BS 1900s|1904|Bollettino Salesiano Ottobre 1904

BOLLETTINO SALESIANO

Periodico della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani di Don Bosco

ANNO XXVIII = N. 10.   Esce una volta al mese   OTTOBRE 1904.

SOMMARIO -- Un prezioso Autografo Pontificio sulla Pia Unione dei Cooperatori Salesiani   . . 289 Testo latino e traduzione . . .

Illustrazione della 2a Esposizione delle Scuole professionali e Colonie agricole Salesiane   . . . . 295 Gli Oratori festivi - Parte Il : .§. I. Un appello ai RR. Sacerdoti    294

Don Rua nel Belgio    301

In ottobre : tre raccomandazioni    302 Missioni : BRASILE : Da S. Paolo al Matto Grosso . 303

Culto e Grazie di Maria Ausiliatrice    311 Notizie compendiate: A Torino: Visite illustri alla nostra esposizione ; Conferenza agraria ; Congresso delle associazioni cattoliche giovanili-dall'Italia: Comacchio, Ivrea, Milano, ROMA, Terranova - Dall'Egitto: Alessandria - Dalla Polonia Austriaca: Osviecim    316 Necrologia : Mons. Augusto, Bonetti - Ing. Cav. Leopoldo Brunelli - In memoria del can. Belloni . 318 Cooperatori defunti    319

Un prezioso Autografo pontificio sulla Pia Unione dei Cooperatori Salesiani

Torino, 21 settembre 1904.

Benemeriti Cooperatori, e Benemerite Cooperatrici,

A MEZZO dell'Eminentissimo nostro Protettore, il Signor Cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, umiliava al S. Padre un breve ragguaglio sullo stato della vostra Pia Unione, sulla moltiplicità delle vostre imprese, sul vostro numero ognor crescente e sull'alacrità del vostro zelo generoso ed edificante. M'induceva a questo anzitutto il pensiero di far cosa gradita al S. Padre, cui sta tanto a cuore la cristiana educazione della gioventù, scopo precipuo della vostra Pia Unione e mezzo fra tutti il più facile per ottenere la ristorazione di ogni cosa in Gesù Cristo: ma mi spingeva anche un sentimento di viva e profonda riconoscenza per voi, da cui ho quotidianamente tante prove di carità e zelo, come potei constatare in persona anche nei miei viaggi recenti attraverso l'Italia settentrionale, l'Austria-Ungheria, segnatamente nella provincia della Galizia, la. Svizzera e il Belgio.

E il Santo Padre, che ebbe sempre per D. Bosco e per le opere sue un affetto ed una deferenza al tutto particolare, con un atto di squisita ed insperata benevolenza mi faceva l'onore di rispondermi col venerato Autografo, che qui appresso religiosamente vi trascrivo, facendolo seguire dall'esatta traduzione nella nostra lingua italiana. Come vedrete, la splendida lettera del S. Padre, più che diretta a me, è interamente indirizzata a voi, o zelanti Cooperatori e pie Cooperatrici, che dovete altamente esultarne nel Signore; poichè dessa altro non è che la più ampia ed autorevole sanzione della vostra Pia Unione. In, essa infatti se ne commenda altamente lo scopo e la si raccomanda a tutte le diocesi e città e parrocchie, anzi ad ogni fedel cristiano; si rinnova la concessione di tutti i privilegi e di tutte le indulgenze già elargite dai Sommi Pontefici Pio IX e Leone XIII; e per colmo di bontà si fan voti che dappertutto, sia nelle città, sia nei villaggi, o si viva dello spirito del Fondatore dei Salesiani, o se ne coltivi l'amore, come appunto voi fate, o benemeriti Cooperatori.

Il S. Padre LEONE XIII di s. C. M., in occasione del I° Congresso Salesiano tenutosi a Bologna, aveva già detto: Non è dubbio che chiunque col favore e coll'opera asseconda le imprese e le fatiche delta Famiglia Salesiana si rende in modo luminoso benemerito della religione e della società civile (1), e queste parole che allora ci riempirono di riconoscenza e di confusione, le ha volute ripetere ancora più solennemente il regnante Pontefice PIO X.

Nuovamente confusi e grati a tanta bontà, sia nostro impegno, o cari Cooperatori, di corrispondere alle speranze del Papa. Voi sapete che la vostra Pia Unione è un'associazione canonicamente istituita i cui membri, tra le varie e moltissime opere di pie là e di carità, si propongono specialmente di assumersi cura dei giovanetti poveri ed abbandonati (2). Ora al Santo Padre, ripeto, nulla sta più a cuore che la cristiana educazione della gioventù, e poichè, questo si ripromette da voi in modo particolare, voi adoperatevi sempre più a questo fine, provvedendo al collocamento dei giovanetti pericolanti, indirizzandoli agli oratori nei giorni festivi, coadiuvando voi stessi i RR. Parroci nell'insegnamento della dottrina cristiana e continuando a venire in nostro aiuto coll'obolo della vostra carità, affinchè possiamo continuare noi pure ad educare nei nostri istituti tanti giovanetti e proseguire tutte le altre imprese, che ci ha messo e ci mette tra mano la Divina Provvidenza. Sarà questo il modo migliore di mostrare la nostra riconoscenza al Vicario di N. S. Gesù Cristo.

Colgo quest'occasione per raccomandare me e tutte le opere nostre alle vostre preghiere e ripetermi con viva riconoscenza,

Di voi, benemeriti Cooperatori e benemerite Cooperatrici,

obbl.m° servitore

Sac. MICHELE RUA.

(1) Lettera autografa all'Eminentissimo Sig. Card. Domenico Svampa, arcivescovo di Bologna, in data 2 aprile 159.

(2) Breve del S. P. Pio IX, in data 9 maggio 1876.

PIUS P P. X.

Dilecte Fili, salutem et apostolicam benedictionem

Si consentanea meritis expectanda a Nobis benevolentia est, multam erga te dilectionem praeferre Nos equidem decet, qui Salesianam Sodalitatem ad illustriores laudes constanti progressione contendere iamdiu perspicimus.

Ab illustri excitata viro, in quo christianarum virtutum exemplar, caritate principe, luceret, atque ad gloriam Deo comparandam candide uniceque adlaborans, maxima coetus commoda societati hominum peperit, quorum perficiendae virtuti multa in toto orbe opera suscepit, praesentium ingenio temporum nullam partem posthabito. Amplificatam mirifice sodalitatem non modo sodalium numero, qui vitam communi instituto agant, sed etiam accessione eorum, qui ob collatam opem et ob sacra emolumenta percepta cooperatorum nomine gaudent, et Ipsi iam pridem novimus et tuo confirmatum testimonio videmus. Ostendit id et declarat Sodalitatem Salesianam, quod quidem laudi solatioque est, carissimam christiano populo esse, cuius sanctitudini serviens, utilitati servit. Placet tamen fideli omni, omnique aut dioecesi, aut civitati, aut paroeciae commendare illam enixius, velint Liti omnes eandem complecti voluntate et gratia progredienti, ea praesertim de caussa quia in instituenda christiane iuventute, mirum cum quanto convictus humani incremento, sodalitas tota est. Etenim puerorum adolescentiumque formare animos rem omnium gravissimam pro conditione temporum putamus quae sane quemadmodum vehementissime sollicitudinem Nostram semper exacuit. ita debet ad omne genus subsidia Christifidelium incitare voluntates. Hi autern optimum providentissimumque fecerint, si nomine dato cooperatorum coetui, Salesianam familiam exauxerint : navata enim in hunc modum opera ingenti ipsis ac sodalitati commodo erit, molestiae ipsis non erit. Quoniam vero Salesianis cooperatoribus singularis ac praecellens quaedam significatio favoris ab utroque Decessore Nostro Pio IX ac Leone XIII fel. rec. nullo tempore defuit, sacrarum praecipue indulgentiarum thesauris reclusis, haec ipsa iterare ac renovare libet benevolentiae testimonia, ob eamque rem Indulgentias omnes atque universa privilegia laudato cooperatorum coetui antea tributa, Nos quoque propensissima voluntate concedimus. Addimus autem ex intimo corde votum, ut ordo idem cooperantium, tam insigni meritorum nobilitate conspicuus, numerumque ad tercenta hominum millia, sicut est Nobis relatum, brevi tempore assecutus, maiora in dies incrementa capiat, eoque Dei gratia pertingat, ut sive in urbibus sive in pagis, ubicumque aut spiritus foveatur legiferi Salesianorum patris aut alatur amor, novis amplificetur asseclis, rei in primis Episcoporum cura favente. Nostrum praeterea studiosum erga Sodalitatem animum Apostolica Benedictio testetur, quam tibi singulisque sodalibus peramanter in Domino impertimur.

Datura Romae, apud S. Petrum, die XVII Augusti anno MCMIV, Pontificatus Nostri secundo.

PIUS PP. X.

Dilecto Filio MICHAÈLI RUA, sacerdoti ac supremo Sodalitatis Salesianae Moderatori, Augustam Taurinorum.

Pio PP. X

DILETTO FIGLIO SALUTE ED APOSTOLICA BENEDIZIONE.

SE la benevolenza Nostra è da aspettarsi in proporzione dei meriti, molto affetto in vero Noi dobbiamo mostrar pubblicamente a le, poichè da tempo vediamo come la Società Salesiana tenda, senza mai arrestarsi, a vanti sempre maggiori.

Suscitata da quell'illustre personaggio, in cui risplendeva il modello di ogni cristiana virtù, principalmente della carità, candidamente affaticandosi a promuovere solo la gloria di Dio, sommi vantaggi apportò cotesta Unione alla società civile, ed a procurare la salute delle anime molte opere intraprese in ogni parte del mondo, non trascurando menomamente l'indole dei tempi presenti. Quanto mirabilmente cotesta società sia cresciuta non solo pel numero dei soci che fanno vita comune, ma ancora per l'aggiungersi di coloro, i quali, e per l'aiuto che prestano e per gli spirituali vantaggi che ne traggono, chiamansi Cooperatori, è cosa che Noi stessi da lungo tempo conosciamo ed ora vediamo confermata dalla tua testimonianza. Ciò mostra e fa manifesto che la Società Salesiana, il che torna di lode ed insieme di conforto, è carissima al popolo cristiano, perchè mentre serve al bene spirituale di esso provvede ancora al suo temporale vantaggio.

Ci piace tuttavia di raccomandarla più vivamente che mai ad ogni fedele cristiano e ad ogni diocesi e città e parrocchia, affinchè tutti vogliano nutrire verso di lei affetto e .favore sempre crescente, per questa ragione sopratutto che una sì fatta Società è tutta nell'istruire cristianamente la gioventù con mirabile vantaggio dell'umano consorzio.

Infatti, attesa la condizione dei tempi, Noi stimiamo che l'educazione della gioventù sia cosa sopra di ogni altra importante, la quale come sempre stimolò potentissimamente le Nostre cure, così pure deve indubbiamente spronare l'animo dei fedeli cristiani a giovarsi a tal fine di ogni sorta di aiuti. Or essi faranno cosa ottima ed efficacissima, se dando il nome all'Unione dei Cooperatori, aumenteranno il numero degli ascritti alla famiglia salesiana, poichè siffatta cooperazione sarà ad essi ed all'Unione di grandissimo vantaggio ed a loro di nessuna molestia. E siccome ai Cooperatori Salesiani non mancò mai una singolare e specialissima dimostrazione di particolare affetto da ambidue i Nostri Predecessori Pio IX e Leone XIII, di felice ricordanza, sopra tutto coll'elargizione dei tesori delle sacre indulgenze, Ci piace ripetere e rinnovare queste stesse testimonianze di affetto, e per questo Noi pure con tutta la propensione dell'animo concediamo alla sullodata Unione dei Cooperatori, tutte le indulgenze e i privilegi già per lo innanzi concessi. Inoltre dall'intimo del cuore facciamo voti che codesta stessa Unione dei Cooperatori, tanto illustre per eccellenza di meriti e che in breve tempo, siccome Ci fu riferito, ha raggiunto il numero di quasi Trecentomila associati, prenda di giorno in giorno incremento maggiore, e la Dio mercè arrivi a tale che dappertutto, sia nelle città, sia nei villaggi, o si viva dello spirito del Fondatore dei Salesiani, o se ne coltivi l'amore, cresca di nuovi seguaci, a ciò cooperando sopratutto lo zelo dei Vescovi.

Della Nostra benevolenza per la Società Salesiana sia pure testimone l'Apostolica Benedizione che a te ed a ciascuno de' suoi membri impartiamo col Più vivo affetto nel Signore.

Dato a Roma, presso S. Pietro, nel giorno 17 agosto dell'anno 1904, secondo del Nostro Pontificato.

PIO PP. X.

Al Diletto Figlio MICHELE RUA,

Sacerdote e Rettor Maggiore della Società Salesiana Torino.

La II. Esposizione triennale delle Scuole Professionali e Colonie agricole salesiane (*)

*) Quest'illustrazione della nostra esposizione è tolta dai lunghi articoli che ne pubblicò il MOMENTO, il valoroso giornale torinese che compie il 20 anno di vita il 15 corr, e si è già innalzato gigante fra i migliori giornali d'Italia. Riconoscenti lo raccomandiamo vivamente ai nostri lettori. Prezzo d'abbonamento per l'Italia e Colonie, L. 16 un anno, L. 8 un semestre, L. 1,5o un mese: Per gli Stati dell'Unione Postale, L. 34 un anno, L. 17 un semestre, L. 3 un mese. Indirizzare l'importo all'Amministrazione del « Momento » - Via Parini 14 (Angolo Corso Oporto) Torino.

La mostra è disposta nell'ampio teatrino dell'istituto, gaiamente adorno di fiori, di bandiere e di piante; ed occupa non solo le gallerie, il palco e il retro palco, ma anche la vasta platea e un piccolo cortile adiacente.

Gli oggetti esposti sono classificati in cinque sesioni : arti grafiche e affini, arti liberali, mestieri, agraria e didattica; - ma in sostanza si riducono a due sole sezioni; alla teoria ed alla pratica.

Fra i molteplici saggi didattici piace il veder uniti, ai lavori ed alle prove degli alunni, le norme sagaci e sobrie dei loro maestri. I: una gara di metodi, gli uni forse migliori degli altri, ma tutti eguali nell'aspirazione: provvedere nel miglior modo possibile all'educazione dei giovani operai.

Fra i saggi pratici poi, cominciando dallo splendido meuble d'exposition, che posa di fronte l'ingresso, destinato all'Esposizione di Bruxelles dalle scuole professionali di Liegi, alle elegantissime sale da letto e da pranzo, ove non solo brilla l'armonia e la gaiezza dei disegni, ma con questi armonizza egregiamente la diligenza dell'esecuzione; dalla piccola ma complessa e interessante mostra agraria ai saggi pazienti dei sarti, dei fabbri e dei calzolai, ed a quelli squisiti di disegno, di scultura, di statuaria e di ceramica - di ceramica specialmente, con quelle figurine graziosissime e quei fini e delicati arabeschi dallo smalto puro e lucente, che sotto la luce blanda che piove dall'alto paiono fosforescenti e su su fino alla galleria delle arti grafiche, e e proprio da ammirare.

1) Arti grafiche ed affini.

Cominciamo dalla galleria superiore, ove figurano quindici o sedici scuole di tipografia, due di stereotipia, fonderia, galvanoplastica e litografia, ed una ventina di legatoria; e precisamente quelle di Torino , S. Benigno Canavese, Milano, S. Pier d'Arena, Firenze, Roma, Alessandria d'Egitto, Barcellona, Liegi , Londra, Cape Town, Buenos Aires, Puebla de los Angeles nel Messico ecc., ecc. ; insomma una piccola mostra internazionale.

A destra si stende la Salesiana di Torino. Primi, per ordine, s'incontrano alcuni saggi di galvanoplastica e di stereotipia, tra cui alcune matrici in scagliola, tratte da tappezzerie in rilievo, opportunissime come fondo in lavori di cromotipia.

Disposti scrupolosamente per ordine di corso, vengono quindi i lavori dei giovinetti compositori ed impressori : quelli ne' singoli cinque anni di tirocinio, questi negli ultimi tre. E si comprende: non è presumibile che un operaio qualsiasi, e quindi molto meno un ragazzo, riesca ad apprendere in un biennio tutto il processo pratico della stampa di un libro, in modo che riesca a fare da sè : e siccome l'esposizione è solo di lavori di alunni, i tipografi impressori non vi figurano che al terzo corso. Richiedevasi troppo spazio e si doveva ricorrere a troppe dichiarazioni, per esporre anche i lavori parziali assegnati agli alunni del primo e secondo corso di stamperia.

Dei compositori invece non mancano numerosi saggi anche degli allievi del primo corso. Sono i primi esperimenti del comporre, fatti su casse di corpo 12 e su originale stampato, come nota il programma. Il quale collocato ripetutamente accanto i lavori di ciascun corso ed aperto nella pagina corrispondente, è la guida migliore per ammirare la perfetta gradazione di lavoro nelle numerosissime edizioni che vi stanno dinanzi. Infatti al secondo corso, già si affacciano delle composizioni su originale manoscritto, con note, ed anche in poesia. E così, di anno in anno, si vede come i giovani compositori, superando gradatamente ogni difficoltà, non solo riescono capaci di comporre anche in lingue straniere e di eseguire appuntino ogni lavoro commerciale, ma giungono a disporre il materiale composto in modo da prepararlo perfettamente per la stampa, cioè a farne, come si dice, l'impaginazione, con frontispizio, indice, ecc. ecc.

Anche i saggi degli stampatori sono lodevoli per la stessa graduazione. Infatti dai semplici libri, stampati dagli allievi del terzo corso e, si intende, senz'aiuto del maestro ma semplicemente sotto la sua sorveglianza, si giunge alle edizioni di lusso, adorne d'incisioni o di fregi, stampate con nitida precisione e con giusta vivezza e continuata eguaglianza d'inchiostri. Se ne incontra un bel numero dopo i saggi particolareggiati degli alunni del quinto corso, e formano il più bell'argomento della produttività e dell'altezza della scuola. Bellissima ad es. un'artistica tricromia, offerta in omaggio al Successore di D. Bosco nello scorso giugno, riportata ultimamente come ottimo saggio dall'Artista moderno e premiata dallo Scambio Tipografico della Casa Nebiolo.

Tale è la mostra della Salesiana di Torino, dalla quale appaiono ben spiccati i criteri razionali, con cui l'insegnamento professionale tipografico è impartito nelle scuole di D. Bosco (1).

Tra le altre scuole, San Benigno campeggia per la molteplicità e varietà delle edizioni e per la veste elegante di alcune; Milano, Firenze , Parma, Roma, Liegi , Puebla e Buenos Aires fanno ricca mostra di buon materiale moderno.

Milano spicca non solo per diligenza di esecuzione, ma anche per alcune squisite tricromie. Puebla ha pure alcuni saggi eleganti di litografia. S. Pier d'Arena ha il vanto della molteplicità e varietà di lavori commerciali, collocata com'è in un centro dei più manifatturieri d'Italia e diligente fornitrice di importantissime ditte, come della Casa Ansaldo. Anche le scuole di Alessandria d'Egitto e di Londra, benchè incipienti, meritano lode. Finalmente quella di Cape Town insieme con alcuni spigliati saggi di lavori commerciali, ci procura il piacere di ammirare i primi numeri del primo giornale stampato in lingua italiana alla Colonia del Capo.

La sproporzione tra la molteplicità dei saggi della casa-madre e il numero assai limitato di quelli di alcune filiali, si spiega troppo bene finanziariamente; ma sembra che non sarebbe denaro sciupato se per un'altra mostra si potesse portare di più. Quanti ammaestramenti alle singole case e quanta utilità per le stesse arti grafiche, dal giudizio serio e dallo studio comparativo di un'assennata e dotta giuria: benche alcune scuole hanno non poche edizioni fra i libri rilegati, di cui il visitatore null'altro vede che le vesti, semplici o ricche, ma quasi sempre belle ed eleganti.

In vero il saggio dei giovanetti legatori merita anch'esso speciale encomio. Passando dinanzi alle vetrine ed ai chioschi, ove stanno disposti i loro lavori, si rimane sinceramente sorpresi della loro valentia.

Le scuole dell'Oratorio di Valdocco e di San Benigno Canavese per copia di saggi esposti portano il vanto. Quella di S. Benigno ha un ricco assortimento di libri di divozione, l'uno migliore dell'altro. Quella dell'Oratorio, insieme con un'intera collezione di libri rilegati uso premio, di cui alcuni son vere novità elegantissime, presenta uno splendido messale, di squisito lavoro a mano, eseguito con semplici filetti e curve.

La scuola di Barcellona, tranne un messale ammirabile con finissimi ornamenti in metallo e madreperla, non ha lavori finiti, ma disegni o campioni bellissimi di stile nuovo, vere rarità del genere.... Anche le altre scuole di Milano, San Pier d'Arena, Parma, Roma, Morelia nel Messico, Betlemme, Pernambuco ecc. hanno dei saggi copiosi e diligenti.

b) Arti liberali.

Vi son le scuole di plastica, scultura, statuaria e ceramica a gran fuoco, ed alcuni saggi di arte decorativa.

Le scuole di plastica e di scultura sono le più rappresentate: primeggia l'Oratorio di Torino con molte notevoli esecuzioni : ad es. un grosso scudo decorativo, composizione fantastica di un alunno del quarto corso. Milano ne ha poche ma ben eseguite, Liegi un grazioso assortimento. Nè debbono tacersi le varie ornamentazioni scultorie di alcuni mobili, ad es. di San Benigno Canavese, su cui sembra che passi un soffio artistico.

Di statuaria, appena due scuole: quella di Torino e di Barcellona-Sarrià, ma ambedue meritano encomio. Sarrià, ordinariamente, ha delle produzioni assai naturali, con bellissimo effetto decorativo; ma questa volta la scuola dell'Oratorio dimostra senza dubbio più verità e miglior gusto artistico. Son dell'Oratorio un' Ausiliatrice in cedro, ed un modello d'un'Immacolata ispirato alle tele del Murillo, con uno slancio spiccato ben ottenuto.

I lavori in ceramica a gran fuoco, che si ammirano all' esposizione , sono esclusivamente dell'Istituto S. Ambrogio di Milano. Queste graziose e pregevoli composizioni, sono degne di adornare qualunque sala signorile. Ricordiamo un orologio in stile roccocò, per caminetto o salotto, con fiori coloriti con molta finezza e verità ; un' Ausiliatrice, accurata imitazione biscuit, con graziosissima gloria d'angeli, ed uno specchio stile roccocò, con nove putti attorno la cornice. Degni pure di nota speciale son due artistici lavori: un S. Lorenzo e un Umberto Biancamano, con fondo oro imitazione mosaico, in stile cristiano del secolo XII, e cornice in ferro e ricamo in cuoio impresso; insomma un'armonica risultanza di materie disparate con bell'effetto artistico.

Qui son pure da ricordare i buoni acquerelli a chiaro-oscuro e varie macchiette ad acquerello del giovane maestro Quintino Piana, d'una spontaneità ammirabile, che a molti profani potrebbe sembrar trascuratezza ; e tre fotografie di lavori eseguiti dalla scuola di Londra. Due di queste rappresentano due graziosi pannelli decorativi, un cherubino e un serafino, spiccatamente ispirati alle figure del Walter Crane; la terza rappresenta una cancellata in legno, per altare, con ricco fregio decorativo a colori e figure bibliche ispirate allo stesso autore.

e) Mestieri.

La mostra dei falegnami-ebanisti, sarti, fabbri e calzolai è un piccolo emporio.

Son ricchi mobili e tavole e seggiole e camere complete da letto e da pranzo, dalle linee armoniche e dalle belle ornamentazioni in intaglio, di buona costruzione. Ve ne hanno le scuole di S. Benigno, dell'Oratorio di Milano, di S. Pier d'Arena, di Novara ecc. Campeggia un altare-armadio per sacrestia, delle scuole professionali di S. Benigno Canavese, con artistici pannelli e graziosi motivi decorativi e quattro statuette del Piana, di pregio singolare.

I sarti e calzolai hanno saggi ancor più numerosi. Della realtà del valore che dimostrano giudicherà la giuria, aprendo le vetrine e togliendo in mano i singoli capi esposti; certo a prima vista l'impressione non può essere migliore, sia riguardo la franca correttezza dei tagli, come l'accurata esecuzione.

Anche il reparto dei fabbri e meccanici, con forti ed eleganti lavori in ferro fucinato e in ferro battuto mostra un indirizzo serio e progressivo. Attraggono l'attenzione dei visitatori un lampadario per luce elettrica, un cancello per parco, e balconate, inferriate, pensiline, trapani, compassi a cerniera, ed altri saggi commendevoli per correttezza e buon gusto.

d) Colonie agricole.

La sezione agraria è un indice ben eloquente di ciò che si propongono alcune colonie e di quello che altre han già saputo ottenere.

La grande provvista del materiale agricolo, sperimentale e didattico, fornito in gran parte dalla Casa Ottavi di Casalmonferrato e destinato alla colonia di Arequipa, indica il criterio razionale con cui si vogliono impartite dai Salesiani le nozioni teorico-pratiche di agricoltura.

Ma il saggio molteplice, dato dalla colonia, d'Ivrea, con i copiosi campioni di semi e di legnami, col ricco tabellario d'innesti, con le pazienti e preziose raccolte fitopatologiche ed ontomologiche e con la sezione di pollicoltura, è un'affermazione vigorosa di vero interesse e di evidente progresso. La sezione di pollicoltura trovasi nell'annesso cortiletto, ove in apposite serre vedonsi varie e rare specie di polli; e dove, dalle piccole loro casette, guatano silenziosi il visitatore anche alcuni conigli di splendide razze.

Figurano alla mostra altresì le colonie: di Canelli coi suoi vini prelibati, di Tunisi, Mogliano Veneto , Foglizzo , Lombriasco e Corigliano d'Otranto con semi, vini, campioni di meliga e di frumento e varie memorie documentate delle rispettive industrie.

La Colonia S. Cuore di Barreiro nel Matto Grosso ha inviato, insieme con alcune curiosità indigene, un sacchetto di mandioca, macinata dai poveri Coroados-Bororòs.

e) Didattica.

Naturalmente la didattica abbraccia i programmi e il metodo dei maestri. Se dall'abiltità dei maestri, ordinariamente possono far fede i pratici saggi esposti, la bontà dei programmi non tutta emerge dal progresso ottenuto, perchè può avere moltissimi ostacoli al suo sviluppo, indipendenti dalla buona volontà e dalla capacità dei maestri, e quindi va meglio cercata direttamente nell'esame degli stessi programmi professionali.

Fra questi il più completo è quello diramato dal Prof. D. Giuseppe Bertello a tutte le scuole, e in quasi tutte seguito. Hanno buoni programmi particolari le case di Liegi e di S. Paolo nel Brasile, e merita anche speciale menzione il programma didattico (coi relativi trattatelli corrispondenti) della Scuola Agraria di Parma. An che il Manuale Tipografico del Lanetta e il Metodo pei sarti del Cenci son degni di lode.

Dei programmi riguardanti la coltura letteraria e scientifica, che viene regolarmente impartita agli alunni delle scuole professionali salesiane, si ammira il testo pubblicato l'anno scorso dal Prof. D. Giuseppe Bertello, ottimo nel suo genere, se atteso il numero delle lezioni e l'ordinaria capacità degli alunni non riuscirà talvolta un po' troppo diffuso. Ma, in tal caso, tocca al al maestro a provvedere: e d'altra parte i saggi avutine e i vari quadri illustrativi presentati da alcune scuole sono realmente lusinghieri e confortanti.

Nel reparto della didattica figurano giustamente anche molte scuole di Disegno applicato ad ogni corso professionale. Prescindendo dalla scuola di Valsalice, che ha criteri propri perché costituita di alunni chierici avviati ad essere maestri in quest'arte, vi sono copiosissimi e diligenti saggi delle scuole di disegno di Torino-Valcíocco, di Milano, di Liegi ed Oswiecim ; ed è mirabile il criterio pratico con cui queste scuole sono indirizzate. Si esamini ad es. l'atlante o collezione dei disegni professionali della scuola di Liegi, e si vedrà come ogni mestiere abbia i suoi diligenti studi relativi ; e si consultino anche le corrispondenti pratiche applicazioni.

Concludendo: la 2a Esposizione delle Scuole professionali e Colonie agricole salesiane, sia nella parte pratica, come nella parte didattica, è una dimostrazione esauriente dell'amore e della competenza con cui i figli di D. Bosco attendono all'educazione dei giovani operai.

(1) Tutti i saggi delle scuole professionali dell'Oratorio son classificati nei cinque anni di tirocinio.

GLI ORATORI FESTIVI

Lettera aperta agli amanti della gioventù

PARTE IIa. Due parole d'introduzione.

Forse vi saranno alcuni, i quali si meraviglieranno nel vedere il nuovo sviluppo che mi son proposto di dare a questa lettera, quando la si poteva tenere ragionevolmente finita, o tutt'al più in attesa di una semplice conclusione.

Ma tornandoci sopra e rileggendola da capo a fondo, pur essendo anch'io persuaso, che in realtà mi poteva tener dispensato dal riprendere nuovamente la penna, giacchè tutti i punti della promessa trattazione vennero svolti, sia pur brevemente, sino all'ultimo; tuttavia mi parve quasi necessario dare, in una seconda parte, più ampio svolgimento ad alcune idee di pratica utilità ed efficacia, anteriormente appena accennate.

A ciò mi spinse anche il vedere, come da qualche tempo, questa geniale e salutevolissima creazione di D. Bosco ogni dì vada facendosi più ampia strada con incalcolabile beneficio dei giovanetti, e con sicura utilità per la Chiesa e per la civile società acquisti nel suo sviluppo nuove ed ampie simpatie in ogni ceto di persone.

A questo proposito non posso trattenermi dal registrare - con venerazione profonda e con intima e commossa esultanza - le parole autorevoli con le quali l'Eminentissimo Cardinale Arcivescovo di Ancona e gli altri diciasette Eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi delle Marche, testè adunati in conferenze presso la S. Casa di Loreto, dopo di aver detto della necessità dell'azione popolare o democratica cristiana secondo gl'intendimenti della S Sede, raccomandarono nella forma più esplicita la fondazione degli Oratorî festivi nelle singole Parrocchie delle loro diocesi. .

« E qui ci piace aggiungere, son queste le loro gravi parole (1), una raccomandazione specialissima per l'erezione degli Oratori festivi, geniale creazione di quell'anima gentile e santa, che fu D. Bosco, cui presagirono S. Filippo Neri, S. Giuseppe Calasanzío e S. Girolamo Emiliani. Questi Oratori hanno da essere come la culla dei rinnovellati in Cristo: qui i giovanetti debbono essere guardati dai pericoli della scuola laica, cioè senza Dio, avvezzati ad essere franchi cattolici, per essere un dì onesti cittadini, germogli di nuove famiglie cristiane, di circoli e società cattoliche. Una dolorosa esperienza c'insegna che, data anche tutta la nostra buona volontà, cogli adulti per i loro pregiudizi e cattive abitudini si cava poco frutto. Ai fanciulli del popolo bisogna andare, che pullulano come fiori in primavera : questi ragazzi di oggi saranno gli uomini di domani. Sia pertanto cura specialissima dei Parrochi di avere fra le altre Associazioni l'Oratorio festivo per i fanciulli e giovanetti, e per riuscirvi facciano proprio il motto che ripeteva spesso D. Bosco: «Da mihi animas, cetera tolle ». Basta leggere il Bollettino salesiano per vedere gl'immensi vantaggi recati nel nuovo mondo dagli Oratori, da queste piccole fortezze della fede, semenzai d'ogni più bella virtù, spuntati quasi oasi spirituali in mezzo al deserto. Sia il nostro vecchio mondo emulo del nuovo e sorga accanto ad ogni parrocchia l'Oratorio festivo, che accolga i figliuoli del popolo per presentarli poi a Colui, che tra i pargoli trova le sue delizie. Serviranno a ciò di guida le norme stabilite dal primo congresso di Brescia nel giugno 1895 e dal secondo di Torino nel maggio del 1902 (2). »

Son queste le sagge e pratiche deliberazioni dell'illustre Episcopato Marchigiano. Chi scrive non presume di entrar nella mente dei venerandi Pastori che l'hanno sancite, ma che essi vi siano stati indotti dalla piena persuasione dell'utilità degli Oratori festivi nei tempi presenti, non è chi nol vegga.

A voi adunque, o quanti amate intensamente la gioventù, e scorgendo in essa gli uomini dell'età imminente vi adoperate in mille guise di crescerla alla pietà ed alla virtù, sicchè abbia ad essere di onore e gloria a Dio e insieme di vantaggio alla famiglia ed alla patria, scenda a voi pure nell'animo l'intima ed operosa persuasione dell'incomparabile apostolato che sola per mezzo degli oratori festivi si può compiere in seno alla società nei tempi nostri.

§ I° Un appello ai RR. Sacerdoti.

la prima parola, umile e riverente, ma piena di purissimo ed ardentissimo zelo, vorrei che risuonasse al vostro orecchio, o venerandi colleghi nel sacerdozio, e specialmente al vostro, o quanti per dovere del pastoral ministero, dovrete render conto al supremo Pastore non solo delle pecorelle ma anche dei teneri agnelli affidati alle vostre cure.

Non è più tempo di discutere: da un lato la rovina e la corruzione della gioventù, dall'altro la missione risanatrice e preservatrice degli Oratori festivi son cose evidenti : è dunque tempo di agire ed appigliarsi a quest'unica tavola di salvezza. E questa, io credo è l'aspirazione suprema cui alludeva il regnante Pontefice nell'esprimere il voto ardentissimo del suo cuore « che dappertutto, sia nelle città, sia nei villaggi, o si viva dello spirito del fondatore dei Salesiani o se ne coltivi l'amore (1) » giacchè, son pure Sue parole « di tutte le cose, attesa la condizione dei tempi, oggi la più importante è l'educazione della gioventù ».

Per voi, quindi, o venerandi Sacerdoti, addetti al pastoral ministero nelle grandi città o in centri popolosi e commerciali, l'Oratorio è di una necessità estrema. Per voi pure che portate il peso delle stesse cure nei paesi o nei villaggi,, l'oratorio diverrà il centro dei vostri affetti e la fonte delle vostre soavi consolazioni, poichè più presto riuscirete a coglierne i benefici frutti, Ma anche per voi, o generosi ministri del Signore, che unicamente per la gloria del buon Dio e per la salvezza delle anime, vivete solitari nel seno delle campagne, ove più lentamente sì, ma forse più fatalmente va inoculandosi il contagio di nuove dottrine antireligiose e sovversive, l'oratorio festivo s'impone.

Per tutti s'impone! S'impone per salvare la gioventù: e, in ricambio, vi promette frutti insperati e consolanti. L'uragano, è vero, non imperversa ovunque con lo stesso esterminio , ma il tuono rumoreggia da ogni parte, e guai a noi se non apparecchiamo una tettoia ove riparare le tenere anime in questo irreligioso imperversare di empie massime e avvicendarsi di maligni esempi. Morrebbero anch'esse sotto i colpi della tempesta devastatrice ; e così in questo misero mondo andremmo incontro non alla cristiana restaurazione di ogni cosa in Cristo, ma al funesto trionfo della miscredenza e del satanismo.

Animo adunque : consacriamoci tutti alla santa impresa. Quanti benefici frulli non ne raccoglieremo ! Accenniamone alcuni.

Una delle più care consolazioni pel cuore di un sacerdote, è il disporre convenientemente i fanciulli alla prima Comunione. Man mano che i nemici di Dio e della Chiesa usano ogni arte per allontanare i giovanetti da questo atto, che è di capitale importanza nella vita (ed è doloroso il constatare come in più luoghi si giunga pur troppo a reciderne ogni conseguenza salutare, impedendo colle minacce e collo scherno che le tenere anime abbiano ad accostarsi un'altra volta alla Comunione, è consolante il vedere come i ministri del Santuario si adoperino con zelo costante a prepararli al celeste banchetto, sicchè le consolazioni della prima unione divina abbiano ad essere per loro un richiamo ed un invito potente. Ma chi meglio potrà forzo di chi ha nella sua parrocchia un oratorio festivo ? É all'oratorio, nelle brevi e pratiche istruzioni festive, nell' esempio edificante dei più grandicelli, in quell' ambiente pieno di schietta serenità e di fede, che le anime giovani si dispongano insensibilmente ma profondamente alla loro prima unione con Dio.

Altro vantaggio è il buon esempio che ne ridonda a tutta la popolazione. Oh ! la potenza del buon esempio... Quando nel tempo pasquale, o all'oratorio se ha una cappella propria, o sotto le vólte della chiesa parrocchiale, si può avere lo spettacolo di tutto un popolo di giovinetti che si accostano esemplarmente alla mensa eucaristica in adempimento del precetto divino ed ecclesiastico, chi non comprende il fascino salutare che un tale spettacolo esercita nei cuori delle persone più apatiche e indifferenti, e specialmente dei genitori dei fortunati fanciulli ?

E quanto accrescimento di splendore alle più solenni funzioni liturgiche, ad esempio alla processione del SS. Sacramento, nella solennità e nell'ottava del Corpus Domini! Che predica eloquente non è mai il devoto contegno di due lunghe file di giovanetti, religiosamente raccolti e devotamente osannanti al benedetto nostro Redentore!

Ed anche per formare una scuola di canto liturgico, secondo le sapienti prescrizioni pontificie, come si prestano mirabilmente gli oratori festivi

E dove preparar le reclute pei Comitati parrocchiali, pei Circoli cattolici e per tutte le associazioni religiose della parrocchia, meglio che negli oratori festivi ?

Ma non è possibile enumerare tutti i vantaggi che può trarre da questa provvidenziale istituzione un buon ministro del Signore, anche a benefizio del restante del suo gregge. Gli sarà facile, per mezzo dei giovanetti dell'oratorio, non solo promuovere la frequenza ai SS. Sacramenti fra gli adulti, ma anche introdurre qualche altra buona usanza, insinuare qualche pia proposta, eliminare qualche uso men edificante, ed anche ricondurre nel giusto tramite quella tendenza che il popolo ha così viva di abbandonarsi ad ogni sorta di divertimenti, e ciò mediante le oneste ricreazioni dell'oratorio, ad es. ov'è possibile, anche colle morali rappresentazioni drammatiche nei giorni più solenni e in tempo di carnevale.

Nel prossimo paragrafo dirò una parola ai genitori ; in seguito come funzioni un oratorio salesiano, e poi svolgeremo altri punti non meno importanti per chi si vuol dedicare a questa impresa.

Intanto conchiuderò coll'avv. Meda: - ricordiamoci che « l'oratorio è una di quelle opere che i tempi mutati lungi dal rendere inadatta, hanno dimostrato sempre più vantaggiosa. Ormai si può dire che esso sia il complemento necessario d'ogni parrocchia, e non per nulla vediamo i pastori delle anime, promuoverli ed incoraggiarli. Ora specialmente che i nostri figli non trovano più nelle scuole pubbliche il nutrimento religioso indispensabile alla formazione di solide coscienze cristiane, ora che nelle officine e talvolta nei campi, il turpiloquio e la bestemmia fanno strage d'ogni onesto sentire e attossicano l'anima dei giovani, un bagno settimanale di religiosità che le purifichi e le deterga è provvedimento indispensabile d'igiene spirituale   (1) »

D. SIMPLicio. (Continua)

(1) LETTERA PASTORALE degli Arcivescovi e Vescovi delle Marche, adunati in Loreto, al Venerabile Clero e diletto popolo delle loro Diocesi.

(2) Manuale direttivo degli Oratori festivi ecc. S. Benigno Canavese, Scuola tip. sales., 19o3.

(1) Lett. « Si consentanea » del 17, agosto u. s, Ved.pag. 291.

(1) Ved. Osservatore Cattolico del 17 agosto u. s.

Don Rua nel Belgio

Dopo la festa di S. Giovanni Battista, che è sempre così cara all'Oratorio, il Successore di D. Bosco partiva nuovamente da Torino, diretto sino al Belgio, ma determinato a rallegrare della sua presenza altre case salesiane che avrebbe incontrate sul suo passaggio.

Infatti il 27 giugno si fermava a Sondrio. Erano a riceverlo alla stazione Mons. Arciprete, il clero e molti cittadini: alla casa salesiana c'era anche una rappresentanza del circolo cattolico con bandiera. D. Rua tenne una conferenza ai cooperatori salesiani ed il giorno di S. Pietro ne teneva un'altra alla sua presenza il nostro confratello D. Trione nell'insigne collegiata gentilmente e cordialmente concessa da Mons. Arciprete.

Dopo una visita all'asilo infantile che le Suore di Maria Ausiliatrice hanno aperto in Tirano, D. Rua si recava a Balerna e a Lugano per visitare Mons. Vescovo, l'oratorio maschile e alcuni benemeriti cooperatori.

Il 4 luglio giungeva a Basilea; l'attendeva alla stazione D. Mèderlet, direttore della casa di Muri. Celebrò la S. Messa nella cappella degli italiani; e verso mezzodì scendeva alla stazione di Strasburgo. Ospitato gentilmente dal signor Merz, zelantissimo e benemerito cooperatore, nel pomeriggio recavasi a far visita al Vescovo ausiliare, grande benefattore dell'opera nostra, che ultimò felicemente le pratiche per una nuova fondazione a Sierk. S. E. ricevette con molta affabilità il sig. D. Rua, e gli presentò la madre e le nipoti, pregandolo a dar loro la sua benedizione. Nello stesso giorno D. Rua partiva per Metz, ove nel mattino seguente ebbe una cordialissima udienza dal Vescovo; e nel pomeriggio del 5 arrivava a Bruxelles, ricevuto dall'ispettore delle opere salesiane nel Belgio, Don Francesco Scaloni. Nella capitale si fermò alcuni giorni, e così ebbe agio d'intrattenersi coi principali cooperatori e colle più zelanti cooperatrici, una delle quali aveva offerto la casa che sarà destinata allo studentato teologico per i Salesiani del Belgio.

L'8 luglio giunse a Tournay; fu accolto con viva e sincera esultanza dai confratelli e dai loro benefattori ed alunni. Qui ricevette l'omaggio degli antichi allievi di Lilla, acorsi ad ossequiarlo ; e il lunedì 11 luglio, prima di partire per Maltebrugge, ebbe la consolazione di benedire la nuova fabbrica innalzata dalla carità dei benefattori a sostituire quella parte dell'antico locale, che venne non sono molti mesi devastata da fortuito incendio. A Maltebrugge, avanti l'orfanotrofio, lo attendevano un gran numero di preti della diocesi, le rappresentanze del clero regolare e molti cooperatori. Ebbe un'accoglienza solenne. Tenne pubblica conferenza ; e il Vescovo di Gand ed il governatore della provincia lo ricevettero in udienza con segni di alta considerazione.

Il 14 giunse a Lippeloo per visitare la nuova fondazione delle Suore di Maria Ausiliatrice: e l'indomani, dopo di aver celebrato la S. Messa nell'umile cappella delle Suore, passando per Malines ove attendeva una sua visita l'Eminentissimo sig. Card. Pietro Lamberto Goossens, giungeva a Liegi. Qui ebbe la più festosa accoglienza. Si degnarono di sedere a mensa con lui nell'istituto salesiano il Vescovo Mons. Rutten, il Vicario generale e molti altri insigni benefattori, fra cui il deputato sig. Dallemagne, che al levar delle mense brindò con entusiasmo al successore di D. Bosco. Parlò anche S. E. Mons. Vescovo ed ebbe le espressioni più cordiali ed affettuose per l'opera salesiana nel Belgio. Tutti ringraziò D. Rua con semplicità ed affetto. Vi fu quindi un trattenimento drammatico : l'Ad Golgotham del Prof. D. G. B. Francesia e Le Malade imaginaire del Molière, che piacquero assai.

Il giorno 17 il sig. D. Rua abbandonava Liegi per recarsi a Verviers e di là proseguendo per Hechtel, dopo di aver fatto qui una breve fermata, tornava in Italia. Qui la sua prima visita era riservata all'istituto di Trino Vercellese, ove quel nucleo di cari e fortunati alunni delle classi elementari e tutti quegli egregi cooperatori stavano solennizzando la festa del S. Cuore. D. Rua v'inaugurò uno splendido banco di beneficenza e poi si affrettava a tornare all'Oratorio, ove attendevalo il primo convegno degli antichi allievi.

***

A questi brevi appunti dell'ultimo viaggio dell'amatissimo nostro Rettor Maggiore facciamo seguire una dichiarazione. Il missionario Don Valetto, che accompagnò il Superiore in qualità di segretario, ci assicura che le accoglienze fatte al Successore di D. Bosco e le attenzioni che gli ebbero molte illustri e venerande persone furono una cosa commovente: si abbiano esse la schietta assicurazione della nostra profonda riconoscenza.

In ottobre

TRE vive raccomandazioni abbiamo pei nostri benemeriti Coperatori in questo mese.

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Riaprendosi ora le scuole, raccomandiamo anzitutto ai genitori, e a chi per essi, che facciano sentire la loro voce, iniziando una petizione breve, semplice, chiedente l'insegnamento religioso. Il Regolamento ministeriale, tuttora, ne fa ad essi facoltà: se ne valgano adunque, esigendo che la religione sia insegnata nelle scuole, e sia insegnata a dovere.

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Secondo: richiamiamo l'attenzione dei signori insegnanti sul nostro Elenco dei Libri di testo per l'anno scolastico 1904-19o5. Noi li assicuriamo che la scelta è ricca, e che i libri da noi proposti, mentre sono in piena conformità coi programmi governativi, son pure non solo moralmente, ma anche didatticamente buoni (1).

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Terzo : a chi ha da mettere giovinetti o giovinette in collegio, ricordiamo ancor una volta di aver presente anche l'elenco degli istituti di educazione diretti dai Salesiani o dalle Figlie di Maria Ausiliatrice ; detto elenco fu pubblicato nel Bollettino di agosto (pag. 227 e 228).

Molte volte dalla scelta del collegio dipende la riuscita o la rovina di un giovane: ci pensi chi deve averne il pensiero.

(1) La Libreria Salesiana di Torino (Via Cottolengo n. 32) spedisce gratis il detto catalogo a chiunque ne faccia richiesta.

MISSIONI

Brasile.

Da S. Paolo al Matto Grosso. (È questa la relazione di Don Antonio Malan, promessa nel numero precedente. (Ved. pag. 277.) )

Cuyabà, 25 giugno 1904. REV.MO SIGNOR DON RUA,

Ieri l'altro, dopo un viaggìo di oltre quattro mesi, feci ritorno a Cuyabà. M'imbarcai il 13 febbraio nel porto di Cuyabà sulla lancia Ipiranga in rotta per la città di Corumbà, accompagnando un drappello di Suore di Maria Ausiliatrice, che andavano a quella città per fondarvi un Collegio per l'educazione delle giovanette.

Il viaggio fu ottìmo e delizioso, fatti segno a delicati riguardi dall' illustre Comm. Enrico Sant'Anna, compagno di viaggio e ìntimo amico e apologista del nostro indimentìcabile Mons. Lasagna, e grande benefattore delle nostre Case di Corumbà. Il viaggio durò 4 giorni pagato dal Governo dello Stato, sempre sollecito nel promuovere ed appoggiare le ìniziative promettentì frutti preziosi d'istruzione e di progresso.

Ed invero la fondazione d'un Collegio per l'educazione delle giovanette è un fatto che onora altamente la gentile e promettente città dì Corumbà; e il Collegio che le buone Suore stanno per aprire sarà il giardino nel quale cresceranno nell'educazione morale e religiosa molte delle future madri dì famiglia, da cui dipende in gran parte l'avvenire della società. E tutto questo comprese perfettamente la popolazione di Corumbà, che accolse le Suore con segni di riconoscenza e di entusiasmo. Dal giorno dell'arrivo fino al primo marzo in cui si stabilirono al nuovo Collegio, fu un continuo succedersi di persone alla casa della signora Donna Luisa Poupino de Carvalho, ov'esse ricevevano gentile ospitalità. E così vennero finalmente soddisfatti i vivi desideri delle famiglie di Corumbà che tante istanze avevano fatte in proposito, principalmente quando nel maggio del '97 passò di là nella sua visita la Superiora generale delle Figlie di M. Ausìliatrice.

In cerca di soccorsi per la Colonia del S. Cuore - A Rio Janeiro - Da Rio Janeiro a Barreiro per terra.

Il primo marzo il sottoscritto ripartì alla volta della capitale federale, navigando il fiume Paraguay, toccando Assunzione del Paraguay e le città del Plata, in cerca di soccorsi per la cara Mìssione del Matto Grosso. Poichè quello che ora ci preoccupa è lo sviluppo veramente meravìglioso di questa missione, che c'impone l'impianto di un'altra colonia, dieci leghe al di là dell'attuale; e ciò affine di ovviare il pericoloso agglomeramento di più di 350 selvaggi, che, sebbene mitigati dagl'insegnamenti di nostra santa religione non perdono d'un tratto e radicalmente la natìva ferocia.

Bella e consolante è quest'opera di civile e religioso apostolato che darà la pace a quelle immense regìoni continuamente bagnate di sangue fraterno.... ma quanti sacrifizi costa ai missionari. In vero, amatissimo Padre, troppo spesso ci mancano i mezzi, e siamo continuamente costretti di far appello alla carità dei Mattogrossesi, che, grazie a Dio, non furono mai sordi alle nostre preghiere. Ma la civilizzazione della numerosissima tribù dei Coroados Bororòs che popolano da soli le immense foreste ìnesplorate del Matto Grosso (una regione 5 volte più grande dell'Italia) è tale impresa che richiede i soccorsi di tutti. Mi anima pertanto a stenderle queste linee quella stessa speranza che m'indusse a compiere il mio ultimo lungo viaggio, che cioè abbia a trovare cuori generosi cui stiano profondamente a cuore le inseparabilì conquiste della religione e della civiltà.

Fui adunque a Rio Janeìro per interessare il Governo federale della nostra missione. L'eccellentissimo signor Presidente mi concesse un'udienza speciale nel palazzo di Petropolis, che durò un'ora intera e fu cordialissima e interessante. Dal Governo ottenni alcune centinaia di monture militari a benefizio dei poveri Bororòs, e il ministro dei lavori pubblici mi concedeva porto franco sui trasporti nazionalì per tutti gli oggetti indirizzati alla Colonia. Raggiunto così il mio intento, coll'animo pieno di riconoscenza anche verso altre molte egregie persone della capitale e di altre città della federazione, m'indirizzava a S. Paolo, deciso di raggìungere l'ultima stazione della linea ferroviaria, che si spinge verso lo stato di Goyaz e di là continuare per terra sino alla Colonia di Araguaya e Cuyabà, attraversando così gran parte dello Stato di Minas Geraes, tutto lo Stato di Goyaz e quasi per disteso anche tutto lo Stato del Matto Grosso. Poiché, avendo toccato San Paolo, e dovendo recarmi alla Colonia entro il mese di giugno, per me era assai più dìfficoltoso il tornare a Rio Janeiro e dì là per mare al Plata e poi risalire lentamente sino a Cuyabà e da Cuyabà galoppare sino a Barreiro, per tornare nuovamente a Cuyabà. Mi decìsi pertanto a fare il viaggio per terra, anche per visitare lo Stato di Goyaz, ove comincia ad accendersi un grande entusiasmo per la nostra missione e per dare contemporaneamente comodità di giovarsi dell'opera del sacerdote a tanti buoni cristiani, che non possono vederlo che a rarissimì intervalli.

Da S. Paolo ad Araguary - Cordiali accoglienze.

Giunto dunque a S. Paolo la grande città ìndustriale della federazione degli Stati uniti del Brasile, cominciai i preparativi pel mio lungo viaggio alla volta delle terre Mattogrossesi. Si figuri ! non aveva con me che la ricca somma di 30 lire, poìché tutto il resto delle raccolte elemosine l'aveva impiegato nella compra di regali ed utensili da distribuire agli Indii, e pei bisogni della Missione. Ma il nostro carissimo D. Zeppa, al quale confidai la mia triste situazione, con bontà più che fraterna, mi soccorse con 240 lìre tralasciando di saldare un conto che gli veniva presentato alla mia presenza. Quindi con 270 lire in saccoccia, partìi la sera del 22 aprile accompagnato dal coadiutore Edoardo Saraco e dall'exalunno del nostro Collegio di Cuyabà, Alberto Gomes da Silva. Il caro D. Zeppa ci accompagnò sino alla stazione, e ci pagò anche il biglietto per la prossima città di Carpinas distante tre ore di treno dalla capitale paolopolitana. Partimmo colle migliori impressioni di quei cari confratelli esclamando di cuore: Quis amicior quam frater fratri?

Alle 7 1/2 di sera arrivammo a Campinas dove ci aspettava il Direttore Don Giudice, il quale non solo ci diè ospìtalìtà cordialissima fino al dì seguente e 240 lire pel nostro lungo viaggio, ma cì volle accompagnare fino a Ribeirao Preto. Dio rimuneri largamente, insieme all'amato confratello, i soci della compagnia Mogyana, la quale ci concesse gratuitamente il passaggio da Campinas fino ad Araguary, risparmiandoci la somma di 480 lire, che fu per noi un'elemosina provvidenziale. A Ribeirao Preto, cì aspettava il R. P. Euclides, coadiutore del parroco di quell'importante centro e antico alunno del Collegio di Lorena. Condotti alla casa parrocchiale fummo ricolmi di gentilezze da lui e dalla mamma del Parroco, il Canonico Siqueira, che era assente. Ma all'indomani, celebrata la Messa ed abbracciati P. Euclides e D. Giudice, partimmo alla volta di Uberaba. La linea ferroviaria qua attraversa splendidi panorami, all'ombra di estesissime piantagioni di caffè. Incominciava allora il raccolto. Vedeva donne e giovani in allegre comitive raccogliere in ceste i frutti dell'aromatica e prediletta loro bevanda, e il mio pensiero tornava alle indimenticabili raccolte di olive della mia Provenza cui assisteva nel tempo della mìa fanciullezza.

Fino ad Uberaba il viaggio fu felicìssimo: vi gìungemmo la sera dal 24. L'amatissima compagnia di due Domenicani, il P. Harmois che arrivava allora dall'Europa e il P. Ondedieu, Procuratore del Convento di Uberaba, che da una stazione telegrafò al Superiore il nostro arrivo, non poteva esserci più cara e propizia. L'affabile Superiore, il rev.mo P. Desvoisins, si degnò di venirci incontro alla stazione, e di accompagnarci al Convento colmandoci di gentilezze.

Uberaba è una piccola ma fiorente cìttadina di otto o nove mila abìtanti, sìta nel triangolo Minero, cioè nella parte meridionale (che ha la forma di trìangolo) dell'ampio Stato di Minas Geraes. Essa è attualmente la sede vescovile della diocesi di Goyaz, il cui pastore Mons. Eduardo Duarte Silva, prelato zelantissimo e infaticabile, non ebbi la fortuna di ossequiare, trovandosi in quel tempo a Roma. Ma nel breve tempo che fui a Uberaba, potei visitare il Vicario Generale della diocesi, Mons. Ignazìo Xavier, che mi concesse tutti i poteri per amministrare i Santi Sacramenti ai fedeli che avessero voluto approfittare del mio passaggio.

Uberaba è centro dì un attivo movimento commerciale ed abbondano in essa le case di educazione tanto pei giovanetti che per le fanciulle. Oltre le numerose scuole nazionali e municipali, conta importanti stabilimenti diretti dai PP. Domenicani ed Agostiniani e dai Fratelli Maristi ( il cui Collegio è ora pareggiato al Ginnasio Nazionale) e dalle Suore Domenicane. La cìttà possìede gìà deì palazzì di artistica struttura e i Domenicani vi stanno innalzando uno splendido Santuario in stile gotico, dedicato a S. Domenico, che sarà il centro della divozione brasiliana pel SS. Rosario. Ai buoni figli di S. Domenico umilio ancor una volta i nostri più sentiti ringraziamenti.

Ad Araguary - Contrattempo - Si parte egualmente.

Il 25, alle ore 17, toccammo finalmente Araguary, l'ultima stazione della via ferrata, dove ci aspettava il P. Gioacchino Mestelan, avvisato dai Domenicani di Uberaba del nostro arrivo. Il buon parroco non poteva colmarci di maggiori gentilezze, ma noi fummo egualmente in serio imbarazzo. L'amico nostro, il Maggiore Callisto Barbosa, residente in Registro do Araguaya, col quale da Rio Janeiro aveva telegraficamente contrattato perchè ci facesse dì guida nel nostro viaggio, non era ancor giunto. Dopo lungo aspettare arrivò finalmente (dopo 26 giorni dì aspro cammino), ma con bestie senza finimenti e senza mezzì per il ritorno. Mì vidi nella necessità di fare acquisto di altri due animali, per lo meno, coì rispettìvi finimenti, il che montava alla somma di circa 740 lire, che doveva sottrarre ai miei 5oo franchì ! Presentato dal buon parroco, che gode meritamente la più alta stima, potei comprare a credito le due cavalcature. Ma ecco che trovandomi in queste strettezze mi vien inviato questo biglietto dal Maggìore Callisto: « Nella situazione finanziaria che stiamo attraversando, mi è forzoso manifestarle come ad amico, che la nostra comitiva è affatto sprovvista di mezzi per la sua traversata: voglia pertanto prendere quelle misure che crederà opportune ».

- Deo gratias! esclamaì e mi sovvenni del lamento di un caipira, cioè di un abitante del luogo, che due giornì prima, trovandoci in casa del P. Gioacchino, e deplorando la generale crisi finanziaria, aveva mestamente, ma con viva energia, esclamato: In quest'epoca di critica non si può far niente!

Umanamente parlando era proprio critica la nostra situazione; ma io confidava nella Provvidenza ed era certo che la divìna Provvidenza non ci avrebbe abbandonato... Fu qui ad Araguary che vidi una negra di 13o annì. Andando un giorno in compagnia del Parroco a far visita al Cimitero della cìttà, m'ìmbattei con due negre, una delle quali mi parve tanto vecchia e relativamente tanto robusta, da destarmi la curiosità di domandarle l'età.

« Ah! Signore, rispose in gergo curioso, io stessa me ne sono ormai dimenticata, ma chi mi conosce dice che ho 130 anni! » E la donna che l'accompagnava sottentrò a dire:

« È vero, Signore, perchè quando una negra incomincia a incanutire ha più di 1oo annì.»

Anche il buon parroco era dello stesso parere.

Una famiglia esemplare - Pedaggi - Il Sucury.

Abbandonammo Araguary la sera del 3 maggio. Poetica quanto mai fu la breve marcia vespertina in compagnia del nostro amico il maggiore Giustino Monteiro nella cui amena fazenda pernottammo. Quanta pietà e carità veramente cristiana regna nella sua famiglia. Il dì seguente tutti assistettero alla mia messa, e noi edificati partimmo verso ovest, camminando alla ventura, perchè nessuno di noi conosceva il cammino, che da Araguary conduce a Goyaz. Quindi molto spesso perdemmo il sentiero, o il giudizio, secondo l'espressione dì una matuta, cioè di un abitante della foresta, alla quale io aveva domandato del cammino.

« Ih! mio Vicario, rispose, ha perduto il giudizio là lontano, lontan lontano. »

Dì quella sera, come Dio volle, arrivammo a notte fatta a Ponte-Nova del Paranahyba, dove posammo. Il ponte, che dà il nome alla popolazione, è una superba costruzione ìn ferro della lunghezza di un 200 metri. Ivi il tisico portamonete ebbe a soffrire un salasso di 23 lire poichè i passeggerì che desiderano servirsi del ponte devono pagare lire 13 alla compagnia costruttrice; tutti poi devono sborzare lire 10 per avere libero transito nel territorio dello stato di Goyaz.

Il 5 fummo sempre in arcìoni, percorrendo più o meno oltre 6 leghe. Arrivati di sera ad una capanna, perduta nella foresta, divisammo di passarvi la, notte; ma all'avvicinarci colà vedemmo tutti coloro che l'abitavano scappare spaventati, rimanendo come di guardia due idiotì trasognati, che ci ricevettero con una risata volgare e insignificante !... Che era? Non saprei: il fatto è che ci parve conveniente dì spronare ancor un po' i cavalli e proseguìre la marcia finchè fu possibile distinguere ove posassero i piedi le nostre cavalcature. Smontammo al fine ; attaccammo le nostre reti e passammo la notte à la belle étoile, a ciel sereno. Ma il vento freddo ed umido e gl'insetti innumerabili che ci vennero a vìsitare non ci lasciarono rìposare gran che e ci fu giocoforza alzarci di buon mattino col corpo stanco per riprendere la marcia. Ma quella notte fredda fu perniciosa per uno deì nostri camaradas che fu preso da una febbre intermittente che andò aggravandosi sempre più fino a Campininhas, 20 leghe avanti, dove dovette fermarsi sotto le cure dei buoni Padri Redentoristi.

Sull'imbrunire arrivammo ad un vecchio ponte ìn legno chiamato del Verissimo ove sborsammo lire otto di pedaggio. Nella recebedoria del ponte (una specie di stazione-albergo) comprai la splendida pelle di sucury che le invio. È lunga cinque metri. S'immagìni! nel ventre dell'animale ucciso a colpi di fucile sotto ìl ponte pochi dì prima del nostro arrivo, fu trovato un enorme porco domestico. Il sucury è un immane serpentaccio, lungo anche venti o venticinque metri, di un metro di diametro e tre di circonferenza. È anfibio; cammina lentamente se si vuole, ma è terribile allorquando si slancia sulla preda. Si avvinghia con l'estremità ad un albero e così prende la spinta per spiccare un salto. Il Magalhàes paragona allo slancio del sucury l'impeto con cui l'Amazzoni si getta nell'Atlantico, e mi pare che possa bastare. Quest'animale vive ordinariamente lungo le sponde di alcuni fiumi.

Un nuovo tratto amoroso della divina Provvidenza - Una povera madre - A Sapè, Bella Vista e Campininhas.

Le nostre cavalcature erano ormai stanche e la marcia si faceva sempre più lenta, tanto che nella prossima stazione di Arraial Novo dos Paulistas mi vidi nella dura necessità di comprare un altro animale per alleviare i più malandati. Ma il busillis stava nei quibus. Mi raccomandai allora alla Divina Provvidenza ed esposì le mie necessità al mio ospite, il buon Giovanni Vieira Machado; e questi, che non mi aveva mai visto, nè mai aveva sentito parlare di me, mi offerse nel solo nome dell'amicìzia, un bellissimo animale, e di più 450 lire pagabili nel tempo a me più conveniente. Ristorate in tal modo le finanze riprendemmo il viaggio il mattino del 7, e la sera attraversavamo il fiume Corumbà sborsando altre 7 lire di pedaggio. Come nei tempi mitologici si gettava una moneta in bocca ai morti, affinchè con quella pagassero il passaggio dell'Acherònte nel viaggio estremo, così chi viaggia per queste solitudini deve buttare in mano ai guardiani deì ponti un piccolo peculio per avere diritto a passarvi. Di modo che se l'incontro di un ponte in mezzo all'arido deserto è sempre salutato con gioia, perchè ridona l'allegria alle comitive e mette nuova lena nei cavalli, dall'altro lato non è poi tanto caro a chi ha la borsa quasi asciutta. Ma noi posavamo ogni speranza in Dio, nel cui nome eravamo partiti.

Il dì seguente, nel medesimo luogo, quando già tutto era pronto per la partenza, mi si presentò un pover'uomo, triste in viso, supplicandomi dì una visita alla moglie gravemente ammalata in un rancho poco lontano, mentr'egli sarebbe andato a cercare qualche rimedio. Accompagnato da Alberto mi diressi alla cascina nella quale, secondo le indìcazioni datemi dal desolato sposo, si doveva trovare la moribonda. Raggiungemmo infatti la povera capanna, ed oh! quale scena straziante ! Sopra un miserabile giaciglio, delirante per l'altissima febbre e crudeli dolori, tremava la povera donna ed intorno a lei dodici bambini piangevano sconsolati. Mi avvicinai, le dissì parole di conforto, regalai di una medaglia di Maria Ausiliatrìce ì poverì bambini, e quindi ascoltai la confessione della inferma. La quale, ricevuto questo Sacramento, si sentì tanto consolata da dimenticar quasi i crudeli dolori che la travagliavano, talchè, da letto, si pose ad impartir ordini alla sua giovane famiglia. La serenità del suo volto, e l'accento di madre resero ad un tratto la tranquillità alle innocenti creature; e noi col cuore più consolato ci licenziammo e fummo a raggiungere la carovana sull'imbrunire.

Nella solennità dell'Ascensione giungemmo a Sapè; celebrai quivi la S. Messa cui intervennero molte persone convenute in quel luogo dai dintornì; e poi, per arrivare con alcuni giorni di anticipazione alla capitale di Goyaz, ove aveva da trattare alcuni interessi relativi alla nostra Colonia di Barreìro, mi avanzai col solo Alberto. Arrivammo infatti 6 giorni prima del coadiutore Saraco e compagni. Anche questa lunga e fastidiosa traversata da Sapè a Goyaz ci fu addolcìta dalla cordiale e fraterna ospitalità concessaci dai R.di Padri Redentoristi di Bella Vista e di Campininhas. In Bella Vista questi zelanti missionari dirigono la Parrocchia ed hanno la cura spirìtuale dell' incipente ma gìà promettente Collegio femminile, diretto dalle buone Suore Domenicane, e dànno continue missioni fra le popolazioni vicine. In Campìninhas poi possiedono un importante stabilimento che è come il centro della loro Missione. Questa cittadina, come lo dice il nome, è posta fra lussureggianti e saluberrime campagne; tuttavia quest'anno v'infierì il terribile vaiuolo che gettò la costernazione anche ne' luoghi circonvicini. Ma felicemente il morbo fu presto arrestato per le energiche risoluzioni adottate dal governo della capitale.

Goiabada - A Curralinho - Un Santuario della Madonna - A Goyaz.

Sommamente grati ai RR. PP. Redentoristi, lasciammo Campininhas, il giorno 17, forando la foresta, come dicono con espressiva significazione i Caipiras (ossia abitanti di queste terre), sempre in dìrezìone di Goyaz, dove arrivammo dopo 4 giorni di marcia. Toccammo Arraial da Goiabeira (così chiamato per l'esuberante produzione di goiaba colla quale fabbricano l'eccellente goiabada, che, col classico formaggio, dicesì che formasse il dessert prediletto dell'Imperatore D. Pietro II) e la città di Curralinho distante 7 leghe da Goyaz, dove ospitammo in casa del buon Vicario, il Rev.mo D. Pietro Rodrigues Fraga, zelante Cooperatore Salesiano, ed abbonato alle nostre Letture Cattoliche, che diffonde con zelo tra le anìme a lui confidate. A Curralinho giunse alcuni minuti dopo di noi il P. Rosario, domenicano, Direttore di un importante centro di Missione in Porto Nacional nello Stato di Goyaz, col quale potei tenere uno di quei intimi e soavì colloqui sull'opera delle missioni cattoliche, che mi recò tanto conforto e non dimenticherò mai più. Ad una lega e mezzo della capitale Goyana, salii ad un Santuarìo della Madonna che sorge su una collina, dove ogni anno concorrono molti pellegrinaggi, e ringraziammo di cuore la nostra buona Madre celeste pregandola a volerci continuare la sua protezìone pel resto del viaggio, che temevamo ancora più pericoloso. Quest'arraial mi suscitò nell'animo molte care emozioni per la sua somiglianza colla popolazione di Coxipò, prossima a Cuyabà.

Finalmente passando un altro arraial, meglio costrutto, chiamato Bacalhau e tagliato da un tortuoso torrente, entravamo nella capitale.

Aspetto di Goyaz - Zelo dei PP. Domenicani - La festa del Corpus Domini a Registro do Araguaya - In direzione della Colonia del S. Cuore.

Goyaz sorge in una valle seminata dì giardini, e, a guisa di una seconda cinta, è chiusa dalla catena deì Monti Dorati, ove domina, alta e superba, la punta del Contagallo. A primo aspetto il luogo sembra triste e oscuro , ma in realtà è bello e saluberrimo; ivi non si sente mai a parlare di epidemie. Il terreno è ondulato , ma le strade in generale son buone e coperte di lastre di pietre ; un torrente crìstallino bagna la città. Il commercio e l'industria sono assai lìmitati per la grande difficoltà dei trasporti. Pure possiede un'accademia di Diritto, e una Scuola Normale femminile. Nei sette giorni che mi fermai in Goyaz ricevetti la più cordiale e gradita ospitalità nel convento dei Padri Domenicani, colà stabiliti da 22 anni, i quali con zelo veramente apostolico impiegano tutti i loro mezzi materiali e spendono la loro vita in favore dell'umanità indigente, ripartendo abbondantemente, per la città e pei campi, il pane spirituale e non rare volte anche il materiale. Che il grande Taumaturgo del Rosario mandi molti dei suoi figli generosi a questa fertile vigna del Signore!

Nella settimana passata a Goyaz, ebbi il piacere di parlare con molte ìmportanti persone di quella capitale e tutte fecero istanze perchè si fondasse colà un Collegìo dì arti e mestieri. Anzi il Presidente dello Stato, l'Ecc.mo Dott. Zaverio di Almeida, insistè che accettassimo la Missione degli indi Carajàs deì quali incontrammo diverse orde nelle foreste di Goyaz, promettendoci tutto il suo appoggio per un'impresa così filantropica e ricca di tanti benefizi per la nazione. Fu troppo doloroso per me il dovergli rispondere che pel momento non ci era possibile accingercì a tale impresa, e quindi lo lasciai nella speranza di poter esaudire i suoi voti un po' più tardi nella fiducìa che la Divina Provvidenza vorrà inviarci un buon numero di Missionari. Creda, amatissimo Padre, che porto scolpite a caratteri d'oro nel mio cuore le belle impressioni dei religiosi ed ospitali abitanti dello Stato di Minas e dì Goyaz.

Allo spuntare del 26 maggio saltammo nuovamente in groppa alle povere mule e nel primo giorno del mese del Cuor di Gesù, toccavamo Registro do Araguaya. Il viaggio fu ottimo e di gran vantaggio per molte anìme, che se vedono raramente il prete cattolico, non mancano di qualche visita de' ministri protestanti lautamente stìpendiati dalla Società Biblica, che manda annualmente a perlustrare quelle immense regioni. La festosa accoglìenza che avemmo nel simpatico arraial di Registro, ci consolò tanto da farci sembrar terminato il nostro lungo viaggio. Si era alla vigilia del Corpus Domini. Quel buon popolo si riunì in massa nella Cappella, e mi mandò ad invitare perchè volessi rivolgergli alcune parole e poi ascoltare le confessioni di molti che desideravano ricevere la Comunione nel dì seguente. S'immaginì, venerando Padre, che gioìa pel cuore di un missionarìo! Vi andai e vi trovai raccolte più di 200 persone. L'indomani assìstettero tutti alla S. Messa e consolarono il cuor di Gesù con un bel numero di comunioni e col battesimo di molti loro bambini. Così colla gioia nel cuore ci dirigemmo verso la sospirata Colonia del S. Cuore di Gesù.

Incontro con D. Balzola - Il ricevimento degli indii - Gli esami dei fanciulli - La festa del S. Cuore - 55 Battesimi - Care speranze.

Le cavalcature divorarono 22 leghe e quando non ce ne restavano che otto di cammino incontrammo il carissimo Don Balzola che cì veniva incontro. In sua compagnia lo spazio che cì rimaneva a percorrere ci passò in un baleno, poichè il racconto del provvidenziale progresso della cara colonia fu come una rugiada benefica che ci rallegrò lo spirito e ristorò il corpo.

Giungemmo finalmente ad un chilometro dal nostro arraial, ed ecco arrivare 30 e più bambine, le piccole figlie della foresta, accompagnate dalle suore di Maria Ausiliatrice, ansiose di darci il benvenuto. Un 300 metri più avanti ci giunge all'orecchio un grido selvaggìo: sono altrettanti fancìulli indiani, che assistiti dai chierici Crema e Bernardino vengono anch'essi a salutarci. Cento metri più avanti ci attendevano 4 cacichi alla testa di uno stuolo assordante di selvaggi, e un po' più oltre degli uomini ci aspettavano le donne.

Entriamo finalmente sotto l'ombra deliziosa dell'ampio corso-stradale che serve come di vasto e magnifico portico all'arraial del S. Cuore. Da ambedue le parti s'alzano i tronchi di splendide palme tagliati a modo di archìtettate colonne (se pure non son le colonne che vogliono imitar questi tronchi) incoronati al di sopra di abbondanti penacchi che si agitavano come ventilatorì refrigeranti in questa splendida festa selvaggìa. Da ogni banda della foresta s'udivavano grida di evviva e di gìubìlo.. « Siamo noi tra selvaggì o tra civilizzati? » Tale fu la domanda che mi ripetei più volte, finchè non potei trattenere le lagrime e rìngrazìai il Cuor dì Gesù della visibile benedizione con cui assiste i nostri Missionari. Ci avviammo alla cappella, e col cuore colmo di commozione e di gratitudìne intonammo il Te Deum. Oh! che sentimenti m'innondarono il cuore nel sentire i solenni versetti di quest'inno di ringraziamento pronunziati con accento selvaggio sì, ma con vivo slancio dai nostri cari neofiti! Era il 6 giugno.

Quella notte il sonno venne a sorprenderci col cuore rigonfio di santa allegrezza.

Nel dì seguente si principiò il triduo di preparazione alla festa del S. Cuore che quest'anno volevamo celebrata con particolare entusiasmo, poichè doveva far epoca negli annali di questa promettente Colonia. Le ìstruzioni che finivano colla benedizione del SS. Sacramento furono da tutti frequentate con religioso fervore, in tuttì i tre giorni. Intanto esaminai le piccole indie, mirabilmente istruite dalle buone Suore di Marìa Ausiliatrìce, e i cari bugrinhos, (fanciulli indii) preparati dai nostri confratelli. Li esaminai in religione, nel canto delle lodi sacre, nella lettura, nella scrittura e nei primi elementi di aritmetica! Mai aveva sperimentato tanta soddisfazione nel dar esami; l'avanzamento dei miei cari esaminati superava tutte le mie aspettative!

Ed ìnvero, s'immagini, amato Padre, che in un anno d'ìnsegnamento, durante lo scarso tempo rubato alle molteplici occupazioni materiali, questi figliuoli sono stati bene iniziati nelle verìtà di nostra santa religione, hanno imparato a memoria il Vi adoro, il Padre nostro, l'Ave Maria, il Credo, la Salve Regina, l'Angelo di Dio, i Comandamenti e svariati canti di chiesa: hanno appreso a sillabare e a leggere e a copiare discretamente, di più a contare correntemente fino a 1oo!...

Ma ecco che spuntò il 10 giugno, festa del S. Cuore di Gesù! e i primi albori illuminarono subito una magnifica scena davvero emozionante per ogni cuore civilizzato. In mezzo al cortile della Colonia, su di una antenna di 18 metrì, tagliata nella foresta dagli indigeni, sventolava al vento la bandiera nazionale baciata dalle imbalsamate aure mattutine, tra le voci gioiose dei selvaggi, che si sentivano anch'essi figli della gran patria Brasilena!....

Era il simbolo eloquente del sentimento patriottico che spuntava puro e immacolato da quei cuori dove incomìnciava a sbocciare il germoglio della cìviltà cristìana.

Alla S. Messa intervennero tutti i braides (o civilizzati) e tutti i nostri indiì. Termìnato il Santo Sacrifizio, per onorare il S. Cuore di Gesù, amministrammo il S. Battesimo a 29 fanciulli indiani, aspettando il giorno 12, festa di Maria Ausiliatrice, per battezzare 26 fanciulle disposte convenientemente anch'esse a quest'importante sacramento. Oh! con quali edificanti disposizioni, amato Padre, ricevettero il S. Battesimo! Essi compresero perfettamente gli effetti di questo sacramento rigeneratore, e andavano dicendo a tutti che il Bope (il demonio) omaì lì aveva abbandonati ed era fuggito lontano, là per la foresta immensa!... Ed erano talmente persuasi di questo, che alcune bambine vollero fermarsi colle suore per non commettere più peccati e non permettere pìù che il Bope entrasse nelle loro anime!... Altre, pel grande rispetto al Sacramento, andavano chiedendo ingenuamente se potevano ancora... grattarsi la testa, essendo stata bagnata dall'acqua sacramentale! I genitori dei battezzati e tutti gli adulti furono contentissimi e manifestarono ardentì desideri di rìcevere anch'essi il battesimo, e noi li accontenteremo quanto prima, appena siano preparati. Il resto della festa passò in mezzo alla più grande allegria, fra liete grida e spari di mortaretti.

Gli otto giorni che passai questa volta alla Colonia rimarranno eternamente fra i più dolci ricordi della mia vita. Visitai gli indii nelle loro capanne, li assistei nei raccolti del miglio, dei fagiuoli, della mandiòca, nel caricamento e trasporto delle pietre, dell'arena, del fango e del legno da costruzione; nell'aprire fossi , nella piantagione delle viti che sembrano attecchire felicemente ; e nei vari servigi domestici. Assistei pure le giovanette nel seccare la mandiòca, pulirla, macinarla, e ridurla in farina. Ne inviai un piccolo sacchetto a V. S. insieme a svariati lavorì ammirabili, fatti dalle indie, sotto l'industre direzione delle Suore.

Degli indii, alcuni lavorano da falegname, altri da muratori, altri nel campo. Non è molto, ne volle tre con sè ìl sig. Viriato per aiutarlo a lavorare le terre, ed altri tre ce ne richiese il nostro benefattore e amico Dott. Santos, per il servizio di disboscamento. Nel nostro ritorno a Cuyabà tre ci accompagnarono, tra ì qualì un giovane battezzato che fece meravigliare il Presidente dello Stato e quanti videro in che modo spigliato sìllabava e leggeva, recitava le orazioni, cantava e contava. Ritorneranno alla Missione insieme al carissimo Don Balzola che mi accompagnò fino a Cuyabà.

Ecco, amato Padre, le sommarie notìzie che, ex abundantia cordis, mi son venute sulla penna, parlando della nostra cara Colonia. Abbiamo veramente ragione di esserne soddisfatti! Ed ora che grazie alla protezione del cielo e all'aiuto dei nostri benefattori, i giovani e le ragazze sono ben incamminati, i nostri sforzi mìreranno più di proposito agli adulti. È necessario istruirli, battezzarli quanto prima e benedire i loro matrimoni; il che tutti desiderano ardentemente. Come vede, veneratissimo sig. D. Rua, ìmmenso è il nostro campo. Mille infelici selvaggi aspettano la voce dei missionari per sorgere alla luce della civiltà e prostrarsi adorando innanzi la Croce benedetta, che deve adunare tutti i popoli nel culto del vero Dio e condurli ai cenni di un solo pastore. Ma i Missionari scarseggiano e mancano anche di mezzi materiali. E per questo che i suoi figli di questa lontana Mìssione si raccomandano ardentemente alle sue orazioni, affinchè Iddio mandi nuovi operai evangelici in questo campo così promettente, e continui a parlare al cuore dei nostri benefattori perchè non lascino di aiutarci in mezzo alle fatiche che incontriamo con gioia a pro della religione e della civiltà.

Nella speranza di poterle baciar la mano nel prossimo agosto, la prego fin d'ora a benedire tutti i suoi figli del Matto Grosso, ma specialmente gli addetti alla Colonia del S. Cuore ed il Suo Dev.mo ed aff.mo in Corde Jesu

Sac. ANTONIO MALAN.

IL CULTO DI Maria Ausiliatrice

Noi siamo persuasi, che nelle vicende dolorose dei tempi che corrono non ci restano altri conforti che quelli del cielo, e tra questi l'intercessione potente di quella benedetta che fu in ogni tempo l'Aiuto dei Cristiani.   Pio PP. X.

Nel Santuario dì Valdocco.

LA DOMENICA 28 AGOSTO, celebrava all'altar maggiore la messa della comunità degli artigiani Sua Ecc. Rev.ma MONS. GIACOMO CoSTAMAGNA, Vescovo titolare di Colonia in Armenia e Vicario Apostolico di Mendez e Gualaquiza. Dal suo volto, acceso e commosso, traspariva l'affettuosa riconoscenza per la taumaturga Protettrice, la quale, come i nostri lettori ricorderanno, l'assisteva visibilmente nella grave malattia che minacciò la sua vita nell'ultimo suo viaggio apostolico, di ritorno dalla missione di Gualaquiza.

- Assai devota riuscì la festa della Natività di Maria SS. Numerose furono le sante messe celebrate nel Santuario e le sante comunioni. Celebrò la messa solenne il Missionario D. Antonio Malan, Ispettore delle case e missioni salesiane del Matto Grosso, raccomandando in particolar maniera alla protezione della Madonna Ausiliatrice i poveri selvaggi Coroados e tutti i loro benefattori.

- La seconda domenica di settembre, festa del Nome SS. di Maria, Mons. Giacomo Costamagna, per delegazione di Sua Eminenza il sig. Card. Arcivescovo, promoveva al Suddiaconato un religioso francescano, pontificando all'altare di Maria Ausiliatrice. Assistevano alla commovente funzione i pochi alunni studenti e molte divote persone.

Nelle altre partì del mondo.

RIO GRANDE DO SUL (BRASILE). - Una nuova Cappella dedicata a Maria Ausiliatrice. - Nella capitale dello Stato di Rio Grande do Sul, annessa il Collegio Leone XIII venne inaugurata il 5 luglio u. s. una nuova cappella intitolata a Maria Ausiliatrice. Compì la cerimonia il rev.mo Parroco di Rio Grande per delegazione vescovile, e fecero da padrini il Comm. Pinto da Rocha e il Colonnello Giovanni Luigi Vianna con la sua degna consorte. In seguito si cantò messa solenne, e la sera, previo il canto del Te Deum, s'impartì con gran pompa la benedizione col SS. Sacramento. Il 12 per % della popolazione di Rio Grande do Sul è d'italiani! voglia benedirli in maniera specialissima la potente Regina di Valdocco.

GUATEMALA (CENTRO AMERICA). - Sebbene vi siano da lungo tempo attesi, i figli di Don Bosco non hanno ancor potuto compiere una fondazione salesiana in questa republica; ma vi è già penetrata e vi si va largamente diffondendo la divozione a Maria Ausiliatrice per opera dei loro cooperatori. Se ne vide una splendida prova nella festa annuale, alla quale participarono col miglior contegno numerose schiere di divoti e fu posto il suggello con una solenne processione.

- A LIMA nel Perù, la festa titolare si solennizzò il 24 maggio. Degna di nota la processione, alla quale presero parte molte confraternite e tutte le figlie di Maria della città nella loro bianca divisa. Presiedeva il rev.mo Mons. Gasparri, segretario e rappresentante del Delegato Apostolico.

- A SUCRE in Bolivia si celebrò con grande splendore il 5 giugno. La processione fu un vero trionfo.

- A PERNAMBUCO nel Brasile, venne celebrata il 29 maggio. Pontificò l'Ecc. Vescovo Diocesano, e si benedisse la nuova bandiera del locale collegio Salesiano.

Orario delle sacre funzioni nel Santuario di Torino-Valdocco.

1° ottobre. - Da oggi al I° marzo, la Benedizione col SS. Sacramento, nei giorni feriali, viene impartita alle ore 57.

2 ottobre. - Solennità del SS. Rosario - Alla messa delle 6 e delle 7,30 comunione generale - Alle io messa solenne - Alle 15 vespri solenni, discorso e benedizione col SS. Sacramento.

7 ottobre. - Primo venerdì del mese - alle ore 6 messa con esposizione del SS. Sacramento, coroncina del S. Cuore di Gesù e benedizione - alle ore 17, esposizione, coroncina del S. Cuore di Gesù e benedizione.

8 ottobre. - Alla messa delle 6 e 7,30 ed alla sera alle 17, breve funzione pel Giubileo dell'Immacolata.

16 ottobre. --- Da oggi, nel pomeríggio di ogni domenica si celebreranno due funzioni, col seguente orario : - Ore 14 e 16, vespri, predica e benedizione.

24 ottobre. - Solenne commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice - La devota funzione si compirà alla messa delle 6 ed alle ore 17.

26-27-28 ottobre. - Solenni Quarant'Ore. - Dalle ore 5 alle 11 messe lette consecutive - ore 7,15 messa dell'esposizione - Alle ore 17 vespri, discorso e benedizione solenne.

GRAZIE DI MARIA SS. AUSILIATRICE

Povero bimbo!

Era la notte del 18 aprile. Regnava il silenzio in casa e i miei nipotini dormivano il sonno degli innocenti; quando verso la mezzanotte il più piccolo, di cinque anni, si sveglia bruscamente e incomincia a gridare, accusando un fortissimo mal di capo. Corro al suo letto e con bagni freddi tento scemargli il bollore delle tempia; ma questo anzichè diminuire, cresceva sempre più. Il povero bambino passò insonne tutto il resto della notte; ond'io all'indomani, impensierita dall'alta febbre e della grande spossatezza del piccino, mandai pel medico il quale gli ordinò delle polveri vermifughe, ma dopo un quarto d'ora le membra del bambino presero ad agitarsi, in preda a convulsioni spasmodiche. Lo prendo in braccio, ed egli si dibatte, si storce, straluna gli occhi, getta il capo all'indietro; il suo viso diventa pallido pallido, poi tutto il corpo divien rigido come quello d'un morto. Spaventata, mando di nuovo pel medico, il quale è pure impensierito dei sintomi allarmanti che presenta il piccolo ammalato, e intuito il malore ci propone un consulto con un medico primario il quale non esita a dichiarare in un col medico curante, che il piccino era stato colpito di meningite.

S'immagini chi può e chi conosce la natura della malattia suddetta, come noi restammo affranti a tale annuncio. Con ansia e perplessità penosissime si continua a vegliare intorno al letto del piccolo sofferente, che per dodici giorni interi, fu in preda al delirio ed alle convulsioni. La malattia infatti degenerò in alienazione mentale, peggiore forse della stessa morte. Interpellati, oltre i medici curanti, altri due professori specialisti, questi pure non dissimularono la gravità eccezionale del caso, dichiarando che era assurdo lo sperare in una guarigione. Eppure benchè tanto accasciati dal dolore, non abbandonammo la nostra fiducia in Maria Santissima. Io in quei momenti di vivissima angoscia con gran fede le promisi che se mi avesse guarito il mio Angiolino, avrei fatto pubblicare la grazia sul Bollettino Salesiano ed inviata un'offerta pel suo Santuario. Pure per 29 giorni si rimase in istraziante alternativa. Il piccìno, col visino pallido e cogli occhi vitrei per ben quattro volte almeno era andato vicino alla morte ... ma a poco a poco le sue membra irrigidite si snodano ; le convulsioni cessano; lo strabismo degli occhi scompare, e quel ch'è più, gli si rischiara l'intelligenza! Maria s'era piegata per sua bontà alle nostre suppliche ed aveva sorriso al piccolo inferno con sorpresa nostra, dei professori e del medico curante. La convalescenza procede lenta, ma progressiva; e noi ascriviamo di cuore questa grazia singolare alla bontà della dolcissima Madre Ausiliatrice.

Casalsigone (Cremona), 15 luglio 1904.

PALMIRA DILDA ved. CREMONESI Dopo 15 anni di malattia.

Da 15 anni la mia mamma soffrìva di mal di fegato, avea ammalata la cestiferia biliare, andava soggetta a coliche patiche, ed infine ad una fortissima dilatazione di stomaco, che le era cagione di gravi sofferenze. Furono consultati invano professori parecchi, finchè la poveretta dovette sottoporsi ad una operazione dolorosissima. Sembrava migliorata ; ma poi ricadde. I medici consigliarono una nuova operazione. Non mi reggeva l'animo di darne annunzìo all'ammalata, ma fidando nella Madonna le feci la proposta, e l'ammalata vi si rassegnò. Si partì proprio il giorno dì Maria Ausiliatrice. Venne eseguita la seconda operazione, ma la mamma andò ìnvece peggiorando, sì che in breve non le rimase speranza di vita i medici avevano esauriti tutti i mezzi suggeriti dalla scienza. Ma un nuovo raggio di speranza brillò alla mia mente. Avendo letto sul Bollettino Salesiano tante grazie che concede Maria Ausiliatrice, promisi di propagarne la devozione qualora m'avesse guarita la mamma; e fatta un'offerta al suo Santuario, incominciai una novena.

Oh! la bontà di Maria ! La mamma prese a migliorare sempre più, ed alla fine della novena si sentì perfettamente guarita. Or son quasi tre mesi che ha lasciato il letto. Riconoscente rendo a Maria Ausiliatrice grazie infinite.

S. Agata sul Santerno (Ravenna), 2 sett. 1904.

CAROLINA SCÀRDOVI.

Assistita negli esami.

in quest'anno doveva terminare il corso normale che m'avrebbe dato nel mondo una posizione onorata ; ma per continue ìndisposizioni fisiche, nonostante l'insistenza de' miei più cari, più volte fui sul punto di troncarlo, convinta che per me sarebbe stata impossibile la riuscita. Nel mese di maggio, che nei collegi di D. Bosco si celebra sempre con grande fervore, mi rivolsi io pure alla Vergine Ausiliatrice colla semplice supplica: « Oh Maria! non per me, ma per soddisfare il desiderio dei miei cari, fa ch'io sìa promossa », ed ìntanto promisi di far pubblica la grazia per accrescere sempre più il culto di Maria Ausiliatrice. Le difficoltà negli studi per me non cessavano, tuttavia la mia salute migliorò quasi perfettamente; ed io raddoppiando la mia confidenza in Maria, proseguii; ed al termine del passato luglio potei ottenere anch'io la tanto desiderata licenza normale.

Nizza Monferrato, agosto 1904.

Un'educanda dell'Istituto di N. S. delle Grazie.

Mi ha salvato il figlio.

È colla più viva riconoscenza che rendo pubblica questa grazia. Il mio caro Giovanni cadde malato affetto da pleurite e polmonite con forte febbre. Che strazio terribile pel cuor d'una madre! Addolorata e afflitta priva di ogni umano conforto mi rivolsi fiduciosa all'Aiuto dei Cristiani, promettendo dìeci messe di ringraziamento al suo altare di Valdocco e di pubblicare la grazia.

Quanto è buona Maria! Ella mi esaudi ed io adempio la promessa, pregando questa buona Madre di essermi sempre larga della sua protezione.

Camogli (Genova), 10 agosto 1904.

GERONIMA MASSA.

Arenzano (GENOVA) - Mi trovava da molto tempo con un male a un piede; e invano già aveva subito varie operazioni. Sottomettendomi ad un'altra operazione mi posi al collo la medaglia miracolosa di Maria Ausiliatrice promettendo di pubblicare la grazia, ed ecco che l'operazione andò bene ed ora ho il piede guarito.

Tornai a far ricorso alla Vergine Ausiliatrice in altro doloroso frangente, promettendo una visita al suo Santuario ed ora son lieta di sciogliere la mia promessa.

16 Agosto 1904.

DELFINO LUIGIA.

Voltri (GENOVA). - I miei bambini, uno dì 6 anni e l'altro di 7 mesi, si ammalarono tutti due della stessa malattia; una forte febbre con tosse e disturbi intestinali che li ridusse in fin di vita. I dottori pronosticavano male ; ma nei colmo della nostra desolazione noi ci rivolgemmo alla Vergine Ausiliatrice ; e presa una sua medaglia, benedetta da Don Bosco nell'ultima malattia, la mettemmo al collo de' due bambini con promessa di condurli a Torino, se riacquistassero la salute. In pochi giorni essi entrarono in piena convalescenza, ed io ben volentieri adempio il mio voto.

15 agosto 1904,

DELFINO MARIA.

Bronte (SICILIA). - Or sono sei mesi fui assalito da fiera bronchite che mi ridusse in istato da farmi dubitare d'una sicura e perfetta guarigione. A nulla valsero i rimedi dell'arte e le amorose e costanti cure dei miei cari; ma in un momento di gravi dolori e di speranze deluse, il pensiero ricorse spontaneamente alla Madonna di D. Bosco. Pregai col cuore l'Ausiliatrice dei Cristiani che mi restituisse nella primiera salute, e fui esaudito. Adesso completamente in forze, ho ripreso le mie occupazioni, e del passato non mi resta che il triste ricordo ad accendermi vieppiù nell'amore all'Ausiliatrice.

27 agosto 1904.

ANTONINO CASTIGLIONE.

Baldissero Alba (CUNEO). - Colpita da una terribile febbre tifoidea, ricevetti il SS. Viatico. Il male andava consumandomi spaventosamente, sicchè ogni speranza di guarire era perduta. Feci voto alla Celeste Ausiliatrice che se mi avesse fatto guarire mi sarei recata al suo santuario per ringraziarla e avrei fatto pubblicare la grazia ricevuta. E la grazia venne. Ora sto perfettamente bene.

10 luglio 1904.

ONOFRIO ANNA Ved. BERBOTTO.

Torino. - Una persona a me carissima cadde gravemente ammalata e si dubitava della riuscita d'un'operazione stante l'estrema debolezza. Con fiducia ricorsi all'unico mio rifugio; alla Madonna di D. Bosco, la scongiurai d'avere pietà di noi, della paziente e più ancora dei numerosi suoi figli. La SS. Vergine esaudì le mie preci, e perciò m'affretto a sciogliere il voto mio, onde tutti si animino vieppiù a ricorrere sempre a Colei che non lascia delusi quelli che invocano il suo santo aiuto.

Circonvallazione III, 14 agosto 1904.

Suor M. DI GEsù.

- Un terribile morbo mi colse ed in pochi giorni mi ridusse in fin di vita, gettando la mia cara famiglia nella costernazione e nel dolore. Già i medici che mi curavano disperavano della mia guarigione. Ma la Vergine Ausiliatrice a cui rivolgemmo le nostre suppliche, accorse in nostro aiuto ed in pochi giorni in modo meraviglioso dissipò il male che mi affliggeva e mi ridonò la sanità perduta. A Lei adunque il mio grazie più vivo e sincero, a Lei la mia riconoscenza.

Torino, 12 luglio 1904.

FERRIO EMILIA.

Punta Arenas (PATAGONIA MERID.) - La signora

Rosario Pacheco V. di Wahlen pativa da varii anni di asma e di altra malattia. Spese moltissimo danaro in medici e medicine, fece lunghi viaggi per consiglio di esperti dottori, cambiando aria, ma lungi dal migliorare, ogni dì si trovava peggio ed oramai disperava di guarire. Visitatala per ultimo un dottore di grande fama la consigliò di lasciarsi sottoporre ad una molesta operazione. Si lasciò fare l' operazione. spendendo in questa mille pesos, e ne fu nulla. Si trovava agli estremi di vita quando per consiglio di una suora di Maria Ausiliatrice intraprese una novena alla cara Madonna di D. Bosco. Promise di confessarsi , comunicarsi , recitare ogni giorno tre Pater al SS. Sacramento e tre Salve Regina a Maria SS. e di pubblicare la grazia qualora l'avesse ricevuta e di fare un'offerta. Io fui a confessarla ; ma la vidi tanto prostrata, che malgrado conoscessi il grande potere di Maria Ausiliatrice, dubitai che potesse ancora risanare. Fu comunicata per Viatico. Con tutto ciò si fece la novena promessa con grande confidenza in Maria. La fece l'inferma, la fecero le quattro sue figlie e le Suore di M. Ausiliatrice. Appena incominciata la novena, l'inferma si aggravò tanto che pareva dovesse morire. Maria SS. voleva mettere alla prova la nostra confidenza. Infatti al termine della novena l'inferma era fuori di pericolo.

23 aprile 1904.

Sac. MAGGIORINO BORGATELLO Parroco.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti:

A*) - Acireale: Maria Nicolosi, 1. - Alassio: N. N., 2. - Albo Novarese: Bucciotti Gerolamo, 10. - Alcamo: Rocca Gaetano, 10.

B) - Barlassina (Monza) : Giudici Carlo, 2. - Barghe (Brescia) : I fratelli Guerra, 25. - Bergamasco (Alessandria) : Giacomo Testa pel nipote Domenico. - Berra Ferrarese: Stefanati Gabriella. L'ibbiana Famolasco: Giraudi Giuseppe fu Chiaffredo, 10, per la pronta guarigione del suo bambino. - Bologna: B. A. - Borghetto di Borbera: M. A., 2. - Bovone: Ernesta Barraco. -Bozzolo: N. N., 5. - Bra: A. V. - Bruch bei Munchen (Baviera): Luise Glaser.

C) - Caluso (Torino) : La mamma del Sig. Francesco Gnavi. - Id.: Menzio Teresa. - Id.: N. N. -- Caldarola: Flavia Sciarra Grifi, 5. - Camagna Monferrato: Carolina Fornaca Marchiandi, 5o. - Id.: Scagliotti Paola, 5o. - Cambiano (Chieri) : Bosio Teresa. - Camerana d'Asti: Calderino Maria. - Campagnino: Torello Catterina e Canavesio Teresa. - Camposnorone (Genova) : Enrico Bruzza, 2. - Caramagna: Olimpia Castagno. - Caresana. F. F. - Carignano: Torelli Rosa. - Carmagnola (Torino) : Due famiglie. - Carpaneto (Piacenza) : Gasparini Luigi, 23. - Carugo (Como) : Bonatti Maria, 5. - Casabianca (Verolengo) : N. N. e N. N. Casalborgone: Bongiovanni Teresa. - Casalmonferrato: Ch. Rondano Vincenzo. - .Id.: Sorelle Coscia. - Cascine de' Rossi (Casale) : M. Morano Ermelinda, 5. - Casella (Genova) : Reghitto Carmela, 5. - Caselle: Nepote Angela. - Casteggio Marietta Campanini Ferrari, 5. - Cistel d'Aiano: Benini Amedeo, 10. - Casteldelfino (Cuneo) : A. G., 1. - Castelletto d'Orba (Alessandria) : Lasagna Marglierita in Tacchini, 10. - Castelletto Uzzone: Bogliarino Annetta, 5. - Castellinaldo: Bordino Rosa. - Id.: Olmo Margherita. - Castelrosso: Lusso Teresa e Daniele Maria. - Castelnuovo: Pautasso Teresa. - Castelnuovo Calcea: Carelli Giovanni, 6. - Castelrosso: Pezzana Beatrice. - Id.: Cena Margherita e Santa Barbara. - Cassano Spinola: Como Costantino, 2. - Cassina Tettilelli (Cherasco) Robasto Margherita. - Castino (Cuneo) : D. Montirone Giovanni, 1. - Cavaglia d'Agogna: Suor C. Mellana, 2. - Cavallerleone (Cuneo): N. N. -Cavallermaggiore: Occelli Maria. - Cavour: Santiano Petronilla. - Cellerengo (Alessandria) : Bordigo Tommaso. - Cerrina: U. M., 3. - Centallo (Cuneo) : Marchino Angela. -- Cesano Maderno Marianna Luchini, 2. - Cherasco (fraz. Roreto) Lenta Andrea di Giacomo, 8. - Chiavari: P. E., 5. - Chivasso: C. G. -- Como: Maria B., 2. - Coiromonte (Novara) : D. Albini Gaetano. - Conegliano Veneto: Annie Altari Dora, 5. - Conzano: Sorelle Balzola. - Cordenons (Udine) : Teresa Pasqualini, 5 e Moras Antonio, i. - Cortina d'Ampezzo (Trentino) : Lacedelli Veneranda. - Costiliole d'Asti : Gubba Margherita. - Cravegna (Novara): Remigio Viscardi, 5. - Crenzolino (Alessandria): Pronzato Benedetta ved. Turco, 2,50. - Crochett (California) : Manfrina Innocentina, riconoscente per varie grazie ricevute, anche a nome di una sua amica, 15,45. - Cagnasco (Svizzera) Maestra Carminati, io. - Cuneo: Biglietti Enrichetta. -- Cuorgnè (Torino) : N. N.

D) - Darfo (Brescia) : Maria Bontempi F. - Dervio (Como) : Elvira Petralli, 6. - Dogliani (Cuneo) : Gabetti Maria, 5. - Id.: Bersia Carlo.

E) - Ernesto Alvez (Brasile) : Azzolin Elisabetta.

F) - Falghera: Romano Anna. - Ferrera Cenisio: Ch. Perottino Silvino, 1. - Fiumata: Fioravanti Francesco, io, per impiego ottenuto al fratello. - Fivizzano (Massa) : Marini Vittoria, 5. - Fossombrone (Marche) : Quinto Martini, 2. - Friburgo : Maria Crotti.

G) - Garbagna (Novara) : De Vecchi Delfina. - Garessio: G. F. - Gavirate: Marchesotti Giovanni, 2,50. -- Genova: Garibaldi Rosa. - Id.. D. Carlo Calligaris. - Id.: Firpo Maria, 3. - Gonnesa (Iglesias) : Crotta Bernardo, 5. - Gulliera Veneta : Istituto Canossiano, 6,50.

I) - Isola S. Antonio (Tortona) : Erminia Ravizza, 5. - Isoletta (Caserta) : Margherita Tancredi, 10.

L) - La Loggia (Torino) : Ferrero Domenico. - Lanforo (Novara) : Marone Orsola. - Lanzo Cerva Rosa. - Lavertezzo (Ticino) : N. N. - Lotana (Torino) : Avv. Francesco Roscio, 20, per la guarigione del figlio Francesco. - Lupazzano (Parma) : Sassi Francesco, 10. - Luino (Lago Maggiore) : Giuseppina Colombani, C. 15.

M) - Macello (Pinerolo) : Baudacco Domenica. - Madonna di Campagna (Torino): Musso Pietro.

Mandas (Cagliari) : Camilla Chareux, 25. - Marone: Zatti Maria, Eudosia e Felice F. - Matlzi: Mondone Bartolomeo. - Messina: Vita Letterio. - Id.: B. S. - Mezzomerico (Novara) : Leonardi Maddalena, i. - Id.: Dellavalle Giovanni, ; -Miasino (Novara) : Bergamaschi Omobono. --- Minco (Catania) : Sidati Luigi Capuana, 2. - Mirafiori (Torino) : N. N. - Maggio (Como): Locatelli Margherita, 11. - Mombello: Sandroni Maria. - Id..Mosso Maria. - Monasterolo di Savigliano : Ratadino Andrea, i. - Moncalieri: Ferrero Lucia. -Mondovì : G. C. G., 5. - Montebello Pavia : D. Z. C. e famiglia, 5. - Montebolzone: Antonino Serpagli, prevosto, 5. - Monteerestese (Novara) : Molini Giuseppe, io. - Montalenghe (Ivrea) : Tonso Polonia e Baudino Maria. - Monteu Roero (Alba) : Virano Antonio, 5. - Montopoli in Val d'Arno: Pia C. Rossetti. - Montorso (Vicenza) : Pagani Amalia, 5. -- Morano Po: G. G., 25. - Moretta : Serafino Domenica. - Mornese : Lorenzo Mazzarello. - Mortara: Sorelle Roveda.

N) - Niscemi: Rosaria Moncuso n. Salamosu, 5. - Nizza Monferrato: N. N. -- Nova Padova di Caxias: Menegat Gio. Batta. - Nova Trento (Brasile) : Fortunati Anselmo, 5. - Nuoro (Sassari) : Mannu Giuliani, 2.

O) - Occimiano: Aceto Camillo, 30. - Omegna: D. Testa, 5, per pia persona. - Ormea (Cuneo) D. Dalmazzo, 3. - Orsara Bormida : Carozzi Pietro de Fanti, 20 e un pacco di vesti di seta a nome suo e di varie pie persone. - Id.: 10 ed altra veste in seta a nome di pie persone. -- Osimo: Rosa Paoletti, 5. - Ossona (Milano) : P. Nardi P. 5.

P) - Palermo : Maria Elena Parrù, 5. - Passons (Udine): Zanelli D. Lorenzo, 5, pel Sig. A. Renato, guarito dal tetano. - Pavarolo: Ruffatto Teresa. - Pavia: Margherita Bertolone, 5. - Pavone (Torino) : Carlo Rossetto. - Pedara : N. N., 5 -Perora Argentina: Roberto M. - Pessinetto: T. M. - Piano di Sorrento: Parr. Ulisse can. Macesca, per impetrare una grazia. - Pieve del Cairo: F. G. S. - Pieve Scalenghe: N. N. - Pinerolo: Staccione Francesca. - Id.: Ruffinetti Giuseppina. -- Id. B. L. - Piovani (Cuneo) : Racca Maddalena. - Pitelli (fraz. Muggiano). - Spezia: Piccinelli Linda, 15. - Poirino: Stuardi Marianna. - Id.: Brossa Lucia. -- Id.: N. N. - Polesella (Rovigo) : A. P., 5. - Pralorno: Pasquero Catterina fu Domenica. - Paia (Udine) : Puiatti Maria, 6. - Putienano (Bari): Mummolo Maria, 5.

Q) - Quarto d'Asti: Ferrero Giuseppina. - Id.: Garrone Ortensia.

R) - Riano (Aquila) : Maria De Michele, 5. - Riposto (Catania) : N. N. - Riva S. Vitale (Canton Ticino) : Lucia Mantegazzi, 5. - Riva di Chieri: Tamagnone Angela. - Rivalta Torinese: N. N. - Rivarossa: Crosetto Laura. - Rocca Canavese: Chiadorana Domenico. - Roma: Casetti Carolina. - Id.: Annita M. V. Daineili. - Ronco. di Pernareggio (Brianza): Colombo Angiola, S. - Roncone (Trentino) : Franzoi Vito. - Rosignano Monferrato: Re Rosalia n. Cloverio, So. - Rubiana: Grandi Lorenzo.

S) - Saluggia (Vercelli) : Borelli Francesco. - Id.: Beggia Ermelinda. - Id.: Momo Domenico, 2. Sassari: Dore Zedda, 2. - Sassi (Torino): N. N. - S-zvona: T. Vescovo Bartoli, 5. - S. Albano di Zavattarello (Pavia) : Schiavi Paolo, 14. - S. Benedetto Po: Sac. Augusto Bertazzeni, 5. - San Fratello (Messina): S. Mancuso, 5. - S. Germano Clzisone. Roberto Margherita. - S. Giorgio Can.: Lancina Giacomo. - S. Giusto Can.: Verga Margherita. - S. Marzanotto d'Asti: Vaudero Metilde. - S. Nicolò Gerrei: Ch. Deplano Daniele, 5, per N. N. - San Pier d'Arena : Levra Orecchia Concetta. - S. Salvatore di Fitalia (Messina) : Emanuele Sebastiano, 5. - S. Stefano d'Avelo: Barattini Fortunato. - S. Vito: Lucia Vergnano. - S. Vittoria d'Alba (Cuneo) : Carmelo Damilano, 2. - Schio: D. Callisto Mander, a nome di una divoto di Maria SS. Ausiliatrice. - Sondrio: Nepini Silvio. - Sostegno (Novara) : 2. - Spezia: N. N. 2. - Spoltrio (Poschiavo-Canton Grigioni) : Crameri Erminia, 5. - Stradella (Pavia) : Maria Albani Cucchi, 5. - Strana (Novara) : N. N.

T) - Testona: Maria Pelazza. - Terruggia (Alessandria) : Clementina Coprioglio, 2. - Tonco Monferrato: Sampietro Maddalena, 5. - Tonengo Canavese: Frassato Maria. - id.: Monti Margherita, 2,50. - Termini Alta: Diac. Pirrone Saverio, 2. - Torino : C. G. - Dogliotti Ilaria - Ruffina Enrichetta - N. N. - Vola Paola - Del Pero Lucia - Armaldi Margherita - N. N. - Carolina Scrivani n. Bruno - A. S. A. D. M. - Trivero Maria - F. M. -- Agnese Ferraris - Pedro Manuel Niery - Annita Orcorte - Alimotti Carlo - T. T. - N. N. - N. N. - Degani Francesca - Cagna Giuseppina - Gambino Lucia - Castello Luigia - Bertotti Teresa - Martini Giovanna -Barberis Margherita - R. E. - M. O. - Bonelli Eugenio - N. F. - Bagnolo Teresa - Grinzi Maddalena - N. N. - Lusso Giuseppe - Coniugi Groppo , 5. - Carello Catterína - Meda Beatrice , io. - E. A., io. - Tornaco (Novara): Frego Rosa, Ferrara Rosa, Monfrinotti Giovanna. - Torricella Verzate: Giorgi Maria, 5. - Tricerro Vercellese: Rastello Francesco. - id. Coppo Costantino. - Timoline (Brescia): Tomaso Amadeo, 5. - Trivero (Biella): Aprile Celestina insegnante, 5 per messa di ringraziamento all'altare di M. A. - Troia (Foggia): Can. Salvatore Savino, 50.

U) - Ugliano (S. Severino Marche) : D. Luigi Madonna, Parroco, 10.

V) - Valguarnera: Can. Giuseppe Rivoli-Varano: Garbesi Carolina in Groppi, 5 - Varese: M. E. D. - Venezia; Emilia Morandi, io. - id. Antonio Scarpa, 2 - Vercelli: Marinoni Maria. - id.. Tavalini Matilde - Vernone: Rivareda Anna. - Verolengo Casabianca: Garione Maria. - Verona: Maria Ughetto Haraszthy, 5. - Vesime: Cirio Giovanni. - Veruno (Novara): Clotilde Ferrari in Crevacuore, 5. - id.: Mora Angela, 5; Valsesia Angela, I; M. V. M., 3 a mezzo del Sac. Giuseppe Mortaretti -- Vicenza : G. De Lucchi, 5. - id.: Quartiero Maddalena , 2. - id.: A. Meyer, 5. - Villalvernia (Alessandria) : Roderico Angiolina - Villanova d'Asti: Minola Vincenzo. - Vinovo: Gai Domenica. - id.: Griffa Antonio. - Volterra: Confirtino 5. - Volvera (Torino): Rattero Alessandro.

X) - Porcellana Rosa Ved. Florio, 3. - Una Cooperatrice di Lombardia, 5o. - C. F. B. - Luigia Bologna, 1,50. - Porino Giuseppe.

Z) - Zavattarello (Pavia): Pezzati Maria, 1.

NOTIZIE COMPENDIATE

A Torino

Visite illustri all'Esposizione di Valdocco. - Fra gli illustri personaggi, ammiratori e benefattori dell'Opera di Don Bosco, che visitarono fin qui la IIa Esposizione triennale delle Scuole professionali e colonie agricole salesiane siam lieti di registrare S. A. I. e R. la principessa M. Laetitia di SavoiaNapoleone, Duchessa d'Aosta e presidentessa del Comitato delle Dame Patronesse Torinesi, e l'on. sig. Comm. Avv. Secondo Frola, sindaco di Torino.

La Principessa scendeva a Valdocco la mattina del 3o agosto, alle ore 10,45 accompagnata dalla Contessa Balbis Maria Bertone di Sambuy, sua dama di palazzo. Accolta al suono festoso della banda, dapprima intrattenevasi in cordiale colloquio con Mons. Giovanni Cagliero, il quale le presentava il giovinetto Zeffirino Namuncurà, cui S. A. domandava notizie della sua tribù e del genitore, un tempo il più gran cacico della Patagonia. Quindi, in compagnia di Mons. Cagliero e di altri superiori dell'Oratorio, visitava minutamente la mostra, interessandosene vivamente ed esternando ripetutamente l'alta sua ammirazione. Dalle gallerie dell'esposizione passò a visitare la scuola tipografica, e ripartiva a mezzogiorno, acclamata entusiasticamente dai giovanetti operai e nuovamente salutata dalle note della banda musicale.

Il Comm. Avv. Secondo Frola degnavasi di regalarci la sua visita nel pomeriggio del 17 settembre. Lo accompagnava il comm. Federico Dumontel; ed all'atrio dell'esposizione lo attendevano il rev.mo D. Rua, Il prof. D. Durando ed altri Superiori. I piccoli musici fecero anche questa volta assai bene la parte loro, ed un alunno artigiano, a nome dei suoi compagni, dava il benvenuto all'egregio Sindaco, manifestandogli la più viva riconoscenza. Il commendatore rispose con gentili e lusinghiere parole, e passava a visitare attentamente la mostra, compiacendosene più e più volte coi superiori che lo accompagnavano.

Conferenza agraria. - A cura del Comitato promotore dell'esposizione, il 6 settembre, aveva luogo a Valdocco, alla presenza di numeroso pubblico, un'importante conferenza agraria, tenuta dal distinto agronomo D. Giuseppe Caroglio, prevosto d'Altavilla. Assisteva , venuto appositamente da Parma, il Cav. Colonello Stanislao Solari e proprio del sistema agrario di lui parlò chiaramente il Caroglio, mostrandone con ragionamenti e con esempi, opportunamente ricordati , l'eccellenza teorica e pratica. Alla conferenza, seguiva una serena discussione, alla quale, oltre il Caroglio, che con rara competenza rispondeva alle varie obbiezioni, parteciparono il Rev.mo Don Giuseppe Bertello, il Conte Caselli, il Dott. Jacometti della locale Cattedra Ambulante, ed altri ; infine prese la parola, applauditissimo il Col. Solari. La conferenza fu una prova che anche a Torino si comincia a comprendere l'importanza di un sistema d'agricoltura, che per la base scientifica su cui si fonda, e per le vantaggiose conseguenze economiche che ne derivano, è destinato a portarci a gran passi verso la soluzione della travagliata questione sociale.

Congresso delle Associazioni Giovanili Cattoliche. - Dal 4 all'8 settembre ebbe luogo in Torino il primo Congresso delle Associazioni Giovanili Cattoliche. La riuscita era assicurata; ne erano pegno la presidenza onoraria del Comitato affidata al Card. Richelmy e l'attività straordinaria dei membri del Comitato esecutivo e del loro presidente abate Cav. Teol. Garelli. Domenica 4, ebbe luogo alle 17,30 la seduta inaugurale. Nei giorni 5, 6, 7 nelle adunanze si trattarono a volta a volta la parte religiosa, la parte musicale, la parte istruttiva, la parte sociale e la parte filodrammatica. Anche alcuni nostri confratelli vi portarono volenterosi il loro contributo e piacquero assai i saluti portati da Don Trione e D. Talice ed il discorso recitato da Mons. Giacomo Costamagna. Il rev.mo D. Rua intervenne anch'egli a varie adunanze.

Contemporaneamente ebbe luogo il 20 Concorso ginnastico cattolico. Vi convennero numerose squadre fra cui la sezione D. Bosco dell'Excelsior di Torino, la D. Bosco di Rapallo e la D. Bosco di Sampierdarena. Le prime due ebbero la medaglia di argento e l'ultima la medaglia d'oro.

Il Congresso si occupò del modo di promuovere la fondazione e l'incremento delle associazioni giovanili, sia col dare a queste associazioni quei vantaggi materiali che servono anch'essi ad attirare la gioventù, quali l'organizzazione sociale sotto forma di mutuo soccorso, di assistenza, di patronato, di unione professionale, e il mezzo di procurare sani ed onesti divertimenti ; sia anche coll'aumentarne vieppiù il carattere schiettamente cattolico col diffondere in seno ad esse l'istruzione religiosa e l'abito delle pratiche religiose senza trascurare la loro coltura intellettuale col mezzo di scuole commerciali , di lingue professionali, od anche , dove le condizioni le richiedono, di università popolari.

È da tributarsi una lode speciale ai benemeriti Fratelli delle Scuole Cristiane, che ebbero la generosa iniziativa del congresso e non risparmiarono cura alcuna per assicurargli un esito lusinghiero e consolante.

In Italia.

COMACCHIO - Una cara festa. - La sera del 12 agosto 1904 Sua Eminenza il sig. Card. Domenico Svampa, recatosi a Comacchio per condecorare le grandiose Feste Centenarie del Patrono S. Cassiano, degnava di una preziosissima visita quel nostro Oratorio per benedirne la nuova bandiera. Accompagnava l'Eminentissimo Principe il rev.mo Capitolo della Cattedrale, il Clero della Città ed una eletta rappresentanza del Comitato direttivo e dei vari Sottocomitati esecutivi delle Feste Centenarie, mentre gli alunni l'attendevano nel teatrino convertito per la fausta ricorrenza in elegante salone. Qui s'erano pure raccolti i membri della Pia Unione dei Cooperatori e Cooperatrici Salesiane. Salutata con brevi parole dal Direttore, Sua Eminenza procedeva alla benedizione della bella bandiera recante nel mezzo lo stemma della Pia Società Salesiana, egregio lavoro del laboratorio delle Figlie della Carità in Comacchio. Fungevano da priori il signor

Avv. Callisto Patrignani e la signora Maestra Margherita Foglio , zelanti Cooperatori. Compiuta la cerimonia, Sua Eminenza si compiaceva di soffermarsi tra i giovanetti dell'Oratorio per oltre mezz'ora, assistendo ad una breve accademia. All'illustre Porporato che si degnò di benedirla, e a quanti concorsero all'acquisto della nuova bandiera tornino graditi i nostri più vivi ringraziamenti.

IVREA -- Una visita al Podere-Scuola. - Nel Progresso del Canavese leggiamo: « Questo podere, impiantato or son trent'anni dalla Società Agraria d'Ivrea e poscia tenuto dal Cav. Cravosio, fiorì alcun tempo, ma poi per varie vicende venne meno al' suo scopo. Ma donato finalmente dalla veneranda madre dell'Em.mo Card. Richelmy ai Salesiani, il vecchio podere-modello divenne tale realmente. Infatti entrando, a sinistra troviamo una grande sparagiaia tenuta e coltivata coi migliori sistemi; a destra vi son lunghi filari di viti e di piante da frutta ed ortaggi, ed è speciamente a queste coltivazioni che tendono maggiormente le cure del direttore D. Bianchi. Salendo , scorgiamo che certi siti , una volta nuda e viva roccia, ora sono ridotti a vigne; e nel tramezzo sonvi ortaglie d'ogni genere, e le coltivazioni sono tutte ben allineate e ben tenute, a spalliera, a piramide, ecc., ed anzi ora si stanno facendo esperimenti d'un nuovo genere di coltura, sistema Ingegnoli. Nella casa attigua , già Piana, troviamo esercitata l'industria della pollicoltura in tutta la sua estensione: là conigli d'ogni genere, polli, galline, ecc., insomma tutta la bassa corte allevata coi più moderni sistemi: i capi allevati sono sempre richiesti per la riproduzione.... Come sarebbe desiderabile che il contadino andasse qualche volta a visitar questa colonia, e come pure sarebbe desiderabile che alcune lezioni di frutticoltura ed orticoltura venissero fatte sul luogo, ove si vede la mano e l'opera continua e preveggente del coltivatore, che non rifugge mai dal mostrarvi ogni cosa, e darvi un consiglio, che vi animi sempre più ad amare e coltivare la campagna! »

- Anche quest'anno, i maestri e le maestre, iscritti al Corso di lavoro manuale d'Ivrea, per le lezioni pratiche di agraria furono condotti alla colonia salesiana.

MILANO - Nel nostro Istituto. - Il giorno 5 agosto, l'em.mo Card. Ferrari, recavasi al nostro istituto, celebrava la S. Messa, e dopo conferiva la Santa Cresima a sei ragazzi, non senza aver prima rivolto a tutti appropriatissime parole. Dopo la funzione, visitava i lavori della Chiesa di S. Agostino compiacendosi ancora una volta del divoto disegno e facendo vivi augurii per il suo compimento. Alle anime buone ed ai cuori generosi il realizzare quanto prima i voti dell'Em.mo Principe.

ROMA. - Sua Ecc. Rev.ma Mons. Gio. Cagliero e molti Superiori delle nostre case di America ultimamente venivano ricevutì dal Santo Padre in affettuosissima udienza. I nostri missionari rimasero ammirati della squisita bontà del Vicario di Gesù Cristo e del suo grande affetto per la pia Società Salesiana. Grazie, Beatissimo Padre ! Che la vostra benedizione ci accompagni in ogni nostra impresa e ci aiuti a lavorare alacremente in ogni luogo alla maggior gloria di Dio ed alla salute delle anime.

Daremo i particolari della memoranda udienza nel prossimo numero.

TERRANOVA SICULA - Un'accademia in onore di Mons. Vescovo diocesano. - Il 5 agosto i giovanetti dell'Oratorio Salesiano, tenevano un'accademia in onore di S. E. Mons. Sturzo, in occasione della sua visita pastorale. Gli accorsi furono numerosi e scelti, il programma attraente, l'esecuzione buona. Dopo le ultime declamazioni, Monsignore ringraziò i giovanetti e si congratulò con loro perché entravano nella vita per una via lontana dalla corruzione moderna e dagli errori, che compenetrano l'ambiente attuale, e saturandolo, l'ammorbano. Si rivolse, quindi, ai padri di famiglia, congratulandosi: perchè, disse, educando bene i vostri figli, venite in aiuto al Vescovo, sulla cui coscienza sta il peso della rigenerazione morale della diocesi. Il bel discorso strappò un plauso nutrito e sincero.

Dall'Egitto.

ALESSANDRIA D'EGITTO. - Distribuzione dei premi. La domenica 31 luglio scorso ebbe luogo la solenne distribuzione dei premi agli alunni delle Scuole d'Arti e Mestieri e del Corso elementare e secondario dell' Istituto D. Bosco. Contemporaneamente si tenne una piccola esposizione di disegni e lavori eseguiti. Il vasto cortile adiacente al nuovo corpo di fabbrica, ove ebbe luogo la festa scolastica, rigurgitava di egregi signori e signore delle varie colonie europee. Presiedeva l'egregio avv. R. Monzani, Reggente il Consolato d'Italia, al quale facevano corona altre notabilità della magistratura e del clero alessandrino. Fu rappresentato il melodramma in 2 atti del Soffredini « Il piccolo Haydn » eseguito con rara precisione e bellezza di colorito dai piccoli cantori che ebbero meritati e prolungati applausi. Tutto il trattenimento si svolse con generale soddisfazione, e i bellissimi premi furono anche quest'anno generosamente offerti dall'Associazione Nazionale per soccorrere i Missionari Italiani.

Dalla Polonia Austriaca.

OSWIECIM - Due belle passeggiate. - Fra le prove di affetto che ebbero i Salesiani di Oswiecim da distinte persone, pur tacendo delle proposte di aprire nuove case o di assumere la direzione di istituti già esistenti, qui ricordiamo due segni di cordiale simpatia per parte di nobili persone laiche ed ecclesiastiche dei dintorni.

La principessa Oginska la quale da alcuni anni ricovera in un istituto non lontano da Oswiecim circa 30o fanciulli di ambi i sessi, raccolti fin dall'età di pochi mesi anche da genitori ebrei, volle procurare ai suoi alunni più grandicelli e ai nostri giovani un giorno di speciale allegria. Dietro suo invito i nostri allievi marciarono verso il magnifico parco di Bobeck, guidati dalla banda dell'istituto e fiancheggiati da due compagnie di pompieri in divisa. Per i fanciulli più deboli e pei superiori la Principessa mise a disposizione cavalli e carrozze. Nel parco li ricevettero i ricoverati del suo istituto al suono della loro banda, composta di piccoli allievi, ma educati a mirabile precisione e dolcezza. All'ombra del parco s'imbandirono le mense ; e fra suoni, divertimenti e funzioni religiose, in cui i nostri, eseguirono dei bei canti a 4 voci, assai gustati dalla Principessa Oginska e da varie illustri contesse, si godette fino a tarda notte la più lieta giornata.

- Quei giovani non avrebbero certo osato desiderare di più per quest'anno; ma le cordiali insistenze del Parroco di Polanka e Poremba indussero i superiori a concedere una seconda straordinaria passeggiata. Si partì di buon mattino, e in meno di un'ora si fu a Poremba per la santa Messa, che nei nostri istituti non si lascia mai. Molti fecero pure la S. Comunione. Quei buoni paesani erano fuori di sè per la gioia di vedere tanti giovinetti pregare e comunicarsi divotissimamente , mentre erano giunti con passo marziale ed al clamore di marcie melodiche. Dopo la messa ecco arrivare da ogni parte gente con latte, burro, cacio, uova e magnifiche schiacciate di pane. Ai confratelli volle provvedere il Parroco assolutamente. Manco a dire che non si dovettero toccare le provvigioni portate da Oswiecim; ma i nostri giovani, quantunque sentissero il migliore appetito e fossero desiderosissimi di appagare i premurosi inviti di quelle buone persone, tuttavia dovevano pregarli di non offendersi, se ornai più non bastavano ad esaurire le loro cordialissime offerte. Si raccolsero sull' esempio del Salvatore i fragmenti ; si cantò colle belle arie colà consacrate dall'uso il ringraziamento ed eccoli in marcia per Polanka. Vi giunsero dopo le 10. Qui pure era desiderio dei buoni popolani di udire della musica sacra eseguita dai nostri ; e quindi si cantò messa solenne. Al pranzo si ripeterono le scene generose della colazione, specialmente per opera della buona mamma di quel R.mo Parroco. Il Parroco di Oscek , non potendo intervenire in persona mandò 1oo litri di birra. Si prese un gruppo fotografico prima di andare alla benedizione, dopo la quale si vide una lunga fila di carrozzoni a due cavalli spontaneamente messi a disposizione dei nostri per ricondurli ad Oswiecim. E fu provvidenza, chè proprio durante la benedizione il cielo si era tutto rannuvolato , e non appena si prese posto sui carri, si rovesciò un torrente di pioggia accompagnata da impetuosissimo vento. Ma i cavalli galoppavano a meraviglia, e mentre i nostri non finivano di ringraziare quelle buone persone per tanta cortesia, esse andavano ripetendo che le aveva già premiate il Signore, mandando loro quell'acqua da tanto tempo sospirata.

Aggiungeremo che la Schola cantorum e la banda dell' istituto hanno acquistato un po' di nome. E in quei dintorni, nelle feste più solenni di non poche parrocchie si invitano i nostri alunni pel canto e pel suono, e già si sono ripetuti dei pellegrinaggi di parrocchie intere per andare ad assistere alle funzioni della nostra chiesa che appena nei primi giorni di settembre poteva accogliere il pubblico anche nelle nave maggiore. A fianco della banda musicale fiorisce anche un'orchestrina di violinisti, che conta omai 24 alunni del secondo anno.

NECROLOGIA.

Mons. Augusto Bonettì della Congregazione della Missione Delegato Apost. a Costantinopoli.

NELLA notte sopra il 2o agosto spirava a Costantinopoli Mons. Augusto Bonetti, della Congregazione della Missione. Un'antica malattia di fegato, che da qualche giorno aveva assunto una forma molto grave, lo trasse alla tomba.

Nato in Murialdo, diocesi di Mondovì, il 15 maggio 1835, era stato eletto alla chiesa titolare di Cardica il 5 maggio 1885. Il 6 maggio 1887 venne promosso arcivescovo titolare di Palmira ed inviato Delegato Apostolico in Costantinopoli per gli Orientali e Vicario Patriarcale per i Latini.

La sua morte cagionò vivissimo dolore ovunque, ma specialmente a Roma ov'erano assai conosciute le rare sue doti e a Costantinopoli. Tutti i primi dragomanni delle Ambasciate e delle Legazioni si recarono alla Delegazione Apostolica ad esprimere le condoglianze a nome dei rispettivi Ambasciatori e Ministri. I rappresentanti di tutti gli Istituti religiosi e delle scuole cattoliche, dei patriarcati delle diverse Confessioni e dell'Esarcato bulgaro furono anch'essi ad inscriversi nel registro, posto alla Delegazione Apostolica.

Noi, amati e beneficati dal compianto Arcivescovo con cure veramente paterne sino all'ultimo respiro, ci prostriamo riverenti sulla sua tomba, invitando tuttì i Cooperatori a sciogliere ripetutamente per l'anima sua fervorose preghiere.

Ing. cav. Leopoldo Brunelli.

SABATO, 3 settembre, dopo dolorosa malattia spirava nel bacio del Signore il buon cooperatore Salesiano, Ing. Cav. Leopoldo Brunelli, Ispettore Capo principale delle ferrovie adriatiche. Visse sempre da buon cristiano, praticandone i doveri senza umano rispetto, e morì munito dei conforti religiosi, conservando fina all'ultimo istante la sua piena conoscenza ed un'ammirabile rassegnazione ai voleri di Dio. Lo raccomandiamo alle preghiere dei cooperatori.

In memoria dei compianto Canonico Don Antonio Belloni.

IL 9 agosto nella chiesa dell'Orfanotrofio Cattolico di Betlemme si celebrava il I° anniversario di quel buon servo di Dio, che fu il Can. Belloni. Accorsero alla mesta cerimonia molti preti del Patriarcato Latino di Gerusalemme, Mons. Jérome del Patriarcato Greco Cattolico, e numerose rappresentanze delle Comunità religiose di Gerusalemme e Betlemme. La messa fu cantata dal R.mo Légrand, Segretario di Mons. Patriarca. Anche gli antichi alunni dell'Orfanotrofio vi accorsero numerosi.

Gli alunni attuali , prima che cominciassero le vacanze, avevano voluto anch'essi tributare l'omaggio della loro riconoscenza alla memoria del loro abbòna. Infatti vennero celebrati due altri solenni funerali; il primo per cura dei 200 alunni esterni, e il secondo promosso dai 140 giovanetti intermi, memori tutti dell'anima mirabilmente buona e caritatevole del compianto Canonico Belloni.

cooperatori Defuntì

dal 15 gennaio al 15 marzo.

Merlo D. Giuseppe, prevosto - Verduno, Cuneo. Merlo D. Giuseppe - Rovarè, Treviso. Michieletto D. Federico - Mirano, Venezia. Minellono D. Giovanni, prevosto - Rueglio, Torino. Mistrorigo Adelaide - Arzignano, Vicenza. Moirano Teresa - Albenga, Genova.

Moisello Francesco - Bolzaneto, Genova.

Molo Mons. Vincenzo, Vescovo - Lugano, Svizzera. Montanari D. Giuseppe, prevosto - San Prospero, Modena.

Montebugnoli Francesco, professore - Bologna. Montemagno Giuseppe, chierico - Caltagirone, Catania. Monticone Sebastiano - S. Damiano d'Asti, Alessandria.

Mora P. Lodovico, terziario ordine Francese. - Roma. Morelli P. Giusto, priore - Cumiana, Torino. Morelli Francesca m. Bottoni Azzone - Bergamo. Morganti D. Giuseppe, parroco - Pregnana, ,Milano. Mornico D. Alessandro - Dorio, Conio. Moro D. Gio. Battista, parroco - Monaio, Udine. Mosca D. Giovanni - Torino.

Moscheni-Suonamici Giuseppe - Lucca, Toscana. Murchio Angelo - Chiavari, Genova.

Mussi-Morotti Vittoria, maestra - Fontanetto d'Agogna, Novara.

Maccari D. Pietro - Chioggia, Venezia. Nadalini-Bordini Elisa - Bologna.

Nay D. Carlo Maria - S. Germano Vercellese, Novara. Nebiolo Cavaliere, capitano a riposo - Pinerolo, T-irino. Negretti D. Nicola, prevosto - Zelo Buon Persico, Milano.

Negri Giuseppe fu Vittorio - Fobello, Novara. Negrone Gio. Battista - Vigevano, Pavia. Nicola Michele, farmacista - Torino.

Nicco D. Antonio, dottore in teologia -- Torino. Nicoletti Corvo - Pietraperzia, Caltanisetta. Nobile D. Transillo, professose - Salerno.

Nobili D. Giuseppe, arciprete - Motteggiana. Mantova. Nodari Mons. Filippo, parroco - Mantova. Nosari D. Gio. Battista, parroco vic. - Mantova. Obbino D. Giuseppe Maria, parroco - Ottana, Sassari. Oddone Giacomo - Trisobbio, Alessandria. Olivieri Leopoldo, maestro - Bagnone, Massa-Carrara. Olivotti Antonia - Vicenza.

Omodei Giovanni- Tirano, Sondrio. Omodeo-Salè Secondo - Vigevano, Pavia. Osella Giovanna - Carmagnola, Torino. Osella Margherita - Racconigi, Cuneo. Ottaviani Anna - Parona all'Adige, Verona. Pace contessa Teresa - Roma.

Paderi Stefanino, chierico - Cagliari.

Padovani D Lorenzo, vicario - Mantova.

Padre Pio della S. Familia - Esperia Superiore, Caserta. Palmano D. Giovanni, prevosto - Cecima, Pavia. Pandolfi Lorenzo - Palosco, Brescia. Parodi Giuseppe Antonio di Domenico - Sampierdarena, Genova

Pasotelli-Tacconi Annetta - Mantova.

Passerini D. Giulio, vice-parroco - Bieno, Novara. Pavesi Giacomina - Pandino, Cremona

Pelizzari Teresa u. Nob. di Sardagna - Castelfranco Veneto, Treviso.

Petino Giuseppe, avvocato - Cesarò, Messina. Peverelli Angelo Bernardo - Bergamo. Pezzoni Clementina - Pavia.

Piana D. Carlo, coadiutore - Milano.

Pianca D. Giovanni, arciprete - Cortemaggiore, Piacenza. Piccinelli D. Francesco - Redú, Modena. Pietralunga D. Giuseppe, professore - Parma. Pilotto Rosa fu Giuseppe - La Loggia, Torino. Pinelli Lodovica ved.a Gerboglio - Torino.

Pirollo D. Anastasio. arciprete - Vallerotonda, Caserta. Polastri Giuseppe - Cagliari.

Polotti D Angelo, parroco - Lumezzane S. Appolonio, Brescia.

Porcile Giacomo - Pontedecimo, Genova.

Porta D. Alessio, parroco - Clivio, Como. Prandina Rosa - Bogogno, Novara.

Quaglini D. Andrea, arciprete - Vogliera, Pavia. Rabaioli D. Domenico, prevosto - Alfianello, Brescia. Raimondi D. Elia, arciprete - Casteigrimaldo, Mantova. Ramella D. Vincenzo, priore -S. Damiano d'Asti, Alessandria.

Ratti D. Andrea, prevostó - Antignano, Alessandria. Razza Mons. Domenico, prefetto seminario - Chioggia, Venezia.

Rediera Fioravante - Fontigo, Treviso. Renier dottor Antonio, medico - Venezia.

Reverberi D. Giovanni, cappellano - Guardajone, Parma, Ricca D. Giuseppe - Torino. Rigamonti Rosa - Milano,

Righini Luigi - Mantova.

Rigoni D. Carlo, curato - Carponè Vicenza. Rinaldi Mons. Francesco, prevosto - Bologna, Rinero Andrea fu Francesco - Cervere, Cuneo. Ripamonti Domenico, dottore - Milano. Risatti Fedele - Mezzolago di Ledro, Tirolo.

Riva D. Claudio, parroco - Pozzolo Formigaro, Alessandria.

Roata D. Domenico - Sabbiano di Montagna, Bologna, Robasto D. Giuseppe, priore - Santena, Torino. Rocca-Maffioli Rosa - Vigevano, Pavia. Rodolfi Maria -- Brescia.

Rolando Ferdinando - Castagnito, Cuneo. Rossa D. Domenico, prevosto - Paesana, Cuneo. Rosetti Pierina ved.a Moraschi - Brescia. Roy D. Pietro, cappellano - Buronzo, Novara. Ruggeri Simone - Spezia, Genova. Rugora Rosa - Sacconago, Milano.

Russo Monsignor Marino, Vescovo - Pescina de' Marsi, Aquila.

Sacchero Emilia ved.a Secchi - Rocca d'Arazzi, Alessandria.

Sacchetti-Orsini marchesa Beatrice - Roma. Sala D. Natale - Forni di Sotto, Udine.

Salen D. Gio. Battista, cappellano - Pinerolo, Torino.. Salieri Pietro - Montagna, Padova.

Salua Monsignor Vincenzo Leone, Arcivesc. Calcedonia - Roma.

Sandrini D. Angelo, Arciprete - Montanara, Manluva. Santapaola Rosario, dottore - Lentini, Siracusa. Santi D. Giovanni - Iesa, Massa-Carrara. Santi Maria vedova - Azzone, Bergamo. Saracca-Scatolini Lucia - Mantova.

Sarti D. Giovanni, parroco - Roccalberto, Massa-Carrara.

Sartoris Gio. Battista - Asiago, licenza. Savardo Annetta - Vicenza,

Scaglia-Lo Faro Domenico, maestro -- S. Giovanni La Punta, Catania.

Scarpa Luigia Pieruzza - Portosecco, Venezia. Scarpa-Bezzin Angela - Portosecco, Venezia. Scarpa Suor Maria Giovanna, eremitana - Venezia. Scolari D. Pietro, arciprete - Casalpoglio, Mantova. Serafino Teresa n. Primo - Torino. Siccardi Maria - Canale, Cuneo.

Simionati Mons. Antonio, arciprete - Montecchio Maggiore, Vicenza.

Speri D. Lorenzo - Negrar, Verona. Spina D. Gioachino - Acireale, Catania. Squillero Marietta - Moncalieri, Torino.

Stavolone D. Francesco, parroco - Verzara, Caserta. Strambrini-Caprara Maria - Grosso, Sondrio.

Taschero cav. D. Carlo, arciprete - Rocca d'Arazzo, Alessandria.

Tamburini D Lodovico - Sacconago, Milano. Tagliabue Domenica - Ghedi, Brescia.

Tonani D. Tobia - S. Angelo Lodigiano, Milano. Toni Mons. Giuseppe - Novara. Tonimolini D, Raimondo, canonico Tonutti D. Ferdinando - Sevegliano, Udine.

Torazza Michele, casa ospizio - Carmagnola, Torino.