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ANNO XVI - N. 5
Esce una volta al mese. MAGGIO 1892
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano -Via Cottolengo, N . 32, TORINO
Avviso .
Maria!
Orario della Novena e Solennità di Maria Ausiliatrice .
Grazie di Maria Ausiliatrice .
Feste Salesiane a Parma .
La prima Casa di D . Bosco nel Belgio (Liegi) .
Notizie dei nostri Missionari : Un Salesiano che si con-
sacra alla cura dei lebbrosi nella Colombia (seguito).
Passeggiate (Periodo III°) .
Ozanam o le grandezze della Chiesa Cattolica nel-
l'ordine scientifico e letterario .
Cooperatori defunti .
AVVISo
Speriamo che anche in quest'anno,
nell'occasione della festa di Maria
Ausiliatrice, mediante lo zelo dei Di-
rettori, dei Decurioni ed anche di ot-
timi Cooperatori e di pie Coopera-
trici saSOMARI rà tenuta in molte città e
paesi la seconda delle annuali con-
ferenze prescritte dal Regolamento
dei Cooperatori Salesiani all'articolo
4° del paragrafo V . In molti luoghi
il conferenziere potrebbe essere uno
degli oratori del Mese Mariano .
Non si lasci poi passare questa cara
festa senza dare alla Vergine San-
tissima un cordiale tributo della no-
stra figliale divozione. Il giorno 24
maggio perciò o la domenica seguente
consacriamo a Maria qualche speciale
pratica di pietà e possibilmente ac-
costiamoci alla S . Comunione ad uno
degli altari a Lei dedicati . Il tene-
rissimo suo cuore sarà ben lieto di
tanta pietà e le sue materne benedi-
zioni discenderanno in copia sovra i
figli diletti .

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SULL' orizzontMARI! e cristiano brilla una
stella d'ammirabile bellezza . Questo astro
sfolgoreggiante del Cristianesimo è Maria!
Chi non conosce , chi non ama la Gran
Madre di Dio? Ogni mente a Lei s'in-
china, ogni cuore Le nutre il più caldo
affetto .
La divozione a Maria è il fiore più de-
licato ed olezzante della nostra fede , il
palpito più ardente del nostro cuore .
Maria invocano tutte le età e condizioni,
il giovane, il vecchio, lo sventurato, l'or-
fanello, l'artista, il soldato, il ricco, il po-
vero , il suddito, il re... A Lei son con-
sacrati tanti altari e tanti santuari . Del
suo nome sono ornati i fasti più belli
della Chiesa, ed al suo patrocinio si col-
legano tante gloriose ricordanze delle
nazioni cristiane . La virtù e l'eroismo,
la scienza e l'arte a Lei si son sempre
ispirate ; la liturgia alterna le sue feste
con quelle di Gesù benedetto ; e la pietà
cristiana si dimostra sempre ingegnosa e
feconda nel manifestare in mille modi
quel dolce vincolo di schietta divozione
che unisce le generazioni credenti alla
Regina dei cieli, Maria . E passa forse
giorno senza che ne invochiamo il pa-
trocinio ? La triplice squilla dell'Angelus
ci ricorda d'indirizzarle il saluto angelico
E quando l'alba infiorasi,
E quando ferve il sole,
E quando par che il tremulo
Raggio si spenga in mar . (1)
È un'armonia perenne che si diffonde
per tutta la terra. Un giorno particolare
della settimana, il sabato, un mese in-
tero dell'anno, il maggio, sono partico-
larmente dedicati a Maria. Varie istitu-
zioni religiose s'intitolano dal suo nome,
e le altre tutte La riconoscono per loro
potentissima Ausiliatrice ; numerose as-
sociazioni e confraternite sono istituite
in suo onore ; tridui e novene, pellegri-
naggi e feste, preci pubbliche e private,
tutto consacrasi a Lei con entusiasmo
immensurabile.
(1) BORGHI - Inno a Maria .
Com'è grande la venerazione per la
Madre di Dio!
Oh questa divozione ineffabile discenda
profonda nei nostri cuori e ci accompagni
ovunque e sempre !
Amiamo Maria ardentemente e ricor-
riamo a Lei supplichevoli in tutte le no-
stre necessità . Nutriamo una piena ed
illimitata fiducia nella sua potenza e nel
suo amore . Nessuna lacrima cadde invano
ai pie' de' suoi altari, nessuna sventura
Le fu raccomandata senza ottenerne sol-
lievo e consolazione . La storia di dician-
nove secoli sorge a darcene solenne te-
stimonianza .
Ed oggi la mano sua si è forse abbre-
viata? Accorrete ai santuarii di Maria, e
mille e milioni di voci plaudenti alla
Grande Ausiliatrice cantano i celesti fa-
vori che anche ora, come sempre, sono
elargiti dalla sua materna bontà a quanti
l'invocano fidenti .
Quanti, oh quanti peccatori sono con-
vertiti per mezzo di Lei! Che serie im-
mensa di anime son protette dalla sua
misericordia ! Quanti, lontani da Dio, e
dimentichi oggimai di lui , battevan la
via della perdizione, e qualche resto di
divozione a Maria, rimasto ancora nel
naufragio , fu l'unica tavola che li con-
dusse a salute : talora quell'Ave Maria
imparata sino dall'infanzia, talora la me-
daglia di Lei messa al collo di un empio
basta a salvarlo ...
O Maria, tu sei la vera madre di grazie,
lo fosti costantemente e lo sarai per tutti
i secoli .
Maria ! e al pronunziare questo nome
le rimembranze più gioconde ritornano
alla mente, il cuore s'intenerisce, lo stile
s'incolora e l'anima spiega voli sublimi .
Maria! e questo nome è più dolce che
un favo di miele, più grato che il suono
dell'arpa, più soave che la gioia più
pura.
Maria ! e questo nome pronunziato con
tanto affetto colle labbra infantili della
prima nostra età, sarà pur quel nome che
con quello di Gesù ci aiuteremo a pro-
ferire tra i singhiozzi della morte .
Sì, siamo sempre divoti della Gran
Vergine benedetta e studiamoci di esserle
buoni ed ossequenti figli .
Un dì un fedele rivolgeva a Maria la
preghiera della Chiesa: Monstra te esse ma-
trem! - O Maria, addimostra col tuo valido
patrocinio di essere veramente la Madre no-
stra! - E la Madonna rispose : Monstra te

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esse filium! - E tu addimostra di essere
veramente il figlio mio !
Sì, manifestiamoci sinceramente e con
le opere d'esser veri figli di Maria . Siamo
sempre studiosi imitatori delle sue virtù ;
riproduciamo sulla tela vivente dell'anima
nostra le celesti fattezze della Madre
divina ; amiamo ciò che essa ama ; le
anime, oh le anime del nostro prossimo
soccorriamole con zelo instancabile e con-
duciamole a Lei, spendendo in ciò tutti
i mezzi di cui ci fu larga la divina Prov-
videnza, e per tal modo fatti sempre più
meritevoli del suo affetto e della sua
protezione, La benediremo in vita, L'a-
vremo specialmente propizia in morte e
voleremo un dì a cantare eternamente le
sue lodi nei padiglioni iinfiniti dell'eterna
Sionne .
ed è molto acconcio alla circostanza . Si può
avere dalla Libreria Salesiana di Torino al
prezzo di cent . 20 .
Correndo tuttora l'anno giubilare delle O-
pere di D . Bosco, in questa circostanza nel
tempio di Maria Ausiliatrice in Torino si ce-
lebreranno ancora tre giorni di feste solennis-
sime in ringraziamento alla Vergine Benedetta
inspiratrice e protettrice delle Opere stesse .
Domenica 22 Maggio.
Mattino . - Alle ore 5 1/2 e alle 7 1/2,
Messa e Comunione generale . - Alle 10,
Messa solenne pontificale .
Sera . - Ore 3 1/2, Vespri solenni, di-
scorso e Benedizione col SS . Sacramento .
Lunedì 23 maggio .
ORARIO
DELLA
NOVENA E SOLENNITA' DI MARIA AUSILIAT .
La Novena di Maria Ausiliatrice inco-
mincia la Domenica 15 di questo Mese .
In ciascun giorno, lungo il mattino, dalle
ore 4 1/2 sino alle 11, vi sarà celebrazione
di Messe e comodità di accostarsi ai SS . Sa-
cramenti della Confessione e Comunione . Nel
mattino dei giorni feriali alle 5 1/2 antime-
ridiane, come nel Mese, Messa letta colla
recita del S . Rosario, Comunione, canti e
preghiere, quindi breve Discorso e Benedi-
zione col SS . Sacramento ; alle 7 1/2 poi
altra Messa letta colla recita del S . Rosario,
Comunione ed altre pie pratiche . Assistendo
a queste funzioni si può lucrare, per con-
cessione pontificia, l'indulgenza di tre anni .
Il discorso della sera sarà tenuto alle 7 .
Nel primo giorno però avrà luogo dopo i
Vespri, alle 4 circa .
A chi non potesse partecipare di presenza
a queste funzioni, noi suggeriamo un appo-
sito libretto di Don Bosco intitolato : Nove
giorni consacrati all' Augusta Madre di
Dio, il quale contiene una considerazione,
un esempio ed una pratica per ogni giorno,
Vigilia della festa di Maria Ausiliatrice .
Alle ore 3 1/2 pom . si terrà la Confe-
renza ai Cooperatori ed alle Cooperatrici Sa-
lesiane .
Alle 6 1/2, primi Vespri di Maria Au-
siliatrice, discorso e Benedizione col Santis-
smo .
Martedì 24 maggio .
Solennità di Maria Aiuto dei Cristiani .
Mattino . - Alle ore 5 1/2 e alle 7,
Messa e Comunione generale . - Alle 10 1/2,
Messa solenne pontificata da S . E . R .ma il
veneratissimo nostro Arcivescovo di Torino,
Mons . Davide de' Conti Riccardi .
Sera . - Alle 6 Vespri solenni di Maria
Ausiliatrice, Panegirico e Benedizione col
Santissimo .
Mercoledì 25 maggio.
Alle ore 7 1/2 del mattino, Messa, Comu-
nione ed altre pratiche di pietà in suffra-
gio delle anime dei defunti Cooperatori, Coo-
peratrici e Consorelle di Maria Ausiliatrice .
Giovedì 26 Maggio .
Ascensione di N . S . Gesù Cristo .
Le funzioni tutte come nel giorno di Ma-
ria Ausiliatrice, eccetto i Vespri che saranno
alle 3 1/2 .

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I discorsi dei giorni festivi e della Vigilia
e Solennità di M . A . saranno pronunziati da
S . E . R.ma Mons . Manacorda, Vescovo di
Fossano .
La musica che verrà eseguita dagli allievi
dell' Oratorio Salesiano è del seguente pro-
gramma
Domenica 22 . - Messa per tenori e
bassi del M . Mitterer .
Martedì 24 e Giovedì 26 . - Musica
per soprani, contralti, tenori e bassi dei se-
guenti autori
certi prodigi letti nel Bollettino Salesiano,,
che or chiama suo araldo celeste - concepì
il pio divisamento di raccomandarsi esclusi-
vamente a Maria Ausiliatrice, tra le cui
braccia si gettò con tutta la vivezza della
sua fede . Nè ricorse inutilmente, giacchè,
dopo alcuni giorni ai voti e di preghiere ,.
si vide libera dal fiero morbo .
In segno dì ben sentita riconoscenza uniamo
a questa relazione una tenue offerta pel
Santuario della nostra celeste Ausiliatrice .
FORNO D . SERAFINO
Vice-parroco .
Bioglio, 21 marzo 1892 .
CHERUBINI . - Missa solemnis.
HoRAY . -- Domine ad adjuvandum .
DURANTE . - Dixit e M agnificat .
GALLI. - Inno . Saepe dum Christi.
CAGLIERO (Monsignore) . - Laudate pueri,
Laetatus sum, Nisi Dominus, Lauda
Jerusalem e Tantum ergo .
NB. Chi desiderasse farsi inscrivere nell'Arciconfra-
ternita di Maria Ausiliatrice troverà persona appo-
sitamente incaricata nella sacrestia della chiesa .
GRAZIE DI
Viva Maria Ausiliatrice ! -Sicome
la narrazione delle meraviglie di questa no-
stra buona Madre forma sempre la parte più
consolante del caro periodico Salesiano, ac-
cettai con piacere l'incarico di scrivere per
portare alla conoscenza del pubblico una
nuova grazia ottenuta .
Ricevo perìodicamente l'ottimo Bollettino,
che vien pur letto con santa avidità dalla
mia sorella Forno Maria, ventenne e maestra
di grado superiore nel Comune di Magnano .
Poveretta ! Essa porta il nome della Regina
celeste, che in lingua ebraica significa mar
di dolori, e per aver da un anno e più per-
duto la salute, ebbe la sventura di provare
in se stessa la verità di quanto significa il
suo nome !
Assalita da un'infermità ribelle alle cure
dell'arte, non ci fu verso di arrestarne i
progressi . I genitori, vedendo che ai soliti
intervalli il male incrudeliva a segno da co-
stringere l'inferma ad interrompere il corso
delle sue lezioni ed a tenere il letto, si al-
larmarono ogni dì più . E dopo aver fatto
inutile ricorso a diversi medici, che esauri-
rono le risorse dell'arte, non sapevano far
altro che dolorare colla loro figliuola.
Non disperò tuttavia della sua guarigione
la buona paziente, la quale - memore di
Una medaglia di Maria Ausilia-
trice . - Una giovanetta educanda, che
inavvertitamente si aveva infitto la punta
di un uncinetto nella giuntura tra la palma
ed il polso del braccio sinistro , per cinque
giornifunel'imposibilitàdiarticolarequela
mano . Visitata dal chirurgo, le fu prescritto
uno di quei soliti rimedi che, per quanto
salutari, non riescono che dopo lungo tempo
allo scopo .
La Direttrice dell'istituto la sera del 12 cor-
rente disse alla giovanetta di tenere durante
la notte nella mano la medaglia che porta
l'effigie della Beata Vergine di Don Bosco .
Quale non fu la gioia della giovanetta, quando
al mattino seguente potè senza difficoltà al-
cuna congiungere le sue mani per ringra-
ziarelSntVgie,chvolprai
la sua potenza ! La Direttrice e noi tutte del-
l'istituto ci unimmo allora alla giovanetta
guarita nel lodare e benedire la bontà della
Vergine Ausiliatrice .
AMELIA TEDESCHI .
Klagenfurt, 14 marzo 1892.
La fiducia in Maria. - La bontà di
Maria non vien mai meno . Una mia parroc-
chiana di nome Giuditta Assandro, dopo tre
anni di penosa infermità, non trovando più
argomento di speranza nei rimedi dell'arte
salutare, si rivolse con illimitata fiducia a
Maria Ausiliatrice , e come per incanto in
pochi giorni ottenne acompleta guarigione.
Valga questo fatto ravvivare sempre più
nei fedeli la divozione alla celeste Madre .
Bozzolo (Casale), 15 marzo 1892 .
D . VALLONE, prevosto .
« Sales infirmorum.Il»f-anciuo
Giovannino Rossi Cardillo giaceva infermo
da tre mesi con ostinata febbre tifoidea . I
medici asserivano non esservi più speranza
di guarigione . Lo raccomandammo allora
caldamente a Maria SS . Ausiliatrice, e come

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per miracolo guarì sì perfettamente, da ren-
derne tutti altamente meravigliati e conso-
latissimi .
In segno di riconoscenza unisco a questa
relazione la somma di lire 100 pel decoro
del Santuario della nostra celeste Benefat-
trice .
Nunziata di Mascali, 18 febbraio 1892 .
Sac . GIOVANNI FINOCCHIARO .
La preghiera d'una madre . - Col-
l'animo compreso dalla più viva riconoscenza,
rendo nota una segnalatissima grazia otte-
nuta per l'intercessione di Maria Santissima
Ausiliatrice . Una mia figlia era colpita da
così grave infermità, da gettare nella più
profonda costernazione tutta la famiglia . Mi
rivolsi allora alla Vergine Ausiliatrice, pro-
mettendo un'offerta ed una visita al suo
Santuario di Torino, qualora m'avesse gua-
rita la figlia .
Oh bontà di Maria ! L'inferma prese su-
bito a migliorare e ben presto entrò in piena
convalescenza . Con premura adempio la pro-
messa fatta e benedico con tutto il cuore la
bontà della Gran Madre di Dio .
CLARETTA CANOVA .
Riconoscentissimo a Maria SS . Ausiliatrice
della grazia unicamente per suo mezzo otte-
nuta offro pei ristauri del suo tempio in Val-
docco la tenue somma di L . 10 .
S . Germano Vercellese, 9 marzo 1892 .
Sac . GIOVANNI VADA .
Certo Paolo Bagnati manda l'offerta di
L. 50 al tempio di Maria Ausiliatrice in
Torino per guarigione ottenuta dopo essersi
raccomandato alla Vergine Santissima .
Bellinzago, 20 gennaio 1892 .
Sac . ANTONIO APOSTOLO .
Il sottoscritto, avendo ottenuto per l'in-
tercessione di Maria Ausiliatrice la guari-
gione di un suo cognato ammalato gravissi-
mamente di doppia polmonite con meningite,
manda un'offerta per la celebrazione di una
Messa nel Santuario dedicato a Maria Auxi-
lium Christianorum in Torino e pei ristauri
compiutisi nel detto tempio .
Passirano (Brescia), 8 marzo 1892 .
DAVINI Don EZECHIELE
Parroco .
Una novena a Maria Ausiliatrice .
- Nello scorso febbraio mio padre fu assa-
lito da violenta polmonite, per modo da met-
terci in angoscioso timore ; il suo stato era
sì grave, secondo il giudizio degli stessi me-
dici curanti, da non lasciare più speranza
di salvarlo, e gli fu amministrato il S . Via-
tico .
In tanta angustia ci rivolgemmo a Maria
Aiuto dei Cristiani con una novena di pre-
ghiere, promettendo di rendere di pubblica
ragione la grazia e di fare l'offerta di L .100
ad onore di Lei . Durante la novena la ma-
lattia continuava a progredire, lasciando noi
in grande agitazione . Ma a Maria tutto è
possibile, e questa tenerissima Madre non
tardò a consolarci . Al termine della novena
il nostro caro padre fece un notabilissimo
e sempre progressivo miglioramento, ed ora
è perfettamente ristabilito, con istupore degli
stessi medici curanti e con grande nostra
consolazione . Sia dunque lode a Maria Au-
siliatrice ! Piena di rìconoscenza verso que-
sta nostra comune Madre, m'affretto, a nome
pure della mia famiglia, ad adempiere la
fatta promessa .
COGGIOLA ALESSANDRINA
Cooperatrice Salesiana .
Lu Monferrato, 10 marzo 1892 .
Sono quasi sei mesi che, dopo aver su-
bìto un'operazione all'occhio destro , fui col-
pita da una malattia, e tanto complicata,
che varii medici da me consultati non mi
davano più speranza di guarigione . Coster-
nata, mi rivolsi con fiducia alla Beata Ver-
gine Ausiliatrice, promisi un'offerta al suo -
Santuario, pregai e mi raccomandai alle
preghiere di alcuni miei parenti e conoscenti,
ed ora con soddisfazione grandissima mi
trovo come per miracolo in piena convale-
scenza .
Colla più viva riconoscenza adempio perciò
la mia promessa e benedico le mille volte
la bontà della mia celeste Ausiliatrice .
Racconigi, 12 marzo 1892.
CATERINA MOSCA .
Riferiscono altri celesti favori e mandano,
l'obolo della loro riconoscenza :
Montrasi Margherita, Garbagnate (Milano) -
Filippina Filippetti Musso . - Gaspare Mattana,
Collicello (Vicenza) - Migliori Virginia, Civiasco
- Margherita Trombini, Povolone (Veronà) -
Gentile D . Pietro, prev . par., Livelli (Pavia)
Sarazzi Rosa Ronco (Svizzera) - Isola Antonio,
Milano - Eugenia Panigon, Trieste - Gaspare Fe-
derico, Verona - Quasola Catt . - Forigo Luigia,

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super . delle Orsoline - Pittioni Dom ., O ssaria -
Marabelli D . Pietro, parr ., Pavia - Carnevale Ales-
sandro, Tortona - Maranzana Fortunata, Torino
S carrone Carolina, Bozzole - Divizia Vincenzo,
Consente (Albenga) - Sac . Giovanni Amech, cu-
rato, Varena (Cavalese-Trentino) - Sac . Massetto
Giuseppe, Sandrigo (Vicenza) - Gallia Elisabetta,
Bassano - Panizza Giuseppe, Orsara Bormida
- Ottonello Catterina, Massone - Anna Daiano
- Peronino Rettore, Loranzè - Castagnola Pietro,
Riva Trigoso - Accastello Giovanni, Casalquallo
- Rolfo Domenico, Villafranca Piemonte - Ber-
gamasco Salesiano G . B . F . - Ortensia Brenn,
Grono (Svizzera) - S . G ., Trino - Caminola Se-
bastiano, Villafalletto - Sac . Alemanis Angelo,
Cervarolo - Margeria Francesca, llfonticello (Alba)
- Ferrero Domenica, Pralormo - Lorenzetti
Maria, Schvaz - N . N ., devota di Maria, Milano
- Giuseppina Piccone, Torino - Monticare Carlo,
Torino - Leporati Matteo, Vigna le - Bernardini
Francesco, Branco (Udine) - Parigi Luigia, Atti
- Nelli G . Buonatesi - Molino Ernesta, Asti -
Carvo Maria, Torino - Pacotti Maria, Torino -
Mezza Maria, Saletta (Costanza) - Peirani Luigia,
Gerbidi Torinese - Dellavalle Formica, Riva di
Chieri - Secchia Catterina, Biella - Manzioma
N . N . - Carletta Giuseppe, Bianzè - Martoglio
Elisa, Torino - Vecchia Maria Umberto, Chivasso
- Romano Carlo, Mombaruzzo - Ferrero Teresa
- Ghione Giuseppe, Monte d'Alba - Boschetti
Angelin, Torino - Rebola Agnese, Buttigliera
d'Asti - Orione Giulitta, Ulcinengo - Felicita
Martini, Corneliano Alba - Marchisio Gerolamo,
Coramagna - Sartoris Gabriele, Caramnagna -
Neirotti Catterina, Orogliasco - Casalis Giuseppe
- Fauda Giuseppe - Ferrino Filippo - Assom
Giuseppe, Villa Stellone - Boccasino Sebastiano
- Piano Luigi, Asti - Rubino Lodovica - To-
scano Antonio, Napoli - Gambino Domenico,
Villano va d'Asti - Ferrero Michele - Famiglia
Beltrami - Costamagna Pietro, Villafranca di
Piemonte - Bruca Angela, Villadeati - Peirana
Maria, Gerbito - Sac . Vico Tommaso, parroco ,
Castellin.a.ldo - Morano Giuseppina, Casale - Bal-
biano Domenica, Volvera - Beccario Giacinta,
Ovada - Cardellino Michele, Racconigi - Vota
Antonio, Rivarolo Canavese - Prono Giovanni,
Chivasso - G . Beatrice, Castelnuovo nei Monti -
Giustetto Domenica, Torino - Pentromana -
Depetro Eugenio - Debernardi Margherita --
Vanzetti Paolo, Alpignano S . Giorgio - Cubassa
Antonio, Vigone - Musso N ., Foglizzo - Barbero
Catterina, Racconigi - Caviglia Marcellina -
Duri Paolo, Cavour -- Odaglio Giovanni - But-
terlo, Mondovì-Breo - Troglia Giov . - Gabrino
Angela - Alessio Giovanni, Orbassano - Fami-
lia Godino, Luserna - Cavaliere Paliasotti. Gia
cone, Bosco nero - Avataneo Metilde - Carma-
gnola Domenica, l'orino - Marco Michele Via -
Aprile Catterina, Pocapaglia - Bocaino Francesco,
Rivera - Ferrero Giovanni - Baludi Giovanna,
Metro - Favone Ernesta, S. Benigno - Giusep-
pina Serra ved . Prato .
FESTE SALESIANE A PARMA
Nei giorni 19 , 20 e 21 di marzo p . p . si
celebrarono nel nostro Collegio S . Benedetto
di Parma e nella parrocchia omonima ser-
vita dai Salesiani le feste di S . Giuseppe,
di S . Francesco di Sales e di S . Benedetto,
titolare della parrocchia e del Collegio . Fu-
rono precedute da una novena di predica-
zione fatta da due sacerdoti Salesiani alle
61/2delmatinoeale61/2diserapertui
i fedeli, che vi accorsero numerosissimi , ed
al e 8 1/2 di not e pei soli uomini, i quali,
avvisatine prima con una graziosa lettera -
circolare stampata, anch'essi affluirono in
buon numero, tenendo il più edificante con-
tegno . Alcuni malevoli tentarono di distur-
bare queste conferenze, ma i buoni uditori li
misero energicamente alla porta e l'Autorità
impedì con lodevole diligenza ogni altro
disordine .
L'orario delle sacre funzioni pei tre dì
delle feste fu il seguente : ore 5 1/2 a.,Mesa
letta ; 7 1/2, Messa della Comunione gene-
rale ; 9, Messa letta ; 11, Messa solenne ;
5 1/2 p.,paRnroesgcitdlS
mottetto e benedizione col SS . Sacramento .
La musica classica del Cherubini , Pale-
strina , ecc ., fu tutta a carico dei giovani
convittori , che hanno già acquistata meri-
tamente fama di valenti cantori . L' appa-
rato della chiesa, eseguito dal signor Oliva,
era veramente graziosissimo : il tono dei
colori di tutte le più gentili sfumature,
dal roseo al cilestrino ; la ricchezza delle
sete, dei velluti, degli ori ; l'artistica dispo-
sizione degli addobbi ad archi, a drappel-
loni, a cortinaggi, trasformarono la piccola
chiesa di S . Benedetto in un piccolo para-
diso . Quando si potran trasformare quei
banchi e quel pavimento? Chi potrà dire lo
stupendo effetto del candido simulacro della
Madonna di Lourdes, illuminato da centinaia
di ceri, che fra le belle pitture che lo circon-
davano parea riproducesse l'apparizione della
Vergine ? Lo zelantissimo Priore D . Confor-
tola era, e con ragione, gongolante di gioia .
Il giorno 20, alle 3 1/2 p.. ,Dilsg Fran-
cesia, Dottore in lettere , nome ben noto ai
Cooperatori, teneva la conferenza Salesiana
nella chiesa parrocchiale affollatissima, espo-
nendo i progressi continui della nostra Pia
Società e narrando molti aneddoti non ancor
conosciuti della vita di Don Bosco . Due ore
dopo, con quella soave eloquenza che gli è
propria, tesseva il panegirico del dolcissimo
S . Francesco di Sales, e si può dire con
tutta proprietà che la moltitudine che assie-
pava la chiesa pendeva dalle sue labbra,
beandosi di quell'abbondante miele spirituale
che ne usciva a rifocillarne le anime.

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Alla sera poi nel nuovo ed ampio teatrino
del Collegio i giovani convittori tennero un'ac-
cademia musico-letteraria commemorativa di
Don Bosco, alla presenza di parecchi illustri
Cooperatori . Uno di questi, il signor France-
sco Zanetti, giòvane poeta parmigiano, lesse
bellissimi versi, dei quali ci piace presentar
questo saggio, che è la chiusa d'una canzone
a Don Bosco
« Alla tomba romita
Ombreggiata dai selci silenziosi,
Piangenti, desiosi
D'un santo abbraccio colla terra santa,
che ti nasconde ai guardi nostri ansiosi,
Traggo devoto . Ancor tua santa vita
Ne' figli tuoi rinnovellarsi io miro
Ne' figli tuoi rinnovellarsi, amanti
Di quel che amasti in terra .
I figli tuoi contemplo, ed un sospiro
M'esce dal cor, ch'è in guerra
E intravvede la pace .
Alla tua tomba, o Padre, ecco mi prostro
E tutto intorno tace
Ma discende dal cielo una giuliva
Alata schiera e c anta :
Vincendo il mondo a tanto onor s'arriva . »
Tutti furono meravigliati dei progressi in
pochissimo tempo fatti dalla banda musicale
di recentissima formazione, la quale suonò
sceltissimi pezzi . La compongono giovani del
frequentatissimo Oratorio festivo della par-
rocchia .
Nel mattino del giorno 31, sacro a S . Be-
nedetto, Monsignor Vicario Generale si degnò
venir a celebrare la santa Messa nella no-
stra chiesa parrocchiale e rivolgere ai fedeli
un bel discorso pieno di unzione e di zelo .
Ebbe poi anche la bontà di onorare la po-
vera mensa Salesiana con alcuni altri bene-
meriti Cooperatori ecclesiastici e secolari della
città di Parma, alla quale dobbiam molta
riconoscenza per l'affetto che in ogni occa-
sione ci dimostra .
Le care feste si chiusero coi fuochi piro-
tecnici ben riusciti e con una splendìda il-
luminazione dell'interno del Collegio prepa-
rata da quei buoni giovani, i quali seppero
con trasparenti mirabilmente lavorati tras-
formare le arcate dei loro portici nelle fac-
ciate dei più bei monumenti di architettura
sacra in Italìa, le Cattedrali di Parma, di
Orvieto, di Siena, di Milano, ecc .
Ma in questo mondo non c' è mai per-
fetta letizia . Quell'Eccellentissimo Vescovo,
tutto zelo, tutto cuore per le sue pecorelle,
e, diciamolo pure, tutto affetto per i poveri
Salesiani, da qualche tempo non gode più
la salute di prima ; anzi da parecchi giorni
è obbligato a letto. Noi lo raccomandiamo
vivamente alle preghiere dei nostri buoni
Cooperatori e Cooperatrici, ed all'egregio Pre-
lato e nostro benefattore diciamo con tutta
l'anima : « Ad multos annzos, Monsignore, ad
multos annos! »
LA PRIMA CASA DI D . BOSCO NEL BELGIO
LIEGI .
inaugurazione dell' Orfanotrofio
S . Giov . Berchmans .
L'8 maggio 1890, S . E . R.ma Mons . Nava,
Nunzio Apostolico a Bruxelles, alla presenza
di S . E. R .ma Mons . Doutreloux, del nostro
Superiore Don Rua, di numeroso clero e di
un popolo affollatissimo , poneva la prima
pietra dell' Orfanotrofio S . Giovanni Berch-
mans, nel quartiere del Laveu a Liegi, la
prima Casa Salesiana nel Belgio, ideata ed
impetrata dalle preghiere di quel piissimo
Vescovo negli ultimi mesi di vita dell'amato
nostro Don Bosco (1) .
L'8 dicembre 1891, Mons . Doutreloux, pure
assistito da clero e da popolo numeroso , i-
naugurava il nuovo stabilimento salesiano,
benedicendone i primi edifizii, che come per
incanto sorsero in quel quartiere nel breve
spazio di un anno e pochi mesi .
Alcuni giorni prima di questa solennità
eransi recati a Liegi tre nostri sacerdoti,
qualche chierico ed alcuni capi d' arte per
prendere possesso dei locali ed incominciare
a raccogliere una trentina di orfanelli . In
quel quartiere si portarono pure un drap-
pello di Suore di Maria Ausiliatrice per cir-
condare i giovani collegiali di tutte le cure ma-
terie che riguardano il vitto, l' alloggio ed
il vestire della fanciullezza . Gli uni si ebbero
pei primi giorni una cordiale ospitalità nel
gran Seminario, le altre trovarono la loro
famiglia religiosa presso le Suore della Mi-
sericordia .
Il 4 dicembre, il Presidente dell'Opera delle
chiese povere di Liegi, il R .m° Can . Gréban,
presentava a Mons . Doutreloux ed ai Sale-
siani appena arrivati una bella esposizione
di paramenti e vasi sacri, che la previdente
sollecitudine di quei nostri benefattori e l'in-
telligente opera e carità di una sessantina
di pie signore avevano preparato per la fu-
tura chiesa di Maria Ausiliatrice che fra po-
chi anni colà deve sorgere, i quali peraltro
ora servono all' attuale cappelletta dell' Or-
fanotrofio . L' altare di questa chiesina è of-
ferta del Capitolo della cattedrale .
La gioia del venerando Prelato ed i rin-
graziamenti del Direttore dell' Orfanotrofio
furono per quegli ottimi benefattori e pie
benefattrici un pegno della mercede del Si-
gnore . La Madonna di Don Bosco non di-
menticherà che le signore di Liegi sono an-
date quali regine presso l' umile culla del-
l'Opera Salesiana nel Belgio . Non è questo
forse un portare al Divin Bambino, nella
(1) V . Bollettino di aprile 1888 e settembre 1890 .

1.9 Page 9

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persona dei piccoli orfanelli, l'oro, l'incenso rendere loro questa testimonianza, pregando
e la mirra?
quel degno Rettore ed i suoi cari semina-
Spuntò finalmente l' 8 dicembre . Il Santo risti di riguardarla come un pegno della no-
Padre Leone XIII già si era degnato far stra gratitudine .
conoscere a S . E . il Vescovo di Liegi la sua E come non parlare qui della benefattrice
alta approvazione dell' impresa , esprimere che delegò la sua cuciniera a preparare il
tutto l'interesse che egli ne prendeva ed ac- pranzo salesiano l'8 dicembre? E come po-
cordare a quelli che cooperarono o coopere- tremo dimenticare l' amico cortese che mise
ranno a questa grande opera, ed ai giova- a disposizione dei nostri confratelli i suoi
netti che ne approfitteranno, una speciale be- domestici ed offrì in parte il vino necessario
nedizione . Pertanto, mal grado l'inclemenza del ai convitati? La nostra penna ha ricevuto
tempo, i nostri benefattori di Liegi numerosi delle proibizioni . . . certe rivelazioni le sono
accorsero alle diverse funzioni annunziate . interdette . . . ma la Madonna di Don Bosco
Dalle 6 1/2 del mattino riempivano la gran
avrà più facilità per pagare i nostri debiti
sala provvisoriamente destinata a cappella, di riconoscenza .
risplendente dì ricca illuminazione . - Monsi- Al pranzo, di cui si tratta, il Rettore del
gnor Doutreloux, che solo conosce quali pen- seminario in un brindisi, che portò ai convi-
sieri e quali emozioni succedettero nell' anima tati, tracciò a grandi pennellate le diverse
sua dal giorno in cui previde questo suo fu- fasi dell'opera inaugurata, fe' notare la coin-
turo Orfanotrofio, celebrò la prima Messa, cidenza della festa della Gran Vergine in
distribuendo il Pane deglì Angeli ai pr i mi ciascuno degli avvenimenti principali che
dei seicento fanciulli, di cui egli vuol essere fecero sorgere l'idea dell'istituzione e la con-
padre .
dussero a compimento ... In ogni opera di
Alla benedizione del locale, come pure alla Don Bosco v'ha l'intervento di Maria Ausi-
Messa , era assistito dai R .mi Canonici, si- liatrice, ma soprattutto in questa di Liegi !
gnori Heuschen e Gréban, e da gran numero Le sue conclusioni, le parole sue più affet-
di pii signori e signore . Prima di salire al- tuose sono indirizzate alle care primizie della
l' altare, il venerando Prelato pronunziò un novella famiglia salesiana . - Poi diede il
tenero discorso per attestare pubblicamente benvenuto ai Salesiani e con termini impron-
la sua riconoscenza a Maria Ausiliatrice, per tati della più assoluta benevolenza il Rev .mo
esortare i giovanetti a mostrarsi degni di Can . Gréban e dopo di lui brindò a Monsi-
una tal Protettrice e in fine per dire le spe- gnor Vescovo, autore di questa mirabile im-
ranze di cui quella solennità era sicuro pe- presa, il sig . Giulio Dallemagne, il quale,
gno . I più illustri benefattori che si erano assecondato dal sig . Max Doreye, aveva di-
associati alla sua grande opera, ora parteci- retti i lavori del nuovo stabilimento con una
pavano della profonda visibile sua emozione . . . particolare competenza e con un sacrifizio
i giovanetti erano raggianti di giubilo... i senza riserva . Nella sua risposta il Diret-
poverini si sentivano come accesi di amore e tore dell' Orfanotrofio si fece un dovere di
ne gioivano cordialmente .
far notare una dimenticanza molto impor-
Alle 10 ci fu Messa solenne, cantata dal tante : « Il sig . Dallemagne avrebbe dovuto
R .PmaorVSEielcnsdv,
attribuire all'azione di Mons . Doutreloux un
che in quel giorno non volle di là allonta- merito di più : quello d'aver saputo trovare
narsi, rese più imponente la funzione coll'as- I collaboratori come quelli di cui S . Eccellenza
sistenza pontificale solenne, ed egli stesso è circondata . . . » Gli interessati soli prote-
volle benedire gli edifizi dell' Orfanotrofio . starono contro questo accenno, ricevuto da
Quanto bisognava per detta assistenza gra- vivi applausi .
ziosamente fu imprestato dal Parroco di Il sig . Can . Moureau, Decano della Fa-
S . Veronica, tanto buono verso i suoi nuovi coltà teologica di Lilla, uno dei nostri affe-
parrocchiani .
zionati amici, Don Bologna, direttore del no-
Ai Vespri presiedette il R .mo sig . Canonico stro Orfanotrofio di questa città, e D . Ron-
Hermann e la benedizione fa data da Mon- chail direttore dell'Oratorio di Parigi, assi-
signor Rutten, Vicario generale .
stettero all' inaugurazione dell' Orfanotrotio
Noi dobbiamo rendere speciali grazie al S . Gio . Berchmans e ne riportarono una
sig . Can . Le Roy, Rettore del gran Semi- profonda impressione con la consolante cer-
nario . Dopo aver accordato ai primi Sale- tezza dello sviluppo rapido a Liegi ed in
siani arrivati nel Belgio un' ospitalità cor- tutto il Belgio dell'Opera di Don Bosco .
dìale e delicata, quest' amico di Don Bosco
inviò una numerosa deputazione di semina-
risti alla solennità dell' inaugurazione pel « . . . L'Opera Salesiana di Liegi, così scrive
canto e per le sacre cerìmonie . I nostri con-
fratelli nelle loro relazioni-ricordano più volte
la parte importante che questo soccorso pre-
stato dai seminaristi ha avuto nello splen-
Le Pays de Liégi, costerà circa un milione (1) .
E questo non è che per fabbricare il nido ;
abbisogna ancora l' alimento quotidiano a
dore della prima festa salesiana a Liegi ; e
noi pure ci teniamo fortunati di poter qui
(1) Un calcolo più esatto però dice non meno di
1,300,000 lire .

1.10 Page 10

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questa nidiata che certamente non mancherà
d'appetito . E per questo chi vi è ? La Prov-
videnza del buon Dio . Essa fin d'ora ha
mandato l' oro necessario per pagare quello
che si deve ; è ancor Essa che provvederà al
resto e che permetterà di aggiungere ai nu-
merosi giovanetti che Essa nutrisce nelle
Case di Don Bosco i seicento dell' Orfano-
trofio liegese . »
Questa Provvidenza del buon Dio non
Per un orfanotrofio di più centinaia di ragazzi
è indispensabile l' opera del medico, ed ecco che
anche a Liegi, come a Torino ed in parecchi altri
nostri Oratorii, un bravo dottore, che ogni giorno
prodiga ai nostri cari giovani ed a titolo di credito
a Dio le sue cure solerti . Egli è il signor Louwers,
il quale in questi ultimi tempi avendo l'influenza
visitato la nostra casa si prestò con amore tutto
paterno . Se poi fossero necessarie operazioni, si
presenta un altro dottore, il sig . Descamps, valente
chirurgo, il quale intende trattare direttamente colla
mancherà di manifestarsi largamente ed in i Vergine di Don Bosco la questione degli onorari .
misura da procurare al Belgio intiero una
gioia di cui è degno, compiere cioè in poco
tempo le vaste costruzioni dell' Orfanotrofio
e della chiesa di Maria Ausiliatrice . La pa-
rola e le preghiere di Mons . Doutreloux già
suscitarono nella diocesi di Liegi ed anche
NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARI .
fuori una gara caritativa in ogni ceto di per-
sone . Noi abbiamo a cuore di registrare fin
d'ora qualche tratto di quella generosità che
C . olombia
si va moltiplicando da divenire una legge
pei cuori del Belgio ; questi tratti hanno tutto Un Salesiano che si consacra alla cura dei lebbrosi.
il carattere delle cose che Dio ispira per
averle poi a premiare .
(Seguito) (1) .
Appena in Bogotà si seppe che D . Unia
I mandatarii della Provvidenza .
Vi è dapprima la graziosa offerta inviata a Mon-
signor di Liegi colla lettera seguente
ECCELLENZA,
A ... 3 dicembre 1891 .
per ottemperare agli ordini del suo Superiore
erasi ritirato da Agua de Dios , tosto le
Autorità ecclesiastica e governativa interpo-
sero la loro mediazione appresso D . Rua,
perchè volesse continuare un tanto beneficio
a quei poveri lebbrosi .
L' Arcivescovo di Bogotà infatti in data
il mio fratellino ed io abbiamo nel nostro bor- 3 Dicembre 1891 spediva il telegramma se-
sellino 20 franchi, che noi destinammo per la
festa di S . Nicola ; ma V. E . ha tanti piccoli or-
fanelli, quindi preferiamo inviarli all' E . V . affine
di comperar loro delle vestimenta . Quando ce ne
sarà di nuovo nel borsellino gliene invieremo di
nuovo , affinchè essi possano anche pagare la
loro casa .
I suoi piccolini
Y. T.
guente
RUA - ORATORIO --- TORINO - Pregola
autorizzi Unia restare coi lebbrosi .
ARCIVESCOVO .
Ed un altro pure dello stesso tenore ne
inviava a Roma il Presidente della Repub-
blica Colombiana, come apprendiamo dalla
lettera qui sotto
Viene in seguito l' offerta (fr . 25 .00) trasmessa
dal sig. Senden, Ispettore diocesano delle Scuole
private, a nome degli allievi del Patronato San
Giov . Berchmans di Saint Trond . Questa somma
proviene dalla vendita di carta straccia e da eco-
nomie che i giovani di quel Patronato hanno fatto
Legazione della Colombia
presso la S. Sede.
No 562
Roma, 4 dicembre 1891 .
sul piccolo deposito dei loro minuti piaceri ; essi
promettono di tesoréggiare con più ardore ancora
REV .MO SIGNORE,
l'anno prossimo, affin di offrire a Monsignore un
elenco ricco che esprima eloquentemente il loro
amor figliale .
RICEVo or ora un telegramma dal mio
Governo col quale mi ordina di ottenere
dalla S . V . R .ma con ogni modo a me pos-
Ammirabile è poi l' industria di una giovane sibile, che il Rev . D . Unia dell'Istituto da
figlia servente, a cui il padre richiede regolarmente lei sì saviamente diretto si rimanga in Co-
tutti i suoi guadagni . Avendo niente da donare, lombia a disimpegnare la carica che esercita
ella tagliossi i capelli , li vendette e ne portò il voglio dire, di Cappellano nel Lazzaretto di
prezzo a Monsignor di Liegi per l' Orfanotrofio di
S. Gio . Berchmans .
Agua de Dios .
Conoscendo io il nobile cuore e la bontà
senza limiti della S . V . R ., credo di non
Noi potremmo allungare questa lista . Noteremo
solamente per ora un'ultima forma della generosa
poter far di meglio in adempimento della
commissione avuta , che rivolgermi diretta,
carità che è la corrispondenza dei cuori cristiani
alla fede attiva di Mons . Doutreloux.
(1) V . Numero precedente, pag . 68.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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siano le ragioni, che la S . V . abbia di aver
richiamato D . Unia, son certo che non vorrà
disprezzare la supplica che per mio mezzo
le porge l' Eccellentissimo signor Presidente
della Repubblica . Senza dubbio quest'alto
Magistrato è stato mosso da considerazioni
di ordine superiore, certo sociali e religiose,
quando, parendogli tardiva la posta, mi ha
comunicato il suo nobile disegno per mezzo del
telegrafo . Voglia ancora la S . V . tener conto
che, consacrandosi volontariamente D . Unia
alla cura dei lebbrosi , ha circondato il be-
nemerito Istituto Salesiano di nuovo splen-
dore, e che questo sublime atto di cristiana
abnegazione ne aumenterà immensamente il
prestigio non solo nel Nuovo-Mondo, ma
bensì dovunque si sappia che l'immortale
Padre Damiano si ebbe tosto per successore
un figlio di Don Bosco . Caratterizzare que-
st'importante avvenimento di carità e accet-
tarlo come un legittimo frutto degli ammae-
stramenti e della pratica della Scuola Sale-
siana, è, a mio credere, una solennità degna
delle feste cinquantenarie che in onore di
uno dei più illustri benefattori dell'umanità
si celebreranno in questi giorni .
in
ScehenotniefnosesilaceSr.toVd.elRl.'maaltial
considerazione
Governo della
cattolica Colombia, il quale non ha mai la-
sciato sfuggire occasione per dimostrare la
sua ammirazione e deferenza per l'Istituto
Salesiano, oserei proporle la mia antica ami-
cizia e benevolenza verso la S . V . R. ma per
ottenere una risposta favorevole ; ma in que-
st'occasione gli sforzi personali son di troppo,
per l'importanza stessa dell'assunto .
Prego la S . V . R .ma che si degni rispon-
dere il più presto possibile e voglia gradire
l'espressione della mia distinta stima ed alta
considerazione .
Della S . V . R . ma
Der .m° Obbl.m° Servitore,
GIOACHINO S . VÉLEZ .
Ho tel Royal, 31, via Venti Settembre .
ebbe ricevuta la prima lettera di D . Unia
a questo riguardo, si era dato tosto premura
di rispondergli, revocando l'ordine pel Mes-
sico e incoraggiandolo alla missione dei leb-
brosi colla lettera seguente
Torino, 13 ottobre 1891 .
CARISSIMO D . MICHELE UNIA,
AvRAI ricevuta la mia lettera, nella quale
ti incaricava di andare al Messico a trattare
le cose riguardanti quella casa, aperta colà
circa due anni sono , sotto il titolo di Casa
Salesiana .
Può essere che tu l'abbia ricevuta quando
ti trovavi già in Agua de Dios : in tal caso
non pretendo obbligarti a quel viaggio, anzi
sono contentissimo della generosa risoluzione
di sacrificarti in favore dei lebbrosi . Ti do il
mio pieno consenso e imploro da Dio per te
le più elette e abbondanti benedizioni . Tu
sei disposto a sacrificare la tua vita ed io
me ne congratulo . Ti raccomando bensì di
usare le debite precauzioni per non con-
trarre quella terribile infermità o almeno
contrarla il più tardi possibile . Può essere
che qualche altro Salesiano, attratto dal tuo
esempio, si disponga ad andare a farti com-
pagnia per aiutarvi reciprocamente nei bi-
sogni spirituali e temporali .
Benchè ti trovi coi lebbrosi , ti conside-
riamo sempre come nostro caro confratello
Salesiano ; anzi consideriamo Agua de Dios
come una nuova colonia Salesiana, e ben
vorremmo ci fosse possibile aiutare in qual-
che modo cotesti infermi . Con che piacere lo
faremmo !
Per ora basta . Saluta affettuosamente i
tuoi infermi da parte nostra e di' loro che
li amiamo assai e che pregheremo per loro .
Ti raccomando che la tua condotta e la
tua vita sieno sempre da vero Salesiano e
figlio di Don Bosco .
Addio, Don Michele, prega pel tuo
Aff m° in Gesù e Maria
Sac . MICHELE RUA .
Don Rua concede l'implorato favore .
Il nostro venerato Superiore D . Rua, in-
formato allo spirito di D . Bosco che godeva
ogni volta sentiva i suoi figli, specie Missio-
nari, essersi slanciati ad opere di maggior
merito innanzi a Dio, nell'apprendere la ge-
nerosa risoluzione di D . Unia nella prima
metà dell'ottobre scorso, provò tanto piacere
in cuor suo, che non potè trattenersi, raccon-
tando il fatto, dal manifestarlo a' suoi amici,
com' egli chiama i giovani dell' Oratorio di
Torino . Non è quindi a credere che egli ab-
bia avuta la minima intenzione di contrariare
questa determinazione ; che anzi, non appena
A questa breve lettera D . Rua univa pure
il seguente biglietto in risposta alle commo-
venti suppliche dei poveri lebbrosi
Ai miei cari amici infermi all'ospedale di Agua
A de Dios.
MICI IN G . C . CARISSIMI,
Ho ricevuto il vostro telegramma con
cui pregate a lasciare costì il mio diletto
figlio in G . C . Don Michele Unia, e ne fui
commosso fino alle lagrime .
Sebbene non vi conosca, tuttavia vi amo
tanto e non saprei rifiutarvi il favore che

2.2 Page 12

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mi domandate . Avrei bisogno di lui in altri
siti ; ma in vista del vostro desiderio lo la-
scio in mezzo a voi. Egli si adopererà a vo-
stro spirituale vantaggio, a salvare le anime
vostre ; voi siate docili alle sue parole, se-
condate le sue esortazioni e sopportando con
pazienza e rassegnazione i vostri incomodi
adopratevi a procacciarvi molti meriti pel
Paradiso .
Io ed i miei confratelli preghiamo per voi
tutti ; voi pregate Gesù e Maria per noi .
Vostro aff.m° amico in G . C.
Sac . MICHELE RUA .
Dispiacente che queste sue lettere non fos-
sero per anco giunte alle mani di D . Unia,
il nostro Rettor Maggiore , circa due mesi
dopo, rinnovava per telegramma all' Ecc .m°
Arcivescovo di Bogotà il suo pieno consenso
che D . Michele Unia si fermasse tra i leb-
brosi di Agua de D ios, e faceva pervenire il
suo gradimento per, la stessa missione al Pre-
sidente di quella Repubblica colla seguente
lettera diretta a S . E . il signor Dottor Gioa-
chino Vélez , Ministro della Colombia presso
la S . Sede, Roma.
Torino, 7 dicembre 1891 .
Ecc.mo SIGNORE,
IN risposta alla pregiata Nota di V . E .,
n° 562, in data 4 di questo mese, comincio
col porgere alla E . V . le più sentite azioni
di grazie per gli onorevoli termini onde si
degna esprimersi a riguardo della Pia So-
cietà di San Francesco di Sales dalla mia
povera persona, benchè indegnamente, di-
retta, e prego V . E. a voler far pervenire
il mio gradimento e quello di tutti i Sale-
siani all'Ecc .m° signor Presidente della Repub-
blica di Colombia per la fiducia che ripone
in questa Pia Società e per la benevolenza
con cui si degna di trattarla .
Desideroso di compiacere , nei limiti del
possibile, all'Ecc .m° signor Presidente e a
V . E., di buon grado aderisco alla domanda
fattami nella surriferita sua Nota di lasciare
in Colombia il sacerdote Salesiano D . Mi-
chele Unia e nella carica che esercita attual-
mente nel Lazzaretto di Agua de Dios, rac-
comandandolo di tutto cuore alla protezione
di S . E . il signor Presidente .
Sarebbe tuttavia conveniente, per gravi
motivi, che V . E . facesse sapere questa di-
sposizione a S . Santità il Papa e a S . Emi-
nenza il Cardinal Simeoni , Prefetto della
S . Congregazione di Propaganda .
Dopo aver così risposto alla pregiata Nota
di V . E., ho l'onore di protestarmi col più
profondo rispetto e con la più alta conside-
razione
Di Vostra Eccellenza
Dev .m° ed Obbl mo Servitore
SaC . MICHELE RUA .
Ringraziamenti per l'ottenuto favore .
Legazione di Colombia
presso la S . Sede .
N° 564 .
Roma, 12 dicembre 1891 .
REV . mo SIGNORE,
PROFONnA è la mia riconoscenza per aver
la S . V . R.ma acconsentito che il Rev . Don
Unia continui ad esercitare l'ufficio di Cap-
pellano nel Lazzaretto di Agua de Dios, lo-
devole notizia che la S . V . mi ha comuni-
cata con lettera del 7 corrente e che io ho
trasmessa, per non perdere tempo, per mezzo
del telegrafo all'Eccellentissimo signor Pre-
sidente della Repubblica . Quest'alto funzio-
nario apprezzerà nel molto che vale la be-
nevolenza della S . V. R .ma ed userà specia-
lissimi riguardi verso del Rev . D . Unia .
Avendo mostrata la lettera della S . V . R .ma
agli Eminentissimi Cardinali , il Segretario
di Stato di S . Santità ed il Prefetto della
Propaganda , tutti e due mi hanno manife-
stato che gradivano la deferenza della S . V .,
né avevano a fare alcuna osservazione sopra
la determinazione presa a riguardo di Don
Unia .
Con la più distinta stima ho l'onore di
sottoscrivermi
Della S . V . R .ma
Dev .m° amico e fedel servitore
GIOACHINO S . VELEZ .
Il telegramma di D . Rua all'Arcivescovo
di Bogotà, trasmesso ai poveri sofferenti di
Agua de Dios, portò loro pace abbondante
e gioia indescrivibile . Già eran trascorsi otto
giorni che D . Unia era da loro partito, e
più non avevano ricevuto parola alcuna di
speranza . Ora, benchè ancor nol veggano,
sono certi del suo ritorno : è il loro Arci-
vescovo , è Don Rua che ne li assicurano :
D . Unia continuerà a consolarli , D . Unia
starà sempre con loro ! Suonano quindi a
festa le campane, sparano mortaretti, e tutti
quelli che possono corrono alla Chiesa ad
intonare un inno di ringraziamento a Dio .
Poi tutti si dànno d'attorno ad innalzare
archi trionfali, ad apparecchiare bengala,
bandiere ecc ., insomma a preparare un rice-
vimento migliore del prime al povero Sale-
siano che loro si donava intieramente . Quindi
inviano a D . Rua la lettera seguente di rin-
graziamento pel gran favore loro concesso
REv .m° SIGNORE,
IL Cielo pietoso e pieno di misericordia
per gl'infelici ci guarda con amore e ci con-
cede la sua eccelsa protezione .
Il separarci dal nostro amatissimo Cap-
pellano, il Rev. Don Michele Unia, ci get-

2.3 Page 13

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non avrebbe mancato di proteggerci dal cie-
videnza ascoltò le nostre suppliche e ci re- lo, perchè qui ci sorprese di nuovo la piog-
stituì l'amico, il padre, l'angelo di pace e gia, ed in che modo ! Che fare? Si cercò di usare
di consolazione che avevamo perduto
un po' di spirito, di mettere un po' di alle-
Il vostro animo pietoso, il vostro cuore gria e di tener desta la nostra povera mente
sensibile ed amorevole accolse con tenerezza con arguzie e facezie. Era con noi un maestro,
e carità evangelica la supplica che a nostro che scherzando pronosticava che quell'avven-
nome; vi rivolse S . E . R.ma il nostro Arcive- tura sarebbe stata a suo tempo un bellissimo
scovo impietosito al nostro affanno .
argomento di composizione, e rivolto a noi,
Concedendo il permesso al Rev. D . Unia soggiungeva : « Quanta materia avreste, non
per continuare come nostro Cappellano nel è vero ? Non farete mica come quel tale, che
Lazzaretto , ci avete fatta la più preziosa dopo averci pensato su un po' di tempo, con
concessione, ci avete dato un tesoro inesti- mille stenti, con mille sforzi, non seppe met-
mabile : a cotesta santa Congregazione dob- tere fuori altro, che questa classica descri-
biamo uno dei suoi più cari membri , alla zione : Tuonò, lampeggiò e poi piopette! » A
vostra nobile patria uno dei suoi diletti figli questa sparata come si poteva stare dal ri-
e al cielo uno dei suoi eletti .
dere? E noi ridevamo e andavamo ripeten-
Che Dio vi benedica per aver consolato il doci : « Tuonò, lampeggiò e poi polpette ! Oh se
nostro giusto e sincero dolore, ascoltando la invece di acqua piovessero polpette ! » Senza
nostra umile voce e cambiando il cordoglio esagerazione qui il cielo volle scherzare con
che contristava i nostri petti in vera alle- noi, perchè la pioggia veniva giù a cati-
gria . Dal Superiore di una Congregazione nelle, a secchi, a riversa . Allora tutto ci
tanto benefica non si poteva aspettare che venne in acconcio, perfino il sipario del tea-
questo generoso risultato .
tro . Ci collocammo sotto ad una pianta, lo
Benedica Iddio nel vostro nome amato e si distese quanto era lungo e largo, e poi
venerato la sacra Comunità di cui siete degno riparati alla bell'e meglio, cantammo l'Ave,
Superiore, e ricedete dalle nostre anime ri- Maris Stella ! Come lo ricordiamo quell'inno
conoscenti un sospiro che rappresenti la no- cantato in quell'ora, in quel luogo, e con
stra fervorosa preghiera all'Altissimo per la quella tribolazione della pioggia ! Avevamo
vostra salute e prosperità ed a Maria Ausi- tanta speranza di essere esauditi, che a noi
liatrice perchè tutti vi protegga .
pareva che dovesse venir da un momento
all'altro il sole a rallegrarci . Un po' di pena
Dal Lazzaretto di Agua do Dios (Repubblica di
Colombia), 18 dicembre 1891 .
ci sentivamo nell'animo per i più piccoletti,
che, meschini! cantavano anch'essi con fi-
Firmati all'originale
ducia il confortevole Monstra Te esse matrem!
Amalia L . di Battista, Fidelia G . di Val- Ora Siam rei di mille errori . Ricordavamo
dez, Transito Giorgi, Maria Teresa Ronderos, con mesto desiderio le premurose istanze
Dolores S . di Aquilera, Letizia Franco, Te-
resa Franco, Angelo Maria Gaitan, Eudoro
Valdez, Crisostomo Battista, Pietro Galvis,
Eraclio Farero e cento settantaquattro altre
fatteci a Castelnuovo : quelle voci amorevoli
delle donne « Oh poveri figli! » Dicevamo tra
noi : « Si vede che le mamme hanno proprio
un istinto particolare per indovinare ciò che
firme, senza contare quelle di più che quat- può far male ai loro figli . Se le avessimo
trocento infermi che non firmano perchè non ascoltato ! » Chiamavamo fortunati quelli
sanno scrivere, ma che concorrono pieni di che si fermarono a Castelnuovo e quelli
entusiasmo e di riconoscenza a questa dimo- che ricusarono di seguirci .
strazione .
S'aggiunge che tuonava orrendamente in
quella valle, e si temeva che dovessimo pa-
gar cara la nostra imprudenza di star fermi
al riparo di quella pianta, col pericolo di una
PASSEGGIATE.
scarica di fulmine . Ci confortava però il pen-
siero che il fulmine ci avrebbe dovuto ri-
Periodo terzo .
sparmiare anche in quel luogo, come in quel-
CAPO III . (1)
l'anno stesso si era sperimentato all'Ora-
torio . Ma alcuni dei nostri erano piccoli
in viaggio per la villa S . Secondo . - Di nuovo la piog- ancora, dall'aria delicati, di salute più de-
gia . - Siamo a Piea . - L'Angelo pietoso . - Generosa licata ancora, e « chi sa, dicevamo, chi sa
ospitalità dei signori del castello . - Serata memorabile . che con questa pioggia, in mezzo a quest'in-
-La festa alla Villa. - Si passa ad Alfiano .
temperie non abbiano a soffrirne, ma ora
Questa piccola sosta (a Mondonio) aveva
servito a radunare le membra sparse del
nostro corpo, disseminate qua e là secondo
le forze delle gambe, ed anche a sperare
che il nostro buon compagno Savio Domenico
dove ripararci? » Intanto l'aria era divenuta
sempre più scura, malgrado che la pioggia
avesse rimesso un poco della sua furia primie-
ra. Perciò temendo d' esser sorpresi dalla
notte, in quei luoghi niente conosciuti, e con
pericolo di dover poi battere la campagna
(1) V. Capo Il nel numero di Dicembre 1891 .
per troppo tempo, si avviluppò il sipario,

2.4 Page 14

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e su per la valle . Si va dove la strada ci
conduce quasi al caso ; si sente qualche
tromba in lontananza, più dappresso la bat-
tuta del tamburo, e poi di quando in quando
un grido che si spande e si propaga come
per arte, per richiamarci a vicenda, come
chi va di notte fra le tenebre e senza lume .
Finalmente siamo in un paese . « Oh bene-
su, e poi su ; giungere quasi alla cima, dirci
a noi stessi : « Ancora un passo, e poi saremo
al sicuro ; » invece in quel medesimo istante
perdere il piede di sotto, e scorrere accovac-
ciati in giù, imbatterci in altri che con fa-
tica montavano, e formare un giuoco ameno
per chi l'avesse veduto, ma non già divertente
per noi . Si gridava, si berteggiava, si pro-
detto ! abbiamo esclamato . Sapessimo almeno
come si chiama, per orizzontarci dove ci tro-
viamo : se camminiamo pel buon sentiero »
Uno dei più coraggiosi si avvicina ad un
casolare per prendere lingua del luogo ed
assicurarsi se si camminava bene. Poveretto!
si tirò dietro i cani della cascina, che parevano
disposti a sbranarlo . Cosicchè dovette fuggire
vava una e due volte e poi si era da capo .
Intanto capitò peggio a chi portava la gran
cassa . Cospetto! perdendo l' equilibrio andò
per terra lui e lo strumento, e fu fortuna che
cadde per davanti e lo strumento si slegò,
altrimenti chi sa che male avrebbe potuto
fare . Come una valanga che passa, si lasciò
libera la via, e rotolando
con la velocità del baleno, e tolse a noi che
gli eravamo insieme la voglia d'imitarlo .
« Dunque si vada, abbiamo detto, e senza
Precipitando a valle
Batte sul fondo e sta.
paura! Ma per dove? ci domandavamo? qui
è oscuro come una notte d'inverno, e non ci
si vede più nessuno, chè tutti stanno tappati
nelle loro case . » Mentre eravamo là come
incerti del dove volgere i nostri passi, uno
di lontano ci gridò che eravamo vicini al
paesello detto Piea. « Che sia davvero? Oh
di nostra conoscenza ! abbiamo detto , e
perciò anche non più lontani dall' ultima
nostra meta . Dunque coraggio! »
Dobbiamo dire che del coraggio ne avevamo
bisogno e che eravamo già quasi al termine .
La vista perciò di qualche lume in lontananza
acceso entro le case sparse qua e là, la cer-
Quanto altra volta ci avrebbe fatto ridere ,
ma in quella sera, che per noi pareva fosse
quella del pianto, ci fece pena un momento
la sorte del compagno, a cui era stato con-
segnato, ma poi tutto finì, chè ciascuno aveva
da pensare per sè . Tanto più che qualcuno
aveva tentato di salire per tre o quattro
volte, e non arrivava mai ad afferrarsi a
quell'ultimo lembo di ripa, dopo la quale
si era al sicuro . Ci fermammo per aiutare il
compagno caduto che si temeva si fosse fatto
male . Uno discese a prendere la gran cassa,
un altro lo aiutò a portarla un po' in su, e poi
un terzo se ne impossessò del tutto e gridando
tezza di essere tosto al sicuro, di poterci ri-
posare un poco, ci faceva ritrovare una forza
avanti! saliva l'erta faticosa . Chi era costui?
Questo caro angelo consolatore era nientemeno
che noi non credevamo più d'avere. Sta bene
qui di dire che il paese è collocato quasi
tutto sopra il ciglio di un'amena collinetta,
ma su terreno di tufo . La terra è feracis-
sima di ogni bene di Dio, e specialmente
di vino ; ma quando riceve la pioggia, di-
venta liscia e sdrucciolevole come il ghiaccio .
Pareva che noi montassimo sovra un legno
insaponato, tanto ci riusciva difficile salire .
I primi, anzi il numero grosso, sbagliando la
indovinarono, perchè seguendo la via larga e
comoda l'allungarono bensì, ma con un solo
giro lontano si portarono là ai piedi del
paese, senza tante fatiche inutili e guai che
accaddero a noi . Prendere la via larga e co-
moda a noi sembrava perdere tempo, ed in-
tanto per voler guadagnare un po' di tempo
ne abbiamo perduto troppo di più ; chè sa-
che il signor . . . che malgrado il suo corpo pin-
gue anzi che no e la stanchezza della corsa via,
arrivato a quel punto tanto pericoloso a noi
piccolini vide che l'opera sua era opportuna .
Si tolse la gran cassa, e poi si arrampicò per il
mal passo, gridando : « Venite dietro di me ! »
Oh! il signorino anfanava anche lui, doveva
andar curvo e quasi col capo rivolto a terra,
perchè il peso dello strumento non lo facesse
piegare all'indietro e con suo danno lo tra-
scinasse in giù . E prendendo occasione da
una frase del nostro Gianduia e della cor-
pulenza della sua persona, « Ecco, diceva con
aria trionfale , ecco ristabilito l' equilibrio
Europeo! » E noi, giubilanti pel nuovo aiuto,
dietro a' suoi passi, confidenti ora di poter
finalmente arrivare alla desiderata cima .
Egli giunse alla sponda, vi si sedette tran-
lire per colà si sarebbe rotto il collo ogni
più destro orso . Però quel montare lento e
quillamente come un soldato arrivato sulla
breccia, e di là dava mano a noi che lo
discendere rapido, quella lotta ferma ed
ostinata ci ritornò un po' d'allegria, rimise
pressavamo da una parte e dall'altra . Sta-
volta ci arrivammo, con mille sudori, con
un po' di novità in quella monotonia mortale
della pioggia, dell'oscurità e della disper-
mille stenti, ma eravamo giunti . Se non era
dell'ora così tarda, della notte e della pioggia
sione di tuttì . Colà ci siamo raggiunti a vi- che continuava a cadere, ci saremmo forse
cenda, e pochi alla volta si tentava di gua-
dagnare la cima, che noi chiamammo con
fermati a mirare non l'onda perigliosa , ma
quella via che ci aveva fatto versare tanti
nome assai volgare a quei tempi della torre sudori.
di Malachoff. Oh che ridere vederci arram- Ma da Piea si continuerà il cammino ?
picare colà con i nostri strumenti, tirarci su, È troppo tardi : le vie orribili . Mentre però

2.5 Page 15

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noi ci pensavamo di essere abbandonati,
un angelo pietoso vegliava alla nostra cu-
stodia . Questo, non è nemmanco da dirsi,
era Don Bosco. Egli arrivava a Piea un' ora
prima di noi, e sapendo come il signore del
castello l'avrebbe avuta a male se eglì fosse
passato per quei siti senza andare a visi-
tarlo, si fece condurre dal legnetto fino ai
piedi , e poi lo licenziò ed egli sali solo
soletto . Quando il domestico annunziò che
Don Bosco era alla porta, fu una gioia in-
descrivibile dei signori, che gli vengono al-
l'incontro, lo introducono in casa, gli of-
frono quanto gli può occorrere . E Don Bo-
sco con calma ed insieme con la più affa-
bile maniera dire che eglì viene da Castel-
nuovo e che non è solo . Questa parola mise
quasi in un orgasmo quei signori, che su-
bito si alzarono per andare in cerca di quelli
che essi temevano di aver lasciati involon-
tariamente fuori alla pioggia . Si accorse Don
Bosco dell'equivoco, e subito si corresse di-
cendo come i suoi poveri figli erano tuttavia
in viaggio e che stavano per arrivare a mo-
menti . . Questo allargò il cuore a quei signori,
i quali furono ben contenti di dare a Don
Bosco ed a' suoi figli quel po' di ristoro che
il tempo ed il bisogno potevano richiedere .
Si spediscono intanto messaggieri ad annun-
ziare che D . Bosco ci aspettava, e non più
a Villa S . Secondo, ma nel castello di Piea .
Con qual consolazione fu ricevuta questa
notizia che annunziava diminuita la nostra
via ! Il cav.Gfecandrugfoc
nel tinello, dove si soleva fare il bucato, e poi
di mano in mano che si arrivava si andava
a passare una mezz'ora di quel salutare am-
biente ed a raccontarci le mille ed una ven-
ture della passeggiata .
- Ma, D . Bosco, gli diceva il Cavaliere,
vuol proprio andare a Villa San Secondo ?
- Sì : perchè ci aspettano . - Oh, insi-
steva quel caritatevole signore, facendo le
nostre parti ed il nostro vantaggio : l'ora
della notte, e la via fangosa e più ancora
la pioggia che pur continua a cadere, do-
vrebbero persuaderla del contrario . - Ep-
pure... - Intendo ; ella teme che questa
improvvisa loro venuta metta me e la mia
famiglia in un serio imbarazzo . Certamente
non sarebbe, se invece che a Piea ci trovas-
simo solo a Chieri, perchè qui, colti all'im-
provviso, non si può anche volendo prepa-
rare un poco da togliersi con onore l'appetito .
Ma, a casi disperati, tutto può e deve servire
ed anche bastare . Mi dica alla buona, quando
si ristorarono i suoi figli? - D . Bosco senti-
vasi tutto consolare alla generosa uscita del-
l'ottimo cav . G ., e ripreso fiato, gli rispose : -
Veda, caro signor cavaliere, mangiarono con
appetito e per noi lautamente a Castelnuovo
dopo mezzodì. Ora non si dovrebbe far altro
che un po' di cena . Per essa tutto serve .
Faccia una polenta, una minestra, un po' di
brodo . . . poi . . . - Egli voleva aggiungere an-
cora, ma il generoso patrizio gli troncò a
mezzo ogni altra sua parola, perchè, diceva
dopo , non era attuabile nel suo castello .
Si alzò con premura dicendo a D . Bosco : -
Ho inteso, vado e vengo subito . Essi sta-
ranno con me questa notte, mando a disporre
per la cena, per i letti, e se vuole ancora
per un po' di ricreazione, perchè le serate
sono già lunghette ... lei m'intende, io me
li voglio godere tutto per me questi cari
suoi figli . -Disse e scomparve in fretta per
comunicare a' domestici i suoi ordini .
Intanto Don Bosco ci venne a trovare .
Oh che momento lieto e pieno di fracasso!
Tutti gli fummo d'attorno ; tutti volevamo nar-
rargli le nostre peripezie, e sentire come egli
era venuto fino colassù : se c'era probabilità
di bel tempo, e quando e come dovevamo
ripartire dopo quel propizio ristoro del fuoco
e delle sale . - Miei cari , ci disse con quel
modo insinuante e grazioso suo proprio : ho
una notizia da darvi, che non so se vi pia-
cerà . Qui il signor Cavaliere mette un grave
incaglio alla nostra partenza e non so come
la combineremo. Insomma egli vuole che ci
fermiamo qui : egli penserà per la tavola,
per il letto, e ciò farà da par suo, mentre si
raccomanda che noi gli facciamo onore . - I
bene , i bravo e gli evviva scoccarono da
tutte le parti all'improvviso e la proposta be-
nefica fu ricevuta ed approvata ad unanimità .
Ora si dovrebbe dire l'aspetto che pre-
sentavamo noi, i signori, i corridoi del ca-
stello che erano risonanti delle nostre voci
e dei nostri passi : ma comincieremo per or-
dine e, come ragion vuole, anche per grado .
Diremo dei signori che diedero gli ordini
con abbondanza e senza risparmio di nulla .
Essi medesimi fecero differire la loro cena,
perchè in campagna i nostri signori sogliono
pranzare per lo più a mezzodì a comodo di
quanti li vengono a visitare e cenano a sera
avanzata . Prima vollero pensare a preparare
la cena per noi, e poi per sè e per i nostri
superiori . Ed i domestici? Anch'essi dovet-
tero fare del loro meglio per apparecchiare
roba per tanta gente e così ben disposta a
servirli . I signori tutti a fraternizzare con
noi, a venirci ad interrogare se avevamo
patito, se avessimo ancor bisogno di fuoco,
se di bere, se di riposare : le signore con ca-
rità materna si avvicinavano ai più picco-
lini, a chi loro pareva pallidetto , e poi li
interrogavano su quanto dubitavano potesse
loro occorrere . Uno dei nostri ebbe un po' di
emorragia al naso, e fu argomento della me-
desima cura, che a lui pareva ed era forse
soverchia, ma da quelle pie gìudicata im-
portante . L'atto fino di carità ci commosse,
e ci fece comprendere come la carità di Gesù
affratella i grandi coi piccoli, i poveri coi
ricchi senza alcuna distinzione di età e di
ceto . Di tutto questo movimento a nostro
vantaggio chi ne godeva di più era D . Bosco,
che, quando meno se lo aspettava, la Provvi-

2.6 Page 16

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d.-IelnzSaigrocsnuaito
non mi abbandona mai, si sentiva esclamare,
e vuole proprio che noi confidiamo nella sua
assistenza . - E noi approvare in silenzio le
lezioni che il buon Padre ci dava, mentre
ne vedevamo i mirabili effetti. Erano le otto
e più di sera, e la famiglia di Don Bosco
alloggiata, nel castello di Piea sedeva con
appetito ed allegria a tavola se non son-
tuosa, che non era necessario, però molto
abbondante . Nella fretta, pel timore di tro-
var pane per tutti, si era messo al fuoco due
pentole, una per la minestra ed un'altra per
la polenta . Qualcuno dei nostri più altetti
prestarono mano forte ai poveri cuochi, che
furono ben contenti di eseguire gli ordini
dei loro padroni . - Poveretti , diceva il
cuoco, voi mi ricordate i miei figli , e sarei
ben contento che nei vostri casi trovassero
un'anima pietosa . Lavoro di più, ma mi fa
del bene . -- Venne anche il pane, vennero
gli intingoli, venne la minestra, vennero tante
altre cose, che non erano forse meno a tempo
a noi, che la manna nel deserto al popolo
d'Israele . Mentre noi ci facevamo onore .. . e
stavamo comodamente seduti a tavole im-
provvisate sotto a quegli archi famosi, Don
Bosco con gli altri superiori erano anche loro
a cena . Il buon cav . G . diceva che quella
sera era la più memorabile di tutta la sta-
gione .
Dopo veniva il divertimento, la serata, il
teatro , come meglio si voglia chiamare ,
ma nessuno di noi se ne sentiva proprio
coraggio . Eravamo siffattamente consumati
dalla stanchezza che non si poteva , mal-
grado la nostra volontà, dimostrarci rico-
noscenti, ci era impossibile proprio far alle-
gria . Si intonò un canto : ci morì quasi
sul labbro, ed invece di un finale allegro
pareva che si andasse perdendo per aria . Si
chiamò, e venne Gianduia : ma il sonno, il
sonno prepotente superava tutti i nostri
sforzi, ed anche il faceto Gianduia non riuscì
a nulla, anzi ci pareva una nota fuor di
tempo, come cantare il Te Deum in un fu-
nerale . Allora scattò fuori fresco come una
rosa, e per la prima volta si rivelò (termine
tecnico) artista provetto , chi mai? Ricor-
date quell'uomo pietoso che prese la gran
cassa laggiù in quel sito del pianto e che
liberò noi da grave imbarazzo? Ebbene,
venne fuori lui in persona, cantò, suonò,
saltò e con tal maestria, novità e grazia, che
ci fece ridere e svegliare, e rallegrò quei si-
gnori quanto essi potevano desiderare . Lui
solo improvvisò la serata, e sostenne e salvò
l'onore delle armi con la sua barcarola vene-
ziana, col suo amenissìmo Ciriciribich adess al
vien, come con il suo addio alla patria diletta.
Il poveretto, esule veramente dalla sua terra
natale, cantava con tal inspirazione, da farci
credere che esule non poteva essere più in-
felice di lui, e non poteva meglio manife-
stare i suoi dolori per farsi compassionare .
Piacque e si volle ripetuta la romanza da
lui composta
È quello il ponte della pietà!
Il trattenimento riuscì di comune diletto, e
quei signori ebbero la bontà di dirci che ce
ne ringraziavano . Le persone educate non si
lasciano mai superare in cortesia, e noi era-
vamo meravigliati di vederla così nobilmente
esercitata colà in quella sera .
Intanto si era preparato pel dormire . Un
gran salone a pianterreno erasi riempito di pa-
glia, colà pure si erano portate lenzuola, Co-
perte e quant'altro poteva tornarci utile e op-
portuno . Dopo le preghiere dette là in fami-
glia, discendemmo accompagnati dai nostri as-
sistenti nel nostro dormitorio improvvisato,
ed in meno che non si scrive, noi fummo tutti
addormentati. Uno dei più tardivi ad asso-
pirsi diceva al mattino che dopo un po'
sul tardi era calato D. Bosco per dare la
buona notte a' suoi figli, e che partì contento
nel vederli e nel sentirli tutti in pace e pro-
fondamente addormentati .
Alla dimane il tempo erasi rabbonacciato,
ma le strade erano orribilmente fangose . Do-
vevamo allora andare senza manco alla Villa
S. Secondo, perchè ci aspettavano per cantare
la messa . Due anzi, per non lasciare negli
imbarazzi quel buon Pievano, erano andati
ad avvisarlo fin dalla sera antecedente, nar-
randogli come noi non eravamo più lontani, e
che la pioggia non ci avrebbe impediti di ve-
nire alla festa all'ora ed al tempo conveniente .
Di fatto verso le dieci del mattino noi ave-
vamo già fatto quella traversata a piedi ed
in mezzo a tanto fango che conciò i nostri
abiti proprio pel dì delle feste . Se non era
della musica che operò un potente distrat-
tivo tra quella gente che venne al nostro
incontro, non avremmo potuto osare di en-
trare senza prima fare quel che si dice un
po' di toeletta.Malmusicprehavs
capito tutto, e noi differimmo a fare quest'o-
pera di pulizia fin là dov'eravamo attesi da
tanto tempo . Si rivide il carissimo Pievano,
il suo Curato D . Ca, uomo burbero di appa-
renza e di modi, ma di cuore ottimo . Anche
la sorella, che noi chiamavamo mamma, ci
venne all'incontro, e con soave affetto ci
disse avere tanto sofferto nella sera antece-
dente . E lo credevamo senza dubitarne, per-
chè proprio dimostrava di volerci un grande
affetto . A Piea si era fatto un po' di asciol-
vere per non mancare per via, e alla Villa
i musici lo ripeterono per cantare e suonare
meglio . Ciò voleva il Pievano, e bisognò ar-
rendersi e farlo . Beata quell'età in cui lo
stomaco è fatto a forma di sacco di gomma
elastica e senza sforzi si dilata sempre e
prende roba senza fine !
Oltre la bella funzione in chiesa, che riuscì
come nell'anno antecedente di comune sod-
disfazione, noi abbiamo voluto preparare un
po' di teatro . Dico un po', ma per modestia,

2.7 Page 17

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e per non comparir vanitosi, perchè, a detta
del colto pubblico , e dell' inclita assemblea ,
fu un vero teatrone . Pensate che si vollero
recitare nientemeno che I due sergenti . Questo
dramma in cui l'amicizia fa quanto può per
dimostrarsi utile al suo prossimo, e che perciò
dovunque si rappresenta suol ottenere gene-
rali applausi, ebbe una felice interpretazione
dai nostri piccoli attori. Naturalmente fu
corretta e adattata per noi, questo s'intende,
ma con tal garbo e naturalezza che pareva
scritta per noi . Entrò anche Gianduia, che
là su quelle colline si gusta perchè quasi
conterraneo ; e parlando lo schietto ver-
nacolo delle sponde della Dora, ci fece,
non solo ridere, ma sbellicare dalle risa . Si
volle replica, e si diede con qualche ag-
giunta . La voce delle nostre rappresenta-
zioni raccolse alla Villa molti signori torinesi
padroni dei castelli di quei contorni, che un
tempo erano argomento di storia e di lacrime,
ma che ora, e forse anche allora (perchè
anche a quei giorni la religione era gagliarda
e viva sotto la corazza di ferro e nel cuore
delle signore castellane) sono di pietà e di
beneficenza . Si terminò verso le undici di
sera ; e poi si andò a riposo chè ne avevano
bisogno .
Noi ci eravamo fermati due giorni, ed il
nostro itinerario aveva perciò sofferto un
piccolo cambiamento . Ma al martedì si do-
veva partire anche a costo di ripigliarci la
pioggia. Ornai saremmo stati accostumati, e
venendo l'avremmo sostenuta senza fastidio,
come pure senza danno . Si partì dunque
dalla Villa verso l'una o le due pomeridiane .
Alla sera eravamo aspettati nel piccolo pae-
sello di Alfiano.Ilquae,comtiqul
del Monferrato, ha un raccolto ricco di uve
e porta fortuna de' suoi abitanti . Arrivammo
un po' tardi, dopo un viaggio di parecchie
ore. Noi passavamo nella lunga valle, e ve-
devamo come in un vaghissimo anfiteatro i
paesi posti a ridosso della collina . Ci pren-
devamo diletto di interrogare i villici che
incontravamo, i quali cortesi rispondevano
ad ogni nostra domanda . In una risposta si
accordavano senza fallo, ed era nel dire
sempre, quando s'interrogava se un tal paese
era ancora distante : C'è un'oretta . Capitava
poi che si viaggiava per una buon'ora ,
sempre nella speranza di giungere al va-
gheggiato paese, e mai non compariva . Al-
lora a ripetere la domanda : « Bravo uomo,
ci vuole ancor molto per arrivare ... ? »
« Un'oretta ! » E dalli con quest'oretta, che
ci faceva ridere, e sovente quasi da compro-
metterci con quelle persone che rispondevano
col miglior senno del mondo . Il guaio però
era che spesso, dopo aver sentito prima un'o-
retta e poi una mezz'oretta , dovevamo sen-
tirc,mentr piùc redvamovicn al
meta, che c'era ancora la distanza di due
buone orette . E siccome le notizie dolorose si
credono più facilmente, noi, invece di ridere,
come si sarebbe fatto in altro momento, ci
disgustavamo veramente . Però, abituati dal-
l'esperienza, dovemmo conchiudere che i
buoni contadini, senza badare tanto al tempo
che passa e che essi sogliono impiegare tra
un paese all'altro, rispondono per cortesia,
e loro sembra sempre breve , un'oretta , il
tempo ben impiegato, per lungo che mai
possa essere o sembrare . Che belle vedute
ad ogni svolto di via! Ora è Tonco , ora è
Frinco, ora è un altro che noi vediamo di
lontano, e che vorremmo saperne almeno il
nome, non potendolo visitare dappresso .
Era parroco di Alfiano una cara persona,
e curato un suo degno fratello . Se le persone
si dovessero misurare a metri , certamente
fra tutti e due non si sarebbero stimati
gran che , per la ragione che erano tutti
due piccolissimi . Una sorella poi, che la fa-
ceva da Marta e da Maria, non era guari
più alta dei fratellì . Dall' aria di pulizia
che traspariva da ogni cosa di quella tran-
quilla abitazione, cominciando da quella di
Dio ; dalla serena, soavità del volto, dalla
famigliarità con cui subito ci vollero trattare,
si capiva che erano piccoli di persona, ma
altissimì di mente e di cuore . Di fatto, ap-
pena arrivati, fummo trattati proprio con ca-
rità esimia . C'era il posto per tutto e per
tutti . Si suonò la benedizione ed in un mo-
mento la chiesa fu gremita di gente . Dopo
cena ci fu un po' di ricreazione gioconda e
chiassosa, e quindi raccomandati in varie
case, dove ciascuno aveva comodamente da
dormire. La parola era di trovarsi alla mat-
tina seguente per tempo, e che perciò si
fosse solleciti per la levata . I piccoli fratelli
con la sorella prepararono una colazione non
ordinaria, perchè D . Bosco aveva detto che
fino al santuario di Crea non si sarebbe po-
tuto più prendere altra refezione . Oh bene-
detta previdenza ! Vedrete ciò che ci sarebbe
capitato, se mai ci fossimo illusi col differire
di ristorarci lo stomaco . È il caso di ripe-
tere sempre, ma specialmente in viaggio , e
nei sopra tutto : Chi ha tempo non aspetti
tempo . Erano le undici quasi o giù di lì,
quando, con l'aspetto di chi va a qualche
grave imprésa, noi ci disponevamo a partire .
Si suonò nel cortile della canonica, ove il
buon Prevosto volle ancora che bevessimo
una volta, perchè, ci diceva, se i miei parroc-
chiani sapessero che vi ho lasciati partire senza
prima inumidirvi la gola, se la prenderebbero
con me, e non so che cosa mi farebbero . Si
bevette allegramente, si gridò viva e grazie
al cortese ospite, e poi su per la collina in
cerca del Santuario di Crea .
(Continua) .

2.8 Page 18

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OZANAM
e le Grandezze della Chiesa Cattolica
nell'ordine scientifico e letterario,
Con questo titolo l'Unità Cattolica pubblicava
testè una stupenda lettera aperta del Prof. G . To-
niolo dell' Università di Pisa al Prof . D . F. Cer-
ruti sovra La Civiltà nel quinto secolo, di F . OZA-
NAM (1) .
Ne riportiamo qui alcuni brani .
« Ella mi chiede, così il Toniolo, un giudizio in-
torno al merito e alla opportunità della pubbli-
cazione del magistrale lavoro di F . Ozanam : La
civiltà nel quinto secolo, che ora ricomparisce, per
opera dei Salesiani, in formosa veste tipografica
ed in lingua e stile prettamente italiani , a me-
rito del valentissimo professor Fabre . L' invito ,
per me lusinghiero , mi torna sommamente gra--
dito, perocchè il nome di quell'onore del laicato
cattolico e di quel tipo attraente d' ingegno, di
scienziato , di cittadino e di credente , quale fu
Federico Ozanam, tutt'altro che attenuarsi col de
corso del tempo nelle menti e nei cuori di quanti
sono ammiratori del sapere accoppiato a virtù ,
ognor più risplende e sfavilla .
» . . .Tutte le opere di Ozanam sono ispirate all'alto
e costante proposito di rivendicare mediante la
storia la civiltà, che ebbe origine dalla Croce, e
che attraverso i socoli fu unico conforto, decoro
e gloria della umanità militante dietro il vessillo
della Chiesa . Questo stesso Volume, ora ricom-
parso, ne è testimonianza solenne ; e tanto più
efficace, in quanto quivi si additano gli albòri
della civiltà cristiana aprirsi la via fra lo scialbo
e sconsolato tramonto di una società irreparabil-
mente destinata a perire e le tenebre fitte e tur-
binose in cui si aggiravano le novelle ma rozze e
prepotenti generazioni, destituite di ogni raggio
di cultura .
» In una parola, egli riuscì a sorprendere i germi
di una vita nuova anche nei secoli della più de-
pressa ed umiliante decadenza ; quei germi che,
riscaldati ed avviati da una mano divina nel corpo
mistico della Chiesa, rivelarono un sapiente quanto
(1) LA CIVILTÀ NEL QUINTO SECOLO, di F . OZANAM . Introdu-
zione alla Storia della Civiltà nel Medio-Evo con un saggio in-
torno alle Scuole Italiane dal V al XIII secolo . (Versione ita-
liana sulla 4a Ediz . Franc . di Alessandro Fabre, dottore in
Lettore) Prezzo
L. 4 00
recondito lavorio di rigenerazione , da cui si po-
teva arguire il rigoglio della vita che in sul me-
riggio avrebbe brillato di nuovo sovrumano splen-
dore .
» Nulla pertanto di più opportuno ai dì nostri di
questo ordine di ricerche, intese ad abbattere pre-
giudizii radicati profondamente nel seno di tutte
le classi colte, da cui poi trapassano nelle molti-
tudini, generando l' odierno moto sociale anticri-
stiano . E poichè questo moto disordinato e rui-
n oso prese inizio dalla scienza pervertita, così è
da ripromettersi che il restauro (per quanto di-
pende dal concorso umano) derivi egualmente
dalla scienza, persuadendo alle generazioni cre-
scenti, che esse, conscie od inconscio, osteggiando
la Chiesa, osteggiano la madre della civiltà ; e
che dalla Chiesa stessa, vincitrice di ben altre
formidabili difficoltà sociali, esse possono sola-
mente, anche oggi , conseguire salvezza ed appa-
gamento di ogni legittima e più nobile aspira-
zione ; tutto ciò per irrefragabili prove storiche,
a cui, più che a filosofiche argomentazioni, il se-
colo nostro accondiscende.
» . . . Voglia il buon Dio che la ricomparsa di questo
Volume segni il ravviamento delle rette dottrine
sociali cristiane anche in Italia, che è centro della
civiltà cattolica e del Pontificato ; ciò che addi-
terebbe il ritorno nei cuori di questa bella, im-
mortal benefica - fede ai trionfi avvezza, ma in-
sieme il ripristino di una scienza più soda, serena
ed educatrice ; e finalmente il ridestarsi di più
sincero patriottismo .
» . . . Sia lecito dunque fare augurio che questo Vo-
lume, quasi pegno di nuovi tempi, trascorra nelle
mani di ogni persona onesta e colta ; degli uo-
mini maturi per ravvederli di deplorevoli pregiu-
dizi forse lentamente assorbiti coll' atmosfera in-
festa che ognora li avvolse ; degli adolescenti
quasi antidoto preventivo di una istruzione monca
e falsata ; dei giovani ascritti già a studi supe-
riori, ad elidere sinistre dottrine quotidianamente
risonanti negli Atenei ; dei sacerdoti stessi, ad
apprendervi una nuova forma di apologetica cat-
tolica efficacissima ; di quanti sono in Italia uo-
mini di mente e di cuore, che ben iscorgono e
misurano la gravità dei doveri che in supremi
momenti loro incombono a difesa della società,
della religione e della patria .
» Questi tutti leggeranno nel nome di Ora nani
compendiato un intero programma, che ha per
termine ultimo della nobile impresa la civiltà cat-
tolica, e per presidio la scienza sorretta dalla fede,
fecondata dall'opera caritatevole, guarentita e san-
tificata dalla pietà .... »
Cooperatori defunti nel Febbraio e Marzo 1892 .
92 . Pettinato Francesco , maestro -
Bronte (Catania) .
93 . Petracca Pasquale - Ricadi (Ca-
tanzaro) .
49 . Raimondi D . Gio . Battista -Roascio
(Cuneo) .
95 . Richeri teol . D . Luigi, arcip . V. F .
- Finalmarina (Genova) .
96 . Rivalta Geltrude -Russi (Ravenna) .
97 . Roatti Anna - Racconigi (Cuneo) .
98. Romagna Margherita - Chieri (To-
rino) .
99 . Rovene D . Antonio - Gradisca del-
l'Isonzo (Austria).
100. Rubino D . Agostino - Bronte (Ca-
tania).
101 . Buggeri-Zanetti Angela - Sedrina
(Bologna) .
102 . Sartore Teresa - S . Vittoria d'Alba
(. Cuneo)
103 . Saroldi D . Andrea, parroco - Pia-
cenza) .
104 . Sassi Lucia veda Fiorentini- San
Matteo in Arcieri (Firenze) .
105 . Sasso D . Maurizio - Elvo (Novara) .
106 . Scessiero D . Giovanni - Vicenza .
107 . Schettini D . Donato - Montecor-
vino (Salerno) .
108 . Spano-Orrù Pietro - Mogoro (Ca-
gliari) .
109 . Sparoni D . Giuseppe, parroco -
Casamontanara (Ancona) .
110 . Spisani D . Pietro, parroco - Trebbo
(Bologna) .
111. Spontoni D. Gio. Battista, parroco .
- S . Venerio (Genova) .
112 . Sura D . Giovanni - Chieri (Torino) .
113 . Teppa, damigella -Chieri (Torino)
114 . Tiazzi Anna - Cento (Ferrara) .
115 . Torello-Sala D . P., abate - Pescia
(Lucca) .
116. Tredici D . Stefano - Caiello (Mi-
lano) .
117 . Trenta Chiara - Lucca .
118 . Viara Dott. Uff. Cav. Giovanni -
Fossano (Cuneo) .
119 . Vicini D . Pietro, prevosto - Co-
stamezzano di Noceto (Parma) .
120 . Vigliero D . Bartolomeo, arcipr. -
Murialdo (Cuneo) .
121 . Vivaldi Maria - Genova .
122 . Zanone Simone - Zumaglia (No-
vara) .

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Cooperatori defunti nel Marzo e Aprile 1892 .
1 Alagna Suor Giuseppina - Marsala
(Trapani).
2 Alberti Bava D . Stefano, parroco -
Bergarno .
3 Alemanni D . Angelo, curato - Cer-
varolo (Novara) .
4 Alisiardi Giuseppe - Torino .
5 Agnisetta Rosa vedova Boido - To-
rino .
6 Allora Teresa -Castagnifo (Cuneo) .
7 Allosia Simone - Incisa Balbo (A-
lessandriao .
8 Amoretti D . Vincenzo, can . - One-
glia (Porto Maurizio) .
9 Angeloni D . Nicola, can . - Velletri
(Roma) .
10 Angiolini D . Paolo, parroco - Nu-
gareto (Bologna) .
11 Anzè Lucia nata Goletti - Torino .
12 Arduino Teresa - .Montegiove (To-
rino) .
13 Balbo di Vinadio contessa Maria
nata Gattinara di Zubiena- To-
rino .
14 Balsamo Don Giuseppe - Carrù
(Cuneo) .
15 Marini Luigia - Fumane (Verona) .
16 Basso can . Bartolomeo - Alassio
(Genova) .
17 Beltramo comm . Marco - Torino .
38 Benassi Mons . Francesco, vescovo
Guastalla (Reggio-Emilia).
19 Blasich D . Ferdinando, rettore -
Udine .
20 Bledigli D . Valentino - Altana (U-
dine) .
21 Bombasotti D . Carlo, teol . can . -
Novara .
22 Bona Stomi Vincenzo - Lozzo Ca-
dore (Belluno) .
23 Bono Mazzucchi Fanny - Torino .
24 Bonvicini Suor Maria Vittoria -
Modena .
25 Borello D . Giorgio, coad . - Bareno
(Novarao .
26 Borghesi Luigia, vedova - Mechel
(Austria) .
27 Borsati D . Luigi - Venezia .
28 Bortoli D . Giovanni, cappellano -
Gambellara (Vicenza) .
29 Bottini Andrea - Bagni di Casciana
(Arezzo) .
30 Brenna D . Ferdinando - Birago
(Milano) .
81 Brunetti D . Giuseppe, vicario -
S. Antonio (Cuneo) .
32 Bruni D . Stefano, parroco - Pez-
zazze (Bergamo) .
83 Bruschi D . Attigliano - Pian di
Anghiari (Arezzo) .
34 Busca Lorenzo, capitano - Alba
(Cuneo) .
85 Campi D. Antonio - Crespino (Ro-
vigo) .
36 Canepa Fortunato - Becco (Genova) .
37 Canova D . Antonio - Postagno (Tre .
viso) .
38 Capo Villa D . Domenico - Crespano
Veneto (Treviso) .
39 Capurro Maddalena vedova Bezzo -
Becco (Genova) .
40 Carboncini D . Francesco, rettore -
Monterappoli (Firenze) .
41 Cavazzoni D . Angelo, priore - Ga-
vasetto (Reggio-Emilia) .
42 Cerveni cav. Giuseppe, tenente co-
lonnello medico - Punzone (Ales-
sandria) .
43 Colombo D . Ambrogio - Arluno
(Milano) .
44 Colombo Giuseppe, albergatore Meu-
drizio (Svizzera) .
45 Coininotti D . Angelo, vicario - Ve-
nezia .
46 Cominotti D . Osvaldo, parroco -
Viltalta (Udine) .
47 Coppi D . Francesco, vice-curato -
Signatico (Parma) .
48 Crema Laura - l'orino .
49 Cubia D . Giacomo, tool . prof. -
Candia Canavese (Torino) .
50 Curonico D . Carlo - Altana (Sviz-
zerao .
51 Crateri Anna - Occimniano (Alessan-
dria) .
52 baghero Francesco. giardiniere -
Mengliano (Torino).
53 Bassano D . Paolo Angelo - Cam-
b iano (Torino) .
54 Davaglio D . Giacomo - Guastalla
(Reggio-Emilia) .
55 Da-Vià Mona . Antonio - Pieve di
Cadore (Belluno) .
56 Delfino Bernardo - Arenzano (Ge-
nova) .
57 Desiderio D . Luigi, can . -- Eboli
(Salerno) .
58 Fe•r sris Matilde - Borgomanero
(Novara) .
59 Foltran I) . Feliciano - Treviso .
60 Gaggia D . Virgilio, curato - Peliz-
zano (Austria) .
61 Castaldi Giuseppe - Chieri (Torino) .
62 Gandè Giuseppe - Chieri (Torino) .
63 Gerbi Pietro - Bibbiena (Arezzo) .
64 Graziani 1) . Bortolo - Conegliano
(Udine) .
65 Grella D . Andrea, vice-citrato -
Osaato (Torino) .
66 Grigolli D. Antonio - Boaro Pole-
sine (Rovigo) .
67 Ghirardini D . Antonio , nmans. -
Badia Polesine (Rovigo) .
68 Laghetto D . Giuseppe,arciprete -
Salvatronde (Treviso) .
69 Lanza D . Pietro, can . - San Remo
(Porto Maurizio) .
70 Leporatti. D . Lmlovico, can . - Pi-
stoia (Firenze) .
71 Lobbia D . Giovanni, rettore - Carn-
porovere (Padova) .
72 Macebi Carlo - Milano .
73 Maffei Ernesta - Lonigo (Vicenza) .
74 Maiolo Domenico di Luigi - Vicenza.
75 Maistrelli D . Giov ., curato - Go-
gnola (Trento) .
76 Mantellino Luigia - Torino.
77 Marani Venusta - Argenta (Fer-
rara) .
78 Marchetti Agnese - Castelfondo
(Austria) .
79 Marchetti Cristoforo fu Paolo -
Gamabellara (Vicenza) .
80 Marietti cav . Giovanni - Castiglione
(Torino) .
81 Marino D . Francesco, priore Ca-
stelletto di Busca (Cuneo) .
82 Mattordes Giacomo - Castello (Au-
stria) .
83 Michecco D . Gaetano, arcip . - Tre-
vignano (Roma),
84 Macchi Vittoria -Ottabiano (Pavia) .
85 Mondini D . Agostino - Caslagnito
Secco (Cremona) .
86 Montagna D . Giuseppe - Mairano
(Paviao .
87 Morchio cav . Giuseppe - Venezia.
88 Nardi D . Andrea, economo spirit.-
Avena (Arezzo) .
89 Navi D . Eugenio, rettore -Modena.
90 Nonino D . Giuseppe - llfereto (17-
diue) .
91 Olmi Faustino - Chiari (Brescia) .
92 Panato Germano- Vestcnanova (Ve-
rona) .
93 Panni D . Augusto, reti . - Morra
d'Alba (Ancona) .
94 Paolncci D . Venanzio, parroco -
Alergnano (Maceratao .
95 Parnssu Mattia - Mussotto (Cuneo) .
90 'Pellegrini D . Giacomo - Urruri
(Canìpobasso) .
97 Pestoni D . Filippo, arcipr. -Meleti
(Milano) .
98 Pettinà D . Filippo - Spezza (Ve-
rona) .
99 Pianesi-cav . dott . Benedetto - Ma-
cerata .
100 Piazza D . Francesco, vie . for . -
Pavere di Veto (Verona) .
101 PistelliEmidio-Ca,naiore(Lucca) .
102 Punzone Anna - Valfenera (Ales-
sandria) .
103 Rancanà io . Giuseppe, curato - Co-
logna Veneta (Vicenza) .
104 Recchi Raffaela nata Desideri -
Offida (Ascoli-Piceno).
105 Rinaldi D . Luigi, parroco - Ilon .
caglio (Alessandria) .
106 Rivetti Carolina nata Gatti -Mon-
temagno (Alessandria) .
107 Rolando D . Giovanni, rettore -
Gazzo (Genova) .
108 Rossi D . Antonio, prevosto - Mon-
tenaro (Piacenza) .
109 Rumi Rina - Dongo (Como).
110 Saba-Pinna Giovanni - Nureci (Ca-
gliari) .
111 Sala Barberina - Bottigliera d'Asti
(Alessandria) .
112 Scaletti D . Curzio, parroco - Viaio
(Arezzo) .
113 Sciartella D . Angelo - Fallo del
colle (Ilari) .
114 Sforzo D . Ferdinando, beneficiato
- Mirteto (Massa Carrara) .
115 Speggiorin D . Eugenio, -arciprete
vie . for. - Barbarano (Vicenza) .
116 Tavonati D. Giovanni - Mezzote
desco (Austria) .
117 Tedesco D . Camillo - Valdagno
(Brescia) .
118 Terraroli D . Gio . Batt., parroco -
Soiano del Lago (Brescia) .
119 Tessarolo D. Gio ., parroco -Spezza
(Vicenzao .
120 Titone Giovanna in Alagna - Mar-
sala (Trapani) .
121 Toffolini D . Agostino - Lonigo (Vi-
cenza) .
122 Tommasi Maria - Fumane (Ve-
rona) .
123 Tommasi Teresa - Marano Valpo .
licella (Verona) .
124 Tappi D. Angelo, parroco - Figino
(Milano) .
125 Tubino Antonietta - ReGio (Como).
126 Turba D . Marcello, vice-parroco-
Netro (Novara) .
127 Valente D . Cristiano - Brusegana
(Padova) .
128 Vercellone D . Bernardo Viverone
(Torinoo .
129 Zanchi D . Carlo, can . - Campa-
gnano (Roma) .
130 Zubani Cosmo -- Tavernole (Bre-
scia).