BS 1900s|1908|Bollettino Salesiano Settembre 1908

ANNO XXXII - N. 9.   Torino, Via Cottolengo 32.   SETTEMBRE 1908.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D. BOSCO

SOMMARIO: Oremus pro Pontefice nostro Pio . 257 Per il Giubileo del S. Padre    258 L'Opera di Don Bosco in Oriente . . . . 260 Il nuovo tempio di S. Maria Liberatrice . . 264 Oratori festivi: Sulla predicazione ai giovanetti e fanciulli degli oratori festivi    265 Tesoro spirituale . . . 266 Omaggi al Venerabile Giovanni Bosco: Asti, Borgo S. Martino, Chioggia, Macerata, Messina, Nizza Monferrato, Oulx, Pavia .   . 267 DALLE MISSIONI: Mozambico (Africa Orientale) : Il battesimo di 4 moretti; la proposta di una nuova missione - Matto Grosso (Brasile): I primi matrimoni cristiani fra i Bororos - Il viaggio dei piccoli Bororos - La tribù dei Bororos (Studio del Sac. A. Malan, Parte III) . . .   . 269

IL CULTO DI MARIA SS. AUSILIATRICE: Pel 24 corrente - Grazie e graziati   .   275

TRA I FIGLI DEL POPOLO: Cronaca degli Oratori Festivi: Alì Marina, Palermo, Sansevero, S. Benigno Canavese - Altre notizie   .   280

NotIziE VARIE: Omaggio -A Valdocco -Feste scolastiche - In Italia: Cuorgnè, Firenze, Ivrea, Spezia, - All'Estero: Alessandria di Egitto, Smirne, Oswiecim    282

Necrologio e Cooperatori defunti    286

Oremus pro Pontifica nostro Pio

Chiunque dia uno sguardo alla storia della Chiesa, resta egualmente colpito tanto dal succedersi delle sue lotte come dalla continuità dei suoi trionfi. L'ora che essa attraversa oggidì è difficile, nubi cariche di tempesta si addensano sull'orizzonte ; ma il compiersi di una data solenne ci invita all'esultanza, e noi, nel nome di Colui che poneva San Pietro a fondamento della Chiesa e a questa prometteva la sua assistenza sino alla fine dei secoli, esultiamo!... L'anno cinquantesimo della Prima Messa di Papa Pio X ecco si compie : Oremus pro Pontifice nostro Pio !

E perchè tanta esultanza?... Chi è il Papa?

Il Papa, o Cooperatori carissimi, è il Successore di S. Pietro ; è questo il fondamento della sua dignità, unica al mondo.

Attendete.

La Sapienza, leggesi ne' libri santi, innalzò un edificio, un edificio immenso che ricopre ornai tutta la terra e s'innalza meraviglioso oltre le nubi, la Chiesa. A fondamento della medesima Gesù pose Pietro, quando gli disse : -

Tu sei Pietro, ed io sopra questa Pietra edificherò la mia Chiesa; e le forze infernali non prevarranno contro di lei (S. Matteo, XVI, 18.).

Ma successore di Pietro è il Romano Pontefice; quindi chi è il Papa? Egli è con Pietro il fondamento della Chiesa.

La Chiesa è un regno, che per strettura è somigliante ai regni della terra ma non caduco al par di questi, perché è il regno dei cieli. Il Divin Fondatore disse a Pietro: -A Te io do le chiavi del regno dei cieli; quello che Tu legherai sulla terra, sarà legato anche nei cieli e quello che Tu scioglierai sulla terra sarà sciolto anche nei cieli (S. Matteo, XVI, 19). Come Pietro fu costituito vero monarca della Chiesa poichè ebbe piena potestà di giurisdizione e di governo nella medesima, così vero sovrano nella Chiesa Cattolica è il suo Successore, il Romano Pontefice.

Ancora.

Assai più vasto del mondo materiale è il campo della scienza, che, interamente, è noto a Dio solo. L'uomo ne agogna la conquista, ma da solo fin dove potrà egli spingervi il piede? La scienza umana, ha detto Brunetière, ha fatto bancarotta ; ma non ha fatto e non farà mai bancarotta la scienza di Dio, della quale custode e dottore infallibile fu da Gesù Cristo costituito Pietro : - Ho Pregato Per te, o Pietro, affinché la tua fede non venga meno; e Tu, occorrendo, conferma nella fede i tuoi fratelli (S. Luca, XXII, 32). Quindi il Successore di Pietro è pure il Maestro infallibile di tutti i cristiani.

Non basta. Secondo un'altra stupenda allegoria evangelica, la Chiesa è un ovile. Gesù, il buon Pastore, diede la vita per tutte le sue pecorelle e, salendo al cielo, commise a Pietro l'uffizio di pascere il suo mistico gregge:

Pasci i miei agnelli; Pasci le mie Pecorelle (S. Giovanni, 15, 16, 17). Ma la verga del Divin Pastore, come fu consegnata a Pietro, così dalle mani di Pietro passa a quelle dei Romani Pontefici, per cui il Papa è il Pastore dei pastori, il Pastore della Chiesa Universale.

Anche Pio X pertanto, come Successore di Pietro, sta alla Chiesa come il fondamento sta all'edificio, come al regno sta il monarca, come il maestro sta ai discepoli, come il pastore sta al gregge ; è perciò un sacro dovere di tutti i cattolici il nutrire il più illimitato rispetto e professare la venerazione più profonda per la sua Augusta Persona. Egli è il loro Capo, il loro maestro, il loro Padre; è la stella polare che fra i turbini del mondo guida a salvamento i popoli; sua è la nave nella quale si giunge al porto della salute!

A Pio X adunque, o Cooperatori amatissimi, con affetto di figli volgiamo gli occhi e la mente il 18 di questo mese, in cui Egli compie le sue Nozze d'Oro sacerdotali : e da buoni cattolici esultiamo con Lui, levando al Cielo i voti più ferventi, perchè Iddio Lo conservi, Gli doni vita lunga e felice, e non permetta che abbiano a coprirlo così vilmente di fango i suoi nemici

Dominus conservet eum, et vivificet Eum, et beatum faciat Eum in terra et non tradat Eum in animam inimicorum eius!

Per il Giubileo del S. Padre.

Una graziosa offerta per l'obolo di S. Pietro.

Nella Civiltà Cattolica (quaderno 1393, 4 luglio u. s.) nell'elenco delle offerte per l'Obolo di S. Pietro troviamo la seguente: Seicento cinquanta lebbrosi del lazzaretto di Contratación (Colombia) per mezzo del loro Cappellano sac. Evasio Rabagliati, salesiano... L. 500: e, in nota, questa dichiarazione, che siamo lieti di trascrivere:

L'offerta era accompagnata dalla seguente lettera che qui ben volentieri pubblichiamo ad edificazione dei nostri lettori:

Lazzaretto di Contratación (Colombia), 15 marzo 1908.

Rev.mo Sig. Direttore della « Civiltà Cattolica a,

Eccole l'obolo della vedova del S. Vangelo. Sono L. 50o che 650 lebbrosi chiusi in questo lazzaretto di Contratación, mandano al loro Santo Padre Pio X, per prendere una qualche parte nell'anno suo giubilare. In detta somma è compreso l'obolo che i Salesiani figli del Venerabile D. Bosco e le Figlie di

Maria Ausiliatrice addetti a questo lazzaretto mandano al Veneratissimo Pontefice.

Ma ecco un po' di storia di questo fatto.

Nell'ottobre dell'anno 1903, lo scrivente aveva la bella fortuna di prostrarsi ai piedi di S. S. Pio X, da pochi mesi assiso sulla Cattedra di S. Pietro. Preso animo dalla sua bontà, mi feci a parlargli di questi lebbrosi colombiani, della loro grande miseria, causa la guerra civile dei tre anni, e giunsi fino a chiedergli una limosina per loro. S'intenerì il buon Padre al racconto di tante miserie e sofferenze, e, aperto il cassettino del suo scrittoio, ecco, dicevami, tutta la fortuna del Papa in giornata; e metteva nelle mie mani tutto il contenuto del cassettino, lire 5o0; aggiungendo con grande bontà e paterna tenerezza che gli rincresceva non poter far di più per il momento.

Ma l'indomani, io riceveva nella casa salesiana del S. Cuore di Gesù al Castro Pretorio, molti ornamenti sacri destinati ai lazzaretti della Colombia ; inoltre due bei ritratti di Pio X portanti in calce la sua preziosa firma scritta di suo pugno, con benedizioni ed augurii per quei suoi disgraziatissimi figliuoli; intendendo così di perpetuare fra di loro quelle e questi.

Nel sermone dell'ultima Domenica, parlando a questi lebbrosi del Papa, del suo anno giubilare, delle grandi feste che si fanno in tutto il mondo cattolico, lui sovvenni di questo fatto, e lo ricordai loro, esortandoli a pregar sempre per il Vicario di Gesù Cristo, ma principalmente durante l'anno in corso; ed anche a fare per Lui un piccolo sacrifizio,, ben sapendo dal Vangelo che agli occhi del Signore, vale assai di più la piccola moneta della vedova, che la grossa somma del fariseo.

Frutto della calda esortazione sono le 500 lire che oggi mando a Lei, perchè opportunamente le rimetta nelle mani del Santo Padre, dicendone l'origine, e chiedendo per noi Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice, principalmente per tutti questi 650 poverissimi e disgraziatissimi offerenti una particolare benedizione, che li renda forti e costanti nel loro prolungato martirio.

Raccomandandomi alle di lei preghiere, mi è caro dirmi della S. V.

Dev.mo ed umil.mo Servo in Domino

Sac. EVASIO RABAGLIATI Salesiano

Cappellano dei Lebbrosi in Colombia.

L'Opera di D. Bosco in Oriente

Dopo gli appunti sull'ultimo viaggio di Don Rua in Oriente (1), non può non tornar gradito ai lettori uno sguardo sintetico

allo stato delle singole fondazioni salesiane in quelle terre. L'ordine, col quale offriamo queste brevi notizie, è quel medesimo tenuto dal Successore di D. Bosco nel compiere la visita di quegli Istituti.

I) COSTANTINOPOLI. Istituto Bartolomeo Giustiniani.

Verso la fine del 1903 due Salesiani si recavano a Costantinopoli vivamente desiderati dall'Arcivescovo Mons. Bonetti, Delegato Apostolico, piemontese anch'egli come il nostro Venerabile Fondatore. Per qualche tempo i due sacerdoti rimasero a carico dei buoni Padri Domenicani, e finalmente, grazie alle premurose cure di Monsignor Delegato, trovarono un alloggio. Oggi quei nostri confratelli « sperano ben presto - come dice una corrispondenza della Civiltà Cattolica (2) - di organizzare una scuola importante di arti e mestieri ». Il compianto Monsignor Bonetti lasciò loro per testamento un'egregia somma affinché dotassero la città di un istituto d'arti e mestieri , ed una generosa signora, la vedova Bartolomeo Giustiniani, concesse loro un bellissimo terreno ed una casa per iniziare la pia opera. « I Salesiani - continua l'accennata corrispondenza, - sono già in trattative per la costruzione di un vasto edificio, e sperano di poter presto esplicare la loro missione a bene delle classi operaie. La città non possiede una scuola di arti e mestieri e per ciò l'iniziativa dei Salesiani sembra predestinata a buon successo. Nonostante la ristrettezza della casa attualmente abitata, essi hanno già raccolto dodici fanciulli, ed organizzata eziandio una banda che allieta coi suoi concerti le feste italiane ». Crediamo noi pure che il nuovo Istituto sarà una vera benedizione per tanti poveri giovani appartenenti a diverse nazionalità e sopratutto per gl'italiani e pei levantini, cioè figli degli Italiani stabiliti in Oriente, i quali benchè abbiano in gran parte dimenticato la lingua della madre patria, pure si sentono italiani di cuore e cercano ogni modo di avvicinarsi all'Italia e di ravvivarne l'amore nei loro figli. Col prossimo anno scolastico l'Istituto potrà già elevare a non meno di trenta il numero degli alunni.

II) SMIRNE. R. Scuola Tecnico Commerciale e R. Scuola Popolare alla Punta.

A Smirne i Salesiani hanno, da sei anni, due scuole italiane, chiamativi e sostenuti dalla benemerita Associazione Nazionale peti Missionari Cattolici italiani, cioè: la Scuola TecnicoCommerciale nel centro della città, e la Scuola Popolare situata all'estremità della città stessa, detta la Punta.

La prima comprende circa 8o alunni di agiate famiglie, la seconda conta più di cento alunni nei giorni feriali e più di duecento nei festivi; quella ha il corso tecnico-commerciale e ginnasiale e il corso elementare per le classi elevale e medie, questa, oltre il corso elementare popolare, ha scuole serali ed un oratorio festivo. Nell'una e nell'altra come in tutti gl'Istituti salesiani d'Oriente, anzi di tutto il mondo, tiene sempre, fra gl'insegnamenti, il primo posto la Religione.

Smirne ha un'antichissima e numerosa colonia italiana, la quale conta eziandio molte famiglie nobili che hanno avuto un passato glorioso; ma per insufficienza di scuole italiane, per esigenza di commercio e per altre ragioni, si andava colà affievolendo l'uso della lingua italiana, e con esso, l'amore alla madre patria. Colle nuove scuole femminili dirette con tanta competenza ed abilità dalle Suore d'Ivrea e col nuovo indirizzo e sviluppo delle scuole italiane maschili, dirette dai figli di D. Bosco, si ripigliò in molte famiglie l'uso della nostra lingua, che per secoli ebbe preponderanza negli scali e nelle isole del Levante. Quest'opera, apprezzata ed encomiata da molti, abbisogna di essere aiutata anche materialmente, poichè non sono le modeste contribuzioni degli alunni della Scuola Commerciale che possano bastare ai bisogni di quella scuola e di quell'altra intieramente gratuita della Punta.

III) NAZARETH. Orfanotrofio di Gesù Adolescente.

I principii di questa fondazione furono assai difficili. Da molti anni il Can. D. Antonio Belloni di f. m. aveva fatto acquisto di un terreno in Nazareth per un'opera a vantaggio della gioventù, ma infiniti ostacoli si opposero alla realizzazione del suo intento. Quindi per molti anni non vi si fece nulla e quando nel 1896 il compianto Don Adriano Neple, salesiano, si accinse all'impresa, incontrò difficoltà tali che avrebbero disanimato chiunque non avesse avuto la sua fede. Da una casa presa in affitto egli dovette pellegrinare in due altre non migliori della prima e finalmente ridursi in alcune stalle e rimesse situate sulla collina, in attesa di un firmano che gli permettesse di fabbricare. Dio solo sa le veglie, i sudori e le preghiere del buon figlio di D. Bosco. D. Neple non ebbe la consolazione di vedere il premio di tante sue fatiche, ma finalmente il firmano venne e il suo successore potè por mano al nuovo edificio.

Oggì l'Orfanotrofio di Gesù Adolescente si erge decoroso sulla collina ai piè della quale sorge Nazareth; quindi domina la città e la grande pianura di Esdrelon e si scorge da grandissima distanza tutto all'intorno. Che possa essere un faro di salvezza per molta gioventù della Galilea, il paese prediletto del Divin Adolescente!

L'Orfanotrofio raccoglie presentemente 40 orfanelli, ma ne potrebbe avere di più se la difficoltà di mantenerli e le recenti spese incontrate per la costruzione non ci obbligassero a limitare il numero de' ricoverati.

A cura di una famiglia francese, quanto pia tanto generosa, accanto all'Orfanotrofio verrà eretto fra breve un degno tempio a Gesù Adolescente. Le fondamenta del sacro edificio escono già dal suolo, ed esso non tarderà ad innalzarsi nelle sue snelle forme artistiche, per divenir mèta di ogni pio pellegrinaggio che si rechi a Nazareth , dopo la visita al celeberrimo Santuario dell'Annunciazione ed all'Officina di San Giuseppe.

IV) GERUSALEMME. Scuola Italiana.

Fondata dal sig. Console Scaniglia esisteva già a Gerusalemme la Scuola Coloniale Italiana che il R. Governo nel 1904 rimise all'Associazione Nazionale per la protezione dei Missionari Cattolici Italiani, che alla sua volta l'affidò ai Salesiani, i quali ne assunsero la direzione e l'insegnamento ai primi di ottobre del medesimo anno.

Composta in quel tempo di 17 alunni, crebbe presto a segno che non bastarono più due insegnanti, ma ce ne vollero prima quattro e in ultimo sei. I cento giovani che la frequentano rappresentano tutte le comunità cristiane che esistono a Gerusalemme ; i cattolici di rito latino sono in maggior numero, indi vengono i greci, i maroniti, gli armeni, i siriaci e i copti. La Scuola è frequentata anche da qualche mussulmano. Cogli Ebrei, i rappresentanti delle credenze esistenti in Gerusalemme sarebbero al completo!

Gli alunni meritano una lode speciale pel loro attaccamento alla Scuola e ai loro maestri. Ogni dì, al mattino sono puntualissimi ad intervenirvi per tempo, mentre la sera se ne partono il più tardi possibile. Nei dì festivi essi conducono anche altri compagni all' Oratorio, cosicchè il numero dei giovani riesce duplicato.

I giovani alunni ivi attendono allo studio della matematica, della storia, della geografia, del disegno, della calligrafia ed in modo particolare delle lingue viventi. Ma la lingua della Scuola è la lingua italiana, che gli alunni non si contentano di studiare in classe ma parlano volentieri anche durante le ricreazioni.

V) BETLEMME. Orfanotrofio Cattolico di Gesù Bambino.

È il più importante e insieme il più simpatico di tutti gli Istituti Salesiani in Oriente Fondato nel 1863 da quel gran cuore d'italiano che fu il Can. Antonio Belloni, a poco a poco esso venne sviluppandosi anche in mezzo a traversie e contrarietà indicibili, tanto da abbracciare come figliali altre case, colle scuole agricole di Beitgemal e Cremisan, di cui più innanzi.

Nel 1891 il Can. Belloni rimetteva le sue fondazioni ai Salesiani e, fattosi Salesiano egli stesso, ne continuò, con indefessa carità, la laboriosa direzione fino alla morte.

Attualmente l'Orfanotrofio conta le seguenti sezioni

1°) L'internato per gli orfanelli con 10o alunni;

2°) Un esternato con 225 allievi;

3°) Un piccolo convitto, o semipensionato, per 25 giovani, desiderosi di a tendere ad altri studi dopo aver compiuto le classi elementari nell'esternato ;

4°) La Chiesa pubblica del S. Cuore, frequentatissima, ove nei giorni festivi si predica quattro volte, due in arabo e due in italiano.

Richiamiamo l'attenzione dei benefattori sui numerosi orfanelli che in Betlemme ricevono alloggio, vitto, vestito ed istruzione scientifica. Un buon terzo son proprio della città, gli altri appartengono alle diverse parti della Palestina e qualcuno alle Missioni d'oltre il Giordano: ma nessuno paga nulla, perchè poverissimi, sebbene per la buona condotta siano ben degni di mangiare il pane della carità. Il sig. D. Rua ebbe a lodare la loro esemplarità e restò schiettamente commosso tanto della loro pietà, come della riconoscenza dimostratagli dagli antichi allievi dell'Istituto residenti nelle varie città ove ebbe a passare.

Gli orfanelli attendono alla scuola e ad un mestiere. In quella insieme coll'arabo e col francese studiano anche l'italiano, anzi la lingua italiana è la base dell'insegnamento. I più piccoli frequentano solamente le scuole, ma compiuti i dodici anni cominciano anch'essi a dimezzare le ore della scuola col lavoro, attendendo al mestiere del falegname, o dello scultore in legno, o del sarto, o del fabbro, o del calzolaio, o del legatore di libri. Se gli egregi nostri benefattori ci assistono, speriamo di provvedere l'Orfanotrofio anche di una scuola tipografica.

Le spese annuali dell'istituto non son mai inferiori a L. 6o.ooo, le quali in gran parte sono corrisposte dal sig. D. Rua colla carità dei Cooperatori; le rimanenti deve metterle insieme la carità dei benefattori diretti dell'Orfanotrofio, che, dall'anno in cui fu posto sotto il protettorato italiano, deve fare ogni suo migliore assegnamento sui cattolici italiani. Pertanto non possiamo non raccomandarlo caldamente a tutti i nostri lettori.

Il miglior modo per venir in aiuto all'Orfanotrofio è la fondazione di posti gratuiti. Un reddito annuo di 250 lire, oppure un capitale di L. 5000, è ritenuto sufficiente pel mantenimento di un orfano. Non potendo un benefattore somministrare da sè tutta la somma, egli potrebbe cercare e unirsi pel santo scopo ad altre persone.

Un secondo mezzo è quello dell'adozione di un giovane per tutto il periodo della sua educazione.

L'orfanello che godrà del posto gratuito o che verrà adottato, ove si voglia, unirà al suo nome il nome del benefattore o quell'altro nome che si desiderasse imporgli.

Le offerte si possono inviare direttamente Al rev. Sig. Direttore dell'Orfanotrofio Cattolico di Betlemme Gerusalemme (Turchia) - con aggiunta l'indicazione: Ufficio postale italiano. Si noti che l'affrancazione, e l'assicurazione delle lettere e le stesse cartoline-vaglia seguono in tal modo la tariffa interna dell'Italia (1).

VI) CREMISAN. Ospizio S. Luigi.

L'Ospizio S. Luigi di Cremisan, fondato dal Can. Belloni nel 1896, conta pochi alunni, ma quanti ne può mantenere col prodotto del piccolo vigneto circostante. Essi sono studenti di latino: e son quelli che dopo il corso elementare mostrano un'inclinazione speciale per gli studi. Molti di questi giovani abbracciano in seguito la carriera ecclesiastica o religiosa. L'Ospizio di Cremisan è pur la casa ove, in Palestina, compiono le loro prove gli aspiranti alla Pia Società Salesiana.

VII) BEITGEMAL. Colonia Agricola S. Giuseppe.

La Scuola Agricola di Beitgemal, iniziata nel 1879, doveva secondo le intenzioni del fondatore, il can. D. Antonio Belloni, provveder grano ed olio pei bisogni dell'Orfanotrofio di Betlemme; e invece richiese molto danaro e vi si spesero fatiche senza numero per renderla migliore, con pochi risultati. Le epidemie vi distrussero il bestiame più di una volta, e più volte la siccità guastò i raccolti del grano e delle ulive e inaridi molte centinaia di alberi, nè vi mancarono altre volte le cavallette! Appena qualche anno, e da poco tempo, i prodotti della Colonia riescono a mantenere il personale della medesima, composto di 6o persone fra alunni e maestri. Occorrerebbe una somma enorme per sistemare la coltivazione in modo razionale e provvedere nuove macchine necessarie e nuovi attrezzi!

Un lavoro, tanto necessario quanto umanitario, sarebbe il prosciugamento di una vicina palude, le cui acque stagnanti son causa di febbri malariche. I paesi mussulmani dei dintorni vanno scemando a motivo appunto della malaria che fa delle vittime numerosissime; più di un villaggio, come ad es. Beit-sciams e Beitgemal, furono spopolati dalle febbri!...

VIII) GIAFFA. Scuola Italiana.

Anche a Giaffa, come a Gerusalemme, i Salesiani hanno la direzione di una Scuola maschile italiana. In meno di un anno il numero degli alunni ha superato di molto il centinaio; e non son già allievi venuti da altre scuole cattoliche, ma giovani che la maggior parte non andavano a scuola o frequentavano le scuole dei protestanti.

Giaffa è il centro commerciale più importante della Palestina. Di qui l'eccezionale convenienza di appoggiare questa fondazione, affinché possa svilupparsi.

A Gerusalemme ed a Giaffa l'insegnamento è totalmente gratuito, e non si ha casa propria ma si vive in case di affitto. Sorgerà qualche anima generosa che s'incarichi di provvedere le due scuole di proprio locale?

IX) ALESSANDRIA D'EGITTO. Istituto D. Bosco.

L'Istituto Don Bosco è assai conosciuto ed amato nella popolosa città di Alessandria. Aperto nel 1896 si sviluppò gradatamente a prezzo di sudori da parte dei confratelli, ed ora conta più di 20o alunni, quasi tutti figli d'italiani delle due colonie di Alessandria e del Cairo. Una buona parte dell'edificio è terminato, ma ancor manca ciò che più s'impone, cioè una cappella o meglio una chiesina, perchè l'attuale è tanto ristretta che le due sezioni degli studenti e degli artigiani non vi si possono raccogliere insieme.

Annesso all'Istituto è un Oratorio Festivo che è di somma utilità per la gioventù, specie per l'italiana che è numerosissima. In esso son già ben avviati i lavori preparatorii per l'apertura di un Circolo giovanile, opera pur questa indispensabile per la salvezza di moltissimi figli del popolo.

Da questo rapido cenno i lettori possono farsi un'idea dello sviluppo dell'Opera di D. Bosco in Oriente. Fin dal 1906 la stessa Giuria della Mostra degli Italiani all'Estero all'Esposizione Internazionale di Milano, che « riconosciuta la grandiosità dell'Opera istituita da D. Bosco all'Estero » assegnavale il DIPLOMA DI GRAN PREMIO, decretava anche speciali Menzioni alla Scuola Tecnica-Commerciale ed alla Scuola Popolare di Smirne, alla Scuola Italiana di Gerusalemme, all'Orfanotrofio ed alle Scuole d'Arti e

Mestieri di Betlemme, alle Colonie Agricole di Cremisan e Beitgemal ed all'Istituto D. Bosco di Alessandria d'Egitto. Dunque anche i frutti che si ottennero in quel difficile campo furono riconosciuti considerevoli.... Faccia il Signore, coll'aiuto suo e coll'assistenza di anime pie e generose, che vi si possano raccogliere ancor più ricchi e copiosi manipoli in avvenire.

Ma non possiamo chiudere questi cenni senza inviare una parola della più sentita e doverosa riconoscenza alla benemerita Associazione Nazionale per soccorrere i missionari cattolici italiani, per la cui opera potemmo stabilirci in Oriente e che in tanti modi e con tanta perseveranza ci sovviene e ci protegge.

(1) Ved. Bollettino di maggio, giugno e luglio u. s. (2) Quaderno 1389, 2 maggio u. s.

(1) I vantaggi spirituali di cui godono i benefattori dell'Orfanotrofio Cattolico di Betlemme sono rilevanti:

a) Per tutti i benefattori che fanno un'offerta non inferiore a lire cinque si celebrano due messe ogni settimana; tale offerta si può fare anche a suffragio di persone defunte.

b) Per tutti poi i benefattori indistintamente: 1) si celebrano due messe ogni mese;2) viene applicata una messa quotidiana dal 1° novembre al 2 febbraio di ogni anno ;

3) similmente dal 15 dicembre alla festa dell'Epifania, ogni anno, tutto l'Istituto si reca quotidianamente alla S. Grotta della Natività per implorare sui benefattori le benedizioni del Signore;

4) egual visita si compie ogni quindici giorni per tutto l'anno;

5) ogni sera finalmente gli orfanelli recitano la 3a parte del Rosario pei loro benefattori.

IL NUOVO TEMPIO DI SANTA MARIA LIBERATRICE

IN ROMA MONUMENTO - RICORDO della Consacrazione dell'infanzia al Redentore.

ERANO i primi di gennaio dell'anno santo 1900, quando un pio religioso, commosso al movimento universale di menti e di cuori per l'Omaggio a Gesù Redentore, andava - com'egli scrisse - seco pensando:

- I bambini e i fanciulli che furono tanto amati da Gesù, non potrebbero anch'essi avere una bella parte nella manifestazione mondiale di fede e di amore verso il Redentore?

«La nobile idea del nonagenario Svizzero Puttat per l'omaggio al Redentore ed al Papa, continuava a riflettere il zelante religioso, ebbe eco immensa in tutto il mondo; ora i bambini ed i fanciulli il cui omaggio è il più degno tra tutti gli omaggi degli uomini, ed il meno indegno di Gesù, non potrebbero sensibilmente pronunziarsi anch'essi? E come?

» Ecco - soggiungeva - in quella guisa che sulla vetta del Rocciamelone venne inaugurata a custodia dei nostri confini e dell'Italia la grande statua in bronzo a Maria Corredentrice, innalzata colle offerte dell'innocenza avendovi concorso 12o.ooo bambini italiani, così colle offerte dei bambini del mondo cattolico, non si potrebbe innalzare un monumento internazionale al Redentore in atto di imporre le mani ai pargoli e benedirli? (1) »

L'idea, lanciata con entusiasmo, fu accolta con pari fervore: ebbe come tutte le opere buone le sue contrarietà da sorpassare e da vincere; ma, grazie alla paziente perseveranza ed allo zelo indefesso di chi la concepì, avrà finalmente la sua attuazione.

Questi infatti, il rev.mo P. Roberto di S. Teresa, Carmelitano Scalzo della Provincia Veneta, residente

in Verona, coll'approvazione dei suoi Superiori e col pieno beneplacito del S. Padre, stabilì di cedere al nuovo tempio di S. Maria Liberatrice l'ideato monumento, che noi accettammo con riconoscenza.

Il gruppo marmoreo di Gesù Redentore dei fanciulli, nell'ordine morale, intellettuale e sociale, eseguito per commissione del sullodato Relìgioso dallo scultore Luca Arrighini di Pietrasanta, sorgerà maestoso sull'altare del lato destro della crociera in S. Maria Liberatrice conforme l'unito disegno. Eseguito il lavoro, non mancheremo d'intrattenerne nuovamente i lettori; ma intanto dal più profondo del cuore inviamo vivi ringraziamenti al zelantissimo Promotore, il quale concorre anche con lire tremila all'erezione dell'altare.

Un'acconcia epigrafe apposta al monumento ricorderà ai posteri il tenero e delicato Omaggio dell'infanzia a Gesù Redentore, e pregherà Gesù, per l'intercessione di S. Maria Liberatrice, a liberare tutti i bambini che risposero all'appello del buon Religioso da ogni male temporale ed eterno.

La Consacrazione del Tempio.

NON n'è ancor stata fissata la data, ma essa avrà luogo nei giorni in cui si compirà in Roma la solenne Commemorazione del Giubileo del S. Padre. Questa, come annunziammo, si terrà il 16 novembre; e per quel tempo - se i buoni Cooperatori continuano ad assisterci colle loro elemosine - il nuovo Tempio sarà certamente consacrato. Valgano queste parole come nuovo invito a rimettere con sollecitudine quelle offerte che taluno presentemente potesse fare per l'ultimazione di quest'importantissima impresa al Rettore dell'Opera di S. Maria Liberatrice, Via Porta S. Lorenzo, 42, Roma - o al signor D. Rua, Via Cottolengo, 32, Torino.

(1) Cfr. la prefazione dell'aureo opuscolo: I BAMBINI, I FANCIULLI E GESÙ per il Padre Roberto di S. Teresa Carmelitano Sc. della Provincia Veneta. Milano, Tip. della S. Lega.

ORATORI FESTIVI.

Lettere agli amanti della gioventù

Sulla predicazione ai giovanetti e fanciulli degli oratori festivi.

PER accondiscendere ad insistenti domande e nel tempo stesso per appagare un vivissimo naia desiderio, eccomi nuovamente a voi, amici carissimi, per trattar di qualche argomento intimamente connesso colla vita degli Oratori.

I mezzi, voi ne convenite, non debbono mai prendere il posto del fine; e fine degli oratori è di formare dei giovani cristiani, al che direttamente conduce l'istruzione religiosa. Oggi si è accentuato un lodevole movimento per rendere gli Oratori più frequentati mediante l'istituzione di circoli ed associazioni sopratutto sportive, e il movimento, come ho dello, è lodevole; ma guai! se l'accessorio venisse a soppiantare il principale o solo a diminuirne il prestigio.... ed è tanto facile oltrepassare i limiti nel fervore della corsa! Ma di ciò forse in altra mia.

In questa mi preme di richiamare l'attenzione dei singoli addetti all'istruzione religiosa, e sopratutto degli incaricati della predicazione negli Oratori, sulla necessità e sul modo di adattarsi ai giovanetti che li frequentano.

Nel 1903, quando incominciai a zelare la conoscenza, la diffusione e l'amore di questa istituzione provvidenziale, non mancai di dire brevemente dell'istruzione da impartirsi nell'Oratorio; ma ricordo che se dissi quello che si doveva fare in proposito, non ebbi campo di esporre un po' diffusamente le norme didattiche concernenti il modo di compiere una sì grande missione. Perciò mi par cosa sommamente utile a tutti gli amanti della gioventù, questa di porre sotto i loro occhi le norme che dà a questo fine un valente oratore Salesiano in un suo nuovissimo, chiaro, facile e completo Trattato di sacra eloquenza (1).

L'egregio autore, nella seconda parte dell'opera in cui tratta dell'eloquenza sacra in particolare, venendo a dire della predicazione in ordine alle persone, ha due splendide pagine sulla Predicazione pei giovanetti e fanciulli degli Oratori festivi.

Ecco i suoi pratici ammonimenti.

« Anche l'eloquenza per i giovanetti e fanciulli degli oratorii festivi, egli dice, ha da avere le sue norme. Qui, diversamente che ai giovani degli istituti, non sarà del tutto necessario di coordinare le istruzioni, benchè quando si possa fare sia molto lodevole e utile, e più ancora non è da dare più pascolo alla mente che all'immaginazione. Il ragionamento da celesti giovanetti è poco ascoltato; essi preferiscono gli esempi e li ascoltano con avidità. Sta all'esperto loro predicatore far entrare destramente nell'uso frequente delle similitudini e nel racconto di esempi, di parabole, di apologhi e simili, quelle verità e quelle massime cristiane, che loro vuol persuadere. Ma bisogna badar bene a non mai uscire dai termini della convenienza e della verità. Paragoni comuni e facili sì, ma non mai bassi e strani; racconti che colpiscano e rendano attenti, ma non mai goffi o incredibili (2).

» In generale poi il predicatore degli Oratori festivi deve essere semplicissimo nel dire, di una popolarità massima , chiaro all'evidenza, sicchè tutti, anche i più piccoli e meno intelligenti, lo possano capire, vivace nell'esporre, brevissimo nella durata, non superando per regola i venti minuti; e tanto al principio della predica, come nel mezzo, quando s'accorge che vien meno l'attenzione sappia guadagnarla e riguadagnarla con qualche espressione di effetto.

» Dove fosse possibile, massime in tempo di carnevale e di quaresima, riuscirebbe efficacissima l'istruzione fatta in forma di dialogo, essendo tale maniera d'istruzione dai giovani desideratissima, ed è alle volte uno dei più potenti mezzi per attrarli numerosi e costanti all'Oratorio festivo. Di questo mezzo giovavisi assai il Ven. D. Bosco summenzionato e vi portava tale vivezza, che bastava si dicesse che la Domenica seguente ci sarebbe stato il Dialogo, perchè il suo primo Oratorio si riempisse di piccoli uditori.

» Le verità e le massime cristiane, sulle quali il predicatore dei giovanetti deve ritornare de spesso, sono queste specialmente: Quanto importi il darsi a Dio fin dalla prima età. - Che la salvezza del cristiano dipende ordinariamente dal tempo della gioventù. - Che amare e servire Iddio tutt'altro che recar malinconia dà la vera allegrezza. - Che la morte incoglie pur molti in giovane età. - Che l'ubbidienza ai propri genitori e superiori è la prima virtù di un giovanetto cristiano. - Che bisogna guardarsi bene dal profanare le chiese e dal mancar di rispetto ai sacerdoti. - Quanto sia necessario fuggire la bestemmia, l'ozio, i cattivi compagni, i cattivi discorsi, lo scandalo e ogni peccato contro la salita modestia. - Come giovi a tal fine la frequenza ai SS. Sacramenti, la vera devozione a Maria SS., la preghiera e la santificazione dei giorni festivi.

Quando si fanno dei tridui in preparazione a a qualche Comunione generale, si parli di preferenza della malizia del peccato mortale, e della bontà di Dio che ci perdona tutti i nostri peccati nel Sacramento della Penitenza, e si insista colle parole più vive e cogli esempi più efficaci sul buon uso di questo sacramento. Si ritenga che pei giovanetti non si predicherà mai abbastanza contro le confessioni mal fatte.

» Ma sempre il predicatore dei giovanetti eviti questioni disputate dai teologi, o soggetti che non riescono che a eccitare il dubbio, o eccessivo timore e scoraggiamento. Si preferiscano quelle massime che fanno coraggio e allettano al bene; sopratutto confidenza nella misericordia di Dio e nella bontà di Maria, anche nei casi più disperati. Si destino pure salutari timori parlando della morte, dei giudizi di Dio, dell'inferno; si dica pure altamente che la strada del paradiso è diffìcile, ma si aggiunga tosto che è tale soltanto per chi non ha buona volontà, mentre invece diventa facile e piacevole per chi, corrispondendo alla grazia di Dio, si impegna di cuore a fuggire il peccato e le sue occasioni.

» Ben avventurato pertanto quel sacerdote, che chiamato da Dio a coltivare queste tenere anime negli Oratori festivi saprà, colla sua parola improntata alla carità di Gesù Cristo, strapparle alla corruzione del mondo e guadagnarle al paradiso. »

Sappiate far tesoro, amici carissimi, di questi salutari ammonimenti e più facile e fruttuosa sarà sempre l'opera vostra.

Il vostro D. SIMPLICIO.

(1) Sac. Prof, ALBINO CARMAGNOLA: Per la buona predicazione - Trattato di sacra eloquenza (ved. pag. 320 e seguenti).

(2) Nel che fu maestro ammirabilissimo il Ven. Don Giov. Bosco. Al vedere per propria esperienza che di molte cose da lui dette nelle prediche, a mala pena i giovani ricordavano certi fatti, il Ven. D. Bosco si fece un grande impegno di tessere le sue istruzioni di frequenti esempi e similitudini, che meglio colpissero la loro immaginazione, e per questo mezzo farsi strada a illuminare la mente e muovere il cuore. Ciò che gli riusciva con felicissimo esito, giacchè predicava e infiammava le sue narrazioni con tanto affetto per la salute delle anime, che talora si commoveva al punto da scoppiare in forti singhiozzi. E quanto egli faceva in questa specie di predicazione lo raccomandava caldamente agli altri predicatori, inculcando che nel valersi di similitudini, apologhi e esempi evitassero mai sempre ciò che in qualsiasi modo potesse gettare il ridicolo sulle verità della fede , che ci fosse un'applicazione chiara e ben adatta ai giovanetti, e servissero solo a dilucidare o confermare una verità della fede già provata o da provarsi. Sopratutto desiderava che predicando ai giovanetti nessuno avventurasse le obbiezioni degli empi contro la fede, giacché riteneva non doversi mai turbare in un'anima la semplicità della sua fede. - LEMOYNE, Memorie biografiche del Sac. Giovanni Bosco.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'INDULGENZA PLENARIA:

ogni mese:

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno;

2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza.

dal 10 settembre al 10 ottobre:

1) il 13 settembre, festa del Nome Santissimo di Maria ;

2) il 14 settembre, festa dell'Esaltazione della Santa Croce ;

3) il 20 settembre, festa di Maria SS. Addolorata; 4) il 29 settembre, la Dedicazione di S. Michele Arcangelo ;

5) il 4 ottobre, solennità del SS. Rosario.

Inoltre: ogni volta che essendo in grazia di Dio (senza bisogno di accostarsi ai SS. Sacramenti o di visita a qualche Chiesa) reciteranno 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità ed un altro Poter, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, lucreranno tutte le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola; di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella.

Omaggi al Venerabile Giovannì Bosco

ASTI. - Il 3 giugno. - Anche nel modesto Oratorio femminile di Asti, posto in via Natta, si festeggiò il Venerabile D. Bosco in unione alla sua dolce Ausiliatrice, con una gentile e ben riuscita accademia. La festicciuola preparata con gusto dalle zelanti Figlie di Maria Ausiliatrice, assecondate dalla buona volontà delle Oratoriane, che si prestarono con entusiasmo al devoto omaggio, appagò il cuore e la mente delle numerose persone che v'intervennero; fra le quali si distinguevano il rev.mo Vicario Generale Mons. Vergano, numerosi Ecclesiastici, compiti signori e gentili signore della città. La festa, aperta con un riverente indirizzo a Mons. Vicario, incominciò con un inno di saluto e di trionfo, a cui seguì una imponentissima scena allegorica, che gli spettatori seguirono con interesse, come furono del pari soddisfatti delle ben declamate poesie e dei canti, che echeggiarono per la sala in onore dell'Apostolo della gioventù e della sua Protettrice. Applauditissimo fu pure il discorso composto e letto da una signorina insegnante con l'enfasi del più caldo sentimento, delineante al vivo le fulgide glorie di questi due nomi bellamente intrecciati: D. Bosco e la sua celeste Ispiratrice.

BORGO S. MARTINO (Alessandria). - Un'egregia dimostrazione di affettuosa memoria e di perenne riconoscenza fu quella che diede a Don Bosco il primo Collegio da lui fondato, il Collegio S. Carlo di Borgo S. Martino. Da quattro anni, in quel benemerito istituto gli alunni del ginnasio superiore son riuniti in un Circolo cui si volle dato il nome di D. Bosco; e ciò col nobile scopo di vivere più intensamente gli ultimi anni di vita collegiale preparandosi praticamente alla vita avvenire, e così disporsi a prendere, più sicuri e non alla sprovvista, il posto in quella via in cui li vorrà la Provvidenza. Il Circolo ha un regolamento, si elegge una Presidenza ed ha una sala per le proprie riunioni. I mezzi per raggiungere il fine sono parecchi e vari secondo le circostanze; ma il migliore è quello delle riunioni di tutti i soci per udir conferenze tenute da qualche superiore o da qualche compagno appositamente preparato; e, più specialmente, per tenere sotto la guida dei superiori medesimi discussioni famigliari sugli argomenti più opportuni e adatti alla loro età e ai bisogni loro di adesso e degli anni futuri.

Orbene il 17 maggio, a cura del Circolo D. Bosco, tutto il Collegio festeggiò degnamente la memoria del Venerabile Fondatore. In chiesa comunione generale e solenni funzioni; fuori una splendida acca ernia musico-letteraria ed altre dimostrazioni di giusta esultanza. A meglio preparar gli animi dei compagni alla soavissima festa, venne pure pubblicato a cura dei soci del Circolo un bel Numero Unico , di cui, a titolo d'onore, riproduciamo la dedica.

« A Don Bosco Venerabile. - Non marmorei monumenti, non bronzi artistici, nè olezzanti corone di fiori ti offriamo, o Padre. Il lavoro generoso e costante iniziato sotto gli auspici del tuo nome, nella formazione di noi medesimi, quale apprendemmo alla scuola de' tuoi Figli... questo ti consacriamo che è tuo.

Fa' pago il voto che quante sono umili anime giovanili abbiano presto a conoscerti e ad esserti riconoscenti del dono, più prezioso dell'oro... dell'educazione cioè, che, come a noi, loro pure ampiamente largisci.

Fa' pago il desiderio che noi possiamo in un giorno non lontano affissare il nostro sguardo sulla tua fronte doppiamente irradiata dai fulgori della santità, a te confermati dall'Autorità del Pontefice e della Cattolica Chiesa. È questo il sommo voto del Primo Collegio da te fondato, della prima gloriosa diramazione del tuo grande albero.

In quel giorno ci sarà caro ripetere: « È stato esaltato l'umile ed indefesso lavoratore, ed un'altra volta è stato solennemente riconosciuto che l'italico genio ha avuto una manifestazione nuova, grandiosa nel secolo XIX nell'opera di educazione individuale e ristorazione sociale del nostro Benefattore e Padre Giovanni Bosco «.

CHIOGGIA. - Il 17 maggio nell'Istituto San Giusto, con devote funzioni religiose. La messa della comunità fu celebrata da Sua Ecc. Rev.ma Mons. Antonio Bassani, vescovo tit. di Delco e vicario generale, e la solenne fu cantata dal rev. Dott. D. Carlo Gamba, direttore del Collegio Vescovile.

Finita la messa solenne Sua Ecc. Mons. Bassani benedisse la bellissima bandiera dei giovani dell'Oratorio illustrando con bel discorso i simboli adornanti il vessillo. Fungevano da padrino l'egregio ing. Rodolfo Cav. Poli e da madrina la benefattrice signora Giustina Furlan. Nè mancò a sera una opportuna rappresentazione drammatica, dopo la quale si cantò con accompagnamento di banda un grandioso inno a D. Bosco, fra la commozione più viva della scelta assemblea.

MACERATA. - Della solenne Commemorazione di D. Bosco compiutasi il 17 maggio in questa città si è detto diffusamente nelle lettere del viaggio di D. Rua in Oriente, per cui ci limitiamo a rilevare l'argomento del discorso di circostanza, pronunziato da un illustre ex-alunno del Collegio di Alassio, il comma. Vittorio Trebbi.

L'egregio oratore, pigliando le mosse dalle parole con cui si volle presentarlo e soggiungendo di non avere, secondo lui, altro merito che quello di avere studiato e di esser fedele ai principii appresi nel collegio salesiano, disse che senza entrare in disquisizioni filosofiche e pedagogiche egli vedeva nell'educazione salesiana il mezzo più atto per formare gli uomini di carattere. i quali soli possono lavorare efficacemente al benessere della patria.

Quindi parlò di D. Bosco fanciullo, illustrando il suo dire con aneddoti della vita del Venerabile; e in fine rilevò come D. Bosco occupandosi dei fanciulli comprendesse le aspirazioni del secolo, il quale, al dire del Card. Capecelatro, era assetato da tre desideri immensi, di scienza, libertà e ricchezza, e questo egli desse ai fanciulli con la scuola e l'officina, aggiungendovi il tesoro della virtù.

Seguì lo svolgimento del breve e grazioso programma, in cui ottima la musica dell'Amadei, del Cavallini, del Polleri e del Mascagni sotto l'abile direzione del M° Liviabella, e graziosissimo il dialogo di tre giovanetti rappresentanti la Robur e l'Oratorio Festivo.

Infine, fra un religioso silenzio, prese la parola Don Rua il quale dopo un sentito ringraziamento a Sua lice. Rev.ma Mons. Raniero Sarnari, il grande amico e benefattore dei Salesiani, all'illustre Conferenziere, al M° Liviabella, a coloro che avevano preso parte alla riuscita della festa, ed. a tutti i maceratesi che con tanto entusiasmo erano accorsi ad onorare Don Bosco, prendendo occasione dal discorso del Comm. Trebbi addusse nuove prove a dimostrare come l'ideale di D. Bosco fosse veramente di formare dei giovani di carattere, informati all'amore di Dio, della religione e della patria.

MESSINA. - La domenica 19 luglio, nell'Istituto S. Luigi. - Spettacolo commovente fu il vedere al mattino il numerosissimo stuolo dei giovani del Collegio e dell'Oratorio festivo, che si accostarono a ricevere la S. Comunione distribuita dall'Ecc.mo Arcivescovo Mons. Letterio d'Arrigo che celebrò nella cappella dell'Istituto, e si compiacque di rivolgere ad essi parole d'incoraggiamento a perseverare nel bene, coll'imitazione di quelle virtù che rifulsero nell'angelico titolare dell'Istituto.

Alla sera si raccoglieva nel vasto cortile dell'Oratorio, trasformato in superbo salone, un'eletta schiera di Cooperatori e di ammiratori delle Opere Salesiane per la commemorazione di D. Bosco. Il chiar.mo Prof. Fisichella, della Regia Università, inneggiò all'apostolo della gioventù del secolo XIX, facendo, con infuocate parole e con robusti concetti, luminosamente risaltare i caratteri più spiccati dell'Uomo di Dio. A lui si associò un professore dell'Istituto, rilevando come la grandezza di D. Bosco ripeta il fondamento dalla sua sconfinata fiducia nella Vergine Ausiliatrice.

Quindi i giovani della « Vigor e trattennero per brev'ora l'eletto pubblico con svariati esercizi ginnastici; e in seguito la rappresentazione del dramma e Colpa e perdono e ed una superba fiaccolata chiusero degnamente la festa. Della cui splendida riuscita va data lode ai bravi soci del Circolo D. Bosco, che per un mese intero lavorarono a prepararla con ardente affetto sacrificandovi pur qualche ora della notte per non venir meno ai loro doveri.

NIZZA MONFERRATO. - Anche all'Oratorio festivo di S. Antonio di Nizza Monferrato, il 29 giugno u. s., si teneva la commemorazione del Veli. D. Bosco, festeggiandosi contemporaneamente S. Luigi Gonzaga. La sera precedente giungeva colà il rev.mo sig. D. Rua, che all'indomani celebrava la Santa Messa distribuendo il Pane degli Angeli ad un centinaio di giovanetti cui rivolgeva prima un appropriato fervorino. Alle 10 ebbe luogo la messa solenne in canto gregoriano, presente anche il sig. D. Rua che ne fu assai soddisfatto.

Alle 15 coll'intervento del Clero locale, delle Patronesse delle Opere Salesiane, dei Cooperatori e Cooperatrici e delle Rappresentanze dell'Istituto N. S. delle Grazie e dell'Oratorio femminile del S. Cuore, ebbe luogo la commemorazione sotto l'ampio porticato tutto parato a festa. Alcuni giovanetti recitarono belle poesie e dialoghi d'occasione, ed il signor Carlo Brovia, Assessore Comunale, in versi dialettali passò in rassegna i punti più caratteristici della vita del Venerabile.

OULX. - Il 2 agosto, nella Casa Salesiana. -

Presiedè l'adunanza S. E. Mons. Carlo Marozio Vescovo diocesano, cui facevano corona S. E. Ponza di San Martino, il sig. Morelli di Popolo, l'avv. Piero Richelmy, i Canonici Teol. Calabrese e Suspize, il Vicario Foraneo di Cesana, i parroci di Fenils, Desettes, Beaulard, Sauze d'Oulx, Savoulx, Gravere e numerosissimi altri sacerdoti.

Dopo una suonata sull'arpa, eseguita dalla signorina Maria Richelmy, l'avv. Carlo Barberis in un dotto discorso, tratteggiò un quadro delle condizioni della gioventù moderna e disse dell'opera di Don Bosco per l'educazione della gioventù. Dalle belle parole dell'oratore, la soave figura del Venerabile risultò viva e luminosa. Dopo una fervida allocuzione di Mons. Vescovo l'eletta assemblea si recò nella chiesa del Sacro Cuore, ove si cantò solennemente il Te Deum, e S. E. impartì la Benedizione col SS.mo Sacramento.

PAVIA. - «Nel vasto salone dell'ex-teatro --scrive l'Unione di Milano - dinanzi numeroso e scelto pubblico, un giovane del Circolo D. Bosco annesso all'Oratorio Santa Teresa che è diretto da Sacerdoti Salesiani, tenne una breve e. semplice ma efficace commemorazione del veli. D. Bosco. Il giovane oratore con parole piene d'affetto fece conoscere il gran bene arrecato ai giovani da D. Bosco, e chiuse esprimendo, a nome proprio e dei compagni, vivi e teneri sensi di gratitudine per gl'inestimabili benefizi morali ricevuti da suoi figli. Poscia i bravi giovani del sopradetto Oratorio offersero un geniale trattenimento colla rappresentazione della educativa e dilettevole commedia

L'eredità di un figlio ingrato.

Nel prossimo numero regaleremo ai lettori lo stupendo discorso detto dall'Avv. SAVERIO FINO nella Commemorazione di D. Bosco a Bologna ed in altre città.

DALLA MISSIONI

Mozambìco (Africa Orientale)

Il battesimo di 4 moretti. La proposta di una nuova missione.

(Lettera del Sac. Martino Recalcati).

Mozambico, 1 luglio 1908.

OTTIMO PADRE,

ANZITUTTO una notizia che le farà un gran piacere. Era il giorno 26 u. s. festa del Sacro Cuore di Gesù. Tutto c'invitava a celebrarla coli tutto l'entusiasmo, anche il sorriso della natura e il sole più mite, più buono del solito (giugno è il mese più fresco, quantunque il termometro non discenda mai sotto i 18). Il nostro Direttore, già da un anno, cioè dalla venuta dei Salesiani, instancabilmente inculcava a questi nostri orfanelli la divozione al Sacro Cuore, da essi onorato con slancio ogni primo venerdì del mese. Quindi nessuna meraviglia se l'aurora d'un sì bel giorno fosse tanto sospirata.

Svegliati dagli allegri squilli della banda, subito s'andò alla chiesa e quattro dei nostri ricoverati, dai 12 ai 14 anni, ricevettero il Santo Battesimo. Sono i primi fiori che i Salesiani del Mozambico offrono al Sacro Cuore di Gesù, ultimi raccolti, ma certo non ultimi nell'amore a quella religione, che con tanto entusiasmo abbracciarono. Ad uno venne imposto il nome di Giovanni Bosco in riconoscenza al nostro gran Padre per quello che fece per noi e che certamente continua a fare dal cielo ; ad un altro si diè il nome di Michele Rua. Non potevamo certo dimenticare chi raccolse così bene, così degnamente, l'eredità del venerabile nostro Fondatore. Sì, sig. D. Rua, un bel moretto porta il suo nome in mezzo a quest'Africa disgraziata, che sente ancora adesso le terribili conseguenze della maledizione. Nel medesimo giorno fecero la I.a Comunione 12 dei nostri giovinetti; i quali nel pomeriggio ricevettero anche la S. Cresima. Come vede, ottimo Padre, il sacro Cuore di Gesù ci fu largo di grazie. Oh continui a benedirci, ne abbiamo tanto bisogno.

Una seconda notizia. E intenzione del nostro zelante Vescovo dare un maggior sviluppo alla nostra Scuola; è necessario, dice giustamente l'illustre Prelato, creare una nuova Missione, con annessa una colonia agricola, dove quegli alunni che non sono atti ad imparare un' arte o comunque devono lasciare l'orfanotrofio, possano sotto la guida del Missionario, coltivare il loro campicello, e non correre pericolo di perdere tutto. Cosa facilissima in questi luoghi dove i mognè, arabi maomettani, fanno una concorrenza spietata ai cristiani; si servono di tutti i mezzi, colle loro mercanzie e colle calunnie s'introducono da per tutto... Pur troppo molti Europei ne dànno motivo ben desolante, insegnando una dottrina che accarezza i loro già troppo facili costumi, per cui è facile a questi poveri negri il cader nella rete... e odiare quella religione, che, per sè santissima, pure ai loro occhi, per le calunnie e pei tristi esempi, sembra alcunchè di orrendo. Il pensiero del Vescovo è di opporre un argine a questa fiumana infernale e mantenere almeno i credenti e le loro famiglie future nella vera Fede. Una tal missione qui, più che altrove, sarebbe efficace ed opportuna, perchè col lavoro e colla assistenza si impedisce che si sciolgano le famiglie, cosa comunissima in questi poveri negri.... Dunque in uno di questi giorni, Mons. Vescovo, insieme col Direttore e il sottoscritto, lasciò la nostra isola, e,. dopo tre ore e mezzo di vaporetto, giunse a Moscellia, una splendida baia del continente, ove sorge un piccolo Forte attorniato da molte capanne che certo ha dinanzi uno splendido avvenire. E in quei paraggi che Monsignore vorrebbe stabilire la nostra nuova Missione. Nei tre giorni che passammo là, fummo a visitare diverse località insieme con alcuni soldati, che il Comandante del Forte gentilmente ci concesse per precauzione contro i leoni, le tigri e leopardi, che qua scorrazzano liberamente... Giammai vidi terreni vastissimi così selvaggiamente ubertosi; piante gigantesche e di frutta squisite, come mangas, cocco, banapos ecc.; estensioni enormi di erbe così alte, che oltrepassavano il cavallo e il cavaliere. Quanta grazia di Dio, e nessuno se ne cura!

Scegliemmo un vasto terreno nelle vicinanze del fiume Monapo, che per me rimarrà famoso, perchè volendolo passare a guado sostenuto da due robusti mori, uno di questi sdrucciolò ed io presi il primo bagno africano. Ora Mons. Vescovo sta facendo le opportune pratiche per ottenere dal Governo terreno e sussidi necessarii, e presto potremo stabilirvici, se Ella ci manderà qualche buon coadiutore. Così coll'aiuto di Dio potremo fare anche noi un maggior bene.

Ella però non ci dimentichi, accolga i rispettosi ossequi di tutti, anche del suo Michelino, e ci mandi una speciale benedizione. Sempre

Suo devotissimo in G. C. Sac. MARTINO RECALCATI.

Matto Grosso (Brasile)

I primi matrimoni cristiani fra i Bororós.

(Da una lettera del Sac. Antonio Malan).

A bordo dell'Estrella sul Paraná. il 15 maggio 1908.

REV.mo SIG. D. RUA,

IN viaggio per Rio do Janeiro, accompagnato da un simpatico stuolo di 21 giovani Bororós, primizie della nostra Missione Evangelizzatrice, le comunico alcune notizie delle nostre Colonie dell'interno del Matto Grosso...

Tutto andava a seconda, quando, qualche mese fa, un triste fatto venne a gettare lo sgomerito fra i nostri neofiti. I terribili Cayapós avevano ucciso due persone della Colonia del S. Cuore e feritene altre (1). Grazie le premure del sig. Presidente dello Stato, il panico in breve cessò, nondimeno mi feci un dovere di anticipare la visita che aveva stabilito di fare alla Colonia. La uria comparsa e i numerosi doni da me portati finirono per calmare, tranquillizzàre e rallegrare nuovamente quei buoni indii, a segno elle ebbi la consolazione di poter benedire fra loro i primi matrimoni cristiani nelle famiglie dei due buoni cacichi che sono le nostre guide fedeli dopo la fondazione della prima Colonia.

Con quali ammirabili disposizioni non ricevettero la benedizione nuziale! Fu uno spettacolo per noi stessi edificante, che fece grande e grata impressione in tutti i selvaggi.

I nuovi sposi ebbero in dono una casa con un terreno adiacente e gli attrezzi per lavorarlo, un piccolo corredo consistente in due vestiti ed una coperta per ciascuno di loro e qualche capo di biancheria pei loro figli, e finalmente vari utensili ed oggetti domestici. Donammo anche ciascuna delle due famiglie di una vacca, di un vitello, di un paio di galline e di altri animali domestici. Viste le eccellenti disposizioni di quei cari neofiti, confido, in occasione di un'altra visita, di poter amministrare il Battesimo a più dozzine di adulti e benedire le loro nozze, con quale incremento morale di tutta la Colonia è facile il comprendere.

Essendomi poi presa la libertà di comunicare la lieta notizia non solo a Lei, amatissimo signor D. Rua, ma anche al S. Padre Pio X, al Nunzio Apostolico, al Presidente della Confederazione, al Presidente dello Stato, ed a vari Ministri, Deputati e Senatori, ebbi da tutti in risposta parole di somma benevolenza e di vivi incoraggiamenti per la nostra Missione (1).

E veramente, grazie a Dio, debbo confessare che ad ogni andata alle Colonie, ho sempre riscontrato un progresso ognor maggiore e crescente. Ma ciò non è dovuto solo alle indefesse fatiche dei nostri Missionari superiori ad ogni lode, ma anche alla costante carità di alcuni Cooperatori, specialmente di Francia, sempre buoni e generosi coi figli di D. Bosco.

E poichè dinanzi alla mia mente si schierano in questo istante tutti quelli che ci inviano regolarmente qualche sussidio, non posso tacere una parola di viva riconoscenza alla Direzione dell'Opera della S. Infanzia, e a tutto il popolo brasiliano, le cui Autorità civili ed il cui Congresso Nazionale ci proporzionano, con altri benefizi, sovvenzioni considerevoli ; come non ho parole per ringraziare l'appoggio che ci dà continuamente il Governo e tutta la Società dello Stato di Matto Grosso.

Con questi aiuti, ove Ella, amatissimo Padre, possa accordarci un aumento di personale, speriamo di poter presto aprire nuove sfere di azione ancor più vicine alla regione dei terribili Cayapós, i quali, fermamente lo speriamo, non tarderanno d'entrare anch'essi nel seno della nostra Divina Religione.

Come le accennava in principio, sono in viaggio per Rio Janeiro dove mi reco, invitato dal Governo, per assistere all'inaugurazione dell'Esposizione Nazionale che si tiene in commemorazione dell'apertura dei porti del Brasile al commercio internazionale, e con me sono 21 piccoli Bororós.

Appena possa, non mancherò di inviarle un piccolo ragguaglio di questo viaggio importante, a soddisfazione della S. V. e di quanti s'interessano di queste Missioni.

Mi raccomandi al Signore e mi creda sempre il suo

Obb.mo ed Umil.mo Figlio in G. C. Sac. ANTONIO MALAN.

(1) Cfr. la lettera di D. Balzola pubblicata nel mese di aprile.

(1) Ecco la risposta testuale del Santo Padre :

Roma 4 marzo. - Santo Padre lieto grato bella notizia imparte Apostolica Benedizione. - Card. Merry del Val.

li viaggio dei piccoli Bororós.

lettori saranno certo in attesa di altre notizie intorno il viaggio dei piccoli musici della Colonia del S. Cuore; e noi, pur riservandoci di soddisfarli pienamente non appena avremo ricevuto lettere e fotografie, non possiamo fare a meno di dar loro due notizie importantissime fin da questo numero.

Un trattenimento di beneficenza per le Missioni del Matto Grosso.

Dal São Paulo del 7 luglio:

Importantissimo e scelto il pubblico che ieri affollò il Teatro Vecchio di via S. Giovanni per assistere ad uno spettacolo di beneficenza in favore dei simpatici Bororós.

Il Presidente dello Stato, dolente di non poter intervenire, si fece rappresentare dal suo aiutante, il capitano Carvalho.

Una squadra della banda musicale governativa prestò servizio d'onore.

Dopo il primo atto della Geisha, il dott. Giuseppe Luigi de Almeida Noqueira tenne un discorso sull'opera dei Missionari del Matto Grosso e sui loro risultati.

Dopo il secondo atto parlò il piccolo bororó Giacomo, vivamente applaudito. Non sono senza interesse le parole pronunziate dall'intelligente giovanetto:

Eccellenze,

Eccellentissime famiglie, Signori,

Chi l'avrebbe detto, che alla nostra vita pur ieri errante nelle selve, avrebbe tenuto dietro questa apoteosi di feste, d'incanti e di entusiasmo, con cui io ed i miei compagni siamo ovunque applauditi!

Signori! quest'apoteosi non sperata racchiude per me e per voi un profondo significato. Essa è un trionfo della civiltà! In vero, docili e simpatici nella nostra modestia, vestiti nel corpo e più ancora rivestiti nell'anima, noi ci presentiamo a voi in nome di Dio e in nome della Patria.

Di Dio! Eccoli i Suoi messaggeri.... i nostri Maestri, maestri incomparabili perchè ardenti discepoli della Croce! Religione sublime, io ti saluto! sei tu che qui predichi la carità e vai a raccoglierne i frutti tra le foreste!

In nome della Patria! Sì, o Signori, lo proclamo con vanto: la Patria Brasiliana è anche patria nostra ! Fanciulli, oggi ne abbiamo imparato l'inno; uomini, domani ne ingrosseremo le file per garantirne i trionfi.

Popolo di S. Paolo! In nome dei miei compagni presenti, in nome dei nostri paesi.... in nome della carità, i più vivi ringraziamenti!

Il bororó Vital da Cruz.

Dopo il trionfo del 6 luglio, che era stato preceduto da altre numerose dimostrazioni di interesse e di affetto, un grave lutto attendeva la schiera dei piccoli musici ed i loro affezionati maestri.

Trascriviamo dal São Paulo del 9 luglio:

Avant'ieri, alle 5 del mattino, spirava nel Liceo del S. Cuore di Gesù il piccolo Vital da Cruz (Vitale della Croce), della piccola banda della benemerita e simpatica Missione Salesiana del Matto Grosso.

Il piccolo bororó era il men robusto del drappello. Poco dopo la partenza della Colonia, fu colto da un raffreddore e in seguito da un po' di tosse in Buenos Aires. Cinque giorni prima di morire, in una visita fatta coi suoi compagni alla contessa Pereira Pinto, disse di sentir male al capo. Tornato a casa, fu fatto coricare e si constatò che era stato colto da pleuro-polmonite. Nonostante le più sollecite cure dei Salesiani e del Dott. Alfonso Azevedo, in quattro giorni egli fu tratto al sepolcro. Orfano di padre, lascia la madre con quattro fratelli alla Colonia del S. Cuore. Non valsero ad irrobustire la sua fibra, deperita nelle innumerevoli privazioni e nelle mille vicende della foresta, tutti gli sforzi caritatevoli dei Missionari! Tuttavia essi hanno il conforto di aver conquistato un'anima al Paradiso.

Jeri, celebrò, presente la salma, lo stesso ispettore D. Malan. Il santuario del S. Cuore di Gesù era stipato di fedeli e di nobili famiglie ed erano pur presenti i rappresentanti del Presidente dello Stato, altre autorità civili e molte corporazioni religiose.

Dopo l'ufficio funebre si formò il corteo, numerosissimo, constando di più di cinquanta carrozzoni, che mosse verso il cimitero di Aracà dove venne presa una tomba perpetua per questo primo fiore Bororó, venuto ad avvizzire a S. Paolo.

Convennero fino al camposanto, non solo le autorità suaccennate, ma anche parecchi Senatori e Deputati, e molti membri del Clero e gran folla di popolo. La missione ha deciso di far lutto per trenta giorni.

Alle condoglianze di tutta la città di S. Paolo aggiungiamo le nostre più vive, fiduciosi che il piccolo Vitale dal cielo, ove lo speriamo già accolto, intercederà efficacemente per lo sviluppo delle Missioni impiantate fra le sue foreste.

I piccoli musici, alla metà di luglio, lasciavano S. Paolo per Lorena; e di là si recavano a Rio Janeiro, ove però l'apertura dell'Esposizione veniva tramandata al 16 agosto.

Miguel Magone.

Era già pronto questo numero per la stereotipia, quando ci giunse la notizia della morte di un altro giovanetto bororo, il carissimo Michele Magone, che due anni or sono accompagnava D. Malan in Europa. Catechista zelante ed efficace, affezionatissimo ai Missionari, la sua perdita è un grave lutto per la Missione.

All'addolorato D. Malan e agli altri Missionari le nostre più vive condoglianze; dai Cooperatori una fervida prece pei giovani defunti e per le Missioni del Matto Grosso, messe così duramente alla prova.

La tribù dei Bororos.

(Studio del Sac. Antonio Malan.) III (I).

SOMMARIO - Bare supremo - Bari subalterni - Nella nascita di un selvaggio- Cerimonie nuziali-Divorzio

Motivi di morte e segni di cattivo augurio - cura delle malattie - Nella morte di un selvaggio - Funerali - Bacúrúrú di lutto - Pianti e preghiere - Destino delle anime - Loro sofferenze - Soggiorno degli Aroes - Offici degli Aroes - Dimore delle anime dei Bororós- Coroados. Il Baire supremo.

Sua elezione. - Se un selvaggio è attirato alle cose invisibili, giunto all'età di circa 16 anni, comincia a sentir l'influenza degli dei, i quali dispongono che egli si distingua in qualche escursione sulle sponde di un fiume o di alcuno dei laghi o degli stagni che trovansi nei dintorni del suo villaggio.

Seduto sulla sabbia, egli ripassai canti appresi dal Baire defunto, e sul tramonto, in mezzo al canto degli uccelli allorchè la stella luminosa scompare .dall'orizzonte, torna alla sua povera capanna immerso in profonda meditazione.

I Pages e i Cacichi avvedutisi delle frequenti scomparse del giovane selvaggio, lo spiano diligentemente per venire a conoscere le occupazioni del solitario; e, conosciutele, ne dànno notizia ai loro dipendenti, i quali da quel momento prendono a trattare con molto rispetto e con grande deferenza il giovane bororó destinato ad essere un giorno il loro Baire supremo.

Il giovane intanto, venuto in pieno possesso degli spiriti, s'innamora della solitudine, e quando meno lo si aspetta, è trasportato nel seno delle foreste, ove, soletto, egli è spettatore delle apparizioni dì Bope, Mareba, e Tupà, con le quali divinità s'intrattiene con gioia sia intorno gl'incanti dei cieli come intorno le varie classi degli spiriti. Così ogni giorno egli è da queste divinità trasportato in detti cieli, ove dalla profondità della loro gloria esse gl'infondono la scienza, insegnandogli i segreti della natura e della vita, rivelandogli i misteri della sua religione, ammaestrandolo nelle leggi, e dicendogli chiaramente che egli è stato scelto d'in mezzo ai selvaggi, per essere il capo supremo della tribù.

Dopo quattro lune (è il tempo necessario per la completa formazione del nuovo gran sacerdote e capitano) il giovane torna al villaggio, ove con gioia delirante vien accolto e proclamato aroe-torari dai Baires subalterni e dai Cacichi, i quali con tutti i loro guerrieri depongono le loro armi ai piedi del capo novello, giurandogli fedeltà e promettendogli assistenza e difesa.

Suoi uffici. - Il Baire supremo diviene adunque re, e sacerdote, e dottore, e medico, e giudice inappellabile e signore degli elementi della natura, incaricato anche di dar il nome ai neonati e di compiere i riti tradizionali della tribù alla nascita di un selvaggio. In potere, è superiore agli Aroes, ai Bopes, ai Marebas ed agli Hayges maligni; in dignità è uguale ai Baregues ed all'Hayge buono. Gli Dei compaiono alla sua chiamata; scaccia dai corpi gli spiriti malvagi e le malattie; ha il dono della bilocazione; scaglia il fuoco dal cielo contro i suoi nemici e manda la morte ai selvaggi divenuti malvagi. Invulnerabile contro i mali e le miserie di questa vita, egli è in fine dotato della virtù onnipotente degli dei, e, quasi non bastasse, egli è in relazione cori i Bopes e i Marebas, che abitano il 6° cielo e con quelli che sono collocati al disotto; ed ha relazioni con i Baregues, con i Tupàdogues ed anche con Tupà (l'essere sconosciuto). Comunica direttamente con i quattro primi , indirettamente cogli ultimi; cogli spiriti maligni non ha contatto di sorta, fuori del caso di scongiuri.

Sue estasi. - Quando il Baire supremo ha, nelle sue estasi, assaporato le delizie dei cieli, rimane così amante di questa gloria, che se ne starebbe in estasi per tutta la vita, tanto che deve sforzarsi di trovar qualche diversivo nel corso della giornata. La notte, cullato dal sonno, percorre l'immensità dei cieli; e da quell'altezza, dotato della vista degli dei, scruta i cuori, indaga le coscienze dei subalterni, visita i suoi compagni del nono cielo, e in loro compagnia, passa delle ore di paradiso. Di là i Baregues lo conducono al cielo di Tupa e lo menano fino alla profondità della terra, nel soggiorno dei Aroes (le anime dei selvaggi defunti) che egli medica e consola.

Un tempo gli aroes, come gli Dei, non si manifestavano ai selvaggi, per la qual cosa questi non credevano all'immortalità dell'anima. Ma questa credenza oggi è generalmente ammessa, dopo le ripetute apparizioni degli aroes, che forse non sono che demoni travestiti.

L'estasi termina al sorgere dell'aurora.

L'anima loro, secondo il sistema filosofico dei Baires, è materiale, perchè sebbene parta dalla regione degli aroes al sorgere dell'aurora, essa non giunge ad unirsi al corpo se non quando risplende il sole, come se allo spirito occorresse del tempo per guadagnare gli spazi.

Cessando l'estasi il Baire, mostrandosi stanco e sfinito, si dibatte in tali convulsioni che par quasi che voglia rigettar l'anima dal corpo.

I Baires subalterni.

Loro elezione. - Se avviene in un villaggio che la morte colga tutti i capi, il Baire supremo,

i Bopes e i Marebas del 5°, del 6° e del 7° cielo, nonchè i primogeniti del Bope e del Mareba dell'8° cielo, e il primogenito di Tupà, procedono all'elezione ed alla formazione dei Baires subalterni, ai quali conferiscono dei poteri pressochè eguali a quelli del Baire supremo. I subalterni appartengono generalmente ad altri villaggi e non escono per esercitare il loro dominio che sotto l'ispirazione e la raccomandazione degli dei. Durante il cammino la loro scienza è completata da rapimenti che perfezionano la loro formazione.

Il Baire supremo e i subalterni hanno pure visioni reciproche, di maniera che se non si conoscono personalmente, ciò è solo per alcune fortuite circostanze, o per la troppa distanza che li separa; ma non appena s'incontrano, sono i più grandi ed intimi amici.

Loro privilegi. - I Baires secondari sono i consiglieri, i ministri, e alle volte i giudici dei Baire supremo. Essi hanno potere sopra i casi della vita, gli elementi della natura e gli spiriti maligni; e a lor volta sono medici e maestri, avvocati, protettori e difensori della loro religione, mediatori fra gli dei e la tribù, indovini e favoriti del dono della bilocazione.

Col permesso del Baire supremo, ordinano le caccie e presiedono il Bacúrúrú e simiglianti cerimonie. Sono in comunicazione diretta coi BoPes e i Marebas del 5° e del 6° cielo, col primogenito di Tupà, con l'Haygedel cielo, con i Baregues e gli Aroes; ed hanno commercio diretto con i Bopes e i Marebas, signori del 7° edell'8° cielo ed anche con Tupà.

Essi non fanno mai scongiuri se non vi son costretti da malattie ; benedicono le assemblee del mano e del marido ed hanno il dovere di assistere e di aiutare il Baire supremo negli scongiuri contro i Baregues e gli Aroes, allorchè questi sono irritati contro gli indii loro dipendenti a causa di qualche eccesso nei banchetti.

Loro estasi. - Ogni notte son trasportati in spirito al 5°, 6° e 9° cielo, che visitano partitamente; donde scendono al soggiorno degli Aroes per confortarli. Finchè si trovano nei differenti cieli, possono vedere quello che passa sulla terra e di là scrutano l'avvenire. Anche essi, come il Baire supremo, tornano dall'estasi sul fare del giorno.

Nella nascita di un selvaggio.

Avvicinandosi l'ora della nascita di qualche selvaggio, uno dei baires subalterni raduna alcune cantatrici che intonano inni di gioia a sollievo di colei che deve dare alla luce. La nascita di un fanciullo è accolta con grandi dimostrazioni di giubilo da parte degli uomini; le donne invece versano abbondanti lagrime finchè la puerpera non si è rimessa dalla sua stanchezza. Allora vanno tutte a farle visita per a felicitarla calorosamente. Il Baire subalterno, per delegazione del Baire supremo, convoca ed invita tutto il villaggio a seguirlo presso il neonato. Questi è condotto processionalmente al bahyto (il capannone delle adunanze) mentre tutti cantano a larghe note. Nel bahyto è distesa al suolo una stuoia tinta di urucú, sopra la quale sono state collocate due càbaças (zucche vuote) piene di urucú, e di catrame; e in mezzo mettono due bapos (archi) ed un parico (la corona di penne che si pongono attorno il capo) sostenuti da un baragara, un bastoncello a punta coronato all'estremità di penne multicolori di araras, garças e sparvieri. Poco lungi dalla stuoia arde un piccolo fuoco.

Giunti al bahyto, la madre depone sulla stuoia il figliuoletto, cui il Baire dona un piccolo arco affinché si diverta e subito intona un canto profetico sui destini del neonato. Poscia fa liquefare il catrame che mescola col sego d'almexica, e con la miscela risultante, simile all'olio denso, ingrassa la testa del neonato. Quindi tolti in mano i bapos (gli archi) ripete il canto, dopo il quale copre di penne bianche tutto il corpo del bimbo, ad eccezione del capo cui riveste di penne verdi e rosse. In fine prende il baragara e segna il posto dei fori che farà il dì appresso alle labbra, alle orecchie e al naso del bambino. Con quest'atto termina la prima parte delle cerimonie solite a compiersi dai Bororós nella nascita di un indio.

L'indomani, con eguale apparato, il neonato è di buon'ora nuovamente condotto al bahyto e posto a seder sulla stuoia. Prima che spunti il sole, il Baire intona un canto per supplicar Mareba a tener lontana dal nuovo mortale ogni disgrazia; e non appena comincia ad albeggiare, impugna colla destra il baragara a foggia di una spada, tenendolo colla punta alzata, e intona un altro canto per invitare le anime degli aroes a venire a vedere il nuovo bororó, e così cantando, s'avanza e rincula dinanzi la stuoia, finchè non spunta il sole. Al brillare del primo raggio fora il labbro inferiore, il naso e le orecchie del bimbo, cui dà il nome di ciò che lì per lì si presenta al suo sguardo. Da quel momento l'infante è ritenuto per bororó; la madre lo riconduce alla capanna, e, postagli in capo una corona di penne scarlattine, lo presenta al pubblico, che lo saluta ufficialmente qual suo compatriota.

Sac. ANTONIO MALAN.

(Continua).

Libri di testo per l'anno 1908-09.

La Libreria Salesiana di Torino pubblicherà verso la fine del mese il nuovo elenco dei Libri di Testo per l'anno 1908-09 e ne invierà copie ai singoli Seminari.

Sarà ben lieta se coll'accennato invio potrà facilitare in qualche guisa l'esecuzione delle Disposizioni Pontificie circa gli Studi nei Seminari.

IL CULTO di Maria Ausiliatrice

Pellegrinaggio spirituale pel 24 corrente

INVITIAMO i devoti di Maria SS. Ausiliatrice a pellegrinare in ispirito al Santuario di Valdocco il 24 corrente e ad unirsi alle nostre preghiere.

Oltre le intenzioni particolari dei nostri benefattori, nelle speciali funzioni che si celebreranno nel Santuario avremo anche quest'intenzione generale

Compiendosi in questo mese l'Anno Cinquantesimo dell'Ordinazione Sacerdotale del Santo Padre, imploreremo con particolari preghiere le benedizioni Più elette della Vergine Ausiliatrice secondo intenzione di PAPA Pio X.

Delle feste celebratesi ad onore di Maria Santissima Ausiliatrice all'Estero daremo un ragguaglio completo nel prossimo numero.

GRAZIE E FAVORI

A Lei non si ricorre mai invano.

Lo scorso gennaio mi trovavo inferma, quando al mio cuore già sofferente un'altra pena, s'aggiunse: il carissimo mio fratello Giovanni, padre di sei innocenti creature, era stato colto da bronchite e si temeva fortemente per la sua vita cara e preziosa. La famiglia, immersa nel più vivo dolore, piangeva e pregava. Con fede io pure mi rivolsi alla Vergine Ausiliatrice supplicandola a ridonarlo ai vecchi genitori ed agli amati figliuoli. E Maria benignamente ascoltò subito le nostre preghiere.

Poco dopo a me pure la Vergine Santa volse il suo sguardo pietoso. Da quattro anni soffrivo dolorosi disturbi di stomaco causa un'ulcere avuta. Con tutto il cuore a Lei mi rivolsi, altre persone si unirono a me ed in breve anch'io guarii perfettamente ; le sofferenze che da quattro anni mi tormentavano scomparvero adatto !

Ma quando pregustavo il piacere di poter riprendere le mie occupazioni mi colse una dolorosa pleurite. Causa il mio fisico già molto debole, temevansi serie conseguenze, ma la Madonna del Venerabile D. Bosco, nella quale avevo riposto tutta la mia fiducia, ancora una volta volle mostrarmi la sua bontà e la sua potenza. Oh ! a Lei non si ricorre mai invano!

Piano d'Isola d'Asti, 24 luglio 1908.

Suor BEATRICE ROVELLI.

Da morte a vita.

Verso la fine del passato febbraio, la scarlattina che da parecchi mesi mieteva vittime in città, si manifestò eziandio in questo Istituto, ove parecchi furono gli allievi colti dal morbo.

Tra gli altri vi fu il fanciullo Peri Enrico, di anni dodici, che, assalito da violenta febbre, fu ben tosto dichiarato dai medici in gravi condizioni. Per colmo di sventura, alla scarlattina venne nel piccolo infermo ad aggiungersi la difterite, ed il male galoppava in tal guisa che la sera del 3 marzo il medico curante aveva perduta ogni speranza di salvezza. Dietro suo consiglio, nella notte furono amministrati all'ammalato gli ultimi conforti di nostra Santa Religione, cioè l'Olio Santo e la benedizione papale, come furono recitate le preghiere dei moribondi. Il respiro era omai rantoloso, il polso piccolo e fuggente ; tutto faceva pronostìcare una imminente catastrofe.

Ma la sera, quando le condizioni del fanciullo parvero entrate nella crisi estrema, fu incomin ciata - oh! con quanta divozione - una novena a Maria SS. Ausiliatrice. Si voleva ad ogni costo la grazia e lo si diceva alla nostra Celeste Madre: « Voi, o Maria, lo potete ; Voi dovete ottenere dal Cuore SS. del vostro Figlio Gesù la guarigione del nostro Enrico: coli Voi intercederà pure il caro S. Giuseppe nel mese a Lui dedicato: la vostra bontà ancora una volta sarà manifesta ai vostri figli. »

Quella notte, notte tanto angosciata, doveva essere a noi foriera non di morte, ma di vita. Quando, di buon mattino, l'ottimo dottore rientrava nell'Istituto e chiedeva con animo trepidante, che fosse avvenuto del piccolo Peri, con indicibile sorpresa udiva rispondersi che non solo egli viveva ancora, ma - a giudicare dalle apparenze - pareva entrato in un periodo di miglioramento.

Così era diffatti. Maria SS. ascoltava le nostre suppliche, ed il medico constatava, quasi senza saper credere a se medesimo, che - svaniti i sintomi di morte - il miglioramento c'era, e reale, e fortunatissimo. In breve, il caro Enrico andò, a poco a poco, riacquistando le forze, fra la gioia di tutti, che continuavano a pregare per la sua completa guarigione e già rendevano grazie per l'ottenuto favore. Che dico favore? « Lo scriva pure, mi ripetè molte volte il medico, che qui vi è un miracolo, e che io sono pronto a firmarne qualsivoglia dichiarazione ». E figlio del miracolo chiamava poi il Peri durante la sua convalescenza.

Riconoscentissimo alla nostra potente e benignissima Madre, Maria Ausiliatrice, dal più profondo dell'anima rendo infinite grazie a Lei in nome del fanciullo salvato da certa morte, in nome della sua buona famiglia, e in nome dell'Istituto intero, che da questo segnalato favore sente raddoppiati i dolci vincoli di figliale amore e devozione per la gloriosa Celeste Regina.

Bologna, Istituto della B. V. di S. Luca 8 agosto 1908.

D. ROBERTO RICCARDI

Direttore.

La voce degli emigrati.

Mompós (Colombia). - Rimasto sprovvisto di mezzi pel sostentamento della mia famiglia ed impossibilitato a trovar lavoro a causa di pertinace ed infamante calunnia di gratuiti nemici, collocai tutta la mia speranza nell'Ausiliatrice dei Cristiani, ed oh ! qual cumulo di grazie ricevemmo dalle sue mani. Durante quasi tutto l'anno 1907, la Madonna di D. Bosco ci proporzionò il pane quotidiano in mille e svariati modi l'uno più dell'altro straordinario; e al principiar di quest'anno 19o8, in una maniera del tutto provvidenziale, mi fe' trovare un impiego e con esso il necessario pel mantenimento della mia famiglia. Sieno rese grazie eterne a chi ci ha sorretto in mezzo all'abbandono di tutti, e nell'imperversare terribile della prova, cioè a Maria Ausiliatrice.

29 maggio 1908.

GIACINTO G. MACCHI.

Ariàs (Repubblica Argentina). - Colto da insoffribile male alla gola, chiesi a Maria Ausiliatrice di esserne guarito, promettendole un'offerta e la mia eterna riconoscenza. All'indomani io era perfettamente guarito !

24 maggio 1908.

COSTANZO ASTESANO.

Karrawang (West-Australia). - Oh! come è buona la Madonna di Don Bosco con i suoi devoti! Io partiva dalla patria sotto il suo patrocinio il 21 novembre u. s. per recarmi qui in Australia affin di guadagnare qualche cosa e migliorare le condizioni della mia famiglia. Mi sento in dovere di ringraziare la potente Ausiliatrice del felicissimo viaggio che ho fatto in terra e in mare, e della protezione accordatami nei primi quattro mesi e mezzo di lavoro, in cui con buona salute ho fatto discreta fortuna. Invio un'elemosina per una messa di ringraziamento al suo altare, e perchè mi sia mandato anche qui il Bollettino Salesiano, scritto in italiano. Anche il mio cugino Antonio Lazzari invia eguale offerta, chiedendo di essere ascritto fra i Cooperatori e di avere il Bollettino in lingua inglese per darlo a leggere ad alcuni inglesi che lavorano insieme con noi, affinchè imparino anch'essi a conoscere le Opere di D. Bosco e la bontà di Maria Ausiliatrice.

15 maggio 1908.

MAFFESCIONI ANTONIO di Teglio

Cooperatore Salesiano.

Montarsico (Bologna). - Mio marito fu messo alla prova da una serie di persecuzioni che lo ferivano nell'onore e nella parte più delicata del cuore: e non solamente lui, ma tutta la famiglia ne soffriva immensamente. Pieni di fiducia ricorremmo a Maria Ausiliatrice, promettendo un'offerta e eli render pubblica la grazia, se ci avesse aiutato in tanto frangente. Non rimanemmo delusi: già possiamo dire che i calunniatori sono rimasti scornati e tutto è finito col trionfo della giustizia. Ringraziamo pertanto la madre nostra Maria, ed auguriamo a tutti coloro che ricorrono a Lei di essere così pienamente esauditi.

15 marzo 1908.

Una Cooperatrice Salesiana.

Arco. - In seguito a mia domanda il 15 febbraio riceveva la notizia che il giorno 17 si sarebbe cominciata dai giovanetti dell'Oratorio Salesiano di Valdocco una novena di preghiere per impetrare da Maria SS. Ausiliatrice la guarigione di mia moglie Luigia Callierotti affetta da pleurite ed altre malattie. Son lieto di testificare che tuia moglie è perfettamente guarita.

10 marzo 1908.

FRANCESCO CALLIEROTTI.

Torino. - Ero da molto tempo oppresso da terribili dolori di petto, tosse maligna, e da molte malattie per cui mi ridussi in pericolo di morte. Ricevuti i Santi Sacramenti, mi raccomandai a Maria SS. Ausiliatrice acciò volesse ottenermi di sollevarmi per la respirazione e darmi un po' di calma alla tosse ed ai dolori di petto, sicchè potessi resistere al viaggio per tornar a casa mia, il che era giudicato dai medici e da quanti m'assistevano per impossibile. Ma Colei che dal SS. Cuor di Gesù tutto ottiene, prodigiosamente mi esaudì, poichè dopo tre giorni potei intraprendere il viaggio abbastanza lungo (da Torino a Lesa sul Lago Maggiore), senza danno alcuno. Ne sia dunque ringraziata la SS. Vergine Ausiliatrice.

31 marzo 19o8.

Pozzi FAUSTINA.

Lula (Sassari). - O Maria Ausiliatrice! non invano t'ho invocata in tante mie sofferenze! Tu sei balsamo che rimargina e addolcisce le ferite più dolorose e più profonde ! Da parecchi anni incombeva sulla tuia famiglia, insidiosa come una serpe, la discordia, che minacciava di travolgerla tutta. Feci ricorso a Te, o Santa Madre, e Tu mi hai già fatto gustare i dolci frutti della carità, che riunisce e rianima i cuori di noi tutti. Ti siano rese degnissime grazie dagli Angeli del Paradiso, perchè io me ne sento indegna ed incapace!

Marzo 19o3.

L. DELEDDA.

Ragogna (Udine). - Da circa un anno il mio figlio Alfonso era colpito da una lenta enterite, sicchè sotto i miei occhi con gran dolore lo vedeva giornalmente deperire. Tutte le cure dell'ottimo nostro medico riuscirono inutili e omai si dubitava della sua guarigione. In questo frangente ricorsi con fede all'Ausiliatrice dei Cristiani, feci col figlio una novena, chiesi che si celebrasse a Torino una S. Messa e promisi alla Vergine, se ridonava la salute al caro figliuolo, di pubblicare la grazia. La Vergine benedetta si degnò esaudire i nostri voti ; da quell'ora in poi il mio Alfonso andò sempre migliorando ed ora è completamente guarito.

3 aprile 1908.

R. S.

Castelfondo (Austria). - Dopo 12 anni di malattia, passati qualche tempo a letto e qualche tempo camminando colle grucce, e, alle volte, impotente a reggermi da sola in piedi, per dolori articolari acutissimi, incapace anche di adoperare le grucce, fui consigliata da una cooperatrice salesiana di rivolgermi a Maria SS. Ausiliatrice con una novena ed una piccola offerta per la celebrazione di una Messa al suo altare. Alla fine della novena abbandonai le grucce ed ora cammino liberamente. Soffriva un dolore alla spina dorsale ed anche questo malore svanì. Riconoscente prego di pubblicare la grazia nel Bollettino Salesiano.

2 aprile 19o8.

COLOGNA MARIA.

Trento. - Alla metà di gennaio s'ammalò gravemente una mia nipote. La febbre persisteva, il dottore crollava il capo, la famiglia era afflittissima. Mi ricordai allora della Madonna di D. Bosco e con fede portai due candele alla cappella di questo istituto salesiano e pregai, promettendo una Santa Messa e la pubblicazione della grazia se fossi esaudita. Lo si crederebbe? al finir delle candele la febbre cessò e, dopo pochi giorni, la graziata stessa si recò a far celebrare la messa di ringraziamento.

22 aprile 1903.

CARLOTTA RENZI.

Sopramonte. - Oh! pietosa Maria SS. Ausiliatrice, che sarebbe stato del mio figlio Luigi, se non esaudivi la preghiera che ogni giorno ti innalzo di preservare i miei cari da ogni disgrazia d'anima e di corpo? Agli undici d'aprile del corrente anno egli tornava verso casa su d'un carro tirato dai buoi, quando questi si diedero a precipitosa fuga : due ruote uscirono immediatamente dall'asse e il mio povero figlio caduto sotto il carro fece in questa posizione un bel tratto di strada, sotto il peso che ognuno può immaginare. Al rumore accorsero tre uomini, e quale non fu la loro meraviglia nel veder uscire sano e salvo senza la minima ferita, colui che credevano morto? I testimoni son persuasi che questo sia un vero miracolo ed io a chi dovrò attribuirlo se non a te, o Madre pietosa, che sei tanto buona nell'esaudire le preghiere dei tuoi figli, anche dei più indegni?

2o aprile 19o8.

VITALI ANGELA MORA

Coop. Salesiana.

Levaggi (Chiavari). - La giovinetta, mia parrocchiana, Ginocchio Rachele di Andrea e di Emilia, affetta da bronco-polmonite venne spedita da vani medici. Ella divota della Madonna di D. Bosco, le si raccomandò vivamente e guarì in modo perfetto.

9 aprile 19o8.

Sac. Giov. BATT. COSTA, Parroco.

Torino. - Riconoscenti rendiamo pubbliche grazie alla Vergine Ausiliatrice, che con pietà materna ascoltò la nostra voce di pianto e di preghiera. Nei lunghi giorni di una prova dolorosa ci assistè amorosamente ed ora pose fine al nostro dolore. Continua, cara Madre, su di noi la tua protezione.

29 aprile 19o8.

F. RASTELLO.

Milano. - La mia bambina di tre mesi fu colta da polmonite grave, che seguita da pleurite rese necessaria un'operazione., per togliere un deposito che si era andato formando nella pleura. Data la tenerissima età della bambina, i medici erano molto incerti se tentare l'operazione, temendo non potesse sopportarla. Mi raccomandai a Maria SS. Ausiliatrice promettendo di far pubblicare la grazia sul Bollettino Salesiano. La bimba fu operata, non ebbe nessuna complicazione, ed ora è in florida salute. Siano rese grazie a Maria.

11 aprile 1908.

GUENDALINA LITTA MODIGNANI CICOGNA.

Cittadella (Padova). - Abbiamo avuto il nostro Mario ammalato di nefrite forte con una complicazione di altri mali conseguenti, che si disperava di salvarlo. Il medico curante stesso ci fece avvertiti di tale pericolo. Nella disperazione ricorremmo fiduciosi a Maria SS. Ausiliatrice che ce lo ridonasse promettendo un'elemosina pei suoi orfanelli qualora ci avesse fatto la grazia, che avremmo pubblicato nel Bollettino Salesiano. Esauditi, dopo di avere esperimentata la guarigione completa, adempiamo con somma riconoscenza le nostre promesse.

15 aprile 19o8.

LINDA e BATTISTA Rossi.

Casale. - Costretta ad abbandonare la scuola per febbre, catarro intestinale e forte anemia, con fiducia illimitata mi rivolsi a Maria Ausiliatrice, e... una, due novene , insieme colla mia famiglia, feci alla cara Madonna di D. Bosco , colla ferma sicurezza di ottenere da Lei la sospirata guarigione. Bontà di Maria Ausiliatrice ! Proprio nel giorno della sua festa (24 maggio) i dottori constatarono una diminuzione di febbre ed un miglioramento generale che in breve mi portò ad ottima salute. Anche per un'altra grazia sento il dovere di protestare alla Beata Vergine Ausiliatrice la mia riconoscenza.

20 luglio 1908.

MORANO MARIA, Maestra.

Perosa Argentina. - Profondamente commossa sciolgo il voto fatto in un giorno di grande trepidanza, col ringraziare pubblicamente Maria SS. Ausiliatrice. Un'immensa sciagura stava per piombare sulla mia famiglia e l'avrebbe immersa nel lutto il più desolante, se la Vergine Santa non avesse esaudite le preghiere che fiduciosa io Le porsi. Ch'Ella sia benedetta!

11 luglio 1908.

GIACINTA BASTIA.

Isola d'Asti. - La carissima nostra figlia Adele sorpresa da doloroso malessere, teneva l'animo nostro in grande costernazione. In tal frangente, con viva fede ci rivolgemmo a Maria Ausiliatrice. E Maria venne prontamente in nostro aiuto, liberando l'amata figlia da ogni incomodo, ridonando così al nostro cuore pace e conforto.

23 luglio 1903

Famiglia TROIA.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti

A*) -Airuno (Como); Gilardi Teresa 10.5o - Aiello (Gorizia): Venier Luigia 10 - Albino. (Berganto): Persico Maria 9.9o - Albissola Superiore (Genova): Cerruti ved. Benedetta 2 - Ales (Cagliari): Notaio Tommasi G. B. 5 - Alice Belcolle: Migliardi Maria 10 - - Alice Castello: Ravetto Rosa - Ancona: Francesco Milesi Ferretti - Aosta: N. N. 5 - id.: Fenoil Rosina 10 - Arona: Ernestina Torelli de Gaudenzi 5.

B) -Badolato (Catanzaro): Paparo Giovannina 50 - Bagnolo Piemonte (Cuneo): Viglianco Lorenzo 3 Bahia Bianca (Repubblica Argentina): Pezzoni Clementina 5 - Balerna: N. N. 2 - Bellinzago Novarese: Carolina Vandoni in Bovio 5 - Bellin

*) L'ordine alfabetico è quello delle città e dei paesi cui appartengono i graziati di Maria Ausiliatrice.

zago Lombardo: Felice Gavinelli io - Bianzè: Famiglia Eusebietto - Bibiana: Rainello Maria - Bologna Malaguti Gaetano 2 - id.: Rasoni Eugenio i - id.. Zanichelli Carlo 5 -Bolsena (Roma): Dottarelli Marianna 5 - Borgomanero (Novara): Ch. Angelo Savoini 5 - Bottonasco (Cuneo): G. Cairola Ferrero - Bra; M. M. - Bracchio (Novara): Sac. G. Mortarotti io - Brione Vezzasca (C. Ticino): Maggini D. Giovanni Domenico 20 - Busca (Cuneo): Migliore Giuseppe io-id.: L. G. 2.

C) - Cagliari: Virginia Tuderi 10 - id.: Atzeni Francesca 2 - id.: Grazietta Floris 5 - Calamandrana (Alessandria): Zoccola Giuseppina - Caluso (Torino): Bassino Giovannina 5 - id.: Merlo Felicita 5 - id.: Gamerlo Angelo 5 - Calori di Villafranca Veronese: Fraccaroli Maria 4 - Camino (Alessandria): Bertiglia Ermenegilda 11 - Campitello (Mantova): Besacchi Francesco 5 - Caprino Veronese: Maurilla Pozzo Viviani 5 - Cardè (Cuneo): Ardussi Giovanni - Carmagnola: Casalis Bartolomeo - id.: Osella Francesco 2 - Carmignano (Firenze): Matilde Cavalbise Vinattieri 2 - Carpaneto (Piacenza) : M. Coari 20 - Casada di S. Stefano Cadore (Belluno) : Dorigazzi Pietro fu Giacomo 2 - Casa lmonferrato : Angiolina Boetti io - Casamicciola: Monti Leonardi 20 - Casale Vecchio (Como): Lissoni Rosa 5 - Casale: R. C. P. 2 - Casoria (Napoli): Emanuele Migliore nata Mirando 25 - Cassana di Borghetto Vara (Genova): De Amezaga Sofia Vedova Bellando 15 - Cassino d'Acqui: G. M. 12 - Castagnaro (Verona): Maria C. Fiocco i5 - Castelcerino (Verona): Fochesado Veronica 3 - Castelnuovo di Verona: Pasini D. Attilio, a nome di alcuni devoti 4 - Castel S. Giovanni (Piacenza): N. N. 10 - id.: Maria ed Amilia Riccardi 15 - Castelferro (Alessandria): Malvicini Teresa 5 - Casteltesino (Austria): Barbera Boso 41,88 - Casteltermini (Girgenti): Gaetani avv. Salvatore 4 - Castiglione Tinella: Negro Maria - Cavagnolo (Torino): N. N. - Cavour (Torino): Cravero Caterina 2 - Cesso le (Acqui): Pistoia Delfina fu Francesco 3 - Chatillon (Torino): R. S. 5 - Chero di Carpaneto: Gasparini Giuseppina e Luigi 25 - Chiari (Brescia): Pighetti Paolo 2 - Chiavari: E. Alemanni 35 - Chivasso (Torino): Coniugi Cena - Cicagna (Genova): Beltrami Luigi 5 - Cisterna d'Asti: Paveri Bartolomeo 10 - Cittadella (Padova): Linda Niero Rossi 3 - Cisternino (Bari): Lepore Vincenzo 2 - Codroipo (Udine): D. Zainparo Giacomo io - Como: Guido Aureggi 5 - Conegliano (Treviso): Caprara Giuditta 2 - id.: Annita Roma 5 - id.: N. N. 5 - Cornegliano d'Alba: S. B. - Cuorgnè (Torino): Maria Mana De Martini 5.

D) - Dervio (Como): Galberti Revegonda 5 - Dogliani: Berscia Carlo.

E) - Esino Superiore (Como): Nosazzi Caterina 18.

F) - Fagana (Udine): D. Domenico Stefanutti 20 - Feletto Canavese (Torino): Vagine Marianna 5 - Firenze: Ester Gagliardi di Francia io - Forlì: Clementina Foschini - id.: Vitali Veronica io - Proni Canavese: N. N. - Godano (Genova): M. O. io.

G) - Genova: Matteucci Giovannina 5 - id.: M. Astengo 10 - id.: P. M. 2.50 - Gonnosfanodiga (Cagliari): Sac. Antonio Serra io - Granarolo di Faenza:Fenati Angelina 3 - id.: Bedeschi Monica - Gualdo Tadino: N. N. 5.

I) - Isili (Cagliari): D. Efisio Satta 2 - Ivrea: C. D.

K) - Knysna (Cap. di Buona Speranza): La Cooperatrice Robolini 13.54.

L) - La Casa (Torino): D. Giustino Mestorini, Parroco ,- Laggio (Cadore): Maestro Ronzone Dionisio 5 - Lanusei (Cagliari): Sulis Agostina 5 - id.: N. N. 15 - Lodi: Maria Fighetti 2,40.

M) - Malta: D. De Bollo Fotunato, missionario, 5 - Marone (Brescia): Cristin Carlo 2 - Masone: Gliscuti Carolina 4 - Martinengo (Bergamo): Bergamaschi Ancilla io - Mazzara del Vallo (Trapani): Maria De Curti 5 - Milano: A. Lasio 20. - id.: Clotilde Casazza 5 - Morano (Venezia) Giuseppina Mirito 2 - Moggio (Como): Invernizzi Palmira 3 - Molina di Malo (Vicenza): Battistilla Giovanni 10 - Molini di Nogaredo: Elda Bertagnalli - Mondovi-Breo (Cuneo) : Nallino Spirito 15 - Monreale (Palermo): Jace Antonietta 2 - Montaldo Bormida: Bianchi Angela in O. 2. - id.: Sac. Pronzato Francesco 15 - Montebello di La Chiozza (Modena): D. Luigi Bonvicini 47 per varie grazie - Montechiaro d'Asti: Corinna Carmagnola 3 - Montepulciano (Siena): Can. Alberto Angeletti 5 - Monterotondo (Roma): Basilici Giuseppe 5 - Mura (Brescia): Coggiola Martina 5 - Murialdo: Vassallo Giuseppe Zoo.

N) - Napoli: C. D. 7 - id.: M. C. C. 8o - Narzole (Cuneo): Savino Leodegario 5 - Nicastro (Catanzaro): Pallone Raffaele io - Nizza Marittima: Ghiglione Egidio 2.50 - Nizza Monferrato: Un'educanda dell'Istituto di N. S. della Grazie. - Noci Ligure: Bossi Savina 5 -- Novi di Modena: Pia Carnevali.

O) - Obledo (Treviso): De Nardo Giovannina Zanotto 5 - Oleggio (Novara): Brambilla Gaudenzina 5 - id.: Leonardi Antonia 5 -- Oneglia (Porto Maurizio): Francesco Ramello 3- Orzinuovi (Brescia): A. Baronchelli, 20.

P) - Perletto (Cuneo): Cauda Maria 5 - Piadena (Cremona): Domini Davide 20 - Pielungo: Giuseppina Bennato 3 - id.: Contessa Ceroni 20 - Pinzolo (Tirolo): Lodovico Vidi 5 - Poirino M. B. - Pontecasale (Padova): Bettino Turri 20 -

- Ponzone: Ivaldi Celestina di Pietro - Pratolungo di Gavi (Alessandria): Parassolo Antonio 5.

Q) - Quart (Torino): N. N. 25.

R) - Racconigi: Fontana Elisabetta - Ragusa Inferiore (Siracusa): Giammaria Celestina 5 - Ranzi Pietra (Genova): D. Giov. Battista Pastorino 8 - Rho (Milano): Alcune divote 5 - Rivarolo Canavese: Defabiani Mariannina - Roma: Boy Antonio 1 - Rondissone (Torino): Merlo Michele 2 - Rossiglione Superiore: P. V. 10o in ringraziamento di favori ricevuti e per ottenere il compimento di altri, chiedendo una benedizione all'altare di Maria Ausiliatrice per la sua cara famiglia - Roverchiaro (Verona): Filomena Olivati io.

S) - Sacconago (Milano): Vignati Maria 2 - Saluzzo: N. N. 5 - S. Ambrogio Olona: M. Pianezi 3 - S. Benedetto Belbo (Cuneo): Corsini Teresa 2 - S. Bonifacio (Verona): Cola Maria 4.20 - S. Elisabetta di Lido (Venezia): Giulio Todescan 2 - S. Giacomo (Cuneo): D. Ferzero Antonio 5 - S. Gillio Torinese: Darbesio Teresa 10 - Santa Giuletta (Pavia): Casteggio Framisetto 3 - Santa Lussergiu (Cagliari): N. N. 12 - Saint Marcel (Torino): Christelle Tusina 15 - Santa Maria (Aquila): Colelli Teresa - S. Salvatore Monferrato: Spriano Arturo 5 - Santena: Griva Margherita - S. Vittoria d'Alba (Cuneo): Oricco Dabbene Candida 2 - Sassi: Bai Angela - Samatzai (Cagliari): Pisano Raffaele, studente, 1.50 - Sassari: Don Gavina, 10 - Serina (Bergamo): Avogadri Caterina 5 - Serra Riccò (Genova): Semino Luigi 22 - Serravalle Scrivia: Nervo Salvatore 1o id.: Doglio Giovanni - Schio (Vicenza): Pilati Oreste 3 - id.: Ceolato T. 5 - Sogno (Bergamo): Lesa Letizia 5 - Solivo di Lesa (Novara): D. Prini Felice ,5 - Sordevolo (Novara): Neiretti Angela 5 - Spilimbergo: Cominotto Francesco 13, 15 - Stignano (Reggio Calabria): Alfarano Suor Rosina di Raffaele 5 - Stradella: Chierico Angelini Lodovico 3 - Sano (Novara): Don Giulio Baroli 6.

T) - Tabellano (Mantova): Bigi D. Ercole 1.50Terno d'Isola (Bergamo): Mazzoleni Ester 5 - - Tezze Arzignano (Vicenza): Bertinato Antonia 20.50 - Tigliole d'Asti: Sesia Margherita - Todi: D. Settimio Fiorelli di Chioano 20 - Tolentino (Macerata): N. N. 5-Torino: Barberis Denina 5 - id.: Borelli Giuseppe - id.: T. D. 20 - id.: N. N. Zoo - id. Famiglia Muttis - id.: Ferrario Margherita 5 - id.: Maria A. - id. Vogliotti Maria - id.: M. V. - id.: Sorelle Benno 5 - id.: M. B. io - id.: Savio Maria io - Tortona: Vistarino Malvina 4 - Trento: Ida Borgognoni Bassi 5 - Trezzo Tinella (Cuneo): La Superiora del Ritiro Mariane Giuseppine 5 - Tribano (Padova): G. G. B. 1.

V) - Valfenera: Lanfranco Domenico- Valtorta: Pietro Regazzoni 4.20 - Varazze (Genova): Ferro Margherita - id.: D. Giovanni Paseri 2o a nome di Salvo Nicolò di Stella S. Martino (Savona); 5 a nome di N. N. - Varese (Como): Morisetti Teresa 3 - Varzi (Pavia): Marchesa Marchetti Luigia 2 - id.: Carosio Azzaretti Rosa 2.50 - Venezia: Ida Barbieri Viganò 2- Vercelli: Rollone Francesco 10 - id.: Cerini Annetta - Verdello: Libella Pietro di Levate 10 - Verolengo (Torino): Vogliotti Giuseppe 1.5o - Verona: Quintarelli Adelina 14 - Veruno (Novara): M. Mortaretti 20 - Verzi Loano: Suor Caterina Fazio - Vesinze: Bertonasco Catterina 7 - Villafranca Piemonte: Guglielmina Agnese 2 - Villamiroglio: D. Porta Morellino - Villanova d'Asti: Bianco Anna 3 - Villanova Solaro: Demichelis Maria - id.: Bruno Caterina - Villastellone : Margherita Collo - Villongo S. Pilastro (Bergamo): Ghilotti Maddalena 5 - Vimercate (Milano): Gallarati Michelina 2.50 - Vineland New Jersey (S. U. N. A.): Alcuni Cooperatori - Vinovo: Stardero Maria 2 - Volano: Doti Luigi Luchi 11.52.

Santuario di Maria Ausiliatrice - Torino.

A cominciare dal 15 agosto fino alla 2a domenica di ottobre, nel pomeriggio dei giorni festivi v'ha una sola funzione alle ore 16.

TRA I FIGLI DDL POPOLO

Cronaca degli Oratori festivi. ALI MARINA. - Un'opportuna istituzione.

Il 7 giugno nei locali dell'Oratorio festivo graziosamente preparati per l'occasione si svolse una simpatica festa per la solenne inaugurazione della « Sala S. Giuseppe », destinata a scopo di onesto ritrovo per i Soci della compagnia omonima.

Onorata dalla presenza di varii signori appartenenti alle più distinte famiglie, fra cui il Prosindaco sig. cav. Antonino Maggiore, il sig. barone Paolo Comitini, il sig. cancelliere di quella R. Pretura, il sig. dottor Giuseppe Fusco, il can. Giuseppe Moricada, Decano della Chiesa Collegiata di S. Giorgio, il rev. D. Vincenzo Castorina ed altri signori e sacerdoti, ebbe principio la solenne funzione.

Il Direttore dell'Istituto Maria Ausiliatrice, premesso un pubblico ringraziamento a tutti i convenuti, pronunziò un breve ma accalorato discorso, pigliando a tema del suo dire le parole Unione-Organizzazione. Disse del vero significato di queste parole, del concetto sublime in esse racchiuso e del programma per attuarlo convenientemente. Prese quindi la parola il can. Giuseppe Moncada, il quale con breve discorso, tutto improntato a religiosa soavità, seppe animare i soci ad essere sempre di buon esempio nella vita praticamente cristiana. Poi il rev. D. Vincenzo Castorina, dopo di aver elogiato l'idea di un circolo cattolico operaio in Ali e l'attuazione di essa pel bene del paese, invitava tutti i presenti ad acclamare entusiasticamente al Papa, all'Arcivescovo di Messina, a Don Rua, e al Presidente della Compagnia. In fine il sig. Barone Paolo Comitini, dicendosi interprete dei sentimenti di tutti i signori convenuti, aveva lodi lusinghiere per i Giuseppini ed il loro Presidente, e faceva caldi voti affinché quelli abbiano sempre a camminar uniti dietro il loro sacro vessillo e questi possa riceverne per molti anni dolci consolazioni.

Una così bella corona di lodi fu impreziosita dalla parola del sig. Cancelliere di quella R. Pretura che, sinceramente plaudendo alla natura ed allo scopo della Compagnia e della sala S. Giuseppe, incoraggiò tutti ad appoggiarla e ad ingrossarne le file.

Seguirono belle declamazioni di vari soci e, in fine, come chiusura della festa vennero letti due telegrammi, uno dell'Arcivescovo di Messina, l'altro del sig. D. Rua.

PALERMO. - Circolo Sportivo « Panormus ».

La domenica 21 giugno nel cortile delle « Scuole D. Bosco » ebbe luogo l'inaugurazione del Circolo Sportivo « Panormus » e la benedizione della splendida bandiera sociale, dono della contessa Giuseppina Bonfirraro.

L'ampio stadio era sfarzosamente addobbato ed una folla assiepava le tribune. Sul palco d'onore trovavansi già le loro Eccellenze Mons. Zuccaro e Mons. Schirò, la contessa Giuseppina Bonfirraro e le autorità locali.

Alle ore 17 uno squillo di tromba avvisa l'arrivo di S. Em. il Cardinal Lualdi, il quale seguito da tutto il Consiglio direttivo della Panormus al suono della marcia reale, fra lo sventolio dei fazzoletti e un prolungato batter di mani e lieti evviva, attraversa lo stadio e si reca sul palco d'onore. Il giovane Beniamino Bonfirraro della Panormus gli porge un breve ma affettuoso saluto; e subito ad un segnale del maestro Ferruccio Ceribella, più di quaranta ginnasti, in una splendida divisa, sbucano, come per incanto, da tutte le parti ed invadono lo stadium riordinandosi subito in una magnifica spirale. Al coniando del maestro si ferivano di fronte al palco d'onore ed un prolungato applauso li saluta.

Dopo un acconcio discorso dell'ill.mo cav. avv. Corradino Armò, Presidente onorario del Circolo, dalla squadra si stacca il portabandiera, seguito dal Presidente, dal maestro e da un ginnasta di scorta e sale sul palco, presentando il vessillo ed un elegante mazzo di fiori alla gentil madrina.

Incomincia la cerimonia e Sua Eminenza benedice il drappo: la musica intuona la marcia reale; il pubblico applaude calorosamente ed il portabandiera col vessillo ritorna al suo posto.

Segue una ben riuscita esecuzione degli esercizi collettivi, a corpo libero, del VII Concorso Nazionale di Venezia, e subito dopo il sig. Gaetano Mondello, Presidente della Società Sportiva « Arder » di Catania, con frase smagliante porta il saluto dei ginnasti dell'« Ardor» ai fratelli della «Panormus ». Le sue parole vengono coronate da lunghi applausi e dal grido: Viva Catania! Viva l'Ardor!

Seguono quindi vari originalissimi esercizi ai manubri-appoggi, geniale invenzione brevettata del maestro Ceribella, e svariati esercizi collettivi ed individuali ai grandi attrezzi, che vengono seguiti con religioso silenzio. Un pot-pourri ginnastico ed un'artistica scappata finale pongono fine alla festa.

Sua Eminenza ebbe belle parole di congratulazione pel maestro Ceribella, per il direttore delle Scuole Don Bosco e per i valorosi ginnasti cui raccomandò che pur curando il fisico abbiano sempre di mira una sana educazione morale, ed augurò che anche a Roma, come a Catania, essi possano ottenere vittorie e trionfi.

L'Eminentissimo lasciò lo stadio, passando in mezzo ai ginnasti, fra i clamorosi applausi della folla esultante.

SANSEVERO. - Festa di S. Luigi, inaugurazione della fanfara e pellegrinaggio.

La Domenica 21 giugno, il Can. Santagata celebrò la messa della Comunione generale nella cappella dell'Oratorio così affollata di giovanetti, che molti dovettero restar fuori.

Nelle ore pomeridiane poi, nel cortile parato a festa, dinanzi ad un pubblico elettissimo, fra cui notavansi i più generosi Cooperatori e molte in-

stancabili Cooperatrici, fu inaugurata solennemente la fanfara. In divisa sportiva i baldi giovani della medesima, accolti da applausi, salirono il palco loro riserbato ed accompagnarono l'inno La bandiera di D. Bosco, eseguito da più di trecento giovinetti. Seguirono dialoghi, poesie d'occasione e varie suonate. Gl'intervenuti furono prodighi di applausi ai giovani della fanfara, cui vollero far ripetere per ben tre volte l'inno suddetto. Maggiore importanza ebbe la festa per l'intervento dell'avv. Giambattista Bosco Lucarelli di Benevento, che tenne un applauditissimo discorso dopo la prima esecuzione dell'inno. Con semplicità e franchezza egli disse della necessità di educare cristianamente la gioventù nella scuola e negli oratori, svolgendo brillantemente il vero concetto della scuola così detta laica o neutra e quello della scuola libera. Accennò all'opera degli avversarii ed inneggiando a Don Bosco animò i giovani presenti a seguire il programma della Chiesa, che è quello del vero progresso e della sana modernità. Uno scroscio di applausi salutò la fine del discorso. La cerimonia si chiuse con la benedizione del SS. Sacramento.

- L'ultima domenica di giugno i 200 giovanetti oratoriani si recarono con bandiera e fanfara alla Chiesa di S. Agostino per rendere omaggio alla B. Vergine del Soccorso, loro Patrona, in occasione delle feste cinquantenarie. Commovente la funzione religiosa; i giovani della fanfara si accostarono alla S. Mensa Eucaristica in costume sportivo insieme ad altri giovanetti. Molti dei presenti avevano le lagrime agli occhi ; furono cantati varii mottetti e si chiuse la cerimonia con la benedizione del Santissimo.

S. BENIGNO CANAVESE. - Gara Catechistica ed inaugurazione del Circolo « Re Arduino ».

Il 12 luglio, presenti tutte le autorità del paese, gran folla di popolo ed il Superiore Generale dei Salesiani, ebbe luogo nelle Scuole Professionali uno splendido saggio dello studio del catechismo. Il signor D. Rua chiuse il trattenimento ringraziando i presenti, e si congratulò coi vincitori e gareggianti animando tutti allo studio profondo di quel gran libro che è il catechismo. « Ricorderete questa scienza - egli disse - poichè senza di essa il mondo ricadrebbe nella barbarie e nella schiavitù. La morale civile, la morale laica non ha fondamento: si osserva finchè non esige alcun sacrificio, ma presto la si rigetta quando importa il rinnegamento di noi stessi. Il Catechismo invece ha Dio stesso per fondamento, la sua volontà: da lui guidati e sorretti si cammina con sicurezza senza guardare alla convenienza, ma spinti sempre dall'idea sovrana del dovere. »

-- Due settimane dopo, la domenica 26 luglio, s'inaugurò il nuovo circolo sportivo « Re Arduino ». Assistevano le principali notabilità del paese, le rappresentanze della « Vittorio Amedeo » di Madonna di Campagna, della « Ss. Angeli » di Torino e una folla imponente. Il programma si svolse tra applausi entusiastici ; i nuovi ginnasti nella loro simpatica divisa eseguirono con disinvoltura e precisione vari esercizi a corpo libero, agli appoggi, alla sbarra fissa e alle parallele.

Altre notizie.

- A Casalmonferrato il giorno 26 giugno, festa del S. Cuore di Gesù, il rev.mo P. Sebastiano Raffetto d. C. d. G. tenne nella chiesa di S. Filippo una conferenza a favore dell'Oratorio del Valentino.

- La domenica 14 giugno gli allievi della Scuola di Religione di Novara si recavano tutti, a spese dell'Opera, al Varallino di Galliate come passeggiata-premio. Un buon contingente dei 187 giovanetti che vi parteciparono, fu dato dall'Oratorio Festivo Salesiano. Prestò servizio durante l'intera giornata la banda musicale del medesimo Oratorio, nella sua nuova ed elegante divisa estiva, riscuotendo l'ammirazione dei Novaresi e delle popolazioni fra cui passò l'allegra comitiva giovanile.

- La domenica 12 luglio il Circolo Ven. Giovanni Bosco di Pisa, con la propria fanfara, recavasi a Collesalvetti in lieta scampagnata, ove giunti il mattino di buon'ora e benchè inattesi dalla popolazione furono accolti con schietta sincerità e vera soddisfazione. Scopo della gita fu l'inaugurazione della sezione sportiva Turris nata or ora sotto gli auspici di S. E. il Card. Arcivescovo.

- Nella stessa domenica si distribuivano menzioni e premi ai più assidui all'Oratorio di S. Gaetano in S. Pier d'Arena. Cento furono i premiati con vestiti, libri ed utili oggetti. L'avv. Giuseppe Delle Piane disse un elaborato discorso ; e nella stessa circostanza si tenne una grande accademia ginnastica alla quale parteciparono varie squadre. Si distinsero nel trapezio i soci della S. Gaetano. La sezione ginnastica Artigiani dell'Istituto San Vincenzo si fece ammirare per la sua correttezza negli appoggi e gruppi. Anche la Juventus della Certosa ebbe meritati applausi.

- L'ultima domenica di luglio la fanfara dell'Oratorio Salesiano di Bologna compiva una gita fino a Modena, ove raccolse larghe simpatie della, cittadinanza. I bravi giovani che tanto al loro arrivo come alla loro partenza attraversarono le vie suonando, furono ospiti del Collegio Salesiano e - durante il giorno visitarono con grande soddisfazione i monumenti e le cose più notevoli della gentile città.

- Lietissimo esito ebbe la festa celebrata la prima domenica di Agosto a Valdocco (Torino) nella ricorrenza della distribuzione dei premi. Presiedeva il rev.mo D. Rua, circondato dall'eletto stuolo, delle benemerite signore patronesse. Dopo una briosa marcia d'introduzione il sig. Angelo Michelotti disse il discorso di circostanza, in cui ebbe opportuni ammaestramenti per i genitori e pei giovani che frequentano l'Oratorio. Piacquero assai l'esecuzione dei pezzi di musica strumentale e i canti della locale schola cantorum e il divertente dialogo recitato con spigliatezza da alcuni giovani. Il clou della festa fu la proclamazione del Principe Valerio Domenico incoronato al suono della marcia reale da D. Rua che rivolse parole di vivo encomio al principe, alle benemerite signore patronesse ed al cav. Anselmo Poma che anche quest'anno volle regalare le pezze di stoffa, onde furono premiati quasi 400 giovani !

NOTIZIE VARIE

L'anno scorso - ad iniziativa del

Circolo « Giovanni Bosco » cioè degli

Ex-allievi degli Istituti Salesiani residenti in Torino - rendevasi solenne omaggio al Venerabile nostro Padre e Maestro nel giorno onomastico del suo degno Successore.

Tornando a splendere l'alba del 29 settembre, insieme coi voti dei Cooperatori e di tutti gli allievi degli Istituti Salesiani, tornino graditi al veneratispimo Superiore anche i nostri auguri figliali di ogni più eletta consolazioge.

A Valdocco.

Riunioni di antichi allievi. - Il 23 e il 26 luglio u. s. radunavansi, come di consueto, più centinaia di antichi alunni dell'Oratorio, ecclesiastici e laici, invitati ad agape fraterna dal Successore di D. Bosco. Ambedue le riunioni, improntate alla più intima cordialità, furono precedute da breve adunanza famigliare per uno scambio di idee, allo scopo di rendere sempre più pratico ed utile il fine delle associazioni fra gli antichi allievi degli istituti salesiani,

Ospiti illustri. - Sul finir di luglio avemmo il piacere di avere per alcuni giorni con noi il zelantissimo e caro Mons. Pio Passerini, Vescovo tit. di Acanto, Vicario Apostolico del Scen-si Meridionale in Cina. Rinnoviamo al virtuoso Prelato l'omaggio della nostra cordiale ammirazione.

Il 6 agosto si succedeva all'altare di Maria SS. Ausiliatrice il venerando Arcivescovo di Nicopoli Mons. Francesco de Rego Mala già Vescovo di Belem di Parà nel Brasile. Sua Eccellenza ci edificò colla sua pietà anche il giorno seguente, celebrando nuovamente all'altare di Maria SS. Ausiliatrice. Il Cielo rimuneri la sua bontà, esaudendo i suoi santi voti.

Il 13 dello stesso mese avemmo il piacere di baciare l'anello a Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Pietro Monti, Arcivescovo tit. di Antiochia, già Delegato Apostolico al Chili. L'amabilissimo Prelato moveva alla volta di Lourdes, per raccomandare alla Vergine la sua salute. Noi l'abbiamo accompagnato colle nostre preghiere e continueremo a pregare per Lui, come per un nostro insigne benefattore.

Prima che facesse il suo ingresso solenne in Aosta, avemmo l'onore di baciare l'anello anche a Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giovanni Vincenzo Tasso, già allievo del nostro Oratorio. Sua Eccellenza ebbe la bontà di recarci la sua prima pastorale, nella quale affettuosamente ricorda la ventura di avere avuto per tre anni a padre e direttore spirituale il venerabile D. Bosco; e noi rinnovando al piissimo Presule i voti migliori, ci uniamo alle preghiere che innalzarono nel memorando 15 agosto i suoi diocesani per ottenergli dal cielo un lungo e fecondo Pontificato.

Premiazione degli studenti. - La domenica 9 agosto segnò, quest'anno,, la fine dell'anno scolastico-professionale nell'Oratorio. Nel pomeriggio tutti gli alunni, studenti ed artigiani, si radunarono insieme innanzi l'altare di Maria Ausiliatrice per udire i paterni ricordi del Direttore e sciogliere l'inno del ringraziamento. Quindi si raccoglievano nel teatrino, ove presente molti dei loro parenti ed alcuni benefattori, ebbe luogo la distribuzione dei premi agli alunni delle classi ginnasiali. Il venerando sig. D. Rua aggiunse per tutti alcuni preziosi consigli.

La distribuzione dei premi agli alunni artigiani si compirà, come di consueto, in novembre.

FESTE SCOLASTICHE.

Da ogni parte d'Italia ci son giunte le più consolanti notizie sull'esito degli esami nei nostri istituti, per cui quanto mai brillanti ovunque riuscirono le feste della distribuzione dei premi.

- Nel Collegio S. Filippo Neri di Lanzo l'ampio porticato convertito in elegante sala, adorna di arazzi e bandiere nazionali, accoglieva le autorità locali civili e religiose, rappresentate dal parroco rev.mo mons. Tresso e dal sindaco sig. Magnetti, e da un'eletta schiera di villeggianti.

Fu assai applaudita la dichiarazione che tutti i quattordici alunni di quinta ginnasiale ottennero al R. Ginnasio Cavour di Torino una splendida promozione, riportando il primo nove punti e mezzo di media, l'ultimo sette punti e mezzo. Così pure dei ventiquattro presentati per l'esame di maturità, ventitrè riuscirono promossi. I genitori stessi ap pendevano ai loro figli, le medaglie d'oro, d'argento, di bronzo, secondo il merito: spettacolo commovente e simpatico.

- Al Collegio-Convitto di Villa Sora a Frascati il 20 luglio, alla presenza di Mons. Cerretti, Vicario di Frascati, di Sua Ecc. Rev.ma Mons. Vescovo Brennan della

Badia di Grottaferrata e di altri esimi ecclesiastici e laici si commemorò Don Bosco ed ebbe luogo la solenne distribuzione dei premi. Gli alunni apersero il trattenimento con un inno al Venerabile. Il comm. Paolo Pericoli delineò la vita del grande Educatore nelle sue opere di civiltà, umanità e progresso; unanimi e calorosi applausi accolsero la fine del nobile discorso.

Seguì un'accademia musico letteraria, quindi la distribuzione dei premi, preceduta da brevi parole del Direttore del Collegio, il quale ringraziò gl'intervenuti, e rilevò il fecissimo risultato ottenuto dai giovani del convitto negli esami dati negli istituti governativi, avendo tutti riportato la promozione.

- Riuscitissima anche la festa svoltasi la domenica 19 luglio nell'Istituto S. Giuseppe di Macerata. Dopo alcune parole di circostanza vibranti di poesia calda e sentita, dette dall'egregio dottore Aristide Matteucci, già alunno del Collegio, seguirono alcune graziose composizioni poetiche declamate da alcuni superiori e dagli alunni. Il numero e la qualità dei premi distribuiti provarono eloquentemente la serietà con cui si compiono gli studi in quel collegio, ove, cosa degna di essere rilevata, tutti i giovani presentati al pubblico ginnasio per la licenza ginnasiale furono promossi con

splendide votazioni. Compiutasi la premiazione, il pubblico uscì all'aperto per assistere ad uno spettacolo ginnastico, dato nel cortile dell'Istituto dai giovani della « Robur ». Il saggio non poteva riuscire più interessante per cui fu giustamente applaudito.

In Italia.

CUORGNÉ - Nel pomeriggio dell'11 giugno gli alunni del Collegio Giusto Morgando ebbero l'alto onore di essere ricevuti al Castello Ducale di Agliè, dalle LL. AA. RR. i Duchi di Genova.

Schierati in bell'ordine, non appena videro avanzarsi alla loro volta le LL. AA. RR. il Principe Tommaso di Savoia e la Principessa Maria Isabella Duchi di Genova, seguiti dall'Aiutante di Campo, Conte Ferretti, dall'Ufficiale di Ordinanza, Barone Carlo Casana e dal Gentiluomo di Corte, Conte Leonzio Balbo, tutti applaudirono calorosamente e la loro banda musicale intonava correttissima la marcia reale. Uno dei convittori, a nome dei compagni , espresse agli Augusti Coniugi i più lieti auguri per la fausta ricorrenza delle loro Nozze d'Argento; e quindi prese la parola

uno dei superiori, riconfermando i suddetti sentimenti ed inneggiando alle virtù degli Augusti Principi ed alle glorie di Casa Sabauda.

S. A. R. il Principe Tommaso si degnò di rispondere con nobilissime parole , improntate alla

più alta benevolenza verso l'opera educatrice del

ven. D. Bosco, animando i giovanetti all'amore

della virtù, dello studio e della patria, la quale molto si attende dalla gioventù studiosa. Scroscianti applausi fecero eco alle nobili ed elevate parole. Furono quindi presentati alle LL. AA. i professori del Collegio, e nella conversazione famigliare che ne seguì, S. A. R. la Duchessa fece osservare, che al ricevimento assistevano pure da apposito balcone gli augusti suoi figli, eccetto il primogenito, S. A. R. il Principe di Udine, in quel tempo in lontani lidi. Fu inviato un caloroso applauso agli augusti Principini, e ripetutasi la marcia reale , terminava il solenne ricevimento che lasciò le più care impressioni. Le LL. AA. ebbero quindi la bontà di far servire a tutto il Collegio una sontuosa merenda nel Parco Ducale.

FIRENZE - L'Opera di D. Bosco in Firenze. - Son passati ventisette anni - scrive il sig. P. F. Menegatti nella Sacra Famiglia del mese di agosto u. s. - dal momento in cui la calda parola del venerando Sacerdote Torinese, il cui nome era ormai famoso in Italia e nel mondo, dette vita anche qui , nel cuore della bella Toscana , a quelle molteplici istituzioni che hanno preso nome e norma dal suo genio fecondo di educatore cristiano. Ricordo io stesso che scrivo, di aver assistito ad una conferenza nella Chiesa dei Padri dell'Oratorio; e quella semplicità veramente apostolica di eloquenza improntata di uno zelo calmo e sereno, commosse vivamente il cuore dei molti convenuti. Il quadro posto sotto gli occhi dei Fiorentini dall'esperto conoscitore dei tempi non poteva riuscire più efficace; e per quanto un certo scetticismo connaturato colla nostra indole poco pronta ai facili entusiasmi, facesse scuotere il capo ai mal prevenuti , che non mancano mai, e agl'incorreggibili oppositori di ogni novità, lo spirito gagliardo del nuovo apostolo riuscì a trasfondersi in altre anime generose e l'opera iniziale fu in breve tempo condotta a compimento; Firenze si abbellì della nuova opera della carità cattolica non meno pregevole, sebbene ultima di tempo, delle tante maravigliose che furono create dalla fede viva dei nostri padri.

Scopo di Don Bosco nella creazione dell'opera fiorentina non fu però solamente di provvedere alla gioventù abbandonata e bisognosa di istruzione morale e civile. Aderendo all'invito più volte rinnovatogli dalla s. m. di Mons. Eugenio Cecconi, allora nostro Arcivescovo , egli convenne con lui della necessità di provvedere altresì ai bisogni spirituali di quel nuovo quartiere della città, già fin d'allora concepito e disegnato a vantaggio della cresciuta popolazione: la quale non potendo più contenersi nella cerchia angusta delle vecchie mura riversavasi copiosa negli ampli ed eleganti edifici che sorgevano come d'incanto sul nuovo piano con una rapidità fenomenale. Come si sarebbe provveduto in un prossimo avvenire al servizio religioso di una popolazione così densa? E dov'era la Chiesa adatta a raccoglierla per gli uffici religiosi dei giorno festivo e per l'istruzione cristiana popolare tanto necessaria nel tempo nostro? Al genio pratico cli D. Bosco non isfuggì la convenienza di associare le due idee e con quella fermezza di proposito che caratterizza sempre le opere grandi, confidando nella Provvidenza, fece appello all'anima fiorentina, rispondente sempre per abitudine secolare al doppio pensiero della carità e dell'arte ; e lanciò l'idea come un germe fecondo, che a suo tempo sarebbesi sviluppato e cresciuto in pianta meravigliosa.

Umili ne furono i principi , core umile era il genio del sapiente ispiratore : ma quanto più modesto e lento il progressivo svolgimento, altrettanto più degno di lui e della nostra città.

Chi conosce l'Istituto dell'Immacolata di via Fra Giovanni Angelico , sa e può dire quale ampia messe di frutti salutevoli vi si raccoglie. Una moltitudine di alunni, studenti ed artigiani, vi trova saggia direzione , istruzione solida e provata da

lusinghiere promozioni negli esami che si dànno presso i pubblici Istituti, educazione morale e religiosa superiore ad ogni elogio. Così la prima parte dello scopo propostosi dal Venerando Don Bosco è pienamente raggiunta. All'ampio Istituto non c'è altro augurio da fare se non quello di prosperar sempre meglio e di allargarsi in più ampi confini, da poter stare a confronto colle case sorelle di Torino, di Milano , di S. Pier d'Arena, di Bologna, di Roma e d'altre principali città d'Italia.

L'altra parte dello scopo di D. Bosco è ancora in voto. Maturata più lentamente , com'era ragionevole il supporre , essa divenne oggetto di sollecitudini speciali, quando compiutosi il piano stradale del nuovo quartiere e moltiplicatasi senza misura la popolazione , l'idea di provvedere una Chiesa ampia e rispondente in tutto al bisogno apparì come necessità indiscutibile , e si pensò a tradurla in fatto. L'ispirazione sublime di D. Bosco fu raccolta da un artista eminente, che scevro di ogni mira di materiale interesse , dedicò tutto se stesso al compimento della grande opera in modo da renderla degna di Firenze. Il Prof. Architetto Pietro Tincolini, autore del disegno del nuovo Santuario della S. Famiglia, ispiratosi agli esempi della nostra elegante architettura toscana, produsse il suo progetto studiato con tanta diligenza ed amore che raccolse tosto l'universale approvazione. Con una generosità esemplare egli si offrì a prestar l'opera sua del tutto gratuita, pago solo di cooperare ad un'opera santa e a legare il suo nome non oscuro al compimento dei voti del gran Sacerdote Torinese e de' suoi figli, che trapiantatisi sulle rive dell'Arno, com'era di ragione, si acclimatavano a questa sede dell'Arte e ne prendevano il gusto. Alla semplicità aurea del disegno concorre una correttezza classica ed un'eleganza superiore ad ogni elogio.

Il monumento , che tal nome certamente merita la grande opera, esigeva però una somma enorme di danaro. Donde sarebbe venuto ?... E qui apparisce, come sempre, la realtà di quell'intervento provvidenziale nelle opere che sono ispirate dalla Fede in Dio. Si cominciò con nulla; si proseguì a stento con piccoli mezzi, che parevano sempre insufficienti ; oggi , dopo cinque anni dalla posa della prima pietra, si prosegue febbrilmente il lavoro che tocca ormai ad un punto notevole ; si stanno infatti impostando le volte, e coll'aiuto di Dio si compirà , noi speriamo in un prossimo avvenire, il grandioso edificio.

Ne sia data la giusta lode al Comitato esecutivo, dove si sono iscritte le più distinte famiglie della nostra aristocrazia , che con perseveranza di proposito e con fiducia sovrumana prosegue nell'intrapresa difficile coll'intento di condurla a termine quanto prima. Nè la speranza è meno ragionevolmente fondata , se si considera il progresso ottenuto nell'ultimo periodo di tempo.

Chi scrive non aveva più visitato da lunga data i lavori, quando nei trascorsi giorni, profittando di facile occasione , volle di proposito fermarvisi e rendersi conto del molto che si è fatto nell'anno corrente.

Certamente non potrà dirsi che si sia fatto un prodigio di celerità , come avviene tante volte in edificii d'use profano; nel secolo nostro scredente e materialista, non sono troppo copiose nè frequenti le oblazioni per un'opera così santa e ideale com'è la costruzione di un tempio. Nondimeno non mancano anche oggi i pii benefattori che reputano meglio assicurati i loro tesori in un impiego sopraterreno che non nelle speculazioni del vizio o della vanità; e sorge spontaneo dal cuore e dalle labbra il voto che si moltiplichino questi prodighi generosi che non dubitano della divina mercede, ben più copiosa e sicura che non i premi della umana previdenza.

Facciamo nostro il voto dell'egregio Cooperatore, anzi teniamo a dichiarare che ben più spesso avremmo raccomandato ai lettori il Santuario della S. Famiglia che si sta erigendo in Firenze , se non ci fossimo assunto l'impegno di dar compiuto entro l'anno il gran Tempio di S. Maria Liberatrice in Roma. Ma i buoni Cooperatori possono ritenere che anche il Santuario della Sacra Famiglia in Firenze confida interamente nelle loro generose elemosine !

IVREA - Scuola teorico-pratica di agricoltura. - Ricordiamo ai nostri benevoli lettori che nella Casa Salesiana d'Ivrea esiste una Scuola teorico-pratica di agricoltura sotto la protezione di Sant'Isidoro. Essa ha per iscopo di formare degli agricoltori pratici a coltivare e dirigere la coltivazione dei campi secondo gli ultimi progressi della scienza agraria. Ammette giovani dai dodici ai diciassette anni, che, sotto la guida di buoni maestri, consacrando parte della giornata allo studio e parte al lavoro, nel breve corso di un triennio, si abilitano a tutti i rami principali dell'agricoltura. Campi, prati, vigna, orto, frutteto, pollaio, stalla, cantina sono oggetti di studio e di pratico esercizio. La casa ha nel suo recinto un podere modello di modeste proporzioni, ma pur sufficiente a tutti i generi di coltura.

La Scuola apertasi nel 19o6 ha dato già risultati eccellenti, che fanno prova del buon metodo in essa adottato e tutto ci fa credere che essa possa in avvenire portare un notevole contributo al benessere delle famiglie ed alla prosperità del nostro paese. I giovani allievi, che nello scorso anno salirono al numero di 24, istruiti nella scuola nelle teorie agrarie secondo gli ultimi portati della scienza e poscia diligentemente e pazientemente assistiti e diretti a farne l'applicazione nel campo, nell'orto, nella vigna, nel frutteto, ecc. mostrarono di prendervi il più grande interesse e diletto. Frutto di che è stato l'eccellente riuscita negli esami, che sostennero davanti ad una Commissione, di cui facevano parte due egregi Professori Governativi, il Cav. Chiei Gamacchio, direttore della Cattedra ambulante della Provincia di Torino ed il Prof. Pietro Voglino della Reale Accademia di Agricoltura.

L'agricoltura è il solido fondamento della prosperità delle nazioni. Ma anch'essa deve trasformarsi e approfittare delle nuove risorse che le offre la scienza. L'agricoltura vecchia, quale fu praticata dai nostri padri, si rende ogni giorno più impotente a compensare le spese di coltura ed a sostenere la concorrenza straniera e quella che, armati dei nuovi metodi, le fanno i più oculati tra i connazionali. Di qui la necessità di scuole che diffondano la conoscenza dei moderni ritrovati e ne insegnino l'applicazione.

Crediamo quindi di fare opera vantaggiosa col raccomandare ai Cooperatori questa nostra Scuola.

Per informazioni e programmi rivolgersi al Direttore della Scuola Agricola San Isidoro - Porgo S. Antonio, 34 - IVREA.

SPEZIA - Nel Santuario di N. S. della Neve, il 22 luglio u. s. ebbe luogo finalmente l'inaugurazionecollaudo di un grandioso organo , costrutto dalla fabbrica Pontificia del cav. Carlo Vegezzi-Bossi di Torino. Da tempo era sentito il bisogno di un organo rispondente in tutto alla grandiosità del Santuario; e questo, con due tastiere di 58 note con 26 registri completi e consolle rivolta, è veramente degno dell'artistico tempio. Il I° manuale od organo positivo è di 11 registri completi più un dodicesimo con ripieno di 6 file. Il II° manuale od organo espressivo è di 8 registri completi più un registro pel tremolo (per qualunque registro) di effetto delicatissimo. La pedaliera è di 5 registri e 27 note ; vi sono poi 5 pedaletti per le varie combinazioni

e due staffe, una per l'espressione del II° organo, l'altra pel crescendo e decrescendo dei due manuali con 9 gradazioni.

Disse, per la circostanza, un dotto discorso sull'ufficio dell'organo liturgico il prof. can. V. Paoli di Massa Marittima. Il collaudo, riuscitissimo, venne compiuto dall'insuperabile M.° Ulisse Matthey, organista primario della S. Casa di Loreto, dal nostro D. Giovanni Pagella, che è nativo di Spezia, e dal M., Domenico Cortopassi. L'organo è racchiuso in un'artistica cassa , la cui severità ed eleganza armonizza con le linee architettoniche del Tempio ;

e non poteva essere diversamente, perchè il disegno fu opera dello stesso chiarissimo Conte d'Orsara, architetto della chiesa.

All'Estero.

ALESSANDRIA D'EGITTO - Solenne premiazione. - Si tenne la domenica 26 luglio. V'intervennero Sua Ecc. Rev.ma Mons. Aurelio Briante, delegato Apostolico , S. E. il Governatore, S. E. il cav. De Martino Agente Diplomatico d'Italia, il Reggente il Consolato Generale sig. avv. G. B. Dolfini , il Barone Guerra direttore e il sig. Adacher vice direttore del Banco di Roma, e moltissime altre spiccate personalità della Colonia nostra e straniera.

Bellissimo lo scherzo comico L'Arte musicale, del M.° Don Achille Pedrolini , ed ottimamente eseguito dagli alunni. Perfettamente la banda dell'Istituto nella sinfonia di M. G. Balfe e nella fantasia di G. Menente.

Ma ciò che portò il pubblico al massimo dell'ammirazione, del contento, dello stupire fu la rappretazione drammatica che seguì, la quale procurò - scrive il Messaggero Egiziano - lode schietta e vivace al Direttore ed agli insegnanti tutti dell'Istituto.

SMIRNE - Alla Scuola Popolare alla Punta ebbe luogo il 5 luglio la distribuzione dei premi. Il trattenimento fu presieduto dall'ill.mo Sig. Console Generale d'Italia, Cav. Edoardo Toscani, al quale facevano eletta corona molte signore e signori della colonia, tra cui il Presidente locale dell'Associazione Nazionale pèr soccorrere i Missionari italiani con parecchi membri del Comitato, il rev.mo Monsignor Ruscica, il rev.mo Vicario del Patriarcato armenocattolico, il can. D. Longinotti, parroco della Cattedrale, i rev.mi Superiori di parecchi ordini religiosi, molti rappresentanti del Clero e un numero grande di parenti dei giovani.

Il programma musico-letterario, scelto con gusto e sobrietà, si svolse ordinato e interessantissimo. Molto applauditi i componimenti, assai gustato il coro del Rossini « La Carità » e divertì un mondo la « Scuola del villaggio » di Mons. Costamagna. I premiandi appartenevano a quattro sezioni : la Scuola diurna, la Scuola serale, l'Oratorio festivo e la Scuola di fanfara.

I premi della Scuola diurna e serale, consistenti tutti in medaglie e libri, forniti in parte dal Regio

Governo e in parte dall'Associazione Nazionale, furono numerosi e belli.

Particolare interesse destò come sempre, la premiazione dell'Oratorio festivo; i premiati furono una sessantina e i premi consistevano tutti in vestiti, orologi ed altri utili oggetti, a provvedere i quali concorsero in grandissima parte l'ill.mo Sig. Console, per mezzo della Beneficenza Italiana, e alcune persone benefattrici, tra cui il rev.mo Monsignor Ruscica, il rev.mo P. Monti, parroco e superiore dei Domenicani nella cui parrocchia è posto l'oratorio, il cav. Sugiani, Direttore della Banca Ottomana, la signora Issaverdens-Schmidt, e la signora Narich.

Bello fu il premio offerto dal rev.mo Monsignor Ruscica. Egli, grande ammiratore ed amico dei figli di D. Bosco, donava tre vestiti completi di stoffa finissima, da assegnarsi ai tre alunni che, frequentando le Scuole e l'Oratorio, fossero riusciti primi in tutto, particolarmente nella condotta e nella pietà. Risultarono meritevoli gli alunni Corletti Francesco della V classe, Smith Guglielmo della IV e Mirali Michele della III.

Il Signore benedica tutti i benefattori e specialmente il generoso Monsignore.

- Anche alla Scuola Tecnico-Commerciale ebbe luogo il I° luglio la cara festa dei premi. « Un trionfo abbagliante di fiori e di arazzi - dice una corrispondenza di Smirne allo Stendardo di Cuneo del 9 luglio - una gentile gara di poesia, un ineffabile gaudio di anime giovanili, un sereno sorriso di cuori paterni, ecco in che cosa si compendiava la solenne festa dello studio e della bontà che si svolse la sera del I° luglio nel cortile della Scuola Tecnico-commerciale. Presiedeva l'egregio Console generale, e gli faceva corona la parte più eletta della Colonia italiana. Breve e sapientemente scelto il programma del trattenimento musico-letterario; le declamazioni vibranti di ancor patriottico ed eseguite con voce chiara sonora e con viva espressione, i canti eseguiti con rara maestria riscossero applausi unanimi.

OSWIECIM (Polonia Austriaca) - Nell'Istituto Giovanni Bosco, che nel breve giro di pochi anni ha raggiunto uno sviluppo assai rilevante e l'anno scorso fu pareggiato alle scuole professionali governative, il 16 giugno u. s. veniva ufficialmente consegnato il diploma di operaio a tredici giovani che compivano il loro tirocinio. Alla festa, con le più spiccate notabilità locali, presero parte anche il Comandante del Distretto ed un Delegato Governativo, i quali, in fine della festa, ebbero parole di encomio per l'Opera Salesiana in generale, specialmente per le attinenze sue colla classe operaia.

Ci auguriamo di poter presto intrattenere i lettori sullo sviluppo dell'Opera di D. Bosco in Polonia.

NECROLOGIO

Il Conte Eugenio De=Maistre.

Rese l'anima a Dio la notte del 23 al 24 luglio, munito dei conforti di nostra Santa Religione.

Nipote dell'illustre scrittore e filosofo Giuseppe, il Conte Eugenio fu un perfetto gentiluomo cristiano ed uno strenuo difensore della Santa Sede. Carissimo ai Pontefici Pio IX e Leone XIII che lo decorò della Commenda dell'Ordine Piano, fu pure, come tutti i De-Maistre, oltremodo famigliare al nostro Venerabile Fondatore.

Ai figli ed ai parenti del nobile estinto le più vive condoglianze e l'assicurazione di particolari suffragi.

La Sig.ra Francesca Manara ved. Negrone.

IL 19 agosto u. s. « si spegneva serenamente nel Signore, munita dei conforti religiosi e benedetta dal S. Padre, la nobil donna Francesca Manara ved. Negrone, dopo di avere assegnato in opere di cristiana beneficenza la maggior parte dei suoi beni ». Così davano il mesto annunzio di morte l'erede, S. E. Mons. Pietro Berruti, Vescovo di Vigevano « raccomandando una prece per l'anima dell'illustre e munifica defunta ». E noi, grati all'attestato di stima datoci dalla virtuosa signora che volle affidare ai Salesiani l'educazione dei giovani raccolti nell'Istituto da lei eretto in Vigevano, in adempimento delle disposizioni del compianto consorte, non possiamo far a meno dal raccomandarla caldamente alte preghiere di tutti i lettori.

La veneranda signora contava 77 anni. La sua memoria resterà viva in mezzo ai giovani da lei beneficati e il suo nome rimarrà scritto a caratteri d'oro nell'albo delle più grandi benefattrici della città di Vigevano ; anche il Signore le doni la gloria dei santi !

La signora Clara Moretti Ved. Fioretti.

Fu una mamma per i nostri Confratelli di

Milano! Non mancava mai alle loro feste, alle loro adunanze, ai loro trattenimenti, non per ostentazione, non per prendersi svago o sollievo, ma per giovare moralmente e materialmente all'Opera Salesiana.

Infatti la virtuosa donna, di cuor nobile, grande, generoso, non appena vide i Salesiani consacrarsi in Milano alla salvezza della gioventù, tosto si mise al loro fianco, e da vera zelante cooperatrice si dedicò interamente al bene del loro Istituto.

Iddio ci mandi altre benefattrici come la signora Fioretti, e doni all'anima sua elettissima la gloria dei Santi.

La signora Adelinda Gualandi nob. Ricci Curbastro.

Si è spenta in Bologna la giovine vita di questa ottima signora, la quale fu per molti anni zelante Segretaria dell'operoso Comitato Salesiano femminile di quella città.

Ne raccomandiamo vivamente l'anima a tutti i Cooperatori e porgiamo sentite condoglianre alla desolata famiglia, sopratutto alla degna Madre, Marchesa Prudenza Boschi-Ricci Curbastro.

Il Can. Gius. Fortunato Mondello

Direttore diocesano di Trapani.

MORi santamente, come visse, il 12 luglio u. s., dopo lunga e penosa malattia sopportata con edificante rassegnazione.

Letterato e storico di vaglia, fu pure un sacerdote secondo il cuore di Dio, ripieno di carità pei suoi fratelli. Amantissimo della nostra Pia Società e direttore dei Cooperatori della sua diocesi, lavorò con zelo per l'incremento della Pia Unione e per guadagnare nuovi amici all'Opera di D. Bosco. Un suffragio per l'anima sua.

La signora Gay Clotilde.

IL 10 giugno u. s. dall'Ospedale maggiore di Cremona passava a miglior vita la signora Gay Clotilde, che fu una delle più zelanti ed attive Cooperatrici. Piena di ammirazione per le Opere nostre e di profonda stima pel ven. nostro Fondatore, zelò indefessamente quanto potè la diffusione e la conoscenza dello spirito di Don Bosco, riputandosi felice allorchè poteva raggranellare qualche offerta a vantaggio delle opere salesiane. Vogliano anche i nostri lettori innalzare una prece per l'eterno riposo di quelf'anima benedetta.

Il sac. Carlo Zanotti.

UMILE, pio, caritatevole, dopo di avere speso 58 anni nel più proficuo ministero sacerdotale, si addormentò placidamente nel Signore il 14 luglio u. s.

Cooperatore zelante ed affezionato, ebbe un amor di padre pei Salesiani di Maroggia ed insieme una venerazione figliale pel Ven. Don Bosco e pel suo Successore. Nello scorso giugno, sapendo che D. Rua si trovava a Milano, benchè più che ottuagenario non mancò di accorrere a fargli una visita: « Son venuto ad ossequiarla, gli diceva, Per l'ultima volta!» E difatti, un mese dopo, venne colto dal male che lo trasse al sepolcro. Siamo persuasi che l'anima bella di Don Carlo Zanotti sia già in possesso della gloria celeste, nondimeno le imploriamo affettuosamente uno speciale suffragio.

FACCIAMO anche particolari suffragi pei seguenti defunti dal 10 marzo al 10 aprile.

Aragno Antonio - Torino.

Bachella D. Giuseppe, prevosto - Ferrera Erbognone.

Baglietto Luigi - Varazze.

Bassani Giovanni - Villadosia, Milano.

Bertoli D. Francesco - Isola della Scala.

Bertolo D. Giuseppe - Monte di Malò. Boggo Maria - Cinto Caomaggiore, Venezia. Bonini Angelo - Mana Superiore. Bonini Egisto - Cremona. Borgna Maddalena fu G. - Martiniana.

Busin D. Gio. Battista, arciprete - Molvena, Vicenza. Borgogno Francesco - Alba, Cuneo. Bosso Gianmaria V.a Benedetta. Brancari Can. D. Giuseppe - Acquapendente. Brezzo D. Lorenzo, priore - Narzole, Cuneo. Cerutti Antonio - Varazze. Casali Card Del Drago - Roma. Carossa Francesco - Mondonio, Alessandria. Capeletti Maria n. Aprile - Canale, Cuneo. Canavino Maria V.a Benedetto - Torino. Carcani Mons. Alessandro - Roma. De Matteis Eugenia, Maestra - Mondovì Breo. Dal Cortivo D. Giuseppe - Grancona, Vicenza. D'Alessio Nazzareno - Monterubaglio. Destefani Giovanni - Montelupo, Albese. De Giacòmi G. B. - Torino. Dellainontà Serafino - Mosso S. Maria. De Martino D. Michele - Teggiano, Salerno. De Regibus Pio - Vogogna, Novara. Fietta Maria - Asolo, Torino Ferrero D. Paolo - Benevagienna, Cuneo. Fittobaldi Francesca - Juarey, America. Fittobaldi José - Juarey J. C. S. Ferrero Lucia V.a Botta - Torino. Frescobaldi comm. Angelo - Firenze. Fmnagalli Pietro - Terno d'Isola. Gallenga Mons. C. Tommaso V. G. - Ivrea, Torino,_ Garavesio D. Egidio - Traves. Giordano Lucia V.a Solerio - Casale. Ghedini Teresa V.a Lombardi - Milano. Gioir Antonio - Pinerolo.

Giuliani Santina di Giacomo - Reazzino. Lagnafietta Guglielmo - Fossano. Merlo Felice - Pianezza, Torino.

Marliesini D. Pietro - S. Pietro in Trigogna. Mondani Vittoria V.a Bergamini -- Piacenza. Morella D. Ferdinando - Torino. Moretti Catterina - Rivoli, Torino. Massa Rosa - Marone. Maucio Olimpia - Torino. Orengo G. B. - Genova.

Punita D. Giuseppe, parroco - Carciadi, Catanzaro. Pia Pietro F. - New York. Paoletti Matilde - Busca, Cuneo. Pelissero Teresa - Buttigliera d'Asti. Paoletti Paolo - Follina, Treviso. Parodi Eugenia - Bolzaneto. Rocca Maria - Volvera, Torino. Redaelli Lodovico, sindaco - Barzago, Como. Rutiloni Enrico - Tolentino, Macerata. Strofella Lino - Aldeno, Austria. Straforello Luisa fu Giacomo - Portomaurizio. Sola Maniglia - Termo d'Isola. Suor P. M. Tagliaferri - Marradi, Firenze. Sopera Battista - Vego di Fassa. Tomè Carolina - Parone di Valpolicella. Tomasini Zandra Antonietta - Fonzaso. Trombetta Garibaldi - Roma. Ternavasio Maddalena - Canale, Cuneo. Ubaldelli V S Clotilde - Cagli, Pesaro. Vassalmi Diego - Preseglie, Brescia.

Vogliazzo D. Callisto - Rocca d'Arazzo, Alessandria. Valier Catterina - Venezia. Vittorelli Beatrice - Bogolino, Treviso. Zimeroni contessa Marianna - Milano.

Dal 10 aprile al 10 maggio

Artuso Luigia - Carmagnola.

Ascheri D. Filippo - Arentino, P. Maurizio. Barlogio Rosa - Reazzino, Svizzera.

Bertolotti M. Fortunato - Gavazza, Reggio Emilia. Bolognini Attendolo Maria - Milano.