BS 1900s|1908|Bollettino Salesiano Marzo 1908

ANNO XXXII - N. 3.   Torino, Via Cottolengo 32.   MARZO 1908.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D. BOSCO

SOMMARIO: Per l'Onomastico del S. Padre   . 65 NEL VENTENNIO DELLA MORTE DI D. Bosco -La Commemorazione all'Oratorio - Il Discorso dell'Eminentissimo Card. Pietro Maffi . . . . 66 Tesoro spirituale . . . . 75 TRA GLI EMIGRATI : Boulogne-sur-Seine, Buenos Aires, Viedma, S. Francisco di California, New York    76

TRA I FIGLI DEL POPOLO: Cronaca degli Oratori festivi: Parma, Borgo S. Martino, Trieste, New York, Torino-Valdocco - Altre notizie   . 78 DALLE- MISSIONI: Patagonia Meridionale: I) Fruttuosa Missione al nord e al sud di Chos-Malal - II) Otto mesi di missione nell'interno del Territorio del Rio Negro - In fascio : Porto Stanley 81

II. CULTO DI MARIA SS. AusILIATRICE: Pellegrinaggio spirituale - Nuove chiese e cappelle ecc. 82

NOTIZIE VARIE-In Italia: Faenza, Bologna, Roma Nelle Americhe : Cordoba, Patagones, Punta A renas 93

Necrologio e Cooperatori defunti    95

Per l'Onomastico del Santo Padre -

TORNANDO a rallegrarci l'alba festiva del 19 marzo, voli ossequioso il pensier nostro a :Roma per ripetere all'augusto PIO X i più fervidi voti; è dover nostro di figli e di ci credenti. Ma non limitiamoci a sole parole ; l'amor generoso deve pur vestirsi dello splendore dei fatti.

Ricordate?! " Per due volte in questi ultimi mesi, o benemeriti cooperatori - vi scriveva in dato 31 gennaio ti. s. il veneratissimo nostro superiore Don Rua - io vi ho chiamati a raccolta perchè mi veniste in soccorso nel compimento del Tempio di S. Maria Liberatrice in Roma, che deve formare il nostro Omaggio al S. Padre PIO X nel suo Giubileo Sacerdotale. attesa la ristrettezza del tempo e l'importanza dell'opera che richiede ancor somme assai rilevanti, era fiducioso che il mio Appello avrebbe trovato in mezzo a voi pronte e generose adesioni. Invece..."

Ma sperando nell'efficacia d'invìtarvi nuovamente all'opera in nome di D. Bosco, soggiungeva : "...all'idea dell'Omaggio del S. Padre uniamo, l'intenzione di un Omaggio alla cara memoria di D. Bosco nel XX° Anniversario della sua morte, e il Tempio di S. Maria Liberatrice sia un documento di più di quei sentimenti di amore, di venerazione e di attaccamento al Romano Pontificato, che Don Bosco inculcava a tutti, ma specialmente a noi, coll'esempio, colla voce e cogli scritti..."

La prossima Festa di S. Giuseppe non sarebbe quindi una data opportunissima per concorrere tutti al proposto Omaggio al S. Padre nel suo Giubileo Sacerdotale ?

Nel Ventennio della morte di Don Bosco

ALESSANDRO MANZONI, Sciogliendo un cantico in morte di Napoleone I°, dopo aver ricordato nel giro di poche strofe i fattì più memorandi del defunto, enfaticamente chiedeva: - Fu vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza!

Vent'anni fa - ci si permetta il raffronto - non appena si diffuse la notizia della morte di D. Bosco, noi rimanemmo percossi, attoniti e muti pensando all'ultim'ora del nostro buon Padre. « D. Bosco è morto! » fu questa la parola che mormorata tra i singhiozzi alle 4 3/4 del mattino del 31 gennaio intorno il suo povero letto e ripetuta sommessamente nelle camerate dei giovani dell'Oratorio che incominciavano a destarsi dal sonno, in un lampo si diffuse per tutta Torino straziando mille cuori, e sulle ali del telegrafo recò in tutte le Case Salesiane e in ogni regione del mondo la notizia: « Questa mattina alle ore 4.45 l'anima di D. Bosco volava in paradiso ! » L'alba del 31 gennaio aveva dissipato l'ultimo lembo di quell'illusione che ci bendava gli occhi. Sì ! l'amore ci aveva fatto illusione fin quasi all'ultimo istante; perchè l'amor nostro per D. Bosco era cento volte più vivo che l'amore di un figlio verso il padre!...

Ma dopo di aver dato libero sfogo al pianto e di aver reso i funebri onori alla sua salma benedetta, noi non esitammo un istante ad affermare

- L'aureola che ricinse il nome di Don Bosco durante la vita, non si spegnerà dopo la morte! La sua fu vera gloria !

Basta ricordare l'impressione lasciata dai suoi funerali. Era la sera del 2 febbraio. Rientrata in casa tutta la comunità, una pace, una gioia profonda invase tutti i cuori: coloro che avevano pianto anche in quel mattino, si sentirono tranquilli , come se D. Bosco si trovasse ancora ,in mezzo ai suoi figli. « Che bella festa! » più d'uno andava esclamando; e chi sulle prime erasi meravigliato di simile esclamazione conchiudeva anche lui: « Che bella festa! » Ed era una gara nel ripetere le parole argute e amorevoli udite dalle labbra paterne, e un narrare i tratti più cari della sua vita, con un sorridere e con un senso di contentezza quale ancor oggi difficilmente si può ridire a parole. Il lutto era cessato. Tutti sentivamo che D. Bosco viveva e che, se erasi visibilmente sottratto al nostro sguardo, Egli si era fatto più vicino all'anima di tutti, non meno degli intrepidi suoi figli che avevano già posato il piede sull'estremo lembo della Patagonia, che dei prediletti dell'Oratorio...

Erano questi i cari pensieri, queste le dolci rimembranze che ci si affollavano in mente la sera del 30 gennaio durante la splendida commemorazione del nostro buon Padre, tenuta dal Cardinal Pietro Maffi, Arcivescovo di Pisa. « Ieri ancora, esclamava l'Eminentissimo, intorno al suo cadavere con mesti riti e voce di pianto domandavamo per Lui il riposo: ma cessi il pianto , via le gramaglie; non in gemiti di sepolcro, ma rompano negli squilli festosi di vittoria le trombe: guardate, o figli , il Padre vostro è nella gloria! »

Dopo soli vent'anni dalla Sua morte, la voce più autorevole della terra ci apre dunque il cuore alla più dolce speranza. Ne sia ancor una volta benedetto e ringraziato il Signore!

LA COMMEMORAZIONE ALL'ORATORIO

ERA possìbile che al compiersi del secondo decennio della morte di Don Bosco e in mezzo al giubilo mondiale con cui si applaude al Decreto che ricinse il suo nome del titolo glorioso di Venerabile, non si levasse un plauso anche da queste zolle, che formarono il sogno delle sue notti e raccolsero la miglior parte delle sue cure e dei suoi sudori? Era possibile tacere qui, nei prati di Valdocco, prima deserti e solitari ed ora per Lui popolati di migliaia di giovanetti modesti, laboriosi e pii... prima muti e silenzìosi ed ora per Lui risonanti dello strepito di cento macchine intrecciato al canto delle lodi di Dio? Era possibile tacere di Lui, qui dove tutto parla di Lui, dove aleggia ed aleggerà sempre viva la sua buona e dolce immagine paterna, presso le umili camerette in cui Egli visse e morì?.... Ah! non era possibile, e se l'affetto dei figli fu ardito, forse troppo ardito, nel ricercare chi avesse a parlare di Lui, fortunatamente fu ancor più felice: « D. Bosco sarà commemorato da un Principe di S. Chiesa, l'Em.mo Card. Arcivescovo di Pisa!»

Non appena si diffuse la gioconda notizia, si destò subito una così viva aspettazione che pareva non si potesse desiderare di più, ma l'avvenimento assunse proporzioni ancor maggiori, che superarono ogni speranza.

L'Em.mo sig. Card. Pietro Maffi giungeva a Torino la sera del 28 gennaio, vigilia della solennità di S. Francesco di Sales, accolto al suono festoso dei sacri bronzi del Santuario di Maria Ausiliatrice, fra gli evviva dei giovanì ricoverati, le note giulive della banda musicale, e gli ossequi del rev.mo sig. D. Rua e di tutti gli altri primari Superiori della Pia Società.

Dopo breve riposo, l'Eminentissimo visitava alcune Scuole professionali dell'Istituto e il gran salone di studio, ove, raccolti e silenzìosi, stavano intenti ai loro doveri scolastici i quattrocento alunni studenti, che si ebbero da Sua Eminenza i pìù vivì rallegramenti con alcuni paterni consigli e la più affettuosa benedizione.

All'indomani, solennità di S. Francesco di Sales, l'indefesso e pio Porporato celebrava la messa della Comunione generale per gli alunni studenti, assisteva pontificalmente alla messa solenne, e nel pomerìggio pontificava ai vespri impartendo, dopo il panegirico recitato dal rev. D. Oldano, Prevosto di S. Ilario in Casal Monferrato, la trina benedizione. Per la prima volta (essendo cessati i suffragi per D. Bosco, che solennissimi venivano tributati all'anima sua nell'anniversario della sua morte) il Santuario era interamente parato a festa con lo stesso splendore e cogli stessi drappi della solennità di Maria Ausiliatrice. Numerosissime le sante Comunioni e gran folla di fedeli a tutte le funzioni ; ai vespri, benchè fosse giorno feriale, il vasto tempio era gremito. A notte un'egregia rappresentazione del dramma romano, Le Pistrine del nostro D. Lemovne, data dai giovani dell' Oratorio in unione ai Soci del Circolo « Giovanni Bosco » fu lieta corona alla festa. Prima che si levasse il siparìo un alunno volgeva un affettuoso saluto all' Eminentissimo, che si degnò assistere a tutto il trattenimento.

Sorse finalmente l'alba del 30, il gìorno fissato per la Commemorazione del XX° anniversario della morte di D. Bosco, I° dopo la sua proclamazione a Venerabile.

Al mattino Sua Eminenza soddisfece la pietà degli alunni artigiani, che desideravano anche essi di ricevere dalle mani sue la S. Comunione quìndi recavasi a visitare alcuni monumenti della città e si spingeva fino a Valsalice per visitare la tomba del Venerabile.

Anche gli alunni studenti si accostavano nuovamente alla mensa eucaristica ; e tutte le preghiere, in conformità del Regolamento, venivano applicate in suffragio dei Cooperatori defunti.

Finalmente giunse l'ora della solenne cerimonia. Mezz'ora prima che dovesse aver prìncipio, il vasto salone del teatrìno con le sue ampie gallerie era così gremito che a stento, alle tre in punto, poterono penetrarvi per recarsi ai loro seggi d'onore gli Eminentissimi Cardìnali Arcivescovi di Torino e di Pisa cui facevano corona, insieme col sig. D. Rua e tutti i nostri Superiori, i più ragguardevoli personaggi del Clero e del laicato cittadino, tra cui Sua Ecc. Rev.ma Mons. Luigi Spandre, Vescovo Ausiliare, il rev.mo Mons. Muriana, vari Consiglieri Muni cipali e le rappresentanze del rev.mo Capitolo Metropolitano, del Collegio dei Parroci, del Seminario Maggiore e di quasi tutti gli Ordini ed Istituti Religiosì della città. Le Figlie di Maria Ausiliatrice vi erano rappresentate anche; dalla rev.ma loro Superiora Generale. I nostri chierici del Seminario delle Missioni Estere in. Valsalice vi erano intervenuti in corpo, nè man cavano le rappresentanze degli altri Istituti Salesiani della; città e dintorni e di altre Case anche lontane nella persona di vari Direttori ed Ispettori convenuti alla cerimonia, che si aperse con un canto armonioso del Maestro Dogliani, su ispirate parole del venerando biografo di D. Bosco, il sac. Giovanni Battista Lemoyne: un canto di gloria e d'immortali speranze per l'Opera Salesiana.

Quindi salì ìl palco l'Eminentissimo Arcivescovo di Pisa. Rinunziamo a sunteggiare il meraviglioso discorso, no-1 volendo defraudare i lettori della soavissima consolazione di leggerlo per intero.

IL DISCORSo DELL'MO CARD. PIETRO MAFFI

Ut palma florebit... Come palma fiorirà.

MIEI fratelli, mediteremo insieme, con semplicità di mente e docilità di cuore queste brevi parole che mi parvero tanto bene riassumere la vita, le opere, la glorificazione del nostro Venerabile Padre. Creature, non vi potremo discernere e scrutare tutta la profondità del pensiero, e degli ammaestramenti che il Creatore vi ha nascosto: anche il poco che vi leggeremo, ci solleverà però a benedire il Signore, sempre mirabile nei suoi santi, e per noi sarà luce e sprone verso la virtù. Più che lodarlo, io desidero rinnovarlo in noi, don Bosco, e moltìplicarlo nelle opere nostre. Egli, che tanto può, questo ci ottenga, e allora degnamente noi qui ci saremo raccolti nella memoria di Lui (1).

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Dalle prìme letture, dalle pagine della Bibbia, dalle narrazioni dei viaggiatori ricordiamo caratteristica del paesaggio tropìcale, specialmente delle sabbie desolate, la palma, ricca di più di mille specie, suì nostri lidi accennata dall'umile camerope, comunemente (mi si passi la parola) personificata nel dattero, dall'arabo, con pari verità e poesia, salutato il re delle oasi. Non il petalo di un fiore, non un filo d'erba: anche libero dai mostri immaginati dall'antichità, anche temperato nelle descrizioni più recenti, il deserto opprime: tace la natura, vi par sospesa la vita, sovrana la morte. Ma sotto quelle sabbie mobili ed infocate, che sembrano maledette colla sterilità, passa un'onda; l'acqua, come la carità, benefattrice occulta e copiosa, vi si diffonde e scorre; vi si disseterà la palma e fiorirà. Con quell'istinto, che il botanico non spiega, ma riconosce, all'umida zona, ignorate, ma instancabili e robuste, arrivano le radici: si apre la sabbia, e vigoroso, diritto, senza debolezze o divergenze di ramificazionì, ecco salire a dieci, a venti e più metri il fusto elegante, in alto coronato di foglie ampie e lunghe, divise e ricadenti, sotto le quali molte piante matureranno frutti copiosi, alle carovane riposo e ristoro. I piedi nell'acqua: ai fianchi il deserto: la chioma ai venti, alla luce, alle vampe dei soli tropicali: così vìve, così fiorisce la palma (1).

E così ut Palma fiorì e fiorirà il Padre nostro.

(1) Conformandomi ai decreti di Urbano VIII, del 13 marzo 1625 e del 5 giugno 1631, come ancora ai decreti della Sacra Congregazione dei Riti, dichiaro solennemente che, salvo i dorami, le dottrine e tutto ciò che la Santa Romana Chiesa ha definito, in tutt'altro che riguardi miracoli, apparizioni a Santi non ancora canonizzati , non intendo di prestare, nè richiedere altra fede che l'umana. In nessun modo voglio prevenire il giudizio della Sede Apostolica, della quale mi professo e mi glorio di essere figlio obbedientissimo.

(1) Cfr. STOPPANI, Corso di Geologia, I, n. 502 e segg. Ed. 1871.

(1) Ved. D'ESPINEY, pag. 159, - Le poche citazioni si riferiscono all'Opera del Doti. C. D'Espiney (D. Bosco, ediz. del 1895), la sola che le circostanze concessero all'Autore di consultare.

La vita.

Anche nelle città vi sono deserti, e troppe volte è solitudine triste e squallore di morte, più che altrove, nelle sale dorate, nelle vie popolose, fra le stesse moltitudini che s'incalzano, si urtano, si contendono la vita. Dovunque è silenzio, dove tace Iddio. Ma sotto questi strati, appariscenti, ma sterili e desolati, quant'onda di vita in umili casolari, al mondo ignoti, dal cielo prediletti come eco e continuazione di Nazareth e di Betlemme, dove una donna, che par volgare ed è sublime, sente cosa di cielo il ministero della maternità e lo compie, più che del proprio latte e del proprio sangue, nutrendo di Dio la vita che ha germogliato! A quest'onda di salute, nel segreto del casolare de' Becchi, bevve largamente il Venerabile, che in Margherita Occhiena sortì una madre di benedizione, e, sentitamente cristiana, le prime radicì di un'anima che si apriva, colle preghìere, coll'esempio, coll'insegnamento, in una madre onnipotenti, immerse profonde e stabili in quella fede, che sa le lotte e sola ha la scienza delle vittorie sulle bufere.

Come palma, subito al primo svolgersi, Giovanni sentì il deserto: scarsi i beni di fortuna; lontana, a Murialdo, la chiesa; in casa, quasi folgore, una prima e somma sventura colla morte del padre; poco lontana una seconda colla morte del maestro. Male radicato, il tenero germoglio sarebbe morto, e, strappato dal vento, portato a disperdersi sulle arene: a Giovanni diede invece maggior vita la prova e giovarono le aridità del deserto a maggiormente disprezzare la terra per cercare il Cielo. L'albero che ha radici salde e linfa copiosa non soffre per le bufere: il vento, che lo vorrebbe abbattere, altro non farà che destare uno stormir di fronde: il vento geme e fugge, e per una vittoria ancora sprigionano le foglie un'armonia. Nutrito di fede, ai pensieri, alle onere, alle speranze della fede si consacrerà la vita di Giovanni : dove? Gli mormora una voce triste di preferire alle lane del religioso la veste del sacerdote perchè vi avrebbe guadagnato la famiglia! - Da te non aspetto, da te non voglio niente - dichiara allora con fortezza Margherita - nata povera, povera voglio morire; ma tu ricorda che se, fatto prete, un dì per sventura fossi ricco, nella tua casa non mi vedrai!

Nel 1884 una signora si presenterà con un bambino a D. Bosco, che alla madre domanderà se del figlio fare un prete. - Prete? piuttosto morto! - Il triste dilemma posto alla Provvidenza sarà raccolto: otto giorni, e il bambino negato sacerdote all'altare, discenderà cadavere nella tomba (1). Ed invece misurate il senso cristiano, la fede e la generosità dell'umile donna di Castelnuovo, che al figlio sulla soglia del santuario, con una eloquenza quanto breve, altrettanto sublime, vigorosa ed efficace, incide nell'anima la consacrazione a Dio solo, la ragione e tutto il programma del ministero sacerdotale!

- Sventura per un prete l'arricchire - ha detto Margherita - sventura! e quella parola tutta la vita di Giovanni accompagna ed ìnforma.

Sacerdote novello ha offerte di stipendii e le declina, stentando il pane: povera sarà sempre la sua veste, povera la sua camera; e quando pure a Maria egli qui innalzerà una meraviglia di tempio, e a cento e a mille, di chiese e di istituti ammirati popolerà la terra, Egli si riconoscerà e sarà contento di essere strumento della Provvidenza - ma per sè non chiederà, non vorrà nulla - l'ultimo posto, l'ultima veste, l'ultimo pane gli basteranno, saranno anzi la preghiera e il desiderio dell'umile figlio di Margherita, memore sempre della parola della madre: Sventura! Verrà giorno, e non più solo, ma cìrcondato da immense schiere, a queste schiere dovrà Giovanni consegnare una legge e dire un programma: componendo a senso apostolico una frase biblica., sulla fronte, sull'anima di tutti i suoi discepoli e cooperatori, egli scriverà: Da mihi animas, caetera tolle: « Le anime, non altro ! » Risaliamo: questo programma del Venerabile è la traduzione, libera, se volete, ma non altro che la traduzione della parola e del programma della madre: Sventura!

Mamma Margherita, chi ti avesse detto che nell'umile stanza dei Becchi, coll'ammonimento forte, ma del pari affettuoso, che innestavi nel figlio, avresti data una legge, alla quale con eco fedele avrebbero risposto ed obbedito a mìriadi altri figli da ogni angolo della terra? Quanti decreti di imperatori, quanti codici dei parlamenti, quante dottrine di sapienti cadono, neppur di lontano emulando la forza, i miracoli, la glora di questa parola di madre cristiana: Sventura!

*

« Se ricco, non mi vedrai! » aveva detto Margherita; ma allorchè sente il figlio, povero e circondato da poverissimi figli, allora è con lui. I pochi beni di fortuna vendono per convertirli in pane; e ciò che più dei beni di fortuna aveva caro la pia, le gemme di sposa e il casolare testimonio delle gioie di madre, tutto cede e destina a sollievo dei miseri: generosa sulle vie di Dio, Dio non la abbandonerà. E forse un giorno trepidò nella sua confidenza o trattenne la mano nella sua carità?

Nell'anno 1854 il colera invade Torino e per giovare nella comune e grave sciagura, Don Bosco trasforma in alacri e generosi infermieri 44 dei suoi giovani, che di qua, di là manda a confortare, a soccorrere i fratelli, con non nuovo ma sempre ammirevole esempio della infinita e rapida versatilità della carità cristiana. Ma uno ritorna, che alla mamma - era per tutti il nome di Margherita - narra di un infelice che giace in estrema miseria, senza un lenzuolo che lo ravvolga e ricopra. Subito in ansia si fruga, ma nulla si rinviene: l'unìco capo di biancheria finalmente si trova, che la pietosa donna consegna col comando: «Prendi e corri!» Era una tovaglia! (1). Una prima parola aveva detto un programma la incarnavano, la confermavano i fatti.

Ma un'altra parola di mamma Margherita dev'essere ricordata. - E una sera di maggio con un diluvio di pioggia; ed alla porta di D. Bosco batte un orfano, tutto cenci e fame. E accolto, riscaldato, nutrito: letto non v'è, ma cuore industre lo crea, e Margherita vel conduce e reclinata sull'infelice, che forse per la prima volta seppe allora la carezza di una mano materna, mormora una parola di soave consiglio, di desiderio di vita onesta e santa. Quella parola al primo orfano raccolto ebbe pure un'eco ed ancora continua e si ripete. Ogni sera nelle cento e cento case salesiane, dopo la preghiera, una voce tenera sfiora il crine dei chierici, degli artigiani, dei bambini, e in ogni anima depone un pensiero, che doni il sonno placido e, nei sogni, candide immagini e visioni d'angioli. È mamma Margherita, che col labbro dei figli, ai nuovi orfani rinnova un invito di cielo.

Madri, che mi ascoltate, per voi il richiamo di questi fatti, che con tanta evidenza esprimono la grandezza e potenza vostra. Si ripete che i destini delle nazioni stanno sulle ginocchia delle madri: è vero: ma quante comprendono e misurano la responsabilità che quella espressione discopre, e quante rispondono? lo non ho mai creduto madre dell'infelice che ad una casa salesiana tentò offesa, colei che il giovane guidava e spingeva all'opera nefasta; cuore e mano di madre questo non avrebbero fatto mai: ma poi cuore e mano di madri fanno sempre quanto è in lo o potere per la salvezza, per la grandezza dei figli? Un palpito destato in un punto dell'Oceano da tutti gli oceani è risentito e la marea questo palpito ridice in ogni seno, ad ogni fiume; al palpito destato dalla pia Margherita ogni dì, da ogni angolo della Chiesa, rispondono miriadi di cuori. Madri, ai vostri figli ditela la santa parola, che voi possedete ed è tanta parte della ricchezza, della grandezza, della efficacia vostra: ditela la santa parola: avrà un'eco lontana e non morirà con voi.

E richiamo l'immagine della palma che sorge, e - non cuscuta parassita e strisciante, non albero nano, che schiavo o dimentico delle altezze, a fior di terra si svigorisce in rami bassi e radenti - diritta, senza divisioni (non badiamo ad anomalie od eccezioni), rapida, ed anche elegante si slancia nel cielo! Ogni foglia, che nasce, presto si ritira per dare origine e sostegno ad altra foglia più sublime: sola, in alto, si svolge la gemma per la quale l'albero cresce; e poi là, in vetta, le grandi foglie, avide ed anelanti al sole, che nel sole purificano ciò che loro manda la terra, a la terra ricambiando frutto dolce e copioso.

Prima che nelle opere esterne io vorrei che questo fiorir di palma lo avessimo da contemplare nell'ìnterno, nell'anima del Venerabile, che diritto, senza divisioni, senza rami che radono terra, svolgendo gemme sempre più sublimi, e come di foglia in foglia, andando di virtù in virtù, continuamente sale, e sospirando a Dio, sole di giustizia, in Lui sempre più purifica l'amore e matura benedizioni di salute. Voi che aveste grazia di conoscerlo nella Sua vita, voi qualche sìllaba potete dire della storia intima di questa palma ; e quanti da Lui avete avuto un eccitamento a crescere nella santità, o confidandogli la coscienza, da mano esperta e sicura avete sentite curate e guarite le miserie vostre, voi tutti potete dire quanto il Maestro rifletteva in voi dello studio, della cognizione, delle ascensioni disposte nell'anima Sua. Consiglierà che «bisogna tutti i giorni fare un passo verso il Paradiso (1), » e ai troppo ardenti, poi facilmente e presto sfiduciati e inerti, suggerirà: « Non vi vogliate far santi tutto di un colpo »: ammonimenti preziosi che rivelano la palma che sa il salire continuo e costante di foglia in foglia, il salire lento però, che nel deserto evita le illusioni opprimenti della fata morgana e-assoda le virtù. Le opere esterne dei santi sono il traboccare del loro cuore, sono un rigurgito dell'amore col quale palpitano per il Padre che sta nei cieli e per i fratelli pellegrini sulla terra: ma il crescere dell'onda è simmetrico e rivela il crescere della vena nelle viscere del monte, come il crescere del calore risponde all'innalzarsi del sole.

Non mai parlò di sè e delle grazie che l'illuminavano - Lui, che, umile dì cuore avrebbe voluto passare ignorato e nel libro divino aveva letto che è bene nascondere i misteri del Re - ma pur non sollevando che poco lembo di velo, anche nel nostro Venerabile il Signore ci fa comprendere che è nell'interno che sta prima e dall'interno che irradia ogni gloria o splendore. E questo ho desiderato di notare, per me e per tutti noi, Sacerdoti e Fedeli miei fratelli, che rapiti dal sorgere, dal crescere gigantesco, dal dilatarsi delle opere salesiane, troppo ci arrestiamo nell'incanto esterno e non, quanto almeno dovremmo, non ne penetriamo l'intima vitalità. Troppe volte ci fermiamo a contemplare un volto roseo e non pensiamo al cuore che pulsa per colorirlo: ammiriamo il petalo che sì apre, l'arancio che s'indora e non pensìamo alle radici pallide e nascoste, che con ansie di madre strappano dal terreno la vita! La ragione, la forza dello sviluppo delle opere salesiane era nel crescere e nel palpitare dell'anima di Don Bosco: la palma si dilatava nelle foglie perchè pura e copiosa era la linfa che di dentro l'innondava: il secreto delle sue creazioni e delle sue conquiste nella sua carità e nella sua virtù.

Non entro nei misteri della grazia e nella economia delle sue manifestazioni: ma questo, o Fratelli, vorrei ora dedurre per proposito nostro : le opere di religione e di carità di Don Bosco sono sgorgate dalla santità, prima e con somma cura da lui coltivata dell'anima Sua: saremo Suoi veri cooperatori e figli, se la santità, che voglìamo far rifiorire negli altri, prima l'avremo educata in noi. Cresca prima la palma: l'oasi verrà poi. Non piantate nella sabbia: radicate l'albero nell'acqua viva: allora solo starà.

Le opere.

Ho detto: dalla palma l'oasi - e la fantasia subito ci dipinge e quasi ci fa sentire il fresco e l'ombra e la verzura, a cui anela la carovana affranta, e ci par di vederlo, il cammello assetato, protendere il collo ad invocare, a pregustare il refrigerio dell'acqua, e dall'alto della sella l'arabo colla mano salutare il rìposo vicino.

Immagine più bella e propria delle oasi io non saprei dire per indicare glì Oratorii, gli Istituti salesiani, vere fioriture di palme, che carovane numerose additano in benedizione e cercano a ristoro : purtroppo però la similitudine ha dei raffronti anche dolorosi e ci costringe a ripensare che sull'oasi, non di rado, passa in desolazione il turbine violento ed affocato del deserto, e a ricordare che d'oasi in oasi van raminghe le carovane, talvolta non accolte come di amici e pellegrini, temute invece come di predatori. Anche sugli Oratorii passò il turbine, e sul Venerabile e sui suoi figli s'addensò il sospetto.

I primi giovani che il pietoso Sacerdote si raccoglie intorno sono detti sbarazzini, monelli, mascalzoni; le adunanze, i catechismi, i giuochi un chiasso assordante ed incomposto da non potersi tollerare: don Bosco in ferrovia si sente giudicato un intrigante e un truffatore, e chi dei vicini crede di essergli benevolo lo fa un illuso od anche si presta per arrestarlo nell'opera e tradurlo al manicomio : la carovana è temuta come di beduini: ed eccola, d'oasi in oasi respinta, dalla prima stanza del Rifugio alle due stanze Barolo, alla chiesa di S. Martino, e poi al cielo scoperto, alla terra nuda, ai prati di Valdocco. Pareva ed era guerra, ed invece era il Signore, era Maria che si servivano di mani ostili per trapiantare i fiori - i cavoli, diceva il Venerabile - dove s'erano eletto il giardino!

E Valdocco, la valle degli uccisi (Vallis occisorum), e per quanto profanata da ritrovi e da allegrie, a cui non gli angeli del cielo ma altri sorridea dal profondo, la pietà dei Torinesi la teneva cara, perchè luogo del martirio di Solutore Avventore e Ottavio. Di sopra lo squallore e il deserto, ma sotto le prime glebe un'onda di vita, il sangue deì martiri ; portatevi la palma, fiorirà. Versato, non è morto, non muore il sangue dei martiri. E quanto ogni anno Napolì ammira non è che lieve manifestazione esterna e saggio tenue di quanto il sangue dei martiri, sempre e dovunque, fa nella Chiesa, ribollendovi e scorrendo a suscitare eroi, a ridestare vite vigorose, a portare salute. Discendete con opere di fede, continuazione del desiderio e delle opere dei martiri, discendete fino al sangue loro: le radici, che ne beveranno, sorgeranno in pianta sempiterna. Oh forse non è tale l'Ausiliatrice, nata, sorta, cresciuta per incanto, da otto lustri benedetta, dove i Martiri gloriosi han dato il sangue ed ora hanno culto ed altare ?

Il sangue dei martiri però non era che un nuovo afflusso di grazie, onda che s'aggiungeva alle onde delle altre grazie, colle quali già il Signore aveva illuminato e diretto il suo servo. Non parlo dell'ingegno robusto, aperto e così facile al sapere: non della multiforme e copiosa erudizione, che per l'ampiezza e profondità, mirabile in un uomo, miracolosa parve in Lui, che il guadagno delle poche ore concessegli di studio avrebbe do vuto veder disperso nelle molte e svariate occupazioni e fatiche esterne: ma come tacere, come non pensare ad un torrente continuo e sovrabbondante di luce straordinaria e di favori celesti, quando le anime, le coscienze, le persone, i tempi,, i luoghi lontani e inesplorati, gli avvenimenti si conoscono da Lui penetrati, interpretati, letti, e, pria che sorti; calcolati, coordinati e stretti, quasi pietre di edificio, in un disegno vasto e meraviglioso?

Oh profetico sogno di bambino eletto, che la vocazione e le opere di un apostolato immenso vede nel gregge di agnelli pascenti trasformati in fanciulli puri e senza macchia: - che turbe misere di figli deformi contempla risorgenti alle bellezze candide della virtù : - che sul terreno ingrato e sabbioso (1) del deserto assapora il profumo e l'incanto dell'erbe e dei fiori: - che le chiese, le officine, le turbe dei fanciulli nostri ed i selvaggi della Patagonia estrema vede, numera e segna a sicura e pia conquista! Chi primo ne sentì e non ebbe pupille di fede (e quanti sono che neppur vedono il nascere del sole!) s'impietosì per un illuso e deplorò uno stolto vedute corte d'una spanna non seppero discernere e scrutare le infinite vie di Dio; menti deboli e memorie labili non compresero, non ricordarono che ciò che è sapienza alta negli uomini è stoltezza presso Dio - che le cose deboli ed inferme elegge Dio per confondere le forti -e che per vie, che parvero stoltezza, piacque a Dio di far salvi i suoi credenti ! Dio è sempre grande. Non lo è appena nella distesa immensa dei cieli, negli eserciti delle stelle, negli splendori del sole, nella violenza delle tempeste: , Dio è grande anche allora che si vela delle ombre vane di un sogno e in un fogno passa noni soli - di misericordia, di provvidenza, di amore - a librar per l'infinito! In un sogno all'antico Giuseppe Dio concede i regni del Nilo e turbe innumerevoli da nutrire e salvare: con un sogno al secondo Giuseppe dissipa i biechi disegni della politica di Erode: richiamiamo quelle semplici e consolanti pagine della sublime politica divina -e confrontiamo: chi avesse avuto fede anche nei sogni avrebbe inteso Iddio, che i regni bagnati dalle lagrime di tante madri e turbe innumerevoli da pascere deponeva nelle mani del suo servo, e a schiere a schiere i pargoli innocenti perchè li avesse salvati dalle stragi di Erode.

Non vide chi non ebbe fede: ma D. Cafasso vide e consigliò: Lasciate fare! - ma vide e intese quell'anima di martire di Mons. Fransoni, (il cui pastorale donato a Pio IX, da Pio IX, perchè da martire passasse a martire, fu donato al grande Cardinale Corsi ed è ricordo e tesoro della mia Pisa) vide e intese Mons. Fransoni, che ai giovani di D. Bosco corse subito con parola, con mano di padre - ma vide e intese il mio Cardinale Corsi, che cortesie e premure di D. Bosco che qui gli lenivano l'esiglio, ricompensò di conforti e di benedizioni: - altri videro e compresero e ne magnificarono il Signore: - i disegni di Dio, le grazie, i sogni come onda secreta passavano e palpitavano sotto le sabbie: pareva aridità di deserto, e sorgeva la palma, che farà attoniti i diffidenti, vinti i nemici: Ut palma florebit.

E allora, dove i decreti di un'autorità, che il compito supremo di far salva la gioventù di Torino, tristamente tradiva cercando di ritornar orfani i figli ai quali la Provvidenza aveva largito un padre? Dove i denigratori, dove i derisori ? e - diciamolo pure, chè a tanto coll'odio arrivo la prova - dove gli assassini, che collo scherno, colla calunnia, col ferro minacciano il Santo? La triste pagina ora nessuno vorrebbe averla scritta, ma è e sta e testimonia il divino, e sia a noi di conforto e di speranza, e Dio volesse che ai cattivi insegnasse ancora che male si cozza cozzando con Dio! La quale verità, forse senza direttamente volerlo, con una trovata allegra del pari che efficace, dimostrò il nostro Venerabile in un episodio della sua vita giovanile, che richiamerò e. come riposo della mia parola e come espressione del brio, dello zelo, delle agilità fisiche e morali del nostro Padre.

In Chieri (se ben ricordo da prime letture) un giocoliere declina il popolo dalla chiesa, offrendo i suoi trastulli durante le funzioni. Che fare? Giovanni ne soffre e vuole che ceda: non ascoltato nella preghiera, lo affronterà colla lotta, e gli darà battaglia, e per vincere discenderà in campo con armi pari, e lotta e battaglia saranno di giuochi.

Non posso trattenermi dall'innestar qui subito una osservazione, che parmi un grande avvertimento. D. Bosco conoscerà i mali, i bisogni, le aspirazioni del suo secolo: industrie, commerci, lettere, scienze invaderanno le anime, e sulle anime faranno strage i ritrovi, la stampa, l'officina. Attendano quelli, che coll'archibuso pretendono vincere i cannoni Krupp: il Servo di Dio combatterà alla pari, e i ritrovi, i teatri, la musica, la stampa saranno con lui! Voi che ammirate le tipografie e le officine salesiane, e in esse toccate l'abilità e la tattica dell'uomo provvidenziale nella scelta e nell'uso delle armi, ricordate il fanciullo, che ad un giocoliere dà battaglia coi giuochi : dall'ugna il leone.

Vince in una prova, in una seconda, in una terza ancora il nostro giovane, sicchè il giocoliere indispettito un'ultima partita azzarda, e ponendo grossa posta, sfida a salire l'albero vicino: vincerà chi porrà più in alto i piedi. E primo rapido s'arrampica l'avversario, che in un attimo si vede presso la vetta tremolare sull'ultimo ramo. Più su, impossibile: si schianterebbe: il trionfo è dunque sicuro e un battimani lo saluta. Ma come uno scoiattolo subito dopo sale Giovanni, che giunto dove il rivale era giunto, serra strettamente il ramo tra le mani, e sulle mani roteando il corpo, i piedi solleva in alto e al di sopra dei rami li rivolge al cielo. Uno scrosciar di applausi per la trovata, l'agilità, la incontrastata vittoria.

Pensava: tutte le cose che sorgono dalla terra ben presto han fine; sono come le piramidi, che pur iniziate su larga base, salendo si restremano, e presto, a pochi metri, chiuse da una punta, svaniscono. Non così le opere di Dio: sfiorano la prima terra con una punta, ma più salgono, più si dilatano senza confine e misura, perchè salgono e si dilatano nel cielo. Incarnazione delle due piramidi il giocoliere e D. Bosco: D. Bosco vince non vedete? i suoi piedi, come la base delle sue opere, sono verso il cielo.

Perdonatemi, o fratelli, la confidenza della narrazione e del pensiero. Quando, pochi mesi or sono, infuriava una tempesta, in questo semplice episodio ho trovato un conforto e, tra le lagrime, la forza di un sorriso. Non permetta il Signore altre prove! Ma se, come troppo e forse più gravemente è da temere, dovessero venire, in quei momenti nei quali anche i più vigorosi si prostrano abbattuti e tutto è pianto e desolazione, farà bene all'anima la sicurezza e la serenità di un sorriso, e a procurarvelo giovi allora il guardare i nemici ripensando il ciarlatano di Chieri! E l'opera di Don Bosco? Dalla persecuzione guadagnerà. Ricordate che, a dilatarla, al Venerabile giovò anche un fulmine, quello che nel '47 gli die' la casa Vaglienti (1).

Ma più che il dilatarsi esterno, assicura che l'opera di D. Bosco è divina il suo dilatarsi interno, nelle anime, nelle quali porta e diffonde la salute.

Ritorno all'immagine della palma, che fiorisce sul deserto: sabbie affocate e incoerenti, quindi sterili, e follia il sognare una fronda. Ma chi sa le vie nascoste della Provvidenza, sotto quelle sabbie sente che pur si agita la vita: carità il soccorrerla perchè si svolga ed apra rami e fiori al sole.

Poveri bambini, primi raccolti da D. Bosco, non eravate voi le sabbie affocate dalle passioni, incoerenti perchè nessuna famiglia vi aveva raccolti, figli del selciato, come le foglie e come la polvere nelle strade aggirati dal vento , coll'anima sterile, senza rami che si distendessero nel cielo, senza fiori di speranze, senza frutti di virtù? La società che cosa aveva per voi, a voi che prometteva? Vi considerava la sua vergogna, e vi serbava il carcere e la galera! Lo seppe D. Bosco, che quando prima vi raccolse, con voi e per voi si vide respinto e cacciato alla campagna! Ho gli occhi neri - la faccia oscura - ai fanciulletti - faccio Paura - canterà uno di voi in una romanza verissima e commovente fino alle lagrime: risalite ed allargate quelle parole: non ai fanciulletti appena, a tanti, a ben molti facevate paura, e certo neppure nel Venerabile i primi raccolti dovevano alimentare troppe tenerezze, mentre, da lui difesi contro il freddo della notte, gli sfuggivano innanzi all'alba rubandogli le lenzuola!

Ma sotto queste sabbie D. Bosco intravide e sentì la vita. Anche nei recessi di cuori, che paiono abbietti, anche nelle pieghe di certe anime, che si direbbero perdute, quante volte stanno nascosti tesori di virtù, destini di paradiso! Nelle miniere del Capo il cavatore raccoglie un ciottolo nero, ruvido, informe: un colpo di martello, cade la crosta: è un diamante! Moralisti, filosofi, poeti hanno scritto pagine mirabili sulle vittime di colpevoli o forzati abbandoni, sul getto dei nostri fiori delicati, che nel fango delle vie e sotto l'unghia del bruto vanno profanati e distrutti pria che aperti; e il biricchino della strada quant'arte di poesia, di scultura e di pittura ha raccolto intorno a sè! Arte tanta, ma poi altrettanto di amore, di provvedimenti e di riparo?... Non ci occupiamo di chi disse e non ha fatto, e raccogliamoci invece con vero gaudio sul nostro Venerabile, che desiderò, volle e seppe fare.

Sotto la sabbia una vita; che però non si svolgerà rigogliosa se non la riscalderà il sole. Irradiate di questo sole Lodovico, l'omicida, e si avviverà l'incanto di fra Cristoforo: nascondetelo, questo sole, a Francesco e ad Amandina, loro negando il Bambino, la Vergine e l'Eucarestia, e voi sarete nell'isola dei predatori, nella casa degli assassini, tra i figli del giustiziato, essi pure destinati alla ghigliottina. Movendo da fatti diversi e per vie opposte s'incontrano Alessandro Manzoni ed Eugenio Sue nella stessa lezione: la mediti ed ascolti chi sogna e vuole bambini senza catechismo, senza fede, senza Dio! La mediti chi, mentre piange, e giustamente, le vittime del disastro di Milano per treni che escono di stazione e fanno disastro, non pensa poi e non prevede, ed anzi avvia per strade false, tenebrose e tristi le anime, che escono e si slanciano alla vita e, senza Dio, cadranno e faranno rovina!

Allorchè nel maggio del 1869 gli era condotta una povera cieca perchè l'avesse guarita, Don Bosco aprendole gli occhi, in un angolo oscuro della sagrestia la obbligò a raccogliere da terra una medaglia e richiese:

- Quale l'immagine?

- Di Maria - rispose la fanciulla, ed era guarita (Pag. 220.).

Anche negli angoli sociali più oscuri s'incontrano delle medaglie e su tutte le anime sta una impronta divina: volete salvarle? aprite loro le pupille, ma fate che nelle loro prime contemplazioni s'inspirino a Gesù, a Maria. Così ha fatto D. Bosco, che, con una parola che cento volte parve rivelatrice ed inspirata, con un biglietto sotto il capezzale, con una riga, e sopratutto cogli inviti salutari e coi paterni avvisi del conféssionale le anime crebbe e condusse, come le palme ad inebbriarsi di Dio.

- Bisogna scoprirsi il capo per parlare ai giovani - ha detto scherzando Mons. Fransoni (Pag. 38) nel primo Oratorio Salesiano, dove il tetto, troppo basso, lo costringeva a togliersi la mitra.

La frase vale molti trattati di pedagogia e Don Bosco la incarnò in tutto il suo sistema di educazione. Anche nei cenci vide e adorò i disegni mirabili, le grazie di Dio, e per questo non isdegnò mai, anzi si sentì grande nel farsi bambino coi bambini. Dopo aver avuto da Lui una parola e una benedizione (23-24 ottobre 1883) io lo vidi in un angolo dell'Ausiliatrice, su povera seggiola, circondato di bambini, ascoltare, dire, mandare a ricevere Gesù! Lo vidi amare, lo vidi amato, tutto a tutti pur di dare Dio a tutti e tutti a Dio: e quasi naturale e spontanea cosa allora giudicai il sorgere qui di anime apostoliche ed eroiche; e gli operai che nel lavoro lodano il Signore, e i giovani che, nell'officina o nella scuola, curano gelosi il loro candore, e i sacerdoti che ad una volta sono claustrali e secolari, condiscepoli e maestri, scrittori e tipografi, letterati coi Classici latini e italiani, e popolari colle Letture Cattoliche, musici ed architetti, e per le lontane regioni missionari ancora pronti sempre e dovunque a quanto carità comanda; queste forme, queste creazioni d'uomini non mi meravigliarono, tale la pianta, tali i rami: la palma fioriva. E si ebbe così l'olezzo di Domenico Savio, di Michele Magone e d'altri allievi dell'Oratorio, che a quanti qui siamo procurarono prime letture ed esempi che ci han fatto del bene: così si ebbe una corona di martire sul cadavere di Mons. Lasagna, così tra i lebbrosi l'immolazione eroica di D. Unia... così... Ma d'altri non dico, chè se d'altri potessi dire dovrei ricordare infule episcopali venute a coronaa insieme e ad indicazioni di nuovi ministeri, ed altre glorie, ed altre opere, ed altre persone dovrei ricordare, che invece solo di silenzio han sete e che del resto senza poveri richiami, già raccolgono l'ammirazione e l'amore di tutti i cuori.

La glorificazione.

Ma una cosa non possiamo tacere, che è gloria suprema - che ogni glorificazione umana vince d'infinito splendore: - la parola dell'angelico Pio, che una nuova vita infonde nella salma di D. Bosco e la invita a salire agli altari! Altra prova del potere immenso del Papa: prova suprema della virtù e delle opere di D. Bosco!

Ieri ancora intorno al suo cadavere con mesti riti e voce di pianto domandavamo per Lui il riposo: ma cessi il pianto, via le gramaglie, non in gemiti di sepolcro, ma rompano negli squilli festosi di vittoria le trombe: guardate, o figli, il Padre vostro: è nella gloria! Oh venga presto la pienezza del giorno, del quale si annunziò l'aurora, venga, venga, e l'affretti il Signore!

E allora non soltanto Torino per un ritorno che sarà apoteosi che nessuno potrà descrivere, e nella quale tutti piangeran di gioia, non soltanto nelle case salesiane, ma su tutta la terra, ma nella terra e in cielo, uomini ed angeli tripudianti inneggieranno al Santo! Era deserto, ma crebbe la palma: la sua fronda, le sue chiome eccole nella luce, nella gloria, negli splendori di Dio: ut palma florebit.

Basta? No, o fratelli. Poco prima di morire il Venerabile in un saluto racchiuse un testamento e disse: - Arrivederci in Paradiso! - L'appuntamento, il programma è dato. Palme di D. Bosco, fiorite! Nella fede, nella pietà, nelle opere - un dì nella gloria - come disse D. Rua sulla salma venerata - dimostriamoci degni di Lui! (Pag. 311).

Subissi d'applausi interruppero di frequente e coronarono il discorso dell'Eminentissimo Porporato, che per circa un'ora elevò e tenne sospese in una dolcissima estasi intellettuale le migliaia di persone presenti. Al discorso tennero dietro canti di classica fattura finamente eseguiti da un'imponente massa corale, prose e poesie di esimi poeti ed oratori, e brevi componimenti_ in quattordici lingue (francese, spagnuolo, inglese, portoghese, boemo, tedesco, polacco, russo, sloveno, ungherese, rumeno, croato, arabo, indiano) declamati da quattordici figli di D. Bosco accorsi sotto la sua bandiera da così varie regioni.

Sul finir dell'atto si ripetè l'inno con accompagnamento di orchestra, e con un'allocuzione entusiastica di Mons. Spandre aveva termine la memoranda cerimonia. Omaggio più solenne e più imponente non potevasi al certo desiderare !

L'Em.mo Cardinal Arcivescovo di Pisa partendo dall'Oratorio la sera del 31 gennaio, dopo di aver compiuto la visita dalla casa, degnavasi di mettere il colmo alla sua amabilità più che paterna col posare in mezzo ai nostri giova

netti, benedirli ancora una volta e salutarli con un affettuoso: « Arrivederci!» Grazie, Eminentissimo Principe, di tanta vostra bontà; le Vostre care sembianze rimarranno ognor scolpite nel nostro cuore e ci sarà dolce il rievocarle sovente innanzi l'altare di Maria Ausiliatrice!

NB. - Delle altre numerosissime commemorazioni di Don Bosco, di cui - come quelle di Roma e di Milano - alcune veramente solenni, sarà nostro dovere dar conto nel prossimo numero.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati devotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o se viventi in comunità la ' propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'INDULGENZA PLENARIA:

ogni mese:

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno; 2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza.

dal 10 marzo al 10 aprile

1) il 25 marzo, festa della SS. Annunziata;

2) il io aprile, commemorazione dei sette dolori di Maria SS.ma

Inoltre: ogni volta che essendo in grazia di Dio (senza bisogno di accostarsi ai SS. Sacramenti o di visita a qualche Chiesa) reciteranno 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità ed un altro Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione dei Sommo Pontefice, lucreranno tutte le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella.

Tra gli Emigrati.

BOULOGNE=SUR=SEINE (France) - Una cara notizia.

DA Boulogne-sur-Seine riceviamo una notizia che tornerà di grande edificazione ai lettori del Bollettino.

Uno zelante Cooperatore salesiano di quella città, non contento di leggere il Bollettino francese, volle pure associarsi all'edizione italiana, mandando a tal fine una generosa offerta. Da varii mesi, dopo averlo letto, egli si affretta di trasmetterlo al sacerdote che dirige la cappella degli Italiani, assai numerosi in Boulogne presso Parigi. Per l'opera di lui e della suora di S. Vincenzo do' Paoli che si occupa della Colonia italiana, si cominciò a leggere tutte le domeniche nella pubbliche riunioni il nostro Bollettino con immenso piacere e profitto di tutti coloro che vi assistono.

Noi ringraziamo di cuore coloro che sono stati iniziatori di questa opera buona, siamo disposti a mandare un certo numero di Bollettini italiani a quei cari connazionali, e saremmo felici di enumerare fra i nostri Cooperatori coloro che ne facessero domanda.

BUENOS AIRES - Azione Salesiana a favore degli immigrati in quella capitale.

Non potendo dare, per mancanza di spazio, tutt'intera la relazione promessa, ne pubblichiamo una parte riassuntiva. La relazione venne inviata dall'ispettore salesiano D. Giuseppe Vespignani a S. Ecc. Rev. Mons. Arcivescovo di Buenos Aires e fu inserita nella Rivista Eclesiastica del Arzobispado de Buenos Aires del mese di ottobre u. s.

Eccone alcuni brevi appunti relativi all'azione salesiana a favore degli immigrati in Buenos Aires.

« In otto chiese pubbliche (di cui due parrocchiali) esercitano il sacro ministero 43 sacerdoti salesiani, la maggior parte dei quali sono italiani, alcuni tedeschi e polacchi ed altri francesi ed irlandesi.

» In due chiese pubbliche, La Boca e Mater Misericordiae, si predica in italiano tutte le domeniche e s'insegna, il catechismo in italiano ogni giorno. Nelle altre chiese si predica mattino e sera in castigliano, ma in forma popolare, cosicchè anche gli italiani possono comprenderlo. E qui è da notare che gli Italiani che si fermano in questa capitale, non già dopo alcuni mesi, ma solo dopo alcune settimane vanno trasformando siffattamente il loro linguaggio che dopo un anno son più le parole spagnuole che usano nei loro discorsi, che le italiane, o meglio che i vocaboli del loro dialetto... Difatti noi stessi dovendo tener talvolta qualche conferenza agli italiani che prestano servizio nei nostri collegi, cominciamo a parlare in italiano, ma, poi ci vediamo costretti a proseguire in castigliano, poichè gli stessi napoletani usano più parole spagnuole che italiane, e se loro si volge la parola in italiano, ci rispondono subito in dialetto che... non comprendono nulla!

» La nostra assistenza agli italiani torna più profittevole nella parte riguardante l'educazione dei loro figli, negli Oratori festivi. Son più di 2500 i fanciulli che accorrono agli oratori salesiani nella sola capitale e più di 2000 le fanciulle, che frequentano gli Oratori femminili diretti dalle Figlie di Maria Ausiliatrice... Pochi giorni fa, continua D. Vespignani, io vidi nell'Oratorio femminile della Boca più di 900 fanciulle ; e in quello di Almagro il giorno di S. Luigi 1200 fanciulli. Ora sono dodici gli Oratori aperti a benefizio degli emigrati, specialmente italiani, in Buenos Aires. Quanto bene di più, se si potessero moltiplicare ancora!

» Le Scuole esterne, nelle quali 80 %degli alunni sono italiani o figli d'italiani sono un altro campo dèll'Opera di D. Bosco. Qui in Buenos Aires i Salesiani hanno cinque esternati ed altrettanti son quelli delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Fra interni ed esterni gli alunni che frequentano le scuole salesiane nella sola capitale sono più di 2000 e 1750 le alunne delle scuole delle Figlie di Maria Ausiliatrice. A detti giovani sono da aggiungere 350 artigiani che frequentano le scuole professionali di Almagro e di Maldonado. Così in Buenos Aires son circa 4000 fanciulli e fanciulle che si educano in elemento italiano all'ombra della bandiera di Don Bosco. »

Ci spiace di non poter riferire un po' minutamente anche dell'azione spiegata con altre opere, ad esempio per via di associazioni (il solo Circolo Operaio della Parrocchia di S. Carlo in Almagro conta 6oo soci), mediante il servizio religioso negli ospedali ed anche nelle fabbriche, e soprattutto per mezzo del Segretariato del Popolo stabilito presso la cappella italiana « Mater Misericordiae » (Moreno y Solis), di cui tutte le case salesiane dell'Argentina son ritenute e funzionano come altrettante figliali.

VIEDMA (Repubblica Argentina). - Per gli emigrati in Patagonia.

Il Flores del Campo che si stampa dai nostri Confratelli di Viedma in Patagonia pubblica nelle sue ampliate colonne quest'avviso in lingua italiana:

Pei cari connazionali Italiani.

La Direzione e Redazione di Flores del Campo desidera cooperare al benessere e sviluppo della Colonia Italiana e a questo fine si offre a procurare lavoro agli emigrati recentemente arrivati.

Si offre a fare i tramiti necessari per raccomandare gli emigrati di lodevole condotta alle autorità.

Parimenti si incarica di spedire denaro, scrivere lettere e prestasi il più che sia possibile per assicurare agl'Italiani poveri una felice residenza nella nazione argentina.

Il servizio è gratuito. L'unica condizione richiesta per essere aiutati si è la presentazione di documenti che attestino la buona condotta.

S. FRANCISCO DI CALIFORNIA - Una nuova Società a vantaggio di emigrati italiani e portoghesi - Altre notizie.

Ci scrivono da S. Francisco: « Quì e in Oakland si è fondata una nuova sezione del Young Men Institute, in S. Francisco per gli Italiani ed in Oakland pei Portoghesi. Questa fiorente società cattolica, sparsa per tutti gli Stati Uniti, è destinata a fare un bene immenso alla Chiesa ed alla Società. I suoi membri salgono a centinaia di migliaia sempre pronti a combattere per la Chiesa e per la Patria, e sempre pronti ad ubbidire ai comandi del Sommo Pontefice, cogli scritti e coll'esempio.

» La Sezione di S. Francisco prese il nome di Don Bosco Council (Circolo Don Bosco): le condizioni per esservi inscritti sono le seguenti:

1) Religione: - Cattolico praticante.

2) Età: - da 18 a 5o anni.

3) Sana costituzione fisica.

4) Tassa mensile: - uno scudo.

5) Tassa di entrata: - secondo l'età, da 2 a 5 scudi. I benefizi materiali sono questi: 1) Per malattia, dieci scudi la settimana. 2) Per funerali: cento scudi.

» Il Circolo Don Bosco venne riconosciuto dal Gran Presidente del Y. M. I. della Costa del Pacifico, sig. J. B. Queen, accompagnato da grandi Ufficiali dell'Ordine e da Rappresentanti di altre Sezioni della città il 4 dicembre. Sono già ottanta i baldi giovani figli d'Italia iscritti al Circolo D. Bosco. »

E da Oakland riceviamo

« Il freddo e la pioggia fecero ritorno anche tra noi, e se per una parte calmano il moto febbrile della riedificazione della città, sono per altro lato di grande vantaggio per le seminagioni e per la campagna.

» La città di Oakland, risparmiata dall'incendio, è in continuo progresso e conta ormai duecento mila abitanti. Si parla di formare una sola città con San Francisco e varie altre città dei dintorni, cosicchè se il progetto si effettua, San Francisco diverrà una delle più estese e grandi città degli Stati Uniti.

» La nostra scuola domenicale, coadiuvata dalle Suore Canadesi del Nome di Maria, continua a progredire. Ci rincresce però di non avere terreno per fabbricare una scuola giornaliera, che sarebbe di grande vantaggio per istruire nella religione i figli degli emigrati portoghesi, ai quali attendiamo. Per ora procuriamo di dare il maggiore sviluppo alle scuole serali, in cui, oltre la religione, s'insegna non solo l'inglese, ma anche il portoghese. »

NEW YORK. - Il I° Anno del Segretariato del Popolo. - Una scuola fiorente. - Un'altra splendida iniziativa.

Il 28 gennaio u. s. festeggiavasi il primo anno di vita del Segretariato del Popolo, istituito presso la Chiesa della Trasfigurazione ufficiata dai nostri Confratelli in New York e precisamente al 31 Mott Street, diretto dal zelantissimo D. Eucherio Gianetto. Ecco come ne parlava un giornale per nulla sospetto di clericalismo, l'Araldo Italiano di New York, nel suo numero del 30 gennaio.

«Segretariato del Popolo. - Molti non sanno che cosa sia quest'istituzione e ben pochi conoscono quanto bene essa vada facendo tra noi.

» Il Segretariato del Popolo è una istituzione, dove gli operai, i poveri, i bisognosi, in genere tutte le persone di condizione « disagiata » di qualsiasi opinione e paese, possono avere, gratuitamente, consigli, consulti legali, arbitrati amichevoli nei loro interessi e bisogni ; è una istituzione, dove per loro si fa ricerca di quei documenti e si assumono quelle informazioni, che possono essere necesarie in tante circostanze della vita. I poveri operai della campagna e della città sopraffatti dalla necessità del lavoro quotidiano, ignari della lingua, dei costumi, dell'ordinamento delle pubbliche amministrazioni, nè potendo per lo più provvedere in modo efficace ai loro interessi, si presentano all'Ufficio del Segretariato del Popolo, narrano il loro caso e tosto persone amiche, caritatevoli, capaci , sono lì pronte a servirli ed a torli d'impaccio.

» Il Segretariato del Popolo dà loro consulti e suggerimenti, scrive lettere, corrisponde coi Parroci, Sindaci, Consoli; facilita le relazioni colle Curie Vescovili, coi Tribunali, coi Notari, colle Amministrazioni del Governo e dei Municipii.

» Gli operai trovano così nel loro Segretariato norme ed aiuti per i matrimoni, le successioni, le peripezie, i consigli di famiglia, la tutela dei minori, la rivendicazione di un diritto, di una proprietà, l'esazione di una somma, il pagamento di un credito, non solo, ma trovano nel loro Segretariato indirizzi pratici per ben educare i figliuoli, collocarli in istituti di beneficenza qualora ne avessero bisogno, ed averne una guida sicura per non smarrirsi negli intricati labirinti dei procedimenti.

» È stato fondato un anno fa dalla Conferenza di San Vincenzo dei Paoli della Chiesa della Trasfigurazione di cui è parroco ben amato il Rev. Don Coppo, e sotto la vigile ed intelligente direzione del benemerito Rev. Don Gianetto ha la sua sede al 31 Mott Street, nei locali concessi gratuitamente dai Reverendi Salesiani. A festeggiare il suo primo anno di vita benefica e promettentissima, martedì i Reverendi Salesiani invitarono ad un famigliare banchetto nella sede stessa dell'Istituto alcuni amici e rappresentanti della stampa. Fu una festa intima cordialissima, inspirata ai più elevati sensi di bontà e di filantropia. Presente al lieto convegno, capitato per caso a visitare le Scuole dei Salesiani di Mott Str., v'era il Rev. Thorton ispettore delle scuole cattoliche di New York, il quale a fin di tavola c'intrattenne con lucida esposizione sull'incremento di queste scuole in Manhattan e Bronx assorgendo coll'eloquenza di molti dati statistici, all'importanza ed alla necessità di questo ramo privato di educazione popolare a New York, per cui si spende ogni anno più di un milione di dollari e si istruiscono e si educano circa 6000o scolari.

» Il Rev. Don Coppo ribadì le benemerenze delle scuole cattoliche, e passando allo scopo della riunione illustrò l'istituzione del Segretariato del Popolo, che merita tutto l'appoggio dei buoni, tutto il patrocinio della stampa onesta. Don Coppo, a meglio dimostrare la verità delle sue belle ornate parole, accennò vari graziosi anneddoti, che vennero continuati con dire paternamente bonario dal Rev. Gianetto direttore instancabile del Segretariato. Egli ci comunicò fra l'altro la seguente relazione:

Connazionali che fecero recapito al Segretariato del Popolo nel 1907:

Per occupazione Occupati 1° Trimestre N° 280 N° 18o 2° Trimestre N° 411 -» 267 3° Trimestre N° 157 » 104 4 Trimestre N° 567   » 84

Totale 1415   Totale 635 Connazionali poveri ed ammalati aiutati a rimpatriare N.° 45.

Lettere ricevute nel 1907: N° 1454. Informazioni per corrispondenza:: N° 839. Prigionieri visitati : N° 198.

Prigionieri dei quali si ottenne la liberazione perchè condannati ingiustamente: N° 3.

Orfani collocati in istituti cattolici gratis : N° 20.

Semi gratuitamente : N° 2 - Totale: N° 22. Ammalati visitati negli Ospedali : N° 428. Biblioteca circolante gratuita , volumi richiesti

N° 190.

Spesi per vitto, alloggio, scarpe, carbone, latte alle famiglie povere, viandanti ecc. ecc. 1ooo e più dollari.

» Una spontanea ovazione accolse l'affettuosissima chiusa di Don Gianetto... In tutti non era che un solo augurio : l'augurio di veder sempre più prosperare e fiorire nell'avvenire la benefica istituzione del Segretariato. »

L'articolo chiudevasi con queste gentili parole

» Delle cortesie e della ospitalità cordialissima usataci ringraziamo vivamente i benemeriti Salesiani facendo voti, che il più brillante successo arrida sempre a questo nuovo ramo del loro ministero di carità, di bene, di pubblica assistenza. »

Una scuola fiorente è la nostra scuola parrocchiale annessa alla ricordata Chiesa della Trasfigurazione. Cinquecento cinquantatre bambini e ragazzine della Scuola, retta con tanto amore e spirito di sacrifizio dalla benemerite Suore del Sacro Cuore, la vigilia di Natale, nel pomeriggio, gremivano l'ampia sala sottostante al tempio. Quel mare fluttuante di testoline brune e bionde, quegli occhietti scintillanti, quelle manine irrequiete che si scambiavano strette affettuose, rapide tiratine d'orecchi, furtivi pizzicotti, quella gioia spensierata, gaia, spontanea che è un privilegio dell'innocenza, riempivano di giubilo gli animi degli spettatori.

Ma appena le armoniose note del pianoforte echeggiarono ed il sipario fuggì in alto lasciando vedere l'albero del Natale ed un gruppo di angioletti biancovestiti che intuonarono un inno soavissimo, regnò un religioso silenzio. Ed i canti si alternarono ai suoni, gli applausi agli evviva, le tipiche smorfie ai battimani entusiastici. Quanta grazia nella recitazione di una commediola, quanta spontaneità nei gesti e nei movimenti di quei minuscoli attori, ignari, nella loro spensieratezza, del panico e della tremerella dei grandi artisti!

Il parroco Don Coppo disse poche parole, applauditissime, e il nostro Don Diamond pronunciò diciamo così, il discorso ufficiale. Egli deve conoscere tutti i segreti del cuore infantile se, come ci scrivono, potè strappare ad ogni frase voci entusiastiche di tripudio, scoppiettii di risa argentine e mille „Yes, Father" da tante anime candide !

O impenitenti fautori della scuola laica, degnatevi di assistere, almeno una volta, ai saggi dell'educazione e dell'istruzione informate ai santi insegnamenti della Fede e ne resterete ammirati!

L'indimenticabile festa si chiuse colla distribuzione di bei doni a tutti i 553 allievi.

Un'altra splendida iniziativa, dovuta ai nostri Confratelli ed alla Conferenza di S. Vincenzo de' Paoli della stessa parrocchia della Trasfigurazione, fu l'apertura di un corso di Conferenze pei nostri connazionali, incominciato sul finire del 1907. Ogni venerdì sera, alle ore 8, queste conferenze istruttive e dilettevoli si tengono nella sala delle riunioni parrocchiali al n. 1o8 Park St. I temi sono svariatissimi e i conferenzieri abili e competenti. Ad es. il sig. De Laurienzes parlò sul problema agricolo in California; l'ing. Brigante sulle gallerie subacquee; il dott. Caccini sulla tubercolosi ecc. ecc. Non mancano a quando a quando argomenti religiosi, ad es. sulla storia dei Papi - sul Sacerdozio, ecc.; come anche a maggior allettamento pei cari emigrati, le utili ed istruttive conferenze vengono alternate con Concerti musicali, dati per opera di maestri e dilettanti della colonia italiana.

TRA I FIGLI DEL POPOLO Cronaca degli Oratorî festivi.

PARMA. - Per un comitato di Dame patronesse.

Si è costituito in Parata un comitato di signore per un nobile intento di religione e di civiltà. È triste cosa l'egoismo, sia esso individuale sia domestico. Chi si chiude in sè stesso o nella cerchia della sua famiglia, pago della educazione e della cultura propria e dei suoi, non mostra d'amare il suo paese. Una persona per bene, stimabile e stimata, non può disinteressarsi di quei poveretti che per manco di educazione e di cultura non sono o minacciano di diventare persone nè stimate nè degne di stima. Lasciamo stare gli adulti pei quali omai c'è ben poco da fare; ma chi potrà dire di compiere i suoi doveri di cristiano o semplicemente di cittadino, se assistendo per le piazze e per le strade allo spettacolo rattristante d'una gioventù che si disfiora nel vizio precoce e nell'abbandono, nulla fa per rimediare a tanto male, contento che i suoi figliuoli e le sue figliuole non siano avviate per quella chinai E costoro, a cui genitori pressati di occupazioni materiali o ignari dei loro più sacri doveri, lasciano così per tempo la triste libertà del male, non potranno un giorno rinfacciare alla società, e precisamente alla parte migliore di essa, l'abbandono in cui furono lasciati e l'abbiezione in cui sono caduti?

Quindi « molto saggiamente - scrive la Gazzetta di Parma - quel modello di sacerdote zelante e di ottimo cittadino che fu D. Giovanni Bosco, si preoccupava della sorte dei poveri monelli e della povere fanciulle di strada aprendo loro le porte dei suoi ricreatorii o oratorii festivi ove tra i giuochi e i trastulli proprii dell'età potesse inculcare un buon pensiero, risvegliare un buon sentimento, formare qualche abitudine di bene. Nè meno saggiamente e provvidamente un'accolta di nobili ed egregie signore sotto la presidenza della benemerita Contessa Simonetta, mirando ad ottenere un maggior bene in questo campo, riunivansi presso l'Istituto S. Benedetto in Comitato per studiare tutti quei mezzi che nella nostra città potessero portare a un miglioramento delle condizioni di tanti ragazzi e ragazze che hanno purtroppo nel trivio e nella piazza la loro misera palestra fisica e morale. Intento di questo Comitato è il favorire con ogni mezzo l'accogliere questa giovane popolazione in locali appositi ove, apparecchiando loro ogni genere d'onesto svago, poterli informare a principii cristiani e civili sforzandosi di strappare alla colpa e al disonore tanti poveretti non meno parmigiani di noi sebbene nati alla base della scala sociale. »

Alla veneranda contessa Anna Simonetta presidente del nuovo Comitato, alla colta e attiva signora Gasparotti - Bertani vicepresidente , nonchè alle altre nobili e benemerite signore, l'augurio che l'opera loro trovi largo concorso nella cittadinanza, come largo sarà il plauso di tutte quante le anime buone!

BORGO S. MARTINO. - Un esempio degno di essere imitato.

Mi scrivono da Borgo San Martino, che si vanta di possedere il primo Collegio aperto da Don Bosco dopo l'Oratorio di Valdocco:

« Bisognerebbe segnalare nella cronaca degli Oratori festivi l'esecuzione in canto gregoriano della Missa Angelorum, ediz. vaticana, fattasi alla messa solenne nella nostra Parrocchia per la festa dell'Epifania, a voce di tutto il popolo e preparata per la circostanza in tempo relativamente breve, con prove parziali negli oratori festivi, maschile e femminile, e con prove generali nella Chiesa parrocchiale. t un primo tentativo che qui si è fatto per far partecipare tutto il popolo al canto liturgico della Messa solenne: e l'esito non solo fu soddisfacente, ma tale da incoraggiare a preparare subito una nuova esecuzione, Missa de Beata Virgine, per una prossima festa. »

Eccoli serviti i cari amici di Borgo S. Martino! D. Simplicio non solo si congratula vivamente con quel zelantissimo pastore che è il sac. D. G. Bosso, Prevosto di Borgo S. Martino, il quale così bene ha saputo trar profitto dell'opera dei due oratori fiorenti nella sua parrocchia, ma estendendo i suoi rallegramenti a tutti i singoli cantori si augura di vedere il bell'esempio - ove sia possibile - esemplarmente imitato.

TRIESTE - Una cara notizia... un po' in ritardo.

M'inviano a febbraio incominciato una notizìa dei primi di gennaio, cioè, nè più nè meno, un po' di relazione sulla festa dell'Albero di Natale. Pazienza ! meglio tardi che mai... tanto più che il trattenimento riuscì assai bene.

Tanto nella recitazione che nel canto, i giovanetti diedero bella prova di sè. La banda, che vi suonò vari pezzi, si distinse nella compita esecuzione del preludio dell'opera „Mefistofele " rilevando l'accurato studio, l'indefessa pazienza e l'instancabile zelo ed amore del maestro.

I benefattori, che portarono nella festa simpatica il sorriso della loro bontà ed il profumo della loro beneficenza, dimostrarono quanto mai di essere lieti e soddisfatti della fiducia che ripongono nei frutti della provvidenziale istituzione. Vi intervenne anche S. E. Mons. Vescovo, il quale con la sua ben nota gentilezza e cortesia volle dimostrare tutta la sua soddisfazione, distribuendo con somma bontà paterni incoraggiamenti.

Dopo un brano del Perosi cantato dai giovani più adulti con molto sentimento, si presentò alla ribalta, per porgere le attestazioni di gratitudine della Direzione e dei giovani suoi compagni, il modesto e virtuoso poeta del cuore e della carità, Sereno del Salice, che tenne un forbito discorso, dimostrando tutti i vantaggi dell'istituzione di Don Bosco e dello zelo di chi per la salvezza dei poveri giovani abbandonati sacrificala vita.

I premi furono: 128 primi, 76 secondi, 93 terzi. I primi consistevano in vestiti completi, molti dei quali con maglia; i secondi in giubbe, scarpe, maglie; i terzi in calzoni, maglie, berrette, mutande, calze ecc. Tutti gli altri giovani che non ricevettero pezzi di vestiario, furono regalati di sacchetti di frutta.

NEW YORK - Seminate e mieterete

I Salesiani di New York si studiano di non trascurare la grande raccomandazione di Don Bosco di insegnare con zelo la dottrina cristiana e ne raccolgono frutti meravigliosi. L'anno scorso circa trecento fanciulli, dopo una lunga e diligente preparazione, erano ammessi alla prima Comunione nella Chiesa della Trasfigurazione.

Vedendo poi la necessità di attendere regolarmente all'istruzione religiosa di tanti giovanetti esposti a mille pericoli in quella grande città, intrapresero regolarmente una scuola serale di catechismo per i giovani operai e per quelli che frequentano le pubbliche scuole. L'impresa riuscì a meraviglia. Circa 200 frequentarono queste classi ogni sera, e 7o di essi furono ammessi alla Comunione nella festa dell'Immacolata. A proposito leggo nel Catholic News di Nuova York.

« L'8 dicembre, festa dell'Immacolata, fu un giorno di specialissima solennità nella chiesa della Trasfigurazione a New York, poichè ben 70 fanciulli e fanciulle delle pubbliche scuole fecero la loro prima Comunione. L'avvenimento ebbe luogo alla Messa delle nove in presenza di 1500 fanciulli. La messa fu celebrata da Don Coppo; e Don Dia mond, sotto la cui direzione i candidati avevano ricevuto l'istruzione ogni sera per 4 mesi, disse loro alcune soavi parole che furono ascoltate con silenzioso raccoglimento da tutti i presenti. Dopo il convenevole ringraziamento, i fanciulli furono condotti nelle attigue scuole, dove parecchi insegnanti delle classi catechistiche della Trasfigurazione li servirono di un'abbondante colazione. Gli ammessi alla prima Communione ricevettero tutti preziosi ricordi del giorno più caro della loro vita ».

TORINO-VALDOCCO. - Come si deve lavorare!

Chi si fosse trovato la seconda domenica di febbraio nell'Oratorio festivo di S. Francesco di Sales in Valdocco, avrebbe detto che quei buoni giovanetti non potevano proprio festeggiare in miglior modo il santo titolare del loro Oratorio. Le numerosissime Comunioni del mattino - tra cui molte di antichi allievi - e le devote funzioni del pomeriggio, rese più care dalla parola dotta e insieme semplice ed eloquente del zelantissimo P. Giov. Giaccardi, Filippino, mostrarono chiaramente la sincera pietà di tutta quella moltitudine di figli del popolo, che ordinariamente son circa ottocento o mille.

E perchè tanti giovani e tanti fanciulli vanno a gara per accorrere in quell'umile recinto? Che cos'è che li attira nel medesimo luogo, diversi come sono di coltura, di età e di carattere? Poichè ve ne sono dei piccoli, buona parte son grandicelli, e ve n'ha pure una bella schiera di grandi ! Certo il segreto è qui. Seguendo gli insegnamenti e le orme luminose di D. Bosco, cercasi di allettare tutti con qualche speciale attraimento. Fra mille giovanetti chi ha un' indole e chi un'altra; ma un Oratorio il quale ha un'Associazione fra gli Antichi Allievi veramente esemplare - un'instancabile Scuola drammatica fiorentissima - una brava Scuola di musica, ripetutamente premiata - una Scuola di canto degna anche di elogio - un Circolo di coltura e di svago, attraente e stimato, com'è quello dell'Auxilium coi suoi più che 1oo soci - un Circolo Sportivo, che, sebbene sorto di recente, pure comincia a dare le più liete speranze di mietere con prestezza copiosi allori, come appunto è il Circolo Valdocco - e tanti altri Circoli religiosomorali, come quelli di S. Luigi, di S. Giuseppe e del SS. Sacramento - un Oratorio dico, così mirabilmente complesso e nelle sue varie sezioni così mirabilmente completo, non può fare a meno di essere caro a tutto un mondo di fanciulli e di giovani, poiché, grandi e piccini, tutti vi si trovano iene, come se ognuno fosse in un ambiente prediletto.

Non sarà quindi bastantemente encomiato lo zelo di quanti si sacrificano nella direzione delle suaccennate mansioni, e specialmente di chi a tutto presiede e tutto dirige con vero intelletto d'amore, cioè il benemerito sac. D. Giuseppe Pavia. Ma non sarà neppure bastantemente raccomandato a tutti gli amanti della gioventù di rendere - appunto con l'istituzione di quei Circoli che si creperanno opportuni - ognor più cari ed attraenti gli Oratori.

ALTRE NOTIZIE

In Italia

- Ad Alessandria, il 6 gennaio u. s. 15o giovani segnalatisi nell'annata per frequenza all'Oratorio, per buona condotta e per punti di merito acquistati collo studio del catechismo, ricevevano in premio chi un vestito, chi un orologio, chi persino una macchinetta fotografica, e dolci e libri ecc. ecc. A tutti gli altri non ancora giudicati degni di premio speciale, fu dato un pacchetto di dolci, fornito dalla bontà dei benefattori. Disse brevi parole di circostanza, applaudite da un pubblico numeroso, il molto rev. D. Nizzi, Prevosto di S. Maria in Castellazzo.

All'Estero:

- Il 29 dicembre a Buenos Aires, nell'Oratorio festivo di S. Francesco di Sales in Almagro, una numerosissima schiera di giovani prese parte ad una gara catechistica. I premiati furono 24, altri 8 ebbero una menzione speciale.

- Da Montevideo

« La propaganda sportiva di S. Simplicio in quei suoi articoletti così ameni ed efficaci ha avuto un'ampia ripercussione anche fra i nostri interni. La squadra ginnastica costituitasi l'anno scorso sotto l'abile direzione del Prof. Giacomo Borlandelli ha già raccolto degli allori che non marciranno. Ultimamente ebbe luogo un riuscitissimo saggio nell'ampio salone del Club Cattolico di Montevideo in unione alla squadra ginnastica del Circolo giovanile del S. Cuore diretto dai Padri Oblati. La festa ha lasciato un'ottima impressione tra i numerosi convenuti e fa presentire un risveglio sportivo tra le varie associazioni cattoliche giovanili dell'Uruguay. »

* *

Ho dato quest'ultima notizia testualmente, non per un misero sentimento di vanagloria, ma per ripetere ai miei cari amici che lavorano in mezzo agli Oratori, come in realtà la ginnastica e lo sport siano un mezzo efficacissimo ai nostri dì per fare del bene fra i giovani.

Animo, dunque, amici; sappiamocene approfittare, e sempre avanti con nuovo coraggio. È questa l'immutabile raccomandazione di

D. SIMPLICIO.

La Settimana Sociale è un periodico settimanale che esce il sabato a cura dell'Ufficio centrale dell'Unione Popolare fra i cattolici d'Italia ed è destinato alla divulgazione delle dottrine sociali cristiane. Cura in ogni numero un'esatta e completa rassegna dei fatti sociali ed addita specialmente l'attività dei cattolici italiani ed esteri nel campo delle opere a vantaggio del popolo.

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DALLE MISSIONI

Patagonia Settentrionale

I.

Fruttuosa missione al nord e al sud di Chos=Malal.

(Lettera del sac. Giovanni Franchini a S. Ecc. Rev.ma Mons. Giovanni Cagliero).

Chos-Malal, 8 dicembre 1907. ECCELLENZA REV.MA,

SEBBENE Vostra Eccellenza sia così lontana da queste remote regioni, so che tuttavia ha sempre rivolto il pensiero e attaccato il cuore ai suoi figli della Patagonia, per cui son certo che l'Eccellenza Vostra riceverà con piacere alcune notizie di queste Missioni che non solo conosce de visu, ma quasi le costavano la vita. Rimettendole quindi questa relazione,non faccio altro che obbedire al vivissimo desiderio dell'infaticabile D. Gavotto, mio compagno di missione, degli altri confratelli di questa residenza ed anche dell'umile sottoscritto. Ed eccomi senza altri preamboli alla breve relazione di due ultime nostre escursioni apostoliche. Il campo assegnato alle nostre fatiche si divide in due parti: l'una è detta la Missione del Nord ed abbraccia le regioni del Nord e del Nord-Est del Rio Neuquen; la seconda è detta la Missione del Sud, poichè si estende al sud di detto fiume.

Al Nord - Una nuova cappella dedicata a Maria Ausiliatrice - Spettacolo di fede a Barranca.

La Missione del Nord comprende i punti chiamati Veranadas (che trovansi a piè della Cordigliera delle Ande che ci separano dalla vicina Repubblica del Chilì), e i centri di popolazioni di Los Meunucos, Tricau-Malal, Chapua, Barranca, Butaranquil e Chacaycò. In tutti quei paraggi l'anima del Missionario si riempie di giubilo nel contemplare il gran numero di cristiani che con vero sentimento di fede accorrono alla missione, ascoltano la divina parola e si accostano ai SS. Sacramenti.

In Tricau-Malal (anche Vostra Eccellenza lo sa) la missione non può compiersi in meno di 10 giorni, perchè i fedeli son numerosissimi e tutti desiderano di compiere le loro divozioni.

In Chapua s'inaugurò una bella e graziosa cappella dedicata a Maria SS. Ausiliatrice per cura del sig. Manuel J. Ibañez, in segno di riconoscenza per segnalata grazia ricevuta. E quindi un altro caro tempietto ad onore della nostra Celeste Patrona alle falde delle Cordigliere.

Da Chapua c'indirizzammo a Barranca, passando per la gola profonda che divide le creste del Tromen e dell'Huayle. Pare che il demonio in quel punto abbia potere di arrestare la marcia del missionario; tante sono le difficoltà che s'incontrano! L'anno scorso ivi ci colse tanta neve e poi un freddo così intenso, che a stento avemmo salva la vita: e quest'anno, proprio nel luogo medesimo, ci sorprese una raffica così tremenda che che sudammo fatica a rimanere saldi in groppa alle nostre cavalcature. Nel medesimo difficile passo due anni fa (pochi dì prima che vi passassimo noi) perivano disgraziatamente tre uomini forse per aver perduto il cammino, forse rimasti assiderati.

La missione data in Barranca (che per noi senza dubbio è la più importante del Territorio) offre ogni anno un edificante spettacolo di cristiana pietà sia pel numero dei fedeli che vi accorrono, come pel lungo cammino che molti debbono compiere per prendervi parte.

Anche quest'anno, non pochi di essi dovettero fare tre, quattro e cinque giorni di viaggio per venire a battezzare i loro figli e compiere i precetti di S. Chiesa. Per tutto il tempo che durò la missione, il prato circondante la casa-cappella pareva un accampamento militare in tempo del rancio; ed era un bello spettacolo, anche sull'imbrunire, il contemplarlo colle sue centinaia di fuochi.

Di ritorno da Barranca, per altra via visitammo i centri di Butaranquil e Chacaycò ; e qui pure il concorso dei fedeli fu consolante come nei punti precedenti.

Al Sud - Contrattempo - Affettuose ricordanze. - 467 battesimi. - Delicato omaggio.

Tornati a Chos-Malal, dopo alcuni pochi giorni di riposo cominciammo subito i preparativi per

la Missione del Sud, che è più estesa, faticosa e meno fruttuosa di quella del Nord. Non dura mai meno di 4 mesi. Quest'anno ebbe principio in agosto e terminò il primo del corrente dicembre. In alcuni luoghi il tempo cattivo mandò a monte le nostre speranze, impedendo ai buoni cristiani di accorrere alla missione. Ad esempio, verso la metà di settembre sebbene noi giungessimo a Quintricò colle migliori speranze di un esito consolante, ci dovemmo rassegnare ad avere ben poche persone, poichè una nevicata che si protrasse per cinque giorni ci tenne inerti per quasi due settimane. Grazie a Dio, la neve ci sorpresa (e fu veramente una sorpresa, perchè i più vecchi di quella Cordigliera non ricordano di aver mai visto una così grande nevicata in quelle parti alla metà di settembre) la neve ci sorprese, dico, nella casa della fattoria di uno dei più grandi amici dei Salesiani, il sig. Paolo Asiain, ricco signore spagnuolo, il quale in compagnia della sua signora ci trattò con somma cortesia e con affettuosa famigliarità.

Però anche la seconda missione ebbe in generale un esito consolante, e l'Eccellenza Vostra potrà persuadersene dall'osservare gli appunti riassuntivi di ciò che si è fatto, con i quali chiuderò questa relazione.

In Loncopuè, nella cappella pubblica, proprietà del sig. Pietro Nazarre, che Vostra Eccellenza conobbe personalmente nella missione che diede colà nel 1902, l'affluenza fu assai numerosa. Lo stesso dicasi di Las Lajas e di altri punti importanti, pei quali pure passò Vostra Eccellenza nell'ultima sua escursione apostolica.

Partendo da Nireco alla volta di Guanacos, fummo costretti a passare a guado il fiume Riñileo, che fuor dell'usato scorreva molto vorticoso. Giunti al mezzo della corrente il mio cavallo, non so perchè, per poco non mi affogava, poichè essendosi egli approfondato nell'acqua fino alle orecchie, costrinse me pure ad un bagno involontario fino al collo. Ma essendo molto forte e robusto, potè di nuovo piantar solidamente le zampe e recarmi all'opposta riva bagnato completamente, ma sano e salvo. Di tutto sia ringraziata l'infinita bontà di Dio e la materna assistenza di Maria Ausiliatrice.

Guañacos è l'ultima stazione della missione del Sud. Durante la nostra fermata, molti buoni cristiani mi domandarono notizie di Vostra Eccellenza e indicandomi il Cajon de los Caballos, quasi alla sommità della Cordigliera del vento, mi dicevano: « Fu là dove nella missione del 1887, avendo il cavallo che cavalcava perduto il freno, Monsignore cadde e si fratturò tre coste» e ci contavano il disastroso avvenimento in tutti i particolari con quella candida semplicità propria della gente del campo. Triste, ma glorioso ricordo !

Compiuta la missione, attraversammo il Rio Negro sempre terribile, tant'è vero che vi perdemmo il miglio-e dei nostri cavalli nelle vicinanze di Chos-Malal, dove giungemmo felicemente, bramosi di riposo e di spirituale ritiro a vantaggio delle nostre anime.

Le località visitate, ben note a Vostra Eccellenza, sono le seguenti: Pichiñires, Roblecillos, Collincó, Lagunas, Meunucos, Tricau-Malal, Chapua, Barranca, Butaranquil, Chacaycò, Huingancò, Chaeymelehue, Tres Chorros, Taquimilan Trilautue, Paso Cerrado, Mulichincò, Quintucò, Las Lajas, Cohuncò, S. Domingo, Carreri, Las Lajitas, Lincullin, Aychol, Jumuyumu, Loncopuè, Pino, Ñorquin, Cholar, Vilu-Mallin, Ñireco e Guañacos.

Il risultato fu il seguente:

Comunioni 2335. Battesimi 467. Matrimoni 5o. Cresime   828.

Il cammino percorso fu di 1490 chilometri.

Riceva Vostra Eccellenza queste notizie come un presente che i suoi figli di Chos-Malal le inviano per l'11 gennaio in cui ricorre il suo compleanno (1), e benedica a questa Missione, a tutti, ma specialmente al

Suo Umil.mo Figlio in G. C.

Sac. GIOVANNI FRANCHINI

Missionario Salesiano.

II. Otto mesi di missione nell'interno del Territorio del Rio Negro. (Lettera del Sac. Andrea Pestarino a S. E. R.ma Mons. Giovanni Cagliero *J

Dal Porto S. Antonio a Valcheta - Cordiali accoglienze - In casa di ex-alunni - Il battesimo di due sposi.

SIERRA Grande ha già un ufficio telegrafico

ed è residenza di un giudice, ed ora vivamente desidera un ufficio postale ed una scuola. Senza dubbio l'impianto di un ufficio postale e l'apertura di una scuola favorirebbero assai lo sviluppo intellettuale e commerciale del nuovo centro che promette di continuare il suo crescere rapido e progressivo; ma non deve far meraviglia che non si sia ancora provveduto a ciò, come tutti sospirano, poichè attesa la grande distanza che v'era tra le varie case, l'impianto di un ufficio postale e l'apertura di una scuola finora non sembravano potessero soddisfare ai bisogni di tutti. Ma oramai s'impone senza dubbio il provveder a questi bisogni nel punto più centrale, e son certo che l'Ecc.mo sig. Governatore, nella prima visita che farà a quel luogo, non mancherà di sollecitarne il compimento.

Noi ci fermammo in Sierra Grande fino alla fine del mese visitando le singole famiglie, catechizzando i fanciulli e dispensando largamente la divina parola. I frutti che se ne raccolsero furono consolanti. Vennero regolarizzati 6 matrimoni e si amministrarono molti battesimi e molte cresime; e molti furono pur quelli che si disposero ad ascoltarsi ai SS. Sacramenti. Tre fecero la Prima Comunione.

Allorché stavamo per rimetterci in viaggio, sentimmo pietà dei poveri cavalli, che ci avevano trasportati per due mesi; tuttavia ci decidemmo a continuare con i medesimi, poichè la mancanza di migliori in Sierra Grande, ci sconsigliò a prenderne in prestito, e molto meno a cambiarli con altri che eventualmente ci fossero offerti.

Costeggiando le sponde dell' Arroyo Verde quindi ricorremmo trenta leghe al nord, sempre di fronte al porto Lobos. Le acque di quel fiume hanno questo di speciale, che in un punto sono un po' salse, in un altro semipotabili e in altri luoghi quasi dolci.

Si fe' alt nella casa rustica del sig. Giuseppe Contin, che al pari del sig. Firmino Letelle, antico amico di Viedma, ci accolse in modo squisito. Mi creda, veneratissimo Monsignore, ci fu necessario pregarli che non si disturbassero maggiormente, specie il sig. Firmino e la sua degna sposa. Anche i nostri cavalli riposarono egregiamente e si cibarono tanto che, se passavano ancora una volta di là, credo che ci sarebbe impossibile il farli proseguire.

In casa del sig. Contin, la Provvidenza ci dava il conforto di vedere ricongiunte in amicizia due famiglie che da anni vivevano disunite con grande animosità reciproca. Una di esse si servì d'una astuzia ispirata dalla carità, affine di procurare quell'incontro, e l'attenzione venne così felicemente interpretata che formò l'amoroso laccio che riunì tutti i cuori. Per la circostanza si celebrò una festa di famiglia, quasi in pegno d'indissolubile e sincera amicizia. I battesimi e le cresime amministrate in Arroyo Verde furono in gran numero.

Compiuta con esito così felice la breve missione in Arroyo Verde, si continuò il viaggio verso la confluenza dei fiumi Ventana e Los Berros, che si uniscono per formare il Rio Salado di Sierra Grande, il quale va a sboccare nell'Oceano Atlantico. In quel punto, abitato da famiglie indigene, amministrai 39 battesimi, 26 a bambini e i; a persone adulte: e si benedissero due matrimoni d'indigeni legittimandone i figli.

Nel punto detto Aguada del Capitán e similmente in Sierra Colorada, ospitammo nelle case succursali dei signori Peirano e in quelle dei signori Benito, Podestà e C.

Non è facile descrivere la gioia che prova il Missionario, quando alla distanza di cento o duecento leghe arrivando ad un punto sconosciuto e chiedendo ospitalità alla porta d'una casa che vede per la prima volta, scopre nel padrone che l'abita un carissimo amico, amato e conosciuto fin da ragazzo, perchè allievo dei nostri collegi! Questa grata sorpresa ci aspettava in casa dei signori Antonio e Giovanni Devincenzi, ambidue educati nel Collegio nostro di Viedma, fin dai primi anni della sua fondazione. Ricordammo con gioia grande la bontà e l'affabilità dell'Eccellenza Vostra Reverendissima e le cure affettuose di D. Celestino Pirola e di D. Angelo Savio, ambedue di santa memoria, nonchè di D. Vacchina, di D. Veneroni ed altri di quel tempo ; come pure si riandarono mille vicende di quella vita di studio alternato colla ricreazione e le belle passeggiate compiute col loro assistente e maestro, al quale con gioia avevano dato il benvenuto ed offrivano lieta ospitalità nella loro casa.

La messe raccolta in Aguada del Capitán e in Sierra Colorada fu copiosa, poichè si ebbe comodità di fare il catechismo a molti indigeni. I battesimi e le Comunioni amministrate furono molte, si accostarono per la prima volta alla Sacra Mensa anche quattro adulti. Oh qual contentezza innonda l'anima del Missionario nel comunicare per la prima volta la luce della verità agli indigeni ignari della Fede e nel cooperare collo stesso Autore e consummatore della grazia a conquistare alla medesima quelle anime desiderose di udire la voce della verità per poi purificarsi nelle acque del S. Battesimo e corroborarsi col Pane dei forti ! Qui benedissi anche due matrimoni di indigeni, i quali non avendo comodità di poter, come vorrebbero, compiere sempre a dovere i loro desideri, son costretti talvolta ad unirsi senz'altro in matrimonio, pur desiderando e protestando di convalidare, allorché passerà il missionario, la loro unione. Le due famiglie di Sierra Colorada da me regolarizzate, non finivano di far festa nel veder soddisfatti i loro voti e di mostrare nelle loro ancor rozze ma cordiali maniere tanta riconoscenza, quale non si potrebbe desiderare migliore negli animi più civili e delicati.

Nel tragitto si die' una breve missione in Agua das, Chingolo, Cecilio e Amarga. Tutte le famiglie dei dintorni, appena seppero dell'arrivo del Missìonario, andarono a gara nell'offrirgli ospitalità e si mostrarono ben disposte alle sue istruzioni. In Amarga battezzai due sposi indigeni; ella aveva 47 anni, egli 6o; qual festa fu la loro ! La notizia si sparse in giro, sicchè altre quattro coppie vennero a far benedire la loro unione e a legalizzare la loro figliuolanza.

Da Valcheta a Cuyúm Leufú - Meraviglioso sviluppo - La mancanza di una chiesa - Una tenuta modello - L'ultimo dell'anno.

Valcheta, così detto per esser situato in una piccola valle (val-chita), oggi è un villaggio di molto commercio, che cammina rapidamente a dìvenire un centro importante. E già sede di un Giudice e di Ufficio postale; e, quanto prima, avrà pure l'Ufficio telegrafico. La scuola comunale è frequentata da 7o fancìulli; ma sono assai più quelli che per la lontananza dalla medesima non possono avvantaggìarsene.

In Valcheta v'ha pure. un gran vuoto che l'Eccellenza Vostra Rev.ma conosce e desideri sia il più presto colmato: parlo della mancanza dì una chiesa o, per ora, almeno di una cappella con modesta abitazione pel Mìssionario. Questo è veramente un gran vuoto che non si può più assolutamente trascurare, perchè di qui ad un paio d'anni, se proporzionalmente si effettua il progresso raggiunto in questi ultìmi tempi, Valcheta diverrà più grande di Pringles e di Conesa, e rìvaleggerà con Viedma. Oltre le ragionì che a prima vista consigliano una tale opera, ve n'ha un'altra che mcrita pure di essere presa in grande considerazione, ed è la facilità che offrirebbe al Missionario una residenza in Valcheta per percorrere con grande risparmio di tempo tutti i punti centrali del Territorio, dal nord al sud, e dall'est all'ovest. Se mi si permette il paragone, vorrei dire che Valcheta è per la Patagonìa quello che è Torino pel Piemonte, ossia un punto naturale di sicuro commercio, perchè punto centrale.

V'ha pure un altro vuoto in Valcheta, la mancanza di agricoltura. E vero che l'attività degli abitanti di Valcheta è assorbita dal commercio; ma le sponde del fiume che bagna il nuovo promettente paese, potrebbero divenire una sorgente di rìcchezza ancor maggiore per quegli abitatori. Intanto, appunto per mancanza di agricoltura, il costo dei foraggi è elevatissimo; un quintale di fieno, trasportato da Conesa o da Choele Choel o da Cubanea a Valcheta costa più di 10 pesos, ossia circa 25 lire italiane.

Da Valcheta continuammo per Paja Alta. Compiuto il corso d'istruzioni delle famiglie indigene e delle altre ivi immigrate, cedendo agli amabili inviti del sig. Arturo Casas, ben noto anche a Vostra Eccellenza per la sua rara intraprendenza, passammo alcuni giorni felicissimi nella sua proprietà, ove l'allevamento del bestiame e la coltivazione razionale della terra son divenute due cespiti di considerevole ricchezza. L'egregio proprietario è riuscito a convertire le sue terre in un vero giardino. Ha aperto viali di differenti specie di piante, che hanno preso uno sviluppo mirabile; ha piantato migliaia di viti; e ad impedire i danni della siccità ha condotto un canale tutt'attorno il terreno coltivato. In questo movimento l'egregio sig. Arturo è efficacemente coadiuvato da tutta la sua buona famiglia. E qui noi passammo l'8 dicembre che fu per quei cristìani il giorno più bello dell'anno, poichè vi celebrammo con la maggior pompa possibile la solennità dell'Immacolata e fra i numerosi che si accostarono alla Mensa Eucaristica vi furono pure due figli del sig. Casas.

Da Paja Alta ci recammo al fiumicello Valcheta, che risalimmo fino alla sorgente, sostando a quando a quando per soddisfare la pietà delle numerose famiglie che vi s'incontrano. Quindi passammo alle sorgenti del rio Salado, ove per lo zelo del sig. Francesco Cusich (nella cui casa commerciale fummo accolti ed ospitatì con ogni riguardo) e del suo agente il sig. Luigi Guidi, un compitissimo giovane ìtaliano, e degli altri addetti allo stabilimento, ci fu dato di potere in poco tempo regolarizzare 10 matrimoni ed amministrare 4o battesimi e 5o cresime. Qui pure convennero assai da lungi numerose famiglie cristiane per soddisfare i loro santi doveri, con tanto sacrifizio che ci commosse.

Dal rio Nahuel Neyeu ci trasportammo con faticoso cammino ad un centro ove speravamo di trascorrere nell'abbondanza di consolazioni spirituali le Feste Natalizie. Invece quanta apatia!... Si studiò ogni mezzo per vincere la riluttanza di quei cuori, ma inutilmente, per cui il giorno di Natale, in mezzo a tanta freddezza e dìciam pure a tale sìngolare ignoranza, passò assai triste. Per quanto fossimo trattati cortesemente, visto che non ci era dato di far nulla a vantaggio delle anime, continuammo il cammino fino a Los Menucos del Norte, dove provammo il conforto che ci era stato negato nella fermata precedente. Qui dopo di aver benedetto un matrimonio d'indigeni, battezzammo varii bambini e varie bambine dei dìntorni, ne cresimammo un numero ancor più grande e ne preparammo cinque alla 1a Comunione. Era il 31 dicembre 19o6, e noi circondati da quei buoni cristiani ci univamo ai fedeli di tutto il mondo cantando l'inno del ringraziamento per tutti i benefizi ricevuti !

Di quello stesso dì ci rimettemmo in viaggio alla volta di Cuyúm Leufú. Ci era stato assicu rato che non eravamo distanti più di nove leghe dalla Casa Sassemberg e C., ma le 9 leghe divennero 16, e attraverso un cammino impossibile. Quindi passata la notte sotto le tende, prima dello spuntar dell'alba ci rimettemmo in viaggio. Era nostro desiderio di giungere a qualche casolare per potervi celebrare la S. Messa, ma gli animali tormentati dalla fame e dalla sete, circa le 8 non vollero in niun modo proseguire. Rassegnatìci con molto dolore a restar privi del Pane degli Angeli il 1° giorno dell'anno, perlustrammo i dintorni in cerca di acqua che fortunatamente si rinvenne; per cui a mezzodì, mercè l'aiuto di un buon paesano, noi ci trovammo in vista della casa del sig. Mariano Mercado, che ci ospitò per quel giorno e la notte seguente.

All'indomani (2 gennaio) dopo di aver celebrato la S. Messa, raggiungemmo lo stabilimento industriale dei sigg. Sassemberg e C. dove, attesi da molto tempo, fummo accolti festosamente dal sig. Arturo Kaiser, un ottimo tedesco, e dal sig. Robustiano Coppola, nativo di Pringles. In Cuyúm Leufú visitammo varie famiglie dando comodità di accostarsi ai Santi Sacramenti, e l'esito non poteva essere più consolante.

Mi avvedo, Eccellenza, che questa mia va per le lunghe; eppure quante cose tralascio che tuttavia le sarebbe caro conoscere, e le mostrerebbero sempre più il crescente progresso di molti punti del Territorio ! Abbia quindi la bontà di seguirmi ancor per un poco, affinchè possa accennarle di volo le cose più importanti che ci fu dato di compiere o di vedere, nel rimanente della lunga escursione.

In Sierra Bianca - Un grave rischio - Altre località ed altre missioni - Di ritorno a Valcheta.

Il 15 gennaio si cominciò la missione in Sierra Bianca. Mentre trottavamo alla volta di alcuni casolari tranquillamente recitando il S. Rosario, ecco d'un tratto sentimmo un cozzo tremendo e vedemmo rovesciarsi il carro su cui eravamo. Che era successo? Un fosso troppo profondo, trasversale alla via, aveva fatto perdere l'equilibrio al carro precipitandoci in un attimo a terra. Per fortuna il sottoscritto non si era fatto nulla, ma balzato in piedi vide il povero catechista Caranta lungo e disteso al suolo, incapace di muoversi. Sentii gelarmisi il sangue nelle vene, temendo una disgrazia; ma poco alla volta lo stordìmento passò e potei constatare che nemmeno a luì nulla di grave era successo. Pure che fare? Egli era tutto indolenzito e a me pareva prudenza di sospendere il viaggio; ma il fedele compagno mì disse che molte anime avevano maggior bisogno del sacerdote che non lui del medico; per cui dopo ripetute frizioni della parte lesa con alcool canforato, che il sig. Guglielmo Becker ci aveva provvidenzialmente donato al partir da Cuyúm Leufú, continuammo il cammino. Il Signore premiò il sacrifizio, poichè ìn meno d'un mese potemmo amministrare in Sierra Grande e dintorni 76 battesimi, dei quali 22 di indigeni adulti e benedire molti matrimonii.

In S. Antonio del Cuy ci attendeva in casa del sìgnor Antonio Cordoba, una ben grata sorpresa, dico, il sorprendente sviluppo agricolo, attuato dall'industre signore-. In un'ampia zona di terreno egli ha innalzato una casa centrale con varie succursalì, ove, oltre un ben provvisto negozio, egli ha aperto alcuni laboratori e precisamente un'officina di fabbri-ferrai, un'altra da falegnami ed un panificio. Ciò che maggiormente mi rapì fu l'orto stupendo con ogni sorta di frutta e di erbaggi, e più ancora il sìstema di coltivazione adottato nel resto del terreno coltivato. Il terreno, è vero, appartiene al fisco, e quindi da un momento all'altro il sig. Cordoba potrebbe perdere il frutto delle sue fatiche; ma anche il Governo non potrà non apprezzare la mirabile iniziativa e lascìarla senz'equa ricompensa.

Oltre che a S. Antonio del Cuy, la missione si estese anche a Pitral-Có, Camponilleo, PicaránGuilleo, Ganzo-Lauquen e a Nuevo Diamante, tutte località limitrofi a Sierra Bianca. Nell'ultimo luogo, che è di un grande avvenire, l'ultimo giorno della missione si ringraziò fervidamente il Signore per la pioggia sospirata da circa un anno e finalmente caduta in abbondanza.

Nelle vicinanze di Talcahuala e precisamente sulla strada che conduce a Maquincao incontrammo vari uomini occupati nella costruzione di una fattoria per allevamento di bestiame, a carico di vari capitalisti inglesi che hanno acquistato 32 leghe di campo. Noi ringraziammo l'egregio gerente dell'estancia che ci promise cortese ospitalità per la prossima escursione.

A Talcahuala poi e nelle capanne di Tapiluque, Pailanuf e Comi-Có il frutto della visita fu in vero copioso, poichè le molte famiglie indigene dedite esemplarmente all'agricoltura ci aspettavano da lungo tempo. Così si benedissero 9 matrimoni, si amministrarono 30 battesimi e si confessarono e comunicarono vari adulti.

Cammin facendo da Tapiluque verso il fiume Yaminúa ci sorprese la tormenta. Guai a noi se anche le tenebre ci avessero colto in quel punto. Ci raccomandammo alle anime sante del Purgatorio ed ecco il vento cambiar direzione e, mentre scatenavisi presso noi un acquazzone tremendo, noi arrivare alla méta rinfrescati appena da qualche goccia di pioggia. Peccato che non ci fu possibile fermarci in Yaminúa e Treneta il tempo necessario per visitare tutte le famiglie, sparse per quelle valli. La continuata siccità non offriva pascolo sufficiente alle nostre cavalcature e fu giuocoforza affrettare il ritorno.

Quindi dopo tre mesi di lontananza ci trovammo di nuovo nelle adiacenze di Valcheta, ove ci fu dato di visitare alcune famiglie che non avevamo potuto avvicinare nel precedente passaggio. Il sig. Cesare Igarzabal, intelligente e laborioso commerciante, non appena ci vide in Valcheta, ci volle suoi ospiti e noi l'incoraggiammo a continuare nelle varie industrie agricole da lui così bene intraprese. Anche il sig. Giudice Armando Pereira e il maestro comunale di Valcheta si dedicano, nelle ore libere, all'agricoltura. Merita pure special menzione per, l'attività sua e il buon esito nelle varie industrie agricole il sig. Carlo Largufa. In Valcheta battezzai tre bambini del sig. Cesare Igarzabal e consegnai al Giudice i 35 atti di matrimonio da me registratì durante l'escursione, anche qual ufficiale delegato di stato civile.

Da Valcheta a Viedma - A Conesa, Colonia Frias e Cubanea - Riassunto - 425 Battesimi.

Usciti da Valcheta il 4 marzo, facemmo brevi tappe in Punta del Agua, La Escondida, Baio Gualicho, Laguna del Zorro e in Castre, ove grazie all'attività del sig. Mailin ci fu dato di percorrere un tratto di ottima strada aperta di recente. A La Carolina, in casa del sig. Luciano Romero, attendevaci una grata sorpresa. Questa famiglia è di spirito veramente cristiano; padre e figli recitano insieme, ogni giorno, le loro preghiere innanzi ad un grazioso altarino, ove sorrideva al posto d'onore una graziosissima immagine di S. Gìuseppe. Quei bravi cristiani avevano compiuto la pia pratica dell'intero mese in onore del Santo Patrìarca, e noi giungevamo là, proprio l'antivigilia della sua festa. S'immagini quindi la loro gioia nel sentire che mi sarei fermato alcuni giorni, sicchè avrebbero avuto la comodità di ascoltare la S. Messa e di accostarsi alla Santa Comunione il giorno della festa tanto sospirata. E infatti il giorno 19, quanti furono presenti alla messa, tutti si accostarono alla Mensa Eucaristica.

In Cabeza de Buey ci parve degno di rilievo lo sviluppo dello stabilimento agricolo industriale del sig. Romàn L. Ramos Otero, chiamato Locombuci, che negli ultimi sei anni ha raggiunto proporzioni sorprendenti; e finalmente la sera avanti la domenica delle Palme entravamo in Conesa Sur, fuori di noi per la gioia di poter passare alcuni giorni in compagnia di confratelli dopo tanto tempo!

Anche Conesa va prendendo grande incremento Negli ultimi due anni la popolazione si è triplicata: ha già varì importantissimi stabilimenti, due alberghi , una linea telefonica che la congiunge a Cabeza del Buey e un'altra fino allo stabilimento del sig. Vincente Larreguy in General Conrado Villega ; due altre linee ancor più importanti sono in costruzione. Anche il servizio postale vi è eccellente. E chìaro, Cosesa sarà presto uno dei punti pìù invidiabili del Territorio del Rio Negro.

Abbandonando Conesa, credemmo bene di compiere ancor varie tappe nell'ultimo tratto di cammino che ci restava a fare per rientrare in Viedma. La prìma fu in Colonia Frias, dove visitammo tutte le famiglie e amministrammo varie Comunioni pasquali e numerosi battesimi e cresime. A Sauce Blanco, che come Vostra Eccellenza sa è una gran fattoria del sig. Buckland, grazie all'attività dell'agente sig. Paolo Arce, trovammo una fiorente colonia agricola, che possiede già un bell'orto ed un molino a vento. In tutto il Territorio, specie sulle sponde dei fiumi e ruscelli, avevam notato ovunque uno sviluppo ed incremento agricolo-industriale, veramente ammirevole; ma non credevamo d'incontrare uno stabilimento considerevole come quello che trovammo in Cubanea sotto la direzione del dottor Pietro Ciovini. Qui beì edifizi, stupende capanne, numerosi molini a vento, splendidi viali, estese piantagioni di foraggi, ecc., ecc. insomma una vera meraviglia! Quanto progresso... e quanta cortesia!... Non ci fu quindi possibile di far a meno di fermarci a Cubanea e a San Javier alcuni giorni, dove va sovente il nostro medico D. Evasio Garrone, che se è ricercato per curare i corpi, alla sua volta è un buon cacciatore di anime. E noi, ospiti della famiglia Ciovini, demmo ogni comodità a tutti quei buoni cristiani di soddisfare la loro-pietà, per cui ci fu dato di amministrare numerose comunioni in casa del sig. Leonzio Nuñez, che Vostra Eccellenza conobbe nei primi anni delle nostre Missioni ìn Patagonia e le cui tradizionì son fedelmente seguite dai figli.

Finalmente, dopo 8 mesi di viaggio, cioè il 6 maggio p. p. rientravamo in Viedma. Creda, Veneratissimo Pastore e Padre, al riabbracciare i cari Superiori e Confratelli, copiose lagrime di tenerezza ci solcarono le gote; mai come in quei momenti si esclama col labbro e col cuore: O quam bonum et jucundum habitare fratres in unum!

Ed ora ecco il riassunto e il frutto delle nostre fatiche

Chilometri Percorsi oltre 4000, cioè 820 leghe, e, con meraviglia di tutti, sempre coi medesimi cavalli che erano stati attaccati al nostro carretto allorchè partimmo da questa capitale.

Battesimi amministrati: ad indigeni minori di 7 anni, 238 - ad indigeni adulti, 84 - a bianchi 103 - In tutto 425 battesimi.

Cresime: 483.

Prime Comunioni: 25.

Comunioni: 432.

Matrimoni: d'indigeni, 46 - di bianchi 12 - In tutto 58 matrimoni, e figli legittimati innanzi alla Chiesa 116.

Nella certezza che le esposte notizie siano per rallegrare il cuore paterno di Vostra Eccellenza, prostrato al bacio del S. Anello, la prego a benedire il

Suo aff.mo Figlio in G. C.

Sac. ANDREA PESTARINO Missionario Salesiano.

(1) S. Ecc. Rev.ma Mons. Giov. Cagliero nacque l'11 gennaio 1838: è quindi entrato nell'anno 70°. Al venerando e indefesso Prelato torni gradita anche l'espressione nostra dei più lieti auguri di molti e molti anni ancora, a lustro della nostra Pia Società e a bene della Religione.

In fascio

Patagonia Meridionale.

PORTO STANLEY (Isole Malvine). - Da questo remoto, paese perduto in mezzo all'oceano, ove per mancanza di sacerdoti la religione cattolica vide disertar molti dalle sue file, e dove da pochi anni al lavoro di restaurazione si aggiunsero anche le Figlie di Maria Ausiliatrice, ci scrivono: - Abbiamo terminato l'anno scolastico con un po' di soddisfazione. I giorni 9 e 10 di dicembre furono fissati per esaminare i ragazzi. Vi assisterono il sig. Governatore e vari signori e signore, che rimasero pienamente soddisfatti, in modo speciale nell'esaminare i lavori manuali delle ragazze. Sette di queste furono giudicate degne di premio per lavori femminili equattro in disegno. Il giorno 11 ebbe luogo una, piccola accademia per la distribuzione dei premi. Il Signore ha benedetto le nostre fatiche facendole riuscire meglio di quello che ci aspettavamo. La, gente è meravigliata del progresso riscontrato nei suoi ragazzi, e nella piccola esposizione dei lavori delle ragazze si è pur veduto un poco di entusiasmo. Tutti ripetevano: « Perchè non sono venute vent'anni prima! Tante ragazze non si sarebbero perdute! » E forse è mia verità. Questo popolo era tutto cattolico ; e, se in parte si è fatto, protestante, ciò fu per la totale deficienza di assistenza religiosa.

» Il 16 si tenne un bazar nel nuovo corridoio, allo scopo di raccogliere il danaro necessario per soddisfare ai debiti incontrati per la costruzione. Il Signore ha guidato le cose ; poichè non solo tutto. riuscì bene, senza alcun, inconveniente, ma si ebbe pure il risultato di 15o sterline nette. La gente par molto animata ad aiutarci, e noi ci stiamo preparando per incominciare il nuovo anno scolastico, ma sentiamo troppo la scarsezza di personale. Il Signore mandi nuove braccia anche in questa, povera vigna, che promette di ritornare ubertosa. e fiorente ».

Il

IL CULTO di Maria Ausiliatrice

Pellegrinaggio spirituale pel 24 corrente.

INVITIAMO i devoti di Maria SS. Ausìliatrice a pellegrinare in ispirito al Santuario di Valdocco il 24 corrente e ad unirsi alle nostre preghiere.

Oltre le intenzioni particolari dei nostri benefattori, nelle speciali funzioni che si celebreranno nel Santuario avremo anche quest'intenzione generale

Pregare secondo le intenzioni del S. Padre, di cui ricorre in questo mese il giorno onomastico.

Feste e date memorande.

VILLA COLON (Montevideo).- Solennissime riuscirono le feste del 3° anniversario dell'Incoronazìone del Simulacro di Maria Ausìliatrice venerato nel Santuario Nazionale di Villa Colon nell'Uruguay. I lettori ricorderanno come l'incoronazione si compiva il 18 dicembre 1904. E il 20 dicembre u. s. il tempio era gremito di devoti. A tanta affluenza contribuirono due numerosi pellegrinaggi, uno organizzato dalle Figlie di Maria Ausiliatrice di Villa Muñoz, l'altro dal rev. sig. D. Rocchietti, Parroco del Peñarol, efficacemente coadiuvato dal Circolo d. c. e dalle Suore del Perpetuo Soccorso. Cantò Messa l'ispettore salesiano, sac. Giuseppe Gamba. La musica fu veramente squisita, e bello il panegirico detto dal sac. E. Martinasso. Le funzioni della sera toccarono il colmo dell'entusiasmo con un'ordinata, numerosa e devota processione. Prima che il sacro corteo rientrasse nel tempio, il rev. Oyazbehere disse un accalorato discorso, ringraziando i presenti ed invitandoli a supplicare la potente Ausiliatrice pel trionfo dello spirito cristiano nei tempi presenti. L'immensa folla ruppe in un entusiastico evviva alla Madonna di D. Bosco.

GUAYAQUIL offre ogni anno il suo omaggio a Maria Ausiliatrice, nel mese di Ottobre. Già l'anno scorso si era acquistata la graziosissima statua, cui quest'anno si preparò un altare elegante nella chiesa cattedrale, mercè le zelo del sottocomitato delle signore Cooperatrici e l'attività instancabile del sig. Angelo Martìnez e figlia.

Sebbene non sì fosse potuto celebrare il trasporto della sua immagine con processione solenne come l'anno innanzi, pure la Taumaturga nostra Regina ebbe i più ampi onori durante la Novena cui accorse numeroso popolo al mattìno e specialmente alla sera, per ascoltare la fervente parola del nostro missionario D. Felice Tallacchini. La festa celebrata il 27 ottobre col concorso del rev.mo Capitolo della Cattedrale fu d'uno speciale splendore. La statua venne collocata sull'altare maggiore. Imponentissimo l'uditorio al discorso dell'oratore che parlò della regalità sociale di Gesù Cristo fondata sull'amore e l'intercessione di Maria. Al dopo pranzo si tenne anche la prescritta conferenza pei Cooperatori e per le Cooperatrici salesiane e si stabiliva l'Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice. Dopo la Benedizione la veneratissima statua di Maria Ausiliatrice fu ricollocata in un altare nella nave destra della Cattedrale, dove rimarrà finchè la pietà dei fedeli non le procurerà un tempio proprio.

Nuove Chiese e Cappelle.

MORELIA (Messìco). - Il 29 dicembre u. s. Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Atenogene Silva, arcivescovo di Michoacan, benedìceva solennemente un nuovo elegantissimo tempio dedicato a Maria Ausiliatrice, in Morelia nel Messico. Compiuto il sacro rito della benedizione, si avanzava all'altare coi sacri ministri l'ispettore D. Luigi Grandis per celebrare la Messa solenne, alla quale Mons. Arcivescovo assistè pontificalmente. Infra missam tenne una dotta allocuzione di circostanza il rev.mo P. Benedetto Ripa, missionario del

S. Cuore di Maria. Gran popolo tornò ad affollare il nuovo tempio nel pomeriggio, nell'ora in cui si cantò solennemente il Te Deum e vi s'impartì la prima benedizione con Gesù in Sacra mento.

Teniamo una bella descrizione del nuovo edificio inaugurato al divin culto, ma stiamo in attesa di alcune fotografie per presentarla completa ai nostri lettori.

GRAZIE E FAVORI

Raccomandato a Maria Ausiliatrice!

Il mio bambino Giuseppino fu affidato alla protezione di Maria SS. Ausiliatrice fin dal suo nascere ; e quest'egida materna lo salvò già più volte dalla morte. E precisamente nel dicembre scorso, ammalatosi di difterite, quanto sconforto ed agitazione cagionò a noi tutti che ci vedevamo impotenti a frenare il terribìle morbo che lo minava! Ogni speranza svaniva nel progresso del male; e fra l'angustia del momento solo la fiducia in Te, o Maria, mi sostenne e come luce benefica mi confortò di una speranza suprema. Tu, o Vergine Santa, lo salvasti nella crisi orribile, Tu me lo ridonasti libero e felice.

Ma non era finita la prova! Quando, vispo ed allegro lo credeva completamente rimesso, la nefrite lo colse e me lo ritornò sull'abisso. Ma il Tuo cuore, o Maria, non potè soffrire che la preghiera ardente d'una madre afflitta fosse ripulsa ed ancora consolasti il mio dolore, esaudisti i miei voti.

Oh! che quanti ti conoscono ed amano, si uniscano a me nel ringraziarti, nel benedirti, nel proclamarti altamente benefica.

Milano, 18 gennaio 19o8.

ADELAIDE CARONES.

Da morte a vita.

La signora Maria Mohen infermò gravemente di bronco-polmonite e di infiammazione intestinale. Chiamati i medici, costoro dettero il caso per disperato, salvo una reazione da parte dell'inferma. Ma questa si aggravava sempre più ; talchè si dovette ricorrere alla respirazione artificiale. Chiamato ad amministrarle gli ultimi conforti religiosi, l'animai a porre ogni confidenza in Maria Ausiliatrice ed invitai i suoi parenti a cominciare una novena alla nostra amorosa Protettrice con promessa di una funzione religiosa di ringraziamento e di farne cenno sul Bollettino Salesiano. Ed ecco che dopo poche ore, mentre da tutti, i medici compresi, si aspettava la catastrofe, l'inferma sensibilmente incominciò a migliorare; sparve il pericolo prossimo di morte e di giorno in giorno andò sempre migliorando fino a ristabilirsi del tutto, non ostante la grave età di 74 anni. Pertanto il 27 ottobre, accompagnata da tutti i suoi congìunti e amici, veniva a scioglìere il voto di ringraziamento davanti l'immagine dell'Ausiliatrice. Sia benedetta da tutti la bontà di così tenera Madre!

Bahia Bianca, (Rep. Arg.) 10 dicembre 1907

G. BATTISTA Tosi

Sac. Salesiano.

Maria Ausiliatrice ama ed ascolta tutti.

Una mia conoscente la signora Teresa X... dopo aver dato alla luce un tenero bambino, gravemente si ammala. Si chiamano i medici,. si fa un consulto e si dichiara che la povera inalata è quasi perduta. Un solo ed unico tentativo di salvezza era l'operazione, ma da tutti si temeva che la sofferente non avrebbe potuto sopportarla. Il marito addoloratissimo e quasi nella disperazione, accondiscende a tentare l'unica via, e permette che l'operazione sia fatta.

Parlando con me quel pover'uomo, colle lagrime agli occhi: « Signor Filippo, mi disse, mia moglie se ne va, poichè ormai non v'è più speranza ; la povera è tanto sofferente, che certamente soccomberà ». - « Non disperate, caro signore, e accettate, se non vi dispiace, un consiglio da un amico ». - « Oh! parli, mi dica, che cosa ho da fare? » - « Si rivolga alla Madonna sotto il titolo di Aiuto dei Cristiani, la preghi con fiducia e vedrà che l'inferma sarà salva ». - « Ma, signor Filippo, io sono ebreo e come mai la Madonna mi esaudirà? » - « La Madonna, caro signore, ama ed ascolta non solo i cattolici, ma tutti gli uomini senza distinzione, se ricorrono a Lei con fiducia ». - « Ma io non saprei che recitarle l'Ave Maria; e questa preghiera basta per ottenere la grazia? » - « L'Ave Maria è la più bella preghiera che si possa rivolgere alla Madonna; la reciti con fiducia e vi aggiunga queste parole: Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis, e di più prometta alla Madonna di pubblicare la grazia quando l'avrà ottenuta ». - « Farò di più, signor Filippo; se la Madonna mi farà la grazia, sono disposto a far battezzare mio figlio ed a permettere che anch'egli sia cristiano come la madre e le sue piccole sorelle ».

E senza più indugiare il desolato marito chiama a sè le sue due piccole creaturine, le fa inginocchiare davanti ad un'immagine della Madonna e tutti e tre assieme recitano con grande fervore l'Ave Maria , invocando l'aiuto della Vergine in soccorso della povera ammalata. Oh! quant'è mai tenero il cuore della Madonna ! Pietosamente l'Ausiliatrice esaudisce le preghiere degli afflitti che la pregano, fa riuscir bene la operazione e l'inferma è salva, anzi ha ripreso, come se niente avesse avuto, le sue domestiche cure. Ottenuta la grazia, venne pur mantenuta la promessa, ed ora tutta la famiglia, colma di gioia, leva all'Ausiliatrice dei Cristiani l'inno d'amore e di riconoscenza.

Anche la signora Pierina Miliaras, nata Giordano, addolorata per un grave malore che aveva colpito il suo sposo, ricorreva fiduciosamente alla Madonna di D. Bosco. Trattavasi di un'appendicite, tuttavia il malato prese a migliorare, ma poco dopo ricadde. Con maggior fiducia la sposa tornò a supplicare l'Ausiliatrice dei Cristiani, e quando fu riconosciuta necessaria una difficile operazione, la pia signora mise una medaglia della cara Madonna di D. Bosco al collo dell'infermo. Ebbene, l'operazione riuscì tanto felicemente, che in pochi giorni questi fu guarito.

Che la bontà di così tenera Madre continui a manifestarsi in mezzo a noi ed a guadagnare nuovi cuori ai più teneri affetti di nostra santa Religione.

Alessandria d'Egitto, 12 gennaio 19o8.

Filippo ACCAD

Cooperatore Salesiano.

Modena - Il giorno 10 novembre p. p. mia moglie Rosina Bellentani fu colpita repentinamente da un forte dolore alla parte sinistra che i medici dichiararono un tumore o gonfiamento di milza in seguito ad infezione intestinale; e per giunta a questo dolorosissimo e pericoloso morbo, dopo pochi giorni le si sviluppò una pleurite sinistra, che attesa la gracilità dell'inferma mi dava serii timori. Avendo la fortuna di essere credente, e come Cooperatore Salesiano ricordando le tante grazie che Maria Ausiliatrice suol elargire, ricorsi a Lei ; e non appena mi vennero assicurate speciali preghiere nel suo Santuario, la malattia cessò di peggiorare e l'inferma andò sempre migliorando avviandosi ad una completa guarigione. Eterna sarà quindi la mia riconoscenza.

15 dicembre 1907.

GEMINIANO VARIARI.

Romallo - Con vivissimo sentimento di gratitudine rendo pubbliche grazie a Maria SS. Ausiliatrice per la prodigiosa guarigione accordatami. Feci ricorso ad una sì buona Madre anche colla promessa di una piccola offerta ed ora compio interamente il mio voto.

17 dicembre 1907.

TERESA PANCHERI.

Roma - La mia bambina Annina, nello scorso dicembre fu colta da una postema in un orecchio refrattaria a tutte le cure per cui dovette essere operata ma non guarì. La piccina, allora di 2 anni e mezzo, non si sarebbe mai assoggettata ad una nuova operazione; eppure a detta di più medici questa era inevitabile. Anche a me doleva il cuore di veder sottoposta a nuovi spasimi la cara bambina. Ricorsi con fede a Maria SS. Ausiliatrice e in pochi giorni, contro ogni umana speranza, il male si dileguò senza nuova operazione.

Soddisfo alla mia promessa pregando di pubblicare la presente ed inviando una piccola offerta per una messa in onore della gran Vergine di Don Bosco e del castissimo suo Sposo S. Giuseppe.

18 dicembre 1907.

LUIGIA CATALDI.

Roma - La mia cara sorella nel mese di novembre fu affetta da un tremendo tifo con febbri fortissime che le fecero perdere cognizione di tutto, fino a ricusare le cure necessarie, dicendo che doveva morire. Non ebbi altro pensiero che d'invocare Maria Ausiliatrice ed infatti la mia preghiera fu esaudita. Avendo promesso di far palese a tutti la singolarissima grazia sul Bollettino Salesiano, a nome di tutta la famiglia rendo grazie alla Vergine Ausiliatrice per tanto favore.

11 dicembre 1907.

M. LAZZARI.

Madrignano (Massa Carrara). - Vari anni or sono le mie condizioni finanziarie erano, se non del tutto agiate, del certo relativamente soddisfacenti. Ma questo periodo di benessere durò poco. Un insieme di vicende dolorose in breve tempo fece andare a rovescio quasi tutti i miei interessi, talchè il mio stato divenne disperato. Vista la mala piega degli affari, misi ogni impegno per migliorarli.

Riandai colla mente tutti i mezzi che potevano essere alla mia portata per ottenere il desiderato scopo; e, credendo d'aver risolto il problema, m'illudeva ; invece un minimo sconcerto che ancor fosse accaduto avrebbe rovinato ogni cosa. Travagliato da tali dispiaceri, ricorsi con fede alla protezione di Maria Ausiliatrice come ad unico e sicuro mezzo di salvamento. Feci quattro novene sempre con inalterata fiducia e finalmente vidi i miei affari prendere una sì buona piega che era follia sperare.

Come pegno di gratitudine mando ad onore della Madonna Ausiliatrice un'umile obolo per le opere salesiane e faccio questa pubblicazione non solo per adempiere alla promessa fatta, ma anche perchè quanti sono colpiti dai rovesci di fortuna non si accascino, ma a guisa di quest'ultimo dei credenti ricorrano con fiducia alla protezione di Maria Ausiliatrice, che certamente li esaudirà.

17 gennaio 19o8.

GIUSEPPE FRANCESCHINI.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti

A*) - Abbiategrasso (Milano): Suddiacono C. A. i - Agliano d'Asti: C. R. - Ancona: A. G. 5 - Anzino (Novara): Medana Caterina 5 - Arenzano (Novara): Vallarino Maria io - Arsiero (Vicenza): Orsola Barati 5 - Asti: Elisa Pioccentino 2 - Attimis (Udine): Giuseppe Ronchi 5 - Avola: Tirolungo Corrado fu Giuseppe 5

B) -- Barano d'Ischia: Teresa di Jorio Jacono 5 - Belgioioso (Pavia): Beretta Paola e Albina, 5 - Bellagio: Vorgettini Rina 2 - Bertiolo (Udine): Della Savia Valentino 4 - Bianzè (Novara): Goria Maria - Boca (Novara): Vittorio Del Boca 5 - Bondeno: Garbellini Angelo - Borghetto Borbera (Alessandria): Ravazzano E. 2 - Borgomanero (Novara): Solari Teresa Barattino 5 - Borgo S. Dalmazzo (Cuneo): Gaino Giuseppe e Catterina 5 - Braga (Portogallo): Filomena B. C. V. - Brisighella (Ravenna): Giuseppina Metelli Massani 5 - Broohside (Colorado, Nord-Am.): Vezzetti Giuseppe 25 - Bruno (Alessandria): Rocchetta Margherita 5 Brugnera (Udine): Una giovine sposa 2.50 - Bu'i (Pisa): Antonio Bracci Cambini.

C) - Cagliari: Battistina Porcu - Calla girone (Catania): C. C. fu Ignazio 5 - Calcinate (Bergamo): N. N. - Cambiano (Torino): Sandrone Maria - Canale (Cuneo): N. N. a mezzo del sac. Pietro Giorio prevosto di S. Stefano Roero-Caprino Veronese: Sandori Itala 5 - Cardè (Cuneo): Castellano Cristoforo 6 - Caresana-Blot (Novara): Rollone Carlo 10 - Carignano: D. Dominici Alessandro - Castelguelfo di Bologna: N. N. 20 - Castellazzo Bormida:. Sac, Giuseppe a nome di L. R. i. - Castelnuovo Garfagnàna (Massa e Carrara): Lavelli Maria 5 - Castello di Annone: E. R. Cooperatrice Salesiana, residente in Biella i.5o-Castelsangiovanni (Piacenza): A. M. P. - Castello sopra Lecco:

*) L'ordine alfabetico è quello delle città e dei paesi cui appartengono i graziati di Maria Ausiliatrice.

Famiglia Borella 5 - Castrogiovanni (Caltanisetta): Can. Ragusa G. io - Castronovo (Sicilia): Vinci Maria 5 - Catania: Portaro Sac. Vincenzo 5 Catanzaro: De Vecchi Gregorio io - Cerrina(Alessandria): Maria Mione veci. Caramellino io - Cesana Torinese: Sébour Clementina Molliere 2 - Cesarò (Messina): Zinno Francesco 10 - Cevio (Valle Maggia, Svizzera): Martinoia Respighi Marianna 8; a nome di Caterina Grassi 5 - Champorcher (Aosta): Baudin Vincenzo 1 - Cherasco (Cuneo): Barbero Marianna 5 - id.: Sac. Giuseppe Tardito 6 - Chero di Carpaneto (Piacenza): Gasparino Luigi io a nome suo e di altre pie persone - Chivasso (Torino): Barbero Lorenzo - Cisterna d'Asti: Bussotti Teresa - Cittadella (Padova): Bizzotto Domenico 3 - Cividale (Udine): Anna Del Basso 5 - id.: Amelia A. Carli - Colledara (Teramo): Amalia C. io - Comprovasso (C. Ticino): Maria Toschini 20 - Como: Sorelle Casarico 4 - id.: D. G. M. io - id.: Sorelle Reina 30 - id.: Pierina Granzella-Comitti 15 - Cornegliano (Treviso): Marsana Giulia 5 - Confienza (Pavia): Pescarolo Pierina io - Conzano Monferrato: Scagliatti Maria 2 - id. Balzala Corinna io per due grazie - Cortina d'Ampezzo: Agostina e Angelina Colle - Cornigliano Ligure (Genova): A. Salvi io - Cravegna (Novara): Viccardi Remigio 3 - Cremona: Madre Giovanna Viganò, Superiora del Collegio della B. Vergine 30 - Cuccaro Monferrato: Rota Margherita 5.

D) - Doglianova (Cagliari): Bandino Saverio e Musceddu Francesca 4 - Domodossola (Novara): M. T. 2. - Dronero (Cuneo): Una figlia di Maria Ausiliatrice, riconoscente per la guarigione del fratello da fiera polmonite io.

F) - Famolasco (Torino): Giraudo Michele fu Biagio 20 - Feletto (Torino): Vagina Marianna 5 Firenze: Maddalena Cuffi 5 - id.: Aida Maestrelli 2 - id.: Anita Maestreili 2 - id.: Sofia Pintucci 3 - Fiorenzuola d'Adda: Gorra Francesco io - Fiumicello (Litorale Austriaco): Ricardo Gottard 4,19' - Foglizzo Canavese: N. Givogri a nome di B. C. 20 Fondo (Austria-Tirolo): Bertol Catterina 13 - Forlì: M. B. 1 - Fossano: : F. G. Frassinello Monferrato (Alessandria): Coniugi Necco 5 - Fraveggio (Trentino): Sac. Carlo Marebel 2

G) - Genova: Contessa Rina ved. Rasca - Giarole (Alessandria): Barioglio Delfina - Gordola (Sondrio): Cattori Claudio 20 - Grazzano Monferrato: Sac. Eugenio Capra 2.

I) - Isola Dawson (Magellano): Pietro Maria Rossi - Ivrea: Teresa Ferro 5.

L) - La Cham de fonds (Svizzera): Spozio Teresa 5 - Lambrate (Milano): Ricotti Paolina 5 - Lenta, (Novara): Antoniazzo D. Alberto 7 - Livigno (Sondrio): P. C. 9.90 - Lozzo Cadore (Belluno): Del Favero Giovanni Battista fu Giovanni 3.

M) - Malegno: N. N. 5 - Mandello Lario: Zucchi Emilio 5 - Marone: Falappi Angela 8 - Martinengo (Bergamo): Locatelli Dolcidi Maria 3 - Mathi Canavese (Torino): , Francesca ved. Bettini Francesco - Mazzarino (Caltanisetta): Clementina, Tina e Rosina Alberti 15 - Meina (Novara): Luisa Sanvilla 2.3o-Messina: Concettina Mezzena

5 - id.: Sac. Vincenzo Pirrello - Miane (Treviso): Costanza Celotti Bortolotti 5 - Milano: Valtorta Rosa i - id.: Rachele Frattini io - id. E. C. io Modica Alta (Siracusa): Rosina e Concettina Gerretana 2 - Molino del Ponte (Pavia): Luigi Perelli 2 - Mompiano (Brescia): Aniceta Colo 3 - Moncrivello (Novara): Giorgis Marietta i Mondovì: Saracco Lucrezia 2 - Montiglio Monferrato: Giuseppe Preto 5 a mezzo del Sac. Luigi Beccaris - id.: Macchia Giuseppe 3 a nome di pia persona - Morciano di Romagna: Tosini Giovanni i,9o - Morgex ((Aosta) D. A. Frassy S.

N) - New York: Vogliano Teresa 10-id.: Giuseppina De Leo 5 - Nizza Monferrato: Quaglia Angela 3 - id.: Cuneo Rosa 5 - id.: Una exallieva di quell'Oratorio femminile 5 per grazia ricevuta - Nova Padova di Caxias (Brasile): a mezzo del sig. Pietro Menegat, Ferlin Luigi 5, Marco Rizzotto io, Maria Cadorin, 2 Giovanni Menegolla io, M'it Pernardo 2 - Novanta Vicentina: N.. N.

O) - Ormea (Cuneo) : Coniugi Pagliara 2 - Ovada : Forno Maria 5.

P) - Padova: Teresa Rinaldi 5 - Pamparato (Cuneo): Briatore Giovanni, 10 a mezzo di Pietro Robaldo - Piamfei (Cuneo): Bongiovanni Felicita - Pisa: Agnese Valentini 2 - Pontecasale (Padova): Bettino Turri io -Pontesturd (Alessandria): Suor Angela Baldizzone 2.

O) - Quinto al Mare: N. N. 20.

R) - Ravajola (Bobbio-Pavia): Troglia Marietta - Ragusa Inferiore: Di Sfetano Giuseppina 2 - Reggio Emilia: Adele Bertani del Rio 2 - id.: Maria Torelli ved. Ceresoli 5 - Rivarolo Canavese: Borgiaro Teresa io - Rivoli : Famiglia Riccardi.

S) - S. Benedetto Belbo: Pesce Francesca Galleno 5 - S. Damiano d'Asti: Franco Angela i - Sandrigo (Vicenza): Andrighetto Maddalena Cortese 3 S. Gottardo (Genova): Angela Marassi nata' Patrone - S. Pietro in Casale: Verardi in Michele 20 - S. Albano (Pavia): Culacciati Giuseppe 5 - S. Ambrogio di Torino: Berto Gioachino - S. Anastasia (Napoli): Angelo Ammendote 3 - Santa Vittoria d'alba: C. D. F. - Saronno: Lauro Vago io - Sartirana (Pavia) Badella Giuseppina io -Savigliano (Cuneo): Famiglia Ghione e Bernengo Luigia - id: Scararche Rosa 5 - Sigillo (Perugia): Pierina Fantozzi 2 - Smirne: Bonnal Alessandro 4 Sondrio: Rusconi Leopolda 5 - Soncino (Cremona): Zanelli Fabiano - Suna (Novara): Teresa Romanzachini 5.

T) - Terno d'Isola (Bergamo) : Marra Giuseppe ed Alessandrina io - id.: Bolis Giovanna 2 - Terranova di Sicilia: Guglielmina Gioffrè - Torino: Ameno io - id.: Prevignano Vittoria 3 - id.: Fenoglio Angela - id.: Balocco Maria - id.: _Tacchi Giuseppina - id.: Ameno Margherita - id.: Moricolo Maria - id.: Tira Aventina ved. Bertone 2 - id.: E. P. 8 - id.: B. E. - id.: G. B. 5 - id.: Bartolomeo Vogliolo e consorte ioo id.: Oscher Lucia 30 - id.: Clara Bruno 2 -- id.: Ch. _Matta Giuseppe io-id.: G. V. - Tromello - (Lomellina): Dossena Maria maestra 3.

U) - Udine: Taddio Eugenio i.5o - id.: Conte Daniele Asquini 220.

V) - Valfenera (Alessandria): Lanfranco. Vincenzo 5 id.: Bottinelli Giuseppina 2 - id.: Ferrero Luigia 2 - id.: Coggiola Orsola i - Vailesse (Bergamo): Locatelli Rosina 3 Vagoiio d'Adda: D. Motta Galdino io --Veneria Reale Ballesio Lucia - Venezia: Zanin Giuseppe 5 - id.: Anna Florio Pagnacco 4 - Versta Savoia (Torino): R. O. i Vèzza d'A lba: Mellino Lucia fu Bernardino riconoscentissima rinnova ringraziameiiti per tre grazie ricevute Vicenza: Clotilde Vianello Moro Guzan io - Viedma: (Rep. Argentina): D. Giovanni Beraldi 20 a nome di Andrea Peruseschi-Vigevano (Pavia): Mantegazza Cesare io, Vignole Borbera _Migliore Pierina Marenco 5 Villa d'Alme (Bergamo) Panseri Gioconda 5 - Villarotta (Reggio Emilia): D. Bertani Antonio, Parroco 5 - Villastellone (Torino): C. M. T. - Villò (Piacenza) : Coniugi A. P. 105 - Visco (Tirolo-Austria): Gaspardis Giulio 14 - Vogarno (Cordola): Sac. V. Ottolini, parroco 5.

W) - Waterburg (S. U. -'\\.-A.): Chelli Vincenzo 5.

X) - N. N. per segnalatissima grazia spirituale raccomandandosi alle preghiere di tutti i devoti di Maria Ausiliatrice.

NB. - Delle relazioni anonime o firmate con sole iniziali (ancorchè pregati di pubblicazione per esteso) non facciamo che un semplice cenno nell'elenco dei graziati.

Santuarìo di Marìa Ausìlìatrìce

TORINO

Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque anodo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per qualsiasi corrispondenza in proposito, rivolgersi al Direttore dell'Oratorio S. Francesco di Sales - Via Cottolengo, 32 - Torino.

Per celebrazione di S. Messe e per novene o tridui di Benedizioni col SS. Sacramento, rivolgersi al Rettore del Santuario.

Ogni sabato, alle 7.30 speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.

Dal 10 marzo al 10 aprile.

16 marzo - Triduo in onore di S. Giuseppe - dopo la messa delle 6, benedizione.

19 marzo - Festa di S.- Giuseppe - Ore 6 e 7.30, messa della comunione generale. Ore 10 messa solenne - Ore 15.30, Compieta, panegirico e benedizione.

24 marzo - Commemorazione di Maria Ausiliatrice (indulgenza plenaria).

25 marzo - Annunciazione di Maria SS. - Ore 6, messa, discorso e benedizione. - Ore 19, compieta, discorso e benedizione.

3 aprile - Primo Venerdì del mese - Ad onore. del S. Cuore di Gesù, esposizione del SS. Sacramento per tutto il giorno.

NB. - Da marzo a tutto settembre la benedizione nei giorni feriali si dà alle ore 19.30, e le funzioni nel pomeriggio dei giorni festivi si compiono alle ore 3 e alle ore 4.30.

NOTIZIE VARIE

In Italia.

FAENZA - la suffragio dell'Em.mo Card. Svampa il 20 novembre u. s. tenevasi nell'Istituto Salesiano un solenne ufficio funebre ; al quale disse la commemorazione dell'indimenticabile Porporato il rev.mo Mons. Can. Franceso Lanzoni, Rettore del Seminario. Or la commemorazione venite data alle stampe. In essa il chiarissimo Oratore, invece di fare l'elogio dell'Em.mo si ferma a dire «dell'amore immenso, che portò a D. Bosco e a' suoi figliuoli ; e della profonda stima, nella quale egli tenne l'opera loro di educatori della gioventù nelle presenti condizioni della Società e della Chiesa ». Ci duole assai di non poterne riportare, come pur vorremmo, alcune bellissime pagine.

L'uffizio funebre fu onorato dalla presenza di Mons. Gioachino Cantagalli, venerando vescovo della città e diocesi di Faenza, del rev.mo Capipitolo della Cattedrale, dal rev.mo Collegio dei Parroci urbani e da una gran moltitudine di Sacerdoti e laici.

BOLOGNA - Anche i Salesiani di Bologna il giorno dopo la festa di San Francesco di Sales celebrarono un solenne ufficio funebre nella cripta della Chiesa del S. Cuore in suffragio dell'insigne loro benefattore e patrono, l'Em.mo Svampa.

La cripta, nel cui mezzo si ergeva il catafalco, drappeggiato dalla porpora del defunto Cardinale, era parata a lutto e nella sua luce fioca raccoglieva lo spirito elevandolo facilmente ai pensieri di oltre tomba. Tutti i giovanetti al mattino si accostarono alla S. Comunione per Chi tante volte avevano contemplato accorrere con paterno affetto e intrattenersi soavemente in mezzo a loro ; e dopo la messa solenne che fu cantata in classico gregoriano, salì il pergamo il rev.mo Mons. Carpanelli, il quale colla sua magnifica eloquenza tessè l'elogio dell'illustre Cardinale, considerando anch'egli i rapporti avuti dall'Em.mo Svampa colle Opere di Don Bosco. Sarebbe difficile riassumere il discorso, detto tra la più sentita commozione dell'oratore e dell'uditorio; ma le linee generali del sermone furono le stesse dell'epigrafe che lo stesso Monsignore aveva dettato per le immagini-ricordo distribuite agli intervenuti, e che noi qui riportiamo

Con voce rotta ancora dal pianto - la casa salesiana di Bologna - offre sacrifizi e preghiere di espiazione -- per la tua grande anima di pastore e padre - o Arcivescovo dei Bolognesi - Cardinale Domenico Svampa - la cui grata memoria - perennemente viva nel cuore del popolo - giganteggia qui - nella « casa del miracolo » e nel maestoso tempio - edificalo da te al Cuore divino di Gesù - a testimoniare nei secoli - la tua inesauribile carità - verso Dio e verso gli uomini.

ROMA - S. E. Francesco De Paula Rodrigues Alves, ex-presidente degli Stati Uniti del Brasile, la mattina del 5 febbraio, si recava all'Ospizio del S. Cuore.

L'accompagnavano le figlie Marietta e Celina, il dottor Bruno Chaves ministro plenipotenziario presso la S. Sede, il colonello Giov. B. De Franca Mascarenhas, il signor Augusto de Assumpcào Junior e le nobili dame Eulalia Masirenhas, Dorothea Bordogarry, Emma e Teresa de Barros Moreira ed altre illustri personalità.

Ricevuto ed ossequiato dai superiori dell'Istituto, entrava nell'ampio cortile, salutato dalle note dell'inno brasileno e dagli evviva dei numerosi alunni. All'ossequioso indirizzo in portoghese che gli rivolgeva un sacerdote salesiano, egli rispondeva con queste parole

« Non sono esagerate le parole che esprimono l'amore e l'ammirazione dell'Ex-presidente del Brasile verso la Pia Società Salesiana. Poichè, essendo l'Ex-presidente uomo d'ordine non può non ammirare una istituzione, come la salesiana, che mira a prevenire i disordini sociali, educando i figli del popolo all'adempimento del proprio dovere. Ed è per .questa mia stima ai salesiani che, nel mio viaggio in Italia, ho voluto espressamente passare a Torino per visitarvi la loro Casa madre. Là ebbi il conforto di visitare la camera dove spirò il loro ven. Fondatore Don Bosco, l'uomo forse più benemerito della società in questi ultimi tempi, e d'incontrarmi col degno suo successore Don Rua, del quale serberò incancellabile ricordo.

» Qui in mezzo a voi, mentre il mio pensiero vola spontaneamente al mio Brasile dove fioriscono tanti Istituti salesiani, sento maggiormente la consolazione di non aver ad essi risparmiato protezione, benevolenza, aiuti nella mia condizione di Capo dello Stato.

» Accogliendo pertanto il vostro affettuoso saluto ed i vostri voti, bramo che essi siano rivolti, più che alla persona dell'Ex-presidente, alla mia cara patria il Brasile, che è amica dei salesiani ».

Accompagnato a visitare l'ampio ospizio nei suoi riparti S. E. s'intrattenne con la più grande affabilità ed interesse negli spaziosi laboratori, encomiando gli alunni, ed ammirandone l'organizzazione e l'ordine. Dopo aver visitato la Chiesa del Sacro Cuore, l'Ex-presidente rientrava in cortile dove riceveva, quale omaggio dei salesiani e loro alunni, un magnifico « album », legato in pelle e seta dai colori brasiliani, contenente un esemplare (lei numero unico illustrato : « I cinque lustri di storia dell'Ospizio del Sacro Cuore », quindi si accomiatava manifestando la sua più viva soddisfazione, fra il suono della banda e le acclamazioni festose di tutti. Sensibilissimo all'espansione degli alunni, che pieni d'entusiasmo non cessavano dall'applaudire e dall'agitare i beretti, Rodrigues Alves dalla carrozza di nuovo ripeteva a tutti il saluto più cordiale.

A queste notizie tolte dal valoroso « Corriere d'Italia » possiamo aggiungere che la sera di quello stesso giorno, essendosi recato dall'illustre visitatore il nostro D. Conelli, ispettore dei salesiani in Roma, per rinnovare i ringraziamenti della visita, nel colloquio cordialissimo che ne seguì, S. E. l'Ex-presidente rievocava di nuovo le soavissime impressioni provate visitando in incognito l'Oratorio di Torino il primo dell'anno, come annunciammo.

La mia ammirazione per Don Bosco, diceva, non ha limiti. Là, in quella cameretta ove il grande spirò, riandandone la vita e rivedendo colla mente un uomo che dimenticò interamente sè stesso, dimenticò di provvedersi abitazione conveniente, rifornire di buon mobiglio le sue camere, procurarsi abiti e comodità, e che tutto questo dimenticò unicamente per la passione di formare degli uomini, in un tempo in cui è di veri uomini che si abbisogna, io concludeva: Questi è un uomo straordinario e soprannaturale perchè non ha i sentimenti degli altri uomini, e tatti noi, per quanto siano gravi le nostre occupazioni, a petto di lui, siamo nulla, veramente nulla! Nobili parole che rivelano tutto lo squisito sentire di chi le proferiva.

Nelle Americhe.

CORDOBA (Rep. Arg.) - In dicembre nel Collegio Pio X tuttora in formazione, ebbe luogo un trattenimento musicale-drammatico in occasione della chiusura dell'anno scolastico e della distribuzione dei premi. L'atto fu onorato dell'intervento di molti ragguardevoli cittadini, tra cui si notavano quasi tutti i Canonici della Cattedrale e le rappresentanze delle Famiglie religiose esistenti in Cordoba. Per la circostanza la banda musicale die' fiato nei suoi nuovi strumenti, dopo che gli ebbe benedetti il rev.mo Can. Dott. Paolo Cabrera. Fecero da padrini alla cerimonia il sig. Giulian Maidana e la sua degna consorte, e il prelodato Canonico tenne un discorso sulla parte data da D. Bosco alla musica negli Istituti Salesiani, più volte interrotto da applausi. Anche gli altri punti del programma furono svolti assai felicemente. Compiuta la distribuzione de' premi agli alunni interni, si passò alla premiazione dei più assidui all'Oratorio festivo, ai quali, senza contare gli altri oggetti, vennero distribuiti 42 vestiti e 16 paia di scarpe. Compiuta la distribuzione, gli intervenuti visitavano con soddisfazione la piccola esposizione di vari lavori eseguiti dagli alunni nel corso dell'anno, e quindi sfollavano lentamente, lieti del grande sviluppo raggiunto in poco tempo da quel nascente istituto.

PATAGONES (Rep. Argentina) - Esami finali e distribuzione di premi. - Nei giorni 26, 27, 28 novembre s'accoglieva nel salone teatro del nostro collegio, adorno di festoni, stemmi e bandiere, il fior fiore della crescente società patagonese per assistere agli esami finali dei nostri alunni interni ed esterni, il numero dei quali raggiunse quest'anno la bella cifra di 150. La giunta esaminatrice si compose delle più spiccate personalità del luogo l'egregio Intendente municipale, il dottor Spurr, l'elettricista sig. Zimmerman, il capitano del vapore « Roma » col suo secondo, gli ufficiali di marina Fischer e Cabral e altri. E splendide sotto ogni rapporto riuscirono le prove nelle singole materie, e particolarissima attenzione e interesse destarono nel pubblico gli esami di fisica, di anatomia e fisiologia e di computisteria. Riuscitissimo pure l'esame d'italiano, cui, per lutto di famiglia, non potè presiedere l'egregio console d'Italia sig. Carmelo Bottazzi. Anche gli esercizi ginnastici, eseguiti dalla squadra in costume, meritarono l'onore degli applausi.

Con non lievi sacrifici e mercé la generosità di munifiche persone, cui inviamo le più sentite grazie, nell'anno testè trascorso potemmo provvedere quelle nostre scuole di un ben fornito gabinetto di chimica, fisica e anatomia, di cui si sentiva forte il bisogno in quelle lontane regioni. E fu consolante vedere il profitto fatto dagli alunni in questi rami ; poichè la prontezza e facilità nel descrivere gli apparati e la maestria nel maneggiarli e farli funzionare interessarono vivamente i numerosi spettatori, i quali ammirarono specialmente il bellissimo apparato di telegrafia senza fili Marconi, munifico dono dell'illustrissimo signor Nicolò Cuneo exAgente Consolare d'Italia in Patagones, ora residente in Roma.

L'8 dicembre, festa dell'Immacolata, ebbe luogo la solenne distribuzione dei premi. La presiedette l'ispettore D. Stefano Pagliere, cui facevano bella corona l'egregio capitano di fregata sig. Tiburzio Aldao comandante la squadriglia del Rio. Negro, il Sotto comandante, il dottor Riccardo Spurr, il sig. Zimmerman, il sig. Risso direttore della Banca Nazionale, i corrispondenti di vari giornali della capitale ed altre distintissime persone colle rispettive familie. Lesse un forbito discorso di apertura il sig. Aldao, il quale con frase vibrata inneggiò all'opera religiosamente e civilmente progressista dei Salesiani. Seguirono uno scherzo comico intitolato « Magia bianca » e vari canti ottimamente eseguiti dagli alunni. Quindi si distribuirono i premi.. L'ottimo sig. Fischer, nostro grande amico, volle porre a disposizione della direzione la somma di 50 pesos quale premio speciale di condotta e assiduità ; ed anche gli altri premi (consistenti in orologi e medaglie) vennero offerti da gentili persone. Coronò la brillante serata il bellissimo canto ginnastico del nostro D. Pedrolini « La historia del pan » che suggerì a D. Pagliere un opportuno discorso di chiusura incoraggiante la coltivazione del, grano in quelle regioni, che, com'egli disse, saranno i futuri granai dell'Argentina.

PUNTA ARENAS (Cile) - La festa della Purissima (8 dicembre u. s.) riuscì splendida come mai finora. Alla messa della Comunione generale si accostarono per la prima volta al Banchetto Eucaristico ben cento tra ragazzi e ragazze ; queste ultime tutte vestite di bianco e con un giglio in mano, in numero di 70. Anche i ragazzi, in numero, di 30, col bianco giglio in piano e cori un nastro di seta al braccio e medaglia pendente sul petto, facevano un bel vedere. Celebrò la S. Messa il nuovo Governatore Ecclesiastico Don Francesco Cowada il quale rivolse ai novelli comunicandi un un bellissimo fervorino che intenerì fino alle lacrime tutti i presenti. Le comunioni in quel giorno oltrepassarono il mezzo migliaio. Alle 10,3o cantò messa solenne Mons. Giuseppe Fagnano, nostro Prefetto Apostolico, ed infra missam tessè. le glorie di Maria Immacolata il sullodato sig. Governatore Ecclesiastico, il che fece da pari suo con comune edificazione, istruzione e diletto.

Alle tre pom. ebbe luogo una bellissima processione, portandosi in trionfo per la pubblica piazza,, gremita di gente devota, la simpatica statua di Maria Ausiliatrice. Parve che il Cielo si volesse associare alla festa facendo splendere un sole fulgidissimo e sospendendo il molestissimo vento che da più giorni tirava molto forte. Certo pochi dì somiglianti è dato di godere in Punta Arenas. Anche per questa circostanza le funzioni religiose, particolarmente la processione, si videro molto frequentate. Al ritorno in chiesa, Mons. Fagnano predicò all'affollato uditorio. Quindi i ragazzi e le ragazze della prima Comunione rinnovarono i voti battesimali, e una bambina a nome di tutti lesse a voce alta l'atto di consacrazione alla Vergine SS.ma e tutti sfilarono a deporre il giglio che avevano in mano ai piedi di Maria Santissima,

NECROLOGIO

Il Card. Beniamino Richard Arcivescovo di Parigi.

LA vigilia della festa di S. Francesco di Sales, il 28 gennaio u. s., volava al cielo l'anima grande dell'Em.mo Arcivescovo di Parigi, il cui zelo per la gloria di Dio e le cui eminenti virtù mal si potrebbero encomiare in poche parole. Fu un santo ed ebbe l'intuito dei santi in ogni istante della lunga sua carriera mortale. Senonchè non è nostro còmpito il tessere l'elogio del venerato estinto: a noi preme una cosa sola, il ricordare ai lettori l'affetto che l'Eminentissimo nutrì per D. Bosco e le Opere sue, affetto che egli dimostrò in mille guise. Basti un eloquente ricordo.

Quando nel 1888 D. Bosco era infermo, anzi negli ultimi giorni di sua vita e precisamente 6 giorni prima che egli morisse, cioè il 24 gennaio, l'Arcivescovo Mons. Richard tornava da Roma. Saputo che D. Bosco era malato, il compianto Arcivescovo volle appositamente fermarsi a Torino per visitarlo, e D. Bosco non appena lo vide entrare nella sua cameretta, gli chiese la benedizione. Mons. Richard lo accontentò, ma a patto che egli pure lo benedicesse, e Don Bosco, ubbidiente, lo benedisse dicendo: Benedico lei e bene; dico Parigi ! L'Arcivescovo, che si era inginocchiato, al suono di queste parole si alzò raggiante di gioia esclamando: Ed io annunzierò a Parigi che Porlo la benedizione di D. Bosco !

Noi teniamo per certo che l'Em.mo Card. Richard non abbia più bisogno di suffragi ; tuttavia come abbiamo pregato molto per lui, così lo raccomandiamo con vivissimo affetto alle preghiere dei nostri lettori.

Anna Maria Francesia ved. Polla di S. Giorgio Canavese.

VOLAVA al Paradiso da Torino la mattina del 5 febbraio. Rimasta vedova nel fiore dell'età, si ritirava fra i figli del popolo nella fonderia dei Fratelli Polla ove dimostrò ed ebbe pei suoi operai una delicatezza come di madre; poi preferì di darsi tutta a Dio nell'esercizio della cristiana carità, non respingendo nessuno che a lei andasse per soccorso, nè dimenticando i poveri e l'ospedale' di S. Giorgio Canavese, suo paese nativo. Con lei si è spenta pure una pia e zelante Cooperatrice.

Siamo certi che le sue molte virtù debbono averle già dischiuso le soglie della patria celeste; nondimeno noi imploriamo per l'anima della piissima signora ancor una prece da tutti i Cooperatori, mentre rinnoviamo al suo illustre fratello, il venerando dott. Don Giovanni Battista Francesia, le più profonde e sentite condoglianze.

Il Dottor Luigi Saenz Peña Ex=Presidente della Repubblica Argentina.

MORIVA il 4 dicembre u. s. Fervoroso ed integro cittadino, rese alla religione ed alla patria i più segnalati servizi. Non appena fu nominato Presidente, mentre tutta la Repubblica era piena del suo nome, fu visto accorrere all'Istituto nostro di Almagro nella capitale, unicamente per dimostrare all'Opera Salesiana, in forma ufficiale, tutta la stima e la simpatia che già le portava. Dopo d'allora quante altre volte non fu ad Almagro come Presidente della Repubblica ! E Mons. Cagliero, Mons. Costamagna ed anche Mons. Lasagna lo videro e l'udirono sempre interessarsi con sentito affetto della missione e dell'incremento dell'Opera nostra. Fu uno dei nostri più benemeriti Cooperatori.

Non vi sia quindi nessuno che ricusi un affettuoso suffragio per l'anima sua.

FACCIAMo anche particolari suffragi pei seguenti defunti dal 15 gennaio al 15 febbraio.

Angelini Mons. Serafini, vescovo - Avellino.

Anzino cav. Alberto - Torino. Baruffaldi Giacinta - Riva.

Blanchet Celestina - Gressan, Torino. Benedetti Teresa - Torre de' Busi, Bergamo. Bacchini Mons. Francesco, vescovo - Terni. Boniscontro Vincenzo - Torino. Crivelli Paolina - Torino.

C.ssa D. R. di Valgoria m. M sa Curgia di S. Orsola-Torino. Catterni Suor Adele, F. M. A. - Mirano, Treviso. Cerise Giovanna - Bouves, Torino. Coppo Antonietta V.a Merlo - Ronsecco, Novara. Fossati Carlo - Torino.

Fiorini Giacomo - Villa Lagorina. Gasperi „Po" - Vigo Rendena. Garola Suor Carolina - Aosta. Maldini Maria - Faenza. Maestri Maddalena - Gropello.

Marastoni G. B. pievano S. M. del Giglio - Venezia. Mazzella Ch. Geremia - Procida. Nicoletta Garibaldi V.a Fasce - Genova Orsi Luisa - Antognano, Massa Carrara. Poesio Luigi - Torino.

Pession Giovanni Agostino - Chatillon, Torino. Quinzio D. Enrico - Rapino. Rocca Giovanni - Torino.

Rolando D. Domenico, prevosto - Pessinetto, Torino. Troilo Giovanni, ingegnere - S. Martino in Pensilis. Troia Cantamessa Luisa - Vezza d'Alba.