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ANNO XVIII . N . 8 - Esce una volta al mese - AGOSTO 1894
BOLLETTINO
SALESIANO
SOMMARIO .
RINGRAZIAMENTO ED AUGURIO . . . . 157
A S . S . PAPA LEONE XIII 1101 giorno di S .
Gioachino
' 158
LETTERA APOSTOLICA DEL SANTO PADRE
LEONE XIII ai Principi ed al Popolo
dell'universo
159
COMMEMORAZIONE DI DON BOSCO ED O-
MAGGIO A DON RUA
EI
GLI ANTICHI ALLIEVI DI DON Bosco
166
NOTIZIE DEI MISSIONARII DI DON BOSCO
EQUATORE : - Stabilimento definitivo
della Missione di Gualaquiza . - Mons .
Lasagna alla capitale del PARAGUAY . 168
COLLEGI ED EDUCATORII SALESIANI D'I-
TALIA
174
GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE . . . 175
ECO DEGLI ORATORII FESTIVI . . . . 176
VARIETÀ
177

1.2 Page 2

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i nostri più sentiti ringraziamenti,
RINGRAZIAMENTO ED AUGURIO pregando loro da Dio, per la interces-
sione di Maria SS . Ausiliatrice, una
I nostri lettori si saranno accorti larga ricompensa con l' abbondanza
del grande incremento che hanno delle sue celesti benedizioni sopra i
preso in quest'anno le Conferenze loro interessi e spirituali e temporali.
Salesiane . In molte città e paesi, Noi ci auguriamo che questo bel-
dove pel passato non si era mai par- l' esempio dei zelanti Decurioni e Di-
lato pubblicamente delle Opere Sa- rettori Diocesani, venga pur da altri
lesiane , ora si è incominciato a te- imitato eziandio in questi mesi dell'au-
nere regolarmente in pubbliche Chiese tunno. In molte cittadine e paesi di
due Conferenze Salesiane, una per la campagna, tra i monti ed in riva al
festa di S . Francesco di Sales e l'altra mare, in questa stagione si vede la
per quella di Maria Ausiliatrice, pre- popolazione duplicata . Potrebbe bene
cisamente conce prescrive il nostro re- qualche zelante Cooperatore Sacer-
golamento. In altri luoghi si è cer- dote valersi dell' occasione e tenero
cato di dare maggiore solennità alla un pubblico sermone di carità per lo
riunione, diramandovi prima appositi provvidenziali Opere di Don Bosco .
inviti, quando ai soli Cooperatori e Questo si è già praticato altre volte,
Cooperatrici e quando a tutti i catto- con felice successo, da parecchi Pro-
lici, ed . invitandovi a tenere la presi- fessori di Istituti privati e di Semi-
denza qualche illustre personaggio nari e da alcuni membri dei vagii
del clero locale . Tutto questo movi- Comitati Salesiani, che trovavansi a
mento a favore delle Opere nostre lo passare le vacanze in campagna . So
si deve, dopo Dio che ci benedice, alla anche quest'anno riceveremo di si-
bontà dei Rev .mi Pastori ed allo zelo mili relazioni, saremo ben contenti
industrioso dei nostri Decurioni e Di- di farne cenno nei successivi numeri
rettori Diocesani, ai quali, porgiamo del nostro periodico .

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A VOI
AMOROSO E FORTE LEONE XIII
VOCE E VERTICE DEGLI APOSTOLI
CHE PAROLA MISTERIOSAMENTE PROFETICA
CHIAMAVA AL FONTE BATTESIMALE
PLAUDE OGGI COL MONDO MERAVIGLIATO E RICONOSCENTE
L A FAMIGLIA SALESIANA
DELL'UNO E DELL'ALTRO EMISFERO
INVOCANDO RIVERENTE SUL VOSTRO CAPO VENERANDO
LE CELESTI BENEDIZIONI
UN LEONE ARRESTO' ATTILA IL FLAGELLO DI DIO
E LO RESE UMILE E MANSUETO
UN ALTRO LEONE DOMINO' IL SECOLO DI CARLOMAGNO
EMPIENDOLO DI MERAVIGLIA
UN LEONE RINNOVA GLI SPLENDORI D'AUGUSTO
PER LETTERE ARTI E SCIENZE
MA SULLA VOSTRA FRONTE
IN CUI I TRANQUILLI CIELI SPECCHIANO LA LORO MAESTÀ
E SFOLGOREGGIA LA LUCE INTERNA
DELL'INTELLIGENZA DELLA DOTTRINA DELL'ETERNO SOLE
VEDONO GLI UOMINI ED AMMIRANO
RADUNAR I DONI DE' VOSTRI GLORIOSI PREDECESSORI
E VOI APPELLANO
L'UOMO DI DIO 'IL RIGENERATORE DELLE NAZIONI
E LA VERA SALUTE DEI POPOLI .

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gere ognor più intimamente con esso Noi le genti
ed i popoli tutti, e a porre in lume l'efficacia per
ogni rispetto benefica del Romano Pontificato .
Rendiamo adunque somme grazie e Ci dichiariamo
innanzi tutto obbligati alla Bontà divina, per cui
singolar beneficio Ci fu dato di pervenire incolumi
a sì tarda età ; e siamo poscia grati ai Principi,
ai Vescovi, al clero ed a quanti mai furono, che con
molteplici dimostrazioni di pietà e di ossequio si a-
doperarono di recar onore alla dignità del mini-
stero che sosteniamo e procacciare alla persona
Nostra ben opportuna consolazione .
LETTERA APOSTOLICA
del SS . Signor Nostro Papa Leone XIII
AI PRINCIPI ED AI POPOLI DELL'UNIVERSO
QUESTA nuova ammirabile Enciclica, che
nel testo latino incomincia colle parole
Praeclara gratulationise.cPhadrilS
Leone XIII dirige a tutti i popoli e sovrani
dell' universo, merita di penetrare in tutte
le famiglie . La leggano quindi i nostri Coo-
peratori e le nostre Cooperatrici e la facciano
leggere dai loro vicini e conoscenti ; tutti
possono ricavare salutari ammaestramenti .
Mentre ammiriamo la vastità di mente e la
grandezza di cuore del regnante sapientis-
simo sommo Pontefice, preghiamo istante-
mente perchè si compiano presto i suoi pie-
tosi voti .
Ai Principi e ai Popoli dell'Universo
LEONE PAPA XIII
SALUTE E PACE NEL SIGNORE .
Ciò che è mancato al Giubileo .
Benchè in verità, a piena e totale consolazione
Ci restò a desiderare non poco . Imperocchè , in
mezzo alle testimonianze della gioia e dell'amore
dei popoli, si affacciava alla Nostra mente una
moltitudine sterminata, estranea a quell' accordo
dei cattolici festeggianti, parte perche priva del
tutto del conoscimento dell'Evangelo, parte perchè
quantunque cristiana, dissente tuttavia dalla fede
cattolica . Di ciò acerbamente Ci attristavamo e
Ci attristiamo tuttora : non essendo possibile ri-
pensare senza intimo cordoglio a sì gran porzione
dell'uman genere, che quasi per disviato sentiero
cammina lungi da Noi . - Or dunque, poichè Noi
teniamo sulla terra le veci di Dio Onnipotente,
il quale tutti gli uomini brama siano salvi e giun-
gano al conoscimento della verità, e poiche gli anni
e le amarezze Ci sospingono al termine della mortale
carriera, Ci piace imitare il Redentore Nostro e Ma-
estro Gesù, che, già sul far ritorno al Cielo, con pre-
ghiera istantissima richiese Iddio Padre, affinchè
i discepoli e seguaci suoi fossero e di mente e di
cuore una cosa sola : Prego . . . che siano tutti una
sola cosa, come tu sei in me, o Padre, e io in te,
che siano anch'essi una sola cosa in noi (1) .
La qual preghiera e supplicazione divina, sic-
come fatta non pur per coloro che allora crede-
vano in Gesù Cristo, ma per quanti altresì sa-
rebbero per credere nei tempi avvenire, non senza
ragione Ci affida di palesare le Nostre brame, ed,
a misura del poter Nostro , far sì , che tutti , di
ogni terra e nazione, sieno chiamati gli uomini
ed eccitati all'unità della fede divina .
I ringraziamenti pel Giubileo .
Le splendide testimonianze di gratulazione pub-
blica, che per tutto il decorso anno Ci vennero da
ogni parte, nell' avvenimento del Nostro episco-
pale Giubileo, alle quali ultimamente pose colmo
la pietà insigne della nazione spagnuola, Ci con-
solarono principalmente per questo, che in quel-
l'unanimità di sentimenti rifulse l'unità della
Chiesa e la mirabile unione di lei col Sommo Ponte-
fico . Sembrava di quei giorni il mondo catto-
lico, dimentico quasi d'ogni altra cura, tener affiso
nel Vaticano lo sguardo e i pensieri . Amba-
scerie di Principi , frequenza di pellegrinaggi ,
lettere piene di affetto, cerimonie augustissime lu-
minosamente significavano che i cattolici nella ri-
verenza dell'Apostolica Sede sono di un sol cuore
e di un' anima sola . Il qual fatto Ci tornò ezian-
dio più giocondo ed accetto , perchè ai divisa-
menti ed alle intraprese Nostre quanto mai ri-
spondeva . Conciossiachè, ben conoscendo Noi le
condizioni dei tempi e memori del dover Nostro,
per tutto il corso del Pontificato volgemmo co-
stantemente le mire, e, quanto fu da Noi, cogl'in-
segnamenti e con l' opera Ci sforzammo a strin-
La preghiera del Papa per gli infedeli .
Commossi dalla carita, che là più celere accorre
ove è più mestieri di aiuto, alle genti fra tutto
più misere l' animo primieramente si volge, a
quelle che la luce evangelica o mai non accolsero,
ovvero accoltala, per incuria o per vicende di
tempi, l'estinsero ; onde ignorano Iddio e giaciono
nel peggior degli errori . Posto che ogni salvezza
si origina da Gesù Cristo , mentre sotto il Cielo
non è dato altro nome agli uomini in cui debbano
essere salvi (2), è questo il massimo fra i Nostri
voti che il nome sacrosanto di Gesù non tardi
ad esser conosciuto e a dominare in ogni plaga
dell'universo . Nel che per fermo giammai non
tralasciò la Chiesa lo parti che si ebbe da Dio.
A che infatti adoperossi ella per diciannove se-
coli, qual cosa mai con più ardore e costanza pro-
curò , che di condurre appunto le genti alla ve-
rità ed alla vita cristiana ? Ed ora altresì ben
sovente banditori dell'Evangelo, avutane missione
da Noi, travalicano gli oceani per quindi adden-
(1) IOANN. XVII, 20-21 .
(2) Act . IV, 12.

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trarsi nelle più remote contrade : nè passa giorno
che non supplichiamo Iddio, acciocchè Ei voglia pie-
toso moltiplicare sacerdoti degni dell' apostolato,
tali cioè che, per dilatare il regno di Cristo, non
rifuggano dal sacrificare gli agi, la sanità, e, dove
occorra, la vita .
E tu, salvatore e padre dell' umana famiglia ,
Gesù Cristo , del i! ti affretta ; non ritardare il
compimento di quella tua promessa, che, esaltato
cioè che tu fossi da terra, ogni cosa avresti attratta
a te stesso . Or vieni alfine, e ti rivela alle moltitu-
dini tuttora prive dei preziosissimi beneficii, che tu
col tuo sangue guadagnasti ai mortali ; scuoti co-
loro che nelle tenebre dimorano e nelle ombre di
morte , affinchè, illuminati dagli splendori della
tua sapienza e virtù, in te e per te sieno raccolti
in uno .
Un'esortazione agli scismatici.
In tale mistero di unità fermando Noi il pen-
siero, Ci si offrono allo sguardo tutti insieme quei
popoli cui la pietà divina trasse, è già gran tempo,
dagli antichi errori alla sapienza dell' Evangelo .
Nulla per verità è più giocondo a rimembrare,
nè di maggior lode alla provvidenza di Dio che
la memoria di quelle età vetuste, quando la fede
cristiana era universalmente riguardata qual pa-
trimonio comune, indiviso ; quando le Nazioni ci-
vili, disparate da luoghi, da genio, da costumanze,
avvegnachè su di altri punti sovente discordi fra
loro e in conflitto, nondimeno , in fatto di reli-
gione, tutte erano unanimi nella fede di Cristo .
Ciò rammentando, troppo è doloroso a pensare
che, nel succedersi dei tempi , diffidenze e nimi-
s tà, parto di malaugurati avvenimenti, abbiano
strappato dal seno della Romana Chiesa grandi e
fiorenti popoli . Comunque ciò sia, fidenti nella grazia
e misericordia di Dio on ipotente, che solo vede
l'opportunità di soccorrere, e nelle cui mani sta
d'inchinare, ove più gli aggrada, la volontà degli
uomini, a questi popoli medesimi Ci indirizziamo,
e con amor paterno li esortiamo e scongiuriamo
che, smesse le dissensioni, tornino all' unità .
Le Chiese dell'Oriente .
E prima di tutto uno sguardo d' intenso affetto
rivolgiamo all'Oriente, donde mosse da principio
la salute del mondo . Sì, l'ansietà delle Nostre
bramo Ci dà di concepire liete speranze , che le
Chiese orientali , illustri per la avita fede e per
antiche glorie, non andrà molto e là torneranno
onde partironsi : e maggiormente ne confidiamo
per la distanza non grande che da noi le dispaia
anzi, ove poco si tolga, nel rimanente si va d'ac-
cordo per guisa, che pur nella difesa delle dottrine
cattoliche noi desumiamo testimonianze e prove
anche dai riti, dagl'insegnamenti, dalle pratiche
degli orientali . Punto principale del dissidio è il
primato del Pontefice Romano . Se non che, riguar-
dino ai primordii, ricerchino il sentimento dei
loro maggiori, consultino le tradizioni dell'età che
fu più dappresso alle origini . Per fermo che essi
avranno quindi luminosamente la prova, come pro-
prio appartenga ai Romani Pontefici il divino o-
racolo di Cristo : T u sei Pietro e su questa pie-
tra edificherò la mia Chiesa . E nel novero dei Pon-
tefici non pochi ne vide l'antichità tratti dall' O-
riente stesso, ed in ispecie un Anacleto, un Eva-
risto, un Aniceto , un Eleuterio, un Zosimo, un
Agatone ; ai più dei quali incontrò eziandio di
suggellare collo spargimento del sangue il go-
verno della intera Chiesa cristiana, sapientemente
e santamente da lor tenuto . - Il tempo, la cagione,
gli autori dell'infausta discordia, a tutti son ben
noti . Prima che l' uomo separasse ciò che Dio a-
veva congiunto, venerando era il nome della Sede
Apostolica presso i popoli tutti del mondo cristiano,
ed al Romano Pontefice, siccome a successore le-
gittimo del beato Pietro e però Vicario di Gesù
Cristo sulla terra, l'Oriente del pari che l'Occidente
concordi e senza contrasto ubbidivano . - Per lo
che, ove si ponga mente agl'inizii del dissidio, Fo-
zio medesimo si diè premura d'inviare a Roma le-
gati che trattassero le vertenze sue : e Nicolò I,
Sommo Pontefice, senza che veruno si opponesse,
spedì da Roma suoi rappresentanti a Costantino
poli, perchè sottilmente investigassero nella causa
del Patriarca Ignazio e con verità e pienezza di
testimonianze ne riferissero all' Apostolica Sede :
onde la storia intera di quel fatto palesemente
conferma il primato della Sede Romana, con la
quale nasceva dissidio . - Da ultimo nei due Con-
cilii ecumenici il Lionese II ed il Fiorentino ,
niuno ignora che, con ispontaneo consenso e con
labbro unanime, tutti e Latini e Greci sancirono
siccome domma la podestà suprema dei Romani
Pontefici .
L'invito all'unità.
Questi fatti amiamo di ricordare, perchè ap-
punto porgono come un invito a rientrar nella pace :
tanto più che negli Orientali Ci sembra ora' di
scorgere assai più miti pensieri, anzi una cotal
propensione di benevolenza verso i cattolici . Se
n'ebbe, non ha molto, una prova allorquando pie
schiere di pellegrini cattolici vedemmo con sin-
golari dimostrazioni di cortesia e di amicizia ac-
colte in Oriente, - A voi dunque si apre il cuor
Nostro, quanti siete o di greco o di altro rito
orientale , discordi dalla Chiesa cattolica . Si ri-
sovvenga ciascuno, come Noi vivamente bramiamo,
del tenero e grave discorso di Bessarione ai padri
vostri : Quale discolpa ci resterà appo Dio dell'es-
sere separati dai fratelli, mentre per unirci e rac-
coglierci in un solo ovile egli medesimo discese dal
cielo, s'incarnò e fu crocifisso ? qual difesa sarà
la nostra dinnanzi a' posteri ? deh ! non sof friamo
tal'onta, o venerandi Padri : lungi da noi siffatto
consiglio, non provvediamo sì malamente a noi ed
ai nostri . - Ponderate a dovere e dinnanzi a Dio
ciò che Noi desideriamo . Non umani riguardi ,
ma carità divina Ci consigliano di esortarvi alla
pace e all'unione della Chiesa romana : unione
intendiamo piena e perfetta : imperocchè tale non
sarebbe per verun modo quella che null'altro por-
tasse se non una tal quale comunanza di dommi
e uno scambio di fratellevole carità . Unione vera
pe' Cristiani è quella, che Cristo Gesù, autore
della Chiesa, istituì e volle, che è riposta nell'u-
nità della fede e nell'unità del regime . Nè punto
avete a temere, che quindi o Noi o i successori
Nostri vorremo nulla menomare dei vostri diritti,
delle patriarcali prerogative, delle costumanze ri-
tuali di ciascuna Chiesa . Conciossiachè questo fu
ognora negl'intendimenti e nella pratica dell' A-
postolica Sede, di attemperarsi largamente e con
equità alle origini ed ai costumi de' varii popoli .
- Per lo contrai-io, ristabilita la comunione con
Noi, non saprebbesi dire abbastanza qual vena
di floridezza e di gloria sarebbe per fluirne, la
Dio mercè, nelle vostre Chiese . Deh ! dunque ac-
colga Iddio benignissimo la vostra stessa preghiera :
Cessa, o Signore, gli scismi delle Chiese ; e ancora,

1.6 Page 6

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Raccogli i dispersi e rimena gli erranti e gli uni-
sci alla tua santa Chiesa cattolica ed apostolica (1) ;
deh ! tornate a quella fede una e santa, che l'an-
tichità più rimota a noi del pari che a voi inal-
terabilmente trasmise : che serbarono inviolata i
padri e i maggiori vostri : che eziandio con lo
splendore delle virtù e la grandezza dell'ingegno
e l'eccellenza della dottrina illustrarono a gara
Atanasio, Basilio, Gregorio di Nazianzo, Gio-
vanni Crisostomo, i due Cirilli, ed altri grandi
moltissimi, la gloria dei quali come retaggio co-
mune si appartiene ugualmente all'Oriente e al-
l'Occidente .
Ai popoli slavi .
E in particolare siaci concesso indirizzarla pa-
rola alle genti slave quante esse sono , al cui
nome rende insigne testimonianza la storia . Voi
sapete quanto sieno benemeriti degli Slavi i Santi
Cirillo e Metodio, vostri padri nella fede, alla
memoria dei quali Noi stessi decretammo, or son
pochi anni, incremento di dovuto onore . Civiltà
e salute ebbero parecchi popoli di vostra stirpe
dalla loro virtù e dalle fatiche loro . Donde nac-
que e lungamente durò fra gli Slavi ed i Pontefici
Romani bella reciprocanza, di benefizii dall' una
parte, di fedelissima pietà dall'altra . Che se de-
plorevole traversia di tempi divelse gran parte
dei maggiori vostri dalla fede di Roma, ponde-
rate quanto prezioso riuscirebbe per voi il ritorno
all'unità . Voi pure la Chiesa non mai si stanca
di richiamare al suo seno, pronta a recarvi co-
piosi aiuti di salute, prosperità e grandezza .
Il protestantesimo e le sue variazioni .
Con eguale carità riguardiamo ai popoli, cui in
età più vicina uno strano rivolgimento di cose e
di tempi separò dalla Chiesa Romana . Messe in o-
blio le vicende diverse dei trascorsi secoli, sorvo-
lino colla mente sopra le umane ragioni , e con
animo unicamente bramoso di verità e di salute,
si facciano a considerare la Chiesa, quale da Cri-
sto fu stabilita . E se vorranno paragonare con lei
le loro chiese particolari, e riflettere a qual par-
tito si trovi in queste la religione, concederanno
di leggeri che, dimentichi della religione primi-
tiva, per variazioni successive lasciaronsi andare
ad erronee novità in molti punti e di gran ri-
lievo : nè vorranno negare che di quel patrimo-
nio di verità, che i novatori recarono seco nel
separarsi, niuna formola di fede rimane oprai
presso di loro incontrastata ed autorevole . Anzi
le cose son giunte a tale, che molti corrono senza
rattento a scalzare il fondamento stesso , sul
quale poggia la religione tutta e tutta la speranza
dell'uman genere, vogliam dire la divinità di
Gesù Cristo Salvatore . Parimenti, i libri del nuovo
e dell'antico Testamento che per innanzi ricono-
scevano siccome divinamente inspirati, ora li
spogliano di siffatta autorità : il che doveva ine-
vitabilmente avvenire, data che si ebbe ad ognuno
la facoltà di interpretarli a sua posta . - Di qui
la privata coscienza di ciascheduno fatta u-
nica guida e norma morale , rigettando ogni
altra regola dell'operare : di qui opposte opinioni
e sètte molteplici, che assai di sovente riescono
alle dottrine del naturalismo o del razionalismo .
Per la qual cosa , disperando ornai di tro-
varsi di accordo nelle dottrine , esaltano e com-
mendano l'unione fraterna nella carità . E ciò è
ben giusto ; giacchè tutti dobbiamo esser con-
giunti da carità vicendevole . Questo comandò so-
pra ogni altra cosa Gesù Cristo, e l'amarsi scambie-
vole volle che fosse il distintivo dei suoi seguaci . Ma
come mai una carità perfetta potrà congiungere
i cuori, se la fede non abbia fatti concordi gli
spiriti ? - Egli è per questo che molti fra coloro
di cui parliamo, di sano giudizio e bramosi di
verità, ricercarono nel cattolicismo il sentiero si-
curo della salute ; bene avvisando di non poter es-
sere uniti a Gesù Cristo siccome a capo, se non fos-
sero uniti insieme al corpo di lui, che è la Chiesa
nè poter conseguire la vera fede di Cristo , men-
tre ripudiavano il legittimo magistero affidato a
Pietro ed a' suoi successori . Ravvisarono cioè costoro
attuato nella Chiesa Romana il tipo ideale della
vera Chiesa, agevolmente riconoscibile nei con-
trassegni appostile da Dio fondatore ; e però fra
essi non pochi si noverano, uomini assennati e
d'ingegno acutissimo a indagare le antichità, i
quali con egregi scritti illustrarono la non inter-
rotta successione apostolica della Chiesa Romana,
l'interezza in lei dei dommi, la costanza della sua
disciplina .
L'appello ai protestanti .
Innanzi ad esempi siffatti, più col cuore che con
la parola facciamo appello a voi, o fratelli Nostri .
che già da tre secoli siete da noi discordi circa la
fede di Cristo, e a voi altresì quanti siete, che
successivamente poscia per qualsivoglia motivo vi
separaste da Noi : Incontriamoci tutti nell' unità -
della fede e della cognizione del Figliuolo di Dio (1) .
A questa unità, che mai non venne meno alla
Chiesa cattolica, nè per veruna guisa può venir
meno giammai, lasciate che Noi vi invitiamo e
con intenso amore vi porgiamo la destra . Voi la
Chiesa, madre comune, già da lunga ora a sè ri-
chiama ; voi, con fraterna brama tutti i cattolici
aspettano, perchè santamente con Noi onoriate
Iddio, stretti nella professione di un solo Evangelo,
di una sola fede, di una sola speranza, in carità
perfetta.
I consigli ai cattolici .
A compiere le armonie della desideratissima
unità, Ci rimane d' indirizzarci a coloro, quanti
mai sono per tutto il mondo, alla cui salvezza già
da tempo Noi consacriamo solleciti e pensieri e
cure : vogliamo dir dei cattolici, i quali per la fede
romana che professano, sono ad un tempo e sog-
getti alla Sede Apostolica, e congiunti con Gesù
Cristo . Certo non sono essi da esortare alla vera
e santa unità, essendone già, per benignità divina,
partecipi ; sono però da ammonire che, all'ingros-
sare da ogni banda i pericoli, non lascino perdere
per trascuranza ed inerzia quel grandissimo dono
di Dio . - Al quale scopo conviene che piglino la
giusta norma del pensare e dell'operare da quegli
insegnamenti che Noi stessi demmo altre volte o
a tutte insieme le Nazioni cattoliche o partita-
mente ad alcune di esse : e sovratutto pongano a
sè stessi questa legge, di ubbidire in ogni cosa al
magistero e all'autorità della Chiesa, non con re-
strizioni e con peritanza, ma con tutto l' animo
e con volere pienissimo .
(1) Nella liturgia di S . Basilio.
(1) Eph . iv, 13.

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Il vero concetto della libertà
della Chiesa .
Nel che riflettano quanto sia pernicioso all'unità
cristiana quell' errore che sotto diverse forme di
opinare ha ottenebrato in molti, anzi pur cancel-
lato, il carattere essenziale e la nozione vera della
Chiesa . Imperocchè per volere e disposizione di
Dio che la fondò, essa è società perfetta nel suo
genere ; la quale ha per ufficio suo proprio di am-
maestrare l' umana famiglia nei precetti e negli
insegnamenti evangelici, e col tutelare la santità
dei costumi e l'esercizio delle virtù cristiane, con-
durla a quella felicità che a ciascuno è proposta
nel cielo . E poiche, come si disse, è società per-
fetta, per ciò stesso ella ha un principio di vita
tutto suo proprio, non attinto al di fuori, ma in-
sito provvidenzialmente da Dio : per la ragione
medesima è innata in lei la podestà di far leggi,
e nel farle non devo dipendere da veruno ; quindi
è anche dovere che ella sia libera nelle altre ragioni
di sua competenza . La quale libertà non è però
così fatta, che debba dar luogo a rivalità : giacche
la Chiesa non è ambiziosa, nè mossa da mira al-
cuna particolare ; ma questo vuole, questo è l'u-
nico suo proposito, mantener negli uomini i do-
veri delle virtù, e provvedere per tal guisa all'e-
terna loro salute . Però fu sempre costume di lei
porgersi maternamente arrendevole e indulgente ;
anzi, per accomodarsi alle ragioni dei tempi, lascia
talvolta di usare i suoi diritti ; di che sono chiara
ed esatta prova i concordati . - Nulla è più
da essa alieno che invadere menomamente i
diritti dello Stato ; ma è pur giusto a sua
volta che rispetti lo Stato i diritti della Chiesa, e
ben si guardi di toccarne foss'anche una sol parte . -
Or, chi consideri la realtà delle cose, quale è l'an-
dare de' tempi? È un continuo sospettar della
Chiesa, disdegnarla, odiarla, astiosamente calun-
niarla ; e ciò che è più grave, si studia ogni arte,
si tenta ogni mezzo di asservirla alla potestà dei
Governi . Di qui l'averla spogliata dei propri averi,
e ristrettane la libertà : di qui frapposte difficoltà
all'educazione dei chierici : leggi di eccezionale
severità sancite contro del clero : disciolti e proi-
biti i sodalizi religiosi, sì valido presidio della
Chiesa : breve , rinnovate con più asprezza, le
massime e il procedere de' Regalisti . Questo altro
non è che violare i diritti sacrosanti della
Chiesa : onde immensi danni derivano alla società
civile, siccome da cosa apertamente opposta ai
divini consigli . - Iddio infatti , sovrano autore
dell'universo, che con provvidenza somma prepose
all'umana società la potestà civile e l'ecclesiastica,
volle bensì che esse restassero distinte . non le volle
per altro separate, nè in conflitto fra loro . Che
anzi, come il volere di Dio medesimo, così il co-
mun e vantaggio dell'umano consorzio richiede as-
solutamente che la civile autorità nel reggere e
governare armonizzi coll'ecclesiastica . Quindi ha
i suoi diritti e doveri lo Stato ; ha i suoi pari-
menti la Chiesa ; ma fa duopo che l'uno all'altra
sia legato col vincolo della concordia . - Così nei
rapporti della Chiesa e dello Stato avrà fine quella
tensione, che al presente li turba, improvvida per
molti capi e deplorata da tutti i buoni . Simil-
mente si otterrà che, non confuse nè separate le
ragioni di entrambi, rendano i cittadini a Cesare
ciò ch'è di Cesare, a Dio ciò ch'è di Dio .
La massoneria, ecco il nemico!
Del pari corre gran rischio l'unità religiosa per
fatto della setta massonica ; la cui forza funesta
pesa già da gran tempo sulle nazioni special-
mente cattoliche . Favorita dalle torbide contin-
genze dei tempi, e fatta ardimentosa dalle cre-
scenti suo forze e dai successi, si briga a tutto
potere di rassodare ed allargare vieppiù il proprio
dominio . E già dai nascondigli e dagli agguati
trasse all'aperto, e, quasi a sfidare Iddio, insediossi
in questa medesima Roma, metropoli del cattoli-
cismo . E il peggior danno si è, che dovunque mette
il piede, si intrude in tutti gli ordini, in tutte le
istituzioni sociali, mirando di avere in sua mano
e signoreggiare ogni cosa . Danno in verità fune-
stissimo : imperocchè è palese sì la malvagità
delle opinioni di lei, sì la nequizia dei suoi dise-
gni . Sotto le mostre di rivendicare i diritti del-
l'uomo e ristorare la civil comunanza, assale da
nemica il cristianesimo : ripudia la rivelazione ; i
doveri religiosi : i sacramenti divini ed ogni cosa
più augusta vilipende come superstizioni ; al ma-
trimonio, alla famiglia, alla educazione della gio-
ventù, ad ogni disciplina privata e pubblica si
argomenta di strappare l' impronta cristiana, e
svellere dal cuore dei popoli ogni riverenza alla
autorità umana ed alla divina . Proclama il culto
della natura, e che unicamente ai principii di questa
debbasi misurare e regolare la verità, l'onestà, la
giustizia . Per tal modo, come manifesto, l'uomo
viene pressoche risospinto ai costumi del vivere
gentilesco, e questo pei raddoppiati allettamenti
più corrotto ancora . - Benchè su tal materia ab-
biamo altre volte alzata energicamente la voce,
sentiamo nondimeno il dovere dell'Apostolica vi-
gilanza d'insistere tuttavia, inculcando ognor di
vantaggio, che in pericolo così grave non vi ha
cautela che basti . Che Iddio benedetto confonda
i nefarii propositi ; ma vegga il popolo cristiano e
comprenda doversi scuotere pur una volta il giogo
indegnissimo della setta : e lo scuotano più riso-
luti quei che più ne risentono l' oppressione, i
popoli cioè d'Italia e di Francia . Con quali argo-
nienti meglio possano riuscirvi, fu già additato da
Noi m; edesimi nè si può dubitare del trionfo, chi
confidi in quel duce, di cui è sempre viva quella
parola divina : Io vinsi il mondo (1) .
I vantaggi dell'unità della fede .
Rimosso l'uno e l'altro pericolo, ricondotti al-
l'unità della fede gli Stati e le Nazioni, quale se
ne coglierebbe rimedio efficace ai mali e abbon-
danza di beni! Tocchiamone i principali .
Riguarda il primo la dignità della Chiesa e l'a-
zione sua ; infatti riavrebbe ella il grado di onore
dovutole, e ministra della verità e della grazia
evangelica, correrebbe non osteggiata e in sicura
libertà il suo cammino , con frutto sommamente
profittevole alle nazioni . Giacchè destinata da Dio
guida e maestra agli uomini, essa è in grado di
prestare il più efficace concorso nel moderare a
comune utilità le più gravi trasformazioni dei
tempi, risolvere a dovere i più complicati problemi
sociali e promuovere la rettitudine e la giustizia,
basi inconcusse degli Stati .
(1) Ioan. XVI, 33 .

1.8 Page 8

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La pace armata .
Ne seguirebbe inoltre un legame di più stretta
unione fra i popoli, più che mai desiderabile nella
età nostra, affine di scongiurare gli orrori della
guerra . - Ci stanno dinanzi agli occhi le condi-
zioni d'Europa . Già da molti anni si vive in una
pace più apparente che reale . Colte da inutili so-
spetti, quasi tutte le nazioni travagliansi nella gara
febbrile degli armamenti . La inesperta gioventù,
lungi dalla vigilanza e direzione paterna , viene
sospinta in mezzo ai morali pericoli della vita
militare : nel fiore degli anni e delle forze, eccola
dalla coltura dei campi, dai buoni studii, dai ne-
gozi, dalle arti, costretta alle armi . Quindi esausti
per enormi dispendii gli erarii, stremate le ric-
chezze nazionali, scadute le fortune private : e questo
stato di pace armata è divenuto omai intollerabile .
È forse tale da natura la condizione del civile
consorzio ? Ma pure uscire di questo stato e con-
seguire pace vera non è possibile se non per be-
neficio di Gesù Cristo . Imperocchè a raffrenar
l'ambizione, la bramosia dell'altrui, la rivalità, che
sono appunto le faci più possenti di guerra, nulla
è più valevole delle virtù cristiane e anzitutto
della giustizia : egli è mercè di questa, che si
mantengono intatti i diritti di ciascuna nazione e
la santità dei trattati, e durano stabili i vincoli
della fratellanza umana, scolpita negli animi quella
verità che la giustizia fa grandi le nazioni (1) .
Le minacce del socialismo .
Nè altrimenti che al di fuori si avrà in seno
agli Stati una salvaguardia del pubblico bene,
assai più sicura e valida che non si ha dalle leggi
e dalle armi . Non è chi non vegga, come ogni dì
crescano minacciosi i pericoli alla sicurezza e tran-
quillità pubblica, mentre purtroppo la frequenza
di fatti atroci è testimonio elle le sètte sovversive
vanno cospirando a rovina e distruzione di tutto .
Si dibatte con gran calore una doppia questione
la questione sociale, e la politica . Amendue senza
fallo gravissime : e avvegnachè a deciderle con
sapiente giustizia si rechino in mezzo lodevoli studii
e temperamenti e prove, nulla per altro tornerà
più giovevole all'uopo, che educare le moltitudini
al sentimento retto del dovere, per interno prin-
cipio di fede cristiana . - Della causa sociale
trattammo già di proposito in questo senso , or
non è molto, traendo i principii dal Vangelo e
dalla ragione naturale . - Per la questione politica,
che si agita, affin di conciliare la libertà coll'au-
torità, le quali da molti sono confuse nell'idea e
troppo peggio separate nel fatto, opportunissimo
aiuto si può attingere dalla rivelazione . Giacchè,
posto e universalmente riconosciuto cho in qua-
lunque forma di governo l'autorità viene da Dio,
tosto la ragione trova legittimo negli uni il diritto
di comandare, consentaneo negli altri il dovere
di obbedire, nè ciò disforme alla dignità personale,
perchè si obbedisce più veramente a Dio che al-
l'uomo : da Dio poi è intimato giudizio severissimo
a coloro che hanno coniando, ove non rappresentino
lui con rettitudine e giustizia . La libertà inoltre
degli individui non potrà essere sospetta nè invisa
a veruno, perchè, senza nuocere a chicchessia, la
sua azione non si allontanerà dal vero, dal retto,
da tutto ciò che è collegato colla pubblica tran-
quillità . - Per ultimo, se si rifletta a quel che
può la Chiesa, madre e conciliatrice dei popoli
(1) Prov. xiv, 34.
e dei principi, nata a giovar gli uni e gli altri
coll'autorità e col consiglio, sarà evidente allora
quanto rilevi a comune salvezza che le genti tutte
pieghino l'animo ai medesimi principii e alla pro-
fessione medesima della fede cristiana .
Un nuovo ordine di cose :
A queste cose Noi ripensando con accesissimo
desiderio, scorgiamo da lungi il nuovo ordine di
cose che regnerebbe per tutto, e sentiamo la più
soave giocondità in contemplare i beni che ne
verrebbero . Appena può immaginarsi qual felice
avanzamento di ogni grandezza e prosperità si
avrebbe subitamente per ogni dove , ricomposte
le cose a tranquillità e pace, promosse le nobili
discipline, e, inoltre, costituite cristianamente o
moltiplicate secondo i documenti Nostri, società
di agricoltori, di operai, d'industriali, per mezzo
delle quali sia repressa l'usura vorace, ed ampliato
il campo alle utili fatiche .
La propagazione della civiltà cristiana .
La copia di cotali beneficia non resterebbe poi
circoscritta ai confini dei popoli civili e colti,
sibbene, a guisa di ricchissimo fiume, largamente
si spanderebbe . Perchè non è da dimenticare ciò
che da principio toccammo, che genti innumerevoli
già da lunghi secoli aspettano chi loro arrechi
lume di verità e di civile coltura. Egli è certo che,
quanto si attiene all'eterna salute delle Nazioni,
i consigli della mente divina sono di gran lunga
rimoti dall'umana intelligenza : tuttavia, se per
varie regioni della terra è ancora così diffusa la
infelice superstizione, è da accagionarne in parte
non piccola i dissidii insorti in fatto di religione .
Invero, per quanto è dato alla ragione umana di
argomentar dagli eventi , la missione da Dio
affidata all'Europa sembra esser questa, di venir
propagando per tutta la terra la civiltà cristiana .
Gli inizi e i progressi di sì magnifica impresa,
laboriosamente condotti dalle passate età, corre-
vano ai più lieti incrementi, quando nel secolo
sedicesimo d'improvviso scoppiò la discordia . Scissa
la cristianità per dispute e
l'Europa per le contese e le
gduiesrsreen,sinoeniriisesnftiibrroantoa
le sacre missioni il contraccolpo funesto . Ora,
perdurando le cause della discordia, qual mara-
viglia che tanta parte degli uomini soggiaccia
schiava di barbari costumi e di riti insani ? Ado-
periamoci dunque tutti con pari impegno a re-
staurare pel bene comune P antica concordia . A
tal uopo e a dilatar largamente i benefizi della
religione cristiana volgono opportunissimi i tempi ;
giacchè il sentimento della fratellanza umana non
arai per innanzi penetrò più profondo negli animi, e
non si vide in alcuna età l'uomo andar in cerca
con più studio de' suoi simili, affin di conoscerli
e giovarli . Si travalica con incredibile celerità
tratti sterminati di terre e di mari ; onde mol-
tissime le agevolezze, non solo al traffico ed alle
ricerche della scienza, ma a spargere altresì, dal-
l'orto all'occaso, la parola di Dio .
In chi si appoggi la speranza del Papa .
Non ignoriamo quanto lunga e ardua opera ab-
bisogni a ricostituire il vagheggiato ordine di cose :
nè forse mancherà chi giudichi eccessivo le No-
stre speranze, siccome di cose più da desiderare
che non da attendere . Ma Noi riponiamo ogni
speranza, ogni fiducia in Gesù Cristo Salvatore

1.9 Page 9

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dell'uman genere, troppo bene rammentando quali
e quanto grandi cose riuscirono già per stoltizia
della Croce e della sua predicazione, a stupore
e confusione della mondava sapienza. - Scon-
giuriamo in particolare Principi e governanti, ap-
pellando alla lor civile prudenza e alla loro amo-
rosa cura dei popoli, che vogliano ponderare se-
condo verità i Nostri consigli, e col favore della
loro autorità secondarli . Se una parte sola si rac-
cogliesse dei frutti desiderati, non sarebbe da
recarsi a piccolo beneficio in mezzo a così grande
universale decadimento, quando all'insopportabile
peso del presente va compagna l' apprensione
del futuro .
La fine del passato secolo lasciò l'Europa stanca
di rovine e trepidante per rivolgimenti . All' op-
posto, il secolo che volge al tramonto, perche non
dovrà trasmettere in retaggio all' uman genere
auspicii di concordia, colla speranza degli inesti-
mabili beni che nell' unità si contengono della
fede?
Conclusione .
Iddio ricco in misericordia, in potestà del quale
sono i tempi ex momenti, arrida ai voti Nostri ed alle
Nostre brame, e s'affretti a concederci per somma
benignità l'adempimento di quella promessa di
Gesù Cristo, sarà un ovile solo ed un solo pastore
Fiet unum ovile et unus pastor (1) .
Roma, presso San Pietro, 20 Giugno 1891, de-
cimosettimo del Nostro Pontificato .
LEONE PP . XIII .
COMMEMORAZIONE DI DON BOSCO
E
OMAGGIO A DON RUA
CAro e giocondo torna ogni anno al no-
stro cuore il giorno 24 giugno, festa di San
Giovanni Battista, in cui con solenni Acca-
demie nel nostro Oratorio di Torino si com-
memora la veneranda memoria dell'indimen-
ticabile nostro Padre Don Bosco e si porge
filiale omaggio di stima e di affetto al suo
successore Don Michele Rua . A queste Ac-
cademie assistono gran numero di amici e
di benefattori delle Opere Salesiane ; ed in
questa occasione abbiamo pure il piacere di
vedere ritornare festanti tra le mura della
nostra Casa-Madre molti antichi allievi del-
l'Oratorio e d'altri Collegi Salesiani, prove-
nienti ora da ogni paese e coll'aureola quali
da Canonico o da Parroco, quali da Profes-
sore, Medico od Avvocato e quali da distinti
artisti .
(1) IOAN. X, 13.
*
La sera del 23 giugno si tenne la prima
Accademia . Verso le otto , nel cortile più
ampio dell'Oratorio, parato a festa con bello
bandiere e graziosa luminaria, già stavano
ordinatamente disposti, di fronte al palco
preparato per Don Rua, i giovanetti ed i
numerosi invitati . In mezzo, fra questi e quello
eravi una lunga tavola ammantata, su cui
facevano bella mostra artistici lavori ese-
guiti dai nostri artigianelli, nonchè varii re-
gali che generosi benefattori vollero presen-
tare al successore di Don Bosco : fra gli
altri nomineremo due grossi candelieri di
bronzo dorato, dono degli antichi allievi, per
la chiesa di Maria Ausiliatrice ; due buoni
harmonium offerti uno dall'egregio signor
Graziano Tubi di Lecco con preghiera che
venisse destinato per la cappella dei leb-
brosi di Agua de Dios, e l'altro dal distinto
signor Giuseppe Mola di Torino, pel quale
fu subito trovato un posto in una povera
cappella salesiana ; una cassetta contenente
tutto l'occorrente per la celebrazione della .
S . Messa e l'amministrazione dei SS . Sacra-
menti, per i nostri Missionari ; un bel Croci-
fisso di metallo del signor Eugenio Goffi di
Torino ; una pianeta bianca, lavoro dello
Suore di Maria Ausiliatrice di Nizza Mon-
ferrato , ed altri oggetti di minor impor-
tanza (1) .
All'arrivo di Don Rua, la banda dell'I-
stituto giocondamente intuonò una marcia .
trionfale, a cui fece eco sì fragoroso scoppio
di voci e di mani, che l'aria stessa intorno
ne sembrava trasalire d'infinito piacere .
Assiso Don Rua fra un'eletta corona di
amici e di cospicue persone, si cominciò ad
attuare l'ordinato programma coll'esordire -
dall'inno di circostanza, cantato da circa .
300 voci con accompagnamento di banda .
La poesia è del Sac. G . B . Lemoyne , la
musica del M .° G . Dogliani . - Quest'inno, .
dice il Corriere Nazionale, - è una vera,
inspirazione - e l'Italia Reale - un lavoro
in cui l'arte ed il genio diedero larga mani-
festazione ; e la Sveglia della Romagna, in una
corrispondenza di un amico che ci onorò in
quei giorni di sua cara presenza, lo chiama,
un bel capo d'arte musicale condotto con
fino gusto ed intelligenza ., a somiglianza di
una bella miniatura, in cui si vede nè tutto
(1) Altri buoni signori, continuando la bella usanza=
incominciata con Don Bosco, mandano i loro regali
al suo Successore nella circostanza della festa di Maria
Ausiliatrice. Talora vi è chi pensa a provvedere qual-
che paramento necessario, chi manda la spesa della,
cera che si consuma in quel giorno, e chi toglie in
parte ai nostri superiori la briga di pensare a tutto
il pranzo de' nostri giovanetti . Tra questi benefattori
vi è il gentil Cav. Antonio Verra di Carmagnola, il
quale quest'anno, cadendo la festa di venerdì, ci fece
pervenire un trecento scatole di sardine . Si abbiano
questi buoni signori i nostri più sentiti ringrazia-
menti .

1.10 Page 10

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chiaro, né tutto oscuro, nè tutto vivace, nè
tutto languido, ma bensì un'accolta di pan-
neggiamenti e tinte da far risultare un sog-
getto bene armonizzato . L'effetto prodotto in
tutti fu sorprendente .
All'inno tennero dietro le recite ora in
versi ed ora in prosa, in lingua italiana, la-
tina, francese, spagnuola, portoghese, te-
desca, polacca, tutto insomma le lingue par-
late nei paesi ove sonvi Case salesiane, in-
tercalate a quando a quando da lieti canti
e da allegre sinfonie eseguito dalle due
scuole di musica e di canto, interne ed e-
sterno . Fra i varii componimenti ci fecero
molta impressione quelli recitati dai chierici
venuti dal Brasile per compiere a Roma i
loro studii . Col cuore pieno di gratitudine
essi ringraziavano Don Bosco e Don Rua ,
che hanno rivolto lo sguardo anche al loro
paese, e specialmente agli infelici selvaggi
del Matto Grosso, tra i quali stan per inol-
trarsi i Missionari Salesiani ; e nell'entu-
siasmo della gioia che essi provavano nel
poter conoscere personalmente un loro sì
grande benefattore, invitavano il nostro Su-
periore Don Rua a voler fare un viaggetto
al Brasile, affin di recare a tanti loro fra-
telli il desideratissimo piacere di potergli
baciare teneramente la mano in segno della
più sentita riconoscenza .
Parlò infine Don Rua, e la sua parola,
benchè esile ed all'aria libera, si potè tut-
tavia sentire da tutti i congregati . Egli rin-
graziò quanti avevano concorso al buon esito
dell'Accademia, cantori, musici, poeti e pro-
satori, ed ebbe parole carissime e lusinghiere
pei buoni Brasileni . Attirando poi gli sguardi
di tutti alla tavola dei doni , ringraziò e di
cuore quanti Benefattori ebbero il felice pen-
siero di mandargli o pubblicamente o priva-
tamente qualche regalo, qualche soccorso
per le Opere Salesiane ; e finì coll'assicurare
che all'indomani avrebbe celebrata la santa
Messa per questi e per quelli, implorando
da Dio su tutti copiose benedizioni spiri-
tuali e temporali .
All'indomani, 24 giugno, le funzioni nella
chiesa di Maria Ausiliatrice si celebrarono
colla maggior pompa possibile, come nelle
principali solennità dell'anno . Le numerose
Comunioni generali delle 5 1/2 e delle 7 fu-
rono indirizzate a suffragare la bell'anima
del compianto Don Bosco e ad implorare su
Don Rua i necessari lumi celesti per reggere
la Pia Società Salesiana .
Alla sera, e mezz'ora prima del giorno
precedente, fuvvi altra imponente Accade-
mia . Sul palco presidenziale campeggiava
l'amabile figura di Don Bosco, ed i compo-
nimenti erano diretti specialmente a comme-
morare la venerata sua memoria . In prosa
ed in poesia, ed in svariatissime lingue , si
pianse e si inneggiò all'incomparabile nostro
Padre, evocandone i grandi esempi lasciati .
affin di ritemprare al suo lo spirito nostro .
Si lessero un bel numero di telegrammi pro
venienti dai Comitati Salesiani e da varii
esimii Cooperatori, che a noi si associavano
nel festeggiare Don Rua e Don Bosco ; si
presentarono a Don Rua alcune belle foto--
grafie in grande formato, che i signori del
Comitato Salesiano Milanese gli vollero pren-
dere quando si recò in quella città a pre-
siedere alla festa di Maria Ausiliatrice ; am-
mirammo uno splendido Num ero Unico illu-
strato che l' Unione di Bologna fece uscire
in quello stesso giorno col titolo : Una Gloria
Italiana, ossia Don Bosco e le sue Opere ; e
di cuore applaudimmo a chi venuto da lon-
tano per assistere a queste nostre feste, dopo
aver con versi pieni di venustà e di brio
inneggiato a Don Bosco ed all'Opera Sale-
siana, invitò tutti i signori presenti a soc-
correre quest'Opera stessa con un piccolo
biglietto da cinque lire, dandone egli tosto
l'esempio col rassegnarne di presenza uno
da cento nelle mani di Don Rua . In questa
seconda Accademia vi fu pure una nota molto
patetica che strappò lagrime di compassione
a più d'uno, e questa si deve a quei cari
giovani polacchi, che, per assecondare la ge-
nerosa loro vocazione, debbono abbandonare
il tetto natio ed esulare dalla patria ; nè vi
mancò la nota allegra dell'antico bravo me-
nestrello dell'Oratorio, il sempre piacevole
signor Carlo Gastini .
Pose termine alla nostra festa Don Rua .
Animò anzitutto i buoni Polacchi , pei
quali disse essere sempre aperte le porte
delle Case Salesiane, a voler corrispondere
alla grazia del Signore, a fin di poter ren-
dersi capaci di apportare un giorno qualche
vantaggio alla tribolata loro patria ; esortò
i giovanetti dell'Oratorio e degli altri Col-
legi Salesiani a voler, quando debbono ab-
bandonare le Case Salesiane, dare il loro
nome al Comitato degli Antichi Allievi di
Don Bosco, per essere così sempre in qual-
che modo legati a quella Pia Società, da
cui ricevettero la prima educazione e per
cui nutrono tanta riconoscenza ; ed infine
richiamando il grido più volte in quella
sera ripetuto di : Viva Don Bosco! « Sì, disse,
facciam sempre vivere Don Bosco in mezzo
a noi, imitando noi tutti i suoi santi esempi,
praticando le sue belle virtù, affinchè tutti
quelli che ci vedono, tutti quelli che hanno
da trattare con noi, e nelle Case Salesiane,
e fuori di esse, tutti possano dire di noi : Son
veramente figli di Don Bosco! »

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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GLI ANTICHI ALLIEVI
DI DON BOSCO
Nello scorso giugno si compivano venti-
cinque anni, dacchè questi bravi signori usciti
dal nostro Oratorio di Torino, a cui più
tardi si associarono eziandio quelli stati edu-
cati in altri Collegi Salesiani, si erano uniti
come in un Sodalizio di gratitudine e di
amore per festeggiare, finchè fu in vita, il
loro e nostro Padre Don. Bosco, e per ricor-
dare la venerata sua memoria, dopo che il
Signore lo chiamò all'eterno guiderdone, pre-
sentando ogni anno qualche eletto dono al
suo Successore Don Michele Rua in atte-
stato del lor cuore riconoscente e dell'inal-
terabile loro affetto all'Istituto Salesiano . E
quest'anno la loro filiale dimostrazione riuscì
più che mai solenne e cara a Don Rua ed
ai primarii nostri Superiori .
La mattina del 24 giugno, alle 9 precise,
una numerosa rappresentanza di loro entrava
nell'Oratorio, preceduti dalla nostra banda
musicale ed accolti con fragorosi applausi
dai nostri allievi .
Nel cortile interno, di fronte alla porta,
leggevasi a grossi caratteri la seguente iscri-
zione dettata dal Prof . Alessandro Fabre
NEL 1870
S'INIZIAVA LA CARA PRATICA
CHE
GLI ANTICHI ALLIEVI DEL SALESIANO ORATORIO
VI TORNASSERO OGNI ANNO
A PORGERE l'OMAGGIO DELL'AFFETTO E DELLA RICONOSCENZA
ALL'AMATISSIMO PADRE
DON GIOVANNI BOSCO
OGGI 24 GIUGNO 1894
SOLENNIZZANDO
IL 25° ANNO DI LORO DIMOSTRAZIONE
VI RECANO L'OMAGGIO
E LA PROTESTA D'INDEFETTIBILE AFFETTO
ALLO SPIRITO ED ALLE OPERE SALESIANE .
Entrati in apposita sala e ricevutovi cor-
dialmente Don Rua, gli presentarono il bel
regalo che, quest'anno facevano per la chiesa
di Maria Ausiliatrice, consistente, come già
dicemmo, in due grossi candelieri di bronzo
dorato . Poscia s'alzò il Prof . Dott . Teol . An-
tonio Rossi, e così prese a dire
« Or son venticinque anni che una eletta schiera
di alunni usciti da questo caro Istituto con lode-
vole intento si accinse a solennizzare ogni anno
l'onomastico del comun Padre D . Bosco . Bella e
plausibile era certamente l'idea ; pure in sul
principio aveva del difficile ed arrischiato ; nè
invero mancarono ostacoli di vario genere alla
stia attuazione ; tra cui non ultimo era la diffi-
coltà di radunare individui disseminati nelle varie
parti della Penisola ed in terra straniera . Ma
Poca favilla gran fiamma seconda,
e questa generosa iniziativa, inspirata a nobili e
magnanimi sentimenti, si ebbe la benedizione del
Cielo ; sicche andò di anno in anno prendendo
sempre maggiori proporzioni, ed ora è lieta di
poter festeggiare le sue nozze d'argento coll'in-
tervento di un numero sì imponente di figli, che
fanno festevole corona al loro compianto Bene-
fattore nella persona del degno suo Successore
D . MICHELE RUA .
» E questo riunirci in una manifestazione piena
e sincera, questo consenso spontaneo, questa no-
bile gara di raccoglierci in un pensiero gentile,
questo sentimento, che quanti e della patria no-
stra e di altre regioni uscirono da queste sacre
mura penetra e comprende, hanno una ragione
intima che li consiglia, che li persuade , che li
impone? Sì, perche essi sono l'espressione più
pura e perfetta di quell'amore e di quella rico-
noscenza che qui si rivela e si afferma solenne-
mente ; sono la voce di uno stuolo di baldi gio-
vani, che a pieno cuore e con fronte alta, nella
simpatica solennità di questo auspicato giorno fe-
steggia l'onomastico di un Padre , di un Bene-
fattore, di Colui che i secoli chiameranno Grande,
Santo, e invidieranno a noi la sorte di essere stati
suoi figli nel Signore . »
Quindi prendendo il testo evangelico : Fuit
homo missus a Deo, cui nomea erat Ioannes ,
tessè un lungo, erudito ed elaborato discorso,
tratteggiando Don Bosco come l'uomo della
Provvidenza, l'uomo dei tempi da Dio man-
dato a rigeneratore e ristoratore della mo-
derna civil società, ad evangelizzatore delle
genti e sopra tutto ad apostolo della gioventù
ed a propagatore della carità di Cristo . Fu
varie volte interrotto da universali applausi .
Dopo si lesse l'elenco degli aderenti, disse
entusiastiche parole di circostanza il signor
Carlo Gastini, e rispose infine a tutti Don
Rua, encomiando la costanza dei primi or-
ganizzatori di questa dimostrazione , che
omeri, dopo soli venticinque anni, divenne
una vera festa del cuore, e lodando il felice
pensiero di porre due candelieri a' piedi del-
l'altare di Maria Ausiliatrice, sui quali ar-
deranno perpetuamente le fiaccole del loro

2.2 Page 12

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affetto e della loro riconoscenza a Maria ed
a Don Bosco .
Col grido di Viva Don Bosco ! Viva Don
Rua ! Viva la Pia Società Salesiana! si chiuse
la filiale dimostrazione degli Antichi Allievi,
i quali dipoi ordinatamente si recarono a
Valsalice a portare una corona ed a pregare
sulla tomba dell'amatissimo Don Bosco .
Questi nostri buoni amici, per invito di
Don Rua stesso , si raccolsero nuovamente
nell'Oratorio, parte il mercoledì 27 giugno e
parte la domenica 1° luglio .
Nella sala, ove si trovavano a lieta mensa
con Don Rua e coi primarii nostri Superiori,
leggevasi la seguente iscrizione pure dettata
dal Prof. Alessandro Fabre
RINNOVIAMO GLI EVVIVA
O
AMICI
NEL 25° ANNIVERSARIO
DACCHÈ DIMOSTRIAMO
COLLA PRESENZA COLLE PAROLE COLLE OPERE
CHE NON INVANO
SIAMO STATI DISCEPOLI
DON BOSCO DEL BEN AMATO
E DICIAMO A DON RUA
COME CARA CI SIA LA MEMORIA
civil consorzio . Amore adunque ed amore ricono-
scente verso questi nostri precettori ; amore che
si effonda in atti di ringraziamento tanto più vivi
ed intensi quanto più preziosi sono i benefizi che
ne abbiamo ricevuto ; amore che goda delle loro
gioie e pianga de' loro dolori ; autore che esalti il
loro nome, magnifichi la loro carità, glorifichi l'opere
loro . Amore finalmente operoso che si espanda in
atti di zelo al fine altissimo di condurre loro
nuovi figli, acciocchè essi possano saziare l'ardente
desiderio onde si stru*ggono di spandere sopra i
sitibondi le acque salutari della cristiana educa-
zione e dicono al mondo tutto
La nostra carità non serra porte
A giusta voglia, se non come quella
Che vuol simile a sè tutta sua corte .
» E voi, benemeriti, « Non vi spaventi dal be-
neficare gli uomini la ingratitudine di molti ; per-
chè oltre che il beneficare per se medesimo senza
altro obietto è cosa generosa e quasi divina, si ri-
scontra pure benedicendo talvolta in qualcuno sì
grato, che ricompensa tutte le ingratitudini degli
altri » (Guicciardini - Ricordi) .
» Ed il grido entusiastico di : W. Don Bosco!
W . Don Rua ! W. la Società Salesiana ! sia il com-
pendio di tutto quell'affetto e di tutta quella
gratitudine che innonda l'animo nostro , ne sap-
piamo convenientemente esprimere, e l'eco spon-
tanea e sincera di quella turba innumerevole di
altri figli che sono sparsi dall'uno all'altro polo,
dall'uno all'altro mar . »
DEGLI ANNI VISSUTI
NELL'ORATORIO SALESIANO.
Nell'uno e nell'altro giorno si pronunzia-
rono brindisi e discorsi bellissimi, tutti espri-
menti l'ineffabile gioia che si provava nel
ritrovarsi con tanti antichi amici ed in quel
sacro recinto che ricorda tante care memorie
e di Don Bosco e dei più begli anni della
vita . Il Prof. Dott . Teol . Rossi rilesse il suo
forbito discorso, che così terminava
« Amici! Lungi dal tetto natio, obbligati a sot-
tostare alle vicende dell'umana fortuna, balzati
in mezzo alle miserie che sono il retaggio de' figli
d'Eva, oh ! quanto deve esserci di conforto ritor-
nare sovente col pensiero tra queste mura di be-
nedizione, che ci accolsero nella primavera di
nostra vita . Narra Quinto Curzio che Alessandro
Magno pronunciasse queste memorande parole
« Al padre mio vado debitore di vivere, ma al mio
precettore di ben vivere . » Eppure il grande Ma-
cedone non ebbe, e non poteva avere, dal Mae-
stro di color che sanno, che una educazione pu-
ramente pagana . Quanto più a ragione adunque
la stessa cosa possiamo ripetere noi, che da questi
amati padri e maestri ebbimo l'avviamento agli
studi, alle ecclesiastiche, civili, militari, profes-
sionali carriere ; dalle quali ricaviamo un onesto
sostentamento ed occupiamo un onorato posto nel
Grande consolazione recarono al nostro
cuore queste cordialissime feste . Egli è certo
per noi un gran conforto vedere questi no-
stri Antichi Allievi, che, già avanzati negli
anni, già lunga la barba e di pel bianco mista,
elevati nelle cariche e nelle dignità del ci-
vile consorzio, conservano tuttavia viva
la riconoscenza nel loro cuore verso di Don
Bosco e della Pia Società Salesiana ed ogni
anno vanno vieppiù stringendo con noi i
legami di una santa fratellanza . Oh ! li be-
nedica il Signore questi nostri cari amici ;
centuplichi quel po' di bene che essi vanno
facendo in mezzo alla presente travagliata
società, ed a noi dia di potere ancora per molti
e molti anni rivederli, aumentati di numero,
tra le mura del nostro Oratorio .
Qualche settimana dopo le nostre feste ,
l' Innocenza, bel periodico settimanale pei bimbi
buoni, edito dalla Ditta Speirani di Torino
al prezzo annuo di L . 3, a spiegazione del
bozzetto, che favoritoci noi pure riportiamo
nel presente numero, aveva il seguente ar-
ticoletto su Don Bosco

2.3 Page 13

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IL PICCOLO CATECHISTA .
NOTIZIE DEI MISSIONARI DI D . BOSCO
Un gruppo di sei ragazzini ascoltano, in aperta
campagna, la spiegazione del catechismo che fa
loro un compagno dallo sguardo intelligente e
dalla facile parola . Egli ha imparato presto e bene
a conoscere Dio e ad amarlo, e si studia di ispirare
a' suoi piccoli amici la divozione e il sentimento
del dovere, e lo fa così bene che i compagni sono
tutti attenti nello ascoltarlo .
Dio e gli angeli custodi, che assistono invisibili
alla scena gentile e bella , sorridono di compia-
cenza al piccolo catechista ed ai suoi amici ; egli
da povero contadino diverrà sacerdote, poi capo
di tanti ragazzini
che lo chiameran-
no tutti coi nomi
di padre, maestro,
amico ; un giorno
il suo nome sarà
conosciuto, amato
e stimato in tutto
il mondo ; quando
passerà tutti s'in-
chineranno per
baciargli la mano
e per ricevere la
sua benedizione,
e quando sarà
morto e Dio gli
avrà dato il pre-
mio eterno delle
sue gioje, tutti di-
ranno : era un san-
to !
Il piccolo cate-
chista è Don Bo-
sco , che avrete
sentito nominare,
e che un giorno,
quando conosce-
rete tutto il bene
che ha fatto, di-
rete anche voi
che era un uomo
grande, un vero
santo.
Quanto vuol be-
ne Dio ai bambi-
ni! Don Bosco
raccoglieva i ra-
gazzi per le vie e li istruiva, li accarezzava, li
divertiva, e, se non avevano più babbo o mamma,
li accoglieva in casa sua e dava loro tutto il ne-
cessario . Per questo Dio benediceva tutte le fa-
tiche di Don Bosco, ed egli potè fondare più di
centocinquanta case per fanciulli e per operai in
tutto il mondo .
Il piccolo catechista divenne un grande uomo,
etuoilbnchefoimparònquelbo
che si chiama il catechismo . Tenetevi caro questo
libriccino, imparatelo a memoria, studiatevi di
metterlo in pratica : sarete felici voi ed i vostri
genitori, e quando sarete alti saprete compiere
anche voi azioni belle e generose come Don Bo-
sco .
EQ UATORE
Stabilimento definitivo della Missione di Gualaquiza .
Mentre pubblicavamo la relazione del primo
viaggio d'esplorazione nel Vicariato di Men-
dez e Gualaquiza fatto dai nostri Missionari
dell'Equatore, i giornali di Quito ci annun
ziavano la par--
tenza di due Sa-
cerdoti e d ue
Catechisti Sale-
siani con tre ca-
pi d'arte, che da
quella capitale
si portavano a
Cuenca e di lì a
Gualaquiza per
istabilire defini-
tivamente la
Missione Sale-
siana a pro di
quegli Jivaros .
Essi conduce-
vano seco at-
trezzi per im-
piantare per ora
i laboratorii di
fabbri e falegna-
mi, indispensa-
bili per poter co-
struire la chiesa
e la casa neces-
saria .
In seguito a
questa parten-
za, in Cuenca,
Sigsig ed in tut-
te le popolazio-
ni di qualche
importanza po-
ste sul cammino di Gualaquiza si è suscitato
grande entusiasmo per la colonizzazione di
quel territorio, e molte famiglie dalla monta-
gna discendono a coltivare quei terreni pro-
digiosamente fertili, sicure di essere assi-
stite spiritualmente ed anche materialmente
dai Missionari .
Per la storia di questa Missione noteremo
di passaggio come D . Spinelli, il Sacerdote
Salesiano che si era recato a Gualaquiza
nel primo viaggio, fu colà una seconda volta
a celebrare cogli Jivaros le sante feste del
Natale . La gioia ch'egli ha provato in quei
santi giorni in mezzo a quei selvaggi è in-
dicibile .
Ora da Gualaquiza ci è pervenuta la se-
guente lettera : è la prima che riceviamo da
quel lontano paese .

2.4 Page 14

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-- IG3* -
EREZIONE DI UN MONUMENTO A D, GIOVANNI BOSCO
IN CASTELMUOVO D'ASTI
D . Giovanni Bosco . . . . ! Ecco l'uomo veramente grande : l'uomo conosciuto, stimato, ve-
nerato oramai in tutto il mondo . . . ! A lui plaude riconoscente un esercito bene ordinato
d i sacerdoti, salutandolo Fondatore della loro Pia Società : plaude uno stuolo di letterati,
di artigiani, proclamandolo Autore dell'onesta loro posizione : plaude un numero stermi-
n ato di giovanetti gridandolo Padre , Maestro : plaude Torino, l'Italia, la Francia, la
Spagna, l'Inghilterra, il Brasile, l'Argentina, la Patagonia, l'Equatore ... salutandolo
Apostolo della Gioventù .
Al grido di tante voci plaudenti si unisce Castelnuovo d'Asti, che gli diede i natali,
e con legittimo orgoglio lo saluta sua prima gloria civile e religiosa .
Ma i saluti non bastano : non bastano le parole : la memoria del Grande D . Bosco
deve rendersi imperitura con un Monumento nel suo paese natio, che sia degno delle sue
benemerenze .
Che l'iniziativa per questo Monumento tocchi ai Castelnovesi : che Castelnuovo, paese
di 3500 abitanti non possa da solo far fronte alla spesa occorrente, non occorre farne
discussione : e se qualcuno sorgesse ad interrogare sul perchè di un appello mondiale,
Castelnuovo -risponde : Si fa un appello mondiale, perchè mondiale fu Don Bosco, e mondiale
è l'Opera da Lui fondata .
Fidenti le Autorità Ecclesiastiche e Civili di Castelnuovo che questo progetto torni
gradito a tutti gli ammiratori del Grande Don Bosco, porgono a tutti la mano per strin-
gersi in fratellanza ad ottenere l'obolo di tutti quale attestato di stima, di riconoscenza
e di affetto al Benefattore comune .
A questo intento i Membri del Comitato a tal uopo costituitosi si pregiano di rendere
manifesto alla Signoria Vostra questo caldo appello ed il modo di far ricapitare le of-
ferte di quanti vorranno aderirvi .
COMITATO ESECUTIVO IN CASTELNUOVO D'ASTI .
Presidente : Sig . MUSSO AVVENTINO, Sindaco.
Vice-Vresidente : Monsignor GIO . BATTISTA ROSSI, Parroco .
Membri : Sig . PANGELLA LORENZO, Avv. e Consigliere Provinciale .
»
» CORBELLA GIUSEPPE, Assessore Comunale .
»
» MARCHISIO GIOVANNI, Assessore Comunale .
»
» BARGETTO GIOVANNI, Assessore Comunale .
»
» PILIPELLO GIUSEPPE, Assessore Comunale .
» Don GIOVANNI Turchi, Cav. Professore nel Seminario Vesc . di Bra .
» Sig . GAMONDI Cav . CESARE, impiegato in ritiro .
»
» CONTI Cav . AMEDEO, Geometra .
Segretario : Sig. PREDASSI FRANCESCO, Avv . e Notaio.
Sostituito : Sig. CoNTi DOMENICO, Segretario Comunale .

2.5 Page 15

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MEMBRI ONORARI .
Mons . DAVIDE dei Conti RICCARDI Arc . di Torino .
» Giov . BATTISTA BERTAGNA Vescovo titolare di Cafarnao .
» GIOVANNI CAGLIERO Vicario Apostolico della Patagonia .
» LUIGI LASAGNA Vescovo titolare di Tripoli .
Can. GIUSEPPE ALLAMANO Rettore alla Consolata - Torino .
Don MICHELE RUA, Rettor Maggiore dei Salesiani .
» CESARE CAGLIERO, Procuratore dei Salesiani - Roma
» STEFANO TrioNE, Prete Salesiano - Torino .
» ASCANIO SAVIO, Rettore al Seminario S . Gaetano - Torino .
Teol . MATTEO FILIPELLO, Curato di S . Francesco da Paola - Torino
Don ANTONIO ROVETTO, Vicario Foraneo di Rocca Canavese .
STEFANO FEBBRARO, Direttore Salesiano - Firenze.
» SECONDO MARCHISIO, Prete Salesiano - Borgo S . Martino Monferrato .
» GIOVANNI TURCHI, Prete Salesiano - Torino .
Collettori delle offerte a Castelnuovo d'Asti .
Illm° Sig. Musso AVVENTINO, Sindaco.
Revm° Monsignor Rossi Gio . BATTISTA, Parroco.
Negli altri paesi e città : d'Italia ed all'estero .
I Sacerdoti Salesiani ed i Parroci locali .
AVVERTE NzE_
1° Chiunque riceverà quest'appello è pregato di promuoverne la massima diffusione e cer-
carvi sottoscrizioni .
2° Le spese di spedizione si possono prelevare dall'importo delle offerte .
3° Le offerte si possono consegnare personalmente ai collettori, oppure spedire con Vaglia
o Cartolina-Vaglia . - Gli offerenti sono pregati di scrivere chiaro il loro nome, co-
gnome e domicilio .
4° Le schede contenenti i nomi degli oblatori col relativo importo saranno spedite dai sin-
goli collettori al Rev .m° Monsignor Rossi Giovanni Battista Parroco, Tesoriere del fondo
per l'erezione di un Monumento a Don Bosco (Alessandria) Castelnuovo d'Asti .
5° Il nome degli oblatori sarà registrato -sulla scheda alla presente unita, e pervenuta que-
sta a destinazione, sarà riprodotto sopra un grande registro che si conserverà nella
sala Comunale.
Approvazione di S. E. Rev .ma Mons . Davide dei Conti Riccardi
ARCIVESCOVO DI TORINO .
Visto il sovraesteso appello, facciamo plauso di gran cuore al nobile disegno di erigere un Monu-
mento il più grandioso possibile all'impareggiabile .D . Bosco, a Colui che del suo nome e delle sue opere
magnifiche ha riempito ormai tutto il mondo . Così ravvisiamo opportuno che il Monumento sorga là
dove D . Bosco respirò le prime aure della vita in Castelnuovo d'Asti . Epperò ci uniamo con tutta l'a-
nima ai promotori nell'invitare tutti coloro, a cui sono sacri i nomi di Religione, di Patria, di Civiltà
e di vero Progresso, perchè concorrano generosamente ad immortalare anche sul marmo la memoria
d'uno dei più grandi benefattori dell'umanità .
Torino, 28 Giugno 1894 .
DAVIDE Arcivescovo .

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2.8 Page 18

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AMATISSIMO SIG . D . RuA,
Gualaquiza, 26 Marzo 1894.
Ecco che dopo tanti desiderii e sospiri
siamo finalmente arrivati col primo di
marzo alla nostra cara Gualaquiza, centro
della nuova missione d'Oriente che ne venne
affidata .
La nostra comitiva era formata di quattro
m issionarii : due sacerdoti, D. Spinelli e lo
scrivente ; due confratelli coadiutori, Pancheri
e Jurado ; di tre maestri d'arte pe' nostri
nuovi laboratorii, una guida e varii mulattieri
che ci conducevano i bauli ed i bagagli .
Persuaso di far cosa gradita a lei, amatis-
simo Padre, ai cari Superiori e confratelli
dell'Europa, ai buoni Cooperatori ed alle ze-
lanti Cooperatrici, alle cui preghiere racco-
mando caldamente me , i miei compagni
ed i poveri selvaggi, le descrivo come me-
glio posso il nostro lungo e faticoso viaggio .
Partenza da Quito - L'addio dei
confratelli .
Il giorno 4 febbraio, vigilia della nostra
partenza da Quito, i buoni confratelli ed
alunni ci vollero dare il loro affettuoso addio
con una bella e commovente accademia che
ci intenerì fino alle lacrime . Alla sera poi,
finteloraz,ingchatelprsbio,
recitammo le preghiere dei pellegrini e si
rinnovò per noi la bella funzione fatta otto
anni or sono nel santuario di Maria Ausi-
liatrice in Torino . Il sig . Direttore, D . Luigi
Calcagno, a nome suo e di tutti i Salesiani,
maestri d'arte ed alunni di Quito ci diresse
la parola, piena di fervore, di zelo, d'affetto
ed insieme di dolore per la separazione .
Pochissime volte l'udimmo a parlare con
tanta eloquenza, con tanto entusiasmo . Era il
padre che animava i suoi figli a combattere
da forti contro i nemici della nostra salute ;
era il Direttore dell'anima nostra, che do-
vendoci allontanare dal suo fianco, ne dava
sav ii consigli , utili ammaestramenti ; era il
fratello maggiore, che a nome di Dio e
del Superiore Generale inviava i suoi fra-
telli minori a predicare il Vangelo, a fon-
dare una nuova missione tra i selvaggi
Jivaros di Gualaquiza e di Mendez, in luoghi
deserti, in selve vergini, dove cento e più
anni or sono venne sparso il sangue degli
intrepidi figli del grande Ignazio . Dalle
esortazioni, dai consigli passò a darci a
nome di tutti l'addio .
Colle lacrime agli occhi, in mezzo alla ge-
nerale commozione, ci salutò ricordandoci le
sempre care e sante parole dell'amato nostro
padre e fondatore D . Bosco, a noi dirette
quando inginocchiati a' suoi piedi riceve-
vamo l'ultima sua benedizione che ci doveva
accompagnare sani e salvi alla capitale del-
l'Equatore ; ci raccomandò di osservare co-
stantemente ed esattamente le nostre sante
regole, di amarci, di star sempre uniti di
niente e di cuore , di avere molta carità e
zelo per la salute delle anime ed operare
sempre alla presenza di Dio e per Dio . Fu-
rono, amato Padre, momenti di paradiso,
che giammai si cancelleranno dalla nostra
niente, dal nostro cuore .
Come ebbe finito di parlare, si passò al-
l'abbraccio . Il nostro amato Superiore ed i
confratelli sacerdoti e chierici vestiti di cotta,
bellamente disposti in presbitero alla pre-
senza dell' Evangelizzatore dei popoli Gesù
in Sacramento, ci abbracciarono e ci bacia-
rono con fraterno affetto ; dopo passarono i
coadiutori, i giovani studenti ed artigiani
che baciandoci la mano ci dicevano pian-
gendo : Padre, quando potremo anche noi
partire per l'oriente?
Finita la funzione, ci ritirammo per recarci
a prendere un po' di riposo ; ma com'era
possibile riposare nell'ultima notte che pas-
savamo a Quito? Si lavorò sino ad oltre la
mezzanotte, per finire di preparare gli ultimi
bagagli che dovevamo portare con noi ; ed in-
tanto i nostri cari chierici non cessavano di
visitarci, di salutarci e di raccomandarsi
caldamente che presto li chiamassimo nelle
missioni dell' oriente . Al mattino 5 febbraio
ci alzammo per tempo, e, celebrata la S. Messa
e compiute le nostre pratiche di pietà, alle
sei lasciammo la bella capitale dell'Equatore .
Da Quito a Cuenca - Due nuovi edifizi
per i Salesiani .
Alle tre pom . giungemmo a Latacunga,
dove passammo la notte in un albergo e
fummo trattati con molta cortesia . Appro-
fittando dell'occasione, abbiamo visitato in
questa piccola città l'edificio grandioso che
si va facendo per noi Salesiani, e che si
spera di finirlo, se non verran meno i mezzi,
entro due anni . Potrà contenere circa tre-
cento alunni e sarà senza dubbio il più bel
monumento della piccola Latacunga che conta
già varii Istituti religiosi, nei quali si fa
un gran bene educando religiosamente tanta
gioventù . La sua situazione tra Quito ed
Ambato le procura un clima molto salubre,
per cui i suoi abitanti crescono forti e ro-
busti ed amanti dell'ordine e della pulizia
che ammirano nella capitale .
Il mattino del 6 febbraio, fatte le solite
pratiche di pietà, si prese posto nella dili-
genza per partire alla volta di Ambato . Vi
giungemmo verso le 2 pom ., e qui si pose ter-
mine al viaggio in vettura . Preso un po' di
ristoro, fummo tosto dal nostro caro agente
sig . Porras, che avvisato del nostro arrivo
ci attendeva per provvederci con amorosa
sollecitudine di tutto ciò che ci potesse occor-
rere . Ed infatti ci procurò due buoni cavalli
da sella, parecchi da carico ed una brava gui-

2.9 Page 19

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da. Anche Ambato desidera i Salesiani, e si
dispone, a quel che si dice, a cederci un
grandioso edifizio, costrutto anni sono pel
Collegio Nazionale .
È città più grande ed importante di La-
tacunga, con ottimo clima, terreno piuttosto
fertile, rinomato specialmente pel suo fru-
mento, ma abbondante altresì d'ogni specie
di frutta e di eccellente uva . Vi ha un bel-
lissimo Seminario, diretto dai Padri Lazza-
risti e dipendente dall'Arcidiocesi di Quito .
Le vie sono dirìtte, pulite e piuttosto co-
mode ; le case belle e simmetriche ; è, nel
suo piccolo, una delle più belle città della
Repubblica .
Lasciammo Ambato per dirigerci a Mo-
cha, piccolo borgo, dove si arrivò in sul
far della notte dopo un viaggio abbastanza
buono, solo disturbato da una specie di
corsa dei tori fatta per l' occasione del
carnovale, che ci obbligò a deviare alquanto
dal cammino che ci eravamo tracciato . Quivi
prendemmo alloggio in un piccolo albergo,
il migliore del luogo, e si ebbe occasione di
soffrire qualche po' per amor di Dio . Il Par-
roco, che ci aveva già conosciuti a Quito ,
dove aveva accompagnato D . Costamagna
quattro anni fa, appena seppe del nostro ar-
rivo, venne a salutarci ed invitarci a dar la
benedizione ai suoi buoni parrocchiani che
facevano un triduo solenne in riparazione
dei tanti peccati che s'eran commessi durante
il carnovale . Ci siam di buon grado prestati
per le confessioni ed abbiam offerto le no-
stre Messe per la comodità della parroc-
chia : si lavorò molto e con profitto .
Il mattino seguente, 7 febbraio, celebrata
la S . Messa, si partì per Riobamba . Verso
le undici passammo il gran Chimborazo, che
colla sua vetta, coperta di nevi quasi per-
petue, si alza gigantesco tra le nubi e do-
mina tutto le adiacenti montagne . Arrivamm o
alle tre e mezzo pom . al nostro Collegio di
S . Tommaso in Riobamba e fummo ricevuti
da quel Direttore D . Fusarini, dai cari con-
fratelli ed alunni con grandissimo affetto : i
novelli musici ci fecero sentire le loro belle
marcie da poco tempo imparate e tutti ci
vollero onorare come meglio seppero e pote-
rono, obbligandoci così a trattenerci fino al
dimani .
Riobamba una delle quattro o cinque
città principali dell'Equatore ; avvi il Ve-
scovo, che è quel medesimo Monsignor An-
drade, che avendo fatto l'anno scorso il
viaggio in Italia, fu a visitare l' Oratorio
di Torino, dove restò molto soddisfatto del-
l'accoglienza che gli si fece ; ha vie belle e co-
mode, ma è spesso molestata da un forte vento,
che, sollevandone la molta polvere, impe-
disce di camminare con qualche agio e di am-
mirarne le bellezze . Vi sono molte comunità
religiose che attendono a crescere la gio-
ventù pia, studiosa e laboriosa .
Alla mattina del 9 febbraio, provveduti
di buone cavalcature e di esperti mulattieri,
partimmo alla volta di Cuenca, distante da
quattro a cinque giorni di cammino . Dopo
molto ore , arrivammo piuttosto stanchi ,
ad un piccolo borgo, detto Guamote . Essendo
assente il Parroco , che trovavasi ad assi-
stere la madre sua moribonda a Riobamba,
prendemmo alloggio e pernottammo in una
specie d'albergo .
Una grazia di Maria .
Al dimani, 10 febbraio, celebrata per tempo
la S . Messa, verso le i ripigliammo il nostro
cammino per Chupalla, borgo di circa 3000
abitanti, dove fummo squisitamente accolti
dall'ottimo Parroco e provveduti generosa-
mente di quanto abbisognavamo . Egli ci
trattò assai bene, perchè credo sia Coopera-
tore Salesiano e poi perchè ottenne, non è
molto, una grazia dalla Madonna di Don
Bosco , che mi fe' conoscere ed amerebbe
fosse pubblicata nel Bollettino . Ecco di che
si tratta : mesi sono aveva dei grandi dis-
piaceri da alcuni suoi parrocchiani , perchè
si mostrava piuttosto energico nell'esigere
che tutti compissero i loro doveri religiosi .
Quasi questo non bastasse, alcuni de' libe-
rali circonvicini si unirono agli sconsigliati
parrocchiani per intentargli una lite . Il buon
Sacerdote rendeva bene per male edificando
una bella chiesa, in gran parte a sue spese,
e veniva ricambiato con nuovi dispiaceri .
L'uomo di Dio avendo sentito a parlare di
D . Bosco e delle molte grazie che ottenne
da Maria Ausiliatrice, si rivolse con piena
fiducia a questa buona Madre, promettendo
per le Missioni Salesiane di Gualaquiza nove
sucres, quando l'avesse liberato dalle perse-
cuzioni che gli erano mosse contro . Maria
SS., per quel che pare, accettò la promessa
in favore delle Missioni di Don Bosco e lo
liberò affatto da' suoi persecutori . Ed egli
tutto pieno di riconoscenza ci consegnò i
nove sucres, invitandoci ad unirci a lui per
rendere le dovute grazie per tanto favore .
Ma torniamo a noi . Il mattino dell'undici,
debitamente ringraziato il nostro generoso
ospite, montammo presto in sella, dovendo
passare il gran monte dell'Azuay, tanto fu-
nesto nei giorni d'inverno . Verso le undici
ne avevamo felicemente guadagnata la cima
e godevamo delle bellissime vedute che pre-
sentavansi al nostro sguardo . Ma ecco che
verso il tocco, mentre stavamo per prendere
un po' di cibo, apparvero densi nuvoloni ad
oscurare il bellissimo nostro orizzonte , si
succedettero frequenti lampi e tuoni e cadde
una pioggia dirotta con grossa grandine che
ci accompagnò per circa quattro ore . Final-
mente, come piacque a Dio, il temporale
passò e poche ore dopo arrivammo a Cañar,
borgo di tre o quattro mila abitanti . Ci av-
viammo direttamente alla canonica, dove in
assenza del parroco fummo ricevuti e cor-

2.10 Page 20

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dialmente ospitati da due buoni sacerdoti
che ne tenevano le veci fino a che non fosse
ritornato da Cuenca . Ed essendo giorno fe-
stivo prestammo volentieri l'opera nostra a
vantaggio de' fedeli accorsi in gran numero
per le sacre funzioni .
Il giorno 12 partimmo per Azoguez, alle
nove circa. Vi giungemmo verso le cinque
e mezzo e fummo ricevuti con isquisita cor-
tesia dai Padri Oblati , religiosi dipendenti
dal nostro grande benefattore ed amico cuen-
cano il sig . Dott . Canonico D . Matovelle,
dal quale aveano ricevuto ordine di ospitarci
come fratelli .
Non era ancora mezz'ora che cì riposa-
vamo, quando giuusero a farci una ben gra-
dita sorpresa i cari confratelli D . Bruzzone
e D . Spinelli : può immaginarsi con quanto
piacere ci siamo riveduti e riabbracciati . Il
signor D . Matovelle di Cuenca ci mandò
per telegramma un affettuoso saluto . Ci pre-
sentammo ad ossequiare il signor Governa-
tore ed i Fratelli delle Scuole Cristiane e
fummo ricevuti con somma bontà. Azoguez
conta circa settemila abitanti, ha un terreno
assai fertile, clima molto buono e dista poche
ore da Cuenca .
Liete accoglienze a Cuenca - Un grande
amico .
Circa le undici del 13, salutati e ringra-
ziati i nostri graziosi ospiti, partimmo alla
volta della florida e colta Cuenca , dove
ci fermammo ben 12 giorni per intenderci
colle Autorità locali su cose relative alle
nostre Missioni e provvederci del necessario
per continuare il viaggio e pel primo im-
pianto delle medesime . Vennero ad incon-
trarci da Cuenca altri confratelli, il signor
Michele Davila, insigne benefattore del no-
stro Collegio di S . Luigi, e varii giovani a
cavallo . Non le dico con quanto entusiasmo
ci abbiano ricevuti i carissimi confratelli
cuencani, perchè le mie parole non baste-
rebbero a descrivere le accoglienze oneste e
liete che ci fecero .
D . Matovelle volle essere il primo a visi-
tarci, ed abbracciandoci ne diceva colla più
grande commozione : « Finalmente siete ar-
rivati a portare la salute a questa provincia,
ed ai tanti selvaggi d'Oriente che da assai
tempo vi desideravano, vi sospiravano . Oh,
siate i benvenuti! Io metto a vostra dispo-
sizione la mia persona e tutte le cose mie e
mi terrò fortunato di potervi essere utile in
qualche cosa . » E provò col fatto che è uno
dei nostri più generosi Cooperatori, anzi un
padre amoroso che estende la sua carità a
tutte le nostre opere della Repubblica Equa-
toriana . Egli è assai dotto e virtuoso, cano-
nico, deputato, e fondatore della Congrega
zione degli Oblati di Maria che ha per iscopo
di provvedere di buoni e zelanti parroci
queste vastissime parrocchie .
Nei giorni che ci fermammo a Cuenca, det-
tammo gli esercizi spirituali ai giovanetti
del nostro Collegio e fummo consolati dal
contegno veramente edificante che tennero
e dal frutto che pare n'abbiano ricavato .
Ne siano rese grazie al Signore ed alla nostra
Madre Maria Ausiliatrice .
Le Autorità ecclesiastiche e civili ci rice-
vettero con molta benevolenza e potemmo trat-
tare con loro di molte cose riguardanti le
nostre Missioni . Il Vescovo , Mons . Leone ,
l'Amministratore Apostolico, Mons . Benigno
Palacios , il Vicario Generale ci dimostra-
rono grande simpatia per l'Opera di Don
Bosco .
La città di Cuenca è pel Castigliano quel
che Firenze per l'Italiano, ed è pure culla
di grandi uomini, tra' quali vuol essere an-
noverato l'attuale Presidente della Repub-
blica .
Da Cuenca a Gualaquiza - Varie tappe
e fruttuose .
Finalmente la mattina del 26, salutati ì
confratelli, ringraziati i nostri cari Coopera-
tori, ci rimettemmo in viaggio, ingrossando
la nostra carovana di tre altri maestri d'arte
per istruire i poveri selvaggi .
Panchieri ed io in sul far della sera arri-
vammo ad un piccolo borgo, chiamato S . Bar-
tolo, dove gentilmente ospitati e provvisti di
quanto ci occorreva dal degnissimo Parroco,
attendemmo gli altri che giunsero il mattino
seguente 27 . Quivi io dovetti comprarmi un
altro mulo, chè quello che aveva era tanto
sfinito che non poteva più continuare .
Verso le dieci, dopo aver ringraziato l'ot-
timo nostro benefattore, partimmo per Sigsig,
e vi giungemmo verso le tre e mezzo , cor-
tesemente ricevuti dai figli del signor Michele
Moscoso, nostro buon amico, ed ospitati ge-
nerosamente dal M . R . Parroco D . Giuseppe
Piedra, fratello del Parroco di S . Bartolo ,
che ci tenne nella sua canonica quasi quattro
giorni . È veramente un uomo di Dio e perciò
è amato e venerato dal suo popolo .
Si fece promettere che saremmo tornati
altra volta a visitarlo e ci offerse l'opera
sua per tutto che ci potesse occorrere . Gli
abbiamo manifestato come meglio si poteva
la nostra riconoscenza, prestandoci a con-
fessare ed a predicare nella domenica che
passammo da lui, dando a' suoi parrocchiani
maggior comodità di santificare la festa . Il
giorno 27 ci accommiatammo dal degnissimo
Parroco e dagli altri nostri buoni amici e
Cooperatori per incominciare la parte più
disastrosa del nostro cammino per Guala-
quiza . Ma quel buon Parroco colle principali
Autorità del paese ed altri buoni amici ci
vollero accompagnare ancora per tre ore di
cammino, dandoci così un'altra prova di
grandissimo affetto che ricorderemo per tutta
la vita .

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Dopo aver camminato per molte ore, ar-
rivammo sul far della notte a Chigilinda,
che piuttosto che un borgo è una riunione
di capanne di paglia . Quivi si ebbe occasione
di esercitare la povertà evangelica . Al mat-
tino, improvvisata alla meglio una cappel-
letta, si confessò, si disse la S . Messa, si
comunicarono varie persone e con un fervo-
rino alla buona si cercò di animare quella
povera gente a pensare alla salute dell'a-
nima . In ultimo, esortatili a preparare una
piccola cappella, promettemmo loro di ritor-
nare a fare le sacre funzioni il più spesso
possibile .
Partimmo verso le otto , e passando per
Rosario e S . Giuseppe, luoghi pochissimo
abitati, arrivammo circa le quattro e mezzo
a Cuchipamba, dove il padrone del luogo ,
certo signor Quintanilla, ci ricevette con
grande bontà, somministrandoci tutto l'oc-
corrente per l'intera comitiva .
Appena si seppe il nostro arrivo nell'a-
zienda e ne' suoi dintorni, quegli abitanti
che alcuni mesi addietro avevano provate,
dopo lungo tempo, le dolcezze della nostra
santa Religione, passandovi D . Spinelli con
Pancheri, anche stavolta accorsero in gran
numero per vederci , sentirci, prepararsi a
fare le loro divozioni e ascoltare la s . Messa.
Era per noi e per loro un giorno di gran
festa ; ne fummo tutti inteneriti fino alle
lagrime e benedicemmo di cuore il buon Dio
d'averci chiamati a servirlo in queste mis-
sioni . Esortammo anche queste popolazioni
ad edificarsi una cappelletti, assicurandoli
che saremmo tornati presto a rivederli .
Distribuite per ricordo immagini, meda-
glie, ecc ., come avevamo fatto in tutte le
altre nostre fermate, ci rimettemmo in viaggio,
e camminando per sentieri più da capre che
da uomini, verso le sei pom . del primo marzo
entravamo solennemente in Gualaquiza sotto
archi trionfali preparati dai poveri selvaggi
che, chiamati da una campana rotta, accor-
revano numerosi sul nostro passaggio, accla-
mando a noi che giungevamo tra loro nel
nome di Dio . Com'era nostro dovere , en-
trammo subito nella cappella, e ringraziammo
il Signore di averci guidati sani e salvi fino
al luogo della nostra Missione .
A Gualaquiza - I selvaggi accorrono -
Primi Battesimi .
Alloggiammo per i primi giorni presso l'a-
mico nostro signor Guglielmo Vega, mentre col
suo aiuto aggiustammo il meglio possibile la
cappella, per poter tenere sempre con noi
Gesù in Sacramento, giacchè con Gesù tutto
abbiamo . I selvaggi de' luoghi vicini accor-
sero anch'essi ad unirsi con quelli di Gua-
laquiza ed un gran numero di loro convi-
vono con noi . Più d'una notte ho dovuto
dividere coperte e lenzuola con loro, e non
bastando vi ho aggiunto la veste, il pastrano,
perché si potessero coprire . Le prime notti
non dormiva troppo tranquillo, temendo d'a-
vermi a svegliare nell'altro mondo, ma poi
mi son messo nelle mani di Dio, disposto
anche a dar la vita per amor suo .
Considerando il carattere di questi sel-
vaggi dobbiam proprio esclamare col Sal-
mista : Nisi Dominus aedificaverit domum ,
in vanum laboraverunt qui aedificant eam .
Sarà forse giunto il tempo di raccogliere
un qualche frutto dalle secolari fatiche di
quegli instancabili banditori della divina
parola che furono i figli di S . Ignazio? OH!
lo volesse il Cielo !
Nelle due domeniche che già passammo
qui a Gualaquiza la cappelletta non bastò
a contenere tutti gli Jivaros intervenuti alle
sacre funzioni : dovemmo improvvisare un
pulpitino nel mezzo di essa per farci udire
da quelli che loro malgrado stavano fuori .
Abbiamo incominciato a battezzare tre Ji-
varos e ne stiamo preparando altri . Abbiamo
ricoverati presso di noi sei figli di bianchi
e di misti .
Qui vi è molto da fare anche per le Suore
di Maria Ausiliatrice . Per l'anno nuovo se
si potesse prepararne una carovana di mezza
dozzina, noi speriamo di poter apparecchiare
loro una casa decente . Converrà poi aumen-
tare anche il nostro personale , mandandoci
de' confratelli pronti al lavoro, al sacrifizio,
all'abnegazione .
E per le spese come faremo ? lo mi rac-
comando a lei , o amatissimo signor Don
Rua, o meglio ai nostri buoni Cooperatori ,
alle zelanti nostre Cooperatrici , perchè ab-
biamo da fabbricare la chiesa e la casa e non
abbiamo denari, anzi abbiamo già dei debiti .
Desidererà sapere come stiamo di vitto ?
Non abbiamo nè pane, nè vino, ma meliga,
yuca, platano ed un po' di carne ; beviamo
la saporitissima ciccia (chicha), oppure acqua ;
però finora godiamo tutti buona salute .
È intenzione nostra e del nostro D . Cal-
cagno di consacrare tutto il Vicariato al
Sacro Cuore di Gesù . Questa nuova Casa ,
secondo il desiderio espresso dall'Autorità
ecclesiastica e civile, è posta sotto il patro-
cinio del grande missionario del Chiablese,
S . Francesco di Sales, ed è denominata Co-
legio y Misión de San Francisco de Sales .
Il primo dei giovani che abbiam ricevuto
come interno, il 7 marzo, chiamasi Michele,
nome tanto caro a noi tutti , perchè ci ri-
corda lei, amato Padre, e ci fa sperar bene
della nostra Casa che verrà certo protetta
e difesa dal grande Arcangelo contro le in-
sidie del nemico infernale . Abbiamo un clima
salubre ed il suolo produce abbastanza me-
liga, yuca, platano , zuccaro , caffè ; si può
dire che siamo in una continua estate .
Oggi Pancheri parte per visitare il terri-
torio orientale di questo Vicariato, affine di
prepararne la mappa da presentare al pros-
simo Congresso equatoriano .

3.2 Page 22

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Gradisca, amatissimo Padre, gli ossequii
miei, dei cari confratelli, dei fanciulli da noi
istruiti, cui parliamo ogni giorno di lei e
che perciò conoscono, amano, perchè sanno
che ella vuol loro un grandissimo bene .
Ci benedica tutti, ci assista colle sue pre-
ghiere e venga presto in nostro aiuto .
Le bacio con figliale affetto la destra bene-
detta e pregandola di presentare i miei ri-
spetti agli amati Superiori di costì, mi pro
fesso ora e per sempre in G . e M.
Obbedientissimo figlio
D, FRANCESCO MATTANA .
PARAGUAY
Mons . LUIGI LASAGNA alla capitale dalla Repubblica Paraguaya .
AMATISSIMO PADRE,
Assunzione, 19 Maggio 1894.
Eccomi dunque nel Paraguay, in questa
terra sospirata da tanti cuori Salesiani, e
dove senza fallo si aprirà il campo più stu-
pendo all'operosità ed allo zelo della nostra
Congregazione .
Ho ricevuto dalle Autorità accoglienze
cordialissime . L'Eccell .mo Presidente della
Repubblica, signor Giovanni Gonzales, ha
mandato il Comandante del Porto a rice-
vermi a bordo, donde mi condusse a terra colla
barchetta di gala, come qui si dice . Al molo
m'aspettava la vettura del signor Presidente,
quella dell'Ambasciatore argentino e più
altre che ci condussero al palazzo del signor
Ministro delle finanze, cedutomi gentilmente
per alloggio .
Al molo si trovava pure il Rev .mo signor
Arrua, amministratore della diocesi, col suo
segretario, il Rettore del Seminario, Padre
Montagna, e molti sacerdoti e gran popolo .
Alla sera dello stesso giorno mi recai a far
visita al signor Presidente, che m'accolse
cordialissimamente, mi presentò all'egregia
sua famiglia e poscia degnossi accompa-
gnarmi a piedi fino alla mia abitazione in-
sieme col Ministro de' culti, il senatore Mi-
randa, e le altre dignità del Clero .
I giornali della capitale hanno pubblicata
la bella nota, con cui l'Eminentissimo Car-
dinale Rampolla prometteva l'anno scorso di
adoperarsi vivamente presso di lei a nome
del Santo Padre, affine di estendere a questo
paese l'opera di Don Bosco per l'educazione
della gioventù e l' evangelizzazione de' po-
veri selvaggi che coprono da un capo al-
l'altro quest'immenso territorio .
I Governi di altri paesi d'America si ap-
pigliarono al mezzo inumano di distruggere
i poveri Indii colla mitraglia, dando loro l a
caccia siccome a fiere sino negli antri delle
montagne ; ma il Paraguay provvidenzial-
mente li ha sempre lasciati vivere in pace,
e così essi formano diverse tribù sparse qua
e colà nelle foreste, nudi , ignoranti ed in-
felicissimi, aspettando qualche anima buona
che loro apporti la luce del Vangelo .
Non si può andare per le vie senza ve-
derne delle frotte, seminudi, cenciosi, che
portano in giro lo spettacolo di loro orribile -
miseria, vendendo qualche panierino da loro
ben intessuto con foglie di palme od altri
giunchi, oppure offrendo qualche pelle di
fiere o piume di uccelli .
Qui nella stessa Assunzione, sulla sponda
sinistra del Rio Paraguay, v'è una piccola
tribù accampata, completamente segregata
dal resto della città per costumi, religione e
lingua . Hanno una specie di sacerdote-mago
che presiede agli atti più importanti della
vita, nascite, matrimoni e sepolture, con riti
e cerimonie stranissime.
Dall'altra parte del fiume, in faccia alla
città stessa, vi sono moltissime altre tribù .
S'immagini che tutte questo stesse note re-
gioni, fino alle falde delle Cordigliere di Bo-
livia, non hanno neppure una città, neppure
un villaggio di gente cristiana ; il suolo è
tutto coperto da tribù nomadi, in generale
d'indole mite ed arrendevole . Oh! quante
conquiste si potrebbero fare, quanti nuovi
popoli si potrebbero aggregare alla gran fa-
miglia cristiana, se avessimo Missionari e
mezzi adeguati al bisogno!
Per un altro lato v'è pure grande necessità
di fare qualche cosa per la gioventù di questo
paese . Lei saprà che questa Repubblica del
Paraguay ha sostenuto da sola per sei anni
una guerra gigantesca contro gli Stati al-
leati del Brasile, Argentino ed Uruguay .
Malgrado l' eroismo insuperabile spiegato
dagli uomini e dalle donne, dovette soccom-
bere alla gran massa degli eserciti invasori, -
e ne fu saccheggiata, distrutta, schiacciata .
D'allora in poi (1870) ha fatto grandi sforzi
per rialzarsi da tanta prostrazione, per rior-
ganizzarsi alla meglio, ed i suoi sforzi danno
a sperare giorni migliori ; ma per adesso ha
enorme bisogno di essere aiutata a formare
nuove generazioni .
Ed è per questo che è di somma urgenza
fondare quanto prima qualche ospizio di
ragazzi poveri, qualche colonia agricola pei
fanciulli derelitti e quasi abbrutiti della .
campagna . Oh! mi piange il cuore al ve-
dere tante miserie senza potervi rimediare
subito!
Mentre io lamento scarsità di personale,
il Signore mi fa passare per una grande prova .
Una morte inaspettata di questi giorni (14
maggio) ha rapito il nostro caro Don Carlo
Cipriano, Direttore del Collegio di Las Pie-
dras, colui che teneva le mie veci nell'Uru-
guay durante le mie lunghe escursioni . Na-

3.3 Page 23

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tivo di Front (Piemonte) aveva vestito l'abito
nella nostra Pia Società nel 1870, emettendo
i santi voti perpetui quattro anni dopo . Or-
dinato Sacerdote nel 1875, partì colla quarta
spedizione de' nostri Missionari nel 1879 .
Dopo di essere stato modello d'obbedienza
in varie Case dell' Argentina, fu mandato
a Montevideo, dove fu per molti anni solerte
Prefetto del Collegio Pio di Villa Colon . Di
là fu promosso a Direttore della Casa e No-
viziato di Las Piedras, che convertì in vero
giardino d' ogni bella virtù, colle parole e
più coll' esempio . Anima veramente bella e
fervorosissima, esemplare in ogni suo atto,
l'indimenticabile D . Cipriano era amato e ve-
nerato da tutti per la sua prudenza ed espe-
rienza ; ed ora il Signore ce l' ha tolto per
sempre! ! I nostri ascritti ed aspiranti come
piangeranno la perdita dolorosa di chi era
loro guida sicura nella perfezione e padre te-
nerissimo !
Io lo raccomando alle sue preghiere ed a
quelle de' cari confratelli tutti, e prego lei a
voler rinforzare le nostre file di troppo di-
radate .
Ella mi diceva che, quando fossi arrivato in
mezzo ai poveri selvaggi, mi avrebbe soc-
corso con buoni Missionari ; ed ora eccomi
circondato da centinaia di tribù selvaggia
che invocano aiuto . Sono per l'anima e pel
corpo nella più spaventosa e ripugnante mi-
seria, e bisogna alzarli dall'abbiezione in cui
si trovano, farli uomini per renderli poi cri-
stiani e forse angeli per virtù ed innocenza .
Per somma ventura qui non regna la poli-
gamia e ci sarà facile ridurli sotto al soave
giogo del Vangelo .
Faccio dunque appello al suo buon cuore
per questa grand'opera ed al cuore dei no-
stri giovani confratelli che aspirano a mie-
tere palme ed allori sul campo delle Mis-
sioni . Loro sono aperte le porte del Paraguay,
del Gran Chaco e del Matto Grosso . Avanti,
o valorosi! Gli Angeli di queste foreste da due
mila anni vi aspettano, D . Bosco vi sorride
ed incoraggia dal cielo . Non tardate di più,
ed i buoni nostri Cooperatori vi forniscano
colla loro carità dei mezzi necessari a tanta
impresa . Io ringrazio anticipatamente tutti
questi nostri Benefattori e li benedico con
tutta l'effusione del mio cuore .
Con stima e venerazione godo professarmi
di lei, veneratis .m° Padre,
Aff.mo ed Obb.mo nel Signore
LuiGi
Vescovo di Tripoli.
COLLEGI SALESIANI D'ITALIA
ED EDUCATORII DIRETTI DALLE FIGLIE
DI MARIA AUSILIATRICE
Sono incominciate le vacanze autunnali, e
già in parecchie famiglie si va pensando ove
collocare i proprii figli l'anno venturo, in
qual collegio ed a quali scuole .
Noi per comodità di quanti desiderassero
affidare a noi i loro figli per la carriera degli
studi elementari, ginnasiali e liceali, diamo
qui l'elenco dei Collegi Salesiani e degli E-
ducatorii delle Figlie di Maria Ausiliatrice
d'Italia, assicurando di tutta la nostra sol-
lecitudine per tutto quello che riguarda re-
ligione, morale, sanità e profitto negli studi
così scientifici come letterari.
Istituti per ragazzi .
Oltre l'Oratorio di S . Francesco di Sales
in Torino, l'Ospizio di S . Vincenzo de' Paoli
in Sampierdarena, l'Ospizio del Sacro Cuore
di Gesù in Roma, le Scuole di S . Paolo alla
Spezia, la Colonia Agricola di Mogliano Ve-
neto , l' Oratorio di Maria Immacolata a Fi-
renze, l'Oratorio del Sacro Cuore di Gesù a
Trino Vercellese, di S . Filippo e S . Fran-
cesco di Sales a Catania e di S . Luigi Gon-
zaga a Messina, l'Istituto di San Francesco
di Sales a Faenza e di S . Giuseppe a Mace-
rata, l'Istituto Leonino ad Orvieto e l'Istituto
D . Bosco in Verona, vi sono i Collegi di
Borgo S . Martino, Lanzo Torinese, Varazze,
Alassio, Este, Penango, Parma, Fossano,
Loreto, Treviglio, Trevi, Colle Salvetti, Ran-
dazzo e Marsala in Sicilia, e Balerna nella
Svizzera .
In questi Collegi l' insegnamento com-
prende il corso elementare e ginnasiale, ec-
cetto quello di Penango, dove, per ora, vi
sono soltanto le classi elementari ; è im-
partito da maestri e professori patentati ed
a norma dei programmi governativi . Nel
Collegio di Alassio vi è di più il Liceo .
In quasi tutti questi Collegi vi sono due
gradi di pensione . La prima varia da L . 35
a 40 mensili ; la seconda da L . 24 a 30 .
Educatorii per giovanette .
Oltre ai mentovati Collegi pei giovanetti,
vi sono pure dodici Educatorii per fanciulle ;
il primo in Nizza Monferrato, sotto il nome
della Madonna delle Grazie ; il secondo nella
città di Chieri , sotto il titolo di Santa Te-
resa ; il terzo al Torrione di Bordighera ; il
quarto a Novara ; il quinto a Lugo ; il sesto
a Casale Monferrato ; il settimo a Cannara
nell'Umbria ; l'ottavo, nono, decimo, unde-
cimo e dodicesimo nelle ridenti e saluberrime
colline circondanti l' Etna, Bronte, Mascali,

3.4 Page 24

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Trecastagni, Alí Marina presso Messina, ed a
Catania . Tutti questi Educatorii sono diretti
dalle Suore di Maria Ausiliatrice .
Scopo di queste case di educazione si è di
dare l'insegnamento scientifico e morale in
modo che non lasci nulla a desiderare per
una giovinetta di onesta e cristiana fami-
glia, cioè arricchirne la mente di utili co-
gnizioni, educarne il cuore a sode e cristiane
virtù, addestrarla ai lavori femminili e in-
formarla a quei principii di civiltà che sono
richiesti dalla sua condizione .
Per avere i relativi programmi e per le do-
mande di accettazione bisogna dirigersi ai Di-
rettori e alle Direttrici dei singoli Collegi ed
Istituti, oppure al sacerdote Michele Rua, via
Cottolengo, n . 33, Torino .
Pei figli di Maria .
Per sopperire poi al bisogno sempre cre-
scente di operai evangelici , il nostro caro
D. Bosco, oltre ai varii Ospizi, e Collegi,
ha istituita pure l'Opera così detta di Maria
Ausiliatrice, che ha per iscopo di raccogliere
giovani grandicelli (dai 16 ai 30 anni) che
abbiano decisa volontà di fare gli studii let-
terari per mezzo di corsi appropriati per ab-
bracciare lo stato ecclesiastico .
Quest'Opera , di cui più volte parlammo,
benedetta, ed approvata dai Vescovi e dal
Sommo Gerarca, fu pur benedetta da Dio ,
perchè ha dato ogni anno frutti sempre più
consolanti . In pochi anni già superano il
migliaio i chierici usciti da tali scuole ; pa-
recchi al presente, ordinati sacerdoti, sono
zelanti parroci, altri indefessi apostoli in va-
rie missioni .
Noi quindi anche quest'anno facciamo un
caldo appello ai nostri ottimi Cooperatori e
specialmente ai RR . Parroci, perchè ci vo-
gliano indirizzare molti di tali giovani che
mostrassero spiegata vocazione allo stato
ecclesiastico ; agli Oblatori, Corrispondenti
e Benefattori raccomandiamo di tutto cuore
quest'Opera proficua per la Chiesa e per
la società ; a tutti che uniscano la preghiera
al Padron della messe « ut mittat operarios
in messem suam . »
Per norma degli allievi e di coloro che se
ne dovessero incaricare o che desiderano più
ampie notizie dell'Opera di Maria Ausilia-
trice, si sono stampati appositi programmi,
che si potranno avere dal Sac. Michele Rna
(Via Cottolengo, 32, Torino), oppure dai Di-
rettori dell'Ospizio di S . Vincenzo in Sam-
pierdarena, di S . Giovanni Evangelista (Via
Madama Cristina, 1) in Torino, dell'Oratorio
di S . Giuseppe in Lugo nelle Romagne, e di
Trecate presso Novara .
GRAZIE DI MARIA SS . AUSILIATRICE
Riconoscenza a Maria! - La mia
dilettissima madre fu colpita nel mese di
gennaio da una forte polmonite doppia, in-
fettiva, diffusa e con tifo . Le fu amministrato
tosto il Santo Viatico ; e tenuto quindi un
consulto, i medici, stante la già piuttosto
avanzata età della povera inferma, congiunta
ad una grande debolezza, temevano si for-
masse un' affezione di cuore e perciò una ca-
tastrofe . La famiglia tutta era immersa nella
più grande desolazione . Nel mio profondo
dolore, con un vivo slancio di fede mi ri-
volsi a Maria SS . Ausiliatrice, sicura ch'ella
ci avrebbe conservata la tenerissima ed ado-
rata nostra madre , promettendole un paio
d'orecchini d' oro, se ottenevo la sospirata
guarigione . Sia mille volte benedetta Maria
Ausiliatrice! Ella degnossi esaudire le nostro
suppliche, dissipare i nostri timori, rasciu-
gare le nostre lagrime, ridonandoci piena-
mente guarita la nostra amata genitrice . Ri-
conoscente di tanta segnalata grazia., rendo
pubblica testimonianza di gratitudine verso
buona Madre, adempiendo al mio voto .
Saluzzo, 15 Aprile 1894.
MARIA DELLA CHIESA
di Cervignasco .
*
L'immagine di Maria Ausiliatrice
sotto il capezzale - Mio padre fu
colto dall' influenza che cambiossi in forte
polmonite. La malattia si faceva sempre più
seria ed il medico molto ci dava a temere .
In tali angustie, essendo il povero padre
fuori dei sensi , noi lo raccomandammo di
vivo cuore a Maria Ausiliatrice, mettendogli
una sua immagine sotto il capezzale, e pro-
mettendo che, ottenuta la guarigione, a-
vremmo fatta qualche offerta e pubblicata
la grazia . La Vergine SS . ci esaudì ; in po-
chi giorni egli cominciò a migliorare, alla
fine del mese già si alzava da letto ed ora
è pienamente guarito, attendendo al suo fa-
ticoso lavoro . Pieni di gratitudine verso la
Gran Madre di Dio, adempiamo la promessa
Bene, 6 Maggio 1894 .
CATTERINA MANASSERO .
Una novena a Maria Ausiliatrice
- Fui colpito da male agli occhi ; mi portai
dal medico, il quale mi disse, che era troppo
guasto il nervo ottico . Allora, esortato dal
mio Direttore, feci una novena a Maria Au-
siliatrice . Appena finita la novena, andai
sempre migliorando, ed in poco tempo riebbi
la vista, e grazie a Maria Ausiliatrice, da

3.5 Page 25

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due anni continuo il mio mestiere senza
aver mai più sentito il minimo male, e senza
aver più bisogno nè di medico , nè di me-
dicine .
S . Benigno Canavese, 4 Maggio 1894 .
FRANCESCO FERRERO .
Ricorso a Maria Ausiliatrice -
Fui preso da forte oppressione allo stomaco,
che mi impediva di respirare . Sentendo leg-
gere le molte grazie di Maria Ausiliatrice,
mi raccomandai a Lei . Nel terzo giorno della
novena fui pienamente libero come non a-
vessi mai avuto alcun male .
S. Benigno Canavese, 5 Maggio 1894 .
MICHELE TORREANO .
***
Evviva Maria Ausiliatrice! - Io
sottoscritto dichiaro, ed ove occorresse con
giuramento, d'aver ricevuto da Maria Ausilia-
trice una grazia singolare, per cui sciolgo il
voto fatto rendendo di pubblica ragione la
mia riconoscenza a Maria Ausiliatrice e fa-
cendo celebrare una Messa al suo Altare in
Torino .
Savona, 15 Giugno 1894 .
GIUSEPPE EMANUELE BAZZANO
Redattore del Giornale "Il Letimbro" .
Rendono pur grazie a Maria Ausiliatrice
per segnalati favori ottenuti mediante la sua
potentissima intercessione i seguenti :
Can. Pietro Dompè per la signora Teresa Salomone
nata Rebaudengo, Benevagienna - Luigi Soi, maestro
elementare,
boni per una
Nurecis(Sardegnau)-Sa ucoonsroreFllia,lPiespcipa i-nAa.
Acer-
N . B ., Ber-
gamo - Angelo Dulio, Borgomanero - Sebastiano
Rappetto, Orsara Bormida - Margherita Guallini-
Oliva, Stradella - Antonio Sella, Lozzolo - Fortu-
nato latini, Polinago (Modena) - Un Cooperatore di
Gozo (Malta) - Giuseppe Sejanfreddo di Mason -
Valentina Testorelli, Lovere - D . Claudio Stefani per
l'ottennta insperata guarigione del fanciullo Giaco-
mino Borghini, Poggio-Berni - Anna Madon-Zeni,
Piossasco Torino) - Maria Gallo, Maddalena Car-
totti - Gallo, Pelagia Piccone-Gallo, Torazza di Vero-
Tengo (Borgo Reggio) - Sac. Francesco Ghigliotto, Ca-
tania - Teresa Nasi, Torino -- Suor Giulia Devecchi,
Torrione (Bordighera,) - Rosa Amaretti, Poirino -
Giuseppina Adulti, Castelnuovo Calcea - Giovanni
Chiavarino, Castelrosso - Angela Griffa, Foglizzo -
Carlotta Arbellino, Carzano - Giovanni Tessuto,
Montanaro - Giuseppe Carletta e Francesco Anagno,
Bianzè - Giuseppe Graia, Cigliano - Domenica Ban-
ehio, Moretta - Bartolomeo Gariglio, Piube,s-Torinese
- Luigia Berruto, Torino - Maria di Rovaseuda -
Antonietta Alberganti . Palanza - Carolina Pasquero,
Cornegliane d'Alba - Teresa Moisia, Isolengo Mon-
ferrato - Giuseppe Filip, Paesana (Saluzzo) - D . Ste-
fano Trione per pia persona - Giuseppe Merlo ,
Cavour - Giulia Dezzani, Barbania - Rosa Viola,
Cagliano - Giorgio Ortero, Vinovo-Teresa Forchier,
Magnago Artegno (Udine) - Francesco Delbosco, Rae-
conigi - Giuseppe Fassio, Castelrosso - Catterina Ca-
sale, Raeconigi - Luigia Gadini, Saluggia - Fran-
cesca Barbetta, Sepiana - Angela Simondi, Torino-
Carolina Goria, Moretta - Lucia Banchio, Moretta -
Nicoletta Carlino, Verona - Celestina Leretto, Cu-
miana - Maria Dono, Chivasso .
*
**
Maria fautrice d'opere buone -
Ill .mo e Rev .mo Signore - Avendo ricevuta
una grazia da M . V . Ausiliatrice, compio
ben volentieri il mio sacrosanto dovere di
spedire a V . S . Ill.ma e Rev .ma la somma
di lire venti promesse, pregandola a voler
degnarsi di far inserire nel Bolletino Sale-
siano la grazia ricevuta . Trattavasi o di sop-
primere o di dar un avviamento del tutto
contrario al suo fine ad un' opera pia molto
importante per questo paese : già il Consiglio
provinciale ci aveva battuti. . . già la volontà
di certi superiori ci si era manifestata del
tutto contraria ai nostri santi intendimenti ;
persino certe persone interessate si erano
proposto di opporsi (come di fatto ci consta
ora che fecero) a che si ottenesse un risul-
tato favorevole . Intanto trambusto , quale
presidente dell' Opera , ricorsi con fiducia a
Maria, che mi ascoltò, ed ora ho nelle mie
mani il decreto reale favorevole . Viva sem-
pre la cara, buona, pietosissima Madonna
di D . Bosco.
C ... 18 Giugno 1894 .
D . GIOVANNI B .
ECO DEGLI ORATORII FESTIVI
S . Giuseppe in Torino .
Chi passava la domenica 17 giugno per via Sa-
luzzo in Torino era attratto da lieti concenti che
uscivano dall'Oratorio festivo di S . Giuseppe . Si
facevano gare catechistiche instituite tra i gio-
vani che quivi intervengono tutti i giorni festivi
per apprendere la scienza della nostra santa re-
ligione .
La cappella presentava un aspetto leggiadro .
Zendadi di tela colorata coprivano le colonne ,
archi trionfali adornavano l'ampia volta . Un mae-
stoso trono campeggiava nel presbitero, dove
eranvi illustri personaggi che presiedevano il
trattenimento, facendo corona a S . E . Mons . Ba-
silio Leto, Vescovo titolare di Samaria .
E come interessavano quelle gare! Sbagliata una
parola, un tocco di timpano atterrava il gareg-
giante . L'ultimo, dichiarato vincitore, veniva pro-
clamato principe e fra gli applausi e suon di mu-
sica andava glorioso e trionfante a ricevere l'alloro
dalle mani stesse di Monsignore . Tutti i giovani
che prendevano parte attiva alla gara saranno
stati 150 circa, divisi in cinque sezioni, secondo
le materie di catechismo prese nel corso dell'anno ;
ciascuna sezione perciò ebbe il suo principe, di-
modochè il quadro sopra descritto si ripetè per

3.6 Page 26

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ben cinque volte con universale soddisfazione . Ma
ciò che fece più impressione sul cuore dei presenti
si fu il vedere giovanotti coi baffi, scevri d'ogni
ombra di rispetto umano, porsi in mezzo agli spet-
tatori e recitare con inaudita precisione interi
trattati del Catechismo dogmatico del Frassinetti .
Un bravo di cuore a quei cari giovanotti !
Vignale nel Monferrato .
nastici dato dagli alunni interni e diretto dall'e-
gregio Prof. Corbo .
» I giovanetti premiati furono più di 200 e i
premi consistevano in oggetti di vestiario, in
scarpe, libri, ecc ., ecc .
» Mons . Cantagalli ed il Direttore dell'Istituto,
Prof. D . Giambattista Rinaldi, dissero infine po-
che ma opportunissime parole, che posero il più
bel compimento a questa festa . »
Leggiamo nel Corriere di Casale del 6 luglio
« Non per una vana ostentazione, ma a pubblica
edificazione, facciamo breve cenno di una cara
festicciuola celebratasi nell'Oratorio festivo di Vi-
gnale, affidato alle cure dei Salesiani . Trattavasi
di festeggiare S . Luigi Gonzaga patrono di detto
Oratorio ; e la festa si fece domenica scorsa e
riuscì gradita e splendida oltre la comune aspet-
tazione . Solenni funzioni si fecero nella bellis-
sima cappella dell'Oratorio, numerosissime Comu-
nioni dei buoni giovanetti, Messa in musica can-
tata dagli alunni del Collegio Salesiano di Borgo
S . Martino, il tutto con edificante pietà . Non par-
liamo poi dell'accademia musico-letteraria tenu-
tasi alla sera nell'ampio cortile dell'Oratorio .
Recite, canti e suoni si alternavano con ammira-
bile ordine dinanzi a numerosissimi spettatori,
poichè tutta Vignale era accorsa a questa simpa-
tica festa . Posti distinti erano stati assegnati alle
Autorità ed alle persone più notabili del paese.
Con delicatissimo pensiero intervenne pure la
brava banda musicale, la quale negl'intermezzi
suonò scelti e svariati pezzi, riscuotendo unanimi
e sinceri applausi . Quell'ora e mezza di tratteni-
mento parve un istante, tanto era caro e gradito!
Onore ai Vignalesi ! »
Macerata .
Con piacere apprendiamo come l'Oratorio fe-
stivo di Macerata ora possiede anche una bella
fanfaretta, e che questa, dopo solamente un bre-
vissimo mese di esercizi sotto la direzione del-
l'abile signor maestro Liviabella coadiuvato da un
Salesiano, ha potuto dare per la prima volta bella
prova di sè in una festa che si celebrò lo scorso
giugno nell'Istituto Salesiano di S . Giuseppe . Tale
improvviso ed impensato progresso di quei gio-
vanetti esterni fece concepire negli astanti le più
fondate speranze di un progresso sempre più sodo
ed esteso . Noi mandiamo un bravo di cuore a
quei giovanetti che in sì poco tempo seppero cor-
rispondere alle cure ed all'impegno dei Salesiani
e loro aiutanti, ed un sentito ringraziamento a
quei buoni cittadini che s'interessano dell'Opera
Salesiana in Macerata .
Faenza .
Togliamo dalla Sveglia della Romagna di Ce-
sena-Rimini la seguente breve corrispondenza :
« La domenica 1° luglio ebbe luogo nell'Isti-
tuto Salesiano di Faenza la solenne distribuzione
dei premi ai giovani esterni che frequentano il
così detto Oratorio festivo . Fu onorato dalla pre-
senza di Mons . Vescovo Gioachino Cantagalli, di
altre distinte autorità, di buona parte del clero
e di molti signori e signore . L'ingegnere Gian-
tommaso Liverani vi lesse un bellissimo discorso,
accolto da fragorosi e replicati applausi . Le due
Lande dell'Istituto eseguirono scelti pezzi musicali
e vi fu inoltre un prezioso saggio di esercizi gin-
VARIE TÀ .
Il nuovo Vescovo di Pinerolo ed un monumento a D . Bosco
in Castelnuovo d'Asti .
Castelnuovo d'Asti, la patria di Don Bosco, di
Don Cafasso, di Mons . Bertagna e di Mons . Cagliero,
annovera un'altra pagina gloriosa nei suoi annali,
e fra i benemeriti che uscirono dal suo seno
scrive oggi il nome del suo buon Prevosto, che
fu dal S . Padre nello scorso mese di marzo eletto
Vescovo di Pinerolo per succedere al compianto
Mons . Sardi .
Mons . Gio . Battista Rossi, nativo di Cavaller-
maggiore, dopo aver percorsa la carriera dell'in-
segnamento quale professore di matematica e di
fisica nel Seminario di Chieri, nel 1870 fu eletto
Prevosto e prendeva possesso della Parrocchia di
S . Andrea in Castelnuovo d'Asti . - Nei circa
ventiquattro anni di parrocchiale ministero, Mons .
Rossi fu in Castelnuovo la personificazione della
provvidenza di Dio . A lui infatti quel paese deve
la rinnovazione del suo cimitero , l' abbellimento
della chiesa parrocchiale, il suo ospedale per gli
infermi, le Compagnie di S . Giuseppe e dell'Ad-
dolorata, l'Oratorio festivo, una società di assicu-
razione contro gli incendi intitolata a S . Giuseppe ;
a dir tutto in breve, per Mons . Rossi Castelnuovo
era la sua mente ed il suo cuore, ed il popolo lo
amava con l'intensità dell'affetto figliale . - Pre-
dicatore popolare, la sua parola fu sempre ascol-
tata con frutto nel Piemonte, dove dettò esercizi,
predicò missioni collo zelo di apostolo , il quale,
quando parla convince . - Sono conosciute le sue
Opere, scritto con istile facile ed adatte alle in-
telligenze del popolo . « Nessuno meglio di lei ,
gli scriveva il compianto Card . Alimonda, zelante
pastore ed indefesso missionario, conosce le ne-
cessità del popolo ; nessuno studiò con più amore
di lei gli usi, le tendenze, i costumi delle popola-
zioni rurali ; ebbene, dalla conoscenza dei bisogni
e più dalla carità del suo cuore escono libri che a
me paiono opportunissimi ai tempi presenti . » Nei
suoi trenta trattenimenti sulla vita e su l culto di S .
Giuseppe, nelle sue Conferenze per gli uomini nei
tempo degli Esercizii spirituali, nella Gioventù i-
struita con apologhi, favole e similitudini, nel suo
Mondo Simbolico l' autore ha saputo dimostrare
con precisione il detto di S . Girolamo : « La na-
tura non è giammai tanto ammirabile quanto nelle
piccolo cose »
Ed ora i suoi cinquantacinque anni di vita sono
coronati dall'infula episcopale . Egli veniva con-
sacrato in Roma, nella Cappella della Casa delle
Maestre pie Filippine, per le mani dell'Em . Card .

3.7 Page 27

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Angelo Bianchi, coll' assistenza delle L L . E E .
M ons . Arcivescovo Sambucetti e Mons . Vescovo
Canestrari, la domenica 27 maggio scorso .
Alla sera di detto giorno i Salesiani ed i gio-
vanetti dell' Ospizio del Sacro Cuore di Gesù in
Roma, che avevano la fortuna di ospitarlo presso
di loro , tennero in suo onore un' accademiola
musico - letteraria che gli tornò gradita . Oltre ai
Salesiani e loro alunni, assistevano a quella dimo-
strazione di omaggio tutte le rappresentanze che
avevano assistito la mattina alla consacrazione .
La sala dell'Istituto, ove fu celebrata l' accademia,
capace di oltre 600 persone, era elegantissima-
mente arredata e addobbata . Sopra apposito palco
avevano preso posto oltre 100 fra cantori e so-
natori . Monsignor Rossi sedeva sotto un ricco
baldacchino di velluto in seta . Al termine dell'ac-
cademia pronunziò un commovente discorso , ma-
nifestando il suo dolore nel dover abbandonare i
3600 suoi figli di Castelnuovo che ha amato per
ventiquattro anni e da cui fu tanto riamato, e la
trepidazione che provava nel pensare ai nuovi fi-
gli che il Signore gli ha destinato . Quindi ringra-
ziando i Salesiani della bella dimostrazione che
vollero dargli e congratulandosi con loro che
continuavano così bene le colossali opere di Don
Bosco, uomo universale, come universale è la carità
che lo animava, passò a parlare di un monumento
che si vuole innalzare a Don Bosco in Castelnuovo
d'Asti, il fortunato paese che gli diede i natali .
Tornato in Piemonte, ai primi di giugno venne
a rallegrare il nostro Oratorio con una sua cara
visita . Fu ricevuto festosamente, il meglio che
per noi si potesse . Dopo di aver rivolta da un
balcone la sua eloquente parola ai nostri giova-
netti e di averli benedetti , si ritirò a conferenza
coi nostri Superiori . L'argomento del breve collo-
quio si fu il monumento a Don Bosco in Castel-
nuovo d'Asti, ch'egli unitamente al Municipio di
Castelnuovo desidera di vedere realizzato prima
di abbandonare quel suo caro popolo . Il gentile
pensiero piacque ai nostri Superiori , i quali se
ne congratularono con lui e con quel Municipio .
In seguito a ciò abbiamo visto circolare un ap-
pello del Comitato costituitosi per l'erezione del
detto monumento, formato di tutti illustri perso-
naggi sì del laicato che del clero, fra cui figurano
quattro Eccellentissimi Vescovi ed il veneratis-
simo Arcivescovo di Torino .
Noi applaudiamo a questo illustre Comitato, e
pregati di buon grado uniamo a questo numero
l'appello diramato.
Un grave bisogno .
La Casa Salesiana di Foglizzo, dedicata all'Ar-
cangelo S . Michele, fu sopra ogni altra prediletta
a Don Bosco, perchè destinata a formare il per-
sonale della nostra Pia Società Salesiana . Fu
Don Bosco medesimo che volle fosse dedicata al
principe delle milizie celesti, perchè voleva por-
tasse il nome di Don Michele Rua, ch'egli presi-
gnava a suo successore . Eppure finora si può dire
che cotesta Casa manchi di cappella ; poiché la
sala che ne fa le veci non è proprio adatta, ed
ora, per lo cresciuto numero, assolutamente non
può più servire . Si gettarono adunque le fonda-
menta d'una chiesetta adattata alla Casa, e la do-
menica 1° luglio S.EMAognstiRchelmy,
Vescovo d'Ivrea, ne benediceva la pietra fondamen-
tale . Ora non si aspetta altro se non che cresca,
s'innalzi e serva allo scopo ; ma fan difetto i
mezzi pecuniarii . Si fa quindi un caldo appello ai
divoti di San Michele ed a chiunque ami l'opera
Salesiana, a mandare un generoso obolo a Don
E ugenio Bianchi, direttore della Casa di S . Michele
in Foglizzo (Torino), od al sig. D . Michele Rua ;
perchè altrimenti l'opera dovrà camminare troppo
a rilento, e forse, Dio nol permetta, anche so-
spendersi.
Visito ai nostri Cooperatori e Conferenze.
Lo scorso giugno il nostro D . Trione visitava
i Cooperatori Salesiani di Alessandria, Stradella,
Reggio Emilia, Treviglio, Monza e Como e teneva
in queste città pubbliche e private conferenze .
L'Italia Centrale, giornale politico ammini-
strativo di Reggio Emilia, pubblicò il seguente arti-
colo sulla Conferenza salesiana di quella città :
« La Società dei Salesiani (da San Francesco di
Sales) fu fondata, come è noto, da quel celebre
ed instancabile sacerdote cattolico che fu Don
Bosco .
» Ha per apostoli dei preti che sono sparsi in
tutto il mondo per la propaganda .
» Ha per effetto la fondazione di scuole, di col-
legi, di officine, dove si insegna, si educa, si la-
vora .
» Ha per scopo di accompagnare col sentimento
religioso cristiano-cattolico tutte le conquiste e
tutte le aspirazioni del secolo .
» Di istituzioni salesiane ve ne sono in Italia, in
Francia, in Inghilterra, nel Belgio, in Spagna e,
oltre l'Oceano, per tutta l' America, poi nell' A-
frica, nell'Asia . . . .
» Questo, in sunto, disse nella bella e vasta chiesa
di San Francesco, dal pulpito, il sacerdote salesiano
D . Stefano Trione di Torino, con rapida, ima-
ginosa, forbita parola, in certi momenti calda di
commozione, convinta e convincente .
» Disse che la religione cattolica non vuole op-
porsi al progresso, ma vuole accompagnarlo colla
moralità e colla fede, salvandolo dalla corruzione
e dallo scetticismo che segnerebbero lo sfacelo
dell'umanità ; e dimostrò con fecondi esempi, che
ciò è possibile , che ciò ha saputo ottenere Don
Bosco co' suoi istituti salesiani ; e questi racco-
mandò con molto colore, anzi con affetto, alla ca-
rità dei presenti .
» Così la conferenza . L'oratore è un uomo esile,
ma pieno di energia, ha la voce acuta, sottile, ma
ad essa in certi momenti sa dare l' intonazione
maestosa che l' argomento richiede . Egli ha del
progresso un'idea sana, spregiudicata : e sa dimo-
strare, con solidi argomenti, che il progresso può
stare benissimo accompagnato colla religione -
poichè l'idea di Dio è in ogni cosa .
» Precedette la conferenza l'Adoramus te Christe
del Palestrina, eseguito dagli alunni del collegio
Salesiano di San Benedetto di Parma, insieme
agli alunni della Schola Cantorum del Seminario
della nostra città.
» Dopo la conferenza seguì di nuovo l'Adoramus,
poi il Tantum Ergo e infine l' Ave Maria dello
stesso immortale maestro, eseguiti dagli stessi
alunni .
» L'esecuzione di questi canti sacri corali - che
sono di fattura inarrivabile - fu ottima e colorita,
degna di ogni elogio .
» Durante il terzo canto fu data la benedizione
dal Vescovo Monsignor Manicardi, che, insieme a
molti sacerdoti, aveva assistito alla conferenza .

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» La chiesa era affollatissima di popolo, e vi e- raggiamento e a stimolo di emulazione dei compa-
rano anche molti cospicui cittadini e numerose gni, pubblicarne qui i nomi coi varii titoli ripor-
distintissime signore » .
tati :
**
La Lega Lombarda di Milano pubblica
la seguente corrispondenza sulla conferenza di
Treviglio : « Domenica 17 giugno, così il giornale,
l'oratore Salesiano D . Stefano Trione tenne l' an-
nunciata conferenza sulle Opere di D . Bosco .
Non so dirvi l' entusiasmo suscitato dall' esimio
oratore nei cinquemila e più uditori ; la nostra
vasta Cattedrale era gremita di popolo che si spin-
geva fin fuori le porte della chiesa e nella piazza,
a capo scoperto e sotto i raggi d'un sole cocente .
» L' oratore fu ascoltatissimo ; ei seppe tenere de-
sta l'attenzione ; ebbe una parola per tutti ed a tutti
raccomandò le opere salesiane fonte di benessere
e di prosperità temporale e spirituale per la civile
società .
» Commovente in certi punti ; a più d'uno vidi i
i lucciconi agli occhi : al cuore parlava quel degno
sacerdote . I trevigliesi non dimenticheranno giam-
mai la giornata di ieri ; essi aiuteranno i bravi
figli, di D . Bosco nell'opera intrapresa a vantag-
gio della gioventù della nostra cara Treviglio .
» Ma l'infaticabile D . Trione parlò anche al mat-
tino nella Chiesa della B . V . delle Lagrime ed
alla sera nel salone dell'Oratorio di S . Gaetano,
ai componenti le nostre associazioni cattoliche . »
A Monza si potè fondare un Comitato Salesiano
del quale assunse la Direzione il Revmo . Mons .
Arciprete ed è Vice-direttore il Rev .mo Mons .
Giuseppe Bigliani .
A Treviglio fu eletto Con-Direttore dei nostri
Cooperatori Salesiani il Rev .mo Curato Don Fran-
cesco Reinoni .
Solenne Gara Catechistica .
Ebbe luogo la domenica 1° luglio alle ore 18
nel nostro Oratorio Salesiano l'annuale e solenne
Gara Catechistica.
Erano tutti Artigianelli della casa che avevano
sacrificato allo studio del Catechismo le ore stesse
del divertimento, e che ora davano pubblica mostra
del loro studio cori una prontezza ed arditezza di
domande e risposte veramente ammirabile .
Presiedeva l'adunanza S . E . Rev .ma Monsignor
Bertagna, circondato del Rev.mo signor D . Rua,
dagli altri superiori dell'Oratorio e da parecchi si-
gnori e signore invitate .
La materia d'esame non era poca ; nientemeno
che tutto il Catechismo piccolo e il grande ed i
principali fatti della Storia Sacra in appoggio alle
verità del Catechismo . Era una meraviglia il vedere
con quale franchezza e interesse ognuno sosteneva
la propria parte in faccia all'avversario .
La gara si risolse colla proclamazione del prin-
cipe al suono della Marcia Reale ; e siccome sap-
piamo che non solo il giovanetto proclamato prin-
cipe, ma pure gli altri quattro che ultimi rimasero
vittoriosi sul campo, sono tra i migliori degli
allievi per condotta e pietà, godiamo a loro inco-
GIORDANO GIOVANNI da Torino, fonditore di caratteri, PRINCIPE
D RISALDI GIUSEPPE da Scaldasole, falegname, 1° CONSOLE
PIANA QUINTINO da Pettinengo, scultore, 2° CONSOLE
SVIZZERO GIUSEPPE da Verona, legatore, LEGATO
BONZO PIETRO da Mombaruzzo, sarto, ALFIERE
Non possiamo far a meno di rendere un plauso
a questi buoni allievi, i quali, mentre per una parte
nei giorni precedenti alla gara non perdevano un
minuto per bene prepararsi al nuovo cimento, si
raccoglievano però assai di spesso ai piedi di Gesù
in Sacramento come per ricevere da Lui, che è
luce, verità e scienza increata, quei lumi che un
giorno illuminarono mirabilmente un S . Tommaso,
un S . Bonaventura e tanti altri Sommi, che più
che dai libri, dal Crocifisso attinsero la scienza
della Religione . Quant' è vero che la pietà è utile
a tutto e specialmente allo studio !
Pel futuro Congresso Eucaristico
di Torino
Per viemmeglio eccitare gli animi a prepararsi
al futuro Congresso Eucaristico di Torino, che
avrà luogo dal 2 al 6 dei prossimo settembre, fu
una felice idea quella di tenere di tratto in tratto
delle Accademie musico-letterarie in onore del
SS . Sacramento . Una fra le altre tenutasi la do-
menica 1° luglio, nei locali del nostro Ospizio di
S . Giovanni Evangelista in via Madama Cristina,
ci pare sia riuscita splendida e di molto effetto .
I convenuti rasentavano i quattrocento, tutte
rispettabili persone del clero e del laicato tori-
nese : assistevano pure i giovani di quel nostro
Ospizio .
Furono trattati argomenti interessanti e sva-
riatissimi sul SS . Sacramento e sul Congresso
Eucaristico, in italiano ed in latino . Prose e
poesie, musica e canto, tutto fu così ben condotto
e cospirante in un tutto sì artistico ed armonioso,
da riscuotere l'universale ammirazione .
Quei nostri confratelli vollero prendervi tutti
parte in qualche modo, e le loro fatiche furono
coronate da un esito soddisfacentissimo . Essi si
ebbero ancora l'approvazione del nostro venera-
tissimo Arcivescovo, il quale, non potendo inter-
venire come avrebbe desiderato, da lontano con
telegramma applaudiva ai promotori dell'acca-
demia e benediceva ai prosatori, ai poeti ed a
tutti i convenuti .
Voglia il Cielo far sì che la felice riuscita di
queste Accademie sia davvero felice presagio di
esito auspicato pel prossimo Congresso Eucari-
stico, come augurava pure nel suo telegramma
l'Arcivescovo di Torino .