BS 1890s|1899|Bollettino Salesiano Maggio 1899

Bollettino Salesiano

SOMMARIO DI MAGGIO 1899

LA MADONNA DI DON BOSCO . . . 113 NOVENA, CONFERENZA E FESTA di Maria Ausiliatrice » 117 PER LA MORALITÀ PUBBLICA    » 119 IL VIAGGIO DEL VEN. NOSTRO SUPERIORE D. RUA » 120 MISSIONI: - Una dolorosa notizia da S. Salvador -

BRASILE : Missione pastorale nel Matto Grosso (seguito)    » 123

GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE   127

NOTIZIE VARIE    » 131

RIVISTA BIBLIOGRAFICA    » 134

COOPERATORI DEFUNTI    » 136 ILLUSTRAZIONI: - Veduta di Romans (Francia), pag. 115 - Il Sig. I. Chopin, Fondatore della Casa di Romans, 119 - Prospetto generale della Casa Salesiana di Sarrià (Spagna), 121 - Riparto della stessa Casa destinato per gli studenti, 124 - Riparto per gli artigiani, 128 - Il dono dei giovanetti dell'Istituto Salesiano di Bologna all'Em.mo Card. Svampa, 132.

La Madonna di Don Bosco

TUTTI gli anni, nel mese di Maggio, i nostri pensieri ed i palpiti del nostro cuore hanno per oggetto e movente soavissimo la Madonna di Don Bosco. Quante cose ammirabili non ci dice mai questo titolo popolare dato a Maria SS. Aiuto dei Cristiani! Esso, nella felice sintesi di due semplici termini, ci rammenta la grandiosa epopea de' miracoli e prodigi operati, in quest'ultima metà del morente secolo, dall'Ausiliatrice dei Cristiani. per mezzo del Padre nostro dolcissimo, la cui vita è sì intimamente legata con lo sviluppo della divozione a

Maria Ausiliatrice, che il popolo, col suo buon criterio, la chiamò semplicemente la Madonna di D. Bosco. E così è veramente. Ci torna impossibile cantare le lodi di Maria, senza che il nostro canto s'armonizzi, con ebbrezza d'amore e di esultanza, a quello di D. Bosco: non possiamo ridire tutti i portenti di Lei, Ausiliatrice del Popolo Cristiano, senza arrivare ad una pagina divinamente bella e soave, dove stanno scritti a carattere di fuoco e di diamante i prodigi, che questa invitta Donna degnossi operare per Don Bosco e l'Opera sua mirabile. Quindi, mentre al sopraggiungere del più caro fra tutti i mesi dell'anno siamo soliti mandare un saluto di ammirazione e d'amore alla nostra Celeste Ausiliatrice, a Maria, Regina delle vittorie; pur bello, delizioso e soave si è il poter parlare di Colui, che fu tanta parte di noi stessi ed alla cui sequela con tripudio di esultanza ci siamo votati fin dai primi giorni di nostra giovinezza. Il suo spirito, aleggiante in mezzo a noi, crea inenarrabile sintesi dell'amore a Maria, e l'immagine serena di Lui ci appare viva viva nella mente cori l'incantevole sorriso delle sue labbra, con la serenità de' suoi sguardi ed il fascino della sua parola divinatrice. Ma questo sorriso, questa serenità, questo fascino desideratissimo, scolpito nei nostri cuori, sempre ci parla di Maria « chè 'l primo amor, che in lui fu manifesto, fu al primo consiglio... » datogli dalla divina Pastora delle anime. Ed il nome di D. Bosco è inseparabile da quello della nostra Ausiliatrice, e la sua vita non è altro che una nobile pagina dell'immenso libro delle meraviglie di Lei.

Stupende meraviglie, che accendono il genio ed infiammano il cuore, sono scritte Del libro dell'Ausiliatrice! Nelle lotte incruenti dell'idea , nelle lotte frementi delle passioni, nelle lotte sanguinose del ferro l'Ausiliatrice appare con l'augusta fronte coronata dal fatidico motto: in perpetuum coronata triumphat (Sapienza IV, 2.). Pagine sublimi e care quelle del libro dell'Ausiliatrice! Pagine tutte ammantate di trìonfi immortali sopra le eresie, suscitate da Satana per strappare figli alla Chiesa, per lacerare il manto a questa mistica Sposa del Nazareno. I Doceti neganti la vera umanità di Cristo, gli Ebioniti neganti la divinità di Lui, sono le due schiere che mandano il grido di guerra, che, nella negazione della natura umana di Gesù Cristo, costringono la misteriosa Donna contemplata dal rapito di Patmos Evangelista a mostrare la potenza divina del suo ausilio. Da una parte Simone, Cerìnto, Saturnino, Basilide, Menandro, Ebione, Valentino, Marcione, Montano, Sabellio, Novato, Manete, Ario, Macedonio, Pelagio, Nestorio, Eutiche, Vigilanzio, nei primi sei secoli della Chiesa compiono l'opera dell'infernale dragone; ma l'Ausiliatrice del Popolo Cristiano li abbatte, li sconfigge, li atterra per opera di Clemente, Ignazio, Policarpo, Giustino, Ireneo, Atenagora, Tertulliano, Origene, Dionisio, Cipriano, Gregorio, Teodoro, Anastasio, Cirillo, Ilario, Basilio, Ambrogio, Grisostomo, Nazianzeno, Gerolamo, Agostino, Massimo, Ilario e Remigio. I Monoteliti, gli Accemiti, gli Iconoclasti, i Foziani , i Predestinaziani , i Simoniaci, gli Enriciari, i Valdesi, gli Albigesi, i Fraticelli, i Beguini , i Beguardi ed i Flagellanti dal 7° al 14° secolo continuano l'opera demolitrice pei figli delle tenebre contro la vera luce che illumina ogni uomo ; Maria però, Regina e saldo scudo della Chiesa, li mette in fuga per mezzo di Fulgenzio, Massimo, Isidoro, Germano, Damasceno, Metodio, Pier Damiano, Anselmo, Bernardo, Alberto Magno, Tomaso, Bonaventura; e li conquide sopratutto per mezzo delle falangi dei figli di Domenico e Francesco d'Assisi.

Sì, l'Ausiliatrice come oste schierata in campo, confonde, disperde, sconfigge le schiere di Satana. Maria, altamente proclamata Vergine e Madre, tra le grida esultanti che echeggiavano per le vied i Efeso, diede il colpo fatale ad ogni schiera di Satana. Una Madre Vergine di Gesù Cristo ne ridice che quel Figlio è Uomo, che quel Figlio è Dio, che quel Figlio è Uomo-Dio. Madre di umana natura, attesta che quel Figlio è un Uomo; Vergine, attesta che quel Figlio è Dio: Madre e Vergine attesta che quel Figlio è Uomo-Dio.

Magnifica pagina del libro della nostra potente Ausiliatrice! A te, o Maria, il grido unanime del Popolo di Dio, che è il grido nostro: Godi, o Vergine Potente, che tutte le eresie sola abbattesti nel mondo intero: Gaude, Maria Virgo, cunctas hereses sola interemisti in universo mondo!

Ma dove c'è l'errore non può mancare la corruzione: l'intelligenza ed il cuore dicono tra loro mirabile armonia, e la prima non può venir offuscata, se dal cuore non si sprigionano i densi vapori e le tetri nubi delle passioni. È la passione tiranna del cuore, scrisse un dotto, che avvilisce fra le catene dell'errore l'intelligenza. Ecco altra pagina sublime e dolcissima del gran libro dell'Ausiliatrice: la lotta ed il trionfo delle frementi passioni. Maria nelle lotte, che hanno per campo il cuore, in questa terra bagnata di lagrime e di sangue fece sempre ripetere i trionfi della potenza del suo braccio. Il cuore di Lei, giardino amenissimo, irrigato da un sangue incorrotto, perchè dalla essenza di quel sangue si sarebbe formato l'indumento di carne per il Verbo di Dio, non poteva rimanere alle lotte di quelli che hanno a combattere contro la corruzione. E Maria venne sempre in loro aiuto, scrivendo sul libro delle sue vittorie nuove pagine di sua potenza. Ma chi può leggerle queste pagine, innumerevoli come le arene del mare e le stelle del firmamento? La vita nostra tutta spesa in questo nobile esercizio non basterebbe neppur a sfiorarle. Quanti, già fatti schiavi della corruzione, si sentirono rinnovellati alla primiera innocenza con un solo sospiro, con un accento, con un grido solo invocante Maria! Ogni conversione, che fece giubilare gli Angeli, fu opera dell'aiuto di Lei, Ausiliatrice delle anime nostre. Le venerate immagini di Lei, monumenti perenni delle sue vittorie, vedute appena nella tempesta delle passioni, indussero serena la calma, facendo versare ai minacciati dalla corruzione amare lagrime di pentimento, sorgenti poi di tanta dolcezza.

Grazie infinite a Te, o nostra Ausiliatrice, che scrivesti queste pagine divine; grazie a Te, che col guardo, col sorrìso celestiale, colla parola melodiosa qual arpa eolia, colle inspirazioni potenti, col tuo braccio visibilmente forte , traesti dalla via del vizio e del disonore tante povere anime e le rimenasti nei sentieri della virtù e della gloria!

Nelle lotte però che i figli del Dio vivente e dell'immacolata sua Chiesa dovettero sostenere, non mancò la forza del ferro, l'armo sanguinaria, la spada che s'intrise nel sangue umano. Di qui nuove pagine nel libro dell'Ausiliatrice dei Cristiani, nuova rivelazione di sua arcana potenza. Leggiamo e cantiamo alla nostra Madre un altro inno di trionfo. Nei primi tre secoli della Chiesa quest'arme fu adoperata ferocemente contro i figli suoi; la spada dei Cesari si stancò ed il sangue delle volontarie vittime, il sangue dei martiri, servì per scrivere le glorie della Vergine Ausiliatrice. Le schiere dei morituri, che nel Colosseo salutavano Cesare il tiranno, giubilavano nel tripudio della vittoria, perchè essi uscivano dalla Roma nascosta al guardo dei profani, da quella Roma sotterranea, fra le cui mura oscure e tetre si presentava, quale visione di cielo, l'immagine di Maria col scettro di sua potenza in mano. Alla falange degli eroi, che andarono incontro alla morte, era ispiratrice e guida la Vergine; e questi eroi cadevano morti, ma non vinti, inneggiando a Lei, Aiuto dei Cristiani.

Ma chi può leggere, ripetiamo, le voluminose pagine del libro dell'Ausiliatrice, segnanti le vittorie riportate, mercè di Lei, sulle armi o dei barbari, o dei prepotenti o dei tiranni ? I Goti minacciano col ferro e col fuoco l'Italia nostra; ma l'Ausiliatrice si presenta visibilmente all'Imperatore Giustiniano e gli ordina combatti e vinci. I Persiani attentano alla conquista di Costantinopoli, la città imperiale; ma si spiega il vessillo di Maria e la vittoria è compiuta. I figli della mezzaluna assediano pure Costantinopoli; ma appare in mezzo al popolo l'immagine di Maria, ed i Turchi rotti e vinti si danno alla fuga. La Spagna minaccia di esser invasa dai Mori usurpatori; ma Pelagio, Alfonso VIII ed Alfonso IX la difendono col vessillo di Maria; Carlo VII coll' aiuto di Maria fuga gli Inglesi; Giovanni Commeno, sotto l' usbergo dell' Ausiliatrice, fuga dalla Grecia i barbari Russi, Bulgari e Sciti; Simone di Monfort vince la battaglia di Muret, ripetendo l'angelico saluto a Maria col Rosario di Domenico di Guzman.

Ma leggiamo pagine ancor più gloriose di questo libro immortale. Selimo Il, questo feroce Pascià musulmano, che avea ideato di convertire il più magnifico tempio della cristianità, il S. Pietro di Roma, in una stalla pei suoi cavalli, si avanza baldo e sicuro verso la città eterna. Pio V, Pontefice Sommo, fa sentire la sua voce, e, figlio di S. Domenico, appella tutti ad invocare il braccio potente di Maria. Le vie di Roma echeggiano del grido unanime di saluto a Maria: la preghiera, che detta sempre non si ripete mai, come l'accento dell'amore risuona sul labbro del popolo. Le navi, sulle quali sventola il vessillo di Maria, si avanzano. Tremendo lo scontro, accanita la pugna e le acque di Lepanto , son tutto sangue; ma il Colonna grida: Vittoria! e prima di lui fa sentire quel grido, dal Vaticano, quel santo vegliardo, cui parlò certo Maria. - Cent'anni dopo, i Turchi ritentano la prova , e si avanzan fin sotto le mura di Vienna; ma Giovanni Sobieski, l'eroe dell'infelice, ma invitta Polonia, dopo aver all'altar della Vergine assistito al santo Sacrifizio, corre loro incontro, animosamente li respinge, e, tra le grida di libertà di tutto un popolo minacciato, intuona nel sacro tempio l'inno del ringraziamento a Maria.

E non la finiremmo più se volessimo solo raccogliere anche in semplice indice, i prodigi scritti nel libro dell'Ausiliatrice. Essa nei secoli passati salvò i figli della Chiesa dalle lotte dell'eresia, delle frementi passioni e della spada con infiniti portenti ; e nel nostro secolo non avrà scritto più nulla nel suo libro? Anche nel nostro secolo continuano accanite queste lotte, stragrande è il bisogno del suo braccio. Il male è sovraccresciuto, soperchiante la nequizia dei malvagi, e tanto sfrenato è il guastamento d'ogni legge umana e divina, da non rinvenirsene riscontro in alcuno dei secoli anche più barbari e feroci che ci precedettero. E ben possiamo dire che, se nei passati secoli or l'uno or l'altro errore, or l'una or l'altra massima dominavano, nel nostro domina ogni più empio errore, ogni più turpe massima, ogni più brutale deliramento. Anzi i figli delle tenebre per poter più facilmente conseguire il loro intento, vennero in questi nostri tempi in una ancor più diabolica determinazione. Distillarono la quintessenza di tutte le eresie contro il Cristo e la sua Sposa, fomentarono tutte le più brutali passioni, ma più non potendo colle armi infiltrare nel popolo le loro massime e d'altra parte essendo cosa difficile piegare vecchie e robuste piante, sì appigliarono alla corruzione della gioventù, troppo incauta e fragile sempre. Ma buon per noi che a difesa dell'insidiata gioventù vegliava la nostra Celeste Ausiliatrice, scrivendo ancora una pagina nel suo libro, pagina proprio nostra, o Salesiani e Cooperatori tutti, pagina che ci fa palpitare ed esultare insieme d'amore e di tripudio, perchè è quella, in cui l'Ausiliatrice del Popolo Cristiano volle identificare, se ci si consente l'espressione, questo suo titolo con quello popolare di Madonna di Dori Bosco. Leggiamola di cuore questa pagina cara, perchè essa, mentre varrà a disporre i nostri animi a celebrare divotamente la festa dell'Ausiliatrice, ci è arra sicura dell'avvenire.

Preservare la gioventù dalla corruzione, che le minacciava l'inferno, fu l'opera, in cui Maria Ausiliatrice manifestò la potenza del suo braccio in questi nostri tempi. Per questo scelse a suo strumento visibile D. Bosco, e sin da fanciullo lo andò preparando, con particolari segni di predilezione, all'alta missione. Essa poi lo protesse visibilmente nella fondazione della Pia Società Salesiana e dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, i due nuovi Sodalizi religiosi sórti appunto in questo nostro secolo per proteggere la gioventù pericolante. Essa volle che Don Bosco per la salvezza dei giovanetti fondasse in tutto il mondo Oratori festivi, Ospizi, Laboratori, Collegi, Colonie agricole: che promovesse le vocazioni allo stato ecclesiastico, preparando al santuario il fiore della gioventù raccolto da molti paesi, e provvedendo di clero le Diocesi che ne difettassero coll'Opera dei figli di Maria Ausiliatrice per le vocazioni degli adulti: che instituisse scuole cattoliche senza numero da opporre come contravveleno al nugolo degli empi maestri che avrebbero eretto cattedre di errore e di corruzione: che propagasse la buona stampa con numerose tipografie, per diffondere a milioni a milioni libri di pietà, di storia, di lettura popolare, difensori delle verità cattoliche, e volumi scolastici purgati dalle sconcezze, per togliere i lacci tesi all'innocenza, scuotendo pure con tal. mezzo potentissimo i cattolici dall'inerzia, in cui si giacevano, col Bollettino Salesiano, pubblicato in 200,000 fascicoli al mese e in varie lingue, facendo noto quanto il Signore e la Vergine Ausiliatrice andavano operando. Essa volle ancora che creasse l'Associazione dei Cooperatori Salesiani, ormai numerosa di 200,000 membri, i quali, mentre lo coadiuvassero con elemosine, preghiere ed appoggio morale in tutte le sue imprese, fossero pure vincolo di unione tra il Vescovo e i diocesani, tra il Parroco ed i parrochiani in ogni opera di carità spirituale e temporale. Infine Maria Ausiliatrice volle che D. Bosco stabilisse Missioni evangeliche nelle diversi parti del mondo, America, Asia, Africa. Il Bollettino Salesiano nel corso di 23 anni fu l'eco di questa bella pagina dell' Ausiliatrice e continuerà ad esserlo finchè essa sarà la Madonna di Don Bosco. E tale senza dubbio si mostrerà del continuo Maria SS., se i Salesiani ed i loro Cooperatori sapranno meritarsi un tanto favore colla loro specchiata condotta, col loro zelo ardente e colla tenera loro divozione verso di questa Vergine Madre, Ausiliatrice del Popolo Cristiano.

NOVENA, CONFERENZA E FESTA di Maria Ausiliatrice

IL lunedì 15 del corrente mese, nel santuario di Maria Ausiliatrice in Torino, avrà principio, colla maggior pompa possibile, la novena in preparazione alla grande solennità della nostra Celeste Patrona.

In ciascun giorno, lungo il mattino, dalle ore 4,30 sino alle 11, vi sarà celebrazione di Messe lette e facilità di accostarsi ai SS. Sacramenti della Confessione e Comunione.

Nel mattino dei giorni feriali alle 5,30, come nel mese, Messa letta colla recita del S. Rosario, Comunione, canti e preghiere, quindi breve discorso e benedizione col SS. Sacramento ; alle ore 7,30 altra Messa letta colla recita del S. Rosario ed altre pie pratiche; alle 19 canto di una lode, altro discorso e benedizione col SS. Sacramento.

Assistendo a queste funzioni si può lucrare, per concessione pontificia, l'indulgenza di tre anni. Chi poi, confessato nella settimana, s'accosterà anche alla S. Comunione, potrà acquistare l'indulgenza plenaria, applicabile alle S. Anime del Purgatorio.

A chi non potesse partecipare di presenza a questo funzioni noi suggeriamo un apposito libretto di D. Bosco intitolato : Nove giorni consacrati all'Augusta Madre di Dio, il quale contiene una considerazione, un esempio ed una pratica per ogni giorno ed è molto acconcio per la circostanza (1).

(1) Si può avere dalla Libreria Salesiana di Torino al prezzo di cent. 15.

L'orario cambia come segue nei giorni qui indicati

21 Maggio. Domenica di Pentecoste.

Mattino. - Alle ore 5,30 ed alle 7,30 Messa con Comunione generale. - Alle 11 Messa solenne.

Sera. - Alle ore 15,30 Vespri solenni, discorso e benedizione col SS. Sacramento.

Martedì 23 Maggio. Vigilia della festa di Maria Ausiliatrice.

Mattino. - Tutto come negli altri giorni della novena.

Sera. - Alle 15,30 si terrà la prescritta Conferenza ai Cooperatori ed alle Cooperatrici, Salesiane, dopo la quale si impartirà la benedizione col SS. Sacramento. Notiamo che, intervenendo a questa Conferenza, si può lucrare l'indulgenza plenaria applicabile alle Anime Sante del Purgatorio.

Alle ore 18,30 primi Vespri solenni di Maria Ausiliatrice, discorso e benedizione col SS. Sacramento.

Mercoledì 24 Maggio.

Solennità di Maria SS. Aiuto dei Cristiani.

Mattino. - Alle 5,30 ed alle 7 Messa e Comunione generale con canto di sacri mottetti.

Alle 10,30 Messa solenne pontificale.

Sera. - Alle 18, Vespri solenni, panegirico di Maria SS. Ausiliatrice e Benedizione col SS. Sacramento.

Giovedì 25 Maggio.

Alle ore 5,30 ed alle 7,30 Messa, Comunione ed altre pratiche di pietà in suffragio dei defunti. Cooperatori e Cooperatrici Salesiane, Confratelli e Consorelle dell'Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice.

NB. La musica che verrà eseguita in questi giorni dalla Schola Cantorum del nostro Oratorio di Valdocco è del seguente programma:

Domenica di Pentecoste, 21 Maggio. - Mattino: Messa solenne del M° GUGLIELMO MATTIOLI (1), Prof. di contrappunto nel Liceo Musicale di Pesaro. - Sequenza del M.° Cav. ROBERTO AMADEI. - Le altre parti variabili in canto gregoriano.

Sera: Vespri solenni dei Maestri A. Bossi e G. FOSCHINI. - Tantum ergo del M.° L. DEVALLE.

Martedì, 23 Maggio. - Primi Vespri : Domine ad adjuvandum e Dixit Dominus del M.° ADOLFO Bossi. - Gli altri Salmi in falsi bordoni. - inno del M.° D. Gio. PAGELLA. - Magnificat del M.° G. FoschiNi. - Tantum ergo del M.° ORESTE RAVANELLO, Direttore della Cappella musicale del Santo in Padova.

Mercoledì, 24 Maggio: Solennità di Maria Ausiliatrice. - Mattino : Mottetti di Mons. Gio. CAGLIEro. - Messa Benedicamus Domino del M° D. LORENZO PEROSI, eseguita con grande successo come concerto nella Chiesa del S. Cuore di Maria, e alla solennità di Pasqua nella Metropolitana di Torino. - Le parti variabili in canto gregoriano.

Sera: Vespri: Dormine ed adjuvandum e Dixit Dominus del M.° GuGLIELMo MATTIOLI. - Laudate, Laetatus, Nisi Dominus, Lauda Jerusalem, in falsi bordoni classici. - Inno Saepe dum Christi del M.° D. Gio. PAGELLA. - Magnificat del M.° ORESTE RAVANELLO. - Litanie del M.° GIUSEPPE DOGLIANI. - Tantum ergo di Mons. Gio. CAGLIERO.

Ai Direttori, Decurioni, Zelatori e Zelatrici dei nostri Cooperatori ricordiamo l'articolo del Regolamento della nostra Pia Unione, che prescrive, nell'occasione della solennità di Maria Ausiliatrice, una seconda Congerenza Salesiana.

Si inviti all'uopo qualche illustro conferenziere; ed ove ciò non fosse possibile, si preghi l'oratore del Mese Mariano od il predicatore domenicale della Chiesa principale del luogo a voler dedicare qualche loro discorso alla nostra buona Madre Maria SS. Ausiliatrice. Sarebbe a preferirsi un giorno festivo per la maggior comodità dei Cooperatori di intervenirvi e per la maggior propagazione del culto e della divozione verso Maria Santissima.

Dove poi si potesse combinare un po' di solennità pel giorno 24 corrente o per la domenica susseguente, con Comunione generale, Messa cantata, Discorso di Maria Ausiliatrice, Benedizione col SS. Sacramento, ecc., sarà desso il più bel coronamento all'incominciato Mese di Maggio e varrà ad ottenerci la speciale protezione della Madonna di D. Bosco e l'abbondanza delle celesti benedizioni sopra de' nostri interessi temporali e spirituali.

Noi confidiamo che lo zelo industre de' nostri benemeriti Direttori, Decurioni, Zelatori e Zelatrici, ed il loro amore per la nostra buona Madre saprà trovar modo di realizzare dovunque solenni onoranze alla potente Ausiliatrice dei Cristiani per l'incremento della nostra Pia Unione ed il maggior bene delle anime.

A tutti i nostri Cooperatori e specialmente a coloro che verranno a Torino nel giorno della festa di Maria Ausiliatrice ricordiamo ancora i seguenti importantissimi avvisi

1. Tutto l'anno il santuario di Maria Ausiliatrice è visitato da divoti pellegrini; ma il tempo, in cui questi pii pellegrinaggi sono più frequenti e più numerosi, si è durante il bel mese di maggio, e specialmente nella novena e nel giorno della festa di questa nostra tenerissima Madre. Orbene, mentre manifestiamo la nostra vivissima soddisfazione per simili dimostrazioni di fede e di pietà verso l'Aiuto dei Cristiani, vorremmo pregare gli organizzatori di esse che vogliano per tempo avvisare il Rettore del santuario dell'ora, in cui il pellegrinaggio entrerà nel santuario e delle sacre funzioni che vi intendono celebrare.

2. Venendo a Torino, molti divoti prendono l'occasione per farsi inscrivere nell'Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice. Ottimamente; nella sagrestia vi è persona appositamente incaricata per questo.

3. È questo pure il tempo, in cui molti divoti vengono a sciogliere i loro pietosi voti alla Gran Madre di Dio e Madre nostra Maria, e ci raccontano segnalatissime grazie da Dio ricevute mediante la potentissima intercessione dell'Ausiliatrice dei Cristiani. _Noi vorremmo pregare tutti costoro a voler possibilmente portarci le loro relazioni per iscritto e munite della firma del relatore.

4. Per affari riguardanti il Bollettino Salesiano vi saranno pure nella sacrestia persone incaricate all'uopo. A quelle medesime persone che sederanno al tavolino per ricevere correzioni d'indirizzo o i nomi di nuovi Cooperatori, si potranno pure consegnare le offerte per la Pia Opera del S. Cuore di Gesù in Roma, per le Missioni Salesiane, per l'Opera dei Figli di Maria, per le altre Opere nostre e per il Bollettino stesso.

(1) Questa Messa è quella che ebbe il primo premio al concorso indetto dal Ministero nella passata Esposizione d'Arte Sacra in Torino.

PER LA MORALITÀ PUBBLICA

I Cooperatori Salesiani si devono davvero collegare coi figli di D. Bosco nell' opera loro , che in buona parte s'impernia attorno all'educazione della gioventù, nè devono trascurare nessuna occasione per favorire questa educazione. Ora, siccome uno sguardo gettato attorno a noi dimostra all'evidenza che uno degli ostacoli più forti al sano e completo sviluppo fisico e morale dei giovani è il mal costume, che sotto mille forme invade, avvelenandola, la società tutta, e crea attorno ai giovani un'atmosfera malsana, pericolosa ad essi, che li sfibra e li rende inetti a qualunque miglioramento; così è naturale che l'opera degli educatori, e quindi di chi vuol secondarli, e perciò ili particolare dei nostri ottimi Cooperatori, si debba fortemente concentrare nel tentare di risanare da questo mal costume l'ambiente in cui vive la povera gioventù.

Ad essi quindi ci pare incomba l'obbligo morale di far plauso e dar caldo aiuto ad una Lega per la moralità pubblica che, destinata in un tempo, che auguriamo non lontano, ad essere italiana, ha per ora stabili basi in Torino (sebbene crediamo che si stia, preparando a nascere anche in altre città) ed è venuta da poco tempo a succedere alla Lega contro la pornografia che esisteva in Torino fino dal 1894.

Per il bene della nostra cara patria noi dobbiamo credere che la Lega sia destinata a raggiungere il suo grande e nobile ideale; ma questo non potrà essere, se gli individui tutti, gli onesti in prima riga e i Cooperatori Salesiani addirittura in capofila, non daranno la loro attività individuale : giacchè un'opera sociale non è che la risultante del lavoro e degli sforzi dei singoli individui.

E chi non vorrà aver la soddisfazione di dire che ha lavorato per il bene ed ha concorso a purificare l'aria che respireranno poi i suoi figli e le sue figliuole? A chi non sorride l'idea di togliere uno scandalo, di impedire una sconcezza, di opporsi ad una turpitudine, di rendere più casta la via dove abita, la città che lo accoglie, la nazione che gli è patria? Ora tale è appunto il compito degli aderenti alla benemerita Lega ricordata, e dovrebbe essere missione continua dei nostri cari Cooperatori.

E i mezzi a ciò? La Lega li suggerisce essa stessa: astenersi per proprio conto dal fare, dire, tollerare sconcezze: tenere lontano le cose disoneste da sè, dalle famiglie, dalle case: adoprarsi colla persuasione e coll'esempio ad allontanarle dai conoscenti, dalle loro case, dai negozi, dai muri delle vie: incoraggiare chi di sconcezze non fa mostra o commercio: star lontani e tener lontani gli altri da libri, da giornali, da teatri, da mostre che offendono il buon costume : e poi concorrere coll'obolo e colla persona all'opera del Comitato dirigente, il quale dal canto suo con conferenze, con scritti, con petizioni e proteste alle autorità, e con quanto le circostanze suggeriscono, caldeggia, patrocinala pubblica moralità: ecco il compito degli aderenti alla Lega.

Non vi pare che tutto questo sia degna opera per un Cooperatore? Fatevi adunque aderenti voi pure. Se concorrere a salvare la gioventù, se lavorare a togliersi d'attorno tanto male e tanta corruzione è diritto per ogni cittadino, per voi, amici di D. Bosco, ci sembra addirittura un dovere !

La Lega ha sede in Torino, Via Arsenale 12, e pubblica un Bollettino bimestrale che invia a tutti i soci. Si diviene socio mandando una semplice adesione : si concorre alle spese della Lega divenendo socio benefattore con un'annua azione di L. 2, o socio patrono con un'annua offerta di L. 5.

Noi raccomandiamo a tutti vivamente questa Lega per la moralità pubblica, anzi facciamo, calda preghiera ai confratelli del giornalismo cattolico a volerla far conoscere ai loro lettori e diffonderla dovunque. La corruzione dei costumi dilaga dappertutto, perchè non si cerca di porvi riparo. È questa l'ora di metterci all'opera, e siamo sicuri che i benemeriti nostri Cooperatori lavoreranno seriamente per questo scopo nobilissimo della Lega.

IL VIAGGIO DEL VEN.MO NOSTRO SUPERIORE DON RUA

COME i nostri benevolì Cooperatori già sanno, il R.mo Signor D. Rua partì da Torino il 31 gennaìo scorso per visitare le Case Salesiane del mezzodì della Francia, della Spagna e dell'Algeria in Africa. Ora le poche notizie pervenuteci a tutto oggi ci permettono di aggiungere che ebbe sempre un buonissimo viaggio - se si eccettua un incidente che, grazie a Dio, non fu di alcuna conseguenza - e provò consolazioni ìneffabili dappertutto. Spigoliamo alcuni appunti dalle varie relazioni locali pervenuteci.

D. Rua giunse a Romans, dove abbiamo l'Oratorio di S. Ippolito, il 1° febbraio, e vi si fermò solo una notte ed un giorno. I Cooperatori della città, all'udire che il Successore di D. Bosco era in mezzo a loro, si riversarono all'Oratorio di S. Ippolito per aver l'onore e la gìoia di vederlo e parlargli. Dopo aver ascoltata con divozione la santa Messa celebrata da D. Rua stesso, restarono tutti commossi nell'udire dalla sua bocca stessa, con quella unzione e soavità che glì è propria, la narrazione della vocazione straordinaria e delle opere mirabili del nostro Fondatore D. Bosco. Egli stesso, finito che ebbe la conferenza, volle fare la questua solita in simili occasioni ; questua che assicurò il pane per un po' di giorni agli orfanelli ricoverati a San Ippolito. Uscito di Chiesa D. Rua fu assediato tosto da quanti desideravano aver da luì una parola, un consiglio, una benedizione, e, se il tempo non incalzava, avrebbe continuato fino a notte in quest'occupazìone per poter in qualche modo accontentar tutti.

Ma egli doveva partire alle tre del pomeriggìo, e però dovette sbrigarsi in fretta per aver tempo di assidersì a rifocillarsi alla mensa preparata con ognì cura, in una sala dell'Oratorio, da alcune affezionate nostre Cooperatricì. Ad essa presero parte il R.m° Can. Caillet, Curato della Parrocchia, e tutti i principali benefattori della Casa. In sul finire vi furono molti cordiali brindisi ed affettuosì augurii. Memorabile quello del Sìg. Chopin (il papà dei Salesianì di Romans). A tutti D. Rua rispose sempre con la stessa dolcezza ed affabilità. Indelebile sarà pei nostri buoni amici di Romans questa fausta giornata.

La sera dello stesso dì il nostro Superiore arrivò a Montpellier, dove pure fu ricevuto con grandi feste assai ben preparate. Al mattìno seguente, compiute tutte le funzioni religiose solite a farsi nelle nostre Case ogni primo venerdì del mese. D. Rua recossi a far visita a Mons. Vescovo ed ai principali benefattori dell'Oratorio di S. Antonio da Padova. Nel dopo pranzo tenne conferenza aì Cooperatori, e poscia si mise a loro disposizione per tutta la serata. Il mattìno seguente, sabbato, si mise in viaggio per la Spagna, dove arrivò ìl 5 febbraio, come apprendemmo dalle corrispondenze particolari del Rev.mo Don Giovanni Marenco, Vicario Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che accompagnava l'amato nostro Padre in questo suo lungo viaggio. Eglì scrive al Rev.mo D. Domenico Belmonte, Prefetto Generale della nostra Pia Società.

M. Rev. Sig. D. BELMONTE,

Braga, 5 Marzo 1899.

Mi si scrisse che Lei e gli altri Superiori del Capitolo desiderano da me notizie del Sig. D. Rua. Le dico subito che non avrei certo tardato fino ad oggi, se egli non mì avesse assicurato che ci pensava lui, dovendo spesso scrivere per affari. Ora pertanto le darò breve relazione del viaggio e del come riesca.

Mi par che si sìa giuntì ìn Ispagna pel giorno 5 febbraio. Nei 15 o 16 giorni passati in Catalogna il Sig. D. Rua visitò le due Case di Sarrià, le due di Barcellona, quella dì Gerona, dove benedisse la prima pietra della Cappella nuova, e finalmente la Casa di Noviziato a S. Vincens dels Horts per la chiusa degli esercizi e per ricevere, mi pare, quindici nuove professioni. Il 21 febbraio lasciò Barcellona per alla volta di Bilbao, con un viaggio dì due giorni, pernottando però presso i RR. PP. Scolopii a Saragozza. Il 25 febbraio andò a Santander; il 28 ed il 1 marzo ci vollero per giungere a Bejar. Da Bejar si tornò indietro a Salamanca, di dove sabato, cioè ieri, con 15 ore di viaggio si giunse quì a Braga di Portogallo.

In tante fatiche di viaggi e nelle non minori fatiche che D. Rua incontra in ogni Casa fa meraviglia come goda relativamente buona salute. Vi è da benedìrne Iddio, perchè cìò avviene certo per un singolare tratto di Provvidenza. Questa singolare provvidenza salvò lui e chi lo accompagnava nello scontro avvenuto ieri stesso a Quegigal, . quarta stazione venendo da Salamanca verso Portogallo. Il treno, per negligenza del deviatore, si inoltrò sul binario morto, dove stazionavano una decina di carri carichi di grano e di legname. L'urto fu terribile quanto improvviso. I carri-mercì andarono a pezzi, scavalcandosi gli uni gli altri, e il nostro treno fu reso inservìbile. All'urto noi ci siamo sentiti sbalzati contro i viaggiatori che sedevano in faccia, e poi rotolammo tutti per terra, confusi coi bagagli che ci caddero addosso. Il Sig. D. Rua ebbe un'ammaccatura alla fronte, non grave, ma che gli produsse emorragia dal naso; un altro viaggiatore ebbe una spalla malconcia ; D. Rinaldi, io ed altri del medesimo scompartimento nulla. Negli altri scompartimenti, e specialmente nelle carrozze di terza classe, dove non vi sono cuscini, l'affare fu più serio; vì furono feriti e contusi, non però mortalmente, per quanto si è potuto sapere, visitando ìl treno. La macchina servì ancora per trascìnarci alla stazione successiva, dove si formò un nuovo treno e così si potè seguire il viaggio senza incidenti. Il Sig. D. Rua ben a proposito notò come lo scontro avvenne alle 6 del meridiano di Madrid, che sarebbero le 7 1/2 del meridiano dell'Europa centrale, ora in cuì confratelli ed alunni facevano la S. Comunione e forse pregavano per i pellegrìnanti Sia adunque ringraziato il Signore; ma, se ne ha l'opportunità, raccomandì che si preghi tuttavia pel Sig. D. Rua, perche il viaggio è ancor lungo assai, affinchè sano e salvo revertatur ad propria.

In ogni Casa è ricevuto con vero trasporto, con affetto, e sto per dire con divozione, non solo dai confratelli e dagli alunni, ma anche dagli esterni, specialmente Cooperatori. A Sarrià, a S. Vincens, a Bejar i Municipii, il popolo con il Clero vennero ad incontrarlo. I Vescovi di Santander e di Salamanca, i Gesuiti di Bilbao e di Salamanca , gli Scolopii di Saragozza e i Carmelitani di Alba de Tormes diedero tali dìmostrazioni di stima, che mai le maggiori. E poì dovunque viene con premura circondato da persone che voglìono consiglì, da giornalìstì che chiedono una parola, da infermi che vogliono una benedizione. Sarebbe lungo dire tutto. Qui mi limito a dire che si rinnovano i fatti di Don Bosco, compreso quello di veder tagliati i panni addosso al povero Sig. D. Rua. Domani qui a Braga avrà luogo una singolare accademia data ad onore del nostro Superiore da esterni. Pare voglia riuscìre qualche cosa di solenne. Vedremo. Martedì prossimo, 7 corr., sì andrà a Vigo per un giorno o due, e poi di là a Lisbona passando per Oporto. Da ciò che si può prevedere a Lisbona non basterà una settimana, cosicché fino al 20 o 21 corr. non sì gìungerà a Siviglia. L'Ispettore D. Filippo Rinaldi fa le parti di un vero figlio verso il Superiore ; io vado dìetro.

Favorisca ossequiare per me i Superiori tutti e voglìa raccomandarci al Signore. Devot.mo in G. C.

D. GIOVANNI MARENCO.

Braga, 7 Marzo sera.

SIAMO a Braga per andar domani a Oporto.

Vi fu un ricevimento in Seminario solennissimo per onorare il Sig. D. Rua. I chierici erano entusiasmati. L'Opera Salesiana è ben ricevuta, in alto e in basso, nel clero e nel popolo. Bisogna dire che digitus Dei est hic.

Addio. Quì tempo cattivissimo. Vento, acqua, freddo e malanni.

Preghino per noi.

D. G. MARENCO.

Vigo, 9 Marzo 1899.

L'ACCADEMIA fatta a Braga ad onore del Sig. D. Rua riuscì splendidamente e fu cosa di molta importanza in cìttà. Invio ìl numero della Palavra che ne dà relazione. Quando il Sig. D. Rua partì per Vìgo, il che fu martedì alle 11 1/2, la stazione era gremita di gente. I più distinti benefattorì erano là per salutarlo e ringraziarlo dell'onore fatto, a Braga colla sua visita. La banda cittadina suonava, mentre la folla prorompeva in applausì e viva, finchè ìl treno scomparve. Non va dimentìcato che sul passaggìo dalla carrozza al treno erano sparsi fiori. Quì a Vigo, invece della banda cìttadina, furono i ragazzetti che gridando sine intermissione « Evviva D. Rua! » e galoppando accompagnarono la vettura dalla stazione alla Casa Salesiana, che è assai distante, con l'ammirazione della città intera. Tanti ossequii in tutta fretta.

D. G. MARENCO.

Lisbona, 14 Marzo.

IN breve voglìo dirle gli avvenimenti di questi ultimi giorni, che sono assai importanti.

A Corte mostrarono desiderio di aver una visita del Sig. D. Rua. Si andò ieri alle 13.30. La Regìna Donna Amelia lo ricevette colla maggior deferenza: disse che avrebbe sempre protetto, come diffatti protegge, l'Opera Salesìana, che tanto bene recherà a Lisbona e in Portogallo. Però mostrò desiderìo che si prenda la direzione d'un Istituto esistente di discoletti, i quali, se entrano biricchini , escono rovinati per la mala direzione. Non sarà cosa, come essa disse, troppo facile per essere affare governativo, ma lo vorrebbe col tempo. Per ora essa stessa consigliò a sviluppare l'Opera indìpendentemente. In seguito si volle che D. Rua vedesse e benedicesse i Principìnì, D. Luigi Filippo, presunto erede del trono, e suo fratellino l'Infànte D. Emanuele. Fu cosa commovente la cara semplicità, di che diedero esempio. D. Rua li benedisse e li regalò d'una medaglia di Maria Ausiliatrice. I due Principi restarono ammirati del loro visitatore. - Oggi fu la volta di Regina Maria Pia. Trattò molto bene D. Rua e la visita durò dieci mìnuti. Caso volle che ricorresse il genetliaco di suo fratello Umberto. D. Rua promise preghiere per essa, per esso, per tutti.

Furono pure cordialissimi con D. Rua ìl Cardìnale Arcivescovo, l'Arcìvescovo eletto di Braga, che dimora ancora quì nella sua antica qualità dì Vescovo Coadìutore del Cardinale, e il Governatore cìvile della Città.

Al Nunzio non sì potè ancora restituire la visita. Egli fu quì in Casa domenica per un'accademìa, della quale troverà relazìone nei giornali che invio : fu qui nuovamente ieri per un pranzo offerto dal Marchese di Liverì a D. Rua, come fu presente oggi alla Conferenza dei Cooperatori nella Chiesa di Lapa.

A proposito del pranzo, ebbe una chiusa tanto cara, quanto inattesa. Il Marchese di Liveri fu l'ultimo a fare ìl brindisi, e in esso offerì la somma dì L. 100,000 per l'acquisto di mq. 20,000 dì terreno in luogo opportunissìmo, per .iniziare la nuova Casa. Pare che la sua beneficenza non si arresterà qui, ma penserà a Chiesa, ecc. ecc. La notizia di tale offerta si divulgò per la cìttà, recando ammirazione e consolazione in tuttì. Noti che il Marchese è italiano, residente qui però da molti anni. Questa singolarità è efficacissima per rendere più popolare l'Opera e i Salesiani italìani che la importarono. Ora si tratta delle Suore, rìchieste dalla Regìna e da molte Signore, essendovi molto bisogno dell'opera loro per le fanciulle, ma finora non sì concretò nulla. Vedremo stasera e nei due giorni, nei quali ci tratterremo ancora in questa cìttà. Dal detto comprenderà come sia rìcevuto e stimato D. Rua. Sono cose impossibili ad essere descritte. Pare davvero che la sua venuta qui sia provvidenziale. Forse il demonio prevedeva il bene che avrebbe fatto e percìò, lasciando noì la Spagna, ha tentato uno scontro ferroviario. Dìmenticava di aggiungere che ieri venne a visitar D. Rua il Conte de Sonaz Ministro Plenipotenziario d'Italia, con la Signora. Glì si restituirà la visìta. È notte, non ho più tempo, quindi la saluto. Aff.mo suo

D. Giov. MARENCO.

MISSIONI

Una dolorosa notizia ci ha recato il telegrafo da S. Salvador la Domenica 2a dopo Pasqua. Il nostro carissimo Confratello D. LUIGI CALCAGNO, l'intrepido Superiore dei nostri Missionari espulsi due anni or sono dall'Equatore per opera della rivoluzione, ripartito quest'autunno scorso la seconda volta per quella Repubblica del Centro-America a capo di un nuovo drappello di Missionari, ha cessato di vivere. All'ora, in cui il presente numero va in macchina, non ci sono ancor pervenuti i particolari della sua morte. Lo raccomandiamo vivamente alle preghiere dei nostri buoni Cooperatori e pie Cooperatrici.

BRASILE Una Missione pastorale nel Matto Grosso.

(Continuazione della relazione di D. Giuseppe Solari - V. Bollettino Salesiano di Aprile 1899.)

Cuyabà, 10 Dicembre 1898.

Partenza. - Cambiamento di vestito - Perdati nella foresta - Dolori e pene - Felice incontro - Riposo - Nuove avventure - Al «Brillante» - Brutto tiro d'un cavallo - A Bôa Esperança.

SEBBENE oltremodo stanco, il 15 settembre volli partire da Campo Grande. Al suono delle campane tutti quei buoni abitanti accorsero per assistere alla partenza del Missionario e ricevere un'ultima sua benedizione. Quasi tutti volevano accompagnarmi per un buon tratto di strada; ma io li dissuasi, perchè le vie, causa la siccità, erano impraticabili. Dopo una mezz'ora di. trotto, la mia sottana era divenuta rossa e le mani e la faccia pure. Se mi fossi pitturato appositamente, forse non avrei raggiunta la perfezione di questo involontario cambiamento.

Le cordigliere di Amambahy e di Maracajù sono incantevoli per le loro bellezze naturali; ma la terra è tutta pura polvere rossa fina fina. Quando piove, è assai difficile viaggiare a cavallo, perchè il terreno diviene talmente sdrucciolo, che la povera bestia non riesce a sostenersi in piedi; e quando v'è siccità, si solleva da terra tale un polverio rosso, che guasta non solo i vestiti, ma penetra pei pori della pelle siffattamente, che per ripulirsi s'è obbligati a lavarsi per una buona mezz'ora e consumare molto sapone. Così mi toccò fare in quest'occasione.

Intanto si continuava il nostro itinerario: la carovana, composta del sottoscritto coi suoi due catechisti ed i rispettivi cavalli, erasi accresciuta di una guida, la quale menava insieme un altro cavallo da soma per la valigia e l'altare portatile. Ora andando questo cavallo molto a rilento ed essendo molto lontano il luogo indicatomi per la nostra prima tappa, venni nell'intenzione di guadagnare tempo, e, prese le necessarie indicazioni per non smarrirci, lasciai indietro uno dei miei giovanotti con la guida e tutto il carico, mentre io e l'altro avanzammo verso la meta. Non l'avessimo mai fatto! Per un poco tutto andò benone : guadammo vari fiumicelli, come l'Imbirussù e il Lagoinha, e verso il tramonto arrivammo ad una casa appartenente al figlio del padrone, cui eravamo diretti. Quivi mi voleva fermare, perchè oltre la stanchezza io provava un malessere per tutto il corpo e forte dolore alle reni; ma, non avendo trovato il padrone, stimai più conveniente continuare. Da una donna che custodiva la proprietà seppi che, per arrivare là dove era diretto, ci erano ancora ben 15 km.; da lei mi fornii pure di altre indicazioni. Noi, secondo queste informazioni, avremmo dovuto trovare solo tre bivii; ma poi, con nostra meraviglia, ne incontrammo ben sette. Perciò non era più possibile orizzontarci, ed io abbandonai le redini del cavallo, affinché la Provvidenza lo guidasse.

Frattanto discese la notte nuvolosa e scura, prima che noi avessimo ritrovato la casa, ed eravamo proprio smarriti in mezzo alla foresta. Trovarsi durante le notturne tenebre in queste sterminate foreste, senza una direzione, non fa certo piacere e non è da augu rarsi ad alcuno... La scialba e trista luce d'un campo che andava in fiamme accresceva vieppiù l'orrore della nostra situazione. Invece di due leghe, come ci era stato assicurato, ne facemmo tentoni ben sei; ma nessun indizio di casa. Intanto il mio malessere aumentava, e sì io che il mio compagno eravamo sfiniti, perchè dalla nostra partenza da Campo Grande, che, come dissi sopra, fu di mattina, non avevamo più assaggiato cibo alcuno, eccetto un po' d'acqua per far tacere la sete.... L'oscurità della notte era resa ancor più tetra dal sepolcrale silenzio che regnava tutt'intorno, interrotto solo a quando a quando dal canto di qualche uccellaccio notturno, dai muggiti delle vacche, che vagano per quelle immense pianure, ed anche dall'antipatico urlo di qualche lontana tigre... E noi due eravamo là perduti, soli, senza guida e senz'armi ! Non tento neppure di mettere in carta, Signor D. Rua, quello che passava nell'anima nostra in quegli angosciosi momenti... è più facile immaginarlo che rammentarlo dopo averlo provato.

Ad un tratto un mormorio di vicine acque rianimò le nostre speranze, perchè sulle sponde dei fiumi essendovi quasi sempre qualche casa, pensavamo di trovare un bugigattolo dove passare la notte. Seguitando una stradicciuola, giungemmo al fiume, lo passammo e dopo un venti metri appena cessò quel sentiero. L'oscurità era tanta, che appena potevamo vederci l'un l'altro, né avevamo zolfanelli per accendere un po' di fuoco. Allora ci mettemmo a gridare, perchè se nei dintorni vi fossero state delle abitazioni, almeno i cani avrebbero latrato. Ma non fu nulla: silenzio ed oscurità da per tutto! Pazienza, dissi, siamo nelle mani di Dio, egli ci assiste ! mentre dall'imo del cuore ci usciva una fervida preghiera alla nostra potente Ausiliatrice. Per un po' di tempo ci aggirammo ancora qua e là, ma poi, aggravandosi il male e la spossatezza, decisi fermarmi. Balzai da cavallo e legatolo ad una pianta, mi sdraiai sull'erba per cercare un po' di sollievo. Altrettanto fece il mio compagno d'infortunio. Io sperava con ciò di calmare i miei dolori, ma inutilmente; che anzi l'umidità li accresceva... Allora stimai conveniente fare qualunque sacrifizio, pur di poter arrivare ad una qualche casa, prima che il male mi rendesse impossibilitato a cavalcare. Decidemmo perciò di ritornare indietro fino alla casa ultima, da cui eravamo partiti la sera. A stento rimontai il cavallo, e via.

Ripassammo il fiume e pian piano ritornavamo indietro, sicuri di esser sulla strada già prima battuta. Ma che? Dopo due ore di faticosa marcia, giungemmo ad un fiume, che prima non avevamo incontrato : solo allora ci accorgemmo di aver sbagliato. Senza la fiducia in Dio c'era proprio da perdersi in atti di disperazione. Il mio dolore cresceva a dismisura ; sicchè il mio compagno n'era spaventato... Pure presi il Rosario ed alla meglio lo recitammo insieme per ottenere il patrocinio di questa buona Madre Celeste. Finito il Rosario, io più non poteva resistere agli atroci dolori che mi torturavano. Allora mi venne l'inspirazione di fare al fianco addolorato un po' di cura idroterapica. Ritornai al fiume ed inzuppato ben bene d'acqua un asciugamano, me lo applicai alla parte addolorata e copertomi alla meglio mi sdraiai per terra. Mi fu impossibile prender sonno, ma provai un po' di sollievo, anzi i dolori cominciarono a diminuire e mi lasciarono quasi. affatto libero. Anche il mio compagno, per la fame che lo divorava, non potè chiuder occhio; d'altra parte era obbligato a vegliare per custodire i cavalli, perchè dove ci eravamo fermati non v'era neppure una pianta, a cui legarli.

L'aurora in questo frattempo cominciava a far capolino in mezzo alle tenebre, e noi montati a cavallo rifacemmo ancor una volta la strada verso quel fiume dove avevamo smarrita la strada. Dopo appena un chilometro di cammino potemmo orizzontarci, perchè potemmo ritrovare la strada battuta il dì innanzi. Dopo lungo camminare, stanchi ed abbattuti, verso il mezzodì rìtrovammo i nostri due compagni lasciati addietro. Ringraziammo Iddio di cuore, e poscia il mio compagno potè attutire un po' i latrati della fame. Anch'io provava immenso bisogno di rìstorarmi, ma non mi arrischiai prima di esser giunto ad una qualche casa. Ritornammo tutti indietro, e dopo un po' di cammino vedemmo che la casa, cui eravamo diretti, si trovava neanche un quarto d'ora distante dal luogo della nostra notturna avventura. Oh! illusione ! Avevamo fatto naufragio proprio nel porto! Giunti a quella casa, mi procurai. subito un letto per riposarmi: più tardi presi un po' di cibo ed un bagno nelle limpide acque del Lageado. All'indomani celebrai la Santa Messa sopra un altare improvvisato con tavole, amministrai alcuni Battesimi e Cresime e mi dìsposi di nuovo per la partenza.

Quella buona gente voleva a tutti i costi mi fermassi alcuni giorni per rimettermi in forze; ma il tempo incalzava ed altre anime aspettavano l'opera mia. Con altri cavalli più freschi e riposati potemmo fare un buon cammino. Pervenuti al fiume Imbirossù, affluente del Vacaria, passammo la notte presso una buona famiglia. Al mattino, 8 settembre, festa della Natività di Maria SS., celebrai la S. Messa coll'assistenza di molta gente di quei dintorni, amministrai oltre 40 Cresime ed alcuni Battesimi. Poscia con tempo nuvoloso, il più propizio per viaggiare in questi climi tropicali, continuammo per altre due leghe.

Allora la nostra guida in modo villano protestò di non voler più continuare e di ritornarsene indietro con tutti i cavalli. Ci volle del bello e del buono per indurlo a desistere dal suo proposito Il poverino però aveva quasi ragione, perchè, quantunque si decantasse pratico dei luoghi, pure ne sapeva quanto noi, ed invece di guidarci dove eravamo diretti, ci menò alla capanna d'una povera vedova carica di figli. Quivi ci piantò ritornandosi con tutti i cavalli. In questa capanna dovemmo passare la notte, ed alla mattina decidemmo il da farsi. Senza cavalli era impossibile viaggiare, e quella povera vedova non ne aveva che due. Lasciai quindi un mio compagno con la valigia e l'altare in ostaggio, ed io coll'altro, montati i cavalli della vedova, via di trotto per ben 28 chilometrì fino alla bella tenuta del Brillante sulle sponde del fiume omonimo. Quivi procuratimi altri cavalli, rimandai il mio compagno a restituire alla vedova i suoi ed a prendere gli ostaggi. L'operazione al mattino seguente era felicemente compiuta, e noi via per la Fazenda Bôa Esperança. Non avendo potuto avere che due cavalli per tre persone ed i bagagli, dovemmo aggiustarci a fare i 35 chilometri che ci separavano dalle suddette Fazende nel miglior modo possibile. Uno s'incaricò del bagaglio e si tenne un cavallo; gli altri due invece si dovettero accontentare di cavalcare solo un po' per ciascuno. Ma qui nuova avventura. Il cavallo destinato a recare il bagaglio non essendo accostumato, dopo breve tratto s'imbizzarrì, e dando salti da disperato, lanciata dalla groppa la nostra roba qua e là, rovinandocela tutta, si diede a precipitosa fuga. Povero me! Tutto il mio altare portatile era distrutto; la coppa del calice rimase schiacciata e quel che più importava rotto e vuoto il vaso del sacro crisma. Questo mi obbligò ad accorciare il mio itinerario. Aveva stabilito percorrere tutta la frontiera del Paraguay, ma ora con sole poche goccie del S. Crisma sarebbe stata in gran parte inutile la mia missione. L'unico mezzo per averne era di mandare uno espressamente fino a Concezione del Paraguay; ma la distanza era enorme. Decisi quindi di accorciare la mia Missione Pastorale, e, terminato a Nioac, recarmi di nuovo ad Aquidanana e poi a Corumbà. Raccolta quindi la sparsa nostra roba e nascostala fra le piante, sotto la protezione dell'Angelo di Dio, continuammo a piedi il nostro viaggio, ed in sull'imbrunire, noi tre cavalieri con un sol cavallo, giungevamo alla fazenda Bôa Esperança, proprietà di un simpatico vecchio Portoghese. Questa Fazenda è in posto incantevole sulla Cordigliera di Maracajù e presso il torrente Taquarussù. Ci fermammo due giorni, durante i quali provvisti di cavalli mandammo a ritirare la nostra roba lasciata nella foresta. Il padrone volle pure visitassi un'altra sua tenuta, dove mi fermai quattro giorni per l'ammìnistrazione dei Sacramenti.

A Nioac - Le rovine della Chiesa di S. Rita - Progetti d'una nuova Chiesa - E una Cappellai? - Fermata - Gli effetti della vociferazione -Lotte fraterne - Di ritorno ad Aquidanana - Temporale notturno e bagni diurni.

Il 16 settembre, accompagnato da certo Nicolao Acuosta e dai. miei catechisti, mi avviai verso Nioac. Discesa la Cordigliera di Maracajù, guadato il fiume Urumbeva, attraversato un villaggio indio ed il torrente Das Posses, giungevamo a Nioac in sul far della notte, ricevuti al suono giulivo delle campane. Il buon Nicolao, mio collega di viaggio, e la sua suocera mi pregarono con sì calde istanze a, voler prendere ospitalità in casa loro durante la mia permanenza in paese, che non potei non accettare con tutta gratitudine. La popolazione di Nioac ha scelto un bellissimo luogo per sua dimora. Sorge sulla destra del fiume omonimo, a ridosso d'una ridente collina, bagnata dal fiume Urumbeva e dal torrente Correguinho, offrendo all'occhio un assai gradevole panorama. Il clima sano è abbastanza temperato ed il terreno molto fertile per l'abbondanza delle acque. Il paese è diviso da due belle strade formanti verso Sud un angolo retto : ha una piazza molto ampia, su cui sono già poste le fondamenta della nuova Chiesa, poìchè l'antica, dedicata a S. Rita ed incastrata al quartiere, è tutta in rovina. Però, per mancanza di mezzi e per la vastità del disegno della nuova Chiesa, per ora non si veggono che le fondamenta ed i miserelli di Nioacesi si dovettero accontentare di innalzare solo una Cappella. Entrando in essa viene spontanea la domanda E una Cappella questa? tanta è la povertà in cui si trova. Manca persino dei paramenti ed arredi più indispensabili al sacro ministero... Ma già in questa parrocchia non v'è alcun prete e quindi si comprende il motivo di tanta desolazione.

Mi fermai 19 giorni. Fino al nono dì predicai, mattino e sera, come già avea fatto a Campo Grande, battezzando, cresimando e confessando durante il resto della giornata. Ma dopo dovetti sospendere, perchè la continua vociferazione mi avea indebolito talmente lo stomaco, che più non reggeva a fatica alcuna; la lingua si era infiammata tanto da parere una spugna e le gengive ed il palato eran divenuti tutto una piaga. Non le dico quanto ebbi a soffrire per questi effetti della vociferazione; più che i dolori corporali, mi angustiava il pensiero che più non poteva prestar l'opera mia a tante anime sitibonde della parola di Dio. Il Signore però mi alleviò e dopo alcuni giorni di riposo potei riprendere il solito lavoro. In una delle strade più frequentate feci innalzare una gran Croce, dinnanzi alla quale ci recammo per un triduo in processione a cantare le Litanie dei Santi per impetrare dal cielo il benefizio della pioggia da lungo tempo invano desiderata. Si andò pure processionalmente anche al Cimitero, dove celebrai. fra la generale commozione la S. Messa per i defunti ivi sepolti. La popolazione pare di buono spirito, e molto più si potrebbe fare, se non esistessero certe inimicizie politiche causate dalla diversa nazionalità delle persone costituenti Nioac. Queste inimicizie politiche sono fattrici di frequenti lotte fraterne assai sanguinose. Cercai nelle mie istruzioni di persuader loro il gran male che fanno odiandosi ed offendendosi così, ma da quest'orecchio i più sono sordi! Che il Signore tocchi loro il cuore e li renda più umani tra di loro!

Ai 7 ottobre, accompagnati da buon numero di Signori, lasciammo Nioac per far ritorno ad Aquidanana e di là poscia a Corumbà. Alle sponde dell' Urumbeva un'immensa moltitudine di gente mi attendeva per salutarmi e ricevere un'ultima benedizione. Quivi. quelli di Nioac mi salutarono è fecero ritorno in paese, ad eccezione del Signor Vincenzo Anastasio, (proprietario del vapore che mi doveva trasportare a Corumbà), che mi volle accompagnare fino ad Aquidanana. Viaggiammo tutto il dì, ed a notte fatta arrivammo ad una casa, dove fummo gentilmente ospitati. Fu provvidenza del cielo, perchè appena messi i piedi sulla soglia si scatenò un furioso temporale con lampi, tuono e dirotta pioggia, che durò pressochè tutta la notte. Che sarebbe stato di noi, se non avessimo trovata ospitalità in quella notte?... La divina Provvidenza però non abbandona chi in Lei s'affida, e noi ne facciamo continua esperienza.

All' indomani il tempo si era rabbonato , anzi il cielo parve rasserenarsi completamente. Celebrai la S. Messa, amministrai sette Battesimi, 50 Cresime e benedissi un Matrimonio di Indii Terenas. Poscia proseguimmo il nostro viaggio. L'acqua però stavolta non fu tanto benigna da attendere per scatenarsi che noi fossimo pervenuti a ripararci, ma verso le tre pom. cadde fitta fitta per lungo tempo. sottoponendoci ad un involontario e poderoso bagno. Alle 8 di sera, bagnati e sfiniti, pervenimmo ad Aquidanana, dove, non essendo ancor arrivato da Corumbà il vaporino Liguria, si dovette sostare cinque dì : ma non furono perduti.

(Continua).

UNA GRANDIOSA FIERA

CON SPECIALI FESTE DI BENEFICENZA Sono indette per questo mese in Torino dal zelante Comitato di Siqnore Patronesse, costituitosi in questa città, nell'intento di portare un valido contributo all'azione del Comitato Promotore dell'Omaggio Internazionale all'Opera di D. Bosco.

Saranno tenute nel Piano Rialzato della Mole Antonelliana, gentilmente concesso dal Benemerito Municipio di Torino, cui riverenti porgiamo l'espressione della nostra vivissima riconoscenza.

Non diamo maggiori informazioni, essendosi riservato questo compito i giornali cittadini.

Diciamo solo a tutti i nostri lettori della città e provincia di Torino, ed anche ai lontani che venissero in pellegrinaggio al santuario di Maria Ausiliatrice, che non manchino di fare una visita alla Mole Antonelliana per sortire un ricordo di questa Fiera ed incoraggiare così le Nobili Signore, che in ciò sono animate veramente ed unicamente dallo spirito di carità cristiana.

GRAZIE di Maria Ausiliatrice

Maria SS. Ausiliatrice salute dei peccatori.

Quanto è potente l'intercessione di Maria SS. Aiuto dei Cristiani. per ottenere la conversione dei più ostinati peccatori ! Viveva uno di questi disgraziati da moltissimi anni lontano dalla Chiesa. Colpito da inesorabile morbo, fu condotto all'Ospedale. Uno dei RR. PP. Francescani, addetti all'Ospedale, mise in opera tutto il suo zelo per farlo ravvedere, ma veniva sempre rigettato. M'affrettai allora a ricorrere al Rifugio dei peccatori, Maria Ausiliatrice; e la buona Madre ne ottenne la prodigiosa conversione. Egli infatti poche ore prima di morire diede segni certi di ravvedimento, perchè baciò il Crocifisso, che prima respingeva : a segui, essendo privo di favella, fece pubblica ritrattazione de' suoi errori: ricevette con edificazione gli ultimi conforti religiosi e con tali sentimenti spirò. Ne sieno rese grazie a Maria Santissima Ausiliatrice!

Vicenza, 31 Dicembre 1898.

D. LUIGI CAVALIERE.

Da morte a vita.

Una mia nipotina di anni sette, abitante in Milano in via S. Vittore n. 9, s'ammalò ai primi di dicembre scorso. Chiamato il medico, giudicò subito la cosa gravissima, trattandosi di peritonite. Infatti rapidissimamente la piccina s'aggravò. Invitati altri due specialisti, giudicarono essi pure l'ammalata come spedita, facendo solo proforma una semplice riserva sull'età, la quale forse avrebbe potuto ottenere quello, cui la scienza ormai era impotente. Ma pur troppo le cose giunsero a tal punto, che il medico curante quasi non suggeriva più medicine, giudicando inutile darle ad una morta. Anzi per tre giorni consecutivi venne in casa coll'attestato di morte pronto in tasca.

Frattanto furono amministrati alla povera piccina la Cresima da S. E. Rev.ma Mons. Mantegazza, Vescovo di Samos, e l'Estrema Unzione dal R.mo Prevosto Pogliani, il quale pure la riteneva già per un Angelo. Lo stato della inferma insomma era tanto disperato, che la famiglia ricevette varie lettere di condoglianze per morte da coloro, che l'avevano veduta in uno dei tre giorni, in cui stette in agonia. Per sgravio di coscienza i medici consigliavano la laparatomia; ma non fu accettata dalla famiglia, sembrando assurdo praticarla con un cadavere. Però si piangeva e si pregava, e si pregava specialmente la B. V. Maria Ausiliatrice, vera salute degli infermi, ed il babbo della bambina promise che, se l'avesse fatta guarire, si sarebbe recato a Torino a deporre un ex-voto in ringraziamento ed avrebbe magnificata la potenza e la bontà di questa Vergine sul Bollettino Salesiano. E Maria SS. esaudì le nostre preghiere. La piccina, toccato il punto estremo della vita, oltre il quale eravi la morte, si riebbe alquanto ; sparirono a poco a poco i sintomi cadaverici e per vero miracolo ottenuto da Maria SS. Ausiliatrice incominciò a riaversi, talchè oggì è guarita. A nome mio quindi, di mia sorella e di mio cognato, prego venga inserita nel Bollettino una grazia così segnalata in rendimento di grazie ed a maggior gloria di Maria SS. Ausiliatrice. Unisco un'offerta di L. 30 in segno di riconoscenza a Maria Ausiliatrice, pregando questa nostra buona Madre a tener sempre lontana dalla mia famiglia ogni disgrazia e malattia.

Milano, 6 Febbraio 1899.

CARLOTTA BRUGNATELLI.

Oh quanto è grande la bontà di Maria SS. Ausiliatrice !

Una povera figlia di questa Parrocchia, per alcune fissazioni, già da quasi una trentina d'anni più non si confessava. Non valsero a distoglierla da tale proposito nè le esortazioni, riò i consigli dei suoi parenti e di persone che pietose compiangevano la sua triste situazione. Già si disperava della sua conversione, quando, giorni sono, dandosi in questa Parrocchia un corso di Esercizi Spirituali per opera di uno zelantissimo Missionario, noi sottoscritte ci ricordammo nelle nostre povere preghiere della infelice figlia, e concordi facemmo voto a Maria SS. Ausiliatrice che, se ci esaudiva, avremmo fatto celebrare una Messa nel suo santuario di Torino e avremmo inoltre resa pubblica la grazia sul Bollettino Salesiano. Oh! la nostra carissima Madre Maria, che sempre benigna ascolta ed esaudisce le preghiere che i suoi fedeli le rivolgono, non mancò di concederci la grazia desiderata. Sì, quella povera figlia, quasi spontaneamente si accostò ai SS. Sacramenti della Confessione e della Comunione, ed ora ella stessa asserisce di non essersi mai trovata felice come al presente. Quanto è buona Maria SS. Ausiliatrice! Noi. la terremo sempre nel cuore e sulle labbra. Intanto ci affrettiamo ad inviare la piccola offerta di L. 2 per la celebrazione della S. Messa.

Villò (Piacenza), 17 Febbraio 1899.

MARIA CAMINATI e MARIA RUSCONI.

Guarigione istantanea.

Con cartolina vaglia rimetto L. 10 per la celebrazione di una Messa di ringraziamento all'altare di Maria SS. Ausiliatrice per grazia ricevuta nella persona di mia zia più che ottantenne. Il giorno 15 febbraio prossimo passato, fu presa da forte emorragia al naso, e le perdurava oltre le sedici ore, senza quasi speranza di poterla salvare, perchè riluttante ad ogni rimedio suggerito dall'arte salutare: quando in buon punto mi risovvenni delle tante grazie lette nel Bollettino Salesiano, dispensate da cotesta buona Madre a chi con fede a Lei ricorre. Difatti feci promessa di mandare la surriferita elemosina per una Messa da celebrarsi al suo altare. Mirabile cosa a dirsi 1 In sul momento cessò l'emorragia; e non ostante la stia grave età, in questi giorni ha potuto venìre in persona a ringraziare Maria SS. in una Chiesa, ove si venera l'effigie di questa buona Madre Aiuto dei Cristiani. Sìano adunque sempre lode e ringraziamenti a Maria Ausiliatrice per questo e per tanti altri favori da Lei ricevuti 1

Avacessi di Arcevia (Ancona), 28 Marzo 1899.

D. GIUSEPPE FORTI.

Angolo (VAL CAMONICA). - Tra i molti favori ricevuti da Maria SS. devo annoverarne uno recentissimo. Nel mese di settembre passato la mia primogenita, d'anni nove, si ammalava di bronco-polmonite doppia, malattia di cui fu altre volte colpita, ma non in modo così grave. Il medico-condotto locale moltiplicò le sue intelligenti ed affettuose cure; ma pur troppo stante la gravità della malattia e la riluttanza della bambina a prendere medicine, ci furono dei momenti in cui quasi disperò salvarla, e volle che fosse visitata anche dal medico del vicino Garzone, che fu pure dello stesso parere. Mia moglie ed io, conscii della gravità del pericolo, incominciammo una novena a Maria SS. Ausiliatrice, e prima che questa fosse terminata la bambina era, si può dire, fuori pericolo, ed ora è uscita anche di convalescenza, con sorpresa dello stesse medico curante. Mando L. 5,00 quale tenue obolo della mia gratitudine a Maria SS. Ausiliatrice, dolente che le mie condizioni non mi permettano al momento maggior sacrificio. Prego pubblicare integralmente la presente sul Bollettino Salesiano ad onore e gloria di Maria SS. Ausiliatrice.

30 ottobre 1898.

BARTOLO CASELLI

Segretario Comunale. Conesa (PaTaGoNiA). - Salus infirmorum, ora pro nobis. Nello scorso settembre essendo caduta gravemente inferma una buona Suora addetta a questo Collegio e presentando la infermità sintomi maligni, noi povere Figlie di Maria Ausiliatrice, in mezzo a questi immensi e deserti campi patagonici prive di medici e di medicine, ci siamo raccomandate alla nostra, cara Madre Maria SS. Ausiliatrice... ed oh!... miracolo di Maria!... non avevamo ancora finita una novena in suo onore, che la povera nostra consorella inferma già si trovava miracolosamente guarita, con grande contentezza delle giovani allieve e di noi tutte. Siccome avevamo fatto promessa di far noto a tutto il mondo la grazia, se l'ottenevamo, preghiamo ora a volerla pubblicare nel Bollettino Salesiano, affinchè tutti siano animati a confidare sempre in Maria Ausiliatrice, consolazione degli afflitti, salute degli infermi.

14 Ottobre 1898.

Suor LUIGIA FERRERO

Direttrice.

Favale di Malvaro (GENOVA). - Travagliata per varii mesi da. malattia mortale e munita dei SS. Sacramenti della Penitenza , Eucaristia, Estrema Unzione, assistita dal Ministro di Dio, non aveva che da esalar l'ultimo respiro, quando si ricorse a Maria Aiuto dei Cristiani con fervente novena e con promessa di far pubblicare nel Bollettino Salesiano la grazia della guarigione, ove mi fosse stata concessa. Nè la fiducia fu delusa, anzi venne coronata del più felice esito; poichè da quel giorno migliorai, ed ora, malgrado la mia età cadente di sessantacinque anni, son guarita con consolazione de' miei figli, figlie, nuore, generi e nipoti. Riconoscente pertanto alla Gran Madre, Aiuto dei Cristiani , ed in adempimento della promessa mando a pubblicare una sì segnalata grazia e la tenue afferta di lire due per la celebrazione di una S. Messa di ringraziamento all'altare di Maria SS. Ausiliatrice, scongiurandola a degnarsi continuare su me ed i miei, in tutti i giorni della nostra mortale carriera, la sua celeste e materna protezione.

1 Novembre 1898.

TERESA DEBENEDETTI in BOITANO.

Preseglie ( BRESCIA ). - Maria è proprio la tesoriera di tutte le grazie. Era ammalato di grave nefrite: ricorsi fiduciosamente a Maria e in breve tempo fui perfettamente guarito. - Stavasi costruendo una Chiesa, quando per un accidente, crollò un'arcata della medesima, trascinando seco tutti gli operai, tra i quali mio padre. Riportò una grave ferita alla testa ed altre contusioni. Ricorso a Maria ed in breve tempo guarì perfettamente.- Imputato come colpevole di questa disgrazia, mentre innocente, ricorse a Maria e fu per ben due volte totalmente assolto nei tribunali. Quanto dobbiamo essere grati a Maria! In segno di riconoscenza mando la tenue offerta di L. 5.

21 Ottobre 1898.

D. GIUSEPPE VASSALINI.

Rieti. - Maria mi ha guarita la mamma! Nello scorso settembre mia madre fu colta da serio malore, che sin dal principio mostrò i sintomi di una gravissima e seria malattia che l'afflisse nell'anno decorso per ben oltre due mesi. Nel più desolante scoraggiamento che m'aveva assalito , mi balenò alla mente il pensiero di Maria Ausiliatrice. Mi rivolsi a Lei con fiducia, cominciai una novena e le promisi di render pubblica la grazia della guarigione nel Bollettino Salesiano, inviando anche un'offerta. Oh! quant'è buona Maria! La mia mamma cominciò a migliorare ed al termine della novena, potè rialzarsi da letto; in capo poi a pochi giorni era completamente guarita.. Ora continua a godere la più florida salute. In ringraziamento della grazia ottenuta e di quanto mi riprometto di ottenere, soddisfo al mio voto coll'inviare la tenue offerta di L. 20 e col pregare venga inserito nel Bollettino il segnalato favore a me concesso dalla Misericorde Signora.

8 Dicembre 1898.

MARIANNA PICCINETTI.

S. Nicolas de los Arroyos (R. ARGENTINA). - Chi potrà misurare la potenza di Maria Santissima? Niun altro che Dio, essendole Padre, Sposo e Figlio. Ma quanti hanno la fortuna di esperimentarla! Anch'io sottoscritta voglio rendere di pubblica ragione al mondo intero una segnalatissima grazia ricevuta, son pochi giorni, da Maria Santissima venerata sotto il titolo di Ausiliatrice. Da lungo tempo mi trovavo affetta da gravissima malattia, e tutti i mezzi umani possibili non valevano a vincerla, per cui già mi era rassegnata al sacrificio della vita, dopo di aver ricevuti tutti i conforti della Religione: quando dal mio confessore Salesiano, venni esortata a sperare ed a confidare in Maria SS. Ausiliatrice, che senza dubbio m'avrebbe resa la perduta mia salute. Volonterosa m'attaccai a quest'àncora di salvezza con viva fede. Oh portento! mi sentii subito meglio, ed in pochi giorni ristabilita del tutto. Ora da figlia riconoscente, avendo già sciolto il mio voto, sento il dovere di rendere pubblica a tutto il mondo una grazia sì segnalata. Evviva sempre Maria SS. Ausiliatrice!

25 Ottobre 1898.

ASSUNZIONE PARISI.

Somendenna (BERGAMO). - Evviva Maria, vero Aiuto dei Cristiani! Coll'animo ricolmo di allegrezza e di riconoscenza verso la nostra comune Madre Maria, godo poter pubblicare che io, Maria Gritti di Giacomo, di Somendenna, da più di tre anni ammalata, ora mi sottomisi ad una triplice e difficilissima operazione chirurgica. Interposi a tal uopo la mediazione di Maria Ausiliatrice, con una novena di preghiere nel santuario di Lei in Torino e colla celebrazione di due S. Messe al suo altare. L'operazione fu fatta il 13 dello scorso ottobre, e dopo solo nove giorni con sorpresa di tutti cominciai ad alzarmi dal letto, ed ora mi trovo a casa quasi completamente guarita. La mia famiglia si unisce con me nel ringraziare di cuore Maria SS. Ausiliatrice dei Cristiani, promettendo che in riconoscenza di tal grazia ricevuta ci ricorderemo di spedire ogni anno un'offerta per le Missioni Salesiane.

9 Novembre 1898.

MARIA GRITTI.

Torino. - Il 5 febbraio dello scorso inverno, caddi gravemente ammalata, per malattia cardiaca, che per ben 40 giorni mi tenne inchiodata in letto. In tanto malore, a Te mi rivolsi fiduciosa, o Vergine Immacolata, e Tu, Madre amorosa, esaudisti la mia prece, ed a poco a poco ritornai ad acquistate forza e salute. In gratitudine di tua materna protezione gradisci l'umile offerta di questa pianeta, da me ricamata, e che depongo sull'altare a Te dedicato. Oh! Vergine Immacolata, benedici all'Augusto Vegliardo del Vaticano, l'immortale Leone XIII! Benedici a tutta l'eroica falange di quei generosi, Religiosi e Laici, che sotto il mite Vessillo della Croce del Divin Tuo Figlio, dedicano e traente e cuore alla gloria di Dio ed a salvezza dei traviati fratelli! Benedici, o Maria, i miei cari, la mia diletta Madre, i miei, congiunti, parenti ed amici, e me meschinella, e da Te protetti, sempre amandoti in terra, possiamo un giorno possederti in eterno là nella Celeste Sionne !

7 Dicembre 1898.

ERNESTINA DONNA

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e pieni di riconoscenza inviarono offerte al santuario di Torino o per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di D. Bosco, i seguenti

A*) - Acqui: Luigia Scarsi. - Airasca: Rosalia Serratrice, L. 5. - Alice Castello: Francesco e Maria Massara, 4 e 5. - Arsiero: Narciso Pellegrini, 4 per Messe. - Avacessi di Arcevia (Ancona): D. Giuseppe Forti, 10 per Messa. - Avigliana: Lucia Cibrario, 5.

(*) L'ordine alfabetico qui segnato è quello delle città e paesi, cui appartengono i graziati da Maria Ausiliatrice.

B) - Bagnacavailo: Felice Saporetti per mirabile guarigione della figlia, 5 per Messa. - Barrafranca (Caltanisetta): Avolalogero Ciulla, 2 per Messa ; Beatrice Ingria, 2 a nome di una devota graziata. - Barumini (Cagliari): Sac. Giuseppe Mulas, 5 per la miracolosa guarigione del nipotino Pietrino Medda. - Berutella: Can. Francesco Paolo, 2.50. - Bianzè: Orsola Zublena, 5. - Bosconero: Matteo Pagliasotti, 1. - Bores: Anna Cavallo, 5. - Brianza: Giovanni Costanzo, 10. - Bricherasio: Carlo Gordino, 10. - Busca: Giacomo Ghio, 20. - Busto Arsizio: Carolina Pozzi, 16.

C) - Cagliari : Nepomuceno Cardia, 1,90. - Caluso: Francesca Giacometto, 5. - Candia Loniello: Emilio Beluatti. - Canelli Monf.: Maria Soria. - Cantaraina: Avv. Giovanni Brusasca, 15. - Caramagna: Girolamo Marchisio, 7; Antonio Tropini, 15; Filippo Perlo, 20. - Cardè: Catterina Dossetto, 3. - Carenza: Maria Grangia, 5. - Carmagnola: G. D. Osella, 50. - Casabianca-Chivasso: Maddalena Garione, 1. - Casale Monf.: Ch. Giuseppe Sala, 2; Rosa Castelletti, offerta per ima Messa a mezzo del Sac. Oreste Ghigo. - Castagnole Laute: Ernesta Mussano. - Castelnuovo d'Asti: Carlo Savio. - Catania: Giuseppina Razza, 5; Salvatore Ragusa, 2,50. - Cavalletta: D. Giovanni Ghibando, 15. - Cavour: Carolina Galletti, 10. - Celle Balbino: D. Luino Merlo, Prevosto. - Cherasco: Alessandro Audisio, 5. - Chi avari: C. Giuseppe Rocca, 10. - Cigliano: Domenica Ceridono, 5; Serafina Parteri, 5. - Cignano (Brescia): Vincenza Mombelli, 6. - Codevilla: Sac. Eugenio Guerrini, Viceparroco. - Colleretto: Agostino Qnerio, 20. - Cortabbio (Como): Maddalena Selva Ved. Raffaele, 10. - Cremona: C. M. - Cugnasco: Geremia Vosti, 5. - Cuneo: Teol. D. Spirito Dotto, 5,75. - Cimice: Francesco Bosio, 1.

F) - Faenza: Don Antonio Marchetti, 5 per una Messa a nome della Signora Laurettana Morandi di Fusignano guarita miracolosamente; Monti e Covoni, 5. - Ferrere d'Asti: Felice Balla, 3 per Messa. - Firenze: Annunziata Bitossi, 10. - Foglizzo: Giacomo Fenoglietto per la guarigione di mal d'occhi di due suoi figli; María Bertolino. 10. - Franchini d'Altavilla: D. Enrico Piccinino, Parroco, 2.

G) - Garfagnana: N. D., 10 per Messa. - Giaveno: Antonio Borella, 5. - Grugliasco: Clara Pochettino, 10. Gualtieri: Ch. Vittorio Artoni, 50 per voto esaudito.

I) - Isolabella: Secondo Balario, 8. - Ivrea: Carolina Mino. 10.

L) - La Loggia: Cecilia Vinelli, offerta per Messa. - Lavagna: Prof. Luigi Giacomo Castello; Maria Groffigne, 50. - Levice: Ulricca Gallo, 5. - La Mora f.: Maddalena Scannezzi, 10. - Lugano (Svizzera): Prof. Ernesto Vicari-Amadio, 2 per la guarigione di sua figlia Giuseppina.

M) - Magliano d'Alba: Bartolomeo Sibona, 5. - Maniago (Udine): Costante Siega, 5. -Merlengo: Don Edoardo Sanzorini, 20. - Monastero Vasco-Bertolini Soprani: Angiolina Basso, 3. - Moncrivello: Pietro Frassa, 5; Rosa Persico , 10. - Mondorì: Giuseppe Rovere, 10 per Messa. - Mongardino d'Aspi: Lucia Oddone, 5. - Montanaro: Tommaso Tasso, 5.

N) - Negro: D. Ferdinando Piccoli, 5. - Nervi Capitano Colombo Gazzolo, 10. - Nizza Monferrato: Gio. Battista Quaranta, 5 per Messa. -- Noto: Francesco Grienti, 5 per Messa.

P) - Pavone Canavese: B. Giovanni, 5. - l'erosa Argentina: Caterina Toia; Giacomo Raviol, 10. - Piunzo di Casina (Reggio Emilia) : Lucia FerrariMaffei. - Pieve Pagliaccia (Perugia) : Giacomo Ghiaia, Parroco, a nome del suo parrocchiano Francesco Galli, guarito repentinamente tosto che ripose la sua fiducia in Maria Ausiliatrice. - Pinasca: Virginia Pugliotti, 12. - Pinerolo: Carolina Taranzana, 5. -Pino Torinese : Catterina Grosso, 3. - Pollenzo : Isi doro Cogno, 15. - Povenzano : Dott. Antonio Scotti, 50

R) - Ragusa: Una devota di M. A. - Rio Maggiore: Catterina Silvestro, 50. - Riva di Pinerolo: Anna Ghiriotti, 5. - Rivalba Torinese: Catterina Quaranta, 5. - Risalta: Maria Mambro, 5. - Rivarossa: Lorenzo Parello, 5. - Ronza: T. M., 6. - Rubiana D. Anacleto Santambrogio, 20.

S) - Saluggia: Brigida Vallino, 50. - Samarate: I coniugi Mainini, 2. - S. Agata di Puglia: La famiglia Caggese, 10. - S. Ambrogio di Snsa: Barbara Berto, 2; N. N. - S. Andrea: Fiocina Bendatti, 5.S. Arcangelo di Roncagna: Annetta Nalini in Paglierani, 2 per Messa. - S. Damiano d'Asti: Lorenzo Canta. 10. - S. Grato di Mondovì: Giuseppe e Francesca Danni. - S. Margherita Ligure: Benedetta Costa, 5. - S. Raffaele : Michele Bevilacqua. - S. Vito Torinese : Maddalena Valsondi, 12. - Santina: Maria Tusco, 24. - Santre : Francesco Longo, 2. - Saronno Cestestina Farioli-Copreni, 2 per la guarigione di sua figlia Angelina. - Sassello : Gio. Battista Bavera. 5. - Sealenghe: Domenica Vansetti, 3. - Serradifalco: Carmela Piazza-Vaccari, 30. - Serralunga d'Alba: Secondina Lungo, 50. - Serramanna (Cagliari) : Teresina Apis di Luigi, 5. - Sondolo : D. Gio. Andrea Dal Pozzo. - Spigno Monferrato: Carlo Piuma, 5. - Stella (Savona) : Maria Tobia, 2 per Messa a mezzo della signora Rosa Ghiara in Vallarino (Spezia). - Susa : Maria Rumiano, 15.

T) - Terzago : Fiorenzo Marcane, 50. - Tirano: Annetta Devecchi, per lo scampato pericolo di morte del suo bambino Vittorio. - Torino : Teresa Bassi, 10; Teresa Fiorio, 2; D. Pietro Monticelli, 5; Ma,giora Dennetri, 15: Giuseppina Peiletto, 5 ; Giuseppe Boggio, 5; Adele Porrato, offerta per Messa; Emilia Marchisio, 10; Amalia Prever, 2; Famiglia Rossi, 5: Famiglia C., 70; Angelina Carena, 5 ; G. F. ; G. M. per aver ottenuto un impiego ad un suo cognato padre di due bambine ; Rosa Benso, 4 per due Messe.

V) - Valfenera d'Asti : Gaspare Quarona, 5. - Vallese di Oppeano: Giovanni Tronco. - Valserra (Asti) : Bartolomeo Vulpiano ; Sebastiano Argentero, 2. - Veres: Chenal Borella, 2. - Verona: P. D. S.. 5. - Vezza d'Alba: Secondo Pasquero, 15. - Vialfrè: Teresa Nigro, 2. - Vicenza : Meda Caporale, 2. - Vignate (Milano): Carolina Coronelli, 5 per Messa.Villafranca Piemonte: Giovanna Busso, 2. - Villanora d'Asti: Stefano Mammolino ; Antonio Pinarello, 5 ; Teresa Lanfranco vedova Ronco, 1. - Villardora: Giulio Baratta, 3. - Villa S. Secondo : Luigi Ferrero, 5 per Messa. - Volvera: Margherita Peretti, 5.

NOTIZIE VARIE

IL GIUBILEO DELL' EM.mo CARD. SVAMPA Arcivescovo di Bologna.

È Dovere nostro, è desiderio di tutti i nostri lettori che noi parliamo di quest'avvenimento, che ha interessato tutta Italia nello scorso aprile..

Chi dei nostri lettori non conosce e non ama l'Em.mo Cardinale Svampa, questa gloria della Chiesa e lustro del Sacro Collegio, che tante prove di affetto e di simpatia ha dato all'Opera del Padre nostro? Egli fu l'anima del I° Congresso de' nostri Cooperatori, Egli l'amico, il consigliere de' nostri venerati Superiori, Egli il benefattore insigne, il padre amantissimo de' nostri Confratelli di Bologna.

Noi quindi non potevamo rimanere indifferenti alla festa imponente, che gli andavano preparando i suoi figli, i nobili Bolognesi. Ed il nostro amato Superiore da lontano vi partecipava, inviando un suo rappresentante nella persona del Rev.mo D. Luigi Rocca, membro del nostro Capitolo Superiore; e noi tutti ci unimmo in ispirito innalzando nel giorno 16 aprile fervidi voti al trono di Dio e della Vergine Ausiliatrice per la conservazione e la prosperità dell'Em.mo Porporato.

In modo particolare però vi presero parte i giovanetti ed i Confratelli della nostra Casa di Bologna.

Nell'esposizione degli innumerevoli doni di pregio artistico e di valore incontestabile, che i Comitati Cattolici, gli Istituti religiosi, le Signore ed i Signori Bolognesi vollero offrire per l'occasione all'amatissimo loro Pastore, erano pur rappresentati i giovanetti di quel nostro Istituto. Essi non presentarono « ... ori, non argenti, non preziosità intrinseca di materia - così l'Avvenire, giornale cattolico di Bologna - ma quanta preziosità estrinseca in compenso di delicato pensiero, di arte esecutrice!

» Non preziosità di materia, perchè i piccoli alunni di D. Bosco offrirono un semplice mobile di legno. Ma per le fibbre di quel noce scolpito ci è sembrato veder correre come un fremito di gentile devozione e di squisita gentilezza, un soffio di innocente bellezza.

» Abbiamo detto un fremito di gentile devozione, e non si potrà dir meglio, quando si sappia che i piccoli ricoverati hanno scelto per loro dono all'Em.mo un semplice inginocchiatoio. Pensandoci, i buoni giovanetti hanno certo veduto, nelle fervide menti, chino sopra di esso il Padre loro venerato ed amantissimo, ed hanno indovinato con ferma sicurezza il suono delle preghiere che gli usciranno frequenti dal labbro. Ed in quelle preghiere hanno letto la gran parte che essi avranno in futuro, come ebbero in passato, nell'essere raccomandati per le labbra dell'Angelo loro terreno alla gran Provvidenza del Padre celeste. Il loro dono quindi è grata, espressiva memoria del bene, di cui godono già per intercessione dell'Eminentissimo, è segno della profonda fiducia che essi nutrono che nuove intercessioni non saranno per mancare giammai.

» Alla devota intenzionalità che spira dal dono, si aggiunge pure un soffio di gusto artistico che compie la compiacenza nell'ammirarlo. L'inginocchiatoio attira infatti l'occhio a fermarvisi sopra con singolar compiacenza per la purezza del disegno, per la semplice eleganza della ornamentazione, per la finezza e la precisione dello scalpello fino nei più piccoli particolari. Sulla faccia anteriore campeggia lo stemma del Cardinale, incorniciato da uno svelto rifascio ad ornati. Vi sta sovrapposto, per appoggio delle braccia, uno sporgente cassettone, ornato di vaghi rosoni inquadrati. Sul cassettone si leva una svelta cimasa, con due scudetti sulle due faccie; in quella anteriore sono scolpite le sigle di Maria Ausiliatrice, e su quella posteriore le sigle dell'Istituto Salesiano. La predella dell'inginocchiatoio è ricoperta di ricco damasco rosso.

» Il pregevole regalo è accompagnato da una semplice pergamena con queste parole: - Al loro Protettore e .Padre, il Cardinale Domenico Svampa . nel suo giubileo sacerdotale . i fanciulli ricoverati . nell'Istituto Salesiano della B. V. di S. Luca. - (Lavoro eseguito nel laboratorio . di scultura dell'Istituto Salesiano di Bologna). »

Quei buoni giovanetti, coi loro Superiori, nei giorni precedenti recaronsi nell'Episcopio a presentare all'Eminentissimo gli omaggi di loro figliale devozione e gli auguri più fervidi del loro cuore, coll'espressione della più sentita riconoscenza.

Nel giorno 16 aprile, la loro Comunione, che fu veramente generale, tutta venne offerta per l'Eminentissimo Principe. Una rappresentanza di quei cari fanciulli ebbe pure la fortuna di poter assistere alla solenne funzione pubblica, che ebbe luogo nella Chiesa di S. Pietro, parata a festa coi superbi arazzi donati dal Pontefice Benedetto XVI. Pontificava l'Em.mo Svampa, alla presenza dell'Em.m° Cardinal Manara di Ancona, degli Ecc.mi Vescovi di Pesaro, Fano, Loreto e Recanati, Imola, Faenza, Forlì, Cervia, Bertinoro, Guastalla, Modena, Vercelli e Ferrara. Assistevano pure i RR.mi Canonici della città e provincia di Bologna, i RR.mi Parroci, le Corporazioni religiose, le Associazioni Cattoliche ed oltre 5000 fedeli. Fu eseguita un'armoniosa Messa di Lorenzo Perosi. Il tutto riuscì di un'imponenza eccezionale e di incancellabile ricordo.

La nota più simpatica però di quelle grandiose feste fu quella data dalla beneficenza. I buoni e caritatevoli Bolognesi andarono a gara nel presentar doni ed offerte all'ottimo loro Pastore; ma questi dispose che tutto si riversasse in favore. dei poverelli ed indigenti. Varie Chiese s'ebbero oggetti ed arredi sacri; 550 poveri s'assisero ad una modesta agape preparata dall'Opera dei Congressi, dalla Società della gioventù cattolica e dalla Federazione cattolica italiana; ed ogni Istituzione destinata al vantaggio dei poverelli ricevette dall'Em.mo Cardinale la sua sovvenzione, sicchè una volta più intrecciandosi la carità del Padre colla riconoscenza de' figli, ben si può asserire che in quel dì i fedeli Bolognesi formassero un cuor solo ed un'anima sola per lodare e benedire il Signore ed invocare copiose le celesti benedizioni sopra dell' amatissimo Pastore.

E qui non possiamo tacere come nella distribuzione di questa sua carità l' Em.mo Svampa ha dimostrato ancora come i Salesiani siano sempre i figli prediletti del suo cuore. Infatti una delle elargizioni più rilevanti fu da lui destinata all'Istituto nostro di quella città. Tanta sua predilezione ci ha profondamente commossi, nè sappiamo trovar parole sufficienti per manifestargli tutta la nostra riconoscenza. Una parola sola diremo, ed è il voto, l'augurio più sincero e più fervido del nostro cuore, che ci possa raggiungere il giubileo non solo d'argento, ma d'oro del suo glorioso Episcopato ! Faxit Deus!

PER L'OMAGGIO INTERNAZIONALE

MAGRETA (MoDENA). - Scrivono al Diritto di Modena: « Chiamato dal nostro infaticabile e zelante Arciprete D. Giuseppe Franchini, il giorno di S. Giuseppe si recava qui da noi il Sac. Prof. Eugenio Armelonghi, Direttore del Collegio Salesiano di Modena. per tenere una conferenza sulle Opere di Don Bosco. Nel pomeriggio, pronti i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane, il Comitato Parrocchiale, la Sezione Giovani, l'Oratorio Festivo, una rappresentanza della Sezione Giovani di Casinalbo, nonchè un immenso popolo che gremiva la vasta e bella Chiesa, saliva il palco l'illustre D. Armelonghi, e con parola facile , convincente, entusiasta , parlò dell'Opera di D. Bosco, chiamandola opera dei nostri tempi, atta a porre un freno all'immoralità che tenta travolgere tutto ciò che v'ha di santo e di divino. Dimostrò colla storia alla mano i beni che ha fatto a tutto il mondo e specialmente alla nostra bella Italia l'Opera di D. Bosco, . ed i mali che ne avvennero e che ne avvengono dal non educare cristianamente la gioventù : al qual proposito ricordò i fatti del maggio scorso, ove a Milano, con orrore, si videro giovanetti di dodici o tredici anni salire le barricate e insultare villanamente i poveri soldati. Parlando poi dell'Istituto Salesiano di Modena, disse come tre anni fa il numero degli alunni era appena di 47, ed ora gli interni superano il numero di 140 ; e più ne prenderebbero se non mancassero i mezzi, essendo molti mantenuti nell'Istituto gratuitamente. Ricordò, con gentile pensiero, le zelanti Signore Modenesi, che fecero un bazar di beneficenza a vantaggio del suddetto Istituto, il che permise che quattro nuovi alunni entrassero gratuitamente. Parlò quindi a lungo dell'Oratorio Festivo e dei grandi vantaggi che ne derivano alla famiglia ed alla società. Terminò rivolgendosi a tutti, ma specialmente ai Cooperatori e Cooperatrici Salesiane affinchè tutti concorrano con slancio e generosità per sostenere e propagare l'Opera Salesiana.

» Fu fatta una questua, che fruttò una discreta somma, da erogarsi per l'Omaggio Internazionale a D. Bosco.

» Dopo la Conferenza, s'impartì la benedizione col SS. Sacramento. La cara e simpatica funzione fa rallegrata dai canti d'un gruppo di giovanetti, diretti dal M.° D. Anselmo Vecchi, venuti appositamente da Casinalbo.

» Un bravo di cuore a tutti, e specialmente al Rev.mo Arciprete, che con tanto amore aiuta e promuove tutte le Opere Cattoliche, e particolarmente quelle che hanno per iscopo il bene della gioventù povera ed abbandonata. »

LUGAGNANO D'ARDA (PIACENZA) : - Scrivono da questo villaggio in data 4 aprile:

« Ieri la vallata dell'Arda su quel di Piacenza - vallata incantevole ed assai commerciale - parve riversarsi tutta alla Chiesa parrocchiale di S. Zenone in Lugagnano, borgo di circa 2000 anime e centro della valle, per ascoltare una conferenza sull'Opera di Don Bosco in favore dell'Omaggio Internazionale.

In questa vallata l'Opera di D. Bosco è già assai conosciuta ed amata, mercè le zelanti cure del Rev.mo Arciprete locale Don Francesco Bassi, il quale lavorò indefessamente a far erigere uno spazioso locale che potesse servire da laboratorio femminile infantile e già da quattro anni chiamò a dirigerlo le Suore di Don Bosco, con vantaggio sommo della popolazione. Infatti esse hanno aperto un Oratorio festivo con oltre 300 ragazze, e tutti i giorni tengono laboratorio, scuole elementari ed asilo, con generale soddisfazione e sommo vantaggio morale. Tuttavia era sì vivo in tutti il desiderio di udir parlare di D. Bosco e dell'Opera sua mirabile, che la Chiesa di Lugagnano, non piccola, assai prima dell'ora fissata per la conferenza era letteralmente gremita, e la gente arrivata dopo fu costretta a pigiarsi sul piazzale, che fu pure una testa sola.

» Affinchè il conferenziere potesse accontentare tutti, si dovette traportare una bigoncia presso la porta maggiore, e su di essa dominando quell'imponenza di popolo, che riverente ascoltava la sua parola, parlò per una buona ora dei prodigi operati da D. Bosco nel secolo nostro, mercè la carità di tutti. Raccomandò l'Omaggio Internazionale e lasciò in tutti ottima impressione.

» Alla Conferenza assistevano varie notabilità, fra cui il Sindaco di Lugagnano, i R.mi Parroci di Vernasca e di Chiavenna Rocchetta, ecc. »

GUALTIERI (GUASTALLA). - Annunziata precedentemente con circolari e manifesti, la domenica 16 aprile, anche qui fu tenuta nella Chiesa parrocchiale una conferenza sull'Opera di D. Bosco per promuovere le adesioni all'Omaggio Internazionale. Un popolo immenso gremiva quella Chiesa ed un Sacerdote Salesiano, (così scrive l'Azione Cattolica di Reggio Emilia), célebrando le glorie di quel miracolo di carità cristiana che fu il venerando ed immortale D. Giovanni Bosco, esortava tutti a farsi Cooperatori delle Opere Salesiane eminentemente umanitarie; e colla sua infuocata parola, e più ancora per le calde esortazioni del veneratissimo nostro Vescovo, che degnossi presiedere un'adunanza privata, si costituì subito un Comitato locale guastallese, perchè contribuisca coll'opera sua pel solenne Omaggio Internazionale alla benedetta memoria di D. Bosco ed anche perchè lavori per la fondazione in questa diocesi di Oratorii festivi. Voglia Iddio benedire queste nobili e veramente benefiche iniziative!

GARA CATECHISTICA all'Oratorio festivo di Valdocco in Torino.

Invitati da apposita lettera circolare del chiarissimo Direttore dell'Oratorio Festivo S. Francesco di Sales, D. Giuseppe Pavia, una eletta di Signore e Signori assisterono domenica (9 aprile) nel teatrino del medesimo Oratorio, elegantemente parato a festa, alla Gara Catechistica fra i giovani che avevano frequentato il Catechismo Quaresimale.

Alla simpatica festa presiedeva il Rev.mo Dottor Francesco Cerruti, Direttore degli studi della Pia Società Salesiana. Il teatrino era letteralmente affollato, e grande era l'attenzione e simpatia del pubblico per i cinquanta e più concorrenti, assai ben preparati. Splendidi erano i premii forniti dalla generosità di esimii benefattori. Al principe della Gara col premio era pure riservato un posto gratuito nell'Istituto Don Bosco. La banda dell'Oratorio festivo (ultimamente premiata con medaglia d'oro) suonò scelti pezzi. La scuola di canto eseguì un inno d'occasione, ed un soprano della medesima interpretò con grazia la sempre cara romanza « Il Figlio dell'Esule » di S. E. Rev. Mons. Cagliero. Furono pure declamati con brio due dialoghi d'occasione, che lasciarono nel pubblico e massimamente nei giovani un'impressione viva della Religione ed un amore grande allo studio del Catechismo. Viva l'attenzione dei presenti allorché, dopo varie prove, erano rimasti gli ultimi sei, che con ammirabile animazione si disputavano a vicenda la vittoria. Dopo non breve prova, rimase principe della Gara il giovane Luigi Tosini fra gli applausi e gli evviva di tutti. Al suono d'una marcia trionfale il Rev.mo Dott. Cerruti consegnò al bravo giovane la corona, distintivo del principe ; dopo di che con brevi e ben appropriate parole lodò i giovanetti della Gara Catechistica, li esortò e li animò allo studio indefesso del Catechismo ed eccitò i padri e le madri di famiglia, a voler mandare i loro figli all'Oratorio Festivo, chiamandolo l'ancora di salvezza della società.

Al suono di una marcia si chiuse la simpatica festa lasciando in tatti un desiderio vivissimo che queste Gare Catechistiche si vadano ognor più aumentando pel bene della Religione e della Società.

L'Ateneo, - Periodico settimanale, letterario, scientifico, artistico, illustrato, edito a cara dei RR. PP. Benedettini della Badia di Firenze. - Abb.: L. 10 annuo. Direzione: Via Condotta, n. 4. Firenze.

Questo benemerito periodico entrando quest' anno nel suo 31° anno di vita si presenta ai lettori rivestito a nuovo e rafforzato dalla già Scintilla di. Venezia. Noi lo raccomandiamo ben di cuore agli studiosi tutti, porche siam sicurii che essi no avranno un grande vantaggio. Per le famiglie poi riuscirà un'assai utile e dilettevole lettura.

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

Un vero tesoro a disposizione di tutti e specie degli Ecclesiastici, ossiale edizioni Fiaccadoriane di Parma. - Questo titolo non contiene alcuna esagerazione come ciascuno potrà di leggieri persuadersi leggendo quanto segue.

Noi ci stimiamo ben fortunati di poter additare a' nostri benemeriti Cooperatori, specialmente Sacerdoti e Seminaristi, questo tesoro di ottime e rare opere teologiche, scientifiche e letterarie, che più circostanze ci pongono in grado di poter offrire loro a prezzi veramente eccezionali. Ben nota è in Italia ed anche all'estero l'importanza ed il valore delle pubblicazioni fatte in questo nostro secolo dalla Ditta P. Fiaccadori di Parma.

Il Fiaccadori, nato a Guastalla nel 1791, dopo aver compiuto con lode gli studi ginnasiali e filosofici, per mancanza di mezzi di sostentamento dovette dedicarsi ad una professione, ed amantissimo com'era delle cose letterarie, si diede all'arte libraria. Nel 1829 stabilì a Parma la sua officina. Da essa uscirono sempre opere classiche di letteratura, di scienza, di soda pietà e di comune edificazione. Scritti irreligiosi, o soltanto sospetti, non contaminarono mai gli onorati suoi tipi, nè mai pospose la propria coscienza al vile guadagno. A lui si deve una bella, nitida e corretta edizione degli antichi Monumenti di Patria Storia di Parma e di Piacenza, vero tesoro di archeologica erudizione, ed eziandio la collezione dei Monumenti storici modenesi. Ma quella che superò tutte le altre suo tipografiche imprese fu la pubblicazione delle Opere di S. Tommaso d'Aquino (1), per cui ebbe nel 1861 un Breve dal Sommo Pontefice Pio IX con medaglia d'oro e da S. M. l'Imperatore d'Austria Francesco Giuseppe I le insegne di Cavaliere.

Fu in continua relazione ed amicizia con moltissimi dotti e letterati del suo tempo, tra cui ci piace ricordare Paolo Costa, Michele Colombo, Basilio Puoti, Alessandro Paravia, Antonio Bresciani, ecc., i quali tutti col consiglio e coll'opera lo confortavano nei suoi intraprendimenti. Per l'indefessa applicazione alle cose del suo ufficio, negli ultimi anni fu quasi ridotto alla cecità, tremenda sventura ch'egli sopportò con la dignità dell'uomo cristiano. Mancò ai vivi nel 1870, istituendo erede universale il Venerando Seminario dei Chierici di Parma, il quale accettò ed in segno di riconoscenza determinò di conservare la tipografia sotto il nome del testatore. Cinque bistri dopo le sua morte questa ditta tipografica - che fra le cattoliche tenne sempre il primato - venne rilevata - auspice Mons. Miotti Vescovo di Parma di s. m. - dai figli di Don Bosco residenti in quella città, i quali perciò furono eziandio in possesso di tutto le più importanti pubblicazioni, per cui P. Fiaccadori coi suoi immediati successori erasi reso mondiale.

Mentre questa tipografia per opera di quei nostri Confratelli va riprendendo il suo pristino splendore con la pubblicazione di una serie di importanti opere in rapporto alla questione sociale sulla base delle nuove idee economiche agrarie del Solari, non trascura le accuratissime edizioni precedenti dei più celebri autori del pensiero cristiano, e man mano che questo vengono esaurite le va ripubblicando con vantaggio grande della coltura sociale. Sappiamo infatti che è già a buon punto la ristampa dei Tesori di Cornelio Alapide dell'Abate BARBIER, come pure che quanto prima si ristamperanno per via di associazione il Catechismo storico ed il Repertorio del Catechista dello SCHMID . l'Educazione e l'Opera per eccellenza del DUPANLOUP, ecc.

Crediamo quindi non inutile richiamare l'attenzione dei nostri lettori sopra alcune altre opere della stessa tipografia, perchè costituiscono un vero tesoro per gli studiosi, tanto più che i proprietari, per dare maggior incremento agli studii serii, le cedono a modicissimo prezzo.

(1) Di questa rara pubblicazione rimangono ancora alcune copie clic si possono acquistare alle seguenti condizioni: Thomae (Aq. S.). Catena aurea in 4. evang. Vol. 2 in-4   -   L. 8 00 - Opuscula alia dubia : Vol. 3 in-4.   » 10 60 - Tabula aurea. Fr. Petri a Bergomo O. P. in omnia Opera S. Thomae Aquinatis A. D., seu Index rerum alphabeticus, appendice locupletatus qua S. Scripturae loca sparsim explicata juxta congruam librorum seriem exhibentur: accodit sententia ejusdem S. Doctoris de immunitate B. Mariae V. a peccati originalis labe, auctoro Joanne Maria Cornoldi: Vol. in-4 » 5 c0 Thomae (Aq. S.). Summa theologica: Vol. 5 in-4 » 30 00 - In Aristotelis Stagiritae nonnullos libros commentaria Vol. 4 in-4 » 25 00 - Commentum in Matthaeum et Joannem Bvangolistas: Vol. unico in-4   »   5 00
La tabula aurea, ossia l'indice analitico di tutto le Opere tomistiche venne dal Fiaccadori affidato per la compilazione ai dotti Padri Domenicani della Minerva in lima ed è di un valore inestimabile.

MONS. GIOVANNI MICHELE SAILER. Teologia Pastorale. Prima versione italiana. Vol. 3 in-16, pag. 400 ciascuno. L. 1, 50. - Tip. Fiaccadori. Parma.

Questa pubblicazione, unica del genere in Italia, è un gioiello indispensabile pei sacerdoti in cura di anime e per quanti si vari preparando al difficile ministero sacerdotale. Pietro Fiaccadori ne curò la versione in Italiano e la impresse coi propri tipi con accuratezza somma.

Mons. Sailer, Vescovo di Ratisbona, scrisse quest'opera mirabile quando insegnava teologia nell'Università di Dòllingen, trasfondendovi tutto il suo cuore, ricco di tutte le belle qualità che rifulgevano in S. Francesco di Sales, in Fénelon e D. Bosco nostro.

I candidati al sacerdozio possono trovare in questo lavoro un'ampia cognizione teorico-pratica della loro missione. L'idea fondamentale del libro è la caduta dell'uomo e la sua riconciliazione coli Dio operata da Gesù Cristo e continuata nella Chiesa, i cui ministri effettuano e mantengono in suo nome l'unione degli uomini col loro Creatore.

Ora se la Chiesa per compiere la sua missione ha bisogno di questi ministri che si chiamano ecclesiastici, fa di mestieri per questi una doppia preparazione: scientifica, che li faccia atti ad insegnare, spirituale, che lor dia la forza e la volontà d'adempiere i loro uffici. Partendo da questo principio, l'amabile autore nella 1a parte della sua opera svolge da pari suo quanto è necessario per una preparazione scientifica del pastore nell'esercizio della sua vocazione. Dopo aver esposto quali sono le qualità generali che distinguono il vero pastore delle anime, prendo a trattare dell'uso che si deve fare della Sacra Scrittura nei varii uffici del ministero, delle condizioni richieste per istudiarla con frutto, dell'ausilio che si può ricavare dallo studio dei SS. Padri ecc., unendo sempre con matematica lucidità la pratica alla teoria. Nella 2a parte prende a trattare di ciascuno degli uffici del santo ministero. La predicazione, il catechismo, la sorveglianza delle scuole, l'insegnamento privato, la confessione, la cura degli infermi, la liturgia delle principali feste dell'anno ecclesiastico, col loro significato e la maniera di spiegarle ai fedeli sono trattate a lungo e con tutti gli svolgimenti richiesti dall'importanza del soggetto. La 3a parte ha per soggetto le varie relazioni del pastore colla sua casa, la sua parrocchia, i suoi confratelli, il suo paese; coi forestieri, coi seguaci d'altre religioni e cogli uomini in generale. Una corrispondenza pastorale sulle più gravi questioni del ministero conchiude l'opera. Quest'arida analisi, benchè impotente a dare anche solo una pallida idea del lavoro, varrà almeno ad aprire gli occhi a tanti inesperti, che per istruirsi vanno raccogliendo tanti opuscoli ed operette di poco o nessun valore, mentre invece nel Sailer possono trovare un tesoro ed una miniera inesausta di quanto occorre sapere.

Di quest'opera utilissima esistono ancora varii esemplari presso la Ditta Fiaccadori al prezzo di L. 1.50.

L'edizione è correttissima e ben conservata: si direbbe stampata recentemente.

Ai Sacerdoti e venerandi Chierici dei nostri Seminarii la raccomandiamo caldamente, perché con quest'opera a guida potranno operare un bene assai maggiore per le anime alle loro cure affidate.

MoNS. F. DuPaNLOUP. - Metodo generale di Catechismo raccolto dallo Opere dei Padri e Dottori della Chiesa e dai Catechisti più celebri da S. Agostino a noi. - Vol. 3 in-16, di pag. 510 ciascuno. Tip. Fiaccadori. Parma. L. 3.00.

Per quanto un sacerdote possa essere istruito nel sublime magistero della predicazione, se egli prende a leggere i trattati inseriti in questa insigne opera di Mons. Dupanloup imparerà certo molte più cose di quelle che ci sapeva, e, ciò che più importa, molto più scelte, opportune, nuove, efficaci, o tutte improntate di uno spirito che non potrebbe acquistare che ai piedi del crocifisso. Egli troverà massimamente in S. Agostino, in S. Carlo Borromeo, in S. Francesco di Sales, in Mons. DiBesançon, in Massillon, ecc. versati a larga mano i più preziosi tesori della scienza e dell'arte ecclesiastica.

Noi crediamo, e possiamo dire di non esagerare, cho so di tutti i libri di predicazione non restasse che questo Metodo, se ne avrebbe abbastanza per imparare la vera arte, il vero spirito, la miglior maniera di rendere efficace la divina parola: esso, almeno, ne scusa molti e molti altri di questo genere, e nessun ecclesiastico sarà mai pentito di essersi procurata un'opera di così molteplice e rara importanza.

Non vi ha parte del pastoral ministero cho qui non sia trattata, e con quella praticità che solo può avere chi appunto ha consumata la sua vita nell'esercizio di questo santo ministero. L'esperienza degli antichi e dei moderni è qui raccolta con ordine e disposizione così sapiente, che mentre lascia nel lettore l'impressione del modo particolare di vedere di ciascun scrittore - talchè, a lettura compiuta, si ha la soddisfazione di vedersi ben delineati e come innanzi agli occhi i Principi dell'eloquenza e della catechetica cristiana - imprime pure nella mente del lettore una grandiosa, ma chiara, ben sicura e pratica sintesi di tutta la teologia pastorale.

In breve, questo Metodo è un vero vademecum del sacerdote, e non solo del sacerdote novello, ma anche di colui che, avendo passata gran parte della sua vita nella cura delle anime, avrà certo caro il vedere confortata la sua prassi coll'autorità di uomini così santi, od anche, se farà d'uopo, il sentirsi da loro autorevolmente corretto.

Pochi sono gli esemplari ancor esistenti di quest'opera preziosa. Il prezzo eccezionale di L. 3.00 la può rendere accessibile a tutti. Sollecitare quindi le domande alla Tipografia Fiaccadori di Parma.

CARLO PERIN. - Le leggi della società cristiana. 1a Versione italiana con licenza dell'autore. - Vol. 2 in-16, pag. 474 ciascuno. Tip. Fiaccadori, Parma. L. 2.00.

In questi tempi, in cui tutti vogliono parlare e scrivere delle più vitali questioni sociali senza scorta di serii e sodi studii, ci pare dover tornare a grande utilità del consorzio sociale la diffusione di un'opera intesa a far rivivere il sentimento morale nei popoli e la cristiana educazione. Tale è il libro del Prof. Perire, che è, per usare le parole dell'autore stesso, tutto credenza e fatti.

Una profonda convinzione intorno ai principii e il sentimento del supremo pericolo, verso il quale corrono le società che li hanno posti in oblio, inspirarono all'autore il pensiero di esporre, nella loro semplicità, le leggi naturali del vivere sociale. Essi non sono altro che le leggi della vita cristiana, imperocchè l'uomo non ha in sè due coscienze e la morale pubblica non è diversa dalla morale privata. Ma, trattandosi di questioni sociali, non basta l'aver riconosciuto e qualificato le grandi leggi dell'ordine morale; bisogna ancora indagare quali siano, nella vita pubblica e nella privata, le istituzioni che meglio a questo leggi corrispondono. Fa d'uopo vedere come l'uomo, sotto l'assoluto impero dei principii, secondo la diversità dei costumi, o il grado d'incremento della società, dispone di tutte quelle cose che Dio ha lasciato in sua libertà. Consiste in questo tutto ciò che può distintamente chiamarsi politica. L'autore ne studiò accuratamente i principali problemi ed evitando con ogni studio di confondere il relativo coll'assoluto, si è attenuto a distinguere nella vita sociale il permanente dal transitorio; ciò che trovasi e deve trovarsi dovunque da ciò che varia a norma dei tempi e dei luoghi. Qualora non si facesse questa necessaria distinzione, si potrebbe aver motivo a temere, massimamente all'epoca in cui viviamo , di gettare lo scredito sui principii, coprendo col manto della inviolabilità, che loro è dovuta, certe forme di sociali rapporti, che di loro natura nulla hanno d'immutabile. L'autore accanto ai principii colloca sempre i fatti e, mostrando quel che furono le nazioni cristiane, malgrado le loro troppo frequenti debolezze, cercò di far comprendere, quale potrebbe divenire una società che praticasse con fedeltà generosa la legge della Chiesa. Considerò ancora quali divengono le nazioni che non hanno giammai conosciuta questa legge, oppnre che avendola conosciuta, la disprezzano e la rifiutano. Un tale confronto ci illumina sull'avvenire delle nostre società e sulle disgrazie, a cui esse si espongono allorchè vogliono costituirsi tale ordinamento politico, in cui l'uomo sarebbe tutto e Iddio nulla. Così presso a poco espone l'autore stesso il fine della sua opera e noi ci siamo serviti delle stesse sue parole, perchè meglio non avremmo potuto dare un'idea precisa del lavoro. Quello per altro che possiamo asserire senza pericolo di essere smentiti si è che oggidì non regnerebbe tanta confusione nel campo delle questioni sociali, nè tanti castelli in aria si fabbricherebbero da coloro che pretendono di passare per riformatori, se si facesse uno studio spassionato di quest'opera eccelsa. Dessa è un vero codice di vita sociale, cozzante pur troppo con tante utopie pubblicate quotidianamente sui giornali, ma per questo nè meno inconcussa, né di minor valore, perchè tutta procede a fil di stringente logica e con certissime prove di fatto.

I forti insegnamenti, dice l'autore, sono quelli che fanno gli spiriti grandi : e se gli animi ai nostri giorni hanno sì poca gagliardia, se le volontà si piegano e vengono tanto facilmente a patti, non è forse perchè in moltissimi le dottrine sono timide e fluttuanti ? Da parte dei nemici della chiesa e della società si afferma ogni errore: bisogna pertanto che noi tutti, che vogliamo servire la Chiesa e lavorare per la salvezza della società, rendiamo loro affermazione per affermazione. La scuola rivoluzionaria ci mostra la strada: opponiamo cioè alle sue radicali negazioni la intera e semplice verità. In fatto di errori si dice tutto: fa d'uopo che tutto altresì si dica in fatto di verità. La totalità dell'errore, che pretende imporci il suo giogo, non potrà esser superata senonchè dalla totalità del vero. Parole d'oro degne di esser ben meditate.

Cooperatori defunti nel Marzo e Aprile 1899.

1 Abbo Antonietta in Gandolfo - Lucinasco (P. Maurizio).

2 Adami Rosa - S. Pietro Incariano (Verona).

3 Allegri D. Pietro, Arcip. V. F. - Villafranca (Verona).

4 Andreis Giuseppina - Bozzano (Trento).

5 Anzino Mons. Valerio, Cappellano Maggiore di S. M. il Re -Roma. 6 Arnoul Nicerio - Torino. 7 Asinari Malusardi Teresa - Acqui (Alessandria).

8 Bacchetta D. Angelo - Tuna (Piacenza)

9 Baldessari Don Andrea - Serrada (Trento).

10 Baldracco Cav. Francesco - Torino. 11 Barbalace Maria fu Antonio - Carciadi (Catanzaro).

12 Barisone Carlotta - Acqui (Alessandria).

13 Bortaina Carolina di Giuseppe - Caraglio (Cuneo).

14 Blola Savoia Maria - Montecrestese (Novara).

15 Bonelli Rosa - Saluzzo (Cuneo). 16 Bonetti Giuditta - Maggia (Svizzera).

17 Brunelli Margherita - San Pietro Incariano (Verona).

18 Brunengo Don Domenico - Torcia (P. Mauririo).

19 Busso Caterina - Canale (Cuneo). 20 Calello Antonia fu Domenico - Carciadi (Catanzaro).

21 Calliano -Don Tommaso, Prof. del Collegio Manfredini - Este (Padova).

22 Callissano Don Giovanni, Can. - Alba (Cuneo).

23 Cancelloti Contessa Francesca Ved. Baldoni - S. Angelo in Pontano (Macerata).

24 Cannata Caterina fu Giorgio - Monterosso Almo (Siracusa). 25 Carassi del Villar Conta Angelina n. Capasso - Fossano (Cuneo). 28 Carrus Salvatore - Buggerru (Cagliari).

27 Casati Giulia - Monza (Milano). 28 Chiarelli D. Silvio - Chioggia (Venezia).

29 Cogo D. Antonio, Arciprete - Mason (Vicenza).

30 Colliex Cav. Uff. Jacopo - Torino. 31 Corielli Francesco -Malò (Vicenza). 32 Cortelezzi Don Gaetano - Velate (Como).

33 Costa Antonio - Canale (Cuneo). 34 Cravero Michele - Torino. 35 Cristino Piana Luigia - Torino. 30 Custol J. B. - Alessandria (Egitto). 37 Dal Ri Pompeo Giuseppe - Riva (Trento).

38 Della Rodolfa Don Gio. Battista - Marzo (Sondrio).

39 Dell'Eva Don Domenico - Cloz (Trento).

40 Donati Giacomo - Faenza (Ravenna).

41 Erra Luísa Ved. Politti - Lugliano (Lucca)

42 Farnè D. Alessandro -Liano (Bologna).

43 Fasano Giulia Ved. Serra - Costigliolo (Alessandria).

44 Favero Cav. Pacifico - Carema (Torino).

45 Ferreri Cav. Matteo - Torino.

46 Ferrero D Antonio - Vigone (Torino).

37 Gallanti Scotti Duca Filippo - Roma.

48 Gamero Anna - Piasco (Saluzzo) 49 Gandolfo Antonietta n. Abbo - S. Lazzaro Reale (P. Maurizio). 50 Gavazzo Marina - Torrione (Porto Maurizio).

51 Gelmi Don Gio. Batta - Cedegolo (Brescia)

52 Geninati Margherita Ved. Benanzio - Torino.

53 Ghiglieri Can. Carlo-Cuorgnè (Torino).

54 Ghirardi D. Giuseppe - Carzano (Bergamo).

55 Giacchino Carlo - Albissola (Genova).

56 Gorò D. Giuseppe - Merate (Como). 57 Gregorio Michele - Torino.

58 Lago Barbara Ved. Tortello - Peveragno (Cuneo).

59 Locati Luigi - Torino.

60 Lovera di Maria Marchesa Onoria n. Vassallo di Castiglione - Dogliani (Cuneo).

61 Maggi Giuseppina Ved. Bianchi - Legnago (Verona).

62 Marchisio Margherita - Nizza Monf. (Alessandria).

63 Marenco Ottavio - Carmagnola (Torino).

64 Matalini Sira Giovanna - Esanatoglia (Macerata).

65 Miglietti Virginia- Occhieppo (Novara).

66 Miriani Giuseppe - Vanzaghello (Milano).

67 Miroglio D. Lorenzo - Celle Enemondo (Alessandria).

68 Molinengo Giacomo - Castelletto (Cuneo).

69 Montuschi D. Francesco - Faenza (Ravenna).

70 Morando Carolina - Acqui (Alessandria).

71 Motta Giovannina - Nosate (Milano).

72 Muratori Luigi - Bubbio (Alessandria).

73 Mussi Margherita - Garbagna (Novara).

74 Nardinocchi D. Annibale - Penna S. Gio. (Macerata)

75 Negrini Raffaele - Londra.

76 Nicosia Padre Salvatore - Catania.

77 Orrigo Giovanni - Carmagnola (Torino).

78 Osnengo Teresa n. Sorba - Castelnuovo d'Asti (Alessandria).

79 Paoloni G. B. Tarcento (Udine).

8o Parasmo Don Antonio - Formia (Gaeta).

81 Pastore D. Pastore - Prasco (Alessandria).

82 Pepino D. Francesco - Limone P. (Cuneo)

83 Petresi D. Gaetano -Peccioli (Pisa). 84 Peyron Teresa n. Pulciano - Torino. 85 Piola Maria n. Tha - Torino. 86 Piotti Pirlo Lucia - Lavone (Brescia).

87 Pizzirani D. Cesare - Arcoveggio (Bologna).

88 Poggi Avv. Comm. Gio. Batta - Genova.

89 Polverini Francesca - Venezia. 89* Ponte Giuseppe - S. Nicolas de los Arroyos (Rep. Argentina).

90 Priori Suor Anna Scolastica delle Oblate - Roma.

91 Raimondo Caterina n. Giraud - Canale (Cuneo)

92 Rayneri Michele fu Carlo - Torino. 92 Riccardi Francesco - Vicobarone (Piacenza).

94 Biglietti Cavino - Someo (Svizzera). 95 Rissone Maddalena Ved. Mamino - Asti (Alessandria).

96 Rivetti Teol. Michele, V. G. - Susa (Torino).

97 Rodano Maria - Vesime (Alessandria).

98 Rosano Pietro - Carmagnola (Torino).