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ANNO XVII - N . 4,
Esce una volta al mese .
APRILE 1893
SALESIANO BOLLETTINO
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
Sommario .
Avvisi importanti .
Mores . Luigi Lasagna, nuovo Vescovo Salesiano .
Le feste salesiane di Roma in omaggio al Papa .
Il mese di Maria Ausiliatrice si avvicina.
Grazie di Maria Ausiliatrice .
Notizie dei nostri Missionari : - La spedizione del 6
Dicembre u . s . - Gli ultimi momenti di D . Savio . -
Altri cinque mesi di missione nelle Cordigliere Chilene .
Notizie varie : - In S. Siro di Genova .
Cooperatori defunti .
AVVISI IMPORTANTI
1 .° I Reverendi Parroci che ricevono due copie
del nostro Periodico, uno con l' indirizzo
litografato, l' altro con indirizzo stampato,
abbiano la bontà, per risparmiarci lavoro e
spese, di rimandarci subito quello ch eporta
l'indirizzo litografato scrivendovi sopra : du-
plicato ;
2 ° Per lo stesso motivo chiunque ne ricevesse
copie oltre il bisogno abbia la bontà di ri-
mandarcele segnandovi sopra : superfluo .
3.° Quanti poi hanno occasione di mandarci liste
di nuovi Cooperatori, sappiano indicarci bene
a quali di questì basta che mandiamo il
Diploma di accettazione e quali col Diploma
desiderano di ricevere anche il Bollettino . Ai
membri d' una stessa famiglia, per es . può
generalmente bastare una sola copia .
4 . ° Quelli che in una medesima lettera vogliono
includere commissioni per i diversi Uffici di
questa Casa, Libreria, Tipografia, Magazzino
Som ministranze, Bollettino ecc, che sono
tutte aziende che occupano locali diversi,
abbiano la bontà di scrivere su fogli separati
quello che riguarda ciascuno di detti Ufficii;
e sopra ogni foglio si noti l' ufficio cui è de-
stinato, la data, la propria firma ed il paese
di provenienza . Così potremo dar corso a tutto
contemporaneamente, saranno evitate molte
involontarie sviste o dimenticanze ed i nostri
cari Benefattori godranno maggior sicurezza
di esser puntualmente e presto soddisfatti .
5 .° Per semplificarci il lavoro preghiamo i nostri
Benemeriti Cooperatori e lettori del Bollettino
di rivolgersi sempre direttamente alla Di-
rezione del medesimo con chiaro indirizzo
per ogni cosa che lo riguardi ; e specialmente
facciamo calda preghiera di notificarci con
sollecitudine :
A) il cambio, correzione o cancellazione
d'indirizzo ;

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B) l'elenco con indirizzo chiaro ed intiero
di quelle persone che desiderano di appar-
tenere alla Società dei Cooperatori Salesiani ;
C) se il Bollettino non giunge regolarmente .
6.° Infine ci raccomandiamo a tutti di pro-
curarci nuovi e generosi Cooperatori, affinchè
possiamo mediante il loro soccorso estendere
sempre più l' Opera di D . Bosco a salvezza
della gioventù, specialmente povera ed ab-
bandonata .
MONS . LUIGI LASAGNA
VESCOVO TITOLARE DI TRIPOLI
SUA Santità Leone XIII agli in-
numerevoli benefizi già prodigati
alla nostra umile Società volle ag-
giungere una nuova prova di bene-
volenza insigne elevando alla dignità
episcopale il nostro caro confratello
missionario D. Luigi Lasagna .
La sacra cerimonia per la consa-
crazione del novello Vescovo fu com-
piuta la domenica, 12 marzo, nella
splendida chiesa del Sacro Cuore di
Gesù al Castro Pretorio, monumento
in Roma dell'opera indefessa e dello
zelo di Don Bosco . L'E .mo Cardinale
Lucido Maria Parocchi, Vicario ge-
nerale di Sua Santità e Protettore
dei Salesiani , fu il Vescovo consa-
crante ; lo assistevano all'altare Mons .
Alessandro Grossi, già Vescovo tito-
lare di Tripoli ed ora elevato ad Ar-
civescovo di Nicopoli e Segretario
della Congregazione delle Indulgenze
e Sacre Reliquie, e Mons . Cagliero,
primo Vescovo salesiano . Erano pre-
senti alla funzione i pellegrini dell'U-
ruguay, del Paraguay e del Brasile
venuti a Roma pel Giubileo Episco-
pale del Papa .
Monsignor Lasagna nacque nel 1850
in Montemagno, grosso borgo del
Monferrato , ove nel 1863 essendosi
recato D . Bosco con alquanti de' suoi
allievi l'incontrò che era giovinetto
in sui dodici anni . Divinando la bella
riuscita che avrebbe fatta, lo invitò
con sè nell'Oratorio di Torino, e quivi
il buon Luigi si segnalò per intelli-
genza, studio e pietà. Nel 1872 ot-
tenne all' Università il diploma da
professore in lettere, e l'anno seguente
veniva consacrato sacerdote. Di animo
vivo ed ardente, fornito di ingegno non
comune, D . L. Lasagna fu preposto
da D . Bosco all'insegnamento prima
nel ginnasio del collegio di Lanzo,
poi nel liceo del collegio di Alassio,
dove guadagnossi mai sempre in modo
meraviglioso l'affezione e la stima dei
discepoli e la fiducia de' superiori .
Non era però questo il còmpito che
la Provvidenza gli voleva affidare, e
Don Bosco vedendo il suo zelo e la
sua valentia nella predicazione lo
scelse a Superiore dei primi missio-
narii che mandò all'Uruguay .
Difatti nel 1876, partiva con la fede di
un apostolo, e dopo un'orribile burrasca
sofferta, sbarcava a Montevideo, presso
cui fondava subito il primo collegio
cattolico . che in quelle lontane regioni
non tardò a dare frutti prodigiosi,
poiche da esso uscirono laureati me-
dici, avvocati, scienziati, i più illustri
ingegni dell'Uruguay .
Coadiuvava intanto la fondazione
del giornale cattolico El bien público,
di cui fu indefesso collabóratore per
molti anni,, combattendovi le teorie
positiviste e materialiste, largamente
sparse sulle cattedre e ne' libri . I
suoi articoli furono lodatissimi dalla
stampa cattolica di quei paesi, e rac-

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colti per cura dei suoi discepoli com- stissima parrocchia in momenti, in cui
parvero stampati a loro spese in un poteva questa costare la vita a lui
solo volume .
ed ai sacerdoti che cola stabiliva .
A Montevideo diede gli statuti alle Nè di ciò contento, di quando in
Società cattoliche, delle quali in breve quando spediva missionarii al campo
sorsero ben quindici tutte floridissime, per catechizzare i Gauchos, selvaggi
compresa u-
vagolanti in
na operaia
quei vasti
che conta
deserti, e
numerosi
nelle varie
soci . Diè vi-
colonie d'I-
ta eziandio
taliani colà
alla Società
esistenti per
degli Orato-
dar loro co-
rii festivi, di
modità di
cui il Vesco-
compiere i
vo di Monte-
loro reli-
video appro-
giosi doveri .
vòglistauti
Nel 1881
e con appo-
si diede alla
sita pasto-
fondazione
rale la rac-
di Osserva-
comandò a
tori meteo-
tutti i sacer-
rologici . Il
doti e fedeli
principale
di quella
di questi, che
Repubblica .
ha pubblica-
Promosse
zioni mensi-
ed estese pu-
li importan-
re ovunque
tissime , ri-
potè le con-
siede a Vil-
ferenze di S.
la Colon,
Vincenzo
nel Collegio
de' Paoli.
Pio, che così
Animato
s' intitola
da viva fi-
dal nome
ducia nella
augusto del
Provviden-
grande Pon-
za Divina,
tefice Pio
fondò l' O-
IX, cui Don
spizio ma-
Lasagna, ri-
schile di Las
cevuto in u-
Piedras ; le
dienza pri-
case delle
ma di parti-
Suore di Ma-
re per le Mis-
ria Ausilia-
sioni , pro-
trice per l'e-
mise che da
ducazione delle fanciulle di Villa Lui si sarebbe intitolato il primo istitu-
Colon e Las Piedras , ed in seguito to che avrebbe fondato. E l'Osservato-
varie scuole gratuite per ambi i sessi rio suddetto è in relazione coll'illustre .
in varii punti di quella Repubblica P . Denza e lo studio dei fenomeni e
e specialmente in Paysandú, dove ac- dei climi di quell' emisfero è molto
cettò pure la direzione di quella va- apprezzato e ricercato dagli scienziati .

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L'inaugurazione di quell'Osserva-
torio fu presieduta da Mons . Mario
Mocenni, oggi Cardinale di S . R. C.,
quando recavasi Internunzio al Bra-
sile e trovossi di passaggio per quella
città . D . Luigi Lasagna, legato da
lunga amicizia a Mons . Mocenni, volle
che questi presiedesse all'inaugura--
zione, di cui ancora si conservano i
verbali firmati dall'illustre Prelato .
In quell'anno stesso 1881, Don Bo
sco, di f. m ., veduta l'ottima riuscita
delle fatiche di D . Lasagna nell'Uru-
guay e l'instancabilità del suo zelo, gli
affidò la Missione al Brasile, ed egli
ne percorse le città e le provincie
principali dell'est, penetrando fin su
nel fiume delle Amazzoni e comin-
ciò a fondare stabilimenti a Nicthe-
roy presso Rio Janeiro, a S . Paolo
e a Lorena .
Chiamate dall'Europa altre Figlie
di Maria Ausiliatrice, incominciò e-
ziandio ad aprire in quella vastissima
Repubblica ospizi e oratorii festivi
per le fanciulle . E nello stesso tempo
progettò ed iniziò lavori di missioni
speciali per la conversione e civiliz-
zazione delle tribù selvaggie del Pa-
raguay, del Mato Grosso e dello Stato
di S . Paolo.
La sua influenza in quei paesi si
è stesa moltissimo anche sugli emi-
granti italiani, i quali raggiungono
il numero di due milioni e mezzo .
Con le sue benefiche escursioni infatti
si è guadagnato la benevolenza di
tutti gli Italiani, che colà lo consi-
derano come padre .
Ed oggi, tornato in Italia per pren-
dere nuovi missionari e nuovi soc-
corsi per l'evangelizzazione di quelle
regioni, per la sovrana bontà del sa-
pientissimo Pontefice Leone XIII,
D. Luigi Lasagna è annoverato tra i
pastori della Chiesa! Noi auguriamo
che Iddio benedica le sue fatiche, che
il suo zelo sia fecondo di altre opere
a prò della religione, tra quei popoli
civili, tra gli emigranti e tra i poveri
selvaggi .
Ad multos annos! Sì, o Monsignore,
che Iddio vi conservi per molt' anni
alla sua gloria ed alla salute di tante
anime .
La consacrazione di Mons . Luigi Lasagna,
secondo Vescovo Salesiano, rivestì un carat-
tere solennissimo . Fin dalle prime ore del
mattino la Chiesa del S . Cuore di Gesù sul-
l' Esquilino a Roma era gremita di gente
che si accostava ai Sacramenti della Confes-
sione e Comunione e pregava al neoeletto Ve-
scovo le più copiose benedizioni del Signore .
Alle 8 in punto arrivò il Card . Lucido Maria
Parocchi per consacrarlo . Già erano apparec-
chiati i due Vescovi assistenti, Mons . Grossi
e Mons . Cagliero . Assistevano alla sacra
cerimonia, oltre i pellegrini dell' Uruguay
del Paraguay e del Brasile, molti membri
del Capitolo Superiore della nostra Pia So-
cietà, una rappresentanza delle case Sale-
siane del Lazio, della Toscana e delle Mar-
che . Un posto speciale avevano i rappresen-
tanti di Montemagno, paese nativo del nuovo
Vescovo . In mezzo alla folla immensa si nota-
vano gli allievi del Collegio del Sacro Cuore .
Dopo le interrogazioni di rito, l'Eminen--
tissimo Parocchi fece dare lettura dal suo
notaio del mandato apostolico ; quindi mon
signor Lasagna prestò giuramento e fece la
solenne professione di fede . Allora il car
dinal Parocchi unse il capo e le mani del
nuovo Vescovo e cominciò la Messa .
Finito il rito, mons. Lasagna, vestito degli
abiti pontificali, preso il posto del Cardinale
consecrante, scese dall'altare e s'inoltrò fino
alla porta della Chiesa benedicendo il po-
polo . In sacrestia mons . Lasagna si scon-
trò col superiore Don Michele Rua, il qual e
colla berretta in mano l'attendeva . Don Rua
non potè frenare le lagrime e tentò di ba-
ciare l'anello al nuovo Vescovo, ma monsi--
gnor Lasagna, gettategli le braccia al collo,
lo abbracciò amorosamente .
La funzione, che era incominciata alle 8,
terminò alle 11 .
Verso sera di quel fausto giorno, 12 marzo,
nell'Ospizio del S . Cuore per onorare il no
vello Vescovo ebbe luogo una magnifica e
commoventissima Accademia . Alternandosi
suoni, canti e recite di componimenti, quei
giovanetti esultavano di gioia avanti a mons
Lasagna ed agli altri Prelati e Signori Romani
assistenti . L'Accademia, ad invito del nuovo
Vescovo e di D . Rua, terminò con fragorosi
applausi a Leone XIII, che volle fare questo
regalo di un nuovo Vescovo alla Pia Società
Salesiana .
Mons . Lasagna parte da Genova cogli altri
trenta missionaria ai 3 di questo mese .
Con questa spedizione parte pure D . Do--
menico Milanesio . Tra noi rimarrà ancora
qualche tempo Monsignor Cagliero per af
fari importanti non ancora potuti condurre
a termine, pei quali era espressamente ve
nuto dalla Patagonia .

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LE FESTE SALESIANE DI ROMA
in omaggio al Papa
LE feste Salesiane, celebratesi nella
Chiesa ed Ospizio del S. Cuor di
Gesù in Roma, in omaggio al Santissimo
Padre Leone XIII, nei giorni 7, 8 e 9 del
mese testè decorso, riuscirono felicissima-
mente .
Il vasto programma preparato per tali
feste, da noi pubblicato nell'ultimo fasci-
colo, vi fu svolto pienamente col massimo
splendore di sacri riti, gran concorso di
Prelati e di popolo e coll'esecuzione di
scelta musica .
Di tutto sia lode al Cuore Sacratissimo
di Gesù !
Inaugurazione dell'Ospizio
del S. Cuore .
Il martedì 7 marzo, giorno sacro all'An-
gelico Dottore S . Tommaso d'Aquino, face-
vasi l'inaugurazione del nuovo Ospizio, mo-
numento dedicato al Sacro Cuore di Gesù
in memoria del fausto Giubileo Episcopale
di S . S . Leone XIII . La pia funzione fu pre-
sieduta dall'Eminentissimo Lucido Maria Pa-
rocchi, Vicario di Sua Santità e nostro Car-
dinal Protettore . Vi presero parte nove Ve-
scovi, molti Prelati e molti nobili Romani .
Finita la Messa solenne, pontificata da
Mons . Cagliero nella monumentale basilica del
Sacro Cuore, l'Eminentissimo Porporato pro-
cedette alla Benedizione della casa, percorren-
dola tutta dai sotterranei fino all'ultimo piano
e scoprendovi due lapidi commemorative . Una
di queste sta nell' entrare della casa in vista
di tutti : è per commemorare la dedica del-
l'Ospizio a Leone XIII in occasione del suo
Giubileo Episcopale, e porta la seguente iscri-
zione dettata dal Prof . D . Francesco Cerruti
LEONI XIII PONT . MAX.
ANIMI ET RERUM GESTARUM MAGNITUDINE
DECESSORIBUS OPTIMIS COMPARANDO
XI CAL . MARTIAS AN . MDCCCXCIII
POST EPISCOPATUM EIUS QUINQUAGESIMO
SODALES SALESIANI
IOANNIS BOSCO
SUAVISSIMI PARENTIS LEGIFERI
VOTIS OBSECUTI
AEDES SS . CORDIS IESU
PUERIS ALENDIS INSTITUENDIS
FIDEI PIETATIS AMORIS MONUMENTUM
IN AEVUM MANSURUM
D. D D.
AN . MDCCCXCIII
L'altra trovasi nell'ambulacro di fronte
per entrare nella sacrestia : è per commemo-
rare la famiglia del conte Colle, che fu la
più generosa a dare l'obolo per la fondazione
della chiesa e dell'Ospizio , e porta que-
st'altra iscrizione dettata dal Prof . D . G . B .
Francesia
HONORI ET MEMORIAE
ALOJSII COLLE COMITIS F . FLORITI ET SOPHIAE BUCHET
QUI CUM PIETATIS ET LITTERARUM STUDIO
INCLARESCERET
QUIEVIT IN DOMINO SEXDECIM ANN . N.
PARENTES DUM MOESTI DEI MENTEM ADORANT
REI SUAE HAEREDES PAUPERES CHR . CONSTITUERUNT
ET PUEROS IN PRIMIS
QUI CHRISTIANIS MORIBUS IMBUENDI ALERENTUR
ROMAE IN AEDIBUS A DIV . CORDE IESU NONCUPATIS
UT REI MEMORIA AD POSTEROS PROROGETUR
HUNC TITULUM INSCULPENDUM CURAVIMUS
AN . MDCCCXCIII
Storia di quest'Ospizio .
Dopo la detta inaugurazione, l'Em . Car-
dinale con cinque Vescovi assistettero ad
una solenne accademia musico-letteraria di
circostanza, nella quale il nostro Procuratore
Generale presso la S . Sede, il Rev .m° Dott .,
D . Cesare Cagliero, leggeva la seguente re-
lazione intorno al tempio ed all'Ospizio del
Sacro Cuore
Il pensiero d'innalzare a Roma un tempio al
Sacro Cuore di Gesù, così il relatore, risale fino
al 1871, quando tutti i vescovi d'Italia vollero
consecrate tutte le loro diocesi e poste sotto la.
protezione di questo Cuore Adorabilissimo . Lo
zelante P . Maresca ne caldeggiava di quei giorni
il disegno nel suo ottimo periodico : Il Messag-
gero del Sacro Cuore .
Or, in quegli anni, l'Esquilino si veniva ripo--
polando ; e gli edifici sorgevano, si moltiplicavano
come per incanto ; ma gli abitanti di questa re
gione, omai numerosissimi, non potevano che con
grande difficoltà soddisfare agli obblighi religiosi
col proprio spirito di pietà, perchè mancanti di
una chiesa loro, tutte le altre essendo assai di-
stanti o però incomode . Questa considerazione
mosse il Sommo Pontefice Pio IX, di s . m ., a
disporre che la chiesa progettata del S . Cuore di
Gesù venisse innalzata al Castro Pretorio, sul-
l'Esquilino, per sovvenire a così gravi bisogni :
Se non che la morte, che tolse un tanto Pon-
tefice all'amore ed all'ammirazione del mondo,
sospendeva anche il concretamento di questo di-
segno . Ma succeduto poi sul trono pontificio il
gloriosamente regnante Leone XIII, non ritar-
dava a riconoscere la necessità di quest'opera, e
tra i suoi primi atti, altamente provvidi , dispo-
neva che tosto vi si mettesse mano all'esecuzione,
volendo anzi con singolare magnanimità che detta
chiesa sorgesse come monumento all'immortale
Pontefice, suo predecessore . L'incarico ne venne
pertanto affidato alla Confederazione delle Società
Cattoliche esistenti in Roma, sotto la presidenza

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dell E .CmaordinlVc,oinvtauel
diocesi del mondo cattolico (quelle di Francia ec-
cettuate) perchè tutte concorressero all'erezione
del monumentale santuario .
Il giorno 17 agosto 1878 l'E .mo Card . Vicario
Monaco La Valletta, a nome di S . S ., poneva la
prima pietra del grandioso edifizio sul disegno
del conte Francesco Vespignani . Il lavoro, conti-
nuato indefessamente fino al 1880, languiva poi
per mancanza di denaro, nè si trovava modo di
suscitare nuovi oblatori. In questo frangente si
determinò il Sommo Pontefice di affidare l'ardua
insieme ed alta impresa al nostro venerato Padre,
D . Bosco, di cui in ogni congiuntura mostrò
sempre tanta stima e fiducia . Il sig . D . Bosco te-
nendosi onorato di questo delicatissimo incarico,
per non venir meno all'aspettazione del Sommo
Gerarca della Chiesa cattolica, fin da quel mo-
mento consacrò e pensieri ed affetti a quest'opera,
veramente gigantesca per la nostra povera So-
cietà. Pure al suo animo grande essa non parve
assai . Esaminatine i disegni, trovò la chiesa troppo
angusta ai bisogni presenti e futuri, onde ordinò
tosto che ne venissero considerevolmente ampliate
le fondamenta .
Un altro pensiero inoltre, non punto men grave,
preoccupava in questa congiuntura più che mai
la mente di D. Bosco . Fin da quando aveva in-
cominciato a conoscere alcun po' la città eterna,
la sua carità apostolica anelava ad un provvedi-
mento per tanta pericolante gioventù, specie stra-
niera, di ogni nazione , che a se stessa abbando-
nata ne correva le vie e le piazze . Ora pareva a
lui venuto il momento di fondare un ampio ospizio,
rispondente al bisogno . Si diede pertanto con tutte
le sue industrie a raccogliere elemosine da ogni
parte del mondo cattolico ; aperse inoltre una
grandiosa lotteria, e potè così comprare anzitutto
5500 m . q . di terreno adiacente alla chiesa pel
progettato Ospizio ; potè in seguito condurre a
termine l'erezione della chiesa che veniva solen-
nemente consacrata al divin culto il 14 maggio
1887 dall'E .moP.riLMnacpeloChd,
Vicario degnissimo di S . Santità .
È degna di special menzione una circostanza
che altamente onora la cattolica Francia . Le dio-
cesi di questa nazione, nell'invito del Sommo
Pontefice a tutti i cattolici per concorrere all'e-
rezione della chiesa al Sacro Cuore, erano state
eccettuate, come accennai poco sopra ; perchè ben
conosceva il S . Padre a quali eroici sacrifizi già
si fossero sobbarcati i Francesi per altra chiesa
monumentale, pure al S . Cuore, ma di ben più
considerevole mole , in Montmartre a Parigi .
Ciò non ostante la Francia mostrò tale generosità
e favore in queste opere dirette da D . Bosco, che,
senza trascurare il superbo monumento nazionale,
concorse in effetto colle più cospicue somme di
denaro all'erezione e della chiesa e dell'ospizio
che formano oggi, o Signori, la vostra ammira-
zione nella capitale del mondo cattolico . Anzi tra
questi larghi e generosi oblatori francesi non
posso in questa solennità non ricordare a titolo
di alto encomio la nobile famiglia dei signori
Conti Colle, la quale fa pel signor D. Bosco e pel
suo successore tal provvidenza quale dirà ai po-
steri una ben meritata lapide marmorea, murata
di questi giorni nell' ambulacro laterale della
chiesa, sull'ingresso alla sacrestia .
Or torniamo alla narrazione . Consacrata la
chiesa, non posava l'animo a quell'Apostolo della
gioventù, che si era D . Bosco : stava a lui fitta
in mente o profondamente scolpita nel cuore la
fondazione dell'Ospizio, seconda parte del suo
vasto disegno in Roma . - Già però fin dal 1881
aveva D . Bosco acquistata una casa in costru-
zione sull'angolo di via Porta S . Lorenzo e di
via Marghera, adattandovi una cappella provvi-
soria al S . Cuore di Gesù, la quale faceva pure
le parti di parrocchia . Poi nel 1883 s'incomin-
ciava e contemporaneamente alla chiesa s'inau-
gurava quel braccio dell'Ospizio che prospetta la
via Porta S . Lorenzo : cosicchè con questi due
edifizi già si potevano ricoverare oltre a 100 gio-
vinetti che venivano avviati agli studii, a un'arte
o ad un mestiere. Non bastava a D. Bosco . Egli
vagheggiava l'Ospizio intiero, capace di ben 500 or-
fanelli . Questo, il frequente argomento dei suoi
ragionamenti, nei quali divisava con tanta evi-
denza i vantaggi e morali e materiali tanto de' ri-
coverati quanto delle famiglie, della Chiesa e
della società .
Vero è che altri erano i disegni della Divina
Provvidenza : il Padre di tanti bambini abban-
donati passava all'eternità a cogliere il premio di
tante fatiche e virtù ; mentre al suo successore
era riserbata la erezione del vasto edifizio, di cui
oggi celebriamo l'inaugurazione . Ma ciò non si
potè così tosto effettuare per le gravi e svariate
difficoltà che incalzavano da ogni parte in quei
. Solo nel 1891 il signor D . Michele Rua, me-
more della volontà e delle disposizioni di Don
Bosco, e in vista dell'ognor crescente bisogno ,
dopo estinti buona parte de' gravosi debiti rimasti
dalla costruzione della chiesa, confidando nella
Divina Provvidenza e nell'efficace aiuto dei signori
Cooperatori e delle signore Cooperatrici e di tutti
i buoni, ordinava la costruzione regolare dell'O-
spizio, sopra il disegno dell'ingegnere Giacomo
Cucco . Nel maggio dell'anno stesso s'incomin-
ciavano i lavori di fondazione . - Ora l'Ospizio è
terminato e il voto di D . Bosco compiuto . Uni-
tamente alla chiesa del Sacro Cuore, con cui
forma come un corpo solo di edifizio, misura oltre
7,000 m . q ., ha tre piani, oltre il terreno e i sot-
terranei ; e conforme ai desiderii e le previsioni
del nostro venerato Fondatore, è capace di ben
500 giovanetti .
Se non che un grazioso pensiero in questi ul-
timi tempi era balenato alla mente del nostro
Superiore, mentre pure attendeva con tutta l'e-
nergia del suo spirito e tutto s'adoperava pel fe-
lice proseguimento di questi lavori . « Il Giubileo
Episcopale del S . Padre si avvicina a gran passi,
diceva l'amatissimo nostro D . Rua : la chiesa del
S . Cuore fu dedicata, secondo l'augusto intendi-
mento dello stesso regnante Pontefice, a monu-
mentodel'imortalePioIX,chel'avevaideata ;

1.7 Page 7

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perchè l'Ospizio, anche tanto caldeggiato dal S . Pa-
dre, non verrà dichiarato monumento di devozione e
di affetto della Pia Società Salesiana al Sommo Pon-
tefice Leone XIII?„ L'idea era bella e santa, ma
il tempo assai breve in ragione dei lavori mol-
teplici e stragrandi che tuttavia rimanevano a
compiersi, tanto da tenersi per cosa materialmente
impossibile . Invece, colla grazia di Dio, l'Ospizio
si potè aver compiuto come e per quando si de-
siderava . Ed ecco che oggi, festa di S . Tommaso
d'Aquino, cui il gloriosamente regnante Leone XIII
proclamò già maestro ed angelo delle scuole,
l'E .moPrincpe,lRvmoC.. arLducioM Paroc-
chi, Vicario e Rappresentante del Sommo Ponte-
fice, si degnava benedire solennemente il gran-
dioso Ospizio del Sacro Cuore felicemente condotto
a termine, e noi colla presente solennità ne fe-
steggiamo la dedica qual monumento al glorio-
sissimo Leone XIII .
Nei varii componimenti in prosa ed in poesia
declamati in quest' accademia dai giovanetti
dell' Ospizio, si era manifestato il rincresci-
mento di non poter aver il Papa stesso a pre-
siedere a quella solennità ed il desiderio che
Li potesse un giorno onorarli di una sua visita .
Ed il card . Parocchi conchiudendo con una
stupenda allocuzione disse : « Voi avete mo-
strato il desiderio che il S . Padre venga a visi-
tare in persona l'Ospizio : questo per ora è un
semplice voto : Iddio solo sa quando questo
voto potrà adempirsi ; voglia il Cielo che sia
presto . Ma quello di cui vi posso accertare
si è che il Papa, se non col corpo , si reca
qui sovente con lo spirito ; ama voi, buoni
giovani, ama la Congregazione Salesiana .
Io poi, come suo rappresentante, sono ve-
nuto apposta per portarvi la sua benedi-
zione, che egli vi impartisce con tutto il
cuore . »
Suffragi per i defunti Oblatori.
Il secondo giorno di questo solenne triduo,
8 Marzo, fu consacrato alla preziosa memoria
dei Benefattori e delle Benefattrici già chia-
mati da Dio all'eternità . Coll'obolo della loro
carità erano intervenuti a porgere aiuto nelle
urgenti spese, che giorno per giorno occor-
revano per lavori così ingenti, ed ora che
tutto è condotto a termine, era nostro sacro
dovere il ricordare anime così benefiche, e
lo facemmo di gran cuore .
Di buon mattino vi fu celebrazione di più
Messe con molte Comunioni . Alle ore 10 poi
si cantò solenne Messa funebre Celebrata dal
nostro Rettor Maggiore, sig . D . Michele Rua .
Vi assisteva numeroso Clero, gli allievi del-
l'Ospizio e gran folla di fedeli .
Valgano questi suffragi e le sante Messe che
ogni giorno si celebrano per la nota Opera
del Sacro Cuore di Gesù, ad ottenere pronta
liberazione dal Purgatorio a quelle anime
a noi carissime . Oh ne siam certi, avremo
presto nuovi Benefattori e Protettori in Cielo!
Chiusura delle Feste .
Al mattino del 9 marzo, solenni funzioni
nel tempio, come al primo giorno . Nel pome-
riggio fuvvi rappresentazione latina . Si re-
citò il Leo Primus del prof. D . Francesia,
cui si aggiunsero varii suoni e canti . Assi-
stevano alla rappresentazione l'E .mPoarchi,
con quattro Vescovi e varii Prelati . Applau-
ditissimo fu il dramma ne' suoi singoli atti
ed alla fine con un applauso frenetico si ri-
chiamavano sul palco gli attori .
Se i meno di 200 giovani già raccolti nella
prima parte dell' Ospizio seppero con la
banda musicale, coi canti così ben eseguiti
e con le rappresentazioni così belle allietare
e consolare il cuore di tanti Prelati e signori
Romani , mentre ancora si è sui principii
e non si hanno ancora i laboratorii ben prov-
visti, e mentre si era in un locale così angu-
sto ; che non sarà, speriamo, quando il nu-
mero dei giovani giunga a 500, ora che i lo-
cali sono così adatti, quando i laboratorii
saranno ben forniti di macchinismi d'ogni
genere, e quando i più grandicelli abbiano
avuto tempo in varii anni di coltura artistica
e letteraria ad approfittare meglio della edu-
cazione che verrà loro impartita?
Dopo la rappresentazione si andò nella
basilica pel solenne Te Deum e la Benedizione
del SS . Sacramento, impartita da S . Eminenza
il Card . Lucido Maria Parocchi .
Chiudeva queste solenni feste una lumina-
ria ben combinata con un immenso numero
di palloncini disposti a ghirlande fantastiche,
varii trasparenti ben illuminati a bengala,
tra i quali un ritratto del Papa, con a base
in grandi caratteri le parole Viva Leone XIII!
Quanti presero parte a sì care feste ,
ne andarono lietissimi . Ne siam lieti oltre
modo anche noi e dall'imo del cuore ne be-
nediciamo e ringraziamo l'Altissimo Iddio .
Sì, di tutto sia benedetto Iddio : il voto di D .
Bosco è felicemente compiuto . Ognuno dei 500
giovani, che in breve popoleranno l'inaugurato
Ospizio, sarà come un inno perenne di lode
che si innalzerà all'Eterno Iddio e testimo-
nierà ai presenti ed ai posteri che D . Bosco
fu grande avanti a Dio ed avanti agli uo-
mini .
Il nuovo monumento dei Salesiani e dei
loro Cooperatori è adunque compiuto e so-
lennemente dedicato . Apporti adunque fin
d'ora i sospirati frutti che il venerando D .
Bosco nell' apostolico suo cuore se ne ripro-
metteva .

1.8 Page 8

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IL MESE DI M ARIA AUSILIATRICE S'AVVICINA
È il mese della Madonna, il mese della
Madre di Dio e Madre nostra dolcissima.
Dal primo lor sorgere fino al presente le
opere di D . Bosco furono un tessuto con-
tinuo di grazie della gran Vergine Au-
siliatrice, tanto che il popolo la volle
chiamare e la chiama tuttora la Madonna
di D . Bosco .
Quest'anno poi le nostre dimostrazioni
di pietà e di riconoscenza verso la nostra
Santa Madonna, debbono essere maggiori
e più solenni, perchè ricorre il primo
giubileo del suo Santuario di Torino .
Compierannosi difatti il 9 giugno p . v .
venticinque anni dacchè questo grandioso
monumento veniva a Lei dedicato con so-
lenne consacrazione . Conviene quindi che
Salesiani e Suore di Maria Ausiliatrice,
Cooperatori e Cooperatrici salesiane tutti
ci prepariamo ad onorar la nostra gran
Madre con nuovo slancio e fervore .
Ci preme perciò fin d'ora proporre qual-
che cosa di particolare alla pietà dei no-
stri lettori .
1° In ogni città o paese, in cui già
vi sonò Cooperatori e Cooperatrici sale-
siane, nutriamo fiducia che, per la bene-
volenza dei Rev .mi Parroci o Rettori di
chiese o cappelle, troverà amici e protet-
tori la nostra idea già altra volta espressa,
cioè di esporvi alla pubblica venerazione
l'immagine di Maria Ausiliatrice .
A tale intento, se non si hanno i mezzi
per provvedere una tela a pennello, si
può far servire la stupenda oleografia di
Maria Ausiliatrice, già da noi pubblicata
da più di un anno fa . In molte parroc-
chie, seminarii, collegi, educatorii ed ora-
torii già si fece ciò, con molta soddisfa-
zione dei fedeli, che vi accorrono dicendo
e Andiamo a far visita alla Madonna di
Don Bosco. » Se non si ha un altare
libero per un tal quadro, se ne cerchi
uno che possa comportarlo come sotto-
quadro, oppure si esponga su di una parte
laterale di qualche cappella ; ripiego già
adottato in tante parrocchie per le oleo-
grafie del Sacro Cuore di Gesù, del Sacro
Cuore di Maria e di altre divozioni .
2°° Si diffondano tra il popolo opu-
scoli che trattino della divozione a Maria
Ausiliatrice . Tra questi tengono il primo
posto alcune operette tanto belle e divote,
dettate dal caro nostro D . Bosco .
3 Ognuno s'adoperi infine per otte-
nere molte nuove ascrizioni all'Arcicon-
fraternita di Maria Ausiliatrice, Arcicon-
fraternita che è come la famiglia dei divoti
della nostra Santa Madonna. Sia tutto
questo come preludio di quanto faremo
in seguito per onorare la nostra Celeste
Ausiliatrice .
È tributo di pietà e di riconoscenza,
e ad un tempo è pure un mezzo effica-
cissimo per attirarci le grazie che Gesù
Benedetto suole elargire copiose a chi
onora la sua divina Madre.
Nella Chiesa di Maria Ausiliatrice in
Torino, come gli altri anni, si darà prin-
cipio a questo mese consacrato alla divo-
zione della gran Madre di Dio, sotto il
titolo di Aiuto dei Cristiani, il 23 del cor-
rente aprile .
Ricordiamo ai Cooperatori ed alle Coo-
peratrici della città di Torino, che assi-
stendo divotamente alle funzioni della
Comunità che si tengono in detto tempio
alle 5 1/2 ed alle 7 1/2 del mattino, per
concessione pontificia, possono lucrare
l'indulgenza di tre anni .
Nei giorni feriali, al mattino dopo
messa delle 5 1/2 ed alla sera alle 7 1a
dopo il canto d'una lode, si terrà un breve
discorso e si darà la Benedizione col SS .
Sacramento . Nei giorni festivi questi di-
scorsi avranno luogo dopo i vespri delle
ore 2 1/2 e delle 4 1/2 .
Noi invitiamo caldamente i Coopera-
ratori e le Cooperatrici della città a vo-
ler intervenire numerosi a queste pie pra-
tiche, ed esortiamo tutti gli altri a vo-
lersi unire con noi in ispirito a celebrare

1.9 Page 9

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con divozione speciale il mese di Maggio,
per ottenere dalla Santissima Vergine tutte
quelle grazie spirituali e temporali che
ci sono necessarie.
GRAZIE DI MARIA SS, AUSILIATRICE
Bontà dì madre . - Rev .msoignrD
Ru a, - Nell'agosto u . s . le spediva un'of-
ferta per le sue Missioni estere, onde ottenere
dalla Vergine SS . Ausiliatrice la guarigione
da fastidiosa e lunga malattia . Nel tempo
stesso prometteva altra offerta, che le avrei
spedito non appena avessi ottenuto la sospi-
rata grazia . La mia preghiera fu esaudita,
quindi riconoscente le mando quanto promisi .
Viva la Madonna di D . Bosco!
Canove, febbraio 1893 .
AMBROSINI CATTERINA DI ANGELO .
Due guarigioni . - Lo scorso febbraio
era desolatissima perchè aveva il mio con-
sorte ed una mia sorella infermi . Quando
seppi dai medici trattarsi di gravissima e
mortale infermità, mi rivolsi prontamente a
Maria Ausiliatrice .
Gl'infermi ne ebbero pronto sollievo e si
rimisero presto in buona salute . Mi convinsi
sempre più che, quando si prega di cuore la
Gran Madre di Dio, si è prontamente esauditi .
Nell'inviare tenue offerta per le spese del
Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino,
rendo di pubblica ragione la grazia ottenuta .
Frabosa, 4 marzo 1893 .
MADDALENA DEFILIPPI .
Viva Maria Ausiliatrice! - Mi
trovai in critiche circostanze . Ogni mezzo
umano tentato per riuscirne a bene tornò
invano . Supplicai Maria Ausiliatrice a vo-
lermi venire in aiuto con promessa, a grazia
ottenuta, di scrivere a codesta onorevole Di-
rezione, perchè ne facesse cenno sul Bollet-
tino Salesiano . Ottenni tutto quanto deside-
rava e più ancora . In vista a tanta benignità
di Maria, adempio ora il voto, riconoscentis-
simo a questa cara nostra Madre celeste .
Viva Maria Ausiliatrice!
Falmenta (Novara), 26 febbraio 1893 .
GRASSI ANTONIO
maestro, Coop . Salesiano .
L'offerta eroica di un operaio
disoccupato. - Certo signor Cusano Do-
menico presentavasi al Santuario di Maria
Ausiliatrice la sera del 15 agosto, festa del-
l'Assunzione di Maria in cielo .
Essendo disoccupato e non avendo potuto
da parecchio tempo ottener lavoro, trovavasi
nella condizione di estrema indigenza . Da
più notti dormiva all'aperto per la città, non
avendo più casa ove ricoverarsi . Di tutto il
suo avere non gli rimaneva che i panni, di
cui era vestito ed un ricco orologio d'oro .
Disse pertanto al sacerdote che era di ser-
vizio al Santuario : « Abbia la bontà di ri-
cevere pel santuario quest'offerta di un po-
vero operaio disoccupato . » Gli porse intanto
l'orologio e poscia continuò : « La Madonna
mi ripagherà certamente quest'atto che mi
costa sacrificio immenso . Mi rimetto piena-
mente nelle mani della Gran Madre di Dio .
Essa vi ci penserà . » Ed in questo dire non
potè trattenere il pianto .
Pochi giorni dopo ritornava lieto e festante
al Santuario per ringraziare Maria SS . Au-
siliatrice della grazia ricevuta . I suoi desi-
derii erano in modo consolante interamente
compiuti, e l'impiego ottenuto gli assicurava
un pane abbondante ed onorato . Anzi ne
rimase così contento, che a quando a quando
ritorna tuttora al Santuario di Maria Ausi-
liatrice, come attiratovi da indicibile affetto
e divozione .
Torino, 14 marzo 1893 .
Sac. ANTONIO DAMILANO .
La preghiera di una madre . - È
impossibile esprimere a parole la ricono-
scenza che sento verso Maria SS . Ausilia-
trice per la grazia ottenuta a pro del mio
unico figlio, mediante la potentissima inter-
cessione di sì grande Benefattrice . Povero
figlio ! Giaceva oppresso da crudele e mor-
tale infermità, quando, svanendo le speranze
dei mezzi umani, mi rivolsi con fede ai mezzi
divini . Piansi e pregai, raccomandando fer-
vorosamente l'infermo a Maria SS . Ausilia-
trice . La mia povera preghiera ascese al
cielo e commosse la Gran Madre di Dio, la
pietosa Regina dei mesti . Il mio figlio risanò,
ed al presente attende con affetto agli studii
ecclesiastici, avendo indossato pochi mesi fa
l'abito chiericale in uno dei seminarii della
Pia Società di D . Bosco .
Mi diedi subito premura di spedire al San-
tuario di Maria Ausiliatrice una tenue of-
ferta da me promessa nell'atto della detta
preghiera, ed ora mando questa relazione
per mezzo del mio reverendissimo sig . Pre-
vosto Can . Teol . D . Alessandro Ganora .
Lu-Monferrato, 11 marzo 1893 .
ROSA MAZZOGLIO .

1.10 Page 10

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Soccorso alle Missioni di Don
Bosco . - Aveva bisogno di un vero mi-
racolo . Mi rivolsi perciò prontamente e con
molta fiducia alla Madonna di D . Bosco . Per
vario tempo pareva che le mie ardenti pre--
ghiere non riuscissero per nessun modo al
fine da me desiderato ;
tuttavia non cessai di
pregare con molto in-
sistenza . La preghiera
alfine trionfò ed ebbi
dalla bontà di Maria
quanto io ardentemen-
te chiedeva nel luttuo-
so stato di cose, in cui
da molto tempo mi tro-
vava .
Aveva promesso, a
grazia fatta , l'offerta
di L . 750 per le Mis-
sioni salesiane, ed ora
con giubilo compio la
mia promessa, e prego
quanti leggeranno
questa mia relazione ad
unirsi con me nel lo-
dare, benedire e rin-
graziare con la più gran
divozione la Madre di
Dio e Madre nostra
Maria .
Viva l' Ausiliatrice
delle opere di D . Bosco!
Roma, 4 marzo 1893 .
A. M. F.
per l'America meridionale già sono arrivati
a loro destinazione, e da ben due mesi si
trovano sul campo del lavoro .
La squadra salpata da Genova alla volta
D. Bosco lo disse
mille volte e lo lasciò
scritto nella sua lette-
ra di estremo addio ai
Cooperatori prima di
morire , che la santa,
Vergine si costituì Essa
medesima protettrice
delle opere salesiane, e
perciò ottiene ai loro
benefattori e alle loro
benefattrici molte gra-
zie e spirituali ed an-
che temporali straordi-
narie .
NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARI!
LA SPEDIZIONE DEL 6 DICEMBRE .
I nostri Missionarii e Suore di Maria Ausiliatrice partiti da Torino il 6 dicembre scorso
del Brasile, capitanata da D . Carlo Peretto,
ebbe un viaggio felicissimo ed in compagnia
di tanti buoni amici, tra cui due Padri Cap-
puccini, diretti a Pernambuco, uno dei quali
antico allievo del nostro Oratorio, un bravo
chierico gesuita ed un altro di Rio Janeiro .

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Dopo una fermata a Porto San Vincenzo,
Pernambuco ed a Bahia, arrivarono a Rio
Janeiro , dove li aspettava il direttore del
Collegio salesiano di Nictheroy , D . Pietro
Rota, per condurli a quel Collegio . Colà, in
compagnia di quei nostri confratelli e gio-
tutta : si recarono direttamente alla chiesa
ed ivi coll'immensa folla accorsa intonarono
l'inno solenne di ringraziamento a Dio .
Nei primi giorni di gennaio arrivava pure
felicemente a Punta-
renas (Terra del Fuo-
co) il gruppo di Fue-
ghini, Salesiani e Suore
di Maria Ausiliatrice
che s'era imbarcato con
D. Beauvoir a Bor-
deaux in Francia .
Le Suore destinate
al Chilì continuarono
da Puntarenas il loro
viaggio in compagnia
di un ottimo Coopera-
tore salesiano, dottor
D. Michele Prado, che
era venuto in Italia
unicamente per otte-
nere da D . Rua che
mandasse alcune Suore
di D . Bosco a pren-
dersi cura delle gio-
vanette povere ed ab-
bandonate di Santia-
go . Arrivavano in quel-
la capitale al 16 di gen-
naio, ricevute alla sta-
zione da più migliaia
di persone, che, accla-
mando a D. Bosco ,
alle figlie di D . Bosco
ed a D . Prado, che e-
ra riuscito ad appagare
il suo e loro desiderio,
le accompagnarono
alla chiesa dove s'in-
nalzarono preci ed inni
di ringraziamento al
Signore . Ed ora allato
dell'Asilo della Patria
per gli orfani ed ab-
bandonati, sorge pure
l'Istituto delle Suore
di Maria Ausiliatrice
per le orfanelle e le
ragazze pure di tal con-
dizione .
vanetti, passarono il primo giorno dell'anno,
ringraziando il Signore dei benefizi ricevuti,
ultimo dei quali il viaggio testè compiuto .
Al 3 gennaio arrivarono a Lorena, al colle-
gio S . Gioachino, festosamente ricevuti dai
confratelli dai giovani e dalla popolazione
Gli altri partiti da S .
Nazaire , a Sabanilla
si divisero in due squa-
driglie ; una diretta
a Colombia con D . Evasio Rabagliati e l'al-
tra all'Equatore col nostro amato D . Angelo
Savio . I primi arrivarono a Bogotà il 12
gennaio , portando aiuto e coraggio a quei
pochi confratelli che là vi erano e gioia e
consolazione a quelle popolazioni e special-

2.2 Page 12

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mente ai poveri lebbrosi di Agua de Dios .
I secondi giunsero bensì a Quito sulla fine
di gennaio, ma dopo aver toccato la grave
disgrazia che tutti i nostri lettori sanno, la
perdita del loro duce , l' amatissimo nostro
D . Savio .
Di questa dolorosissima perdita già abbiam
detto qualche cosa . Ora che abbiam ricevuto
altri particolari più esatti, crediamo far cosa
gradita porgerli ai nostri lettori, come quelli
che, mentre s' interessano delle nostre gioie,
pigliano pur, viva parte alle nostre pene . Si,
vogliano ancora essi unire le loro alle no-
stre preci per impetrare dal misericordiosis-
simo Iddio l'eterno riposo all'anima di questo
zelante missionario salesiano .
GLI ULTIMI MOMENTI DI DON SAVIO .
REVm° ED AMAT .m SIG . D . RUA,
Riobamba, 21 gennaio 1893 .
La prima lettera che ho il bene d'indiriz-
zare alla S . V . Revma . da queste lontane re-
gioni è per confermarle una grande sventura,
la maggiore che potesse capitare alla nostra
carovana . Son certo che a quest'ora ella avrà
ricevuto dal telegrafo la dolorosa notizia
della morte dell'amatissimo nostro signor
D . Savio ; e però questa mia, mentre rinno-
verà al suo cuore l'acerbo dolore provato a
quell'annunzio, le apporterà pure, spero, non
poco conforto in udire che D . Savio ha fatto
una morte preziosa, quale Iddio riserva poi
suoi apostoli, pei suoi santi . Io, che ebbi la
fortuna di assisterlo fino agli estremi mo-
menti, ne fui così impressionato e sì bene
edificato, che mentre, scrivendole, dagli occhi
mi scorrono grossi lagrimoni per la perdita
improvvisa di un tanto Superiore e Padre,
mi sento pur consolato da una dolce persua-
sione che D . Savio sia volato al cielo a ri-
cevere il premio delle suo fatiche e della
sua eroica obbedienza e che di là già inter-
ceda per noi e per la missione che gli era
destinata .
Da Panama a Guayaquil e a Guaranda . -
I primi sintomi del male .
So che D . Savio stesso le scrisse le buone
notizie del nostro viaggio fino a Panama .
Di là partimmo il 6 gennaio sul vaporino
inglese Cachapoal ed al 10 arrivammo a
Guayaquil, dove sostammo una giornata. Al
12 s'incominciò la salita per Quito . Alla sera
del sabato 14 giungemmo a Guaranda, dopo
aver passata l'ultima notte in una misera
capanna soffrendo molto freddo .
Guaranda è posta ai piedi dell' altissimo
Chimborazo . Quivi albergammo all'Hôtel Boli-
var . Appena giunti colà, Don Savio cercò di
un letto per coricarsi, cosa insolita in lui, che
era sempre l'ultimo a cercar riposo . Dormì
forseunamz',fuchiamtoperslu
il Parroco del luogo, che era venuto a farci
visita . Poco dopo andò da lui per restituirgli
la visita ed anche per concertare per le messe
del giorno seguente. Al suo ritorno mi chiamò
a sè e mi disse : - Aveva deciso di riposar
qgiuoirntoutntoo°n
domani,
si può
ma intesi che in un sol
attraversare la montagna
e giungere ad Ambato ; perciò convien gua-
dagnar tempo. Domani quindi, dopo la santa
Messa, guardate che sia tutto pronto, che
partiremo presto . - Si concertò ogni cosa coi
mulattieri, e poi si andò a cena, ove D . Savio
mangiò con abbastanza di appetito ; e poi a
riposo, chè ne avevamo tutti estremo bi-
sogno .
Al mattino, dopo la Messa celebrata da
D . Savio, noi eravamo pronti per montare a
cavallo e salire il Chimborazo ; ma i mulat-
tieri mancarono alla parola data e non si
fecero vedere . D. Savio però, che era deciso
di partire, non si sconcertò ; ne trovò altri,
e verso le dodici e mezzo, inforcati i nostri
cavalli , ci mettevamo in cammino . Dopo
5 ore circa di salita fra orridi monti , per
una via sovente strettissima e scavata nelle
roccia a picco , fra precipizi spaventevoli ,
arrivammo a Ganguis, luogo stabilito per
passare la notte.
La capanna di Ganguis, ove dovea morir
D . Savio .
In una stretta e ripidissima valle, posta
poco lungi dalla via che conduce alla capi-
tale dello Stato, giace una capanna scavata
in parte nel terreno, fiancheggiata da mu-
raglie di terra e coperta di erba secca .È
divisa in tre scompartimenti : uno serve per
la famiglia che la abita, l'altro per la cu-
cina, e il terzo, il più elegante, è destinato
pei forestieri che dovessero fermarsi colà .
Quest'ultimo ha una specie di soffitto, cosa
rarissima in questi luoghi, ma un soffitto
fatto di stuoie intonacate di fango e soste-
nute con vimini al tetto ; un soffitto in parte
caduto ed in parte cadente, che lascia ve-
dere il tetto in molti luoghi e passare
tanto bene l'aria, che è molto fredda . Come
cosa di gran lusso su questi monti, detta
stanza ha pure una finestra, senza vetri s'in-
tende, la quale sta ordinariamente chiusa
con due sportelli sgangherati e pieni di fes-
sure, non altrimenti che la porta, pei buchi
della quale vi può passare comodamente non
solo la mano, ma anche il braccio . Questa
era la stanza destinata per noi ; ma non
tutta, perchè in gran parte era ingombra
da sacchi di biada, da masserizie di casa, da
fornimenti di cavalli, ecc .
Per prima cosa D . Savio ci raccomandò
caldamente di star riparati dal freddo ven-
ticello che il nevoso Chimborazo poco discosto

2.3 Page 13

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ci spirava contro . Poco dopo si mostrò molto
afflitto nel vedere che uno della nostra squa-
dra, il conciatore Peretti, era assai aggra-
vato dalla febbre . Gli somministrò alcune pol-
veri d'antiperina, che per sorte teneva Min-
ghetti, e al mattino fortunatamente stava
abbastanza bene, sì da poter continuare il
viaggio .
L'ultima cena coi confratelli . - Il letto di
morte .
D . Savio, dopo aver ordinato alla padrona
di casa un po' di cena, mi chiamò nella
stanza, mi fece stendere una stuoia sul ter-
reno, ed egli, presa una valigia per guan-
ciale, si coricò . Io tenendo di qualche cosa,
gli chiesi se si sentisse male, ma mi rispose
che no, che voleva solamente riposar un
poco . Venuto il momento di prender la mi-
nestra, lo pregammo che volesse tenerci com-
pagnia . Alle nostre replicate istanze si alzò
dicendo : - Ebbene ne prenderò un poco,
altrimenti voialtri non mi lasciate in pace .
- Gustò quel po' di brodo, e poi, dando
la buona sera agli ospiti, chiese loro se
avesse potuto usare di un unico letto che vi
era in un canto della stanza, anzi dirò in
tutta l'abitazione, perchè quella buona gente
dorme sul terreno . Fu cordialissimamente
esaudito . Ma che letto! Quattro pali confic-
cati nel terreno, sostenenti dei rami d'albero
ad una conveniente altezza, e sopra questi
una manata di erba secca coperta da una
ruvida stuoia . Ecco il letto sul quale dovea
morire il nostro povero D . Savio! Avuto
tale permesso, egli stesso si prese due co-
perte di lana : una la distese sulla stuoia e
l'altra l'adoperò per coprirsi, e, coricato che
fu, si distese sopra ancora il suo pastrano e
la sua veste . Vi era pure su quel giaciglio
un sottile materasso, ma D . Savio volle as-
solutamente che lo prendesse Peretti , che,
come dissi più sopra, aveva la febbre e si
era già coricato .
Noi altri ci adagiammo alla meglio sopra
stuoie distese sul terreno, ma fu impossibile
prender sonno . La grande stanchezza, il
freddo che ci penetrava le ossa e l'appren-
sione che D . Savio stesse poco bene ci tenne
svegli quasi tutta la notte .
D . Savio, poco dopo essersi coricato , in-
cominciò a tossire, e la sua tosse secca an-
dava ognor crescendo , tanto che verso la
mezzanotte incominciò ad influirgli sulla tra-
chea ed a produrgli una specie di rantolo .
Sembrava che dormisse, ma di un sonno af-
fannoso, interrotto spesso da forti assalti di
tosse .
D.
-
Savio non può più
Separazione dagli
continuare il cammino
altri confratelli .
.
Al mattino per tempo io mi avvicinai al
suo giaciglio per intendere come stava , e
come avesse intenzione di fare pel viaggio .
Mi rispose che stava poco bene, che aveva
un forte mal di capo, ma che con tutto ciò
facessi insellare i cavalli . Fu obbedito ; e
quando fu tutto pronto, mi accostai di nuovo
per veder se poteva alzarsi . Si provò a farlo,
ma a stento potè sedersi sul letto, e disse
- Non mi sento di continuare il cammino ;
partite voialtri, io vi seguirò poi .
Non può immaginarsi, amatissimo signor
D . Rua, la nostra costernazione! Restammo
come istupiditi . E lui : - Perchè non partite ?
- Ma converrà pure che qualcuno resti
qui con lei, gli soggiunsi io ; dica chi desi-
dera che debba rimanere .
- Resti con me Pancheri, e gli altri con--
tinuino il viaggio stabilito .
Convenne ubbidirgli ; ma nell'atto di la
sciare i compagni, profondamente afflitto,
raccomandai loro che, appena arrivati a
Riobamba, ci mandassero subito un prete,
un medico, medicine, lenzuola, viveri, ecc .
che là mancavamo di tutto . Il sig . Coppo ,
meccanico della nostra Casa di Riobamba,
il quale era partito di là al mattino dei 15
ed era venuto ad incontrarci fino a poca
distanza da Guaranda, mi promise che avrebbe
sollecitato tutto . Essi partirono ed io ritornai
al letto del caro infermo .
La tosse gli andava ognor più crescendo,
senza poter liberarsi minimamente dal ca-
tarro ; il respiro si faceva vieppiù affannoso,
e la febbre ardente non accennava punto a
scemare. Verso le 11 della stessa mattina di
lunedì (16 gennaio) chiese un po' di brodo .
Fortunatamente la padrona teneva qualche
pollo ; ne cucinò uno ed in breve gli apprestò
una tazza di brodo squisito, che io gli pre-
sentai . Ne gustò alcune cucchiaiate ; poi,
rivolto a me, disse : - Non state qui sempre
vicino a me : andate fuori a passeggiare un
poco, mentre c'è il sole . - Anche stavolta
dovetti obbedirgli ; ma il pensiero del Padre
infermo mi tirò ben presto di nuovo al suo
letto .
Fino allora non aveva chiesto che poche
volte da bere ; ma verso sera ne chiedeva
frequentemente, e l'unica bevanda che io
gli poteva porgere era l'acqua fresca, nella
quale scioglieva un po' di zucchero . Per
tutta medicina potei trovare un limone, che
la padrona rinvenne in un angolo della ca-
panna, dopo aver rovistato ogni cosa .
Il male si fa sempre più grave . - L'ultima
notte.
Col progredir della giornata lo stato del-
l'infermo andava sempre peggiorando . Ven-
nero le 5 della sera, il sole già era tramon-
tato da un poco, e nessuno ancora giungeva .
Dio solo sa quanta tristezza, quanta affli-
zione allora mi prese al veder sopravvan-
zarmisi la notte, solo, su quegli orridi monti,
lontano più di trenta chilometri dall'abitato,
con un infermo grave che certo avrebbe
avuto necessità di aiuti che io non avrei
potuto somministrargli ! Pregava e continua-

2.4 Page 14

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mente perchè il Signore e la Madonna vol-
gessero i loro sguardi compassionevoli verso
di noi !
Verso le 6 D . Savio mi disse : - Io certo
avrei bisogno di un medico e di un prete . . .
Gli risposì : - Stamattina ho raccoman-
dato tanto a quei che sono andati a Rio-
bamba che, appena giunti colà, ci mandino
subito medico e prete e tutte le cose neces-
sarie, che qui non abbiamo . Avrei ben po-
tuto quest'oggi andare a Guaranda che è
più vicino ; ma anche per qua ci vogliono
almeno otto ore di cavallo tra andata e ri-
torno, e lasciarla qui solo per tanto tempo
non mi resse l'animo . Ora poi non saprei
proprio come fare . . . il cammino è tanto pe-
ricoloso. . . e le tenebre sono sì fitte . . .
E lui : - Se avete raccomandato che ven-
gano dei nostri confratelli da Riobamba, è
molto meglio : basta così . .. E quando sa-
ranno qui?
- Quel meccanico mi assicurò che forse
sarebbero qui di questa sera ; ma temo che
sia impossibile .
- Basta, va bene così .
Il testamento di D . Savio e sua rassegna-
zione alla volontà di Dio .
Vennero le 8, e la malattia cresceva a
vista d'occhio . D . Savio se ne accorgeva
meglio di me. E però, raccolte le poche forze,
che ancora gli rimanevano, con istento, così
prese a parlarmi : - Io mi sento morire . . .
quando sarò morto manderete le carte che
tengo nelle valigie al signor D . Rua e voi
pregate per me. . .
Al sentir tali parole diedi in uno scoppio
di pianto, e gli risposi : - Non dica così,
D . Savio ; ella non morrà adesso . Vuole che la
Madonna permetta che lei muoia in questi
deserti, senza alcuno dei nostri che lo as-
sista? Non sarà mai !
E lui : - E se il Signore vuole così, non
dobbiamo noi rassegnarci alla sua volontà?
Sì, sì . .. quello che Dio vuole ; anche in
questo sia fatta la volontà di Dio! .. . Se ci
fosse qui un prete mi confesserei : non c'è,
sia fatta la volontà di Dio anche in questo .
- Poi continuava : - Gesù mio, miseri-
cordia ! Signore, perdonatemi i miei peccati
Maria, aiutatemi ! - E rivolto poi a me,
disse : - Mi rincresce che non posso pre-
gare . . .
Io feci un grande sforzo per mettermi un
poco in calma, e gli risposi : - Confidi in
Maria, Essa non mancherà di aiutarci . Quante
volte l'ha invocata durante la vita! . . . Cer-
tamente adesso la assisterà
E lui : - È vero che l'ho invocata tante,
volte ; ma ho pregato male . Gesù mio, mi-
sericordia ! Io non confido nei miei meriti,
che non ne ho . - E qui come per dar più
forza a questa negazione aggiunse per ben
due volte la parola spagnuola - n ada, nada
- niente, niente. - Poi continuava con frasi
interrotte sovente dalla tosse e col respiro
affannosissimo : - Io confido nei meriti di
Gesù Cristo ; Gesù mio, misericordia ! In
manus tuas, Domine, commendo spirìtum meum .
Allora strappai in fretta dal mio petto il
crocifisso e glielo porsi ; ed egli se lo portò
con rapidità alle labbra e lo baciò con tanto
affetto, che avrebbe strappato a chiunque le
lagrime . Poi tornava a baciarlo, pronun-
ciando sempre le giaculatorie : - Gesù mio,
misericordia ! Gesù, Giuseppe e Maria, nelle
vostre mani raccomando l'anima mia . Sia
fatta la vostra volontà , o Signore, in tutte
le cose. - E diceva queste giaculatorie con
una serenità ed una rassegnazione tale, che
pareva fosse dispostissimo a morire.
Io presi allora il Giovane provveduto, e re-
citai gli Atti di Fede, Speranza, Carità e
Contrizione ; poi lessi la preghiera a S . Giu-
seppe per la buona morte, e le altre che vi
sono per l'esercizio della buona morte ; e
D. Savio, a cui era incominciato il rantolo,
mi accompagnava colla mente e col cuore .
Ma pensando sempre alle circostanze di
quell'agonia, in un trasporto di dolore, dissi
fra me : - Non è possibile che Iddio e Maria
Ausiliatrice permettano che uno dei loro
figli prediletti passi da questa vita all'eter-
nità in questa maniera, senza neppur un
prete che lo assista : o che lo devono rimet-
tere in salute, o almeno prolungargli la vita,
finchè sia qui un sacerdote . -Non dubitando
punto di ottener almeno quest'ultima grazia,
mi tranquillizzai un poco . Anche D . Savio
pare abbia fatta questa preghiera, perchè
fummo pienamente esauditi .
Deposto il libro, cominciai a recitar il santo
Rosario, sempre colla intenzione che la Ma-
donna prolungasse la vita al caro moribondo,
il quale continuava colle sue giaculatoria
predilette : - Gesù mio, misericordia! Sia
fatta la volontà di Dio in tutte le cose ! -
e a baciare il Crocifisso ; e quando non po-
teva facilmente parlare, muoveva le mani in
modo di colui che dice : - Quel che volete
voi, o Signore !
Ma intanto un gagliardissimo assalto di
tosse che pareva lo dovesse condur alla morte,
per contrario gli diminuì siffattamente il ran-
tolo, che il pericolo sembrava se non cessato,
almeno allontanato . Io respirai un poco e
rinnovai la mia prece a Maria Santissima .
Verso le 11 : - Andatevi a coricare, mi
disse, che ne dovete aver bisogno . - E ve-
dendo che io esitava , replicò il comando .
Ubbidii, ed appena coricato, mi addormentai ;
ma un momento dopo un altro assalto di
tosse mi svegliò di soprassalto ; e fui di nuovo
al suo fianco . Mi chiese da bere ; poi, vol-
gendosi sul fianco destro, si assopì per al-
cuni minuti . Ma poi svegliandosi, sempre
con respiro affannosissimo, disse : - Non ne
posso più ! - È questo l'unico lamento, se
così si può dire, ch'io abbia udito uscir dalle
labbra del povero D . Savio ; e dire che sof-

2.5 Page 15

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friva terribilmente . Egli continuamente pre-
gava, portandosi di tratto in tratto alla
bocca il crocifisso . Così passò quella lun-
ghissima notte dal 16 a1 17 gennaio . Venne
il mattino e nessuno ancor compariva .
L'arrivo d'un confratello sacerdote . - D .
Savio spira nelle sue braccia!
Verso le 11 antim . dissi a D . Savio , che
giaceva in una prolungata agonia, ma sempre
con la memoria serena : - Vado un momento
fuori sulla collina per veder se vengono da
Riobamba . - Ed egli : - Andate pure . -
Ed al mio pronto ritorno mi domandò : -
Non vengono ancora ?-lo gli dovetti ri-
sponder negativamente . Andai fuori un'altra
volta e poi un'altra ancora, e finalmente da
lungi vidi venire una carovana, in mezzo
alla quale riconobbi due vestiti da sacerdote .
Corsi subito ad annunziarli a D . Savio, che
dimostrò sentirne gran piacere . Uscii di
nuovo dalla capanna per andar ad incon-
trarli . Erano D . Bruzzone ed il chierico
Ghiglione . Il primo mi domandò subito : -
Come sta? - Al che io ebbi appena forza
di rispondere : - Male assai .
In un momento fummo da D . Savio, il
quale chiese chi fossero . Il sacerdote rispose :
- Io sono D . Bruzzone, un suo confratello
sacerdote, e il mio compagno è un chierico
pure suo confratello . Veniamo da Riobamba .
Coraggio, D . Savio ! Siamo venuti a por-
tarle tutti gli aiuti che le possono abbiso-
gnare . Coraggio ! Confidi nel Signore ; sia
fatta la sua santa volontà! - E mentre
lo disponeva e gli dava la santa assolu-
zione, io era uscito ad aiutare a togliere le
selle ai cavalli . Ma ecco poco stante mi sento
chiamare ; corro : D . Savio era agli estremi !
D . Bruzzone, che recitava le preghiere dei
moribondi , troncò all'istante, gli diede la
benedizione papale in articulo mortis, e, ap-
pena finito, D . Savio dolcemente mandava
l'ultimo respiro . La grazia era fatta . Maria
Santissima gli ottenne di spirare la sua bel-
l'anima nelle mani di un confratello sa-
cerdote
Erano le 2 1/2 pomeridiane del giorno
17 gennaio, 15 minuti dopo l'arrivo dei due
confratelli da Riobamba .
Può immaginare, o amatissimo D . Rua,
la nostra desolazione . Non potevamo persua-
derci che fosse morto . Chiamò D . Bruzzone,
chiamai io : - D . Savio! . . . D . Savio! . . . -
Ma D . Savio non era più . . . egli era andato
a ricevere il premio delle sue virtù e delle
sue apostoliche fatiche .
La sua vita già era piena di meriti . Dopo
averne spesa gran parte per il bene delle
nostre Case d'Europa, egli scorse un vasto
campo nella Patagonia e là vi si spinse con
entusiasmo, volentieri sottoponendosi ad o-
gni sorta di fatiche e di disagi . L'ubbidienza
altro campo pure vasto e non men difficile
gli indicava nell'Equatore . La natura pareva
vi ripugnasse, ma l'Apostolo del Signore
vince ogni ritrosia e s'incammina anche a
quella volta . Si sente venir meno, ma egli
si fa animo ancora ; egli muore, ma muore
in via e col desiderio d'arrivare al campo . E
la ricca sala dove spira è un'umida capanna
aperta a tutti i venti ; il soffice letto su cui
rende l'invitto animo a Dio son quattro pa-
li, un po' di fieno e due ruvide coltri .
Quanta rassomiglianza colla nascita del Sal-
vatore! Quanti motivi di sperare che egli
sia volato al Cielo!
Ma intanto noi avevamo perduto un amato
Superiore, un carissimo Padre, e pel dolore
quasi ci disperavamo ed andavamo ancora
gridando : - D . Savio! D . Savio! - Ma di
D . Savio non ci rimaneva che la gelida salma .
La dolorosà notizia si sparge per tutta la
Repubblica .
Raccolti i pochi spiriti rimastici, cercammo
determinare sul da farsi . Si stabilì di andar
subito a Guaranda per telegrafare a Rio-
bamba ed a Quito . Inforcai tosto il mio ca-
vallo ed in compagnia del mulattiere, che
aveva condotto la carovana da Riobamba,
calai in fretta verso Guaranda .
Aveva fatto appena un'ora di cammino, .
quando incontrai un medico, che in compa-
gnia di otto robusti Indii andava a Ganguis
a prendere D . Savio infermo e trasportarlo
a Guaranda . Tale ordine era loro venuto dal
Governatore di Guaranda, a cui aveva tele-
grafato in proposito il Presidente della Re-
pubblica, l'Ecc.m° sig . Luis Cordero, consape-
vole della disgrazia a mezzo di D . Calcagno
direttore della Casa di Quito, al quale aveva
telegrafato il lunedì sera (16 gennaio) D . Fu-
sarini, direttore della Casa di Riobamba .
Saputo della morte di D . Savio, il medico ri-
tornò meco a Guaranda e gli Indii continua-
rono il viaggio coll'incarico di trovarsi pronti
sul meriggio del giorno seguente per tras-
portare la venerata salma di Don Savio a
quella città .
Giunti a Guaranda, il medico corse a dare
la triste notizia al Governatore, il quale te-
legrafò tosto al Presidente della Repubblica,
da cui aveva per risposta di procurare alla
salma di questo Missionario Salesiano solen-
nissimi funerali, e tutto a spese del Governo .
Intanto io telegrafava pure la dolorosa per-
dita ai nostri di Riobamba e di Quito, e,
passata la notte dal gentilissimo Parroco
R .mo D . Vallejo, al mattino tornai a Gan-
guis e mi trovai io pure per il trasporto del
feretro .
Trasporto della salma da Ganguis a Gua-
randa .
Verso le 12 e 1/2 del 18 gennaio, recitato
da D . Bruzzone le preci di rito alla salma del
nostro povero D . Savio, e postala sopra di
un largo tavolato, gli Indii vi sottoposero le

2.6 Page 16

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robuste loro spalle, l'alzarono e si incammi-
narono alla volta di Guaranda . Ai lati vi
stavamo il chierico Ghiglione ed io ; dietro
veniva D . Bruzzone recitando funebri preci .
Quanti pensieri in quel tratto di via sca-
brosa! Don Savio, che tanto ha fatto per
gli Indii, egli che per gli Indii ha messa a
pericolo la stia esistenza, ecco che dagli Indii
riceve le prime preci, i primi onori . Tre con-
fratelli ed otto Indii formano il primo suo
corteggio!
Giungemmo a Guaranda alle otto di sera .
All'entrare in paese, essendo già notte avan-
zata, trovammo una illuminazione che per
questi paesi può dirsi sfarzosa : un mondo di
gente, uomini, donne e fanciulle ci aspetta-
vano tutti con lanterne accese e ci accompa-
gnarono fino alla porta della Chiesa parroc-
chiale, dove ci ricevette il Parroco in cotta,
stola e piviale, con altri due sacerdoti . Recitò
le preci di rito, e poi portata entro la salma,
e depostala presso un grandioso catafalco
sfarzosamente illuminato, si cantarono le al-
tre preghiere prescritte .
Solenne funerale a
collocata la salma
dGiuvar. aSnadvai.o-.
Dove
fu
All'indomani, 19 gennaio, fuvvi un solenne
ufficio coll'intervento di tutte le Autorità,
ecclesiastica, governativa e municipale, e
con un concorso immenso di fedeli . Cantò
la Messa D . Bruzzone, dopo la quale, levata
la saluta, si andò processionalmente al cam-
posanto . Questo consiste in un tratto di ter-
reno, circondato da muri di terra . Vi è una
Cappelletta, varie Croci e due monumenti
grossolani, costrutti con fango e mattoni ;
contengono alcune urne in muro, in una delle
quali fu deposto il corpo del nostro D . Savio .
Pregato ancora una volta per l'eterno ri-
poso di colui che più non vedremo su questa
terra, mesti mesti ci allontanammo da quel
luogo, che d'ora innanzi sarà per tutti i Sale-
siani che verranno all'Equatore il ritrovo
dove inspirarsi a sublimi esempi di virai
e di zelo per la gloria di Dio e la salvezza
delle anime .
Ringraziato il Parroco e le altre Autorità
del paese per gli onori resi all'amato nostro
D . Savio, dello stesso giorno tornammo a
Ganguis, ove pernottammo, ed il giorno dopo
per tempo salimmo il Chimborazo con un
freddo che ci intirizziva, ed alle 2 pom . ar-
rivavamo a Riobamba, donde le scrivo .
Malattia e sua causa .
Ora che ho narrato la preziosa morte del
nostro povero D . Savio, ella, signor D . Rua,
desidererà pur sapere qualche cosa della ma-
lattia e della causa di questa, ed eccomi a
soddisfarla .
Durante il viaggio di mare D . Savio sof-
ferse meno di tutti ; però ultimamente mi
disse che aveva di spesso un leggiero mal
di capo . Nei 6 giorni che dovemmo sostare
a Panama, e durante il tragitto sul Pacifico
mi parve stesse bene, quantunque il caldo
fosse eccessivo, specialmente a Guayaquil,
dove in molte ore del giorno pareva di tro-
varci in un forno rovente . Il giorno 11 (gen-
naio) partivamo col vaporino di fiume da
Guayaquil ed arrivammo a Babahoyo verso
le 4 pom . di detto giorno . Ivi pure faceva molto
caldo . Il giorno seguente partimmo a cavallo
solo verso le 10 antimeridiane . Quel giorno fu
ancor più caldo dell'antecedente, e noi do-
vemmo attraversare una estesa pianura per
una via molto polverosa, e sotto un sole
equatoriale che abbruciava . Il termometro
segnava 35 gradi centigradi all'ombra . Dalle
10 ant . fino alle 6 pom . fummo sempre sulle
mule esposti ai cocenti raggi! Sul far della
notte arrivammo ai piedi della Cordigliera .
Il giorno 13 ci accingemmo per tempo a
salire la ripida montagna ; ma per esser la
maggior parte di noi cavalieri poco abili non
potemmo far l'intiera traversata ; tanto più
che verso le 4 e 1/2 della sera c'investì una
folta nebbia che non ci lasciava vedere a dieci
passi di distanza . I mulattieri stessi ci dissero
che era impossibile arrivare a Cimbo, paese
al di là del monte ; e così convenne fermarci in
una capanna coperta di erbacce, senza alcun
riparo intorno, esposta a tutti i venti ; pro-
prio in una di quelle capanne che fanno i
pastori per ripararsi dalla pioggia .
Per fortuna poco discosto vi erano alcuni
operai che stavano riattando la via, dai quali
abbiamo avito qualche cosa per saziarci la
fame ;poialamegliosulnudoterenoci
coricammo . Spirava un vento freddo che pas-
sava le ossa . Eravamo a 3250 metri sopra il
livello del mare . Per di più s'aggiunse la
nebbia fitta, uggiosa che ci bagnava tutti .
Il termometro segnava 5 gradi . Dunque si
può farsene un'idea : da 35, e al sole forse
40, nel medesimo giorno passavamo ai 5 gradi :
che cambiamento di temperatura!
Nessuno in quella notte potè dormire pel
freddo . Noi siamo persuasissimi che D . Savio
si pigliò il malore in quel luogo . Però la mat-
tina vegnente, 14, si alzò, salì il proprio mulo
e ci accompagno ; ma accusò subito un forte
mal di capo, che poi mi assicurò gli era ces-
sato presto . Così durante quel giorno era ilare
come al solito, e si godeva di ammirare le
bellezze della natura, e specialmente quando
fummo sul culmine del monte, da dove si
poteva vedere maestoso il Chimborazo co-
perto di eterne nevi .
Discendemmo dalla parte orientale del
monte, e giunti alla profonda vallata pro-
vammo di nuovo un calore grande per tutto
quel giorno e gran parte del seguente . Ma
il giorno dopo arrivati a Ganguis pro-
vammo di nuovo i rigori del freddo, il quale
certamente fu quello che diede l'ultima
spinta per rovinare la robusta salute del
nostro povero D . Savio . Ganguis, come dissi

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più sopra, è posta vicino al passo del Chim-
borazo, sul dorso di detto monte, ad una
altezza assoluta di 3500 metri ; e per es-
ser vicino alle nevi perpetue fa un freddo
intenso . Così il caldo eccessivo ed il freddo in-
tenso gli produssero una polmonite fulminante,
che in meno di 40 ore lo condusse alla tomba .
Povero D . Savio! E poveri noi che abbia-
mo perduto un superiore, un padre carissi-
mo ! La missione di Mendez e Gualaquiza in-
comincia con molte ed amare lagrime ; giova
sperare (anche per le preghiere di D . Savio)
che si potrà mietere con esaltazione!
Benedica, o amatissimo sig . D . Rua, a tutti
questi confratelli orfani e pensi a procurar
loro un altro duce che li guidi al campo, e
benedica in modo speciale a chi più ha sen-
tita la perdita di D . Savio, il suo
Devotissimo figlio in G . C .
GIACINTO PANCHERI .
Da altra lettera da Quito ricaviamo quan-
to segue; « Il giorno 26 gennajo nella nostra
Chiesa del S . Cuore, si fece altro solenne fu-
nerale in suffragio dell'anima del nostro ca-
ro D . Savio . V'intervenne il Presidente del-
la Repubblica, varii Ministri ed il fiore della
cittadinanza Quitese . I Gesuiti vollero essi
farne le esequie . La funzione durò dalle 10 alle
1 pom . Queste preci e pubbliche dimostrazioni
fatte per questo nostro amatissimo Superiore
ci tornarono di tanto conforto in mezzo alla
grave disgrazia che ci ha colpiti . Accetti
Iddio questi suffragi per l'anima di D . Savio
e benedica tanti nostri buoni amici!»
ALTRI CINQUE MESI DI MISSIONE
tra le Cordigliere Chilene .
REv .Mo SIG . D . RUA,
Roca, 23 Novembre 1892 .
La missione sulle rive del Limay e nelle
Cordigliere incominciata al principio del cor-
rente anno da D . Milanesio, nella quale io
ebbi la fortuna di accompagnarlo, per me
terminò solamente il 2 di questo mese .
Per ciò che riguarda i primi cinque mesi,
certo ne avrà fatta relazione lo stesso Don
Milanesio o per iscritto o almeno a viva voce,
trovandosi ora in Italia ; a me quindi tocche-
rebbe dare un piccolo ragguaglio di quanto
si fece negli altri cinque mesi che passai
gran parte in compagnia del carissimo Don
Gavotto.
Prima di passare in rassegna i battesimi,
le comunioni e gli altri Sacramenti ammini-
strati, credo opportuno esporre in breve il
metodo che teniamo in queste missioni tra
le Cordigliere, metodo incominciato dal vene-
rato nostro Mons . Cagliero, osservato appun-
tino da D . Milanesio e mantenuto con esat-
tezza dagli altri Salesiani che si aggirano
tra queste regioni .
Alcuni giorni prima d'incominciare la mis-
sione si fanno cercare i cavalli necessarii per
le escursioni ed in pari tempo si manda in-
nanzi ad avvisare il padrone della casa, dove
si è fissato di far la prima fermata, il quale
a sua volta si dà premura di avvertire i suoi
vicini, che per lo più son sparsi in un ter-
ritorio di ben cinquanta, sessanta e talvolta
cento chilometri di estensione .
Venuto il giorno della partenza, caricate
le cassette per tutto l'occorrente, ed indos-
sati i calzoni lunghi e grossolani di pelle di
capra, il poncho chileno ed un largo cap-
pello in testa ben assicurato alla gola, si in-
forcano ì cavalli e via .
Se il nunzio è arrivato in tempo, il missio-
nario trova la capanna, s'intende, di canne,
paglia e terra cruda, sgombra di tutto, pulita,
messa insomma all'ordine per divenire la
reggia del Re dei re ed il santuario dove si
celebreranno i sacri misteri e si amministre-
ranno i santi Sacramenti.
Giunti sul luogo, ricevuti con cordiali ma-
nifestazioni di gioia e di festa, si va alla de-
signatacapelaelàsiestragonodale
cassette portate e l'altarino e i paramenti e
quant'altro occorre per la celebrazione del
s . Sacrifizio, e poi varie tappezzerie e si a-
dorna viemeglio quel rancho che finisce per
diventare una cattedrale, ma sempre del de-
serto . Ciò fatto si radunano i fedeli e loro si
annunzia l'orario delle funzioni ed il tempo
che durerà la missione .
L'orario che teniamo di solito è questo :
al mattino, di buon'ora, mentre la gente si
raduna in cappella, si fa un po' di lettura
spirituale, quindi esce la Messa, durante la
quale il confratello o giovane catechista di-
rige la recita delle preghiere del mattino, la
preparazione ed il ringraziamento alla santa
Comunione, alla quale, tranne i primi giorni,
vi è sempre un discreto numero che si acco-
stano con molta divozione . Finita la s . Messa,
si tiene un po' di meditazione, dopo la quale
si lasciano in libertà per alcune ore . Verso
le 10 si radunano i fanciulli per il catechismo,
quindi gli adulti per l'istruzione ; come pure
nel pomeriggio verso le 3 vi ha altro cate-
chismo ed altra istruzione . In sul far della
sera, si radunano per la quarta volta tutti
per la recita del s . Rosario, le preghiere della
sera, a cui tiene dietro un'istruzione prepa-
ratoria alla S . Confessione . Il missionario si
siede quindi in confessionale e lì riceve quanti
vengono fino a tarda ora e talvolta per tutta
la notte .
Indescrivibile è la gioia che prova il cuore
del povero missionario in quei giorni . Questi
buoni Cordiglierani, pieni di fede e di buona
volontà, appena sentono che verrà il missio-
nario tra loro, tosto dispongono le cose loro
in modo d'essere liberi in quel tempo di gra-

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zia che loro manda il Signore . E poi, senza -e vengano ad unirsi alla falange salesiana,
che nè il suono delle campane nè lo squillo a dar mano ai poveri Missionarii di D . Bosco.
di musicale strumento vada ad entusiasmarli, A lei poi, o amatissimo signor D . Rua,
come per incanto al giorno stabilito si tro- a cui io dirigo questa mia, caldamente rac-
vano tutti adunati desiderosi di ascoltare la comando che non voglia lasciar partire il
parola di Dio e ritemprare alquanto gli inde- nostro caro D . Milanesio, senz'affidargli un
boliti spiriti . Dapprima si comincia; a parlare numeroso drappello di leviti e di catechisti
nella cappella, ma poi gli ascoltanti vanno destinati per la povera Patagonia ; voglia
man mano aumentando, finchè bisogna uscire sempre ricordarsi di noi nelle sue preci e
e piantare tribuna a cielo aperto . E quali scene raccomandarci a quelle di tutti i nostri cari
commoventi accadono ! Al ricordo delle verità confratelli e Cooperatori .
eterne, dell'amore di Dio verso gli uomini, Con stima mi professo tutto suo
della felicità che attende nella vita futura chi
Dev.mo Obb .mo Figlio nel Signore
avrà vissuto bene, le lagrime scorrono dalle
Sac . Giov . ROGGERONE .
guance di ognuno ed il missionario esso pure
profondamente intenerito prova tanta conso-
lazione, da dimenticare qualunque disagio,
qualunque stento possa incontrare .
Ma il tempo vola e altri ed altri ancora vi
sono da visitare ; convien quindi affrettare,
mandare avanti il messo a portare l'annunzio
NOTIZIE VARIE
e quindi partire .
Di solito la durata di queste missioni è di
cinque o sei giorni, e talvolta per l'immensa
In S . Siro di Genova .
moltitudine degli accorrenti da soddisfare
bisogna protrarle a otto, nove ed anche dieci Genova amò e beneficò sempre D . Bosco e le
giornate, come ho dovuto far più volte io e
D . Gavotto in questi cinque mesi .
Le stazioni di tal durata che facemmo in
cinque mesi furono una ventina : essendo in
due, ci fu possibile più volte dar missioni
contemporaneamente in due diversi punti .
I frutti poi riportati, grazie a Dio, furono
abbastanza soddisfacenti . Le comunioni som-
marono a 1383, i battesimi a 286 ed i matri-
monii a 21 . Abbiamo avuto anche da fare 5
sepolture ; chè nel deserto pure la morte fa
sue vittime e spesso improvvisamente .
Di questo po' di bene e dell'altro riportato
insiem con D . Milanesio durante quest'anno
sue Opere . Prova solenne ne diede ancora nel-
l'occasione d'una conferenza tenutavi colà da Mon-
signor Cagliero nel meriggio del sabato 4 marzo
ultimo scorso .
La monumentale chiesa di S . Siro era lettera-l-
niente gremita di cittadini d'ogni età, d'ogni
ceto . Senza esagerare, gli accorsi superavano i
cinquemila . La stampa vi era largamente rappre-
sentata .
S . E ., con quella parola calda, facile, franca,
affascinante che pare costituisca la sua dominante
caratteristica, intrattenne per più di un'ora e un
quarto l'uditorio sempre attento .
Ecco il santo del discorso che ne fece l'egregio
Cittadino di quella città
« La Chiesa nel presente secolo si trova impe-
noi rendiamo vive grazie al buon Dio, a gnata in una lotta più che mai accanita . La gio-
cui innalziamo fervido preci, perchè voglia ventù sopratutto è fatta segno alle insidie d'ogni
mandarci altri tre o quattro Sacerdoti per i
bisogni di queste popolazioni, le quali ancor
attualmente debbono passare due e più anni
senza vedere nè udire un Sacerdote .
Quando, finita la missione, si dà l'addio e
si prende commiato, questa buona gente ci
chiede fino a quando non andremo più a tro-
maniera che le tendono i suoi nemici .
» Iddio secondo i tempi suscita gli uomini, e nel
secolo xix l'uomo provvidenziale per la Chiesa,
l'apostolo della gioventù è D . Bosco .
» Egli vede i grandi bisogni della società, con-
fida nella Provvidenza, e partendo da piccoli prin-
cipii, riesce a dare all'Oratorio Salesiano, di cui
è fondatore , tale estensione e tale vigoria, che
varli . Ma che si può loro rispondere, se non
che preghino il Signore perchè li conservi
buoni almeno fino all'anno venturo? Essi
piangono, non vorrebbero lasciarci partire,
e noi pure ci sentiamo una stretta al cuore ;
ma bisogna far violenza a noi stessi e se-
pararci . Ma se vogliamo che il bene sia du-
raturo, bisogna proprio trovar modo di visi-
non saprebbe spiegarsi da chi non vi scorge la
mano di Dio .
» L'oratore ricorda che la povera, ma fortunata
madre di D . Bosco dovette ricorrere alla genero-
sità dei suoi compaesani, onde mettere insieme
quel poco necessario per fare di suo figlio un sa-
cerdote .
» Ma il modesto Sacerdote possedeva ben altro
patrimonio nella fede ardente che è privilegio
tarli più spesso, almeno più volte all'anno ;
e ciò come sarà possibile coll'esiguo numero
di Sacerdoti che siamo?
Adunque io mi appello a quanti hanno a
cuore la salute delle anime, a quanti ci sen-
tono da Dio chiamati all'apostolato delle mis-
sioni . Escano costoro e dicano anch'essi : -
Eccoci, o Signore, fate di noi quel che volete ;
delle anime sante, nella fiducia illimitata in Dio,
in quella operosità inesauribile che, non permet-
tendogli mai tregua, divenne feconda di infinite
opere buone .
» Disponeva oggi di quello che gli poteva man-
care dimani, persuaso che al dimani sarebbe in-
tervenuta la Provvidenza .
» Così egli inizia tutte le sue intraprese ; i suoi
Istituti sono fondati il più delle volte incontrando

2.9 Page 19

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dei debiti che Iddio pensa ben tosto ad estin-
guere.
» Fu interessante il racconto del modo con cui si
deliberò la costruzione in Roma della chiesa del
S . Cuore di Gesù e dell'annesso Ospizio che s'i-
naugurerà di questi giorni .
» Il Papa Pio IX di s . m. invitò Don Bosco
a fondare in Roma uno de' suoi Istituti .
» Don Bosco raduna il Capitolo e sottopone il
progetto ; gl'intervenuti si guardano in faccia l'un
l'altro e votano .
» Sei voti sono contrari ed uno favorevole.
» Don Bosco sorpreso da tale risultato domanda
spiegazioni ai confratelli .
» Tutti rispondono ad una voce : - Padre, gli
edifizi a Roma costano dei milioni, e noi abbiamo
mezzo milione di debito .
» Egli senz'altro soggiunge : - Avreste ragione
se il tempio fosse nostro ; desso appartiene al
S . Cuore di Gesù, ed il S . Cuore di Gesù ne pa-
gherà le spese, come spero che provvederà alla
estinzione del nostro debito .
» Bastò questo - si rinnova la votazione ed il
tempio al S . Cuore è deliberato all'unanimità, non
più nelle anguste proporzioni progettate , ma tre
volte più grande .
» Molto bene operano i Salesiani in America a
pro degli emigranti e dei selvaggi .
» Nella sola Argentina si contano ben 700 mila
italiani, i quali prediligono i missionari loro con-
nazionali, ed in mezzo ad essi si ottennero frutti
consolantissimi .
» L'oratore passa in seguito a discorrere delle
Missioni Salesiane in mezzo ai selvaggi e ricorda
quelle della Patagonia, della Terra del Fuoco,
dell'Equatore, del Paraguay e del Brasile .
» I selvaggi in massima parte son docili e con
buona volontà corrispondono agli sforzi dei Mis-
sionari, ma si trovano in condizioni affatto pri-
mitive, si coprono con pelli , vivono di caccia e
di pesca ed abitano in capanne di frasche affatto
provvisorie .
» I Fueghini specialmente occupano il grado in-
fimo della razza umana, vivono alla ventura, senza
pensieri che elevino lo spirito, vivono, direi quasi,
la vita dei bruti .
» Eppure anch'essi possono educarsi, anch'essi
sono capaci di civiltà, sentono ben volontieri i
Missionari, imparano i mestieri, cominciano a la-
vorare, e giovane sorge piena di speranze la pic-
cola cristianità della Terra del Fuoco .
» Non si possono descrivere i sacrifizi, i pericoli,
le privazioni, cui devono assoggettarsi ì Missio-
narii .
» Patire la fame, la sete, il freddo, trovarsi ab-
bandonati, infermi in mezzo alle lande inabitate,
son queste circostanze, a cui ben sovente sono
esposti, ma la Provvidenza assiste sempre ed an-
che in mezzo al deserto è feconda . »
Terminata la conferenza, S . E . Mons . Cagliero
fu circondato da stragrande moltitudine ansiosa
di esternargli il suo reverente ossequio, che l'accom-
pagnò festante sino alla sacrestia . Furono distri-
buite gratuitamente al popolo ben 4000 copie d'un
Numero Unico riccamente illustrato sulle Missioni
Salesiane, pubblicato dall'Eco d'Italia.
La nostra riconoscenza pertanto verso i nostri
benefattori ed amici di Genova cresce ognor più,
e mentre pubblicamente e ripetutamente li rin-
graziamo della benevolenza che essi hanno tut-
tora pei figli di D . Bosco, innalziamo ferventi voti
al Cielo per la loro prosperità e per quella delle
loro famiglie . Particolari ringraziamenti poi pre-
sentiamo al Comitato Regionale dell'Opera dei
Congressi Cattolici, al Comitato dell'Esposizione
delle Missioni Cattoliche ed ai giornali cattolici
cittadini per la parte vivissima che presero pel
buon esito della suddetta conferenza .
Cooperatori defunti nel Febbraio e Marzo 1893
1 Abbondioli D . Pietro Teol . Curato
- Sassi (Torino) .
2 Argentero Margherita - Villanova
d'Asti (Alessandria),
8 Barsi Luca, - Stazzema (Lucca) .
4 Beltrame Noemi, - S . Pietro Inca-
riano (Verona) .
5 Bersani D . Stefano - Piacenza .
6 Besozzi Nobil Donna Carolina nata
Galliani - Milano .
7 Boriglione Cav . Secondo -- Vntimi-
glia (Porto Maurizio .
8 Boruetti Apollonio - Simogo (Mi-
lano).
9 Brizzolari Antonio- Galbiate (Como)
10 Bussolino Catterina - Torino .
11 Carrara Elisa vedova Parenti - Can-
neto sull'Oglio (Mantova) .
12 Cerruti Dott . Giuseppe, Medico Chi-
rurgo - Torino .
13 . Colletti D . Alessandro - Chiappeto
(Genova)
14 Dal-Tedesco Luigi di parco - Ve-
nezia .
15 Davico Cav . Giorgio - Ventimiglia
(Porto Maurizio) .
16 Delpiano D. Angelo Canonico - Torino .
17 Demezzi Giacinto - Torino .
18 Di Bernardo D . Giuseppe Canonico
- Castronovo di Sicilia (Palermo) .
19 . Eusebio Antonio fu Antonio - Ma-
gliano basso d'Alba (Cuneo) .
20 Fasoli Marianna - S . Pietro . Inca .
riano (Veronao .
21 . Francolini Giuseppina vedova Co-
rana . - Torino.
22 Gai-etto Pietro - Torino.
23 Gennari Luigi - Parma .
24 Giambone Carolina - Torino .
25 Giovannini Arcangela - Canischio
(Torino) .
26 Goggia Lorenzo farmacista - Torino .
27 Grassis Ch° . Giovanni Salesiano -
Cassinette (Torino).
28 . Gurini Vittoria Maestra - Simogo
(Milano) .
29 Jocetti. D . Francesco curato - Val-
montone (Roma) .
30 . Merizzi Bellesini Margherita - Ti-
rano (Sondrio .)
31 Milani D . Edoardo prevosto -Staz-
zema (Lucca.o
32 Morono Vincenza veda . Ardissone -
Oneglia (Porto Maurizioo .
33 Oliboni Righi Giacinta - S. Pietro
Incariano (Verona) .
34 Petrali Ch° . Carlo - ( Pavia .)
35 Quaglia Antonio - Collegno (Torino).
36 Ricci D . Domenico, Arciprete - Ce-
rese to (Parma) .
37 . Rigoli Maria - Golasecea (Milano) .
38 Riolti-Fontana Maria S . Pietro Inca-
riano (Veronao.
39 Ristis Celeste - Torino .
40 Rognoni D . Angelo parroco - Ca-
scine Colderari (Pavia) .
41 Rusca-Pellagatta Cecilia - Versio
Pedemonte (Svizzera).
42 Salvini Mons . Felicissimo Arcive-
scovo - Foligno (Perugia) .
43 Santicoli Angolo fu Angolo - Pian-
camuno (Brescia).
44 Santicoli Pietro - Piancamuno -
(Brescia) .
55 Sosio Andrea fu Luigi - Simogo
(Milano) .
46 Sosio Catterina fu Carlo - Simogo
(Milano) .
47 Tojelli D . Francesco Parroco - Val-
montone (Roma) .
48 Toselli D, Giuseppe - Ponzone (A-
lessandria).
49 Tribaudino Teresa nata Morino -
Racconigi (Cuneoo .
50 Vaccarino Ing . Cav . Eugenio -To-
rino .
51 Vertamy Damigella Giustina - To-
rino