BS 1890s|1895|Bollettino Salesiano Agosto 1895

ANNO XIX. N. 8 - Esce una volta al mese - AGOSTO 1895

BOLLETTINO SALESIANO

SOMMARIO.

I LIBRI DI TESTO (Avviso importante). . 197

A S. S. LEONE XIII NEL FAUSTISSIMO GIORNO DI S. GIOACHINO .   . . 199 DELIBERAZIONI DEL CONGRESSO DI BoLoGNA

LA SCUOLA ED I GENITORI .   . . 202 COLLEGI SALESIANI D'ITALIA ED EDUCATORII DIRETTI DALLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE   205

FESTA DI FAMIGLIA .   . .   . 206 DALL'ESTERO: Una processione esemplare in Francia ed un Oratorio festivo in Svizzera    ivi

NOTIZIE DEI MISSIONARII DI D. Bosco:

PATAGONIA: Inaugurazione di una nuova chiesa e sei novelli Sacerdoti. -TERRA DEL Fuoco: Due mirabili conversioni. - COLOMBIA: Ristauri d'una chiesa ed un Oratorio festivo. - CHILÌ: Una scuola pratica di Agricoltura. -ARGENTINA: Un'altra chiesa . . . . 208

ECO DEL 1° CONGRESSO SALESIANO . . . 214 GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE . . . . 215 INAUGURAZIONE DELLA CASA SALESIANA di Busto Arsizio . . .   . . 218

IL CARDINAL DI LISBONA A DON RUA. . 219 VARIETÀ    ivi

BIBLIOGRAFIA    221

COOPERATORI DEFUNTI   223

I LIBRI DI TESTO

AVVISO IMPORTANTE

La scelta dei libri di testo per le scuole è indubitatamente una delle cose che maggiormente preoccupano gli educatori in genere, e i padri di famiglia in ispecie. Trovar un libro ben fatto dal lato pedagogico, che risponda pienamente alle esigenze de' programmi e delle disposizioni governative, e nello stesso tempo nulla contenga che disdica sotto l'aspetto morale e religioso, sicchè il giovane allievo possa adoperarlo senza pericolo alcuno, è cosa ad un tempo delicata, difficile, ed importante. Nell' intento di provvedervi, il Congresso Salesiano di Bologna fece voti che i Salesiani dessero in tempo la maggior pubblicità possibile all'elenco de' libri di testo, che unitamente al programma scolastico sogliono diramare ogni anno per le loro scuole Liceali, Ginnasiali ed Elementari.

In ossequio a questi voti, calorosamente espressi da Ecc.mi Vescovi e da altri illustri personaggi del clero e del laicato, noi abbiamo compilato, tenendo innanzi le norme sopra indicate, un elenco di libri sufficientemente abbondante sì di edizione nostra, come di edizione altrui. Ed ora questo elenco mandiamo gratuitamente ai nostri buoni Cooperatori. Essi avranno la bontà di esaminarlo e di sceglierne quei libri che loro paressero interessare, scrivendo per le relative commissioni di acquisto alla Libreria Salesiana di Torino, che si pone a loro disposizione, oppure senz'altro alle rispettive Librerie Editrici. È anche da notare che in siffatta compilazione si ebbe pur riguardo alla spesa. Volere o no, la questione finanziaria s' impone potentemente, sicchè abbiam creduto cosa conforme a carità proporre libri che, oltre alle qualità sopra accennate, abbiano pur quella di costare il meno possibile.

Viviamo fiduciosi che l'opera nostra, intrapresa coll'unico scopo di provvedere al bene della gioventù e venir in aiuto alle famiglie, sarà convenientemente apprezzata. Non pretendiamo d'aver fatto una scelta sotto ogni rispetto indiscutibile. Bensì abbiam fatto quel che abbiam potuto, e saremo riconoscenti alle osservazioni che a scopo di bene ci perverranno.

AVVERTIMENTI.

I.

Ai RR. Parroci.

Parecchi Reverendìssimi Parroci ricevono da molto tempo il Bollettino Salesiano all'indirizzo generico di Parroco, senza aver mai ricevuto il Diploma, ed anche senza saper di che si tratti. Noì facciamo caldo appello a questi RR. Signori, perchè ci vogliano mandare il loro biglietto di visita qualora desiderassero il Diploma di Cooperatore, o respingano il Bollettino qualora lo ricevessero in doppia copia o più non lo volessero.

Inscrivendosi tra i Cooperatori Salesiani, oltre all'esercitare un'opera di cristiana carità, potranno lucrare eziandio le molte Indulgenze concesse dai Sommi Pontefici.

II.

A tutti i Cooperatori.

Per viemeglio accontentare i nostri lettori e lettrici, e per evitare inconvenienti nella spedìzìone, preghìamo vivamente tutti i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane, che ricevessero il nostro periodico con indirizzo sbagliato o non esatto, a volerci notificare le debite correzioni da eseguirsi, rimandando queste sopra l'indirizzo, col quale ricevettero l'ultìmo numero, dentro busta aperta e con soli due centesimi di affrancamento. Chi lo ricevesse duplicato, ne rimandi una copia colla parola Duplicato, e senza nuova affrancazione. Ove qualche Cooperatore fosse defunto, e gli si continuasse la spedizione del Bollettino, preghiamo chi lo riceve a volerlo rimandare, scrivendovi sopra : Respinto perchè morto. Preghiamo poi coloro, che ci mandassero nuovi indirizzi, a scrivere i nomi e cognomi degli individui, il paese e, se occorre, il Mandamento od il Circondario, in caratteri chiari ed intelligibili.

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Moltissimi Cooperatori, vedendosi giungere ogni mese il Bollettino Salesiano, ci domandano quale ne sia il prezzo di associazione.

Siccome ìl nostro scopo non è quello di far danaro, ma bensì d'istruire i nostri Cooperatori intorno ai mezzi da usarsi per lavorare più utilmente al bene del prossimo coi catechismi, coll'istruzione ed educazione specialmente della gìoventù, e di anìmarci a vicenda a questo nobile fine, così avvisìamo che non intendiamo d'imporre loro alcuna obbligazione di pagamento, contenti che ognuno, per questa parte, faccìa quello che le proprie forze gli permettono, secondo le norme del Diploma loro spedito.

Noi abbiamo fiducia che i nostri Cooperatori e Cooperatrici colle spontanee offerte che faranno come e quando crederanno bene, e con quei mezzi che la pietà e il buon volere loro suggerirà, non ci verranno meno, ma ci aiuteranno a pareggiare le spese di stampa e di posta che occorrono per questa pubblicazione.

Tuttavia, chi bramasse dal canto suo soddisfare regolarmente a questa spesa, noi crediamo che sia sufficiente la somma di lire 3 all'anno.

Ringraziamo tutti i nostri lettori e lettrici della benevolenza usataci finora, e li preghiamo a volercela continuare per l'avvenire.

NECROLOGIO.

Uno degli Ecc.mi Prelati intervenuti al nostro 1° Congresso di Bologna, Mons. Vescovo di Modigliana non è più, è volato al Paradiso. S. E. Rev.m MoNs. LEONARDO GIANNOTTI era nato in Torcigliano, Archi diocesi di Lucca, il 13 gennaio 1824. Apparteneva all'Ordine dei Minori Riformati, ed era stato preconizzato Vescovo dalla s. m. di Pio IX il 22 Dicembre 1871. Spirò l'anima sua bella in Marradi (Toscana), in età di anni 71. Preghiamo per lui.

A SUA SANTITÀ LEONE XIII NEL FAUSTISSIMO GIORNO DI S. GIOACHINO

CON L'ANIMO COMMOSSO E RICONOSCENTE A DIO CHE VI VOLLE CONCEDERE ALLA SUA CHIESA IN QUESTI TEMPI SI TRIBOLATI E RICCHI DI TRIONFI I SALESIANI E LE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE COI COOPERATORI E COOPERATRICI SALESIANE RINNOVANO OGGI LE LORO PREGHIERE PER VOI O BEATISSIMO PADRE ANGELO DI PACE E DI AMORE VIVENTE TRA LE AMAREZZE E LE PENE NOI VI VEDEMMO DALL'ALTEZZA DEL VATICANO BENEDIRCI ADUNATI A BOLOGNA IN CONGRESSO INTERNAZIONALE MENTRE NEL VOSTRO GRANDE PENSIERO CHIAMAVATE A CONCORDIA ED A PACE GLORIOSA I DISSIDENTI DELL'ORIENTE RICORDANDO LORO LE ANTICHE GESTA E TROFEI E PORGEVATE LA MANO OPERATRICE DI MIRACOLI VERSO L'INGHILTERRA CHE DA TRE SECOLI VIVE LUNGI DALLA MADRE. SULL'QRME SANTE PATERNE RIMETTA IL PIEDE ERRANTE E SI SENTIRÀ SCALDARE A VIVO AMORE CRISTIANO DA FELICITARNE IL MONDO !

DELIBERAZIONI DEL CONGRESSO DI BOLOGNA

MENTRE continuiamo a presentare le deliberazioni prese in quel solenne consesso che fu il Congresso Salesiano di Bologna, godiamo di poter annunziare che i voti ed i consigli degli egregi oratori e degli augusti Prelati colà intervenuti, mercè lo zelo dei nostri Cooperatori, incominciano a divenire una consolante realtà.

Già negli scorsi mesi abbiamo accennato a qualche opera di cristiana educazione, sorta a favore della novella generazione in seguito agli incoraggiamenti dati dal Congresso. Più sotto parleremo dell'Oratorio festivo di Balerna nella Svizzera. Ora notiamo con piacere l' apertura di una Scuola di religione nella nobilissima città di Chieti, sotto gli auspizi di quel venerando Arcivescovo, Mons. Rocco Cocchia, che tanto ha onorato il nostro primo Congresso colla sua cara presenza. Questo zelante Pastore non solo benedisse l'idea di una Scuola di Religione nella sua città residenziale, ma pose a disposizione di essa l' Oratorio suo privato con altre sale del suo Episcopio, e fin dai primi giorni dello scorso giugno, per mezzo del pio Sacerdote nostro Decurione e Corrispondente D. Camillo Tiberio, Direttore Spirituale di quel Seminario Arcivescovile, diramò un invito a stampa a tutti i padri e le madri di famiglia e a quant'altri sono amanti del bene in quella città, perchè vogliano mandare tutti i loro figliuoli e giovani a quella Scuola affatto gratuita, per erudirli nella scienza della Religione, divenuta ai giorni nostri assai più necessaria, in quanto che maggiormente viene negletta e per la conseguente ignoranza aumentano i suoi nemici.

Noi applaudiamo di cuore a questa santa iniziativa, raccomandiamo ai cittadini di Chieti di assecondare i desiderii del loro amante Pastore e ci auguriamo di veder ben presto rinnovato il nobile esempio in tante altre città d'Italia.

Intanto, presentando un' altra parte delle deliberazioni prese dal Congresso, facciamo voti che anche queste trovino dei fedeli esecutori in ogni città e paese, dove vi è un Cooperatore od una Cooperatrice Salesiana.

Scuole primarie e secondarie.

Considerando che per la sana istruzione e per l'educazione morale della gioventù è indispensabile l'insegnamento religioso;

Considerando che dovere dei cattolici, e specialmente dei padri-famiglia, è curare che tale insegnamento sia nel miglior modo e costantemente impartito;

Il Congresso fa voti

Che si procuri l' introduzione nelle pubbliche scuole primarie dell' insegnamento religioso impartito nelle forme e nel modo voluti dalla Chiesa, a norma delle leggi dello Stato;, promovendo anche per mezzo di petizioni e di ricorsi alle Autorità governative e comunali l'applicazione di quelle leggi dello Stato, le quali assicurino che tale insegnamento venga adeguatamente impartito;

Che i genitori procurino la continuazione di tale insegnamento pei giovani studenti: delle scuole superiori e secondarie, specialmente facendoli frequentare le scuole di Religione;

Che nella scelta delle scuole e dei collegi i genitori procedano con criteri e con coscienza ispirati pienamente alla fede e alla morale cattolica.

Collegi ed Ospizi pei giovanetti.

Considerando che l' educazione della gioventù non si può sempre compiere efficacemente in famiglia e che per soddisfare a tale bisogno sorsero Ospizi e Collegi per giovanetti appartenenti alle varie classi sociali ;

Considerando che l'istituto di educazione può riuscire, secondo i principii informativi, una sacra palestra di virtù, nella quale si preparano ottimi cristiani ed onesti cittadini, ovvero un semenzaio dei vizi, ove sieno posti, in pericolo la fede ed il morale costume ;

Il Congresso fa voti

Perchè i Cooperatori Salesiani pongano somma cura nella scelta dei Collegi, in cui collocare i loro figliuoli, e dispieghino tale zelo salutare anche verso i loro amici e conoscenti;

Perchè all'occasione prendano cura dei giovanetti abbandonati o pericolanti e ne sollecitino il ricovero in qualche Ospizio od Oratorio, ispirandosi allo spirito della cristiana carità;

Perchè inoltre sostengano generosamente la Pia Società Salesiana nell'opera dei Collegi e degli Ospizi, e la aiutino non solo per mantenere in florido stato le Case a tal uopo fondate, ma per facilitare i progressi delle nuove numerose fondazioni che dovunque si moltiplicano per la grazia del Signore.

Così si renderanno benemeriti della salvezza di molte anime.

Per l'educazione delle fanciulle.

Considerando che dalla educazione ed istruzione religiosa della fanciulla dipende non solo l'avvenire individuale di essa, ma anche l'avvenire della famiglia e della civile società;

Considerando che il modo e lo spirito con cui è impartito l'insegnamento nelle scuole, nonchè l'esempio delle insegnanti, ha una grandissima efficacia nella mente e nel cuore delle fanciulle ;

Considerando che principalmente nelle città e nei centri operai, la moralità di molte giovanette del popolo è esposta a pericoli per mancanza di istruzione religiosa loro conveniente e per l'abbandono in cui spino lasciate dai parenti nei giorni festivi ;

Il Congresso, mentre rammenta ai genitori l'importantissimo dovere di educare cristianamente le loro figliuole,

1° Esorta i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane a non affidare le loro figlie educande che a quegli Istituti, dove l'insegnamento religioso e le pratiche di pietà sono messe come base della educazione ; come pure li esorta a far conoscere tali Istituti e raccomandarli ai parenti, agli amici ed ai conoscenti;

Z° Invita i Cooperatori e sopratutto le Cooperatrici a favorire in tutti i modi possibili i Catechismi parrocchiali per le fanciulle, offerendo, se è necessario, l'opera loro ai Parroci come Catechiste, e a prendersi cura che vi intervengano le fanciulle loro dipendenti e quelle sulle quali possono ìn qualche modo avere ingerenza;

3° Raccomanda ai Cooperatori ed alle Cooperatrici di far valere tutta la loro autorità od influenza, acciocchè nei rispettivi Municipii vengano preferite al concorso quelle insegnanti che per educazione , studi e lodevoli doti dànno migliore speranza che abbiano a compiere bene il loro ufficio tanto dal lato pedagogico, quanto dal lato religioso;

4° Fa voti che nelle città e nei centri operai , dove maggiormente se ne manìfesta il bisogno, si fondino Oratorii festivi, scuole domenicali e scuole di lavori femminili per le fanciulle, affidandone la direzione a religiose, e che si sostengano simili opere dove sono già fondate;

5° Confida che i Cooperatori e le Cooperatrici promuoveranno l'idea d'introdurre le Suore in certi stabilimenti industriali come assistenti delle fanciulle e giovinette nei medesimi occupate, facendo rilevare l'utile morale e materiale che ne avrebbero i padroni e le operaie ;

6° Infine fa voti che si facciano conoscere e si aiutino le varie opere promosse dall'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, fondate dal compianto nostro D. Bosco e dipendenti dalla Pia Società Salesiana, come quelle che e per la forma e per lo spirito sono adatte ai tempi presenti e si riconoscono praticamente efficaci a promuovere il benessere morale e religioso tra le figlie del popolo.

Patronato e Collocamento dei Giovani Operai. I Ordine del Giorno.

Considerando che la prima e più efficace educazione anche pei figli del popolo è quella che la madre cristiana instilla per le vie del cuore alla propria creatura nell'onesto e sano domicilio domestico;

Considerando che, massime nei grandi centri, molte abitazioni dei poveri operai non presentando alcuna guarentigia nè sotto l'aspetto dell'igiene, nè sotto quello della morale, riescono abbiette e micidiali ed uccidono il corpo e l'anima del fanciullo;

Considerando che le esigenze dell'industria moderna costringendo le madri operaie ad abbandonare, durante l'intera giornata, il proprio domicilio per non mancare al lavoro collettivo nelle grandi officine, loro interdice di dedicarsi al naturale ufficio educativo della propria prole;

Considerando che l'officina, che deve poi frequentare il ragazzo operaio per addestrarsi nell'arte sua, non può concorrere alla sua buona educazione, se chi la dirige non è informato aì sentimenti santi e delicati della cristiana morale;

Considerando come il riposo festivo sia non solo un dovere, ma anche un diritto di chi lavora;

Considerando come la frequenza del ragazzo operaio all'istruzione catechistica festiva alla propria parrocchia, è il mezzo più sicuro per confermare in lui la buona educazione ricevuta in famiglia;

Considerando che è un fatto troppo certo che la maggior parte dei figli del popolo, quand'anche abbiano sortita una madre cristiana, pur nondimeno quasi sempre, dopo la prima Comunione o perchè corrotti da cattivi compagni o poi tanti scandali, di cui sono stati spettatori, cessano dall'osservanza dei doveri religiosi;

Considerando che costoro, e peggio poi quelli che ebbero la sventura d'incontrare madri che non si occuparono di loro o perchè impedite dalle speciali condizioni loro imposte dal lavoro, o perchè digiune di ogni sentimento cristiano, abbandonati a se stessi od affidati a padroni che non sanno rispettare le loro anime, non avendo affatto istruzione religiosa od avendola insufficiente (dimenticato quel poco che appresero fanciulli), crescono nell'ignoranza di Dio e dei loro doveri di cristiani e di cittadini;

Considerando che costoro chiamati a formare la nuova generazione, non essendo cristiani che di nome, privi quindi dei lumi e delle speranze del Cristianesimo, calpestando le leggi più sacre e più universalmente rispettate, accresceranno quelle turbe che sono un pericolo ed una minaccia per la civile società;

Considerando che solo la carità cristiana può, collo spirito di sacrifizio e d'abnegazione che l'informa, colle pazienti cure e colle sante industrie onde si giova, scongiurare o scemare un tanto danno;

Il Congresso fa voti:

Che i Cooperatori Salesiani si colleghino a tutti gli uomini di cuore e di buona volontà per ottenere, dove è possibile , disposizioni legislativo che moderino le esigenze delle grandi industrie, conciliando i soli veri interessi legittimi di queste coll'obbligo che vi è di rispettare i sacri diritti e doveri della maternità ;

Che favoriscano le Associazioni che abbiano per iscopo il miglioramento delle case operaie ;

Che zelino e facilitino colla loro influenza il collocamento dei bambini negletti od abbandonati delle classi operaie nei presepi ed asili d'infanzia, massime in quelli diretti da persone religiose, in quei casi in cui la prima buona educazione dei medesimi per mezzo della madre nel domicilio domestico è resa impossibile;

Che zelino il collocamento degli operai in quelle officine, nelle quali si rispettano le regole della fede e morale cristiana;

Che i Cooperatori Salesiani padroni di officine o capi botteghe prendano interesse dei giovani apprendisti loro affidati come se questi fossero loro figliuoli, porgendosi loro esempio di una vita effettivamente cristiana;

Che ne curino perciò non solo l'istruzione tecnica, ma anche l'educazione religiosa e morale e l'igiene del loro corpo;

Che promuovano l'osservanza del riposo e della santificazione del giorno festivo, appoggiando anche in ogni miglior modo le iniziative che all'uopo fossero prese da altri;

Che curino quindi la loro frequenza ai Catechismi parrocchiali, agli Oratorii festivi ed alle scuole cattoliche serali e festive, vigilando perchè non manchino all'adempimento dei loro doveri religiosi;

Che lungi dal permettere loro occasione di scandalo col turpiloquio, la bestemmia o le gozzoviglie, loro inculchino colla parola e coll'esempio il rispetto di Dio e di se stessi, la fuga dell'ozio e l'amore al lavoro;

Che li facciano ascrivere fin da giovanetti alle Società cattoliche di mutuo soccorso e di previdenza, e li abituino al risparmio, perchè non manchino dei necessari provvedimenti nei giorni delle infermità, della vecchiezza e della sventura;

Che finalmente nel determinare la mercede od il salario ai loro lavoratori si uniformino alle massime solennemente proclamate dal Sommo Pontefice Leone XIII nell'ammirabile sua Enciclica Rerum Novarum.

II° Ordine del Giorno.

Considerando come tornano giovevoli al religioso indirizzo dei giovani apprendisti le scuole di arti e mestieri aperte da D. Bosco, presso le quali abbondano i mezzi salutari di cristiana istruzione ed educazione;

Considerando il vantaggio che deriva dall'apertura e dalla maggior diffusione delle succitate scuole, massime nelle grandi città;

Il Congresso fa voti

Perchè i Cooperatori Salesiani esercitino ogni loro influenza e concorrano col consiglio, col danaro e colle opere a far sorgere, ove non esistono, le scuole d'arti e mestieri, le scuole serali e festive, non che le altre fondazioni di D. Bosco per la educazione dei giovanetti operai, massime nelle grandi città; e dove già esistono, le sostengano con solerte beneficenza.

LA SCUOLA ED I GENITORI (*).

FU DETTO che aprire una scuola era chiudere una prigione; e così doveva essere di fatto. Ma in quella vece se mai uscì di bocca d'uomo sentenza che più solennemente sia stata smentita e sbugiardata dalla logica inesorabile dei fatti, quest'è per l' appunto. Di maniera che si potrebbe ormai senza tema di errore e di esagerazione invertire a buon diritto i termini ed asserire con nostra somma vergogna che le prigioni vanno via via crescendo di numero a seconda del moltiplicarsi che fanno le scuole. Le rovine di ogni genere dell' odierna società sono immense, spaventose; ma donde trassero esse la loro origine, se non dalle rovine, troppo poco avvertite quanto più funeste, che a danno della gioventù va consumando la scuola laica, ossia anticristiana ed irreligiosa dei nostri giorni? Ed è tale lo spettacolo di precoce corruzione e libertinaggio che danno di se stessi i giovani studenti e talora putti tant'alti, che è generale il grido: Salviamo la gioventù ! È questione di vita o di morte per la civile società, d'interesse supremo per la cristiana religione. Sì, salviamo la gioventù. Ma a ciò riuscire è necessario anzitutto premettere e conoscere tutta la realtà della cosa.

Finora volendosi capacitare della mala riuscita di tanti poveri giovani, ci siamo accontentati di riferirne tutta la colpa alla cattiva scuola, senza pur sospettare che vi potesse essere qualche altra cosa della scuola stessa più colpevole e responsabile. La scuola, non può negarsi, è in colpa, perchè causa immediata, diretta e quanto mai efficace della rovina della gioventù; ma, e si potranno dire innocenti poi tanti genitori, che scientemente o per colpevole ignoranza a questa scuola mandano i proprii figli e parenti? Non è egli questo porgere una tazza avvelenata, e poi pretendere che o il veleno non dia la morte, o la colpa della morte volerla tutta e solo attribuire allo stesso veleno? Tant'è; vi sono dei padri e delle madri che verrebbero meno al solo pensiero che il loro figlio avesse un giorno a guastarsi, a diventare cattivo; e poi, quando si tratti della sua educazione ed istruzione, oh ! non vogliono tanti scrupoli, e pur chè il collegio o la scuola, dove pensano di collocare il loro marmocchio, sia vicino al paese e torni loro di gusto, del rimanente - che è poi la cosa di maggior importanza, se cioè il collegio sia o no cristiano, religioso - o non se ne curano affatto, o credono volentieri e subito ai bugiardi annunzi di un giornale qualunque o del primo interessato che capiti loro tra i piedi. Ed allora, quello che di solito può e succede in simili casi non è chi non vegga. Succede, il più delle volte che, il collegio trovasi in pieno potere di gente, il cui unico scopo è di far numero per fare quattrini, che i professori e maestri appartengono a sette infami, che l'insegnamento è di conseguenza laico, anticristiano, che tutto l'ambiente è impregnato di uno spirito di mondanità, d'indifferenza religiosa, se non anche di disprezzo e di aperta ostilità a, quanto sa di vita cristiana. Infine succede che il fanciullo entrato in collegio fior di candore e d'innocenza, vi uscirà ben presto guasto di mente e di cuore, e in luogo di formare la consolazione dei già vecchi genitori, Dio non voglia che colla sua vita scorretta, licenziosa, abbia loro da aprire innanzi. tempo la tomba! Or di tanto male di chi sarà la colpa, se non degli stessi genitori ciechi e sconsigliati ?

Cade qui opportunissimo un aneddoto di freschissima data e di provatissima autenticità. Una mammina aveva già divisato di collocare un suo figliuolino in un collegio diretto da preti , e ciò per l'unica ragione ch'ella, buona cristiana qual'è, voleva eziandio che il suo figlio, prima che istruito e dotto , crescesse buono e pio. Ma che? Un bel giorno le capita di vedere a passeggio gli alunni di un altro collegio, l'antitesi più perfetta del primo ed a questo vicinissimo. Non ci volle di più. Quella bella divisa alla militare, quel far spregiudicato e provocante abbagliarono talmente la corta vista di quella donnicciuola, che anche il cuore ne restò in un punto solo preso e soggiogato, e lì su due piedi, come si trattasse di un gingillo bambinesco, fermò di mettere nel collegio dalla bella divisa militare il suo figlio. E così fu. Si potrebbe dare leggerezza e cecità più fenomenale di questa ?

Salviamo la gioventù ! Ma prima indispensabile condizione la è questa appunto, che i genitori stiano sull'avviso sulla scelta del collegio: non siano troppo creduli, ma si procurino con ogni diligenza notizie precise, sicure, minute, tali insomma che offrano le più ampie garanzie di una soda e cristiana educazione   

Salviamo la gioventù! E in che modo? Premesso che la scuola dev'essere eminentemente educatrice, e che non v'ha, nè vi può essere educazione senza Dio - poichè educazione, non è altro che la continuazione dell'opera del Creatore nel fanciullo: prendere cioè questa tenera creatura dalla culla e condurla al suo fine supremo, che è di conoscere il suo Creatore, di amarlo e servirlo per andarlo a godere in Paradiso - è per sè evidente che allora solo la scuola, il collegio adempiono all'alta loro missione, quando avranno a fondamento, a base necessaria dell' insegnamento Iddio, quando l' educatore, nonchè vergognarsi di Dio, saprà degnamente rappresentarlo in faccia all'allievo, per modo che il giovane, senza pur accorgersi, debba sentire, debba intendere, debba vedere il suo Dio in ogni luogo e tempo.

Questo appunto era il concetto che aveva della scuola lo stesso Plinio, là dove discorrendo del precettore, vuole ch'ei sia tale, che prima e più che per dottrina ed ingegno, risplenda per il pudore e la castità ; poichè egli soggiunge, da tale maestro non sarà mai che il fanciullo abbia ad udire cosa che utile non gli sia, né tampoco ad imparare ciò che meglio gli sarebbe aver sempre ignorato. Ed altrove, parlando ai genitori, raccomanda che i loro figli affidino a maestri, dai quali abbiano ad imparare prima i buoni costumi e poi l'eloquenza, chè male può impararsi questa senza di quelli.

Con le quali parole del filosofo pagano conchiudiamo pregando ancora una volta i genitori a riflettere seriamente al dovere grave, che li stringe in faccia a Dio e ai proprii figliuoli , a considerare che dalla scuola, dal collegio ordinariamente dipende la vita o la morte dei loro figliuoli medesimi, e che essi, sopra ogni altro, dovranno un giorno dell'anima di questi rendere strettissimo conto al tribunale di Dio.

(*) In questo mese che i genitori incominciano a pensare a quale scuola od a qual collegio debbono mandare nel prossimo anno i loro figli, ci parve opportunissimo presentar loro questo articolo prendendolo da un numero di quel valoroso giornale che è l' Osservatore Cattolico di Milano, meritamente apprezzato da tutti i buoni per la santità della causa che sostiene, per il suo grande attaccamento alla Santa Sede, per la robustezza degli articoli e per la copia e la sicurezza delle notizie che fornisce, sia dall' interna che dall' estero. (Abbonamento annuo L. 20 - ogni semestre L. 11. - Via Vittorio Alfieri 4, Milano).

COLLEGI SALESIANI D'ITALIA ED EDUCATORII DIRETTI DALLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE.

Per comodità di quanti desiderassero affidare a noi i loro figli per la carriera degli studi elementari, ginnasiali e liceali, diamo qui l'elenco dei Collegi Salesiani e degli Educatorii delle Figlie di Maria Ausiliatrice d'Italia, assicurando di tutta la nostra, sollecitudine per tutto quello che riguarda, religione, morale, sanità e profitto negli studi così scientifici come letterari.

Istituti per ragazzi.

Oltre l'Oratorio di San Francesco di Sales in Torino, l'Ospizio di S. Vincenzo de' Paoli in Sampierdarena, l'Ospizio del Sacro Cuore di Gesù in Roma, le Scuole di San Paolo alla Spezia, la Colonia Agricola di Mogliano Veneto, l'Oratorio di Maria Immacolata a Firenze, l'Oratorio del Sacro Cuore di Gesù a Trino Vercellese , di S. Filippo e S. Francesco di Sales a Catania, di S. Luigi Gonzaga a Messina, di S. Michele a Castellamare di Stabia, l'Istituto di S. Francesco di Sales a Faenza e di San Giuseppe a Macerata, l'Istituto Leonino ad Orvieto e l'Istituto D. Bosco in Verona , vi sono i Collegi di Borgo San Martino, Lanzo Torinese, Varazze, Alassio, Este, Penango, Parma, Fossano, Loreto, Treviglio, Trevi, Colle Salvetti, Randazzo e Marsala in Sicilia , Balerna ed Ascona nella Svizzera.

In questi Collegi l'insegnamento comprende il corso elementare e ginnasiale, eccetto quello di Penango, dove , per ora, vi sono soltanto le classi elementari ; è impartito da maestri e professori patentati ed a norma dei programmi governativi. Nel collegio di Alassio vi è di più il Liceo.

In quasi tutti questi Collegi vi sono due gradi di pensione. La prima varia da L. 35 a 40 mensili; la seconda da L. 24 a 30.

NB. Ai suddetti Istituti aggiungiamo anche l'Ospizio di S. Giovanni Evangelista, che d'or innanzi è destinato per giovanetti

della 4a e 5a elementare e delle classi ginnasiali, essendosi traslocati alle Scuole Apostoliche i Figli di Maria che vi erano pel passato. Vi si accettano eziandio esterni alla semplice scuola.

Educatorii per giovanette.

Oltre ai mentovati Collegi pei giovanetti, vi sono pure dodici Educatorii per fanciulle; il primo in Nizza Monferrato, sotto il nome della Madonna delle Grazie ; il secondo nella città di Chieri, sotto il titolo di Santa Teresa; il terzo al Torrione di Bordighera ; il quarto a Novara ; il quinto a Lugo ; il sesto a Casale Monferrato ; il settimo a Cannara nell'Umbria; l'ottavo, nono, decimo, undecimo e dodicesimo nelle ridenti e saluberrime colline circondanti l'Etna, a Bronte, Mascali, Trecastagni, Alì Marina presso Messina, ed a Catania. Tutti questi Educatorii sono diretti dalle Suore di Maria Ausiliatrice.

Scopo di queste case di educazione si è di dare l'insegnamento scientifico e morale in modo che non lasci nulla a desiderare per una giovinetta di onesta e cristiana famiglia, cioè arricchirne la mente di utili cognizioni, educarne il cuore a sode e cristiane virtù, addestrarla ai lavori femminili ed informarla a quei principii di civiltà che sono richiesti dalla sua condizione.

Per avere i relativi programmai e per le domande di accettazione bisogna dirigersi aí Direttori e alle Direttrici dei singoli Collegi ed Istituti.

Per giovani adulti che desiderassero abbracciare lo stato ecclesiastico.

Per sopperire poi al bisogno sempre crescente di operai evangelici, il nostro caro Don Bosco , oltre ai varii Ospizi e Collegi, ha istituita pure l'Opera così detta di Maria Ausiliatrice, che ha per iscopo di raccogliere giovani adulti (dai 16 ai 30 anni) che abbiano decisa volontà di fare gli studi letterari per mezzo di corsi appropriati per abbracciare lo stato ecclesiastico.

Quest'Opera, di cui più volte parlammo, benedetta ed approvata dai Vescovi e dal Sommo Gerarca, fu pur benedetta da Dio, perchè ha dato ogni anno frutti sempre più consolanti. In pochi anni già superano il migliaio i chierici usciti da tali scuole; parecchi al presente , ordinati sacerdoti, sono zelanti parroci, altri indefessi apostoli in varie missioni.

Noi quindi anche quest'anno facciamo un caldo appello ai nostri ottimi Cooperatori e specialmente ai RR. Parroci, perchè ci vogliano indirizzare molti di tali giovani che mostrassero spiegata vocazione allo stato ecclesiastico; agli Oblatori, Corrispondenti e Benefattori raccomandiamo di tutto cuore quest'Opera sì proficua per la Chiesa e per la società; a tutti che uniscano la preghiera al Padron della messe « ut mittat operarios in messem suam. »

Per norma degli allievi e di coloro che se ne dovessero incaricare o che desiderano più ampie notizie dell' Opera di Maria Ausiliatrice , si sono stampati appositi programmi, che si potranno avere dal Sac. Michele Rua (Via Cottolengo, 32, Torino), oppure dai Direttori dell'Ospizio di S. Vincenzo in Sampierdarena presso Genova , delle Scuole Apostoliche in Torino (Via Carlo Vidua, n. 18), dell'Oratorio di San Giuseppe in Lugo nelle Romagne, e di Trecate presso Novara , che sono tutte Case Salesiane destinate appunto per questi giovani adulti che desiderano abbracciare lo stato ecclesiastico.

FESTA DI FAMIGLIA

I giorni giovedì 18 e domenica 21 luglio scorso aveva luogo nel nostro Oratorio di Torino una giocondissima festa di famiglia. Erano gli antichi allievi di Don Bosco che, divisi come in due gruppi, giovedì specialmente di sacerdoti e domenica di laici, adunavansi a lieta mensa in questo caro istituto, nel quale sotto la guida paterna di D. Bosco avevan passato gli anni dorati della loro giovinezza.

Oh! la memoria di D. Bosco come sta profondamente scolpita nei cuori di questi ot. timi suoi allievi ! Ricordano essi il buon padre come l'astro più splendente della loro vita e gli professano amore e riconoscenza infinita. Tra i molti brindisi e discorsi pronunciati sul finir della mensa vorremmo sceglierne parecchi, ed in particolare l'esilarante brindisi dei sempre caro Sig. Gastini e lo stupendo discorso dato alla stampa del Cav. Prof. D. Giovanni Turchi, ma la ristrettezza dello spazio ce lo vieta inesorabilmente.

Conchiudiamo piuttosto invitando tutti gli antichi allievi di D. Bosco ad arruolarsi a questa associazione degli antichi loro compagni ed a partecipare anch'essi ogni anno a questa così cordiale e lieta festa.

La Commissione che presiede a tale associazione è composta dei seguenti Signori

GASTINI CARLO - FUMERO LUIGI - REVIGLIO Teol. FELICE - PIANo D. Gio. - ANFOSSI Cav. Can. Giov. - BERRONE Can. ANTONIO - FABRE Prof. ALESSANDRO

GIARDINO ANDREA - REANO GIUSEPPE

ALASIA MATTEO - CASASSA SECONDO - SANDRONE GIUSEPPE.

Nel primo dei detti giorni si telegrafavano cordiali omaggi ai Papa e se ne aveva una ben consolante risposta. Ecco il testo di amendue i telegrammi

SANTO PADRE LEONE XIII.

ROMA.

Antichi Allievi Don Bosco, convocati dal degno successore D. Rua in annuale agape Oratorio Salesiano, oggi XXV anniversario definizione infallibilità pontificia, per la quale D. Bosco indefessamente cogli scritti, predicazione, esortazioni spendeva la vita, plaudono concordi a Sua Santità Leone XIII che Maestro sicuro li guida al cielo e implorano Apostolica benedizione.

GASTINI CARLO Presidente.

Telegramma di risposta

Proteste antichi Allievi Salesiani gradite al Santo Padre che benedice tutti con affetto

M. Card. RAMPOLLA.

DALL'ESTERO

FRANCIA Una processione esemplare.

Leggiamo nella Semaine religieuse d'Aia del 23 giugno scorso la seguente edificante relazione della processione del Corpus Domini tenutasi a S. Pierre de Canon in Provenza, dove avvi una fiorente Colonia Agricola Salesiana e dove stanno pure preparandosi all'apostolato salesiano i nostri bravi Chierici di Francia.

« Prima di dare un resoconto generale delle processioni della città d'Aix (cosi il sopracitato periodico), la cui serie, aperta al giovedì della festa presso le Piccole Suore dei Poveri, non è ancora chiusa, dobbiamo questa settimana fare un cenno affatto speciale di quella splendida, incomparabile che Monsignor Arcivescovo ha presieduto lunedì scorso, 17 giugno, a S. Pierre de Canon.

» Per la magnificenza del sito, ove si dispiega, sui pendii della verdeggiante e pittoresca collina che domina un immenso panorama, stendendosi lo sguardo fino ai monti della S. Balma (grotta dove visse S. Maddalena) ; per L'affluenza dei pellegrini accorsi da tutte le parrocchie circonvicine : Salon, Lambesc, Eyguières, Alìcins, Pelissanne ecc; per la meravigliosa organizzazione che sanno dare a queste funzioni i Sacerdoti Salesiani; per la perfezione dei loro canti liturgici e le brillanti esecuzioni della lor banda musicale, questa processione è da parecchi anni una delle più belle manifestazioni eucaristiche non solamente di tutta la Diocesi, ma, possiamo dirlo senza temerità, di tutta le Francia, Quest'anno la presenza di Monsignor Arcivescovo contribuì a darle maggior splendore. I pellegrini erano più numerosi che mai. Ve n'erano certamente più di seimila. Da otto giorni e più a Lambesc, come anche a Salon, tutte le vetture pubbliche erano noleggiate in vista di questa pia e devota escursione ; ma la maggior parte dei pellegrini non temette di affrontare il caldo e di salire a piedi i fianchi pittoreschi, ma alquanto ripidi della collina.

» Verso le 15, 30, davanti al Santissimo Sacramento esposto sopra di un magnifico altare provvisorio, vennero cantati i Vespri. pontificali sull'altipiano vicino alla cappella, dove si affollava la maggior parte dei pellegrini, mentre altri coprivano come grappoli vivi le roccie che dominano quell'altipiano.

» Alla fine dei Vespri, tutta quella sterminata folla si ordina in processione e comincia a percorrere i sentieri tracciati dai Salesiani, dai loro Novizi ed Allievi, il cui lavoro intelligente ha trasformato in pochi anni tanto la selva, quanto la parte coltivabile di quel vasto podere. Graziosi altari provvisorii, gettati con una arditezza piuttosto spaventosa a prima vista, ma di una solidità a tutta prova, nei siti più pittoreschi, vedono successivamente riunirsi, per spiegarsi ancora e sempre nel medesimo ordine perfetto, gli anelli di quell'immensa catena.

» Una circostanza dobbiamo notare per gli organizzatori delle processioni ; ed è l'indicazione precisa dei canti liturgici é delle lodi popolari che dovevano esser cantati durante la funzione. Numerati per ordine sopra un foglio litografato e consegnato a tutti i preti e ad un gran numero di fedeli, questi canti, accompagnati della banda musicale, poterono essere eseguiti con gran precisione di tempo e con un assieme che produceva un effetto sorprendente.

» Non dobbiamo dimenticare il grazioso spettacolo che presentava una legione di chierichetti agitanti i loro turiboli in un ordine armonioso al segnale dato dal Fratello Direttore della Scuola di Lambesc, mentre giovani cherubini della medesima parrocchia, dalle ali spiegate e coi capelli tempestati di stelle d'oro, mescolavano ai profumi dell'incenso la fragranza dei fiori sparsi a profusione dinanzi al Santissimo Sacramento portato da Monsignor Arcivescovo, preceduto da numeroso clero.

» Un gran numero d'uomini scortavano il Santissimo Sacramento. Nelle lor file si vedevano quasi tutte le notabilità della regione ; crediamo di poter nominare, senza indiscrezione, alcuni rappresentanti eminenti di quella valorosa marina francese che ha saputo conservare le sue tradizioni di fedeltà alla manifestazione pubblica della fede cristiana : il sig. capitano Sibour di Salon, e l'ammiraglio Abele de Librar di Lambesc ; e, vicino a loro, un altro antico ufficiale di marina venuto d'Aix, il sig. de Lander.

» Nel momento in cui venne data la benedizione all'ultimo altare provvisorio, innalzato sul terrapieno a mezz'altezza della facciata dell'antico convento, mentre la folla inginocchiata copriva il pendio della collina fino al gigantesco e secolare castagno ben noto a tutti i pellegrini di S. Pierre de Canon, lo spettacolo era veramente incomparabile. Perciò alla fine della funzione, rivolgendo sentiti ringraziamenti ai fedeli che avevano potuto trovar posto nella cappella, incaricandoli di trasmetterli a tutti gli altri, Monsignor Arcivescovo, dopo di aver reso omaggio al bene che vanno facendo i Salesiani, con un'allegrezza veramente paterna, dichiarò che la processione, che testè aveva presieduto, era lo spettacolo più bello che avesse mai visto di quel genere. Ed è certamente questa l'impressione che serberanno di quella indimenticabile festa pur tutti coloro, che ebbero la fortuna di esserne testimonii ».

SVIZZERA Un Oratorio festivo.

È la Libertà della Domenica di Locarno nel suo numero del 22-23 giugno che ci fornisce la seguente corrispondenza

Balerna., 20 giugno 1595.

Ecco un'altra istituzione che onora questo paese l'Oratorio festivo pei ragazzi. È un bellissimo rettangolo che misura l'area di 1.200 mq. a Nord-est pel lungo parallelamente al palazzo comunale, dietro il quale sì stende da una tettoia che fa capo a una sala : il resto è cortile di ricreazione.

Vi si veggono già tre pallottolai e l'altalena ; uno spazzo è il luogo per il giuoco a bara ; dove sono le piante è indicato per altri giuochi. I buoni Salesiani si incaricano di condurre l'Oratorio; e la domenica 23 corrente, alle 7 1/2, ant. si aprirà ai nostri ragazzi.

Domenica p. p. se ne fece l'inaugurazione. Eran presenti il Sindaco, molti signori e signore che si interessano della educazione della gioventù e una folla di popolo. I ragazzi cantarono abbastanza bene alcune canzoncine - quali il canto dell'Oratorio; una barcarola; una preghiera alla Vergine ecc.; - alternate con dialoghetti di circostanza, dove si sentiva l'importanza della novella istituzione.

Alla fine aprì la serie dei discorsi brevi e buoni il M. F. sig. Can. Fonti, che disse tra le altre cose che quel che pareva sogno a tanti ed anche a lui, in breve, grazie alla cooperazione del paese, è una realtà. Seguì l'egregio avvocatino Angelo Tarchini che con vibrate parole fe' sentire il soffio potente che la religione infonde all'educazione dei fanciulli, di cui esempio visibile è l'Oratorio: e fe' voti che tutti s'accordino in una vera educazione cristiana della gioventù a base delle famiglie e della patria.

Il M. R. Parroco di Gaggino, D. Gio. Maspero, che in mezzo a mille difficoltà potè fondare e sostenere un Oratorio oggi assai fiorente, ne rilevò i vantaggi morali e materiali per la famiglia e la società; e animò gli amici del pubblico bene a perseverare costanti.

L'egregio sig. Sindaco Antonio Tarchini, approvando quanto fu detto ad esuberanza, non dissimulò una nobile soddisfazione per quest'opera che tanto gli stava a cuore (e lo dimostrò coi fatti).

Un bravo ragazzo in un ringraziamento recitato poc'anzi ai benefattori aveva detto questo parole

« Ed ora ci mettiam nelle vostre braccia, o buoni Salesiani : voi sarete qui i nostri angeli tutelari. Noi già vi conosciamo, noi già vi vogliamo un gran bene. Su, diteci che ci accettate come figli della vostra carità, e ci crescerete degni della fede e della patria ; e noi fin d'ora vi promettiamo obbedienza, rispetto e amore di figliuoli. »

Questo parole han fatto una grata impressione sul cuore dei Salesiani : il M. R. D. Amossi accettò ringraziando il novello incarico : i Salesiani non perdoneranno a fatiche per il bene di questi ragazzi. Vengano volonterosi e si troveranno felici.

Infine il M. R. sig. Arciprete D. Angelo Abbondio, rilevò che, quando si vuol fare un po' di bene, specie allora che l'autorità civile non disdegna la mano che l'autorità ecclesiastica le porge, allora si procede senza tema nella via d'un verace progresso, e l'avvenire non dà timore, ma si presenta foriero di bellissime speranze. E ringraziando i benefattori ed i presenti chiuse la seduta.

Fu una vera festa, tutta cuore e schiettezza : l'allegria del luogo, i begli addobbi di bandiere, fiori e verzura, la giusta intonazione dei discorsi, la simpatia della popolazione e le prime prove dei ragazzi nella recita e nel canto lasciaron negli animi la più soave impressione e una dolce compiacenza d'aver tutti cooperato come una sola famiglia all'opera bella.

Così dappertutto s'intendesse che è ora di destarsi e fare qualche cosa per la nostra figliuolanza che deve un giorno essere la società cristiana.

Un osservatore.

NOTIZIE DEI MISSIONARI DI D. BOSCO

PATAGONIA

REV.mO SIGNOR D. RUA,

Viedma, Marzo 1895.

LA Missione della Patagonia fu sempre oggetto della predilezione del nostro indimenticabile Padre D. Bosco, il quale s'inteneriva e riempivasi di santo entusiasmo ogni volta che sentiva, parlare di essa. E Lei, o amatissimo sig. D. Rua, che di quel caro Padre ha ereditato con pienezza gli. affetti e lo spirito, nutre, ne siamo sicuri, gli stessi sentimenti verso di questa povera porzione della vigna salesiana. Questo è il motivo che mi spinge a metterla a parte delle magnifiche opere che il Signore volle negli scorsi mesi operare per mezzo dai poveri figli di D. Bosco in questo estremo lembo del mondo australe. Formeranno argomento di questa mia relazione l'erezione d'una nuova chiesa, una festa di famiglia e la consacrazione di cinque nuovi leviti.

Inaugurazione d' una nuova cappella dedicata a Maria Ausiliatrice.

L'amatissimo nostro Mons. Cagliero, fin dai primordii del suo apostolato nella Patagonia, ebbe la nobile idea d'ottenere che la Vergine Ausiliatrice fosse anche la Sovrana Signora di questa terra, ed all'uopo vagheggiò sempre il pensiero di erigerle un santuario degno di questa nostra amorosissima Madre e Celeste Regina.

La maggior parte delle cappelle e chiese della Missione, per mancanza di mezzi, sono costruite con mattoni crudi, pali intonacati di fango, o di semplici pareti senza fregi e senza adorni. Maria Ausiliatrice, diceva però sovente Monsignore, Maria Ausiliatrice bisogna trattarla come in Italia.: facciamole quindi un tempio , entro cui non isdegni piantar benigna le sue tende e prodigare generosa le sue grazie.

Ma a chi toccherai la fortuna di possedere il trono della .Regina? La scelta fu oltre ogni dire saggia e conveniente : toccò alle Figlie di Maria Ausiliatrice della Casa Centrale di Viedma:.

Da qualche tempo erasi incominciata la costruzione della cappella, sul disegno del nostro D. Aceto, architetto intelligente e di buon gusto, e l'anno scorso se n'era benedetto l'altare e la balaustrata, belle opere del bravo artista Gastini di Torino, che Monsignore condusse seco reduce dal suo viaggio in Europa. È veramente sono un bel capo d'opera i due stemmi della Congregazione e di Monsignore, che si trovano scolpiti in bassorilievo ai due lati dell'altare, ricco e risplendente di bei marmi filettati in oro.

Ma restavano ancora gregge gran parte delle pareti. Si misero pertanto all'opera con grande attività i nostri confratelli Silvio Milanesìo e specialmente D. Aceto, valente pure nella pittura, ed ecco che in quest'anno, sotto gli auspicii di Gesù Bambino, il giorno dell'adorazione dei Magi, s'inaugurò la cappella completamente finita.

Non è sicuramente una basilica come quella di Torino, nè come quella di S. Giovanni Evangelista ; ma nel suo piccolo è qualche cosa di bello e di estetico. Dietro l'altare, in mezzo ad una grandiosa nube di raggi dorati, campeggia la bella statua regalataci dai Confratelli di. Marsiglia, opera dei loro giovanetti scultori dedicati allo studio della statuaria , e ben otto angioletti le fanno corona con le loro cornucopie ricche di molte luci. Gli ornati della volta, di stile grave e religioso, i fregi in oro, i colori delicati, le figure denti angioletti, i cordoni, gli archi ed i capitelli dorati , le vene delle colonne e le loro scanalature pure dorate coi colori rosei, verdi e celesti, formano un insieme così grazioso ed armonico, da far dire che la cappella è riuscita un vero gioiello. Oh! come bene risuonano in questa cappella le duecento e più voci argentine delle giovanette alunne, interne ed esterne, orfanelle ed indigene, che cantano le lodi alla Vergine Ausiliatrice, guidate dalle sue Figlie e Spose a Gesù che curano la loro cristiana educazione

Dopo l'Epifania parve che Monsignore non sentisse più tanto il peso delle sue molteplici fatiche, per la consolazione che il suo cuore provava nell'aver potuto condurre a termine la santa impresa. Che il Signore e Maria Ausiliatrice benedicano i suoi sforzi e quelli dei nostri Missionarii, tutti intenti alla maggior gloria di Dio e per la salvezza delle anime in questa lontana terra !

S. Francesco di Sales in Viedma.

Questa cara solennità, la cui celebrazione tanto commuove gli animi a Torino, non perdè niente del suo splendore nella remota Patagonia. A causa degli spirituali esercizi, dettati dallo stesso Monsignore e dal nostro Prefetto D. Pietro Orsi, (ai quali presero parte D. Stefenelli, venuto dalla distanza di 120 leghe - circa 620 Km. - D. Bonacina da 80, D. Brentana da 70, e D. Luciani da 20, su povere cavalcature e con un viaggio di quasi due settimane) la festa di S. Francesco si trasportò a' 3 di febbraio.

Non si poterono fare grandi preparativi, stante le circostanze; però la chiesa sfolgoreggiava del suo migliore, e dal volto di tutti traspariva una santa allegria.

L'amatissimo Monsignore celebrò la Messa della comunità, infra la quale distribuì un bel numero di Comunioni; e verso le 10 1/2 ebbe luogo la Messa solenne assistita pontificalmente. V'intervenne il nuovo Governatore del Rio Negro, il Generale Liborio Bernal. Era la prima volta che faceva la sua comparsa pubblica nella chiesa parrocchiale. Egli avea accettato cortesemente l'invito fattogli da Monsignore, unitamente all'ottima sua famiglia; e con lui, vestito in grande uniforme, assistevano alla funzione gli ufficiali, maggiori, tenenti e colonnelli del suo stato maggiore, varie Autorità locali e personaggi distinti di Patagones e Viedma.

La religiosa Messa del Sacro Cuore, fedelmente interpretata da un coro di melodiose voci bianche; la presenza di 10 Sacerdoti Missionari, venuti dalle stazioni più vicine, e la maestà della cattedra pontificale, circondata da chierichetti bianchi e bruni, destinati al servizio dell'altare, ci fecero passare momenti di paradiso.

Per restringere poi vieppiù i vincoli dell'amistà, il Governatore col suo seguito , le Autorità ed altri signori, si degnarono assistere, dopo la funzione, ad una modesta agape che Monsignore aveva fatto preparare nel nuovo e spazioso salone destinato a teatro e ricreazione dei nostri giovanetti. Si adornò alla bell'e meglio, ponendo tra gli arazzi e festoni dorati i quadri di S. Francesco di Sales, di Maria Ausiliatrice, del Papa e del nostro caro Fondatore e Padre D. Bosco.

Durante il pranzo regnò una santa allegria tra gli invitati, i Sacerdoti ed i Confratelli Salesiani (una quarantina fra tutti); e furono celebrati i frutti e le verdure del giardino della nostra Scuola agricola, e varie altre primizie regalateci dai buoni vicini, nonchè i vini di Spagna che avevano mandato i nostri confratelli di Siviglia e di Utrera, ed il Gattinara, che il buon Parroco D. Andreoletti, ex-alunno dell'Oratorio di Torino, aveva regalato a Monsignore l'anno scorso. Si brindò alla prosperità della nostra cara Congregazione e della Missione : si inneggiò a D. Bosco, al Papa e a Monsignore, il quale, sorridente e benevolo con tutti , disse di voler sempre più cooperare alla civilizzazione e al progresso morale e religioso di questi nuovi popoli della Patagonia. Tutta la giornata poi fu rallegrata dalla musica dei nostri Artigiani e da salve di bombe e di razzi volanti negli spazi aerei.

Consacrazione di cinque novelli Sacerdoti.

La Patagonia non è più la terra dell'indio selvaggio! In essa la civiltà si avanza, la Missione s'estende di giorno in giorno, il gregge aumenta, e sulle rive del Rio Negro il Vescovo consacra nuovi Sacerdoti, perchè predichino il santo Evangelo a tutte le creature.

Negli esercizi di febbraio, cinque nostri Chierici, con grande ardore si preparavano alle sacre Ordinazioni. Vi era estremo bisogno di Sacerdoti in cinque residenze della Missione; quindi, ricevuta la tonsura coi minori nel giorno dedicato alla Sacra Famiglia, il sabbato seguente, festa della Purificazione, furono tutti cinque Ordinati Suddiaconi. Viedma, sede del Governatore e del Vicariato, non aveva mai visto una simile funzione; e però, il popolo devoto accorse affollato ad assistervi. Il dì seguente, Domenica IV dopo l'Epifania, il nostro amatissimo Monsignore conferì ai medesimi il Diaconato; nella quale circostanza i devoti fedeli manifestarono vieppiù il loro religioso raccoglimento, specialmente quando l'Ordinante, con parola infuocata, spiegò il mistero della sacra cerimonia. Per la Domenica dopo si stabilì la consacrazione presbiterale. Il Sig. Governatore, tanto buono con noi , insieme con altri quattro princìpali del paese, annuì di essere padrino dell'ordinazione di uno dei cinque eletti. L'imponenza della funzione, che durò due ore e mezzo, pareva infondesse in tutti i petti un santo e mistico terrore, terrore che si dipingeva nei volti commossi degli Ordinandi. Il discorso di circostanza che disse Monsignore fu notevole per i tre punti svolti con calore e maestà episcopale, che il Sacerdote Missionario cioè era rivestito delle tre facoltà divino-ecclesiastiche di insegnare, consacrare ed assolvere. I padrini accettarono la modesta tavola che i Salesiani loro offrirono in quella circostanza. Monsignore ed il Governatore sedevano in capo, circondati dagli altri quattro padrini, dai novelli Sacerdoti, nonchè dai Sacerdoti di Bahia, di Roca, Choele-Choel, Pringles e Patagones, e da tutti i confratelli, catechisti e coadiutori della Casa. Una santa allegria regnava in tutti. Si lessero varie composizioni ad onore dei neo-Ordinati, e s'inneggiò a D. Bosco ed alla nostra Pia Società tra gli argentei squilli della nostra banda musicale.

La festa passò troppo in fretta, lasciando tuttavia dolci ed indelebili impressioni. La dimane i novelli Sacerdoti si diressero alle loro missioni, freschi d'ordinazione e di spirito : uno andò a Roca, un altro a Pringles, un terzo a Bahia, e restando gli altri due a Patagones ed a Viedma!

Ecco, amatissimo Padre, le consolanti notizie che ebbi l'incarico di farle sapere. Da questi fatti e da queste solennità l'animo nostro prese nuova lena e nuovo vigore a lavorare in questa cara e diletta Missione. E Lei, Sig. Don Rua, che tanto s'interessa pel buon esito di quest'importante parte della vigna salesiana, benedica i nostri sudori e ci ricordi sempre a Maria Ausiliatrice nelle sue orazioni.

Coi saluti e gli ossequi di Monsignore, accolga quelli pur cordiali di tutti questi Confratelli che godono e si onorano di potersi chiamare suoi figli, ed in ispecie quelli dell'ultimo tra essi

Dev.m° Obb. in G. C. Sac. CELESTINO PIROLA

Segretario.

TERRA DEL FUOCO DUE MIRABILI CONVERSIONI.

Puntarenas, 2 febbraio 1895.

DAL PROTESTANTESIMO. - Fra le tante provò, da cui chiaramente si arguisce che la nostra Santa Religione Cattolica Apostolica Romana è la sola e vera Religione, fuori di cui non vi è salute, non ultima si è quella che molti di coloro, i quali in vita e nella prosperità appartennero a varie sette, chiamandosi dissidenti, al punto della morte si ravveggono, cambiano di opinione e desiderano di morire nel grembo della Chiesa Cattolica; mentre fin ora non si è mai udito che alcun cattolico praticante in quell' ultimo punto siasi pentito di appartenere alla Chiesa Romana ed abbia chiesto di passare nelle file dei protestanti. Uno di questi fatti l'abbiam avuto qui in Puntarenas il giorno 21 dello scorso gennaio, festa di Santa Agnese. Un protestante di buona fede, di nome Oscar Legergren, di nascita Argentino, ma di origine Allemanno, giovane di 28 anni, si trovava da vari giorni prostrato nel letto del dolore e prossimo a morire. Venuto ciò a mia conoscenza, gli feci una visita amichevole, affine di sapere sue notizie, ma in realtà per guadagnarlo a Dio. Vedendolo rassegnato al divin volere, presi a parlargli di Dio, dell'eternità, dell'anima sua, ed egli mi ascoltava con piacere. Ma, quando gli proposi di abbracciare la religione cattolica, mi rispose essere mala cosa cambiare di religione e che egli non voleva disgustare i suoi genitori. Non insistei perchè era troppo fermo nel suo proposito : lo pregai però di accettare una medaglia di Maria Ausiliatrice.. Accondiscese egli a questa mia preghiera, ed io stesso gliela appesi al collo. Da quel momento più non dubitai che la grazia si sarebbe ottenuta. Di fatto, dopo quella prima visita, l'infermo divenne più tranquillo e più rassegnato, e manifestava desiderio di vedermi sempre al suo fianco e che gli parlassi a lungo di Dio e dell'eternità. Lo visitava pii volte al giorno, e intanto lo istruiva e lo esortava a farsi cattolico. Non passarono molti giorni, che l'infermo chiese egli stessa di abiurare i suoi errori e di entrare nella vera Chiesa, « perchè, diceva egli, voglio morire santamente e mi preme di assicurarmi la vita eterna. » Ricevette il S. Battesimo sub conditione, abiurò i suoi errori, si confessò, ricevette il Santo Viatico coi segni più grandi di fede e di divozione, e non rifiniva di ringraziare Iddio che gli aveva concesso una grazia sì grande prima: di morire. Ringraziava me pure e si raccomandava alle mie preghiere, dicendomi che, quando sarebbe giunto al Paradiso, come sperava nella misericordia di Dio, pregherebbe poi sempre per me. Io lo esortava a confidare in Dio, ed egli mi rispondeva: « Ho sempre confidato in lui in tutta la mia vita, come non confiderò adesso che mi trovo vicino a comparire d'innanzi a lui? Sì, sì, ripeteva, tutta la mia speranza è in Dio ed in Maria! » Ripeteva spesso fervide giaculatorie a Dio ed a Maria Santissima, voleva del continuo che io gliene suggerissi, nè rifiniva dal baciare la cara medaglia di Maria Ausiliatrice. Finalmente, colla più grande rassegnazione nel cuore e con piena conoscenza fino all'ultimo momento, spirava l'anima sua bella nel bacio del Signore il giorno 23, festa dello Sposalizio di Maria SS. con San Giuseppe. Egli è volato al Paradiso ed io ho tutta la fiducia di aver acquistato un intercessore presso il trono di Dio per me, per le nostre Missioni e per la nostra cara Congregazione.

Possano imitarlo tanti suoi correligionari di questo paese e di tutto il mondo ! Oh! come è buona Maria ! È proprio vero che nessuno di quanti ricorrono al suo patrocinio e la invocano di cuore si può perdere. Sia pubblicata questa grazia ad onore di Maria, e tutto il mondo possa conoscere una volta di più che Maria ha un potere infinito sul cuore di Dio, e che come madre nostra ci vuole tutti salvi ; quindi tutti siano tratti ad amarla e confidare sommamente in Lei.

DALL'EBRAISMO. - Neanche un mese prima, il sabato 5 gennaio di quest'anno, la chiesa di Puntarenas aveva esultato per la meravigliosa conversione al cattolicismo di un ricco ebreo, certo Maurizio Braun. È costui uno dei più ricchi negozianti del paese, giovane di 29 anni, che gode la stima di tutti. Volendosi ammogliare con una non meno ricca giovane, Giuseppina Menendez, figlia ad uno Spagnuolo, negoziante pure di questo stretto di Magellano, questa gli pose per condizione che si facesse cattolico. Dapprima sembrava una condizione impossibile ad effettuarsi ; ma, tocco dalla grazia di Dio, il bravo giovanotto spontaneamente venne da me per farsi istruire, con impegno studiò il catechismo, e quando parve ben convinto delle verità di nostra S. Religione, gli amministrammo il S. Battesimo, imponendogli i nomi di Giuseppe Maria Maurizio. Ebbe a padrino Mons. Fagnano stesso rappresentato da D. Delturco, e per madrina la signora Lorenza Saldivia V. Valenzuela. Subito dopo gli fu conferito il Sacramento della Cresima ; poi ascoltò la santa Messa, ricevendo il pane degli Angeli. La sera dello stesso giorno si celebrò il matrimonio. Quello che più consola e fa conoscere che la sua conversione è sincera si è che si interessa perchè anche i suoi quattro fratelli seguano il suo esempio, avendo loro distribuito un catechismo, affinchè lo studiassero e si facessero cristiani. I suoi parenti non volevano, ed egli seppe vincere il rispetto umano e soprapporsi alla loro volontà. Iddio gli conceda la perseveranza ! Fu una consolazione per noi tutti, perche si vede che il Signore si ricorda della sua Chiesa tanto bersagliata in questi paesi e benedice le nostre povere fatiche !

Sac. MAGGIORINO BORGATELLO Mission. Salesiano.

COLOMBIA

Fontibon. - I nostri lettori ricorderanno come a Fontibon v'è la seconda Casa aperta dai Salesiani nella Colombia (1). Essendo la chiesa parrocchiale, affidata a quei nostri confratelli, mezzo rovinata e quasi inservibile, essi nello scorso anno pensarono di ristorarla e di rifarle interamente la facciata, mediante il concorso di tutti quei parrocchiani. Vi posero infatti la prima pietra nell'occasione della festa di Maria Ausiliatrice, intervenendovi per ciò l'Ill.mo e Rev.mo Delegato Apostolico, Mons. Antonio Sabatucci, e tutti i nostri giovanetti e confratelli di Bogotà colle loro scuole di canto e di musica strumentale. Riuscì una festa solennissima e di grande effetto per quella popolazione. Quindi i nostri confratelli rimasero pieni di ammirazione e di riconoscenza verso dell'Ecc.nm° Delegato per la grande bontà ed affetto che nutre pei Salesiani, e verso del signore Frutos Roa, presidente del Consiglio Municipale, e delle damigelle Gonzalez di Nicola, che furono l'anima e la vita di quella indimenticabile festa.

(1) Vedi Bollettino di Aprile 1894.

Bogotà. - Negli ultimi mesi dello scorso anno i Salesiani di Bogotà hanno aperto un Oratorio festivo intitolandolo a Leone XIII. Vi accorrono più di cinquecento giovanetti di quella città, attirati dagli svariati divertimenti e più ancora dalle cordiali accoglienze che vi ricevono dai figli di D Bosco. L'Eccellentissimo Arcivescovo, Mons. Bernardo Herrera Restrepo, recatosi colà ad onorare della sua presenza una festa, commosso allo spettacolo di tanti giovanetti che si accostarono alla sacra mensa, lasciò la bella offerta di cento pesos, perchè si tenessero sempre più allegri quei buoni figli del popolo.

CHILI' .

Melipilla. - La domenica 18 novembre, in Melipilla, paese distante da Santiago un'ora di ferrovia, si è posta e benedetta con grande solennità la prima pietra di una Scuola pratica di Agricoltura. Promossa dallo zelante Sacerdote D. Emanuele de la Cruz Flores e dagli egregi Sigg. Raffaele Gonzalez Erràzuriz ed Enrico Richard Fontecilla, sarà affidata e diretta dai figli di D. Bosco. Compiva la cerimonia l'EcC.m° e Rev.mo Mons. Mariano Casanova, Arcivescovo di Santiago, alla presenza dell'Ill.mo Sig. Presidente della Repubblica, di parecchi senatori e deputati e di moltissimi altri signori accorsi dalla capitale. Vi pronunziarono applauditi discorsi il Rev.mo Parroco locale D. Antonio Fernandez Moya ed i Sigg. Raffaele Engana e Giuseppe Ramon Gutierrez, oratori di gran vaglia nel Chili e ferventi Cooperatori Salesiani.

ARGENTINA.

I Cooperatori Salesiani di Buenos Aires.

Dall'ottimo periodico Cristoforo Colombo di Buenos Aires apprendiamo che il giorno 24 aprile nel salone di quell'Associazione Cattolica venne tenuta qual'eco del Congresso di Bologna, una riunione di Cooperatori Salesiani riuscita imponente e per il numero e per la qualità degli intervenuti. Brillanti e fecondi di buoni frutti furono i discorsi sulle Opere Salesiane, specie quello dell'Ecc.mo Vescovo di Tiberiopoli. L'adunanza fu rallegrata da scelta musica vocale e strumentale degli alunni della Casa Salesiana di Buenos Aires.

Inaugurazione di una nuova Chiesa.

A Bernal, fuori di Buenos Aires , dove i Salesiani quest' anno aprirono una nuova Casa , la domenica ultima di aprile ebbe luogo l'inaugurazione della nuova Chiesa innalzata ad onore di N. S. della Guardia. Un gran numero di persone si recarono da Buenos Aires e dalla Plata in treni speciali per assistere a quella funzione. Il ministro degli interni Dr. Zorilla rappresentò S. E. il Presidente della Repubblica come padrino, in compagnia di S. E. il dott. Udaondo, Governatore della Provincia. Il Dr. D. Giov. N. Terrero prov. gen. fece un magnifico discorso di circostanza e la banda della Scuola di Arti e Mestieri dimostrò la sua abilità nella musica.

Ritiratosi il signor Governatore dopo la funzione, i numerosi concorrenti furono ossequiati sul luogo con un lunch e presero parte a un trattenimento musico-teatrale dato dagli alunni del Collegio Salesiano.

ECO DEL I° CONGRESSO SALESIANO Pensieri e voti del Vescovo di Montevideo pubblicati nel BIEN di quella città (30 Maggio 1895).

L'istituzione di D. Bosco è la grande opera, l'opera provvidenziale dei tempi moderni.

Mi si è chiesto un pensiero per l'accademia letteraria che in rendimento di grazie pel primo Congresso Salesiano tenutosi in Bologna si celebrerà in onor di Maria Ausiliatrice, l'insigne protettrice delle opere di D. Bosco.

Ebbene, ecco questo pensiero: L'istituzione di Don Bosco è la grande opera, l'opera provvidenziale dei tempi moderni.

È molto laconico e sintetico, ma è forse il panegirico più esatto dell'Istituzione Salesiana.

Nutro un'ammirazione tanto sincera quanto simpatica, un'ammirazione più grande di quello che potrei esprimere, per le opere di Don Bosco, questo apostolo quanto grande, altrettanto umile della moderna società. Non poteva perciò lasciare di valermi dell'occasione che mi si offre per dichiararlo in una maniera così solenne; nè poteva negare il mio concorso, qualunque siasi il suo valore ed importanza, giacchè tra i Cooperatori Salesiani come Prelato occupo il posto d'onore, non per l'aiuto che possa porgere all'Istituzione, bensì per la stima che presso di me si è sempre meritata questa benefica creazione del genio e dello spirito evangelico dell'immortale Don Bosco.

E voglio servirmi di una circostanza tanta propizia come la presente, per consegnare ad una pagina di carattere pubblico la gratitudine e l'applauso di cui è creditrice l'Istituzione Salesiana per i grandi servizi che ci dispensa nella Repubblica. Sarei reo della più nera ingratitudine, se così non facessi con tutta la sincerità e la soddisfazione dell'animo mio riconoscente.

Ma benchè, questa sia una pagina letteraria, dichiaro che essa è la parola dell'amico e la benedizione del Vescovo per ritemprare il cuore generoso e l'animo abnegato di questi operai del bene, venuti in queste nostre plaghe, non per cercare un'ospitalità interessata, bensì per colmarci di benefizi.

E mi serva pure quest' occasione per fortemente proclamare a tutti quelli che vogliono e debbono ascoltare la voce del Pastore Diocesano « Proteggete con impegno e generosità le opere di Don Bosco, inspirate dal più grande amore pel popolo e destinate a produrre un bene immenso; proteggerle è beneficar voi medesimi »

Io ammiro con istupore la Istituzione Salesiana. Appena nata è già gigante; la si vede per tutte le parti, senza che siavi difficoltà che la arresti nella sua marcia accelerata dall'entusiasmo del bene.

Quando i timidi reputano temerità la sua ardimentosa impresa e la sua moltiplicazione prodigiosa, i figli di Don Bosco, senza turbarsi, continuano con santa confidenza la loro opera benefica, che ha per stemma - preghiera, sacrifizio ed azione - e camminano imperterriti, sempre avanti, tanto animosi quanto umili, virtù che danno la vittoria ed assicurano l'avvenire : signum in bonum.

Solo io sento che non l'abbiamo protetta come si merita; poiché quanti prodigi di più avrebbe essa realizzato...! Proteggiamola pertanto efficacemente e generosamente: - io la raccomando a tutte le persone di buona volontà con tutta l'efficacia e di tutto cuore; e sono miei voti più fervidi vederla prosperar in tutto l'ambito della Repubblica pel nostro bene e per l'onor santo dell' apostolato provvidenziale dell' Istituzione Salesiana.

Ho detto che ammiro l'Istituzione Salesiana di D. Bosco: e in verità è ammirabile. In essa si contempla il prodigio dell'evangelico grano di senapa: sorta da un umile germe, si è convertita in un albero colossale, i cui rami si estendono per tutta la terra, ed in questo solo segno di uno sviluppo così prodigioso si rivela la mano di Dio: digitus Dei est hic. Nella sua gigantesca carriera la guida e la spinge lo spirito di Dio; quest'e suberanza di attività e quest'ambizione di stendersi per far dei mene, senza guardare a sacrifizi, sembra temerità e causa spavento; ma essa cammina tanto in fretta, perché la divora la sete della carità.

Però un altro segno vi ha per riconoscere che questa è una grande Istituzione, ed è che essa perfettamente si adatta ad una grande necessità nell'epoca Si osserva che in ciascun periodo della Storia, la Provvidenza suscita per rimediare alla necessità particolare di ciascun'epoca un'istituzione, la quale, entra lo spirito dell'Evangelo, deve adempiere questa missione provvidenziale.

Orbene, io ho la ferma convinzione che l'Istituzione di Don Bosco è la grande opera, l'opera provvidenziale dei tempi moderni. Era necessaria un'Istituzione religiosa che si adattasse alla necessità dell'epoca, un'Istituzione, che, avendo alcunchè di tutte, avesse di speciale questo di adattarsi al momento storico, pel quale passa la società: vale a dire che fosse eminentemente popolare e sociale.

Tutti riconoscono che la grande necessità, la gran questione dei tempi presenti è la questione sociale , e così ha pur dichiarato il sapiente Leone XIII: bisogna occuparsi della classe proletaria e discendere fino al povero popolo.

Ebbene: la Congregazione Salesiana nei suoi due rami ha questa grande missione, si consacra e si dedica preferibilmente ai figli del popolo, coi quali si confonde per amore e con sacrifizio.

Ah ! questi laboratori e queste scuole pei fanciulli e le fanciulle del popolo, queste scuole di arti e mestieri, questi Oratorii festivi, queste letture popolari tutto pel popolo, costituiscono evidentemente la salvezza e la riabilitazione delle classi popolari e proletarie.

Vi erano Istituzioni religiose per tutto; ma nel grado eminentemente popolare dell'Istituzione Salesiana, tanto di uomini come di donne, solamente del genio di Don Bosco è stata creazione. Niente più popolare di questa Istituzione; impadronirsi dei poveri fanciulli per farli cristiani e cittadini utili, togliendoli dallo scioperamento delle vie, questo non si era mai visto convertito in apostolato religioso.

Questa è la gloria di Don Bosco e la missione benefica di tutte e due le Congregazioni da lui fondate, quella dei Salesiani e delle Suore di M. A.

Il Congresso dei Cooperatori Salesiani di Bologna si è proposto di estendere e proteggere l'apostolato delle opere di Don Bosco : è una iniziativa di supremo interesse sociale e degna del più grande applauso.

Che tutti gli amanti del bene del popolo siano Cooperatori Salesiani!

MARIANO SOLER

Vescovo di Montevideo.

GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

Ricorso a Maria. - Dopo tre anni di seria malattia allo stomaco e di potente infiammazione al ventricolo, che mi avevano reso inabile al lavoro, non essendomi a nulla giovate le cure dapprima dei più illustri dottori dell'Australia e poi per ben undici mesi quelle di un'altra celebrità medica italiana, per consiglio di un amico mi sono rivolto con fiducia alla taumaturga Madonna Santissima che si venera in Torino sotto il titolo di Aiuto dei Cristiani. Ed oh! potenza della Vergine! Senza più prender medicina alcuna, sono sempre andato sensibilmente migliorando, tanto che da un anno a questa parte posso attendere ai lavori di casa con grande meraviglia di tutti i miei compaesani. Ed oggi, con somma mia consolazione mi trovo in Valdocco nel Santuario di Maria Ausiliatrice, a porgerle io pure i miei più vivi ringraziamenti ed a sciogliere una fatta promessa.

Torino, 24 Maggio 1895.

ZAMPATTI GIUSEPPE FU PROTASIO di Lovero (Sondrio).

Riconoscenza a Maria. - È impossibile esprimere a parole la riconoscenza che debbo a Maria SS. Ausiliatrice per le grazie ottenute. Una a pro di una persona a me cara, ammalata nell'anima per le sozzure del secolo corrotto. Niun mezzo umano valeva a rimuoverla dalla sua cecità. Mi rivolsi con fede alla pietosa Regina degli afflitti, alla gran Madre di Dio Maria Ausiliatrice. Piansi, pregai e le raccomandai fervorosamente di aprire gli occhi e di toccare il cuore a detta persona. E Maria mi ha benignamente esaudita. Un' altra grazia fu tutta a mio favore. Colpita da spaventevole malattia con insoffribili dolori, feci ricorso a Maria Ausiliatrice, e tosto svanirono i dolori, sicchè in capo a pochi giorni mi trovai perfettamente guarita. Grazie adunque senza fine siano rese alla gran Madre di Dio Maria SS. Ausiliatrice!

Fano a Corno, 26 Maggio 1895.

M. D. D'ARCANGELO.

Guarigione da mal di cuore. - Da anni ed anni io soffriva di male al cuore, senza speranza alcuna di poter guarire radicalmente. Le medicine fino ad oggi usate costantemente e regolarmente, non hanno potuto impedire che a quando a quando io provassi dei momenti di vertigine, in cui perdeva affatto il lume degli occhi. Era cosa momentanea, cosa però che mi impensieriva per l'avvenire. Un giorno pregando Maria, mi sentii rinnovare la speranza, e Le promisi di far registrare la grazia, se dopo una novena di digiuno mi avesse ottenuta la guarigione. Sono passati due mesi, dacchè la novena è terminata ; non uso più medicine di sorta, mentre prima ne usava quotidianamente, e sto benissimo. Io dico che sono, guarito, perchè del mio male non conservo che un ricordo di quello che fu. Riconoscente a Maria SS. adempio fedelmente alle promesse fattele,

come adempio a questa di far registrare la grazia ricevuta.

DOMENICO C. S.

In fede della verità di quanto è suesposto.

Faenza, 28 Maggio 1895.

SAC. ANTONIO PEZZI.

La medaglia di Maria Ausiliatrice.

In questi giorni Maria SS. Ausiliatrice ha mostrato un'altra volta la sua potenza con una bella grazia, che per comune edificazione credo bene raccontare brevemente. Pietro Barria, uomo sui trent'anni, fu colto quasi improvvisamente da una polmonite fulminante che lo ridusse agli estremi di vita. Da tre giorni delirava per la grande febbre, senza poter aver mai un minuto di lucidità di mente. Chiamato per dargli gli ultimi conforti di N. S. Religione, io raccapricciava nel vederlo morire in quello stato, senza poter aggiustare le cose dell'anima sua. Il rantolo già lo soffocava nella gola, nè vi era tempo a perdere. Non disperai del caso; feci pregare per lui, e gli posi sotto il guanciale la medaglia di Maria Ausiliatrice. Oh! prodigio di Maria! Non erano ancor passati dieci minuti, quando l'infermo si desta quasi da un profondo letargo, gira gli occhi attorno, mi conosce e chiede di confessarsi. Con piena cognizione e con atti di sincero dolore fa la sua confessione, due ore dopo riceve il S. Viatico, la Estrema Unzione e la Benedizione papale, sempre conservando il pieno esercizio di tutti suoi sensi, nè vaneggiando più sino al suo spirare, che avvenne ventiquattro ore dopo, cioè alle tre pomeridiane della solennità del Corpus Domini. La sua placida e santa morte fece stupire quanti lo avevano conosciuto in quello stato, e specialmente i suoi parenti, i quali rimasero oltremodo consolati. Questo dimostra una volta di più quanto Maria SS. sia l'Aiuto potente dei Cristiani, specialmente in punto di morte!

Puntarenas, 15 Giugno 1895.

SAC. MAGGIORINO BORGATELLO Missionario salesiano.

Una famiglia consolata. - Fu nell'aprile del 1894 che Maria SS. Ausiliatrice ha davvero grandemente consolata la nostra famiglia coll'accordarci la perfetta guarigione e del marito e di un figliuoletto di cinque anni, ambedue colpiti da gravissima polmonite. Per tanto favore sarà imperitura la riconoscenza che tutti nutriremo per la potentissima Ausiliatrice dei Cristiani.

Cittadella di Padova, Luglio 1895. MADDALENA ZURLO-GERARDIN.

Una novena a Maria ! - Il giorno, 16 maggio pp. l'unica mia bambina, di mesi venti, s'ammalò di morbillo, che degenerò in una bronchite acuta, la quale trasse la piccina sull'orlo della tomba. Vedendo che oramai poco rimaneva a sperare dai rimedi umani, mi rivolsi con fede a Maria SS. Ausiliatrice, mandando al Sig. D. Rua in Torino per una novena in suo onore. E Maria SS. non aspettò molto ad esaudirmi; poichè la mia bambina, che pur Maria si chiama, incominciò subito a migliorare, ed ora è perfettamente guarita. Gratissimo alla Vergine del favore concessomi, adempio alla promessa di pubblicare la grazia ottenuta, e mando in segno di riconoscenza una tenue offerta, che spedisco in giornata col mezzo di cartolina vaglia.

Caprino Veronese, 8 Luglio 1895.

GIOVANNI ZAMBONIN Maestro Com.

Viva Maria Ausiliatrice ! - Rivolgetevi tutti a Maria invocata sotto il bel titolo di Aiuto dei Cristiani, perchè con noi è stata veramente larga di aiuto e di soccorso, ottenendoci due prodigiose guarigioni e ridonando in tal modo la gioia e la consolazione nella nostra famiglia. Deponiamo ai suoi piedi un umile tributo della nostra viva riconoscenza, implorando la sua bontà ed intercessione per altre grazie ancora.

Torino, 9 Luglio 1895.

UNA FAMIGLIA.

Grazie a Maria ! - Io qui sottoscritta rendo pubblicamente vivissime grazie a Maria SS. Ausiliatrice per una grazia segnalatissima, qual'è la guarigione ottenuta alla mia cara madre colpita da una gravissima malattia. Oh ! voi tutti che siete afflitti e sofferenti, ricorrete fidenti a Lei, e sarete certamente esauditi.

Torino, 9 Luglio 1895.

MARGHERITA BARONE.

Rendono pure grazie infinito a Maria SS. Ausiliatrice per segnalati favori ottenuti mediante la potentissima sua intercessione i seguenti

D. Giovanni Bianchi con offerta di L. 20 per una Messa di ringraziamento, Gordola (Canton Ticino). - D. Lorenzo Guetti, Fiavè, per la guarigione del suo sagristano. - Maria Loggia-Porta per sè e per Teresa Paniale, Borgo d'Ale. - Eugenio Rocca, alunno del Collegio Salesiano di Borgo S. Martino, con offerta di L. 5. - Un Chierico di Castellaneta. - N. N. Tromello, con offerta di L. 50. - Sofia Bonola. Maffei, Borgomanero. - Iraide Simonetti-Bolzetta, Padova. - Maria Dotto e Maddalena Bianchi per la guarigione della figlia e nipote, Montaldo Bormida. - A. M. D., Genova, per aver ottenuta da Maria di poter aggiustare le cose di sua coscienza. - Catterina Biraghi, Milano, miracolosamente salvata da forte sincope al cuore che l'aveva già resa cadavere. - Rosa Garlanda Baranchelli, Milano, per la guarigione della carissima sua figliuola, inviando una croce d'oro. -Teresa Stangallini, Mortare. (L. 2.) - Giacomo Serivani, Vineland Neze Perseg (Stati Uniti d'America). - Don Carlo Gamberoni, Milano. - N. N. di S. C , mandando uno spillo d'oro. - Catterina Della Pietra, maestra, Bosco V. M (Cantora Ticino). - Agostino Dall'Occhio, Garadassi (Tortona). - Luigi Galata, Roma. - Giovanni Brauder, studente al gran Seminario di Milano. - D. Simone Ricolti, Parroco in riposo, Mondovì. - Luigi Re, Vignale. - C. G., Acireale. - Salvatore Raineri, Bordighera. - Adelina Raviolo, Torino. - Francesca Massara, Alice Castello. - Carlo Boetti, Ermelinda Corino, Angela Boetti, Casale. - Maddalena Demarchi, Trino Vercellese. - Rosa Pelleri, Murazzano. - Piovano Maria, Pinerolo. - Bagnasacco Giovanni, Saluggia. - Claudio Sauvage, Torino. - Anna Flandiuet, Torino. - D. Guglielmo Teologo Garelli. - Stefano Tomatis, Mondovì. - Sibono Giovanna , Carignano. - Croma Giorgio, Borgomanero. - Caccia Ermelina, Maccio. Bosco. - Novaretto Angola, Occhieppo Inferiore. - Antonione D. Oreste, Moutiglio. - Rossetti Catterina, Novi. - Lungo Catterina , Mosso Santa Maria. - Puzineri Rosa, Ottobiano. - Acastello Giovanna di Domenico, Casalgrasso. - Cortevesio D. Francesco; La Morra. - Grasso Felicita - Vottero Giovanni Battista, Villafranca Piemonte. - Bianchi Clara, Sizzano. - Miravalle Arcangela, Cazorso. - Piovano Bartolomeo, Osasio. - Lupo Maria, La Loggia. - Lusso Giovanni , Verolengo. - Camparo Pietro , Castelrosso. - Fascio Giuseppe, Castelrosso. - Sardi Teresa, Carmagnola. - Avanzato Nicola, Castelrosso. - Rolla Rosalia, Chiusa di S. Michele. - Grazio Onorino, Cigliano. - Rondoletto Maria, Cigliano. - Grazio Elisabetta, Cigliano. - Perinotti Teresa, Cigliano. - Rondoletto Rosa, Cigliano. - Delpozzo Antonietta, Sampeire. - Bosco Anna, Carmagnola. - Prola Sostegno, Magliano. - Certini Catterina. - Cantù Giuseppina , Carignano. - MartiDetti Domenica , S. Francesco Campo. - Molino Teresina, Chieri. - Ferrero Domenica, Pralormo. - Tavana Giovanna, Morano. - Comotto Giov. Batt., Grondona. - Argenta Martina, S. Mersanotto d'Asti. - Pareti Catterina, Cornigliano. -- Besati Carlo, Briose Novarese. - Barbieri Camillo, Genova. - Bertola Rosa. Costigliole di Saluzzo. - Famiglia Taverna. - Ferraris D. Tommaso, Cancun. - Giovine Giuseppe fa Lorenzo, Canelli - Merigi Maria, Mondovì. - Varetto Candida, Cinzano. - Brotta Emilia, Torino. - Bernardi Teresina, Bologna. - Boccardo Maddalena, Scalenghe. - Albina Vedova Ferrara. Torino. - Panelli Catterina, Ottiglio Per frazione Moleto. - Cavigliasso Felicita, Scarnafigi. - Arrigoni Giovanni, Rogeao. - Gariglio Bonifacio e Famiglia, Torino. - Un associato alle Letture Cattoliche , Torino. - Bonansia Angela Pinerolo. - Costantino D. Giovanmaria - Gallina Margherita, Torrassa di Verolengo. - Lucca Catterina. - Motti Luigi, Vigevano. - Ventura Maria, Asti. - Bogani Giovanna. Torino. - Chiavarino Giovanni, Castelrosso. - Cardellino Michele, Racconigi. - Dò Giuseppe. - G. B. Molteno. - Dentone Alberto. - Pasteris Agostino, Cigliano. - Carolina Fornara, Francetti (Milano). - Gherardi Maria, Carmagnola. - Cussinetti N. - Gloria Angiolina. - Castagnetta Giuseppa, Carignano. - Bellone Maria, Marese. - Robatti Francesca. - Priolo Rosa, Pinerolo.

INAUGURAZIONE DELLA CASA SALESIANA di Busto Arsizio

Busto Arsizio, piccola cittadina della Lombardia nella Provincia di Milano, che si potrebbe dire la Manchester d'Italia per i numerosi opificii cotonieri che vi sorgono e che l'indicano da lungi al visìtatore coi suoì altissìmi fumaiuoli, nei giorni 13, 14; 15, 16 e 17 luglio scorsi fu rallegrata da solennità grandiose oltre ogni dire per l'incoronazione della Madonna dell'Aiuto che colà gode di molta venerazìone, nella qual circostanza si volle pure inaugurare la Casa Salesiana che, per opera soprattutto di quel zelante Prevosto Mons. Tettamanti, viene affidata ai figli di Don Bosco.

Indescrivibili sono le manifestazioni di fede, di gioia e di entusiasmo di quell'industre popolazione nell'accogliere ed ospitare Sua Eminenza il Cardinal Ferrarì, Arcivescovo di Milano, Sua Eccellenza il Patriarca Mons. Ballerini e gli Ecc.mi Vescovi Mons. Riboldi, Mons. Mantegazza, Mons. Origo, Mons. Molo e Mons. Costamagna. Da Torino vi era pure andato il nostro Superiore D. Rua, ma per casi imprevisti non potè intrattenersi tutti i giorni.

Non stiamo a parlare delle solennissime funzioni di chiesa, nelle quali i nostri cantori di Torino eseguirono celestiali note, non dell'incoronazione della Vergine, non delle processioni, che furono tanti spettacoli imponentissimi di fede, che strapparono lagrime di tenerezza e di consolazione a non pochi spettatori. Noi ci limitiamo a dare un breve cenno dell'inaugurazione della Casa Salesiana, prendendone i dati dalla Lega Lombarda e dall'Osservatore Cattolico di Milano.

« L'Istituto dei Salesiani in Busto sorge fra la Chiesa di Santa Maria delle Grazie e il Ricovero di Mendìcità, su vasto terreno verso la campagna. Si compone dì ampie sale terrene per officine e scuole, di grandissimo salone per adunanze e rappresentazìoni e di un Oratorio capace di 500 e più persone. Il cortile è grandissimo e a sinistra vi è un bel porticato per le ricreazioni al coperto. L'Istituto, la cui costruzione non è ancora compiuta, comincierà a funzionare nel prossimo ottobre come Oratorio e Scuola. In seguito, se i mezzi lo permetteranno, dìverrà collegio, essendovi annesso terreno sufficiente per costruire fabbricati abitabili.

» La città di Busto va lieta della nuova istituzione, in cui vede un avvenire salutare ed educativo pel popolo. E lo dìmostrò accorrendo numerosa all'insedìamento dei Salesiani, fatto nel pomeriggio del giorno 15, da Sua Eminenza ìl Cardinale Arcivescovo, circondato da quattro Vescovi, da una eletta di Canonici e Sacerdoti, fra cui notammo Mons. Sala, Mons. Del Corno e mons. Castelletti, parecchi Proposti-Parrocì e un gran numero di signore e signori che facevan corona alla cerìmonia, rallegrata da intermezzi musicali, egregiamente eseguiti dalla Scuola di musica della Casa di Torino.

» L'accademia inaugurativa è riuscita oltre ogni dire varia ed attraente. L'immenso salone dell'Istituto era letteralmente stipato e son persuaso che, se fosse stato vasto il triplo, non sarebbe bastato.

» Aprirono l'accademìa con un dialoghettìno due ragazze. Poi Mons. Prevosto con accenti rotti, smorzati dalla commozione, dicendo compiutì i desiderii della vita sua, la glorificazione dì Maria nei cuori e l'educazione della gioventù, consegnando ai Salesiani l'Istituto, s'augurava il nunc dimittis spezzatogli sulle labbra dal plauso unanime e cordìale della buona popolazione. Don Lemoyne, Segr. del Capitolo Sup. Salesiano, che accompagnò colà Mons. Costamagna ed era stato incarìcato di rappresentare D. Rua, accettava a nome della Congregazione Salesiana l'Istituto, tracciando brevemente lo scopo dì esso ed evocando con commoventi parole la santa memoria dì Don Bosco, la cuì opera va estendendosi specialmente in Europa ed in America. Seguirono quindi numerosi discorsì e poesie. Incisivo, brillante fu il discorso del Prof. Viola che riscosse grandi applausi. Applauditissimi furono pure i Sacerdoti Sambruno e Parini, nonchè il Direttore dell'Osservatorè Cattolico D. Albertario che affascìnava coll'accento a lui solito, caldo, vibrato, scultorio. Parlò pure Mons. Costamagna e disse belle parole, addimostrando quanto sia efficace l'azione riformatrice deì Salesiani.

» Si chiuse la solenne adunanza con brevi parole dell'Em.mo Cardinale, felice e appropriato come sempre, caldo di zelo per tutto cìò che è di splendore alla Religione, per quello che torna di bene alla società, e specie alla gioventù. Disse che fra i tanti lieti e soddisfatti dell'avvenuta inaugurazione, Egli, Pastore Diocesano, poteva riservare a sè il diritto di essere il più contento. Ebbe infine parole, come ne ebbero tutti gli oratori, di sentita riconoscenza in modo particolare verso l'ottimo Prevosto, l'anima non solo di queste feste, ma il movente dì tutto il bene che in Busto si è fatto e si va facendo.

» Alle 19 e 1/4 l'Accademia era finita, e si passò da tutti alla chiesa parrocchiale per i Vespri e la Benedizione. »

IL CARDINAL DI LISBONA A D. RUA.

Il nostro veneratissimo Superiore D. Rua scriveva lo scorso giugno una lettera di plauso e di adesione al Congresso Cattolico Internazionale che dovevasi tenere in Lisbona in quel mese stesso. Tale lettera era indirizzata a S. Em. Rev.ma il Cardinale Patriarca di quella città e veniva presentata all'Em.mo Porporato dal Direttore del nostro Collegio Salesiano di Braga, il quale era inoltre incaricato con parecchi Cooperatori Salesiani Portoghesi di rappresentare al Congresso il Sig. D. Rua, i Salesiani e tutti i nostri benemeriti Cooperatori del mondo.

Il sullodato nostro Direttore ebbe a scriverci che incontrò al Congresso le accoglienze più cordiali , e l'Em.mo Cardinale poco dopo spediva la seguente lettera a D. Rua

REV.m° SIGNORE,

Non voglio più oltre occultare i sentimenti di intima e profonda gratitudine, di cui è ripieno il mio cuore, pel molto con cui V. S. Rev.ma contribuì ad onorare e nobilitare il 1° Congresso Cattolico Internazionale di Lisbona dal 25 al 29 giugno p.p... La lettera di V. S. Rev.ma letta in pieno Congresso, produsse il più vivo entusiasmo e fu salutata da una salva di applausi e battimani. Ora, a nome mio e a nome di tutti i Congressisti e dei buoni cattolici di questo paese, ringrazio vivamente V. S. Rev.ma, godendo inoltre di poterle assicurare che il Congresso oltrepassò di molto l'aspettazione di tutti. Raccomando poi i buoni risultati alle orazioni di tutti quelli che come V. S. Rev.ma presero pel Congresso il più vivo interesse.

Presentando quindi i miei saluti a V. S.. Rev.ma che sì buon servizio prestò al Congresso, mi dichiaro con tutta l'osservanza e con profonda riconoscenza

Di V. S. Rev.ma

Lisbona, 5 Luglio 1895.

Obblig. Servo

+ GIUSEPPE Card. Patriarca.

VARIETA'.

Gli Oratorii festivi di Torino a S. Filippo.

La domenica 7 luglio fu consacrata dai giovanetti degli Oratorii festivi di Torino per celebrare con solennità il centenario di S. Filippo Neri. Al mattino tutti nel proprio Oratorio si accostarono ai SS. Sacramenti. Nel pomeriggio in numero di più che quattromila si radunarono nella monumental chiesa di S. Filippo, ove ebbe luogo per loro una speciale funzione. Il S. Padre per questa circostanza concesse l'indulgenza plenaria. Imponente e caro era lo spettacolo di quell'immensa moltitudine di vispi giovanetti appartenenti a ben dodici Oratorii, in uno raccolti per onorare il grande Apostolo della gioventù, S. Filippo Neri. Mirabile fu l' ordine da loro tenuto, tanto al tempo della funzione, come nell'entrata e nell'uscita, nel qual frattempo sulla piazzetta prospiciente l'augusto tempio il numeroso pubblico, accorso per ammirare tanta buona gioventù, era divertito dalla banda musicale del primo Oratorio festivo di D. Bosco dedicato a S. Francesco di Sales. La musica in chiesa venne eseguita dalla Scuola di canto S. Gregorio dell'Oratorio del Sacro Cuore. Dopo le Litanie ebbe luogo un dialogo in italiano e piemontese tra i Padri Giaccardi e Ruffino dell' Oratorio, che venne ascoltato con grande attenzione. Seguì poscia il canto della Salve Regina e del mottetto Iustus ut palma, quindi il Tantum ergo. La Benedizione col Santissimo fu impartita dall' Ecc.mo Arcivescovo di Torino, al quale, dopo la funzione, sulla piazzetta di S. Filippo fu fatta calorosa ovazione dall'affollato popolo e dalle numeroso squadre di giovani.

Questa simpatica funzione fu un vero avvenimento per Torino, e S. Filippo dal cielo avrà di certo sorriso ai suoi amati giovanetti, che ogni domenica accorrono con slancio a queste arche di salvezza che sono gli Oratorii festivi. Oh ! benedica egli largamente all'opera di questi Oratorii e ne ottenga da Dio un sempre crescente sviluppo e in Torino e in tutte le altre città della nostra cara patria, dimostrandosi anche una volta di più che gli Oratorii festivi sono la vera salvaguardia della società.

Illustri visitatori.

L'Oratorio nostro di Torino nello scorso mese di luglio, fu onorato dalla visita di vari illustri personaggi. Tra gli altri nominiamo l'Ecc.mo Mons.Carlo

Pelvat, dei Missionari di S. Francesco di Sales d'Annecy, Vescovo di Nagpur (Indie Inglesi), coll'illustrissimo signor O' Gready, irlandese d'origine, ma di nascita Indiano ; l'Ecc.m° Mons. Girolamo Thomè da Silva, Arcivescovo di Bahia e Primate del Brasile, il quale nel mese di maggio s'era recato a visitare anche l'Ospizio nostro di Sampierdarena; l'Ecc.mo Mons. Laferrière, Vescovo di Costantina ed Ippona in Africa; e l'Ecc.m° Mons. Gomes Pimenta che ritornava dal suo viaggio in Palestina ed a Roma.

Un Circolo Cattolico.

Ci scrivono da Sinigaglia in data 26 luglio

Il 16 luglio in Ostra, presenti il Direttore diocesano D. Ettore Can. Fronzi e il Decurione del luogo D. Luigi Arciprete Benni, si è tenuta un'adu nanza di Cooperatori Salesiani. Frutto della medesima è stata la fondazione di un Circolo cattolico intitolato Bergamini, a scopo religioso, morale, e caritativo. Finora i soci sono giunti al numero di settanta. Il 17 luglio fu eletto il presidente, e si inviò un telegramma al S. Padre, il quale per mezzo del Card. Rampolla si degnò rispondere benedicendo l'opera e augurandole ampio sviluppo.

Una riuscitissima festa.

Solenne e cara è riuscita la festa di Maria SS. Ausiliatrice nella città di Marsala. Si celebrò il 3 giugno, e servì di chiusura al mese di maggio, che dai giovanetti della Casa salesiana, studenti ed artigiani, dai due Oratori festivi, maschile e femminile, dai Cooperatori e dal popolo si consacrò con amore ed edificante pietà alla celeste Protettrice delle Opere Salesiane. Fu cura del solerte Direttore Don Giovanni Chiesa, che tanto i giovani quanto il popolo non mancassero durante il mese di opportuno e quotidiano sermoncino che infondesse nei loro cuori una tenera divozione alla Regina del Cielo. E frutto delle fatiche del sullodato Direttore furono le frequenti Comunioni, il numero sempre crescente dei fedeli e la bellissima festa che coronò il mese di Maria, lasciando in tutti un dolce ed imperituro ricordo. Il 3 giugno spuntò gaio e sereno, ed il sorriso della natura armonizzava colla schietta ed ineffabile gioia che brillava nello sguardo dei giovani ed allietava i loro volti. In chiesa le Messe succedevansi ai tre altari, ascoltate da molto popolo. Alle 7 1/2 uscì la Messa della Comunione generale ; servivano all' altare giovanetti della Casa in veste talare e cotta. La chiesa era gremita di gente. Più di 300 si accostarono a ricevere il Pane degli Angeli. Alle 10 1/2 una gradita sorpresa colmò di gaudio e meraviglia i Cooperatori ed i fedeli intervenuti alla Messa cantata, celebrata da Mons. Castiglione, Arcidiacono della Cattedrale di Mazara. Appena i ministri uscirono di sagrestia, un lieto suon di banda diè principio alla funzione. Era la nuova banda salesiana, che sorta due mesi fa, dava il suo primo saggio nella casa del Signore. Accompagnavano la Messa, cantata dai giovanetti della Casa, tre dei più valenti maestri d'arco della Sicilia.

Alle 19, dopo i Vespri solenni, ascendeva il pulpito l'illustre oratore, Can. prof. Cinquemani, ed intratteneva per un'ora circa il numerosissimo uditorio sull' Opera di Don Bosco e sui bisogni della Casa di Marsala, affascinandolo colla sua vibrata, elegante ed infuocata parola. Dopo la conferenza, mentre i giovani eseguivano il mottetto Veni, dulcis Iesu, di Mons. Cagliero, si fece la colletta a benefizio della Casa, che ammontò a L. 120. Si chiusero le sacre funzioni colla benedizione del SS. Sacramento. Oh quanto sarà rimasto consolato il Divin Cuore di Gesù nel vedere tanti figli divoti, genuflessi ai suoi piedi, mentre Egli, tra un nugolo d'incenso e al suon di un maestoso inno, benedicevali e sul loro capo versava copiose le sue grazie!

Erano le ore 21, e gl'intervenuti alla festa furono invitati ad un allegro trattenimento. Si era già sparsa la voce in città che la nuova banda dopo la conferenza avrebbe suonato vari pezzi nel cortile del Collegio ; un numero quindi sterminato di Marsalesi si accalcava nei pressi dell'Istituto. Si aprì il portone, ed un' onda di popolo si riversò nell'ampio cortile, gremendolo in un attimo. Giocondo spettacolo ! Tutto il Collegio era illuminato da palloncini di Venezia, artisticamente collocati, adornato di bellissimi trasparenti. - Anche la luna pioveva argentei fasci di luce sulla folla, che entusiasta applaudiva alla nuova banda, la quale sotto i portici riempiva l'aria di allegri concenti, accompagnando l'ascensione di un gran pallone, che si perdette nello spazio. Così ebbe fine questa carissima festa, ricca di soavi emozioni, che tanto affetto ed entusiasmo destò pei Salesiani.

Un Cooperatore di Marsala.

A Balerna.

Togliamo dalla Libertà di Locarno la seguente corrispondenza in data 25 giugno : - È coll'animo ancor pieno di santo entusiasmo, che mi faccio a scrivervi due parole della bella festa, che i benemeriti Sacerdoti Salesiani prepararono l'altro giorno, onomastico di quel grande benefattore della umanità, che fu D. Giovanni Bosco.

I Collegi salesiani hanno l'aspetto delle antiche famiglie patriarcali; il comando è affidato al Direttore, che è sempre la persona più cara, più mite, più dolce ; tutti dipendono da lui ed a lui ricorrono per consiglio anche nelle più piccole cose. I professori e gli altri, che lo coadiuvano nell'educazione ed istruzione, senza tanto apparato di ciclismo, sanno unire alla severità dell'educatore la più schietta famigliarità. Conquistano i cuori dei loro allievi, e da discoli e scappatelli che erano, li consegnano alle famiglie docili e mansueti. Difficilmente vi è d'uopo ricorrere al metodo repressivo. Don Bosco ha insegnato a trovare le vie dei cuori!

Le feste in collegio sono molte e tutte dirette allo scopo dì elevare l' animo e ricreare lo spirito. Lunedì mattina quei vispi ragazzi si accostarono quasi tutti ai Santi Sacramenti, seguendo in ciò l'esempio dei professori e maestri.

La messa solenne venne cantata da un coro di voci bianche, che davvero rapivano l'animo.

Il pranzo ebbe luogo in una delle più splendide sale del collegio. Giovani e superiori sedevano tutti alla medesima mensa nella più schietta famigliarità ed armonia. I convitati, le autorità locali, alcuni sacerdoti dei paesi circonvicini ed altri amici, erano circa una ventina, sinceri ammiratori dell'opera benefica che i benemeriti Salesiani vanno compiendo in mezzo a noi. Brindò l'avv. Primavesi ai Salesiani, il R.mo Arciprete Abbondio all'opera loro ed il sindaco Tarchini a D. Bosco, lustro e decoro del secolo XIX.

Alla sera la festa procedette splendidamente. Le tre facciate del palazzo erano artisticamente illuminate. Brillavano fra i lumi le inscrizioni : Viva D. Bosco e i suoi figli, Viva S. Giovanni, Viva S. Luigi. Intanto la musica La Mendrisio suonava nel cortile alternando le marcie ed i pezzi con ammirabile maestria e franchezza. Quelle note squillanti, sicure, artistiche che sì spandevano sulla tranquillità della sera parevano altrettante messaggere recanti la buona notizia, che il mondo piglia buona piega.

M.

BIBLIOGRAFIA.

La Ragione guida alla Fede, Corso d'istruzione religiosa ed apologetica per il Teol. Francesco Paglia. Volume I di pagine XXI 880. Prezzo Lire 4. - Tipografia Salesiana, Torino.

Voci autorevolissime da ogni parte del mondo proclamano che lo studio scientifico della religione è altamente richiesto dal bisogno dei nostri tempi. A questo bisogno si è studiato provvedere colla presente opera il Chiarissimo Teol. Francesco Paglia. Egli, fornito di forti studi e di svariata dottrina, dopo venti anni d'insegnamento teologico, tenutosi sempre al corrente sì dei progressi come dei vaneggiamenti delle scienze moderne, conoscitore dei migliori autori antichi e recenti, ha fatto luminosamente vedere, come la ragione nostra rettamente adoperata ci guida alla Fede cristiana, sfatando l'accusa che gli increduli ci fanno di credere senza previo esame, senza persuasione, per prevenzione e ciecamente, dimostrando che ragionevole è la Fede ed irragionevole l'incredulità.

Il principe dei periodici italiani la Civiltà cattolica (16 febbraio 1895) tracciava i caratteri dell'istruzione religiosa necessaria ai nostri tempi dicendo, dover 1° essere seria; 2" dar più importanza all'apologetica ; 3° passare in rassegna le principali questioni moderne. L'opera del dotto Teol. Paglia ha tutti questi requisiti. È un esposizione seria, ragionata, erudita, interessante dei fondamenti della Religione cristiana. È un apologia ampia, profonda, colta, atta a produrre il convincimento, fatta secondo le esigenze del secolo nostro. In essa si passano in rassegna e si discutono estesamente e compiutamente le principali questioni moderne.

La studiosa gioventù si allontana dal Cristianesimo, perchè sedotta da una magica parola : la scienza ! il progresso ! la ragione ! Alle pretese della fallace scienza nell'opera del Teol. Paglia vi è la trionfale risposta, la quale scioglie i dubbi, illumina la mente, dissipa i pregiudizi ed i malintesi, dimostrando che la religione nostra non cerca le tenebre, ma la luce; non teme la discussione, ma l'ignoranza. L'opera del Paglia percorre l'orbita sublime ed immensa dall'esistenza di Dio alla divinità di Gesù Cristo e si divide in due parti: 1a Religione naturale; 2° Religione rivelata. Il primo volume uscito ora alla luce ha per oggetto

la Religione naturale. Con ampiezza, con forza di discorso ed evidenza di locuzione tratta di Dio, del mondo, dell'uomo e delle relazioni tra l'uomo e Dio che costituiscono la Religione.

Gli errori più moderni sono rintuzzati. Batte vigorosamente e demolisce con argomentazioni irrepugnabili l'eghelianismo, il positivismo, il naturalismo, il darwinismo, il materialismo (che oggi forma l'anima dell'insegnamento in tanti licei ed università), il panteismo, il dualismo (risuscitato ora e predicato dalla massoneria palladica o luciferiana) il razionalismo, il liberalismo. Non crediamo di esagerare dicendo, che l'opera del Teol. Paglia sia una delle migliori apologie che in questo secolo uscirono in difesa del Cristianesimo. Nè è da tacere che quest'opera è scritta in buona lingua italiana, con istile sciolto, scorrevole, naturale in guisa che si legge con piacere. Perciò essendosene pubblicati diversi saggi nell'Ateneo religioso di Torino, riscosse grandi elogi da vagii distinti personaggi, da giornalisti, professori, dottori, ecclesiastici ed anche da studenti ed uno dei più dotti teologi di Torino dichiarava questo lavoro altrettanto chiaro quanto profondo e convincente, il più opportuno ai tempi nostri d'incredulità e di razionalismo.

Quindi noi raccomandiamo vivamente quest'opera agli studenti di liceo e di università, a quelli che son già laureati, ai maestri, ai professori delle scuole di religione ed in generale ai RR. Sacerdoti. La modicità del prezzo, la nitidezza dell'edizione speriamo ne faciliteranno la diffusione.

T. M.

Vita popolare di S. Filippo Neri, del Sac. Gio. Batt. Francesia, dottore in lettere. - (L. 0,40 - Illustrata L. 2).

Il Prof. D. Francesia, scrittore elegante non meno nella lingua latina, che nella italiana, autore già di molte altre opere, e segnatamente di parecchie vite di Santi, tanto gradite al popolo ed ai giovanetti, ci presenta ora la bella ed amena biografia di San Filippo Neri, di cui ricorre il terzo centenario.

Oltre l'intendimento di onorare questo celeste protettore della gioventù, egli ebbe un'altro scopo: quello di mostrare le somiglianze, che corrono tra San Filippo Neri e Don Bosco, fondatore della Famiglia Salesiana, a cui l'Autore appartiene, eche venera Don Bosco quale suo padre, la cui Congregazione ebbe pure origine e nome da un Oratorio aperto alla gioventù, come quella di San Filippo Neri.

« Il terzo centenario della morte del grande apostolo della gioventù di Roma, dice l'Autore nella prefazione del libro, ci parve una bella occasione per pubblicarne una vita popolare... per prendere parte in qualche modo al pio movimento, che si vede in ogni città d'Italia per onorare questo gran Santo. Quando si dice Vita popolare, s'intende di escludere ogni cosa, che ecceda l'intelligenza del più umile lettore, perchè si desidera di rappresentare senza alcun fiore questo Santo, che per sè stesso suol raccomandarsi al popolo cristiano ».

Per tal modo il Prof, D. Francesia, quasi dimentico di essere Dottore in belle Lettere, ama di quando in quando smettere il sussiego cattedratico, per trattenersi in libretti popolari a colloquio cogli umili figli del popolo, imitando in ciò il Santo, di cui scrive la vita, ed il suo padre Don Bosco, che rinunziò alle più splendide dignità ecclesiastiche per consecrarsi unicamente all'educazione della gioventù ed all'istruzione del popolo, che perciò possono essere sicuri di trovare nel presente volumetto un pascolo gradito e salutare, quale si trova negli eccellenti libri di Don Bosco, di cui il Prof. D. Francesia studiasi di seguire le pedate anche nella popolarità dello scrivere. (Dall' Ateneo di Torino).

Panegirici e discorsi inediti del cardinale Gaetano Alimonda. - Parte Apologetica - Volume Secondo - Elegante edizione della Tipografia Salesiana: prezzo Lire Cinque.

Giusto criterio per giudicare il pregio d'un libro viene riputato quello di considerare l'effetto che il libro stesso produce sull'animo del lettore. Se questi per caso non ne ritragga che fugaci emozioni, che sprazzi di luce, che vampe di fantasia, può senz'altro affermarsi che il libro è di scarso valore. Se per contro il lettore di mano in mano va, con la scorta del libro, discoprendo nuovi orizzonti di varietà, se più amabile gli appare il bene, se il cuore si sente più calmo, la volontà più temperata, l'animo più soddisfatto, a buona ragione si può conchiudere, che il libro merita di essere letto e ponderato, perchè ricco di dottrina e di sapienza.

A siffatta conclusione facilmente si giunge, dopo aver percorso il nuovo volume sopraenunciato, di cui Mons. Raffaele Forcheri, con figliale affetto, curò la stampa in omaggio del venerato Cardinale Alimonda e del cui prodotto ha bisogno di giovarsi a scemare il peso dei debiti della Chiesa di San Gaetano presso Torino.

Questi panegirici e discorsi inediti rivelano la scienza svariata e profonda, la pia unzione dello spirito, la maestà della forma, onde fra i moderni oratori cattolici segnalossi il Cardinale Alimonda. Fra i diversi panegirici, come sono quelli del Miracoloso Sangue detto in Ferrara, del Crocifisso in Chiavari, del Crocifisso in Sestri Levante, della Direzione al S. Cuore di Gesù, spicca l'elogio di S. Caterina Fieschi Adorno, nel quale il poderoso ingegno dell'Alimonda si leva ardito ad indagare ed illustrare i pregi eccelsi della serafica sua Concittadina. Commendevoli eziandio si parano i discorsi: Genova Consecrata al SS. Cuore di Gesù - L'Opera Pia della propagazione della fede - L'Opera della santa Infanzia - Di San Tommaso dottore. Inoltre il volume è reso più pregevole da una Regola di Fede, compendiata in sei istruzioni, che formano un trattatello di apologia cattolica. Vengono in seguito tre Esortazioni al Clero, opportunissime nei tempi presenti. E dopo alcuni altri lavori, viene per ultimo, come eco divota alle feste secolari, lo stupendo panegirico - La Santa Casa di Maria in Loreto - che lascia la mente paga e il cuore contento.

Questo semplice annunzio è da credere che basti ad invogliare i sacerdoti e più specialmente i giovani, a farne acquisto, a leggerlo, a rileggerlo per attingervi nutrimento vitale di dottrina e di pietà, avvegnachè gli scritti del Cardinale Alimonda sieno miniere d'insegnamenti preziosi e rispetto alla forma e rispetto alla sostanza.

Genova, 29 Giugno 1895.

Prof. D. G. LANZA.

Dirigansi le domande al Can. RAFFAELE FORCHERI, Torino, via Corte d'Appello N. 2, oppure alla Libreria Salesiana, via Cottolengo N. 32. Si farà una riduzione di prezzo a chi acquista i due volumi.

Di una nuova missione del clero dinnanzi alla questione sociale - Sac. Dott. CARLO M. BARATTA. - Parma, Libreria Fiaccadori, cent. 50.

Dopo di esserci ben persuasi che, se siamo preti, ci spetta una gran parte nell'opera della ristaurazione sociale, non solamente sotto l'aspetto religioso e morale, ma anche sotto quello economico, conviene anche che ci addestriamo nel modo in cui adempiere praticamente questa parte non ispregevole della nostra missione. Ora non vi può essere dubbio alcuno che, come una gran parte dei mali economici della società nostra proviene dalla trascuranza degl'interessi dell'agricoltura, prima, fondamentale e più copiosa sorgente di ricchezza per l'Italia, così il clero debba esplicare molta parte della sua attività sociale per migliorare le condizioni delle classi agricole, promovendo tutte quelle nuove applicazioni, che la scienza e l'arte hanno saputo scoprire per supplemento ed aiuto alla natura.

Il sacerdote non può ricorrere al governo per ottenerne leggi o decreti in favore dell'agricoltura; e del resto sanno tutti che l'ultima cosa, a cui pensa il governo, è appunto l'agricoltura.

Bisogna che noi stessi c'industriamo di conoscere meglio che ci sia possibile la scienza e l'arte dei campi, per saper dirigere coll'opera e col consiglio coloro, cui Dio affidava alle nostre cure pastorali.

Per fermarci su di un solo argomento, il marasmo agricolo di questi anni deriva dalla spietata concorrenza dei prodotti stranieri, la quale fa sì che i nostri debbono servire sul mercato ad un prezzo non rimunerativo. Nè col protezionismo delle dogane si può sperare d'avere riparo a tale squilibrio.

Bisogna ricorrere alla coltura intensiva delle campagne, per averne cioè il massimo prodotto possibile.

Di tanti metodi di coltura intensiva fin qui escogitati, nessuno è praticamente possibile, richiedendo essi l'impiego di capitali ingenti senza presentare un interesse pronto e proporzionato, e finendo molte volte, in tempo più o meno lungo, coll'esaurire completamente la terra.

Uno però ve n'ha, col quale si ottengono tutti i vantaggi; ed è quello dell' induzione gratuita dell'azoto, quale venne introdotta ed esperimentata dal signor Stanislao Solari, che ne scrisse anche in un suo libro : La natura e gli effetti dell'errore agricolo nell'odierna quistione sociale.

L'agricoltura a base d'azoto per ridonare alla terra quei succhi, di cui hanno necessità pel loro nutrimento tutti i vegetali, è destinata ad avere il sopravvento sopra qualunque altro metodo di coltura razionale.

Ma la materia d'indurlo, per mezzo cioè del trifoglio, quale lo propone il Solari, è la più facile, la più economica, la più sicura.

Ed ecco l'intento di questo nuovo lavoro del Baratta; raccomandare al clero questo metodo, perchè lo propaghino nell'interesse dell'agricoltura e del popolo.

È Se è vero che Gerone di Siracusa soleva dire, aver ben meritato della patria chi insegnò al suo simile a raccogliere due fili d'erba, dove prima se ne raccoglieva uno solo, come sarà molto più glorioso, finiremo anche noi col Baratta, per il clero l'aver lavorato alla risurrezione economica del paese, risurrezione che sarà il mezzo più efficace per portarlo alla piena risurrezione morale sotto a luce delle verità evangeliche. L'operetta è dedicata al Card, Svampa Arcivescovo di Bologna.

D. A. N. (Dall'Osservatore Cattolico di Milano).

Norme pratiche elementari per l'applicazioni del Sistema Solari. È un foglio estratto dalla terza edizione dell'opuscolo Di una nuova missione ecc. del Sac. Baratta. Tutti possono provvederselo dalla Tipografia Fiaccadori di Parma al prezzo di C.mi 5 la copia, L. 3 al cento, e L. 25 al mille.

Sant'Efisio, dramma in quattro atti del Prof. D. G. B. Francesia; Tipografia Salesiana di Torino.

questo un altro egregio lavoro, uscito dalla Indefessa penna del Prof. Francesia, Dottore in belle lettere, ugualmente perito nell'idioma latino, che nell'italiano, nè meno eccellente poeta, che facile prosatore.

Il presente dramma fu scritto in latino con istile degno di Plauto, e poi dall'autore stesso tradotto in versi italiani.

Il soggetto ne fu tratto dalle lezioni del Breviario, che leggonsi nell'Appendice di esso ai 15 di febbraio: il che ci dispensa dal descriverlo; poichè l'autore si è attenuto alla storia, quanto gli fu possibile; e questa è nota, specialmente agli ecclesiastici, che più s'interessano di drammi latini. L'argomento è sublime, commovente ed istruttivo, come quello che riguarda uno dei primi duci dell'esercito romano, il quale, mandato dall' Imperatore Diocleziano contro i Cristiani d'Italia, si converte al Cristianesimo e ne diventa apostolo e martire. L'autore poi lo seppe trattare in guisa, che forse quest'ultimo suo dramma supera tutti gli altri suoi precedenti, se non nella eleganza dello stile, almeno nel valore drammatico.

Lasciando però da parte i pregi drammatici e letterari del lavoro, non possiamo qui tacere quello speciale e proprio del Prof. D. Francesia, di aver cioè resa cristiana la drammatica latina. Vi furono già altri valenti latinisti, che dilettaronsi di scrivere drammi latini; ma non seppero o non vollero renderli cristiani. All'opposto il Prof. D. Francesia, ben sapendo che la lingua latina è la lingua propria della Chiesa Cattolica e dei più grandi dottori del Cristianesimo, e seguendo l'esempio del S. Padre Leone XIII, che cantò in versi latini la gloria dei martiri, così egli non solo ama la bellezza del latino idioma, ma ne consacra il culto ad onor degli eroi cristiani e a gloria della Chiesa Cattolica, offrendo per tal modo ai Seminari ed ai Collegi religiosi nobilissimi drammi, degni di essere di gran lunga preferiti nei teatrini cattolici alle commedie e tragedie latine pagane o pagannizzanti degli altri drammatici antichi, o recenti.

(Dall'egregio Ateneo di Torino).

Cooperatori Salesiani defunti in Maggio, Giugno e Luglio.

55. Martini Pietro Ponzone (Alessandria).

56. Martini Teresa - Cigliano (Novara).

57. Mignacco Martino - Cantalupo (Alessandria).

58. Mussio Leonardo - S. Lorenzo d'Arcano (Udine).

59. Mussio Nicolò - S. Lorenzo d'Arzene (Udine).

60. Negrini Pilade - S. M. Maddalena (Rovigo).

61. Nolli Elena - Torino.

62. Parecchi D. Luciano - Bertinoro (Forlì).

63. Parpaglio Giovannina - Pozzomag giore (Sassari).

64. Parpaglio Catterina - Pozzomaggiore (Sassari).

65. Pasino Carolina - Este (Padova). 66. Pergiovanni D. Luigi - Castel S. Angelo (Macerata).

67. Pompeo Luigi - Este (Padova).

68. Pontaldo D. Pietro - Locara (Verona).

69. Rabino Don Giuseppe - Gorrino (Cuneo).

70. Rabone Giacomo, Neg. - Pinerolo (Torino).

71. Ramello D. Vincenzo - Ravegnano (Asti).

72. Rinaldi D. Raffaele - Poggio Mirteto (Perugia).

73. Romano Cav. Lorenzo - Torino. 74. Sasso Don Bartolomeo - Tribano (Padova).

75. S. E. il Cardinal Luigi Ruffo de' Principi di Scilla - Roma.

76. Savini Luigia - Urbino.

77. Scalabrini D. Faccio - Calmasino (Verona).

78. Simoni Elisa, Maestra - Colombaro (Brescia).

79. Soave Don Luigi - Castelpetroso (Campobasso).

80. Strambi Palmira in Passerini - Torino.

81. Suor Cecilia, Domenicana - Carassone (Cuneo).

82. Tostare D. Vincenzo - Marcorengo (Torino).

83. Traversi Nob. D. Pietro - Arcade (Treviso).

84. Trevisan Don Luigi - Nervosa (Treviso).

85. Vaccari Camilla - Tortona (Alessandria).

86. Valle D. Alberto- Genova.

87. Varisco-Capato Fortunata-Chioggia (Venezia).

88. Viazzi Dr. Edoardo - Ponzone (Alessandria).

89. Viviani Luigi - Padova.

90. Zanola D. Francesco - Ponte Grande (Catanzaro).

91. Zino D. Bartolomeo - Bruggi (Alessandria).

92. Zotti D. Luigi - Vivono (Novara). 93. Zuccaro Angelo - Bagnarola (Udine).

1. Berruti Angelo - Mombisaccio (Alessandria).

2 Buzzi Rosa - Varese (Como).

3 Carli D. Carlo - Reusa (Massa Carrara).

4 Castelli Dr. Francesco - Milano.

5 Cerruti Can.co D. Giov. Battista - Asti (Alessandria),

6 Conti D. Paolo - Capracotta (Campobasso).

7 Dal-Ceugio D. Demetrio - Crespadoro (Vicenza).

8 Damiani D. Luigi - Villanova d'Asti (Alessandria).

9 Gastaldelo G. B. - Longare (Vicenza). 10 Grassi Marietta - Parma.

11 Halonska Maria - Pola (Littorale Austriaco).

12 Ingarano Costanzo - Racconigi (Torino).

13 Lanfranco Agostino - Castagnole Piemonte (Torino).

14 Mazzagalli Anna - Romanengo (Cremona).

15 Monti D. Luigi - Bologna.

16 Pasqualigo Antonia - Montemerlo (Padova).

17 Profeta Concetta - Aidone (Caltanisetta).

18 Romi D. Giovanni - Pornassio (Porto Maurizioo.

19 Siorat Louis - Aix en Provence (Franco).

20 Vassaro Andrea - Torino (Novara). 21 Vivaldi D. Bartolomeo - Mignanego (Genova).