BS 1930s|1930|Bollettino Salesiano Dicembre 1930

Anno LIV.   1° DICEMBRE 1930 (IX)   Numero 12.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

SOMMARIO: Il Beato Don Bosco apostolo della Buona Stampa. - Notizie di famiglia: Feste cinquantenarie in Patagonia - Ex alunni argentini nell'Uruguay - Cinquanta giovani olandesi - Le Scuole Professionali di Sarrià - Nel penitenziario di San Paolo - L'Oratorio Salesiano di S. Donà di Piave - I temi svolti al Congresso dei Cooperatori di Bogotà. - Festeggiamenti al Beato Don Bosco. - Grazie del Beato Don Bosco. - La Crociata Missionaria. - Omaggi cari. - Dalle nostre Missioni: Dall' Assam - Il motoscafo "Liguria" - Piccoli Assamesi. - Culto e grazie di Maria Ausiliatrice. - Necrologio. - Indice dell'annata 1930.

Il Beato Don Bosco apostolo della Buona Stampa

In campo aperto,

Non solo contro le pubblicazioni immorali, ma anche contro quelle dirette a intorbidare, a falsare, a sconciare la purissima dottrina della Chiesa Cattolica Apostolica Romana il Beato D. Bosco seppe maneggiare con eroico ardimento l'arma, difensiva e offensiva della Buona Stampa, conducendo una storica campagna che formerà sempre una delle pagine più gloriose della sua vita.

Fin dal 185o Don Bosco s'era prefisso di arginare l'irruzione della stampa eretica che tanta strage menava in Piemonte e specialmente in Torino (dove i Valdesi avevano fissato il centro della loro attivissima propaganda) col pubblicare una collezione di libretti popolari sotto il titolo di Letture Cattoliche.

Il momento era venuto di scendere in campo per prestare braccio forte ai vescovi che a capo dei loro greggi fedeli combattevano coraggiosamente, affrontando pericoli, sottoponendosi a disagi, sopportando danni e molestie d'ogni genere.

D. Bosco preso di santo ardore aveva gridato: « Io non temo i protestanti; sarei felice se potessi dare la mia vita per la Fede! ».

Ricorse a Dio, come in tutte le sue imprese, chiese il parere di personaggi autorevoli, riflettè a lungo il pro e il contro, espose umilmente il progetto e il programma ideato al suo amatissimo vescovo Mons. Fransoni, e avutone non solo approvazioni ma encomi, iniziò la sua nuova opera che aveva per scopo di combattere apertamente contro il protestantesimo smascherandone gli errori con argomenti accessibili non solo alla gente di mezza coltura ma, se possibile, anche agli ignoranti. Mise il suo disegno sotto la protezione della Madonna, cercò validi collaboratori e iniziò il suo lavoro.

I titubanti, i timorosi, i prudentiores cercavano di distoglierlo: D. Bosco era un buon soldato e il buon soldato non si ferma, non indietreggia neppure davanti alla morte.

Questa nuova impresa era come un nuovo peso formidabile sulle sue spalle già sovraccariche di svariate opere e di gravissime responsabilità; non si smarrì: D. Bosco era un uomo di Fede e di prodigiosa attività: lavorava per cinque. Portava in sè i segreti per riuscire anche là dove pareva umanamente impossibile, ed i suoi segreti erano: una costante tranquillità, una grande pratica degli affari più disparati, una esatta e costante occupazione del tempo, esemplare temperanza e rigida penitenza, per cui poteva mettersi al tavolo da studio anche subito dopo lo scarso pasto del pranzo e della cena. Il Signore poi - e questo è quello che più importa -- moltiplica il tempo per coloro che lo servono.

D. Bosco non risparmiava le notti, che passava intere al tavolo della sua stanzetta.

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E risuonò il primo squillo di battaglia: comparve il libretto- staffetta, firmato da D. Bosco, che conteneva fra gli Avvisi ai Cattolici tre ricordi particolari per i giovani.

1° Fuggire per quanto è possibile la compagnia di coloro che parlano di cose immodeste o cercano di deridere la nostra santa religione.

2° Se per motivo di studio, di professione o di parentela vi toccherà trattare con costoro, non entrate mai in dispute di religione; se cercano di farvi delle difficoltà a questo riguardo, rispondete loro semplicemente così: Quando sono infermo vado dal medico; se ho una lite, vado dall'avvocato, se ho bisogno di rimedi, vado dal farmacista; in fatto di religione vado dai sacerdoti come quelli che di proposito studiarono le cose di religione.

3° Non leggere mai e poi mai libri o giornali cattivi. Se per avventura taluno vi offrisse libri o giornali irreligiosi, abborriteli e rigettateli da voi con quell'orrore e disprezzo con cui rifiutereste una tazza piena di veleno.

Al fascicoletto Avvisaglia tennero dietro i dodici fascicoli dell'annata secondo il piano d'associazione ch'era d'un volumetto al mese da 100 a 108 pagine al prezzo di lire 1,8o all'anno, vale a dire più di mille pagine complessive per la tenuissima somma di L. 1,8o.

Lo stile di tali libretti doveva essere semplice e popolare; gli argomenti riguardare la Religione Cattolica, l'apologetica, la morale, le controversie contro i protestanti. Non erano esclusi i racconti ameni.

Le Letture Cattoliche incontrarono subito il favore generale dei buoni. D. Bosco umiliò a Sua Santità Pio IX i primi 12 fascicoli legati in sei eleganti volumetti. Il Papa gradì il dono, si compiacque grandemente col fondatore dell'opportunissima collana e la benedisse.

Gli abbonamenti si moltiplicavano ogni anno sempre più, così che ebbero: dal 1853 al 186o più di 10 mila associati; dal 1870 in poi, dai 12 ai 14 mila!

Nel 1° cinquantesimo della fondazione delle Letture Cattoliche le copie stampate e diffuse raggiungevano la bellezza di nove milioni e duecento mila!

L'ira nemica.

I Valdesi, fin dall'inizio della provvidenziale istituzione, si allarmarono e si armarono per infrenare la nuova corrente fecondatrice. Ricorsero alle più vergognose bassezze, pur di riuscire nel loro diabolico intento: non risparmiarono l'insulto e la calunnia specialmente contro il clero, inscenarono turpi commedie, provocarono a centinaia le apostasie; tentarono di soffocar fin dal suo nascere la benefica fonte sotto mucchi di fango e di macigni, facendo bersaglio preferito colui che ne aveva iniziato il fecondo zampillo.

I primi 12 fascicoli furono -- dicono le Memorie - come 12 cannoni a mitraglia per i protestanti, che si mossero subito al contrattacco.

Avvicinare il nemico, circuirlo, adescarlo, dominarlo: ecco il loro piano di battaglia.

Incominciarono con le discussioni. Don Bosco - aveva anche lui il suo piano strategico - cortese, paziente, accoglieva i suoi avversari, in casa: questi nel bollore della disputa, convinti che chi grida più forte ha ragione, saltando di palo in frasca scivolavano in ridicolaggini, s'accanivano, insolentivano, riempivano la stanzetta di grida e schiamazzi.

E allora D. Bosco, con la sua calma imperturbabile:

- Amici, gli urli e le ingiurie non sono ragioni!

E li inchiodava al muro.

Celebre la disputa fra il Beato e il ministro protestante Meille, un'arca di scienza, a sentir dire.

Tale disputa durò ben 7 ore, vale a dire dalle 11 alle 18. Furono oggetto della lunga, animata e qualche volta drammatica discussione argomenti fondamentali della dottrina cattolica: Sacra Scrittura, Tradizione, Primato di S. Pietro, Confessione, Dogma del Purgatorio e altri ancora. Non fu uno spreco di tempo per D. Bosco, il quale raccolse tutta la materia di quella memoranda conferenza e ne preparò un bel libretto per le sue Letture Cattoliche.

La vittoria? Manco a dirlo: fu per il Beato. Fallite le discussioni i Valdesi passarono alla venalità e alle minacce.

Comprare D. Bosco? Illusi, insensati quei mercanti di idee: nè scambi, nè negozi indegni con D. Bosco.

Un mattino di agosto del 1853, verso le ore undici, si presentarono all'oratorio di Valdocco due facce sinistre.

D. Bosco, benchè stanchissimo, li accolse colla massima deferenza.

- Lei ha bell'ingegno! - disse uno dei due aprendo la conversazione.

- Ne ringrazio Iddio! - rispose il Beato con accento di profonda umiltà

- Sarebbe meglio che l'impiegasse l'ingegno a scrivere opere d'arte, di scienza e non libercoli di Letture Cattoliche.

perchè?

- Sono cose fritte e rifritte in cui tanti, troppi, mettono le mani e il naso. Volumi d'erudizione ci vogliono, e lei potrebbe darli.

Don Bosco taceva.

- E poi - continuò il valdese arrivando alla conclusione: - che vantaggio ne ricava? Ascolti noi: eccole 4 biglietti da mille... E non saranno gli ultimi...

- Per farne che?

Per il suo Istituto. Lasci le Letture .

- Ah, no! - ribattè secco il Beato: - questo poi no!

- Rifiuta?

- Assolutamente.

Badi alle conseguenze...

- Dichiaro altamente che per la verità io non temo nessuno. Sono prete... Continuerò per la mia via a qualunque costo...

- Lei fa male e ci offende! - scattarono i due con tono minaccioso.

Di fuori le sentinelle che vegliavano alla porta - due bei giovanottoni -- si misero in allarme e segnalarono a D. Bosco la loro presenza.

Il quale D. Bosco, ribadendo con forza il suo energico proposito, alzò la voce e martellò:

- Per Iddio, per la Chiesa... anche la morte! Me ne rido delle vostre minacce...

A questo punto i due sciagurati fecero l'atto di slanciarsi. D. Bosco afferrò una sedia:

- Potrei, se volessi, insegnare loro come si deve trattare con un galantuomo, ma... loro mi fanno compassione... Escano di qua.

Aperto l'uscio, disse a Buzzetti:

- Accompagna questi signori fino al cancello; non sono troppo pratici della scala...

- Ci rivedremo! - digrignarono fra i denti i due e, saettati da D. Bosco, uscirono dalla stanza col volto in fiamme e l'anima ribollente di rabbia.

Da quel giorno l'Oratorio di Valdocco, isolato e mal difeso, divenne il bersaglio dei nemici di D. Bosco, i quali, per vincere la partita, s'erano decisi a tutto, anche a togliergli la vita.

Se D. Bosco fu salvo, lo fu solo per miracolo. Gli attentati si seguivano a scadenza fissa. Si tentò di avvelenarlo, si cercò di ammazzarlo.

Un giorno una specie di macellaio scamiciato, armato d'un lungo coltellaccio, si lanciò come una iena assetata di sangue nel cortile dell'Oratorio portandovi lo scompiglio e il terrore.

- Voglio D. Bosco! - urlava quella bestia feroce scotendo l'arma micidiale.

Il Beato potè salvarsi e a stento, solo dopo due o tre ore, potè essere allontanato a forza quell'assassino.

Un'altra volta - nel pomeriggio del gennaio 1854 - due eleganti signori furono ricevuti con la consueta cortesia da D. Bosco mentre i giovani stavano cantando in chiesa.

In un punto risuonò la tremenda minaccia:

- Dunque non desisterà di scrivere le Letture Cattoliche?

- No, mai! - rispose risolutamente Don Bosco.

Uno dei sicari estrasse la rivoltella e, puntandogliela, gridò:

- Obbedisca. e ne va la sua vita.

- Tiri pure! -- rispose tranquillamente il Beato fissandolo severamente in volto: tiri pure...

Un colpo secco risuonò al di fuori. All'uscio vegliava la sentinella...

Poco dopo i due malandrini uscivano in preda a fortissima agitazione, accompagnati da D. Bosco, il quale, col berretto alla mano, li congedava con squisita cortesia.

E questa non fu l'ultima persecuzione.

Ebbene? D. Bosco non s'arrestò, non cedette d'un passo dalla via intrapresa; anzi stabilì di mettere in attuazione un altro magnifico progetto. Quale? Una Tipografia nell'Oratorio.

NOTIZIE DI FAMIGLIA

Feste cinquantenarie in Patagonia.

Il cinquantenario delle Missioni Salesiane in Patagonia, iniziato agli albori della Beatificazione di Don Bosco, ha avuto un degno coronamento nelle feste grandiose celebrate in Viedma il 21, 22, 23 e 24 settembre. Così nella terra prediletta dei suoi sogni, il Beato tra l'esultanza di autorità e di popolo ricevette l'unanime plebiscito di ammirazione e di amore che consacra mezzo secolo di conquista spirituale.

Rievocando con modeste parole la cronaca dell'avvenimento -- il più grandioso e solenne che siasi svolto finora in Viedma - diremo che quei giorni furono un intreccio di care manifestazioni religiose e civili in onore del Beato che tanto s'interessó per la civilizzazione di quella vasta contrada.

Da Buenos Aires giunse per presiedere i festeggiamenti S. E. Mons. Michele De Andrea vescovo di Temno, che per felice coincidenza arrivò in compagnia del nuovo Governatore del Rio Negro, S. E. Federico Uriburu, in rappresentanza dell'Ecc.mo Presidente del Governo Provvisorio della Repubblica, gen. Giuseppe Uriburu, che si era degnato di accordare alle feste di Viedma il suo alto patronato. Ed era pure intervenuta un'eletta rappresentanza del Comitato Centrale delle Dame Patronesse di Buenos Aires con a capo la presidentessa Signora Elisabetta Casares de Nevares. L'illustre comitiva fu ricevuta solennemente dal popolo e dalle locali autorità alla stazione di Patagones e scortata da due ali fittissime della popolazione alla chiesa salesiana di Viedma, dove si ebbe il saluto di sacri mottetti stupendamente eseguiti dalla Schola di Fortin Mercedes (la quale, lo ricordiamo subito, svolse durante le feste uno scelto programma di musica sacra con rara maestria) e dalla fervida parola dell'Ispettore Salesiano D. Manachino. Mons. De Andrea ringraziò anche a nome del Governatore, della entusiastica accoglienza e inneggiò all'opera svolta dai Salesiani in Patagonia attraverso il cinquantennio.

Indi nel cortile dell'annesso Istituto Salesiano, davanti all'antica dimora del Cardinale Cagliero, veniva offerta dal Dott. Vinent Arturo a nome del municipio di Viedma una targa di bronzo con la dedica seguente:

IL MUNICIPIO DI VIEDMA ALLA SOCIETÀ SALESIANA, OMAGGIO DI AMMIRAZIONE, RICONOSCENZA E GRATITUDINE PER L' OPERA CIVILIZZATRICE COMPIUTA NELLA PATAGONIA DURANTE MEZZO SECOLO.

PER Dio! PER LA PATRIA! PER L'UMANITA'!

MDCCCLXXX - MCMXXX

Inoltre il Municipio di Viedma volle fregiare col nome di « Don Bosco » il corso che unisce la città al nuovo monumentale ponte sul Rio Negro: per l'occasione non solo i municipi del Rio Negro, ma anche parecchi del Neuquen e Chubut fecero pervenire al Superiore Salesiano entusiastici telegrammi di adesione e di ammirazione.

Il Dott. Emilio De Rege, presidente del Circolo Operaio, in un vibrante discorso tessendo l'elogio dei missionari li additò come i principali fattori del progresso spirituale e materiale del vasto « sud argentino », e presentò un'altra artistica targa come omaggio della popolazione ai zelanti missionari.

Le funzioni religiose del triduo si svolsero in un'atmosfera di viva pietà ed entusiasmo e la fervida parola dell'oratore D. Gonzales

Del Pino cooperò con la grazia del Signore a disporre santamente gli animi alla comunione che fin dalla vigilia fu davvero generale. In quel giorno, mattino e sera, Mons. De Andrea sostenne una soave fatica coll'amministrare la S. Cresima a parecchie centinaia di giovinetti.

Alla sera la Commissione Esecutiva dei festeggiamenti offerse ai Salesiani, a Monsignore e al Governatore un pranzo nei saloni del Teatro Argentino, e, sul tardi, nella piazza di San Martin preparò col concorso della popolazione un suggestivo spettacolo pirotecnico che s'iniziò con una luminosa dedica di omaggio alla Congregazione Salesiana e si chiuse colla visione splendente del Santuario di Maria Ausiliatrice di Torino.

La giornata del 24 fu caratterizzata da un afflusso straordinario di gente riversata a Viedma da treni speciali: vi erano pure gli alunni degli Istituti di Bahia Bianca, di Fortin Mercedes, di Stroeder, ecc., nonche Cooperatori ed ex allievi provenienti anche da località più distanti. Varie bande fin dalle prime ore del mattino portarono la più viva animazione per le vie della città.

Il vasto tempio salesiano si rivelò incapace di contenere tutta quella fiumana di gente, e fu sempre gremitissimo nelle ore delle varie funzioni, specialmente durante il pontificale del mattino e dei vespri. Solennissima fu la processione in onore della Vergine della Mercede, patrona della città: ad essa presero parte le autorità tutte con a capo il Governatore, e un picchetto di marinai e guardie civiche in alta tenuta. Mai si è visto in Viedma una dimostrazione di fede come quella, mai l'anima del popolo si è sentita così unita al Beato D. Bosco, così riconoscente verso il suo santo benefattore. E fu accolto con esultanza il telegramma del Card. Pacelli recante la benedizione del Vicario di Cristo, e fu parimente ben compresa la splendida allocuzione di Mons. De Andrea rievocante il gran bene operato in cinquant'anni dai figli di Don Bosco.

Finita la funzione il Governatore sig. Uriburu offriva in onore di Mons. De Andrea e dei Salesiani un ricevimento nel palazzo dei Governatori e dirigeva all'esimia signora Elisabetta Casares de Nevares presidente del Comitato delle Cooperatrici della Patagonia una lettera, congratulandosi per le belle opere da essa compiute nel nome di Don Bosco in favore della popolazione della Patagonia. Poscia al Teatro Argentino si svolse la solenne commemorazione di Don Bosco fatta con rara eloquenza dal Dott. Podestà, condirettore del giornale Pueblo di Buenos Aires.

Le Dame Cooperatrici della Patagonia nel ritorno da Viedma a Buenos Aires sostarono a Fortin Mercedes nel nostro fiorente Studentato, di cui esse sono instancabili sostenitrici, attratte dal vivissimo desiderio di ringraziare Maria Ausiliatrice in quel Santuario per le molteplici grazie concesse alla Missione. Assistettero colà alla benedizione dei nuovi quadri degli altari laterali, di una statua in marmo del Beato Don Bosco, e all'inaugurazione dei nuovi saloni. Quindi si trasferirono a Bahia Blanca per essere madrine all'inaugurazione del grandioso Istituto Professionale, dovuto allo zelo indefesso delle Cooperatrici locali presiedute dalla Signora Sara O. Huergo, e del monumento a Don Bosco eretto dagli ex allievi.

Ottenga il Beato grazie confortatrici a tutte le generose persone che sostennero con la loro carità quella prima nostra Missione e continui a benedire dal Cielo la terra che fu l'attrattiva del suo zelo missionario, durante la sua vita.

Ex alunni argentini nell'Uruguay.

In occasione del centenario dell'Indipendenza dell'Uruguay oltre 15oo ex allievi argentini si sono recati a Montevideo ad unirsi agli ex allievi uruguayani nella celebrazione della patriottica ricorrenza. Davanti alla statua del vincitore deposero una magnifica corona di fiori e l'oratore Barousse esaltò colla sua vibrante parola il significato di quell'atto di cameratismo affermando la vitalità dell'affetto che unisce gli ex allievi sulle due sponde del Plata: fu poi seguito da altri oratori. La più viva cordialità regnò al pranzo e alla cena, alla quale prese parte S. E, l'Arcivescovo di Montevideo, che salutò con commosse parole gli ex allievi argentini e li accompagnò fino al porto.

Cinquanta giovani olandesi condotti dal Sac. Salesiano D. Carlo Dury sono passati a Torino il 9 ottobre, diretti all'Istituto Missionario di Bagnolo. Furono incontrati alla stazione dal Sig. D. Antonio Candela del Capitolo Superiore che ha porto loro il saluto del Sig. D. Rinaldi: indi condotti al Collegio ili S. Giovanni Evangelista per una refezione. «In Olanda - scriveva L'Osservatore Romano - i Salesiani sono penetrati da pochi anni: nella città di Lauradorp hanno una parrocchia con l'oratorio, e bisogna riconoscere che l'opera esplicata è ben efficace se in così breve tempo ha prodotto questo confortante risultato dei primi cinquanta candidati al sacerdozio cattolico ».

Le Scuole Professionali di Sarria.

Le nostre Scuole Professionali di Sarrià Barcellona hanno consolidato la loro fama in due recenti esposizioni svoltesi nella Spagna. All'Esposizione Internazionale di Barcellona parteciparono con carattere didattico-professionale e artistico, riscuotendo ammirazione dalle persone competenti e dalle più alte autorità, e ottenendo in merito la medaglia d'oro. All'Esposizione Iberico-Americana di Siviglia parteciparono dal punto di vista artistico con lavori di falegnami e di meccanici. Molti elogi furono tributati alla magnifica carrozza, allegorica, sormontata dalla statua di Maria Ausiliatrice: e alle nostre Scuole fu accordato il premio della medaglia d'argento.

Nel penitenziario di S. Paolo.

Leggiamo nel periodico O Monitor (organo degli ex allievi di S. Paolo) un articolo sull'assistenza spirituale che il nostro confratello D. Mainini svolge in favore dei carcerati nel penitenziario di S. Paolo da oltre 20 anni.

Dedicatosi interamente a questa provvidenziale missione egli passa quattro giorni della settimana interamente nel penitenziario, alternando l'opera sua fra gli ammalati dell'infermeria, nei saloni dove lavorano i carcerati, nella cappella provvisoria dello stabilimento e nelle singole celle.

Egli è riuscito a dar vita a una fiorente associazione del S. Cuore di Gesù che conta 6oo fratelli, tutti pieni di buona volontà. Ogni anno ha la soddisfazione di preparare alla grinta comunione alcuni di quegli infelici che mai conobbero la grazia dell'unione divina, e di vedere gli altri assai infervorati nell'accostarsi al celeste Banchetto: nel 1929 le prime comunioni furono 15, e a queste vanno unite le 8196 fatte nel corso dell'anno.

La celebrazione delle feste cristiane più solenni è fatta con ogni decoro e colla più viva devozione, e i carcerati vi hanno parte attiva col compiere le cerimonie del piccolo clero e col canto. La Schola cantorum è interamente di reclusi che assolvono il còmpito loro con entusiasmo e con abilità, istruiti ogni settimana dal cappellano.

Spesso il pio sacerdote fa udire a quei miseri la parola confortatrice del Vangelo: tutti l'ascoltano con deferente attenzione e praticano i suoi consigli. Accade sovente a D. Mainini d'imbattersi per le vie della città in antiche conoscenze del reclusorio: gli corrono incontro giulivi, lo salutano con slancio, e con semplicità di anime rinnovate gli dicono che praticano tuttavia il bene da lui appreso nel carcere, e sono assidui alle orazioni quotidiane, alla confessione e comunione settimanale, ecc. Ma l'incontro finisce per tutti allo stesso modo, cioè con la stessa domanda con cui si congedavano, nel carcere, dall'uomo che amavano come un padre: - Padre, ora mi favorisca una presa di tabacco!

Il tabacco è per D. Mainini un mezzo potente per arrivare alle anime dei suoi « figliuoli ».

L'Oratorio Salesiano di S. Donà di Piave.

È questa l'ultima delle opere - in ordine di tempo - che la prodigiosa attività di Mons. Luigi Saretta, Arciprete, ha saputo portare a termine per il bene della sua parrocchia; ma è nata per la prima nel suo gran cuore e nella stia mente eletta e diviene ora come la corona di tutte le altre.

Della grande importanza di quest'opera furono consapevoli non solo il buon popolo di S. Donò che generosamente donò il suo, perchè la Casa sorgesse grandiosa e bella, ma anche tutte le Autorità del paese, che il 21 settembre per mezzo di unico interprete, il Sig. Podestà del Comune, espressero i più vivi ringraziamenti a Mons. Arciprete e manifestarono verso questa istituzione la loro più calda simpatia!

S. E. Mons. Arcivescovo, alla presenza di tutte le Autorità del paese, solennemente benedisse i locali dell'Oratorio Salesiano; ma prima che si iniziasse il rito religioso Mons. Arciprete volle dire una parola che sgorgò limpida dal suo gran cuore.

Egli disse: Questo grandioso edificio è nato dal cuore della gente, che fece sacrifici inenarrabili e meravigliosi. Io scriverò la storia, perchè è doverosa, porrò su lapidi di marmo i nomi dei maggiori benefattori, ora basterà che ricordi un solo episodio. A Pasqua ricevetti, con gli altri auguri, un piccolo uovo; lo apersi, conteneva 200 lire, e più questo foglietto: da sei mesi risparmio i soldi della colazione per l'Oratorio; ecco, Monsignore, quanto bene Le vuole un suo figliuolo... e portava la firma di un giovanetto operaio. Io non ho fatto nulla se non unificare questi sforzi.

Compiuto il rito della benedizione, parlò il Sig. Podestà. Egli confessò di aver dubitato circa la possibilità di porre termine ad un'opera così grande: oggi egli ritratta pubblicamente il suo dubbio; dimostra all'opera la stia simpatia per i frutti di bene che verrà compiendo a favore del suo Comune ed esalta l'opera mirabile di Mons. Saretta, al quale attribuisce tutto il merito. Rivolge quindi un saluto augurale ai Salesiani.

Mons. Arcivescovo, si pone paciere fra la contesa se il merito sia del cuore del popolo o dell'opera dell'Arciprete, dicendo ambedue strumenti in mano della Divina Provvidenza. Si congratula con l'Arciprete, ringrazia il popolo ed ha parole di elogio verso le Autorità, verso il Podestà specialmente. Quindi saluta i figli di Don Bosco e - ricordando l'episodio di Mosè salvato dalle acque - rivolge loro questo bel pensiero: S. Donà (con il suo Arciprete, con le sue Autorità) vi affida i suoi figli, affinchè li abbiate ad educare.

L'Ispettore Salesiano ringraziò per ultimo le Autorità e il buon popolo e accettò l'incarico confidando nella Provvidenza e nella collaborazione di tutti. La Banda Salesiana di Trieste prestò il suo valido concorso alla riuscita della bella cerimonia.

I temi svolti al Congresso dei Cooperatori di Bogotà.

TEMA I.

LO SPIRITO DEL COOPERATORE SALESIANO.

I.

Considerando che il Beato Don Bosco fondò la Pia Unione dei Cooperatori Salesiani, perchè tutti i volenterosi attendessero a Promuovere e compiere l'apostolato e le opere dei suoi Salesiani,

Il Congresso

A) Rileva innanzi tutto che ogni Cooperatore Salesiano deve attendere al bene suo individuale nell'ordine spirituale, vivendo da buon cattolico.

B) Esorta ciascuno a cooperare alle opere di bene che sono proprie dell'Azione Religiosa Salesiana, secondo il proprio potere, nella Propria Parrocchia e nella Diocesi: specialmente a concorrere con l'opera personale e finanziaria, interessarvi i giovanetti, con il Piccolo Clero, la Scuola di Canto Sacro, e simili.

C) Raccomanda in modo speciale di promuovere:

1° Le Opere di istruzione religiosa per la gioventù, gli Oratori Festivi, i Doposcuola, i Dopolavoro, le Scuole preparatorie alla Prima Comunione ed alla Cresima.

2° Le Divozioni del S. Cuore di Gesù e di Maria Ausiliatrice, con le rispettive associazioni, pie pratiche, feste e commemorazioni.

3° L'amore costante e la più cordiale obbedienza al Papa.

D) In tutte queste cose il Cooperatore Salesiano conservi l'unione deferente e piena col Rev.do Clero locale, secondo lo spirito del Beato Don Bosco; sia sollecito nel partecipare alla Confraternita della Dottrina Cristiana e alle altre Associazioni Religiose della `Parrocchia, alle sacre funzioni, ecc.

E) Non trascuri il Cooperatore Salesiano di dare il suo appoggio ai giovanetti che Presentano vocazione ecclesiastica o religiosa o missionaria.

II.

Considerando che nell'ora presente la mente del Vicario di Gesù Cristo è volta specialmente all'opera delle Missioni Cattoliche fra gli infedeli opera che f u uno dei più generosi propositi di Don Bosco;

Il Congresso invita i Cooperatori Salesiani a spiegare tutta la loro attività per le Opere Missionarie Pontificie ed a zelare efficacemente la formazione delle Borse Missionarie promosse dal Bollettino Salesiano.

III.

Considerando infine che il Beato Fondatore fin dal principio della sua istituzione invitò i suoi amici laici ed ecclesiastici a cooperare alla pubblicazione delle Letture Cattoliche e di ogni altra buona stampa;

Il Congresso invita tutti i Cooperatori

1° A divulgare opere popolari di indole religiosa ed edificante, come sono appunto le Letture Cattoliche di Torino;

2° A promuovere e diffondere la buona stampa per le scuole e per il popolo in tutte le sue forme di libri, di opuscoli, di fogli volanti, di immagini sacre, di Bollettini Parrocchiali e soprattutto le spiegazioni dei Vangeli domenicali.

TEMA II. AZIONE SOCIALE. I.

Considerando che il Cooperatore Salesiano deve imitare la multiforme carità del Beato Fondatore, per sovvenire alle misere condizioni in cui sono oggi le famiglie di tanti lavoratori,

Il Congresso

1° Propone che i Cooperatori Salesiani si impegnino a conoscere le idee raccomandate dai Sommi Pontefici e sostenute dalla Scuola Cattolica riguardo all'uso delle ricchezze ed all'esercizio della carità verso i lavoratori ed i poveri (vedere il Codice di Malines).

2° Propone che in privato ed in associazioni opportunatamente e saggiamente istituite, lavorino all'attuazione dei principii sociali cristiani adattando ai propri ambienti le iniziative molteplici e varie della carità cristiana.

II.

Considerando poi che dal Beato Fondatore la Pia Unione dei Cooperatori Salesiani è diretta principalmente in pro della gioventù, propone ai Cooperatori Salesiani:

1° Di appoggiare le opere a favore della gioventù operaia e studiosa che fanno capo alle Case Salesiane e a quelle delle Figlie di Maria Ausiliatrice esistenti nel proprio paese, promovendone lo sviluppo con concorso pecuniario e col sostenerle in tutti i modi.

2° di curare la fondazione di altri istituti e scuole confacenti alle condizioni locali, diurne, festive o serali.

TEMA III. ORGANIZZAZIONE.

Considerando che il Beato Fondatore della Pia Unione volle pure con essa portare un rimedio all'isolamento dei buoni, tanto dannoso alla causa della Religione e della civiltà cristiana;

Il Congresso raccomanda ai singoli Cooperatori Salesiani di curare la salda compagine della Pia Unione, sicchè l'attività dell'uno sia sostenuta e moltiplicata da quella degli altri;

E a tale scopo propone che:

1° Si studi più profondamente la Costituzione della Pia Unione.

2° Se ne attuino in ogni Diocesi e Regione i nuclei attivi presso i Decurioni e i Direttori Parrocchiali e Diocesani, di Zelatori, Zelatrici e Patronesse.

3° Si stabiliscano dei Comitati di azione, secondo i vari bisogni delle Opere Salesiane fondate o da fondarsi, e secondo le necessità locali di assistenza per i giovani poveri ed abbandonati, che l'Opera Salesiana prende in cura.

4° Si tengano nella massima considerazione le Conferenze Salesiane nelle varie occasioni annuali: non manchi mai al discorso ed alle funzioni consuete, l'affiatamento e lo scambio d'idee, per una più proficua attuazione del programma religioso e sociale del Cooperatore Salesiano.

5° In date occasioni, presso l'Ispettore Salesiano, o nel luogo più opportuno, si tengano Convegni dei Cooperatori più attivi, dei Decurioni, degli Zelatori delle Zelatrici, e si concretino proposte adatte allo sviluppo della carità operosa del Beato D. Bosco nelle varie regioni.

6° Un abile propagandista visiti regolarmente i vari gruppi, ed animi i singoli Soci a vivere la vita spirituale e operativa voluta dal Beato Don Bosco nei suoi Cooperatori.

NB. - Oltre a questi voti d'indole generale per tutta la Pia Unione dei Cooperatori Salesiani, il Congresso discusse e deliberò altri voti speciali per l'Azione Salesiana locale in Colombia, che furono pubblicati colà a parte per i Cooperatori Salesiani di quella Nazione.

NOTA. - I precedenti analoghi Congressi si tennero il 1° a Bologna nel 1895; 2° Buenos Aires 1900; 3° Torino 1903 ; 4° Lima 19o6; 5° Milano 1906; 6° Santiago del Cile 19o9; 7° S. Paolo del Brasile 1915; 8° Torino 1920; 9° Buenos Aires 1924, 10° Torino 1926.

Festeggiamenti al Beato Don Bosco

BRANDIZZO. - Anche Brandizzo, popoloso borgo della diocesi di Torino, dal 9 al 12 ottobre in forma solenne e con gran concorso di gente celebrò il Triduo e la Festa del B. Don Bosco. Il Rev.mo Parroco Teol. Don Luigi Febraro, conterraneo del Beato, seppe organizzare sì bene questa celebrazione che risultò una trionfale sacra missione. Vi predicò il nostro D. Stefano Trione.

BORGOTARO. - L'ultima domenica dell'agosto p. la cittadina di Borgotaro celebrò con pompa la festa del Beato. Precedette liti triduo predicato dal salesiano prof. D. Paolo Lingueglia e il frutto fu visibilissimo nella comunione generale di migliaia e migliaia di persone nel giorno di chiusura. Per l'occasione intervenne S. E. Mons. Coppo, che tenne nell'affollatissimo teatro comunale una conferenza missionaria, poi assistette pontificalmente la messa solenne tessendo al Vangelo le lodi del Beato. Nel pomeriggio ha partecipato pure alla magnifica processione Mons. Sismondo, vescovo di Pontremoli, seguito dalle Autorità e da tutto il popolo, e nella quale attrasse la simpatia di tutti un bel gruppo di bimbi vestiti alla... D. Bosco.

I più vivi ringraziamenti agli organizzatori della splendida celebrazione, in special modo al Rev.mo Sig. Arciprete e alle Autorità tutte.

PONT CANAVESE. - L'alpestre paese di Pont Canavese, per entusiastica iniziativa di ex allievi salesiani e sotto le abili direttive del zelantissimo Pievano, Teol. D. Cresto, con gran concorso di popolo celebrò a metà ottobre il triduo e la festa del Beato, predicandovi il nostro D. Stefano Trione. Le sacre funzioni ebbero per coronamento una solenne Processione Eucaristica che percorse trionfalmente tutto il paese.

CASTELNUOVO (Val Cecina). - La presenza a Castelnuovo del Vescovo salesiano Mons. Munerati fu occasione per festeggiare il B. Don Bosco con opportune funzioni religiose, cui parteciparono tutte le Autorità, e con una conferenza a proiezioni che riuscì di soddisfazione e di godimento generale.

ISCHIA DI CASTRO. - Preparata da un devoto triduo, predicato dal salesiano Don Evasio Spriano, si svolse solennemente nella chiesa principale la festa del Beato, organizzata dal Rev.mo Sig. Arciprete e dall'ex allievo cav. Bevilacqua. Numerosissime le comunioni, assidua la partecipazione del popolo alle funzioni e alla conferenza con proiezioni sulle Missioni Salesiane: la festa oltrechè magnifica, germogliò in tutti copiosi frutti spirituali.

DOLO. -- Per iniziativa di ex allievi Dolo, la graziosa borgata tra Padova e Venezia, ha celebrato con solennità la festa del Beato. Preceduta da un settenario, predicato dal Rev.mo Don Luigi Conte, Arciprete di S. Maria di Moncalvo, la festa, rallegrata dalla presenza di S. E. Mons. Coppo, fu una giornata di fervido entusiasmo. Comunione generale, partecipazione di autorità e di popolo ai pontificali, amministrazione della S. Cresima a 300 fanciulli, discorsi di Monsignor Vescovo, furono le principali manifestazioni in cui rifulse la pietà di tante anime. Il cattivo tempo impedì la processione. La giornata si chiuse colla recita della Vittoria di Don Bosco per opera della locale Compagnia Drammatica, cui prese parte la popolazione. Va pure menzionata la bella conferenza a proiezioni, tenuta durante il settenario, dal salesiano D. Carnelutti, che riscosse ammirazione e plauso.

DOSSO (Ferrara). - La festa al Beato riuscì molto bella e fruttuosa per le molte comunioni, specie di giovani d'ambo i sessi, e per la partecipazione divota di tutto il popolo alle varie funzioni della giornata. La reliquia del Beato fu oggetto della più fervida venerazione da parte di tutti.

VALLE DOLMO. - Il triduo e la festa riuscirono molto animati e la parola ardente del nostro D. Fasulo dispose all'ammirazione e sopratutto alla devozione verso il Beato, che ebbe dalla buona popolazione tributo di una comunione generale, e di un vero trionfo nella magnifica processione. Cooperatori salesiani, autorità, popolo, tutti gareggiarono nella celebrazione entusiastica dei festeggiamenti e assistettero alla brillante conferenza con proiezioni sulla vita del Beato.

PORTO EMPEDOCLE. - Le feste celebratesi nella nuova e vasta chiesa parrocchiale ad iniziativa del Decurione Arcip. D. Luigi Castiglione, ebbero il più felice successo. La chiusura improntata a vivissima pietà, segnò un risveglio meraviglioso del culto al Beato e a Maria Ausiliatrice. Magnifica, per l'entusiasmo suscitato, la conferenza con proiezioni presenti tutte le autorità e una rappresentanza inviata da S. E. il Prefetto di Agrigento.

CALTABELLOTTA. - Le feste di cui fu anima il locale Decurione D. Pellegrino Buttafoco riuscirono un plebiscito cittadino; tutti vi parteciparono col più vivo slancio: clero, autorità, ordini religiosi e popolo. La vasta chiesa di S. Agostino divenne per la circostanza insufficiente a contenere la folla, avida di ascoltare la parola del nostro D. Fasulo. Commoventi furono la Comunione generale e la processione, cui presero parte tutte le Associazioni cittadine e le autorità.

MONREALE. - La festa promossa dal Circolo Contando Ferrini in onore del Beato ebbe un pieno successo. Tutti i soci, i cooperatori e una folla di divoti accorsero alla predicazione del triduo, fatta dal seminarista G. B. Damiani, alla messa della Comunione generale seguita dalla benedizione solenne. Nel pomeriggio chiuse la festa una magnifica accademia nei locali del Circolo, nella quale il Beato ebbe omaggio di fervidi discorsi, poesie e canti.

ARINO. - Ad Arino pure furono celebrate le feste al Beato D. Bosco. Presenziate e onorate da Sua Ecc. Mons. Coppo, riuscirono quanto mai di profitto a quella popolazione, tanto che il parroco ebbe a dire a S. E.: « Eccellenza, sono 20 anni che mi trovo parroco in questo paese, ma mai ho visto la chiesa rigurgitante di popolo quanto in quest'occasione ».

Grazie del Beato D. Bosco

Dopo sette operazioni.

Da quattro anni e mezzo mi trovavo in condizioni di salute dolorosissime. Dopo aver subito sette operazioni che mi lasciarono sempre al medesimo punto, fui consigliata dai medici di attendere finchè mi fossi bene rinforzata onde potessi sopportare un'altra operazione.

Passai così tre lunghi anni e fu in questo periodo che a mezzo del Bollettino Salesiano, conobbi le grazie che fa continuamente il Beato Don Bosco, Lo pregai con molto fervore e gli affidai la grazia della mia guarigione

Mi decisi per l'operazione e questa volta scelsi Torino, città del Beato. Appena arrivata mi recai con mio marito all'Urna Benedetta e entrambi supplicammo che l'operazione fosse l'ultima, poichè era sorto il pericolo di doverne fare ancora tre e con esito incerto.

Alla vigilia del giorno tanto temuto chiesi il permesso di uscire dall'ospedale (era il 30 luglio) e mi recai a pregare il Beato e chiedergli che per pietà m'aiutasse a sopportare il male ma sopratutto che l'operazione fosse una sola. Oh qual meraviglia ! Quale fu la gioia mia e di tutti i miei quando finita l'operazione che durò circa tre ore, si seppe dai medici che tutto era riuscito ottimamente e che se non fossero sorte difficoltà io ero salva.

Il nostro pensiero corse subito a Don Bosco e ora unita alla mia famiglia e amici che con me pregarono, rendiamo grazie al Beato; io stessa voglio portare l'offerta promessa e inginocchiarmi e ancora una volta ringraziare.

Omegna.

MARIA MARTINOLI BAROLO.

Un piccino guarito.

Desidero ardentemente rendere pubblica la grazia, che il Beato D. Bosco ha fatto ad una mia creatura. Il 16 luglio u. s. il mio piccolo Giovanni fu assalito dalla febbre. Sopravvennero la tosse convulsa e una bronchite capillare: indi morbillo e diarrea. Il bimbo - di appena due anni e quattro mesi - sembrava doversi spegnere.

Però io e mio marito avevamo fede vivissima nel Beato D. Bosco a cui ci eravamo rivolti colle più ardenti preghiere fin dall'inizio della nostra pena per la malattia del bimbo.

Giovanni infatti migliora e sembra guarito... ma il 1° agosto si ripresenta la febbre che arriva a 40°. Ecco di nuovo la bronchite, dopo sette od otto giorni si manifesta la polmonite e in ultimo la pleurite. Si fa un consulto. Viene pure uno specialista da fuori. Col cuore addolorato io vedo introdurre nel caro corpicino del bimbo la siringa per la prova dell'acqua. Vengono estratte 4 o 5 gocce, ma non è d'acqua, è pus. Si dichiara allora indispensabile l'intervento chirurgico per l'asportazione di due costole. Ma prima di portare la piccola creatura in clinica desidero con mio marito, una visita a casa del Primario dell'Ospedale. Intanto ininterrotte continuano le nostre suppliche al Beato D. Bosco, dinanzi alla cui immagine arde sempre una lampada come simbolo della nostra fede. E la grazia è venuta così grande e bella che ci ha lasciato storditi dalla gioia!

Il 4 settembre, alle undici del mattino, viene il professore e visita il bimbo che da cinque giorni aveva la febbre a 40°. Egli dichiara che non è necessaria alcuna operazione. Alle tre dello stesso giorno il termometro segnava 36°. D'allora la febbre è scomparsa e la salute del piccino è tornata fiorente. Quando gli domando: « Chi ti ha guarito, Giovanni? ».

Il bimbo risponde: « Bocco ».

Il mio cuore materno è pieno di gratitudine per il grande Beato e fa voti perche un giorno fra i Missionari Salesiani ci sia pure questo piccolo Giovanni.

Chieti.

EMILIA de LIS-GIGLI CONSALVI.

Una terribile caduta.

Il 19 febbraio 1930 mio nipote Ardito Domenico soldato motociclista nel Reggimento carri armati a Roma mentre percorreva a discreta velocità via Marsala veniva gravemente investito da un'automobile sbucata all'improvviso da via Marghera.

Nell'urto formidabile il povero soldato veniva proiettato ad otto metri di distanza e ferito gravemente rimaneva al suolo esanime. Trasportato subito al Policlinico vi venne medicato d'urgenza e trattenuto in corsia per lesioni interne e per commozione cerebrale.

Avvisati i genitori partiva subito da Torino il padre del ferito.

Attaccato in modo speciale a questo mio nipote, soffersi quella sera quanto era umanamente soffribile. Nella più affannosa ansia di ricevere ulteriori notizie che si temevano peggiori per non dire catastrofiche, mi rivolsi con tutta la mia fede di ex-allievo devoto al nostro Beato Don Bosco supplicandolo di ottenerci questa grande grazia: Che il nipote fosse vivo!

Le prime notizie del padre che appena possibile ci telegrafò di star tranquilli chè non era nulla e le successive informazioni epistolari ci tolsero dal cuore il peso enorme che lo opprimeva e gridando al miracolo corremmo ai piedi del Beato D. Bosco e della Ausiliatrice per ringraziarli di tanta grazia.

L'urto era stato formidabile ed il povero soldato da chi lo portò al Policlinico, da chi lo ricevette e lo medicò fu giudicato in gravissimo stato, tale da non poter campare che poche ore. Durante la notte, mentre più fervide venivano innalzate al Signore le nostre preghiere, il ferito riprendeva i sensi e migliorava a tal punto da riconoscere subito all'arrivo il proprio padre e lasciare dopo tre giorni il Policlinico per l'ospedale militare.

DOMENICO PIANO.

Ex allievo.

Mi libera dal paratifo.

Nella notte del 22 marzo 1930 venni assalita da fortissimi dolori di ventre e da continui vomiti. Il medico disse trattarsi di entero-colite di breve durata, ma poi sopravvenne e persistette la febbre: allora, dopo l'analisi del sangue il medico dichiarò trattarsi di paratifo. Stetti in queste condizioni senza nessun sensibile miglioramento, quando una notte vidi in sogno il B. D. Bosco proprio come l'avevo visto pochi mesi prima che morisse, promettendomi che mi avrebbe guarita. Narrai il sogno alla Suora che mi assisteva e iniziammo insieme una novena al Beato.

La febbre cominciò quasi subito a diminuire lentamente ma costantemente, ed ora, grazie a Dio ed al Beato, sono ristabilita.

Cuneo, 4 Settembre 1930.

GIRAUDO GIOVANNA.

D. Bosco mi ha guarito.

Erano trascorsi alcuni giorni dalla perdita di un nipotino, quando un secondo di dieci anni fu colpito di pleurite, cui seguì una polmonite che lo ridussero in grave stato. Nel timore fondatissimo di dover perdere anche questo figliuolo, il dottore aveva detto che solo un miracolo poteva far volgere in bene il corso del male, i genitori si rivolsero fidenti alla protezione del Beato con una novena. Non era ancora finita la novena che vedemmo il nostro Giovanni sollevato che ci diceva: D. Bosco mi ha guarito. Il giorno prima aveva pur detto di vedere Don Bosco presso di sé; la mamma che l'assisteva, credette a vaneggiamento e con lacrime pregò il Beato a voler guarire il figlio; ma questi confortava calmo la mamma ripetendole: Mamma, non sogno, lo vedo... D. Bosco infatti lo salvò. Da quel giorno prese a migliorare e in breve guarì.

Brusasco.

PERDOMO FERDINANDA.

Prodigiosamente guarito.

Nei primi di gennaio il nipotino Michele Anello di 12 anni fu colpito da pleurite secca, che gli cagionava un grande tormento, accom pagnata da alta febbre, e da forte male al cuore che gli impediva di profferire parola.

Tutta la famiglia fu in grande costernazione, tanto più che il Dott. Macaluso aveva subito presentato per grave il caso: e il suo giudizio fú altresì confermato da un secondo dottore.

Si giunse al mese di marzo e in famiglia si cominciò una fervorosa novena a S. Giuseppe: ma il inalato andava sempre più aggravandosi.

Intanto in quei giorni, nell'Istituto del Boccone del Povero dove sono ricoverata, si era tenuta una riunione salesiana nella quale tanto si era parlato del Beato Don Bosco. Mi nacque in cuore il desiderio di invocarlo pel povero nipotino inferno, e la speranza di essere esaudita. Così cominciai la novena il 23 marzo.

Il 24 quelli della famiglia vennero giulivi ad annunziarmi che l'infermo era grandemente migliorato. Il 26 volli io stessa recarmi da lui e con sorpresa lo vidi alzato e contento: mi disse di sentirsi conipletamente bene.

Benedissi Don Bosco al quale attribuisco il miracolo di questa guarigione.

Camicatti

ANGELA ANELLo.

Dichiaro ben volentieri che la guarigione del ragazzo Anello Angelo di Michele, di anni 12, si può ascrivere ad un vero miracolo, dacchè mentre si riteneva quasi impossibile il ripristino della salute, si è visto migliorare di giorno in giorno, sino a che oggi lo si vede completamente risanato.

Canicatti, 24-4-1930

Dott. MICHELE MACALUSO.

Guarita da otite.

Colpita verso la metà di dicembre 1929 da otite all'orecchio sinistro con risentimento mastoideo, fui costretta a lasciare la scuola in preda ad atroci dolori. Il professore curante lui disse che avrei dovuto subire l'operazione se i dolori non fossero scomparsi con l'applicazionè di sanguisughe.

Mi rivolsi allora al Beato Don Bosco coli una novena chiedendogli la grazia di guarire senza operazione. Il male cominciò a diminuire e il 13 febbraio andai nuovamente dal professore con la speranza di sentirmi confermare di essere in via di guarigione. Invece mi venne fissata l'operazione per la settimana dopo, e per convincermi della necessità fui dal professore consigliata di passare ai raggi. La radiografia riuscì negativa, e continuando a pregare e a migliorare, il 5 marzo potei riprendere la mia scuola. Don Bosco mi aveva aiutata a liberarmi dal male.

Volpedo.

CELESTINA MASCHI ROVERANO ex allieva.

Esprimono pure la loro riconoscenza al Beato Don Bosco:

M. R. a mezzo Direttore Salesiani (Trevi) invia offerta in onore del Beato D. Bosco per grazie ricevute e specialmente per la sua potente intercessione per grazie desiderate.

NoVARESE ROSINA (Cellamonte) invocò D. Bosco in momento in cui doveva accertarsi la sua innocenza e sperimentò il suo pronto e valido aiuto.

GUERRINI LoRENZo (Lugo). Con la valida protezione di Don Bosco ha potuto sistemare interessi in pendenza da due anni, che minacciavano di gettare la famiglia in tristissime condizioni.

MODENA R. ILDE raccomando alla protezione di D. Bosco il figlio affetto da un' ostinato mal di capo che gli impediva di dedicarsi allo studio; e il male tosto scomparve. Ella stessa sofferente ad una gamba, per cui riuscirono vane tutte le cure mediche, guarì applicando l'immagine del B. Don Bosco sulla parte dolorante.

GIUSEPPINA RICCHINI BATTISTINI (Parma) colta improvvisamente da malore grave con febbri e dolori, coll'applicazione della reliquia del Beato e con preghiere vide scemare subito la febbre e seguire immediatamente la guarigione.

ELSA FRIGERIO (Lurago) raccomandò al Beato il fratello che al campo militare era stato incolpato ingiustamente di un grave fallo punibile con parecchi mesi di carcere: al termine della favola l'innocenza del fratello era riconosciuta.

CONIUGI GANDOLIO (Orada) ringraziano il Beato con generosa offerta.

CH. MIANO VINCENZO (Roma) si dichiara debitore al Beato di aver potuto riprendere e finire con ottimo successo i suoi studi, dopo un anno di riposo per una seria malattia dalla quale risano, raccomandandosi fiduciosamente a D. Bosco.

FILOMENA ZANELLA (Dres, Trentino). Un terribile incendio appiccatosi lo scorso dicembre alle case di Dres, aveva pure circondato e minacciava la sua invano difesa dai tre figli che sul tetto cercavano con sforzi eroici proteggerla contro le fiamme irrompenti. In quel terribile frangente rivolse al Beato la preghiera di allontanare l'inevitabile disastro: subito le fiamme furono spinte dal vento in altra direzione e la casa fu salva.

SERVETTI ASSUNTA (Diano d'Alba) per l'esito felice di una causa difficilissima. ottenuto mediante l'intercessione del Beato.

AIMASSO LORENZO (Diano d'Alba) per grazia ricevuta.

N. N. (F. di M. A.) da otto anni raccomandava incessantemente a. D. Bosco un suo congiunto che più non praticava la vita cristiana. Nell'anno della beatificazione di D. Bosco senti ravvivarsi in cuore la speranza di ottenere la grazia, continuò a pregare e, lieti epoca delle Feste ebbe notizia che il congiunto ammalato, ammiratore devoto del Beato, aveva effettuato il suo ritorno a Dio, ricevendo con umiltà i Ss. Sacramenti.

PIERINA NAVE per aiuto avuto dal Beato in penose angustie.

UNA PERSONA DI SERVIZIo invia offerta in ringraziamento di un favore ottenuto dal Beato.

I. PONZONE per ottenuta guarigione.

BATTISTI MARIA PIA pel buon esito di esami.

CH. CoLOMBo Gio. (Borgomanero) colpito da un violento mal di capo che gli impediva di proseguire gli studi e che i medici non sapevano ne spiegarsi, ne combattere, si raccomandò con novene al Beato e ne ebbe la guarigione piena il giorno della beatificazione.

SAc. ALESSANDRO VANTINI (Colà) avendo il nipote Vittorio colpito da pleurite umida. nel momento più critico della malattia invocò il patrocinio del Beato Don Bosco, ed ebbe la grazia desiderata di veder guarire perfettamente l'infermo.

R. C. colpita da grave malattia e necessitando di un'operazione si rivolse al Beato e questi premiò la sua fiducia guarendola in pochi giorni.

G. M. per la nipotina di 3o mesi sotto la protezione del Beato.

MARCONI VINCENZO colto da grave malattia infettiva, in imminente pericolo di vita. ricevuta una medaglia del Beato e raccomandatosi a Lui, cominciò a migliorare: indi guarì perfettamente.

D. AGOSTINELLI E RiCCIOTTI R. ringraziano per grazie ricevute.

N. N. (Negrar) per essere stato liberato da un atroce male per l'intercessione di D. Bosco.

ITALA CoLoMBo (Trieste) per il conseguito impiego del figlio Mario da un anno e mezzo disoccupato: il posto si ebbe l'ultimo giorno della novena al Beato.

N. N. In un caso disperatissimo di interessi di famiglia ricorse all'intercessione del Beato e alla data di scadenza potè momentaneamente con mezzi insperati far fronte agli obblighi.

EMMA SELVA (Magliaso) per la guarigione della nipotina colpita da morbillo in forma grave, con complicazione bronchiale e infezione intestinale. accompagnate da febbri altissime.

IOviNO FELICE (Saviano) raccomandò al Beato il bimbo Salvatore, di due anni, colpito da disturbi viscerali e in seguito paratifo: e ne ottenne presto la perfetta guarigione.

OPERAIE SETIFICIo MUsso (Racconigi) che per l'implorata sua intercessione non ebbero a subire che lievi sospensioni del lavoro, offrono L. 90.

CARLA MARIA MANERA (Alba) offre L. 100 alle missioni per grazia ricevuta.

LIBRI BUONI

DON BOSCO CON DIO.

I doni dello Spirito Santo nell'anima del Beato Giovanni Bosco.

« Non s'illuda di comprendere Don Bosco chiunque non sappia quanto egli fosse uomo di orazione: frutto ben scarso ritrarrebbe dalla sua mirabile vita, chi corresse troppo dietro ai fatti biografici, senza penetrare a dovere i moventi intimi e abituali ».

Così scrive Don Cena presentando ai lettori le affettuose pagine di Don Bosco con Dio (edito dalla S. E. I., Torino, L. 8), il caro libro che in breve seppe riscuotere l'interessamento e il plauso degli studiosi e delle folle devote al Beato. L'ammonimento torna opportuno perchè si usa dai più il considerare la vita dei Santi attraverso episodi ben definibili nel tempo e nel luogo, più difficilmente per quelle virtù nascoste che costituiscono il pregio più vero e più sostanzioso della santità. Nel caso particolare del Beato Don Bosco, il Ceria volle ritrarre la multi forme figura di uomo spirituale. lo svolgimento interiore, il profilarsi della vocazione religiosa, l'anelito invincibile che lo accompagnò durante la contrastata ascesa verso il suo sogno, il progredire della Grazia e dei doni soprannaturali, l'ardore con cui egli applicò le norme della vita morale a sè e propagò l'amore di Dio nei giovani e in ogni ordine di persone ch'ebbe ad accostare. È questo lavoro di Don Ceria uno dei più utili poichè del nostro Beato studia quella vita interiore che rappresenta la scaturigine segreta da cui derivò poi la fresca corrente spirituale, che andò a traboccare in benedizione e salvezza su migliaia di anime. Il Ceria ha cura di mettere in luce le sollecitudini con le quali Don Bosco applicava alla propria condotta spirituale i moniti dati con tanta soavità di eloquio dal santo vescovo di Ginevra, ch'egli aveva preso come patrono della sua Pia Società, e che così stupendamente onorò.

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Anche il P. Pera col suo recentissimo libro « I doni dello Spirito Santo nell'anima del Beato Giovanni Bosco » (edito dalla Soc. Edit. Internaz., Torino, L. 12), esamina un lato solitamente trascurato dagli studiosi della vita e della santità di Don. Bosco: ricerca cioè i doni dello Spririto Santo nello sviluppo della vita della Grazia nell'animo del nostro Beato. Doni che da San Tommaso sono definiti: « Qualità o abiti coi quali l'uomo viene inclinato ad obbedire prontamente allo spirito Santo ».

Negli imperfetti questi doni sono quasi allo stato latente : l'anima allora, nelle sue operazioni si lascia dirigere dal modo comune delle virtù infuse. Nei perfetti invece o nei Santi, i doni hanno un'importanza capitale e trovano il loro pieno sviluppo.

Il P. Pera alla sua opera premette un'introduzione nella quale esamina l'azione dello Spirito Santo in ordine alla perfezione cristiana e al graduale perfezionamento della carità.

Nel corso dell'opera studia in particolare i doni colle loro Particolari funzioni e poi applica la dottrina ai diversi fatti della vita del Beato.

La dottrina esposta nel libro è dottrina sicurissima, perchè è desunta dalle fonti purissime dell'Aquinate e dai migliori trattatisti moderni.

Il libro di P. Pera costituisce un gentile omaggio fatto da un figlio di San Domenico al nostro caro Padre Beato emerita di essere diffuso e conosciuto da chi per Don Bosco ha reverenza e divozione,

LA CROCIATA MISSIONARIA

BORSE COMPLETE.

27. Borsa GRONDANA

fondata dal sig. Martino Grondana in memoria delle mamma. 28. Borsa N. S. DE LA CARIDAD DEL COBRE

fondata dagli alunni ed aspiranti del Collegio di Guanabacoa. 29. Borsa GIUSEPPE MARIA e MARIA BICE BODO

fondata dai generosi coniugi omonimi per impetrare grazie divine sulla famiglia.

30. Borsa Don LORENZO KENNY

31. Borsa FRANCESCO LOTTI.

32. Borsa SILVIA FROMOZ DE CRISTI

offerta dalla benemerita signora omonima di Concepcion (Cile)

33. Borsa PENNA RICCI (Perugia) completata.

Somma precedente: L. 13956,35.

Mons. Mignini, 6043,65.   Totale L. 20.000,00.

BORSE DA COMPLETARE.

BORSA AGRIGENTO.

Somma precedente: L. 85.

Sac. La Vecchia D. Vincenzo, 14 - Martorana Carmela, io - Migliore Rosa, 1o - Cigna Maria, 10 -Nicosia Angelo, 10 - Cane Agostino, 10 - La Porta Desiderio, 7 - Guccione Cirri Luigi, 5 - Guadagnino Gaspare, 5 - Lo Coco Rosalia, 5 -- Cuva Giuseppina, 5 - Migliore Rosa, z - N. N., 7.

Totale L. 185.

BORSA MONS. .4LBERT.

Somma precedente: L. 4600.

N. N., 1oo - N. N., 500.

Totale L. 5200.

BORSA LUIGI COMM. ALIQUO'.

Somma precedente: L. 1000.

Ing. Francesco Aliquò (da giugno a ottobre), 4000.

Totale L. 5000.

BORSA ANIME DEL PURGATORIO. Somma precedente: L. 7638,30.

Caterina Dalziani 25 - Emma Taverna in suffragio dei suoi defunti Carlo, Luigia e Maria Antonia, Soo - Audisio Laura, 20 - N. N., 5 - Prato Teresa, 30.

Totale L. 8218,30.

BORSA BEATO D. BOSCO (8a).

Somma precedente: L. 17.127.

Rina Lurgo, 30 - G. Fusarini, So - Tavasci Pietro, 1o - A. G., Zoo - Tronconi Maddalena, 8 - Prof. Bartolomeo Tassara, 10 - Emma Mazza, io - Rosa Sala, 50 - Cattona Carlotta, 1oo - Sorelle Ramus, 25 - Massa Enrichetta, 5 - Negro Francesca, 5 - Rigando Adelaide, So - Varnelli Callegari Giuseppina, 30 -- N. N., io --- N. N., 20 - Sorelle Lurgo; 75.   Totale L. 17.715

BORSA B. D. BOSCO (dell'Oratorio di Valsalice). Somma precedente: L. 1408.

Sig.a Gabriella V., 150.

Totale L. 1558.

BORSA CORTEMILIA.

Somma precedente: L. 11.365.

N. N., 45 - Carolina Zarri (raccolte da varie persone), 2050 Viglino Caterina, 5oo - Can. Del Prato Daniele, io. Totale L. 13.970.

BORSA D. BOSCO SALVATE I MIEI FIGLI. Somma precedente: L. 3757 Gobbi Pasquale, 15o - Curti Giuseppina, 50.

Totale L. 3957.

BORSA C. M. BARATTA. Luigia Delfanti Muzio, 5o.

BORSA EUCARISTICA DEL PICCOLO SERAFINO GUSTAVO M. BRUNI (4a). Somma precedente: L. 45.

N. N., 200 - Buzzini Pierina, 20 - Madre Bonaventura Clerici, Superiora Generale Suore Prezioso Sangue, Monza, 5o-N. N., 20-Geom. Giuseppe Caratti, 15o-N. N., 1oo - N. N., 5. - F. D., 5o - Sr. Fr., 15 - Aspitanti Circolo P. G. Frassati, 40 - Contessa Camilla Sassi, 300 - Signora Giaccone, io - O. M. T., 5o - Virginia Lafranchi, 37 - A. B., io - D. I. Z., 185 - Ida Ghiglione, 250 - L. T., Zoo - Lucio Viola, 25 Guglielmina Marchetti, io - Verdoni Rosa, 20 - Balocco Carmelina, 15 - Giuseppina Caratti di Visone d'Acqui (Collettrice), 150 - N. N., So - B. C., 5 - Maria Roma Z., 100 - Bambino Giacomino Ramasotto, 50 - Brugnone Maria in Roggero, 10 - Emilia Capelli, 50 - Clementina Gubbi Anzini, 12 - Rosa Giusta Rubino, io - Fanny Bonetti, 75 - Carlotta Ferraro (Collettrice), 20 - Ramonda Margherita, io - Geom. Corrado Caratti, 25 - Dott. Caratti, 5o - Teresina Piano, 5o - Barisone Maria. 5 - Sac. Abbondio M. Anzini, 7621,00, piccole offerte per grazie ricevute o per impetrarne delle altre, inviate a lui direttamente. I devoti del piccolo Serafino che comunicano al Sac. A. M. Anzini (Via Cottolengo, 32-Torino, 1o9) le grazie

che ricevono e le loro offerte per le BORSE EUCARISTICHE ricevono ogni volta apposita immagine-ricevuta con assicurazione di speciali preghiere.

Totale L. 10.045,00.

BORSA DON BOSCO EDUCATORE (2). Somma precedente: L. 16.587. Mario Barattini, 1o.

Totale L. 16.597.

BORSA S. EMERICO.

Somma precedente: L. 7100. Dall'Ispettoria, Ungherese, 2500.

Totale L. 9600.

BORSA D. FRANCESIA (2a). Somma precedente: L. 8oo. Repossi Ilario, 1oo.

Totale L. 900.

BORSA G. - M. A. - D. B. Somma precedente: L. 16.659. Antonia Toneguzzo, 190.

Totale L. 16.849.

BORSA GIUBILEO E RICONCILIAZIONE. Somma precedente: L. 16oo. Dott. Francesco Casalbore, 200.

Totale L. 18oo.

BORSA MAMMA MARGHERITA.

Somma precedente: L. 13.208.

Coniugi M. S., 1oo - Bigando Adelaide, 5 - N. N. implorando dal B. D. Bosco il suo costante aiuto alla famiglia, 1ooo.

Totale L. 14.313.

BORSA MARENCO MONS. GIOV. Somma precedente: L. 3623,50 Vari a mezzo Sig. Canali, 1100.

Totale L. 4723.50.

BORSA MARIA AUSILIATRICE (24a)

Somma precedente: L. 1625.

Giuseppina Matis, 100 - Porta Angela Maria, 5o - Tavasci Pietro, 15 -Maria Pierri, So - D. Edoardo Moreschini, 1oo - Ermenegilda Marani, 30.

Totale L. 1970.

BORSA MARTIRI GIAPPONESI.

Somma precedente: L. 7754,50.

D. C. Prandi, 100 - D. Settiniano Luigi parroco, 5o - N. N., 50,

Totale L. 7954,50.

BORSA PIER GIORGIO FRASSATI (2°). Somma precedente: L. 2155. Colonnetti Maria, 200.

Totale L. 2355.

BORSA D. PISCETTA LUIGI.

Somma precedente: L. 7492.

Achille Peirault, 50 - N. N. (Avana), So.

Totale L. 7592.

BORSA DEL « LAZIO »

Sac. Evaristo Marcobaldi, 6oo.

BORSA DON R. RICCARDI.

Somma precedente: L. 9955,60.

Luigi Dott. Capovilla a nome dei genitori, 25 - Taraglio, 5 - N. N., 5 - N. N., 5 - Bossatis Giuseppina, io - Muriggia Luigi, 2 - Massaglia Emma, io - Clara Antonelli Silvi, 5 - N. N., 5 - Eresia Nina, io - S. Giordano, 20 - Graziella e Ettorina Vicari, 75 - N. N., 5o - Ceretti Maria, 5-Barale Teresa, 10 - Madri Cristiane, io-Madri Cristiane, 1ooo.

Totale L. 10.707,60.

BORSA D. MICHELE RUA (2a).

Somma precedente: L. 13.678,55.

N. N. (Cremona), 15 - Giovanni Ravizza, 5o.

Totale L. 13.743,85.

BORSA S. CUORE DI GESU' CONFIDO IN VOI.

Somma precedente: L. 11.545

Cagianelli Vittoria, io - Bracco Sartina, 5.

Totale L. 11.560.

BORSA S. CUORE Dl GESU' SALVATECI (2a'). Somma precedente: L. 5711,60.

Mirandola Italico, ,a

Totale L. 5721,60.

BORSA S. ANTONIO DI PADOVA. Somma precedente: L. 1330.

Iolanda Ghio, 5 -- Mario Gavazzani, 50.

Totale L. 1385.

BORSA S, MARGHERITA DA CORTONA, Somma precedente: L. 4021,05.

Valeri Angelo per D. Elia Riva, 50.

Totale L. 4271,05.

BORSA S. TERESA DEL B. G. (10).

Somma precedente: L. 85oo.

Nice Robbio, 26,5o - Can. Giuseppe Grech per grazia ricevuta da M. A. e dal B. Don Bosco, 920,00 - Bénie Spingardi, 200 - Biffando Adelaide, 5.

Totale L. 9651,50..

BORSA MONS. VERSIGLIA.

Somma precedente: L. 9947,50.

Parino Leopolda ved. Bianchi 30, - Can. Raffaele Basti, 5o. Totale L. 10.027,50.

B. D. BOSCO MEDICO.

Fischedda Battistina a nome di tre persone, 9.

OMAGGI CARI

Una piazza.

S. Ecc. il Governatore di Roma ha cambiato il nome di « Piazza dell'Industria » in quello di « Piazza Santa Maria Liberatrice », titolo della nostra chiesa parrocchiale del rione Testaccio, che trovasi nella piazza medesima.

Una via.

Fin dall'aprile u. s., l'On. Consulta Municipale di Gorizia presieduta dal Podestà Sen. Giorgio Bombi, deliberava di accogliere la domanda inoltrata da distinti cittadini perché la « Via ponte dell'Isonzo » fosse denominata Via Don G. Bosco in omaggio al nuovo Beato e per dare un attestato si simpatia alla Congregazione Salesiana, la quale nell'istituto sito in detta via svolge l'opera sua di bene a favore della gioventù goriziana.

Un monumento.

Negli ultimi di settembre si svolsero a Bahia Blanca (Argentina) grandiose manifestazioni per l'inaugurazione di un edificio destinato a Scuole Professionali e di un monumento a Don Bosco.

Questo fu inalzato nel cortile del Collegio Don Bosco a ricordo del cinquantenario delle Missioni salesiane in Patagonia. L'inaugurazione e benedizione del monumento fu una delle più solenni cerimonie e si svolse alla presenza del Capo della Commissione municipale, rappresentante al tempo stesso del Governo Provvisosorio, delle autorità ecclesiastiche e militari e di gran numero di cooperatori e cooperatrici ed ex allievi. Pronunciò il discorso ufficiale il Dott. Amedeo Barousse ex allievo, e seguì poi un brillante trattenimento accademico, col concorso della Banda Militare

La statua è in marmo bianco di Carrara alta m. 1,70, sopra un piedestallo di m. 2,50 di marmo del paese: è un lavoro di arte ben riuscito.

DALLE NOSTRE MISSIONI

DALL'ASSAM.

Tra i figli della foresta.

- Dov'è tuo figlio Simone? - domandai una Domenica a Sebastiano, che era venuto alla Messa dal vicino villaggio di Mulai.

Simone va a pascolare le vacche.

Le vacche di chi?

- Dei pagani.

E così Simone sta coi pagani? Sì, Padre.

Perciò non può più venire alla chiesa e vivendo coi pagani non potrà mantenersi un buon cristiano.

- Padre, siamo poveri, molto poveri; come tu sai, io sono sempre malaticcio e ho parecchi bambini da mantenere. Simone ha già dieci anni e deve lavorare per aiutare noi e i suoi fratellini.

- Quanto gli dànno i pagani per guardare le vacche?

- Vitto, vestito e quattro gerli di risone alla fine dell'anno.

- Bene conduci Simone alla Missione e alla fine dell'anno io gli darò da comperare quattro geni di risone. Qui almeno non dimenticherà la sua religione e imparerà qualche cosa di più di quello che già sa al presente.

- Ma tu, Padre, non hai le vacche per mandarlo al pascolo.

Non importa, gli darò le capre.

- E le capre dove le hai?

- Le capre le ho nella mente; farò una stalletta e poi le comprerò; purchè tuo figlio non resti coi pagani.

Il giorno seguente Simone arrivò alla Missione in qualità di capraio, accompagnato dal padre, che dopo avermi raccomandato di comperare presto le capre, ritornava da solo alla sua capanna.

Simone è un ragazzino buono e ben educato; dimostra molto senno e parla correttamente la lingua Khassi, sebbene abbia frequentato pochissimo la scuola. Quando venne alla Missione indossava una lurida casacca di sacco e si vergognava di associarsi agli altri orfanelli vestiti meglio. All'indomani, pulito come tutti gli altri, in attesa delle capre dell'avvenire, cominciò ad andare alla scuola e ci prese amore; tanto amore che perdette presto la voglia di fare il capraio.

Ma un giorno venne Giuseppina, sua madre, a chiamare il Missionario, perchè Sebastiano, suo padre, era malato. La povera donna sapendo, che dopo sei mesi di permanenza alla Missione il figlio continuava a frequentare la scuola, se ne rammaricò grandemente.

Simone usciva allora tutto giulivo dalla scuola; la madre lo chiamò e gli disse: Simone, tuo padre è malato e non può più reggersi in piedi; noi ti abbiamo mandato qua come capraio, perchè colla tua paga potessi aiutare i tuoi fratellini. Se tu pretendi di andare alla scuola e non ci aiuti, siamo rovinati. Vuoi tu lasciarci morir di fame? Deponi, dunque, questi vestiti del Padre e ritorna a casa tua.

Simone divenne molto triste e sarebbe scoppiato in pianto, se io non avessi troncato quel colloquio promettendo qualche elemosina alla famiglia, perchè il ragazzo potesse continuare a frequentare la scuola.

Nel pomeriggio di quel giorno andai a trovare il malato e condussi Simone con me. Suo padre era disteso per terra, nel cortiletto davanti la capanna, malamente coperto di cenci che noi non vorremmo neppure usare come strofinacci, e mordeva una pannocchia di granoturco. Lo confessai e gli diedi venticinque lire, promettendo che mi sarei ricordato della sua famiglia anche in avvenire.

Di ritorno alla Missione feci a Simone qualche domanda sulla sua passata condizione di mandriano presso i pagani.

- Al mattino, disse il ragazzo, partivo presto colle vacche; più tardi quando il sole era già alto mi portavano alla foresta un po' di riso crudo che io facevo rammollire nell'acqua fredda, e quello doveva bastarmi fino a sera. Ora sto meglio, Padre; se puoi aiutarmi, abbi pietà di me.

-- Non temere Simone, prega soltanto, e io, coll'aiuto del Signore, che ascolta sempre la preghiera dei fanciulli buoni, aiuterò te, la tua famiglia e molti altri ragazzi, che soffrono ancora oggi e aspettano con ansia il giorno, in cui poter associare alle tue le loro preghiere, perchè Dio ricompensi chi ha compassione dei ragazzi poveri e abbandonati.

Simone è ora un bravo scolaretto e potrà essere fra qualche anno uno zelante Catechista; ma avrebbe bisogno di generosi Padrini, che lo adottino con almeno trecento lire annuali; perchè il Missionario è povero e ha molti orfanelli da mantenere.

D. GIOVANNI MAZZETTI.

DAL SIAM.

Premiazione degli alunni.

L'altra settimana i nostri ragazzi hanno avuto gli esami finali dati da una commissione di Maestri, nominati dal Sottoprefetto su temi inviati dall'Ispettore scolastico di Mekhlong.

Si trattava di dare l'esame agli alunni ed anche un poco ai Missionari per vedere che cosa si era fatto in questo primo anno di lavoro. Gli alunni stessi compresero che nelle loro mani stava l'onore della Missione e seppero tener alto il nome della scuola.

Su 12o alunni presentati (l'esame era solo per tre classi) 109 furono promossi al primo scrutinio, meritando nella classifica uno speciale elogio dal Presidente della Commissione.

L'Ispettore Scolastico della Provincia di Ratburi, dopo una visita, scriveva sul Diario della Scuola: « Ho visto attenzione, cura e buona volontà da parte del Padre e dei Maestri. Hanno un bel fare ed un'indole molto buona; mi recarono un vero piacere ».

Speciale importanza rivestì l'esame di catechismo: in un tempo massimo di cinque ore i giovani dovevano rispondere per iscritto a 27 domande: quanti commoventi pensieri abbiamo letto in quelle pagine sull'amore alla SS. Eucaristia, alla Madonna, al Papa; sul desiderio di cooperare alla evangelizzazione. L'orale fu pubblico davanti ad una speciale commissione.

La distribuzione dei premi (vi erano quattro categorie di premi: condotta, catechismo, studio, sacre cerimonie), rallegrata da saggi ginnastici, suonate, canti, si svolse con grande solennità alla presenza del Capo del Distretto, dell'Ispettore scolastico, dei Sindaci e consiglieri dei villaggi.

Ma un altro frutto, ed è il più prezioso dii questo primo anno di scuola, dobbiamo segnalare: 17 alunni ricevettero il battesimo, 61 la prima Comunione, 64 ebbero il diploma di compiuto corso di Catechismo.

Noi chiamiamo a parte della nostra gioia i buoni cooperatori che ci hanno fornito i premi, domandando che questi per un altro anno siano duplicati.

Bang Nok Khuek, dicembre 1930.

Sac. Giov. CASETTA, Salesiano.

Il motoscafo " Liguria ".

« Bravi ex allievi salesiani della Liguria! ».

Il nostro Superiore aveva lanciato, l'anno scorso, l'appello agli amici delle Missioni: « Mandateci un motoscafo che ci aiuti a fare del bene ». Il grido venne raccolto dagli ex allievi del Collegio Salesiano di Sampierdarena ed il bel battello col nome di « Liguria » ci giungeva nel mese di marzo, doppiamente gradito perchè ci sarà di grande aiuto e perchè ci ricorderà il sacrifizio di tanti cari giovani che nei nostri Collegi hanno imparato a cooperare alla evangelizzazione degli infedeli.

E ci ricorderà anche la bella terra d'Italia e dell'Italia la regione che è nota in tutto il mondo per l'ardimento dei suoi navigatori: la Liguria.

I nostri giovani hanno voluto sapere il significato del nome del battello e, naturalmente, son subito diventati amici di quei Genovesi, pieni di allegria come loro, i quali per amore di Dio e degli Siamesi loro fratelli si sono privati di qualche divertimento per concorrere ad acquistare un sì utile e prezioso dono.

Ma accanto al nome italiano ci voleva anche un nome siamese e si bandì un concorso tra i giovani con tanto di Commissione, la quale scelse il nome « Ua Darun » che significa: che aiuta i ragazzi.

Nacque così il binomio « Liguria-Ua Darun »: (Liguria che aiuta i ragazzi). Non è un bel nome?

Il giorno di S. Giuseppe, ornato del gran pavese tra cui spiccavano le bandiere pontificia, italiana e siamese, venne solennemente benedetto tra lo squillare delle campane, il rullo dei tamburi e le acclamazioni di tutto il popolo.

Naturalmente ci furono molti Xajò ai giovani Liguri. Poi il viaggio d'onore sul grande fiume. Prima i giovani della banda musicale che diffusero le festanti note della Marcia Italiana, poi gli alunni della scuola, dell'Oratorio, poi tutto il popolo e si videro dei Cinesi con tanto di codino ridiventare fanciulli confondendo la loro allegria con quella dei loro figliuoli.

Il « Liguria » non è mai fermo. Ha già servito al Missionario che porta il Re dei re al moribondo; trasporta i nostri chierici europei ed indigeni nelle passeggiate; non c'è festa nei dintorni a cui non partecipi il «Liguria» carico di ragazzi che coi loro canti predicano nei villaggi pagani che servire il Signore è fonte di santa e vera letizia.

Gli anni scorsi la nostra scuola era poco frequentata da febbraio a luglio, perche il vento solleva nel fiume forti onde con pericolo di rovesciare le piccole barche dei ragazzi. Il « Liguria » ha risolto la questione. I ragazzi vengono a piedi attraverso ai giardini di cocco fino al fiume di fronte alla Missione, ed il «Liguria» guidato dal caro coadiutore Deponti, se la ride delle onde, zeppo di ragazzi che cantano inni di gioia. Gli Angeli tutelari di questi siamesini portino l'eco dei loro canti fino ai cari ex allievi Liguri.

Bang Noh Khueh (Siam), 24 luglio 1930. Sac. Giov. CASETTA, Salesiano. PS. - Don Pasotti, superiore della Missione, aggiunge alla corrispondenza del missionario questa postilla:

Ed ora i nostri birichini aspettano dagli ex-allievi d'Italia una giostra pel fiorente Oratorio festivo « Beato Giov. Bosco ». Io ho promesso che i loro desideri non saranno delusi. Ho indovinato?

D. C. PASOTTI.

Piccoli assamesi.

Di tutti i nostri orfanelli uno solo, finora, Paolino, è stato adottato da due buone persone, e può innalzare la sua innocente preghiera al Signore pei suoi padrini d'Italia. Gli altri pregano secondo l'intenzione del _Missionario, in attesa di poter essi pare ricambiare la carità di qualche pia persona colle benedizioni che il

Signore non nega mai alle preghiere dei suoi piccoli amici.

Sono stato parecchi anni da solo in una Missione povera e selvaggia e fu appena l'anno scorso che, coll'arrivo di un bravo aiutante, potei finalmente aprire un orfanotrofio e cominci .re a godere della preziosa conipagnia di tanti buoni ragazzetti.

Un amico, vedendo in cortile il primo gruppo di quei vispi fanciulli e sapendo che io pensava di raccoglierne ancora molti altri, mi fece osservare: A che pro raccogliere tanti orfanelli se poi bisogna mantenerli?

Umanamente parlando l'amico aveva ragione. Ci troviamo dispersi in una foresta senza strade, senza mezzi di comunicazione, senza risorse locali, in mezzo a una popolazione di pezzenti, che domandano continuamente l'elemosina al Missionario; quelli poi, che ci conducono gli orfanelli, pensano di avere anche maggiori diritti per la nostra beneficenza; e noi cerchiamo di aiutarli secondo le nostre forze.

L'osservazione dell'amico però mi fece pena e gli risposi: - Uomo di poca fede; se il Signore manda il necessario a noi poveri peccatori, forse che potrà dimenticare questi piccoli innocenti? Il Signore penserà Lui a mantenerli e la loro preghiera sarà la mia ricchezza.

Mentre scrivo non ho neppure un centesimo in cassa; ma gli orfanelli pregano in coro -- Padre nostro che sei ne' cieli - e la loro preghiera vale di più di tutto l'oro del mondo, vale la promessa di Dio -- Domandate e riceverete -promessa che abbiamo sempre vista adempita a tempo opportuno.

Se altri amici avessero il buon pensiero di adottare un orfanello, mandandoci trecento lire annuali, noi saremo lieti di mandarne loro la fotografia e dire all'orfanello beneficato: -lontano, al di là del mare, nella terra del Papa, ci sono persone che ti amano, come ti amavano una volta babbo e mamma. Tu prega per loro ogni giorno e di' al Signore di benedire le loro famiglie.

D. GIov. MAZZETTI

Missionario salesiano.

Lettera di Don Giulivo ai Giovani.

Carissimi,

Una delle opere più edificanti e proficue nelle Missioni Cattoliche tra i popoli infedeli è certamente quella dei Catechisti. Mirabile è l'entusiasmo e la costanza con cui tra i nuovi convertiti, specialmente giovani, parecchi si consacrano a divenire ardenti propagandisti e abili maestri di Religione in eccellente aiuto al Missionario.

Frequente anzi colà si presenta il caso persino di fanciulli e fanciulle che dicono al Missionario o alle Suore Missionarie: - Oh anch'io vorrei fare come fai tu! - Pare che si rinnovi il fatto di Santa Teresa di Spagna, che non era per anco arrivata all'età di dodici anni, quando ac cesa dal desiderio di propagare la vera religione e di dare la vita per Gesù Cristo, risolvette d'accordo con il suo fratellino, di portarsi tra i Mori o i Saraceni che infestavano la sua patria. I due fanciulli fuggirono un bel dì dalla casa paterna, per andare tra quegli infedeli. Quando s'imbatterono in uno zio, che, conosciuto il loro intento, li ricondusse alla madre, già affannata per la loro assenza di casa.

Giovani carissimi, infiammatevi anche voi di simile zelo per la Religione e per le Missioni Cattoliche negli ambienti in cui crescete. E suscitate altrettanto zelo tra i vostri compagni, nei vostri Circoli, e Compagnie Religiose; fate attiva propaganda di azione religiosa ovunque; Iddio vi benedirà e farà di voi altrettanti apostoli.

Infine vi raccomando caldamente di aggregarvi tutti all'Unione di Gioventù Missionaria e di abbonarvi al bellissimo periodico dello stesso titolo (L'abbonamento costa L. 6,20 l'Amministrazione è in via Cottolengo, 32, Torino).

Addio.

Affezionatissimo

Don GIULIvo.

CULTO E GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

Guarisce il mio figliuolo.

Nello scorso Agosto il mio figliuolo fu colpito da gravissima malattia: i medici accorsi, dissero trattarsi di meningite e disperarono di riuscire a salvarlo. Un'amica Cooperatrice Salesiana, mi suggerì allora di incominciare una novena a Maria Ausiliatrice, sicura che la Madonna avrebbe tosto dimostrato la sua bontà. Infatti un miglioramento si verificò nel malato appena iniziata la novena, e continuando mi diede in breve il mio Carlo perfettamente guarito.

Esprimo all'Ausiliatrice tutta la mia riconoscenza e il mio vivo ringraziamento per la grazia concessami.

Reggio Calabria.

ALICE TROVATI.

Mi affidai alla Madonna.

Da vari mesi soffrivo di coliche fortissime che mi facevano trascorrere ore di spasimi. Recatami a Roma per farmi visitare da uno specialista, questi mi indicò la cura operativa. Con tutta fede mi affidai alla Madonna di Don Bosco affinche avesse scongiurata l'operazione. Infatti una notte sognai la Santissima Vergine che mi sorrideva e dopo due giorni emisi un calcolo renale che pose fine alle mie sofferenze evitando l'atto operatorio. Sciolgo, quindi, il voto inviando la mia offerta da utilizzarla come meglio crede.

Pistica.

ELISA Di BELLA.

Efficace protezione.

Affetto da più mesi da grave calcolosi, dopo aver peregrinato per le corsie di vari ospedali, venni al S. Giovanni di Torino disperando purtroppo di riavere la salute senza ricorrere ancora all'intervento chirurgico. Nella dolorosa attesa invocai col più vivo fervore la protezione del Beato D. Bosco e di Maria Ausiliatrice; immediatamente ebbi la grazia desiderata, poichè il calcolo tormentatore uscì spontaneamente e senza alcuna difficoltà.

Novara.

MARIO VARESI.

La Vergine mi ha aiutata.

Da lunghi anni soffrivo nn dolore interno che m'impediva il disbrigo delle occupazioni domestiche e mi causava un lento e continuo esaurimento. Era l'incubo della mia famigliuola. Molti e discordi furono i giudizi di professori, costosissime le cure, vani i risultati.

Ad accrescere il mio malessere contribuì l'improvviso aggravarsi di un mio carissimo bambino che amavo come la pupilla dei miei occhi e che il Signore volle con sè a soli 9 anni dopo circa 40 giorni di malattia. Costernata di animo e depressa fisicamente venni a conoscenza che il parere della scienza era finalmente concorde, ma pur troppo per l'operazione. Ero stanca di soffrire, ma non sapevo rassegnarmi al passo decisivo; avevo timore e non volevo morire.

Come ad àncora di salvezza mi attaccai alla Vergine Maria SS. Ausiliatrice, ne implorai dal più profondo del cuore il suo aiuto, e mi gettai interamente nelle sue braccia protettrici.

L'operazione, per mio desiderio subita il 24 maggio, riuscì magistralmente; il disturbo è scomparso ed in pochissimo tempo ho riacquistato forza, benessere e tranquillità.

Vallecrosia.

CURTI ELIGIA LANTERI.

Viva Maria SS. Ausiliatrice.

Con l'animo pieno della più viva fede e riconoscenza sono lieta rendere pubblica una grazia ricevuta dalla Vergine Santa. La mia piccola bimba, un amore di pochi mesi, fu assalita da forti febbri infettive che in pochi giorni me la ridussero in uno stato di debolezza tale che lo stesso medico disperava di salvarla. Io mi rivolsi a Maria SS. Ausiliatrice e a Don Bosco promettendo un piccolo obolo per le Opere Salesiane; in pochi giorni la bimba si è rimessa e adesso sta bene.

Mineo (Catania).

UN'Ex ALLIEVA SALESIANA. Nelle mani di Maria.

Da sette anni soffrivo forti dolori di stomaco dai quali nulla valeva a sollevarmi. I medici visti vani tutti i rimedi suggeriti, mi consigliarono di tentare un'operazione non nascondendomi però quanto la stessa fosse difficile e dolorosa. Mi misi nelle mani di Maria Ausiliatrice con tutta la fiducia. L'operazione riuscì ottimamente ed in poco tempo potei lasciare l'ospedale e tornarmene a casa guarita.

Frassenè (Fonzaso)

VESCADOR MARIA in Zucco. Salvata da asfissia.

La signora Vercelletti Margherita il 28 agosto u. s. per inavvertenza aveva lasciato aperto il becco del gas; svegliatasi di soprassalto e sentendosi venir meno il respiro, ebbe appena il pensiero di invocare l'aiuto di Maria. Si riebbe due ore dopo all'Ospedale ove l'avevano trasportata i vicini penetrati nell'alloggio per l'odore forte del gas che di là si sprigionava. L'avevano trovata fuori dei sensi ed il medico stesso tentava la respirazione artificiale senza alcuna speranza: sembrava già morta. Invece si riebbe improvvisamente e sentendosi completamente libera da ogni dolore e pienamente in forze potè da sola recarsi a casa sua, benedicendo la Madonna di averla salvata.

Torino.   X . Sempre esaudito.

Quando durante la mia lunga vita, poiche in breve arriverò agli ottantatrè anni, mi rivolsi con piena fede alla Madonna di Don Bosco, fui sempre esaudito. E così di recente Essa mi liberò dalle conseguenze di una difficile situazione, laonde sono felice di poterle esprimere pubblicamente la mia riconoscenza.

Fiume, 12 luglio 1930.

Avv. Dott. SILVESTRO PALLUA. Salvata dal crup.

La mia piccola Maria Teresa, dopo alcuni giorni di malattia, il 19 gennaio u. s. si aggravò improvvisamente a tal segno, che il medico curante volle un consulto, dal quale risultò che la bambina era affetta dal crup e che le rimanevano poche ore di vita. Occorreva perciò trasportarla d'urgenza all'ospedale di Oneglia per tentare l'operazione, per quanto - a detta degli stessi medici - sul punto di morte.

L'infezione infatti si era diffusa per tutto il corpo, il suo visivo si era fatto violaceo e, perduta la parola, soltanto si sentiva il rantolo che penosamente la soffocava.

Figurarsi lo stato d'animo di questa povera madre! Mi prostrai dinanzi all'immagine di Maria Ausiliatrice e piangendo invocai, ad intercessione del B. Don Bosco, il suo aiuto sovrano; mentre puntai una medaglietta del Beato sul petto dell'inferma. Intanto, in automobile si volò all'ospedale di Oneglia, coll'ansia in cuore che la bambina dato il continuo peggioramento non vi giungesse in tempo. Alle 15 la piccola ammalata fu introdotta nella sala d'operazione; ed io pregavo più intensamente che mai per invocare la grazia desiderata.

Come a Dio piacque, la Suora venne ad annunziarmi che la bambina era salva. Corsi a vederla e mi pareva di sognare. Essa era tranquilla e respirava liberamente. In pochi giorni il nostro Beato completò la grazia e la piccola Maria Teresa potè ritornare in famiglia, sana e vispa, riconoscentissima ella pure, come i suoi genitori, per la grazia ottenuta.

Pettenasco (Novara), 25 febbraio 1930. FRANCESCA FORTIS PRISOGLIO.

Esprimono pure la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco i seguenti:

TESRAMAGNA GIUSEPPINA (Pietraperzia) per la guarigione completa del bimbo Roberto Farulla colpito da polmonite doppia.

CULTRERA SERAFINA (Pachino) per il miglioramento seguito da guarigione del fratello Giuseppe gravemente malato di bronco-polmonite.

UNA MAMMA (Varallo) colpita da varie emorragie, di cui il Dottore non poteva determinare la causa, le vide prontamente cessare coll'applicare alla persona l'immagine del Beato e di S. Teresa del B. G.

BIANCA ISALBERTI (Chioggia) per grazia ricevuta da M. A. offre in riconoscenza un prezioso anello alla Madonna.

ANGELA GERosA (Cremona) per aver ottenuto una grazia segnalata, e insperabile, da M. A. e dal B. Don Bosco.

CHIARA SAREDo (Rosario S. Fè) rende le più vive grazie a NI. A. e al Beato per essere stata guarita miracolosamente dalla grippe.

M. R. (Santulussurgiu) per la guarigione del bambino, colpito da bronco-polmonite con altissime febbri. e quasi disperato dai medici.

AMALIA CARENA (Casei Gerola) per l'ottenuta guarigione degli occhi, minacciati da glancoma e da cateratta, all'ottavo giorno della novena in onore di M. A. e di D. Bosco.

GEOM. CORRADO CARATTI (Melazzo). È riconoscente al piccolo Serafino per avergli ottenuto da Maria Ausiliatrice la guarigione della moglie gravemente inferma.

C. R. offre L. 100 e due orecchini in ringraziamento.

N. N. invocando la protezione di D. Bosco, al quarto giorno della novena, riesce ad impiegarsi il marito dopo ben undici mesi di disoccupazione.

M. BosCHIASSI per grazia segnalata.

M. P. ringrazia M. A. invocandone l'aiuto sulla famiglia.

MARITANO GIUSEPPE (Casevecchie di Airasca) avendo la sua bimba Caterina colpita da coscite, dovette portarla in un ospedale di Torino e lasciarla in cura per lunghi giorni. Nel frattempo si raccomandò alla protezione di Maria A. e del B. Don Bosco. Avendola poscia riportata a casa, senza la possibilita che fosse operata, ecco sul finire di febbraio localizzarsi il male in un punto della gamba destra e permettere una felice operazione che in breve la rese perfettamente guarita.

Sr. M. C. (Napoli) per notizie tranquillizzanti sul fratello in un difficile momento della vita coloniale in Cirenaica.

F. S. (Torino) per l'assistenza di M. A. e del B. in una operazione compiuta con esito felice.

D. L. (Torino) sotto l'onta di una calunnia, colla famiglia rovinata anche finanziariamente, si rivolse con fede a M. A. e al Beato ed ebbe il conforto di veder rifulgere la verità.

MARIA CHIARLON (Dego) per la guarigione di Giovanni e di Delia.

SPARTA MARIETTA (S. Domenica Vittoria) per la guarigione del figlio maggiore colpito da polmonite secca, coll'intercessione di M. A. e del Beato.

FRAnco AMELIA (S. Pier d'Arena) rivoltasi alla Madonna e al Beato D. Bosco per protezione in una causa giudiziaria intentata da malevoli al marito, ebbe la soddisfazione di veleno assolto completamente e veder riconosciuta dal tribunale la sua piena innocenza e la colpevolezza degli accusatori.

ROMANO CRISTOFORi (Gambellara) per l'ottenuta protezione di M. A. e dei Beato nei suoi studi.

L. S, nell'angoscia di saper il marito colpito da nefrite, a Parigi con la dolorosa prospettiva di dover fare, solo, la via del ritorno, lo raccomandò al Beato D, Bosco e a M. A. Pochi giorni dopo il marito le annunziava di aver ripreso il lavoro e di sentirsi bene.

A. B. offre L. 1oo in ringraziamento a M. A. e al B. Don Bosco per una grazia ricevuta.

E. M. per una grazia incominciata e perchè M. A. la compia. UNA DEVOTA riconoscente a M. A. per dissidi potuti appianare e pel ritorno della pace in famiglia.

N. N. colla protezione di M. A. potè svincolarsi dalla società in cui era entrato ed ebbe pure la consolazione di vedere il padre ritornare alla frequenza dei Sacramenti dopo anni che ne stava lontano.

L. D. (Perugia) per varie grazie ricevute da M. A. e dal Beato.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice o dal Beato D. Bosto, e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:

Accardi Francesca, Alemanno Giuseppe, Nessi Rosina, Arrighi Irma, Ascheri Francesca, D. Avecchiuti, Azzolin Maria, Almerici Almerico, Arbizzoni Maria, Ansaldi Biagina, Giuseppe Antonini, Adorna Oreste, Alberto Domenico, A. G. (Ivrea), Agnesotti Caterina, Avveduto Amelia, Ala Agnese, Angelini Martino, Ardissone Mario, Arncodo D. Bartolomeo.

Ballauri Teresa, parlotta Sac. Nicolò, Barrel Maria Luboz, Batzella Battistino, Bedetti Giovannina, Bellegotti Raffaello, Bellinghieri Domenica, Benetti Margherita, Bianchi Giuseppina, Bosio Gina, Bottazzì Angioletta, Bottigni Rosa, Bertola Massima, Boni Maria, Bizzotto Anna, Bocchio Rosita, Bianconi Giovanna, Borsellino D. Gaetano, Burla Narcisa, Bono D. Imberti, Barletta Luigia, Bertollo Luigia, Settimia Berardi, Baldari Cav. Domenico, Battiato Angelina, Bozzini Antonietta, Baldizzone Maria Garibaldi, Bellora Sr. Geltrude, Burattini Pia, Beretta N4. ,ria, Benedetto Caterina, Bergonzoli Guglielmina, Battaglia Adele. Bianchi Bellusi Marianna, Bertoso Lorenzo, Bianchi .Maria, Balbi Adelina, Brusco Laura, Busi Teresa, Bongiovanni I'ifippa, Rettale Antonietta, Buzzetto Frida, Borgo Giuseppina, Broccardo Francesca, Bianchi Bambina, Burattini Clelia, Bonfanti Caterina, Battezzati Evaristo, Borney Candida, Borello Sorelle, Bettoni Caterina, Bianconi Evelina, D. G. Bronzini, D. Bertivi, Clemen. Bona p. gr. rie.

Caccia Corti famiglia, Sr. Canale G., Cardinali Pia, Castellana Rosina, Cattanco Marietta, Ceraso Tullio, Chemin Elisa, Chezzi Giovanni, Coletto Gilda, Consoli Annunziata, Cnntardi Ernestina, Conti Gandolfo Giuseppina, Cremonini Ida, Crottini Rina, Costa Mons. Alberto, Calzavara Pinton Teresa, Carraro Perissi Emilia, Campi Coltro Ida, Corti Tommaso, Camedda Rosa, Colla Ines, Cristofori Romano, Cravero coniugi, Calo (Giuseppina ved, Mongelli, Colonna D. Alfonso, Collconi Natalina, Cerruti Agnese, Cavallero 'Piva, Campagnoli Lina, Cò Maria Marcello, Cassinaro Giocondo, Colombo Assunta, Cirielli Dante, Caneva Arturo, Canova Matilde, Cossatin Orsola, Cantoni Cestrina, Can. Nicola Cirillo, Caidiero Giuseppe, Crosio Sorelle, Cillo Ines Micheloni.

Dalla Chiesa Savina, Dassi Famiglia, Daniele Agnese, Deidda Ernestina, Vittore, D. Del Favero, De Mori Anna, Destefani Maddalena, Detomasi Teresa, Ester Di Fusio, Del Canale Giuseppina, Degan Bernini Iolanda, Dall'Osso Maria, Donati Vittorio, De Nardo Cesco Caterina, Drago Anna, D'Aur, Maria, bagnoli Giuseppina, Daprai Seratina, Demo Amabile, Dalla Zuanna Caterina, Del Saldato Miranda, Domplim Sofia, Direttrice Orfanotrofio Marzano, Di Caro Angelo, D'Amico Vincenzo, Delpiano Carolina.

Fanti Erminia, Ferrando Sofia, Terrario Beretta Maria, Ferrero Margherita, Ferri Flora, Fogliasso Ida, Fracchia Adele. Fragapane Giacinto, Francia Giuseppina, Fusi D. Giovanni, Foschini Angelina, Figazzolo Famiglia, Fracchia Alfonsina, Franzoli Lea Lavagna, Fabbriano Sorelle, Frignani Rina, Lisa Fuga Rosa, Ferraris Caterina, Fazzone Alfredo, Fedeli Romilda, Fabrizi Elisabetta, Fumagalli Vittorio, Feruglio Rina, Fiorentino Giuseppe, Falcione Adelina, Fongazio Rosetta, Falaschi Angiolina, Fassio Angela.

Garagnan, Maria, Giacometto Giacomo, Gollini Iola, Gamboso Rosa, Greminai Giuseppina, Guerra Sac. Marino, Gabriele Costanzo, Giarda Francesca, Grech Can. Giuseppe, Guiglia Piccina, Granaroli Virginia, Garrone Giuseppina, Gismondi Tina, Gaspard Maria, Garatti Maria, Greppi Antonio, Gulotta Rosalia, Guerra Elisabetta, Gavotto Antonia, Gillione Vincenzo, Gulino Antonietta, Gabellini Teresa, Gatti Silvia, Gaschino Lucia, Ghiani Bei Salvatore, Guaglianone Angelo, Guai-neri Soldi Maria, Gallante Antonietta, Giovanettoni Clemente, Galfrè Ermelina, Garatti Giulia, Giambra Maria, G. P. riconoscente per gr, rìc.

Immardino Calogero, Invernizzi Angela, Incutti Maria, Isoardi Anna.

Lazzarini Bice, Lizzeri Virginia, Loddo Francesco, Longo Teresa, Lorco Antonia, Lotta Albino, Lusso Giovanna, Lovise Enrico, Linguanti Sebastiano, Loria Maria, Laconi Maria, Leoncino Enrico, Lando Panlina..

Maggiorai Giulia, Mangelli Carla, Marini Ernesto, Marongiu Virginia, Mattinelli Ida, Mazzarelli Teresa, Mazziotti Can. Alfonso, Meren Antonietta, :Merlo Francesco, Meroni Maria, Mitighi Montorsi Iolanda, Monteleone Lucia, Morari Giuseppina, Mortillora Rosa, Mosca Rina, Massimo Bianco Adele, Melofiro Riccardo, Mozzenti Giovanni, Mioni Elvira, Michau Rina, Maria Mose Duca, Murgia Salvatore, Monegato Maria, Magrinclli Ersilia, Magistri Caterina, Mosele Vereconda, Moretto Francesca, Monti Andreina, Marchetto Anna, M. L., Minotta Filippina, Murino Filomena, Mattina Maria, Mella Giuseppina, Musillani Ersilia, Martinetto Giuseppina.

Negri Serafino, Negri Teresa, N. N. offre L. 2oo, Negri Paolina, Nomolli Sicilia, Caterina Nicastro Russa.

Orsola Mario, Orsola Domenica, O. A. (Pomaro), Oliani Antonia, Olivieri Gina.

Pallavicini Paola, Palmas Anna, Pasquali Erminia, Pellegrini Maddalena, Pella Angiolina, Pezzotti Anna, Piovanelli Alfredo, l'iras Peppina, Prato Antonietta, Paglini Concettina, Puyatti Margherita, Porta Angela, Plaisant Varichetta, Pezzato Elena, Pilosio D. Luigi, Paperelli R., Ester Perin, Previtera Antonino, Pillitteri Savina, Palenzona Gina, Pizzo Rita, Palma Rosa, P. R., Preti Teresa, Piccione Paolo, Pondolfo Elvira, Patrucco Ottavio, Pin Serafino, Palermo Luigia, Perrone Costanza, pagani Amelia, Purello Giovannina, Palmarini Angela, Pelizza Irene, Pizzi Anna, Parodi Maria, Paccagnella Sara.

Querci Bruna.

Racaszin Rege, Rigoli Rina, Rollandin Maria Ioseph, Rossi Assunta. Rullo Rosaria, Rodolfo Maria, Roncoz Maria Teresa, Rambelli D. Michele, Ravani Giovanna, Ramelli Leopoldina, Rizzi Rosa, Risicato Francesco, R. C. (Borgomasino).

Soglia Caterina, Salvo Emmanuela, Sanfilippo Grazia Venezia, Santi Anna, Scacco Franca Li Volti, Scelsi Agata, Scovazzi Angelina, Scullica Maria Teresa, Scurati Teresa, Seripa i(laria, Simonetti Clotilde, Smania Alice Fabris, Soldini Ermelina, Splendori Anna, Strada D. Narciso, Savarese Antonina, Solinas Antonietta, Storia Emma, Seghetti Dotr. Gaetano, Silvo Maria, Santachè D. Albino, Magno Colianni Lucia, Siepi Giuseppina, Schiapparelli Emma, Saba Francesco, Sotgiu Giovannina, Suardi Antonietta, Surra Guglielmo, Sambugar Cristiano, Sanno Beatrice, Stefanelli Francescantonio, Spriano Arturo, Sordo Caterina, Suliani Celestina, Sgroi Giuseppina, Sacchi Luigi, Selva Emma, Scuderi Paolo, Stratta Luigia, Scararda Francesco.

Taverna Annetta, 'Caverna Mario, Tisi Giuseppe, Traversa Elena Clementi, Troia Cornelia, Tropea Maesano Maria, Torti Caterina, Tenneriello Domenico, Teobaldi Agnese, Turco Anno, nino, Terruggi Angiolina, Tonini Vanetti America, Tabaro Maria, Turi Anna, Trevisan Norina, Elisa Tita,

Velsecchi Gesualdo, Villani Maria, Venturini Silvia, Vanfretti Albina, Valentinuzzi Lucia, Vacca Angiolina, Venturi Giovannina, Viasone Rosa, Vapallo Margherita, Viola Giulia, Vetrugno Tobia, Vagliano Teresa, Virano Carolina, Vigneri Lucietta, Gallino Emma, Vanzetta Carmela, V. C., Visendaz Costanza.

Zanocco Rosa, Zorzi Giulia, Zandri Antonietta, Zanetti Guglielmo, Zanacco Rita Bacchella, Iride Zini, Zambello Pierina, Zago Antonio, Zerbino Maria Canepa.

NECROLOGIO

Mons. Giuseppe Verna

Prevosto di Salto Canavese.

Nato a Colleretto Castelnuovo da poveri genitori, fu accolto all'Oratorio dal Beato Don Bosco verso il 186o, a condizione che in luogo della pensione annuale regalasse un sacco di castagne. Dopo il ginnasio entrò nel Seminario d'Ivrea dove fu ordinato sacerdote nel 1874. Fu quindi maestro comunale a Ceresole, a Colleretto e a Barone: e finalmente Prevosto di Salto nel 1884, dove esplicò una lunga vita sacerdotale fra l'affetto e l'ammirazione del popolo che tanto l'amava per le sue virtù e pel suo zelo.

Geom. Belluati Pietro.

Podestà del Comune di Motta de' Conti e Segretario Politico del P. N. F. morì cristianamente, com'era vissuto, a Casale, il 31 agosto. La sua vita onesta, laboriosa, cristiana lasciò esempi edificanti che resero stimata e ammirata la sua memoria. Legato da vivo affetto all'Opera Salesiana, cooperò al bene da, essa esplicato coll'ardore di zelante cooperatore.

Cav. Oreste Macciotta.

Spirava improvvisamente a Campiglia Biellese il io ottobre. Portò sempre il fervore della sua fede e l'esempio della sua attività in tutte la Associazioni Cattoliche, specialmente nell'Unione del Coraggio Cattolico, nei vari Congressi: a tutti fu di incitamento nell'amore a Gesù Sacramentato, alla Chiesa e al Papa.

Fu ottimo amico dell'Opera Salesiana, che sostenne con inalterato affetto e con caritatevole cooperazione.

Piacentini Angelo.

Spirava santamente in Pandino (Cremona) questo Cooperatore d'antica data, anzi fondatore del gruppo di Cooperatori di Pandino. La sua attività a favore delle Opere Salesiane fu sempre avvivata da uno zelo ardente e dal più vivo affetto per D. Bosco, che conobbe di presenza. In un'occasione che s'incontrò con Don Bosco a Milano, dopo avergli consegnato la sua offerta, gli manifestò le difficoltà che trovava in paese alla sua propaganda. D. Bosco gli disse: - Non ti meravigliare. Sai perchè non vogliono bene a D. Bosco? Perchè non lo conoscono..: Tu fa' coraggio! - E il brav'uomo si fece coraggio e fruttuosamente spese la sua attività nella propaganda alle opere salesiane.

Cecilio Manfredi.

Ex allievo affezionato spirò cristianamente come visse.

Per 42 anni maestro di cappella e organista della cattedrale di Novara, indi direttore dell'Istituto Musicale Brera, si mostrò sempre lieto di compiere qualche utile servizio alla

Congregazione Salesiana e di esserne cooperatore insigne.

Fervido ammiratore di D. Bosco e delle sue opere, nei 33 anni di vita sacerdotale si prodigò sempre nel giovare alla gioventù, mentre da 22 anni attendeva a preparare in Pietraperzia un grande Istituto da affidare ai Salesiani. Decurione Salesiano promosse con zelo la divozione a M. A. e fu animatore di ogni opera che procurasse la gloria di Dio. La sua vita fu coronata da una santa morte, a 58 anni.

Cav. Uff. Mons. Lodovico Campi

Direttore dei Cooperatori Salesiani di Ferrara.

La figura di Mons. Lodovico Campi resterà lungamente impressa nell'animo dei Ferraresi per le spiccatissime doti di mente e di cuore clic gli meritarono singolare stima e simpatie vivissime in ogni classe di cittadini. Sacerdote zelantissimo, studioso e letterato, per circa 3o anni egli fu, come insegnante nel seminario, il maestro del clero della diocesi; accademie scientifiche, Società ed Istituti l'ebbero membro illuminato ed attivissimo e non vi fu iniziativa che mirasse al bene della città di cui egli non sia stato valido sostenitore.

Ammiratore dell'Opera Salesiana e da parecchi anni Direttore diocesano dei Cooperatori con zelo particolare si adoperò pel trionfo di D. Bosco in occasione delle solenni feste celebratesi in Ferrara per la sua Beatificazione.

Nacque a Ferrara il 25 gennaio 1872, si spense serenamente in Ferrara il 25 agosto 1930 confortato dai SS. Sacramenti.

D. Gilberto Dianda ex Proposto di Capànnori.

Colla benedizione speciale del S. Padre e coi conforti religiosi spirava serenamente a Viareggio questo pio sacerdote, che per 28 anni fu parroco modello e amatissimo di Capannori (Lucca). Ritiratosi per malferma salute a Viareggio, passò gli ultimi 8 anni nel fervore della pietà e dello studio, pubblicando un pregevole lavoro sul Catechismo Maggiore di Pio X, in sette volumi, che ebbero l'onore di traduzioni in varie lingue. Ammiratore e benefattore delle opere salesiane, si sentì spronato a zelare anche con sacrifizi tutte le opere che ridondavano a gloria di Dio, e volle in morte che tutto il suo patrimonio fosse distribuito in beneficenza.

Signora Costanza Dutto ved. Delfino.

Quasi ottantenne è mancata ai vivi, nelle prime ore del 20 ottobre la signora Costanza Dutto Ved. Delfino. Ha coronato con una santa morte la sua santa vita, perchè tutti i lunghi anni della carriera mortale Ella consacrò assiduamente alla famiglia, alla beneficenza, alla religione, modesta ed affabile con tutti ma specialmente coi bisognosi e con gli umili. Nè il largo censo, nè la posizione eccelsa della sua famiglia riuscirono mai a smuoverla da quella aurea semplicità che le fu tanto caratteristica e che la rese cara a quanti la conobbero. Cooperatrice Salesiana da tanti anni, salutò con gioia i Figli del Beato quando giunsero a Cuneo, s'inscrisse tra le Dame Patronesse dell'Opera Salesiana ed ebbe viva divozione per D. Bosco.

Marchese Claudio di Seyssel d'Aix e di Sommariva.

Degno erede della tradizione millenaria d'una delle più nobili casate Baronali di Savoia, nella quale si contano in ogni secolo insigni personaggi storici, il March. Claudio offriva in sé il tipo del perfetto cavaliere cristiano. Dedicatosi alla carriera delle armi, aveva nell'ultima grande guerra dimostrato in battaglie formidabili un valore supremo alla testa dei suoi reggimenti, e più volte ne tornò, benchè ferito, con chiari segni della protezione di Maria SS, in cui confidava. La fede cristiana che egli tenne saldamente e praticò senza rispetto umano, aveva nutrito in lui, insieme con la devozione al suo Re e al dovere, un senso di bontà veramente superiore, che lo rese amatissimo da tutti i suoi dipendenti, e gli Ufficiali della Scuola di Milano, ch'egli dirigeva da cinque anni, non vollero altra parola per ricordarlo. Benefico verso gli umili, generoso verso tutti continuò gli esempi della sua famiglia nel benvolere le Opere di don Bosco. Il nostro Beato era stato ospite del padre nel Castello di Sommariva, dove nel dicembre 1862 aveva fatto miracolosamente fiorire sotto la neve il rosaio che avvolgeva la finestra della sua stanza.

La sua immatura e repentina dipartita, che lo colse a 57 anni in mezzo ai suoi ufficiali il 29 agosto u. s., non lo trovò impreparato poichè aveva poco tempo prima voluto acquistare il Giubileo. Mentre invochiamo dal Cielo alla benemerita Consorte, la March. Luisa dei Brivio-Sforza e agli otto figliuoli i conforti della speranza cristiana, lo raccomandiamo piamente alle preghiere dei nostri Cooperatori.

Levrino Teresina Insegnante.

Ex alunna delle Figlie di M. A. a Giaveno e a Bordighera, visse quaggiù la vita soave di un angelo. Rese la sua bell'anima a Dio a 26 anni, dopo aver edificato quanti la conobbero con le sue preclari virtù.

D. Tullio De Agostini

Parroco nella Cattedrale di Padova.

Rese la sua bell'anima a Dio, il mattino del 12 ottobre 1930, in età di anni 74..

Il Sig. D. Rinaldi inviando le condoglianze al nipote salesiano, scriveva: « Mi ha vivamente impressionato la perdita di D. Tullio, tuo carissimo zio e nostro ottimo amico... Con lui scompare un grande amico del Beato D. Bosco... ». Tale era stato sempre.

Fin dall'11 maggio 1881, D. Rua scriveva da Roma al giovane Chierico: «D. Bosco si rallegra con V. S. del suo avanzamento negli Ordini Sacri, e volentieri prega e fa pregare, affinchè venendo V. S. ad essere fra breve ordinato sacerdote, possa ricevere l'abbondanza di tutte le grazie, per diventare un santo Ministro del Signore. Mentre poi La ringrazia dell'interessamento che V. S. prende alle nostre opere, Le augura dal Signore mille e mille benedizioni... ».

I rapporti di D. Tullio con D. Bosco divennero sempre più frequenti e più intimi, dopo che nell'estate del 1882 ebbe la fortuna di passare con Lui quaranta giorni, ospite e amico, a Torino e a S. Benigno. Trascriviamo qualche brano della copiosa corrispondenza quasi tutta autografa.

« Torino, 17 ottobre 1882... Dio benedica Lei sal terrae et lux mundi, mi creda sempre suo umile servo ed amico Sac. G. Bosco ».

« Torino, 14 dicembre 1882 - Carissimo Don Tullio, io la costituisco con questa lettera mio Segretario generale e Plenipotenziario... Gesù Bambino conceda a Lei e a que' di sua famiglia sanità e santità. A Lei poi in particolare: Esto sal et lux... Sarò sempre in G. C. umile servitore Sac. Giov. Bosco ».

«Torino, 27 dicembre 1883 - Mio caro Don Tullio, ricevo la sua cara lettera co' suoi cristiani auguri. Dio li centuplichi sopra di Lei e sopra tutta la sua famiglia e sopra tutte le sue fatiche... Dio la benedica, o sempre caro D. Tullio, e ricompensi largamente tutto quello che fa pei nostri orfanelli. M'ami in Gesù Cristo, e voglia pregare anche per me, che di cuore Le sarò sempre aff.mo antico Sac. Giov. Bosco ».

« Torino, 2 settembre 1885 D. Tullio mio car.mo... Io sono qui a S. Benigno Canavese: molto stanco: ma prego incessantemente per Lei, Sig. D. Tullio... Più sovente mi scrive, più mi fa piacere. Quanto avrei caro d'averla qui agli esercizi spirituali!... Ma Dio ci creò e ci vuole tutti al Paradiso: colà ragioneremo delle cose nostre comodamente. La grazia del Signore ci accompagni e Maria sia la nostra guida sino al Paradiso. Dio ci benedica e voglia pregare anche per me, sincero amico, Sac. Giov. Bosco ».

E la corrispondenza continua santa e affettuosa sino al 1837, quando comincia quella, ugualmente affettuosa e santa, di D. Rua.

L'augurio del Beato divenne realtà: il pensiero e l'amore di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco informarono tutta la vita del compianto D. Tullio, e diedero l'impronta al suo Ministero. Varie persone di Padova portarono offerte per le opere di D. Bosco, a suffragio del defunto, dicendo: « Come si può non conoscere e non amare Maria Ausiliatrice e D. Bosco, quando in una città vi è un sacerdote come D. Tullio? ».

Presso la fine, la preghiera e l'unione con D. Bosco divenne sempre più intima, da parere a qualcuno, alla prima impressione, un delirio. E D. Bosco venne a prendere il suo amico, assicurandolo in sogno, pochi momenti prima della morte, che ormai tutta la famiglia si sarebbe riunita. Giovane Sacerdote, avea presentato domanda di farsi salesiano; ma Don Bosco gli aveva risposto che rimanesse nel suo ministero,, dove avrebbe potuto aiutare efficacemente le opere salesiane. E non fu soltanto aiuto di denaro... Molte vocazioni indirizzò alla Congregazione, tra cui quanto aveva di più caro, i quattro nipoti, orfani del fratello, ai quali egli aveva fatto da padre.

E ora egli stesso è entrato a far parte della Grande Famiglia.

Cooperatori defunti:

ALCINI CATTERINA, Montignano (Perugia).

ANZANI ALESSANDRO, Treviglio (Bergamo).

BARAVALLE GIUS.NA n. MARCELLINO, Villastellone (Torino). BASSIGNANA DOMENICO, Dogliani (Cuneo). BASSINO Cav. SAVINO, Torino. BERRA ROSA, Scaldasole (Pavia). BIMA Giov. BATTISTA, Luserna (Torino). BOLZANI MARIA, Bellinzona (C. Ticino). CALI CATALDO, S. Cataldo (Caltanissetta). CANCHINI D. MARINO Arciprete di Isola (Lago di Como). CANTAGALLI Dott. GIUSEPPE, Faenza (Ravenna). CAPRA MARIANNA SESONF, Borgosesia (Vercelli). CARDELLA P. LIBERTINO, Canicatti (Agrigento). COLLI D. ERNESTO, Scaldasole (Pavia). CORSI FRANCESCO, Negrar (Verona). DEL RIO VIRGINIA Ved. BALDI, Reggio Emilia.

DE LUCA LUCIA, VINCENZO e LEONARDO Corgliano d'Otranto FONTANA GIROLAMO, Dalli Sotto (Lucca). FORNIZZI PIA, Udine.

FOSSATI CAROLINA, Milano.

GAETANI MACRI M. ROSA, Casteltermini (Agrigento). GARBARINo BISTOLFI CAROLINA, Acqui (Alessandria). GIANNONI ANGELA V. CRESPI, Sacconago (Milano). GIORDANO STEFANO, Cuneo. GRECO CALOGERO, Canicatti (Agrigento). LANFRANCEII ANZINI IRENE, Seattle (U. S. A.). LEONCINI FILOMENA, Campoligure (Genova). LI CALZI MARIA GALLO, Canicatti (Agrigento). LONGARONI MARIA, S. Venanzo (Terni). LUNGO ANGIOLINA CoNTI, Borgosesia (Vercelli). MACALUSO ROSARIO, Bandita (Palermo). MAINO VIRGINIA, Bolognano (Trento).

MANZONI Sac. FRANCESCO parroco, Villa Raverio (Milano). MICHELI GIUSEPPE, Valfabbrica (Perugia). PAVIATO GANGITANO ERNESTA, Canicatti (Agrigento). PELLEGRINI MARIA, Canicatti (Agrigento). PENSA MAURINA, Bellano (Como). PIETRIBIASI GROTTO CATTERINA, Malo (Vicenza). PILO GIUSEPPINA, Nuoro.

PIPITONE Avv. GIUSEPPE, Palermo.

REGIO GIOVANNINA, Borgosesia (Vercelli). REMOGNA GIULIO VILLA, Borgosesia (Vercelli).

RHO AGNESE BoFFELLI, Camerata Cornelio (Bergamo). RIBACCHI Mons. Dott. ANTONIO, Gualdo Tadino (Perugia). RIVA FILOMENA, S. Sebastiano Curone (Alessandria). Rossi Sac. GIOVANNI parroco, Triuggio (Milano). Rosso LUIGi, Torino.

ROSTAGNO LUCIA, Pinerolo.

SANTUCCI MARIA NAPOLEONI, Genzano di Roma. SAVIO MARIA SORGATO, Torino. SEVERINI Dott. OSTIGLIO, Milano.

SPINGARDI MARINA Ved. ODDINI, Varazze (Savona). STEFANELLI AMADIO, Serrapetrona (Macerata). TACCI Prof. GIUSEPPE, Mogliano (Marche). TASSISTRO GIOVANNI, Garlenda (Savona). CECILIA MARIA Veci. GASPERI, Caldonazzo (Trento). TEMPERI CRISTINA V. GASPARRI, Roma. TozZI CONDIVI GIUSEPPINA GALANTI, Ascoli Piceno. TURCO MARGHERITA, Morozzo (Cuneo). TURINETTO MARIA, Bosconero (Torino). VARETTI PIETRO, Aosta.

VERCELLI ELENA, Borgosesia (Vercelli).

ZENi GIOVANNI, Linha Rocca Sales (Brasile).

Presentiamo vivissime condoglianze alle famiglie, raccomandando ai suffragi dei nostri Cooperatori gli amici defunti.

INDICE ANNATA 1936

Don F. Rinaldi. Lettera ai Cooperatori, I. I fasti dell'anno giubilare, 33.

Encicliea di S. S. Pio XI sull'educazione, 65, 11o.

Per la Beatificazione di Domenico Savio, 70.

Nel ventennio della morte di D. Michele Rua, 97.

Il Vicario Apostolico di Shiu Chow trucidato dai pirati, io,,. Maria A. nella vita e nelle opere di D. Bosco, 129.

Parole del Papa sul Catechismo e sulla Missione del Maestre, 161.

Due gloriosi cinquantenari (Roma-Sicilia), 193. Il B. D. Bosco e la Buona Stampa, 38, 225, 291. Il tempio della S. Famiglia a Firenze, 258. La grande giornata missionaria, z89.

Il Beato D. Ibisco apostolo della Beona Stampa, 353.

VISITE ILLUSTRI.

La Duchessa di Pistoia, 109.

S. A. R. la Principessa di Piemonte, 156S. E. Balbino Giuliani, 156.

Le Loro Altezze Reali i Principi di Piemonte, 231. Il principe Damrong del Siam, 297.

AzIONE SALESIANA.

B Conte Rebaudengo e l'Opera Salesiana, 136. Cinquantenario dell'Opera Salesiana in Sicilia, 14.

XI Congresso Internazionale dei Cooperatori Sales ani, 204, 230, 321. 363.

LETTERE Di D. GIULIVO: 93, I39,'205, 252, 285, 308, 340, 376.

NOTIZIE Di FAMIGLIA: 61, 94, 156, 231, 283, 299, 337, 357. GRAZIE DI D. Bosco: 24, 58, 79, 120, 133, 169, 244,280,316, 333, 366.

GRAZIE DI M. AUSILIATRICE: z6, 6o, 90, 120, 153, 188, 220, 253, 286, 317, 349, 378. BIBLIOGRAFIA: 191, 351, 369.

NECROLOGIO: 31, 36, 63, 68, 94, 126, 159, 191, 222, 256, z88, 319, 352, 381.

MISSIONI:

AssAM: 88, 173, z,8, 247, 302, 345, 372.

CINA: 100, 140, 143, 179, 216, 275, 302, 343. ECUADOR, 175.

GIAPPONE: 52, 88, 180, 250, 277, 307, 308, 343• INDIA: 114, 346, 347.

MATTO GROSSO: 51, 303. PALESTINA: 10, 43, 167, 293. Rio NEGRO: 86, 87, 276, 304. SIAM: 14, 176, 373, 376.

CROCIATA MISSIONARIA: 6, 7, 41, 71, 104, 107, 137, 172, zo6, 234, 273, 295, 341, 370.

BEATO D. Bosco:

Parole di Pio XI, 35.

Riconoscenza pel 13. D. Bosco, 46. Due apparizioni del B. D. Bosco, 132. La prima festa del Beato, 163. Lei, non sarebbe la Provvidenza? i65. In dono dal Papa, 190.

Gli occhi di D. Bosco, 229.

Se dovesse occuparsi di maschietti?! 257. OMAGGI A D. Bosco: 44, 135, zo8, zoo, 3- i.

FESTEGGIAMENTI IN ONORE DEL B. DON Bosco:

ITALIA: Acireale, 117 - Acqui, 20, 75 - Alassio, zii - Alba, 76 -- Alessandria, 55, 33o - Arezzo, 117, 231 - Arignano, 312 - Arino, 366 - Assisi, 213 -- Asti, zo, 75.

Barbarana, 241 - Benevagienna, 237 - Bergamo, 265 - Bertoulla, 239 -- Bologna, 262 - Borghetto, aio - Borgomanero, 75 - Borgo S. Martino, 238 - Borgotaro, 365 - Brandizzo, 365.

Cagliari, zo - Caltabello`ta, 366 - Cannara, 75 - Capriglio, 183 - Caraglio, 117 - Cardoso, 213 - Carpaneto, 7,5 - Casale Marittimo, 330 - Caselle, 266 - Caserta, 214 - Cassolnovo, aio -- Castelgandolfo, 330 Castellammare, 210 - Castellazzo, 331 - Castelnuovo VA Cecina, 365 - Cavaglià, 117 - Cesarò, 5,5 - Chioggia, 311 - Civitavecchia, 55 - Coassolo, 183 - Cogno, 310 - Collesalvetti, 241 Conegliano, 330 - Cremona, 21 - Cumiana, 239 - Cunardo, 116.

Diano d'Alba, 76, 329 - Dolo, 365 - Dosso, 365.

Este, 239.

Fabriano, 241 - Faenza, 184 -- Fermo, 328 -- Ferrara, 21-7 - Fidenza, 264 --- Figline, 309 - Finale E., 311 - Fiume, 213-Forlì, Possano, 240Frascati, 116 - Fubine, 241.

Gattinara, 311 -- Genova, z63 - Giarole, 77 - Giaveno, 311, 328 - Gorizia, 240 - Grosseto, 117, 183 - Gualdo, 236 - Guspini, 210.

Intra, 76, 184 - Ischia di Castro, 365.

Lanzo, zio - Legnago, 240 - Lingotto, 215 - Lima 236 - Locana, 267 - Lomello, 311 - Lu, 20 - Lug., 214.

Macerata, 238 -- Martina Franca, 151 - Mazzara, 309 - Mede, 77 - A4agliano, 31o - Milano, 56 - Mirabello, 20 - Modena, 152 --- Mondovì, z66 - Mongardino, i 16 - Monreale, 366 - Monta, 309 - Mussameli, 265.

Napoli, 237, 311 -- Niscemi, 265 - Nizza, 75 - Noci, 211.

Occimiano, 77.

Padova, 151 - Pavia, 210 -- Pecetto, 330 -- Pesa, a85 - Perugia, 55 -- Pirano, 1,51 - Pisa, 237 -- Pomeraace, 151 - Pont Canavese, 365 - Pordenone, 151 - Porto Empedocle, 366.

Ravanusa, z66 -- Reggio C., z39 - Rieti, 76 - Rimini, 310 - Ronfa, 54 - Rosignano, 330 - Rovereto, 240.

Sale C., zii - Salerno, 311 - Samarate, 76 - Santulussurgiu, 257 - Savona, 184 - Sezzadio, 150 - Schio, 212 - Sciacca, 330 - Sondrio, 55 - Sorrentini, 311 --- Spezia, 266 - Strada, z63 - S. Ambrogio, 311 - S. Benigno, 75 -S. Giorgio 1,., 152 - S. Giusto, 150 - S. Severo, 211 - S. Severino, 263.

Terni, 56 - Tolentino, 331 -- Tombeto, 265 - Torino, 21, 54, 116, 150, 329 -- Tornato, 240 -- Torre A., 240, 310 - Tortona, 241) - Trento, 263 - 'Previ, 310 - Treviso, 238.

Valfenera, 329 - Vallecrosia, 329 - Valle Dotino, 365 - Varallo, 264 Verona, 264, 309 - Vigevano, 240 - Villa S. Giov., 183 - Volterra, 236.

Ziano, 312.

ESTERO: Algeria, 185 - Argentina, 22, 171, 314.

Belgio, 78, 118, 185 - Bolivia, 57 - Brasile, 23, 79.

Centro America, 22, 314 --- Cile, 57, 267, 331 - Cuba, 186.

Ecuador, 157, 271, 3t4-Egitto, 271, 333.

Francia, 57, 78, 118, t8;, 313. India, 270-Inghilterra, 119.

Messico, 332.

Palestina, 22, 73, 119, 269 - Paraguay, 314, 332 -

Però, 270 - Polonia, 78, 119, 332 - Portogallo, I TS, 313. Spagna, 118, 186, 314 - Stati Uniti, 186, 272, 314 -

Svizzera, 22, 314.

Tunisi, 78 - Turchia, 77.

Uruguay, 185, 314. Venezuela, 332