1·. .:l119clico, 16, Firtm::e.
(1) Cogliamo di JtllOVO JI\\ ¡,ropizln, oecn.sioue per rac-
comaudtlro vivamente qucsL'importnuto foglio eatt.o-
lio.o, slllllpre :rioco tli 11otizie u cli ¡m¡úosi atudl sulle
queationi attuali. - Abbou, annuo L. 18. - Rivol-
~ersi ali.u. direzio_ne in Pa.lenno.

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- 89 -
dall'fll.mo e Rev.mo Mons. D. Giuseppe Scar- t'ntto eio che s'era C'ompiuto n. l\\Iilano nell'anno
cella1 e vi nsslst.otte S. E. Rev.m1t Mons. .Arci- decorso ¡ ricortJi> 11 maggior .numero di giovinetti
vescovo d'Arrigo. Dopo il Vangelo il Rev.mo potutisi riCO\\"'enrre , e come tra questi ben 105
Prof. Can. Hra.oo con cnlda e forbitft parola parlo siano a carico tot.nle <lell'lstituto; e nello steaso
della i~tituziono degli Oratori fost,ivi di D. Boaco, tempo fece con piacere notn,re come fossero gi1\\
de1 beno che n.pportauo nella gioventu e1 per
con11egullllz11, ncllil 11ociet:\\ civilo. La sua paro1",-
molti gli n.rtigialli 11eciti dall'htituto perfezionati
nell'arte loro, e che avevano uelJe val'ie officine
come somp11·e, en~usiasmb 1' udi~)rio. Si passo dato di se ottima prova, tn.nto cl1e il Dirottorn
quindi alln. questua tra gli intervenuti.
viene continoamcute richiesto dei RUOi gioyauettí
,. La festa riusci ,;olerme, e, dal numero degli da vari pa.droni di oftlcine. Anche Mons. l\\forganti
intorvem11i, c1e a concbiudere q111mto 1iccett11. sia volle raceomnndnre la nuo-va Cbiesa rii Snnt'Ago-
iu Measina ht ¡,alutare 11zione dei figli di Don stino, fücendo risaltare la. opportunito. e la con-
l3osco. "
venienz11, che a Milano sorga fiua.lrneuto dopo 16
secoli un tenu>io dedicato al grmulc Penitente di
Milano. - Toglin.mo dnlla .Lega Lom,bar<la Tagaste. Con fülice pe;nsiero ricorcfav!t come i uo-
del 23 follhrnio : • Qu11nto sono liete e soavi le stri pellogrini di Tena Sn.nta si 1·ccsJ.sR111·0 a Da-
fést,e alibelUte <1,tlla fede e dalla carita cristiana! masco <love S. Paolo aporse gli occlii alln. fe<1e1
Tnlí sono appnnto q11elle che spcsso cj fauno gn-
st.are gli ottimi figli di D. :Bosco e i lol'O pove1i
per
egli
ved<')rne
<lisse, D
alemans\\ecmo oeriMe. ilPaenlo,gre:mM(illeanSo.
Agosl ino,
)1011 <luve
orfo,nelli. Chi si trova nel loro Istitnto ecl Osl!erva mancare d'un tempio consacrnto alla sua memo-
q_uei $50 giovanetti tolti nll<~ stmde ed 11lle piazzo ria. 11: qucsto il clesldedo anche del g1•audo Pon-
della cit,t,\\ e dei paesi e si puo dire strappati teftco Leone XIII, desiderio cho il Papa gli aveva
molte volte a.lle menfl <lei tl'isti ed 11,l ceH1Ll11:re, esf)resso nel sno coucistoro, l>t:nccliceudo a t11tti i
chi li osscrva vispi ed nlle,gri nelJn loro 1·icrea- gcnerósi oblato1·i.
zione1 co011iosti e devoti nella cappella, ntt,enti e
~ Prese quindi la parola Sua Emhwnza il 1101'\\!¡}'o
labonosi uollo scnole o 11ei labomtori, cbi Ji yede Cnrllinal .A.reiveacovo: « Fo plnuso, egli tliss<',
in tali gior11i, in mezzo ui loro cul'i I.Jenefaltori, n, qn1tuto ui~sero i due oratori, o fo voto 11ffinche
sul cui volt-0 lllll'e _l.)rjlla Jo, gioia éd il contento l'opera iniziat11¡ abbia il suo compimcnto. ,. Ri-
per beul'ficenzl\\ fü.tt:i, non -puo non commnoveti;i, C<ll'do il be11e grn.ude cl1e si fa aUa gio\\'eutu ue-
o toi¿carn con mano i mirncoli della carita ili gli Istit11ti salesiani, a q11cTin giove11ti'1 clte og~i-
CJ:isto.
giorno, ahba.ndonata. n se stcssn iu prefü-1" ni v1zi
,. Ho volnto interve11il'o alle solenni ono1·11nze o ai pericol' clel montlo, va a riem¡iire le cal·ceri e
che l1rneill e mM-terl1 16 e 17 con. prestarono al le prigioní. Facendo suo il <letto di S. Ambrogio,
loro patrono S. Francesco di Sales. ~el p1lme1·ig- cl1e i veri ricchi souo quelli 0J1e diurno, esorto i
gio di lunedl, nella eappolla dell'Istituto allietatn. presentí a vole1· tesoreggim·e pel ciclo coll'n.iuturu
tJalfa prei!enzu (lcll'Em.<i Carillnale nostro A.1·cive- l'opern. salesiana.
scovo e <li S. Ecc:. Mons. Pttar¡n11le Morganti, ve- " Ovnnque io vatl11,, disse l'i11signe porporato,
mito pe1· la circostamm, dn Bol.ihio I ehbo luogo io dico sempre : ;e Date , ma noil por me beus'i
l'nunuale couferemm, ai Conpomtori ed alle Cc,o- pel be110 della religioue, pel bene clelh~ Ohit>sa,
pcratrfoi delle oporn <1i D. Hosco. Dopo fa l et,tura pel \\,ene della diocesi nostm. Questa sera io parto
della lettora-t,ostiimento che l'immortale apostolo J>or Roma, e inginoMhlato ni piedi del Santo Pa-
torin~se lascio ai snoi 1>enefatLoti1 il Reverendis-
suno D. Stefano Trione prese la, parola. P orto il
dr·e, domanuero una 11pedale benediziono pei· i
Snlesiani ed i giovanetti di quesLo istituto e pei
iialnto D. Rna n. Sua Emiuenza il Cal'di11ale, n.l loro llenefa.ttori •.
Voscovo di nobl1io e a tutt.i gli iJ1torven11ti, e L11, benedjzione del SS. Sacramento imp:n·titn.
veuno poocia a lmf taro del -prosslmo Collgresso dn. Mons. ?iforgantiJ c1iiuse la f,:nuigliare qunnto
~a.lesinno iutemniionale che si lerrA a, Toriuo, cuí, cara adunamm, dove il cuore se11Li maggio1·meut.e
a uorue puro (li Sua EminenZ\\\\ il Cn.rdiJ1aJe Ri- illlnta1·si alle opere di carita -verso i JJoveri fan-
chelmy, invit!n•a i Coopemtori ruil1t11esi. Int-0rno ciulli. E quando usciti nel c(irtile clell'lst.itu.to ci
n uno punti _part.icolurrnente, a due pnnti cli sornma vedemmo attomiati cla quella tmba di giovanetti
impol'l-nnza s'aggirera il Cougresso: « La gioventu dal volto raggiante di gioia, l'animo nO!>tro pro-
operain che t.11.uto interesan il cuore di Sun, Santita fondfilllente commosso : 011 ! Signorll, esclarub, venga
Leone Xlll, e le missioni 11011 solo fra gli ínfü- prest-O il giorno in cui non solo treceuto, ma qnatt.to
deli, ma eziandio fra i nost1:i emign1ti d'Amerlca. » centoJ mille sianoigiovanetti quiedncati in quella
Disse quindi dol grande sviluppo ¡n•eso negli 11l- religione che sola puo formare cíttadini vern-
t.it11i anni dalle opere MlesinJ1e e della rapitlita meute onesti e prohi.
in pa'l'ticolru: modo 0011 c11i i Cooperatori di Il\\Le- • Ma.i-ted), si celcibrava fa festa ad onore di Sn.n
nos Aires, di Nic01e1·oy, di Ba.rcellona avevano jn_. F:raueeseo di Snles nelln. chlesa c1i Santa Maria
nalzi\\to graudio:-si santun.ri n l\\l111·ia Ausilintriee e Sc~eta.. Sulla porta tlel te,npio l eggevasi 111¡11,
al Sncro Cnore di Gcsii, e fece voti cl1e a.nche la. appropriatn isc1·izione. Edificnute fu il coucorso n
naovn chiesa cli S1rnt.'.Agostino in MilBno sorga con quella sacra funzione di egregi cooperatori e ill
la stessn, mpi<lit;\\. cio cl1e 1Jgli si r1prometteva benomerite cooperatrici. Pontifico soleuncmente
conoscendo 1\\ prova qnanto sin. grande e generosa Sua Ecc. M.ons. Pasquale Morganti. I gic>vanett~
la carita dei rnilauesi. I Coop-Omtori ill Mihtno, della Sclwla ca1itor1im delJ 1Istitttto colla ormni
egli concluso, uon facciano di piú, ma continnfoo bon couosciuta lol'O abilita, con 1n, simpatica nr-
a fnre cío che fece.i·o sino ad ora, e cosi sorgera monia deile argentino loro voci, con perfeH.t1, in-
ben presto quel tempio che sarA grato a. Sua Erui- tonaziono ed i1 gnsto pío fine , ci Iecero gustnre
nenza il sjg, ,Cardinale, compirA i voLi di Sna Eccel- la gi·antliosa }fossn Salve, Re{¡illa, 11 4 voci, del
lenza Moi1s. Morganti, di D. Rna, e dei figli tutti m.º G. E. Stellie e l'OJ.fe:rtorio Oplavi et clat·uB est
ill D. Bosco.
11iihi se118U8 del m.0 A. Douniui, vice-direttore
,. Jlllonsignor Morganti qu.indi, n norue dell'ot- della Cappella clella Santa Casa di Loreto. Quest-0
timo ed in11tancnJ.,ile direttore dell'Istitnto, Don nuovo nrngistrn.le lavoro, ins11irato nlla pfü olas-
Lorenzo Snlazzo, pnssa rapidamente in 1·a.ase¡,rn.a sica polifonia1 squisitamente eseguíto, 1·ileva i

3.10 Page 30

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- 90
auoi non oomuni pregi che omoi gmndi ossai ha
r~giunto il vnlente quanto modesto eompoeitore,
ctu inviamo le noetre piu vive e 11chiette eongra-
tnla,;ioui. Al Vangelo il sullodato D. Trione saliva
il pergnmo per teasere il Panegirico di S. Frnu-
cosoo di Sales, faoendo risnltnro specialmente lo
11elo nrdonte, illt1mi.nato e costante del grn.nde
Apostolo dello Cbiablese •·
Riobnmbn (EQUATÓRE). - Da una lettera del
nostro D. Domenfoo Comin, partito per l'Equa-
tore, poco primo, doll'ultima solenne partenza dei
nostri Miasionari, spigolinmo qoeste uotizie. -Al-
1'.Avana avammo una grndita sorpresa. 11 Pt·esi-
dente della Cooferenze di S. Vincenzo de' Paoli
ci oondllS88 a viaitnre una. bella. caao.che cederebbe
snbito ai Salosiani, percho vi apTissero un istituto
per IB gioventil ubbandonAtA, Mi pan-e che i Sn-•
lesln-ni non piancherebbei·o di trovare cola i mewi
necoasn.ri per for fronte alfa nuo,;ro. missiooe o che
incontl'orebbero generosi cooperntori. L'Ároive-
scoYo ba molto a cnoro la cosa ed a.ssicura tutta.
la 11na prota.iono. Le antoritil. non molet1tano. Il
luogo o amenissimo ll poco lttngi da.Un cltt-1\\. Qui
ci offril·ebbero 11\\ direzione di unn. tipografüi ns,;ai
bene i ncnmminnta. Corto il bisogno che ha JIA v1ina
dbai1e1ld.toi 1s1iatpar eengdran ncduem. ,
della. gioventu povera e nb-
Si peuei che la cittA, cosl
m'ban rletto, ha quusi qoattrocont-0miln nbitnnti...
A Pnunm:\\ fummo commoasi Yedendo cume il
Voacovo volle n, tutti i coati cl10 íossimo ospiti
snol, ne' qnattt·o glorni che el dovemmo íorm/\\re.
Ci tratto con nmorevolezza, cho supero. ogni rico-
nosconm. Non solo ci volle commeus11-1i, rua spesso
veniva a noi nncl1e durante il giomo, por füTci
comrnguin. éi miso a disposiziono la parto piu
belfo, dol 1>nlnzzc> vcscovile. Sontendo <leila pro-
poatn ohe ci avovnno fatto all'Avnna, ci confermo
che entobbe proprio necessario che qualcbe 1mle-
11ianu vi si stal>ili11.~o qnnnto primn. - Il $ignore
1msciti novelle vocnúoni per poter appngare le
tnnto c1oumncle, cho continutunente ci si fünno
per n,1ove fondazioni.
Romn - I>c•I Cal'd, l 10nroccbi - • 11 27
gen~1aio, acrive l'Osscrraum1 Jl1n11rrno, fu celebrato
dni Snlesiani o 1)uJ loro alunul, uelfa Chiesa del
Sacro Cuore ni Cil'ilro Pretorio, un solenne fnne-
rale in suffmgio clcll'nnima tlel loro C1mlinale
Protettore. II ricco t.11molo 01'!\\ circondnto da nu-
mr1·011i ce1·i. Cekhro la S. Mes~n. il Rev. D. Gio-
v11,nni Mnrenco, Pror1ll'litoroGenet'nle dei Sn.1esiani,
nssi..tmulovi tntt i i Superiori ilell'Ospizio con 11.
cnpo 11 Rev. Prof. D. Frnncesco Cerrnti. qnnle Rpo-
cialo invinto omp11. del Sup. Gon. D. M:icbelo Rnn•.
S(•hio. - Oi Rcrivono: < Anche l'Istituto San
Luigi cll Scltio, ct,leliro queat'u.11110 con llpiccl\\ta
pomp1i In, sempre ilolce festa del nostt·o l'atl'ono
S. }'rnncesco cli ~nlcs, il giorno _primo <1i feb-
bmio. Al ruattino nnmerose furono lo Comonioni
dei buoni giovanotti cho f.rt·qnontano l'Onitorio
fe.~tivo o le scuolú complement111·I o sern.li. Alle
9 ¼ vi fo la Mti,;~11 lottn dn. quell'elett11 Oguru. di
Sacerdote oporoso ed amnbile, Mons. Frnncesco
Pnnciorn, il vp1•0 Pndre dei Sulcsinui di Schio.
Tcnn1• il di~co1•¡¡0 d 'occrurione il 8/llcsiano Sac. Mar-
tino Hecnlcati, sempre caloro110 ed efflcace... .El11t-
trir.zo 01l incatcno per oltro 1rn'ora i Benemeriti
CoopemLori e lo llenemerlte Cooperatrici insieme
ad uu numeroso dmppello di 400
tra meuani ed auulti.
e
piu giov11,ni1
.. Dopo le funzioui della sera vi fu un piccolo
tl'att~niJnento mueico-letternrio corale in onore di
Mons. Fra.neeeco PT1meie.ra., obe tanto opero ed
opera a. favore della gioventu Schiedensc. Com-
1uosso Ti11graziav11, ed angurnva che l'opra dei figli
di D. Bosco, cosl bene iniziota in Sohio, dHnti
eempre pin, e vaglieggio coll'intuirione del Pro-
fota l'attunzioue integra.lo del dii.egno e pro-
grammo. elle nelln. ridento M1Lucbester dtil Venoto
i Sa.lesian.i desiderano svolgtire a V1Wtaggio della
giovent:i'l opeTaia e studiosn. Trn i numerosi e
molteplici istituti di illuminata beneftcenza, che
la bella e ridento Schio pos~iede e sostiene, guarda
oortamente con eimpatin. quellto di D. Boaco, fon-
dato in modo speoiale pei tlgli del popolo. Ma.
non basta eia guardato ed imitato soltanto da
pochi, conviene sia appoggiato ed niutat,o <la molti,
ecl allora i buoni Schiedenai ealuteranno nell'lati-
tuto 11alesiano S. Ltrlgi la vera casn. dol r,opolo,
perol1e asilo di eicnrezza. e palest1:a non dnbbia
di virtu e di ea.pero. •
Torino. - .d.Zl'Oratorio di Valdl>cco. - Ci
gionsero da molte partí le piu bello relazioni dena
festa di S. Frnncesco di Sales, ma ci JllLre che
per e,uetare tuttn. la soave osult.nuza di qucatl\\ so-
lenmtA1 bisogna trovarsi nell'Omtorio di S. Fran-
ceaeo ui Sales in 'l'orino, donde il culto nll 'ama•
bilissimo Vescovo di Gjnevi·n. si dilfuse con 1niovo
vigore in ogni parte del mondo , insie111e con la.
Pi& Sociefa che D. Bosco vollo da lui intitolnta..
Numerosissiwe lo s1tnte comunioni; imponente fa.
Mossn. solelllle, ponlificnta. da. St11~ Eccellenza Re-
vernndissima Mons. Giuae¡,r,e Salvatore S('alii,
Vesco,·o di Savoun. La meas1i a qu.nttro voei del
M.0 Remberger rinscl di mirnbile effotto; e pino-
quero nasai lb parti variabilí cscguile in canto
gregoriano, con mm fine1.za di ospressione mira-
bile, do. sole VO<',i lliauche.
Dopo i Vooprl pontifloali, snll il pergnmo il chia-
ril1!\\imo prof. D. Albino Cnrmngnola, il qnale con
eloquenza slllilgliunto trntteggio la grandiosa ft-
gurn, di S. FrattC-09cO di Soles, f.neen<lo 1·it1altare
com'Egli si11si f;1tto tutto a tutti - speci11lment~
ui poveri- in ogni stndio delJ1\\ 1ma vit.n,, Lmendo
di r¡ni, con molti\\ officncia, la rngioue pet· oui Don
Bo11co elosse il Sales a 1.mo spccinl _protottore etl
n patrono della 11ostra Pin Soeietu. Ca11LM0.ii un
religioso Tcmtu11~ ergo, ~on,¡. Vescovo im¡>nrti
la trili:1 bene1Ü1iione. La cu.ri1u1ima, fesi:a si d1iuse
con una splendldn mppresontnzione delle Pistrine
del 11rn1tro D. Lcmoyne, e l'eseouzione di scoltis-
si111i pezz.i mns!cnli,
Ui<cendo dn.l t..-atro, molti rieor<lavano comroossi
In fei,hl ,li S. l'rnnt·esCQ di Snles ce]cbrata qni.n-
dioi nnui fa, con D. Bosco ngonizzanto. Gli ocohi
si volgc•ano con Jlt'III\\ nlle sue cnmerette, come se
ancora vi fosse stnto il ouon padre moribondo; e
(lue glomi 11,ppressu, sabato 8l gennaio, ci mcco-
gliemmo tutti uel Santuario di Maria Au,¡iliatrice,
copcrto di gr1m1aglie, per sufüngnre l'anjma eletta.
del nostro Fonclatore. Pontifico nuovo.mente Mon-
signor Vescovo Ginseppe Sc:ttti. SeveTo il gnm-
cli()S0 turuulo 1·icco cli faci, 1·<·ligiosa e pn.totica. la
mnsic,IL <lol nostro D. Pagelln, numeroso il con-
corso dei nostri Coopemtori.
- Pel Cardinnle Lucido Mnrin Pnrocehl, Pro-
tc0Uore della Pin Societa dei Salesfani , ai fece
auc!Je qui in Toriao, nella chieM di ~foria Auei-
liah·ice un funornle di trigl'Rimn, come si era a,n,,
nnur.iato. Nella. Messa clella comunib\\ si erano
recitnte u.¡isai prcghiere pel sutrragio dell' anima
berwcletta dell'e~iluio Porporoto, e poi nel func-
rale celebro la Ml'>1sl\\ il venerato noatro Superiore
con l'assisfonza. dt S. E. Monsignor Luigi Spa.n-

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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-01-
dre. SI c11nt.b una bella Messa del Mº. D. Gio. Pa-
sella. Bulla porta della chie11a si leggeva la se-
gneute sem1ilice e corretta inscrizione In.tina..
Lucido M. Paro«ihl - S. R. B. Patri Oa,rdí-
mdí et patrono Sulcaianac lfamilia.o - Bono pmoca-
triri fmiua inslauramus,
T1•e,1ig1io (Dimo.uro). - Deccn.nio. - Ln festa.
del nostro Patrono, cui si unl i1 ricordo del primo
decennio di quclla.nostra. fondazione e l'onomnstico
dell'inslgue 11ostro l>enefa.tto1·0 il sig. D. F1•11Jloesoo
Rainoni, fu solennissima. Le fu11zioni religioae fu-
rono celebrate con ~ran po1npa. nel Santuario dolla.
Mndonnadelle Lacriwe. Al.la Me!<sa,solenne, cnntata
da Mons. Prevoslo, 11isse un eloqnente pRnegirico
di S. Fre.ncesco di Sales il M. R. Don Pompeo
Ghetzi. La Sclwla. ra11tom»• dol Collegio oaegul ln.
gmndiosa Messri Rc11edicamus 1Jomi1w a 4 vooi clel
Perosi. Le note soleuni risuonnrouo uel vasto Sn.n-
tuario come iuno di gloria e di tingraziameuto,
osanuando a Dio ed alla Verglne del!e Lnorime,
ni oui piedi, <1ioci anni or sono, il nostro D. 1''ran-
ccsr.o Cottrilffi, insieme con <lue giovrtni oonfra-
tell!f si prostrnva appena nrrivato in 'l'rovi¡;lio.
Que In. preglli<'m fütta in una malinconicn 11era
dell'ottobre 1892, tra. i eospiri ti le lac_rime e nella
u·epiduzione doll'avvenire, l>enedetta dnlln Ver•
¡;iuo, fnceva germogliare e crescere tra l'nbnegn•
zione ed il lavoro iudefesso, qnoll'opern. che al
tli1·0 doll'.Eco tli lJ1-rganw, in l11·eve tempo creÍ1be
giga11 te, ed oggl 1•ont,i uel le aue scuole 800 llluuni,
di oui un centina.lo eirea. sono ~ovanetti della
cittA, e nei giornl festivi pib. di 600 giovanetti
aduna.ti nell'Orn.torio attiguo al collegio. I nostri
m igliori ringrazio.menti ai buoui 'rrevigliesi e par-
tlcohwmente al zelo.ntissimo Clero, a Mons. Pre-
vosto ed a.l sulloclato Don l!'rancesco RaiDoni.
,•e rooa. - La festa di S. Franceseo di Sales,
celobratasi in qnol nostro Jstitnto non potevo. n.vere
un esito piu eon11olante. Tanto le sacre fnuzioni
allioLate <la aceita musica sacra, come i1 trn,tteni-
Dlento dramruntico-ruusicnle con cni ei chiuse la.
bella giornnm, nndnrono n meraviglia. Jila quello
che oi par degno cli particolnro encomio b il cli-
scorso dett-0 alla Messe. solonno dal Rev. D. Ales•
eandro Ma7.zoui condintore in S. Nicoll>. 11 Ve-
ro11a fedele, lo diase un cliscorso iudovinatiasimo,
cl1e ei rlcordera 1i longo. Su! tosto scrittw·ale: a
Do111i1io faotunl e11t 1$tt1d... Dei adi1tlo1·cs smnus,
egli mostro cho nell'opern. di Don Bosco si ha
un1opera divion, riscontrandovisi i cnmtteri dello
opere divine, cioe il peusiero iepirato - la. aan-
titl\\ dell'operaio - jJ successo memviglioso -
l'intuizione del modo e dello scopo - lt~ oorri-
spondcnza. ai biaogni del tempo. Ogni pn.oto fu
dt\\ lui svolto cun rnpidi toccl1l, dai quali 1m1ergeo.
nitirln. lo. grandeu.a del qnnclro. Bel!iesimo il pa-
rn,llelo fra )'episodio evo.ngelico dell'nmbaseinta
di Gio. Battit1tn 1~ Gesu Cristo e i frntti spirituali
dell'Opera. Salesiana.
f,fflBK■ tmat■ B=i
francesco Glacomdli
. di Hvlgliana.
~~
uesto buon
llli vigilin
Oooperatoro spiro ea11tnmonte,
del suo ouomastico, nell'in-
vidiabile et:\\ fü 86 anni. J~rntello ele] caro
coufessore di D. Bosco, nnch'egli era nll'ezio-
1u1.tA!!llimo al nostro buon Padre ed a tutte
le o¡>tire sne. Negli ultimi momonti mostro
tU avere un sol desiderio, quello di baciare
o,ncora, unn volto, la mano clel Succossore di
Don Bosco. E i1 Signore lo consolo: D. Rua.
fn n. visit.'lrlo¡ ed egli, il giorno appresso, 3
ottoJJre 1902, volnva in Pnracliso. Sia pace
nll'auima suu. .All'addolorata famiglia le no-
RLre ae•utite co11<1oglia,nze; e1l al c::n·o estint-0
aubonclanti auil'ragi dai uo~tri Oooperntori.
Dalbon IPietro di Dare
~~ ucsptl-a0refcoel'svseondtei
cristiano
vivel'e lo
e maestro esem-
sco:rso dicembre.
Zelato1·e assitluo <leille opero Salesin,ne, al cui
Hviluppo prentlova parte grandissima, cer-
eava iufoudere ucgli altri il auo zelo1 ciüfon-
dendo sopm t11tto la lettura del uostrn Boi-
lettino. E mot'Lo do. uomo giooto, semplice e
retro come era vissuto, e Ja. sna memoria sara.
in bonedizfone et.orna presso i suoi couter-
1•tmei. Sin. pace :ill'anim:l. sun.
eltlla tassinarl ved. lllampl
di faenza.
X bbiamo perdnto un'altra. esimin benefo.t-
f'I trice, colei cho i 11ostri (Jo11fratolli 1li
Faenza cl1iamavano mnrit.arnente col nomo di
mamnial La. Signora Olelin 'l\\1Ssillnri vedova
Rampi, nell'eta di 'i1 anno, volava a ricevere
il premio delle aue virtu 1n matti11a del 12
p;ennnio. Oonobbo il nostro amati8l!illlO Fon•
dato:re, prima nuoom ello ai nprisso la nostm
casa a Faenza. e fin d'nHom fo nostl'n. bcme-
merita Oooporatrice. Pl'o\\'ata. dal Sig-uore in
milla guise, principalment-, colL'I. perdita dei
suoi ftgliuoli, adotto i iigli di D. Bosco ed
ebbe per loro o peí loro biricchinetti nn cuore
di maiélre. JiJ q nal maclt'O! Qmmtlo I dol)o la
disgra.zie che ln. colpirono, si avvicle di non
poter pin soccorrerci cosl largamente, phi
voJt.e fu vista piangere ¡ e no.n potendo f:u·
altro, si dava. attorno u a<>llecitare p6r noi
la. carita di altre benefülLríci.
Noi sia,m oorti che In suu bell'anima avr:\\
a quest'ora riveduto iu po.ratliso, insieme cou
D. :Sosco, anche il suo caro Mons. 'l'aroni;
ma tuttavia. l:11 racoomamliamo cal<lnmente
allo preghiere dei nostd Oooperatori. Sorga
ohi pubblicando i santí esempi di q uost'e-
roinn, compia un'opera buonn, e tram11ndi ni
posteri tanto soavo profnmo di emineuti virti'l
cristiane.
Con permesso dcll'A utoritáEccleai&stica. - Gorente, GIUSEPPE GAMBINO. - 'f<>rino, 1903 - 'fipogra.lla Salesiana