BS 1930s|1934|Bollettino Salesiano Febbraio 1934

BOLLETTINO SALESIANO

ANNO LVIII NUMERO 2

Sommario: Omaggio a D. Bosco. - Programma dei festeggiamenti per la Canonizzazione del Beato Giovanni Bosco. - La lettura del Decreto "De Tuto". - Crociata Missionaria. - In famiglia. - A zig-zag: Da l'Alpi al Mare. - Da un Continente all'altro. - Culto e Grazie di Maria Ausiliatrice. - Dalle nostre Missioni: Giappone. - India. - Pampa Centrale. - Assam.-Indi.. - Lettera di D. Giulivo ai Giovani. - Come vivono le nostre Opere. - Per intercessione del Beato D. Bosco. - Necrologio.

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

FEBBRAIO 1934 - (XII)

Omaggio a Don Bosco

Appello del Rettor Maggiore a tutti gli amici del nuovo Santo.

Esultiamo e benediciamo il Signore!

Il 1°aprile, nella solennità di Pasqua, Don Bosco, il nostro Fondatore e Padre, il grande Educatore ed Amico dei giovani sarà proclamato Santo!

È impossibile pensare senza commuoversi a quelle ore di giubilo ineffabile che faranno vibrare in un sol palpito di ammirazione, di amore, di esultanza non mai provata, migliaia e migliaia di cuori stretti intorno al Vicario di Gesù Cristo, nella Basilica di S. Pietro in Roma.

La domenica seguente, 8 aprile, Torino tributerà a Don Bosco Santo un nuovo grandioso trionfo.

Mentre però pregustiamo con soavissima speranza le gioie di quei giorni, è doveroso che pensiamo all'omaggio da offrire in quella circostanza al gran Padre.

È vero: anzitutto noi dobbiamo imitarne le virtù, cooperare efficacemente al crescente sviluppo delle sue Opere, propagarne le idee pedagogiche che sono tutte pervase di amore per la salvezza e la redenzione della Gioventù e pel bene della Società. Sarà certamente questo l'omaggio più gradito al suo zelo che non ebbe nè confini, nè riposo.

Ma i suoi Figli, i suoi Cooperatori, i suoi devoti vogliono preparare anche alle gloriose sue spoglie mortali un trono degno che tramandi alla posterità tutta la grandezza del loro amore verso Don Bosco.

Col cuore pieno di riconoscenza e di gioia l'umile suo Successore raccoglie oggi i voti di tanti cuori e lancia al mondo l'appello ardente, perchè l'omaggio che si vuole tributato a Don Bosco «nell'anno della sua glorificazione » si traduca al più presto, per mano di artisti e per l'obolo generoso dei devoti dell'Ausiliatrice e degli amici di D. Bosco, in un grandioso monumento di fede e di pietà.

Ho stabilito pertanto che il giorno 12 aprile, che ci ricorda il natale di questo Oratorio diventato la Casa Madre della Società Salesiana, sia collocata solennemente la prima pietra dei lavori che intendiamo compiere in omaggio a Don Bosco: dare cioè al Santuario dell'Ausiliatrice il necessario e possibile ampliamento, e innalzare in esso un altare degno di tanto nostro Fondatore e Padre.

A suo tempo verrà pubblicato e illustrato nel Bollettino il bozzetto dell'Altare e un nuovo piano d'ampliamento che completerà l'omaggio che vogliamo tributare al grande Apostolo della devozione all'Ausiliatrice.

In questo momento però una cosa sola mi preme e sta grandemente a cuore ed è che l'appello nostro giunga quanto prima ai Salesiani e alle Figlie di Maria Ausiliatrice, ai Cooperatori e alle zelanti Cooperatrici, agli Allievi ed alle Allieve, agli Ex-allievi ed alle Ex-allieve, agli amici e devoti tutti di Don Bosco.

Tutti, ne siam certi, vorranno meritare che i loro nomi siano scritti a caratteri d'oro nel grande Albo che verrà collocato coll'Urna nel grandioso altare di Don Bosco Santo.

Sappiamo di non esigere troppo, anzi di interpretare i sentimenti di tutti, chiedendo uno sforzo di generosità, di propaganda e di perseveranza coraggiosa per trovare ed inviarci i mezzi necessari all'erezione del magnifico altare del nostro Santo che dovrà troneggiare nell'ampliato Santuario dell'Ausiliatrice ed essere meta di pellegrinaggi e fonte di benedizioni pei suoi devoti.

Don Bosco, che racchiuse sempre in cuore tanta affettuosa riconoscenza verso i suoi Benefattori, non si lascierà vincere in generosità, e a tutti otterrà abbondanza di grazie e favori.

L'amore che nutrite per Don Bosco mi rende sicuro della pronta e piena riuscita della soavissima impresa.

Giunga a ciascuno di voi fin d'ora l'espressione della profonda riconoscenza mia e di tutta la Famiglia Salesiana, e scendano su quanti risponderanno all'appello le più copiose benedizioni del Cielo.

Con cuore riconoscente, mi professo vostro   aff.mo in C. J.

SAC. PIETRO RICALDONE

NB Le offerte che si intendono devolvere a questo scopo siano indirizzate al Rettor Maggiore dei Salesiani, Via Cottolengo 32, Torino 109, indicando espressamente: Per l'omaggio a Don Bosco Santo!

PROGRAMMA DEI FESTEGGIAMENTI PER LA CANONIZZAZIONE DEL BEATO GIOVANNI BOSCO

10 aprile, martedì. - COMMEMORAZIONE del nuovo Santo ed inaugurazione dell'Istituto Missionario « Conti Rebaudengo ».

12 aprile, giovedì. - Posa della PRIMA PIETRA dei lavori destinati all'ampliamento del Santuario-Basilica di Maria Ausiliatrice e del nuovo ALTARE dedicato a San Giovanni Bosco.

22 aprile, domenica. - Omaggio delle madri a MAMMA MARGHERITA, presso la Casa paterna di Don Bosco ai BECCHI.

Predicatori e Conferenzieri,

Per la Canonizzazione del Beato Don Bosco:

UN VOLUME DI DISCORSI

È in corso di stampa e sarà pronto per il 1° Aprile un volume di discorsi, panegirici e spunti oratorii sul nuovo Santo, raccolti e ordinati da D. Favini.

La prima parte è tutta dedicata ai discorsi pronunciati nelle diverse tappe del processo canonico dal Santo Padre Pio XI; la seconda è formata da un bel numero di discorsi pronunciati da Em.mi Cardinali, da Ecc.mi Vescovi, da insigni Oratori e da alcuni Salesiani; la terza offre in poche pagine opportuni spunti oratorii scelti un po' per tuffo.

Si accettano fin d'ora prenotazioni e si assicura l'invio del volume appena stampato.

350 pagine in-XVI al prezzo di L. 10.

Società Editrice Internazionale, Corso Regina Margherita, 176 - Torino (109).

A ROMA

1° aprile. - Nella Basilica di San Pietro: CANONIZZAZIONE DEL BEATO DON Bosco.

2-3-4 aprile. -- Nella Basilica del Sacro Cuore, al Castro Pretorio (Via Marsala 42):

TRIDUO SOLENNE in onore del nuovo Santo, coll'intervento di Em.mi Cardinali ed Ecc.mi Vescovi.

ORATORI: Em.mi Principi di Santa Chiesa.

Altre manifestazioni ufficiali.

Negli stessi giorni, 2-3-4 aprile, si svolgeranno altre tre imponenti manifestazioni:

I) ADUNATA generale delle FAMIGLIE SALESIANE ai piedi del Santo Padre.

2) Solenne COMMEMORAZIONE del nuovo Santo alla presenza delle Autorità nell'Istituto del Sacro Cuore. (Via Marsala 42).

3) Omaggio al Santo Padre Pio XI nel nuovo Tempio di Maria SS. Ausiliatrice presso l'Istituto Professionale Pio XI, v. Tuscolana 361.

A TORINO

5-6-7 aprile. - Nella Basilica di Maria Ausiliatrice: TRIDUO SOLENNE, con intervento di Em.mi Cardinali ed Ecc.mi Vescovi.

ORATORI: Em.mi Cardinali.

8 aprile. - Messa Pontificale con assistenza degli Em.mi Cardinali ed Ecc.mi Vescovi.

Nel pomeriggio: Solenne PROCESSIONE COLL'URNA DEL SANTO.

Pei Pellegrinaggi rivolgersi:

A ROMA: Comitato Festeggiamenti Don Bosco - Via Marsala. 42 - Roma (121). A TORINO: Comitato Festeggiamenti Don Bosco - Via Cottolengo, 32 - Torino (109).

LA CANONIZZAZIONE DEL BEATO DON BOSCO

Il Decreto DE TUTO ed i tre Concistori.

Due mesi ancora e le campane di Pasqua lanceranno al mondo intero gli squilli dell'Alleluia, fusi in mirabile armonia con quelli della Canonizzazione del nostro Beato Padre Don Bosco !

Pregustiamo la gioia di quel giorno, leggendo gli ultimi atti della Sacra Congregazione dei Riti e le paterne parole del Santo Padre alla lettura del Decreto De Tuto il 3 dicembre u. s., prima domenica di Avvento e festa di San Francesco Saverio.

Il nostro Beato era accompagnato quel giorno da tre gloriosi figli di sant'Ignazio dei quali veniva solennemente proclamato il martirio: i Venerabil Servi di Dio Rocco Gonzales de Santa Cruz, Alfonso Rodriguez e Giovanni del Castillo, della Compagnia di Gesù.

La cerimonia si è svolta sotto la direzione del Prefetto delle Cerimonie Apostoliche Ill.mo e Rev.mo Monsignor Respighi e del Maestro delle Cerimonie Pontificie Mons. Carlo Grano.

Erano presenti nell'Aula le Loro Eminenze Reverendissime i Signori Cardinali Camillo Laurenti, Prefetto della Sacra Congregazione dei Riti e Alessandro Verde, Ponente delle due Cause; gli Officiali della Sacra Congregazione dei Riti: S. E. Rev.ma Monsignor Alfonso Carinci, Segretario della Sacra Congregazione dei Riti con gli Ill.mi e Rev.mi Monsignori: Salvatore Natucci, Promotore Generale della Fede; Luigi Traglia, Assessore e Sotto-Promotore Generale della Fede.

Fra le più distinte personalità notammo: S. E. Donna Camilla Ratti, Sorella di Sua Santità ; l'Ambasciatore del Brasile S. E. il Dottor Carlo Magalhaes de Azevedo; S. E. la Consorte dell'Ambasciatore di Argentina; il Ministro di Nicaragua S. E. il Conte Capello con la Contessa; le Loro Eccellenze Rev.me i Monsignori: Cattaneo, Tesoriere Generale della Rev.da Camera Apostolica; Zonghi, Presidente della Pontificia Accademia dei Nobili Ecclesiastici; Srebrnic, Vescovo di Veglia; Emanuel, Vescovo Ausiliare di Sabina, Coppo, Vescovo di Paleopoli, Cognata, Vescovo di Bova, salesiani; Pereira Ribeiro, Vescovo di Funchal; il Rev.mo Padre Vlodimiro Ledochówski, Preposito Generale della Compagnia di Gesù con la Curia Generalizia al completo; il Postulatore Generale P. Miccinelli; i Provinciali di Roma e di Napoli, i Superiori e i Rettori della Pontificia Università Gregoriana, degli Istituti, Case e Collegi della Compagnia in Roma e moltissimi altri religiosi della Compagnia stessa; il Rev.mo Don Pietro Ricaldone, Rettore Maggiore della Pia Società Salesiana, con il Consiglio Superiore; il Rev.mo Don Tomasetti, Procuratore e Postulatore Generale, con il Segretario della Postulazione Don Giovanni Trione; numerosi Ispettori d'Italia e numerosi Direttori locali, tra cui i Direttori delle Case di Roma; la Vicaria Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice Madre Enrichetta Sorbone, con numerose Ispettrici; molti Cooperatori salesiani tra i quali il comm. Angella, l'on. Cingolani, l'on. Fino, il commendator Francini; i Monsignori: Borgia, Viganò

Fontenelle; p. Moretti, Procuratore Generale dei Minimi; Don Carmelo Blay ed altri...

Il Santo Padre, in rocchetto e mozzetta rossa, fece il suo ingresso alle ore 11, e subito sedette in Trono avendo ai lati i componenti la sua Nobile Anticamera Ecclesiastica e Laica con a capo S. E. Rev.ma Monsignor Caccia-Dominioni, Maestro di Camera.

IL TESTO DEL DECRETO

Ad un cenno di S. Santità appressavasi al Trono S. E. Mons. Carinci, Segretario della Sacra Congregazione dei Riti, e leggeva il Decreto « De Tuto » di cui diamola traduzione italiana:

CANONIZZAZIONE DEL BEATO GIOVANNI BOSCO CONF. SACERDOTE E FONDATORE DELLA PIA SOCIETÀ DI S. FRANCESCO DI SALES E DELL'ISTITUTO DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

DECRETO SUL DUBBIO

se, stante l'approvazione dei due miracoli, dopo che la S. Sede concesse la venerazione al medesimo Beato, si possa procedere sicuramente (Tuto) alla solenne sua Canonizzazione.

Nel corso del secolo decimonono, allorchè per ogni dove giungevano a maturità i velenosi frutti, di cui il secolo anteriore aveva largamente disseminati i germi a distruzione della società cristiana, la Chiesa, in Italia soprattutto, si trovò in balìa di molte procelle sollevatele contro dalla tristezza dei tempi e dalla malvagità degli uomini. Ma insieme la divina misericordia inviò anche allora a sostegno della sua chiesa validi campioni, che ne stornassero l'estrema rovina e al nostro popolo serbassero intatta la più preziosa delle eredità ricevuta dagli Apostoli, la genuina fede di Cristo.

Infatti fra le difficoltà di quei tempi si videro sorgere in mezzo a noi uomini di specchiatissima santità, per la cui attività prodigiosa nessun assalto di nemici valse a smantellare le mura d'Israele.

Spicca su gli altri per altezza d'animo e grandezza d'impresa il Beato Giovanni Bosco, che nell'aspro volgere dei tempi si aderse durante il secolo passato come pietra miliare, segnando ai popoli il cammino della salute. Poichè Dio lo suscitò per la giustizia, secondo l'espressione d'Isaia (XLV, 13), e resse tutti i suoi passi. Invero il Beato Giovanni Bosco per virtù dello Spirito Santo ci splende dinanzi qual modello di sacerdote fatto secondo il cuore di Dio, quale educatore incomparabile della gioventù, quale fondatore di nuove religiose Famiglie e quale propagatore della santa fede.

Di umile condizione, ebbe Giovanni i natali in un campestre casolare presso Castelnuovo d'Asti da Francesco e Margherita Occhiena, poveri ma virtuosi cristiani, il 16 agosto 1815. Rimasto di due amni appena senza padre, crebbe nella pietà sotto la saggia e santa guida materna. Risplendette in lui fino da fanciullo un'indole eccellente, a cui andava di conserva acume d'ingegno e gran tenacità di memoria, sicchè, frequentando le scuole, imparava in un attimo quanto gli veniva dai maestri insegnato, primeggiava senza contestazione nelle classi per prontezza in apprendere e per penetrazione mentale.

Dopo due anni di dura e laboriosa povertà che ne ingargliardì la fibra ai più ardui cimenti, col consenso della madre e per la raccomandazione del Beato Giuseppe Cafasso entrò nel Seminario di Chieri, dove per un sessennio attese con ottimi profitti agli studi. Ricevette finalmente l'ordinazione sacerdotale a Torino il 5 giugno 1841.

Pochi mesi dopo, ammesso ivi nel Convitto Ecclesiastico di S. Francesco d'Assisi, sotto la direzione del Beato Giuseppe Cafasso esercitò con gran vantaggio delle anime tutti i sacerdotali uffizi negli ospedali, nelle carceri, nel confessionale, nella predicazione della parola di Dio.

Formatosi con questo esercizio pratico del sacro ministero, sentì accendersi più viva nel cuore la peculiare vocazione balenatagli per ispirazione divina fin dall'adolescenza, di attendere ad avviare sul buon sentiero la gioventù, particolarmente quella abbandonata. Con la sua perspicacia aveva intuito di quanta utilità dovesse essere questo mezzo a preservare l'intera società dalla rovina che la minacciava, e all'attuazione di tale disegno diresse gli sforzi del suo nobile cuore con sì felici risultati, che fra gli educatori cristiani contemporanei occupa indubbiamente il primo posto. Nè difficoltà, nè persecuzioni arrivarono mai a distoglierlo da sì immensa fatica, tanta era la sua carità verso i giovani pericolanti, tanto fermo il suo proposito di condurre a Cristo la gioventù. Si attirava con le sue belle maniere i ragazzi, dovunque ne incontrasse abbandonati per le strade, e con tutta carità e dolcezza, ripieno dello spirito di S. Francesco di Sales, e di S. Filippo Neri, se li affezionava e con divertimenti li teneva allegri, sicchè in gran numero correvano da ogni parte a lui, come al più amante dei padri. Ma questa sua divina carità verso di loro andava congiunta con una siffatta oculatezza soprannaturale, che nel metodo di educare raggiunse la perfezione, tracciando alla pedagogia un indirizzo che è veramente dei migliori e dei più sicuri.

Il nome stesso di Oratorio, dato da lui alla sua istituzione, ci fa vedere su che ferma base abbia costruito l'intero edificio, vale a dire sulla dottrina e pietà cristiana, senza di cui è vano ogni tentativo di strappare alle viziose passioni il cuore dei giovani per innalzarli a più nobili ideali. Ma in questo egli usava tanta dolcezza, che quasi spontaneamente i giovani bevevano e amavano la pietà, mossi non già da costringimento, ma da vero sentimento, e una volta ch'ei se ne fosse guadagnato l'affetto, li portava poi senza difficoltà al bene. Era suo gran principio che a correggere i giovani serva più il prevenire che non il reprimere; il qual metodo, se è più difficile, è anche più efficace a far prendere buone abitudini. E quali frutti egli abbia colti da questo sistema, lo dicono i fatti; non mancarono neppure giovani condotti per tal modo fino alla perfezione della vita cristiana e alla pratica eroica delle virtù. Gli Oratori Salesiani, moltiplicatisi mirabilmente ancora durante la sua vita attraverso a difficoltà senza numero, oggi si trovano sparsi per tutto il mondo, e anime innumerevoli vi son condotte a Cristo.

A fine poi di perpetuarne l'esistenza e così provvedere più efficacemente alla giovanile educazione, incoraggiatone dal Beato Giuseppe Cafasso e dal Papa Pio IX di santa memoria, fondò la Pia Società di San Francesco di Sales e qualche tempo dopo l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Ormai le due famiglie hanno complessivamente circa millecinquecento case e quasi ventimila membri sparsi per tutto il mondo: a migliaia e migliaia i giovani d'ambo i sessi ricevono da loro la formazione letteraria e professionale; anzi i suoi figli e le sue figlie generosamente si sobbarcano all'assistenza degli infermi e dei lebbrosi, e ve ne sono financo di quelli che, contratto questo morbo, soccombettero vittime della loro carità, degni figli di tanto Padre!

Nè si deve passare sotto silenzio l'istituzione dei Cooperatori, un'unione cioè di fedeli, in massima parte laici, che, animati dallo spirito della Società Salesiana e al pari di essa pronti ad ogni opera di carità, hanno per iscopo di portare secondo le circostanze valido aiuto ai parroci, ai Vescovi, e allo stesso Sommo Pontefice. Notevole primo abbozzo di Azione Cattolica, l'Associazione fu approvata da Pio IX e, vivo ancora il Beato Giovanili, i Cooperatori toccarono gli ottantamila.

Ma lo zelo delle anime, che gli ardeva in petto, non sofferse di restringersi entro i confini delle Nazioni Cattoliche, poichè, allargando gli orizzonti della sua carità, egli spedì missionari della sua religiosa Famiglia, che conquistassero a Cristo barbare genti.

Ai primi, che, capitanati da Giovanni Cagliero di santa e gloriosa memoria, si spinsero a evangelizzare le estreme terre dell'America Meridionale, tennero dietro molti e molti altri Salesiani, che qua e là per il mondo portano animosamente il cristianesimo tra gli infedeli.

Quante e tanto grandi cose egli abbia fatte e patite per la Chiesa e per la tutela dei diritti del romano Pontefice, difficile sarebbe a dirsi. Pertanto del Beato Giovanni, come leggiamo di Salomone, si può senza esitazione ripetere: Diede Iddio a lui sapienza e prudenza oltremodo grande, e magnanimità immisurabile com'è l'arena che sta sul lido del mare (III Reg., IV, 29). Dio gli diede sapienza: poichè, rinunziato a tutte le cose terrene, aspirò unicamente a promuovere la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Fra suo motto: Dammi anime, e tienti tutto il resto!

Coltivò in sommo grado l'umiltà; nello spirito di orazione fu così insigne, che la sua mente stava di continuo unita a Dio, benchè sembrasse sempre distratta da una moltitudine di affari.

Nutriva straordinaria devozione verso Maria SS. Ausiliatrice e fu per lui una gioia ineffabile quando potè edificare in suo onore a Torino il celebre tempio, dove dall'alto della cupola la Vergine Ausiliatrice campeggia Madre e Regina su tutta la Casa salesiana di Valdocco.

Moriva santamente nel Signore a Torino il 31 gennaio 1888. Crescendo di giorno in giorno la sua fama di santità, furono istituiti dall'Autorità Ordinaria i processi; la causa di Beatificazione fu introdotta da Pio X di f. m. nell'anno 1907. La Beatificazione poi fu solennemente celebrata nella Basilica Vaticana, plaudente tutta la Chiesa, il 2 giugno dell'anno 1929.

Riassunta l'anno seguente la causa, furono istituiti i processi sopra guarigioni che sembravano doversi attribuire a miracolo divino. Con decreto del 19 novembre di quest'anno, furono approvati due miracoli operati da Dio per l'intercessione del Beato.

Rimaneva ancora a sciogliere un dubbio, se cioè, stante l'approvazione dei due miracoli dopo che la S. Sede concesse il pubblico culto al medesimo Beato, si possa procedere sicuramente alla solenne sua canonizzazione. Questo dubbio fu proposto dal Rev. Cardinale Alessandro Verde, Ponente ossia Relatore della causa, nella Congregazione Generale della S. C. dei Riti, alla presenza del S. Padre, il giorno 28 del mese di novembre. Tutti quanti i presenti RR. Cardinali, Officiali, Prelati e Padri Consultori unanimamente diedero parere affermativo, che il S. Padre lietamente accettò, differendo tuttavia il suo giudizio al 3 dicembre, prima domenica d'avvento, sacro a S. Francesco Saverio, celeste Patrono dell'Opera della Propagazione della Fede. Pertanto dopo avere ferventemente celebrato il S. Sacrificio della Messa, chiamati a sè i Cardinali Camillo Laureati, Prefetto della S. C. dei Riti e Alessandro Verde, Relatore della Causa, come, pure il Rev. Padre Salvatore Natucci, Promotore generale della Fede, e me infrascritto segretario, dichiarò: potersi procedere sicuramente alla Canonizzazione del Beato Giovanni Bosco.

Ordinò poi che questo Decreto fosse promulgato e riportato negli atti della S. C. dei Riti.

Il giorno 3 dicembre, l'anno del Signore 1933. (L. del S.).

+ C. Card. LAURENTI

A. CARINCI   Prefetto della S. C. dei Riti. Segretario.

Nobilissime parole del Rev.mo Preposito Generale della Compagnia di Gesu.

Terminata la lettura e baciato dagli Ufficiali dei Sacri Riti il Piede al Santo Padre, avvicinavasi al Trono il R.mo Padre Wlodimiro Ledochówski, Preposito Generale della Compagnia di Gesù, accompagnato dal Rev.mo Don Pietro Ricaldone, Rettore Maggiore dei Salesiani, dai Postulatori P. Miccinelli e Don Tomasetti, dagli Avvocati e Procuratori delle Cause, Mons. Della Cioppa, comm. Ferrata, comm. Melandri e comm. Sterbini, e rivolgeva a Sua Santità, a nome suo e delle due Famiglie religiose, il seguente devotissimo ed eloquente indirizzo di riconoscente gratitudine, che ci ha colmati di confusione per le delicate e sentite espressioni di ammirazione e di affetto prodigate all'umile Società Salesiana:

Beatissimo Padre! -- Con particolar commozione prendo la parola all'augusta presenza di Vostra Santità in questa faustissima circostanza, in cui la divina Provvidenza ha soavemente disposto che toccasse all'umile successore di S. Ignazio il grande onore e la grande consolazione di presentare alla Santità Vostra i vivi ringraziamenti della duplice vasta Famiglia del Beato Don Bosco per il Decreto che ormai assicura i supremi onori della canonizzazione al loro meraviglioso Padre e Fondatore. Ma non sono solo i suoi figli e le sue figlie a rallegrarsi per la imminente glorificazione di Lui: a loro si associano tutti gli alunni ed ex-alunni degli Istituti salesiani, tutte le anime beneficate dalla loro attività apostolica, tutti i loro amici e cooperatori; anzi si può ben dire che tutto il mondo vi prende e prenderà parte, perchè si tratta di uno di quegli uomini veramente provvidenziali, che fanno epoca nella storia della Chiesa e dell'umanità; uno di quegli uomini, che Dio nella sua misericordia suscita di tanto in tanto, ma con quella sapiente parsimonia che li fa tanto più apprezzare quanto sono più rari; uno di quegli uomini, di cui si può dire con verità che in omnem terram exivit sonus eorum et in flnes orbis terrae verba eorum.

La mia consolazione nel partecipare così da vicino alla gioia della grande Famiglia salesiana, che con tanto fervore di opere, di missioni, di apostolato di ogni genere e in ogni campo, ha preso uno dei primi posti nella vigna del Signore, la mia consolazione, dico, si accresce ripensando alla costante e così schietta amicizia che il futuro Santo ebbe sempre e luminosamente dimostrò verso la Compagnia di Gesù e i suoi membri, ricordando la profonda venerazione che sempre nutri e promosse verso i Santi della Compagnia, in particolare verso San Luigi Gonzaga e San Francesco Saverio, amicizia e divozione ch'Egli lasciò in eredità ai suoi figli, i quali oggi forse più che mai a noi uniti nel vincolo della carità, colgono con fraterna premura ogni occasione per attestarci il loro affetto e il loro aiuto. Mi sia lecito ricordare qui in modo speciale con profonda riconoscenza quanto essi, e prima di tutti il loro Reverendissimo Rettor Maggiore, hanno fatto per noi nelle recenti tribolazioni della nostra Compagnia nella Spagna, e in particolare quanto cordialmente s'industriino di confortare quei Padri e Fratelli che hanno cercato rifugio nel Piemonte.

Accanto al grande e notissimo Beato Don Bosco ci si presentano oggi anche tre umili figli di S. Ignazio, poco noti certamente al resto del mondo, ma diventati ormai popolari nelle regioni un tempo da essi evangelizzate e irrigate col loro sangue, e soprattutto grandi dinanzi a Dio per quel titolo, che S. Ambrogio proclamava equivalente al più bel panegirico: Dixi martyrem, praedicavi satis.

Tutti e tre, ma specialmente il loro capo, Venerabile Padre Rocco Gonzàlez, sono tra i primi fondatori di quelle famose e riduzioni » che resero celebre il «Cristianesimo felice » del Paraguay, così ben descritto da Ludovico Antonio Muratori. La loro glorificazione quindi, di cui già si vedono i primi albori nell'odierno decreto, desta molto giustamente il santo entusiasmo delle fiorenti Repubbliche dell'America Meridionale, tra cui è ora diviso il vasto teatro dell'eroismo dei nostri tre Venerabili sulle sponde del Rio de la Plata, cioè l'Argentina, il Brasile, il Paraguay e l'Uraguay: tutte quelle cattoliche popolazioni, con a capo i rispettivi Governi e Pastori, come l'hanno ardentemente implorato, così ora già vivamente pregustano il gaudio di poter salutare in essi i primi Beati Martiri di quelle regioni: il che tanto più vale del Ven. P. Rocco Gonzàles, in quanto che egli, nato nella città dell'Assunzione, capitale del Paraguay, stato sacerdote secolare prima di farsi religioso della Compagnia, entrato in questa per sfuggire gli onori di più alte cariche ecclesiastiche, e fattosi poi apostolo delle tribù abitanti sulle rive del Rio della Plata, tra cui trovò la desiderata palma del martirio, è veramente in tutto il senso della parola cittadino dell'America Meridionale e, collocato sugli altari, sarà il primo fiore purpureo indigeno, spuntato e colto sul suo suolo, come S. Rosa ne è il primo vaghissimo fiore verginale.

Nè potevano mancare in questo così straordinariamente solenne Anno Santo della Redenzione, le palme dei Martiri a far corona al Divino Martire del Golgota. E con umile compiacenza e profonda riconoscenza, la Famiglia di S. Ignazio ringrazia di tutto cuore prima il Datore di ogni bene e poi la Santità Vostra dell'insigne favore che tali palme di Martiri da intrecciarsi alla meravigliosa fioritura di nuovi Santi e Beati dell'Anno Giubilare siano state scelte proprio nel modesto giardino della Compagnia di Gesù.

Beatissimo Padre! - In questo inizio del nuovo anno liturgico che già invita tutte le genti alla culla del divin Redentore, in questo giorno sacro al grande Patrono delle Missioni San Francesco Saverio, il Beato Don Bosco ci fa sentire il suo motto, grido accorato insieme ed innamorato: Da mihi animas, e i tre Venerabili Martiri dell'America Meridionale ci mostrano fino a qual punto si debbano amare le anime redente col Sangue dell'Uomo-Dio. Ai piedi della Santità Vostra, mentre ringraziamo vivamente della gioia oggi procurataci rinnoviamo il proposito, così bene rispondente allo spirito del Beato Don Bosco e di S. Ignazio, di lavorare con tutte le forze, per la placida conquista di tutto il mondo al Regno di Cristo sotto la guida del suo Vicario in terra.

Degnatevi, Beatissimo Padre, avvalorare questi nostri propositi con l'Apostolica Benedizione, che imploro per le nostre rispettive Famiglie Religiose, per le Nazioni che nel Signore si gloriano di questi nuovi eroi, per tutti i presenti e per quanti sono a noi uniti di mente e di cuore.

IL DISCORSO DEL SANTO PADRE

La gloria del martirio nella vita cristiana.

A tale indirizzo il Santo Padre rispondeva con parole che, dallo straordinario eroismo dei nuovi Martiri e dalla luminosa figura del Beato Giovanni Bosco, indicavano i preziosi insegnamenti per tutti i redenti.

Avete udito, dilettissimi figli, i Decreti letti, avete pure raccolta la bella, pia, fraterna illustrazione che di essi è stata fatta: avete veduto come ritorna fra noi la gigantesca e pur così cara figura del Beato D. Bosco accompagnante e rendendo i dovuti omaggi ai Martiri del Redentore divino, poichè il martirio è il supremo onore, come è il frutto supremamente prezioso della Redenzione, di quel Redentore a quo omne martyrium sumpsit exordium, come così bene e così solennemente dice la Chiesa. E poichè la Bontà divina Ci ha già concesso di parlare e di intrattenerCi altre volte intorno al Beato D. Bosco, Ci soffermeremo ad ammirare questi grandi Martiri - pur senza tralasciare, come vedremo, un accenno allo stesso Beato D. Bosco -- che tanto opportunamente vengono a mettersi nel corteo trionfale che accompagna la memoria diciannove volte centenaria della divina Redenzione stessa e del divino Redentore.

L'insegnamento dei Martiri.

Dopo questa premessa, il Santo Padre, a proposito appunto dei nuovi Martiri, rilevava l'opportunità, per ognuno di noi, di porsi qualche domanda su quello che dobbiamo non solo ammirare, ma anche imitare; poichè è pure sempre nell'economia altamente educatrice della Chiesa di non mai presentare così eccelse figure alla venerazione dei fedeli se non con lo scopo di eccitarne la salutare imitazione: Ut imitari non pigeat quos celebrari delectat.

E, anzitutto, che cosa possiamo noi fare se non tributare la nostra ammirazione, quando ci troviamo dinanzi a questi eroi della fede, eroi sino al sangue e sino alla morte? Eppure ecco subito una grande utilità per le anime, per tutte quante le anime, appunto in questa ammirazione che a tutti si impone: l'utilità è in questo stesso onore di ammirazione dinanzi ad azioni che, come fu così bene detto, costituiscono le più fastose, le più magnifiche e splendide testimonianze che siano concesse all'umana natura, a noi poveri uomini, di poter rendere alla Verità che tutto e tutti giudica, che tutti e tutto sovrasta e a tutto sopravvive, una testimonianza più di ogni altra grande e degna: la testimonianza del sangue. Un genio l'ha detto e genialmente: è questo il gesto più fastoso che l'uomo possa compiere.

E in tale campo, dinanzi a tali grandezze, è già un beneficio segnalato anche il semplice soffermarsi in tanta visione di cose. Poiché come non si desterebbe, anche nelle anime più lontane dal mondo soprannaturale, se pur fornite di doti naturali, come non si desterebbe, anche in loro, con l'ammirazione, l'apprezzamento di così grandi cose e, con l'apprezzamento, chissà? forse un principio di desiderio e col desiderio un principio di conato, di sforzo verso queste sublimi elevazioni? ciò solo già costituirebbe un immenso guadagno per l'educazione delle anime.

Ma poi quali e quanti evidenti vantaggi anche nell'elevazione stessa di questi eroismi supremi, pur se essi restano più ammirabili che imitabili; giacché un poco di riflessione basterà per far scorgere che vi sono taluni supremi esempi di fedeltà, di pazienza, di eroismo condotto sino ai sacrifici più alti.

Situazioni e momenti della vita a cui il Santo Padre accennava, sono quelli nei quali l'adempimento di un dovere, la rinuncia ad un vietato guadagno, ad un non lecito piacere può costare sacrificio: allora, proprio in quei momenti, sono questi grandi spiriti che ci ammoniscono, che ci indicano di fronte a tutte le debolezze e le esitazioni, a tutte le lotte trepide tra il dovere e il piacere, la via da percorrere, la legge da osservare; essi che hanno dato il sangue e la vita per trionfare, con la fortezza cristiana, di tutti gli ostacoli, a tutti ripetono: Nondum usque ad sanguinem restitistis: che cosa si domanda a voi, a confronto di quello che fu a noi richiesto? E sono tanti quelli che hanno dato il sangue e la vita per restare fedeli a Dio, per non perdere il frutto della Redenzione!

Doveri e martirio.

E poichè tutto ciò può diventare molto pratico, che cosa è mai - dicono i Martiri - che cosa è mai, per esempio, il sacrificio che la professione della vita cristiana, l'onore del nome, della dignità cristiana richiede a povere figliuole, a giovani donne, chiamandole a rinunciare ad una moda che offende Iddio, che offende il nome di cristiano, che offende anzi la stessa dignità umana? e che cosa è mai questa rinuncia in confronto di questi supremi sacrifici offerti per la fedeltà a Dio?; che cosa è, in confronto ad essi, il dovere umano e cristiano di rinunciare ad una non retta industria o ad un facile non onesto guadagno, di cui forse nessuno saprà mai, ma che non sfugge all'occhio di Dio? Che cosa si domanda a una giovane vita, a un giovane uomo che sente tutta la dignità della sua professione cristiana, del suo nome cristiano, quando si chiede di sfidare con nobile coraggio il rispetto umano (ciò che non dovrebbe essere poi troppo difficile) e di rinunciare a spettacoli, a convegni, a danze che vilipendono l'umana dignità oltrechè l'onore cristiano?

Ecco, in tutto ciò, dei martirii ridotti, ridottissimi, che dai grandi, completi martirii debbono ricavare una forza, una luce celeste, un'ispirazione alla quale nessuno deve rifiutarsi.

Ma poi vi sono delle condizioni intere di vita, ordini di cose, nei quali si riscontra una magnifica pratica di martirio. Quante volte si avvera la bella parola di S. Agostino: « La verginità non è onorevole perchè anche tra i vergini e le vergini si è avuto il martirio, ma sibbene perchè è essa che fa i martiri »: Non ideo honorabilis virginitas quia etiam in virginibus martyrium reperitur, sed quia facit ipsa martyres. Magnifica parola; poichè, infatti, ecco una vita, una pratica di virtù, una vita elevata e alimentata da questa virtù, che rassomiglia non poco ad un lungo martirio; una vita così alta, proprio modellata su quella portata in terra dal Signore degli Angeli col suo esempio; una vita fatta tutta di rinuncia a quello che la vita mondana cerca invece con tanta avidità ingorda. Ora, tal genere di vita ci fa pensare che tante volte quelle virtù sono nate dall'ammirazione tributata ai Santi Martiri, proprio come lo stesso S. Agostino, parlando della molteplicità dei martirii, diceva: Le celebrazioni dei Martiri sono esortazioni al martirio: exhortationes sunt martyriorum.

Eroiche sofferenze nascoste.

Con la stessa meraviglia che ci fa tributare onore ai Martiri del sangue noi consideriamo questi altri veri martirii, così molteplici e tanto mirabili agli occhi nostri, ma spesso sconosciuti, seppelliti nell'ambito di una Casa religiosa, ai piedi di un altare, nel più completo nascondimento, in una penitenza di vita innocentissima, nella immolazione completa, nel desiderio, anzi, vivissimo, di arrivare sino al sangue e alla morte, pur di serbare fedeltà a Dio. Il mondo non conosce, nè conoscerà mai questi martirii compiuti da tante anime dimentiche di sè, vere vittime innocenti, e a null'altro intente se non ad allontanare - e quante volte li allontanano - proprio dal mondo i rigori della divina Giustizia, specie in questi difficili e tristi tempi, per attirarli sulle proprie persone. Quanti buoni e veri padri cristiani vi sono di numerose famiglie, fedeli in tutto ai loro doveri di coniugi, di parenti, di operai, di lavoratori cristiani, di servi cristiani, fedeli a tutti i loro doveri, a costo anche di indicibili angustie e privazioni, a costo di combattere continuamente l'inclemenza delle condizioni del momento: ecco dei veri altri martiri della vita cristiana!

E ancora: all'infuori di queste situazioni veramente gravi, alle quali spesso non manca nemmeno la nota tragica per essere martirii, quante altre vite più serene che si svolgono, almeno apparentemente, senza difficoltà: ma pur sono così ripiene di ostacoli nobilmente, cristianamente superati. Sono tante le vite che si consumano proprio nell'adempimento di modesti cómpiti, senza particolari durezze, ma con doveri precisi che non mancano di certe responsabilità e adempiuti sempre ogni giorno, tutti i giorni, tutti eguali. E ciò nella tremenda monotonia di tante vite obbligate ad un dovere che non presenta neppure qualcuno di quegli elateri o forze di propulsione ed incitamento che tante volte ne facilitano appunto lo svolgimento; in quel terribile quotidiano lavoro che non varia mai e che richiede sempre le stesse diligenze, la stessa coscienza, esattezza e puntualità, senza morali compensi. Ecco dei martirii molto più modesti, molto meno fastosi dei grandi martirii, ma pur veri martirii anch'essi. E tanti ve ne sono: e anche ad essi i Martiri del sangue ripetono a vitale incoraggiamento: Nondum usque ad sanguinem restitistis.

E ancora un'altra riflessione. Glorificando questi nuovi Martiri noi li ammiriamo ed onoriamo quando essi sono giunti alla cima del loro calvario che non è ottenebrato come il Calvario del Re dei Martiri, ma da Lui riceve splendida, luce; e non pensiamo che a questi grandi arrivi essi si sono preparati con viaggi molto modesti, con quella pazienza, perseveranza e fortezza che si richiedeva dal piccolo martirio della loro vita quotidiana. Varrà un esempio: il Santo Vescovo Fruttuoso, di Tarragona, viene condotto all'estremo supplizio, dopo tutta una giornata di strazii e di tormenti: uno dei suoi sgherri vedendolo così esausto, sfinito, riarso dalla sete per tanto sangue perduto, gli offre un calice d'acqua; il Santo Vescovo ringrazia, ma ricusa dicendo: « Non posso perchè è giorno di digiuno e non siamo ancora al tramonto ». E giustamente il grande scrittore cristiano, Alessandro Manzoni, commenta: « Chi non sente che questo rispetto così riverente, così diligente e premuroso verso la legge divina fu proprio quello che aveva preparato il Martire all'ultimo sacrificio? ».

I Santi, onore dell'umanità.

A questo punto il Santo Padre soggiungeva un opportuno riferimento al Beato Don Bosco che trova bene il suo posto in questo magnifico ambiente e contesto di cose. Ecco una vita - ed il Papa l'aveva potuto vedere davvicino e proprio particolarmente apprezzare - ecco una vita che fu un vero, proprio e grande martirio: una vita di lavoro colossale che dava l'impressione dell'oppressione anche solo a vederlo, il Servo di Dio; una vita di pazienza inalterata, inesauribile, di vera e propria carità, si da aver sempre Egli un resto della propria persona, della mente, del cuore, per l'ultimo venuto ed in qualunque ora fosse arrivato e dopo qualunque lavoro; un vero continuo martirio nelle durezze della vita mortificata, fragile, che sembrava frutto d'un continuo digiunare. Ecco perciò il Beato Don Bosco rientrare perfettamente al proprio posto fra questi campioni della fortezza cristiana, professata sino al martirio.

Onore gli uni, onore l'altro di queste grandi Famiglie che oggi così giustamente e più che mai esultano nella loro memoria ed esaltazione!

Con entrambe il Santo Padre si congratulava per aver prodotti tali atleti ed esempi al mondo, all'umanità redenta, poichè solo la Redenzione poteva produrli. Ma esempi anche e campioni per l'umanità senza aggettivi, giacchè mai essa è più onorata come quando lo è da questi prodotti usciti proprio dalle sue file, veri grandiosi compensi per altre manifestazioni, per altri uomini, che portano sì il nome di uomini, ma tali non sono per l'onore dell'umanità, poichè non fanno che alimentare le proprie più ignobili passioni contro la virtù, contro Dio, contro la verità e il bene, contro tutto ciò, in una parola, che può formare e forma l'onore stesso dell'umanità.

L'Augusto Pontefice si congratulava con la Famiglia del Beato Don Bosco e con la Famiglia di S. Ignazio, anzi con la Chiesa tutta, col mondo intero, giacchè le glorie esaltate non appartengono soltanto ad un popolo, ma sono il prodotto del genere umano ed appartengono a tutta l'umanità redenta...

Il Santo Padre passava quindi ad impartire le chieste Benedizioni anzittutto per quei Paesi che sin d'ora sorridono di gioia dinanzi al rifulgere di queste glorie supreme di santità e di martirio; e poi a tutti quanti avevano partecipato a quel convegno di cose sante, con l'augurio che le Sue Benedizioni rimanessero in essi per sempre.

I Concistori.

Nella stessa giornata del 21 dicembre il Santo Padre tenne il Concistoro segreto ed il Concistoro pubblico; poi, il 15 gennaio, il Concistoro semipubblico in cui furono raccolti gli ultimi voti per la Canonizzazione. E ne fissò ufficialmente la data al 1° aprile, Pasqua del 1934!

Crociata Missionaria

BORSE COMPLETE

Borsa ANIME DEL PURGATORIO (2a) - Somma prec.: 13754,60 - Revelli Maria a compimento della borsa, 6245,40. Totale L. 20.000.

Borsa DON BOSCO SALVATE I NOSTRI FIGLI (1a)- Somma prec.: 7640,50 - Una pia persona elle non vuol essere nominata, 13.000 -Totale L. 20640,50.

BORSE DA COMPLETARE

Borsa ALIQUO' Ing. DOMENICO, a cura del figlio Ing. Francesco. Somma prec.: 16.ooo - Nuove offerte, 1ooo - Totale L. 17.000.

Borsa ANIME DEL PURGATORIO (3a) - Testa Marialisa, 100 - N. N., 30 - Emma De Mercanti, 25 - Emma Aretucci, 20 - Maria Martinelli, 10 - Bonomi Carlo, 20 - Pia Mariti, 12 - Quilico Don Sebastiano, 15 - Ghirardelli Iole, 20 - Oddone Giuseppina, 1o - Angela D'Onghia Donini, 10 - Zamparo Marianna, 10 - B. E., 25 - Totale L. 307.

Borsa ANNO SANTO - Somma prec.: 3000 - Varie persone a mezzo S. E. Mons. Coppo, 1000 - Totale L. 4000.

Borsa BEATO DON BOSCO (17a) - Somma prec.: 3072,60 - Pisati Celeste, 15 - Barcellini Virginia, io - Biancalani Fioriva, 15 - Famiglia Liverani Paladini, 50 - Maricotti M. Fermo, io - Peretti Maddalena, 20 - Mario Tellini, 15 - Ferrari Pierino, io - Antonucci Paolo, io - Geom. Benedetto Domenico, io - Giovannone Innocenza, 5 - Maria Balbo, 20 - Maria Panizzari Ved. Zenone, 200 - Demergasso Fiorentino, io - Cerato Francesca, 5 - Totale L. 3477,60

Borsa BELTRAMI DON ANDREA (4a) -- Somma prec.: 2590 - Famiglia Trivulsi, 5 - Totale L. 2595.

Borsa DON BELTRAMI a cura delle Casa di Borgomanero - Somma prec.: 10157 - Offerte diverse, 50 - Dal salvadanaio, 25 - Can. Don Pio Salini, 60 - N. N., 10 - Sig. Roi, 5 - Monzani G. B., 100 - Dal salvadanaio Ripamonti,

69,50 - Totale L. 1047650.

Borsa DIVINA PROVVIDENZA --Somma prec.: 3948,50 - Caprile Luigi, 5o - Cristofolin Ved. Giustina, 30 - Boglione Francesco, 45 - Totale L. 4073,50.

Borsa DON BOSCO EDUCATORE (3a) - Somma prec.: 1369,55 - Delpio Matilde, 15 - Rag. Guido Betta, io - Una docente di Minusio, 25 - Totale L. 1419,55•

Borsa DON BOSCO PROTETTORE DEI GIOVANI - Somma prec.: 2216 - Maria Ferrari, 10 - Soave Palmira, io - Totale L. 2236.

Borsa DON BOSCO SALVATE I NOSTRI FIGLI (2a) - Riporto dalla precedente: 640,50 - Cipollone Norina, 1o-Margherita InvernizziPerone, 500 - Ghellini Carolina, 10 - Ilde Ricciarini, io - Bruna Oreste, io - Ilardi Giuseppina, io - Totale L. 1190,50.

Borsa ETERNO PADRE - Somma prec.: 1592 - Ghirardi Anna, 25 - Totale L. 1617.

Borsa EUCARISTICA DEL PICCOLO SERAFINO G. BRUNI (6a), a cura del Sac. Anzini Abbondio - Somma prec.: 7653,77 - Bellotti Ambrosina, 5o - Serra Iole, io - Totale L. 7713,77.

Borsa FERRANDO DON G. B. - Somma prec.: 21o - Quilico Don. Sebastiano, 15 - Totale L. 225.

Borsa FRASSATI PIER GIORGIO - -Somma prec.: 3960 - Giorni Iolanda, 4 - Gaetano Starace, 5 - Totale L. 3969.

Borsa GESÙ - MARIA AUSILIATRICE - DON BOSCO (2a) -- Somma prec.: 11320 - Toneguzzo Antonia, 62 - Sorelle Lanfranco, 15 -Coniugi Laspina-Mammana, 200 - S. Eisenegger, Trento, 20 - Totale L. 11617.

Borsa LAIOLO DON AGOSTINO - Somma prec.: 855 - Giuseppina C. Visone, 15 - Totale L. 870.

Borsa MADONNA DI POMPEI - Somma prec.: 40 --- Pinocchio Nicola, 2; - Totale L. 6;.

Borsa MARIA AUSILIATRICE (25a) Somma prec. 2392,30 - N. N. p. g. r., 10 - Geom. Benedetto Domenico, 5 - Delle Bina Carolina, 5 - Aimasso Lorenzo, 20 - Prof. Michele Pardo, 112 - Antonietta Cavinato, 5o - Manusardi Illa, maestra, 30 - Bagnati Ilia, 15 - Alinda Angeli, io - Gallica Stefano, io - Fanelli Francesco, 5 - Finocchio Nicola, 2; •-- Totale L. 2689,30.

Borsa MARIA AUSILIATRICE E BEATO DON BOSCO, Cuneo - Somma prec.: 1820 - Cosari Giuseppe, 21 - Modica Nunziatina, insegnante, 443 - Pellegrino Don Pietro, 10 - Prette Giusta, 7 - Botti Secondina, 5 - Totale L. 2306.

Borsa MARIA SS. DI TRAPANI, a cura del Comitato missionario - Somma prec.: 9500 -Raccolte a cura del Comitato missionario, 5oo - Totale L. 10.ooo.

Borsa MORGANTI MONS. PASQUALE (2a) - - Somma prec.: 223 -- Facchini Giannina, 5 - Totale L. 228.

Borsa PARROCCHIALE MARIA AUSILIATRICE (2a) - Somma prec.: 12382,30 - Dalle cassette del Santuario 726,35 -Totale L. 13108,65

Borsa PEDUSSIA DON LUIGI - Somma prec.: 3461,55 - Cav. Luigi Montigiani, io - Famiglia Fivizzoli, 6,85 -- Totale L. 3478,40.

Borsa PIO X - Somma prec.: 1718o -- Signora Poli, 10 -- Totale L. 17190.

Borsa PISCETTA DON LUIGI, a cura del Sac. Dott. Calvi G. B. - Somma prec.: 18760,35 - Don Solenghi Secondo, 15 - Dottor Ferruccio Sassi per suffragare l'anima della moglie Lelia, in memoria sua e del piccolo Adalberto, 500 - Rasetti Margherita, 5o - Graziano N., 50 -N. N. 10 - Prof. B. Calvi, 120 - Sorelle Elena, Fernanda, Adriana Livi, 10 - Totale L. 19515,35.

Borsa PRINCIPI DI PIEMONTE - Somma prec.: 1494 - Amelia Mossina, 31 - Totale L. 1525.

Borsa PRO GIAPPONE - A cura del Collegio vescovile Graziani di Bassano del Grappa in rendimento di grazie al Beato Don Bosco - Prime offerte, L. 4670.

Borsa REGINA DEL. SOGNO - Somma prec.: 4260 - Vella Antonia, Malta, 217 Totale L. 4477.

Borsa REGINA Dl MONDOVI' - Somma prec.: 2954,70 - Calleri Margh., 10 - Totale L. 2964,70.

Borsa RICCARDI DON ROBERTO - Somma prec.: 17723,30 - Famiglia Bianco, 15 - Ferrero Maria, 25 - Totale L. 17763,30.

Borsa SACRA FAMIGLIA - Somma prec.: 2086 - Margherita Lora Ved. Gilardi, 100 Benedetto Domenico, geometra, 10 - Totale L. 2,96.

Borsa S. CUORE DI GESÙ CONFIDO IN VOI (2a) Somma prec.: 14239,59 - Gasperis Maria, 1o - C. D. G., 250 - Benedetto Domenico, geom., 1o - Carolina Negri, io -- Carninelli Marianna, 2, - Cattaneo Giovanna, 5 -- Vando Ciampi, 10 - Totale L. 14559,59.

Borsa SAVIO DOMENICO (4a) - Somma prec.: 5192,70 -- Dott. Elia Agnifili, 10 - A. B., 100. - Morello, 25 - Geom. Benedetto Domenico, 5 - Totale L. 5422,70.

Borsa. SAGLIETTI ANGELO, GIOVANNI, GIUSEPPE - Somma prec.: 2000 - Avv. Virginio Saglietti, 1000 - Totale L. 3000

Borsa S. ANTONIO DA PADOVA -Somma prec.: 3243 - Nodari Cecilia, 12 - Sac. Gambari Pietro, 6 - Totale L. 3261.

Borsa S. BENEDETTO - Somma prec.: 262 - Benedetto Domenico, geom., 10 - Totale L. 272.

Borsa S. FILOMENA - Somma prec.: 16830 - D. F., 300 - Labati G. B., 100 - Varie pie persone a mezzo Casè Virginia, 534- Totale L. 17764.

Borsa S. GIUDA TADDEO - Somma prec.: 1720 - Anna Manidda, 5 - Totale L. 1725.

Borsa S. GIUSEPPE (3a) - Somma prec.: 5477 - Cavalieri Giuseppe, 5 - Totale L. 5482.

Borsa S. MARGHERITA DA CORTONA - Somma prec.: 5912,30 - Diversi a mezzo Valeri Angelo, 130 - Totale L. 6042,30.

Borsa TERESA DEL BAMBINO GESÙ (10a) - Somma prec.: 17542,20 - C. C., 30 - Giuseppina Di Carlo, 10 - De Maria Angela, 1o - Bignotti Giacomo, 1o - Prof. Can. Raffaele Basti, 5o - G. Bruno, 40 - Napoli Giovanni, 5o - Totale L. 17742,20.

Borsa VERCELLI - Somma prec.: 8320 - Mons. Can. Dott. Romualdo Pastè, 200 - Teol. Don Pietro Tarchetti, 5 - Ferrarotti Ennio, 20 - Minella Adele, io - Una mamma raccomandando al Beato Don Bosco il suo figliuolo, 20 - Andreone Dott. Carlo e consorte, , 5 - Signora Uslenghi Romola in suffragio del compianto marito, 5 - Don Giovanni Piletta, parroco, 5o - Cav. Luigi Cavallero, io - Ardizzoia Giuseppina, 20 - Totale L. 8720.

Borsa VEN. CONTARDO FERRINI Somma prec.: 150 - Francesco DA Re, 10 - Totale L. 16o.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori, tanto sacerdoti che laici, per godere delle indulgenze e privilegi della. Pia Unione devono recitare ogni giorno un Pater, Ave, Gloria secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, coll'aggiunta dell'invocazione: Sancte Francisce Salesi, ora pro nobis. (Decr. 2-X-1904).

Beninteso che per le indulgenze plenarie bisogna poi compiere le solite pratiche prescritte dalla Chiesa.

PEL MESE DI FEBBRAIO

Indulgenza Plenaria

2 Purificazione di Maria SS.

22 Cattedra di San Pietro in Antiochia.

Indulgenze Parziali:

Di 15 anni e 15 quarantene:

14 febbraio: Mercoledì delle Ceneri.

IN FAMIGLIA

Il 24 dicembre u. s. l'Em.mo Card. Patriarca di Venezia, Pietro La Fontaine ha celebrato solennemente il suo Giubileo d'Oro Sacerdotale. All'esultanza della Diocesi e di tante anime legate all'Eminentissimo Principe di Santa Chiesa da venerazione e riconoscenza s'è unita tutta la Famiglia Salesiana, formulando i più fervidi voti ed elevando al Signore speciali preghiere per la lunga conservazione di sì illustre Pastore alla Cattedra di San Marco. Ora da queste colonne rinnova a Sua Eminenza gli auguri speciali dei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane.

TORINO-ORATORIO - Omaggio del Comitato Centrale delle Dame-Patronesse delle Opere e Missioni salesiane al IV Successore del Beato Don Bosco. - Il 15 dicembre u. s. l'Oratorio ha aperto le sue porte al tradizionale convegno del Comitato Centrale delle DamePatronesse delle Opere e Missioni Salesiane per la presentazione degli auguri al nostro venerato Rettor Maggiore.

La sala delle esposizioni, che altre volte brillava dei sacri arredi e di mille doni offerti dall'attivissimo Comitato alle Missioni Salesiane, era questa volta ornata, e vorremmo dire consacrata, dall'esposizione delle reliquie insanguinate dei nostri, speriamo di poterli un giorno legittimamente chiamare, primi martiri delle Missioni del Beato Don Bosco, S. E. Mons. Luigi Versiglia e Don Callisto Caravario, barbaramente trucidati in Cina da empi fanatici del bolscevismo quattro anni or sono. Attorno alle fotografie delle due vittime erano le corde con cui erano stati legati e condotti alla fucilazione. Sul tavolo, tra alcuni resti di indumenti, erano i cilici ed il flagello con cui Mons. Versiglia tormentava le sue carni innocenti per ottenere la conversione dei poveri pagani. Uno dei cilici, tutto di uncini di ferro, a forma di croce pettorale, sostituiva sul nudo petto la croce pastorale ch'egli portava sugli abiti nell'esercizio del sacro ministero.

Era la risposta ufficiale - rilevò genialmente il Rettor Maggiore -- della carità dei Missionari alla carità delle Dame-Patronesse e di tutti i Cooperatori ».

Un'onda di viva commozione e di profonda venerazione rese ancor più intimo e più sentito l'omaggio dei cuori al IV Successore del Beato Padre, alla vigilia della Canonizzazione. A nome dell'illustrissima signora Presidente, Marchesa Carmen Compans di Brichanteau-Challant, che sedeva alla destra del Rettor Maggiore, e di tutto il Comitato, presentò gli auguri con nobilissime parole la Segretaria sig.na Contessa Maria Teresa Carnerana. E, dopo brevi parole di Don Trione sul concorso più urgente per le prossime feste della Canonizzazione, il missionario salesiano Don Lareno, già segretario di S. E. Mons. Versiglia, che collo spasimo ebbe anche il conforto della ricerca e del ritrovamento dei corpi delle due vittime, illustrò brevemente i particolari della tragica scena ornai sufficientemente documentati dai testimoni oculari. Infine il Rettor Maggiore s'alzò a ringraziare e a tracciare nelle grandi linee lo schema del programma per le feste della Canonizzazione a Roma ed a Torino. La sua voce era velata dall'emozione, nel raccogliere la gloria del sacrificio del primo Vicario Apostolico della nostra Missione in Cina e del suo giovane e tanto degno discepolo. Si confortava pensando che essa si aggiunge alla corona del Beato Padre Don Bosco e, nell'attesa del gran giorno, impartiva la speciale benedizione apostolica implorata dal Santo Padre nell'udienza dell'11 dicembre, invitando a ringraziare il Signore per la grazia della Canonizzazione di Don Bosco ed a pregare fervorosamente pel Vicario di Cristo. All'uscita fu distribuito a tutte le nobili Dame-Patronesse il volumetto delle Letture Cattoliche commemorativo dell'eccidio di Mons. Versiglia e Don Caravario, scritto dal nostro Don Cassano (1) ed un pio ricordo delle vittime.

(1) G. CASSANO, Sangue Salesiano in Terra Cinese (Mons. L. Versiglia - Don C. Caravario). Letture Cattoliche, dicembre 1933. Torino. S. E. I., L. 1,5o.

Il secondo anniversario della morte del Rettor Maggiore Don Rinaldi.

Oltre alle solenni funzioni di suffragio, celebrate nella Basilica di Maria Ausiliatrice e nelle altre Chiese salesiane, ha avuto degna commemorazione al paese natio del III Successore del Beato Don Bosco, Lu Monferrato. Alla presenza di S. E. Rev.ma Mons. Ernesto Coppo, vescovo salesiano, delle Autorità e di tutto il paese, venne inaugurata, proprio nella casa che gli diede i natali, una graziosa lapide adorna di un artistico bassorilievo in cui lo scultore Capra, di Casale Monferrato, ha ritratto mirabilmente le paterne sembianze di Don Filippo Rinaldi. Alle devote parole del Podestà dott. Armando Ribaldone, che ne ha rievocato la figura e l'opera grandiosa svolta negli anni del suo fecondo Rettorato, ha risposto, a nome della Società Salesiana, S. E. Mons. Coppo, rallegrandosi con Lu Monferrato per tanta gloria.

Autorevole adesione ai prossimi festeggiamenti della Canonizzazione.

Dagli atti della Consulta Municipale di Torino rileviamo, con profonda gratitudine, il gesto magnifico con cui ha prevenuto il desiderio dei nostri cuori, anticipando ufficialmente la sua ambita adesione ai prossimi festeggiamenti della Canonizzazione. Nella seduta del 3o dicembre u. s. il Podestà, Conte Paolo Thaon di Revel, fatto segno ad una cordiale ovazione per la sua recente nomina a Senatore del Regno, subito dopo le parole di ringraziamento, prima di passare all'ordine del giorno, ha interessato la Consulta alla imminente Canonizzazione del Beato Don Bosco ed ha informato l'assemblea che, interpretando il pensiero ammirato e riconoscente della Consulta e della Città, appena ricevuta notizia della data della solenne funzione, aveva assicurato al nostro Rettor Maggiore la più ampia e cordiale partecipazione della popolazione alla gioia della Società Salesiana, e l'autorevole adesione della Consulta.

La Consulta ha confermato con applausi la corrispondenza di pensiero e di cuore di tutti i membri al pensiero ed al cuore del primo Magistrato che tanto onora Torino e di cui Torino va tanto orgogliosa. E noi, commossi, sentiamo il bisogno di protestare pubblicamente la nostra esultanza e la nostra più viva riconoscenza.

Nell'Anno Santo della Redenzione: Preziosi omaggi di fanciulle lebbrose al Santo Padre.

Le Figlie di Maria Ausiliatrice che prestano la loro opera nei Lazzaretti delle nostre Missioni hanno umiliato al Santo Padre l'omaggio di un bel numero di povere fanciulle lebbrose le quali, con lettere individuali che strappano le lagrime, si sono impegnate ad offrire al Signore speciali preghiere, a ore quotidiane di adorazione eucaristica » e le loro terribili pene, secondo le intenzioni del Vicario di Cristo per il bene della Chiesa e per la salvezza delle anime. Alcune hanno offerto le loro sofferenze per un anno, altre per tre anni, molte addirittura per tutta la vita.

Vittime volontarie per il bene della Chiesa e per la salvezza delle anime, ciascuna di esse potrebbe ripetere le parole di S. Paolo: « adimpleo quae desunt passionibus Christi in carne mea, pro corpore eius quod est Ecclesia: completo nella mia carne quel che manca alle sofferenze di Cristo, a pro del corpo suo che è la Chiesa » (Coloss., I, 24-25). Santificano così l'Anno Giubilare della Redenzione, unendo le proprie sofferenze alle sofferenze del Signore e avvalorandole dei meriti della Sua passione e morte a pro' della Chiesa.

Vorremmo riprodurre le singole letterine palpitanti di devozione al a dolce Cristo in terra » e di vero eroismo di carità nella sofferenza; ma, poichè lo spazio non ce lo consente, riportiamo solo la lettera collettiva:

Viva il Sacro Cuore di Gesù! Beatissimo Padre!

Permettete che un gruppo di povere figliuole, assai lontane da V. S. col corpo, ma a Voi assai unite collo spirito e i sentimenti di amore e rispetto filiale, come a Vicario di Gesù Cristo, si dirigano a Voi per inviare per mezzo di questo semplice scritto la loro adesione alla V. S. Persona.

Questo scritto noi Ve lo mandiamo da un angolo della terra ove ci troviamo raccolte e ritirate perchè provate dal Signore con la triste infermità della lebbra.

Viviamo sotto la direzione delle Figlie di Maria Ausiliatrice, le quali, ad imitazione del loro Beato Fondatore Don Bosco, hanno inculcato in ciascuna di noi molta venerazione e amore al Santo Padre. Nei mesi passati, poi, con la visita di una delle Reverende Superiore Maggiori delle nostre sacrificatissime suore, questo amore per il Vicario di Gesù Cristo si è intensificato fino al punto da farci sentire il bisogno di manifestarlo almeno per mezzo di questo umile scritto.

Vi presentiamo, Beatissimo Padre, le preghiere che ogni giorno facciamo per V. S. perchè il Signore Vi conservi la vita per il bene di tutta la cristianità. Siamo inoltre liete di comunicarVi, Santo Padre, che abbiamo accolto con entusiasmo l'esortazione di offrire le nostre costanti sofferenze a rimedio delle necessità di S. Chiesa e secondo le Vostre intenzioni; anzi, parecchie di noi, povere inferme, ci siamo, allo stesso fine, offerte spontaneamente vittime a Dio. Beatissimo Padre, le 140 inferme di questo Asilo, con le loro Superiore, si prostrano ai Piedi di V. S. implorando l'Apostolica Benedizione mentre con profonda gratitudine e vivissima venerazione si professano di V. S.

Umil.me, Obbl.me e aff.me figlie

Le fanciulle lebbrose dell'Asilo M. Ausiliatrice.

Il Santo Padre ha fatto rispondere dall'Eminentissimo Card. Pacelli, Segretario di Stato, con un affettuoso telegramma, inviando, con paterna effusione di cuore, l'Apostolica Benedizione.

A ZIG-ZAG... DA L'ALPI AL MARE

PEROSA ARGENTINA. - Gran festa per l'Istituto Salesiano, che ospita i giovani aspiranti Lituani, per l'Oratorio e, possiam dire, per tutto il paese, il 12 novembre u. s.! La devota Cappella faceva pompa della recente artistica decorazione e l'atrio si ornava di due lapidi-ricordo dei due più insigni benefattori dell'Opera Salesiana in quel caro paese: il sig. Filippo Martinoia ed il cav. avv. Carlo Bertalotti. Festa adunque di riconoscenza alla quale non volle mancare il Rettor Maggiore. Accolto con indescrivibile entusiasmo, egli inaugurò la Cappella, così rimessa a nuovo, con la Messa della Comunione generale e benedisse le due lapidi commemorative. Il discorso ufficiale, calda rievocazione delle figure dei grandi benefattori, fu tenuto dall'avv. comm. Risso, nel teatro dell'Oratorio alla presenza di tutte le Autorità, dopo la Messa cantata dal Prevosto locale. Nel pomeriggio il Rettor Maggiore faceva una capatina al Convitto Abegg, diretto dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, e poscia, nella cappella dell'Istituto, rivolgeva la sua paterna parola di plauso e di ringraziamento impartendo infine la benedizione.

Ad onore del Ven. D. Savio. - Giungono notizie da vari Istituti di solenni commemorazioni del Ven. Domenico Savio. A Trapani la tenne S. E. Rev.ma Mons. Cognata, salesiano, vescovo di Bova alla presenza del Vescovo diocesano, Mons. Ricca, di tutte le autorità e di una folla di popolo.

A Pordenone il cav. prof. D. Luigi Janes, direttore diocesano dei Cooperatori, nella festa dell'Immacolata, nell'aula magna, gremita di autorità e di eletto pubblico.

A La Paz (Bolivia) fu tutta un'accademia, canti, versi e prose, a cantar le glorie dell'angelico giovinetto.

A Penango Monferrato la tenne il prevosto di Moncalvo teologo Bolla, presente tutta la gioventù cattolica della plaga, sotto la presidenza di S. E. Mons. Ernesto Coppo, vescovo salesiano.

BORGOMANERO. - Tornando, lo scorso novembre, il Rettor Maggiore a compiere, nell'intimità della famiglia, la vestizione chiericale dei Novizi dell'Ispettoria Novarese-Alessandrina, ha avuto la gioia di ammirare una consolante fioritura di opere salesiane nel magnifico Istituto, che ospita, oltre il Noviziato, un Collegio-Convitto, con Scuole elementari ed Istituto tecnico, frequentati da circa 15o alunni. L'Unione Ex-allievi e l'Associazione dei divoti di Maria Ausiliatrice con un folto gruppo di Cooperatori sostengono le opere interne e dànno un crescente sviluppo alla festa annuale che tutta la città celebra con largo concorso di pellegrini da varii paesi. La letizia del sig. Don Ricaldone fu accresciuta dalle cordiali parole di encomio e di plauso che il Podestà locale, avv. Colombo ed il rappresentante di Mons.

Prevosto, can. Vandoni, ebbero per i figli del Beato Don Bosco che dispiegano tanto zelo nella graziosa cittadina. La funzione rituale è riuscita suggestiva ed ha strappato lagrime di commozione ai parenti generosi che offrivano i loro figliuoli alla Congregazione Salesiana.

BOVA MARINA. - Un palpito di nuova vita ha portato il Vescovo Salesiano Mons. Cognata. E, se tutta la Diocesi va a gara per rispondere al suo slancio, Bova Marina, che ospita i Salesiani da parecchi anni, non vuol essere seconda a nessuno. Il Convegno annuale degli Ex-allievi ha preso geniali deliberazioni per le feste della Canonizzazione di Don Bosco e delle Nozze d'Argento sacerdotali dell'amato Pastore. E l'omaggio al Vescovo Salesiano fu votato nientemeno che nella erezione di un bel tempio al futuro Santo. Seduta stante l'ill.mo sig. Podestà offriva il terreno necessario e l'assemblea prendeva le prime pratiche disposizioni. Il Vescovo, in quell'ora assisteva in Roma alla lettura del Decreto « De Tuto », ma la cara notizia gli fu subito telegrafata. L'omaggio degli Ex-allievi completò la gioia che gli avevano procurato poco, prima gli allievi nella Giornata della Scuola, celebrata ufficialmente da un migliaio di alunni, guidati dai rispettivi maestri e professori alla Messa celebrata da S. E. e, poscia, ad una devota cerimonia di omaggio che si chiuse in Seminario con l'offerta di un riuscitissimo « Numero Unico » curato dal Direttore didattico, prof. D. Antelitano, e con smaglianti discorsi del R. Ispettore scolastico, del cav. Polimeni, del prof. Santagati, seguiti da briose dizioni dei migliori alunni. A tutti rispose S. E. con affetto di Figlio di Don Bosco che, in tutta la cerimonia, aveva sentito battere all'unissono i cuori nella venerazione del Santo di domani...

MARSALA - Il Cinquantesimo della "Casa Divina Provvidenza... -- L'Opera di D. Bosco a Marsala è delle più belle sgorgate dal cuore del Beato: è una casa dedicata agli orfani e alla gioventù povera e abbandonata.

Per lo zelo dell'indimenticabile Mons. Sebastiano Alagna e di altri pii sacerdoti, e per la generosità e l'interessamento delle nobili Famiglie Spanò e Genna, sorse nel 1882 su disegno mandato dallo stesso B. D. Bosco. I Salesiani non ne poterono assumere la direzione che dieci anni dopo, ma fin dal suo sorgere la Casa fu per loro. A ragione quindi i giovanetti ricoverati, i Figli di D. Bosco, i benefattori e tutta la cittadinanza nel novembre scorso, hanno celebrato fra la più viva esultanza, il Cinquantenario di fondazione e il 40° di Direzione salesiana, con speciali azioni di grazie e solenni funzioni.

A ricordo della data gloriosa fu ristaurata la chiesa dell'Istituto, che la carità dei benefattori e la valentia appassionata dell'antico allievo Ing. Corrado Ievolella han saputo rendere un gioiello di arte.

Le feste ebbero inizio il 18 novembre con la consacrazione del magnifico altare di marmo dedicato a Maria Ausiliatrice, compiuta da S. Ecc. Rev.ma Mons. Giuseppe Cognata, Vescovo Salesiano di Bova. Era presente l'Ispettore della Sicilia Don A. Orto, cogli antichi Direttori della Casa e i Direttori delle Case vicine.

Alla solenne accademia commemorativa svoltasi la sera nel grandioso salone dell'Istituto, facevano corona a S. E. l'Ispettore, il Podestà Barone A. Spanò, il Rev.mo Arciprete ed altre Autorità civili e religiose. Il pubblico gremiva la sala.

Tenne il discorso di occasione l'Avv. Benedetto Mattarella, Delegato Regionale per le Associazioni Giovanili di Azione Cattolica. Si intrecciarono canti e poesie e al termine chiuse il Sig. Ispettore mettendo in rilievo le benemerenze dei Figli di D. Bosco per l'educazione della gioventù a Marsala e comunicando il saluto paterno e la benedizione del IV Successore del Beato Don Bosco, Sig. D. Ricaldone. In fine Mons. Vescovo, rendendo grazie alla Divina Provvidenza per gli aiuti elargiti nel corso di tanti anni di vita intensa ed operosa, invocò le benedizioni del Signore per un avvenire ancor più lieto e fecondo di bene.

L'indomani Sua Eccellenza celebrò la Messa della Comunione Generale per tutti gli Orfanelli e per il popolo, che gremiva la Chiesa; alle nove celebrò il Sig. Ispettore per l'Oratorio e le Associazioni Giovanili cui rivolse affettuose parole di circostanza. Alle 10 cantò la Messa solenne Mons. Giovanni Buttò, Delegato Vescovile della Diocesi, con assistenza Pontificale dell'Eccellentissimo Mons. Cognata, che al Vangelo tenne un'elevata omelia. Un solenne Te Deum e la trina Benedizione Eucaristica impartita da Mons. Vescovo, chiusero, a notte, la festa indimenticabile.

ROMA-TESTACCIO - Festeggiamenti giubilari. -La domenica 10 dicembre u. s. il nostro Istituto del Testaccio ha festeggiato il XXV° anniversario della consacrazione della chiesa parrocchiale di Santa Maria Liberatrice e della fondazione dell'Associazione Giovanile di Azione Cattolica maschile. Venticinque anni di arduo e fecondo apostolato!

La stampa lo ha rilevato con cordiali parole di compiacimento e di plauso.

L'Avvenire d'Italia, dopo un vivo confronto tra il Testaccio di ieri ed il Testaccio di oggi, ritratto rapidamente il rinnovamento spirituale operatosi in questi ultimi lustri, ne dava merito speciale ai Salesiani. « Questo rinnovamento così radicale, - scrive nel numero dell'11-12 dicembre -- così organico del popoloso quartiere avrebbe potuto, quasi quasi, essere presentato alla causa di Canonizzazione di Don Bosco come una fra le più imponenti prove della sua santità, che si prolunga nel tempo e si proietta nell'avvenire attraverso l'apostolato generoso ed eroico dei Salesiani.

» Furono i figli di Don Bosco che venticinque anni addietro presero possesso spiritualmente del Testaccio, con l'ausilio degli incoraggiamenti di Pio X e, come unica arma, il sorriso benedicente di Maria Liberatrice. Essi raccolsero a quel tempo un'eredità il cui passivo - nonostante gli sforzi dei loro predecessori nella cura pastorale - superava enormemente l'attivo. C'era tutto da costruire; anzi, prima di costruire, c'era tutto da distruggere, da scavare, da dissodare. L'opera incominciò lenta, dura, sanguinosa. (Non è un'amplificazione rettorica, è una realtà di cronaca, anzi di storia).

» Fu la loro, opera avventurosa di pionieri in terra di missione, dove esistevano effettivamente fenomeni di barbarie più o meno camuffati sotto ipocriti aspetti. La loro prima vittoria ed affermazione materiale fu la chiesa che il Card. Respighi consacrava solennemente cinque lustri addietro; la loro prima conquista spirituale fu l'arruolamento di un manipolo di giovani ardenti e battaglieri, alcuni dei quali hanno raggiunto più tardi posizioni sociali eminenti. Quale ardore combattivo in difesa della libertà religiosa - radice di tutte le libertà civili - non seppero ispirare i Salesiani in quel gruppo esemplare di ventenni senza paura che doveva guadagnare sempre nuove reclute, a dispetto di tutte le sassate, di tutte le bastonate, di tutte le ostilità palesi o subdole con cui si tentava di soffocare il movimento della rivincita cristiana e di strozzare sul nascere le forze che volevano risanare il Testaccio!

» Privi della solidarietà pubblica, sprovvisti della doverosa tutela che le Autorità avrebbero pur dovuto accordare, i Salesiani e i giovani attirati da loro nell'orbita di S. Maria Liberatrice, iniziarono e proseguirono senza stanchezze e senza defezioni un autentico capolavoro di bonifica sociale, umana, cristiana cui il nuovo periodo succeduto alla crisi post-bellica venne a dare il più degno e solenne coronamento.

» Quanti nomi, quanti episodi, quante opere dovrebbero essere ricordati, in testimonianza di gratitudine! Lasciamo i nomi e gli episodi, per accennare soltanto a quella che già un quinquennio addietro era la granitica intelaiatura e struttura di istituzioni e di associazioni su cui il Testaccio ha posto le fondamenta della sua nuova vita:

» L'Associazione S. Giuseppe dei Padri di famiglia, Uomini Cattolici; l'Associazione Sacro Cuore delle Madri cristiane; una sezione dei Ritiri Operai; il gruppo delle Donne Cattoliche; due Circoli giovanili (maschile e femminile) S. Maria Liberatrice; due Scuole elementari (maschile e femminile) Pontificie; una Scuola Pontificia complementare; tre Asili Infantili; l'Oratorio Salesiano con la Compagnia di San Luigi; tre Oratori femminili; due Doposcuola, due Laboratori, una Scuola Professionale femminile, senza dire della Conferenza di San Vincenzo de' Paoli, della Compagnia delle Dame di Carità, dell'Ambulatorio Maria Antonietta Cingolani, ecc., ecc. ».

Tutte fiorenti di vita e di attività...

Solenni funzioni ed una riuscitissima accademia hanno degnamente celebrato tanta benedizione divina sulle apostoliche fatiche dei figli del Beato Don Bosco.

Il Rettor Maggiore, sig. D. Ricaldone, celebrò la Messa della Comunione generale e S. E. Rev.ma Mons. Luigi Olivares, Vescovo di Nepi e Sutri e già parroco del Testaccio, pontificò la Messa solenne.

Nel pomeriggio, la « Sala Clemson » ove si svolse l'accademia commemorativa, fu incapace di contenere le molte centinaia di parrocchiani intervenuti. Ai posti d'onore siedevano il Rettor Maggiore signor Don Pietro Ricaldone, S. E. Mons. Olivares, Monsignor Pascucci in rappresentanza dell'Em.mo Card. Vicario di Sua Santità, l'avv. Paolo Pericoli, il comm. Augusto Ciriaci, primo presidente dell'Associazione giovanile, l'or. Mario Cingolani, l'or. Martire, il prof. Salvatori, presidente del Consiglio Diocesano delle Associazioni giovanili di Azione cattolica, Don Festini, ispettore dei Salesiani, il coram. Francini, presidente del Consiglio parrocchiale di Azione cattolica, la N. D. Letizia dei Marchesi di Roccagiovine, presidente della Compagnia delle Dame di Carità, Mons. Rossi, Mons. Borghezio e molti altri. Molto festeggiato dai giovani Don Torello, già loro Assistente ecclesiastico ed ora parroco di Littoria.

Aperse la serie dei discorsi il parroco Don Colombo, ringraziando gli intervenuti, rievocando i venticinque anni di apostolato religioso e sociale nel Testaccio e proponendo ai parrocchiani di erigere un altare a Don Bosco, quale ricordo del XXV anniversario. La proposta è stata accolta da calorosi applausi. Quindi seguirono i discorsi dell'on. Cingolani, del comm. Pericoli, dell'on. Martire e del comm. Ciriaci tutti inneggianti ai successi dell'apostolato cattolico nel Testaccio, divenuto oggi uno dei quartieri migliori di Roma. Chiuse la solenne commemorazione il Rettor Maggiore ripetendo il suo grazie a quanti, da venticinque anni ad oggi, hanno collaborato con i Salesiani e spronando a continuare nella via intrapresa con fede e cori entusiasmo.

Durante la commemorazione le « Scholae Cantorum » dell'Istituto della Divina Provvidenza, delle Figlie di Maria Ausiliatrice e delle Figlie della Carità eseguirono scelta musica.

La bella giornata ebbe termine nella chiesa parrocchiale con il canto del «Te Deum » e con la benedizione eucaristica impartita dall'Ill.mo e Rev.mo Monsignor Carlo Respighi,

Prefetto delle Cerimonie Apostoliche, nipote dell'E.mo Card. Respighi che or sono venticinque anni consacrò la chiesa parrocchiale.

BOLOGNA - La risurrezione del tempio del Sacro Cuore affidato ai Salesiani pochi mesi prima del crollo della cupola avvenuto il 21 novembre 1929, si compie lentamente ma decisamente, nel proposito di ridare al tempio l'aspetto esteriore identico al primitivo, e di modificare solo la parte bassa dell'interno per quel tanto indispensabile ad aumentarne la capienza ed a facilitare i nuovi compiti di chiesa parrocchiale.

Sulla scorta di pochi disegni ricuperati, coll'aiuto di fotografie, e di accurati rilievi fatti sulle parti superstiti, si potè compilare il progetto di ricostruzione che già ottenne l'approvazione delle competenti Autorità religiose.

Superata così la fase che chiameremo cartacea, si predispose un piano di esecuzione dei lavori che si può così, grosso modo, riassumere. Prima, demolizione di tutte le parti pericolanti o comunque destinate ad essere rifatte, opere di puntellazione e legatura provvisoria delle parti isolate. Poi rifacimento delle fondamenta e quindi costruzione dell'ingabbiatura centrale in cemento arenato, destinata a sostenere le cupole, le gabbie di scala, ed a formare collegamenti con le parti superstiti, completamento delle coperture. Infine esecuzione di tutte le opere di carattere decorativo, rivestimenti, pavimento, ecc., in una parola finimento dell'edificio.

Nei mesi scorsi i bolognesi hanno veduto profilarsi sopra la massa del tempio la sagoma delle mezze cupole e completarsi quella principale.

La via è ancor lunga e costosa: saranno da eseguire tutte le volte e murature di rivestimento interne ed esterne, i solai, formazione del pavimento della chiesa colla possibilità di ricavare vasti locali sotterranei per riunioni o scuole, le opere di decorazione e di finimento.

Ma la fiducia nella Divina Provvidenza anima i nostri confratelli e la generosità dei buoni non mancherà di corrispondervi. L'auguriamo di gran cuore.

DA UN CONTINENTE ALL'ALTRO

S. E. il Sen. March. Guglielmo Marconi alla nostra Cosa di San Francisco di California. - San Francisco ha fatto accoglienze trionfali a S. E. il Sen. Marchese Guglielmo Marconi, che, accompagnato dalla gentile sua signora, Marchesa Maria Cristina, sostava il 23 ottobre u. s. a visitare la metropoli della California. Il Sindaco della città, signor Angelo Rossi, a capo del Comitato di cui facevano parte attiva l'Ispettore Salesiano Don Trinchieri ed il Parroco della nostra Parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo, Don Galli, diede il benvenuto all'illustre Ospite, presenti tutte le personalità cittadine e coloniali, ed apriva una serie di vibranti manifestazioni di stima e di ammirazione verso il grande genio italiano. Due giorni dopo S. E. onorava di una visita graditissima l'Opera Salesiana, passando fra due fitte ale di popolo plaudente che gremiva letteralmente il passaggio fino alla bella Chiesa retta dai nostri Confratelli, ove superiori ed allievi gli fecero tino splendido ricevimento. Durante la visita particolareggiata, l'Ecc.mo Ospite ebbe parole di alto elogio per l'opera che i Figli del Beato Don Bosco compiono in California a favore degli immigrati italiani e si disse oltremodo lieto di trovasi in mezzo a loro.

La stessa sera, la nostra Colonia gli offerse un banchetto di oltre mille coperti, a cui presero parte tutte le Autorità di San Francisco e della California, con a capo il Governatore, l'On. J. Rolph jr. L'Ispettore Don Trinchieri che ebbe l'occasione di parlare, offerse una rapida sintesi del lavoro compiuto dai Salesiani nella California. Il discorso venne calorosamente applaudito e riportato dalla stampa cittadina.

Sua Ecc.za dimostrò di conoscere profondamente l'Opera Salesiana, e si disse fortunato di conoscere personalmente il Successore del Beato G. Bosco, Don Ricaldone.

Con atto gentile volle che Don Trinchieri fosse suo compagno di viaggio nella visita ch'egli, accompagnato dalla signora, dal segretario e dal sindaco di San Francisco, fece al cuore della California, nell'incantevole vallata di Yosemite. E quivi assistette anche devotamente alla Santa Messa, e ricolmò il nostro confratello di ogni cordialità.

La mattina del 1° novembre poi, festa di Tutti i Santi, Sua Ecc.za e la sua gentile Signora, si recarono per la Santa Messa alla nostra chiesa dei Santi Pietro e Paolo, accostandosi, con grande edificazione del popolo, che gremiva il sacro Tempio, alla Santa Comunione. Questo atto di pietà veramente cristiana di tanta gloria italiana resterà indelebile nel cuore di tutti i presenti.

Lo stesso giorno, si degnò di trattenersi a pranzo presso i nostri confratelli. Gli sedevano ai fianchi le loro Ecc.ze Rev.me Mons. Edward J. Hanna, Arcivescovo di San Francisco, e Mons. Joahn J. Mitty, Arcivescovo Coadiutore, mentre gli facevano bella corona il Sindaco della città e numerose personalità di San Francisco. All'uscita dalla Casa Salesiana ebbe un'improvvisata dimostrazione da parte di migliaia di connazionali, che volevano tributare un omaggio speciale al grande scienziato.

Sua Ecc.za lasciò San Francisco la sera del novembre, salutato ancora, sul bastimento che lo portava al Giappone, dai nostri confratelli.

E dall'alto mare, con un gentile messaggio, volle rinnovare i più vivi ringraziamenti ai nostri confratelli, per le gentilezze usategli nel suo soggiorno nella metropoli del Pacifico.

BRASILE - L'Ambasciatore d'Italia al nostro Istituto di Campinas. - Il nostro Istituto di Campinas (Brasile) fiorente di scuole elementari, ginnasiali, commerciali ed agrarie, e di un promettente Oratorio festivo, accanto alla Chiesa pubblica ed al Noviziato, ha avuto l'onore di una visita di S. E. l'Ambasciatore d'Italia, Cantalupo, nostro illustre Ex-allievo. S. E. era accompagnato dall'Ambasciatrice, Donna Sofia Zerbinati Cantalupo, e da tutte le Autorità Italiane e Brasiliane. L'arrivo delle automobili fu salutato dalla banda che accompagnava gli Inni nazionali e dagli applausi entusiasti dei superiori e degli alunni. Nell'atrio dell'Istituto un giovanetto gli rivolgeva dapprima il saluto ufficiale in lingua italiana. Un altro alunno espresse poscia altri nobili sentimenti in lingua portoghese ed offerse all'Ambasciatrice un bel mazzo di fiori. S. E. rispose con parole di alto encomio e di fervida ammirazione; poi, compiuta una visita accurata all'Istituto, partiva fra l'omaggio della musica e dei canti, colle migliori impressioni.

CAIRO - Istituto Salesiano Rod el Farag. - La festa della distribuzione dei premi, omaggio a S. M. il Re, è stata arricchita dalla benedizione ed inaugurazione del magnifico nuovo padiglione delle Scuole Professionali, costrutto su pietra del Carso ed intitolato alla memoria del più grande benefattore, Ettore Pezzi. L'aula principale del nuovo fabbricato misura m. 44 per 9; un portico di 8 m. precede l'ingresso; vasta e luminosa è l'aula da disegno e piene di armonia le altre aule. Ospiterà degnamente gli allievi di meccanica il cui numero va aumentando di anno in anno. All'inaugurazione erano presenti tutte le Autorità Italiane col R. Console cav. Morganti, e le LL. EE. Mons. Iginio Nuti, vicario apostolico d'Egitto, e Mons. Gérard, vescovo della Giurisdizione. Nel discorso d'occasione il Direttore Don Tamburino ha prodotto delle cifre molto eloquenti: 257 alunni, di cui 78 indigeni, 43 di varie nazionalità, gli altri tutti Italiani.

Il risultato degli esami finali delle Scuole Professionali splendidi: su 59 allievi ne sono stati promossi 48 e respinti 11. La Giuria era composta di due Direttori e capi di officina meccanica, da un professore delle RR. Scuole, da ingegneri e tecnici italiani e stranieri, tutti di indiscussa competenza. La Mostra professionale che chiuse ]'anno scolastico, fu visitata da Autorità egiziane, da Capi d'Istituti professionali; da tecnici ed esperti, sia italiani che stranieri e tutti ebbero parole d'elogio e di ammirazione per il risultato veramente sorprendente.

Gli allievi del I e Il corso hanno inoltre arredato il teatrino dell'Istituto di 250 sedie di ferro di una esecuzione perfetta.

Non meno lusinghiero il risultato degli esami degli studenti: approvati 140 su 148; delle scuole medie, 20 su 20. Dati della beneficenza: alunni a pensione ridotta: 96, dei quali 7o Italiani e 26 fra indigeni e stranieri. Gratuitamente sono stati accettati 54 alunni dei quali 3o Italiani e 24 fra indigeni e stranieri.

Le Autorità e personalità presenti ebbero parole di cordiale ammirazione e di alto encomio.

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Regio Decreto 13 gennaio 1924, n. 22, può legalmente ricevere Legati ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule:

Se trattasi d'un Legato:

« ...lascio all'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino a titolo di legato la somma di Lire... (oppure) l'immobile sito in... .

Se trattasi invece di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa:

« Nomino mio erede universale l'Istituto Salesiano per le :Missioni con sede in Torino, lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo a.

(Luogo e data).   (Firma per esteso).

CULTO E GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

Bugni Maria Ved.a Butti (Torino) ringrazia Maria Ausiliatrice e il Beato Don Bosco che l'aiutarono a superare una grave crisi finanziaria e di più le concessero la guarigione, senza operazione, di un ulcera.

Brucata Maria Stella ( (Santa Caterina di Villarmosa) è riconoscentissima alla Vergine Ausiliatrice e al nostro Beato che la guarirono da forti dolori al capo che l'obbligavano a tenere il letto.

Pezzoli Teresa (Leffe) ricolmo il cuore di gratitudine porge vive grazie a Maria Ausiliatrice ed a Don Bosco che ridonarono la primiera salute alla piccola Dolores.

B. L. A. (Ventimiglia) fa pubblica la sua riconoscenza a Maria Ausiliatrice che le assistette il marito durante un'operazione chirurgica riuscita ottimamente.

Tacchino Maria (Castelletto d'Orba) ringrazia Maria Ausiliatrice per averla liberata da grave sofferenze.

Marceddu Aventino (Cagliari) esprime la sua riconoscenza alla potente Ausiliatrice, al Beato Don Bosco e a Santa Teresa del Bambin Gesù che lo guarirono da un terribile male.

Meris Walter (Faenza) è riconoscente all'Ausiliatrice dei Cristiani ed al nostro Beato per l'aiuto ottenuto in difficili contingenze della vita.

Quazzo C. (Feisoglio) commossa e riconoscente porge vive grazie a Maria Ausiliatrice ed al Beato Don Bosco che le ridonarono la salute dopo due anni di malattia.

Ringraziano ancora Maria SS. Ausiliatrice:

Cattaneo Bazzi Lina (Genova) per il felice esito di una operazione chirurgica che la rese mamma di una cara bambina.

Codirò Quirino (Sant'Antonio-Svizzera) per l'ottenuta guarigione (la una grave forma di broncopolmonite.

Massimino C. (Carrù) per la guarigione del marito colpito da una angina che gli aveva causata la perdita della voce.

Franchelli Antonietta per il felice esito di operazione complicata subita dal figlio.

N. N. per l'ottenuto buon andamento morale e materiale, della famiglia.

I. e C. S. offrono crocetta e spilla d'oro per grazia ricevuta e ne attendono altra.

Gandolfi Pierina (Terzo d'Acqui) per aver potuto evitare grave danno alla salute di suo marito.

Santarelli Caterina (Roma) per l'ottenuta guarigione del fratello.

Bosso Corinta (Treiso d'Alba) per essere stata liberata da gravi sofferenze che le facevano temere di essere affetta dal morbo di Pott.

Corà Paolino (Montegalda) per l'ottenuta guarigione della moglie da tifo.

Giudici Don Giuseppe, salesiano, per la materna assistenza ricevuta durante una grave caduta fatta in alta montagna.

Cintura Murgia Letizia (Flumini Maggiore) per l'immediato ristabilimento in salute del suo Fausto, di 6 anni, colpito da febbre altissima e misteriosi dolori alla nuca.

Una Figlia di Maria (Aosta) per due segnalatissime grazie ricevute.

Fantinucci Nilde (Fossano) per il felice esito di esami di Stato.

Mensante Luisa (Livorno) per l'ottenuta guarigione di un congiunto sofferente di ulceri dolorosissime da 13 anni. Fiduciosa attende altre grazie dall'Aiuto dei Cristiani.

Aliberti Salvatore (Patti) per l'ottenuta guarigione della consorte da pleurite, nefrite e flebite.

Morisetti Giovanni (Oggebbio) per il consolante miglioramento della carissima mamma.

Comoli Luisa (Mongrando) per essere stata maternamente protetta e assistita in una grave malattia seguita da completa guarigione.

N. N. (Grimaldi) per l'ottenuta conversione di persona cara che da sei anni non si accostava ai SS. Sacramenti e per la particolare assistenza ricevuta in momenti di gravi preoccupazioni finanziarie.

Carrera Francesca Ved. Pariani (Oleggio) per le grazie ricevute e per quelle che ancora spera di ricevere.

Grua Maria per ottenuto impiego.

Bosio Tonta Teresa per essere stata confortata nelle sue pene ed esaudita nei suoi desideri.

M. F. per aver potuto collocare contro ogni umana speranza, un bimbo in un pio istituto.

Marziani Antonio e Gina, coniugi, per segnalata grazia ricevuta.

Bassi T. (Dorno) per ottenuto impiego al figlio.

DALLE NOSTRE MISSIONI

Giappone.

Il Piccolo Seminario Indigeno.

Rev.mo ed Amatissimo Padre,

Penso che questa volta le darò la notizia più gradita al suo cuore, la costituzione definitiva cioè del nostro Piccolo Seminario Indigeno in sede apposita e fornito di mezzi di studio, necessari alla formazione del Clero. Mi permetta un ricordo lontano e un po' di storia delle vicende che ci hanno condotto alla realizzazione dell'ardente desiderio del nostro cuore.

"Spes messis in semine".-Lei ricorda, amato Padre, che il primo drappello dei Salesiani giunse in Giappone l'8 febbraio 1926. Per una settimana, ospiti del Vescovo di Nagasaki, avemmo agio di vedere il colossale lavoro di apostolato fatto dagli zelanti missionari delle Missioni Estere di Parigi in quella terra di martiri, fra cui il magnifico Seminario, su cui vedemmo scritto il bel motto: « La speranza del raccolto è nel seme ». Ricordo che mi rivolsi a chi mi stava vicino e dissi: « Quando sarà che anche noi potremo scrivere queste parole nella storia della nostra missione? ». Per la grazia del Signore e con l'aiuto dei generosi benefattori dell'Opera di S. Pietro per il Clero Indigeno, il piccolo seme, buttato nel terreno all'inizio del nostro modesto lavoro di apostolato, prosperò, crebbe, materialmente in un bell'edificio, e spiritualmente a tutt'oggi in una trentina di buone vocazioni su cui fondiamo le speranze del futuro lavoro.

L'edificio. - L'edificio tutto in legno occupa un'estensione di circa 1500 mq. e comprende il corpo centrale a due piani con le scuole, studio, biblioteca, museo al 1° piano e le camerate dei giovani e quelle particolari al 2°. Le aule scolastiche rivolte a sud, secondo le prescrizioni delle leggi edilizie scolastiche dell'Impero, sfociano verso nord in un magnifico comodo corridoio, che attraversa tutto l'edificio, e prospetta sullo spazioso cortile interno, mentre a mezzodì il cortile d'entrata verrà trasformandosi, secondo il gusto giapponese, in un bel giardino. Completano la costruzione due corpi laterali di fabbrica: quello a sinistra, che comprende la chiesetta e la sala per riunioni, feste, teatro; quella a destra, prospiciente la campagna, che comprende i refettori, la cucina, la dispensa e i bagni (indispensabili alla vita giapponese). Un po' più lontano una piccola costruzione rustica darà modo di coltivare un po' di terreno e di allevare animali da cortile; il che permetterà notevoli risparmi per il mantenimento dei Seminaristi. Il Seminario è situato tra il verde dei boschi in una zona della città detta dal popolo Haru-no-yama (Monte della primavera) o più propriamente yoshi-mura (villaggio felice).

Il simbolismo nei nomi, tanto caro allo spirito giapponese, non potrebbe essere più appropriato ed è così, tanto dal punto di vista materiale che spirituale: lo constatano i nostri cari giovani e i numerosi visitatori, ed è l'augurio che formulano i Missionari.

Gli allievi. - Sono di varie provenienze. Alcuni sono il frutto del lavoro dei Missionari nelle singole residenze, i primi frutti dei nostri Oratorii. Ma siccome da poco più di un migliaio di Cristiani non è possibile trar fuori numerose vocazioni, era naturale che Maria Ausiliatrice e Don Bosco lavorassero, ed hanno lavorato davvero, non solo nello scegliersi varie vocazioni dalla nostra Missione, ma anche nel chiamarne a sè un po' da ogni parte del Giappone. Penso che alle nostre preghiere e a quelle dei numerosi nostri amici, Don Bosco in Paradiso si sia presentato a Maria SS. ed abbia detto anche per noi il famoso: «Su! incominciamo... » Non è spiegabile in altra maniera. Ed ecco venire a noi numerosi giovani provenienti da Nagasaki, fonte prima delle vocazioni per tutto il Giappone, - sono i discendenti degli antichi cristiani, - e da altre province. Hanno letto di Savio Domenico; hanno sentito parlare dei Salesiani, di questi Religiosi che vogliono bene ai giovani, che cantano, che giuocano... e sono venuti e vengono. Oh, Don Bosco ce li custodisca e ce li formi!

Inizi poco confortanti. - Le prime reclute di cinque anni fa ci lasciarono davvero perplessi. Si cominciò con due: uno è volato in Paradiso, l'altro fu dovuto rimandare per malattia. Ne venne un terzo, e anche questo fu chiamato dal Signore in Cielo. Finalmente s'iniziò modestamente a Nakatsu con sei, e poco a poco, in quattro anni i sei sono diventati trenta. Proprio vero il qui seminat in lacrymis...; e ciò che dà bene a sperare è la stabilità di queste vocazioni, buon numero delle quali sono date da vocazioni tardive. Così anche per il Giappone l'istituzione dei Figli di Maria si può dire non solo possibile, ma efficace.

La vita dei nostri allievi. - È quella delle Case salesiane, con quel di più necessario a preparare il futuro Missionario Sacerdote, tanto per lo studio, che per la pietà, e con quel contorno di amminicoli o complementi che valgono a renderla varia, gradita e lieta. Speriamo non lontano il giorno del riconoscimento legale della scuola, di cui sono in corso le pratiche. Lei lo sa: Propaganda Fide vuole che dai Seminari indigeni escano non solo Sacerdoti per la cura di anime, in ordinaria amministrazione, ma dei veri e ben formati Missionari infra paganos, come si domandano e si attendono specialmente in Estremo Oriente. E lui risuonano all'orecchio le parole che il Papa Innocenzo XI scriveva ad un Vescovo Missionario: « Saremo più felici di sapere che avete ordinato un Prete indigeno, che se avrete convertiti 50.ooo infedeli ». Ecco perchè i suoi figli hanno voluto consacrarsi fin dagli inizi del loro lavoro missionario a quest'opera voluta dalla Chiesa, per fondare la Chiesa fra gli indigeni. Si è voluto poi che il Seminario fosse intitolato ai Martiri Giapponesi, affinchè i nostri Seminaristi si inspirino agli esempi di fede e coraggio dei loro antenati nella fede. Il bell'altare maggiore riproduce in basso la Chiesa dei Martiri di Nagasaki da un lato, il monte Fuji, gloria dei monti del Giappone, dall'altro; e nell'alto il Crocifisso circondato da ghirlanda di fiori di ciliegio, simbolo del cuore giapponese. Oh, si elevino queste care anime per le vie del sacrifizio fino al Monte Santo, ove è Gesù e - come canta la poesia giapponese - «si aprano profumate come fiori, ai raggi del Sole... Gesù ».

Siamo agli inizi e la via è ancor lunga. La casa ha bisogno ancora di tante cose. Ma sono sicuro che le preghiere e gli aiuti dei buoni e quelle dei nostri amati Superiori, Confratelli, Allievi e Cooperatori concorreranno a completare tutto.

Ci benedica tutti e specialmente il suo aff.mo

Miyazaki, 30 novembre 1933.

Don VINCENZO CIMAM Missionario salesiano.

India.

Villaggio Don Bosco.

Amatissimo Padre,

Dal primo di novembre, festa di tutti i Santi, nella nostra Archidiocesi esiste un villaggio completamente cristiano che porta il nome di Donboscopateam. Soltanto una settimana fa questo villaggio portava il nome di una dea pagana, tanto venerata in questi paesi come la protettrice della buona fortuna.

Il villaggetto si compone di 125 persone, in maggioranza agricoltori; è situato a qualche ora di cammino da Arkonam, centro ferroviario donde si snodano le linee di Bombay, Calcutta e Madras. Il nostro missionario, che ha in cura il distretto di Arkonam, essendosi una volta recato al villaggio, trovò ottima accoglienza e fu richiesto di aprire una scuola per i fanciulli. Dati i tempi difficili e il molto lavoro, non si potè allora aderire. Don Bosco però, lavorava in silenzio. Il missionario venne a parlare col nostro amatissimo Arcivescovo Mons. E. Méderlet, il quale, non potendo disporre di altro personale, chiese ed ottenne la cooperazione di due Fratelli Terziari Francescani. Essi vennero, ed iniziarono con grande entusiasmo e zelo, l'evangelizzazione del villaggio. Sotto la direzione del missionario e con l'aiuto finanziario di S. Ecc., esercitando le opere della cristiana carità, essi riuscirono a convincere gli abitanti, li istruirono e prepararono al santo Sacramento del Battesimo. L'ultimo d'ottobre il Padre ebbe la consolazione di far cristiane ben 125 persone: uomini, donne, bambini.

Il giorno seguente S. E. Mons. Méderlet si recava da Madras ad Arkonam e di là, su un carro trainato da buoi, raggiungeva il villaggio cristiano. Celebrato il S. Sacrificio, distribuiva le prime 70 Comunioni e nel pomeriggio impartiva la S. Cresima a tutti gli adulti. La gioia di quei cari neofiti era al colmo. Anche Monsignore era felice in mezzo a quei nuovi figli. Avrebbe dovuto vederlo, il nostro Arcivescovo, nello splendore delle vesti pontificali, con la mitra e il pastorale, parlare a quelle nuove pecorelle con la sua bella parola semplice e paterna, sorridere a quei cari figli con affabilità tutta salesiana. Quello fu il primo gran giorno del villaggio e finì con un gran pranzo a tutti gli abitanti, offerto da Sua Eccellenza.

Degno di nota è poi il fatto che tutte le funzioni si tennero in una cappella costruita dagli stessi convertiti quand'erano ancora catecumeni. E sa, amato signor Don Ricaldone, come essi la costruirono? Un giorno, che erano pieni di fervore e forse guidati dalla Grazia Divina che cominciava ad agire in loro, assaltarono il tempio pagano della dea Laxima (donde il nome antico di Laximapuram), lo abbatterono e con le stesse pietre, colle stesse colonne, sul medesimo sito innalzarono la loro nuova chiesetta, dedicandola al castissimo Sposo di Maria, il Patriarca S. Giuseppe. Chiesero poi a Monsignore il permesso di cambiare il nome del villaggio e di suggerirne uno nuovo. Sua Eccellenza, per avere nel villaggio cristiano la protezione del nostro amabilissimo Fondatore e Padre, battezzò il villaggio Donboscopaleam.

Don Bosco, dall'alto della gloria, benedirà di sicuro questo suo villaggio, queste nuove anime cristiane, venute alla Fede nel Centenario diciannovesimo di nostra Redenzione, per opera di questi poveri suoi Figli.

Voglia, reverendissimo Padre, inviare a tutti noi anche la sua Benedizione, arra sicura di quella di Don Bosco su tutte le Opere salesiane del Sud-India.

Suo affezionatissimo in G. C.

Madras, 8 novembre 1933.

Sac. VITTORIO MANGIAROTTI Missionario Salesiano.

Pampa Centrale. Resoconto del movimento religioso.

Del resoconto inviato dall'Ispettore Don Esandi a S. E. Rev.ma Mons. Francesco Alberti, Vescovo di La Plata, cogliamo appena i dati e ci accontentiamo dell'eloquenza delle cifre:

RIASSUNTO GENERALE - PARROCCHIE E MISSIONI - Battesimi 3867; Matrimoni 507, dei quali 75 regolarizzati; Prime Comunioni 1916; Cresime 1577; Comunioni 165.727.

Bambini che ricevono l'istruzione catechistica nei collegi cattolici e centri catechistici 2.375.

Associazioni Eucaristiche e del Sacro Cuore di Gesù con 1.025 soci.

Associazioni di signorine e Figlie di Maria con 402 socie.

Associazione di bambini (Luigini e Crociata Eucaristica) con 450 soci.

PARROCCHIE E CAPPELLANIE

Santa Rosa. - Battesimi 470, Matrimoni 76, Prime Comunioni 212. Bambini che ricevono istruzione religiosa nei due collegi parrocchiali e nella Parrocchia 700. Comunioni amministrate nella Parrocchia e nelle due cappelle dei collegi 44.600.

General Acha. -- Battesimi 218, Matrimoni 54, Prime Comunioni 99. Ragazzi che ricevono istruzione religiosa 400. Comunioni distribuite nella Parrocchia e nei collegi 43.000.

Victorica. - Battesimi 139, Matrimoni 16, Prime Comunioni 172. Ragazzi che ricevono l'istruzione religiosa 200, Comunioni distribuite nella Parrocchia e nei collegi 13.150.

Gastez. - Battesimi 292, Matrimoni 67, Prime Comunioni 178. Ragazzi che ricevono l'istruzione religiosa 120, Comunioni impartite 6.195.

San José de Barón. - Battesimi 288, Matrimoni 37, Prime Comunioni 120. Ragazzi che ricevono l'istruzione religiosa 120, Comunioni distribuite 8.200.

Santa Maria. - Battesimi 75, Matrimoni 9, Prime Comunioni 29, Catechismi 40.

Telen. - Battesimi 161, Matrimoni 18 dei quali 17 regolarizzati, Comunioni distribuite 88o.

Toay. - Battesimi 65, Matrimoni 9, Prime Comunioni 33, Catechismi 50, Comunioni distribuite 1.022.

Generai Pico. - Battesimi 402, Prime Comunioni 220, Matrimoni 62 dei quali 16 legittimati, Catecumeni 280, Comunioni amministrate 23.600, Apostolato dell'orazione 360 soci. Associazioni Mariane di Signore 340, Figlie di Maria 117, Associazioni di bambini Luigini 120.

Quemù-Quemù. - Battesimi 88, Matrimoni 7, Prime Comunioni 102, Catechismi 79, Comunioni distribuite 68o.

Parrocchia di Trenel. - Battesimi 119, Matrimoni 32 e di questi 16 regolarizzati, Prime Comunioni 58, Cresime nessuna, Catechismi 300, Comunioni distribuite 611.

Parrocchia di Guatraché. - Battesimi 324, Matrimoni 44 dei quali due regolarizzati, Prime Comunioni 59, Cresime 134, Catechismi 90, Comunioni distribuite 3.308.

Totale delle Parrocchie e Cappellanie. - Battesimi 2.617, Matrimoni 431, Prime Comunioni 1.282, Catechismi 2.375, Comunioni distribuite 145.246.

Totale delle missioni viaggianti. - Battesimi 1.250, Matrimoni 76, Prime Comunioni 634, Cresime 768, Comunioni distribuite 20.481.

Si diedero missioni speciali: Nel carcere di Santa Rosa, alla quale assistè la quasi totalità dei carcerati, circa 300, e una ventina anzi di essi ricevettero il Santo Battesimo e una quarantina fecero la Prima Comunione.

Nel Patronato dei minorenni di Santa Rosa, dove una quindicina ricevettero il Santo Battesimo, e circa 25 fecero la Prima Comunione.

All'azione religiosa segnalata occorre aggiungere le opere di cultura e beneficenza che profondono i cinque Collegi Salesiani e i quattro delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Sac. NICOLA ESANDI, Ispettore.

Assam-India.

Messe biondeggiante.

Amatissimo Padre,

Di ritorno da un giro apostolico, debbo sciogliere l'inno della riconoscenza al buon Dio che tante grazie e benedizioni versa continuamente su questa incipiente Missione di Tezpur. Ho visitato alcuni villaggi a Nord-Ovest non molto lontano dalla frontiera tibeto-butanese. Da tanto tempo ci chiamavano; ma viaggi più urgenti e poi le febbri malariche ci avevano impedito di soddisfare il loro desiderio. Nel frattempo due zelanti catechisti hanno percorso tutta quella zona, preparando la via al Missionario. Tre mesi or sono Don Alessi faceva una prima visita e, constatato il loro fervore e la promessa della loro perseveranza, battezzò tutti i bambini, i primi fiorellini che vennero a rallegrare la « Madre dei Santi ». Alcuni genitori però protestarono per quella ch'essi chiamavano « ingiustizia », pretendendo il Battesimo anch'essi.

Il loro desiderio fu appagato alcuni giorni fa. Non potrò mai dimenticare le belle giornate che m'inondarono il cuore di santa gioia. Le faticose marcie attraverso le immense risaie, il sole implacabile dell'Assam, la corrente impetuosa dei vari torrenti che dovevo passare a piedi, tutto svaniva e si mutava in gaudio quando sull'imbrunire giungevo in prossimità di qualche villaggio. Là mi attendevano i catecumeni con cembali e tamburi e, dopo avermi lavato le mani e inghirlandato di fiori, mi conducevano in trionfo alla Capanna-Cappella che essi stessi avevano costruito. Qui si passava la serata in una santa intimità e il mio pensiero andava a quelle prime riunioni dei neofiti di S. Paolo che non dovevano essere molto dissimili da queste. Le ore passavano veloci in un continuo alternarsi di canti e preghiere. Poi tutti si ritiravano nelle loro capanne sospirando l'alba del « gran giorno ».

Come descrivere quella scena sempre così maestosa e commovente del Battesimo degli adulti? Per vari giorni mi vidi circondato da una bella corona di più di trenta catecumeni. Amato Padre, i suoi figli dell'Assam sono giunti al punto di stancarsi nell'amministrare tanti Battesimi! Ma essi non diranno mai: Basta! Il loro motto è: « Sempre più e sempre meglio! ».

Il movimento verso la nostra S. Religione si va sempre più accentuando. È una fioritura meravigliosa di conversioni che, fra non molti anni, farà dell'Assam il giardino cristiano dell'India pagana. Anche in seno al protestantesimo, che purtroppo si è infiltrato molto in questa bella regione, si nota un consolante avvicinamento a noi. Le sètte sono disorientate e l'attuale crisi economica accelerò quella ritirata che già si andava delineando sull'orizzonte. Gli animi sono stanchi e sfiduciati per le continue incertezze e contraddizioni dei loro capi. Ora si rivolgono a noi, persuasi di trovare nel Cattolicesimo quella certezza e tranquillità che invano hanno chiesto alle chiese separate. E non sono soltanto le pecorelle smarrite che ritornano all'ovile. Sono gli stessi « pastori » che vengono a bussare alla casa paterna. Proprio nella bella solennità di Cristo Re, un pastore luterano veniva ricevuto nella nostra Chiesa. Qualche tempo prima era la volta di un ministro anglicano, che non solo ripudiava l'errore protestante, ma altresì entrava nel nostro Seminario di Shillong per avviarsi alla carriera ecclesiastica. Sono questi i preziosi regali che ci fa la Divina Provvidenza per affrettare l'avvento del Regno di Cristo in queste terre.

Amato Padre, dica a tutti i nostri generosi Cooperatori d'intensificare le loro preghiere e i loro aiuti, affinchè i suoi figli dell'India possano più facilmente portare il messaggio di redenzione e di vita a tante anime ancora avvolte nelle tenebre e ombre di morte.

Augurandole, con vera effusione di cuore, felice anno, mi professo dev.mo figlio in G. C..

Tezpur, 1 novembre 1933.

Sac. LUIGI RAVALICO Missionario Salesiano.

Lettera di Don Giulivo ai Giovani.

La lettura delle vile dei Santi.

Carissimi,

Sul finire della sua vita, il Beato Don Bosco, rievocando una sera gli anni della sua massima attività, ci confidava:

« È volato quel tempo in cui potevo passare una notte per settimana allo scrittoio, lavorando intensamente, mentre per le altre notti mi bastavano quattro o cinque ore di riposo! Fu allora che io lessi, tra l'altro, i Bollandisti, enormi volumi di vite di Santi, autorevoli e svariati... ». Ecco, o miei cari, a quale scuola si è formato il Beato Don Bosco.

Nel Decreto di approvazione dei miracoli proposti per la sua Canonizzazione si legge che: « In tempi difficilissimi, fra tante agitazioni di popoli frementi di nuove cupidigie, in mezzo a tante persecuzioni mosse contro la Chiesa, il Beato Giovanni Bosco, tra gli altri santi uomini, suscitati da Dio, corse davvero come gigante a correre la sua via ». Ma per correrla da gigante egli vi si avviò per tempo, leggendo vite di Santi e sforzandosi di imitarne gli esempi.

Imitatelo anche voi, o cari giovani. Lasciate tante letture inutili e forse dannose; ed applicatevi volentieri alla lettura di vite di Santi, soprattutto a quella del Beato Don Bosco e del vostro modello, il Ven. Domenico Savio. E propagatele, da buoni Cooperatori, dovunque potete.

Così imparerete a farvi santi anche voi.

Addio, vostro aff.mo

D. GIULivo.

Come vivono le nostre Opere.

Quanti ammirano lo sviluppo, grazie a Dio sempre crescente, delle Opere nostre, non si possono certo rendere conto delle segrete sorgenti della carità cristiana che le alimentano fino alla prosperità. Neppur noi che accogliamo le acque generose di tante fonti riusciamo sempre a sapere donde sgorgano. Qualche volta però si fa un po' di luce attorno a certe anime caritatevoli che, con spirito di vera umiltà evangelica, lavorano giorno e notte e si impongono privazioni d'ogni genere per dare ai Salesiani ed alle Figlie di Maria Ausiliatrice, i mezzi materiali necessari alla vita di ogni loro iniziativa, a sostegno e sviluppo delle varie opere. La « Stampa » di Torino ha svelato qualche mese fa un nome ed un commovente esempio di carità:

Caterina Burbatti, sarta da uomo, molto conosciuta a Torino, in Borgo San Salvario, ha compiuto un voto, per il quale da quattro anni lavorava alacremente. È un esempio eccezionale di tenacia, sorretta da mirabile spirito di sacrificio. La Burbatti, che conta 59 anni e, da 14, dopo la morte della madre, vive sola, è da tempo una fra le più attive cooperatrici delle Opere Missionarie salesiane che, nel limite delle proprie possibilità non aveva mai mancato di aiutare. Quattro anni or sono veniva colpita da un attacco reumatico lombare che si aggravava in breve, tanto da costringerla a camminare curva ed a metterla in condizione di poter solo precariamente dedicarsi al proprio lavoro. La povera donna fece voto di dedicare ogni ritaglio di tempo disponibile al lavoro per le Missioni.

Di danari la poveretta ne aveva ben pochi, e allora si diede attorno per una specialissima questua. Da una conoscenza all'altra essa andò richiedendo in dono le cose più inutili, più lacere, più vecchie: vestiti usati, scampoli, ritagli, ogni cosa era da lei accettata con riconoscenza, sempre affermando che tutto sarebbe stato da lei devoluto alle Missioni. Con pazienza certosina la Burbatti cominciò poscia a disfare i capi di vestiario ricevuti, lavarne i pezzi ottenuti, stirarli, e con questo materiale si mise a confezionare indumenti nuovi. In quattro anni di lavoro ha realizzato oltre 500 capi di vestiario, dal camicino per neonato alla giubba per uomo, alla sottoveste, alla mantella, messi insieme con praticità non disgiunta da un certo buon gusto.

Prima di inviare gli oggetti a Valdocco, la Burbatti ha chiamato a raccolta coloro che l'hanno aiutata in quest'opera di bene, anche per « rendere conto » di quanto le era stato donato ed ha offerto il caro spettacolo di una piccola esposizione delle cose confezionate, nella sua povera soffitta.

Mirabile esempio cui ci permettiamo di aggiungerne qualche altro, rispettando l'umiltà delle oblatrici che non ci consente di farne i nomi:... Una professoressa di Scuola media risparmia ogni mese 300 lire per il completamento di una Borsa missionaria. «Le preghiere fatte dai giovani dei loro istituti, ci scrive, mi hanno procurato parecchie ore straordinarie di insegnamento. Fisicamente ne soffro, ma ne godo perchè posso mantenere la promessa che ho osato fare e che, grazie al Cielo, ho potuto mantenere finora e spero di poter mantenere fino al termine dell'anno scolastico ». Quali economie ella s'imponga, Iddio solo lo sa. « Le scrivo, essa accenna, al lume scarso di petrolio, perciò la presente lascia un poco a desiderare. Creda che non è questo il solo mezzo di economia che io curo per raggiungere il mio intento. Ma penso alle tante dure e svariate forme di sacrificio che compiono i cari ed encomiabili Missionari di Don Bosco... ed i miei sacrifici mi sembrano ben poca cosa... ».

La stessa persona sostiene l'abbonamento a tutte le nostre pubblicazioni: Letture Cattoliche, Gioventù Missionaria, Maria Ausiliatrice, Rivista dei Giovani; ed a fine d'anno rimborsa ancora, in francobolli, le spese di posta che a noi costano le semplici risposte di ringraziamento.

* Una povera giovane è riuscita a mettere insieme una modesta somma, a costo di piccoli sacrifizi personali pel corso di parecchi anni, e la offre per ottenere dalla Madonna di Don Bosco speciale protezione.

* Un'altra persona ha resistito al caldo dell'estate e non s'è permesso neppure un rinfresco, per mandare alle nostre missioni la somma risparmiata...

* Non è gran tempo che si è presentata al Superiore una buona donna, della provincia di Pavia e gli ha recato la somma di L. 500. Destò un senso di sorpresa il vedere l'aspetto più che dimesso dell'oblatrice e l'ammontare della sua oblazione. Ma la sorpresa divenne ben presto commossa ammirazione quando si scoperse che la santa donna l'aveva messa insieme questuando e privandosi per molto tempo di un pasto al giorno...

L'elenco potrebbe continuare e far volumi del Bollettino... Ma basti questo poco a sollevare il velo della carità che mantiene le nostre Opere ed a darne qualche spiegazione anche alle anime profane... Noi rispondiamo quotidianamente colle nostre preghiere e con quelle dei nostri giovani e ci affrettiamo ad utilizzare tanta carità nell'accettazione di un numero di giovani sempre maggiore e nell'attuazione di opere nuove.

Il Padre... che vede nel segreto, non si lascerà vincere in generosità.

PER INTERCESSIONE DEL BEATO D. BOSCO

Guarigione insperata.

La grazia ottenuta per intercessione del Beato D. Bosco, si può proprio chiamare miracolosa, e non so in qual modo esprimere tutta la riconoscenza che gli debbo.

Da più di un anno soffrivo dolori acuti alla gamba destra, che poi si estesero a tutto il fianco, tanto che non mi potevo più reggere. Per bontà delle mie carissime Superiore, fui visitata da parecchi specialisti, ma nessuno riuscì a identificare il male.

Nell'agosto 1932, la diagnosi era redatta in questi termini: « Affetta da sciatalgia destra, da lomboartrite IV e V lombare con scoliosi eterologa » e veniva consigliato il mio ricovero in una casa di cura. Nell'Istituto di Pietraligure, fui sottoposta all'ingessatura del busto, ma dopo poche ore, mi sentivo morire. Fu ritenuto necessario l'intervento tempestivo dei miei parenti e delle Superiore, che accorsero subito. Tutto si esperimentò, ma invano: sembravano perdute tutte le speranze; le forze erano eusaurite, sentivo il cuore mancare. Si tentò l'ultima prova: il taglio del busto nuovo di gesso duro che mi soffocava. Ripresi così un po' di vita e fui trasportata a Milano, in Casa Ispettoriale; ma la deformazione del fianco e la incurvatura della spina dorsale rendevano necessarie altre ingessature e non appariva neanche lontanamente la speranza della guarigione.

Il 28 agosto 1932, giorno della chiusura dei Ss. Esercizi Spirituali, sorretta da due suore infermiere, scesi nella tribuna della cappella per ricevere la Benedizione Eucaristica, dopo la quale, vidi il Sacerdote dare a baciare alla comunità la Reliquia del Beato Don Bosco.

Sentii nell'anima una grande commozione; mi prese un desiderio così ardente di correre a Lui, di baciare la sua Reliquia, di guarire per sua intercessione, che, fra lo stupore di tutte, tremante, ma decisa, tolsi il busto e scesa « sola » dalla tribuna, corsi verso l'altare.

Non so, non posso ridire quello che ho provato: so solo che uscita di chiesa mi trovai circondata dalle mie Superiore e Consorelle che terminavano i Ss. Esercizi, e tutte poterono constatare la mia guarigione. L'impressione fu vivissima e tutte mi aiutarono a ringraziare il nostro grande Beato così buono, così paterno e potente.

La sporgenza che mi deformava scomparve completamente, ed ora, dopo un anno, sto benissimo. Ringrazio con effusione il Beato D. Bosco inviando l'offerta dei miei cari, riconoscentissimi per tanto favore, e mi unisco alle innumerevoli anime riconoscenti, per cantare a D. Bosco un cantico di eterna riconoscenza.

Milano, 12 dicembre 1933.

Sr. GIUSEPPINA PISONI.

Ringraziano ancora il Beato Don Bosco:

Pistono Tarcisio (Torre Bairo) per aver potuto evitare un'operazione di appendicite che il dottore curante giudicava opportuna.

Caria Anna (Ballao) per la guarigione di persona cara affetta da grave esaurimento nervoso e per evitata infezione minacciata dalla puntura di un ago.

N. N. (Tortona) per l'assistenza paterna di cui fu oggetto da parte del nostro Beato e per ottenuto impiego dopo due anni di ozio forzato.

Carozzi Antonietta (Mansuè) per la gioia di un bimbo contro ogni previsione dei dottori.

Nardi Corrado (Sinalunga) per l'ottenuta guarigione da « Ballo di S. Vito » della bambina Cennini Lea.

N. N. (Borgosesia) per la guarigione da febbri infettive che la tormentavano da quattro mesi.

Bisone Renato di Romeo (Ivrea) perchè, già ridotto « in extremis » da una violenta polmonite, potè riprendere vita e forze.

Pilotto Rosalia (Cernobbio) per una grazia speciale.

Calderara Severina ved. Fiori (Rasei di Codevilla) per l'ottenuta guarigione, del fratello Carlo, che, colpito da bronco-polmonite, già era ridotto in fin di vita.

Baravalle Giuseppe (Tetti Grandi di Casanova) per la guarigione da grave malattia al contatto di una reliquia del Beato Don Bosco.

Un Avvocato di Torino per essere stato consolato, con grazia segnalatissima, in un momento di grande sconforto e di gravi angustie.

NECROLOGIO

Salesiani defunti.

RAMELLI D. FERDINANDO, Preposto Parroco di Sant'Agostino in Milano, da Corbetta (Milano) † a Bergamo il 30-11-1933 a 53 anni di età. Troppo presto fu tolto alla Parrocchia di Sant'Agostino che deve al suo zelo illuminato splendore di culto, fervore di organizzazione, slancio mirabile di carità. Insidiato dal male che lo trasse alla tomba, se ne fece coscienza prima di tutti, e da forte rassegnandosi ai voleri di Dio, consacrò fin l'ultimo palpito al suo gregge risparmiandogli l'impressione delle sue sofferenze finchè ebbe forza di reggere al ministero. Invitato dall'Em. Card. Schuster a pregare per la guarigione: « Eminenza, non posso; - rispose - ho fatto voto di obbedienza. Sono nelle mani di Dio, lieto di offrire la mia vita per il bene delle anime affidate alle mie povere cure! ». E le anime, che tanto avevano corrisposto, gli tributarono in morte un vero trionfo. Esprimiamo le nostre più vive condoglianze particolarmente al fratello Comm. Mario, presidente degli Ex-allievi di Treviglio, continuando ad associarci in pii suffragi per l'indimenticabile Don Ferdinando.

LAMBRUGHI D. EMILIO, sac. da Linone (Milano) † a S. Paolo (Brasile) il 3-10-1933, a 70 anni di età. Ne spese oltre 4o nelle nostre Case del Brasile, prima nell'insegnamento, poi nel ministero. Instancabile nella visita ai malati, passò, vero angelo consolatore, benedetto da tutti.

MLEKUS D. CARLO, sac. da Vionjevik (Gorizia) † a Shillong (India) il 2-II-1933, a 31 anni di età. Da pochi mesi aveva raggiunto la residenza di Cherrapunjee, come capo di quella Missione, e lo slancio apostolico, preso con eroico spirito di sacrificio e col desiderio ardente d'affrettare l'ora della Redenzione a tante anime, gli ha affrettato il Cielo. Tifo violento e polmonite doppia troncarono fulmineamente la sua vita piena di promesse.

MACCIÒ D. GIACOMO, sac. da Voltaggio (Alessandria) † a Genova San Pier d'Arena il 19-XI-1933, a 97 anni di età. Ricevette l'abito ancora dal Beato Don Bosco, e, coll'abito, lo spirito che dimostrò nelle diverse Case, nei varii uffici; soprattutto come viceparroco a San Gaetano ove la sua pietà ed il suo zelo prodigarono a tante anime tesori di carità.

OPPL D. ANDREA, sac. da Triebendorf (Baviera) † a Ensdorf (Baviera) il 28-XI-1933, a 63 anni di età. Sacerdote di profonda pietà era il consigliere e il direttore spirituale preferito dai sacerdoti e dal popolo. Decano dell'Ispettoria era anche il modello delle virtù salesiane.

AVERINI Ch. GIUSEPPE da ROMA † a Torino Crocetta il 29-XI-1933 a 23 anni di età. Alla vigilia del sacerdozio, in un'aurora di promesse che la bontà del carattere, la vasta cultura e le prove già fatte nelle nostre Case degli Stati Uniti accreditavano, fu strappato alla terra nel primo giorno della novena dell'immacolata, all'ultimo palpito di « Viva Maria! a.

Cooperatori defunti.

MARIA HLOND, madre dell'Em.mo Card. Primate di Polonia, Augusto Hlond, Salesiano. Donna di altissima educazione spirituale, apparteneva a quella generazione della Slesia che alla pietà proverbiale unisce il più elevato sentimento della terra polacca. Madre di dodici figli, malgrado le modeste condizioni di fortuna, seppe crescerli e formarli con tanta sapienza e tanta cura che quattro di essi entrarono nella Congregazione salesiana portandovi il prezioso contributo di un fervore esemplare nel servizio di Dio e nella educazione della gioventù. Lo splendore della porpora, che ha coronato l'attività pastorale e diplomatica di Quello che oggi è Primate di Polonia, si è riverberato fin dal primo istante sull'umiltà di una madre così ricca di senso cristiano. Mentre gli altri figli hanno riflesso in campi diversi le sue esimie virtù formandole una gloria che la morte, avvenuta il 27 dicembre, anzichè diminuire, ha inondato di una luce di Paradiso. Dividendo il dolore di Sua Eminenza, dei Confratelli e parenti tutti, prodighiamo all'anima eletta i più generosi suffragi.

Mons. LUIGI FARRUGIA, Direttore Diocesano dei Cooperatori Salesiani di Malta. Iscritto fra i Cooperatori dallo stesso Don Bosco che egli conobbe personalmente a Torino nutrì e manifestò sempre divozione fervida per il Beato, cordiale amicizia per i suoi figli e per la sua opera che zelò ed aiutò con costante generosità.

Don ANTONIO DEMARIA, Cappellano nella borgata di S. Pietro a S. Damiano d'Asti. Aveva conosciuto e parlato più volte col Beato Don Bosco che l'aveva iscritto fra i suoi Cooperatori. E fu fino alla morte Cooperatore affezionato soprattutto per le nostre Missioni.

MARIANNA BETTAZZI BONDI. Era ancora fra noi nell'ultima adunanza del Comitato Centrale delle Dame-Patronesse, raggiante per la prossima Canonizzazione del Beato Don Bosco ed ansiosa di cooperare ai festeggiamenti con quella pietà e quello spirito di apostolato che era la vita della sua vita. Una polmonite fulminea in pochi giorni l'ha chiamata al Cielo. Scomparve dalla terra, lasciando nel lutto non solo la famiglia sua, ma anche la grande famiglia dell'Azione Cattolica Diocesana cui prodigava, con cuore di mamma, tesori di saggezza e fervore di attività. Le Opere Salesiane che l'ebbero affezionata Cooperatrice, mentre ne piangono la perdita ed esprimono al prof. comm. Rodolfo ed alla famiglia le più vive condoglianze, invitano i Cooperatori a copiosi suffragi.

LUIGIA RECAGNI ammiratrice del Beato Don Bosco, ne sentiva profondamente lo spirito. Donna di profonda pietà cristiana visse facendo del bene soprattutto ai bambini. Per le Opere salesiane ebbe sempre un gran cuore.

Comm. Dott. CESARE MARENESI. Centinaia di Salesiani e migliaia di allievi del Collegio Manfredini ricordano il compianto Dottore, che per circa cinquant'anni prestò l'opera sua preziosa di medico, con criterio di scienziato e cuore di padre.

Uomo di carattere e di un'austera rettitudine, compiva il suo dovere come una missione, e trattava gli ammalati con vera tenerezza e sempre con riserbo e serietà edificanti.

Lo zelo e la bontà con cui esercitava la sua missione di conforto pei malati e la prudente e opportuna parola del' consiglio per la salvezza dell'anima dei moribondi ed i bambini morenti da lui battezzati gli avranno, speriamo, assicurato il premio del Paradiso.

Sac. Cav. BOERI GIUSEPPE Prevosto di Borgomale. Decurione dei Cooperatori Salesiani diede alle Opere del Beato Don Bosco fervido appoggio e generosi aiuti. Lascia nella sua parrocchia col mesto rimpianto, esempi preclari di insigni virtù sacerdotali.

Altri Cooperatori defunti:

ARNUZZI CARLO, Frassineto Po (Torino). AvoNCINi MARIA, Brez (Trento).

AvoNTo DOMENICO, Villanova Monf. (Aless.). BAINOTTI SALVATORE, Torre S. Giorgio (Cuneo). BALDINI GIUDITTA, Casteggio (Pavia). BAUDiN ROSA, Champorcher (Aosta).

BERNASCONi GIovANNI, Vaprio d'Agogna (Novara). BONELLI LUCIA MANZIONE, Avellino. BONFITTO Prof. Cav. ANGELO, Pisa. BosSONE LUIGIA, Torino.

BOTTI GIUSEPPINA, Bettola (Piacenza). CATTANi BENIAMINO, Lutirano (Firenze). CAVALLERO TERESA, Benevagienna (Cuneo). CrSANO CATTERINA ved. MIGLIORE, Busca (Cuneo). CESANO D. LUIGI, Bricherasio (Torino). COLLINA MARIA, Faenza (Ravenna).

CORTE LORENZO, Pinerolo (Torino). CROCE ANTONIETTA, Chivasso (Torino). DE GASPERI VIRGILIO, Torino.

DELLA RODOLFA MARIA fu BATT., Grossotto. DELLI CARRI MARIA, Foggia.

DEVALLE TERESINA, Dogliani (Cuneo). FARAUDO PAOLA, Villar S. Costanzo (Cuneo). FERRARI ROSINA, Casalmaggiore (Cremona). FERRIN MARIA, Luino (Varese).

FINOCCHIARO ANTONIO, Maddaloni (Caserta). FINOCCHIARO ANTONIO, Napoli.

FORESTI ZAFIRO, Riva (Trento).

GALLUZZO VENTURINI GIUSTINA, Terenzano (Udine). GARAVAGLIA BENIAMINO, Inveruno (Milano). GAVINELLI FRANCESCO, Bellinzago (Novara). GHIRARDI GIOVANNI, Costigliole di Saluzzo (Cuneo). GIANELLA FRANCESCA, Inveruno (Milano). GIUSTI GUENDALINA, Stazzema (Lucca). GUARNERI ELVIRA, Vescovato (Cremona). IMPERIALE MARCHESA MARIA, Napoli. LANARO ANNA, Arsiero (Vicenza). LANARO MARIA, Arsiero (Vicenza). LECCI Comm. Avv. AMERIGO, Pisa. MANENTI ANTONIO Offanengo (Cremona). MANZO ANNETTA, Benevagienna (Cuneo). MARTINA DOMENICA, Campiglione (Torino). MARTINELLI GIOACHINO, Rovereto (Trento). MEDICI PIETRO e AGOSTINA, Novazzano (Svizzera). MOLACCHINO MARIA, Frassineto Po (Torino). MONTICONE ERNESTA, Asti (Aless.). MORRA GIOVANNA, Cherasco (Cuneo). NELLI MARINA, Pisa.

ORSINI TERESA, Sondrio.

PEDRELLI AUGUSTO, Lagune (Bologna). PERDOMO GIOVANNI, Brusasco (Torino). PIGNATTA CATERINA, Carmagnola (Torino), PIGNONE AGNESE, Carcare (Savona). PELIZZARI GIORGIO, Bagolino (Brescia). QUARTARA CATTERINA, Alassio (Savona). RACINA ANNETTA, Cuneo.

RAITERI ANGELA ved. BISOGLIO, Lu Monf. (Aless.). RATTO FILIPPO, Rapallo (Genova). RE EMILIA ved. CASSINELLI, Genova. REGAZZONI APOLLONIA, Lugano (Svizzera). Rosso GIACINTA, Ceresito (Vercelli).

SALVATORE FEDERICO, Piazza Calat. (Caltanissetta). SANTI D. GIOVANNI, Firenze.

SECCHI SOFIA, Santulussurgiu (Cagliari). SERENA Comm. ACHILLE Asolo (Treviso). STABILI GIOVANNI, Rivarolo del Re (Cremona). STARNUTI ADELINA, Firenze.

STORADO ANNA, Brendola (Vicenza). TINTO GIUSEPPE, S. Stefano (Cuneo). TIRALDI MADDALENA, Bettona (Perugia). TUSINI FERRARI, S. Processo (Modena). VALERIO TERESA, Moneglia (Genova). VALLORV ANDREA, Oulx (Torino). VERONESE PIETRO, Montagnana (Padova). ZENI CARLO, Andalo (Trento).

Li raccomandiamo tutti caldamente ai suffragi dei nostri Cooperatori e delle nostre Cooperatrici.

Anime riconoscenti a Maria Ausiliatrice ed al Beato Don Bosco:

Ci hanno segnalato grazie ottenute per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice o del Beato D. Bosco, e alcuni hanno anche inviato offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:

Agnesi Catterina, Agnifili Dott. Elia, Agostalli Clementina, Aguti Santina, Annone Giuseppe, Allibrante Bruna, A. M. di Villastellone, Anedda Sini Maria, Abrate Maria, Antonini Marietta, Antonioli-Cheula Giovanna, Anzani Luigia, Appolani Rosa, Ariando-Albrile Maria, Arosio Angela, Arpaia Aniello, Asson Pietro, Avogadro Angelica.

Baccichetti Rina, Baffi Lina, Baldassarre Graziella, Baldizzoni, Balestra Giovannina, Balocco Rosina, Bamelli Angelo, Banfante Giacomo, Barbero Don Felice, Barmasse sorelle, Battachiari Erminia, Becchio Francesca, Bellino Anna, Bellocchio Anna, Benette Maria, Benzani Erminia, Berardi Margherita, Berbotto Margherita, Berducci Lucia, Bergoglio-Andorna Francesca, Berlenda Anna, Bernocchi Inno, Bertani Rosa, Bertelli Teresa, Bertinetti, Bertolini Giulia, Bertolo Rosa, Bertotto Maddalena, Bessone-Aureli Antonietta Maria, Bettazzi Isabella, B. G. M., B. I., Bianchi Chiara, Bianchini Maria, Biean Mary, BinettiBarchi Dina, Bisigato coniugi, B. M. Schio, Boccalatte Luigia e Giuseppina, Boffa Angelina, Bolis Emilia, Bolpagni Teresa, Bolzon-Cenzatti Teresa, Bona coniugi, Bonato famiglia, Bongiovanni Davide, Bonino Luigia, Bonora Margherita, Bordone, Borrano Benilde, Bosio Giuseppe, Boson Cav. Carlo, Braschi Don Angelo Gaspare, Bronzo Giuseppe, Bruno Gina, Bruno sorelle, Budini Ettore, Burderi Adele, Burzio Antonietta, Businco Bice, Buscaglino Rosa, B. V. di Torino.

Cacace Marilli, Calafato Rosaria, Calcagno Nicola, Cali Sac. Salvatore, Calligaris Maria, Calvo Giovanni, Calzavara-Pinton Teresa, Cane Rina, Cannavò Maria, Cannella Can Giuseppe, Cannizzo Maria, Cantella Natale, Cappa Maria, Cappellari Teresa, Cappello Dario, Capponi Candida, Capra Lina, Capurro Vittorio, Caratozzolo-Carboneri Angela, Caretti famiglia, Carizzoni Giovanni Maria, Carlevari Adelaide, Carugatti Maria, Casali Costante, Casanova Giuseppina, Casati Vittorio, Casiraghi Angelo, Cassolo Rosa Ved. Agradi, Castagnotto Modesta, Castellazzi Emilia, Cattaneo Vittoio, Catti Dionisio, Cavallari Pasquina, Cavenenghi Caterina, Cavo Angela, Cavriolo Don Giovanni, Celosio Vogliotti Tina, Centa Giuliana, Ceretti Irene, Chianale Mario, Chiaratti Erminia, Chioco Adalgisa, Cian Maria, Cibrario Maria, Clerico Porro Rosa, Cocuda, Colella Francesca, Colla Ines, Colombo Antonio, Colombo Giulia, Comoli Luisa, Como Vagliano Maria, Consanno Umilia, Costa Emma Costelli Ugolina, C. R., Cremonesi Teresa, Cretaz Innocente, Croce Giuseppina, Crovetti Erminia, Cuccarullo Giuditta, Curini Angelo Manetta.

D. coniugi, D'Acunto Concetta ved. Coppola, Dall'Orto Maria, Dassois Antonio, De Cugis Ernesta, Defilippis Enrichetta, Delogu Mariantonia, Del Re Francesco, Demartino suor Rosalia, De Pretto Giovanni, Di Natale Salvatrice, D'Orso Tina.

Elia famiglia, Enrietto Giacinta, Erbetta Lucia, Esposito Federica.

Falciglia Mariannina, Fama Dora, Fanitelli Lina, Fantinucci Milde, Farina T., Farinone Giuseppe, Faroppa Virginia, Favini Giovanni, Ferracini Domenica, Ferrari Barbara, Ferrero Giuseppe, Fidanza Linda,, Ficco Nicola, Fietti Erminia, Finassi Francesco, Fiori Camaschi Carmela, Foco Erminia, Franchini Leonina, Franzoni Teodolinda, Fusero Giuseppe.

G. A., Gabrielli Maria, Gaido Giuseppina, Gaido Teresa, Galleano Adriana, Galliard Giustina, Gambaso Camilla, Gambertoglio Carolina, Garbaglia Mannocci Emilia, Garetto Aldo, Gastaldi Margherita, Gasti Amalia, Gavarino Luisa, Gazzola Conte Guido, Gelmetti Rosa, Gentile Avv. Franco, Gentileschi Magg. e Diario, Gerardi Gilda, Ghiretti Frida, Gialdini Evangelina, Giammetta Michelina ved. Lolatte, Giavatto Carmela, Gili Lucia, Gioco Maria, Gerardi Maria, Giustetto Rosina, Goglio Aurora, Greborio Anna, Grignani Luigi, Gossetti Capra Florinda, Grosso Luigi, Guarini Matilde, Guastavigna Maccario Isabella, Guerra Gino, Guglielminotti Letizia, Gulfi Rina.

Jaccod Modesta.

Lanfranca Delfina (catena oro), Lanfredi Boscione Luisa, Lanza Pina, Lanzani Giovanni, Lanretti E., La Rosa Carmela, Lattanzio Rosa, L. C., Leanetti Margherita, Levini Maria, Leone Vincenzo, Leporati Emilio, Luca Francesco fu Vincenzo.

Macchio Gina, Maggi Teresina, Magro Rosalia, Maiolo Maria, Manino Nunzia, Manusi Giuseppina, Maragliano Prof. Vito, Maraldi Giuseppe, Marchese Tarsilla, Marchetti Pietro, Marchiaro Orsola, Marciani Nicolina, Mariani Giuditta ved. Astori, Maricotti Mariannina, Marino Dottor Antonio, Marrocca Francesco, Marsigli Amelia, Martinenghi De Andreis Bianca, Martoja Giovanni, Martorana Rosalia, Marucco Aldo, Masini Rodolfo, Massino Luigia, Mazzini Mario, Mazzoletti Rosetta, Mazzoni Ermelinda, M. C., Meinardi Paolo, Meineri Giannina, Merani Maria, Merlo Lunardon Angela, Merlo Cav. Francesco, Milano Anna Maria, Milandri Augusto, Mitella Maria, Modica Rosalia, Molin Elisabetta, Molinengo Marianna, Monti Ernesta Ved. Mongini, Morello Maria, Moro, Morra Giuseppina, Morzoni Lidia, Mosca Domenica, Mussio Giuseppina, Musso Maddalena (orecchini oro).

Nardi Ginetta, Nascimbene Orlando, N. N. di Castagnole, di Genova, di Guarene d'Alba, di Torino, di Volvera, Noletti Luigina, Noris Chiorda.

Occhiena Erminia, Oliveri Luigi, Orlando Carmela, Ottazzi Giovanni.

Pallua Avv. Dott. Silvestro, Pandiani Giulietta, l'arioni Luigia ved. Mascani, Parnisari Reggiori Rita, Parodi Geromina, Parodi Serafina, Paschetta, Pasetti Antonio, Pattarino Maria, Pavan Maria, Peguzzi Abegaille, Pelicioli Angelo, Perata Francesca, Perego Giovanni, Peschiera Caterina, Pessina Elisa, Pezzato Elena, Pezzati Emma, Pia persona di Montù Beccaria (anello oro), Piasco sorelle, Piazzi Vittoria, Pigozzi Pietrangelo, Pizzati Maddalena, Poesetti Pietro, Poggi Rosa, Pollano Lina, Poriva Maria, Pracca Camilla.

Quaglia Francesca.

Revigliono Caterina, Rezzele Romano, Riccardi Angelo, Riccardo Luigi fu Francesco, Rimoldi famiglia, Rizzo Elvira, Robino Marcello, Rolando Teresa, Rollandi Rocco e consorte, Romano Ernesta, Roncaglia Teresa, Romagnoli Maria, Rombai Alberigo, Rosa Ester, Rossi Angelina, Rossotto Emma, Ruffini Caterina, Ruggi Eugenio ed Eurice, Rumbolo Giuseppina.

Sacco Rosa, Saletta Cesarina, Salini Carolina, Salomone Teresa, Salvati Cugini Giselda, Santarini Maria, Santoni Elisabetta, Sartori Teresa, Sauzi Iolanda, Savino Luigina, Savio Luigia, Scaffidi Giovannina, Scaramellini Francesca fu Antonino, Scarrone Giovanna, Schiapparelli, Schieroni Luigia, Schialpi Antonio, Sedran Clementina, Serena Luigina, Serra Maria, Sesane Adele, Sindona Benedetto, Sinistrari Angiolina, Soldati Margherita, Solero Maria e Guido coniugi, Sordo Nicoletta, Sorisio Carolina, Spagnolo-Traccio Bice, Squassi Gina, Stefani Amelia, Stroppiana Carolina, Superiora Figlie della Misericordia.

Tacchella Angela Maria, Targa Ada, Terreni Giuseppina, Tina F., Tirazzo Corinna, Toccagni Maria, Tovoli Cleofe, Troffano Maria, Trolla Giuseppe, Trovati T. S.

Vaccari Nina, Vaghi Anna Valcarenghi Carlo, Valcarenghi Letizia, Vallauri Angela, Valle Angela, Valotta Stefano e Giovanna, Valsecchi Lodovico, Vanzetti Caterina, Veiluva Giuseppina, Vender Maria, Ventiglia Emilia, Vezzini-Broggi Gina, Viale Clotilde e Maria, Viale Elena, Vicari Maria fu Michele, Vicini Angelina, Vigna Felicina, Villerin Erminia, Vitagliano Paolo fu Gaspare, Vitalini Eva, Viviano Maria, Volpi Delfina.

Zambano Maria, Zanchi Pietro, Zaninetti Serafina, Zardi Luigi, Zerga Luina, Ziggiotti Antonietta, Z. M., Zorzoli Gina.

In fiduciosa attesa:

Raccomandiamo caldamente alle preghiere di tutti i nostri Cooperatori le seguenti persone e le loro particolari intenzioni:

A. C., Alinoli Ernestina, A. M. di Villastellone, Bainotti Orsolina, Baroffio Carlo, Bianco Giuseppina, Bottiroli Teresina, Bressano Luigi, Demichelis Carlo fu Luigi, Diaferia, Dismero, Ferro Giuseppe, Finello coniugi, Fontana Michele, Fonti Domenica, Grange Rosa, Guastelli Federico, Ingaramo Dr., Jano Maria, Lagostena Antonio, Librè, Maineri Ernesta, Maretto, Marocco Teresa, Negri famiglia, Ordazzo Domitilla, Palladino Lavina, Perrone Giuseppina, Piantino, Porello Emilia, Pozzi, Saglietti Benedetta, Santero Luigi, Schöpfer Lina, Segni Lassari, Simonetti Felicina, Stroppiana Rina, Tosi Maria Teresa, Tesio Maria, Ughetto Giovanni, Valponte Bianca.