BS 1880s|1886|Bollettino Salesiano Maggio 1886

ANNO X - N. 5.   Esce una volta al mese.   MAGGIO 1886

BOLLETTINO SALESIANO

DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano. - Via Cottolengo, N. 32, TORINO

SOMMARIO - Il mese di Maggio e la Festa di Maria Ausiliatrice - Il Mese di Maria Ausiliatrice - Novena di Maria Ausiliatrice - D. Bosco a Genova e a Varazze - Lettera Argentina - Il Cuor di Gesù e il Cuor di Maria - Grazia di Maria SS. Ausiliatrice - Tributo di gratitudine e di meritato compianto ad una Suora di Maria Ausiliatrice - Invito a tutte le Pie Unioni delle Figlie di Maria e giovanette cattoliche per festeggiare le nozze d'oro del Sommo Pontefice Leone XIII - Una splendida gemma ossia Francesca Ottavia dei Conti DeMaistre - Elenco dei Cooperatori e Cooperatrici defunti nel 1885.

IL MESE DI MAGGIO e la festa di Maria SS. Ausiliatrice.

Con vivo affetto figliale e con fiducia senza limiti, vediamo avvicinarsi la festa solenne della Madre nostra santissima, Maria Aiuto dei Cristiani. Il mondo intero ha bisogno di lei, perché da tutte parti si avanzano turbinose procelle. Gli errori che hanno ribellate le menti a Dio, le passioni dalle quali furono snaturati i cuori, stanno per produrre i loro terribili effetti. Rumori di guerre più o meno lontane preoccupano le genti, l'ordine sociale è minacciato, l'immacolata sposa di G. C. la Chiesa soffre pressura in quasi ogni parte della terra. Colla cosa pubblica pericolano eziandio in un modo o nell'altro le private fortune e miseri rende i popoli il peccato, come ha detto lo Spirito Santo. Perciò gravissimi sono i motivi che ci debbono spingere in quest' anno a far del nostro meglio per celebrare il mese di maggio e la novena e la festa di Maria SS. Ausiliatrice. Maria può tutto e la preghiera ottiene tutto. Essa è Madre e noi siamo suoi figli.

Le grazie continue delle quali ci pervengono ogni giorno notizie, sono caparra di quelle maggiorì che essa ci prepara, se le daremo quell'onore che essa vuole. Come i pulcini all'avvicinarsi del temporale si radunano sotto le ali della chioccia, cosi noi rifugiamoci sotto il manto benedetto della Vergine celeste. Ma puro si faccia il cuore coll' acquistare il santo giubileo, generoso col concorrere al sostegno delle opere di carità, umile col piegarsi interamente ai precetti del Sommo Pontefice, del Vicario di Gesù Cristo Sono queste condizioni necessarie a farci riconoscere da Lei come suoi figli, perchè il nostro cuore deve essere simile al suo. Essa infatti è piena di grazia , la sua generosità non ebbe limiti, e lo dimostrò la visita a santa Elisabetta, le nozze di Cana, il Calvario ; fu umile, ed essa stessa cantò : Quia respexit humilitatem ancillae suae, ecce enim ex hoc beatam me dicent omnes generationes.

IL MESE DI MARIA AUSILIATRICE.

Nel santuario di Maria Ausiliatrice in Torino il mese Mariano comincerà il giorno 25 d'aprile e andrà a chiudersi colla festa titolare del 24 maggio.

Preghiamo i Cooperatori e le Cooperatrici e gli Ascritti alla pia Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice, residenti in Torino, che potendo vi vogliano prendere parte insieme coi membri e coi giovanetti del nostro Istituto, affinché l'ossequio a Maria lungo il mese, e soprattutto durante la novena, che incomincerà il 15 di maggio, riesca più solenne ed accetto.

L'orario delle sacre funzioni è il seguente Nei giorni feriali al mattino , alle ore 7 1/2 vi sarà Messa, recita del santo Rosaria e comodità di accostarsi ai santi Sacramenti. - Nella sera alle ore 7 1/2, dopo il canto di una lode, avrà luogo un breve sermone detto dall'esimio oratore Rev. D. Luigi D'Antuono da Salerno, già noto ai Torinesi per la sua facile ed eloquente parola indi la benedizione col SS. Sacramento.

Nei giorni festivi le sacre funzioni della sera incominceranno alle 3 1/2.

Si avverte in pari tempo : ogni volta che nel santuario di Maria Ausiliatrice, come pure in qualunque altra chiesa od Oratorio pubblico appartenente alla Congregazione Salesiana, si assiste alla predetta funzione del mattino, si acquista una indulgenza di 3 anni, ed un'altra di 200 giorni, ascoltando la predica colla recita dell'Ave Maria prima e dopo. Tali indulgenze applicabili alle anime dei fedeli defunti, furono concesse dal S. Pontefice Pio IX con decreto del 26 febbraio 1875.

NOVENA DI MARIA AUSILIATRICE.

La novena incomincerà il giorno 15 maggio.

In ciascun giorno lungo il mattino sino alle ore 11 vi sarà celebrazione di Messe e alla sera le funzioni incominceranno alle ore 7.

Nei dì festivi, come nel secondo e nel nono della novena, l'ordine delle funzioni cangia come segue : Al mattino alle ore 7 Messa e comunione generale ; alle ore 10 1/2 Messa solenne ; alla sera verso le 3 1/2 Vespri, predica e benedizione col SS. Sacramento.

Tutte le pratiche religiose, compresa la Messa delle ore 7, le comunioni e le preghiere dei due giorni festivi, che occorrono durante la novena, sono offerte a. Dio secondo la pia intenzione dei

Benefattori e delle Benefattrici delle Missioni,, delle Opere e Case salesiane e specialmente della nuova chiesa ed ospizio del Sacro Cuore di Gesù in Roma.

Il giorno e l'ora della Conferenza si farà conoscere ai signori Cooperatori e alle signore Cooperatrici di Torino con un' apposita circolare.

LUNEDÌ 24. Solennità di Maria SS. Aiuto dei Cristiani. MaTTINO.

Alle ore 7 Messa e comunione generale. ». 10 Messa solenne.

SERA.

Alle ore 6 Vespri solenni, panegirico, Tantum ergo e benedizione col SS. Sacramento. Tra la musica scelta che eseguiranno i giovanetti dell'Oratorio vi sarà la Messa detta di S. Cecilia di Mons. Giovanni Cagliero, l'inno grandioso Saepe dum Christi dello stesso autore, ed il Laudate pueri del cav. C. Capocci.

MARTEDÌ 25.

Alle ore 7 e mezzo Messa, comunione ed altre pratiche di pietà in suffragio delle anime dei defunti Cooperatori salesiani, e dei defunti confratelli dell'Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice.

NB. - Chi desidera farsi ascrivere nell'Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice, troverà persona appositamente incaricata nella sacrestia della chiesa.

Indulgenza plenaria

A chi-confessato o comunicato visiterà la chiesa di Maria Ausiliatrice in Torino in un giorno dell'anno ad arbitrio e nel giorno della festa.

D. BOSCO A GENOVA E A VARAZZE.

Crederemmo mancare ad un nostro dovere se per mezzo del Bollettino non rispondessimo a tanti nostri benefattori , che ci chiedono notizie di D. Bosco. Egli partiva da Torino per visitare le Case salesiane della Liguria, della Francia e di Barcellona in Ispagna. L'egregio giornale genovese intitolato l'Eco d'Italia, giornale per ogni lato pregevolissimo , nel suo numero 72 del 15 marzo 1886, così parlava dell'arrivo di D. Bosco in Sampierdarena e in Genova.

« Scriviamo queste righe coll'animo veramente commosso e col cuore immerso nella più profonda ammirazione per il grande Apostolo della carità nel secolo XIX, il venerando D. Bosco.

» Come avevamo annunziato, egli doveva giungere fra di noi, ed infatti il giorno 12 arrivò in Sampierdarena da Torino alle ore 6 1/4 pom., accolto alla ferrovia dai direttori delle case salesiane di Sampierdarena, d'Alassio, di Varazze e di Spezia, non che da numerosi ammiratori ed amici.

» Pervenuto sulla soglia dell'Ospizio di S. Gaetano, D. Bosco fu dai suoi ricoverati riconoscentissimi salutato colla musica e con frenetici evviva.

» Nella medesima sera ricevette 2 bravi operai, i quali a lui si recavano per rendergli omaggio della grazia che avevano ricevuto dalla Madonna Auxilium Christianorum, della quale D. Bosco è divotissimo.

» Nella mattina di ieri-celebrò la santa Messa nella sua cappella privata, e dopo incominciò ad ammettere le moltissime persone che erano accorse per chiedere consiglio, benedizione e conforto. Fra gli altri abbiamo notato il cav. Maurizio Dufour, col quale D. Bosco si intrattenne non poco, volendo esser informato delle molte opere di carità che si fanno in Genova e lodando molto ìl suo zelo.

» Molte persone accolse D. Bosco, e alle 2 1/2 fu a S. Siro, dove doveva aver luogo l'annunziata conferenza. E qui ci vorrebbe ben altra penna per descrivere le scene commoventi che accaddero in quelle ore!

» Scelto e numeroso fu l'uditorio, che, dopo un bellissimo mottetto cantato dagli alunni dell'Ospizio di Sampierdarena , potè udire un elaborato discorso del prof. Francesco Cerruti.

» E siccome la carità dei Genovesi è a tutti nota, così anche abbondante fu la questua, che fruttò lire 1123,70, notando che fra questa somma si notarono cinque o sei offerte da lire 100 ciascuna. Fecero la questua ragguardevoli e generosi signori, quali il March. Brignole Benedetto, March. Durazzo Flavio, Avv. Noce Giovanni, Sig. Franco Deamicis , Sig. Carpaneto Giuseppe e Maurizio Avv. Dufour.

» Bravi, i Genovesi; se vi è denaro ben impiegato, è quello dato a D. Bosco!

» Egli stesso diceva ieri a un signore che visitava : « Per me vivo con un po' di meliga, ma » ho però 200,000 figliuoli da sfamare, e siccome » la carità dei cattolici non ha confini, così io ho » bisogno di tutti. »

» Dopo il discorso e fatta la questua, fu cantato il Tantum Ergo e impartita la benedizione.

» Accompagnato dal venerando nostro Arcivescovo, D. Bosco potè con grave fatica, in mezzo ad una calca di persone di ogni ceto, giungere in una sala della stupenda sacristia, dove fu oggetto di un vero entusiasmo.

» Noi vedendo il nostro amato Pastore aiutare a sedere D. Bosco, ricolmarlo di ogni amorevolezza, eravamo commossi alle lagrime, era un Arcivescovo illustre che si trovava dinanzi ad un illustre sacerdote, la cui fama è mondiale.

» Abbiamo viste dame cospicue chiedere la benedizione, sacerdoti venerandi, operai inchinarsi e prostrati dinanzi a quella sua nobile figura, che si può chiamare l'effigie di S. Vincenzo de' Paoli.

» Tutti volevano essere benedetti, volevano una parola dall'Apostolo torinese , e allorchè si recò alla vettura , uno stuolo di persone lo accompagnò.

» Viva D. Bosco! è questo l'augurio che al grande uomo fanno i Genovesi.

» Viva D. Bosco! è questo il voto che ci esce oggi dal profondo del cuore, e noi siamo lieti e andiamo superbi di accoglierlo fra le mura della nostra città !

» Viva D. Bosco ! »

Il giorno 16 marzo Don Bosco giungeva a Varazze. Fu un vero spettacolo di fede! Il Parroco aveva annunziato alcuni giorni innanzi dal pergamo quella visita e si erano spediti ai paesi vicini gli inviti per la conferenza. Da Arenzano, da Voltri, da Sestri, da Savona erano accorse moltitudini di gente; e D. Bosco, sceso dalla vettura a' pie' della salita al Collegio , impiegò ben tre quarti d'ora per giungere in casa. Verso le due la via del Collegio rigurgitava già di popolo , ed una volta apertesi le porte, la folla irruppe nei corridoi, nelle scale, e ci volle ogni sforzo per impedire che D. Bosco non fosse soffocato nella sua sedia.

La conferenza incominciò alle 5 1/2. Per andare alla Chiesa Collegiata si doveva attraversare la piazza, e tanto la chiesa come la piazza parevano un selciato di teste, sicchè solo a grandi stenti ed in grazia delle buone spalle del Parroco e di alcuni buoni popolani potè finalmente D. Bosco giungere al presbiterio. Parlò D. Cerrutti esponendo l'origine e lo scopo della Pia Associazione de' Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane, ed indicando nella preghiera e nella limosina i due principali e più potenti mezzi di cooperazione. Poi il parroco, commosso, piangendo, parlò di D. Bosco e delle sue opere. Era una commozione generale. Dopo la benedizione fu la cosa più seria; la folla era tale e tanta che' era affatto impossibile uscire. Pure D. Bosco sorrideva tranquillo; egli aveva una parola per tutti massime ai fanciulli.

Giunti finalmente al cancello che mette alla canonica , Don Bosco si volse a quella immensa folla. Si fece silenzio profondo; D. Bosco disse commosso che ringraziava tutti della dimostrazione a suo riguardo; ringraziava il parroco della sua protezione ed impartiva a tutti la sua benedizione. Poi un solenne: Evviva D. Bosco! risuonò lungamente in quei luoghi. Le campane continuarono per tutto il giorno a suonar a festa.

Viva, concludiamo noi, il popolo di Varazze così pieno di fede e generoso di cuore!

LETTERA ARGENTINA

Buenos-Ayres, 12 novembre 1885. MOLTO AMATO E VENERATO PADRE D. Bosco,

Uno dei suoi più amati figli, amatissimo Padre, uno che fu il modello del missionario salesiano , uno che è la gloria nostra e del nostro D. Bosco, uno cui fa adesso due anni la Paternità Vostra scriveva queste parole : « Ti amo tanto in terra e ti amerò ancor più in cielo, » passò ieri dall'esilio alla patria, dalla terra al cielo.

Questi è D. Paseri Giov., direttore della nuova casa di Santa Catalina. Morì estenuato dal lavoro, che gli cagionò una etisia galoppante, la quale in pochi giorni ce lo tolse all'età di 26 anni, avendone passati tre nel più fervido ministero sacerdotale.

Era D. Paseri Giov. un fiore di soave fragranza del giardino salesiano, e la celestial Giardiniera volle raccoglierlo per trapiantarlo nei giardini del cielo, trovandolo più degno di questi che di quello. Inutilmente La supplicammo in questi bei giorni del mese di novembre, consecrato ad onorarla d'un modo particolare; indarno alcuni giovani offrirono la loro propria vita perchè salvasse quella del loro amato maestro e direttore ; indarno promettemmo orazioni e penitenze; Maria non volle ascoltare i nostri gemiti, e solo fece caso al suo cuore di madre, che preferiva sfogare il suo amore con questo suo carissimo figlio, portandolo quanto più presto nelle braccia beate ed eterne del suo Divin Figlio.

Si compia la volontà di Dio adesso e sempre! Ma il certo è che questo buon sacerdote lasciò un vuoto, che ci sarà impossibile empirlo.

Egli era, come già lo dissi, direttore della casa di Santa Catalina, alla quale in soli due mesi diede un sorprendente incremento ; egli scriveva il Bollettino Salesiano; egli predicava con molta unzione ; egli era confessore di varii istituti religiosi; egli era maestro molto erudìto e lettore di teologia dei nostri chierici ; insomma era egli una delle braccia più forti della nostra missione di Buenos-Ayres : ma ohimè ! che ogni volta che dico questa parola era il mio cuore si strugge , pensando che ormai non vive più, e vedendomi nell'impossibilità di rimediare alle grandi necessità che ci premono.

La sola volontà di Dio ci chiude la bocca ; e pertanto io tacio , dopo di ripetere una seconda volta : fiat voluntas tua.

I nostri cari giovani di Almagro vollero vegliarlo tutta la notte, ed al presente si trovano tutti sommamente tristi, e fanno la Via Crucis in suffragio della sua bell'anima. Oggi stesso sarà portato il suo corpo al cimitero di Becoleta, dove già riposano D. Giov. B. Baccino e suor Maddalena Martini.

S. S. Ill.ma mons. Aneiros comandò si suonassero all'ora del funerale le campane di tutte le parrocchie di Buenos-Ayres.

Ho inviato telegrammi a tutte le case salesiane di queste due repubbliche e in particolare a mons. Cagliero, (cui non potremmo vedere fino alla metà di gennaio). Così è che saranno moltissimi i suffragi che in questi giorni si faranno per il nostro caro defunto.

Son certo che costì si pregherà molto per lui e che la P. V. lo raccomanderà di un' modo speciale a Maria Ausiliatrice, affinché lo liberi presto dalle pene del purgatorio, se ancora avesse da pagare qualche cosa della pena temporale.

Faccia il piacere di dire a cotesti valorosi che stanno con desiderii di venir in aiuto dei loro confratelli americani, che non lascino diminuire il loro salito ardore, imperocchè Maria Ausiliatrice non tarda molto a rimunerare un atto tanto generoso.

Si compiono precisamente in questi giorni gli otto anni che questo zelante sacerdote, anelando salvare anime, lasciava l'Italia per venire in America, e Maria lo chiamava a sé il giorno di S. Martino. Oh fortunato S. Martino , quel che gli preparava Maria (1). Oh cangiamento felice di queste misere case di fango per quelle mansioni celestiali! Dica loro anche che vengano con volontà decisa di perseverare e lottare vittoriosamente contra ogni genere di tentazioni, e specialmente quelle che ci procurano i nemici delle vocazioni religiose. Il nostro amato Paseri ebbe a soffrire per questa parte violenti combattimenti, (gli però, forte sempre nella lotta, lasciava ai suoi superiori la cura di tutto.

Ebbene, dopo i combattimenti vennero le vittorie, dopo la tempesta la calma, e ieri moribondo esclamava : « Oh quanto sono contento di morire salesiano ! » E con ragione poteva dirlo egli che doveva la sua perseveranza ai grandi sforzi, che moriva colla coscienza di non essere stato causa di nessun disgusto ai superiori, e sì di averli sempre aiutati a sopportare amari travagli, egli nemico dichiarato d'ogni rimunerazione, modesto quale un angelo, zelante quale un apostolo.

Mio carissimo Paseri! permetti che invidiamo la tua sorte felice e ti domandiamo di ottenerci la grazia da Dio, d'una ferma e stabile costanza nella nostra vocazione. Intanto, venerato e molto amato Padre, preghi Ella Iddio che ci voglia mandare di questi operai sapienti e santi come il nostro caro Paseri. Santa Catalina, La Plata, Las Mal vinas, Punta Arenas ed altri centri importanti di missioni domandano e sperano alcuno che porti lore aiuto, ma ahi! che non possono ottenere altra riposta che questa: hominem non habeo!

Le son molto grato alla preziosissima lettera di quattro pagine che la P. V. si degnò scrivermi di sua propria mano, non ostante la sua indebolita salute. Oh! quali consolazioni ho trovato in essa! Le prometto anche a nome dei miei confratelli, che essa sarà l'argomento di molte conferenze, e che la considereremo sempre qual caparra d'amore che nella sua vecchiaia volle mandarci il nostro amato Padre.

Dio la conservi ancora molti e molti anni.

Benedica tutti i suoi figli d'America e in particolare al suo

Umilissimo e aff.mo figlio in Gesù Cristo D. GIACOMO COSTAMAGNA.

Tutte le Case salesiane d'America all'annunzio di questa morte, resero gli ultimo onori al caro fratello che avevano tanto amato ed ammirato. Dal fondo della Patagonia D. Angelo Piccono scriveva il seguente sonetto.

ALL' ANIMA BELLa D. GIOVANNI PASERI.

Sonetto.

Triplex in morte congratulatio ; hominem ab omni labore, peccato et periculo liberari.

S. BERR.

Te felice, o fratello! Alla desiosa Alma s'aprir le sospirate porte: Nunzio di gaudio, ti portò la Morte Là dove l' uom col suo Fattor riposa.

Felice te! Ch'è pur la dolce cosa

Del carcere sprezzar l'aspre ritorte, Quando il Divino Amor più acceso e forte Già tutta inebriò l'Alma sua sposa.

Felice te! Che già non ti molesta

Il peccato e il periglio; e la fatica Per te si volse in sempiterna festa.

Felice te!... Ma intanto si nutrica

Di lagrime e doler la dolce e mesta Famiglia, che di te fu tanto amica.

Carmen di Patagones, 13 novembre 1885.

(1) I Piemontesi dicono fare S. Martino quando cangiano d'abitazione.

IL CUOR DI GESU' E IL CUOR DI MARIA, Analogie e conforti.

Ci avviciniamo al più vago e più amabile dei mesi. Come raggio di nota stella in tempestosa notte , come alba che nella più bella stagione precede il giorno , come aurora di luce bianca purissima, che cresce di mano in mano e piglia nuovi e sempre più vivaci e più dolci colori, così ci ricomparisce Maria nel maggio, che sorge, a lei dedicato. Salutiamola con riverente affetto ! Or qual altro miglior mezzo ad onorare il Cuor di Gesù, a studiarne per quanto umanamente si può le riposte grandezze , a farne conoscere e scaturire gl'ineffabili tesori, che vi si racchiudono, che onorare, studiare e indagare il Cuor di Maria? Ricorriamo dunque alla Madre per conoscere il Figlio. E certo tra il Cuor ai Gesù e il Cuor di Maria esiste una cotal relazione e somiglianza di natura, regna una cotal intimità d'intelligenza e di amore, quanta non si potrebbe concepire ne maggiore, nè più perfetta. Immenso l'uno e l'altro come l'amore, che li ha creati; divinamente umani nella grandezza della pietà e della generosità, che a tutta quanta l'umanità si estende e tutta quanta l'umanità in sè accoglie ed abbraccia ; non guasti, non offesi, non appannati neppure e l'uno e l'altro dalla macchia originale; pari nell'altezza del sacrifizio , che insiem li lega e li fonde in un solo, come nell'abisso del dolore, che gli strazii, gli affanni, le agonie dell'uno fa vicendevolmente rifluire nell'altro colà a' piedi della Croce per l'umanità da redimere.

Or questa perfetta somiglianza, che corre nell'ordine naturale fra l'uno e l'altro, e di due cuori forma bellamente un solo, doveva succedere e succedette realmente nell'ordine storico quanto all'origine e alle vicende dei culto ad ambidue prestato. Qui però bisogna anzi tutto osservare che non nello stesso modo, nè nella stessa misura si onora il Cuor di Gesù e il Cuor di Maria ; v'ha anzi quanto all'oggetto formale una profonda distinzione. Il culto al Cuor di Gesù è un culto di latria, ossia di adorazione, poichè il Cuor di Gesù non si può considerare, che inseparabilmente congiunte con la divinità, per quell' indissolubile unione, che l'umanità di Gesù congiunge in una sola persona con la divinità del Verbo o Figliuol di Dio. Il culto invece, che si presta al Cuor di Maria, la più alta, la più perfetta delle creature, ma pur sempre creatura, è un culto di dulia o piuttosto di iperdulia, ossia sopra servitù o sopra divozione, come quelle che è particolarmente diretto ad onorare, in un modo superiore a tutti gli Angeli e santi, gli affetti purissimi e santissimi del Cuore dell'ancella del Signore, nel quale, come c'insegna la Chiesa, Dio ha preparato una degna dimora dello Spirito Santo, ossia dell'Amore.

Ciò premesso, chi non vede, sol che dia un leggiero sguardo alla storia, quali intime relazioni di luogo, di tempo, e persin di contraddizioni e di lotte, l'una e l'altra divozione collegano? Tenuissime le origini del culto pubblico al Cuor di Gesù, tenuissime quelle del culto pubblico al Cuor di Maria; un'immagine, un altarino, ecco gli esordii di questo due divozioni, che nella decrepitezza religioso-morale del mondo dovevano abbracciare tutta quanta l'umanità per ricondurla a Dio. Non altrimenti, se pur è permesso un tal paragone, succede al Nilo , a questo celebratissimo fiume della terra de' Faraoni, il quale traendo la sua per tanto tempo misteriosa origine da un sottilissimo fil d'acqua ingrossa di mano in mano che si avanza nel suo lunghissimo corso, allaga e feconda con le sue periodiche inondazioni un immenso terreno e tutto quanto un gran popolo sostenta ed arricchisce, terminando col pagare mediante grossissimi sbocchi il suo tributo nel Mediterraneo. La Francia è il luogo, la sede eletta alle origini di entrambi; ne son strumento due umili e vergini cuori, la B. Alacoque e il P. Eudes, chè l'umiltà e la purità sono i due fattori delle opere di Dio; il tempo predestinato è il secolo XVII, e più propriamente quella parte di esso che già covava quel rio malore, che a tanta parte d'Europa doveva recar danni e sventure. Benedetta la Divina Provvidenza! Quando un naturalismo pagano aveva guaste pur esse le radici già così sane delle lettere e dello arti, separandole sacrilegamente da Gesù Cristo, quando una superba filosofia, prescindendo dalla rivelazione ed il sistema dei doveri, solo e tutto traendo dalla natura dell'uomo, dava corpo e vita alla forma più funesta, perché più ipocrita, del razionalismo, Dio misericordioso veniva in aiuto alla povera umanità, riannodando con le divozioni del Cuor di Gesù e del Cuor di Maria quel vincolo fra l'ordine naturale e l'ordine sovrannaturale, su cui riposa tutto quanto il Cristianesimo, e senza cui non sarà mai possibile che società alcuna possa dirsi cristiana-, cioè umana. E questo inestimabile benefizio ben riconobbe la Chiesa , infallibile maestra, la quale, pur procedendo con l'usata prudenza, approvò non solo di mano in mano, ma estese ancora a tutta la cattolicità le due divozioni e le due feste al Cuor di Gesù e al Cuor di Maria.

Ma sorgono le contraddizioni, ché una lotta incessante è la vita dell'uomo su questa terra, e queste contraddizioni son sempre tanto più fiere, quanto maggiore è il bene che mirano a combattere. Novelli farisei, chiaminsi Giansenisti, o Ricciani , o meglio senz'altro acattolici , ma certo della genia di quelli, che colà sul Calvario avevano ad un tempo insultato al Cuor di Gesù e al Cuor di Maria, pretendono scorgere idolatria dove vi ha la più rigorosa precisione di dottrina e sovrana armonia di culto, e sotto il manto d'un crudele rigorismo vorrebbero tener lontana la creatura dal Creatore, i figliuoli dal loro padre e dalla loro madre, adoperando ancora in ciò, come fa chi ha torto, nomignoli e ingiurie contro i loro avversari, i cattolici. E a' giorni nostri medesimi non vedemmo noi un famoso filosofo, così benigno verso il Giansenismo, in quella che si atteggiava a campione entusiasta del Cristianesimo, accomunare in un sol odio e in un sol disprezzo l' una e l' altra di queste divozioni? Sì , bisogna pur dirlo. Mentre il genio davvero cattolico ravvisa nel Cuor di Gesù le origini, le ragioni e come la forma spirituale della Chiesa (1), l'ingegno idolatra della città de' sette colli lancia inverecondi lazzi sulla Roma della festa del Sacro Cuore, che a lui pare una minuzia, un accessorio (2). Mentre l'uomo dal profondo intelletto e dalla robusta fede riconosce nell'entusiasmo de' popoli ad esaltar la fortunata donna una forza logica invincibile (3), giacchè le perfezioni umane di Gesù son le perfezioni di Maria, l'uomo, traviato dalle parvenze d'un non so qual Cristianesimo civile, ripete l'ingrandimento del culto a Maria, o, come egli bestemmia, la femminilità del Cristianesimo dalla tendenza delle stirpi nordiche, portate, secondo il suo frasario, ad indiare la donna, in contrario delle razze semitiche o delle pelasgiche (4). Così è purtroppo; Satana muta tattica nella sua vecchia guerra, transfigurat se, ma è sempre Satana.

Or che dobbiamo fare noi in tali frangenti? La risposta non può essere nè tarda, nè dubbia. Quando i nemici di Dio stringono in un sol odio ed in un sol disprezzo la divozione al Cuor di Gesù e la divozione al Cuor di Maria , riconoscendo con ciò stesso l'intimo e come necessario legame che l'una all'altra collega, e noi uniamole questo due divozioni in un sol amore, in una sola venerazione. Sì, è vero, le nostre deboli pupille non possono, né oserebbero affisarsi nella luce diretta del raggiante Cuore di Gesù a scrutarne la maestà e la sapienza, pel timore di rimanere noi poveri mortali schiacciati sotto il peso della sua gloria: Qui scrutator est maiestatis, opprimetur a gloria (5). Ebbene volgiamo lo sguardo all' immagine del Cuor Sacratissimo di Maria, che sta a diritta di Lui; a quella vista noi saremo rinfrancati; a quella luce riflessa noi arriveremo a rintracciare gl'ineffabili tesori che son nascosti nel Cuor di Gesù. Imperocchè Maria é lo specchio che tutti riflette i raggi, che partono dal Cuor del suo Figlio Gesù, ed è appunto in questo riverbero che sta la sovrumana bellezza del suo Cuore. Maria, come dice un dotto e pio scrittore, è l'ostensorio che mostra a noi Gesù, né l'idea di Lei può giammai scompagnarsi da quella di Dio Creatore, Redentore e Glorificatore.

Volgiamoci dunque a Maria, in questo Maggio soprattutto , e preghiamola a farci conoscere e partecipare in qualche modo i tesori di bontà e di sapienza del Cuor di Gesù; preghiamola a diffonder sopra di noi un raggio di quei santi ardori, che divampano nel Cuor di Gesù e suo, e conforme a questi purissimi ardori regolar la nostra vita; preghiamola infine che affretti il momento della consacrazione della Chiesa, sacra al Cuore del suo Divin Figlio. E dessa che iniziò la santa impresa, Essa la compia. Roma e Torino, il Sacro Cuore e Maria Ausiliatrice suggelleranno col fatto l'intimo indissolubil legame, che l'una all'altra bellamente congiunge di siffatte soavissime divozioni, e dureranno perpetuo monumento di carità e di fede.

(1) V. FORNARI, Della vita di Gesù Cristo, lib. II. (2) GIOBERTI, Il Gesuita moderno, tomo III. (3) V. FORNARI, ibid.

(4) GIOBERTI, Filosofia della Rivelazione. (5) Prov. XXV, v. 27.

GRAZIA DI MARIA SS. AUSILIATRICE.

Mondovì, 22 settembre 1535.

REV. SIG. D. Bosco,

A gloria di Dio e di Maria SS. Ausiliatrice rendo nota alla S. V. Rma la seguente dichiarazione, pregandola a volerne dar pubblicazione.

Permise Iddio che nei primi giorni di gennaio di quest'anno io cadessi inferma, e di malattia così violenta, che in pochi giorni mi ridusse in fin di vita. Ricevuti gli ultimi Sacramenti, rimasi parecchi giorni in uno stato. deplorevole e pericoloso, poiché, gonfiatamisi la lingua, che per violenti sforzi di vomiti, mi uscì fuori dai denti, senza poterla per qualche tempo ritrarre; poi rientrata, mi si strinsero i denti per tal modo, che neppur goccia di sorta potea entrare in bocca. Passati in questo stato parecchi giorni, migliorai alquanto, ma in breve ricaddi nello stato di prima. Per le ripetute cavate di sangue, per la febbre che ogni giorno mi affliggeva, per la palpitazione di cuore, mi venne fioca la voce, di cui rimasi priva per otto mesi continui, non potendo parlare che sotto voce. In tale miserando stato, parea non trovassi conforto che nel pianto. Ma le mie angoscie crebbero d'assai, quando, nel mese di giugno col permesso del medico provai ad alzarmi di letto, e m'accorsi che non solo non potea muover passo, ma neppure reggermi sulla persona. Ciò accadeva per ostinata infiammazione alla spina dorsale e per raggruppamento di nervi. Per quanto premurose, sollecite e veramente caritatevoli cure mi venissero prestate dal medico, pure nessun miglioramento io sperimentava. Ogni qualvolta tentai di fare un passo, avea mestieri di tre persone : due per sostenermi sulla vita , e una per trascinarmi avanti il piede!.. Tutto quanto suggeriva l'arte salutare, tutto fu messo in opera. Si attendeva la calda stagione; venuta questa mi si ordinarono i bagni, ma neppur questi in verun modo mi portarono giovamento.... Destituita di forze, incapace a muovere un passo in sul fior degli anni, spenta in me ogni speranza di guarigione, era piombata in uno scoraggiamento che potrebbe dirsi poco men che disperazione. Sì desolante stato era pur ben compreso da quanti mi visitavano, e li stringeva a compassione. Dalle buone Suore Domenicane, presso cui mi trovo ricoverata, si pregava per me, e si faceva pregare Iddio ad aver compassione di questa disgraziata. Io nella mia debolezza alcun poco pregava Maria SS., onde mi ottenesse da Dio di poter almeno alzarmi e camminare. Ma pareva che il Signore per provar la mia fede non volesse ascoltarmi. Mi venne finalmente suggerito di raccomandarmi a Maria SS. Ausilìatrice, venerata in Torino nel suo santuario dì Valdocco, e alla R.ma Madre superiora venne il felice pensiero di un triduo di preghiere, da farsi appunto nella chiesa di Maria SS. Aiuto dei Cristiani. Così si fece. Un sacerdote scrisse alla S. V. Rma pregandola a darmi la sua benedizione e a far celebrare un triduo di preghiere a Maria SS. Ausiliatrice, colla benedizione del SS. Sacramento, supplicandola a notificarmi in quali giorni e in quale ora questo si sarebbe fatto, onde io pure colle suore potessi unirmi in ispirito a porger supplichevol preghiera a Maria SS.

La pietà della S. V. Rma mi fece rispondere che di tutto cuore m'inviava la benedizione di Maria Santissima, assicurando che avrebbe pregato per me; che il triduo avrebbe incominciato il giovedì seguente, 27 agosto, alle ore 7 1/2 pom. e che io alle preghiere unissi viva speranza e confidenza nella bontà di Maria SS., poiché al certo sarei stata esaudita.

Saputo questo il mio cuore si aperse alla speranza e a viva confidenza in Maria SS. Ausiliatrice. A suggerimento di una persona mi si propose di recitare ogni sera del triduo, e precisamente alle ore 7 1/2 insieme colle R. Suore radunate nella mia camera, nove Ave Maria, aggiungendo a ciascuna la giaculatoria : Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis, il Ricordatevi, o piissima Vergine Maria, terminando coll'atto di fede. Si collocò in mezzo ai lumi accesi una fotografia di Maria SS. Ausiliatrice in modo che dal mio letto la potessi rimirare, e innanzi ad essa facemmo per le tre sere del triduo le preghiere suddette.

Durante questo io speravo e speravano pure le RR. Suore. Una fra esse con tanta fede pregava, e con tal persuasione sperava, che con tutta semplicità disse, a chi per ordine del medico in quei giorni appunto mi provvide d'una sedia a ruote, che la ritenesse pure, ché io per intercessione della Madonna non ne avrei abbisognato; e di fatto non ebbi punto a servirmene. Giunti al sabato, venne a visitarmi il medico; mi trovò come prima, e partissene senza poter pronosticare di me alcun che bene.

L'indomani, domenica 30 agosto, verso sera tutto ad un tratto la mia voce si fe' più spedita e sonora, come fu avvertito dagli astanti; io mi sentiva guarita; e tale una forte agitazione mi assalì, che la R. Madre Superiora si adoperò per calmarmi e mi esortò a pregare. Nella medesima agitazione passai la notte seguente, e addormentatami verso il mattino, sognai quanto segue.- - « Parvemi di camminare per me stessa, e come sollevata da terra di un palmo. In questo mi si presenta la R. Superiora, ed io mi affrettai per incontrarla. Ma ella, fermati, disse, e taci; tengo qui la tua sentenza; e in così dire aperse un foglio che tenea fra mano e lesse: Maria SS. ti ottiene la grazia che desideri, ma a condizione che ravvivi la fede. T'avverte però che dovrai soffrir ancor molti dolori e una grande sensibilità di cuore, le quali cose ti faranno patire grandemente. Continua a recitare il Ricordatevi, del gran s. Bernardo. » Ciò detto mi svegliai fortemente commossa; mi raccomandai a Maria SS. e la supplicai a far sì che ciò si avverasse. Desiderai in quell'istante di scrivere minutamente ogni cosa, ma non potei. Addormentatami poscia, sognai per la seconda volta la medesima cosa. Ridestata, presi sonno nuovamente, e ancor per la terza volta si rappresentò alla mia immaginazione il medesimo sogno, come sopra circostanziato. Fatto giorno chiamai la Superiora, le raccontai il sogno, a cui essa con prudenza mi disse non dovervi prestar fede. Le chiesi permesso di alzarmi; ma non mel concesse per allora, promettendomelo pel dopo pranzo, e mi raccomandò di pregare ben di cuore Maria Santissima. Io però mi sentiva in forze, parlavo a voce chiara; e senza far motto ad alcuno, vestitami prestamente provai rizzarmi sul letto e con mia grandissima sorpresa, ritta sulla persona feci tranquillamente sul letto due passi!.... La grazia era ottenuta!... Piansi di consolazione; io mi sentii rinascere. Una persona lungi da questo luogo che sapeva della mia penosa malattia e delle preghiere fatte a Maria Ausiliatrice, ma pienamente ignorava qual cambiamento era in me succeduto in questo dì, si sentì tratta a me di buon mattìno come da forza irresistibile, persuasa di trovarmi guarita e di vedermi a camminare, come infatti successe.

Dopo mezzodì col permesso della Superiora mi alzai e con giubilo del mio cuore, e con somma meraviglia, in mezzo agli astanti consci del mio primiero stato, speditamente e senza alcun sostegno camminai e con tutta sveltezza percorsi il corridoio ed il lungo dormitorio annesso, e pareami veramente di camminare sollevata da terra, come nella precedente notte avevo sognato. E con questa speditezza potei d'allora in poi muovermi e camminare, scendere e ascendere le scale. Ed ora, dopo otto mesi passati nell'assoluta impossibilità di muovere un passo, anzi di reggermi sulla persona, esclamo con giubilo e riconoscenza « Sono guarita per miracolo di Maria Ausiliatrice. » Venuto pochi giorni dopo per visitarmi il medico, che nulla sapeva dell'accaduto, trovatami presso la portieria, rimase attonito, non sapendo se fosse piuttosto un fantasma quello che sotto alle mie sembianze gli si parava allo sguardo. E quanti mi videro non poterono, nè possono a meno che esclamare : Miracolo, miracolo della potentissima intercessione di Maria SS. Aiuto dei Cristiani.

Siano dunque rese infinite grazie all'Augustissima Regina che si compiacque beneficar questa indegna sua serva, la quale però le promette d'or innanzi sincera divozione ed eterna gratitudine. In pegno di questa promessa ed in ringraziamento spedisco alla S. V. R. una tenue offerta per il decoro di cotesto santuario, pregando Maria Au-.. xilium Christianorum a continuarmi la sua protezione, e ad ottenermi soprattutto la salvezza dell'anima in Paradiso.

Riceva la S. V. R. i miei affettuosi ringraziamenti, continui a pregar per me, che ho il bene di professarmi

Della S. V. R.

Obb.ma e dev.ma serva MARIA ANTONIETTA.

TRIBUTO DI GRATITUDINE DI MERITATO COMPIANTO ad una suora di Maria Ausiliatrice.

Il nostro Istituto delle Suore di Maria SS. Ausiliatrice ha fatto non è guari una grave perdita nella morte della Direttrice dell' Asilo infantile d' Incisa Belbo, Suor MARIa BODRaTO. Sebbene non siam soliti a dare sul Bollettino cenni necrologici nè dei Salesiani, nè delle Suore, che Iddio va chiamando dall' esiglio alla patria,_ non possiamo tuttavia omettere di fare una eccezione alla regola, riportando qui il Verbale dell'Amministrazione dell'Asilo medesimo emesso in proposito; Verbale che, se è un elogio della Suora defunta, riesce pure argomento del grato animo e dei nobili sentimenti degli Amministratori e di tutta la popolazione d'Incisa.

L'anno 1886 il 17 febbraio in Incisa Belbo, Palazzo dell'Opera Pia.

Convocata l' Amministrazione nelle persone di VERRI M. Carlo Arciprete Vicario Foraneo Presidente; ALBENGA Commendatore Albino R. Prefetto in ritiro, Sindaco; Ricci Canonico Giuseppe Prevosto; IvALDI Sac. D. Giovanni; SCAPACCINO Avvocato Ortenzio.

Il Sig. Presidente apre la seduta commemorando Suor MARIA BODRATO Direttrice e Maestra dello Asilo infantile Ferraro, resasi defunta ier sera alle ore undici dopo lenta malattia, sopportata con esemplare rassegnazione, e quando appena da pochi giorni aveva abbandonata la cura del Pio Istituto da Lei diretto.

Ne fa i dovuti elogi, come quella che nel 1882, vivente ancora il Cav. Sacerdote D. Luigi Ferraro fondatore dell'Asilo infantile, essa lo impiantava e vi consacrava intieramente fino agli estremi la vita. Loda la sua regolarità nella tenuta dei Registri ed il regime economico interno della Casa, il modo tutto suo nell'insegnamento, il brio con cui elettrizzava e guadagnava i bimbi, che le erano affezionati qual tenerissima madre, sì che non avrebbe potuto fare di più per meglio corrispondere al fine propostosi dal benemerito fondatore, ed all' aspettazione degl' Incisiani che ogni giorno più ne apprezzavano le doti in ragione dello sviluppo intellettuale e fisico dei loro bimbi, ognora sempre più progrediente.

Aggiunge che l'Ispettore del circondario il Cav. Professore Porta, che per due o tre volte visitò l'Asilo, l'ebbe a qualificare per Asilo modello, e che il Sac. Dott. Fran. Cerruti, Direttore Scolastico per gli studi dei Collegi Salesiani , avendo visitato nell'autunno scorso il nostro Asilo, ebbe a dichiarare che, fra tutti gli asili da lui fino allora visitati, questo potevasi classificare pel primo.

Dopo tutto ciò ad esternare i sensi di particolare riconoscenza pei meriti affatto speciali della defunta Suor MARIA BODRATO, propone che ad onorare la memoria, le siano resi pubblici funerali a spesa dell'Opera Pia.

Il Commendatore Albenga commemora egli pure la defunta Maestra dell'Asilo colle seguenti parole:

« Signori! Crederei venir meno ad un dovere che m'impone la qualità di membro di quest' Amministrazione, se non mi accingessi a prender parte ai lavori pei quali siamo oggi radunati, e lasciassi sfuggire quest' occasione senza dirvi due parole intorno all' immensa sventura, dalla quale è stato or ora colpito il nostro paese.

» La morte di Suor MARIA BODRATO, che col cuore affranto dal dolore e colle lacrime deploriamo, gettò nel lutto l' intiera popolazione Incisiana, giacché, se essa era madre affettuosa, piena di premure, unicamente intenta a sorvegliare i bimbi alla cui educazione sopraintendeva, era pur buona, affabile, manierosa con chi ebbe occasione di avvicinarla. » Quella sua parola dolce, quel suo tratto nobile, dignitoso, sebbene sempre improntato a non istudiata ricercatezza, quel naturale sorriso che mai l'abbandonava, anche quando si occupava di cose serie, la rendevano simpatica a tutti, e costituivano un fascino irresistibile anche pei bimbi che l'amavano teneramente, quando pure per dovere era costretta ad infliggere loro qualche leggiera punizione. » Non vi parlerò delle buone Suore che le furono compagne nel lavoro improbo di dirigere uno stuolo di ragazzini, che pieni di vita quanto inconscii di quello che fanno, rendono difficilissimo il cómpito dell'educazione ad essi impartita. » In esse l'affetto per Suor MARIA loro più che superiora, sorella ed amica, fu tale e tanto che supera ogni misura; ed il solo sentimento religioso fu quello che le rese capaci a sopportare con cristiana rassegnazione una sì grande sventura.

» E se noi avemmo più che ogni altro occasione di ammirare le grandi virtù di quella donna privilegiata, di quel modello di modestia, che con intelligenza più che rara, unica, impiantò e condusse a buon porto questo pio Istituto, noi abbiamo pure la consolazione di essere testimonii dello slancio indescrivibile, con cui l' intiera popolazione Incisiana si associa al nostro dolore per la perdita di quella Santa donna. »

Gli altri membri esprimono essi pure sensi di condoglianza per la perdita di una Maestra così distinta, nella florida età di soli 27 anni, e pronunciano parole di meritata lode in sua memoria. Dopo di che gli adunati unanimi deliberarono

1° Che le onoranze funebri alla defunta vengano fatte a spese dell'Opera Pia Ferraro.

2° Che la salma della defunta venga tumulata nel distinto luogo, con suo testamento dal fondatore dell' Opera Pia destinato per le Suore addette al Pio Istituto, e che a perpetuarne la cara memoria sia apposta sul di Lei sepolcro una lapide marmorea con analoga Iscrizione.

3° Di intervenire in corpo ai funerali.

4° Di spedir copia del presente Verbale alla Rev.ma Superiora Generale dell'Istituto delle figlie di Maria Ausiliatrice, al quale Suor MARIA apparteneva, ed altra alla sua famiglia acciò apprendano come il loro dolore ben giusto per la fatta perdita, è condiviso sia dall'Amministrazione dell'Opera Pia, come da tutta questa popolazione d'Incisa.

Il che tutto si fece constare dal presente, che precedente lettura e conferma venne sottoscritto come infra.

A. C. VERRI Presidente Coram. ALBENGA Sindaco Ricci Can. Giuseppe Prev. IvALDI Sac. D. Giovanni SCAPaCCINO Avv. Ortenzio PORTA Segretario assunto.

INVITO

A tutte le Pie Unioni delle Figlie di Maria e giovanette cattoliche per festeggiare le nozze d'oro del Sommo Pontefice Leone XIII.

Non si cancellerà mai dal mio cuore e dalla naia memoria la sollecitudine colla quale molte di voi, sorelle mie dilettissime, corrispondeste già ad un mio invito ,.allorquando nel 1871 vi faceva proposta di unirci concordi per festeggiare il Giubileo Pontificale dell'Angelico Pio Nono, di cara e venerata memoria, con zelo e generosità m'inviaste il vostro obolo (1) accompagnato da tenere espressioni di filiale e rispettoso affetto.

Per una sì dolce rimembranza e per l'amore ardentissimo che tutte professiamo pel Vicario di Gesù Cristo , a voi ritorno , o mie carissime , e fidente nella vostra bontà ed indulgenza, mi accingo ad esternarvi un mio pensiero, che da più mesi mi nacque in cuore, e che mediante i vincoli di santa amicizia che tutte ci unisce , avrei caro veder tradotto in opera.

Già fin d'ora i buoni cattolici studiano il modo di solennizzare meglio che sia possibile il Giubileo sacerdotale del nostro S. Padre Leone XIII, che si compirà verso il fine del venturo anno 1887. Ogni classe di persone sta preparando la sua dimostrazione per sì lieta circostanza, e noi, Figlie di Maria, che abbiamo l'alto onore di essere fregiate colle divise della Madre di Dio, noi, saremo ultime a dare mano a quest'opera, che si riflette tutta sul suo Vicario in terra? No certamente.

A tale scopo eccovi il mio progetto

Formare una santa lega di tutte le Pie Unioni delle Figlie di Maria di tutto il mondo, nessuna eccettuata, e tutte unite adoprarci per solennizzare con pompa le nozze d'oro del Vicario di Gesù Cristo, con preghiere, con l'offerta del nostro obolo e doni, e fra questi specialmente un ricco contraltare, che servir debba per la lieta circostanza.

Quale consolazione pel nostro S. Padre vedere che nè distanza di paesi , nè varietà di popoli, nè disparità di condizioni separano i nostri cuori, ma, tutti uniti in un pensiero solo, si adoprano per innalzare a Dio le loro preci, e col loro obolo e doni attestargli il loro vivissimo affetto filiale, riverente e divoto.

E primo legame tra noi sia quindi la preghiera, ma una prece eguale per tutte e carissima a Dio ed alla nostra Madre Celeste : La recita del santo Rosario. Ogni Figlia di Maria abbia cura di recitarlo quotidianamente , unendo la sua intenzione a quella delle sue consorelle, per ottenere da Dio la pace alla sua Chiesa ed al suo Vicario tutte quelle grazie di cui ha bisogno, e specialmente perchè consoli il paterno suo cuore dopo tanti disgusti che riceve ogni giorno dai ribelli ed ingrati suoi figli.

Maria adunque sia quella che incateni i nostri cuori, approvi e benedica la nostra lega e la presenti al suo Divin Figlio Gesù, dicendogli: Ecco cosa fanno le mie Figlie dilette pel tuo Vicario afflitto e prigioniero; benedicile e nascondile tutte nel sacro tuo Cuore!

Oh dolce e tenera Madre! Non è vero che sono indovina delle vostre intenzioni per noi figlie vostre? Oh grazie, grazie a nome di tutte, ed a nome di tutte Vi prometto, che col vostro aiuto saremo costanti nell'operare il bene, e le nostre azioni non ismentiranno mai il bel titolo che portiamo di Figlie di Maria.

Secondo mezzo di unione tra noi sia l'offerta del nostro obolo. per venire in soccorso dell'augusta povertà del Vicario di Gesù Cristo, e per provvedere i doni da presentarglisi nella lieta ricorrenza del suo Giubileo sacerdotale. I doni principali consisteranno

1. In un magnifico contraltare del valore non minore di lire diecimila (10,000) lavorato con arte in istile antico, ove figureranno in pari tempo la ricchezza del materiale e la perfetta esecuzione e maestria del lavoro. Bisogna che il suddetto riesca cosa non al tutto indegna della Persona a cui sarà offerta, e quindi ci accordi il privilegio di adoprarlo per la prima volta nel giorno in cui celebrerà le sue nozze d'oro. Sarà, è vero, un po' presuntuosa la nostra aspirazione, ma infine il Santo Padre saprà benignamente compatirla, e nella paterna sua bontà soddisferà il desiderio delle sue Figlie. Ed oh! qual gioia per noi in quel fortunato giorno, pensare che noi pure abbiamo contribuito al decoro di tanta solennità, e che noi pure avremo parte alle preci che nel santo sacrifizio della Messa il Vicario di Gesù Cristo innalzerà a Dio in sì fausta circostanza, ed i nostri cuori e le nostre intenzioni saranno da lui offerti come olocausto al caro e Divino Gesù.

2. In un elegante e ricchissimo Albo, ove su pergamene finamente miniate saranno inscritto tutte le Pie Unioni delle Figlie di Maria che presero parte all'opera, nonché il nome di quelle giovanette cattoliche che volessero spedire in particolare la loro offerta.

3. In una Borsa che racchiuda il nostro obolo.

4. Per ultimo si fa caldo appello alle Figlie di Maria che, oltre promuovere ed aiutare il mentovato progetto, vogliano, ciascuna in particolare, adoprarsi per preparare qualche oggetto per arredo di chiesa, oppure formare piccoli corredi per bambini poveri che nasceranno nel mese di dicembre dell'anno 1887, siccome già ce ne dànno l'esempio le brave giovanette di Bologna e di altre città. Questi oggetti , uniti agli altri doni, saranno offerti al Santo Padre e figureranno pure all'Esposizione Vaticana.

A taluna, appena letta la mia proposta, parrà cosa strana e quasi impossibile che soltanto con offerte di giovanette si possa radunare una somma così importante per provvedere a tutto; tuttavia non temo asserire che con un po' di buona volontà sarà facile la riescita, ed ecco in qual modo

Esistono in tutto il monde oltre N. 2500 Pie Unioni delle Figlie di Maria; or adunque, se ciascuna Pia Unione manda almeno un'offerta di lire 10, che bella somma si potrà in breve tempo radunare, senza calcolare le oblazioni che manderanno in particolare varie giovanette cattoliche per aver il loro nome inscritto nell'Albo ! E qual è mai quella Pia Unione che non possa radunare tra tutte le consorelle la tenue somma di L. 10, ed anche più? Basta che ogni Figlia di Maria offra il suo obolo di pochi centesimi, perché presto si formi la suddetta offerta collettiva. Ecco quindi il danaro per provvedere ogni cosa.

I mentovati doni saranno poi presentati al Santo Padre da una deputazione di giovanette e Figlie di Maria, che a tal fine si porteranno in Roma per prostrarsi a' pie' del Vicario di Gesù Cristo ed, a nome di tutte le consorelle, gli faranno palesi i loro sentimenti di affetto , obbedienza e profonda venerazione.

E come dissi più sopra, oltre 2500 sono le Pie Unioni delle Figlie di Maria che esistono in tutto il mondo. Oh! come sarebbe bello che tutte fossero in quel santo giorno rappresentato a Roma almeno da una Figlia di Maria di ogni Congregazione!...

Coraggio adunque, sorelle dilettissime, il mondo non teme di far pubblica professione di empietà, offendendo Iddio ed oltraggiando il suo Vicario in terra, e noi consoliamo il paterno suo cuore, mostrando a tutti colle nostre opere quali siano i nostri pensieri , le nostre aspirazioni , i nostri affetti e le nostre opinioni.

Intanto, mie sorelle carissime, mentre supplico da Voi benigno compatimento pel mio ardire, attendo zelante e generosa adesione alla mia proposta, non in merito della povera mia parola, bensì per la sacra e venerata Persona a cui si riferisce.

Implorando il soccorso delle fervide vostre preci, tutte vi stringo in tenero amplesso a' pie' della nostra dolcissima celeste Madre, la Vergine Immacolata, mentre mi dico tutta vostra per sempre

Aff.ma sorella

LORENZINA MAZÈ DE LA ROCHE Figlia di Maria.

(1) Si raccolsero allora oltre lire diecimila (10,000), tutto obolo di Figlie di Maria e giovanette cattoliche. Tale somma con un ricco Albo furono presentati a Sua Santità Pio Papa Nono il dì 27 giugno 1871 da una deputazione di giovanette, che appositamente si portarono a Roma da varie città di Europa.

Approvazione dell'em.mo cardinale Gaetano Alimonda Arcivescovo di Torino.

Lodiamo altamente il zelo della nobil damigella signora Lorenzina Mazé de la Roche nel promuovere tra le Figlie di Maria un particolare attestato di figliale affetto al Santo Padre nel cinquantesimo anniversario della sua prima Messa; e mentre raccomandiamo il presente Appello alle Pie Unioni di questa nostra Archidiocesi, confidiamo che i Venerabili nostri Fratelli nell'Episcopato, cui possiamo presentare la signora Promotrice come degnissima sotto ogni aspetto della pubblica fiducia, vorranno permettere che sia divulgato nelle diocesi rispettive.

Dato in Torino dal palazzo arcivescovile il 22 febbraio 1886.

+ GAETANO, Card. Arcivescovo.

Programma per adesione al suddetto invito.

Si fa caldo appello a tutte le Pie Unioni delle Figlie di Maria di tutto il mondo, di voler aderire al suddetto invito, almeno con un'offerta di L 10 per ciascuna Pia Unione, notificando loro in pari tempo, che tutte quante manderanno la loro adesione, oltre ad aver il loro nome inscritto sull'Albo, concorreranno ancora a vincere un ricco e magnifico stendardo del valore di oltre lire mille (L. 1000), addatto per le Figlie di Maria, avente da un lato l'effigie della Vergine Immacolata, di sant'Agnese e di alcune Figlie di Maria, cioè, eguale al quadro della Primaria. Al lato opposto si vedrà il monogramma della nostra Madre celeste, sostenuto da gruppi di angioli. Il detto stendardo sarà estratto a sorte appena chiusa la sottoscrizione. Si promette questo dono unicamente perché resti un perenne ricordo del Giubileo sacerdotale del nostro Santo Padre Leone XIII.

Quelle Pie Unioni che avranno fatta la loro offerta maggiore della sovra indicata, avranno il loro nome imbussolato tante volte quante sono le lire 10 mandato, e quindi maggior probabilità di vincere lo stendardo. Per aver parte a questo concorso è d'uopo mandare l'adesione non più tardi del 31 dicembre del corrente anno 1886; ma per le offerte particolari si riceveranno sino alla vigilia della presentazione dell'Albo.

Sull'Albo saranno inscritte in ordine progressivo tutte le offerte che si riceveranno col nome e paese della Pia Unione che le manda, e con egual ordine saranno pure notate le oblazioni di tutte quelle giovanette e Figlie di Maria, che volessero fare particolari offerte.

Il contraltare sarà esecuzione di due valenti artiste, le signorine Annetta e Carolina Piovano di Torino, esse pure Figlie di Maria. Le brave giovinette applicarono il loro raro talento all'arte cattolica, ed all'Esposizione di Torino del 1884 furono premiate con medaglia d'argento per gli oggetti esposti, ma più ancora, nello scorso anno ottennero altra medaglia d'argento da Sua Santità, come attestato di gradimento d'un loro artistico lavoro , accompagnata da lusinghiere ed incoraggianti espressioni per proseguire nella loro impresa. I loro ricami sono ammirati per l'inappuntabile esecuzione, armonia di tinte, leggerezza del disegno, nonché per una perfetta rassomiglianza ai lavori antichi ; talvolta l'occhio più esperto resta ingannato da questi ricami, che scambia con fini dipinti o vaghe sculture in legno.

Il contraltare sarà ricco di ricami in oro , di figure ed ornati in rilievo. Anche l'Albo e lo stendardo saranno esecuzione delle distinte ricamatrici, che già dichiararono fin d'ora voler compiere tutti i lavori, inspirate unicamente all'amore grandissimo che professano pel Vicario di Gesù Cristo, escludendo perciò ogni idea di guadagno oltre la spesa pel materiale.

L'estrazione poi dello stendardo si farà alla presenza di insigni personaggi, avendo cura la sottoscritta dar relazione dell'operato alle parti interessate.

Si pregano le persone che leggeranno il presente invito a volerlo divulgare più che sia possibile, e farlo conoscere ai genitori che hanno bambine, perché le facciano inscrivere nell'Albo.

Ogni più tenue offerta sarà ricevuta colla massima riconoscenza; come pure , oltre il danaro , oggetti d'oro e d'argento, che si volessero destinare a benefizio del Santo Padre.

Le offerte saranno ricevute dalla sottoscritta signorina Lorenzina Mazè de la Roche , via Giulio, N. 20, piazza della Consolata, Torino. La medesima si farà premuroso dovere accusare ricevuta del danaro o altro alle persone che ne fanno spedizione, pregandole non voler includere danaro in semplici lettere, ma inviarlo col mezzo di lettera raccomandata o vaglia postale.

Qualunque schiarimento che si desideri riguardo al mentovato invito, come pure copie del medesimo, per divulgarle, o moduli per sottoscrizioni, si domandino alla sottoscritta, che procurerà con sollecitudine soddisfare alle richieste che riceve.

Torino, via Giulio, N. 20, piazza Consolata.

LORENZINA MaZè DE LA ROCHE.

UNA SPLENDIDA GEMMA ossia Francesca Ottavia dei conti De-Maistre.

Non vi ha al mondo persona per poco istruita, la quale non conosca almeno per fama dì dottrina e di gloriosi fatti la nobilissima casa dei conti De-Maistre; quella casa che diede quel celeberrimo Giuseppe De-Maistre, chiamato il Cigno delle Alpi, autore del libro Du Pape e delle Serate di Pietroburgo; quella casa da cui uscì la duchessa Costanza di Laval Montmorency e il conte Rodolfo, governatore di Nizza Marittima ; quella casa ancora, che ai giorni nostri diede due prodi zuavi pontifici, Eugenio e Francesco DeMaistre, i quali sui campi di Castelfidardo insieme col generale Lamoricière e De-Pimodan si copersero di gloria in difendere i diritti di Santa Chiesa.

Non tutti per altro conosceranno pure una splendida gemma di questa casa medesima, pronipote di Giuseppe, figlia di Rodolfo, sorella dei due prodi suddetti e di dame illustri per pietà ed opere di beneficenza, tra le quali la contessa Maria De-Maistre, vedova oggidì del marchese Domenico Fassati Rovero di San Severino. Questa splendida gemma è Francesca Ottavia, nata nel 1821 e morta nel 1861.

Stata finora nascosta ai più, essa venne fatta conoscere in questi giorni dal sac. Pietro Paolo Gastaldi, oblato di Maria Vergine e scrittore già della bellissima vita del venerabile canonico Cottolengo. Il chiaro autore la fa conoscere in un aureo libro uscito poc'anzi dalla nostra tipografia di Torino, nel quale egli ne descrive la vita esemplarissima privata e pubblica, e riferisce tante e sì belle prove di virtù, che l'operetta riesce nel tempo stesso e di ben meritata lode alla nobile vergine e di somma edificazione, anzi di scuola pratica a tutte le donzelle cattoliche.

Prima di scrivere queste poche linee di annunzio abbiamo voluto leggere il libro da capo a fondo, e siamo in grado di asserire che la sua lettura torna gradita ed utilissima, e non vi dovrebbe essere famiglia non pur nobile, ma anche solo signorile , la quale non lo possedesse, allo scopo d'imparare e fare imparare alle proprie figliuole il modo di santificare se stesse e beneficare il prossimo, pur rimanendo nel mondo.

Gli istituti femminili e le stesse comunità religiose vi troveranno eziandio molto di che edificarsi, ed un efficace stimolo a progredire nella virtù e nella perfezione.

Si vende alla Libreria Salesiana, via Cottolengo, 32, in Torino, al prezzo di L. 1,40 per ogni copia.

ELENCO DEI COOPERATORI E COOPERATRICI DEFUNTI NEL 1885.

474 Quinto D. Giachino - Bricco di Nejve (Cuneo).

475 Rabaioli D. Luigi, Parr. - Alone (Brescia). 476 Raggio Angela Maria - Roncovero (Piacenza).

477 Ramello D. Sante, Can. - Adria (Rovigo). 478 Ramello Teresa - Cardè (Cuneo).

479 Ramone D. Giacomo, Parr. - Precotto (Milano).

480 Rangone Terzi Mai-ch. Lodovico - Pieve di Coriano (Mantova).

481 Rapellini D. Pietro, Parr. - Ornica (Bergamo).

482 Rasetro Giuseppina - Gavi (Alessandria). 483 Rasponi Gioacchino - Ravenna.

484 Ratti D. Lorenzo - Casanova r' Uggiate (Como).

485 Reboli D. Giuseppe, Parr. - Cornegliano (Piacenza).

486 Ribelli D. Marco - Polpenazze (Brescia). 487 Ribelli D. Antonio - Saiano (Brescia). 488 Ricca Domenica - Piobesi (Torino). 489 Ricci D. Agostino, Cur. - Firenze. 490 Ridolfi Maria - Soave (Verona). 491 Rinaldi Innocentina - (Cremona). 492 Rivara Salvatore - Genova. 493 Rizza Anna - Pantelleria (Trapani). 494 Rizzi D. Mareo - Udine.

495 Rizzieri D. Fiorino, Cappell. - Cemmo (Brescia).

496 Robiana Luigi - Silvano d'Orba-'(Alessandria).

497 Roccatagliata D. Giuseppe, Prev. - Varigotti (Genova).

498 Roífredo Bartolomeo - Alice Belcolle (Alessandria).

499 Roggio D. Paolo, Arcip. - Mandatica (Porto Maurizio).

500 Rol Catterina - Marsiglia (Francia). Rolando D. Angelo, Can. Arcip. - Albenga (Genova).

501 Rolando Carlotta - Napoli.

502 Romano D. Valentino, Arcip. Vic. For. -Maniago (Udine).

503 Romettaz Claudio - Roma.

504 Romorini Giovannina - Monza (Milano). 505 Rossetti Cav. Carlo - Torino. 506 Rossi D. Alfonso - Salerno.

507 Rossi D. Androa, Can. - Spezia (Genova). 508 Rossi Giuseppe - Trisobbio (Alessandria). 509 Rossi D. Luigi, Arcip. Vic. For. - Vogogno (Novara).

510 Rozza Pietro - Lodi (Milano).

511 Ruga D. Antonio, Canon. - Borgomanero (Novara).

512 Sabi Tatti Giuseppino _ Nureci (Cagliari).

513 Saccardo D. Giuseppe - S. Vito di Leguzzano (Vicenza).

514 Sacchi D. Luigi, Parr. - Olate (Como). 515 Salomone Battista - Centallo (Cuneo). 516 Sansoni D. Serafino, Cur. - Campotosto (Aquila).

517 Savarani D. Vincenzo - Marradi (Firenze). 518 Savarb Teresa - Castelnuovo Bocca d'Adra (Milano).

519 Sciapparelli Bernardo - Occhieppo Infer. (Novara).

520 Secchi D. Antonio, Vic. Parr. - Arbus (Cagliari).

521 Secco D. Andrea, Rett. - Ronchi di Campanile (Padova).

522 Seia Rosa - Carmagnola (Torino). 523 Sella P. Gioacchino - Biella (Novara). 524 Seneci D. Lorenzo, Parr. - Cortine (Brescia).

525 Serafini D. Gio. Batt., Cappell. - Ziracco (Udine).

526 Sertori Angela - Oneglia (Porto Maurizio). 527 Sguazzi D. Francesco, Parr. - Verolanuova (Brescia).

528 Sibilla D. Vincenzo, Arcip. - Clavesana (Cuneo).

529 Signorelli D. Gaudenzio, Can. - Novara. 530 Signoretti D..Gaetano - Camponogara (Venezia).

531 Silva Margherita - Aglid (Torino).

532 Silvani D. Gioachino - Pievo Torina (Macerata).

533 Silvestri. Donato - Aquila.

534 Sinico Giovanni - Lusevera (Udine).

535 Sisto D. Pietro - Mirabello (Alessandria). 536 Sluca Clementina - Trento (Austria-Tirolo). 537 Solari Catterina - Genova.

538 Solari D. Gio. Batt., Rett. - Caminata (Genova).

539 Solavaggione Catterina - Carmagnola (Torino).

540 Someda Mons. Domenico, Can. Vic. gen. - Udine.

541 Sorasio Catterina - Caramagna (Cuneo). 542 Sorasio Matteo - Caramagna (Cuneo). 543 Sottini D. Francesco, Rett. - Rezzano (Firenze).

544 Speirani Giulio - Torino.

545 Spina Cont. Elisa - - S. Casciano in Val di Pesa - (Firenze).

546 Spolverini D. Alessandro, Arcip. - Mezzano ri Sotto (Verona).

547 Stella D. Gio Batt. - Asiago (Vicenza). 548 Storace D. Gerolamo - Genova.

549 Succoni D. Giovanni, Vic. Parr. - Barumini (Cagliari).

550 Suor Maria Aurelia - Spegno (Alessandria). 551 Suppo Teresa - Rubiana (Torino).

552 Taddio D. Giovanni - Zompicchia (Udine). 553 Tagliaferri D. Angelo, Rett. - Bordignano (Firenze).   (continua).