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STORIA DEI COOPERATORI SALESIANI.
ORATORIO FESTIVO . - SUA APPROVAZIONE .
Gli Oratori festivi si possono definire
Giardini di piacevole ricreazione, dove si
raccolgono e si trattengono giovanetti con
ameni trastulli dopo aver compiuto in chiesa
i loro religiosi doveri . Si ritenga però che
il Regolamento di questi Oratori non è al-
tro che una raccolta di osservazioni, pre-
cetti e massime che parecchi anni di stu-
dio e di esperienza (1841-1855) hanno sug-
gerito . Si fecero viaggi, si visitarono collegi,
istituti penitenziari, ricoveri di carità, di
mendicità, si studiarono le loro costituzioni,
si tennero conferenze coi più accreditati e-
ducatori . Tutto si raccolse e si fece tesoro
di quanto pareva giovare allo scopo . Messa
ogni cosa in ordine ne risultò il breve Re-
golamento che da 25 anni si usa negli O-
ratori festivi, nelle scuole domenicali, se-
rali ed anche feriali fino a tanto che gli
Oratori rimasero localizzati in diversi quar-
tieri di Torino . I collaboratori potevano ra-
dunarsi col loro Direttore e conferire tra
loro sui principali punti della educazione
della classe più difficile e più inportante
della civile società . Quando poi 1' opera
degli Oratori prese a dilatarsi in altre
città e nei vani paesi d'Italia e all'estero,
quando molti parroci diedero mano ad in-
trodurli nella rispettiva parrocchia, allora si
conobbe che non bastava più la pratica fi-
no a quel tempo seguita, sibbene era in-
dispensabile un vincolo religioso che ren-
desse possibile l'opera incominciata in mezzo
a qualunque popolazione . I tempi stringe-
vano, gli avvenimenti incalzavano e la ne-
cessità di promuovere la buona stampa, di
raccogliere in Ospizi giovanetti abbando-
nati, aprire collegi anche per le classi di
civile condizione, la diminuzione di voca-
zioni ecclesiastiche erano cose urgenti che
richiedevano molte persone caritatevoli, le
quali vivendo nel secolo, amministrando i
loro interessi in seno alla famiglia prestas-
sero mano al gran lavoro che richiedeva la
civile società . Ma in pratica quale è questo
lavoro? - Qualunque opera personale di
carità, sussidi , preghiere ; cooperare coi
paroci a fare tridui, novene, esercizi spiri-
tuali, quaresimali, quarant'ore, catechismi ;
adoperarsi per aprire case di educazione e
di beneficenza, sostenere materialmente e
moralmente quelle che sono già aperte, era
tutta messe preparata al Cooperatore Sale-
siano . Il sacerdote può lavorare con zelo
nel sacro ministero ; ma la cooperazione
morale e materiale appartiene di preferenza
alle persone che vivono nel secolo, entro
alle officine, negli uffizi civili, nel commer-
cio . Essi possono con maggior libertà c con
maggior facilità conoscere i bisogni e me-
ditare sui mezzi atti a provvedervi . Ma que-
sti pii e zelanti cattolici abbandonati agli
sforzi individuali, avrebbero fatto opera as-
sai incompleta, perciocchè un solo che la-
vori non vede che scarso frutto delle sue
fatiche ; ma unendosi ad altri e poi ad altri
che abbiano il medesimo scopo e la mede-
sima regola, possono ottener assai . Vis u
nita fortior .
E dove trovare questo legame che si possa
estendere a tutti i tempi, a tutti i luoghi,
a tutte le classi di persone senza pericolo
di degenerare, anzi che valga a garantire
una cooperazione sicura ed invariabile?
Ciò si propone nel Regolamento dei Co-
operatori Salesiani . E questo Regolamento
forma una specie di terziariato molto simile
a quello degli antichi religiosi, con questa
differenza che quelli attendevano alla perfe-
zione cristiana colle preghiere e colle prati-
che di pietà ; mentre i Cooperatori Salesiani
vi attendono colle opere di carità esercitate
in favore di qualunque classe di persone,
sotto a qualunque aspetto il bisogno si pre-
senti .
Siccome però l'educazione della gioventù
abbandonata in questi tempi costituisce un
bisogno che abbraccia tutti gli altri bisogni,

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così i Cooperatori volgeranno la loro solleci-
tudine specialmente in favore dei giovanetti .
Ideato così il progetto, e compilato il Re-
golamento, fu comunicato a molti Vescovi,
che con bontà lo lessero, ci fecero savio os-
servazioni e ciascuno aggiunse analoga com-
mendatizia da presentarlo al Sommo Pon-
tefice con due fini
1° Per assicurare che l'opera fosse se-
condo i principii di Nostra Santa Cattolica
Religione ; benedetta ed approvata dal Vi-
cario di G . C .
2° L'opera fosse arricchita d'indulgenze .
Il lavoro essendo tutto di carità, di pazienza
di sacrifizio senza che vi entri ombra di
interesse materiale, era ben giusto che fos-
sero in certo modo spiritualmente ricom-
pensati col tesoro delle sante indulgenze .
Il caritatevole Pio 1X accolse con grande
benevolenza il progetto ; fece egli stesso al-
cune utili osservazioni, di poi diede le com-
mendatizie e il progetto ad esaminare ad
alti personaggi a ciò specialmente delegati .
L'Eminentissimo Card . Berardi, che ne
era benemerito Relatore . espose a suo
tempo ogni cosa al S . Padre, che lodò l'o-
pera proposta, incoraggi a diffonderla fra
tutti quelli che amano il bene della religione
della società . Volendo poi appagare i co-
muni desideri e dare un segno particolare
di gradimento e, direi quasi, costituirsi pri-
mo Cooperatore, come è già primo Benefat-
tore della Congregazione Salesiana, conce-
dette la serie di Indulgenze notate nel di-
ploma e che più minutamente saranno de-
scritte nel manuale che si sta preparando
poi Cooperatori Salesiani (1) .
Da questa storica esposizione si conoscono
le due fasi o meglio i due modi con cui i
Cooperatori possono adoperarsi pel bene
della civile società . Primieramente con un
Regolamento per gli Oratori festivi, scuole
domenicali, feriali e serali . E questo Rego-
lamento si può applicare in qualunque paese
modificare secondo il numero e la condi-
zione degli allievi .
In secondo luogo con un Regolamento
speciale che riunisce i Cooperatori a lavo-
rare pel bene della civile società in modo
stabile, esaminato, commendato dal Sommo
Pontefice, arricchito di celesti tesori, Rego-
lamento che fa centro colla Congregazione
Salesiana e si propone di lavorare nella
steam,coledsimfnprquato
compatibile a chi vive nel secolo.
(1) V . La supplica presentata al S . Padre, 4 marzo
876 - E il breve di S . S . in data 9 maggio dello stesso
nno - Vedi il Diploma da pag . 5 a pag. 12 .
Ogni Cooperatore deve per altro ritenere
le parole del capo v, articolo 2 del Rego-
lamento che dice : L'associazione è umil-
mente raccomandata alla benevolenza e pro-
tezione del Sommo Pontefice, dei Vescovi,
dei Paroci, dai quali avrà assoluta dipen-
denza in tutte le cose che si riferiscono alla
religione .
COLLEGIO PIO IX
PRESSO MONTEVIDEO .
La deficienza di buoni collegi nella Repubblica
dell' Uruguay (America Meridionale) è assoluta .
Colla seconda spedizione dei Missionarii Salesiani
si ebbe specialmente in vista di aprire in essa un
collegio presso Montevideo, chiamandolo dal nome
del grande Pontefice nostro impareggiabile Bene-
fattore . Riferiremo qui due lettere ; la prima di
D . Cagliero, il quale fa il contratto di acquisto e
lo descrive . L'altra di D . Lasagna mandato colà
con altri missionari in qualità di Direttore del Col-
legio medesimo, e descrive le prime impressioni
riguardo a Montevideo e la sua gita a Villa Colon .
Montevideo, 24 maggio 1876 .
Amatissimo D . Bosco,
Le scrivo dalla capitale della Repubblica del-
t' Uruguay per dirle che prepari il personale pel
nuovo Collegio di Villa Colon . Avrei voluto con-
sultarla prima di decidere, ma la necessità ed il
consiglio di Monsignor Vescovo Vicario Apo-
stolico , del Segretario Vescovile, Vicario Ge-
nerale e di tutto il clero, che mi spronavano ad
accettare prontamente, come le dirò in appresso,
han fatto sì che conchiudessi ogni cosa in nomine
Domini .
Sono partito da Buenos Ayres agli 8 del cor-
rente e mi trovo ancora qui oggi 16, perchè dob-
biamo fare la scrittura pubblica di qui a qualche
giorno . Sono alloggiato nel palazzo vescovile ; ora
il Vescovo è assente e dà una missione in paese
lontano . Il Vicario Generale ed il Segretario, che
è per noi un altro Ceccarelli, mi trattano anche
troppo bene . In tutta la Repubblica dell' Uraguay
più ricca, più bella, più fertile dell'Argentina,
non vi ha un collegio cattolico . I parenti sono co-
stretti a mandare i loro giovani, chi in Italia, chi
nel Chilì e chi in Buenos-Ayres o a Santa Fè,
come fa il Vescovo pe' suoi giovani, che aspirano
allo stato ecclesiastico ; poiché in tutta la Repub-
blica non vi è nè seminario, nè piccolo semi-
nario .
I Signori Lezica, Lanuz, e Fynn hanno fatto
una nuova Villa, chiamata Villa Colon o Villa Co-
lombo, sopro uii terreno di sette chilometri qua-
drati . Il luogo è deliziosissimo con immense pian-
tagioni ad uso parco (milioni di alberi ha piantato
questa società) con divisione di strade fiancheg-
giate da viali bellissimi . La strada ferrata in 1/4
d'ora dalla capitale porta all'entrata della Villa ;
dopo col tramway si va al centro in un quarto

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d'ora . Quivi è il nuovo Collegio con ampia cap-
pella che per dieci o 15 anni sarà l'unica chiesa di
Vilia Colon ; perciò il Direttore del Collegio od
altro prete che manderà, è necessario che la fac-
cia da parroco . Non essendovi altro prete, avrà
da fare assai . Ai quattro lati della Villa sono quat-
tro strade con viali . Visitai accuratamente il Col-
legio due volte e lo trovai di una vera bellezza, e
così comodo per la disposizione del locale che pare
fatto apposta. Può contener 1.20 giovani . La Villa
incomincia a popolarsi, ed è seminata di molte e
belle villeggiature dei Signori di Montevideo . La
strada ferrata mette Colon in comunicazione con
30 paesi che non hanno collegio . La Commissione
dà in dono alla Congregazione Salesiana casa e
terreno circostante ; in tutto un quadrato di 40000
vare quadrate (la vara corrisponde circa al me-
tro) . Cede tutto ad una condizione sola, che non
serva ad altro uso che per un Collegio, de ense-
sianza superior . - I donanti volevano istituire al-
cuni posti gratuiti a nostro carico ; ma io mi vi
rifiutai e proposi Invece di ricevere gratis in qua-
lità di esterni i poveri italiani segnalati per pietà
e studio . Accettarono il cambio . La difficoltà stava
nelle spese d'impianto . Una Commissione di ga-
lantuomini formatasi lì su due piedi con a capo
il Segretario Vescovile, D . Raffaello Yeregui, con
altro signore (delle coste larghe) si dispose a pren-
der sopra di sè tutto le spese d'impianto e mante-
nimento dei Salesiani, finchè, avviato il Collegio,
possa camminare da sè . Così pure, secondo le mie os-
servazioni, questa Commissione s'incarica di cintare
tutto il quadrato erigendo un muro lungo circa 800
vare, provvedere mobili, utensili di cucina, delle
carriere, delle scuole e della chiesa, e pagarci il
viaggio . Insomma sono disposti a tutto, purchè i
Salesiani si stabiliscano nella Repubblica dell' U-
raguay, che qui chiamano piú frequentemente la
Banda Orientale . Fatto questo si penserà ad una
casa di artigiani nel centro della città di Monte-
video, necessaria come quella di Buenos-Ayres .
Tutto ben riflettuto, scorgiamo dai segnali vi-
sibili, che la Divina Provvidenza ci aiuta in que-
sta Repubblica, perchè qui più che altrove si sente
un estremo bisogno di preti .
La ragione di presto conchiudere senza alcun
indugio, era il pericolo, o prossimo o remoto, di
un fallimento per parte di questa società ; di più
seppimo che i framassoni vedendo un sito bello,
sopra un altipiano, con aria salubre, da erborato,
avevano progettato di porre là il loro Collegio,
quando il Segretario Vescovile D . Raffaello Yeregui
corse in tempo a dire che io sarei giunto a Mon-
tevideo quanto prima per trattare di quell'affare .
Questo Collegio nella vicina Repubblica Orien-
tale ci serve di rifugio in caso succedessero guai
nell'Argentina e viceversa . Serve ancora come casa
di sanità pei soci, trovandosi in posizione eccel-
lente e sanissima. Adunque un Direttore, almeno
quattro maestri e cinque coadiutori, cioè refetto-
riere, cuoco, giardiniere, portinaio e domestico .
Sarebbe di somma importanza che per Direttore
si potesse avere un dottore in lettere ; quivi il
dottorato è cosa rara e merce preziosa ed influi-
rebbe immensamente sull'opinion pubblica . 1 mae-
stri se sono preti è meglio ; perchè avranno . molto
lavoro nel ministero e per funzionare la Chiesa,
essendo Colon pieno di villeggianti sparsi a molta
distanza senza avere alcun prete . S'immagini che
appena seppero esser venuto un prete e che mi
sarei fermato alcuni giorni, molti cercarono subito
di confessarsi e mi fecero chiamare al letto di vari
ammalati .
Il Collegio dovrà aprirsi in gennaio, almeno pei
ragazzi delle elementari inferiori, perchè i parenti
dopo un mesetto di vacanza vogliono sbrigarsi dal
loro cinguettìo . Il corso superiore basta aprirlo
in marzo .
Per i Salesiani entusiasmo su tutta la linea ;
guai però se i fatti non corrispondessero alla co-
mune aspettazione! Aspettano mirabilia da noi, o
mi sembra per tutti i rapporti che questo colle-
gio riuscirà di molta importanza e potrà fare un
gran bene .
Aff. ecc . Sac . GIOVANNI CAGLIERO .
Ricevutala lettera di D . Cagliero si preparò il
personale, il cui viaggio è descritto a parte . Capo
ne era il professore Luigi Lasagna designato Di-
rettore del Collegio Pio . Esso dà ragguaglio delle
cose sue colla seguente lettera
Montevideo, 5 febbraio 1877 .
Mio veneratissimo D . Bosco,
Appena il bastimento Iberia aveva gittato l'àn-
cora nel porto di questa incantevole città vedemmo
avanzarsi il vaporino che veniva a raccoglierci
per ordine del Vicario Apostolico Monsignor Vera .
Giunto a fianco dell' Iberia vi salì un giovinotto
di aria viva ed intraprendente, che era domestico
del Vescovo, e che ci rese servigio incalcolabile,
non solo con lettere di franchigia da parte del
Governo pel nostro equipaggio, ma altresì libe-
randoci colla sua franchezza e disinvoltura dalle
molestie infinite di una ciurma di barcaiuoli, di
facchini, di curiosi che ci assediavano da o-
gni parte impedendoci il passo . Questo giovane
appena ci vide ci salutò senz'altro parlandoci
in piemontese , ed io richiesto subito di sua
patria mi rispose essere di Castel S . Pietro,
della stessa mia Diocesi di Casale ; esso chia-
masi Maggiorino . Spacciatici in fretta degli uffi-
ciali di dogana, salimmo due vetture e corremmo
difilati in casa di Monsignore per far cessare il
più presto possibile i latrati di una fame fino a
quel dì sconosciuta . S'immagini ! oltrechè calando
a terra dopo un lungo e penoso viaggio di mare
l'appetito pare si faccia rabbioso, noi eravamo già
alle due pomeridiane e non avevamo ancora preso
letteralmente niente . Così fu che rimandando a mi-
glior tempo le osservazioni, le meraviglie che po-
teva risvegliare in noi la stupenda città di Monte-
video, dopo brevi ossequii a Monsignore, eccel-
lentissima e famigliarissima persona, ci sedemmo
a mensa, e con che pro abbiamo divorato le co-
piose imbandigioni glielo lascio immaginare !
Monsignor Giacinto Vera, Vescovo in parti-

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bus e Vicario Apostolico dell'Uruguay, ha per pa-
tria 1' immenso oceano, perché nacque sopra un
bastimento che solcava l'Atlantico : i suoi padri
sono di Lanzarotta, isoletta, o meglio, scoglio del
gruppo delle Canarie . Avrà un sessant'anni, e li
porta con una disinvoltura e direi quasi irrequie-
tezza di uno che n'abbia venti . La sua statura é
alta e diritta, non pingue molto, ma tanto da pre-
sentare un aspetto di salute e prosperità più che
regolare . La faccia ha bruna e fosca, avvivata da
un par d'occhi nerissimi e d'una vivacità incre-
dibile . Sempre sta in piedi, e parla e discorre con
una ilarità che non sazierebbe mai . Ora fermo
accanto a noi, ora passeggiando per la sala, dopo
che ebbesi vista guadagnata la nostra confidenza,
non finiva più di stuzzicare con cento domande il
povero nostro Adamo (cuoco), che, come a Bordeaux
già aveva preteso parlar francese, ora si sforzava
di buttar fuori le sue cognizioni di lingua spagnuola,
eccitando tanta allegria nella brigata che si disfa-
ceva in risa .
Ma non é in questo momento di respiro e di esila-
razione che bisogna cogliere Monsignore per giudi-
carlo con giustizia . Bisogna contemplarlo sul campo
delle apostoliche fatiche per rimanere attoniti e ra-
piti da indicibile ammirazione . Fin dal primo incon-
tro ci si palesò uomo di somma umiltà, d'un'amore-
volezza tutta paterna, d'una schiettezza e semplicità
che si cattiva i cuori . Sul lavoro é un Apostolo, uno
zelantissimo apostolo, esercitando il suo apostolato
al capezzale dei moribondi, nel tugurio fetente del
mendico, che visita e soccorre in persona, nel
confessionale entro cui si rinserra le lunghe, lun-
ghissime giornate intere, dispensando alle fame-
liche sue pecorelle il pane del consiglio e del
perdono . Tutti sanno e dicono che nella città di
Montevideo confessa più il Vescovo che non tutti
insieme i Sacerdoti . Predica spessissimo nella città
e di tratto in tratto monta a cavallo e vola a tra-
verso quei piani immensi e spopolati in cerca di
qualche gruppo di capanne per predicare, per battezzare e confermare gli infelici che paiono seque-
strati, come selvaggi, dal consorzio umano . E do-
vunque vada, per tutto é accolto con riverenza e
amore, e certa gente di costumanze barbare e
sanguinose, che videro, senza impallidire, cento
vittime delle loro cupidigie o selvagge vendette
spirare sotto i colpi del loro facon (falcetto),
cadono mansueti ed umiliati appié del loro pa-
store, per riceverne le correzioni e molte volte
i conforti che li convertono a Dio ed a' sensi u-
mani . Chi può dire il bene che fa questo intre-
pido Vescovo col regolare e benedire matrimonii,
coll'istruire e cresimare, col dirozzare i costumi
ancor brutali delle tribù delle campagne? Se avessi
tempo avrei di molti e belli aneddoti da raccon-
tare , ma aspetto di cogliere miglior opportu-
nità e più agio .
Ristorati adunque a lieta mensa, consolati delle
maniere affabili, amorevolissime del Vescovo, nel
quale noi ponemmo subito una figliale confidenza
e tenerezza, noi dimandammo subito dove era
Villa Colon, dove il nostro Collegio Pio . Ci . dis-
sero che era distante tre leghe (6 miglia piemon-
tesi) dalla città, e che col vapore ci saremmo an-
dati della stessa sera . Noi eravamo tutti impazienti
di salutare quella casa che doveva, chi sa per
quanti anni, essere come nostra tenda sul campo
di battaglia, testimonio del nostro valore o delle
nostre debolezze, della nostra vittoria, o della no-
stra disfatta, e volevamo immantinente partire alla
volta di Colon, meta dei nostri voti, nido tran-
quillo che doveva risarcirci dei disagi del mare .
Di più sapevamo di essere aspettati colà da Don
Cagliero, D . Tomatis e varii altri nostri compagni
della prima spedizione, i quali erano quivi venuti
a prepararci il posto, e ci tardava mill'anni di
vederli . Tuttavia Monsignore volle che dessimo
una volta per la città di Montevideo, e che io vi-
sitassi alcune case religiose, le quali aspettavano
con ansia il nostro arrivo .
A questo punto per contentare il mio carissimo
D . Barberis che mi scrive e mi tempesta sempre
di estendermi nei particolari, debbo dare un cenno
sulla città, od almeno sulla impressione che mi
fece . Dirò che Montevideo é fabbricata in una
posizione incantevole, bella nelle sue larghe e di-
rettissime vie, ricca di gentilissime case a un piano,
a due, a tre, coperte non di tetti, ma di vaghis-
simi e spaziosi terrazzi mutati spesso in freschi
giardini, con delle ringhiere, o balaustrini all' in-
giro . Giace sopra una deliziosa penisoletta rigon-
fia nel mezzo a mo' d'una domestica collina, che
spingendosi soavemente nel mare lascia a sua de-
stra un piccolo seno, circondato dalla parte op-
posta da un bellissimo colle chiamato il Cerro,
formando così un magnifico porto naturale . Le vie
si incrociano tutte perpendicolarmente, ed uno che
percorra la città nel suo bel mezzo, passando per le
vie longitudinali vede, essendo sul dosso, con piacere
tutte le altre sfilargli innanzi diritte da una spiaggia
all'altra, cioé dal mare al porto . In questi paesi
tanto caldi se le vie fossero tanto strette e fiancheg-
giate da casamenti altissimi come in Genova, To-
rino, queste vie diventerebbero forni, e d'estate
la gente arrostirebbe viva nelle case . È pel bi-
sogno appunto di ventilazione, di aria, di respiro,
che le case son basse, aperte, con grandissimi finestroni e cortiletti interni lussureggianti di va-
ghissime e freschissime piante e fiori . Così si spiega
come una città meno popolata della nostra Torino
occupi un'area più ampia del doppio, percorsa in
tutti i sensi da fragorosi e pesanti tramway tirati
da quattro e fin da sei cavalli .
Per me aveva il vescovo fatto allestire una vet-
tura, e con essa fui condotto a visitare alcune
case religiose, che ardevano del desiderio di ve-
dere i sacerdoti italiani . Perché possa intendere
la ragione di questa brama le dico che nella gran
città di Montevideo non vi é che pochissimo clero .
Non vi sono che due parrocchie, la Cattedrale e
quella di s . Francesco . Gli ordini religiosi ma-
schili non hanno qui alcuna casa d'importanza,
tranne i Padri Baionesi che fanno assai bene nella
loro cappella .
Al contrario le Congregazioni femminili hanno
trovato buon terreno, favore e sviluppo sorpren-
dente . Le suore di Chiavari, appena nate in Ita-
lia, hanno una vastissima casa di noviziato flori-
dissimo, tre collegi femminili numerosissimi con

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ospedali ed asili e cento altre case diramate nel-
l'America del Sud . Così le Domenicane, e le Sa-
lesiane di Milano , che fanno un bene immenso,
coltivando ed educando nella donna uno spirito
religioso che affatto affatto si desidera negli no-
mini . Ma tutte queste povere monache si veggono
come solitarie ed insufficienti sul campo del la-
voro . Esse, oltre la cappella privata, hanno bel-
lissime chiese pubbliche e sono mortificate e do-
lentissime di non trovare chi vada loro dispensare
la divina parola, chiamandovi le turbe degli scio-
peratovi e degli ignoranti che passano la domenica
in bagordi stomachevoli . Ora le lascio immaginare
con che parole e con che lacrime tutte queste
povere monache mi supplicassero di scrivere a
D . Bosco che mandasse loro dei sacerdoti ! ! !
Nella mia commozione non potei altro per loro
se non promettere di scrivere presto a Lei, no-
stro veneratissimo Padre, perché c'invii dall'Ita-
lia aiuti, aiuti efficaci e poderosi per salvare un
popolo che in fin fine se é corrotto ed ignorante,
non é per niente nemico delle virtù e del sacer-
dozio . Infatti correndo per le vie vedeva flotte di
fanciulli inginocchiarsi sul mio passaggio e giun-
gendo le mani invocare la benedizione . Sono a-
vanzi delle tradizioni della religiosissima nazione
spagnuola . Anche i mori, di qualunque stato e con-
dizione, tutti indistintamente si scoprono il capo
al passare del Sacerdote Cattolico, troppo memori
dei sacrifizi immensi che questo sostenne per sot-
trarli all'umiliante giogo di schiavitù con che li
schiacciavano padroni più barbari di loro . Così dal
moro eh-ancador
(facchino) al moro ricco possidente, dal cencioso mendico al brillante generale
d'armata tutti fan di cappello e s' inchinano al-
l'apparire del ministro del Dio degli oppressi .
Ma é tempo che si voli a Colon . Già erano le
6 poni ., ed il treno ferroviario fin dalle 5 era par-
tito trasportando al Collegio i miei cari compagni,
ed io risalutato il Vescovo, accompagnato nella
stessa vettura da due fratelli della famiglia Yere-
gui nostra zelantissima benefattrice, usciva dalla
città e traversando una campagna d'una amenità
impareggiabile, come ricamata di villette, di giar-
dini e di odorissimi fiori, arrivava anch'io in
Colon stupito di vedere ovunque per via mietere
il maturo grano, sebbene fossimo al 26 dicembre .
Giungendo a Villa Colon , ritto in piedi sulla
porta della cappella, colla persona brandita ed in
atto marziale stava aspettandomi il nostro Padre
Domingo, il mio carissimo D . Tomatis . Al rotar
del cocchio erano accorsi Scavini e gli altri arri-
vati dianzi , e fatteci le più soavi accoglienze e
congratulazioni movemmo a visitare gli edifizi ed 1
i suoi dintorni .
Aff.mo Sac . LUIGI LASAGNA .
AZIONE E RISPOSTA EDIFICANTE
di nn Pretore .
Si lamenta con ragiono che molti cristiani dei
giorni nostri non mostrino nel fare il bene in pub-
blico quel coraggio religioso, di cui nei tempi an-
dati davano sovente le più luminose prove, persone
di ogni età e condizione . Ai tempi da noi non molto
lontani raro non era vedere il ricco farsi il con-
sigliero del povero, il dotto maestro dell'ignorante,
il vecchio guida del giovane . Era cosa usuale u-
dire l'impiegato dare lezioni di religione e di mo-
rale cristiana ai suoi subalterni, e intanto prati-
carla egli pel primo . Bene spesso tu avresti veduto
il cavaliere, il conte, il marchese, l'uffiziale, il ca-
pitano in ritiro, talora il sindaco, il giudice, l'in-
tendente, il magistrato, nei giorni festivi non solo
a pendere attenti e divoti dal labbro del sacer-
dote che predicava alla bassa gente, ma eglino
stessi farsi in aiuto del parroco nel catechizzare
i fanciulli . Essi non arrossivano certo di questo
uffizio, anzi se ne gloriavano . Quanto erano belli
ed edificanti siffatti esempi! E quanto bene ope-
ravano in mezzo al popolo
Purtroppo questi esempi si sono fatti ora più
rari, non già per mancanza di fede, rima per man-
canza di coraggio civile e religioso . Pur troppo
oggidì più che mai va avverandosi la sentenza del
divin Salvatore che disse : « Sono più prudenti,
più animosi nel fare il male i figli delle tenebre,
che nol sono nell'operare il bene i figli della luce . »
Tuttavia questa regola ha pure oggidì le sue
eccezioni , le quali appunto perché più rare sono
degne di essere segnalate per comune edificazione
ed eccitamento ad imitarle . Eccone una che più
da vicino ci appartiene .
In una parrocchia assai popolata del Piemonte,
mentre vari nostri Cooperatori, ciascuno nella pro-
pria classe affidatagli dal paroco, stavano una fe-
sta facendo il catechismo ai ragazzi, si vide un
signore dalla folta barba presentarsi ora a questa,
ora a quell'altra classe, ivi fermarsi ad ascoltare,
e di tratto in tratto muovere il capo in segno di
approvazione e di maraviglia . Chi era costui? Nien-
temeno che il pretore del paese, impiegato integer-
rimo e di sentimenti religiosi veramente cattolici .
Aveva udito a dire come da qualche festa i ra-
gazzi tenevano al catechismo un contegno ammi-
rabile . Non più come per lo passato quel cicalare
dei fanciulli, non più l'urtarsi a vicenda, non più
quel voler rispondere tutti ad una volta . Insomma
nulla più di quel disordine, che rendea presso-
ché inutile il loro intervento al catechismo, e che
prima dava al parroco il più grande fastidio .
Il buon pretore, che conosceva la vivacità e la
insubordinatezza dei giovanetti del paese, all'udire
il mutamento da loro fatto, stentava a prestar fede .
Quindi é che volle portarsi in chiesa in quell'ora
stessa per accertarsene coi proprii occhi . Laonde
al vedere che la cosa era appunto come oragli
stata riferita, ne andava fuori di sé per lo stupore .
Informatosi poi a fondo del come si fosse potuto
in sì breve tempo ottenere un ordine così per-
fetto tra quei ragazzi, e saputo che dopo lo zelo
del parroco ciò dovevasi attribuire all'opera cari-
tatevole dei Cooperatori Salesiani, domandò ancor
egli di esservi ascritto ; anzi vi fece ascrivere e-
ziandio la inoglie o le proprie figlie . Né di ciò fu
pago ; ché non meno coraggioso cristiano nell' o-
perare il bene, che intrepido magistrato nell'im-
pedire e punire il male, chiese di essere ancor

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egli annoverato fra i catechisti, e quindi tutte le
feste all'ora stabilita lo si vede oggidì col piccolo
catechismo alla mano in mezzo ai giovani più gran-
dicelli, loro insegnando a fuggire 1' inferno e la
prigione . Vi fu chi in tono beffardo gli disse : Si-
gnor pretore, voi avete fatto un brutto avanza-
mento : dallo stallo del giudice siete disceso allo
scranno del catechista . - Voi vi sbagliate, signor
tale, rispose il coraggioso pretore ; io mi trovo
tuttora al mio posto, ma con un guadagno di più ;
un guadagno di tempo e di riposo . Imperocché i
giovani, a cui insegno il catechismo, mettendolo
in pratica, e vivendo da buoni cristiani, si alleve-
ranno in pari tempo savi cittadini, e non mi ob-
bligheranno più a passare le lunghe ore e i giorni
sul duro stallo della pretura per giudicarli e con-
dannarli .
Maria Ausiliatrice .
Ad eccitare viemaggiormente la divozione dei
Cooperatori verso Maria Ausiliatrice crediamo bene
di qui riferire la seguente grazia testé ottenuta
per sua intercessione . Ci scrivono adunque
Siena, 24 agosto 1877 .
Colla presente soddisfo al dovere di professare
la più sentita gratitudine alla Vergine SS . Ausi-
liatrice per grazia ricevuta .
Erano circa 18 mesi else per varie cagioni la
mia salute andava deperendo di guisa che nei
primi dello scorso giugno il mio stomaco era ri-
dotto al punto di non potere elaborare il benché
minimo e più leggero alimento, e quindi grandis-
sima difficoltà della respirazione .
Io mi credeva perciò vicino a soccombere, quan-
do essendo associato a coteste Letture Cattoliche
mi giunse il fascicolo del mese di Maggio passato,
ove si leggono le moltissime grazie fatte da Ma-
ria Ausiliatrice a coloro che 1' avevano invocata
sotto detto titolo .
Commosso a tale lettura stabilisco d' incomin-
ciare una novena ; durante questa faccio celebrare
una santa Messa , alla quale assistendo io mede-
simo, mi accosto a ricevere il pane de' forti .
Praticati -da me tali atti colla più viva fede, la
grazia implorata fu immediatamente ottenuta . La
mia salute incominciò tosto a migliorare e tuttora
continua ( cosa prodigiosa ! ) non ostante la forte
stagione che corre .
Ora dunque mi gode l'anima di sciogliere il voto
fatto coll'inviare alla S . V. Molto Reverenda le
qui accluse lire quindici ria erogarsi a profitto della
Chiesa in Valdocco eretta in onore di Maria Au-
siliatrice . Desidererei per altro che fossero accese
due candele al suo sacro Altare nella ferma fidu-
cia che Maria Santissima sotto il titolo specioso
di Auxilium Christianorum sarà per ottenermi dal
Cuore Sacratissimo del suo divin Figlio altre se-
gnalate grazie di cui abbisogno .
FRANCESCO DI DOMENICo DESIDERI .
PS . Desidererei a suo tempo che fosse reso tal
fatto di pubblica ragione .
NUOVA SPEDIZIONE DI SALESIANI IN AMERICA .
Le Missioni dei Salesiani nell'America del Sud
offrono uno spettacolo nuovo e commovente ; e
mostrano ad evidenza la mano del Signore che
le guida . Non sono ancora trascorsi due anni dac-
ché parecchi dell'Oratorio Salesiano partirono da
Torino colla benedizione del Sommo Pontefice
Pio IX per la Repubblica Argentina, e già ben
otto Case quivi e nell'Uruguay stanno aperte ad
accogliere migliaia di giovanetti, a consolazione
delle famiglie e dello Stato . E mentre queste case
si svolgono e fioriscono, altre se ne stanno ordi-
nando in vari luoghi ; in guisa che ben presto
nuovi dieci asili sorgeranno, dove i ragazzi tro-
veranno istruzione ed educazione conveniente al
loro stato . Per tal modo i Salesiani vanno allar-
gandosi in quelle estesissime contrade, piantando
man mano innanzi le loro tende, finché non siansi
insediati nel cuore istesso della Patagonia .
Il Brasile, il Paraguay, 1' Uruguay, il Chilì, gli
Indi, i Pampas ed i Patagoni, elio ampio campo
da coltivare, che larga messe da mietere ! Sono
milioni di uomini da incivilire, milioni di anime
da salvare . Ma per dissodare e rendere fruttifera
così estesa vigna occorrono ben molti operai ; e
quei pochi, che attualmente attorno vi sudano
restano quasi smarriti al grave ed immenso lavoro
che si reggono crescere d' attorno . Dall' Oratorio
finora non partirono per quelle regioni che trenta-
quattro missionari ; a cui sonosi aggiunti sedici
giovani americani, dando così l'esempio ad altri
clic verranno ad ingrossare le loro file . Ma questo
drappello é un nulla in così vasta impresa . Di là
ci arrivano spesso preghiere e scongiuri per parte
di quei valorosi , perché non li lascino così soli
ed alle loro esortazioni si aggiungono eziandio
quelle di tante madri, di tanti genitori , che giù,
pregustano il benefizio delle Missioni Salesiane .
Interprete dei loro sentimenti, é or ora tornato
dall'Argentina l'infaticabile Teologo Cagliero, duce
della prima spedizione ; e muove fino alle lagrime
1' udire dalla sua bocca le miserie spirituali e
corporali di quel nostri remoti fratelli . Egli é ri-
tornato appositamente in Europa a dimandare ed
affrettare la partenza di altri evangelici operai,
che colà sono sospirati come angeli consolatori .
Don Bosco, mosso da così urgente bisogno e tocco
dalla morte precoce avvenuta nell' Argentina del
Padre Baccino, uno de' più zelanti e robusti sa-
cerdoti della prima Missione, sta presentemente
divisando un terzo imbarco, il quale porti in quelle
regioni non meno di 40 persone tra Salesiani e
Suore di Maria Ausiliatrice, appartenenti all'Ora-
torio istesso . Di questi una parte deve salpare
verso P Atlantico nel prossimo novembre ; il ri-
manente poco appresso .
Ora, chi é pratico di cosiffatti viaggi, e conosce
il corredo che fa di mestieri ad un missionario,
di leggeri saprà fare il calcolo della spesa elio
dovrà D . Bosco sostenere . Avvezzo egli da lunga
mano a mettere ogni sua impresa sotto l'egida
di Maria Ausiliatrice, ed a confidare essenzial-
mente nella Divina Provvidenza, ha una viva fi-

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ducia che i cuori dei cristiani, soprattutto dei fa-
coltosi, saranno da Dio mossi a sostenerlo e for-
nirlo del necessario po' suoi figli che si strappa
proprio dal suo seno, e manda a fare nell'America
quello che egli fa qui tra noi . Ma chi scrive porta
opinione che anche i filantropi e gli amatori della
civiltà rettamente intesa non si faranno in fuori
dallo spalleggiare un'opera patriottica ed umani-
taria senza paragone . Si tratta di portare a quegli
indigeni i nostri miti costumi, il nostro sapere ,
la gentile nostra maniera di vivere tra gente che
non ha costume, è eslege, è ignorante pur anco
delle cose più bisognevoli alla vita ; tra un popolo
che non avrebbe mai una religione, una letteratura,
una coltura da farsi annoverare tra le progredite
nazioni del mondo . Al postutto non è poi da omet-
tere questo, che in quelle contrade sono eziandio
dispersi tanti e tanti Italiani, ivi dalla mutabile
fortuna sbalestrati . Ben tre milioni dei nostri con-
nazionali contansi nell'America del Sud ; e nella
sola Repubblica Argentina i nati in Italia ascen-
dono a trecento mila . - E non è mia carità ve-
ramente patria il porgere per mezzo dei Salesiani
il pane materiale e spirituale ai figliuoli di tanti
nostri compaesani 1
Non ignoriamo che alcuni non guardano tanto
di buon occhio siffatte missioni, allegando per ra-
gione avervi troppa penuria di sacerdoti tra noi .
Del sicuro, oggi i candidati al sacerdozio scar-
seggiano, sì per le idee libertine elio ognora più
si diffondono nelle scuole e nelle famiglie e sì per
le recenti leggi sulla coscrizione militare, le quali
pongono gravi ostacoli ai giovani chiamati a ser-
vire l'altare . Ma osservisi semplicemente dapprima
che quando Gesù Cristo fondò la Chiesa non ebbe
che dodici Apostoli ; e che questi non se li tenne
ai fianchi in Palestina, ma li mandò, e disperseli a
battezzare e predicare in tutto il mondo . Che se più
rari elio non una volta sorgono tra noi i preti, non
sono però dovechessia in numero così piccolo da
venir meno alle necessità dei fedeli . Per lo con-
trario nelle contrade più sopra toccate il vedere
una parrocchia, lo avere un ministro di Dio è cosa
affatto eccezionale. Fate il vostro conto elio per
assistere al santo sacrifizio della Messa si hanno
talora da attraversare foreste e lande solitarie di
una immensa distanza, e che un missionario per
consolare degli ultimi conforti 1111 morente deve
più di una volta camminare a cavallo od a piedi
i giorni interi pernottando nelle capanne con pe-
ricolo di non giungere in tempo al luogo proposto,
o di rimaner vittima del suo zelo come avvenne al
non mai abbastanza compianto nostro P . Baccino .
E chi ci sa a dire il numero di chi muore senza
poter avere i conforti della religione, privo dello
stesso battesimo ; o di chi, fatto cristiano nei primi
giorni della vita, passa i venti, i trent'anni senza
mai più udire a parlare nè di Dio, nè dell'anima,
nè dell'eternità?
Da ultimo noi vogliamo pregare i nostri lettori
a riflettere come per divina dispensazione il mis-
sionario in tutto si assomigli al grano di senapa
dell'evangelo . Il suo esempio trae prodigiosamente ;
e molti, elio non si sentono la forza di seguirlo
in rimoti lidi, entrano ad occupare nel proprio
paese quel posto che ci lascia vuoto . Una persona
molto versata nella storia moderna ebbe a ripe-
terci elio ogni missionario spedito all'estero frutta
non meno di dieci fratelli, i quali si avviano allo
stato sacerdotale, e pigliano posto nella schiera,
elio quegli abbandonò eroicamente per recare agli
infedeli il vangelo .
(Estratto Ball' Unità Cattolica, n .° 213) .
Una giornata del Sacerdote Baccino .
Nel precedente numero del Bollettino è esposta
una breve biografia del Sac . Gio . Battista Baccino,
Missionario Salesiano nell' America del Sud . Ora
crediamo bene di aggiungere qui un episodio della
sua vita, tal quale ce lo raccontò il Commendator
Gazzolo Console della Repubblica Argentina a Sa-
vona, il quale ne fu testimonio oculare . Esso ap-
positamente ci volle raccontare il modo, con cui
D . Baccino passò la seconda Domenica del Feb-
braio ora scorso, assicurandoci che quasi del me-
desimo modo passava tutte le domeniche e tutti
i giorni dell'anno .
Per assecondare la divozione del buon popolo
tanto Italiano quanto Argentino che da lui accor-
reva in folla straordinarissima per confessarsi,
alzatosi in quel dì, secondo il solito, un'ora prima
che levasse il sole (ed è da notare che Febbraio
forma per quell' emisfero situato nella parte op-
posta al nostro la stagione più calda dell' anno,
con le giornate più lunghe), scese in confessionale
e non si mosse più da quello che per recarsi a
celebrare la santa Messa, e continuando pur sempre
il suo confessionale ad essere assiepato da gran nu-
mero di persone, dopo la santa Messa continuò a con-
fessare fin dopo mezzodì, ne lo lasciò se non quando
non vi fu più alcuno che avesse a confessarsi .
L presto detto passare tante ore in confessio-
nale senza muoversi punto ; ma chi s'intende del
ministero d'udir le confessioni sa quanto stanchi,
anzi quanto uccida una simile vita a chi l'eser-
cita per tante ore del giorno ! Il confessionale lo
stancava immensamente ; ma per D . Baccino le
fatiche non finivano neppur ancora qui . Siccome i
Salesiani per ristrettezza di alloggio e per iscar-
sità di personale non avevano ancora una cucina
in casa, così si facevano portare sul mezzodì qual-
che cibo dalla locanda . Venne adunque il nostro
caro missionario, appena uscito dal confessionale,
a refeziarsi un poco ; ma non era ancora a metà
della minestra, quando vengono ad avvisarlo che
una famiglia arrivata testo da lontani paesi per
fare le sue divozioni desiderava di confessarsi su-
bito per fare ancora la santa Comunione di quel
giorno . Povera gente! vengono da lontano 50 e
100 leghe alcune volte unicamente per confessarsi
e ricevere la SS . Comunione con un viaggio di-
scomodissimo ; eppure non guardano a disagi
quando sanno che vi è chi si occupi di loro . E-
rano questi , per arrivare a tempo a fare le loro
divozioni, partiti poco dopo la mezzanotte dalle
case loro, attirati dal nome del missionario Ita-
liano, e non arrivavano in Buenos Ayres se non
dopo mezzodì . Avevano fatto circa (i ore di viaggio

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a cavallo per giungere a Civilcoi, che é il punto
più remoto, dove arriva la via ferrata da quella
parte, poi circa quattro ore di viaggio in ferrovia .
Don Baccino sente il racconto, non ha animo
di far aspettar ulteriormente quella povera gente,
la quale desiderava di far subito ritorno a casa,
servendosi poi del chiaror della luna che li avrebbe
accompagnati buona parte della notte . D'altronde
era talmente impressionato del pensiero di salvar
delle anime dalla bocca dell'inferno, che lasciato
il pranzo, sebbene sapesse che non avendo fuoco
in casa non aveva poi più cosa atta a nutrirlo,
discese a confessare e dar la comunione a quelle
persone tanto desiderose della forza e consolazione
che recano questi Sacramenti .
Fatto ciò, si reca a finire quel misero pasto che
aveva lasciato raffreddare . Intanto suonano le due
pomeridiano, ed egli dovette recarsi a fare un
lungo catechismo ai ragazzi, non appena finito il
quale affrettatosi a vestire la cotta procedè al coro
a dirigere il Vespro, poiché la chiesa era già piena
zeppa di gente che aspettava le funzioni vesper-
tine . Povero me ! dice al fine del Magnificat, non
ho proprio potuto prepararmi niente quel po' di
predica ; ma pure come fare? È necessità, si rac-
comanda al Signore ; monta in pulpito e la dura
per una buon'ora commovendo tutto l'uditorio ed
animando tutti fermamente ad intraprendere un
vero tenore di vita Cristiana .
Terminata la predica e data la benedizione del
SS . Sacramento, restò assiepato in sagrestia da
chi voleva una benedizione per questo o per quello,
da chi desiderava da lui qualche consiglio, ebbe
da fare un matrimonio ed amministrare qualche
battesimo . Intanto due persone lo chiamavano
con premura a visitare due ammalati gravi che
da vari anni non si erano più confessati e che
adesso parevano disposti e decisi di voler aggiu-
stare le cose dell'anime loro prima di partire per
l'eternità . Era stanco, stanchissimo il nostro mis-
sionario, ma non riflette pure se abbia da andare
subito o da sospendere fino al mattino vegnente ;
va dall'uno, vola dall'altro e non tornava a casa
elle circa le 10 di sera, colla cena da fare, non
avendo mangiato ancor quasi niente in tutto il
giorno . Pure la predica fatta gli fruttava sì, che
al mattino seguente alle quattro il suo confessio-
nale era di nuovo stipato di gente .
Il sullodato Console credé di fargli coll'autorità
che aveva su di lui qualche rimostranza affinché,
curasse maggiormente la sua sanità ; ma D . Baccino
rispondeva : Come vuole che si lascino andare per-
dute tante anime, e che mi risparmii io, mentre
per la loro salvezza G . Cristo non dubitò di ver-
sare il suo Sangue? In questo modo passavano
le giornate del nostro caro D . Baccino quando il
Signore lo rapiva improvvisamente all'amore ed
al bisogno dei suoi . Era ancora giovane ; ma a-
veva operato già del gran bene . Le sue giornate
erano piene di opere buone, e perciò noi siamo
persuasi, che il Signore l'avrà considerato conce
colui che in poco tempo explevit tempora multa, e
gli avrà dato quel premio che dà a chi muore
plenus dierum in osculo Domini .
INDULGENZE SPECIALI
pel mese di Ottobre .
Indulgenza Plenaria ogni Domenica ed ogni
volta che un Cooperatore celebra la S . Messa o si
accosta alla Santa Comunione .
Ottobre .
1 . Beata Lodovica di Savoia .
I . S . Francesco d'Assisi .
7 . Domenica XX dopo Pentecoste e solennità
del SS . Rosario della 13 . V . M .
S . S . Brigida .
14 . Dom . XXI e festa della Maternità
19 . S . Pietro d'Alcantara .
21 . Doni . XXII e festa della Purità della B . V . M .
23 . S . Giovanni da Capistrano .
28 . Dom . XXIII e festa dei SS . Simone e Giuda .
-
- FERRARI GIUSEPPE ger ente responsabile
Il sincero Cristiano e i suoi doveri verso G . C ., la Chiesa e lo Stato .
Per la gran festa del giubileo episcopale del nostro
Santo Padre gli illustri fratelli lacopo, Andrea e Gottardo
Scotton da Bassano hanno riunito in un volume una serie
di bellissime conferenze , nelle quali colla ben nota loro
valentia discorrono dei doveri del cristiano verso G . C . la
Chiesa e lo Stato . Essi provano come G . C . sia vero Dio
e vero uomo, ed abbia egli fondato la Chiesa . Questa poi
ci viene presentata come maestra di verità, ministra di
grazie e regina . Da ultimo si viene a discorrere dell'obbe-
dienza dovuta allo Stato, e si stabiliscono le relazioni scam-
bievoli fra la Chiesa e lo Stato, e il campo in cui si aggira
l'azione dell'una e dell'altra podestà . Questo libro può ri-
guardarsi come una breve ma trionfante dimostrazione della
Chiesa cattolica contro tutte le sétte dissidenti . Mirabile e
stupendo si é il ragionamento con cui dimostra sino ad
ineluttabile evidenza l'obbligo che ha ciascun fedele di sot-
tomettersi ed obbedire alla Chiesa ed al Papa . L'opera è
popolare e pienamente alla portata di tutte le civili persone
dell'uno e dell'altro sesso . Chiunque in fatto di religione
desideri ili conoscere la verità per abbracciarla e seguirla,
ne resterà senza dubbio molto soddisfatto e contento . I
cattolici ferventi godranno al vedere una così bella e trion-
fante dimostrazione della loro religione . Le anime al-
quanto vacillanti saranno molto soddisfatte di vedervi
sciolte dalle radici e come a-colpo d'occhio le più gravi
difficoltà, e di sentirsi profondamente confermare nella
cattolica unità conosceranno quanto sia vero che negare
l'infallibilità del Papa sia lo stesso che negare la più
universale e costante tradizione della Chiesa, e discono-
scere il Santo Vangelo . Finalmente gli stessi increduli
razionalisti, se fossero di buon conto, rimarrebbero dalla
forza delle ragioni non meno soavemente che efficacemente
convinti e necessitati ad ammettere la verità della reli-
gione cattolica . Ecco un libro di piccola mole, ma di
grande efficacia per rimettere sulla buona strada molti
infelici traviati ; Chiunque ha un tiglio , un parente , un
amico, cui desiderava vedere meglio assicurato nel senti-
mento religioso, non tralasci di approfittarsi di tal mezzo .
Questo libro è uno dei più belli e utili regali da farsi
ai giovani civilmente educati e da rendersi famigliare in
tutti i collegi con grande vantaggio della gioventù stu-
diosa . L'opera é di un volume in ottavo grande con circa
quattrocento pagine a caratteri chiari e nitidi . Si spedisce
franco da ogni spesa per tutta l'Italia al prezzo di lire
cinque, e si fanno notevoli sconti ai librai ed a quanti ne
prendano in buon numero. Per ogni commissione indiriz-
zarsi al reverendissimo Don Enrico Vasco, via s . Lazzaro,
23, Torino .
Noi lo raccomandiamo caldamente ai nostri buoni let-
tori, affinché lo comprino, lo leggano, lo imprestino, lo re-
galino, e facciano così un gran bene a sé ed agli altri .
loro fede . I protestanti e in genere tutti i separati dalla