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ANNO XVIII . N. 5, - Esce una volta al mese - MAGGIO 1894
BOLETINSAO
SOMMARIO .
Pag .
AMIAMO MARIA
89
ORARIO DELLA NOVENA E FESTA DI MARIA
AUSILIATRICE (Avvisi e raccom.) . . . 91
LE FESTE DEL .I° CENTENARIO DALLA NA-
SCITA DI PIO IX
..
93
POSIZIONE DELLA I' PIETRA E INAUGuRA-
ZIONE DI NUOVI ISTITUTI SALESIANI
96
UNA LAPIDE SULLA TOMBA DI D . Bosco 98
NOTIZIE DEI MISSIONARI di DoN Bosco :
- Il primo viaggio d' esplorazione nel
Vicariato di Mendez e Gualaquiza (seg .) 99
GRAZIE Di Mar IA AusILIATRICE.105
AZIONE SALESIANA (Conferenze ecc .)
108
NECROLOGI
109
ECO DEGLI ORATORI FESTIVI .
VARIETA' 112
COOPERATORI DEFUNTI
. 110
114

1.2 Page 2

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IL bel mese di maggio tutto vestito di
fiori si avvicina e spande per ogni
intorno i più varii e delicati profumi .E
Maria SS . Ausiliatrice , incoronata an-
ch'Essa « di fiorì colti in Paradiso, » si
appressa alla povera umanità, e sempre
pronta a venire in suo soccorso, ripete
a quanti soffrono qui ancora e piangono,
che vadano a Lei ed Ella li consolerà .
Nè solo omai abbiamo bisogno di essere
consolati ; ma abbisogniamo di consiglio
per superare e conoscere le astuzie dei
nostri avversari, di aiuto per vincere tutti
i nostri nemici, e di mezzi per evitare
tante disgrazie che pendono sulla testa
di noi poveri peccatori . E come la Ver-
gine è stata mandata a premere del suo
calcagno il serpente, ed Ella ha vinto
nella battaglia incominciata dal princi-
pio del mondo e vinse nei tempi di mezzo,
consegue la piena aureola del suo splen-
dore nel nostro secolo . Maria, come dice
di Lei la divina Sapienza, s'incorona la
fronte del premio delle sue battaglie
In perpetuum coronata triumphat incoin-
quinatorum certaminum praemium vin-
cens (1) .
Nel numero precedente, annunziando
il bel mese di Marìa, raccomandavamo
a tutti d'onorare la Vergine Santissima,
perchè Ella è la Madre di Dio e la Ma-
dre nostra tenerissima. Ora diciamo di
più, di amare cioè Maria, perchè Ella ci
ha amati e ci ama tanto, e perchè tale
è il volere di Dio stesso .
Si, amiamo tutti Maria, se vogliamo
piacere al Signore . Per convincerci di
questo, basta che noi ci portiamo col
pensiero sul Calvario, quando il Salvatore
pareva dolente a chi potesse lasciare in
deposito la sua mestissima Madre . Gio-
vanni, il discepolo prediletto, ne udì e ne
accettò la raccomandazione ; e così là sul
Calvario, ai piedi della Croce incominciò
quella nuova generazione di giusti che,
per piacere a Dio, amarono sempre Maria .
Quando il vecchio Tobia credeva dì
dover morire, chiamato a sè d'appresso
il figlio, così prese ad ammonirlo : « Ti
raccomando tua madre ; ricorda quanto
ella ha dovuto patire per te . » Non vi
pare, o cortesi lettori, di sentire la voce:
(1) Sap . IV, 2 .

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di Gesù morente che vi raccomandi di
amare Maria in memoria delle pene che
ha dovuto soffrire per la nostra salute?
Maria ci ha amati, e per nostro amore
si è fatta nostro rifugio, nostra speranza
e nostro aiuto .
Maria ci amava quando, non ancor ve-
nuta su questa terra, stava nella mente
di Dio . Noi ricordiamo con riconoscenza
come il Signore, volendo temperare con la
clemenza la severità del primo peccato,
aveva promesso una donna che avrebbe
schiacciato il capo all' autore dei nostri
danni. Questa donna era Maria . Essa
consolava i patriarchi nel deserto, i quali
tramandandosi di secolo in secolo il me-
morabile vaticinio , si sentivano rialzati
gli abbattuti spiriti, di lontano prega-
standone con certezza le future vittorie .
Comparsa poi su questa terra, sebbene
umile come la nuvoletta che la prean-
nunziava ad Elia , Maria, co' suoi voti
ardentissimi commosse i cieli, perchè le
nubi piovessero il giusto, e il mondo in-
tiero fosse rallegrato da quel Messia che
formava l'aspettazione delle genti.
Chiamata a coadiutrice dell'umana re-
denzione, vi apportò parte efficace e bella,
quando, chinando la fronte in segno di
confidente rassegnazione, disse : Fiat mihi
secundum verbum tuum. Segno d'immenso
amore poi ci diede Maria quando, dopo
la ultima cena, come ci dice san Bona
ventura , Gesù non volle metter mano
all'opera per cui era venuto dal paradiso,
senza averne anche il consenso di Lei . Ed
Ella, novello Abramo, lasciò che fosse sa--
crìficato l'unico Figlio per mano dei carne-
fici, e non oppose lamento , non parola,
non resistenza . E questo eccesso di amore
è tale, che non trova riscontro se non nel-
l'amore di Dio . E lo stesso Dottore sog-
giunge che, se Iddio sic dilexit mundum ut
Filium sum Unigenitum daret,diMar
pure si può asserire che tanto amò gli
uomini, da dare per loro il diletto suo
Figliuolo .
Appena la Chiesa si muove da Geru-
salemme e comincia a dilatarsi nella Terra
promessa, e poi ne varca i confini, Maria,
lasciata in terra per la Provvidenza ce-
leste, sceglie un prolungato martirio nel
puro intento di adoperarsi al nostro bene .
Ed eccola a figurare la pietosa Pastorella,
la Custode del piccolo gregge, la Di-
spensatrice della parola divina che aveva
saputo così bene raccogliere in cuore .
Ella a tutto accorre, a tutto provvede, è
tutta a tutti. S. Ignazio martire, disce-
polo di s . Giovanni Evangelista, ci rac-
conta che da tutte le cristianità s'insti-
tuivano pellegrinaggi per veder ancora
vivente la Madre del Salvatore, per a-
verne uno sguardo, una parola, un ricordo .
E tuttavia esiste in Saragozza nella Spa-
gna una colonna, che diede origine e
nome ad un santuario celeberrimo che
colà chiamasi del P ilar , dove è fama
che Maria SS . ancor vivente, trasportata
per mezzo degli Angeli, comparisse al-
l'Apostolo s . Giacomo, detto il Maggiore,
mentre nelle angustie di sue fatiche umil-
mente La supplicava .
In breve, la Vergine Santa fu per la
Chiesa nascente l'arca di sicurezza, la
città di rifugio , il sollievo dei miseri, il
sostegno dei deboli, la Madre, la Consi-
gliera, l'Aiuto dei Cristiani .
*
Nè tali pietosi uffici Maria cessò di eser-
citare dopo che fu assunta al cielo . La
storia della Chiesa è una serie continua
di miracoli della potente sua interces-
sione . Maria colassù è per il popolo cri-
stiano la Madre della misericordia : Ella
in cielo s'intermette paciera tra Dio e gli
uomini, tra il Giudice ed i colpevoli : Ella
è l'Avvocata che ne perora la causa : Ella
che ottiene a' suoi protetti qualunque
bene : giustamente quindi Essa è chiamata
vita, dolcezza e speranza nostra .
Tutti i Santi della Chiesa, da s . Ago-
stino a s . Alfonso de' Liguori, dicono ad
una voce che la preghiera di Maria ap-
presso il suo Divin Figlio ha una certa
ragione di comando, donde è impossibile
ch' Ell.aQnuoidseta
versetto : Quod Deus imperio, tu prece Virgo
potes.p. eEròmgliodtuparòs
Ber-
nardo di Maria nel chiamarla erario, teso-
riera, dispensatrice di tutte le grazie .
« Mira pertanto, o uomo, il consiglio di
Dio, riconosci il consiglio della sua sapien-
za, il consiglio della sua pietà . Quando fu
per irrigare della celeste rugiada la terra,
dapprima ne volle bagnare tutto il vello ;
quando pensò a riscattare il genere u-
mano, tutto ne conferì in Maria il prezzo .
Mirate adunque più acutamente, come
Egli abbia voluto che Maria fosse più in-
tensamente onorata da noi, mentre pose
in Essa la pienezza di ogni bene, affinchè
d'ora in poi, se noi possiamo avere qual-

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che raggio di speranza, di grazia, di sa-
lute, riconosciamo che tutto ci proviene
da Lei, che ascese ripiena di celesti cloni .
Perciò con tutta la tenerezza del cuore,
con tutti gli affetti dell'anima, con tutti
i voti veneriamo Maria, poichè tale è la
volontà di Colui che volle che noi potes-
simo ogni cosa ottenere per mezzo di
Lei . Questo, dico, è la volontà di. Dio,
ma per nostra salute. »
Dopo queste parole del mellifluo Dot-
tore, che la Chiesa ci fa ripetere nel bel
giorno di Maria Ausiliatrice, noi conchiu-
deremo col ven . Suarez, che oggimai è sen-
timento universale nella Chiesa essere l'in-
tercessione di Maria SS, non solo utile,
ma necessaria: non di necessità assoluta,
(chè necessità di tal sorta non può essere
che la mediazione di Gesù), ma neces-
saria di una necessità morale, in quanto
che la Chiesa la sente con s. Bernardo
e coi Dottori e Padri, essere tale l'or-
dinamento della Provvidenza, che Iddio
per onorare la sua Madre abbia disposto
che ninna grazia venga dispensata agli
uomini, la quale non passi per le bene-
dettissime di Lei mani ; di guisa che,
Colei, pel cui mezzo ricevettero gli no-
mini il benefizio della Redenzione, dovesse
ancor esser quella, pel cui mezzo, nel
volger de' secoli, ne ricaverebbero l'applì-
cazione .
Convinto di una tal verità, s . Leonardo
da Porto Maurizio non mancava di in-
fiammare i popoli nella divozione a Ma-
ria, adducendo se stesso tra gli altri argo-
menti . « Tutto, o fedeli, tutto io devo a
Maria . A Lei la buona educazione, a Lei
il timor di Dio che m'inspirarono i miei
parenti, a Lei l'abbandono del mondo, a
Lei il sacro abito che porto sopra, a Lei
la sanità che mi accompagna nelle mis-
sioni, a Lei quel poco bene che in ve-
rità vi desidero.. . a Lei . .. ma insomma,
se tutto dovessi dirvi, come i santuarii
portano scritto dappertutto « grazia di
Maria, » così io stesso, dentro e fuori do-
vrei essere iscritto « grazia di Maria . »
Oh sì, proclamiamo noi pare dinanzi a
tutti, al cielo e alla terra, agli Angeli
ed agli u: omini Tutto a Voi dobbiamo,
o Maria ! E noi Vi ameremo qui finchè
avremo di vita, fiduciosi di venirvi a
ringraziare nell'eternità .
Per tal modo il nostro affetto e la no-
stra divozione verso la gran Madre di
Dio, piacerà a Maria e piacerà a Dio
stesso Signor nostro . Racconta s. Ber-
nardo : « Io era di pochi anni, ed alla vi-
gilia del S. Natale chiesi e ottenni da mia
mamma di assistere alla gran Messa della
notte . Il mio giubilo era immenso e non
potei manifestarlo intieramente che rin-
graziando la mamma con le lacrime agli
occhi . Per meglio essere sveglio era stato
messo a dormire in principio di sera. Ma
la mia aspettazione dapprima non mi la-
sciava velar l'occhio al sonno . Io pregava e
piangeva, aspettando il gran momento di
andare alla chiesa . Finalmente oppresso
dalla stanchezza mi addormentai legger-
mente . Che vidi mai ? Si aprirono i cieli,
e la Vergine Immacolata, con la testa
incoronata di mirabili splendori, accom-
pagnata da tutta la corte celeste , che
diffondeva un' armonia impossibile a ri-
petersi, discendeva verso di me . Io La
guardava come rapito in estasi, cogli
occhi fissi sovra di Lei che aveva impa-
rato ad amare, ma non poteva dir nulla,
tanto era sorpreso nella fantasia per ciò
che vedeva . Ella mi venne dappresso,
mi segnò al suo divin Figliuolo, e disse :
« Benedici Bernardo, che vuol così bene
a tua Madre . » Queste parole le ripetè
un'altra volta, e poi . scomparve in un
mare di luce . »
Cari Cooperatori e Cooperatrici, fac-
ciamo noi pure in modo che, venuta la
sera di nostra vita, quando ci sveglieremo
da questo sonno del mondo, possiamo
sentirci a ripetere al tribunale di Dio
d'aver quaggiù amato Maria ! Sarà la più
bella e sicura caparra della vita eterna .
ORARIO
DELLA NOVENA E SOLENNITA
DI MARIA AUSILIATRICE
Come abbiamo annunziato lo scorso mese
la solennità di Maria Ausiliatrice si cele-
brerà nel giorno seguente al Corpus Domini,
25 maggio ; per conseguenza la Novena in
preparazione a detta nostra festa incomin-
cerà il martedì 15 di questo mese .
In ciascun giorno, lungo il mattino, dalle
ore 4 1/2 sino alle 11 , vi sarà celebrazione

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di Messe e facilità di accostarsi ai SS . Sa-
cramenti della Confessione e Comunione . Nel
mattino dei giorni feriali alle 5 1/2 antime-
ridiane, come nel mese , Messa letta colla
recita del S . Rosario , Comunione , canti e
preghiere, quindi breve discorso e benedi-
zione col SS . Sacramento ; alle 7 1/2 poi
altra Messa letta colla recita del S . Rosario,
Comunione ed altre pie pratiche . Assistendo
a queste funzioni si può lucrare, per conces-
sione pontificia, l'indulgenza di tre anni . Il
discorso della sera sarà tenuto alle 7 .
A chi non potesse partecipare di presenza
a queste funzioni, noi suggeriamo un appo-
sito libretto di Don Bosco intitolato : Nove
giorni consacrati all'Augusta Madre di Dio,
il quale contiene una considerazione , un
esempio ed una pratica per ogni giorno, ed
è molto acconcio alla circostanza . Si può
avere dalla Libreria Salesiana di Torino al
prezzo di cent . 20 .
Nei giorni festivi l'orario sarà il seguente :
Domenica 20 maggio .
Poscia vi sarà la benedizione di un piccolo
drappello di Mìssionarii in partenza per l'A
m erica del Sud .
Domenica 27 .
Le funzioni tutte come nel giorno di Ma--
ria Ausiliatrice, eccetto i Vespri che saranno
alle 15 1/2 (3 1/2 pom .)
NB . Chi desiderasse farsi inscrivere nel-
l'Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice tro-
verà persona appositamente incaricata nella
Sacristia della chiesa. Noi raccomandiamo
nuovamente l' ascrizione a questa Arcicon-
fraternita . Ogni Cooperatore e Cooperatrice,
se già non vi è aggregato, procuri di ag-
gregarvisi in questa circostanza e di farvi
inscrivere gran numero d'altri fedeli .
La musica che nelle suddette funzioni
verrà eseguita dagli allievi dell'Oratorio Sa-
lesiano è del seguente programma
Festa della SS . Trinità .
Mattino - Ore 5 1/2 e 7 1/2, Messa e Co-
munione generale . -- Alle 10 , Messa so-
lenne .
Sera Ore 15 1/2 (3 1/2 pom.)Vespri
solenni, Discorso e Benedizione col Santis-
simo Sacramento .
Giovedì 24 .
Solennità del Corpus Domini e vigilia
della festa di M . A.
Mattino - Ore 5 1/2 e 7, Messa e Comu-
nione generale . - Messe lette ad ogni mez-
z'ora fino alle 12 .
Sera - Ore 15 1/2 (3 1/2 pom.) Primi Ve-
spri solenni di Maria Ausiliatrice, Discorso
e Benedizione col Santissimo .
Venerdì 25 .
Solennità di Maria Aiuto dei Cristiani .
Mattino -- Ore 5 1/2 e 7, Messa e Comu-
nione generale . - Alle 10 1/2 Messa solenne
Pontificale .
Sera - Ore 18 (6 pom .) Vespri solenni di
Maria Ausiliatrice, Panegirico e Benedizione
col Santissimo .
Giorno 20 . - Messa del M .° E . Sillas . - Vespri in
Falso Bordone . -Tantum ergo del M .°
E . Sillas .
21 . - Primi Vespri in Falso Bordone del M .°
I . Simberger . - Mottetto di Monsi-
gnor Giovanni Cagliero . - Tantum
ergo in si b del M .° Carlo Galli .
» 25. - Messa solenne del M.° Carlo Gounod,
dedicata a Giovanna d'Arco . - Vespri
del M . ° Gaetano Cappocci, del M .°Ben-
cini e di Mons . Cagliero . - Litanie
del M.° G . Dogliani e Tantum ergo del
prelodato M .° G . Cappocci .
G . Cagliero .
» 26. - Mottetto e Tantum ergo di Monsignor
» 27. - Messa e Vespri come il giorno 25 .
In tutti i giorni sovra indicati vi sarà nell'in-
torno dello stabilimento la Gran Ruota della Fortuna,
ossia un Banco di Beneficenza in favore dei poveri
nostri orfanelli. Gli amici dei Salesiani accorrano in
gran numero e conducano seco parenti , amici, co-
noscenti : chiedano numeri in abbondanza, chè, oltre il
premio che loro fa sperare la fortuna, il Signora
assicura loro una ricompensa tanto più grande, quanto
più abbondante sarà la carità loro . - Chiunque pren-
derà anche un solo biglietto avrà almeno un ricorda
della festa .
Prima e dopo le sacre funzioni verranno eseguiti
scelti pezzi di musica istrumentale dalla Banda Sa-
lesiana .
AVVISO E RACCOMANDAZIONE .
Sabato 26 .
Il Regolamento della nostra Pia Unione pre-
Mattino - Ore 7 1/2, Messa, Comunione
ed altre pratiche di pietà in suffragio delle
anime dei defunti Cooperatori, Cooperatrici
scrive due conferenze all'anno, la seconda dello
quali per la festa di Maria Ausiliatrice .
e Consorelle di Maria Ausiliatrice.
Ci raccomandiamo perciò ai Direttori, ai Co
Sera - Ore 14 1/2 (2 1/2 pom.) Conferenza mitati, ai Decurioni ed ai Cooperatori che fos--
ai Cooperatori ed alle Cooperatrici Salesiane sero nella possibilità di ciò fare, che si diano
e Benedizione solenne col SS . Sacramento. premura di organizzare tale conferenza . Dove

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vi fosse il Sotto-Comitato di Signore Coopera-
trici, queste si potrebbero in modo speciale
incaricare di organizzare bene la festa e la con-
ferenza di Maria Ausiliatrice . (Cap . IX, art . VI,
pag . 27 del Manuale) .
Il conferenziere in molti luoghi potrebbe essere
uno degli oratori del Mese Mariano . Anzi si
preghino questì esimii oratori, che il 25 Mag-
gio parlino di Maria SS . Ausiliatrice e facciano
servire il loro sermone a Conferenza Salesiana .
(Cap. X, art . XII, pag . 29 del Manuale) . La
questua da farsi andrà a totale vantaggio
delle nuove Missioni del Chubut (Patagonia) e
Isola Grande nella Terra del Fuoco .
Ove si credesse meglio trasferire questa con-
ferenza per ragionevoli motivi ad altri mesi ,
nei quali nel tempo di villeggiatura in molte
parrocchie i Cooperatori sono più numerosi, se
ne dia avviso ai Cooperatori della rispettiva
decuria .
Tuttavia non si lasci passare la cara festa
di Maria Ausiliatrice senza dare a questa nostra
cara Mamma un cordiale tributo della nostra
figliale divozione . Il giorno 25 Maggio perciò
o la domenica seguente consacriamo a Maria
qualche pratica di pietà, e possibilmente ac-
costiamoci alla S . Comunione a suo onore . Il
tenerissimo suo cuore sarà ben lieto di tanta
pietà e le sue materne benedizioni discende-
ranno in copia sovra i figli diletti .
peratore, anzi colui che insieme coll'ama--
tissimo Don Bosco fondava la Pia Società
Salesiana . Pio IX fu largo a D. Bosco
di molti consigli e diede all'Opera sua
la piena definitiva approvazione aposto-
lica. Pertanto invitiamo i nostri Coope-
ratori ad aderire pienamente alle proposte
dei varii Comitati regionali o diocesani
stabiliti per questo Centenario ; e li pre-
ghiamo caldamente d'intervenire nume-
rosi a quelle pubbliche dimostrazioni che
avranno luogo nelle loro città, perchè
riescano più decorose e solenni. Nei Se-
minari poi, nei Collegi e in tutti gli I-
stituti di cristiana educazione sarebbe
cosa assai bella in quest'occasione ed atta
insieme ad accrescere la divozione alla
Madre di Dio e l'affetto al Romano Pon-
tefice, quella di promuovere una solenne
Accademia in sul finir del mese di Mag-
gio, ove nei varii componimenti in prosa
e in verso sieno vagamente intrecciati i
carissimi nomi della Vergine e di Pio IX .
Ed a ragione. Per tacere di quello che
è a tutti noto, vogliamo solo notare come
Giovanni Maria Mastai-Ferretti nascesse
in giorno di sabato, nel mese dedicato a
Maria; e sulle ginocchia stesse della ge-
nitrice apprendesse tenerissima divo-
zione alla gran Madre di Dio e grande
venerazione pel Sommo Pontefice . A que-
sto proposito togliamo con piacere il se-
guente grazioso racconto da una bella
operetta di D . Bosco (1) :
LE FESTE DEL I° CENTENARIO
dalla nascita di Pio IX.
I nostri lettori rammenteranno che nel
1892 ricordammo con animo riconoscente
il 1° Centenario dalla nascita di Pio IX .
Tutto il mondo si commosse a quella data
memoranda, e si andarono organizzando fe
ste, pellegrinaggi ed altre pubbliche dimo
strazioni degne del grande Pontefice del
l'Immacolata . E poichè i solenni onori del
Centenario furono rimandati al 1894, e in
questo mese numerosi pellegrini si affol
lano a Roma, Loreto e Sinigaglia che tanti
ricordi possiedono di Pio IX, vogliamo
parlar nuovamente ai nostri buoni Coo
peratori di questo santo Pontefice .
Col porre loro sott'occhio le angeliche
sue sembianze intendiamo di mostrare a
tutti il nostro primo Benefattore e Coo
La Contessa Mastai-Ferretti, la quale, da
madre cristiana studiavasi anzi tutto d'in-
stillare nel suo fanciullino una vera e soda
pietà, non mancava di fargli recitar seco le
preghiere ogni mattina e sera . Figlia obbe-
diente alla Chiesa Romana, sino dai primì
anni gli aveva insegnato col nome di suo
padre e quelli di Gesù e di Maria, il nomo
del sovrano Pontefice che possedeva allora
la gloriosa eredità dell'Apostolo Pietro . Pio
VI, di ven . memoria, sedeva sulla sede pon-
tificale ; e in conseguenza dell'inconcussa
fermezza da lui mostrata nel propugnare i
privilegi del suo trono , e la libertà della
Chiesa, il santo Pontefice era in preda alle
più amare vessazioni per parte degli uomini
empi che a quei giorni teneano in Francia
il supremo potere .
Penetrata sin dentro all'anima dai dolori
che abbeveravano il cuore del Padre comune
dei fedeli e dai pericoli che lo minacciavano,
e comprendendo in pari tempo che da tutti
i cuori cattolici doveano erompere preghiere
(1) Fatti ameni della Vita di Pio IX, raccolti da
pubblici documenti . - Seconda Edizione riveduta .
- Torino, Libreria Salesiana, L . 0,50 (E) alla copia .

1.7 Page 7

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verso il cielo ; la Contessa Ferretti volle ag-
giungere alle preci di ogni sera e mattino
un Pater-Ave alle preghiere del piccoletto
Giovan-Maria . « Caro figliuol mio, gli disse
la prima volta che l'invitò a questa buona
opera, grandi sventure minacciano il nostro
sovrano Pontefice Pio VI ; egli trovasi in
somma tribolazione . Tu pregherai Dio con
me, affinché piacciasi di lenire i dolori del
Santo Padre, e di allontanare da lui ogni
pericolo . » « Oh! sì, risposele il fanciullino
io pregherò teco pel Santo Padre, e, te lo
prometto, la mia preghiera sarà delle buone
e di cuore. » E poichè ebbe espressa questa
promessi, mattina e sera il piccolo Mastai
ricordava sempre a sua madre il Pater-Ave
che doveano recitare insieme pel santo Padre .
Una sera, al momento di recitare il Pater-
Ave che era lor d'uso, la Contessa piangendo
abbracciò ìl figliuolo e dissegli : « Bambino
mio, oh ! qual bisogno di pregare con fervore
in questa sera pel Santo Padre! Le sventure
che si temeano per lui, ecco sono omai giunte .
Scherani armati si sono impadroniti di Pio
VI ; egli è prigioniero, e si vuol condurlo
lontano da Roma . » A queste parole il fan-
ciullo, che sino allora era stato ascoltando
con tenerezza sua madre, si pose a piangere
insiem con lei e incrocicchiando le sue ma-
nine, pregò con tutto il fervore di un angelo .
Levatosi quindi, cogli occhi ancor pregni di
lacrime e con, una specie di titubanza : « Ma
come mai, chiese alla madre, come mai il
buon Dio può permettere che il Papa, che
è il rappresentante di Gesù Cristo Figliuol
suo, sia così disgraziato, e si riduca ad es-
sere prigioniero a guisa d'un malfattore, lui
che è tanto buono? » « Figlio mio, rispose
la madre, appunto perche il Papa è Vicario
di Gesù Cristo, Iddio permette che egli venga
così trattato . Non ricordi la storia di Gesù
che ti raccontai? Il divin Salvatore era la
stessa bontà, e non di meno quanti nemici
egli non ebbe? Un giorno gli si posero le
mani sopra, e dopo avergli fatto soffrire i
più atroci tormenti, lo condussero a morire .
Ebbene, mio caro, tante volte Iddio permise
che i Papi, sull'esempio di Gesù Cristo, a-
vessero a patire lo stesso dall'ingiustizia
degli uomini e questo è ciò che interviene
ai santo Pontefice Pio VI . » « Ma dunque,
mia buona mamma, soggiunge Giovanni Maria,
costoro che maltrattano sì barbaramente il
Santo Padre sono gente perversa, non è egli
vero? Dunque, non val la pena di pregar
Dio per loro? Non si dovrebbe anzi pregare
Iddio che li punisse?? » « Figliuol mio, re-
plicò la Contessa, non dobbiamo pregare
Iddio pel castigo di veruno . Non ti ricordi
di ciò che faceva Gesù sulla croce? Pregava
pei suoi nemici e domandava a Dio che a
vesse pietà di loro, e volesse muovere il loro
cuore . Ciò stesso, ne son sicura, è quel che
fa nel presente Pio VI ; bisogna unirci a
lui e intercedere presso Dio, affinchè con--
verta tuttì questi insensati che han portata
la mano sul Santo Pontefice . »
A quel dolce invito della madre sua, il
piccolo Mastai ritornò in ginocchio, e ripetè
colla voce infantile il Pater-Ave pei nemici
di Pio VI .
Chi avrebbe mai pensato che quel bambino,
fatto grande , sarebbe diventato Successore
di quei Pontefici Romani che tanto patirono
per la Chiesa di Gesù Cristo, e li avrebbe
emulati nel sostenere intrepido ogni più ter-
ribile prova?
Sì, o buoni Cooperatori ; unitamente al
nome di Maria inneggiamo a quello di Pio
IX, ma non vogliano dimenticarci di pre-
gare per lui . È vero che abbiamo tutta la
fiducia di credere che Egli sia volato diret-
tamente al Cuore benedetto di quel Gesù, di
cui fu a lungo sì degno Vicario, e al seno
di Colei, cui ricinse la fronte del più bel dia-
dema col dichiararla Immacolata ; ma l'o-
racolo della Chiesa non si è per anso pro-
nunziato : e quindi, a dimostrare efficace-
mente e lecitamente la nostra pietà e il nostro
amore, non ci resta altro che largheggiare
in suffragi per quell'anima santa .
Sì, preghiamo per Pio IX! e prostrandoci
dinanzi agli altari di Maria, ringraziamola di
essersi anche in questo addimostrata vera
Ausiliatrice del popolo cristiano, nell'aver
donato alla Chiesa in quei tristissimi tempi
un Papa come Pio IX, come nei procellosi
che corrono un Leone XIII!
Presentiamo qui il programma delle feste
organizzate per questo Centenario dai Comi-
tati Promotori e da noi sopra accennate
A SINIGAGLIA . Domenica 13 Maggio -
al - Mercoledì 13 Giugno 1894 . Inaugurazione
della Cappella del Battistero resa monumen-
tale dalla pietà dei fedeli - Pellegrinaggi alla
prodigiosa immagine di N. S . della Speranza
nella Cattedrale di Sinigaglia, innanzi alla
cui immagine il giovinetto Mastai Ferretti
(Pio IX) pregava quasi quotidianamente
colla madre, per la liberazione de' suoi ve-
nerati antecessori Pio VI e Pio VII, e ricevè
per la prima volta la Santissima Eucaristia
e dove rinnovò le sue preghiere già Ponte-
fice nel 1857 . - Visite ai luoghi resi celebri
per la sua dimora, - e . all'Esposizione Seni-
galliese ad onore della santa memoria di Pio
IX, ecc .
A LORETO . Venerdì 11 Maggio - alla -
Domenica 10 Giugno - Pellegrinaggi alla S .
Casa di Loreto, ove il Santo Padre Pio IX
pellegrinò e celebrò nel 1857 .
A ROMA. Mercoledì 30 Maggio - al -
Sabato 2 Giugno - Messa solenne di requiem
a S . Lorenzo fuori delle mura - Orazione
funebre intorno al S . Padre Pio IX, del-
l'E .mo Signor Cardinale Parocchi, Vicario
di Sua Santità ; Inaugurazione della Cappella

1.8 Page 8

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1.9 Page 9

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monumentale, che racchiude l'umile tomba
del grande Pontefice Pio IX . - Solenne Ac-
cademia ad onore del Sommo Pontefice Pio
IX . - Udienza del Santo Padre Leone XIII
ai R .mi Arcivescovi, Vescovi ed Ordinari ,
ai Comitati Promotori e alle deputazioni Dio-
cesane, composte dai rispettivi pellegrini che
prendono parte alle Feste Centenarie .
La CHIUSURA delle feste centenarie si
farà in Dicembre con funzioni religiose : a
San Pietro di Roma, ove sarà celebrata una
Messa l'8 dicembre nell'ora in cui il SOMMO
PONTEFICE PIO IX, 40 anni prima, de-
finiva solennemente Maria immacolata con-
c etta - a Sinigaglia a N . S . della Speranza,
- e a Loreto il 10 dicembre, sesto Centenario
dalla traslazione della S . Casa .
POSIZIONE DELLA PRIMA PIETRA
ed inaugurazione di nuovi Istituti Salesiani
Genzano presso Roma .
Sui vaghi e ridenti colli che fanno bella corona
all'eterna Città, seminati dovunque di castelli e
di ville deliziosissime, sorge Genzano, paese sto-
ricamente rinomato e celebre per i suoi squisi-
tissimi vini . Quivi sta per fondarsi una Casa Sa-
lesiana . Il 27 marzo, terza festa di Pasqua , fu
appunto giorno assai memorabile per Genzano ,
come data d'un glorioso avvenimento : poiché si
compiva la solenne funzione della benedizione
della prima pietra angolare del nuovo edifizio,
che sarà innalzato a vantaggio della numerosa
gioventù del paese e de' luoghi circonvicini .
L'E.mo e Rev m° Cardinale Lucido Maria Paroc-
chi, Vicario di Roma e Vescovo di Albano, Pro-
tettore insigne ed affettuoso de' Salesiani, invitato
dal Rev . D . Cesare Dott . Cagliero , Procuratore
della Pia Società Salesiana, accettò ben volen-
tieri di recarsi egli stesso a compiere la sacra
funzione, tanto più che Genzano è cittadella di-
pendente dalla sua Diocesi d'Albano . Il Rev.mo
D . Antonio Sala, D . Cesare Cagliero, l'Ing . Cav . G .
Cucco, architetto della nuova casa, accompagnati
dalla numerosa e scelta banda dei giovanetti del-
l'Ospizio del S . Cuore, partivano da Roma per an-
dare a presenziare e rendere più solenne e lieta la
bella cerimonia . Ad Albano fermaronsi per osse-
quiare l'E .mo Cardinale Vescovo, che là già trova-
vasi per le solennità pasquali, il quale li accolse con
grande cordialità e gradì alcune suonate che a suo
onore seppe maestrevolmente eseguire la banda nel
cortile interno dell'Episcopio, tra un numeroso po-
polo accorso. Sua Eminenza, graditi gli ossequi
che a nome del signor D . Rua gli presentarono D .
Sala e D. Cagliero, ed intrattenutosi alquanto
coll'Ing. Cav . Cucco sui nuovi lavori, benigna-
mente li licenziò, dando loro l'arrivederciaGen-
zano per le ore pomeridiane .
I Genzanesi già stavano fin dalle prime ore del
mattino aspettando l'arrivo dei figli di D . Bosco,
impazienti di vedere e conoscere coi propri occhi
coloro che dovranno tra breve stabilirsi tra loro
e pigliarsi cura dei loro figli ; e la banda e i figli
di D . Bosco vi arrivarono allo 10 . Tutto il paese
in festa erasi riversato nella piazza principale,
dove circondando i suonatori si deliziavano di
gustare alcuni scelti pezzi musicali che veni-
vano eseguiti, meravigliando tutti come piccoli
fanciulli fossero già artisti nell'arte musicale . Il
resto del mattino fu speso ad ultimare i lavori
preparatori per la funzione che doveva aver luogo
alle 15 e 1/2; lavori che furono ben tosto ulti-
mati, grazie le cure dell'Ill . e Rev . Mons . Arci-
prete e il concorso e l'attività dei soci del Cir-
colo Cattolico : sicché ogni cosa all'ora della fun-
zione era convenientemente disposta e ordinata .
Nel pomeriggio la banda dei giovanetti del S .
Cuore rallegrò in sulla piazza municipale un
infinito popolo accorso non solo da Genzano, ma
da Nemi, Ariccia, Albano, ecc ., suscitando in tutti
grandissimo entusiasmo ; mentre nella Chiesa
Arcipretale adunavansi i soci del Circolo Catto-
lico, che volevano intervenire solennemente colla
loro nuova bianco-celeste bandiera che era stata
solo al mattino benedetta dal Predicatore qua-
resimalista Mons . Giordano . Nè al R .m° Arci-
prete mancò la graziosissima idea di voler radu-
nati tutti i numerosissimi giovanetti del paese,
futura messe dei Salesiani, sotto il pure nuovo
stendardo di S . Luigi , affinchè assistessero alla
prima fondazione di quell'Ospizio che dovrà fra
breve per loro vantaggio essere innalzato . Alle
ore 15 la banda cessando di suonare in sulla
piazza, andava a ricevere alla Parrocchia le ra-
dunate Compagnie, di dove ordinatamente con i
loro vessilli si mossero ad incontrare l'Em . Car-
dinale che doveva giungere da Albano .
Il terreno su cui deve sorgere il novello edi-
fizio, generosamente donato dalla carità del signor
Cav . Flavio Iacobini, giace circa a mezza l'ascesa
che dalla piazza monta alla Chiesa e Convento
dei PP . Cappuccini ; colà presso lo scavo fonda-
mentale erasi preparato un grazioso padiglione
destinato ad accogliere S . Em . e quelli del suo
seguito, non che i principali signori invitati . Un
vasto riparto difeso all'intorno da una specie di
chiovenda era destinato all'intorno dello scavo
per speciali invitati e per la banda strumentale ;
un vastissimo tratto poi di prato era lasciato
aperto per il resto della gente . Ed era cosa assai
bella il vedere l'infinito popolo accorso ; osser-
vare quel declivio seminato fitto fitto di teste,
l'accalcarsi curioso di sì tanta gente per potere
almeno in parte vedere una funzione che forse
avevano mai veduta e che tanto loro stava a
cuore .
Finalmente l'allegra sinfonia della banda, lo
sparo dei mortaletti, l'acclamare festoso del po-
polo e l'avanzarsi delle svolazzanti bandiere an-

1.10 Page 10

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nunziarono che l'Em . Principe s'avvicinava accom
pagnato dal suo Vicario Generale, dal Clero
Genzanese preceduto da numerosa e devota pro--
cessione delle Compagnie religiose e dai RR . PP .
Cappuccini . S . Em . passato, direi, a stento tra
l'immensa calca della gente, soddisfatto per tanto
accorrere di popolo, che gli dimostrava quanto
interesse prendeva per la nuova istituzione,
prese posto sotto il padiglione . Quivi gli fu presen-
tata una pergamena che portava una conveniente
scritta, sotto cui l'Eminentissimo pose la sua ve-
nerata firma, sottoscrivendosi poi eziandio i prin-
cipali del Clero e signori presenti .
Vestitosi indi l'Eminentissimo dei sacri para-
menti, dette inizio alla funzione . Recitate le preci
di rito, benedisse la pietra e lo scavo, depose la
pergamena in una cassetta di piombo, che venne
riuchiusa entro un apposito vano scavato nella
pietra, cui sigillò lo stesso Eminentissimo con
alcune cazzuole di calce . I muratori che già
stavano preparati, al cenno di Sua Eminenza,
calarono nella fossa la grossa pietra tra il suono
della banda e lo sparo dei mortaletti. Compiute
tutte le altre preci, ritornato l' Eminentissimo
sotto il padiglione, ascoltò un nobile e grazioso
indirizzo rivoltogli dal R .mo Arciprete, indirizzo
che godiamo poter riportare letteralmente, essendo
pieno di alti e nobili concetti
« EMINENZA REV .MA,
» Permettete che io in nome della mia carissima
Genzano saluti l'Eminenza Vostra, lustro insigne del
S . Collegio, pastore sempre zelantissimo della gloria
di Dio e del bene dei vostri figli, perchè oggi colla
vostra venerata presenza su questi ameni colli del
Lazio avete resa più splendida questa festa di cri-
stiana civiltà. Voi, Em .mo Principe, col benedire in
questo momento la prima pietra di un edifizio
destinato a scuola di morale religiosa e civile dei
figli del popolo, di quel popolo che spesso è ingan-
nato con fallaci, irrealizzabili e bugiarde promesse,
lo avete santificato : ed una volta ancora avete mo-
strato che la Chiesa, solo essa, è la fautrice del benes-
sere morale e civile dei popoli , e l'ispiratrice di
solide e reali virtù ! No, in questa scuola i giovani,
speranza della patria, non apprenderanno in nome
della libertà a fabbricare bombe omicide e fratricide,
nè vi sarà seminato l'odio crudele tra le diverse classi
sociali ; ma, viva Dio, sarà insegnato il Catechismo
della Chiesa Cattolica, maraviglioso baluardo contro
gli assalti della seduzione, la grazia dell'ordine pub-
blico, il presidio della patria, il palladio della ci-
viltà, l'egida più forte dell'umana indipendenza, la
più gagliarda tutela dell'onore, il più glorioso usbergo
della libertà .
» Siano perciò rese in sì fausta circostanza pub-
bliche azioni di grazie a quel generoso, il quale porta
un nome che ha dato al S . Collegio insigni Porporati,
e che oggi è doloroso saperlo lungi da noi infermo .
Possano i voti sinceri di un popolo intiero ridarcelo
nella sua primiera florida salute . Egli, il signor Flavio
Iacobini, pel primo avea la gloria di iniziare un'opera,
da cui la cittadinanza onesta di Genzano aspetta in
un tempo non lontano frutti di virtù e di benessere,
donando egli generosamente il terreno .
» Siano rese pubbliche azioni di grazie ai Salesiani,,
figli di quel D . Bosco, che fu loro duca e maestro, perchè
non solo abbelliranno questa terra benedetta da Dio
di un lavoro ed arte, ma ai figliuoli insegneranno ad
amare e rispettare i loro genitori, il principio di au-
torità, l'onore e la vita dei cittadini .
» Siano rese pubbliche e solenni azioni di grazie
all'Eminenza Vostra, Mecenate del benessere dei po-
poli, perchè i Principi della Chiesa non promettono
quel benessere avvenire futuro che mai giunge .
» Genzano, che non ha degenerato dalla Religione
degli avi suoi, oggi riconoscente e commossa ringrazia
pubblicamente tutti, e secondo i consigli dati testò
dall' Eminenza Vostra nel Congresso Cattolico di
Roma, tiene da conto il sito onore, l'avita fede, la sua
coscienza, anche a rischio del carcere e della morte . »
Un applauso generale accolse le parole del Re-
verendissimo Monsignore, cui benignamente si
compiacque di rispondere l'Eminentissimo Por-
porato, dicendo che egli si congratulava colla
cara Genzano, perchè ha saputo trovar modo di
iniziare un'opera eminentemente benefica e prov-
vedere alla fondazione di un Istituto eminente-
mente cristiano e civile a vantaggio della più
cara parte di sè, la gioventù . Si dolse di non
aver potuto veder presente a quella cerimonia il
benemerito e generoso signor Cav . Flavio Iaco-
bini, donatore del terreno, facendo voti che presto
possa ritornare nella primiera salute . Pronunziò
parole di grande lode ed incoraggiamento per i
Salesiani, di cui si vanta essere Protettore, di-
cendo l'opera loro delle più benemerite e neces-
sarie all'odierna società ; augurandosi che presto
Genzano abbia a goderne i benefici frutti ; e non
solo Genzano, ma gli altri paesi eziandio del
Lazio . « Poichè, disse, alla loro scuola, alla mite
e pacifica loro missione non apprenderanno i
figli vostri, o Genzanesi, l'odio di classe , non
l'egoismo rovinatore d'ogni pubblico ordine,
non a fabbricar distruggitrici materie esplo-
sive ; ma sì ad amarsi quali fratelli in Cristo ,
a praticare la reciproca carità evangelica, ad
informare il loro spirito e la loro mente a quei
precetti immutabili ed eterni di morale e cri-
stima civiltà che rendono felici, se praticati, le
nazioni . » Ebbe parole di lode pei generosi be-
nefattori e benefattrici dell'Opera di Genzano,
tra' quali, oltre i signori Iacobini, noi dobbiamo
nominare le pie signore sorelle Pagliaroli, e tutti
incoraggiò d'essere larghi della loro beneficenza
verso i figli di Don Bosco, sicuri che beneficando
essi faranno opera altamente umanitaria di mo-
rale e civile vantaggio verso il loro stesso paese .
E rivolto al numeroso clero secolare e regolare
circostante, disse loro di rallegrarsi, perchè nei
Salesiani acquisteranno non degli emuli, ma
coadiutori valenti nell'opera della salvezza dello
anime . Chiuse il bellissimo discorso invocandole
copiose benedizioni del Cielo sulla nuova Opera,
su quanti v'hanno in qualche modo concorso e
sui Salesiani .
I prolungati applausi del popolo circostante rin-
graziarono l'Eminentissimo Principe, che tosto
andò a ritirarsi fra le ovazioni e gli evviva uni-
versali nel convento dei PP. Cappuccini . Ma qui
non fu ancor finita la festa : poichè una copiosa
merenda avevano preparata alla banda ed ai soci
del Circolo Cattolico i signori Iacobini ed il Cir-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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colo Cattolico stesso . E qui si ripeterono tra le
sinfonie musicali più caldi gli evviva all'Emi-
nentissimo Parocchi, ai Salesiani ed al Rev .m° Ar-
ciprete, che finirono solo quando si dovette ripar-
tire per Roma.
Siano pertanto rese vivissime azioni di grazie
all'Em .mo Principe che si degnò compiere non
senza suo incomodo la sacra funzione ; grazie vi-
vissime ai benefattori e alle benefattrici della
nuova Opera di Genzano, sul cui aiuto noi con-
tiamo per vederla presto condotta a buon termine ;
grazie al R .mo Mons . Arciprete, lustro di Genzano
e grande amico dei Salesiani ; grazie ai gentili
signori del Circolo Cattolico per le loro premu-
rose prestazioni ; ringraziamenti al Rev .m° Clero
ed a tutti i signori e le signore che vollero ono-
rare colla loro presenza sì cara festa ; e ringra-
ziamenti vivissimi finalmente ai simpatici Genza-
nesi per la cordiale loro accoglienza . E se il
ricordo di questo giorno durerà lungo tempo nella
mente della bella e cara Genzano, durerà eziandio
perenne la memoria nei Salesiani , che invoche-
ranno su di essa le celesti benedizioni, affinché
benedetta nei suoi figli prosperi eziandio de rore
coeli et de pinguedine terrae .
Treviglio .
Il giorno antecedente, 26 marzo, una simile fun-
zione aveva luogo a Treviglio (Prov. di Bergamo),
dove già da un anno e mezzo sonvi alcuni Salesiani
per l'Oratorio festivo e le scuole elementari per e-
sterni . Ecco come un Cooperatore Salesiano di
quella città ne mandava relazione all'egregio Os-
servatore cattolico di Milano :
« . . Si è benedetta e collocata la prima pietra del-
l'edifizio che i RR . Salesiani stanno per costruire
nella nostra città ad uso scuole elementari e gin-
nasiali con convitto . La scuola nostra cattolica
della Sacra Famiglia, già da sei anni così bene
avviata e da un anno affidata ai figli di D . Bosco,
avrà nel nuovo locale incremento coll'aggiunta
dei corsi ginnasiali . L'ubicazione scelta per l'I-
stituto è delle migliori in Treviglio, e reca il van-
taggio di facilitare ai RR . Salesiani l'assistenza
all'annesso Oratorio festivo : l'area venne acqui-
stata col concorso di varii Cooperatori, e si fecero
già sacrifici ingenti : per il resto si confida nella
Provvidenza, che sinora ha assistita e benedetta
quest'opera : il disegno grandioso del nuovo edi-
ficio, ideato dal M . R . D. Antonio Sala, Economo
generale della Congregazione di D . Bosco, viene
eseguito sotto la direzione dell'egregio ingegnere
municipale signor Bonfanti .
« Ed oggi appunto venne benedetta e collocata
la prima pietra : la funzione riuscì commovente.
Si uscì processionalmente dalla Chiesa di S . Carlo ;
una folla di gente era già sul luogo, altra ne ac-
corse : - il M . R . D . Cottrino, Direttore Salesiano,
lesse il documento relativo alla funzione, che venne
poscia insieme con monete e medaglie suggellato
in un vaso di vetro : - il M . R . Can . Ramoni
pronunziò brevi parole di occasione, e il Rev .mo
Proposto Nazari, fra il silenzio e la commozione
generale benedisse la pietra fondamentale! . . . »
Trecate .
Il nostro Superiore D . Rua, nella sua lettera di
gennaio sperava che da lì a pochi giorni i Sale-
siani avrebbero potuto inaugurare la nuova Casa
di Trecate nella Provincia di Novara . Quei giorni
divennero mesi, non essendo allora l'edifizio al
punto da poter essere abitato . Ora però l'inaugu-
razione di questa Casa si può dire un fatto com-
piuto . Da Trecate infatti scrissero al BESCAPÉ di
Novara, N. 13, 31 Marzo 1894:
« Era tanto tempo che li aspettavamo, e final-
mente il dì sacro a S . Giuseppe sono giunti fra
noi i Salesiani! Sieno i ben venuti i figli di D .
Bosco e conceda loro il buon Dio ogni consolazione
e dal Cielo conformi la speciale benedizione ad
essi inviata in detto giorno da S . S . Leone XIII .
Il lavoro qui non mancherà loro certamente, spe-
cie quando sarà aperto l'Oratorio festivo, e certo
pure non mancherà loro l'aiuto, la cooperazione o
l'amore del paese intero, che si ripromette dai
bravi Salesiani un bene grandissimo . L'ampio e
stupendo fabbricato che servirà di Collegio e O-
ratorio con chiesa pubblica, cortili e giardino fu
espressamente costrutto sui disegni e sotto l'assi-
stenza gratuita e gentile dell'Ill .moICnsglia
e loro donato dalla benemerita signora Geronima
Moro di Trecate, la quale, vedendo ora appagati
i suoi desiderii e sacrifici, può dirsi finalmente
beata e felice . Li ripaghi ambedue il Signore in
terra ed in Cielo della loro carità ! »
UNA LAPIDE SULLA TOMBA DI D. BOSCO
Un Comitato di antichi allievi del
Collegio-Convitto Valsalice, composto
dei nobili signori Enrico dei Conti
Balbo di Vinadio, Ing . Stefano Mol-
li, Paolo dei Conti Derege di Do-
nato di S . Raffaele, Pio dei Baroni
Oreglia di S . Stefano, Luigi dei Conti
Sapellani di Palazzo, e Avv. Eusta-
chio Thea, volendo dare un segno di
riverente ossequio ed affetto al loro
Padre Don Giovanni Bosco, stabi-
lirono di erigere una lapide presso la
venerata sua tomba .
Ottenutone il consenso dal Succes-
sore di D . Bosco, D . Michele Rua ,
combinarono di raccogliersi a Val-
salice per iscoprire la lapide alle
ore 9 1/2 del dì 23 maggio, antivi-
gilia della festa di Maria Ausiliatrice.
Riservandoci di parlarne più a
lungo altra volta, qui non possiamo

2.2 Page 12

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far a meno che lodare il pio pensiero
di questi nobili Signori, certi che il
loro atto incontrerà l'aggradimento
di quanti sentono riconoscenza verso
saputo del nostro arrivo, ci erano venuti
incontro per darci il benvenuto . Ma i nostri
occhi si diressero prontamente e con grande
soddisfazione verso alcuni Jivaros, che sta-
vano là ritti, vestiti in costume, colla loro
D. Bosco .
indispensabile lancia in mano , in atteggia-
mento, quasi direi, dignitoso. Appena smon-
tati dalle nostre cavalcature, essi ci vennero
incontro, e, porgendoci la destra, in tono
franco ed altero, ci chiesero : - Como es-
tando ?
Già sapevamo che gli Jivaros di Gualaquiza,
NOTIZIE DEI MISSIONARI DI D . BOSCO per il contatto che hanno avuto e che hanno
coi bianchi, sanno tutti farsi discretamente
EQUATORE
intendere in lingua spagnuola, usando i verbi
sempre in gerundio ; cercammo quindi pur
noi di farci loro intendere parlando allo
stesso modo e per mezzo di proposizioni
Il primo viaggio d'esplorazione nel Vicariato tronche da tutti i lati . Fu una conversazione
di Mendez e Gualaquiza .
(Seguito - V . N .° di Aprile)
curiosissima . Spiegammo come eravamo ve-
nuti a Gualaquiza per occuparci di loro, per
insegnar loro a lavorare il ferro, onde fare
sciabole, lancie, coltelli, e che loro porta-
La valle di Gualaquiza .
vamo tanti regalucci molto belli ed a loro
Primo incontro cogli Jivaros .
molto cari .. . Oltremodo contenti, guardavansi
Che stupendo quadro presenta la valle di
Gualaquiza veduta dalla punta delle Tre
Croci ! Questa estesissima valle , tanto ce-
lebre nell'Equatore, è formata dalla riunione
di due valli secondarie provenienti l'una dal
nord e l'altra dall'est, fiancheggiata da pic-
coli monticelli o colline di dolce pendio, e
tutta coperta da una vegetazione lussureg-
l'un l'altro con manifesti segni di gioia ; e
quando noi fummo per risalire sulle nostre
bestie, essi si diedero alla corsa per annun-
ziare la buona novella agli altri compagni
che ci aspettavano sulla spianata della col-
lina, dove esisteva la Chiesa e la Casa-Mis-
sione costrutti un venti e più anni fa dal
celebre Missionario Gesuita, il Rev . P . Pozzi .
giantissima e veramente gigantesca . Il rio
Gualaquiza dalle acque cristalline e pure
maestoso serpeggia nel mezzo di essa, fra
canneti di zucchero e piantagioni di caffè,
palmizi, aranci, limoni, ecc . appartenenti
Al centro di Gualaquiza .
L'antica chiesa
e l'improvvisata cappelletta.
agli entables o poderi dei pochi cristiani colà Quest'amena collinetta, che si eleva dal
stabiliti . Il verde chiaro di queste piante piano all'altezza relativa d'un trenta metri
coltivate, in mezzo a cui, sorge la meschina circa, alla destra del fiume Gualaquiza, e .
capanna del colono, presenta un gradevole nella sua metà superiore , separata dal vi-
contrasto col verde oscuro dei folti boschi cino monte per mezzo d'una piccola valle ,
che coprono la maggior parte della valle dà l'idea d'un cono tronco pochissimo incli-
colle cime adiacenti . Le case degli Jivaros nato . Di qui si domina tutta la valle di
non si possono tuttavia scorgere, perchè Gualaquiza, dall'unione dei due fiumicelli
disperse nelle foreste delle colline .
che formano il Rio di questo nome fino alla
Al contemplare queste meravigliose bel- sua foce nel Bomboiza, distante dieci e più
lezze l'animo del viaggiatore si ricrea e di- chilometri a sud-sud-est . Il panorama più bello
mentica tutti i pericoli passati . Se non che, è quello che si prospetta dall'oriente : ai
per arrivare ad un sì bel tratto di paradiso pie' del colle si presenta dapprima la vallata
terrestre, bisogna che il viaggiatore si pre- disseminata di capanne o casette circondate
pari a passare ancora per un orrido cam- di banani, canne di zucchero, aranci, limoni,
mino, pieno di pantani, tronchi d'alberi ca- alberetti di caffè : son desse le povere abita-
duti, lacci formati da radici che strisciano , zioni dei cristiani che abitano colaggiù chi
s'incrocicchiano e si ritorcono in quella fan- tutto l'anno e chi solo al tempo della semi-
ghiglia, nella quale s'affondano talvolta le nagione e della raccolta ; più in su s'elevano
povere bestie, uscendone malconcie esse e lo piccole colline, poi più alte, quindi i monti,
stanco cavaliere .
coperti da foltissime boscaglie d'un verde
Come a Dio piacque, verso le 2 1/2 pom .
cupo, che dà l'aspetto severo e maestoso a
del sabbato , 14 ottobre, arrivammo felice- tutto il panorama .
mente alla prima capanna (choza) di Guala- Sulla spianata del colle in discorso, come
quiza, chiamata Yumaza . Quivi trovammo già dissi, il nostro ultimo predecessore vi
una ventina di cristiani bianchi, che, avendo aveva fabbricata una bella e grande chiesa

2.3 Page 13

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con attiguo ospizio ; ma, partito lui , chiesa
ed ospizio restarono in abbandono e caddero
ben presto in rovina . Cogli avanzi alcuni
cristiani di Gualaquiza edificarono una me-
schinissima cappella con due stanzette pei
Missionari, che essi sapevano doveano ve-
nire fra poco. Quivi ci dirigemmo, seguendo
i nostri precursori e passando sotto a due
archi trionfali formati con rami d'alberi,
adorni di fiori e d'uccelli disseccati delle
piume variopinte . In un istante ci vedemmo
attorniati da altri cristiani e da una turba
di Jivaros, uomini, donne e fanciulli, che
avevano avuto sentore della nostra venuta
ed erano accorsi per salutarci ed offrirci yuca
(tartufo d'America), platano ed uccelli dis-
seccati .
Dopo d'averci così presentate varie cose-
relle, colla loro selvaggia semplicità ci chie-
sero : - Y vos que regalando ? - Rispon-
demmo che i bauli , ove tenevamo le cose
da regalare loro, erano rimasti indietro ; ma
che tornassero nei giorni seguenti ed avremmo
loro dato tante belle cose . Soddisfatti da
queste promesse, ritornarono molto contenti
alle loro abitazioni . E noi, aderendo alle ri-
petute istanze del sig . Guglielmo Vega, cui
sembravano troppo strette e meschine le due
stanze per noi preparate, prendemmo al-
loggio in sua casa, ove dimorammo tutto il
mese passato a Gualaquiza, sempre da lui
trattati con isquisita delicatezza .
Nei giorni seguenti gli Jivaros mostrarono
d'averci capito a meraviglia, giacchè ven-
nero in frotte a visitarci ed a ricevere i re-
gali promessi, consistenti in gingilli, aghi,
filo di refe, spilli, coltelli, forbici, fazzoletti,
camicie, ecc ., cose tutte che essi ricevevano
con grandi segni di gioia e di riconoscenza .
Questi selvaggi sono molto curiosi del pari
che pretendenti . Vogliono vedere ed osser-
vare tutto e tutto chiedono, ma dobbiamo
confessare che non ci accorgemmo che al-
cuno abbia toccato un filo senza permesso .
Anzi ci assicurano che tra gli Jivaros non
guastati dai pessimi esempi di certi bianchi
è considerato come cattivo colui che mentisce
e ruba .
Con tali regali noi ce li facemmo ben
presto tanto amici, che non cessavano dal-
l'esclamare e raccontare a tutti che los
Padres muy buenos siendo - che i Padri
cioè son molto buoni . E la voce si sparse
di bocca in bocca, sicchè noi ci vedemmo
arrivare non solo tutti gli Jivaros di Guala-
quiza, ma pur anche alcuni di Mendez e
delle pianure del Zamora .
Ritratto degli Jivaros .
Vedendo il terreno così ben preparato, de-
ponemmo quel po' di timore che avevamo di
questi selvaggi, e cominciammo, con grande
loro soddisfazione, a visitarli di casa in
casa .
Il carattere predominante degli Jivaros è
l'essere sospettoso, diffidente, traditore . So-
lamente pochi anni addietro, anche quei di
Gualaquiza commisero tali delitti , che ben
giustificano il gran timore che di loro hanno
i bianchi . Pare però che pel Missionario ab-
biano molto rispetto , sapendo che può e
vuole far loro del bene ; tuttavia anche per
lui fa d'uopo mostrarsi risoluto e capace di
difendersi in caso di bisogno . Per questo io
non uscii mai di casa senza la mia carabina
sulle spalle, della quale talvolta feci vedere
la terribile forza e la sicurezza dello scoppio .
Così ci fidammo di loro in varii incontri ,
più volte ci lasciammo trasportare attraverso
il fiume sulle loro canoe e varie notti dor-
mimmo vicino a loro ora nella selva ed ora
nella nostra e nelle loro capanne .
Gli Jivaros sono di statura media, ten-
dente piuttosto al piccolo , tarchiati però e
muscolosi . Il colorito della pelle varia fra il
rosso-rame e il bruno con qualche tendenza
al giallo. La conformazione del capo non ha
nulla di notevole, tranne le narici che sono
un po' schiacciate e larghe ; il loro angolo
facciale è retto, il profilo degli occhi oriz-
zontale, come nella varietà caucasica, ed un
poco sporgenti i zigomi . In generale man-
cano affatto di barba, quantunque alcuni
piuttosto vecchi abbiano qualche apparenza
di baffi, una specie di lanuggine e un pic-
colo pizzo . La capigliatura, che essi ten-
gono bene assettata, è in tutti nera e folta ;
la parte anteriore è sempre ben tagliata fino
a metà la fronte : le laterali, sempre lunghe,
coll'aiuto di apposito nastro sono avvolte e
legate intorno al capo a mo' di corona ; e la
parte posteriore lunghissima è intrecciata a
guisa di coda, alla cui estremità, nei giorni
di festa, appendono molti uccelli disseccati
a varii colori, che penzolano dietro la schiena
come tanti brillanti . Usano portar le orec-
chie forate, e di tal modo ne ingrandiscono
il buco, da potervi poscia introdurre un pezzo
di canna della grossezza talvolta del pollice
della mano , nel quale tengono infitti gli
aghi da cucire lunghi più di venticinque
centimetri . Tutto il vestito per gli uomini
consiste nell'itipi, che è un pezzo di tela
rossiccia con righe gialliccia e nerognole ,
che avvolgono attorno ai fianchi e che scende
fino al ginocchio . Il petto, le larghe spalle,
le nerborute braccia, come pure la parte in-
feriore della gamba, compreso il piccolo e
largo piede, son sempre nudi . Usano pure
tingersi la faccia con striscie trasversali
rosse, e il collo, il petto e le braccia con strani
disegni neri . Portano inoltre molte collane
di una specie di granato nero, o a chicchi
con cui da noi si fanno lo corone , o com-
poste di denti di scimmia infilzati, ed a queste
collane, che talvolta coprono gran parte del
petto e della schiena, appendono pure qual-
che volta uccellini disseccati dai più vivi
colori . Alcuni poi portano sul capo delle co-

2.4 Page 14

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rotte intrecciate pure di penne d'uccelli di
colori svariatissimi . Quando possono avere
camicie o panciotti specialmente di color
rosso, li indos-
salto ben volon-
tieri massime nei
giorni di festa .
Le donne vesto-
no un po' più de-
centemente : por-
tano una specie
di camicia del
medesimo colore
dell' itipi o un po'
più tendente al
bruno, che loro
scende dal collo
ai piedi, stretta
ai franchi con
apposito cordon-
cino . Le ragazze
per piccole che
siano, anche in
braccio alle loro
madri , portano
una veste somi-
gliante per for-
ma a quelle delle
adulte , mentre
i fanciulli fino
ai sette ed otto
anni non indos-
sano niente .
Case, mobili
ed occupazioni
degli Jivaros
Le case degli
Jivaros, sparse
nella foresta e
quasi tutte e-
guali di forma,
sono grandi e
spaziose tettoie
ovali, con tetto
acuminato, cir-
condate da fitta
palizzata , alta
da tre a quattro
metri, con due
porte ai vertici
dell'ovale ; il
tutto sì ben pro-
porzionato e sim-
metrico che pre-
senta un aspetto
elegante e leg-
giadro . Il tetto
è fatto di foglie
ben intrecciate e
sostenute da tra-
versine di bambù . La vastità di queste case
varia dai 12 ai 25 metri di lunghezza con
una proporzionata larghezza . L'esteso piaz-
zale interno è diviso da uno steccato in due
scompartimenti : l'uno è riservato per gli uo-
mini, l'altro per le donne .
Pochi sono i mobili del tambo . Primo è il
letto . Questo per
gli uomini consi-
ste in una specie
di dura stuoia di
canne, posta al-
l'altezza di un
metro circa da
terra, e talmente
corta da spor-
gere al fondo le
gambe che pog-
giano sovra ap-
posita stanga ,
davanti alla qua-
le arde sempre
un piccolo fuoco,
onde tenere
asciutti i piedi,
de' quali hanno
grandissima cu -
ra . Non usano
coperte,nè len-
zuola, nè mate-
rassi, nè capez-
zale , e si cori-
cano vestiti come
sono, tenendosi
l
a testa alquanto
sollevata colle
man
i . Poi si am-
m
ira il tunduli,
arnese conosciu-
tissimo nell' E-
quatore; per dare
i segnali dell'al-
larme ; lo scudo
di legno leggie-
ro, per la difesa
personale nei
combattimenti ;
la lancia, com-
pagna insepara-
bile del Jivaro
quan
d' esce di
casa ; la faretra
(bodoquera) con
freccie alle volte
avvelenate, per
la caccia degli
animali ; i fusi
ed i telai per fi-
lare e tessere il
cotone, col quale
formano le sem-
plici loro vesti .
Le occupazio-
ni degli uomini
sono : il fabbri-
care la casa, se ancor non l'hanno ; ta-
gliare e bruciare gli alberi per farne l'orto,
filare il poco cotone ché adoprano . È pur di
loro incombenza la caccia, la pesca e il ma-

2.5 Page 15

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neggio delle armi offensive e difensive . La trarci e salutarci . Non ci fu possibile dello
loro arma principale è la lancia ; ma i più stesso giorno arrivare alla casa del vecchio
posseggono pure armi da fuoco, che usano Naranza, poichè, giunti al Bomboiza, lo tro-
per la caccia e raramente in guerra . Le vammo sì ingrossato da non poterlo traghet-
donne poi ordinariamente vivono nel loro tare . Fu quindi necessario passar la notte
quartiere, attendendo alla cura dei bambini, nella foresta . Facemmo in fretta, con rami
della cucina, della coltivazione dell'orto che e grandi foglie, una piccola capanna, onde
attornia il tambo, a tessere il cotone filato ripararci dalla pioggia ; si preparò un gran
dagli uomini , fabbricar la ciccia (chicha), fuoco per asciugarci gli abiti completamente
ecc ., ecc .
bagnati, e poi sopra le bragie arrostimmo
alcuni pezzi di yuca-, che per fortuna tro-
Barbara usanza . - Una notte
.
va.mmo in un orto abbandonato, e che, ac- burasco
TaitNrnz
compagnati da alcune sardine che portavano
i buoni Francescani, ci servirono di saporita
Gli Jivaros sono oltremodo vendicativi, e cena per quella sera . Eravamo molto stan-
questa loro passione formò e forma tuttora chi ; quindi, recitate di cuore le preci, ci
la loro principale rovina . L'alta e solida ponemmo a dormire sull'umida erba sotto
palizzata che circonda le case dinota che alla improvvisata capanna .
queste sono tribù feroci e guerriere ; poicbè Confesso francamente che ebbi da fare per
si sa che dove non vi è guerra, il tambo mandar via un po' di timore che nasceva
resta aperto da tutti i lati . Gli Jivaros di nel mio cuore nel silenzio e nell'oscurità di
Gualaquiza pare siansi alquanto dirozzati, quella foresta . La memoria riandava le mille
mercè quel po' di religione cattolica che an- lugubri descrizioni fattemi degli Jivaros ; la
cora vi ha ne' loro cuori e quel lungo pra- fantasia, ingrossandone le tinte, le rendeva
ticare coi bianchi . Ma le tribù più lontane , più oscure, più tristi, più spaventose . Poco
verso il Marañon, debbono essere più feroci lungi dalla nostra capanna era avvenuto il
e sanguinarie . Per vendicarsi dei loro ne- famoso massacro degli operai del sig . Vega,
mici, questi selvaggi hanno la barbara usanza ed una delle nostre guide raccontava inoltre
di tagliar loro la testa, estrarne l'ossatura , che quei paraggi sono frequentati da ser-
scorticandola in modo che resti intiera il più penti velenosi . . . Questo visibilio d'idee, che
che sia possibile, indi metter la pelle nel- riscaldavami sempre più la testa , conten-
l'acqua bollente mescolata talvolta con erbe deva il sonno ed il riposo alle mie affrante
da loro conosciute, e poi collocarla sopra di membra . Ma finalmente vinse la stanchezza,
una piccola pietra rotonda e molto calda ; ed anch'io al par degli altri fui sorpreso da
pel calore le fibbre della pelle si contrag- un sonno affannoso . Quand'ecco una pioggia
gono poco a poco, tanto che si riduce assai torrenziale si scarica sopra la mal costrutta
il volume di essa , conservando intatta la capanna e ci tormenta tutta la notte . All'al-
capigliatura e più o meno le fattezze dell'in- beggiare poi un orrendo fracasso ci fa balzar
dividuo . Questa mummia, ridotta al volume tutti d'un tratto : era caduto un grosso al-
pressochè di un arancio , vien chiamata bero a pochi passi dalla nostra capanna .
shanza .
Risolvemmo di partir tosto e avvicinarci al
In Gualaquiza però pare che questa bar- Bomboiza .
bara usanza sia
afato scomparsa, dopo le Dopo un lungo aspettare, vennero due ro-
pene ecclesiastiche e civili minacciate ai busti selvaggi con una piccola e stretta
compratori ; anzi quivi è considerato un cat- canoa per portarci all' altra sponda . Esi-
tivo soggetto colui che osa ancora far shanzas, tammo tutti e non ci potevamo decidere ad
indotto dal guadagno che ne ricaverebbe entrare in quella pericolosa scialuppa , av-
vendendole . Delle tribù vicine vi sono an- venturandoci in quelle impetuose acque . Cio-
cora taluni così feroci, che, per la meschi- nonostante io pel primo mi feci animo , mi
nità di uno schioppetto, vanno ad uccidere raccomandai al mio Angelo Custode e saltai
nemici lontani e delle teste formano altret- nella lancia . I due Jivaros mi chiesero se
tante shanzas da consegnare ai barbari com- sapeva nuotare ; risposi che no, ma che non
pratori .
importava, e feci segno che si allontanassero
Noi ne vedemmo una sola, in casa di taita pure dalla sponda . Non dovetti ripetere l'or-
Naranza, che per altro apparteneva ad. un dine : diedero tosto mano ai remi, e con
selvaggio di Mendez .
un'agilità sorprendente in un istante mi
Taita Naranza è l'Jivaro più anziano di trasportarono all'altra sponda . Lo stesso fe-
Gualaquiza, ma egli è snello ancora della cero cogli altri, e noi ci dirigemmo tutti alla
persona e molto robusto . La nostra prima casa del vecchio Naranza .
visita fu alla sua casa, situata all'altro lato L'abitazione del vecchio Jivaro è pulita,
del Bomboiza . Ci accompagnammo con due simmetrica nelle varie sue parti, e perfin
Missionari Francescani, che, avendo saputo elegante . Oltre ai mobili sopra accennati so-
che noi dovevamo arrivare a Gualaquiza, liti a trovarsi in tutti i tambos degli Jivaros
vollero farci una gradita sorpresa e da di Gualaquiza, qui trovammo un oggetto par-
Zamora fecero una gita fin qua per incon- ticolare, una shanza . Al primo vederla , io

2.6 Page 16

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inorridii, e chiesi tosto a taita Naranza di
chi fosse . Taita Naranza, quasi offeso per
questa mia domanda, con risentimento mi
risponde che non gli appartiene, ma che è
di un Jivaro di Mendez che alberga in sua
casa . Si presenta allora questo selvaggio e
con un'arroganza senza pari dice : - Esta
shanza mia siendo ; Jivaro Pongo matando à
mi hermano, yo matando él, cortando cabeza, ha-
ciendo shanza - che tradotto pure in ge-
rundio vuol dire : - Questa shanza essendo
mia ; un Jivaro Pongo ammazzando mio fra-
tello, io ammazzando lui, tagliandogli la testa
e facendola shanza . - Fino a questo punto
arriva la barbarie e la crudeltà d'un popolo
senza Religione !
Trattati finemente dal vecchio Naranza ,
prima di sera ci licenziammo per ritornare a
Gualaquiza . Il vecchio Jivaro si oppose te-
nacemente alla nostra partenza, adducendo
che le acque del fiume erano ancora molto
alto e che il traghettarle sarebbe un esporci
al pericolo d'annegare ; ma, vedendo la no-
stra ferma risoluzione, di mala voglia ci
concesse due canottieri , che , colla solita
agilità, in un baleno ci trasportarono alla
riva opposta . Arrivammo a Gualaquiza sul
far della notte .
Visitammo in seguito tutte le altre case
dei dintorni di Gualaquiza, ed io mi spinsi
fino all'unione del Bomboiza col Zamora,
specialmente per vedere se quest'ultimo fiume
fosse navigabile almeno in canoa fino al ter-
ritorio di Gualaquiza .
Ignoranza e superstizione .
In questo frattempo potemmo conoscere
quanta ignoranza e quanta superstizione
regni fra questi poveri selvaggi .
Avviene che uno si ammala? i suoi parenti
mandano pel medico, che nel loro linguaggio
è detto il brujo, ossia stregone . Se lo stre-
gone vede di poter guarire l'ammalato, in-
comincia la sua cura, la quale però eseguisce
sempre di notte . Consiste essa dapprima in
canti stranissimi ed in balli di intere notti ;
poi il brujo s'avvicina all'ammalato e con
destrezza gli mette sopra la parte inferma
un piccolo verme, che poi finge di estrar-
glielo e lo mostra ai circostanti, dicendo che
qualche nemico glielo aveva infiltrato nel-
l'interno. Allora dai parenti e dall'infermo
stesso si pensa, si congettura quale sia questo
nemico insolente e malvagio ; e di qui odii
implacabili e vendette che non hanno mai
fine . Se poi, nonostante la simulata cura,
l'infermo soccombe, le ire si convertono tutte
contro dello stregone, il quale sovente paga
colla propria vita le sue menzogne ed inganni .
Quando un individuo cessa di vivere, egli
è sempre perchè qualcheduno lo ha brujeado,
vale a dire malefiziato ; di questo sono tal-
mente persuasi , che riesce inutile addurre
loro ragioni o prove in contrario . Quindi ne
nascono sospetti, diffidenze e talvolta guerre
secolari di una tribù contro dell'altra vicina .
Morto un adulto, lo si seppellisce nel
tambo stesso, ove diede l'ultimo respiro ; ed
i superstiti, più per orrore che hanno della
morte, che per rispetto verso dei defunti ,
fattane la sepoltura, abbandonano quella
casa e vanno a fabbricarne un'altra più lon-
tano che possono . In molti è tuttora radi-
cato l'uso di mettere sopra la sepoltura gran
quantità di cibi e bevande , persuasi forse
che possano giovare al defunto .
Queste e varie altre superstizioni, a quanto
pare, sono avanzi dell'antico paganesimo
anche qui regnante, che, non ostante gli
sforzi dei Missionari qui venuti, non si è
potuto abolire del tutto .
Religione e morale .
Gli Jivaros di Gualaquiza adulti sono
quasi tutti cristiani, ma puramente di nome .
Venti e più anni addietro, un zelante Mis-
sionario, prevedendo di dover partire da
Gualaquiza senza speranza di potervi presto
ritornare, in quella pressante contingenza
pensò d'istruirli il meglio possibile ed ammi-
nistrare loro il S . Battesimo . Egli dovette in-
fatti ritirarsi ; e quegli Jivaros, abbandonati
interamente a se stessi per tanti anni, ap-
pena si ricordano del nome di cristiani che
portano . Nessuno di loro al presente sa farsi
il segno della santa croce . Tutta la loro cre-
denza consiste nel sapere che esiste Iddio
Padre - Taita Dios - il quale abita nel
Cielo ; che i buoni morendo andranno con
Lui, ed i cattivi con Iguanchi, lo spirito
malo, ossia il demonio .
Una sera ci venne a visitare un vecchio
Jivaro nominato Chacaima . Essendo il tempo
molto brutto e l'ora assai avanzata, non gli
permettemmo di ritornare a casa sua di quella
stessa sera ; a stento quindi si decise di pas-
sare la notte nella medesima nostra camera .
Prima però di coricarsi uscì fuori e dal cor-
ridoio della casa incominciò a soffiare forte-
mente ed a mormorare non so quali parole
fra i denti . D . Spinelli, che lo stava osser-
vando, gli chiese il significato di quei soffi
e di quelle parole ; ed il vecchio Jivaro ri-
sposagli : - Chacaima soplando , l ejos man-
dando muerte é iguanchi ; rezando Taita Dios,
por que muerte é iguanchi lejos mandando -
che vuol dire : - Chacaima soffia per mandar
lontano la morte ed il demonio ; prega poi
Iddio Padre, perchè allontani la morte ed il
demonio .
Altra sera si fermò pure con noi a dor-
mire un così detto stregone - brujo - di
Mendez . Anch'egli prima di coricarsi compì
le medesime cerimonie : soffi e preghiere con-
tinuate per molto tempo . Interrogato an-
ch'egli perche ciò facesse, rispose : - Buenos
Jivaros, todos, antes dormiendo, rezando -
Tutti i buoni Jivaros, prima di mettersi a
dormire, pregano .

2.7 Page 17

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Per giudicare che cosa sia buono o cat-
tivo , lecito od illecito , benche battezzati ,
non hanno certamente la nostra regola . In
generale, almeno a Gualaquiza, considerano
come cosa mala solamente l'omicidio, il furto
e la menzogna ; quando però vi ha una pic-
cola causa, l'omicidio diventa cosa sacra : la
vendetta per loro è obbligatoria . La poli-
gamia poi da taluni è praticata come cosa le-
cita, nè gli altri si meravigliano per questo .
Celebrano alcune feste con cerimonie reli-
giose, prolungate per varii giorni ;mad
quanto abbiam potuto capire tali feste si ri-
ducono a qualche cosa di peggio delle no-
stre baldorie di carnovale . Non hanno sa-
crifizi, nè v'è cosa che veramente si possa
chiamare idolo ; e genuflettono solamente
davanti alla shanza, quando ne ricorre l'an-
niversario .
Gli Jivaros di Gualaquiza sono stati de-
cimati varie volte, in questi ultimi tempi ,
dalle frequenti guerre colle tribù vicine e
dalle malattie contagiose, come il vaiuolo
ed il morbillo, importate dai bianchi . Tut-
tavia ascendono a circa mezzo migliaio . A
Mendez m'assicurano che ve ne debbono es-
sere parecchie migliaia ; numerose tribù poi
mi dicono che abitano al Pongo, al Paute
inferiore e sulla riva destra del Morona . Si
sa che i selvaggi scelgono sempre luoghi so-
litarii, possibilmente vicino ai fiumi, dove
nessuno possa vederli, nè udirli, nè sturbarli
nelle loro orgie ; quindi potrebbero essere
anche più numerosi di quel che si crede .
Terminata la nostra escursione, pensammo
pel ritorno . Come già dissi in principio di
questa mia, tre Jivaros adulti cì vollero ac-
compagnare fino a Cuenca, dove tutti si me-
ravigliarono che avessimo avuto il coraggio
di fidarci di questi selvaggi considerati come
ferocissimi . Questi tre Jivaros si fermarono
per quattro giorni nella nostra casa, con-
tenti del modo onde trattammo loro e trat-
tiamo i nostri giovanetti ; poi, non potendo
resistere al clima di Cuenca per essi troppo
rigido, ritornarono al loro paese, dove presto
andremo a rivederli .
A Gualaquiza abbiam trovato che la tem-
peratura massima varia dai 23 ai 27 centi-
gradi e la minima dai 17 ai 20 . La sua al-
tezza assoluta sopra il mare è di 730 metri .
In un mese che là stemmo, 26 giorni furono
più o meno piovosi, malgrado si fosse d'estate .
In un clima sì umido e caldo la feracità del
suolo dev'essere certamente somma ; ed infatti
Gualaquiza è così ricca in prodotti vegetali,
che non mi pare doversi desiderare di meglio .
Il male si è che mancano le braccia per la
coltivazione, o meglio per isgombrare il te r-
reno dalle erbacce e dalle annose piante.
Necessità di questa Missione .
Nel breve soggiorno di Gualaquiza ab-
biamo potuto persuaderci che, per poter con-
tinuare con frutto questa Missione, si richie-
dono grandi aiuti spirituali e materiali .
Anzitutto abbiamo estremo bisogno dell'as-
sistenza di Dio. Senza di questa, nulla si
potrà fare, giacchè ardue sono le difficoltà e
grandi i pericoli che si presentano . Ci rac-
comandiamo quindi caldamente alle preghiere
dei nostri ottimi Superiori e confratelli, dei
giovanetti delle Case Salesiane e di tutti i
benemeriti Cooperatori e Cooperatrici della
nostra Pia Società . Mentre noi andremo ri-
correndo queste inospiti regioni , da ogni
angolo della terra , dove soavi Salesiani ,
s'innalzino ardenti voti al Cielo, perchè siano
benedette e coronate da esito felice le nostre
povere fatiche .
Poscia fa d'uopo d'un buon personale .
L'unico mezzo che vi ha per poter evange-
lizzare e civilizzare gli Jivaros , secondo il
parere di tutti coloro che conoscono questi
selvaggi, pare sia quello di fondare nei centri
più popolati vario case con laboratorii o
scuole, onde addestrare al lavoro ed istruire
i giovanetti, che sembrano molto intelligenti .
Questi selvaggi, uomini e fanciulli, sono ol-
tremodo amanti di libertà ; essi passano gran
parte del loro tempo guazzandosi nei fiumi
o divertendosi nei boschi ; e noi ci guarde-
remo bene dal chiuderli in gabbia o costrin-
gerli d'un tratto al lavoro . Ma quando si
sono sbizzarriti a loro talento nei fiumi e
nei boschi, essi sono di buona volontà ; e
noi ci varremo di questi momenti per im-
partir loro qualche ora d'istruzione e di cri-
stiana educazione .
La prima casa da fondarsi sarebbe certa-
mente a Gualaquiza, ove trovansi pure molti
cristiani bisognosi del Missionario quanto
gli Jivaros ; poi a Mendez, indi al Pongo,
ed una forse al Paute inferiore . Ma di queste
ultime stazioni non possiamo dire ancora
nulla di positivo, perchè il Direttore di
Quito, ìl sig . D . Luigi Calcagno, per timore
che ci accadesse qualche disgrazia per parte
dei selvaggi, ci proibì di oltrepassare i li-
miti di Gualaquiza.
Tali case bisognerà che siano fornita al-
meno di tutto il necessario per una povera
cappella, degli attrezzi indispensabili dap-
principio per i laboratorii dei fabbri e fale-
gnami, e di una gran quantità di vestiarii
e d'altri oggetti che fanno gola agli Jivaros .
Questi selvaggi sono molto egoisti ed inte-
ressati, e solo con cose materiali si potranno
guadagnare . Essi sono avidissimi di camicie
di color rosso scarlatto o paonazzo, di pan-
ciotti, fazzoletti, ecc . dello stesso colore . Le
camicie dovrebbero essere di un tessuto forte,
ma sottile e leggiero ; altre senza maniche
o con maniche corte di un 10 cm . per i fan-
ciulli, altre con maniche lunghe per gli
adulti, tutte lunghissime fino a toccare i
piedi . Amano pure d'aver scuri, accie, schiop-
petti, lancie, coltelli, forbici, aghi, specchietti
ed altri gingilli . Regalando ai genitori simili

2.8 Page 18

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oggetti, noi potremo indurli a lasciarci venire
i loro figli ed anche a venire essi stessi ad
ascoltarci ed a fare quanto loro diremo .
Racconta il P . Magalli di un Missionario
Domenicano che , arrivato ad una tribù di
Jivaros, riuscì con regali, ben inteso, ad
affezionarseli tanto, che andavano molto vo-
lontieri ad ascoltare le sue istruzioni . Un
giorno, in cui egli non aveva più alcun gin-
gillo da donar loro, gli Jivaros gli chiesero
con insistenza : - Padre, e non hai più
niente da darci ? - No, rispose il buon Mis-
sionario, tirando un lungo respiro ; tutte le
cose che possedeva già ve le ho date .. . -
In tal caso sei ben povero, soggiunsero quei
selvaggi ; noi non vogliamo un Padre po-
vero, perciò il meglio che puoi fare si è
partirti subito da noi . - E sì dicendo tutti
lo abbandonarono, nè più andarono ad ascol-
tare le sue parole di vita eterna .
Le tribù a noi affidate sono pure Jivaros,
non punto differenti da quelli del Padre Do-
menicano ; fa d'uopo quindi fondare parec-
chie stazioni, e tenerle sempre munite di tutto
il necessario . Così, a poco a poco, guada-
gnandoci gli animi degli adulti ed istruendo
bene i giovanetti, col tempo si potrà riuscire
a qualche cosa .
Venga quindi presto il tanto desiderato
Vicario Apostolico, traendo seco buon nu-
mero di sacerdoti, chierici, capi d'arte, e
fornito di una gran quantità dei sopraccen-
nati oggetti. La via al campo è già trac-
ciata, anzi già si può dire quasi fondata la
prima stazione . Abbiamo promesso di ritor-
nare a Gualaquiza per la solennità del Na-
tale, e vedremo di mantener la parola, as-
secondando i desiderii di quei cristiani e di
quegli Jivaros .
Avrei ancora molte cose da dire a riguardo
delle difficoltà e dei bìsogni di questa Mis-
sione ; ma per una lettera mi sono già di-
lungato troppo . Raccomando nuovamente alle
preghiere di tutti i Salesiani e loro amici
la causa di questa Missione, mentre godo nel
potermi professare,
Della S . V . R.ma
Dev .mo obb .mo figlio in G . C .
GIACINTO PANCHERI .
mi rivolsi con grande fiducia a Maria SS .
Ausiliatrice, promettendole, se ottenevo la
disperata guarigione, di portarmi a Torino
a ringraziarla nel suo santuario e di faro
celebrare una messa all'altare a Lei dedi-
cato . L'amica promise a Maria d'accompa-
gnarmi a ringraziarla, e di fare ella pure
celebrare una messa allo stesso altare .: In-
cominciai unita alla suddetta una novena di
preghiere a questa buona Madre, ma la mia
salute un giorno migliorava e l'altro peg-
giorava e non risultava nessun migliora-
mento . Maria pretendeva di più da me .
L'amica mi consigliò di fare ancora un altro
voto, cioè di promettere a Maria di fare
un'offerta secondo le mie forze, il che io
feci, ed allora continuando la novena di
giorno in giorno provava in me un leggiero
miglioramento . Il giorno 2 agosto senten-
domi di poter resistere alla fatica del viag-
gio, decisi di adempiere la fatta promessa,
ed unite partimmo alla volta di Torino . Quivi
giunte ci portammo direttamente alla Chiesa
di Maria Ausiliatrice, ci presentammo al di-
rettore della Sagrestia, consegnammo la som-
ma per la celebrazione delle Messe, ed io
feci pure l'altra offerta promessa . Dopo rin-
graziata sì tenerissima Madre della salute
ridonatami in parte, e supplicatala affinchè
nella sua bontà e misericordia me la volesse
ridonare intera, Le promisì, qualora la gra-
zia fosse completa, di farla pubblicare sul
Bollettino Salesiano per maggiormente dif-
fondere negli animi cristiani la divozione
verso questa potentissima Regina . Ora, a-
vendo ottenuta la sospirata completa gua-
rigione, adempio la mia promessa, invitando
tutti a ricorrere a Maria, perciò Maria nulla
nega a chi di cuore la prega .
S . Stefano Roero, 14 Febbraio 1894 .
M. F.
Cooperatrice Salesiana .
Vista la firma della Cooperatrice M . F . si
riconosce per autentica : e si conferma quante
nella lettera è contenuto, come testimonio .
S . Stefano Roero, il 15 Febbraio 1894 .
PIET ro Fiorio Prevosto .
GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE
Gloria a Maria ! Nel marzo dello
scorso anno 1893, fui colpita da una malattia
dichiarata da medici insanabile . Da princi-
pio stetti alle prescrizioni dei medici, ma poi
vedendo che la scienza a nulla valeva, e
che invece di progredire indietreggiava, ban-
dii ogni rimedio, e consigliata da un'amica
Viva l'Ausiliatrice dei Cristiani!
- Appena terminata la novena fatta dai
figli di Don Bosco alla potentissima Ausilia-
trice, il mio male di cuore svanì, ed io potei
nel giorno successivo celebrare la S . Messa .
Viva perciò l'Ausiliatrice dei Cristiani, cui
ricorsi con certezza di venir esaudito . In-
tanto ringrazio altresì il Rev .m° Sig . D. Rua,
che unitamente a' suoi figli volle usarmi
tanta carità .
Pobietto, 17 Febbraio 1894.
Bovio D . PIETRO Rettore .

2.9 Page 19

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Maria l'ha consolata! - Una po- Di quest'insigne favore ottenuto rendo infi-
vera donna trovandosi in estrema afflizione nite grazie all' Ausiliatrice del popolo cri-
e miseria per una negata pensione, fece una stiano.
novena a Maria Ausiliatrice e si trovò su-
bito consolata . Ottenne infatti quanto desi-
derava, ed ora riconoscente a Maria SS . Au-
Marzo 1894 .
ANGELA IVALDI .
siliatrice manda lire 10, con calda preghiera
di pubblicare questa grazia nel Bollettino,
come promise alla Madonna .
Maria rifugio dei peccatori! - È
Modigliana, 23 Febbraio 1894.
proprio vero che a Maria non si ricorre mai
invano . Mio cugino Attilio d'anni diciotto fu
D . A . GHETTI .
parecchio tempo fa colpito da un fierissimo
morbo, il quale, nonostante le diligenti cure
del medico, andava aumentando di giorno
Salvata da certa morte! - Il giorno
21 aprile del 1890, mentre tornavo da Che-
rasco in vettura in compagnia di mio marito,
del Cav . Giuseppe Torrero e del vetturino,
ad un tratto il cavallo adombratosi s'imbiz-
zarrì e ci capovolse tutti sotto la vettura, in
un fosso profondo più di un metro e mezzo .
Appena io mi era accorta del pericolo, con
fede invocai l'aiuto di Maria Ausiliatrice,
della quale porto sempre al collo la venerata
medaglia . Ed ecco, bontà di Maria! noi ci
trovammo colà precipitati, ma senza ripor-
tare il menomo male . Ne rimasero altamente
meravigliati tutti gli accorsi, ed io gridai
allora alla potenza di Maria, che ora intendo
d'esaltare in faccia a quanti amano questa
Madre di Dio . - Né solo allora Maria mi
ha salvata la vita, ma ben altra volta, l'8
di questo mese, quando io m'era recata a
Torino. Scendendo io quel giorno da una
scala dell'Ospedale di S . Luigi, misi in fallo
un piede e precipitai per più gradini bat-
tendo su di essi la testa proprio vicino alla
in giorno . I suoi genitori, essendo stati av-
vertiti dal medico che l'infermo non poteva
campare ancora che pochi giorni, andarono
subito per il sacerdote . Questi venne, ma
l'ammalato non volle sapere di riconciliarsi
con Dio ; e si lamentava contro del padre
perchè, diceva egli, non voleva che guarisse .
Frattanto, essendomi stato riferito in che
tristi condizioni si trovava il mio caro cu-
gino, ricorsi con una novena a Maria Ausi-
liatrice, affinche non volesse lasciare perire
quest'anima . Non avevo ancora terminata la
novena, quando nell'ammalato si osservò con
meraviglia di tutti un totale mutamento .
Chiese egli stesso il sacerdote, e volle che
gli fosse subito portato il Santissimo Viatico,
che ricevette con una devozione veramente
commovente . Domandò perdono a tutti degli
scandali che diceva aver dato, e promise
che in Cielo si sarebbe ricordato di loro.
Quindi, abbracciati i suoi amati genitori,
spirava la sua bell'anima fra le braccia del
suo Parroco, il quale ne rimase grandemente
tempia destra . In quell'istante spaventoso commosso . Sia ringraziata e benedetta Maria
mi scattò pure dal cuore l'invocazione al- Ausiliatrice per questa inestimabile grazia!
l'Ausiliatrice dei Cristiani, ed io mi trovai Montese di Modena, 3 Marzo 1894.
ferma con solo una leggiera ammaccatura .
Gridarono al miracolo coloro che accorsero
AUGUSTo BANOrri .
per alzarmi, ed ora che penso con calma al
pericolo corso grido io pure : Maria anche
stavolta mi ha salvata la vita
Ho invocato Maria Ausiliatrice,
Santa Vittoria d'Alba, 19 Marzo 1894 .
ed Essa mi ha esaudito! - Circa un
anno fa la mia figlia minore veniva colpita
TErESA Poro IARDINI . da gravissima malattia. Dapprima le si am-
massò talmente il sangue alla testa, che me
la vidi ridotta quasi in fin di vita ; e dopo
Novena e benedizione di Maria essersi riavuta alquanto da un tal accesso
Ausiliatrice . - La piccina Marietta Fava, sanguigno, perdette affatto i sentimenti, sic-
nata a Chatillori, mentre trovavasi a Santa chè non era più possibile farle prendere cibo
Vittoria d'Alba presso della sottoscritta sua di sorta, restando sempre oppressa da tetra
zia, soffriva orribilmente il mal d'occhi con melanconia . Chi può immaginare il dolore e
lattime entro agli stessi, nè valevano i far- l'angoscia, in che fu gettato il povero mio
maci a farglielo cessare . Mossa a compassione cuore di madre, nel vedermi la mia diletta
per questa mia cara nipotina, mi rivolsi al- figlia in uno stato così desolante! Si fece ri-
lora ai figli di D . Bosco perchè facessero corso a tutti i rimedi dell'arte sanitaria, ma
una novena di preghiere e chiesi dal Supe- inutilmente . Buon per me che in tanta deso-
riore loro una benedizione di Maria Ausi- lazione fui consigliata dal mio Rev . signor
liatrice per questa poverina . Come per incanto Curato di rivolgermi a Mària Ausiliatrice .
il male andò poco a poco calmando, sicchè Scrissi tosto al Rev .m° Sig . D . Rua, perchè
in breve si trovò fuori pericolo, anzi con due volesse farmi celebrare una Novena di pre-
belli occhietti, che è una meraviglia vederla . ghiere e di benedizioni nel tempio dedicato in

2.10 Page 20

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Torino alla Grande Regina Aiuto dei Cristiani ;
e ne ebbi in risposta di voler praticare noi in
famiglia le preghiere che già suggeriva l'in-
dimenticabile Don Bosco, con promessa di
far pregare per la mia figliuola i suoi giova-
netti dell'Oratorio e dar principio alle be-
nedizioni col primo giorno della Novena del-
l'Immacolata Concezione . Questa notizia fu
per me come segno csipalee di felice augurio .
Pregai e feci piegare . Al primo giorno della
Novena , la mia cara figliuola già indicava
ad un leggier miglioramento, il quale andò
sempre progredendo, tanto che in poche set-
timane io mi vidi ritornata la mia amata
figlia nel primitivo stato di tranquillità e di
salute, formando la consolazione della fami-
glia e la meraviglia di quanti l' han cono-
sciuta nel miserando stato suddescritto . Col
cuore pieno di riconoscenza per un sì segna-
lato favore, ora che mi fu possibile sono ve-
nuta colla mia figlia stessa ai piedi di Maria
Ausiliatrice per sciogliere il voto allora fatto,
portarle l'offerta promessa, e ringraziarla
dell' immenso benefizio ottenutoci . Sia sem-
pre e dovunque ringraziata Maria SS . Au-
siliatrice
Bertesseno (Viù), 30 Novembre 1893 .
SOFFIETTI ROSA .
Salus infirmorum, ora pro nobis.
- La figlia di una pia Cooperatrice Salesiana
fu assalita da catarro intestinale, che rende-
vasi ribelle ad ogni cura, e tanto debilitava
lasofernte,dafarnetemreunano lontan
perdita . Nel momento più serio, la pia ge-
nitrice, assai devota di Maria SS ., si rivolse
alla figlia invitandola a recitare tre Ave
Maria . Il giorno antecedente il medico aveva
giudicato necessaria una operazione assai pe-
ricolosa ; e ritornato, restò oltremodo sor-
preso nel trovare l'ammalata non solo fuori
di pericolo, ma assai migliorata! - Questa
bambina è rinata, esclamò egli, essa è tor-
nata da morte a vita . Non abbisogna di ope-
razione e quanto prima sarà in salute . - La
Vergine SS . aveva esaudita la preghiera che
partiva da due cuori ripieni di fede e di
amore . La figlia ora ha riacquistata la sua
primiera salute e frequentemente recasi al-
l'altare di Maria Ausiliatrice da noi eretto
qui in Catania a rendere incessanti ringra-
ziamenti all' Augusta sua Benefattrice .
Catania, 6 Marzo 1894 .
Sac. FRANCESCO GHIGLIOTTO.
Torino . - Essendo la mia bambina af-
flitta da quattro mesi da tosse asinina che
convertissi in breve in pericolosa polmonite,
venni dal medico assicurata dover la mia
figliuola gravemente soffrire per parecchio
tempo . Visitata da una parente, ricevetti
un libro che raccoglieva molteplici racconti
di prodigi ottenuti da Dio mercè la poten-
tissima intercessione di Maria . Rincorata da
così commoventi narrazioni, raccomandai la
mia diletta figlia a Maria Ausiliatrice . Grazie
a sì buona Madre , dopo soli due giorni la
mia bambina si sentì tanto migliorata, da po-
ter recarsi alla Chiesa di Maria Ausiliatrice
nel suo giorno onomastico, e ricevervi la SS .
Eucaristia, messaggera di grazia imperitura,
sorgente d' inestinguibile bene all'anima u-
mana . Commossa io rendo noto il fatto, af-
finchè questa grazia segnalatissima, possa
recar qualche conforto all'anima di tanti
poveri sofferenti!
MILHOMME .
**
Tempio . - Nel Febbraio e Marzo u . s .
la mia ottima moglie Caterina Muntoni ed io
fummo successivamente colpiti dall'influenza,
che in breve si rese ostinata ed insuperabile
da qualsiasi rimedio dell'arte salutare, tanto
da toglierci ogni speranza di salvamento .In
tanta prostrazione d' animo, ispirato da viva
fede, feci ricorso alla SS . Vergine Aiuto dei
Cristiani, promettendo di far pubblicare la
grazia, qualora al buon Dio piacesse conce-
dermela . Potrei dire momentanea la crisi
della malattia, giacchè in pochi giorni l'uno
e l'altra riebbimo la disperata salute .
In segno di viva gratitudine alla Celeste
Regina, per questa ed altre segnalate grazie,
in precedenza ricevute, offro lire cinque pei
bisogni del Santuario .
9 Aprile 1894 .
SALVATORE STANGONI.
Sampeyre . - Trovandosi due persone
di mia famiglia in estremo pericolo di vita,
mi rivolsi fiducioso a Maria SS . Ausiliatrice
pregandola di venirci in ajuto ; ed Essa mi
esaudì . Nel renderne ora pubblicamente sen-
tite grazie , trasmetto la tenue offerta di
L . 20 come da promessa fatta . Sia sempre
lodata e benedetta la nostra buona Madre
Ausiliatrice .
10 Aprile 1894.
CHIAFFREDo GIRAUDO .
Scaletta Zanclea (Messina) - Il sotto-
scritto a nome dei fedeli di questa Parrocchia de-
pone ai piedi di Maria SS . Ausiliatrice la tenno
offerta di L . 18, supplicandola affinchè ottenga
dal Figlio suo Gesù la guarigione del venerando
Parroco gravemente tormentato da fieri mali .
25 Marzo 1891,
Sac . ANTONIO ORLANDO .
Ringraziano pure Maria SS . Ausiliatrice
per segnalati favori ottenuti mediante la sua
potente intercessione i seguenti
Le Suore di Maria Ausiliatrice colle loro Educande,
Trecastagni (Sicilia).-MiegxucloCrtnaIz,
(America) . - Paz Pliego de Haghenbech, Mexico (Ame-

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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rica) . - L . G ., Feletto . - Emilia Revelant, Cararia
(Ciridale) . - Nicoletta Carlino, Verona . - Sac . Ettore
Morbelli, Rettore di S . Maria delle Grazie, Cangi Li-
gure . - Una Parrocchiana di Carsi Ligure . - Catte-
rina Peretti, Cardè . - Giorgio Piovano e famiglia,
Cambiano . - Guglielmo ed Agnese Ghione, Motta-Car-
magnola .- Una Cooperatrice Salesiana di Brescia . -
Una Madre di famiglia, Strona. - Sac . Giuseppe Ri-
colfi, Professore, Campiglione . - Un alunno del Semi-
nario di Vercelli. - G . Podestà ved . Sallegrette. Sar-
zana . - Virginia Galloti, Milano . - Autonino Mazza-
relli Agatè, Floridia . - Bartolomeo D . - M . R . S . Per-
letto - Margherita Pasotti - Zani, Nave (Brescia) . - An-
cilla Soragna, Guastalla . - Giuseppe Zucca . - Mar-
gherita Gastaldi , Torino . - Luigi Gottardi,Verò
(Trentino) - Fedele Berardelli M ., Fonteno . - Gli .
Felice Tallachini, Quito (America) . - Antonietta Ga-
rnaglia, Morello . - Bartolomeo Barbero, Mombercelli .
- Luigia Filippone, A lbenga . - Maria Balestrino,
Cortemiglia . - Giuseppe Portigliati, Maddalena . -
Margherita Calcagno, Gassino . - D . Sebastiano Birolo,
Sciolse . - Francesca Riccabone . - Anna Rese, S . Lo-
renzo . - D . Pietro Vaninetti, Berbenno Valtellina . -
Fran. Arlenghi, Torino . - Carter . Avalle . Lombriasco .
- Giovanna Cena, Marchi . - Francesca Rosso, Torino .
- Catterina Toselli , S. Giorgio Canavese . - Maria
Penaimo, Noceto . - Catterina Favre, S . Maurizio . -
Teresa Pacchiardi, Sariè . - Marianna Marca, illarene .
- Giovanna Menassero, Torino .
Racconigi . - Giovanna Fossati,
-IlacMcaodndigail. enGaiAolresg- siio,
Giambone, Torino . - Rosa Roddi Piazza, Castions di
Strada (Udine) . - Ermelinda Mezzano . Pozzengo . -
Tommaso Grosso, Pralorntio (Torino) - Gio . Bat . Musso,
Druen.t. - Francesca Rosso nata Banchio, Torino .
AZIONE SALESIANA
Conferenze .
Già abbiano avuto occasione di constatare
come, dovunque si tengono Conferenze Sale-
siane, i nostri benemeriti Cooperatori e pie
Cooperatrici vi accorrono sempre con viva
soddisfazione a sentire parlare delle Opere
salesiane, e dove tali conferenze sono tenute
pubblicamente, vale a dire coll'intervento
di tutto il popolo, l'udienza è sempre affol-
lata , numerosissima , partecipandovi tutti
con molta benevolenza verso la cara memoria
di D . Bosco .
Novelle prove di ciò abbiam veduto nelle
conferenze salesiane tenute in questi ultimi
mesi dai nostri sacerdoti D . Giulio Barbe-
ris ad IVREA, D . Tommaso Pentore a ROMA,
LUGO ed in altre città dell' Italia centrale,
e D . Stefano T rione a SALUZZO , CUNEO ,
MoNDOVI' BREO e PIAZZA, BRA, ALBA, PI-
NEROLO, NOVARA, BIELLA e SUSA, Come
pure in quelle tenute dai zelanti Decurioni
di CASSOLNOVO (diocesi di Vigevano) Don
Carlo Antonio Gallina prevosto, e di SIVIANo
(Brescia) D . Michele Sterbi parroco .
Nè solamente in Italia, ma anche fuori si
ascolta con piacere a parlare dei progressi
che va facendo l'Opera salesiana coll' aiuto
dei suoi Cooperatori e Cooperatrici . Invero
D . Filippo Rinaldi, Ispettore delle Case no-
stre della Spagna, invitato da Prelati e da
rispettabili personaggi del clero e del lai-
cato a tenere conferenze in varie città e
della Spagna, e del Portogallo, come a ROMDA,
MALAGA , HUELVA , CORUÑ A , VIGO , Li-
SBONA, BRAGA ed OPORTO, dovunque ebbe
una concorrenza numerosissima e la sua sem-
plice esposizione destò in tutti grande am-
mirazione ed entusiasmo per concorrere a
viemaggiormente estendere un'opera sì evi-
dentemente vantaggiosa alla civile società .
L'argomento di queste conferenze, sempre
vario e sempre nuovo nello svolgimento, in
massima però si riduce al s: eguente Don
Bosco ed i Cooperatori Salesiani . E sotto a
questo tema vengono ora - la cristiana edu-
cazione della gioventù, speciale missione di
D . Bosco e de' suoi figli - ora - la corri-
spondenza di D . Bosco a questa sua prov-
videnziale missione - ora - la perpetua-
zione dell'opera di D . Bosco nell'istituzione
della Pia Società Salesiana - ora - l'im-
mensa diffusione della missione di D . Bosco
nell' Associazione dei Cooperatori e delle
Cooperatrici salesiane - ora - i doveri di
questi benemeriti Cooperatori ed amici di
D . Bosco e delle sue istituzioni - ora i van-
taggi e favori spirituali che possono godere
i. suddetti Cooperatorì - ora - ìl bene che
si opera nella civile società dai Salesiani
e loro Cooperatori, sia nell'Europa, che nelle
Americhe, nell' Asia e nell' Africa, e via
dicendo .
Noi ringraziamo colla più viva ricono-
scenza gli Eccellentissimi Vescovi e Prelati
che ospitarono con tanta carità i nostri sud-
detti conferenzieri, e si degnarono d'onorare
la conferenza colla loro presenza . Iddio ri-
meriti codesti Pastori della grande benevo-
lenza che hanno verso le Opere di D . Bosco .
Ringraziamo inoltre i venerandi Capitoli, i
RR . Parroci . e Rettori di chiese, i Direttori
Diocesani ed i Decurioni, i giornalìsti e
quanti altri hanno concorso per la buona
riuscita di queste conferenze e ne preghiamo
a tutti larga mercede dalla divìna Bontà . -
Ringraziamo infine tutti quei Cooperatorii e
Cooperatrici ed altri fedeli che hanno pòrto -
il loro sassolino per sostenere e propagare
l'Opera salesiana .
Adunanza regionale .
Il giorno 19 aprile u . s . nel nostro Ora-
torio di Torino tenevasi un' adunanza dei
Direttori diocesani dei Cooperatori Salesiani
del Piemonte . La presiedeva il Rev . Rettor
Maggiore D . Michele Rua . Vi si trattarono
variargomentid'azionesaleianconmlta
chiarezza ed opportunità . Ne sarà comuni-
cato relazione anche ai Direttori Diocesani
delle altre regioni, onde sia più copioso il
frutto di detta adunanza .
Nuovi Direttori , Condirettori,
Decurioni e Corrispondenti .
Oltre ai Direttori Diocesani, Condirettori
e Corrispondenti da noi già pubblicati nei
numeri di giugno, luglio e ottobre 1893 e

3.2 Page 22

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gennaio e marzo 1894, in questi ultimi mesi
mercè specialmente la bontà e lo zelo degli
Ecc .mi Ordinarii , ai quali porgiamo i più
vivi ringraziamenti, si sono potuti costituire
ancora i seguenti
Per Alba - il Revmo D . GIO. MARIA PETRONIO, Diret .
del Ricovero ; - Decurione Corrispondente.
» Acquapendente - il Revmo Monsig. VITTORIO
COSTANTINI, Arciprete e Vicario Generale, - Decu-
rione Corrispondente .
» Alessandria - il Rev . mo D . GIOVANNI BARISONE,
Prevosto, - Direttore Diocesano,
» Asti - il Rev m 0 D . SECONDO GAI, Prevosto di S .
Silvestro e Direttore dell'Opera per la buona Stampa .
-Direttore Diocesano-ed il Rev .mo D . ANTONIO
AMERIO, Vice Curato di S . Secondo, - Vice Diret-
tore .
» Arezzo - il Rev .mo Can . D . PIETRO NERI, - Di-
rettore Diocesano.
Assisi - il Revm° Can. D . ANDREA TINI, - Di-
rettore Diocesano .
» Bertinoro - il Revm o Can . D . NAZZARENO CENSI,
- Corrispondente.
» Biella - il Rev . mo Mons . D . ELISEO MAIA, Cano-
nico e Prov . Gen ., - Direttore Diocesano.
» Borgo S . Sep . - il Revm° D . ULIVO MACCA-
BELLI, Segret . Vesc. - Corrispondente.
» Bra (Torino) - il Revmo. D . ANDREA FIORE, Priore
e Vicario Foraneo - Condirettore .
» Casale - il Rev.RO D . EUGENIO PATRUCCO, a sur-
rogare il compianto D . OSSELLA, a cui preghiamo [a
pace dei giusti - Corrispondente.
» Civita Castellana - il Rev m° Can. D . BER-
NARDINO BELLONI, - Corrispondente .
» Cuneo - il Revmo D . PIER FELICE BIGLIA, -
Direttore Diocesano .
» Fermo - il Rev . mo D . LUIGI CAPOTOSTI, Segret .
Vesc. - Decurione Corrispondente.
» Ferrara - il Rev.mo Can . Mons . ADRIANO CAMANZI,
- Vice Direttore.
» Fossombrone - il Rev .mo Monsig. MARIANO
MAURIZI DELLA STACCIOLA, Vicario Generale, - De-
curione.
Lanciano - il Rev.mo Mons . D . FERDINANDO CIA-
RAMELLA Can . Teol . - Decurione Corrispondente .
» Modigliana - il Rev." D . FRANCESCO M . FI-
LIPPINI, - Decurione Corrispondente.
» Mondoví - il Rev ." Teol . D. GIO. ANT . GRI-
sERI, Prevosto al Piano di Breo, - Direttore Dio-
cesano, - e l'I11mo .G. L. SALOMONE, - Vice-Direttore.
» Montaldo (Marche) - il Rev.1° D . GIUSEPPE CAN.
ADRIANO, - Decurione Corrispondente .
» Noto il Rev.mo Can . D . GIUSEPPE SORRENTINI, -
Decurione Corrispondente .
» Palermo - il ReV.mo D . CATALANOTTO, - Cor-
rispondente.
» Palestrina - il Rev." Monsig. RAFFAELE MAR-
CELLI, Can . Cam . Seg . di S .S. - Direttore Dioce-
sano .
San Miniato - il Rev.mo Mons . GEREMIA PAC-
CHIANI, Vic. Generale, - Direttore Diocesano -
ed il Rev ." D . GUIDO FALASCHI, Vice Direttore
» Sinigallia - il Rev." Can . D . ETTORE FRONZI,
Rettore del Seminario, - Corrispondente .
» Taranto - il Rev.mo D . GAETANO FERRETTI, -
Decurione Corrispondente .
» Venezia - il Rev ." Mons . D . GIUSEPPE SPEL-
LANZON, Arciprete - Vice Direttore.
AVVISO AI MILANESI,
Siamo lieti di apprendere ed annunziare che il giorno
25 Maggio nella splendida Chiesa di S . Maria Segreta per
cura del Comitato e Sotto-Comitato Salesiano di quella
città si terrà la prima Conferenza annuale regolare di tutti
i Cooperatori, secondo le prescrizioni del loro Regolamento,
Alle 10 S . Messa celebrata da un Monsignore Cooperatore,
indi Discorso sii Maria Ausiliatrice e sull'Opera Salesiana
e poi Benedizione col SS . Sacramento . Così anche in Mi-
lano comincierà un po' di festa in onor di Maria Ausilia-
trice, che non può celebrarsi nel suo giorno 24 per la
coincidenza del Corpus Domini .
Alle ore 14 poi nella Sala del Comitato Diocesano, Via
S . Maurilio, si terrà un'adunanza, in cui per la prima
volta il Comitato e Sotto-Comitato si presenterà ufficialmente
a tutto il numeroso corpo dei Cooperatori, dando relazione
del suo operato sin qui specialmente per riguardo all'Istituto
Salesiano erigendo in Milano . Sarebbe assai desiderabile
che anche dalla campagna intervenissero quanti possono
dei Cooperatori all'importante convegno .
NECROLOGIE
il Card. Dusmet Arcivescovo di Catania .
Colla morte del Card . Giuseppe Benedetto
Dusmet, avvenuta la notte dal 4 al 5 aprile,
scomparve dall' Italia nostra una di quelle
mirabili figure, che passano immacolate ed
austere, ma pur tranquille, serene e sorri-
denti tra le miserie e le tempeste della vita,
benefiche, consolatrici, assorte nella visione
di un ideale di pietà , di carità , di virtù
sconfinata, che è dato solo a pochi, ai buoni
e forti, il raggiungere .
Giuseppe Benedetto Dusmet nacque in
Palermo il 15 agosto del 1818 . Giovanissimo
si ascrisse alla Congregazione Benedettina
Cassinese , ove si dedicò con grande amore
agli studii . Fatto sacerdote, ascese rapida-
mente alle più alte cariche dell'Ordine . Reg-
geva in qualità di Abate il convento di San
Benedetto in Catania, quando Pio IX, ai 22
febbraio 1867, lo preconizzava Arcivescovo
di quella città, e veniva consacrato Vescovo
il 10 marzo susseguente in Roma. Nel Con-
cistoro poi dell'11 febbraio 1889 Leone XIII
lo elevava alla sacra porpora assegnandogli
il titolo di S . Pudenziana .
Nei 27 anni del suo pastoral ministero il
Dusmet diede prove solenni di attività e di
zelo per dare impulso non solo alle opere
della sua Diocesi , ma ben anche di tutta
Sicilia . Zelante Pastore egli era sempre
pronto a correre là dove una sventura im-
plorava soccorso morale e materiale, punto
non curando i pericoli più imminenti e le
difficoltà più gravi . E quando la lava info-
cata scendeva precipitosa devastando i campi
ubertosi e ridenti, portando dovunque la di-
struzione e la morte ; o quando il fatal morbo

3.3 Page 23

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mieteva a centinaia le vite umane ; e quando
infauste meteore disseminavano la rovina
nelle borgate dell'isola, là il benefattore era
sempre sollecito ad accorrere, primo tra i
primi, e con la voce e con l' esempio spin-
geva all' opera santa della carità i pusilla-
nimi e gli ingenerosi . Novello s . Carlo Bor-
romeo si vide con gioia esporre la vita pei
suoi figli nelle coleriche invasioni del 1867
e 1887, nelle eruzioni e nei tremuoti, di cui
fu teatro Bongiardo nel 1879, Zafferana nel
1883 e Nicolosi
nel 1886, e nel
fatal disastro di
Cibali e di O-
gnina del 1884 .
Provvido del
bene del suo po-
polo, egli fon-
dava in Catania
il grandioso A-
silo di S . Aga-
ta, il Dormito-
rio di S . Giu-
seppe, la Biblio-
teca delle Car-
ceri , l' Opera
del soccorso ai
poveri infermi
a domicilio ; e
dietro suo invi-
to e col valido
suo appoggio i
Salesiani apri-
rono tre Istituti
pei giovani nel-
la Diocesi di
Catania, due
dei quali in cit-
tà , le Suore di
Maria Ausilia-
trice, altri due
Educatorii ed
un laboratorio
per giovanette,
e queste e quelli
varii Oratorii
festivi, de' quali
tre nel solo ulti-
mo anno di sua
vita. Ed egli
considerava i
Salesiani come suoi figli prediletti, e tutte le
volte che poteva recavasi tra loro a conso-
larli, ad incoraggiarli , ad aiutarli . Nè sola-
mente in Sicilia era conosciuta la sua carità,
ma ben anche molte città dell'Italia e della
lontana Spagna colpite dalla sventura eb-
bero a provarne i benefici influssi .
Ora questo zelante Pastore, questo grande
benefattore del popolo non è più : il Signore
lo chiamò al possesso del premio eterno . Sia
pace e gloria alla sua bell'Anima! Al com
pianto dei Catanesi presero gran parte i Sa--
lesiani tutti , perchè nel Cardinal Dusmet
perdettero uno dei più cari amici e benefat-
tori . Noi lo raccomandiamo caldamente alle
preghiere dei Cooperatori e delle Coopera-
trici Salesiane .
Mons . LEOPOLDO PONZONE .
Con vivo dolore annunziamo pure la morte
del Rev .mo Mons . Leopoldo Ponzone,
Direttore dei nostri Cooperatori della città e
diocesi di Savona, avvenuta il giorno 30 del
testè decorso
marzo .
Uomo di esi-
mia pietà e dot-
trina, godeva
l'ammirazione
di tutti . Desi-
deroso di far
bene alla gio-
ventù, fu uno
dei più ardenti
amici delle Ope-
re di Don Bosco
e confondatore
del fiorente Ora-
torio festivo Sa-
lesiano di Sa-
vona .
I suoi fune-
rali riuscirono
un trionfo, e le
lacrime di tanti
giovani da lui
cotanto amati
furono sparse
copiose sulla ve-
nerata sua tom-
ba. Noi, mentre
gli preghiamo
pace e gloria,
lo raccomandia-
mo per suffragi
a tutti i nostri
Cooperatori .
Nel p . p . apri-
le si celebraroro
per lui nuovi so-
lenni suffragi ,
ed il R . P . Tur-
chi della C . di
G. lesse uno
stupendo elogio, che col ritratto in fototipia
venne pubblicato ed è vendibile presso la,
Tip . Ricci di Savona al prezzo di cm . 40 .
ECO DEGLI ORATORII FESTIVI .
Novara
Rev .mo Sig . D . RUA,
Prendo occasione dalla festa di S . Giuseppe che
sicelbròonpmaeslitàquìa'Oroi
di Novara, per darle alcune brevi notizie del me-
desino . Lessi sul Bollettino un cenno dell' aper-

3.4 Page 24

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tura e nulla più ; ma ora che conta omai quattro
mesi di vita, sta bene ne conosca un po' più mi-
nutamente i suoi progressi .
Umili principii e progressi .
Aperto e inaugurato, il giorno 8 Dicembre 1893,
da Mons . Edoardo Pulciano, a cui sta tanto a
cuore e per la cui larghezza e generosità l'Orato-
rio non manca ornai più di nulla, si temeva che
Novara dovesse guardare con occhio indifferente
questa bella e utilissima istituzione ; ma furono
presto dissipati questi timori . Intesa ben tosto
dai buoni l'azione benefica che avrebbe prodotto
l' Oratorio sui ragazzi, che pur troppo, causa l'edu-
cazione laica che s' imparte oggi giorno nelle
scuole, dove mai non si parla nè di Dio, nè di
religione, crescono senza principii e senza fede ;
furono solleciti fin dal principio nel mandare i
loro figli, e così già dalle prime feste se ne aveva
un buon numero . L'Oratorio, quando fu aperto,
non aveva nulla di pronto per poter intrattenere
i ragazzi, pure vi stavano già volentieri . La Chiesa
che allora era come una grande sala, dove si ra-
dunavano i ragazzi a dire le orazioni, e dove nulla
si vedeva di sacro, non altare, non imagini, fu ben
presto provveduta di tutto, e si incominciò dopo
due Domeniche a celebrarvi la s . Messa e le altre
sacre funzioni ; nello stesso tempo si pensò a
provvedere i giuochi per la ricreazione, e ora,
oltre a quello del pallone e delle palle, vi sono
due passi da gigante, varie altalene e una bella
giostra . V' è poi il teatro bello e grande che
piace tanto ai ragazzi . Può immaginarsi come an-
dasse crescendo la famiglia dell' Oratorio, quando
si vide preparata tanta copia di divertimenti, e
tanta facilità di trastullarsi ; l' ampio cortile nel
tempo della ricreazione è come un formicaio!
Un moto continuo, incessante ! Son quattrocento
e più i ragazzi che frequentano l'Oratorio : essi,
quasi conscii del bisogno che hanno di essere
istruiti in fatto di religione, con ansia aspettano
la Domenica per accorrervi ad udire dalla bocca
del Direttore la parola divina spezzata a seconda
della capacità loro, e ad imparare a pregare e lo-
dare il loro Creatore .
I primi frutti di quest'albero benefico, che bene-
detto dal cielo, e coltivato con tanta cura e amore
dalla mano esperta dello zelante D . Ferrando,
cresce rigoglioso di giorno in giorno, irrobusten-
dosi per far fronte, ove sia d' uopo, agli ingiusti
attacchi dei maligni, si colsero la festa di S . Giu-
seppe, di cui intendo parlarle .
La festa di S . Giuseppe .
È la prima festa che solennizzò l' Oratorio di
Novara e ciò fece coll'intervento anche della So-
cietà Operaia Cattolica di Mutuo Soccorso, poichè
tutto e due le istituzioni hanno per protettore San
Giuseppe .
Fin dal primo sorgere dell' aurora di quel fausto
giorno, i ragazzi vestiti a festa accorrevano nu-
merosi, e vi venivano con una compostezza a loro
inusitata ; si era perchè dovevano, fra qualche
ora, accostarsi alla sacra mensa a ricevere la Co-
munione dalle mani del Vescovo, che fa quegli
che diè il maggior lustro alla festa . Non era solo
in questo giorno ch'Egli interveniva ; già nelle
due serate precedenti la festa il buon Pastore era
venuto all' Oratorio e ivi fino a tarda ora atten-
deva a confessare ragazzi . Quanto era bello ve-
dere questo amatissimo Vescovo, che, seguendo
le traccie del buon Gesù, si faceva piccolo coi
piccoli, e non isdegnando d'abbassarsi fino ai più
meschini ad ascoltar le loro miserie, rinnovava
le scene patetiche del Nazareno quando diceva :
Sinite parvulos venire ad me ; lasciate che a me
vengano i piccoli! E Dio benedisse le fatiche del-
l'umile suo servo ; perchè fu evidentemente con-
solato, quando, durante la sua Messa, ebbe a di-
stribuire ben più di 350 comunioni, a uomini ed a
ragazzi , gran parte dei quali erano stati istruiti
a ammaestrati all'Oratorio nelle lezioni serali di
Catechismo, che impartiva loro con tanto amore
D . Ferrando . Alla fine della Messa Monsignore ri-
volse ai comunicati un fervorino, parlando con
quella dolcezza che gli è propria, e con una fami-
gliarità e semplicità che accaparra l'animo e per-
suade . Terminata la sacra cerimonia, ai fanciulli
ammessi alla 1a Comunione si diede la tradizio-
nale colazione, e quanto tripudio ne menassero,
per esser la prima volta, non può immaginarsi .
Alle 10 vi fu Messa in canto, e poiché l' Ora-
torio non è ancor provvisto di cantori, non essen-
dosi potuto fino adesso far apprendere un po' di
musica, fu eseguita dalla Società Corale di questa
città con accompagnamento d'orchestra .
Nel pomeriggio a rendere più gaia la festa e a
dar più brio alla famiglia dell' Oratorio, già vi-
vace per sè, veniva la banda di Lumellogno, di-
retta dal bravo Piazzalunga ; più tardi giunse
M ons . Vescovo che fu ricevuto a suon di musica ;
era felice nel veder tanta gioia cristiana e sin-
cera, e nel veder tanto onorato l'inclito Sposo di
Maria .
Si diè quindi principio ai Vespri, eseguiti come
al mattino, dalla Società Corale ; terminati i
quali, Monsignore parlò all'affollato uditorio, tes-
sendo in modo semplice e famigliare, ma efficace,
le lodi del Santo, rivolgendosi in ispecie ai fan-
ciulli . Impartì quindi la S . Benedizione, e chiuso
la festa ; e noi ringraziamo dal profondo del cuore
il santo Pastore, per aver voluto così benigna-
mente partecipare e illustrare la cara festicciuola,
e gli preghiamo dal buon Dio le più elette be-
nedizioni .
La banda però si fermò ancora per qualche
tempo a rallegrarci colle suo dolci armonie, che
lasciarono in tutti una graditissima impressione .
Così finiva la festa ; ma ad essa mancava qual-
che cosa, voglio dire il teatrino : ma se non si
fece, fu solo perché era il Lunedì Santo, e non
parve cosa conveniente dare un simile diverti-
mento in quel giorno ; però ciò che non si fece
allora, fu fatto il Lunedì susseguente, cioè la se-
conda festa di Pasqua, e si fece appunto come
complemento alla festa di S . Giuseppe . Si rappre-
sentò il Se jano, dramma in cinque atti del Sacer-
dote Lemoyne, da giovani che frequentano l' Ora-
torio, i quali seppero soddisfare appieno i numerosi
invitati . Si permise in quella sera l' intervento
delle signore allo scopo di far loro apprezzare
l'azione dell' Oratorio, affinché la promovessero
e la soccorressero, e vedessero come nulla si tra-
lasci di quello che può contribuire all' educazione
intellettuale e morale della gioventù . La Società
Operaia Cattolica di M . S . poi come si unì all' Ora-
torio nel festeggiare il Santo Patrono, così volle
unirsi in questa circostanza, e alcuni dei soci rap-
presentarono una farsa, ben riuscita, che pose fino
al divertimento .
Eccole, Rev. mo Sig. Don Rua, malamente esposto
quanto fece in questo breve periodo di vita l'Ora-
torio di Novara, per molti ragazzi àncora di sal-
vezza, che li trasse già dalla via del male e li in-

3.5 Page 25

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cammina pei retti sentieri della verità e del
bene. Molta messe v'ha certamente da racco-
gliere , e lo zelo e lo spirito di D . Bosco, che
anima il nostro D . Ferrando, avrà bisogno di
soccorso, per quanto indefesso sia .
Con sentimenti della più profonda venerazione
Le bacio la mano e mi creda
Della S . V . Rev .ma
Novara, 28 Marzo 1894 .
Devot.mo e Umil .mo Servo
FRANCESCO TOPPI.
Coop . Salesiano .
S . Giovanni La Punta (Sicilia)
Per aderire ai desiderii del compianto Card .
Dusmet, Arcivescovo di Catania, che tanto amore
portava ai Salesiani di Sicilia, ed alle insistenze
del Rev . P . Raddusa, Vicario di S Giovanni La
Punta presso Catania, quei nostri fratelli la Do-
menica di Passione, 11 marzo, aprivano in quella
cittadina un Oratorio festivo, e per la prima volta
vi radunarono un duecento giovanetti .
Colà ora si reca ogni festa un Sacerdote con
alcuni Chierici dalla vicina Casa Salesiana di S .
Gregorio, i quali s'intrattengono tutta la giornata
con quei fanciulli, divertendoli ed istruendoli,
insegnando loro come si debba santificare il giorno
festivo e come si possa servire Iddio stando allegri .
Quella prima Domenica vi andò pure il Diret-
tore della Casa di S . Gregorio, D . Francesco Pic-
colo,sìper ender piùsplendial'inaugrazione,
come anche per presentare a quei giovanetti il
novello Direttore D . Salvatore Camuto . Radunati
tutti quei ragazzi in chiesa, dove già vi era una
immensa moltitudine di genitori, D . Piccollo
spiegò a tutti lo scopo e l'utilità degli Oratorii
festivi , animò i giovanetti a volervi intervenire
sempre e di buon animo ed esortò i parenti a
volerveli mandare, sicuri che ne ricaveranno un
gran vantaggio per le loro famiglie . Si chiuse la
bella festicciuola colla benedizione del Sacramento .
Torino .
Il giorno del Patrocinio di S . Giuseppe, 15
Aprile, all'Oratorio festivo di S . Agostino al Mar-
tinetto (Torino) vi fu l' annuale distribuzione dei
premii ai giovanetti più buoni ed assidui . Nulla
mancò all' intrattenimento per fare una bella ac-
cademiola . Un discorso d'introduzione molto op-
portuno e fatto proprio a modo, varii componimenti
in poesia ed in prosa tutti esprimenti riconoscenza,
la musica, il canto e l'assistenza di S . E . Rev .ma
Monsignor Richelmy, Vescovo d' Ivrea, con ai lati
il R .mo Can .° Giuseppe Casalegno ed il Prof . Don
Francesco Cerruti, la mamma di Monsignor Donna
Realis ved . Richelmy, la Signora Bernardina Ma-
gliano, grande benefattrice di questo e di altri
Oratorii festivi di Torino, ed altri ragguardevoli
Signori e Signore, tutto contribuì a rendere più
solenne la festa e maggiore la gioia che brillava
sul volto di quei giovanetti . Al fine prese la pa-
rola Monsignore, e si congratulò dapprima con
tutti i premiati e specialmente con quelli che per
la terza volta (sono appunto tre anni che esiste
quell'Oratorio) vi ricevevano il ben meritato pre-
mio, essendosi mostrati veri eroi del dovere e della co-
stanza, poi animò tutti a volersi mostrare prati-
camente riconoscenti al loro Direttore, D . Dionigi
Gribaudi, ai loro Catechisti ed ai loro Benefattori,
frequentando sempre con assiduità e buona con-
dotta l'Oratorio festivo .
Giaveno .
Il primo anniversario dell'apertura dell' Orato-
rio festivo per le figlie di Giaveno fu celebrato
con molta solennità . Vi si recò da Torino il no-
stro missionario D . Spirito Scavini, da pochi mes-
venuto dall' America e dove farà ritorno verso la
fine di maggio, ed ebbe la consolazione di vedere
il bel numero di duecento giovanette, piccole e
grandi, accostarsi a ricevere la S . Comunione .
Quelle buone figlie, dopo la S . Messa, si ebbero
la gradita sorpresa di trovarsi preparata una buona
colazione . Era l' ottima Signora Giacone che vi
aveva pensato : in quel giorno faceva la prima
Comunione una sua nipotina : al gaudio della fa-
miglia naturale voleva che prendesse parte an-
che la famiglia di adozione . E quanto sia piaciuto
quest' atto suo generoso ben lo potè vedere essa
stessa, che passò tutto il giorno all'Oratorio colle
Suore di Maria Ausiliatrice . Iddio la rimeriti della
sua carità, e faccia sorgere dovunque delle brave
imitatrici a favore di quanti Oratorii festivi
esistono .
VARIETA'
Ad onore di San Tommaso d'Aquino
(Dal Corriere Nazionale di Torino) .
Il giovedì 12 aprile nel Seminario Valsalice per
le Missioni estere si celebrò la festa di S . Tom-
maso d'Aquino . A coronar la quale verso le 15,30
si tenne dagli alunni di quel grande Istituto una
Accademia Filosofico-Letteraria, rallegrata ad in-
tervalli da musica istrumentale e vocale . Il ca-
pace Oratorio fu convertito in sala elegante con
arazzi e fiori vistosissimi ; e bella figura dava il
padiglione, che, a maniera di ampio conopèo, ve-
lando l'altare maggiore, andava dispiegandosi a
manca e a destra al disopra dei più distinti in-
vitati . Accorsero dalla città per onorare di loro
presenza la Accademia Monsignore Arcivescovo
di Torino, il Rev .do sacerdote Michele Rua, suc-
cessore degno di Don Bosco, il prof . sac . Fran-
cesia, il canonico teologo collegiato Berta, il
dottor sac. Cerruti, direttore delle scuole Sale-
siane, il canonico prof. Anfossi ; e sì del Clero ,
come del laicato persone molte e di molto merito .
Salutato dagli alunni Monsignor dei Conti Ric-
cardi al suo entrare, il prof. di Scienze Fisiche o
Naturali sac . Natale Noguier lesse una sottile e,
cosa rara, chiarissima dissertazione sopra la ri-
surrezione dei corpi colla scorta di S . Tommaso,
la cui dottrina mostrò rispondere perfettamente
ai progredimenti della scienza risguardante la na-
tura, composizione e scomposizione dei corpi . Il
veramente dotto professore ad evidenza spiegò

3.6 Page 26

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come il Creatore, lasciando pure operare le leggi
date alle cose create, verrà nel gran giorno, e
allora, come al Foscolo ricordava il Pindemonte,
allora
« Quegli atomi, onde Elisa era composta,
Riuniransi e torneranno Elisa
Chi seppe tesser pria dell'uom la tela
Ritesserla saprà . »
Dopo il Noguier si declamarono parecchie poesie
di vario metro in encomio del Santo Protettore
del Collegio ; poesie, le quali non erano linee ri-
mate, ma versi di buon conio . In udirli uno dei
più riputati medici di nostra città, lieto mi ri-
peteva : « Davvero, qui v'ha potenti ingegni, che
si sviluppano e promettono . » - « Sì, io rispon-
devagli : sarà questa una ubertosa messe pel
tempo del ricolto . »
San Tommaso si esaltò, si pregò di cuore da
quei valenti chierici in greco , latino, francese,
tedesco, ungherese, portoghese, spagnuolo, in-
glese, polacco, boemo, russo : sicuro, anche in
russo, e da tutti i più idonei studenti, ciasche-
duno nella propria lingua meglio ad essi fami-
gliare . Ah quei Polacchi ! quanto m'appassiona-
rono! Anche ora, che ne parlo, mi sento gli occhi
imbambolati . . . Iddio , intercedente S . Tommaso,
scenderà a sollevare la loro patria, sitibonda di
verità e di vita .
Il trattenimento di carattere serio si ebbe
eziandio, come oggi si suole dire , la sua nota
amena . Il Dottor Francesia, cavatosi di tasca non
so che fogliettuzzi ripiegati e sgualciti, e assicu-
ratosi gli occhiali sul naso, mise fuori certe rime
fluide, spontanee, che si potevano credere im-
provvisate, ma erano di vena. Il Francesia ma-
neggia il dialetto di Gianduia da disgradarne
l'Isler, il Calvi e lo stesso Brofferio . Esso ricordò
l'Aquinate, che per la gentilezza dei tempi nostri,
cacciato dal secolo ignorante, si dovette inchio-
strare, ed accettare l'asilo dei seminari . Ma in
Valsalice non è venuto da ieri ; in Valsalice ab
antiquo pose stanza ; ed ora ivi la fa da signore .
Gli applausi coprirono la voce del poeta ; ed io
qui pongo la mia giunta alla derrata . Alla poesia
giocosa tenne dietro una molto giocosissima prosa
intitolata : Don Chisciotte della Mancia e i Don
C hisciotti della Filosofia . Mi rincresce di non co-
noscere il felice prosatore, nè pur di nome ; ma
posso assicurare che i Don Chisciotti del giorno
furono in questo umoristico componimento cuci-
nati con pepe e sale per benino ; e che chi lo
fece sa adoperare classicamente, con debita pru-
denza, s'intende, l'Italum acetum, di cui ragiona
in qualche luogo Orazio .
Non defrauderò delle giuste lodi i musici . Ese-
guito bene l'Ave Verum di Gounod ; graziosa la
mazurka Leroux ; e, per tacere d'altro, cara sopra-
modo la sinfonia della Giovanna d'Arco di Verdi,
il quale (sia detto in confidenza) credo che non
abbia aggiunto alcuna nuova foglia a' suoi meri-
tati allori colla ultima senile opera del Falstaf.
Monsignor Arcivescovo in fine ringraziò dell'o-
nesto e lieto accoglimento avuto da tutti e specie
da quei buoni seminaristi ; pigliata quindi occa-
sione dal discorso proemiale del chiarissimo No-
guier sullodato, accertò la udienza, che, se è vero
che le particole dei nostri corpi in morte non
vanno disperse e annientate, verissimo è pure che
una buona metà degli atomi, onde risultava Don
Bosco, già si trova condensata e nel sacerdote
Don Rua, il quale di lui continua l'opera mira-
colosa, e nei Salesiani, onore della religione, de-
coro della_patria .
V. L.
Le primizie dell'America del . Sud .
Nelle ore antimeridiane del giorno 5 aprile u .
s . nella chiesa di Maria Ausiliatrice in Torino
ebbe luogo una bella ed importante funzione, della
quale vogliamo qui brevemente parlare . Quattro
giovanotti Americani, due del Brasile e due dell'U-
ruguay, ricevevano solennemente per le mani di D .
Rua ed indossavano l'abito chiericale alla presenza
del numeroso gruppo di studenti dell'Oratorio .
Sono dessi fiori scelti tra l'immenso numero di
giovani educati dai Salesiani nell'America, e di
là partiti per recarsi a Roma a compiere i loro
studii alla Università Gregoriana, ottemperando
così ai desiderii del S. Padre Leone XIII, il grande
promotore degli studii filosofici e teologici .
Don Rua, nel commovente discorso che pronun-
ciò in sì fausta circostanza, ricordò una funzione
analoga celebrata da Don Bosco di v . m . allo
stesso altare di Maria Ausiliatrice e poche setti-
mane prima della preziosa di lui morte (1) . Allora
erano anche quattro giovani stranieri che riceve-
vano l'abito ecclesiastico : due polacchi, un inglese
ed un francese . Ora sono anche forestieri, ma pro-
venienti ancor più da lontano . Quindi, soggiun-
geva Don Rua, possiamo qui ricordare le profetiche
parole : Filii tui de longe venient (2) : I tuoi figli
verranno da lungi .
Oh! quanti fatti sorprendenti e consolanti sì
vanno ogni giorno compiendo presso quest'altare
innalzato da D . Bosco alla gran Madre di Dio!
Sono centinaia di Missionari che di qua partono
per andare ad evangelizzare popoli lontani, sono
migliaia d'anime che, fatte partecipi dei benefici
frutti della redenzione, qua si rivolgono altri in
ispirito ed altri di persona per ringraziare l'Ausi-
liatrice dei Cristiani d'aver inspirato a Don Bosco
un' opera così provvidenziale . Ne sia sempre lo-
dato il buon Dio !
Una preziosa confessione .
Il celebre Lombroso, professore di antropologia
criminale all'Università di Torino, pochi mesi fa
usciva in una confessione assai preziosa . Diceva
che le leggi del Governo valgono a nulla, perchè
fatta la legge, trovato l'inganno, e che quindi bi-
sogna prevenire e non reprimere, e tra i mezzi di
prevenire l'immoralità e la corruzione suggeriva
nientemeno che gli ORATORII FESTIVI CATTOLICI.
(1) V . Bollettino di Gennaio del 1888 .
(2) Isaia LX, 4.

3.7 Page 27

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E soggiungea : « Quantunque io per principio sia
ben alieno dall'inchinarmi alla sottana del prete,
tuttavia è innegabile che per allevare una gio-
ventù onesta e temperante non v'ha di meglio
che, tenerla raccolta nei giorni festivi in onesti
passatempi ed in morali istruzioni, come appunto
si pratica negli Oratorii Cattolici » .
Frutti laici .
Di questi mesi scorsi i tribunali francesi hanno
mandato al patibolo due giovanetti, l'uno di
18 e l'altro di 17 anni .
Un tempo i rei di tenera età erano solo con-
dannati all'ergastolo, ma lo spaventoso aumento
di delitti atroci nella gioventù, frutto dell'edu-
cazione laica, ha costretto la giustizia a farsi
severa.
Il primo di que' giovinetti, Marcello Saburin,
fu decapitato a Niort, il 16 febbraio . Aveva uc-
ciso la sorella per rubarle i suoi risparmii . Di
questo infelice ecco quanto scrivono :
«Marcello era figliuolo di iniqui genitori . Non
vide ne' primi suoi anni che tristi esempi . Educato
laicamente, non aveva fatta la prima comunione .
Chiuso in carcere, il cappellano de' prigionieri fece
discendere in quell'anima selvaggia i primi raggi
della fede, e gli regalò un crocifisso . Bastò questo
per mutare di un tratto quel lupo in agnello . Fece
la prima comunione con grande fervore . Il cro-
cifisso era la sua consolazione . Prima di morire
si accostò ai Santi Sacramenti, e si offerse sereno
alla morte , dopo di aver abbracciato il crocifisso
ed il sacerdote dicendo : - Vo' a far colazione
cogli angioli . »
Da questi dati è facile argomentare che Mar-
cello, educato cristianamente, sarebbe riuscito un
ottimo cittadino . Educato laicamente, divenne un
mostro .
L'altro giovanetto non aveva che 17 anni quando
si rese reo di omicidio, e fu giustiziato sono pochi
giorni . Il suo avvocato così spiegò ai giudici l'o-
rigine della perversità di quell'adolescente :
« La società, disse egli, ha forse fatto ciò che
doveva verso del mio cliente? Togliendo Dio dalla
scuola non ha essa spazzato il fondamento della
moralità? Egli è ben vero che da alcuni anni i
delitti nella gioventù si moltiplicano spaventosa-
mente, ma ciò si deve imputare agli esempi che
di continuo riceve . Se questo ragazzo avesse ri-
cevuta l'istruzione religiosa, che anni sono si im-
partiva, il delitto che ora vi commuove non sa-
rebbe stato commesso . »
I giurati inesorabili emisero il verdetto di
condanna, ma quella condanna colpisce assai più
la scuola senza Dio, che non il giovane omicida .
Costui colpì ; ma la scuola senza Dio gli ha po-
sto in mano il pugnale con cui ha colpito .
(Dall'Eco d'Italia) .
Ai divoti del S . Rosario .
Crediamo far cosa utile e gradita a tutti i di-
voti del S . Rosario, facendo loro conoscere come
dalla Segreteria della Congregazione delle Indul-
genza e Reliquie fu pubblicata fin dal 13 novem-
bre 1893 la seguente dichiarazione : che, cioè,
quando più persone recitano insieme il Rosario,
per lucrare le Indulgenze basta che uno della co-
mitiva tenga in mano la corona benedetta, e che
quanto alle occupazioni esterne vietate durante
la recita s'intendono solo quelle che impediscono
l'interna attenzione della mente .
Cooperatori defunti nel Marzo e Aprile dei 1894 .
1. Alibrandi prof. Ilario - Roma.
2, Allione D. Giuseppe - Moschieres
(Cuneo)
3. Amprimo ved. . Maria - Torino.
4. Antognoli Giovanni fu Pellegro
- Groppo (Genova) .
5. Arcozzi D . Graziadio - Verona .
6. Argentoro D . Francesco - Croce
Mosso (Novara) .
7. Armanini D . Giovanni - Civine
(Brescia) .
8 . Auscello Can . Bernardo - Palermo.
9. Baccin Don Pietro - Bassano (Vi-
cenza) .
10 . Bandi Orsolina - Padova.
11 . Barbaro-Ferrari Contessa Alessan-
drina - Verona .
12. Barone D . Francesco Canonico -
Palermo.
13 . Bassi Don Giovanni Teologo -
Cuorgnè (Torino) .
14 . Bavatolla Sebastiano - Ramo di
palo (Rovigo) .
15 . Bedeschi Alessandro - Roma .
16 . Berardi Don Giovanni - Frazzo
(. Cuneo)
17 . Beretta D . Giovanni - Meda (Mi-
lano) .
18 . Bergamino D, G . Battista - Val-
lecalda (Genova).
19 . Bettoia Giuseppe-Caluso(Torino) .
20 . Bianco Luigia vedova Lascaris -
Pevoragno (Cuneo) .
21 . Biffignandi Rosa - Acqui (Ales-
sandria) .
22 . Blengio Francesca - Torino.
23 . Blundo M. ons Ruggiero - Coffahl
(Palermo) .
24. Bochicchio Emmanuole fu Fran-
cesco - Forenza (Potenza) .
25. Bortosuzzi D . Giusoppe - Venezia .
26 . Boschetti Contessa Ginevra della
Torre - Ravenna.
27. Brade D. Francesco parr . - Cuat-
tordio (Alessandria) .
28. Brady W . Mazieres Cam . Segr. di
Cappa e Spada di S . S . -Roma .
29 . Bruno di S . Giorgio Conto Pietro
Roma .
30 . Cali D . Filippo - Modo (Pavia).
31 Campi Don Angelo - Barlassina
(Milano) .
32 . Canattieri D . Domenico - Lupaz-
zano (Modena) .
33 . Capodagli D . Francesco - Monto-
gridolfo (Forlì) .
34 . Caporalini D . Clemente Canonic
- Osimo (Ancona) .
35 . Capeto Don Vincenzo - Barletta
(Bari) .
36 . Carbone D . Antonio - Roma.
37 . Carignano D. Giuseppe - Torino.
38 . Carinelli Cav . Cesare - S . Seve-
rino Marche (Macerata) .
39. Carsana D . Angolo V . Parroco -
Brembato Sup. (Bergamo) .
40 . Casali Don Lorenzo - Montaldo
(Macerata) .
41 . Cassini Maria fu Giuseppe - Va-
rengo (Alessandria) .
42 . Castellani Giovanni - Valgatara
(Verona) .
43 . Cavalcante D . Salvatore beneficiato
- Palermo.
44 . Cavarretti Don Giambattista Can .
- Palermo .
45 . Cazalini D . Lorenzo - Finalborgo
(Genova) .
46 . Ceoloni Don Gaetano - Noventa
Vicentina ( Vicenza) .
47 . Ceriani Carolina - Solbiate Olona
(Milano) .
48 . Cigna Giuseppa Maestra
To
lino .

3.8 Page 28

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49 . Cima Don Pietro - Mentebelluna
(Treviso) .
50 . Citteria D . Gaetano - Tronzano
(Como) .
51. Citterio D . Francesco - Dubino
( Sondrio) .
52 . Clurieia Don Alessandro - Pasto-
ra. (Palermo) .
53 . Colognesi D . Ernesto - Roma .
54 . Colornbo Margherita vcd . dearpini
Lovere (Bergmno).
55 . Conforti Don Saverio - Calo anice
(Salerno) .
56 Conti D . Salvatore Beneficiato -
Palermo .
57. Contini D . Giovanni - Massania
(Cagliari) .
58. Conzatti Don Gaetano - Venezze
(Rovigo) .
59. Corteìezzi Ippolita- Solbiate O-
lona ( i~ilanoi .
60 . Cortese Francesca - Vercelli (No-
vara) .
61 . Cricchio Don Giovanni Beneficiato
- Palermo .
62 . Crosa 13attistina ved . Trossarello
- S . Pier d'Arena (Genova) .
63 . D'Amico D . Pasquale Canonico -
Reggio Calabria .
64. Damora Felicia - Castellamaro di
Stabia (Napoli) .
65. Bassano D . Giuseppe - Cambiano
(Torino) .
66. Della Casa D. Costantino - Basi-
licanova (Parma) .
67 . Dolprete D . Antonio Vie . Foraneo
- Olovaro (Salerno) .
68 . Destefanis D . Paolo - Moncaliori
(Tori-no),
69 . Fagolari Don Riccardo —Sacco
(Istria) .
70 . Faiola D . Domenico Can . Teologo
- Terracina (Roma) .
71 . Fantoni Don Giuseppe - Gemono
(Udine) .
72. Ferrari Dott . Tito Cesare - Ce-
stelciscovo Magg. (Genova).
73 . Ferrari D . Enrico - Castelciscovo
Malli . (Genova).
74. Flora I' . Giuseppe. - Runa .
75- Fori D . Domenico parroco - San
Stefano di Volp . (. Verona)
76. Francesconi Giovanni - Pian Ca-
muno (Brescia).
77. Frizzo Don Giovanni - Salgaroda
(Treviso) .
78 . Frosolini Cattorina nei Carletti -
S . Angelo in Colle (Siena) .
79 . Fantoni di Vigliano Cont . Polissena
- Mondovì Piano (Cuneo) .
80 . Gabarini Sorelle - Parma .
81. Gainotti Priauro - Parma .
82 . Garbasse Gio . Battista. - Torino .
83 . Girelli Don Francesco - Podio
(cuneo) .
84. Ghiere Lucia - Torino.
85. Giaaosa Don Teobalde - Val di
Villa (Cuneo) .
86. Gibellini Don Giacinto parroco -
Spezzano (Modena) .
87 . Gili Michele -- moncalieri (Torino) .
88. Giorgi Pietro - Montelevecohie
(. Pesaro)
89 . Guidetti D . Luigi provosto - Viano
(Reggio Emilia) .
90 . Guidobone Don Carlo - Viguzzolo
(Alessandria) .
91 . lacacci Anna - Cuneo .
92 . lanetti Antonio fu Cesare - Cam-
pelmouti (Abvara)
93 . lutrozzi D . Giumbatttsta parroco
- Calorago (Corno).
94 . Invernizzi Natalo Barzio ((orno) .
95. Iogna Lorenzo - S . Daniele (U-
dine)
96 . Lamedica Canonico - Vizzini (Ca-
tania) .
97. Laurenzi Carlo Cardinale - Roma.
98 . l .erda 1) . Giacomo - Cuneo .
99 . Limida Don Giuseppe, - Graglio
(Uomo) .
300 . Lochis D . Pietro - Binago(Como) .
101. Longouo Geometra Francesco -
Oropa (Novara) .
102 . Lovatelli Cont . Ilaria in Lega -
Brisiglrella (Ravenna) .
103 . Lucearini Don Giuseppe - Canale
Mouterano (Remai .
104. Lucheschi Nob . Cav . Dott . Dome-
nico - Collo Umberto (Treviso) .
105 . Luuazzi D . Giovanni - Ovaro (U-
dine) .
106 . Luzzi Carlotta vedova Ferrario -
liosaseo (Pavia) .
107 . Matgia Angola - Sordevolo (No-
vara) .
108 . Magliarri D . Raffaello Canonico -
Clnauoiano (Siena) .
109 . Magliola Amalia - Chiavazza (No-
vara) .
110. Magno Mens . Delfino - Cuneo.
111. Alamos Giovanni fa Bartolo -
Dereolo (Tirolo) .
112. Marasca Don Alessandro - Lobia
(Vicenza) .
113. Marchesi Don Giuseppe - Tollo
(Rovigo) .
114 . Marchi Teresa - Padova.
115. Marchisio D . Giuseppe - Monca-
lieri (Torino) .
116 . Marcolfo Gio . Battista - Audalo
(Sondrio) .
117 . Marinelli Mons. Francesco Vescovo
- Roma .
118 . Martiri y Biones P . Antonio -
Roma .
119 . Masaerdotti Don Giuseppe parroco
- Borgo Pile (Brescia) .
120 . Mastellare Valeriano - Padova.
121 . Mauro P . Nicolò - Roma.
122 . Menegazzi nata Coibaschiui An-
tonia - Bassano (Vicenza) .
123 . Meneghini Giuseppe - Zimella (Ve-
rona).
124 . Mercurelli D . Francesco - Roma .
125 . Metlicovitz Rosa - Trieste .
126 . Mina Don Sebastiano - Saluzzo
(cuneo) .
127 . Molinari D . Giovanni prevosto -
Acquotico (P. S . Maurizioo .
128. Mo lari-Maotellaro Eulalia - Pa-
dova .
129 . Mondini Don Giov . Batt . parroco
- Corteno (Brescia) .
130, Morando Giovanni - Acqui (Alea-
sandria) .
131 . Morelli Don Luigi - Esanatoglia
.)
Macert
132 . Morello Carlo - Torino .
133 . Marionito Don Domenico - Gru-
gliaseo (Torino) .
134 . Mozzaoica D . Pietro, parroco -
Guanzate (roano) .
135 . Musoni Vincenzo - Olmeneta (Cre-
mona)-
136 . Musso Cav . Dottor Alessandro -
Torino .
137 . Nani i Dott . Romano - Pianoro
(Bologna) .
138 . Navaretto Maria vedova Varra -
Quintinelio (Torino) .
139 . Negro D . G . P . - Calizzano (Ge-
nova) .
140 . Niggi Cattorina in Giordano - O-
noglia (Genova). -
141 . Olivero D Bartolomeo-Bocchetta
Cairo (Genova) .
142 . Palissoro Maria - Torino .
143 Papini Don Ferdinando - Dudda
(Firenze) .
144 . Pasere Pietro Notaio - Scarna-
figi
(Cuneo).
145 . Peyro Domenico - Roatto (Ales-
sand ria) .
146 . Pellegrini Don Ernesto parroco -
Albiolo (Corno) .
147 . Piacentini D . Valentino - Anguil-
lara (Roma) .
-
148 . Piano Lucia - Cuneo .
149 . Picco D . Felice - Trino (Novara) .
150 . Pietranera D . Ilario - Provazzano
(Parma).
151. fini Abbe - lllarseille (Frante) .
152. Pini D . Giovanni parroco - Gab-
biano (Pistoia).
153 . Pistolini Avv. Francesco - Roma.
154 . Quagliati D . Michele - Venezia .
155 . Rabaini D . Pietro - Fara (Novara).
156 . Ramello Giuseppe-Cardé (Cuneo) .
157 . Retta Marchesa Eleonora - Bo-
logna.
158 . Ratti D Bernardino - S . Pietro
Martire ( Mi lano) .
159 . Redaelli Don Agostino - Bovieio
(Milano) .
160 . Retti Cattorina - Todi (Perugia) .
161 . Ricci Parraciaui Cardinale Fran-
cesco - Roma .
162 . Rigato D . Gio . Batt. - Grisignano
di Zecca (Vicenza) .
163. Riparnonti D . Carlo - Magnaglio
(Como) .
164 . Ropolo Don Michele prevosto -
Pessinetto Mezzenile (Torino) .
165 . Rossi Angela - Maniage (Udine) .
166 . Sala Miro - Brivio (Corno) .
167 . Sartori Savina - Fiasco (Svizzera) .
168. Sealzotto Costantini Domenica -
Sossano (Vicenza) .
169. Scimcca D . Giuseppe Canonico -
Cimimia (Palermo) .
170 . Segafreddo Don Antonio - Bosb
(Vicenza) .
171. Serina D . Giuseppe benoficiato -
Palcrino .
172 . Sighicelli - Sparano (Modena) .
173 . Silvani Don Vittore - Vigolone
(Parma) .
174. Stacciono Margherita nata Tassa-
rotti - Cavour (Torino).
175 . Stardero Carola - Vinovo (Torino).
176 . Suardi D . Domenico parroco - Bru-
nate (Como) .
177 . Taddei Canonico Mous . - Roma.
178 . Tamaglia D . Alessandro prevosto
- Casanova (Piacenza) .
179 . Taricchi D . Giovanni - Cherasoo
(Cuneo) .
180 . Tenta Antonio - Carlazzo Valsolda
(Como) .
181 . Tettamanzi D . Giov. Battista . -
S . Dalmazia (Milano) .
182 . Tolonrei ved. Pellegrini Giuseppina
- Farli .
183 . Tonarelli Teresa - Castelnuovo
di Magra (Genova) .
184 . Trincetti Teresa - Vigevano (Pa-
via).
185 . Ubertis Teresina - Frassinetto
Po (Alessandria) .
186 . Vacca D . Giuseppe Vicario - Tre-
ìso (Cuneo) .
187 . Valenari Rosa - Caldierino (Ve-
r. ona)
188. Vallia D . Luigi - Vioolungo (No-
vara) .
189 . Verona Avv . Ernesto - Roma.
190 Zanano Andrea-Loazzolo(Novara) .
191 . Zandalizini D . Pietro prevosto -
S . Pietro Casasco (Pavia) .
192 . Zerneri Giacomo - Sabbio Chiese
(Brescia) .
193 . Zignani Don Pietro prevosto Via
Por. - Villavesco (Milano) .
194. Zoni Maria - Garda (Verona) .