BS 1930s|1930|Bollettino Salesiano Maggio 1930

Anno LIV.   1° MAGGIO 1930 (VIII)   Numero 5.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO -

SOMMARIO: Maria Ausiliatrice nella vita e nelle Opere di Don Bosco. - Due apparizioni di Don Bosco nel mattino della sua morte. - Grazie del Beato Don Bosco. - Un paese che cambia nome. - li Conte Rebaudengo e l'Opera Salesiana. - La Crociata missionaria. - Lettera di Don Giulivo ai Giovani. - Dalle nostre missioni : Come consumarono il supremo sacrifizio i nostri martiri della Cina. - Sulla cattura e morte di Mons. Versiglia e di Don Caravario. - Azione Salesiana. - Festeggiamenti in onore del Beato Don Bosco. - Culto e Grazie di Maria Ausiliatrice. - Notizie di famiglia. - Bibliografia. - Necrologio.

Maria Ausiliatrice nella vita e nelle Opere di Don Bosco

Nella vita dei grandi uomini che impressero l'incancellabile orma del genio, dell'eroismo, della santità sulle vie di tutta la terra e di tutti i tempi, la storia ha notato sempre - stella o meteora - la figura di una donna. Questa ci appare anche nella vita e nelle opere di Don Bosco. E una donna superiore ad ogni altra; una donna più divina che umana... È la Madonna, la sua Madonna.

Egli la vide per la prima volta in un sogno, che lo rallegrò e lo conturbò quando aveva circa nove anni. Il suo aspetto maestoso, ed il manto di, cui era vestita risplendeva da tutte le parti. Gli fece segno di avvicinarsi, lo prese benevolmente per mano e Guarda! gli comandò. Guardando, scrisse più tardi l'Uomo di Dio, scorsi una moltitudine di capretti, di cani, di gatti, di orsi e di parecchi altri animali.

- Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare - continuò a dire quella Signora. - Renditi umile, forte e robusto: e ciò che in questo momento vedi succedere di questi animali, tu dovrai farlo per i miei figli.

Volsi allora lo sguardo, ed ecco invece, di quegli animali feroci, apparvero altrettanti mansueti agnelli, che vitti saltellando correvano attorno belando come per far festa.

A quel punto sempre nel sonno, mi misi a piangere e pregai quella Donna a voler parlare in modo da capire, perciocchè io non sapeva quale cosa volesse significare. Allora Ella mi pose la mano sul capo dicendomi : - A suo tempo tutto comprenderai. -

Altre volte ancora, quando il futuro sembra svelarsi tra le ombre del sonno;

E che la mente nostra pellegrina,

Più dalla carne e men dai pensier presa, Alle sue vision quasi è divina, il giovanetto rivide la Signora dei Sogni come ingenuamente la chiamava.

E sempre, maternamente, gli rinnovava l'invito di pascere il suo mistico gregge, educando i fanciulli nel santo timore di Dio, rispondendo ad ogni sua difficoltà con la riconferma promessa; - Non temere, io ti assisterò.

Sono le parole di Gesù agli Apostoli, che Maria ripete a questo Apostolo nuovo ch'Essa ammaestra per la salvezza della gioventù.

Divenuto prete, Giovanni Bosco celebra la seconda Messa nel Santuario della Consolata di Torino per ringraziare la gran Vergine Maria degli innumerevoli favori che gli aveva ottenuti dal suo divin Figliuolo Gesù. E sorretto da una irremovibile certezza nel suo aiuto, si accinge alla missione ch'Essa luminosamente gli ha tracciata.

Agile, vigoroso, diritto il corpo, la fronte alta, sicuro lo sguardo, egli entra nel campo del suo lavoro con modestia e fiducia. Dotato di eccezionale destrezza, accoppia a forza non comune, ingegno svegliato e ferrea memoria. Con passo deciso va verso l'avvenire come giovane atleta, pronto alla lotta, per vincere.

Le strade, le piazze della città gli offrono le prime reclute ed egli fonda il primo Oratorio, che echeggia di laudi alla sua celeste Patrona. Ma ecco sorgere gravi ostacoli. Le difficoltà crescono, i fastidi lo circondano... Ed a rincuorarlo e rasserenarlo torna a sorridergli in un profetico sogno la Divina Pastora, chiaramente annunziandogli le glorie future di Valdocco.

Sconfinata è la bontà con cui Essa lo guida, come illimitata è la divozione ch'Egli le professa.

Maria SS. è il solo, il grande, l'unico suo aiuto!

Di questo potentissimo aiuto, Don Bosco si avvalora in ogni cimento; ad esso ricorre in ogni contingenza; su di esso fonda ogni sua più ardita speranza. E la speranza non è mai delusa!

I riottosi capretti cresciuti intanto a dismisura di numero, sono diventati agnelli mansueti.

Il buon seme gettato nella terra isterilita vi ha affondato salde radici, le cui propaggini vanno ad abbarbicarsi in altre terre, incolte e aride, per fronteggiare, moltiplicando i fiori ed i frutti dell'Opera Salesiana. Il santo Fondatore se ne rallegra ed esultando pensa di erigere a Maria una chiesa, come visibile segno di gratitudine, come trono delle sue misericordie.

E dice al chierico Albera, succedutogli poi dopo Don Rua: - Le daremo il titolo di Maria Ausiliatrice - perchè, spiega alcuni giorni dopo a D. Cagliero, missionario e in seguito Cardinale - la Madonna vuole che la onoriamo sotto il titolo di Maria Ausiliatrice: i tempi corrono così tristi che abbiamo proprio bisogno che la Vergine SS. ci aiuti a conservare e difendere la fede cristiana.

Presentato il disegno dell'architetto Spezia al Municipio, non si approva la denominazione e si prega di cambiarla. Don Bosco la mantiene; la diffidenza svanisce, il permesso è accordato. E sorge così la Madonna di Don Bosco, iniziata con nove soldi dallo zelantissimo sacerdote, che, portandola a compimento, ne attribuisce tutto il merito a Maria Ausiliatrice, sua tesoriera.

L'Ausiliatrice! E il fatidico titolo ch'Egli ha scelto per fregiare la sua Madonna, ch'è diventata la Madonna dei Salesiani in tutto il mondo.

L'Ausiliatrice che ha tenerezza di madre e potenza di regina.

L'Ausiliatrice, che tiene in mano lo scettro, simbolo della sovranità straordinaria sull'Opera che, per celeste sua ispirazione, dal nulla il Fondatore trarrà alle imprevedute grandezze che fanno stupire quanti la contemplano. La sua apoteosi comincia. In onore di Lei, si slanciano nell'aria i campanili che in tutto l'orbe cattolico le ripetono l'angelico saluto dei Salesiani; s'incurvano le cupole dei templi; s'innalzano le cuspidi delle chiese; si elevano le colonne dei Santuari edificati dalla pietà dei figli di Don Bosco nel suo sterminato spirituale dominio che alai non vede tramontare il sole.

Nel dolce e forte nome di Lei, migliaia di Missionari e di Suore, diffondono in contrade remote ed inospiti con la verità della fede, la luce del civile progresso.

Così la Madonna della Vittoria che a Lepanto ed a Vienna ha fugata la islamica barbarie, continua il trionfale cammino nelle sue conquiste, debellando l'errore e sconfiggendo lo spirito del male per l'avvento del Regno di Cristo.

Ferventissimo nella divozione a Maria Ausiliatrice, Don Bosco l'ha trasfusa nel cuore dei « suoi » come il canone fondamentale della religiosa caritatevole opera di restaurazione morale e di sociale rigenerazione ad essi affidata nel corso dell'avvenire, senza limiti di tempo o di spazio, considerandola e facendola considerare, come tessera di riconoscimento per ogni buon Salesiano, tessera che venne legalizzata con il timbro soprannaturale dei miracoli.

I miracoli di Don Bosco! Chi non li ha letti, scorrendo le pagine della sua mirabile vita, e chi non ha in essi venerato la potenza dell'Ausiliatrice, nel cui benedetto nome il Taumaturgo li operava?

Gl'infermi accorrevano a lui, dovunque si recasse, implorando di essere risanati.

Egli, levati gli occhi al cielo, imponeva loro le mani, li benediceva con la benedizione di Maria Ausiliatrice... e la grazia era fatta.

La Signora dei Sogni aveva eletto Don Bosco a suo apostolo, ed egli, fedelmente, questo apostolato esercitò fin che visse, magnificandola in centinaia di pubblicazioni, propagandone a milioni le immagini e le medaglie, nell'antico e nel nuovo mondo.

Essa l'aveva preso per mano come una madre, e per piano quale docile figlio, egli si lasciò guidare senza titubare e senza dubitare, dove Essa voleva.

Giunto alla mèta, volgendosi indietro a mirare il lungo cammino percorso, prima di salire al Cielo con Lei, quasi a sciogliere un debito immenso di riconoscenza verso l'Ausiliatrice, legava in eredità ai suoi successori l'obbligo di continuarne l'apostolato... E fu obbedito.

La festa del 24 maggio, decretata da Pio VII nell'anno stesso in cui Don Bosco nacque, è diventata ormai Festa universale; ma il fulcro di questo culto, che ha una storia di fasti meravigliosi, a cui sempre nuovi capitoli si vanno aggiungendo, è a Torino, nel Santuario-Basilica di Vaidocco, dove il popolo si affolla per celebrarne con entusiasmo la Sagra primaverile.

E da Torino, con le valorose legioni dei Missionari, che dalle altre nazioni vengono qui, presso la Tomba del Padre, a temprarsi del suo spirito, che vengono qui nella Casa-Madre, a chiederle assistenza e soccorso; da Torino, con il virgineo stuolo delle Suore Salesiane, che all'ombra del suo altare, addestrano le ali ai grandi voli, la bella Madonna d'Italia, dal volto soave e dalle lunghe chiome disciolte, andrà ancora lontano lontano, valicando i monti e varcando i mari.. Maestra di Fede e Messaggera di pace fra genti ignote e selvagge tribù... andrà la celeste Regina, fra chi dolora e chi dispera, a spargere il conforto e la gioia delle sue grazie... Ed altre moltitudini conosceranno e pregheranno il Beato Don Bosco, conoscendo e pregando l'Ausiliatrice; perchè chi dice l'Ausiliatrice dice D. Bosco, e chi dice Don Bosco dice l'Ausiliatrice.

Benedetto binomio inseparabile nel cuore del popolo e consacrato dal divino consenso, con il sigillo del prodigio!

Contessa ROSA DI S. MARCO.

Due apparizioni di Don Bosco nel mattino della sua morte

I.

Un magistrato in riposo di Aix-en-Provence (Francia), alla fine del 1887 era gravemente infermo a morte e non lo si poteva indurre a ricevere i sacramenti, perchè tenacemente incredulo. Il suo spirito, pervertito dalla dottrina di Voltaire e da quella positivista di Comte, aveva fatalmente perduto ogni fede cristiana.

Il suo parroco premuroso ne scrisse al Beato Don Bosco raccomandandogli preghiere per la conversione di questo incredulo; nelle visite però che con zelo continuava a fare a quando a quando a quel suo parrocchiano non ne vedeva alcun miglioramento spirituale.

Ma ecco che all'alba del giorno 31 gennaio del 1888, data della morte del Beato Don Bosco, quel buon parroco svegliato all'improvviso da un fortissimo rumore, vede un globo di fuoco salire verso il cielo, mentre una voce ben distinta l'assicura della conversione certa del magistrato incredulo.

Difatti quel mattino stesso presentatosi il parroco alla casa del moribondo, questi l'accoglie con gioia, e senza la minima difficoltà si dispone a ricevere con ottima disposizione i sacramenti, e dopo pochi giorni spirava nei sentimenti di perfetta conversione.

II.

Tra le varie apparizioni del B. Don Bosco dopo la sua santa morte, ci piace riferire la seguente, narrata dal suo venerando Successore D. Rua.

Suor Filomena Cravosio dell'Istituto delle Suore Domenicane di Mondovì (Cuneo), da circa due mesi era molto sofferente per pene di spirito, e infermità corporali.

Durante quel tempo aveva scritto alla sua madre a Torino, che venisse a chiedere a Don Bosco una benedizione per sollievo delle sue pene e dolori, e noli aveva mai ricevuto risposta.

Il mattino della morte di D. Bosco, il 31 gennaio 1881, Suor Filomena, dopo una notte passata in mezzo alle più gravi angustie e sofferenze, si era leggermente addormentata, ed ecco nel sonno apparirgli D. Bosco, nell'attitudine con cui soleva andare in casa sua a Torino. - Era Don Bosco, riferisce la religiosa, ritto a piè del mio letto: portava la solita mantellina rialzata sul braccio sinistro, il cappello teneva colla destra, ed era così giovane, allegro, vivace come appunto lo avevo veduto soventi volte in casa nostra negli anni della mia fanciullezza a Torino ». D. Bosco le disse : - Oh! Suor Filomena, che cosa ha? - Meravigliata la Suora di vederlo, esclamò: - D. Bosco qui? E tanto tempo che sono ammalata, ho scritto a mia madre che andasse a chiederle la benedizione per aver sollievo nei miei dolori, e non ebbi mai risposta, ed ora lo vedo qui. - D. Bosco le rispose: - Sua madre ha cercato di venire a parlarmi, ma, siccome io ero molto infermo, non le fu permesso di venirmi a vedere, e ora vengo io stesso a portarle la benedizione.

- Oh! come è buono D. Bosco, rispose l'inferma, le sono ben riconoscente.

E D. Bosco: - Sappia che quando io ero in questo mondo non potei fare che ben poco per lei e per la sua famiglia; ma adesso che sono in Paradiso posso fare molto di più, e voglio fare adesso ciò che non potei fare allora che avevo tanto da adoperarmi per i miei ragazzi e dovevo pensare a tante mie Case.

- Ebbene, soggiunsi io, se è così mi ottenga dal Signore salute, forza e mi liberi il cuore da tante pene, affinchè io possa correre le vie del Signore e fare del bene come ne ha fatto Lei, e giungere ancor io in Paradiso.

Don Bosco allora mi benedisse e poi soggiunse: - Ma non vede che lei ora sta benissimo e il suo cuore è pieno di buona volontà? Si alzi pure, Iddio è con Lei.

Cosa mirabile! In quell'istante stesso l'inferma sentì scomparire tutti i suoi dolori e le sue pene, di maniera che potè levarsi e andare con la Comunità agli esercizi religiosi del mattino.

Fu grande la meraviglia di tutte le Consorelle; ed appena finite le solite pratiche di pietà le furono attorno a domandarle come mai avesse potuto alzarsi e venire alla chiesa. Essa rispose che D. Bosco l'aveva guarita, e raccontò l'apparizione che aveva avuto. Le Suore rimasero esitanti sentendo dire che D. Bosco non era più in questo mondo, avendo inteso qualche giorno prima che migliorava. Senonchè al primo arrivo del tranvai, pervenne pure la notizia che D. Bosco era morto; il quale, a quanto sembra, sarebbe apparso appena qualche ora dopo la sua morte, cioè alle sette del mattino, mentre egli era morto alle quattro e tre quarti.

Questo seppi da relazione scritta dalla Suora stessa e poi oralmente da lei confermatami. Essa vive tuttora ».

Torino, Maggio 1888.

firmato: Sac. MicHELE RUA.

NB.- In data 6 febbraio 193o dall'Oratorio Salesiano di Torino si scrisse al suddetto Istituto delle Suore Domenicane di Mondovì-Carassone, chiedendo se mai vi era ancora colà memoria di questo fatto. La Segretaria Generale di quella Congregazione in data 9 dello stesso mese rispondeva, che alcune Suore anziane ancora se ne ricordavano, e frattanto aggiungeva le seguenti generalità della Suora graziata:

Rosa Cravosio, in religione Suor Filomena, dei Conti Francesco Cravosio e Felicita Langosto, nata a Torino il 29 novembre 1835.

Vestì l'abito religioso nell'Istituto delle Suore Domenicane di Mondovì il 5 gennaio 1862.

Essa fu sempre religiosa esemplare. Era valente maestra di lingua francese, si distinse come sapiente educatrice fra le giovanette del nostro Collegio di Mondovì-Carassone. Fu la prima Superiora della nostra Casa di Garessio, aperta nel 1878, ed il 15 settembre 1888, dopo la sua miracolosa guarigione, fu eletta Vicaria della Casa-Madre, dove morì il 6 aprile 1905, lasciando di sè cara ed edificante memoria.

Grazie del Beato D. Bosco.

Grazie, D. Bosco.

Da molto tempo la mia cara mamma andava soggetta a fortissimi dolori viscerali. Le visite di parecchi dottori davano pareri discordi ed essa, passando di cura in cura, trascinava i suoi giorni soffrendo. Finalmente uno specialista dichiarò trattarsi di calcoli al fegato ed essere necessaria un'operazione chirurgica. Tale sentenza ci spaventò tutti e decisi di ricorrere al Beato D. Bosco pregandolo ad intervenire in nostro aiuto, promettendo di inviare un'offerta per le Opere Salesiane qualora la mia mamma fosse guarita senza l'intervento chirurgico. Il Beato D. Bosco mi esaudì. La mia mamma andò migliorando sensibilmente di giorno in giorno ed ora si trova pienamente ristabilita.

Sampierdarena, 5 Febbraio 1930.

M. ELIDE GHIRINGHELLI.

Guarita da gravissima malattia.

La bambina Martina Maddalena di Luigi, di anni 3, fu colpita in principio del mese di febbraio da una forte bronco-polmonite che la tenne alcuni giorni tra la vita e la morte. Dichiarata dal medico curante la gravità della malattia, i genitori, dietro consiglio del Vicario sottoscritto, iniziavano con viva fede una novena al Beato D. Bosco.

In capo a tre giorni la bambina era fuori pericolo con grande sorpresa del medico, e ora si avvia a grandi passi verso la guarigione completa.

Lusernetta.

Sac Teol. GAUDENZIO TROMBOTTO.

Salvo coll'aiuto del B. D. Bosco.

Il 21 Novembre 1929 la cupola della chiesa del Sacro Cuore cadde, travolgendo con sè mattoni, spranghe di ferro, macigni di pietra. Il ragazzo Bruno Del Rosso di anni 14 rimase colpito dai calcinacci e dal pietrame. Portato all'ospedale Benito Mussolini, il Direttore Prof. A. Serra lo dichiarò in imminente pericolo di vita : erano le ore 16. Verso le ore 20.30, corsi dal Direttore dell'Istituto Salesiano di Bologna a domandargli una reliquia del Beato Giovanni Bosco; la portai al fanciullo e gliela misi sotto il guanciale. In seguito il ragazzo ebbe la benedizione dei Rev.mi Salesiani e le preghiere di molti. Passò parecchi giorni delirando. Di notte durante qualche momento di tranquillità gli facevo dire: « Beato Bosco, Tu che amasti tanto la gioventù, abbi pietà di me, povero fanciullo inferno. Beato Giovanni Bosco prega la Vergine Benedetta, il Signore per me ».

Il fanciullo aveva una profonda gravissima ferita al capo ed altre, lievi però, nel corpo.

La vigilia di Natale 1929 uscì dall'ospedale cicatrizzato al capo, ma però alquanto paralizzato alla mano e gamba sinistra.

Egli è figlio del capostazione Del Rosso delle ferrovie Stato Imola.

Bologna, 11 marzo 1930

FELICE BUDINI.

Per la pace in casa.

Da molti anni un grave dissidio teneva divise due famiglie, un giorno affettuosamente unite. Molto si soffriva, ma l'orgoglio seppelliva ogni tentativo di riavvicinamento.

Rivolsi a Dio ferventi preghiere per la loro riconciliazione, ma sempre con scarso risultato; mi rivolsi per ultimo al Beato Don Bosco, che mi fu sempre valido intercessore in tante circostanze della mia vita, ed ancora una volta, in modo inaspettato, le mie povere preghiere furono esaudite!

Discordie e malattie ancora turbano la pace della mia famiglia. Porta, o D. Bosco, ancora in essa una volta, la salute, l'ordine, la pace di Dio.

Fin d'ora, anche per questo, il mio grazie dal tuo Bollettino perchè so di non averti mai pregato invano!   N. V.

Don Bosco mi ha salvato il figlio.

Cadendo da un cascinale di notevole altezza un mio carissimo figlio undicenne rimaneva a terra tramortito: me lo portarono a casa sem pre fuori dei sensi e con una mano che penzolava come inerte. - Oh come ridire il mio spavento? Mi ricordai però che il figlio appesa alla maglietta aveva la medaglia benedetta di Don Bosco, e preso coraggio lo invocai con fiducia mentre prodigava al figlio le prime cure. Potei constatare che passato lo svenimento e ritornato in sè, non s'era fatto altro che una estorsione alla mano. Tutti i presenti ed anche il medico riconobbero che solo una potente grazia mi aveva salvato il figlio.

Campolungo 31-1-30.

MARIA BERGOMI.

Mi ha guarito il figlio.

Non erano ancora trascorsi 40 giorni che il mio piccolo Vittorio di 20 mesi aveva superato due congestioni polmonari e doppia polmonite, che attaccato da morbillo, sopravvenne altra congestione polmonare con pericolosi accessi di tosse e minaccia di polmonite.

Quale ex allievo, ricorrendo in quei giorni la beatificazione di D. Bosco, invocai la sua protezione perla guarigione del mio bambino collocando nella sua culla l'immagine del Beato.

Vittorio cominciò subito a migliorare e ogni pericolo scomparve.

Catania 24 maggio 1929.

Dott. CARMELO RANDAZZO.

Una guarigione sorprendente.

Il chierico Modesto Tessari appartenente al gruppo di giovani destinati alla Colombia, era appena giunto coi suoi compagni alla nostra casa di formazione di Mosquera, quando fu obbligato a letto da una leggera influenza grippale.

Superata in pochi giorni l'indisposizione, non era ancora completamente ristabilito, quando l'assalì un malore assai più grave. Una sera a motivo d'un colpo d'aria fredda sentì repentinamente un acuto dolore all'orecchio accompagnato ben presto da febbre elevata e persistente. Chiamato il medico, questi dichiarò che si trattava di un caso assai grave e consigliò di trasportare il malato a Bogotà per curarlo più facilmente.

Colà il male si aggravò ancor più; l'infermo in preda ad atrocissimi dolori aveva perduto la conoscenza, mentre la febbre infieriva con tanta intensità che i medici temevano da un momento all'altro una fatale complicazione. È facile immaginare la nostra costernazione. Il povero chierico, appena arrivato al campo dei suoi sogni, sebbene disposto a compiere la volontà divina, si vedeva chiusa la via ai suoi santi ideali. Io che con tanti sacrifizi l'avevo allontanato dai suoi cari colla speranza di avere in lui aiuto efficace in questo vasto campo di azione salesiana, temevo che svanissero in un momento le speranze più care.

Ci rivolgemmo quindi con filiale confidenza al B. D. Bosco. Si dava principio ad una muta di Esercizi, ed a tutti i confratelli ed ai giovani della casa raccomandai di incominciare una novena in onore del nostro beato.

Seguivamo intanto con ansia crescente le sorti del malato. Le prime notizie non furono soddisfacenti. Uno specialista dichiarò che si trattava di una otite gravissima e che sarebbe stata indispensabile la trapanazione ossea, operazione dolorosissima ed assai pericolosa date le condizioni dell'infermo. Aveva intanto ordinato alcune medicine e dopo due giorni con grande meraviglia sua e di quanti l'assistevano, trovò così migliorato il chierico che assicurò non esser più necessaria la temuta operazione.

In pochi giorni il chierico guarì completamente ed oggi riconoscente ringrazia il beato Padre e protettore, con noi.

Bogotà.

Sac. GIUSEPPE BERTOLA Ispettore.

Esprimono pure la loro riconoscenza al Beato Don Bosco

E. R. per grazia ricevuta ed invocando altra grazia offre L. 10.ooo per le Missioni Salesiane.

P. Luigi Romano invocando una grazia a pro di un ottimo confratello infermo.

D. Nicola De Martino (S. Angelo Lodig.) inviando l'incasso di una serata per le Missioni.

Rosario Lillo (Napoli) per essere stato liberato dalla minaccia di un'operazione chirurgica.

R. Pasino (Borgo S. Martino) minacciata da forte pleurite con complicazioni e febbre continua per vari mesi riuscendo vani i rimedi e affievolendosi le speranze, ricorse con novena al beato. Cominciò subito a migliorare e in breve a ristabilirsi.

N. N. (Trentino). Sull'orlo del fallimento, che sarebbe stato la rovina della famiglia, fece voto di fondare una borsa missionaria se ne fosse stato salvato. E la grazia venne presto e in modo prodigioso.

Famiglia Michelini (Roma) per grazie segnalatissime.

L. Giavera (Fontanella al Piano) raccomandò a D. Bosco un nipote gravemente colpito da bronco-polmonite con sbocchi sanguigni e disperato dal medico: durante la novena andò sensibilmente migliorando e in pochi giorni guarì

Una maestra per essere stata risanata in brevissimo tempo da un dolore pleurico.

Anna Segreti (Cosenza) per l'ottenuta guarigione della mamma, colpita da forte emorragia.

Barberis G. Giannina (Patrivero) per la guarigione di un tormentoso mal d'occhi, appena incominciata la novena a D. Bosco.

E. Montici (Cagliari) per un opportuno aiuto che finanziariamente lo sollevò.

Leo Grosso (Torino) per un'operazione chirurgica evitata grazie alla protezione del beato.

L. R. C. offre al beato la prima mesata di un aumento di stipendio tanto atteso e ormai insperato.

Cardona Gabriella (Parigi) per la guarigione di Giov. Boldini.

Cooperatrice Salesiana offre l'importo del viaggio a Torino che non può effettuare per un male insistente e ribelle, pel quale chiede grazia al beato.

Lorenzina Amato (Torino) per il buon esito degli esami del fratello lontano.

Giovanna Nobile (New-York) per la protezione del beato nella terza operazione chirurgica dovuta subire per un male allo stomaco, e nella successiva guarigione.

P. B. con una novena al beato ottenne grazia in una orribile sciagura per la quale doveva disperare o soccombere.

Teresa Virzi (Randazzo) per la guarigione del figlio colpito da polmonite doppia.

UN PAESE CHE CAMBIA NOME.

MUNICIPIO DI CASTELNUOVO DON BOSCO

4 Aprile 1930. Molto Rev.do D. Filippo Rinaldi

Rettor Maggiore Salesiani

Torino

Mi è grato trasmettere alla S. V. Rev.ma esemplare del Decreto Reale, giuntomi stamane dalla R. Prefettura di Alessandria, col quale il nome del paese natìo del Beato D. Bosco è stato cambiato in

CASTELNuovo DON Bosco

rendendo così meritato onore al grande Educatore, gloria e vanto della veneratissima Famiglia Salesiana.

Con distinti ossequi

Il Commissario Prefettizio ANDRIANO SILvio.

VITTORIO EMANUELE III per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d'Italia

Veduta l'istanza 10 dicembre 1929 con cui il Commissario Prefettizio per la provvisoria amministrazione del Comune di Castelnuovo d'Asti, in esecuzione della propria deliberazione 28 maggio 1929, chiede l'autorizzazione a modificare la denominazione del Comune in « Castelnuovo Don Bosco»;

Veduto il parere favorevole espresso dal Rettorato della Provincia di Alessandria con deliberazione 6 luglio 1929;

Visto il Testo Unico della Legge Comunale e Provinciale approvato con Regio Decreto 4 febbraio 1915, n. 148, il Regio Decreto 3o dicembre 1923, n. 2839, nonchè la Legge 27 dicembre 1928, n. 2962;

Sulla proposta del Capo del Governo, Primo Ministro Segretario di Stato per gli Affari dell'Interno:

ABBIAMO DECRETATO E DECRETIAMO

Il Comune di Castelnuovo d'Asti, in Provincia di Alessandria, è autorizzato a modificare la propria denominazione in CASTELNuovo DoN Bosco.

Ordiniamo che il presente Decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserito nella raccolta ufficiale delle Leggi e dei Decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato a Roma, addì 14 febbraio 1930, anno VIII.

F.to VITTORIO EMANUELE.

F.to MUSSOLINI.

Il Conte Rebaudengo e l'Opera Salesiana.

« Il Conte Eugenio Rebaudengo è stato da Sua Santità il Papa, insignito della altissima onorificenza della gran croce dell'Ordine Piano.

La notizia comunicata lunedì 31 marzo con un sentimento tutto particolare d'amicizia e di devota gratitudine dal signor Don Rinaldi, Superiore Generale dei Salesiani, ad una famigliare accolta di superiori e di amici, presto fu nota ad ogni ambiente salesiano della nostra Torino, suscitando in tutti sinceri sentimenti di gioia riconoscente.

Caratteristica figura quella del Conte Rebaudengo, Presidente della Associazione dei Cooperatori Salesiani! Egli è rappresentativa incarnazione di quella nobiltà piemontese, che tanto amica fu di Don Bosco, e tanto generosa con le sue varie opere di bene.

Nell'avvicinarlo, sempre ho profonda la sensazione che anche egli debba della nobiltà avere l'orgoglio e il concetto che della regalità aveva la santa Principessa Clotilde Savoia-Napoleone, la quale, a persona, a Lei e a me carissima, confidava di sentirsi lieta di essere nata principessa poichè l'esser principessa significava avere più doveri da compiere.

Anche nei tempi più demagogici il Senatore Rebaudengo rimase sempre fiero del suo titolo nobiliare, nella sicura coscienza che la nobiltà in Lui non era semplice etichetta, ma espressione formale di realtà spirituale, di carattere e di attività veramente superiori, la nobiltà del tratto identificato con la nobiltà della vita e questa esplicando nella beneficenza, largamente attuata con purissima fede cristiana e patria.

E la beneficenza volle nascosta, umile, fino a quando non fu, ad avviso di altri non suo, bene maggiore che essa si palesasse nella sua grandiosità, e cioè quando la beneficenza del Presidente dei Cooperatori Salesiani, poteva riuscire d'esempio e di incitamento a tutti i simpatizzanti dell'Opera di Don Bosco. Anche allora però il Senatore Rebaudengo nascose se stesso nella gloria familiare, e volle che l'Istituto professionale missionario che, per sua cura, maestoso sorge alla barriera di Milano, non portasse il suo nome personale, ma il nome del suo casato, dal quale aveva ereditata una tradizione magnifica di civili operosità e tratta ogni energia santa di bene, e sorgesse particolarmente in memoria della compianta sua consorte, la Contessa Rebaudengo- Ceriana, che delle idealità e della carità salesiana era stata in tutta la sua troppo breve esistenza luce soave e continua.

E nella stessa molteplicità degli affari civili, industriali, amministrativi nei quali prodiga se stesso, il Senatore Rebaudengo si appalesa il Signore nella maggiore e più squisita ampiezza, eleganza e nobiltà della parala.

La multiforme attività Egli considera come opera doverosa di conservazione e di accrescimento della agiatezza avita e sopratutto come strumento di maggior bene.

Instancabile, con vigoria giovanile, fatica col nobile miraggio che non fatica per sè, ma fatica per i suoi beneficati, per l' opere di beneficenza, che presenti sempre gli stanno agli occhi dell'anima, lieto se potrà privare se stesso di qualche piacere per poter maggiormente abbondare in nuove generosità, orgoglioso di essere severamente economo con se stesso per poter essere il signore dalla larga mano con i suoi beneficati.

E tra le forme di bene preferisce l'Opera Salesiana, gli Istituti del Beato Don Bosco, non solo perchè questi furono carissimi alla indimenticata sua consorte; non solo perchè è tradizione alta della nobiltà piemontese l'amare di amore fattivo la Famiglia Salesiana, ma perchè l'Opera del Beato Don Bosco trova più consone rispondenze col suo spirito.

Per Lui, tempra fiera di cattolico, l'Opera Salesiana è opera di Fede; per Lui Italiano, che l'Italia serve con l'opera e col consiglio, animato da viva luce intellettuale piena d'amore, l'Opera Salesiana è opera che onora altamente la Patria, per Lui lavoratore instancabile e disinteressato, l'Opera Salesiana è scuola insuperabile di lavoro, è società di lavoratori magnifici, la cui sola mercede è la salute delle anime e il bene compiuto per amore di Dio.

Ed è proprio questa armonica rispondenza tra i sentimenti e gli ideali di vita del Conte Rebaudengo ed i fini e gli affetti della famiglia di Don Bosco, è proprio la grande forza del buon esempio che da Lui promana della sua cooperazione salesiana tradotta in regola di vita, in molteplicità di opere attuate con umiltà di cuore e santità di intenti, che tutti con simpatia profonda ammirano ed amano ».

A queste belle parole, scritte dall'Avv. Felice Masera su L'Avvenire d'Italia, dovremmo far seguire la cronaca del con ferimento delle insegne, che il sig. D. Rinaldi volle effettuare il 27 aprile: ma per la ristrettezza dello spazio e per l'urgenza della stampa del presente numero, rimandiamo al prossimo mese,

LA CROCIATA MISSIONARIA

Facciamo presente che il Bollettino Salesiano non può, per ragioni di spazio, pubblicare i nomi degli oblatori che contribuiscono all'allestimento delle Borse che fanno capo alle singole case o collegi salesiani. Il Bollettino pubblicherà a suo tempo la Borsa completa, lasciando alle singole case di pubblicare sui proprii periodici il nome degli offerenti.

IIIa SERIE.

82. Borsa « Medaglie d'Oro » delle MISSIONI SALESIANE offerta da pia persona in memoria di Mons. Versiglia e di Don Caravario barbaramente trucidati nel Vicariato Apostolico di Shiu-Chow (Cina) il 25 febbraio 1930.

83. Borsa « CRISTO REY ».

La pia signorina Maria de la Luz, professoressa ed entusiasta ammiratrice del sistema educativo di D. Bosco, che da anni applica nelle scuole uliiciali delle quali fu attiva insegnante e direttrice, non potendo consacrarsi al Signore tra le Figlie li Maria Ausiliatrice come ambiva da molto tempo, desidera fare per mezzo di un futuro missionario quello che non è stato possibile a Lei. A questo intento offre le sue economie, raccolte con molti stenti pe. cooperare a far regnare nel mondo Cristo Re Pacifico!

84. Borsa CRISTO SACERDOTE offerta dai sacerdoti cooperatori salesiani dell'Ungheria. 85. Borsa D. GIACOMO BELLIA costituita ed offerta pel mese della Festa del Beato D. Bosco da un generoso amico dei primi tempi dell'Oratorio.

86. - 87 - 88. Tre borse BERTERO Cav. ANTONIO fondate dal generoso Cav. Antonio Bertero di Moncalieri come legato alla sua morte, avvenuta il 13 giugno 1928.

89. Borsa GAIDO BARTOLOMEO fondata dagli ex allievi dell'Ospizio S. Cuore di Gesù in Roma. 99: Borsa D. PEDEMONTE fondata dai Confratelli, alunni e Cooperatori di Puno Perù). BORSE DA COMPLETARE.

BORSA MONS. VERSIGLIA.

Comitato Centrale delle Dame Patronesse Salesiane, 5000 - Bauer Ferdinando (Madrid), 250o - A mezzo mons. E. Coppo, 1882,50

Totale L. 9382 50.

BORSA MAMME DEI MISSIONARI.

Una persona, che sente vivissima ammirazione per le mamme dei nostri missionari, lancia la nuova Borsa, iooo.

BORSA SALESIO.

Una generosa signora genovese, 10.ooo.

BORSA MARIA AUSILIATRICE (20a). Somma precedente: L. 9195,70.

Cav. Paolo Migliori Oneto, 50 - Costanza Sassoli de' Bianchi, 50 - Angiolina Brunel, 15 - Sao. Ferdinando Barral, 35 - N. N. (Udine), 40 - Gaudenzio Savoini, 20 - Peroni Teresa di Fermo, 30 - Ritegni Antonia, 5 - Zuriga Teresa Chiesa, 5 - Zuriga Ernesta, z - Di Fant Ch. Guerino, 5Beccaria Leoni Domenica, io - Montagna Colombina, io - Can. Raffaele Basti, 30-'Tommaso Noi. Lixi, 5o - Giuseppe Fusarini, 20 - Manizzi Francesco, 75 -'Teresa Gottara, ioo - Giovanazzi Carmela, 50 - De Giovanni Giuseppina, io - Lanfranco Sorelle, 3 - Margherita Dore, 15.

Totale L. 9825,70

BORSA SAVIO DOMENICO (4a).

Somma precedente: L. 3403,70.

Can. Savio Giuseppe, iooo.

Totale L. 4403,70.

BORSA MONS. FRANZONI.

Raccolte dai Confratelli, alunni e cooperatori di Tucuman (Argentina) 11.250.

BORSA BEATO D. BOSCO (8°).

Somma precedente: L. 2240.

Gola Sandro, ioo - Rosso Vittoria, 15 - Dosio Matilde, 30 - N. N., 5o - Famiglia Triulzi, 5o - Fantoli Angiolina, 5o - Margherita Dore, i5 - Sartuer Visenda Onorina, io - Ignazio Nicastro a suffragio del Padre Giuseppe Nicastro Cannella, zoo - Mecnin Elvira, 5o - G. Podestà Cataldi, 40 - Ubertis Francesco, 5o - Giuseppina Capriolo, zoo - Vittoria Venturi, 400 -- Famiglia Cerioli, 20 - Mario Barattini, 5 - Teresa Parietti, 20 - Teresa Girardello, 0co - Alfia La Rosa, 5 - Giuseppe Mecacci, io - S. Scich:.Ione, io - Fogliassi Adele, io - Cuniberti Francesca, io - Maddalena Mariani, io - Marra Ignazio, 15 - Fanti Alfonso, io - Gambero Giovanni, 25 - Terizzano Angela, 5o - Terizzano Felicina, io - Cristina Moreschi, io - Sorelle Poma, 40 - Teresa Gottara, 10o - Manizzi Francesco, 75 - Dimma Cavatorta Ravanetti, 5o - Ferrero Margherita, 500 - De-Giovanni Giuseppa, io - Monti Iginia, zoo - Barbero Carolina, io - Lanfranco Sorelle, 3 - Castagneto Maria, 40 - Fassio Maria, 5o - Rina e Giulio Rigoletti, 15 - Scianca Marta, z5, - Sorelle Porta, 300 - Torinetti Candida, 5o -- Siano Maria, 5.

Totale L. 4993.

BORSA S. TERESA DEL B. G. (10a).

Somma precedente: 1.. 3607.45.

Arrù Vincenza, 5o -,.Dott. Pasquale Mazzola, 5o - Conte

Bardi Serzelli, zoo -- Cuigi Rossi, 400 - Graso Virginia, 15 - On. Bar_ Pennisi di S. Margherita, 500 - Virginia Vitello, 000 -- Manizzi Francesco, 75 - N. N., ioo.

Totale L. 4997,45.

BORSA G. - M. A. - D. BOSCO.

Somma precedente: L. 619o.

Antonia Toneguzzo, 19o - Maria Cavallo, 9500 - Panero Giacomo Centallo, 1oo.

Totale L. 15.980.

BORSA D. FEDELE GIRAUDI.

Somma precedente: L. 1030.

Comm. ing. Angella e figli, 400 - Ex allievo Sac. Masoero Alberto, 1oo - In memoria della defunta signorina Augusta Belli, 5o.   Totale L. 168o.

BORSA DON M. RUA (z').

Somma precedente: L. 00.030,85.

Bernuzzi Dante e Domenica, 5o - Parr. D. Liborio Pittari (raccolte in parrocchia), 5o -- Canteri Rosina, 55 - Giovannina Castellano, ioo -D.Giac.Morbi, ioo--- Sella Giovanni, 20 Sensi Giuseppe, zo-Tina Abate, io - Luisa Vignoli, 20 -- Lucia Di Carlo, 55 - Frassy Francesco, ioo - Arrighini Giovanni e consorte, ioo - Da vari, zio.

Totale L. 10.820,85.

BORSA CORTEMILIA.

Somma precedente: L. 9055.

Raccolte da Abate Teresa Perletto, 78 - Giamello Luigi e Luigia, 35 - Meistro Carolina e famiglia, ioo - Onesto Giuseppina, 20 - Carena Amalia, 5o - Dotta Ida, 5o - Cristino Giovanna, 24 - Vero Teresa, io-Dotta Giuseppe, 50 - N. N , 35 - Rinaldi Paolina, 5o - Vazotto Pietro, 10 -- N. N., 15 - N. N., 2o- N. N., 5o - Alpiste Luigia, 15 - M. C. (quota mensile), 40 - Robino Elena, 30 - Destefanis Concezina, zo - Dai salvadanai-esattoria, 56 - Bronda Edvige, 20 - N. N., io - Sorelle Viglino in suffragio della cara mamma, zoo - N. N., zoo - N. N., iz.

Totale L. 00.255.

BORSA MONS. GIUS. NOGARA.

Somma precedente: L. 3294,75.

Cipponi Assu;ro, 2 - Cipponi Virginia, 2,50 - Pugnale G., 7 - Polga Palmira, io -Luis Luigina, 2 - Maria Ceccon, 5 - N. N., 5 - Pizzul, i-N. N. 5 - N. N. i - Busetto 3 - Contardo, i -Teresa Piccolo, 5 - Giannini Carlo, i - Musolla Nello, 3 - Gastone Piccolo, io - Piccolo Lidia, 2 - Driussi Guido, io - Recita Bertiolo, 84,50 - Offerta Recita Gorizia, 5o.

Totale L. 3504,75,

BORSA i VERCELLI n.

Somma precedente: L. 1425.

Parrocchia di Borgovercelli, ioo - Parrocchia di Carpenetto: Cav Carlo Francone, Gino Frantone, Geom. B. Giov. Gallo, 50 - D. Carlo Testa Parr., io - Balocco Giuseppe, io - Bor Maria, io- Angelini Melchiorre, io- Bonello Giovanni, TO - Giuseppina Ardizzone, 2o - Raccolte dal Can Mons. Riccardo Orsenigo, 75. Totale L. 1720.

BORSA S. CUORE DI GESU' CONFIDO IN VOI! Somma precedente: L. 5332,50.

Maurizio Borri, tono - Edvige Garibaldi Ughetto, 20 - Sasso Cecilia, 5 - Maddalena Prosperi Sini, io - Luigi Cantiero, 15 - Virginia Vitello, ioo - Luigia Mina in suffragio dell'anima dell'ottimo consorte, iooo.

Totale L. 7432,50.

BORSA REGINA DI MONDOVI'.

Somma precedente: L. 150.

Lucia Lanza, 25 - Famiglia Danni, io - Paolina Danni, 5 - Mary Murazzano, io - Dott. Antonio Crosetti, 2o - Giannina Crosetti, io - Dott. Riccardo Crosetti, 5 -Lucia Garelli, io - Maria Meriggio, s.

Totale L. 250.

BORSA TEOL. ALBERT.

Somma precedente: L. 16oo.

N. N., 5oo -- N. N., 2500.   Totale L. 4600.

BORSA S. CUORE DI GESU' SALVATECI! Somma precedente: L. 4686,60.

De Roja Brunetta Elisa, 30 - Teresa Basso, io - Santina Antonietta, io-Una pia signora di Rovigo, 150-Un gruppo Donne cattolir!ne di Torrepellice, 5o - M. C. un'ottima persona di sei vizio a Torino, 2oo - N. N. (A. M ), 300 - Margherita Dore, 15.   Totale L. 5451,6o.

BORSA ANIME DEL PURGATORIO. Somma precedente: L. 5414,30.

Canepa Maria V. Tavel!a, 20 - Ferrero Colomba, 5 - Ersilia Caramaschi, 25 - P. F., so -- Margherita Dore in suffragio di Antonio, Giuseppe, Teresa, Pompeo, Raffaele, Nino Dore, 60.   Totale L. 5;74,30

BORSA S. MARGHERITA DA CORTONA. Somma precedente: L. 4011,05.

Fornengo Margherita, 1oo - Valeri Angelo (offerte da diverse persone), ioo - Margherita Dore, io.

Totale L. 4221,05.

BORSA S. LINO

promossa dalla Diocesi di Volterra in onore del Vescovo Salesiano Mons. Dante Munerati.

Somma precedente: L. 1694.

Raccolte nella serata di propaganda Missionaria nel Teatro Persio Fiacco di Volterra, 529,95 - Mons. Ciulli e Famiglia, io - Ved. M. Bartolini, 2o - N. N., 5 - Associazione S. Lino tra i Chierici del Seminario, 150 - Oratorio S. Filippo, 25 - Istituto S. Giuseppe in conferenze, 11o,6o - Ester e Marietta Bruni, 5o - Can.co Ulderigo Sardi, 1oo.

Totale L. 2694,55.

BORSA S. GIUSEPPE (3a).

Somma precedente: L. 2570.

Famiglia Davico, so - Angelina De Fidio, 5 - Giudici Maria, zo - Secondina Pugno, 20 - Maria e Albina Sacchi, 25 - Gius. Fusarini, 5 --- Pia Signora di Rovigo, 150 - Maria Davico, 25 - Cortevesio Ermelinda, 50 - Margherita Dore, 15.

Totale L. 2935.

BORSA MARTIRI GIAPPONESI.

Somma precedente: L. 5516.

D. Carlo Prandi, ioo - D. Carlo Prandi (4a e 5a offerta), zoo - D. Carlo Prandi, ioo - Cesarina Borneri Salio, 5o - C. V. S., so - Culasso Felice, iooo.

Totale L. 7016.

BORSA DIVINA PROVVIDENZA.

Somma precedente: L. 953

Sr. P. chiedendo larga provvidenza per la sua Casa tanto bisognosa, so.

Totale L. 1003.

BORSA S. FAMIGLIA.

Somma precedente: L. 18o.

Brunetti Carolina 25.   Totale L. 205.

BORSA PICCOLI AMICI DI D. BOSCO. Somma precedente: L. 8oo.

Sig.na Perucca Cesarina a nome dei suoi piccoli allievi, 15o. Potale L. 950 BORSA D. P. RICALDONE

Sornnza precedente: L. 16.403.

Cav. Moizo, 100.

Totale L. 16.5o3.

BORSA PIO X.

Sonzrna precedente: L. 6422.

Pia Maschi, 30 - Eva Consacchi Davico, so.

Angela Pagani fu Antonio, 2oo.   Totale L. 6702.

BORSA S. EMERICO DUCA D'UNGHERIA

in occasione del suo 900.mo anniversario. E stata ideata e caldeggiata dai giovani della Casa di Nyergesujfalu (Ungheria) che hanno raccolto già L. 3600.

BORSA INFANZIA ABBANDONATA. Somma precedente; L. 105o. Luigi Merlo, 5o.

Totale L. 11oo.

BORSA D. GUIDAZIO. Somma precedente: L. 155. Guidazio Ivaldi, ioo.

Totale L. 255.

BORSA MADONNA DI LORETO Somma precedente: L. 1138,50. Sac. M. Cappa, 200

Totale L. 1338,50.

BORSA S. MICHELE ARC. Somma precedente: L.. tono. Cav. Nicolò Piazza, 25.

Totale L. 1o25.

BORSA CARD. CAGLIERO (3a) Somma precedente: L. 1152,50. Delatis Irene, 10.

Totale L. 1162,50.

BORSA PIO XI (2a). Somma precedente: L. 49. Giovanni Andreani, 30.

Totale 1„ 79.

BORSA MONS. G. MARENCO.

Somma precedente: L. 1886.

A mezzo Sig. Giga Canale, 400.   Totale L. 2286.

BORSA S. ANTONIO DA PADOVA. Somma precedente: L. 585. Del Fabbro Oliva, 50.

Totale L. 635

BORSA PIER GIORGIO FRASSATI.

Somma precedente: L.. 1229.

Pellegrini Vittorio, 5 - N. N. (Polesine P.). 50 - Iole Storato, 5 - Cooperatrici di Bagnolo a mezzo Castagno Francesca, 40 - Z. Z., 80.

Tosale L. 1409.

BORSA MAMMA MARGHERITA.

Somma precedente: L. 9442.

Direttore Ist. Sales. (Borgomanero) per la sig.ra Maria Volta, 5o - Montarolo Antonio, 50 -- Buffa Maddalena, 5o. - Vittoria Paracchini De Antonis, 50.

Totale L. 942.

BORSA D. BOSCO EDUCATORE (3°).

Somma precedente: L. 14.763,30.

Dina e Maria Savio, 6o - Ugo e Sofia Bettini, io - Lisa Brunelli, 40 - Gioconda Bosetti, io - Vailauri Angela Ved. Racca, so - Cap. Salerno Emanuele, zo - Porello Maria Vico, 40 - N. N. (Pomarolo), ioo - G. M. zoo.

Tote!e L.. 15.293,30.

BORSA D. LUIGI NAI.

Somma precedente: L. 9967,05, - Dadi Ex Allievi del Collegio Salesiano di Valparaise (Cile,, zoo - V. Matilde, 20

Pozzi Pietro, ioo - Ponzetti ed altri di Caluso, 1040.

T.'tale L. 11.3- 7,05.

BORSA FRIULI.

Sovnma precedente: L. 11oo.

Cav. D. Giacomo Brovedani, 59.

BORSA SUOR TERESA VALSÈ   Totale L. 1150.

A mezzo sig. D. Calvi, 400.

Ci sono pervenute queste altre offerte per nuove Borse con denominazioni diverse:

BORSA DON PEDUSSIA.

N. N. 1oo per grazia ricevuta da D. Bosco che imparò a conoscere per mezzo di D. Pedussia. - N. N., 50.

BORSA SS. DOMENICO E CATERINA. N. N. (Trentino), 100.

BORSA PLAZZOTTA ANTONINO.

I fratelli e le sorelle in ricordo del loro caro defunto, 15oo.

BORSA S. ROSALIA.

Zambut Calogera, 5 -Pace Michele, 7 - Gentile Giuseppe, 2.

BORSA AGRIGENTO. Avv. Giov. Sciascia, z5.

BORSA S. AGATA.

Parroco D. Venticinque Domenico, anche a nome di varie pie persone di Agira, 43.

BORSA MARIA ADDOLORATA. Manizzi Francesco, 75.

BORSA DON FRANCESIA.

Luigia Fracca, 5o - C. A, 5oo - Sanna Cristina, 5o.

BORSA ANGELI CUSTODI. Margherita Dore, 10.

Lettera di Don Giulivo ai Giovani.

Carissimi,

Dovete sapere, che in Roma alla Basilica Vaticana il 2 giugno scorso celebrandosi la beatificazione di Don Bosco, oltre ai teloni della gloria e dei miracoli si dovette nell'atrio della Basilica esporre una tela rappresentante un episodio saliente della vita del nuovo Beato.

Orbene quale fu quest'episodio? Fu quello di Don Bosco portato in trionfo dai suoi allievi, episodio che si ripeteva ogni domenica a sera ai primitivi tempi dell'Oratorio Festivo di Valdocco, quando prima di congedarsi dal Beato i più grandicelli lo ponevano in sedia gestatoria, oppure lo facevano sedere sopra le loro braccia intrecciate a sedile, e lo portavano in trionfo fino al così detto rondò del corso, ora « Regina Margherita », gridando mille evviva al loro caro Padre.

In questi passati mesi, ai festeggiamenti del beato Don Bosco celebratisi ormai in tutte le parti del mondo, quella scena parve ripetersi ovunque; perchè la nota più gaia dei festeggiamenti stessi fu portata specialmente dai giovani con indicibile entusiasmo. Cortei interminabili di giovani inneggianti al nuovo Beato percorsero le vie delle più grandi città. Alla cattedrale di Lione in Francia in detti festeggiamenti nella giornata riservata alla gioventù vi fu tale ressa di giovani che ne rigurgitò il vastissimo tempio da non bastare a contenerli tutti. A Buenos Aires ben cinquemila ex-allievi di Don Bosco riempirono la cattedrale alla Comunione generale, e così via via tanto nei grandi, che nei piccoli centri, ove si festeggiò il nuovo Beato.

Ora tocca a voi, o Giovani, continuare a portare in trionfo il beato Don Bosco, ispirandovi ai suoi esempi, praticando i suoi insegnamenti e facendovi tutti Cooperatori e Zelatori delle sue Opere e Missioni Salesiane.

Viva Don Bosco portato in trionfo dai giovani!

Addio.   Don Giuiivo.

Facciamo noto ai nostri benemeriti Cooperatori che le opere nostre hanno il Conto Corrente postale col N. 2-1355 (Torino) sotto la denominazione DIREZIONE GENERALE OPERE DI D. BOSCO - Torino. Ognuno può valersene con risparmio di spesa, nell'inviare le proprie offerte, ricorrendo all'ufficio postale locale per il modulo relativo.

DALLE NOSTRE MISSIONI

Come consumarono il supremo sacrifizio i nostri martiri della Cina.

(Relazione del Sac. Giovanni Guarona).

Shiu Chow 7-3-1930.

Amatissimo Padre,

Ben può immaginare come ci troviamo per la disgrazia che ci privò del nostro Pastore e del promettente D. Caravario: solo le circostanze della morte e il motivo che la determinò possono lenire il nostro dolore e rianimarci.

S. E. Mons. Versiglia ci aveva lasciati il 24 febbraio u. s. Lo accompagnavano Don Caravario, una catechista, due alunne e due alunni recentemente diplomatì alle nostre scuole. Il 25 si imbarcarono a Lin Kong How alla volta di Lin Chow, per la visita pastorale, tramandata a più riprese per motivo di torbidi e guerre. Da quattro anni Monsignore non era più andato in quel distretto, mentre soleva visitarli tutti ogni anno. Ora il bene delle anime e lo sviluppo della missione non permettevano più di differire la visita e Monsignore vi si decise, benchè il momento non fosse il più propizio.

L'anno scorso io feci diverse volte quel viaggio: Don Caravario nonostante i pericoli era disceso senza che nulla di grave gli accadesse: il nostro confratello cinese ai primi di gennaio, ritornando a Lin Chow dopo avermi accompagnato a Shiu Chow, fu preso due volte dai pirati, ma subito rilasciato appena riconosciuto come appartenente alla missione. Tutto quindi faceva sperare che non vi sarebbero state grosse sorprese: invece il Signore dispose diversamente nei suoi imperscrutabili disegni. Fiat voluntas Dei !

Ad una ventina di chilometri da Lin Kong How la comitiva fu fermata da una banda di pirati, i quali richiesero certa somma per lasciar loro libero il passo. I nostri non hanno che il puro necessario pel viaggio: ma i pirati non ammettono scuse, non discutono e tentano catturare le alunne che si trincerano dietro Monsignore e Don Caravario. I briganti si imbestialiscono, e li assalgono a colpi di randello e col calcio dei fucili e i due protettori cadono sotto la tempesta. Le ragazze gridano e invocano il Signore: una di esse si lancia nel fiume, ma è acciuffata, e le altre si avvinghiano a Monsignore con lamentevoli invocazioni. Il buon Pastore, impotente ormai a difenderle, indica collo sguardo il cielo alla catechista che lo tiene ancor stretto per mano. La forza bruta ha il sopravvento e i pirati riescono a impossessarsi delle ragazze che vengono internate nella boscaglia. Anche Monsignore e Don Caravario sono trascinati esangui sulla riva e legati. Comincia allora il saccheggio del loro bagaglio: ciò che non serve è bruciato e gli oggetti religiosi buttati nel fiume. I giovani, i barcaiuoli sono tenuti a bada coi fucili spianati.

Raccolto il bottino i pirati intimano ai giovani e ai barcaiuoli di caricarselo sulle spalle e seguire la banda: i poverini non riescono, e son fatti partire con ordine imperioso di non voltarsi indietro. Essi così scendono la corrente e recano le prime notizie, mentre i pirati con alcune fucilate finiscono

Don Caravario e Monsignor Versiglia. Indi se ne vanno colle ragazze e col bottino.

Non pochi abitanti dei dintorni avevano assistito alla tragedia, come ad uno spettacolo teatrale!

Avvisato telegraficamente, mentre informo del fatto le Autorità, mando subito Don Lareno ad aiutare Don Cavada nelle ricerche. Si ignorava ancora la morte dei due eroi. Solo la sera del 26, giungendo essi sul posto dell'eccidio, appresero dal cristiano

Li A Sak l'assassinio di Monsignore e di Don Caravario e coll'aiuto del capo di polizia di Sui Pien, da cui dipende la località di Lai Teu Tsoei ove fu compiuto l'eccidio, riuscirono il 27 a trovarne le salme. I popolani avevano trafugato lontano i cadaveri per non essere coinvolti nel misfatto, e all'arrivo dei missionari fuggirono rifiutandosi di dare ogni informazione: solo le minacce li indussero a svelare il luogo dove li avevano sepolti - uno sopra l'altro - sotto poca terra, sulla quale avevano piantato alcuni bambù per sviare l'attenzione.

Estratte le salme in condizioni impressionanti - le palle avevano passato le occhiaie e fracassato il cranio - furono trasportate a Lin Kong How in attesa del sopraluogo delle autorità e il 4 marzo giungevano a Shiu Chow. Ieri si fecero i funerali di D. Caravario che fu solennemente tumulato all'entrata della chiesa di Ho Shi nel recinto del Piccolo Seminario da poco inaugurato. I funerali di Monsignore avranno luogo il 13 prossimo e già hanno annunziato il loro arrivo, per parteciparvi, quattro vescovi.

Fatto significante e che colpì assai anche i pagani: il 2 marzo le tre alunne tornarono felicemente alla missione, salvate certo dal sacrifizio dei due nostri martiri, ed uno dei pirati fu catturato.

La morte dei nostri fu causata solo dall'aver difeso la catechistessa e le due alunne contro i pirati, quindi per salvare la loro vita e specialmente per difendere la loro virtù. Nella banda dei pirati vi erano alcuni comunisti che imprecavano alla missione e bestemmiavano il Signore, mentre sfogavano la loro rabbia sulle vittime, che a detta di tutti furono gentilissime coi pirati e soffrirono pregando.

Monsignor Versiglia sarà seppellito nella nostra chiesetta, al centro delle sue opere sorte nel decennio del suo episcopato. Ci preparavamo a celebrare il suo giubileo di missione (era venuto in Cina nel 1906)... e le opere da lui compiute: queste sono più che sufficienti a fissare i meriti copiosi del nostro caro Monsignore.

Primo missionario salesiano in Cina fondò la casa di Macao, la missione dell'Heung shan e mostrò il suo tatto e zelo specie nell'accettazione di questa missione, staccata da quella di Canton ed eretta in Vicariato indipendente nel 1920.

Prima di pensare a costruirsi una residenza conveniente, provvide ai missionari e alle opere vitali della missione. Egli continuò a risiedere nella piccola stamberga del Sin Tung Mun, mentre faceva sorgere:

1) L'orfanotrofio di Ho shi, cambiato ora in Seminario.

2) Le Scuole Professionali «D. Bosco» con le Scuole Elementari, Tecniche e Normali inferiori.

3) La Scuola Maria Ausiliatrice con classi Elementari e Complementari.

4) La Casa di formazione delle Catechistesse. 5) La Scuola dei Catechisti.

6) Oltre 20 Scuole parrocchiali e distrettuali. 7) Il Ricovero dei vecchi. 8) L'Asilo della S. Infanzia.

9) Chiese, Cappelle, residenze, stazioni in ogni distretto.

E quando tutto questo fu fatto, Egli costrusse la Casa Centrale pei missionari, non essendo più possibile dar loro ospitalità nel Collegio D. Bosco sviluppatosi prodigiosamente al punto di accogliere oltre 200 alunni interni ed esterni in pochi anni.

Ogni opera meriterebbe una pagina illustrativa e direbbe l'attività sorprendente del nostro Vicario Apostolico, che era pure un abile architetto avendo curato egli stesso la costruzione degli edifizi, come prima aveva curato la costruzione della Casa di Macao, guadagnandosi dalla Direzione delle opere Pubbliche lode di architetto non comune.

Quasi ogni anno visitava tutti i distretti e non poche volte corse a supplire la mancanza del missionario in qualche cristianità. Ora stava compiendo l'ultima visita ed era appena tornato da Nam Young. La penuria di missionari e le condizioni critiche della Cina lo portarono a fare il sacrifizio dell'andata in Italia per la Beatificazione di Don Bosco, e tutti abbiam visto quanto si sia prodigato e quanto abbia sofferto proprio in quella prima quindicina di giugno, in cui il nostro D. Dalmasso fu catturato dai bolscevichi. Il buon Pastore passava le notti in orazione, dopo aver brigato tutto il giorno, e il suo corpo già spossato dal lavoro, veniva ancora macerato col cilicio che fu trovato intriso di sangue!

Di esteriore riservato e poco espansivo, nascondeva però un cuore delicatissimo che pochi forse han potuto conoscere. La sua prudenza era proverbiale e tutti sanno come custodisse gelosamente i segreti. La sua fine ci rivelò la fortezza d'animo e lo zelo per le anime. Ci sproni ancora dal cielo a seguirlo.

Mi benedica

Aff.mo in .C. J.

Sac. Giov. GUARONA.

ALTARINI PORTATILI a cui si apporrà in una larga il nome della persona offerente.

Cassetta in legno    L. 16o Pianeta a doppio indritto, drappo oro e seta viola    » 200 Càmice, cingolo, rocchetto . . . . » 65 Tre tovaglie e piccola biancheria per la Santa Messa    » 40

Pietra sacra    »   20

Calice coppa d'argento    »   90

Teca per il SS. Sacramento . . . . »   25

Patena e piattino per ampolline - . .   »   25

Vasetto per Olio Santo    »   32

Crocifisso, candelieri, ampolline   »   25

Asperges, scatola ostie, cartegloria   »   33 Rituale

Messalino e porta messale . . . . »   55

Totale L. 8oo

Sacco Altare L. 400.

AMBULATORIO MISSIONARIO.

Letto    L. 385 Ferri chirurgici, pacchi medicazione . » 395

Porta irrigatore    » 165 Lavabo! sedia, sgabello, secchi, bacinelle, tavolo    » 320

Armadio    » 510

Sterilizzatrice per strumenti e garze .   » 225

Totale L. 2000

Armadietto farmaceutico   L. 260

Cassettina portatile di pronto socc. .   » 100

Sulla cattura e morte di Mons. Versiglia e di D. Caravario

(Relazione del Missionario D. Cavada).

I.

La mattina del 24 febbraio 1930 partivano da Shiu Chow alla volta di Lin Kong How Mons. Versiglia, Don Caravario, la religiosa indigena Chiara Tseng, due neopatentate della Scuola Normale Maria Ausiliatrice Maria Tong e Paola Ng: alle 4 1/2 pomeridiane arrivarono a Lin Kong How.

Data l'ora avanzata non credettero bene proseguire e si decisero a pernottare nella residenza missionaria di Lin Kong How. Io fui lieto di tale decisione che mi dava agio di passare qualche ora col mio caro Vicario Apostolico. Lo trovai faceto e disposto allo scherzo. Dopo le orazioni della sera diresse sia ai cristiani che ai componenti il suo seguito un breve sermoncino, incoraggiando tutti a fedelmente servire il Signore che avrebbe tenuto conto delle nostre buone opere e dei nostri sforzi nella pratica della virtù.

L'indomani mattina, subito dopo la santa Messa, rivolse ancora una volta la parola ai presenti : e alle 6 1/2 i nostri viaggiatori partivano molto contenti perchè il giorno si preannunziava primaverile. Issata la vela, il vento si mostrò tanto propizio che poco dopo sparivano alla mia vista nello svolto del fiume.

Alle ore 9 si rifocillarono alquanto in barca e verso le 11 1/2 si trovarono poco lontani dall'affluente che viene da Sui Pien.

Monsignore invitò alla recita dell'Angelus.

Subito dopo la confluenza del fiume di Sui Pien con quello del Lin Chow (Siou Pek Kong) un gruppo di pirati dalla riva intimò alla barca di approdare.

- Siamo del Tien Tchu Tong (Missione Cattolica) - si rispose dalla barca - siamo diretti a Lin Chow e portiamo su i nostri scolari.

Ma ripetendo imperiosamente l'intimazione di venire alla riva, la barca lentamente vi si accostò.

Alcuni pirati saltarono sul davanti della barca:

- Perchè viaggiate senza avvisarci e senza la nostra scorta? Dateci 50o dollari pel transito.

I nostri risposero:

- Non ne abbiamo.

Don Caravario consegnò loro il suo biglietto di visita, ma quelli adocchiate le fanciulle:

- Allora uccidiamo questi Europei - dissero, e senz'altro due di essi scaricarono le loro armi che furono però sviate dai compagni.

Presero dei tizzoni per appiccare il fuoco alla barca, ma Monsignore colla mano riusciva a spegnere l'incipiente fuoco per cui quelli furibondi col calcio del fucile e con dei pezzi di legno batterono i missionari sì spietatamente da renderli intontiti. Monsignore e Don Caravario collo sguardo miravano il cielo esortando così le fanciulle a raccomandarsi a Dio.

- Uscite dalla barca - gridarono poi i pirati alle ragazze; ma esse si avvinghiarono a Monsignore e a Don Caravario che le difendevano colle loro persone.

I pirati ripeterono le percosse sino a che Monsignore cadde a rovescio sulla Chiara Tseng. Intanto i pirati avevano trascinato fuori dalla barca la maestra Tong Maria, che si gettò nel fiume ma fu tosto acciuffata per i capelli da uno dei pirati e portata alla riva.

Seguì la Ng Paola, indi fu trascinata fuori anche la Tseng Chiara. Furono per ultimo costretti a uscire Monsignore che a grande stento riuscì a salire l'argine del fiume, mentre Don Caravario più giovane fu più spedito.

I missionari pieni di lividure alle braccia e sulla persona furono legati con cordami e condotti entro un boschetto di canne di bambù. Seguì il gruppo delle donne strette tra di loro. I due neomaestri, creduti servi della barca perchè vestiti molto dimessamente, dovettero aiutare a scaricare tutti i bagagli e portarli sino al canneto. Fu quindi proibito loro di continuare il viaggio, per cui raggiunta la barca a guado, mentre essa già discendeva il fiume, si diressero verso Lin Kong How.

I pirati intanto decidevano la fucilazione di Monsignore e di Don Caravario che in quel tempo sospirando al cielo pregavano invitando a ciò anche le povere fanciulle con lo sguardo. Poi bruciarono quanto non vollero portar seco.

Monsignore consegnò loro circa 6o dollari.

I pirati ripresero gli improperi perchè le ragazze supplicavano di essere uccise insieme ai missionari.

- Noi odiamo gli Europei - essi dicevano - e non voi. Anche se voi volete essere uccise, noi non vi uccideremo.

I pirati si divisero in due gruppi: uno colle ragazze si diresse verso una pagodina, l'altro coi missionari verso l'affluente Sui Pien ma sempre tra i bambù. Dopo circa quattro minuti di sosta le ragazze sentirono cinque scariche di fucile dal che arguirono la morte di Monsignore e di Don Caravario e pregarono in ginocchio, mentre i pirati che le custodivano le volevano in piedi ed imprecavano agli stranieri che vengono in Cina per occupare il paese e per arricchirsi. Lasciarono quel sanguinoso e truce suolo in compagnia di tutti i pirati, che, sborsato un po' di danaro a dei villani per l'inumazione delle salme, avevano chiamato qualcheduno per portare il bottino. Dopo circa tre quarti d'ora, verso le 3 pomeridiane, giunsero attraversando un bosco di pini ad una piccola frazione. Passarono il portale e entrando nella parte posteriore, quivi rimasero fino alle 6 pomeridiane, continuando poi il viaggio per circa un'ora e arrivando ad altra frazione che constava di una via fiancheggiata da casette con di fronte un ruscello. Quivi le ragazze rimasero sotto custodia dei pirati sino alle 9 pomeridiane. Dopo le 9 fecero altra mezz'ora di strada sino ad un gruppo di case, di cui una era oltremodo spaziosa. V'era dinanzi un battuto in calce ed alcuni grossi alberi. Vi rimasero la notte del 25, 26, 27. Tra i pirati vi era anche il capo, che loro rivolse la parola:

- Dunque voi siete del Tien Tchu Tong?

- Sì, risposero.

- E vero che voi pregate?

- Sì.

- A che serve quella corona? quella croce? Ma perchè vi attaccate a quei diavoli di Europei che non vengono in Cina che per occupare le nostre terre e arricchirsi?

- Oh, non ci attacchiamo tanto agli Europei, ma veneriamo ed adoriamo Iddio. I Padri non vengono da noi, se non per predicare la vera dottrina e salvare l'anima degli uomini.

Fra le donne di quella casa ve ne era una giovane, ventenne, che gli altri dicevano essere la moglie del capo Tsin A In, chiamata Lin Cheung. Egli disse loro buone parole, biasimò i suoi subalterni di aver fatto quel grave colpo e promise alle fanciulle di restituirle al Tien Tchu Tong e lasciarle libere.

La notte del 28 era passata, e verso le 2 antimeridiane del 1° marzo si incamminarono per una stradetta rocciosa per circa una mezz'ora fino a mezza montagna, dove era la stamberga di bambù abitata dalla famiglia Liu, marito e moglie e tre bambini. Alle 7 pomeridiane salirono ancora per quindici minuti quel sentiero roccioso giungendo ad un ripiano con dei pini, mentre nella pianura videro molti fuochi muoversi, segno di gente in fuga. Vi stettero fino alle 5 antimeridiane del 2 marzo, ora in cui ridiscesero alla prima stamberga custodita da pirati armati, pieni di terrore perchè avevano saputo che molti soldati erano sulle loro tracce. I pirati apersero contro di questi il fuoco e le donne uscite nuovamente dal casolare ripresero il sentiero della montagna, ma per poco perchè i pirati stessi le rimandarono alla casetta.

Il pirata che li accompagnava fu disarmato e legato dai soldati che sopraggiunsero; erano i soldati del Keui Tseung di Sui Pien; questi consolarono le fanciulle annunziando loro la liberazione; e le povere figliuole, ancora incerte e titubanti sulla verità di quell'annuncio, pregavano in cuor loro; poi seguirono la polizia che le condusse quasi subito al vicino paese che sembrava loro un mercato (Kao Tau) sulla riva di un fiume affluente del Siou Pek Kong. Di qui passarono verso le 9 della domenica a Sui Pien. Pranzato che ebbero, camminarono sino a Pak Ngun Hang; poi noleggiando una barca e sotto scorta della polizia di Sui Pien, giunsero a Lin Kong How alle 5 pomeridiane. Alla sera stessa, alle 10, col treno in compagnia di D. Dalmasso, dei soldati e del pirata prigioniero si recarono a Yeng Tak dove in mandarinato ebbe luogo l'interrogatorio fino all'alba. La sera del 3 marzo le buone figliuole ritornavano a Shiu Chow sane e salve tra le braccia delle loro buone e sante educatrici, le Figlie di Maria Ausiliatrice.

II.

Qui la relazione del carissimo Don Cavada assume una vera importanza storica essendo egli Parte attiva di ciò che narra.

Verso le 4 pomeridiane del 25 febbraio u. s. era giunta dal tragico luogo di Lao Teu Tseui la barca di Monsignore coi due neomaestri sfuggiti provvidenzialmente all'ec cidio, che ansanti e sbigottiti mi diedero la tristissima nuova. Udito sommariamente l'accaduto dai testimoni, mandai tosto telegrammi all'Episcopio di Shiu Chow, di Canton, al mandarino di Yeng Tak, e approfittando del treno locale per Yeng Tak mi portai io stesso dal mandarino per fargli presente il terribile fatto, e pregarlo di spiccare subito ordini a tutti i posti di polizia delle zone circonvicine da Ling Kong How ad Ham Kuong per le ricerche di coloro che io stimavo solo prigionieri dei pirati. Egli promise di farlo subito all'alba del giorno seguente.

Telegraficamente chiamato in mio aiuto, da Shiu Chow il mattino seguente giungeva Don Lareno. Con lui lo stesso giorno (26) alle 12 presi la via che costeggia il fiume del Lin Chow. Giunti ad un'ora sopra Na Pu, dove si passa il fiume, vedemmo salire il vaporino diretto ad Ham Kuong; vi montammo ed in meno di un'ora eravamo alla confluenza del Lao Teu Tseui. Scesi sulla spiaggia, vedemmo le ceneri di un grande fuoco e molti fogli di breviario, carta fotografica ed altri oggetti mezzo bruciati, galleggianti sulle acque del fiume. Raccogliamo qualche ricordo di Monsignore e di Don Caravario. Seguendo quegli oggetti disseminati fino ai primi bambù, troviamo le ceneri di un secondo fuoco con oggetti semibruciati; il breviario ed il passaporto di Monsignore ed altre cose minori. Mesti e pregando continuiamo il doloroso sentiero senza accorgerei di altre novità rilevanti fino vicino al fiume di Sui Pien ad un colle che lo separa dal fiume di Lin Chow. Ai piedi della collina tanto verso il fiume di Lin Chow che verso Sui Pien vi erano gruppi di case. Al primo nostro comparire, un panico indicibile fa fuggire quanti ci vedono e non riusciamo ad avere informazione alcuna.

Allora chiamammo ad alta voce: - Monsignore! Don Caravario! - Silenzio di morte.

Ritornati sui nostri passi per girare il colle verso l'altro gruppo di case cinte da una siepe di bambù, alcune persone si appressarono diffidenti allo steccato. Domandammo loro se avevano visto degli Europei, delle ragazze condotte prigioniere da pirati. Un giovane un po' avvinazzato stava per dircelo, quando una forte gomitata della nonna lo ammutolì. Volevamo salire il monte ma ci dissuasero. Perchè? Era forse per sviarci dalle tracce dei cari prigionieri? Era per compassione di noi, pieni di tristezza ed incerti della via? Ma perchè quel fuggi fuggi dinanzi a noi? Veramente per i pagani superstiziosi la nostra comparsa aveva dell'inverosimile, del terrificante, come di due apparizioni.

La spiegazione di tale terrore l'ebbimo solo il giorno dopo, quando scoprimmo lì presso la tomba dei nostri due cari.

Continuiamo quindi lungo il sentiero che costeggia il torrente di Sui Pien fino ad una frazione cintata, dove la nostra venuta causò meno meraviglia. Un anziano del paese di nome Li, fratello e cugino del nuovo Keui Tseung di Sui Pien (eletto il 25 alle ore 2 pomeridiane) si offerse di guidarci a Sui Pien, dove ci portammo in meno di un'ora. A Sui Pien parlammo al Keui Tseung domandandogli informazioni ed esigendo il suo concorso per la ricerca dei prigionieri. In quel mentre arrivò un cristiano (Lok a Tseung) che essendo passato per Kiu Leung aveva sentito dire della cattura e fucilazione di due Europei dalla barba lunga. Anche il custode della piccola residenza di Sui Pien aveva avuto sentore di questo eccidio, ed essendo andato ad accertarsi, aveva visto i bambù insanguinati e senza altro se ne era tornato a Sui Pien, dove il 26 (venduto cento kate di riso della missione per avere il necessario per il viaggio) si apprestava a partire per Shiu Chow quando noi giungemmo. Fu così che seppimo la triste notizia della morte dei nostri cari.

Il Keui Tseung ci promise un sopraluogo per il mattino seguente con 10 soldati in nostra compagnia. Venne anche il custode della residenza, Lei a Lok, che ci condusse direttamente sul posto. Trovammo infatti i bambù macchiati di sangue, malamente lavati, gli occhiali rotti di Don Caravario, un pezzo di colletto di Monsignore. La terra sotto i bambù era stata smossa di fresco: scavammo senza però trovare le salme. Dopo brevi indagini, trovammo altre tracce di sangue freschissime, frammenti di cervello, le quali tracce andavano verso il fiume di Sui Pien. Di qui la piena convinzione che erano stati fucilati. Passammo il banco di sabbia che ci separava dall'acqua: continuavano le gocce di sangue sulla sabbia fino ad una barchetta lavata di fresco, su cui si scorgeva ancora una leggera traccia sanguigna verso prua. Un triste presentimento s'impossessò di noi: erano forse stati gettati nel fiume? mentre noi con il catechista di Yeng-Tak, Francesco Tse, continuavamo le ricerche passando il fiume, in mezzo ai bambù della riva opposta, il Keui Tseung si affaccendava ad interpellare gli abitanti, minacciandoli di morte se non avessero rivelato il luogo della sepoltura. E lo seppe.

Ouel mattino stesso, prima dell'alba, per paura di essere incolpati dell'esecrando delitto, avevano disseppellito i cadaveri e portatili all'altra riva su un banco di sabbia, con questa li avevano ricoperti.

Dopo molti giri giungemmo sul posto, dove una serie di bambù secchi erano disposti all'ingiro e scavammo. Ed ecco un lembo di veste nera... Il cuore ci batteva fortemente, gli occhi erano pieni di lacrime. Lavoriamo trepidanti... Ed ecco sporgere in mezzo alla sabbia una barba rossiccia: è Don Caravario.

Gli baciamo la gelida mano, lo liberiamo dal grave peso della sabbia e dalle corde che ancora gli legavano le braccia. Con comune sforzo fraterno (perchè i soldati se ne stavano alla larga) riusciamo a metterlo allo scoperto e difenderlo dai raggi del sole che in quei giorni sembrava estivo deponendolo nel bianco lenzuolo portato con noi. Continuiamo gli scavi, scoprendo ben presto anche il volto dell'amato Padre e Pastore. Un bacio anche a lui con tutto l'amor filiale, e lo trasportiamo sul secondo lenzuolo, dopo averlo liberato dai forti legami. Poi trasportati i corpi degli amati nostri confratelli nella barca, subito discendiamo sulla corrente del fiume di Lin-Chow in compagnia di quattro poliziotti, giungendo a Lin-Kong-How verso le 5 pomeridiane del 27. Deponiamo le salme nell'atrio della cappella, su due assi, coprendole con altre lenzuola.

Quella sera i cristiani venuti a visitare i cari defunti che avevano visto partire due giorni prima, recitarono il santo rosario e le litanie dei santi in loro suffragio.

La sera del 1° marzo mettemmo Monsignore nella bara che fu inchiodata, e il 2 avendo trovato una seconda bara, vi deponemmo Don Caravario.

A mezzogiorno stavamo per far partire le due care salme per Shiu-Chow, in un treno merci, quando all'arrivo di un treno passeggeri da Shiu-Chow, vedemmo discendere D. Guarona, D. Dalmasso, il vice-delegato e l'incaricato speciale dal governo di Canton per la constatazione dell'uccisione.

Le bare dovettero nuovamente essere portate alla residenza e schiodate; esaminate le ferite, misurate, fotografate. Le bare non vennero più inchiodate, ma semplicemente legate con corde di bambù e messe all'aria aperta vicino alla residenza.

Don Lareno tornato da Shiu-Chow, il 3 marzo, portò due grandi casse mortuarie degne dei nostri due gloriosi martiri, rivestite all'interno di zinco.

Nessuno dei Cinesi osò aiutarci nel trasloco delle salme per essere già in avanzata putrefazione. Il signor Ispettore D. Canazei, Don Lareno e lo scrivente compirono la mesta cerimonia: le casse poi vennero saldate dal confratello Bragion.

La sera stessa giungevano a Shiu-Chow, accolte alla stazione dai confratelli, dalle suore di Maria Ausiliatrice, dai giovani dei nostri due Collegi e dal Piccolo Seminario del Vicariato. Formatosi il corteo, attraversò la città tra la impressione generale; alla chiesa le salme furono benedette al canto del Libera me, Domine.

Pro Missioni Salesiane

L'« ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI » con sede in TORINO (eretto in Ente Morale con Regio Decreto 13 Gennaio 1924, N° 22) può legalmente ricevere Legati ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule:

a) SE TRATTASI D'UN « LEGATO »:

« ...lascio all'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI DI TORINO a titolo di legato la somma di Lire... « (oppure) l'immobile sito in... »;

b) SE TRATTASI INVECE DI NOMINARE EREDE DI OGNI SOSTANZA L'ISTITUTO, LA FORMULA POTREBBE ESSERE QUESTA:

« Nomino mio crede universale l'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI DI TORINO lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo.

(Luogo e data).

(Firma per esteso) ».

AZIONE SALESIANA

Nel Cinquantenario dell'Opera di Don Bosco in Sicilia

CONVEGNI SALESIANI - -

I convegni annuali dei Decurioni Salesiani nell'Ispettoria Sicula, che quest'anno intreccia alle feste in onore del Beato Don Bosco la celebrazione del Giubileo d'oro dell'Opera Salesiana nell'Isola, hanno avuto carattere di particolare solennità e sono stati uno dei numeri belli e simpatici nel programma delle riuscitissime feste.

Vi partecipò, largamente e vivamente, coll'Ecc.mo Episcopato, tutto il Clero di Sicilia.

I convegni ebbero luogo nelle sedi già fissate dalla consuetudine: l'11 febbraio, a Messina nell'Istituto Salesiano S. Luigi, per l'archidiocesi di Messina e le diocesi di Patti e di S. Lucia del Mela; il 20, a Catania, nell'Istituto S. Francesco di Sales, per l'Archidiocesi di Catania e le diocesi di Acireale e di Caltagirone e di Nicosia; il 6 marzo, a Modica nell'Oratorio del Beato Don Bosco, per la diocesi di Noto e l'Archidiocesi di Siracusa; il 15 a S. Cataldo nell'Oratorio Salesiano per le diocesi di Caltanissetta e di Piazza Armerina; il 17 a Canicattì, nella chiesa degli Agonizzanti, per la diocesi di Agrigento; il 24 a Palermo nell'Istituto Don Bosco, per l'archidiocesi di Palermo, di Monreale e la diocesi di Cefalù; il 26 a Marsala, nella casa Divina Provvidenza, per le diocesi di Mazzara e Trapani.

Presero parte attiva e direttiva a tutti i convegni, il Rev.mo Prof. Don Bartolomeo Fascie, Direttore Generale delle Scuole Salesiane, delegato dal Rettor Maggiore D. Rinaldi; il Rev.mo Prof. Don Antonino Orto, Ispettore delle case salesiane di Sicilia e di Malta; e il Prof. Don Antonio Fasulo che ne fu il regolatore.

Vi assistettero personalmente, nelle rispettive sedi, S. E. Mons. Fiandaca, Vescovo di Patti; S. E. Mons. Colli Vescovo di Acireale; S. E. Mons. Iacono, Vescovo di Caltanissetta, S. E. Mons. Bartolomeo Lagumina, Vescovo di Agrigento, S.E. Mons. Giuseppe Lagumina, Arcivescovo tit. di Carpato; S. E. Mons. Audino, Vesc. di Mazzara; S. E. Mons. Raiti, Vesc. di Trapani.

Inviarono rappresentanze e affettuose adesioni tutti gli altri Ecc.mi Vescovi e Arcivescovi.

Ai decurioni e ai Zelatori si unirono larghe schiere di Cooperatori e di Cooperatrici e le rappresentanze degli ex allievi e delle altre unioni salesiane.

La discussione si svolse in tutti i convegni, sempre interessante e animata, sul seguente ordine del giorno intonato alla duplice celebrazione:

I Cooperatori Salesiani di Sicilia, lieti di poter onorare il novello Beato Don Bosco nella fausta ricorrenza del Giubileo d'oro dell'Opera Salesiana in Sicilia;

Ringraziando Iddio e la Vergine Ausiliatrice del consolante sviluppo che l'Opera ha avuto e del largo bene che, in 50 anni, ha fatto; continuando le buone tradizioni della cooperazione nell'Isola;

Si propongono:

1° di sostenere, con rinnovato fervore, le Opere Salesiane dell'Ispettoria Sicula;

2° di promuoverne lo sviluppo;

3° di aiutare le opere generali della Società Salesiana;

4° di zelare il culto e diffondere lo spirito del Beato Don Bosco.

I convegni, svoltisi tutti in un'atmosfera di fraternità e di cordialità salesiana, sono riusciti una magnifica constatazione dello sviluppo meraviglioso che l'opera del Beato Don Bosco ha avuto, in cinquant'anni, in Sicilia e della larga e viva simpatia di cui è circondata.

Di questa, prova eloquente e tangibile, le borse missionarie offerte in ciascun convegno - complessivamente 13 - da generosi cooperatori al rappresentante di Don Rinaldi.

E don Fascie si rese felice interprete della riconoscenza salesiana colla sua autorevole, calda parola e consegnando a nome del Rettor Maggiore, parecchi diplomi e attestati di alta benemerenza : segnaliamo la nomina a Camerieri Segreti di S. Santità, accordata per intercessione di Don Rinaldi, su proposta degli Ecc.mi Ordinari, al Can. Cammarata di S. Cataldo e al Can. Alagna di Marsala; nomine accolte con vivissima compiacenza dalle due città.

Il largo e pieno fervore di sentimenti e di opera con cui si sono svolte le feste del Beato Don Bosco e la celebrazione del giubileo d'oro della sua opera in Sicilia, giustifica le più liete previsioni e speranze per l'avvenire.

Festeggiamenti in onore del Beato Don Bosco

Sta per chiudersi col prossimo giugno l'anno della beatificazione di Don Bosco. In questi ultimi mesi le celebrazioni in onore di Lui si sono susseguite con un crescendo meraviglioso e con sovrabbondanza di frutti spirituali, da superare tutte le più ottimistiche previsioni. Sia ringraziato il Signore per aver glorificato così il suo Servo fedele e cresciuta la sua fama presso tante anime in ogni parte del mondo.

I nostri benemeriti Cooperatori ed amici, leggendo la nostra sobria cronaca, sentiranno l'eco appena del vivissimo entusiasmo che la beatificazione ha destato in Italia e all'Estero, ma confidiamo che l'amore profondo, da essi nutrito pel nostro Fondatore, saprà far rilevare, anche dai brevissimi cenni di queste celebrazioni, motivi di intima soddisfazione, di viva riconoscenza a Dio e di più fervida cooperazione all'Opera del Beato.

ACQUI. - Le feste in onore di Don Bosco, organizzate da un solerte Comitato confermarono la fedeltà di Acqui alle sue nobili tradizioni civili e religiose. Una folla compatta, devota gremì nelle sere del triduo la bella cattedrale, sfarzosamente decorata: e ancor più numerosa accorse nel giorno di chiusura per ricevere dalle mani del Rev.mo Sig. D. Pietro Ricaldone la santa Comunione, e per assistere ai pontificali celebrati da Mons. Vescovo Diocesano e da S. E. Mons. Spandre, Vescovo di Asti. Per ultimo al Politeama, gremito fino all'inverosimile, si ebbe una brillante conferenza del Rev.mo Sig. Don Ricaldone sulle Missioni Salesiane, presenti le Autorità, cui seguì la proiezione di un film delle missioni di Oriente.

Molto gustate le esecuzioni musicali eseguite dalle scuole delle Figlie di Maria Ausiliatrice e del Seminario Diocesano.

S. GIUSTO. - Anche a S. Giusto si tributarono al Beato solenni e devote onoranze. Il triduo predicato dal nostro missionario D. Braga dispose assai bene gli animi, e la festa riuscì un'imponente manifestazione di pietà, per le molte comunioni, per la partecipazione di Autorità e popolo alle sacre funzioni e specialmente al corteo che accompagnò alla parrocchia il bel quadro del Beato, acquistato con pubblica sottoscrizione.

Le Figlie di M. A. che promossero i festeggiamenti, vollero chiuderli con un trattenimento nel teatrino dell'Asilo, riuscito graditissimo a tutti.

TORINO (MARTINETTO). - La reliquia del Beato venne accolta il 30 marzo all'Istituto «Agostino Richelmy » fra indicibile esultanza. Essa fu recata da Mons. Luigi Mazzini, accompagnato dal Sig. D. Tirone, Direttore spirituale dei Salesiani, nell'automobile riccamente infiorata del Cav. Castellano, seguita da uno stuolo di paggetti e da oltre io automobili recanti le autorità.

I Circoli e le Associazioni del rione, numerosissimi, erano ad attendere la reliquia in Piazza Statuto, donde il corteo mosse per via S. Donato alla volta dell'Istituto. Dopo una breve sosta alla chiesa dell'Immacolata, il corteo proseguì tra il suono di bande e canti devoti mentre la popolazione gremiva i lati della strada: all'Istituto, Mons. Mazzini celebrò la Messa solenne e l'Avv. Felice Masera pronunciò alla folla un discorso esaltando la grande e imperitura Opera del Beato nel mondo.

A sera una fantastica illuminazione e una brillante recita chiuse la bella giornata.

TORINO (MONTE ROSA). - All'Oratorio Don Rua di Monterosa-Torino la festa in onore del beato Don Bosco non poteva riuscire più splendida e più vibrante. Il primo giorno del triduo, nella bella chiesa dell'Oratorio sono stati consecrati due nuovi altari da Mons. Luigi Mazzini - altari donati gentilmente dal Comm. Luigi Grassi e della Sig.ra Teresa Bessone - dedicati a S. Francesco di Sales e al beato D. Bosco. Due ottimi quadri su tela raffiguranti il Santo di Ginevra e Don Bosco in preghiera spiccavano sugli altari, dono del sig. Luparia.

La festa poi ha avuto la suggestiva cerimonia del solenne ricevimento della reliquia del Beato recata dal Rev.mo Sig. D. Pietro Ricaldone e accolta dai giovani e dal popolo con un delirio di entusiasmo.

A sera i giovani oratoriani vollero con un brillante trattenimento esprimere la loro riconoscenza al Comm. Grassi e al Cav. Gallino che tanto si adoperarono pel buon esito della festa.

SEZZADIO. - La buona popolazione di Sezzadio non ha voluto essere ultima nell'onorare il Beato D. Bosco e l'ha fatto con una spontaneità e con un entusiasmo ammirevoli. Triduo e festa riuscirono devotamente e raccolsero ai piedi di D. Bosco troneggiante sull'altare il popolo tutto, al quale parlò stupendamente di D. Bosco il Rev. Don Ricci. Anche le Scuole, per iniziativa degli Insegnanti, vollero partecipare all'omaggio verso l'Apostolo della gioventù.

MARTINA FRANCA. - Al coro di giubilo che dal mondo intero sale al novello Beato, anche Martina Franca ha voluto unire il suo inno. Un solenne triduo, predicato dal Rev. Don Giuseppe Grassi, accese di entusiasmo vivissimo i cuori e santamente li dispose a celebrare con fervida pietà la giornata del 23 febbraio. Mons. Orazio Mazzella, Arcivescovo di Taranto, volle trovarsi presente tra la popolazione esultante e restò commosso al vedere le varie migliaia di Ss. Comunioni: e alla sera con la sua eloquente parola, tracciando la figura del Beato, rilevò alla buona popolazione le caratteristiche della santità di D. Bosco perchè fossero fruttuoso ricordo ed esempio della celebrazione fatta.

POMARANCE. - È stato il primo paese della Diocesi di Volterra che ha organizzato festeggiamenti in onore del Beato D. Bosco. Preceduta da un devoto triduo, la festa si svolse solenne il 23 febbraio partecipandovi le Autorità le Associazioni, con labari e bandiere. La festa si chiuse con una conferenza a proiezioni tenuta dal Rev. Don Pedussia davanti a una folla straordinaria.

BORGOMASINO. - Promossa dalle Figlie di Maria Ausiliatrice e dall'ottimo Sig. Arciprete, la manifestazione di Borgomasino in onore del Beato riuscì veramente entusiastica. Triduo e festa ebbero la vivissima partecipazione di tutto il popolo che con la comunione generale, con l'addobbo delle vie e delle case per la processione volle dire a D. Bosco la sua gratitudine pel bene ricevuto dall'opera che le Figlie di M. A. svolgono con zelo da tanti anni.

PORDENONE. - Le onoranze che ebbero un carattere imponente per la partecipazione del popolo ai tridui predicati in due chiese della città, raggiunsero la massima grandiosità nel giorno di chiusura o della festa, onorata dalla presenza di Mons. Giacinto Longhin, di Mons. Luigi Passerini e delle varie Autorità. Il corteo imponente nell'ultimo giorno fu seguito da uno stupendo discorso di Mons. Longhin e dal canto del Te Deum, presente una gran folla di popolo

PIRANO (POLA). - Da molto tempo per opera del zelante Decurione Salesiano, l'Arciprete D. Giorgio Maraspin, la figura di D. Bosco è nota alla buona popolazione piranese. Appena avvenuta la beatificazione l'arciprete collocò nella filiale di S. Pietro un bel quadro del Beato insieme a quello di M. A., poi promosse col giungere della Reliquia un devoto triduo negli ultimi di gennaio, ed ora prepara feste solenni in Duomo. Il Beato D. Bosco farà scendere copiose benedizioni sui suoi devoti piranesi, che tanto affetto hanno per Lui.

PADOVA. - Vorremmo che lo spazio ci permettesse di dire assai più dei grandiosi festeggiamenti tributati da Padova al nostro

Beato, ma dobbiamo limitarci a un breve cenno. L'iniziativa della Giunta Diocesana di commemorare degnamente il grande Apostolo della Gioventù, caldamente raccomandata da S. E. Mons. Elia Della Costa, raggiunse il suo nobile scopo, grazie alla solerzia degli organizzatori. L'ambiente fu ben preparato con 24 conferenze - con e senza proiezioni - tenute fra gli alunni delle Regie Scuole Medie, nei vani Circoli rionali e negli Istituti Religiosi della città. Ben

12 prediche su D. Bosco e le Opere sue si tennero al «Duomo » e al « Santo » da valenti oratori, fra cui Mons. Nediani e Mons. Annibale Giordani. Il vastissimo Duomo - capace di 16 mila persone - presentava ogni sera un colpo d'occhio magnifico per la folla impressionante e devota: altrettanto avveniva al « Santo ».

Monsignor Vescovo che tanto amore nutre per D. Bosco tenne pontificale quotidiano e prima del canto del Te Deum volle dire un magistrale discorso sul Beato. Inoltre ha inviato per mezzo del « Bollettino Diocesano » la seguente notificazione:

« Poiche S. E. Monsignor Vescovo ha espresso il desiderio che la Commemorazione del Beato Don Bosco, che si terrà il 27 marzo in Padova, abbia luogo in tutte le Parrocchie e Curazie della Diocesi nella forma che i Parroci e Curati crederanno più opportuna, i Consigli Parrocchiali si mettano d'accordo coi M. R. Parroci per cooperare coi medesimi affinchè il desiderio di Mons. Vescovo venga attuato nel miglior modo possibile.

Il Presidente della G. D.

Mons. R. RuFFATTI ».

È ora la volta delle singole Parrocchie della Diocesi in cui, se D. Bosco riceverà trionfi meno solenni che in Padova, non li avrà meno cari per la profonda divozione del popolo e per l'influenza che le Opere Salesiane da oltre un cinquantennio vi hanno esercitato.

MODENA. - Ha scritto un giornale della città, a festa compiuta e durata una settimana

« Il Comitato ed i Salesiani debbono essere lietissimi della grandiosa riuscita dei festeggiamenti; poichè Modena ha saputo dimostrare quale sia la sua divozione verso il beato Don Bosco e come altamente apprezzi l'opera educativa salesiana nella nostra città ». Verissimo: ciò che Modena ha fatto per Don Bosco è davvero motivo a noi di somma gioia.

Il comitato - in cui figuravano i nomi dei principali e più illustri cittadini - dispose l'inizio delle feste pel 23 marzo con una commemorazione del Beato nel Teatro Comunale. L'oratore, Avv. Masera, fu assai felice nel tessere il fedele ritratto del grande Educatore e riscosse calorosi applausi dal sceltissimo uditorio, tra cui erano S. E. l'on. Ricci, sottosegretario di Stato, tutte le autorità ecclesiastiche, civili e militari. La Banda cittadina e la Società Corale e Rossini » eseguirono squisiti pezzi musicali a corona della splendida serata.

Durante tutta la settimana si svolsero solenni funzioni nella bella chiesa di S. Bartolomeo riccamente addobbata e superbamente messa a festa dalla generosità dei PP. Gesuiti. La predicazione dei primi cinque giorni fu tenuta da D. Favini, e quella degli ultimi tre giorni dall'eloquente Mons. Rosa, Arcivescovo di Perugia.

Pei festeggiamenti di chiusura intervennero ben 7 vescovi e S. Em, il Card. Nasalli-Rocca, Arcivescovo di Bologna, il quale disse durante il pontificale solenne con eloquenza le lodi del Beato, presenti tutte le autorità. Nel pomeriggio per gentilissimo invito di S. E, il Gen. Corselli, Comandante la R. Accademia Militare, gli Eccellentissimi ospiti si portarono all'Accademia per una visita; facevano gli onori di casa S. E. il Comandante e tutti gli ufficiali insegnanti, mentre un migliaio di alunni assistevano sull'attenti. Il Comandante volle offrire un sontuoso vermouth d'onore e rivolgere agli ospiti parole di ossequio e ringraziamento

La solennità si chiuse con uno stupendo panegirico detto da Mons. Rosa, col canto del Te Deum e con la benedizione del Santissimo, presenti Autorità, Giunta Diocesana, Associazioni e una bella rappresentanza di allievi dell'Accademia Militare.

Alla sera il Podestà volle che il Municipio e la Ghirlandina fossero sfarzosamente illuminati come per le grandi occasioni.

Per tutta la settimana fu un affluire straordinario in Modena di fedeli da tutta la provincia (le ferrovie provinciali concessero speciali riduzioni) ; assai numerose furono le sante Comunioni. Anche i pellegrinaggi di giovani furono una simpatica caratteristica di queste feste : il 28 mattino più di 3000 studenti, Avanguardisti e Balilla perteciparono a una funzione speciale e ad essi rivolse opportune parole Mons. Corsini, Vescovo di Guastalla.

Splendide esecuzioni musicali furono eseguite dalla Società Corale S. Cecilia, sotto la guida del M° Valentini, e dalla Scuola dell'Istituto Salesiano.

S. GIORGIO LOMELLINA. - S. Giorgio che tante vocazioni diede alle Congregazioni Salesiane e si allieta di tanti ex allievi ed ex allieve, ha celebrato con molto entusiasmo la festa di D. Bosco. Ex allievi ed ex allieve ne presero l'iniziativa e la sig.na Pecchio di Ottobiano vi concorse con l'offerta di un bel quadro del Beato.

Il triduo recò a D. Bosco l'omaggio degli uomini, delle donne e delle scolaresche che sotto il suo sguardo vollero devotamente accostarsi alla S. Comunione in gran numero: e la festa fu un vero trionfo. Schiere di gioventù, accorse da Lomello, Mede, Tromello, Ottobiano e Cergnago, presero parte al corteo, sotto la guida delle Figlie di M. A. e dei Rev. Sacerdoti, alternando gl'inni alle marcie della banda locale.

Ogni Cooperatore, ogni Cooperatrice si compiaccia segnalarci l'indirizzo delle persone amiche e conoscenti, che siano ben disposte ad aiutare efficacemente le Opere Salesiane e che gradiscano l'invio del nostro Bollettino. Ma nel proporne l'ascrizione a Cooperatori Salesiani (facilissimo modo di cooperazione), si rifletta se saranno realmente di aiuto alle Opere Salesiane, cioè se i tono colle loro elemosine, coll'opera personale e colla preghiera aiutare i Salesiani nel promuovere l'educazione cristiana della gioventù, le vocazioni religiose e missionarie e sacerdotali, l'assistenza agli emigrati, le Missioni, ecc.

CULTO E GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

NOVENA consigliala dal Beato Don Bosco per ottenere grazie e favori da Maria SS. Ausiliatrice.

1. Recitare per nove giorni: Tre Pater, Ave, Gloria al SS. Sacramento con la giaculatoria: Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento, tre Salve Regina a Maria SS. Ausiliatrice con la giaculatoria: Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis.

2. Accostarsi ai SS. Sacramenti.

3. Fare un'offerta secondo le proprie forze per le Opere Salesiane.

4. Aver molta fede in Gesù Sacramentato e in Maria SS. Ausiliatrice.

Una prodigiosa guarigione.

Nel marzo dell'anno scorso ammalai di febbre gastrica cui s'aggiunse l'infezione del sangue con forti dolori renali. Il medico dopo più di due mesi di cura dichiarò trattarsi di periostite renale. Nel maggio fui all'ospedale di Chiavenna per essere visitata ai raggi: vari professori mi esaminarono e mi ordinarono l'ingessatura della schiena per oltre 20 giorni.

Essendo il mio stato divenuto compassionevole, dalla famiglia si pensò a pregare per me D. Bosco e Maria Ausiliatrice con una novena al termine della quale mi si aperse una grande fistola renale. Varie cure mi vennero prescritte, ma non potei compierle pel grande esaurimento e per il tormento di parecchi ascessi che mi erano spuntati in diversi punti del corpo.

Pensavo che avrei dovuto lasciar orfani i miei bambini e crebbe in me la fiducia verso Maria Ausiliatrice e Don Bosco.

Il 7 agosto fui riportata in casa per morire in mezzo ai miei: ma da tutta la famiglia si ricominciò una novella al Beato con la promessa

di rendere pubblica la grazia. All'ottavo giorno sentii il primo miglioramento, la fistola si chiuse, scomparve rapidamente la febbre, con grande stupore dei medici.

Oggi ho ripreso le mie occupazioni e riconoscente invio la mia offerta.

Villa di Chiavenna.

ADELE TACI SCIUCHETTI.

Guarisce la mia bambina.

Come già il cuginetto Renato Baserga, la mia Gabriellina, ebbe a sperimentare la protezione e la bontà della Madonna di Don Bosco e dello stesso Beato.

Era colpita, la cara piccina, da morbillo, seguito da difterite acuta, sì da tenerci in serie apprensioni, compreso il dottore curante.

La sottoscritta che si onora di appartenere alle ex-allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e devota della Vergine onorata sotto sì augusto titolo, la invocò fidente nei giorni di maggior pericolo ed ottenne la grazia della guarigione.

Trieste, 2o Marzo 1930.

DINA VECCHIOTTI BASERGA.

Una disgrazia scongiura fa.

Il 6 aprile 1929 me ne stavo nei campi leggendo il Bollettino Salesiano, e custodivo le mucche che pascolavano; quando vidi arrivare al gran galoppo, senza briglia il mio cavallo che veniva pure a mangiare nel prato. Mio marito mi avvertì di non avvicinarmi perche il cavallo si adombrava e poteva farmi del male. Dopo qualche tempo che mio marito era partito, mi venne in niente di mettere la briglia al cavallo. M'accosto alla bestia come aveva fatto altre volte, ma il cavallo indietreggia due passi, poi con tutta la forza si avventa, mi afferra di colpo coi denti nella schiena, mi alza di peso, mi getta per terra, mi passa al di sopra senza toccarmi.

In quell'istante di spavento un'invocazione partì dal mio cuore: Maria Ausiliatrice, D. Bosco, salvatemi!

Rialzatami, tornai a stento a casa per ricevere le prime cure; con sorpresa mia e di mio marito non fu riscontrata sul mio corpo alcuna ferita: solo nel punto dove il cavallo mi aveva addentata, vi era un piccolo segno sanguigno.

I. T. B. V.

Guarisce una paralisi infantile.

Il nostro Carletto, di tre anni, fu colpito lo scorso anno da paralisi infantile con nessuna speranza di guarigione. Ci rivolgemmo con tutta la fiducia di cui era capace il nostro cuore a Maria Ausiliatrice e, pur continuando a prodigare al piccino tutti i mezzi suggeriti dalla scienza, aspettavamo fiduciosi dalla cara Madonna la sospirata grazia.

Ora il bambino è quasi guarito del tutto e speriamo presto la guarigione completa.

Pietragavina, 13 gennaio 1930.

MOSCARDINI GIOVANNI e CARMELA. Guarisce la mia bimba.

La mia bambina Teresa, di due anni d'età, per una cattiva conformazione all'anca sinistra, dovette essere sottoposta a varie cure mediche, ma con poca speranza di completa guarigione.

L'abbiamo votata a Maria SS. Ausiliatrice con la promessa di fare un'offerta, ed ora la bambina è guarita perfettamente e cammina svelta e diritta con stupore e gioia della famiglia.

S. Stetano Roero.

DELTETTO LETIZIA MARSERO.

Scampata da un pericolo.

Maria Ausiliatrice mi dimostrò come sempre la sua bontà e protezione salvandomi dalla caduta di un pesantissimo mobile sul capo, che mi avrebbe procurato immediata, orribile morte: altra volta liberandomi quasi subito, appena invocata, da atroci, insopportabili dolori al cervello ed ai denti.

Torino.   B. A. Mi guarisce la figlia.

Alla mia bambina di 7 anni si doveva tagliare il dito indice della mano destra; disperata, invocai l'aiuto di Maria SS. Ausiliatrice promettendo una piccola offerta qualora avessi ottenuta la grazia. Al mattino seguente il medico curante era ancora in dubbio, ma nel pomeriggio vide scomparsa ogni infezione e ogni pericolo.

ANGIOLINA BALSAMO.

Per una caduta.

Mio padre, muratore, mentre lavorava cadde dall'altezza di circa 6 metri. Fu portato a casa in condizioni pietose e il medico accorso sentenziò che, data l'età e la polmonite che si era sviluppata, non vi erano molte speranze di poterlo salvare. Ricorremmo con fede a Maria Ausiliatrice e a D. Bosco e avemmo la soddisfazione di vederlo migliorare fin dal terzo giorno. Oggi è completamente ristabilito e ha ripreso il suo lavoro.

Pietraperzia.

RUSSO CALOGERO CIULLO.

Fede premiata.

Da molti anni ero affetto da gotta e da varie altre malattie che mi rendevano impossibile quasi ogni occupazione.

Visto inutile ogni rimedio, mi rivolsi con fede a Maria SS. Ausiliatrice e al B. Don Bosco con ripetuta novena. Avendo ottenuto un notevole miglioramento, mantengo la promessa fatta nel periodo della malattia inviando offerta per le Missioni Salesiane.

Maria SS. Ausiliatrice e D. Bosco continuino a proteggermi in avvenire.

Calliano.   P. P.

Quanti c'inviano relazioni di grazie e favori ottenuti da Maria SS. Ausiliatrice, dal Beato Don Bosco e da altri nostri Servi di Dio, per aver fatto promessa di pubblicarli a mezzo del Bollettino, sappiano che non ci è dato di accontentarli tutti come vorremmo, non essendo possibile pubblicare per esteso tutte le relazioni che riceviamo, per mancanza di spazio e perchè talvolta non hanno che un'importanza relativa; e precisamente per questo pubblichiamo ogni mese un elenco dei graziati.

Esprimono pure la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice e al Beato D. Bosco i seguenti:

N. N. (Spezia) per grazia speciale ricevuta.

N. N per mano del Rettore del Santuario della Consolata offre L. 5oo in onore di Maria Ausiliatrice in ringraziamento per grazia ricevuta.

GRAMAGLIA TERESA (Buttigliera) per la guarigione da ulcera gastrica e spostamento di ventricolo.

CAROLINA SARTIRANA (Torino) per varie grazie ottenute. Una mamma per varie grazie.

FASSINO GIUSEPPE per l' ottenuta guarigione della figlia da otite all'orecchio destro dopo 35 anni.

N. N. ringrazia colla più viva riconoscenza per una grazia e invia L. 100 in segno di gratitudine

N. N. (Londra) affetta da avvelenamento generale per forte quantità di arsenico propinatole nel 1924 da persona malevola, dall'orlo della tomba dopo 6 anni di patimenti è guarita per grazia di Maria SS. Ausiliatrice e di D. Bosco.

RosARIO MuGAVERO per la guarigione del suo bambino colpito di appendicite.

LITAMÈ (Como) minacciato per una seconda volta da una ma lattia, da cui era guarito anni fa ricorrendo a M. A., si raccomandò nuovamente con la novena alla Madonna e si trovò presto alquanto risanato.

O. M. (Poirino) raccomandò a M. A. e al Beato lo zio ottantenne colto (la grave malore, che dopo qualche tempo, benchè dichiarato in fin di vita, riprese i sensi e si avviò alla guarigione.

S. B. L. da 7 anni in continue pene per affari delicati e non snerando aiuto dalle persone, si rivolse fiduciosa a M. A. e a D. B. e fu esaudita oltre la sua aspettativa.

RosANNA CHIRONI di 7 mesi, colpita da dolori reumatici con impedimento dei movimenti alla gamba destra, raccomandata dai genitori a M. A. ottenne completa guarigione.

CARLA e MICHELE BIGATTI (Alessandria) per la guarigione del loro piccino colpito da grave polmonite.

ANTONIETTA NARDUSSO (Visnadello) per la salute del marito ridotto in pessime condizioni, ricuperata presto con l'aiuto di M. A. e di D. Bosco.

ANNA CAIROLA per una grazia.

G. C. (Pinerolo) per importante favore ottenuto

TERESA VALLAURI (Torino) per una grazia.

G. M. pel felice esito degli esami della sorella.

V. Bosso (Torino) avendo affidato alla protezione di M. A. e di D. Bosco la sua bambina colpita da infiammazione intestinale, la vide rimettersi a poco a poco in salute.

MELANO MARIA (Rivarolo Can.) per scampata operazione chirurgica.

N. N (Lu Monf.) riconoscente per grazie ricevute. GENNARI Noemi (Padova) per la guarigione del figlio e per la risoluzione di interessi.

MARIA GNES (S. Donà) grazie alla potenza della nostra Ausiliatrice vedeva ristabilirsi presto il proprio figlio, Dott. Mirtillo, da un'infezione grave melitense, contratta nell'esercizio della sua professione di medico veterinario.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice o dal B. D. Bosco, e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:

Averoldi Maria, A. E. O. (Castellalfero), Appio Ernesto (Bengasi), Avon Valentina, Ales Carlotta, Accarino Margherita Amistani Elena, Agosti Staiz Lena, Antonella Maria, Adamo Peppino, A. E. (Almese) p. gr. rie., Abbate Albino, Accornero Maria, Alberti Maria, Andreatto Amalia, Angelilli Giuseppina, Apolloni Rosa, Arnaldi Luigina, Arpino Eugenia, A. Domenica,

Boido Caterina, Bonvicino Giovanni, Bonvicino Alessandro, Bartoli Carlotta, Barberis Gatta Giannina, Barla Narcisa, Brana Giuseppina, Bigogni Maria, Bedcschi Geom. Giovanni, Bellesi Italia, Bugada Fioriva, Besenval Cesarina, Bollo Maria, Bernasconi Sopranzi Lucia, Bosatta Erminia, Bronzoni Sabina, Bortolusi Alma, Bellocchio e Famiglia, Bourgay Famiglia, Bo Giuliano, Bettole Maddalena, Bergadano Annetta, Becchio Maria, B. L. (Cavallermaggiore), Bachetta Rosa, Baroni Laura, Batzello Argene, Bello Anna Maria, Bertolino Carolina, Bettole Antonia, Biancheri Linda, Binello Marietta, Bo Maria, Boglio Maria, Bolla Maria. Borlini Florinda, Bosi Annunziata, Bouttian Adele, Bovenzi Maria, Brix Giuseppe, Brunetti Maria, Prof. Brusaf,rro Celinda, Butta Giuseppina, B. M. (Bosconero) per guarigione del figlio, Bonzano Ester, Ballarate Maria, Baima Maria. Berretto Federigo, B. A.

Chioffi Teresa, Comune Alberto. C. C. (Certosa, Genova), C. M. F. (Torino), Chelodi A., Cervetto Amalia, Carrante Irene, Cazzato Concetta V. Cataldo, Ciulfi Carolina, Carcereri Don Domenico, Chiapponcelli Campana Maria, Consonni Ancilla in Crippa, Conti Teresa, Cavallo Celso di A., Crespi Leonilde, Callegari De Pieri coniugi, Crescini Rosetta, Cerato D. Luigi, Ceroni Maria, Cagnoni Sorelle, Castellani Lina, Cerchia D. Giuseppe, Cercato Antonia, Coha Antonio, Cairati Rina, Calì Angelina, Calleri Caterina, Campasi Concettina, Carepoli Maria, Campolo Rosore Felicetta, Canavese E.isabetta, Cantù Iginia, Carozzo Fiorino, Castagnotto Filippo, Castricchi Enrica, Catalani Amalia, Can Sebastiano, Cavenaghi Annetta, Ceretti Vincenzo, Cercato Anna, Cercato Rosina, Cerri Rosa, Cheula Giacomo, Chiapuzzo Assunta, Chini Delfina Parm giani, Cini Lina, Cirrone Agrippina, Sorelle Clerici, Coia Angelo, Colussi Dorotea, Cozzoli Catino, Cricca Settimia, Crudelini Mina (anello d'oro).

De Bernardi Olimpia, Damasio Maddalena, De Leonardis Raffaella, D'Ali Pucci Angelina, Dell'Oste Ersilia, Durando A., Depetr:ni Bollo Ester, De Nicola Mariettina, Dagnino D Santo, De Martin Maria, De Lorenzi Giulia, Dalmasso Sorelle, Del Pino Mens. Ranieri, Di Carlo Lucia, Di Stefano Serafina, Can. Luigi D'Angelantonio, Cav. Deserafini e Famiglia, De Bonis Giuseppe, Del Campo Giuseppe, Demartini Rosa, D'Es'e Maria Antonia, Detomasi Teresa, Di Rienzo Antonia, Donò G ovanna, Dorato Enrichetta Dutto Adelaide.

Enderle Marcellina.

F. M. (Pralormo), Fraternali Grilli Primo, Frattini Luigi, Fusi -Sac. Giovanni, Ferretti Rosa, Fanelli Caterina, Contessa Libera Fratta Carrara, Fammilume Armude, Faggiano Sac. Prof. Eugenio, Fassino Teresa, Ferrero Clementina, Fabbrini Laura, Ferrero Dott. Mario, Fangazio Rosetta, Fanny Angelo, Fassio Vittoria, Suor Ferratane Policarpa, Ferrando Caterina, Feruglio Rina, Fiore Nella, Fiorino Maria, Firpo Rosetta, Fracchia Angela, Frati Carmenio, Frattini Maria, Friolasso Marta, Furlanetto Carlotta.

Garetti Giovanna, Cervino Ernesto per gr. ricevuta, Ganotti Carolina, Giuliani Luigia V. Pranzini, Gonella, Genova Giusepp.na, Grillo Giov. Batt., Garrone Margherita, Guarneri Nina, Guerro Carolina, Gallina Sac. Giovanni, Grillo Pace Angela, Guerrasi Cecilia V. Rocca, Graciotti Rosina, Gerico Paolo, Gambero Martellina, Gallarato Caterina, Giganti Famiglia, Gonella Cristina, Gallina Giuseppina, Gamaleri Teresa, Genetti Maria, Giuliani Lucilla, Guarda Giuseppe, G. M., Gianoglio Teresa, G. G.

Hormann Emma, Howar D. Francesco.

Illiani Maria, I. B. (Peveragno), L. Ieanthon Cesarina.

Livoti Giuseppe fu V., Loro Alinda, Lombardi Antonio fu And., Luna D. Bartolomeo, Laonis Paolo, Laurenti Francesco per ottenere protei. da D. Bosco, Lamia Lora Cleonice, Lana Antonietta, Lane Maria, Lazzarotto Vincenza, Leonardi Enrichetta, Lorena Coniugi, Luzzi Luigia.

Marchisio Michelina. Monticone Vincenza, Mantellino V., Muratori Maria, Miccone Margherita, M. D. B., Matteuzzi Ercole, Magni Bonomi Margherita, Mazza Peschali Maria, Marchesini Iolanda, Mattina Corvo Giuseppina, Milano Chiola Maria, Mariani Avv. M. G., Molteni Luigi, Mantelli D. Pietro, Malvezzi Elvira, Maggi Sorelle Mandrioli Olimpia, Malinverni Vittoria, Milanesi Giuditta, Montarolo Antonio, Maggioni Marcella, Marcolungo Maria, Mairo Checchina, Mander Antonia, Manzini Emma, 1Vlacerio Can. Giuseppe, Marchiani Marcella, Martello Maria, Massa Pierina, Melotti Maria, Mencarini D., Mina Cav. Raffaele, Modone Angelo, Monaco Sac. Giuseppe, Morani Martino, Morbioli Annunciata, More Giovanna, Mortellaro Giuseppe, Mosca Amalia, Motta Carlo, Musso Agostina.

N. N. (Vanzaga), Nannola Carlotta, Nicosia Rosario, Nizzo Virginia, N. N. (Crea), Natali ing. Luigi, Nulli Lina, Nus (Aosta) Noceti Carolina, N. N.

Ortolano Emilio, Odarda Giuseppe, Omboni Giuseppina, Orsi Giuba, Ottonello Nicola.

Penna Estella, Pistarino Angela Gai, Piola Angela, Prato Pierina, Peyretti Maria, Piano Domenico, Paruzza Ida V. Pcirone, Palini Minimi Rosina, Parravidini Sac. Luigi, Prandi D. Carlo, Pasquale Francesco, Pappalardo Arcangelo fu A., Palazzo Miglietti Ercolina, Pontani Flavia fu Pietro, Pasquin Francesco, Pedroncini Angiolina, Perricone Rag. Francesco, Pontani Maddalena, Parvis Maria, Patriarca Luigia, Pescarolo Pierina, Padellini Maddalena, Pennisi Bar. G. di S. Margherita, Permetto Pierina, Patrucco Pietro, Pampuro Filippo, l'arato Lena Silvina, Ponini Felicina, Pastorino Biagio, Perro Francesca, Picciolo Mattia, Pistorio Rosalia, Prato Pietro, Predelli Giuseppe, Dott. Puglisi Carmelo, Petiva Tonel Sorelle, P. G.

Quintarelli Maria, Quaranta Emerenziana, Quey Pierre.

Rastello Giovanna, Riva Dino, Riccardi Bernini Maddalena, Riva Giuseppina, Righetti Maria, Robiola Bettina, Rigamonti Fratelli, Rosa Giovanni, Rolando Carlo, Reggio Magda, Raffaeli Agostino, Racca Francesco, Raimondi 'fondana, Sorelle Ramus, Reali Anna, Rebella Cavalli Maria, Ricci Emilia, Robecchi Maria, N. N. Robella, Rolando Luigi, Rossatti Delfina, Rossi Amelia, Rovida Angioletta, Rosa Regina, Ruppen Aldo, Rivalta Dina,

Salamano Mina, Scodellaro Augusto, Sometti Pennelli Anna, Santagiuliana Mario, Selva Maddalena, Sciarrino Rosalia, Sanguinisi Celestina, Seri Salis Matteo, Segni Carta Laura, Spoletta Pedrazzini Marianna, Scuri Maria, Saeli Rosa, Spaz-. zini Eugenia, Sceresini Elisa, Soave Dott. Agostino, S. L. per gr. rie., Sacco Virginia, Salvo Vitino, Sanna Francesca, Savana Russo Maria, Scala Anna, Prof. Scialpi Antonio, Sciutto Giuseppina, Scola Giuseppe, Selva (Famiglia), Sima Antonino, Sotgiq Maria, Suor Delfina, Suore F. M. A. (Campiglia).

Trincheri Scavini Maria, Trapletti Angela, Trecarichi Calo. gero, Torelli Dina, Torre Enrico Luigi, Tutel Serafina, Tambuzzo Giuseppa fu Vito, Tramonte ing. Pietro, Tramontea Cav. Raffaele, Taccone Emilia, Tacconi Maria, Tardelli Sera, fina, Testa Adelaide, Tibaldi Pietro, Ticcò Romilde, Titta Clara, Tolazzi Caterina, Tondella Elisa, Tosa Adelaide, Travaglini Celso, Trettere D. Agostino, Toia Teresa.

Vacchino Lucia, Vassura Libia, Velati Maria, Vergano Maria, Sorelle Viale, Villa Piera, Vinci Maria Rosa, Vita Costanzino, Villadini Virginia, Vivalda Maria, Valsania Giuseppe, Venturi Vittoria, Vevey Marina, Vola Carmelita, Vacca Paolo, Paoletta Valente.

Zanola Maglione Rachele, Zanca Clementina, Zanon Elda, Zaccarini Giovanni, Zorzi Teresa, E. Zandoneglia, Zerboi Giuseppina, Zunini Jole.

NOTIZIE DI FAMIGLIA

Visita di S. A. R. la Principessa di Piemonte.

Il 6 marzo S. A. R. la Principessa di Piemonte Maria José, annunziava all'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice una sua visita. L'annuncio non poteva tornare più gradito e quando la Principessa giunse all'Istituto, si ebbe l'ossequio delle Madri del Consiglio Generalizio e la più festosa accoglienza da parte delle Suore, delle 15o orfanelle e allieve esterne che frequentano le scuole.

S. A. R. gradì il breve trattenimento dato in suo onore e visitò l'Istituto: nelle aule di studio e di lavoro ritrovò le giovinette intente ai loro doveri e si trattenne con esse, interrogandole con affabilità. Le alunne furono assai onorate di poter offrire in dono all'Augusta Principessa alcuni dei loro lavori. Prima di lasciare l'Istituto, la Principessa volle esprimere alle Superiore il suo vivo compiacimento e acconsentire ad essere fotogratata colle giovanette.

S. E. Balbino Giuliano, Ministro dell'Educazione Nazionale, a Fossano.

Il 17 febbraio, accompagnato dal Podestà comm. Dompè, da tutte le autorità della Provincia di Cuneo, dal Prefetto Chiesa, dal comm. Renda, R. Provveditore agli Studi, S. E. Balbino Giuliano trovandosi a Possano, sua città natale, si degnò di visitare il Convitto Civico, ove egli, giovinotto, fu istitutore. S. E. si rallegrò dei grandiosi lavori edilizi eseguiti in questi ultimi anni che hanno trasformato il Convitto in un Collegio ideale, ed augurò al Convitto una vita sempre più rigogliosa e feconda di bene.

Festeggiamenti romani.

Due anni sono trascorsi dacche l'Economo Generale dei Salesiani, Rev.mo Sig. Don Giraudi, poneva la statuetta di Maria Ausiliatrice fra le messi dei campi nel punto dove avrebbe dovuto sorgere l'ISTITUTO PRoFEssIoNALE Pio XI in Via Tusculana. Pare ieri che si lanciava il progetto di questa grandiosa fondazione, ed oggi la realtà è quasi compiuta. L'Istituto è sorto magnifico, ben degno dell'Anno Giubilare del grande Pontefice, al quale è dedicato.

Il 12 maggio, ricorrenza onomastica di Pio XI, ne verrà fatta la solenne inaugurazione, ed avranno pure principio le feste per il Giubileo d'oro dell'Opera Salesiana in Roma (1880-1930), che si chiuderanno il 18 maggio colla solennità del Beato Don Bosco.

Diremo ampiamente nei prossimi numeri di queste celebrazioni.

Il motoscafo "Liguria".

Il motoscafo Liguria, che gli ex Allievi degli Istituti Salesiani della Liguria s'impegnarono di provvedere per i bisogni della Missione Salesiana del Siam, è già in viaggio a bordo di un piroscafo tedesco. Fra pochi giorni arriverà al Siam e rappresenterà pei nostri missionari un aiuto veramente efficace, che loro risparmierà tempo e disagi nelle lunghe peregrinazioni fluviali.

I nostri missionari dal nome stesso del motoscafo saranno portati a ricordare perennemente i generosi donatori e pregheranno ogni giorno per essi e per le loro famiglie. Il nostro cordiale plauso agli ex allievi liguri che hanno saputo realizzare una bella e gentile idea.

Onorificenza a un Cooperatore.

L'Opera Salesiana di Brescia, che deve la sua vita alla munifica generosità del comm. Francesco Folonari, fu assai lieta di veder premiati tanti meriti dell'insigne benefattore da Sua Santità Pio XI con la Commenda di S. Gregorio Magno.

L'onorificenza fu solennemente conferita al Folonari da S. E. Mons. Gaggia, Vescovo di Brescia, tra la gioia e il plauso delle autorità diocesane e degli amici presenti alla bella cerimonia.

Nuove case salesiane.

A BATURITÈ (Brasile) si è aperto il nuovo « Collegio Savio Domenico ». La popolazione accolse con dimostrazioni di esultanza il Direttore e l'accompagnò a suon di banda al collegio, per ora in casa provvisoria: benemeriti cooperatori di Baturitè prodigarono ai primi Salesiani cortesie veramente commoventi, che testimoniano del loro affetto all'Opera Salesiana.

A MYSLOWICE nella Slesia, nella cattolica parrocchia del Cardinal Primate di Polonia,

S. Em. il Card. Hlond, coll'acquisto degli immobili della Società Polsprit, i nostri confratelli polacchi apriranno un istituto modello per la gioventù operaia.

A TORRE ANNUNZIATA ebbe luogo nel febbraio l'inaugurazione del « Ricreatorio Festivo » Madonna di Lourdes dovuto alla generosità di un eletto sacerdote, D. Pasqualino Dati. Intervennero alla cerimonia S. Em. il Cardinale Ascalesi e le primarie Autorità. Dopo che il Direttore porse un caloroso saluto agli illustri ospiti, l'avv. Gatta, presidente regionale degli ex allievi, illustrò con un magnifico discorso l'opera di formazione che gli Oratori Salesiani svolgono in favore della gioventù. Seguì il Podestà di Torre che rivolse all'Eminentissimo l'omaggio della città e promise ogni appoggio al nascente istituto. Benedetta quindi la bella statua di M. A. donata dal Rev.mo Sig. D. Rinaldi, Sua Eminenza ringraziò con effusione di cuore e disse tutta la sua gioia per questa nuova fondazione salesiana.

A GAETA. - Mercè l'interessamento di S. E. l'Arcivescovo Monsignor Dionigi Casaroli, veniva affidata ai Salesiani l'artistica chiesa di S. Francesco eretta per volere di Ferdinando II, e che serviva di caserma ai marinai