BS 1930s|1930|Bollettino Salesiano Agosto 1930

Anno LIV.   1° AGOSTO 1930 (VIII)   Numero 8.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

SOMMARIO: Il Beato Don Bosco e la buona stampa. - Gli occhi di Don Bosco. - Azione salesiana e notizie: L'XI Congresso Intern. dei Cooperatori - Le LL. AA. RR. i Principi di Piemonte all'Oratorio Mostra professionale - Nell'Istituto di Ramsey (S. U.) - Nuovo organo in S. Giovanni Ev. di Torino - Nuove Scuole professionali a Catania - Nuovo Arcivescovo: Mons. Carlo Salotti. - La Crociata Missionaria. - Festeggiamenti in onore di Don Bosco. - Grazie del Beato. - Dalle nostre Missioni: Dal Brahmaputra - Dal Giappone. - Culto e Grazie di Maria Ausiliatrice. - Necrologio.

Il Beato Don Bosco e la buona stampa

VIGILARE

Per impedire le cattive letture D. Bosco suggeriva un mezzo efficacissimo: la vigilanza.

Il nemico non dà tregua: è sempre appostato e pronto a entrare nel sacro recinto della famiglia violando le pareti domestiche. E allora? Bisogna scovarlo. Dove? Il libro cattivo è un nemico: il nemico si nasconde. Dunque, frugare negli angoli più riposti. E se lo si scopre, al fuoco il malvagio, e un sonoro avviso al lettore!

D. Bosco ce ne dà l'esempio.

Si legge nelle Memorie che fin dal 1855 egli aveva preso una importante risoluzione.

All'entrata de' suoi giovanetti studenti nell'oratorio D. Bosco si mise in guardia, perchè non entrassero con essi i nemici più terribili delle case di educazione.

Ordinò che ogni alunno sul principio dell'anno scolastico presentasse al superiore una lista esatta e da lui sottoscritta di ogni libro che avesse con sè. Tale precauzione era necessaria per assicurarsi che non entrassero in casa opere immorali o proibite dalla Chiesa.

Non era mai troppa la vigilanza, perchè anche senza colpa dei giovani, certi parenti per ignoranza involgevano gli oggetti di vestiario in giornali empi e scandalosi.

Di più: certi falsi amici facevano talora ogni sforzo per far giungere ai ricoverati romanzacci e altra lordura di simil fatta; perciò era guardato con molta attenzione il parlatorio e venivano scrupolosamente visitati i bauli e i pacchi.

Se presso un giovane si fosse scoperto un libro celato dolosamente, specie se cattivo, non solo veniva sequestrato il libro, ma s'imputava all'alunno una grave disubbidienza. Costui non di rado comprometteva la sua carriera, perche D. Bosco era molto severo coi possessori di tale veleno.

Sentite. Il Beato D. Bosco, così paziente e longanime coi birichini che gli mettevano sottosopra la casa con la loro irrequietezza, non tollerava per nessun conto i complici volontari dell'inimicus homo che, col favore delle tenebre, entra nel campo arato e seminato e vi getta sopra la zizzania allo scopo di rovinare il raccolto che costò tanti sudori.

Scoperto lo sciagurato, D. Bosco lo allontanava dal gregge come un lupo capace di seminarvi la strage. Così faceva D. Bosco.

Come si regolano invece certi genitori anche buoni e schiettamente cristiani, animati dalla migliore volontà di allevare bene i figliuoli, di custodirli da ogni malanno che possa rovinarli? Forse si va un po' troppo alla grossa in fatto di letture: forse non si aprono abbastanza gli occhi sui libri, sui fogli illustrati che possono entrare in casa. Se lo ricordino le mamme: anche i figliuoli più buoni, spe cialmente se studenti, possono cascare nella rete. E perchè se studenti? Perchè obbligati a maneggiare continuamente i libri, e quindi nell'occasione frequente di imbattersi in merce avariata; perchè a contatto per mesi e mesi con compagni - i compagni di scuola - qualcuno dei quali può fare da veicolo, sia pure in buona fede, a certa merce della peggior qualità.

C'è chi si scusa:

- Ma io non me ne intendo di libri: come posso distinguere?

- Osserva la copertina. Qualche volta basta guardare la copertina.

- Sta bene, ma la copertina è come l'insegna di certi negozi: dice e non dice.

- E allora apri il volume, osserva le illustrazioni, se ci sono; leggi i titoli dei capitoli e t'accorgerai che razza di articoli... si smerciano là dentro. Se questo non basta ancora, rivolgiti per consiglio a chi può dire una parola sicura. « Rivolgetevi - raccomandava D. Bosco - a persone di conosciuta dottrina e di distinta pietà ed esponete il caso ». Per quanto riguarda alle figliuole poi, specialmente a quelle che seguono la via degli studi, bisogna aprire non due, ma cento occhi. La curiosità è una pessima maestra.

Si legge, e si legge molto in generale non solo dalle persone istruite e dalle signorine che hanno del tempo da vendere, ma anche dalle fanciulle del popolo. Anche nei paesucoli di campagna arrivano i romanzetti, ultima novità, girano le riviste mondane, svolazzano qua e là certi fogliacci pitturati Dio sa come e da chi, e si legge, e si beve a tutt'andare. Nelle giornate di riposo, nelle lunghe serate d'inverno quando alla vanga e al rastrello si sostituisce l'ago e la calzetta, si trova modo e tempo dalle nostre figliuole di leggicchiare, di commentare, di ridacchiar su tante... cose. Se fossero tutte cose buone (per fortuna ci sono anche queste) che vantaggio, che fortuna per le nostre figliuole che si preparano a crearsi una casa e una famiglia! Ma, purtroppo, non si tratta sempre di argomenti edificanti. Si legge da molti e di tutto un po'. Quello poi che più sorprende e muove a sdegno è il vedere come certuni pretendono di conciliare questo gravissimo disordine (la lettura non buona) con le esigenze della loro vita cristiana. Strano, inconcepibile e ripugnante connubio di misticismo e sensualismo. È questo certamente uno dei disordini più gravi della vita morale.

Tra i mali più funesti che ai nostri giorni corrompono totalmente la morale cristiana e nocciono moltissimo agli animi riscattati con il prezioso sangue di Gesù Cristo, ammonisce severamente la Congregazione del S. Ufficio, è sopratutto da annoverarsi la lettura che favorisce le passioni sensuali ed un certo qual misticismo lascivo. Di questo carattere sono principalmente i romanzi, le novelle, i drammi, le commedie, le stampe che vanno ogni giorno moltiplicandosi in modo incredibile e si diffondono ogni giorno più dappertutto.

La voce dei Pastori.

Seguiamo i consigli del Beato D. Bosco e ascoltiamo la voce dei Pastori responsabili del gregge (1):

Mallevadori delle anime dei fedeli davanti a Dio e agli uomini, noi siamo profondamente attristati dal dilagare di una farragine di libri, di giornali e periodici di ogni forma e di ogni prezzo, dove è sparso ogni errore atto a viziare l'intelletto ed è seminata ogni massima atta a pervertire la volontà.

» È un veleno più o meno pericoloso che si propina a tutti, non solo nelle città e nei centri più popolati, ma eziandio nelle campagne, per corrompere grandi e piccoli, uomini e donne. Non possiamo descrivervi il anale che apporta la lettura di tali libri, fascicoli e foglietti.

» Crediamo essere nel vero affermando che l'indebolimento della fede, l'abbandono della pratica della religione da parte di molti, l'aperto disprezzo delle domestiche e pubbliche autorità, il vizio impuro portato a trionfo, i suicidi e ogni altra maniera di delitti moltiplicati a dismisura, sono frutti in gran parte della stampa settaria e corrotta.

»... Ogni legge naturale, divina ed ecclesiastica proibisce le letture cattive, perchè tale legge non solo comanda di fuggire il peccato ma anche il pericolo e l'occasione di peccare. ... Il libro cattivo è peggiore d'un cattivo compagno, perchè giorno e notte sta con noi, e con le sue massime perverse e con le blandizie insinuanti della parola ci tende di continuo insidie.

» ... Impedite che tali libri entrino nelle vostre case come se fossero malattie contagiose ».

(1) Dalla lettera collettiva dell'Episcopato piemontese (dicembre 1928).

Al fuoco!

Gesù Cristo comanda di guardarci dai cattivi profeti; la Chiesa vieta la lettura di certi libri proibiti anche sotto pena di scomunica.

Bisogna ubbidire alla Chiesa!

Nei primi tempi del cristianesimo, udita dalla bocca degli apostoli tale proibizione, i fedeli della Chiesa nascente portarono loro una immensa quantità di libri perversi che essi bruciarono davanti a tutto il popolo.

Ai nostri giorni si è imitato qualche volta l'esempio dei ferventi fratelli dei tempi apostolici, preparando sulla pubblica piazza con mucchi di viscido fogliame, con spazzature raccolte per ogni dove, dei grossi falò che ben possono dirsi i falò della salvezza.

Questo còmpito di raccogliere e buttare al fuoco libri e stampe cattive non riguarda solo la massa, ma l'individuo. Ognuno ha l'obbligo di prestarsi in quest'opera purificatrice, che è infine un eccellente apostolato.

Si legge nella vita del Beato D. Bosco un episodio edificante, che merita d'essere ricordato come esempio e lezione a noi.

Nell'anno 1859 ferveva in Torino più che mai la propaganda protestante. Era stata fondata in città la così detta società dei Trattali religiosi per l'Italia con libreria evangelica e tipografia per il giornale la Buona Novella, giornale che in solo 8 mesi aveva dato il volo a più di due milioni e mezzo di pagine blasfeme. Eranvi pure emissari organizzati per la diffusione e sui mercati e nelle botteghe e nelle città e nei paesi di tutta quella merce avvelenata.

Frequentava l'Oratorio di Valdocco il figlio di uno di quei rivenditori prezzolati, un pover uomo il quale non trovava altra fonte di guadagno che il suo negozietto pieno zeppo di giornali e pessimi libercoli.

Il ragazzo voleva bene a D. Bosco, e D. Bosco pensò di farselo prezioso alleato in una certa impresa che gli stava tanto a cuore.

Un giorno se lo chiamò vicino e con amabilità più che paterna gli disse:

- Senti, caro, ho un favore da chiederti.

- A me? Dica, dica pure...

- Vorrei che m'aiutassi... così e così.

Don Bosco si spiegò.

Combinato.

Il ragazzo si mette all'opera: adagio adagio incomincia a scalzare l'albero in attesa delle picconate irresistibili del suo maestro. Al momento buono arriva D. Bosco in bottega:

belle maniere, ottime proposte; l'uomo cede, si viene a un contratto, la mercanzia eretica viene caricata e con premura condotta all'Oratorio. La si ammucchia in mezzo al cortile, si dà fuoco e... che brio, che strida, che festa!

In compenso D. Bosco mandò al padre del suo piccolo amico una carrettata di libri buoni, fra cui molte copie del Giovane Provveduto, del Cattolico istruito nella sua religione e moltissimi opuscoli delle fiorenti Letture Cattoliche.

Sappiamo - e lo ricordiamo per dimostrare che con la buona volontà si riesce a portare qualche granello per la buona causa anche nella cerchia più ristretta - che la madre del Beato D. Bosco esercitava con zelo ammirevole l'apostolato della Buona Stampa nella sua cascina dei Becchi.

Mamma Margherita, illetterata ma piena di buon senso, povera di beni della terra ma ricca di timor di Dio, fu, nella misura consentita dalla sua condizione di donna campagnola, una vera apostola del buon costume e della dottrina cattolica.

Le Memorie, da cui attingiamo tante notizie interessanti, dicono che Margherita ospitava volentieri nella sua povera abitazione dei Becchi anche i merciaioli ambulanti. Nella sua carità essa aveva un fine speciale. Costoro più d'una volta portavano nelle loro ceste e cassette immagini indecenti o libri poco morali da vendere sulle fiere. Margherita accorgendosene pregavali a voler consegnare a lei quei libriciattoli e quelle immagini che talora buttava subito sul fuoco oppure riponevali per consegnarli poi al cappellano di Morialdo.

Sovente i negozianti stessi per compiacerla bruciavano sotto i suoi occhi quegli oggetti scandalosi. La buona donna non sapeva leggere eppure vegliava attentamente sui libri e sulle stampe che giravano attorno, e argomentava della bontà o della malvagità loro dalle poche parole che sapeva trarre destramente di bocca ai possessori.

In ricompensa trattava quei venditori ambulanti come fossero della famiglia: li faceva sedere alla mensa comune e poneva loro innanzi quanto di meglio aveva pronto per la cena o pel desinare.

Nel congedarli non tralasciava mai di farsi promettere che non avrebbero più venduto stampe o figure che potessero riuscire nocevoli alle anime, promessa che facilmente otteneva da persone guadagnate dalla sua carità.

Gli occhi di Don Bosco.

« Quando una volta, sia pure per non molti istanti, si è avuto l'intima gioia di essere investiti dallo sguardo di Don Bosco, di lui si resta così penetrati che nulla di più si può desiderare; di lui si è visto, si è compreso tutto.

« Eravamo centinaia ed io sono rimasto nella convinzione che egli non avesse guardato che me, che il suo sguardo non si fosse posato che sopra di me. E questa sensazione mia credo sia stata provata da tutti. Era un segreto del grande educatore che pareva non avesse da occuparsi che di una sola anima, quando attorno a lui ne sospiravano migliaia. Pareva non ascoltasse che i palpiti di un solo cuore, mentre faceva fremere d'amore mezzo il mondo.

« Era un segreto del grande educatore cristiano. Quella vigilanza e penetrazione paterna che fa dell'educatore quasi un occhio di Dio. Per Don Bosco ho compreso perfettamente che cosa voglia dire: gli occhi del Signore sopra i giusti » (1).

Quale lieta sorpresa quando finalmente ci troviamo dinanzi ad un quadro in cui Don Bosco rivive! Ora, celebrandosi nella chiesa di S. Giovanni Evangelista di Torino il triduo solenne che chiude l'anno di festeggiamenti concessi dalla Chiesa in tutto il mondo per ogni nuovo Beato, questo prezioso ricordo pittorico del Nostro è stato posto e sarà serbato in venerazione. In esso risplendono veramente gli occhi di colui che noi d'età provetta potemmo vedere e che, come ben dice il Corona, c'investirono. L'autore è il giovane torinese Giovanni Crida. Egli si è attenuto ad una rarissima fotografia non ritoccata fatta dal Luzzato di Genova pochi anni prima che D. Bosco morisse, la quale fotografia, fu per così dire, illustrata al pittore da persona che convisse con D. Bosco per quattro anni.

E insieme allo sguardo egli ha potuto darci del Nostro il sorriso paterno ed arguto, e conservarci il colorito bronzeo e i tratti del viso vigorosi e rudi.

Così veramente abbiamo l'uomo che non fu un signorino levigato e roseo, rimasto poi tale anche nell'andar degli anni, ma fu un contadino piemontese, che portando a perfezione, ma non alterando nè attenuando i caratteri risoluti, vivaci, penetranti, giocondi di essa, li sublimò in Dio, e per grazia di Lui li fece entrare con provvidissima efficacia nel buon senso, nell'alacrità, nell'acume di tutta l'opera propria.

Le feste anniversarie per il Beato si chiudono; di qui innanzi, secondo il rito, egli sarà celebrato negl'istituti suoi e in quelle diocesi che ne ottengano dalla Santa Sede la facoltà. Ma intanto, fra i doni invisibili che le feste mondiali hanno dappertutto recato e le commemorazioni particolari recheranno ancora, un dono visibile ci rimane, il quadro che potrà soddisfare a chiunque domandi a Don Bosco: or fu sì fatta la sembianza vostra?

SABINUS. (Dal Pro Familia).

(1) Mons. Giuseppe Corona ne L'Osservatore Romano.

AZIONE SALESIANA E NOTIZIE

L'XI Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani.

Quando il presente « Bollettino » perverrà ai nostri lettori, a Bogotà, capitale della Colombia, si svolgerà, sotto l'alto patronato del Signor Nunzio Apostolico e dell'Eccellentissimo Arcivescovo di quella capitale, l'XI Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani (1).

Già abbiamo nell'ultimo numero comunicato i temi che saranno oggetto di discussione nelle varie adunanze: per mettere in rilievo l'importanza di questo XI Congresso notiamo che detti temi furono pure notificati a tutte le Case Salesiane, ai Direttori Diocesani, Decurioni, Zelatori e Zelatrici perché ne facessero argomento di studio e inviassero all'Ispettore Salesiano di Bogotà le osservazioni e proposte che trovassero utili e opportune.

Sappiamo che molti nostri distinti Cooperatori dopo aver ponderato gli ordini del giorno, hanno fatto pervenire alla sede del Congresso proposte veramente sagge per dare all'apostolato dei nostri amici un'intensità di azione adeguata ai bisogni dell'ora presente.

Mentre auguriamo di cuore un felicissimo esito a questo Congresso destinato a rendere sempre più attiva la cooperazione dei buoni per la diffusione dello spirito cristiano nella gioventù e nella società, secondo le norme tracciate dal Beato Don Bosco, siamo lieti di pubblicare la lettera di adesione e di augurio inviata dal nostro amatissimo Rettor Maggiore all'Ecc.mo Arcivescovo di Bogotà.

Torino, 5 giugno 1930.

Eccellenza Reverendissima,

Plaudo riconoscentissimo all'Ecc. V. Rev.ma che si degnò con tanta benevolenza accogliere in cotesta illustre città e diocesi l'UNDECIMO CONGRESSO INTERNAZIONALE DELLA PIA UNIONE

DEI COOPERATORI SALESIANI DEL BEATO DoN Giov. Bosco e di averne accettata la presidenza onoraria.

Sotto così lusinghieri auspici, il Congresso non potrà fare a meno di riuscire ottimamente.

Gli ordini del giorno che saranno costà studiati e discussi furono già da me inviati a tutte le Ispettorie e Case sia dei Salesiani che delle Figlie di Maria Ausiliatrice sparsi ormai in tutte le parti del mondo per la più larga diffusione, studio e discussione tra gli innumerevoli Cooperatori della Pia Unione, quasi come Congresso a domicilio.

Per mezzo inoltre dei nostri Bollettini salesiani in molteplici lingue sarà in seguito data comunicazione di quanto in merito sarà deliberato da poteste adunanze in Bogotà.

Io dolente di non potermi trovare personalmente, sarò presente in ispirito e con tutto il mio cuore, e delego come mio rappresentante l'amatissimo nostro emerito Ispettore D. Giacinto Bassignana che già per molti anni lavorò costà.

Presento i miei umili ossequi a S. E. Rev.ma il Sig. Nunzio Apostolico, sotto il cui patronato si tiene il Congresso, e a tutto l'Ecc.mo Episcopalo Colombiano per la protezione che sempre ebbe verso di noi.

Prego il Beato D. Bosco che benedica codesta nobilissima Repubblica cotanto ospitale verso i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice e che larghissimamente ricompensi dal Cielo tutte le benemerite Autorità della Repubblica stessa, per l'alta benevolenza che sempre si degnarono avere verso le Opere Salesiane.

Mando i più cordiali saluti a tutti i nostri Cooperatori Salesiani, ex-Allievi, Benefattori e Benefattrici di Bogotà e Colombia tutta e specialmente ai convenuti al Congresso. A tutti ottenga il Beato D. Bosco per intercessione di Maria Ausiliatrice le più elette grazie e benedizioni.

Viva la Colombia! Viva il Beato Don Bosco!

Obbl.mo

SAC. FILIPPO RINALDI.

(1) I precedenti analoghi congressi si tennero il primo a Bologna nel 1895; il secondo a Buenos Aires, 1900; il terzo a Torino, 1903; il quarto a Lima, 19o6; il quinto a Milano, 19o6; il sesto a Santiago del Cile, 1909; il settimo a S. Paolo del Brasile, 1915; l'ottavo a Torino, 192o; il nono a Buenos Aires, 1924: il decimo a Torino, 1926.

Le Loro Altezze Reali i Principi di Piemonte all'Oratorio.

Accogliendo l'invito di assistere ad una dotta conferenza del sac. prof. D. Alberto Caviglia su La Santa Sindone nella Storia Sabauda e nella Verità dell'origine le Loro Altezze Reali i Principi di Piemonte, il 21 giugno, si sono recati alla nostra Casa Madre dell'Oratorio Salesiano, insieme a S. A. R. il Duca di Genova e la Principessa Adelaide.

Ricevuti con ossequio e con esultanza dai Superiori Salesiani con a capo il Sig. D. Rinaldi e dalle autorità convenute in attesa, fecero il loro ingresso nel teatro salutati dalle note della Marcia Reale, acclamati freneticamente dal numerosissimo pubblico.

Dopo un indirizzo di omaggio detto da uno studente, e la presentazione di pubblicazioni sulla Sindone ai Principi e alle Principesse, Don Caviglia tenne la sua conferenza, che fu una magistrale difesa storica e religiosa della reliquia sabauda.

Una serie di proiezioni, ottimamente scelte e presentate, diedero modo al valoroso dicitore di illustrare il contenuto della autofotografia del Cristo sul sacro lino, e specialmente il Santo Volto, ritratto autentico del Redentore.

Una chiusa affettuosa riunì insieme i sentimenti religiosi della pia lettura della Sindone e la convinta profonda affezione del popolo pei suoi Principi: del popolo che attende l'ora sacra dell'Ostensione con la sicurezza d'un trionfo questa volta, in grazia del Regime, completo e unanime.

La conferenza, illustrata da originali interessanti proiezioni, terminò fra il crescente e commosse applauso degli Augusti ascoltatori e del pubblico. I Principi poi si intrattennero a lungo con l'oratore.

Le LL. AA. visitarono quindi le Officine tipografiche, la Scuola di Legatoria e la Cappella Pinardi e lasciarono l'Oratorio fra un delirio di applausi della folla.

Mostra Professionale.

All'Istituto Salesiano di Milano si è aperta il 18 maggio l'artistica mostra annuale delle fiorenti Scuole Professionali. Precedette la cerimonia dell'inaugurazione di un busto a D. Bosco, scoperto dalla madrina l'Ill.ma Donna Giulia Crespi, tra suoni ed inni eseguiti dagli alunni. Quindi nel teatro il R°. Provve ditore agli Studi, comm. Riccardo Truffi, ha inaugurato la mostra professionale di artistici lavori eseguiti con squisito gusto dagli allievi dei vari corsi, e molto ammirati dalle Autorità dal distinto pubblico presente.

Siamo lieti di offrire ai nostri Cooperatori un saggio degli splendidi lavori in ferro battuto eseguiti dalla scuola dei fabbri.

Nell'Istituto di Ramsey.

All'Istituto D. Bosco di Ramsey (Stati Uniti) le festa di M. Ausiliatrice assunse quest'anno particolare importanza. Col permesso dell' Ecc.mo Delegato Apostolico, già da quattro anni si suole celebrare le funzione all'aperto, essendo troppo angusta la cappella per la massa di folla che va crescendo sempre più di anno in anno, e che in quel giorno si riversa all'Istituto con tutti i mezzi disponibili di trasporto: per averne un'idea il 30 maggio si sono contati nel cortile dell'Istituto 387 auto e 32 autobus.

Per l'occasione il parco dell'Istituto era trasformato in chiesa dove oltre 5000 persone poterono assistere alla Messa solenne, prender parte alla processione del Santissimo. Nel pomeriggio tutta la folla di pellegrini assistette pure all'inaugurazione del monumento a Don Bosco - dovuto alla munificenza del Can. Stanislao Kruczeh parroco polacco di Passaic, che compì la cerimonia della benedizione e pronunciò uno stupendo discorso.

Il monumento è il primo eretto a gloria del Beato sul suolo degli Stati Uniti ed è un fac-simile di quello eretto dal Cellini in piazza Maria Ausiliatrice a Torino: fu eseguito dal valente scultore F. Olstowski ex alunno dell'Istituto di Ramsey.

Nuovo organo

S. Giovanni Evangelista.

La chiesa di S. Giovanni Evangelista in Torino è stata, mercè l'aiuto di benefiche pie persone, dotata di un nuovo organo di cui fa questa sommaria descrizione un giornale cittadino:

« Esso è costrutto sulla base di 16 piedi; consta di 64 plachetteregistro, delle quali 48 sonori, con altrettanti bottoncini per le combinazioni libere. Le canne sono 3288, distribuite nel modo seguente: 16 registri alla 1a tastiera (Grand. Organo); 14 alla 2a (Espressivo); 9 alla 3a (Corale espressivo). Manuali di 61 note ciascuna, e 9 registri alla pedaliera di 30 pedali, chiusi in una consolle staccata dall'organo. Pistoncini aggiustabili, mediante quadro apposito che permette all'organista di predisporre l'istrumentazione adeguata alla composizione. L'organista può ottenere 16 diverse combinazioni strumentali. Nella parte dispositiva ha notevole importanza l'adozione su larga scala delle trasmissioni a sistema elettrico diretto. I somieri sono a valvole verticali, sistema che ha per risultato l'istantaneità dell'apertura e della chiusura per l'immissione dell'aria nelle canne.

Il voltaggio è bassissimo; l'energia viene somministrata da una macchina dinamo, accoppiata direttamente ad un elettro-ventilatore ».

Nuove Scuole Professionali a Catania.

Il sentito bisogno di nuove Scuole Professionali per l'istruzione dei giovani operai e la viva simpatia che dette scuole incontrano presso le popolazioni, ci spingono ad ampliare quelle che già sono aperte e ad impiantarne altre, dove più sentita è la necessità.

A Catania era vivamente desiderato da tutti un più ampio sviluppo delle Scuole Professionali Salesiane ivi esistenti. E parve buona la ricorrenza del cinquantenario colà celebratosi delle Opere Salesiane per realizzare anche questo disegno. Presenti Autorità e Dame Patronesse, il Rev.mo Sig. D. Fascie rappresentante del Rettor Maggiore in Sicilia, compiva il rito della benedizione della prima pietra delle nuove Scuole Professionali alla Barriera, nell'Ospizio del S. Cuore, affidato ai Salesiani 7 anni or sono dal compianto Card. Nava.

Siamo certi che gli ottimi Cooperatori di Sicilia daranno rapidamente vita a questa nuova opera colla loro generosa carità.

Novello Arcivescovo.

Chiamato dalla fiducia del Santo Padre a reggere la Segreteria di Propaganda Fide ed eletto Arcivescovo di Filippopoli di Tracia Mons. Carlo Salotti il 6 luglio riceveva dall'Em.mo Signor Cardinal Van Rossum la consacrazione episcopale nella nostra Basilica del S. Cuore di Gesù in Roma. Facevano eletta corona al consacrando, oltre ai parenti, distinte personalità della Corte Vaticana, degli Ordini e Congregazioni religiose, del Laicato romano e del Viterbese.

La sacra cerimonia riuscì imponente e commovente: i Salesiani di Roma, interpretando l'unanime sentimento dei loro Confratelli, dimostrarono in quella circostanza la gratitudine comune verso Mons. Salotti, che tanta benevolenza ha sempre avuto per le Opere di Don Bosco.

Il nuovo Arcivescovo è nato a Grotte di Castro nel Viterbese (Diocesi di Montefiascone) il 25 luglio del 1870. Educato, giovanetto, nel Seminario di Orvieto, fu a Roma per il servizio militare, dove poi studiò discipline profane alla Sapienza, laureandosi in belle lettere, e discipline sacre all'Apollinare, dove conseguì la laurea in utroque jure.

All'Ateneo dell'Apollinare fu in seguito per dodici anni, professore di filosofia e di storia della filosofia: esercitò nel contempo l'ufficio di avvocato dei Santi presso la S. Congregazione dei Riti - circa tre lustri - estendendo il suo studio solerte fino a un centinaio di cause. Nel 1915 fu nominato Sottopromotore Generale della Fede e alla fine dell'anno 1925 - l'Anno Santo - ebbe la nomina a Promotore. La Provvidenza ha disposto che, con la fervorosa cooperazione di Mons. Salotti, non poche nobilissime cause si portassero a felice compimento. Così, nel 1925, si ebbero quindici fra Beatificazioni e Canonizzazioni; nel 1926 nove Beatificazioni; nel 1929 sette Beatificazioni; nel 1930 tre Beatificazioni e cinque Canonizzazioni.

Inoltre, Mons. Salotti, che fino da giovane sacerdote partecipò attivamente al movimento cattolico e fu anzi uno dei fondatori del Circolo cattolico universitario, si è di continuo applicato all'esercizio del ministero, in ispecie della sacra predicazione, tenendo corsi sistematici di conferenze apologetiche in vari rioni di Roma ed esaltando in ardenti panegirici i nuovi Eroi ascesi all'onore degli altari. Non solo, ma tra questa varia e intensa applicazione egli ha trovato tempo e modo di attendere alla stesura di numerose opere, principalmente una dodicina di volumi d'indole apologetica e agiografica, vari dei quali tradotti anche in lingue estere.

Al novello Arcivescovo e Segretario di Propaganda Fide rinnoviamo dalle colonne del nostro Bollettino vivissime congratulazioni e l'augurio che Egli possa esplicare con ottimo esito a vantaggio della Chiesa e delle Missioni i preziosi talenti e la mirabile attività di cui l'ha favorito il Signore. Ad multos annos!

ESERCIZI PER PIE SIGNORE E SIGNORINE nell'istituto delle Figlie di M. A. in Nizza Monferrato.

Anche quest'anno nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Nizza Monferrato, verrà dettato, da Sacerdoti Salesiani, un Corso di Esercizi Spirituali per Maestre, Pie Signore, Signorine, Ex Allieve e Cooperatrici Salesiane.

Questi Esercizi, che da molti anni avevano luogo nel mese di Agosto sono rimandati, per insistente richiesta delle interessate, dal 3 all'8 di Settembre.

Le Esercitande verranno alloggiate nell'Istituto in camerate ariose e belle a letti con tende.

La retta è fissata in L. 10 giornaliere. Chi desiderasse qualche riguardo speciale, o per vitto o per camera, potrà averlo dietro richiesta e con relativo compenso.

Le domande par la partecipazione ai Santi Esercizi con la, specificazione del proprio desiderio siano rivolte alla Rev.da Direttrice dell'Istituto N. S. delle Grazie - Nizza Monferrato (Alessandria) prima del 3o Agosto.

LA CROCIATA MISSIONARIA

BORSE COMPLETE.

I. Borsa BEATO DON BOSCO (10a) offerta dal Sig. Nicola Leotta da Schillichenti (Guardia Mangano, Sicilia).

2. Borsa M. MADDALENA MORANO offerta dalle Figlie di Maria Ausiliatrice della Sicilia.

3. Borsa S. C. DI GESÙ e S. TERESA DEL B. G. (1°) offerta da una pia Cooperatrice di Comiso (Sicilia).

4. Borsa FRANCESCO GUERRA (2a) offerta dal padre avv. Matteo di Palermo per ottenere la protezione di M. A. e del Beato D. Bosco sul figlio. 5. Borsa SAN PIETRO offerta da un zelatore di Termini Imerese.

6. Borsa PARROCCHIA M. A. DI TORINO (1a) 7. Borsa PARROCCHIA M. A. DI TORINO (2a) offerte dai Parrocchiani e divoti Collettori e Collettrici del Santuario di Maria Ausiliatrice.

8. Borsa MONS. APPENDINO offerta da Mons. Giuganino.

9. Borsa T. G. B. offerta da un generoso amico di una cittadina del Piemonte.

10. Borsa SALESIO offerta da generosa signora genovese.

BORSE DA COMPLETARE.

B AGRIGENTO.

Somma precederne: L. 25

Dott. G. Bonifacio (Ribera), 6o.   Totale L. 85.

B. GRAND'UFF. LUIGI ALIQUO' FONTANELLI

a cura dell'ing. Frana Aliquò in memoria del fratello, L. 1000.

B. ANIME DEL PURGATORIO.

Somma precedente: L. 5789,30.

Senziani Luigi, 50 - Alberto Francesca, 4 - T. P. (Cocconato), 20 - Tosi Isabella, roo -- Rebagliati Angela, 50, -- Ferri Cuzzoni Giuseppina, 25 -- N. B. (Termini Imerese).; 100 - Primina Bodrato, ioo - Caterina Gullo, 5 - E. N. S. (Torino), 3o0 - Innocenza Agnes, 25.

Totale L. 6568,30.

B. BEATO D. BOSCO (8a)

Somma precedente: L. 887o.

Concettina Ferriri, 5 - S. A., 25 - Oddono Vasario Emilia, 25, - Garbolo Marietta Tradigo, 100 - Eurosia Graglia Canova, io - Perotto Francesco, 5o - Maria Verri, 5o - Olga Fea, 100 - Serafina e Maria Oliveri, 35 - Giulia Arnier Pvloreno, per grazia ricevuta, 10o - Teresa Pasquini e figli, 3oo -- Primina Bodrato, 100 - Bovo Fiorina, 43Oratorio Salesiano (Valsalice), 1000 - E. N. S. (Torino) 200 - Avandero Romana, z5 - Matilde Dosio, 20 - N. N. (Sacrestia), 30 - Adamo Petronilla, 10o - Famiglia Vairo, 20 - Coniugi Sibona, 100 - T. G. (Sacrestia), 25.

Totale L. 11.333,00.

BORSA DON BONETTI.

Somma precedente: L. 100.

Fiocchi Antonio e Vincenzo, 3000   Totale L. 3100.

BORSA DON MAGGIORINO BORGATELLO.

Signora Pennato, 5 - Negri Ludovica, 2 - Albini Agostina, 2 - Bossatis Giuseppina, 5 - Nazzari Paoiina, o,5o -- Corino Amalia, io - Giudici Emilia, io - Famiglia Illario, 5 -- 13eretta Maria, i - Saletta Pietro, i - Salette Tilde, 2 - Ferrarotto, 6 - Saletta Ernesta, z - Orione Adele, io - Saletta Maria, io - Famiglia Leone, 5 - Alibeni Ottia, i - Bonino Giovanni, 132,65 -- Ronino Giovanni, z - N. N., 300 - Veirana Adele (Savona), 500.

Totale L. 1012.15.

B. BOURLOT D. STEFANO.

Sonuna precedente: L. 4000

Dalla Casa della Boca (Buenos Aires), 8ooo.

Totale L. 12.000.

B. DIVINA PROVVIDENZA.

Somma precedente: L. 1058. A. A., 200

Totale L. 1258.

B. DON BOSCO EDUCATORE (2°)

Sonuna precedente: L. 16.077.

Piovano Maria, 5o -- Teresa Baldi, 5o - Lucia Ghezzi, 30.

Totale L. 16.207.

B. EMIGRATI ITALIANI.

Somma precedente: L. 2oo.

Antonio Previdente, raccolte col Bl o6o ad Hayange tra gli Italiani, franchi, 28.5.

Totale L. 485.

B. EUCARISTIA in PERPETUO.

Somma precedente: L. 2145. Dott. Demanti Felice, io.

Totale L. 2155.

B. EX ALLIEVI DI SICILIA.

Somma precedente: L. 2500. Avv. Giuseppe Grasso, 500.

Totale L. 3000.

B. « G. M. e D. B. ».

Somma precedente: L. 15.980. Antonia Toneguzzo, 94.

Totale L. 16.074.

B. CAV. GARBELLONE.

Somma precedente: L. 10275 Zerbola Luigi, So.

Totale L. 10.325.

B. D. FED. GIRAUDI.

Somma precedente: L. 288o.

D. Gius. Maddio, 5o - D. B. Cerutti, 5o.

Totale L. 2980.

B. GIUBILEO e RICONCILIAZIONE.

Somma precedente: L. 1500.

Dott. Casalbore Francesco (Roma), 100.

Totale L. 1600.

B. INFANZIA ABBANDONATA.

Somma precedente: L. 1150.

Luigi Merlo, 5o.   Totale L. 1200.

B. MADONNA DELLE GRAZIE (Pinerolo)

N. N. apre questa nuova Borsa col contributo di L. 1ooo.

B. MAMMA MARGHERITA.

Somma precedente: L. 11.467,00.

Rouby Pietro, 5o - N. N. (Sacrestia), 25.

Totale L. 11.542,00.

BORSA CARD. MAFFI.

Offerte fino al Marzo u. s. L. 15.000.

Vittorio Gennai, 2oo - D. Alfredo Travaglini, 30 - Dott. P. Ceccarelli, io - Montauti, 5o - N. N., 5 - Dott. Niccolai, 25 - Mons. U. Mioni, 30 -- Priore D. Cappelli, ioo - Pacenti, io - G. Papa, io - N. N., 30 - Mercedes Agostini, 150 -- Dott. Cella, 5o.

Totale L. 15.700.

B. MARIA AUSILIATRICE (20").

Somma precedente: L. 13.317,90.

Serafina e Maria Oliveri, 42 - Gaetano Bonifazi, 25 - Ester e Francesco Callierotti, 40 - Vallone Giuseppina, 500 - G. Fusarini, 15 - Pavia Angiolina, 30 - Alberto Francesca, t5 - Agnoli Emma, io - Avidano Angelo, 40 - Bernardi Rosa, 5o - Ferri Cuzzoni Giuseppina, 25 - Primina Bodrato, 100 -- N. N. (Sacrestia), 50 - T. G. (Sacrestia), 25

-- C. I. R., 5000 - Ernesta e Teresa Blanchini, 100.

Totale L. 19.384,90.

B. M. MAZZARELLO MARIA.

Somma precedente: L. 150.

Sorelle Piovano, 1oo.   Totale L. 25o.

B. D. L. NAI (2a).

Somma precedente: L. 12.765,20.

Sig. Carmagnola, 10 - Da ari (raccolte), 3667,85 - Avv. Allegra, So-Contessa Medolani Albani, 5o - Da vari, 407.

Totale L. 16.950,05.

B. MONS. GIUS. NOGARA.

Somma precedente: L. 3776,30.

Famiglia Buracchio, in memoria di Maria Mayer Ved. Pozzo, io - Famiglia Battaglia (idem), 10 - Ianis Gius., 3 - Di Gaspero Francesco, 2 - Tallone Pietro, i - Bassi Annunziata, 25 - Biasutti Lorenzo, 5 -- Saro Angelo, 12 - Garlati Domenica, i - Luigia Garlati Pessa, i - Pamela Del Coni, i - N. N., i - Antonio Cesco, i - N. N., 1 - Direttrice Collegio Uccelis, 15 - N. N., 5.

Totale L. 3870,30.

B. PATROCINIO DI S. GIUSEPPE.

Somma precedente: L. 928.

Contessa Titina Dal Verme Gavazzi, 100.

Totale L. 1028.

B. PLAZZOTTA ANTONINO.

Somma precedente: L. 1500.

Plazzotta Margherita fu Florio, 500.

Totale L. 2000.

B. PIER G. FRASSATI (2a).

Somma precedente: L. 1874

Dott. Roberto Lodati- 5o - N. N. (Porter a), 25.

Totale L. 1949

B. PIO X.

Somma precedente. L. 6982.

Pia Maschi, 30.

Totale L. 7012.

BORSA D. PISCETTA.

Somma precedente: L. 5867

N. N. (Lesa), 25

Totale L. 5892.

B. REGINA DI MONDOVI'.

Somma precedente: L. 410

L T., 5o.

Totale L. 460.

B. REGINA DEL SOGNO.

Somma precedente: L. 1700.

Antonio Vella, 300.

Totale L. 2ooo.

BORSA D. FILIPPO RINALDI (3a).

Somma precedente: L. 7734,85

Luigi Gelli, 100.

Totale L. 7834.85.

B DON M. RUA (2a).

Somma precedente: L. 12881,35.

Senziani Luigi, 5o - Primina Bodrato, 1oo - Maria La Pergola, 20 -- Marietta Lodigiani, 1oo - Carbone Nicola, (raccolte) 35 - Oddone Giacomo, io.

Totale L. 13.196,35.

B. S. ANGELA MERICI.

Somma precedente: L. 500.

Angela V., 20.

Totale L. 520.

B. S. C. DI GESU' SALVATECI.

Somma precedente: L. 5566,6o.

Virginia Vitiello, 100.   Totale L. 5666,60.

B. S. C. DI GESU' CONFIDO IN VOI.

Somma precedente: L. 8827,5o

Bernardi Rosa, 5o - Primina Bodrato, 100 - N. N. a mezzo Sig. D. Ricaldone, 2000.

Totale L. 10.977,50.

B. S. EMERICO.

Somma precedente: L. 3600. Dalla Casa di Rakaspalota, 1000.

Totale L. 4600.

B. S. FRANCESCO DI SALES.

Somma precedente: L. 1000.

Anita Camerana in Lami, zoo.

Totale L. 1200

B. S. FAMIGLIA.

Somma precedente: L. 330

Gilardi G. B., 1oo.

Totale L. 430.

B. SAN GIUSEPPE (3°).

Somma precedente: L. 3380.

Maria Pozzo, 3o -- Salvagnini Paviato Egilda,3o - Sorelle Piovano, 1oo.

Totale L. 3540.

B. S. ROSALIA.

Somma precedente: L. 14.

Ernesto Aguglia, 9o - Teresa Dominici Bajardì, So.

Totale L. 154.

B. S. TERESA DEL B. G. (10a).

Somma precedente: L. 7072,45.

Giuseppe Fusarini, 15 - Pia persona di Roccaforte, so0 -Malfatti Rita in Benevolo, 10 - Suore (Alice Bel Colle), 15 -Benevolo Giulia, 3o- Caterina Gullo, 5 --- Maria Fellini, a nome di pia persona, Ioo.

Totale L. 7747,45

BORSA s VANGELO DI GESU' e.

Somma precedente: L. 4540

6o.

Sig.a Assauto, 2o -- N. N., 15o - G. C., So -- R. R., 30 Carlo Ghiglione, 200 - Ida, 250 - P. M., 25 - P. Q., 5o.

Totale L. 5315,60.

B. MONS. VERSIGLIA.

Somma precedente: L. 9477,50.

Famiglia Zorio, 15 - D. Abramo Mascettii too-- Sac Poggi Giuseppe, 1oo.

Totale L. 9692,5o.

B. S. CARLO.

Iniziata da S. E. Mons. Coppo con L. 1139,95

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori salesiani, i quali, confessati e comunicati, divotamente visiteranno qualche chiesa o pubblica cappella, o se viventi in comunità la propria cappella privata, e quivi pregheranro secondo l'intenzione del Somino Pontefice, possono lucrare l'indulgenza plenaria (come dal Decreto della Sacra Congregazione delle Indulgenze 2 Ottobre 1904).

L'INDULGENZA PLENARIA

Ogni mese:

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno;

2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte; 3) nel giorno in cui si radunino in conferenza.

NELLE FESTIVITÀ

Settembre:

8 Natività della Madonna. 12 Nome di Maria.

14 Esaltazione della S. Croce. 15 I sette Dolori di M. V. 29 S. Michele Arcangelo.

Ottobre:

7 Madonna del Rosario. 11 Maternità di M. V. 16 Purità di M. V.

RICORDARE:

che ogni giorno, con la sola condizione d'essere in grazia di Dio, i Cooperatori salesiani, che durante il loro lavoro o in mezzo alle loro occupazioni uniranno il loro cuore a Dio per mezzo d'urea breve e pia invocazione, possono acquistare:

1) Per una invocazione qualunque a loro scelta, un'indulgenza plenaria. 2) Per tutte le altre, 400 giorni d'indulgenza, ogni volta.

NB. - I Cooperatori, impediti per malattia di portarsi alla chiesa, possono acquistare le indulgenze sopraddette, recitando in casa cinque Pater, Ave e Gloria.

Festeggiamenti al Beato Don Bosco

LIVORNO. - Grandiose riuscirono le feste di Livorno, con la partecipazione affettuosa di S. E. Mons. Piccioni, Vescovo diocesano che con smagliante parola rievocò ai livornesi la figura di Don Bosco, esaltando in lui l'educatore impareggiabile della gioventù.

Alle ore 11 le note della Marcia Reale annunziavano l'arrivo di S. A. R. il Duca d'Ancona, grande ammiratore e benefattore delle opere salesiane, il quale si era degnato di accettare l'invito.

Si trovavano a ricevere l'Augusto Principe, che era accompagnato dall'aiutante di campo conte Nomis di Pollone, il Segretario federale del Partito comm. avv. C. A. Cempini Meazzuoli, il Podestà conte Mario Tonci Ottieri della Ciaja, il vice-prefetto comm. Dardanello, il cav. uff. avv. Restagno, e il capitano di vascello comm. Bettioli, comandante in seconda della R. Accademia navale, e molte altre autorità.

S. A. R. il Duca di Ancona e il seguito entravano nel tempio dove si svolgeva il solenne Pontificale. La cantoria dell'oratorio festivo diretta dal M° Renucci, eseguiva magistralmente la Messa del Perosi.

Prima di congedarsi S. A. R. visitava l'Istituto, compiacendosi vivamente col Direttore e con la famiglia salesiana.

Da alcuni alunni vennero offerti fiori e recitati graziosi indirizzi di omaggio all'Augusto Principe, che si congedava salutato da un vibrante applauso.

GUALDO TADINO. - Il 4 maggio, preceduto da un triduo solenne, si svolsero in Gualdo Tadino imponenti onoranze al B. Don Bosco.

Aperse i festeggiamenti S. E. Mons. Rosa, Arciv. di Perugia, il quale, fatto il trasporto solenne della reliquia dall'Istituto alla Cattetirale, tenne il primo discorso. La bella cattedrale di Gualdo, vestita a festa e sfarzosamente illuminata, frequentatissima nei giorni del triduo, fu gremita di popolo nel dì della festa.

S. E. Mons. Nicola Cola vescovo di Nocera e S. E. Mons. Navarra vescovo di Gubbio, assistito dai Rev.mi Canonici della Cattedrale, tenne il pontificale, durante il quale Mons. Crocetti di Fabriano disse il panegirico del Beato cori rara forza persuasiva ed avvincente.

Nel pomeriggio dopo i vespri pontificali, cantati in modo inappuntabile dalla valente Schola Cantorum « S. Cecilia» di Foligno diretta dal M° Lezzi Marchetti si snodò per le vie della città un'imponente processione a cui presero parte Associazioni religiose e civili coi loro vessilli, il Podestà col gonfalone del municipio, le autorità e la popolazione. Il corteo si raccolse nel cortile dell'Oratorio Festivo, ove fu inaugurata una lapide ai benefattori insigni dell'Oratorio stesso, e pronunziate vibrate parole dal Rev.mo Can. D. Angelo Del Ventura e dall'Avv. Parlavecchio di Perugia. La banda cittadina tenne il concerto.

VOLTERRA. -- Le fulgide feste svoltesi a Volterra per D. Bosco ebbero varie fasi brillantemente riuscite: anzi tutto le conferenze all'Oratorio nelle quali D. Pedussia fece rivivere alla mente di un numeroso uditorio la vita del Beato: poi una magnifica accademia musicoletteraria con la commemorazione del Beato: quindi il triduo solenne predicato da Mons. Logi, e in fine la chiusa trionfale con le numerosissime comunioni, il solenne pontificale di Mons. Dante Munerati col vigoroso discorso del Prof. D. Novasio dei Salesiani di Pisa, e la sfarzosa processione serale. Un particolare commovente si ebbe mentre la processione ritornava; sulla porta dell'ospedale una povera inferma in carrozzella, circondata da infermiere e suore, volle rappresentante del dolore e della infermità rendere omaggio al Beato che tanta pietà ebbe per gl'infelici. La festa chiusa dalla benedizione impartita da Monsignor Vescovo, ebbe il suo sèguito nella fantastica illuminazione del palazzo vescovile e della Congregazione di Carità.

NAPOLI.- Cinquant'anni fa D. Bosco visitava Napoli per la prima volta, ospite del Sac. Fortunato Neri, parroco dell'Ospedaletto. Napoli ha commemorato in modo superbo il cinquantenario della visita esaltando con una magnifica apoteosi il nuovo Beato.

Quasi tutto il mese di maggio fu consacrato alla rievocazione di D. Bosco: il 7 con una conferenza della sig.ra Emma Mongiardino alle Dame Cattoliche; l'11 con una manifestazione artistica degli ex allievi al salone dei RR. Educandati ai Miracoli; il 18 maggio in tutte le parrocchie della città e diocesi per unanime consenso dei zelantissimi parroci, si ebbe la giornata religiosa. Dinanzi all'immagine del Beato, sorridente in una gloria di fiori, di luci, si svolsero, tanto nelle ore del mattino che della sera, opportune funzioni, e la calda parola di sacri oratori delineò ai numerosi fedeli qualche caratteristica o benemerenza speciale della complessa figura del nuovo Beato. La giornata si chiuse con la commemorazione, tenuta nel grandioso salone del palazzo arcivescovile, affollato da un coltissimo pubblico, dal comm. avv. Felice Masera, Presidente Generale degli ex-allievi salesiani. Attorno all'Em.mo Cardinal Ascalesi, ed a Mons. Petrone, Vescovo di Pozzuoli, erano le più spiccate personalità e rappresentanze civili, militari, ecclesiastiche, scolastiche. Il Sig. D. Fascie, accompagnato dall'Ispettore dei Salesiani Don Simonetti, e dai direttori degli Istituti Salesiani, rappresentava il Rev.mo sig. D. Rinaldi, Rettor Maggiore della Società Salesiana.

Nella settimana seguente in tutte le scuole fu commemorato il B. Don Bosco ed altra commemorazione fu tenuta all'Università dal prof. L. De Simone. Dal 23 al 25 si svolsero in Duomo solennissimi pontificali celebrati da Mons. Guerra, Mons. D'Alessio, Mons. Meo, Mons. Cesare Broccoleri. Culminarono nel giorno di chiusura col pontificale solenne di S. Em. il Card. Felice Ascalesi con la partecipazione di S. A. R. la Duchessa d'Aosta, delle più alte gerarchie e della più alta nobiltà napoletana.

Il vastissimo Duomo fu sempre gremito all'inverosimile da una folla devota ed entusiasta che non si stancava di mirare la figura sorridente del Beato, di pregarlo e invocarlo.

Il 1° giugno si è svolta una riuscitissima accademia nel Seminario Arcivescovile alla presenza di S. Em. il Card. Ascalesi e di numeroso e colto pubblico.

BENEVAGIENNA tributando nuovi onori al Beato con la festa del 4 maggio, dopo un solenne triduo nella Collegiata, dimostrò ancora una volta il fervido affetto che nutre per Don Bosco. Case e vie erario pavesate di arazzi e bandiere; e la popolazione partecipò compatta alle sacre funzioni, all'imponente corteo, e fu pure presente, insieme con le Autorità - tanto benevoli per le Opere Salesiane - all'inaugurazione del busto eretto nel cortile dell'Istituto Salesiano alla memoria di D. Bosco. Alla festa prese viva parte il Rev.mo Sig. D. Pietro Ricaldone che a sera tenne un'interessante conferenza missionaria illustrata da splendide films.

PISA. - Preparata con la devozione più viva e celebrata con la più ardente partecipazione dei cittadini, ebbe luogo a Pisa la prima festa in onore del Beato D. Bosco. La chiesa salesiana di S. Eufrasia è stata per tre giorni mèta di fedeli partecipanti alle funzioni religiose e prediche tenute da Mons. U. Mioni e dal vescovo Mons. E. Coppo. Il 30 aprile si fece l'imponente processione con la reliquia da S. Eufrasia alla chiesa reale di S. Nicola, dove S. E. Mons. Coppo tenne il panegirico del Beato. Più tardi S. E. tenne pare nella chiesa dei Cavalieri un'applaudita conferenza sulle Missioni Salesiane.

MACERATA. - Le feste del Beato Don Bosco svoltesi a Macerata (Marche) nei giorni 1°-4 Maggio u. s., riuscirono d'una grandiosità oltrepassante ogni aspettativa. Due conferenze ne furono preparazione: l'una tenuta dal Prof. Sergio Zanotti, del R. Liceo di Senigallia, per gli alunni e Insegnanti delle Scuole medie, l'altra, la commemorazione ufficiale, tenuta dall'ing. Edmondo Castellucci di Ravenna nel grande teatro « Lauro Rossi », gremito dì persone e presenti tutte le Autorità. L'inaugurazione di un artistico busto del Beato nell'Istituto Salesiano e di un nuovo braccio di fabbrica, alla presenza delle LL. EE. il Vescovo della Diocesi e il Prefetto della Provincia, e la traslazione della reliquia, tra due fitte ali di popolo, dall'Istituto alla Cattedrale, furono l'inizio delle onoranze che si delinearono subito grandiose e trionfali. Fin dal primo giorno, il Duomo sfarzosamente addobbato e illuminato, accolse urta folla imponente, per udire il discorso del Salesiano Don Lorenzo Gaggino. Il concorso di popolo andò assumendo proporzioni sempre più grandiose per dare, poi, all'ultimo giorno, l'impronta di vera splendida apoteosi. Al mattino, imponente Comunione Generale; alle 10,30, presente S. E. il Prefetto e tutte le altre Autorità, Pontificale di S. E. Mons. Ettore Fronzi, Arcivescovo di Camerino e Omelia di S. E. Mous. Luigi Ferretti, Vescovo di Macerata e Tolentino. Alla sera dopo i vespri solenni, prese a snodarsi, tra le note religiose di tre bande, la spettacolosa processione che ebbe l'impronta speciale e simpatica della gioventù (il giorno prima oltre 6oo alunnì delle Scuole Elementari avevano recato fervido omaggio di preci e fiori al Beato): vi parteciparono tutti gli Istituti e Scuole della città e, con essi, una folla straordinaria di persone.

BORGO S. MARTINO. - Borgo S. Martino non vide mai uno spettacolo di fede e di entusiasmo quale presentò il 4 maggio nella celebrazione della festa di D. Bosco. Non mancò nessun elemento al più felice successo dell'avvenimento: preparazione accurata, valentia di oratori, adesione e frequenza imponente dì popolo al triduo, alle funzioni e ai Santi Sacramenti, partecipazione compatta, concorde ed entusiastica di tutte le autorità, che pubblicarono per la circostanza nobilissimi proclami; drappi e bandiere a tutti i balconi, a tutte le finestre. Convennero per la circostanza anche circa 250 ex allievi da varie parti e il Rev.mo sig. D. Candela del Capitolo Superiore, in rappresentanza del sig. D. Rinaldi.

Segnaliamo tra i vari momenti della festa: la Messa della Comunione degli uomini, e quella della gioventù maschile e femminile, entrambi meravigliose per la moltitudine dei partecipanti; la Messa con assistenza pontificale di S. E. Mons. Emanuel; la commemorazione di D. Bosco fatta con discorso vigoroso di pensiero e nobilissimo per sentimenti dal Dott. Falco, presidente degli ex allievi. La festa culminò nella grandiosa processione in cui fu portata trionfalmente, colla statua, la reliquia del Beato per le vie del paese, riccamente pavesato. Vi partecipò tutto Borgo S. Martino: il corteo percorse in fine il lungo viale della stazione - dedicato dal Podestà Geom. Costanzo al nome di Don Bosco ed entrò nel vasto cortile del Collegio, per proseguire alla chiesa parrocchiale ove Mons. Emanuel imparti la benedizione.

A sera, l'illuminazione. Bellissima specialmente quella dell'artistica facciata della chiesa a cura del Sig. Prevosto Don G. Bosso, che non risparmiò nè fatiche nè spese per la migliore riuscita dei festeggiamenti.

TREVISO. - La beatificazione di D. Bosco fu solennemente celebrata a Treviso a cura della Unione ex Allievi. L'11 maggio fu veramente una giornata trionfale, preparata attraverso due conferenze del salesiano D. Martino Cristofori, da una serata cinematografica sulle opere salesiane, e da un triduo in Cattedrale dettato dal rev.mo prof. D. Giacomo Schiavone, finalmente dalla commemorazione civile nel teatro Turazza tenuta dall'avv. Masera alla presenza di tutte le Autorità.

Le cerimonie della giornata si svolsero in S. Nicolò: solennissimo riuscì il grande pontificale, cui parteciparono Autorità, collegi, seminari, Organizzazioni e popolo. Mons. Arcivescovo parlò eloquentemente di D. Bosco ascoltato col più vivo interesse.

Anche la processione della sera fu imponente ed entusiastica; oltre 5000 giovani portarono in trionfo il loro Apostolo per le vie della città, con tre bande e 20o bandiere.

ESTE. - Este che fu vista nelle visioni di Don Bosco come campo propizio alla sua opera e che da più di 5o anni ospita un suo fiorentissimo collegio, l'ha esaltato Domenica 4 Maggio in una superba manifestazione di fede e di riconoscenza cristiana. La festa fu preparata da riuscitissimo triduo solenne predicato nelle due chiese parrocchiali della città. Al sabato vi fu nella Abbazia di S. Tecla la Comunione generale di tutta la gioventù Estense, presenti anche i maestri e i professori delle scuole. La

Domenica mattina fra due fitte ali di popolo acclamante, in un tripudio di sole e di entusiasmo giovanile, si svolse la processione per il trasporto della reliquia del Beato dal Santuario delle Grazie al Duomo. A mille i giovani appartenenti ai Circoli cattolici della città e della zona, ai collegi, alle unioni degli Ex-Allievi sfilarono attraverso le vie di Este innalzando al cielo il fatidico inno «Don Bosco ritorna ». Nel Duomo, celebrante Mons, Abate Mitrato, fu cantata la Messa solenne su musica del Rink dai giovani del collegio salesiano, e il Dott. Don Luigi Janes tenne uno splendido panegirico del Beato. Alla sera presenti tutte le autorità e una grande folla, gli Allievi del Manfredini diedero un saggio ginnastico coronato da felice riuscita e nella cappella del Collegio fu impartita la benedizione colla reliquia. Intanto in alto sulla facciata principale dell'edifizio l'immagine del Beato sorrideva tra il fantastico sfavillar di mille luci. Così Don Bosco che amò Este di un affetto particolare e che visitò Egli stesso da vivo ha ricevuto dal suo popolo un omaggio quanto fervido altrettanto sincero.

REGGIO CALABRIA. - Le feste celebrate in Cattedrale riuscirono assai imponenti: grande fu il concorso al triduo predicato dal nostro D. Fasulo e ancor più numeroso intervenne il pubblico alla festa.

Solenni le funzioni in Cattedrale con la pertecipazione dell'Arcivescovo Mons. Puja, durante le quali la Schola Cantorum del Seminario eseguì scelta musica. La processione del pomeriggio, alla quale presero parte il Clero, il Seminario, gli Ordini Religiosi, il Capitolo della Cattedrale e le Associazioni, richiamò intorno alla reliquia del Beato l'intera popolazione reggina. Una folla immensa con a capo S. E. l'Arcivescovo si riversò poi nel Cinema Moderno per assistere alla conferenza con proiezioni tenuta da D. Fasulo.

BERTOULLA. - Per iniziativa delle Figlie di M. A. che dirigono il fiorente Asilo Infantile, Bertoulla ha celebrato con trasporto di viva pietà la festa di D. Bosco. Le funzioni svoltesi nella chiesa della Madonna delle Grazie ebbero la partecipazione di tutta la popolazione, che nel pomeriggio volle rendere più solenne la processione col parare le vie della borgata ed assistervi con la più sentita devozione. E nessuno mancò la sera alla rappresentazione dei films sulle Missioni di D. Bosco, riportandone tutti un'impressione entusiastica.

CUMIANA. - La festa del B. Don Bosco celebrata dagli alunni missionari della Scuola agricola attirò dai paesi circostanti una straordinaria moltitudine di amici e cooperatori. Solo pochissimi poterono trovar posto nella chiesa: gli altri dovettero contentarsi di assistere alle funzioni del mattino e del pomeriggio pigiati nell'atrio e nei corridoi della Scuola.

La venerata reliquia del Beato venne recata in processione assieme al quadro, fra gl'inni entusiastici del popolo e le festose note della Banda. Giunto davanti al grande piazzale dell'Istituto, il Corteo sostò, ed il Pievano, Teol. Cav. Igino Rogliardo, in un commosso felicissimo discorso tessè le lodi del Beato aggiungendovi opportune rievocazioni e raffronti.

Ricordò come per il gran viale percorso dalla processione fosse passato, 65 anni fa, il Beato stesso, quando si recò a far visita alla benemerita famiglia Flandinet. D. Bosco in quella circostanza aveva condotto con sè un caro alunno dell'Oratorio, il giovanetto Luigi Spandre, ora Vescovo di Asti. L'esimio Prelato ritornato a Cumiana nell'anno della Beatificazione del Padre per visitare le scuole si compiaceva di ricordare quella gita e dichiarava di ritenere l'attuale fondazione come una traccia perenne del passaggio di un Santo. Nel concludere il suo discorso l'oratore esclamava: « oh come debbono esultare dal Cielo le buone benefattrici nell'assistere a questi rinnovati spettacoli di fede e di pietà da parte di un popolo devoto, nel contemplare il fervore di vita e di lavoro che rallegra ora queste plaghe fino a poco tempo fa deserte e quasi selvagge. Come ringrazieranno il Beato per l'efficacia di quella benedizione da lui ricevuta ancor giovanette e come benediranno alla loro volta il Signore per il bene che per anni ed anni da questa Scuola, come da un centro s'irradierà per tutta la terra ».

La Benedizione col SS. venne impartita nel vasto cortile da apposito magnifico altare preparato presso la palazzina Flandinet. Sul balcone sovrastante l'altare sorrideva paternamente il Beato, venuto anche questa volta da Torino. È il busto marmoreo che per tanti anni era rimasto sotto il porticato dell'Oratorio, presso la porta d'ingresso al Coro della Basilica di Maria Ausiliatrice.

D. Bosco ritorna! Ma questa volta per rimanere tra i suoi figli contadini, che nella preghiera, nel lavoro e nello studio delle scienze agrarie si preparano a diventare valido aiuto e sostegno ai nostri missionari in terre lontane.

TORTONA. - Tutta Tortona si è associata di gran cuore all'indimenticabile commemorazione del Beato Don Bosco: autorità religiose e civili, clero, associazioni, istituti, popolo hanno gareggiato in zelo e pietà a tal segno che ancora una volta rifulsero e si affermarono le più belle tradizioni ond'è ricca la storica città.

Il triduo, predicato in Duomo dal Prof. Don Luigi Ricaldone, riunì ogni sera ondate di fedeli e l'8 maggio, consacrato all'imponente omaggio a D. Bosco, la vetusta Cattedrale offrì un grandioso edificante spettacolo di fede in azione. Alla Messa celebrata da S. E. Mons. Grassi, alla Messa solenne celebrata da Mons. Legè, Vicario Generale, con assistenza pontificale, la Schola Cantorum del Seminario eseguì splendida musica del Perosi sotto la direzione magistrale dell'avv. Tosini. Nel pomeriggio dopo il Te Deum e la benedizione impartita da Mons. Vescovo, ebbe luogo un ricevimento all'Istituto S. Giuseppe delle Figlie di Maria Ausiliatrice, allietato dalla musica del 3o° Regg. Vanteria. Quindi al Teatro Civico tenne una applaudita conferenza l'ex allievo Rag. Carlo Busca con proiezioni, e il Sig. D. Pietro Ricaldone che aveva presenziato la bella festa, espresse in un vibrante discorso la gratitudine della famiglia salesiana.

VIGEVANO. - Presso il Santuario dell'Immacolata, per opera dei RR. PP. Oblati e delle Ex Allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice, si svolsero grandiosi festeggiamenti. Triduo e festa riuscirono giorni di fervida pietà. La festa ebbe la partecipazione ambita di S. E. Mons. Scapardini arcivescovo di Vigevano, che parlò eloquentemente del Beato dopo la Messa della Comunione generale, e tenne assistenza pontificale alla Messa solenne, durante la quale il nostro D. Favini pronunziò un magnifico discorso su D. Bosco davanti ad una straordinaria folla di fedeli. A sera una ben riuscita accademia in omaggio al Beato fu suggellata dalla parola affascinante di D. Favini e del P. Pianzola degli Oblati.

TORNACO. - Il solenne triduo svoltosi in onore del Beato nella chiesa parrocchiale di Tornaco, ebbe il più grandioso successo. Un quadro di D. Bosco con la reliquia incastrata alla base nell'artistica cornice e donata dal compianto Card. Gamba, fu collocato sull'altare e divenne l'oggetto della più tenera divozione dei buoni paesani. La predicazione dell'ottimo parroco di Bellinzago dispose santamente gli animi a celebrare con sentimento di pietà il giorno di chiusura, che fu differito al termine delle Ss. Quarantore. Quante Comunioni, specialmente di uomini, furono una degna consolazione al Beato D. Bosco! La festa solennissima, rallegrata dalla partecipazione di S. E. Mons. Gaudenzio Binaschi, Vescovo di Pinerolo e nativo di Tornaco, fu per tutti un giorno di santo entusiasmo. Seguì poscia il 27 aprile la processione di Maria Ausiliatrice e del Beato, ormai uniti dalla pietà dei fedeli nel loro omaggio di divozione.

ROVERETO. - Domenica 4 maggio ebbero chiusura le onoranze tributate dalla città al Beato D. Bosco. Durante il triduo solenne predicato nell'Arcipretale di S. Marco dal sig. Don Pietro Friz parroco di Borgo Venezia in Verona, la cittadinanza accorse numerosissima e devota nella bella chiesa dove sull'abside troneggiava tra una gloria di luci il magnifico quadro del Beato dipinto dal prof. Sgombero di Udine. Dopo le imponenti funzioni religiose alla sera nel salone « Rosmini » ebbe luogo un'accademia, durante la quale l'Avv. Bortolo Galletto, Pres. Gener. della Giunta Dioc. Vicentina, commemorò degnamente ,il Beato D. Bosco rievocandone splendidamente la grande, caratteristica figura di educatore eminente e di potente organizzatore. Erano presenti le principali autorità cittadine, i Presidi delle scuole medie, i rappresentanti di tutte le comunità religiose, molti professori, maestri e maestre. La festa lasciò ottima impressione destando in tutti viva ammirazione e venerazione per D. Bosco.

GORIZIA. - Nell'intimità, alla presenza di un folto gruppo di ex allievi, il Collegio S. Luigi di Gorizia ha celebrato con vero trasporto di autore la festa del Beato. L'antico direttore D. Scaparrone volle parteciparvi e dire ai suoi vecchi allievi le lodi del Beato durante la Messa solenne, e, prima di congedarli, rammentar loro le virtù che furono tanto vive nel Padre e debbono pure essere il distintivo dei figli.

La giornata, trascorsa nella più lieta fraternità, lascierà un duraturo ricordo che sarà stimolo di bene per tutti i partecipanti.

LEGNAGO. - Nella chiesa parrocchiale di Porto tutto il buon popolo di Legnago si avvicendò nei giorni del triduo solenne in onore di D. Bosco, per apprendere dalla parola eloquente di Mons. Mantovani la vita e le opere del grande Beato. Poi ne accompagnò trionfalmente la reliquia dal collegio alla chiesa parrocchiale, rinforzato dalle folle accorse dai paesi vicini. Le funzioni sacre che si svolsero, segnarono una vivissima manifestazione di pietà colle numerose comunioni e con l'attenzione religiosa con cui i partecipanti ascoltarono i panegirici stupendi di Mons. Bergamo, abate di Montagnana, durante il pontificale del mattino e di Mons. Mantovani alla sera. La solennità fu resa più brillante dalla presenza degli ex allievi del Collegio, raccoltisi in quella circostanza intorno ai loro antichi superiori.

FOSSANO. - Gli amici fossanesi dell'Opera Salesiana partecipando alla festa del Beato, celebrata dai convittori del Civico il 26 aprile, hanno colla loro presenza resa più solenne e più suggestiva la celebrazione. Il fervore ebbe dominio sul cuore di tutti in quel giorno, e tutti si sforzarono di far omaggio al Beato con devote comunioni e preghiere e colla più raccolta partecipazione alle sacre funzioni della giornata, svoltesi nella cappella del Convitto.

TORRE ANNUNZIATA che da un anno appena ospita un Oratorio Salesiano ha celebrato col più vivo entusiasmo la festa del Beato. Contribuirono a rendere più grandiosa la celebrazione la presenza degli Eccellentissimi Vescovi Mons. Melchiori, vescovo di Nola, Mons. Celii, vescovo di Pompei e Mons. Fabozzi e D'Acunzo, e di valenti oratori che trassero nei giorni del triduo e della festa una gran folla nella vasta

Parrocchia dello Spirito Santo. Splendido pure il corteo che dalla Parrocchia accompagnò la reliquia del Beato all'Istituto Salesiano.

In quella circostanza l'on. Pelagio Rossi, Podestà, intitolò a « Don Bosco » una delle vie della città.

BARBANA (GRADO). - La Gioventù Cattolica Goriziana, che ha eletto ufficialmente a suo protettore il Beato D. Bosco, ne ha celebrato solennemente la festa al Santuario di Barbana con l'intervento di S. A. il PrincipeVescovo che celebrò la S. Messa.

COLLE SALVETTI. - Dopo il solenne triduo predicato da Mons. Mioni, Mons. Braccini e Mons. Attuoni, la festa del Beato assunse le proporzioni di un trionfo. D. Bosco fu glorificato con devote funzioni e con un corteo splendido per le vie adorne di Colle Salvetti, col concorso di una folla enorme convenuta dai vicini paesi; ebbe l'omaggio ufficiale dalle Autorità e una fervida commemorazione fatta dall'avv. Allegra dal balcone del Municipio. La giornata si chiuse con l'illuminazione generale e con un eccezionale spettacolo pirotecnico della Ditta Tincolini di Livorno.

FUBINE che ebbe la sorte di ospitare più volte il Beato nella casa dei nobili Conti di Bricherasio -- volle tributare a D. Bosco solenni onoranze. Il Cav. D. Cristoforo Sala, ideatore della festa, donò un gruppo scultorio e provvide una preziosa reliquia del Beato, che tutta Fubine ricevette con fervida divozione: e la festa, trascorsa solenne colla più attiva partecipazione delle Autorità locali, degli ex-allievi alle funzioni, si chiuse con una splendida accademia seguita dalla proiezione della film: La gloria di Don Bosco.

FABRIANO. - La festa di D. Bosco ebbe lo scopo di «far conoscere questo modello di educatore, questo amico dei giovani, questo uomo di Dio che tutto fece, tutto sofferse per la salvezza delle anime ». Preceduta da un triduo, si svolse nella chiesa Abbaziale e Parrocchiale di S. Biagio nel giorno riservato alla prima comunione dei fanciulli sui quali l'ottimo parroco invocò nel fervorino il patrocinio del Beato, la cui imagine, tra nimbi di fiori e di luci, pareva sorridere su quell'innocenza vivente che per la prima volta riceveva il pane degli angioli. Nelle funzioni del pomeriggio parlò del Beato il valente oratore D. Agostino Crocetti, Priore della Cattedrale; poi uno stuolo numeroso di giovanetti e di giovanette della Gioventù Cattolica sfilò dinanzi l'altare gettando fiori d'omaggio al Beato, e invocandone la protezione. La benedizione e il bacio della Reliquia posero fine alla solenne funzione.

STRADA. - Gli aspiranti dell'Istituto Salesiano di Strada si unirono ben volentieri alla popolazione per festeggiare D. Bosco il 27 aprile. Divotissime e solenni le funzioni alla Pieve, dove il Can. Tanganelli disse con fervore un magnifico panegirico di D. Bosco.

A sera Autorità e popolo si raccolsero nel teatrino del Circolo per la commemorazione civile fatta brillantemente dal can. Tanganelli.

Grazie del Beato Don Bosco.

La possente intercessione di Don Bosco.

Ridotta in fin di vita per la nascita d'un bambino, portata all'ospedale, quivi fui accolta con non poche difficoltà, dando i medici il caso mio come disperato. La famiglia allora ed il fratello, sacerdote salesiano, accorso al mio capezzale, mi raccomandarono con piena fede al Beato Don Bosco ponendo anche sotto i cuscini una pezzuola che aveva toccato la fronte del Beato. A novena finita fui dichiarata fuori pericolo dai medici curanti, meravigliati di sì inaspettato e pronto miglioramento, con immensa gioia mia e de' miei cari.

Vegli il Beato Padre su noi tutti e specialmente sul mio piccolo Cesare.

Legnano, 21 aprile 1930.

ROSA GRIMI.

Guarito dal tifo.

Il colono Cavasin Carlo, colpito da tifo, si trovava agli estremi. Un nostro missionario dopo averlo confessato e viaticato, gli mise sotto il guanciale una reliquia del Beato Don Bosco. L'infermo ne fu lieto e prese a raccomandarsi alla protezione del Beato, sentendo subito un notevole miglioramento che continuò sensibilmente portandolo in breve fuori pericolo.

Colonia Regina (Patagonia).

D. MARCELLo GARDIN.

Guarita da un tumore alla bocca.

Invio a V. R. questa piccola somma in omaggio di gratitudine al grande Beato loro Fondatore per una prodigiosa e segnalata grazia ricevuta nello scorso giugno. Una religiosa di questa Comunità, or fa un anno, fu affetta da un male alla bocca che per l'aspetto e per gli esami istologici fu ritenuto di natura carcinomatosa. Sottoposta ad atto operativo la religiosa continuò a peggiorare e dietro consulto si decise come ultimo tentativo di sottoporla ad una cura lunga e dolorosa.

Per mezzo di essa, con soddisfazione insperata dei medici, l'inferma migliorò molto e specialmente nella parte inferiore della bocca, mentre lungo l'arcata dentale del mascellare superiore la miglioria era più stentata. Nel maggio, in seguito ad un attacco a tipo influenzale, le forze generali furono depresse al punto da farci temere una catastrofe.. Naturalmente furono sospese le cure locali della bocca. Fu tenuto un nuovo consulto con un quarto professore e non si ebbe che la conferma della gravità del male e la sospensione di ogni cura. Ma se la scienza umana era impotente noi sperammo nell'aiuto divino e da tutta la Comunità si raddoppiarono preghiere a D. Bosco, e proprio nel giorno in cui questi veniva assunto agli onori degli altari, il gran Taumaturgo ci esaudiva.

La settimana seguente vennero i tre dottori che, uno dopo l'altro, constatarono con grande meraviglia la perfetta guarigione della religiosa dal tumore alla bocca.

Grate tutte insieme alla religiosa graziata, eleviamo dal fondo del nostro cuore un inno di ringraziamento al grande Beato D. Bosco, promettendogli la nostra fervente devozione, la nostra perenne gratitudine.

Bari, Monastero S. Giuseppe, febbraio 1930.

Suor ANGELA LAMBERTI Superiora delle Carmelitane Scalze.

I sottoscritti, avendo curata la Religiosa suddetta attestano che quanto è scritto è la verità.   Dott. E. GATTI e Dott. PERRONE.

Un bimbo risanato.

Nel 31 gennaio 1930, diedi alla luce un sano e vispo bambino, al quale imposi il nome di Luigi. Non erano passati 28 giorni dalla nascita che veniva colpito da fulmineo malore. Spaventata lo feci visitare e mi fu detto che, trattandosi di ernia strozzata, sarebbe stato necessario l'intervento chirurgico ma senza assicurazione dell'esito, perchè era di ostacolo l'età del bimbo trattandosi di solo 28 giorni. Il caso era gravissimo. Disperata mi rivolsi al Beato D. Bosco, e piena di fiducia lo pregai affinchè intercedesse per la vita del mio angioletto. Dalle mie suore, Figlie di Maria Ausiliatrice, ebbi una reliquia del Beato fondatore, che posai sul corpicino del mio bambino e fiduciosa mi recai all'ospedale del Bambino Gesù e indussi il dottore, che si rifiutava di operarlo. Ottenni così l'intervento chirurgico, e mentre affidai al dottore il piccolo Luigi, i miei occhi versarono lagrime sulla reliquia del Beato Don Bosco, le mie labbra si schiusero ad una ardente preghiera e il mio cuore materno si aprì alla speranza.

L'operazione fu fatta, il miracolo era operato, perchè assolutamente il mio bambino non poteva reggere all'urgente e grave operazione. Sono passati già tre mesi, ma nessun malore si è verificato.

Roma-Trastevere.

EUDOSIA CONTI in CRIELEsI.

Un domestico guarito.

Un domestico che da 3o anni era al nostro servizio e da noi considerato come uno della famiglia, si ammalò gravemente di diabete con cancrena al piede destro. Lo si dovette trasportare d'urgenza all'ospedale con 40° di febbre e subire colà l'amputazione della gamba al di sopra del ginocchio. I medici lo consideravano come perso: invece per intercessione del B. Don Bosco dopo l'operazione la febbre scomparve e diminuì di molto il glucosio.

Piacenza.

Contessina RINA GAZZOLA.

Da morte a vita.

Il 1° giugno 1929, mentre a Roma si preparava la solenne Beatificazione di D. Bosco, mi assalì un'improvvisa polmonite. I dottori si resero subito conto della violenza del male che mi portava alla catastrofe. L'8 giugno i parenti sono intorno al mio letto, ma io non conosco più alcuno. Al 9 giugno i medici fanno l'impossibile, ma l'ora estrema si avvicima: mi viene amministrata l'Estrema Unzione, mi si pratica la respirarione artificiale, mentre io sono nell'immobilità della morte. Verso la mezzanotte il nipote che mi assisteva notò un miglioramento rivelatore e disse a conforto dei parenti: È salvo.

Fui salvo davvero per le preghiere innalzate in quei giorni al Beato, dal quale anch'io speravo con fiducia un valido aiuto. E la speranza era avvivata da un ricordo che balzava limpido alla mia mente.

A S. Benigno - 44 anni fa - dovendo nel 1886 emettere i miei voti religiosi, ero stato a prendere consiglio da D. Bosco e ad esporgli il timore di non poter lavorare in Congregazione per motivo della debole salute. Il buon Padre alzò allora le braccia e gli occhi al cielo, e poi rivolgendosi a me mi disse: - Ah! la salute... Inginocchiati: ti dò la benedizione di Maria Ausiliatrice.

Dopo aver sperimentato l'efficacia di quella benedizione per 44 anni, la fiducia era più viva che mai nel mio cuore di ottenere ancora la guarigione come un regalo del Padre nel giorno della sua traslazione.

Trino.

Sac. ACTIS-CAPORALE PIETRO.

Guarito da risipola.

Un nostro alunno fu colpito qualche mese fa da una gravissima risipola faciale che ne mise in pericolo la vita.

Il male andava diffondendosi ribelle ad ogni cura e per le febbri altissime aveva portato l'infermo all'incoscienza e ad una spossatezza assai preoccupante. Una sera lo stato del paziente fu così grave che gli furono somministrati i Sacramenti e si chiamò un consulto. I medici dissero che la catastrofe era inevitabile.

Allora ci rivolgemmo fiduciosamente al nostro Beato Padre D. Bosco, promettendogli una Messa solenne di ringraziamento in suo onore e la pubblicazione della grazia, se ci avesse ottenuto la guarigione del povero giovane ormai moribondo. Gli ponemmo accanto la reliquia del Beato e nella stessa notte l'infermo si assopì profondamente.

All'alba, con nostra gioia, riprese i sensi, ritornò a parlare (cosa che non aveva più fatto da vari giorni) e nel contempo si delineò un miglioramento così notevole da aprire il cuore alla speranza, tanto a noi che alla madre del giovane accorsa presso di lui all'aggravarsi del male.

Dopo quel giorno il medico curante dichiarò l'infermo fuor di pericolo e presto si iniziò la convalescenza.

Catania-Barriera, Ospizio S. Cuore.

Sac. VINCENZO ALLEGRA Direttore Salesiano.

Un missionario ristabilito.

Trovandomi ospite presso i Salesiani del Collegio Cristóbal Colón, fui assalito da gravi dolori al basso ventre che mi causavano gran sofferenza ad ogni passo che faceva.

Aggravandosi il male decisi di rivolgermi al medico, ma incominciandosi in quel giorno, 26 di Aprile, nel tempio di Maria Ausiliatrice della città, il triduo in preparazione alla festa del Beato D. Giovanni Bosco, riposi tutta la mia speranza in lui e promisi di pubblicare la grazia nel Bollettino Salesiano e di fare una offerta per le missioni salesiane.

La speranza non fu vana; la sera dell'ultimo giorno del triduo scemarono i dolori e dopo due giorni scomparvero completamente.

Riconoscentissimo compio la mia promessa.

5 maggio 1930.

P. PIETRO SAVIO dei Giuseppini. Missionario nel Napo (Equatore)

Esprimono pure la loro riconoscenza al Beato D. Bosco:

GABRIELLA PULISERTI per la guarigione della figlia da forti nevralgie.

CAPURRO ANGIOLINA (Genova) cori una reliquia del Beato e con fervorose preghiere ebbe prontamente la guarigione del nipotino, del figlio e del papà.

ADAMO ANTONIO (Winsted) affetto da carcinoma al ventre, contro il parere dei medici guarì per l'intercessione del Beato a cui l'aveva raccomandato la sorella.

P. G. (Torino) invocando il Beato per la sistemazione sua professionale, ottenne il compimento dei suoi desideri.

F. M. A. (Palagonia) per la guarigione di un'ex allieva colpita da forte esaurimento. Il miglioramento si verificò nel corso della novena ed ora è perfettamente rimessa in sanità.

ARDUINI CATERINA per la guarigione del nipote.

N. N. per la consolazione di vedere il marito accostarsi ai Sacramenti dopo 40 anni di indifferenza.

BALBO MARIA (Casale) per la guarigione del suo Umberto, di 2 anni, affetto da otite purulenta acuta; guarigione ottenuta con la novena al Beato.

NARETTO Rosa (Torino) per la guarigione della figlia. DEVOTA M. A. (Groppello C.) per l'ottenuta sospirata pace in famiglia (L. 100).

ROSINA RIVA (Bergamo) con la novena al Beato ottenne rapidamente la guarigione della figlia Alba, in seguito a caduta colpita da paralisi al capo e al braccio sinistro e giudicata molto grave dai medici.

G. C. (Asti) per la guarigione da grave malattia con relativa operazione.

LANZONI CLORINDA per essere stata risanata da forte eczema che da anni la molestava.

N. N. (Vignale) per la guarigione della mamma.

VIschi DEMETRIA (S. Pier d'Arena) per la guarigione della mamma, affetta da arterio-sclerosi, che la portò all'orlo della tomba.

LANDi FRANCESCA (Firenze) colpita da forti dolori lombari, si trovò in procinto di essere operata al fegato Non volendo rassegnarsi ad un'operazione si raccomandò al Beato e all'ultima visita i medici scoprirono che si trattava non di calcoli, ma di forte infiammazione alla vescichetta biliare.

CARLINI EMMA (Varazze). Mentre il fratello subiva un'operazione per un'ulcera gastrica, ella pregò con fede il Beato. Al quarto giorno della novena le giungeva notizia dell'esito felicissimo dell'operazione ed ora il fratello è guarito.

CHIER GIOVANNINA (Chioggia) raccomandò con viva fede al Beato il marito affetto da forte infiammazione alla gola e, mentre il medico pronosticava una catastrofe, si ebbe la guarigione quasi improvvisa.

S. P. dopo essersi raccomandato a D. Bosco potè facilmente correggere un errore di ricevuta cosa che fino allora era stata impossibile per la sospettosità della persona interessata.

ROSA GIORDANI (Pedersani) afflitta da un grave malore ad una gamba, si raccomandò al Beato per la guarigione e l'ottenne.

ZANCANARO SEBASTIANO (Incino) per la rapida guarigione dei due figli colpiti da polmonite doppia.

OLGA FONTI (Romagnano) per guarigione della sorella.

MATILDE MATTIOLI VINARDi è riconoscente al Beato D. Bosco per averle salvata la figlia Nicoletta da gravissima malattia mortale.

A. R. (Torino) per la guarigione della mamma.

A. MASCARELLI (Torino) per la guarigione del figlio gravemante malato.

V. F. (Torino) per il felice esito degli esami di maturità classica.

Audisio LUIGI da Pieve Scalenghe raccomandandosi al B. Don Bosco fu libero istantaneamente dalla grippe che l'affliggeva da 15 giorni.

MARIA GALLO (Canicatti) per la guarigione quasi immediata del bambino, dopo una novena.

FERRO GIUSEPPE (Calosso d'Asti) per la guarigione di un male ad una gamba.

BELLINGERI LuisA (Giarole) per grazia ricevuta.

GuGLIELMI BENEDETTA per grazia ricevuta.

ELVINA MORSELLi (Formigine) per la guarigione da appendicite senza intervento chirurgico.

PETRINI TERESA (Rivarolo Can.) offre a nome del figlio, residente in America, 5 dollari per una grazia da lui ricevuta.

G. S. per la guarigione della mamma.

CONIUGI BACCINI (Montoggio) per una grande grazia ricevuta

dal Beato.

N. N. Ric. per la guarigione della nipotina.

CLORINDA DAMIANI (Cagli) per la guarigione della sua bambina paralizzata ed operata di mastoidite..

ADERATA per averla sottratta ad ignobile accusa e fatto trionfare la verità.

SPADA TERESA (Vignale) per averla guarita senza bisogno di operazione.

ALBERTINI MARGHERITA (Cortazzone) ridotta in fin di vita per rincrudimento di un'ulcere gastrica ricorse all'aiuto di Don Bosco e dopo otto giorni di atroci dolori si trovo guarita completamente.

GIUSEPPINA DURETTO (Montegrosso) colpita da male d'occhi

vide dileguarsi il male dopo essersi raccomandata al Beato. R. G. F. per essere stata liberata da grava dispiaceri. GIUSEPPE LISA (Poirino) dopo 5 anni di dolori e di inutili

cure, rivoltosi con novene al Beato, otteneva la desiderata guarigione.

N. N. (Candiolo) per la protezione del Beato sulla famiglia liberandola da malattie e daa dolori.

CARLA ROFFINELLA (Torino) tormentata da dolori al capo per più di due anni, ebbe completa e pronta guarigione pregando il Beato.

SIGNORINA ROSA per tutte le grazie ricevute da D. Bosco.

LUISA BOCELLI (Campore di S.). Un tracciato di strada avrebbe rovinato il suo podere passando vicino alla sua casa: pregò il B. per scongiurare il pericolo e fu esaudita.

UNA MADRE coll'aiuto del Beato vide dileguare i truci propositi concepiti dal figlio fuggito di casa.

UN COOPERATORE (California) per esser stato guarito da dolori in tutto il corpo appena raccomandatosi al Beato.

C. STUARDI (Torino) per il miglioramento progressivo conseguito, dopo alcune novene al Beato, nell'estrema debolezza in cui era piombata per influenza bronchiale.

SAC. SALVATORE LA CORTE (Cammarata) a nome di pia persona offre L. 2oo per grazia ricevuta.

MARIA VIRETTI Ved. VERUA rende grazie per favore ottenuto l'8 febbraio e fa offerta per le Missioni.

CAROLA FORNELLI (Torino) offre L. 1000 per le Missioni Salesiane in ringraziamento di una grande grazia ricevuta per intercessione del Beato: e ringrazia pure S. Giuseppe che questa grazia ha completata mettendo a posto una famiglia rovinata moralmente e materialmente.

Q. F. (Torino) per aver ottenuto, ricorrendo al Beato, che il suo bimbo di 8 anni, colpito da sintomi di scarlattina, dopo una notte di febbre altissima, fosse sfebbrato il giorno dopo, e in breve guarito.

S. C. (Caluso) per la guarigione ottenuta ricorrendo al Beato.

GIBILISCO SANTA (Salarino) per la guarigione della figlia colpita dal tifo e in pericolo di vita.

SALVATORE MILITELLO (Niscemi). Essendo stata assalita sua sorella Rosina da forti dolori nefritici, le presentò una reliquia del Beato da porre sul corpo: i dolori cessarono come per incanto.

C. C. avendo una parente infermai che da 20 anni rifiutava di ricevere i Ss. Sacramenti, le pose al collo una medaglia di Don Bosco. Il giorno dopo la stessa inferma chiedeva spontaneamente di un confessore, si riconciliò e spirò con sentimenti di viva compunzione e pietà.

Sac. A. SANTORO (Napoli) per la costante protezione esperimentata del Beato nel caso di frequenti infermità ed infortuni che minacciarono il suo Istituto nel corrente anno.

ANTONIO Boso CECOLLO (Castel Tesino) per la guarigione da setticemia reumatica che l'aveva ridotto in grave stato, ottenuta con una novena alla reliquia di D. Bosco, donatagli da un amico.

N. N. neo dottoressa in Chimica (Pavia) nel sostenere un difficilissimo esame si perdette di coraggio, ma esortata a mettersi sotto la protezione di D. Bosco, di cui ebbe in dono una reliquia, superò felicemente la prova.

N. N. per ottenuto lavoro.

GINO MARIANNA per la liberazione di un male alla faccia.

MARIA PERRECA per un'importante grazia da lei ricevuta e per un'altra ricevuta da suo Padre con il felice esito di un'operazione chirurgica.

MARINI (Milano) per la felice risoluzione di una causa importante, affidata alla protezione di D. Bosco.

INEs BORTOLAI (Polinago) per la guarigione, senza operazione, di una grave mastoidite che aveva colpito il marito.

BARTOCCINi LUISA per la guarigione della nipote.

PESCETTI GiUsEPPE (Mineo) per la incolumità di una bambina di 3 anni caduta da un bastione di 13 m. senza fratture e senza contusioni.

E. B. F. (Reggio Emilia) per una grave infezione scongiurata ricorrendo a D. Bosco.

PAOLA MACUZ insegnante (Gorizia) minacciata da una grave infiammazione di gola, ne fu liberata pregando D. Bosco e riacquistò improvvisamente la primitiva salute.

CONIUGI PIOVANO (Aosta) avendo il figlio Edoardo minacciato di morte da una grave polmonite, pregarono il Beato D. Bosco, e il malato cominciò subito a migliorare.

C. B. ringrazia D. Bosco per la protezione accordata alla cognata che fu operata di ulcere allo stomaco e si rimise perfettamente; e per la protezione avuta essa stessa in una operazione che dovette subire.

N. N. (Treppo Grande). Ammalata gravemente ricorse all'intercessione di D. Bosco promettendo un'offerta per la glorificazione di Domenico Savio e migliorò all'istante.

ALFONSO VENTURINI (S. Giorgio a Cremano) per ottenuto impiego dopo tre mesi di disoccupazione.

INES CASTELLARO. BARIOGLIO (Trino). Il suo bimbo di pochi mesi fu colpito da polmonite... Essa invocò pel suo piccolo la protezione di D. Bosco mettendogli al collo la medaglia del Beato e di M. A. Immediatamente il malato migliorò e guarì benissimo.

UNA DIVOTA (Valdocco) per l'ottenuta guarigione da un male ostinato al piede.

STELLA SALERNO (Tunisi). Nell'urgente bisogno di un'operazione ricorse al Beato D. Bosco che la risanò senza l'intervento chirurgico.

DALLE NOSTRE MISSIONI

Sulle rive del Brahmaputra.

Il nostro D. Piasecki, missionario nell'Assam, invia da Gauhati liete notizie al Sig. D. Rinaldi.

Inforna anzitutto della pubblicazione del Bollettino Salesiano in Hindù, iniziata con la data della beatificazione di D. Bosco e che ha incontrato il gradimento di tutti i cristiani della vallata del Brahmaputra. Il missionario però ha un rammarico, ed è che non tutti i suoi cristiani sanno leggere: in compenso, molti di quelli che sanno leggere, cercano di divulgare in tutti i modi il contenuto del periodico presso i fratelli analfabeti.

Viene quindi a parlare dell'ultimo Convegno di catechisti tenutosi a Gauhati dal quale i partecipanti riportarono impressioni meravigliose. All'ordine della discussione furono temi importantissimi: per es. il proposito di intraprendere la lotta contro il vizio del bere organizzando circoli di astemi, circoli serali di lettura, di giuochi e di sport per intrattenere onestamente il maggior numero di gente - di moltiplicare le scuole per accrescere la cultura del popolo - e in ultimo di organizzare sempre meglio l'opera dei catechisti perchè con la semplicità di mezzi a disposizione vada sempre più intensificando la sua azione di bene nei distretti della vallata.

Siccome per le distanze i catechisti non possono trovarsi frequentemente a contatto col missionario, si è stabilito di mantenere strette le relazioni per mezzo del Bollettino - di dividere la missione della vallata in vari distretti preponendovi un catechista capo coll'incarico di vigilare sugli altri alle sue dipendenze e redigere ogni mese un resoconto accurato dell'azione in tutto il distretto affidato alla sua giurisdizione - di indire, possibilmente ogni mese, un convegno di catechisti dei singoli distretti intorno al loro capo.

Dal canto loro i missionari si sono impegnati ad aiutare i catechisti col provvederli dei libri necessari alla loro missione, col mantenere regolare corrispondenza con essi, con organizzare convegni generali annuali e disporre le cose in modo che tutti possono parteciparvi. Questi convegni sono un mezzo potente, efficacissimo per intensificare sempre più l'evangelizzazione della vallata del Brahmaputra.

Amatissimo Padre,

Torno adesso da Bokojan, dove mi son recato giorni fa, in compagnia del Sig. D. Tornquist e di D. Mannol, per portare un po' di aiuto al carissimo nostro missionario Don Leone Piasecki, che ha potuto così finalmente sentirsi confortato dalla compagnia dei confratelli, nel suo arduo lavoro a cui attende da ben sette anni da solo.

Fra servi emigranti.

Partimmo da Gauhati il mattino del 1 marzo. Il viaggio si svolse quasi tutto attraverso il Brahmaputra su un piccolo, ma comodo vaporino.

Quanta gente quel giorno!

Erano poveri uomini, donne, ragazzini stranamente vestiti e... non vestiti, che pur di avere lavoro e un po' di riso lasciavano il proprio paese e andavano a vendersi in un giardino di tè. Poveretti! Stavano accatastati uno sull'altro nel vaporino, con un caldo soffocante, mentre un dottore... passava tra loro facendo una sommaria visita medica.

Avremmo voluto dire loro tante cose... ma... la lingua! Tuttavia l'occasione di fare un po' di bene non mancò; perchè il Sig. D. Tornquist ebbe subito degli amici fra alcuni giovani che sapevano l'inglese e così tra una facezia ed un'altra catechizzò un tantino alcuni di loro.

Così passò la giornata; andammo quindi a riposo e celebrata Messa di buon ora sul medesimo vaporino alle 7 del giorno 13 sbarcammo a Tezpur.

Ricevimento imprevisto!

Tezpur è un centro molto abitato ma ancora lontano dalla nostra mèta.

Un piccolo treno ci condusse ancora avanti per alcune miglia e quindi scendemmo per... continuare col cavallo di S. Francesco.

Camminammo volentieri spesso interrompendo il nostro cammino per dare agio ai cu riosi ragazzini che sbucavano dalle capanne sparse qua e là sulla via, di contemplarci. Ne invitammo parecchi alla riunione.

Quand'ecco, dopo due ore circa di cammino, uno strano rumore attira la nostra attenzione.

Che bella sorpresa!

Erano i nostri cristiani che capitanati da D. Piasecki, adorni di fiori, danzando e cantando al suono dei tamburi ci venivano incontro.

A prima vista D. Tornquist ebbe un senso di paura e uni domandava se... eravamo tra i selvaggi di Africa, ma quando, giunti vicino al gruppo dei danzanti vide tutti inginocchiarsi e a testa china attendere la benedizione... allora il timore si cambiò in commozione.

Quanta fede infatti, quanto rispetto pel ministro di Dio!

Alcune donne si avanzarono e dopo aver dato il saluto cristiano jisù ki barai (gloria a Gesù) ad una ad una passarono tutte con una lucida brocca di rame per lavarci le mani.

Si avanzarono poi gli uomini che ci presentarono dei fiori e ripreso il suono e la danza ci avviammo tutti alla chiesa o meglio al capannone di paglia costruito per la circostanza.

I cristiani ci attorniarono mostrandosi felici del nostro arrivo e auguratoci ancora una volta, il « Benvenuto » ci lasciarono in libertà per ristorarci un tantino.

La capanna di... Betlem.

Prendemmo possesso della capanna riservata per noi: Dio mio, che casa! Non la suppongo diversa da quella di Betlem, anzi... è forse peggiore perchè almeno in quella ci potevano stare il mite bue ed il paziente asinello, ma nella nostra... ci sarebbero stati a disagio anch'essi.

Eppure quella capanna sbrindellata, metà caduta e l'altra metà cadente è servita parecchie volte di trono al Re dei Re... e serve tuttora come luogo di adunanza dei cristiani di Bokojan.

In quella capanna che, appunto perchè stanchi, trovammo tanto bella... e direi quasi comoda, ci sedemmo (se è lecito usare questo verbo anche quando non si ha la sedia) per prendere il riso preparatoci dai nostri cristiani.

Ivi passammo ben quattro nottate non senza qualche incidente poco gradito, specialmente per D. Tornquist che sul più bello del dormiveglia fu costretto a cercare con la lanterna in mano il punto meno crivellato del cosidetto tetto, perchè la pioggia voleva che facesse la doccia anche suo malgrado.

Arrivi e... danze.

Nel dopopranzo del giorno 13 arrivarono ancora molti altri cristiani da posti lontanissimi.

Alcuni di essi avevano dovuto fare ben 5 giorni di cammino per giungere a noi. Eppure come erano felici. Venivano subito a trovarci, si inginocchiavano chiedendoci la benedizione e, contenti di aver visto il padre sorridere loro, cercavano un alloggio da passare la notte.

Approfittammo di un momento libero per andare a visitare un giardino di tè, dove lavorano tanti dei nostri cristiani.

La sera, al chiarore lunare i nostri buoni cattolici battendo ancora i loro inseparabili tamburi ripresero la danza.

Questa volta agli uomini si aggiunsero le donne. Ma quanta modestia e grazia nel medesimo tempo; mentre gli uomini stanno nel centro suonando e cantando, le donne tenendosi vicendevolmente per mano danzano attorno a loro formando come una corona.

Il Missionario permette simili trattenimenti appunto perchè innocentissimi e per far loro comprendere come la nostra santa Religione santifichi tutto ciò che è lecito e buono nei loro costumi e vi dà l'impronta cristiana. Essi infatti nelle loro danze non cantano che soggetti religiosi, pie esortazioni e lodi a Cristo o alla Vergine.

Le adunanze.

L' indomani, venerdì, ebbero principio le adunanze che si tennero a varie riprese fino a Domenica sera. Con quanta serietà e compostezza esse si svolsero. Era tanto l'interesse che vi prendevano che spesse volte gli incaricati di preparare il riso da mangiare, finivano per dimenticarsi e così capitò più d'una volta che quella povera gente passasse le 24 ore con un solo pasto.

Eppure nessuna impazienza!

- Non è ancora pronto il riso?

- Fuori i tamburi e giù canti e suoni.

- Sì; è proprio una cosa degna di nota, - diceva D. Tornquist - la mitezza di questa gente e la loro schiettezza direi quasi infantile.

Non dimenticherò mai il discorso di un uomo dai capelli lunghi, magro, dagli occhi profondi.

« Fratelli miei, diceva, io so che cosa vuol dire essere cristiano. Quand'ero pagano ero molto cattivo, mi ubbriacavo spesso e stramazzavo come un maiale a terra, ora invece sono cristiano, non bevo più... e mi sento felice ».

I Catechisti.

Alle adunanze collettive facevano seguito le riunioni dei Catechisti. Ve n'erano presenti circa una quarantina.

In tutta la missione vastissima del Brahmaputra ve ne sono 150, ma le distanze sono enormi per poterli avere tutti.

Conscio appunto delle distanze e dell'impossibilità fisica di andare spesso a visitare tutti i centri cristiani il nostro Missionario D. Piasecki ha sapientemente posta ogni sua cura all'organizzazione dei Catechisti.

« Solo qui in Missione, diceva D. Tornquist, si comprende tutta l'importanza del Catechista. Egli è un vero Missionario «.

Ed alcuni di quei catechisti sono veramente dei valenti Missionari: alcuni di essi han convertito dei villaggi interi ed il Signore si è servito di qualcuno di loro per elargire delle grazie e dei favori a persone bisognose dell'aiuto divino.

Una volta, guardando il contegno divoto di uno di essi: - Guardi, mi disse D. Tornquist, non sembra il contegno di un S. Francesco d'Assisi?

Il trionfo di Gesù Sacramentato.

Ma il punto più saliente del congresso fu il vedere Gesù Sacramentato tanto amato e venerato da quei cuori semplici.

Quante comunioni ogni giorno!

Con che raccoglimento e visibile fervore si accostavano a Gesù dopo essersi purificati al tribunale della divina misericordia.

Semplice ma commovente fu poi la processione. Là in quella vasta pianura tutta verde, circondata dalla folta jungla... presso le capanne dei poveri pagani passò Gesù Sacramentato.

Apriva la processione un crocifisso, quindi tutti i cristiani che ordinati in fila pregavano e cantavano il Rosario com'è costume di queste comunità cristiane.

Precedeva Gesù, una ventina di uomini che, persi i tamburi, vollero tributare al Re dei Re un omaggio del loro amore e della loro allegrezza, proprio come Davide, suonando lungo il corso della processione e accompagnando il suono con graziosi e semplici movimenti che nulla toglievano alla solennità del momento.

L'addio.

Nel pcmeriggio della Domenica ebbe luogo l'ultima adunanza nella quale D. Tornquist volle dare un saluto in inglese, che fu subito tradotto in hindù da D. Piasecki.

Appena egli terminò di parlare il più anziano dei catechisti si avanzò, si pose in ginocchio e:

«Grazie, disse, o Padre, perchè sei venuto. Quando tornerai nella tua terra porta il nostro saluto al Papa, che noi amiamo tanto, al Sig. D. Rinaldi che noi sempre ringraziamo perchè ha mandato qui i suoi figli. Dirai loro che siamo senza sacerdoti e che se ne verranno altri, molti e molti si faranno cristiani».

Quindi ci preparammo per partire giacchè avevamo interesse di percorrere presto i 15 km. che ci separavano da Tezpur, dove ci saremmo imbarcati alla mezzanotte.

Don Bosco e i suoi orfanelli.

Prima di partire però ci stringemmo ancora una volta attorno alla preziosa reliquia del l'amato Padre D. Bosco, reliquia donata alla Missione dal carissimo nostro Mons. Mathias.

Con quanta divozione tutti i cristiani si inginocchiarono a baciare le amate ossa del Beato Padre.

Così nel nome di D. Bosco si chiusero le belle e feconde giornate.

E che D. Bosco avesse gradito l'omaggio me ne accorsi quando giunto a Tezpur sul punto di imbarcarmi mi accorsi che avevo con me ben sedici poveri figliuoli che privi di parenti, soli e poveri chiedevano pane, lavoro e paradiso, nella nostra casa di Gauhati. In quel momento mi ricordai di D. Bosco, ebbi la persuasione che era proprio lui a mandarmeli e, pur sapendo le durissime e quanto mai tristi condizioni della casa, li presi con me.

Chi adotterà un orfanello?

Come lei sa, amato Padre, abbiamo 65 poveri orfanelli buoni, molto buoni: essi sono i futuri catechisti del Brahmaputra, anzi parecchi di loro hanno già cominciato a studiare il latino per diventare Sacerdoti.

Amato Padre, se vedesse in che povertà viviamo! Non abbiamo vestiti a sufficienza, non banchi per la scuola, non libri, non biancheria, non coperte e spesse volte neppure un po' di riso.

Si ricordi, siamo suoi figli, ci mandi almeno il riso per un anno (15.ooo lire italiane). Ci cerchi qualche pia persona, a cui sta a cuore il Regno di Dio, che assicuri l'avvenire delle vocazioni adottando un orfanello.

I loro nomi saranno scritti nel libro della vita. Quaggiù in terra avranno riconoscenza sincera e duratura.

Nell'attesa, amato Padre, mi benedica

aff.mo figlio

SCUDERI VINCENZO Missionario Salesiano.

DAL GIAPPONE

Fiori, fiori, fiori !

Miyazaki 10-3-1930. Amat.mo Padre,

È la stagion dei fiori! Oh come vorremmo vedere, in mezzo allo sfolgorio di fiori davvero fantasmagorico di cui si riveste il Giappone in questo tempo, un analogo sfolgorio di anime attratte a Dio, e di queste inghirlandare a profusione il suo trono. Amore dei fiori, meditazione sui fiori sono atti naturali per l'anima di questo popolo caratteristico. I fiori suggeriscono al Giapponese molte feste popolari: ad es. al 3° giorno del 3° mese quando già i prugni son fioriti e iniziano la loro fioritura i ciliegi è la festa delle bambole per le ragazze; al 5" giorno del 5° mese, quando sbocciano gladioli e artemisie è la festa dei fanciulli

La beltà passeggera dei fiori, il loro sbocciare, il loro svanire suggerisce melanconie dolci che i Giapponesi esprimono nelle loro nenie, nelle tremule melodie del loro flauto, nei loro corti deliziosi poemi... « I fiori sbocciano - allora si guardano - allora si sfogliano - allora... ». E simbolizzano nei fiori le qualità morali (purezza, gioia, amore, bellezza) e nel vedere i loro ciliegi in fiore (secondo un'antica espressione giapponese) come se le nuvole trasformandosi in bioccoli di lana delicatamente tinte dal sole che tramonta, discendessero dall'alto per sospendersi ai rami ; - nel vedere le azalee a grossi ciuffi rivestire intere colline, o i glicini dai rami di 20-30 metri con enormi grappoli di fiori bianchi o viola a guisa di fluenti cascate, - o le foglie rosso-sanguigne dell'acero -o gli estesi campi di bianco loto, di variopinti giaggioli -- i Giapponesi si esaltano, gioiscono, meditano... Fiori, fiori, fiori!

Permetta la lunga parentesi che mi ha portato più lontano di quel che pensavo. Da un lato splendore di bellezze naturali, riversate a piene mani dal buon Dio; dall'altro lato la realtà della condizione della maggior parte di queste povere anime! Per noi i nuovi fiori che la carità dei Superiori ci ha permesso di trapiantare in questa terra benedetta!

Per il Giappone semi che cominciano a germogliare preludendo allo svolgersi delle vocazioni indigene! - Una vera ridda di idee consolanti e deprimenti; ideali e forse sogni lontani, che hanno la loro prima sia pure sporadica manifestazione, vengono ad affiancarsi al lavoro quotidiano sempre crescente, e, grazie a Dio, fruttuoso.

Le parlavo dei nostri nuovi fiori, nostre future speranze. Giovinezze immolatesi per il bene - i nostri giovani studenti - le Figlie di Maria Ausiliatrice - un gruppetto di aspiranti di cui spero darle definitivo annunzio nella prossima volta.

In una modesta e piccola casa di fitto, priva del conveniente come casa di studio e di formazione, hanno iniziato la loro vita giapponese i nostri chierici.

Già vari dei nostri oratoriani ed oratoriane domandano di essere aspiranti o di lavorare per la nostra pia Società o tra le Figlie di Maria Ausiliatrice; perciò in attesa che la Provvidenza ci invii i mezzi necessari, abbiamo aperto a Nakatsu un piccolo aspirandato.

Si sente la necessità del nostro piccolo Seminario per la formazione del clero indigeno: ora siamo obbligati per mancanza di locali e di mezzi ad inviare quelli che la Provvidenza ci manda al Seminario di Nagasaki

Poveri fanciulli abbandonati, giovani desiderosi di apprendere un mestiere e che per necessità di cose debbono collocarsi presso padroni pagani, vecchi ammalati e derelitti, reclamano l'aiuto del missionario. - Non le faccio, o amato Padre, il quadro delle condizioni dolorose in cui si trova la gioventù femminile! Eccole i nostri fiori.

Fiori di anime da salvare; grappoli di fiori umani con cui inghirlandare la Vergine; splendenti variopinti fiori di anime giovanili, che per mezzo dei poveri figli del Beato Don Bosco vogliono diventare tutte di Dio; fiori di corpi sofferenti, e martoriati; fiori di anime schiave del demonio che vogliono essere curate, che vogliono svincolarsi da quei legami e guarire. Ecco i nostri fiori, molto più belli dei fiori naturali e per i quali i missionari si esaltano, gioiscono, pregano, si sacrificano... e a lavorare per i quali implorano l'aiuto di tutti i buoni, la cooperazione degli amici lontani, il sacrificio di quanti amano il buon Dio e l'avvento del suo regno. Oh quando potremo tra la fantasmagoria di colori, tra questa gioia di bellezza naturale, incastonare come gemme preziose tutte le anime dei nostri cari Giapponesi redenti dal sangue di Gesù Cristo ! Oh sarà allora la vera, la bella, l'eterna primavera ! Preghi, amato Padre, affinchè i suoi figli anche nel lontano Giappone si conservino fiori olezzanti di virtù.

Tutto suo aff.mo Sac. VINCENZO CIMATTI.

PER LA CURA DEI FANGHI DI ACQUI.

Signore e Signorine e Cooperatrici Salesiane che desiderano alloggio e pensione accurata e tranquilla durante la cura delle Terme, possono averla presso l'ISTITUTO SANTO SPIRITO delle Salesiane del Beato D. Bosco. - Per schiarimenti e programmi rivolgersi alla Direzione -- ISTITUTO SANTO SPIRITO. - AcQui.

AVVERTENZE.

Conto Corrente Postale N. 2-1355.

Scrivere sul modulo, ben chiaro, a penna (non a lapis), il cognome, nome, indirizzo. Non fare cancellature di sorta.

Indicare nello spazio riservato alle comunicazioni del mittente lo scopo del versamento. Chi richiede il modulo all'ufficio postale non dimentichi di scrivere il N. 2-1355 con l'indirizzo fisso (non modificabile perciò): DIREZIONE GENERALE DELLE OPERE DI D. BOSCO - TORINO.

Il modulo riempito va presentato all'ufficio postale col denaro relativo.

Lettera di Don Giulivo ai Giovani.

Carissimi,

Mi piace riferirvi una bella grazia attribuita all'intercessione del Beato Don Bosco nella guarigione di un giovanetto suo divoto.

Il giovanetto Valsania Vito di Giuseppe di San Vito di Montà d'Alba (Cuneo) di anni 13 da parecchi anni soffriva così forti dolori di capo da trovarsi impedito di frequentare assiduamente la scuola; e il male era causa al giovanetto di continui lamenti, pianti e tristezze che formavano pei genitori una seria preoccupazione. Fu sottoposto a diverse visite dei medici del paese ed anche di specialisti di Torino, presso cui stette qualche tempo in osservazione, ma nessuno potè mai darsi spiegazione del suo male; giudicavano però si trattasse di un tumore al cervello, e ritenevano il giovanetto inguaribile. Dopo molto pregare e supplicare, un giorno sua madre stava leggendo col figlio la vita del Beato Don Bosco, ed era giunta ad uno dei miracoli presentati alla causa della Beatificazione, cioè quello della suora guarita istantaneamente dopo aver inghiottita un'immagine del Beato D. Bosco. - Mamma, disse il figlio a questo punto, voglio, voglio inghiottire anche io un'immagine del Beato Don Bosco e voglio sperare nel suo aiuto. - Fa' pure, dice commossa la madre. Il giovanetto prese un'immagine di Don Bosco e la inghiottì pregando, invocando il Beato. Da quell'istante, come la suddetta suora miracolata, si sentì completamente guarito: non più dolori di capo, non più febbre, più nulla assolutamente.

Ed ora (giugno 1930), sono ormai sei mesi dacchè il giovanetto continua a goder perfetta salute. Così riferisce il Sig. Parroco del giovanetto graziato.

Giovani carissimi, vedete come il Beato Don Bosco vuol bene ai giovani suoi amici. Pregatelo anche voi di cuore.

Addio.

Don GIULivo.

CULTO E GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

Feste di Maria Ausiliatrice

Nell'impossibilità di pubblicare per disteso le relazioni, giunteci da varie parti, sulle feste e processioni in onore di Maria Ausiliatrice, vogliamo segnalare ai nostri Cooperatori e divoti della Madonna i trionfi riportati da Maria SS. in alcune località, dove la sua festa rivestì un carattere tutto particolare.

NEW YORK. - La festa solennissima celebrata alla chiesa della Trasfigurazione ebbe il suo momento più commovente e suggestivo nella processione svoltasi per le vie Park, Baxter, Bayard, Mott, affollatissime di popolo devoto e raccolto. Anche nell'immensa metropoli Maria Ausiliatrice va conquistando i cuori e ravvivando le speranze umane.

ROMA. - Varie feste e processioni si celebrarono in diversi quartieri ad onore di Maria Ausiliatrice, ma dove il suo culto è radicato nell'anima popolare è nel quartiere Appio che l'ha voluta sua Protettrice.

Ogni anno la magnifica processione, uscendo dalla parrocchia di Ognissanti, affidata ai Sacerdoti della Divina Provvidenza, percorre al grido di Viva Maria la bella via Appia, tutta ornata a festa, recando al popolo esultante la visione confortatrice della Madonna di Don Bosco. E in quel giorno è servito un pranzo a 300 poveri della Parrocchia.

GROTTAFERRATA. -- La divozione a Maria Ausiliatrice -- che va sempre più diffondendosi - ha avuto quest'anno una manifestazione particolare: l'omaggio floreale che i balilla, le piccole italiane e le scuole hanno tributato alla Vergine Ausiliatrice il 24 maggio, in una funzione tutto candore e innocenza.

PIACENZA. - Nella chiesa dell'Oratorio S. Cuore di Gesù la festa di M. A. riuscì entusiastica oltre ogni dire; folle di giovinetti e di giovinette si strinsero con filiale, fervorosa divozione ai piedi di Maria A. Commoventissimo il momento in cui si effettuò la consacrazione dei fanciulli alla Madonna: le mamme accorsero numerose coi loro bambini, liete di collocarli sotto la protezione dell'Ausiliatrice.

FIRENZE. - Alla Confraternita di Misericordia ha avuto luogo la festa annuale della patrona Maria Ausiliatrice ed in tale occasione nella chiesa della Confraternita si è svolta la premiazione dei Fratelli che più degli altri, nel decorso anno 1929, si sono distinti nelle opere umanitarie di assistenza.

RIETI. - Al convitto della Supertessile di Rieti la festa di Maria Ausiliatrice è la festa dell'intero Stabilimento. È ormai di consuetudine la processione con la statua di M. A. portata a spalle dagli operai: essa sfila per la strada provinciale, per lo stabilimento e si avvia al Convitto Femminile affidato alle suore di Don Bosco. Quest'anno la statua si fermò al Convitto Maschile e vi rimase fino a sera; là fu celebrata una Messa da campo ed ogni mezz'ora fu data alla Madonna una guardia d'onore: il primo picchetto fu di impiegati, seguiti dagli operai con a capo il Direttore Cav. Rey.

A sera le operaie del Convitto Femminile ricondussero la statua in casa loro con un'altra processione suggestiva, nel tramonto.

SOVERATO. - Da alcuni anni un apposito Comitato prepara con sontuosità la festa di Maria Ausiliatrice e la relativa processione. Quest'anno riuscì solenne assai: vi presero parte autorità e popolo con vero entusiasmo. Maria Ausiliatrice ha conquistato i cuori di tutti i buoni Soveratesi.

Noi la vedemmo, quella sera, commossi, passare in mezzo a un popolo devoto, acclamata dai fervidi evviva, inneggiata da tutti i sodalizi, cantanti lungo il percorso, portata in trionfo da quella brava gioventù maschile e femminile, che affermava col fatto come la Madonna di Don Bosco li abbia fatti veramente suoi. Il momento più commovente fu quando si giunse al mare e ci si spinse in fondo al molo. Di là la Vergine Santa - Stella Augusta del mare - pareva levasse lo scettro dominatore, su l'im mensa e infida distesa, in atto di comandare ai venti e ai flutti rabbiosi, e pronta a stendere la mano ai figli pericolanti.

Ripresa la via dell'interno, fra luminarie, imbandieramenti e musiche si risalì alla chiesa, fra la soddisfazione di tutti quelli ch'ebbero ad assistere ad uno spettacolo sì bello di fede, di ordine e di compostezza. La novità di questo anno è stata nella squadra di giovani studenti, allievi del nuovo Collegio, inalzato accanto alla chiesa preesistente. Ne diamo la fotografia per farlo conoscere ai nostri benemeriti Cooperatori, affìnchè sappiano che a Soverato è stato aperto fin da quest'anno un Collegio Salesiano, per accogliere specialmente la gioventù calabrese sotto gli sguardi della Vergine Ausiliatrice; esso non potrà non avere un prospero avvenire, a vantaggio della forte regione, per cui è stato costruito con tutti i criteri moderni.

Solo una grazia della Vergine...

Nel febbraio scorso mio nipote Giovanni fu colpito da polmonite. Il medico aveva dichiarato apertamente che più nulla aveva da sperare anzi non gli dava che poche ore di vita. Anche il nostro zelante parroco D. Vallana che tante premure ha pei suoi parrocchiani, mi disse che solo una grazia della Vergine l'avrebbe salvato. Allora mi rivolsi con fiducia a Maria Ausiliatrice promettendo una modesta offerta per le opere di D. Bosco ed un quadro del Beato stesso alla nostra parrocchia. La Vergine ed il Beato esaudirono la mia umile preghiera e mio nipote è perfettamente guarito.

Castagnola

MANASSERO MATILDE.

Grazia ricevuta.

Il 10 giugno 1929 caddi gravemente malato ai bronchi, polmoni, pleura. Dopo un mese la malattia non dava segni di miglioramento, anzi peggiorava continuamente. In questo frattempo pregai che fosse fatta e ripetuta la novella all'Ausiliatrice, suggerita dal Beato Don Bosco

Il 15 luglio fui portato all'ospedale della Duchessa di Galliera in Genova dove il professore e i medici mi trovarono grave e deperito in modo allarmante. Dopo 25 giorni di cure e punture esplorative, il 9 agosto, d'urgenza, fui operato di pleurite purolenta sinistra con resezione di costole.

L'operazione riuscì bene, ma sopraggiunsero infermità più gravi e complicazioni renali; gonfiezza dei piedi, delle gambe, braccia e capo, e stato comatoso.

Il professore e i medici mi davano perduto e in questo senso, più volte si pronunziarono coi parenti ed amici.

Nella notte tra il 2 e il 3 settembre, gridai più volte, piuttosto debolmente: La grazia è fatta! La grazia è fatta!

Al mattino alla visita i medici, sorpresi, dissero: Che cambiamento! Che miglioramento!

Da quel giorno sono andato migliorando con meraviglia di tutti, e il 3 dicembre sono uscito dall'ospedale, completamente guarito.

Sciolgo il voto all'Ausiliatrice e al Beato Don Bosco, con la presente dichiarazione; riconoscendo di essere stato graziato e guarito.

Carro (Spezia), li 24 Aprile 1930.

ENRICO FERRARI

Ricevitore Postelegrafico. Guarisce un innocente.

Verso la fine dello scorso maggio il più piccolo dei miei figli, Gabriele, di soli 13 mesi fu colpito da un forte catarro bronchiale, che ben presto si diffuse anche ai polmoni mettendo in pericolo la tenera esistenza della nostra cara creatura. Il medico già lasciava poche speranze di salvezza specialmente avuto riguardo alla costituzione del bambino oltre modo delicata.

Era appena trascorsa la solennità di Maria SS. Ausiliatrice e in quei momenti d'angoscia mi sono rivolto a lei per ottenere da Dio la guarigione dell'essere innocente di cui egli aveva voluto farmi padre. La mia preghiera è stata esaudita e ben presto ho provato la gioia ineffabile di vedere il piccolo infermo migliorato e poi completamente guarito.

Sia benedetta e ringraziata Maria SS. Ausiliatrice.

Prof. CARLO UBERTIS

Direttore della Biblioteca Civica (Cooperatore salesiano).

Risana una inguaribile.

Da due anni colpita da spondilite e dichiarata inguaribile dai professori, mi rivolsi con fiducia a Maria Ausiliatrice e a D. Bosco promettendo in offerta tutto il mio oro per le missioni.

Il 24 maggio, dopo un aiuto d'immobilità nel letto e di ingessatura, potei scendere dal letto. Ricaduta nel male in forma più grave e colpita in sul finire d'anno dal tifo, mi trovai agli estremi; ma anche in quei momenti mi accompagnò la viva fiducia in D. Bosco e nella sua Protettrice. La grazia sospirata venne; a poco a poco migliorai ed ora attendo alle faccende di casa e all'educazione dei miei bambini, ai quali inculco l'amore per la Madonna Ausiliatrice, per D. Bosco e per le missioni.

Brugherio.

MANDELLI MARGHERITA FERRARIO.

Esprimono pure la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice e al Beato D. Bosco i seguenti:

UNA FAMIGLIA per aver ottenuto da D. Bosco e M. A. la pace in casa, offre L. 500.

BASSINO GIUSEPPE (Chivasso) riconoscente per la guarigione da grave malattia, offre L. 1000 a M. A.

G. C. IRENE BERUTTI (Torino) per la guarigione del suo Luciano, colpito da paratifo, ottenuta colla novena a M. A.

ANGIOLINA MOLINARI (Pegli) per la guarigione insperata del papà ridotto a grave stato da forte emorragia. Nel corso di una novena a M. A. e al B. D. Bosco egli si rimise in forze da poter assistere, riconoscente, alla traslazione del 9 giugno.

OLIVERO CELESTE (Tarantana) in occasione di un parto difficile con disastrose conseguenze si rivolse con fiducia a M. A. e al Beato, ottenendo la grazia desiderata. Pochi mesi dopo una sua bimba ammalatasi gravemente e spedita dal medico risanò perfettamente con la protezione di M. A. e di D. Bosco.

ROSA VED. SMANASSI (Scazzolina) per il miglioramento della figlia ottenuto a prezzo di varie novene a M. A. e al Beato. Male d'occhi che le impediva di vedere, poi flebite, orticaria, meningite e nefrite si susseguirono a martoriare la poveretta che ora è in via di guarigione.

ZELODIA GHISLANDI (Palazzago) per la guarigione della cognata colpita da infezione ad un braccio.

C. D. (Torino) per la guarigione della figlia.

LEVRINO GIOVANNA (Cumiana) per essere stata risanata da un morbo crudele.

FERRARIS TERESA (Torino) colla salute minacciata da estrema debolezza e nella necessità di un'operazione si raccomandò a M. A. ed ora sta perfettamente.

ONORINA ALBERTINI (Landriano) per la guarigione del suo piccolo colpito di bronco-polmonite grave, con febbre altissima.

MADDALENA DANUSSO per una grazia segnalata.

SANDRI PIA (Verona) per la ristabilita salute dopo una forte emorragia bronchiale.

PRASSEDE CAVALLERO (Castagneto) per la guarigione sua e dei marito.

CAREDIO ROSINA (Montaldo) per essersi potuta ristabilire da una forte gastrica durata più di 3 anni.

MARIA e ROSETTA GROSSO (Mosso S. Maria) per una grazia temporale ottenuta con preghiere a M. A. e al Beato Don Bosco.

L. P. riconoscente a Maria e a D. Bosco ringrazia