BS 1930s|1930|Bollettino Salesiano Ottobre 1930

Anno LIV.   1° OTTOBRE 1930 (VIII)   Numero 10.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

SOMMARIO: La grande giornata. - Il Beato Don Bosco apostolo della buona stampa. - Inaugurazione del nuovo "Martyrium" di S. Stefano a Beitgemal. - La Crociata Missionaria. - Tesoro spirituale. - Notizie di famiglia: Il principe Damrong all'Istituto di Cumiana - Ciò che si può fare coll'aiuto dei Cooperatori - Il R. Ambasciatore d'Italia al Collegio di Rosario (Argentina) - Onoranze giubilari a S. E. Mons. Castrale - L'Istituto missionario di Bagnolo - Esercizi spirituali. - Dalle nostre missioni. - Festeggiamenti al B. Don Bosco. - Grazie del B. Don Bosco. - Culto e Grazie di Maria Ausiliatrice. - Necrologio.

LA GRANDE GIORNATA

È quella in cui la Chiesa rivolge il pensiero di tutti i fedeli alle Missioni, l'annuale « Festa Missionaria » che a norma del Rescritto della S. Congregazione dei Riti - 14 aprile 1926 - ricorre stabilmente la penultima domenica di ottobre. E una commemorazione liturgica, un richiamo annuale più solenne e più pratico a mobilitare nella maniera più efficace le coscienze dei fedeli a favore di una santa e augusta impresa.

Grande giornata adunque dev'essere per ogni cattolico che abbia coscienza del compito che gli spetta e senta la generosità di dare la sua zelante cooperazione alla causa missionaria.

Con questa « Festa » la Chiesa mira a raggiungere alcuni scopi importanti, elencati nel Decreto citato: il primo è quello che tutta la cristianità si raccolga in un dato giorno a pregare più devotamente e più copiosamente per la realizzazione del grande ideale divino: la salvezza delle anime. La PREGHIERA comune e fervorosa dell'intera cristianità per domandare a Dio che susciti zelanti missionari che si consacrino alla predicazione del Vangelo fra le genti - che renda docili alla parola del missionario le anime pagane e faccia sentire ad esse l'influsso divino della grazia - che tolga infine di mezzo le innumerevoli difficoltà, e gli ostacoli di varia natura che intralciano e paralizzano il lavoro missionario.

E al dono della pietà i fedeli sono ancora invitati dalla Chiesa ad associare cordialmente il contributo della loro generosa ELEMosiNA, secondo le proprie forze. Chi, conoscendo la bellezza dell'opera missionaria, avrebbe la durezza di rifiutare l'aiuto tanto necessario a facilitare le vie della conquista cristiana del mondo? Chi non amerebbe invece rispondere con generosità - e anche con sacrificio - all'appello dei proprii parroci? Nella XI SETTIMANA MISSIONARIA, svoltasi con tanto fervore ai primi di settembre nel nostro Oratorio di Torino, abbiamo sentito con piacere uno dei dirigenti - Mons. Carminati - insistere perchè i fedeli fossero aiutati a formarsi una coscienza missionaria per sostenere efficacemente colla preghiera e con aiuti materiali le Missioni; e abbiamo sentito pure auspicare il giorno, forse ideale soltanto, in cui i missionari sorretti dalla generosa carità dei fedeli non avessero a pensare ad altro che al proprio ministero, senza sprecare tempo e forze nel dover attendere a tante cose materiali. Se quel giorno verrà, le Missioni vedranno spuntare davvero l'ora del decisivo sviluppo.

Fin d'ora, mira a questo la squisita solle citudine del Sommo Pontefice nel distribuire annualmente alle Missioni i soccorsi raccolti nella Festa Missionaria.

Preghiera ed elemosina: nè a questo si riduce tutto ciò che la Chiesa c'inculca con la festa della penultima domenica di ottobre. L'ardua questione missionaria non si risolve con un dono offerto una volta all'anno: bisogna che viviamo abitualmente l'idea missionaria e cooperiamo a farla vivere anche negli altri, dando il valido conforto della nostra solidarietà alle opere missionarie, particolarmente a quella tra esse che più esercita la sua benefica influenza sulle Missioni. È questo un altro degli scopi che la « Festa Missionaria » si propone, di riunire in un blocco sempre più ampio e compatto le anime cristiane che con la Chiesa e per la Chiesa lavorano a diffondere sulla terra - fino agli estremi confini del mondo - il Regno di G. C. Sia perciò anche nostro impegno ascriverci in quel giorno all'OPERA DELLA PROPAGAZIONE DELLA FEDE e adoperarci perchè vi si inscrivano i nostri amici. La raccomandazione vale pure per le altre Opere della S. INFANZIA e di S. PIETRO AP. PER IL CLERO INDIGENO. I nostri amici si renderanno facilmente conto che con una tenue offerta di poche lire possono partecipare ad opere sublimi e sommamente benefiche per la conversione delle anime: e l'appartenervi, mentre contribuisce ad accrescere la loro potenzialità di bene, perchè raggiungano sempre più ampiamente il loro effetto, è pure per essi un bel titolo di merito di fronte a Dio per aver cooperato alle opere più importanti della sua Chiesa nella salvezza delle anime.

Ognuno dei nostri Lettori e Cooperatori apporti alla grande giornata missionaria il contributo del suo entusiasmo e della sua generosità.

L'Opera della Propagazione della Fede ha per scopo di aiutare con preghiere ed elemosine le missioni cattoliche nei paesi infedeli. - Preghiere da recitarsi ogni giorno: Pater, Ave, coll'invocazione: San Francesco Saverio, pregate per noi. - Iscrizione: Soci Ordinari L. 3 all'anno; Speciali L. 26 all'anno; Perpetui L. 200 per una volta ; Benemeriti almeno L. 300 per il mantenimento di un Catechista per un anno; Per suffragare i defunti e renderli partecipi della Messa quotidiana che si celebra in S. Pietro, offerta ordinaria L. 1oo.

L'Opera di S. Pietro Apostolo ha per scopo di promuovere preghiere e raccogliere offerte per la formazione del Clero indigeno delle Missioni. - Condizione d'iscrizione: I Soci Ordinari versano lire una all'anno; i Perpetui lire 50 una volta sola; i Benefattori adottano un seminarista; i Fondatori costituiscono Borse di studio; gli Oranti offrono una giornata di preghiere. - Per tutti i Soci è doverosa la preghiera per l'Opera.

L'Opera della S. Infanzia ha lo scopo di portare un aiuto diretto alle Missioni cattoliche, che si propongono di riscattare e battezzare i bambini degli infedeli, specialmente quelli destinati a sicura morte. - Sono Soci i fanciulli fino ai 12 anni, dopo i quali si diventa aggregati dell'Opera. - Soci o aggregati ordinari offrono L. 1 all'anno. - Soci o aggregati speciali offrono L. 7,2o all'anno (importo di una Serie di 12 associati). - Soci o aggregati perpetui offrono L. 100 per una sola volta. - Per il riscatto di un bambino o bambina infedele nei paesi pagani, facendolo battezzare col nome di persona cara viva o defunta, si offrono L. 25.

Il Beato Don Bosco apostolo della Buona Stampa.

Il pane sostanzioso e vitale dell'anima nostra è la buona lettura, specialmente la lettura religiosa. San Paolo la raccomandava con insistenza al suo diletto discepolo Timoteo.

Abbiamo bisogno di luce, di verità; abbiamo estremo bisogno di forza ed energia per compiere il nostro arduo cammino tenendo la diritta via segnata dalla luce di Gesù.

La terra ci chiama, ci trascina a sè: abbiamo bisogno di una voce che ci tenga ritti, che sollevi ogni ora il nostro capo al cielo la voce dei libri buoni, la grande voce del divino Maestro, quale risuona nel suo Vangelo ch'è il fiore delle divine scritture, la luce dei nostri passi, l'illustrazione delle nostre menti, la gioia della nostra solitudine: Gesù con noi.

E col Vangelo quanti altri buoni libri che contengono i soavi pascoli della verità, i dolci conforti della fede e della speranza cristiana. Questi bisogna cercare, questi bisogna leggere.

Il Beato Don Bosco diffuse milioni di copie di tali libri, anzi volle egli stesso prepararne una bella collana tutta sua, quasi a dimostrare la sua grande passione per una forma di apostolato così importante quale è quello della buona stampa.

Dal suo santo Patrono, S. Francesco di Sales, il nostro Beato ha imparato a tenere sempre vivo il fuoco sacro della buona parola.

Che faceva S. Francesco di Sales? Quando non poteva con la viva voce si serviva di opuscoli e bollettini che diffondeva fra il popolo. Così Don Bosco: al ministero pastorale di evangelizzazione egli univa quello degli scritti.

I suoi libri, un centinaio circa, sono una realtà vivente della sua missione educatrice.

«Ne' suoi volumi, ne' suoi opuscoli, nella sua propaganda di stampa - affermò Sua Santità Pio XI - appare la grande, l'altissima luminosità del suo pensiero: nel suo pensiero poi si manifestò il primo movimento, la prima espressione del suo potente ingegno ».

I libri scritti da Don Bosco sono il prodotto naturale e spontaneo della sua bontà, del suo apostolato di bontà: sono, si può dire, l'eco della sua santità.

L'uomo che « sentì fin da principio l'invito e quasi la seduzione degli studi, dei libri, delle grandi campagne ideali », Don Bosco, che, nutrito di forti studi classici sentiva in sè la forza e la potenza d'una missione artistica e letteraria, non si atteggiò mai a scrittore, non cercò mai nè la fama nè il plauso, ma mirò sempre al suo sublime ideale: la gloria di Dio, il bene delle anime. « Per lui - così Joergensen nella prefazione al suo Don Bosco - la vita era tutto e la letteratura niente. Anch'egli, fra le moltissime occupazioni, scrisse libri, ma ebbe un solo intento: condurre alla Vita ».

Dicono le Memorie:

« Fu costante impegno di tutta la sua vita di educare la gioventù e il popolo mediante buoni insegnamenti e buoni libri.

Incominciò a scrivere per dare alla stampa; a questo fine toglieva molte ore della notte a' suoi riposi, e nel giorno occupava tutti i ritagli di tempo che la cura de' suoi giovinetti, il ministero sacerdotale e lo studio della teologia morale gli lasciavano liberi.

Scriveva con candida semplicità; gli premeva anzitutto di far bene comprendere anche ai rozzi operai e alle donnicciuole del volgo, le verità di nostra santa religione, muovendo i cuori verso Dio.

Scriveva come parlava e come predicava, rifuggendo dalle ampollosità e dai fiori rettorici fatti apposta per soffocare il pensiero. Purezza e proprietà di lingua, naturalezza e chiarezza, ecco ciò che specialmente ricercava nell'esposizione de' suoi pensieri.

Che dire della sua castigatezza?

La sua anima candida non poteva soffrire che il più piccolo neo, una parola, una frase sconveniente turbasse anche menomamente le più belle impressioni de' suoi giovani lettori.

Tutti gli scritti del Beato sono un modello di squisita delicatezza, uno specchio limpido e luminoso della sua bell'anima. Non si può immaginare - leggiamo nelle Memorie biografiche - l'entusiasmo col quale erano ricevuti e letti i suoi libri. Se ne stamparono centinaia di migliaia di copie. In Toscana le prime opere di Don Bosco erano usate come libri di testo. Il professore Pera, Ispettore delle scuole nelle città di Pisa e Livorno, confidava a Don Bosco stesso che per far imparare a' giovani studenti bene e pulitamente la lingua italiana, egli si serviva delle sue operette: Domenico Savio, Luigi Comollo, Michele Magone, modelli di semplice e schietto italiano.

E che dire dell'efficacia di tali libretti?

Valga a dimostrarla un curioso e interessante episodio della vita del Beato. Il fatto risale ai tempi duri e difficili del primo assestamento delle scuole ginnasiali dell'Oratorio di Valdocco: Uno dei più zelanti e irreducibili oppositori di tali scuole private era il Comm. Selvi, Provveditore agli studi.

Un giorno, dopo una lunga e serrata discussione col Beato, sopra argomenti di capitale importanza, il Selvi uscì fuori in questa a dir vero poco cortese dichiarazione:

- Mi piacciono assai poco i suoi libri.

- Me ne rincresce. E perchè? - chiese rispettosamente il Beato.

- Perchè i suoi libretti, specialmente le biografie edificanti di certi giovani, non corrispondono agli ideali dei nostri giorni. Purtroppo la sua maniera di scrivere, l'importanza che dà ai ragazzi lodandoli della loro semplicità, e mettendo in rilievo le loro piccole virtù, li fa compiacere tanto di se stessi che ne restano come affascinati, fanno proprie le sue opinioni e invidiano quelli che stanno con lei.

- Questo non è un male, signor commendatore. Bisogna saper scrivere per farsi leggere.

- È ben lei, signor abate, l'autore della biografia del giovinetto Domenico Savio?

- Sì, io.

- Anche quel libro è pieno di « fanatismo ».

- Oh, Oh! - interruppe Don Bosco con accento di profonda sorpresa: - Si spieghi.

- Mi spiego. Quel libro lo lesse mio figlio e ne fu talmente preso che ad ogni ora domanda, scongiura d'essere condotto da Don Bosco. Temo che gli dia volta al cervello.

E Don Bosco sorridendo:

- Ciò significa che i fatti sono ameni, graditi, gustati dai piccoli lettori... È forse un male questo? Piuttosto mi dica se ci trova a ridire quanto alla lingua e allo stile.

- Su questo punto non ho nulla da osservare, anzi debbo confessare che vi ho notato purezza e proprietà di lingua, stile facile e popolare.

- E allora - conchiuse lietamente il Beato - lasciamo che il caro Domenico Savio vada tranquillamente per la sua piccola via.

- Così finì la conversazione.

Ma e il figlio del Commendatore ottenne poi d'andare da Don Bosco all'oratorio di Valdocco?

E perchè no?

Inaugurazione del nuovo "Martyrium" di S. Stefano a Beitgemal.

Il 3 agosto, festa dell'Invenzione di San Stefano Protomartire, i nostri confratelli di Palestina avevano la soddisfazione di inaugurare il nuovo "Martyrium" di S. Stefano. Beitgemal ornata di bandiere papali e tricolori e di festoni, accolse al suono di banda i numerosi ospiti provenienti da tutte le parti della Palestina per assistere alla sacra cerimonia.

Il programma annunciava la solenne benedizione del « Martyrium » ricostruito sul sepolcro primitivo del grande Arcidiacono e lo scoprimento di una lapide dedicatoria a Sua Santità Pio XI che reca la seguente iscrizione : Sancti Stephani Protomartyris sacellum tot post saecula ruinae oblivioque ereptum, familia salesiana grato ex animo Pio XI Pont. Max. anno iubilari MCXXX D. D. Alle due commoventi cerimonie, compiute personalmente da S. E. Mons. Barlassina, Patriarca di Gerusalemme, assistevano, oltre una larga corona di Salesiani con alla testa il loro ispettore, Don Carlo Gatti, Mons. Kiklikian, Arcivescovo armeno cattolico di Adana; il Console Generale d'Italia, comm. Giovanni Pascale; vari archeologi palestinesi, tra cui il venerando Padre Maurizio Gisler dei Benedettini della Dormizione sul Monte Sion, architetto del nuovo « Martyrium », e i superiori delle principali comunità religiose di Terrasanta.

Don Alfredo Sacchetti, che tanto coadiuvò il venerando D. Eugenio Bianchi nella rinascita del culto stefaniano a Beitgemal, ha dato lettura di una lettera di S. Em. il Cardinale Gasparri partecipante l'alto gradimento da parte di Sua Santità dell'umile dono del "Martyrium" al S. Padre in occasione delle sue feste giubilari: Monsignor Patriarca aggiunse un felicissimo discorso d'occasione, mostrando come, sul medesimo sfondo della carità verso Dio e verso il prossimo, Santo Stefano, il Papa e i figli di D. Bosco formino un trittico meraviglioso di stupendo apostolato cattolico.

E D. Spiridione sottolineava, a sua volta, in arabo, la missione dell'amore fraterno verso i dissidenti ed i musulmani.

A Beitgemal, scriveva L'Osservatore Romano, i Salesiani hanno una fiorente scuola agricola, a cui hanno ora annesso una tipografia e un ambulatorio intitolato a Pio XI, il cui edificio definitivo è ancora in costruzione. Un fratello coadiutore ed una suora di Maria Ausiliatrice vi prodigano le loro cure a vantaggio degli indigeni dei dintorni.

Ma il cuore dell'Istituto è ormai diventato, a ragione, il Santuario del glorioso Protomartire. Il « Martyrium » benedetto non è che l'abside della basilica stefaniana già progettata dal valente quanto modesto Padre Gisler. L'Em.mo Card. Pietro Maffi, che segue l'opera salesiana con particolare simpatia, ha promesso di voler offrire personalmente l'altare dei santi Gamaliele, Nicodemo e Abibone, in nome della sua Pisa che ne conserva le preziose reliquie.

Don Giovanni Fergnani, cantore appassionato del Sepolcro primitivo di Santo Stefano, a cui ha già consacrato vari opuscoli di efficace volgarizzazione - ricordiamo in special modo il bel fascicolo delle "Letture Cattoliche" intitolato Il Sepolcro di S. Stefano - durante la messa in canto disse una splendida orazione, rievocando i passi principali degli scritti di S. Agostino intorno al primo ritrovamento della tomba di S. Stefano - rievocazione che ha un significato tutto speciale nella ricorrenza del XV Centenario dell'immortale Vescovo d'Ippona.

Il "Martyrium" - conchiudeva D. Fergnani - è un fatto compiuto, la continuazione del Santuario, ideata dal genio dello stesso architetto, diventerà il Tempio del perdono cristiano. Spetta ai divoti di Santo Stefano e agli amanti della pace nella società e nella famiglia gareggiare nell'onorifico e meritorio còmpito, perchè si raggiunga presto il nobile intento della famiglia salesiana e dei membri della Pia Opera di S. Stefano per la diffusione del perdono cristiano (1); sodalizio approvato e benedetto dal regnante Pontefice, che va diffondendosi provvidenzialmente in tutto il mondo.

(1) L'Opera ha per scopo di implorare da S. Stefano e diffondere in mezzo al popolo cristiano la pratica piena della carità anche verso i nemici, per estinguere quella fiamma di odio ancor viva nella povera umanità cristiana ed infedele.
I soci di questa opera godono di molti favori spirituali e di specialissime indulgenze concesse da S. S. Pio XI.
Per essere membri di quest'opera, basta chiederne l'iscrizione, coll'invio di un'offerta, alla Sede Centrale dell'opera che risiede presso l'Orfanotrofio Cattolico di Beitgemal, GERUSALEMME (Palestina); oppure, per maggior facilità, al Rettor Maggiore dei Salesiani, via Cottolengo, 32 - TORINO 1o9 - dichiarando espressamente: per l'opera del perdono cristiano: o più brevemente, per Santo Stefano.

LA CROCIATA MISSIONARIA

BORSA EUCARISTIA IN PERPETUO.

Somma precedente: L. 2155. Giuseppina Pirillo Sapia, 20.

Totale L. 2175.

BORSA FRIULANA.

Somma precedente: L. 1150. Sac. Antonio Armellini, 100.

Totale L. 1250.

BORSA D. F. GIRAUDI.

Somma precedente: L. 3380. Cavallazzi Attilio, 5o.

Totale L. 3430.

BORSA INFANZIA ABBANDONATA

Somma precedente: L. 1212,50 Luigi Merlo, 1ooo.

Totale L. 2212,50.

BORSA D. AGOSTINO LAIOLO.

Un'anima riconoscente verso il compianto parroco di Isola d'Asti, zelante cultore di vocazioni religiose e missionarie, apre questa borsa intitolata al nome di lui con L. 100.

BORSA MAMMA MARGHERITA.

Somma precedente: L. 11.922.

Adriana e Tullio Bajetto in memoria della mamma, looo - Una mamma in omaggio alla mamma di. D. Bosco, 5o.

Totale L.. 12972.

BORSA MONS. GIOV. MARENCO

Somma precedente: L. 3603,50. Margherita Tarditi, 20.

Totale L. 3623,50.

BORSA MARIA ADDOLORATA.

Somma precedente: L. 125.

Francesco Munizzi, 5o - idem, 25.

Totale L. 200.

BORSA MARIA AUSILIATRICE (24a).

Virginia Bellati, 5 - Sac. Nicola Gargiulo, 300 - Erminia Avon, 30 - Sorelle Bonetti, 25 - P. G., 5o-Antonietta Cavinato, 5o - Bice Caretta B., io - Avv. Carlo Bonomi, io - Domenico Miola, 20 - Margherita Isnardi, 20 - Irma Mercatanti, 25 - Sac. Giacomo Fulle, 30 -Maria Mesiani, 6o - Irene Giaj Minietti, 25 - M. Bussetti Oberti, io - `Maria Pirotta, 25.

Totale L. 695.

BORSA MARTIRI GIAPPONESI.

Somma precedente: L. 7494,50

D. Carlo Prandi, 100 - Bussi Cristina, 5o - N. N. (Cassano B.), io.

Totale L. 7654,50.

BORSA D. L. NAI (2').

Somma precedente: L. 16.950,05.

Don Amaya, 6oo - Sig. Ronchietto, ex allievo, 10o - N. N., 450 - Comm. De Angelis, 100 - Sig. Gobello, 5o - N. N., So - N. N., 100 - Sig. Pasos, 250..

Totale L. 18 650,05.

BORSA MONS. GIUSEPPE NOGARA.

Somma precedente: L. 3870,30.

Colpi Gaetano, 5 - Colpi Maria, 3 - Niero Aurelio i - Covetta Maria, i - N. N., 5 - N. N., 4 - D'Agostini Pio, io - Coniugi Luigi ed Elisa Bidinost-Perosa, 40 - Durlini Irene, 14 - Ottavio Battaglia, 5.

Totale L. 3058,30.

BORSA PARROCCHIALE M. AUSILIATRICE (3)'.

Famiglia Musso, 5o - P. L. (sacrestia), 25 - Cassetta Santuario, 18q - Bussola Santuario, 321,65. Totale L. 585,65•

BORSA PICCOLO SERAFINO G. BRUNI (4').

Somma precedente L. 20. Carmela Bertea, 25.

Totale L. 45.

BORSA PIER GIORGIO FRASSATI (2a).

Somma precedente: L. 1974.

Colonnetti Gastaldi Maria, So - Prof. Giuseppe Sulpizi. 16.

Totale L. 2040.

BORSA D. PISCETTA LUIGI.

Somma precedente: L. 6892.

Brusati Liduina, 50.   Totale L. 6942.

BORSE COMPLETE.

14. Borsa MADONNA DI OROPA

offerta da una pia persona in suffragio di Ressia Angelo e Perona Fortunata.

15. Borsa DON BOSCO.

offerta dall generoso Sig. Emanuele Testa che il Signore ha

chiamato recentemente al Cielo per ricevere il premio del

l'opera buona compiuta.

16. Borsa Francescana " PASSARE INOSSERVATO ". fondata da un reverendissimo sacerdote siciliano.

17. Borsa " ANNITA ",

fondata da una pia persona in ricordo e suffragio dell'amata sorella Annita.

18. Borsa MARIA AUSILIATRICE (20a completata).

Somma precedente: L. 19869,40.

Francesco Munizzi, 5o - idem, 25 - Poggi Eugenio, 5o Sanna Maria, io.

Totale L. 20.004,40,

BORSE DA COMPLETARE.

BORSA ANIME DEL PURGATORIO.

Somma precedente: L. 7170,30.

Repetti Maria, 3 - Grassetti Maddalena, 25 - Masucco Carolina, 30 - Giustina Cristofolini, 16o.

Totale L. 7388,30

BORSA BEATO D. G. BOSCO.

iniziata a cura dell'Oratorio D. Bosco di Valsalice (Torino) con una prima offerta di L. 1408.

BORSA ANDREA BELTRAMI (4a).

Somma precedente: L. 215.

Orlandi Benedetto, 100 - A. D. C., L. 10o.

Totale I.. 415.

BORSA BEATO DON BOSCO (8a).

Somma precedente: L. 13.285.

Virginia Bellati, S - Colonnetti Gastaldi Maria, 5o - Francesco Munizzi, 5o - idem, 25 -Poggi Eugenio, 5o- Sac. Nicola Gargiulo, 300 - Famiglia Natali, 20 - Reina Carmela, 15 - Emilia Ferrario, 1o - N. N., 10o -Notaio Sinatra Antonino, 15o - Antonina Sinatra, 25 - Delia Santoro Tucci, So - Nilde Barzagli, 5o - B. M., 10o - Baldi Rina, 32 - Bertacchi Ferdinando, 4o - Taglavini Umberto, io - Corisi Concetta, 5 - Maria D'Eredità, 5 - Teresa Calcaterra, io - Ernesta Pizzagalli, io - Donizelli Petronilla, io - Maestra Sclafani, 25- Can. Raffaele Basti, 30 - Maria Cappato, io - Barletto Francesco, io - N. N., 25 - Francesca Accatino, 30 -.Rosa Sala, So - Leoni Lucia, 15 - Avv. Carlo Bonomi, io - Coniugi Frigerio, 15 - Langero Maria, 300 - Triulzi Rocco, 1o - Rina e Giulio Rigoletti, 25

Totale L. 14.962.

BORSA DON CARAVARIO.

Somma precedente: L. 1ooo.

N. N., 100.

Totale L. 1100.

BORSA DECURIONI D'ITALIA.

Somma precedente: L. 1228.

Can. Titomanlio Sabino, 25.

Totale L. 1460.

BORSA DIVINA PROVVIDENZA.

Somma precedente: L. 1228.

Bussi Marina Coppo, 1o.

Totale L. 1238.

BORSA DON BOSCO EDUCATORE (2a).

Somma precedente: L. 16.282.

Rag. Guido Betta, 1o - Luisa Vignoli, Zoo - Raffaella Spadola, 2.5 - Ottaviano Concettina, 35 - Cap. Salerno Rmanuele, 16,5o - Alcuni Ufficiali, 8,5o -D. P. D. S., 10. Totale L. 16487.

BORSA PRINCIPI DI PIEMONTE.

Somma precedente: L. 1155.

Arrigoni Piera, 100.

Totale L. 1255.

BORSA REGINA DI MONDOVI'.

Somma precedente: L. 460.

Prof. Occelli, 15.

Totale L. 485.

BORSA D. RICCARDI ROBERTO.

Somma precedente: L. 1747,15.

Laura Pianazza, 50 - Sorelle Pianazza, 50 - Rosina e Alberto Assauto, 5o - M. F., 100 - N. N., io - Berardo, 5 - Marinetti Annetta, zo - Ferrero Pietro, 2 - Famiglia Semeria, 100 - C. I. Rizzoglio, roo - N. N. (Torino), 5o - Coniugi Dabandi, 30 - Rinaldi sorelle, 25 - Famiglia Quirico, 1o - Franconi, io - N. N. sorelle, 1o - Pastorini Maria, m - Coniugi Del Signore, 5 - Simondi Maria, 5 - Famiglia Gaglione, 5 - Gallo Agnese, 5 - Baima Gabriella, 5 - Luigina N. N., 5 - Famiglia Bianco, 5 - Ferrero Annetta, 5 - Favaro, 5 - Einaudi, 5 - Famiglia Saletta, io - Giudice, io - Vottero, io - Albini, 5 - Miretti Paolo, 20 - N. N. (Torino), 5128,45 - Comm. De Angelis, 100 - Canonica Margherita, io - Rezzo Elvira, 5o - N.N., 100 - M. C., 14 - N. N., z - Teresa Cesozzi, 1o - N. N., 6o - N. N., 50.

Totale L. 8oo8,6o.

BORSA RUA DON MICHELE (2s).

Somma precedente: L. 13.391,35.

Taormina Antonina, 64 - Mazzia Giovanni, io - Rossi Francesca, 1o - David Cini, 1o - Tuscano Carmelo, 15 - Giovanni Pacchioni, 20.

Totale L. 13.510,35.

BORSA DEL SALENTO.

Somma precedente: L. 7357.

Sac. Oronzo Bello, Curia Vescovile di Lecce, seconda contribuzione della Borsa, 1051,6o.

Totale L. 8408,60.

BORSA DOMENICO SAVIO (4a)

Somma precedente: L. 4468,70.

Carmela Bertea, 25 - Pibiri Caredda Maria, 40 - Luigi Mogavero, 5 - Coniugi Frigerio, io. Totale L. 4548.70.

BORSA S. CUORE DI GESU' CONFIDO IN VOI!

Somma precedente: L. 11.090.

Susanna Delacroix nel quarto anniversario come Cooperatrice Salesiana, 20 - Ferraris Teresa, 100 - Fidanza Avv. Angelo, Zoo - Elia Franco, 5.

Totale L. 11.315.

BORSA S. CUORE DI GESU' SALVATECI!

Somma precedente: L. 5706,60.

Virginia Bellati, 5.

Totale L. 5711,60.

BORSA S. ANNA.

Somma precedente: L. 20.

Anna Tomasi, 30.

Totale L. 5o.

BORSA S. ANTONIO.

Somma precedente: L. 965.

Antonio Cannavale, 190 - Nino, Rina e Turi Belli, 175. Totale L. 1330.

BORSA S. COLOMBANO.

Somma precedente: L. 1000.

D. Andrea Mazzoni, 1o.

Totale L. 1010.

BORSA S. FAUSTINO MARTIRE.

Somma precedente: L. 571.

N. N. (Cavergno), 30.

Totale L. 6o1.

BORSA S. GIUSEPPE (3').

Somma precedente: 3600.

N. N., 1000 - Maria Milani, 5o - Oddo Ernesto, 5o. Totale L, 4700.

BORSA S. TERESA DEL B. G. (1o').

Somma precedente: L. 7897,45.

Repetti Maria, 3 - Virginia Bellati, 5 - Francesco Munizzi, 5o - idem, 25 - Emma Guidi, 50 - Polo Albina, 25. Totale L. 8055.45.

BORSA MONS. L. VERSIGLIA.

Somma precedente: L. 9717,50.

Tilde Marchioni, 50.

Totale L. 9767,50.

BORSA VANGELO DI GESU'.

Somma precedente: L. 535o,6o.

Maddalena Franceschini, 50. - Carlo Ghiglione, 200 - Angela Collino, 64 - N. N. 6o - R. 100 - Di Mingo Don Teresio, Parroco di Porland Me (S. U. N. A.), r90o - Rana Ester, Locarno, 200 - G. Q., 500 per guarigione da grave malattia e per nuove grazie dal Beato D. Bosco - C. I R., tono - Rosetta Racca, roo - P. Act's Dato, 6 C. Thomé Peona, 19 - E. Peona, io - N. N. 24 - P. C., 9,40.

Totale L. 10.o85,00.

BORSA MONS. VERSIGLIA E D. CARA VARIO. Somma precedente: L. 425. Sig. Pugno Giuseppe di Felizzano, 1o.

Totale L. 435.

BORSE SPARSE.

BORSA S. LUCIA.

Ferrero Marta, 100.

BORSA SCUOLA CRISTIANA.

Giuseppe e Ferdinando Patrizi, 5o. BORSA S. GIUDA TADDEO.

G. R., 15 - A. A. G. Luigi, 1o - M. A. G., r5 - Maria Defilippi Biolatto, 1o.

Totale L. 5o.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori salesiani, i quali, confessati e comunicati, divotamente visiteranno qualche chiesa o pubblica cappella, o se viventi in comunità la propria cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sannio Pontefice, possono lucrare l'indulgenza plenaria (come dal Decreto della Sacra Congregazione delle Indulgenze 2 Ottobre 1904).

L'INDULGENZA PLENARIA

Ogni mese:

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno;

2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte; 3) nel giorno in cui si radunino in conferenza.

NELLE FESTIVITA

Novembre:

21 Presentazione di M. V. al Tempio. 22 S. Cecilia.

Dicembre:

S Immacolata Concezione

RICORDARE:

che ogni giorno, con la sola condizione d'essere in grazia di Dio, i Cooperatori salesiani, che durante il loro lavoro o in mezzo alle loro occupazioni uniranno il loro cuore a Dio per mezzo d'una breve e pia invocazione, possono acquistare:

1) Per una invocazione qualunque, a loro scelta, un'indulgenza plenaria.

2) Per tutte le altre, 400 giorni d'indulgenza, ogni volta. * * *

NB. - I Cooperatori, impediti per malattia di portarsi alla chiesa, possono acquistare le indulgenze sopraddette, recitando in casa cinque Pater, Ave e Gloria.

NOTIZIE DI FAMIGLIA

Il principe Damrong all'Istituto di Cumiana.

Il 17 agosto S. A. R. il principe Damrong del Siam si è degnato visitare la Scuola Agricola Missionaria Salesiana di Cumiana.

Accolto dal Rev.mo Sig. D. Ricaldone e Sig. D. Candela del Capitolo Superiore, e dal personale dirigente della scuola, il principe ha visto raccogliersi intorno a sè la folla degli allievi, lo stuolo degli insegnanti, numerose autorità e la popolazione di Cumiana. Sulla grande scalea che conduce all'edificio erano state disposte le poltrone per l'augusto visitatore e per i suoi accompagnatori.

Ai lati del Principe prendevano posto D. Ricaldone, il Ministro del Siani a Roma Phija

Abhibal Rajamaitrì, il generale Warming, il Console gr. uff. Bodo, il podestà di Cumiana generale Colombini, il cav. Bruno vice-podestà, il teologo Iginio Rogliardi, pievano di Cumiana, l'avv. cav. Guerrera per il Questore, il dott. Alfano sanitario di Piossasco. La banda formata dagli allievi e diretta dal M° Macrino intonava l'Inno del Siam e la Marcia Reale italiana fra i primi scrosci d'applausi; don Ricaldone salutava quindi il Principe quale studioso, patriota e amico dei missionari salesiani nel Siam, rendendogli grazie per la visita fatta alla Scuola di Cumiana. Al benvenuto detto in inglese dal Prefetto della Società Salesiana, un allievo ha aggiunto in italiano un fervido omaggio a Sua Altezza Reale; poi un triplice fragoroso evviva ha fatto da preludio alla ese cuzione di un inno, composto in onore del Principe e cantato da un altro gruppo di allievi.

La schiettezza festosa di queste accoglienze, la ridente bellezza del luogo toccavano vivamente il Principe il quale, al termine della cantata, si levava in piedi per dichiarare il proprio compiacimento per la vibrante ospitalità trovata a Torino e per riaffermare la propria simpatia per gli Ordini religiosi che nel suo Paese operano a vantaggio della popolazione. Rivolto ai giovani, egli ricordava a loro che là felicità terrena è concessa solamente a quelli che sanno accoppiare i fini temporali alle idealità spirituali. L'auspicio levato con cordialità di sentimenti per le fortune avvenire della Scuola e per l'opera delle Case salesiane nel mondo, ha sollevato un'ondata di acclamazioni.

Queste parole, tradotte da D. Ricaldone per invito stesso del Principe, sono state coronate dal traduttore con un ringraziamento a Sua Altezza e con la promessa di comuni e fervide preci per la fortuna del Principe, della gloriosa Casa regnante del Siam e per tutto il popolo della grande nazione amica.

Seguiva quindi la visita ai locali della Scuola. Dopo le aule in cui si impartisce l'insegnamento teorico e generale - aule dotate di ricco materiale didattico - il Principe Damrong e il seguito indugiavano con ammirato interesse nei laboratori di chimica e di fisica, forniti di impianti, di strumenti e di macchine che li fanno tra i più perfetti ed efficenti.

Il Principe e le autorità visitavano ancora il rustico della vasta tenuta, ammirando i modernissimi impianti delle stalle, ospitanti una sessantina di mucche; constatando la piena e sagace utilizzazione tecnica e industriale dei diversi prodotti della Scuola: dalla lavorazione del latte e dei suoi derivati, alla intensa e razionale coltivazione del frumento; dalla moderna conservazione dei foraggi ai sistemi e alle macchine per la lavorazione dei campi, la distribuzione delle sementi e del concime, silos, forni di pane, pozzi artesiani e vasche per la piscicoltura: ogni dettaglio di questa stupenda opera è apparso degno di viva ammirazione, mentre dal complesso dei mezzi, dalla intelligente volontà dei sacerdoti, dall'entusiasmo degli allievi si desumeva l'importanza e il beneficio di questo addestramento pratico dei futuri missionari.

Un signorile rinfresco ha riunito ancora cordialmente nel teatro della Scuola il Principe e la folla delle autorità e dei sacerdoti. Poi, nel congedo, le note dell'Inno Siamese, della Marcia Reale e di Giovinezza hanno salutato Sua Altezza e il seguito: a una voce sola gli allievi hanno gridato in siamese il loro evviva, tendendo romanamente il braccio.

S. A. R. il Principe Damrong, col viso illuminato da un sorriso di letizia, ha risposto agitando il cappello e ripetendo il saluto.

Più tardi la Famiglia del Principe, con le figliuole Principesse Poon e Pilaj, si riuniva a Bibiana nella casa ospitale del Console del Siam, grand'uff. Bodo, per un ricevimento di commiato che si onorava della presenza di S. E. il Prefetto Ricci, del suo segretario particolare dott. Miccoli, del vice-podestà comm. Rodano, del capo-gabinetto dott. Gualco, di don Ricaldone, di mons. Coppo, vescovo salesiano, di don Candela, del podestà e del segretario politico del luogo.

La gentile consorte del Console ha fatto gli onori di casa con squisita signorilità. E il Principe, rispondendo al saluto del grand'uff. Bodo, ha rinnovato il suo caldo elogio delle nostre terre e della nostra gente; mons. Coppo ha tributato alla Casa regnante del Siam e alla persona del Principe Damrong le espressioni di devozione dei Missionari salesiani.

Ciò che si può fare con l'aiuto dei Cooperatori.

Dal « Rendiconto » che l'Ispettore Salesiano della Patagonia ha inviato all'Ill.ma Donna Elisabetta Casares di Nevares, Presidente della Commissione delle Cooperatrici Salesiane di Buenos Aires, riportiamo questo elenco di opere nuove importanti, compiute dai nostri

Confratelli della Patagonia dal 1926 al 1929, con l'aiuto dei benemeriti Cooperatori dell'Argentina e particolarmente della Commissione sopra ricordata. Nella sua scheletrica semplicità è di un'eloquenza meravigliosa e dice a tutti quanto bene si può realizzare colla carità generosa dei buoni.

NEL 1926:

Collegio « S. Giuseppe » in Porto Deseado. Collegio « Card. Cagliero » in Stroeder. Cappella in Porto Piramide. Cappella in Villalonga.

Si ultimò la costruzione del Santuario di M. A. in Fortin Mercedes.

NEL 1927:

Si migliorò notevolmente l'« Ospizio M. Mazzarello » in Fortin Mercedes.

Si ricostruì, migliorandolo, il « Collegio di

Trelew » distrutto da un incendio.

Fu ingrandita e decorata la Parrocchia di Patagones.

Cappella in Villa Regina.

Cappella in Allen e in Pichimahuida.

NEL 1928:

Fu riaperto il laboratorio del falegnami in Viedma, distrutto da un incendio.

Fu ingrandita l'abitazione parrocchiale del Neuquen.

Fu migliorato assai il « Collegio di Rawson ».

Si è rinnovato dal lato igienico il « Collegio di Roca ».

Apertura dell'« Oratorio S. Luigi » in Viedma. Cappella ai Pozzi e a Gaiman.

Costruzione del grandioso edificio a due piani nel Collegio « La Piedad » di Bahia Blanca.

NEL 1929:

Collegio « Santi Angeli » in Tornquist. Collegio « Deàn Funes » in Comodoro Rivadavia.

Cappella in Rio Colorado e in Cipolletti.

Costruzione in Madryn del coro della cappella, del campanile con 4 bellissime campane, e della casa parrocchiale.

Miglioramenti al « Collegio D. Bosco » e ingrandimento dell'Oratorio « S. Giuseppe » con l'acquisto di un edificio e terreno adiacente.

Il Rendiconto ricorda inoltre di aver potuto compiere (dal 1926 al 1929) la costruzione dell'infermeria, dormitorio, teatro, officina elettrica, portici, gabinetto di fisica e chimica, il Museo Regionale Patagonico e il Noviziato nel « collegio San Pedro » in Fortin Mercedes: e di aver aumentato il numero dei « Seminaristi » da 35 a 94, degli « aspiranti » da 45 a 133. In ultimo fa menzione di 18 sacerdoti ordinati dal

1925 al 1929.

L'Ispettore ha ben ragione di esprimere il suo plauso e la sua riconoscenza ai benemeriti Cooperatori per l'attività benefica spiegata nel promuovere e sostenere tante opere di importanza capitale per le nostre Missioni della Patagonia.

Il R. Ambasciatore d'Italia al Collegio di Rosario (Argentina).

S. E. il conte Bonifacio Pignatti Morano di Custoza visitandola colonia italiana di Rosario volle anche recarsi al nostro Collegio, accompagnato dal Console Generale on. Bruno Gemelli e dai Presidenti delle Istituzioni italiane.

Ricevuto cordialmente dai superiori ebbe dagli allievi il « benvenuto » gioioso in un indirizzo letto in italiano da uno di essi. S. E. rispose commosso ringraziando per la lieta accoglienza avuta, per le belle espressioni sentite in onore dell'Italia che, disse, « si gloriava di avere nel suo seno il Pontefice di Roma, l'Uomo più grande per virtù e sapere che fa onore all'umanità intera »; disse della pace che oggi gode il popolo italiano, e concluse incitando i giovani ad imitare le virtù del Beato D. Bosco, perchè in esse si compendiano le doti del buon cittadino.

Visitava quindi i locali delle scuole Professionali esprimendo il suo compiacimento pel progresso raggiunto nei singoli laboratori.

Onoranze Giubilari a S. E. Mons. Castrale.

La nostra famiglia ha seguito coi più fervidi voti le onoranze che l'archidiocesi torinese ha tributato a S. E. Mons. Costanzo Castrale, in occasione del suo Giubileo Episcopale. Le feste furono iniziate a Torino il 7 maggio, nel Santuario della Consolata ed ebbero poi il coronamento ad Usseglio, terra natale di Sua Eccellenza, con la partecipazione di cospicue personalità ecclesiastiche della diocesi torinese, del laicato e delle autorità.

Le feste ebbero il loro epilogo con una riuscitissima accademia, durante la quale venne presentato a Sua Eccellenza un album con le offerte per l'erigenda chiesa parrocchiale di Usseglio, a ricordo della fausta ricorrenza.

Il Signore dia ancor lunga vita all'illustre Vescovo e lo colmi delle sue benedizioni perchè possa pienamente svolgere l'alta missione di bene a vantaggio delle anime.

L'Istituto Missionario di Bagnolo.

Togliamo da un giornale pinerolese questa corrispondenza: « Dopo oltre sette anni che gli spaziosi ed eleganti locali della fallita Cassa Rurale erano chiusi ed immersi in un tetro silenzio, il 5 agosto giunsero fra noi da Foglizzo, graditissimi per prendervi definitiva dimora i superiori ed allievi dell'Istituto Missionario Salesiano che attualmente alloggiano nei predetti locali facendoli risuonare giocondamente di opere, canti e suoni. Erano ad attenderli alla stazione ferroviaria, il segretario del Fascio magg. cav. Dellasette, in rappresentanza anche del podestà, tutto il direttorio del Fascio, e si può dire, l'intera cittadinanza. Giunto il treno in stazione e discesi i graditi ospiti, il segretario del Fascio locale porse loro a nome del podestà e della cittadinanza tutta il benvenuto, assicurandoli nel contempo che i bagnolesi avrebbero saputo circondarli di quella stima ed affetto che ovunque sanno meritarsi i figli di Don Bosco.

Gli rispose, ringraziando, il molto rev. direttore don Pedroni. Formàtosi poscia il corteo superiori ed allievi dell'istituto, seguiti e fiancheggiati da tutta la cittadinanza acclamante, con patriottico e gentile pensiero si recarono a rendere omaggio al monumento che ricorda i caduti bagnolesi. Dopo l'inno del Piave suonato dall'ottimo Corpo musicale dell'Istituto e dopo la recita del « De profundis », il corteo preceduto dalla musica, attraversando le vie del paese imbandierato per la circostanza, si recò alla Casa municipale ove il podestà dottor

Graziano attendeva i nuovi giunti ai quali offrì un vermouth d'onore, mentre due piccole italiane offrivano un mazzo di fiori al direttore.

Dopo il ricevimento in municipio e una visita alla chiesa parrocchiale i graditi ospiti entrarono nella loro nuova casa, acclamati dai pochi compagni giunti alcuni giorni prima e dalla popolazione ».

L'11 agosto la mutua simpatia tra istituto, autorità e cittadinanza fu cementata da un trattenimento musicale drammatico nel teatro Silvio Pellico. Vi intervennero tutte le autorità ed una vera fiumana di popolo. Dopo sentite parole di circostanza dette da un allievo, si svolse la rappresentazione vivamente applaudita.

Esercizi Spirituali.

Anche quest'anno dal 14 al 17 Agosto, nel Collegio Salesiano di Lanzo Torinese si tenne un breve Corso di Esercizi Spirituali per i giovani cattolici dei Circoli che fanno parte degli Oratori Salesiani di Torino.

Mai si vide fioritura più bella di tante giovani speranze che apprezzando i valori spirituali al di sopra dello svago quasi imposto dalla ricorrenza del ferragosto, si raccolsero per consacrare al bene dell'anima quei giorni di ferie. Erano circa 200 giovani convenuti dagli Oratori Festivi e quotidiani della città di Torino, tutti operai ed impiegati dai 14 ai 2o anni, guidati dai loro direttori, assistenti o catechisti. L'amenità del luogo e del collegio, consacrato da tante memorie del Beato D. Bosco, la parola sentita ed avvincente dei predicatori e la cordialità fraterna dei superiori in ispecial modo dell'ispettore signor D. Arnaldo Persiani, contribuirono a suscitare in tutti i giovani il più vivo entusiasmo. Quanto sacrificio generoso e lieto nell'intonarsi subito fin dalla prima sera alle esigenze della nuova comunità!

Il Santo Padre aveva fatto inviare un telegramma di auguri e di benedizione.

Alla lettura di sì autorevole incoraggiamento e benedizione rispose un'ovazione frenetica verso il Padre comune che spronando i giovani all'apostolato ha additato loro la fonte cui attingere le energie spirituali.

Sul chiudere, portò il saluto paterno di Don Rinaldi l'ispettore della Subalpina Don Persiani, che si augurò di vedere al prossimo anno sempre più numerosi i giovani esercitandi.

Tale il desiderio espresso da tutti quei baldi giovani che ritornando alla città, pieno il cuore della più schietta e serena gioia, iniziano oggi una nuova vita di buon esempio e di apostolato nel nome del grande maestro e padre, il Beato D. Bosco.   (L'Osserv. Romano).

DALLE NOSTRE MISSIONI

DALLA CINA

Un appello alle anime generose.

Ce lo ha inviato dalla tormentata Cina il nostro missionario Don PARISI PIETRO, ed ha lo scopo di onorare perennemente la memoria dei nostri due martiri: Mons Versiglia e D. Caravario.

« Il frutto concreto - scrive il nostro Confratello al Sig. D. Rinaldi - che Mons. Versiglia si era anche proposto nella visita a Lin Chow, era quello di stabilire colà l'apertura di un Collegio per ovviare al pericolo di mettere ogni anno i nostri alunni (che debbono scendere a Shiu Chow) al rischio dei pirati. Coll'immatura morte dei nostri eroi non credo stroncato il loro pensiero, il loro desiderio: penso anzi che il progettato collegio sorgerà e sarà un monumento alla loro memoria.

Lancio adunque la proposta e l'affido alla sua paterna bontà e alla carità di tutte le anime generose che tanto s'interessano alle sorti della nostra Missione. E confido che l'idea sarà accolta e attuata perchè non richiede una somma straordinaria: 6o mila lire sarebbero per ora sufficienti per un locale adatto allo scopo.

Maria Ausiliatrice e il Beato D. Bosco penseranno a muoverci in aiuto qualche nobile cuore che attuerà il nostro progetto e darà al Lin Chow il nuovo Collegio ».

Il terremoto nell'Assam..

Shillong, 27 luglio 1930. Amatissimo Padre,

I giornali le avranno recato notizia della tremenda scossa di terremoto che ha scosso il. 3 u. s. questa bella regione e dei danni arrecati..

Fortunatamente le case sono costruite in modo da lasciar tempo alla gente di fuggire, quindi non vi furono quasi vittime. Noi in modo speciale dobbiamo ringraziare Maria Ausiliatrice che nessuno dei nostri sia stato travolto dalle macerie: ma le abitazioni nostre sono ridotte in uno stato miserando.

A Gauhati la chiesa è pericolante, la casa non è più abitabile e le mura dell'Orfanotrofio minacciano di crollare al minimo soffio di vento. I danni ammontano a circa 300.000 lire.

A Laytkensew la chiesa può crollare da un momento all'altro, e nelle altre residenze parecchi muri sono così lesionati da doversi rifare. Dietro una rapida visita fatta alle varie località colpite, mi pare che il complesso dei danni causati a noi dal terremoto si aggiri intorno al mezzo milione.

Tutta la regione è devastata assai gravemente: un paesello vicino a Dubry nel Distretto di Goalpara venne inghiottito dalla terra apertasi sotto: i ponti furono distrutti e la linea ferroviaria interrotta per circa 8o km.

La scossa fu ondulatoria e durò circa due minuti primi: fu di una lunghezza spaventosa.

Non mi dilungo in altri particolari. Quanto ho scritto è sufficiente per dirle della necessità di far appello ai nostri Cooperatori perchè ci assistano nella dura prova e ci aiutino a rimettere in piedi opere tanto importanti, e indispensabili perchè i nostri orfani possano continuare a ricevere quella formazione completa che assicura il loro avvenire.

Ci benedica tutti ed in particolare chi, fidente nella Divina Provvidenza, si professa umilmente   Mons. LUIGI MATHIAS

Pref. Apost. dell'Assam.

MATTO GROSSO

Il cinematografo anche tra i Bororos.

Sangradouro, 10 gennaio.

Amatissimo Padre,

In occasione delle feste di beatificazione di D. Bosco, i nostri Bororos avevano avuto occasione di vedere per la prima volta il cinematografo. E l'ammirarono, risero anche fuori tempo, ma non compresero un bel nulla: evidentemente non era adattato a loro.

Fu il Bambino Gesù che procurò un cinema proprio adatto per loro e nello stesso tempo anche bello: e fu un dono grazioso della Rev.da Ispettrice delle Figlie di M. A. che dividono con noi le dure fatiche della missione.

La sera di Natale si ebbe nel cortile della missione il primo trattenimento cinematografico, al quale presero parte i numerosi civilizzati venuti per le feste e i Bororos. Le films erano intonate alla solennità e ben comprensibili anche dai nostri Bororos. Quando passò sotto i loro occhi la nascita di Gesù, i Pastori, i Magi, la strage degl'innocenti... bisognava sentire i bei commenti che accompagnavano le luminose scene! E quando videro i Magi stringersi al Bambino Gesù e mostrarlo al loro seguito, un fremito li scosse e tributarono al Bambino che guardava e sorrideva le più tenere lodi, le più delicate espressioni.

I nostri benemeriti Cooperatori non possono certo comprendere pienamente il gran bene che fanno alle volte con una offerta alle Missioni; l'animo primitivo, ingenuo dei nostri Indi trova nelle piccole cose motivi infiniti di educazione e di sensibilità per rendersi accessibile la virtù che entra a larghi fiotti nella loro vita perfezionandovi il rudimentale sentire cristiano.

Il trattenimento si ripetè altre sere; si potrebbe ripetere con lo stesso successo tutte le sere..

Quella sera, prima di andare a riposo, i nostri Bororos recitarono le consuete preghiere davanti ad un bel quadro luminoso proiettato sullo schermo.

Poi alla Messa di mezzanotte vi fu un'altra novità che estasiò tutti durante la sacra funzione. Trovandosi di passaggio per la Colonia un buon amico, professore di violino, accettò ben volentieri di suonare in chiesa il suo strumento accompagnato dall'harmonium. La chiesa era stipata di gente che occupava pure il vasto portico, ma non si udiva un bisbiglio, né si vide alcuno a sonnecchiare. Le soavi note del mai visto e udito strumento, tenevano tutti nell'estasi, tracciando sul volto di ognuno un non so che di indefinibile. Come gli angioli osservavano con riverenza nel presepio il Bambino Gesù, così i nostri Indi tenevano lo sguardo rapito sull'abile suonatore e sul suo violino.

Mai avevo notato nei nostri Indi attrattiva ed effetto così visibile della musica: anche le madri sollevavano ben in alto i loro bimbi perchè potessero avere la fortuna di vedere...

Grazie al buon professore e al Bambino Gesù le feste del Natale le abbiamo passate in santa letizia.

Venne anche la festa dell'Epifania con l'arrivo di... magi. Però non erano tre soli, ma una quarantina. Dalle lontane foreste del Rio Vermelho (distanti circa 50o km.) venivano per la prima volta alla Colonia una quarantina di Indi in uno stato orribile da far davvero compassione. Era il Bambino Gesù che ce li mandava, e noi li accogliemmo con gioia, sperando che la Provvidenza ci aiuterà a provveder loro almeno il più indispensabile pel corpo, mentre da noi si farà il possibile per istruirli nelle verità della nostra santa Religione. Fortunatamente non ci manca di che mantenerli e i nostri campi promettono un raccolto abbondante; ma al contrario siamo sforniti di abiti per vestirli...

Muova il buon Dio tante anime generose in aiuto, e sentano anche gli ultimi arrivati il conforto della carità cristiana dei nostri Cooperatori.

Sac. CESARE ALBISETTI. Missionario Salesiano.

TRA I " TARIANOS" DI YAVARETE

Amatissimo Padre,

Da alcuni mesi non ho scritto nulla sulle nostre missioni: lo faccio ben volentieri ora che la nuova residenza ha preso forma definitiva ed ha iniziato il suo apostolato fra i « Tarianos ».

Per oltre un anno sono venuto qua ad intervalli per compiere i primi lavori di diboscamento, di pulitura del terreno e di apertura di strade: ma appena il caro D. Giacone potè supplirmi stabilmente a Taracuà, gli ho fatto la consegna e son venuto alla nuova residenza di Yavaretè. Sono ancora solo, ma presto verrà ad unirsi a me Don Tomasoni e cominceremo sul serio ad agire.

Frattanto sto ultimando la costruzione della casa per accogliere un buon numero di Indietti, come interni, e comincio ad avere contatto con gli Indi adulti. Questi vengono già sempre più numerosi alla Missione e si mostrano più docili dei mesi scorsi e inclinano a desistere dai gravi disordini a cui si abbandonavano nei tempi passati. Quelli che abitano più vicino a noi sono assidui alle orazioni e al catechismo quotidiano.

Il numero degli Indi è considerevole e va sempre aumentando, anche perchè quelli che facevano capo alla catechesi laica del gen. Rondon se ne sono staccati per accostarsi a noi. Così possiamo dire con ragione che ormai i nostri villaggi indigeni raggruppano tutti gli indi, eccettuati quelli soltanto - e non sono molti - che vivono ancor lontani nell'interno delle foreste. Sono in complesso 28 villaggi, in massima parte ben avviati e popolati, che presentano la comodità di una più rapida evangelizzazione. E già pensiamo a preparare un bel gruppo di catechisti da distribuire nei vari centri per insegnare il catechismo e per aprire scuole: ma ci vorrà ancora del tempo perchè non possiamo contare che sui giovani che crescono nei nostri internati.

Ho condotto da Taracuà alcuni ex alunni che mi aiutano egregiamente: col loro aiuto ho aperto due laboratori rudimentali-di sartoria. per provvedere abiti alle varie squadre di Indi nudi come compenso a ciò che essi ci procurano dalla selva per le costruzioni intraprese - e di falegnameria, assorbito naturalmente dai lavori della casa che si sta costruendo. Ed è commovente vedere questi miei aiutanti che nelle ore di libertà prendono in piano i libri che hanno portato con sè e continuano avidamente ad istruirsi.

Abbiamo aperto pure un Ambulatorio, al quale affluiscono gli Indi per avere medicine e cure nei casi di malattia; è un'opera di carità che apprezzano molto e che maggiormente li affeziona alla Missione.

Tra le tribù che vivono sul Uapès, i «Tarianos » formano il nucleo principale dopo i « Tucanos ». Occupano i punti più strategici delle rive presso le grandi cascate. Nella vita e nei costumi non si differenziano molto dai « Tucanos », di cui parlano la stessa lingua pur conservando il loro dialetto privato.

Per la loro ubicazione i Tarianos abbisognano più degli altri Indi dell'opera del missionario, perchè avendo maggiore contatto coi commercianti bianchi presero da questi più facilmente l'esempio di cattive abitudini e impararono a vivere una vita molto depravata. Ciò spiega perehè dapprima incontrammo gravi difficoltà; erano indocili, apatici per ogni genere di lavoro e con una specie di avversione in cuore pel missionario, forse perche in lui trovavano l'ostacolo inflessibile per continuare nelle loro orgie degradanti.

La località per la residenza di Yavaretè fu scelta dallo stesso Mons. Massa quando, il 29 settembre 1927, si spinse fin qui in ubà (canoa): il sito pittoresco alla confluenza del « Papury » col « Uapès » gli parve opportunissimo anche per essere il luogo di convegno delle tribù stanziate sui due fiumi.

L'attenzione di Monsignore fu attratta dalla sponda destra, alquanto sollevata, coperta di folta vegetazione e di facile accesso.

La necessità di una nuova residenza apparve urgente per neutralizzare la crescente corruzione instillata dai bianchi negli Indi, non certo ostacolata dalla catechesi laica stabilitasi sulla sponda sinistra; ma si dovette soprassedere per 2 anni per la scarsezza del personale aggravata dalla morte del valoroso Don Balzola. Ad intervalli ora l'uno ora l'altro dei missionari facevano una visita agli Indi e mettevano mano ai primi lavori di apprestamento della località; finche ai primi dell'ottobre scorso il sottoscritto poneva a Yavaretè Cachoeira la sua stabile dimora.

Nei primi tempi dovemmo prendere alloggio nella grande maloca, l'abitazione comune degli Indi, divisi da essi con poche foglie di palme. Poi passammo in una modesta capanna e cominciammo la nostra vita regolare, perfettamente soli. A poco a poco gli Indi si fecero amici e dopo alcuni mesi la nostra residenza fu invasa quotidianamente da essi.

Oggi le cose sono già molto cambiate. Gli Indi sono assidui alle orazioni, al catechismo e si mostrano così docili che prendono come un ordine ogni parola del missionario. E noi approfittiamo di queste buone disposizioni per inculcare loro un programma minimo da attuare, consistente:

1) nell'abbandonare la maloca - casa per eccellenza di corruzione - per vivere ogni singola famiglia in altrettante casette;

2) nel desistere dalle orgie periodiche e dalla conseguente ubriachezza;

3) nel concludere i loro matrimoni senza la cerimonia del rapimento violento della sposa, ma di comune intesa;

4) nel partecipare alla Messa domenicale. Anche questo piccolo programma costa grandi sacrifizi agli Indi, ma li compiono con buona volontà. Essi ci hanno aiutato a costruire la cappella, la residenza e i locali destinati ai giovani i quali tutti i giorni vengono ad osservare e a chiedermi: - Padre, quando verremo con te? - Oramai siamo alla vigilia del grande avvenimento e quanto prima accoglieremo un gruppo di piccoli amici.

Tra poco sarà pure ultimata la residenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice e anch'esse potranno accogliere ed educare le piccole Tariane. Ma un'altra necessità pure si impone, La salubrità della regione dà longevità e sono piuttosto numerosi i vecchi i quali, mezzo ciechi, vivono nel più completo abbandono in un angolo della maloca. Occorre anche per essi un ricovero speciale dove possano avere dal missionario la necessaria assistenza; ed è ciò che faremo fidenti che Ella ci manderà gli aiuti indispensabili alla nuova opera e che parimenti i nostri Cooperatori continueranno a favorirci della loro carità. L'opera è certamente bella e capace di attirare sulla missione abbondanti le benedizioni di Dio. Poveri vecchi! Sono gli ultimi chiamati alla luce divina: saranno forse i primi a godere le ineffabili delizie dei Cielo.

Ci ricordi alla Vergine Ausiliatrice e presso la salma benedetta di Don Bosco.

Yavaretè, 29 marzo 1930

Dev. mo

Sac. GIov. MARCHESI.

ALTARINI PORTATILI

a cui si apporrà in una targa il nome della persona offerente.

Cassetta in legno   L. 16o Pianeta a doppio indritto drappo oro e seta viola . n 200 Camice, cingolo, rocchetto .   »   65 3 tovaglie e piccola biancheria per la Santa

Messa u 40 Pietra sacra » 20 Calice coppa d'argento 0 90 Teca per il SS. Sacramento c 25 Patena e piattino per ampolline . a 25 Vasetto per Olio Santo . > 33 Crocifisso, candelieri, ampolline . » 25 Asperges, scatola ostie, cartegloria   »   32

Rituale   »   30

Messalino e porta messale   »   55

Totale.   L. 8oo

Antitesi ed armonie.

Miyazaki, 16-7-30.

Amatissimo Sig. D. Rinaldi,

Negli aridi incolti solchi della Missione il Signore fa di tanto in tanto spuntare germogli che compensano abbondantemente le fatiche sostenute. Rileggendo i ricordi di D. Bosco ai primi missionari, mentre ci meravigliamo della mirabile opportunità e del pieno adattamento di essi alla nazione giapponese, troviamo sempre nuove vie per rassodare il lavoro compiuto e spunti per nuove iniziative.

Scrive D. Bosco: Prendete cura speciale degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi, dei poveri, e guadagnerete la benedizione di Dio e la benevolenza degli uomini.

Le cure agli ammalati circondano qui di ammirazione l'opera del sacerdote cattolico. I pagani notano, paragonano lo spirito di sacrifizio del prete cattolico, e commentano e viene lentamente stampandosi nella loro anima la nobiltà del sacrifizio dello straniero che tanto ama il giapponese. Oh! si sapesse che valore ha per l'anima giapponese la parola straniero, come si apprezzerebbe il più piccolo atto di ammirazione che forzatamente è costretto a tributare in suo onore!

Lo sa il buon D. Cavoli quali effetti di grazia nelle anime e quale ammirazione desta il portare settimanalmente la comunione agli infermi. Quali effetti producano sull'animo dei pagani le visite alle famiglie della Conferenza di S. Vincenzo de' Paoli. Il pagano giapponese non si arrenderà ad un bel discorso, ad un cumulo di ragioni che lo costringono alla verità, ma al vedersi circondato d'affetto, al vedersi sollevato dalle afflizioni della vita, al vedere i suoi figli fatti segno all'amore di anime buone, cede, s'avvince a voi, vi ascolta e permette ai suoi figli che vi ascoltino...

L'opera iniziata del soccorso a figli poveri e abbandonati e per ora affidati a buone famiglie cristiane (non avendo locali per un orfanotrofio o casa-ricovero) e mantenuti in tutto dalla generosa carità degli amici della missione giapponese, comincia a dare i suoi frutti. E così pure l'opera di ricovero dei vecchi vi colma il cuore di speranze e realtà future...

Vede il bravo vecchio attorniato dai due piccini? Antitesi e armonie! Il Signore che chiama alla fede il vecchio di 75 anni, e nello stesso tempo due angioletti di pochi anni... Il fiore della vita e il frutto maturo, battezzati domenica dal buon D. Tanguy, teneri e vecchi cespi che nel terreno dissodato a Takanakè dal nostro D. Cavoli, crescono ora e allungano già le loro propaggini a Oita, ove si trovano altri ricoverati, finchè il Signore ci permetterà di riunire tutto in un'opera coordinata che permetta ad un gran numero di anime di sentire gli efflussi ineffabili della grazia di Dio e della generosa carità cristiana.

L'inizio della vita dell'uomo, il declinare della medesima che ugualmente vengono chiamate dal buon Dio alla grazia della fede. Antitesi ed armonie che permettono al missionario la molteplice applicazione dei mezzi della grazia, e di gridare con slancio ai buoni Giapponesi: « C'è posto per tutti nella casa del Padre nostro ».

Per i nostri orfani, per i nostri ammalati, poveri e vecchi: per procurare loro il necessario (e lo sanno i miei incomparabili aiutanti Don Margiaria e D. Liviabella) andiamo elemosinando a suon di musica (è anche questa una propaganda cattolica), organizzando tombole, bazar, e quanto si può escogitare per eccitare la pubblica carità.

Vorrei parafrasando col poeta cantare così:

I miei amati poveri non hanno cibo se non da [me, ed io non ho danaro per mantenerli almeno [pel domane.

Domenica inaugureremo una modesta sala di riunione per i nostri cari cristiani, e la dedicheremo al nostro Beato D. Bosco con un trattenimento di beneficenza per i poveri amici di Gesù. Benedica D. Bosco queste nuove attività di apostolato e ci procuri la benevolenza degli uomini e le benedizioni di Dio.

Sac. VINCENZO CIMATTI.

La sala "Don Bosco" a Miyazaki.

Miyazaki, 31-7-1930. Amatissimo Sig. D. Rinaldi,

Abbiamo voluto concretare in qualcosa di duraturo e praticamente utile, il frutto della prima festa in Giappone del Beato D. Bosco con l'inaugurazione di una sala a Lui intitolata, che darà modo di estendere l'opera di apostolato missionario nella zona a noi assegnata. Incalcolabili i risultati ottenuti in occasione della festa, buona la propaganda e l'opera di penetrazione fatta nel nome di D Bosco.

Ma l'accresciuto numero dei cristiani a Miyazaki e il vivo desiderio di estendere l'opera nostra, specie fra i pagani, esigevano un locale di riunione che, come ben disse il nostro Don Cavoli nel discorso d'introduzione, affratellasse nella carità di Gesù e cristiani e pagani; permettesse quei divertimenti proprii del sistema educativo nostro che attirano la gioventù e che tanto fascino esercitano sulla gioventù giapponese; permettesse a buoni oratori discorsi di propaganda cattolica e l'inizio regolare della scuola domenicale per i pagani.

Mentre seduto al piano (dono munifico del nostro gran benefattore Mons. Giardini, Delegato apostolico) accompagnavo l'inno nazionale, cantato con slancio dai presenti, mi pareva vedere il nostro Beato accettare il nostro omaggio e accogliere sotto la sua protezione il mondo piccino che gongolante di gioia osservava il tavolo dei doni per la tombola, e i nostri cristiani che vedevano realizzato un desiderio da anni atteso, e i pagani che cooperarono alla riuscita della festa, e specialmente un discreto numero di povere famiglie beneficate dalla iniziata opera delle Conferenze di S. Vincenzo de' Paoli.

Seduti al posto d'onore i nostri cari poveri; per loro i canti, la briosa recita di Passeri dalla lingua tagliata, le caratteristiche danze delle ragazze e l'estrazione della tombola. Si volle in questa festa intrecciare al nome di D. Bosco la carità verso quel ceto di persone per cui specialmente D. Bosco ha lavorato. E pareva a noi tutti, in quei corpi cadenti o deturpati da malattie, in quei vecchi venerandi o in quei poveri fanciulli vedere fra noi il grande povero Gesù, benedicente a chi fa del bene ai suoi fratelli più cari.

La sala D. Bosco è inaugurata. Attendiamo ora i ministri della Provvidenza che ci aiutino a coprire le spese non indifferenti. Il lavoro è iniziato. Alla benedizione di Dio il fecondare e dare incremento al lavoro che si compirà. Agli amici della Missione Giapponese il portare il più largo contributo di mezzi e di preghiere.

Don VINCENZO CIMATTI

Missionario Salesiano.

Lettera di Don Giulivo ai Giovani.

Carissimi,

Recentemente in San Benedetto Po (Mantova) fra l'esultanza di tutto un popolo, fu consacrato Vescovo per la Diocesi di Potenza (Basilicata) il Parroco locale Mons. AUGUSTO BERTAZZONI, allievo del Beato D. Bosco all'Oratorio Salesiano di Torino. Per le sue esimie doti di mente e cuore e pel suo zelo pastorale è un vero seguace dello spirito di San Francesco di Sales.

In questa ricorrenza si pubblicò, come, essendo Egli giovinetto a Torino, un giorno il Beato Don Bosco gli disse: « Ti raccomando, caro mio amico, i tre s di Don Bosco. L'alunno di D. Bosco deve ispirare le sue azioni a tre parole che cominciano appunto per s. Devi essere: santo, studioso, salesiano.

» SANTO, praticando la virtù e facendo tutto per amor di Dio.

» STUDIOSO, per renderti abile a grandi cose a gloria di Dio e a salute delle anime.

» SALESIANO, cioè a dire animato da spirito di dolcezza, di santo zelo, di rispetto a tutte le autorità e di amore alla Patria».

Carissimi giovani, altrettanto io raccomando a voi, per santificare il vostro presente e il vostro avvenire. Vi auguro inoltre importanti e splendide carriere con ogni prosperità.

Il Beato D. Bosco vi assista e vi aiuti sempre.

Addio. ,

Don GIULivo.

Festeggiamenti al Beato Don Bosco

MAZZARA. -- Sotto i paterni auspici di Monsignor Vescovo si è svolto nella cattedrale di Mazzara un triduo in onore del Beato. In quei giorni si son date convegno ai piedi di D. Bosco il seminario e le parrocchie della città, con un consolante numero di comunioni: a sera una folla devota è accorsa ad ascoltare la fervida parola di D. Fasulo.

Nel giorno di chiusura Monsignor Vescovo ha celebrato la solenne Messa pontificale, assistito dal Capitolo; poi ebbe luogo la processione del simulacro e della reliquia con intervento di tutte le associazioni. La giornata ebbe per ultimo atto un'interessante conferenza con proiezioni nel vasto atrio delle scuole, presenti le autorità.

VERONA. - Con la partecipazione delle autorità, le feste promosse da uno speciale Comitato a S. Anastasia, riuscirono un avvenimento memorabile e grandioso. Il triduo predicato nel vasto tempio di S. Anastasia, richiamò folla enorme che gremì la chiesa ed ascoltò con diletto spirituale la parola dotta di D. Annibale Giordani, di P. Valeriano da Carpi e di Mons. Giuseppe Manzini.

Il giorno di chiusura offerse uno spettacolo superiore ad ogni previsione: solennissimo il Pontificale di S. E. Monsignor Vescovo presenti le autorità al completo, dal Prefetto al Comandante del Corpo d'Armata, dal Podestà al Questore, al Presidente del tribunale, ecc. Monsignore volle infra missam tessere l'elogio del Beato con una splendida omelia.

Poi il corteo religioso della reliquia, da S. Anastasia all'Istituto Salesiano.

Ci è impossibile dare un'idea del magnifico omaggio cittadino tributato al Beato: associazioni, scuole, collegi, confraternite, Ordini religiosi, clero, popolo, tutti presero parte all'imponente dimostrazione, sotto un'ininterrotta pioggia di fiori. Il corteo percorse le tre grandi arterie cittadine, che formano un'unica via, particolarmente indicata ad esser cornice di questi trionfi. Nel cortile dell'Istituto parato a festa, la reliquia fu deposta su un altare appositamente eretto, e Monsignor Vescovo benedisse la folla col Santissimo.

Alla sera nel salone Sammicheli il comm. Avv., Felice Masera tenne una brillante commemorazione del Beato davanti alle autorità e a un scelto pubblico, vivissimamente applaudito e complimentato.

MONTÀ D'ALBA. - Dopo i solenni festeggiamenti celebrati nel maggio in parrocchia per iniziativa del Rev.mo Arciprete D. Michele Giberti, anche l'importante borgo dei « Rolandi » dava al Beato una grandiosa dimostrazione di affetto e di devozione. Il Rev.mo Can. Prof. Paolo Berta del Seminario d'Alba predicò con zelo il triduo e dispose gli animi alla festa del io agosto, riuscita splendida. La processione con la statua del Beato passò tra canti e suoni per le vie della frazione, acclamata con entusiasmo dai giovani convenuti da tutta la parrocchia. Il Can. Berta sulla porta della chiesa parlò ancora alla folla devota tracciando con vivida parola i quadri salienti della vita del Beato.

FIGLINE. - Mercè lo zelo del Comitato Esecutivo, e l'attiva partecipazione del Capitolo dell'insigne Collegiata e del Clero, le feste di Figline riuscirono splendidamente.

Solenne il ricevimento fatto alla reliquia, molto fervoroso il triduo predicato da Mons. Adolfo Braccini nella chiesa collegiata, che ebbe inizio col trasporto della reliquia e della statua del Beato, a cui partecipò anche S. E. MonS. Gioacchino Bonardi. Nel corso del triduo, occorrendo la festa di Maria SS. Ausiliatrice, S. E. Mons. Giovanni Fossà, Vescovo Diocesano, ammetteva alla prima Comunione un centinaio tra bambine e bambini; nel pomeriggio un migliaio circa di bambini compivano ai piedi della Madonna e del Beato la cerimonia della loro consacrazione e dell'imposizione della medaglia; quindi sfilava per le vie la grandiosa processione di Maria Ausiliatrice.

Il giorno seguente fu dedicato esclusivamente alla glorificazione del Beato, in omaggio al quale Monsignor Vescovo presiedette ad un convegno della gioventù maschile e femminile e tenne pontificali mattino e sera. La processione della sera riuscì assai imponente pel grande concorso di gente convenuta anche dai paesi vicini e si dovette impartire la benedizione sulla piazza principale.

Le feste ebbero la loro chiusura con la commemorazione civile del Beato, fatto con brillante oratoria dal Prof. Avv. Giorgio La Pira dell'Ateneo fiorentino.

TORRE ANNUNZIATA. - Le feste di Don Bosco furono degna coronazione al mese mariano celebrato con grande solennità. Il triduo fu aperto con la imponente processione di Maria Ausiliatrice e proseguito col più vivo fervore nella parrocchia dello Spirito Santo. Nel corso del triduo tutti gli alunni delle scuole della città, per interessamento dei Presidi e Direttori, recarono al Beato l'omaggio di una comunione generale. La festa di chiusura poi fu tutta vibrante di entusiasmo: la partecipazione di S. E. Mons. Melchiorri, Vescovo di Nola, e di S. E. Mons. Celli della Basilica di Pompei conferì alle belle funzioni una solennità particolare cui corrispose con slancio di divozione tutto il popolo.

COGNO. - Per iniziativa delle Figlie di Maria A. che dirigono il Convitto Operaio, anche Cogno celebrò con fervore di entusiasmo la festa del Beato nella chiesa parrocchiale.

Grande fu il concorso di popolo al triduo predicato da D. Bazzicchi salesiano, ma il giorno della festa fu veramente straordinario: e quante Comunioni furono offerte quale omaggio a D. Bosco.

Alla Messa solenne, dopo il panegirico, fu benedetto il quadro del Beato, e alla sera dopo le funzioni di chiesa, una splendida accademia presso le Figlie di M. A. e un concerto bandistico eseguito dalla corale V. Olcese diretta dal M° Agostino Ferrari chiusero la bella giornata.

RIMINI. - Le feste, aperte con una riuscitissima giornata missionaria nella quale tenne conferenze il missionario D. Garelli, proseguirono solennemente col triduo predicato dal valente P. Roberto da Nove cui partecipò una folla compatta. Alla festa intervenne S. E.

Mons. Scozzoli vescovo diocesano, e riuscì una bella manifestazione di pietà.

CASSOLNOVO. - Per grandiosità e per entusiasmo e divozione riuscirono oltre ogni lusinghiera speranza le feste svoltesi a Cassolnovo per iniziativa delle Figlie di Maria Ausiliatrice e del Rev.mo Sig. Arciprete. Il triduo, predicato da un missionario salesiano, e la, festa ebbero la partecipazione più vibrante di ogni ceto della popolazione, ed anche di quella delle vicine regioni, specialmente per la processione della reliquia, riuscita veramente magnifica.

La giornata di D. Bosco ebbe un'ultima cerimonia suggestiva nella benedizione del monumento che per iniziativa delle ex allieve è stato innalzato quasi a protezione degli oratori, e a richiamo della gioventù, sulla quale aleggerà soave come una carezza la perenne benedizione del grande apostolo.

MIAGLIANO. - Il Sig. Lanino Francesco, impiegato del Cotonificio Poma fece la proposta della festa e a lui si associarono tre altri ex allievi, i Sigg. Bocchiardi Angelo, Direttore del Cotonificio, Costamagna Giovanni, Capo tecnico del Cotonificio, e il M° Vercellone. La proposta, accolta con entusiasmo dal Rev.mo Sig. Prevosto, fu attuata. La popolazione partecipò unanime alle sacre funzioni e alle conferenze sulle Missioni Salesiane, e trasse motivo dalla festa per ravvivare la sua fede e la sua devozione nel novello Beato.

BORGHETTO BORBERA. - La festa del Beato riuscì tanto splendida che nessuno ricorda di aver visto altra festa più grandiosa: va data lode alle Figlie di M. A., al Circolo della G. C. che cooperarono col Rev.mo Arciprete nel prepararla. La popolazione partecipò devotamente al triduo, predicato dal prof. D. Ezio Riccardi, e con entusiasmo adornò le case e le vie per la processione del Beato, riuscita veraniente magnifica per l'intervento dei paesi vicini.

TREVI. - Imponenti i festeggiamenti di Trevi, ai quali popolo e autorità hanno partecipato con esultanza. La commemorazione civile fatta dall'illustre avv. Giov. Mignini di Perugia, il triduo solenne predicato dal salesiano D. Gaggino, il trionfale corteo del giorno della festa, a cui presero parte anche le popolazioni delle borgate vicine, la cerimonia di chiusura al monumentale tempio di S. Francesco furono i momenti più salienti della glorificazione di D. Bosco. Le feste riuscirono assai fruttuose per la pietà della popolazione che frequentò con assiduità e con divozione i SS. Sacramenti.

FINALE EMILIA. - Le feste svoltesi in duomo hanno ottenuto un concorso insolito e da molti anni non visto a Finale. Fu concessa la Messa di mezzanotte, nella quale si ebbero numerosissime comunioni: altre innumerevoli, specialmente da parte dei giovinetti, si ebbero pure alla Messa del mattino. Alla Messa pontificale di S. E. Mons. Giovanni Pranzini, vescovo di Carpi, parteciparono, le autorità cittadine al completo. S. E. che tratteggiò con autorevole parola il soprannaturale nella vita di D. Bosco, si compiaceva pure di partecipare all'imponente processione della sera, e dopo il Te Deum impartire la benedizione.

LOMELLO. - Clero, autorità, popolo, ex allieve e patronesse dell'Oratorio Salesiano andarono a gara perchè la festa del 4 maggio in onore di D. Bosco riuscisse grandiosa; e l'esito fu degno della fervida simpatia che Lomello ha sempre nutrito pel Beato e per le opere sue.

Il triduo nella vasta chiesa di S. Maria ebbe la partecipazione devota di una straordinaria massa di fedeli e dei fanciulli delle scuole, che nel giorno della festa fecero il regalo al Beato di una Comunione generale. Tutti poi intervennero alla imponente processione, chiusa col canto del Te Deum e colla benedizione Eucaristica.

GIAVENO. - Prima all'Educandato, poi all'Oratorio delle Figlie di Maria Ausiliatrice, si è celebrata con pompa la festa del Beato.

La festa all'Educandato, di carattere privato, ebbe la sua chiusa in una briosa accademia cui parteciparono alcune benemerite famiglie. Pubblica invece fu quella svoltasi all'Oratorio, con partecipazione di numeroso popolo, clero e associazioni, specialmente per la solenne processione della reliquia portata dal Rev. Sig. Prevosto di Giaveno Mons. Del Bosco, assistito da un sacerdote salesiano e dal Rettore del Seminario.

S. AMBROGIO. - Per interessamento del Prevosto Mons. Croce, la festa svoltasi a S. Ambrogio riuscì oltremodo solenne. Il triduo predicato dal teol. Paglia ebbe assidui ascoltatori gli abitanti che nel giorno della festa onorarono il Beato con una Comunione generale. Alla Messa solenne pontificale parlò di Don Bosco con sentito affetto Mons. Rossi vescovo di Susa che partecipò insieme col clero e colle autorità alla processione grandiosa del pomeriggio.

SORRENTINI. - La festa celebrata in onore di D. Bosco la domenica in Albis nella parrocehia, per iniziativa dell'Arciprete Don Gaetano Oriti, riuscì spiritualmente fruttuosa per la popolazione.

L'Arciprete comunicò il suo entusiasmo ai fedeli parlando a più riprese con vivo affetto del Beato e della vasta opera sua, e incitando ad avere fiducia illimitata nella protezione di lui e della Vergine Ausiliatrice.

NAPOLI-TARSIA. - Grandiosa dimostrazione religiosa e civile ebbe luogo all'Istituto Sordomuti a Tarsia; un eletto stuolo di persone benemerite e simpatizzanti dell'opera che i Salesiani svolgono a pro dei sordomuti partecipò sia alle funzioni religiose sia alla inaugurazione del busto del Beato, durante la quale cerimonia l'on. Giulio Rodinò commemorò con un magnifico discorso D. Bosco e S. E. Mons. Alessio, rappresentante di S. Em. il Card. Ascalesi, espresse il suo compiacimento e il suo affetto per l'opera da cui ebbe la sua prima educazione.

SALERNO. - La chiesa artistica di San Giorgio, parata riccamente con gusto geniale dal cav. Fruscione, accolse pel triduo e per la solennità del Beato D. Bosco una folla devota di Cooperatori e amici. Ad essi rivolse la sua fervente parola il nostro D. Trione, ospite in quei giorni dell'Ecc.mo Arcivescovo: e a lui seguì il chiaro oratore D. Stile parlando del Beato e degli insegnamenti che scaturiscono dalla sua mirabile vita. Musica sceltissima, eseguita sotto la guida del M° M. Barella, e divote funzioni, alle quali parteciparono Mons. Camillo Gallo, Vicario Generale, S. E. Mons. Monterisi, e il Dott. D. Sabato Corvino Direttore Diocesano dei Cooperatori Salesiani, furono insieme colla pietà del popolo, le vie della bella glorificazione tributata a D. Bosco.

FOSDINOVO. - Nella chiesa di S. Remigio, ad iniziativa di Mons. Giuseppe Corona, si è commemorato degnamente il Beato D. Bosco sul finire del mese di maggio. Mons. Corona che ha voluto promuovere coli tanto zelo nella sua bella chiesa il culto di M. A. inaugurando l'anno scorso un quadro ad olio della Madonna di Don Bosco, ha voluto associare quest'anno alla festa della Madre il ricordo del grande divoto che dalla Regina del Cielo ebbe l'ispirazione e l'aiuto per diffondere nel mondo le sue opere.

GATTINARA. - Per iniziativa del Rev.mo Vicario Foraneo Teol. D. Antonino Francese, nella chiesa parrocchiale si svolse una festa in onore del Beato. Triduo e solennità ebbero la più viva pertecipazione del popolo che da un quarantennio apprezza le opere del Beato. La festa ebbe a suggello una magnifica Accademia preparata dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, alla quale si trovarono presenti le autorità e una folla immensa di popolo.

CHIOGGIA. - La festa di D. Bosco, svoltasi nell'ampia cattedrale, riuscì solenne e fruttuosa. Si iniziò coll'entusiastico e commovente ricevimento della reliquia: tutte le autorità e tutto il popolo l'accolsero al pontile di sbarco e la scortarono con divoto corteo in cattedrale dove, nell'abside, campeggiava tra luci una bella tela del Beato opera di un giovane artista della città ex allievo dell'oratorio. Il triduo, predicato dallo zelante parroco di Torre (Padova), e la festa ebbero il frutto di una comunione veramente generale.

ZIANO DI FIEMME. (TRENTINO). - La festa di Don Bosco culminò in un vero avvenimento locale, e per l'entusiastico interessamento e la religiosa edificante corrispondenza di tutti - a capo il Sig. Podestà - con intervento di molte persone dei paesi vicini, e per la solenne Benedizione di una cappella intitolata a Don Bosco e di due magnifiche grandi statue in legno della Ausiliatrice, entrambe lavorate coli fine gusto dai provetti artisti di Ortizei in Val Gardena (Trentino).

A memoria d'uomo non si fece mai festa alcuna con tanto animo, con tanti addobbi, con tanta gioia e, sopratutto, con tanto forte proposito di bene.

ARIGNANO. - Nella chiesa parrocchiale il triduo e la festa del Beato richiamarono una folla straordinaria, e furono distinti da un'imponente comunione generale. Tutte le autorità cittadine vi presero parte con le associazioni e le scolaresche. La festa si chiuse con una ben riuscita accademia nell'asilo delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

ALTRI FESTEGGIAMENTI. Si sono svolti a:

MONTICELLO D'AMIATA con soddisfazione e simpatia generale: il salesiano D. Francesco Fabbri tessè il panegirico del Beato alla Messa solenne del Sig. Preposto e poscia regalò a tutta la popolazione una bella conferenza con proiezioni, ascoltata con molto entusiasmo. La Società Cooperativa di Consumo con lodevole iniziatica deliberò l'offerta di L. 200 per le Missioni Salesiane, iniziativa che la buona popolazione perfezionò con altre offerte allo stesso scopo.

A CASTIGLION FIBOCCHI, i seminaristi promossero la festa in onore del Beato D. Bosco nella chiesa arcipretale con una Comunione generale della gioventù. Nel pomeriggio un chierico salesiano tessè ai vespri l'elogio del Beato tra l'attenzione più devota del popolo e quindi si svolse una magnifica processione, a cui presero parte associazioni e confraternite.

A CASTELNUOVO DEI SABBIONI, dove, per iniziativa delle Figlie di Maria Ausiliatrice e del zelantissimo Sig. Priore, le feste riuscirono assai grandiose e divote, con una magnifica processione.

A GIUSVALLA, la buona popolazione volle offrire il suo devoto omaggio al Beato, con una Comunione generale e colla partecipazione più entusiastica alle varie funzioni. La bella solennità fu chiusa da una efficace conferenza dell'ex allievo Prof. Massimelli.

All'Estero.

PORTOGALLO. - Nella capitale del Portogallo si è svolto con grande solennità un triduo in onore del Beato. Le funzioni ebbero luogo alla parrocchia dell'Incarnazione promosse da quel zelantissimo ex allievo che è il parroco D. Joaquin da Silva, e furono sempre onorate dalla partecipazione di un gran numero di devoti.

Il 18 maggio celebrò la Messa della Comunione generale Mons. Arata, uditore della Nunziatura, indi ebbe luogo alla cattedrale un gran pontificale con assistenza del Cardinale Patriarca e panegirico del Vescovo di Portalegre, seguito dalla Benedizione e venerazione della reliquia.

La sera del 19 si ebbe la commemorazione civile nel più aristocratico salone della città, dove il conte di Vila Flor, grande amico dei Salesiani fin dalla prima ora, tenne una splendida conferenza.

Alla conferenza, inquadrata in un brillante concerto musicale, assistevano distinte personalità, il Presidente della Repubblica, il Card. Patriarca, il Rappresentante della Nunziatura, Ministri, Membri del Corpo Diplomatico con a capo il R° Ministro d'Italia.

Non solo la stampa cattolica, ma anche l'altra, ebbe a commentare con gran simpatia le feste in onore del Beato e ad esaltare la grande figura di Don Bosco con parole di vivo rispetto.

FRANCIA. - Splendidissime le feste svoltesi a Nizza ai primi di giugno. Per quattro giorni consecutivi una moltitudine di ammiratori e di devoti accorse alla nuova chiesa di Maria Ausiliatrice, eretta or ora dal venerando Don Cartier come omaggio al Beato nei quartieri popolari al centro della vallata del Pa glione. La bella chiesa da poco aperta al culto fu sempre ripiena di gente fino all'inverosimile: e ben si può dire che l'intera città partecipò con meraviglioso slancio all'apoteosi di Don Bosco.

Triduo e festa riuscirono sontuosamente, oltre che per il concorso di popolo, per una straordinaria folla di giovani e di ex allievi, ai quali s'unirono eccellentissimi vescovi, amici del'Opera di D. Bosco e le più alte autorità civili.

Ogni sera valenti oratori - D. Dalloz, Don Auffray,. il canonico Ponsard - tesserono le lodi del Beato ascoltati con religiosa attenzione dal numeroso uditorio; poi la magnifica processione vide a migliaia e migliaia i devoti sfilare intorno ai proprii vessilli e scortare la reliquia e la statua del Beato per le vie della città.

Mons. Malan, Monsignore di Monaco e Mons. Germond furono infaticabili nel compiere solenni pontificali al mattino e sera: accompagnati da scelta musica, brillantemente eseguita dalla cantoria della Cattedrale. Alle feste presero pure parte due membri del Capitolo Superiore, i Rev.mi D. Ricaldone e D. Candela.

SVIZZERA. - Particolarmente suggestive furono le feste di Morges.

Morges è una cittadina del cantone di Vaud in maggioranza protestante, ma i cattolici locali colsero volentieri l'occasione per riaffermare la loro fede e la loro pietà. Nei primi due giorni del triduo le funzioni si svolsero all'Istituto de la Longeraie, dove il Rev.mo abate mitrato D. Anselmo Le Bail dei Trappisti benedisse la statua del Beato, celebrò il pontificale e predicò con grande efficacia. La chiusa si ebbe poi nella chiesa cattolica di Morges con un solenne pontificale, quale dai tempi della Riforma più non si era veduto. Così la popolazione di Morges conobbe l'eccellente figura del più simpatico dei santi educatori, che forse ignorava.

SPAGNA. - Alle feste di Matarò presero parte con vivissima simpatia autorità ecclesiastiche, civili e militari e l'intera popolazione. Riuscirono solennissime per il concorso di due felici circostanze: il venticinquesimo di fondazione e il compimento dell'Istituto nell'integrità del primitivo progetto.

Nè meno splendide riuscirono le feste di Alcoy, svoltesi parte nella real parrocchia di S. Mauro e parte in quella di S. Maria, con straordinario concorso di fedeli e di ammiratori, specialmente per la processione in onore del Beato.

ARGENTINA. - A Corrientes il triduo di D. Bosco fu una vera festa cittadina, e tanta fu la moltitudine che vi partecipò da doversi celebrare le funzioni nel cortile del collegio salesiano non essendo la chiesa capace di contenerla. La Messa del giorno di chiusura fu celebrata dal venerando P. Castilla che aveva avuto l'alta fortuna di conoscere il Beato; poi seguì la benedizione della bandiera del 22° Battaglione Esploratori, data da S. E. il Vescovo di Corrientes.

URUGUAY. - Furono giorni di viva esultanza quelli destinati alla glorificazione di Don Bosco, nella cripta della chiesa del Collegio Don Bosco di Montevideo. Grande fu il concorso di popolo che amò onorare il Beato accostandosi, con gli ex allievi, alla Comunione pasquale. E fu ben lieto Mons. Giorgio Shalita di presenziare a quello spettacolo di fede che D. Bosco aveva saputo destare.

PARAGUAY. - Assunzione ha voluto tributare il suo entusiastico omaggio al Beato D. Bosco celebrandone la festa con pompa straordinaria.

Alla inaugurazione delle feste nel Teatro Nazionale assistette l'Ecc.mo Sig. Presidente della Repubblica, e si degnò pure con la sua sposa far da padrino alla benedizione della nuova statua del Beato. Nel triduo si alternarono alle funzioni religiose Francescani, Salesiani e Gesuiti: e nel giorno di chiusa Mons. Sinforiano Bogarin tenne il solenne pontificale. A sera ebbe luogo un'imponente processione dalla cattedrale al collegio salesiano Monsignor Lasagna, alla quale assistettero da un palco speciale il Presidente della Repubblica, Mons. Bogarin, il Ministro d'Italia conte Negri e spiccate personalità.

EQUATORE. - Quito, la « sultana delle Ande », si è distinta onorevolmente nelle feste tributate al Beato D. Bosco. Nella cattedrale, ornata di un artistico quadro del pittore Don Antonio Salguero e splendidamente parata, si svolse il solenne triduo con grande concorso di popolo. Valenti oratori esposero la vita e le virtù del Beato e con la loro fervida parola eccitarono efficacemente i fedeli ad accostarsi ai SS. Sacramenti. Nel giorno di chiusura, assai imponente fu il pontificale di Mons. Carlos La Torre, vescovo di Guayaquil, assistito dal Seminario e dal Capitolo e dai vari parroci della città. Vi parteciparono pure i membri del Corpo Diplomatico, insigni cooperatori e benefattori dell'Opera Salesiana: e la funzione si chiuse al canto del Te Deum.

Come chiusa delle feste ebbe luogo una grandiosa commemorazione civile nella quale distinti oratori esaltarono con brillanti discorsi le benemerenze di D. Bosco.

CENTRO AMERICA. - La data commemorativa della Beatificazione di D. Bosco fu se lennemente festeggiata a Sant'Anna del Sal vador nel Santuario di Maria Ausiliatrice, annesso a quel Collegio Salesiano e nella Cattedrale colla partecipazione di S. E. Monsignor Vescovo Diocesano, dei parroci e sacerdoti della città, e di gran numero di benefattori, ex allievi e devoti, accorsi da tutte le parti della Repubblica...

Specialmente nella Cattedrale il triduo riuscì imponentissimo per la solennità delle funzioni, per la valentia degli oratori e concorso di fedeli. Nel giorno di chiusura, oltre il pontificale, si effettuò una magnifica processione, un'accademia nel Teatro Salon. I festeggiamenti, che lasciarono in tutti ricordi soavi di fervore, dimostrarono quanta influenza l'Opera di Don Bosco abbia esercitato nei 27 anni di attività in Sant'Anna.

STATI UNITI. - Le feste svoltesi a S. Francisco di California furono un vero trionfo alla memoria del Beato, e contrariamente alla consuetudine americana di dimenticare ciò che accade il giorno prima, quelle feste segnarono una maggiore intensità di azione salesiana.

Tra le cerimonie degne di rilievo ricordiamo la commemorazione civile del 23 maggio allo Scottish Rite Auditorium col concorso di un'eletta folla: splendidi discorsi si intrecciarono a canti e a spettacoli eseguiti da oltre 50o ragazzi e ragazze. Il 24 ebbe inizio il triduo con la festa di Maria Ausiliatrice: solenne il pontificale di S. E. Monsignor Vescovo di Sacramento, accompagnato da superbe esecuzioni musicali. Il 25 maggio al pontificale di Mons. Cantwell, vescovo di Los Angeles, l'Arcivescovo Hanna esaltò con magnifiche parole la figura di D. Bosco e le opere sue. Nel pomeriggio tutte le mamme coi rispettivi bambini ad ora fissa fecero il solenne atto di consacrazione di se stesse e dei loro figliuoli a Maria Ausiliatrice, in onore del Beato D. Bosco. La giornata del 26 fu uno speciale omaggio della gioventù; pontificò Mons. Kelley, vescovo di Oklahoma, il coltissimo prelato, amico dell'Italia. Alla sera si svolse una splendida processione a cui presero parte tutte le società cattoliche, gran numero di gioventù e una folla strabocchevole.

Distinte personalità ecclesiastiche, civili e consolari (va ricordato in modo speciale il R° Console Generale d'Italia) presero parte alle varie celebrazioni con la più viva simpatia.

La parrocchia della Trasfigurazione di Mott Street a New York ha voluto offrire ai Salesiani, che la dirigono, la statua del loro Fondatore raffigurato in atto di contemplare la Vergine mentre tiene per mano Domenico Savio, opera pregevole della Ditta D'Aprato di Chicago. Premessi due ordini di tridui predicati mattino e sera da valenti oratori, il 29 giugno si celebrò solennemente la festa del Beato: alla sera fu portata in processione la statua di D. Bosco tra una folla devota, raccolta in due ali sui marciapiedi delle vie. Le madri sollevavano in alto i loro bambini perchè inviassero baci affettuosi al grande amico e protettore dei piccoli.

MESSICO. - Dopo la bufera della persecuzione le feste di D. Bosco, pure tra le svariate limitazioni imposte dalle dolorose contingenze della situazione politica, furono tra le più solenni ed entusiastiche.

Il 26 aprile tutte le Opere Salesiane della Nazione inviarono alla Capitale una buona rappresentanza per partecipare alla festa del Beato. L'Eccellentissimo Delegato Apostolico celebrò la Messa della Comunione generale, che fu accompagnata da soavissimi canti delle Figlie di M. A. Poscia al Collegio Salesiano vi fu un commovente convegno di Ex Allievi, il primo dopo la tremenda burrasca. Il giorno seguente ebbe luogo la, festa sportiva con la commemorazione civile, riuscita splendidissima.

Grazie del Beato D. Bosco

Guarita da polmonite e meningite.

La nostra cara bambina, di un anno appena, venne colpita da forte polmonite doppia con febbre altissima a cui sopraggiunse la meningite con altre complicazioni. La poverina passò quindici giorni di spasimante agonia e noi si viveva con lo strazio nel cuore di vedercela rapire da un momento all'altro.

Con fede ci rivolgemmo al Beato D. Bosco incominciando una fervorosa novena, e applicammo alla cara Luisa una reliquia del Beato, promettendo un'offerta per le Opere Salesiane. Il 18 maggio, in Cassolo, si celebrava solennemente la festa del Beato D. Bosco, e la nostra fiducia nella di Lui intercessione si fece più viva quando specialmente sfilò la processione e l'immagine del Beato passò benedicente davanti alla nostra casa. Da quel giorno notammo un lieve miglioramento che andò sempre crescendo fino a guarigione completa.

Cassolnuovo.

Coniugi BARATTO.

Esprimono pure la loro riconoscenza al Beato D. Bosco:

FAMIGLIA Rucci (Colle Sannita) per l'ottenuta guarigione del figlio Nicolino.

Suor M. A. (Genova) pel conseguito conforto invocando il Beato con una novena.

SERENA LUIGIA (Crema) in un critico momento di calunnie e di lotte ingiuste si rivolse al Beato che protesse la sua innocenza.

MARIANNINA BUFALINI (Città di Castello) per la protezione accordata dal Beato in una operazione agli occhi riuscitissima a cui dovette sottoporsi il figlio sedicenne.

C. BoGLIOLO per la guarigione del nipotino Franco, gravemente colpito da morbillo e convulsioni; applicatagli la reliquia del Beato si assopì e cominciò a migliorare fino a guarigione perfetta.

Ex ALLIEVO (Trevi) per l'assistenza avuta dal Beato negli esami di 'abilitazione tecnica riusciti con felicissimo esito.

CAIROLI MARIA (Villa Masone) per una grazia spirituale ottenuta coll'intercessione di D. Bosco ad una persona cara.

ANNA AGOSTINI con la novena al B. Don Bosco ottenne ottima condizione d'impiego, che la liberò da una situazione difficile.

VILLA FRANCESCA pel rinvenimento del portafoglio smarrito dal figlio con denari e carte interessanti.

Ex ALLIEVO DI BOVA per il buon esito degli esami di maturità classica.

N. N. trovandosi alle prese con un affare importantissimo, quando una buona situazione pareva umanamente impossibile, ricorse a D. Bosco ed ebbe la grazia più ampia di quanto osasse sperare.

Suor AGOSTINA CLARISSA (Boves) ridotta agli estremi per complicazioni sopraggiunte dopo una dolorosa operazione, con l'applicazione della reliquia del Beato e con le preghiere fervorose delle consorelle cominciò a riaversi e guarì completamente.

SAC. Nuccio GIUSEPPE (Campobello di Mazzara) raccomandò al Beato una persona che improvvisamente aveva dato segni di alienazione mentale ed ebbe la consolazione di vederla guarita entro tre giorni.

LUIGIA BRUGNA (Romagnano di Trento) colpita da paralisi e portata all'ospedale di Trento diede alla luce un bambino: ma persistendo la paralisi alla gamba e alla lingua cominciò una novena al Beato e si trovò presto libera dal grave malanno.

C. T. (Turi) avendo la sorella colpita da grave malore le applicò la reliquia di D. Bosco e ne ottenne repentino miglioramento.

N. N. (Bibbiano) in un affare importantissimo riguardante il bene della famiglia ricorse al Beato e contro ogni speranza ebbe la grazia desiderata.

GREGORI ROSA (S. Vito di Montà) avendo il figlio colpito da fortissimo male al capo, lo condusse a Torino dove per 14 giorni fu tenuto in osservazione da specialisti professori senza che ne scoprissero la causa. Ricondotto a casa e raccomandatolo al Beato con una novena, egli guariva completamente.

GRANDI ALDO (Chiari) aveva il suo bambino Bruno di due anni colpito da gastro-anticolite e in cura da un mese a Casino Boario. I medici disperavano di salvarlo quando una Figlia di M. A. pose al collo del bambino una medaglia che aveva toccato le spoglie di D. Bosco. La febbre cessò subito e in pochi giorni il malato guarì completamente.

PLATÈ TERESA (Zerbolò) si vide una sera portare in casa il figlio Carlo morente per Una terribile caduta dalla bicicletta. Per schivare un altro ciclista che gli veniva incontro, sterzando bruscamente, era andato a sbattere del capo per terra. Il parroco gli amministrò l'Estrema Unzione, ma la mamma lo raccomandò alla protezione del Beato con una novena; nel corso di questa il ferito cominciò a migliorare, ad alzarsi e al termine della novena era in completa convalescenza.

G. B. (Castelnuovo Don Bosco) per il conseguito impiego del figlio disoccupato.

RONCO RosINA da lungo tempo ammalata, riebbe la sanità completa rivolgendosi con fiducia al Beato D. Bosco.

GALTUSO GIOVANNA (Ciminna) vedendo minacciato da un male il raccolto delle fave si rivolse con preghiere al Beato. Con grande meraviglia il male si arrestò e il raccolto, relativamente a quello di tutti, fu ubertoso davvero.

PICCHIO LUIGI (Bra) affetto da cerosi epatica dichiarato inguaribile dai medici, ottenne la guarigione ricorrendo al Beato. Riconoscente invia offerta.

PONTI IDA (Samarate) per la guarigione prodigiosa del bambino ottenuta colla novena al B. Don Bosco.

VAUDANO RENZO per la guarigione della figlia.

ERNESTO COMASCHI (Reaglie) per l'ottenuta giustizia dopo tanti mesi di incresciosa vertenza, mediale l'intercessione del Beato.

LOFFI LUIGIA (Torino) per aver D. Bosco aiutato un parente a trovare impiego.

A. M per l'ammissione ad esami, resa problematica per nuova disposizione.

N. N. per averle guarito l'anno scorso il bambino da scarlattina e quest'anno da scarlattina e tetano.

M. B. (Torino) per essere stata sfebbrata la sorella nel giorno stesso in cui la raccomandammo al Beato, e pel felice conseguimento della laurea da parte del fratello.

LUIGI ZINGALI (Cesarò) colto da bronco-pleuro-polmonite acuta e versando in grave pericolo, si rivolse con fiducia al Beato e risanò perfettamente.

CULTO E GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

Segnaliamo con piacere altre Feste di Maria Ausiliatrice celebratesi con molta solennità, e delle quali ci è pervenuta con ritardo la notificazione.

A GORFIGLIANO fu organizzata dal Rev.mo Arciprete D. Augusto Vincenti, e preceduta da uno speciale corso di predicazioni tenute dal zelante P. Silvio Rossi dei Missionari di S. Vincenzo de' Paoli di Firenze. La popolazione - in gran parte forti lavoratori del marmo - ascoltò il valente oratore con viva devozione e non potendo tutta capire nell'angusta chiesa, fu necessario trasportare il pulpito sulla piazza. Maria raccolse al fervido omaggio di oltre 2000 Comunioni, e vide sfilare dinanzi alla statua tutti i bimbi del paese per deporvi un mazzo di fiori e ricevere la benedizione. Poi, nel pomeriggio, si svolse la grandiosa processione tra canti e suoni, alla quale parteciparono con vivo entusiasmo anche le popolazioni vicine: sul verde prato, ombreggiato da secolari castagni sostò la Vergine Ausiliatrice, mentre l'oratore P. Rossi rievocò la meravigliosa protezione che Maria spiegò sul Beato D. Bosco. Tutti portarono nell'anima un ricordo soavissimo della bontà di Maria e un risveglio di devozione nella celeste protettrice di Don Bosco.

Guarisce il nostro figlio.

Ancora nel febbraio del 1928 il nostro figlio Don Giuseppe Poletti si ammalò mentre si trovava a Mezzolombardo in qualità di Cooperatore e ritornato in famiglia vi stette per quattro mesi obbligato a letto.

Sottoposto a varie cure mediche, tutto si rendeva inutile ed una lenta febbre proveniente da varie malattie interne lo accompagnava riducendolo ad un estremo esaurimento.

Per consiglio dei medici e dei suoi Superiori fu trasportato all'Ospedale di Riva per avere una cura del tutto speciale, e visitato ai raggi i medici con riserva diedero una parola di conforto ai desolati genitori.

Comprendemmo allora la gravità del male di cui era affetto nostro figlio e con viva fede ci rivolgemmo a Maria A. promettendo di fare un'offerta per le Missioni Salesiane qualora nostro figlio avesse ottenuta la guarigione. Ed ecco che il 14 maggio di quell'anno con grande stupore dei medici la febbre scomparve e Don Giuseppe cominciò subito a migliorare e ogni pericolo scomparve. L'anno seguente potè riprendere il suo ministero sacerdotale.

Molina di Ledro, 3 luglio 1930.

POLETTI CAMILLO e MARGHERITA,

Maria e D. Bosco proteggono la famiglia.

Nello scorso inverno ebbi tre figliuoli ammalati. Il primo, quattordicenne, era affetto da continua raucedine che dava a pronosticare poco di buono. Lo misi sotto la protezione di Maria Ausiliatrice e di D. Bosco e il fanciullo migliorò e in brevissimo tempo guarì perfettamente.

Le due bambine furono a letto con angina e tonsilite: nei primi giorni avevano febbre altissima e il male dava da pensare. Incominciai la novena a M. Ausiliatrice e a D. Bosco: subito le ammalate migliorarono e guarirono in pochi giorni senza bisogno della iniezione antidifterica che sarebbe stata, per la maggiore, pericolosissima, perchè già fatta in epoca anteriore.

Io pure, quando fui ammalata, mi rivolsi fiduciosa alla Beata Vergine e a D. Bosco e ottenni la chiesta guarigione.

S. Giov. di Casarsa.

PIA FANCELLO VETTOR.

Guarita da arto-sinovite.

Da parecchio tempo avevo il braccio destro ammalato di arto-sinovite. Non ostante le continue cure il male progrediva ed il medico curante consigliò un atto operatorio, previo consulto con un Primario chirurgo. Non mi veniva però assicurato il buon esito dell'operazione, potendo rimanere il braccio anche completamente inerte.

Nel frattempo, prima del consulto, che grazie a Dio venne prorogato, mi rivolsi con fiducia a Maria Ausiliatrice per intercessione di D. Bosco, chiedendo la grazia. Iniziai delle novene promettendo un'offerta per le Missioni Salesiane.

Il giorno del consulto (l'ultimo della seconda novena) il medico constatò con sua grande meraviglia il miglioramento quasi istantaneo e dichiarò scongiurata l'operazione. Continuai le cure suggeritemi ed il braccio progredì di bene in meglio.

Memore del favore adempio alla promessa, implorando che la protezione di Maria Ausiliatrice e del Beato D. Bosco mi assista sempre.

UNA COOPERATRICE SALESIANA.

Guarito da bronco polmonite.

Il mio figlio Biagio, da tre anni era affetto da malattia bronco-polmonare. I medici lo dichiararono inguaribile, ed io fiduciosa mi rivolsi alla Beata Vergine Ausiliatrice, affinchè salvasse ella il mio caro figliuolo. Sì la Vergine lo volle salvo; poichè incominciata la mia fervida preghiera mio figlio migliorò.

Ed ora gode florida salute servendo con amore la cara Italia.

Maratea, 24 - 7 - 1930.

GIOVANNINA PARISI ADOMETTI. Valore d'una novena.

Il piccolo Carlo Masini, di 9 anni, venne colpito nel Maggio u. s. da bronco-pleurite con lesione polmonare. Dichiarato il caso disperato dal medico curante, consigliai i genitori, a fare una novena a Maria SS. Ausiliatrice, onde ottenere la guarigione del caro figliuolo. L'ultimo giorno della novena, 24 Maggio, mentre i pii genitori genuflessi all'altare di M. Ausiliatrice nella Basilica del S. Cuore imploravano la guarigione del loro figliuoletto, cominciò un sensibile miglioramento, tanto che il dottore stupito lo dichiarò fuori pericolo.

Oggi Carlo è completamente ristabilito e la radioscopia ci ha assicurato la scomparsa della lesione polmonare e le tracce pleuro-bronchiali.

Roma.

Suor MARIA CANALE. Figlia di M. A.

Salva un piccolo lebbroso.

Coi bambini lebbrosi, affidati alle nostre cure, approffittando dell'offerta che una pia persona mi aveva fatta di un'automobile per una scampagnata, ero partita nella mattina. L'allegria più viva era in tutti i poveri piccini tocchi dalla terribile malattia, lieti di avere in quel giorno un diversivo alla loro vita monotona e dolorosa.

Da cinque minuti l'auto correva sulla strada, quando per una sbagliata manovra andò a urtare contro un tronco. L'urto fu così forte che il bambino più piccolo balzò fuori sulla

strada e cadendo battè del capo per terra. In quel momento invocai la bontà di Maria Ausiliatrice, promettendole un'offerta per la vita del piccolo innocente. Maria rispose sollecita alla mia confidenza. Il bimbo in otto giorni si rimise da quella tremenda caduta, guarì dalle sue ferite e in più migliorò in un altro malanno che l'affliggeva.

Cano de Loro.

Suor CLELIA TESTA.

F. di M. A.

Liberate dal morbillo.

Avendo le mie tre bambine colpite dal morbillo, mi raccomandai vivamente alla Vergine Ausiliatrice, promettendo un'offerta se fossero liberate da tale malore.

La Vergine esaudì le mie preghiere.

Camerana.

BALDI SEVERINA DI GIORGIO.

Esprimono pure la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice e al Beato D. Bosco i seguenti:

C. CLARA (Bologna) da undici mesi ininterrotti gravata da un incomodo che impensieriva i parenti e i medici, si rivolse con novene a M. A. e al B. Don Bosco e nel corso di pochi giorni ritornò allo stato normale. Nello stesso tempo la Vergine la colmò di aiuti spirituali efficacissimi per lo stato del suo spirito salvandola da sicuro pericolo.

Ex ALUNNO (Trelew, Patagonia) riconosce come grazia di M. A. l'aver potuto conservare l'impiego nella dura crisi che infierisce.

MORONi DOMENICO (Melegnano) per la guarigione della bambina colpita da forte tonsilite.

ZANONATO MARIA (Gazzo) per la guarigione della mamma.

B. ROSA per il ravvedimento del figlio proprio quando sembrava ormai perduto definitivamente.

S. T. (Dosoledo) aveva il fratello ammalato di cistite quando si aggiunse la minaccia del tifo e della peritonite, per cui pareva urgente l'operazione, di esito incerto. Si rivolse a Maria Ausiliatrice con una novena e con la promessa di un'offerta per le opere missionarie: e con meraviglia di tutti l'ammalato guarì senza bisogno di operazione.

A. FIETTA (Syracuse) ebbe prima la figlia di 8 anni operata di una glandola, ed era appena guarita, quando il figlio di 16 anni cominciò ad avere lo stesso male. Doveva subire egli pure l'operazione, ma la mamma lo raccomandò con premura a M. A. e al Beato, e dopo due novene lo vide libero dal malanno che l'aveva messa in tanta apprensione.

MARIA C. (Chiari) rende grazie a M. A. e al Beato per l'evidente assistenza da essi avuta nel periodo di degenza in casa di cura, per un'operazione chirurgica subita con imprevedibile tranquillità e per molteplici grazie ottenute per bene dei suoi famigliari.

FAMIGLIA SALVI (Pradalungo) per il felice esito dell'operazione alla mamma che le ridonò la vita e la primiera salute.

E. A. G. (Sacconago) riconoscente a Maria A. e al Beato D. Bosco invia offerta di L. 50 per le missioni.

Tonta GAMBINO (Ramón Carcano) per la guarigione della piccola bambina di 2 mesi colpita da forti attacchi di convulsioni.

N. N. EX ALLIEVA F. M. A. colpita da sinovite al ginocchio sinistro, dopo quattro anni di sofferenze, ottenne da M. A. e dal Beato un grande miglioramento, e spera completa la guarigione.

REGINA CHIARENA (Dogliani) in un affare che tanto le stava a cuore ricorse a Maria Ausiliatrice e al Beato, ottenendo quanto desiderava e in un momento in cui sembravano ormai svanite le speranze.

IMPERIALI TERESA per felice riuscita di operazione per carcinoma.

RADEGONDA BAIETTI e figlia GIUSEPPINA (Roncate) ringraziano pubblicamente la Vergine Ausiliatrice e il Beato per la protezione accordata in una caduta che poteva avere conseguenze fatali.

ERMINIA DELL'AGOSTINO ringrazia M. A. e il Beato per grazia concessa a persona cara.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice o dal Beato D. Bosco, e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:

Abete Angela, Accatino Luigi, Aimone Quintina, Andreatta Amalia, Anfossi Catalina, Araldi Giustino, Armellin Paolina, Atzenì Marianna, Acquilanti Fabio, Addario Giovannina, Alessi Maria, Alpinolo Camillo, Avveduto Amelia.

Bertoldino Giovanni, Bertoni Enrica, Bettole Antonio, Bianchi Caccia Arma, Bossi Agostina, Brocca Maria, Bulzacchi Anna, Buratti Maddalena, Barbareschi Erminia, Barbieri Antonietta, Barbieri Silvia, Barbonaglia Gioachino, Bardesono Maria, Bavassano Coniugi, Bellesi Italia, Benvenuti Maria, Bertoglio Giacomina, Bertola Francesca, Bertoni Carmelo, Bestetti sorelle, Bonometti Camillo, Bortoli Italia, Bossi Aldo, Brancato Sarina, Brenni Paolina, Brizioli Caterina, Brunel Angiolina, Brusa Maria, Budini Tisa, Badellino Rosa, Babbiani Maria, Balzani Assunta, Barbagallo Giovannina e Giuseppina, Barbieri Concetta, Basile Ermellina, Bastia Rosa, Suor Bellone (Occimiano), Bellotti Elide, Berretta Andrea, Bertoldo Lina, Bisi Iride, Bisio Famiglia, Boccato Marina, Bologna Eugenia, Bonino Virginio, Boscione Luisa, Botto prof. Benedetta Teresa.

Calcagni Lina, Camazzola D. Angelo, Camurati Agnese, Capello Bernardo, Cappelletti Francesco, Caravaggi Prassede, Cardo Maria Rosaria, Carlotta Filomena, Carmelo Caterina, Carnevale Caterina, Carnevale Concettina, Catenacci Elena.. Cattoetti Elena, Cavallero Lorenzo, Celerino Edoardo, Cerutti Maria, Cervetti Giacinta, Chesi Silvia, Cicero Teresa, Cipollone Norìna, Sorelle Clerici, Colatroni Pietro, Colombani Giovanna, Comas Anna, Confarotta Salvatore, Consalvi Attilio, Ceppi Tina, Cornaggia Celestina, Costa Maria, Crotta Angelo. Cucchi Luigino, Curetti Domenica, Calderera Sarina, Calzino Gaudenzio, Canale Margherita, Canfarotta Isabella, Canna Maria, Cappellaro Maria, Carlona Bice, Carta Paolo, Castagnola Rosa, Castrucci Caterina, Catalano Angelica, Cataldo Isabella, Canzi Carolina, Cavagnet Giuliano, Cerri Ernesto, Cerutti Maria, Chiavola Paola, Conetti Celestino, Conte D. Stefano, Coppo Maria, Corrias Piroddi Francesco, Corsi Giovanna, Crespi Luisa, Culotta Lucia, Curioni Marietta, C. A. (Roma), C. F. M. implorando benedizioni sul figlio, Castellani Siro p. gr. ric.

Damiani Clorinda, Sorelle Della Rosa, Della Torre Lucia, Della Valle Famiglia, Del Soldato Miranda, Dialley Pietro, Di Caro Tommaso, Dal Bianco Eugenio, Dall'Alba Maria, D'Amico Rosalia, Del Conte Mariannina, Della Gatta Raffaella, Denti Ernestina, Dessi Angelica, Dessi Fedele Murgia, Carolina De Vivo, Diliberto Luigi, Direttrice Asilo (Bosio).

Emenegger Amelia, Erbesato Giuseppina, Esposito Ermanno, Ellena Antonino.

Fabbro Valentino, Facelli Giovanna, Fancelli Giulia, Can. Cav. A. Ferrandes, Fezzoli Luigi, Filipetti Clara, Filtri Ernestino, Fiorelli Caterina, Forno Iole, Fossati Francesco, Fracchia Michele, Franzin Maria, Froio Francesco, Fabbiano Tina, Falcione Teresa, Fappa Enrichetta, Fasola Maria, Fenzi Marina, Fezzoli Luigi, Fiaccavento Concettina, Fiore Angelina, Fracchia Maria, Franzino Margherita.

Gallivanori Agostino, Gamaleri Teresa, Garelli Eglie, Gavilli Argia, Sorelle Genovesio, Genta Liduina, Gentile Margherita, Ghisolfi Vittoria, Giarda Maria, Giorgi D. Pietro, Giorgianni Francesca, Goldoni Maria, Gonella Anna, Grassi Concettina, Gravier Emilia, Gulfi Margherita, Gaia Angela, G. T. (per guarigione).

Ilardi Giuseppina, Ioppolo Giuseppe.

Madaschi Angelina, Madi Maria, Madonini Natale, Magni Pasqualina, Manfredi Emilia,. Marchesa Masola Giuseppina, Marchesini Guglielmo, Martiriez Rosaria, Masante. Jolanda, Micce Maria, Moratti Carlo, Mottola Clorinda, Muller Bandini M., Mino Rina per gr. rie., Medico Vito, Coniugi Mantelli riconoscenti al Beato, Marsicano Artura p. gr, rie.

Lagani Carmela, Laiolo Giacomo, Lisi Maria, Leoni Lucia.

N. N. (Abbiategrasso), N. N. (Mirabello) per gr. ric. da Beato.

Ogniben Rita.

Padovani Igino, Pagliano Maddalena, Paner Maria, Panizzon Benedetto, Papaleo Ulrico, Parisi Ciccino, Pasino Anna, Pasolli Augusto, Patti Rizzotti Pasqualina, Pedrani Giovanni, Pellegrini Santi Anna, Pennisi Samperi Concettina, Pera Giop l'almira, l'eretti Silvia, Perruchon Anna, Piazza Rosalia, Piereni Giovanna, Piglionc Carolina, Piras Emilia, Pischedda Ignazio, Polimeno Beatrice, Portorno Lucia, Prete Maria, Pischeddu Francesco, Pasero Teresa Tesio.

Quaglino Maddalena, Quaranta Maddalena, Quey Pierre Joseph.

Repetto Gina, Riccardi Dorino, Rizzo Vittoria, Roncucci Elena, Rossi Angiolina, Rossi Maria.

Salvadori Angela, Sanfilippo Michele, Sauna Tigellio, Santanchè D. Albino, Santus Sara, Scalvinelli Orsolina, Scarrone Amalia, Serpentino Maria, Sguezzi Maria, Siotto Eugenia, Spadavecchia Giulia, Stifani Giuseppe, Sarasso Ernesta.

Tapparini Maria, Thiella Giovanni, Timossi Genoveffa, Tomassone Antonio, Toni Emma, Tosi Aida, Torrero Erminia, Traverso Elena, Trombetta Teresina, Turtas Masala Sebastiana, T. C. B. (Mazzarino), T. T. (Monticello d'Alba) p. gr. ric.

Vandelli Sante, Vanzetta Margherita, Venturelli Marianna, Vezzani Giovanni, Viasone Rosa, Vigliano Balbina, Viglino Teresina, Vito Sac. Vivona, Vivorio Santina, Wuillermin Mirella.

Zaccagnino Giuseppe, Zanini Santa, Zendron Giovanni, Zoanelli Teresa.

Xenia M. Lago.

NECROLOGIO

Don Roberto Riccardi primo parroco di Maria Ausiliatrice.

Si spense serenamente il 12 luglio consunto da un cancro allo stomaco. Religioso esemplare e padre amoroso, lasciò di sè il più grato ricordo ovunque passò, a Borgo S. Martino, ad Este, a Varazze, a Lombriasco, a S. Giovanni Evangelista e a Bologna. Ovunque spiegò con successo il suo zelo e la sua carità, come insegnante e come direttore.

Dal 1911 era parroco di Maria Ausiliatrice in Torino: qui si adoperò con viva sollecitudine nell'esercizio del sacro ministero, nel far sorgere e fiorire le svariate opere parrocchiali e nell'alleviare le miserie dei poveri.

I suoi funerali riuscirono un'eloquente dimostrazione dell'affetto che avevano per lui i suoi parrocchiani e assidui devoti del nostro santuario. Maria Ausiliatrice e il Beato D. Bosco, di cui D. Riccardi era divotissimo, avranno ricompensato generosamente con premio eterno le sue virtù e la sua vita santamente operosa.

Borra Lucia Sanfi.

Spirò a S. Salvatore di Savigliano nel maggio u. s. Umile, pia, fu per 25 anni fervente cooperatrice salesiana e si adoperò con zelo a propagare la divozione a Maria Ausiliatrice e l'affetto alle Opere di D. Bosco.

Ing. Francesco Adamoli.

Spirava in Bellano il 22 agosto. Uomo di gran fede e di intemerati costumi, profuse la sua operosità cristiana nell'educare virtuosamente la sua famiglia e a sostenere le opere di bene. Fu affezionatissimo a D. Bosco e alla sua Istituzione: sono prova oltre le frequenti offerte, le lettere con cui soleva esprimere in momenti importanti il suo attaccamento al nostro Beato. All'indomani della Conciliazione scriveva esultante: « ... nella giornata che incorona la grande vittoria di Dio già concessa all'Italia, ora liberata dai tristi servaggi, per gli alti voli del suo genio cristiano nel mondo, invio il mio piccolo obolo di riconoscenza alla famiglia salesiana del grande italiano D. Giovanni Bosco. Egli benedica dal cielo l'opera di conciliazione da Lui iniziata fra il Papa dei dolori, il grande Pio IX, e il governo di Vittorio Emanuele II ». E nell'imminenza delle feste della Beatificazione quando la sua salute declinava: « Invoco, scriveva, la sua benedizione sopra di me per finire fruttuosamente la mia vita, e sulle famiglie dei miei figliuoli, perchè ci ottenga e conservi la benedizione della Divina Ausiliatrice ».

Il Beato gli avrà già ottenuto il premio eterno: ottenga ancora rassegnazione e conforto per le famiglie che piangono il caro estinto.

Irene Lanfranchi Anzini.

Mori santamente il 12 settembre a Seattle (Washington) dove s'era da più tempo stabilita con la numerosa famiglia. Prima fu per parecchi anni maestra comunale a SoldunoLocarno, quand'era Rettore-Parroco il fratello Don Agostino di Santa Memoria. Sorella di un nostro confratello è stata dappertutto Cooperatrice generosa e grande devota del Beato Don Bosco, il quale le fu largo più volte di segnalate grazie.

Margherita Serra ved. Brossa.

Spirava santamente a Poirino in età di anni 69 confortata da una speciale benedizione del S. Padre.

Ottima madre di famiglia informò tutta la sua vita al lavoro e alla preghiera e trasfuse nei suoi figli un grande amore alla pietà. Ammiratrice del Beato D. Bosco era lieta di aver dato alla Società Salesiana il figlio D. Giovanni. Mentre presentiamo le più sentite condoglianze alla famiglia e specialmente al figlio D. Giovanni, raccomandiamo la cara estinta alle comuni preghiere.

Cav. Vogliano Stefano.

Il 5 luglio 1930 moriva santamente, dopo una vita di 93 anni, spesa tutta nel culto della Religione, nell'adempimento scrupoloso de' doveri civili, nell'educazione della sua numerosa famiglia, in cui lasciò larga eredità di affetti e gli esempi più luminosi di onestà operosa, di fede e di amor patrio.

Mons. Dott. Gaetano Speroni.

Proposto-parroco di Treviglio.

Moriva, giovane ancora, mentre tanto operava per la gloria di Dio e pel bene delle anime. Di eletto ingegno e di gran cuore, dapprima profuse il suo zelo nei Seminari Diocesani educando i leviti del Signore, poi nella sua Parrocchia, dov'era da tutti amato come un padre. Ex allievo salesiano e cooperatore ardente onorò degnamente D. Bosco colle sue virtù e colla sua attività sacerdotale.

Don Mario Bertini.

Professore nel Seminario di Reggio Emilia e Assistente Diocesano della Federazione Cattolica Giovanile, lasciò il 10 agosto la terra pel cielo, tra il compianto di quanti ardentemente l'amavano per le belle doti di mente e di cuore di cui era fornito, per lo zelo indefesso e per l'attività sacerdotale che spiegava così fruttuosamente a bene della gioventù. Amava le Opere del Beato D. Bosco, perchè ai giovani egli aveva dato tutto il suo affetto per elevarli a Dio: a somiglianza di D. Bosco. Aveva 31 anno.

Cooperatori defunti: