BS 1920s|1926|Bollettino Salesiano Marzo 1926

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

ANNO L   TORINO - MARZO 1926   NUM. III

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: VIA COTTOLENGO, N. 32 - TORINO (9)

SOMMARIO: "Vorrei abbracciare lo stato ecclesiastico". - Per la Beatificazione di Don Bosco. - Anime riconoscenti al Ven. Don Bosco. - In preparazione al Congresso Internazionale: Assemblee nazionali: Convegni regionali: Tra i nostri allievi. - Al rev. Clero: "Atti della S. Sede". - Nuovo Vicario e nuovo Prefetto Apostolico. - Dalle lettere degli ultimi Missionari. Tra i Bororos. - La situazione dei nostri Missionari in Cina. - Gli "amici" di Domenico Savio. - Un appello appassionato e commovente dal Rio Negro. - Le meraviglie di Maria SS. Ausiliatrice. - In suffragio di S. M. la Regina Madre. - Visite auguste agli orfani di guerra a Torino. - Notizie varie.

"Vorrei abbracciare lo stato ecclesiastico "

Cent'anni fa, per la strada che da Buttigliera volge verso Murialdo e Castelnuovo, sul tramonto di una sera d'aprile, scendeva animatamente conversando una folla di contadini, accorsi alle Missioni che si predicavano a Buttigliera per l'acquisto del Giubileo, esteso da Papa Leone XII, dopo l'anno santo 1825, a tutto il mondo. Le conversazioni commentavano i discorsi dei predicatori; mentre un prete venerando, già curvo per l'età, che s'era recato anche lui alle prediche, non riusciva a distogliere lo sguardo da un ragazzo dai dieci agli undici anni, piccolo di statura, dai capelli inanellati, che se n'andava a capo scoperto e in gran silenzio, come se fosse solo.

Che andava pensando il fanciullo? Riandava una delle prediche udite, su la necessità e la convenienza di darsi a Dio per tempo.

Orfano di padre a due anni e mezzo, d'ingegno vivace e di soave bontà, era cresciuto un angiolo alla scuola della mamma, donna pia ed egregia massaia: ed in quell'ora, dopo quella predica che gli lasciò nell'animo una impressione indelebile, forse ripensava al « sogno » che aveva fatto l'anno prima, e di certo sentiva più viva la voglia di farsi prete per radunare attorno a sè tanti fanciulli, intrattenersi con loro e crescerli buoni e timorati di Dio. « Ma come?! » era questo il problema che lo preoccupava, grave e, in apparenza, insolubile.

I suoi di casa non potevano avviarlo agli studi per mancanza di mezzi. Ne aveva più volte parlato alla mamma, e la santa donna era disposta a qualsiasi sacrifizio e a cercare ogni via per accontentarlo: ma il fratellastro non voleva saperne a nessun costo. « Studiare è un perditempo » diceva Antonio; ma Giovanni, il piccolo Giovanni, che avrebbe poi procurato a tanti poveri giovani il modo di studiare, andava ripetendo tra sè:

- Ah! se io potessi andare a scuola!... Se io potessi studiare!... Vorrei abbracciare lo stato ecclesiastico... vorrei farmi prete, per star sempre in mezzo ai ragazzi!...

Quel fanciullo era Giovanni Bosco! Ed egli stesso scrisse una pagina su questo interessante episodio della sua vita, quando, d'ordine del Santo Padre Pio IX, si determinò a scrivere tutti i particolari più interessanti riferentisi alla sua vocazione ed all'inizio dell'Opera Salesiana.

È una pagina che restò inedita sino ad oggi, perchè il caro Don Giov. Battista Lemoyne, il diligentissimo biografo di Don Bosco, conoscendo intorno a questo, e a qualche altro fatto, per averli appresi dal labbro stesso del Venerabile molti particolari non accennati nelle sue Memorie, non volle limitarsi al racconto di don Bosco, ma preferì offrirci un racconto completo, innestando alla narrazione del Venerabile quel tanto di più che da lui e da altri seppe raccogliere.

Ed è, questa di Don Bosco, una pagina semplice e scultoria, che delinea candidamente la vocazione e il fervore giovanile dell'amato Fondatore.

Il racconto di Don Bosco.

« In quest'anno (1826) una solenne missione, che ebbe luogo nel paese di Buttigliera, mi porse opportunità di ascoltare parecchie prediche. La rinomanza dei predicatori traeva gente da tutte parti. Io pure ci andavo con molti altri. Fatta un'istruzione ed una meditazione, in sulla sera lasciavansi liberi gli uditori di recarsi alle case loro.

» Una di quelle sere di aprile mi recava a caso in mezzo alla moltitudine, e tra noi eravi un certo Don Calosso di Chieri, uomo assai pio, il quale, sebbene curvo dagli anni, faceva quel lungo tratto di via per recarsi ad ascoltare i Missionari. Desso era cappellano di Murialdo. Il vedere un fanciullo di piccola statura, coi capo scoperto, capelli irti ed inanellati, camminare in gran silenzio in mezzo agli altri, trasse sopra di me il suo sguardo e prese a parlarmi così:

» - Figlio mio, donde vieni? Sei forse andato anche tu alla Missione?

» - Sì, signore, sono andato alla predica dei Missionari.

» - Che cosa avrai tu mai potuto capire! Forse tua madre ti avrebbe fatto qualche predica più opportuna, non è vero?

» - E vero, mia madre mi fa sovente delle buone prediche; ma vado anche assai volentieri ad ascoltare quelle dei Missionari, e mi sembra di averle capite.

» - Se tu sai dirmi quattro parole delle prediche di quest'oggi, io ti do quattro soldi.

» - Mi dica soltanto se desidera che io le dica della prima o della seconda predica.

» - Come più ti piace; purchè tu mi dica quattro parole. Ti ricordi di che cosa si trattò nella prima predica?

» - Nella prima predica si parlò della necessità di darsi a Dio per tempo e di non differire la conversione.

» - E che cosa fu detto in quella predica? soggiunse il venerando vecchio, alquanto maravigliato.

» - Me ne ricordo assai bene, e se vuole glie la recito tutta.

» E senz'altro attendere cominciai ad esporre l'esordio, poi i tre punti, cioè che colui il quale differisce la sua conversione corre gran pericolo che gli manchi il tempo, la grazia, o la volontà. Egli mi lasciò continuare per oltre mezz'ora, in mezzo alla moltitudine, di poi si fece ad interrogarmi così:

» - Com'è il tuo nome? e i tuoi parenti? hai fatto molte scuole?

» - Il mio nome è Giovanni. Mio padre morì, quando io era ancor bambino. Mia madre è vedova, con cinque creature da mante nere. Ho imparato a leggere ed un poco a scrivere.

» -Non hai studiato il Donato o la sua grammatica?

» - Non so che cosa siano. » - Ameresti di studiare? » - Assai, assai. » - Che cosa t'impedisce?

» - Mio fratello Antonio...

» - Perchè Antonio non vuole lasciarti studiare?

» - Perchè non avendo egli voluto andare a scuola, dice che non vuole che altri perda tempo a studiare, com'egli l'ha perduto; ma se io ci potessi andare, sì che studierei e non perderei tempo!

» - Per qual motivo desidereresti di studiare?

» - Per abbracciare lo stato ecclesiastico.

» - E per qual motivo vorresti abbracciare questo stato?

» - Per avvicinare, parlare, istruire nella religione tanti miei compagni che non son cattivi, ma diventano tali perchè niuno ha cura di loro.

» Questo mio schietto e direi audace parlare fece grande impressione sopra quel santo sacerdote, che, mentre io parlava, non mi tolse mai di dosso lo sguardo.

» Venuti intanto ad un punto di strada dove era mestieri separarci, mi lasciò con queste parole:

» - Sta' di buon animo, io penserò a te e al tuo studio. Domenica vieni con tua madre a vedermi, e conchiuderemo tutto.

» La seguente domenica ci andai di fatto con mia madre; e si convenne che egli stesso mi avrebbe fatto scuóla una volta al giorno, impiegando io il rimanente della giornata a lavorare in campagna per appagare il fratello Antonio. Questi si contentò facilmente, perchè ciò dovevasi cominciare dopo l'estate, quando i lavori campestri non dànno più gran pensiero.

» Io mi sono tosto messo nelle mani di Don Calosso, che soltanto da alcuni mesi era venuto a quella Capellania. Gli feci conoscere tutto me stesso. Ogni parola, ogni pensiero, ogni azione eragli prontamente manifestata. Ciò gli piacque assai, perchè, in simile guisa, con fondamento potevami regolare nello spirituale e nel temporale.

» Conobbi allora che voglia dire avere una guida stabile ed un fedele amico dell'anima, di cui sino a quel tempo era stàto privo. Tra le altre cose mi proibì tosto una penitenza che io era solito fare, non adattata alla mia età e condizione. Mi incoraggiò a frequentare la Confessione e la Comunione; e mi ammaestrò intorno al modo di fare ogni giorno una breve meditazione, o meglio un po' di lettura spirituale. Tutto il tempo che potevo, nei giorni festivi lo passava presso di lui. Nei giorni feriali per quanto poteva andava a servirgli la S. Messa.

» Da quell'epoca ho cominciato a gustare che cosa sia vita spirituale, giacchè prima agiva piuttosto materialmente e come macchina, che fa una cosa senza saperne la ragione... ».

Un raggio di luce.

In questa pagina della vita di Don Bosco, tolta dalle Memorie che lasciò per i suoi figli Salesiani, anche voi, o cari Cooperatori, vedete quali preziose confidenze ci fa il buon Padre.

Il suo proposito di farsi prete, e di farsi prete per consacrarsi alla gioventù, era già forte nell'anima sua poco dopo i dieci anni. Un mese prima si era accostato alla santa Comunione, e la grazia più grande che dovette chiedere a Gesù Sacramentato in quel gran giorno della sua vita fu di potersi avviar agli studi per giungere al sacerdozio.

E vedete come il Signore l'ascoltò ed incoraggiò nella generosa vocazione. Gli fece incontrare Don Calosso, il nuovo cappellano di Murialdo, e si servì di quel venerando sacerdote per incamminarlo verso la via del Santuario. Don Calosso fu il suo primo Cooperatore.

E in questo degno sacerdote il Signore gli diede anche il primo Direttore di spirito. Non sappiamo qual fosse la penitenza che aveva cominciato a fare in così tenera età il venerabile Padre; ma fu Don Calosso che glie la proibì e, in cambio, lo consigliò a frequentare di più i SS. Sacramenti e a fare ogni giorno un po' di meditazione. Più che meditazione, osserva il Venerabile, era un'acconcia lettura spirituale quotidiana, che intraprese con gioia, e che all'anima sua, aperta e riflessiva, istruita nel catechismo ed entusiasta del bene, fin d'allora diè a gustare le intime gioie della vita interiore.

È un raggio di luce meravigliosa quello che s'irradia da questa pagina ed avvolge la figura di Giovanni Bosco decenne, e ci fa conoscere com'egli, divenuto padre ed educatore di tanti fanciulli, per farli progredire nel bene inculcasse loro, nè più nè meno, la vita che egli aveva vissuto all'età loro: - e cioè non penitenze esteriori, ma frequenza alla S. Confessione e alla S. Comu= nione, e lettura spirituale quotidiana.

Ecco perchè volle che all'Oratorio e poi in tutte le Case Salesiane ogni mattina, terminata la S. Messa, durante la quale hanno sempre comodità di accostarsi alla Confessione ed alla Comunione, gli alunni avessero anche un po' di meditazione o di lettura spirituale.

Può, quindi, il nostro Venerabile Padre, in quest'ora di sacro entusiasmo per le Misstoni Estere che accende in tante tenere anime la vocazione per l'apostolato, può e dev'essere anche il loro modello nel prepararsi alla vita che li attende, nella schiettezza e nel fervore della pratica della pietà cristiana.

Frutti preziosi.

Sono cent'anni dacchè Don Bosco accoglieva e coltivava in cuore la sua vocazione sublime; e in cent'anni quanto bene ha operato!

Solo cinquant'anni dopo, nel 1875=1876, poteva iniziare un solco profondo anche nel campo delle Missioni Cattoliche, ed avviare l'Opera Salesiana al suo pieno sviluppo. L'Unione dei Cooperatori Salesiani e l'Opera di Maria Ausiliatrice per le vocazioni degli adulti allo stato ecclesiastico, sorte cinquant'anni fa, non furono ideate esclusivamente a sostegno materiale e morale della Società Salesiana; ma, nell'ampiezza della sua carità evangelica, furono da lui intimamente volute per allargare con più efficacia in ogni parte del mondo il programma vagheggiato sin dall'infanzia di educare cristiana= mente la gioventù, e dei paesi civili e dei selvaggi. Don Bosco era intimamente convinto che per ritornare cristiana la società civile e per evangelizzare e civilizzare i popoli ancor idolatri, non v'ha mezzo nè metodo migliore, che andar ai giovani e render cari ai giovani gli ideali della vita cristiana. Resi intimamente cristiani i giovani, splende anche ai genitori e agli adulti la luce ammaliante del loro buon esempio; ed ecco, in breve tempo, moltiplicarsi i centri di civiltà cristiana.

Opportuna celebrazione.

Saggiamente, quindi, a celebrare il I° Cinquantenario delle Missioni Salesiane, si è stabilito di tenere a Torino nel prossimo maggio, dopo le feste di Maria SS. Ausiliatrice, il X Congresso di Cooperazione Salesiana, con programma interamente missionario di cooperazione materiale e cooperazione spirituale.

La Cooperazione missionaria materiale avrà un'illustrazione meravigliosa ed anche un programma svariato nella rievocazione sommaria di ciò che hanno fatto i Cooperatori Salesiani: e la Cooperazione missionaria spirituale, la quale culmina nel coltivare e nel moltiplicare nuove e sante vocazioni ecclesiastiche e missionarie, avrà anch'essa un'illustrazione impressionante, e nei generosi che dalle scuole dell'Opera di Maria Ausiliatrice scesero a lavorare con abnegazione eroica nel campo delle Missioni Cattoliche, e nei giovani che popolano attualmente vari nostri istituti che, sulla forma dell'Istituto Card. Cagliero, si son aperti per accogliere aspiranti missionari col programma dell'Opera di Maria Ausiliatrice. Perchè ogni vecchio ed ogni nuovo aspirante missionario attestano, tutti, una sollecitudine, un mezzo, un'attività industriosa e benefica, o di un laico o di un ecclesiastico zelante, come Don Calosso.

Raddoppiare, quindi, e intensificare lo zelo e le sante industrie dei Cooperatori per raccogliere, sopratutto, nuove vocazioni al sacerdozio ed alla vita missionaria, è seguire e sviluppare i grandi ideali che Don Bosco stesso vagheggiò e concretò cinquant'anni fa con la pia Unione dei Cooperatori Salesiani e con l'Opera di Maria Ausiliatrice, ed è insieme la miglior celebrazione cinquantenana della Missioni Salesiane e l'inno più bello di ringraziamento alla bontà divina, che, cent'anni or sono, chiamava il fanciullo Giovanni Bosco a così santo e fruttuoso apostolato.

Per la Beatificazione del Venerabile Don Bosco.

Come abbiamo accennato fin dal mese scorso, il 20 luglio p. v. si terrà a Roma la

CONGREGAZIONE PREPARATORIA SOPRA LE VIRTÙ DEL VEN. SERVO DI Dio GIOVANNI BOSCO

(Cfr. in Acta Ap. Sedis, del 15 gennaio u. s., Nota delle Congregazioni dei Sacri Riti da tenersi nell'anno 1926).

Per giungere alla Beatificazione di un Servo di Dio, compiuta la lunga parte preliminare che consiste nei Processi, dell'Ordinario e Apostolico, che si compiono presso le rev.me Curie delle diocesi dove il Servo di Dio passò la vita, nell'esame dei suoi scritti e nell'inchiesta sull'osservanza del decreto di Urbano VIII che proibisce di prestar culto a qualsiasi servo di Dio prima della decisione della Santa Sede, cominciano i lavori di esame presso la stessa S. Congregazione dei Riti, lavori che si svolgono in due periodi: il primo riguarda le virtù, cioè se il Servo di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali e cardinali; il secondo riguarda i miracoli, cioè se vi siano veri miracoli, con i quali Iddio stesso sia intervenuto a provare la santità del suo Servo. E tanto l'esame delle virtù, come l'esame dei miracoli, si svolgono in tre riunioni o Congregazioni, l'antipreparatoria, la preparatoria, e la generale.

A queste Congregazioni prendono parte il Card. Ponente della Causa (per la Causa di Don Bosco attualmente è l'E.mo Card. Vico, Prefetto della stessa S. Congregazione dei Riti), i Cardinali componenti la S. Congregazione e un largo numero di Consultori, con il Promotore e il Sotto promotore della fede che hanno l'ufficio di sollevare tutte le difficoltà si che possono opporre contro la Causa in discussione.

La Congregazione antipreparatoria si tiene presso il Cardinale Ponente e vi prendono parte i soli Consultori. Se questa ha esito favorevole, si passa alla Congregazione preparatoria.

La Congregazione preparatoria si tiene in Vaticano, e vi prendono parte, oltre ai Consultori, tutti i Cardinali che appartengono alla Congregazione dei Riti. E se anche questa riesce favorevolmente, si procede alla Congregazione generale.

La Congregazione generale si tiene in Vaticano alla presenza del Papa con l'intervento dei Cardinali e dei Consultori.

Quest'anno, il 20 luglio avrà luogo la Congregazione Preparatoria sopra le virtù di Don Bosco: e noi ne diamo l'annunzio, perchè tutti i nostri amici preghino Gesù Sacramentato e Maria SS. Ausiliatrice per il suo buon esito.

Insistiamo, come abbiamo inculcato il mese scorso, che si promuova dappertutto, o il 21 corrente, o il giorno di Pasqua, o in altra data più opportuna, una Comunione generale a ricordare la data centenaria della Ia Comunione del Venerabile. e che si raccomandi ai giovani di pregare affettuosamente Gesù Sacramentato per la Causa della Beatificazione del Venerabile.

Con particolare insistenza si faccia questa raccomandazione ai fanciulli che vengono promossi alla la Comunione, e agli alunni e alle alunne delle nostre Case di Missione, memori della particolare efficacia delle loro preghiere.

Anime riconoscenti al Venerabile Don Bosco.

Nel parlar di Don Bosco e di qualsiasi altro nostro Servo di Dio intendiamo sempre protestare, come protestiamo solennemente, di non voler contravvenire in niun modo alle pontificie disposizioni in proposito, non intendendo dare ad alcun fatto un'autorità superiore a quella che merita una semplice testimonianza umana, nè di prevenire Il giudizio della Chiesa, della quale - sull'esempio di Don Bosco - ci gloriamo d'essere ubbidientissimi figli.

Dopo tre giorni di agonia, raccomandato al Ven. Don Bosco, d'un tratto riacquista i sensi e guarisce.

Con l'animo riboccante di viva riconoscenza verso il Ven. Don Bosco e la Vergine Ausiliatrice sento il dovere di render pubblica una grazia prodigiosa ottenuta ad intercessione del Venerabile Fondatore del Salesiani.

Il 3 ottobre u. s. mio figlio Giuseppe Vinciguerra, alunno del Seminario Vescovile di Acireale, di anni 20, venne colpito da febbre altissima. Visitato dal medico curante, questi disse trattarsi d'infezione intestinale, e gli prescrisse una cura, e in breve lo si vide ristabilito.

Ma dopo pochi giorni, ecco il mio caro figliuolo di nuovo gravemente ammalato. Il medico torna, lo visita ripetutamente e lo dichiara affetto da febbre di Malta. In base alla diagnosi gli prescrive i rimedii più efficaci, ma tutto invano perchè il mio figliuolo di giorno in giorno si aggravava sempre più, e faceva gran pena solo a vederlo, non sapendo più a qual rimedio appigliarci.

La febbre persisteva sempre altissima, e il 13 novembre lo vedemmo in tale abbattimento che poco dopo non dava più segno di vita. Era presente anche il medico, che lo dichiarò in istato gravissimo. E vedendo che peggiorava, chiamò altri medici a consulto, i quali, dopo attento esame, dissero che non vi era più speranza. E, di fatti, vedevamo riuscir vane tutte le cure più affettuose e ci sentimmo invasi dalla più grande trepidazione, perdendo anche noi ogni speranza della sua guarigione.

Anche il rev. Parroco, Don Giacomo Magno, venuto a visitarlo, non appena vista la gravità dell'infermo, non si trattenne dall'amministrargli l'Estrema Unzione.

In quel momento scoppiai in pianto, oppressa da un dolore incredibile, che non trovava nè speranza, nè conforto; e proprio allora un mio zio, Eugenio Arena, presente alla scena, mi chiamò e mi disse:

- Carmela, non far così: abbi fede; rivolgiti al Ven. Don Bosco, confida in lui, è un intercessore potente, che ha già ottenuto tante grazie; prègalo che interceda per te presso Maria Ausiliatrice.

Senz'indugio mi rivolsi al Venerabile, e lo pregai e scongiurai con fede a liberare il figlio dalla morte imminente; e da tutti i parenti ed amici presenti si prese a recitare il Santo Rosario, offrendolo a Don Bosco, perchè ci ottenesse da Maria Ausiliatrice il prodigio.

Come è buono e potente il Venerabile!

Il prodigio non tardò. Giunti alla quarta decina, ecco che il mio Giuseppe, dopo tre giorni di agonia, d'un tra†to riacquista i sensi, mi guarda, mi chiama e dice:

- Mamma, dàmmi da bere!

Da quell'istante prese a migliorare ed ora sta bene.

Riconoscente al Venerabile, cui prego da Dio che sorga presto il giorno in cui sarà elevato alla gloria degli altari, ringrazio pure la Vergine Ausiliatrice: ed a me si unisce la famiglia, anche per sciogliere la promessa di pubblicare la grazia insigne, e per fare un'offerta alle Opere Salesiane.

Il materno intervento della B. Vergine Ausiliatrice ad intercessione del Ven. Don Bosco, merita - dice il nostro Parroco -d'essere conosciuto da tutti i lettori del Bollettino Salesiano ».

Valguarnera, 29 dicembre 1925.

CARMELA ARENA IN VINCIGUERRA e famiglia.

In fede

Parroco GIACOMO MAGNO.

Coltivate l'OPERA DI MARIA AUSILIATRICE secondo il programma che già conoscete; per mancanza di mezzi non cessate mai di ricevere un giovane che dia buone speranze di vocazione. Spendete tutto quello che avete, se fa mestieri, andate anche a questuare, e se dopo ciò voi vi troverete nel bisogno, non affannatevi che la Santa Vergine in qualche modo, anche prodigiosa:, mente, verrà in aiuto.

Ven. GIOVANNI Bosco.

In preparazione al Congresso Internazionale.

Mentre a Torino fervono i lavori di preparazione per l' « Esposizione Missionaria Salesiana » che verrà inaugurata nell'Oratorio Salesiano prima della convocazione del X Congresso Internazionale di Cooperazione Salesiana, che svolgerà un programma interamente missionario, si vengono moltiplicando in Italia e all'Estero, in ossequio alle deliberazioni del nostro Rettor Maggiore, adunanze e convegni missionari, e, in più luoghi, anche Assemblee o Congressi Mìssionari Regionali e Nazionali.

Assemblee nazionali.

Tra le Assemblee nazionali di adesione al X Congresso Internazionale Missionario Salesiano non possiamo dimenticare quella svoltasi a Lima nel Perù, con largo intervento di Salesiani e Cooperatori da varie città peruane, del Corpo diplomatico, dell'Arcivescovo e Vescovi ed altri Prelati, e dello stesso Ecc.mo Presidente della Repubblica.

L'ispettore Don Pedemonte annunziava all'assemblea - come linea di futuro programma d'azione salesiana - il proposito di aprire una Scuola Professionale e un oratorio festivo in ogni città compartimentale, secondo le locali esigenze.

Il Presidente della Repubblica, l'ecc.mo Sig. Leguìa, ringraziò pubblicamente per questo caritatevole assunto: e « L'Opera Salesiana - disse -fin dal giorno che si stabilì nel Perù, s'impose un programma di grande utilità e di grande sacrifizio, e lo svolse con la più encomiabile diligenza. E l'azione sua è tanto più utile, in quanto si svolge tra le classi più bisognose della società. I suoi membri, non contenti d'insegnare dal pulpito e dalle cattedre, hanno spinto la loro missione evangelica, educa†rice e moralizzatrice, ai campi e alle officine e ai luoghi più modesti. Hanno fedelmente seguito l'alto e generoso esempio di Don Bosco, spirito ammirabile, il quale, pieno di commozione di fronte alle sofferenze altrui, non si limitò a soccorrerle, ma si consacrò ad estirparne la maggior parte dalle radici, formando la gioventù alle dure esigenze dell'ora presente, educandola a quella fede che ritempra le umane energie, e all'amore al lavoro che è l'arma migliore per uscir vittoriosi dalle lotte della vita ».

Convegni regionali.

Dalla Sicilia ci giungono consolanti notizie. Si lavora attivamente in tutti i centri di cooperazione salesiana. in preparazione al Congresso Regionale Missionario, che si terrà a Catania il 17 e il 18 aprile p. v., al quale auguriamo di cuore l'adesione e la partecipazione del maggior numero di Cooperatori.

In molti centri di Sicilia (splendido esempio!) ferve anche la preparazione di lini e paramenti sacri a benefizio delle Missioni Salesiane.

Conferenze Missionarie.

In più luoghi del Piemonte e dell'Italia i nostri ed altri Conferenzieri compiono anch'essi e proseguono una preziosa propaganda con conferenze, con o senza proiezioni, dinanzi a numerose accolte di cooperatori e tante altre persone, che n'escono entusiaste per l'apostolato missionario.

Il nostro Don Fasulo restò meravigliato del fervore che vide a Lugo di Romagna, a Ravenna, Ferrara, Bagnacavallo, Borgo S. Donnino, Modigliana, Pisa, Figline, Cecina e delle adesioni raccolte a Massa, Forno, Fosdinovo, Aulla, Finale Emilia, Russi, Caste] Bolognese, Pisa Marina e Campiglia.

A Taranto il nostro confratello Don Stile vide accorrere il fior fiore dei Cooperatori e dell'intera cittadinanza ad una conferenza da lui tenuta nel salone del Palazzo Arcivescovile.

A Palermo il condirettore diocesano dei Cooperatori Mons. Richichi constatava egual entusiasmo nella vasta chiesa di S. Giovanni dei Tartari, presente S. E.. il Card. Lualdi, circondato dalle Autorità cittadine.

Nel duomo di Pordenone perorò la causa della Missioni Salesiane il rev.mo Mons. Raimondo Bertele, Arcidiacono di S. Vìto.

A Belluno il prof. Comm. Ettore Ricci tenne nell'Istituto Sperti una conferenza su Don Bosco e l'Opera Salesiana; e, soffermandosi sul Cinquantenario delle nostre Missioni, destava nel pubblico il più vivo interesse.

Così fecero quasi tutti gli oratori delle conferenze tenutesi in occasione delle feste di S. Francesco di Sales.

A Torino, il rev. Don Emanuele Manassero, Ispettore delle Case Salesiane del Nord America, a corona dei festeggiamenti celebratisi ad onore del S. Patrono in Maria Ausiliatrice con solenni pontificali di S. E. R. Mons. Luigi Olivares, Vescovo di Sutri e Nepi, illustrava, ascoltatissimo, nella chiesa di S. Giovanni Evangelista i bisogni religiososociali dell'America del Nord, il bene che vi compie la Chiesa cattolica, e il contributo dell'Opera Sale. siana.

Nei nostri Istituti.

Nè dobbiamo tacere la parte che prendono a questo movimento in favore della propaganda missionaria le case salesiane.

A Paysandú, nell'Uruguay, i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice si fecero promotori di una settimana missionaria, ottenendo dai loro allievi più di 3000 S. Comunioni a favore dei Missionari; e, chiamando a raccolta anche gli amici e cooperatori, videro 500 giovinetti esterni e 500 fanciulle, e 5oo ex=allievi ed ex= allieve unirsi entusiasticamente alla ben ordinata celebrazione, con frutti consolantissimi.

Anche a Juanico, nel Messico, il convegno giovanile fu così genialmente impostato, che mediante la partecipazione degli esterni potè raccogliere « pro Missioni » oltre 1o.ooo lire.

A Monaco di Baviera alla celebrazione cinquantenaria svoltasi nella sala dell'Odeon, insieme col primo Sindaco della capitale e il Deputato della Dieta e i rappresentanti di tutte le Autorità, delle primarie famiglie e degli Istituti Scolastici Superiori, e dello stesso Nunzio Apostolico, Mons. Vassallo di Torregrossa, zelantissimo Cooperatore Salesiano, intervennero anche le LL. AA. RR. il Principe Corrado e la Principessa Bona, sua Augusta Consorte, e S. A. R. la Principessa Chiara con le Dame di Corte. Un coro di 15o cantori, di cui 100 nostri allievi, eseguì scelti pezzi, e il I° Sindaco di Ratisbona Dott. Hipp tenne un mirabile discorso illustrando il dovere della Germania anche nelle attuali strettezze di sostenere e promuovere tutte le opere dirette alla propagazione della Fede. Il Missionario salesiano Don Eigmann prese egli pure la parola illustrando il nostro Cinquantanario, e l'Ispettore Don Niedermayer espresse a tutti il grazie più cordiale.

Tra i nostri allievi.

A corona di questi semplici cenni sul movimento che si va felicemente svolgendo « pro Missioni Salesiane », aggiungeremo una parola sui cosidetti congressini o adunanze, o semplici sedute missionarie, che si tengono opportunamente anche tra i giovinetti, per interessarli ad una causa così santa, com'è quella dell'Apostolato Missionario, nella speranza di vederli crescere cristiani zelanti delle Missioni Cattoliche, ed anche di suscitare tra loro qualche vocazione missionaria.

Da vari collegi d'Italia (Cuorgnè, Borgo S. Martino, Modena, Roma, Frascati, Macerata, Catania, Biella, ecc.) abbiamo ricevuto le più entusiastiche relazioni.

A Torino, gli stessi chierici salesiani dell'Istituto Internazionale Don Bosco, per tre giorni, in ripetute adunanze quotidiane alternate con funzioni solenni, si studiarono sotto la presidenza di Mons. Olivares, di conoscere i mezzi più adatti per crescere zelanti promotori dell'apostolato missionario.

A questo proposito ci facciamo arditi di rivolgere una preghiera agli organizzatori dei convegni missionari giovanili - essendo chiaro che non sono i giovani quelli che possano o sappiano far da sè in questi casi - di adattare all'età e alla condizione degli alunni le riflessioni (diciamo cori parola più semplice e più propria) e i propositi da farsi in tali convegni. Non si può mettere sul labbro dei giovani ciò che viene dalla riflessione degli adulti, pcrchè non lo comprenderebbero nè andrebbe loro al cuore, ma sarebbe seme gettato al vento che non produrrebbe alcun frutto.

Per raccogliere il maggior frutto, o qualche frutto vero e duraturo, da coteste adunanze giovanili, oltre l'apparato esteriore, oltre per es. miglior trattamento a tavola (e come no? è giorno di festa!) è indispensabile adattare ai giovani I TEMI e le riflessioni e i propositi relativi.

Torneremo 'sull'argomento. Intanto ci piace trascrivere dai così detti « deliberati » dei temi svoltisi nel convegno tenutosi all'Ospizio del S. Cuore di Gesù in Catania, questi che, finora, ci risultano i migliori, perchè più adatti ai giovinetti.

Vocazioni Missionarie.

1. Per tutto quest'anno, la Visita al SS. Sacramento, che nel nostro Ospizio spontaneamente si fa subito dopo il pranzo, si faccia con l'intenzione di ottenere dal S. Cuore molte Vocazioni Missionarie alla Società Salesiana. In detta visita, pur lasciando libertà a ciascuno di dire le preghiere che preferisce, un socio di Gioventù Missionaria potrà leggere a voce alta qualche speciale preghiera.

2. Ogni mattina nella S. Messa subito dopo l'Elevazione si reciti insieme la bella giaculatoria: Cor Iesu Sacratissimum, ut bonos ac dignos operarios Piae Salesianorum Societati mittere et in ea conservare digneris, Te rogamus, audi nos.

3. Se in mezzo a noi qualcuno si sentisse chiamato all'Apostolato Missionario, si ricordi del gran dono ch'egli riceve dal Signore; confidi la sua intenzione al sig. Direttore ed al Confessore; si eserciti nella pratica delle virtù che con tanta insistenza i nostri Superiori c'inculcano; abbia sopratutto una tenerissima divozione per la Vergine SS. e si accosti possibilmente tutti i giorni alla Santa Comunione.

4. Chi non si sente chiamato a sì sublime apostolato circondi di gran rispetto l'altrui vocazione, ove la conoscesse; e pensando che le vocazioni missionarie sono i mezzi ordinati dalla Provvidenza per la conversione degl'infedeli, si guardi da qualunque cosa che le possa ostacolare.

5. Ove venisse a nostra conoscenza qualche fanciullo che mostri segni di vocazione missionaria, indichiamolo ai nostri Superiori. Un giorno forse sarà un apostolo e parta dei suoi meriti rimonterà a noi.

Facciamo conoscere ed aiutiamo le Missioni salesiane.

1. Leggiamo relazioni di Missionari, dei loro viaggi, dei loro sacrifizi, della gioia che provano per la redenzione d'un infedele. Ne troviamo attraentissime sul Bollettino Salesiano, su Gioventù Missionaria, su altri fogli, riviste, volumi; prendiamone appunti; ora ed in appresso ci serviranno per liete e sante conversazioni, con cui faremo anche conoscere, amare le Missioni.

2. Chi può, si abboni a Gioventù Missionaria, legga mensilmente la graziosa rivista, la faccia leggere, poi la conservi bene: alla fine dell'anno la faccia legare in bel volume che più tardi gli potrà servire a far conoscere, amare le Missioni.

3. Iscriviamoci fin d'ora a qualche Associazione Missionaria, per esempio alla nostra Gioventù Missionaria ed a quella Pontificia di S. Pietro Apostolo, che per assicurare i frutti dell'Operosità Missionaria lavora per dare ai popoli recentemente convertiti un clero locale, indigeno.

4. Ricordiamoci che Maria Ausiliatrice fu l' Ispiratrice

celeste di tutte le Opere del Ven. Don Bosco e quindi anche delle Missioni. Diffondiamo pertanto tra parenti e conoscenti la dolce devozione all'Ausiliatrice e sopratutto quanti sappiamo afflitti induciamoli a ricorrere alla Vergine, dicendo loro con Don Bosco: Aiutate le Missioni e la Madonna vi consolerà.

Azione giovanile missionaria.

1. Nella riunione mensile di Gioventù Missionaria ogni socio proporrà un fioretto. Se ne sceglierà uno per settimana, si esporrà in pubblico e si praticherà al venerdì per ottenere dal S. Cuore ogni benedizione sui nostri Missionari.

2. Ogni alunno presenti l'ultimo giorno d'ogni mese su apposito foglietto stampato il riassunto generale delle Messe ascoltate, delle Comunioni fatte, dei Rosari recitati, delle mortificazioni ed altre opere buone compiute in quel mese con lo scopo di aiutare i Missionari.

3. Ogni mese ciascuno faccia un'elemosina, anche mi. nima, per le Missioni. Servirà molto per la nostra cristiana formazione.

4. Un riassunto generale di tutte queste opere buone mensili a comune edificazione sarà fatto noto il giovedì prededente il primo venerdì d'ogni mese ed offerto in omaggio al Cuore SS. di Gesù.

5. Ogni anno si tenga un'Adunanza Missionaria interna, simile a questa e seguita da una solenne Giornata Missionaria con funzioni religiose e di propaganda missionaria.

Commemorazione del 14 dicembre.

I primi Missionari Salesiani giungevano a Buenos Aires il 14 dicembre 1875, e il 14 dicembre u. s., al compiersi della data cinquantenaria, ad iniziativa degli Ex=Allievi venne cantato un solenne Te Deum in tutte le case salesiane dell'Argentina.

La cerimonia più solenne ebbe luogo in Buenos Aires nella casa di Almagro. Larghe rappresentanze di Ex=Allievi e di Cooperatori di tutta la capitale gremirono il grandioso tempio di S. Carlos alla messa della Comunione Generale, celebrata dal sac. Giuseppe Vespignani, Direttore Generale delle Scuole Professionali Salesiane, e alla seconda Messa pro gratiarum actione in cui salì all'altare il venerando Monsignor Can. Rasore, Rettore della Basilica della Mercede, che nel 1875 accolse al porto i primi Salesiani e li condusse a celebrare le prime messe nella sua chiesa.

Don Vespignani e Monsignor Franceschi tennero ai presenti un'allocuzione, rievocando l'avvenimento, e col canto del Te Deum ebbe termine la cerimonia religiosa.

A sera gli Ex=Allievi vollero unirsi di nuovo a fraterno convegno presso gli antichi Superiori. Vari presero la parola, sciogliendo entusiastici evviva al Ven. Don Bosco ed ai suoi figli, e il Salesiano Carlo Conci tenne il discorso di occasione, rievocando i primi e più zelanti Missionari, il Card. Cagliero, Mons. Fagnano, Don Bodrato, Mons. Costamagna, Don Milanesio e il lavoro da essi compiuto. In verità, dopo cinquant'anni, l'Opera di Don Bosco conta in quell'ospitale Repubblica 85 Case Salesiane e delle Figlie di Maria Ausiliatrice con un totale di 34.990 alunni.

Al rev. Clero. "ATTI DELLA S. SEDE "

Riprendiamo queste spigolature, interrotte di proposito dall'aprile u. s., perchè la stampa quotidiana s'interessava ampiamente dei grandi avvenimenti che si svolsero durante l'Anno Santo, cioè delle solenni Canonizzazioni e Beatificazioni che assorbirono tanta parte dell'attività della Curia Romana. E le riprendiamo, rilevando anche qualcosa dell'anno passato, che ci pare debba interessare il rev. Clero, o la maggior parte dei fedeli, o i nostri Cooperatori in particolare.

Atti di S. S. Papa Pio XI.

Con la Costituzione Apostolica Christianae religionis del i maggio 1925, il S. Padre ha eretto in Prelatura Nullius la Prefettura Apostolica del Rio Negro (Brasile) con tutti i diritti e privilegi, di cui godono i Vescovati Brasiliani, ed ha sancito che il Prelato del Rio Negro sia insignito di carattere e titolo vescovile.

Con Lettere Encicliche (Quas primas dell'11 dicembre 1925) ha istituito la festa di N. S. Gesù Cristo Re, fissandola all'ultima domenica di ottobre con rito doppio di 1a classe.

Con la Costituzione Apostolica Servatoris Iesu Christi del 25 dicembre 1925, il Giubileo Universale celebratosi a Roma nel 1925 venne esteso al mondo cattolico per tutto l'anno 1926.

Col Motu Proprio « I primitivi cemeterii » dell'11 dicembre 1925 venne costjtuita la Pontificia Commissione di Archeologia Cristiana e fondato un omonimo Istituto Pontificio.

Col Motu proprio « Singulari Dei » del 3 dicembre u. s. venne decretato un diploma d'onore con medaglia d'argento a quanti cooperarono alla splendida riuscita dell'Esposizione Missionaria Vaticana. La medaglia da un lato reca il nome e la figura del S. Padre, dall'altro le parole: De Chr. nomine propag. rebus in Vatic. expositis benemerenti.

S. Congregazione del S. Ufficio.

« Le versioni italiane della Bibbia di Giovanni Luzzi, pastore valdese, che si vanno disseminando anche tra i cattolici » sono proibite ipso iure, perchè « oltre esser infette dei soliti pregiudizi protestantici e razionalistici, tengono evidentemente ad insinuare la massima ereticale che le diverse comunioni cristiane, benchè separate tra loro e dalla Sede Apostolica Romana, devono considerarsi di pari diritto come altrettanti rami della vera Chiesa di N. S. Gesù Cristo ». (Cfr. Atti della S. Sede, fasc. del 2 aprile 1925, pag. 137).

S. Congregazione Concistoriale.

Con decreto 6 marzo 1925 il rev.mo P. Camillo Panizzardi, Procuratore Gen. della Pia Società di S. Giuseppe, veniva nominato Ordinario Militare d'Italia. Cotesta nomina venne già annunziata nel fascicolo degli Atti della S. Sede del 2 aprile 1925; e « l'attualità evidente - nota l'Osservatore Romano - ha consigliato di darne ora l'intera formola, dalla quale apprendiamo che « la di lui giurisdizione sarà insieme personale e locale, si estenderà ai Cappellani Militari e a tutte le forze sia di terra, sia di mare, sia di aria, come pure ai presidii o luoghi, proprii o assegnati a dette forze, serbando però la dovuta osservanza agli Ordinari di ciascun luogo ».

S. Congregazione dei Sacramenti.

Il S. Padre ha approvato (22 aprile 1924) la deliberazione della S. Congregazione dei Sacramenti di poter concedere la celebrazione della S. Messa alla mezzanotte, ma solo in casi straordinari, e purchè non cominci prima delle 12.30, e la sacra veglia duri almeno circa tre ore, et remoto semper quocumque irreverentiae periculo; e ciò oltre i casi dei Congressi Eucaristici, per i quali venne provveduto con Lettere Apostoliche dal S. Padre Pio XI, in data 7 marzo 1924.

La S. Congregazione dei Sacramenti ha dichiarato che un neonato il quale non versi in pericolo di morte ma non possa senza pericolo essere portato alla Chiesa, a tenore del can. 776 § 1, n. 2 del Diritto Canonico, col permesso dell'Ordinario nei singoli casi, pro suo prudenti arbitrio et conscientia, iusta ac rationabili de causa, in aliquo casu extraordinario, può essere battezzato solennemente anche in casa (4 luglio 1925).

In data 24 luglio u. s., premessa la dichiarazione che l'impedimento di parentela spirituale si contrae dal padrino anche quando agisce per procuratore, anzi anche quando intenda conformarsi alla consuetudine vigente di lasciare la designazione del procuratore a terzi, veniva riprovata questa consuetudine, che riduce l'ufficio del padrino a una mera formalità; e con un'istruzione piana e convincente esorta i padrini, sia del battesimo che della cresima, a prendere veramente sul serio il loro ufficio, rilevandone la santità, l'efficacia e l'importanza sociale. È davvero deplorevole che mentre i profani si sforzano d'imitare questa salutare istituzione della Chiesa coll'erezione di attivi patronati scolastici, pro minorenni, ecc., essa debba ridursi a un mero nome per gli scopi primitivi per cui la istituiva la Chiesa.

S. Congregazione dei Religiosi.

Un religioso o una religiosa, che divenissero dementi durante il tempo dei voti triennali, continuano ad appartenere agli Istituti ai quali appartenevano al momento in cui caddero malati, e gli istituti son tenuti verso di loro agli stessi doveri che avevano in quel punto (5 febbraio 1925).

S. Congregazione dei Riti.

In data 6 novembre 1925 vennero risolti otto quesiti liturgici, tre dei quali interessano la comunione dei fedeli; e cioè che le indulgenze concesse a chi guarda la Sacra Ostia nel momento dell'Elevazione, esclamando « Mio Signore e mio Dio! » non si replicano per l'Elevazione del Calice, nè autorizzano a dir quella giaculatoria ad alta voce; - che la benedizione e distribuzione delle Ceneri può farsi anche negli Oratori semi=pubblici con Messa soltanto letta; - che nella recita delle Litanie, le sei prime invocazioni « Kyrie eleison (bis), Christe eleison (bis), Kyrie eleison (bis) » possono recitarsi da più persone alternativamente, senza perdere le indulgenze.

A proposito della questione, oggi così discussa, delle pianete di forma gotica, venne pubblicata e confermata una decisione fin qui inedita, del 1865, per cui si stabilisce non doversi innovare nulla senza prima interpellare la S. Sede. È infatti norma giuridica indiscussa che i Vescovi non possono da soli cambiare per le loro diocesi le consuetudini generalmente invalse, ma, se hanno ragioni speciali di farlo, debbono sottometterle alla S. Sede (9 dicembre 1925).

S. Penitenzieria Apostolica.

Il Tribunale della S. Penitenzieria, risolvendo un dubbio recentemente agitato nelle Riviste, dichiara che possono indulgenziarsi anche le corone di vetro, purchè i grani non siano vuoti, ma solidi e compatti, in guisa da non rompersi nè consumarsi facilmente (21 dicembre 1925).

Diario di Curia.

Degno di rilievo l'elenco delle Cause che si discuteranno in circa 30 Congregazioni dei Riti, dalle quali apprendiamo -nota l'Osservatore Romano - « che più prossime a conchiudersi sono le cause di beatificazione della Ven. Lucia Filippini, dei Ven. Giovanni M. de Lau e compagni, vittime della Rivoluzione francese, del Ven. Andrea Uberto Fournet, dei Ven. Emanuele Ruiz e comp. martiri francescani, del Ven. Abba Ghebre Michele, abissino, sac. della Missione, dei Ven. Giacomo Sales e Gugliemo Saltemoke, martiri inglesi, della Ven. Bartolomea Capitanio, della Ven. Giovanna Antida Thouret, del Ven. Natale Pinot, della C. di G., martire anch'egli ».

« Anche ben progredite - segue l'Osservatore - appariscono quelle sì care ai Romani, del Ven. Giovanni Bosco, del Ven. Vincenzo Pallotti e della Ven. Paola Frassinetti. Le raccomandiamo alle preghiere dei buoni ».

Merita rilievo anche un comunicato della S. C. Orientale, che notifica essersi stabilito, fin dal 20 giugno u. s., in seno alla medesima S. Congregazione una Commissione speciale per affari riguardanti i Russi, con a capo l'E.mo Sig. Card. Sincero, Ponente stabile.

LE MISSIONI SALESIANE

Nuovo Vicario Apostolico.

A succedere a Mons. Aguilera, ora vescovo di S. Carlos de Ancud, nel Vicariato Apostolico di Magellanes con residenza a Punta= renas, è stato eletto dalla S. Sede il salesiano Don Arturo Jara.

Mons. Jara è cileno, della diocesi di Santiago. Nato a Lontué il 27 luglio 188o, a 14 anni entrò nel Collegio Salesiano di Santiago, e fu ordinato sacerdote a Sucre in Bolivia il 23 aprile 19o5. Presentemente era direttore del Collegio Salesiano di Yquique.

I più cordiali auguri.

Nuovo Amministratore Apostolico.

Inviamo i più cordiali auguri anche al nostro confratello Don Giovanni Battista Couturon, nominato dalla S. Sede Amministratore Apostolico della Prelatura di Registro do Araguaya in Brasile, rimasta vacante dopo l'elezione di Mons. Malan a Vescovo di Petrolina.

Mons. G. B. Couturon è francese. Nacque nella diocesi di Tulle, il 15 gennaio 1881; entrò nella Società Salesiana a 23 anni già studente del 3° Corso Teologico, e precisamente a Lorena in Brasile; e fu ordinato sacerdote a Cuyabà il 2 febbraio 1912 dall'Arcivescovo Mons. Carlo d'Amour.

Dalle lettere degli ultimi Missionari.

N. d. R. - Ci piace stralciare alcune notizie dalle lettere dei nostri Missionari ultimamente partiti per l'Oriente e per l'Occidente; saranno lette con interesse particolarmente dai loro parenti ed amici.

Dai Missionari partiti per il Giappone.

Il prof. Don Vincenzo Cimatti, capo della spedizione salesiana al Giappone, dove si apriranno tre residenze di missione, scriveva da Perg, in data 6 gennaio, al sig. Don Rinaldi:

Il nostro piroscafo si ferma a Perg per rifornirsi d'olio: approfitto per darle notizie nostre. Grazie a Dio, sempre buone in ogni senso, salvo le poche inevitabili indisposizioni di alcuni pel mal di mare...

Dopo la fraterna accoglienza dei confratelli di Porto Said, che si diedero attorno con amorevole bontà per provvederci di rifornir menti indispensabili per la Messa che finora abbiamo potuto e possiamo dire tutti i giorni, per spedirci la corrispondenza e rifornirci qualche cosa pel viaggio, ripartiamo per Suez= Mar Rosso.

Novità nessuna o meglio le solite descritte in tutti i libri e dette già da quanti salesiani hanno fatto questo viaggio. L'Africa, in lontananza il Paese di Gesù, l'Arabia!... Quante anime abbandonate e che non conoscono Dio!...

Da un lato la grandiosità della natura; dall'altro le opere colossali dell'industria umana; lo sfruttamento di un popolo e le spontaneee manifestazioni di preghiera del musulmano, che rivolto al sole che tramonta si prostra mormorando le sue formole; la nostra vita di comunità e la vita spensierata e gaudente di molti passeggeri.

Oggi, l'Epifania, gli artisti d'opera italiana ci hanno dato mano e si cantò messa in musica. Credo, forse, in nessun bastimento del mondo Gesù sarà stato così onorato dall'arte musicale.

Che altro potevamo offrire di doni materiali al Santo Bambino?...

Un telegramma di Don Cimatti, arrivato a Torino il 12 febbraio u. s., annunziava che il drappello dei nostri era giunto felicemente a destinazione. Ne siano grazie a Dio, a Maria SS. Ausiliatrice e al Venerabile Fondatore.

Dai partiti per il Sud-America.

Spigoliamo dal diario del nostro Don Livio Farina, diretto al Ciaco Paraguayo.

25 novembre 1925... Dopo un po' di movimento, sul tramonto il mare entra in relativa tranquillità, ma una triste notizia vola fra i passeggieri. Un signore, Console dell'Uruguay in Francia, salito sul « Mendoza » a Marsiglia, versa in pericolo di vita per malattia al cuore, accresciuta in questi giorni di agitazione. M'informo e quanto si dubitava mi vien confermato dalla s†essa consorte dell'infermo. Coll'ansia nel cuore si prega la Vergine Ausiliatrice, e procuro di conoscere i sentimenti dell'infermo... Dicono che non è praticante...

1 dicembre... Veneratissimo Padre, lo crederebbe? Ieri mattina, verso l'Ave Maria, il libero pensatore riacquistava la sua vera libertà e si confessava fra le lacrime di sincera compunzione: poi riceveva da Mons. Oliveira l'Estrema Unzione, ed oggi rendeva l'anima a Dio, lasciando nell'afflitta consorte la certezza d'incontrarlo un giorno in cielo... Fu una bella grazia di Maria SS. Ausiliatrice!

4 dicembre... Il « Mendoza » entrò nella grandiosa Baia di Rio Janeiro alle 10 di notte. Mons. De Oliveira mi chiama coi confratelli al ponte di comando per farci contemplare le meraviglie del panorama, spiegandocene le minute particolarità: - Certo, conclude Monsignore, che Rio, Napoli ed Amburgo sono i porti più grandiosi del mondo per estensione e per bellezza.

5 dicembre... Di buon mattino ci portiamo a Nictheroy per visitare il Santuario di Maria Ausiliatrice e ringraziare la Madonna dello splendido viaggio concessoci e della grazia ottenutaci.

Bella la chiesa, grandioso il Collegio, che troviamo oramai vuoto di alunni, essendo finiti gli esami; ma provo una gran pena nel sentire dal direttore che era stato obbligato, per mancanza di personale, a servirsi quasi totalmente di professori esterni per l'insegnamento nelle sue scuole. Mi fece pena davvero, e c'è da pregare il Signore a suscitar numerose vocazioni in soccorso di queste Case del Brasile, che tutte più o meno difettano di personale.

8 dicembre. Alle 9 del giorno dell'Immacolata, siamo in vista di Montevideo. « Viva la Madonna! » gridiamo in coro; e finalmente verso mezzodì possiamo scendere, accolti dall'Ispettore D. Pittini e dal suo Segretario, col cuore pieno di gioia e di riconoscenza...

29 dicembre... Tra poche ore salperò per Buenos Aires e di là pel Gran Ciaco. Lo desiderava questo giorno e pregusto la gioia di toccare quella terra che, credo, sarà l'ultimo campo del mio apostolato In questa vita mortale. Quanto fu buono il Cuore di Gesù! In questo istante penso... al disastro di Messina e mentre depongo una lacrima sulla tomba dei confratelli e giovani che nel tremendo disastro ebbero stroncata la vita, mi umilio innanzi a Dio e lo ringrazio di avermi salvato da quella ecatombe. Misericordias Domini in aeternum cantabo! ecco la voce che dal cuore erompe ai piedi di Gesù in Sacramento, mentre col pensiero abbraccio le anime innumerevoli alle quali il Signore m'invia...

Dai partiti per l'Assam.

Il confratello Don Efisio Sanna scrive da Shillong in data 12 gennaio:

Il viaggio fu ottimo sotto ogni aspetto, migliore di quelli fatti dagli altri che qui ci hanno preceduti, per il mare che fu sempre tranquillo e per la buona compagnia. Non abbiamo mai tralasciato di fare le nostre pratiche di pietà in comune. La notte di Natale abbiam potuto cantare in terzo la messa di mezzanotte.

A Porto Said, a Calcutta, a Gauhati e a Shillong avemmo dai confratelli le più festose e cordiali accoglienze. A Calcutta ci attendeva anche Mons. Mathias. A Shillong tutti, confratelli, orfani e chierici, ci vennero incontro, in corteo, levando alta la bandiera del Papa, regalata da un'egregia cooperatrice, e cantando, ad una voce, in italiano, l'inno di Don Bosco del Pagella. Ci pareva di essere nuovamente all'Oratorio di Torino, all'ombra di Maria Ausiliatrice, sotto lo sguardo degli amati Superiori...

Tra i Bororos.

Il nuovo Superiore della Missione Monsignor Couturon ha fatto una visita alla del Colonia Sangradouro.

Scrive Don Albisetti:

II 15 novembre abbiamo avuto il piacere di avere il nuovo Superiore per la prima volta fra di noi, accolto con grande esultanza. Con disinvoltura e sentimento gli diede il benvenuto una giovinetta Bororo, alunna delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Il dì seguente, domenica, Monsignore disse la Messa della Comunione generale ed assistette alla solenne in cui il Piccolo Clero fece meravigliare Monsignore, sia per la compostezza e divozione nelle cerimonie, sia pel canto di tutte le parti variabili in gregoriano. - « Non mi aspettava, disse, simili esecuzioni in piena foresta! Bene starebbero in una città! E poi che magnifico Tantum Ergo!... » Era un Tantum Ergo corale del Perosi.

A sera tutta la Colonia si strinse con gioia attorno a lui per ossequiarlo con un trattenimento, dove il serio s'intrecciò col faceto, e il portoghese ed il bororo con l'italiano e lo spagnuolo. La veranda di casa, trasformata in sala ornata di fiori, era illuminata a giorno da tremolanti fiammelle di lucignoli nuotanti nel grasso, contenuto in bucce di aranci: fantastica ed ingegnosa illuminazione, del tipo più moderno!

Prese la parola anche l'ottimo telegrafista della stazione locale, che con entusiasmo esaltò l'opera che i missionari compiono nel Brasile, sua patria.

Rispose Monsignore con belle parole e con piccoli regali a questi bororos, che, finora,... apprezzano più i fatti che le parole.

Monsignore ci lasciò il 18, continuando il viaggio per Registro, sede della Prelatura ove aveva fatto il solenne ingresso il 6 corrente mese.

Lo accompagnai per cinque giorni di viaggio a cavallo, attraverso una parte della vasta parrocchia affidata ai Salesiani di questa Colonia S. Giuseppe, e fu un viaggio faticoso essendo tempo di pioggia.

La situazione dei nostri Missionari in Cina.

(Rendiconto annuale dei Vicario Apostolico Mons. Versiglia) (*) Continuazione e fine. Cfr. Boll. di febbraio u. s.

Questo lavoro e questi avvenimenti, se da un lato servono ad aumentare il prestigio e la simpatia verso la Missione, dall'altra preoccupano immensamente i Missionari, impedendo loro di attendere, come vorrebbero, al ministero diretto della predicazione e istruzione dei loro cristiani e catecumeni. D'altra parte come fare? In questi, come in altri simili casi, il non interessarsi, e talora anche il solo arrivare in ritardo, vuol dire alienarsi una cristianità e perdere un gruppo di catecumeni.

Difficoltà di ordine morale.

Le cose fin qui accennate ed altre molte che si tralasciano mostrerebbero in parte le difficoltà del nostro lavoro; ma non sono ancora le più gravi, perchè, quantunque a lungo andare finirebbero coll'esaurire le forze dei poveri Missionari, tuttavia direttamente o indirettamente concorrono a far conoscere ed ammirare lo spirito e gli intendimenti della Chiesa Cattolica. Altre, invece, se ne aggiunsero in quest'anno di gravità così eccezionale da paralizzare in certi punti quasi per completo il nostro lavoro.

Una ne accenno sopra tutte, la quale, da molto tempo covata, ora esplode con violenza inaudita. E il sentimento di antipatia all'europeo ed a tutto ciò che sa di straniero.

Non che tale sentimento sia connaturale all'indole cinese, tutt'altro: il popolo cinese è, per sè, forse, il più tranquillo, il più quieto ed ospitale, che si possa immaginare, avido anzi di conoscere qualsiasi novità e di esserne istruito: ma arditi mestatori, specialmente della classe degli studenti, tentano circuirlo, con ogni sorta di mezzi; comitati, sfilate, comizi, discorsi, proclami, stampe, caricature, artifizi, calunnie, intimidazioni, tutto è messo in opera per crearci un ambiente tutt'altro che favorevole. Ora poi sembra che il demonio si sia scatenato, poichè una colluvie di studenti spostati, abbandonano la scuola, percorrono, in gruppi, tutta la provincia, tenendo dappertutto conferenze anticristiane e dipingendo i Missionari come spie dei governi; e sfogano la loro rabbia in modo speciale contro le scuole, minacciando perfino professori ed alunni affinchè disertino le scuole della Missione.

La cosa ebbe il suo culmine con i fatti successi a Canton il 23 giugno del corrente anno, sicchè al presente ci troviamo molto isolati; e quelli stessi, che ci erano e sono ancora i più affezionati, quasi non osano avvicinarci pubblicamente. Si continua lo stesso il lavoro, ma con molto stento e frequenti ostacoli; tutti i battesimi, per esempio, che si stavano preparando per la festa dell'Assunzione di Maria SS., si dovettero rimandare a tempo indefinito e chissà se li potremo ancora amministrare.

Aggiungasi che il personale, invece di aumentare, andò assottigliandosi; si abbia presente la crisi finanziaria, tale che non avemmo mai l'eguale; e si potrà avere un'idea delle difficoltà contro cui si deve lottare.

In tali condizioni è ancor da ammirare che i nostri bravi Missionari abbiano potuto raccogliere i pochi frutti che qui presentiamo. Dico pochi, ed in apparenza sono tali; ma nel complesso rappresentano uno sforzo immenso; e tanto i confratelli che hanno lavorato, quanto i benefattori che han loro fornito i mezzi, stiano sicuri che i loro sforzi benchè al momento attraversati in ogni maniera dalla tristezza dei tempi, non mancheranno di apportare i migliori risultati, quando e come piacerà a Colui che sa dare l'incremento.

Nel rivolgere questa parola di riconoscenza e di conforto ai nostri confratelli e benefattori, li scongiuro, per l'amore delle anime tanto insidiate dal demonio e dai suoi satelliti, a non diminuire il loro ardore, perchè non si possa dire che la generosità dei buoni nel fare il bene sia superata dagli sforzi dei malvagi nel procurare il male.

Attuazione del programma.

Quanto all'esecuzione del programma propostoci l'anno scorso, cioè in primo luogo di dare sviluppo all'opera delle Figlie di Maria Ausiliatrice per la classe femminile, abbiamo iniziato una costruzione, che, terminata, verrà a costare non meno di 300.000 lire italiane. Le fondamenta son gettate, parte del materiale si trova già in cantiere, ma coll'attuale crisi non so come potremo portarla a compimento; eppure è di necessità finirla per trasportarvi la scuola « Maria Ausiliatrice », che non può più continuare nei presenti locali.

Le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno anche intrapresa la catechizzazione delle famiglie nei villaggi dintorno a Shiu Chow, accompagnate da una o due delle aspiranti religiose cinesi; facendo il catechismo alle donne ed alle ragazze, ottengono un duplice scopo, quello dell'istruzione religiosa alle cristiane e quello d'istradare le religiose cinesi al medesimo lavoro.

Coll'aiuto delle stesse Suore continua indefessamente la formazione delle catechiste indigene: per queste si potè anche organizzare una muta di appositi Esercizi Spirituali, cui parteciparono una quarantina.

Parimenti, approfittando dei momenti di minore intensità nei lavori campestri, le Suore hanno aperto una scoletta di lavoro per le bambine del villaggio di Ho Si, sobborgo di Shiu Chow.

Nè mancherebbero altre importantissime opere in cui esercitar il loro zelo, come un Istituto per la S. Infanzia per i bambini abbandonati, un Istituto per i vecchi derelitti, un piccolo Ospedale, che si potrebbero aprire al momento, perchè i locali non mancherebbero; il municipio di Shiu Chow stesso li fornirebbe; ma non abbiamo il personale indispensabile.

Ci eravamo proposto lo sviluppo delle scuole: e nonostante le difficoltà accennate le nostre scuole avanzano progressivamente. Le Scuole « Don Bosco » diedero un passo avanti per il numero e frequenza degli alunni e coll'istituire il corso preparatorio alle normali, il che vuol dire che, tra un anno al più tardi, se gli avvenimenti non precipitano, potremo far funzionare il corso normale stesso. Ed anche le scuole professionali si sviluppano, benchè lentamente per mancanza di capi d'arte.

Noi diamo massima importanza a questo istituto e non risparmiamo sacrifizi pel suo sviluppo, perchè vediamo in esso concentrate le speranze della Missione per quel che riguarda il personale ausiliario: e si fe cero anche in quest'anno speciali riunioni allo scopo di federare tutte le scuole dei distretti con questa di Shiu Chow, cioè colle Scuole Don Bosco, a scopo d'indirizzo e controllo.

Ci eravamo pure proposto l'attuazione dei catecumenati, e ne furono abbozzati due, uno e Yan Fa e l'altro a Tong Pi nel distretto di Lin Chow.

Predicazione. - Opere varie.

I Missionari, quantunque assorbiti da mille preoccupazioni anormali del paese, non han mancato d'intensificare le istruzioni ordinarie ai cristiani ed ai catecumeni che visitano di solito almeno una volta al mese, fermandosi diversi giorni con loro.

Nè mancarono predicazioni straordinarie. Oltre che ai diversi istituti maschili e femminili, quest'anno si predicarono gli Esercizi Spirituali, di almeno tre giorni, in tutta la Missione e furon circa una ventina i centri cui si potè elargire tanto benefizio.

Questa intensificazione di lavoro formativo, sia ordinario che straordinario, fu in special modo diretto a consolidare lo spirito di fede tra i cristiani, che, essendo pochi, devono purtroppo sempre vivere a contatto coi pagani, vederne i mali esempi e subirne l'influsso. Abbiamo bisogno di formare delle cristianità imbevute di tale spirito da po terne ottenere anche delle vocazioni religiose e sacerdotali...

Dacchè la missione è aperta, si era provveduto, ai bisogni più impellenti delle cristianità più numerose, con cappelle, resi denze e scuole; ma il centro della Missione mancava ancora di un locale, dove con venientemente svolgere le funzioni religiose. Vi si supplì, nel corso di quest'anno, colla costruzione della cappella dedicata al S. Cuore, la quale serve nello stesso tempo per le scuole « Don Bosco », per la cristianità di Shiu Chow ed anche per cattedrale. Fu inaugurata alla festa dei Santi coll'ordinazione del nostro primo sacerdote indigeno D. Giov. Batt. Ha.

In tutta la plaga Nord del distretto di Nam-Young non v'era ancora nè una residenza, riè una cappella, dove il Missionario potesse restare e radunare convenientemente i cristiani: e si provvide alla costruzione di una chiesetta e residenza.

Anche nel Yeng Tak, superando molte difficoltà, si provvide la cristianità di Sui Pin d'una decente cappelletti e d'una sufficiente residenza con una vasta scuola.

Nel distretto di Yan Fa, da qualche anno, la nascente cristianità di Au Fu Leang reclamava un luogo di riunione per i cristiani; e si potè quest'anno soddisfare ai vivi desideri con una modesta cappelletta ed una sala che servirà di scuola.

In altri posti, come nelle città mandarinali di Lok Chong e Yeng Tak e in quella di Chong Cong « Yan Fa », si acquistarono terreni adatti per preparare il futuro sviluppo di quei centri.

Per l'anno in corso.

Quest'anno e negli anni susseguenti vorremmo fare uno sforzo particolare per provvederci di catechisti e di catechiste, elemento assolutamente indispensabile e di cui sentiamo ancora troppo la deficienza. Ma per avere un catechista, che abbia la necessaria abilità e nello stesso tempo possa dedicarsi con animo tranquillo al suo ufficio, bisogna assicurargli una retribuzione, sufficiente non solo per sè, ma anche al mantenimento decoroso della famiglia; e ornai il vivere costa più in Cina che in Europa, mentre le possibilità finanziarie della' nostra Missione sono molto limitate. E questo il motivo per cui non ci fu ancor possibile stipendiare che un numero assai esiguo di questi importanti ausiliari...

Ci aiuti il Signore e ci assista la carità dei nostri benefattori.

Shiu Chow, i ottobre 1925.

+ LUIGI VERSIGLIA, Salesiano, Vicario Apostolico.

Gli "amici" di Domenico Savio.

A quando a quando ci giungono domande di qualche copia del n° del « Bollettino Salesiano » del mese di marzo 1925, nel quale venne pubblicato lo schema di una semplice e pratica associazione, intitolata gli « Amici » di Domenico Savio.

Non avendone più copie disponibili ristampiamo accennato schema per intero, ben lieti di cooperare in qualche modo a promuovere in mezzo alla nostra gioventù la pratica imitazione dell'angelico alunno di Don Bosco.

REGOLAMENTO.

I. - Gli « Amici » di Domenico Savio son buoni, allegri, studiosi, entusiasti giovinetti, che si uniscono in società per meglio imitarlo.

II. - L'iscrizione è volontaria; e nessuno dev'essere espulso dall'associazione. Se uno non ne fosse più degno, gli altri eserciteranno su lui un intenso apostolato di carità, sino a renderlo migliore.

III. - Gli « Amici » son di tre classi: aspiranti, effettivi e consiglieri.

1) Gli aspiranti si impegnano a leggere e ad ascoltare volentieri la vita di Domenico Savio e a parlar molto di lui fra i compagni. Si studieranno, anche, di diffondere il motto del Servo di Dio: « La morte, ma non peccati », e lo ripeteranno ogni giorno.

2) Gli effettivi si obbligano agli stessi doveri degli aspiranti, di più ad imitare Domenico Savio in queste virtù:

a) la pietà, con la confessione settimanale, la Comunione frequente e la visita quotidiana al Santissimo Sacramento;

b) la purezza, evitando esemplarmente le conversazioni men che oneste, le parole basse e triviali e qualsiasi pericolo contro l'angelica virtù, come certi libri e periodici cattivi, e cinematografi e teatri;

c) la carità, amando i genitori e rispettando i superiori, aiutando i compagni, non burlando mai i difettosi, non mormorando mai.

3) I Consiglieri s'impegnano agli stessi doveri degli aspiranti e degli effettivi, ed attendono inoltre all'organizzazione dei gruppi ed alla propaganda, ed hanno la cura di assistere i nuovi allievi, sull'esempio di Domenico Savio.

IV. - Tutti porteranno un distintivo con l'effigie del Titolare; e fedeli al motto « LA MORTE, MA NON PECCATI », combatteranno sopratutto il rispetto umano e la negligenza nei propri doveri.

V. - Faranno propri tutti gli ideali di Domenico Savio, cioè l'amore a Gesù in Sacramento, alla Vergine, alla Chiesa, al Papa, a Don Bosco, ai genitori, ai compagni.

VI. - Zeleranno, concordi, la buona riuscita delle feste religiose e la vita espansiva delle ricreazioni e delle passeggiate, con canti religiosi, scolastici, patriottici e salesiani.

VII. - Sarà anche loro ideale la glorificazione di Domenico Savio, e perciò:

a) reciteranno tutti i giorni un Pater per la sua Causa di Beatificazione e Canonizzazione, e faranno ogni anno una piccola offerta allo stesso scopo;

b) commemoreranno solennemente il 9 marzo, anniversario della morte del Servo di Dio, possibilmente con un omaggio collettivo di tutto l'istituto, rileggendo, pubblicamente gli Statuti dell'Associazione.

VIII. - Durante le vacanze, procureranno di essere altrettanti piccoli apostoli, secondo la loro capacità, sugli esempi del Servo di Dio.

IX. - Ogni giorno, ogni ora, ogni istante, cercheranno di compiere esemplarmente il loro dovere.

Dalle foreste del Rio Negro. Un appello appassionato e commovente.

(Lettera del Missionario Salesiano Don Giovanni Marchesi al sig. Don Rinaldi).

N. d. R. - Nel pubblicare quest'appello davvero commovente, assicuriamo i lettori che il sig. Don Rinaldi ha già inviato e continua ad inviare ai cari Missionari Salesiani di Taracuà (Rio Negro = Brasile) quei soccorsi di cui per la carità dei Cooperatori può disporre. Faccia Iddio che molti cuori generosi gli permettano di moltiplicare gli invii in proporzione dei bisogni straordinari, di cui fa cenno questa lettera.

Taracuà, 8 dicembre 1925.

Rev.mo ed Amatissimo Padre,

Ho ricevuto la sua carissima del settembre u. s. La ringrazio di cuore; sapesse quanto mi ha confortato!

Questa volta non è una relazione la mia, ma un caldo appello al suo cuore paterno, perchè faccia presenti ai buoni Cooperatori, alle pie Cooperatrici e a quanti s'interessano delle nostre Missioni, le condizioni nelle quali versiamo per mancanza di mezzi.

Son sicuro che questo grido sarà ascoltato ed esaudito da tante anime generose.

"Non possiamo pretendere continui miracoli".

Il nostro attivissimo Prelato Mons. Massa, (Ella sa che la nostra Prefettura Apostolica è stata elevata a Prelatura) in questi anni ha fatto sacrifici ed economie infinite per far fronte alle spese di questa cara Missione; ma nell'ultima visita, in vista delle necessità ancora maggiori, con tristezza ci ha lasciato intendere che non potrà far fronte ad esse, senza un aiuto speciale della Divina Provvidenza. Questa, fino ad oggi, non ci ha lasciato mancare il suo aiuto ed in Essa riponiamo tutte le nostre speranze; ma non possiamo pretendere continui miracoli.

Aiuti locali non ne abbiamo; ed anche la terra ci è matrigna, perchè per due terzi è allagata la maggior parte dell'anno; e l'altra parte, dissodata con grandi sacrifizi, acquista fertilità solo a poco a poco dopo l'azione del sole e degli elementi atmosferici. Quindi dobbiamo comperare tutti gli alimenti a caro prezzo, e colle spese di trasporto ci arrivano qui coll'aumento dell'8o%.

La nostra Missione ha fatto progressi meravigliosi e l'ora della redenzione di questi poveri figli della foresta si avvicina. Affluiscono in massa, a gruppi di 3o e 40 ogni giorno, completamente ignudi, e ci chiedono lavoro per comperare un po' di stoffa per coprirsi. A me piange il cuore solo a pensare che dovremo forse ben presto rimandarli inesauditi, e porli così nella dura necessità di ricorrere ai commercianti, che li sfruttano in ogni modo e li lasciano sempre nelle stesse condizioni compassionevoli.

Questi poveri fratelli ci portano i loro piccini e ce li offrono con tanta confidenza, mostrando quanto godano di vederli al lato del Missionario; ma ben presto dovremo rifiutar anche questi, perchè i 36 ragazzetti che abbiamo con noi, non avranno neppur essi da vivere.

Vuol credere?

Già in questi ultimi mesi mi son visto, più volte, senza farina di mandioca e senz'altro alimento.

Quante volte mettemmo sul fuoco le pentole senza avere nulla da cuocere; e solo all'ultim'ora la Provvidenza ci è venuta in aiuto! Ma il tentare il Signore ci può mettere a grave pericolo.

Tuttavia, amatissimo Padre, quando osserviamo questi piccoli Tucanos, così docili,, intelligenti e attaccati alla Missione, pieni di riconoscenza per il Missionario che li nutre e li istruisce, creda, ci sentiamo stringere il cuore al pensare di non poter raccoglierne altri, e Dio non voglia, forse, di dovere rimandare alle loro capanne anche questi!... Creda, non vi può essere per un salesiano un sacrificio più grave!...

"Dovremo rendere inutili tanti sacrifici?

Pensi, caro Padre, quanti sacrifizi ci è già costata questa Missione! Ben quattro vite preziose furono sacrificate ed altre ben robuste e non meno preziose si consumarono in sacrifizi enormi, che solo chi conosce queste regioni e la vita che vi si conduce, può immaginare.

Un mattino il nostro primo Prefetto Apostolico, Mons. Giordano, naufragò in uno di questi affluenti ed uscì salvo dalle acque col breviario e l'altare portatile. Era nel punto più lontano della sua escursione e nel fiume più povero: e per più d'un mese per sfamarsi, doveva celebrare di buon mattino, prima dell'alba, per trovarsi presente alla povera refezione degli Indi, che non glie la negavano, ed accocolarsi per terra con loro e prender cibo nello stesso recipiente; pensi Lei con quanta ripugnanza! E doveva far così... per vivere! Talora non arrivava tempo e allora doveva contentarsi di un po' di farina di mandioca cotta nell'acqua senza sale, e null'altro!

Cosi hanno passato la vita i nostri eroi; ed ora che siam vicini a raccogliere i frutti preziosi delle loro fatiche, dovremo, per mancanza di mezzi, ridurre la nostra attività e rendere inutili tanti eroismi?...

E non Le parlo delle altre spese occorrenti per acquisto di medicinali e per le costruzioni che esigono mezzi non indifferenti, La copertura di zinco di una casa ci costò migliaia di lire; e dobbiamo costrurre un ospedale per gli ammalati, capace di almeno 40 letti, e non sappiamo come potremo fare, mentre è di necessità assoluta per salvare tanti poveretti che muoiono abbandonati sulle sponde di questi fiumi e nell'interno della selva, rannicchiati all'ombra di un banano.

Rare volte ho fatto sentire la mia voce, ma ora più non ho potuto trattenere in cuore questo appello ai generosi nostri Cooperatori e alle buone e zelanti Cooperatrici, ricchi e poveri, tanto a chi può farci una vistosa offerta, come a chi non potrà mandarci più di cinque o dieci lire senza un vero sacrifizio. Il buon Dio li compenserà, tutti, generosamente.

Per noi tutto è buono; questi poveri indii riceveranno con gioia anche vestiti vecchi e rattoppati, e pezze di stoffa di qualunque genere e di qualunque colore, ed anche medicinali.

Oh! caro Padre, mi permette di continuare il lamentevole elenco?... Anche la nostra cappella è poverissima, specie di tele e lini sacri...

E in gennaio, com'Ella sa, cominceremo i lavori per la fondazione di due nuove residenze per A Tarianos ed i Piratapuios...

Oh, sì, vorrei continuare a dirle quanto il cuore mi detta dinanzi alla cruda realtà, ma temo di aver passati i limiti. L'ho fatto perchè, siccome siamo giunti qui e qui resteremo, lontani da ogni centro civilizzato, non dobbiamo, non vogliamo, e non possiamo rimanere indifferenti e passivi di fronte a tanti bisogni e inerti di fronte a tante speranze, ritardando la salvezza di queste anime.

Veda, amato Padre, di spedirci Lei, per un po' di tempo, qualche forte soccorso mensile, e ci ricordi tutti nel Signore, ci benedica, e perdoni il suo

Dev.mo ed aff.mo figlio Don GIOVANNI MARCHESI

Missionario Salesiano.

Ricordiamoci che noi regaliamo un gran tesoro alla Chiesa quando noi procuriamo una buona vocazione; che questa vocazione o questo prete vada in Diocesi, nelle Missioni, o in una casa religiosa non importa. È sempre un gran tesoro che si regala alla Chiesa di Gesù Cristo.

Sac. GIOVANNI Bosco.

Le meraviglie di Maria Ausiliatrice

Volete grazie da Maria SS. Ausiliatrice?

Fate la novena consigliata dal Ven. Don Bosco, e cioe.

I) Abbiate fede, PREGATE! Pregate Gesù in Sacramento, che è il centro di tutte le grazie, e Maria SS. che ne è la dispensatrice.

Recitate PER NOVE GIORNI 3 PATER, AVE E GLORIA a Gesù Sacramentato, con la giaculatoria Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo Sacramento, e 3 SALVE REGINA alla Madonna con la giaculatoria: Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis.

II) Promettete di viver sempre in grazia di Dio, e nei giorni in cui fate le accennate preghiere accostatevi - una volta almeno - AI SS. SACRAMENTI DELLA CONFESSIONE E COMUNIONE.

III) Ricordate la parola del Divin Salvatore: - Date e vi sarà dato - Voi volete una grazia? fate anche voi un'elemosina a vantaggio delle opere suscitate da Maria Ausiliatrice per l'educazione cristiana della gioventù e per la conversione di tanti popoli idolatri: SOCCORRETE LE OPERE E LE MISSIONI SALESIANE.

GRAZIE E FAVORI

A quanto è riferito in queste relazioni s'intende non doversi altra lede, da quella in fuori che meritano attendibili testimonianze umane.

La bontà di Maria Ausiliatrice.

La nostra bambina Rosa Anna di mesi 21 era stata colpita da paralisi infantile agli arti inferiori da non potersi più affatto servire delle gambe, che si erano anche spaventosamente ischeletrite. Si fece ricorso a tutti i mezzi che poteva offrire la scienza, ma i medici stessi non avevano altra fiducia che in un leggero miglioramento. Con l'angoscia nel cuore abbiamo allora pensato a Maria Ausiliatrice e iniziato una novena, con la promessa di una offerta e di far collocare il suo quadro nella chiesa parrocchiale. Bontà di Maria! il terzo giorno la bambina prese a muovere meravigliosamente le gambe, che gradatamente si rimpolparono e hanno ripreso il loro pieno esercizio.

Particolare notevole: il giorno in cui portammo alla parrocchia il quadro di Maria Ausiliatrice la piccina camminava tenendosi ancora alle mani o alle vesti dei parenti; il giorno dopo cominciò a girare da sola pel cortile e si sentì completamente sicura.

Da più mesi ella gode la prodigiosa guarigione, e noi adempiamo anche all'ultimo impegno del voto, proclamando a tutti la bontà e la potente intercessione di Maria Ausiliatrice.

Varallo Pombia, 5 febbraio 1926.

LUIGI e CENZINA BERTINOTTI. SCIOLGO UNA PROMESSA A MARIA SS. AUSILIATRICE e a Don Bosco, ringraziandoli a mezzo di questo Bollettino di avermi ridonato la primiera salute fisica, che era tanto deperita da far dubitare della mia vita. Dopo un anno d'incessante preghiere e di fede inconcussa fui esaudita da te, o Madre mia Maria, ponendo ad avvocato presso il tuo Cuore il Venerabile Don Bosco. Grazie, o Maria SS. Ausiliatrice, grazie Don Bosco; con la mia eterna gratitudine gradite l'umile mio obolo per aiutare le Opere Salesiane.

Perugia, 6 febbraio 1925.

ELENA BATTAGLINI.

PER BEN SETTE ANNI andai soggetta ad attacchi epilettici. Consultai diversi medici, provai diverse cure, ma a nulla mi giovavano. Un buon salesiano mi consigliò di fare una novena a Maria SS. Ausiliatrice e a Don Bosco, dicendomi che se per due anni non fossi più caduta in quel male, poteva ritenere ottenuta la grazia.

Sono trascorsi due anni, anzi tre, e grazie al buon Dio, alla Madonna e a Don Bosco, il male non è più comparso. Ho promesso di spedire un'offerta, e la mando a mezzo vaglia.

Rovigno (Istria), 3o=12=1925.

FRANCESCA MUGGIA.

QUANTO È BUONA MARIA AUSILIATRICE! - La mia figlia Maria, di anni 14, ammalata di febbri infettíve e da 2o giorni con alta temperatura, poi per un mese con temperatura media, sentendosi sempre più indebolire con preoccupazione anche del dottore curante, cominciò la novena a Maria Ausiliatrice interponendo l'intercessione del Ven. Don Bosco e promettendo un'offerta per le Opere Salesiane e la pubblicazione della grazia. Subito la febbre cessò ed ora insieme con la famiglia ringrazia Maria Ausiliatrice e il Venerabile.

Croce di Schivino (Forlì), 4=1=1925.

A. Z. S.

VIVA MARIA AUSILIATRICE! - Mando un'offerta per le grazie ottenute mercè la potenza di sì gran Madre. Bambinetta ancora, mi dimostrò quanto mi amasse salvandomi dal fuoco, quando per fatale disgrazia ne fui presa in pieno. Ricordo che in mezzo allo spavento e al fuoco la mamma mia mi trovò inginocchiata davanti ad una sua immagine, pregandola di salvarmi. E mi salvò per la prima volta, dico prima, perchè altre volte la mia vita fu in pericolo. Trovandomi la scorsa estate in lago per una traversata in barca, ad un certo punto si alza un vento impetuoso e si scatena un temporale spaventoso. Mi vedevo persa, e con me due mie sorelle e tredici bambini. Un vero miracolo fu quello di poter arrivare sane e salve alla riva tra lo sgomento di tutti i presenti, chè se non fosse stato per l'aiuto di Maria saremmo tutti periti.

E quante altre grazie ebbero con me da Maria Ausiliatrice la mamma e i fratelli miei! Se dovessi enumerarle non la finirei più. Non ho parole per esprimerle tutta la mia riconoscenza e dico a tutti: « Ricorrete a Maria Ausiliatrice e sarete esauditi! »

Cannobio (Lago Maggiore), 11 = 1 = 1926.

L. G.

FACEVA PROPRIO PIETÀ! - Affetto da grave spondilite e da altre infermità un mio nipote si trovava in si gravi condizioni che i medici non gli davano più alcuna speranza di guarigione. Inutile la cura dei bagni, dei raggi, e delle punture: sembravano avvelenargli il sangue.

Il dottore diceva chiaramente che o sarebbe morto o non sarebbe mai guarito. Io disperando dei rimedi dell'arte ebbi compassione della famiglia già tanto provata, e leggendo sul Bollettino Salesiano le grazie che Maria Ausiliatrice dispensa ai suoi divoti, mi rivolsi alla miracolosa Madonna di Don Bosco, promettendo un'offerta secondo le mie forze e di far nota la grazia sul Bollettino.

II ragazzo, per intercessione della Vergine SS., ottenne perfetta guarigione con meraviglia di tutti.

Sarò sempre riconoscente a Maria Ausiliatrice e al Venerabile Don Bosco.

Zuccola di Cividale (Udine), 5 = 1 = 1926.

MARIA QUENDOLO.

ERA UN TORMENTO! - Dal mese di giugno, dopo dii aver provato bagni, massaggi elettrici e manuali, ginnastica svedese, e di aver visitato professori e medici, la mia caviglia era sempre ammalata e dolorosa, e stentavo a camminare, quando un giorno mi venne la santa idea di pregare Maria SS Ausiliatrice. Ho fatto la novena, ho promesso pure un'elemosina per le Missioni Salesiane, e di pubblicare la grazia sul Bollettino; ed ora sto bene e continuerò, spero, a star sempre meglio.

Torino, 9 = 1 - 1926.

M. B.

Dopo UN'ATROCE OPERAZIONE di una persona a me cara, il medicò dichiarò che occorreva un'altra operazione, perchè la ferita si rimarginasse. In tanto dolore feci il voto a Maria Ausiliatrice ad intercessione del Venerabile Don Bosco, promettendo, di pubblicare la grazia, qualora l'avessi ottenuta, e di mandare un obolo per la Causa di Beatificazione di Don Bosco. E la Madonna mi esaudì. Il fatto avvenne nel settembre del 1924; e con cuore grato, sebbene tardi, sciolgo la promessa ed invito tutti coloro che hanno bisogno di grazie di invocare la Celeste Ausiliatrice.

Malta, 30 = 12 = 1925.

Una Cooperatrice.

COLL'ANIMO PIENO DI RICONOSCENZA Ti rivolgo il mio grazie, o potente Ausiliatrice. Il mio piccolo Alberto venne colpito da forte influenza, con intossicazione intestinale e dolori all'orecchio sinistro. Il caso era gravissimo. Col cuore angosciato per timore di perderlo scongiurai la SS. Vergine di aver pietà del mio bambino, ed ecco che la buona Mamma Celeste non disdegnò le mie preghiere e mi esaudì; ogni pericolo è omai scomparso.

Torino, - 14 = 1 = 1926

S. T.

« ESSA MI GUARIRÀ!... » - Era ancora nell'Equatore, quando il lavoro nelle scuole insieme con lo prove e le esecuzioni di canto nei mesi di maggio e giugno gonfiarono le mie glandole salivali. Mandato da Quito a Riobamba per suonare e cantare nella chiesa pubblica, crebbe la mia infermità, specialmente per le messe cantate quasi quotidiane: le glandole si gonfiavano, scoppiavano e tornavano a gonfiare e scoppiare. Consultato il dottore, mi disse ché non c'era più rimedio: mi tagliò le glandole, ma il male tornò.

Pochi giorni dopo ebbi la consolante notizia di recarmi a Torino per finire gli studi. Concepii la certezza della guarigione.

Giunto all'Istituto Internazionale Don Bosco, fui ammesso alla Schola cantorum: e in prove ed esecuzioni cantai sempre, ma l'infermità crebbe come nell'Equatore. Tornai a pregare la Madonna, e fui esaudito, son guarito e sto bene e prometto a Maria Ausiliatrice di servirmi della voce per attirare molte anime al servizio divino.

Torino, 24 gennaio 1926

LUIGI MARIA TORRES.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per là celebrazione di S. Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti:

A) - Acci Fortunato e consorte, Adami Marianna, Agnelli Tiberio, Alcuri Maria, Amico Sarina, Ancarani Angelina, Appoloni Rosa, Aquino Angelina in Cortese, Arlenghi Celestina, Arona Pietro, Atzori Tarsilla in Più, Avon Giovanna

B) - Balsamo Maddalena, Balzola Corinna, Barbarito Anna, Barisone Antonio, Baruffaldi Alessandro, Batzella Arglene, Batzella Pierina, Baussano G., Bava Maria, Bellato Gino, Benedetti Luigi, Benedetto Palmira, Benigno Rosa, Bernard Maria, Besenval Odilla, Bettega Eufrosina, Bianchet Maria, Biscottini Bianca, Bitti Pietro, Boffa Paolina, Bolognesi Rina, Sono Angela, Borra Maria, Bortolozzi Clotilde, Bosca coniugi, Bovio Francesco, Brialdi Luisa, Brondino Anna, Brunelli Anna, Brustolon Bianca, Bu= ronzo Maria, Burzo Giovannina.

C) - Callegari Luigi, Camillotti Ida, Camosso Tonietta, Campana Anna, Campo Teresa, Canova Matilde, Cantù d. Pietro, Canziani Caterina in Fava, Capellaro Teresa, Carlini Gio. Battista, Carmano Giuseppina, Carrera Vittoria, Casasco Anna, Casi Addolorata in Manzo, Cassina Adele in Ricci, Cavallo Margherita, Cellerino d. Angelo, Chiapello Maria, Chiesa Luigina, Chionio Carolina, Ciccarini Augusta, Cimossa Paola, Ciocca Faustina, Cipolla Marietta, Cipriani Emma, Cisternino Leonardo, Civallero Erminia, Coccero Maria, Colognato Roma, Comba Lucia, Comelli Giuseppina, Coniugi Teia, Cooperatrici di Mathi e di Verona, Cortiello Maria, Cortesi Rina in Valsecchi, Cossu Maria Antonia, Trippa Teresina, Crosa Maria in Rossi, Cusi Pranza,

D) - Dallemme Bice, Dall'Alba Luigia, Dani Paolina, D'Ambrosio Angelo, D'Angelo Rosa, D'Arpo Filippo, Della Giustina Giovanni, Delleani Rina, Del Piano Angela, De Maria Teresa, De Paola Rosina, De Paolis Angelo, Durval Eulalia in Vigezzi.

E) - E. T., Eclisse Francesca, Elaterio Eugenio.

F) - Faedo Terenzia in Balestro, Falce geom. Michele, Faletti Maria, Famiglie Belcredi, e Callegari, Farina Giuseppina, Fazio Angela, Ferrari Lia, Ferrari Vincenzo, Ferraro Innocenza in Garrone, Ferrero Margherita, Ferretti Marianna, Ferrua S., Fiore Gemma in Bucci, Fontana Maria, Forca Paola, Fornaza e famiglia, Forno Teresa, Franceschini Maria, Francia Teresa, Frattini Giacomo, Fumagalli Placidia.

G) - G. M., G. P., G. R., Gaggiotti Brigida, Gaglia Giuditta, Gallo Elisabetta, Gandolfi Paola in Salsotti, Garrone Giuseppe, Gattani Giuditta, Galli Giuseppina, Genatrini Annetta, Gerbaudo Anna, Ghetta Margherita, Giacobbi Orlando e Maria, Giaconia Gaetanina, Giacomuzzi Ginevra, Giammusso Lorenzo, Gilardi Maria, Giorgio Luigia, Gios Eulalia, Giay Emma e Lidia, Glafiro Fraenzo, Gottard Riccardo, Granata Gaetana, Greco Felicita, Grenzi Lucia, Grassi Agostina, Guadalupe Amelio.

I) - Imme Nicolò, Indinelli Angelo, Tosi Maria.

L) - Laterza Angiolina, Lavezzo Gerolamo, Libra Giuseppe, Lombobi Antonia, Lo Monaco Lucia, Longo Caterina, Longo Luigi, Lorio Angiolina, Lusnardi Albertina.

M) - M. A., M. B., M. G., Magni Lina, Mantello Adele, Marchesa Litta=Cicogna, Marconcini Maria, Marconi Giovanni, Marroni Virginia, Martina Maria, Martinez Rosaria, Massa Mary in Accini, Mattai Elvira, Maurelia Ludovisa, Maverna Giuseppe, Mazzacani Maria, Melis Antonio, Merendino Rosalia, Merlo Pietro, Metrangolo Addolorata, Metrangolo Anna in Vergallo, Migliaccio Francesco, Minoli Maria, Monti Emma, Muggia Francesca, Murgia Giovanni Maria, Musmeci D. Giovanni, Muzzi Domenico.

N) - N. N. di Cappella Maggiore, di Quincinetto, di Palazzolo Milanese, Nardo Pietro, Nave Antonietta, Nicolussi Caterina, Noaro Ida, Novellone Teresa.

O) - Omarini Caterina, Oneto Piefo, Ostuni Angola.

P) - P. L., Panozza Teresa, Pavesio Giuseppe, Perego Gina, Pezzana Bartolomeo, Pischedda Maria Grazia, Poletti Vico, Pollono Piera, Pomati Albina, Ponte Beatrice, Ponte Domenico, Porro Anatolia, Pozza Maddalena, Prandi Caterina in Giordano, Prati Maria in Lolli.

Q) - Quagliarini Elvira, Quendolo Maria.

R). - Rago Audizia, Ragusa Vincenzo, Ratto Rosa, Ravera Delfina, Ravetto Angela, Rabellinna Caterina, Re Giuseppe, Re Paolina, Resto Caterina, Respighi Maria, Rinaldi Luigia, Rizzi Agata, Rizzoli Teresa in Cisella, Ronclaroo Ercolina, Rossetti Vincenzina, Rossi PasquaLina, Rozzi Annita, Rudi Letizia.

S) - S. T., Sabaini=Sonati, Sabini Francesco, Sacchero Margherita, Sali Tarsilla, Salsa Gemma, Salussolia Maria, Sandri Domenico, Sanna Giovanna, Santanero d. Donato Santina Clara, Santuz Antonio, Satragno Maria in Torello, Scarabelli Maria, Scatigna Emanuele, Scialpi Antonio, Scolaro Can. Gaetano, Silva Lena, Sena Rosaria, Serata Gaetana, Signorini Maddalena, Silvetti Innocenza, Sinelli Angiolina, Sionis Maria, Sorba Agnese, Sorelle Botto, Deiana=Dessi, Gennaro, Piantino, Tono, Sorgato Carmen in Mazani, Spagnoli Emma, Stifavi Giuseppe, Stratta Francesco, Suor Maria Agostina.

T) - Tamburelli Maria, Targhetta Maddalena, Tasso Maria, Testuzza Giuseppe, Tognetti Santina, Togni Eugenia, Trabucchi Dina in Ghinetti, Traversa Maria, Tucci Maria.

V) - V. A., V. B., V. R., Vagni d. Fausto, Valcaldo Giovanni, Variara Pierino, Varisco Cristina, Vassallo Maria, Ventuli Isabella in Cusani, Veglio Maria, Verna Lucia, Vigo Giovanna, Viglietti Giovanna, Viglino Teresina, Villivà Immacolata, Viola Luisa, Vogliano Teresa in Riconda, Vuillermet Alessandrina.

W) - Weiss Giulia.

Z) - Zambelli Ersilia, Zamboni d. Luigi, Zambruno Giuseppina, Zanetta Nina, Zanli Giovanni, Zeggiotti Antonietta, Zorrer d. Angelo, Zurru Francesco.

Cooperazione missionaria.

Un maestro marchigiano, ex=allievo dell'Istituto Salesiano di Macerata, leggendo nel « Bollettino » le domande di aiuti e di mezzi pecuniari che ripetono con Insistenza i nostri Missionari per moltiplicare il numero dei maestri e dei catechisti, invia al Sig. Don Rinaldi 10 lire, accompagnandole con queste parole:

« ...Come non porre almeno un po' del frutto del nostro lavoro a disposizione di chi in nome di Dio chiede di accrescere il numero dei cristiani, il gaudio del Paradiso, la gloria del Creatore? Non saremo in venti ex=allievi del Ven. Don Bosco a sacrificare ogni mese sei pacchetti di sigarette e relativi cerini? In fondo sono due al giorno in meno! Un sacrificio che non può avere l'onore di essere chiamato tale. E con dieci lire al mese, in venti compiremo un'opera santa; doneremo ad un paese un catechista e un maestro cristiano.

Don Bosco in Paradiso tiene lui il conto delle Missioni e a ciascuno che lo aiuta ridonerà, non quel poco che si offre, ma il controvalore del bene procurato! Il beneficio sarà, quindi, immenso per le anime nostre e dei nostri cari, viventi e defunti; ed anche per le nostre necessità quotidiane ».

AZIONE SALESIANA

In suffragio di S. M. la Regina Madre.

In Italia e all'Estero, negli Istituti aperti dai Salesiani per l'assistenza degli emigrati e per l'educazione dei loro figli, con sensi di devota riconoscenza si celebrarono solenni suffragi per l'anima di S. M. la Regina Madre.

A Torino la pietosa cerimonia di trigesima indetta nella Basilica di Maria Ausiliatrice, interamente parata a lutto, fu anticipata al 3 febbraio, essendo stato fissato al 4 il funerale ufficiale alla Metropolitana.

A Buenos Aires tutta la Colonia Italiana si raccolse in preghiera nel nostro tempio di S. Carlo in Almagro, il 21 gennaio. Cantò Messa l'ispettore Don Bonetti, presenti il Presidente della Repubblica, tutti i Ministri e il Corpo Diplomatico. I nostri alunni eseguirono musica del M° Perosi. Compiuto il sacro rito, le signore italiane e i bambini delle scuole copersero di margherite il catafalco e l'altare.

Schiettamente in molte città la partecipazione di ogni ceto di persone ai suffragi per S. M. la Regina Madre non poteva riuscire più cordiale e imponente.

NOTIZIE VARIE

ITALIA

Visite Auguste agli Orfani e alle Orfane di guerra a Torino.

La vigilia della nostra festa patronale, il 28 gennaio, S. A. R. Umberto di Savoia, Principe di Piemonte, accompagnato dal 1° Aiutante di Campo Gen. Clerici, si recava a far visita ai 11o orfani di guerra, raccolti nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Sassi, ai piedi della collina di Torino. La letizia degli orfanelli, condivisa dai signori e dalle signore del benemerito Comitato che tanto s'interessa della loro educazione, venne egregiamente espressa in un grazioso trattenimento letterario- ginnastico, che riscosse l'ammirazione di S. A. R. e dei presenti.

L'11 febbraio ebbero a godere di egual tripudio le 100 orfanelle di guerra raccolte ed educate dalle Figlie di Maria Ausiliatrice all'ombra del Santuario; ed anch'esse seppero offrire all'Augusto Visitatore un saggio così delicato ed artistico della loro gioia, che piacque infinitamente a S. A. R. e al numeroso stuolo di signori e signore, raccoltisi attorno al giovine Principe in devota corona.

E pochi giorni dopo un'altr'ora di serena esultanza attendeva le orfanelle di guerra, quando S. A. R. la Principessa Giovanna di Savoia, imitando l'Augusto Fratello, consacrava un'ora dell'ultimo giorno di carnevale alle alunne delle Figlie di Maria Ausiliatrice. E fu una nuova festosa manifestazione di schietto e devoto tripudio, che piacque assai alla giovane Principessa, che volle visitare tutta la casa, sostò a lungo in chiesa pregando divotamente, ed ammirò assai i lavori di ricamo e di maglieria in cui si esercitano le orfanelle.

Lasciando sorridente la Casa, l'occhio di S. A., fissò con slancio la Basilica di Maria Ausiliatrice e il monumento del Ven. Fondatore, il cui sguardo, sorridente l'aveva accolta in varie aule.

Il Comune di Borgomanero intitola una via a "Don Giovanni Bosco".

A Borgomanero, dove si sta costruendo dalle fondamenta un nuovo fabbricato per il Collegio che i Salesiani fin dal 1912 dirigono in quella città, tant'è la simpatia e la riconoscenza per l'Opera Salesiana, che il Commissario Prefettizio del Comune, A. Zibetti, « persuaso d'interpretare fedelmente la volontà di tutta la popolazione », deliberava d'intitolare « al nome del grande Apostolo della gioventù, che fu Don Giovanni Bosco », la nuova via che comincia dall'accennato nuovo edifizio.

L'egregio Commissario motivò la deliberazione così: per « tramandare ai posteri, sono sue parole, il culto che Borgomanero tutta serba per Lui, educatore insigne con la creazione del sistema pedagogico denominato PREVENTIVO e con la istituzione in Italia e all'Estero di Oratori Festivi e Scuole, di Educandati e Laboratori di arti e mestieri, di Colonie Agricole e di Missioni, e la gratitudine particolare nostra verso i suoi Figli e Successori, che qui stanno costruendo un Collegio di vitale importanza per le nostre Scuole e per il nostro Comune, ove intendono spiegare tutta la loro umanitaria e cristiana operosità nell'interesse e per l'educazione patriottica, civile e religiosa della nostra gioventù ».

E poichè trattavasi non d'una sostituzione o di un cambiamento di nome, « ma di una nuova-denominazione, e che il nome della personalità prescelta; è quant'altri mai degno per la santità della vita e per la grandezza luminosa delle opere, e che tale deno minazione trae la sua ragione dal fatto che il primo, più vasto e più utile edificio con cui di tale strada s inizia la costruzione, è precisamente il Collegio dei Figli spirituali di tanto Padre, eretto per assecondare una delle più sentite necessità di questa popolazione », in data 8 gennaio u. s., coi poteri del Consiglio Comunale senz'altro dichiarava la nuova via intitolata al Venerabile Don Giovanni Bosco.

Conferenze Missionarie.

Tra le tante conferenze che si tengono quotidianamente da un capo all'altro della Penisola sulle Missioni in generale e sulle Missioni Salesiane in particolare ci è caro ricordare quella che la domenica 4 gennaio u. s. ebbe luogo al Salone Ghersi in Torino.

Oratore fu il nostro confratello Don Alberto De Agostini, che parlò de « I miei viaggi nella Terra del Fuoco »; e la sua parola, interessantissima, perche frutto di accurate osservazioni, spesso in contrasto con affermazioni di scienziati anche illustri, fu coronata da entusiastici consensi del colto uditorio, specie quando espose i risultati delle sue ardimentose esplorazioni, che vanno dalla prima scalata alle più alte vette dell'estrema regione sud=americana, alla scoperta dei nuovi laghi, ghiacciai e fiordi alla base del Sarmiento.

Crediamo bene di far presente ai lettori che dell'edizione italiana de « I miei viaggi nella Terra del Fuoco » non rimangono che poche copie; e che presentemente se ne sta ultimando un'edizione in Spagnuolo (1).

PALESTINA

Fervore di apostolato cristiano presso il Sepolcro di S. Stefano.

La Scuola Agricola Salesiana di Beitgemal va meritamente acquistando in tutta la Palestina le più larghe simpatie. Anche recentemente una Società Americana di Beyrouth le affidava 10 orfanelli armeni che saranno seguiti da altri dieci alla fine dell'anno. Presentemente l'istituto è al completo, ed è necessario un ampliamento dei locali per poter svolgere, come desidera il S. Padre, qualche opera di carità a favore dei musulmani, alcuni dei quali son già accolti nell'istituto.

Si stanno anche preparando i piani per la ricostruzione dell'antico Martyrium sul sepolcro del Protomartire, e di un contiguo Santuario con una casa per i pellegrini: ma quando si potranno cominciare i lavori? La risposta è lasciata alla generosità di qualche anima buona, devota del Protomartire e dei Luoghi Santi, che si senta ispirata ad aprire un nuovo centro di culto nel Paese di Gesù, donde s'irradii largamente in tutto il mondo il ricordo e la pratica del perdono cristiano.

Ai nostri, per ora, non è possibile dar un passo. Vivono, giornalmente, di elemosine... e non han potuto nemmeno premiare in modo conveniente gli alunni migliori: non un vestito, non un paio di scarpe, non un libro; mentre un'altra scuola agricola, diretta dagli ebrei, l'unica che esista in Terrasanta, la Mikweh=Israel, mercè l'invio di un ebreo americano ha potuto disporre di 20.ooo dollari soltanto per la premiazione!

BAVIERA.

L'inaugurazione del nuovo Istituto Salesiano a Bamberga.

A Bamberg ove i Salesiani da cinque anni dirigono varie associazioni giovanili ed un piccolo internato per apprendisti artigiani, è sorto un nuovo edificio per 140 giovani su terreno che fin dal 1921 era stato acquistato dal rev.mo Capitolo Metropolitano e donato ai Salesiani perchè potessero svilupparvi l'opera loro.

Alla costruzione dell'edificio concorsero con larga sovvenzione il Ministero Bavarese pel benessere sociale, la Provincia, la Città e l'Associazione centrale di carità, il cui direttore, rev.mo Can. Madlener, Presidente Diocesano delle Associazioni giovanili, è grande ammiratore e benefattore dell'Opera di Don Bosco.

E il nuovo edificio venne solennemente benedetto il 24 gennaio u. s. da S. Ecc. Rev.ma l'Arcivescovo di Bamberg, Mgr. von Hanck, e posto sotto la protezione del secondo apostolo della Germania S. Pietro Canisio, dottore di S. Chiesa.

Alla cerimonia intervennero i rappresentanti del Ministero degli Interni e del benessere sociale, i consigheri ministeriali Dr. Wimmer e Dr. Baumann. il rappresentante del Prefetto della Provincia Dr. Kottnitz, il rappresentante del Circondario rev. sig. Hònninger, il Sindaco Wegmann e l'assessore per gli studii Dr. Losgar, i Canonici Hófner e Madlener per il rev.mo Capitolo della Cattedrale, ed altri personaggi del Clero secolare e regolare, del laicato, e della Associazioni giovanili, con Don Ring, rappresentante dell'Ispettore, ed altri direttori delle Case Salesiane.

Mons. Arcivescovo rilevò la necessità di adoperarsi con ogni mezzo a preservare la gioventù dai pericoli che la circondano ed indirizzarla sul buon sentiero sottraendola all'influsso dei falsi amici, le cui dottrine non tardano a produrre le più tristi conseguenze, l'indifferenza religiosa, la mancanza di fede, l'immoralità; donde la necessità di aprire istituti nei quali la gioventù venga istruita e guidata secondo i principii della fede e della morale cristiana.

Alla sera i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane, si raccolsero in adunanza con numerosi amici della gioventù nella gran sala dell'Istituto.

Prima di tutti prese la parola il rev.mo Can. Madlener per consegnare ai Salesiani il nuovo edificio, esprimendo la speranza, che non solo la città di Bamberg, ma tutta la provincia abbia a godere dei benefici effetti della buona educazione che verrà impartita dai figli di Don Bosco. Quindi parlò, ascoltatissimo, il rev. P. Haas S. I., che rilevò le intime relazioni che corrono fra S. Pietro Canisio e Don Bosco, come apostoli della gioventù del loro secolo. E il nostro missionario D. Knoop illustrò l'opera umanitaria e religiosa che i Salesiani compiono in mezzo ai lebbrosi.

Il programma musicale fu svolto con generale soddisfazione dalla banda musicale e dal coro delle associazioni giovanili, dirette dai Salesiani.

ARGENTINA In memoria di Don Ernesto Vespignani.

L'8 dicembre u. s. nell'atrio della Chiesa Parrocchiale di S. Carlo a Buenos Aires, dopo la messa della Comunione Generale, presente una folla di amici e di ammiratori, s'inaugurava un'artistica targa in memoria dell'architetto salesiano Don Ernesto Vespignani. Il dott. Giov. Batt. Podestà ricordò la vita dell'esemplare figlio di Don Bosco, che lasciava in America molti sacri edifizi e istituti educativi, eretti sotto la sua direzione e con suoi disegni.

Era presente anche il rev.mo Don Giuseppe Vespignani, direttore generale delle Scuole Professionali e Colonie Agricole Salesiane, che ringraziò i presenti dell'omaggio reso a colui che gli fu doppiamente fratello.

Promotori della cerimonia furono i signori Quintino Piana e Francesco Pini=Zeno.

L'artistica targa, integrata da una bella epigrafe, riproduce in bassorilievo le sembianze di Don Ernesto campeggianti su di un fondo dove sono delineati due dei suoi migliori monumenti.

URUGUAY

Imponente dimostrazione per il Cinquantenario dell'arrivo dei Salesiani.

Nel Collegio Pio di Villa Colón il 13 dicembre si commemorò il compiersi dei cinquant'anni dall'arrivo dei Salesiani.

E riuscì un inno splendido di ringraziamento a Dio e al Ven. Don Bosco, ed anche ai suoi figli pei sacrifici compiuti e per i frutti raccolti in 5o anni di lavoro indefesso a pro' della gioventù.

Dalla Direzione Compartimentale delle Ferrovie venne messo a disposizione dei pellegrinanti al Santuario di Maria Ausiliatrice di Villa Colón un treno espresso che fu preso d'assalto da centinaia di Ex=allievi, che nelle stazioni intermedie andarono moltiplicandosi.

A Villa Colón fu uno spettacolo magnifico nel lungo viale che precede l'entrata al Collegio ed al Santuario. Preceduto dalle bandiere e dalla Banda delle Scuole Professionali « Don Bosco », il corteo sostò all'ingresso del Santuario, e l'Ispettore Don Pittini diede il benvenuto ai convenuti, dicendosi lieto della manifestazione che si tributava all'Opera Salesiana da tanti bravi alunni, che con la loro presenza dichiaravano il loro attaccamento all'antico nido dove avevano vissuto i giorni più belli della vita.

Lo stesso Ispettore celebrò quindi la S. Messa che fu ascoltata da tutti col più devoto raccoglimento.

Seguì il convegno nel teatro, al quale presero parte, tra le Presidenze degli 8oo e più ex=allievi presenti, vari delegati e rappresentanti della Gioventù Cattolica dell'Uruguay, ed anche dell'Argentina, del Paraguay e del Brasile.

Il dott. Miranda tenne uno splendido discorso inneggiando ai dieci eroi che 5o anni fa approda» vano al Rio della Plata.

Quando l'egregio Oratore toccò le gesta dell'Eminentissimo Card. Cagliero, tutta l'Assemblea sorse in piedi prorompendo in un entusiastico applauso, che si ripetè più volte al nome del Ven. Don Bosco e a quello dell'attuale suo Successore, il sig. Don Rinaldi.

Altri presero la parola; tra essi anche il nuovo Missionario del Ciaco Paraguayo, Don Livio Farina, che fece una succinta relazione del movimento degli Ex=allievi in Italia; e coronò l'entusiastica adunanza la parola infuocata dell'Ispettore Don Pittini. Questi, raccogliendo i concetti dei diversi oratori, affermò la necessità di mantener vivo l'entusiasmo fra gli ex=allievi, i quali, con la buona riuscita in società e l'esemplare condotta religiosa e civile, sono fulgida ricompensa alle fatiche che i figli di Don Bosco hanno speso e continuano a spendere nel nome del loro Fondatore a pro' della gioventù.

Un ultimo formidabile « Viva il Ven. Don Bosco chiuse l'adunanza che, ne siam certi, non mancherà di apportare benefici frutti.

(1) ALBERTO M. De AGOSTINI, missionario salesiano. - I MIEI VIAGGI NELLA TERRA DEL FUOCO, con 407 Venute e panorami da fotografie originali dell'autore e 3 carte geografiche, Torino (17), Cartografia Fratelli De Agostini 1923, 4° gr. 294 pagine L. 125.

NECROLOGIO

Can. GIUSEPPE ALLAMANO. - Canonico della Metropolitana di Torino, Rettore del Santuario della Consolata e Fondatore dell'Istituto dei Missionari e delle Missionarie della Consolata, volò al premio eterno il 16 febbraio u. s.

Era nato a Castelnuovo d'Asti nel 1851, l'anno in cui un altro conterraneo di Don Bosco e del B. Cafasso, Giovanni Cagliero - che il Signore ci conservi ancora in multos annos! - entrava all'Oratorio. Ed anche l'Allamano nel 1862 veniva all'Oratorio, e vi rimaneva quattro anni, durante i quali percorse gli studi di ginnasio, sotto la direzione spirituale di Don Bosco. Evidentemente l'anima del nostro Ven. Fondatore esercitò uri influenza assai profonda in quella dell'Allamano, il quale diceva che non aveva conosciuto il Beato suo zio, cui per consiglio e incoraggiamento di Don Bosco zelò la gloria degli altari, ma conobbe e studiò da vicino l'anima di Don Bosco, quando innalzava il Santuario di Maria Ausiliatrice ed inviava fidente in Dio i suoi primi Missionari in America. E, difatti, benchè non sia restato al suo fianco per seguirne le orme con cuore di discepolo, tuttavia lo ricopiò col zelare ogni opera buona, particolarmente col ridonare all'antico splendore il primo Santuario Mariano di Torino e col dotarlo di un caro periodico, e col fondare un nuovo Istituto Missionario, largamente benedetto dal Signore.

Noi, quindi, mentre additiamo nel Can. Allamano un fervido seguace di Don Bosco, lo raccomandiamo alle preghiere dei Cooperatori e porgiamo ai Missionari e alle Missionarie della Consolata - ora affidati alla paterna direzione di S. E. Rev.ma Mons. Filippo Perlo, egli pure ex=allievo dell'Oratorio di Don Bosco - vive condoglianze.

Teol. Can. CARLO FERRERO. - Era un nostro caro amico e benefattore. Nato in Buttigliera d'Asti, ordinato Sacerdote nel 1891, fu vicecurato ad Abrignano e a S. Maria di Piazza in Torino, finchè nel 1897 venne addetto alla Curia Arcivescovile. La serenità e la dolcezza furono sue doti eminenti. Sempre calmo e sorridente, era conosciuto ed amato da tutto il Clero dell'Archidiocesi, a servizio della quale consacrò quasi trent'anni della sua vita. Non ostante l'assorbente lavoro di Curia, non abbandonò il ministero sacerdotale, che esercitava con zelo indefesso negli Istituti privati e nella Parrocchia di S. Maria di Piazza, senza levar rumore attorno a sè, contento di fare del bene alle anime e di promuovere la maggior gloria di Dio. Vale, anima buona e desideratissima.

S. E. IL TEN. GEN. CONTE CARLO SANMINIATELLI DI ZABARELLA. - Degno e valoroso soldato d'Italia, fu pure degno e valoroso soldato di G. Cristo, che professò sempre la fede senza rispetto umano, in ogni luogo, in ogni circostanza. Colonnello, comandava in Torino il Reggimento di Cavalleria, quando un giorno ordinò al suo Aiutante Maggiore che facesse suonare l'adunata. Avuti tutti i soldati schierati innanzi a sè, ne chiamò fuori delle file uno da cui aveva sentito proferire una bestemmia, e con voce solenne stigmatizzò il volgare oltraggio fatto alla legge di Dio e dell'esercito italiano, perchè il Conte Sanminiatelli anche gli articoli del Regolamento militare riguardanti la morale e la religione, tenuti spesso come lettera morta, voleva in vigore ed applicava rigorosamente. Splendida figura di cristiano e di cittadino.

Una prece per Lui che ebbe una venerazione profonda per il Ven. Don Bosco e per l'Opera Salesiana, e una somma deferenza per il 1° Successore di Don Bosco, il venerato Don Rua. Volò al paradiso il 12 gennaio u. s.

E.MO CARD. DESIDERATO MERCIER. - Non tocca a noi a far l'elogio di chi fu e resterà nella storia una delle più belle figure del Belgio e della Chiesa, ma dobbiamo dirne almeno una parola, essendo stato un ammiratore e cooperatore fervente dell'Opera di Don Bosco, alla quale, d'incarico del Governo Belga, schiuse le vie della Missione del Congo negli ultimi giorni della vita di Don Rua.

L'E.mo Card. Mercier fu il modello dei vescovi, l'ammirabile consigliere dei suoi chierici e sacerdoti, il padre del suo popolo, un uomo di pietà profonda, che amò ardentemente il Papa, la Chiesa, e zelò con tutta l'anima l'unione delle Chiese separate, e insieme fu un grande scienziato. A lui, in gran parte, si deve lo splendore cui assunse l'Università di Lovanio, di cui fu indimenticabile maestro, che vi richiamò in onore le dottrine filosofiche di S. Tommaso. Di fronte ad una figura così complessa e così eccelsa, a noi non resta che ammirare e ringraziare la bontà del Signore che continua a far fiorire uomini grandi nella sua Chiesa.

E.MO CARD. EDMONDO DALBOR. - Arcivescovo di Gnesna e Posnania, si votò giovanissimo allo stato ecclesiastico e al sacro ministero, e nel governo pastorale rifulse per prudenza e sapienza da ottenere spontaneo e filiale l'unanime affetto del suo popolo. Era stato colpito da grave malattia qualche tempo addietro; e la sua forte fibra dava bene a sperare per la guarigione, mentre il male ebbe il sopravvento, e piissimamente l'Eminentissimo Arcivescovo affrontò l'estremo passo, esempio di umiltà e di carità a tutti i suoi sino all'ultimo. La sua morte avvenuta il 13 febbraio u. s. ha prodotto viva impressione. Contava 57 anni.

E.MO CARD. GIOVANNI BENLLOCH y Vivò, Arcivescovo di Burgos. - Non appena sacerdote si dedicò con gran zelo alla cura d'anime, accattivandosi fin d'allora l'affetto, la stima, la venerazione di tutti, per la sua carità, la sua dottrina, le maniere affabili, l'infaticato lavoro, e la sua cara e fruttuosa maniera di predicare.

Il Cardinale Giovanni Benlloch y Vivó era da tempo sofferente in salute. Recatosi da pochi giorni a Madrid, fu colto da un attacco del male ribelle alle più amorose cure dei medici e dei famigliari, e spirò il 14 febbraio u. s.

La sua morte venne appresa nella Capitale e nel. l'Archidiocesi con profondo dolore.

Anche gli E.mi Dalbor e Benlloch nutrivano e mostrarono ripetutamente un affettuoso interessa. mento per l'Opera nostra.

Capitano ANTONIO RAZETO. - Volò al cielo da Camogli dopo 87 anni di vita laboriosa, passata gran parte nel solcare gli oceani. Fratello di quel santo saccrdote che fu Don Cristino, parroco di Oriolo nel Tortonese e direttore spirituale del Seminario di quella diocesi, fu uomo di fede, assiduo alle funzioni domenicali e alla Mensa eucaristica, ed amantissimo della famiglia, nella quale cercò di coltivare le più elette virtù.

CLAUDINA MARICONDA IN CASSESE. - Si spense cristianamente in età di 82 anni. Di animo virile e di soda pietà, zelante cooperatrice, educò i figli alla divozione verso Maria SS. Ausiliatrice, piena di entusiasmo per le Opere Salesiane, alle quali procurava di guadagnare nuove simpatie.

FILOMENA Bosco IN CERRUTI, morta a Ramello il 23 gennaio u. s. - Nipote del nostro Venerabile Fondatore, buona, pia, esemplare, lascia il più caro ricordo tra i suoi e quanti l'hanno conosciuta.

S. E. MONS. GIOVANNI ANDREA MASERA. - Nato a Moncalieri, conobbe da vicino ed amò cordialmente l'Opera di Don Bosco. Cappellano di S. A. I. e R. la Principssea Clotilde di Savoia=Bonaparte, Vicario Generale della Diocesi di Fossano, Vescovo dì Biella, Suffraganeo di Sabina, e, ultimamente, Vescovo amatissimo di Colle Val d'Elsa, disseminò a piene mani i tesori di una squisita bontà d'animo e del suo schietto zelo sacerdotale. Morì, in ancor buona età, a breve distanza dalla morte dell'amatissima mamma, il 18 febbraio, lasciando nella tristezza il fratello Comm. Avv. Felice, cui rinnoviamo le più vive condoglianze.

Freghiamo anche per i Cooperatori:

AGRADI Antonio, † Sartirana Lomellina.

ALBRIGHI Alberto, † Milano. ALESSIO Clemente, † Montechiaro.

ALLEGRI Cristina Ved MURATORI, † Ravenna. BAGATTA Nella, † Desenzano (Verona). BASSANI=RAIMONDI Agnese, † Lido (Venezia). BAZZICA Giuseppe, † Dolcè (Verona). BECHICCHI Martino, † Baragazza (Firenze). BENAGLIO Giuseppina, † Asso (Como). BERLESE Sorelle, † -Pordenone. BERTERO Cristina, † Caluso (Torino).

BEVILACQUA Augusta Ved. MASOTTI, † Cisterna (Udine). BEVILACQUA Maria, † Elsmul (Algeria). BIANCARDI Filippo, † Montechiaro (Alessandria). BIANCHINI=SOLERI Giuseppina, † Scacciano (Forlì). BIANCO Angela, † Brusasco (Torino). BONFANTI Rosa, † S. Michele Extra (Verona). BoNOMI Elisabetta, † Tronzano (Como). BORGHINI Prof. Ida, † Polonghera (Cuneo). BRERO Catterina n. LADETTO, † Druent (Torino). BRUNO Carolina Vele GRASSO, † Fossano. BRUNO Luigi, † Cavour.

CAGNONI Paolo, † S. Maria della Versa (Pavia). CAMUSSO Ernesto, † Torino. CANE Maria, † Omegna (Novara). CANTARUTTI Luigia, † Coseano (Udine). CANTÙ Cav. Dott. Giuseppe, † Torino. CARAVITA Luigia, † Bagnacavallo. CAROLI Maria, † Cenate Sotto (Bergamo). CAVAZZANA Carlo, † Sacco (Rovereto).

CENA Maria Ved ROCCA, † Boschetto (Chivasso). CERRUTI Letizia, † Montechiaro (Alessandria). CHIESA Giuseppina, † Torino. COLOMBI Rosa, † Lignana (Novara). COMBA D. Pietro, † Frossasco (Torino). COMINO Cav. Domenico, † Mondovì Breo. COSTA D. Giovanni, † Cantoira (Torino). CROCE D. Clemente, † Pinerolo.

DALLE NOGARE Ermenegildo, † Breganze (Vicenza). DAMIANI Lucia, † Lodrino (Brescia)

DE MEJO SOMIN Giovanni fu GOTTARDO, † Lozzo Cadore. Di GIULIO Emilio, † Zone (Lucca). DUGHERA Giuseppe † Torino. FAGNOLA D. Giovanni, † Portula Matrice (Novara). FARINETTI Antonia, † Orsara Bormida. FILIPPI Anna, † Shio (Vicenza). FLORIT Giovanna, † Prignano (Udine). GAJNO Oreste, † Orsara Bormida. GARETTI Emanuela, † Santulussurgiu.

GASVARINI Luigi, † Carpaneto (Piacenza).

GAVIRAGHI Susanna, † Milano.

GEMINATI Angela, † (Mombreto) Pessineto (Torino). GENOCCHI P. Giovanni, † Roma GIABBANELLI D. Giuseppe, † Vitiano (Arezzo) GOGLIo Caterina m. d. LORENZO, † Campo Canavese. GUCCIONE Can. Giovanni, † Modica.

GUGLIELMONI Clementina, † Niva di Campo (C. Ticino). GIUDA, Antonio, † Grava (Alessandria). FLEURIET D. Ferdinando, † Chambave (Torino). LIMONTA Angela in VISMARA, † Trescano (Como) MARCARINO D. Anacleto, Priore, † Neive (Cuneo). MARCHESE di Sanguinetto, † Napoli. MATTONE Teresa, † Torino.

MARZIA Maria, † Caprile (Novara).

MONTAGNINI d. Mirabello Conte Ermanno † Torino. MORELLO Giovanni, † Molvena (Vicenza). MOSCHETTI Ing. Cav. Stefano, † Torino. NEGRI Enrico, † S. Lorenzo di Vignale Monf. NIDA D. Stefano, † Rivarolo Canavese. NOVELLI Angela, † Frassineto Po.

OLTRACQUA Maria Ved. ROSSI, † Quaranti (Alessandria). ORIGLIA Vittoria, † Montechiaro (Alessandria). PALAZZI D. Giovanni, Prevosto, † Villa di Seria (Bergamo). PARENTI Isolina, † Filecchio (Lucca). PERONA D. Grato. † Occhieppo Inferiore (Novara). PETRETTI Maddalena, † Matraia (Lucca). PIANTONI Dettino. † Collere (Bergamo). PITRONACI Antonio. Insegnante, † Cerami (Catania). FITTI Giuseppa RAVETTO, † Caluso (Torino). PLANOZIO Giuseppe, † Cornigliano Ligure (Genova). POGGIO Maria, † Alice Bel Colle (Alessandria), PRETE Raffaella, † Copertino (Lecce). QUAGLIA Eugenia, † Baldissero Torinese. RAGAZZO Carlo, † Osara Bormida. REBECCHi Rosa Ved. USTENGHI, † Biandrate (Novara), REINERI Teresa, † Carrù (Cuneo).

RICCARDI Angela Ved. CALVI, † Diano Castello (Imperia), ROBBA Mons. Cav. Gerolamo, Prevosto, † Terruggia. ROGGERO Argentina di BENIAMINO, † Valentino dì Casale,. ROMANI=RICCIARDI Francesca, † Recanati. Rossi D. Cristoforo, † Albino (Bergamo). RUGGERI Francesca, † Adro (Brescia). SAMMUTI dott. Paolo, † Sliema (Malta). SANT'AMBROGIO Maria, † Borgio Verezzi (Genova). SCRIVANO Maria nata ScANZI, † Vignale Monferrato. SETTRINO Maria, † Pontestura (Alessandria). SGRICCIA Desiderio, † Camino di Castro (Roma). SIGNORI Marcellina, † Brescia. STELLA Bartolomeo, † Costigliole d'Asti. TALAMOTI Giosafat, † Loreto Aprutino (Teramo). TALLONE Cesare, Farmacita, † Fossano. Tosi Rosa, † Torino.

UNIA Angiolina, † Gosi di Pianvignale (Cuneo). USELLINI Carolina, † Arona (Novara).

VAGNI ALBERTI Maria Assunta, † Gioniesci (Perugia). VALLINO Teresa CECCHIO, † Saluggia (Novara). VILLATA Luigi, † Torino.

VISDOMINI=PERRONI Maria, † Arcola (Genova). VOLTA SOMIGLIANA Teresa, † Milano.