BS 1910s|1916|Bollettino Salesiano Dicembre 1916

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO

ANNO XL - N. 12   1 DICEMBRE 1916

SOMMARIO

Auguri del Successore di Don Bosco. Cooperazione Salesiana - Per la buona stampa. Una "strenna" del Ven. Don Bosco. "La perfezione sacerdotale" dell'Em.mo Gusmini.

Congresso di Ex-allievi Salesiani - I temi studiati e le relative deliberazioni.

La consacrazione di Mons. Olivares.

In morte di Mons. Fagnano - Il plebiscito della stampa chilena - Il Vicariato Apostolico di Magellano.

Preghiamo per i Missionari.

Il Culto di Maria Ausiliatrice - Nel Santuario di Valdocco - Grazie e favori.

Riconoscenza al Ven. Don Bosco.

Pel tempio votivo in onore di Maria Ausiliatrice a Castelnuovo d'Asti.

Note e corrispondenze: Un nuovo Istituto per orfani di guerra - Tra gli emigrati - Notizie varie.

Necrologio.

Indice dell'annata.

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE - VIA COTTOLENGO. 32 - TORINO

IL SAC. PAOLO ALBERA

con effusa riconoscenza e con piena fiducia nella protezione perenne della Madre di Dio, presenta, insieme con i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice e con tutta la gioventù atte (oro cure affidata, ogni più caro e più santo augurio ai singoli Cooperatori e a tutte le benemerite Cooperatrici dell'Opera del Ven. Don Bosco. '

L'ora continua a volgere per tutti piena di ansietà e di speranze, congiunte ai più gravi sacrifizi. Qual è quella famiglia, che non abbia il capo od uno o due e più figli al fronte? Anche la famiglia salesiana vede di giorno in giorno diradarsi vie più le file di quelli che debbono continuare, con raddoppiata alacrità, l'opera di redenzione giovanile, mentre i suoi Oratori, i suoi Ospizi, i suoi Collegi si popolano di più dense schiere di alunni.

Con questi poveri orfani e con tanti altri cari giovanetti, bisognosi di chi li sorregga sulla via del dovere negli anni più botti della vita, il successore di D. Bosco pregherà nella novena e solennità del S. Natale:

perché sulle famiglie dei Cooperatori e sulla nostra Patria diletta stenda pietosa le sue ali la Divina Provvidenza e si posi benigno lo sguardo della Vergine Ausiliatrice!...

perché queste sante feste sieno a tutti apportatrici di soavi consolazioni !...

perché il nuovo anno ci doni anche il giorno della pace !...

perché, nel regno della pace, trionfi la carità, ed anche l'Opera di Don

Bosco si sviluppi e si estenda presso tutte le genti! ..

perché tutte le genti, affratellate dalla vera e profonda conoscenza detto spirito del Vangelo, si radunino in un sol gregge obbediente ad un solo Pastore!...

perché il genere umano raggiunga quell'apogeo di civile progresso, che gli ha tracciato il Maestro Divino, Nostro Signor Gesù Cristo.

COOPERAZIONE SALESIANA

Per la buona stampa.

L'EM.MO CARD. RicHELMY ha rivolto al Clero ed ai Cattolici di buona volontà della sua Archidiocesi, una lettera in favore dell'Opera Nazionale della Buona Stampa. La diffusione della buona stampa impiegò gran parte dell'attività di Don Bosco, che l'assegnò come uno dei doveri principali anche ai Cooperatori Salesiani. L'argomento trattato dall' Eminentissimo Cardinale Arcivescovo di Torino tocca quindi e interessa da vicino tutti i nostri lettori. Essi, nel concetto di Don Bosco, devono essere quei cattolici di buona volontà ai quali si rivolge l'Em.mo Porporato, e quindi, meglio degli altri, debbono comprendere e praticare le sue auguste esortazioni. Noi le riferiamo, integralmente, nella loro eloquente brevità

« Con accento di stupore e ammirazione il Re Sapientissimo asseriva esservi tre cose, nell'ordine della natura sensibile, che gli riuscivano troppo difficili ad intendersi: la via dell'aquila nell'aria; la traccia del serpente nella pietra; l'orma della nave in mezzo al mare. Se non temessi di profanare le Sacre Carte, vorrei fare mie le parole di Salomone trasportandole nei campo morale e sociale, accompagnando lo stupore con un senso di lamentevole mestizia. Tre cose io non posso comprendere per ciò che riguarda la condizione dei tempi nostri : che vi siano uomini, i quali si vantano amatori della verità e della giustizia, che nei loro scritti non cessano dall'ingiuriare e dal calunniare la Nostra Santa Religione e l'istituzione augusta del Pontìficato Romano; che fra quelli stessi che si dicono cattolici e devoti al Papa v'abbiano molti che nell'abituale loro condotta or direttamente ed ora indirettamente, colla parola, col denaro, coll'opera si fanno paladini del giornalismo antireligioso; e che fra coloro che deplorano i danni della cattiva stampa si trovino, non pochi che non sanno sottoporsi al più piccolo sacrifizio in favore del giornalismo cattolico, e che in quella vece, come a scusare la loro ignavia, sono pronti sempre a criticare quei piccoli difetti, che, data l'infermità dalla natura umana, sono inevìtabili nelle stesse migliori scritture. E se osassi, per poco non vorrei aggiungere col Savio medesimo, che una quarta cosa esiste anco più difficile a comprendersi delle antecedenti: Tria sunt difficilia mihi, et quartum penitus ignoro... Viam viri in adolescentia. Io non parlo della via dell'uomo nell'adolescenza, qualunque sia il senso inteso dall'antico scrittore ; sì io dico non potersi affatto comprendere come fra gli stessi Sacerdoti, fra le persone consacrate a Dio nella religione, non manchino tal fiata gli infelici che per motivi umani, e con vani pretesti fanno causa comune con gli indolenti del secolo e coi detrattori della buona stampa.

» Tornerebbe inutile ch'io recassi qui argomenti contro i modi usati da coloro, cui ho accennato in primo luogo, e che cercassi di ridurre i medesimi a migliori consigli ; essi non amano pur di leggere la parola di un Vescovo, e per certo negano ogni valore alla stessa. Ma egli è a sperare non siano affatto vane le esortazioni rivolte agli ecclesiastici ed a coloro, che in qualche modo appar tengono ai fautori della Buona Causa. Orsù, dico adunque agli uni e agli altri, svegliamoci una buona volta: hora est jam nos de somno surgere. Le molte volte abbiamo letto, abbiamo udito, abbiam detto essere la stampa ai di nostri come il quarto potere dello stato; e qualche volta forse, riflettendo fra noi stessi al precipitare degli avvenimenti, abbiam pensato la potenza del giornalismo andare non di rado innanzi alle stesse più alte autorità della terra. Che dunque? Rimarremo inoperosi, o ci lascieremo vincere dal rispetto umano e trascinare dalle moltitudini? Guardiamoci, o Carissimi, da quell'inganno, che è frutto tal fiata di una mal celata avarizia, ed è dovuto spesso ad un falso sentimento di umiltà apparente, di noncuranza della nostra persona. Vo' dire che non dobbiamo disprezzare l'opera. nostra come troppo piccola e inutile innanzi alla moltitudine di spese e di sollecitudini, che sono necessarie per il rifiorimento del giornalismo cattolìco, per l'azione efficace della buona stampa. Non sia fra noi chi rinnovi, nell'ordine pratico, l'errore degli antichi sofisti, i quali asserendo essere come un nulla il togliere un solo capello da una folta capigliatura pretendevano la medesima non distinguersi dalla calvizie. Ogni uomo porti la sua pietra; ogni persona doni il suo obolo : e sorgerà l'edifizio, e saranno coperte le spese opportune.

» A rianimare il nostro ardore, piacemi ricordare qui le belle parole di uno dei più illustri fra i Vescovi della Francia. I giornali. cattolici, ha scritto Mons. Gibier riferendosi a quelli che prima ancora di lui avevano toccato l'argomento, sono le fondazioni che la Religione domanda ai suoi figli. I tanti mali che in questi ultimi tempi hanno afflitto la Francia Cattolica sono dovuti in ultima analisi alla cattiva stampa; imperocchè è l'opinione che guida il mondo, ed è la stampa che forma l'opinione. L'opera della buona stampa è dunque l'opera necessaria, l'opera capitale, l'opera delle opere. Creare opere di carità e di zelo e omettere l'opera del giornale buono è come ostinarsi a volere costruire la piramide capovolta.

» Ed anco maggior forza hanno per noi le parole troppo autorevoli dell'Eminentissirno Cardinal Gasparri Segretario di S.. S. Benedetto XV: - È volere dell'Augusto Pontefice che i cattolici tutti e in particolare i singoli religiosi, nonchè i conventi, i collegi, i sodalizi, le parrocchie, e tutti i pii istituti reputino loro dovere di favorire lo sviluppo e la solidità dell'Opera Nazionale per la Buona Stampa, sia nel dare alla medesima nome e contributo, sia con avvalersi di ogni occasione per incoraggiarla e per procurarle insieme a quella estimazione che i buoni intelletti le devono, una diffusione ognora crescente.

» All'opera dunque, nuovamente io ripeto; all'opera, o Carissimi. Ricordiamo l'antico grido dei Crociati: Dio lo vuole, Dio lo vuole. La fede è viva nei nostri cuori; noi crediamo fermamente che il Papa è il Vicario di Gesù Cristo: l'obbedienza al Papa è gloria e vanto della Cattolica Torino; e nel l'obbedire al Papa noi avremo insieme lavorato efficacemente al nostro vantaggio, al bene dell'intiera Società ».

* *

Fin qui l'Em.mo Card. Arcivescovo di Torino, al quale vorremmo promettere che prontamente e pienamente la sua augusta parola sarà accolta da tutti i nostri Cooperatori ! A Lui intanto, noi, memori dell'alta benevolenza ond'Egli onora le Opere di D. Bosco, rinnoviamo l'augurio di stabile salute, perché possa - nel suo zelo indefesso - consacrarsi ancora per molti anni al bene delle anime alle sue cure affidate, a lustro e decoro di tutta la Chiesa.

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UNA „STRENNA" DEL VEN. DON BOSCO.

La strenna era un consiglio, una massima, un programma, che il Venerabile dava ai Salesiani e agli alunni l'ultimo giorno dell'anno, da ricordare e praticare nell'anno nuovo. L'usanza paterna è tuttora in fiore. Nelle singole case salesiane è il direttore che legge la strenna inviata dal Successore di Don Bosco; ma a Valdocco era Don Rua ed è Don Albera in persona che l'annunzia a tutti i suoi figli, giovani e vecchi, cioè agli alunni ed ai loro superiori, stretti attorno a lui con famigliarità fraterna. È sempre una scena degna di essere illustrata !

Or ecco come narra le sue impressioni un exallievo dell'Oratorio circa la prima strenna da lui udita nel 1876. La relazione ci pervenne nel mese scorso, dopo quarant'anni dal fatto, e ci pare che possa tornar gradita a tutti i nostri lettori.

Il giorno 24 ottobre 1876 io entrava nell'Oratorio di S. Francesco di Sales per compiervi gli studi ginnasiali. Era la Madonna che mi ci aveva condotto con una serie ininterrotta di grazie straordinarie di cui non riuscirò mai a sdebitarmi. Se a Dio piacerà, cercherò, col tempo, di narrare i benefici di cui mi ha colmato la Vergine Santa: ora mi pare dover mio esporre certe circostanze le quali possono tornare a gloria del nostro caro Padre D. Bosco. Chi glorifica Don Bosco glorifica Maria Ausiliatrice, perche Don Bosco fu il diletto di Maria Ausiliatrice, e tutto il bene che fece Don Bosco lo fece coll'aiuto e per amore di Maria Ausiliatrice.

Ouando entrai nell'Oratorio, io aveva undici anni compiuti ed attendeva il giorno del Santo Natale per compire i dodici anni. Di giudizio ne aveva poco, poco assai, tuttavia io rimasi tocco in modo meraviglioso dalla vita che si menava all'Oratorio. Mi incantava la bontà di tutti i superiori e professori, l'allegria dei compagni, la magnificenza della chiesa di Maria Ausiliatrice, tutto m'incantava, mi pareva di essere entrato in un paradiso terrestre.

Passarono i primi due mesi e giunse la sera del 31 dicembre 1876. Io aveva già conosciuto e preso grande affetto a tutti i Superiori dell'Oratorio, ma non aveva ancora imparato a conoscere Don Bosco, che già a quel tempo non poteva piú trattenersi a lungo in mezzo a noi ragazzi. Quella sera, dopo le orazioni, acclamato da tutti gli alunni, studenti ed artigiani dell'Oratorio, sali la cattedra per farci il sermoncino della sera. Mi pare ancor di vederlo, sulla piccola cattedra, quel buon prete sorridente; ma, dico la verità, io non capiva perche si facessero a lui tante ovazioni. Anzi, io pensava tra me: « Perche non si applaude egualmente a D. Lazzero, a D. Durando e agli altri Superiori, quando ogni sera ci vengono a parlare?... Non sono egualmente buoni, come quel prete che sorride con tanta grazia? ...» Avendo io fatto queste osservazioni ad un mio vicino, egli lui disse

- Ah! tu sei nuovo, non conosci ancora Don Bosco; egli è il Superiore di tutti i Superiori della Casa, il fondatore e quindi il padrone di tutto l'Oratorio.

Ed io: - Anche della chiesa?...

- Anche della chiesa... L'ha fabbricata lui!

Fui subito convinto e... confuso.

Intanto era cessato il battimani e sentii la voce di Don Bosco che diceva tra le altre cose

- Questa è l'ultima sera del 1876. Mentre voi dormirete comincerà il 1877, ed io son venuto per darvi la strenna...

Qui, tutti i compagni ricominciarono a battere le mani, io invece pensava lento tra me: - Che strenna ci darà?... Dei soldi no, perche il regolamento proibisce di tenerli ; dunque dei libri! - E cosí pensando, guardava se vicino alla cattedra ci fosse qualche catasta di libri; ma non vedendo nulla, conclusi tra me e me che ci avrebbe regalato una bella immagine a ciascuno. S'era di nuovo fatto un silenzio religioso, e la voce chiara, insinuante di Don Bosco, continuava:

- Procurate di fare sempre santamente le vostre Confessioni e le vostre Comunioni, perché di tutti voi che siete qui presenti in questo momento e che sentite le parole di Don Bosco, alcuni passeranno all'eternità durante l'anno 1877 e non si troveranno piú qui l'ultima sera dell'anno che sta per cominciare. Di voi, otto debbono morire nel 1877... e poi altri ancora ; e qualcuno di questi comincia con la lettera B

A questo punto io cessai di seguire il discorso di Don Bosco!... Per me, Brusasca, ce n'era d'avanzo. La mia piccola testa si trovò subito in confusione... Avrei preferito essere al mio paese nativo, e mi posi a fare questi ragionamenti

« Guarda, guarda, in che collegio mi ha messo mio padre!... ed io ci stava tanto volentieri!... ed aveva fatto amicizia con questi superiori... però buoni!... Dunque io debbo morire!... Io mi chiamo Brusasca!... Basta!... Domani scriverò a mio padre che venga a prendermi, perche... perche io non voglio piú stare all'Oratorio... si, gli scriverò... »

Ma ecco subito un altro pensiero:

« Don Bosco disse che devono morire parecchi dei presenti, ma non disse che sarebbero morti nell'Oratorio; dunque sebbene ritorni al mio paese, io morrò egualmente, perché egli ha detto che sarebbe morto qualcuno della lettera B... Che debbo adunque fare?... Dovrò scrivere?... Dovrò fuggire? Dovrò restare?... ».

A questo punto del mio soliloquio si rinnovarono gli applausi e Don Bosco discendeva dalla cattedra. I giovani, parte si ordinavano per andare nei dormitorii, e parte, come una fiumana, affluivano verso Don Bosco. Io domandai al mio compiacente vicino:

- Dove vanno quei giovani?

Ed egli: - Vanno a domandare a Don Bosco se sono essi che devono morire.

- Ah! sì!?... Allora ci vado anch'io.

E pensava: « Voglio restar l'ultimo e aspetterò, dovessi aspettare fino a domani, perche non voglio che gli altri sentano ciò che D. Bosco dirà a me ».

Mi posi in coda alla lunga fila di coloro che dicevano una parola a Don Bosco e ne avevano sotto voce la risposta.

Intorno a Don Bosco non v'erano che alcuni Superiori: uno che io non conoscevo ancora, Don Lazzero, D. Durando, D. Veronesi e qualche coadiutore, che gli facevano gli auguri. Mi avvicinai anch'io e Don Bosco, sorridendo, mi domandò:

- E tu che vuoi?...

Mi feci piú vicino che potei e gli dissi: - Vorrei sapere se io devo morire!... - Come ti chiami?

- Io mi chiamo Brusasca Natale?!.... Bene!... Sarai amico di Don Bosco? - Sì, ma devo morire?...

- Sta allegro, e procura di far sempre bene le tue Confessioni e le tue Comunioni... Sta' allegro e va' a dormire!

Gli baciai la mano, e né allegro, né scontento, mi recai in dormitorio. Non nascondo che quella sera aveva ancor un po' di paura di morire nel nuovo anno: ma in breve mi sentii rassicurato pensando alle parole « Sta' allegro! », e tornai più allegro e piú felice di prima.

La vita dell'Oratorio è tanto varia, ed io era cosí giovane, elle non pensava piú alla strenna di Don Bosco e alla lettera B...

In verità il Signore mi mandò tante occasioni di vera allegria, ed io viveva nell'Oratorio i giorni più felici, benché non pensassi, come aveva promesso, a farmi vero amico di D. Bosco. Eppure egli pensava anche a me nel suo cuore di padre! Vedeva con piacere che i Superiori si servivano di me, fornito di bella voce, per cantar le lodi della Madonna, mi conosceva personalmente, e a quando a quando mi parlava. insomma aveva presa, come detta di cuore, la mia parola di essergli amico, mentre, quella sera, io aveva detto un sì solo nel desiderio di affrettare la sua risposta che mi togliesse dall'incertezza in cui era, nel timore di dover morire!

E morì realmente qualcuno della lettera B! Dall'elenco dei morti dell'Oratorio nel 1877, quale pur si legge nell'edizione illustrata della Vita di Domenico Savio, a proposito di un sogno o visione in cui il Venerabile vide questo giovane Servo di Dio, appare che i morti furono otto, e quattro di questi avevano tutti il cognome che cominciava colla lettera B, cioè Briatore Giovanni, Bagnati Antonio, Boggiatto Luigi, Becchio Carlo; due studenti, un famiglio, e un chierico, morto a casa sua, ma presente nel 1876-77 all'Oratorio. Questi mori il 31 dicembre 1877, e non gli valse essere lontano dall'Oratorio.

*

* *

E si rinnovò l'impressione che io ebbi delle parole profetiche di Don Bosco. Sul finire del 1877

egli non ci diede la strenna a viva voce come soleva, trovandosi a Roma, ma le sue parole dell'anno prima mi tornarono in niente piú vive che mai, per la ragione che dirò.

Fin dai primi mesi del 1877 io aveva avuto la sorte di essere stato scelto dalla classe inferiore della scuola di musica per essere aggiunto a quelli della classe superiore che dovevano eseguire la gran Messa del Rossini e i Vespri solenni che si stavano preparando per detta solennità. Il buon M.° Dogliani quanta fatica non sostenne per educare la mia voce e per farmi imparare, più ad orecchio che per note, quanto egli volle farmi cantare per onorare la cara Ausiliatrice! Ricordo che mi sentiva come elettrizzato, quando si facevan le prove insieme con D. Lazzero e con Pelazza! ed era pieno di riconoscenza per i miei cari Superiori che si servivano di me, a preferenza d'altri, che sapevano la musica meglio di me e quindi avrebbero fatto meglio di me!...

Tra gli altri io guardava con stima affettuosa un giovanetto che ripeteva la terza ginnasiale e si chiamava Cornelio Baldomero. Era assai buono, ma di poco ingegno, ed il M.° Dogliani l'aveva fatto segretario della scuola di musica, affidando a lui le chiavi dell'armadio musicale e l'incarico di distribuire ai cantori le parti del canto. Io lo stimava assai e quando non poteva passare la ricreazione col M.° Dogliani, o con D. Lazzero, o con D. Antonio Riccardi, allora prefetto interno dell'Oratorio, era sempre con Baldomero.

Ricordo che, un giorno, egli mi pregò d'ascoltargli la lezione che avrebbe dovuto recitare in iscuola, e, tratto di tasca un suo libro latino, incominciò a cantarellarmela coll'aria del Cum Sancto Spiritu della Messa di Rossini. Meravigliando io per questo suo modo di recitare la lezione, egli mi disse: - Vedi, io ho poca memoria e, per imparare, devo sempre studiare cantarellando. Quando poi ho imparato, allora io recito, ma sempre tenendo a mente l'aria per ricordare le parole.

In questo mentre udimmo le voci dei nostri compagni che gridavano: Viva Don Bosco! Viva Don Bosco! Baldomero mi disse: - Andiamo a baciare la mano a Don Bosco. - Ed io gli risposi subito: - Andiamo!

Don Bosco veniva verso di noi, circondato e pigiato in mezzo a una gran turba di giovanetti. Egli era sorridente ed aveva una parola per ciascuno. Le sue mani tenevano unite molte altre mani, cioé le mani dei giovani che lo circondavano; e mentre le teneva strette diceva ora all'uno, ora all'altro: - Scappa! - e la risposta era sempre la stessa: - Non posso, perche mi tiene!...

Noi due ci avvicinammo a lui, ed egli, il buon Padre, ci salutò con uno sguardo sorridente. Baldomero baciò la mano destra ed io baciai la mano sinistra di Don Bosco, e le nostre dita si trovarono confuse colle altre dita, tra le mani di D. Bosco. Ricordo che mi trovai pigiato tra i compagni, lontano dalla mano di Don Bosco di tutta la lunghezza del mio braccio, eppure il mio dito era serrato nelle mani di Don Bosco, e camminava a ritroso collo sguardo fisso in lui con molti altri giovani che lo circondavano in atto giocondissimo e riverente.

Si attraversò l'estremo angolo del cortile, si entrò sotto il porticato semibuio che unisce i due cortili, poi, proseguendo, si continuò la passeggiata fino alla scala che guida alla camera di Don Bosco. Il tempo della ricreazione volgeva al suo fine, ed egli, licenziati ad uno ad uno gli altri giovani, restò in ultimo con noi due, Baldomero alla destra ed io alla sinistra. In questo modo salimmo alquanto incomodamente le scale che conducono alla sua cameretta. Io era contento che Don Bosco mi facesse l'onore di permettermi d'accompagnarlo, ma taceva e tutti e tre tacevamo. Quando egli apparve in mezzo a noi due sul balcone, tutti i giovani, fermi nel cortile e colla testa rivolta in su, gridarono: - Viva Don Bosco! - E Don Bosco, fatto un saluto colla piano a tutti i giovani, si rivolse a me e disse:

- Tu discendi e va' in cortile.

Gli baciai la mano, e senza dir parola, discesi. Sentiva però in cuore quasi un'invidiuzza per Baldomero. Ma stimando assai l'amico per la sua bontà e pensando ai piccoli servizi che egli rendeva alla scuola di musica, fui contento cl-e Don Bosco gli avesse fatto quella preferenza. Tuttavia, pieno di curiosità di sapere perche Don Bosco l'avesse condotto in camera, disceso in cortile, mi fermai al primo gradino della scala ad attendere l'amico.

A chi aspetta i minuti sembrano sempre lunghi, e se chi aspetta è un giovane, e in un momento di curiosità, i minuti diventano secoli. Io infatti, ora guardava in su per vedere se scendeva l'amico, ora mi affacciava sotto il portico nel timore che Baldomero discendesse per l'altra scala, per non farmi vedere il regalo o per non dirmi il segreto di Don Bosco.

Finalmente lo vidi discendere, gongolante di gioia, con una bellissima immagine di Maria Ausiliatrice in mano, mentre suonava la campanella della scuola. Il dialogo fu quindi breve e rapidissimo.

- Che ti ha detto Don Bosco'

- Mi ha dato questa immagine.

-- Oh! come è bella!... ma ci voleva tanto tempo per darti un'immagine?!

- Mi ha anche confessato.

- Si?!...

- E mi ha detto tutti i peccati!

- Che cosa!... a me non li ha detti mai!

- Come son contento!... Basta, andiamo a scuola.

Don Bosco partiva per Roma e... Baldomero, che fino a quel giorno era stato sanissimo, alcuni giorni dopo (si era già al principio del 1878) era costretto ad andare in infermeria.

Ricordo che nel momento che si doveva andare a scuola di musica, egli mi chiamò, mi diede le chiavi dell'armadio, e mi disse di avvertire il M.° Dogliani che lui non istava troppo bene e che avessi distribuite io le parti ai cantori.

Feci l'ambasciata, e quella sera, dopo cena, salii in infermeria per vedere l'amico e restituirgli le chiavi dell'armadio. Egli mi venne incontro e mi disse:

- Caro Brusasca, io non sto bene, e l'infermiere è andato a prendermi il letto in camerata per farmi restare qui in infermeria. Tieni le chiavi tu.

Gli feci coraggio, e, venuto il momento di recitare le orazioni, pregai per il mio amico, ed andai a letto, dispiacente davvero.

La mattina seguente, verso la fin dello studio, e precisamente mentre suonava il campanello che ci chiamava alla Santa Messa, entrò nel salone il nostro Catechista, D. Mosè Veronesi, e con voce rotta dalla, emozione che mi penetrò fino al fondo dell'anima, ci disse: - Cari giovani, in questi momenti è volata al cielo l'anima di Baldomero Cornelio, dopo aver ricevuto tutti i Santi Sacramenti... Quelli che possono, facciano la Santa Comunione per lui, e tutti gli altri recitino bene il Santo Rosario. Il Signore disporrà che la carità che noi usiamo agli altri, un giorno da altri venga usata a noi!...

L'effetto di queste parole fu profondissimo in tutti. In quel mattino tutti i confessionali vennero assiepati e la Santa Comunione fu veramente generale. La feci io pure, ma all'orecchio lui risuonavano sempre le parole di Don Bosco: - Di voi, otto debbono morire nel 1877, e poi altri ancora; e qualcuno di questi comincia con la lettera B...

Io continuai ancor lungo tempo a suffragare l'anima dell'amico. La sua scomparsa m'impressionò assai più di tutte le altre morti,

Debbo pur dichiarare che mi è sempre rimasta la certezza che il carissimo Padre, illuminato dal Signore che prima del suo ritorno il buon Cornelio Baldomero sarebbe passato all'eternità, lo volle egli stesso con paterna carità e con vivo zelo sacerdotale prepararlo al gran passo....

Cosí egli mi assista dal Cielo... nell'ora mia!

Chioggia, 2 novembre 1916.

Sac. NATALE BRUSASCA.

La „Perfezione sacerdotale"

DELL'EM.MO CARD. GusMINI.

« Vorrei... un bel libro per un prete-soldato ! »

Questo consiglio ci vien chiesto da molte buone mamme, e sorelle, e zie, desiderose di fare un dono utile e caro ai figli, fratelli o nipoti sacerdoti, ch'esse videro con certa ansietà abbandonare l'esercizio tranquillo del sacro ministero, ed ora, nel memore pensiero, vedono ogni dì in zona di guerra, esposti a mille disagi e pericoli.

Rispondiamo. - Non senza pietoso consiglio Dio ha permesso che la guerra avvicinasse molti preti a tanta gioventù che non li degnava piú d'uno sguardo : ma perchè il bene che può fare ogni prete al campo sia maggiore, bisogna facilitargli il modo di mantenersi all'altezza della sua vocazione. A questo gioverà mirabilmente un'opera recentissima dell'Em. CARD. GUSMINI: La perfezione sacerdotale, che contiene brevissime meditazioni per ogni giorno dell'anno. Perciò chi desidera fare un vero regalo a qualunque prete, specialmente a un prete-soldato, gl' invii questo libro, che è annunziato in copertina. Per parte nostra lo raccomandiamo vivamente a tutti i Sacerdoti che cercano un testo di meditazioni, breve, e, in pari tempo, completo, succoso, vario ed efficace.

UN CONGRESSO DI EX-ALLIEVI SALESIANI

I temi studiati e le relative deliberazioni

ASSAI in ritardo - per disguidi facili a comprendersi nelle presenti circostanze ci vennero recapitati gli « Atti ufficiali » del Congresso Nazionale degli Ex-Allievi di Don Bosco, tenutosi a Buenos Aires in omaggio al nostro Ven. Fondatore nel 1° Centenario della sua nascita, nell'ottobre del 1915.

Noi demmo già un cenno sommario delle importanti assemblee, colla promessa che vi saremmo tornati sopra, non appena ci fosse giunta l'attesa relazione. Ora è già trascorso un anno, è vero, che dette adunanze ebbero luogo, ma, siccome rivestirono un'importanza singolare, non possiamo tenerci dispensati dal richiamare su d'esse l'attenzione dei nostri lettori.

Il Congresso Nazionale degli Ex-Allievi di Don Bosco dell'Argentina si svolse in sei laboriose assemblee, alle quali parteciparono duecento delegati delle varie Società Ex-Allievi della Repubblica.

Tre sedute (7, 14, 21 ottobre) furono private per lo studio dei tenni proposti; tre pubbliche (10, 17, 24 ottobre), e in queste ai duecento delegati si aggiunse un gran numero di Cooperatori e di altri ex-allievi.

Nella prima assemblea privata si votò un telegramma al S. Padre, insieme con l'offerta di L. 2000, quale obolo di S. Pietro; e se ne ebbe questa risposta, in data 10 ottobre:

Santo Padre benedice di cuore Ex-Allievi Salesiani augurando loro Congresso li riaffermi nella via del bene! - Card. GASPARRI.

L'augurio del Vicario di Gesú Cristo non poteva --- a parer nostro - avere miglior compimento! Lasciando da parte ogni elogio ed ogni piú lusinghiero giudizio della stampa, e tutti gli altri atti del Congresso, ci limiteremo a riferire le deliberazioni. Eppure dalla loro irresistibile eloquenza tutti i lettori potranno farsi un'idea della praticità di questo Congresso, la cui ultima seduta fu accompagnata da un grande pellegrinaggio a N. S. di Lujàn. Le associazioni poi degli Ex-Allievi, sparse omai in ogni parte, si sentiranno di certo stimolate a non permettere - a costo di qualsiasi sacrifizio - che si spenga quel fuoco sacro che avvampò nel 1911, in occasione del 1° Congresso Internazionale.

È indubitato, che se la guerra non ci avesse impedito di celebrare, come si era deciso, il 1° Centenario dell'Istituzione della Festa di Maria

Ausiliatrice e il 1° Centenario della Nascita di Don Bosco, quest'ammirabile lavoro che si svolse in una delle Nazioni piú remote dai rumori della guerra, si sarebbe ripetuto in tutte le Nazioni ove sono ex-allievi di Don Bosco. E appunto per questo, non è da dimenticare che anche con mezzi minimi, se non si può disporre di mezzi maggiori, urge che tutti e dappertutto vengono pensando fin d'ora a ciò che sarà piú necessario a pace conchiusa. Per la piena grandezza e per la durevole prosperità di tutte le Nazioni è indispensabile avvisare ai mezzi, con cui si possa ristabilire e rinsaldare in mezzo ai popoli quel sentimento religiososociale e di amicizia e di fratellanza che oggi, se non è spento, è senza dubbio enormemente affievolito. E a noi sembra che, primieramente sotto questo punto di vista, stia preparato agli Ex-allievi nostri un còmpito immenso, al quale resta intimamente connesso lo stesso rifiorire e la ripresa del primiero sviluppo dell'Opera Salesiana.

Con questi intendimenti noi pubblichiamo tutte unite le deliberazioni del Io Congresso Nazionale degli Ex-Allievi di Don Bosco dell'Argentina, inviando di cuore al rev.mo Ispettore D. Giuseppe Vespignani, al Consiglio Generale delle varie Società ed ai singoli Delegati che parteciparono al Congresso, le nostre piú ampie felicitazioni.

TEMA 1° Azione sociale-cristiana.

I. Circoli di studi sociali apologetici.

ART. 1 ° - I Circoli di studi sociali apologetici avranno tre membri almeno, e quindici al massimo. Essendovi un maggior numero di membri, si formeranno piú sezioni nel medesimo circolo.

ART. 2° -- Le riunioni dovranno avere un carattere famigliàre. Si userà la maggior semplicità nelle esposizioni e confutazioni e durante lo sviluppo dell'insegnamento, e si procurerà che tutti gli atti abbiano l'aspetto di un'azione collettiva, evitando ogni questione personale.

ART. 3° - I gruppi dii studi stabiliranno relazioni coli tutte le Associazioni Cattoliche locali, col fine di formare l'ambiente ed inculcare la necessità dell'Azione sociale cristiana, che s'impone

in modo imperioso, per le circostanze dei tempi presenti.

ART. 4° - Ciascun circolo ogni mese informerà la Commissione Centrale del suo movimento, a mezzo del delegato che nominerà a tale scopo. Similmente dovrà trasmettere alla Commissione Centrale la relazione annuale cui sarà, colla stampa, data la maggior diffusione possibile.

ART. 5° - Similmente si dovranno pubblicare nei giornali e nei periodici, specialmente per i cattolici, informazioni circa il movimento generale del gruppo, in modo particolare gli annunzi di fondazioni di nuovi gruppi e di conferenze pubbliche.

ART. 6° - I circoli di studi apologetico-sociali dovranno aver di mira i seguenti fini:

a) Organizzare, per quanto è possibile, con elementi dei medesimi gruppi, conferenze pubbliche periodiche;

b) Formare biblioteche con opere riferentisi a studi apologetico sociali;

c) Formare archivi con dati statistici, dichiarazioni ed altri elementi apologetici sociali, che di giorno in giorno appaiono intorno i diversi campi di azione economico-sociale cristiana;

d) Propagare la stampa cattolica e lavorare per la fondazione di sezioni della Lega, Sociale Argentina dato il carattere puramente economicosociale-cristiano di detta istituzione, e ciò senza pregiudizi di altre istituzioni cattoliche affini;

e) Pensare a formare pubblicisti e conferenzieri pubblici, e a fondare conferenze di S. Vincenzo, ecc., ecc., non fermandosi alla sola conoscenza teorica dei problemi sociali, ma scendendo in campo di azione.

f) Organizzare concorsi locali e generali, quando si creda conveniente.

II.

Commissione Centrale delle Sezioni o Circoli di studi sociali e apologetici.

ART. 1° - Si formerà una Commissione Centrale delle Sezioni di Studi sociali di Ex-Allievi di Don Bosco, composta di un membro del Consiglio Generale e d'un Delegato d'ogni Sezione sotto la direzione del Rev. Ispettore o di un Sacerdote Salesiano, nominato dal medesimo. La Commissione Centrale risiederà nella Capitale Federale, e si riunirà almeno una volta al mese.

ART. 2° - Elegerà il suo consiglio e resterà sotto l'immediata direzione del Consiglio Generale.

ART. 3° - Il Consiglio Generale avrà un suo delegato presso la Commissione Centrale.

ART. 4° - I fini della Commissione Centrale sono i seguénti:

a) Invigilare sopra l'andamento delle Sezioni: sollecitare ed intensificare l'azione delle medesime.

b) Pubblicare le relazioni annuali dei Gruppi di Studi sociali e apologetici nella Rivista degli Ex-Allievi e nella settimana sociale, d'accordo con le deliberazioni del Consiglio Superiore della Gioventú Nazionale.

c) Organizzare ogni anno concorsi apologetico sociali; scegliere la giuria e provvederei premi convenienti.

Sezioni Catechisti.

ART. 1° Le Sezioni Catechisti funzioneranno col maggior numero possibile di soci. Oltre gli ExAllievi potranno farne parte quanti saranno proposti dai direttori dei rispettivi Collegi e Oratorii festivi.

ART. 2° - Osserveranno il Regolamento dato da Don Bosco agli Oratorii festivi.

ART. 3° Zeleranno l'assiduità dei giovani all'Oratorio, usando in forma durevole e progressiva i mezzi seguenti:

a) Ottenere bollettini, libretti e bolli della Cassa Nazionale e di Risparmio Postale, per propagarli e distribuirli tra gli oratoriani, facendosi intermediarii tra i ragazzi e la Cassa Nazionale di Risparmio Postale.

b) Organizzare fra gli Oratoriani i corpi degli Esploratori di Don Bosco secondo il relativo Regolamento e col dovuto permesso e la dipendenza dell'Ispettore Salesiano.

c) Distribuire biglietti d'ingresso al cinematografo e al teatrino dell'Oratorio, da una domenica all'altra. Cosí i membri della Sezione Catechisti si terranno in contatto cogli Oratoriani e potranno assicurare, loro un insegnamento metodico e progressivo.

d) Fare collette tra gli Ex-Allievi e le persone caritatevoli, per organizzare lotterie e divertimenti a benefizio dei giovani dell'Oratorio.

ART. 4° - Annualmente manderanno alla Commissione Centrale una statistica del movimento generale, della Sezione, perche venga pubblicata nei giornali e nei periodici.

ART. 5° - Nelle Conferenze, che secondo il Regolamento del Ven. Don Bosco i catechisti devono avere settimanalmente, si raccomanda di tener presenti le Opere del Veri. Don Bosco: Il Cattolico nel Secolo, La Storia Sacra, Il giovane Provveduto, gli opuscoli delle Letture Cattoliche ed altre opere analoghe del BALMES, SEGUR, SARDÀ e SALVANY, ed altri propagandisti cattolici.

IV. Commissione Centrale delle Sezioni Catechisti.

ART. 1° - Si formerà una Commissione Centrale delle Sezioni Catechisti, composta di un Delegato di ogni Sezione e di un membro del Consiglio Generale, sotto la direzione del rev.mo Ispettore o di un Sacerdote Salesiano nominato dal medesimo; risiederà nella Capitale Federale, e si riunirà una volta al ennese.

ART. 2° - Eleggerà il suo Consiglio e rimarrà sotto l'immediata direzione del Consiglio Generale.

ART. 3° - Il Consiglio Generale avrà un suo Delegato presso la Commissione Centrale.

ART. 4° - I fini della Commissione Centrale sono i seguenti:

a) Invigilare sopra l'andamento delle Sezioni;

e sollecitarne ed intensificarne l'azione;

b) Pubblicare le relazioni annuali delle Sezioni Catechisti;

c) Comunicare alle Sezioni Catechisti ogni espediente pratico e i risultati positivi che s'imparano dalla pratica, per attirare i giovani all'Oratorio, istruirli ed assisterli convenientemente;

d) Cercare i mezzi per stabilire nuovi Oratorii nei distretti parrocchiali o locali, ove ancora non esistano.

V.

Distintivo sociale.

ART. 1 ° - Si stabilisca per gli Ex-Allievi di tutta la Repubblica un libretto da rinnovarsi ogni anno, il quale porterà nella parte anteriore la dicitura seguente : Associazione Ex-Allievi di Don Bosco, il nome della società e l'anno; e nell'interno i dati seguenti: Nome e cognome del socio, il bollo della Sezione, le firme del direttore e del presidente, e la firma e fotografia del socio.

Il libretto si concederà ai soci alle seguenti condizioni:

a) buona condotta;

b) un anno di ascrizione alla Società;

c) compimento dei doveri di socio.

ART. 2° -- Il libretto servirà di credenziale a ciascun Ex-Allievo in qualunque luogo, e gli procurerà quella migliore attenzione che merita.

ART. 3° - Ciascun Ex-Allievo pagherà una quota che verrà fissata in base alla spesa del libretto.

ART. 4° - La società procurerà di ottenere dalle Case commerciali dei vari generi il vantaggio di ribassi nei prezzi o di facilitazioni nei pagamenti, previa presentazione del libretto, in base al quale ogni responsabilità resta dichiarata e limitata al titolare.

TEMA II. °

Azione patriottica e di Mutuo Soccorso.

I.

Cassa di Mutuo Soccorso fra gli ex-allievi di D. Bosco della Rep. Argentina.

(NB. - Approvato in massima - Noi per brevità omettiamo alcuni articoli).

ART. 1° - Si fondi una Cassa di Mutuo Soccorso per tutta la Repubblica, la quale sarà diretta da una Commissione con Sede nella Capitale Federale, e della quale potranno far parte solamente gli Ex-Allievi.

ART. 2° - La Commissione sarà costituita da un delegato di ogni società e da un delegato del Consiglio Generale degli Ex-Allievi di Don Bosco, ed avrà a Direttore il rev.mo Ispettore o un Sacerdote da lui designato.

ART. 3° - I mezzi coi quali la Cassa di Mutuo Soccorso si sosterrà, sono:

a) le donazioni particolari;

b) le donazioni della Società degli Ex-Allievi;

c) le quote periodiche dei soci protettori;

d) le quote mensili dei soci attivi.

ART. 4° - Godranno dei favori della Cassa di Mutuo gli Ex-Allievi che concorrono alla sua formazione con un peso in moneta nazionale, ogni mese, che verrà diviso come segue: 8o % per le spese generali, 20 % passerà al fondo di riserva.

ART. 8° - I sussidi obbligatori consisteranno in proporzionare ai soci, medico e medicamenti in casi di malattia, sempre che la natura di questa non sia di carattere immorale, né si tratti di ferite colpevolmente ricevute dal socio che sollecita di essere beneficato, cui si darà un peso, come diaria, tutti i giorni che sarà infermo.

ART. 9° - Dal fondo di riserva si disporrà che siano proporzionate ai soci quelle somme di cui avessero qualche urgente bisogno imprevvisto, ma l'assegno non potrà essere superiore a cinquanta pesos, previa deliberazione della Commissione direttiva, approvata a maggioranza di voti, la quale fisserà in antecedenza a ciascun richiedente le garanzie che ritiene necessarie e rimetterà sollecita relazione al Consiglio direttivo, perché possa dar corso alla pratica.

ART. 10° - Quando lo stato fiorente della Cassa lo permetta e si tratti di un caso estremo, si potrà accordare la somma massima di 10o pesos in moneta nazionale.

ART. 11 ° - In ognuno dei casi contemplati il socio dovrà rifondere senza interesse la somma che gli fu accordata nelle condizioni che fisserà ciascun Consiglio direttivo, avuto riguardo alla condizione del richiedente.

ART. 12° - Il Presidente ed il Segretario firmeranno gli avvisi per i medici, e sarà in facoltà della Presidenza, l'accordare di propria autorità sussidi in casi di manifesta urgenza, coll'obbligo di darne conto alla prima adunanza.

ART. 13° - Quando avvenga la morte di un socio della Cassa, la Società, a cui apparteneva, rimetterà alla famiglia la somma di 6o pesos, in moneta nazionale, e farà celebrare una messa funebre nella Cappella del Collegio, alla quale si inviterà la famiglia dell'estinto con tutti gli ExAllievi.

ART. 22° - La Commissione centrale, alla fine di ogni anno, farà conoscere a tutte le Società il movimento avuto durante l'anno e lo stato della Cassa, per mezzo della Rivista Ex-Allievi.

II. Segretariato del lavoro.

ART. 1° - Si creerà un unico Segretariato del lavoro per gli Ex-Allievi, con sede nel Collegio Don Bosco in Via Solis, 232, che si metterà in relazione con tutte le Società degli Ex-Allievi della Repubblica.

ART. 2° - Il suo còmpito sarà di provvedere alle domande di lavoro degli Ex-Allievi e sostenere gli occupati, col difenderne i diritti. davanti ì

padroni, col dare consigli, appoggio e assistenza morale, ecc.

ART. 3° - Formerà un elenco degli Ex-Allievi e Cooperatori locali, dai quali solleciterà ogni appoggio, sieno essi commercianti, sieno professionisti.

ART. 4° - Per questo ciascuna Società formerà una lista completa degli Ex-Allievi iscritti, notandone il nome e cognome, la professione e il domicilio, e ne invierà subito copia al Segretariato, il quale farà stampare in fine di ciascun esercizio una lista completa per uso esclusivo degli ExAllievi iscritti.

ART. 5° - La lista, di cui all'articolo antecedente, s'intende limitata agli Ex-Allievi iscritti che conoscono e praticano il regolamento, in modo che ogni membro dell'Associazione può fare su loro sicuro e certo affidamento.

ART. 6° - Il Segretariato si porrà in relazione colle Case di commercio e cogli uffici in generale, per mezzo degli Ex-Allievi e cooperatori, perché accettino i servizi che può prestare il Segretariato.

ART. 7° - Il Segretariato si varrà di tutti i mezzi di propaganda per farsi conoscere e per collocare i suoi raccomandati.

ART. 8° - Il Segretariato garantirà, quanto è possibile, la onoratezza e capacità dei suoi raccomandati.

ART. 9 - Il personale del Segretariato si comporrà di un Direttore e di un Segretario, designati dal Consiglio Generale degli Ex-Allievi di Don Bosco.

ART. 10° - Si terranno due registri, uno per le offerte, l'altro per le domande di lavoro.

ART. 11° - Fra i Cooperatori ed Ex-Allievi facoltosi si. stabilirà una Commissione Protettrice, di venti membri al minimo, che si obbligheranno di pagare una quota mensile di dieci pesos, in moneta nazionale, a sostenimento del Segretariato.

ART. 12° - A migliorare nel miglior modo possibile la condizione degli Ex-Allievi operai e impiegati, si stabilirà mella sede del Segretariato un Corso gratuito di commercio.

Azione patriottica.

NB. - Nel Congresso vennero anche stabilite le modalità della partecipazione alle Feste Centenarie per l'Indipendenza della Repubblica Argentina, che si svolsero nell'anno che tramonta, mediante una nota in proposito, concepita in questi termini:

In che forma gli Ex-Alunni parteciperanno alla commemorazione del 1916.

Il Sotto-Comitato di Azione Patriottica e di Mutuo Soccorso, nel prossimo Centenario del Congresso delle Province Unite del Rio della Plata adunatosi nella storica città di Tucumàn, in omaggio e adesione a questa data memoranda della nostra epopea nazionale, che proclamò in faccia al mondo l'Indipendenza Argentina, interpretando i generosi e patriottici sentimenti degli Ex-Allievi di Don Bosco della Repubblica, propone all'Assemblea:

ART. 1 ° - Si farà dagli Ex-Allievi ed allievi

dei Collegi Salesiani una grande manifestazione patriottica nella Capitale Federale.

ART. 2° - Si terrà una solenne Accademia musico-letteraria con la partecipazione di tutte le Società degli Ex-Allievi ed un'orchestra composta esclusivamente di soci.

ART. 3° - Si terrà un Concorso Nazionale di tiro a segno fra tutte le Società Ex-Allievi di D. Bosco della Repubblica, su programma fissato da una Commissione eletta dal Consiglio Generale.

ART. 4° - Si pubblicherà un quadro a colori, commemorante lo storico Congresso, e se ne trarranno cartoline postali.

Inoltre il Consiglio Generale degli Ex-Allievi di Don Bosco pubblicherà memorie biografiche dei membri del Congresso di Tucumàn, che furono nella maggior parte sacerdoti.

Le suddette cartoline e monografie si porranno in vendita a benefizio del Consiglio Generale.

TEMA III.°

Per lo sviluppo delle singole Società.

I.

Mezzi generali per lo sviluppo delle Società.

ART. 1° - Ogni anno, prima del termine dell'anno scolastico, il Presidente di ogni società, o altro Ex-Alunno, col consenso del Direttore dell'Istituto locale, terrà una conferenza agli alunni che usciranno definitivamente dal collegio, per istruirli sulle finalità dell'associazione ed invitarli a inscriversi in essa.

ART. 2° - Si raccomanda agli associati che venendo a conoscere un Ex-Allievo, il quale non sia ancora iscritto nella associazione, mandino il suo nome e il suo indirizzo al Segretario della propria Sezione, il quale invierà al proposto ExAllievo un formulario ad hoc da riempire, che servirà come domanda per essere accolto nell'Associazione.

ART. 3° - Ogni anno, allo scopo di stringere sempre piú i fraterni vincoli che debbono regnare fra tutti gli Ex-Allievi, si scambieranno visite fra i Consigli direttivi delle varie Sezioni.

ART. 4° - Ogni Sezione stabilirà un buffet con sale da giuoco, non disdicenti al carattere cristiano dell'Associazione.

ART. 5° - Quelle Sezioni che non potessero compiere quanto è indicato nel precedente articolo, procureranno di organizzare riunioni settimanali, quindicinali o mensili.

ART. 6° - Le spese occorrenti pel compimento dei due articoli precedenti verranno procurate dai Consigli direttivi delle Sezioni con mezzi decorosi pel carattere dell'Associazione.

ART. 7° - Sarà generale per tutta l'Associazione la solenne commemorazione di Don Bosco, nella festa tradizionale di S. Giovanni Battista, 24 giugno, o nella domenica seguente; e insieme si continuerà regolarmente ogni anno, quantunque con carattere puramente regionale, il pellegrinag-

gio al Santuario di N. S. di Lujàn, o ad altri Santuari della Repubblica.

ART. 8° - Ogni Sezione in particolare tratterà di solennizzare annualmente la data della sua fondazione, come gli anniversari della Patria.

ART. 9° - Il Consiglio Generale redigerà e pubblicherà, annualmente o periodicamente, la rivista a Ex-Allievi di Don Bosco ».

ART. 10° - Il Consiglio Generale tratterà la fondazione della Casa dell'Ex-Allievo nella Capitale Federale.

ART. 11° - Il Consiglio Generale domanderà al Governo Nazionale la personalità giuridica per l'Associazione.

II.

Creazione e sviluppo delle Sezioni Drammatiche.

ART. 1° - Ogni Società fonderà e manterrà in fiore una sezione drammatica.

ART. 2° - Questa Sezione preparerà trattenimenti teatrali, tornate letterarie, ecc., per i soci e le loro famiglie, e porgerà aiuto negli Oratori festivi.

ART. 3° - Le sezioni drammatiche si daranno il cambio frequentemente, per favorire l'unione tra le varie Società.

ART. Il Consiglio Generale promoverà concorsi tra le varie sezioni drammatiche e, indicendo feste; si varrà del concorso dei membri delle varie sezioni.

ART. 5° - Alle varie rappresentazioni e feste s'intercalerà sempre qualche numero relativo al Ven. Don Bosco ed alle sue Opere.

III.

Foot-Ball.

ART. I° - Si fondi una Lega del Foot-Ball,

destinata a favorire questo sport esclusivamente tra gli Ex-Allievi di Don Bosco, ed abbia la sua sede nella Capitale Federale.

ART. 2° - La Lega sarà composta di due delegati per ogni società: tra i quali verrà scelto il consiglio, che sarà composto di un Presidente, di un Vice-Presidente, di un Segretario, di un Tesoriere e di altri membri come Consiglieri.

ART. 3° - Il Consiglio Generale dell'Associazione nominerà un membro che lo rappresenti avanti la Lega, con facoltà di parola, ma senza voto.

ART. 4° - La Lega avrà un Direttore, nominato del rev.mo Ispettore dei Salesiani.

ART. 5° - La Lega si servirà di tutti i mezzi disponibili per avere un terreno pubblico o privato per stabilirvi il campo di sport.

ART. 6° - Le partite saranno giocate nei fields che posseggono le Società di Ex-Allievi di Bernal, S. Isidro e Maldonado, e nel campo di

sport che verrà aperto.

ART. 7° - La Lega invierà annualmente una memoria al Consiglio Generale sul suo andamento, che sarà pubblicata sulla rivista degli Ex-Allievi.

ART. 8° - Formata la Lega, questa redigerà i propri statuti, le norme per le gare di campionato e i premi per le gare.

ART. 9° - La Lega raccomanderà caldamente a tutti i giuocatori di assistere con puntualità alle funzioni religiose, che devono precedere le partite.

ART. 10° - Le squadre affigliate avranno completa autonomia nella loro organizzazione interna, purche in piena armonia colle finalità che si propone la Lega.

ART. 10° - Sarà dovere della Lega la regolarizzazione e il miglioramento dei campi di giuoco per porli nelle migliori condizioni volute, valendoci all'uopo di donativi, sottoscrizioni, ecc.

ART. 12° - Le Società dovranno esigere che le squadre affigliate conoscano e pratichino fedelmente il regolamento che stabilirà appositamente la Lega, in modo che la fondazione della Lega del Foot-Ball sia spontanea e dia lo spettacolo di una larga fusione di forze ben disciplinate.

IV.

Bibfioteca ed azione artistico-letteraria.

ART. 1° - Si raccomanda ad ogni Società la formazione di una biblioteca. Le spese necessarie saranno coperte con trattenimenti drammatici e con altri mezzi ritenuti più opportuni da ogni Società.

ART. 2° - I Consigli direttivi delle varie Società inviteranno gli Ex-Allievi e anche quelli elle non sono ex-Allievi ma che simpatizzano colle finalità dell'Associazione, a tenere conferenze nelle sedi sociali, sopra temi scientifici, letterari, artistici, ecc. di pratica utilità.

ART. 3° - In tutte le Società si promuovano concorsi artistici e letterari, accogliendo lavori di pittura, scultura, arti manuali, composizioni letterarie, ecc. e in pari tempo si assegnino nuovi temi da svolgersi dagli Ex-Allievi.

ART. 4° - Ogni anno, il Consiglio Generale farà un'esposizione dei lavori accennati, eleggerà la giuria e fisserà i premi.

V.

Sports e giuochi.

ART. 1° - Le Società, nei limiti del possibile, procurino di stabilire giuochi e sports in generale, in proporzione dei mezzi di cui possono disporre dando la preferenza a quegli sports, come il giuoco della palla e il tiro a segno, pei quali è possibile indire concorsi, a meglio cementare l'unione fra le varie Società.

ART. 2° - Il Consiglio Generale stabilirà annualmente dei premi pei concorsi, di cui all'articolo antecedente.

Ecco le importanti deliberazioni. Si noti cl e quanto venne deciso circa le Commissioni centrali dei Circoli di studi sociali apologetici e delle Sezioni di Catechisti, il Segretariato del lavoro, la Lega del Foot-Ball, e l'Azione Patriottica, tutto venne già messo in azione, ed il resto si sta felicemente organizzando.

Che ne dicono le altre Società degli Ex-Allievi? Non mandano anch'esse un plauso ai carissimi amici dell'Argentina? Nel prossimo anno speriamo di poter parlare di quelli del Brasile, del Chilí e della Colombia.

La consacrazione di Mons. Olivares

Riferiamo dal Corriere d'Italia del 29 e del 30 ottobre:

In S. Maria Liberatrice al Testaccio l'Eminentissimo Card. Cagliero ha compiuto il solenne rito della consacrazione episcopale di Mons. Luigi Olivares, dei Salesiani, nuovo Vescovo di Sutri e Nepi, la mattina del 29 ottobre.

La cerimonia è riuscita una imponente dimostrazione di stima ed affetto all'attivo e zelante parroco di S. Maria Liberatrice Mons. Olivares. Fungevano da conconsacranti Mons. Morganti, Arcivescovo di Ravenna, e Mons. Marenco dei Salesiani, Vescovo di Massa-Carrara; hanno diretto il sacro rito i cerimonieri pontifici Monsignori Tani e Carinci, ed assistevano all'altare i sacerdoti Salesiani, nonché il gentiluomo del Cardinale Cav. Lauri ed il mazziere pontificio signor Palombi. La Schola Cantorum locale ha accompagnato, con musica liturgica, la cerimonia.

Tra, i numerosi intervenuti notiamo: Monsignor Vasconcellos, Bescovo di Beja, Mons. Sebastiani, Cancelliere dei Brevi, i Monsignori Piacenza, Melata, Cordeschi, Pascucci e Pisani, i Parroci di S. Marco, S. Maria in Campitelli, S. Lorenzo in Damaso, S. Paola, S. Francesco a Ripa, S. Carlo a Catinari; i Salesiani D. Albera, Rettor Maggiore, D. Munerati, Procuratore Generale, l'Ispettore Don Conelli, il Direttore dell'Ospizio del S. Cuore D. Tomasetti, D. Vanella, il parroco del S. Cuore e molti altri. Abbiamo inoltre notato: la marchesa Leontina Pallavicino, In rappresentanza della Presidenza generale del Comitato romano e del Comitato di Nepi dell'Unione fra le Donne Cattoliche, il marchese G. De Felice, anche per la Società Editrice Romana, l'avv. Pierantoni, in rappresentanza dell'On. Medici, avv. Clarini, cav. Pasani, cav. Santini, ing. Lenti, cav. Poesio, cav. Serafini, sig. Stazi, signore e signorine Piacentini, Ladelci, Sartori, Lani, Medici, Ciriaci, P. Angelucci, abate Schinvler, comm. Acciaresi, rev. Rossi, dott. Cingolani e signora, dott. Martire e signora, prof. Evangelisti, signori Fioravanti, Brondi e signora, Raimondi, Guinchi, Damiani, Paniconi, Tittlikt, ecc., ecc.

Numerosissime le rappresentanze: di Nepi col sindaco principe Del Drago e la Giunta comunale al completo, i revv. Fabrizi, Soldarelli, Laurenti, Mezzi, arciprete Guidi, il parroco di S. Pietro ed il Priore degli Agostiniani, il Presidente del Santuario di S. Maria ad Rupes a Castel S. Elia; il parroco di Capranica di Sutri col can. Persiani, il can. Gentili di Bracciano, il can. Orsi di Capranica, il parroco di Forano, l'arciprete di Bracciano, il parroco di Anguillara, il maresciallo dei carabinieri di Sutri, la rappresentanza delle Suore Canossiane di Milano, in rappresentanza anche della sorella del nuovo Vescovo trattenuta perché indisposta, l'Assistente Generale ed il Segretario Generale dei Concettini, il can. Revellino di Torino, una rappresentanza delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Assistevano inoltre, con i rispettivi stendardi, le varie Associazioni parrocchiali, ossia l'Unione parrocchiale, l' Associazione S. Giuseppe, le Madri Cristiane colla priora signorina Rossi, il Giardinetto di Maria, la squadra ginnastica Excelsior, il Circolo femminile S. Maria Liberatrice, l'Oratorio Salesiano, le Suore della Divina Provvidenza, le Figlie di Maria Ausiliatrice e della Carità.

Terminata la solenne funzione, l'Em.mo consacrante Card. Cagliero, in abiti pontificali e pastorale, rivoltosi al popolo, ha pronunciato brevi e commosse parole di circostanza. Quindi nella sagrestia ha avuto luogo l'atto di rogito; dopo di che il Cardinale, il nuovo Vescovo ed i Vescovi conconsacranti, i prelati ed i personaggi invitati si sono recati nel salone del teatro, ove è stato servito un rinfresco...

Nel pomeriggio il popolo .di Testaccio ha voluto, con una solenne Accademia musicoletteraria, dare all'illustre prelato un pubblico attestato del suo giubilo e della sua viva riconoscenza in questa faustissima circostanza.

La vasta Sala Clemson, riccamente addobbata, era rigurgitante di popolo, parte del quale dovette rimanere nell'adiacente piazzale, a causa della grande folla che stipava letteralmente la sala.

Facevano corona a Sua Eccellenza il fratello ing. Giuseppe Olivares, tenente del Genio, con la sua signora, i cognati signori Aronne Tanzi, avv. Castelli, consigliere provinciale di Pavia, D. Ettore Castelli cappellano militare, Mons. Sebastiani cancelliere dei Brevi, Mons. Piacenza, Mons. Pascucci, Mons. Mingoli, Mons. Cordeschi, il can. Flamini con una larga rappresentanza di Sutri, il can. Fabrizi, il rettore del Seminario di Nepi con altri sacerdoti e rappresentanti di Nepi, il parroco dell'Anguillara Sabazia, la contessa Pasolini, la marchesa Maria Cingolani Spinola, la signora Mingazzini Todaro, la signora e signorina Fino, la signorina Rossi, il dott. Cingolani, il sig. Ciriaci, Don Giulio De Rossi, il prof. Ciocci, il sig. Raimondi, l'ing. Persich e signora, il sig. Michelangelo Puliesi, il sig. dott. Paolo Garibaldi, il comm. prof. Burri, il prof. Evangelisti, la Presidenza di tutte le Associazioni della parrocchia di S. Giuseppe, del S. Cuore, del Circolo Giovanile di Maria Liberatrice, delle Figlie di Maria, con le Suore della Divina Provvidenza, il Circolo femminile con le Suore di Maria Ausiliatrice, la Superiora delle Figlie della Carità, la Superiora delle Figlie della Divina Provvidenza, la Madre Ispettrice delle Suore di Maria Ausiliatrice, il rev.mo dott. D. Girolamo Chiappe, rettore del Collegio di Alvito, il sig. Lino Lana, il rev. Don Boattini, il sig. Giulio Belvedere, ecc.

Aperse il trattenimento il sig. Augusto Cirieci, segretario generale della G. C. I., portando il saluto del conte Santucci e del comm. Pericoli, trattenuti urgentemente fuori di Roma. Con alata parola porge al nuovo Vescovo l'omaggio riverente dei cattolici di Testaccio e del Comitato d'onore; rievoca in una sintesi felicissima l'opera indefessa, prudente di Monsignore; e associa il pensiero della moltitudine dei dei figli presenti, per mandare un saluto a quelli che un sacro dovere tiene lontani dalla festa del padre.

D. Vanella, dei Salesiani, comunica le numerosissime adesioni di telegrammi di augurio, tra i quali desta profonda commozione quello della madre, cosí concepito:

Vicina col cuore ai piedi di Maria, invoco grazie, benedizioni onde tu possa adempiere nobile, gravoso ministerio con santità e saluta'. Dal cielo papà ti sorride, benedice agli auguri di mamma.

Si succedono quindi i rappresentanti delle diverse Associazioni e il trattenimento si svolge festosamente tra il gaio intreccio di poesie e di musica, eseguita dalle diverse scuole di canto, e dal concerto istrumentale di S. Maria Liberatrice.

Chiude l'imponente manifestazione di affetto il dott. Cingolani, la cui parola, calda e affascinante, penetra e commuove l'uditorio.

Sua Eccellenza rivolge, fra la commozione generale, un vivo ringraziamento al suo popolo, che ama intensamente di un amore senza limiti e benedice a tutti invitandoli a perseverare nella via del bene. Termina impartendo la sua pastorale benedizione.

Poco dopo, tutta quella fiumana di gente che era passata alla chiesa parrocchiale pel canto del Te Deum e la Trina Benedizione, si riversava nel piazzale dell'Oratorio Salesiano adorno di festoni, bandiere e lampioncini per godervi la splendida illuminazione, organizzata dall'Associazione S. Giuseppe, ed un magnifico programma musicale, eseguito dal concerto di S. Maria Liberatrice, sotto l'abile direzione del M.° De Vecchi.

Moltissimi i doni presentati a S. Eccellenza: una ricchissima mitra preziosa con pergamena., dono del Comitato d'onore; un artistico pastotale d'argento, dono dei cattolici del quartiere; un riuscitissimo quadro della Vergine Liberatrice del pittore Manzi, dono delle Associazioni cattoliche; catena e croce d'oro, dono della Famiglia Olivares; anello a diamanti, del Capitolo di Sutri; mitria dorata, del Capitolo di Nepi; anello ricco, del Collegio dei Parroci di Roma; canone, dei parroci di Nepi; un ricco Album in seta, dell'Associazione del S. Cuore; servizio -di lavabo e sacri olii, delle Suore della Divina Provvidenza; un magnifico rocchetto, delle Suore di Maria Ausiliatrice; un camice a merletti di Fiandra, delle Figlie della Carità; le opere di Monsabré, del Circolo e Concerto S. Maria Liberatrice; elegantissimo breviario, dei giovanetti dell'Oratorio Salesiano; un reliquiario statua di S. Francesco di Sales, di Mons. Morganti; altro del cav. Santucci, del R. D. Ugo Rossi; un ricchissimo servizio in argento, dell'avv. Saverio Lemme; un prezioso e artistico posa-papié di Mons. Cordeschi, altri doni delle Suore di Nepi e delle Canossiane di Milano.

Vita Nova, il periodico mensile del Circolo di S. Maria Liberatrice, è uscito in uno splendido numero doppio, con articoli delle piú spiccate personalità.

La festa che si è svolta ... al Testaccio, è la prova migliore che attesta quanto sia stato grande e fecondo il lavoro di educazione morale e religiosa che i Salesiani del Ven. Don Bosco hanno saputo in un breve periodo di tempo svolgere in quel popolare quartiere.

Fin qui l'ottimo quotidiano di Roma.

A compimento di questa bella relazione, riferiamo, dal citato periodico del Testaccio, un affettuoso saluto al nuovo Vescovo, del sig. conte a vv. Carlo Santucci.

Or son sei anni Ti vidi giungere in mezzo a questo povero quartiere, cosí tristamente famoso per le sue miserie morali e materiali. Eri raggiante di santi entusiasmi e circonfuso da una aureola di quella modestia, semplice ed umile, che forma uno dei piú cari pregi del Tuo carattere. Ed erano appunto le morali e materiali miserie di questo popolo che attiravano il tuo cuore e vi suscitavano quei caldi e pur modesti entusiasmi, che di Te, giovane sacerdote, facevano già un apostolo e un padre.

Mi pare di rivederti sul pergamo della bella chiesa di S. Maria Liberatrice, sorta poco prima nei cuor del Testaccio per l'operoso zelo dei Tuoi confratelli Salesiani, e per la generosità delle Nobili Oblate di Tor de' Specchi, mentre indirizzavi per la prima volta al Tuo popolo, assetato di verità e di amore, una pastorale cosí santa, cosi soave, cosí umile ed insieme cosí elevata. La udii quella parola semplice ma non disadorna, penetrante fino all'intimo del cuore perche usciva dal cuore, e voltomi ai miei confratelli di S. Vincenzo de' Paoli, che mi erano dappresso, dissi loro: Ecco il Pastore, di cui questo popolo aveva bisogno!

E Ti vidi poi nell'opera che tenne subito dietro alla santa parola. Le istituzioni di pietà intrecciate a quelle sociali fiorirono come spontaneamente sotto i tuoi passi. Nella Tua operosa modestia Tu non parevi agitarti, ma pure efficacemente, intensivamente operavi. Niuna delle piú assidue cure parrocchiali in Te mancava. La predicazione e il confessionale assorbivano gran parte delle Tue forze e del Tuo tempo. L'insegnamento catechistico piú di ogni altra cosa curavi. Sui costumi del Tuo popolo vigilavi senza posa. E pareva che non un solo granello della Tua buona semenza andasse perduto, perche quel Dio che tanto ami, che con intense preghiere ed una vita mortificata e pura di continuo invocavi, benediceva la buona semenza che spargevi intorno a Te, la faceva fruttificare, la moltiplicava per guisa da convertire questo già incolto e quasi selvatico deserto in un giardino fiorito, in un campo biondeggiante della ricca messe di Cristo.

Ed eri sempre e dovunque una miseria richiedesse conforto o rimedio. Quante volte ti avemmo in mezzo alla nostra Conferenza di S. Vincenzo de' Paoli, che s'intitola al Patriarca dei poveri, per illuminarci col consiglio, per infervorarci cori la carità, e stimolarci a fare, se non bene, il meglio possibile pei piú poveri ed oscuri tra i figli Tuoi. E vedemmo e toccammo quasi con arano quanto Tu quietamente ma incessantemente venivi facendo per essi: quando aprivi ricoveri agli sfrattati dalle case demolite dei vecchi quartieri..., quando porgevi conforti ai colpiti dal terremoto, quando soccorrevi ed ospitavi i piccoli figli dei richiamati alle armi. E Ti vedemmo negli asili, nelle cucine economiche, negli ambulatori per gl'infermi, nell'assistenza dei malati a domicilio, nei laboratori femminili, sempre a tutti guida, eccitamento ed aiuto. E Ti vedemmo piú che tutto aggirarti in mezzo ai giovanetti e alle giovanette, come padre sempre vigile e buono. Nella scuola e nei dopo scuola negli oratori festivi e nei ricreatori, nei circoli giovanili e nelle congregazioni mariane e del S. Cuore, perfino nei cinematografi educativi, e nell'innocente spettacolo, con mirabile varietà di zelo amorevole, venivi coltivando un popolo nuovo che: cresceva su all'onor di Dio, alla onesta cultura, alla pace sociale.

Tuttociò vedemmo nei Tuoi sei anni di vita parrocchiale, che parvero, per la pienezza dei frutti, un ben più lungo periodo. Vedemmo tutto ciò, ed ora che parti non possiamo difenderci da un senso di dolce rimpianto....

TESORO SPIRITUALE.

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella, o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione dei Sommo Pontefice, possono Lucrare Indulgenza plenaria dai 10 dicembre al 10 gennaio:

1). il 25 dicembre, Solennità del SS. Natale

2) il 1° gennaio, Circoncisione di N. S. G. C.;

3) il 6 gennaio, Epifania del Signore.

LETTERE DEI MISSIONARI

CHILI in morte di Mons. Fagnano.

Dal Chili ci sono giunti innumerevoli giornali, con i piú caldi e commoventi elogi del compianto Mons. Fagnano. Essi sciolgono un inno cosí unanime e cosí affettuoso alla sua memoria, che non possiamo, in nessun modo, astenerci dal farne un breve cenno, qui, nella rubrica della Missioni, poiché si tratta di uno dei piú valorosi dei nostri Missionari.

Cominciamo dai giornali di Santiago.

La stampa della Capitale.

« Il nome di Mons. Fagnano - cosí La Unión del 2o settembre - resta intimamente unito non solo allo sviluppo dell'Opera Salesiana nel Chili, ma anche alla civilizzazione degli indii Onas e Alacafufes della nostra zona piú australe, che prima del suo arrivo vivevano in piena barbarie.

» I sudori e le sacrifizi che profusero i Salesiani nell'isola Dawson, furono di quelli che non si possono pagare con nessuna somma di denaro. Non fu commercio di corpi, ma vera conquista di anime. E Mons. Fagnano fu l'anima di questa opera di abnegazione e di sacrifizio! Egli consumò cosí le sue migliori energie, contribuendo alla civilizzazione e al progresso della parte piú abbandonata e remota del nostro Territorio...

» Ed ora ha ricevuto il premio dei suoi sudori, dei suoi sacrifizi, del suo consumato amore per quei poveri indii, che, secondo l'espressione d'un naturalista, segnano il limite che separa l'uomo dalla bestia, e che egli lavorò perche cessassero di essere bestie e divenissero uomini civili e cristiani... »

* *

Il Diario ilustrado del 2o settembre:

« .... Giunse alle spiagge dell'Argentina nel 1875 e incominciò subito, con tutto lo slancio dell'anima sua, la vasta, eccelsa opera di civilizzazione e di progresso, che abbraccia quasi mezzo secolo. Fu il primo pioniero di queste terre, l'araldo del Vangelo, l'apostolo degli indii Fueghini.

» Argentina e Chili gli sono debitori di immensi, segnalati servizi, e un giorno scriveranno il suo nome nei fasti della storia.

» Fu, nel senso piú profondo della parola, un benefattore dell'umanità.

»Aveva ereditato dal suo Fondatore Don Bosco un'anima grande, un cuore magnanimo, uno spirito largo e sereno.

» Sue caratteristiche furono: la carità di Cristo, che egli portò in trionfo per immense regioni, e il suo spirito di operosità e di sacrifizio, sempre in tensione.

» Aveva udito dalle labbra del suo Maestro questo programma sacro: « Lavoro, lavoro, lavoro! » e non donò mai riposo alla sua fibra, né quiete all'anima sua sempre ardente.

» E la morte lo raggiunse, mentre vagheggiava nuovi progetti per il benessere di quei popoli, che egli aveva conquistato a Gesú Cristo e alla Civiltà.

» A tali uomini si debbono applicare a buon diritto le parole bibliche: E morto pieno di giorni, ha speso utilmente la sua vita! Tali uomini son degni di passare, con la fiducìa dei giusti, alla vita immortale!... »

L'opera del compianto Mons. Fagnano si volse anche allo sviluppo materiale di Puntarenas, che ora conta 17.000 abitanti, mentre, quand'egli vi pose il piede, non ne aveva più di un migliaio.

Scrive il Mercurio del 20 settembre:

« Il suo nome è rimasto come quello di un esploratore nelle carte geografiche, ma noi dobiamo ricordarlo, con piú alto affetto, per le opere molteplici, che egli, con slancio generoso ed in pari tempo ardito, intraprese nel capoluogo, delle nostre terre australi. Mons. Fagnano ottenne la concessione dell'isola Dawson, vi fondò una residenza, non risparmiò alcun sacrifizio per iniziare in quella vergine terra anche una colonia agricola e pastorale, viaggiò attraverso i canali, scoperse ricchezze per altri, e venne a Santiago ad invitare gli increduli sull'avvenire del Sud, perché vi slanciassero le loro iniziative e i loro capitali. La gran Società della Terra del Fuoco allora esisteva solo nei sogni della sua mente ardita di missionario ed esploratore. Correte, correte a Magallanes - egli diceva a tutti, là è la fortuna e la vita sana del lavoro... - Quanti lo conobbero da vicino, videro il lago tranquillo e profondo dove si rispecchiava la grandezza di una speranza infinita, il proposito di una fede irresistibile e la perseveranza e costanza di un forte carattere... »

I funerali.

Non è quindi a meravigliarsi se i suoi funerali riuscirono un'apoteosi. Pontificò, praesente cadavere, S. E. Revma. Mons. Raffaele Edwards, Vescovo di Dodona, che pronunziò anche l'elogio funebre, che venne riportato da vari giornali.

« ... La vita dell'illustre sacerdote, di cui piangiamo la morte, disse Sua Eccellenza, non trascorse nei palazzi dei possenti, né egli consacrò il suo ingegno o la sua mano all'assistenza dei ricchi, segui un'altra via, opposta a quella delle ambizioni umane... Formato secondo il cuore di Gesú Cristo, all'ammirabile scuola di Don Bosco... egli si portò in regioni inesplorate e andò in cerca dei poveri selvaggi... Erano poveri, erano rozzi, gemevano sotto il peso dei vizi... e Mons. Fagnano non andò in cerca di altri. Il lavoro fu duro e immenso, le difficoltà gravi e molte; ma Iddio aiutò l'apostolo, e la luce della verità illuminò le anime e la grazia trasformò i cuori. Molti, i piú, intrapresero il viaggio dell'eternità prima del missionario che versò sopra le loro teste l'acqua del Battesimo e illuminò le loro anime cogli splendori della Fede...

« Ma non solo la Chiesa, pur anche la Patria s'inchina a Mons. Fagnano per le sue opere di apostolo e di civilizzatore. Anche nell'estremo mezzogiorno della Patria nostra fu il Missionario Salesiano l'araldo avanzato del progresso e della ricchezza di una regione per l'innanzi ignorata, la cui fertilità e prosperità futura erano negate da coloro che, meglio di ogni altro, le avrebbero dovute conoscere. Le estreme sponde americane ebbero in Mons. Fagnano il veggente della loro grandezza avvenire; egli le additò agli uomini coraggiosi, che vi investirono le loro ricchezze... ».

Il corteo funebre che accompagnò la salma di Mons. Fagnano al camposanto era composto di una moltitudine di signori, di religiosi e di sacerdoti, con a capo lo stesso Incaricato d'Affari della S. Sede, l'Ecc.mo Mons. Vagni.

La stampa di Puntarenas.

Eguale rimpianto e maggior tributo di sentita riconoscenza ebbe la memoria di Mons. Fagnano a Puntarenas.

Scrive l' Unión del 21 settembre:

« Il triste annunzio (della morte di Mons. Fagnano) ha destato profondo dolore in tutta la popolazione di Punta Arenas, che gli professava stima sincera per le sue virtú, pel suo carattere buono, per i molti servizi resi in difficili occasioni ai vicini, bisognosi di aiuto efficace nella lotta per la vita.

» Mons. Fagnano godeva, con diritto sovrano, la schietta simpatia universale. Tutta Puntarenas lo amava senza distinzione di classe sociale

nè di credenze religiose, perché non solo era un sacerdote venerando per età e per virtú, ma era anche un uomo buono, coraggioso, attivo e vatente, nel più nobile ed alto significato di ciascuna di queste parole...

» Egli amava questa città che aveva veduto sorgere e dilatarsi e perciò fu sempre disposto a renderle servizi; e ne rese, ai suoi vicini e alle loro imprese progressiste, con larghezza ed efficacia in tutte le crisi individuali e collettive che minacciavano di arrestare la floridezza di un'opera felicemente incominciata.

» Quindi, con ragione, la morte dell'illustre lavoratore di questo estremo mezzogiorno del continente americano, è oggi un lutto pubblico pel Territorio di Magallanes e per la Patagonia Meridionale. Poveri e ricchi, uomini e donne, piangono la sua morte, perché egli, personalmente o per mezzo delle case che egli fondò e sostenne, diè o dava loro il sommo bene dell'educazione o della carità nelle sue forme svariate.

» Quanto a noi, piangiamo sinceramente la morte dell'insigne sacerdote Mons. Giuseppe Fagnano, uno dei fondatori di questo giornale, e presentiamo le nostre sentite condoglianze ai suoi beneficati, ai suoi confratelli di apostolato, i sacerdoti Salesiani, e a tutta la città di Puntarenas, che lo aveva come suo primo e caro benefattore ».

Anche la stampa, che milita in campo diverso dal nostro, rese a Mons. Pagnano i piú caldi elogi.

Il Comercio del 21 settembre, per prima notizia di cronaca scriveva:

«Una figura che era già famigliare a Puntarenas, una figura per mille titoli rispettabile, scendeva ora nella tomba in terra cilena, ma lungi da questa regione, dove passò gran parte della sua vita e dove, senza dubbio, desiderava morire.

» Mettendo da parte le idee della direzione di questo foglio, dobbiamo riconoscere che Mons. Fagnano fu un uomo di gran cuore e che sempre fece il bene con gran calore: Pertransiit benefaciendo.

» ... Se è doveroso dichiarare che il popolo di Puntarenas accolse ieri con dolore la notizia della sua morte, è pure da notarsi che egli, a sua volta, non fu mai sordo a nessun invito per aiutare il prossimo, mai si trincerò nelle sue idee religiose, né in scuse di nessun genere.

» La istruzione fu la sua costante preoccupazione, e per questo fondò qui vari stabilimenti educativi, nei quali son passate due generazioni. Sebbene le idee nostre religiose ci farebbero preferire volentieri altro insegnamento, noi però applaudiamo sempre all'apertura d'una scuola... ».

E il Magallanes del 22 settembre:

«Abbiamo dato ieri, come il tempo ci permise, la notizia della morte di Mons. Fagnano. Ma non ci basta... Dobbiamo dare un giudizio in proposito, esplicito e disinteressato.

» Mons. Fagnano, sebbene per la sua carica poté avere alcune contraddizioni, come uomo compi una missione importante. Fece il bene come poté e quanto poté, asciugò le lagrime degli afflitti e dei poveri, e provvide molte volte il necessario ai reietti e ai disgraziati. Queste doti, che lo rendevano benemerito nella società ed utile ai suoi simili, gli conciliarono rispetto, gratitudine e amore.

» Il Magallanes che non discute la missione di un uomo, da noi abbandonato quando il suo carattere seguiva il corso d'una evoluzione naturale e scientifica, riconosce le qualità che ornavano Mons. Fagnano e leva sulla sua tomba il rimpianto di quanti ne ammiravano le virtú ».

Funerali di settima.

In Puntarenas si celebrarono funebri solenni nel giorno di settima. L'interno del bel tempio parrocchiale, eretto dal compianto Monsignore, era tutto parato a lutto. Nel mezzo si ergeva un elegantissimo tumulo. Il tempio era gremito di autorità, di ammiratori, e di divoti. Notavansi il Governatore del Territorio col suo Segretario, il Giudice, il Governatore marittimo, il Primo e il Secondo Alcalde, il Ten. Colonnello Comandante del Battaglione Magallanes, l'Amministratore dell'Aduana, e molti Consoli, primo tra essi quello d'Italia, piú quelli di Francia, di Spagna, Perù, ecc., ecc. il Maggiore Medico dell'Armata, il Rettore del Liceo maschile, ecc.

Cantò messa il Governatore Ecclesiastico, il nostro D. Ettore Salaberry, ed un'egregia Schola Cantorum accompagnò la sacra liturgia. Prima delle esequie il rev.mo Don Salaberry prese la parola ed illustrò i trent'anni passati da Mons. Fagnano a Puntarenas. In fine disse:

« Mons. Fagnano non ha bisogno di monumenti, perché altrettanti monumenti sono le sue opere, le chiese erette, i collegi, le scuole e gli asili fondati; ma siamo noi suoi figli, siete voi suoi amici ed ammiratori, sono centinaia di cuori riconoscenti, che sentiamo il bisogno li consacrare un omaggio duraturo alla stia memoria, innalzando un monumento all'uomo, il cui cuore magnanimo batté sempre mosso dalla passione del bene! »

Bastò questo semplice accenno. Si formarono subito Comitati e cominciò la raccolta delle sottoscrizioni.

E il monumento è già stato ideato. Si vuole che le sembianze di Monsignore, scolpite nel marmo, in atto di preghiera e collo sguardo

vòlto all'altar maggiore, posino per sempre nell'interno del tempio parrocchiale, presso la porta maggiore.

Non basta: tutta la città reclamò ad una voce anche le spoglie mortali, e il Governo ne permise il trasporto. Esse giungevano a Puntarenas col medesimo vapore che, proseguendo il viaggio, ne portò a noi la notizia e dobbiamo perciò rimandare a un'altra volta il ragguaglio delle accoglienze fatte alla salma, la quale col permesso del Governo, venne già o verrà tumulata nello stesso tempio parrocchiale.

Il Vicariato Ap. di Magellano.

Un altro monumento alla memoria di Mons. Fagnano è, a parer nostro, il decreto di erezione del Vicariato Apostolico di Magallanes.

Il decreto reca la data del 4 ottobre u. s. e venne pubblicato nel fascicolo degli Acta Apostolicae Sedis del 3 novembre u. s.

Per esso l'antica Prefettura della Patagonia Meridionale e della Terra del Fuoco, che comprendeva terre argentine e cilene, venne soppressa e, assegnate all'Archidiocesi di Buenos Aires le terre orientali appartenenti alla Repubblica Argentina, le terre occidentali appartenenti al Chili, dal grado geografico 47° al Sud, comprese le Isole Malvine, vennero erette in Vicariato, sotto la dipendenza della S. Congregazione di Propaganda e dell'Arcivescovo di Santiago. Il nuovo Vicariato Apostolico venne rilasciato « alla cura e al governo dei Sacerdoti della Pia Società Salesiana, fondata dal Ven. Don. Bosco, che già da molti anni vi spendono grandi fatiche ». Così il Decreto.

La sede del Vicario Apostolico, che avrà dignità vescovile, sarà a Puntarenas. Miglior premio non poteva desiderare il compianto Monsignore alle sue fatiche!

CINA

Preghiamo per i Missionari

Da una lettera del nostro caro Missionario Don Ignazio Canazei, in data 29 aprile u. s., togliamo questa pagina, che sarà letta con interesse.

E la vigilia della Domenica in Albis. Grazie al buon Dio che custodisce il Missionario nei suoi viaggi pericolosi, son giunto ieri sera, tardi, nella mia missione di Seung Tchao. Molte volte mi sono già trovato in pericolo, ma mai così.

Lei saprà come la Cina, da tre mesi in qua, è tutta in rivoluzione e i famosi pirati per compiere le loro gesta se ne servono. I nuovi soldati delle province già dichiarate indipendenti (chiamati Man Kouan) sono, si può dire, tutti reclu tati tra i pirati; i capi di pirati fanno da capitano; i semplici pirati sono soldati; e lei può immaginare qual regime esista perciò nel nostro paese.

Ieri mattina m'imbarcai a Macao per recarmi a Tau Moun-Seung Tchao; e fino verso mezzogiorno tutto andò bene ; ma, giunti a metà via, dovetti prendere una piccola barca per passare il mare e poter continuare il mio viaggio a piedi, giacché la gran barca tirata da due vaporini continuò il suo viaggio verso Shek-ki. Avevamo (ero con una diecina di viaggiatori) già passato il tratto di mare piuttosto largo e volevamo entrare nel fiume, quando ad un tratto scorgemmo, lontane circa un 200 metri, due barchette di pirati. Non avemmo tempo di voltar vela per saltare in terra, che i pirati cominciavano già a sparare i loro mauser. Per fortuna i nostri tre barcaiuoli ebbero la presenza di spirito e il coraggio di servirsi del vento favorevole per avvicinare la barca sino alla riva paludosa di una larga isola; del resto guai!...

Mentre fischiavano in aria le palle e alcune molto presso di noi, la barca si trovò in mezzo alla riva paludosa, piena di erba; e la gente saltò fuori nell'acqua per salvarsi la pelle. Anche il mio servo aveva già spiccato il salto nell'acqua per scapparsene; e, solo a forza, riuscii a richiamarlo perché prendesse con sé il suo bagaglio, e insieme con lui, dopo essermi sprofondato quasi un metro nella melma, a gran fatica riuscii a raggiungere la via asciutta tutta imboschita ai lati da fitti banani. Mi misi a correre, e dopo un quarto d'ora raggiunsi un gruppo di cascine di bambú, dove si trovarono subito alcuni volenterosi giovanotti. Armati di fucili, si diedero a inseguire i pirati, ma questi, avendo sentito qualche colpo di fucile, erano già fuggiti.

Riuscirono a prendere le due barche abbandonate dai predoni e un pirata, il quale... vedrà solo piú il mandarino di Shek-ki, per andarsene all'altro mondo.

Erano le due e mezzo, ed io era ancor distante cinque ore dalla mia Missione. Da principio pensai di fermarmi là, presso quella gente, dove ci sono anche due catecumeni, ma, considerato tutto, m'associai agli altri viaggiatori per recarmi fino a Shan-Sha e di là proseguire per via di terra. Per fortuna le vele eran gonfie di vento e si viaggiò molto in fretta, in modo che era impossibile che i pirati ci raggiunsero. Anche questa regione è piena di pirati, ma ieri sera nessuno si fece piú vedere. Se non che - come scoprimmo questa mattina - tre dei viaggiatori erano pirati, camuffati da soldati dell'indipendenza. Ed essi vennero questa mattina fino alla mia residenza per dimostrarmi, che se ieri non fui preso dai pirati, è tutto merito loro, e chiesero perciò qualche retribuzione, se non altro per le tante cartucce da loro sparate. Ed io, tanto per tenermeli amici, diedi loro otto franchi, e se n'andarono contenti.

Ma non precediamo. Riprendendo la narrazione, dirò che, giunti a Shan-Sha, scendemmo e a passi accelerati camminammo verso Seung Tchao, dove arrivammo ier sera stanchi morti, alle ore 71/2, ringraziando però di cuore il buon Dio che ci aveva protetti e condotti sani e salvi fino alla Missione.

Ed ora eccomi qui nella Missione. Volendo rivedere il nostro Superiore D. Versiglia, prima della sua partenza che è stabilita per il prossimo mercoledí, debbo trovar modo di ritornare a Macao, il che è assai difficile. Per me non temerei troppo; ma il mio catechista, che pure vuol ritornare con me, e il mio servo sono pieni di spavento. Qualunque ipotesi che io proponga loro, vi trovano mille pericoli. Stabilii dunque di recarmi oggi stesso a Tau-Moun per pregare il capo dei Man Kouan (che è il gran capo dei pirati di queste terre) a farmi accompagnare domani dopo pranzo, o lunedí di buon mattino, dai suoi soldati pirati fino a Makok, dove si è abbastanza al sicuro. Egli me lo promise e dovremo seguire questa via. Spero che Iddio ci proteggerà anche sulla via del ritorno; ma se volessi ascoltare tutti i dubbii e i timori dei miei Cinesi, non avrei certo il coraggio di muovere un passo.

Ella, dunque, vede in quali condizioni si trovi la povera Cina, e in quanti pericoli versano i Missionari. Però - e questo è confortante -tutti questi pericoli non provengono da odio contro il Cristianesimo: non è che oggi non vi siano piú persecuzioni, ma sono rare, e non sostenute dall'autorità legittima del paese.

Tuttavia, con questa vita, noi Missionari non siamo in condizioni troppo favorevoli per curare gli studi. Si ripete un po' di morale; si ripassa una tesi di dogmatica per armarci contro i protestanti; si medita il Vangelo per prepararci alle prediche; di tanto in tanto si apre il Diritto Canonico; rare volte il testo di Ermeneutica, ma più spesso la Liturgia e la Storia Ecclesiastica. Però, anche tutto sommato, è poca cosa; la massima parte del tempo si spende attorno il Cinese, lingua bellissima, interessantissima, e, nella sua concisità, paragonabile al latino. Se non fosse dei benedetti caratteri, sarebbe assai facile. S'immagini, in tre anni e mezzo di studio, non sono riuscito a imparare a leggere tremila caratteri, e con 2800 caratteri si leggono appena i libri che trattano di religione... e anche questi non senza inciampare in caratteri nuovi. Ho provato molte volte a leggere i telegrammi dei giornali, ma quanto sono difficli, appunto per i caratteri nuovi, sconosciuti.... Ma gutta cavat lapidem: poco alla volta riusciremo anche a imparare il Cinese L..

IL CULTO DI MARIA AUSILIATRICE

NEL SANTUARIO II 24 di ogni mese, si ripetono, mattino e sera, devote funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino, ha luogo la messa della Comunione Generale, seguita dalla Benedizione col SS. Sacramento: alla sera si compie in forma solenne l'adorazione pubblica innanzi al SS. Sacramento.

Il 24 u. s. celebrò S. E. R. Mons. Luigi Olivares, Vescovo di Sutri e Nepi, della nostra Pia Società. Il giovane Presule disse brevi parole al mattino; e alla sera, con quella amabile eloquenza ed unzione che sono sue doti caratteristiche, predicò anche l'ora di adorazione, e in fine impartí la Benedizione Eucaristica. Convennero alle solenni funzioni, insieme con tutti i nostri alunni, numerosi devoti, l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, la loro Casa Famiglia, e gli alunni delle Scuole Professionali Don Bosco al Martinetto.

Vogliano i benemeriti Cooperatori e le pie Cooperatrici unirsi sempre in ispirito a queste sacre funzioni mensili, le quali hanno due fini principali: pregare secondo le intenzioni del Santo Padre e affrettare il ristabilimento della pace fra le nazioni.

Ogni sera alla benedizione col SS. Sacramento si continua sempre a far pubbliche preghiere per la pace. Il Signore nella sua infinita clemenza, per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, le esaudisca a sollievo di tutti i popoli della terra.

GRAZIE E FAVORI (*)

« O tagliare, o morire ! » .

Erano piú di quindici anni che un ostinato diabete andava lentamente minando la mia vita. Feci ricorso alla scienza; non sperimentai che delusioni. Scettica per la niuna efficacia dei rimedi umani, da anni lasciai anche il regime di nutrimento impostomi, finché ridotta ad un po' d'ossa piú non poteva né mangiare, né dormire, né reggermi in piedi. Trasportata ad una clinica con un piede in piena cancrena - conseguenza ed ultima fase del lavorio del male - sottoposta all'esame di provetti ed esperti medici, tutti furono d'accordo di amputarmi il piede dichiarando inutile, anzi impossibile ogni altra cura. - O tagliare, o morire! - Mi votai con fiducia a Maria Ausiliatrice proprio il giorno della sua festa, il 24 maggio u. s., associandovi altresí l'intercessione di D. Bosco: e mi provvidi di un'immagine con reliquia del Venerabile. Incominciai una novena in suo onore, facendo voto di recarmi al Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino a ringraziare la Madonna e portarle una conveniente offerta per l'erigendo Santuario ai Becchi, se mi otteneva la guarigione. Con stupore dei medici, delle revv. Suore che mi assistettero per quattro mesi e di tutti quanti conoscevano la mia disgrazia, il piede non fu amputato, la cancrena si arrestò, la piaga del piede s'è completamente rimarginata, crebbi di peso, cammino, sento rinascere in me la vita. Mando la mia offerta confidando che Maria Ausiliatrice e Don Bosco compiranno l'opera per mettermi in grado di fare il viaggio a Torino, non appena sarà terminata la guerra.

Castano, 21 ottobre 1916.

Azzi BARBARA.

Resode. -Con l'animo vibrante di commozione e di riconoscenza rendo pubbliche grazie alla SS. Vergine Ausiliatrice. Mi trovavo ammalato all'Ospedale Mlitare di Napoli, ero affranto, disperato quasi; non trovavo pace, facevo pena. Per caso mi capitò un Bollettino Salesiano, fu esso un raggio di sole che rischiarò l'anima mia abbuiata, tornai a sperare e mi rivolsi fervorosamente alla Madonna di D. Bosco, che si degnò accogliere la mia umile preghiera.

Voglia Ella continuarmi a proteggere, e affrettare la soluzione dell'immane conflitto!

21 ottobre 1916.

ROSARIO LOMBARDELLI.

Dalla Prov. di Vicenza. - Desolata più che mai perché una mia figlia undicenne, un po' squilibrata, era il lamento e il disordine di tutta la famiglia ed il mio continuo martirio, fortunatamente

potei collocarla in una casa di educazione, dalla quale speravo molto. Ma anche là, dopo qualche tempo di prova, le reverende Suore mi dissero di non poter tenerla in comunità, causa il suo carattere indomabile. Disperata non sapevo rassegnarmi a sí infausta notizia e piangevo giorno e notte la mia sventura, quando manifestai i miei crucci ad una mia confidente, e pii venne dalla stessa consigliato di rivolgermi con fede a Maria Ausiliatrice con promessa di far celebrare una S. Messa e d'una offerta per la chiesa in costruzione nella patria di D. Bosco, e di pubblicare la grazia sul Bollettino Salesiano.

La mia figlia non solo restò, ma dopo qualche mese le revv. Suore si dissero contente di lei.

Quand'ecco, per una grave sventura incoltami, per mancanza di mezzi non la potevo più mantenere in collegio. Ricorsi ancora a Maria Ausiliatrice, ed Ella, sempre Madre benigna, mi ottenne che la figliuola venisse ospitata per un anno per pura carità.

Col cuore esultante di gioia per la grazia ottenuta contro ogni mia aspettativa, grata e riconoscente alla cara Ausiliatrice, adempio alla promessa con la viva fiducia che la Vergine potente di Don Bosco voglia coronare i miei voti, ottenendomi anche per l'unico mio bambino, quasi della stessa condizione della bambina, un asilo ove possa istruirsi!

Ottobre 1916.

Una madre consolata.

Centuripe. - Grazie, Maria SS. Ausiliatrice! T'invocai con fiducia e con perseveranza, e mi hai esaudito. Grazie! Mi hai guarito da penosissimi mali fisici e morali che mi tormentavano; grazie Io non trovo parole, atte ad esprimere quello che vorrebbe dire il mio cuore, pieno di gratitudine; e mentre adempio la promessa di pubblicare la presente, supplico la tua bontà a concedermi altri favori che ardentemente bramo, ed il tuo santo aiuto in vita e nel punto di morte.

29 ottobre 1916.

Una divota.

Tromello. - Mio cognato, Luigi Vitali, colpito da grave malattia, fu dal medico curante, dichiarato inguaribile. Padre di sette innocenti bambini ed unico sostegno della numerosa famiglia, il caso caso erà impressionante. Conoscendo che nulla valeva l'arte medica, ricorremmo alla divina. Ci rivolgemmo a Maria Ausiliatrice con fervorosa novena, e facemmo pregare anche i bambini. Oh! prodigio! Appena terminata la novena l'ammalato, senza operazione, prodigiosamente incominciò a migliorare ed ora sta benissimo. In riconoscenza invio questa tenua offerta di L. 2 per le Opere Salesiane con preghiera di pubblicare la grazia, affinché tutti conoscano quanto potente sia la nostra cara Maria Ausiliatrice.

19 ottobre 1916.

ROSINA COLOMBANI.

Torino. - Ti ringrazio, o Maria! A Te devo la guarigione di una mia figlia, la quale, malata di nefrite emorragica da tre anni, perduta ogni speranza anche dopo una seriissima operazione chirurgica, riacquistò istantaneamente la primitiva salute.

Possa tale prodigiosa guarigione ravvivare in tutti la fede in Te, che sei la salute degli infermi, la Madre pietosa di chi Ti invoca, ausilio dei cristiani e celeste dispensiera di ogni grazia!

Benedici, o Maria, a tutta la mia famiglia e fa' che in essa regni la fede, la concordia, la pace!

Ottobre 1916.

ANGELA M. V.

S. Mauro di Romagna. - Mia mamma, ottuagenaria, colta da improvviso e gravissimo malore, era già agli estremi. Invocata con fede Maria Ausiliatrice le posi vicino una sua devota immagine, e come per incanto vidi scongiurato il pericolo. Sieno rese lodi e ringraziamenti infiniti a Maria SS. Ausiliatrice. Cosí possa ottenere la guarigione di un'altra persona che desidera d'essere raccomandata e confida vivamente nel patrocinio di Maria Ausiliatrice !

25 ottobre 1916.

CLAUDIO STEFANI.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, per l'erigendo Santuario dei Becchi, per le Missioni Salesiane, o per altre Opere di Don Bosco, i seguenti:

A) - A. Ilda, 5 - Aceto Adolfo, 5 - Agatica Ottaviana, 10 - Albano Angelo, 5 --- Albrussi Maria Concetta ili Bofile - Aldini Luisa in Nicoli, io - Aleo Costa Filippo, 5 - Alessi Angelo, i - Aletto Luigia, 2,50 - Alovisaro Zambello Bellino, 5 - Amigone Rosanna, 2 - Angelo Pia, 2 -- Antoniazzi Antonio --- Arbinolo Coniugi, io - Arduini D. Luigi, 5 - Arsego Annetta, io - Atzeni Speranza Ved. Cocco, 3 - Azzi Barbara.

B) - Baccarini Pietro, io - Bagna Maria, 1,5 - Balia Luigia, 6 - Balino Giovannina, 5 --- Balme Adelaide, q -- Barbero Rosa, io - Barone D. Antonio, 36 - Basile Vito, io - Bassi Irene, 5 - Battioli Maria, 6 - Battistini Pulcheria in Carrara, 3,50 - Belorti Giuseppina, 6,35 - Bellisorta Maria, 2 - Bellotti Pietro, 5 - Ber-so Cesare, io - Bera Pierina - Beretta Erminia, 5 - Berra Giovanni, io - Berra Maria, 5 -- Bertetti Maria ed Agostino, 5 - Bertola Francesca, 6 - Bettile Carolina in Busello, io - Bettinazzi Adelaide, 5 - Bianchi Maria, 4 - Bianco Caterina - Boggio Erminia, io - Bogogna Carlo, Io0 -- Bolzani Ida, 5 - Bonetto Giovanni - - Bongiovanni Cari. D. Cariaselo, 2 - Bonin Elisa in Fuarnieri, 3 - Boissio Maria, 5 - Botta Rosa, 2,_5o - Bovio Luigia, 13 - Bravo Lucia, 3,50 - Brevi Pasquale, 9 - Brigatti Erminia, in Rapetti, 1,5 --- Briosclii Pietro, 5 - Brozzo Giuseppe, 20 - Brustia Ambrosina in Zorzoli, 25 - Bruzzone D. Maurilio, 5 - Buffolo Andrea, 7 - Butti Erininia, io.

C) - C. A. di Modica - C. G. di Cambiano, 5o - Cafia Baronessa Serafina, 5 - Caligaris Maria, 5 - Camino Angela, 6 -- Canepa Domenica Ved. Monagatta, 5 - Canepa Gerolamo, 7 - Cantone Maria, 5 - Capitanio Maria, 5 - Cappelletti Luigia in Guffanti, io -- Capriolo Giovanni, 25 - Carini Angelo, 5 - Carli Lucia, 5 - Carnelutti Isabella, 4 - Carone Emilio, 5 - Carotenuto Teresa, 2 - Carrera Angela Ved. Ragazzo, io - Caruso Esualda, 5 -- Caruso Giovanna, 5 - Cascino Ch. Luigi, 2 - Castagno Margherita, 5 - Castellazzi Emilia, 2 - Cataneo Rosita in Gaggino, io - Celli Giuseppina, 6 - Cerrato Annetta, 5 - Chiettoni Angiolino, 5 - Chinaci Giacomina, io - Ciccarini D. Celestino, 32,30 - Cicciari Natala, 6,9o - Cinan Angela, 5 - Clementi Ermelinda, 5 - Clerico D. Carlo, 1 o - Colla Chiarina, 5 - Colombani Rosina, 2 - Comé Febronia, so - Comé Maria, 5 - Comotti Annunziata in Tononi, 3 - Concina Giuseppe, i - Coniugi Belloni, 5 - Coniugi Berardi, 2,50 - Contesa Anna, io - Cooperatrice Salesiana, riconoscente per la guarigione della figlia, da malattia incurabile, 5oo - Coppo Emilia in Cerrano, 5 - Coppola Clotilde, 2 - Costanzi Teodoro, 5 - Cotza Luigi, i - Cozzi Agatina in Vichera, 5 - Cucchietti Lucietta, 2 - Cuniberti Teresa - Curatulo Rosina, 2 -- Curte Teresa, 1,5o.

D) - D. M. di Chivasso, 2 - D. M. di S. G., 2 - D'.Agostini Ida, 3 - D'Aguilio D. Mario, 5 - Danzi Angelo, io -Darbesio Maria, 5 - Decca D. Guido, io - De Candido Lucia, 5 De Cecco Adele, 5 - Delfino Laura, io - Delpiano Pasqualino, 5 - De Maria Salvatore, 5 - De Nardo D. Luigi, 6 - Dessi Francesco, 2 - Di Bella Concettina, 15 -Do Maria in Te, 5 - Dossetto Maria, 5 - Dottini Teresa, 5 - Dutto Giorgio.

E) - Eberla Maddalena, 13,40 - Equini Ida, 5.

F) - Fabrici Emma, 3 - Faccenda Adalgisa - Faitanini Marianna, 6 - Falco Biagio, 130 -Famiglia Citerio, 5 - Famiglia Gramegna, 5 - Famiglia Narratone - Fatti D. Paolo, io - Favre Tobia, 2 - Favretto Antonietta, io -- Ferrari D. Cesare, 25 Ferrero Angelina, 5 - Ferron Maria, 4 - Figus Spiga Giovanni, 2 - Fiorenzoola Giulia, 5 - Fiori Carmela in Comaschi, 4 - Fiorio Teresa, 20 - Flora Luigi, 5 - Floreani Basilio, 2,10 - Fontanin D. Davide, 5 - Forno Alberto, 2 -- Fornoni Ferdinando, 5 - Franchi Caterina, 3 - Frojadelli 1). Giovanni, 5 - Fugazza Giovanni, 15.

G) G. C. di Balzola, 5 - G. G. della Liguria, 12,50 - Gabrielli Isolina, 5 - Gallini Giuseppina, 5 - Gallo Ermelinda, 7 - Gallo Maria, 7 -Gamba Adele - Gamba Caterina - Gamba Mario ed Anna - Gamba D. Pietro, i o -- Garbarini Ubaldo, i - Gentili Rosa, 5 - Ghione Benevenuto, 5 - Giacomelli D. Giov. Batt., 5 - Gimondi Daria, 4 - Gironimi Pietro, 5 - Giovanelli Teresa, in Mussi, 2,50 - Giudici Catina, 3 - Gobbi Giuseppina Ved. Gilardi, 5 - Gobbo D. Giovanni, 3,40 - Grajio Onorina, 5 - Graziani D. Massimino, 2 - Grigoli Caterina, 5 - Grossi Clementina in Segagni , 5 - Grosso Leonilla in Virone, Cooperatrice Salesiana, 5 - Grualio coniugi, 5 - Guarinoni Lucia in Bergomi, 2,6o - Guerriero Luigina, 5 - Guglielmo Rosaria n. Vasta, 5 - Guidetti Rosina - Guidotti Rag. Guido, 5.25 - Guffo Angela, 5.

I) -- Icardi Bartolomeo fu Giovanni, 5 - Imbardelli Rosario - Invernizzi Pietro, io - Invernizzi Santina, 2 - Ivaldi Sofia in Virgoletti, 2.

J) - Jacono Angela Maestra Elementare, io - Jberto Domenico Carena, 2 - Jani Angiolina, 5 - Jannucci Avv. Giulio, 5.

L) - Lana Pietro, 3 - Lanfranco Mario - Lavinelli Gisella, 5 - Lazzareschi Vincenzo, i - Lazzari Maria, 5 - Lentarelli Gioconda Ved. Creanza - Leonelli Alessandro - Lerda Ved., 5 - Lesero Elisabetta, 2 - Leva Ercole, i - Licciardello Francesco, 3 - Lissoni Rosa, io -- Liverani Antonietta Ved. Ondinelli - Liverani Nicoletta in Leontini, 4 - Lorello Teresa in Dongarra, 12 - Loreti D. Angelo, 1 o - Luchetti Gesualdo - Lunedella della Onorina, 2.

M) - M. P. di Cisterna d'Asti, 5 - M. V. Angelo, 5o- Macaluso Isabella, 5 - Maffioletti Maria in Gregorio, 2 - Magno Teresa, 5 - Maitilasso Pasqualina, 5 - Malerba Lina, 5 - Malvezzi Matilde Ved. Simonis - Manca D. Francesco, 3 - Mancani Rosina Ved. Lo Giudice, 5 - Mandelli Ch. Ferdinando, 2 - Mandelli Marietta, 5 - Manfredini Amabile, 2 - Mangeri Palmira, 7 - Mangione Giuseppe, 15 - Mannetti Emanuele, 2 - Maradomo Giuseppina Ved. Verdinelli - Marani Crispino - Marbelli Luigina, 6 - Marchini Clotilde, Coop. Sales. - Marchisio Giuseppina, 5 - Marchisio Onorina, 2 - Marciallis Maria, 2 Marcuzzi Antonio, 4 - Marinelli D. Antonio, 2 - Marini Giulietta in Seminato - Marletta Mariannina in Fichera, io Marsullo Stella Ved. Enrietti - Martinelli Martino, 5 - Martinet Maria, 5 - Martini Antonia, 5 - Marucchi Enrichetta 2 -- Marzolini Vittoria, 2 - Masante Lima, 2 - Masetti Francesco, 5 - Masi Egle, 5 - Massa Marco, 5 - Massametto Giuseppina, 25 - Mastalli Maddalena, io - Melata Giacomo - Mesturini Sostene, 5 - Mezzadonna D. Giovanni, 5 - Miilauro Caterina, io - Migliavacca Ernesto, 5 - Milio Paolo, 5 - Minoletti Adelaide, 1,50 - Miozzi Annibale - Miretti Antonietta in Armandis, 2 - Misciatelli Laura in Boncompagni - Moggio Can. Francesco, 2 - Molino Secondo di Francesco - Monai Lucia, 2 - Mongini Eufrosina in Ricci, ; o - Montemartini Maria, 1 o - Montersino Angela, 5 - Morelli Francesca, 6 - Moroni Amilcare - Moscone Ing. Stefano, 5 - Mosconi Giulia, 4 - D. Motta Giuseppe, 10 -Mus C., 2 - Musso IVI. 10.

N) - N. N. di Brisighella, 5 - N. N. di Brivio, i - N. N. Cooperatrice Salesiana di Camino Monf., io - N. N. di Caronno Milanese, 5 - N. N. di Castel S. Giovanni, io - N. N. della Provincia di Cuneo, 15 - N. N. di Fossano, 20 - N. N. di Jerago, 1o - N. N. di Lonigo, 5 - N. N. di Maroggia, 5 - N. N. di Piacenza, 5 - N. N. di Prata di Pordenone, 25 - N. N. di Rosario Santa Fé (Argentina), 25 - N. N. di S. Floriano, 5 - N. N. di S. Peretto di Negrar, 5 - N. N. di Sestri Levante, 2 - N. N. di Tigliole d'Asti, io - N. N. Cooperatrice Salesiana di Viedma (Argentina) - Navaglia Ercolini in Venturini, 2 - Nebiolo Anselinina in Gherardelli, 2 - Neri Giovanna Ved. Salvatori, 3 - Nicolini Palma Ved. Corsini, 5 - Noli Dattarino Matteo, 6 - Novaro Costanza in Estellini, 4 - Novelli Marietta, 15 - Nuscis Maria Efisia, 3.

O) - Oddone Marcello, 4 - Oddone Rosa, 3 - Oldani Giuseppina, 5 - Olivieri Virginia, 5 - Operti Giuseppina, 5 - Organo Maria Ved. Belloni, 3 - Orti Giovannina in Morandi, 5 - Orzimonti Gaetano.

P) - P. C. di Bibbiana, 20 - Pagnoni Ginevra, 3 - Pagot Teresinna, 3 - Palazzolo Maria, 2o - Pane Romualda in Devecchi, 2 -- Panunzi Avv. Egisto - Paparelli Alessandro, 5 - l'ardini Sii vestrina in Cicotti, 5 - Parisi Teresa, 5 - Parodi Luigia, 5 - Parussa Giovanni, 2 -- Pasquali Adele, 2 - Pasqualin Angela, 5 - Pastorello Gino, 2 - Patané D. Giuseppe, 2 - Patrignani Cesarina, 5 - Pavesi Maria, 3 - Peci Asdrubale - Pedemonte Maria Gemma, 6 - Pedrapeli Giovanni, 5 - Pedrini Coniugi, 15 - Pedroni Virginia, 3 - Pellegrini Antonietta - Pelli Cesira, i - Pellitteri Pietro, 5 - Pepe Emiila Ved. Samensi - Perego Cesare, 5 - l'erosi Leonia in Venturelh, 2 - Pertile Angelo, 5 - Peruzzini Orsola, 5 - Petrina Gangemi Avv. Mariano, i o - Petrina Letizia in Petrina, 2 - Petrini Ludovica, 3 - Pettignani Cesarina Ved. Cornaglia - Piantoni Antonio, io - Piazza Margherita, 15 - Piccone Valeria in Senzahnce - Piegasesi Rosina, io - Pinchetti Rag. Gaspare, 4 - Piretto Teresa, 3,25 - Piscano Marcellina, 2 - Piva Teresa Ved. Mattei, 1 o - Podio Cav. Emanuele, 2 - I'olesei Telesforo - Poltroneri Giovanni, 20 - Pontani Flavia, 5 - Porati Rina, 5 - Porta Balbina, 2 - Porta Mario, 5 - Pradetto Barbara, 4 - Predelli Bruno, 2 - Prezzoliiii Amalia Ved. Giocondi, z - Pronzato Francesco, io - Pucci D. Costantino - Pujatti Luigia, 5.

O) - Sac. Quaremba J1ion, 31,74 - Quirici Paolina, 8,z8.

R) - Raffatti Santa, 3,50 - Ragusa Francesca, 2 - Ramella Maria, 5 - Ravanat Vincenzo - Ravetto Angela, 5 - Regazzi Virginia, 5 -- Reggio Maria, 3 - Regnasco Colomba di Gio. Batt., 3 - Reina Serafina, 5 - Reolfo Tommaso, 1 o - Repetti Giovanili, 2 - Rettagna Cristoforo - Ribaudo Giovannina, 2,50 - Righetti Anna, 2 - Rieletti Zelinda, 2 - Riggi Margherita in Bendotti - Rimedio Dott. Gaspare - Rimola Seconda, 5 - Riva Giuseppe, 6 - Rizzoli Teresa, 5 - Rizzolo D. Gio. Battista, 5 - Robba Giovanni, 5 Robbiola Giovanna - Roberto Natalina, 5 - Rocchetti Leonilde Ved. Pandetti - Roda Anna Maria, io - Rodda Enrichetta, 3 - Rolle Anna, io - Rollino Teresa, 5 - Romano Giovanna, 2 - Rossaro Caterina, 5 - Rossetti Antonia, 5 - Rossi Emanuele, 2 - Rossi Giacomo, i - Rossignoli Dott. Aindeo, 4 - Rossini Giovanni, io - Rosso Giovanni, io - Rostan M., 2 - Rovella Ing. Evaristo, 5 - Rubatto Michele - Ruffino Enrichetta 1o.

S) - S. L. N. di Modena. io - Sacchetti Venceslao - Sacchi Maria, 5 - Salagor Maria, 4 - Salvadori Domitilla - Salvati Enrichetta Ved. Zanazio, 5 - Sanfermo Felicina - Sangiusto Anastasia in Ardore, 3 - Sanmarchi Avv. Leonzio, 5 - Sanminiatelli Barbara, io -Santa chiara Cesira, 2 - Santaniello Emilia, 5 -- Santoro Marietta in Bevilacqua, 5 - Santovetti Marcellina Ved. Sangiorgio, 5 - Sapino Bartolomeo, 5 - Sapino Ludovica, 2 - Saraiva Filippo, 3 - Sardi Michelangelo, 2 - Sarotto Olimpia - Sartor Antonio, Zoo - Satta Bianca, 2,50 - Sausa Ignazio, 12 - Savignone Agata, 2 - Savignoni Callisto - Savino Annetta, 5 - Savino Costantana, i - Scaglietti Teresa, 3 - Scalpelli Alessandra - Scandolla Pietro sottotenente 21' Regg. Fanteria, io - Scherillo Giannetta in Novaretto, 3 - Schierano Bonaventura, 2 - Secci Delfina -- Selva Giuseppina, io - Sentieri Regina in Ligabò, 2,50 - Serra S. Alberto, io - Simonini Giuseppina, 20 - Sinibakli Costanza Ved. Lerrandi - Sirabela Lucifero, 5 - Sironi Luigi e Angela, 5 - Solaro Clotilde, 2 - Solbiati Pierino, 5 - Solier Ippolito - Sorelle Onnodé, 2 - Sorelle Veglia, i - Sorio Ved. Giona Angela, io - Spadini Giuseppina, 3 - Spanò Maddalena, 5 - Spezza Cristina, 2 - Spinedi Dott. Giuseppe, 5 - Squillaci Angelina Ved. De Franco, 2 - Stefa.ni Lorenzina Ved. Virgoletta, 3 - Stefani C. Claudio, 4 - Stefanini Scolastica, 2 - Stella Marietta in Desecondi, 2 - Stornaiolo Margherita Ved. Sclerandis - Stupino Gabriella, 5 - Suor Alice Cassina, 2 - Suor Bernoldi, 5 - Suor Filomena Dallino, 5 - Suor Maria Grazia Villani, 2 - Suor Luigia Pedretti, io - Subrizio Avv. Luigi, 5 - Sulis Giovannetta in Piroddi, 5.

T) - T. L. di Thiene, 25 - Taccone Michele - Taggiasco Emilia Ved. Rosa, 3 - Talamo Lucia in Verro, 2 - Tappa Costantina - Tasini Giovanni, soldato, 4 - Tedeschini D'Annibale Severino, io -Temofante Cleopatra in Ippocrasso 4 - Temofonti Raffaele, 5 - Terzi Luigi .Maestro, 5 - Testa Andrea, 6 - Tirchi Famiglia, 5 - Toldini Secondina, 4 - Tomini Maddalena in Sinibaldi, 5 - Tonelli Adelmo, 40 - Tonchio Maria, 7 - Torrieri Angiolina, i - Torrione Agatina - Toso Rosa, io - Tosoni Maria - Traversa Elena, 3 - Trinchero Eufemia Ved. Giusti, 2 - Trincucci Adele, 5 - Trocchi Claudio - Tronci Luigia, 5 - Turri Bettino, io.

U) - Uberti Giacomo, 5 - Ufertino Sebastiano, 5 - Ugolini Stanislao - Ungherini Ersilia in Battifolle, 4.

V) - Valbonesi Marianna in Antonioli - Valdata Giovannina, io - Valerga Fortunato - Valeriani Valeria in Margotti - Valfré Luigina, 5 - Vanera Diomede, 2 - Vanini Zaira in Contini, 12 - Vattasso Maddalena - Vendrame Elena, 2 - Ventura Paolina Ved. Mistrangeli, 2 - Nessaro Francesco, soldato, 2 - Vezzetti Orsola, 11 - Vezzolini Agostino, z - Villa Arteniisio - Vincenzi Vittorio, 5 - Viola Margerita in Angeloni, 2 - Viotto Barbara - Viozzi Clotilde, 2 - Virili .Marianna in Biancotti, 2 - Vitelio Lucrezia Ved. Rosati, z - Vittozzi Clemente, 3 - Volpiano Francesco, 2 - Volpini Rosina, 2 - Vuillermin Matilde, 5.

Z) - Zacchi Amalia, 5 - Zallocco Clotilde, 5 - Zambotti Elisa, 18 - Zampatti Elisabetta, 2 - Zanotto Virginia in Lazzaretti, 2 - Zartacomio Leopoldo, 2 - Zavarise Rosa, 25 - Zimmile D. Baldassare, 5.

X) - Una devota di Maria SS. Ausiliatrice di Centuripe - Una madre della Prov. di Vicenza.

RICONOSCENZA AL VEN. DON BOSCO

Nello svolgere questa rubrica, torniamo a protestare solennemente che non intendiamo contravvenire in nessun modo alle disposizioni pontificie in proposito, non volendo dare ad alcun tatto un'autorità superiore a quella che merita una semplice testimonianza umana , né prevenire il giudizio della Chiesa, della quale - sull'esempio di D. Bosco - ci gloriamo di essere ubbidientissimi figli.

Correva l'anno 1912, ed erano pochi mesi che aveva ottenuto il diploma normale, e credevo di aver raggiunto il piú bell'ideale della vita, quando una violentissima febbre venne a mettere in pericolo la mia esistenza. Come tutto ciò che è violento non può durare a lungo, l'altissima temperatura cessò, ma per ritentare l'assalto gagliardo, a distanza di mesi, per ben tre volte, finché la temperatura non si mise sul ritmo costante d'una di quelle lenti febbri destinate a scavare la tomba alle fibre piú resistenti e fresche di prima giovinezza. Cosí, nel febbrile malessere di occulto male passarono, tra alterne e dolorose vicende, i miei anni, dai diciannove ai ventidue. Non si lasciò intentato alcun mezzo da quelli che mi amano: si consultarono clinici insigni nei diversi campi della medicina e della chirurgia, dal Marchiafava al De Gaetani: si alternarono climi, dalla ridente riviera Ligure, alla mia nativa spiaggia Partenopea. Si fecero voti, s'innalzò da anime pie l'incenso della piú fervida preghiera... Ma parea che alla scienza umana mancasse il lume necessario a penetrare l'occulto mistero, e che al al Cielo non giungesse l'eco di tanta impetrazione.

Nel novembre del 1915 mi misi definitivamente in letto per l'imperversare del male, quasi senza. speranza di piú rialzarmi, perché finalmente la scienza aveva formulato la sua diagnosi, dichiarando di non aver modo onde distruggere il male.

Correva l'anno del Centenario del Ven. Servo di Dio Giovanni Bosco, ma nessuno tra quelli che mi circondavano avea pensato a ricorrere a lui, quando un giorno nel febbraio di quest'anno, inatteso, ansante, come chi ha la missione di portare la buona novella, vedo giungere al mio capezzale lo zio Benedettino, che con voce sicura esclama: Teresa, tu guarirai. La scienza non ha mezzi. Don Bosco compirà il prodigio. Comincia una novena; prometti di stendere una relazione, di andare a deporre sulla sua tomba la straordinaria grazia; abbi fede in lui, servirai di strumento alla sua gloria.

Sentii accendermi nel cuore un raggio di novella fede; cominciai una novena a Maria Ausiliatrice che fecondò nell'animo di Don Bosco il fiore della carità! Mi rivolsi a Lei, perché Maria Ausiliatrice e Don Bosco sono come due anelli di una sola catena!

Dopo qualche giorno, al medico curante che si stupiva del rapido e inatteso miglioramento dissi di attribuirlo a Don Bosco.

Egli sorrise scetticamente, celiando sullo istesso nome che ha dell'egloga..., perché egli forse ignorava essere questo cognome tutta una storia di opere grandi e meravigliose, che ha mutato la mite e blanda poesia pastorale in una lirica in cui vibra forte la nota di un sentimento tenero e profondo, pieno di vita e di nobili entusiasmi.

Qualche sera dopo lo stesso dottore, forse dimentico di avere asserito non essere questo il secolo del trionfo dei prodigi, ma della scienza, stupito altamente d'una guarigione iniziata contro ogni speranza, ripeteva piú volte l'esclamazione: devo confessarlo, queste cose d'ordinario non vanno cosí! In poco tempo guarii perfettamente; sicché nell'aprile di quest'anno risposi al giulivo appello delle campane pasquali, con l'unirmi alla Chiesa nel canto dell'Alleluia!

Vorrei delineare a grandi tratti nella pupilla di ogni anima la tenera figura di Don Bosco, perché in mezzo alla vuota tetraggine della vita odierna, nello sconfinato. campo di battaglia delle passioni umane, ove son cuori che gemono, coscienze che si agitano, anime in rovina, focolari senza pane e senza luce, il ricordo di lui fosse come ala che solleva lo spirito in piú sereni orizzonti, per far respirare aure piú dolci e piú salubri.

A lui, al gran Padre degli orfani e di tutti gli abbandonati la gloria, a noi la riconoscente ammirazione!

Napoli, 11 ottobre 1916.

TERESA COLAVOLPE.

Certifico che quanto è stato detto dalla signorina Colavolpe è conforme alla verità, per la maggior gloria di Dio e del nostro Ven. D. Bosco. Napoli, 28 ottobre 1917.

Mons. G. FIORENTINO, Prelato Domestico di S. S.

Da molto tempo era angustiata per affari di famiglia. Mi rivolsi a Maria Ausiliatrice con diverse novene, ed anche ad altri Santi, ma non fui esaudita. Quand'ecco mi balenò per la mente un pensiero di supplicare il Ven. Don Bosco dicendogli di pregare per me la sua Madonna, promettendogli di mandare un'offerta in Valdocco, qualora mi ottenesse la grazia desiata.. Incominciammo tre novene in suo onore; alla fine della terza giunse la grazia sospirata. Ne sia lode al Signore, grazie a Maria Ausiliatrice, e al caro Don Bosco.

Mi rivolsi di nuovo al Ven. Don Bosco, e mentre gl'indirizzavo le mie suppliche, ancor prima che io me l'aspettassi, contro mio merito ottenni la grazia da me domandata.

Quindi con riconoscenza ringrazio nuovamente il Ven. D. Bosco ed invio, come promisi, lire dieci, in adempimento del voto, con preghiera di pubblicare nel Bollettino queste linee, e cosí completare la promessa.

Malta, 18 ottobre 1916.

Una madre esaudita.

Viva il Ven. Don Bosco!

Da vari anni soffrivo un forte dolor di capo, sicché molte volte mi vedevo obbligata a tenere il letto a scapito del mio ufficio. Non valsero a ritornarmi nel mio stato normale né le sollecite e materne cure delle mie amatissime Superiore, né il cambiamento di clima, che anzi il mio mal di capo si feceva ognor piú insistente, quando venni consigliata di raccomandarmi al Ven. D. Bosco.

Senz'altro incominciai un triduo con tutto il fervore che mi fu possibile. Ed oh prodigio! Appena terminato, mi sentii prefettamente guarita, e sono omai piú di 4 anni, e continuo sempre ad esserne completamente libera.

Ne siano rese infinite grazie al Ven. Padre!

Puntarenas, 24 giugno 1916.

Suor TERESA FENOGLIO, Figlia di M. A.

La sera del 12 ottobre 1915, il sottoscritto, dopo tre settimane e piú che, ogni giorno a una data ora, si sentiva brividi per tutte le membra ed un caldo soffocante alla testa (e l'incommodo si protraeva piú di tre ore), essendo stato dichiarato affetto da tifo al ventre, si mise a letto e dopo misurata la febbre, che raggiunse i 40, 3", fece promessa al Ven. Don Giovanni Bosco che se per la fine di novembre, l'avesse guarito, avrebbe mandato un cuore d'argento al Santuario di Valdocco con la scritta

La mia riconoscenza non avrà fine! » Dopo 32 giorni, in cui la febbre non l'abbandonava più, finalmente il 14 novembre questa incominciò a cessare e da quel giorno piú non comparve, sicché il 19 poté incominciare a prendere un po' di cibo, e quindi alzarsi; e i medici lo dichiaravano guarito. Grazie a Dio, che per l'intercessione del suo servo, il Ven. Don Bosco, si degnò accordarmi la primiera salute!

Milano, 1 dicembre 1915.

ENRICO PIURI.

NOTA IMPORTANTE. - A quelli che ricorrono all'intercessione del Ven. Don Bosco, e vorremmo - a maggior gloria di Dio e del suo Servo - che fossero molti ogni giorno, vogliamo fare una raccomandazione.

Molti ricordano l'entusiasmo che circondava il Venerabile, allorché egli passava benedicendo per le nostre città e per altre città di Francia e Spagna, e ricordano insieme l'onda di viva e pratica pietà che si diffondeva al suo passaggio nelle anime. Era una vera pioggia di benedizioni celesti. Vogliamo che tornino quei giorni? Dipende anche da noi. E come? Affrettiamo dal Signore il giorno della glorificazione del buon Padre, il giorno in cui l'oracolo infallibile del Vaticano gli decreterà gli onori degli altari. Già da ventotto anni la sua immagine, come la sua memoria, si diffonde e s'imprime sempre piú tra i popoli; ma quando apparirà cinta dell'aureola dei beati, essa rinnoverà senza dubbio la antiche meraviglie e tali meraviglie perpetuerà sino alla fine dei secoli. Son molti ornai i fatti che dimostrano essere egli stato un prediletto e un inviato del Signore.

Ebbene, a cooperare efficacemente a questa glorificazione di Don Bosco, noi raccomandiamo qui alcune cose:

I) Si preghi, e si preghi molto, da tutti e quotidianamente, perché Iddio misericordioso e Maria SS. Ausiliatrice benedicano i lavori che sono in corso per la Causa di Beatificazione del Venerabile.

II) Agli afflitti e agli infermi - soprattutto quando si tratta di casi umanamente disperati - si consigli la stessa preghiera insieme colla fiducia più viva nella intercessione di Don Bosco, chiedendo al Signore, che se a Lui piace glorificare Don Bosco, moltiplichi - per la sua intercessione - grazie prodigiose e miracoli.

III) Nel fare queste preghiere si rinnovi la fede esplicita nell'intercessione e nella sola intercessione del Venerabile, e non si associno al suo nome né quello della B. Vergine né quelli di santi o di altre anime che crediamo potenti presso il trono di Dio; e ciò perché resti provato che il fatto miracoloso è dovuto unicamente all'intercessione di Don Bosco.

Possiamo però, e consigliamo a farlo, pregare la Vergine Ausiliatrice nel senso che voglia unire le sue preghiere alle nostre ed ottenerci che Dio compia prodigi ad intercessione di D. Bosco.

IV) - Le relazioni di queste grazie e prodigi si inviino, corredate da attestati medici e di altre autorevoli persone, al Successore di Don Bosco, Rev.mo

Sac. Paolo Albera, Rettor Maggiore della Pia Società Salesiana; Via Cottolengo, 32, Torino.

PEL TEMPIO VOTIVO IN ONORE DI MARIA AUSILIATRICE

A CASTELNUOVO D'ASTI <

In questo mese - se il tempo continua ad essere bello - si spera di veder interamente coperto il nuovo edifizio, che, nelle linee esterne, è riuscito squisitamente armonico e proprio monumentale.

La Vergine Ausiliatrice largheggi dei suoi celesti favori con quelli che hanno cooperato e con quanti contribuiranno all'erezione di questo suo trono di grazie, ed affretti il giorno in cui verrà consacrato alla sua gloria e al suo culto.

Rose e Gigli.

I bimbi e le bimbe di Medeuzza (Udine) ultimo paese dell'antico confine, inviano la tenue offerta di L. 13 per la costruzione del tempio ai Becchi, perché Maria Ausiliatrice, ch'essi incominciano a conoscere ed amare, li renda piú buoni, e, proteggendo i loro cari al fronte, affretti la sospirata pace!

Bianca, Alcide e Italo Blandino, reduci dal Messico insieme coi loro cari, offrono L. 1 per la chiesa dei Becchi, e Felice Panico L. 0,20, pregando Maria Ausiliatrice a ricondurre la pace sulla terra!

Gigli Nomis di Cossilla, nel giorno della sua prima Comunione, implorando la protezione di Maria Ausiliatrice per tutti i suoi cari e per i bravi soldati d'Italia, L. 10.

Gaspare, Letizia, Teresa, Vittoria Velasco, di Moncrivello, inviano il tenue obolo di L. 0,50, perché la Madonna benedica a loro e al babbo in guerra.

Il piccolo bimbo Luigi Pallini spedisce al Santuario dei Becchi L. 2,50 per ottenere il ritorno del proprio papà dal fronte. - La madre De Mattei Erminia.

Insieme coi bimbi Amedeo Torrielli e Annetta e Antonietta Bottino, che offrono L. 2,20 per i loro cari, mando anch'io L. 1 pel Santuario dei Becchi, unendomi alle loro intenzioni. - Bonaria Maddalena Ferrando.

Giovanna ed Andremo Chiappa da Trino Vercellese inviano L. 5 alla Vergine di Don Bosco, perché protegga e ritorni l'amatissimo babbo e consoli la loro mamma e la nonna carissima.

Clementina e Giuseppina Chiappa da Trino Vercellese, offrono L. 5, supplicando la Vergine Ausiliatrice di prenderle sotto la materna protezione e di crescerle conforto dei loro amati genitori.

due bambini di Romagnano Sesia offrono L. 10 per l'erigendo Santuario dei Becchi, implorando dalla Vergine Ausiliatrice la salute per la loro nonna.

Il bambino Garzetti Albino offre L. 5, affinché Maria SS. Ausiliatrice protegga il papà lontano e gli conceda una sospirata grazia.

Sono i soldi destinati per i miei giocattoli che invio, perché intendo concorrere all'acquisto della porticina del Tabernacolo della chiesa dei Becchi.

Gesú e Maria benedicano me e tutti i miei cari insieme coi miei studi. - Celle Paolino di Spezia.

Oh Vergine SS. Ausiliatrice, son troppo piccino ancora per parlare, ma parli per me la santa innocenza e li preghi di aiutare il mio papà e così esaudire le preghiere della mia mamma. - Fernandino Montarolo di Ozzano Monferrato.

I bambini Teresina e Adolfo de' Stefani di Legnago in ringraziamento di una grazia ricevuta mandano la presente piccola offerta per concorrere all'erezione del santuario dei Becchi, implorando la speciale benedizione di Maria Ausiliatrice.

Il fanciullo Delfavero Angelo di Lozzo Cadore intercede per grazia per il suo zio Salesiano.

Bianca e Carmelina Grisaldi offrono L. 5, perché la Madonna le faccia crescere buone.

Mando lire 10 per la chiesa dei Becchi! È la mancia che mi han dato il papà e il padrino prima di partire per la guerra, e io colla sorellina la mandiamo alla cara Madonna di Don Bosco perché protegga i nostri cari - Carlo Maria Raimondo.

La bambina Maria Mejo di Lozzo Cadore manda L. 2 e intercede grazia per il padre al fronte.

Borra Maria, d'anni dieci, invia L. 5 a Maria Ausiliatrice per ottenere la salvezza del caro papà al fronte e lo riconduca in seno alla cara famiglia sano e salvo.

I fratelli Peppino, Andrea, Angelo e le sorelline Pietrina e Giovanna Agneci da Salemi mandano L. 5 per il tempo votivo ai Becchi per grazia ricevuta e perché Maria SS. Ausiliatrice li benedica e protegga i loro genitori.

Mamme e insegnanti devote.

Maria Regis, di Moncrivello, offre L. 5 pregando Maria Ausiliatrice a prendere sotto la sua materna protezione la numerosa famiglia e a vegliare sul caro figlio Giuseppe, che dopo 17 mesi di fronte è fortunatamente salvo e in buona salute.

Debattistis Luigia Ved. Falaguerra, di Mirabello Monferrato manda L. 1 pel Santuario dei Becchi, perché la Madonna protegga i suoi cari figli.

N. N. di Moncrivello offre L. 2 per la chiesina dei Becchi, perché Maria Ausiliatrice le continui il suo aiuto in questi tempi di tanti dolori e faccia crescere buoni i suoi bimbi e ridoni sano e salvo alla famiglia il marito.

A nome dei miei figli Poemo, Aurelio, Giuseppe. L. 5. O Maria, quanto sei buona! ti prego di custodirci sempre tutti sotto la tua protezione. - Vittoria Garoglio.

Perché i miei tre bambini Giuseppino, Laura e Fanny abbiano a crescere buoni. - C. Dall'Oro, L. 5.

Perché Maria Ausiliatrice mi ha scampato il figlio dalla morte, L. 10 - Antonietta Gallo di Roma.

La sottoscritta offre L. 10 perché Maria SS. Ausiliatrice protegga i fanciulletti Rosa e Armando Re-

galsi ed Angelo Lisaro. - Luigia Mazzola di Canneró.

M. K. B. di Riccione invia l'offerta di L. 3, invocando ardentemente la protezione di Maria SS. Ausiliatrice per la sua famiglia e per sè.

Anna Brunelli Ved. Kolbell di Riccione con tutto il cuore invia L. 5 colla fiducia di ottenere dalla B. V. le grazie spirituali e temporali delle quali tanto abbisogna per sè e per i suoi cavi.

Riconoscentissima per la quasi completa guarigione del proprio marito, una mamma ripete l'offerta di L. 5 per l'erigendo Santuario dei Becchi, sicura di ricevere per intero la grazia sospirata.

La pia signora C. V. di Samarate, ammiratrice dell'Opera Salesiana invia L. 5, implorando sui figli diletti la speciale protezione di Maria Ausiliatrice.

Sono L. 5 per il Santuario di Maria Ausiliatrice ai Becchi, a nome di una pia famiglia di Cassolnovo, che invoca sui suoi combattenti la protezione della Vergine SS.

Una pia signora di S. Ambrogio di Susa manda L. 5 per la chiesina dei Becchi perché la Vergine Ausiliatrice benedica e protegga sempre i suoi cari Angioletti.

Una mamma di Mirabello Monferrato offre L. 50 alla cara Madonna di Don Bosco, perché continui la sua materna protezione sul figlio militare.

Riconoscente alla Vergine Ausiliatrice per avermi guarito il mio caro bimbo Camillo da bronco-polmonite, invio l'offerta di L. 3 per l'erigendo Santuario dei Becchi, raccomandandomi nuovamente per ottenergli un'altra benedizione su tutta la la famiglia. -Arnaldi Antonietta.

La mamma dei convittori Eraldo e Carlo Piacenza, per la chiesa di Maria Ausiliatrice, affinché i suoi bambini crescano buoni, L. 2.

A nome dei miei cari bambini Mario e Laura spedisce la piccola offerta di L. 1,5o per l'erigendo santuario, ringraziando la Madonna Ausiliatrice d'una grazia ottenuta. - Marietta Manca Demuro.

Un bambino di sette anni manda i suoi piccoli risparmi, per la nuova chiesa dei Becchi in L. 1,50 e per il collegio di Pinerolo L. 1 affinché Maria Ausiliatrice gli conceda la guarigione dellas ua gamba e lo cresca buono alla memoria del suo caro papà. - Romano Maria.

Gallia Rosa di Nizza Monferrato invia L. 5 per la chiesetta dei Becchi, implorando dall'Ausiliatrice dei Cristiani la guarigione dal persistente male d'occhi, che da tanto tempo le impedisce di attendere alle sue occupazioni domestiche.

Preci e ringraziamenti.

La Contessa Adelaide Francisci di Todi, Cooperatrice Salesiana, invia la somma di L. 5o pel tempio votivo dei Becchi, affinché la Vergine Ausiliatrice benedica la sua famiglia e ridoni la salute ad un suo figlio.

A nome della signora Zinnio Teresina Cali, sono L. 5, quale offerta a Maria SS. Ausiliatrice pel suo erigendo Santuario dei Becchi.

Sono L. 5 offerte da una pia signora di Gattinara pel santuario di Maria SS. Ausiliatrice ai Becchi, per grazia ricevuta,

Sono L. 3 che mandano le sorelle Molacchino Maddalena e Teresina di Pontestura per la chiesa dei Becchi, affinché Maria Ausiliatrice conservi la cara mamma in salute e le faccia crescere virtuose.

Suor Maddalena Villa di Varese invia L. 5 per la chiesa di Maria Ausiliatrice ai Becchi, in segno di riconoscenza a si buona Madre per grazia ricevuta.

La signora F. T., Maestra Comunale di Roma, offre per l'erigendo Santuario di Castelnuovo L. 5 perché Maria Ausiliatrice benedica sé, i suoi cari, le sue alunne e il corso di studii che intende seguire nel corrente anno scolastico.

Nazzarena Antodicola di Ascoli Piceno invia la piccola offerta di L. 5 per la chiesa di Maria Ausiliatrice ai Becchi.

La famiglia Cinato di Torino, riconoscente a Maria Ausiliati , offre per la chiesa votiva dei Becchi L. 5.

Le due cuginette Balsa Rita e Balsa Elma di Fubine, inviano L. 1 caduna per il tempio votivo dei Lecchi, affinché la Vergine Ausiliatrice benedica il loro babbo, la mamma e la nonna.

Galli Maria di Ascoli Piceno manda l'offerta di L. 5 a Maria Ausiliatrice per la chiesa dei Becchi per ottenere il suo celeste aiuto.

N. N. di S. Ambrogio di Susa manda alla cara Madonna dei Becchi due paia di orecchini che ancor le restano, in ringraziamento di grazie ricevute e perché la Vergine le continui la potente sua protezione.

Una pia signora di Bagnolo Piemonte offre L. 5 pel Santuario votivo dei Becchi della cara Ausiliatrice.

Sono L. 10 che i coniugi Brigatti Abramo e Maria di Suno inviano per la chiesa dei Becchi a Maria Ausiliatrice, perché li conservi in salute.

Una giovane sposa invia al santuarietto dei Becchi L. 5 perché la Vergine Santa le usi una protezione speciale.

Il Sac. Giuseppe Mellica di Buttigliera d'Asti, ex-allievo del Ven. Don Bosco, nella letizia dell'anno cinquantesimo della sua Ordinazione sacerdotale, offre per l'erezione del vicino tempio all'Ausiliatrice L. 5o.

O Cara Ausiliatrice, gradisci da un'affezionata tua figlia la tenue offerta di L. 5 pel tuo nuovo Santuario dei Becchi, mentre implora benedizioni per sé e i suoi cari. - M. C. V. di Alessandria.

Maria Migazzo offre L. 4 per il Santuario dei Becchi per grazia ricevuta, implorando protezione su tutta la cara famiglia e al caro fratello al fronte.