BS 1920s|1929|Bollettino Salesiano Gennaio 1929

Anno LIII.   GENNAIO 1929   Numero 1.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

SOMMARIO: Il Sac. Filippo Rinaldi ai Cooperatori e alle Cooperatrici Salesiane. - La Pagina d'Oro. - A stimolo e ad esempio. - Operare con Don Bosco. - Mons. Eugenio Méderlet. - Anime riconoscenti al Ven. D. Bosco. - Dalle nostre Missioni : Sul Rio Negro e sul Madeira - Riflessi di vita spirituale al Giappone - Conquiste nella vallata del Bramaputra - Confidenze di figli - Prima festa di M. A. a Hong-Kong. - Lettera di D. Giulivo ai Giovani. - Culto e grazie di Maria Ausiliatrice. - Nella Famiglia Salesiana. - Da libri e riviste. - Necrologio.

Il Sac. FILIPPO RINALDI ai Cooperatori e alle Cooperatrici Salesiane.

Torino, 1° gennaio 1929.

Benemeriti Cooperatori, Benemerite Cooperatrici,

Il 1928 rimarrà tra noi memorando, per la visibile assistenza di Maria SS. Ausiliatrice. Noi ci proponemmo di render a Lei particolari onoranze, e la nostra dolcissima Madre ci fece toccar con mano la sua bontà e la potenza della sua mediazione.

Amiamo Maria Ausiliatrice!

Ricorrevano due storiche date del suo culto: il venticinquesimo della pontificia incoronazione della Sua Augusta Immagine, e il cinquantenario dell'approvazione liturgica della formola della Sua Benedizione; e in più di trecento città e paesi vedemmo celebrarsi, in un'onda di schietto e salutare entusiasmo, giornate, convegni e congressi mariani, in omaggio alla duplice ricorrenza.

A Torino si svolsero tre manifestazioni di seguito, la prima per parte dei Cooperatori e degli ex-allievi, la seconda di tremila giovani oratoriani, la terza di centinaia di sacerdoti, accorsi da ogni diocesi del Piemonte e da altre parti d'Italia. Anche altri congressi meritano di esser ricordati per le particolarità che li accompagnarono, come quello di Nictheroy nel Brasile, che dispose gli animi alla solenne Incoronazione di una venerata Immagine di Maria Ausiliatrice, e quello di Córdoba nell'Argentina, che si chiuse con l'inaugurazione della cripta d'un gran tempio che verrà dedicato alla nostra gloriosa Patrona.

Oh! ricordiamo sempre la raccomandazione del Ven. Don Bosco: « La Santa Vergine Maria continuerà certamente a proteggere la nostra Congregazione e le Opere Salesiane, se noi continueremo la nostra fiducia in Lei, e continueremo a promovere il suo culto ». Queste parole, mentre sono una consolante promessa, son anche un ammonimento e un programma d'azione, che non dobbiamo trascurare.

Voi pure, cari Cooperatori e pie Cooperatrici, nel miglior modo possibile zelate il culto di questa dolcissima Madre. Abbia la Sua Immagine un posto d'onore nelle vostre case; portate con voi e diffondete tra i conoscenti le Sue medaglie; ripetete devotamente la giaculatoria: Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis; abbiate per Maria Ausiliatrice un pensiero più affettuoso il 24 d'ogni mese; in ogni necessità ricorrete a lei con la novena suggerita dal Ven. Don Bosco; e proverete la bontà del suo cuore di Regina e di Madre.

Opere compiute nel 1928.

L'anno passato, come accennava, scesero copiosissime le benedizioni di Maria SS. Ausiliatrice sull'Opera del Ven. Don Bosco, specialmente sull'attività missionaria.

Sviluppo missionario.

Non verrò a particolari, per non render troppo lungo il resoconto, e mi limiterò ad additarvi unicamente i nuovi territori e i nuovi centri, dove i Missionari Salesiani cominciarono a lavorare nel 1928. Essi sono:

1) La diocesi-missione di Krishnagar, nel Bengala, con sette milioni di abitanti, di cui appena settemila son cattolici, sparsi in varie residenze;

2) L'importante missione di North Arcot, nel Sud-India, con due milioni di abitanti, di cui 36.ooo cattolici, sparsi in 380 villaggi;

3) L'archidiocesi di Madras, affidata ai Salesiani, nella persona di Mons. Eugenio Méderlet, promosso a quella sede metropolitana; a questa importante missione venne unita dalla S. Sede quella, sopra ricordata, del North Arcot: i cattolici di questi territori sono circa 67.000;

4) La scuola superiore « Tardeo » della « Catholic Educational Society » a Bombay: nei sobborghi di questa città abbiamo pure accettato una scuola professionale e una scuola agricola;

5) Una scuola d'arti e mestieri a Calcutta;

6) E, a pochi chilometri da Calcutta, il Santuario di Bandel, celebre in tutta l'India.

Aggiungete a questi, i nuovi due campi di lavoro, dei quali vi feci parola l'anno passato, ma dove, in realtà, i nostri cominciarono a svolgere la loro attività nel 1928 --cioè la nostra Missione del Siam, che abbraccia cinque province con due milioni di abitanti, e meno di seimila cattolici, e la Prelatura di Porlo Velho in Brasile, dove si è già iniziata la costruzione di tre chiese; -e ditemi, o cari Cooperatori e zelanti Cooperatrici, se non è realmente grande il lavoro missionario assunto nel 1928 dai figli di Don Bosco, per disposizione della Divina Provvidenza.

Altre fondazioni.

Nè mancarono altre fondazioni.

In Italia, accettammo il Convitto civico di Cuneo, con annessa chiesa pubblica; parrocchie e oratori festivi, a Spezia Mígliarina, Civitavecchia e Grottaferrata; e un orfanotrofio, oratorio festivo e dopo scuola, a San Donà di Piave.

In Europa, abbiamo avuto una nuova casa a Morón nella Spagna; un ospizio a Jaciazek, e un oratorio con chiesa pubblica a. Wilno nella Polonia; un ospizio con scuole agricole a Jagdberg-Schlins in Austria, e la, prima fondazione in Olanda, a Lourandorf — Waubach.

In America ebbe quattro nuove fondazioni: salesiane l'Argentina: una parrocchia con oratorio festivo a General Pico; e oratori con chiese pubbliche a Mar del Plata, Córdoba,. e Corrientes, dove s'è aperto anche un collegio con esternato.

Case di formazione e per aspiranti missionari.

Abbiam anche potuto aprire sei altre case assai importanti, perchè dirette alla cura di nuove vocazioni e alla formazione di nuovi. Salesiani; a Lanuvio (Roma), a Farnières nel Belgio, e a Raskrizje nella Jugoslavia, a Cumiana in Piemonte, a Madrid nella Spagna, e a Newton negli Stati Uniti del N. A.

Era necessario preparare maestri operai e artisti che partissero al fianco dei nostri missionari, perchè non solo fra i selvaggi, ma sopratutto fra i pagani, scendessero in mezzo al popolo e alla gioventù e ad imitazione di Gesù Adolescente cominciassero l'opera di redenzione nel laboratorio e nella fabbrica col lavoro che civilizza e nobilita, e preparassero lo spirito alla fede.

E la Vergine inspirò un nobile patrizio di Torino, il Senatore Conte Eugenio Rebaudengo, il quale (come fu detto nel Bollettino di Maggio) offrì i mezzi per edificare una Scuola Professionale, direi quasi un'università del lavoro, che raccogliesse le nuove reclute salesiane e ne formasse maestri che per spirito religioso e abilità professionale divenissero idonei alla missione che un di sarà loro affidata.

Nell'ora presente, nella quale, per grazia di Dio, cresce l'interessamento dei cattolici per le Missioni, l'apertura di questi nuovi Istituti per la formazione di personale missionario non può noti tornar gradita anche a quanti senton pietà per tante anime, che aspettano da venti secoli la luce del Vangelo e i vantaggi della Civiltà Cristiana.

I prodigi della carità.

Nè si arrestano qui i prodigi dell'assistenza divina sull'Opera di Don Bosco; ma ve ne son altri, così segnalati, che sarebbe una colpa non rivelarli.

Con l'aiuto di Dio e la vostra carità, abbiam potuto ricoverare, educare e mantenere un maggior numero di poveri orfani e di giovani totalmente abbandonati, di modo che, senza contare i cari fanciulli che popolano gli orfanotrofi delle Missioni, sommario a più di cinquemila le tenere anime, alle quali Don Bosco fa da padre e da madre, prov vedendole di quanto abbisognano, perchè non hanno più nessuno che s'interessi del loro presente e del loro avvenire. Questi figliuoli, o cari Cooperatori e pie Cooperatrici, sono sparsi in quasi tutte le nostre case; ma si trovano quotidianamente uniti, ai piedi di Gesù in Sacramento e di Maria Ausiliatrice, ad implorare sui loro benefattori e sulle loro benefattrici l'abbondanza delle divine benedizioni.

Con la vostra carità, abbiam potuto inviare, in aiuto a vari centri, sparsi in ogni parte della terra, più di cento nuovi missionari, affrontando gravissime spese, purtroppo ancora non del tutto pagate, che salirono a più di mezzo milione.

Mercè la vostra carità, abbiam accettato molti nuovi ascritti ed aspiranti alla vita salesiana. Di fronte al lavoro ognor crescente, è una grazia di Dio segnalatissima, il trovar nuove braccia e nuovi cuori, disposti a sposare l'ideale salesiano; ed io ho la consolazione di notificarvi che i nuovi ascritti, ossia quelli che già domandano d'essere ammessi alla Società Salesiana, sommano a un migliaio, e gli aspiranti a varie migliaia; altra splendida prova delle benedizioni di Maria SS. Ausiliatrice.

La Vergine Santa c'inspirò la Crociata per fondare 1ooo Borse Missionarie; ed io vi confesso che mi torna di gran conforto il vedere le accoglienze fatte all'umile appello; perchè, sebbene si sia ancor lontani dal numero desiderato, arrivano già oltre a cento le Borse pronte, o iniziate.

In onore del Sacro Cuore.

Mi fu anche di gran conforto la solenne inaugurazione della chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Livorno in Toscana, tra la gioia di tutto un popolo festante. Don Bosco, negli ultimi anni della sua vita, ci spronò ad una tenera divozione verso il Sacro Cuore di Gesù, edificando, tra mille stenti, la Basilica del Sacro Cuore in Roma, promettendo la costruzione di un gran tempio al Sacro Cuore sul Tibidabo presso Barcellona, iniziando ad onore dello stesso Cuore Santissimo le fondazioni di Londra e di San Paolo nel Brasile, oggi affiancate da due santuari, e inviando i primi Salesiani all'Equatore, dove oggi tutte le case salesiane son poste sotto la special protezione del Sacro Cuore di Gesù. E fu, in quegli ultimi anni, che Don Bosco inculcò maggiormente, ai Salesiani e ai Cooperatori, di nutrire una tenera divozione al Sacro Cuore di Gesù, alla cui carità e dolcezza è intimamente inspirata l'Opera Salesiana.

Le Figlie di Maria Ausiliatrice.

Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice, che l'anno passato celebrarono il IX Capitolo Generale del loro Istituto, furono visibilmente sorrette dalla bontà di Colei, di cui portano devotamente il nome.

In Italia, apersero nuove case per la formazione di nuovo personale a Casanova (Torino) per aspiranti di varie nazioni; a Conegliano (Treviso), a Castel Gandolfo (Roma), e ad Ottaiano (Napoli).

Assunsero scuole materne, scuole di lavoro e oratori festivi, a Frugarolo (Alessandria), Alba, Ruvi di Puglia, Liberi e Presenzano (Caserta); e, anche scuole professionali, a Caltabellotta (Agrigento) e Melilli (Siracusa).

Accettarono la direzione di convitti-operaie a Vercelli, Rieti (Perugia), e Napoli; l'assistenza di giovani impiegate in lavori di perle ad Este (Padova); la cura della guardaroba e dei lavori domestici presso gli istituti salesiani di Chiari (Brescia), e Livorno Colline, dove aggiunsero l'oratorio festivo e scuole di lavoro.

All'estero, in Europa, presero la direzione di una scuola pro figli d'emigrati italiani a Bruxelles e di un orfanotrofio a Courtrai, nel Belgio; dell'assistenza domestica presso l'istituto salesiano di Cowley Oxford in Inghilterra e dei bimbi raccolti nell'orfanotrofio di Jagdberg-Schlins in Austria.

In America fondarono collegi con internati, esternati, oratori festivi, a Puerto Montt (Cile), Riobamba (Equatore), Popayan (Colombia) e Santa Rosa de Copan (Honduras); ed iniziarono una casa di beneficenza a La Paz (Bolivia), disponendosi all'evangelizzazione degli indii, che, nelle vicinanze di quella città, invocano la luce della civiltà.

Come non elevare al cielo un inno di ringraziamento? Unitevi, cari Cooperatori, ai poveri figli di Don Bosco nel compiere questo dovere, che sentono, in modo specialissimo, al sorgere del nuovo anno!

Che cosa faremo nel 1929?...

Faremo quello che vorrà il Signore; siamo nelle sue mani, e nelle sue mani mettiamo tutta la nostra buona volontà, risoluti di compiere nel miglior modo la parte nostra, perchè così il Signore farà più generosamente la parte sua.

Uno sguardo ai bisogni più gravi.

Non posso nascondervi che ci troviamo impensieriti per molte e gravi necessità, perchè le miserie materiali e spirituali vanno

facendosi sempre maggiori, e di conseguenza crescono anche i doveri e i bisogni delle nostre case. Permettete che ne accenni alcuni:

1) Nelle nostre case, crescendo il numero degli orfani e degli abbandonati, naturalmente crescono anche le spese per dar loro vitto, vestito, e istruzione conveniente.

2) Cresce anche il bisogno d'ampliare le case, in modo particolare le scuole professionali; e, nell'odierno movimento professionale ed agricolo, cresce anche il dovere di dare a cotesti figli del popolo l'istruzione voluta nell'ora presente. Incredibile è il numero delle domande d'accettazione di giovani desiderosi d'apprendere, insieme con l'educazione cristiana, un'arte, un mestiere, o la coltura razionale dei campi. Solo l'Oratorio Salesiano di Torino ogni anno deve respingere, con rammarico, settecento o ottocento domande per la scuola professionale meccanici, e, complessivamente, oltre due mila domande per gli altri mestieri.

3) Crescono pure i bisogni delle Missioni. Moltiplicandosi i campi di lavoro e raddoppiando il numero degli operai, affinchè la eresse evangelica cominci e continui a biondeggiare, bisogna anche aver i mezzi necessari. I bisogni dei missionari son tanti, che li conosce solo il Signore; e non scendo ad accennarveli, ma vi prego di averli presenti, e, presentandovisi l'occasione, di rammentarli a coloro che ritenete atti e disposti a venire in loro aiuto.

4) Debbo anche ricordare al vostro zelo e alla vostra generosa carità altre opere bisognose di aiuto concorde; alludo alle chiese che si stanno costruendo in varie parti, come quella di Maria SS. Ausiliatrice a Nizza Marittima in Francia, il tempio del Sacro Cuore di Gesù sul Tibidabo presso Barcellona, quelle di S. Rocco a Barranquilla e del Carmine a Bogotá in Colombia, di Maria Ausiliatrice a Córdoba e a Rosario nell'Argentina, ecc. Quest'anno avremo anche da fabbricare un centinaio di chiesine e cappelle, nella Patagonia, che va sempre più popolandosi, nel Matto Grosso e nelle altre missioni del Brasile, dell'Equatore, del Congo Belga, dell'India, dell'Indocina e della Cina. Se Dio tiene, come fatta a sè, la carità che facciamo a un poverello, non darà doppia mercede a chi concorrerà ad innalzare nuove chiese, a gloria sua e a vantaggio di tante anime bisognose d'assistenza religiosa?

Opera Pio XI.

Tra le chiese in costruzione voglio additare in particolare alla vostra carità, il Tempio, che verrà innalzato in Roma, ad onore di Maria SS. Ausiliatrice.

Ho accennato allo sviluppo, di cui abbisognano gli istituti salesiani dei grandi centri. Anche l'Ospizio del S. Cuore di Gesù, in Roma, è da anni insufficiente per raccogliere tutte le domande che dovrebbero essere accolte; e non è assolutamente possibile dar, in esso, lo sviluppo reclamato dalle scuole professionali. Si stabilì di smembrarle dall'Ospizio e trasportarle in via Tusculana, dove s'è venuta formando una popolazione di parecchie migliaia d'abitanti, privi d'ogni comodità per compiere i doveri di Religione; e, l'anno scorso, venne presentato al Santo Padre il disegno del nuovo edificio, pregandolo a permetterci d'intitolarlo: « OPERA Pio XI », a perenne ricordo del Suo Giubileo Sacerdotale. Udita la domanda, il Santo Padre, non solo si degnò approvarla, benedirla e incoraggiarla, ma, rilevando Egli stesso i bisogni della popolazione di via Tusculana, c'invitava -- proprio nell'anno in cui rendevamo particolari onoranze alla nostra Patrona - ad erigere, a lato delle scuole professionali, anche un tempio da dedicarsi a Maria SS. Ausiliatrice! E, perchè non rimanessimo incerti di fronte alle gravissime spese, nel suo gran cuore di Pastore e di Padre, si degnava offrirci, a caparra dell'assistenza divina, una generosissima somma al santo scopo.

L'edificio per le Scuole Professionali del l'« Opera Pio XI » è già ben avviato; e, presto, vogliamo porre la prima pietra del nuovo tempio.

Tempio di Maria Ausiliatrice.

Quando il Ven. Don Bosco fu per l'ultima volta a Roma, celebrando all'altare dedicato a Maria Ausiliatrice nella Basilica del Sacro Cuore, aperta allora al divin culto, pianse quasi tutto il tempo della Santa Messa, perchè, innanzi alla sua mente, tornò a presentarsi la misteriosa scena, che l'aveva riempito di stupore da fanciullo, quando gli apparvero N. S. Gesù Cristo e la Benedetta sua Madre, per additargli la missione educatrice che l'attendeva, e il metodo che avrebbe dovuto seguire nell'educare. Come esulterà dal paradiso, quando vedrà sorgere in Roma il tempio di Maria Ausiliatrice, voluto, come quello del S. Cuore, dal Vicario stesso di Gesù Cristo, ravvisando nei due sacri monumenti elevanti al cielo le loro volte nel centro del Cattolicismo, l'omaggio più espressivo e più solenne agli Ispiratori e Sostenitori perpetui dell'opera sua!...

Ed io mi auguro che i Cooperatori d'ogni nazione gareggino nel concorrere all'erezione del nuovo tempio, perchè un dolce presentimento mi dice che esso, come quello di Torino, sorgerà narrando e cantando con ogni pietra una grazia e un favore di Maria Ausiliatrice, e cingerà il Suo nome e la Sua fronte di nuova gloria!

Ancora un pensiero.

E qui mi s'affaccia un altro pensiero, che da tempo mi preoccupa, e non vorrei ancor manifestarvi, sebbene mi paia conveniente comunicarvelo; ve lo dirò, quindi, in tutta confidenza, come se parlassi con ciascuno in privato.

Insieme con l'impegno d'erigere il Tempio di Maria Ausiliatrice in Roma, ho sempre davanti a me il bisogno di compiere nuovi lavori nel Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino. Bisogna preparare, nella chiesa madre dell'Opera Salesiana, una degna accoglienza al Ven. D. Bosco per il giorno che sarà, come speriamo, elevato agli onori degli altari. Allora Egli dovrà avere, non solo un altare, bello e decoroso, ma anche un posto capace d'accogliere i suoi figli e i numerosi devoti, che accorreranno a invocarlo. Anche questo lavoro importerà una spesa non indifferente; e appunto per questo mi permetto di accennarvelo, perchè è una grave obbligazione che ci stringe; e chi sa che questo semplice accenno non muova qualche cuore, nobile e generoso, amico e ammiratore di Don Bosco, ad assumersi, interamente per sè, il gloriosissimo compito!

Qualcuno, forse, dirà...

A questo punto qualcuno, forse, dirà che noi osiamo troppo, e che quasi è un'imprudenza la nostra, perchè, nel frattempo, avremo da incontrare altre spese.

Rispondo, che ho voluto accennare semplicemente in quali necessità e, conseguentemente, in quali strettezze si trovano e si troveranno per un po' di tempo i figli di

Don Bosco. Molti cooperatori, cooperatrici ed amici, ricordando le mie parole, non mancheranno di venirci in aiuto; coloro che non possono far nulla, e quelli che in questo momento non si sentono di aiutarci, restino, egualmente, tranquilli e in pace.

Le opere di Dio sono alimentate dalla fede e dalla carità; Dio è il padrone dei cuori. E noi lo preghiamo che li muova in nostro aiuto. Ciò che chiedo a tutti i Cooperatori, a tutte le Cooperatrici, agli ex-allievi, alle ex-allieve, è la preghiera. Nel 1929 fateci la carità di una preghiera quotidiana per la Famiglia Salesiana e per tutti quelli che la compongono. Se Nostro Signore disse, che se si fossero trovati due o tre radunati nel suo nome, Egli si sarebbe trovato in mezzo a loro, quale potenza non avrà presso il trono di Dio questo universale ritrovo di tutta la Famiglia Salesiana, per ottenere la grazia di lavorare alla sua gloria ed alla salvezza delle anime.

preghiamo!..

Ricordiamo ciò che diceva Don Bosco: « La preghiera è il primo alimento dello spirito, come il pane è il cibo del corpo; e chi non prega, non può perseverare nella virtù, come chi non dà nutrimento al corpo, muore di fame ».

« La preghiera, ripeteva Don Rua, è la chiave che ci apre i divini tesori; è un santo grimaldello, col quale possiamo aprirci i tesori della grazia di Dio, anche quando ce ne riconosciamo indegni; è la mistica scala di Giacobbe, che ci conduce a perorare i nostri bisogni innanzi al trono stesso di Dio ».

Questi nostri Padri non si stancarono mai d'inculcare la preghiera, e la praticarono così esemplarmente, da riuscire due modelli ammirabili nell'adempimento del primo dovere d'ogni cristiano. Imitiamoli!

Preghiamo pel S. Padre Pio XI in quest'anno del Suo Giubileo Sacerdotale. Lo conservi Iddio per molti anni, Lo ricolmi delle sue benedizioni e Gli conceda di vedere il Regno di Gesù Cristo sempre più esteso sulla terra ed entrare nella Chiesa Cattolica molte anime sperdute oggi nell'errore.

Preghiamo per i benefattori dell'Opera di Don Bosco, perchè il Signore dia loro in questa vita il cento per uno, e il premio condegno nell'altra.

Preghiamo per i missionari, perchè, fedeli alla sublime vocazione, superino tutti gli ostacoli e le difficoltà che incontrano, e riescano a salvare un gran numero di anime.

Preghiamo, perchè in ogni casa salesiana si coltivi nel cuore della gioventù lo spirito cristiano, che, anche in mezzo alle fatali distrazioni e ai più gravi pericoli della vita moderna, può e deve rinnovare i prodigi della fede vissuta con costanza e convinzione esemplare.

Preghiamo, in modo particolare, per la Causa del Ven. Don Bosco. Esultammo due anni or sono, quando venne pubblicato il Decreto sull'eroismo delle sue virtù, perchè era un gran passo avanti verso la mèta sospirata. Dopo d'allora, per grazia di Dio, si son fatti altri passi, e noi sentiamo sempre più vivo il desiderio di veder sorgere il giorno, in cui ci sarà concesso d'invocarlo ai piedi degli altari!

Cent'anni fa!...

Cent'anni fa, Don Bosco non aveva ancor quattordici anni e faceva il garzone di campagna alla cascina Moglia, presso Moncucco. Là, nell'umiltà e nel lavoro, benchè così giovane, non trascurò l'apostolato, ma specialmente pregava; e nel lavoro e nella preghiera trascorse quasi due anni, dal febbraio 1828 al dicembre 1829. Un giorno d'estate, il vecchio padrone vide il buon garzone, giunto a casa un minuto prima, che, inginocchiato in capo alla scala, s'era messo a recitar l'Angelus. - Oh! guarda lì, esclamò, noi che siamo i padroni, dobbiam lavorare tutto il giorno, e lui, eccolo là tranquillo a pregare! - Giovanni terminò l'Angelus, poi con garbo rispose: - Voi avete veduto, che non mi sono risparmiato sul lavoro; ma vi assicuro, che ho guadagnato più io a pregare, che voi a lavorare. Se pregate, da due grani che seminate, nasceranno quattro spighe; se non pregate, seminando quattro grani, nasceranno due spighe soltanto!

O cari Cooperatori e pie Cooperatrici, il nuovo anno sia per tutti un, anno di devota e comune preghiera; e il Sacro Cuore di Gesù e Maria Ausiliatrice ci accorderanno particolarissime benedizioni.

In tutte le case salesiane, si continuerà a pregare ogni giorno per voi e per tutte le vostre intenzioni; e vi ricorderà ogni giorno, per non dire ogni momento, anche il vostro dev.mo servitore

Sac. FILIPPO RINALDI.

LA PAGINA D'ORO

5. Borsa Giuseppe Thannhuber fondata da pia persona della cappella Maria Ausiliatrice presso l'Istituto Internazionale D. Bosco.

6. Borsa D. Giov. Balzola fondata dai fedeli della Cappella M. A. presso l'Istituto Internazionale D. Bosco.

7. Borsa " Diversi di Agrigento " a cura dei Cooperatori della Diocesi.

8. Borsa D. Eugenio Recalbuto Arciprete di Castrofilippo.

9. Borsa S. Michele Arcangelo a cura dei Cooperatori e benefattori della diocesi di Caltanissetta, benedetti e incoraggiati dall'Ecc.mo Vescovo Mons. Iacollo.

10. Borsa S. Agata a cura dei cooperatori della Provincia di Catania.

11. Borsa S. Francesco di Sales a cura degli alunni dell'Istituto.

12. Borsa Oratorio S. Filippo Neri a cura' degli alunni dell'Istituto.

13. Borsa Sorelle La Corte e zio Antonino farmacista omaggio del Rev.mo Sig. P. Salvatore La Corte di Cammarata alla memoria delle sorelle e dello zio.

14. Borsa Salvatore Papale omaggio della figlia, sig.na Irene Papale (segretaria del Comitato delle Patronesse di Catania, fondatrice e zelatrice di laboratori Missionari in Sicilia) e della famiglia alla memoria del padre.

15. Borsa Gaetanito Fiumefreddo omaggio dei Genitori alla memoria del loro caro Angioletto, alunno delle scuole salesiane di Catania (Filippini).

16. Borsa S. Rosalia a cura dei Cooperatori della Provincia di Palermo.

17. Borsa Istituto Don Bosco a cura degli alunni dell'Istituto.

18. Borsa D. Affilio Garlaschi a cura degli ex allievi dell'Istituto Don Bosco di Palermo.

19. Borsa Maria Ausiliatrice (8a) a cura delle Patronesse Salesiane di Palermo.

20. Borsa Francesco Guerra offerta dal padre Avv. Comm. Matteo di Palermo per ottenere sul figlio la protezione di Maria Ausiliatrice e del Ven. D. Bosco.

21. Borsa Ven. Don Bosco (6a) a cura dei Cooperatori della Città di Modica e della diocesi di Noto.

22. Borsa S. Lucia a cura dei Cooperatori e benefattori dell'Archidiocesi di Siracusa, benedetti e incoraggiati dall' Ecc.mo Arcivescovo, Mons. Carabelli.

23. Borsa Ven. Don Bosco (7a) a cura dell'Istituto salesiano di Marsala e dei Cooperatori e benefattori della diocesi di Mazzara.

24. Borsa Maria Ausiliatrice (9a) a cura del comitato delle Dame Patronesse di Trapani.

A stimolo e ad esempio.

Lo spazio limitatissimo non ci permette, questo mese, di scrivere ampiamente, come vorremmo, per illustrare il movimento della Crociata Missionaria. D'altronde la lettera del Successore del Ven. Don Bosco, mentre porta a tutti notizie desideratissime circa lo sviluppo generale dell'Opera Salesiana, servirà, ne siamo sicuri, di stimolo efficace a continuare con slancio il lavoro iniziato in favore del movimento missionario.

La pagina d'oro la vogliamo destinata, questo mese, alla Sicilia. Quantunque duramente provata dal flagello di una immane eruzione dell'Etna, essa ha trovato lo slancio generoso per offrire, uiercè il concorso e l'opera ,dei Direttori, Decurioni, Cooperatori, allievi e ex-allievi Salesiani, benedetti e incoraggiati dagli eccellentissimi Presuli locali, ben trentadue Borse.

Non dispiaccia ai lettori del Bollettino, che, a stimolo e ad esempio, illustriamo brevemente questo consolante movimento.

All'appello del Successore del Ven. Don Bosco, tutti risposero compatti: i Direttori e Decurioni Salesiani, nei convegni annuali, seppero elaborare la magnifica organizzazione, dalla quale scaturiscono oggi i primi frutti consolanti.

Il numero e il titolo delle Borse sono indice di carità generosa, dello sviluppo dell'Opera nostra, dell'attaccamento degli exallievi, del fascino esercitato da Don Bosco e del ricco spirito cristiano fervente nell'Isola di Sant'Agata, di Santa Lucia e di Santa Rosalia.

L'impegno delle singole Borse fu assunto con entusiasmo; il lavoro sapientemente disciplinato dai Superiori degli Istituti Salesiani, in intima collaborazione coi Direttori e Decurioni dei Cooperatori, fu efficacemente svolto dagli allievi, dagli ex-allievi ed amici tutti dell'Opera Salesiana in mille geniali manifestazioni.

Una ben meritata lode va tributata ai baldi e simpatici giovani dei nostri Istituti, che seppero santificare le vacanze lavorando alacremente a vantaggio delle Missioni; molti di essi meritarono il Diploma di Benemerenza.

Gran parte del lavoro è ormai compiuto; per raggiungere la mèta, si sono costituiti speciali Comitati, dalla cui operosità, molto ci è lecito sperare.

Mentre dalla culla dell'Opera Salesiana il Successore di Don Bosco rivolge agli amici tutti della Sicilia il più caldo ringraziamento per quanto fecero e ancora faranno per la Crociata Missionaria, addita a tutti, con animo riconoscente, il loro nobile esempio

Operare con Don Bosco.

Gesù non scrisse nulla; eppure S. Paolo scrivendo ai fedeli di Corinto dice loro: e Voi siete una lettera di Gesù Cristo ».

Che cosa intendeva di dire il grande Apostolo?

Intendeva significare questa profonda verità cristiania: come la vita fisica viene soltanto dalla vita, così la vita dell'anima, cioè la fede, viene generata soltanto dalla fede. Chi vive di fede può essere chiamato una lettera di Gesù Cristo, perchè, dovunque, sempre, anche senza volerlo, irraggia attorno quello che lo stesso S. Paolo chiama il buon odore di Gesù. Ai medesimi cristiani di Corinto S. Paolo dà quest'altro nome: Voi siete operatori con me nel campo del Vangelo. Nelle sue lettere quell'indefesso missionario fa il nome di molti laici e di risolte pie donne che egli chiama suoi collaboratori nell'opera dell'evangelizzazione. Anche recentemente l'augusta voce del Santo Padre richiamò l'attenzione sul concetto d'azione cattolica del laicato, intesa come già l'intendeva S. Paolo: l'associarsi dei laici al ministero ecclesiastico, come aiutanti e come collaboratori. Quando pensiamo che alcune lettere del grande Apostolo vennero portate da quelle pie donne che egli stesso nomina, una grande commozione ci prende: la Provvidenza diffondeva per il mondo quegli scritti inspirati servendosi delle mani apparentemente deboli, ma in realtà forti, perchè mani di matrone o di donne del popolo ricche di fede e di amore per Gesù Cristo. Altrettanta commozione proviamo quando vediamo l'Apostolo ospitare presso i due coniugi Aquila e Priscilla in Corinto, e chiedere oltreche alle proprie mani, al loro cuore cristiano l'aiuto materiale e morale per l'opera evangelica.

D'allora, cioè dopo l'esempio dello stesso Redentore e dei primi Apostoli, ogni epoca vide ripetersi questo spettacolo del fedele laico che si fa collaboratore del sacerdote, per la diffusione della fede. Spettacolo sempre magnifico, perche sempre nuovo; esempio nuovo, perchè sempre corrispondente a bisogni nuovi.

Come si fanno sentire i bisogni nuovi?

Nel campo della Chiesa, i bisogni nuovi vengono rivelati dai santi nuovi. Avete mai pensato che cosa significa un santo? Esso è un dono che Iddio manda al mondo, per significare al mondo stesso una propria ansia paterna. Quando un pericolo spirituale incombe, o una deficienza si rivela, o un bisogno urgente si fa sentire, gli uomini che avvertono tutto ciò, levano gli occhi quasi per interrogare: A chi dobbiamo noi rivolgerci per ovviare a quel pericolo, colmare quella lacuna, provvedere a quel bisogno? All'ansia dei cristiani risponde la Provvidenza col preparare quelle figure d'eccezione che si chiamano i santi, metterle sul candelabro per dire a tutti: Ecco la guida nuova per i bisogni nuovi. Così provvide Dio a calmare le ire fratricide nel medioevo e a spegnere la soverchie brame di ricchezza con l'amore serafico e con la povertà di S. Francesco d'Assisi; così nel 15oo con S.Ignazio e nel 16oo provvide Iddio a rialzare la formazione del clero con S. Francesco di Sales e S. Vincenzo de' Paoli; così in questi ultimi tempi provvide Iddio a bisogni nuovi cori un nuovo uomo il cui nome era Giovanni.

Comprendere la missione che Dio assegnò a Don Bosco significa comprendere i bisogni dei tempi moderni e insieme le ansie della Chiesa e quindi .i disegni della Provvidenza.

La vita di Don Bosco può prendere come motto le parola che fu detta sulla culla del santo di cui egli portò il nome. Al neonato Giovanni Battista venne detto: Praeibis: tu precederai. E Don Bosco fin da fanciullo precedette; in che cosa? nel cercare quelle anime di cui più tardi formerà il proprio stemma; nel considerare opera fondamentale e necessaria la formazione delinfanzia, cioè dell'aurora della vita umana, nell'andare incontro alle aspirazioni moderne per santamente sfruttarle in ciò che hanno di buono e per correggerle in ciò che hanno di eccessivo o di falso.

Tu precederai, gli disse la voce nel sogno: nel guidare i fanciulli al bene con le buone maniere e non con le percosse.

Tu precederai, gli disse il piccolo cuore di fanciullo quando si sentì mortificato nel non ricevere un sorriso dal suo buon parroco: « Se io diventerò prete, sorriderò a tutti i fanciulli ».

Tu precederai, gli disse l'industrioso zelo con cui in Chieri fondò fra i condiscepoli, forse il primo circolo giovanile cattolico, e gli diede un nome che è tutto un programma, è tutta una santa ingegnosa pedagogia: Società dell'allegria.

Tu precederai, gli disse la Vergine Immacolata quando il giorno della sua festa gli fece trovare in Bartolomeo Garelli il primo di quei birichini che egli si trascinò, povero prete randagio e perseguitato per un decennio di erranti avventure, tenendo fermo contro tutto e contro tutti, e sperando contro ogni speranza, finchè piantò le tende in Valdocco.

In questi che si potrebbero chiamare segni rivelatori si raccoglie la originalità che fa di Don Bosco un precursore nell'applicare l'eterno pensiero cristiano alle contingenze sempre nuove dei tempi. Comprendere queste nuove applicazioni significa comprendere lo spirito di Don Bosco, prendere interesse a queste nuove applicazioni, significa prendere interesse ai bisogni nuovi; dare la propria cooperazione a questi bisogni nuovi significa sentirsi docili strumenti di quella Provvidenza che manda i suoi santi come altrettante lettere viventi di Gesù Cristo.

Ecco che cosa significa operare con Don Bosco:

1° mettere sopra tutti glii interessi del tempo l'interesse unico dell'eternità;

2° mettere le anime in vetta a ogni aspirazione e a ogni lavoro tanto nei rapporti personali quanto in quelli familiari e sociali;

3° considerare la prima età della vita come la più insidiata per un verso e la più docile per un altro verso : insidiata dal male a cui bisogna opporsi in ogni modo, docile al bene a cui bisogna cooperare ugualmente in ogni modo.

4° nell'opera educativa badare più all'esempio e alla pratica della vita che non alle dottrine e ai principii teorici: l'educazione cristiana, e la vita nasce soltanto dalla vita;

5° infine educare con la ragione e con la religione: con la ragione ottenere la confidenza e la convinzione; con la religione innalzare l'anima del fanciullo e metterla davanti al divin Maestro affinchè Egli, come unico artista, dipinga in essa la propria immagine.

Nella propria attività, qualunque essa sia, nella propria condizione sociale, comunque essa sia, chi si comporta con i principi suesposti, può dire d'avere lo spirito salesiano, cioè lo spirito che guidò e che guida l'Opere di Don Bosco.

Cooperatore di Don Bosco è dunque colui che opera con Don Bosco, vale a dire con il suo spirito, affinchè si avveri sempre più la parola del Padre nostro: Venga il tuo regno.

MONS. EUGENIO MÉDERLET Arcivescovo di Madras.

La Consacrazione.

Eletto il 3 luglio Arcivescovo di Madras, Mons. Eugenio Méderlet riceveva il 28 ottobre la sua consacrazione episcopale nella Cattedrale di Madras. La cerimonia è riuscita particolarmente solenne per l'assistenza di 14 Vescovi, di un forte numero di sacerdoti missionari e di cattolici di condizione elevata.

Prima delle 7 del mattino, l'ampia chiesa era già gremita di gente, desiderosa di assistere alla commovente cerimonia; e i membri delle varie Società, coadiuvati da ufficiali di polizia cattolici, dovettero faticare per regolare con ordine l'affluire di tante persone. Cerimonie del genere, a Madras, non avvengono tanto di frequente: l'ultima consacrazione risale al 1894 e fu quella di Mons. Mayer; ciò spiega il vivissimo desiderio di tutti di assistere alla consacrazione del loro pastore.

Dall'Episcopio Mons. Méderlet fu accompagnato processionalmente in Cattedrale dal Clero e dai Vescovi, convenuti per la circostanza. La Chiesa presentava il più bel colpo d'occhio che si possa immaginare, piena di gente, dipinta di fresco e adorna di drappi e cortine dai colori papali, con verde e fiori a profusione, specialmente intorno all'altare maggiore

Nel pomeriggio Mons. Luigi Mathias, Prefetto Apostolico dell'Assam, tenne in Cattedrale un eloquente discorso sull'origine e sui meravigliosi progressi della Società Salesiana alla quale appartiene Mons. Méderlet, il Pastore dell'Archidiocesi di Madras.

La vita missionaria.

Mons. Eugenio Méderlet risiede in India da circa 21 anno. Sua grande ambizione era di andare missionario in Cina, e nel 1907, col consenso del Rettor Maggiore Don Rua, era partito alla volta di Macao.

Passando per l'India andò a visitare i nostri confratelli che da due anni si erano stanziati a Tanjore per fondarvi un orfanotrofio. Vi trovò D. Vigneron gravemente ammalato e, pregato di restarvi finchè fosse guarito, accondiscese.

Otto giorni dopo però D. Vigneron soccombeva nell'ospedale di Madras, e D. Méderlet, comunicandone la dolorosa notizia al Sig. D. Rua, gli chiedeva se dovesse proseguire per la Cina o restare in India. D. Rua rispose: - Fèrmati: è la divina Provvidenza che lo vuole! - Così D. Méderlet si fermò a Tanjore.

Nel 1908 D. Tomatis passò al nuovo orfanotrofio di Mylapore e D. Méderlet prese il suo posto a Tanjore, consacrando allo svi luppo delle Scuole Professionali, appena iniziate, tutta la sua prodigiosa attività. Nel 1915 Mons. Vieira de Castro, vescovo di Mylapore, affidava allo zelo di D. Méderlet e dei suoi confratelli l'estesissima parrocchia di Tanjore, comprendente una settantina di villaggi.

Nel 1920 D. Méderlet cominciò la costruzione della Scuola Secondaria di S. Antonio, che fu poi inaugurata nel 1922 da S. E. Lord Wellington e nella quale egli accolse un centinaio di ragazzi Adi-Dravida. In quell'anno aprì pure la prima casa in India delle Figlie di Maria Ausiliatrice, quale omaggio al giubileo d'oro che esse celebravano.

Nel 1926 D. Méderlet fu in Europa: per 6 mesi egli percorse le principali nazioni tenendo conferenze missionarie e con le generose offerte avute da tanti buoni cooperatori, ritornato in India, mise mano alla costruzione di una magnifica Scuola Industriale, inaugurata il 18 gennaio di quest'anno dal Ministro del Commercio.

Le benemerenze di D. Méderlet, specialmente nel campo missionario e nell'educazione della gioventù, gli meritarono dal governo dell'India le insegne d'oro del Kaiseri-Hind. Oggi che è stato elevato alla sede dell'Archidiocesi di Madras, egli non dimentica che è vissuto fin qui per le anime e nel suo stemma, quasi programma della sua attività futura, ha preso il motto: Da mihi animas, coetera tolle.

L'Arcidiocesi di Madras e la nuova Missione.

L'Archidiocesi di Madras ha subìto nei mesi scorsi profondi mutamenti. L'8 luglio il Delegato Apostolico annunziava che la S. Sede aveva separato il distretto di Telegu dall'Archidiocesi, creando una nuova diocesi, e affidato ai Salesiani il resto dell'Archidiocesi col distretto dell'Arcot settentrionale.

L'Archidiocesi - scriveva il Catholic Leader - aveva dimensioni troppo ampie ed era troppo scomoda per essere ben amministrata: comprendeva 8 distretti, una parte del Chingleput e parte dell'Arcot settentrionale; circa 40.359 miglia quadrate, con 9 milioni di abitanti.

L'Archidiocesi, prima della spartizione, era curata dai zelanti membri della Società di S. Giuseppe di Mill Hill. Essi meritano un fervido elogio per quanto hanno compiuto in 53 anni di intenso lavoro pel bene spirituale e materiale delle anime: e furono santamente orgogliosi di aprire quel vasto campo alle Congregazioni missionarie che desideravano lavorare in loro compagnie .

La nuova Archidiocesi di Madras è stata ora affidata ai figli di Don Bosco, sotto la guida di Mons. Méderlet.

Al novello Arcivescovo il bollettino presenta i più fervidi auguri e le congratulazioni più cordiali a nome della Famiglia Salesiana e dei suoi Cooperatori.

ANIME RICONOSCENTI AL Ven. D. BOSCO

Un aneddoto su D. Bosco.

Ce lo trasmette l'Ill.ma C.ssa Costanza Castelnuovo Filiasi da Moncrivello, tal quale lo trovò scritto dalla Nonna del compianto suo marito Enrico Castelnuovo. Pubblicandolo, ringraziamo vivamente l'Ill.ma Contessa della comunicazione fattaci.

A. M. D. G.

Or sono molti anni, aveva divisato di contribuire nel mio piccolo al provvedimento di una campana nella chiesa di Maria Ausiliatrice per ottenere da questa buona Madre protezione speciale per la mia diletta famiglia.

In una visita che feci al venerato Don Bosco anticipai parte della somma a ciò destinata, riserbandomi di compiere la mia offerta in altra circostanza. Passò molto tempo senza che attendessi al mio impegno: ma una mattina mi svegliai col pensiero ch'era tempo di compierlo ed era tale l'insistenza di questo ricordo che in tutta fretta mi recai all'Oratorio.

Voleva, prima di salire alla stanza del venerato Sacerdote, udire la Santa Messa, comunicarmi; ma non mi fu possibile: dovetti cedere all'impulso del cuore e senz'indugio portarmi da Don Bosco, quasi temessi di non incontrarlo. Me ne stavo aspettando il mio turno perchè, come sempre, vi erano tante persone bramose di consiglio, arrivate prima di me. Ecco ad un tratto mi si accosta un cameriere che chiede il mio nome dicendomi che Don Bosco aveva avvisato che, appena giunta, mi facessero, prima degli altri, entrare. Al suo invito risposi ch'era uno sbaglio perchè non era aspettata: insistette e, poco dopo, fui ammessa all'udienza.

Feci la mia offerta, ma impressionata da una previsione così straordinaria m'informai con tutta semplicità, del come avesse indovinato le mie intenzioni. Egli mi rispose traendo dalla sua tasca due soldi: - Ecco tutto quello che stamane ho a mia disposizione: oggi, lunedì, il Capo Mastro venne per un acconto ai suoi averi ed io gli dissi che tornasse più tardi perchè aspettavo la sua offerta.

Fu insolita la mia sorpresa e grande la mia soddisfazione di avere così a proposito adempiuto la mia promessa.

Torino, 1° marzo 1891. Firmato.

Contessa ADELE CASTELNUOVO CASTELLANI.

Il 1° agosto, a Canove di Roana (Vicenza), la mia piccola bambina Maria si ammalò di difterite; le sue condizioni divennero in breve gravi, e il medico curante, pur iniziando le iniezioni di siero antidifterico, dichiarò che non poteva assicurare la guarigione. Ma la mia signora raccomandò la piccina al Ven. D. Bosco, con promessa di dare lire cento per le Missioni Salesiane e di far pubblicare la grazia. Si fecero due novene e la bimba guarì completamente.

Anche per un'altra grazia, ancor più segnalata esprimo il nostro grazie cordiale, ed unisco una seconda offerta.

Torino, 26 ottobre 1928.

Colonnello FRANCESCO MESSINA.

Il mio figliuolo Filippo fu colpito nel gennaio scorso dal morbillo, con complicazione di bronco polmonite doppia. Non ridico l'angoscia mia e della famiglia. Il caso era gravissimo; i medici disperavano di salvare il caro infermo al quale fu recato il S. Viatico. In quei momenti mi rivolsi a Don Bosco promettendo un'offerta per le Opere Salesiane e la pubblicazione della grazia, se si fosse degnato di ottenere pel mio figliuolo la guarigione. La grazia fu concessa ed ora con cuore riconoscente invio l'offerta di L. 500, pregando il Ven. Don Bosco di continuare a me e alla mia famiglia la sua protezione.

N N.

Nel maggio a, s. la nostra sorella fu colpita da atroci dolori allo stomaco. Chiamato il medico, constatò che, si trattava di un'ulcera cronica all'esofago ed era urgente l'operazione chirurgica. Con una novena a Don Bosco abbiamo posto sotto la sua protezione la difficile operazione, e riuscì assai bene. Preghiamo ancora Don Bosco perchè ottenga alla sorella la guarigione perfetta.

Olivone.

Sorelle DEGRUSSA.

Da tre anni soffrivo molto: non potevo nutrirmi, deperivo a vista d'occhio e passavo notti insonni.

I medici non sapevano spiegare la causa del male, quindi non trovavano rimedio giovevole, e l'esaurimento si faceva allarmante.

Più nulla, ormai, speravo nell'arte medica, ma solo nell'aiuto divino.

Fecii parecchie novene, invocando efficaci intercessori che, presso il Cuore di Dio, perorassero la mia causa, ma tutto inutile.

Mi venne alfine consìgliata la novena al Venerabile D. Bosco che eseguii fiduciosa, con la famiglia e i conoscenti.

Non furono vane questa volta e preghiere e confidenza. Pur con attestazione medica s'è riconosciuto un progressivo miglioramento, che non dubito, continuerà, sino a guarigione completa. Elevo, riconoscente, vivissime grazie al Venerabile D. Bosco che presso l'Ausiliatrice, fu efficace intercessore.

Brescia, 1928.

EMILIA PASSERINI ved. PADOVA.

La mia figliuola Maria di anni nove, nel mese di luglio p. p. fu colpita da violenta meningite e il Dottore curante disperava di salvarla e profetizzò che nel caso assai problematico si fosse riavuta, sarebbe rimasta lesa.

Angosciata, per consiglio di una Cooperatrice Salesiana, ricorsi alla intercessione del Venerabile D. Bosco, e avuta la sua immagine la tenni esposta e lo supplicai con una novena di preghiere.

A poco a poco la mia bambina cominciò a riaversi e dopo pochi giorni potè ricevere la prima Comunione dalle mani di S. E. Monsignor Farina.

D'allora in poi è sempre migliorata, ed ora è tornata vispa e sana come prima.

Troia.

ASSUNTA SALVATORE.

Lo stato della mia vista mi aveva gettato in grande apprensione; temevo di non poter più proseguire i miei studi teologici. I medici non riuscivano a guarirmi dal male che mi aveva colpito e intanto sentivo il dolore propagarsi alla testa e causarmi disturbi che mi rendevano inetto a qualunque applicazione.

Feci allora ricorso a D. Bosco con una novena. Gli incomodi sparirono prodigiosamente e da due anni posso attendere ai miei doveri senza difficoltà.

Torino.

F. 5. C., Salesiano.

C. L. (S. Paolo-Brasile) invia offerta e ringrazia D. Bosco per aver liberato da una lunga e pericolosa malattia una persona di famiglia.

DALLE NOSTRE MISSIONI

Sul Rio Negro e sul Madeira.

(Relazione di Mons. Pietro Massa).

Rio de Janeiro, 10 Novembre 1928.

Amatissimo Signor Don Rinaldi,

Dopo un anno di silenzio, vengo a domandarle una pagina del Bollettino per dare ai nostri Cooperatori qualche notizia delle missioni nostre.

Arrivo or ora dalla visita fatta al Rio Negro ed al Rio Madeira nelle Amazzoni (Giugno-Novernbre) preceduta da quella realizzata da Gennaio a Giugno nel Matto Grosso, avendo percorso 57.900 chilometri, la maggior parte per acqua, 19.ooo in ferrovia e circa 7800 in automobile.

In questi lunghi mesi - quasi un anno ho come allacciato il Brasile in un grande abbraccio dal Matto Grosso ai confini dell'Uaupés nelle Amazzoni, toccando 14 Stati brasiliani, nonchè la Bolivia, il Paraguay e la Colombia.

Quante cose dovrei dirle! quanti episodi da raccontare! quante peripezie, comiche le une, tragiche le altre, ma tutte felicemente superate! Noli mi è lecito però nè abusare del suo tempo, nè dello spazio riservato a tutte le missioni nostre, che, grazie a Dio, aumentano sempre. Mi limiterò appena a darle alcuni cenni, che riassumino il lavoro e l'attività dei nostri Missionari.

Nel Sud del Matto Grosso lasciai in avanzata costruzione ben cinque chiese e sei cappelle e ci stiamo preparando alla prossima missione dei Terenos. Poverini! Ricordo ancora la commozione, che sperimentai, quando il Capo dei Terenos di Ipègue, accompagnato da una scolta dei suoi uomini a cavallo, venne a trovarmi, di passaggio in quella zona, dicendomi: «Vieni con noi: da tanta tempo ti aspettiamo e ti domandiamo. I protestanti si sono offerti più volte, ma noi non li vogliamo. Noi moriremo o cattolici, o pagani». Andai, passando con loro una giornata, ed ora vi abbiamo costrutta una cappella e periodicamente uno dei nostri si porta a visitarli. Ma la missione stabile e tanto necessaria l' avranno solo quando... ci sarà mandato un po' di personale.

Passiamo al Rio Negro.

Le 19 popolazioni indigene, di cui le parlai nell'ultima mia, prosperano visibilmente. Basta appena un dato: da 300 e pochi indiani, che vi si erano raccolti l'anno passato, ne contiamo ora ben 1.395, secondo la statistica del mese di Giugno scorso, e ciò senza contare i circa 400 di Taracuà, dove i due collegi indigeni, uniti a quelli di San Gabriele danno la bella cifra di oltre 300 alunni e bambine raccolti e mantenuti appena in quelle due missioni. I nostri ospedaletti funzionano con grande attività: basterà citare il numero delle medicine distribuite negli ultimi dodici mesi: oltre 36.000! Anche il movimento religioso fu consolante: 1176 battesimi e 58.363 Comunioni.

Non le parlerò di Barcellos, dove l'8 Dicembre si benedirà la prima pietra della chiesa parrocchiale dedicata a Maria Immacolata, e dove ì nostri valenti missionari lavorano eroicamente nella bonifica di quello storico villaggio. Saranno necessarie oltre 200.000 lire per rendere più salubre ed abitabile la sede del basso Rio Negro, centro di grandi, future missioni nel dedalo incerto e confuso di quei fiumi misteriosi.

Ed è appunto vicino a Barcellos - a sei giorni di canoa - che si trova la tribù degli Indiani Uaicas, più di 3.500, dal tipo bello, alto, snello, elegante, che abitano enormi malocas sul fiume Demeny. Vi si trova ora il nostro missionario argentino D. Angelo Cerri, e prepara il terreno per fondarvi la missione. Quando? La risposta è una sola: appena avremo un altro sacerdote almeno in questo vastissimo campo.

Questo nel basso Rio Negro: nell'alto, proprio sui confini della Colombia, nel Papury, la missione dei Jauareté-Cachoeira è ora, grazie a Dio, definitivamente iniziata con un sacerdote e due confratelli.

Ma io debbo ai nostri Cooperatori una parola almeno sulle nuove MISSIONI DEL Rio MADEIRA, la seconda Prelatura Apostolica che la Santa Sede ha affidato ai Salesiani nelle Amazzoni.

Si fondò la missione di Porto Velho l'anno passato; in quest'anno quella di Humaytà ed in dicembre ne sarà iniziata una terza in

Guajarà-mirim, nello stato di Matto Grosso, unita al Porto Velho per la celebre ferrovia Madeira-Mamoré, di 366 chilometri, che si afferma abbia costato la vita a più di 18.ooo uomini. Sono tutti centri, che visitai or ora, e dove i Salesiani cominciano con ardore la loro opera di carità e di zelo.

Speriamo frattanto che in febbraio venga inaugurato l'Ospedaletto di Porto Velho, a carico della missione e nel corso del prossimo anno quello di Humaytà. Dio voglia che tra breve le benemerite Suore di Maria Ausiliatrice vi portino la loro nota di carità e che vi sorgano vicine le scuole femminili a benefizio di tanta gioventù che aspetta ansiosa il loro arrivo.

E finalmente un'ultima notizia.

Stiamo in procinto d'aprire la missione dei Parintintins, la famosa tribù indigena, che diede sempre tanto che fare agli abitanti del Madeira. Il nostro valente Don Peixoto si trova ora a Tres Casas, nei cui dintorni abita un gran numero d'indiani Parintintins, Apairandé, Quanduhy, Itauery, e di intesa con qualche amico nostro si cercherà il luogo conveniente per iniziarvi la missione, mettendo mano alla cappella ed alla casa del missionario.

Nel mese passato mi portai a visitare questi Indiani a Maicy, passando in loro compagnia una notte. In quelle poche ore steso da solo nella mia rete, quanti motivi presenti di pena e di fulgide speranze future, mentre il chiarore di una bellissima luna mi mostrava intorno, confusamente, i resti della distruzione e dell'incendio da loro perpetrato in rappresaglia ad azioni indegne di qualche civilizzato, tre dei quali, in quello stesso luogo, lasciarono la vita in quella fatale tragedia!

Ed ho finito.

I nuovi missionari, che ora ansiosamente aspettiamo, spero potranno tradurre in felice realtà questa missione, che sarà una delle più importanti del Rio Madeira sotto ogni aspetto.

Quando riceverà questa mia, sarò, spero, già di ritorno al Sud del Matto Grosso, dove sono aspettato per inaugurare l'Ospedale di Tres Lagoas e la nuova chiesa della nostra parrocchia di Aquidauana.

Voglia benedirci insieme a tutte queste nostre opere, che, stese sulla carta, sembrano molte, ma che disperse in tanto spazio, rappresentano appena una goccia d'acqua nell'immensa aridità spirituale di così vaste ed abbandonate regioni.

Sugo a.ff.mo figlio in C. J.

SaC. PIETRO MASSA.

Riflessi di Vita Spirituale al Giappone.

(Relazione di D.Vincenzo Cimatti).

Miyazaki 31-7-28.

Amatissimo Padre,

Se le giungono gradite le notizie dei suoi figli lontani so che le giungono graditissime quelle del Sol Levante perchè il cuore del Padre non può non pensare con nostalgico affetto, con più intensa preghiera ai figli lontani che si trovano nelle massime difficoltà.

Il primo fiore del nuovo cimitero.

Come sa, in occasione della festa di Maria Ausiliatrice si è benedetto il nuovo cimitero. Ricordo che a funzione finita era un domandarsi fra i cristiani: « Ed ora chi sarà il primo di noi a morire? Chi il primo inquilino della nuova abitazione? ». Quasi due mesi dopo i cristiani erano di nuovo tutti radunati nel cimitero per il funerale di una bambina di tre mesi, primo eletto fiore che viene a riposare nella terra benedetta. Dalla chiesa si ordina il corteo: precedono colla croce il piccolo clero, i ragazzi, i sacerdoti: segue il feretro, le ragazze, le donne e il nucleo compatto dei giovani e dei Padri di Famiglia che ad alta voce recitano il S. Rosario. Al corteo inusitato, alla preghiera che risuona per le vie tranquille di Miyazaki e la cui eco risuona chiaramente nella campagna, richiama sulla soglia delle case molte persone - fa accorrere i ragazzetti - è un domandarsi... È anche questa una buona propaganda religiosa per i pagani, che debbono pure confessare: « Come si vogliono bene i Cristiani! ».

La preghiera d'una madre.

Un nostro ragazzetto cristiano è minacciato da carie ossea ad un piede. Lo faccio visitare dal primario dell'Ospedale, nostro buon amico, che dichiara necessaria l'operazione. La madre vuole ad ogni costo seguirmi e durante l'operazione si mette ad una finestra come assorta in contemplazione. Quali sentimenti passassero attraverso quell'anima era facile pensarlo - impossibile coglierlo dal volto senza espressione della donna. Passeggiando lungo la corsia recito il mio breviario e ad un certo punto affac ciatomi alla sala d'operazione, vado dalla madre.

- L'operazione è finita. Coraggio! le dico.

Come scossa dal suo raccoglimento: -- E durata quanto una corona del S. Rosario che ora ho finito di dire pel mio caro figliuolo! - mi dice. Non ascolterà Maria A. l'ardente preghiera di questa madre?

Il fanciullo ogni giorno fa la sua S. Comunione che gli porta il nostro D. Cavoli. E una scena deliziosa. Un ragazzo che in contegno raccolto attende la visita di Gesù: ai piedi del letto la madre che prega: tutti gli ammalati della sala incentrati collo sguardo in Gesù, chi seduto sul letto, chi avvicinantesi al sacerdote per vedere meglio lo spettacolo certo nuovo per questi pagani, e dalle sale vicine un protendersi di persone che curiosamente osservano e domandano e commentano. Non sembra una delle tante scene che certo si verificavano ad ogni istante nelle vie di Galilea? - Oh Gesù, che passi facendo del bene, fra questi tuoi che non ti conoscono ancora, affretta per queste care anime la venuta del tuo regno.

Nel regno degli inferni.

Non si spaventi, amato Padre, della parola. È la mèta dei grandi ricchi Giapponesi che vengono in questo luogo per cercare il riposo, la salute materiale. È una grande città, situata in riva al mare con spiaggia magnifica e che possiede le acque termali più celebri in Giappone. Da queste caldissime emanazioni eruttive fa di tanto in tanto capolino la figura del diavolo, che questi bravi Giapponesi hanno messo a bollire in quelle acque e in quei fanghi. Da ciò la ragione del nome. La città conta poche famiglie cristiane, ma nella stagione dei bagni vi accorrono cristiani da altre regioni, stranieri cattolici.. È un buon terreno per seminare la parola di Dio.

Se Beppu (è il nome della città) è la città del piacere, è anche quella del dolore, e di fronte al dolore i problemi spirituali vengono a essere illuminati di luce più intensa e sono più facilmente compresi. Un giorno arrivava a Beppu l'allora ambasciatore di Francia presso il Giappone Paolo Claudel, e la prima domanda che rivolse alle autorità che l'ossequiavano fu: « A Beppu c'è un tempio cattolico? ». Per tutte queste varie ragioni si è pensato di iniziare qualche cosa anche in questa zona a noi affidata. Si è affittato una casetta, e così alla Domenica e al mercoledì i confratelli di Oita lavorano all'evangelizzazione di questa plaga importante.

Per far conoscere l'inizio dell'opera, al solito un bel concerto attirò numeroso pubblico nel massimo salone della città. Le sta tue di Satana continuino pure negli inferni di Beppu a bollire. Maria Ansiliatrice e Don Bosco ci aiutino a stampare in queste anime Gesù benedetto.

Lo zelo di una famiglia cristiana.

Kawaminami è una graziosa cittadina della provincia di Miyazaki in cui da poco tempo si è venuta a stabilire una fervente famiglia cristiana. Questa si è subito messa all'opera di propaganda. Ha messo a disposizione del missionario la propria abitazione per conferenze, per proiezioni e già con frutto una decina di persone studiano il Catechismo.

Il bravo cristiano ha avuto un'altra idea geniale.

E se mettessi in mia casa una buona biblioteca circolante? - Detto, fatto. Gli somministriamo libri ed ora anche con questo mezzo il buon seme si spande. Se in tutte le città e villaggi a noi affidati avessimo una famiglia del tipo dell'ottimo sig. Kawagoe!

Amato Padre, torno ora con D. Margiaria da Okayama (prov. di Hiroshima) ove ci siamo recati a portare il nostro povero aiuto musicale per la consacrazione del nuovo Vicario Apostolico Mons. G. Ross della Compagnia di Gesù. A sera al gran salone della città vi fu concerto e fra gli altri tenne una magnifica conferenza agli oltre 16oo radunati (quasi tutti pagani) il primo Vescovo giapponese Mons. Hayasaka. Un nuovo pastore donato dal Signore al Giappone. Una ondata di nuova vita cristiana in questa importantissima zona affidata ai campioni della Chiesa, che non mancherà di produrre splendidi risultati.

Gioisca, amato Padre, dell'estendersi del regno benedetto di Gesù in queste terre così care al suo cuore paterno: ma ci venga in aiuto; non dimentichi che il Giappone dal punto di vista missionario è il più bisognoso di tutti e di tutto.

Tutto suo

D. VINCENZO CIMATTI.

Conquiste nella vallata del Bramaputra.

(Relazione di D. Leone Piasecki),

Gauhati, 3-7-1928.

Amatissimo Padre,

Il nostro lavoro è stato in quest'anno assai attivo nella vallata del Bramaputra. Abbiamo dapprima organizzato, il meglio possibile, i nostri Catechisti; quindi ci siamo proposti di raggiungere i 1ooo battesimi che il nostro amatissimo Monsignore le ha promesso come gradito omaggio nella ricorrenza del suo onomastico. La promessa è stata superata: oggi contiamo nella sola vallata del Bramaputra 1001 battesimi amministrati nell'anno (dal maggio 1927 al maggio 1928).

Per arrivare a questo bel numero abbiam dovuto sobbarcarci ad un poco di lavoro: ma oggi siamo esultanti del risultato ottenuto e ci sentiamo compensati largamente delle fatiche sostenute. Però anche nei momenti più difficili il coraggio non ci venne mai meno: l'aiuto della nostra cara Madonna ci spronava e il pensiero di dare anime a Dio accresceva il nostro zelo e ci faceva superare gli ostacoli che incontravamo.

Una sera sul tramonto, mentre gli ultimi raggi del sole imporporavano le cime più elevate degli alberi di una foresta vicina, io mi sforzava di giungere al più presto alla fattoria di the, chiamata Missa. Attorno a me sentiva le grida dei pastori intenti a raccogliere il gregge e sottrarlo alla ferocia delle tigri; qualche urlo di sciacallo provocava l'abbaiare furioso dei cani. Io pure mi sentiva assalito da una vaga apprensione che mi stimolava ad affrettare il passo. Non mi accorsi perciò che il mio catechista correva verso di me attraverso la campagna e cercava con gesti e con grida di richiamare la mia attenzione. Quando vidi Nathaniele, mi fermai, per afferrare le sue parole di lontano. - Buone notizie, Padre -- mi gridava avvicinandosi: -- si prepari che avrà un poco di lavoro..,

Non potevo indovinare di che si trattasse, ma quando gli fui vicino, riprese:

- Sapendo che doveva arrivare oggi, non ho potuto più resistere al desiderio di informarla di ciò che è accaduto. Sa? siamo riusciti a strappare al diavolo sette nuove famiglie per un caso strano che è successo. Un pagano del villaggio s'è visto rapire dalla morte due bambini e non valsero a scongiurare questa disgrazia i sacrifizi tanto raccomandati dal fakiro. I parenti erano tutti disperati quando anche l'ultimo figlio si ammalò: per salvarlo avrebbero dato al diavolo tutto ciò che possedevano.

Il bambino lottava già colla morte, e i parenti attendevano con angoscia il momento di collocare anche quello sventurato nella bara, quando un pensiero venne in mente al padre suo. Si alza e senza dir motto abbandona la casa, i parenti, il figlio morente e corre alla mia capanna e mi prega di andare presso il suo figliuolo e pregare per la sua salute. Rispettando il suo immenso dolore, senza rivolgergli domanda di sorta, mi dichiarai disposto a compiacerlo. Ci metteremo in via: lui in silenzio profondo, io recitando il Rosario della Madonna. Appena giunti alla capanna, credetti opportuno preavvisare il povero padre ché, se voleva sperare la salute del suo figliuolo, doveva rinunziare al diavolo e mettere sotto la protezione del vero Dio l'ammalato: gli domandai perciò se mi permetteva di battezzare il bambino e di invocare sopra di lui la grazia del Signore perchè lo risanasse e potesse essere educato cristianamente.

Il pover uomo mi rispose: - Fa' tutto quello che vuoi pel bene del mio figliuolo.

Col suo consenso andai presso il morente e, recitate tre Ave Maria, lo battezzai. Il bambino, come se fosse improvvisamente risanato, si pose a sedere e abbracciò con trasporto di gioia i suoi genitori, i quali commossi mi chiesero immediatamente di divenire anch'essi cristiani. Io ero assai commosso per quel miracolo che la Madonna aveva operato, ma mi avvidi con stupore che il miracolo si perfezionava, si moltiplicava. I parenti, testimoni dell'avvenimento, domandarono di essere istruiti e battezzati.

Ciò è accaduto tre mesi fa e da quel giorno io ho insegnato ad essi la dottrina, per cui sono tutti preparati e desiderano ardentemente il battesimo ».

- Bravo, Nathaniele! - dissi quand'ebbe finito. Che il Signore dia il suo paradiso a te e a queste anime che hai conquistate.

Il bravo catechista prima di ritornare al suo villaggio s'inginocchiò per avere la mia benedizione: poi egli ripartì ed io mi affrettai a raggiungere la fattoria.

L'indomani, di buon mattino, le sette famiglie catecumene capitanate dal Catechista vennero, accompagnate dai cristiani del villaggio, a prendermi coi tamburi, con fiori e bandiere, e mi condussero trionfalmente alla piccola cappella, dove ho amministrato loro il battesimo. In tutto, tra grandi e piccoli, i battezzati sommavano a 42.

Amato Padre, la consolazione provata da me e dai miei neofiti è cosa che Lei può bene immaginare e che io non saprei pienamente descrivere. Ma ciò posso dirle, che una sola giornata di queste consolazioni è un potente stimolo a noi per lavorare più alacremente ad accrescere la gloria di Dio, malgrado le difficoltà che purtroppo ci accompagnano.

La nostra parrocchia di Gauhati abbraccia l'intera vallata del Bramaputra e non ha che due sacerdoti per percorrerla da un capo all'altro, mentre invece abbondano i protestanti. Quando potrà mandarci un buon rinforzo di missionari, sarà possibile anche a noi ampliare le conquiste e consolidare sempre meglio nella religione le anime che già l'hanno abbracciata.

Voglia benedirci tutti.

Sac. Leone PIASECKi.

Confidenze di figli.

La « petizione » che i buoni cristiani di Umpling (un villaggio dell'Assam) hanno inviato al R.evmo Sig. D. Rinaldi merita bene il titolo che sopra abbiamo dato. Essi conoscono in D. Rinaldi il « Padre Grande » dei loro missionari e per ciò sentono di essere da lui amati, come son amati dai missionari che egli loro ha mandato. Ed è bello vedere con che fiducia si rivolgono al Sig. D. Rinaldi e con semplicità gli chiedono quanto desiderano, senza l'ombra di dubbio che egli non sia pronto a compiacerli.

Il Sig. D. Rinaldi vuole infatti appagare il desiderio dei buoni neofiti, e porta a conoscenza dei cari Cooperatori e delle benemerite Cooperatrici la petizione dei suoi figli assamesi, sicuro che avrà eco in qualche anima generosa la quale vorrà riserbato a sè l'ambito onore di provvedere per lui.

Shillong, 21 Agosto 1928. Amatissimo Padre,

Noi siamo i cristiani di Umpling. Ti ringraziamo molto per averci mandati nella tua generosità i Padri Salesiani che son venuti in mezzo a noi per insegnarci la vera religione, ed ora lavorano fra noi per il nostro bene, (pel bene) dei nostri figli e dei nostri villaggi. Ora l'anima nostra è veramente felice perchè quasi tutti siamo cattolici. Ancora, il Padre ci ha costruito la chiesa, di modo che possiamo riunirci ogni Domenica e un Padre con altri chierici sogliono venire ad istruirci.

Siamo veramente soddisfatti e contenti, e ti ringraziamo moltissimo. Ma, o Padre amatissimo noi abbiamo un bisogno. Desideriamo ardentemente di imparare a cantare per onorare il Signore, però non possiamo senza armonio. Perciò ti domandiamo umilmente di aiutarci in questo bisogno. Noi sappiamo che ci ami, che farai tutto per accontentarci: non è vero ?

Perdonaci se noi abbiamo osato tanto. Oh quanto più solenni saranno le funzioni!

Ti ringraziamo molto anticipatamente. Solo questo.

Tanti saluti a te.

I tuoi umili figli I CRISTIANI DI UMPLING.

E il missionario D. IGINO RICALDONE accompagna la petizione con queste righe:

« I poveretti, venendo a Shillong e sentendo le dolci melodie dell'organo, si rattristano un poco nel pensare che la loro chiesetta è priva di ciò che darebbe vita, gioia, solennità alle funzioni; e ogni qualvolta ci rechiamo al loro paesello per le funzioni domenicali, sempre ci sentiamo ripetere: - Padre, se anche noi avessimo un armonio!... Scrivi al Sig. D. Rinaldi che ci vuol bene e che noi amiamo tanto, e digli che ce lo mandi. In cambio pregheremo ogni giorno per lui!

La domanda non potrebbe essere più semplice e più efficace. D'altra parte i cristiani di Umpling sono così fervorosi e retti che meritano dì veder soddisfatto il loro desiderio ».

Prima festa di M. A. a Hong Kong.

Hong-Kong, 24 giugno 1928. Rev.mo Signor Don Rinaldi,

Domenica, 3 giugno, per la prima volta dai Salesiani in Hong Kong si è celebrata la festa di Maria SS. Ausiliatrice.

Parlarle di gran solennità, di grandi esecuzioni musicali ed altri preparativi che attirino le moltitudini, non è il caso, perchè non abbiamo neppure una chiesa all'uopo, ma la piccola cappella dell'incipiente collegio S. Luigi serve e per i nostri giovani interni e per i cristiani del vasto sobborgo affidato alle nostre cure.

Come farci conoscere, come farci degli amici, come guadagnare le simpatie altrui, come fare dei buoni e zelanti Cooperatori e Cooperatrici Salesiani? Dal Cielo la Madonna pensò a tutto assecondando i nostri desideri, i nostri ardenti voti. Anzitutto ci fece capitare in cappella, per opera di una distinta famiglia già benefattrice dell'Opera Salesiana, una statua.

Poi suscitò cuori ardenti che appena sentito di che si trattava accolsero con piacere ed entusiasmo l'invito loro fatto, intervenendo numerosi oltre l'aspettazione alla Conferenza tenuta in lingua inglese da S. Ecc. Rev.ma Mons. Enrico Valtorta, Vic. Apost. di Hong Kong.

Il buon Pastore, ricordando con piacere di essere Cooperatore salesiano da parecchi anni pronunciò parole molto lusinghiere per la nostra opera nascente in quest'immensa città, invitando tutti i buoni ad apprezzare l'opera salesiana così benemerita della società e ad aiutarla inscrivendosi alla benemerita Associazione dei Cooperatori e Cooperatrici di D. Bosco.

E l'aspettazione non fu delusa. Parecchie famiglie diedero subito il loro nome, volendo pure che tutti i loro membri godessero dei privilegi concessi dai SS. Pontefici: altre si unirono in seguito, in modo che ora abbiamo già formato un buon nucleo di Cooperatori e Cooperatrici, desiderosi tutti di aiutarci come meglio potranno, e di avere nelle loro sale, o stanze principali, il diploma concesso dal nostro Rev.mo Signor Rettore Maggiore.

Sia benedetta Maria SS. Ausiliatrice, che tenendoci per mano in questi primi passi come Madre amorosa, ci procura sì provvide occasioni di farla onorare ed amare e c'incoraggia a sperare tutto dalla sua protezione e assistenza.

Sac. LUIGI BOCCASSINO.

Lettera di D. Giulivo ai giovani.

Carissimi,

Perchè il Santo Padre Pio XI proclamò Patrona Universale delle Missioni Cattoliche S. Teresa del Bambino Gesù, la quale non fu punto Missionaria?

Perchè essa, nei brevi suoi anni, nel recinto del suo Monastero di Lisieux, con la santità della vita, spirito di fede, ferventi preghiere e sublimi sacrifici seppe interessarsi cotanto delle Missioni (come Potete fare anche voi, o giovani e giovinette), che Iddio le diede il dono di ottenere le più copiose e strepitose grazie sulle Missioni stesse.

Essa, in vita, disse: «Io non potrò riposarmi in Cielo sinchè ci sarà un'anima da salvare. Prenderò specialmente sotto la mia protezione le Missioni, discenderò ad esse in aiuto dei Missionari per far battezzare i piccoli e convertire gli adulti. Sarà una pioggia di rose ».

Il suo intervento per le Missioni è, difatti, ora così potente, che gli stessi ossessi in quei paesi infedeli affermano, che è grande il numero delle anime che la Santa continuamente strappa dagli artigli del demonio.

Ciò posto, imitiamo anche noi la Santa nelle opere di zelo per le Missioni e invochiamo il suo potente aiuto.

Ritornando all'attività dei giovani nostri Amici per le Missioni Salesiane, mi scrivono dal Collegio Manfredini di Este (Padova), che il 24 ottobre p. p. fu colà il Rev.mo Sig. D. Rinaldi e assistette ad una piccola Festa Missionaria.

Il venerato Rettor Maggiore dei Salesiani vi tenne un accalorato discorso, incominciando così:

« Vengo sempre volentieri a Este per incontrarmi con voi, o giovani, che siete i miei cari cooperatori, aiutanti, sostenitori nell'opera delle, Missioni. Ho distribuito ai più zelanti i Diplomi di Benemerenza Missionaria; ma il primo e gran Diploma lo merita questo caro Collegio, che tiene un alto primato nella propaganda missionaria ».

Al termine del discorso conchiudeva: « Iddio benedica tutte le vostre veramente ammirevoli e geniali iniziative perle Missioni, iniziative che mi commuovono e vi fanno molto onore ».

Amici miei, oh quanti altri Collegi fanno altrettanto! Questi nobili esempi v'infondano sempre nuovo ardore, e anche da voi si faranno nuovi miracoli. Addio.

Affezionatissimo

Don GIULivo.

Facciamo noto ai nostri benemeriti Cooperatori che le opere nostre hanno il conto corrente postale col N. 2-1353 (Torino) sotto la denominazione DIREZIONE GENERALE OPERE DI D. BOSCO - TORINO. Ognuno può valersene con risparmio di spesa, nell'inviare le proprie offerte, ricorrendo ull'ufficio postale locale per il modulo relativo.

CULTO E GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE.

Prodigiosa guarigione.

La nostra Parrocchia di Castelplanio (Diocesi di Jesi) è stata fatta segno a speciale benevolenza divina con una guarigione prodigiosa, che ha interessato tutto il paese e che per la gloria di Dio e della Vergine SS.ma vogliamo riconoscere e narrare come grazia straordinaria.

Marini Costantino sposo e padre di famiglia si è ammalato il io agosto di tifo maligno con febbre altissima e conseguenti manifestazioni di somma gravità. Non si possono descrivere quali siano state le condizioni dell'ammalato dopo pochi giorni appena, tanto che tutti avevamo il tintore o la quasi certezza di perderlo, sì grande era la violenza del male. Vi erano tutti i sintomi della fine, tanto che il dott. Alberto Avitabile, suo medico curante, che con tanta premura ed abnegazione l'ha assistito, espresse il suo giudizio insieme ad altri quattro medici, tra cui il Primario di Jesi e il Medico provinciale, che solo un miracolo lo poteva salvare.

L'infermo peggiorava sempre più; la preghiera e la fede in Dio e nella protezione della Vergine SS.ma Ausiliatrice e del Venerabile D. Bosco ci sorreggeva nella prova dolorosa.

La mattina del primo venerdì del mese (7 settembre u. s.) l'infermo trovavasi in uno stato comatoso, fredde le estremità, irrigidito, con il polso impercettibile. Erano le 6,30: mentre si facevano preghiere al S. Cuore nella chiesa parrocchiale, l'ammalato si scuote come risvegliato da un sonno, si rianima e dice di star meglio. Immaginarsi lo stupore e le lacrime di quanti hanno assistito a questo fatto prodigioso.

La grazia era fatta! Tutti l'hanno constatata perchè da quel giorno l'infermo andò migliorando sensibilmente sino ad oggi, in cui si è ristabilito nella primiera salute.

Sieno rese grazie a Dio ed alla Vergine Ausiliatrice ed al Ven. D. Bosco, di cui il sofferente è devoto.

Oggi egli adempie la promessa inviando l'acclusa offerta e presto scioglierà anche il voto fatto di venire pellegrinando a cotesto Santuario di Maria ed alla Tomba del Ven. D. Bosco, per rinnovare personalmente le dovute grazie.

Ancora una volta la Vergine SS.ma ha dimostrato la sua efficace protezione verso i suoi devoti.

Castelplanio, 10 Ottobre 1928.

Sac. DOMENICO BORNIGIA,

Viario Curato.

Prende sotto la sua protezione mio figlio.

Mio figlio tredicenne, guarito in sul finire del 1927 da tifo violento, era così demoralizzato da far temere fosse divenuto anormale. Rientrato in collegio dopo tre mesi se ne fuggì: lo riaccompagnai nuovamente, e se ne fuggì ancora il giorno dopo. E il superiore mi disse: - Povera mamma, si prepari a sopportare una gran croce!

Non sto a dire lo sgomento provato. Mi affrettai a condurre il figliuolo da uno specialista, il quale mi consigliò di rimetterlo in collegio assicurandomi che gli avrebbe giovato.

Avvicinandosi la riapertura dell'anno scolastico, dopo aver fatto varie novene a Maria SS. Ausiliatrice per ottenere e l'ammissione al collegio e la permanenza del ragazzo, provai a parlargliene. Il ragazzo mostrò rincrescimento, ma non ostilità: e fu accettato nel collegio salesiano. Suo padre l'accompagnò e al ritorno mi disse che tutto era andato bene. Io però non ero tranquilla: ed ecco nel pomeriggio rientrare in casa il figlio e dire che al collegio vi sarebbe ritornato ma come esterno: e come esterno non fu accettato.

Il dolore vivissimo mi aveva prostrata nella salute, ma il figlio parve neanche accorgersi del mio stato pietoso. Un ottimo sacerdote, nostro conoscente, mi fece coraggio, promise di indurre il figlio a rientrare in collegio e di interessare i Superiori a riammetterlo; e mi consigliò di continuare a pregare. Cominciai la quinta novena e vi aggiunsi la promessa di un'offerta per le missioni.

Il figlio è rientrato in collegio da circa un mese: ha passato bensì alcuni giorni tetri, ma ora grazie alla protezione di Maria Ausiliatrice sembra tranquillo e allegro. Mi affretto perciò a mantenere la mia promessa.

NOCETTI CAROLINA.

La novena di M. A.

Un mio figlio ventenne dovette dopo tanti sacrifizi troncare gli studi classici e avviarsi per la carriera militare. Dopo tre anni per gravi difficoltà sopraggiunte dovette congedarsi. Si pregò Maria Ausiliatrice perchè gli facesse trovare un decoroso impiego; e l'ebbe il giorno immediatamente dopo la novena, quale desiderava.

Monteleone Sabino.

MARIA SCALABRINI.

Guarisce da intossicazione al sangue.

Un'amica carissima, colpita improvvisamente da intossicazione al sangue, fu in breve ridotta agli estremi e il medico dichiarò ai congiunti essere ormai disperato il caso. Ebbi l'ispirazione di rivolgermi a Maria Ausiliatrice e promettere un'offerta per le opere salesiane se la Madonna mi risanasse l'amica. La grazia venne subito. Dopo un sonno prolungato, l'ammalata si trovò in condizioni felicissime, cominciò a migliorare ed ora è perfettamente ristabilita.

Catania MARIA OLIVA.

L'immagine di Maria.

Ritornato da Torino, seppi che una vicina di casa era gravemente ammalata, e che il dottore aveva avvisato la famiglia per il Viatico e l'Estrema Unzione. Io e la mia signora ci recammo a visitare l'ammalata, e le consegnammo un'immagine di M. A. e di D. Bosco, esortandola a fare la prescritta novena. Nella notte l'ammalata cominciò a migliorare e pochi giorni dopo entrava in convalescenza.

TAMBURINO GAETANO.

Potenza di Maria.

La mia piccola Maria Giulia di 18 mesi, affetta da malattia viscerale, nell'ottobre 1926 era in gravissimo stato e il medico disperava della sua guarigione. Posi sulla sua fronte un'immagine di M. A. e pregai con fervore la Madonna, promettendo un'offerta se mi avesse guarito la piccina. In quella stessa notte la febbre cominciò a diminuire e la bambina si avviò verso la guarigione.

Monserrato

MARCELLO TINTI.

La medaglia di M. A.

Il 24 settembre 1927 un nostro nipote, per nome Leonardo, cadde gravemente ammalato per un tumore al polmone. Nel momento in cui si teneva consulto dai dottori, viene a visitare il malato una signorina nostra conoscente e Cooperatrice salesiana, la quale, assecondando l'interna ispirazione, consegna al malato una medaglia di Maria Ausiliatrice, e ci esorta a incominciare la novena. Al quarto giorno il medico curante rimase stupito nel constatare che il tumore era completamente sparito: al nono giorno la febbre cominciò a lasciare il malato. Il 24 ottobre egli ripigliava la sua vita ordinaria.

lieve di Campo. FAMIGLIA PRIoRELLI.

Ritorna la pace in famiglia.

Un penoso incidente provocò un aspro litigio che ruppe la pace in famiglia, colla più cruda separazione fra i componenti di essa.

Desolata al constatare tale fatto e più ancora per le dolorose conseguenze che ne potevano scaturire, volsi gli occhi ad una immagine di Maria Ausiliatrice. e recitai con devozione e speranza un'Ave Maria, supplicando la Madonna di pensare Lei a riparare tanto guaio.

Al mattino seguente, tutti eravamo riuniti nell'abbraccio fraterno, felici della pace riacquistata per « grazia » palese della potente Madonna di Don Bosco.

T. B.

Completamente risanato.

In seguito ad operazione chirurgica all'orecchio destro, il medico curante mi disse che difficilmente avrei ricuperato l'udito. Il caso era grave e divenne ancor più serio, allorchè urgenti bisogni mi costringevano a intraprendere un viaggio. Mi rivolsi allora con grande fiducia a Maria Ausiliatrice e La scongiurai ad allontanare il male. Oh! bontà di Maria Ausiliatrice! Il giorno seguente, quando venne il medico, constatò che il male era completamente scomparso.

Cerchio (Aquila). ARTURO BOLEO.

RINGRAZIANO PURE:

Rosa Cammedda (Sili) per la protezione della Vergine in una difficile operazione a cui dovette sottostare per l'estrazione di un tumore.

Maschio Maria (Vigliano d'Asti) per essere stata risanata da una lunga gastrite e da febbri tifoidee.

Coniugi Butta (Sampierdarena) per grazia ricevuta proprio il 24 maggio u s.

Ciravegna Margherita per essere stata liberata con una novena dall'emicrania che da circa 3o anni la molestava. Anche altra grazia spirituale importantissima ottenne coll'intercessione di Maria al proprio consorte.

Gaetanina Gualdoni per la continua protezione di M. A. sulla sua famiglia.

Delpio Vincenzo (Dezerto, Brasile) per la protezione che Maria accordò alla sua azienda.

P. e G. (Oatlands) per segnalitissimi favori ricevuti.

Geltrude La Colla per aver avuto da Maria sollievo in un forte attacco nervoso.

Maria d Lorenzo Maccagno per grazia segnalatissima.

Ottennero pure grazie da, Maria SS. Ausiliatrice e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di Ss. Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti

A) - Albenga Olga, Alberghina Rosina, Alberti Carolina, Aliverti Letizia, Almerini Bartolomeo. Amadori Maria, Angelisanti Suor Clementina, Arcari Argelia, Arena Letizia, Astegiano Paolina.

B) - Baldi Palmira, Baracchi Don Giuseppe, Barbera Filomena, Batigelli Pierina, Battaglia Giuseppina, Batzello Argene, Bellotti Giovanni, Benso Matilde, Bertoldi Eugenia, Bertucelli Albina, Besana Maria, Bettinazzi Adelaide, B. F. di Chieri, Bianchì Paolina, Biestro Giuseppina, Blandino Candida, Bolognesi Enrichetta, Bonfanti Rosa, Bovini Rosa, Bonola Palmira, Borasi Don Agostino. Borelli Angela, Borettini Virgilia, Bormetti Geltrude-, Botto Basilio, Bray Beatrice, Branche Cesare. Bullossich Eugenio, Busello Carolina, Busuttil Giuseppina, Buttini Eugenia.

C) - Cadore Mary, Caggiano Antonietta, Calabrese Don Giacomo, Calvi Francesca, Cammedda Rosa, Campanini Francesco, Camperi Maddalena, Carenini Maddalena, Carrera Maria, Cartolari Elisabetta, Cartolari Felicita, Cassini Domenica, Cassano Rosa ved. Gatti, Castello Luigia e Carolina. Cattaneo Gina, Cattaneo Lina, Cavattoni Cristina, C. E. di Rivalta, Cecconi Erminia, Challancin Maria, Calavetta Giuseppina, Cinquemani Ch. Salvatore, Coda Don Enrico, Colla Samaritana, Colombini Stefanoni Rina, Colvara Enrico Achille, Congiu Caterina, Congiu Maria, Coppi Cesira, Corizzani Rosa, Corva Arnaldo, Costa Carolina, Cucchiettl Gabriella.

D) - D'Agostino Mario, De Angelis Ester, Degani Margherita, De Magistris Achille, De Marco Antonia, De Maria Carlo, Demuro Lucia, Dessi Elisabetta, Direttrice Istituto S. Giuseppe di Tortona, Dodoni Angelo, Donetti Albino.

E) - Elena Rosina.

F) - Felcini Giuseppa, Fessi Carolina, Ferrari Pierina, Fiorini Angela, Franchino Anna.

G) - Gamba Luigia, Garrione ch. Lino, Gaviglio Rosina, Giannone Matilde, Giuliani Lucilla, Grasnaglio Domenica, Gramazio Teresa di Ettore, Guardini Teresa.

I) - Imperatori Giovanna, Iaccod Modesta, Iaci Don Carlo.

L) - La Schola Angelo, Leonardini Paola, Lomazzi Matilde, Lombardi Elisa, Lombardi Marianna.

M) - Maccio Emiliano, Magnanelli Benedetto, Magone Fam.a, Magri Maria, Malfatti Giuseppina, Malugani Romilda, Manca Francesco, Maneja Giulia, Manzone Francesca ved. Pozzi, Marasalli Riccardo, Marra Giuseppina, Marra Lurgo Giuseppina, Martignoni Rosa, Massafra Cristina, Mencaroni Emma, Mereu Maria, Micca Anna, Micol Marianna, Mina Raffaele, Mola Giuseppina, Momi Maria, Meneso Bortolo, Monetti Valentina, Mongelli Carlo. Monteverde Eugenia, Morsiani Giovanna, Moscardini Maria, Rotta Brigida, Mucci Maria, Mura Carmela, Musso Giovanni, Mai Achille.

O) - Orengo Valentina, Orrù Mario, Orsini Salvatore, Osella Giacomo, Ostuni Onofrio.

P) -- Pachner Francesco, Pagano Teresa, Panizza Don Giacomo, Parodi Giulia, Paruzzi Giuseppe Passerino Augusto, Patti Serafina, Pavese Giuseppe, Pegorari Rosario, Peirani Lorenzino, Pellanda Agnese, Perona Anna, Pescarolo Pierina, Pesce Ambrogio Maineri, Pesci Don Umberto, Petruzzelli Anna, Pianforini Celestina, Pinna Francesco, Porta Giulia, Purello Giovanna, Pusateri Angiolina.

R) -- Rabiali Enrico, Rabino Rosetta, Racesse Rina, Basselli Elena, Ragazzini, Ricci Virginia, Riccobene Raimondo, Riconda Annunziata, Roggiero Angela, Rolfi Maria, Rontini Rosa, Rossi Ermete, Rossi Lidia, Rossi Rosa, Roveglia Clemente, Rovera Masenza Lina.

S) - Saba Francesco, Sabbadini Domenica, Sammartino Filomena, Sauna Francesca, Santanchè Don Albino, Sardi Paolina„ Scaglia Tobia, Scozia Giuseppe, Serra Peppina, Siciliano Agostino, Sivelli Carolina, Sogari Ernesta, Sottimano Vastina, Spotorno Bernardino, Stefani Maria, Stevano Paola Maria.

T) - Tabanelli Lina, Taffane Paola, Talamo Suor Clementina, Tallandini Antonio, Tamburini Vilma, Tartaglino Teresa, Tavecchia Sofia, Tiene Francesca, Tita Elisa, Tierno D. A.

U) - Ugo Angela.

V) -Vassallo Amelia, Vendrame Santa, Vernengo Anna, Temetti Clara, Vidi Ludovico di Innsbruck, Viganò Giulia, Vigliano Margherita, Viglietti Teresa, Vintrici Angelina, Vismara Gina.

Z) - Zaglio Anna, Zamboni Angelina, Zanetta Rosa, Zarantonello Luigia, Zigliotto Basilia, Zingaro Vincenza.

Nella Famiglia Salesiana.

SPEZIA. Per iniziativa del Comitato Patronesse fu tenuta il 18 novembre nel teatro Cozzani di Spezia una conferenza missionaria dal Rev.mo Sig. D. Ricaldone, Prefetto generale della Pia Società Salesiana. Sceltissimo pubblico e le più alte autorità (ricordiamo tra gli altri: S. E. l'Amm. Ducci, Comandante in capo dell'Alto Tirreno, S. E. il Prefetto gr. uff. Giovara, S. E, il gen. Nasalli Rocca, Donna Adelina Giovara presidente, Sig.a Ebe Marcianò segretaria, ecc.) vollero onorare di loro presenza l'importante riunione e testimoniare la loro simpatia alla nobile e generosa attività che i nostri missionari svolgono nelle terre lontane dell'oriente. Il conferenziere trattò specialmente delle difficoltà che contrastano l'opera dei missionari, e della necessità di accrescere il numero dei generosi apostoli. Il caldo appello che egli rivolse per la Crociata delle Borse Missionarie, non sarà stato fatto invano alla generosa popolazione della Spezia.

BARCELLONA (Sicilia). - Il 18 novembre sono stati inaugurati i nuovi locali dell'Oratorio Salesiano di Barcellona, aperto 5 anni or sono. Presenziarono alla cerimonia il rappresentante di S. E. l'Arcivescovo di Messina, di S. E. il Prefetto della Provincia, autorità e popolo. Con fervida parola inneggiarono all'Opera Salesiana P. Gerardi e Mons. Giardina, ai quali rispose l'Ispettore Salesiano ringraziando tutti i benefattori per la calda simpatia dimostrata verso l'Oratorio.

MILANO. -- Un benemerito educatore, il Prof. Dott. Angelo De Angeli, Preside dell'Istituto Magistrale « Carlo Tenca » è stato insignito della Commenda di S. Gregorio Magno. La bella cerimonia si è svolta il 10 novembre nella cappella dell'Arcivescovado e fu compiuta da S. Em. il Cardinale Tosi, che, dopo avergli imposto le insegne, gli diede tra la commozione di tutti il bacio: gesto che fu imitato poi dai presenti.

Nel Breve Pontificio S. S. Pio XI dà lode al neo Cavaliere Commendatore con queste parole particolarmente significative: « Tu, stretto già da particolare affetto verso il Ven. Servo di Dio Sac. Giovanni Bosco, per quarant'anni hai seguito e tuttora segui il di lui sistema nell'educazione dei giovinetti, traendone frutti copiosi ».

Il Comm. De Angeli, ex allievo di D. Bosco, mantenne fede, con fierezza, ai principi cristiani appresi e curò sempre d'instillarli nella scuola, anche quando il farlo era politicamente pericoloso: e la preoccupazione sua fu sempre quella del progresso spirituale e culturale di coloro che sarebbero diventati i maestri delle nuove generazioni d'Italia. Abbiamo quindi una ragione specialissima di rallegrarci di questa onorificenza e di congratularci vivamente con chi ne è stato insignito.

AVAGUALO (Salvador). -- Un Osservatorio metereologico e sismico è stato inaugurato il 17 giugno nell'Istituto Salesiano di Ayagualo, alla presenza di molto popolo, colla benedizione di Mons. Belloso, arcivescovo diocesano.

Il Dott. Pietro Fonseca, direttore dell'Osservatorio governativo, e Mons. Arcivescovo pronunciarono due caldi discorsi inneggiando all'Opera di D. Bosco che tanto bene apporta al paese con le belle iniziative in favore della scienza.

L'Osservatorio sismico fu costrutto appositamente e dotato di strumenti diversi provenienti dall'Italia, e alcuni usciti dalle Officine di P. Alfani.

L'Osservatorio è in posizione incantevole sulla cresta di una collina a 90o m. sul mare, in una regione quieta e appartata. Trasmetterà le osservazioni quotidiane telegraficamente alle vicine repubbliche del Guatemala e Costa Rica, oltre la pubblicazione sui giornali della Capitale.

Congratulazioni ai nostri confratelli di Ayagualo per la loro iniziativa.

TALCA (Cile) - Il 22 settembre tre Vescovi convenivano al Santuario di Maria Ausiliatrice di Talca per la benedizione di una splendida cappella riproducente la Grotta di Lourdes.

Maria SS. ha salvato nel terremoto del 1° dicembre i nostri cari confratelli; un telegramma ci annunziava che i Salesiani, le Figlie di M. A. ed i loro alunni erano tutti salvi; anche le case non furono gravemente danneggiate.

VALDIVIA (Cile). - Il Collegio Salesiano di Valdivia ha celebrato il suo giubileo d'argento con grandi solennità. Tutte le autorità, i 31o ex allievi e i Cooperatori tributarono all'Opera di D. Bosco l'ammirazione più entusiastica. Le feste iniziate col canto del Te Deum al Duomo, si chiusero con il saggio ginnico dei 450 alunni negli ampi locali del Collegio Tedesco. Mons. Abramo Aguilera, Vescovo di Ancud, volle dividere coi Salesiani di Valdivia la gioia della fausta ricorrenza.

CORDOBA (Argentina). - Merita uno speciale ricordo la settimana di feste in onore di Maria Ausiliatrice, svoltesi dal 23 al 30 settembre e onorate dalla presenza di sei Eccellentissimi Vescovi e delle Autorità civili e militari. Riuscitissimo fu il « Congresso Regionale Mariano » che si prefisse lo scopo di ravvivare il culto di M. A. e stimolare la cooperazione alle svariate opere di D. Bosco e alle vocazioni religiose ed ecclesiastiche. La discussione dei temi fu seguita dal sceltissimo pubblico col più vivo interesse e produrrà certo un più intenso apostolato di bene tra le anime. Il 29 settembre Mons. Lafitte, Vescovo di Cordoba, compì la cerimonia della benedizione della « Cripta » del nuovo santuario in onore di Maria Ausiliatrice. Il trasporto del Santissimo dall'antica cappella alla Cripta fu effettuato con straordinaria solennità: il Governatore della Provincia, il Vice presidente eletto della Repubblica, il gen. Medina comandante la 4a divisione, e il Ministro del Commercio vollero riserbato l'alto onore di reggere lungo il percorso le aste del baldacchino. Seguì poscia il Te Deum e la benedizione col Divinissimo.

Monss. Lafitte, come frutto immediato del Congresso svoltosi, ha voluto istituire in tutta la sua diocesi l'Opera delle Vocazioni, opera che ha incontrato le simpatie generali.

ROSARIO (Argentina). - L'annuale « giorno del colono », di cui già ha riferito altre volte il Bollettino, si svolse il 23 settembre con grande entusiasmo dei nostri emigrati. Vi parteciparono oltre 50o coloni italiani, tutti nostri Cooperatori, e nell'Istituto di D. Bosco, compiute le loro pratiche di pietà con viva devozione, assistettero all'inaugurazione del nuovo salone delle Arti Grafiche, della Fonderia del bronzo, Oreficeria e Cesellatura, e quindi presero parte alla colazione in intimo affiatamento coi Superiori.

Nel pomeriggio ebbe luogo la benedizione della pietra fondamentale del nuovo grande tempio di Maria Ausiliatrice che sorgerà su disegno del compianto architetto D. Ernesto Vespignani. La solennità dell'atto, che si svolse alla presenza di tutte le Autorità locali e del R. Console d'Italia, On. Bruno Gemelli, destò, tante soavi impressioni nei nostri emigrati, i. quali, per l'affetto che hanno a Maria A. e: a D. Bosco, non mancheranno di aiutare generosamente questa nuova opera destinata a consolidare in essi là pietà e ad attirare abbondantii benedizioni celesti sulle loro famiglie.

DA LIBRI E RIVISTE

Dal "Libro dell'Emigrante Italiano " (1)

Nella storia dell'Emigrazione, che di tante lacrime gronda, noi troviamo sorrisi radiosi di nomi segnati a caratteri d'oro, di nomi fusi nel bronzo, perchè rifulgano di purissima luce, ed immortali permangano, sacri all'ammirazione ed alla riconoscenza dell'Italia e degli Italiani.

Il Ven. D. Bosco e l'Opere Salesiana.

Quest'umile e sommo educatore della gioventù ebbe quasi per profetica divinazione l'intuito dell'immenso dilatarsi di correnti emigratrici verso le terre vergini del Nuovo Mondo, e fin dal 1875, inviava i primi Missionari Salesiani all'Argentina, col precipuo e ben definito scopo di dare aiuto morale e materiale ai nostri compatriotti trasferitisi laggiù.

Esiguo era il numero di questi ed esiguo anche il manipolo dei sacerdoti mandati ad assisterli. Ma da allora, così come crebbe di numero e d'importanza l'emigrazione, crebbero le opere che la Società Salesiana, andò via via creando e perfezionando a suo vantaggio.

Si può anzi affermare che per una disposizione al tutto provvidenziale parve rinvigorirsi, diffondersi, ingigantire, colla vite frondeggiante sorta dall'italico ceppo trapiantato oltre gli oceani, anche l'olmo tenace e forte che le serviva di sostegno e d'appoggio.

Accanto ai figli del Salesio presero posto più tardi le Figlie di Maria Ausiliatrice, gli uni colle altre gareggiando in santa emulazione di carità nelle benefiche istituzioni da loro fondate, per esercitare in sempre più larga sfera il loro apostolato religioso e civile non meno che umanitario e patriottico.

Togliamo dal libro della attivissima Contessa Rosa di San Marco questa pagina che tratta dell'Opera Salesiana.

Cooperatori, Cooperatrici, procurateci altri amici zelanti ben disposti a sostenere le Opere del Ven. Don Bosco.

Dalle fiorenti Parrocchie per gli Italiani negli Stati Uniti, dagli istituti di Filadelfia e di Williamsbridge alle cento e cento case del Messico, dell'America Centrale e degli altri Stati dell'America Meridionale, fino all'estrema terra del Fuoco è tutta una vasta rete di Opere di Don Bosco presso cui trovano assistenza gli emigrati e istruzione ed educazione i loro figli, specialmente in quelle «Scuole di Arti e Mestieri » ed in quelle « Colonie agricole » che seguendo i novissimi postulati del progresso salirono in fama mondiale.

Poi, quasi l'America fosse angusta per l'espansione del loro zelo, essi oltre a seguire i nostri emigranti in Europa, spinsero le loro avanguardie ad Alessandria d'Egitto, a Tunisi, al Capo, ad Adalia, a Smirne, a Costantinopoli...

A Don Bosco succedette Don Rua, quindi Don Albera, poi Don Rinaldi e l'Associazione Salesiana prese nuovo slancio, traendo nuovo incremento da nuove energie, per divenire qi ale è ai giorni nostri una delle più importanti, potenti e numerose Congregazioni che vanti la Chiesa Cattolica.

L'Opera Salesiana, secondo il santo fine del suo Venerabile Fondatore, mira particolarmente a salvare la fanciullezza abbandonata, pericolante, raminga, ed i suoi seguaci se ne fanno primissimo dovere, accogliendo gratuitamente gli orfani, i derelitti che i flutti dell'emigrazione gettano fra le loro braccia, miseri superstiti di chissà quali naufragi che nelle loro Case ritrovano le tenerezze della famiglia che non ebbero mai o che la morte per sempre disciolse.

Rispettati, amati, stimati, i Salesiani esplicano il loro apostolato in pieno accordo colle Autorità, dei paesi dove si stabiliscono, ma non dimenticano mai il loro paese d'origine, facendo obbligatorio l'insegnamento della lingua italiana nelle loro scuole, proponendo a se stessi il nobilissimo, duplice scopo di rendere gli emigrati nostri vieppiù degni del nome d'Italiani, e di far conoscere, apprezzare viemmeglio dagli stranieri la nostra bella Italia.

Contessa ROSA DI S. MARCO.

(1) Il Libro dell'Emigrante (Milano - S. Lega Eucaristica) ha meritato caldi elogi dall'Em.mo Card. Gasparri, da S. E. il Ministro Fedele, e dalle più cospicue personalità che si dedicano all'emigrazione italiana.

NECROLOGIO

Carlotta Pedemonte V.a Cucotto.

In Genova spirava il 9 maggio a 76 anni. Donna di alti sentimenti, dedicò tutta la sua vita all'educazione della famiglia e alle opere di carità. Contribuì con generose offerte all'Opera salesiana e desiderò che i figli di D. Bosco l'assistessero e preparassero alla morte, che fu veramente la morte del giusto.

Prof. Edoardo Collamarini.

Il grande architetto dell'Istituto Salesiano di Bologna è spirato il 25 settembre. Dio avrà dato all'anima buona la ricompensa che si è meritata. Poco tempo prima di morire, tornando da Rimini in treno vide quasi ultimata la sua bella costruzione; provò una gran soddisfazione ma non potè più uscire per vederla da vicino. All'Opera di D. Bosco il Collamarini ha voluto sempre un gran bene.

Cav. Uff. Dott. Giovanni Garzino.

Spirava in Torino il 6 ottobre. Esercitò l'arte sua per oltre 4o anni in Foglizzo esplicando con l'abilità della sua professione anche l'inesauribile bontà del suo cuore; per questo molti Salesiani, passati a Foglizzo lo ricorderanno con rimpianto e con affetto pregheranno per lui. A lui D. Bosco nel 1886 aveva detto: - Le raccomando i miei figli. Ed egli ricordò sempre la raccomandazione di D. Bosco, e per 4o anni fu l'amico, il padre. Mori assistito da un Salesiano, e nel camposanto di Foglizzo dove la sua salma fu deposta il direttore salesiano espresse ancora una volta la riconoscenza dei figli di D. Bosco per l'amico estinto.

Ai figli Dott. Casimiro e Sig.ra Maria Demo le più vive condoglianze con l'assicurazione di vivo ricordo e costante preghiera.

Sen. Marchese Marco di Saluzzo.

È spirato il 19 ottobre in Saluzzo, santamente. Soldato, gentiluomo, portò nelle più alte cariche che occupò durante la sua vita militare e politica, la cortesia, l'elevatezza dei sentimenti e la fede cristiana che erano una tradizione nella sua nobile famiglia. Aiutò frequentemente, con spirito di carità, le opere di Don Bosco, di cui era ammiratore ardente.

Sac. Pietro Martinelli

Arciprete di Corticella (Bologna).

Chiuse la sua vita operosa il 22 novembre, lasciando un indelebile ricordo di virtù e di zelo. Tutto dedito al bene delle anime e alle opere di carità, cooperò con generosità alle iniziative del Ven. D. Bosco, di cui era caldo ammiratore: e in morte legò le sue sostanze all'istituzione delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Giovanni Audino.

« Visse come un Angelo » - ci scriveva l'ottima consorte che per 46 anni gli fu al fianco e fu sempre edificata dalle virtù ammirevoli dello sposo. Cristiano fervente improntava le sue azioni all'amore di Dio ed era fedele, fino allo scrupolo, ai suoi doveri di cristiano e di cittadino. Spirò il 21 agosto santamente dopo quattro mesi di sofferenze sopportate con sublime rassegnazione.

Alla consorte, al fratello Mons. Audino, vescovo di Mazzara del Vallo, le nostre più vive condoglianze e l'assicurazione delle nostre preghiere.

Varalda Margherita.

Pia, zelante Cooperatrice di Costanzana (Vercelli) volò al cielo a 86 anni il 21 settembre. Le molte opere buone e la fervida divozione a Maria Ausiliatrice arricchirono di meriti la sua vita buona e attiva.

Avv. Cav. Cesare Prescicci.

Moriva in Taranto, appena trentacinquenne. Anima ardente, profondamente cristiana, sentì in tutta la sua bellezza l'apostolato della gioventù alla quale dedicò i suoi anni più belli e le sue migliori energie, fondando Circoli Cattolici e Gruppi del Vangelo. Amò con singolare predilezione l'Opera di D. Bosco, della quale fu fervido zelatore nella sua città natale e generoso benefattore.

Giuseppe Zucca.

Morì santamente, a 85 anni, la sera del 25 novembre u. s., a Murialdo, dove era nato e dove visse esemplarmente tutta la vita.

Murialdo è la frazione di Castelnuovo d'Asti, che si gloria di possedere l'umile casetta, dove nacque il Ven. Don Bosco, ed un'altra, dove trascorse alcuni anni l'angelico allievo dell'Oratorio Domenico Savio. Anche Giuseppe Zucca, amico di Savio e quasi coetaneo (aveva un anno più di lui), venne da Don Bosco accolto nell'Oratorio, dove dal 1856 al 1859 attese agli studi e lasciò varie ricordanze. Possiamo accennarne una: nel 1857, mentre era a letto malato, gli apparve la Madonna, ed egli stesso narrò il fatto a tutti i compagni con tali circostanze che fecero escludere ogni dubbio sulla veracità delle sue asserzioni.

Non sentendosi chiamato allo stato ecclesiastico, troncò gli studi e tornò a Murialdo, conservando la più cara memoria del santo suo compagno e del Ven. Don Bosco.

Cristiano esemplare, modello dei padri di famiglia, era uno dei più zelanti ed assidui ausiliari del Cappellano locale, che, in pegno di riconoscenza, indisse per la sera del 23 novembre la pubblica recita del S. Rosario, in suffragio dell'anima sua. Fu tanta la folla che accorse alla mesta cerimonia, che la storica chiesetta di Murialdo fu incapace di accoglierla.

Vive condoglianze all'addolorata famiglia.

Card. Giuseppe Francica Nava di Bontifè.

Arcivescovo di Catania.

Discendente da nobile famiglia rivelò le sue belle qualità nell'alto ufficio di Nunzio a Bruxelles, di Vescovo a Catania, di Nunzio a Madrid. Creato Cardinale da Leone XIII e ricollocato a capo dell'Archidiocesi Catanese promosse con illuminata saggezza tutte le opere necessarie al bene spirituale delle anime. Ebbe sempre per l'opera di D. Bosco il più sincero e caldo affetto.

Preghiamo anche per:

Acerboni Lucia, Perledo (Como).

Albertinotti Mons. Luigi, Prevosto, Invorio Int. Asnagbi Giov. Batt., Meda (Milano). Baldessarini Ifigenia, Rovereto (Trento). Barberis Teodolinda ved. Guardi, Torino.

Bartodi Francesca ved. Arru, Pozzomaggiore (Sassari).

Belfiore Don Salvatore, Tremestieri Etneo (Catania). Berardi Don Giulio, Parroco, Adro (Berscia). Bertotto Ida, Chioggia (Venezia). Beruttl Andrea, Genova.

Boch Adelmiro, Firenze.

Boe Francesca Offeddu, Ritti (Sassari). Boggio D. Giuseppe, Ozegna (Torino). Bozolo Giovanni, Vittorio Veneto (Treviso). Camozzi Domenico, Camerata Cornelio (Bergamo). Campro Giov. Batt., Santa Fè (Argentina). Capocciama Cecilia, Alvito (Frosinone). Cardona Inchini Enrichetta, Livorno. Ciriani Maria, Zoppola (Udine). Circo Lorenzo, Cessate (Alessandria). Cominelli Agnese, Sellero (Brescia). Conti Vitali fu Giuseppe, Viale (Alessandria). Contucci N. D. Vittoria, Sarteano (Siena). Costa Maria, Mezzana Rabattone (Pavia). Cozzi Emilia, Milano.

Cuvartino Anna, Scalenghe (Torino). D'Ali Rosa, Trapani.

De Fabritiis Pennacchio Anna, Roma.

Demaria Lucrezia ved. Villar, Verzuolo (Cuneo). Donadio Elisabetta, Cuneo. Elefante Elisabetta Nardone, Putignano (Bari). Fenoglio Maria, Cuneo.

Ferrero Eugenia, Torino.

Filippi Rosa, Clavesana (Cuneo). Forti Menotti, Traghetto (Ferrara). Frisio Rosa ved. Tomasina, Milano.

Galbusera Can. Prof. D. Ambrogio, Arona (Novara). Garrone Cesira n. Zenone, Cavagnolo (Torino). Gioia Teresa ved. Dotto, Lerma (Alessandria). Grattarola Francesca ved. Zunino, Stella S. Martino. Grisenti Tomaso, Casaro (Trento). Guarnotta Prof. D. Nicolò, Trapani. Incontro Prof. Alfio, Lentini (Siracusa). Manganaro Salvatore, S. Cataldo (Caltanissetta). Manzi Ottilia, Milano.

Mazzone Lucia, Firenze.

Mestrin Carolina Olivotti, Paese (Treviso).

Milani Maria in Fantini, Pietra Colora (Bologna). Morra Mons. Carlo, Asti (Alessandria). Morre Can. Costanzo, Cuneo. Mottacchini G., Mezzomerico (Novara). Rosati Giuseppe, Roccapietra (Novara). Nardi Sofia, Pieve di Soligo (Treviso).

Nebbia D. Ercole, Prevosto, Morano Po (Alessand.). Neri Maria, Levigliani (Lucca). Orlando Can. Nicolò, Salemi (Trapani).

Ozzano Can. Teol. D. Giuseppe, Serravalle S. (Aless.) Pacciarini Luciana ved. Prato, Cuneo. Paganini Eugenio, Solbiate Olona (Milano). Patruelli Annunziata, Ravenna. Perola Angela, Baciano (Bergamo). Pianca Antonio, Colle Umberto (Treviso). Picena D. Giuseppe, Gignese (Novara). Pietrasanta Carati Giulia, Milano. Ravano Anna, Genova.

Romanin Angelo, Cordenons (Udine). Rossetto Giocondo, Guaporè (Brasile). Rossi Domenico, Lerma (Alessandria). Saccani Costanza, Pomponesco (Mantova). Scamparle Teresa, Fumane (Verona). Scarafiotti Maria, Torino- Bertolla. Semitecolo Comm. Carlo, Roma. Silvestri Ing. Emilio, Cuneo.

Tasca D. Giuseppe dei Filippini, Biella (Vercelli). Toffanin Italia, Caldogno (Vicenza). Unia Albertina, Torino.

Venneri Filomena, Cariati (Cosenza).

Verga Messina Vincenzina, Vizzini (Catania). Veris N. D. Concettina, Melpignano (Lecce). Vidale Giacomo, Forni Avoltri (Udine). Zambianchi Luigia in Vitali, Sommo (Pavia). Zanotti Antonia, Lavezzola (Ravenna). Zuppardo Arcangela, Agrigento.

R. i. P.

Presentiamo vivissime condoglianze alle famiglie, raccomandando ai suffragi dei nostri Cooperatori gli amici defunti.

I nostri Defunti nel 1928

SALESIANI.

ALVES DOS SANTOS Eliseo ch., n. a Itabaiana (Sergipe Brasile), m. a Colonia (PernambucoBrasile) il 16 marzo, a 21 anni di età, e 7 di professione.

BECCARIA Pasquale sac., n, a Benevagenna (Cuneo), m. a Watsonville (Stati Uniti) il 19 febbraio, a 45 anni di età 26 di professione e 9 di sac.

BONETTI Domenico ch., n. a Londra (Inghilterra), m. a Oxford (Inghilterra) il 27 gennaio, a 22 anni di età e 5 di professione.

BONGIOANNI Luigi Enrico sac., n. a Mondovì (Cuneo), m. a Torino il 27 agosto, a 54 anni di età, Il di professione e 6 di Sacerdozio.

BOSCO Bartolomeo coad., n. a Carmagnola(Torino), m. a Castelnuovo d'Asti (Alessandria) il 3 di agosto, a 79 anni di età e 34 di professione.

BUSSI Luigi sac., n. a Giarole (Alessandria), m. a Genova-Sampierdarena il 31 gennaio, a 79 anni di età, 58 di professione e 56 di sacerdozio.

CALEGARI Giov. Batt. coad., n. a Valnegra, (Bergamo), m. a Torino Oratorio il 30 luglio, a 48 anni di età e 27 di professione.

CANOVA Giovanni sac., n. a Camandona (Vercelli), m. a Roma il 6 di febbraio, a 45 anni di età, 27 di professione e 17 di sacerdozio.

CASTILLA Antonio sac., n. a Huelva, m. a Carabanchel Alto (Spagna) il 17 ottobre, a 54 anni di età, 34 di professione e 29 di sacerdozio.

CESANA Antonio sac., n. a Gabbiate (Como), m. a Genova-Sampierdarena il 14 febbraio, a 54 anni di età, 35 di professione e 29 di sacerdozio.

CONFORTOLA Angelo coad., n. a Ghedi (Brescia), m. a Varazze il 28 Gennaio, a 85 anni di età e 47 di professione.

COPPOLA Ugo sac., n. a Napoli, m. a Caserta (Napoli) il 30 luglio, a 42 anni di età, 22 di professione e 17 di sacerdozio.

CRIPPA Raffaele sac., n. a Lissone (Milano), m. a Caño de Loro (Cartagena-Colombia) il 20 agosto, a 73 anni di età, 41 di professione e 37 di sacerdozio.

DE VINCENZI Nicola sac., n. a Buenos Aires (Argentina), m. a Bang Nok Hhuek (Siam) il 6 agosto, a 28 anni di età e 8 di professione e 1 di sacerdozio.

DIEGUEZ Agostino ch., n. a Salamanca (Spagna), m. a Madrid (Spagna).

ENGEL Carlos sac., n. a Lonach Stetten (Germania) in. a La Vega (Venezuela) il 15 ottobre, a 41 anni di età, 13 di professione e 4 di sacerdozio.

FAZZONE Giovanni coad., n. a S. Benedetto Belbo (Cuneo), m. a Perosa Argentina (Torino) il 24 novembre, a 63 anni di età, 26 di professione.

FRESCHINI Giovanni coad., n. ad Agrano (Novara), m. a Cavaglià (Vercelli) il 27 maggio, a 63 anni di età e 42 di professione.

GALLOTTINI Raul ch., n. a Vergato (Bologna), m. a Chieri (Torino) il 1 ° giugno, a 21 anni di età e 3 di professione.

GARBELLONE Giovanni, coad., n. a Crottes (Francia), m. a Torino Oratorio, il 6 maggio, a 68 anni di età e 50 di professione.

GOMEZ Edoardo sud., n. a Caracas (Venezuela), m. a Valencia (Venezuela) il 5 maggio, a 25 anni di età e 6 di professione.

GROSSO SEXTRO Agostino coad. n. a Neuen Rincher (Germania), m. a Buenos Aires (Argentina) il 7 maggio, a 57 anni di età e 20 di professione.

(Continua ).

FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE.

Suor ALVAREZ Sara, da Magallanes (Chile), mortavi il 16 maggio 1928, a 43 anni di età e 25 di religione.

Suor ANADONE Paolina, da Sillavengo (Novara), morta a Crusinallo (Novara) il 23 agosto 1928, a 23 anni di età e 7 mesi di religione.

Suor ANDRETTA Maria, da Cittadella (Padova), morta a Catania il 25 maggio 1928, a 36 anni di età e 17 di religione.

Suor ARALDO D. Giuseppina, da Montemagno (Alessandria), morta a Roma il 22 ottobre 1928, a 51 anno d'età e 30 di religione.

Suor ASENCIO Josefina, da Utrera (Spagna), morta a Jerez de la Frontera (Spagna) il 13 gennaio 1928, a 65 anni di età e 36 di religione.

Suor BELLUCCI Teresa, da Verucchio (Rimini), morta a Torino-Cavoretto il 23 gennaio 1928, a 26 anni di età e 8 di religione.

Suor BOTTA Regina, da Oleggio (Novara) morta a Torino-Cavoretto, il 3 marzo 1928, a 26 anni di età e 6 di religione.

Suor CALDARA Beatrice, da Ranzanico (Bergamo) morta in Asti (Alessandria) il 1 ° marzo 1928, a 34 anni di età e 9 di religione.

Suor CAMARA Elisabetta, da Areas (Brasile), morta a S. Josè dos Campos (Brasile) il 24 settembre 1928, a 46 anni di età e 17 di religione.

Suor CAMERA Albina, da Ottobiano (Pavia), morta a Novara il 7 agosto 1928, a 35 anni di età e 11 di religione.

Suor CICOTTINO Luigia. da Motta dei Conti (Novara), morta a Mers-el-Kebir (Algeria), il 1° gennaio 1928, a 55 anni d'età e 39 di religione.

Rev. Madre COPPA Marina, da Monticello d'Alba (Cuneo) morta a Nizza Monferrato (Alessandria) il 5 aprile 1928, a 59 anni di età e 41 di religione.

Suor CROTTI Antonia, da Dorno (Pavia) morta a Roppolo Castello (Vercelli) il 7 aprile 1928, a 64 anni d'età e 33 di religione.

Suor DEL NEGRO Savina, da S. Daniele (Friuli), morta a Torino il 9 ottobre 1928, a 57 anni d'età e 40 di religione.

Suor FERRERO Ottavia, da Lombardore (Torino), morta a Torino-Cavoretto il 15 ottobre 1928, a 31 anno d'età e 15 di religione.

Suor FRANCESCONE M. Giuseppina, da Robbio Lomellina (Paviai, morta a Novara il 3 giugno 1928, a 60 anni d'età e 30 di religione.

Suor GANDOLFO Maria 1a, da Viarigi (Alessandria), morta a Torino il 7 settembre 1928, a 40 anni di età e 31 di religione.

Suor GIRINI Enrichetta, da Breme Lomellina (Pavia) morta a Novara il 15 ottobre 1928, a 59 anni di età e 32 di religione.

Suor JAPETI Lucia, da Moncrivello (Vercelli), morta a Roppolo Castello (Vercelli) il 27 aprile 1928, a 31 anno d'età e 9 di religione.

Suor LATINO Emilia, da Belmonte del Sannio (Campobasso), morta in Alta Gracia (Argentina) il 5 maggio 1928, a 28 anni di età e 4 di religione.

(Continua).