BS 1910s|1916|Bollettino Salesiano Novembre 1916

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO

ANNO XL - N. 11   1 NOVEMBRE 1916

SOMMARIO

Sia lodato Gesù Cristo! La parola del S. Padre - Altre adesioni alla Lega Nazionale contro la bestemmia e il turpiloquio - Il nome di Gesù negli Stati Uniti.

Il nostro quesito: „Come si può avere personale idoneo cui affidare le opere giovanili?" - La nostra risposta.

Lavoro, lavoro! (L'esempio di un Parroco).

- Mons. Giuseppe Fagnano: - Cenni biografici - Le sue „Memorie".

Dalla nuova Prefettura Apostolica del Rio Negro (Brasile): Lettere di Don Balzola e del Prefetto Apostolico Don Giordano.

Il resoconto dell'ispettore Don Pedemonte all'Arcivescovo di Buenos Aires sulle Missioni Salesiane della

Patagonia - La parola dell'Arcivescovo.

Equatore: Le Missioni di Méndez e Gualaquiza.

il Culto di Maria Ausiliatrice - Grazie e favori.

Pei tempio votivo in onore di Maria Ausiliatrice a Castelnuovo d'Asti.

L'inaugurazione ufficiale dell'istituto „Don Bosco" per orfani di guerra a Pinerolo.

Note e Corrispondenze: La consacrazione di Mons. Olivares -- Una data giubilare - Negli Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice - Fra i figli del popolo - Gli Ex-allievi - Notizie varie.

Necrologio e Cooperatori defunti.

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE - VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO

„ Sia lodato Gesù Cristo! "

Lo bestemmiano sempre, ed ora Lo hanno bestemmiato con frasi piú sacrileghe e ributtanti del solito, insultando alla fede e straziando la coscienza di tutti gli italiani e di tutti quanti i cristiani. Protestiamo anche noi con un pubblico atto di fede e di profondo e inalterabile amore a Gesù Crìsto, nostro Dio e nostro Redentore.

Non è nuova una protesta di questo genere nel Bollettino Salesiano. Già sul principio del 1883, quando a Torino un lurido foglio settimanale aveva preso a vilipendere il nome di Gesù Crìsto, il nostro Venerabile Fondatore Don Bosco volle che l'onore dell'Uomo-Dio fosse anche allora pubblicamente riparato; e l'eloquente articolo « Gesú Cristo, nostro Dio e nostro Re » pubblicato dal Bollettino nel numero di febbraio, ristampato in forma di opuscolo in due edizioni di centomila copie ciascuna, venne diffuso in città a piene mani.

Oggi sulle 85.000 copie dell'edizione italiana del Bollettino Salesiano noi vogliamo riprodotta la nobile protesta che il Vicario di N. S. Gesú Cristo proferi il 22 ottobre u. s. nell'udienza accordata ai componenti la Società romana della Vergine della Valle, Lega contro la bestemmia, il turpiloquio e le imprecazioni, in occasione del XXV° Anniversario dell'Incoronazione della prodigiosa Immagine della Beatissima Vergine venerata sotto l'accennato titolo in un celebre Santuario della Repubblica Argentina.

Ecco l'augusta parola del Papa, la quale è quanto mai opportuna anche pei nostri lettori.

« .... Al lieto motivo onde erano invitati alla Nostra presenza i membri della Società della SS.ma Vergine della Valle si aggiunge ora nuova ragione, non meno impellente, sebbene tanto dolorosa quanto quel primo motivo Ci era invece apparso soave e giocondo. Imperocchè il caro sodalizio, che è canonicamente eretto sotto la protezione della SS.ma Vergine della Valle, ha per iscopo di combattere la bestemmia, l'imprecazione ed il turpiloquio. Ma l'anima Nostra dovette inorridire, or fanno poche settimane, alla notizia di orribili bestemmie lanciate contro la Persona adorabile del Nostro divin Redentore, da chi a torto si atteggia a rappresentante del « Popolo d'Italia » ...

» Le offese fatte ad un amico si ripercuotono naturalmente nel nostro cuore: e quanto piú ciò deve accadere quando le offese son fatte ad un nostro benefattore ! Se insensibili e muti restassimo innanzi agli insulti fatti ad un amico o ad un benefattore si dovrebbe dire che non è sincera la nostra amicizia, o che non apriamo il cuore a quel senso di gratitudine che nemmeno alle bestie è ignoto. Ma non andarono a ferire il cuore di un amico, non offesero il nostro osassimo Benefattore le bestemmie che nel passato mese furono lanciate contro il nostro Divìn Redentore? Tutti i cristiani hanno dovuto sentirsene offesi, perché chi ama fa propria l'offesa fatta all'amico, e chi non è ingrato si duole che al proprio benefattore, non l'omaggio ma l'ingiuria sia resa.

» Fra tutti però avete dovuto scuotervi specialmente voi, che siete ascritti ad una Lega contro la bestemmia, l'imprecazione e il turpiloquio...

» Ouando un vostro fratello è visitato dalla sventura voi siete solleciti di porgergli condoglianze, e con molteplici attestati di affetto procurate lenire la piaga aperta nel suo cuore. Or nessuno dirà mai che la bestemmia rechi danno a quel Dio che è per se stesso infinitamente beato; ma chi ama Dio deve affliggersi che non ne siano riconosciuti i sovrani diritti, che il Nome santo di Lui non sia pubblicamente onorato; epperò deve adoperarsi ad impedire che la bestemmia si ripeta, anzì deve procurare che l'oltraggio da essa recato a Dio abbia sollecita e conveniente riparazione.

» Crederemmo farvi torto, o figliuolì carissimi, se volessimo insistere nell'esortarvi a crescere di zelo nell'opera riparatrice della bestemmia, in seguito ai recenti insulti fatti a Dio; a chi ha mente e cuore basta aver notizia di certi insulti, per deplorarli e volerli subito riparati. Auguriamo invece che l'opera vostra abbia molti imitatori, e conce nube d'incenso si levi a Dio per ottenere la conversione di chi l'ha sí villanamente offeso.

» Nella speranza di veder appagato questo Nostro desiderio Ci conforta il pensiero che il vostro sodalizio è posto sotto la protezione della SS.ma Vergine. Ai piedi della Croce di Gesù stava la divina sua Madre, e nel cuore di

Lei echeggiavano tristemente le bestemmie che i crocifissori lanciavano contro la Vìttìma Augusta: praetereuntes... blasphemabant eum : ah! forse furono le preghiere di :Maria che ottennero a quei bestemmiatori di potere indì a poco discendere dal monte, battersi il petto e ripetere: Vere Filius Dei erat iste (Matth. XXVII, 53)

» Deh! che la intercessione della SS.ma Vergine della Valle ottengà ora efficacia alle preghiere e ai buoni esempi degli ascritti al suo sodalizio, e, così ad essi, come alle loro famiglie e a quanti vorranno imitarli, ottenga quell'abbondanza dei celestì favori, dei quali vogliamo sia pegno la benedizione apostolica, che con paterno affetto impartiamo a tutti i presenti ».

I teneri accenti del S. Padre vanno anche al cuore dei nostri lettori. Il Venerabile Don Bosco nel Regolamento dell'Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice, articolo 5, scrisse queste precise parole: « Gli associati si daranno massima cura per sè e presso alle persozze da loro dipendenti d'impedire la bestemmia e qualunque discorso contrario alta religione » ; e nell'istituire la Pia Unione dei Cooperatori è noto che egli ebbe in animo di provvedere un nuovo mezzo « per giovare al buon costume e alla civile società ». Ora, chi dei nostri Cooperatori non è ascritto all'Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice? Chi non sente profondo rammarico nel constatare in mezzo alle nostre popolazioni l'esecrabile. vizio d'insultare e profanare i nomi augusti di Dio, di N. S. G. Cristo, e della Beata Vergine, nostra tenera Madre?

Ebbene, o cari lettori, rinnoviamo tutti il santo proposito di combattere la bestemmia e il turpiloquio. Sorvegliamo in casa nostra e fuori di essa; dìffondiamo lo stesso zelo tra le nostre conoscenze, con tutti i mezzi che la cristiana carità ispira; e ci renderemo benemeriti della Religione e della Patria nostra carissima, attirando e moltiplicando sopra di essa le benedizioni del Signore.

Lega Nazionale contro la bestemmia e il turpiloquio.

Crediamo di far cosa buona e proficua l'accennare ad altre autorevoli adesioni pervenute alla presidenza della Lega Nazionale contro la bestemmia e il turpiloquio.

VESCOVO DELL'ESERCITO E DELL'ARMATA

Treviso, 7 ottobre 1916.

Ill.mo sig. Cavaliere,

Cordialmente la ringrazio della comunicazione fattami e mi congratulo colla Presidenza della Lega Nazionale contro la bestemmia e il turpiloquio per il risultato già ottenuto.

Volentieri mi unisco all'opera zelante della Lega e mi adoprerò perché i Cappellani Militari siano altrettanti cooperatori, specialmente significandomi i casi d'infrazione al Regolamento Militare e alle disposizioni ministeriali.

Purtroppo che il malo esempio è dato da certi giornali che dovrebbero avere l'ostracismo d'ogni soldato ed onesto cittadino.

Sia lodato Gesú Cristo; Egli benedica a Lei, alla Lega; conceda frutti, meriti, premio. Affmo in G. C.

+ ANGELO BARTOLOMASI.

Egregio Signor Cav. Avv. Bellia - Torino

IL MINISTRO DELLA MARINA

Roma, li 12 ottobre 1916. Egregio Signor Presidente,

In risposta alla pregiata sua lettera mi è gradito informarla che, con apposita circolare, ho richiamato le autorità militari marittime a curare la rigorosa osservanza delle norme del vigente regolamento di disciplina per i Corpi Militari della R. Marina che vietano di proferire imprecazioni e discorsi repugnanti al senso morale.

Le rinnovo, signor Presidente, gli atti della mia particolare considerazione.

T. CORSI

Ill.mo Signor Conte Balbo di Vinadio Presidente Generale della Lega Nazionale, ecc.

Il Nome di Gesù negli Stati Uniti.

Il Sac. D. Ernesto Coppo, Ispettore delle Case Salesiane del Nord-America, venuto di recente in Italia per i bisogni della sua missione, ove ritorna in questi giorni, ci scrive:

Per impedire la profanazione del Nome SS. di Gesti e prevenire che s'introduca la bestemmia che finora, grazie a Dio, non esiste negli Stati Uniti, venne eretta in quasi tutte le chiese cattoliche americane la Società del Santo Nome. Il regolamento è semplicissimo. Basta promettere di vivere da buon cattolico, di prendere parte alle riunioni mensili, quando non si è impediti da ragionevoli motivi e di accostarsi alla Santa Comunione, insieme cogli altri soci, nella seconda domenica di ogni mese. La Società conta ora circa 500.000 membri, divisi in tante sezioni, quante sono le chiese in cui è stata eretta.

In ogni Diocesi le sezioni tengono adunanze generali trimestrali, durante le quali scelti oratori rivolgono eloquenti parole ai soci per eccitarli ad essere sempre piú forti nella fede ed esemplari nella pratica dei propri doveri, specialmente fuggendo la profanazione del Nome SS. di Gesú ed il turpiloquio. In molte diocesi, una volta all'anno, i soci si radunano per una grande festa religioso-sociale. In detto giorno tutti si accostano alla S. Comunione, ed alla sera prendono parte ad un solenne corteo con bandiere, stendardi e bande musicali. In detta occasione si distribuiscono generalmente a migliaia fogli di varii colori, inneggianti al Nome SS. di Gesú. La funzione si conclude con un discorso del Vescovo o di altro grande oratore e colla benedizione del SS. Sacramento.

Prima che io partissi per l'Italia presi parte al corteo che ebbe luogo nella città di Paterson. Vi erano solo i soci di quella cittadina, eppure furono circa 8ooo gli uomini che vi parteciparono. Tutte le classi sociali vi erano rappresentate. Il corteo passò applaudito anche dai protestanti per le vie principali della città e quando tutta quella massa di uomini fu raccolta su di una collina che si eleva nelle vicinanze, parlarono applauditissimi un eloquente giudice ed un venerando sacerdote ; quindi, allo squillo d'una tromba, tutti s'inginocchiarono per ricevere la benedizione del Santissimo che venne impartita solennemente. E si noti che questi 8ooo uomini al mattino avevano fatto la S. Comunione.

Siffatte funzioni lasciano sempre un'impressione vivissima in quanti vi prendono parte e servono mirabilmente a promuovere il rispetto a l'amore verso il Nome SS. di Gesú.

Anche in molte chiese italiane degli Stati Uniti venne eretta la Società del SS. Nome di Gesú, e noi Salesiani siamo stati fra i primi ad erigerla nella nostra parrocchia della Trasfigurazione. In seguito l'abbiamo eretta nella chiesa di Maria Ausiliatrice in New York, in quella di S. Antonio in Paterson, nelle due chiese di S. Francisco ed in quella di Port Chester con gran frutto.

LA NOSTRA RISPOSTA AL QUESITO:

"Come si può avere personale idoneo cui affidare le opere giovanili?"

Come sorse il quesito.

Il Bollettino Salesiano (aprile 1916), raccomandando ai Cooperatori l'assistenza della gioventú abbandonata, scriveva

« Quattro o cinque conferenze su questo argomento - tra i Salesiani e i Cooperatori locali - non saranno né troppe né fuor di luogo, per studiare seriamente il modo di provvedere all'assistenza dei figli dei richiamati e all'educazione degli orfani

» Anche nelle città, ove non esistono Case Salesiane, noi vedremo con gioia sorgere Comitati di Cooperatori Salesiani, allo stesso fine e collo stesso programma.

» Diciamo di più. Dev'essere impegno di ogni Cooperatore Salesiano il fare tutto quel bene che può in questo campo

» Noi raccomandiamo caldamente lo studio e la pratica di quest'opera di squisita carità religiosa e patria, e preghiamo i più illuminati e zelanti a suggerirci quello che converrebbe fare nelle campagne, nei piccoli e grossi paesi e nelle grandi città. Ben volentieri, ad ammaestramento di tutti i Cooperatori, pubblicheremo le loro proposte nel prossimo numero.

E fin dal numero di maggio avevamo il piacere di pubblicare alcune risposte.

L'Opera dei Cooperatori nell'ora presente - diceva Mons. Vigna di Cremona dev'essere questa in modo speciale:

1) Coadiuvare il Comitato Cattolico Centrale Nazionale e i Comitati locali che sorgeranno per l'assistenza agli orfani di guerra:

a) assecondando il loro programma di azione;

b) significando ad essi i poveri fanciulli orfanelli, perché possano venir raccolti in istituti nostri, cioè cattolici, per farne dei buoni cristiani e dei buoni cittadini;

2) Provvedere - mediante l'apertura di Oratorii o Ricreatorii, Scuole, Sale e Nidi di custodia, anche in paeselli di poche centinaia di abitanti - all'assistenza dei piccoli figli dei richiamati.

Quest'ultima raccomandazione veniva sviluppata dal Cav. Arturo Poesio:

« Per l'assistenza dei fanciulli abbandonati, cosí urgente in questo doloroso momento, i Cooperatori Salesiani che vogliono, come è nostro dovere, lavorare in armonia di intenti e di azione colla Pia Società Salesiana, senza perdersi in laboriose elucubrazioni per la ricerca e l'esame di opere nuove, risolvano senz'altro di tentare la fondazione di un Oratorio festico, sia pure nella forma più semplice, accingendosi subito al lavoro, sia con il concorso di un comitato, sia, se sacerdoti, con la sola opera propria individuale, e con i mezzi che sono immediatamente a disposizione, anche modestissimi, fidando nel sicuro aiuto di Maria SS. Ausiliatrice, senza indugiarsi nell'attesa di raccogliere grandi risorse preparatorie ».

Cosí il programma era chiaramente tracciato. Ma, nello stesso numero, il venerando Can. Uberto Cattaneo di Rovigo cominciava a mettervi un punto interrogativo

« Commendevolissima la proposta per la gioventú abbandonata, ma quando si voglia venire alla pratica, oh, qui sta il busillis. Ci vuol l'uomo insomma e ci vuol bene da per tutto! e pur troppo manca quasi sempre. Massime poi ove trattisi di opere che assurgono poco meno che al grado d'istituzioni, la difficoltà è grande assai, richiede proprio la missione. Nel caso specifico la mi sembra una questione straordinariamente complessa che esige una somma di fatti, di opportunità favorevoli e di mezzi locali... »

Questa difficoltà veniva illustrata, nel mese di giugno, da una splendida lettera, riboccante di amore per la gioventú, scrittaci dal rev.mo Mons. Brugnoli, prevosto di Asolo (Treviso). Lamentando la mancanza, o la vita breve e travagliata e poco feconda delle opere giovanili, egli scriveva:

« A mio modesto avviso la ragione è una sola: manca il personale adatto! Ed è precisamente di fronte a questo fatto doloroso che si infrangono le migliori volontà, che si spengono tanti entusiasmi e si è condannati a vivere di sogni, e ad assistere alla rovina di tanti giovani! Chi vuol persuadersi non ha che a provare: si trovano chiuse tutte le vie... e non si può andar innanzi... Ed è possibile colmar questo vuoto? E possibile creare questo personale per un'opera cosî urgente, cosí utile, cosí doverosa, la salvezza della gioventú maschile?.... »

A questa domanda, della quale subito comprendemmo l'importanza, noi formulammo il quesito:

« Come si può avere personale idoneo, cui affidare le opere giovanili? »

Le risposte ricevute dai benemeriti Cooperatori furon numerose, e tutte, anche quelle che non erano proprio dirette, interessanti. Le migliori apparvero in quattro numeri del Bollettino, da luglio a ottobre.

Ora diciamo noi, come abbiamo promesso, l'umile nostra parola. Premettiamo

Alcune osservazioni.

Le opere giovanili oggi s'impongono dappertutto: nelle città e nei paesi, nei grossi centri e perfino nelle parrocchie di campagna. E questa una verità riconosciuta da tutti i ben pensanti, da cui è ammessa senza discussione.

Ma non basta studiare il modo di avere personale idoneo (cioè proprio, stabile e capace) , bisogna anche pensare ad averlo in quantità sufficiente per tutte le opere giovanili.

Si è detto:

I) Che a ciò non bastano i membri di tutte insieme le Congregazioni Religiose, aventi per iscopo, diretto o indiretto, l'educazione della gioventú. Ognun vede infatti quanti ancor sono i paesi e le città che non hanno alcuna di queste istituzioni ;

II) Che non basta neppure il Clero secolare; perché in molte parrocchie c'è solamente il Parroco, e nelle altre, in cui egli ha uno o più coadiutori, sono anch'essi assorbiti dalle cure generali del ministero pastorale, e non possono - se non in pochi casi - dedicarsi direttamente ed esclusivamente alle opere giovanili.

Fatte queste constatazioni, si è suggerito: « Occorre un Istituto speciale, nazionale, che abbia l'unico scopo di Preparare il Personale per le opere giovanili », istituto che potrebbe essere affidato ad una società religiosa, già fiorente, ad es. alla Pia Società Salesiana. Benissimo! Noi però osserviamo:

« Il nuovo Istituto potrà provvedere a tutti i bisogni?... Evidentemente, no; perché le città, i paesi, e le parrocchie cui rimarrà a provvedere, saranno sempre innumerevoli ».

I lettori ricordano, senza dubbio, l'accenno di una pia iniziativa di Brescia, dove si pensava di fondare un nuovo istituto religioso, che avesse « per fine proprio la coltura cristiana della gioventù in prima, e poi anche degli adulti del ceto maschile, nelle borgate e nelle città minori soltanto ». E il rev.mo P. Franzini S. J . ci manda la lieta notizia che l'abbozzo di regolamento relativo a quest'opera è tuttora riservato a chi la ideò, e che il pio disegno è in via di ricostituzione. Egregiamente! Ma noi torniamo a domandare:

« Avendo anche un nuovo istituto religioso che si dedichi di preferenza alla gioventú, saranno perciò provviste di personale tutte le parrocchie d'Italia? ».

Ben venga l'Istituto Nazionale, e all'unico scopo di preparare il personale per le opere giovanili! sorgano nuovi Istituti Religiosi per l'educazione cristiana della gioventú! ma tutti quanti - sacerdoti, religiosi e laici - persuadiamoci di una grande verità: che resta e resterà sempre a tutti l'obbligo di cooperare a provvedere il personale idoneo per le opere giovanili.

Ecco quindi, con semplicità e col vivo desiderio di essere ben compresi, l'umile nostra risposta.

LA NOSTRA RISPOSTA I.

Si deve distinguere tra « ottimo » e « buon » personale : ma l'uno e l'altro è da ritenersi « idoneo », cioè tale cui si possono affidare, con sicurezza di riuscita, opere giovanili.

Personale ottimo sono quei sacerdoti, quei religiosi, ed anche quei laici, che ad una spiccata vocazione a dedicarsi all'educazione cristiana della gioventú, accoppiano un'educazione didattica, seria ed esauriente.

Personale buono possono essere o divenire quei sacerdoti, religiosi, e laici, che pur non avendo una vocazione speciale a dedicarsi alla gioventú, tuttavia, compresi della necessità e dell'urgenza delle opere giovanili, vi si dedicano di proposito, come ad una missione, col sussidio di un'educazione didattica, seria ed esauriente.

Di qui appare manifesta l'accennata verità: - la possibilità e la necessità di moltiplicare in ogni campo, l'« ottimo » e il « buon » personale.

Ecco all'uopo alcuni suggerimenti.

I) - Per ciò che riguarda l'educazione del Clero secolare (si badi che non facciamo altro che riassumere e coordinare le migliori proposte dei nostri Cooperatori):

1° Tutti, indistintamente, gli alunni dei Seminari dovrebbero essere gradatamente e seriamente educati e preparati all'apostolato giovanile:

a) con un Corso di opportuna pedagogia catechistica, ovvero una serie di facili e pratiche conferenze, nelle quali sieno illustrati la necessità e il modo di attendere all'educazione cristiana della gioventú;

b) colla periodica lettura delle vite dei grandi educatori cristiani;

e) colla pratica (il che è importantissimo), dell'insegnamento che s'imparte, in Oratori festivi ben organizzati e ben diretti.

d) Ove questo non fosse possibile durante l'anno scolastico, si tengano Settimane «ad hoc » o Corsi speciali di pedagogia catechistica durante le vacanze, diretti da sacerdoti e laici « specialisti » in questo ramo d'azione cattolica giovanile.

2° Per i sacerdoti, massime per quelli che non poterono avere per tempo questa cultura e questa preparazione:

a) Si tengano « annualmente » Settimane di istruzione tecnica e pratica circa gli Oratori e le scuole di religione, possibilmente in luoghi dove si possa studiare un Oratorio in funzione.

b) Negli esercizi spirituali al Clero si tengano - oltre le consuete meditazioni ed istruzioni -- alcune conferenze sulla necessità e sul metodo dell'azione cattolica giovanile.

e) Si faciliti - in tutti i modi - a sacerdoti (e anche a seminaristi durante le vacanze, sempre secondo il giudizio dell'Ordinario) il tirocinio di settimane e mesi in Oratori ben organizzati, dove è piú facile risvegliare e alimentare l'amore all'infanzia, indispensabile per riuscire in questo apostolato e conoscere i segreti di lavorar con frutto sull'anima giovanile.

d) Non si lasci passare alcuna occasione - come congregazioni foranee, ritiri mensili o riunioni del Clero - senza accennare a qualche punto di questo ramo pastorale.

II) Per ciò che riguarda le Congregazioni e Istituti religiosi, che si dedicano all'educazione della gioventù:

1° Privatamente i singoli membri largheggino di consigli, e di tutto quell'aiuto che possono dare, a quanti ricorrono a loro per direttive:

a) circa l'impianto di opere giovanili;

b) per conoscere e superare gli ostacoli che si frappongono allo sviluppo di esse;

c) per renderle sempre fiorenti e fruttuose.

2° Pubblicamente si facciano promotori di Congressi locali e regionali e di Settimane o Corsi speciali di educazione all'apostolato giovanile, come sopra.

3° Tengano vivo - con tutti i mezzi di cui possono disporre - specie con la stampa - questo spirito eminentemente cristiano di attivo apostolato attorno la gioventù.

4° Nell'aprire nuove case, scelgano di preferenza le località piú bisognose di chi si occupi dei giovani, cioè quelle ove non esistono ancora comunità che lavorino nel campo giovanile; e, potendo, allarghino nei giorni festivi l'opera loro a favore dei paesi limitrofi o circostanti.

NOTA. - Se il personale degli Istituti religiosi è giudicato ottimo per le opere giovanili, si procuri da tutti, specie dai RR. Parroci e Sacerdoti, di moltiplicarlo col favorire e inviare a detti Istituti nuove vocazioni.

II.

Dappertutto - con un po' di buona volontà e con un po' di lavoro - si può formare « buono » ed anche « ottimo » personale tra i laici, per la più semplice delle opere giovanili, l'Oratorio festivo.

Se, a provvedere personale « idoneo » cui affidare le opere giovanili, non bastano né il Clero

secolare né il Clero regolare, è chiaro che si deve ricorrere all'elemento laico, e dappertutto si trovano alcuni laici, di buon volere e di buon esempio, che istruiti su ciò che debbono fare, e diligentemente assistiti e sorretti, divengono capaci di far fiorire e mantenere in fiore, proporzionatamente alle esigenze ed ai bisogni locali, un Oratorio festivo. L'anima, la testa direttiva, il cuore degli Oratori e delle opere giovanili dev'essere il sacerdote, il quale una volta preparato, formato, vivente in questo ministero, sarà suscitatore, propulsore, guida di cooperatori nel campo laicale, come fu Don Bosco.

Perciò:

1° Prima cura del Parroco, o del sacerdote che si accinge all'Opera dell'Oratorio, sia quella di cercare, scoprire, e coltivare tali elementi. Questi possono essere anche semplici giovani.

2° Per formarli: si affidino a ognun di essi soltanto quei còmpiti di cui son capaci; quindi si sorveglino, né si lasci mai d'incoraggiarli, col lodarli quando li disimpegnano bene, col mostrare di avere in loro fiducia, e sopratutto col tenerli vicino il piú che sia possibile e parlar loro del bene che fanno e che possono fare.

3° Il direttore li raduni quindi regolarmente una volta la settimana, per sviluppare in loro i semi della buona pedagogia cristiana, mostrando praticamente come si educa, come si studia e si conosce il fanciullo, come si corregge, ecc., raccogliendo le esperienze fatte, proponendo iniziative, scambiandosi le vedute.

4° A tutti, giovani e adulti, tenga periodicamente anche brevi conferenze o lezioni didattiche, per prepararli a dare cori frutto le lezioni catechistiche in ciascuna classe.

5° Dia loro comodità di leggere libri, riviste e periodici che li animino sempre piú al santo apostolato.

6° Cerchi anche d'organizzare Settimane religiose di giovani addetti agli Oratori e alle scuole di catechismo (come si fanno per i giovani propagandisti), nelle quali, alla cultura spirituale, si aggiunga la parte tecnica e pratica per le opere a cui sono chiamati. In qualche città si sono organizzati esercizi spirituali catechistici ai giovani di città e di campagna, con confortante successo.

7° Gioveranno assai anche periodici Convegni diocesani di giovani coadiutori degli Oratori, nei quali persone competenti trattino problemi inerenti all'azione giovanile, confortando, aiutando, incoraggiando, spronando, lasciando poi libero campo, e dando grande importanza alle interrogazioni, alla esposizione delle difficoltà incontrate e dei risultati ottenuti.

In tali riunioni, convegni, settimane o altro, torna efficacissima anche la parola di laici, già esperimentati in questo campo.

III.

In conclusione, sorga in ogni città ed in ogni paese qualcuno che metta in pratica quanto si è detto, e si vedranno sorgere e fiorire dappertutto gli Oratori festivi.

Non v'è dubbio, qui pure volere è potere. Naturalmente, qua e là s'incontreranno delle difficoltà dipendenti da speciali circostanze locali, e sopratutto dalla poca o nessuna convinzione della assoluta necessità di questo genere di apostolato, precisamente in chi dovrebbe esserne il natural promotore. E allora? procuriamo, senza paura, di togliere anche questo grave impedimento - che in molti luoghi è purtroppo impediente e dirimente ogni buona iniziativa - e ciò otterremo con un'attiva propaganda dell'idea, coll'esempio, e con la preghiera.

Animo, o apostoli della gioventú ; tutti all'opera! Chi sente questo zelo, sacerdote o no, ascolti l'invito, segna l'esempio di Don Bosco, e vedrà l'opera sua benedetta dal Signore.

Per parte nostra facciamo una promessa - di tener vivo questo tema cosí importante - col trattarne, sempre, direttamente o indirettamente, a ricordo, a stimolo, o ad incoraggiamento, in tutti i numeri del Bollettino.

Per prima cosa ci proponiamo d'illustrare tre temi:

1) Come si attirino i giovani all'Oratorio;

2) Come vi debbano essere trattenuti; 3) Come vi debbano essere educati.

E tutto ciò secondo gli insegnamenti e gli esempi di Don Bosco.

Questa è l'umile nostra risposta : la benedica il Signore!

NB. - Ringraziamo nuovamente quei benevoli Cooperatori, specialmente Revv. Sacerdoti, che ci hanno aiutato coi loro saggi consigli. Alcuni di questi, riflettenti un altro lato della questione discussa e che interessa soltanto il Clero, li pubblicheremo nel IV supplemento del Bollettino destinato ai Revv. Sacerdoti, nel prossimo gennaio.

LAVORO! LAVORO!

L'esempio di un buon Parroco.

Cooperatori e Cooperatrici, lavoriamo! Guardiamoci dall'inazione, vedendo e sapendo che non possiamo far « tutto» il bene che vorremmo fare, e che non possiamo « farlo bene » come si dovrebbe.

« Nel regno della carità - scrive Giosuè Borsi nei Colloqui - la messe è sempre infinitamente piú grande di quel che bisognerebbe al numero e alla debolezza dei pochissimi mietitori. Ma qual servo vuol essere eosí inetto, vile e ignavo, che si segga scoraggiato, e si rifiuti di far poco, unicamente perché dispera di far tutto? Certo, le sventure nel mondo sono immense e irrimediabili, la miseria è troppa, i mali della società sono profondi e terribili, le sue piaghe sono purulenti e incurabili. Come supplire a tutto? Ognuno di noi non ha che due braccia, una cerchia limitatissima, mezzi esigui. Che importa? Un po' di buona volontà e un po' di coraggio, e cominciamo a fare il nostro pochissimo, senza fretta, senza affanno, con calma, con accuratezza, come se ciò che si fa fosse tutto e bastasse a rimediare a tutto. Chi può sapere tra noi quale sia in realtà il valore incalcolabile d'un atto di carità? Già è immenso il suo valore pratico in questo mondo, in sè e come esempio; ma chi sa qual è il suo valore lassú, con che giubilo sarà accolto nel regno dei cieli! Le parole di Gesú ci fanno sentire il suo valore per l'imperiosa insistenza con cui ce l'ha chiesto, per la generosa bontà con cui ce ne promette la sicura ricompensa, Egli che nel giorno dell'ira considererà come fatta a lui ogni opera di carità fatta a uno solo dei suoi minimi fratelli, e negato a lui ogni soccorso negato a uno dei in piccoli fra loro ».

A titolo di encomio, ecco ciò che ha fatto un nostro zelante Cooperatore. Leggiamo nella Voce Misena di Senigallia, del 29 settembre u. s.

Nel popoloso rione del «Porto », per opera di quel zelantissimo parroco D. Virgilio Benni, è sorta una benefica e santa istituzione, che merita di essere segnalata all'attenzione e all'ammirazione del pubblico.

Centinaia dr bambini, che prima erano abbandonati alla strada (il Patronato scolastico non pensa che ai figli dei richiamati), vengono ora raccolti in una modesta sala della canonica dove trovano ogni giorno non solo lieto svago in giuochi piacevoli e garbati, ma anche il mezzo per educare la niente ed il cuore alle più nobili cose.

In mezzo a quella numerosa schiera di bimbi il buon Parroco non è solamente il Padre amoroso ma è anche il maestro gentile e paziente: li istruisce nel catechismo, nella storia sacra e civile, nell'aritmetica, nella lettura e fin anche nella composizione; e il suo insegnamento è vivo, efficace e sommamente proficuo, non essendo mai scompagnato dalla nitida proiezione luminosa che presenta dinnanzi agli occhi dei bimbi il fatto storico a naturale che dev'essere spiegato.

Abbiamo fatto una breve visita a questo piccolo ospizio, in cui la carità di un prete raccoglie e lenisce tante miserie e tanti dolori del nostro popolo e ne siamo rimasti veramente ammirati

Al buon Parroco non osiamo ora rivolgere parole di elogio o di congratulazione: egli non ne ha certo bisogno; facciamo solo l'augurio che la sua opera santa ed umana sia meritatamente conosciuta ed incoraggiata dalle anime buone.

Mons. Giuseppe Fagnano.

ANCHE Mons. Fagnano, uno dei primi Missionari inviati dal Ven. D. Bosco nel 1875 alla Repubblica Argentina, il 1° Direttore della prima Casa Salesiana colà aperta, il fondatore e promotore indefesso delle Missioni Salesiane nella Patagonia e nella Terra del Fuoco, è volato - come dicemmo - a ricevere il premio di piú di quarant'anni di apostoliche fatiche.

« Il mesto annunzio - scriveva il rev.mo nostro Rettor Maggiore D. Albera a tutte le case della Pia Società - mi fu dato ier l'altro telegraficamente dal nostro carissimo Ispettore del Chilí D. Luigi Nai, ed è nostro dovere umilmente inchinarci davanti alla volontà di Dio ripetendo: Dominus dedit, Dominus abstulit: sit nomen Domini benedictum.

» L'ambascia che mi opprime, non mi permette di scrivere a lungo intorno alla splendida figura di Monsignor Fagnano; e d'altro lato egli è abbastanza noto non solo ai Salesiani, ma a quanti hanno a cuore l'incremento della religione e il progresso della civiltà, da dispensarmi dallo spendere molte parole per convincervi quanto sua grave la perdita che con la sua morte ha fatto la nostra Pia Società...

Nato a Rocchetta Tanaro il 9 marzo 1844, e fatti i primi studi nel Seminario di Asti, fu inviato a compiere il ginnasio noll'Oratorio Salesiano di Torino, ove conobbe Don Bosco, e si fece Salesiano.

Ordinato sacerdote il 19 settembre 1868 e nominato prefetto-economo del Collegio di Lanzo Torinese, non ostante le molte e gravi sue occupazioni, per rendersi ognor piú utile alla nostra Pia Società si abilitò all'insegnamento mediante l'esame da maestro elementare e da professore di ginnasio inferiore subìto alla R. Università di Torino.

« Don Fagnano - prosegue il sig. D. Albera - avrebbe impiegate tutte le sue energie nel nobile ufficio di educatore della gioventú; ma Don Bosco, che aveva messo in lui tutta la sua fiducia, nell'anno 1875 pensò di affidargli da coltivare un campo ben piú vasto. Il buon Padre lo designò a far parte di quella prima spedizione di Missionari che egli inviava alla Repubblica Argentina sotto la guida di Don Cagliero, di colui che piú tardi sarebbe stato Vescovo della Patagonia ed oggi è Cardinale di S. Romana Chiesa.

» Il giovane Missionario cominciò la sua missione nella graziosa città di S. Nicolas de los Arroyos, ove non tardò ad attirarsi la simpatia e la benevolenza di tutti gli abitanti, specialmente dei numerosi italiani colà emigrati, i quali gli serbarono ognora la piú viva riconoscenza. Colà egli fondò un collegio tuttora fiorente che ricorderà ai posteri l'ardente suo zelo per la gloria di Dio e per la salvezza della gioventú.

» Era già considerevole la messe che il Signore gli aveva preparata a S. Nicolas, tuttavia questa non era il campo definitivo del suo apostolato.

Nel 1879 i Salesiani erano entrati, dopo incredibili sacrifici, nella Patagonia; Don Bosco stava cercando il missionario a cui affidare tante anime che ancora ignoravano il beneficio della Redenzione ed erano prive d'ogni vantaggio della civiltà. I Salesiani che vi erano arrivati, avevano bisogno di un uomo saggio e prudente che dirigesse i loro lavori; e quest'uomo era appunto Don Fagnano, il quale prontamente rispose alla voce dell'ubbidienza e fissò la sua dimora a Patagones, sulla sponda del Rio Negro... »

Mille difficoltà tentarono di arrestare i suoi passi, ma egli tutte le vinse e potè vedere anche colà sorgere una bella chiesa e varii istituti che attendono all'educazione della gioventú, preparando la via al Vicariato Apostolico che l'immortale Leone XIII affidò nel 1883 a Sua Ecc. Mons. Cagliero.

« C'era ancora da provvedere alla parte meridionale del continente americano e lo stesso So vrano Pontefice vi erigeva una Prefettura Apostolica che doveva comprendere anche la Terra del Fuoco e le isole adiacenti, e il nuovo Prefetto Apostolico è pronto; egli è il nostro zelantissimo Mons. Fagnano.

» Volumi intieri di grandissima mole si potrebbero scrivere se si volessero narrare le varie vicende della missione, le fatiche sostenute dal Prefetto Apostolico dal 1884 fino al giorno in cui egli ci fu rapito dalla morte. Tre sono le grandi tribú che egli condusse in seno alla Chiesa Cattolica : i Tehuelches, gli Alacalufes e gli Onas della Terra del Fuoco.

» Mons. Fagnano stabilisce la sua residenza in Puntarenas nello stretto di Magellano, e in pochi anni vi erige varii grandiosi istituti diretti dai Salesiani e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Innalza con gravi spese una bella e vasta chiesa in stile corinzio: il primo edificio di calce e mattoni che siasi costrutto in quei paraggi ove non si vedevano che case di legno. Da Puntarenas fa continue escursioni nei canali circostanti raccogliendo povere creature in cui a stento si riconoscono le sembianze umane. Fa sorgere a Dawson un vero paesello, con una scuola di agricoltura e pastorizia che fu luogo di salvezza a tanti poveri fanciulli e giovanette della tribù degli Alacalufes. Anche nella Terra del Fuoco fondò una missione in cui erano mantenuti dai missionarii più centinaia di Onas, che gli dovevano piú tardi procurare molte consolazioni con la loro vita esemplarmente cristiana, come mi fu dato constatare de visu nel 1901 quando fui inviato dal compianto Don Rua a visitare quella missione. Altamente edificato dallo zelo instancabile del Prefetto Apostolico e consolato dai frutti già ottenuti, io non poteva far altro che incoraggiarlo a continuare nella via intrapresa.

» Egli infatti continuò il suo lavoro per 15 anni ancora, rifiutando quel riposo a cui avrebbe avuto diritto per la sua età e per la sua ornai logora sanità. Si fu per questo che in questi ultimi tempi, nonostante la sua robusta fibra, fu colto da varii accciacchi che crescendo ognora lo condussero alla tomba. Già ne aveva sentito le tristi conseguenze nel 1910, nell'occasione dell'ultimo Capitolo Generale a cui era intervenuto. Sebbene a stento potesse muovere il braccio e la gamba sinistra, pure volle ritorno alla sua diletta missione e continuare le sue molteplici mansioni. Dovette più tardi usarsi qualche riguardo, come ebbe a scrivere il 31 maggio scorso. Ecco le sue parole: -Il riposo assoluto d'un me--e ha giovato alla mia salute in modo che posso lavorare due o tre ore al giorno che occupo nel redigere le memorie della missione. Credendo poi di poter usare bene la gamba sinistra, mi azzardai a fare la visita ispettoriale alla missione della Candelaria, Capo Agnese e Usuaya, ma ritornai malconcio, essendosi aperta una piaga sotto il piede sinistro, tanto da obbligarmi a star a letto senza poter celebrare la messa dal 16 aprile. al 22 corr. maggio e solamente dal 23 maggio posso celebrare nella cappella privata. Devo assolutamente guardarmi dal freddo, che qui si fa sentire nei mesi di giugno, luglio e agosto, nei quali mi recherò a Santiago, ove è meno crudo.

» E in Santiago, capitale del Chilí, doveva chiudere i suoi giorni e precisamente nel 48° anniversario della sua ordinazione sacerdotale...

» La Prefettura Apostolica della Patagonia Meridonale e della Terra del Fuoco, orbata dal suo capo, non è sola a piangere la morte di Mons. Fagnano. Al dolore di quella popolazione, da lui tanto amata e beneficata, si uniscono due fiorenti nazioni, il Chili e la Repubblica Argentina, di cui Mons. Fagnano si rese tanto benemerito. Ovunque si faranno divoti suffragi all'anima dello zelantissimo missionario... »

Fin qui il rovino nostro Superiore D. Albera. Noi siamo certi che anche i nostri Cooperatori si saranno uniti ai Salesiani nel suffragare l'anima dell'infaticabile Missionario, e ne rendiamo loro - anche a nome dei congiunti - i piú fervidi ringraziamenti.

Le "memorie" di Mons. Pognooo. La vita apostolica di Mons. Fagnano fu così ricca d'avventure interessantissime e di cari episodi, che l'esposizione delle sue escursioni per la

Patagonia, dei suoi innumerevoli viaggi nei canali magellanici, e delle sue sollecitudini per i miseri indigeni di quelle terre australi, formerà il piú bel monumento alla sua memoria.

Eccone un saggio.

Abbian detto che il S. Padre Leone XIII, mentre erigeva nella Patagonia Settentrionale e Centrale un Vicariato Apostolico affidato a Mons. Cagliero, stabiliva in pari tempo la Prefettura Apostolica dalla Patagonia Meridionale e della Terra del Fuoco con le isole Malvine, e le altre numerose isole che circondano lo Stretto di Magellano. Anche Le Maire e Beagle dipendevano dalla nuova Prefettura, la quale misurava una superficie di 507.049 kmq.

Nel 1885 all'arrivo di Mons. Cagliero in Patagonia, Mons. Fagnano poteva lasciare la direzione della missione di Patagones e dedicarsi alacremente alla Prefettura. Infatti fin dal 1886, in compagnia d'una spedizione scientifico-militare, egli sbarcava nella Bahia di S. Sebastian, all'est della Terra del Fuoco, il 21 novembre.

Al cadere del 24 novembre apparve un gran fuoco verso la sponda nord. All'alba del 25 il capospedizione, scortato da alquanti soldati, intraprese una ricognizione ad ovest, e verso mezzogiorno incontrò una trentina d'indii (dieci o dodici uomini, il resto donne e fanciulli), i quali, non appena videro gli Argentini, si diedero a timorosa fuga, Inseguiti ed accerchiati in modo da non aver mezzo di uscita, e non comprendendo cosa alcuna dei cenni amichevoli né dei soldati né del capo, il quale mostrava loro carne e galletta, i poveri Fueghini posero mano risolutamente alle frecce, ma piú terribili risposero le carabine dei soldati. Mons. Fagnano, all'udire la fucileria, abbandona immediatamente l'accampamento, dov'egli era rimasto con pochi soldati, accorre sul luogo, e vede la strage di molti indii ed alcune infelici donne ferite, che alzano grida e lamenti

« Allora il sac. Fagnano, narrava un ufficiale, che fu testimonio oculare, si converti in eroe. Avvicinò il capo della spedizione e con franche parole gli fece conoscere il suo delitto... Noi temevamo per la sua vita, poiché il capo ora s'accendeva di collera, ora impallidiva dinanzi all'uomo di Dio, che in mezzo alla solitudine delle selve levavasi come un profeta per condannare la crudeltà del soldato. Erano pronti 25 fucili, che ad un minino cenno si sarebbero scaricati sopra quel petto valoroso ma era necessario che libera risuonasse in quella circostanza la voce del Missionario: e non risuonò inutilmente.». Infatti, coll'egregio dott. Polidoro Segers, chirurgo dell'armata nazionale, Monsignore poté tosto curare i feriti, che emettevano grida cosí dolorose da spezzare il cuore; e le amorevoli cure si protrassero fino a sera tarda, mentre i poveretti piangendo cercavano ogni mezzo di fuggire...

La spedizione continuò le perlustrazioni verso sud-est.

Dopo due giorni di cammino giunse dinanzi al fiume Rozas impetuosissimo. Ad un chilometro al di là della sponda v'erano una cinquantina di capanne. Risalirono il fiume per più di due miglia, dov'esso, dividendosi in due corsi, presenta il guado meno difficile e si avvicinarono verso il villaggio. Ad evitare le tristi scene del primo incontro, precedevano Mons. Fagnano ed il Dott. Segers, facendo segnali di pace, scuotendo il cappello ed il fazzoletto bianco, e gridando nel linguaggio degli indi:

- Yegoa! yegoa! (fratello, fratello!), yeper! (carne).

Ma i selvaggi mostravano di non intendere, e s'affrettavano a far fuggire le donne ed i fanciulli, mettendo in mano ad essi i piccoli involti di pelle di guanaco.

Due però fecero alcuni passi verso il missionario, tenendo la freccia pronta sull'arco in atto di scoccarla; e difatti una freccia venne a cadere ad un cinquanta metri nella direzione di Mons. Fagnano. Questi e il dottore scesero allora da cavallo, e continuando ad avanzarsi alzarono ambo le mani per assicurarli che non tenevano armi di sorta. Gli indii a quella vista gettarono pur essi gli archi e le frecce e, liberandosi dalle pelli di guanaco, corsero incontro al missionario.

A quella scena s'avanzò anche il capo della spedizione con alcuni soldati, offrendo agli indii cibi, vesti e qualche ninnolo, che quelli fissavano pieni di maraviglia. Mentre avvenivano queste prime presentazioni, altri fueghini presero coraggio e si avvicinarono agli esploratori. Uno, che pareva il più vecchio di tutti, s'accostò alle mule insellate e, stupefatto alla vista del quadrupede a lui sconosciuto, ne toccava il freno, le staffe, la sella, dubitando che cavallo e cavaliere non fossero che una cosa sola. Quindi si appressò anche a Mons. Fagnano, gli passò la mano sul cappello, sugli occhiali, sulla sottana, emettendo di tratto in tratto voci di sorpresa... Questi incontri si succedettero poi quasi ogni giorno.

L'esplorazione si protrasse fino al 3o dicembre; ed essendo costretta la cognitiva a fermarsi fino al 16 gennaio 1887 nella Bahia Tetis, Mons. Fagnano se ne approfittò per istruire e battezzare alcuni selvaggi, e il 25 gennaio 1887 era di ritorno a Patagones, risoluto di vincere ogni difficoltà per allestire al più presto quant'era necessario per la fondazione di una residenza nel centro della Prefettura Apostolica, a Punta Arenas.

Difatti il 21 luglio 1887 tre missionari, insieme con Mons. Fagnano, giungevano e si stabilivano a Punta Arenas... mentre una piccola fueghina, rimasta orfana nell'accennata spedizione, veniva inviata da da Mons. Fagnano a Buenos Aires, donde proseguiva per l'Europa e per l'Italia insieme con alcune Figlie di Maria Ausiliatrice e con Mons. Cagliero, che la presentavano a Don Bosco. Fu la rappresentante di tutte quelle povere tribù sud- americane che personalmente rese grazie al Venerabile

Non ci è possibile - e non vogliamo farlo per non spogliarle di quell'incanto edificantissimo che hanno-l'accennare in poche pagine le memorie che riguardano l'opera di Mons. Fagnano nella Patagonia Meridonale e nella Terra del Fuoco.

I lettori certo ricordano il magnifico Breve che il S. Padre Pio X inviava nel 1912 al compianto Monsignore nell'armo XXV dalla fondazione quelle missioni: e noi non crediamo di esagerare se aggiungiamo che la sanzione più bella alla vastità e fecondità dell'opera dello zelantissimo Prefetto Apostolico - che in quelle terre eresse numerose chiese e cappelle, e fondò villaggi, scuole, colonie e istituti -- venne data, proprio di questi giorni, dalla stesso S. Padre Benedetto XV, che a mezzo della S. Congregazione Concistoriale erigeva in Vicariato Apostolico il Territorio di Magellano.

Dal Cielo, ove fondatamente lo speriamo, l'indimenticabile Monsignore deve avere appreso con gioia la notizia della nuova sollecitudine del. Pastore della Chiesa universale a prò di una terra cui egli aveva consacrato tutto e per cui tutto immolò: la mente, il cuore, una salute di acciaio, e tutta, fino all'ultimo istante, la laboriosissima e piissima vita!

Nel Santuario di Maria Ausiliatrice il 19 ottobre si celebrò un solenne funerale di trigesima in suffragio di questo instancabile e salito missionario.

Celebrò la Messa il rev.mo D. Albera, assistito pontíficalmente da S. E. Mons. Pasquale Morganti, Arcivescovo di Ravenna. Lesse l'elogio funebre il venerando prof. Francesia, mettendo in bella luce la pietà, lo zelo e le virtù non comuni dell'estinto.

Sua Ecc. Rev.ma Mons. Arcivescovo di Ravenna impartí l'assoluzione al tumulo.

Nel Santuario, invitati coli apposita lettera dal sig. D. Albera, erano convenuti molti Cooperatori, Erano presenti anche le autorità comunali il rev. sig. Parroco di Rocchetta Tanaro, patria dell'estinto. Vi era pure una rappresentanza di Lanzo Torinese. La Schola Cantorum dell'Oratorio eseguí scelta musica. Fu una cerimonia devota e solenne.

LETTERE DEI MISSIONARI

RIO NEGRO - BRASILE

I. Il viaggio dei Missionari.

(Lettera del sac. Giovanni Balzola).

S. Gabriel, 31 agosto 1916. VEN.MO E AMAT.MO SIG. D. ALBERA,

Deo gratias et semper Deo gratias et Mariae!

Eccoci finalmente a S. Gabriel, centro della nostra nuova Missione. Eccoci già installati dopo un felicissimo viaggio. La Vergine SS. Ausiliatrice ed il nostro Ven. Don Bosco ci hanno proprio protetti e speriamo che continueranno a proteggerci.

Che bella cosa! In 55 giorni, passati a bordo in vapori grandi e piccoli e canoe, potemmo celebrare Messa tutti i giorni. Da Manaos, fatti gli ultimi preparativi e accomiatatici dai carissimi e sempre benemeriti Frati Cappuccini, dal Vicario Generale, Mons. Antero Lima e da altri amici, aiutati e favoriti dal benemerito Signor Comm. Gioachino Gonçalves de Aranjo per la riduzione dei biglietti e dei noli, ripartimmo la sera del 1° agosto, allontanandoci da tutte le comodità ed entrando in terre ed acque, piene di pericoli ed incommodi, mossi solamente dal proposito della propagazione della Fede e della salvezza delle anime.

Nei primi due giorni avemmo in nostra compagnia il Cappuccino Padre Giuseppe da Leonessa, zelantissimo parroco di S. Sebastiano di Manaos, che si recava ai confini della sua parrocchia ed entrava nella prima popolazione della nostra Prefettura, chiamata Carvoeiro, per celebrarvi la festa patronale di S. Alberto.

Questa volta si passò di giorno la foce dei maestoso Rio Branco e potentino ammirare il cozzo delle sue acque bianche coli quelle nere del Rio Negro. Si prova la stessa impressione che si ha nel vedere l'unione del Rio Negro col Solimoes, per formare il re dei fiumi, l'Amazzoni.

Il giorno tre passammo Moura ed arrivammo a Carvoeiro. Si fece visita alla cappella, che è la più bella del Rio Negro, quantunque semplicissima. La gente si adunò in chiesa : l' accennato Padre disse dei grandi vantaggi delle missioni cattoliche e della futura opera nostra, e il Prefetto Apostolico impartí loro la prima benedizione di Maria Ausiliatrice. Rimasero tutti molto contenti.

Arrivati a Barcellos, che è il Municipio del basso Rio Negro, come S. Gabriel è dell'alto, c'intrattenemmo con le autorità, specialmente col Sindaco, sig. Francesco da Paola Souza; visitammo !e memorie dell'antica popolazione che appaiono eloquenti nelle ricche lapidi del vecchio Cimitero, e dopo aver promesso di attendere ai loro giusti desiderii collo stabilire colà una nostra residenza, ripartimmo.

Il nostro caro Prefetto Apostolico avrebbe voluto trattenersi dappertutto per amministrare i Santi Sacramenti, ma dovevamo obbedire al fischio del vapore e lasciare il da farsi a più tardi.

A San Gioachino, una delle principali popolazioni che furono, perché ora quasi in rovina, avemmo tempo di amministrare qualche battesimo.

Il giorno 6 eravamo a Santa Isabel, ove si ferma il vapore e dove è sempre un certo movimento per le canoe e vaporini che vengono a ricevere le mercanzie. Questa volta vi trovammo quattro grandissime barche, venute dalla Venezuela, per caricare copiose provviste di cereali, farina di mandioca, riso, fagiuoli, zucchero, sale, caffè, ecc. perché lassù si dedicano solamente all'estrazione della gomma. Questi barconi impiegano più di due mesi per arrivare alla mèta; uno specialmente che deve lasciare il Rio Negro, per entrare nel Casichiara e discendere per cinque giorni l'Orenoco. Avevano affittato due vaporini per rimorchiare i loro barconi almeno fino a Camanaos, cioè cinque giorni di viaggio, per circa due mila lire.

A Camanaos incominciano le varie cascate per cui dovranno trasportare quei mille volumi sulle spalle di trenta indii vivilizzati; poi, con grosse funi e remi e pali trascinare le barche, per quindi ricaricarle e discaricarle chissà quante volte! Noi da Camanaos a San Gabriel abbiamo impiegato, in vaporino, meno di quattro ore; essi vi impiegheranno quattro giorni.

Passati due giorni a Santa Elisabeth per aspettare il vaporino che il nostro benefattore Colonnello Gioachino de Aguiar ci aveva promesso, il giorno 8 ripartimmo. È questa la parte più difficile del viaggio. Rimorchiati dal vaporino in una grossa barca, non mancarono nemmeno a noi le piccole avventure, che non vale la pena descrivere ma che tuttavia ci fecero quotidianamente ammirare e benedire le disposizioni della Divina Provvidenza.

Giungemmo a San Gabriella vigilia dell'Assunta' Vennero a riceverci alcune autorità, e ad offrirci a nome del Sindaco, il Palazzo Municipale, avendo essi trasportato i loro uffizi nell'antica casa municipale. Si scusarono di non aver potuto aggiustarci le capanne che io aveva chieste, ma veramente le difficoltà son molte. Noi però rimanemmo egualmente soddisfatti e li ringraziammo di cuore. Non mancava che la cucina e l'aggiustammo subito in un sottoscala; e la nostra cappelletta privata venne eretta nell'ex-gabinetto del Sindaco.

La chiesetta pubblica, dove l'anno scorso celebrai il centenario di Maria SS. Ausiliatrice, e che dissi fatta di pareti di pali e fango, senza porte e finestre e con pavimento disuguale, e coperta di zinco, grazie all'iniziativa del sig. Rodolfo Lopez Gonzalves, aiutato dalla popolazione, la trovammo munita di porte e finestre, con la facciata ricoperta di calce, che qui costa moltissimo. Anche dopo il nostro arrivo proseguirono i restauri. Il sig. Emmamele Antonio Dias dos Santos ci regalò il cemento per il pavimento, e speriamo di poter spalmare con calce anche tutte le pareti.

Altre notizie le vengono comunicate dal nostro Superiore, quindi io faccio punto e mi raccomando alla carità delle sue preghiere, affinché possa salvare, insieme con la mia, molte anime.

Mi benedica, amatissimo Padre, e mi abbia sempre, quale mi professo, Suo Dev.mo Figlio in Corde Jesu

Sac. GIOVANNI BALZOLA.

II.

La nuova Missione.

(Lettera del Prefetto Apostolico D. L. Giordano).

S. Gabriel, 31 agosto 1916. REV.mo ED AMAT.MO SIG. D. ALBERA,

Viva Maria Ausiliatrice! Arrivammo felicemente al centro della nostra Missione, a S. Gabriel. Mi par quasi un sogno!... e vorrei che da questo sogno mi svegliassi solo in paradiso! Il lavoro che ci attende è immenso, ma il Rio Negro non è nè cosí rio né cosí nero, come si potrebbe credere, per essere ancora cosí fuori dalla vita mondiale.

Come regione, il Rio Negro è proprio un bel libro sempre aperto per lo studio delle scienze naturali ai dotti investigatori; è un vasto mercato pei negozianti che vengono per arricchirsi nell'estrazione della gomma; e pel missionario è un campo immenso ed inesplorato in gran parte, ove potrà esercitare la sua carità in tutte le opere di misericordia per salvare le anime.

Come fiume è incantevole, specialmente l'alto Rio Negro. Nei mesi di pioggia, colla piena delle sue acque, si può dire la continuazione delle Amazzoni. Non pare un fiume, ma una catena di laghi piú o meno spaziosi, offrendo sempre alla vista attonita del viaggiatore spettacoli grandiosi e svariatissimi. È uno splendido cinema con films preparate dalle mani stesse di Dio!

S. Gabriel poi merita un posto di distinzione fra i luoghi incantevoli. Per la sua posizione geografica, quasi sotto la linea equatoriale, dovrebbe minacciarci un calore soffocante ed invece ci offre un clima relativamente mite coll'oscillazione dei 24 ai 29 gradi all'ombra, in questo mese di agosto. È facile spiegare il fenomeno, se se ne considera la posizione topografica; ha monti, a certa distanza, da due lati; le foreste vergini gli fanno ampia corona ; le piogge frequenti lo rinfrescano, e il fiume gli corre ai piedi.

Il Rio Negro dà una nota poetica a S. Gabriel e dintorni. Poco prima di arrivarvi si restringe in un canale di circa 8o metri (la larghezza minima del suo gran corso); quindi allargandosi precipita le sue acque, prima unite e liscie come un cristallo, poi spumeggianti fra enormi macigni, che formano la cosidetta Cachoeira S. Gabriel (cascata di S. Gabriele) e finisce per formare uno spazioso specchio di acque, tranquille e pacifiche come un lago, di circa 4 km. di circonferenza, riprendendo poi la maestà del suo corso naturale.

L'acqua del Rio Negro, non attraente in apparenza, perché leggermente tinta, pel suo passaggio in strati o detriti vegetali di secoli d'esistenza, è in realtà ottima ed igienica, surrogando l'uso del ghiaccio e anche del vino, al quale abbiamo dato l'addio, ma che speriamo di assaggiare ancora, quando matureranno ì primi grappoli prodotti dalle viti che pianteremo nella nostra futura Scuola Agricola di S. Gabriel.

Un'altra... meraviglia, è questa. Qua non vi sono mosche né moscherini, né pulci, né altri insetti molesti e domestici che si trovano quasi dappertutto. Vi è però una vera piaga, non descritta ai tempi di Faraone, ma della quale nessuno può formarsi una giusta idea se non la prova. Passando per le campagne e nelle foreste, si sente poco dopo, da chiunque, un prurito nelle gambe. Che è?... Sono migliaia e forse milioni d'insetti microscopici, invisibili ma molto sensibili, che hanno invaso il tranquillo passeggero. Mal per lui se per liberarsi da quel prurito egli si frega; riuscirebbe a graffiarsi e fino a ferirsi in tutto il corpo. Rimedio facile ed efficace, una leggera frizione alle gambe con alcool; i mucuin scompaiono.

Dal regno minerale ed animale passando a notizie piú utili e riguardanti il benessere della gente che popola queste terre, le dirò che, oltre i Brasiliani, vi sono di passaggio e di residenza molti Colombiani e Venezuelani, ed io mi trovo già nell'obbligo di far rivivere il mio spagnuolo di trent'anni fa. Però in tutto il tempo disponibile mi applico freneticamente allo studio del nheengatú , che è la lingua degli Indii del Rio Negro ed in generale delle Amazzoni. Cominciai a studiarla per dovere, e la continuo per diletto. Mi pare che ben si addica a questo idioma il suo nome, cioè lingua bella (nheenga lingua, e catù bella); io provo un piacere immenso ad udirla sulla bocca degli indii e non indii, perché quasi tutti la conoscono.

Arrivati il 14 sera a S. Gabriel, celebrammo con vero entusiasmo la festa del 15. Avevamo un triplice motivo di gioia : era la festività dell'Assunta: era il ricordo del Natalizio del nostro Ven. D. Bosco: ed era anche il primo giorno della Missione Salesiana nel Rio Negro.

E fin dalla domenica seguente cominciammo nella Messa pro Populo una serie d'istruzioni, colla spiegazione del Vangelo, e poi il Catechismo con orazioni e canti, dando piccoli premii ai primi ragazzi che ci circondarono, e che formeranno un vero Oratorio festivo.

La notizia del nostro arrivo è già corsa in mezzo ad alcune tribù di indii, dai quali ricevemmo inviti per andar a visitarli. Dio sa come vi andremo volentieri, un poco io e un poco Don Balzola, i due Salesiani che formiamo il clero di questa parrocchia e Prefettura Apostolica, grande come l'Italia.

Per cominciar bene vorremmo portar loro qualche vestito che molti aspettano e di cui abbisognano. Ma abbiamo nulla, affatto nulla. Ahi rev.mo e amat.mo sig. D. Albera, dica ai benemeriti Cooperatori che non ci dimentichino, e ai cari Confratelli che ogni dí recitino con fervore quella parte dell'orazione a Maria Ausiliatrice: Fate che il regno di Gesù si estenda fino agli ultimi confinai della terra, intendendo i confini del Rio Negro per confini della terra. Al di là di questo stato di abbassamento dell'uomo indio, fisicamente e moralmente vivente in mezzo alle foreste, aspettando chi gli dia un'idea di Dio, dell'anima, e che lo chiami a vita civilizzata e cristiana, io non conosco altri confini

Abbiamo dunque bisogno di aiuti spirituali e materiali: si, anche materiali, perché qui tutto è carissimo; tutto viene da Manaos, con una navigazione lunga pei passaggi pericolosi nelle dette cachoeiras. Il Rio Negro è il piú povero di questi affluenti delle Amazzoni, ove presentemente la crisi del commercio delle gomme è grave.

Abbiamo dunque bisogno di tutto. In seguito, mercé l'agricoltura, potremo diminuire le spese dei commestibili; anche la crisi passerà col cessare della guerra; sorgeranno i benefattori, e lo stesso Governo non ci negherà il suo appoggio. Non sono e non voglio essere né ottimista, né pessimista, ho piena fiducia in Dio e nella sua provvidenza, cioè nella carità cristiana.

Nelle circostanze attuali però stendo e stenderò le mani agli amici nostri del Brasile e d'Italia per non tardar troppo a coprire il debito fatto per venire ad aprire la casa e per le prime spese... e quelli che farò per far fronte alle nuove; e Dio ci aiuterà.

Colla promessa di mandarle presto nuove notizie, mi benedica, amatissimo sig. Don Albera, e mi creda qual sono in G. C.

Di Lei,

Aff.mo ed Ubb.mo Figlio

D. LORENZO GioRDANO Prefetto Apostolico.

REP. ARGENTINA. Le Missioni Salesiane della Patagonia.

(Resoconto dell'Ispettore D. Luigi Pedemonte). Il giudizio della "Nación".

Traduciamo da un giornale di Buenos Aires, « La Naciòn » del 27 marzo u. s., questa importantissima relazione sullo stato delle Missioni Salesiane della Patagonia nell'anno Passato.

« Negli sterminati e quasi deserti Territori del Sud, dove il rigore della stagione invernale allontana persino gli avidi di fortuna, in quelle.estensioni monotone e sconfinate della Patagonia, dove stenta anche adesso a penetrare definitivamente la civiltà, la Pia Società Salesiana ha stabilito, per cosí dire, le sue linee avanzate, inviandovi un gruppo di coraggiosi sacerdoti, che, come araldi del progresso, coltivano le umili coscienze di quei dispersi abitanti, collegando, col piú nobile sacrificio, la trascuranza e l'abbandono presente con un avvenire di lavoro e di conquista, vicino a spuntare.

» L'aumento di popolazione nei Territorii meridionali, importantissima base della trasformazione tanto vagheggiata da tanti uomini del' Governo, si effettua assai lentamente. Tuttavia le ricchezze delle regioni a poco a poco divengono più note; e la corrente o monte di capitali e interessi - nonostante sia ancor debole - offre già un contributo non spregevole all'opera di sviluppo e progresso generale, benché questa stessa nuova forza incontri difficoltà cogli antichi abitanti. Ad ogni modo l'educazione morale di molti abitanti di quei territori è dovuta ai Revv. Missionari Salesiani, che hanno intrapreso la faticosa impresa ili estendere a quel deserto il loro apostolato morale e religioso.

» Il rev.mo Vicario Foraneo, che è anche Ispettore delle Missioni Salesiane della Patagonia Meridionale, il sig. D. Luigi Pedemonte, ha presentato all'Arcivescovo di Buenos Aires, Mons. Espinoza, questo accurato rapporto sul lavoro fatto, con opportuni riflessi sulla gravità dei problemi d'ordine economico, che altamente interessano il benessere di quelle popolazioni».

RESOCONTO DELLE MISSIONI

all'Ill.mo e Rev.mo Mons. MARIANO A. ESPINOZA Arcivescovo di Buenos Aires.

Eccellenza Reverendissima,

Nel presentare all'E. V. Rev.ma il resoconto annuale dell'azione religiosa e moralizzatrice che sviluppa nei Territori del Sud la Pia Società Salesiana, permettetemi che faccia acconcia menzione delle difficoltà e dei problemi d'ordine economico che interessano il benessere del gregge per la cui felicità morale e temporale tanto s'interessa il Vostro cuore di padre.

Difficoltà degli antichi abitanti.

Mentre le ricchezze nascoste nelle regioni australi della nostra Nazione son sempre più conosciute, e piú che nel Paese, dagli stranieri, che a questi deserti apportano il concorso benefico di grandi capitali, aumentano e si complicano le difficoltà che trovano nei loro interessi gli antichi abitanti, o coloni, allo sforzo dei quali la ;l'azione deve il consolidamento della propria sovranità in questi territori.

Il "Juncal" di Viedma.

Viedma, l'antica capitale di quello che fu territorio patagonico, passò alcuni mesi di vera agonia per il pericolo corso di trovarsi inondata nel mese di luglio n. s. Lo spaventoso problema del Juncal, che nelle piene anormali del Rio Negro può inondare la cittadina e danneggiarla come nel 1899, non ha ancora una via di pratico provvedimento. La canalizzazione delle foci del Rio Negro, di cui il Ministro dei Lavori Pubblici sembra che si occuperà presto, è una speranza che non dovrebbe svanire. Le opere di canalizzazione non richiedono somme troppo rilevanti e l'erario sarebbe presto compensato coll'aumento sensibile delle rendite che comodamente darebbero le terre esposte all'inondazione, in una superficie approssimativa di 8o.ooo ettari.

Irrigazione della valle superiore del Rio Negro.

La valle superiore del Rio Negro, da Chimpay al Neuquén, è assai favorita dalle colossali opere d'irrigazione che si vanno realizzando; ma la produzione di un suolo cosí privilegiato dovrà sempre sottostare al peso di noli altissimi, ed al presente anche a un indugio nel deficiente servizio d'irrigazione, non per mancanza d'acqua, ma per una divisione sproporzionata.

Questo male aggrava la vita del produttore e del proletario e chiude le porte alla suddivisione della proprietà, che sola assicura l'avvenire produttore del focolare domestico e fissa nel paese il prezioso contingente che emigra, se non ha la speranza d'essere padrone di quel suolo che feconda col proprio sudore.

Cure pastorali.

Non trascurando, per quanto ci era dato, di risolvere questi problemi d'ordine economico, la nostra attenzione fu sempre rivolta all'adempimento dei doveri pastorali. Difatti la chiesa parrocchiale di Viedma e la casa centrale della Missione ebbero varie migliorie, mercé lo sforzo costante dei nostri confratelli coadiutori che, nei lavori portati a termine, mostrarono di avere buone disposizioni artistiche.

Lo splendore del culto si è potuto mantenere in tutte le funzioni con grande influsso nell'ambiente morale della popolazione. Il canto ecclesiastico, eseguito rigorosamente, l'esattezza nelle cerimonie liturgiche, la frequente predicazione in stile semplice e popolare, e piú che tutto la legazione dei Vangeli nelle Domeniche ed in

atti i giorni della quaresima, hanno prodotto quest'anno un entusiasmo speciale fra le associazioni di pietà di Viedma, e per tal modo abbiamo avuto la soddisfazione di enumerare in quest'anno le SS. Comunioni ivi distribuite al numero di 6o.ooo.

Non è quindi a meravigliarsi se si scorge un sensibile avvicinamento di certi elementi interamente trascurati nelle pratiche religiose.

Catechismo a 2300 fanciulli.

L'insegnamento del Catechismo, sia durante La quaresima, sia nelle domeniche, fu impartito in quasi tutte le chiese e cappelle con metodo attraente e con costanza. I singoli catechisti hanno avuto un potente aiuto nei quadri e nei catechismi in immagini.

I missionari che portano l'opera loro per le campagne riconoscono identica riuscita; e i ragazzi e le fanciulle che hanno assistito alle lezioni impartite nei varii Oratori di ambo i sessi, dal margine del Colorado fino a Ushuaia, sono in numero di 2.000 senza contare i quasi 900 interni in vari collegi.

Educazione religiosa della gioventù.

Nei Collegi l'insegnamento catechistico vien impartito conforme ad un programma nazionale ciclico, che ha per base il catechismo e Ad Parochos », ma gli alunni delle scuole pubbliche partecipano solo in scarso numero all'insegnamento religioso, perché il missionario non solo trova delle difficoltà per entrare nelle scuole per esercitarvi il suo ministero, ma molte volte ha constatato penosamente come ivi si vessino sistematicamente i ragazzi e le ragazze che frequentano la chiesa.

Otterremo, son certo, che i sani criteri d'equanimità, voltiti dagli onorevoli cittadini che dirigono la Scuola Nazionale, siano finalmente compresi ed accolti da certi maestri, che stipendiati dall'erario, poderosamente sostenuti dai cattolici, si credono lecito d'imporre le proprie idee strampalate.

Cultura intellettuale e scientifica.

Al conseguimento dei fini morali, cui ha di mira l'opera dei missionari, giova assai la diffusione dell'istruzione pubblica; e questa è la ragione perché si cerca d'elevare sempre piú lo stato d'intellettualità, per cosí dire, dei Territori, dando tutta l'importanza all'istruzione religiosa e alla coltura generale. Ne sono prova gli esami finali in tutti i collegi della missione e la competenza riconosciuta ai nostri allievi dagli attestati rilasciati dall'onorevole Consiglio d'Educazione.

Il beneficio che, col concorso patriottico del governatore di questo territorio del Rio Negro, sig. Pedro A. Serrano, abbiamo ottenuto pei collegi di Viedma e Roca, speriamo d'ottenerlo per tutti gli altri.

Studi secondari e superiori.

Al piccolo Seminario della Missione spetta l'onore d'aver suscitato una nobile emulazione fra la gioventù studiosa; ed oggi abbiamo il piacere di annunziare come fu già inaugurato un Corso di studi secondari, con elementi dello stesso Seminario, figli di questo suolo patagone, che l'E. V. Rev.ma conobbe sì rozzo e semibarbaro. Il Seminario conta attualmente venti studenti di primo anno di latinità; otto di secondo, quattro di terzo anno, sei di filosofia e otto di teologia. Quattro teologi, compiuti i loro studi, furono promossi dall'E. V. Rev.ma al sacerdozio; e presentemente lavorano con zelo e competenza in vari centri della Missione. Due di essi hanno anche conseguito il diploma ufficiale di maestri.

Il Seminario della Missione.

Il sostenimento del Seminario della Missione ci ha costato, nell'anno 1915, la somma di 14.545 pesos in moneta nazionale, e l'istituto non ha sovvenzione alcuna, ma aspetta tutto dalla carità del paese.

Nuova fondazione.

Il territorio del Chubut, mercé l'opera del suo Vicario foraneo, avrà fra breve un centro di coltura popolare a Puerto Madryn, e già adesso ha molto ampliato l'edificio del collegio di Rawson. Un Osservatorio Meteorologico, di secondo ordine, coadiuverà il lavoro scientifico che promuove l'Ufficio Meteorologico Argentino, mentre apporta un vero contributo al progresso edilizio della pittoresca capitale del territorio del Chubut, per l'abbellimento della quale lavora cosí tenacemente il governatore sig. Antonio Lamarque.

Mappa catastale.

Il Collegio di Maria Ausiliatrice di Viedma va completando una mappa catastale della Patagonia Settentrionale, di carattere piuttosto classico, avendo per base i migliori lavori fatti, e i contributi geografici e geodetici, raccolti dai missionari nelle loro frequenti escursioni.

Studi filologici.

Il contributo dei nostri missionari alla coltura filologica è noto all'E. V. Rev.ma e il frutto dell'opera paziente di 15 anni dei nostri confratelli di Santa Cruz, è compendiato nel lavoro offerto al mondo scientifico dal venerando sacerdote D. Giuseppe M. Beauvoir, che ha messo in rilievo e salvato l'idioma « Skelkenam » affatto sconosciuto e prossimo a scomparire totalmente. Il rev. D. Domenico Milanesio ha pubblicato egli pure studi importanti sugl'idiomi parlati dagli indigeni che ancor restano nella Cordigliera delle Ande Patagoniche.

Bariloche e Comodoro Rivadavia.

Sulla riva del lago Nahuel Huapi, nel futuro emporio commerciale chiamato S. Carlos de Bariloche, si è costituita una nuova residenza di missionarii che fabbricarono quella casa, oserei dire, in aperta lotta colla pioggia e l'intemperie. Cosí i nostri sacerdoti missionari ricominceranno l'opera apostolica d'evangelizzazione in quei luoghi, dove alcuni secoli or sono fu schiacciata dalla tenacità e ferocia degli Indi Araucani che crudelmente trucidarono i coraggiosi figli di S. Ignazio, che portavano per i primi a quelle terre la luce del Vangelo. Quelle regioni si vanno trasformando in ameni luoghi d'espansione, a misura che la ferrovia e le automobili ne accorciano la lontananza dai centri di coltura, mentre per il contrario l'opera del missionario è assai dura e richiede una vocazione speciale.

Anche Comodoro Rivadavia è provvisto di un centro educativo assai stimato dalle genti di quel capoluogo, la cui ricchezza è una delle migliori speranze nazionali.

I Collegi della Missione.

I Collegi della Missione hanno dato istruzione ed educazione cristiana, durante l'anno 1915 a 1422 fanciulli; 739 ragazzi e 683 ragazze; di questo numero 212 interamente, a spese della missione, pel vitto, vestito, ecc.

Educazione economica.

Fu provvidenziale la legge di risparmio postale applicata a queste regioni, ove già noi avevamo tentato d'introdurla con evidenti vantaggi economici e morali. Credo quindi superfluo il dire che i Missionari ben volentieri si adopreranno a promuovere questo risparmio postale, che ripromette tanti benefizi per le famiglie e per la Nazione.

A Viedma presiedette la festa, nella quale si consegnarono i primi libretti di risparmio ai nostri allievi, il Presidente Municipale Dott. Vicente Villafañe, assistito da due consiglieri e altri signori.

14.870 chilometri attraverso il deserto.

L'opera evangelizzatrice dei Missionari che traversano in ogni senso i territori non è scemata, anzi s'afferma e si regolarizza sempre più non ostante il rigore del clima, le difficoltà del terreno e i deficenti mezzi di trasporto, cosí che possiamo registrare cifre eloquenti. Ecco i nomi dei Missionari: D. Luigi Marchiori, D. Pietro Martinengo, D. Carlo Frigerio, D. Carlo Marelli, D. Angelo Veneroni, D. Domenico Anselmo, D. Giuseppe Brentana, D. Augusto Crestanello, D. Giovanni Muzio, D. Giuseppe Crema, D. Diego Grammatica. Le distanze da loro percorse sommano a 14.870 chilometri, senza contare altre gite o escursioni con dati non precisi che però si calcolano ad un 500 leghe.

I Battesimi amministrati in questi viaggi furono 2409; le cresime 3113; le comunioni 6866; i matrimoni benedetti 31o. Aggiungendo i battesimi qui regìstrati ad altri amministrati da altri Missionari nelle varie residenze, dal Colorado ad Ushuaia, abbiamo l'eloquente cifra di 4054, che, messa a confronto colla percentuale delle nascite dell'intera popolazione fissata a 139000 abitanti, s'avvicina ai due terzi delle nascite avute.

Il numero non dispregevole di matrimoni legittimati e benedetti dà esso pure un valido concorso alla regolarizzazione delle famiglie coi corrispondenti benefizi.

Beneficenza. - Cifre eloquenti.

Le Conferenze di S. Vincenzo hanno coadiuvato assai le opere di carità che svolge il missionario nel seno delle famiglie.

Non tutti i paesi però hanno la fortuna di averle: qui a Viedma l'Associazione celebrerà fra breve le sue nozze d'argento e attualmente gli associati raccolgono le somme necessarie per la continuazione e pel compimento del nuovo Ospedale, del quale l'E. V. ebbe già un resoconto speciale. Quest'opera offriva all'E. V. Rev.ma una statistica di beneficenza consolantissima, che attirò pure l'attenzione del Ministero dei Culti, al quale opportunamente fu presentata. Infatti nell'anno 1915 furono assistiti nell'ospedale S. Giuseppe di Viedma

3730 ammalati: di essi 352 furono ricoverati per un complessivo di 8700 giorni; e 3378 furono medicati nell'ambulatorio, ov'ebbero gratuitamente i poveri e bisognosi, anche i medicinali.

Le spese per quest'opera benefica ammontano a 21175 Pesos, di moneta nazionale, cosicché pur sommando i 6375 pesos avuti per pensioni, diritto di consulta e in elemosine dei Cooperatori, ai 585o pesos assegnati all'ospedale dal Ministero dei Culti, restano ancora in passivo della Missione circa diecimila pesos.

Giovani corrigendi.

Ì giovani minorenni, affidati dal Ministero di Giustizia alle cure dei Missionari, dànno in generale speranza di buona riuscita. Tutti quanti, mentre imparano un mestiere, hanno anche l'insegnamento elementare, e colla loro Banda Musicale concorrono anch'essi a solennizzare non solo le feste patrie, ma anche quelle religiose e popolari, di Viedma, Rawson e delle vicinanze di Bahia Bianca.

Difficoltà economiche.

Mi permetta ora l'E. V. Rev.ma di toccare un punto assai delicato, ma indispensabile, mosso dall'affetto che m'inspira l'opera alla quale ci siamo completamente dedicati, e mossi anche dalla verità e del bene del paese.

Nel fare un bilancio preventivo per l'anno 1916 la Commissione Finanziaria di colonie per gli indi, in data 22 marzo 1915, cosí scriveva al Direttore Generale dei terreni mazionali: « Giudica questa Commissione che non sarebbe giusto ed equo sussidiare con somme tanto rilevanti le cosidette riduzioni civili, senza aiutare, almeno in parte, anche le Missioni religiose, che furono sempre aralde della civiltà tra gli indigeni, con costanza e sacrifizi ammirabili. Le manchevolezze che i loro reggenti possono aver commesso sono certo assai inferiori ai meriti, e quindi si deve riguardare la loro opera con uno spirito veramente liberale e patriottico.

» Con queste somme, da parte delle Missioni, è compreso l'obbligo di mantenere un collegio, certo l'unico nei Territorii (fuori che in quello di Ushuaia) dove, signor Direttore, sebbene s'imparte l'insegnamento religioso, si ha pure una civile istruzione, s'insegna anche l'inno patrio e tutto il corso elementare. Non sarà, quindi, troppo magnifico questo aiuto, e questa Commissione spera, di potere, come in passato e in tutto il resto, anche su questo punto, andare d'accordo colla Direzione generale » (Ved. Boletin de la dirección generai de territorios, n. 10, pag. 270).

Il sig. Direttore Generale opina diversamente dalla Commissione suddetta e consiglia al Ministro la soppressione dei 2000 pesos che si

volevano assegnare alle Missioni della Terra del Fuoco... perché dice «solo può chiamarsi tale quella del Rio Grande... e, secondo informazioni avute dal tenente di Vascello Alfredo Mayor, in quella scuola non v'erano piú di otto alunni. Riguardo agl'indigeni adulti, 187 lavorano nelle tenute dei sigg. Bridge, cosí che nel resto del territorio non ve ne saranno piú di 50 ».

Devo assicurare l'E. V. Rev.ma essere queste informazioni non conformi a verità, avendo dati certi, consegnati a quest'ispettorato dal Vicario di quel Territorio.

La Missione nostra della Candelaria aveva ai principio del 1915 venti allievi nella scuola maschile, e 30 in quella femminile, tutti interni e a spese totali della Missione. Nei luoghi detti Lago Fagnano, Cabo Ines e Rio Fuego la scuola mista del missionario aveva 4o allievi. La popolazione indigena era in numero di 230 persone. Ho nelle mani la pagella che ricorda questa statistica e porta in calce la nota seguente:

« I Missionari girano il Territorio portando l'opera loro nella campagna; e nella Candelaria, oltre al servizio religioso, essi attendono pure agli ammalati che vengono dalla campagna e ricoverano gratuitamente tutti i poverelli ».

Devo pur ricordare come nei trenta e più anni dacché le Missione Salesiana s'installò in queste regioni, non ebbe mai dalla Nazione la minima donazione di terra, se si escludono le aree occupate dalle chiese di Rawson, di Viedma e di Pringles che appartenevano ai rispettivi comuni. Tutto il resto, cioè le aree occupate dai collegi o scuole agricole attuali, o in costruzione, e dalle cappelle, furono acquistate con elemosine pervenute alla Missione dalla Pia Unione Internazionale di Cooperatori Salesiani.

Plebiscito di affettuosa gratitudine.

Un plebiscito di gratitudine e amore che riempie di soddisfazione e di speranza, furono, Eccellenza, le dimostrazioni, che popoli in massa a diedero ad illustri membri della Società Salesiana, alla quale anche l'E. V. Rev.ma rende omaggio, confidandole la cura spirituale di questa parte del gregge prediletta al suo cuore veramente apostolico.

Tutti i paesi della Missione celebrarono con vero entusiasmo e con gioia particolare la data centenaria della nascita del Ven. D. Bosco, incomparabile fondatore di questa missione a lui carissima e prediletta. A Rawson si eresse in sua memoria un bel monumento che sorge sulla piazza principale e serve di stazione meteorologica.

I paesi di Conesa e Pringles s'unirono alla grandiosa dimostrazione di memore affetto, tributata al compianto nostro confratello e missionario dott. D. Evasio Garrone, dedicandogli, per sottoscrizione popolare, un mausoleo marmoreo e un busto nella sala d'operazioni dell'ospedale S. Giuseppe.

L'Em.mo Card. Cagliero.

La elevazione alla Sacra Porpora dell'infaticabile Apostolo della Patagonia, l'Ecc.mo Mons. Giovanni Cagliero, pervase di santa gioia gli abitanti di, queste regioni, che si sentirono orgogliosi e privilegiati per l'onore specialissimo ad. essi toccato, nel vedere incorporato ai al gran Senato della Cristianità quel loro caro padre e benigno pastore, che tante volte fu per loro angelo di consolazione e aiuto efficace anche nelle necessità materiali.

Stampa cattolica.

La stampa cattolica ha pure un esponente non disprezzabile nel Rio Negro e nel Chubut dove i fogli Flores do Campo e Cruz del Sur lavorano molto a prò della pubblica moralità e in difesa degli interessi commerciali del buon popolo, le cui risorse economiche, non di rado, per false notizie e rumori, sono in pericolo d'essere sfruttate da speculazioni vergognose. L'informazione teiegrafica, seria ed attraente, la dobbiamo a giovani ex-allievi dei nostri collegì che si trovano a Buenos Aires.

In tutte le cappelle poi si distribuiscono a profusione altri fascicoli e giornali cattolici.

Per l'abolizione di un sussidio,

Essendo stato messo al corrente di quante: concerne l'abolizione da parte del Ministero della somma di 100 pesos assegnata ai Cappellani riconosciuti, mi prendo la libertà di pregare l'E. V. Rev.ma perché voglia raccomandare nuovamente, a seconda dei bisogni, questa. missione, ove l'E. V. Rev.ma non ha che figli ubbidienti ed affettuosi che pregano il Signore a conservarla per molti anni.

Baciando rispettosamente l'anello dì Vostra Eccellenza, sono dell'E. V.

Umil.mo e Dev.mo Servo in G. C.

Sac. LUIGI PEDEMONTE, Vicario Foraneo e Ispettore delle Missioni.

La parola dell'Arcivescovo.

Buenos Aires, 24 Marzo 1916.

Colla piú grande soddisfazione abbiamo letto queste informazioni che ci dicono ben chiaro quanti sacrifizi debbono superare i Missionari Salesiani nelle lontane regioni della Patagonia_ e della Terra del Fuoco per la civilizzazione cristiana di quelle terre; preghiamo il Signore che prenda sotto la sua protezione tante fatiche sopportate per la sua maggior gloria e per la salvezza delle anime ; e ci facciamo un dovere di raccomandare opportunamente queste opere cosí importanti, benedicendo affettuosamente al Rev. Vicario Foraneo, Ispettore delle Missioni, ai suoi collaboratori e a quei buoni cristiani che popolano quei lontani Territori, dei quali abbiamo il più grato ricordo.

+ MARIANO ANTONIO,

Arcivescovo di Buenos Aires. EQUATORE

Le Missioni di Méndez e Gualaquiza.

Come i buoni lettori già sanno, S. E. Mons. Giacomo Costamagna, dopo parecchi anni di forzata assenza, poté rientrare nel Vicariato di Mendez e Gualaquiza, affidato alle sue cure.

Noi siamo stupiti degli sforzi fatti da Monsignore, nonostante la sua avanzata età, per dare un nuovo e promettente impulso a quelle Missioni. Il lavoro suo e dei suoi missionari a Indanza, Mént.dez e Guataquiza è tanto piú meritorio, in quanto che è compiuto nel silenzio e in piena annegazione, fra stenti e privazioni senza numero.

Da una circolare del venerando Vicario Apostolico, colla, quale si volge in cerca di aiuto a. quanti s'interessano per la causa della Religione e della civiltà, spigoliamo alcune notizie:

« Abbiamo trovato, dice Mons. Costamagna, il tempio in rovina e cosí pure l'antica casa-missione; quindi ci siamo subito adoperati per dare a Nostro Signore un luogo meno indegno e ai nostri missionari le comodità indispensabili...

» Le cappelle di Rosario, Aguacate e Granadillas avevano gli oggetti di culto in stato lamentevole, e abbiamo dovuto rinnovarli quanto prima.

» Si cercò di trascrivere nell'idioma jívaro le orazioni del buon cristiano e una spiegazione della Dottrina cristiana ; e per opera del nostro confratello D. Cadena avremo presto una Grammatica e un Vocabolario, cose tutte di grande utilità.

» Lo scarso personale della Missione si poté in qualche modo aumentare; e le popolazioni di bianchi e civilizzati di Rosario, Aguacate e delle fazende che si trovano in Sigsig e Gualaquiza, avranno un servizio religioso regolare, giacché i missionari da Méndez o da Gualaquiza li visiteranno periodicamente.

»S'imponeva la fondazione di una seconda residenza nella valle d'Indanza, a due giorni da Gualaceo; e il 15 agosto 1914 arrivavano colà i Missionari D. Del Curto e D. Bonicatti, e di quel di stesso incominciarono la costruzione

di una cappella e casa, con grande gioia dei Jívaros ed degli altri abitanti di quei dintorni; mentre noi, nel gennaio 1915, inaugurammo quella residenza, consacrandola al S. Cuore di Gesù.

» Fatta un'accurata, escursione per le regioni di Méndez da due nostri missionari, si constatò le necessità di una nuova residenza a Santiago de Méndez, e con grandi sforzi pecuniari e di personale vennero inviati colà il nostro confratello D. Francesco Torta e un catechista coadiutore.

» Uno degli atti piú consolanti per il nostro cuore, scrive Mons. Costamagna, fu la consecrazione del nostro Vicariato ai SS. Cuori di Gesú e di Maria, e l'intronizzazione dell'imagine del Sacro Cuore nelle case delle famiglie cristiane e in quella del capitano dei Jívaros, costituendo cosí N. S. padrone e signore di quelle regioni...

» Ora ci sta molto a cuore la costruzione d'una casa-missione per le Figlie di Maria Ausiliatrice a Gualaquiza. La loro presenza in quei luoghi è indispensabile, perché possano prendere cura delle donne e ragazze jívaros; il che è un'opera necessaria, specialmente presso quei selvaggi, ove la donna si trova nella maggior degradazione ».

Cosí il zelante Vicario Apostolico.

Ci auguriamo che il suo appello sia assecondato generosamente anche dai Cooperato d d'Italia. E giacché parliamo di queste Missioni ci è doveroso ricordare, con riconoscenza, la bontà e l'interessamento di S. E. Mons. Polit, Vescovo di Cuenca (Equatore). Non contento di aiutarci personalmente, per quanto gli è possibile, il pio Vescovo ha indirizzato ai Clero della sua diocesi una nuova esortazione perché nel giorno della SS. Trinità si promova fra i fedeli una colletta per sovvenire i bisogni delle Missioni di Méndez e Gualaquiza. Il Signore ricompensi come si merita lo zelo del degno Prelato, mentre noi lo ringraziamo sentitamente.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella, o se viventi in comunità la propria

Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare Indulgenza plenaria

dal 10 novembre al 10 dicembre:

1) il 21 novembre, Presentazione di Maria V.; 2) il 22 novembre, festa di S. Cecilia; 3) l'8 dicembre, Solennità dell'Immacolata.

IL CULTO DI MARIA AUSILIATRICE

NEL SANTUARIO Il 24 di ogni mese, si ripetono, mattino e sera, devote funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino, ha luogo la messa della Comunione Generale, seguita dalla Benedizione col SS. Sacramento; alla sera si compie in forma solenne l'adorazione pubblica innanzi a Gesù Sacramentato.

Vogliano i benemeriti Cooperatori e le pie Cooperatrici unirsi in ispirito a queste sacre funzioni mesili, le quali hanno sempre due fini principali: pregare secondo le intenzioni del Santo Padre e affrettare il ristabilimento della pace fra le nazionii.

Ogni sera alla benedizione col SS. Sacramento si continua sempre a far pubbliche preghiere per la pace. Il Signore nella sua infinita clemenza, per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, le esaudisca a sollievo di tutti i popoli della terra.

GRAZIE E FAVORI (*)

Una grazia prodigiosa.

Quanto sei potente, o Maria Ausiliatrice; a Te non si ricorre mai invano! Mia sorella Pierina, madre di otto teneri bimbi, soffriva atroci dolori ad una mano causati da un taglio profondo che si era fatto nel mietere il grano. Le si sviluppò un flemmone ed in pochi giorni la mano gonfiò in modo straordinario.

I medici, tentati invano tutti i rimedi della scienza, decisero di amputarle alcune dita, la qual cosa avrebbe ridotta la povera sorella in condizioni di non poter più attendere ai lavori di casa. S'immagini ognuno la desolazione di quella povera creatura! Piena di fiducia, la consigliai a ricorrere alla cara Madonna di D. Bosco, con una devota novena e la promessa di un'offerta a grazia ricevuta. Oh bontà di Maria! Non si era ancora al termine della novena, che già la gonfiezza della mano andava senz'altro scemando, finché scomparve completamente!

Invio l'offerta di L. 5 e supplico Maria SS. Ausiliatrice a volermi continuare la sua protezione.

17 agosto 1916

Fra COSMA MAGGIONI, O. F. M.,

Ex-allievo e COOP. Salesiano

PIERINA BELLONO MAGGIONI.

Verghereto (Firenze). -- Mentre eravamo nella piú grande desolazione per la perdita di un figlio militare in Libia e per l'incertezza sulla sorte di un altro, dichiarato disperso dopo un aspro combattimento sul fronte trentino, un terzo figlio di 19 anni, dal Napoletano, ove si era recato per motivi di lavoro, ci venne portato improvvisamente in casa in gravissime condizioni di salute. Il medico, che lo visitò, ci tolse subito ogni speranza di guarigione ! Le condizioni del caro infermo si aggravavano in modo allarmante e per di piú la malattia si complicò con meningite, ed il medico fece notare che la malattia era infettiva, per cui fummo, per colmo di sventura, allontanati persino dai parenti che ci aiutavano nell'assistenza del nostro caro paziente! Nel triste frangente, una persona devota ci consigliò di far ricorso a Maria Ausiliatrice, consolatrice degli afflitti, con una novena che subito incominciammo colla certezza d'ottenere da si buona Madre la salvezza del nostro caro, il quale, ricevuti tutti i conforti religiosi, stava per passare ad una vita migliore.

Maria SS. ebbe pietà di noi! Sin dal primo giorno della novena si notò un leggero miglioramento, e in breve tempo egli guarí completamente. Ora è già un mese che attende di nuovo ai lavori della campagna.

19 agosto 1916.

GIOVANNI E CATERINA BARGAMASCHI, Coniugi.

Villa Tagliata di Guastalla (Reggio Emilia).

Da lungo tempo ero sofferente per forte anemia che mi aveva ridotta in condizioni fisiche deplorevoli! Mi sentiva sempre debole, fiacca, e in continua inappetenza, sicché ero obbligata a tenere costantemente il letto e spesso ero febbricitante. Dopo diciotto mesi di cure mediche, poco o nessun giovamento si notava nelle condizioni di mia salute. A ciò si aggiunga che il sanitario, in base a certi femomeni, ebbe un giorno a dichiararmi che mi rassegnassi a subire un'operazione chirurgica per togliere la radice del male. Acconsentii, ma non senza preoccupazione, dato il grave stato di tuia debolezza, disposta per altro a fare la volontà di Dio. Fu allora che mi raccomandai fervorosamente a Maria SS. Ausiliatrice, perché mi aiutasse in sí pericoloso frangente. Non fui delusa nelle mie speranze. Potei superare felicemente l'operazione ed ora, perfettamente guarita, mi sento im dovere di sciogliere il mio voto verso la cara Madonna di Don Bosco, col far celebrare una messa di ringraziamento al suo altare, e col rendere pubblica nel Bollettino la grazia ricevuta.

29 settembre 1916.

Rosa BEDOGNA n. L0RENZINI.

Savona (Genova). -Un mio angioletto di appena sei mesi s'ammalò di ipertosse (o tosse asinina) e il dottore teneva che non potesse sopportare gli accessi frequentissimi del male. Il piccolo inferno in breve tempo deperí assai per cui, al vederlo, lo si sarebbe detto un mostricino. Con serena fiducia mi rivolsi a Maria Ausiliatrice e al Ven. D. Bosco per ottenere la sospirata guarigione del carissimo infermo. Maria SS. mi esaudí ed il mio bimbo riuscí a superare il periodo acuto del male e prosegui nel miglioramento fino a guarigione completa.

In ogni giorno di mia vita ringrazierò sempre la bontà di Maria Ausiliatrice!

Agosto 1916.

IDA FRECCERO CLARIS.

Martinez (California). - Erano molti mesi che vivevo in ansia continua per la cagionevole salute dell'unica mia figliuola Maria, di sette anni. Un continuo e violento mal di gola le procurava atroci sofferenze. Visitata da vari dottori tutti furono concordi nel ritenere per lei necessaria un'operazione alle tonsille. Ad aggravare la situazione venne la rosolia, con alte febbri, che ridussero la cara bimba in pericolo di vita! Che fare? Si ricorse a Maria Ausiliatrice con fervorose preghiere e colla promessa di un'offerta pel suo Santuario di Valdocco, se mi avesse salvata la figliuola diletta. Oh bontà materna di Maria! La febbre ed i sintomi della rosolia scomparvero in breve tempo e la piccola Maria migliorò tanto da poter felicemente sopportare l'operazione alla gola. Essa ora è perfettamente guarita ed io adempio la mia promessa facendo un'offerta al Santuario di Valdocco perché sia celebrata una S. Messa in onore e ringraziamento a Maria SS. Ausiliatrice, tuia pietosa e potente protettrice.

24 agosto 1916.

A. C. C.

Livorno - Da molto tempo una pena grande mi tormentava in modo inaudito: ultimamente poi mi sentiva presa da vera disperazione, poiche mi pareva elle non avrei potuto più liberarmi da tale doloroso stato di animo, quando un giorno mi venne l'ispirazione di rivolgermi, per aiuto, a Maria SS. Ausiliatrice e all'intercessione del Ven. D. Bosco, promettendo, se fossi stata esaudita, che avrei subito pubblicato la grazia.

Con fede cominciai la novena: ieri la terminai ed oggi ho avuto la consolazione di ricevere la grazia segnalata. Con la piú devota riconoscenza, mantengo la mia promessa, e consiglio a coloro che disperano di ricorrere all'aiuto potente al quale io sono ricorsa.

2 ottobre 1916.

LETIZIA LEONI.

Lanusei (Cagliari). - Un mio fratellino era gravemente infermo. Non c'erano piú speranze quando una mia sorella ebbe l'ispirazione di raccomandare il caro malato alla Vergine Ausiliatrice, mettendogli un'immagine di Lei sotto il guanciale. Oh prodigio e bontà grande della Celeste Madre! Subito il bimbo cominciò a star meglio ed in breve guarí del tutto. Mando una piccola offerta, come segno di gratitudine a Maria Ausiliatrice.

19 settembre 1916.

SEDDA FRANCESCANGEI.O.

Torino. - Ringrazio riconoscente la mia cara Madre Maria SS. Ausiliatrice che mi concesse la segnalatissima grazia della guarigione di una mia sorella che era stata dichiarata dai dottori affetta di tubercolosi. Dopo una visita fattale coi raggi X, venne ricoverata all'ospedale di San Martino di Genova, e da due mesi essa fu licenziata dall'ospedale, dal dottore, con queste precise parole: « Voi potete andare a casa quando volete, ché state benissimo ». Infatti, da due mesi che ha fatto ritorno a casa, può nutrirsi e digerire benissimo e le sue condizioni di salute sono veramente ottime. In segno di filiale riconoscenza invia L. 5 a favore delle Missioni Salesiane. Viva la nostra cara, Madre Ausiliatrice, che prego voglia proteggerci sempre!

24 settembre 1916.

ELISA BONOMI, Cooperatrice Salesiana.

Dal Veneto. - Compio oggi un dovere di riconoscenza verso la Madonna Ausiliatrice, col renderle pubbliche grazie, per la grazia ottenuta, (Il averci salvato da un fulmine, che stava per cadere sulla casa, il giorno 24 maggio, del corrente anno,

Verso le ore 4 circa, mentre stavo inginocchiata davanti una devota immagine recitando la seconda parte della novena della Madonna di Pompei, ove è scritto: « Tu che sei l'Aiuto dei Cristiani, trionfa della morte che minaccia l'anima ed il corpo, pericolo, in cui ci vedi esposti », sento improvvisamente una forte scossa, che pareva dovesse scoppiare il soffitto, accompagnata da una linea di fuoco. Impaurita mi alzai, per andare in cerca della sorella, che a sua volta, veniva anch'essa accanto a me.

Ciò che mi fece maggiore impressione è stata la dichiarazione della vicina signora Elisa Pratelli, che trovammo spaventata, perché disse di aver visto sortire dalla porta di nostra casa delle fiamme di fuoco.

I vicini dissero che doveva essere caduta una saetta poco distante, sulle colline di Monticella.

Compresi e mi assicurai sempre piú quanto è potente la Madonna ad arrestare i fulmini.

Con la fede si accrebbe la speranza ch'Ella, invocata sotto il titolo di Ausiliatrice, salverà anche la nostra città dagli infortuni aerei.

È stato forse un avviso dal Cielo? Preghiamo e ringraziamo.

24 giugno 1916.

ROSINA ALLEGRANZI.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di SS. Messe di ringraziamento, per l'erigendo Santuario dei Becchi, per le Missioni Salesiane, o per altre Opere di Don Bosco, i seguenti:

A) - A. P. di Chàtillon, 25 - A. R. O. di Messina - Abreonte Camillo, 2 -- Acerbi Maria, 5, Adamone Sinforosa Ved. Bevilacqua, 2 - Alberti Rosina, 7 - Ambrogetti Agostino, 3 - Anichini Belisario, Maestro, 5 - Andreetta Costanza, 2 - Andreoli Arnichetta in Rizzi, 5 - Andreoni Costanza Ved. Sergis, 2 - Appendino Cleopatra, 2 -- Aranco Adalgisa in Violetto - Argentiere Concetta, io - Arietti Domenico, 3 -- Aringoli Domenico, 5 - Arluffo Gaetano, 2 - Arinanini Gintîna, 5 - Armano Luigia, 2,40 - Annas Paolo, 2,5o - Armato Bianca in Conti, 4 -- Arnaud Assunta, 5 - Artusio Vincenzina in Arrosio - Aschieris Teodolinda, 3 - Asinelli Artemisia - Assauto Chiaffredo, 2 - Avondino Francesca, 5.

B) - B. R. di Torino, 5 - B. V. di Palestro, 20 - Bacilieri Elisa, 5 - Baiardi Paolina in Collocchio, 3 - Balbo D. Federico Parroco di S. Stefano, 3 - Baldi Serafina Ved. Tebaldi, 2 - Baldini Maria, 5 - Balducci Assunta in Pozzi - Baravalle Margherita Ved. Selino, 2 - Barnabotti Secondina - Barocelli Beatrice,- 5 - Barrera Secondo - Bartolini Costantino -- Bartolini Maria Ved. Ardore - Bartolomei Ferruccio, 5 - Bascetta Prof. Costantino, 5 -- Bastrentaz E., 6 - Battilana Rosa, 12 - Battistoni Pulcheria in Carrara, 15 - Bauso Mario, io -- Beano Alessandro, 5 - Bedogna Rosa in Lorenzini - Bene(letto Gaspare, 5 - Bensa Elisa, 30 - Berardi Claudina in Serlupi, 4 - Bernardi Maria, io - Bernar(lini Augusta Ved. Adamone, 2 - Bernardini Policarpo -- Bernardini Prof. Stefano, 2 - Bernasconi Lucia in Derenzi, 4 - Bertacchini Massinlilia, 3 -- Bertero Annetta - Bescino Teresa, io - Bianchetti Giacomina Ved. Morelli - Bianchini Angelina, 4 - Bianchini Gerolamo, 2 Biasiotti Virginia Ved. Innocente, 2 - Biondi — ing. Ettore, 5 - Bizzarri Augusta Ved. Grossi, 2 - Bocca Clelia in Turco - Bocca Gaetano, 2 -Boccali Avv. Onorio, 5 - Boccanera Marco, 4 -Bocchi Elisabetta, io - Bocchicchio Vito, 3 Bocchini Domenica in Gallina, 4 - Bolla Serafina Ved. Ghisaldi, 2 - Bonfanti Sebastiano, 2 - Bonito Avg. Anselmo, 5 -- Borboni ROSmunda Ved. Galleani - Borga Elvira -- Borghetti Marco, 4 -- Bosi Maria in Ballor - Bormioli Maddalena V'ed. Casale - Bortolussi Antonia, i o - Bossi Claudio, 2 - Bracchi Carmela, 2 - Brandi Maddalena Ved. Stefanone, i - Brando Margherita, 5 - Bront D. Luigi, 5 -- Brozzi Michelina in Sergis - Brunetti Leopoldo, 2 - Buongiovanni Toni- Buratti Celestina in Santinelli - Burlando Domenico, lo - Bussa Giulia, b - Buttignano Mosè, 2 --- Buzini Elena, 5.

C) - C. B. B. di Voghera, 5 - C. M. di Borgo S. Martino, 5 - C. M. di Buenos Aires, 5 - C. M. di Omegna, 5 -- Caccia Vesperina, 2 - Cagliesi Camillo, 2 - Campagnucei Enea, 6 - Campeggi Amalia Ved. Amaretti - Campigotto Rosa, 5 -Campori Melania Ved. Cerchietti, 3 - Camuratti D. Giuseppe, 2 - Candini Cesare, 5 - Candusso Isolina, 2 - Canevesio Antonio, 6 - Cannizzaro D. Carmelo, 2,50 - Canta Orsolina Ved. Maranelli, 2 - Capitanio Maria, 5 - Cappellani Marietta, 5 - Cappella Ernestina, 2 - Cappucci Avv. Ernesto, 5 - Carbonero Celestina Ved. Deregibus, 5 - Careggi Giovanni, io - Carpaca Maria, i -- Caruso Giacomo, io - Cascioli Claudio, 2 - Castagnola Carmela, 5 - Castagnola Ida, 3 - Castellano Melania Ved. Virtuoso, 2 - Castelli D. Giuseppe, 25 - Castelluzzo Vincenza, 5 - Cattaneo Enna, 3 - Cavagnet Rosa, 3 - Cavalloni Mario di Egisto, 2 - Cavigioli Maurizio, 3 - Cencigh D. Antonio, io - Centenari Ermelinda, 2 - Ceppi Vincenza, 5 - Cerino Maria, 1, 50 - Cer rato Annetta, 3,50 - Cerretti Francesco - Chiapuzzi Rosa, 3 - Chiavenuto Orsola, 5 - Chiericozzi Giustina in Demaestri, 2 - Chimenti Alfonso, 2 - Chiodi Teresa, 2 - Ciampiglia Gio. Ant., 5 - Ciani Agostina in Veronese, i --- Ciccolini Dott. Amanzio, 5 - Cicone Romualda in Sansevero, 2 - Cigna Vincenza, Cinti Arturo, 2 - Ciuffa Ersilia Ved. Chiodi - Cocco Lepori Mario, 5 - Coccoli Veronica in Pozzo - Coccolo Giusto - Coes Boemondo - Coletti Angela - Collocchia Maddalena, 2 - Cono Luigi Tegelaro, 5 - Conte Agnese, io Costa Canonico, 5 - Costantini Avv. Augusto, 5 - Cretier Gedeone, i - Cretinotti Margherita, 2 -- Crinò Lorenzo, 4 - Cristiani Maria, i o - Crocicchia Andreina Ved. Santorelli, 2 - Culasso Domenica, 5 - Cusimano Can. D. Rocco, io.

D) - D. N. L. di Firenze, 5 - Da Dhiara Sofocle, 2 - Dal Toso Erminia, 2 - Dandini Giuliana Ved. Verità, i - Deambrosi M. A. in Tarchetti, 5 - Deambrosio Carlotta in Angelini, 2 - Deangelis Diomira - Deangelis Salvatore, 3 - Debenedetti Eufrosia in Marchetti, 2 - Debisogno Lucrezia Ved. Tedaldi -- Debernardino Clelia - Dedonatis Maurizio, 2 - De' Dori Alfonsina in Serra - Degiorgis Matilde in Sanguinetti, 2 -Degli Orazii Lucrezia Ved. Feliciano, 3 - Delpiano Clemente, 3 - Delú Giuseppina in Berretta 0 -- Demarchi Angiolina Ved. Sensale, e - Demaschi Angela in Crevola, i - De Martini Ida, 2 - De Matteis Se ,ondina in Marchis, 4 - De Raynlondi Serafino, 2 - De Renzi Lucia Ved. Villa, - De' Romani Ludovica in Verga, 4 -- De Toni Annetta, 15 - De Vita Costanza in Rosmarino, 2 -- Devecchi Maria - Devota di M. Ausil. -- Di Bernardino Castella, 5 - Di Biagio Emerenziana - Di Casalegno Clorinda, 2 - Di Fava Franceschina in Marchetti, .2 - Di Lorenzo Giacomo, 2 -- Di Maggi D. Gerolamo, 4 --- Di Rollo Giuseppe, 2 -. Di Spilimbergo Mariuccia, io - Dollera Ved, Luigina, 25 - Dolza Beniamino, 2 - Dominioni Evelina in Sangiusti - Dotti Clara Ved, Coccini.

E) - Edrotti Camillo, 2 -- Ercolani Tersilla in Rovella, 2 - Estorgi Marchita, 2 - Evangelista Marco, 3.

F) F. F. di Malo, 20 -- Faberi Sebastiano - Fabiaseo Leonzio - Fabriano Aniceta Ved. Nitri, 2

Facciunetti Antonino - Falconio Domenico, 4 -- Fam. Casissa, io - Fam.. Gallo - Fam. LoroPiana, ioo -- Fam. Tamagnone - Fam. Zibetti, 5 - Fangazio Rosetta in Fra, i -- Fantini Gemma. in G îio, 4 -- Farina Adelaide, 3 - Fasoni Lucilla Ved. Antonietti - Fassio Teresa, io - Felici Avv. Feliciano, .5 -- Fenini Fiorino, soldato, io - Fenini Paolo, 100 -- Ferraro Giustino - Fiamberti Irene, 5 - Filomena Giovanni, 70 -- Fiorentini D. Raffaello, 5 - Fogliotti Angelina, i - Fontana Francesca, i - Forcellato Bianca, i o - Formenti Marcellina, 5o - Fortini Ebe Ved. Scilla - Forzani Giuseppe, 5 -- Fossati Albino, 2 - Francescato Vittorio, 5,,5o - Franzinetti Giovanni - Franzoni Maria, io - Trattini Ernenegildo, 5 - Fumasoni Amedeo.

G) - G. C. di Torino, 7 - G. D. di Spezia, 50 - G. R. di Milano, 5 -- Gabutti G., 15 - Gado Serafina, 5 - Gaffuri Ch. Felice, 5 - Galvagni Fietro, io - Gamba Vittorio, 4 -- Gariatti Anna, 2 Gavioli e Croce, i o - Genovese Carmelo, 5 - - Gentile Michele, 20 - Gerbino Maddalena, 2,50 -- Ghiraldotti Erminia, 5 - Ghisla Adalgisa, 5 - Giorda Luigia Ved. Jacometti, 2 - Gilardini Pietro, io - Giordano G. - Greppi Giovanna, 12 - Grippi Francesco, 65 - Greppo Edvige, 5 - Guidotti Guido, 5 - Guino Luigia, io.

I) - I. M. di Torino, 3 - Ivaldi Olga.

L) - Lasi D. Gio. Batti., 15 -- beoni Letizia - Levreri Giuseppe, 5 - Lombardi Alessandrina, io -- Longhitano Pasquale, io - Lunedei Ernesta io --- Lupi Mary, 20.

M) - M. E. di Livorno Vercellese, 5 - M. G. di Costigliole d'Asti, roo - M. R. C., di Cirimido, io Maggioni Giuseppina, 2 - Malaspina Virginia, 5 - Mangano D. Antonio, 2 -- Mantovani job, 3 - Manza Famiglia, 5 -- Marcianò Rosina, 3 -- Marcheselii Giuseppina e Tornma: o, 20 - Marchesi Alessandro, 5 - Marongiu Giuseppe, 6 -- Martelli Antonietta Ved. Bassini, io -- Martin D. Pietro Missionario Salesiano -- Martinelli Teresa in Fraschetti, 2 - Martini Rolfo, Elisabetta e Maria, 5 - 1i e~ Mini Giuseppe, 50 - Massaro Lucia, 5 -- Matta Paolina - Matteucci Noemi, 4 - Mazzoni Dott. Giacomo, 5 - Mensio Bibiana, 5 - Merlino Cristina, io - Mò Giuseppina, 5 - Monasterolo resa, 6 - Montecchi A., 250 - Montegrosso Margherita, io -- Montiglio Francesca, io --- Morttarino D. Attilio, 12 - Morteo Geronima, 15.

N) - N. N. di Acqui, 5 -- N. N. di Castagnole Piemonte, io - N. N. di Collesalvetti, 2 - N. N. d Condove, 2 - N. N. di Dario, 7 --- N. N. di Mirabello Monf., 5 - N. N. di. Modica, 5 - N. N. di Tarzo, i - N. N. di Torino, 3 --- N. N. di id., 1oo - N. N. di Villastellone, i - N. N. di Zînasco Nuovo, 5 - Neri N. Nicolò, 5.

O) -- Onesti Augusto, 5 -- Ottavis Giuseppe. P) - P. D. di Darfo, 2 - P. G., 50 - P. M. I,. li Torino, r o -- P.M.R. di Genova - Panero Antonio -, 20 -- Paolizzi Sista, Paparo Barone Antonio, 6o - Parasiliti D. Sebastiano, 3 - Paset Maria n. Bonafide - Pasta Alman Germano, io - Patriarca D. Emilio, io - Pauzzon Antonio, io -Pennacchio Anna, 2 - Pericoli Maria, 5 - Perotti Maria, io - Persi Consolata in Pani, 2,50 - Pespani Clementina - Picchi Carolina, 5 -- Pilla Corongiu Giovarmi, 8,25 - Pirovano Adele, io - Polastri M. in Gussone, io - Poldrini Rita, 5 - Porrin Isolina, 2 -- Preda Vincenzo, 5.

O) - Ouintarelli Maria, 5.

R) - Ragazzo Pietro Giuseppe, 5 - Raimondi Felicina, io -- Razzoli Dodicina, 3,25 - Repele Angelina in Pieropa.n, 7 - Riberi Lucia, 2 - Ricca Giuseppa, 5 - Righetti Antonio, 2 - Biglietti Gaetano, 4 - Rinverdi Paolo, 2 - Rippstein, 50 - Rizzolo D. G. B., 15 - Rizzolo Giuseppina, io - Rizzotto Melania, 2 - Roccati Annetta - Romagnoli Rosa - Rossi Ida, 12 - Ruggia Luigi, 7,50.

S) - Sacchi Maria, io --- Saglia Domenica, 5 - Santagostini Antonio, 20 - Santiano Leonade, 5 - Saraceno Maria, i --- Sarteur Ilaria Ved. Aberlet, 5 - Sartorie Maria, 3 -- Sasso Vittoria, 2 Scala Erminia - Scarpa - Dini Vincenzo, 2 -Schiavi Maria, 2 - Scibilia Concetta, io - Sedda Francesco 2,50 - Sereno Camillo, 8 --- Sigismoodo Isidoro Soldato, 2,50 - Sigismondo Trasimina di Vito, 2 - Slvestris Dott. Giuseppe, 1o5 - Solbrati Pierina, 5 -- Splendori D. Giuseppe, 2 - St.uardi Catterind, 2 -- Suor Elisa Garbarino, 5 -Suor Caterina Tamagnone, 5.

T) - T. C. di Torino, 5 - Tamburlan Sante, 5 - Tane-,,a Rosina, 5 -- Tardito Giuseppe, 2 - Taschini D. Secondo, io - Testone Giovanna in Dottori,. io -- Thorel Floris, io - Tirelli Angelo, 2 - Tela Maria i Ruggiu, 5 - Tomba. Itala in Caneva, 5 -- Toscano Angiolina., 20 - Tosi Maria in Mucci, io - Trapeano Michelina, 5 - Treccero Ida in Claris, io -Trionfi Guidobaldo in Marchese, io - Trotta Erminia, io.

U) - Urbani Clementina, 5.

V) -- V. G. per il buon esito degli esami e perchè la Vergine Ausiliatrice continui ad assisterlo in altri ancora, i - V. Tarsilla di Torino -- Vagina Marianna, 6 - Valentini Maria, 3 - Valmaggia Ines, 5 - Vella Concettina in Nocera, 5 -- Virano Margherita, 5 - Vichi Maria, 5 - Villani Marietta in Mò, 2 - Vinai Margherita, 5 - Vosti Federico.

Z) - Zandrino Esterina, 12 - Zeppegno Annetta, i - Zin Domitilla in Vignato, 30 - Zucchelli Margherita, i.

Tutti questi devoti rendono pubbliche grazie alla Vergine Ausiliatrice per soddisfare alle loro promesse e nella fiducia di meglio impetrare dalla Benedetta l-ladre di Dio nuove grazie e nuovi favori. Esse appartengono ai paesi seguenti:

PIEMONTE: Acqui, Agliano, d'Asti, Agnellengo, Alagna Valsesia, Albano Vercellese, Albaretto di Valle di Alacra, Albiano d'Ivrea, Alessandria, Alice Belcolle, Altavilla Monferrato, Aosta, Arnaud, Asti, Ayas, Baceno, Bagiaasco d'Asti, Baldissero Torinese, Baldichieri, Bardassano, Bardonecchia, Barzano S. Pietro, Bassignana, Beaulard, Beinasco, Benevello, Bergamasco, Bernezzo, Borgo franco d'Ivrea, Borgo Lavezzaro, Borgomanero, Borgo Vercelli, Borgone, Borgo S. Martino, Boscomarengo, Brusasco, Cabella Ligure, Callabiana, Calamandrana, Canelli, Caresana, Carignano; Carmagnola, Casale Monf., Casalgrasso, Castagnole Piemonte, Casiellar Ponzano, Castelrosso, Cavailirio, Cellio, Chambave, Champorcher, Champoluc, Chdtillon, Cherasco, Chialamberto, Chivasso, Cisterna d'Asti, Coicavag-no, Condove, Cortiglione, Costagizole d'Asti, Cogne, Dagnente, Dogliani, Domodossola, Donato, Dones, Emarese, Entraque, Envie, Etroubles, Exilles, Falnzenta, Farigliano, Feletto, Ferrera d'Asti, Fontanetto d'Agogna, Ivrea, Livorno Vercellese, Masserano, Mirabello Monf., Monastero di Vasco, Moncalieri, Montanaro, Montenzale, Murello, Novara, Oddalengo Grande, Omegna, Orsara Bormida, Ottiglio Monf., Ovada, Pianceri, Pino Torinese, Poirino, Ponzone d'Acqui, Ponzone Biellese, Redabue, Riva di Chiari, Salere, Saluzzo, Sanfré, S. Salvatore Monf., Strona, Superga, Torino, Trecate, Trino Vercellese, Valenza Po, Varallo Seria, Verolengo, Verrès, Viarigi, Vico Canavese, Vigone, Villanova d'Asti, Viltastellone, Villa Torinese, Vinovo, Volvera.

LOMBARDIA: Abbiategrasso, Adrara S. Martino, Aflori, Agnadello, Agrate Brianza, Albairate, Albaredo degli Arnaboldi, Albogasio, Almenno San Salvatore, Avuglione di Cambiò, Bagaggera, Baggio, Bagnaria, Ballabio Superiore, Barbianello, Barcone, Bareggio, Barzaniga, Bastida Pancarana, Berbenno di Valtellina, Bergamo, Bigarello, Bizzarone, Bordolano, Borgo forte, Borgo, S. Siro, Breme Lomellina, Busto Arsizio, Cabiaglio, Cadegliano, Cadignano, Cairo Lomellina, Caionvico, Calcababbio, Carate Brianza, Cardano al Campo, Casalsigone, Cavallasca, Chiari, Cilavegna, Cirimido, Cividate Camuno, Clusone sul Lago, Como, Cosio Stazione, Crema, Darlo, Daverio, Desenzano sul Serio, Dossena, Entratico, Esine, Esinate, Fabrica Durini, Fagnano Olona, Garlate, Gazzaniga, Groppello Cairoli, Lacch-iarella, Lecco, Lodi, Mezzana, Bigli, Milano, Molino, Montevecchio, Padenghe, Palestro, S. Damiano al Colle, Sannazzaro de' Burgondi, .Sortirono, Scaldasole, Trebecco, Tromello, Vertova, Voghera, Zavattarello, Zinasco Nuovo.

VENETO: Alano di Piave, Albignasego, Albattone, Altavilla Vicentina, Asiglìano, Badia Calavena, Bagnaria Arsa, Berganlino, Bevilacqua, Boara Polesine, Bonavigo, Bonferraro, Breonio, Cd Emo, Caerano, S. Marco, Caldogno, Cencenighe, Cimadolmo, Cividale del Friuli, Clauzetto, Cotogna Veneta, Curano, Domegge, Donada, Enego, Enemonzo, Fagagna, Falcade, Fregona, Gambellara, Gozzolo Valpolicella, Monte di Malo, Montemaggiore, Negrar, Padola di Comeliico, Pellestrina, Pescantina, Poiana, Maggiore, S. Bonifacio, S. Daniele del Friuli, S. AIichele Extra, S. Nicolò Comelico, S. Vito al Tagliamento, Spilimbergo, Tarcento, Tarzo, Torbe, Tricesimo, Valdagno, Verona, Vestenanova, Vicenza, Villa del Ferro, Visinale.

LIGURIA: Atrole, Alassio, Albissola Marina, Arcola, Badalucco, Bardineto, Bardino Vecchio, Bergaggi, Bestagno, Beverino, Bogliasco, Boissano, Bonassola, Borghe llto d'Arroscia, Calizzano, Damonte, Diano Caiderina, Ellera, Falcinello, Genova, Mezzema, Pieve di Teco, Savona, Spezia, Stellanello, Vallecrosia, Varazze.

EMII,IA: Albareto di Borgotaro, Bafladi, Bagnacavallo, Bazzano, Bedonia, Besenzone, Bibbiano, Bologna, Boniporto, Borgotaro, Cadelbosco di Sopra, Calestano, Ciano d'Enza, Faenza, Gambettola, Guastalla, Modena, Montesendo, Piacenza, Ponte Lagoscuro, Prignacco, Riccò dell'Emilia, Villa Tagliata.

TOSCANA: Abbadia S. Salvatore, Arezzo, Badia Tedalda, _ Bientina, Borgo a Mezzano, Calcinaio, Castelfocognano, Colle Salvetti, Colle Val d'Elsa, Dicomano, Dobbiana, Dogana di Caste fiorentino, Filetto, Firenze, Livorno, Marradi, Montaione.

MARCHE: Acqualagna, Amandola, Acquata del Tronto, Ascoli Piceno, Belforte all'Isauro, Brondolato, Caldarola, Cingoli, Esanatolia, Fabriano, Falerone, Fano, tesi, Osimo, Sanseverino Marche.

UMBRIA: Acera di Canz¢>ello sul Cliterno, Acquasparta, Bettona, Beva gnu, Dirindello, Orvieto.

LAZIO: Anguillara Subazia, Anzio, Bassanello, Bassiano, Bomarzo, Cinelo Romano, Civita, Lavinia, Civitavecchia, Collepardo, Fabrica di Roma; Falvaterra, Frosinone, Roma.

ABRUZZI: Abbateggio, Aquila, Balsorano, Barrea Bisegna, Borbona, Cermignano, Colle Corvino, Dogliola, Elice, Fagnano Alto, Fano Adriano, Faro Filiorum Peiri, Pescassero li.

MOLISE: Acquaviva-Collecroce, Caccavone, Civita Campomarano.

BASILICATA: Albano di Lucania, Avigliano.

CAMPANIA: Afragola, Albanella, Bacano d'Ischia, Baronissi, Benevento, Bisaccia, Caianello, Domicella, Eboli, Itri, Stio.

PUGLIE: Acquacarica del Capo, Alberobello, Aiberona, Ascoli Satriano, Bagnolo del Salento, Barletta, Binetto, Bisceglie, Ceglie Mezzanico, Martina Franca, S. Giovanni Rotondo.

CALABRIA: Africo, Alessandria del Cavetto, Altomonte, Amendolara, Badoloto, Bagaladi, Bagnara

Calabra, Belcastro, Belvedere di Spinello, Bianchi, Bisignano, Bivongi, Bova, Caccuri, Chiaravalle Centrale, Condofuri, Dardanise, Decollatura, Fabrizia, Falconara Albanese, Gioia Tauro, Mileto.

SARDEGNA: Abbasanta, Barrali, Bauladu, Be-netutti, Bonorva, Cabrar, Cagliari, Calangianus, Decimoputzaz, Desulo, Dorgali, Elmas, Escalaplano, Escovedu, Genoni, Iglesias, Isili, Lanusei, Scie gas, Serramanna, Sili, Sinnai.

SICILIA: Acireale, Balestrata, Biancavilla, Bidona, Bronte, Calamonaci, Calascibetta, Calatano, Canicatti, Carini, Centuripe, Chiaramonte ulfr, Grammichele, Mazzarino, Melilli, Messina. Modica, Monreale, Palazzo Adriano, Salemi, Terranova Sicula, Termini Imerese, Tortorici, Valguarnera.

ZONA DI GUERRA.

NB. - Per l'Estero ci limitiamo a notare i paesi donde giunsero relazioni inviate da Italiani.

SVIZZERA: Delemont, Prada.

AMERICA: Brooklin, Buenos Aires, Cartago, Gonzales, Hollister, Kucul, Martinez.

In questi e in tutti gli altri paesi, fiorisca e si diffonda sempre più, in aiuto del popolo cristiano la divozione alla nostra dolcissima Madre Celeste!

PEL TEMPIO VOTIVO IN ONORE Di MARIA AUSILIATRICE

A CASTELNUOVO D'ASTI

I lavori del nuovo tempio nella patria di Don Bosco proseguono alacremente. L'incisione dà lo stato di essi al principio del mese di ottobre : ora son molto progrediti. Rinnoviamo a tutti la preghiera di voler continuare l'interessamento per quest'opera, finché non sia felicemente compiuta.

Rose e Gigli.

Invio L. 10 quale piccolo obolo dei poveri fanciulli della Colonia di Giovi, per l'erigendo Santuario dei Becchi. Questo obolo viene offerto con gran cuore e sacrifizio, implorando dalla Vergine Ausiliatrice la pace sospirata. - La Direttrice Suor Maria Garrone.

I bimbi dell'Asilo di Baldichieri d'Asti, uniti alle Oratoriane, inviano per l'erigendo Santuario la loro tenue offerta di L. 10, affinché la potente Madonna,di Don Bosco protegga e scampi da ogni pericolo i loro cari che si trovano al fronte e ridoni presto all'Europa la sospirata pace.

Quaranta Giuseppina di Buttigliera d'Asti offre L. 5, chiedendo una benedizione speciale sopra di sè, sui fratelli al fronte e su tutta la famiglia.

Piccoli amici di D. Bosco e Maria Ausiliatrice.

Il piccolo Giosino Barbero di Moncrivello offre L. 1 pel tempio votivo ai Becchi, pregando Maria Ausiliatrice a scampare da ogni pericolo il papà e lo zio che si trovano in guerra.

Eurialo Aglio di Crema offre L. 5 pel Santuario dei Becchi, perché il caro papà abbia a ritornare presto a casa.

Perché la Vergine SS. Ausiliatrice faccia guarire la mamma, protegga nostro papà soldato e ci benedica. - Margherita e Pippo Regis, L. 1.

La Piccola Dina, riconoscente alla gloriosa Vergine Ausiliatrice ed al Ven. D. Bosco che esaudirono le sue preghiere per la guarigione della mammina, offre L. 3.

Lina e Laura per un mattonino della chiesa dei Becchi, implorando dalla Vergine Santa che torni sano e salvo il babbo dalla guerra, L. 1.

Felice, Angelina, Anita e Cecilietta, implorando protezione a se stessi, al fratello lontano ed ai cari genitori, L. 2.

Pii giovanetti e giovanette.

Lorenzino ed Emma, riconoscenti al Ven. Don Bosco, offrono L. 10 pel Santuario dei Becchi, implorando la sua paterna protezione.

Ninetta Viale di Triora, nella ricorrenza dell'anniversario del matrimonio dei genitori, pregando ed implorando Maria Ausiliatrice, perché le faccia ritornare sano il babbo, L. 10.

Il bambino Giacomo Salomoni di Fontanellato offre L. 1 pel tempio votivo dei Becchi, affinché Maria Ausiliatrice lo protegga e lo esaudisca nel suo fervido desiderio.

La bambina Testa Anna Maria offre L. 4 alla Vergine Ausiliatrice per la sua chiesa dei Becchi, frutto del suo piccolo salvadanaio, ringraziandola della continua protezione sul papà durante 14 mesi di richiamo alle armi, pregandola che glielo ritorni presto sano e salvo.

Mamme e insegnanti devote.

Alla Vergine Ausiliatrice consacro il nuovo anno di scuola, implorando protezione e benedizione sui bimbi e sulle insegnanti dell'Asilo Ferrante Aporti. Torino. - Luigia Ludovica Negri, L. 5.

Una madre di famiglia, fiduciosa di veder compiuta la grazia che Maria Ausiliatrice ha incominciato a favore del marito, offre L. 5 per il caro Santuario.

N. N, di Torino, L. 2, perché il figlio sia salvo fra i pericoli della guerra.

Mora Antonia di Cavaglio, offre .L. 2 per la chiesa dei Becchi.

Una devota di Maria Ausiliatrice di Giarre rende grazie alla miracolosa Vergine, per averle concessa una grazia segnalata, e manda un'offerta di L. io.

Pei miei figli amatissimi : perché la Vergine di Don Bosco li benedica, come prega il mio cuore di madre L. 5. - Nobile Teresa Ghemi-Zorzoli.

Mi ero fratturato cosí malamente un braccio che si temeva rimanessi inabile al lavoro per lungo tempo e forse per la vita. Tu mi graziasti, o Maria, ed io riconoscente, sciolgo il mio voto di rendere pubblico il favore ottenuto invitando a ricorrere in ogni evento alla tua materna bontà ed offro L. 10 pel Santuario dei Becchi. - Albina Riboli di Villadossola.

Una Cooperatrice Salesiana offre pel tempio votivo ai Becchi L. 10, quale tributo di affetto e devozione alla Vergine Ausiliatrice, implorandola nello stesso tempo, unitamente col Ven. D. Bosco, a voler prendere sotto la sua protezione, il figlio undicenne, coll'allontanarlo dal pericolo di cattivi compagni, e col farlo crescere onesto e timorato di Dio.

Per un favore ottenuto dalla mia Angiolina, invio L. 2 per la chiesa dei Becchi, supplicando la Celeste Madre del suo aiuto per la famiglia.

I miei figli Giovanna,. Angela, Grazia, Giovanni e Giov. Maria offrono L. 4 per il nuovo tempio in onore di Maria Ausiliatrice a Castelnuovo d'Asti, e pregano Maria Ausiliatrice e il Ven. D. Bosco a stendere la loro celeste protezione su essi, e pel riposo eterno del loro babbo.

Catterina B. offre L. 25 per la chiesa dei Becchi e invoca sopra di sé e della famiglia la protezione del Ven. Don Bosco.

Preci e ringraziamenti.

Da Castelnuovo d'Asti, invocando la protezione dell'Ausiliatrice e la benedizione del Venerabile Concittadino: alcune. Cooperatrici L. 5 ; Bargetto Emilia, L. 5; Musso Secondo dalla zona di guerra L. 5; Genoveffa e Massimina Chiardi, in attesa del felice ritorno del babbo, L. 5; Bava Giuseppina fu Francesco, L. 5; N. N. per grazia ricevuta, L. 5 ; Maestro Giacomo Musso,. L. 5.

Clara Rosa di Montanaro offre L. 1o per grazia ricevuta, alla chiesa dei Becchi.

La famiglia Peano di Falicetto L. 5, in ringraziamento, per la chiesa dei Becchi.

Bechis Marianna di Trofarello, nella giusta esultanza che nella terra natale di D. Bosco abbia a sorgere un nuovo tempio a Maria Ausiliatrice, offre L. 10, fiduciosa di speciali benedizioni e aiuti dalla cara Madonna, che imparò ad amare dallo stesso Don Bosco.

Ceppi Vincenza da Villa Torinese offre L. 5 per la chiesa dei Becchi.

La famiglia Beffa di Trofarello offre L. 5 a favore del Tempio votivo ai Becchi, affinché la potente Ausiliatrice voglia continarle la sua protezione.

Margherita Busnengo, manda L. 0,50 per ottenere da Maria Ausiliatrice la primiera salute.

Maria Destefanis di Pontestura per impetrare la sospirata pace, offre L. 1 per una pia persona in ringraziamento di un favore ricevuto dalla Vergine Ausiliatrice.

Dal fronte... il sergente Regis Eusebio di Moncrivello, riconoscente a Maria Ausiliatrice, per avere esperimentata più volte la sua materna protezione, e perché continui a vegliare amorosa su lui e sulla sua cara famiglia lontana, invia L. 5 per l'erigenda chiesa dei Becchi.

Povero Bartolomeo L. 6, perla chiesa dei Becchi.

Un'ammalata per sé e per la sua famiglia L. 1.

Vergine Ausiliatrice, ti mando la mia piccola offerta in L. 10 pel nuovo tempio che ricorderà ai posteri la pace che tu impetri ai tuoi figli sulla terra. Venga presto questa pace benedetta e regni principalmente nelle famiglie a te devote. - R. O. di Martina Franca.

Monella Villano in Mò, offre L. 2 per la chiesa dei Becchi.

Mensio Bibiana di Pino Torinese offre L. 5 per la chiesa dei Becchi, perché la Madonna le ritorni il figlio Adolfo dalla guerra.

S. L. di Spezia invia L. 25, con fervidi voti e sante speranze.

Don G. E. per grazia in parte ricevuta, e per affrettarne il compimento, con vivissima riconoscenza e devota e profonda fiducia, L. 1oo.

Sorelle Piovano di Cambiano, L. 5

Dagli Oratori.

Le bambine del Ricreatorio autunnale di Gemona inviano per la chiesetta dei Becchi L. 6,10 frutto dei loro piccoli sacrifici, pregando caldamente la cara Madonna Ausiliatrice, che per intercessione di Don Bosco continui a proteggerle tutte, e a benedire i loro cari, esposti ai pericoli della guerra.

L'inaugurazione dell'Istituto „D. Bosco" per orfani di guerra

A PINEROLO

Il 22 ottobre u. s. a Pinerolo s'inaugurò ufficialmente l'Istituto « Don Bosco » per orfani di guerra, di cui abbiamo parlato piú volte ai Cooperatori.. La festa gentile, come diremo, chiamò sull'amenissimo colle di Monte Oliveto una moltitudine di persone di ogni classe sociale, grazie all'attività ammirevole di un eletto Comitato di Patronesse, costituitosi appositamente per la circostanza.

Il nostro venerato Rettor Maggiore Don Paolo Albera, fondatore dell'Istituto, si recava a Pinerolo la sera antecedente, accolto ai piedi del colle da tutti gli orfani ricoverati. La felicità di quei cari ragazzi nel vedere per la prima volta il loro benefattore non poteva essere piú piena ed intensa. Ne avevano parlato tanto e avevano affrettato quell'ora colle piú ferventi preghiere, che, non appena lo videro, gli si affollarono attorno per baciargli le mani, e come ebbero da lui ricevuto il primo saluto, si misero in ordine e, tutti con un lampioncino acceso in mano, per rischiarare al buon Padre la salita fino all'istituto, cantando l'inno di Don Bosco, l'accompagnarono, raggianti di gioia, conte in trionfo.

Di quella sera medesima Don Albera benedisse una bella statua di Maria Ausiliatrice, che egli aveva inviata per la nuova cappella, e, dopo cena, parlò a quei cari fanciulli, svolgendo questo pensiero: « Se avete perduto la mamma, vi farà da mamma Maria Ausiliatrice ». Gli orfanelli, collo sguardo immobile nel Successore di Don Bosco, bevevano così avidamente le sue parole, che Don Albera ne fu commosso, e si senti spirito a parlar loro ancora piú volte, passando quasi tutto il giorno seguente e parte del lunedì in loro compagnia.

All'indomani, al mattino si svolse la parte religiosa della festa. Don Albera disse la messa della Comunione, che tutti i ragazzetti ricevettero con fervoroso entusiasmo dalle sue mani. Segui poi la messa cantata, alla quale i buoni orfanelli eseguirono assai bene la Missa de Angelis in gregoriano.

Nel pomeriggio ebbe luogo la cerimonia ufficiale dell'inaugurazione dell'Istituto, onorata dalla presenza di tutte le Autorità cittadine. Daremo pochi nomi: l'on. Luigi Facta ; il Sindaco ing. Bosio; il cav. Verdina, sotto-prefetto; i colonnelli Bolgheroni, Roversi, Chiavazza e Battaglia; il nob. avv. Soardi, procuratore del Re; l'avv. Malinverni, per il Tribunale; gli assessori dott. Maffei, avv. Brignone, dott. Danesy; il pretore conte Toesca di Castellazzo, e molti altri illustri signori.

Delle patronesse: Donna Arnosio-Facta, presidente; signora Armand e signora Lequio, vicepresidenti; signorina Bertetti, segretaria; e quasi tutto il Comitato, composto di 6o elette signore.

S. E. Rev.ma Mons. Gio. Battista Rossi, Vescovo diocesano, scusando, per causa di ministero, la sua assenza, delegava a rappresentarlo il Vicario Generale Mons. Ughetti. Erano pur presenti vari benemeriti sacerdoti, tra cui il cav. can. D. Callisto Cesano, zelante direttore diocesano dei Cooperatori, il rev. D. Luigi Oggero, vice-direttore, ed anche l'Ispettore delle Case Salesiane del Piemonte, Dott. D. Emanuele Manassero.

La stampa locale e i corrispondenti dei giornali torinesi eran pure al completo. Ecco - a tacere degli altri - ciò che scrisse la stessa Gazzetta del Popolo, nel numero del 23 ottobre.

e Con una festa gentile e commovente, venne oggi inaugurato ufficialmente l'Istituto per gli orfani di guerra, aperto or son quattro mesi, qui in Pinerolo.

» Nella ex-villa detta di Monte Oliveto, sita maestosamente in una delle piú ridenti posizioni delle colline pinerolesi, grazie alla caritatevole iniziativa della Società Salesiana, e al concorso di generosi oblatori, si trovano, per ora, raccolti trenta giovinetti che ebbero morto il padre in guerra od erano privi della madre.

» Presenziavano l'inaugurazione le Autorità civili, militari ed ecclesiastiche, le signore patronesse

e cooperatrici, una rappresentanza della Scuola di Cavalleria e una folla numerosissima d'invitati.

» Il cortile dell'Istituto, trionfante di sole, era pavesato di bandiere e ornato di piante e di fiori. Ma lo sguardo di tutti si portava sul gran mazzo di fiori piú vivi e piú belli, sui cari figli dei nostri valorosi soldati.

» E la foga con cui intonarono gli inni nazionali, la precisione con cui eseguirono evoluzioni militari nella simpatica divisa di alpini in grigio verde, il brio, la spigliatezza con cui recitarono dialoghi e poesie patriottiche, pareva volessero esprimere un loro legittimo orgoglio, orgoglio diviso da tutti i presenti, che applaudirono entusiasticamente i protagonisti della festa.

» Il direttore Lorenzo Nigra disse nobili parole, spiegando lo scopo dell'istituzione.

» Il rev. D. Albera, Rettore Maggiore dei Salesiani, ringraziò commosso le Autorità, i presenti, e le persone che cooperano ad istituzione così umanitaria e patriottica.

» L'on. Facta pronunciò un discorso, che fu tutto un inno alla carità della Società Salesiana, all'opera amorosa prestata dalla direzione dell'Istituto. Esortò gli orfanelli ad essere riconoscenti del bene che ricevono; mandò un saluto ai nostri valorosi combattenti e alle madri italiane, che sono sacre alla patria, e terminò applauditissimo, al grido di: Viva l'Esercito!

» Da ultimo parlò il Sindaco ing. comm. Bosio, a nome della città di Pinerolo, orgogliosa di ospitare i Salesiani, tanto benemeriti dell'umanità e cosí animati da nobili sentimenti patriottici ».

Fin qui il citato foglio torinese.

Anche La Lanterna Pinerolese nel numero del 28 ottobre scriveva:

» ...I frugoli orfanelli... per ora sono una trentina, raccolti un po' per ogni dove...

» ...Non siamo teneri per la potenza del clero... ma non possiamo che inchinarci plaudendo alle istituzioni, comunque iniziate o promosse... il cui scopo sia, come quello dei Salesiani, di lenire le sofferenze ed i grandi sacrifizi e le grandi angoscie e le miserie cagionate dalla presente terribile guerra delle Nazioni ».

Né mancarono la benedizione del S. Padre e il plauso del Sovrano.

Sua Santità, a mezzo del Segretario di Stato, l'Em.mo Card. Gasparri, telegrafava:

Compiacendosi opera provvida benefica, Santo Padre benedice di cuore nuovo Istituto, lieto che per esso sia assicurata cristiana educazione tante infelici vittime della guerra.

Sua Maestà il Re, a mezzo dell'Aiutante di campo Gen. Brusati, telegrafava alla Presidente del Comitato delle Patronesse:

Le esprimo il gradimento sovrano per l'omaggio cortese, reso a S. M. il Re, da codesto benemerito Comitato.

Anche S. E. il Presidente, del Consiglio, l'On. Paolo Boselli, telegrafava in questi termini:

Plaudo di cuore all'opera di pietà e di patriottismo a favore degli orfani dei soldati caduti per la patria. Auguro ad essa il miglior successo e mi rallegro vivamente con lei, con le signore patronesse, con i religiosi Salesiani e con tutti coloro che contribuiscono alla riuscita della iniziativa nobile e generosa.

La cerimonia fu allietata dalla banda musicale del Circolo Domenico Savio dell'Oratorio nostro di Perosa Argentina:

Per parte nostra torniamo a raccomandare quei cari orfanelli alla carità dei Cooperatori. Finora son trenta gli orfani raccolti, e si son già spese trentamila lire... Amavamo presentare ai lettori il gruppo completo di questi trenta ultimi ma carissimi figliuoli di Don Bosco... Non possiamo farlo, non avendolo ancor ricevuto... e vi suppliamo col primo gruppo.

NOTE E CORRISPONDENZE

UNA DATA GIUBILARE.

Il rev.mo Prof. Don Francesco Cerruti, Direttore Generale delle Scuole Salesiane, festeggerà nel prossimo dicembre la sua

Messa d'Oro.

La domenica 24 dicembre, vigilia del S. Natale, canterà Messa nella Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino, e la notte seguente, sacra alla Natività di N. S. Gesú Cristo, egli celebrerà nella Chiesa parrocchiale di Saluggia, sua patria, come cinquant'anni or sono.

Al venerando Sacerdote torni di soave consolazione l'affettuosa esultanza colla quale l'accompagneranno all'altare, coi piú fervidi voti, i Figli di Don Bosco e quanti altri nel corso di cinquant'anni ebbero la ventura di godere dell'opera sua di vero educatore cristiano.

La consacrazione di Mons. Olivares.

S. E. Rev.ma Mons. Luigi Olivares, Vescovo di Nepi e Sutri, riceveva la consacrazione episcopale il 29 ottobre u. s., per mano dell'Em.mo Card. Cagliero, essendo presente il nostro Rettor Maggiore Don Albera.

Daremo i particolari del rito solenne, insieme col ritratto del nuovo Vescovo, nel prossimo numero.

NEGLI ISTITUTI DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

PARMA - Di una commovente funzione eucaristica, a chiusura della solenne esposizione del SS. Sacramento che ebbe luogo nella chiesa di S. Benedetto, ci dà conto l'ottimo settimanale Il Giornale del Popolo nel N° del 23 settembre:

Si desiderava chiudere la giornata Eucaristica nel giardino dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ora Ospedale Militare di Riserva; si voleva che Gesú visitasse e benedicesse i soldati infermi ivi ospitati.

Le autorità militari approvarono il pio e delicato pensiero; e la notizia della geniale funzione, accolta con gioia dal soldati dell'Ospedale e dal

buon popolo di S. Benedetto, ridestò in tutti un sacro fuoco di carità.

La chiesa parrocchiale, preparata con signorilità, dalle prime ore del mattino fino a sera, accoglieva un grande numero di adoratori. Il punto, nel quale si cominciò a sentire piú fortemente la sublimità del rito, fu il momento della sfilata verso l'Ospedale. La chiesa, le adiacenze erano ripiene di popolo riverente e silenzioso, che voleva accompagnare il SS. Sacramento.

Il corteo fu lungo e ordinato; dieci gonfaloni aggiungevano grazia al magnifico quadro formato da una moltitudine di ogni età e condizione, penetrata da un sol pensiero: onorare Gesú in Sacramento e pregare per la Patria nostra. Sotto ricco baldacchino, dono della Confraternita della Pace, sorretto da quattro sacerdoti in divisa militare, recava il SS. Sacramento il Direttore del Collegio Salesiano.

I soldati dell'Ospedale, che poterono scendere dalle infermerie, presieduti dal Cappellano Rev. D. Consigli, erano schierati presso la porta d'ingresso per formare la Guardia d'Onore al Re dei Re. Il giardino dell'Istituto, bello e grazioso di sua natura, fu reso piú bello e piú grazioso dalla pia sollecitudine delle Suore di Maria Ausiliatrice, coadiuvate dalla generosità del noto floricoltore, signor Saracchi, della parrocchia di S. Benedetto. La statua del S. Cuore, collocata fra palmizi e fiori di fine e rara bellezza, pareva che dicesse: « O infermi, o afflitti, venite a me », e uno squillo di tromba, che fece fremere tutti i cuori, annunziava l'entrata di Gesti nel recinto del giardino. Il popolo, occupato ogni spazio, rivolti gli occhi all'altare sul quale fu collocato il S. Ostensorio, cantò il Magnificat collo slancio di chi crede e soffre.

Il Parroco di S. Benedetto, mal frenando le lagrime, con fede e, ardore di apostolo, disse delicate, preziose parole. Poco dopo un altro squillo invitava a ricevere la benedizione di Gesú. Il profondo silenzio, cosí eloquente in quell'ora e in quel giardino del dolore, era rotto solo dal suono delle campane, e dai gemiti e sospiri dei convenuti implorando con lagrime i celesti favori.

Al canto di un patetico inno eseguito dai soldati, il corteo rientrava nella chiesa parrocchiale.

TRA I FIGLI DEL POPOLO

LANUSEI - Festa di S. Luigi e Gara catechistica. - È col piú vivo senso di compiacimento e gratitudine insieme - scrive la Voce del Popolo

di Cagliari del 28 agosto u. s. - che segnaliamo al pubblico apprezzamento l'inestimabile bene che ha compìuto e compie nella nostra città l'Oratorio festivo salesiano. Il risultato di un lavoro costante e paziente l'abbiamo visto noi domenica, onorati spettatori di una tanta opera. Si prese occasione della chiusura dell'anno catechistico per festeggiare il Patrono della Gioventù e per premiare la pietà e lo studio degli Oratoriani. Consolante riuscí la Comunione generale dei giovani, a cui si unirono, con non comune devozione, le loro mamme e sorelle. La messa solenne fu eseguita dalla Schola Cantorum dell'Oratorio.

Alla sera i Salesiani ebbero la geniale idea di chiudere la giornata con una ben preparata gara catechistica. Sopra un palco nel grande e bel cortile del Convitto, dinanzi alla sorridente figura di Don Bosco, circondata da innumerevoli bandiere nazionali, i coraggiosi lottatori vollero misurarsi, giudice tutto un popolo. Dopo la riuscita esecuzione dell'inno a D. Bosco del M° Tebaldini, iniziarono la gara i giovani della Scuola Superiore di Religione, formata da giovanotti operai e studenti. Del gruppo operaio meritatamente ottenne per unanime consenso il primo premio Loi Pierino, del gruppo studentesco Peppino Orrú.

Quindi ecco presentarsi alla tenzone i giovani della II sezione catechistica, piccoli di età, mal vestiti, ma non per questo meno preparati, e meno intrepidi. Riscosse frequenti applausi il piccolo Loi Antonio, che per la sua disinvoltura seppe attirarsi le simpatie di tutti gli spettatori, i quali ad unanimità gli assegnarono il primo premio: un libro riccamente legato ed un nuovo e completo vestitino.

Dopo un grazioso componimento, letto dal liceista Angelo Giua, invitato si alzò a parlare l'egregio e ben noto Avv. Antonio Giua, il quale ispirandosi allo spettacolo dato dai giovani Oratoriani, con una facile e dotta parola animò gli uditori ad aiutare in tutti i modi consentiti dalle condizioni locali i benemeriti Salesiani, nell'opera piú provvidenziale del nostro secolo: nell'Oratorio festivo.

La Benedizione Eucaristica, impartita solennemente nella nuova cappella, chiuse la festa lasciando in tutti il piú gradito ricordo.

GLI EX-ALLIEVI

VARAZZE - Convegno di ex-allievi dei Collegio civico. - Spigoliamo del Letimbro di Savona del 23 settembre: Come son sempre belle e care le feste di famiglia! Tale fu quella che si svolse domenica 17 nel salone dell'Oratorio festivo di Varazze per gli ex-allievi varazzesi. Circa un centinaio tennero l'invito diramato da apposito comitato, e passarono tre ore veramente cordiali, come tra fratelli.

Dopo breve funzione nella chiesina dell'Oratorio, gli intervenuti discesero nel teatrino, e quivi ebbe luogo lo svolgimento del programma. Furono ascoltatissime le parole del Direttore Don Dall'Osso, il quale svolse il tema L'Opera degli Oratori festivi, toccando in particolare di quello di Varazze; dell'Avv. Tomaso Cereseto, la cui conferenza fu un serto di dolci e mesti ricordi, che si succedettero dal convegno del 18 maggio 1913 a oggi; del prof. Mario Mazza di Genova, il quale insisteva di restare organizzati, coi nostri circoli cattolici, ed unioni cattoliche anche durante la guerra, per un'azione piú pronta ed efficace a pace conchiusa.

Mettevano fine all'adunanza le belle ed infuocate parole del prof. Gerolamo Baglietto, cappellano militare, che furono un ringraziamento ai Salesiani, i quali da 4o anni prestano l'opera loro per l'istruzione ed educazione della gioventù varazzese.

Quanto fan bene queste adunanze! In esse - - scrive un ex-allievo - ci vediamo tutti fratelli, perche tutti plasmati secondo lo spirito del grande Don Bosco, del quale vogliamo sempre tener alta la bandiera!...

NOTIZIE VARIE

CANELLI (Alessandria). - Richiamiamo alla memoria dei benemeriti Cooperatori, specialmente sacerdoti, che la nostra Colonia Agricola Faravelli di Canelli continua, come pel passato, a produrre con uva delle proprie vigne lo squisito moscato bianco spumante, garantito genuino per la celebrazione della S. Messa, e lo spedisce anche a piccole partite in damigiane brevettate di 25 o 50 litri caduna, a quelli che ne fanno richiesta, direttamente alla Direzione della stessa Colonia Agricola Faravelli - Canelli.

Il profitto va a beneficio dei giovanetti orfani ed abbandonati, ivi ricoverati.

CHIOGGIA. - Ci scrivono: - Mons. Luigi Sanlini, Vescovo di Nusco, Amministratore Apostolico di Chioggia, per dimostrare il suo grande affetto alla gioventù , si degnò recarsi a celebrare la S. Messa nella stanzetta adattata a cappella, dove i giovanetti dell'Istituto S. Giusto si adunano per fare le loro divozioni in questo tempo di speciali circostanze. Il giorno 10 settembre 1916 rimarrà perciò memorando nel cuore dei Salesiani di Chioggia e di quei giovanetti che ebbero la bella sorte di essere i primi ad ascoltare gli insegnamenti del bene amato Pastore e ricevere dalle sue mani il Pane eucaristico. Le Vergine Ausiliatrice gli ottenga da Dio Cuore di Gesú la grazia di elette consolazioni nell'adempimento del delicatissimo incarico affidatogli dalla S. Sede e di veder presto in nuova salute Mons. Bassani, Vescovo di Chioggia, il quale ama tanto egli pure i Salesiani ed i loro giovanetti.

NECROLOGIO

Pei Cooperatori morti in guerra.

In questo mese, sacro ai defunti, faremo speciali suffragi per le anime di tutti i Cooperatori e loro figli morti in guerra. Per essi verrà celebrato un solenne funerale la mattina del 29 novembre, alle ore 7, nel Santuario di Maria Ausiliatrice.

Don Evaristo Rossi.

Arciprete di S. Lorenzo di Dozza e nostro buon Cooperatore, nell'esercizio del ministero pastorale e nelle consuetudini della vita famigliare risplendette ognora per fede schietta e profonda, e rettitudine e lealtà d'anuro, e pietà di sentimenti, e indefessa operosità a gloria di Dio e a bene del prossimo.

Unanime e profondo cordoglio destò la notizia della sua morte, anche oltre i confini della sua parrocchia, nei molti luoghi ove aveva spiegato con frutto le sue egrege doti di missionario instancabile e zelante.

Don Giovanni Batt. Bimbi.

Affezionato ex- allievo, pieno di amore a Don Bosco e all'Opera Salesiana, leggeva con trasporto il Bollettino e lo dava a leggere a molte famiglie, certo di compiere un'opera buona. Che il suo esempio abbia copiosi imitatori ! Una prece per la cara anima sua!

Cav. Vincenzo Carli.

Ouesto caro benefattore delle Opere Salesiane, mentre fu direttore di dogana per in varie città d'Italia, volle sempre bene ai figli di D. Bosco e sempre li beneficò. Ritiratosi a vita privata a Varazze da 2o anni, rivolse tutta la sua energia alle opere di beneficenza di quella città. Quando si trattò dalla fondazione del'Oratorio festivo B. Giacomo, egli non solo fu uno dei piú caldi promotori, ma, costituitosi un Comitato, ne fu zelante presidente per tre armi, manifestando uno zelo particolare per dare incremento e sviluppo all'opera che ornai reca tanto bene alla gioventú varazzina.

Ing. Mariano Panebianco.

Coronò con una morte santa una vita piena di opere buone. Ammiratore delle Opere Salesiane e benefattore insigne delle Figlie di Maria Ausiliatrice, l'ultima, pietra della sua corona fu la chiesa d dicata al SS. Sacramento in Acireale, in cui bello ed artistico si erge l'altare di Maria Ausiliatrice, chiesa che agli fece restaurare con intelletto d'artista e con sentimento di fervente cristiano.

La Vergine SS. lo chiamò a sé, appena compiuta l'opera alla quale lavorava con tenerezza speciale, per dargliene in cielo il premio meritato.

Can. Francesco Tirendi.

Si spense tra il rimpianto di tutta la cittadinanza Acese. Tesoriere della Cattedrale di Acireale, Presidente della Amministrazione dell'Istituto Spirito Santo, Superiore di parecchi Istituti religiosi,, per la sua saggezza, operosità e bontà d'animo, era caro a tutti. La sua memoria rimarrà in benedizione. Ammiratore delle Opere del Ven. D. Bosco, fu egli che insisté per avere le Figlie di Maria Ausiliatrice ad Acireale, e lavorò indefessamente per esse sino ad opera compiuta.

Luciano Cremonini.

Questo virtuoso Cooperatore volò al cielo in età di 82 anni a Finale Emilia. Modello di padre nel sacrificio completo di se stesso, educò cristianamente la famiglia, unica sua preoccupazione, collocandola in onesta posizione sociale. Beneficò largamente l'Oratorio Salesiano locale, lasciando tra quei confratelli la piú cara memoria. Il Signore gli doni il premio dovuto alle sue virtú, specie alla carità e all'eroica pazienza, con cui sopportò per circa due anni inaudite sofferenze.

Maria Di Bella.

Mori a S. Gregorio di Catania nell'età di 89 anni: ultima di una famiglia costantemente affezionata all'Istituto Salesiano locale. Modello di saviezza e di carità in tutta la vita, per poter largheggiare coi poveri visse nella piú stretta modestia e trovò nella beneficenza e nella preghiera alleviamento alle diuturne tribolazioni della sua esitenza, talmente da essere sempre serena e lieta in mezzo ad esse: e volò a Dio con la viva coscienza che avrebbe raccolto il frutto delle opere buone.

Colomba Tagliavacche Ved. Dho.

Spirò nel bacio del Signore la mattina del 27 marzo, in Novi Ligure. Anima nobile e cristianamente benefica mercé tutte le esplicazioni della carità, era pure una fervente Cooperatrice Salesiana, che ha lasciato fra quanti la conobbero la piú cara memoria. Iddio rimuneri le sua carità.

Carolina De Casa.

Il giorno 6 del p. p. marzo in Montemagno Monf. terminava la sua vita breve, ma santa ed operosa questa buona signorina, cognata del Cav. Dott. Rivetti e zelante Cooperatrice Salesiana, lasciando addoloratissimi i parenti e grande eredità d'affetti in quanti la conobbero e ammirarono le sue elette virtù. La raccomandiamo caldamente alle preghiere dei lettori, ricordando che quel che facciamo per gli altri verrà fatto a suo tempo anche per noi.

Giovanna Poggi ved. Frecceri.

Mori in Savona il 28 aprile u. s. dopo breve . malattia. Fu modello di madre e di cristiana. Da lunghi anni cooperatrice salesiana, incontrò nella vita molte e gravi sofferenze, e tutte le superò, diffondendo un'onda di fortezza, indice della sua fede. Il rimpianto, per la sua repentina scomparsa fu grande. Voglia Iddio coronarla e premiarla nella patria eterna !

Avio Emilia Ved. Pittaluga.

Modello di sposa e di madre conobbe tutte le virtú della donna cristiana e le esercitò costantemente, profondendo tutta sè stessa per il bene del prossimo. Fece la morte dei giusti che Ella, fidente, aveva tante volte implorata nelle sue preghiere.

Ferraris Teresa Ved. Santià.

Virtuosa e zelante cooperatrice salesiana, nutriva un grande affetto per l'Opera di D. Bosco. Fino all'ultimo suo anno disimpegnò, con somma diligenza, l'incarico affidatole di distribuire mensilmente i Bollettini ai diversi Cooperatori di Moncrivello; ed era felice quando poteva aumentarne il numero. Devotissima di Maria Ausiliatrice, ne promoveva la divozione e diffondeva il culto.

Teresa Barraia.

Nipote al compianto Monsignor Placido Pozzi, già Vescovo di Mondoví, dimorò molti anni a Mondoví-Piazza, e mori a Villanova-Mondoví nella casa dei suoi antenati Pozzi, ove ogni anno soleva recarsi per respirare quell'aria balsamica e cercarvi sollievo alla sua indebolita salute. Là, ai piedi del così detto Monte Calvario, ella trovò il conforto della piena rassegnazione alla volontà di Dio, che la voleva degna imitatrice di Gesú sofferente, per renderla gloriosa in Paradiso. Coronò la sua angelica vita di 7o anni con una santa morte. Di carattere sommamente mite e pio, era vero modello di gentilezza e di quella soda carità che la portava con zelo ed entusiasmo ad ogni opera buona, diretta alla gloria di Dio e al bene delle anime. Infatti fu delle piú zelanti Dame della Carità, e delle Donne Cattoliche tenne la Presidenza. Era pure benemerita zelatrice Salesiana.

Crespi Carolina Ved. Pozzi.

Spirò santamente in Rancate Brianza, in età di 7o anni. Donna di squisita carità e di vivissima fede, piena di venerazione per Don Bosco e d'affetto per le sue opere, si studiava di diffondere tra i suoi compatrioti lo spirito del Venerabile e la lettura del Bollettino Salesiano.

Teresa Luzzago Ved. Duci.

Morìi placidamente a Foresto Sparso (Bergamo). Sposa e madre esemplare, rimasta vedova, attese ad una vita ritirata, edificante, santa. Di carattere severo, ma cuor d'oro, passava la giornata nella fervente preghiera e nella lettura di libri devoti. Questo metodo di vita lo continuò fin quando, assalita dal male, fu costretta a mettersi a letto. Era inutile pregarla che avesse un po' di riguardo alla sua avanzata età. La risposta era sempre questa:

Il tempo è prezioso e perciò bisogna impiegarlo bene ». E non era sterile pietà. I poveri formavano la sua cura principale.

Cav. Angelo Dosio.

Uomo di vecchio stampo, convinto e fervente cattolico ed attivo e zelante educatore, era conosciutissimo in Roma, ove godeva molte amicizie e numerose conoscienze. Dedicò la sua vita all'educazione della gioventù e fu per molti anni direttore della scuola cattolica in via Giulia, pel quale ufficio godeva poi una pensione dal Vaticano. Faceva parte di molte associazioni cattoliche; e fu attivo socio delle conferenze di San Vincenzo de' Paoli, e nostro buon Cooperatore.

Cooperatori defunti dal 1° agosto al 1° ottobre.

Alessandia Mario - Milano.

Allais Margherita-Torretta - Castelfino. Anselmo Francesco - Arenzano. Avandero Giuseppina - Biella. Baranowski Pietro - Torino. Barbero Carlo - Torino.

Bertotto Teresa Ved. Bertotti - Gassino. Boerio Giovanni - Alice Castello. Bognanni Can. D. Rocco - Mazzarino. Bongiovanni Maria in Monti - Breganze. Bottazzi D. Bartolomeo - Stradella. Bozzato Sante - Fossalta Portogruaro. Bntfa Caterina - Sezzè.

Buniva Teol. D. Luigi - S. Pietro Val Lenina. Carcerano Prof. Michele - Torino.

Camillo Savin di Bernstiel - Madonna dell'Olmo. Capuccio ing. Gaetano - Torino. Colombo Maria - Cerro Maggiore. Confalonieri nob. Eugenia - Caidate. De Franco Castorina Carmelo - Catania. Fezzi Rachele - Milano. Gennari D. Vincenzo - Borsea. Gualtieri Giulia Duch.ssa Avarna - Napoli. Lucca Arcangela - Crosio Trino. Mancia Saldini Can. Galeazzo - Foligno. Martini Ugo - Vitulono. Martinolo cav. Angelo - Torino.

Mercalli Massimino di Ceva Cont.ssa Gabriella - Torino. Merendini Mariannina - Salerai. Noro Luigi - Torino.

Nunzio Lenturi - Marsala. Panora Maria - Milano. Pasino Donna Maria - Sassari.

Pennisi Mons. Pasquale Alessi - Arcireale. Pierini Felice - Cortona. Ribis Doti Pietro - Maiano. Rondolino Teol. D. Luigi - Pinerolo. Saraceni Settimio - Roma.

Savio Bar.ssa Camilla di Bernstiel n. Arrigo - Torino. Testa Giovanni - Monticello d'Alba. Trevisan D. Diosisio - Monselice. Tullio Vincenzo - Negrar.

Ugliano Nicolao fu Giuseppe - Alice Castello.

Vassallo Catterina in Sciortino - C. Carceri Parco (Palermo). Venturini Gamba Francesco - Varazze. Zaccaria Livia. Ved. Radeschi - Faenza.