BS 1910s|1916|Bollettino Salesiano Giugno 1916

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO

ANNO XL - N. 6   1 GIUGNO 1916

SOMMARIO

Benedetto XV e la divozione al S. Cuore di Gesù.

Sovrana benevolenza del Santo Padre.

Per gli orfani di guerra e l'assistenza dei fanciulli abbandonati - Opera nazionale per l'assistenza civile e religiosa degli orfani di morti in guerra - L'istituto Don Bosco per gli orfani di guerra, aperto a Pinerolo - Per la salvezza della gioventù: Occorre un provvedimento radicale - Lavoro e preghiera.

Imponente omaggio al Card. Cagliero - Il saluto dei Cooperatori - Il saluto dei Salesiani - Il saluto della Città di Torino.

Nuova chiesa e nuove scuole a Puerto Madryn (Patagonia Centrale) - Il linguaggio di un'eroina.

Il Culto di Maria Ausiliatrice - La cronaca delle Feste Titolari nel Santuario - Grazie e graziati.

Allocuzione pronunziata dall'Em.mo Card. Cagliero il 24 maggio.

Conferenza detta da S. E. Rev.ma Mons. G. B. Pinardi.

Pel tempio votivo in onore di Maria Ausiliatrice ai Becchi di Castelnuovo d'Asti.

Note e Corrispondenze: I giovani cattolici piemontesi per la Causa di D. Beltrami - Negli Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice - Notizie varie - Cooperatori defunti.

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE - VIA COTTOLENGO, 32 - TORINo

Benedetto XV e la divozione al S. Cuore di Gesù

ADDì 28 febbraio u. s. Benedetto XV riceveva in particolare udienza l'Arciconfraternita del S. Cuore di Gesù, comunemente detta de' Sacconi, di Roma, e ascoltava con particolare attenzione le parole indirizzategli dal Priore di essa. Al discorso del Priore rispondeva il Papa con un affettuoso discorso, nel quale premetteva anzitutto come si sentisse ben lieto e onorato di appartenere anch'egli ad un sì illustre sodalizio, del quale Benedetto XIII aveva approvato le costituzioni e al quale era pure ascritto Benedetto XIV: segnalava quindi il carattere, lo scopo e i doveri del sodalizio, conchiudendo con l'augurio che Gesù desse agli ascritti sopratutto « spirito di pietà e spirito di carità per essere sempre non di nome soltanto, ma ne' fatti, degni confratelli del sodalizio che s'intitola dal suo Cuore Deifico... ».

Queste parole del Vicario di Gesù Cristo dicono pure a noi, benemeriti Cooperatori e benemerite Cooperatrici, quale debba essere la nostra vita, specialmente nel mese di Giugno, particolarmente dedicato al S. Cuore. Deve essere una vita di preghiera e di carità.

Doveroso, nobile il lavoro, mediante il quale abbiamo modo di giovare a noi e far del bene al nostro prossimo. Di quanti vantaggi è esso apportatore nella vita materiale, come nella vita morale! Ma guai se esso non è avvivato, santificato dalla preghiera! La preghiera sta al lavoro, come l'anima al corpo. Solo, il lavoro materializza l'uomo; associato alla preghiera, lo nobilita, lo rinfranca, lo abbella. E con lo spirito di pietà deve procedere di pari passo lo spirito di carità, carità di consìglio, carità di preghiera, carità di opere.

Viviamo in momenti tristissimi... Solo la fede in Dio e la generosità nel compiere opere buone ci possono sorreggere, consolare. Quante miserie di ogni fatta e di ogni colore ci si presentano tuttodì agli occhi! Apriamo dunque il cuore alle sofferenze altrui, la mano alla generosità. Il mondo è ornai sazio di parole vuole fatti. Ebbene facciamo di essere cristiani in tutto il senso della parola, con la preghiera cioè e col lavoro, con le opere della fede e con le opere della carità. Il cuore è nell'uomo quello che il sole è nell'universo, cioè illumina ad un tempo e scalda. Procuriamo adunque anche noi, o cari Cooperatori, sopratutto nel mese del S. Cuore di essere luce di buoni esempi e ardore di buone opere. Solo a questo modo potremo ottenere le benedizioni del Signore sopra di noi; solo in questo modo potremo allontanare gli immani flagelli che desolano attualmente l'Europa; solo a questo modo potremo riu scire a che ritorni, ricomparisca presto la pace su di noi, sulle nostre famiglie, sull'Italia, sul mondo intero.

E poichè parliamo di famiglie, ricordiamo come addì 7 marzo u. s. il S. Padre raccomandasse caldamente al P. Ansuini dell'Università Gregoriana di Roma, da lui ricevuto in particolare udienza, d'inculcare nelle prediche della Quaresima la consacrazione delle famiglie al S. Cuore di Gesù, invitando i cattolici ad aderirvi. Ed è al prelodato e zelantissimo Padre, autore di un opuscolo relativo, che Benedetto XV consegnava un prezioso autografo, col quale egli stesso approvava l'istruzione e la formola per quest'atto religioso e aggiungeva: « Auguriamo che le famiglìe cristiane si consacrino al Divin Cuore di Gesù e fin d'ora benediciamo tutte e singole quelle famiglie che in in tal modo concorreranno al sociale riconoscimento della sovranità di amore del S. Cuore di Gesù nelle famiglie cristiane (1) ».

Possa questa consacrazione rendere in quest'anno più universale, più sentita, più cristianamente salutare la divozione al Cuore di Gesti nel mese ad Esso particolarmente dedicato, divozione arricchita dalla Chiesa di tanti straordinari favori (2).

Possa la benedizione del Vicario di Gesù Cristo, penetrando dappertutto, consolare le famiglie, santificare gl'istituti di educazione, sorreggere la gioventù, lenire tanti dolori, asciugare tante lagrime.

(1) Solenne consacrazione della famiglia al Divin Cuore di Gesù, in ricca edizione con immagine del S. Cuore. Contiene: Istruzione - cerimoniale - Preghiera. - Caduno L. 0,20; al 1oo L. 5. Rivolgersi alla Libreria del S. Cuore, Torino.

(2) a) Indulgenza Plenaria Toties Quoties, applicabile alle anime dei defunti, il giorno 30 giugno, ove il mese sia stato solennemente celebrato. b) Il favore dell'Altare Gregoriano ad instar, nella loro messa del 30 giugno, ai predicatori e ai Rettori delle Chiese, ove il mese è celebrato. c) Per le persone, che promuovono il pio Esercizio, l'indulgenza di 50o giorni, da lucrarsi con qualsiasi loro opera buona, intesa a propagarlo o a farlo compier meglio: e l'Indulgenza Plenaria nelle loro Comunioni del mese di giugno.

Sovrana benevolenza del S. Padre.

A Torino le Feste di Maria SS. Ausiliatrice riuscirono, come diremo, imponentissime.

A richiamare tanta folla al Santuario il giorno 24 maggio, contribuí assai la notizia rapidamente diffusa, che il S. Padre Benedetto XV, con suo venerato autografo, aveva benignamente concesso il favore dell'Indulgenza plenaria toties quoties, a tutti quelli che visitano il Santuario di Maria Ausiliatrice in Valdocco il giorno 24 maggio, cioè indulgenza plenaria a ogni visita.

Ecco la supplica colla quale il nostro superiore Don Albera domandò l'insigne favore.

Beatissimo Padre,

Prostrato al bacio del Sacro Piede il sac. Paolo Albera, Rettor Maggiore della Pia Società Salesiana, umilmente espone a Vostra Santità che in vista dell'incremento che va prendendo la divozione verso Maria SS. invocata sotto il titolo di Maria Ausiliatrice, diffusa in ogni parte del mondo che il giorno 24 Maggio una folla immensa di devoti, venuti da ogni parte d'Italia e perfino dall'estero, visita la Basilica, edificata dal Ven. Don Bosco, tanto da riempirne la piazza e i cortili circostanti ; che, a rendere più fervente e fruttuosa la divovzione a Maria Ausiliatrice, a parere di molti contribuirebbe molto l'indulgenza plenaria toties quoties a chiunque visita la sua Basilica di Valdoeco nel giorno della festa ; il sottoscritto prega Vostra Santità a concedere questo favore alla Basilica di Maria Ausiliatrice, con la promessa che in essa si pregherà ognora secondo le intenzioni di Vostra Santità.

Che della grazia

Torino, 3 maggio 1916

l'umile supplicante

Sac. Paolo Albera.

Il Santo Padre, di proprio pugno, rispose:

Ad esprimere la viva fiducia che abbiamo nella intercessione di Maria Ausiliatrice, siamo ben lieti di accogliere la istanza del Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana di Don Bosco, e concediamo che tutti i fedeli i quali visitino la Basilica di Valdocco in Torino il 24 di maggio possano lucrare toties quoties la indulgenza plenaria nella forma consueta, e che la indulgenza stessa sia applicabile ai defunti. Contrariis quibuscumque minime obstantibus.

Dal Vaticano, 13 maggio 1916.

BENEDICTUS PP. XV.

Diamo piú innanzi il fac-simile del preziosissimo documento, che legherà per tutti i secoli il nome di Benedetto XV al nostro Santuario.

PER GLI ORFANI DI GUERRA e l'assistenza dei fanciulli abbandonati

Il Comitato Promotore dell' « Opera Nazionale per l'assistenza civile e religiosa degli orfani dei morti in guerra » ha diramato il seguente appello:

« I soldati, che lasciando l'opera dei campi o delle officine, abbracciarono sulla soglia della casa i figli dubitando di rivederli mai più, compensarono tutte le rinunzie con una speranza: che se fossero caduti, il proprio ufficio paterno sarebbe stato esercitato e supplito non solo dalla vedova e dai parenti, ma dal cuore dei connazionali.

Ed era speranza giusta. I loro orfani, pur non dovendo esser sottratti all'incomparabile tutela della famiglia, hanno ragione di venir tenuti come i pupilli della Nazione.

Ed era speranza fondata. La Nazione, nella spontaneità dell'offerta d'aiuto, fatta generosamente da uomini d'ogni parte, mostra d'esser consapevole di cosí urgente dovere.

Senonché non è un dovere di solo materiale soccorso. I prodi, che fecero alla patria sacrificio della, vita, non domandano soltanto che i figli abbiano pane e preparazione alla dignità del lavoro: domandano di veder continuato in essi l'animo proprio, quale rifulse piú che mai nelle veglie delle trincee e nell'impeto del conflitto.

La Patria parlava ad essi in quei giorni come la voce, non già di partiti, ma di tutti gli affetti, gli obblighi, le costumanze che ci possono far degni del focolare domestico, della vita comunale, della compiuta italianità.

E la Religione cattolica, quella degli avi nostri, quella che aveva benedetto le loro nozze e battezzato i loro nati, parlava loro ad un tempo come la consacrazione, il suggello, l'esaltazione di tutti questi vincoli verso la Patria; come ricordatrice alla milizia dei doveri che le incombono, la consolatrice dei dolori che le sono imposti, la rimuneratrice degli eroismi in cui mirabilmente si esercita.

I soldati morendo raccomandarono, in una parola, ai superstiti la prole, perché questa sia aiutata non solo a vivere, ma a crescere cosí patriota e cosí religiosa come essi lo furono. Vogliono essere Dei figli non un rimpianto desolato, ma un esemplare da far rivivere.

Cosí, a tutti coloro che hanno già sentito e sentiranno l'obbligo d'adempiere appieno un tale testamento dei gloriosi morti; che comprendono e comprenderanno la bellezza di fare dei fanciulli orbati gli eredi degni dei padri, il

Comitato Promotore dell'Opera Nazionale per l'assistenza civile e religiosa degli orfani dei morti in guerra, rivolge il suo appello; perché il concorso pubblico lo metta in grado di coordinare ed aumentare gli sforzi fatti fin quí ; perché, anche nel trarle dai lutti famigliari l'occasione di moltiplicare i buoni cittadini e i buoni cristiani, l'Italia possa vantarsi d'aver dedicato il sangue, non pure alla gloria esterna di piú naturali e piú larghi confini, ma alla gloria interna di perpetuare nelle generazioni venienti le sue tradizioni piú italiane e piú sante ».

Seguono le firme dei membri del Comitato Promotore e lo Statuto dell'Opera.

Statuto. - Art. 1°. E fondata da un Comitato Promotore l'Opera Nazionale per l'assistenza civile e religiosa degli orfani dei morti in guerra; essa avrà sede in Roma.

Art. 2°. L'Opera ha lo scopo di eccitare, coordinare, integrare le iniziative riguardanti l'assistenza materiale, l'educazione religiosa e l'istruzione professionale degli orfani.

Art. 3°. L'Opera è retta da un Comitato Esecutivo composto da un Presidente, tre Vice Presidenti, un Tesoriere, un Segretario e da 12 Consiglieri.

Art. 4°. Il Comitato attua il compito dell'Opera sia direttamente, sia per mezzo di Comitati locali.

A meglio raggiungere la finalità dell'Opera il Comitato Esecutivo può costituire delle Commissioni speciali.

Art. 5°. I soci dell'Opera si distinguono in effettivi e benemeriti. Sono effettivi quelli che versano una quota annuale non inferiore a L. 5: e benemeriti quegli enti o persone che offriranno, per una volta, una somma non inferiore a L. 500 o provvederanno al ricovero e mantenimento di un orfano.

Art. 6°. I mezzi dell'Opera sono: a) il contributo dei soci; b) qualunque altro provento di offerte o raccolte.

Art. 7°. Il Comitato Esecutivo, eletto dal Comitato Promotore e dai Soci, si rinnova per intiero ogni biennio. Il Comitato Esecutivo elegge il proprio ufficio di Presidenza. Gli uscenti sono rieleggibili.

Art. 8°. Ogni anno a cura del Comitato Esecutivo sarà pubblicato il resoconto morale e finanziario dell'Opera.

Art. 9°. Le norme pratiche dell'Opera saranno stabilite da apposito Regolamento.

Art. 1o°. Il Comitato Esecutivo per la prima volta è eletto dal Comitato Promotore.

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L'ultimo numero dell' « Allarme », foglio volante n. 89 dell'Unione Popolare, «Gli orfani di guerra aspettano l'opera nostra» propone il seguente programma d'azione

1 ° Tutte le iniziative già sorte per opera dei cattolici e riferentisi in qualche modo agli orfani di guerra, inviino subito la loro adesione all'Opera Nazionale per l'assistenza civile e religiosa degli orfani di guerra ». (Piazza S. Luigi dei Francesi, 35 - Palazzo Patrizi - Roma).

2° In tutti i luoghi dove non sono ancora sorti comitati per gli orfani di guerra, i nostri amici si facciano promotori di iniziative locali aderenti all'Opera nazionale.

3 ° Là dove non è possibile sorgano comitati locali, i cattolici italiani si iscrivano direttamente all'Opera Nazionale come soci effettivi e meglio ancora come soci benemeriti.

4° Tutti i giornali, periodici, bollettini parrocchiali, riprendano e intensifichino la campagna in favore degli orfani di guerra, moltiplicando gli articoli illustrativi dei principii direttivi della giustizia sociale in questa materia e gli appelli ai cattolici per porre mano efficacemente all'azione.

5 ° Tutti i nostri propagandisti, cerchino di popolarizzare con conferenze, discorsi, riunioni, fogli volanti, i criterii fondamentali riguardanti i doveri dello stato e i diritti degli orfani.

L'ISTITUTO „DON BOSCO"

per gli orfani di guerra aperto e Monte Oliveto, Pinerolo.

Il nuovo Istituto - in base allo scopo di fondazione - ha incominciato ad accogliere « quegli orfani di guerra che - per mancanza di mezzi - per speciali condizioni di famiglia, si trovano in pericolo di abbandono morale e nell'impossibilità di essere mantenuti ed educati, se non li soccorre la pubblica beneficenza - e assicura ai medesimi (così il programma):

1° Ricovero e paterna assistenza.

2° Accurata educazione ed istruzione proporzionata alla loro età ».

Perché un fanciullo possa essere accettato nell'Istituto « Don Bosco » di Pinerolo sono necessarie le seguenti condizioni:

1° Sia orfano di padre morto in guerra, oppure, essendo già orfano di madre, abbia il padre richiamato al servizio militare, - comprovando dette condizioni con dichiarazione rilasciata dal proprio municipio.

2° Non abbia un'età inferiore agli anni 8, né superiore agli anni 12.

3° Venga presentato da persona od ente che - mentre ne assume la responsabilità legale - si obbliga a ritirare il fanciullo quando, per

qualunque causa, questi non potesse piú rimanere nell'Istituto.

Documenti da presentarsi. - Oltre la dichiarazione suaccennata sono necessari:

a) La fede di nascita e di stato di famiglia rilasciata dal municipio.

b) Gli attestati di Battesimo e di buona condotta rilasciati dal Parroco.

a) I certificati di vaccinazione, di sana costituzione, di esenzione da qualsiasi malattia contagiosa, rilasciati dal medico.

d) L'attestato della classe elementare frequentata, rilasciato dalle autorità scolastiche.

L'Istituto - dato il suo scopo di fondazione che è quello di venire in soccorso ai fanciulli poveri ed abbandonati - non può prescrivere né retta mensile, né corredo fisso - e assicura educazione ed istruzione accurata con tutto il materiale scolastico, provvede vitto sano ed abbondante, quanto è necessario per dormire, per il bucato, per la pulizia e nettezza personale, per cura in caso di malattia ecc., poggiandosi totalmente sul concorso della beneficenza pubblica e privata.

Quindi saranno benefattori speciali o patroni dell'Istituto:

1. Quelle persone che si offrono a completare il mantenimento di un ricoverato in particolare.

2. Quelle persone che cooperano con offerte in danaro o di vestiario, biancheria, commestibili ecc. al mantenimento in genere dell'istituto.

Avvertenza. - Ad assicurare che non sia defraudato lo scopo dei sussidii assegnati all'orfano dagli enti pubblici e privati, si dichiara

1° Il sussidio governativo cui il fanciullo ha diritto, o quale orfano di padre morto in guerra, o quale figlio di un richiamato, venga devoluto a favore dell'Istituto.

2° Vengano parimenti devoluti a favore dell'Istituto quei sussidi che - gli Enti Pubblici (Comune e Provincia) - le Pie Istituzioni - i Comitati civili di patronato - hanno stabiliti per gli orfani, a complemento del sussidio governativo.

3° Per il corredo è sufficiente un numero di capi di vestiario tale che il fanciullo possa mantenere la pulizia personale. Il corredo sarà accresciuto proporzionatamente alla possibilità finanziaria della famiglia e alle offerte che perverranno all'Istituto.

N.B. - Ad estendere la sua benefica azione, la Direzione dell'Istituto, nel caso in cui non possa accogliere un fanciullo, si offre per indirizzare e possibilmente appoggiare le domande d'accettazione presso altri Istituti di beneficenza.

La corrispondenza va diretta alla Direzione dell'Istituto Don Bosco, Monte Oliveto, PINEROLO.

Per la salvezza della Gioventù: Occorre un provvedimento radicale.

Riceviamo e pubblichiamo ben volentieri

Seguo anch'io col massimo interesse, quanto si va scrivendo in cotesto benemerito Bollettino allo scopo di promuovere opere che provvedano, in misura proporzionata ai bisogni del nostro tempo, all'assistenza della gioventù, sempre con la speranza di trovare nell'esperienza degli altri ciò che fa per il caso mio.

Ma fin 'ora, devo confessarlo, non ebbi tale soddisfazione. E perciò vorrei farmi ardito ed esporre una proposta, o meglio, una semplice idea

Il problema adunque è questo: Al tempo nostro, specialmente nei grossi centri, ma un po' dovunque, si presenta piú che mai urgente la necessità di provvedere, con opere opportune, alla salvezza della nostra gioventú. Orbene: a quali opere conviene por mano? È come si possono far vivere e prosperare?

La risposta alla prima domanda è facile assai. Gli Oratori festivi, i Patronati, i Dopo-scuola, ecc. sono opere che, per la loro stessa natura si possono facilmente adattare a tutti i luoghi e dar buoni frutti.

Ma le difficoltà incominciano, e gravi, quando si vuol sapere come si può dar vita a una di tali opere e farla fiorire, perché possa dare quei frutti che da essa si attendono. E avverto subito che non intendo parlare delle difficoltà di ordine economico; i mezzi, ove il bisogno dell'opera è sentito, e quando ci sia della buona volontà, in via ordinaria, non mancano; né dall'altra parte sarebbe questo il momento di indugiarci su questo pulito. A parte dunque la questione economica, ci sono ben altre difficoltà da superare per dar vita ad un'opera d'assistenza per la gioventú, e, prima fra tutte, la mancanza di personale idoneo.

lo non posso assolutamente trovarmi d'accordo con coloro che vedono tutto facile, e che affermano ad esempio, che un Sacerdote qualunque basta a far andare un Oratorio festivo. Non basta. In primo luogo perche non tutti i nostri sacerdoti hanno attitudini e preparazione per le opere giovanili. In secondo luogo perché assai spesso manca loro il tempo. In terzo luogo perché quelli che piú utilmente vi si potrebbero prestare, non hanno alcuna stabilità nelle Parrocchie.

Se non mi sbaglio, noi siamo facili a cadere, anche in questo, nelle illusioni che abbiamo avuto per lunghi anni in altri campi, come in quello della Dottrina cristiana. Per quanto tempo si è creduto che ogni terziario e ogni figlia di Maria, fossero maestri ideali di Dottrina? E cosí si continuò per lunghi anni a far la dottrina con maestri che non avevano alcuna formazione, e le nostre dottrine si svolgevano tra la noia e la svogliatezza, non esercitando nei giovanetti alcuna attrattiva, e con risultati scarsi o quasi nulli. Ora si cerca, è vero, di mettersi per una via diversa, ma fu necessario cominciare a persuadersi che, anche ad insegnar la Religione, bisogna saper fare, e che nemmeno i maestri di Dottrina si possono improvvisare.

Che dirsi adunque di opere destinate a raccogliere, a sorvegliare, a educare giovanetti nell'età piú irrequieta ed esigente? O tali opere si fanno, tanto per farle, e allora convengo che possa bastare una persona qualunque, o un buon Sacerdote, che si fermi qualche ora in mezzo a ragazzi che giuocano, che saltano, che gridano, come pur si vede qua e là... Ma qual bene si crede cosí di poter fare a quei giovanetti? Nessuno si scandalizzi se dico che molto spesso si fa piú male che bene.

E provato che per tenere con vantaggio decine e decine di giovani, per piú ore, si richiedono molte cose: personale, ordine, disciplina, sussidi educativi, ecc.

Ora ciò che manca alle nostre opere giovanili è precisamente la parte piú essenziale, mancano le persone che sappiano vivere in mezzo ai giovani, per infondere, nei giovani, quasi senza che si accorgano, i principii d'una vita religiosa e morale, che deve poi crescere e svilupparsi cogli anni.

Io so che quando un Parroco voglia istituire nella sua Parrocchia (e quanti non l'hanno fatto ormai!) un Asilo Infantile, egli trova la via facile dinanzi a sé. Si rivolge all'una o all'altra delle tante Congregazioni religiose femminili, e, senza certe difficoltà, egli può avere le due o tre o piú Suore Maestre, opportunamente preparate alla nobile missione di educatrici dell'infanzia, e la vita dell'Asilo può dirsi senz'altro assicurata. E perché? Perché alla direzione dell'Asilo vi è un personale, dirò cosí, professionalmente e tecnicamente idoneo. Ed ecco perche si veggono sorgere con tanta consolante frequenza tali istituzioni, che sono innegabilmente utili, ma che non portano certo in una parrocchia i vantaggi religiosi e morali che potrebbe invece portare, quando fosse ben diretta, un'opera per i giovani piú grandicelli.

E perché adunque non si veggono sorgere piú spesso anche le opere di questo genere, mentre è pur generale la convinzione che, se non si fa qualche cosa, si perde gran parte della gioventú maschile? Anzi, perché, anche dove si tentò di farle nascere, hanno una vita breve, e travagliata, e poco feconda? A mio modesto avviso la ragione è una sola: manca il personale adatto ! Ed è precisamente di fronte a questo fatto doloroso che si infrangono le migliori volontà, che si spengono tanti entusiasmi e si è condannati a vivere di sogni, e ad assistere alla rovina di tanti giovani! Chi vuol persuadersi non ha che a provare: si trovano chiuse tutte le vie... e non si può andar innanzi. Ammesso che sia vero quello che ho esposto, si presenta l'altra domanda: Ed è possibile colmar questo vuoto? È possibile creare questo personale per un'opera cosí urgente, cosí utile, cosí doverosa, la salvezza della gioventú maschile?

Quando alcuni anni or sono si è dovuto constatare che le solite persone volonterose non bastavano piú a far vivere tutte le nostre Associazioni Cattoliche, fu affacciata, un po' timida, l'idea di avere dei propagandisti, delle persone cioè che facessero dell'azione cattolica, direi quasi, la loro professione, e che, dopo conveniente formazione, si dedicassero interamente a questo apostolato moderno. Il buon seme non andò perduto; la Scuola Sociale di Bergamo, voluta dal S. Padre, lo coltivò, ed ora i propagandisti ci sono in numero sempre maggiore e sempre meglio allenati, perché la Provvidenza non manca certo di deporre in fondo ai cuori le vocazioni corrispondenti ai bisogni di ciascuna età. Basta dare a questi semi divini l'occasione, e, vorrei dire, la facilità di svilupparsi.

E perché altrettanto non si potrà sperare o perché almeno altrettanto non si dovrà tentare, quando si tratta di un bene cosí grande, qual'è la salvezza della gioventú maschile?

Ed eccomi alla conclusione della mia lunga, ohimé! troppo lunga tiritera, ma che mi è uscita dal cuore senza volerlo: « Se si vuol salvare la nostra gioventú, occorre far qualche cosa per avere un personale idoneo, a cui affidare le opere giovanili! »

E mi fermo, anche perché non ardisco passare alla esposizione di qualche dettaglio prima di sapere come venga accolta la prima idea.

Asolo (Treviso), 24 maggio 1916.

Mons. ANGELO BRUGNOLI.

Nota della Redazione. La domanda dell'ottimo Mons. A. Brugnoli merita la piú alta considerazione: « Come si può avere personale idoneo, cui affidare le opere giovanili? »

La risposta al quesito l'attendiamo dai più attivi e zelanti dei nostri cooperatori: e noi pure diremo la nostra parola.

LAVORO E PREGHIERA.

(Dal saluto rivolto all'Em.mo Card. Cagliero dal Prof. R. Bettazzi, il 21 maggio u. s. - a nome dei Cooperatori).

Vogliamo essere primi oggi in quelle opere che la guerra ha fatte necessarie, e che sono destinate ad alleviare le miserie e a confortare i dolori che essa produce: primi nella custodia e nella educazione di quei poveri ragazzi che mancano di padre, o lo ebbero malconcio dalle vicende della guerra, o che hanno i genitori inadatti a educarli: primi nelle difese di quei principi di moralità che sono la salvaguardia della società e senza dei quali è vano tentare o sperare qualunque progresso: primi nell'assistenza ai nostri fratelli che in terre straniere sentono il peso del dolore dell'esiglio: primi nel provvedere i mezzi perchè voi, apostoli, possiate portare la croce e il nome di Dio a quei poveri selvaggi che non li conoscono e ignorano quelle verità sante e quei doveri pei quali noi cristiani siamo i soli veramente felici sulla terra. Ma primi vogliamo essere anche là dove si piega il ginocchio dinanzi all'altare, e si prega e si adora il Signore per insegnare al mondo che è vano volere amare i fratelli e votarsi al lavoro per essi, se questo amore non si alimenta di Gesù Cristo, che è il vero amore, e se non si domanda la fecondità del lavoro a Colui che solo è capace di fecondarlo. Lavoro e preghiera, sacrifizio e carità, ecco, Eminenza, la promessa che stasera vi facciamo, ecco l'omaggio dei cooperatori.

Vi facciamo, ho detto! E posso io, modestissimo fra i cooperatori, cosí parlare e cosí promettere a nome delle centinaia di migliaia di fratelli che non me ne hanno dato il diretto mandato, che in gran parte non mi conoscono, e che io in gran parte non conosco? Sí, Eminenza, se sono cooperatori, amano Don Bosco e le Opere sue, e non possono che pensare e parlare come io ho pensato e parlato...

Vi sia il Signore, Eminenza, largo delle sue benedizioni: e vi dia presto il conforto non soltanto di udire la voce di un cooperatore che parla a nome di tutti i cooperatori della terra, ma di vedervi attorno i rappresentanti dei cooperatori di tutte le nazioni. Oggi ciò non consente il duro destino che pesa sull'Europa: ma se la pace avesse sorriso alle nostre terre, io sono sicuro che il saluto sarebbe venuto a voi in molte lingue da quei cooperatori che oggi una guerra sanguinosa divide e tiene lontani di qua. Oh lasciate che io volga a tutti questi cooperatotori un pensiero di fraternità ed un palpito di cristiano affetto. Dovere di cittadini ci spinge gli uni contro gli altri, e nessuno di noi e di coloro che sono oggi nostri nemici diserterà o tradirà la sua bandiera: perchè, cristiani come siamo, sentiamo alto il dovere che ci lega con cari vincoli alla patria. Ma il giorno in cui l'iride della pace si levi sul nostro cielo, il giorno in cui, fatte paghe le aspirazioni legittime di tutti i popoli secondo giustizia, torni ogni popolo alle sue terre ed abbia ogni terra i suoi naturali confini; il giorno in cui, ridonate alle nazioni martiri la loro indipendenza, riabbiano esse le loro cattedrali oggi arse dal fuoco e sgretolate dalle granate, per restituirle di nuovo alla bellezza e al culto di Dio; il giorno, in cui dai suoi redenti confini mandi l'Italia un saluto al Belgio eroico e all'indomita Polonia tornate alla gloria di nazioni, plaudenti - lo voglio sperare - coloro che oggi ne appaiono gli oppressori, quel giorno, colle mani strette nelle mani, cogli occhi raggianti fissi negli occhi, tornati fratelli, tutti i Cooperatori Salesiani si stringano in un amplesso di pace e di amore, e prostrati a Valsalice, non piú dinanzi a una tomba ma dinanzi a un altare, levino al Cielo una solenne promessa, quella di lavorare per sempre alla salute delle anime e alla gloria di Dio.

IMPONENTE OMAGGIO AL CARD. GIOV. CAGLIERO

Il primo Salesiano fregiato della Sacra Porpora, colui, che nel 1875, inviato da Don Bosco in America a capo della prima schiera di Missionari Salesiani, tolse da lui congedo ai piedi di Maria Ausiliatrice, e nel 1884, allo stesso altare e presente lo stesso Ven. Padre, primo de' suoi figli ricevette l'Episcopale Consacrazione, per tratto di bontà del Vicario di Gesù Cristo venne a rendere piú solenni le passate feste di Maria Ausiliatrice. L'Eminentissimo signor Card. Giovanni Cagliero giunse fra noi la sera di sabato 20 maggio, accolto con una manifestazione di gioia, imponente, spontanea, indimenticabile. È doveroso registrare negli annali della nostra Pia Società il memorando avvenimento.

NEL VIAGGIO.

Nel viaggio da Roma a Torino, Sua Eminenza si fermò a Massa Carrara, alla Spezia e a S. Pier d'Arena, fatto segno - ovunque - a cordiali dimostrazioni di riverenza da parte del popolo e delle autorità.

A Massa Carrara, ove fu ospite di S. E. Reverendissima Mons. Gìovanni Marenco, della nostra Pia Società, la mattina del 17 maggio celebrò nella cappella dell'Istituto delle Figlie della Carità, oggi convertito in Ospedale militare, amministrando la S. Comunione a molti soldati, pronunziando un breve discorso, e visitando gli infermi. Tutti gli ufficiali circondarono di squisite attenzioni Sua Eminenza, che sedette in mezzo a loro per la colazione. In seguito l'Eminentissimo volle visitare anche il Seminario, convertito pur esso in Ospedale della Croce Rossa, e quindi l'Ospedale civile, adibito in gran parte ad uso militare.

Alla Spezia, la mattina del 18 maggio celebrò nello splendido Santuario di N. S. della Neve affollato di fedeli, ammettendo alla prima comunione il figlio del capitano di vascello Conte Tornielli, e distribuendo un gran numero di sante Comunioni a cooperatori e cooperatrici salesiane. L'instancabile Porporato pronunziò anche un breve discorso, nel quale, intrecciando mirabilmente i due nomi Fede e Patria, raccomandò caldamente la preghiera e in fine impartí solennemente la benedizione eucaristica.

A Sampierdarena la mattina del 19 celebrò nella parrocchia di S. Gaetano, messa a festa, e gremita di nostri alunni, di Figlie di Maria, delle ragazze dell'Oratorio di Maria Ausiliatrice, e delle alunne degli istituti delle Figlie della Carità, delle Madri Pie Fransoniane, di

Sant'Anna e di Don Daste. Le sante Comunioni distribuite furono assai numerose. Finita la messa Sua. Eminenza prese la parola e con fervore giovanile esortò tutti alla preghiera per ottenere la pace.

Non ci è possibile enumerare tutti gli illustri personaggi che ossequiarono Sua Eminenza nelle varie città: ci limitiamo a registrare i nomi degli Ecc.mi Presuli, Mons. Carli, Vescovo di LuniSarzana e Brugnato; Mons. Pisani, Vescovo tit. di Tebe; Mons. Gavotti, Arcivescovo di Genova.

L'ARRIVO A TORINO.

Sua Eminenza la mattina del 20 celebrò nella cappella dei signori Dufour a Cornigliano Ligure, e nel pomeriggio proseguì per Torino.

Alla stazione di Asti ricevette gli ossequi di di Sua Ecc. Rev.ma Mons. Luigi Spandre,- Vescovo e Principe del S. Romano Impero, e di una schiera di ecclesiastici.

Il treno giunse a Torino alle 19.55 in perfetto orario. Una folla di autorità lo attendeva. Ricordiamo S. Ecc. Rev.ma Mons. Costanzo Castrale, vescovo di Gaza e vicario generale della diocesi, in rappresentanza del Cardinale Arcivescovo; S. E. Mons. Pinardi, vescovo ausiliare; mons. Duvina, provicario generale; l'assessore comunale prof. Costanzo Rinaudo, in rappresentanza ufficiale del sindaco sen. conte Teofilo Rossi, che trovavasi a Roma, e del sen. barone don Antonio Manno, presidente del Comitato per le onoranze; S. E. il sen. Taglietti, primo presidente della Corte di Cassazione; S. E. il sen. Garofalo, procuratore generale di Cassazione; il comm. Cesare Martinelli, primo presidente di Corte d'Appello ; il questore cav. uff. Borrelli, col suo segretario avv. cav. Pietro Donvito; l'assessore cav. uff. avv. Carlo Barberis; i consiglieri comunali conte Carlo Olivieri di Vernier, prof. cav. Piero Gribaudi, Giovanni Maschio, cav. Leone Sacerdote, prof. avv. Federico Marconcini; il cav. ing. Alberto Buffa, presidente della Giunta Diocesana, coll'assistente ecclesiastico can. Garelli; i consoli delle repubbliche del Sud America : comm. Bottero dell'Argentina, cav. Bonifacio Faillace della Colombia, cav. Giulio Alsona Bertazzi del Paraguay, cav. uff, Ferreri dell'Uruguay, cav. avv. Leopoldo Panizzoni del Perú; i canonici Sorasio, Giuganino, Allamano, Camisassa, Antoniotti, Franco, Bues, Berrone, Piovano; il teol. Adolfo Barberis segretario del Cardinale Arcivescovo; il teol. cav. Gallea, presidente dell'Associazione del Clero; il teol. coll. Pola, curato di San Francesco da Paola; le contessine Avogadro di Valdengo, per l'Unione delle Donne Cattoliche; il conte Passerin d'Entrèves, consigliere provinciale; il cav. Natale Bonino per la Federazione Agricola; il cav. Paolo Solaro del Borgo; l'avv. cav. Stefano Scala, il cav. prof. Franchi per la « Voce dell'Operaio »; i membri della giunta diocesana cav. Macciotta, Luigi Chiesa, Luigi Pisani; l'avv. Carlo Torriani per il Consiglio regionale della G. C. I.; il barone di Aychelbourg; il cav. Ubaldo Enea Ragazzi per l'Associazione Stampa Subalpina; il nipote dell'Em.mo, signor Giovanni Cagliero, col figlio Don Alessandro ; il cav. A. Antonelli di Oulx, per l'Unione Conservatrice; il cav. Bozzoli capo stazione principale; il commissario cav. Bessi; ecc. ecc.

Cediamo la parola al Momento:

« Quando il lungo treno proveniente da Genova, entrò sotto l'atrio della stazione, un fragoroso applauso lo accolse, mentre la maschia figura dell'apostolo della Patagonia, sempre illuminata da un raggio di perenne energia giovanile, resa più maestosa dalla rossa mantellina serica cardinalizia, appariva con sereno sorriso allo sportello del compartimento di prima classe riservatogli.

» Ed appena il convoglio si fermò, l'ascetica e cara figura del rettor maggiore Don Albera si appressò con espansivo gesto fraterno tendendo le braccia all'illustre confratello che l'accolse con uguale slancio di affetto, gareggiando con lui in dimostrazioni di cristiana amorevolezza e venerazione.

Subito dopo Don Albera, fu la volta dell'assessore comm. Rinaudo, che col Cardinale Cagliero ebbe lunga dimestichezza di amicizia e di studi... Entrambi, nel rivedersi, riebbero la visione dei tempi felici di gioventú, e commossi si strinsero in un lungo abbraccio.

» Succedettero quindi le presentazioni delle autorità intervenute, fatte da Don Albera, dall'assessore comm. Rinaudo e dal consigliere comunale conte Oliveri di Vernier, mentre la graziosa bimba Margherita Canova offriva all'Em. Porporato uno splendido mazzo di fiori, inviato dal barone di Aychelbourg ».

Salito in automobile, e fatto segno a nuovi entusiastici applausi, l'Eminentissimo si avviò al nostro Collegio di S. Giovanni Evangelista, dove, vestita la S. Porpora, tra i lietissimi evviva di quei convittori e di un'onda di cooperatori e di popolo, riversatosi nel cortile dalla vicina chiesa, mosse alla volta del Santuario di Maria Ausiliatrice.

Nel Santuario era terminata allora allora la predica, e il tempio era riboccante di fedeli. Quelli che gremivano la piazza fecero all'eminente figlio di D. Bosco un'entusiastica ovazione tra il giocondo squillo delle campane; ed egli, il primo Missionario Salesiano, sceso ai piedi della soglia, quasi non badando a tutti i Superiori che l'attendevano commossi, commosso piú di tutti, guardò confuso la moltitudine e guidato dal fascio di luce che usciva dall'atrio del Santuario, alzò il volto imperlato di lagrime alla Madonna, che in un mare di luce splendeva sull'altar maggiore. E collo sguardo sempre fisso in Lei, preceduto e seguito processionalmente dal clero, entrò nel tempio, echeggiante dei canti delle masse corali, e tutto in uno sfolgorio di luce sino alla cupola.

Fatta l'adorazione al SS. Sacramento, non seppe contenere l'onda d'affetto che gli stringeva il cuore, e saliti i gradini dell'altare di là rivolse la sua parola alla fitta moltitudine. Il suo accento, velato di commozione, fu un inno di ringraziamento a Maria Ausiliatrice, al Ven. Don Bosco e al Sommo Pontefice; al quale esortò i fedeli ad essere riconoscenti, avendo munificamente accordato l'indulgenza plenaria toties quoties pel 24 maggio a tutti quelli che visiteranno il Santuario di Valdocco, indulgenza tanto piú preziosa nel tempo presente, quanto piú grande è il bisogno di celesti favori.

Dopo il canto del Te Deum, musicato nella stia giovinezza dall'Eminentissimo e per la circostanza affettuosamente ritoccato qua e là in omaggio alle nuove prescrizioni liturgiche dal Maestro Cav. Dogliani, il rev.mo sig. Don Albera impartí la benedizione con Gesú Sacramentato.

Dopo le sacre funzioni si riversò nel vasto cortile, illuminato e parato a festa, tutta quell'immensa moltitudine per una grandiosa dimostrazione in onore dell'Eminentissimo, il quale si affacciò ad un balcone, circondato da Don Albera e dagli altri Superiori. Le camerette del Venerabile, illuminate con splendido effetto, parevano popolarsi anch'esse di anime care, volate al paradiso... mentre le campane dell'antica chiesetta di S. Francesco di Sales, che non avevano più suonato dal 1912, l'anno delle Nozze d'Oro Sacerdotali dell'Eminentissimo e due suoi compagni, suonavano a festa... e gli alunni cantavano con insolito slancio, accompagnati dalla musica istrumentale, un inno, dolce memoria pur esso, perché composto nel 1869 dal venerando Porporato.

L'OMAGGIO SOLENNE.

Ma l'omaggio solenne, con intervento di tutte le autorità e dei piú illustri cooperatori e delle piú benemerite Cooperatrici, era fissato all'indomani, domenica 21 maggio.

Così ne scrisse il Momento.

« Ammirazione di un popolo che vede esaltati i meriti d'un figlio delle sue terre, entusiasmo di allievi che riveggono l'antico maestro reduce dalla lunga peregrinazione pel mondo della barbarie, illuminato dalla face della sua fede di apostolo, affetto di vecchi compagni e fratelli nell'ideale altissimo che fu l'insegnamento di Don Bosco, han preparato ieri la grandiosa festa di famiglia che ha dato al bel teatro salesiano di Valdocco l'aspetto d'una patriarcale adunanza osannante con un sol grido di gioia al Cardinale Cagliero, all'apostolo della Patagonia, al primo tiglio spirituale di Don Bosco, che ritorna all'antico nido, dove attinse il primo slancio di fervore, reduce con l'aureola della gloria che premia i soldati di Cristo.

» La vasta platea era già alle ore 20 letteralmente stipata dalla folla dei cooperatori salesiani, fra cui notavansi numerosissime le personalità elette dell'aristocrazia, del clero, della scienza e dell'arte.

» Le due grandi gallerie erano popolate dalle rappresentanze dei Circoli Auxilium, Michele Rua, dell'Oratorio femminile delle Suore di Maria Ausiliatrice, della Casa Salesiana di Lombriasco, del Circolo « Savio Domenico » di Valsalice, dell'Oratorio e degli Artigianelli del Martinetto, dell'Istituto Missioni di Valsalice, della Direzione Centrale degli Operai Cattolici, ecc.

» Sul palco d'onore presero posto: l'assessore comunale Rinaudo rappresentante il Sindaco della città; il comm. Martinelli primo presidente di Corte d'Appello; il cav. Martinengo, presidente del Tribunale; il comm. avv. Pola, sost. proc. gen.; l'or. Giordano deputato del V Collegio di Torino; l'or. Gazelli di Rossana deputato di Villanova, nel cui Collegio è Castelnuovo d'Asti, patria del Cardinale Cagliero; i consiglieri comunali marchese Corsi, dott. cav. Molinari, Luigi Grassi, Giovanni Maschio, prof. cav. Gribaudi, avv. Saverio Fino, conte Olivieri di Vernier, prof. Federico Marconcini; il commissario cav. Tabusso in rappresentanza del Questore; mons. Duvina provicario generale; i canonici Sorasio, Berrone, Garelli, Bues; mons. Muriana parroco di S. Teresa; il teol. Pola paroco di S. Francesco da Paola; l'ing. cav. Buffa presidente della Giunta Diocesana; il teol. Roccati parroco della Crocetta; la contessa Rebaudengo; la contessina Avogadro di Valdengo e la contessina della Croce per l'Unione delle Donne Cattoliche; il conte e la contessa Callori di Vignale; la contessa Medolago Albani; donna Frassati-Arnetis, donna Giuseppina Richelmy-Pesce, il cav. Enrico Balbo, il prof. Rodolfo Bettazzi, l'avv. comm. Bianchetti, il cav. Natale Bonino, il cav. Corno per l'Unione Operaia Cattolica, mons. Antonini, l'avv. Torriani presidente del Consiglio regionale della G. C. I., il marchese

Amedeo di Rovasenda, il prof. Enrico Bettazzi, il prof. Perruccatti, il cav. Enrico Balbo, il coram. Aluffi ex prefetto di Sondrio, il P. Cavriani rettore dell'Istituto Sociale con il P. fesso, il P. Giacobbe curato di Gesù Nazareno, la contessa Barbaroux Sciolla, il cav. Franchi per la « Voce dell'Operaio », il cav. Macciotta, il cav. Edoardo Bellia, la contessa Galleani d'Agliano, il maggiore Bressi, il cap. Reviglio, il conte Nuvoli, l'avv. Scala, il prof. De Magistris.

» Al servizio d'onore attendevano i soci dei Circoli Don Bosco, Auxilium, Michele Rua e dell'Unione del Coraggio Cattolico... ».

All'ingresso del Cardinale, cui facevano corona insieme con i nostri Superiori le LL. EE. Rev.me Mons. Castrale, rappresentante l'Em.mo Card. Arcivescovo, Mons. Marenco, Vescovo di Massa Carrara, Mons. Serafino, Vescovo di Bièlla, un applauso imponente si levò da tutta l'assemblea.

Il venerando sac. Giov. Battista Lemoyne, lo storiografo di Don Bosco, lesse una affettuosa composizione poetica, che gli alunni cantori si affrettarono a ripetere in musica, composta e diretta dal maestro Cav. G. Dogliani.

Il dott. D. Francesco Cerruti riassunse, in breve discorso, l'Opera dei Salesiani in America sotto la guida dell'eminente Porporato.

Stia Eccellenza Mons. Costanzo Castrale, Vescovo titolare di Gaza, con felicissimi accenti recò il saluto dell'Em.mo Card. Richelmy, impedito d'intervenire per malferma salute.

A nome del Sindaco di Torino e del venerando barone senatore Antonio Manno parlò - applauditissimo - il sig. comm. Costanzo Rinaudo, assessore municipale.

Gli alunni interni, studenti e artigiani, e gli esterni dell'Oratorio festivo ebbero anch'essi i loro bravi rappresentanti.

Il cav. prof. Piero Gribaudi, con verve nobilissima, rivelò l'intenso affetto e i forti e santi propositi degli Ex-allievi degli Istituti Salesiani.

Il prof. cav. Rodolfo Bettazzi con efficacissimo accento parlò in vostro nome, o cari Cooperatori. Non possiamo astenerci dal riportare qui .la parte principale del suo discorso.

Eminenza,

Nella mia Voi udite la voce di tutti i cooperatori salesiani; di tutti, dai piú preclari per altezza d'ingegno e di virtú ai piú piccoli, ai piú modesti, ai più giovani, ai piú oscuri: nobili e plebei, dotti ed incolti, artisti ed operai, uomini e donne: e questa voce mi dice una parola sola, che tutte le altre compendia: Amore! Amore per quel Santo che qui in questo Valdocco sacro pose le fondamenta di un'opera che ormai copre la terra : amore per colui che gli successe, e ora gli dorme accanto in Valsalice, o forse con lui veglia, e con lui parta dei figli, e con lui prega e benedice: amore per coloro che ci guidano, e guardano le antiche e nuove imprese della famiglia Salesiana; amore per voi che oggi di questa famiglia siete lo splendore e l'orgoglio.

Amore! ecco dunque l'omaggio che la schiera innumera dei cooperatori per mio mezzo, stasera, Eminenza, vi presenta ; amore! amore per tutto ciò che ci lega all'opera salesiana, e che ci ricorda glorie da un lato, dall'altro doveri e missione.

Non posso tacere, Eminenza, che accanto a questo scatto d'amore vi è anche un forte e legittimo sentimento di compiacenza, perchè uno delle nostre file, un figlio di quel Don Bosco del quale vogliamo essere chiamati figli anche noi, è stato elevato alla dignità che sulla terra vien subito dopo quella altissima pontificale. Noi siamo fieri ed orgogliosi dell'onore a voi reso col concedervi la porpora.

Ma, veramente, Eminenza, mi dovete lasciar fare una domanda. Se è vero che la porpora fa a voi onore e grande, non è forse altrettanto vero che voi-fate onore grande alla porpora? A voi certo non sembrerà, perché siete buono e modesto, ma io sento di non fare offesa agli Eminentissimi altri Cardinali, pensando che essi devono sentirsi davvero orgogliosi di vedere il loro manto sugli omeri possenti di un uomo che tanti anni ha speso nel servizio del prossimo per amore di Dio e ha fatto suo con tanto zelo il da mihi animas, coetera tolle, del suo Padre venerato.

Che voi onoriate la porpora io lo credo, Eminenza, e ho voluto dirlo, ma non v'insisto per non dare alla singolare modestia vostra disagio e forse dispiacere; per quanto stasera avrete già provato questo disagio, e lo proverete ancora, non temete. Volete elle in questa festa, la quale - perché fatta fra i dolorosi fragori della guerra e le lacrime di tante madri e le trepidazioni di tutti i cittadini - se perde in brio, acquista in sincerità, non vi si abbia a dire tutto quello che abbiamo nel cuore?

Ma torniamo all'onore che si è voluto fare a voi, e in voi anche alla famiglia salesiana, elevandovi al Cardinalato: e mandiamo un ringraziamento pieno di affetto e caldo di devozione a Colui il quale colla mano cosí ferma guida la navicella di Pietro, e nonostante i dolori che soffre e le lacrime che versa pe' suoi figli che vorrebbe fossero fratelli e invece si uccidono a migliaia sui campi desolati dalla mitraglia, sa non perdere d'occhio gl'interessi tutti della Chiesa e sa scegliere i migliori a principi di questa Chiesa e che fu certamente lieto di porre fra costoro voi che siete figlio di quell'Italia che è anche sua patria diletta e che egli ama davvero di forte e caldo amore, checche ne dicano quei tristi e ciechi che di questa terra, nostra e sua, vogliono farlo nemico. Grazie, o S. Padre. E perchè l'amore a Te è uno di quelli che D. Bosco voleva nei suoi figliuoli, e che quell'altro Don Bosco che fu D. Rua raccomandò morendo prima di ricevere l'ultimo viatico con voce cosí alta che in quel corpo disfatto parve miracolo - almeno a me parve, che ebbi la sorte di udirla - vada a Te, o Benedetto XV, Papa grande della pace, l'omaggio dell'amore di noi tutti, e vada incondizionato, cosí all'uomo di cui ammiriamo la sapienza e la virtú, come alla Cattedra di S. Pietro su cui oggi Egli siede, e domani altri sederà a cui porteremo il medesimo affetto.

Ma ringraziamo anche, Eminenza, quel Santo che vi educò ed in voi infuse lo spirito buono per cui poteste divenire l'apostolo della Patagonia e dell'America tutta, quel santo di cui baciaste giovinetto e poi sacerdote e poi Vescovo la mano paterna, e che oggi se qui fosse bacierebbe a voi la porpora. O Giovanni Bosco, che Tu sia benedetto! tu che insegnando ai tuoi figli la semplicità e la modestia sapesti far germinare in loro quelle virtú che dovevano condurli al culmine della dignità umana. Sii benedetto! Che dirai Tu al Signore oggi, stasera nei silenzi dolci della tua verde Valsalice, stasera mentre si onora un tuo figlio fatto Cardinale? Gli canterai Tu il Te Deum di ringraziamento per la gloria che dà alla famiglia tua? Oppure ti raccoglierai turbato accanto alla santa tua madre, a quella mamma Margherita che sul morire ti raccomandava che la tua famiglia conservasse i suoi figli nello stato di povertà e di semplicità, temendo che l'agiatezza, il fasto e gli onori avessero a traviarli?

Oli! riposa sereno, o santo Servo di Dio. La porpora di cui la Provvidenza volle fosse ricoperta questa eletta fra le tue creature, non è vano ornamento, ma è simbolo, e simbolo di abnegazione e di operosità. È rossa, e dice lo spirito di sacrifizio, spinto, se occorre, fino a quello del sangue, se è per la gloria di Dio, per la salute delle anime, per la difesa di santi ideali: è rossa, e dice l'ardore della carità, di quella carità che fa scordare sé per gli altri, e per il bene degli altri fa spender tutto, dall'ingegno alla vita. E non sono appunto lo spirito di sacrifizio illimitato e lo spirito di carità piena, i distintivi dell'azione salesiana?

Non dunque vallo dono, a voi, Eminenza, la vostra porpora che pure vi spetta qual meritato premio, ma apparisce monito e incoraggiamento e e diviene vessillo per la famiglia nostra. E se altri per volontà di Dio - ed è il mite, caro e paterno D. Albera - è di questo, piú che famiglia, vero esercito, il saggio e valoroso capitano, voi da oggi ne divenite il coraggioso alfiere. In voi affisseranno gli occhi i Salesiani tutti, sacerdoti e laici, membri e cooperatori: e nel rosso della vostra porpora leggeranno tutti il programma a cui devono dedicarsi programma di elevazione del popolo, di tutela dei deboli, di redenzione degli oppressi, di educazione dei giovani, di difesa di quei principi di fede e di morale senza dei quali la vita è colpa.

Dalla vostra elevazione alla porpora, che porta il nome di Don Bosco cosí in alto e elle cosí glorifica il suo spirito, noi cooperatori ci sentiamo chiamati a doveri piú forti, a piú alta missione. E di questa anche nostra elevazione orgogliosi, qui stasera vi promettiamo di votarci coll'animo, colla mente, col cuore, con tutti noi ai servizi di ogni causa buona che ci venga, dalla Provvidenza, fatta trovare sul nostro cammino.

* *

Alate strofe in onore di Maria Ausiliatrice recitate con ammirabile slancio dall'illustre avv. comm. Carlo Bianchetti, e briose rime del venerando prof. Don Francesia, ispirate ai piú cari ricordi giovanili dell'antico condiscepolo, divenuto Cardinale, coronarono la splendida accademia.

Non meno bella ed attraente fu la parte musicale di canto e di suono, egregiamente sostenuta dai giovanetti dell'Oratorio. Gustatissima la romanza l'Orfanello, musicata tanti anni sono dal Cardinale festeggiato.

In ultimo si alzò Sua Eminenza. Con volto paterno si disse lieto delle onoranze tributate alla sacra Porpora onde avealo insignito il S. Padre e « colla quale Papa Benedetto XV volle onorare tutta la grande Famiglia di Don Bosco, tutta l'Opera Salesiana, e in particolare l'opera dei Missionari, che sparsi in tutta l'America, mentre evangelizzano e inciviliscono le tribú selvagge,. fanno onorato e caro il nome della patria nostra, l'Italia, alla quale quella gente guarda desiosa perché sede del Vicario di Gesú Redentore». In fine impartì la benedizione papale, che tutti ricevettero genuflessi.

Un'entusiastica ovazione e le note dell'inno reale salutarono il venerando Porporato mentre usciva dall'aula e tutti cercavano di avvicinarglisi, desiderosi di baciargli l'anello.

Il pubblico omaggio fu seguito, nei dí seguenti da altri omaggi non meno solenni. Ricordiamo la visita ufficiale del Sindaco di Torino, senatore Conte Teofilo Rossi, di S. E. l'on. Paolo Boselli, 1° Segretario di Sua Maestà il Re nel Gran Magistero dell'Ordine Mauriziano, dei Rappresentanti di Sua Eminenza il Card. Arcivescovo, delle LL. Eccellenze Rev.me Mons. Costanzo Castrale, Vescovo Tit. di Gaza, Mons. Giovanni Battista Pinardi, Vescovo tit. di Eudossiade, Mons. Serafino Natale, Vescovo di Biella, Mons. Filipello Matteo, Vescovo d'Ivrea, Mons. Giovanni Battista Rossi, Vescovo di Pinerolo, del rev.mo Capitolo Metropolitano di Torino, del Sindaco e del Clero di Castelnuovo d'Asti, e di molti altri esimi ecclesiastici e laici, e molte nobili famiglie del Patriziato Torinese e Piemontese.

***

Al pubblico omaggio aderirono con nobilissime lettere S. E. il senatore Garofalo procuratore generale di Cassazione, S. E. il gen. Sapelli comandante il Corpo d'Armata, il generale Chiarla comandante la Divisione militare, il grand'ufficiale assessore Giacomo Albertini, il comm. dott. F. Battistini, consigliere comunale, mons. G. B. Piano curato della Gran Madre di Dio, ecc. ecc.

S. E. l'on. Paolo Boselli, Gran Collare della SS. Annunziata, scriveva al sig. D. Albera:

« Ringrazio con sensi vivi e devoti per la cortesia graditissima dell'invito al solenne omaggio dedicato all'Eminentissimo Cardinale Giovanni Cagliero.

Duolmi, non poter intervenire personalmente, dovendo domani sera, per obblighi già assunti, trovarmi in altra riunione. Ma sarò col pensiero e coll'animo presente all'eletto convegno che richiama in modo tanto eloquente e vivo l'opera di D. Bosco popolarmente ispirata e civilmente benefica, e che è inteso ad onorare un uomo insigne che, nel nome cristiana e colla favella d'Italia, recò in remote regioni la redenzione spirituale e sociale.

» Quei popoli lontani benedicono il coraggioso, sapiente e perseverante propagatore di una nuova luce, creatore di una vita nuova.

» Noi salutiamo con riverente ammirazione l'italiano che mosse dalla terra piemontese, dalla scuola divinatrice di Don Bosco, a quelle conquiste rinnovatrici delle anime umane, che sono parte luminosa della storia nostra ».

IL SALUTO DEI SALESIANI AL CARD. CAGLIERO.

Era la sera dell'11 novembre 1875 ed un piccolo, modesto drappello di missionari muoveva per la prima volta da quest'Oratorio, dalla culla cioè dell'Opera Salesiana, alla volta di Buenos Aires. Dieci, in tutto, di cui quattro tuttora viventi (1), cioè cinque preti, un chierico e quattro laici. Non eran già i leggendari argonauti che veleggiarono un di alla Colchide per la conquista non meno leggendaria del vello d'oro. No, no; eran l'avanguardia di un esercito di pace e d'amore che ingrossando quasi torrente ch'alta vena preme (2)

doveva poi ogni anno riversarsi quali in America, quali in Asia ed Africa a portarvi la parola di Dio, a propagarvi la fede e la civiltà cristiana, a farvi conoscere, apprezzare il nome e la lingua d'Italia. Italiano D. Bosco, l'ideatore della santa impresa; italiani gli umili campioni destinati ad attuarla; italiano il luogo, la Casa Madre da cui partivano, italiana doveva pur essere la prima stanza de' novelli missionari, la culla dell'opera salesiana in America, il focolare da cui doveva sprigionarsi la prima scintilla evangelizzatrice de' figli di Don Bosco; quella scintilla che divampando a poco a poco in un grande benefico incendio pervadeva del suo fuoco avvivatore tutto il nuovo continente, da Buenos Aires a Callao, da Ushwaia a Paterson, dal polo artico al polo antartico. Infatti il piccolo drappello, che era destinato alla fondazione del Collegio di S. Nicolas de los Arroyos, sbarcato che fu a Buenos Aires, si divise tosto in due gruppi, di cui l'uno parti per S. Nicolas, l'altro prese subito stanza alla Mater misericordiae, ossia alla Chiesa degl'Italiani di Buenos Aires, e ciò si per aderire all'invito dell'Arcivescovo della Capitale dell'Argentina, come per secondare le vivissime istanze di que' nostri connazionali, largamente colà sparsi, che in numero di oltre duecento furono alla spiaggia ad accogliere con vero tripudio i dieci primi missionari salesiani italiani. Cosí l'Italia, la nostra diletta Italia (1), come la chiama Benedetto XV; l'Italia primogenita fra le nazioni latine, già maestra nella civiltà, nelle lettere e nelle arti, alle genti germaniche, anglosassoni e galliche, centro della fede cattolica e stanza del Papato, l'Italia, dico, diveniva, per singolare disposizione della Divina Provvidenza, la creatrice delle missioni salesiane, a cui diede e dà tuttora il maggior contributo; la madre di quelle opere di fede e di civiltà, che si svolsero e si van svolgendo nell'uno e nell'altro continente per mezzo de' figli del Ven. Don Bosco.

E a' nostri connazionali ben pensava l'anima cristianamente grande del nostro buon Padre nel l'addio a' novelli missionari; addio commovente che loro indirizzava in quella sera dal pulpito di Maria Ausiliatrice prima di congedarsi da loro. Si, andate, diceva egli parafrasando le parole del Vangelo, andate per tutto il mondo... insegnate a tutti... predicate il Vangelo a tutte le creature. Son milioni e milioni che vivono tuttora fuori di ogni ombra di fede e di civiltà. Il Cristianesimo, ben si sa, è per sua natura universale, non ha barriere, come non ne ha la carità di Gesú Cristo che ne costituisce l'essenza e ne forma la bellezza. Ma vi stiano particolarmente a cuore le numerose famiglie italiane che vivono disperse in que' paesi, scosso in un deplorevole abbandono religioso, morale, intellettuale e materiale. Andate, cercateli, aiutateli questi nostri fratelli, trasportati, i più, dalla miseria o dalla sventura in terra straniera. I loro fanciulli siano soprattutto l'oggetto delle vostre sollecitudni; istruiteli questi poveri fanciulli nel leggere e scrivere, nelle cognizioni necessarie a' bisogni della vita ed in ogni principio morale e religioso. Oh! il cuore di Don Bosco!

Ma tempra adamantina di cattolico, apostolico e romano, Don Bosco, come nulla giammai iniziava senza aver prima, consultato il Papa e assicuratosi che tutto e interamente fosse secondo le viste di lui, cosí in questa memoranda impresa non si contentò soltanto di esporre a Pio IX le sue idee e di riceverne l'approvazione, ma volle che i novelli missionari si recassero anzi tutto essi stessi personalmente al Vicario di G. C. e da lui, da lui stesso ricevessero la missione di fede e di civiltà che si apprestavano a compiere nel mondo. E il venerando Vegliardo del Vaticano li ricevette con particolar affetto questi suoi figliuoli il 1° novembre di quell'anno 1875, l'incoraggiò, li benedisse.

Voi vedete in questo atto, o miei fratelli, tutta la romanità del padre nostro; quella romanità di fede, di morale, di carattere che fece di Don Bosco, secondo la frase dell'Alimonda, il divinizzatore del suo secolo, e per la quale Leone XIII dichiarava di riconoscere in Don Bosco il sovrumano divino ; splendida romanità da cui, al dir di Tertulliano, derivò la salvezza a tutto il mondo: romanitas omni salus. Facere et pati fortia romanum est, scrisse lo storico padovano, Tito Livio; facere et pati fortia christiana romanitas est, fu il carattere di Don Bosco.

Il Papa è nel Cristianesimo, secondo il concetto di Don Bosco, quel che il Primo Immobile nel sistema astronomico di Aristotile, la fonte cioè, il generatore, l'anima, la vita di tutto il movimento cristiano. Non è quindi a maravigliare se una missione, umile e modesta si, ma iniziata su cosí salde basi, fondata sulla cattedra stessa di S. Pietro, doveva pigliare in pochi anni quell'enorme sviluppo, a cui oggi assistiamo. Signori, sono decorsi poco piú di 4o anni. Orbene i dieci missionari di allora sono ora saliti, nel solo nuovo continente, a 1481, e l'umile Chiesa degl'italiani, la Mater misericordiae, dì Buenos Aires, è diventata madre di 155 Case o Istituti, sparsi in pressoché tutte le regioni dell'America, meridionale, centrale e settentrionale. Che più? Le Figlie di Maria Ausiliatrice, istituzione anch'essa di Don Bosco, destinata a compiere per le bambine, le fanciulle e le giovinette quello che si propongono i salesiani pe' fanciulli e pe' giovinetti; italiane anch'esse, partite dall'Italia per l'America due anni dopo, crebbero in 38 anni da sei a 1235, e all'umile prima casetta iniziale di Villa Colón nell'Uruguay tennero dietro 116 Case o Istituti, quanti ne tengono attualmente nella sola America.

Ma chi fu il duce, il capo di quel manipolo di cristiani eroi, di quella prima schiera di missionari che invasero beneficamente l'America? Don Cagliero; si, a Don Cagliero, laureato splendidamente in teologia a questa nostra R. Università di Torino due anni innanzi, affidava Don Bosco l'incarico di capitanare la novella spedizione. È con quali mezzi, con quale programma? Cercate anime, non cercate danari, nè onori, ne dignità.

Ecco il primo de' venti ricordi che Don Bosco diede, scritti di sua mano, a' primi missionari. E il « da mihi animas, caetera tolle » del Padre, Don Cagliero fece suo e prese a stemma, a motto, a guida perenne della sua vita. Ed è con questa politica, la politica cioè di S. Francesco di Sales e di Don Bosco, la politica del Vangelo, che Don Cagliero riuscí a compiere quell'immenso bene nel sud e nel centro dell'America che egli potrà bene tacere, ma la storia ha già pubblicato in parte, e pubblicherà un giorno per intero.

Or bene il nostro saluto a Voi, Eminenza; sí, a Voi i vostri fratelli, con alla testa il Venerato Rettor Maggiore sig. Don Albera, vogliono essere i primi a mandare il loro saluto.

Ed è Eminenza, il saluto del cuore a Voi che di tanto affetto circondaste il nostro buon Padre, lo consolaste nelle vicende non sempre liete della vita, lo confortaste negli ultimi momenti e ne riceveste gli estremi aneliti.

Il saluto del plauso cristiano a voi che non solo la Patagonia, di cui siete l'apostolo, ma l'America centrale e meridionale santificaste coll'esempio e con la parola, amico anzi che superiore de' vostri fratelli.

Il saluto del grazie a Dio a Voi, preconizzato Vescovo titolare di Magida in quegli stessi giorni del novembre 1884 in cui veniva preconizzato Vescovo di Mantova chi fu poi Papa Pio X (1); a Voi primo Vescovo salesiano, primo Arcivescovo salesiano, primo Delegato Apostolico salesiano, primo Cardinale salesiano.

Sí, a Voi il nostro saluto affettuoso, riverente, dignitosamente entusiasta. Oh! Don Bosco, che volle pel primo baciar il vostro anello episcopale, è con noi in questo momento e vuol essere anche ora il primo nelle onoranze cardinalizie tributate al suo carissimo figlio.

Sac. F. CERRUTI.

(1) Card. Cagliero, Mons. Fagnano, D. Cassinis e il coad. Scavini.

(2) DANTE, Paradiso, XII, 99.

(1) V. lettera al Card. Decano del 25 maggio 1915.

(1) Il Can. Sarto della Cattedrale di Treviso fu preconizzato nel Concistoro segreto del 10 novembre 1884; il Teol. Cagliero della Pia Società di S. Francesco di Sales nel Concistoro pubblico del 13 dello stesso mese ed anno.

IL SALUTO DELLA CITTÀ DI TORINO

(detto dal Comm Costanzo Rinaudo) Eminenza, Signore, Signori,

Sono felice di poter questa sera, nella sede della maravigliosa Società salesiana, ov'io giunsi fanciullo pellegrino or sono 58 anni a ricovrarmi sotto le ali paterne di Don Bosco, non solo parlare quale allievo meteore e grato, fratello ed amico, ma come assessore delegato dal Sindaco, conte Teofilo Rossi, profondo conoscitore ed alto estimatore dell'azione salesiana, di cui avrebbe con la sua facondia saputo rilevare il prodigio..

Ne sono felice, perché la delegazione mi accorda il diritto di porgere a nome della cittadinanza torinese il reverente saluto ad uno de' suoi figli piú gloriosi, che il nome di questa terra e di tutta l'Italia tenne alto al cospetto delle genti, ammirate dell'apostolo cristiano e del cittadino italiano, del missionario della fede e del propagatore della civiltà, proprio nell'ora in cui la sua elevazione alla porpora cardinalizia ha coronato la santa impresa onorando il vescovo e tutta la famiglia salesiana.

La Vostra gagliarda giovinezza, o Eminenza, ch'io nella mia fanciullezza e adolescenza ho ammirato ed amato, fu preparazione assidua alla missione, che nel vigore della maturità avete intrapreso. Gli storici del cristianesimo e della civiltà segneranno albo lapillo la data del 14 dicembre 1875, quando approdaste coi primi missionari salesiani a Buenos Aires. Erano dieci e movevano arditamente guidati dallo spirito del Signore alla propagazione del Verbo, ch'è luce di verità e di progresso.

Assicurate le basi, pochi anni dopo sotto la direzione Vostra, fatto Vicario apostolico, di là movevano i missionari verso l'inospita e selvaggia terra patagona, che le armi non sapevano domare, e Voi conquistaste con la soave parola alla croce di Cristo. La morte serena del vecchio cacico Namuncurà, che ricordaste nel recente discorso di Roma, simboleggia e sintetizza la santità e la bellezza dell'opera Vostra.

La fecondità dell'apostolato Vostro nella Repubblica Argentina e nella Patagonia infervorò lo spirito animatore di Don Bosco. Da questo nido di aquilotti il Maestro e il suo degno successore Don Rua abbracciarono allora tutte le Americhe, coprendole di istituti, ospizi, oratorii, collegi, laboratorii, ospedali, assistenza agli emigrati, in ogni terra coli la santità della religione diffondendo il seme della civiltà italiana e del sentire nazionale, che i Salesiani mantengono vivo tra le file dell'esercito, che valorosamente combatte per il trionfo del diritto e della giustizia e per l'integrità nazionale, e negli istituti ove pietosamente raccolgono i figli dei nostri bravi soldati, morti eroicamente per la grandezza della patria. Don Albera visitava tante istituzioni della Terra del Fuoco a S. Francisco di California in faticoso pellegrinaggio, prenunziatore dell'alto ufficio, a cui dovevano chiamarlo i suoi fratelli.

Eminenza, Voi foste il pioniere, la guida spirituale, l'esempio, in cui tutti si affisavano. Concedete che, in questa dolce ora di ricordi, il trio pensiero, mosso dal cuore, voli in particolar modo, con un caloroso saluto, a due vostri missionari, compagni della mia fanciullezza, a Mons. Fagnano, il redentore dei fueghini, e a Mons. Costamagna, l'apostolo dei jivaros.

Quel santo Pontefice, che fu Pio X, volle affidarvi altra missione, in apparenza meno dura, eia più delicata, presso le repubbliche dell'America centrale. Il tatto, la finezza, l'attività, la fermezza santificate dalla bontà e dalla fede Vi accompagnarono nella nuova impresa, che l'attuale sommo Pontefice volle coronare col più alto segno della sua approvazione elevandovi primo fra i Salesiani alla porpora cardinalizia.

Le congratulazioni di illustri personaggi d'ogni paese, le dimostrazioni affettuose dei Vostri fratelli, gli inni delle popolazioni da Voi salvate, il saluto riverente di antichi allievi ed amici Vi saranno tornati soavi e graditi; ma sono certo che l'abbraccio della Città, che fu madre alla Vostra giovinezza, Vi commuoverà in quest'ora solenne, ed io, Vostro antico allievo, fratello ed amico, sono felice della buona ventura di darvelo in nome suo, in nome della nostra diletta Torino.

Ed ancora un riverente augurio. Per incarico del barone Antonio Manno, tuttora infermo, per cui invochiamo dal Cielo sicura guarigione, ho l'onore di presentare a V. E. gli ossequi profondi del Comitato preparatore di quel gran monumento a D. Bosco, che lo scultore valentissimo Gaetano Cellini ha già condotto a buon porto. Il Comitato è composto di poche persone, ma rappresenta centinaia di migliaia di antichi e recenti allievi degli istituti salesiani, inneggianti in ogni lingua all'apostolo della Patagonia, a Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Cagliero.

TESORO SPIRITUALE.

Indulgenza plenaria:

1) l'11 giugno, solennità di Pentecoste; 2) il 18 giugno, festa della SS. Trinità; 3) il 22 giugno, festa del Corpus Domini;

4) il 24 ,giugno, festa di S. Giovanni Battista; 5) il 1° luglio, S. Cuore di Maria; e Preziosissimo Sangue ;

6) il 2 luglio, Visitazione di Maria Santissima.

LETTERE DEI MISSIONARI

ARGENTINA

Nuova chiesa e nuove scuole a Puerto Madryn.

(Lettera del Sac. Bernardo Vacchina)

Rawson (Chubut), 24 aprile 1916. REV.MO E CAR.MO SIG. DON ALBERA,

Sia ringraziato il Signore! La domenica di Quinquagesima, mentre il mondo si dava ai bagordi ed al peccato, noi abbiamo potuto benedire una chiesina e le scuole in Puerto Madryn che si vollero dedicate al Sacro Cuore di Gesù. E credo che l'elezione del Patrono del paese non poteva essere migliore.

Madryn si trova sulle coste dell'Atlantico, sul Golfo Nuevo, ed è il porto piú vasto e piú comodo delle coste del sud e forse di tutta l'America Meridionale. E di forma circolare, con trenta miglia geografiche di diametro, ben difeso dai venti, con acqua abbondantissima, magnifica entrata, e in esso possono muoversi, senza urti, parecchie flotte. Le sponde tagliate a picco sono alte centinaia di metri. La ferrovia centrale del Chubut lo mette in comunicazione coi centri piú popolati del territorio. Di là partono pur varie strade che conducono alle Cordigliere e promuovono efficacemente il commercio.

Nel 1892 quando sbarcai per la prima volta nel Chubut, non v'era che una casa. Nel 1895, venuto per la visita pastorale Sua Em. il Cardinal Cagliero, allora nostro venerato pastore, ne trovò una di più. Nel 1904 ve n'erano poche ancora.

Prese rigoglioso sviluppo dal 19o7, ed oggi è un bel paese, sede di autorità, con suole governative e private, e un magnifico molo per l'approdo dei bastimenti ; infatti ve n'entrano dei grandissimi e di tutte le nazioni. Il suo avvenire si presenta quindi il piú lusinghiero e piú splendido. Vi ha un solo inconveniente: scarseggia di acqua dolce. Ma il Governo s'industria per sopperire a questa deficienza ed in ogni caso prenderà l'acqua dal fiume Chubut, non troppo distante. Allora diverrà certamente un centro ancor piú grande e senza fallo importantissimo, tanto piú, se il Governo vi potrà stabilire anche il porto militare, come aveva già ideato il valente ingegnere Luigi Luiggi, e come già sarebbe stato fatto, se si fosse trovato un po' piú vicino a Buenos Ayres. Ma le continue arterie ferroviarie che si avvicinano a noi, aiuteranno a superare anche l'ostacolo della distanza.

Ebbene in questo paese di così prospero avvenire mancava tuttavia un solo, e precisamente Quegli che ne aveva il maggior diritto, cioè Nostro Signore, ad aver casa propria. Noi vi si andava di tanto in tanto per attendere ai bisogni spirituali della popolazione, ma non potevamo trovarvi una stanza fissa. Obbligati così quasi ogni anno a cambiare di domicilio, era uno strazio il vedere le cose di chiesa, statue, quadri, arredi, su carri di trasporti, in cerca di alloggio. E le case che potevamo affittare, non erano molto migliori della stalla di Betlemme! Era un'onta intollerabile, tanto piú che i nostri fratelli separati, i protestanti, avevano piú e meglio di noi...

Le nostre preoccupazioni e crucci erano perciò incessanti e omai intollerabili ; ma, oramai, tutto è finito, malgrado la guerra, malgrado la crisi e lo squilibrio finanziario universale. Il Signore ha voluto farci toccare con mano che non siamo noi che facciamo, ma che è Lui; e che quando l'ora da lui fissata è giunta, tutto riesce a bene.

Non abbiamo, senza dubbio, una cattedrale né aule universitarie, ma quello che è sufficiente pel momento, e comodo, decoroso e stabile. Questo, amatissimo Padre, le spiegherà il perché io abbia cominciato questa mia con una lode al Signore. Ella la ripeterà con noi sicuramente, e la farà ripetere anche ai nostri cooperatori. Abbiamo un paese di più dove regna il Cuor di Gesú in casa sua, colle sue scuole, coll'Oratorio festivo e con tutto l'occorrente per un paese cattolico.

Per la benedizione, avendoci la Compagnia ferroviaria concesso un carrozzone gratuito, ci andammo colla scuola di canto, colla scuola di drammatica, e colla musica. Fu una gita magnifica. Quante meraviglie per i nostri orfanelii, per i nostri indietti e per i giovani collegiali che non avevano mai visto la macchina sbuffante e veloce, che li portò comodamente a Puerto Madryn!

La nostra permanenza fu di cinque giorni, che dai nostri furori tutti occupati in belle funzioni religiose e trattenimenti vari. La gene rosità degli abitanti non ci lasciò mancar nulla, anzi avemmo abbondanza d'ogni cosa.

E devo dire che i nostri ragazzi fecero benone e si guadagnarono la simpatia e il cuore di tutti, specialmente dei ragazzi del paese che li seguivano dovunque, dimostrando loro affetto e rispetto. Hanno mostrato col fatto, che le tanto avversate scuole dei preti non riescono male. Cosí mi pare di poter affermare, dopo le piú cordiali accoglienze ed i regali delle migliori famiglie e di tutti quelli che ebbero occasione di avvicinarci. Insomma ogni cosa meriterebbe di essere ricordata per benedire e ringraziare, come si meriterebbero, il Signore e Maria SS. Ausiliatrice.

Ma... (ecco il doloroso ma!) questa chiesa manca di prete, perché l'andarvi una volta al mese è quasi niente; e la scuola manca di maestri: quando la popolazione lo venga a sapere, temo mi voglia lapidare. Ha fatto tanti e sí generosi sacrifizii per aiutarci, che ci è proprio da temere che se l'abbia molto a male. Come rimediarvi? Chiedere personale a Lei, in questi momenti, sarebbe crudeltà; aspettarne dal nostro Ispettore, è inutile. Egli non sa come provvedere alle opere che ha tra mano e che sono urgentissime. Mettiamo dunque la cosa nelle mani di Dio... il quale vorrà provvedere a questa necessità, come all'altra maggiore delle missioni nella vastissima Pampa.

Ci chiamano, posso dire, continuamente e dobbiamo quasi sempre rispondere di no... Quanti bambini ed adulti nuoiono senza i sacramenti!... Ah ! quando vorrà finire cotesta guerra tremenda?

Ecco quello che pensai di scriverle, amatissimo Padre, per suo conforto ed anche perché, quando possa, vi provveda. Ella mi vorrà perdonare la pessima scrittura; scrivo nocturno tempore, perché i nostri ragazzi tornano dalle vacanze autunnali e durante il giorno siamo sempre occupati.

Ci benedica con tutta la bontà del suo cuore in nome del Ven. Don Bosco, e ci creda tutti suoi affezionatissimi figli in G. C., specie l'umile scrivente,

DON BERNARDO VACCHINA.

COLOMBIA. Il linguaggio di un'eroina.

(Lettera di Suor Domenica Barbero alla Superiora delle Figlie di Maria Ausiliatrice).

Contratación (Colombia), 24 aprile 1916

Mia buona Madre,

Grazie al Signore e alla nostra cara Mamma Celeste sono di nuovo nell'Ospedale Maschile e non solo sono contenta, ma felice. Qui abbiamo dai settantacinque a ottanta malati, e siamo due suore. L'ospedale l'abbiamo a nostro conto.

Amatissima Madre, voglio darle una notizia che le farà molto piacere. Venne un giovane nell'Ospedale che aveva molto mal d'occhi, e dolori acutissimi nel cranio; gli pareva di avere molte spine che lo pungessero ; un occhio, egli disse, già lo teneva perduto; e dall'altro non poteva distinguere niente. Vennero i fratelli a vederlo e ci hanno chiesto se l'aveva già veduto il medico. Abbiamo risposto di no, aggiungendo che se l'infermo lo voleva, lo consigliavamo a fare una novena a Don Bosco; però se voleva il medico, subito avremmo mandato a chiamarlo. Allora l'ammalato disse ai fratelli: --- Il medico, no; voglio fare la novena. - Si sospesero tutti i rimedii; si confessò e si comunicò. Con molta fede incominciammo la novena a Don Bosco e l'incominciarla e star meglio fu la medesima cosa. Ora ha gli occhi guariti bene. Per là contentezza non cessa di render grazie a Don Bosco e alla nostra cara Madre Ausiliatrice e anche alle Suore che gli hanno dato questo consiglio.

Mia amatissima Madre, quanto bene si fa e quanto bene si può fare a questi poveretti; sono molto riconoscenti; ci rispettano; quello che dicono le Suore, per loro è parola del Vangelo. Mia buona Madre, non può immaginare il bene che si puòò fare; soffrono molto nel corpo; ma molto di più nel morale. Contando le loro pene, fanno piangere. Sentono tremendamente il loro esilio, lasciando la patria, casa, famiglia, beni, la sposa, figli, figlie.

Accadono scene molto dolorose. Pochi giorni sono un padre di famiglia, molto buono, era triste perché da molto tempo non rispondevano alle sue lettere. Ed ecco che, uscendo dall'ospedale, incontra vari lebbrosi che arrivavano al lazzaretto, e in mezzo a loro vede uno dei suoi figli. Lo riconobbe all'istante; però il ragazzo non riconobbe il padre, perché lo credeva già morto. S'immagini il dolore che passò nel cuore del buon padre, dolore e pena molto grande nel vedere il proprio figlio con la lebbra, quando credeva di non vederlo piú.

Mia buona Superiora, quante scene si vedono di questo genere! Quanto bene si può far loro trattandoli con dolcezza e affabilità, con dar loro buoni consigli, e principalmente coll'usare tutta la carità che è possibile, che è per loro vero balsamo.

Tutti i 19 del mese, il giorno di S. Giuseppe, quante confessioni! Quelli che stanno a letto viene un Salesiano a confessarli; e quelli che possono camminare vanno alla Chiesa. A quelli che sono a letto si porta il Signore nell'Ospedale e si comunicano tutti i giorni fino al giorno 24, il giorno di Maria Ausiliatrice.

Mia buona Madre, non aveva ragione di chiedere di venire a consumare tutte le mie forze a benefizio di questi poveri lebbrosi, esercitando con loro la carità in tutti i modi?

Grazie al Signore e alla nostra cara Madre Ausiliatrice, non solo sono contentissima, ma sono felice. Conosco che sono ignorante, buona a niente, e questo è quello che mi confonde di piú, vedendomi tanto beneficata e aiutata dalla nostra cara Madre Maria Ausiliatrice che, posso dirlo per esperienza, non mi lasciò mai negli imbrogli. Per questo, anche ora che le scrivo, sono commossa fino al pianto. Grazie, Maria; oh! Maria, grazie! Spero che questa buona Madre mi lascerà godere di questo privilegio fino alla morte.

Vorrei scrivere cose di altro genere, ma non posso: la prego quindi di accettare i piú cordiali saluti dalla sua affettuosissima, riconoscentissima figlia in Gesù e Maria,

SUOR DOMENICA BARBERO, fortunata figlia di Maria Ausiliatrice.

IL CULTO DI MARIA AUSILIATRICE

NEL SANTUARIO LE FESTE TITOLARI.

Chi ha da molti anni il conforto di assistere alle feste di Maria Ausiliatrice nel suo Santuario, deve dire che l'entusiasmo e il fervore di quest'anno ha superato quello di molti e forse di tutti gli anni anteriori, compreso il 1903, l'anno dell'Incoronazione della Sacra Immagine. Se il Santuario fosse stato dieci volte piú vasto, non avrebbe egualmente contenuto la pia moltitudine.

Fin dal principio del mese, aperto, come dicemmo, la seconda festa di Pasqua da Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giovanni Battista Pinardi, a tutte le sacre funzioni, tanto a quella del mattino predicata con devota e popolare facondia dal salesiano D. Michele Mitté, come a quella della sera, resa piú solenne dalla dotta ed eloquente parola d'un altro nostro confratello, il venerando prof. D. Pietro Gallo, fu vista accorrere, compatta e costante, una moltitudine di fedeli, che lungo la mattinata con edificante contegno si accertavano alla sacra mensa. Ad essi si univano quotidianamente nel fervoroso omaggio una schiera di fanciulli e di fanciulle in bianchi veli, accompagnate dalle Figlie di Maria Ausiliatrice; mentre nel pomeriggio una schiera ancor piú numerosa di innocenti bambini e bambine si recava in pellegrinaggio all'altare di Maria Ausiliatrice per recitare la preghiera per la pace composta dal S. Padre.

Molti altri Istituti religiosi e Collegi maschili e femminili si diedero come il turno nel recarsi ogni giorno al Santuario, dove le funzioni dei giorni festivi, mercé l'intervento di varie scholae cantorum, riuscirono di una vera imponenza edificante. E fra tante preghiere non mancarono i piú fervidi voti per i nostri cari soldati. Ogni giorno, alle 18,30, per loro e secondo le loro ìntenzioni vi fu una funzione speciale con la recita del S. Rosario, breve lettura, e la benedizione di Gesti Sacramentato.

Queste preghiere si fecero piú intense durante la novena, in cui l'affluenza divenne cosí numerosa, che fin dal primo giorno il Santuario non poté piú contenere la moltitudine dei fedeli. Eppure bisognava vedere la calma, il raccoglimento e il contegno divotissimo di quelli che s'inginocchiavano sulla gradinata e sulla pubblica piazza, dalla soglia della basilica fin oltre lo steccato del cantiere, ove vien messo in opera il monumento a Don Bosco.

Ad assecondare tanta pietà giunsero desideratissime le Sacre solenni Ouarant'ore, che furono offerte a Dio Per i bisogni della nostra Patria e per la Pace delle Nazioni.

Esse ebbero luogo dalla mattina del 22 all'aurora del 24 maggio. Dopo la messa dell'Esposizione, il Divinissimo venne recato in processione nei cortili dell'Oratorio, quindi collocato in trono, ove - rimase senza interruzione fino alla solennità di Maria Ausiliatrice. Chi può numerare le migliaia di devoti che si succedettero nell'adorazione? Le porte della Basilica non si chiusero piú e il tempio fu sempre gremito. Oltre le consuete funzioni della novena, rese piú belle la mattina della vigilia dall'intervento di Sua Ecc. Rev.ma Mons. Costanzo Castrale, si tennero nove ore solenni di adorazione con canti e fervorini (1); e ad ogni ora libera da speciali funzioni, vi fu breve discorso, seguito dalla recita delle Litanie della Beata Vergine e della preghiera composta dal S. Padre. Innumerevoli gli Istituti e le Comunità religiose che s'alternarono in questo tempo nel Santuario. All'ora di adorazione delle Madri Cristiane, coronata dalla benedizione rituale dei bambini, impartita dal rev.mo D. Albera, piú di mille innocenti erano sotto le volte del tempio : fino il presbitero e i gradini stessi dell'altare n'erano riboccanti.

All'alba del 24, con rito solenne, il SS. Sacramento venne riposto dal Prefetto generale della nostra Pia Società Don Filippo Rinaldi, ma si protrassero ininterotte fin oltre il mezzodí e la distribuzione della S. Comunione e la celebrazione delle Sante Messe a tutti gli altari. Piú di 54 mila furono le sacre Particole distribuite nel mese di Maria Ausiliatrice!

Il giorno della festa celebrarono all'altar maggiore, alle 6,15 il rev.mo sig. Don Albera per tutti i nostri benefattori; e alle 7.30 S. Em. Rev.ma il Card. G. Cagliero. Alle 10 pontificò S. Ecc. Rev.ma Mons. Giovanni Marenco, della nostra Pia Società, Vescovo di Massa Carrara, e Sua Eminenza pronunziò un'allocuzione. Il venerando Porporato pareva ringiovanito. La sua voce squillante e solenne, dolce come quella di una madre, forte e ammonitrice come quella di un padre, rievocò gli anni della giovinezza quando il Ven. D. Bosco gli predisse i futuri trionfi di Maria Ausiliatrice, di cui egli è il piú autorevole testimonio. Diamo piú innanzi un pallido riassunto dell'allocuzione.

Nel pomeriggio, a soddisfare le richieste di numerosi pellegrini, si tenne una prima funzione alle 16. Parlò eloquentemente di Maria Ausiliatrice e dei Cooperatori Salesiani il Rev. D. Pietro Ricaldone, Direttore Generale delle Scuole Professionali e Colonie Agricole Salesiane; impartí la benedizione il Curato Don Riccardi.

I secondi vespri, pontificati da Mons. Marenco, cominciarono alle 18.30. Il prof. D. Pietro Gallo, cuore ardente di apostolo, illustrò con sintesi felicissima le glorie di Maria Ausiliatrice; e Sua Em. il Card. Cagliero impartí la trina benedizione Eucaristica.

Il Santuario rimase aperto fino alle 22,30, e costantemente gremito di popolo orante.

Anche ne' giorni seguenti continuò la stessa affluenza e lo stesso fervore. La domenica 28 maggio, ultimo giorno delle feste titolari, si rinnovò l'imponente spettacolo di fede e profonda pietà, di cui fummo spettatori il giorno 24. Il Santuario, dalle prime ore a tarda sera, fu sempre affollato. Circa seimila furono le sante comunioni dispensate. Alle 7,3o celebrò Sua Eminenza Rev.ma il Card. Giovanni Cagliero. Alle 10 Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giovanni Battista Pinardi, vescovo ausiliare, tenne il pontificale solenne. La « Schola cantorum » dell'Oratorio, sotto la direzione del maestro cav. Dogliani, ripeté con sovrana accuratezza la « Missa solemnis » del maestro Giovanni Pagella, che si esegui il giorno 24. Fra le numerose schiere di fedeli che si affollarono durante la mattinata sotto le vòlte del tempio, se ne notavano ancor varie accorse da lontani e vicini paesi del Piemonte in pellegrinaggio.

Dopo i vespri sali in pulpito per la conferenza ai Cooperatori Salesiani, lo stesso Eccellentissimo Mons. Pinardi, che, con tenerissimo affetto e parola incisiva, vibrata e smagliante, parlò di Don Bosco, dell'Opera sua che oggi colla porpora dell'Em.mo Card. Cagliero ha toccato il fastigio dell'apoteosi, e della cooperazione Salesiana. Siamo felici di poter dare un riassunto dell'affettuosa conferenza.

L'imponente cerimonia si chiuse col canto del « Te Deum » e la trina benedizione eucaristica impartita dall'Em.mo Card. Cagliero.

Il 24 di ogni mese,

si ripetono, mattino e sera, devote funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino, ha luogo la messa della Comunione Generale, seguita dalla Benedizione col SS. Sacramento: alla sera si compie in forma solenne l'adorazione pubblica innanzi al SS. Sacramento. Questo mese saranno rese più solenni dalla presenza dell'Em.mo Card. Cagliero.

Vogliano i benemeriti Cooperatori e le pie Cooperatrici unirsi in ispirito a queste sacre funzioni mensili, le quali hanno sempre due fini principali: pregare secondo le intenzioni del Santo Padre e implorare il ristabilimento della pace fra le nazioni.

Ogni sera alla benedizione col SS. Sacramento si continua sempre a far pubbliche preghiere per la pace. Il Signore nella sua infinita clemenza, per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, le esaudisca a sollievo di tutti i popoli della terra.

GRAZIE E FAVORI

Durante le feste titolari.

Per dare un'idea delle meraviglie operate dalla bontà di Maria SS. Ausiliatrice a favore dei suoi devoti, dovremmo trascrivere centinaia di relazioni che ci furono riferite o consegnate durante le feste titolari. Spigoliamo tra esse brevissimamente

Una mamma, da molti anni impedita di compiere i suoi doveri di cattolica, ricorre con fede a Maria Ausiliatrice e l'ora della bontà della Madonna suona finalmente. Con somma letizia ella vede accolti in un istituto salesiano i suoi due figliuoli, cresciuti fino a ieri valdesi, e la vigilia della festa di Maria Ausiliatrice ha il sommo conforto di vederli battezzati nel Santuario e ristorati per la 1a volta del Pane degli Angeli, per mano del Successore di Don Bosco, quindi cresimati. Nella vivezza della sua ricoconoscenza Ella pure si accosta, con lacrime di tenerezza, ai SS. Sacramenti.

Un capitano, giunto dal fronte, attesta: « Ho chiesto una breve licenza, e l'ho ottenuta, unicamente per venire a Torino a celebrare la festa di Maria Ausiliatrice. Porto, anche a nome dei miei soldati, la preghiera e l'obolo del ringraziamento. La nostra incolumità è una grazia continua di Maria Ausiliatrice... ».

Un tenente, venuto a comunicarsi nel Santuario, fa questa dichiarazione : « Travolto nell'Isonzo fui strappato per tre volte da morte sicura da una mano invisibile; la mano di Maria Ausiliatrice!... Sono di passaggio a Torino, per poche ore, unicamente per far Pasqua all'altare di Maria Ausiliatrice ».

Un sacerdote di un paese di confine racconta: « Piú di cinquecento bombe sono cadute nel nostro paese e non si è avuta che una vittima, una pia signora, la quale pregava sempre cosí: Vergine Santa, piuttosto la mia vita, ma sia risparmiata la nostra chiesa! E la Chiesa, che è l'edifizio piú esposto alle bombe, è tuttora incolume e non abbiamo a lamentare nessun'altra vittima. Devo soggiungere che in tutte le case è esposta l'immagine di Maria Ausiliatrice ».

I soci del Circolo XV Maggio dell'Oratorio S. Giuseppe di Torino, l'anno passato vedendo partire 27 dei loro soci pel fronte, promisero di pellegrinare in corpo al Santuario, se la Madonna li avesse protetti. Dopo un anno di guerra dei 27 raccomandati a Maria Ausiliatrice nessuno è morto, né ferito, né disperso, né prigionero. Riconoscenti fino alle lacrime, i bravi compagni vennero la domenica 28 maggio a rinnovare il voto ai piedi di Maria Ausiliatrice, accostandosi tutti ai SS. Sacramenti.

Eguale è il linguaggio di innumerevoli persone lontane, e tale è pure la voce di molti altri devoti, venuti da vicini e lontani paesi in devoto pellegrinaggio.

Ricordiamo fra questi le numerose schiere di Moncalieri, Castellinaldo d'Alba, Lanzo Torinese, Mathi, Villadeati, Nizza Monf., ecc.

Torino, 31 maggio 1916.

La Redazione.

Bologna.- Ci trovavamo nel piú grande dolore per lo stato gravissimo in cui versava il nostro capo di famiglia, quando un nostro parente ci scrisse, esortandoci di sperare in Maria Ausiliatrice. Noi ricorremmo a Lei con viva fede, e infatti, oh! meraviglia! il nostro caro ebbe in breve tempo un po' di miglioramento; e in fine avemmo la grazia di veder a poco a poco tornare in vita colui che tanto amiamo. O Maria Ausiliatrice, proteggici sempre, ed accetta il piccolo obolo che di cuore ti offriamo.

Maggio 1916.

La famiglia CASARA.

Ottenevo pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, per l'erigendo Santuario dei Becchi, per le Missioni Salesiane, o per altre Opere di Don Bosco, i seguenti

A) - A. D. di Alessandria d'Egitto, 5 - A. L. di Marianopoli, 3 - A. M. di Roma, 5 - A. M. S. di Montiglio Monferrato - A. N. di Cornia di Moconesi - A. T. di Cannobio - Acerbini Caterina 3 - Accornero Maria, 5 - Acquadro Vittoria, 5 - Adami Giuseppe - Agliardi Giusepipina Ved. Rebagliati, 50 - Aiassa Lorenzo fu Giovanni, roo - Alamo Bonifacio, Salesiano - Albarello Lucia, 6 - Alesiato Giuseppe, 2,50 - Alunni interni di Lanusei, 11,10 - Alunni interni dell'Istituto Manzoni di Borgomanero, 11,45 - Ancilotto Rina, 5 - Anselmet D. Vittorio, io - Anselmino Giovanni - Arcari Giovanni, 15 - Aringali Giuseppe, io - Armanini Angela, 5 - Asilo Infantile di Agliano d'Asti, 20 - Atzeni Marianna, 2 - Autero Giulia, 4.

B) - B. A. di Carignano - B. L. di Mezzenile, 2 - B. M. di Delianuova, 3 - B. P. di Cerrina Monferrato, 5 - B. T. di Ruffia, 5o - Badaino Giuseppina, 5 - Baldi del Rio, 3 - Ballanti Gina, 25 - Baratta Maria, 2 - Barbato Maria, - Bardelli Angelo, 3 - Baroncelli Maria, 7 - Baronchelli Antonio, 5 - Baroni Aurelia, io - Barrazzotto Marta, 1,25 - Baruffi Pio di Attilio, 2 - Basoli Francesca, 2.55 - Basti D. Rocco, 3 - Bauchiero Rosa - Bedeschi Monica e Teresina, 16 - Beffa Gioconda, io - Belloni Adelaide, 6 - Bellorti Giuseppina, 1,1o - Benoni Angelo, 7 - Beretta Maria in Pandini, 5 - Bernardi Delfina in Canavesio, 5 - Bertola Francesca, 5 - Bertono Ernesto, 5 - Bertucci Santa, 1,50 - Bertuzzi Antonio, 5 - Bianchi Angelina in Zerboni, 2 - Bianco Antonietta, 3 - Bidimost Ch. Luigi, io - Biffi Laura in Pedrazzi, 5 - Bimbi D. Battista a nome di 13 persone, 13 - Bimbi V. Agata, 100 - Biroli Luigia, io - Bisaro Giuseppe e Coletta, 5.50 -- Bò Metilde, 2 - Bocca Teresa, 3 - Bodellini D. Gregorio - Bollano Domenica, 2 - Bonascia Maria, 1,5o -- Bondini D. Mario, 20 - Bonfadini Lucia, 7,50 - Bongiovanni Angiolina - Borghesio Carlo, 2 - Borghesio Clotilde, 5 - Botta Rosa, 3 - Bottega Benedetta, 5 -Botignol Maria, 5 - Bracca Serafina, 4 - Braziani Marianna, 2 -- Broglia Giacomina, 5 - Brunelli Lucrezia, 5 - Bruno D. Nicola Can. Penitenziere, 5 - Butti Erminia, 50.

C) - C. A. di Lu Monferrato, ex allievo dei Salesiani, 3 - C. A. di Iglesias, io - C. E. di Charvensod, 3 - C. F. di Torino, io - C. G. di Balangero - C. L. di Cantavenna. - C. T. di Savona, 5 - C. T. di Calascibetta - Caffaratti Maria, ì - Caliegari Valentino, 7 - Calzolari Clelia, 2 - Camedda Annetta in Diana, 5 - Campagnola Maria in Bò, 2,50 - Campiglio D. Angelo, 5 - Canese Caterina - Canevaro Domenico, io - Canova D. Ugo, 5 - Cappa Teresa, 14,50 - Caprioli Teresa, 5 - Caputo Giacomo, 2 - Cardoni Giovanna - Carignano Antonio - Carmano Domenico, Cooperatore Salesiano, 5 - Castelli D. Emilio, i o - Cavagni Maria in Menozzi, i o - Cavigioli Angelo, 5 - Cavolino Giuseppina in Smancini, io - Celli Giuseppina, 9 - Ceresa Ottavia, 2 - Ceretto Luigi, i o - Chiantello Anna - Chiapuzzi Rosa, 5 - Chiarle Maria, 2 - Chiattone Agnese. 2 - Chiesa Alessandrina, 5 - Chiriaci Giacomina, 2 - Christillin Giovanili, io - Ciaceri Puglisi Francesco, 2 - Ciarniello Guiseppe, 2,50 - Cirrito Pierino, 2,50 - Citelli Maria, 5 - Colli Margherita, 5 - Colognesi Luigi, 5 - Colombario Pasqualina, i - Colonello Sante fu Giuseppe, io - Comé Maria, 5 - Commessatti Anselmo, maestro, 5 - Congiu Giuseppa in Atzeni, 3 - Coniugi B. C. di Ravera, i - Coniugi B. F. di Forlì - Coniugi C. di Thiesi, 5 - Coniugi V. M. S. di Settimo Rottaro, 2 - Coniugi Vaira, 5 - Conti Francesco, 50 - Cooperatore Salesiano di Nardò - Cooperatore Salesiano di Villanova d'Asti, lo - Cooperatrice Salesiana di Treviso, 20 - Cooperatrice Salesiana di Biella, io - Coppo Carolina, io - Cortolani Ettore, i - Corti Clelia in Del Bosco, io - Cravotta Emilia, 2- Crippa Teresina, i 5 - Crocchiolo F., io - Crosio D. Battista, 2 - Crosio Giovanni, 5 - Crouzet, 20.

D) D. A. di Marene - D. C. di Aiaccio, 5 - D. O. di Chiari, i - D. P. di Voghera, i - Dalla Valle Rosa - Damante Illuminata, io - Dassano Margherita, i - De' Cuneo Marietta, io,6o - De Filippi Nunzia, 5 - De Gaudenzi Teresa - De Laurenti Angelo, 5 - Demarchi Maria - De Martin Antonietta, 5 - Demattei Erminia, 2,50 - De Paoli Felice, io - De Ricci Angiolina, 2 - Destefanis Maria, 2 - De Vecchi Maria, 5 - Dianaz Rosa Maria, 5 - Di Bella Concettina, 30 - Di Carmelo Genuna - Direttrice dell'Ospedale di Arquata Scrivia, io - D. Boccassino per un soldato, io - D. Redaelli per di.-.e pie persone, 5. De Stefani, 2.

F) - F. G. di Isili, 4 - F. L. di Condove, 5 - F. L. di Torino, - F. L. di Ipplis del Cividale, 5 - F. M. di Case Basse di Castel S. Giovanni dell'Emilia - F. T. d'Isola d'Asti, 2 - Fabiani Nina, 5 - Fabbri D. Ettore, 5 - Fabris Erminia, 2,50 - Fagnano Caterina, 2 - Falletti D. Giuseppe, 5 - Famiglia B. di Luni - Famiglia M. D. di Occimiatto Monferrato, 2 - Famiglia R. A. di Martinez (California), 5 - Famiglia Balbiano, 5 - -Famiglia Bellocchio Catterina, 3 - Famiglia Gronda - Famiglia Calosso - Famiglia Demichelis, io - Famiglia Ellena, 5 - Famiglia Perrero, 5 - Famiglia Fioravante, 2 - Famiglia Gèrard, io - Famiglia Gillone, 2 - Famiglia Pasteris - Famiglia Becchio, 2 -- Famiglia Perino, 5 - Famiglia Pistone - Famiglia Radaelli, 2 - Famiglia Salvi, 2 - Famiglia Statti, 2 - Fancia Teresa V. Palma - Faraci Carlotta in Gentile, io - Farinetti Emilio e Biagio, 2o -- Fasoli Maria, 2,50 - Federle Mistica Figlia di Maria Ausiliatrice, 4.50 - Fenoglio Ermelinda in Torchio, io - Ferrasi D. Cesare, 2o - Ferrari Giovanili, 5 - Ferreri Giuseppina, 2 - Ferrero Anna, 5 - Ferrero Giuseppina, 2 - Festa Giuseppa, 25 - Fiorelli Caterina, 2 - Fisauli Maria in Caniardi, r,5o - Fornara Enrico, i,5o - Francescato Vittoria, 7 - Fratelli P. O. di Riva di Chieri, i - Fratelli R. M. di Orsara Bormida, 5 - Fratelli T. C. di Malgrate, 2 - Fratelli Bezzi   Fratelli Celli, 5 - Fratelli Gambaro, 2 - Fratelli Gandolfo, 2 - Fratelli Ghirardi - Fratelli Massa, 2 - Fratelli Nicoli - Fratelli Rossi, 2 - Frola Franceschina, i Fugazzi Ernesto, 5.

G) - G. M. di Castel S. Pietro del Monferrato, i -- G. N. di Calciavacca - G. P. di Bergamo - G. A. di Cattognano - Gaglia Giuditta, 6 - Gaj Francesca in Dallara, 3 - Galli Carolina in Della Mano, 5 - Galli Vittorina - Gallo Battista, 12 - Gamba Ignazio, 15 - Gambaro Elisa, io - Ganassini L., 5,20 - Garzia Antonia, 13 - Gattone Carlo e Clementina, 12 - Gavetti Maria - Gerbino D. Giuseppe, 5 - Geronazzo Protasio, 5 - Ghezza Domenica, io - Ghiglione Egidio, 5 - Giacubati - Menghini, io - Giacomelli D. Gio. Battista, 2 - Gilardi Maria - Gioia Angelina, 5 - Giorgetti Teresa in Briani, 2 - Giovanetti del Seminario Vescovile di Nusco, 3 - Giovannini Caterina, 5 -- Giovannini Giovannina Ved. Gerardo, io - Giudici Cattina, io - Giuliana D. Giuseppe, io - Glendi Angela in Simonelli, 5 Gravier Emilia, io - Graziani Luigi - Grazioli Mercedes, i - Grossa Giuseppina - Gruppo Eleonora, 2 - Guastavino Assunta, 5 - Guidetti Giovanili, 2 - Giudicini Anna in Bendini, 5 - Guidobaldi Matilde, 5 - Guiffrez Celestino, 3 - Guerini Angela, i o - Guerinoni Pietro, 6.

I) - I. B. di Framura, i - F. G. L. di Busto Arsizio, 5 - Ivaldi Celestina, io - Ivaldi Virginia, 15.

L) - L. C. di S. Anna d'Alfaedo, 3 - L. M. di Catania, 2 - L. M. di Marano Valpolicella, i - L. M. B. di Varese Lombardo, 25 - La Bella Can. D. Paolo, 4 - Latella Maria, i - Lazzarotti, i - Lista Augusto, 15 - Lombardi Attilio, 20 - Lonardi Anna, 2,50 - Lorenzatti Giovanili - Lori Maria, 5 - Lucchesi Silvia, 5 - Luvolini Anna, 5.

M) - M. A. di Casalino Novarese, 4 - DI. D. di Borgo S. Martino, ioo, come dovere di somma gratitudine a Maria SS. Ausiliatrice per una bella grazia ricevuta, dolente solo di non poter fare di più - M. G. di Genova, 5 - M. M. di Mondovì - M. P. B. di Darfo, 5 - M. R. di Grossotto, 2 -Madre di famiglia di Vinovo, 5 - Madre riconoscente 5o - Maggiolo Maria in Bisso, 2:.o - Magni Angela, 2 - Magri Irene, i - Malaspina Teodora, io - Malvestiti Luigi, 5 - Malvezzi Anna, 5 - Malvezzi Elvira, 10,20 - Manis Angelica, 5 - Mapelli Caterina, 12 - Marangoni D. Luigi, 50 - Maranzano Teresa - Marchetti Margherita, 2 - Marchetto Anna, 6 - Marino Barone Can. D. Francesco, 5, per una signora miracolosamente guarita - Marinoni Maria, 7 -Maritano Caterina - Mariucci Teresa - Masala Giovanti, 2 - Massa Giovanni fu Giacomo, 5 - Massara Teresa in Bellizzetti, 15 - Massari D. Amedeo, 5 - Masso Giovanni 5 - Massolino Maria, io - Mastalli Maddalena, io - Mazzarutto Giuseppina, io - Meynet Giuseppe, 5 - Metti Tersilla, 4 - Micheli Angelo, io - Micheletto Lorenzo, 2 - Moiso Carolina, io - Momo Silvio, 5 - Montana Giuseppina in Lopresti, 5 - Monti Ersilia, 6 - Moretti Carolina, 4 - Moretto Vincenzo fu Giovanni - Moscatelli Antonietta, 25 - Mulas Maria, 5 - Muner D. Cristoforo, 1o - Musconi Caterina, 3 - Muscos Bianco Pino, 1o - Mussi Pietro - Muzio Terenzio, 5 - Muzio Umbellina, 8.

N) - N. B. di Collegio di Menconico, 2 - N. G. di Conzano Monferrato, 2 - N. N., 150 -- N. N. della R. Nave « Leonardo da Vinci », io -- N. N. di Aosta, 5 - N. N. di Balangero, 2 - N. N. di Bariano, 7 - N. N. di Borgomanero, 20 - N. P. di Castelcerino - N. N. di Coriano, 5 - N. N. di Lugano, 5 - N. N. A. di Maggia, 6 - N. N. di Mèrgerètte (Francia), 5 - N. N. di Monbello Torinese, i - N. N. di Orinea, 3 -N. N. di Pederobba i - N. N. di Pinerolo, 5 - N. N. di Rivoli, 2 - N. N. di St-Gervais Les Bains (Francia), io - N. N. di S. Giorgio Canavese, 2 - N. N. di Torino, 60 - N. N. di Torino, 5o, per la miracolosa conversione del marito, ottenuta ad intercessione del Ven. Don Bosco e di Maria Ausiliatrice. -N. N. di Villeneuve sour Nus, io - Negri Carolina, 5 - Nicolosi Angelina in Permisi, 5 - Notte Olinda in Spina, 5 - Novallet D. Alcide, 5 - Novelli Rachele, 2,50.

O) - O. B. di Lusernetta, 2 - O. M. di Pont S. Martin, 2 - O. N. C. di Castelrosso - O. S. di Davagna - Opezzo Metilde, io - Orio Giuseppina, 5 - Ottava Lucia.

P) - P. A. di Lucento, i - P. D. di Dardanise, 2 - P. F. di Londra, 30 - P. T. di Torino, 5 - P. V. di Faedis di Campeglio, i - P. Z. di Chambave - Paduano Luigi - Pagnicci Maria Ved. Cav. Antonio, 5 - Paleari Anna, 5 - Panepinto Salvatore Caporale 143° fanteria, 2 ° Comp. della Zona di guerra, 15 - Paoletto Luigi, 5 - Paolini Rosa in Rosa -- Parisi Teresa in Giacco, io - Patrucco Valentino, io - Paviolo Teresa, 2 - Pedrini Giuseppa in Solari, 5 - Pelissier, 4 - Penazio Francesco, i - Perniciaro Lucia, 45 - Peroni Antonietta, 6 - Peroni Giovanni, 2 - Perucca Carlo, io - Peruzzini Orsola, 6 - Piana Rosalia, 4,25 - Piazza Lia, lo - Pirovano Adele, 5 - Poesio Virginia, i - Polastri Clara, Maestra - Polizzi Annetta in Bocchieri, 5 - Popolo di Merlano manda l'offerta di L. 7,67 a Maria Ausiliatrice per essere preservato dalla grandine. - Porta Giuseppe, io - Portalupi Stellina, 6o - Principe Domenica, 4 - Promotton D. Filippo, 20 - Provera Antonio, 1,40.

Q) - Quaglia Elvira, 5 - Quinson Maria, 3.

R) - R. C. di Borgomanero, 20 - R. C. di Alba, ioo - R. G. di Chivasso, 5 - R. S. di Legnano, 2 - Raimondi Felicina, 5 - Rainelli Teresa in Lana, 5 - Rattaro Dorina, i - Recidivi Modesto - Reforgiato Cristina, 3 - Renzi Bina, 5 - Renzi Rosa, io - Repetti Clemente, 2 - Revelli D. Andrea, 5 - Rialta Antonietta, 5 - :Ribecchi Maria, io - Richiero Luigia, 5 - Rigoletto Michele, .5 - Roda Elvira - Romelli Lucia, 7 - Ronero Virginia in Testa, 25 - Rosa Luigi e Giulia - Rosa Mansueto, Nelide, Leonello, Severino, Enrico e Giovanni - Rossetto Famiglia, i o - Rossi D. Angelo, io - Rostagno Eugenia, 50 - Ruberti Angela in Facconi, 2 - Ruggeri Luigia, 3 - Ruschena Vittoria, io - Ruscitti Tommaso, io - Ruffini Giovanni fu Lorenzo, io - Russi Emilia, 5

S) - S. C. di Vayes - S. G. di Racconigi, 2 - Salvetti Giacomina, i - Santuz Maria, 2 - Savio Anna, 5 - Savio Ida in Lanzetta, 6 - Scanu Mariangela, 5 - Scaraffia Luigi, 5 - Schicchi Don Paolo, 5 - Sciotti Emanuele, io - Stella. Vitalina, 8 - Selva Giuseppina, 2 - Sempreboni D. Angelo, 6 - Serina D. Domenico, 56 -- Serra Altonio, 1,50 - Siensa Carolina - Signora De Lauré, 20 - Silvestri Elisa, 5 - Simonetti Merino, 30 - Sinigaglia Pietro, io - Sironi Giuseppe 3 - Soci dell'allegria e alunni dell'Istituto di S. Roberto a Gualdo Tadino, 37 -- Sonda Maria, 3,10 - Sorelle D. di Orio Canavese, 5 - Sorelle S. G. A. di Breno, 2 - Sorelle T. M. di Ova di Castelnuovo Scrivia - Sorelle Andreis, 5 - Sorelle Celaschi - Sorelle Croce.- Sorelle Genta - Sorelle Lancini - Sorelle Leidi, 5- Sorelle Muzio, 2 - Sorelle Pagliotti - Sorelle Piatti, 4 - Sorelle Prandi, 2 - Sorelle Sasso fu Adolfo - Sorelle Zacco, 5 - Smeriglio Maria e Rosa, 2 - Spingardi Cristiana, 5 - Stecchi Girolamo di Antonio, 5 -Stella Teresa - Suor Brigida Patti, 5 - Suor Francesca Bruno -- Suor Assunta Balzi, 12,25 - Superiori dell'Istituto Salesiano Alessandro Manzoni di Borgomanero, 25.

T) - T. B. di Chiavari - T. C. di Lecco - T. G. di Fiumefreddo - T. L. di Revignano d'Asti 30 - Tallone Federica in Masera, 3 - Tinelli Silvio, 5 - Tognolini Carolina, 3 - Tommasi Isabella, io - Traverso Carlotta, 5.

V) - V. A. di Chatillon, i - V. A, di Palazzo Canavese - V. F. di Verona, 5 - V. M, di Caltanisetta - V. M. di Caronno Milanese. Vairetti Maria, 2 - Valentini Giovanni, 5o - Valerio Carolina, 5 - Valle Antonio, 3 - Valmacchino Clo rinda, 2 - Vanzini Lorenzina, 5 - Varvello Ester, i - Vedova Griffa, i - Veneroni Pietro, io - Venturi Giovanni, 5 - Viale Nina, 5 - Vinci Maria in Zanoni, 15 - Viola Vittoria, 7 - Vitale Ester, io - Voltolina Cesira, 5.

W) - Wuillermin Mary, 5.

Z) - Z. G. di Melodia, 2 - Z. M. di Coreglia Ligure, 5 - Zamberlan Giacinta, i - Zambonini Prof. Gio. 24,95 - Zanotti Rita, 5 - Zarattini Maria, 2,50 - Zecchino Francesco, 4 - Zefiro Teresa, 4 - Zolla Giulia, 6.

Tutti questi devoti rendono pubbliche grazie alla Vergine Ausiliatrice per soddisfare alle loro promesse e nella fiducia di meglio impetrare dalla Benedetta Madre di Dio nuove grazie e nuovi favori. Esse appartengono ai paesi seguenti:

PIEMONTE: Alba, Agliano, d'Asti, Alessandria, Alfiano Natta, Aosta, Arignano, Asti, Arquata Scrivia, Avolasca, Balangero, Belvedere Langhe, Benevagienna, Biella, Bistagno, Borgolavezzaro, Borgomanero, Borgo S. Dalmazzo, Borgo S. Martino, Borgosesia, Bra, Bricherasio, Brozzolo, Brusasco, Bussoleno, Calciavacca, Calosso Monferrato, Caluso, Cambiasca, Camurana Villa, Candiolo, Cannobio, Cantavenna, Carignano, Carmagnola, Casa bianca, Casalino Novarese, Casorzo Monferrato, Castagnole Piemonte, Castellamonte, Castelnuovo d'Asti, Castelrosso, Castel S. Pietro del Monferrato, Ceppomorelli, Cerrina Monferrato, Chambave, Champorcher, Charvensod, Chalillon, Chivasso, Ciconio Canavese, Cirié, Colleretto Castelnuovo, Condove, Conzano Monferrato, Cossano Belbo, Cremolino, Cumiana, Cuneo, Dagnente, Diano d'Alba, Dogliani, Doues Valpelline, Felizzano, Fenis sourNus. Festiona, Fossano, Franchini, Frassinello Monferrato, Frassineto Po, Galliate Novarese, Garessio, Grondona, Jovenpn, Incisa Belbo, Intra, Isola d'Asti, Issime, Ivrea, La Morra, Lombardore, Lucento, Lu Monferrato, Lusernetta, Marene, Marsaglia, Mezzenile, Millaures, Mollaret, di Susa, Molo Borbera, Mombello Torinese, Mondoví Piazza, Montemagno, Monteu Roero, Montiglio, Monferrato, Morgex, Mosso Santa Maria, Narzole, Neive, Nibbiola, Novara, Novi Ligure, Occimiano Monferrato, Oleggio, Orbassano, Orio Canavese, Ormea, 0sara Borm.ida, Ottiglio Monferrato, Ova di Castelnuovo Scrivia, Ovada, Oviglio Monferrato, Palazzo Canavese, Parella, Passerano d'Asti, Perloz, Pettinengo, Pinerolo, Polonghera, Pont Saint Martin, Pontestura, Pozzengo, Pralormo, Racconigi, Ravera, Refrancore, Revello, Revignano d'Asti, Riva di Chieri, Rivalta Torinese, Rivoli, Rocchetta Tanaro, Roddi, Roisan, Ronco Scrivia, Ruffia, Saluggia, S. Giorgio Canavese, Settimo Rottaro, Torino, Trino Vercellese, Tronzano Vercellese, Vayes, Valtournanche, Vegni, Viarigi, Vigliano d'Asti, Vignale Monferrato, Vignolo di Borbera, Villanova d'Asti Villanova Solaro, Villa San Secondo, Villa Stellone, Villeneuve sour Nus, Vinovo, Virle Piemonte, Vische Canavese, Viii.

LOMBARDIA: Abbiategrasso, Agnadello, Alfianello, Angera, Arena Po, Artogne, Baciano, Barzio, Bellano sul lago di Conio, Bergamo, Bernareggio con Carnale, Bione, Breccia di Como, Brenio, Brescia, Busnago, Busto Arsizio, Rusto Garolfo, Cà de' Stefani, Calcinato sul Chiese, Calcio Bergamasco, Campione, Caronno Milanese, Cassano di Magnago, Chiari, Chisone, Collegio di Menconico, Corrido, Corsico Milanese, Cremona, Crenna, Darlo, Daverio, Desenzano sul Serio, Esine, Gavi rate, Gogozzo, Gorno, Grezzago Milanese, Grossotto, Lavone, Lecco, Legnano, Levate, Malgrate, Milano, Mortara, Orzinuovi, Ospitaletto, Pavia, Pietragavina, Pieve del Cairo, Pometo di Pavia, Pralboino, Prato S. Pietro, Rigosa, Rivanazzano, Rivoltella, Rovetta, San Faustino, San Pellegrino, Scaldasole, Sulzano, Terno d'Isola, Tirano di Valtellina, Toripiano, Torre degli Alberi, Usmate, Varese Lombardo, Varzi di Casanova Destra, Verolavecchia, Visano, Voghera.

VENETO: Agagliana, Agugliaro, Alcenago di Grezzana Veronese, Bosco di Chiesa Nuova, Cd Baseggio, Campomolino, Caprino Veronese, Caselle di Pressana, Castelcerino, Castelgomberto, Cavalon, Chioggia, Conegliano Veneto, Cordenons, Dignano, Faedis di Campeglio, Fiesso Umbertiano, Gailiera Veneta, Gazzolo d'Arcole, Gradisca di Sedegliano, Ipplis del Cividale, Lozzo di Cadore, Marano di Valpolicella, Merlano, Mozzecane, Negrar, Padola, di Belluno, Paese, Palazzolo di Sona, Pederobba, Pescantina, Prevedello, Raveo, Roana. S. Ambrogio di Fiera, S. Annoi d'Alfaedo, S. Brizio Veronese, S. Lucia di Piave, S. Michele al Tagliamento, Spilimbergo, Spresiano, Treviso, Vastagno, Venezia, Verona, Vicenza, Vigo di Legnago.

LIGURIA: Albenga, Chiavari, Cogoleto, Coreglia Ligure, Cornegliano Ligure, Cornia di Moconesi, Davagna, Finalmarina, Framura, Genova, Nivasca, Piani di Borghetto, Rivarolo Ligure, Sampierdarena, Santa Giulia, S. Remo, Santo Stefano d'Aveto, Savona, Spezia, Varese Ligure.

EMILIA: Bagnacavallo, Bologna, Calestano, Case Basse di Castel S. Giovanni dell'Emilia, Casinalbo, Comacchio, Faenza, Fiorenzuola d'Arbda, Forlí, Forlimpopoli, Gozzano d'Emilia, Grizzano Bolognese, Guastalla, Lugagnano di Val d'Arda, Lugo di Romagna, Melodia, Monte Gridolfo, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Sarsina, Scorticata, Valeva di S. Antonio, a Trebbia.

TOSCANA: Coreglia degli Antelminelli, Carrara, Castelnuovo di Garfagnana, Cattognano, Filetto di Garfagnana, Firenze, Luni, Pisa, Viareggio, Villafranca di Lunigiana, Visignano.

MARCHE,: Ascoli Piceno, Brondoletto, Castelferretti, Cavallino, Lamoli, Massa Fermava, Sasso Feltrio.

UMBRIA: Bettona, Gualdo Tadino, Todi, Trevi.

LAZIO: Roma.

ABRUZZI: Aquila, Loreto Aprutino, Ortona a Mare.

MOLISE: Bagnoli sul Toigno, Boiano.

CAMPANIA: Maddaloni, Napoli, Nusco, Torre Annunziata.

PUGLIE: Deliceto, Nardò, San Severo, Trani.

CALABRIE: Cariati, Dardanise, Delianova, Maida Nicastro, Rossano Calabro.

SICILIA: Acireale, Aragona di Sicilia, Barrafrauca, Bronte, Butera, Calascibetta, Caltanisetta, Caltavuturo, Carini, Castellammare del Golfo, Catania, Colestano, Fiumefreddo, Girgenti, Marianopoli, Mazzamemi, Mazzarino, Mistretta, Modica, Alta, Palermo, Palmamontechiaro, Pantellaria, Randazzo, Riesi, Ritiro, Saitta, S. Agata di Militello, S. Caterina Villarmosa, S. Margherita Bellice, Siracusa, Trapani.

SARDEGNA: Banei, Decimnomannu, Gusp.ini, Iglesias, Isili, Lanusei, Santulussurgiu, Scano Montiferro, Simala, Terralba, Thiesi, Villamar.

ZONA DI GUERRA.

ESTERO:

NB. - Per l'Estero ci limitiamo a notare i paesi

donde giunsero relazioni inviate da italiani.

AMERICA: New Jork, Bahia Blanca, Martinez,

Morteros.

AFRICA: Alessandria d'Egitto,. SPAGNA: S. Antander. INGHILTERRA: Londra.

FRANCIA: Fonesnauch, Mèrgerètte Nice, Sailèles d'Andes, St. Gervais les Bains.

CORSICA: Ajaccio.

SVIZZERA: Chailly sour Clarens, Faido, Locarno, Lugano, Maggia, Poschiavo, Rancate.

In questi e in tutti gli altri paesi, fiorisca e si diffonda sempre piú, in aiuto del popolo cristiano la divozione alla nostra dolcissima Madre Celeste!

I TRIONFI DI MARIA AUSILIATRICE

Allocuzione recitata dall'Em.mo Card. Cagliero il 24 maggio u. S.

Haec domus mea: inde gloria mea. Questa è la mia casa: di qui la mia gloria.

La festa che celebriamo con solennissima pompa in questa augusta Basilica, nell'imponente maestà dei sacri riti e con sì enorme concorso di popolo, di ogni età e di ogni condizione sociale, richiama all'animo mio, o fratelli, i piú dolci e cari ricordi.

Questo splendido tempio, che tutti ammiriamo, sotto le cui vòlte abbiamo sospirato di raccoglierci, mi ricorda gli innumerevoli prodigi che il Venerabile Giovanni Bosco ha operato per mezzo di Maria SS., propagando in mezzo a tutti i popoli la divozione a questa gran Madre, sotto il dolcissimo titolo di Aiuto dei Cristiani: Auxilium Christianorum.

Oh! io ricordo come Don Bosco, allorché aveva soltanto cinque chierici, dicesse già di avere migliaia di sacerdoti; non possedeva che un piccolo altare e parlava di un magnifico tempio, ricco di ornamenti e rigurgitante di fecieli; non aveva che un angusto cortile e un'umile casetta, e numerava centinaia di case sparse sparse in tutto il mondo. Molti ridevano pensando che scherzasse; altri lo guardavano con tristezza, pensando che gli vacillasse il cervello; mentre egli, illuminato da Dio, vedeva realmente fin d'allora la Pia Società Salesiana, il Santuario di Maria Ausiliatrice e le centinaia dei suoi Collegi ed Oratori sparsi in tutto il mondo.

Una sera del 186o, mentre gli alunni dell'Oratorio si trovavano nelle scuole e nei laboratorii, io, ancor semplice chierico, studente di teologia, passeggiava con Don Bosco, qui presso nel piccolo cortile. Le sue parole erano, come sempre, nuovi progetti per la gloria di Dio e la salvezza delle anime, quando a un tratto fissando gli occhi verso questo luogo ove sorge il Santuario: « Guarda!... mi disse come trasfigurato in viso, guarda il maestoso tempio che ha edificato per sé la Madonna!... Guarda le turbe dei devoti che si accalcano alle sue soglie!...» Alle sue parole io andava rispondendo: « Non vedo!... non vedo nulla!...». E Don Bosco, come riavendosi da una splendida visione, dandomi uno sguardo indescrivibile, continuò: e Sí... sí... lí sorgerà un gran tempio, sormontato da una vasta cupola, sopra la quale torreggerà la Beata Vergine in atto di accogliere i Torinesi e le innumerevoli turbe che verranno ad onorarla, e di benedire a Torino, alla nostra cara patria e a tutte le nazioni della terra! »

Quelle parole a me parvero un mistero e mi rimasero indelebilmente secolpite nell'animo. Ma il mistero cominciò a svelarsi nel 1875, quando colla benedizione di Don Bosco e di Maria Ausiliatrice partiva da quest'altare insieme con la prima schiera di Missionari salesiani, per portare in lontane regioni il lume della fede e il raggio della civiltà, inalberando la Croce di Cristo in mezzo a popoli rozzi e selvaggi.

Quelle misteriose parole le compresi maggiormente, quando ricevuta in questo tempio la pienezza del Sacerdozio il 7 dicembre 1884, due mesi dopo io tornava qui a implorare la benedizione materna di Maria Ausiliatrice con la benedizione paterna di Don Bosco, e andava nella lontana Patagonia disposto a sostener fatiche, disagi, privazioni e ogni sorta di pericoli, a traversare torrenti e fiumi impetuosi, lande sterminate, monti altissimi, non curando i pericoli della vita, dai quali fati sempre salvo per intercessione di Maria, pur di portare i tesori della Fede e della Civiltà a quelle tribù selvagge.

Quelle misteriose parole le compresi ancor piú nel 19o8 quando, per la terza volta, partii dai piedi di Maria Ausiliatrice, come Delegato Apostolico e Inviato Straordinario della Santa Sede presso le Repubbliche del Centro America.

Quelle profetiche parole le comprendo specialmente oggi, in questo solennissimo giorno, e in tutta la loro splendida realtà.

Sono passati cinquantasei anni! Ed eccolo il tempio meraviglioso, predetto da Don Bosco e innalzato dalla Madonna: Aedificavit sibi Domum Maria... Ecco le turbe innumerevoli, che si contendono le soglie per venire a prostrarsi supplichevoli ai piedi della Madonna di Don Bosco, dinanzi all'altare di Maria Ausiliatrice. E non siamo noi soli, o fratelli, che invochiamo la Madonna di Don Bosco! Da ogni parte della terra migliaia di cristiani tendono qua le loro mani, volano qua in ispirito e, al par di noi, invocano con illimitata fiducia la benedizione di Maria Ausiliatrice.

Oh! io le ho viste avverarsi, ad una ad una, tutte le profezie di Don Bosco. Ho visto moltiplicarsi i suoi chierici e i suoi sacerdoti. Ho visto sorgere la Pia Società Salesiana, l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e la Pia

Unione dei Cooperatori Salesiani. Ho visto questo splendido tempio slanciare la bella sua cupola al cielo. Ho visto partir di qui numerosissime schiere di Missionari e di Suore per andare a predicare in paesi lontani la fede e la civiltà cristiana e diffondere ovunque la divozione a Maria SS. Ausiliatrice.

Cosí la divozione a Maria Ausiliatrice oggi è diffusa non solo in Italia, ma nella Repubblica Argentina, nelle lande sterminate della Patagonia, nelle fredde isole di Magellano e della Terra del fuoco, del pari che in Francia, nella Spagna, nel Portogallo, nell'Austria, nell'Inghilterra, nella Svizzera e in tutto il rimanente dell'Europa.

Io l'ho vista diffusa in tutti i paesi che ho visitato ne' miei lunghi viaggi, in tutte le Repubbliche dell'America del Sud; nei 48 Stati Uniti dell'America del Nord, nei 27 Stati del Messico, e nelle singole Repubbliche dell'America Centrale. E tutti sanno che la divozione a Maria Ausiliatrice ha cominciato qui, e si è diffusa di qui, da Don Bosco, da Valdocco, da Torino. Tutti sanno che qui sorge questa venerata Basilica, la quale innalza sull'alta cupola l'immagine della gran Vergine, benedicente ai vicini, benedicente ai lontani, benedicente a Torino e a tutto il mondo.

Ecco le meraviglie, ecco i miracoli di Maria Ausiliatrice! Quando partii la prima volta per l'America, Don Bosco mi disse: « Fate quello che potete, Dio farà quello che non Possiamo noi. Confidate ogni cosa in Gesù Cristo Sacramentato ed in Maria Ausiliatrice, e vedrete che cosa sono i miracoli! »

E i miracoli apparvero nell'espansione dell'Opera Salesiana e specialmente nell'evangelizzazione e nella civilizzazione dei Patagoni, dei Fueghini, dei Jivaros, dei Bororos... Quei popoli, insieme con la divozione alla Madonna, ricevettero la luce del Vangelo e la civiltà cristiana, che è l'unica vera civiltà, perchè poggiata su quella Religione che è la sola vera, fatta tutta di giustizia, di amore e di pace. Quei popoli, nella loro semplicità e nella loro umiltà, ricevono e praticano quella Fede che la vecchia Europa rigetta. L'Europa, la vecchia Europa è superba. Essa vanta i suoi progressi, la sua luce, la sua scienza, ma della scienza si serve per combattere la verità e per conculcare la religione. Nel suo orgoglio essa rinnega Iddio, disprezza la pietà, rigetta la fede, e in questo modo rinnega e rigetta la vera civiltà. La civiltà, che essa vanta, è una civiltà vecchia decrepita, insipiente. Tutti, costernati, ne vediamo i frutti nell'immensa guerra che si combatte, la quale, come disse il Santo Padre Benedetto XV, è il suicidio dell'Europa civile. Effetto dell'abbandono di Dio, della Fede, della Religione.

Ah! non si può avere civiltà, non si può avere benessere, non si può avere giustizia e pace senza Dio, senza Fede, senza Religione. I popoli giovani e vergini di America, che ricevono ingenuamente la fede, trovano in essa la civiltà e la pace. Io lo vidi dappertutto, ma specialmente tra i popoli un tempo selvaggi ed ora incorporati alla Chiesa e alla Civiltà, nella Patagonia, nella Terra del Fuoco, nel Brasile e nell'Equatore.

Ricordo il vecchio, terribile cacico Namuncurà, che giunto ai suoi 86 anni, dal suo remoto esilio presso le Cordigliere sentendo avvicinarsi la morte mi mandò a chiamare. Feci 15oo chilometri a cavallo per raggiungerlo, ed egli mi domandò di essere battezzato, cresimato e comunicato. Quel Cacico, indomito e ribelle, che era stato per lunghi anni il terrore di quei popoli e degli altri cacichi, chinava umilmente la sua fronte alla Croce, riceveva la fede e il battesimo, si faceva cristiano. Come l'ebbi battezzato, cresimato e comunicato, con estrema commozione mi abbracciò e mi disse:

- Monsignore, ora che sono cristiano, tutto cristiano, scendo contento nella pace del sepolcro!

La pace! Essa ha esalato dalla vecchia Europa e si trova invece nei paesi dei buoni e semplici fedeli dell'America. Non est pax impiis.

La pace! Solo il Cristianesimo la può dare. Ritorni la vecchia e superba Europa all'umiltà della fede, ridesti lo spirito cristiano, abbracci senza riserve e senza lacune la Religione vera di Gesú Cristo, ed avrà la pace.

La pace! Il S. Pontefice invoca e sospira la pace. Tutti invochiamo e sospiriamo la pace. Chiediamola a Dio, chiediamola per l'intercessione di Maria Ausiliatrice, che è Regina di pace. Le nostre preghiere salgono oggi al trono di Maria, al trono di Dio imploranti la pace: e la pace sarà data agli uomini di buona volontà: Pax homini bus bonae voluntatis.

In questa preghiera si uniscono a noi i nuovi cristiani dei lontani paesi di America, e le loro preghiere, nella loro semplicità e nella vivezza della loro fede, sono piú accette a Dio.

Prima di partire per Torino, fui a visitare il Santo Padre: - Eminenza, mi disse il Vicario di Gesti Cristo, voi andate a Torino: io non posso venire, ma dite ai Torinesi che sarò con loro in ispirito; dite che preghino la Vergine Ausiliatrice perché ci aiuti ad ottenere dal suo Divin Figlio la pace!

Preghiamo adunque il Signore, che salvi la nostra patria, che salvi tutte le patrie, che ci benedica. Oh! si, per intercessione di Maria, Dio compia i voti del S. Pontefice; accolga le sue e le nostre preghiere; accolga il sospiro di tante madri, di tante spose, di tanti padri, di tanti figli; accolga le preghiere, i voti, le lacrime di tutti, che invocano Pace, pace, Pace!

La Conferenza detta da S. E. R. Mons. G. B. Pinardi il 28 maggio u. s. nel Santuario di Maria Ausiliatrice.

Fratelli miei,

Io non so se altra volta mi eruppe dal cuore dell'anima mia, piú sincera, piú calda, piú convinta la invocazione a una fraternità che non sia di sangue. Vi chiamo fratelli, signore e signori, nel nome dell'Ausiliatrice, nel nome di Don Bosco nostro, nella cooperazione salesiana che è il comune dovere dolce, come un comune diritto, il vincolo santo che ci unisce nella carità di Dio. E poiche è nella obbedienza a quella ragione per cui siamo fratelli, che io vi parlo oggi, consentite che vi dica che è nel mio cuore una gran gioia nel salutarvi, cosí come è grande la carità, che sento mi unisce a voi.

Vi parlerò modestissimamente della nostra missione di cooperatori salesiani, e mi fa molto facile il compito assunto, oltre che il pensiero di compiere un'obbedienza, la convinzione vostra che qui vi raduna in questo tempio santo che ricorda le promesse dell'Ausiliatrice all'opera salesiana. Non mi farò carico d'una imperdonabile presunzione, tentando di farvi l'elogio di questa opera, alla quale essere cooperatori è come un titolo di nobiltà non vana

Questa opera grande, che è la missione di un apostolo che non muore, e si moltiplica, appare oggi dinnanzi al mondo nella solennità della porpora romana, che sa tutte le grandezze, e noi godiamo come d'una festa famigliare, l'onore giunto supremo coronamento di gloria radiosa al grande edificio ideato dal Ven. Padre nostro. Né farò torto alla vostra carità convinta, prospettandovi, come per commuovervi, le benemerenze della opera salesiana. Quanti ebbero, come io ebbi, in grazia da Dio, la fortuna di essere educati in istituti salesiani, se per un po' richiamano le memorie candide di loro gioventú - forse già anche lontana - troveranno, coi ricordi piú cari e lieti, sorridenti di ilarità giovanili, una onesta gioia composta, un'abitudine corretta di disciplina, una parola di quelle che non cadono piú dal cuore, care sembianze di educatori evocanti esempii e propositi santi; mentre una voce onesta di giustizia intima alla nostra coscienza un debito che non varremo a pagare giammai

Per tutti poi si svolge, nella luce del sole, quella che io mi faccio onore di salutare nella frase forte e lapidaria di Paolo Boselli, « l'opera di Don Bosco, popolarmente ispirata e civilmente benefica ». Fu scritto che un'istituzione che viva, è l'ombra del fondatore che si proietta e si allunga nel tempo... Da quando l'Ausiliatrice suscitò in Don Bosco il servo suo fedele, il ministro delle sue novissime meraviglie d'amore rinnovantesi, Don Bosco sta padre, maestro e apostolo; e l'ombra sua si proietta e s'allunga come una protezione viva, come una forza, e s'allarga a comprendere tutta la terra con la sua opera dalla molteplice efficienza che penetra tutta la vita in tutte le sue manifestazioni, e dappertutto fiorisce una gioconda fioritura di bene nel campo religioso e nel campo civile; come una redenzione per ogni miseria, come un soccorso per ogni buon proposito di vita, come una grande scuola di virtú forti. E nell'opera di Don Bosco, o signori, ben meglio che sui dominii di Carlo V, il sole, proprio, non tramonta mai...

Come lo ideò Cellini pel monumento che sorgerà nell'ombra di Maria Ausiliatrice, Don Bosco sta segno e forza dell'opera sua che vive nei suoi, e durerà pini che il bronzo che vorrà simboleggiarla e ricordarla a noi

La leggenda dice di Annibale affacciato sull'Alpi, alle porte d'Italia, incitato dalla Fortuna a calare... La poesia aulica cantò di Napoleone - l'uomo fatale - e della suggestione della terra sacra d'Italia che lo attira col miraggio della eternità di Roma... Non è leggenda, non è poesia compiacente, ma è vera storia, o signori, che Dio parlò a Don Bosco nell'invito della sua Madonna le parole della sua vocazione, e la promessa di che questo tempio è monumento, e per la quale l'opera salesiana sta e si evolve e cresce meglio che per un auspicio, per una assicurazione di eternità. E nella parola di Dio, Don Bosco commosse per la sua conquista pacifica un esercito di cuori piú numeroso che gli eserciti dei conquistatori, e valica i confini dei loro sogni, e leva la sua bandiera su. anime innumerevoli

Signori, è giusto e degno che io vi preghi: ascendete su questa altezza che è, per ora, il culmine sempre elevantesi di questa costruzione che è: l'Opera Salesiana, e volgete lo sguardo per tutta la terra: nel nonne di Don Bosco ornai presso ogni gente si invoca Dio nella nostra favella che sa tutte le memorie e gli splendori della romanità e che ha come la eredità dei destini di Roma... E noi, o signori, siamo fratelli nella cooperazione a questa opera grande, a questo immenso lavoro, che ha la vita possente del palpito di mille e mille cuori, e del fremito di mille e mille anime, e che si perpetua per una forza perennemente giovane e inesauribile come la carità di Dio.... Signori, se il bene ha una seduzione, noi dovremo dire che la forza e la bellezza intima di quest'opera santa ci ha ammaliati. Oh! diciamolo con tutta la riconoscenza piú, convinta del nostro cuore: Dio ci ha chiamati nel sorriso dell'Ausiliatrice, a questa opera grande, ad aver parte alle gioie promesse ai suoi apostoli e ai suoi martiri

La porpora che è il segno del trionfo consacrato dal martirio, decora oggi per suprema sanzione Giovanni Cagliero, la sua vita d'apostolo salesiano che richiama e ricorda tanta parte dell'opera di Don Bosco. Nella sua anima, giovane in questa sua verde e possente vecchiaia, che sogna forse nostalgica l'immensità della pampa sconfinata e la devozione figliale degli indii redenti, è forse in un qualche momento di astrazione, dolce come un'estasi, un ritorno di care memorie... La lunghis sima via percorsa con uno stuolo di apostoli eroi, crociati di Maria Ausiliatrice per la piú degna conquista... E per la via lunga e aspra e dura, le ansie, gli affanni, le agonie senza nome... E la rude vita strappata a frusto a frusto fra la insidia e la violenza E un cimento che si rinnova, e non requia mai, e non disarma mai... Nella lotta diuturna col male multiforme, quanti cadono dei suoi fratelli soldati!... E l'amore, che è forte piú che la morte, rinnova le file della sacra falange, moltiplica nei superstiti la prima virtú, e li spinge e li urge fino ai confini del mondo... fin là dove i mari vietati flagellano nella tempesta nera rive paurose e senza nome... E l'amore di Don Bosco porta con loro lassú il nome di Dio, la luce e e la vita

Ma quando il Papa ti chiamò al premio e alla corona - caparra di quella che il Cielo ti intesse - o vecchio apostolo, o veterano di mille vittorie, che non confessi gli anni come nascondi i tuoi trionfi, e che numeri i tuoi passi e i tuoi palpiti con opere sante, per la via lunga del ritorno, quante palme trovasti per ogni battaglia vinta, per ogni martire caduto della carità salesiana? È questa la visione soave, è questo il dolce ricordo che sulla onesta fronte che non ha rughe se non di pensiero fa splendere il sorriso buono? Forse nelle tue laboriose vigilie li evocasti tante volte quei nomi, grandi come nomi di santi, sul seme gittato perché Dio benedicesse per un grande raccolto futuro Forse li chiami oggi perché vengano a consacrare, con la loro letizia, la festa nostra? E i grandi ritornano in te

E sono, o signori, i nostri fratelli coi quali noi cooperiamo... La grazia per la quale formiamo con loro una sola famiglia, ci intima come una esigenza naturale, il dovere di renderci degni della società di nomi cosí preclari. Che furono santi nell'eroismo: e tutto osarono per Dio. Che furono santi nella generosità: e tutto diedero per Dio. Che furono santi nella intenzione: e portarono solo Dio in cuore... La responsabilità del mio compito mi fa audace, con la vostra benevolenza, a ricordarvi che soltanto cosí noi entreremo nelle intenzioni del nostro Venerabile Padre, e avremo parte nelle benedizioni promesse in securo retaggio ai figli suoi, e ai cooperatori dell'opera sua.

E poiché oggi, nella chiusura delle feste di Maria Ausiliatrice, io debbo chiamarvi d'offrire in omaggio pio a Lei la rinnovazione dei vostri propositi di devozione e di lavoro per l'opera salesiana che è opera sua, io mi faccio lecito, o miei fratelli, di proporre alla vostra pietà una intenzione che può far piú veemente l'impulso di carità da cui deve nascere il vostro proposito. In questa ora trista di guerra, la cooperazione nostra a una tanta opera di carità, oltre che essere una protesta dei diritti imprescrittibili dell'amore e una promessa del suo futuro immancabile trionfo sull'odio che ci fa cosí feroci in un momento di follia, può essere ancora una preghiera

Il Papa che sente giusto, nel suo cuore di padre, il desiderio legittimo di tutti per una pace di giustizia che costa già tanto sangue e tanto pianto, ad affrettarla cerca di supplire ai necessarii sacrificii di sangue e di dolore, che ci devono purificare, con volontarie prestazioni di amore e di carità. Perciò ci chiama le nostre opere buone per presentarle a Dio che è misericordia placabile sopra ogni miseria, e bontà piú infinita che ogni nostra piú eccessiva malizia

Oh! fratelli miei, se noi presenteremo a Dio la carità della nostra cooperazione all'Opera Salesiana, per le mani materne della nostra Ausiliatrice, non la rifiuterà Iddio piissimo... E cosí avverrà ancora che dall'opera di Don Bosco deriva a tutti grazia e benedizione

E la carità che copre la moltitudine dei peccati e che redime, che tutto può e tutto ottiene, operata nel nome di Lui, padre e maestro nostro, questo valga a impetrare: che per la misericordia di Dio, rifiorisca la vita nostra in una rinnovata pace di carità e di giustizia..

La musica sacra alle feste di Maria Ausiliatrice.

.... Nel grandioso programma musicale, eccettuate due composizioni, l'Ave Maria di Palestrina eseguita all'Offertorio del giorno 24 ed il Magnificat del Ravanello, tutto era lavoro di compositori salesiani. Le feste s'iniziarono col Te Deum di Sua Eminenza il Cardinal Cagliero, cioè del primo musico salesiano. Composto già da oltre una trentina d'anni per coro di tre voci d'uomo questo bel lavoro conserva nella nuova piú solenne forma a 4 voci dispari datagli... dal maestro Dogliani, quel sapore di spontaneità, di getto d'ispirazione quasi verginale, pei quale la musica del Cagliero incontrò subito una simpatia confinante coll'entusiasmo da parte delle cantorie chiesastiche.

Dello stesso Cardinal Cagliero era il Tantum, ergo detto « di Santa Cecilia », e l'Inno Saepe dum Christi, scritto dall'Eminentissimo Autore nello stile liturgico, in segno d'adesione alle recenti direttive pontificie in materia di musica sacra.

L'infaticabile maestro Dogliani, figurò coi Falsibordoni dei vespri e con un Tantum ergo a quattro voci: musica sincera, dalla linea semplice e corretta che già apprezzammo negli anni scorsi.

Nominiamo per ultimo il M.° Don Giovanni Pagella, salesiano egli pure, di cui erano il Sacerdos et Puntifex, magniloquente composizione eseguitasi parecchie volte nel corso delle feste, le Litanie lauretane e la Messa pel gran Pontificale del giorno 24, replicata pure ieri mattina (28).... bellissimo lavoro di una singolare forza d'impasti e di una grande varietà d'atteggiamenti

Sull'esecuzione del vasto programma musicale da parte dell'imponente massa di oltre 15o cantori guidata dalla piccola ma energica persona del M.° Dogliani ed accompagnata all'organo del M.° Pagella, nulla diremo: ce ne dispensa la fama di cui gode ampiamente la Schola Cantorum di Valdocco. Come torinesi dobbiamo riconoscenza che i salesiani, anche in fatto di esecuzioni musicali liturgiche, sono vanto ed onore per la nostra città.

(Dal Momento).

PEL TEMPIO VOTIVO IN ONORE DI MARIA AUSILIATRICE AI BECCHI DI CASTELNUOVO D'ASTI

Rose e Gigli.

Con affetto gentile i bimbi dell'Asilo di Mirabello Monferrato, ricordando Colui che qui volle la prima espansione dell'opera sua, inviano la tenue offerta di L. 12,40, perché alcuni mattoni del Santuario dei Becchi, parlino a lui riconoscenza perenne e invochino dalla dolce Vergine Ausiliatrice una benedizione sulle loro famiglie e sui combattenti.

A Te, potente Ausiliatrice, l'inno festoso della nostra sentita riconoscenza, per averci concessa la grazia tanto sospirata dai nostri cuori. - Una corona di fanciulli di S. Ambrogio, L. 2.

I bimbi dell'Asilo di Viarigi inviano l'offerta di 14. 6.50 per l'erigenda chiesa a Maria Ausiliatrice nel paesello del Venerabile Don Bosco.

I bimbi dell'Asilo infantile Principessa Clotilde di Torino, che ogni giorno del mese di Maria Ausiliatrice si prostrarono nel Santuario ripetendo la preghiera della pace, deponevano in fine con gioia nelle mani del sig. D. Albera una nuova offerta di L. 15 pel Santuario dei Becchi.

Al Santuario dei Becchi, perché la dolce Madonna di Don Bosco letifichi, protegga la mia giovinezza, orbata dell'affetto materno. - N. N. L. 3.

L'angioletto Capra Giovanni manda il suo obolo di 1 lira, acciò la Vergine Ausiliatrice gli ritorni presto l'amato babbo.

Peppino Buzzetti, d'anni quattro, di Torino, chiedendo salute e benedizioni celesti, L. 6.

Gramignani Gherardo, di Roma, con fiducia, L. i.

Evelina Carbone, educanda tra le Figlie di Maria Ausiliatrice di Roma, L. 1.

Vittorino Brioschi di Cogno, manda L. 4 per la Chiesa dei Becchi, ringraziando la Madonna che gli ha salvato il papà e supplicandola ancora.

Giovannino Chisotti di Trofarello, con viva fiducia offre L. 5 per la nuova Chiesina dei Becchi, affinché la Vergine SS. Ausiliatrice ed il Ven. Don Bosco proteggano, consolino il caro babbo al fronte, e il suo ritorno renda felice la diletta mammina.

Mamme e insegnanti devote.

Da Mirabello Monferrato Deambrois Petronilla e Dequarti Francesca, offrono L. 1 e Provera Francesca 0,40 invocando celeste protezione.

Una signora offre L. 3 per l'erigendo Santuario perché il figlio sia preservato da ogni pericolo.

Una signora di Bagnolo Piemonte, per ottenere il ritorno dei figli dalla guerra, L. 5.

Una signora di Ferno (Milano) implorando grazia particolare della dolce Ausiliatrice, L. 3.

Due pie persone di Fontaneto d'Agogna L. 2, implorando grazie speciali sulle anime loro affidate.

Offro per la Chiesina dei Becchi L. 3 pel mio Antonio, affinché Maria Ausiliatrice lo protegga sempre e benedica i suoi studii. N. N.

Offro L. 1 alla Vergine Ausiliatrice per la nuova

Chiesa dei Becchi, affinché torni incolume dal fronte il mio Giovannino. - Follis Caterina di Borgomasino.

Mio marito ritorna al fronte, vien ferito, ma salvato miracolosamente da Te; proteggilo nuovamente e ridonalo alla famiglia. - Bosco Giovanna di Borgomasino, L. 1.

La signora Rustighieri invia L. 2 per ottenere il ritorno del marito all'affetto di sei teneri figli.

S. A. di Fontanetto d'Agogna, con fede profonda, L. 5.

T. A. P. di Buttigliera d'Asti, fiduciosa di ottenere una grazia tanto sospirata, L. 5,.

La signora Vanzaghi di Torino per la piccola Maria Giuditta Vanzaghi, nata il 27 - 3 - 1916, offre con devozione profonda l'obolo di L. 5 pet tempio votivo di Maria Ausiliatrice.

È una mamma di Bessolo, coi due suoi bimbi, che ringrazia la Madonna e La prega a continuare loro la materna sua protezione, L. 5.

Nanni Cavagnino, di sedici mesi, ha padre e zio in guerra. La mamma offre per il bimbo L. S.

Una devota di Maria Ausiliatrice di Renate Bianza ammiratrice delle Opere di Don Bosco, offre L. 5 pel Santuario dei Becchi perché Maria Ausiliatrice e il Venerabile proteggno i suoi nipotini.

Pii giovanetti e giovanette.

Le bimbe del Catechismo di Pontestura L. 3,50, colla promessa di crescere pii e virtuosi.

La piccola bimba Botto Ines dell'Asilo di Pontestura perché Maria Ausiliatrice protegga il suo caro papà che si trova in zona di guerra, L. 1.

La giovanetta Quagliotti Teresina perché Maria Ausiliatrice protegga il padre suo chiamato alla guerra, L. 1.

La convittrice Bon fanti Maria da Bellano, invia L. 5 in rendimento di grazie pregando altra grazia.

Peppina e Mariuccia Milone per il fratello che si trova al fronte da un anno, scampato tante volte da certa morte, L. 5.

Giannetti Teodosia L. 1o, in omaggio e preghiera all'Ausiliatrice dei cristiani, in quest'ora tremenda.

Rota Marina Pistarino invia L. 5, affinché Maria Ausiliatrice per intercessione del Ven. D. Bosco conservi sani e buoni i suoi cari angioletti Biagio e Giulio, e li consoli quanto prima ridonando loro il papà richiamato sotto le armi.

Ottolia Giuliana di Montaldo Bormida L. 3, pregando per sé e i suoi.

Maria Ausiliatrice benedica e protegga i due bambinetti Peppino e Maria Giulia Vergano di Borgo Cornalese, e ottenga grazie speciali alla famiglia, specie al babbo che andrà sotto le armi. - L. 1o.

Salerno Vincenza di Palagonia (Catania), in nome di tre nipoti, perché crescano buoni e abbiano il conforto di rivedere presto il padre lontano L. 1,75.

Panebianco Giuseppina di Palagonia per ottenere una grazia che tanto desidera, L. 1.

Ferraris Francesco, Cooperatore Salesiano, di Monerivello, L. 2, pel tempio votivo ai Becchi, ad ottenere dall'Ausiliatrice una grazia desiderata.

Tre cari bimbi di Palagonia, Mariuccia, Gaetano, Ignazia Blandini fanno l'offerta di L. 2, con promessa di altra offerta, se avranno la grazia di riabbracciare il caro papà.

Maria Teresa Hepeisen, di un anno, chiede benedizione e conforto sulla cara famiglia, L. 5.

Invio la piccola offerta di L. 2, a nome del militare Banda Romeo di Samarate che trovasi al fronte. Invoca protezione e salvezza dal Maria Ausiliatrice.

Mario, Giuseppino, Emilia e Michelangelo Stradella, offrono una pietruzza per la Chiesa dei Becchi per ottenuta grazia ai genitori ad intercessione di D. Bosco e Domenico Savio... O Maria Ausiliatrice, fateci buoni come ci vogliono babbo e mamma I,, i.

Preci e ringraziamenti.

Il soldato Bignotti Igino, dell'Ospedale del Castello Reale, di Moncalieri, offre per i Becchi L. 1.

Grazie, o pietosa Ausiliatrice, della provvida materna protezione che mi hai prestato nella difficile, pericolosa operazione agli occhi. Invio al tuo Santuarietto dei Becchi lire 5, dolente di non poterti offrire di più. - Una madre.

Leonilda Castagno di Avigliana offre L. 3 per la Chiesa dei Becchi, invocando aiuto e protezione.

Sono L. 1,2o che offro per la Chiesa dei Becchi, domandando grazie speciali alla Madonna di Don Bosco. - Genta Lucia di Villardora.

Offro lire 10 a nome dei miei piccoli nipotini Filiberto e Adriano per la chiesa dei Becchi, mettend ili sotto la protezione del Ven. Don Bosco, ad intercessione del quale ottenni segnalata grazia temporale. - C. M. C. di Torino.

La Famiglia Rosso di Boschetto (Chivasso) L. 3 con gran fede.

I soldati dell'Ospedale di Riserva Regina Margherita di Torino, a mezzo delle loro pie infermiere, le Figlie di Maria Ausiliatrice, L. 3.

Il soldato Gariglio Stefano, fiducioso di ottenere la benedizione dell'Ausiliatrice, invia dal fronte, L. i.

Riconoscente alla Madonna di Don Bosco per una grazia ricevuta offro lire 5 pel suo tempio votivo ai Becchi, pregandola a ricondurmi sani e salvi i miei due figli che son sotto le armi. - O. M. di Omegna.

Alla Vergine Ausiliatrice, perché protegga alla frontiera e ci restituisca presto sani e salvi i nostri fratelli. L. 3. - Sorelle De Alexandris.

I fratellini Paolo, Enzo, Sinibaldi d'Ascoli Piceno, in ringraziamento, offrono pel Santuario dei Becchi

L. 3.

I miei fratelli Andrea e Domenico si trovano al fronte, ed io non so a chi meglio raccomandarli, se non a Te, Vergine Santa, offrendo per la tua chiesa un mattone in L. s . -Zublena Maria di Borgomasino.

O Maria Ausiliatrice, Ti ringrazio e ti prego di continuarmi a sorreggermi col materno tuo aiuto.

- N. N. L. 6.

Cervetti De Bernardi, perché Maria Ausiliatrice le conceda la salute della Mamma e perché tenga sempre sotto la sua protezione tutta la famiglia, coi migliori auguri per la riuscita della bell'opera, L. 5.

Una pia famiglia ammiratrice di Don Bosco,

chiedendogli quell'amorosa protezione che egli ebbe pei suoi birichini, L. 2.

Riconoscente, ti ringrazio, o Vergine Ausiliatrice, d'aver ridonato alla mia Francesca la primiera salute. - Moncrivello, Ferraris Caterina, L. 3.

I coniugi Ing. Cav. Giovanni e Maria Bairati, pei figli Andrea, Elena, Cesare, Angelo, Alberto, Maria Francesca, Marta, Ottavia, con ogni voto, L. 10.

A nome dei miei nipoti Giacomo (finora rimasto incolume nei vari combattimenti), Bernardo (piú volte salvato dalle bombe nemiche) Lavinia e Giuseppina di Luigi; Teodosio, Aurelia, Letizia, Amelia, Vitale ed Ausilia di Carlo, invio l'offerta di L. 2o per l'erigenda chiesa ai Becchi, e li raccomando tutti alla potente Ausiliatrice, affinché li protegga e li faccia crescere sempre degni cristiani - Suor Giuseppina Vigolo, Figlia di Maria Ausiliatrice.

Dagli Oratori.

Le bimbe della 1a Comunione dell'Oratorio delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Torino, L. 6,25, colla promessa di accostarsi frequentemente e bene alla Mensa degli Angeli, come voleva Don Bosco.

Un'Oratoriana di Ascoli Piceno riconoscente per grazia ricevuta offre L. 5, pel Santuarietto dei Becchi.

I soci del Circolo S. Giuseppe dell'Oratorio Festivo di Buttigliera d'Asti, mandano come prima offerta I,. so, per l'erigendo Santuario dei Becchi, implorando la benedizione di Maria Ausiliatrice.

I giovani dell'Oratorio Festivo di S. Giuseppe di Buttigliera d'Asti fanno la tennue ma cordiale offerta di L. 7,30 pel Santuario dei Becchi, implorando dalla Vergine Ausiliatrice le sue benedizioni per sé e per le loro famiglie.

Collegi e Convitti.

Le Orfanelle del R. Orfanotrofio Femminile di Asti, offrono il tenue obolo di L. 10 pel nuovo Santuario dei Becchi, pregando la potente Ausiliatrice a prenderle sotto la materna sua protezione ed a colmarle di tutte quelle grazie e benedizioni di cui abbisognano coll'immatura perdita dei loro cari.

Le convittrici del Cotonificio Jenny di Perosa Argentina L. 22,40, coll'augurio di pace alle loro anime, alle loro famiglie, alla Patria diletta.

Le Convittrici del Cotonificio Mazzonis di Torre Pellice fanno la seconda offerta di L. 10, rinnovando il voto che Maria Ausiliatrice riconduca all'unità della Fede le loro valli.

Le giovanette dei nostri Collegi di Spagna : Barcellona L. 25 -Salamanca L. 10 - Valencia L. 10 - Sevilla 1° L. 15 - Sevilla 2 ° L. 1o - Valverde L. 5 - Ecija L. 5 - Sarrià L. 25 - implorano fidenti la protezione di Don Bosco e della nostra cara Patrona. - L'Ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Le fanciulle del Collegio di Corumbà (Brasile Matto Grosso) mandano L. 27,80, in ringraziamento a Maria Ausiliatrice che inviò loro i suoi figli e le sue figlie, che le guidano pei sentieri della felicità temporale e eterna.

Da Montevideo altre convittrici delle Figlie di Maria Ausiliatrice, L. 6.

NOTE E CORRISPONDENZE

I GIOVANI CATTOLICI PIEMONTESI per la causa di Don Beltrami.

La Presidenza Regionale dei circoli giovanili cattolici ha umiliato a S. S. Benedetto XV, la seguente lettera postulatoria:

Beatissimo Padre,

Obbedendo alla voce imperiosa del cuore e ad un dovere indefettibile di gratitudine, i giovani cattolici piemontesi supplicano vivamente la Santità Vostra, affinché si degni decretare l'introduzione della causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio, D. Andrea Beltrami, della Pia Società Salesiana.

Da lungo tempo i nostri Circoli Piemontesi ammirano in questo figlio del ven. Don Bosco l'esempio delle più belle virtú. Durante la settimana sociale giovanile del luglio 1913, all'Isola S. Giulio, i giovani intervenuti vollero recarsi sulla tomba di Don Beltrami in Omegna e su quella di Contardo Ferrini a Suna, allo scopo di ispirarsi piú efficacemente a quei propositi di « preghiera, di azione, di sacrificio » che furono guida costante ai suddetti Servi di Dio e debbono esserla ognora alla gioventù cattolica italiana.

I nostri giovani ricordano particolarmente la grande benemerenza acquistatasi da D. Beltrami verso la nostra organizzazione quando tra gli anni 1893-94, studente di università, contribuì efficacemente alla fondazione in Torino del circolo universitario « Cesare Balbo »; ricordano D. Beltrami maestro cristianamente zelante del bene degli studenti, scrittore altamente ispirato di libri ricercatissimi, assertore instancabile della grande verità « chi vuole si fa santo », adoratore serafico della SS. Eucaristia.

L'innalzamento agli onori degli altari del servo di Dio stimolerà certamente i giovani a seguirne l'esempio preclaro e persuaderà i sacerdoti a dedicarsi sempre piú attivamente alle opere in favore della gioventù studiosa.

Prostrati al bacio del sacro piede domandiamo umilmente l'Apostolica Benedizione per le nostre Società e per i loro dirigenti.

Il Segretario   Il Presidente

COLLO COSTANZO DOMENICO   CARLO TORRIANI

L'assistente Ecclesiastico Can. GUIDO GARELLI.

Con questa lettera che esprime fedelmente la somma dei loro sentimenti di gratitudine e di venerazione per il loro grande amico D. Andrea Beltrami, i giovani cattolici univano le loro suppliche a quelle di migliaia di altri fedeli, affinché il S. Padre si degni affrettare l'introduzione di una Causà che - Dio volendo - dichiarerà santo un socio benemerito della G. C. I.

Siamo certi che nei circoli nostri si invocherà dal Signore il buon esito del processo e si studierà con zelo viemaggiore d'imitare i nobili esempi del Servo di Dio.

NEGLI ISTITUTI DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

ROMA. - Il Corso di Religione per insegnanti, professoresse e studentesse, che già da quattro anni ha luogo presso l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, fu anche quest'anno, frequentato con assidua premura da ben 130 signorine, che non vollero perdere nemmeno una delle chiare, lucide e persuasive lezioni, tenute dal nostro confratello D. Arturo Gianferrari. Ed anche quest'anno ebbero in preparazione alla S. Pasqua un triduo di conconferenze, dette con spirito ed unzione di vero apostolo dal rev.mo Prof. Crosati, che, con felice pensiero, le condensò in poche massime stampate in un simbolico ricordo distribuito a ognuna. Cosi disposte, il giovedí santo avevano la consolazione di ricevere la Santa Comunione Pasquale dalle mani dell'Em.mo Cardinale Cagliero, il quale, con quella semplice eloquenza che incatena i cuori, premise un caldo ed opportuno fervorino.

Ma la soddisfazione piú grande e quasi insperata le attendeva il martedí di Pasqua, quando ebbero l'invidiabile consolazione di assistere alla S. Messa celebrata da S. S. Benedetto XV, di ricevere dalle sue mani il Pane degli Angeli, e, passate nella sala del Concistoro, di baciare la mano al S. Padre, riceverne un'artistica medaglia, e più di tutto sentirne le dolci e paterne parole di conforto.

Sua Santità esordì rallegrandosi molto di vedere ai suoi piedi un sì bel numero di insegnanti e di signorine che a tale santa missione si preparono: benedisse con tutta l'effusione del suo cuore paterno i loro propositi e prendendo occasione dalla circostanza del tempo pasquale, in cui la Chiesa ricorda le numerose apparizioni di Gesú risorto nei quaranta giorni che precedettero la sua ascensione al Cielo, ricordò come i fedeli possano, ancor piú felici degli apostoli e dei discepoli, rinnovare anche ogni giorno l'apparizione di Gesú nel proprio cuore, coll'accostarsi alla S. Comunione. Accennato poi come sia grande il bisogno di una sana educazione, si rallegrò con loro, chiamandole le elette del Signore, gli angioli suoi, gli apostoli della sua dottrina, che debbono predicarlo prima coll'esempio, e poi colla parola.

Chiuse ricordando come nella loro missione sa ranno aiutate dal valido patrocinio di Maria SS. Ausiliatrice, nel quale titolo si compendiano tutte le invocazioni rivolte dalla Chiesa alla Beata Vergine nel reclamare il suo intervento in tutti i mali che affliggono l'umanità. Benedisse infine non solo le signorine presenti, ma anche tutti coloro a cui in quel momento si rivolgeva il pensiero della loro mente e l'affetto del loro cuore.

In fine l'8 maggio le stesse signorine convennero nell'Istituto per chiudere il loro corso annuale di Religione. La simpatica festa fu presieduta dall'ill.mo e rev.mo Mons. Faberj, Canonico Vaticano, che fin dall'inizio prese tanto vivo interesse per questo benefico corso. Al degno Prelato le Signorine rivolsero l'espressione della piú viva riconoscenza; indi il Conferenziere espose sinteticamente il programma svolto in ambedue le sezioni.

Mons. Faberi si compiacque distribuire in premio alle novanta piú assidue la « Vita di Gesú dell'Asioli ed il « Vademecum del Cattolico » elegantemente rilegati in tela e da lui stesso regalati. Poscia coll'ardente e dotta sua parola riassunse come in magnifico quadro gli argomenti svolti durante l'anno e ripetendo alle presenti le piú vive congratulazioni per la loro assiduità, conchiuse il suo dire animandole a cooperare al benessere della classe magistrale ed alla sana educazione della gioventú dando il loro nome all'A. N. N. Tommaseo, e ad esercitare attivo apostolato pel sempre maggior sviluppo del loro Corso di Religione.

NIZZA MONFERRATO. - Commemorazione di Suor Maria Mazzarello. - Nella casa centrale dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice si ricordò con solenne commemorazione il 35° anniversario della morte della Serva di Dio Suor Maria Mazzarello, 1° Superiora generale dell'Istituto fondato dal Ven. Don Bosco. L'omaggio piú eletto e piú degno fu un Memorandum di Sua Em. il Cardinal Cagliero, il quale, non solo diresse la virtuosa Superiora nello spirito e nel governo del nascente Istituto, ma rappresentò, presso questo, la stessa autorità del Ven. Fondatore. Il prezioso autografo conferma, nella pia Madre, una fiorita di virtú non comuni in una vita comune, avvivate da uno spirito di sapienza cristiana veramente singolare. E un monumento tangibile di gloria nel tempo, che ha riscontro col monumento di gloria nell'eternità! Le Figlie di Maria Ausiliatrice lo custodiscono con venerazione amorosa e con profonda gratitudine al Principe di Santa Romana Chiesa!

Ci piace ricordare altresì il tributo di lodi reso alla memoria di Madre Mazzarello da Sua Ecc. Mons. Giacomo Costamagna, Vicario Ap.co di Mendez e Gualaquiza, e la preziosa adesione di Sua. Ecc. Rev.ma Mons. Disma Marchese, vescovo di Acqui, auspicante « di poter presto, col linguaggio della Chiesa, nell'anniversario della morte, celebrare il « natalizio » della mirabile Serva di Dio, » col voto che « tutte le figlie e le alunne del Ven. Don Bosco, ben comprendendo lo spirito di Lui, come lo comprese la Mazzarello, non abbiano a morire mai, bensì debbano, nell'abbandono dell'esilio, nascere gloriosamente alla vera vita del Cielo! »

TRA I FIGLI DEL POPOLO

ROMA. - Una commovente cerimonia al Testaccio. - Riferiamo dall'Osservatore Romano del 1° maggio: - Uno stuolo di ben duecentosettanta fanciulli e fanciulle (di cui 240 ebbero ieri la S. Cresima da S. E. Rev.ma il Card. Serafini) ricevette questa mattina la prima Comunione dalle mani dell'Em.mo Card. Cagliero, nella Parrocchia di S. Maria Liberatrice diretta dai Salesiani al Testaccio.

I bravi giovinetti vi si erano preparati con un corso regolare di SS. Esercizi nell'Oratorio Salesiano, e le fanciulle presso le Suore della Provvidenza e le Suore di Maria Ausiliatrice.

La funzione, grandiosa e bella per intensa pietà, cominciò colla solenne rinnovazione dei voti battesimali, e si chiuse con parole ispirate dell'Em.mo Porporato. Assisteva un'onda di popolo, tra la piú viva commozione.

Ricevettero la Comunione dall'Em.mo anche i sessanta bambini, che si erano accostati la prima volta alla S. Mensa nella Domenica di Passione.

Ci piace rilevare questo fatto, che può sembrare un semplice episodio della vita parrocchiale, perchè vediamo in esso una prova novella del lavoro immenso compiuto dai Salesiani al Testaccio.

Chi avrebbe sognato, dieci anni or sono, che saremmo arrivati così presto al Testaccio a trecentotrenta prime Comunioni in Parrocchia, in una sola Pasqua?

Un plauso sincero giunga da tutti i buoni ai valorosi figli del Ven. Don Bosco.

NOTIZIE VARIE

In Italia.

ALASSIO. - Una gita al Santuario del Sacro Cuore di Gesù in Bussana. - Ci scrivono: Era un vivo desiderio di tutti e fu degno coronamento agli Esercizi Spirituali dettati con sapienza ed efficacia da D. Clemente Barbieri, lo squisito poeta di Jesus, e dall'ispettore D. Bartolomeo Fascie; e il pellegrinaggio dei Superiori e dei giovani del Collegio Salesiano al celebre Santuario si svolse ordinato e devoto, favorito da una vera giornata di maggio.

Ricevuti sul magnifico piazzale del ridente e pittoresco colle di Bussana dal degnissimo e venerando sig. Prevosto, D. Francesco Lombardi, dopo aver ammirato lo splendido panorama sottostante e la grandiosa facciata dell'artistico Santuario, entrarono nel tempio votivo, tra il suono festivo delle campane e i poderosi accordi del meraviglioso nuovo organo.

Celebrò la Messa il signor Direttore, che dopo il Vangelo disse ispirate parole di circostanza.

Dopo la Benedizione solenne il signor Prevosto si offerse gentilmente per la visita del Santuario. Chi poteva far gustare tante meraviglie di arte e di pietà meglio di lui, che per sua geniale e coraggiosa inziativa vide sorgere pietra per pietra, con la cooperazione di tutta quanta l'Italia, una chiesa che doveva essere la nuova Parrocchia di un nuovo paese, e invece riuscí un grandioso omaggio nazionale al Divin Cuore di Gesú? A chi si congratula con lui, il venerando D. Lombardi risponde con un tremito nella voce e gli occhi umidi di lacrime: - Io ho fatto poco, poco. Chi ha fatto tutto, è là! - e con la mano tremante indica la statua del Sacro Cuore. Agli intimi poi soggiunge: - Mi aiutarono molto le preghiere e le sofferenze di mia madre, una santa donna! - e allora lo afferra un nodo alla gola. Per noi Salesiani ebbe un'altra spiegazione, un delicato segreto. Estrasse con venerazione una busta ingiallita dal tempo, ne levò una modesta immagine di Maria Ausiliatrice, la baciò, poi la voltò e lesse a stento per la commozione:

« D. Lombardi Francesco, Parroco. - Dio vi benedica, o sempre caro D. Francesco, e con voi benedica tutti i vostri Parrocchiani. Maria poi vi protegga e vi guidi tutti per la via del Cielo. Pregate anche per me e per tutta la mia numerosa famiglia. - Sac. Gio. Bosco.

E baciata questa firma, alzando la testa canuta, con gli occhi sfavillanti e con voce robusta egli esclamò: La Benedizione del Ven. Don Bosco! Ecco il segreto della mia riuscita! - e rimettendosi in seno quell'immagine disse con suo arguto sorriso: - Questo autografo è la mia più preziosa ricchezza. - O caro Don Lombardi, i Figli di Don Bosco le sono riconoscenti di tanto affetto.

Dopo la colazione, tutti furono a visitare le rovine di Bussana vecchia, distrutta dal terremoto del 6 febbraio 1887. Che stringimento di cuore in mezzo a tanta desolazione!...

Ma ecco si sparge una voce che rimette in tutti la piú vivace allegria e fa esplodere in entusiastiche acclamazioni: - È arrivato il sig. Don Cerruti!

Tutti giú di corsa, e a mezzogiorno, nella créche dell'asilo convertita in un'elegante sala da pranzo dalle infaticabili Suore di S. Vincenzo de' Paoli, i figli facevano lieta corona all'amato padre.

Brindarono felicemente superiori e giovani. Indovinato l'avvicinamento che fece il sig. Direttore dei due Franceschi, tutti e due Apostoli della divozione al Sacro Cuore di Gesú. Il Prevosto Don Lombardi commosse con il racconto semplice e genuino del suo incontro a Torino con Don Bosco, che si recò a visitare e consultare dopo il terremoto. Il sig. D. Cerruti conchiuse invitando tutti a pregare il Sacro Cuore per le nostre famiglie, per la nostra annata Patria, per l'umanità tutta quanta.

Ai lieti evviva della balda schiera si levarono le mense e si parti da Bussana con la ferma speranza di ritornarvi presto a cantare nel magnifico Santuario l'inno della pace e della vittoria!

CHIERI -- La Lapide commemorativa del soggiorno del Ven. Don Bosco in Chieri verrà inaugurata nel prossimo luglio. Autore del disegno è il prof. Buzzi-Reschini di Torino. « La lapide - leggiamo nel Faro del 13 maggio - nella massima sporgenza misurerà metri 2,8o di altezza con 2 di larghezza (ed avrà un grosso medaglione di bronzo, recante in altorilievo il busto del Ven. Don Bosco). Sarà collocata su d'un pannello esterno della Chiesa di S. Antonio, verso piazza Cavour.

» La tristezza dei tempi presenti, è vero, avrebbe consigliato il Comitato a rimettere al futuro l'opera progettata; ma oltre che il futuro non è in mano nostra, il parere di alti personaggi che già versarono la loro oblazione, la convenienza somma, se non necessità, di non lasciare passare l'anno centenario della nascita di Don Bosco senza una qualche commemorazione chierese, e la venuta tra noi del primo cardinale salesiano, figlio prediletto e compaesano del Venerabile, determinarono il comitato esecutivo a non indietreggiare dall'incominciata impresa, fiducioso com'è del benevolo appoggio della cittadinanza chierese la quale non lascierà incompiuta l'opera che è nel cuore di tutti.

» Il Clero, il Municipio, il popolo di Chieri, seppero fin dal 1882 erigere una iscrizione con medaglione di bronzo al Ven. Cottolengo, che quasi non giunse in Chieri se non per morirvi, ed il Ven. Don Bosco che vi dimorò per quasi io anni, e vi compì tutti i suoi studi di latino, di rettorica, di filosofia e di teologia, edificando la, città coi suoi santi esempi, beneficandone la gioventù e gettandovi le fondamenta del suo istituto, avrà da essere beatificato prima di ricevere in Chieri alcun pubblico attestato di gratitudine con un ricordo d'arte?

e ... Il nostro ricordo servirà ad eccitare i dirigenti ad emulare le virtù del ricordato per lo zelo della salute dei giovani, servirà d'esempio ai giovani per stimolarli alla gratitudine verso i loro benefattori, aprirà il cuore alle più dolci speranze sapendosi da tutti quanto Don Bosco era amico del buon ordine delle famiglie e delle nazioni, e ora unirà i suoi ai nostri voti per aver la tanto sospirata pace. Egli non si lascierà vincere in generosità e guarderà sempre con occhio proprizio coloro che non risparmiando sacrifizi seppero erigergli una memoria nella tanto da lui amata Chieri ».

All'Estero.

RODI (Egeo).. - Scuola militare Analfabeti. - Il nostro confratello Don Argeo Mancini che trovasi da piú di un anno qual cappellano militare a Rodi, ha speso la sua attività occupandosi anche dell'insegnamento. Ci piace specialmente ricordare un felice suo esperimento di Scuola militare Analfabeti presso un plotone di Cavalleria, facente parte del Corpo di Occupazione; e lo facciamo tanto piú volentieri perché l'esperimento stesso mostra quanto sarebbe opportuno che, con felice organizzazione delle scuole reggimentali, venuta la pace, l'Esercito concorresse a liberare l'Italia dalla piaga dell'Analfabetismo; il che sarebbe relativamente facile, qualora la scuola venisse fatta con metodo, pazienza e costanza.

Il Comando del Corpo di Occupazione ha rilasciato al nostro Confratello il seguente attestato;

CORPO D'OCCUPAZIONE DELL'EGEO

IL GENERALE

Reverendo,

Il Comando del Plotone Cavalleggieri Piacenza mi comunica gli ottimi risultati ottenuti dal corso di scuola analfabeti svolta ai militari del Plotone stesso, risultati che son dovuti sopratutto all'intelligenza, costanza e cura dimostrata da V. S. nello svolgimento del corso.

Sono perciò lieto di ringraziarla e di esprimerle il mio vivo compiacimento per l'opera prestata a vantaggio dei militari del reparto suddetto. Con osservanza,

Dev.mo

G. CROCE.

NECROLOGIO

Maria R. de Lahourcade.

Cooperatrice e Beenfattrice insigne del nostro Collegio di S. Caterina in Buenos Aires, passò a miglior vita il 6 agosto u. S. in età di 86 anni.

Di Lei possiamo proprio dire « Praetiosa, in conspectu Domini, mors Sanctorum eius »; giacché si addormentò nel Signore, dopo aver ricevuto i conforti di quella santa Religione che aveva praticato per tutta la vita con fermezza, fervore e costanza di vera cristiana. Alle quattro virtuosissime figlie, cresciute ed educate in tutto uguali a Lei, le piú vive condoglianze .

Elisa dei Baroni Trivelli ved. Contessa Benassi.

Nata in Reggio Emilia il 31 ottobre 1826, condusse una vita esemplarissima, dedicando le belle doti di mente e di cuore alle opere piú splendide della carità cristiana. Cooperatrice dell'opera di Don Bosco largheggiò sempre nel beneficare i giovanetti degli Oratori che predilegeva, esempio vivente di preclare virtù cittadine e cristiane.

Don Giosuè Barzaghi.

Prevosto della Basilica di S. Vittore a Varese, pio e zelante, amò il suo popolo come un padre. Chi famigliarizzava con lui, vedeva che niente piú l'affliggeva quanto il dolore dei suoi figli spirituali e nulla piú l'angosciava quanto i mali che eventualmente accadevano in seno al popolo suo. Cosí le sue piú grandi consolazioni eran quelle di vedere la città fiorire di vita rigogliosamente cristiana!

La bontà di Dio che nei suoi imperscrutabili disegni l'ha chiamato improvvisamente, ma non impreparato, gli dia il guiderdone dovuto ai servi fedeli e zelanti!

Giuseppina Mocchia di Coggiola.

Moriva cristianamente nell'età veneranda di 86 anni, modello di pietà, di penitenza e di rassegnazione cristiana. Tutte le mattine si accostava alla S. Comunione. Non mangiava carne, nè beveva vino per spirito di mortificazione. Colpita vari anni fa da sfinimento di forze, fu costretta a rimanere a letto. La lampada non aveva piú olio, ma continuò a dar sempre fino all'estremo luminosi splendori d'ogni eletta virtú!

Altri cooperatori defunti dal 1° marzo al 1° maggio.

Alceste Ermanno - Biella.

Alessandri Giacomo - Ranzo. Alessio Cav. Avv. Vittorio -Torino. Bellono Don Ignazio - Quassolo. Berretta Edvige Cerutti - Pavia. Boggiani Don Ferdinando - Alessandria. Bollardi Virginia Garbelli - Milano. Borgogna Poma Elisa - Torino.

Bruno Can. Cav. D. Carlo - Mondovì Piazza. Buttazzoni Don Giuseppe - Sedegliano. Capra Don Giovanni - Morsingo Carlevatto Don Giovanni - Quincinetto. Caron Angela di Celeste - Casoni. Casareto Don Nicolò - Genova. Cimino Fortunato - Randazzo. Cocchetti Don Daniele - Rovato. Crema Don Antonio - Porto Legrago. Crova Don Agostino - Carpugnino. Danese Luigi - Loreto Fla (S. U. Am.). Dellorno Pietro - Colloredo di Prato. Dho Colomba - Novi Ligure. Donati Giuseppe - Misauo in Villa Vittoria. Fenoglio Prof. Comm. Ing. Luigi - Torino. Gattino Col. Cav. Federico Giuseppe - Siracusa. Germagnano Pareto Anna - Torino. Giordano Don Francesco - Mondovì. Grosso Margherita - Trinità. Gusso Dionisio fu Dionisio - Caorle. Malugani Domenica - Barcone. Marengo Giuseppe fu Giacomo - Carmagnola. Martinengo Catterina - Rivoli.

Mazzucco Don Francesco - Ospedaletto Euganeo. Marro Cav. Prof. Marco - Roma. Miola Teresa - Thiene.

Molli Comnm. Ing. Stefano - Torino. Moruzzi Giacomo - Sidolo. Musati Antonia - Bordogna. Musso Anna - Castelnuovo d'Asti.

Napoleone Prof. Don Antonio - Ortona a Mare. Orsi Giovanni - Montevarchi. Panfilo Irene - Cavarzere.

Papi Luigi - Cantalupo Sabino. Pavasino Matteo fu Giovanni - Moncriveilo. Petiva Claudio R. P. Filippino - Biella. Piensi Catterina - Premadío.

Principe Can. Don Michele - Montesantangelo. Pronzato Anna Maria Ved. Rapeti - Orsara Bormida. Rabico Grassi Clementina - Scrole. Racca Maddalena, figlia d. C. - Cagliari. Rey Anna - Milano.

Rossi Don Filippo - Levo. Rosso Caterina - Busca. Ruscazio Giacinta - Pancalieri. Saggese Nicolima Luisa - Napoli. Salvano Carlo - Alba. Suruggeri Carlo - Liscate. Satragni Teresa - Maranzana. Sciolla Avv. Alberto - Torino.

Troina Don Francesco Paolo - Petralia Sottana. Tuninetti Don Luigi - Polonghera. Vagliasindi Cav. Mariano - Randazzo. Veronese Maria - Chioggia. Vianello Eletta n. Da Venezia - Venezia. Viglietti Michele - Bibiana. Vigna M. - Villanova d'Asti. Vinai Domenico - Monastero di Vasco. Zanone Maria n. Dotto - Ronco Biellese.