BS 1880s|1886|Bollettino Salesiano Gennaio 1886

ANNO X. - N. 1.   Esce una volta al mese.   GENNAIO 1886

BOLLETTINO SALESIANO

DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano. - Via Cottolengo, N. 32, TORINO

SOMMARIO - Avviso spettante l'estrazione della Lotteria - Lettera di D. Bosco ai Cooperatori e alle Cooperatrici -La festa di S. Francesco di Sales -Dalla Patagonia - Bibliografia - Elenco dei Cooperatori e Cooperatrici defunti nell'anno 1885.

AVViSO SPETTANTE L'ESTRAZIONE DELLA LOTTERIA

Nell'ultimo giorno di dicembre 1885 è stata fissata l'estrazione dei premi della lotteria per la costruzione degli edifizii in onore del Sacro Cuore di Gesù in Roma. I nostri caritatevoli benefattori comprenderanno come richieda un lungo e preciso lavoro, l'ordinare, lo scrivere e il dare alle stampe, i numeri estratti. Quindi ci facciano dovere di avvertirli che nel mese di Gennaio si procurerà di compilare con ogni esattezza l'elenco dei biglietti vincitori e dei premii estratti e che speriamo pel mese di Febbraio di pubblicarlo o sopra del Bollettino o col mezzo di un supplemento straordinario al Bollettino stesso.

LETTERA DI D. BOSCO AI COOPERATORI E ALLE COOPERATRICI.

Benemeriti Cooperatori e Benemerite Cooperatrici.

Non posso esprimere a parole, o Benemeriti Cooperatori e Benemerite Cooperatrici, la grande consolazione, che io provo nel potervi indirizzare questa lettera sul principio del nuovo anno 1886, a cui la divina Bontà ci concede di arrivare. Tanti nostri conoscenti ed amici, nel corso dell'anno ora spirato , se ne partirono per la eternità, e noi invece godiamo tuttora il benefizio della vita, possiamo ancora aiutarci vicendevolmente a compiere opere buone, a fare del bene all'anima nostra, e cosi meritare la grazia di chiudere tranquillamente i nostri giorni e di cingere una più splendida corona in cielo. Rallegriamoci adunque nel Signore per un tanto favore, ringraziamo Iddio dal più profondo dell' animo, e intanto, dopo di avere sparso una lagrima ed una preghiera sulla tomba di 800 e più Cooperatori e Cooperatrici passati a miglior vita nel 1885, prendiamo animo a vivere da buoni ed operosi cristiani, a riempire il vuoto che essi hanno lasciato tra noi, a fine di essere un giorno a parte con loro della eterna felicità.

Seguendo ora il costume degli anni decorsi e a norma del nostro Regolamento io verrò in breve accennandovi quel poco di bene, che coll'aiuto di Dio abbiamo potuto operare nell' anno passato. Siccome voi colla vostra cooperazione siete stati per me e pei Salesiani gli strumenti della divina Provvidenza, così mi è caro ricordarvi, almeno in succinto, il frutto della vostra carità, affinchè gustiate con noi una stilla di quella purissima gioia, che si prova al riflesso del bene operato per Dio e pel prossimo, e nella speranza della ricompensa celeste.

Non ostante che ci siamo trovati più volte in critiche circostanze e in gravi strettezze pecuniarie, tuttavia le opere già fondate in Europa e in America non sono venute meno, anzi alcune solo incominciate ebbero il loro compimento, ed altre presero maggiore sviluppo e si rassodarono.

In Italia gli ospizi, le scuole, i laboratorii e gli oratorii festivi furono ognor pieni di giovanetti, da più a meno bisognosi di speciale carità, per non rimanere o andare esposti ai pericoli della miseria, dell'ignoranza, dell'irreligione e del mal costume.

Ad istanza di persone ragguardevolissime si assunse in Catania la direzione di scuole serali per giovani adulti, l' amministrazione di una pubblica chiesa, e nel tempo stesso, sotto il titolo di S. Filippo Neri, vi si aperse un oratorio festivo per istruire cristianamente e raccogliere fanciulli, togliendoli in tal modo dallo scorrazzare per le piazze e per le vie della città.

A Borgo S. Martino presso Casale si compiè nella massima parte e si coperse la fabbrica della chiesa del collegio di S. Carlo, di cui si poneva la pietra fondamentale sullo scorcio del 1884, e si rese possibile l'accettazione di un maggior numero di convittori. In Roma, a costo di gravissime spese e indicibili sacrifizi, si proseguirono i lavori alla chiesa del Sacro Cuore di Gesù, la quale ho fiducia che sarà presto condotta a termine con grande consolazione del Santissimo Padre Leone XIII e dei cattolici suoi figli.

Da Torino si effettuò la partenza di 25 missionari insieme con Mons. Giovanni Cagliero primo Vescovo salesiano e primo Vicario apostolico della Patagonia, e loro si provvide quanto occorreva pel viaggio e pel loro ingresso in quella remotissima terra.

Ma un'opera, che in Italia, e posso dire in tutte le sue città e paesi, offerse ai Cooperatori e alle Cooperatrici un vasto campo di esercitare la loro carità, fu il compimento della Lotteria. Questa impresa l'anno scorso costò fatiche e sollecitudini a tutti , ma benedetta da Dio e dal Vicario di Gesù Cristo, ottenne un ottimo risultato. A dir vero il prezzo dei biglietti smerciati col vostro concorso fu la nostra più grande risorsa per la continuazione dei costosissimi lavori fatti al Castro Pretorio in Roma. Di questa Lotteria tra poco si saprà l'estrazione dei numeri, che saranno vincitori di un dato oggetto. Io vorrei che quanti vi presero parte fossero favoriti dalla sorte e guadagnassero un premio ; ma se questo non è possibile vi ha per altro un premio assicurato a tutti, premio più ambito e più prezioso di ogni altro. Questo premìo é la benedìzione di Dio sopra la vostra persona , sopra le vostre famiglie e sopra i vostri interessi ; benedizione meritata dall'opera buona che avete compiuta, e dalle preghiere, che nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù già s'innalzano e s'innalzeranno ogni giorno per voi. Dal canto mio fin d' ora vi ringrazio pel caritatevole concorso , che mi avete prestato nel condurre a fine una sì difficile impresa, e vi assicuro che vi raccomanderò sempre al Signore, pregandolo che vi ricompensi largamente in questa e nell'altra vita.

Le indicate sono opere compiutesi principalmente in Italia ; ma non meno degne di singolar menzione sono quelle effettuatesi altrove, soprattutto nell'America. A Viedma in Patagonia si è ricostruita una chiesa , e a Carmen di Patagones si ripresero e spinsero innanzi i lavori alla nuova chiesa parrocchiale già prima incominciata, e già se ne destinò al divin culto una navata laterale.

In Buenos Aires nella regione della Bocca si è terminata la costruzione della chiesa di S. Giovanni Evangelista, da pochi anni incominciata , e in un'altra parte centrale della medesima città si fondò il collegio di S. Catterina, dove ad una bella chiesa già esistente furono annesse scuole diurne ed oratorio festivo pei giovanetti.

Alla Repubblica dell'Uruguay, nella importante città di Payssandù, alla parrocchia ed oratorio già dianzi fondato si aggiunse un collegio colle pubbliche scuole.

Nell'impero del Brasile nella considerevole città di S. Paolo, presso la chiesa del divin Cuore, si fondò una nuova casa di Salesiani, allo scopo di prendersi cura dei fanciulli e degli adulti.

E qui io taccio della chiesa dell' orfanotrofio femminile di Saint Cyr stata dedicata a Dio ; taccio degli ampliamenti fatti in altre case di Francia , specialmente in quella di Parigi, dove con ingenti spese si preparò posto a più centinaia di poveri giovanetti di quella grandiosa città (1) ; taccio degli ingrandimenti all'ospizio di Sarrià presso Barcellona nella Spagna e di Utrera presso Sìviglia, resi capaci di ricevere più altri giovanetti abbandonati; taccio degli asili d' infanzia, delle scuole elementari, dei laboratorii e degli oratorii festivi per le ragazze, aperti o presi a dirigere dalle Suore di Maria Ausiliatrice in altri sei luoghi diversi, come a Bairo Canavese, a Scandeluzza sul Monferrato, a Montaldo Bormida in diocesi d' Acqui , a Lenta sul Vercellese, a Mongardino presso Asti, e a Mathi non lungì da Torìno, non che dell'oratorio festivo in Nizza presso la Casa-madre di dette Suore, al quale accorrono centinaia di giovanette, con grande consolazione delle buone famiglie e soddisfazione del clero della città ; queste ed altre opere consimili io passo sotto silenzio per amore di brevità.

Né mi sarebbe anco possibile accennare il bene spirituale e morale, che con queste ed altre tali opere si è potuto fare alle anime nell'anno scaduto; imperocchè furono a migliaia le persone adulte, che poterono essere istruite nella nostra santa Religione, conservate e ricondotte alla virtù ; a migliaia i fanciulli, i giovanetti e le zitelle, strappati dalla via del male e dal pericolo della perdizìone; a migliaia altresì i poveri indiani di Patagonia, che ebbero col lume della fede i principii di cristiana civiltà, e che mediante l'opera dei Missionarii formeranno una famiglia eletta di figliuoli di Dio ed un popolo laborioso, morigerato e savio.

Ora se i Salesiani e le Suore di Maria Ausiliatrice poterono colla divina grazia operare tutto questo bene, io sono lieto di affermare che ciò fu in forza della vostra carità, o Benemeriti Cooperatori e Benemerite Cooperatrici. Furono le vostre limosine, che sostennero, fondarono ed ampliarono le nostre case, per dare ricovero ad un maggior numero di giovani, i quali erano in pericolo di divenire la desolazione dei parenti, e il flagello della società; furono le vostre limosine, che, provvedendo loro vitto e vestito, diedero ad un tempo il mezzo di rendersi buoni cristiani ed onesti cittadini e di riuscire il sostegno della famiglia e il decoro della Religione; le vostre limosine, che mandarono e mantennero tanti Mìssionarii in America a salvare innumerevoli anime facendole figlie di Dio e della Chiesa ; le vostre limosine e il vostro paziente e sollecito zelo, che posero la corona alla grande Lotteria sopra indicata e condussero ormai a fine la chiesa del divin Cuore in Roma ; furono altresì la efficace benedizione e la preziosa benevolenza del glorioso Pontefice Leone XIII , e la sollecitudine ammirevole dei Vescovi, dei parrochi, dei sacerdoti , che riuscirono per me e per voi tutti di sostegno e di conforto nelle opere nostre , e che fanno tuttora aprire il cuore alla speranza di poterle proseguire e di por mano ad altre non meno importanti, reclamate da pressanti bisogni del tempo.

(1) Nell'Oratorio di S. Pietro e Paolo in Parigi, a Ménilmontant, rue Boyer, n. 28. oltre ai giovani ricoverati, altri 500 circa si raccolgono alla domenica e al ;giovedì in onesta ricreazione. divisi in due categorie, studenti ed operai, e vi sono istruiti e sorvegliati non solo dai Salesiani. ma da fervidi giovinotti parigini, che si prestano a quest'opera con uno zelo ammirabile.

Il termine della chiesa del Sacro Cuore di Gesù in Roma.

Due opere ci devono stare maggiormente a petto nell' anno ora incominciato, per le quali io fo grande assegnamento sopra di voi, o insigni miei Benefattori. La prima di queste opere è il termine dei lavori nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Roma, e la sua consacrazione al divin culto.

Fin dal giorno che, per graziosissimo invito del Santo Padre Leone XIII, D. Bosco assunse il grave impegno di una tale impresa, si calcolò di darla finita in sei anni. Alla fine dell'anno corrente si compierà appunto il fissato sessennio. Quantunque una buona parte dell' edifizio in costruzione sia già inaugurata, e provveda pure sufficientemente ai bisogni spirituali delle anime, tuttavia e in Roma e fuori di Roma si desidera di vederlo presto compiuto e dedicato a Dio per intiero. Ho pertanto la più grande fiducia che questo pio desiderio sia per essere soddisfatto prima che spiri l'anno presente, e che il santo Natale del 1886 tra le altre apporti pure questa soavissima consolazione a me ed a voi tutti.

Mezzi e industrie da usare.

A questo fine miri dunque la carità e sollecitudine vostra. Perciò se la divina Provvidenza vi pone in mano il mezzo di fare qualche offerta, abbiate la bontà di ricordare che il vostro obolo o grande o piccolo è necessario a compiere la chiesa del Sacro Cuore, e degnatevi di venirmi in aiuto. Vi occorrerà di fare lungo quest'anno qualche spesa ordinaria o straordinaria ? Ebbene prima di farla osservate se non possiate forse o tralasciarla affatto o diminuirla almeno, e consacratene l'avanzo alla chiesa suddetta.

Mi viene qui alla mente un fatterello degno di essere conosciuto. L'anno scorso, nel mese di agosto, in una casa signorile e nostra cooperatrice di Torino si stava dal capo di famiglia discorrendo di un viaggio di piacere da farsi sul Lago Maggiore, e calcolava la spesa a lire 300. - Papà , domandò allora una delle tre sue figliuole sui 16 anni, non sarebbe meglio che invece di spendere 300 lire per andare sìno al Lago Maggiore, ne spendessimo solo 50, contentandoci di un viaggetto sul vicino Lago di Avigliana ? - E perchè proponi questa economia? domandò il padre. - Sai bene, papà, che D. Bosco ha in corso la sua Lotteria ed abbisogna di molto danaro. Avanziamo 250 lire ed io e le mie sorelline le andremo a deporre nelle sue mani. - La pia proposta commosse quel buon genitore ; tutta la famiglia rinunziò volentieri alla gita lontana per la vicina, e l'offerta di 250 franchi andava a Roma per un opportuno ricordo di una buona giovinetta, che Dio la benedica con tutti i suoi cari.

Altra volta presso di voi o di altra famiglia avrà luogo per es. un convegno di conoscenti , od anche un pranzo di amici. Or bene, ad un punto che sembri più acconcio, taluno o taluna di voi esca fuori in queste o in altre consimili parole : - Suppongo che qui siamo tutti amici di D. Bosco; ora voi sapete che egli è in pena per la chiesa del Sacro Cuore in Roma affidatagli dal Papa, e che vorrebbe terminata di questo anno. Perciò il più autorevole di noi si faccia innanzi, raccolga le offerte, e noi tutti diamogli in mano una piccola limosina da mandare a lui in Torino. - Queste proposte sono generalmente udite con plauso ed assecondate, e intanto la nostra impresa avrà i necessarii sussidii della privata e pubblica carità.

So pure di varie persone, che viaggiando in ferrovia fanno meno spese che loro è possibile, scelgono persino le vetture di 3a classe invece della 1a o della 2a, e ne consacrano il risparmio alle opere buone ; altri si contentano di abiti e di vesti di minor costo , per avere la consolazione di fare un poco più di bene al loro prossimo, e attirare sopra di sè e dei loro parenti le benedizioni del Cielo; non pochi altresì non potendo fare di meglio raccolgono carta logora e stracci, li vendono poscia e ne mandano a Torino il prezzo. Vi sono molte buone donne di piccoli paesi e domestiche di città, che con queste ed altre consimili industrie raccolgono ogni anno chi 30, chi 40 e chi fin anche 50 lire, a vantaggio delle imprese Salesiane. Quante famiglie e quante persone potrebbero mettersi in grado di fare molte opere buone alla gloria di Dio e a salvezza del loro simile, se avessero maggior cura e maggior coraggio di rinunziare ad inutili spese e farsi avvocati di Dio, della Chiesa e delle anime !

Io accenno solo di passaggio queste lodevoli industrie, ma la carità vostra saprà immaginarne altre non meno efficaci e conducenti al nobile fine.

Qui non occorre che io raccomandi ossequiosamente l'impresa al Santo Padre Leone XIII, perchè tutto il mondo sa che egli è il più zelante benefattore della chiesa del Sacro Cuore, e che dopo di aver elargìto per essa vistosi sussidii volle ultimamente assumersi la spesa della facciata, che ascende a più di 200 mila lire ; neppure la raccomando ai reverendissimi Arcivescovi e Vescovi, perchè so che gli uni hanno già ordinato ed altri stanno ordinando apposite collette nelle proprie diocesi , assecondando cosi la proposta dell' Eminentissimo Cardinale Alimonda veneratissimo Arcivescovo di Torino ; io mi rivolgo invece rispettosamente ai signori parrochi, Cooperatori salesiani, e ai decurioni, e li prego che per amore del santissimo Cuore di Gesù vogliano tenere viva in mezzo alle popolazioni cattoliche la idea della chiesa di Roma a Lui dedicata, e sono convinto che in questo modo essi riusciranno a raccogliere lungo l'anno molte limosine, e faranno scendere sopra le opere del sacro loro ministero, e sulle anime alla loro cura affidate, le più segnalate grazie del divin Redentore.

La conversione della Patagonia.

L'altra opera, alla quale io prego che teniate eziandio rivolta la mente ed il cuore in quest' anno, si è la conversione della Patagonia al Cristianesimo. E dicendo Patagonia io intendo indicare tutta quella parte di America del sud, che partendo dal Rio Colorado e andando sino alle isole Malvine e alla Terra del Fuoco, comprende una estensione eguale presso che a tutta l'Europa, con un Vicario apostolico ed una Prefettura apostolica, affidati ai Salesiani da Papa Leone XIII. Voi già conoscete che in quella vastissima regione del mondo esistono innumerevoli tribù di uomini ancora ignari del vero Dio, di Gesù Cristo e della sua Religione, e perciò privi del benefizio della divina Redenzione e dei frutti della cristiana civiltà. Sui -confini di quel regno dell'ignoranza e della barbarie già si sono stabiliti i nostri Missionarii e le Suore di Maria Ausiliatrice, capitanati oggidi da Mons. Giovanni Cagliero. Sebbene molto già siasi fatto per quelle povere anime e più migliaia di fedeli abbiano già ricevuto il battesimo, tuttavia non si può dire che la Patagonia sia convertita. Fatiche, sudori e sangue si richiedono per ottenere un si glorioso avvenimento ; sacrifizi che i Missionarii già fecero in parte e stanno facendo. Ma la conversione dei Patagoni non dipende solo dai Salesiani, ma altresi dai loro Cooperatori e dalle loro Cooperatrici. I Missionaria in quei luoghi deserti, per riuscire nel sospirato intento, devono avere il necessario alla vita per sè e pei loro convertiti ; devono mantenere nei rispettivi istituti i fanciulli degli Indii per istruirli, educarli e renderli loro coadiutori nel condurre alla fede i proprii parenti; devono inoltrarsi in quelle terre in cerca di tante misere creature vaganti pel deserto , procurare loro abiti per coprirsi, strumenti per lavorare, case per abitare, cappelle per raccogliersi dinanzi a Dio, ospizi ove ricoverare i loro figliuoli abbandonati alla ventura, e via dicendo. Ora voi sapete che i nostri fratelli Salesiani sono affatto privi dei mezzi pecuniarii, onde tenere fronte a tanti bisogni. A voi pertanto, che abitate in paese cattolico e incivilito; a voi, che siete figli del medesimo Padre, Iddio, e della medesima madre, la Chiesa cattolica, e appartenete alla medesima Associazione salesiana ; a voi, dico, è pure riserbata la parte vostra.

Per la qual cosa io vi esorto a fare quello, che i primi cristiani e le prime cristiane facevano cogli apostoli di Gesù Cristo; non potendoli seguire personalmente nella conversione dei popoli, essi li soccorrevano coi propri beni, ponendoli ai loro piedi, affinchè provvedessero a sè stessi e alle necessità dei novelli convertiti, cooperando in tal modo alla loro eterna salvezza. Cosi infatti parlano gli Atti degli Apostoli in riguardo ai primi fedeli : - E non vi era tra loro alcun bisognoso, dice il sacro Testo, mentre tutti coloro che possedevano terreni e case, li vendevano e portavano il prezzo delle cose vendute, e lo deponevano ai piedi degli Apostoli, affinché fosse distribuito a ciascheduno secondo il bisogno (1). - L'Apostolo s. Paolo raccomandava alla sua volta questa stessa pratica ai fedeli della Macedonia, dell'Acaia, della Galazia, nonchè a quelli di Corinto, in favore dei cristiani poveri di Gerusalemme e di quelle Chiese da lui fondate; a questo fine egli dava persino le norme a tenersi per fare le collette. Ecco quello che il santo Apostolo scriveva ai fedeli di Corinto : - Quanto poi alle collette che si fanno pei santi (così chiamavansi da principio i cristiani), conforme la regola data da me alle Chiese della Galazia, così fate anche voi. Ogni primo dì della settimana (cioè alla domenica) ognuno di voi metta da parte, e accumuli quello che gli parrà bene, affinché non si abbiano a fare le collette, quando io sarò arrivato. Quando poi sarò presente manderò con lettere quelli, che avrete eletti, a portare il vostro dono a Gerusalemme. Che se la cosa meriterà che vada anch'io, partiranno meco (2).

Imitate adunque, o Benemeriti Cooperatori e Benemerite Cooperatrici, questo mirabile esempio dei primi seguaci di Gesù Cristo, e ritenete come dirette a voi le riferite parole del dottore delle genti, l'Apostolo Paolo. Prendetevi a cuore la conversione della Patagonia; soccorrete del vostro coloro , che, vinte difficoltà innumerevoli, partirono da noi per andare ad evangelizzare i poveri Indiani, e tra mille disagi e pericoli vivono ora con essi e ne dividono le tribolazioni e gli stenti; rendete ognora più fruttuoso il sacro loro apostolato, facendo si che le vostre limosine non lascino mancare nulla nè ad essi nè ai loro neofiti. Voi, genitori, parlate sovente ai vostri figliuoli e alle vostre figliuole dei bambini e delle bambine Patagonesi, descrivete loro la infelicità di quelle povere creature, e muoveteli a pietà di loro. Fate in una parola che voi e le vostre famiglie diveniate altrettanti salvatori di quelle anime, che convertite e battezzate invocheranno sopra di voi la divina misericordia, formeranno la consolazione della Chiesa, la delizia di Dio, la gioia dei Santi, e saranno un giorno la vostra più bella corona nel regno dei cieli. In Patagonia si attende alla salvezza degli adulti e dei bambini ; e perciò i Cooperatori e le Cooperatrici mandandoci offerte a tale uopo si fanno ad un tempo propagatori della fede e benemeriti della santa infanzia.

(1) Atti Apostolici, iv. (2) 1 Cor. xvi.

Promessa del cento per uno o i tabernacoli eterni.

Vi ho posto innanzi parte almeno del frutto riportato dalla vostra carità nell' anno scaduto, o miei buoni Cooperatori; vi ho segnalate due altre opere pur meritevoli delle vostre sollecitudini in avvenire; vi ho suggerito alcuni mezzi che potete usare a tale uopo; ed ora non mi resta che conchiudere questa mia lettera coll' esternarvi la mia profonda gratitudine e rincorarvi colle divine promesse.

Se fossi ricco io vorrei mostrare ai Cooperatori e alle Cooperatrici la mia sincera riconoscenza col ricompensarli tutti anche materialmente degli aiuti, che mi hanno finora prestato a favore delle opere affidateci dalla divina Provvidenza e a vantaggio di tanti giovanetti ricoverati nelle case Salesiane; vorrei non solo rifarli di quanto hanno dato, ma restìtuirlo con usura e con un forte interesse; ma voi sapete che io non possedo nulla per me; sono perciò nella impossibilità di corrispondere materialmente alla vostra carità. Ma se nè io nè i nostri giovani possiamo rendervi un reale contraccambio, noì abbiamo per altro un ricchissimo Signore, che si fece sicurtà o mallevadore per me e per tutti i beneficati da voi. Questo mallevadore è un Re che, possiede il Cielo e la terra, ed ebbe la bontà di dichiarare solennemente che chi dona ai poveri per amor suo è come chi mette il denaro ad una banca, la quale paghi il cento per uno. E non basta il cento per uno ; ma il meglio si è che alla morte restituisce non solo il capitale dato per carità, ma rende il donatore partecipe della stessa sua banca , anzi del suo regno sempiterno. Voi non ignorate chi sia questo Re mallevadore; Egli è Gesù Cristo, il quale nel santo Vangelo disse appunto che chi lascia qualche cosa pel suo nome riceverà cento tanto in questo mondo e la felicità eterna nell' altro. Ecco le sue parole : Amen dico vobis : Nemo est, qui reliquerit domum.... aut agros propter me et propter evangelium, qui non accipiat centies tantum nunc in tempore hoc... et in saeculo futuro vitam aeternam (Marc. r, 29, 34).

Queste divine parole pertanto vi stieno sempre scolpite nella mente, o buoni Cooperatori e buone Cooperatrici, e vi confortino a fare tutti i possibili sacrifizi per avere fin da questa vita il centuplo promesso da Gesù Cristo nelle copiose sue benedizioni spirituali e temporali, e per trovare in morte una più grande consolazione, e in cielo una più ricca corona di gloria. Non dimenticate mai che al di là non porteremo niente di quanto possediamo quaggiù ; non porteremo che una misera veste, con cui i nostri parenti ravvolgeranno il nostro cadavere. Non fidiamoci neppure che dopo la morte siano esattamene^ adempiute le nostre ultime volontà , perché, potrebbe accadere quello che successe per molti altri, i cui beni finirono per andare in mano di persone, le quali li sperperarono in degnamente, o ne fecero uso affatto contrario a quello, che essi avevano manifestato in vita. Riteniamo in vece a mente le preziose parole del divin Salvatore, con cui ci comanda di usare delle nostre sostanze per farci degli amici, i quali, venendo noi a mancare, ci ricevano negli eterni tabernacoli. Ma perchè nel nostro ingresso all'eternità questi amici ci possano ricevere e fare festosa accoglienza, bisogna che noi ce li siamo già accaparrati mentre eravamo in vita. Questi amici saranno tanti giovanetti tolti dalla perdizione e salvati per la vostra carità ; saranno i cristiani e i pagani convertiti; saranno i bambini degli infedeli battezzati e divenuti angioletti del Paradiso; saranno i padri e le madrì di tanti figliuoli ricondotti sulla via della virtù e nelle loro braccia in Cielo ; saranno gli Angeli custodi di tante anime, o già entrate o che entreranno in loro compagnia per opera vostra; saranno i Santi e le Sante, più felici ed esultanti per un maggior numero di fratelli e di sorelle per voi acquistati; questi amici saranno infine il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo, che avrete fatto meglio conoscere ed amare e glorificare in terra : Facite vobis amicos de mammona iniquitatis, ut, cum defeceritis, recipiant vos in aeterna tabernacula (Luc. xvi, 9.).

In fine Iddio vi benedica tutti, benedica i vostri cari, benedica le vostre imprese, le vostre campagne e i vostri interessi ; benedica la vostra sanità e vi conceda ancora molti anni da vivere ; benedica la vostra anima e la conservi sempre nella sua santa grazia ; benedica la vostra vita e benedica la vostra morte, sicchè quella vi riesca prospera e felice, e questa dolce e tranquilla. E siccome poi, al dire di S. Bernardo , Iddio nella sua pietosa Provvidenza ha disposto che ogni bene ci venga per mezzo di Maria, totum nos habere voluit per Mariam, cosi vi assicuro che i Salesiani e le Suore di Maria Ausiliatrice coi fanciulli e le fanciulle raccolti nelle loro case si uniranno con me e formeremo tutti come un cuore ed un' anima sola per pregare questa amorosissima Madre, che stenda sopra di voi il valido manto di sua protezione, vi allontani da ogni pericolo dell'anima e del corpo, e vi faccia parte delle grazie più belle, di cui è fatta dispensatrice ai miseri mortali. Anche voi pregate per me, che io consacri alla gloria di Dio quel resto di vita che nella sua bontà Egli mi lascia ; pregate per tutti i Salesiani, che, sebbene sparsi in tante parti del mondo , formino tuttavia come una famiglia sola per amare e fare amare Gesù Cristo, al quale sia onore e gloria ora e per tutti i secoli.

Sono con alta stima e sincera riconoscenza di Voi,

Benemeriti Cooperatori e benemerite Cooperatrici

Torino, 1° gennaio 1886.

Obbl.mo servitore

Sac. GIOVANNI BOSCO.

La festa di S. Francesco di Sales.

Ricordiamo che il giorno 29 di questo mese occorre la festa del glorioso nostro patrono S. Francesco di Sales. Raccomandiamo pertanto ai cooperatori e alle cooperatrici di volerla celebrare colla maggiore divozione possibile; e preghiamo i Signori Direttori e Decurioni che abbiano la bontà di tenere in questo giorno o in altro più comodo la Conferenza prescritta. Il loro cuore saprà suggerire gli argomenti da trattarsi a comune edificazione e a soccorso delle opere che la divina Provvidenza ci ha poste tra mano. - Lo spirito del male si accende ogni dì più e va menando la distruzione per ogni dove. Ravviviamo in noi tutti le spirito del bene, lo spirito di S. Francesco di Sales, anzi lo spirito di N. S. Gesù Cristo, e colle parole e coi fatti rendiamoci ancora noi salvatori di quelle anime che furono da Lui redente collo spargimento di tutto il suo sangue.

DALLA PATAGONIA.

REv. SIG. DIRETTORE,

Chiamato dalla bontà di Mons. Cagliero a Carmen dì Patagones m'imbarcai sul Pomona il 1° di Ottobre, e in poche ore fummo in alto mare. Dicono che i mari del sud sono quasi sempre arrabbiati ed io divido questa opinione, perchè

dovetti per i primi due giorni star coricato in cabina, non per dormire, ma per non soffrire. Lo stesso accadde a quasi tutti gli altri passeggieri in gran parte uffiziali Argentini che si portavano a raggiungere alle frontiere i loro reggimenti e che furono meco gentilissimi. Il 4 si giunse a Bahia Blanca. Qui ebbi una grata sorpresa. Per la prima volta dopo cinque anni vedevo sorgere dentro terra, lontana, azzurra, svelta, maestosa come le mie Alpi una montagna: era la Sierra della Ventana. La salutai in silenzio col cuore commosso, pensando a Soperga, a Torino, a Lanzo, ad Ivrea... Scesi a terra, per celebrare la santa Messa nella chiesetta di Bahia Bianca, distante dal punto di approdo un'ora e mezza di cammino. Il buon parroco, Spagnuolo, di Gallizia, mi ricevette colla maggior cordialità. Una parrocchia - missione d' un' estensione immensa, un popolo nuovo formato da ogni razza di emigranti, una chiesa unica e piccolissima (venti de' miei passi di lungo e dieci di largo) e due soli buoni preti ma vecchi e stanchi. Ah Signore , mandateci preti e buoni preti ! Cedendo alle istanze del Rev. Parroco passai con lui tutto quel giorno e la notte successiva e così potei al mattino seguente celebrare un'altra volta la santa Messa. Mi parlava con entusiasmo di Mons. Cagliero che egli conobbe nel suo passaggio per questi luoghi e vorrebbe che desse una missione nella sua parrocchia. E chi sa?.... L'indomani ringraziato l'affettuoso mio ospite tornai alla nave...

Il giorno 8 al mattino ero nelle braccia dei confratelli ed ai piedi di Mons. Cagliero, che mi accoglieva col suo sorriso di padre, colla sua schietta affabilità. Siane ringraziato il Signore e Maria SS. Ausiliatrice. Lo trovai sano, robusto, occupato a predicare, per lo spazio di un'ora tutte le sere, una novena di Maria SS.

Mons. Fagnano anche lui colla stia proverbiale attività è da per tutto: fabbrica qui, fabbrica in Viedrna, ha due chiese nuove per le mani: già pensa a domandare e ottener terreni per costrurre asili. Però non una ragione ma cento ne ha di fabbricare, perche questa casa dove vivono i missionarii, e i poveri giovanetti indigeni raccolti per carità, è la più infelice che si possa immaginare. E tutta di fango, male intonacata, e così insufficiente che con tutte le divisioni che vi si fecero con assiti e tavolati, il refettorio è nel dormitorio dei giovani, e le celle dei missionarii nel refettorio. La cosa pare un po' oscura, eppure è la più chiara del mondo. Un luogo solo serve per tutte quelle ripartizioni e tutto si aggiusta con qualche cortina.

Il vento che continua a soffiare il 14 ottobre riuscì ad abbattere una parete che divideva in due una camera e fracassò tutti i vaselli delle medicine e la cassa della macchina fotografica. È un danno non indifferente.

L'indomani del mio arrivo, Mons. Fagnano ebbe la gentilezza di condurmi a Viedma, nuovo campo per le mie fatiche. Trovai D. Remotti non troppo bene in salute e travagliato dalla tosse. La causa del suo malessere è la seguente. Essendo andato al campo per istruire un'Indìa, giunto alla casa ove quella stava colla sua famiglia, nel posar piede a terra il cavallo fuggì. Non essendovi alcuno per corrergli dietro, D. Remotti stesso dovette inseguirlo a piedi per molto tempo, finchè coll'aiuto di un buon giovane che incontrò, potè raggiungerlo. In quella corsa però era stato costretto ad entrare in una delle molte lagune disseminate in quella immensa campagna ed a bagnarsi molto i piedi e le gambe. Non ostante i riguardi coi quali cercò di riparare subito a questo disagio il suo zelo fu causa che trascurasse la cura. Ritornava infatti così infermiccio al campo per l'istruzione di alcuni altri Indii.

Erano già preparati quanto bastava per ricevere il Santo Battesimo, ma con suo e loro grave dispiacere ormai è da un mese che non ha potuto far ritorno. Tuttavia si spera che la bella stagione gioverà alla sua guarigione. Egli però fa cinque prediche alla Domenica, catechizza tutti i giorni aiuta a far scuola e va a cavallo al campo per cercare e battezzare gli Indii più vicini. Poveri Indìi! Sono tanto arrendevoli!

Di questi Indii ne ho visto una squadra attraversare mestamente Viedma scortata dai soldati, ciascuno dei quali aveva il fucile carico e Trenta cartucce nella giberna. In quel mentre da una casupola saltò fuori un vispo indienito, che venne a vedere il padre nuovo e mi domandò: - y el Obispo? - (E il Vescovo?)

- Està bueno, gli risposì (sta bene)

E lui: Dele muchos recuerdos, porque yo lo quiero mucho (Gli faccia molti saluti, perchè io li voglio molto bene)

Questa scenetta le darà un'idea del modo veramente Salesianoo che Mons.Cagliero tiene con questi poveretti.

Il 10 del corrente verso mezzodì pioveva a dirotta ed ecco giungere nel cortile una caballada (truppa di cavalli). Erano sei e sopra uno dì essi stava un prete coperto da un cappellaccio nero con sulle spalle un poncho del medesimo colore, tutto bagnato. Lo guardo bene e riconosco il bravo D. Milanesio che da più anni non aveva riveduto, e che tornava allora allora da una missione di quasi un mese nella zona compresa fra il Rio Negro ed il Rio Colorado, andando di capanna in capanna. Egli è sempre in missione, e mi disse ciò essere assolutamente necessario perchè il Rio Negro si va popolando in ambidue i margini e ai pie' della cordigliera si accalcano fitte le tribù e le popolazioni et petierunt panem et non erat qui frangeret eis. San Javier, Cubanea, Conesa, Balcheta, Castre sulla destra del fiume Negro; Guardia Pringles, Choele - choel, Roca, Huertas, Tratoyen, Paso de Indios, Cohunco, Codihuè, Guarinchenyen, Campana movida, Gualcupen, Norquin, Malbarco sulla sinistra, Chapelco, Nahuel-Huapi, Iunin de los Andes non hanno un prete, non hanno una cappella; e vi fu chi osò quasi ridersi di D. Bosco perché ha detto che se avesse duemila sacerdoti da mandare nella Pampa e nella Patagonia saprebbe come impiegarli !

La foga dello scrivere mi ha fatto oltrepassare i confini di una lettera; ma mi sembra pur necessario che si conosca una volta di più costì il lavoro e il bene immenso che c'è da fare in questi paesi! Sì! mandino preti, mandino chierici, mandino laici, mandino anche famiglie intiere purche siano buone, perchè qui c'è un infinito bisogno non solamente di catechismo e di prediche, ma di buoni esempi; questa terra racchiude pane e companatico per tutti purchè la si voglia esplorare e lavorare.

Intanto Mons. Cagliero fu consolato dal Signore da un felice avvenimento. Egli or fanno poche settimane esternò il pensiero d'istituire fra i nostri giovani l'esercizio della buona morte, ed il 24 settembre quelli di Viedma si radunarono nella Cappella delle nostre suore per ascoltare la Santa Messa e il sermoncino di Monsignore, e poi farvi la loro Comunione, con quegli altri pii esercizii che si praticano dai nostri giovani di Valdocco.

Ma molto più numerosi accorsero qui il 1° di Ottobre i giovani di Carmen. Molti si confessarono alla sera antecedente, altri al mattino stesso, Monsignore celebrò la S. Messa e volle di sua mano comunicarli. Fra essi vi erano pure sette piccolini antecedentemente preparati per la prima Comunione. Il loro contegno strappava le lagrime. Ad uno di questi ultimi finita la messa quasi venne male e si dovette farlo sedere. Vuol sapere il perchè ? D. Riccardi poco dopo lo interrogò e il piccolino gli rispose con tutta ingenuità: Estuve tan conmovido, Padre, que ya no pude aguantar mas por el gozo y estremecì. Fui tanto commosso, che non potei più contenere la gioia e svenni. Che cara innocenza! Dopo le litanie della buona morte e usciti di chiesa, Monsignore si degnò di assidersi in mezzo a loro e far colazione coi suoi cari niños. Che spettacolo ! Tale precisamente dovette essere il nostro D. Redentore in mezzo ai pargoletti. E che gioia, che allegrezza in tutto quel giorno !

Ora sono tutti quanti animati per farsi iscrivere alla compagnia di S. Luigi, e non pochi domandano di imparare le cerimonie della S. Messa, per potervi assistere più da vicino, come essi dicono, e guadagnare più grazie.

Monsignore continua a tener vivi gli Oratorii festivi d'entrambe le popolazioni. A proposito, senta il bel caso succeduto proprio ier l' altro. Era il tempo calmo, vero miracolo per questo paese, e passato il Rio Negro, Monsignore fu a celebrare la S. Messa nell'Oratorio delle suore di Viedma. Verso le sei pom. stabilì di ritornarsene in Patagones, e messosi in via, eccoti un vento furiosissimo, una vera bufera che impedisce il passo. Valorosamente lottando contro il pampero, giunse al Rio Negro. Il barcaiuolo pàreva un poco inquieto per passarlo, ma poi, fattosi coraggio, si indusse a guadagnarsi i suoi bravi 10 pesos (2 lire). Che momenti! Stava in mezzo al Rio quando la bufera raddoppia di forza, e se non restò travolto nella fortissima corrente fu per grazia di Maria Ausiliatrice. Molte persone dalla spiaggia stavano contemplando con ansia quel caso, ed al primo metter piede a terra ebbero a lodare l'ardire e la fortuna di Monsignore. Nulla occorsegli di sinistro finora, quantunque più volte si sia trovato in simili gravi circostanze. Maria SS. Ausiliatrice ha cura di noi; che possiamo temere?

Da qualche giorno ci accorgiamo di essere in primavera. Ci svegliamo con una temperatura a 15 gradi e col nascere del sole va crescendo crescendo, fino ai 30 e più centigradi, sicché ci pare essere in un forno. Questo calore produce in tutti noi un effetto singolare che mi riesce difficile spiegare, voglio dire che ci rende di un naturale focoso ed impetuoso costringendoci così ad una rigorosa osservazione continua sopra di noi medesimi, per non dire o fare spropositi.

Intanto in questi giorni abbiamo incominciato la scuola di musica vocale. Se udisse che voci fanno in Patagonia ! Stiamo insegnando il Laudamus della messa della S. Infanzia per la festa della Concezione. Sarà un' epoca albo signanda lapillo, per questi paesi! Una dozzina di piccoli Patagoni che cantano in musica e non hanno che da otto a dieci anni!

Monsignore sta componendo una breve messa funebre a due voci di stile antico. Il kyrie è molto divoto ed invita alla preghiera. E un omaggio che egli intende porgere alla memoria della sua povera mamma

Fu spedita a D. Bosco come strenna natalizia a nome di tutti i Salesiani di Patagonia una piccola cassa contenente 7 bastoni di legno di Patagonia lavorati dal nostro D. Panaro. Come non possiamo di qui sostenere l'amatissimo padre, così ciascuno di noi manda in sua vece un baculum senectutis ejus, simbolo di quello che materialmente e moralmente desideriamo e promettiamo di essere per chi ci sostenne nei primi passi della nostra entrata nella vita. Il dono o la strenna é veramente Patagonico come i donatori... ma che possiamo noi fare di più? Siamo è vero nelle provincie della Plata, ma ci troviamo senza plata cioè senza argento. Eppure senza questo, umanamente parlando, lavoreremo si, ma in una sfera ristretta, cioè in queste due sole colonie. Senza pecunia è impossibile dare un passo in queste missioni. Bisogna che costì si persuadano ben bene di questa verità. E a proposito di sussidii senta questo progetto. Mi ricordo di aver letto che in Ispagna anni sono, per non so quale scopo di carità si fece ricorso al pubblico fumante domandando in elemosina ciò che ciascheduno fumava in un mese solo dell'anno e sa quanto si raccolse? 250,000 lire ! Il Bollettino Francese, Italiano , Spagnuolo non potrebbe fare per le missioni di Patagonia simile appello?

Intanto, Reverendo e carissimo Sig. Direttore, voglia un po' pregare per tutti noi e per me specialmente, che ho tutta la volontà di lavorare, ma così poche forze : e preghi e faccia pregare per il nostro ottimo ed amatissimo Mons. Cagliero affinche non si strappazzi troppo, lavorando come lavora.

Questa mia lettera le giungerà forse alle feste del Santo Natale, epperciò io la prego di farsi mio interprete presso il nostro venerando Patriarca, presso il Sig. D. Rua, presso i miei sempre carissimi professori D. Durando e D. Francesia, presso tutti i Superiori e confratelli ed augurar loro liete e sante feste ed un nuovo anno in Domino felicissimo.

Riceva anche lei i miei sincerissimi auguri e non si dimentichi dì raccomandare a Gesù ed a Maria Ausiliatrice questo

Carmen di Patagones 26 Ottobre.

Suo A ff.mo Con f.

D. ANGELO GIUSEPPE PICCONO.

IL CARNEVALE ONESTAMENTE RICREATO.

A ricreare ed istruire il popolo, specie la gioventù italiana durante il carnevale, l' anno scorso si è ideata la bibliotechina teatrale col nome di Collana di Letture drammatiche. Così gli educatori, sieno direttori di collegio o presidenti di società , o padri e madri di famiglia ebbero nel corso dell' anno belle e adatte produzioni da potersene servire nel carnevale ed in ogni circostanza. Con vero piacere dobbiamo attestare che il favore con cui venne accolta questa collana superò la nostra aspettazione. Fin dai primi mesi ci pervennero da più parti incoraggiamenti ed encomii sulla felice idea avuta di concorrere coll' opera nostra a porre un qualche rimedio alla. piaga cancrenosa che è divenuta a' di nostri il teatro, con augurii di prospero proseguimento e successo.

Ma il più bell' encomio l' abbiamo avuto nel fatto, poiché gli associati furono molti, e anche fuori d'associazione lo smercio delle copie fu abbondante: e per notare del solo primo fascicolo Le Pistrine, questo incontrò talmente che già se n'è fatta traduzione in francese ed in spagnuolo. Confortati da sì felice successo, abbiamo in quest'anno di bimestrale fatta mensuale la nostra publicazione , non curando il non lieve disagio che ce ne fosse per venire , pur di meglio riuscire nell' intento nostro e meglio appagare i desiderii di tanti.

Ricorderanno i nostri lettori il breve cenno bibliografico che l' anno scorso abbiamo dato dei tre primi volumetti. Non ci fu concesso di fare altrettanto per gli altri sia per mancanza di tempo che di spazio; ma non possiamo passar sotto silenzio l'ultimo fascicolo publicato: Antonio ossia Una lezione di morale - Commedia in 3 atti scritta da uno dei nostri sacerdoti D. Giuseppe Bongiovanni, ora già chiamato da Dio all' eternità. E lo facciamo tanto più volentieri, quanto che fu questa commedia la fortunata cui degnavasi d'assistere l'Eminentissimo Cardinale nostro Arcivescovo due anni or sono in occasione della sua prima visita al nostro Oratorio. Ecco con quali parole nel Bollettino di quel mese esponevamo allora l' argomento di questa moralissima commedia.

« Il soggetto rappresenta una delle più veridiche scene di famiglie. Un figlio di genitori contadini, collocato in collegio a Torino, pervertito da mali compagni, erasene fuggito e menava con essi vita scioperata. Il padre avvertito ne va in cerca e lo trova in una casa di bagordi. Accortosi di essere cercato dal padre, ei si finge caduto malato in quel luogo; uno dei compagni la fa da medico, l' altro si dà pel padrone di casa, un terzo si dice il bidello del Collegio, mandato dal direttore a chiedere notizie dell'infermo. Ma il padre al bel colorito del figlio, al tasto dei polsi regolari e tranquilli, alla vista delle bottiglie vuotate, rimaste sul tavolo, conosce la farsa e con parole ispirate dal più caldo affetto tenta di far rinsavire il figlio. Udendolo poi a difendere ed impicciolire il suo fallo, con poca o niuna speranza di ravvedimento , il padre addolorato cangia repentinamente il proprio contegno. Si porta nel ghetto degli Ebrei, depone i ruvidi panni di povero contadino , si veste da damerino , e comincia a frequentare come il figlio i caffè e gli alberghi della città , spendendo e spandendo denari come un prodigo; anzi scrive a quei di casa che vendano i pochi stabili posseduti in paese e vengano con lui a scialarla in Torino. A questo improvviso mutamento di scena il figlio viene in sospetto che il dolore abbia fatto dare volta al cervello del povero padre, lo compiange, si pente dei suoi trascorsi, rimprovera i cattivi compagni come causa di una tanta sua disgrazia, li detesta, li scaccia da sè, e nella speranza che un sincero ravvedimento possa ancora guarire il genitore ne tenta la prova; quindi gli si getta ai piedi e cogli occhi bagnati di lacrime e colle parole più amorevoli gli dimanda perdono, e gli promette di essere per l' avvenire la sua consolazione. La commedia finisce colla conversione del figlio e col ritorno della gioia nella già desolata famiglia ».

Nell'originale la parte del padre è in dialetto piemontese che noi accuratamente conservammo in pie' di pagina mettendola in italiano nel corso del libro. Spiccherà sempre più se, rappresentata dai non piemontesi, detta parte si ridurrà nel dialetto parlato.

Completa il volume un' altra commediola , lo Spazzacamino, che ci parve pubblicare coll'Antonio, perché se questo è una lezione di morale ai nostri giovanotti studenti , lo Spazzacamino è anche una lezione di morale a' ragazzetti di pochi anni. Chi c' intrattiene è uno di quei tanti fanciulletti che in queste giornate vediamo per le vie della città , un povero spazzacamino , figura tanto patetica per chi ha cuore da sentire l' altrui miserie. Poverino ! Era solito arrampicarsi in su e giù per le sue care colline della bella Brianza , ed ora dover battere di testa e di corpo in quelle gole nere nere...! Commuove proprio l' udirlo ricordare la sua sventura, la buona mamma e l' ultimo addio, gli amici d' infanzia, il paese natìo ! Alcuni giovanetti della città l' hanno veduto tremante pel freddo e per la fame, hanno udito il pietoso racconto di sue sciagure; e chi lo compiange e gli reca quei conforti che quell' età infantile ingegnosamente sa trovare, chi invece lo schernisce e beffeggia e gli accresce così vergogna e dolore. Questo dà luogo a scene sparse della più soave carità ed a consigli ed esempi tanto acconci e necessari a giovani ragazzetti. Tutto si compie poi con un conforto in danaro rubato ai proprii balocchi, che i buoni giovanetti rilasciano allo Spazzacamino e colla promessa dei tristanzuoli di farsi buoni. Lo raccomandiamo specialmente ove si trovassero cose semplici perché alla facilità con cui si può rappresentare, essendo ristretto a' soli ragazzetti, accoppia una morale pratica la più acconcia per questa età, ed è veramente bellina.

- Così l'annata scorsa diede drammi piuttosto grandiosi e commediole semplici, nè mancò, secondo la promessa , un dramma per gli istituti femminili.

Per l' anno nuovo già abbiamo in pronto la grandiosa tragedia di S. Eustachio di Monsignor Allegro vescovo di Albenga, i lavori drammatici del Can. Di Pietro e due o tre belle commedie per ragazze, ma di queste daremo cenno speciale in altri numeri quando si pubblicheranno.

Per il prezzo di queste Letture drammatiche e per quello dell' ultimo dramma Antonio , vedi quarta pagina della copertina.

BIBLIOGRAFIA.

LA DONNA E LA FAMIGLIA, Giornale della vita domestica. - Anno XXV. Genova. Prezzo annuo d'associazione Lire 8. Con supplemento di modelli per vestiti e per ricami, figurini, di moda, ecc. ecc. L. 12.

I nemici della fede cattolica si servono di tutti i mezzi per far penetrare nelle famiglie le perverse loro tendenze, e i giornali letterarii non sono il men nocivo dei loro mezzi. Gran loro desiderio è l'emancipare dal Prete, come essi dicono, la Donna, renderla cioè incredula ed atea, poiché sanno che sarebbe il mezzo più certo per corrompere e convertire alle loro idee le crescenti generazioni. Profittano a tal fine della necessità in cui si trovano molte madri di famiglia, di avere modelli per vestiti e per ogni altro genere di lavori femminili, e insieme a modelli immodesti, o rovinosi per il lusso che introducono nelle famiglie porgono loro articoli e romanzi più immodesti ancora e rovinosi per la fede e per la morale.

E dunque opera eccellente l' opporre a simili giornali, un periodico come quello che qui raccomandiamo, il quale mentre porge letture sommamente attraenti e piacevoli, allontani ogni pericolo di scandalo per la fede e pei costumi, e mentre porge quel che v'ha di più bello ed utile nei lavori femminili, concilii l'eleganza e il buon gusto colla modestia, colla semplicità e coll'economia. Redatte dai più eletti ingegni cattolici, puro nella lingua e nello stile, nei suoi consigli educativi informato alle cristiane tradizioni, incoraggiato dalle più alte autorità ecclesiastiche, merita tutto lo zelo per diffonderlo, congiungendo in sommo grado l'utile al dilettevole. Lo raccomandiamo dunque vivamente e sinceramente a tutti i nostri cooperatori e cooperatrici e a tutti i nostri lettori.

Si pubblica in Genova il giorno 10 d'ogni mese in fascicoli di 64 colonne formato grande. Ogni annata forma un bellissimo volume completo con indice e frontispizio. Spedire Vaglia postale alla Direzione del Giornale LA DONNA E LA FAMIGLIA Genova. Programmi gratis a chi li chiede.

IL CONSIGLIERE DELLE FAMIGLIE.

Questo giornale è come un supplemento al precedente, e non si occupa che del buon governo della casa morale e materiale, di igiene, di economia domestica, di lavori casalinghi, di tuttociò che può concorrere al benessere e alla gioia e felicità delle famiglie. Esce due volte al mese, ma si può prendere l'associazione ad una sola. Per una volta al mese costa Lire 2 all'anno per la prima copia, e cinquanta centesimi soltanto per altre copie allo stesso indirizzo. Per due volte al mese il doppio.

Dieci copie 5 lire o 10 lire se due volte al mese. Dirigersi come sopra.

Santa Monica ossia tutta quanta la famiglia in cielo, malgrado la moderna corruzione.

Opuscolo indirizzato alle madri cristiane in questi tempi difficilissimi, dal Teol. Bongiovanni Domenico Oblato di M. V. 2a Edizione.

O quanta povera gioventù corre per la strada della perdizione! Possibile, che tante anime abbiano da perdersi! Giammai! Sarebbe alto delitto non tentare i mezzi estremi. - Madri cristiane, quest'Opuscolo è stato composto appositamente per voi, per scuotervi e mostrarvi, che voi potete salvarli quand'anche non siate sante come Santa Monica. Procuratevelo e leggetelo. - E voi, o Venerandi Ecclesiastici, che ben sovente vi vedete a' piedi madri cristiane o già addolorate per lo stato miserando dei figli, o indolenti nel tentare di convertirli e salvarli, dite loro: V'è un libretto per voi intitolato: SANTa MONICA ossia, ecc. che vi consola se addolorate, vi scuote se negligenti, e insegna a qualunque madre il modo dì trovarsi un giorno in cielo con a fianco lo sposo, e attorno tutti i figli per sempre! - Cent. 20 la copia.

Miniera d'oro, ossia aurei mezzi per divenire ricchi e felici in questo mondo e nell'altro. Edizione 3'. È un brevissimo compendio dell'opera ascetica dello Scamarelli, da darsi per ricordo alle anime buone, perché si leggano e si inducano a fare tutto il necessario per santificarsi. Cent. 15 la copia. Dirigersi alla Lib. Salesiana di Torino.

PANEGIRICI DEL Cardinale GAETANO ALIMONDA

Arcivescovo di Torino

Questa seconda edizione contiene una raccolta di panegirici parte editi e parte inediti recitati dall'Eminentissimo in varie occasioni. Son due volumi in 8' piccolo di circa 700 pagine caduno stampati dalla Tipografia Salesiana di Torino. Non tocca a noi fare elogi di un'opera che riscosse gli applausi dei dotti. E poi basta il nome di Alimonda per raccomandarla. Una sola osservazione faremo ed è che la prefazione posta in capo al primo volume è un vero trattato sull'arte oratoria per chi vuol riuscire valente panegerista.

I due volumi sono in vendita nella Libreria Salesiana di Torino al prezzo di lire 4,50 caduno.

I COMMENTI ALL'ENCICLICA IMMORTALE DEI DI LEONE XIII

DEL CARDINALE ALIMONDA

L' Emmo Cardinale ha spedito il documento Pontificio ai parroci dell' Archidiocesi di Torino con una sua stupenda lettera, dove con profondi commenti espone « lo studio della società agli amanti del vero » Invita tutti a leggere e meditare l'Enciclica.

- Un formato in 8° grande di pag. 86.

In vendita presso la nostra Libreria Salesiana

NECROLOGIA

In Padova la sera del 15 dicembre spirava la sua bell'anìma nel bacio del Signore la CONTESSA MARIA MAINARDI BONMARTINI in età di 47 anni. La sua vita fu un continuo esercizio di carità verso i poverelli di Gesù Cristo e più specialmente verso gli orfani. Instancabile e generosa Cooperatrice Salesiana, cercava di procurare quanti più benefattori poteva alle opere nostre, trasfondendo negli altri il suo efficace desiderio dì fare del bene.

Il Signore le dia il premio promesso e meritato,

 

ELENCO DEI COOPERATORI E COOPERATRICI DEFUNTI NEL 1885.

1 Accornero Anna - Casorzo (Alessandria). 2 Accorsi D. Gio. Batt., Prev. - Reggio Emilia.

3 Acquistapace D. Giovanni Parr. - Dazio (Sondrio).

4 Agnetti D. Giuseppe Arcip. - Ramoscello (Parma).

5 Albano Gabriella - Casa Bianca (Torino). 6 Alberini D. Pietro - Gottolengo (Brescia). 7 Albettone Fenoglio Maria - Torino. 8 Alessio Giuseppina - Torino. 9 Allemandi D. Silvino, Can. Vic. gen. - Pinerolo.

10 Allignani Giovanna - Castellar Guidobono (Alessandria).

11 Allora D. Alessandro, Cappell. - Castelnovo d'Asti (Alessandria).

12 Allora Giovanni - Castagnito (Alba). 13 Alvigini Silvestro - Tortona.

14 Alvigino Federico - Spezia (Genova).

15 Ameghino D. Vittorio - Moneglia (Genova). 16 Angeloni Monsig. Luigi, Can. - Velletri (Roma).

17 Anglesio Luigi - Torino.

18 Annoni D. Carlo, Parr. Vic. - Milano. 19 Apilis Mons. Nicolò, Arcip. - Pordenone (Udine).

20 Aprosio Barbara - Torrione (Portomaurizio).

21 Arbus Lorenzo - Passatore (Cuneo).

22 Arnaldi cav. Marcellino - Torino.

23 Atzeni D. Vincenzo, Vice parr. - Mogoro (Cagliari).

24 Atzori D. Salvatore, Vice parr. - Zeppara (Cagliari).

25 Atzori Maras Maria - Isili (Cagliari).

26 Azzolini D. Enrico, Vice Parr. - Vestano (Parma).

27 Babini Giacinta - Riolo (Ravenna).

28 Badino D. Sebastiano - Casada del Cornelio (Belluno)

29 Baglione Cav. Paolo - Tortona (Alessandria).

30 Barabino Rosa - Calaseta (Cagliari).

31 Barberis Eugenio - Torino.

32 Barbieri Antonia Maria - Re (Novara). 33 Barbieri D. Giuseppe Vic. Cur. - Antriolo (Parma).

34 Bardelli D. Vittore - Melara (Rovigo).

35 Barilla Mons., Dec. - Reggio Calabria. 36 Basteris D. Pio A., Can. Vic. gen. - Susa (Torino).

37 Battistelli D. Marco, Rettore - Novellano (Reggio Emilia).

38 Battistini D. Giovanni, Vic. Parr. - Pieve S. Vincenzo (Reggio Emilia).

39 Becchio Maria di Costanzo - Caramagna (Cuneo).

40 Bellomi Teresa - Mezzanabigli (Pavia). 41 Belloni P. Pellegrino, Min. oss., Priore - Ancona.

42 Belluati D. Luigi, Prev. - Candia Lomellina (Pavia).

43 Beltrami Mons. Giuseppe, Can. Parr. - Rovigo.

44 Benezzi. D. Luigi, Pare. - Saronno (Milano).

45 Bennassuti Maria - Verona.

46 Benso D. Matteo, Arcip. - Ottiglio (Alessandria

47 Bernacchi D. Giovanni, Prev. - Agliate (Milano).

48 Bertecco D. Carlo, Prev. Vic. For. -- Tronzano (Novara).

40 Bertolami D. Luigi, Parr. - Colle (Massa Carrara).

50 Bertolè Bortolo - Idro (Brescia).

51 Bertolotti D. Domenico, Prof. - Pontremoli (Massa Carrara).

52 Bertone Cav. Giuseppe - Torino.

53 Bertozzi Ignazio - S. Pellegrino nei Borghi (Reggio Emilia).

54 Besa D. Andrea - Blesaglia (Venezia). 55 Betta Clara - Viarigi (Alessandria).

53 Bettega D. Giovanni, Pare. - Anzano del Parco (Milano).

57 Bianchi Angela - Casorate Sempione (Milano).

58 Bianchi D. Gio. Batt., Pare. Vic. For. - S. Vendemiano (Treviso).

59 Bianchi Maria ved. Ghisi - Cremona.

60 Bianco Valentino - Oddalengo Grande (Alessandria).

61 Bianco D. Michele, Can. - Cuorcné (Torino).

62 Biondelli D. Gaetano - Zevio (Verona).

63 Boeciner D. Pietro, Cappell. Cur. - Robegano (Venezia).

64 Boeri D. Carlo, Can. - Sestri Ponente (Genova).

65 Bolzani Giuseppe - Como.

66 Bonando Vittorio - Bra (Cuneo).

67 Bongiannini D. Giovanni, Vic. Parr. - Borgomasino (Torino).

68 Bonifacio Teresa - Trisobbio (Alessandria). 69 Bonoli D. Pietro, Pare. - Selva (Forlì). 70 Bonometti Domenica - Fraine (Brescia). 71 Bonomi D. Matteo, Arcip. Vic. For. - Tresivio (Como).

72 Bonomo Francesco - Montegiove (Torino). 73 Bonora Antonietta - Sairano (Pavia). 74 Bonora Carolina - Groppello Lomellina (Pavia).

75 Bontempini P. Giuseppe - Villafranca (Verona).

76 Borea D. Antonino - S. Gabriele (Piacenza). 77 Borghini D. Giuseppe - Vescovato (Cremona).

78 Borgogno D. Gio. Batt. - Roma.

79 Borrini D. Luigi, Arcip. - Varano de' Melegari (Parma).

80 Bosco Cont. Candida - Cambiano (Torino).

81 Bosco D. Carlo, Can. - Cuneo.

82 Botta D. Giuseppe, Vic. For. - Serrapetrona (Macerata).

83 Bottarelli D. Giulio, Parr. - Proh (Novara).

84 Bovi Campeggi D. Francesco, Abbate - Gubbio.

(Continua).