Bollettino_Salesiano_191701


Bollettino_Salesiano_191701

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BOLLETTINO SALESIANO
PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO
ANNO XLI N. I
I GENNAIO 1917
.
SOMMARIO
Il Sac. Paolo Albera ai Cooperatori e alle Coopera-
trici Salesiane.
L'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice nell'anno
1916.
.
Cooperazione Salesiana - Conferenze per la Festa di
S. Francesco di Sales.
L'elogio di un Apostolo e di un Apostolato.
Come attirare i fanciulli agli Oratori.
11 cuore del Papa!
Un'ardita esplorazione di 450 chilcmetri lungo il Rio
das Mortes (Matto Grosso, Brasile).
Il Culto di Maria Ausiliatrice - La nostra speranza I
- Nel Santuario di Valdocco - Grazie e favori.
Pel tempio votivo in onore di Maria Ausiliatrice a
Castelnuovo d'Asti.
Riconoscenza al V an. Don Bosco.
Note e corrispondenze: Ai lettori - I due grandi bas-
sorilievi laterali del Monumento a Don Bosco - Negli
Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice - Notizie varie.
Necrologio e Cooperatori defunti.
:: .. .. .. Re0A.ZIONC e AMMINlSTRAZIONe • VIA CoTTOl.l.:NGO, l2 . TORINO :: . . . . ..

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BOLLETTINO SALESIANO
PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO
ANNO XLI N. l
l GENNAIO 1917
IL SAC. PAOLO ALBERA
Al COOPERATORI E ALLE COOPERATRICI DI DON BOSCO
Torino, 1. gennaio 1917.
Benem el'ifi Coopel'alol'i,
Benem el'ife CoopePafPicl
or potete facilmente compren-
dere quali pensieri mi si af-
. follino alla mente in qnesto
giorno. Ecco che uu altr'anno - il
secondo per l'Italia, il terzo per altre
nazioni-è interamente trascorso nelle
sollecitudini e nelle vicende della guerra.
Quand'essa avvampò, ni nno poteva
immaginarsi che avrebbe avuto nna
durata così lunga, e, neppur oggi, sap-
pia.mo quando sarà per .finire.
In queste particolari condizioni tutti
hanno particolari doveri. Noi pure, o
beneireriti Cooperatori e Cooperatrici,
dobbiamo animarci in primo luogo a
sopportare con fortezza e con cri-
stiano coraggio i nuovi e più gravi
disagi, cni inevitabilmente andiamo in-
contro. I n secondo luogo dobbiamo
far di tutto perché ninna delle opere
fondate dal Ven. Don Bosco e dal suo
Successore, l'indimenticabile Don
Rua, abbia in questo tempo a venir
meno e a languire. Urge in modo
speciale che ci dedichiamo con rad-
doppiata abnegazione alle opere rivolt e
a vantaggio della giovent(1.
Per grazia di Dio, nonostante il gran
numero di Salesiani richiamati sotto
le armi in tutte le nazioni belligeranti,
le nost re istituzioni continuarono dap-
pertutto la loro pacifica missione fino
a questo giorno. Anche in Palestina,
benché non possano più ricevere da
molti loro benefattori i consueti sus-
sidi, tuttavia quei nostri confratelli
proseg11ono l'opera loro. Hanno do-
vut o assottigliare il numero dei rico-
verati, unicamente per mancanza del
necessario, ma sono sempre in bel
numero gli orfani cui i Salesiani prov-
vedono di tutto ed educano civilmente
e cristianamente nel paese di Gesu.
Un gran conforto.
E per me è un gran conforto il veder
come l'Opera Salesiana continui ad
essere app1 ezzata e benedetta in tutte
qt1ante le Nazioni. Or di questo sia
lode a Don Bosco. Aveva ben ragione
quel buon Padre allorchè protestava:
<< E mio fermo sistema tenermi estraneo
ad ogni cosa che si riferisca alta poli-
tica! l1ivitatemi a qualunqu.e cosa dove
il prete eserciti la carità., voi mi vedrete
p,ronto a sacrificar le sostanze e la vita/ >>
E P' ichè egli stesso aveva esperimen-
t ato in tempi burrascosi, come con
questo sistema si possa compiere un
gran bene non solo con l'approva-

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-2 -
zione dell'Autorità Ecclesiastica, ma di quei Circoli ed Associazioni giova-
con l'appoggio di ogni Autorità Go- nili reclamati, soprattutto nei grandi
vernativa, non cessò mai di racco- centri, dai tempi che cambiano e che
mandare egual sistema ai suoi figli. cambieranno ancor piu in avvenire.
<< TIo·i vedete, ci ammoniva famigliar- Se riusciremo a raccogliere sotto la
mente Don Bosco, come la nostra Pia bandiera di Don Bosco buona parte
Società ha già fatto delle grandi cose: della gioventu, quanto bene avremo
ebbene, io vi assicuro che coll'aiuto di procurato alla civile società! Le folte
Dio e colla protezione di Maria Ausilia- schiere educate nei nostri Istituti ecl
trice ne compirà altre piu grandi ancora. Oratori saranno altrettante vene co-
Ma, oltre l'aiuto del Cielo, quello che ci piose di buon sangue cristiano avvi-
facilitò e ci faciliterà a fare del bene è vate nel corpo della società, e v'inocu-
la stessa natura dell'Opera nostra. Lo leranno, a base di forti e pratici convin-
scopo al qu.ale noi miriarno torna bene- cimenti 1·eligiosi, quel duplice amore
viso a tutt,i gli uomini, non esclusi quei al lavoro e alla temperanza cristiana,
medesimi che in fatto di religione non che Don Bosco fece risplendere in fe
la sentono con noi. Se vi ha qualcuno stesso in tutta la vita e che non solo
che ci osteggia, bisogna dire: o che non raccomandò agli eredi del suo apo-
ci conosce, oppure no1l sa qu,ello che si stolato, ma volle che fosse anche la
faccia. La civile istruzione, la morale duplice virtu caratteristica dei nostri
ed·ucazione della gioventz'1, o abbandonata alunni.
o pericolante, per sottrarla all'ozio, al Questi santi propositi io aveva la
mal fare, al disonore, e fors'a1ico, alla fortuna di manifestare in una memo-
prigione, ecco a che mira l'Opera nostra.. randa udienza, avuta il 5 novembre
Or qual uot1io assennato, quale autorità u. s., alla presenza del S. Padre Bene-
civile potrebbe impedircela?... Noi no11 detto XV, e vidi tosto illuminarsi di
facciamo della politica; noi rispettiamo soavi speranze il volto augusto del
le auiorità costit1-1,ite, osserv·iamo le leggi Vicario di Gesu Ciisto. << Continu.ate,
da osservarsi, paghiamo le imposte e mi disse il Santo Padre, continuate nel
tiriamo avanti, domandando solo che à programma che vi ha tracciato Don
lascino fare del bene alla povera gioven,t(t, Bosco! Il Papa è contento di voi e del
e salvare delle anime>>.
lavoro della Pia Società Salesiana! >>
Ed oh! quanta cara gioventu verrà Grazie, Padre Santo! le vostre parole
ancora a picchiare alle nostre Case sono la miglior ricompensa alle nostre
dopo la guerra i Buoni Cooperatori, fatiche.
se vogliano efficacemente cooperare al Voi pure, o benemeriti Cooperatori,
benessere della civile società, tanto in sorreggeteci ognora nella via intra-
questa diletta Italia, quanto in tutte presa, e i Salesiani, dal primo all'ul-
le altre Nazioni, dobbiamo prepararci timo, si faranno un vanto, a prezzo cli
a sviluppare dappertutto, a pace con- qualunque sacrifìzio, di percorrerla fino
chiusa, quel piu ampio programma di alla morte.
redenzione e preservazione giovanile,
cbe ci sia possibile. Se è vero che quale
oggi è la gioventu, tale sarà domani la
Opere compiute nel 1916.
società, dobbiamo procurare di edu- Fedeli al programma di Don Bosco,
care alla Religione ed alla Patria il noi continuammo, come di sopra ho
maggior numero di giovani, moltipli- accennato, tutte le opere già fondate,
cando gli Istituti educativi, partico- sia per l'educazione della gioventu, sia
lannente gli Oratori festivi, provvisti per l'assistenza degli emigrati e per la

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cristiana civilizzazione di varie tribù
selvagge.
Commossi allo stato miserando in
cui si trovano molti orfani di guerra,
abbiamo aperte ad essi le porte dei
nostri Ospizi; e, per provvedere piu
largamente e direttamente ai loro bi-
sogni, abbiam anche iniziato la fonda-
zione di opere apposite.
E cosi, già da otto mesi, che venne
aperto a Pinerolo in Piemonte l'Isti-
tuto << Don Bosco>> per orfani di g11erra,
inaugurato solennemente nello scorso
ottobre. Il plauso con cui tutte le .'\\uto-
rità accolsero questa fondazione, le
benedizioni delle povere famiglie dei
ricoverati, e soprattutto la felice riu-
scita di questi, m'animarono ad allar-
gare il benefizio, e Yolli che si fon-
dasse una seconda casa per questi
infelici ma carissimi gio,·anetti, la
quale, come avete appreso dal Bol1cl-
tino, è una Scuola pratica di agricol-
timi alle porte di Roma, dove saranno
accolti di preferenza gli orfani di
guerra dei contadini.
Vi è già noto come i figli di Don
Boscoele Suore di Maria Ausiliatrice si
siano adoperati e si adoperino tutt.odì
per l'assistenza ai figli dei richiamati.
Ora ciò avvenne non solo in Italia, ma
in tutte le altre nazioni, non esclu~e
l!UClle che prosperano nella pace.
Per continuare a tener aperti molti
nostri istituti doYemmo anche, nel
l'anno testé decorso, sobbarcarci ad al-
t.re sollecitudini. Requisite alcune no-
stre case dalle autorità civili o militari,
ci Yedemmo costretti a trasportare
altrove le nostre tende. Cosi accadde
ad Alessandria e a Fossano in Pie-
monte, a Mogliano Vmeto, ecc.. Simil-
mente l'Orfanotrofio, o Patronato, cli
Castello di Venezia venne trasferito
a Trevignano; l'Istituto Salesiano di
Jlacerata fu trasportato a Genzauo di
Roma; e l'Istituto San Francesco di
Sales di Catania nel vicino paese di
S. Gregorio.
Per meglio attendere ai bisogni degli
emigrati e dei loro figli, s'è dato e si
continua a dare maggior sviluppo al-
l'Istituto per i Polacchi in Rantsey
negli Stati Uniti, e un nuovo se n'è
aperto a Tncwnan nell'Argeutina, del
quale si gioveranno specialmente i
figli degli Italiani. Questa ultima fon-
dazione, compiutasi a ricordo del
Centenario dell'indipendenza nazio-
nale di quella .fiorente repubblica, ha
ivi incontrato - com'ogni altra opera
salesiana - le concordi simpatie di
tutte le piu spiccate personalità, a co-
minciare dal Presidente della Repub-
blica.
mancarono altre nt10ve fonda-
zioni nel nuovo Continente. A Cama-
guey, nell'isola di Cuba, nelle Antille,
cedendo alle preghiere d'una pia e
generosa Cooperatrice, abbiam pure
iniziato un istituto.
Anche le Missioni, che stavano tanto
a cuore a Don Bosco e a Don Rua,
ebbero consolante incremento.
Il zelantissimo Yicario Apostolico
di Méndez e Gualaquiza, ~Ions. Gia-
como Costamagna, a prezzo di gravi
sacrifizi è riuscito ad aprire una sta-
bile residenza di Missionari a Santiago
di Méndez, cioè all'estremo lembo del
suo Vicariato.
Anche l'instancabile Mons. i\\Ialan,
Vescovo tit. di Amiso e Prelato del-
l'Araguaya nel Brasile (ossia delle no-
stre Missioni tra i Boro1'0s) ha stabilito
una nuova residenza nel capoluogo
della sua Prelatura, a Registro do Ara-
guaya nel Matto Grosso.
Dalle relazioni dei nostri ~Iissionari
della Patagonia vi è ben noto lo svi-
luppo consolante delle Case Salesiane
stabilite in quelle terre. Quell'immensa
regione, che da Papa Leone XIII era
stata divisa in un Vicariato e in una
Prefettura Apostolica, ha subìto alcune
importanti variazioni nelle sue circo-
scrizioni ecclesiastiche, pur restando
tutta i11tera a carico dei Salesiani.

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La parte argentina fu divisa in vari
vicariati foranei sotto la giurisdi-
zione dell'Arcivescovo di Buenos Aires,
piu quello di Pntagones <lipendeute
dal Vescovo della Plata, e quello del
Neuquén dipe11dente dal Vescovo del
Cuyo. La parte chilena invece, che
comprendeva gran tratto dell'antica
Prefettura Apostolica affidata al com-
pianto Mons. Fagnano, venne eretta
in Vicariato Apostolico, il cui titolare
sarà un Salesiano, che avrà dignità
vescovile e risiederà a Puntare11as.
Queste nuove divisioni ecclesiastiche
furono fatte per agevolar lo sYiluppo
dell'assistenza religiosa in quelle re-
gioni, che sì son già popolate e si po-
poleranno ancor pìu d'emigrati d'ogni
nazione, quando sia tornata la pace.
~ perciò facile il comprendere come
sia necessario il pensare per tempo a
provvederle di nuovi :\\1issionari.
Un nuovo campo immenso, snpe~
riore in snperficie cli piu volte all'Italia,
cioè la Prefettura Apostolica del l?-io
.Vegro nel Brasile, ehbe nell'anno de-
corso la sua prima fondazione salesiana.
Il rev.mo Prefetto Apostolico, il no-
stro Don Lorenzo Giordano, insieme
col caro D. Balzola ed altri figli di
Don Bosco, fin dal 15 agosto 1916 si
stabiliva nel comune di San Gabriel,
capoluogo dell'Alto Rio ~egro; e di
m 'ha già scritto piu volte sollecitando
soccorsi pecuniari e di personale, che
io spero di poter soddisfare almeno
in parte, o benemeriti Cooperatori e
Cooperatrici, mediante la vostra gene-
rosa carità.
Anche le nostre Missioni della Cina
hanno avuto un progresso notevole.
Il distretto dell'Hemig-Sltan, quando
venne affidato ai nostri Missionari, non
aveva che 3 cristianità e 3 cappe1Je.
Ora 1c cristianità son 15 e le cappelle
sono pur 15, e i battesimi amministrati
dai nostri lvlissionari hanno sorpassato
il numero di seicento.
Abbiam dunque motivo di rendere,
anche per questo, le piu vive grazie
al buon Dio e alla nostra cara )Iadre,
Maria SS. Ausiliatrice.
Proposte pel 1917.
Un altro conforto soavissimo che
proYai nel 1916 fu la grande fiducia
mostrata da molti Cooperatori nella
bontà e nella protezione della nostra
celeste Patrona e Ausiliatrice. Le quo-
tidiane domande di preghiere innanzi
al suo altare e le lettere di ringrazia-
mento per favori ottenuti furono, in
verita, tanto dall'Italia quanto dal-
Estero, su1 criori a (1nelle di tutti gli
anni decorsi. Ad assecondare questo
slancio di fede ed a corrispondere in
modo conveniente a tali domande,
non ho ma11cato un sol giorno, o be-
nemeriti Cooperatori e Cooperatrici, di
pregare e far pregare i nostri alunni del-
l'Oratorio secondo le vostre intenzioni.
Anche per tutti i vostri defunti ab-
biam fatto partico1:ui suffragi. Il pe-
nultimo giorno del mese dei morti,
coll'intervento dei suddetti alunni che
si accostarono alla S. Comunione in-
sieme con gran numero d'altri fedeli,
si cantò messa funebre e si fecero
solenni esequie per tutti i morti della
guerra, particolarmente per gli appar-
tenenti alle ,·ostre famiglie. Penso, o
benemeriti Cooperatori e Cooperatrici,
di farvi cosa gradita col comunicarvi
queste notizie. Ma perché le comuni
suppliche per i gravi nostri bisogni e
pel ristabilimento della pace sieno piu
care al Signore, vogliate voi pure:
1) Unire le 11ostre alle nostre preghiere
in questo modo :
a) Il I. I) venerdi, o la prima dome-
nica, o il giorno 24 di ogni mese sia
giorno consacrato al ritiro mensile da
tutti i nostri Cooperatori, e la Santa
Comunione che farete tutti in detta
circostanza sia offerta al Signore in
suffragio dei morti della guerra e per
affrettare il giorno della pace.

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-s-
b) Tutti quanti poi, Salesiani ed
allievi e Cooperatori, proponiamoci di
recitar ogni giorno, finché non spunti
il giorno della pace, le preghiere che
consigliava il nostro Venerabile Fon-
datore a quanti desideravano di otte-
nere qualche grazia da Maria Ausilia-
trice, cioè: << Tre Pater, A ve e Gloria
a Gesu Sacramentato, colla giaculato-
ria : Sia Lodato e ringraz1'ato ogni mo-
mento il santissimo e divinissimo Sacra-
mento, ovvero: Cor Jestt Sacratissi-
mmn, miserere nobis; tre Salve Regina
a Maria SS. Ausiliatrice, colla giacu-
latoria: li1aria, Au,xiliuni Christiano-
rum, ora pro nobis ».
Se tutti quanti saremo fedeli nel
compiere queste preghiere, potremo es-
ser sicuri che 1a benedizioni celesti ca-
dranno copiose su ciasctmo di noi e
delle nostre famiglie, e aifretteremo
davvero l'aurora del giorno desiderato.
Il Ven. Don Bosco ci inseg,16 a ricor-
rere in ogni caso difficile, anche uma-
namente disperato, a Gesu in Sacra-
mento ed a Maria SS., nostro Aiuto; e
\\'Oi ben sapete gli effetti meravigliosi
che egli ottenne con questi fiduciosi
ricorsi. Ora, se in questo momento vi
è una cosa che paia impossibile otte-
nere tra breve, è proprio la pace delle
NazioniI... Noi ascoltiamo Don Bosco
e non tarderemo, io credo, a sciogliere
l'inno del ringraziamento.
2) I lavori del tempio votivo da dedi-
carsi a "J\\,laria Ausiliatrice presso la
casetta natale del Ven. Don Roseo, a
Castelnuovo d'Asti, procedettero sin
qui senza intermzione. Se m'assisterà
il vostro zelo nel promuovere offerte
tra le famiglie cristiane per quest'im-
presa, allo scopo a voi noto di consa-
crare alla Beata Vergine particolar-
mente i bambini, perché Ella doni loro
una benedizione che li accompagni
sino alla morte, ho piena fiducia che
potremo inaugurare il nuovo tempio
nel prossimo agosto.
3) 1\\.fa per meglio meritarci la sorte
di vedere esauditi i nostri voti, io vi
prego pure, o benemeriti Cooperatori
e buone Cooperatrici, a zelare effica-
cemente la difesa dei diritti di Dio, peJ
trionfo della Chiesa e pel vero bene della
Patria. Ognuno, secondo la sua condi-
zione e le sue forze, lavori a combattere
il vizio e l'errore, e a promuovere la
virtu e la conoscenza della religione.
a) Vogliate, all'uopo, schierarvi co-
raggiosi uelnnovo anno fra quei cattolici
zelanti, che in questi ultimi tempi si
son fatti promotori d'un'attiva propa-
ganda contro la bestemmia e il turpilo-
qu·io. Che niuno di voi rimanga indiffe-
rente e inoperoso di fro,~te a siffatti
vizi, che cusonorano e chi li commette
e tutta la famiglia cui appartiene. Ve-
gliate perché non deturpino mai non
solo le vostre labbra, ma neppur quelle
dei vostri amici, dei Yostri parenti, e
soprattutto dei vostri figliuoli. Quando
udite taluno a bestemmiare, <lite sem-
pre a .fior di labbro, ed anche a chiara
voce se vi pare utile e prudente, una
giaculatoria di riparazione: e, se potete
farlo, non mancate mai di ammonire,
con pmdeuza e con carità, chi bestem~
mia o parla in modo sconveniente. Io
vorrei consolarmi nel pensiero che i
Cooperatori Salesiani, che Don Bosco
voleva attivi tanto nel fare quanto nel
promuovere il bene, si facessero un
vanto di combattere la bestemmia e
il turpiloquio.
b) Diffondete la buona stampa. Non
comperate, né mai date accesso entro
le vostre case al giornale, al periodico,
al libro cattivo. In pari tempo adope-
ratevi perché altri seguano il vostro
proposito risolutamente, senza rispetto
umano e sen1.a colpevoli transazioni
od arrendevolezze; e, con tutti i mezz:1
di cui potete disporre, sostenete hl.
buona stampa. Non potenò.o fare di
più, date a leggere il periodico o il
giornale cattolico, se vi siete abbonati,
o le Lelt1tre Cattoliche e il Bollettino
Sctlesia1:o.

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-6-
e) Professate voi e, col vostro esem-
pio, inculcale anche agli altri ossequio
e devozione filiale al Papa.
<< Verrà un tempo, diceva Don Bosco,
in cui il nome di Cooperatore vorrà dire
cristiano! I Cooperato1·i suranno quelli
che ai1tteram10 a promiwvere lo spir1:to
cattolico... Pizt la S. Sede sarà bersa-
gliata, f>il't dai Cooperatori sarcì esaltata;
piz, la miscredenza in ogni lato va cre-
scendo, pù't i Cooperatori alzeranno htmi-
nosa la fiaccola della loro /eàe operativa>>.
Dopo la guerra, io spero che sorgerà
anche il giorno in ct1i queste parole co-
minceranno ad aYverarsi. A voi però
è noto come ,·adano le cose oggid.f !
Ben vedete come da una parte si cer-
chi d'insinuare ogni sorta di calunnie
contro il Papa, e come dall'altra si
diffonda il silenzio intorno ai mira-
coli di carità che Egli compie in tutto
il mondo, specie nei paesi belligeranti,
per lenir tanti dolori e asciugar tante
lagrimc. Cooperatori, attenti all'insidia;
voi venerate il Papa e di.liondete larga-
mente, attorno a voi, eguale amore
pel Vicario di Gesù Cristo.
d) Ancora un invito importantis-
simo. Prestatevi, o cari Cooperatori.
con buon volere e con puntualità, ad
aiutare i Direttori degli Oratori?' fcsti'i;i e
i revv. Parroci, e gli stessi Comitati di
assistenza civile o religiosa, sia per
l'insegnamento del Catechismo, sia per
tutte quelle altre mansioni che facil-
mente potrete disimpegnare negli Ora-
tori, o in seno alle altre opere. P ur-
troppo oggi sono immensamente dira-
date le file dei sacerdoti e dei sostenitori
di tante buone iniziative, che erano
sorte a vantaggio delle popolazioni.
Prendete voi il loro posto, e i frutti
e le consolazioni, che raccoglierete dal
vostro lavoro, vi animeranno a perse-
verarvi anche di poi.
Altro non oso chiedere quest'anno
al vostro zelo e alla vostra generosità.
I nostri bisogni vi son noti ; vi son note
le nostre strettezze finanziarie, che di-
vengono sempre più gravi. Il vostro
buon cuore e la Divina Provvidenza,
ne ho ferma convinzione, non ci ab-
bandoneranno. Ne sieno quindi grazie
al Signore, e grazie anche a voi, in
nome di tutti quelli che godono della
vostra carità.
Per la Causa di Don Bosco.
Chiudo questa lettera col raccoman-
darvi la Causa di Don Bosco.
Come sapete, il Sommo Pontefice
Benedetto XV, nell'ultimo Concistoro
pubblico tenutosi il 7 dello scorso
mese, ha benignamente accolto la ter::u
perorazione di rito .per la Beatifica-
zione del nostro carissimo Padre, il
Ven. Giovanni Bosco. Il Processo Apo-
stolico sull"eroismo delle sue virtu
e sui miracoli operati dal Signore a
sua intercessione, compintosi con ala-
cre impegno dalla Curia .\\.rciYesco-
vile di Torino, volge omai al tennine,
e fondatamente si spera che, fatta la
trascrizione degli Atti, questi possano
essere inviati a Roma nel corso di
quest'anno per esser presi in esame
dalla S. Congregazione dei Riti. In tutte
le Case Salesiane, dal 1890, cioè da
quando s'iniziò il Processo Ordinario,
mattino e sera si fanno particolari
preghiere per ottenere la divina assi-
stenza e i lumi dello Spirito Santo su
cosi importante lavoro. Vogliate voi
pure, o cari Cooperatori, c1:e nutrite
tanto affetto per Don Bosco ed avete
tanta stima della sua santità, unin"i
ai suoi figli, 1erché presto possiamo
vedere decretati al comun Padre e
)Iaestro gli onori degli altari. Però
non illudiamoci: ci vogliono ancora
oiu anni di stndio e dì esame. Conti-
iiuiamo quindi ogni giorno a pregare e
saremo piu presto esauditi.
Col rammentare, a Yostro giusto e
desiderato conforto, che in tutte le
nostre Case si prega quotidianamente
secondo tutte le vostre intenzioni, io

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7
v1 ringrazio, o buoni Cooperatori e
pie e zelanti Cooperatrici, di tutta la
vostra carità, e vi prego dalla bontà
dell'Ausiliatrice dei Cristiani tale ab-
bondanza di celesti benedizioni che vi
accompagni fino al termine della vita
e vi metta al possesso del premio che vi
sta preparato in paradiso.
Pregate voi pure per me che mi pro-
testo e sarò sempre,
Di Voi, Benemeriti Cooperatori, e
Benemerite Cooperatrici,
Dev.mo Servitore
L'Istituto delle FigIie di Maria A usi 1iatrice nel 1916.
La guerra, questo flagello del Si-
gnore, che in mezzo a tante rovine e
a tanto sangue fa dovunque sbocciare
più copiosi e fragranti i fiori della ca-
rità, nel 1916 infiammava più degli
anni precedenti anche lo zelo delle Fi-
glie di Maria Ausiliatrice. Il loro Isti-
tuto, che si gloria - al pari del nostro -
di essere stato fondato dal Ven. Don
Bosco, è visibilmente proteLLo dalla
mano del Signore. Una prova irrefra-
gabi le, che annualmente additiamo ai
lettori, è il suo continuo e, diciam an-
che, prodigioso incremento.
Nuove case aperte nel 1916.
Tredici furono le nuove fondazioni dell'Isti-
tuto delle Figlie di .Maria Ausiliatrice nel 1916.
A Occimia1to, comune della provincia di Ales-
sanclria presso Casale Monferrato, chiamate
clallo zelante prevosto Can. D. Evasio Colli,
le zelanti religiose apersero un Giardino ù'In-
fanzia con annesso Oratorio Festivo e Scuola
tli lavoro.
A Roppolo Castello (Novara), mercè l'ap-
poggio del rev.mo sig. Arciprete D. Agostino
Poma, nel palazzo dei Conti Alessandro e Ga-
briella De Rege di Donato, assunsero la dire-
zione dell'Oratorio Festivo, con scuole di taglio
e cucito, di religione e di canto, fiorenti fin dagli
itùzii.
A Trivero Biellese, per opera del Comm. A.
Ceriuo Zegna, che superando non lievi ostacoli
conùusse a tcnnine uno splendido edificio per
un Giardino d'Infanzia, hanno accolto varie
centinaia di bimbi con plauso di tutte le famiglie.
Eguali fondazioni compirouo a Campiglia
(Pisa) ed a Scropfirmo (Siena), ove apersero an-
che un Oratorio e una scuola di lavoro.
A Gitbbio, e precisamente a Monte Ingino,
accettarono l'assistenza di una colonia di ope-
raie anconitane, mercè le provvide benemerc11ze
del Patronato ùi Ancona.
A Brancaleone (Calabria), all'invito di S. E.
Mons. Paolo Albèra, Vescovo di Bova, già pro-
tettore delle loro opere di Messina, presero
la direzione dell'Asilo, di un annesso labora-
torio e di un Oratorio Festivo.
In Alessa11dria d'Egitto fondarono una Scuola
privata elementare e secondari.a, con labora-
torio e scuole di mnsica e di pittura, intitolata
a Maria Ausiliatrice.
Nel Nord America, in un sobborgo di Pa-
terson, sostenute dal rev.mo parroco Sac. Carlo
Cianci, assunsero la direzione delle Scuole Par-
rocchiali e dell'Oratorio.
Opere identiche poterono iniziare nella par-
rocchia di S. Lazzaro in Santiago e a C,nrics
nel Chili, mediante la generosità dei rispettivi
parroci e di altre benemerite persone.
A Mcli, nell'Uruguay, fondarono un asilo e
una scuola privata, noncllé un Oratorio Festivo.
Nell'Andalusia, dove già da quattro anni
presso Yerez de la Froutera dirigono due colonie
marittime, su proposta del Regio Delegato, as-
sunsero la direzione della Colonia Scolastica
Sivigliana Principe de/Le Asturie, composta di
150 bimbe e di altrettanti bimbi.
Ampliamenti.
Contemporaneamente condussero a termine
altre opere presso fondazioni anteriori. Merita
un cenno specialissimo lo sviluppo che ebbero
le loro case di Roma. Quivi, nell'Istituto Maria
Ausiliatrice, in via Marghera, fondarono un
Ufficio di collocamento per giovanette. AlTe-
staccio trasferirono le loro opere, già molto fio-

1.9 Page 9

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-8
renti, in un nuovo fabbricato, le cui stanze <lel
primo piano, adait(lte per la munificenza del
Santo Padre in spaziose aule scolastiche, ac-
colgono 350 fanciulle del Dopo Scuola, e, con
entrata propria e distinta, 200 bambini, tutti
della prima e seconda elementare, cui vennero a
mancare i maestri Salesiani, richiamati sotto
le armi. Al 'l'estaccio apersero pure una scuola
professionale, che è una vera provvidenza per
quel quartiere ed è già molto fiorente. Xell'Isti-
tuto S. Famiglin, dove per il piano regolatore
fu demolito gran parte dell'antico edifizio, co-
stnissero un vasto porticato, che nelle ore cli
ricreazione ripara dal sole o dalle intemperie
le 400 fanciulle dclln Scuola D. Bosco, iv.i stabi-
lita, ed apersero 1111a scuola di dattilografia,
per sottrarre ai pericoli di altre !'Cuole molte
giovanette, che si preparano al conseguimento
del diploma in tale scrittura. Finalmente nel-
l'Istituto Gesù Nazzareno iniziarono un labo-
ratorio di cucito e di maglieria per fanciulle
povere, le quali, retrihuitc q uotidianamcnte,
confeziouauo indumenti militari.
Similmente a X1mziala, in Sicilia, in appo-
sito locale del collegio fiorente da molti anni,
apersero u11 Giardino d'Infanzia, cni diedero
il nome del Ven. Don Bo:;;co.
Pegno visibile della protezione celeste Stille
opere delle suore <li D. Bosco fu l'ottenuto pa-
reggio della loro Scuola N01 male e ComplenH:11-
tare femminile di A ti .liari11a (!lh-ssina). che
l'Associazio11c Nazionale per soccorrere i :Mis-
sionari cattolici Italiani lta avocato a sè. La
Scuola. che ha già <lati esami di licenza con ef-
fetti legali nello scorso ottobn:, :,;'intitola a
<< Maria Ausiliatrice >1.
Altre opere.
Anche le Figlie cli Maria Ausiliatrice continua-
rouo nell'anno decorso a prestarsi con carità
a pro' dei bisognosi e dei sofferenti a causa cl<.-J'a
guerra. Durante le vacanze autrn111ali tennc10
aperte, in più luoghi, scuole cd asili, con doppia
refezione per i figli dei richiamati.
In Alcssa111lrici, sotto gli auspici della rev.ma
1\\ladre Generale Suor Caterina Daghcro, aper-
si•ro un Istituto per i bimbi orfani dei soldati
caduti in guerra, in una splenclida casa colonica,
messa a loro disposizione dalla munifica gene-
rosità dcll'illustre donna Rosn Borsalino.
A l\\lila110, provvedendo ad un bisogno viva-
mente sentito, accettarono nella casa di vin
Honvesin una trentina di bambine, figlie di
richiamati, orfane di maùre o aventi la maùrc
all'ospedale, prov,edendo con materna carità
ai loro bisogni.
In Torino, insieme con due schiere di giovnni
operaie di Hrrt11lla e Jlonlc Rosa, offersero gra-
tuitamente ogni sera un'ora di lavoro per i nostri
soldati. InolLre, rispondendo generosamente ad
llll invito del Comitato 'l'orinese dell'Unione
Donne Cattoliche (che nella sua alacre carità
ha deciso di provvedere al ricovero e all'edu-
cazione di povere bambine o bambini dai 3 ni
7 anni, rimasti orfani di gu('rra), banno aderito
di nccogliere quei bambini che sarn.nno loro
aOìdati nell'Istituto di Vin Maria .\\usiliatrice
l, in 'l'orino,. e le bambine nell'Educatorio th
S. Teresa iu Chieri.
Anche negli ospedali, loro affidati fiu dall'am10
1915, continuarono l'opera caritate,·ole; anzi
furono costrette in più luoghi ad aumentare ùi
assai il personale. Cosl avvenne a 1 orino, nel-
l'Ospedale di riserva «Regina Margherita ,1, ove
presentemt>nte in numero di 45 attendono al-
l'assistenza di 2300 infermi o feriti; e cosi a
Tortona, a Catania, ad Arqui, a l .rrt.;o in Ro-
magna e nell 'Ospcdale Umberto in Roma.
A C«t«11ia le r:iglie cli :\\!aria Ausiliatncc
ha11110 l'assistenza quotidiana di dieci « nidi
di b11mbine », figlie di richiamati, cui prodigano
ogm cura materna.
Queste, in rapido accenno, le opere com-
piute ùalle Figlie di Maria Ausiliatrice nell'anno
passato.
Che la Vergine Benedetta le consl•n·1 sempre
nello spirito del Ven. Foudntore, le sorregga e
be11eclica ogni di io tutte le loro imprese, i11
patria e all'estero, t.ra i popoli ciYili e tra le
tribù selvagge... e le allieti così di nuove voca-
zio1ù, che possano compiere dap1 crtutto 1111
bene sempre maggiore!
TES0R0 S.PIRITU1lL E .
I Cooperatori Sale,iaui, i quali conlessall e comu-
nlcntl divol1u11e11te ,•lsl1en1nno q 11alcl1e Chiesa o 1>11b-
blica C;ippelln, o se l'ive11li in co1111111i1à la propria
Cappella 1>1frata, e quivi prechNnnno seco11do l'i11-
te111.io11e del Sn1111110 l'uutelice, possono lucrare
Indu lgenza plen aria
ogni mese:
1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno;
:z) nel giorno dell'eM.•n-izio ddla 81101111 1Vorl,::
3) nel giorno in cui ~i rad1111rno in conferenza;
dn l 10 gr11nalo al IO febbraio:
1) il 19 gennaio, festa della S. llami1dia;
:z) il :23 ge1111:iio, Sposalizio di ~laria Ytrgine;
3) il 25 gennaio, Conversione di S. P,1010 a post.:
4) il 29 gennaio, Fe~la di S. Francesi-o di S.-,1«-~
(visitando una d1iesa :-alesiann, ove esiste :
s) il 2 febbraio, 1'11rilicazione ì\\lana SS.
lnoltTe : ogni volta clie essendo io gra1.ia di Dio
(senza bisogno di accostarsi ai SS. Sacramenti o
di visit.-, a l(llakhe chil'sa) reciteranno 5 l'<zli'r, Au
e (;/orir. l',1!,, per il ht:ne~sere della cristiiu1ità e
u11 altro l'al,•1·, A,•t' e Gloria !'atri secondo l'i11-
te111.ione del Su1111110 l'ontefice, lucreranno tutte le
indul~enze delle Stazioni di Roma, tlella Porziuncola,
di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella.

1.10 Page 10

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-9-
COOPERAZIONE SALESIANA.
,,Nel giorno dl s. rranceseo di Sales e nella
festa cli Maria Ausllla.trlce, ogni Direttore, ogni
Decurione raclnnerà I snoi Cooperatori per ani•
marsi rec!prooamente alla clJvoalone clJ questi ce-
lesti patroni, lnvoc3.lldo il loro patrocinio a li.ne
dl perseverare nelle opere Incominciate secondo
lo scopo dell'Unione". (rld. 8, il Vi del Re:go•
la11umlo della Pia (J,.io,ie dei Coopo·atol'i
Salesia1ti.) .
La Confere11za che si tiene nella fest a di San
Prancesco di Sales è la più opportuna per ri-
destare lo zelo dei Cooperatori e delle Coope-
ratrici Salesiane ed iniziare nuove opere secondo
lo spirito della Pia Unione. L'anno scorso noi
abbiamo largamente trattato - pressochè ogni
mese - di ciò che debbono e possono fare i
Cooperatori Salesiani. In questa circostanza
non sarà quindi fuor di luogo il suggerire alcune
cosere11c praticlte, quasi piccole scintille che,
assecondate, potrebbero sviluppare un gran
fuoco di carità.
eose che sipotrehhePo {raffare nella
Conferenza prescritta peP la fes(a
del nostro Pafrono.
r) Ogni anno muoiono molti Cooperatori e, tra
essi, non pochi zelantissimi, che erano di forte
sostegno alle opere salesiane. Non si potrebbero
soslitufre, col far conoscere le opere del Ven. Don
Bosco e la Pia U1iione dei Cooperatori ad altri
caritatevoli ed esemplari: cristia11i, che ancora
no11 le conoscono? Non si potrebbe stabilire, a
fia11co di ogni Direttore diocesaw, im piccolo Co -
mitato appositamente per q,z,e.sto lavoro ?
2) Nonostante le strettezze sempre crescenti,
gli ospizi salesiani contimtano ad accogliere
poveri giovanetti. N cfle c1Itri e nei paesi, ove si
h'ova un mtcleo di volonterosi Cooperatori e Coo-
peratrici e si tiene la conferenza, non v,: sarà
qualche ragazzo abbandonato clie aspel.ta la mano
benefica che gli apra le. porte r.i un istituto, ove
possa ricevere m,'educazione cristiana, ad es., di
vm istituto sales,:ano? Noi crediamo di si!... In
questo caso, non si potrebbe formare - frn i Coo-
peratori - 1{n altro Comitato, che - a base
di sottoscrizioni 111ensil,i - procuri: di raggra-
nellare la somma necessari:« pel ricovero d,i uno
o due o più ragazzetti, a seconda del fJossibile?
3) Ci sono degli orfani di guerra, ancora in
tenera età e talmente abbandonati, che è 1mo
strazio 1·t vederli oggi ed è 1mo spavento il pensare
et quello che j>otram10 essere domani, se cresce-
ranno senza 1m'ediicazione cristiana... Perchè non
s'iniz·iano traltativ.e per il loro ricovero, se sono
dall'età di 7 a 12 anni, col nostro Rettor Jl.,foggiore
D. Paolo Albera - Via Gottolengo, 32 - Torino,
il qiwle, a seconda dei casi, può destinarli, al-
l'Istituto D. Bosco per gli Orfani di Guerra
aperto a l\\fonte Oliveto, Pinerolo, ovvero alla
Scuola Pratica di Agricoltura presso l'Ospiziu
del S. C·uore di Gesù in Roma? - e se sono orfa-
nelli dai 3 ai 7 anni perchè 11011 si rivolgono alla
Superiora Generale delle Figlie di Maria l!1tsi-
liatrice, Suor Caterina Daghero, Collegio N. S.
delle Grazie, Nizza Monferrato ...?
4) Non sarebbe un'opera di carità anche lo
stltdiare il modo di raccogliere oggetti di bian-
cheria e di vestiario per t1tttf gli or/a11i sztddetti e per
molti altri, non meno bisognosi di tutto, clze ab-
biamo in gran 111,mero nelle nostre Case?
5) Come dimenticare in questi tempi t" bisogni
delle nostre 11.!fissfoni?l... La crisi generale, p1•0-
dotta dalla guerra, si fa sentire fortemente anche
mi paesi lontani. Chi penserà a pro·ovedere i
J,,fissionari: dei consueti indispensabili sussidi?
Dovranno dire a qHei nuovi cristiani che i popoli
lianchi, abbandonate le opere di cari:tà che ji1-
ro1w il loro va11to principale per ta'llti secoli,
vanno inccnscia111ente spogliandosi di q11el vero
sentire cristiano che addita in ogni opera di
carità verso il prossimo - massime quando è
diretta al suo be11e spir·itnale - il mezzo più si-
curo per ottenere dal Signore misericordia?...
Queste ecl altrettali domande potrebbero pro-
porre i Conferenzieri e gli stessi direttori e de-
cmioni a tutti i nostri Cooperatori, invitandoli
a sceglierne una - come loro particolare pro-
gramma, da trad,ursi in pratica, s11bito e con
gran dilige11za.
Per far questo con la certezza di ottima riuscita
converrebbe che i benemeri:ti sigg. Direttori Dio-
cesani e Deci,rioni, qu,alche giorno prima deUa
conferenza generate, raccogliessero in privala con-
ferenza alc1.ni Cooperatori e Cooperatrici dei più
volonteros,i e zelanti per tra.ttare in aittecedenza
qttesto argomento. Se non bastasse un semplice
scambio d'idee, qi,esto piccolo << Comitato dì pre-
parazione l► non nia11cherà di radunarsi anche più
volte, ma - così - sarà assicumto il b11011, esito
dell'iniziativa che si vuol prendere.
.. A t'lltti il buon Dio doni ampia ricompensa!

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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- IO -
========================
L'elogio di un apostolo e di un aposto lato. Ci>
E, al l11rrrna ardc11s ••I l11rrus.
JO. V. JS.
...)forra Don Bosco come fanciullo, gli parve
(( nel som10... d'essere in un cortile dove stava
raccolta una moltitudine di fanciulli. Alcuni
ridevano, altri ~iocavano, uon pochi bestem-
miavano. In quel momento apparve un uomo
veuerando...; mi chirunò per nome e mi ordinò
di pormi alla testa di quei fanciulli, aggiun-
gendo queste parole: Non con le ~rcosse ma
con la mansuetudine e con la carità dovrai gua-
dagnare questi tuoi amici... Quasi senza sapere
che mi dicessi gli chiesi dii fosse, e ne ebbi in
risposta: Io sono il Figlio di Colei che tua madre
ti ammaestrò a snlutare tre ,•olte al giorno...
In quel momento vidi acc:mlo a lei una Donna
di maestoso aspetto, vestita di un manto che
risplendevo. da tutte le parti. Scorgendomi mi
accennò d'avvicinarmi a Lei, che, presomi
con bontà per mano: Guarda! mi <lisse. Guar-
dando m..i accorsi che quei ranciulli erano lutti
fuggiti, ed in loro vece vidi una moltitudine di
capretti, di cani, di gatti, di orsi e di parecchi
altri animali. Ecco il tuo campo, ecco dove devi
lavorare. Renditi umile, forte, robusto; e ciò che
ìn questo momento vedi succedere di questi
animali, tu doTiai farlo pc' figli nùei. Volsi al-
lora lo sguardo ed ecco, invece di animali feroci,
apparvero tanti agnelli... •>
Il sogno fu allora interpretato io famiglia,
d1l\\'e l'adokscente l'a,·eva con fancitùlesca sem-
plicità esposto. E il fratellastro Antonio disse:
Forse diverrai un capo di banditi; e il fratello
Giuseppe: Di,,enterai un guardiano di pecore; e
la cara buona piiissima mamma Margherita con
trepidante voce soave: Chi sa che non abbia a
diventar prete!
Kcssuno di essi poteva intravedere il ftth1ro,
ma ncssu110 di essi avrebbe saputo darsi torto
della risposta allora pronunziata quando fosse
stato chiamato a dar spiegazione del sogno
molti anni dopo. Il piccolo contadino dei Becclii
divcniYa capo dci poveri reietti figliuoli del po-
polo, ,·eri banditi dalla famiglia e dalla società;
divt:niva capo deimiseri travint.i dalla ignoranza.
che rimaucvano come banùiti dal bene; diveniva
capo di coloro che il vizio deprime e la colpa at-
t..:rra, banditi dalla salutare luce di \\'ita e cli
gru.zia; e si faceva << guardiano di pecore », rac-
cogliendo i primi e disciplinandoli nell'amon' e
nella nrtt'.t; accostandosi ai secondi e facendo
loro brillare nel pensiero e nel cuore la luce di-
vina della vciità; ricercando gli altri come pe-
core lungi erranti dal dolce tepore dell'ovile di
pace e di bene, per ricondurveli amoroso e pre-
nmroso; diventava « prete >> riassumendo ud-
l'altezza del titolo onorifico e della di~nità sa-
crosanta che lo rivcstiYa la somma delle Yirtli
per:;onali e pastoraH di che un sacerdote santo
va sempre fornito...
Si elevava cosi nella luce, per diffondere ln~e.
chiamato ad evangdizzare gli ignoranti, a con-
forto.re i dubbiosi, a sollevare: i caduti, n con:;'1
lare gli affiilti, a risanare gli infermi, a disscm 1-
nare la Yirtu, a erigersi esempio fra le moltitu-
dini, a mettcr~i. gin:;ta la missione del divin 1
Maestro, alla ricerca dei peccatori. Eù ecco il
contadincllo dei Becchi discivlinare i fanciulli 1:-
belli, mutare le piccole belve in mansuete 1Jeçr•-
relle, radtmare i po,·eri, i reietti, i JKccato1i,
gl'ignoranti e farsi loro caro, maestro e paslort-.
E l'antico sogno rivivc\\"a cosl e ripalpitm·a nella
realtà vera di ogni giorno e di ogni orn del suo
o.post.olato; e 1n 1ampana ardente e lucente cfa11:1
campagna di Castelnuovo, dalla romorosa Chieti,
dalla cerchfa raccolta del seminario, tolta comi!
« di sotto il moggio ~ e collocata « snl cande-
labro •> (Matt., V, 15) riluceva a. tutti e per tutti
in lume di verità e cli benedizione.
E quello che pili commove e pili conforta e:
più solleva è il vedere accanto a lui, guilla della
sun mente e consolazione tlel suo gran cuore,
la Donna che nel sogno gH era appar.-a in <1 mat-
stoso aspetto, vestita di un manto che risplen-
deva da tutte le parti ». È la vera (( lJomina *•
che pare voglia ad una aù nna verificare per
lui le circostanze del :;ogno. E come per meglio
domi11are e reggere, prende possesso del suo e
del cuore de' suoi figliuoli; e !:-i fa mYocare e ve-
nerare sotto il titolo di • Ausiliatrice I), quasi per
dar significazione che ogni aiuto Ella intercede
e ottiene; e vuole grandeggiare nella sua tauma-
turga imagine SlÙ pinnacolo maggiore di qut:l
mab'l1ifico tempio che fu ed è come il cuore cli
tutte le istituzioni salesiane, quasi per custo-
dirvi la virt.u, per alimentarvi lo studio, per
mantenervi la pace, per accrescerne il fen•ore
apostolico...
i,, (1) Dalla Con,memora:rione lewtla Ge11o:1a uelt'i11•
rivu Basibca di S. Sfro il giorno 3 f.:bbr.iio 1916 ,u,t-
l'nnnuale convi,,~no J.,i Cooper,1t11ri Snk1,i,t11i, dal Sac.
Prof Clemc11lt Barbieri. - Milnuo, Tip. S. Lega Eun1-
risuca 1916.
***
Kon si può leggere senza commoversi e senza
ammirare il racconto del colloqllio di Do11
Bo,:co con llartolomeo Gaielli.

2.2 Page 12

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- II -
Il suo cu.ore vi si rivela, il suo zelo apostolico
trabocca. È 1a luce, è l'ardore della lampada
dell'anima sua, che irraggiano in benedizione.
Egli che in su l'altare di Dio il primo giorno che
vi era asceso aveva domandato« l 'efficacia della
parola per poter far del bene alle ani.me •>, e
che congiunger:.'10 il suo cuore al Cuore bene-
detto di Gesu nella santissima Comtmione aveva
senza dubbio supplicato con lacrime di <lesi•·
derio quell'ardore di che sentiva di abbisognare
per rendere proficuo di vi1tt1 il suo apostolato
sacerdotale, mcominciava in quell'ora memo-
randa là nella sagrestia di San Francesco d'As-
sisi in 'l'orino ad espandersi in benedizione. E
Bartolomeo Garelli fu il prin10 e il richiamo
della serie innumerata ed innumerabile di gio-
vinetti, che si strinsero intorno a lui. E non le
('. ifficoltà e non le contraddizioni lo intimidirono
o lo distolsero. La sua via era t racciata e Dio
1i guidava. Ogni ingombro non era che un
nuovo argomento per proseguire il cammino;
ogni opposizione non valeva che a confermarlo
nel suo proposito; ogni inconveniente non giun-
geva ad altro che ad affrancarlo nella sua te-
nacia. Andava innanzi, pieno del suo bello e
buon sogno di redenzione; e ne traspariva la
viva luce dagli occhi e ne irrompeva l'acceso en-
tusiasmo dal cuore.
Grande e bella figura di apostolo! Pareva che
la sua robusta fibra fisica nudrita di aure cam-
restri e di sole significasse la sna inflessibile
fibra morale, pasciuta di carità e di fede. Anche
quando i suoi confratelli insorsero dubitosi
contro di lui, egli non volle scomporsi. Considerò
quelle suspicioni come nubi leggiere che si af-
facciassero in su l'orizzonte, ma non temette
mai, nemmeno per uu istante, ch'esse potessero
nggmpparsi e scoppiare in tempesta. Era
troppo sicuro nella sua fede in Dio e troppo av-
valorato dalla carità, per credere che valessero
poche ombre a ricacciare la luce, che si spri-
gionava possente e generosa.
E operò con incessante ardore; e si circondò di
mansuetudine per rendere dolcezza ad ogni op-
posizione; e si armò di longanime pazienza per
superare ogni difficoltà; e si profuse in preghiera
per ottenere sempre maggiore forza e maggior
costanza; e si rimise completamente alla Prov-
Yideuza divina, perché da essa sola sapeva di
dover essere condotto; e per la via aspra e inter-
secata di triboli cam:ninò come per un sentiero
di rose, sofferendo si, e qualche volta anche la-
crimando, ma sempre col piu sereno lume negli
occhi e con la pi(t sentita tenerezza nel cuore,
levato all'alto con tutti i suoi pensieri e con
tutti i suoi affetti, perché lavorava egli per Dio
e ben sapeva che Dio era con lui.
E il catechista elci Becchi e di Moncucco fu
il maestro, prima di pochi, poi di un esercito di
giovinetti; e l'equilibrista delle spaziose piazz~
rurali fu l'inventore delle piu curiose attrattive
di giochi per avvincere l'animo degli adole-
scenti; e l'operaio di Castelnuovo fu l'ideatore
di quelle officine d'arti e mestieri che plasmano
il carattere della gioventù e affidano ad essa
con gli stromenti del lavoro la sicw·ezza del pane
quotidiano e la rigorosa onestà di vita; e il can-
tore corale della Parrocchia di Castelnuovo, e il
suonatore di violino e di cembalo diveniva
l'organizzatore di quelle scuole musicali, che
sono tanta forza nell'educazione della mente e
del cuore. il piccolo custode di mucche assurgeva
all'altezza di tutore di collegi e di istituti; e lo
scolaro che a Chieri rivedeva i compiti dei con-
discepoli, si tramutava in scrittore forbito e
popolare, per usare della stampa come d'una
sicura arma di bene.
Tutto questo è semplicemente meraviglioso.
Il piccolo che ai Becchi sognava, a Torino, in
Italia, in Europa, nelle Americhe operava; e il
suo sogno degli anni primi diveniva nella realtà
della vita la missione portentosa di uno dei pili
degni benefattori dell'umanità.
***
Ed ecco le Opere Salesiane. Le caratterizza
un purissinto ideale di bene; le conduce una
~ede alta e tenace; le accompagna una dolcezza
ed una soavità del tutto degne del Santo, alla
cui particolare protezione sono commesse e
dalla cui provvida tutela si sentono rette; le
segue un disinteresse singolare, temprato alla
scuola della santa povertà di Cristo; le sostiene
una carità senza pari; le accende un ardore che
non ha riscontri se non in quello zelo che ha
animato gli apostoli; le penetra una purezza
angelica, che è come l'aroma che le profuma; le
rinvigorisce e le mantiene una salda inflessibile
energia, che niuno mai potrà scuotere, perché
fondata stilla incrollabile rocca della potenza
stessa cli Dio.
E sono collegi, ricreatori, scuole, officine di
arti e mestieri, libre1·ie, associazioni, famiglie di
laici, seminari di sacerdoti, congregazioni di
missionari, monasteri di suore, disseminati per
l'Italia, propagati per l'Europa, diffusi nelle
Americhe con migliaia e migliaia di giovinetti,
con centurie di operai, con stuoli di associati, con
schiere di sacerdoti, con innumerevoli suore; e
tutti incita lo stesso zelo, e tutti guida il me-
desimo ideale, e tutti regge uguale regola, e
tutti domina il benedetto spirito del Fondatore,
riassunto nel cercare solo la gloria dl Dio e il
bene delle anime, come in un magnifico pro-
gramma di lavoro e di sacrificio: « Da mihi
aninias ; caetera tolle >>.
Ora se io affermo che Don Bosco fu <1 lampada
ardente e lucen te o non faccio che segnare qui,

2.3 Page 13

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- I2 -
in breve, l'azione sua altamente apostolica
e civilizzatrice, che vrosegue ininterrotta nel
tempo e che nell'efficace prosecuzione della Fa-
miglia da lui creata con umile amore e con
indefesso zelo si va ogni giorno compiendo. La
luce di lui irraggia dall'alto sopra di essa e il
suo calore l'accende. Scopriamoci il capo, ed
inchiniamoci davanti a questi eroi, che stretti
io ardimentosa falange, passano aprendosi un
solco veramente grande nella società degli uo-
m iui, gittando al pari del buon Seminatore della
parabola evangelica il seme prezioso di opere
sante! Essi vedono crescere intorno a sé 1m;1
mésse copiosa di bene, perché « benefaciendo et
sa11a11do •> (Act. Ap., X , 38) sono nel volgere <li
dasc1m giorno in campo, a « dissodar la terra
da le spine» e a farvi ge1mogliare e prosperare il
l,uon grano. Salutiamoli con reverenza pro-
fonda. Don Bosco vive in essi e continua per
essi il suo apostolato fecondo di civiltà cristiana.
***
Allora che dopo il malore che lo incolse in
sugli inizi della sua operosità apostolica Don
Bosco ebbe a far ritorno tra i suoi diletti fan-
ciulli all'oratorio, trovò, narrano i suoi biografi, •>
<• che i suoi poveri alunni s'erano procurati
quanti piu fiori avevano potuto per sparge;me
la via ch'egli doveva percorrere •>. Omaggio
di gentile riconoscenza buona, che doveva tanto
piu tornare gradita in quanto irrompeva dal
cuore ingenuo ed amoroso d'un stuolo di fan-
ciulli, che vedevano cadere le trepidanze per la
salute del diletto padre e potevano giocondarsi
<li riaverlo ancora con sé; ma omaggio di altis-
sima significazione, come quello che mentre at-
testava la gioia e la tenerezza di quei pic"oli,
dimostrava ancora quanti fiori spirituali cre-
scevano sui suoi passi, frondeggiando in grazia
ed odorando d'innocenza.
E fiori s'aprivano intorno a lui nella figura
di quell'adolescenza casta, di quella giovinezza
morigerata, cli quella schiera di laici e cii sacer-
doti e di suore che lo circondavano aspiran-
done la fragranza e suggendone la linfa vi-
tale; fiori che il sempre crescente numero de'
suoi Istituti accoglievano pari a tepide serre
raccolte per conservarne la bellezza virtuosa
e il profumo gentile; fiori di santità, che ralle-
gravano con lo splendore delle loro corolle e lc-
lifìcavano la vita coi loro profumi; fiori, che
dall'ardenza del suo zelo e dal fulgore della
sua ,Titu si Yivifìcavano e trionfavano. E però
di omaggio di fiori egli era degno; e però il tri-
buto di quei .fanciulli in quel lontano giorno di
gioia era ben ispirato; e però fiori e fiori per
l'una e l'altra di queste ragioni furono offerti a
lui dai contemporanei e dai posteri, dagli am-
miratori e dai beneficati, dagli umili e dai grandi:
fiori d'amore, fiori di virtu, fiori 'di riconoscenza,
fiori di plauso a questo benedetto figlio d1:i
campi che dai campi aveva tratto seco le 8 m-
plici fragranze di tutta la svariatissima flora
della natura; a questo benedetto figlio d€-lla
Chiesa, che aveva presso l'altare sorbito l'aroma
di Dio e che l'aroma di Dio andava dovlmque
e sempre spargendo.
E gli gitta fiori la Fede, glorificandolo in una
luminosa aureola, che non morrà; e gli porta fiori
la Patria, esaltandolo come uno degli uomini
d'eccezione, che da sé solo ha saputo dare in1-
pulso per mille all'ascendere delle classi piu
misere verso il grande ideale di civiltà; e fiori
gli offre il popolo nella riconoscenza sentita
che il beneficio da lui elargilo e per lui continuato
nella sua istituzione gli ha fatto e gli fa tnttaYb
erompere dal cuore; e fiori gli dona il poeta, che
si esalta nella contemplazione della sua gran-
dezza come di un'ideale creatura fatta di splen-
dore e di bontà; e fiori gl'intesse in ghirlande
la storia, che segua il suo nome tra le pagine
piu belle e piu alte della umanità; e .fiori gli reca
lo statista, che ammira il suo eroismo e il s110
apostolato tanto efficace; e fiori gli porgono le
madri, che si consolano nel pensiero della sua
tutela sempre soave e sempre proficua in pro
dci loro figliuoli; e fiori gli dànno gli studiosi,
che da lui baru,o vista segnata la via che mette
alla verità; e fiori gli umiliano gli operai, che
da lui hanno appreso la vera operosità che san-
tifica il lavoro ed eleva l'anima a Dio, e fiori,
tanti fiori, spargono intorno a lui i fortunati
suoi seguaci, che riandando pel suo cammino si
rinvigoriscono di carità e si illustrano dei piu
fulgenti lumi di santità. Ed egli fra tanti fiori,
fra tanti omaggi, fra tanto plauso, fra tanti inni,
s'eleva nella lwninosa sua aureola di << Venera-
bile 1> e si esalta nella sua glorificazione, che è
l'apoteosi della sua santità nella quale quel Dio
che lo ha suscitato e lo ha guidato lo vuole
magnificare come esempio e come gloria, perché
i mortali in lui si affisino, da lui imparino, se-
guendo lui si nouilitino, attingendo ardore cli
bene dall'anima sua vera << lampana ardente •>
e irradiandosi di luce di verità dal folgore suo
cli vera « lampana lucente >>.
***
Ma non i nostri sono giorni di luce. È salito
il nembo dal fondo delle piu rimote valli e u:1
vento di tempesta ha fatto impeto, l'ha cac-
ciato innanzi, l'ha diffuso per tutto l'orizzonte...
Occorre tregua a tanta desolazione, luce in
tanta tenebra, salute in tanto flagello...
E Don Bosco che fra tanto cumulo di mal~
tanto ha diffuso di bene ci sia auspicio, ci sia
aiuto... L'esempio suo, fatto di ardore e di luce,
ci rinfocoli l'anima, ci illumini la mente...

2.4 Page 14

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- 1.3 -
Come attirare i giooani all'Oratorio?
I.
Carità e buone maniere.
11 Ven. Don llosco pose l'Opera degli Oratori
sotto la protcziom: rli S. Fra11cc,co tli Sales • pcrchè
coloro che inltndono dedicarsi a r1uest.o gent•rc di
occupazione - sono sue rarole - devono prororsi
lllll-~to santo per modcUo 11efl,i r11,ila, nellt' b11011e
111-1mere, che wuo In fonte da cui dcri,ano i fmtti
c lic si sperano dall'Opera degli Oratorii •·
~cl 1858 Don nosco si rerò per la prima volta
a Roma, e un giorno - H·1isse il compianto Don
J-,,moyne - fu invitato a passeggio dall'H.1110
l'ard. 'l'osti, l'lie l'a,•e,a incarkato d'indirizzare
alcune parole ni gio,a11i dell'Ospizio di S. )lichele,
e si venne a parlare del sistema pii'.1 adatto ali'edu
ra:r.ione dei giovoni. Don Dosco era i:ersua.eo r lle
~li a lunni di quell'Ospizio 11011 avevano fomiglia-
iit,\\ roi snperioi-i, anzi li temevano, percit'J dil•eva·
Ycda, Eminentissimo, è impossibile poter bene
!!ducare i ~o,·ani, se questi uou hanno coufid<:m:a
nt'Ì superiori.
- Ma come-, n'plic-a,a il Cnrc1inalc, si può gua-
dagnare questo confidenza?
Col cercnre l'lw essi si avvicinino a noi, to-
i;licn<lo ogrù cau:-a c-he da noi li allontani.
- E come si può ottenere cli anicinorli a noi?
- An--ici11a111loci noi ad c-~i, c-ercando <li adat-
tarci ai loro gusti. facendoci sn:uili a loro. Vuole
c:1c facciamo unn prova? rvli ilicn: In qual puuto <li
lZuma si può trm·::i re un hel nnml'ro di ragazzi?
- In piazza Tt'nnini... in piazza del Popolo...
- Ebbene: amliamo in piau..a del Popolo.
\\'i andarono. Don Bosco ~cesc di carrona e il
Cardinale vi rimase osscrva11<10. \\''era difatti llD
rrocrhio di giovnni, che Don Hosro cercò di nYvi-
cinure, ma i birichini fuggirono. Allora li chk1mò
rou buone mauic,re e quelli, dopo qualche csitam:a,
t,m1arono. Dou Bosco li regalò di <111alche co;.nccia,
domandò notizie delle loro fami~lie, chiese a qual
giuoco si divertissero, li invitò a ripigliarlo, si
fermò a preskdc•re al loro trn.shùlo, e vi prese parte
egli stesso. Altri giovani che lo stavano guardando
m lonlananza, corsero numerosi dai quattro angoli
tiella piazza intorno al prete, che li ac~lieva
amorevolmente cd aveva per tutti una buona
parola e m1 rf'galucdo, e chiedeva loro se fossero
buoni, se dicesst·ru le orazioni, se andassero a ron-
ft·ssn.rsi. Qua11do volle allontanarsi, lo seguirono per
1111 buon tratto, e lo lasciarono solo allorcl1t: risali
in carrozza.
*
- Come fnr<·mo, signor Don Bosco, ad avere
delle ragazze pc-r ini1.iare il m,i;tro Oratorio? - gli
chiesero altra volta le Figlie di ::'11.aria Ausiliatrice
in,-iate da :\\Iorm,se a Torino ud 1876.
E il Venerabile sonideudo:
- J,a Madonna ve le manderà: usc-ite, andate
sotto i viali, incontrerete certo delle bambine,
fermatele, chiedete il loro nome, date loro una
mt'daglia di Maria Ausiliatrice, ed invitatele a
venirvi n trovare co11 altre loro compagne. Vedrete,
vedrete!
li {allo - scrive Suor Elisa Roncallo - con•
fermò la sua parola: una pass~giota sul viale
Regina :\\targherita d procurò l'incontro di tre o
guattro poverissime fanciulle, offrimmo loro una
m edaglietta, due carnmcUe ed un arancio che ci
avc,·ano regalato. J,a. prima domenica, cosa inspe-
rata!.. vennero i11 numero di dit-ci; la domenica
seguente erano trenta. continuarono a crescere
di numero e diedero poi con la loro corrispondenza
frnt.ti abbondanti di bene •·
(Conlinua).
La bontà del Papa.
Leggdc e dite se 11011 è buono il Papa, se non ha
proprio un cuore cli padre!
In occasione delle Feste pa!ISale, Sua Santità
Papa Benedetto XV pro,'Tide a proprie spese che
ai prigionieri italiani n•sideuti a )fanth:msen giun-
gesse 1111 bel pacco contenente commcsUl>ili. Alla
composizione di quc!-ti pacchi natalizi prestarono
la propria opera volonterosa moltissime famiglie
cristiane e alcune famiglie religiose di )Iilauo.
Ogni pacco conteneva un chilo di pane, una ~ratola
di carne, una scaloln di sardine, un blocco di cicc
colato, ed una discreta q11a11titn di frut.ta; il tutto
avvolto in un piccrlo toyagliolo cou In sc-rittu :
Il Santo Pa-dn•, 0Urn11l,1, bt1,,·dice •·
Prima <'he cominda.c;..,;e la no-veno del ~- Natale
yenncro spediti circa 20 mila di questi pacchi,
coliol'C1ti tutti su 1.1 vagoni stlzzeri, c he-, accompa-
gnati da Mons. Cavcz1.(11i, si diressero a Mauthausen.
Per il loro traspo1to, truito dal Go,cmo, quanto
dalle autorità militari c com1mali, furono concesse
grandi facilitazioni. 'J'utti comprcS<.'ro che un idea
cosi g<'.11tile, un peusicro cosi delicato e paterno,
ùovc-va essere asseconclnto con ogni sollecitu-
dine.
Lo stesso dono, uei giorni segue11ti, venne ri.
messo a tutti gli altri italiani prigionieri di gue1J i.
in .Austria.
Chi sa come avranno benedetto nl cuore del
Papa - che alle volle anclle in Halin è incon-
sciinnente bistrattato - quei nostri C8.I.Ì co11110.
zionali 1

2.5 Page 15

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. . ••••••••••••••••••••••••••••••• ••••••••••••••••• •O• •••• ~••••• ••••••••••••• •• •••••••••••••••••
. .. .
.
.. .. :...................L...E...T•••T••E••.R....E......D....E...I....M....I..S...S.•I..O....N...A..•R....I.......••......:....
MATIO GROSSO (Brasile)
Un'ardita esplorazione di 450 chilometri
lungo II Rio das morles.
(Relazi<me dd Sac. A11to11io Colbaccldni).
Colonia Sacro Cuore (Matto. Grosso), 15 agosto 1916.
AMAT.MO PADRE,
Anche quest'anno riusci cara e <levota, la
festa del Sacratissimo Cuore di Gesu. Non
avemmo la grandiosa solennità esteriore dello
scorso anno. Gesu Sacramentato, da S. Ecc.
Mons. Mal:1.11, assistito dall'Ecc.mo Mous. d'A-
quino, non fu portato in trionfo fra le vie della
nostra aldeia, mentre face,·an corona a Chi si
posa tra i gigli il candore e la semplicità dei
nostri bambini..... Niente di tutto questo, che
oramai non è elle tm ricordo soave, soavissimo,
ma che ancor riempie di gioia l'auimo del J.\\IIis-
sionario.
'futtavia la festa del Divin Cuore venne a
noi con eguale dolcezza; venne cou la pace che
si \\·edeva scolpita in fronte a tutti, derivante.
senza dubbio, dall'unione intima fatta con
Ce!:».1 nella Comunione Generale <le] mattino.
I nostri himhi non accompagnarono Gcsu in
trionfo, ma li vedemmo inginocchio.ti con le
manine giunte e gli occhi fissi in lni, cbe in una
festa di fiori, dall'alto dell'altart:, volgeva loro
benigno lo sgun.rdo. I nostri c.1.ntori eseguirono
la messa De .111,:clfs, mentre al Sa11rt11s, come
pure alla fine della cerimonia, sulla piazzetta
davanti alla chiesa, risuonavano festo!>e le note
della n(stra banda. Vari giuochi a premio allie-
rarono, dopo i vespri e la solenne benedizione, i
cari nostri Bororos. Ah! Gesu regni sempre fra
noi, sempre ci tenga a Lui uniti, e aiuti ad
aumentare la schiera di questi suoi uovelli
devoti, conducendo alla luce del suo Divin Cuore
altri poveretti che aucora giaciono nelle tenebre.
Rinno\\'ai la consacrazione della cara Colonia
all'amabili~imo Cuore, anzi glie l'affidai i n
modo speciale dovendomi per vari giorni assen-
tare per un viaggio di esplorazione, del quale
spero le sia grata una breve relazi0nc.
I due scopi del viaggio.
La Prelatura di S. E. 1fons. Malan è attra-
versata nella sua parte setteutrionale dall'im-
ponent e Rio das Mor/es, il cui corso non è an-
cora ben conosciuto, specir !mente qui sull'al-
tipiano. Tale corso d 'acqua ha, per l'avvenire
della Prelatura, una somma importanza essendo
llllil gran via ùi comurucazione, che faciliterà la
civilizzazione delle tribu selvagge che popolano
le sue rive. :\\[a per questo è necessario conoscere
bene il fiume, stabilire fin dove ne è possibile
la navigazione; i:apere quanto è lungo il tratto
interrotto dalle cascate, e di quale difficoltà
queste potranno essere per la navigazione. Era
questo uno degli scopi del viaggio.
Altro scopo, non meno impo1tante, era visi-
tare l'antica dimora dei nostri Bororos, sit uata
sulla destra del fiume, e vedere se quei luoghi
o le loro vicinanze erano stati occupati da altre
tribu, come c'era molto a temere, avendo noi
quasi ogni anuo qualche ,-isita. di indi sconosciuti,
pron~nienti dal Nord. Queste ,·isite non ci fu-
rono punto gradite, p~rcl1è ci danneggiarono
varie volte i raccolti cd assalirono a tradimento
qualche nostro indio e purtroppo fecero qualche
vitt ima, gettai do il panico e la desolazione tra
questi c~ui Dororos. Di questi misteriosi ,i:;i-
tatori nulla sappiamo, poiché dal :\\1issiouario
non ~ poterono ancor ,·edere.
Affine di beue accertare questa co~a. era,•amo
anche cUsposti ad attraversare il fiume e spin-
gere tm po'. anche sulla sponda sinistra, le nostre
rice.rcl1e.
Si parie.
La comitiva che intraprese qnesto viaggio non
era numerosa: era formata dal sottoscritto, da
D. Cesare Albisetti, e da cinque indii che do\\·e-
vano farci cli guide e a,er cura di due ammali
trasportanti un po' di vetto\\·agliamento, l'al-
tare portatile e varie altre cosette.
Fra i reiterati auguri dei nostri cari confra-
telli si parti e in breve la Colonia disparve dal
nostro sgunrclo. Entrati nel contiu,10 succedersi
di oudulnzioni <lel grande altipiano, venne spon-
taneo il dire:- Chi l 'avrebbe detto, quindici
anni fa, che due l\\lissionari si sarebbero affidati
alla mercé di cinque Bororos cosi terribili, che
era temerità passare per questi luoghi, anche
accompagnati e meglio anm1ti? e sono quegli
indii stessi e.be ayevano fatto tante vittime, che
avevano fatto spargere tante lagrime, che ave-
vano anche t ramato la vita al Missionario,
esseudo st ati sul punto di scoccare Je frecce contro
di lui.....

2.6 Page 16

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rs -
Era la prima volta che si faceva uu tal esperi-
mento, nel vero senso della parola, lasciando
essi, oserei dire, padro1ù di noi, delle cose nostre,
poichè alc111ù erano armati, non solo di frecce
cd arco, ma cli buona carabina a palla che sam10
maneggiare a meraviglia.
Risalendo la valle di un affluente.
Si arri,·ò all'indomani al fiume S. ~l[arco, la
cui foce scopersi ed esplorai nel primo ,·iaggio
al Rio das Mo.rtes. Si temeYa che la traversata
ci desse qualche difficoltà, ma fu solo un timore,
chè si poté guadarlo a ca,·allo, seguendone poi
il corso fino alla sorgente.
La bella valle ci fece l'impressione di quelle
delle nostre prealpi. Le acque, dal bcl color az-
zurro, ora corrono incassate tra due ciclopiche
pareti, ora rabbiose tra grossi macigni. ora piane
e tranquille scorrono fra le rigogliose vegetazioni
delle sponde, rispecchiando le cime delle due
catene di monti, alle volte è.istanti poche decine
tli metri dalle rfre.
Per circa clue giorni si rimontò tutta la ,·alle
arrivando alle sorgenti 11<:l fiume. Udendo la
parola <( sorgente », orcliuarìa.mente si presenta
dinanzi al pensiero un chìaro zampillo d'acqua
lìrnpida e fresca... Qui la cosa è un po' differente.
I ~ran<li fiumi che discendo110 da quest'altipiano
tributando le loro acque, dopo il percorso di
migliaia ili chilometri, ali'A111azzo11i al nord e al
ParagHay a sud, banno un'origine ben singolare.
Alla vegctnzione arborea, meschina e rachitica,
propria <lcll'altipiano, che ad un tratto s'arresta,
succede una folln vegetazione erbacea, piu o
meno est<?!ìa, entro la quale, nella parte piu ba:a;sa,
si incunea una lunga striscia cli vegetazione
ch:nsa, lu~sureggia11te, dai grandi alberi elevanti
al cielo le loro superbe cupole. Mai non manca
in que;ti posti la palma B11rily, che è una varietà
di Jlaurilla 11i111fcra, raggiungente l'altezza fin
di 30 metri, con w1 gran ciuffo di foglie a ven-
taglio, lunghe dn 4 a 6 m. F. detta vi111jcra.
perché, incidendone il tronco, ne esce un liqniclo
che ha qualche somiglianza col nostro vino
rosso.
Alle volte fa vegetazione di tali sorgeuti è
esclusivamente formata cli dette pnlme ed è
1uagnifico \\·cder quei tronchi, quali agili colonne
lanciare n<.!ll'azzurro <lei cielo la superba corona
cli foglie, dalla quale si vede pendere il lungo
grappolo di noci. Una vista tanto bella ricopre
llll terreno dapprima umido; ma l'umidità. va
sempre aumentartdo fino a formare un pantano
pel raccogliersi delle acque, che a poco a poco
formano un minuscolo rigagnolo limaccioso,
che alle volte in poche centinaia di metri è già
un bel ruscello, che ingrossato da altre simili
sorgenti d.i\\-enta poi torrente e fiume.
Curiosi fenomeni di erosioni.
Risalita tutta la valle che corre rla nord est
a sud-ovest, si discese in un'altra vallata, ben
singolare. Tutto intorno incontrammo delle
rocce che ci destarono le piu fantastiche idee.
Era invero una serie di castelli dalle belle
mura e torri e merli, Ira i quali pareva <li veder
financo delle persone I Possibile?! I/illusione è
perfetta. Il fenomeno dell'erosione, ,·isto a ro-
,·escio, ossia clal basso in alto, dava origine a
pirauùcli tronche capovolte, bene spesso sor-
montate da grossi ciottoli arrotondati, ritraenti
J"immagine di persone viste a distanza. E di-
fatti il mio compagno mi indicò ... Ire frat~lli
sotto im ombrello!... Eran tre rocce, una di fianco
all'altra, coronate dai rami di un albero; un 'il-
lul-ione perfetta! Poco distante, un altro pezzo
di roccia su d'un'nlta colonna ci pan-e u1m
gigantesca zuppiera coi rispettivi manici! Potem-
mo ammirare pure arditi giuochì di equilibrio,
mcutre ci veniva spontaneo il chiederci: << Ra-
remo sicuri a pass:i.rc qui sotto?! >> Da quel labi-
rinto solo gli indii ci potevano tirar fuori. Ci
fecero arrampicare coi nostri animali su per
la scarpata cli uno dd piu bei castelli, dalle ctù
torri diroccate potelllillo ancor meglio osser-
vare... quel soggiomo di fate.
Una caccia felice.
T..e nostre guide poco s'interes.<;avano di ciò
che noi ammiravamo e fu breve anche per 1101
il godimento èli quclla zona. Scesi nella valle
sottostante, i nostri si dis.sero stanclù e ci esor-
tarono a fermarci presso un ruscello per ivi
pussare la notte. Si accettò la propm,"ta, tanto
piu che era già tardi cd anche noi stanchi abbi-
sognavamo dì riposo. Si stava levando le sdle
ed i carichi degli :mimali, quando si udi il fischio
d'tmo dei lfororos rimasto alquanto inèlietro.
l'rlir quel fischio, e abbandonar og11i cosa e an-
elarsene di carriera, chi con arco e frecce, çhi
con il focill• fra le mnni fu un attimo. Rirnai;ti
là, soli, ci guardammo un istante come per
dire: Ed o_ra.? Si t1muinò di scaricare gli animuli,
e si lasciarono in libertà.
'.Meutre Don Alhisetti andava a procurare
un po' cli legna secca pel fuoco notturno, io
cercai il luogo ed il modo di poter innalzare la
nostra tenda, ma fn vana ogni ricerca. Tutto l.'ra
roccia, ricoperla d'un sottilissimo strato di ter-
riccio, e per quell.1. notte si dovette fare senza
tencla. li male era piccolo, perchè ognuno prese
1111 dei cuoi che servivano a coprire il carico e,
stendendone metà per terra, rivoltò su se stl.'SSO
l'altra, affine di ripararsi dall'abbondante ru-
giada.
Preparata questa tenda di nuovo genere,
udimmo le grida dei nostri, ed erano grida di

2.7 Page 17

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allegria per selvaggina presa. Arrivarono difatti
con tre bei porci selvatici, che subito si misero
a squartare presso il gran fuoco che fantastica-
mente illuminava la valle. Il porco selvatico è
cli poco inferiore al porco domestico, ma non
ha lardo o ben poco. Vive in grandi branchi,
cui gli indii dà!lllo una caccia spietata, essendo
la sua carne un ottimo boccone.
Alla Cascata Pio X.
Si era al quarto giorno del nostro viaggio e
verso mezzodi s'incominciò ad udire il rumore
della grande Cascata Pio X da me già descritta.
Di mano in mano che ci approssimavamo, il
rumore diveniva piu distinto, finché udimmo
marcato il tonfo dc.Ile acque. Cercai subito con
lo sguardo la Croce, piantatavi 4 anni or sono,
e la vidi ancor sul ciglio del gran salto: una
bella parassita l'aveva ornata del suo bel verde
e dei suoi bei fiori. Ai piedi di quel simbolo di
N. S. Religione, sul cader del sole, recitammo il
S. Rosario, provando le piu dolci emozioni,
come se avessimo pregato sotto le vòlte del
tempio piu sontuoso.
All'ultimo bagliore d'un mesto crepuscolo e
tra quello scrosciare di acque il nostro pensiero
si trasportò sui campi cruenti dell'immane guerra
che si combatte in Europa... e spontanea ci
flui sul labbro la preghiera ed ù voto che tutto
ritorni in pace, come tranquille ridivengono
quelle acque dopo l'iroso spumeggiare della
grande cascata.
Le nostre meditazioni furono interrotte da
un fischio degli indii, annunciante che la cena
stava pronta. Si andò a servirci di quello che
la cucina del matto ci offriva; poi si ritornò sulle
rocce del gran.salto, e la, recitate le orazioni
della sera, ci ritirammo nella nostra tenda.
Un altipiano interessante.
All'indomani, riinessici per tempo in viaggio,
piegammo tm po' verso l'interno, montando la
serra affin di evitare un gran gomito del fiume,
da me già esplorato. Anche il piu esperto geo-
grafo non so quanto si troverebbe 111-1brogliato
se volesse fare il rilievo di quella zona! I~ un
disorùinato succedersi di alture e di valli!
Quand'uno si aspetta di trovarsi in nna valle
maggiore, eccolo in un punto da cui non vede
uscita di sorta! Ora si crede di essere giunti a
un piano, ed invece eccoci davanti ad una forte
depressione che ci fa retrocedere. In tanto disor-
dine anche le nostre guide smarrirono il cam-
mino e tutto il giorno non si fece altro che salire
e discendere fra le rocce, trascinandoci dietro
i poveri animali, punto avvezzi all'alpinismo!
Però avemmo il piacere, quasi a compenso
dell'improba giornata, di fare una scoperta che
avrebbe ben allietato qualunque studioso di
geologia. Osservammo, sulla cima di quelle
alture, che fra i bianchi ciottoli di quaTzo, altri
rossi dell'arenaria ed altri ancora piu o meno
oscuri, leggeri, somiglianti a lava, ve n'erano
vari lucidi d'un nero carbone. Ne prendemmo
uno, ed osservatolo, vi trovammo chiare im-
pronte di fossile. Fermatici ne prendemmo altri,
e anche in essi scorgemmo tracce di fossile pili
spiccate ancora. «Guarda un po', dissi a D. Albi-
setti, dicevano che qui sull'altipiano non vi
erano fossili, ma invece... » e intanto si cercaYa.
Le ricerche non poterono durare molto perché
le nostre guide, preoccupate d'uscire da quel
labirinto, erano già discese nella valle sotto-
stante eh.e doveva portarci sul retto cammino.
Per quanto osservassi di poi, non ci fu pili pos-
sibile trovar altre di simili pietre, nere e lucide,
pesanti come ferro, aventi impronte di conclii-
gliette.
li buon cuore degli iodii.
Raggiunte le guide, ci affrettammo per guc.-
dagnare un po' di tempo, ed eccoci davanti acl
un corso di acqua non molto profondo, ma
col letto pieno cli larghe fosse e perciò peri-
coloso a passarsi. Discesi da cavallo, due indii
fecero passare adagio adagio gli animali tenen-
doli per la cavezza, mentre noi ci disponevam >
ad entrare in acqua. Ma i nostri uomini non vo'.-
lero e si offersero spontaneamente a trasportarci
sulle spalle all'altra sponda. Insistettero tanto
che io cedei; invece D. Albisetti, temendo nn
bagno involontario, preferl passare per quclb
volta a piedi, ma poi, in altre simili circo-
stanze, vedendo che la cosa andava tanto bem:
ed era spiccia, approfittò egli pure delle spalle
dei nostri cari Bororos, che tanto volentieri si
off1iva110 a tale servizio. Se per noi la cosa
andò bene, non fu cosf degli animali da carico;
due di essi caddero nell'acqua. Si venne subito
alla verifica dei danni e questi risultarono riu
gravi di quanto ci aspettavamo. L'altare por-
tatile e i sacti indumenti si eran tutti inzuppati,
le ostie divenute inservibili, e q1ùndi non ci fa
piu possibile celebrare. Ed anche le poche pro\\·-
vigioni che avevamo, si dm'ettero consumare
in quel punto.
Una delle gtùde, vedendoci un po' pensierosi,
ci disse schiettamente:
- Non abbiate paura, non abbiate paura;
non mancherà milla per star bene, non vi lascie-
remo patir la fame. Ora ci avviciniamo alla
nostra antica dimora e vèdrete quanto pesce,
quante cose!
- Sl, non abbiate paura, dissero tutti; an-
diamo avanti.
Nelle mani di Dio e dei nostri selvaggi si
continuò il viaggio, e potemmo ammirare la
loro buona volontà, e, direi, l'abnega1ione con

2.8 Page 18

▲back to top
17 -
cui ci aiutarono.Giungendo ai punti di riposo, essi
facevano in modo che nulla avessimo a fare.
pensavano essi per gli animali, innalzavano essi
la tenda, facevano essi cucina. Quando eran o
pronti i manicaretti che preparavano fra loro,
ci avvisavano, e mai che uno di essi si servisse
prima di noi, né prima che avessimo detto a
loro di servirsi. Al mattino, per tempo, andavan o
in cerca degli animali, e dopo una parca refe-
ziouc la comitiva era in marcia. Kon avremmo
immaginato che fossero cosf delicati, e ne re-
sta·umo stupiti e contenti.
Una not1:e, accampati sulla riva del Rio das
lvfortes, stavamo già dormendo, quando ci sve-
gliano invitandoci a veder il frutto dclla loro
pesca. Ci levammo dalla nostra fossetta scavata
nella sabbia affin cli meglio ripararci dal freddo
ed andammo presso il fuoco, ove trovammo
dei pesci davvero stupendi. Uno specialmente
attirava gli sguardi di tutti, perché era un gi-
gante della sua specie, e un altro per la lun-
ghezza di due denti della mascella inferiore.
Fatti i nostri rallegramenti ritornammo alla
tenda, mentre essi ebbero da lavorare per quasi
tutta la notte. Alla mattina, pit1 allegri del solito,
ci invitano alla mensa, cioè alla grnticola su cui
fumano i pesci, fritti e lessi, e;
- Vedi, Padre, mi dicevano, vedi che non
manca nttlla?! Oggi non vi è solo palmito cotto
nell'acqua; sèrviti, vedi che abbondanza!
Che avessero da mangiare a volontà fu una
fortuna: la giornata si presentava ben faticosa
doven,do aprire il cammino per vaiie foreste
vergini, che superbamente adornano le sponde
del fiume, da loro prima abitate. E di[atti si
misero ben alacremente all'opera, lavorando
non solo di coltello, ma anche di scure. Uscendo
dalla foresta in un campo aperto, osservammo
come da pochi giorni v'era stato il fuoco e già
tornava la tenera erbetta. Chi aveva posto
fuoco là? Civilizzati? Di certo no: dovevano
essere indii, di cui i nostri subito riconobbero le
tracce. Ma che i.udii? Forse quelli stessi. che ogni
tanto si azzardano a fare scorrerie fino alla
Colonia? I nostri uomini presero ad avanzare
piu uniti, esclamando:
- Vengano pure, è da tempo che desideriamo
conoscere chi siano.
Cattivi compagni di viaggio.
Si lasciò il campo aperto, si rientrò nella fo-
resta, seguendo il corso del .fiume che ogni tanto
faceva udire il brontolio delle acque, segnale
che eravamo ancora nella zona delle cascate.
Alle volte, quando il fragore delle acque ci po-
teva far sospettare quale.be gran salto, si andava
ad osservarlo, verificandone la difficoltà per la
navigazione. Alla sera sostammo ancora sulle
sabbie del fiume. A notte i nostri uomi11ì furono
a pescare, ma con poca fortuna, sicché al mat-
tino ci dovemmo accontentare del solo caffé
amaro, ché lo zucchero s'era squagliato nell'in-
cidente accennato, e d'un po' di carne di tarta-
ruga bollita con un pezzo di palmito. E con sf
mesdùna refezione anche quel giorno, come
sempre, si tirò avanti fino al riposo della sem.
rosicchiando ogni tant o un po' dello stesso pal-
mito crudo o qualche frutto della selva. Il peggio
era che la notte s'era passata poco bene, perché
attraversando la foresta ci s'erano appiccicati
vari insetti, fra cuila cosidetta pulex penelrans.
cioè una pulce molto somigliante alJa comune.
ma con questa particolarità che la femmina
penetra sotto la pelle, specialmente dei piedi,
producendo un prurito prima lieve, poi insoppor-
tabile e doloroso, tanto da impedire il sonno e
obbligare il povero paziente ad armarsi di spillo
per estrarla. Se non viene estratta subito, essa
si mostra sotto la pelle come un piccolo tumore
bianco, prodotto dal suo corpo ingrossato come
nu pisello, intorno al quale formasi un'infiam-
mazione che in sei od otto giorni marcisce.
Ulcenmùosi la pelle, allora il parassita esce con
le sue uova mature, oppure le lascia deposte
nella piaga che, come tutte le altre, se non è
curata, può aver serie conseguenze.
Con tali e tanti amici è facile immaginare
come si poteva doruùre!
L'ultima cascata.
Tuttavia si riprese il cammino fra densa fo-
resta, a poca distanza dal fiume sempre esami-
nandone il corso. Le acque ora pareva.no pit'i
calme, e correvano in un ampio letto su cui
stendevano i loro rami le piante secolari <lelln
riva. Però lontano si udiva ancora uno scrosciai
di acque. Era una piccola casc.1.ta; uùnuscola
in proporzione alle già passate. Pareva oramai
che le acque, stanche, amassero la tranquilliti\\..
Difatti gli indii ci dissero subito:
- Questa è l'ultima cascata; piu in basso
non ne conosciamo piu, il fiume corre sempre
quieto e tranquillo.
- Egregiamente, risposi; ma lo conO!>C<:te
bene il fiume, anche là lontano?
- Si; non tanto noi, ma i nostri padri e i
padri dei nostri padri, lo scesero ben lontano
e ci dissero che di qui in giù l'acqua è sempre
calma.
Il secondo scopo del viaggio.
Ci restava di raggiungere il secondo scopo del
viaggio. Degli indii, di cui avevano trovato
traccia, piu nulla assolut amente. Però, oltre il
fì.Ullle si osservava elevarsi, al di 1à di una pic-
cola catena d'alture, leggere nuvolette di fumo,
mentre un vero incendio divorava il matto piu

2.9 Page 19

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verso nord-ovest. Che sia là l'accampamento
di qualche tribu? Dovremo davvero arrischiarci
a passare il fiume? Al momento non pensammo
a dar risposta alle nostre domande; la notte
sarebbe stata apportatrice di huoni consigli.
Scesi invece un po' p1u in basso dell'tùtima
cascata, si pensò a piantar la tenda sotto gli al-
lJeri della riva.
Appena sceso da cavallo, sento D. Albisetti
dare in grandi e prolungate esclamazioni, mentre
si osservava gli abiti, che erano tutt'un brulichio
di U11 altro parassita, vero tormento dei viag-
giatori. Sperando distmggerli tutti d'un colpo,
si buttò dentro l'acqua, in quel luogo poco pro-
fonda, non pensando che solo il fuoco con denso
fumo avrebbe potuto annientare quei minuscoli
animaletti, come difatti si fece con i suoi e miei
vestiti, dopo <l'esserci cambiati. Tali insetti
sono della famiglia degli ascari, e di varia gran-
dezza e colore. La specie pit1 tormentosa è di
piccolissime dimensioni, che capita addosso
all'incauto viaggiatore cadendo dagli alberi o
cespugli, scossi nel passare, dove hanno il nido
e in tale quantità da cagionare irritazione e
prurito insopportabile. Si attaccano fortemente
alla pelle ed ivi, se non ne vengono staccati,
resterebbero finché pieni di sangue, spontanea-
mente, si lasciano cadere. Per levarli, specie
quei piu grossi, occorre usare una certa qual
prudenza, affinché non resti nella pelle il loro
apparecchio fissatore, che potrebbe recare non
poca noia.
Conviene tragittare il gran fiume?
Con questi novelli amici, che aggiunti a quei
di ieri formano la pl(1 noiosa classe d'insetti,
la notte passò come Dio volle, e davvero s'ebbe
tempo di pensare all'opportunità di attraversare
o no il Rio das Mortes. I nostri uomini invece,
contenti di trovarsi nel loro paradiso terrestre,
tutta la notte non fecero che romper le dure
noci di palme senza la rninirna preoccupazione,
senza nemmeno pensare a pescar qualche cosa
per l'indom,mi.. V'era tanta abbondanza di pal-
mito e noci, perché scomporsi?! Al mattino si
fece consiglio con loro circa la convenienza di
attraversare il fiume, e, manco a dirlo, tutti
fluono subito di parere affermativo. Ma noi,
senza barca, senza nulla, come avrel.ll1llo fatto,
poco o nulla esperti del nuoto? Passare sulle
loro spalle era stavolta impossibile! Il fiume
largo, profondo, dava un certo qual timore sol
:i. guardarlo... Eppure ti dobbiamo passare I
Per loro non vi era difficoltà alcuna e si offer-
sero tranquillamente di farci passare quantnn-
qne senza imbarcazioni di sorta, insistendo eh.e
d affidassimo a loro senza timore. La difficoltà
piu seria era distrutta, e si stabilf di attraver-
sare il .fitm1e all'indomani, occupando quella
giornata, noi in meglio esplorare il fiume e la
zona circostante, essi in cerca di noci. Verso
il cader del sole eravamo tutti di ritorno all'ac-
campamento, noi stanchi morti, essi freschi ed
allegri con i. loro sacchi pieni di noci, dii,posti
a passar di nuovo la notte rompendo i duris-
simi gusci. La cena fu di stretto magro: palmito
e noci.
Una zattera improvvisata.
Il giorno dopo i nostri uomini radunarono
per tempo presso la riva vari fasci di un certo
legno secco, di una leggerezza straordinaria, per
la costruzione d'una zattera, assumendone la
direzioneilpiti anziano di loro. Questi gettò tre
di quei fasci nell'acqua, sopra di essi ne pose
due traversalmente alle testate e poi altri due
longitudinalmente, cui legò due forti canne di
bambù che dovevano servirci dasedile, fermando
il tutto con cortecce d'albero. Durante l'opera-
zione noi osservavamo le acque del fiume, in
quel luogo largo non meno di 200 m., quasi in-
terrogandole se, su quella debole zattera, doves-
simo proprio affidarci ad esse.
Qlmndo il nostro mastro ci disse che era
tutto all'ordine, -portando con noi solo i fucili,
entrammo in quell'improvvisata imbarcazione,
non senza far prima un segno di Croce, suhito
imitati dai nostri. Bororos. Al nostro peso la
zattera affondò fino al... secondo piano, sicché
quasi fi.uo al ginocchio eravamo dentro l'acqua!
I selvaggi, allegri, ridevano, osservando il no-
stro timore, e:
- T a pag11,ddo !?aba, ta kiar·igoddo kaba,
boeerdua bokuareughe karegure ceghi,· fa mearzt-
tomdda, ta morora butitgoguddal - Non abbiano
paura, stia.no allegri, noi sappiam bene quel che
facciamo; abbiano fede, si tranquillizzino.
Il dubbio era grave: era proprio il caso di
abbandonarci intieramente a loro, o di rinun-
z.iare)....
Fummo spinti avanti nell'acqua ed i no~tri
nomini., mettendosi ai lati, nuotando, ci spinge-
vano avanti e, tracciando una larga diagonale,
felicemente attraversa=o il fiume.
Nessuna traccia di dìmore di indii.
Con gran pena si continuò per uu tratto di
foresta raggiungendo una piccola altura coperta
da misera vegetazione. Di là spingemmo lo
sguardo verso i fuochi visti il giorno innanzi,
i quali continuavano ancora l'opera loro distrug-
gitrice, ma vidi che erano _ancor ben lontaui,
interponendosi un buon tratto di terreno mon-
tagnoso, non conosciuto dalle nostre guide. Ci
fermammo alquanto a riposarci presso un tor-
rente, riprendendo poi l'esplorazione della zona,

2.10 Page 20

▲back to top
r9 -
ove ritrovammo solo qualche piccola traccia
di indii ma molto antica, forse di anni addietro,
certo d'indii provenienti da regioni piu interne,
probabilmeute in cerca di pesca.
Un curioso incidente.
Rimanere e spingere piu lontano le nostre
ricerche era cosa inutile per noi, avendo già
accertato che non v'era una vera dimora di
indii. D'altra parte essendo noi del tutto privi
di mezzi, parve miglior consiglio tornare alla
nostra zattera. Si montò; e gli indii chi tirando
con una corda, chi spingendo, tentavano di
farci risalire un po' il fìume per non essere
trasportati dalla corrente troppo all'ingiu, lon-
tani dal nostro accampamento. La cosa andava
discretamente bene, quando i nostri cani, che
stavano ancora sulla sponda, col loro continuo
abbaiare e correre, annunziano la presenza di
selvaggina. La tentazione per gli indii è forte1
Guardano, gridano... e non possono piti resi
stere. •rre abbandonano subito la zattera, e...
via! Gli altri due, che stavano colla corda in
mano, restano un poco indecisi., si guardano,
pare si domandino reciprocamente quello che
tlebbano fare, e in fine, vedendo a fior d'acqua
un ramo d'una grossa ed antica pianta mezzo
sepolta nella sabbia del fiume, hanno la splen-
dida idea di legar la zattera al ramo, per cor-
rere in aiuto dei compagni. E noi restammo in
mezzo al Rio das M ortes, impossibilitati a rag-
giungere la riva per la profondità delle acque,
fermi su quella fragile zattera, legata ad un palo!
Anche questa è una delle tante poesie della
,;ta missionaria!... Nei nostri s'era, per cosi
clire, ridestata la natura selvaggia che in fatto
di caccia e pesca ha quasi quasi dell'eroico.
Noi, civilizzati, diciamo che uno è nel suo ufficio
quando è nell'adempimento del suo dovere;
ed essi dicono ciò quando stanno cacciando o
pescando. Rincorrono la preda fino a cadere
sfiniti, senza badare a pericoli o difficoltà; qtù
alla Colonia abbiam un indio privo d'un occhio,
perché glielo bucò la punta di una canna di
bambu, mentre rincorreva la preda. Crede Lei
cbe si sia fermato per questo? Continuò imper-
territo la corsa, fin quando non la raggiunse!
Era perciò piu che naturalissimo ai nostri farci
stare un'ora in gondola, fermi sul fiume, per...
adempiere il loro ufficio.
E noi ce ne stemma là, aspettando e ridendo
di noi e di loro, punto dubitando della loro
fedeltà, della quale ci avevano dato le piu belle
prove. Non eravamo però del tutto tranqtùlli,
perchè la zattera andava a poco a poco affon-
dandosi, inzuppandosi i legni sempre piti., sicchè,
omai, eravamo può dire, seduti nell'acqua!...
Almeno avessero preso quel benedetto animale
in fretta! Ma no! chè loro sfuggi e si lanciò in
acqua. Nuotando come un disperato, un di loro
si ~ose a inseguire la preda e gli altri qtiattro
vennero tranquillamente da noi, ci slegarono
dal palo e si riprese la traversata. :ìlfa i poveri
nuotatori erano stanchi, non ne potevano piu.
La corrente ci trasportava, e la zattera, fattasi
piu pesante, coutinuava nel suo lento affondarsi
tra le sponde non troppo vicine e le acque nere
per la profondità!
- Forza, coraggio, gridavano; avanti, c'è
piti poco, presto siamo a riva.
Come Dio volle s'arrivò a toccar terra, dando,
si può immaginare, un gran respiro I Prima di
inoltrarci nella foresta per raggiungere l'accam-
pamento, guardammo ancora quelle acque,
quel palo... e volevamo vedere ancor una volta
l'imbarcazione, ma questa era sparita del tutto
sotto le acqiee. Potevamo ringraziare di cuore
Maria SS. Ausiliatrice, che ci scampò da grave
pericolo.
La foresta era fitta, densa, e ci volle il suo
tempo per attraversarla; ma tutto ci pareva
poco, anche i..... carrapatos, dico gli insetti già
descritti.
Poco dopo noi, arrivò all'accampamento il
nostro Nembrotto, glorioso e trionfante, cari-
cando sulle spalle una bella sel,·aggina. Certa-
mente l'operato suo, considerato li al sicuro,
sotto la tenda, era umanitario perché procurava
vitto a tutti quanti; ma poco prima non la pen-
savamo cos;.
Sulla via del ritorno.
All'indomani mattina si riprese la via <lei
ritorno, che fu piu accelerato dell'andata,
avendo già il cammino aperto e correggendone
gli errori. Si ripassò a goder lo spettacolo della
cascata di un affluente del R1:o das M ortes. H
un corso d'acqua rispettabile che, quasi in unico
salto, precipita in una stretta gola dall'altezza
d'una quarantina di metri. Anche nel ritorno
c'imbattemmo in un branco di porci selvatici
ed i nostri ne ammazzarono vari, ma questa
volta furono previdenti. Ne mangiarono il puro
necessario, arrostendo il resto per conservarlo.
Di passaggio, salutammo la grande Cascata
Pio X e, seguendo l'antico cammino, costeg-
giante il Rio, si prosegui il viaggio.
In queste escursioni il nemico che io temo
molto è... il freddo. Parrà un assurdo, ma è
cosi, e lo esperimentammo nell'ultima notte del
nostro viaggio, accampati ancora sulle sponde
del Rio das lvfortes. Non si poté quasi dormire
pel freddo; eppure eravamo riparati con due
buone coperte di lana e un gran fuoco ardeva
vicino alla tenda. Al mattino osservammo che
il nostro termometro marcava 8° sopra zew!

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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20
In Italia non sarebbe molto, no; ma per noi,
avvezzi a bazzicar sempre sopra il 300 all'ombra
durante il giorno, tale dislivello repentinq è
già molto sensibile.
Mezzo intirizziti si ripl'ese per tempo il cam-
mino, volendo percorrere in quel giorno i ses-
santa chilometri che ci separavamo dalla Co-
lonia. Altissime erhe, che ricoprivano e cavallo
e cavaliere, con l'abbondante rugiada ci aumen-
tava ancor piu il freddo, specie alle gambe. I n
tali circostanze si aveva ben poca voglia di
prendere un bagno, ma bisognò far di necessità
virtu nell'attraversare il fiume 5. Marco, quello
stesso di cui avevamo, nell'andata, seguito la
valle fino alla sorgente. Eravamo presso la foce,
ed era abbastanza larga, quantunque poco
profonda, arrivandoci le sue acque fino alle
spalle. Stavolta passare sulle spalle dei nostri
inilii, era cosa impossibile, sicché fu proprio
necessario prendere un buon bagno. Le acque,
quasi immobili, avevan depositato nel fondo
una fanghiglia molto pericolosa non solo per
l'affondarsi, ma anche perché d'ordinario al-
berga un pesce molto nocivo, chiamato araia,
il cui pungiglione produce enfiagioni, forti do-
lori, e febbre, obbligando quasi immediatamente
all'inazione.
Ma tutto andò belle e ne uscimmo beu riscal-
dati e fu tale riscaldamento che, poco dopo,
il sole aumentò tino a rendercelo insopporta-
bile.
L'arrivo alla Colonia.
Attraversato da tutta la conùtiva il fiume,
lasciammo addietro gli ind.ii con gli animali
da carico e, viaggiando di continuo tutto il
giorno, a notte eravamo sulla collina che sorge
di fronte alla Colonia. Di pensammo a dar
l'avviso del nostro arrivo con un colpo di fucile.
Difatti all'entrata delle abitazioni trovammo in
attesa i confratelli e tutti i Bororos dell'aldea
spontaneamente accorsivi. Ad uno ad uno vol-
lero passare a complimentarci, a clirci che tanto
desideravano il nostro ritorno, a chiederci no-
tizie del viaggio.
- A domani, a domani, dissi, vi dirò tutto;
ora è tardi, andate a riposo.
Ed augurando a tutti la buona notte, en-
tra=o in casa. Se il buon esito dell'esplora-
zione ci rendeva contenti, il cordiale ricevimento
pose il colmo alla nostra gioia. La sincera, spon-
tanea e figliale accoglienza dei cari Bororos
quasi mi commosse; non me l'aspettavo proprio
e non la sospettavano neppure i confratelli.
Il colpo cli fucile fu una scintilla, una scossa che
mosse tutti al grido:
- Il Padre è di ritorno, è lui, è lui certa-
mente! Andiamo ad incontrarlo.....
Poveretti!... Forse già tutti riposavano, ma
pure, mossi da un unico sentimento, s'avviarono
al nostro incontro. Fu una splendida rosa fra le
spiue!
Cosi passa la vita del :Missionario. Tra spine,
acute e pungenti, pur sempre sbocciano, per
grazia di Dio, rose belle e delicate, che addolci-
scono le amarezze e cicatrizzano molte ferite.
I frutti del viaggio.
Cosi, col favor di Dio, ebbe fine il nostro
viaggio. Abbiamo esplorata una zona a nord-
est della Colonia Sacro Cuore, finora inesplo-
rata, percorrendo 450 km. Partendo dalla ca-
scata Pio X, la maggiore del Rio àas Mortes,
che non è s uperabile dalla navigazione, nem-
meno nelle maggiori piene, scendendo sempre,
il fiume è continuamente interrotto da cascate,
piu o meno alte, alcune difficili a superarsi,
altre forse non tanto, e questo per un tratto di
di 60 km. dopo i quali la navigazione sembra
perfettamente libera.
Come ho detto, abbiamo anche constatato
che l'antica dimora dei nostri selvaggi 11011
venne occupata da altre tribu, sebbene come
appare da vestigia incontrate, forse qualche
volta altri indi vadano a farvi visita per la
caccia, o più probabilmente per la pesca .
1\\Ia la scoperta migliore del nostro viaggio fu
l'ottimo e insperato comportamento de' nostii
selvaggi. Certo non poté né può esservi altra
cosa piu cara peJ missionario, dopo tanti anni
di sacrifici e fatiche come il vedere il frutto de'
suoi sudori, non solo nel recinto della Colonia o
:Missione, ove tutto concorre e porta quasi
!'indi.o al bene; ma fuori, lontan lontano nella
foresta, ove essi erano cinque, e noi due soltanto.
Certo non ci aspettavamo tanto rispetto, ubl.,i-
dienza, venerazione e vera abnegazione per aiu-
tarci...
f.: la prova piu bella che l'opera nostra è bene-
eletta da Dio, che la semente, gettata con tanti
sudori, germoglia, cresce e fruttifica. Scrivo
questo colla maggior compiacenza, o rev.1110
Padre, perché so che gioirà Lei pure della gioia
dei suoi figli e ne ringrazierà con essi il Signore.
Colla preghiera cl.i voler compatire questa
rnia povera relazione, voglia anche accettare i
rispettosi eù affettuosi sentimenti di questi suoi
figli, cosf lontani, e benedirci tutti cli cuore,
mentre, baciandole riverentemente la mano, a
nome di tutti mi professo ·
Sua ajf.mo in G. C.
Sac. ANTONIO COLBACCHIN[
Missionario Sales1:ano. ·

3.2 Page 22

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. ..•.•..•I.L.....C....U. . .L. . .T. . .O. . . . . .D. . .I. . . .M. . . •A. . .R. . . .I. .A. . . . .A. . .U. . . .S. .I• .L. . .I..A•. .T..•R...I..•C..•E.••••••.......
Cl assll!la propizia la 8eatlaslma Oerglne, ....e la Chiesa, e con essa le anime di 1uu1 gli uomini,
:
udente lulle dal Sangue dlolno del suo figlio, accolga aollo la sua materna protezione.
..: .•....•.
..
.
.•..
.
••
••.
•...
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....
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•.
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..
BENEDICTUS
.•.•.•... ....•
'PP.
....
XV.
....•
.
•.
.
.
..
.
...:
Studiamo a fondo, vediamo con quale affl:ttuosa dei·ozione Dio vuole che onoriamo ).Joria. Egli ha
posto iu Lei la pienezza del bene, allì11cbè sappiamo che ~e vi è in noi quo.lche speranza, quakhe gra2.ia,
qualche SC'g110 di salvezza, ti1tin ci vien e da J,ci. F,lla ~ nu giardfoo ù1 delizie, nou solt ru1to carezzato
ma impregnato del !,()Jlio divino, affinchè i suoi profumi, voglio dire le doke7.ze delle sue grazie, scor-
rano e straripino onmque. Togliete qucst'a-;tro che illumina il moudo, e il giomo ~e ne va. Togliete
)[aria, quc:,ta stella che bn1ln s111l'immensilà del mare, ed eccccl immersi nella notte, l'crnbra della
morie e filt!! tenebre ci avvolgono. Dunque, nel più intimo dei nostri cuo1i, con tutto l'ordore dei
nostri affetti e dei uost.ri cuori, veneriamo :\\!aria, poichè fole è la volontà di C'olui che ha voluto <he
tutto ci sia dato da J ,ci: q111a s,r est i·ol1111tas 6WS qui totum 110s habac voluu per J\\ltmcn11/ Tale l:,
<lico, la sua volontà, tutta a noslto vantaigio; poichè, in tutto e per tutto, ~ollecita per gl'iniet:ci,
Ussa calma i nostri timori, eccita la nostra fede, fortifica la nostra speranza. Voi ttmevatc di avvi
cinarvi ul P adre; al solo suono della sua ,ace, tremavate, fuggivate sotto il fo~Jiame: egll vi ha dato
Gesù per mediatore. Che cosa non otterrà un tal Figlio presso un simile Podrc? Sf, i:orà esaudito.
Dio avrn ri.,_ruardo alla sua preghiera, poichè il Padre ama il suo Figlio. Te:mcrc;ste ancora di rivol-
gervi a J,nP Egli è vostro fr11te1Jo, è voslra carne, è passato per tutte le prove, tranne il peccato.
per diventare misericordioso. Maria ve l'ha dato per fratello. Ma forse temete in Lui la .sua Divina
:Maestà, altcsochè, per essersi fatto uomo, non ba per questo cessato di esser Dio? Vorreste un avvo-
cato presso di Lui? Rh-olgetevi a ~la.ria. lu J\\Iaria non vi è che la pura umanità, non soltanto
pura di ~rni macchia, ma nel senso ch'Elfa non ha che la nostra natura umana. E non esito punto a
dire che ::mch'Rlla snn\\ esaudita S{, il Figlio esaudirà sua Madre, e il Padre esaudirà suo Figlio.
l\\fiei cmissimi figliuoli, c.-cco la scala dei peccatori, ecco la mia suprema fid11cia, ecco tutto. la ragione
<lclla ruia speranza!...
(S. BEHNAROO.)
NEL SANTUARIO
Sa.nto Padre e aITrcttare il ristabilimento dell:1
pace fra le nazioni.
Il 24 di ogni mese,
si ripetono, mattino e sera, devote (unzioni
iJ.1 onore di 11.aria Ausiliatrice..\\1 mattino, ha
luogo la messa della Comunione Generale, se-
guita dalla Benedizioue col SS. Satramento:
alla sera si compie in forma soleune l'adorazione
pubblica innanzi al SS. Sacramento.
Il 2,+ u. s., -...igilia del S. Natale, cantò messa
gi1.1hilare il rev.1110 prof. D. Francesco Cerruti (1)
e tutte le preglùcre e le sante Co111unioni fo rono
rivolte :il Signore per la pace 1Alla sera predicò
çon chiara e convinta eloquenza l'oratore della
~ovena, il ,·enerando Can. n (}iovanni nrossi,
lasciando nell'uditorio la piu cara impressione.
Vogliano i benemeriti Cooperatori e le pie
Cooperatrici unirsi sempre in ispirito a queste
sacre funzioni mensili, le quali hanno due fini
principali: pregare secondo le intenzioni del
Ogni sera
alla benedizione col SS. $aeramento si continua
sempre a far pubbliche preghiere per la pace.
Il Signore nella sua infinita clemenza, per in-
tercessione di ~!aria SS. Ausiliatrice, le esau-
disca a sollievo cl i tutti i popoli della terra.
...: · · · · · · · · ·· · · · · · · · · · · · · · · · · · · ·· · · · · ·· · ·· · ·· ·· · ·...·
...:•.......G...R.•A.•Z..I..E..•.E.•.F.•A.•V••O•.R...I..<*.>.......:..:.
Una duplice grazia.
Nell'ansia del cuore fraterno ave,•o affidato
alla grande Ausiliatrice clei Cristiani u11a .felice
soluzione dello stato penosamente comples,;o
di un mio dilettissimo fratello, sicura della ma-
terna protezione. Kello scorso marzo, le condi-
(1) Della i mponente di111ostrazionc di grata esultanza ,
daL<i u c1uc:sto u111at1ssl1110 Superiore, diremo diffusnmenl.:
nel pro!i!>llllo numt:ro.
(*! A quanto~ riferito in queste relazioni s'intende 11011
doversi altro fede, da quella i11 fuori che meritano allèn•
dibih testimonianze umane.

3.3 Page 23

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22 -
zioni fisiche e spirituali del Iratello essendosi
fatte pitì che mai tristi e pericolose, mi scutii
inspirata cli fare una decisiva pressione sul
cuore della Vergine SS. per ottenere la grazia
sospirata. Posi tutta la mia fede nel suo aiuto,
chiesi il soccorso efficace della preghiera da
quante anime buone mi fu possibile, e foci con
loro la novena consigliata dal Ven. D. Bosco
proponendo di pubblicare la grazia ottenuta.
Ebbene, nel corso stesso della novena, la
dolce Ausiliatrice, con tw portento insperato,
decideva la soluzione della peno"i!'sima, estre-
mamente complessa crisi, e me ne foce, a avere
h consol.o.nte notizia, precisamente il giorn•·
pel quale si era piamente combinato di chiudere
la straordinaria novena.
Ora, dopo nove m~i che hanno confermato
la grazia di salute e di pace concessa all'ama-
ti.s~mo fratello, mentre egli ripete la sua pro-
messa_di dl.>dicare al servizio della gran :\\fodre
Ausiliatrice tutte le ricuperate energie, io
adempio con viva ricolloscenza il mio obbligo
di pubblicare la grazia, col desiderio che tomi
a infinita gloria sua, e a conforto di quanti
hanno riposto in Lei la loro confidenza!
2t tlleembre 1916.
Una Figlia di J\\laria Ausiliatrice.
Lu Monferrato. Nella lunga ed ungosciosa
attesa di notizie del tn.io caro fratello combattente,
e nel dubbio terribile ch'~li fo= perito nel rom
battimento annunziato allora, mruwmi t-d io ln-
citamenlc ei rivolgenuno con fiducia nuova a
].faria .\\u~iliai.ricc ~ p1·01111·llc:mmo w1'offerta pel
suo Santuario, se ci confortava con qnalche no-
n tizia. la notizia venne iclcgraficamcnlc : ~ S0110
prìg1omero, san1ssmw! J,a 1\\ladouua lo protegga
an<:he nella prigionia, e lo riconduca presto buono
e sano come un di, fra le nostre bracciai
Novembre 1916.
MAJUA Co1..u di FRANCEsco.
Cerqueto (Perngia). - 'l'rov:mdomi in grandi
angoscic per la mancanza di notizie di un mio figlio
aviatore, ci;posto ogni di a grave pericolo, dopo
lunghe, incessanti preghiere, in un momento di
piu grande sconforto mi rivolsi a Maria S..S. Ausi-
lial.l'ice, perché, per intercessione dcl Venerabile
Don Dosrn, Hlla m'impetrasse da Dio la gruzia di
essere Lolla da tanta angustia, facendomi a\\'ere
le sospirale notizie. f'ui prontamente esaudita.
Grata nlla Vergine Santn, rendo nota a tutti la
grazia e adempio alla mia prome~ainviando I.. roo.
AGATINA ÙTTAVI.\\Nl.
Costa Serina - Una persona, per me1,zo mio.
fa pubblica la Sl-'gUente grazia ottenuta da Maria
&5. Ausiliatrice e spedisce J,. 10 di offerta.
:\\ladre da due mesi di un coro angioletto, caddi
malatà. I rimedi del medico nulla mi gio\\'anmo.
Rkorsi a )!aria Ausilfatrice. Cominciai a miglio-
rare, cd ora sono perfettamente guarita. Mentre
riugrazio di cuore la Vergine, adcrupio al voto
fatto di pubblicare la grazia e di mandare un'of-
ferta.
Dict:mbre 1916.
GIO\\'AN~ A DOLC'l
Codega S. Urbano. - Rendo gnnie a Maria
Ansiliairicc per aver portato un vero sollievo alla
:-Jaluk rli una mia cura 11ipotina di 15 mesi, sof-
ferente tanto e fastidiosa Invitata dalle Suore de.I
nostro .Asilo a fare una 110,•ena a Lei con promessa
di pubblicare la grazia, mi accinsi a ciò con h1tta
la famiglia, cd oh1 potenza di Maria! Dopo Cjualcbe
giomo la cara piccina cominciò a migliorare ed io,
grata, invio la tenue offerta di I,. 5, mentre rac-
comando pure a M:. Ausiliatrice i due cari figli che
ho itl fronte.
Uicembre 1916.
Et.ISA GA\\ A PALATINI
Coopuat,ice Salu1ana.
Negrar. - La mia consorte, pochi giorni dopo
aver dato alla luce irn caro angioletto, vc11ne presa
da forte emorragia con continua febbre altissima
lino a .fo0 , sicché in pochi giorni fu ridolla quasi
agli <.-stremi E,,--pcrite inva.uo tutte le cure da
egregi sanitari, fu cliiamato un consulto, che cli-
chiarcì il caso clisperat.o. Nel doloroso fnmgente,
con fiducia grande mi rivolsi alla cara Madonna
di Don Dosco, promettendole, se la mia consorte
aves.'lc ricnpei:ato la pri111iera salute, clic le avrei
fatto dono dei suoi gioielli: e perchè la mia pre-
ghiera fosse più efficace foci celebrare una messa
Le sper3.11Ze 11011 furono deluse. Quasi subilo l'in-
fen11a !J1cominciò a migliorare, cd ora clic scrivo,
è completamente risanata, grazie alla poh nte in-
tercessione dell'aiuto c1ei Cristiani. Appuia mi
sarà. possibile mi recherò io stesso al suo Suntuario
in Valdocco a sciogliere l'inno di ri1.graziamento e
coropit re la promessa.
In fecle
16 no,•cmbrc 1916.
Lu1c1 Srmu.
Castelnuovo (Fori!). -Traviato mn non per-
verso, 1111 povero giovane ventiduenne era tratto
al sepolcro da tisi, e, lu~lnga orclinaria in tali in-
fenni che il fine non sia cosi vicino, lasciava a te-
merè che non gli si potC5:;ero amministrare i Sa-
cramenti Donato cli una medaglia bened(;tta del-
1'Ausilint-rice e raccomandato alla sua mateina
protezione, 24 ore primn di morire si riconciliò
co11 Dio, e munito di tutti gli aiuti spirituali passò
cli , ila se:renamente. Sia.no grazie alla potente
Verf?Ìlll'. ~i raccomanda quell'anima alle preghiere
di tutti i diYoti.
16 OQ\\•embre 1916.
RUFFlLI.I D. ANTONlO.
Moneglia. - Avevo mia moglie gravemente
ammalala <li bronco-polmonite. Il medico non
sapeva come fare e noi si era disperati, quando io
mi rivolsi tiducioso a ~raria Ausiliatrice e, presa la
sua t·aru immagine, la baciai e la feci baciare dalla

3.4 Page 24

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- 23
povera maiala deponendola Stù suo cuore. Ed
ecco, quasi subilo, che mia moglie migliorò. Ora
è guarita e di tnUo cuore ne ringrazillmo la Ver-
gine Beuedctt.n. Iuvio anche la piccola olTerlu di
I,. 10 e prego sia folto un triduo cli ringra:drunento
e :;ia pubblicata lo grazia 51.Ù Bollettinc.
J novembre 1916.
GEROLAMO Th:1.nco:-0
Cooperatori.
Romana. - T,a. mia povera maumui, rL~salita
<1a forte ronzio nlle orecchie che le cnj.\\ionuva la
sordità quasi ussuluta, viveva in uno stato fisico
e morale mollo impressionante.
1\\li rivolsi con fede u Maria Ausiliatrice: promet-
tendo di pubùlicare la grazia cl1e mi ayrd.Jbc con-
cessa. La l\\lndonua èsaudi le mie kuui preci ed
io, pieno !"animo di gratitudine, adempio lo pro-
messa. 1n rinµrnzfamento invio per il Santuario
una misera ofierta.
16 novembre 1916.
Una giovane Coof,el'f1irìra.
F obello. - l,n mia famiglia si trovava coiu-
YOlta in Wl affare mollo pericoloso; mi rivoli;i a
Maria Ausiliatrice, promet.teuclulc knue offc11:a
e la pubblica.ziom: 1lclla gra:,..ia. Ella ascoltò tosto
le mie po,ere prc.-ghiere; la mia famiglio 11!:id hbera
dalla grave tribola,.ionc, e pcrcio adempio di cuore
la promessa, pregando ~la.ria SS. a sempre o..ssiskre
me e tutti i mid cari.
Gennaio 1916.
C.A.
Castelnuovo d'Asti. - Ho riposta i.ti 'J.'e ogni
mia fiducia, o !\\!aria, e fui esaudita! Grazie Ti
rendo con la riconosccilZn piu ,·ivo, invocando
ancora la Tua celesll: protezione su di mc e su di
quante persone care mi appartengono.
s seuemhre 1916.
C\\ROLl~A 1'11RCO.
Nardò (Lecce). - Anch'io sento imperioso
il dovere di renclcn;: grazie alla santa Vergine
Ausiliatrice di Don Bosco! Glielo pro111isi, 111a
ho lasciato, per tante diverse circostanze, scor-
rere alquanto tempo; pazienza, son sicuro che
Ella, tanto huona, mi perdonerà.
Compiti dunque gli studi elementari, sentii
nascere in mc la vocazione allo stato ecclesia-
stico. A si nobile semimento, mille ostacoli,
scatenatisi furiosnmcme, eran li li per impedire
i miei primi pas~i nel &1.11Lunrio. Kesa vana
ogni speranzn negli l10111ini. colla fiducia d'un
figlio al la :'\\ladre mi rivolsi a Maria prometten-
dole che se per sua intercessione m'accogliesse
il Seminario, ne avrei pubblicato il favore sul
Boileftìno. l'romisi e, come per incanto, s'eclis-
sarono tutti ~)'impedimenti ed ora son già da
tempo, per l'imerct:ssione ùi :\\Iaria, nelle sacre
mura del Seminario.
Riconoscertle pertanto ne rendo alla Vergine
Santa pubbliche gra1.ie, pregandola che mi col-
tinui la sani..'\\ vocazione onde di\\'eni.:-a un giorno
se, a Lei piace, degno ministro ciel suo Gei;ù.
2~ ,uaggio 1916.
Un coo/erat1Jre.
Ottennero p111-e grazi-e da ft1 ari1i SS. A 1rsili!itl'ice
e alcu11i ptrni di ,iconosce1ttri im1iarono ofje1-te pcy
la ce/, b, ~ione di S. Messe cli ringraziamento, Pt'I'
l'origtntlo Stmluario dei lJecclii. /Ur le M issio11i S1t-
lesiane, o p,r altre Opere d1 Don Bosco, i stgmmti:
A) - A. il. di Rinuolo Ligure, 5 - A. F. T . cli
Bardonecchia, 2 - A. G. di IJobcllo S(.-,,ia 12 -
A.. L. eh Introd - A. ::-J. <li Hnrdlllino, t, - Al·
bondonza Avv Carlo, 5 - .Aboudioli Cesarina, -'
- AcconHL-;so l\\Iichc:lq]]gelo soldato. 2,50 - Ac-
quistapuue P., ro - Afrodisio Giuseppe, 2 -
Aicardi A.ugiolina, 5 - Alberigi Domenico, 10,30
- Alibcrti Yccl. Teresa, to - Alloro. Francesca, 5
- Alotli Lcti:da - Altezzi.uo Benedetto. 2 -
Ama.dori Adele. 5 - Ampellio Margherita in Giuf-
frida, 3 Atuprimo Angiolina, 5 - And.roiu,,
'.\\laria, 2 - A11clli D. Giuseppe, 5,90 - Ansodnu
Matilde in Bergatto. 2 - Arpioni Clelia, 15 -
Artona Dinuo in Borello, 2 - Aschit•ri Candida, ~
Austa Giovanna, TO -Avanzalo 'l't·n·~•. 5 · - Azzi
Barbara, r50 - B. C. T. di B,•mtlnnl, 4 - B. E
Cl!arnp de Pmz, 7-Baccarirù Pietro, 10 - Bacciga
lupi Amo.ila Bncigalupo (;inscppimt, 5 Iladuiui
D. Giovanni, 5 Bagnati Slrnfina. o Balcstras i
D. Antonio, .ao - Balzani [da. 10 - Hambiua
Clodomira, 2 - Baratti F.nrira. 5 - Barbcris
Caterina, 10 - Barbero Angela, 8 - llarl>iell.iui
Laura, 5 - Barella Ermillia, ·I - Barlassina Er-
nestina, 2 - Boro Maria, 3 - Ilarsnnofrio Domi-
tilla ved. Demctrii, 2 - Ba,.'i<>li Proncesca, 1 -
Bassi Teresa, 5 - Bastiandli Alfonso, 2 - Bat
taglia Cnt,•riua, :z - Battaglino Francesca, 5 -
Batti :'llonrlrllo Francesco, 1 o Bazzana Giuseppe,
5 - Hellirn Ciovauni, 2 - Bentivoglio Cav. Te
mistocle, 5 Beorchio llaria in Nigris. ro -
Bergamiui Teresa, 2 - Berla :lloddaleua vcd.
Stellino, 2 - Bcrlassio Erminia, 10 - lkrtola
Francesca, 2. - Bcrtoldi Antonio, 2 - Bertolucci
Graziano, 2 Bertot.t.o Giuseppa, 5 - Bemtti
Teresa, 5 - BcUa Antonio, 2,50 - Jfautclù Ago-
stino, z - Bianchi Beatrice, 5 - Biancl1i Giu-
seppina, r Bianchi Iuuocc:uzo, 2 - Bicloli Dott.
Giov. Lorc111,0, 10 - Blangdti J,mlovic-:1. 5 -
Bo Cesarinu. 3 - Ilobbera Augdiua, 10 - Bo
nardello lZleutc.:rio, 2 - Bonelli _\\!berta, ·I - Bou-
gera Caterina, 2 - Borgaro Caterinn in Vata, 5 -
Borgatcllo ~!aria, 5 - Borghini .\\u11a, 5 - Hor
totani Orazio, 5 - Bortola.si Lni~i. 22 - Bortoni
Angelo, i - Bonano D. Domenko, 10 - Bosisio
1laria, 5 Bottinelli Cristina ved Rosso - Bot
tin.i Pacifico, 10 - BoUo 1laddale11a, J,50 -
Branca Giuseppina in Chiodo, 2 - Bravo Agatina
in Semino, 3 - ilrcsciani l\\facldnknn, 2 - Bric-
colo Maccdonio, 2 - .Bruno D. Nicola Mario., 2
Bruno Ignazio, 10 - Bruyèrc Giova1111i, 20 -
Bugada Angelina, rooo.
C) - C. P. G. da Cavallermaggiore (Cw1eo)
100 - C. E. cli Chapelle de S. RO:-my (Francia).
100 - Calandra Anna, 7 - Caligari.-, F.llsal.eti.a. 5
- Callegnri Emilia iu De Picri, 5 C'ah-o Rosa, 5
- Campo<lonico F.lllllia, 5 - Campoltmi Rattfoto.
5 - l..:ampanini Ausclma, 5 - Ca111iiruno Tersilla,
z - Candclori Marina, 5 - Cnn<·pnro Teresa, 20
- Cannorcro Luigi, 5 - Carila l_,uigia, 5 - Canta-

3.5 Page 25

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2-J. -
gallo Irma, 4 - Capitanio Annetta, 2 - Caprioglio
Giulia, 1 - Carboneris Domenica - Cardinale
Emilia ved. Arrotino, 4 - Cameri Achille, 10 -
Caro11 Pietro Antonio, ro - Carrè Camilla -
Carsi Filoml'.'.l1a in Speri - Casalis nernarda, 30
- Cassanclli \\\\la.ria, 3 - Cassina Chiarina. 5
- Cassu.Jetti Paolo, 2 - Castagneri Lucia di
Efisio, z - Castarigia Delfina, IO - Castellano
Giovannina, 4 - Castro Federico, 4 - Cattaneo
Maria, ro - Cataldi Romolina in Servico, z - Ca-
tenaccio Basilissa ved. Goffredo, 4 - Celina Giu-
lietta, 3 - Cerutti Madda.Jma - Cerutti Teresa -
Cervellino Eufrasia in Alerino, 4 - C.hecclùa llf.
Giuseppa, 2 - Chiaffa.relli Ernesta ved. Ottero, 2
- Chironi Adolfo, 2 - Cihan Bice, z - Ciotti
Maria in Strizzolo, 2 - Cla.ma Luigia in Fabiani,
10 - Cocito Inni.n.ia, z - Cocco P~olo, 5 - Cola
Rosina, 2 - Colli Maria di Francesco, 10 - Colo
Giovanni Costante, 3 - Colombani Rosina, I -
Cotni Giovanni, Teresù1a e Annina, , 2 - C.'omitini
Vincenzina, ro - Commodo Serafina. ved. Ro,
molo, 2 - Coniglio '.'.farìrumina in Terra11a, 2 -
Coniugi G. C. e 711:. C. V. di Torino, 20 - Coopera-
tore Salesiano di Tricerro - Cooperatrice Salesiana
della Leventina (Svizzera), roo-Corchia D. Giu-
seppe, 10 - Cortis Arturo, 5 - Costantino Giu-
seppe, 20 - Cravi110 Giacomo e Vil1cc117..o, 20 -
CretierDclfinaed Anna, 6,25-Crippi Alfonso, 5-
Cristiani Rosmunda, z - Crosetto Giuseppe, 5.
D) - D. F. A. cli Barbcrino da Mugello, 2 -
D. M. T. di Bagolino, 2 - D. P. A. C. <leUa Zoua
di guerra, 5 - Damiani Ing. Filippo, 5 - Dalle
Pezze Angelo Fratin, 12 - Davide Lucia, 2 -
Dc Bourbon Conte, 100 - De Camillis Ilarione, 2
- Decoroso Clementina ved. Sergis, z - Dcdouii-
nici Domiziano, 2 - De Festinj Luda, 15 - De-
giuliani Eva.rista, 4 - De Giusti Sani.e, 1 - Del-
buono Gerolamo, Cooperatote Salesiano, 10 -
Della Corte Pasquale, 5 - Delù D. Tommaso, Cap-
pellano Militare, a Maria SS. Ausiliatrice che sempre
lo ricolmò cli tanti favori, scioglie il suo tributo di
affetto e di riconoscenza - Dcmagistris Giuseppe,
0 - De Martino Alcss,mdro, 4 - Deodoro Adelaide
ved. Flirp - Desiderio Genoveffa in Desccondis, 1
- De Ville Cla.ry, z - Di Leonardo Livio, 5 -
Dolllleo Alltonietta ved. Cen1.a, 2 - Dorigo Re-
gina, 5.
E) - E. R. cli Torino, 100 - Eberardo M.ici1e-
langelo. 3 - Efebio Ludovica, 2 - Ekonide Giu-
seppantonio, 1 - Elpicio Alfonsina ved. Demaestri,
2 - ElselJan Emerenziana in Degiulis, 4 - Equi-
zio Anacleto, 2 - Ermogene Esnperanzio, 5.
P) - F. M. di Chieri - Fabianoli Ferdinanda, 2
- Fabris :'.Ylatia in .Prigo, 5 - Pacelli Luigia in
Piano, 5 - Falchetti Augusto, 2 - Palchi Nicolò,
rn - Famiglia Dlllllo11lel - Fruniglia Nicolet, 1,50
- Famiglia Rainelli, 10 - Fruniglia Rismini, 10 -
Famiglia Salvi, 10 - rautonelli Celeste, 3 - Fa-
solo D. Luigi, 5 - Fatti D. Paolo, 2 - Fele Fran-
cesco Raimondo, 5 - Fellini Dott. Fellliù, 5
Ferra.rio Teresa, 5 - Ferraris Giacomina, 5 -
Festucci Ermelinda - Filippini Letizia, 5 -
Fiore Virginia, 5 - Finnigliano Antonietta, 2 -
Placco Ermenegilda ved. Sinistrero, 2 - Ploreani
Basilio, 30 - Florio Anastasio - Polclù Severina,
2 - Follariui Giuseppe - Fonta11C'lla Emma -
Forni Ida,5 - Foschini Antonio, 2 - Framei
Maria, 5 - Franceschinelli Lucia, 5 - France-
sco1ù Vittoria, 5 - Franco Antonio - Franco r.u-
genia, 25 - Frascotti Cristina, 6 - Frati lu:;,,,::,gua,
2 - Prea Pietro, ro - Fumagalli Cherub.i11a, 2.
G) - G. A. di Chieri, L. 5 - G. Il. D. di Ballahio
Superiore, 5 - G. Lucia di Alessandria, 10 - G.
1.\\[. di Casa Bianca, 20 - G. M. di Torino, 10 - G.
V. di Barcellona Poz:1,0 di Gott.o, 2 - Gnlati Olga
in Saviore, 3 - Ga.Jeati Angiolina, 2 - Grunero
Margherita, 15 - Gandino D. Giovrumi, ro - Ga-
riglio Matilde, r - Garone Angela, 2 - Castaldi
Adelina, 10 - Gatti Felice, 3 - Gedda D. Martino,
ro - Genghini Veronica in Ortolani, 7 - Gerbii10
D. Giuseppe, 5 - Geremia Davide, 5 - Gerouazzo
D. Giovanni, lO - Giudice llfaria c Giuseppina, 7
- Ghiotto Rosa, 5 - Ghislicri Adelaide, 9 - Giac-
cbino Rosa, 5 - Girunini Silvestro, 2 - Giordanelli
Giordano - Giordanetti Emanuele, 2 - Giordru10
J,u.igia, 5 - Giorgetti Carlotta, 3 - Giorgetti Te-
resa, 5 - Giovanetti Elena in Boccardclli, 3 -
Giovanetti Settimio, 5 - Giuliano Maria in Allo, 2
- Giumara Micl1clangelo, 2 - Gh1stiniani Giulia
in Reca11ati, ro - Ginventino Romualdo, 2 -
Godofrcdo Romano, 2 - Gollino Maria, 35 -
Gontier Cesarino. 2,30 - Grassi Giuseppe, - 2
Guerino Eldrado, 2 - Guia.Jevi Antonietta, 2 -
Guffi 1.\\largherìta, 5 - Gusmrutl Giuditta, .5•
I) - I. F. di Balestrate, 2 - I. S. G. di Torino,
5 - Illu.niiltato Alessandra ved. Desecondis, 3 -
Imperia} Amedeo Soldato, .5 - In.veruizzi Fran-
cesca,. 5 - Invemizzi Santina. 3 - Isaia Asi,'unta
e Bartolomeo, 2 - Isola Isolina in Vernetti, 2.
J) - J. L. F., 5 - Jaccheo Giacinta ved. Deo-
gratias, 2 - Jaccod Giustina, 5 - Joly Caterina, 5
- )tùes P. Cappuccmo, 2.
L) - Landalino Graziru10, 2 - Lanfranchi llfacl-
dalena, 6 - Lanza Prof. Nicolò, 7 - Lanzruio D.
Pasquale, 5 - Lanzavecchia D. Giuseppe, 5 -
Lazzarini Prinia, 5 - Lenzin.i Guido, 5 - J,e{J-
nardi Domenico, ro - Locldo Giuseppina, 5 -
- I,onardi Arma, 10 - Lo11gh.itru10 Pasquale, 10
- Longo Angelo, 2 - Lucibello Bartolomeo -
T,uparia Giustina, 22 - Luparini Antouio, 2 -
Lnraschi D. Benvenuto, 5 - Luxorio Benedetta
Ycd. Ivaldi.
M) - M. F. J. di Fa.Jze di Campagna, 5 - M. R.
di Balsorano - .l\\faceario Anto1ùo, 2,50 - Mac-
cario Marietta, 5 - Madama di S.t Legcr, 5 -
:\\ladre della Provincia di Vicenza - l\\tagìstrelle
Angiolina, 2 - Maglorio Antonino, 2 - Magoriano
Sigismondo, 2 - Malaspina Alice, 5 - '.'.laltese
Giuseppina, 2 - Malatesta Giorgio, 2 - Manna-
rino Giacinta ved. Sclerandi, 2 - Mannu Gin-
liano, 3 - ~lansi Luigi M., 5 - Marca Caterma
ved. Medana, 5 - Marchisio Angela, ro - À'lar-
conCÌll Maria ved. Dallapaola, 5 - Mariani An-
gela, 5 - Marini Lma, 2 - Marongm Feliciana, 2
-Marson Giulia, 15 -Martinelli Gregoria in Santu
2 - Martinet Emerenziana, 25 - Martin.i Ge-
sualda ved. Antonioli, 2 - Martinolli Alfonsina,
10 - Masso Clementina, 5 - M3.S$ucci Maddalena
- lllastropietro Lucrezia ved. Benevelli - ?ilate-
rasso Cunegonda in Letis, 2 - Mattey Carlo e

3.6 Page 26

▲back to top
- 25 -
Maria, 5 - Melillo Giovamù, 2 - Meloni :Maria
Luigia in Atzeni, IO - ì\\felloni ]'.[aria in Ricci, 5 -
Mereghett.i Giuseppina, 5 - Meriggi Camilla, 5 -
Merlini Ales:,anùro - Mcschinello Ferdinando, 2
- Messina Gaetano, 5 - Minosse Caterina, 2 -
Minucci Concetta, 2,90 - Mofretto Amhea, 2 -
Molinari Battista, 5-Molineri Orsola, 5-Moltcni
Teresa, 1 - Mommo Erminia, IO -Il!ondelli E., 10
- Monti Rosa in Cavigioli, 5 - Montù Giuseppa,
2 - Moretto D. Antonio, 10 - Morosini Carolina
in Grandis, 4 - Moscatelli Pier Antonio, 50
Moschetta Antonio, 5 - Mosconi Giulia, 5 -
Mozancli D. Luigi, 5 - )hùas Luisa iu Lai, G.
N) - N. N. cli Albaredo d'Adige, 2 - N. N. di
Alberobello, 4 - N. N. di Alessandria, 5 - N. G.
di Baldicbieri, 2 - N. :::-J. di J3arisciano, 4 - N.
K. di Barlassina, 3 - N. N. di Barrafranca, 4 -
K. N. cli Bartesate, 2 - N. N. di Bologna, 2 -
N. N. di Bosa, 1 -N. N. di Casalino Novarese, IO
N. N. di Castellaneta, 5 - N. N. di CostaSerima, 10
-N. N. di La Sallc, 5 - N. N. di Modica, 3 -
N. N. di Mombcllo Torii1e$C, 3,50 -N. N. di Pavia,
5 - N. N. Cooperatore Salesiano di Ramacca, 5
- N. N. di Saint Vincent, 5 - N. N. di Sestri Le-
vante, 2 - N. K. di Sovcria Ma1111elli, 10 - N. N.
cli Todero - N. N. di di MomlJaJ1..\\z7,0, 2 - N. K.
di 'l'orino, 3 -N. K. id., 5 - N. N. id., 6-N. K
id., 10 - N. N. id., 50 - N. N. cli Valgalara, 20
- N . N. di Verolengo, 1-N. N. di Vignolo, Io -
N. N. di Vinovo, 10 - Nana Teresa, 5 .-- Novelli
Mariet1.a, 5 - Nuvolone Antonietta, maestra, 5.
O) - O. S. T. cli Bardino Vecclùo, 2 - Oglietti
Teresa - Olivieri A.malia, 12 - Ottaviani Aga-
tina, 100.
P) - P. A. di Baricella, 2 - P. Enninia di San-
ttùussurgiu, 3 - Pagano Boemondo, 2 - Pani
Giovanni Michele, 5 - Paparo Bice iu Francica,
15 - Paruzzi Angela, 5 - Pasin D. Ferdinando,
10 - Pa~inato Elisa, 5 - Pasqualetto D. Giovanni
Battista, 12 - Pavan Maria i11 Vaccari, 7 - l'ego-
rari Adelaide ved. Negrhù, 10 - Pellicioli Gia-
como, 2 - Pc.losi Caterina ved. Carcano. 2 - Pepe
Agesilao, 4 - Peracdùo Luigia, 3 - Perlo Eleo-
nora, 5 - Peroni Orsola, 3 - Perotti ~aria, 5 -
- Ferrone Serafina in Lupis, 4 - Pemcchini Bar-
bara, 3 - Pernssi C., 2,50 - Pessioue 'reresa. r -
Pelorrn Marianna, 3 - Pezza.1a Francesca, 2 -
Piccinali Virginia, 4 - Pignat.ari Gustavo, 2 -
Pìufildi Gerolamo, 2 - Pinna Eleua, 10 - Piretto
Maria in Liconùn, 2, 25 - Pirovano Adele, 2 -
Pisotti Cristina Virginia, 5 - Pistamiglio Giu-
seppe, 15 - Pittias Elisa, 5 - Pizz.igatti Maria, 9
- Podio Margherita, Ci - Pollastrelli GiacomÌ11a,
10 - Poletti Rosa, s - Ponzone Albu1a, 20 -
Porello Cat·olina - Prato Felicita, 5 - Prato Gae-
tanina, 6 - Preti Gino, ro - Primo Teresa, 1 -
Priz1,otto Giovanni, IO - Puccini Ltùgia in Pio-
vesi - Puglisi ).faggi.orino, 2.
Q) - Q. F. di Torino - Quartino Teresa in
Pazìo, 25.
R) - R. M. di Barbarano, 2 - Ramella Carmela
in Garello, 5 - Raye Claudino, 50 - Rebuffo A, 2
- Recchia Clementina, 2 - Riccardi Clotilde, 5
Righini Andrea, ro - Ritter Bice, 50 - Robotti
Libera, 10 - Roccia Margherita - Rocco Ales-
sandro, 2 - Roggiery A·vv. Giuseppe - Rolando
Emilio ed Anna 1\\'[aria, 5 - Romoli Elisabetta, 3
Ronzoni D. Pasquale, 10 - Rossi Assunta, 3 -
Rudge Amelio, 2 - Ruffilli D. Antonio, ro - Ruf-
fino Ignazina, 10 - Russo Caterina, 15.
S) - S. A. di Sabbioueta, 10 - S. B. O. di Ba-
langero, 2 - S. L. di Roma, 5 - Salvetti Antonio,
5 - Sambo Giuseppe, 5 - Sangiorgi Vincenzina, 2
- Sangiorgi Dott. Vincenzo, 10 - Sanlorenzo Co-
stanza, io - Santià Giuseppe, 5 - Santuz Maria,
6 - Sartoris Giovanni, 5 - Sarubbi Guglielmo, 2
- Sassi Gentile, r - Savino Luigina, 10 - Sa\\rio
Marianna, 1-Scagliotti Teresa, 5 - Scatena Caro-
lina in Reverdino, 3 -Secci Delfina - Seno Maria,
5 - Serano Vittorio, 2 - Scrcelli Onorina iu Roc-
chetti - Serra Giacinto - Signorina Trid1et, 1 50
- Silua Catema in Craviotto, 10 - Silvagno Maria
in Cantù, 5 - Simoncello Luigia, ro - Simoni Don
Paolo, Parroco, 10 - Soardi Margherita maestra,
5 - Sodini Ferclinando, 2 - Soldato di Sanità
della zona cli guerra, 15 - Solrlano Agatina, 1 -
Soldauo Maria, 5 - Solieri Clementina, 5 - Soli-
nas Giuseppa, 2 - Somaschiu.i Carlotta, 2 - Somi
Zauluugo Margherita, 5 - Sorelle De Marchi, 50
- Sorelle Rollotte, 5 - Sorelle Zito, 10 - Spairani
I'rimina, 5 - Speri Luigi - Stefano11i Giovanni, 10
Sterli Rosina di Battista, 20 - Rticca l\\llichelina, 6
- Sinni E1uilia in Bianchetti, r ,50 - Suor Maria
Leonilda Giovenali, J - Suor Maria lVlaccbiadello,
5 - Suor Pierina Sutto, 2,20 - Suor Rosina Crotti,
r - Superiora del Buon Pastore iu ~lano, 5.
1') -T. C. di Barbaresco, 2 - Tagliabue Ida, 5
- Te Maria in De Maria, 5 - Terzi Assunta, 5 -
Tesimio Alfredo, 2 - Tognarelli Lucia, 13 - To-
gnolini Carolina - Torna Teresa in Sposio, 2 -
Torri Filomena, 5 - Tosco Tommaso, 5 - Traverso
Carlotta, 5 - Treves Battista, 5 - Trirclli Am1a
in Ranuzzi, 5 - Turineito Candida, 10.
U) - U. D. di Bannari ù'Usellus, 2 - U1n1 l\\Ia-
temo, 5 - Usai Antonia, 5 - Uselliui Caro-
lina, 15.
V) - V. G. di Busseto, 10 - V. G. di Torino,
roo - V. P. di Banchette, 2 - Vacchiani Pietro
di G. B., 5 -Vacqu.in Carolina, 5 - Vallet Giusep-
pina, 2 - Valsania :.'.1arcellina, 5 - Vandoni Caro-
lina in Bovio, 4 - Vauoli :'.llargherita, 15 - Vas-
soney Silvia in Baudin, 5 - Vecchi Augusta, 5 -
Vecchia Adamo - Vecchia .Angelo, 5 - Vecchia
Caterina in Bertazzoni, .5 - Ventimiglia Secon-
dina, 2 - Venb.ui I. V. F., 15 - Vergnano Mar-
cellina ved. Scusi, 2 - Ven1onc Giuseppina ved.
Matteis, 2 - Veronesi Luigi, 5 - Vesco Prof. D.
Giuseppe, 20 - Vescovo Arcangela ved. Seno-
fonte, 2 - Vespa Maddalena, 5 - Vezzoli Anto-
nietta, 5 - Viale Degna, 5 - Viglianco Lorenzo, T
- Vigna Maria, 5 - Vigna Regina, 10 - Villa Te-
resa, 25 - Villani Caterina, 2 - Viora Maria, 2 -
Visin.i Pietro, 10 - Vist.ari,ù Eugenia - Vivaldi
Maria e Antonietta - Volta Marietta, 5.
Z) - Z. E . di Bordighera Torrione, 10 - Z. O.
di Barano d'Ischia, 2 - Zaccarini Lucia in Vcrartli,.
2,50 - Zambri11i Giulia, 5 - Zanclù Ancilla, 10 -
Zanchi Costante - Zappalà Agatina, ro - Zuc-
cata Teresina in Orlando, 2 - Zurru Giuseppa.
Luigia, 5.

3.7 Page 27

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PtlJ TEMPIO VOTIVO IN ONORE DI MllRlll llUSIIJll1TRICt
><l A CASTELNUOVO D' ASTI e><
I lavori del Tempio YOtiYo sono sospesi,
percliè 1a stagione non pennette di continuarli...
ma il tetto, come si sperava, venne coperto nel
m1:se scorso, sebbene la parte muraria non sia
ancor finita. come son da finire il campanile,
il coro e la sacrestia. Coututtociò pel 1.5 agosto
del nuovo anno, se piacerà al Signore, il nuovo
tempio verrà solennemente inaugurato: e, da
quel giorno, dinnanzi n quel nuo,·o trono di
grazie saranno quotidianamente innalzate alla
Vergine Bcnt·<lctta speciali preghiere per tutti
quelli che cooperarono alla costruzione del
sacro edifizio e - se non ci aYrà ancora il Si-
gnore esamliti - si pregherà anche fen ida-
mcnte per la poce delle Xazioni.
XB. - Poichè ci st,i molto a ctiore che non
sorga ulcttn impedimento llll'a11111111cia-la i11a,,-
g11razio11e, ci permctfiamo ,ii far 110!0 che ltll(I pia
persona, O'i!e ottenga dalhl Beata )'crgi:nc .1lusi-
li11lrice wia grazia che le sta mollo Il cuore, è di-
sposta a fe1àlil/lrci ili tu/li i modi la fine della
co.~!111zicme del nuovo Sa11/11ario. Vogliano q11ittdi
ql(ci buoni Cooperatori, che bramano darci ua-
lido aiuto ùt questa impresa, pregare co1t noi
l,1 .\\J(l(/om1a St111tissima, percJn' ascolti i voti di
questa pi,a persona.
Rose e Gigli.
li mio piccillo .·lnkm·,w Urai drll',Isiw di Sar,
R,111110,zdo ì11 Saulnri era gr<1vc111c11lt· C1111malaJo.•Ui
, ivo!si con fiduc-iti 1,!la VcYgine A 11silfr1frice af!i11cM
a1J111tssr la salute al caro cmf!iole//o, t' otlemii la g,-a,.
zù1 Ru:onoscrnlc ittvio lei 11 1111e o{lt1l•i di L. 3 per
l'cnr:cndo Sa11l11ario.
I.r uiwhe Antcmirtta e Rwa Catto11eo dll Samarate,
{)ffm110 L. 3 per it Santuario di J\\Jayia ,lilsiliatricc
ai llerclii, pyegamlo lei Vergwe. Beiu:cletla a r1tlo11ar
loro. sc11w e saloo, l'amato babbo che trovasi al fro,1/e.
/Jc/losta A11gel111a e Gi11a Ozzono Monferrato
-0(!1'0110 L. 5 pc/ Sa11tua,·io dei Becchi.
I." btm,bi,u, Rosa Parini di Montecchia Crosora,
111e,1f>'e /a celebrare una S Musa all'altare di Maria
A 11s1/iatrice p,•r 1/ rtt<w,io del caro babbo dalla guerra,
-o//1t' 1.. 1 ptl 11,covo Santuario dei Becchi.
Lt bambine JlfaYia e Laut'a Vergano di Alfiano
Naltu inviann I.. 3 alla Vergin, .tl usiliatYice, a/-
finti,~ esaudisca il loro voto artù11tissi1no col far
tornare presto il babbo, sa110 e salvo, i11 suio alla
famtgha.
Noi Seco11tli111, e Pietro Go11ella. di Cagliano Mon-
fcrrnto oOriamo L. 2 pel foo Sa11fllario tùi Bccclu,
o rnra ~111sili<1/nce, pere/,~ r1do11i la primiera salttle
al 11ostro babbo.
M1wiuccit1 lntaghi di Iutra invii, la sua offerta
.d-i L. 5 per il ft 111pio votrw a ,1Iaria A usilialrite,
per ottenere la st,a p,,otez1011e celeste sctl fra.Jc/ln rhe
tl'o11as1 al fronte e per allra grazir, s/uc1ale.
Le sorelle Jlfaria, Elsa r 1ngioliua l'agliarini di
Este offrono L. T ,50 pel Santuario totivo, implo-
rando dalla Vergine .tl 11siliatrìce e dal r u,. noli
Bosco copiose grazie e benrdizioni sttlla loro amata
famiglia.
I bambini Elena e Ottorino I'agliarin di Este
00ro110 L. 1 ili rnOragio di'/ loro caro papà mnrto t•i
gunra, 11nplora11do conforto e 1'assegi1a:io11e alla de-
solata mamma e ai cari 1101111i.
1-a /Jambfna Elvira Silvaa di F.,ste manda L. 1
pcl Santuario votivo, of(inchè J',faria SS. Ausilia-
trice le ritonii sa110 e scrivo il fya/tllo dalla guer.-a.
La giova,ietta Buaga Llisa di F,ste inv-ia L. 1,50
per olfrnere la sospirata g1Ca1igiont
Una pia giovinetta d1 TTste offre L. 0,50, pn:gmulo
per il j raielio che trovasi iII g11erra.
1-e bambine , l,n11da e Irma Giacomino di Folwllo
Scsia, invia110 1.. 5 a Ges1ì Tlam.bi110 e alla V,·rgi11e
SS. A usiliatnce pel Santuario dei Beccki, i11 ri11-
gra11rnme11to d1•!/r1 prote: iom• accordatr1 al loro ca,,o
papà al fr011te e pregando c11or11 a sempre pro-
teggerlo.
Sono L. 5 che i l>am-0i>1i /l//011so, Jlla,ia, Agatinti
e Co11ccllina Campione di Rcgalbulo, inviano pc!
Scwt,mrio votivo, impetra1Ulo dal 1·,•1;, Don llosca
e dai/a Verg111e Ausiliatrice grazie spl'CWII alla loro
famiglia.
I bimbi BtYro Adelia, Businaro ,llal'ia, Hosa
Emma, Rosa Rgidio, Rosn Eliseo, l'rovò AuacMn.
T'enco Sibilla, i,ivia,w tutti i11sieme l'ofjerta di
L. 3,50 pel Santuario votivo, supplica11do fid11cio-
sa11umte la T'ergrne A iisìliatrice ed il l'cn. /1011
Bosco a impetrare a loro ed alle amate /a111iglie
le più copiose grwrÌB e bc11cdi.aioni.
Mamme e insegnanti devote.
Una pia persona di !ò'alicetto o.fJr6 L. 5 per la
chiesetta dei. 13,•cchi per ima grandissima gru i,i
r1cc11ula.
A 11giolìna B11 io vcd. Sisto di :l1irabcllo :.lonfcr-
rnto i11vi.a L. 5 pel Sa11ll1ario dei B,ccfii per gru.,a
rie111111la e aflida alla potente inftwces,doue dell',1.Ji/~1-
liatrice im altro grantù favo,-e.
Ginevra l'enfi di Frascati ed Em,itiia Br1111i
11m111ia110 L. 10 pc! Santuario votivo dei Becchi, prr
grazie desideratissime.
Uiia mamma di Piazzano, riconosceufe alla cara
P..1adanna di Don Bosco., per avere salvata pitl vvlte
dall.e gra11ate nemiche m11, persrma cara, offre L. 2
per la 11uovt, Chiesa dei Becchi.
Una povem jamig/fo c,l 1111a piccola ua111bi,1a
di Firenze ofjr,nw alla l'ergine SS. A 11siliatnaJ
L. 1 ptl nuovo ln11pio, pregando la Jl/aclom1a a vo-
lerla liberare dalle angusfte 111 etti tror-a,isi ora.
R oma. Nel giorno ouorn11Mico della mia pircoln,
Clemcnlilla invio L. 5 a favore della Chiesa che si

3.8 Page 28

▲back to top
- 27
Cllf?C nella patriu di Don Bo.çco, dal quale conti11ua-
me11te Yicevo gra-:ie per i miei piccoli &imbi.
,\\!aria Arnattd cli 11ignancgo, a ,.ome suo e di
a/cime raga.r::e dello stesso paese, invia il piccolo
obolo di L. 5,05 pel mwvo Santuario fidando ,iel/a
prot.-zù>ne di Maria e di Don Desco.
Er111elli11a Nesi m Totomelli di Anr.ola dell'E-
milia, manda L. 2 quale o{ferta dei s11oi figliuoli
.I 11,utla e Alfonso a favore ddt'erige11da. Chii:sina
volit•a, percM la Vergine Sallla A 11siliatrice li pro-
tegga 11egli studii e li benedica.
Leo11ardi Grn!ietta m Torresi di Catania ì1ll'ia
f.. 10 iii riltgra•iamenlo; L. 10 a 110111e d1.1 suoi
qriatlro bimbi a favore della 1111ova Chiesa di Castel
1111m10, e L. 5. />errh~ Zti Vergi11e lienede/1(1 la bn1e-
ci1cc, m 1111 giorno omai vicwo, caro al suo cuore
1lì madre.
JJ. G. R. di Como adempie con r,co11osce11za la
promc"ssa fa/fa alle, cara ;1fadcmna e al Vn,. /Jon
Bosco per csscr11 staio aiutato ili doloron fmngenti
inviando L. 50 per l'erigendo tempio votivo dei
Becchi, e per una S. 1Wessa in nngraziame11to.
Teresa Sen·o d1 Agliano d'Asti oOre L. 5 per il
Sa11liiario dei Brcc//i, ringraziaudo la 'Vergì11e A14·
s,liatrice per la prodigiosa guarigio11e del figlio, e/Il
s'era /Y<ilt-urato wi braccio iii modo d-C, 'Ytmanere ina-
bile al lavoro.
Noemi Lesma di Geinona fovi<t L. 5 per il tempi()
t">livo ai Becchi, percM la Verl!ille Ausilwtrice si
"4gni be11edirla e proleggcrla accogliendola sotto il
materno suo mcmto.
Maria1111a Savio offre L. 1 f,cr il f,nnpio votivo di.i
Becchi, perclt~ lti Madonna di Don Bosco protegga
i suoi fratelli al /l'onte ed il nipofo Peppino ili zona
di gttel'ta.
Preci e ringraziamenti.
Il salda.lo Prof. Carlo Litigi Torriani, trovandosi
al fronte, spedisce L. 10 per l'/Jngendo Santuario
mlfo patria del Ven. D01i Bosco affi11clit la SS. Ver-
gine lo ridoni sano 11 salvo alla diletta mamma B alle
c,,re sorelle.
Giulit1wndi Giuseppina dz Cennzzano offrB L. 1
f,d SantuaYio dei Becchi, implorami.o dall'A u.~ilia-
trice gnuie per st o per la sua famiglia.
ù Figlit di Ma,-ia di Ge11az1.ano 00ro110 pel
Sa1u1tario tki Be"Jn la ten11e offi•rlci di L. 7, perch~
l,1 celeste A 11sil1alrice le betiedica con tutti i IOYo
curi che s0110 al front11.
Rosina Capri/i di Ascoli Piceno o'f}re L. 5 prr la
chicsiita dei Bccc!ii.
Domenico Guardalbero di Vigo cli Legnago oOre
l. 10 pel 1movo Sa,uuario i\\-Iaria A11silialr1ce
ai Becchi per gra:ia 1'icetJuta, e ne i11voca altre.
Una mamma di Fontanett.o Po, ricc11osce11te
ringra:ia la cara T'ergine At1siliatrice per averle
guayita miracolosamente la bambina D manda L . 2
pcl suo ,1uovo Santuario dei Becchi.
Il soldato [,. S., dal Pasubio, invia l'offerta d-i
L. 50, frutto tki suoi picccli risparmi dal tempo che
t•iVL' in zo11a di g11trra, pel Sa11t11ario t•ofÌ!Jo dei
Becchi, in segno di riconoscenza alla Vergine A11si-
liatrice che nei monmili Più critici lo scampò da
proiettili d'ogni calib"Yo che gli scoppiavano attorno.
Parecchie pie persone, a mezzo di D. Angelo
Asperli di Ilergamo, wviano l'offerta iii L. 13 in
ringra.eiamento al/a l'ergine SS. Ausiliritrice per
averli l1brrati da grat•i p,.,i,oli.
D11e figliuoli di ~lurioldo (Castclnuoyo d',bti),
Luigino Ciardi L. 0,10 e N. N. l. 1, imploraud,1
prolcJione per i loro papd, milztn,-1.
Prosr,-pina Andriauo di ~Iurirùclo (icl,) f.. I, mc-
comandando a Nfaria 1lusiliatrice .'1 1111uitn sold11lv.
Zucca Giova1mi dcllcl Cascina /l(lina L 5, X . .Y.
della Borgaia Ratiello T.. 5. B(lva UmberùJ L. 1,
T'ittorw Filipello L. 5, Emilio Filipello L. r, G10-
vam1ina Filipello L. 10, Lor1m.;o M11rchisio /c1/l,1re
L. 3, tutt, di Castelnuovo d'Asti, raccomanda110 s4
e le l<>ro famiglie allei cara, Madonm, di D. Bosco
N. N th Bologna Yenela L. 1; A11Jc>11ia de Gwd1
di Tbfouc L. 5; A111-011ictt,i Satfi di Bologna per g. r.
L. 2; Rosso Giovamu d, Buttiglicra d'Asti L. :z;
Rosa Rizzo di On:;arn Bonnida, prr 111111 l!raz:ia che
le sia a ci,ore L. 5.
Fra11c1J.çca Ejnaadi per g·n1.Zia trmporalr ottemlla,
e impfora11do la protc;iicnzc di 1\\lana Ittsiliatr1cc
e del l'c11. Don Bosco s11 tutta la /mmglia e sperfo/.
me11le s11I caro nipoti110 Giova1111i, offre L. 10 pa
l'trigendo sant11arw dei Becchi.
Pe.l Tempio i•otfrQ all' 1usilia.trice dei Cristia11i,
affeuoM Elia voglia r1do11armi la primiera salii/e
e coprire sotto il wo crfrslt ma11to qua11/i mi so11r,
cari, per i11tercessio11e del suo grandc1 e /edel sa1m
il rn,. D. Bosco, I•. 2 - Bealrir~ FonrasaL, d1
Sa11naz1.uro de' Bul'J!:Oncli.
Olimpia Fe1wglio di Ben.e,agicnna L. 10, im-
plora1Ulo le più cal'a ùc·1wdizioni j>cY s~ o suoi cai 1,
Il l\\1. 0 , Ingelo 1\\,fa11/rerli di Mirabello Monforrato
invia L. I 5, con i piu /ervidi voti e le pa, care
sperati:e.
Dagli Oratori.
Sitor Ag11cse Galli, drlt'Orato,io di Boutet1.o, a
nome dèlle sue piccole OratoYìane, invitt la sommn
di l... Il raccolte per loro stessa i11i i"l111a a fat•<1te
del Santuario dei Bucl,i pregando ft1 loro cara l\\fo-
don11a A 11s1/lalrice a /,,euedire loro stesse, le am,,te
famiglie e tanti taro cari stti campi di batta,:lrn.
Le 11:foeslre e le Mgn::e dell'Oratorfo di Fonta.ut>tto
Po inviano L. 5 per l'~1•igenda Chiesa dei Becrhi,
ringra:ia11do la Vetgi11e Ai1siliatrice per gnuiu
ricevuta e affm~ht otte11ga presto la pace desiderala
e il ritcrno di tutti i /01·0 cari.
Le ba111bme del R1creatorw delle Figlie di ,'tlaria
Ausiliatrice in F.ste i11via110 L. 9 pu l'erige11d11
Chiesa dei Becchi, affrncM l\\fayia SS. Ausiliafl'icc
ls benedica e protegga i1tsicme colle lt:Jro care famiglie
LB Oratoriatie deU'Educatorio delle Figlie di Mar lii
Atisilialrice in Giaveno. a dimostrare la lOYo r1co-
1wsccn:a a Do11 Bosco e per ottenere proiezione a,
loro cari chiama.ti alle anni, 0Orc110 L. 16 per il
tem.pio votivo dei Becchi.
Dall'Estero.
Lt educande del Collegio ,Varia A!4si/ìatrice di
S. Nicolos de los Arroyos (Argentina). invia110
l'obolo di L. 60 pe! Santuario votivo ai Becchi de-
dicato a J',faria rl1mlialricc. supplicnudola calda.-
me1it11 a voler te,-gere li! lag1·in1e di latiti or/ani.

3.9 Page 29

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RICONOSCENZA AL VEN. DON BOSCO
-----000----
Nello svolgere que-
su, rubrica, tornmmo
a prot~ture soleuue-
111<:nte che non inten-
diamo contrnvvenirc
in neRsu11 111odo alle
disposizioni pontificie
in propo,ilo, non vo-
le11do dnre ml alcun
fotto un'nutoriu\\ supe-
riore n ,,udln che me-
rita unn semplice te-
i:;tirnoni:un:n un1ana ,
111'.: prevc11ìrc li giudi-
zio delh1 Chle•a, della
qut1le - sull'e~"mpio
di D. Ho~co - ci glo-
rin1110 di e~~ere ubbì-
die11tibsi111I figli.
Avevo bisogno necessariamente cli una grazia.
Lessi sul Bolkth110 Salesiano del ro maggio cli
quest'anno ciò che Don Bosco cousigliava cli
fare per ottenere grazie da ì\\Iaria Sa11tissirua.
Incominciai col massimo ferYore la Novena sug-
gerita a 1fariu SS. Ausiliatrice, appoggiando 1a
domanda totalmente a Gesù Sacramentato.
Interposi anche l'intercessione del Venerabile
Don Bosco.....
A tempo opportuno ottenni, in modo mera-
viglioso, ciò che:> umanamente sembrava un-
possibile potesse succedere.
Per questo mi i,;enlo obbligato vc:n;o Gesù
Sacramentalo, verso :.\\Iaria SR. Ausiliatrice,
~ il Ven. Dou Bosco. Adempio colla presente
alla prorucssa [atta di pubblicare la grazia ri-
cevuta e rii mandare un'offerta alle Opere sale-
siane in 1,. 10.
Lucca, 10 no,·cmlJre 1916.
Sac. PAOLO StMOSI
f>mrocodella SS. A,i111111ziafa
.\\lla polente .\\u~iliatrice dei Cristirud che tante
grazie spirituali e temporali sparse su 111e e sulla
mia famiglia, i mfoi vivi ringraziameuli, la. min pro-
fonda riconoscenza. al suo Ven. Servo D. Bosco w1
J!rair.ie di cuore ).ladre amalissùnn, per interces-
sione del tuo Dihitto. compi l'opera incolllinciat.a,
e noi ti bencùiremo in eterno.
Geuu~o.
MARIA T1mxs.\\.
Dal giugno ciel 1915 era alle prc~ con debitori
l ,r avevuno tutta la buona intenzione cli non pa-
g.•11ui una sorn111n assai rilevante e l)t'I' me di as-
soluta ncc<:>ssit:1. Ricorsi anche alln kggc, ma si
correva rischio di andare all'infìuito ancl1e per
lJUesta via. Mi rh'obi con fede a l\\Jaria SS. Au-
siliatrice, onde pci meriti, per le ,imi ed a m31?-
gior gloria cU Don Bosco, veni,..c in mio soccon;o
con wia lro11Sa7.ione.
L 'ottc111ù e ne rendo pubblica grazia ed uu·of-
ferta ùi lire 2,5 per le sue Opere e Beatificazione,
meutre a1.tenclo ima seconda grazia con fiducia e
promessa di off, rla.
Torino.
l\\L S. S.
T,'a11110 passato una famiglia a me carissima si
lroyava in setiissitni imbarazzi finanziari, esposta
n don!r fare brutta figura. Ricorsi all'intercessione
clel \\'e11crahile Don Bosro, (aC'l·udo una novena
con prom~•Sl:iO che, le cose si fossero aJ!..gÌustate
onorevolmente, avre.i pnbl,licala ln grazia; e
proprio l'ultimo giorno della 110\\·c1t:1, ceco che una
perso11a vcnuc in loro aiuto, e cosi restò salvo
l'onore di quella famiglia.
Sicno rese lodi a Dio, e il \\'cncrabile Don Bo.sco
mi continui la sua protezione, intercedendomi
una graiia spirih1ale della quale tanto abbisogno.
Una Coopuall'ice.
Una disgrazia, toccala al mio amntissimo ge-
nitore, aveva turbato la pace serena drl la fami-
glia. !-ii viveva lutti angu~Liali e si ùesideraYa
che una qualche consoluzioue venisse a ralle-
grarci. E quc:,ta consolazione \\'enne 1,><'r l'ù1.ter-
ces.-..iom.: dell Ausiliatrice e del Vcn. J>. Bos<.-o,
L-ui mi ri\\'ol,;i con fervore. un mio fratello a\\'eYa
bisogno di aiuto speciale del Cielo in un affare
di souuna importanza. Contro ogni umana aspet-
tazione l'affare fu compiuto felicemente; e la fa-
miglia poté cosi godere, dopo parecchie prove
dolorose, della gioia che viene cfol sapere i suoi
membri felici.
Riconoscente alla Vergine Am;ilintrice e al Ve:n
D. Bosco J)(!r la grazia ricevuta, i11Yio al n•v.mo
D. Albera L. 25 per i restauri ck·l kmpio e L. rn
per la causa cli beatificazione del \\ cu. Don Bosco.
Pado\\'a,.
DoM.E:);lCA Bo:-!ACCORSI.
Il giol'no 23 novembre il nostro carissimo paùre
fu col))ilo da un'i.uflueuza elle ben presto ùege-
ncrò in Liro11co-polmonitc diffusa, e lo sla1.o flcl
nostro cnro infenuo divenne grnvis;;imo. perché
i medici riscontrarono unn complicaz1ou1: di nc:irit1.::
che qui.lsi 11011 lasciava piti nknna spcro11.1.a. Con
certificato llll·dico che attestava lo stato l[faYis-
simo della malattia, fu pos.c;ibik far n·nin: i u~tri
fratelli ulliciali al fronte e verutcro pure intorno al
nostro carissimo papà le altre son·lle maritale
colle f:unii,:lic, e ben cinque il1us1 ri professori la
mamma chiam6 a vis.itarlò.
La sera dd giorno 27 novernLrc lo stato i.livennL
allanuantt• e 11011 si sentiva altro 11ellu slauza elle 11
rantolo ntfow1oso del nostro caro. F,1 allora che mi

3.10 Page 30

▲back to top
- 29 -
feci coraggio e dissi alle sorelle che sarebbe stato
nostro dovere fargli ricevere i conforti religiosi,
ma esse, sebbene religiosissime, pure in quel mo-
mento non seppero acconsentire, temendo che
potesse riceverne emozione. Buon per me, che
mi ve.ime un'idea la piu opportuna. Mi ricordai
che avevo sentito parlare di una guarigione stre-
pitosa ottenuta per intercessione del Venerabile,
e mi rivolsi a I,ui, dicendo: i Fate che anche a papà
sia dato di recarsi coi suoi piedi in cl1ie5a a rice-
vere Gesu Sacramentato,,. E Don Bosco mi esaudi.
La mattina seguente il dott.ore, con stupore e gioia
grandissima di tutti. riscontrò che il pericolo era
scomparso, e notò nnmiglioramento tale che faceva
veder certa la guarigione. ln!atti, grazie a Dio,
l'infenno migliorò sempre, in breve poté lasciare il
letto ed ora va riprendendo gradalarnente le forze
ed è già in grado di uscire ogni giorno a far una
passeggiatina nelle ore calde.
Nella fiducia di poter compiere presto la pro-
messa, metto sotto il manto cli Maria SS. Ausilia-
trice anche il mio bambino di sci mesi, perché si ri-
metta completamente in salute e cresca sano e
santo.
Caserta, 30 gt:nnaio 1916.
OTTAVIA S,\\NTA~I/IRIA R :::NTA.
Il Ven. Don Bosco mi ha tolto da profonde an-
gustie, ottenendomi uua grazia temporale. Invio
perciò una tenue offerta, pregando di celebrare
tma messa ringraziamento nel Sautuario ili Maria
Ausiliatrice e di render nota la grazia sul Bollet-
tino ad onore del Ven. Servo di Dio.
Gennaio 1916.
N. N., di Matta.
In riconoscenza d'una singolare grazia ricevuta
per l'intercessione del Ven. Don Bosco, a cui mi
era raccomandato, ofTro lire 50 implorando una
speciale protezione sulla mia famiglia.
Susa, gennaio 1916.
N. N.
Negli ultimi di febbraio del 1915, mentre ac-
compagnava la mia amatissima ispettrice in visita
ad alcw1e Case, giunta a una di queste, fui colpita
da cosi pertinace congest.ioue al fegato da non po-
terne più... Per ben quindici ore mi dibatteva fra
i dolori pi{t atroci; inutili erano le sollecitndini
delle tuie caritatevoli consorelle; tui· sentiva mo-
rirei Qna11do mi sovvemù che portava meco una
medaglia, benedetta dal Ven. Padre; la collocai
immediat3lllente sul luogo del dolore con promessa
di pubblicarne la grazia, se avessi potuto conti-
nuare il mio viaggio... Obi bontà ili Diol... non
appena collocai la preziosa medaglia, tm freddo
ghiaccio mi copri la persona, mi addormentai e
mezz'ora dopo mi svegliavo benissimo, libera dal
minimo distmbo... Il giorno dopo si poté conti-
nuare il viaggio.
n T2 agosto, nuovamente in viaggio, mi ripre-
sero per la seconda volta i soliti disturbi epatici,
ma cosi acuti da non poteme più... Mi raccomandai
ed invocai l'aiuto del Ven. Padre applicando la
cara medaglia sul luogo del dolore, e mentre tutta
confusa per non avere ancora ,pubblicata la prima
grazia ottenuta, prometteva di re11der pubbliche
le due grazie lo stesso giorno in cui celebravasi il
suo caro Centenario, 16 agosto 1915. Esaudita,
adempio riconoscentissima la promessa, sicura
che il Ven. Padre mio sorriderà dal cielo, e bene-
dirà alla povera sua figlia.
[pirangn (Brasile).
Suor COSTAN7.A STORTI,
Figlia di Maria A usitwtricc.
NOTA IMPORTANTE. - A quelli che rietn•-
rono all'intercessione del Ven. Don Bosrn, e vor-
remmo- a maggior gloria di Dio e del suo Set110 - e/te
fossero 1nolti, rinnoviamo una viva raccoma11da,zione.
l'lloltì ricordano l'entu.sìasmo cfw circv11dava il
Venerabile, allorchè egli passava benerlicet1do per le
nostre città e ,Per altre città ili Francia e Spagna. e
ricordano insieme l'onda di viva e pi,atica picilÌ che
si di'{Jondeva al suo passaggio nelle anime. Era
una vera pioggia di benedizfoni celeslt. Voglianio elle
tomino quei giorni? Vogliamo, cioè, elce molle anime
tribolate siano confortate dalle s11e be11edi::-io1ti? 1·0-
gl1amo e/te il molt1f,l1carsi di queste attiri r,/fre rini111e
al servizio di Dio?
Affrettiamo dal Signore il giorno della glorific,1-
zior1e del buon Padre, il giorno in CHÌ l'oracolo il1/a1-
libile del Vaticatw gli decreterà gti onori degli altan.
Già da ventotto anu,i la s11a irn111agi11e, come la ~Ifa
memoria, si diffonde e s'imprimo sempre piiì tra i
popoli; ma q1{ando appa,,irà cinta dell'aui·eola dei
beati, essa rinnoper/Ì senza d11bbio le a11lrche 111cra-
viglie e perpetuerd tali mera11iglie sino alla fine dei
secoli. Sono molti, 011mi, i fatti che dimostra.no essere
egli stato un. pi-ediletto, 11n inviato del Signore.
Ebbene, a cooperare efficacemente a q11csta glori-
ficazione di Don Bosco, ra1;cvmandiamo:
I) Si preghi, e si ,Preghi molto, da, tutti e qm1/ i-
dianamente, percM 1dei.io misericordioso e 111aria
SS. Ausiliatrice benedica-no i lavori che sono i11
corso per la Causa di Beatifi1;azione del Veiwrabile.
II} Agl-i affiitti ed agli ·infermi - so/mitt11tto
quando si tratta di casi umanamente disperati - si
consigli la stessa preghiera imieme colla fiducia pitì
viva nella inte·rcessione di Don Bosco, chiede11do 1,t
Signore, che, se a Lui piace glorificare Do·1i B osco,
moltiplichi - per sua intercessione - grazie ,pro-
cligiose e miracoli.
111) Nel far tale ricorso si rinnovi .<cmpre la fede
es-pticita nell'intercessione e nella sola interces~im1e
del Venerabile, e non si associno al suo nome m!
quello della B. Vergine nè quelli di santi o di altre
anitne che sappiamo o crediamo potenti ,Presso il
trono di Dio; e ciò perchè resti provtito c!M it f,illo
miracoloso sia dovuto 1,1,nica111e1zte att'&itercessione di
Don 1:Josco.
Possiamo però, anzi consigliamo a farlo, pregate
la Vergi'l'1e Ausiliat,rice nel senso che voglia mure le
we ,preghiere alle nostre per meglio otlettere che Dio
si degni, coll'ascoltarci, glorificare D. Bosco.
IV) - Le rela.zioni di queste grazie e prodigi, otte-
niu·i coll'invocazione del Venerabile, si invi·ino, cor-
redate da attestati di medici e altre autorevol'i persono,
al Snccessore di Don Bosco: Rev.mo Sac. Paolo
Albera, Rettor Maggiore della Pia Società Sale-
siana; Via Cottolengo, 32, Torino.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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. . ::·····························································································:.:
:..
NOTE E CORRISPONDENZE
i...
=• •• •••••••••••••••••••••••••••••e•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• •••
Ai t e ttori.
Rhhiamo ri6lrello il margine del ,,Bolle/-
lino" pur con6eruondone in/allo il for•mato,
per fare un po' d, economia. Sono pol'EC·
chie migliaia di lif'e che cosi veniamo a
f'ispaf'miaf'e annualmente; e il non farlo ci
paf'eua un lusso non necessaf'io.
fuffauia - ff'a pochi giorni uef'rò
egualmente invialo ai Reoo. Coopero/ori
Sacerdoti il fil ,,Supplemento" od essi de-
stinato. È volere del nostro reo.mo Reffor
/Ylaggiore che il ,,Supplemento" continui
anohe nelle presentì s!ref/ezze, che schiu-
dono al reo.mo Clero nuooi e laf'ghi campi
d azione.
I Dllf fiRAffDI BAUORIUEVI LATERALI
DEL MONUMENTO A DON BOSCO
Meni.re la guerra infuria, Gaetano Ccllini -
il forte e defo_-ato scultore romagnolo - si esalta
t1cl suo studio a 'l'orino (Via Xapio11t·, 41) in
visiom di alta e operosa pace, celebrando la
grnudczza di Don Bosco.
Ha compiuto i d11c grandi bassorilievi delle
parli laterali del monumento, due brani di
commossa poesia e cli chinra e forte cloque11za.
Es.si si ricollegano in salda unità con la stahta
del \\'enerabile, inghirlandata di bambini. L'au-
tore stesso ne spiegn il concetto, facendo dipar-
tire nel monumento, come si dipartirono nella
vita di Don Boi:co, le altre opere cbe con l'apo-
stulato a beneficio della gioventù costituiscono
ln meraviglia di graudczza <li questo che è uno
elci più insigni bencfaltori dell'umanità.
I beneficati di Don Bosco - dice il Celli1ù -
!'i raccolgono <lh·oti sotto la protezione della
)larlonna Ausiliatrice e di Gesù Sacramentato:
è risaputo che Don Bosco propugnò specialmente
queste due divozioni.
~d ecco, sotto l'Ostia Santa, un lavoratore,
un artigiano, che, educato alla scuola cli Don
llosco, ritorna ora, fatto uomo, all'ltucarestia,
per attingere il conforto ben noto; ecco ritor-
nare anch'esse allo stesso pane dei forti le madri,
già educande dalle ~ Figlie di ì-,Iaria Ausilia-
trice ~: una, mentre il suo bimbetto si slancia
con vivissimo desiderio verso il Signore, lo
bacia affettuosament.e, quasi per infondergli
nell'anima innocente la divioità attinta nella
S. Comunione; un'altra donna nel ritorno a Dio
s'è accasciata, e. quasi per averne l'interces-
sione, sporge a Don Bosco il suo pargoletto.
Vanno a l'ifaria Ausiliatrice, anzi, sono giunte
a Lei, che fu la sovrana Patrona di Dou Bosco.
le fanc-iullc; va, e il coL1trnsto è voluto, uu fa,ro
selrnggio, Yinto così dnll'cccellenza della \\T('r-
gine da prostrarsi supplice commos.,o dinanzi
a Lei: anche qui s'attarda uel giungere, un lch•
broso, che ricorda il massimo eroismo dei disce-
poli di Don Bosco.
Il Ccllini lrn reso il suo concetto con chiara e
savorosa eloquenza. Ho detto che è uno scaltore
forte e delicato: forte, pcrchè concepisce se111.a
stento, compone gli episodii senza cfucontinuità
e impost.'l le figure con uua saldezza che rin-la
in lni la perfetta conoscenza e la sicura padro-
nanza della forma. Le sue figure sono delle
stmtture, non solo delle attitudini. Il senso sicuro
del bassorilievo e della clccomzione imprimono
al lavoro un armonioso equilil>rio.
È uno scultore delicato, perchè è pieno cli
sentimento, ccl ha una tecnica così fine ed ari-
stocratica, che fa pensare ai nostri quaffro-
centisti. Le sue figure non sono solamente delle
strutture, mo. delle anime. Ma non è un arcaico,
chè anzi è uno scultore freschissimo: sente cosi
e si esprime così, con un garbo sottile, senza
bistolfcggiare o cmio11ichcggzarc È lui. il Celliui,
che in questo monumento, rivela tutto il suo
temperamento artistico e ,·a risolutamente a
prendere un posto onorato tra il cotanto senno
degli scultori di T orino, cl1e non compongono
uua scuola, ma più scuole, e dànno alla città,
che non lrn un grande passato artistico, la più
grande gloria della scoltllJ'a moderna; basta
ricordare i nonù principali: Calandra, Bistolfi,
Canonica, Rubino, Zocchi, Celliui, ecc...
•••
Fin qui l'Arte Cr·islirma. l'autorevole ri, i::;ta
mensile illustrata, - cliretta dal chiar mo Sue.
Dott. Celso Co,;tantini - (1) nel suo N o del
15 novembre u. s.
Ci spiace di non poter presentare, in con-
Yenienti illustrazioni, i due nuoYi capolavori
del CeUini; ma nou mancheremo di farlo,
appena ci sarà 1 ossibile
(1) Ahb(IIHlllWlllO annuo L. IO: olla Società e .·Jmiei
ddl'A, lr C1hli11111z 1·;,, ,11111111•1:1111, 6 - i\\lil,111u.

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31 - ·
. .. •..•.•......•.••.....•••.......................,
:
NEGLI ISTITUTI
:
. . : DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE :
.. .. •••••.••.•.••..•••....•.••..•..........•.....•..
di molti funzionari dello Stato. Un Comitato esecu-
tivo, presieduto dal Generale Giovanni Penero,
ha provveduto con solerte attività e somma cura
alla preparazione della cerimonia.
*11 flmerale ha avuto un carattere di pietà e cli
grandiosità eccezionali. La porta centrale del ma-
TORINO - Un trattenimento pei soldati.
Una gentile, riuscitissima festa si tenne la dome-
nica dopo l'Immacolata nel teatrino dell'Istit~to
df'Jle Figlie di Maria Ausilatrice. Le benemente
suore, che da vari mesi prestano la solerte opera
loro a favore dei soldati accolti nell'ospedale ,, Re-
gina Margherita "• con pensiero cristianamente gen-
tile vollero offrire ai convalescenti un tratteni-
mento, che fosse insieme un augurio per le immi-
nenti feste di Natale. E-d i soldati col benevolo
assenso del sig. Colounello Satti Dott. Cav. Ni-
cola, numerosissimi acleriro110 all'invito, riem-
piendo letteralmente il teatro. Alla presenza
del rev.1110 Don Albera, Rettor Maggiore dei Sa-
lcsia.iù, e cli molti ufficiali, si svolse, dopo brevi
parole di augurio e <li saluto, lo svariato programma,
che strappò calorosi appl:msi, ed offri ai bravi gio-
vani intervenuti w1 piacevole svago, non priYo di
COllllU07,iOnc.
Negli interv::t.lli i soldati furono serviti di siga-
rette, cioccolato, dolci e marsala, grazie alla gene-
rosità di nobili signori torinesi che sono di appoggio
e di conforto alle suore nello svolgimento della loro
missione.
Il rev.mo Don Albei-a disse, alla fine del trat-
tenimento, elevate parole, rilevando come il vero
valore si appogg:i alla Fede, ed esprimendo ai sol-
dati l'affetto che li circonda per parte di tutta la
nazione.
Prese per ultimo la parola u110 dei soldati in-
tervenuti, il prof. Griffa, che con elevatezza di pen-
sieri e squisita nobiltà di fonna portò il ringra-
ziamento dei suoi commilitoni ed ineggiò alla carità
cristiana, che sa sollevare ed addolcire le ore più
penose, regnando sempre, ed elevandosi a bellezza
di sacrifizio, anche nei tempi più tristi. La festa
geniale ebbe quindi il suo epilogo nella Cappella
(ove si riunirono i soldati per la benedizione euca-
ristica) lasciando in tutti gli intervenuti un vivo
$e11timento di soddisfazione.
gnifico tempio, parata a lutto, era sormonta~a
da questa epigrafe: A i 11alorosi - che per la patria
terrena - generosamente sacrificarono - col sangue
la vita - concedi, o pietoso 1ddio - il premio e la
gloria - della patria cele,çte.
.
~ Nell'abside il granùe arcone e le cantone erano
riccamente addobbate di velluto nero e lama d'oro,
disposti co11 artistica sobrietù, C'11e faceva spk-
carc degnamente le linee magnifiche dd maestoso
altare. J1 tumulo eretto al centro della navata
principale, splendente cli ceri e di fiacc~lc, adorno
di fasci d'anne e cli palme, aveva u11'1111ponenza
veramente monumentale.
*La Messa cclebrnta dal Rev.mo Don Paolo
Albera, Superiore Generale dei Sales~aru, fu accom-
pag11ata da u:msica _degna ùella ci:costanza. J,a
:Messa a quattro voci, sole del Salesia:io Sac. ~~
tolisei (ll.llO dei più modesti e valenti mae~tn ~
musica sacra che onorino la nostra Roma) eh sqru
sita fatttua e di elevata ispirazione, ricca di pregi
meloclici di primissimo ordine, fo eseguita cou
grande impegno e con ottimo effetto dalla Sello/a
Cantoru,m clell'Ospfaio del Sacro. Cuore, s_or~ett~
da un eletto 1:,11.·uppo di professon delle pnncipali
cappelle romane.
.
.
• La beued.izione al tumulo fu impartita dal-
l'E.mo Sig11or Cardinale Cagliero, a cui faceva co-
rona la n~nerosa schiera del piccolo clero dell'O-
spizio.
.
...
..
•> Durante la funzione fu distnbmto un ncordino
contenente i 11omi dei quarru1tadue parrocchiani
morti combattendo.
• La Chiesa era letteralmente gr=ita di popolo,
accalcatosi intorno al recinto riservato al comitato
d'onore ed alle famiglie dei soldati caduti, clic
occupava tutta la crociera e la navata principale
fino all'al1.ezza del tumulo. Nonostante la folla
inuneusa, la fwizione si svolse col massimo ordine,
grazie al lodevole servizi~ pr~stato dai so~ del
Circolo del Sacro Cuore, diretti dal cav. Poes10.
~ Ciò che sopratutto lasciò .ne_gli ~t~rvenuti
. ::····································~·•········::
:
NOTIZIE VARIE
~
. . :.••..•..........•.....•.....•••.•••••.••••••••..
la più grata impressione, è stato 11 silenz10, il racco-
glimento ed il fervore che regn~rono_durant~ tutta
la cerimonia, con generale edificazione reciprcca.
e che conservarono al funerale il vero suo carattere
di una sacra funzione di preghiera e suffragio e
11011 di vana pompa profana >>.
ROMA - Nel Santuario del Sacro Cuore al Castro
Pretorio, la domenica 2G novembre u. s., _si voli~
suffragare, con un solenne funerale, le arume dei
parrocchiani morti combattendo.
« All'appello lanciato all'uopo dal Clero Par-
rocchiale - scrive l'Osservatore Roniauo - hanno
risposto con viv_o _entusias~o. e con larghezza _di
offerte le più distmte famJ.glie della Parrocclua,
costituendo un Comitato d'onore, al quale_ hanno
dato il loro illustre nome senatori, deputati, gene-
rali, uffi.c.iali superiori, le f~iglie più c?spicue del-
l'aristocrazia e della borghesia e una sene numerosa
TOR.INO-VALDOCCO - La Società del S. Nome.
_ È una società che si pi:opone di comhaUere il
vizio orribile della bestemmia ed è formata da
soli uomini. Gli ascritti si obbligano a non pro-
fanare mai il S. ~ome di Dio, di G. Cristo, della
Madonna e dei Santi, a impedire - per quanto è
possibile - la bestemmia, e a fare 11~a _Co_mn-
iùone mensile in riparazioue delle tante 111g1une al
S. Nome di Dio.
Cou la benedizione di S . Em. il Card. Arcive-
scovo questa società nel mese di novembre u. s.
sorge~a tra le opere parxocchiali di Maria Ausi-

4.3 Page 33

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32 -
liatrice, per l'opero precipua del rev. D. Ernesto
Coppo, Ispettore <lei Sa.lesiaui degli Stati Uniti,
ove la Società del S. Nome conta oltre me-.tzo mi-
lione <li aggregati.
Dopo parecchie adunanze preparatorie, una se
lle tenne la sera del 24, sotto la presidcru:a di S. E.
Mons. Olivares, e un'altra numerosissimo. la do-
me.iùcn 27, quando la Società fu ufficialmente
inaugurata con l'iscri1.ione di oltre sessanta soci.
All'aswci11zione, sorta sotto i migliori auspici,
auguriru:no il più largo svilupJJO e I'a1,ione piìi fe-
conda di be.t1e.
.....••..••.••.......•...........•.••••.••.•••.•••......
.:......•...•.. •.N...E..C..R..O...L..O...G..I.O..•.•...••..•....:.
Dott. Lavinio F ranceschi.
l\\lorl a Firenze il zr settembre u. s. dopo aver
spe:;a tutta la nobile vita, di soli 56 anni pur-
troppo, nello studio e nelle opere di carità. Ebbe
grande intelligenza, tanto che nel suo assiùuo
lavoro intellettuale colse tutte le soddisfazioni
e gli onori dello studio. La rditrione, profonda-
mente sentita e senza esitazione praticata, lo
portò a versar a piene mani le sue ricchezze su
tutte le opere di beneficenza cittadine. Dispose
clle unn cappella della nostra chiesa colà in
costruzione fosse eretta in memoria e suffra-
gio dell'anima sua e di quella della sua dilet-
tissimn consorte, che di soli r i mesi lo prece-
dette all'eternità. Vogliano tutti q·Jelli che ci
leggono pregare per le due anime benedette.
Massimino Tournoud.
Insi~nc benefattore delle Opt.>re di Don Bosco
moriva nel bacio tkl Signore in OuLx, il 4 dicembre
11. s., in età di 87 anni, munito di tutti i conforti
<lella nosirn santa religione. Animato da zelo per
la gloria cli Dio, ricupe;1ò la Chiesa di quell'antica
.Abbadia, allora ridotta nel più misero stato, e la
n.-sc di nuovo atta al culto divino.
Assidno, fwchè glielo pem1isero le forze, a tutte
le fumdoni religiose, sempre sereno, ispirandosi
contiuuaruente alle massime della fede, fu in tutta
la \\Tita nobile esempio di virtù cristiane.
Lo rncc-omandiamo alle preghiere dei Coopera-
tori, nu.-nlre prese.t1t.ia1110 alla fanuglia dcl defunto
le nostre più sinceri: condogliru17.e.
Signora Fumagalli di Torino.
Da molti anni Cooperatrice, nutriva un tenero
affetto per la giove.11tù abbandonata. l,'8 dicemllre
r91 o, ÌlL5ieme col suo degno consorte, presiedeva
In festa dcll'lmmacolaln nell'Oratorio Festivo di
Valdocco, ove la sua memoria rimarrà in benedi-
zione. La mc-comandiamo caldamente alle pre-
ghiere di tutti i lettori.
Preghiamo anche per questi Cooperatori deftmti:
Accrb!s Caucrinn - Bergamo.
Aclis Grosso l.ul,cl;,. fu CiJ>l'iano - Rodallo (Caluso)
Allcgn, Francese., ved. !..<mini Castdvctrano.
Anmno Mou~. O. Vlnccaz.o - Siracusa.
Armannl Coutl Glu,tppa - Pla.,ll. Annerlna.
Anlouelli comm. conte A. - Rdma.
Ar,cntnne Dirlo - Urbani\\.
llarozzi O. Antonlu - Polaine,
11.111,ero Giuseppe - Bibiana ,
R~udlno Margherita - Torino•
lleu.10 Francesco - Ca~or-1,0.
!!er tèlcgni Nleo<.lcmo - Schi<0ola•S10ghlgllonc.
Hc1 lellinl Gra~lclla - Guulla.
Ile, tacchi Angelo - Bol6gna.
Hcunnf! Stefano fu Antonio - Auone,
ll1ondnlMto \\'lncen,.o L\\lontcmalll!lore Bels.110.
Hort~ Celcstluo Veruno.
Borionctti D. Achille - Alzo.
Bruuo Tc,resa - l'ogllzzo.
Butti MaTgherilA - Como,
Cappello Francesca ved. Berta - Torino.
Cnpuaua Mario Mluco.
Cu:i Maria - 0)?a.
Casoli cav. Pie,- Giorgio - Modena,
Catrutcllero l'erdlnllfldo - Pollenza (Bra).
Catrostcllero damigella TereSA - Pollem:o ( Bra).
Cuu..anco Giov. Halt. - Horgoma11t!ro.
Cn1uurco Rncholc - Pa,·ia,
Clardello Cari<> lii Alessio - S. Martino Valle Caudina.
Comper Mnrlarr11ol11 fu Glaco1110 - ( llrncia),
Covp., cav. Plac1rlo - Stupl11l11i
COl.'lta l'anny veti. llraaiolo Rologno.
V110.a11i Rosalia veti Quainl - llai;11olo.
l"acclu Germano - Urbana.
1:rece:eri Giova11ua n. Poggi - ~avona.
l'risa11 Michele - \\Jrb,11,a,
~:allfnr1i lug. cnv. Ctunillo - Gi!uova.
Gtlmberon.i D. Ettore Puria.
t.1ulo Camillo - Como,
,·w. - Glusoli lleuvenuta v~-d. Groasttli - Cal•=·
Gloncotti G,us,,ppina
Roma
Ci;:w(e-Ucc Mons. 11e-licc. vHCOvo - Boiano.
Gluuuclti Agostino Roma.
(tlorin dei contl t.:a~hnlro, CRpltnno - Torluo.
G011clla Rvsa ,.d. ·ravolinl - Vercelli.
Guarnglia D. Ar111ibale - Pavia.
lnaud, Rosa - llusco.
Lana Romana - N-.:lvc.
'••Ai•rdi Caterina lu Pietro - Cnsalgras'IO.
1..crdA Gaudenzio - l>rom:ro.
l.011,rn Giusepr,e Fubine.
L.011~0 Bartolornc-o - Toriuo.
Mn~l•ter Gius.,ppe - Busto Aral1l0.
\\lanfrctli Sebutla1oo - \\'lgonc.
NCS!M>li Luigi - Ca,•irate.
O•tanl Antonio - Chioggia.
Pnllnvk!no M. Anto11ì<'tlA - Parma
l'l\\"<lll•li ved. Orttnsla - Bohbio.
l'lcco Ugolino - V•l lnferime Mosso.
Plrnlla
l'iroll•
Marcello Carmda
Giovanni, aoldato
e
-
~cl1.1..r.l.a1,-uuOovvoa.da.
r,ato Parini Vh,ccn1.11 - !\\lilono.
Rlts1>011I dr. Pdle,crl11n - Groppo.
Rolli KartoJomN - l:nstelnlfO\\.'O C.11c~.
Repelli I). Glu•ep1,e - Ro,nagn..c
RlccR cav. Michele - Bnrgomnuero.
R1101Si J)omenlcl\\ - Mondov! Hrro,
Rossi D. Fra.,1Cèllco Mont.,,cudnlo,
Rudlnl Antonio - Udine.
Ruggi11 Gnulclla Anna - BolbJ1t3,
Sn,in Ce<iln Giovano& ,....i Cavnlllnl - Padova.
Volli Teresa e famiglin Como.
Vanni prof. \\llncen•o - \\Jrbino.
Vcri:u Domenico - Como.
Vignn Giuseppina di Francesço - VIiianova d'A,tl.
Zacchtl Caterina ved Verdunl - Rio nell'Elba,
Zanol• O. Eugenio - Momplano (Hr~a).
· -■•
Con permesso dell'Autorità E<:cleslastka
Gerente, GJUSEPPE GAMBlNO. Torino, 1917.
Tipo~ S.A.I.O. Buona Stampa • Corso Rt!gina, Jlfarrlurita,, 176.