BS 1910s|1917|Bollettino Salesiano Dicembre 1917

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO

ANNO XLI - N. 12   I DICEMBRE 1917

SOMMARIO

In preparazione al „9 giugno 1918": Per l'Opera delle Missioni Salesiane.

Per le adunanze mensili: Scuole di Religione.

Fatti e detti di Don Bosco: - IV) Episodi edificanti - Un'estasi.

Assistenza ai figli dei richiamati - Scuole serali -

Refezione scolastica (Consigli utili anche ai genitori e agli addetti agli Oratori).

Per le Biblioteche delle Scuole Elementari.

Tra gli orfani di guerra: Maria... l'albanese - A Grugliasco.

Riprendendo il lavoro.

Lettere dei Missionari: - Equatore: Una catastrofe sulla Cordigliera.

Ricchi manipoli dell'Apostolato dell'Innocenza.

Il Culto di Maria Ausiliatrice: Pel 24 corrente -

Una giornata propiziatoria - Grazie e graziati - Sacra missione.

Pel tempio votivo in onore di Maria Ausiliatrice a Castelnuovo d'Asti.

Note e Corrispondenze: Un appello del Comitato Patronesse Opere Ven. D. Bosco „ Torino - Per i profughi - Notizie varie - In memoria dei nostri.

Indice dell'annata.

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE - VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO

In preparazione al « 9 giugno 1918 ».

Per l'Opera delle Missioni Salesiane.

Il Ven. Don Bosco nel dare l'addio ai primi Missionari Salesiani schierati innanzi l'altare di Maria Ausiliatrice, con indicibile esultanza del suo cuore apostolico esclamava: « Noi diamo principio ad una grand'opera, non perchè si abbiano pretenzioni o si creda di convertire l'universo intero in pochi giorni: no, ma chi sa, che non sia questa partenza e questo poco come un seme da cui abbia a sorgere una grande pianta? Chi sa che non sia come un granellino di miglio o di senapa, che a poco a poco vada estendendosi e non sia per fare un gran bene ?... »

Dopo 42 anni, vediamo come Dio abbia benedetto lo zelo di Don Bosco. L'opera delle Missioni Salesiane è cresciuta in tal pianta, alla cui ombra apprendono le verità eterne vari popoli della terra, in Africa, in Asia e particolarmente in America. Chi non ravvisa in questo fatto l'intervento diretto di Maria Ausiliatrice? Ben a ragione nell'ampio coro di voci riconoscenti, che da ogni parte si leveranno a Lei il 9 giugno p. v., spiccheranno quelle di migliaia di neofiti.

Se i tempi fossero stati propizi, noi, anche quest'anno, avremmo veduto partire di qui una numerosa schiera di Missionari. La mancanza di queste spedizioni, che perdura da tre anni, dica ai zelanti Cooperatori le strettezze in cui versano le nostre Missioni, non solo pel mancato invio dì nuovi operai evangelici, ma anche pel diminuito affluire di mezzi di sostentamento. Eppure l'ampia messe è ovunque biondeggiante.

Pregate quindi, o buoni Cooperatori, per le nostre Missioni e per i nostri Missionari, e non dimenticateli nella vostra carità. Sarà pur questo un degno omaggio alla nostra cara Ausiliatrice nell'imminente suo Cinquantenario.

Per le adunanze mensili. di Religione.

A facilitare la pratica del voto espresso dai Cooperatori adunati nell'agosto u. s. in esercizi spirituali (1) «che ogni mese, o il giorno 24, dedicato alla commemorazione di Maria Ausiliatrice (2), o il primo Venerdì o la prima Domenica del mese, o un altro giorno qualsiasi, localmente destinato al Ritiro Mensile e all'Esercizio della Buona Morte... prima o dopo l'atto religioso si tengano regolarmente adunanze parziali o generali dei convenuti per uno scambio d'idee sul modo di attuare più proficuamente, in conformità dei bisogni locali, il programma della Cooperazione Salesiana », continuiamo a pubblicare, in forma abbreviata ma completa, i voti e le deliberazioni prese nel III Congresso Generale dei Cooperatori, tenutosi a Torino nel 1903, per ricordare quei temi, che, preferibilmente, meritano d'essere studiati nelle proposte adunanze.

II

Scuole di Religione.

Perché sono necessarie le ScuoLE Di RELIGIONE? Per molte ragioni :

a) L'insegnamento della N. S. Religione in alcuni Stati è assolutamente escluso dalle Scuole Secondarie e dagli Istituti Superiori - che anzi da alcune cattedre si propugnano apertamente dottrine avverse alle credenze cattoliche - il che costituisce il più grave pericolo per la fede della gioventù studiosa;

b) L'esperienza degli ultimi decenni ha luminosamente dimostrato che nella presente condizione di cose l'istituzione delle Scuole di Religione è il più diretto ed efficace antidoto che si possa opporre a quel pervertimento intellettuale e morale, che sventuratamente minaccia la gioventù nelle pubbliche scuole;

c) Il pericolo per la fede delle anime giovanili non si manifesta minore nelle Scuole Normali, sia maschili che femminili, dove non solamente manca una cattedra per l'insegnamento religioso, ma assai spesso nelle varie materie didattiche questo insegnamento è o direttamente, o indirettamente, combattuto;

d) Anche le classi operaie hanno un grandissimo bisogno di essere maggiormente istruite nelle verità della Religione, specialmente in quei centri in cui, per mezzo della stampa, delle conferenze e di recenti istituzioni popolari, si diffondono tanti errori contro il Cristianesimo e la Chiesa Cattolica;

e) Dato l'odierno movimento di maggiore coltura nella donna è indispensabile che anch'essa si approfondisca nella conoscenza della Dottrina cattolica, il che si può ottenere mercè un insegnamento. religioso più vasto ed elevato di quello che abbia potuto ricevere nella sua educazione di collegio o di famiglia.

Perciò i Cooperatori Salesiani:

1) Moltiplichino e favoriscano largamente le Scuole di religione, rispondenti partitamente, per quanto possibile, ai vari corsi in cui si divide l'insegnamento pubblico (Ginnasio inferiore - Scuole Tecniche - Ginnasio superiore - Istituto Tecnico - Scuole Normali, maschili e femminili - Università istituti superiori, ecc.);

2) Zelino che nelle Scuole di Religione per gli alunni e le alunne degli istituti normali (le quali non debbono essere promiscue, ma distinte pei due sessi) alla fine dell'anno scolastico, a tutti coloro che le avranno frequentate con profitto si rilasci uno speciale certificato o diploma, che, in caso di concorso, possa loro altresì riuscire vantaggioso, come titolo che comprovi la loro cultura religiosa e la loro idoneità nell'insegnamento del Catechismo;

3) Promuovano efficacemente la fondazione di Scuole di Religione per le classi operaie, in cui, con forma popolare ma in maniera seria ed efficace, si smascherino e si confutino gli errori che la propaganda atea e sovversiva va spargendo in mezzo ad esse;

4) Le Cooperatrici Salesiane si facciano iniziatrici di Scuole di religione o corsi regolari di conferenze apologetiche, esclusivamente destinate a quelle signore e signorine che sentano il bisogno di una cultura religiosa più profonda ed appropriata alle esigenze intellettuali dei bisogni presenti;

5) Finalmente i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane, forniti dalla Divina Provvidenza di ricco censo, pensino a destinare parte delle loro beneficenze in vantaggio delle suddette istituzioni, sia per assicurarne la vitalità, sia per promuoverne maggiormente lo sviluppo, collo stabilire dei premi annuali, col fondare delle biblioteche religiose e circolanti, e col sovvenire tutte le altre opere affini, che si dovrebbero suscitare come a complemento, con grande vantaggio delle scuole e della Religione.

Su quest'argomento un zelante Cooperatore Salesiano ci mandava in ottobre questi pensieri, che avremmo voluto poter già pubblicare nello scorso numero:

Parliamoci chiaro. Il popolo nostro è cattolico? Sì, se si guardano le statistiche compiacenti, nelle quali molti hanno avuto vergogna a dire no; ma se si guarda l'animo, se ci si chiede se la vita del popolo - di qualunque stato, anche delle persone più colte e più agiate - è vita cattolica, e si vuole esser sinceri, allora no e poi no!

Credono tutti i ma domandate un po' loro a che cosa credono? Fate dir loro quali sono i principii e la regola di vita della nostra religione: li sanno? No: o per lo meno non sanno sostenerli e difenderli: e dinanzi ad una obiezione un po' speciosa, eccoli a bocca aperta; e dinanzi ad un articolo di giornale fatto con artifizio sottile, in modo da non prender di fronte la fede, eccoli in ammirazione, anche se il fondo dell'articolo è di odio e di veleno verso la Chiesa. Il Papa! Per i più il Papa è un uomo onesto, ma politicante, ambizioso e insensibile agli affetti di patria. Il prete? un retrogrado, uno sfruttatore, un ozioso. La Chiesa? una istituzione che ritarda la civiltà, che anela soltanto di dirigere il mondo e di dominare tirannicamente le coscienze. E i Comandamenti sono ordini coi quali si può venire a patti, quando occorre, cioè quando fa comodo: e i Precetti della Chiesa, arbitrii di Papi e di preti; e i Concilii e i Papi hanno inventato i Sacramenti, e via di questo passo. Molti che si chiamano cattolici dicono queste cose: moltissimi le pensano, o non si dànno l'incommodo di pensare nulla di nulla: e in queste condizioni sono troppi di coloro che costituiscono quella massa grigia, alla quale si dà il nome di cattolici! Chi ciò non crede, si illude: ed è gran danno, giacchè non si rimedia a un disastro se non aprendo bene su di esso gli occhi.

La ragione? La leggerezza della fede nei più, o il loro debole amore alla religione: che si spiegano a loro volta, con un'altra ragione, la poca conoscenza che si ha di questa religione. Perchè quando si conosce a fondo questa religione santa che cominciò coi vagiti di un Dio fatto Uomo per amore e che per amore soffrirà poi ogni dolore più aspro e morirà in croce; che si inspira al Vangelo, custode soave delle virtù più eccelse che tutte irradiano da un sole, la carità; che fiorisce e si diffonde irrorata dal sangue dei martiri, dal primo grande Martire del Calvario a tutti gli innumerevoli che gli sono successi e si succederanno perenni nei secoli; quando questa religione si conosce veramente a fondo nelle sue bellezze intime e nelle glorie della sua storia, non si può non ammirarla, e si sente anzi il bisogno di amarla non colla falsa poesia delle frasi, ma coll'omaggio della mente e del cuore, colla fede che resiste alle persecuzioni, colla pietà che non languisce per svolgere di anni, coll'attività dell'apostolato e col lavoro per il bene del prossimo che sfidano ogni difficoltà, ogni contrasto.

Diamo dunque ai nostri giovani, ai nostri giovanetti, ai nostri bambini, che stanno preparandosi alla vita e che diverranno la generazione, a cui domani sono affidate - dopo Dio - le sorti dell'umanità, diamo loro, dico, questo cibo indispensabile che è la conoscenza della religione. E perchè è l'età della scuola quella più adatta a plasmare l'animo dei giovani, ed è la scuola civile un luogo ove i compagni e non di rado gl'insegnanti attentano alla loro fede e alla loro virtù: dovunque vi è una scuola civile le si metta accanto una scuola di religione, dove si insegni a conoscere quel Dio che l'altra scuola ignora quando non Lo bestemmia, e a praticare quelle virtù che nel periodo scolastico troppo spesso s'illanguidiscono e si perdono.

A voi, a noi Cooperatori salesiani, il compìto di far sorgere e di far vivere e fiorire queste scuole. Chi sa, vi insegni; chi ha denaro, ne dia quanto occorre per farle prosperare; chi ha parola o penna facili ne parli e ne scriva; ciascuno, coi mezzi che ha, ne agevoli la fondazione e la vita. E chi ha figli ve li mandi sempre, nè tema che siano troppo piccoli o troppo grandi per frequentarle; giacchè non è mai troppo presto per conoscere Dio, nè si è mai abbastanza maturi per dire che lo si conosce abbastanza.

Zelare l'esistenza di tali scuole è frutto di spirito veramente salesiano: e un cooperatore vero non può disinteressarsene. Per essere cooperatore non basta far visita alle case salesiane, essere amico di qualche buon sacerdote salesiano, frequentare le funzioni sacre nelle chiese di Don Bosco, o mandare a quando a quando un obolo al Successore suo Don Albera: occorre avere lo spirito, lo zelo, la santa attività del Venerabile, almeno nei limiti che ci sono consentiti da una santità che si arresta ben lontana dalla sua. E noi che vogliamo essere Cooperatori veri, facciamo quello che Don Bosco farebbe oggi, perchè nelle forme adatte ai suoi tempi lo ha fatto, quando era su questa terra: diamo vita a molte di queste scuole di religione e usiamo premure perchè prosperino e siano frequentate.

Basta questo per avere assolto il nostro dovere di Cooperatori? No, ma intanto non aspettiamo di tracciar piani per tutto quello che si potrebbe fare, e cominciamo col fare qualcosa subito. L'anno scolastico è agli inizii e i nostri giovani hanno incominciato ad andar a scuola. All'opera dunque!

(1) Ved. Boll. di settembre.

(2) In Torino - a cominciare dal prossimo gennaio - il giorno dell'Esercizio della Buona Morte non sarà più il primo venerdì del mese, ma il giorno 24, e la Conferenza avrà luogo nel Santuario di Maria Ausiliatrice.

Fatti e detti di Don Bosco

Memorie inedite.

Nello svolgere questa rubrica, torniamo a protestare solennemente che non intendiamo contravvenire in nessun modo alle disposizioni pontificie in proposito, non volendo dare ad alcun fatto un'autorità superiore a quella che merita una semplice testimonianza umana, ne prevenire il giudizio della Chiesa, della quale-sull'esempio di D. Bosco - ci gloriamo di essere ubbidientissimi figli.

IV.

Episodi edificanti - Un'estasi.

La mia buona mamma (anno 1882) da parecchio ammalata, si era decisa di recarsi a Torino per ricevere la benedizione di D. Bosco (in occasione della festa di Maria Ausiliatrice), speranzosa di ottenere la sospirata guarigione.

È facile immaginare con quale slancio io l'abbia accompagnata. Giunte alla presenza del Venerabile e ricevuta la benedizione di Maria Ausiliatrice, la mamma gli chiese se poteva sperare tale grazia. A tale domanda Egli fissò lo sguardo sulla mia cara mamma, poi guardò me sorridente, indi rivoltosi nuovamente alla mamma, che ansiosa stava attendendo la risposta, disse:

« Lei guarirà, quando permetterà che questa sua seconda figlia si faccia suora ».

S'immagini lo stupore e la contentezza mia a simile risposta! Fin da bambina sentivo vocazione per lo stato religioso, ma non avevo mai palesato questa mia idea con nessuna persona, neppure col Confessore, perchè prevedevo di non poterla effettuare per la malattia della mamma.

Ritornata a casa, mi fermai ancora circa due anni in famiglia, durante i quali la mamma non sentì alcun miglioramento. Finalmente, rievocando la promessa di D. Bosco, col consenso della mamma, decisi di seguire la mia vocazione. E fu proprio allora che l'amata mia genitrice cominciò a migliorare, sino a raggiungere la completa guarigione, tanto che visse sino al 19o7.

Il Venerabile D. Bosco aveva già predetta la mia vocazione in un colloquio tenuto con mia sorella Suor Celestina l'anno 1881, il giorno 7 agosto, alla sua entrata in religione.

Di tale predizione mia sorella non me ne parlò se non dopo che s'era avverata, affine di poter dire ch'io ero stata libera nel seguire l'impulso della vocazione non solo, ma altresì per vedere se si sarebbe veramente avverata la parola di Don Bosco.

* *

Era l'agosto 1887. Il nostro Venerabile Padre D. Bosco si trovava a Lanzo Torinese, cagionevole di salute; e io in quell'epoca venivo destinata Direttrice dell'Asilo del Lingotto (Torino). Il signor D. Bonetti, nostro Direttore Generale, prima ch'io mi recassi colà mi mandò a Lanzo per ricevere la benedizione del nostro buon Padre. Era un pomeriggio di detto mese, circa le ore 14, quando mi recai nell'anticamera per essere introdotta dal Venerabile. Il suo segretario, il signor D. Viglietti, era assente, quindi senza indugiare mi appresso allo studio di Don Bosco. La porta era spalancata, ed oh! che vedo?!... Don Bosco estatico, nell'atteggiamento d'una persona che ascolta. Il suo viso, trasfigurato da viva e bianca luce, aveva un'espressione indescrivibile. La sua fisionomia, il suo sorriso soave e tranquillo, le sue braccia aperte verso l'oggetto che mirava in alto, il suo affermare tratto tratto col capo, mi dissero subito che avveniva un colloquio tra lui e qualche essere soprannaturale. Più alta del solito, tutta la sua persona era rapita in Dio. A si inaspettata vista, mi avvicino alla distanza di due passi per goderla di più, e: « Viva Gesù! Padre!... È permesso? » vado ripetendo più volte con voce alquanto alta. Ma Egli non si dà per inteso, non mi scorge, non mi risponde. Allora io doppiamente stupefatta, mi soffermo e lo sto contemplando per circa dieci minuti, finchè terminò il colloquio con un segno di croce, accompagnato da un inchino cosi riverenziale, che la mia penna non è certamente capace descrivere. Indi con espressione di gioia santa depone le mani sul tavolo, che gli stava d'innanzi, quando, scorgendo me, dà in un soprassalto di sgomento. e disse: « Oh, Suor Felicina, mi avete spaventato! »

- Eh, Padre, soggiunsi io alquanto mortificata, ho chiesto permesso più volte, ma Ella non mi ha sentita.

È da notarsi che in quel tempo il Venerabile D. Bosco non poteva reggersi in piedi se non era sorretto da qualche persona; mentre, durante quel colloquio celeste, era tutt'un altro.

A questi due fatti, avvenuti durante la vita del Venerabile, mi sia permesso aggiungerne altri, avvenuti dopo la sua morte.

Nell'anno 1888 un'orfana diciottenne, certa N. N. (di cui non ricordo più il nome) ricoverata in casa Bonaudo, presso alcuni suoi parenti al Lingotto, ammalatasi per grave anemia, perdette anche l'uso della favella, pronunziando solamente un suono goffo, per cui il dottore, non solo le dava poca speranza di guarigione, ma temeva rimanesse istupidita.

I parenti, desolatissimi, vennero a pregarmi di andarla a visitare. Di buon grado accondiscesi, ed ecco che, trovai l'ammalata veramente nell'impossibilità di articolare parola, tranne quel suono (maramau).

Più volte le dissi: Salutami col « Viva Gesù! » o « Viva Maria! »; mi rispondeva sempre col solito ritornello. Allora le dissi che le avrei dato a baciare il mio Crocifisso che era stato nelle mani di D. Bosco dopo morto, a patto però che essa avesse grande fede, sicura che il Venerabile le avrebbe ottenuta la grazia. Mi fece cenno di sì. Soggiunsi io ancora: Dopo aver tu baciato il Crocifisso, io dirò « Viva Gesù » e tu mi risponderai « Viva Maria! »

Come si disse, si fece; ed ecco che, al, mio « Viva Gesù! », rispose: « Vi... vi... viva Maria! »

I parenti, che attorniavano il letto, dettero in uno scoppio di pianto di commozione, e tutti vollero baciare quel Crocefisso.

L'ammalata da quell'istante prese a parlare come prima, e dopo parecchi giorni lasciò altresi il letto e andò migliorando di giorno in giorno anche per l'anemia, tanto che in breve tempo non era più riconoscibile, riacquistò forza e colorito, e volle recarsi in persona a Valdocco dal signor D. Bonetti, per narrare l'ottenuta grazia, accompagnata da me sottoscritta.

Nel pomeriggio del 31 gennaio 1889 si presentava a me una donna, tutta piangente, con una bambina in braccio in uno stato compassionevole. La povera piccina, di nome Maria Musso, del Lingotto (Torino), aveva tutta la testa e la faccia, ma sopratutto gli occhi, coperti dalla cosidetta crosta-lattea (o raschia).

La desolata madre, dopo avermi detto essere stata inutile l'arte medica e manifestatomi il suo gran cordoglio nel timore che la bambina rimanesse cieca, mi prega, mi supplica a volerle dare un pannolino usato da D. Bosco. La fede di quella povera madre mi commosse, la compiacqui e la consigliai a metterlo sugli occhi della bimba ed a cominciare una novena in onore del nostro buon Padre.

Il giorno di S. Biagio, che era il terzo dì della novena, mentre io mi trovavo alla balaustra per la benedizione della gola, quella donna, tutta gongolante di gioia, s'appressa e mi dice:

« Oh, signora Direttrice, la mia bambina è già perfettamente guarita! Quando uscirà dalla chiesa, glie la farò vedere ».

Esco, ed ecco che la buona donna mi presenta la piccina la quale, con mia vera sorpresa, non aveva più alcun segno della malattia sofferta.

La suddetta madre, accompagnata da me stessa, si recò poscia a Valsalice colla bambina graziata, ed in segno di riconoscenza depose sulla tomba del Venerabile un ex-voto:

La medesima bambina Maria Musso, dopo circa un anno, si trovò improvvisamente zoppa. La mamma la fece visitare dal dottor Burzio, allora medico condotto del Lingotto, il quale, dopo accurata visita, le soggiunse che nulla restava a farsi se non che tenersela per sempre zoppa. Dopo parecchio, questa povera madre, oltremodo angosciata, ritornò da me per versare la sua pena nel mio cuore.

Meravigliata io al vedere quella cara piccina così mal ridotta, mentre l'aveva vista snella e diritta, mi sentii commossa, e chiesi alla mamma se conservava ancora il pannolino miracoloso del Venerabile D. Bosco.

- S'immagini se non l'ho conservato? mi soggiunse: l'ho messo al collo alla bambina, che l'ha sempre tenuto come una reliquia!

- Ebbene, risposi io, stassera, mettendola a letto, ponga il suddetto pannolino sulla gamba offesa e, se lei avrà la stessa fede, domani la sua bambina sarà diritta e vispa come prima.

La donna, rianimata, annuì alla mia parola ed ecco che le ritornò la fede viva, e propriamente all'indomani la sua bambina tornò colle gambette allo stato normale; grazia ch'io posso testificare con giuramento, avendo visto la bambina prima e dopo.

La notizia di sì repentina guarigione si divulgò nel Borgo, e in una giornata afosa di luglio, dello stesso anno, mi si presenta un'altra donna, di cui non ricordo più il nome (residente al così detto Pilone) con un bambino in braccio, affetto pure dalla stessa malattia raschia, in uno stato deplorevole.

La poveretta mi prega a volerle dare quella cosa prodigiosa, che aveva già guarito la Musso.

Di buon grado regalo lei pure di un pannolino di D. Bosco, ingiungendole di fare la stessa novena e senz'altro la congedo.

Un pomeriggio esco a passeggio con i bambini dell'Asilo;... e in un angolo dello stradale, presso il Pilone, veggo un gruppo di bimbi che stanno giocando, ed una donna che di botto si slancia in mezzo ad essi, ne piglia uno, e me lo presenta, dicendomi:

- Ecco il trio bambino perfettamente guarito.

E poichè io la guardava stupita, continuò:

- Non lo ricorda? È quel bambino che le portai pochi giorni fa; oggi sarebbe il quinto giorno della novena suggeritami, e, come vede, è perfettamente guarito.

Difatti il bambino non conservava alcuna traccia del morbo.

In fede di quanto sopra,

Alessandria, 24 ottobre 1917.

SUOR FELICINA TORRETTA Figlia di Maria Ausiliatrice.

ASSiStenza ai figli dei richiamati - Scuola serale - Refezione SCOlastica

(Consigli utili anche ai genitori e agli addetti agli Oratori) (1).

Veniamo alla Scuola Serale.

Non sto qui a parlarti delle materie di insegnamento (questa mia non ha scopo puramente didattico) e t'invito subito a riguardare questa scuola da altri lati, per trovar modo di renderla proficua.

Gli alunni della Scuola Serale sono, in genere, uomini o giovani, i quali non avendo atteso per tempo allo studio, e riconoscendone più tardi la grande necessità, cercano di rimediarvi sacrificando qualche ora, togliendola al riposo o al divertimento.

Tu mostrerai loro, con le parole e con, i fatti, di apprezzare siffatto pensiero; sarai per ognun di essi, non il maestro che parla dall'alto della cattedra, ma l'amico sincero, pronto a dare al miglior amico ogni volonteroso aiuto.

Certo, nella tua classe avrai alunni di età diverse; uomini fatti, già padri di famiglia, e forse anche ragazzi che hanno frequentato fino all'anno scorso la scuola elementare. Con un contegno dignitoso e gentile, cerca di attirarti la benevolenza di tutti; di tutti studia il carattere, osservandone gli atti, le parole, le abitudini, per potere, a tempo e luogo, dire la buona parola a tutti, con animo di migliorarli.

Fin dalle prime sere fa' ben conoscere il regolamento scolastico e i doveri di ogni scolaro verso la scuola, verso l'insegnante e i compagni: « Meglio prevenire che reprimere » : così faceva Don Bosco.

Per la disciplina giova tanto che il maestro sia sempre il primo a entrare in classe e l'ultimo a uscirne. Durante l'ingresso - che deve essere brevissimo -puoi permettere per turno agli alunni di venire da te, uno a uno, per correzione di compiti, schiarimenti, esercizi individuali. Approfittane per conoscerne la condizione, la famiglia, il lavoro, e per prodigare in modo infallibile, perchè confidenziale e amichevole, suggerimenti, avvisi, consigli, e anche correzioni.

Durante la lezione non permettere mai la minima parola scorretta o adirata, o il minimo atto volgare. Se qualcuno, per mal abitudine o per sventatezza, vi si lascia talvolta trasportare, sospendi per un momento la lezione, e fa' comprendere tutto il dolore ch'egli ti ha procurato, e il male che ha fatto a sè ed ai compagni.

Anche le letture e gli esercizi di comporre abbiano sempre scopo morale, cioè sieno tali che ispirino buoni sentimenti o correggano questo o quel difetto.

Combatti la lettura di giornali e libri cattivi, provvedendoti di buoni libri e buone riviste e periodici che uniscano al diletto la buona parola e il savio consiglio. Tu li presterai volentieri perchè gli alunni li portino alle loro case e li leggano nei giorni festivi. Così otterrai due vantaggi: anche le altre persone della famiglia godranno il beneficio della buona stampa, ed i tuoi scolari, intrattenendosi nella lettura, staranno lontani dall'osteria, dalla piazza e dagli amici cattivi.

Se vedrai che taluno ha caro qualche buon libro, non esitare a regalarglielo, specialmente in premio di qualche progresso nell'applicazione o nella condotta. Anche un buon libro è un'ottima elemosina. Se non si può metter oro in tutte le borse, si possono arricchire tante anime con la cultura dell'intelletto e del cuore è sentenza di Franklin.

Durante l'ultimo quarto d'ora di scuola, quando qualche testa stanca incomincierà a dondolare, fa' riporre libri e quaderni, e intavola buone conversazioni, le quali mentre faciliteranno l'apprendimento della lingua nazionale e avvicineranno sempre più maestro e scolari, scioglieranno dubbi, faranno maggiormente apprezzare il bene, e ingrandiranno nell'animo di tutti la stima, il rispetto, la riconoscenza all'insegnante, e l'amore a una scuola così attraente e benefica.

Se farai così, amerai davvero i tuoi alunni e diverrai padrone dei loro cuori. Prèstati sempre volentieri a favorire ognun d'essi nell'estendere domande per questo o quell'impiego, o nel compilare questa o quella scrittura commerciale; va' talvolta a visitarli quando fossero malati; quando li incontri per istrada, non schivarne la compagnia, ma dimostra di aver piacere di vederli ; condividi insomma i dolori e le gioie di ciascuno.

Forse alcuni di essi frequenterebbero volentieri la Chiesa, ma per rispetto umano se ne astengono. Quando sapranno che il maestro, sempre così buono con loro, è assiduo alle funzioni e non ha vergogna di nessuno, cominceranno a far come lui. Così sarai pure riuscito in quest'altro grande intento. Il resto lo farà Iddio, che giunge a toccare ogni intima fibra d'ogni cuore umano.

Meno mi resta a dire riguardo alla Refe zione scolastica, la quale, dal lato educativo, rientra nel campo dell'assistenza. Nel mio paese c'era già la refezione scolastica gratuita per gli alunni ascritti al patronato e pei figli dei soldati; ma essa non basta in questi anni di guerra. Molti bambini della scuola, causa l'assenza del padre e della madre, ambedue occupati alla fabbrica, vengono lasciati in custodia a persone rimaste in paese ; e purtroppo non tutte sanno disimpegnare a dovere il loro ufficio. E in mani mercenarie non tutti i fanciulli si trovano bene; presso qualche famiglia essi hanno soltanto cattivo esempio; non sorvegliati, trascurano facilmente la scuola, specie nel pomeriggio, gironzolando per le strade, molestando le persone nei loro lavori, divenendo ognor più cattivi. E i genitori, quando alla sera tornano stanchi dalla fabbrica, non possono certo accorgersi del cambiamento di carattere dei loro figli, nè tanto meno porvi rimedio. Ed ecco distrutte in breve tutte le fatiche della scuola e della famiglia per educare al bene quei giovani cuori !

Quest'anno, in mancanza del loro nido, costoro hanno un altro nido qui nella scuola, un altro nido, ove trovano lo stesso ,affetto, la medesima sorveglianza materna. I ragazzi portano pane e frutta o altri cibi; e a mezzogiorno con una minima retribuzione (15 centesimi), viene distribuita una buona minestra. Io sorveglio gli alunni durante la refezione, ed il mio collega prende il mio posto nell'ora seguente.

E ci troviamo ben contenti. Abbiamo abituati i bimbi a fare la preghiera prima e dopo ìl pasto; con opportune osservazioni .li abbiamo abituati a mangiare adagio, senza avidità, o senza sprecare il cibo ; nè manchiamo di far loro altro bene, come farli riflettere alla bontà di Dio che non lascia mai mancare il pane quotidiano, e ai loro doveri verso i genitori, i quali lavorano per procurare ad essi il necessario.

Nell'ora seguente alla refezione i bimbi giuocano nel giardino della scuola, o nella palestra, secondo il tempo, sempre sorvegliati. Lontani dalle occasioni cattive, si trovano in cara ed allegra compagnia ; e alla sera parlano ai genitori dei giuochi fatti, dei loro amici, delle cose udite dal maestro. Ciò allieta il babbo e la mamma che benedicono la scuola, la quale, colle sue provvide istituzioni, permette loro di attendere tranquilli alle proprie occupazioni.

Tali son dunque i tuoi propositi per il nuovo anno scolastico. Non sono pochi, è vero, ed alcuni non così facili. Ad ogni modo con l'aiuto di Dio, prova di metterli in pratica con buona volontà. Non perderti di coraggio alle prime inevitabili lotte, agli ostacoli che numerosi si frapporranno. Continua la salita ripida e faticosa con fiducia, e dal cielo, ne sono certo, anche Don Bosco sovente volgerà uno sguardo di compiacenza alle tue povere fatiche. Egli ti otterrà pazienza, costanza, spirito di sacrificio e tutte le doti necessarie a un buon educatore. Ti otterrà pure maggior unione non solo fra scuola e famiglia, ma anche fra queste e la chiesa, tutte fattori di una vera educazione.

Benedica i tuoi propositi e le mie speranze il Maestro Divino!

Per le Biblioteche delle Scuole Elementari.

Un Decreto Luogotenenziale in data 2 settembre 1917, No 1521 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 2 ottobre 1917, No 232), dice:

«Art. I. - Ogni classe elementare, esclusa la prima, avrà una biblioteca scolastica per uso degli alunni.

Il corso popolare, oltre le biblioteche per gli alunni (una per classe, dalla quinta in su) avrà una biblioteca popolare, per uso degli ex-alunni e, in generale, degli adulti.

Una biblioteca si costituirà in ogni comune, nei locali della scuola, anche quando l'istruzione sia limitata alla terza classe elementare...

Art. 2. - Per la istituzione, il mantenimento e l'incremento di dette biblioteche, gli alunni di ciascuna classe saranno uniti in associazione e pagheranno, esclusi i poveri, un contributo di io centesimi per ogni mese di scuola nei Comuni urbani, e di 5 centesimi nei Comuni rurali.

Questi contributi, raccolti dal maestro della classe, saranno erogati esclusivamente in acquisto di libri o altro materiale per la biblioteca, esclusi i mobili.

I libri da acquistare dovranno essere preventivamente approvati dal R. Provveditore agli studi ».

NB. Per le scuole private l'approvazione del R. Provveditore non è necessaria.

In base a queste disposizioni del Decreto, il dovere dei Parroci, dei Genitori e degli Insegnanti cattolici - che comprendono qual viale può arrecare alla mente e al cuore dei fanciulli anche un sol libro men che buono -- è urgente e duplice

I) Curare perchè dalle biblioteche scolastiche vengano escluse almeno quelle pubblicazioni che non rispettano i nostri principi religiosi e la morale cristiana;

II) Zelare che le suddette bibliotechine sieno formate esclusivamente di libri tutti adatti, per criteri educativi e istruttivi, ai giovinetti lettori.

A questo fine la benemerita Libreria Editrice Internazionale della S. A. I. D. « Buona Stampa » di TORINO, ha pubblicato un catalogo di volumetti per le singole classi, e lo invia gratis a chiunque lo domanda.

Anche la Federazione italiana delle biblioteche cattoliche (Milano, Via Speronari, 2) ha compilato sui migliori cataloghi scolastici, varie liste copiose, cosicchè è consentita larghezza di scelta. Ciascuna lista, completa per tutte le classi, costa L. 0,20. Se ne invia gratis una di saggio, dietro richiesta.

(1) Cont. e fine. Ved. Boll. di nov. u. s.

TRA GLI ORFANI DI GUERRA

Maria... l'Albanese.

È una piccola vittima della guerra. Sul suo capo innocente si addensò paurosa la bufera, ma il caldo soffio della carità cristiana seppe fugare le nubi che oscuravano il suo cielo e far brillare un po' di sole sul suo orizzonte.

Di lei non si sa nulla, ed ella è troppo piccola per poter dire qualcosa di sè.

Nella casa ospitale «Pro orfani di guerra » delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Torino, presso cui ora si trova, la chiamano Maria, ed aggiungono, per distinguerla dalle altre Marie..., l'Albanese, perche è di Albania che ella viene.

Nello scorso febbraio, lungo la strada da Trek a Tepeleni, presso il ponte di Mezgoriani, fu trovata una donna, forse una zingara di Scutari, morta di fame, con una bambina fra le braccia.

Dove andava quella poveretta? Donde veniva? Fuggiva da Tepeleni o da Trek? Era la miseria che l'aveva messa per la strada prima di ogni cosa, o era l'amore di madre che moveva i suoi passi, e a lei, malaticcia e quasi morente, dava forza per portare in qualche luogo sicuro la sua creatura? Andava ella in cerca del padre della figliuola per dirgli di proteggere lui la piccina, perchè lei si sentiva morire?... Nessuno lo saprà mai. Le forze l'abbandonarono prima che la mèta pensata fosse raggiunta, la sua bocca si chiuse coll'un ultimo bacio per la sua piccina, ma le sue braccia non s'aprirono per lasciare sfuggire il suo tesoro e cadde con il suo angioletto stretto sul cuore. Povera madre! Perche i tuoi occhi si chiusero così presto? avresti avuto la consolazione di vedere uno dei nostri bravi soldati, il cui cuore è aperto a tutte le tenerezze e a tutti gli eroismi, curvarsi premuroso su di te, chiamarti, cercare di rianimarti, e, quando fatto certo che per te non c'era più nulla da fare, rivolgere le sue cure al tuo angioletto, che pareva dovesse seguirti nell'eterno riposo.

Il capitano, che ragioni di servizio avevano provvidenzialmente chiamato sulla strada tra Tepeleni e Trek, non era giunto in tempo per salvare la madre, ria non avrebbe abbandonato la piccina: sotto la sua tenda di soldato l'angioletto che Dio aveva posto sulla sua strada avrebbe trovato lo stesso amore, le stesse tenerezze della mamma, morta serrandola al cuore.

E fu così. La piccola orfana fu portata al campo: sotto la tenda del capitano che l'aveva raccolta, i comandi precisi e vibrati si alternarono con i pianti ed i gemiti della bimba malata; e l'uomo di cuore, che s'era curvato sul cadavere dell'infelice morta di fame, fu nello stesso tempo soldato valoroso ed infermiere attento ed instancabile. La bambina quando fu tolta dalle braccia materne era quasi morente. Oltre una gastro-enterite di origine malarica, presentava uno stato grave di deperimento organico per inanizione, aveva le estremità congelate, e non parlava. Lo stesso medico che ebbe a curare la piccina scrisse nella sua dichiarazione:

« Le cure terapeutiche certamente sarebbero state insufficienti a salvare la bambina, senza l'interessamento veramente paterno e amorevole di chi l'aveva raccolta ».

La povera orfana visse così alcuni mesi, cioè dal febbraio al maggio.

Immaginate una bambina di quattro anni circa (così almeno ne dimostra, perchè presso la povera madre non fu trovata carta alcuna che identificasse lei o la sua creatura, e le ricerche fatte nei villaggi vicini riuscirono infruttuose) immaginate una bambina di quattro anni, ospite dei soldati? Eppure dovette essere una cosa molto cara e molto commovente! perchè, senza dubbio, i soldati seppero rendere piacevole il suo soggiorno, seppero farla sorridere, seppero farsi piccoli e trovarono belli i giochi fatti con lei.

Ma non poteva e non doveva durare così: il capitano che l'aveva raccolta sentì che la vita tra i soldati non poteva convenire ad una bambina: sentì che la piccina, pur mancando di nulla, aveva bisogno di qualcosa che i soldati non avrebbero potuto darle. Nulla tratteneva la piccola orfana ia Albania; ed egli, ottenuta l'autorizzazione per il viaggio, l'affidò al suo attendente, perchè la portasse a Torino, presso la propria famiglia, per poterle dare uno stato civile e sociale e trarla dal pericolo di nuove sofferenze. E una nuova oasi s'aperse per la piccola orfana, perchè per qualche mese fu ospite gradita e carezzata della signora del capitano, e divise i suoi giuochi con la sua fanciulla, di pochi anni maggiore di lei.

Ma anche questa non era che una tappa nella sua esistenza: si doveva cercare la casa che la crescesse e la preparasse alla vita.

La mano paterna che nella fredda giornata invernale l'aveva raccolta sulla strada tra Tepeleni e Trek, che per lunghi mesi l'aveva carezzata e protetta, che l'aveva inviata a Torino, l'affidava alle Suore di Don Bosco, perchè continuassero quello che la sua posizione di soldato e circostanze di famiglia non gli consentivano di fare. E fu accolta con quell'amorosa premura con la quale le Figlie di Maria Ausiliatrice accolgono gli infelici... ma per lei le Suore hanno una tenerezza particolare: nella breve vita di questo angioletto c'è qualcosa di eccezionale, qualcosa che la fa dire una protetta speciale della Madonna, di cui le han dato il nome.

Ora comincia a parlare: ma non ricorda nulla. Solo, quando vede i soldati, sorride ed i suoi occhi neri brillano più vivamente. Quando le domandano della mamma, dice che è in Paradiso; e se le chiedono se a lei piace andare in Paradiso, presentemente dice di no, perchè... per andarci si deve ...morire.

Nella sua piccola mente è rimasta dunque la tetra visione della morte? Forse l'ultimo respiro della sua mamma, morta di farne, fu così doloroso ch'ella lo ricorda con terrore, istintivamente, senza saperlo spiegare. Tutti i suoi ricordi si rannodano alla morte... di fame!... Quando è corretta amorevolmente di qualche piccolo fàllo o qualche difetto infantile, china la testa in ossequio a chi l'ammonisce, volonterosamente pronta a farne, se le si chiedesse, l'emenda, ma subito torna al triste ricordo ed esclama: - Mi darai però da mangiare !

Anche questa visione dolorosa svanirà, e, se rimanesse, accanto al ricordo di quel triste giorno di febbraio rimarrebbe pur sempre quello del soldato curvo su di lei, del soldato che la prendeva fra le sue braccia, che la riparava sotto alla sua tenda, e poi l'accompagnava nel suo viaggio in Italia, ove ha trovato la pace!

Anche la povera madre riposi in pace! Dio non volle che fosse ella a porre in salvo la sua creatura, ma il suo desiderio fu accolto da Lui; sulla sua strada, nel momento del bisogno, Egli mise uno dei suoi angioli!...

Povera madre, la tua Maria pregherà per te e quel Gesù, che forse tu non conoscesti e che ella ora già ama e prega, veglierà su lei e nella sua bontà, che è infinita, darà pace al tuo spirito !

A GRUGLIASCO.

Una cara visita.

Ci scrivono: - Ora « l'Istituto dei nostri piccoli orfani di guerra » già così ben avviato, non può far a meno di prosperare. Ieri, 27 ottobre, è stato per l'Istituto un giorno di festa: è venuto a farli la sua prima e tanto desiderata visita il rev.mo sig. Don Albera.

Nella simpatica e pia Cappella dell'Istituto, dove Maria Ausiliatrice accoglie già le preghiere di tanti innocenti, il buon Padre ha impartito la benedizione del SS. Sacramento. Come si è sentita da tutti questa benedizione!... dai bimbi che prima avevano invocato con tanto fervore le benedizioni sulla Patria, e avevano cantato con tanto slancio l'inno del Sacramento; e dalle loro buone protettrici di Torino e di Grugliasco, che erano intervenute alla pia adunanza.

Dopo la funzione religiosa, i bimbi, così cari nel loro grembialino bianco, che la generosità di una signora di Grugliasco ha loro preparato, convocati nella sala di refezione, dissero al sig. Don Albera e « alle loro buone mamme » (come chiamò il sig. Don Albera le buone signore che si prestano per l'opera) la parola del ringraziamento.

Buone mamme davvero queste signore che anche ieri distribuirono ai bimbi capi di biancheria, dolci e carezze, e che i bimbi già conoscono, come le signore Carle, Ducco, Barbero... che ogni giorno pensano ad essi.

L'istituto di Grugliasco accoglie 39 orfanelli.

Riprendendo il lavoro.

Riceviamo e pubblichiamo ben volentieri a comune edificazione

Negli anni scorsi, ogni volta ch'io ritornavo alla scuola dopo le vacanze, provavo un senso di tristezza, di sfiducia nelle povere mie forze ; mi pareva opprimente più d'ogni altra la fatica dell'insegnante; mi sembrava impossibile riuscire a qualcosa di bene per gli alunni.

Quest'anno, invece, ho mandato lontano ogni melanconia ; tranquilla e serena tornai alla scuola, dicendo a me stessa: Sono Cooperatrice Salesiana.

A che prò esserla di nome, se poi trovo faticoso l'istruire e l'educare i bimbi? Il Divin Maestro diceva: « Lasciate i pargoli venire a me e; il Venerabile Don Bosco accoglieva festosamente i fanciulli, sorrideva quand'esci felici l'attorniavano ; ed io pure voglio ritornare a loro con gioia, ripetendo a Dio con tutto lo slancio di cui son capace:

Da mihi animas !

Per animarmi ancor più a riprendere con zelo la missione educatrice, . mi sono eletto quest'anno un Protettore speciale, ed ho scelto fra gli Apostoli il prediletto del Maestro, colui che potè riposare sul cuor suo nell'ultima cena: S. Giovanni Evangelista.

Come San Giovanni, io riposerò con tutta fiducia nel Cuore di Gesù, al quale ho consacrato la mia classe, abbandonandogli gioie, pene, avvenimenti tutti del presente anno scolastico; come Lui, Apostolo fedele, salirò col Maestro il Calvario nelle ore tristi che mi potranno sopraggiungere, riconoscerò ed amerò Maria qual Madre, accompagnandola ogni giorno in uno dei suoi Dolori.

Al grande Evangelista il Ven. Don Bosco ha dedicato in Torino una chiesa, vero gioiello di arte, e tanto più preziosa agli occhi di Dio per il gran bene che vi si compie quotidianamente.

Io visiterò spesso questa chiesa, che ispira tanto fervore e raccoglimento, offrirò al mio Protettore quel po' di lavoro che avrò potuto fare col suo aiuto, lo pregherò di presentarlo alla Madonna, perchè Ella, dopo averlo purificato ed abbellito, lo offra al Divin suo Figlio. Ho messo nel diario un'immagine di San Giovanni, e devota chiedo ispirazione al gran santo, il quale, come, aquila robusta, raggiunse nel suo Vangelo vette inacessibili e seppe penetrare con sguardo acutissimo negli spazi eterni del Cielo..

Da Lui ispirata, mi torneranno senza dubbio più facili lo studio dei caratteri infantili, la ricerca delle cure necessarie a questo ed a quello, la pazienza, la costanza nell'infondere il bene, nel correggere le cattive tendenze, e specialmente l'energia per rialzarmi dopo le inevitabili stanchezze durante la mia salita.

Io sono certa che le colleghe, ed in particolare quelle ascritte fra le Cooperatrici Salesiane hanno anch'esse l'abitudine di scegliersi un Protettore per ogni anno di scuola; ma se qualcuna ancor non lo facesse, come glielo consiglierei, e quanto sarei lieta se le mie povere parole fossero ascoltate!... È dolce e confortante pensare che su tutto il nostro lavoro per l'educazione e l'istruzione degli alunni veglia qualcuno in Cielo, il quale fa germogliare i semi sparsi da noi, centuplicandone il raccolto.

Ogni anno, così, andrà aumentando in Cielo il numero dei nostri amici, i quali, un giorno, ci verranno incontro per condurci a Gesù con lunghe schiere di bimbi.

Torino, ottobre 1917.

Una Cooperatrice Insegnante Municipale.

LETTERE DEI MISSIONARI

EQUATORE

Una catastrofe sulla Cordigliera.

(Lettera del Sac. A. Del Curto al sig. Don Albera). Cuenca, 26 agosto 1917.

AMATISSIMO PADRE,

La strada che deve unire l'importante missione di Mendez col mondo abitato va avanti (1). Ma quanti sacrifici! Ci consoliamo al pensiero che le grandi difficoltà che si frappongono tra i santi ideali che si concepiscono e quelli che si realizzano, sono un buon vaticinio di vita durevole.

La catastrofe.

Passava tranquilla la mattina del 15 luglio u. s. Un vento impetuoso, accompagnato da frequenti acquazzoni flagellava i fianchi della Cordigliera, ma non era un impedimento pei valorosi lavoratori del « Pan », che in numero di settanta, divisi in piccole squadriglie, compivano il loro dovere. Fra tutti regnava quell'allegria onesta e lieta che fa sopportare con facilità le pene del lavoro. Ma qual cambiamento repentino!

Pochi momenti prima del mezzogiorno, si sente un rumore sotterraneo e una scossa come di terremoto; quindi tutto il fianco, sul quale stava la gente, si mise in movimento verso l'abisso. La maggior parte degli uomini si salvò colla fuga; ma quegli infelici che non avevano previsto la gravità del pericolo, e che ritardarono pochi istanti in cerca di alcuni attrezzi, furono travolti dalla frana, che lenta al principio, aveva già preso una velocità irresistibile. Nel rapido avvallamento di quella valanga che precipitò col fragore di cento tuoni e risuonò per tutto l'ambito delle valli, sopra quella massa fluente di terra, pietre e alberi, furono visti gl'infelici alzare e congiungere le mani collo sguardo al cielo, in atto di preghiera. Si udirono anche le loro grida strazianti, che dopo alcuni momenti si spensero nel fondo dell'abisso. E là, in quel baratro profondo (oh! realtà sommamente triste) otto... rimasero sepolti vivi! Chissà quanto avranno sofferto nella lunga agonia, inutilmente aspettando il soccorso dei compagni!

L'opera di salvataggio si cominciò senza indugio. Al gruppo dei superstiti si unirono gli abitanti della parrocchia del Pan, che sotto il comando del tenente politico Antonio Ortega, fecero prodigi. Ed alcuni si poterono salvare. Fra questi ve ne fu uno che morì dopo poco, per le gravi ferite ricevute; ma otto, come dissi, rimasero sepolti: e di essi non si è potuto trovare neppure il cadavere.

A me non è ancora possibile distrarre la mente dallo spettacolo straziante che si presentò alla mia vista quel medesimo giorno, di ritorno dalla missione di Mendez. Le spose, i figli, i genitori delle vittime, in grande lutto, non sapevano allontanarsi da quel luogo di morte, e sempre sperando che sotto la terra ammonticchiata vivessero ancora i loro cari, rimasero là più giorni e più notti, a tutte le intemperie, facendo risuonare quelle sponde desolate delle loro grida. Pareva loro che ogni rumore fosse un gemito, uscito a traverso di quella cappa profonda, che copriva i disgraziati parenti.

La terribile notizia si divulgò in un momento e commosse di tal modo, che la disgrazia fu considerata come un lutto pubblico in tutta la regione. Però nessuno poteva sentirla più profondamente che il nostro Superiore Monsignor Costamagna. Egli aveva ideato la grande opera della strada di Mendez; egli la principiò con grandi sacrifizi. Era quindi ben naturale che il doloroso accidente dovesse cagionargli il più intenso dolore.

E non potendo resistere agli impulsi del suo cuore sensibilissimo, si trasferì, senza por tempo in mezzo, al luogo del disastro per dire a tutti una parola di consolazione; per celebrare la santa messa in suffragio delle vittime; per dare un po' di animo a proseguire l'opera cominciata. Vi son dolori che non potranno mai avere un sollievo, vi son ferite che non è possibile curare quaggiù: ma la nostra religione santissima ha il segreto d'asciugare le lagrime e di richiamare il conforto anche nei cuori più abbattuti.

I suffragi per le vittime. Passando Monsignore per le parrocchie di Chordeleg, Gualaceo, Paute, Guacapala e Pan, fu ricevuto con particolari manifestazioni di affetto e cortesia per parte dei rispettivi parroci di quei paesi.

Erano i primi albori del giorno 7 corrente; e ancor brillavano le stelle, quando già eccheggiava, per l'aria tranquilla dell'altura e del piano, il suono delle campane della parrocchia del Pan, e di quelle di Praga e di Monteriglia, che lanciavano mestamente la voce a pregare per i morti, chiamando i fedeli al sacro rito che Mons. Costamagna aveva deciso di celebrare sull'alta Cordigliera.

L'ampia valle del Cogliai, coperta di nebbia, si schiarì completamente, e giù nel fondo dello scenario, sulla rete intricata dei sentieri che fanno capo alle case della parrocchia, vedevi le persone camminare frettolose e unirsi alla compatta moltitudine che accompagnava il nostro Vicario Apostolico, che veniva guadagnando l'altura fra archi é fiori in compagnia del Parroco di Chordeleg.

Verso le otto si giunse al luogo del disastro. Pallida, smunta, con passo lento, si presenta a salutare il Vescovo una povera donna, che aveva perduto i suoi due figli. Viene in seguito un'infelice vedova, più terribilmente visitata dalla sventura, Maria Alarcon, in compagnia di quattro piccoli orfanelli. Si presentano a baciare l'anello a Monsignore anche gli altri parenti delle vittime. Ed il Vescovo, abbracciando con uno sguardo quel quadro pieno di tristezza, non può trattenere la interna commozione, e dà in uno scoppio di pianto. Il suo pianto si propaga a tutta la gente, pervasa da una forza irresistibile di compassione. Ed ecco avanzarsi il giovane Ottavio Diaz, che prende la parola:

Eccellenza Reverendissima,

«Sublime è lo spettacolo che contemplano oggi le cime cruente della nostra Cordigliera.

«Una grande, immensa compassione ha invaso il cuore di tutti. Un magnanimo sentimento di bontà ha acceso il cuore del nostro grande benefattore, l'illustrissimo ed eccellentissimo Monsignor Costamagna, che con un atto eroico di carità cristiana è venuto ad asciugare tante lagrime. Io ben lo vedo. Qui, sopra il margine dell'abisso, che come un mostro addormentato, tiene nelle sue viscere i cadaveri di tante vittime, le lagrime cadono copiose dal nostro cuore afflitto in questo istante, nel quale ci sembra che le grida di spasimo e di morte feriscano ancora il nostro udito. Oh! prodigio della carità cristiana! Oh! maraviglia dell'apostolato cattolico! La pienezza del sacerdozio si presenta a noi in tutto lo splendore del suo potere. E la mano di Dio che umilia ed innalza. Cessi il vostro pianto, desolate donne, che avete perduto i vostri sposi. Sopra questo quadro di desolazione risuona un'altra volta la voce di Cristo che parlò con tanta efficacia e tenerezza alla vedova di Naim, che asciugò le lagrime di Marta e Maria, che curò le piaghe di tutti gli afflitti.

« Grazie, illustre Pastore della Chiesa: voi siete il vero rappresentante della bontà divina! Parlate alle nostre anime tribolate. Balsamo prezioso è la vostra parola su le nostre ferite!

« L'altare è preparato: la Ostia santa di pace e di propiziazione, alzata sulle vostre mani, darà incontanente la luce eterna ai nostri morti e la calma ai nostri cuori ».

Subito dopo, anche un ragazzo salutò il Vescovo con queste espressioni:

« Col cuore pieno di gratitudine do a Vostra Eccellenza il benvenuto su queste alte cime visitate dal dolore. Perchè un vecchio venerando, un principe della Chiesa, una gloria fulgida della religione, si è sacrificato tanto per questo povero paese? Nè la sua età, nè la sua delicata salute, nè le grandi distanze che bisognava superare, nè le strade difficili, nè la stagione inclemente, nulla fu capace di trattenerlo dal compiere la grande missione di carità, che si era proposto il suo cuore compassionevole! Oh ben si vede l'amor suo per noi poveretti. Per noi, data memorabile è questa, che deve essere scritta con caratteri indelebili nei nostri cuori eternamente grati di figli.

« O Monsignore, alzate la vostra mano per benedirci! Essa sola farà sì che il nostro cuore non soccomba sotto il peso di tanta sciagura ».

Sul dorso del monte che si chiama Bayoloma, l'unico spettatore impassibile in mezzo a tanta compassione benchè ferito in uno dei lati per la fatale rovina che si vede a poca distanza e, par che grondi ancor sangue, s'alza l'altare per il Santo Sacrificio. Non ha altro ornamento che il muschio e le foglie del bosco. I profumi che esalano i fiori modesti di quella solitudine al soffio della brezza del mattino, formano l'incenso. Per la grandezza di Dio, le più grandi basiliche del mondo, la stessa vòlta del firmamento coi suoi astri rifulgentì, son ben poca cosa; ma per la sua bontà infinita, prezioso è il tugurio del povero e il luogo dove si piange e si soffre.

Ad un palo posto avanti l'altare si appende un crocifisso; e il signor Prevosto del Pan, che arrivò al momento di principiare la messa, appoggiato ad un tronco, e applicando l'orecchio a un lenzuolo disteso contro il medesimo, riceve le confessioni.

Il Parroco di Chordeleg assiste Monsignor Vescovo nel santo Sacrificio ed il sottoscritto, siede all'armonio. La moltitudine che circonda l'altare, prostrata sull'erba, fa sentire i suoi gemiti e le sue preghiere. L'Ostia divina s'alza, accompagnata dal pianto di tanti infelici, e dall'alto discende l'abbondanza dei suffragi sopra le vittime e la forza di rassegnazione per quelli che soffrono.

« Ecco come si amano » dicevano i pagani parlando dei primi discepoli di Gesù Cristo. E una scena ineffabile di commozione, che ci trasportava ai tempi apostolici, era in verità quella grande manifestazione di solidarietà nel dolore. Più di duecento furono le comunioni che Sua Eccellenza distribuì ai fedeli su quelle creste. Tutti erano stati preparati col Sacramento della Penitenza, in gran parte nei due giorni antecedenti, da Monsignore stesso, coadiuvato dai parroci di Chordeleg e del Pan.

Dopo la Santa Messa S. E. intonò un solenne Libera me, Domine, ma dovette spesso interrompere il canto per la forza dei singhiozzi.

In seguito si distribuì il danaro che il generale Rivadeneira e il signor Raffaele Arizaga avevano raccolto fra gli amici, per soccorrere i danneggiati dal disastro. Monsignor Vescovo unì egli pure la sua offerta, e in fine procedette alla benedizione della Croce, che si collocò sul margine della piccola laguna, che si allarga ai piedi del Bayoloma. Monsignore volle che si chiamasse la « Laguna delle lagrime ».

Preghi Ella pure, amatissimo. padre, per le povere vittime del Bayoloma e per chi tanto abbisogna delle preghiere sue e dei buoni cooperatori, il

Suo aff.mo ed um.mo figlio

D. ALBINO DEL CURTO.

RICCHI MANIPOLI dell'Apostolato dell'Innocenza.

Le educande dell'Istituto N. S. delle Grazie in Nizza Monferrato, sul termine dello scorso anno scolastico inviavano questa lettera al sig. D. Albera:

VENERATISSIMO PADRE,

Anche ques'anno, sempre più comprese dal bisogno di essere apostole di bene, noi, Educande dell'Istituto di Nostra Signora delle Grazie, animate dalla parola santa e forte delle nostre Superiore, abbiamo assunto, come gli anni scorsi, il nobile ufficio di Apostole dell'Innocenza, vinte sempre più da quell'attiva fiamma interiore, che anima ogni figlio di Don Bosco e ogni Figlia di Ilaria Ausiliatrice nelle terre lontane di Missione.

Anche quest'anno il nostro Apostolato di preghiera, di mortificazione e di sacrificio, conobbe la forza gagliarda, che ogni nobile causa avviva. Abbiamo lavorato, specialmente nel martedì di ogni settimana, giorno dedicato all'Apostolato dell'Innocenza, con un'anima sola, animate da un solo desiderio; e, dando ora uno sguardo retrospettivo alla campagna combattuta, con la gioia di chi sente d'aver contentato Dio, e chi, in suo nome, ci è Padre, Le presentiamo il resoconto di questo anno:

Sante Messe ascoltate    21598

Sante Comunioni    26994

Rosari   24913

Via Crucis    22653

Preghiere varie    912520

Fiori di virtù   49125

Anche da altri nostri collegi di Don Bosco, ove quest'Associazione fiorisce, sono giunti alla Casa nostra Centrale resoconti felici, che pure riportiamo, perchè Ella goda nella visione di tante anime zelanti della gloria di Dio.

Da nove case d'Italia, e cioè: Alessandria (Sobborgo Cristo e Istituto) Bagnolo Piemonte, Livorno Toscana, Lomello (Pavia), Mirabello Monferrato, Modica Alta (Sicilia), Perosa Argentina, Rio Marina (Isola d'Elba); - e da cinque Case all'Estero, Manouba, Concepción, S. Salvador, Tegucigalpa e Viedma, ci vennero, complessivamente, comunicate le cifre seguenti:

Sante Comunioni    29747

Sante Messe    35488

Rosari    41405

Via Crucis    15072

Preghiere varie    460012

Fiori di virtù    108323

Visite al SS. Sacramento    46995

Giaculatorie    391650

Le quali cifre, già così consolanti, unite alle nostre, dànno il totale di

Sante Comunioni    56.741

Sante Messe    57.o86

Rosari . ... *    66.318

Via Crucis    37.725

Preghiere varie    1.372.532

Fiori di virtù    157.448

ossia un totale generale di un milione settecentoquarantasettemila ottocentocinquanta preghiere e opere buone.

Nè la nostra missione per l'apostolato terminerà con quest'anno scolastico; vogliano continnarla sempre nelle nostre famiglie, fra i nostri alunni, noi che non avremo la fortuna di ritornare in Collegio, ove abbiamo passato tanta parte, e la migliore, della nostra vita. L'abbiamo promesso a Gesù Sacramentato, a Maria Ausiliatrice, lo ripetiamo a Lei con ancor di figlie, con ardore di apostole, perche la benedica, rendendola feconda di copiosi frutti per il cielo.

Padre venerato, durante il nuovo anno scolastico fermi qualche volta su noi il suo sguardo paterno, ci veda al lavoro in paesi diversi, in diverse regioni, ma unite in ispirito e ci benedica, Noi sentiremo il suo sguardo, la benedizione che per Lei ci manderà Iddio, e saremo animate nel lavoro, vittoriose nella lotta...

Quelle poi, che non abbiamo ancora compiuto i nostri studi, ritorneremo con rinnovate energie d'animo e di corpo al collegio, che lasciamo con segreto rimpianto.

Di Lei, veneratissimo signor D. Albera, Devot.me e obbligat.me figlie Le Educande di Nizza.

IL CULTO DI MARIA AUSILIATRICE

NEL SANTUARIO Il 24 di ogni mese, si ripetono, mattino e sera, devote funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino, ha luogo la messa della Comunione Generale, seguita dalla Benedizione col SS. Sacramento: alla sera si compie in forma solenne l'adorazione pubblica innanzi al SS. Sacramento.

Vogliano i benemeriti Cooperatori e le pie Cooperatrici unirsi sempre in ispirito a queste sacre funzioni mensili, le quali hanno due fini principali: pregare secondo le intenzioni del Santo Padre e affrettare il ristabilimento della pace fra le nazioni.

Ogni sera

alla benedizione col SS. Sacramento si continua sempre a far pubbliche preghiere per la pace. Il Signore nella sua infinita clemenza, per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, le esaudisca a sollievo di tutti i popoli della terra.

Una giornata propiziatoria a Maria Ausiliatrice.

Togliamo dal Momento del 13 novembre:

Dalle 5 alle ore 20 di domenica, il santuario di Maria Ausiliatrice offrì uno spettacolo grandioso di fede, quale suole avvenire nelle più grandi solennità. Eppure, nessuna esteriorità di addobbi o di singolari esecuzioni musicali sollecitava i fedeli allo straordinario convegno. Tre nomi fecero pellegrinare a Valdocco il numerosissimo popolo torinese, stuoli di soldati e ufficiali e di profughi : il nome di Maria Ausiliatríce, che ha in sè una particolare significazione di vittorie, e i nomi del Beato Cottolengo e di Don Bosco, così cari al nostro popolo, per cui sono speranza e conforto.

La saggia distribuzione delle funzioni propiziatorie, con appropriate allocuzioni ai vari ceti di persone e sodalizi, giovò non poco alla pratica e ordinata riuscita della memoranda giornata.

È nota l' apostolica parola del prof. D. Stefano Trione: egli parlò agli istituti cittadini, alle associazioni giovanili, sociali, sportive, ricreative e alle associazioni cattoliche di adulti, in tre ore distinte, con profondi accenti di pietà e di carità patria. Alle unioni delle madri cristiane e figlie di Maria disse una confortevole allocuzione l' ispettore dei Salesiani prof. D. Alessandro Luchelli. Ognuno può immaginare con quali accenti di commozione e di fede parlò alle associazioni cattoliche femminili il « profugo » da Conegliano Veneto, sac. prof. Orazio Scaini, già nome noto e caro ai Torinesi.

Nessuno dei presenti dimenticherà mai la solennità dell'Ora Santa delle associazioni cattoliche maschili chiusasi colla benedizione eucaristica pontificale, impartita da Sua L. Rev.ma Mons. Costanzo Castrale.

Ma la giornata propiziatoria fu particolarmente gustata dai profughi che attestarono di avere trascorse ore di vero sollievo ai piedi di Maria Ausiliatrice, per la speranza rafforzata e la soavità dei canti liturgici che sollevò i loro cuori in un ambiente di celestiale dolcezza.

Le meraviglie di Maria Ausiliatrice.

Suor Maria Peisino, figlia di Maria Ausiliatrice, ci manda queste importanti notizie sul Culto di Maria Ausiliatrice a Trelew in Patagonia.

« Trelew è paese per la maggior parte protestante. Nondimeno la festa di Maria Ausiliatrice fu celebrata il 24 maggio 1917 come festa patronale straordinaria. Mai si vide entusiasmo così vivo, cooperazione unanime così efficace! I più caldi propagandisti - ed è ciò che commuove - furono i protestanti, i quali non solo annunziarono la chiusura dei loro negozi, per quel giorno, con appositi cartelli collocati nelle vetrine, ma acconsentirono che le loro figliuole partecipassero alla processione, cui la bella statua di Maria Ausiliatrice, la banda cittadina e la cooperazione di tutti, autorità e popolo, trasformarono in apoteosi. Vi fu un signore protestante che disse: « Vedremo: se la processione di domani farà piovere (da molto non pioveva a Trelew) crederò anch'io a Maria Ausiliatrice. » Non commento: cito il fatto. Nell'istante in cui la processione sfilò, cominciò a piovere, a piovere. La cerimonia non si sospese, nè si turbò. Avrà egli creduto? Non lo so. Quello che posso affermare con sicurezza si è che l'entusiasmo toccò il sommo in tutto il paese; che il panettiere del collegio volle regalare un cestone di pan dolce all'Istituto accompagnadolo con un entusiastico biglietto; che il tifo, frequentissimo e fiero in Trelew, dacchè si porta Maria Ausiliatrice in processione, è scomparso; che l'intera popolazione è orgogliosa d'avere per Patrona la dolce Madonna del Venerabile Don Bosco! »

Alla potente nostra Madre Regina onore e gloria !

GRAZIE E FAVORI(*)

Maria Ausiliatrice, D. Bosco e Domenico Savio.

La mamma, ch'era stata ammalata d'influenza gran parte dell'inverno, dopo un lieve miglioramento, il 12 aprile fu còlta da gravissima polmonite che la ridusse ben presto in fin di vita. Data l'età avanzata (73 anni) un vizio cardiaco e le sue condizioni fisiche, la scienza medica la dichiarava perduta.

Inutile dire lo schianto di noi tutti al pensiero di dover perdere un essere così caro e prezioso!

Devotissimi di Maria Ausiliatrice, a Lei ci rivolgemmo con quella fede viva che viene dalla costernazione e La pregammo affinché Per intercessione del Ven. Don Bosco e del Servo di Dio Domenico Savio ci concedesse la desiderata guarigione, promettendo d'inserirla sul Bollettino Salesiano insieme colla relazione medica.

Contemporaneamente io inviava l'elemosina d'una Messa da celebrarsi nel Santuario e raccomandava l'ammalata alle preghiere di tutta la Comunità Salesiana. Si scrisse pure altrove, sollecitando preghiere per lo stesso scopo. Ma l'ammalata peggiorava, anzi, temendo la catastrofe, si mandò pel suo confessore

In quei momenti d'angoscia atroce, in cui la cara esistenza andava spegnendosi, rammentando d'aver letto, pochi giorni prima, nell'ultimo Bollettino Salesiano (Marzo 1917, N. 3) una strepitosa guarigione, ottenuta mediante l'intercessione del giovane discepolo di Don Bosco, radunata ed inginocchiata la famiglia innanzi all'immagine del Savio, ripetendo le parole ivi scritte, con voce rotta dal pianto, Lo supplicammo di non essere meno generoso verso la nostra inferma e, poste sul letto della paziente, oltre l'effigie di Maria Ausiliatrice, quella del santo giovinetto e del Venerabile suo Precettore, sperammo contro ogni speranza... Nella lotta fra la vita e la morte riportò vittoria la nostra cara, e quantunque la scienza avesse dichiarato difficile che potesse arrivare al quinto giorno ed impossibile al settimo, il Signore per mostrarci l'intervento soprannaturale, permise che la malattia non si decidesse per crisi, ma per lisi, che ebbe un processo assai lungo.

L'otto maggio, la mamma cominciò ad alzarsi per mezz'ora, ed il 24 dello stesso mese potè uscire per la prima volta e recarsi alla chiesa a compiervi le sue devozioni.

In sì fausto giorno, in ringraziamento, la famiglia fece cantare la Messa, esporre il quadro dell'Ausiliatrice, e, dopo il canto delle Litanie, dare la benedizione col Santissimo.

Ora a compimento della promessa fatta mando la presente relazione, col certificato medico, unitamente ad una modesta offerta per le Opere Salesiane.

Voglia la SS. Vergine continuare la sua materna protezione stilla nostra famiglia, serbarci a lungo i genitori e allontanare, in questi tristissimi, tempi, malanni e disgrazie dalla nostra casa.

Villafranca Lunigiana, 24-IX-917

ALICE MALASPINA.

Il giorno 12 aprile u. s. mia madre fu colta da febbre elevata che sorpassava i 39° e dolore al torace destro. L'esordio, per quanto non ancora confortato dai segni obbiettivi (difficili a rilevarsi nei vecchi), mi fece sospettare una polmonite. Difatti alla sera comparve lo sputo sanguigno. Ciò mi convinse e preoccupò molto. Mia madre a 73 anni, denutrita, non bevendo vino, non bevendo latte, coi segni manifesti di una precedente aritmia cardiaca, accompagnata da cardialgia, non era in grado di sopportare una polmonite grave, quale in lei si presentava. E in lei mi preoccupava ancora maggiormente l'avversione a qualsiasi alimento liquido, persino al caffè, di cui prima era ghiotta, ed alle medicine., In tre giorni si riuscì a farle prendere due uova liquide, e qualche sorso di brodo, non altro.

Mi lusingavo però che il processo si arrestasse e che il 5° giorno si potesse (cosa rara!) avere una risoluzione precoce. Invece le forze andavano sempre più affievolendosi, seguitava sempre abbondante lo sputo sanguigno e il processo si faceva sempre più esteso. Al 5° giorno, anzichè risoluzione, si manifestarono segni di collasso. In casa era desolazione. Il collega dottor Cagnacci, in consulto, non poteva che constatare i fatti e le condizioni gravissime. Io mi domandava se si potesse sperare la risoluzione al 7° giorno, se le sue forze avrebbero permesso di arrivarci. Intanto lo sputo seguitava sempre emorragico ed il 7° giorno il polmone destro era invaso dal processo ed epatizzato.

Oramai avevo perduta ogni speranza e temevo una catastrofe imminente. Il polso si faceva piccolo e frequente (sorpassava i 12o battiti) e la temperatura (segno pessimo) si abbassava: la persona, abbandonata, scivolava dai cuscini lungo il letto: i segni di collasso erano più frequenti ed intensi. Ed anche il dott. Cagnacci emetteva prognostico infausto. Lo sputo emorragico cessò, ma le condizioni sue precarie e sempre minacciose si protrassero sino al 9° giorno, nel quale solo incominciò a verificarsi un sensibile miglioramento che si accentuò nei giorni seguenti, così che per lisi, sebbene lentamente, si ebbe la risoluzione del morbo, susseguita poi, come era da aspettarsi, da una lunga convalescenza.

Con sicura scienza e coscienza dichiaro che tale guarigione ha del prodigioso ed esorbita dalle vie naturali. Una polmonite in queste condizioni di intensità, a quell'età, con quell'organismo, è sempre letale.

Villafranca, 28-IX-917.

Dott. ALFONSO MALASPINA Medico Chirurgo.

CANNARA. - 7-IX-917. -La carissima mamma mia, di salute molto delicata, in seguito a forti dispiaceri avuti, fu colpita da sì grave disturbo nervoso, da far temere molto della sua guarigione. Infatti nello scorso dicembre 1916, fu presa da una crisi così tremenda, da far prevedere prossima una catastrofe, come era dichiarato nella stessa diagnosi fatta dal Dottore. In tale frangente ricorsi con fede a Maria Ausiliatrice, promettendo di pubblicare la grazia, qualora fossi stata esaudita. Ora, quantunque la mamma non sia completamente ristabilita, grazie però alla Vergine Ausiliatrice è scomparso ogni pericolo, ed io adempio la mia promessa, fiduciosa di ottenere, quanto prima, la completa sua guarigione.

Ringrazio pure la Celeste Ausiliatrice della speciale protezione avuta verso i miei carissimi fratelli, che da circa due anni si trovano al fronte esposti a mille pericoli.

Sr. E. B. F. M. A.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausilatrice e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, per l'erigendo Santuario dei Becchi, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti.

A) Accornero Z. Agazzini S. Agnanno D. Agosti S. Albenga T. Albergucci N. Albrito P. Alù F. Alunne Laboratorio Zito di S. Agata Militello. Ambrosiani R. Ancilotto Q. Aprosio V. Arena E. Arlenghi C. Artisi S. Atzeni M. in Maria.

B) Bacchetta R. Bagnati S. Bairate M. Balbiani G. Balbo F. Baldi O. Balsano L. Balsato N. Barbati G. Barberi C. Barbero A. Barbiellini Z. Barbieri O. Barelli M. Baresani C. Barisone L. Barreca G. in Caccia. Bassi V. Basti C.co R. Battistoni D. Beccaris G. Bernardi U. Bernardoni C. Bertola G. Bertone C. Bettazza R. Bionaz E. Bisio M. Boano L. Bonetto M. Bor M. Borio L. Bossola R. Bottassi T. Botter M. Box M. Bozzetti G. Brioschi M. Bucci F. Burlato C.

C) Caffaratti M. Cagnani d. E. Cairola d. G. Callegari R. Calvi P. Campailla M. in Curcio. Cantoni F. in Albini. Capelli B. Capelli M. Cappello M. Carnovalis M. Carpoca M. Carrara S. Cavassutti C. Centarelli M. Centomo G. Ceolin A. Chiappello M. Chierico bresciano, cooperatore salesiano. Christianelli E. Cigala L. Ciurciola G. Collarini S. Collomb C. Cousogni B. Cooperatrice salesiana di Londra. Corselli A. Corsi I. Corsi N. Corvi T. Cosca G. Costantino A. Cristino P. Cuppi R.

D) Daldini A. Dalla Vecchia M. in Dal Lago. Darò G. Dedé G. Delfino M. Deodatis M. De Pascalis G. Di Cola N. Durbino L.

P) Falletti d. M. Famiglie Bertero, Ercolani. Fantin S. Fedolfi M. Ferrari F. Ferrari D. Ferrario N. Ferri A. Ferri B. Ferro B. Ferron D. Festini d. G. Filippi A. Fiorillo eh. A. Flora A. Foresto M. Forno M. in Ivaldi. Fosciano M. in Lo Coscio. Fragale M. Franceschetti C. Frascotti G. Frazzini rag. A. Frestra G. Frezza C.

0) Gabrielli L. Galeasso O. Garassino G. Garbi P. Garbolo R. Garnero F. Garnerone C. Garzia T. Gasparini O. Gavina R. Gentile F. Gentile G. Gentili N. Ghiola A. Ghizzardi M in Bertelli. Giacobbe B. Giacopini B. Gianferrari C. Giani B. Giardini G. Gili M. Giorio C Girella D. Giuliano N. Givone C. Grasso F. Grasso O. Graziano L. Griglio S. Grosso A. Gruaglio, coniugi. Guadagni R. Guardalba A. Guarinoni V. Guarnaschelli B. Guarnon T. Guastavino P. Guenzani G. Guerra E. Guerin O. Guiglio C. Gullino E. Gullo P. Gunetti A.

I) Invernizzi B. Invernizzi R. Iviglia E.

L) Lazzarini M. Legnaro V. Leidi C. Leoncini Z. Losso C Lucci Emilio.

M) Maccaluso P. Maccario G. Mainetti C. Maiorana T. Majolo S- Malaguti F Mancini R. Mangarelli N. Mantelli V. Mariani C.co A. Martini M. Maugeri P. Mazza A. Mazzarotto E. Meda M. Medda G. Messina G. Migliarino D. Mora G. Morasini E. Morchio T.

N) Nardellini F. Nardellini G. Natoli G. Navaretti N. Nerapolo S. Nespoli sr. M. P. Nicandro L. Nicoloni A. Novaretto S.

O) Oglietti T. Olivari M. Osella B.

P) Palleschi C. Palopoli T. Panero A. Panero G. Parmigiani D. in Chini. Pastore A. Pedrana A. Pellegrini R. Pellissier F. Perini L. Perusi A. Pia persona di Cerreto Sannita. Pigazzi AI. Pivelli prof.a A. Pinna P. Pomoni C. Praturlou S.

Q) Quaglia M.

R) Raimondi F. Rattazzi d. A. Remondini M. Renzi R. Ricci G. Ricossa T. Rigotti G. Rippstein I. Rollino T. in Micheletti. Romelli L. Rondolino C. Rossi L. ved. Fanti. Rossignoli A. ved. Delfitto. Rubelli T. Ruzzeddu e.

S) Sagrada A. Salveti G. Salvetti L. Sancalli A. Sanino C. ed F. Santucelli D. Sarti M. Scanavino d. G. Scemo G. Scocco C. Secci D. Secchi L. in Lugas. Selva uff. C. Signorelli R. Silva T. Soldato Albania in Soldato ospedale in. di Senigaglia. Solimani M. in Carmere. Sorlini C. Spada S. Stella A. Stiva M. Stoppino C.

T) Tarico d. G. Tata M. Telesio M. Tenente Zona di guerra. Testuzio G. Toneguzzo A. Torres E. Tosco M. Tosi M. in Mucci. Traversi F. Tucci A. Turinetto C.

U) Ulla E.

V) Valdata G. Vallenzasco G. ved. Zerboni. Valpondi C.co G. Valsesia C. e consorte. Vecchi A. Verardi M. Vettore C. Vezzoli A. Voleroni M.

W) Willermin M. in Bartesoghi.

Z) Zoppareddu C. ved. Basoli. Zardin F. Zurrini M.

SANTUARIO di MARIA AUSILIATRICE - TORINO Sacra Missione dal 13 al 23 corrente.

Ad implorare sempre meglio le benedizioni del Signore sii noi, sulle nostre famiglie, sulla patria nostra, avrà luogo nel Santuario di Maria Ausiliatrice una sacra Missione dal 13 al 23 dicembre corr. col seguente orario

Giorni Feriali.

Ore 6,30: Meditazione del R. D. P. VALLE, Salesiano. Ore io: Istruzione del M. R. D. STEFANO TRIONE, Salesiano. Ore 17: Predica del M. R. Dott. D. ALESSANDRO LucHELLI Salesiano. Ore 2o,15: Dialogo apologetico-morale tra il M. R. Padre PIETRO RIGHINI, S. J. e il M. R. D. TRIONE.

Domenica, 16 Dicembre.

Solenne giornata Eucaristica. - Ore 6,30: Messa per l'Esposizione del SS. Sacramento. Ore 16,30: Vespri solenni, Ora Santa predicata, Benedizione solenne.

Giovedì, 2o Dicembre.

Ore 14,30: Benedizione dei bambini, impartita da S. EM. IL CARDINALE ARCIVESCOVO.

Domenica, 23 Dicembre.

Solenne giornata Mariana e Chiusura della S. Missione. - Ore 7,30: Messa della Comunione generale. Ore 9,30: Messa solenne. Ore 15,15: Rosario, predica del M. R. D. LUCHELLI. Ore 16,30: Vespri solenni predica e ricordi del M. R. P. RIGHINI S. J.; Benedizione papale e degli oggetti religiosi; Benedizione pontificale eucaristica, impartita da S. EM. IL CARDINALE ARCIVESCOVO.

PEL TEMPIO VOTIVO IN ONORE DI MARIA AUSILIATRICE

A CASTELNUOVO D'ASTI

Rose e Gigli.

Giuseppe, Carlo e Maria Brizio di Santa Vittoria d'Alba mandano L. 1 per ottenere dalla Vergine potente incolumità al babbo che trovasi al fronte.

Carlo Masera di Trofarello, offre L. 3, riconoscente alla Vergine SS. Ausiliatrice ed al Ven. Don Bosco per guarigione da grave infermità, supplicando altra grazia conforme un desiderio della sua mamma.

Rosalia, Innocenza, Gian Luigi e Camillo di Rossiglione nel deporre ai piedi di Maria Ausiliatrice l'offerta di L. 2,6o per concorrere all'acquisto della porticina del S. Tabernacolo, ringraziano la celeste Madre per la protezione prestata finora al caro babbo militare, e la supplicano a volergli continuare la sua materna assistenza e concedere ad essi di crescere sempre buoni a, consolazione e sostegno del babbo e della mamma.

Mamme e insegnanti devote.

Rosina Canale in Corino, riconoscente a Maria Ausiliatrice per avere ottenuto un impiego al suo figlio appena terminate le scuole, manda la Piccola offerta di L. 10 per il suo Santuario dei Becchi, e implora dalla cara Vergine un'altra grazia importante, per un membro della sua famiglia.

Una Cooperatrice Salesiana di Bessolo manda L. 2 per la nuova chiesa dei Becchi in ringraziamento a Maria Ausiliatrice per la protezione accordata a due figli che sono sotto le armi.

Marianna Borzini Fossati di Pavia, riconoscente alla Grande Ausiliatrice per l'ottenuta guarigione propria e dei suoi tre bimbi dal tifo, invia L. 25 pel suo Santuario ai Becchi.

Mando L. 10 per le Missioni, affinchè Maria Ausiliatrice dia la salute a me, a mio marito, ai miei figli, e la grazia di allevarli cristianamente nel santo timor di Dio. - Margherita Torre.

Ida Papis ved. M. Formica di Incisa Belbo invia L. 5 per l'erigenda chiesa di Maria Ausiliatrice ai Becchi, affinché la B. V. le ottenga la grazia di riabbracciare salvo il figlio dai pericoli della guerra.

Preci e ringraziamenti.

Rovatto Virginia di Torino, riconoscente per grazia ricevuta offre L. 5.

Bassignana Maria di Santa Vittoria d'Alba, fiduciosa di ottenere una grazia importantissima dalla Vergine Ausiliatrice, anticipa la tenue offerta di L. 2 pel Santuario dei Becchi.

Sono L. 2 che Dabbene Vittoria di Santa Vittoria d'Alba offre, pregando Maria SS. Ausiliatrice a benedire e proteggere l'intera famiglia.

Luigina Ferrero offre L. 1 pregando Maria SS.

Ausiliatrice a benedire e a difendere il fratello in guerra.

Antonietta Lucco di Racconigi offre L. 1, implorando la desiderata guarigione.

Lucia Mattio di Racconigi, L. 1 pregando protezione al fratello in guerra.

Da Santa Vittoria d'Alba: Maria Bedellino L. 0,20, Caterina Damilano L. 0,30, Maria Muratore L. 0,50, Genoveffa e Caterina Dabbene L. o,6o, Marianna Barbero L. 75, Maria Dabbene L. 1, implorando grazie speciali.

A. D. di Villafranca d'Asti, riconoscente alla Vergine Ausiliatrice e fiduciosa di ottenere un'altra importantissima grazia, invia una piccola offerta pel nuovo Santuario dei Becchi, L. 5.

Un soldato di Pontestura, che trovasi al fronte, manda L. 10 per la Chiesa dei Becchi in ringraziamento della protezione avuta da Maria SS. Ausiliatrice, implorando materna assistenza sui suoi bimbi.

Provera Antonia in Deambrosis di Mirabello Monferrato, riconoscente a Maria Ausiliatrice per grazia ricevuta, manda pel tempio votivo dei Becchi L. 10 implorando costante protezione.

Bonetto Caterina di Paesana offre pel Santuario dei Becchi per grazia ricevuta L. 50.

Fronte Cleonice grata al Ven. D. Bosco, per grazia ricevuta in riconoscenza invia L. 10.

Ferrari Enea di S. Stefano Magra invia L. 10 implorando l'intercessione di Maria Ausiliatrice per la sua guarigione.

Santina Del Missier di Clauzetto (Udine) invia L. 5 pel Santuario dei Becchi pel felice esito degli studi ottenuto da Maria SS. Ausiliatrice e dal Ven. Don Bosco.

Dagli Oratori.

Corinna Imerico, Carolina Gallone e le sorelle Onorina e Francesca Bacino, Oratoriane di Pontestura, offrono L. 4 per la Chiesa dei Becchi in ringraziamento d'una grazia.

Dall'Estero.

Le alunne delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Soacha (Colombia) inviano L. 15 per la Chiesa dei Becchi, dolenti di non poter inviare un'offerta, maggiore.

Le alunne dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice di San Paulo (Brasile) mandano L. 27 per la Chiesa votiva dei Becchi, implorando dalla Vergine Santa, e dal Venerabile Don Bosco una speciale benedizione.

Suor Francesca Delfino, Direttrice della Casa di Atlantic City (New-York) invia L. 10 per

l'erigendo Santuario dei Becchi in segno di gratitudine per segnalata grazia ottenuta.

NOTE E CORRISPONDENZE

UN APPELLO DEL COMITATO PATRONESSE

"Opere Ven. D. Bosco" - Torino.

Il nobile Comitato « Patronesse delle Opere del Ven. D. Bosco» di Torino, promotore della preparazione e susseguente Esposizione di Arredi Sacri nella duplice ricorrenza del Cinquantenario della Basilica di Maria Ausiliatrice e della Messa d'oro del veneratissimo nostro Superiore Generale Don Albera, ha inviato ai singoli Comitati delle Patronesse delle Opere Salesiane del Ven. D. Bosco, alle Dame d'Onore di Maria Ausiliatrice e alle Zelatrici e Cooperatrici Salesiane il seguente appello, che a nostra volta - grati e riconoscenti - raccomandiamo alle singole Cooperatrici Salesiane.

Benemerite Signore,

Mentre ci prepariamo a celebrare le dolci ricorrenze del primo Cinquantenario della consacrazione della Basilica di Maria Ausiliatrice e della Messa d'Oro del veneratissimo sig. D. Paolo Albera, le Opere Salesiane del Ven. D. Bosco attraversano un momento del più intenso lavoro e di maggiori bisogni. Questo avviene non solo per quanto, come vi è noto, il veneratissimo sullodato Successore del Ven. D. Bosco, con nobile pensiero e generosità di cuore, fece e ordinò ai Salesiani di fare per gli orfani di guerra e pei profughi in Italia e all'estero, ma anche per altri pressanti argomenti.

Ciò posto, osiamo anche noi, come più vicine alla Casa Centrale delle Opere Salesiane, indirizzare un caldo appello a tutte le benevoli Signore che sogliono interessarsi di dette Opere, perchè si degnino oggi più che mai, venire in aiuto alle medesime, e raddoppiare in questo momento la generosa loro cooperazione coi benemeriti figli del Ven. Don Bosco.

A voi poi, Gentili Patronesse, Dame d'Onore, di Maria Ausiliatrice, Zelatrici e Cooperatrici Salesiane, osiamo dire di più; cioè, che raccolte, in più frequenti adunanze, poniate a studio quei mezzi che vi parrannno più adatti a tale propaganda, e che vi degniate prendere quelle iniziative che vi parranno più efficaci a portare largo aiuto, sia localmente, sia in generale, alle suddette Opere.

Siccome, tra i modi più semplici e più alla portata di tutti, vi ha pur sempre quello di raccogliere offerte e inviarle all'uopo al degnissimo Successore del Ven. D. Bosco, noi raccomandiamo vivamente che sia impegno nostro comune di zelare caldamente la raccolta di tali offerte. Ciò mentre contribuirà potentemente a porre il venerando D. Albera in grado di sostenere e continuare, con ardore sempre crescente, un sì vasto programma di opere per la salvezza di tanta gioventù, gli tornerà di graditissimo omaggio nel faustissimo suo Giubileo d'Oro di sacerdozio.

Le offerte siano inviate direttamente al Rev.mo sig. D. Paolo Albera (Oratorio Salesiano, Torino); e qualora, specialmente dall'estero, ciò non tornasse facile, si consegnino ai Superiori locali delle Case Salesiane o alle Superiore delle Figlie di Maria Ausiliatrice, con preghiera. di farle pervenire al sullodato sig. D. Albera.

Con pienezza di stima e vivissima riconoscenza.

PRESIDENTE

S. E. Nicolis di Robilant-Clary cont. Edmea.

SEGRETARIA

Contessina Maria Camerana.

(Seguono le firme delle Vice-Presidenti e di sessanta nobili Signore, componenti il Comitato).

Nella splendida gara di carità - che fiorisce in questo tempo nell'Italia nostra - le anime buone e generose vogliano davvero ricordarsi dei bisogni dei nostri orfanellì, delle Missioni e di tutte le Opere Salesiane.

Per i profughi.

Il rev.mo sig. D. Albera in data 9 novembre u. s. scriveva a tutti i direttori degli Istituti Salesiani d'Italia

«Già da parecchi giorni assistiamo al doloroso spettacolo di tanti poveri profughi, che dalle regioni ove più ferve la battaglia affluiscono nelle nostre città e nei nostri paesi, giungendovi in condizioni tali da non poter far fronte alle più imperiose necessità della vita. Tutte le popolazioni si sono commosse alla miseranda sorte dei loro fratelli, e dappertutto si organizzano Comitati di assistenza e di soccorso.

» Conformandoci allo spirito del nostro Ven. Padre Don Bosco, che non fu insensibile dinanzi a nessuna sventura e adattò le sue opere ai bisogni dei tempi e dei luoghi, dobbiamo anche noi fare del nostro meglio per concorrere in quest'opera di carità cristiana e cittadina.

» Sarà bene dunque che si dia quanto più si può appoggio ed aiuto a cotesti Comitati e, quando sia utile e conforme a prudenza, se ne faccia anche parte. Ma ciò che più preme si è che si accetti nelle nostre Case il maggior numero possibile di giovanetti profughi. Si notifichi adunque ai Presidenti dei Comitati isti-

tuiti per l'assistenza dei profughi il numero dei giovani che si possono accogliere; e le accettazioni siano fatte poi dietro domanda presentata dai presidenti stessi, affinchè l'opera nostra si armonizzi con l'opera loro, e la beneficenza venga veramente elargita a quelli dei quali è più evidente il bisogno....

» Se poi per la ristrettezza dei locali non fosse assolutamente possibile accettare i giovani come convittori, si veda di accettarli come semiconvittori o almeno come alunni esterni delle nostre scuole.... »

Contemporaneamente il signor Don Albera offriva, per suo conto, all'ill.mo sig. Prefetto di Torino 5o posti per giovanetti profughi nell'Oratorio Salesiano, e il 30 novembre u. s. erano già 52 i piccoli profughi qui ricoverati.

NOTIZIE VARIE

BOLOGNA. - UN NUOVO ALTARE fu inaugurato il 24 ottobre u. s. da S. E. il Cardinal Giorgio Gusmini, nella cappella dell'Istituto Salesiano.

La cerimonia ebbe un carattere strettamente intimo. S. Eminenza celebrò la messa nel nuovo altare all'intera comunità di giovani, cui si era aggiunta una rappresentanza di benefattori e di antichi allievi dell'Istituto.

L'altare in stile gotico-bizantino, in armonia collo stile generale della chiesa, è bel lavoro della Ditta Davide Venturi di Bologna, che alla semplicità ed eleganza delle linee generali seppe armonizzare le tinte dei marmi usati.

Fu voluto dalla gratitudine dei figli e dalla riconoscenza dei beneficati da Maria SS. Ausiliatrice, nella ferma fiducia che Essa vorrà continuare la sua valida protezione sull'Istituto Salesiano di Bologna e sui suoi benefattori.

VALPARAISO. - L'ECC.MO MONS. NICOTRA, Nunzio Apostolico nel Cile, ha comunicato al Parroco degli Italiani questa lettera:

« Ill.mo e Rev.mo Signore,

» Ho letto con piacere la relazione del benemerito Parroco degli Italiani di Valparaiso, sac. Giulio Dati, trasmessami da cotesta Nunziatura Apostolica e constatando quanto si è fatto pel bene spirituale ed anche materiale di quella Colonia, grazie all'attività apostolica dello zelante Salesiano, coadiuvato dal Comitato delle Patronesse « Italica Gens », prego V. S. Rev.ma di voler esprimere a lui e alle benemerite sue Cooperatrici le mie più sincere felicitazioni, col voto che Dio benedica e prosperi l'opera iniziata con sì buoni auspici -e continuata con un successo così consolante.

» Con sensi di particolare ossequio, ecc.

» G. CARD. DE LAI » Vescovo di Sabina, Segretario ».

IN MEMORIA DEI NOSTRI

II. Benedetto Mammana.

Morì al fronte nel settembre del 1915. Il 10 settembre scriveva al Direttore del Collegio di Randazzo, ov'era prima di partire per la guerra:

« Questa mia è forse l'ultima... Preghino per me. Questa notte si tenterà di passare l'Isonzo e il mio reggimento ha un còmpito difficile e pericoloso. Non mi compianga, perchè sono rassegnatissimo e, direi, quasi allegro: mi rincresce soltanto per me e per la mia povera famiglia! Io mi auguro di vivere: ma se dovesse capitarmi qualche sinistro, sarò ben lieto d'aver speso la vita per fare il mio dovere... ».

Queste righe dovevano essere il suo testamento. Benedetto Mammana contava appena 26 anni, essendo nato il 13 febbraio 1890 a Centuripe in provincia di Catania. Compiute le scuole ginnasiali a San Gregorio di Catania, vestì colà l'abito chiericale nel novembre del 1905 e nel 1907, fatta la prima professione religiosa, venne mandato a Valsalice per le scuole normali. Quivi, presso la tomba del Venerabile Don Bosco, s'accese di un più vivo amore per l'Opera nostra, alla quale nel l'ottobre del 1909 si legò per tutta la vita.

Conseguita nel 1910 la licenza normale, sviluppò la sua attività a Palermo come maestro elementare, poi a Messina, in mezzo ai giovani dell'Oratorio rinascente sulle rovine dell'immane terremoto. L'anno 1914 lo passò a Pedara nel lavoro e nel raccoglimento, ma alla vigilia d'incominciare gli studi teologici, preferendo continuare la sua opera di bene come semplice coadiutore, si recò a Randazzo, come semplice maestro.

Fin dal principio del 1815 richiamato alle armi, dal fronte scriveva spesso ai confratelli effondendo nelle sue lettere tutta l'anima sua, buona e profondamente religiosa. Il nuovo genere di vita gli doveva costare assai, ma gli erano di conforto le lettere che riceveva, per cui si raccomandava al suo direttore: « Mi scriva spesso, chè le sue lettere mi giungono come... torrente d'acqua freschissima in mezzo al più ingrato deserto ».

Perchè si abbia un'idea dell'affetto grande che portava alla nostra Pia Società e della sua pietà profonda, basta leggere, insieme coll'ultima sua cartolina, quest'altra scritta pochi dì prima:

« Io sono ancora qui, vivo, ma da un minuto all'altro posso andarmene all'altro mondo. Ciò che mi consola è quel po' di devozione che ho sempre avuto per Maria SS. Ausiliatrice. La prego sempre giorno e notte: recito tutti i dì il Santo Rosario insieme ad alcuni compagni, e nella preghiera attingo coraggio e speranza. Loro che si trovano in cotesto bel paradiso non dimentichino di noi poveri soldati, ma preghino incessantemente affinche possiamo morire da buoni cristiani e salvarci l'anima! »

INDICE.

Articoli e documenti.

Il Sac. Paolo Albera ai Cooperatori e alle Cooperatrici Salesiane (1° gennaio 1917), pag. 1. L'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, 7. Cooperazione Salesiana: Conferenze, 9. , L'elogio di un apostolo e di un apostolato, 10. La bontà del Papa, 13.

Opere raccomandate: I) La consacrazione delle famiglie al S. Cuore di Gesù, 33

Il) Opera di assistenza dei mutilati in guerra, 35. - Ufficio di collocamento per gl'invalidi di guerra in Torino, 247.

Il Giubileo del Sac. Dott. Francesco Cerruti, 39.

Concorsi per le Letture Cattoliche, 42, 172.

Due Lettere Edificanti: I) La generosità di un Sacerdote e le nostre Missioni della Cina, 43 - Il) Il diploma di cooperatore inviato a un illustre prelato, 44.

Nella Beatificazione del Ven. Cottolengo : Ricordi di famiglia, 65. - Il Beato Giuseppe Benedetto Cottolengo e il Ven. D. Bosco, 129.

DOMENICO SAVIO: La sua figura, il suo significato, il suo valore, 69 - Grazie di Domenico Savio, 78, 141 - Commemorazioni, 140, 2J4, 303 - Sulla Tomba, 141 - Parole dell'Ec lentissimo Mons. E. Ferrais, 140; dell'Em.mo Card. Maffi, 272; dell'Em.mo Card. Mistrangelo, 299 - Il processo super fama sanct., 198.

« Siamo forti ! », 71.

II Papa e il Clero nell'ora presente, 72 - Cile cosa ha fatto il Papa durante la guerra?, 187.

Il nuovo Internunzio del Centro America, 74L'arrivo di Mons. Marenco a Costarica, 186.

Per Don Rua, 37, 76, 110, 183.

Pei piccoli amici di Don Bosco : Tre letterine del Venerabile, 77 - Ved. anche 111.

LETTERA di Sua Santità PP. BENEDETTO XV al rev.mo Don Paolo Albera, 97.

Nelle Scuole Professionali Salesiane : A Barcellona, Torino, Bologna - Una Lettera del Ministero per l'Industria, il Commercio e il Lavoro, 1o8 - Le Scuole Professionali Salesiane in Italia, 237.

Scuole popolari d'igiene, 134.

Una santa crociata pei moribondi, 136. Benevolenza dell'Em.mo Card. Protettore, 138. Ad Jesum per Mariam, 166.

La Causa di Beatificazione di Don Bosco, 181 -

Prezioso documento, 182 - Sulla tomba, 216

- La ricognizione canonica della salma, 279. Per un po' di propaganda nostra : Il programma dei Cooperatori Salesiani, 184. Contro l'analfabetismo, 185.

Il Card. Domenico Svampa e l'Opera di Don Bosco, 201.

I Reali di Spagna pongono la prima pietra di un nuovo Istituto Salesiano, 204, 232.

I frutti di una buona educazione, 116, 207. Per le vocazioni alle Missioni Estere, 207, 268. L'educazione dei sordomuti secondo la scuola americana e il metodo di Don Bosco, 210. Il bell'esempio d'un gruppo di Cooperatori e i loro voti per un'intensa cooperazione, 229.

Il nuovo Codice di diritto Canonico, 231. Come scrivono i nostri soldati, 2,10.

In preparazione al 9 giugno 1918: Per un Museo di Maria Ausiliatrice, 257 - Una cara notizia di famiglia, 277 -- L'opera delle Missioni, 305. Ideali santi ! 259.

Come è sorto un nuovo Istituto Salesiano, 260. Libri di testo per le scuole, 261. Contro il Turpiloquio: ai Maestri, 263. Per una pratica collaborazione, 278. Per le adunanze mensili: I) Educhiamo cristianamente, 280 -- II) Scuole di Religione, 306. Assistenza ai figli dei richiamati - Scuola serale - Refezione scolastica, 282„310. Norme e pratici consigli d'azione giovanile (Ricreatori, Circoli, Musica, Devozione Eucaristica, 285 - Parole del Card. Cagliero, 288. Per l'insegnamento del Catechismo, 288. Il giorno della riconoscenza filiale, 222. Riprendendo il lavoro, 313.

Agli amanti della gioventù.

Come attirare i giovani all'Oratorio? I) Carità e buone maniere, 13. II) Andandoli a cercare, 45. III) Amando la gioventù, 79.

Corize trattare i giovani all'Oratorio?

I) Come son trattati in famiglia, 137. II) Bisogna farli stare allegri, 169.

Lavoro, lavoro! Chi vuole, può..., 138.

Fatti e detti di Don Bosco.

I) Il Consigliere illuminato, 262.

II) Due incontri col Venerabile, 281. III) Un ricordo incancellabile, 281.

IV) Episodi edificanti -Un'estasi, 308.

Riconoscenza al Ven. Don Bosco.

Ved. pagg. 28, 56, 75, 124, 155, 175, 250, 271, 297.

Dalle Missioni.

Argentina: Le missioni della Patagonia : nuovo assetto ecclesiastico, 48 - La Vicaria di Patagone (D. Luigi Pedemonte), 48 - Il Territorio del Neuquen (id.), 49 - I primi Missionari Salesiani e gli italiani emigrati in America, 113 - Una Missione fra i Coloni Italiani (Teol. D. Giov. Cagliero a D. Bosco), 113 - Il viaggio (lei primi Missionari Salesiani (id.), 142 - La prima Comunione di un giovanetto in Patagonia (D. Luigi Marchiori), 264 - Attraverso la Patagonia (D. Luigi Pedemonte), 268.

Brasile : Matto Grosso : Un'ardita esplorazione di 450 chilometri lungo il Rio das Mortes (D. Antonio Colbacchini), 14 - Fiori di selva, 8o -Il Cacico « Major » : Pagine intime della prima Colonia fra i « Bororos » (id.), 189, 211.

Brasile: Rio Negro: Le primizie della Missione (D. .R. Giordano), 267.

Cile: Magellano: Un'escursione a « Ultima Esperanza » (D. Alberto M. De Agostini), 241.

Cina: La bontà di Maria Ausiliatrice (D. Luigi Versiglia), 289.

Equatore: Per un nuovo villaggio (D. Albino Del Curto), 46 - I misteri della selva (id.), 47 - Una grand'opera di civilizzazione (id.), 266 Una catastrofe sulla Cordigliera (id.), 314 - Ricchi manipoli dell'Apostolato dell'innocenza, 316.

II Culto di Maria Ausiliatrice.

Un Santuario di Maria Ausiliatrice, edificato

sulle rovine di una storica chiesa, 139. Nuovi trionfi di Maria Ausiliatrice, 161.

Le feste titolari nel Santuario di Valdocco, 163. Un tempio votivo a Treviso, 164.

Solenne incoronazione di Maria Ausiliatrice a

Rodeo del Medio, 171.

Per un « Museo del Culto di Maria Aus. », 257. Come è sorto un nuovo Istituto Salesiano, 260. In onore di Maria Ausiliatrice - Nuova cappella - Splendido esempio di fede: ecc., 194La prima processione in onore della Madonna a

Londra, 217 - Un nuovo tempio, id. - Imponente cerimonia a Bogotà, id. - Echi delle

feste titolari, 217 - Nuovi altari, 293, 322 -

Ved. anche a pag. 16o, 199, 317.

Grazie e favori, 21, 5I, 82, 117, 146, 172, 194,

21Q, 248, 269, 293, 318.

Pel tempio votivo in onore di Maria Ausiliatrice ai Becchi di Castelnuovo d'Asti, 26, 58, 87, 122, 153, 176, 223, 252, 296, 320.

Note e Corrispondenze.

Il Monumento a Don Bosco, 30.

L'ingresso di Mons. Olivares in diocesi, 62.

Il Vicario Apostolico di Magellano, Mons. Aguilera, 89, 165, 254.

L'anniversario della morte di Don Bosco, 89. Feste in onore di S. Francesco di Sales e Conferenze Salesiane, 89, 126.

Collezione drammatica « G. B. Lemoyne », 93. Il nuovo Direttore delle Scuole Salesiane, 197. In onore del B. Gius. B. Cottolengo, 197, 22,5. L'Em.mo Card. Cagliero, 198, 300.

Il Congresso Regionale Piemontese delle Presidenze dei Circoli Giovanili, 225.

Trentanove prime Comunioni nelle carceri della

Capitale dell'Equatore, 254.

Nuovi Nunzi Apostolici, 273.

Appello del Comitato « Patronesse», Torino, 321. Per i profughi, 321.

Opere nuove.

Ayagualo, 62 - Ascurra, 158 - Livorno, 1,58 - Luis Alves, 158 - Napoli, 91 - Novara, 91 - Port Chester, 61 - Torino, 91.

Tra gli orfani di guerra.

A Monte Oliveto (Pinerolo), 178, 205, 301. L'Istituto « Domenico Savio » di Grugliasco, 180, 198, 207, 273, 313.

L'Asilo « Orfani di guerra » delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Alessandria, 179, 206. Per i figli dei richiamati : Cavaglià, 179.

La « Scuola Pratica di Agricoltura » di Roma,

198, 300.

Sottoscrizione del Circolo G. Bosco di Torino, 199. Nell'Istituto S. Teresa in Chieri, 255. Maria... l'albanese, 312.

In memoria dei nostri.

Domenico Zucco, sottotenente, 302. Benedetto Mammana, soldato, 322.

Tra gli Emigrati.

Tre nuove parrocchie per gli italiani, 208. Grandioso pellegrinaggio a Lujàn, 6o. Festa italiana nell'Uruguay, 6o. Un degno figlio di Don Bosco, 93. Per gli italiani a Valparaiso, 127, 16o. Una Missione a Barcellona, 16o. Preziosi documenti, 274, 322.

A Rodi, 226 - Alessandria d'Egitto ecc., 303.

Tra i figli del popolo.

La Plata, 92 -- Modica, 159 - Port Chester, 6r - Torino-Valdocco, 61, 159 -Trino, 159.

Gli ex-Allievi.

Il Presidente dello Stato di S. Paolo in Brasile agli ex-Allievi, 16o.

Cooperatori zelanti.

Trapani, 302.

Negli Istituti delle Figlie di Maria A.

Livorno, 94 - Nizza Monferrato, 179 - San Paolo (Brasile), 255 - Torino-Valdocco, 31, 61 - Torino-Monterosa, 274.

Notizie varie.

IN ITALIA.

Alessandria, 255- Ancona, 94 - Cuorgnè, 62 Firenze, 94 - Napoli, 94 - Pisa, 62 - Roma, 31 - Savona, 62 -Torino, 31, 93.

ALL'ESTERO.

Ayagualo, 62 - Buenos Aires, 62, 16o, 2J5, 256 - Concepción di Cile, 62 - Messico, 303 - Granada, 5o - Lima, 94, 16o, 199 -Oakland, 303 - Rodi, 226 - S. Francisco di California, 94, 227 - S. Paolo (Brasile), 94- Santiago, 94 - Valparaiso, 94, 322.

Libri buoni.

Principi di Letteratura interiore del Dott. Don Paolo Lingueglia, 62 - Opere varie del Sac. Prof. D. Albino Carmagnola, 95 - Un Educatore Apostolo (D. S. Gusmano) del Sac. Abbondio M. Anzini, 275 - Per le Biblioteche delle Scuole Elementari, 311.

Necrologio e Cooperatori defunti.

Dott. D. Francesco Cerruti, 101, 135.

Maria Barbiano di Belgioioso ved. Zucchi Pecoroni, 166 - Cooperatori esemplari, 188

Ved. inoltre a pag. 32, 63, 95, 128, 16o, 199 223, 256, 276.