189008


189008

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ANNO XIV - N. 8. Esce una volta al mese. AGOSTO 1890
BOLLETTINO SALESIANO
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
Sommario . - W . S . Gioachino ! W . il Papa - A S . S .
Leone XIII ed a S . E . Il Card. Alimonda Arciv. di Torino
nell'auspicatissimo loro Onomastico - Feste di famiglia -
Concorriamo tutti per erigere il monumento a D . Bosco -
Completamento dell'Altare maggiore nel Santuario di Maria
Aus. in Torino - La decorazione della facciata ed altri la-
vori nell'esterno del tempio suddetto -- Mezzi con cui fu
edificata questa Chiesa e relazione di nuove grazie di Maria
- Una cara visita e una nuova Casa alla Venezuela - Festa
di S . Luigi Gonzaga - Don Rua al Nord della Francia ed
in Inghilterra - Notizie dei nostri Missionaria : dall'Equatore
e dall'Uruguay - Passeggiate - Bibliografia - Necrologia
- Cooperatori defunti.
W. S Gioachino! W. il Papa!
Nella fausta ricorrenza del giorno ono-
mastico del S . Padre Leone XIII pub-
blichiamo le prime notizie che ci giunsero
del nuovo Collegio Salesiano di Lorena
nel Brasile dedicato a S . Gioachíno
REv .mo ED Am . mO SIG . D . RUA,
Il giorno tre di marzo, anniversario dell'In-
coronazione del Sommo Pontefice Leone XIII,
s'inauguri il Collegio Salesiano di S . Gioa-
chino in questa città di Lorena .
Nostri principali benefattori nell'erezione
e nell'avviamento di questa nuova Casa sono
il Conte di Moreira Lima ed il suo fratello
il Barone di Castro Lima . Sono larghissimi
inverso di noi di aiuto e di consiglio, ma
più grande ancora delle vistose loro ele-
mosine è il loro affetto verso di noi .
Nel Collegio per ora abbiamo quattro scuole
e la tipografia . Attendiamo altri capi d'arte.
La Casa di S . Gioachino però non restringe
l'opera sua entro quattro mura . Il carissimo
nostro Direttore Don Carlo Peretto ha già
predicato in città, ed io ebbi occasione nella
Settimana Santa di predicare non solo in
chiesa, ma persino in piazza ad immenso
uditorio.FuipoaredclMisonea
coloni italiani di Cannas a parecchie leghe
di distanza da Lorena . Alla prima predica
dovetti più volte sospendere la parola per
forti singhiozzi di molti che piangevano di
consolazione, cosa che si ripetè in tante altre
prediche . V'erano pure coloni del Belgio e
del Portogallo, i quali pure parteciparono di
cuore alla Missione. Non avevan mai visto
prete in quelle campagne . Oh ! come la
grazia di Dio abbondò in quei giorni !
Amato Padre, benedica i suoi figli del
Collegio di S . Gioachino e non dimentichi
Lorena (Brasile), 18 aprile 1890 .
L'a ff.m° ed obb.mo
D . SEBASTIANO GASTALDI .

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A S. S. LEQNE XIII
NEL FAUSTO GIORNO DEL SUO ONOMASTICO
A VOI
LEONE XIII P . M.
ACCLAMATO CON RICONOSCENZA
CONSOLAZIONE DOLCISSIMA DEL MONDO
CHE DIO NEL NOSTRO SECOLO APPRESTO' ALLA CHIESA .
OGGI CHE SI FESTEGGIA
IL VOSTRO NOME BATTESIMALE
GIOACHINO
ESPRIMIAMO I NOSTRI VOTI
CON FILIALI DICHIARAZIONI D' AFFETTO
MANDIAMO LE SUPPLICHE NOSTRE AL CIELO
PREGANDO CHE VI RISERBI
A RACCOGLIERE FRUTTO DELLA SAPIENZA
GLI ALLORI DELL' APOSTOLO PAOLO .
IL FUOCO SACRO CHE VI SOFFIA IN PETTO
VOI TRASFONDETE TRA LE CATTOLICHE GENTI
QUASI LINGUA DI CIELO
IL MONDO CON AFFETTUOSA GARA
VI OSSEQUIA E VI AMA
E VI SALUTA CON SAN BERNARDO
PRINCIPE DEGLI APOSTOLI
PER VOI BEATISSIMO PADRE
DA OGNI PARTE DEL MONDO
SI ELEVA UN INNO DI LODE
ALLA RELIGIONE ED ALL' AUTORITÀ DELLE SOMME CHIAVI
OGNI GIORNO CHE PASSA RAMMENTA UN TRIONFO
DI CARITÀ, DI FORTEZZA E DI SAPIENZA
CHE RIPORTATE « A MANTENER LA BARCA
DI PIETRO IN ALTO MAR PER DRITTO SEGNO ! »
OGNUNO VI ASCOLTA E VI AMMIRA
E CHI VA A ROMA PELLEGRINO
TORNA IN PATRIA APOSTOLO .

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ALL'AMATISSIMO
perchè prolunghi i vostri giorni, che son
tanto cari e preziosi, e coroni de' più con-
solanti frutti la vostra missione di carità
e di fede.
Cardinale GAETANO ALIMONDA
ARCIVESCOVO DI TORINO
nel suo auspicatissimo Onomastico
FESTE DI FAMIGLIA
Ogni giorno, che passa, segna nuovi
atti di benevolenza dell'E . V ., e quindi
nuovi nostri doveri. Permetteteci adun-
que, Em .Principe, che nella ricorrenza
del vostro Onomastico noi Vi presentiamo
in quest'anno più vivo ed ardente l'o-
maggio del nostro affetto , della nostra
riconoscenza e della nostra stima . Gli
uni acclamano in Voi, e a buon diritto,
il principe de' moderni conferenzieri (1),
gli altri, con non minor ragione, Vi di-
cono uno de' più valenti campioni della ro-
manità della Chiesa (2), di quella romanità,
a capo della quale sta il Papa e da cui,
al dir di Tertulliano , derivò la salvezza
a tutti (3) . Noi, Salesiani e Cooperatori,
in quella che facciam pure plauso al vo-
stro genio e alla vostra ortodossia, ab-
biam de' doveri particolari da compiere
verso il vostro cuore . Sì, o Eminenza ,
Voi consolaste già il nostro dolcissimo
Don Bosco con la più squisita benevo-
lenza, lo sorreggeste con la più soave
protezione, ne prolungaste i giorni col
più puro e caldo affetto, lo sollevaste sul
letto di morte, ed anche ora, dopo la do-
lorosa dipartita, non abbandonaste i suoi
figli... Grazie adunque, Eminenza, de'
vostri favori, della vos tra carità. Noi in
compenso, mentre Vi presentiamo pel
vostro Onomastico le più sentite felici-
tazioni, preghiamo il Santo, di cui por-
tate il nome, quel Santo della Provvi-
denza, per cui Vi affaticate cotanto nel-
l'erezione del tempio a lui dedicato, perchè
compia i vostri voti, e prosperi la vostra
santa impresa. Lo pregheremo soprattutto
(1) È noto che il veterano de' nostri storici,
Cantù, chiamò i dodici volumi delle conferenze
di Alimonda un prodigio di scienza e di erudizione .
(2) DE GUBERNATIS, Dictionnaire International
des Écrivains du jour .
(3) Romanitas omni salus - De pallio .
Omaggio a Don Rua .
Splendida e giocondissima fu per l'Ora-
torio Salesiano di Torino la sera dei 23 dello
scorso giugno . Come l'anno scorso, per le
medesime ragioni allora ricordato, si volle
unire la festa di Don Michele Rua , Rettor
Maggiore della nostra Pia Società, colla com-
memorazione del giorno onomastico dell'in-
dimenticabile nostro Fondatore e Padre Don
Bosco .
Alle 7 e 3/4 incominciò la filiale dimostra-
zione . Un gran circolo affollatissimo di gio-
vani, chierici, sacerdoti e benefattori faceva
nel cortile ampia corona a Don Rua , che
aveva preso posto sopra apposito seggio . Gli
sedevano ai lati i primi Superiori e buon
numero di Direttori Salesiani venuti anche
da lontane regioni per questa fausta ricor-
renza .
Dopo una marcia d'introduzione, letto un
affettuoso inno d'occasione, veniva questo can-
tato da poderosissimo coro di giovani accompa-
gnati dalla banda musicale dell'Istituto . La
musica dell'inno era del nostro maestro Giu-
seppe Dogliani . Furon lette poscia poesie e
prose in più lingue, in cui a gara primeg-
giavano l'affetto, la venerazione, la ricono-
scenza ed altri nobili sentimenti di teneri
figli inverso al Padre . Piacque assai e ri-
scosse ripetuti applausi un bellissimo dialogo
col quale i giovani artigiani presentavano
in dono a Don Rua alcuni lavori da loro
fatti nei singoli laboratorii . I calzolai pre-
sentarono un paio di scarpe ; i sarti, una
veste talare ed una mantellina ; i fabbri, un
cancello per la nuova Cappella delle Suore
di Maria Ausiliatrice in Valdocco ; i fale-
gnami, un inginocchiatoio che trasformasi a
piacimento in confessionale da cappella ; i
legatori ed i librai, libri riccamente legati ;
gli scultori, una grande statua in legno di
N. S . di Lourdes ; i lavoratori in plastica,
una grande statua del S . Cuore di Gesù ; i
compositori e gli stampatori, le medaglie ed
i diplomi d'onore, di cui è parola nella epi-
grafe qui sotto .
La lettura e la declamazione erano inter-
calate da scelti pezzi di musica eseguiti ora
dalla banda musicale dell'Oratorio interno,
ora da quella dell'Oratorio esterno .
In fine, dopo la ripetizione dell'inno, Don

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Rua pronunziava commosso parole di ringra-
ziamento . Lodava poscia con cuore di padre
tutti quelli che concorsero in qualche modo
per rendere bella e grandiosa quell'acca-
demia .
Parlando dei doni, notò lepidamente una
dimenticanza : « Si vollero, diceva egli, pre-
sentar saggi di tutti i laboratorii della no-
stra Casa , ma se ne dimenticò uno della
massima importanza ; fu dimenticata la pa-
netteria ; eppure è il laboratorio che si fa
ricordare di più a chi deve pagare, perchè
abbonda di uscite e non ha entrate . »
Fuvvi pronta ilarità specialmente nei be-
nefattori, i quali, alla vista di tutto quel po-
polo di giovanetti che mangiano il pane del-
l'Oratorio, potevan ben intendere l' impor-
tanza delle dette parole .
Don Rua finì col chiamare alla mente ed
al cuore degli astanti la memoria del sempre
amatissimo Don Bosco, e fra gli evviva a
Don Bosco ed al suo degno Successore finì
quella solenne e cordialissima accademia .
A D. MICHELE RUA
EREDE DELLO SPIRITO DEL CUORE DELLO ZELO
DI D . GIOVANNI BOSCO
NELL'EDUCARE AL LAVORO ED ALLA PIETÀ
I FIGLI DEL POPOLO
QUESTE MEDAGLIE D'ORO RIPORTATE
PER LAVORI TIPOGRAFICI
NELLA VATICANA ESPOSIZIONE Dl ROMA
NELLA INTERNAZIONALE Dl SCIENZE E D'INDUSTRIA A BRUXELLES
E NELLA UNIVERSALE DI BARCELLONA
L'ANNO 1888
CON I DUE DIPLOMI DI ONORE
A LONDRA NELLA ESPOSIZIONE ITALIANA DEL 1888
E NELLA INTERNAZIONALE DI COLONIA DEL 1889
I GIOVANI
FONDITORI COMPOSITORI E STAMPATORI
DELL'ORATORIO DI TORINO
LIETI E RICONOSCENTI
PER IL CONSIGLIO PER L'OPERA PER L'INDUSTRIA
DEL LORO ZELANTE RETTORE
NEL DÌ CHE RICORDA
DUE EPOCHE DUE NOMI DUE BENEFATTORI
UMILMENTE OFFRONO
(24 Giugno 1890)
Gli Antichi Allievi .
All'indomani celebravasi la festa di San
Giovanni Battista, festa patronale della città
e diocesi di Torino, e per noi doppiamente
memorabile, perchè ogni anno in detto giorno
celebravamo l'onomastico di D . Bosco .
Al mattino vi fu comunione generale . Alla
Messa solenne si cantò una grandiosa Messa
del Gounod ; e nel pomeriggio le sacre fun-
zioni celebraronsi pure con la maggior pompa
come nelle primarie solennità . Al mattino
alle ore 9 abbiamo ricevuto a suon di banda
e con entusiasmo di ammirazione e di rico-
noscenza la sempre cara visita degli antichi
allievi che vennero all'Oratorio come gli altri
anni, per la dimostrazione filiale alla cara
memoria del Rev .do signor Don Bosco . Si
radunarono in apposito salone addobbato per
la circostanza . In mezzo , sopra un ampio
tavolo, era spiegato un ricco paramentale,
loro dono di quest'anno . Al giungere di
Don Rua fu un ricevimento dei più cordiali,
mentre l'ottimo Successore di Don Bosco
dimostrava a sua volta viva consolazione nel
trovarsi in mezzo a' suoi antichi amici .
Letto l'elenco degli aderenti, sorse l'elo-
quente oratore D . Domenico Griva e lesse
il discorso d'occasione tratteggiando la vera
gloria di Don Bosco . Ebbe delle pagine in-
spirate. A più riprese fu interrotto da uni-
versali applausi .
La dimostrazione filiale veniva chiusa da
affettuose e commoventi parole dell'amatis-
simo Don Rua .
I convenuti si diressero poi a Valsalice
per pregare sulla tomba di Don Bosco .
Omaggio alla memoria di Don Bosco .
Alla sera alle ore 8 grande accademia con
esito felicissimo . Il numero degli accorsi su-
perava quello della sera precedente . Eran
ben due mila persone che circondavano il
Rappresentante di Don Bosco, il suo Suc-
cessore, Don Michele Rua . Ci pareva in
realtà di assistere ad una delle più gran-
diose accademie che nella medesima ricor-
renza dell'onomastico celebravamo per lo
stesso Don Bosco, quando ancor viveva nel-
l'Oratorio .
Canti, suoni, poesie e prose, in istile se-
vero , in istile buffo, tutto ora animato da
una vita di affetto, giubilo, entusiasmo, ri-
conoscenza indicibili .
Oltre ai cantori interni presentaronsi pure
in questa sera i cantori dell'Oratorio esterno,
con un compitissimo inno, che eseguirono
con gusto e precisione commendevoli .
Le bande musicali dell'Oratorio interno e
dell'esterno gareggiavano nell'esatta esecu-
zione di scelti pezzi di musica .
Con quelli della Casa di Torino unironsi
in ispirito i Salesiani di tutte le altre nostre
Case e molte famiglie ammiratrici di Don
Bosco . Si lessero pubblicamente i loro nume-
rosi telegrammi speditici per la fausta ricor-
renza .
L'accademia fu ben coronata con commo-
venti, interessanti e sempre care parole del
Rev.mo signor Don Rua .
Ci piace qui riportare almeno uno dei com-
ponimenti letti nella commemorazione dell'o-
nomastico di D . Bosco . È lavoro del prof.
D . Giacomo Ruffino .
LA BANDIERA DI DON BOSCO
Di Legnano sui campi cruenti
Della pugna era dubbia la sorte ;
Quando al suon dei divoti strumenti
Ecco il sacro carroccio apparir,
Coi trecento guerrier della morte
Che il lor sangue alla patria offr; ir
E alla testa dei prodi Lombardi:
Guida, onor dei trecento gagliardi
Procedea di vittorie foriera
Dei Comuni l'invitta bandiera .

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Veggo un nuovo spettacol giocondo:
Dalle iberiche piaggia un naviglio
Tenta il corso ad incognito mondo
Che d'Italia un nocchier divinò .
Non paventi, o Colombo, il periglio ?
Non paventa chi al Ciel s'affidò !
Sullo antenne di tutte le navi
Sta un'insegna che incuora i miei bravi :
Di Maria è la santa bandiera
Che mi dice : Invocami e spera! »
Così il patrio vessillo ravviva
Dei soldati lo stanco coraggio ,
Nei lontani fratelli tien viva
La memoria del suolo natal ;
È un emblema d'arcano linguaggio,
D'ogni popolo ambito segnal.
Oh! se ovunque un vessillo si spiega,
Là de' cuori più forte è la lega ;
Di D . Bosco la giovine schiera
Non avrà la sua santa bandiera?
Son molti anni che povero e umile
Si fea duce di pochi garzoni ;
Ma in brev'ora ingrossaron le file
Che il seguian per ogni sentier ;
Or son mille, più mila i campioni
Cui avvince un affetto, un voler :
Non mirar a caduca mercede,
La virtù serbar pura e la fede
Di Don Bosco seguir la bandiera
Che tien scritto : Lavoro e Preghiera !
L'han spiegata sui monti, sui mari,
Sui tugurii, sui tetti dorati ;
S'allietar di sua luce gli altari,
Nei deserti del Pampas brillò ;
Fu richiamo a' fratelli traviati,
Della pace i bei giorni segnò .
Stupefatte si chieser le genti
Donde sorgmi gl'ignoti portenti?
Di Don Bosco è la santa bandiera
Che proclama : Lavoro e Preghiera!
Sul terren de' suoi lunghi cimenti
Cadde un giorno lo stanco vegliardo ;
E a' suoi figli negli ultimi accenti
Di sue glorie il segreto scoprì :
Benedetto il divino stendardo
Che fu il gaudio e l'onor de' miei d1 :
Io vel lascio ; oh stringetevi al petto
Questo pegno supremo d'affetto ! ! »
E baciava la sua bandiera
Mormorando : Lavoro e Preghiera !
Or all'ombra gentil della Croce
Ha riposo la salma onorata ;
Ma dall'urna gagliarda mia voce
Fra le genti diffondesi ancor ;
Su quell'urna ancor brilla spiegata
La sua insegna : Preghiera e Lavor ;
E alla testa d'immensa legione
Di Don Bosco il più fido campione
Ch'eredava la santa bandiera
Ci ripete : Lavoro e Preghiera!
Giovanetti, il mattin della vita
S'apre a voi come splendida festa . . .
Ahi! che in breve ogni gioia è svanita,
E intristisce il bel fior dell'età .
A tradirvi la colpa s'appresta,
La sventura a prostrarvi verrà.
Or qual fia sovrana possanza
Che v'inspiri coraggio e speranza?
Di Don Bosco è la santa bandiera
Ov'è scritto : Lavoro e Preghiera !
Sl, Don Bosco, il celeste orifiamma
Che de' figli lasciavi a salute
Da ogni petto sollevi una fiamma
Che i tuoi passi ci sproni a seguir ;
Sia ritorno alle gioie perdute,
Sia speranza nel fosco avvenir ;
Degli studi per l'ardua china,
Nei travagli dell'aspra officina
Sempre, sempre la tua bandiera
Ci ricordi il Lavor, la Preghiera.
Sì che giunta l'estrema giornata,
Colla pace dei giusti nell'alma,
Colla gioia d'averla onorata,
Se tu o Padre, ci arrida dal ciel,
Se il buon Angiol ne intrecci la palma
Che si dona ai soldato fedel,
Ci fia dolce in quell'ultima ora
Abbracciarla e ripetere ancora :
Sei mia gloria, o paterna bandiera
Da cui appresi Lavoro e Preghiera !
CONCORRIAMO TUTTI
per erigere il monumento a Don Bosco.
Abbiamo più volte parlato del monumento
che stiamo dedicando alla cara memoria del
venerando D . Bosco, decorando riccamente
il Santuario da lui eretto a Maria SS . Au-
siliatrice in Torino .
Chi non manderà il suo obolo, benchè mi-
nimo, per questo nobile intento ?
Moviamo perciò caldo invito a tutti quanti
serbano affetto alla cara memoria di Don
Bosco, che vogliano venirci in aiuto, per sop-
perire alle ingenti spese già fatte, e per le
altre non meno ingenti che dobbiamo incon-
trare, per condurre a termine la detta im-
presa .
A taluno venne la felice idea di incari-
carsi della spesa occorrente per qualche par-
ziale lavoro . Ne siamo riconoscentissimi . Non
potrebbe questo nobile esempio essere i mitato?
Per le persone facoltose vi sono lavori se-
condo le loro forze ; per esempio : la decora-
zione di qualcuna delle cappelle, o di uno
degli altari . Per altri la somma occorrente
per pagare qualcuna delle statue di marmo
che ornano la facciata . Per altri una qual-
che altra parte dei lavori di pittura che si
stan facendo nella cupola, non foss'altro che
la spesa occorrente per una delle innume-
revoli figure che colà va delineando l'egregio
pittore sig . Rollini . Per altri una stazione
della Via Crucis . Per altri i lavori per una
almeno delle 42 grandi colonne che ornano
il tempio
Non vogliam far qui l'elenco di tutto
quanto si potrebbe proporre alla carità di
ciascuno dei nostri lettori od alle loro fami-
glie, per dar loro occasione d'avere i loro
nomi scolpiti ad eterna memoria nel San-
tuario di Maria Ausiliatrice .
Le colonne del tempio del Sacro Cuore di
Gesù in Roma portano scolpiti i nomi dei
divoti che le pagarono, perchè non si potrà
fare altrettanto nei lavori di decorazione pel
Santuario di Maria in Torino
Chi volesse aderire a questo nostro umile
invito, potrà per lettera domandarci schia-
rimenti in proposito.
Lo zelo poi di molti tra i nostri beneme-
riti Cooperatori e pie Cooperatrici saprà loro
suggerire quanto abbiano da fare a onesto
intento .

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Molte parrocchie, molti paeselli, mòlti isti-
tuti, associazioni, compagnie ... potrebbero
con un po' di elemosina raccolta tra quanti
ricordano con affetto Don Bosco, esser rap-
presentate da un
parziale lavoro nel
tempio di Maria Au
siliatrice, ed erigere
così un parziale mo--
numento alla cara
memoria di quello
zelante apostolo dei
tempi nostri, che
essi ammirarono in
vita e non. sanno
dimenticare dopo la
morte .
COMPLETAMENTO
dell'Altar Maggiore
nel Santuario di
Maria Ausiliatri-
ce in Torino.
Secondo il pro-
getoaprvl
completamento del-
'altrediM
Ausiliatrice, il
grande quadro della
Beata Vergine, che
misura metri 7 in
altezza e 4,24 in
larghezza . viene
compreso in una
cornice marmorea
tenuta assieme da
un apparato archi-
tettonico che, serve
di sfondo all'altare
attuale, occupa in
larghezza poco più,
della larghezza del
l'altare stesso e si
innalza in guisa che
il triangolo del fron-
tispizio emerge
tutto fuori del piano superiore del cornicione
della chiesa .
La nuova costruzione deve sorgere sul pa-
vimento del presbiterio, isolata da tutte le
parti . Vista dalla navata, fa l'effetto di una
grande decorazione di pala d'altare che faccia
corpo coll'altare medesimo .
Con questa disposizione rimane libero lo
spazio per la doppia scaletta posteriore del-
l'altare ; nè occorre rompere o danneggiare
menomamente le linee delle pareti della chiesa .
Nella sua zona basamentale la nuova costru-
zione si compone di due spalle granitiche
che reggono un architrave anche granitico,
il quale viene a trovarsi nell'altezza del gra-
dino superiore dell'altare .
Le due spalle s'innalzano circa due metri
oltre la linea superiore di detto gradino, e fian-
cheggiano una pic-
cola galleria a co-
lonnette che ha per
iscopo di portare
alla giusta altezza
di visibilità il lato
inferiore della cor-
nice del quadro .
I lati di questa
cornice rimangono
come intelaiati da
due fasci di colonne
che sono il prose-
guimento delle spal-
le anzidette ; porta-
no una cornice che
sta sotto la semicir-
colare del quadro ;
e sopra a guisa d:
attico si innalzano
due corrispondenti
fasci di pilastri che
reggono una cornice
e il frontispizio di
finimento .
Nei vani racchiusi
tra le colonne ai lati
del quadro si collo-
cheranno due sta-
tue alte due metri ;
una rappresenterà
S . Francesco di Sa-
les e l'altra S . Vin-
cenzo de' Paoli .
In alto negli spa-
zi, tra i pilastrini
dell' attico , saran
posti due angeli in
preghiera . Altri
angeli saranno col-
locati sulla cornice
di finimento .
Il fregio della
cornice principale e
una zona del pie-
destallo immediata-
mente sotto le basi
riceveranno meda-
glioni circolari racchiudenti a mezzo busto
le figure dei principali Santi fondatori di Or-
dini religiosi, e dei Santi protettori delle
principali Case Salesiane .
Nello sfondo triangolare del frontispizio
si porrà la figura del Padre Eterno e in
altri sfondi altri lavori tutti in mosaico .
Nelle sette arcatelle della galleria a colon-
nette sopra l'architrave basamentale si por-
ranno sette statue .
In alto poi a fregio della cornice di fini-
mento dell'attico si porrà in mosaico romano
l'invocazione : M aria., Auxilium Christianorum,
ora pro nobis .

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Ecco la nota delle diverse qualità di ma-
teriali scelti per questo monumentale lavoro
Granito roseo e granito della Balma per
la zona basamentale ; marmo di Carrara,
breccia fiorita, giallo Verona, diaspro di Si-
cilia e lazzolite per tutto l'ordine architetto-
nico soprastante .
L' incisione che qui abbiamo presentato
è tolta dal bozzetto alla scala di 1 per 10 ,
eseguito sui disegni che ci ha forniti il chia-
rissimo ingegnere Cav . Crescentino Caselli .
LA DECORAZIONE DELLA FACCIATA
ed altri lavori nell'esterno del tempio
di Maria Ausiliatrice.
I divoti accorsi in quest'anno alla festa di
Maria Ausiliatrice, nel santuario a lei dedi-
cato in Torino, ebbero la consolazione di ve-
dere quasi ultimati i lavori che da più di
un anno si erano intrapresi per i ristauri e
la decorazione dell'esterno del tempio .
La facciata con i due svelti campanili ai
lati e con la superba cupola su cui torreggia
maestosa la grande statua di Maria Ausilia-
trice fa un effetto sorprendente .
Dalla statua della Beata Vergine in rame,
recentemente dorato, l'occhio discende agli
angeli, essi pure dorati, posti sui campanili ;
uno rappresenta l'Arcangelo Gabriele che
porge colla destra una corona a Maria, e
l'altro San Michele nell'atto di far svento-
lare una bandiera sulla quale sta scritto Le-
panto, come per ricordare la grande vittoria
riportata dai Cristiani sui Turchi presso Le-
panto ad intercessione di Maria Santissima .
Tre belle statue di marmo s'innalzano sul
timpano dell'avancorpo di facciata e rap-
presentano i SS . Martiri Solutore , Avven-
tore ed Ottavio, che bagnarono col loro san-
gue la regione di Valdocco (vallis occisorum),
regione in cui sorge il santuario . Sull'attico
delle due fronti laterali le statue di S . Mas-
simo, primo vescovo torinese, e di S . Fran-
cesco di Sales ; nelle stesse fronti, in due
apposite nicchie, le statue di S . Giuseppe e
di S . Luigi Gonzaga, compatroni dell'Ora-
torio annesso al santuario e di tutte le altre
Case Salesiane .
Nello sfondo triangolare del timpano due
angioli ad alto rilievo portano lo stemma
della nostra Pia. Società .
Tra le quattro grosse colonne binate che
sostengono la trabeazione della fronte di
mezzo sarà rappresentata in bel gruppo mar-
moreo la tenera scena evangelica in cui
Gesù Cristo circondato da giovanetti, bene-
dicendoli, esclama : Sinite parvulos venire
ad me .
Alla stessa altezza negli intercolonii late-
rali spiccano due alti rilievi felicemente riu-
sciti. In uno si rappresenta S . Pio V, che ,
circondato da augusti personaggi, annunzia
la vittoria di Lepanto ed invita il popolo ad
invocare Maria SS . nelle Litanie Lauretane
col titolo di Auxilium Christianorum . Nel-
l'altro è rappresentato Pio VII , che offre
una corona a Maria ed istituisce la festa di
Maria Ausiliatrice .
Sopra ed in corrispondenza a questi due
grandi quadri sono collocati in alti riquadri
due angeli portanti le date storiche dei due
fatti suaccennati.
Non si rende meno interessante la parte
basamentale poi due bassorilievi dei piede-
stalli . Ritraggono essi due scene evangeliche
commoventissime : La risurrezione del figlio
della vedova di Naim e la guarigione dei
sordo-muto .
Sotto la prima scena leggesi : .Et resedit
qui erat mortuus (Luc . c. vii, v . 15), e sotto
la seconda : Et surdos fecit audire et mutos
loqui (Marc. c . vii, v . 37) .
Speriamo che fra non molto potremo dare
relazione di altri lavori, specialmente di
quelli che van compiendosi nell'interno del
tempio, che sotto la solerte direzione dei no-
stro economo D . Antonio Sala van progre-
dendo alacremente .
MEZZI
con cui fu edificata la chiesa di Maria Ausi-
liatrice in Torino e relazione di nuove grazie
di Maria a' suoi divoti .
Il venerando nostro fondatore e Padre Don
Bosco, nell'opuscolo M araviglie della Madre
di Dio invocata sotto il nome di Maria Ausi-
liatrice, al capo xix, parlando dei mezzi con
cui era stata edificata la Chiesa di Maria
Ausiliatrice, scriveva quanto segue : « Quelli
« che hanno parlato o udito parlare di questo
sacro edifizio avranno desiderio di sapere
donde siansi ricavati i mezzi che in com--
plesso superano già il mezzo milione . Io
m i trovo in grave difficoltà di rispondere
a me stesso, perciò meno in grado di sod-
disfare agli altri . Dirò adunque che i corpi
legali diedero da principio belle speranze ;
ma in pratica giudicarono di non concor-
rere . Alcuni agiati cittadini, scorgendo la
necessità di questo edifizio, fecero pro
messa di vistose largizioni, ma per lo più
cangiarono divisamento, e giudicarono me-
glio di impiegare altrove la loro benefi-
cenza . È vero che alcuni benestanti divoti
avevano promesso oblazioni, ma a tempo
opportuno, cioè, avrebbero fatte oblazioni
quando avessero avuto certezza dell'opera
ed avessero veduti i lavori inoltrati .
« Coll'offerta del Santo Padre e di qualche
altra pia persona si potè far acquisto del
terreno e non altro ; sicchè quando si trattò

1.8 Page 8

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di cominciare i lavori, io non aveva un
soldo da spendere a questo scopo . Maria
volle essa medesima porvi mano e far co- Felice ricorso . - Il signor Giuseppe
noscere che essendo opera sua Ella stessa Merlo d'anni 60 s'era fatto male ad un oc-
voleva edificarla : Aedificavit sibi domum chio . Consultò medici, tentò rimedii e speci-
Maria . Io adunque intraprendo il racconto fici di ogni maniera, e dopo lo spazio di circa
delle cose come sono succedute, e racconto dieci anni, vedendo che indarno si raccoman--
coscienziosamente la verità, e mi racco- dava a' rimedii umani, fece ricorso a Maria
mando al benevolo lettore di darmi beni- Ausiliatrice, e fu ben presto pienamente gua
gno compatimento se trova qualche cosa rito . Viva Maria Ausiliatrice !
che a lui non torni gradita . »
E qui il venerando Don Bosco incomincia
Teol . BERNARDO ARATO .
Cavour, 1890 .
la relazione di celesti favori, coi quali la
Beata Vergine guadagnava la elemosina de'
suoi divoti .
Ora che s'è posto mano ai restauri ed alla
decorazione di questo suo medesimo tempio,
pare che accada altrettanto . Ci pervengono
ogni dì da tanti devoti, relazioni di segna-
late grazie ottenute per l'intercessione di
Maria e vi uniscono la loro offerta, quale
tributo di riconoscenza alla buona Madre
Celeste .
Ci duole non poter pubblicare per intero
Riconoscenza . - Per dovere del',a più
viva riconoscenza mando tenue offerta al
Santuario di Maria Ausiliatrice . Ottenni per
intercessione della buona Madre Celeste la
guarigione da un'infermità, contro la quale
riuscivano inutili i mezzi umani, prodigatimi
dall'arte salutare . È pur sempre vero che
non si ricorre invano, quando si ricorre con
fede a Maria.
Ch. L. A .
le dette relazioni pervenuteci, tutte spiranti
la più sentita riconoscenza e tenerissima di--
vozione ; anzi non potremo per la ristret-
tezza dello spazio far altro che dar cenno
di alone . Tuttavia speriamo di poter poi
supplirvi in qualche modo in altri numeri ed
in qualche fascicolo delle Letture Cattoliche .
Maria invocata con fede . - Ero
da 40 giorni oppresso da infermità mortale,
che mi teneva quasi di continuo alienato di
mente. Maria Ausiliatrice mi venne meravi-
gliosamente in aiuto . Mi ricordai allora delle
innumerevoli grazie implorate per tanti suoi
divoti . La invocai anch'io con viva fede, ed
La Medaglia di Maria Ausilia-
trice . - Certo Montiglio Evasio, per grave
caduta da una scala, ebbe a soffrire per lun
ga pezza acuti dolori ad una gamba, e
enfiagione pericolosa . Dopo tre mesi circa di
incominciò allora la mia guarigione . Mando
offerta al Santuario di Maria Ausiliatrice e
la relazione della grazia ottenuta con pre-
ghiera che sia pubblicata .
Sac . LUIGI MENETTI, Àrcipr .
sofferenze e di cure, il male era dichiarato
Castel dell' Alpi (Bologna) .
incurabile . L'infermo muoveva dal letto, anzi
trascinandosi sforzatamente poteva uscire
brevemente di casa, ma portava con sè, a
giudizio del medico, la causa di non lontana
morte . - Un giorno mentre s'era trascinato
fuor di casa, fu sorpreso da maggiore pro-
strazione di forze, si pose a sedere, ed il
male talmente gli si aggravò da non potersi
più alzare per far ritorno a casa . Prende al-
lora la medaglia di Maria Ausiliatrice che
teneva al collo, la bacia e con fiducia si rac-
comanda alla Beata Vergine che l'aiutasse
Invocate Maria ! - Una buona ma-
dre di famiglia manda a Maria Ausiliatrice
tenue offerta per grazia ricevuta nella gua-
rigione portentosa della sua figlia Giusep-
pina, dopo aver implorato con la stessa figlia
moribonda l'aiuto della Madonna e fatto il voto
di un'offerta al suo Santuario di Torino .
Sac . GIUSEPPE MARCHI, Arcipr,
Negrar, (Verona) 28 maggio 1890 .
almeno a tornar a casa .
Oh bontà di Maria ! L'infermo non aveva
ancor terminata la preghiera che sentissi al-
l'improvviso scomparire ogni male ; era pure
scomparsa all'improvviso l'enfiagione e potè
con meraviglia e commozione indicibili far
ritorno alla casa ed alla vita laboriosa, senza
più aver a patire la minima ombra di male .
Era un vero miracolo di Maria Ausiliatrice .
Il figlio MONTIGLIO VINCENZO, ch .
Una novena a Maria . - L'ottimo mio
genitore cadde gravemente infermo per un
voluminoso favo al dorso. Nella sua grave
età di 70 anni e pel rincrudimento del male
non lasciava grande speranza di vita . Fu in-
co min ciata una novena alla B . V. Ausilia-
trice . Ben presto il pericolo di morte fu su-
perato, e l'infermo riebbe piena salute . Mando
riconoscente un'offerta al Santuario di Maria .
Valsalice (Torino), 5 giugno .
GANELLI DON CARLO, Parr .
Abbadia Cerreto (Lodi) 1890 .

1.9 Page 9

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racolo, miracolo . Unisco tenue offerta insieme
con quella che già doveva spedire per la
Pia Opera del Sacro Cuore di Gesù .
Altra grazia di Maria Ausilia-
trice . - Io sottoscritto (Cooperatore sale-
siano) tornando ieri, 1° aprile 1890, con un
TITO CINOTTI .
Limite (Toscana) 2 aprile 1890.
mio figlio dell'età di circa nove anni, e con
un mio servitore da un piccolo paese della
Diocesi di Pistoia, mi trovai in sì terribile Nel Santuario di Maria. - Mi co-
frangente, che a descriverlo ancor mi si rin- nosce ancora? Son quattro mesi che son ve-
nova lo spavento . Essendo sopra una car- nuta in questo medesimo Santuario a doman-
rozza tirata da due cavalline (una delle quali dare una grazia, ed ora vengo a far la mia
ombrosa molto), quando giungemmo ad un piccola elemosina e compiere il mio dovere
piccolo borgo denominato Brucianesi, la ca- con Maria Ausiliatrice . Era partita di casa
valla ombrosa s'impennò e con gran forza con l'anima angosciata, aveva salutata la
sospinse l'altra cavalla e la carrozza insieme mia famiglia, con la certezza di non poterla
in un fosso, sicchè noi eravamo in pericolo più rivedere... ed ora invece, grazie a Maria
di ribaltare e rimaner uccisi . Peraltro se non Ausiliatrice, io sono guarita e ritorno a' miei
cademmo tutti e tre in quel punto, cadde come una morta risuscitata .
però a precipizio in una macchia il mio ser- - Ma chi è lei
vitore Vito Viti che rimase un po' contuso - Chi sono? Quella povera madre di fami-
dall'urto avuto e dalla caduta improvvisa . glia, per cui i medici avevano data la sen-
Rimanemmo sulla carrozza io e mio figlio, tenza finale ; ma che la pia Madre Aiuto dei
ma le cavalle che erano (Dio solo lo sa in Cristiani ha cancellata . Sono invece viva,
qual modo) rientrate in carreggiata, ci pre- sana e guarita .
sero (come suol dirsi) la mano, ed io senza Così ci diceva l'altro dì una buona signora,,
poter afferrare le guide, che erano cadute che appunto quattro mesi fa si rendeva a
quasi a terra, col mio figlio a fianco, spa- Maria Ausiliatrice prima di sottomettersi ad
ventato, con pericolo imminente di una cata- una operazione dolorosa e difficile .
strofe, mentre passavamo in mezzo al borgo Una nostra buona cooperatrice e solita a
suddetto, fra le persone che volevano aiu- raccomandarsi nelle sue necessità più gravi
tarci e non potevano, non sapevo a qual par- a Maria Ausiliatrice non mancò di farlo in
tito appigliarmi . Finalmente mi decisi a lan- questa occasione così importante . Caduta,
ciarmi giù dalla carrozza ed il feci gridando ammalata e consigliata da' medici di venire
Maria Ausiliatrice aiutate me e mio figlio . a Torino per mettersi sotto la cura di me-
Caddi già bocconi sul lastrico, e non mi dici più sperimentati, vi si arrese, sebbene
feci che leggiere scalfitture . Mi rizzai in piedi avesse poca speranza di riuscita . Ma per il
fra la calca di gente corsa per veder l'esito desiderio di conservarsi a' suoi figli e non la-
di mio figlio, il quale io credevo fosse rimasto sciarli chi sa in quali mani, si decise a sop-
in preda a morte terribile . Ma oh prodigio portare qualunque tortura . « Andrò da Maria
della Madre nostra SS . Ausiliatrice ! anche Ausiliatrice, ci diceva, esporrò a Lei, che
mio figlio si slanciò fuori della carrozza, e pur ebbe a piangere tanto in questa terra,
cadde facendosi leggiere ammaccature alla e voglio sperare che verrà in mio aiuto . »
fronte, al naso e ad un polso della mano si- Giungeva qui nel mese di febbraio u . s. e
nistra . Io cominciai a gridare fra tutta quella prostrata ai piedi della Madonna espose il
gente : Miracolo, miracolo di Maria SS. Au- suo bisogno . Prima però volle confessarsi
siliatrice, e baciando la medaglia di Maria e comunicarsi . « Temeva, soggiunse, che
Ausiliatrice la mostravo a tutti con gioia . In fosse l'ultima volta per me, secondo che mi
quanto alle cavalline, giunte a una lieve sa- credeva stando al consiglio de' medici . Mi
lita si fermarono e rimasero incolumi . Il mio nacque tuttavia la speranza, vedendo tanta
servitore prontamente accorso mi esortò a gente che veniva divota a pregare l'Augusta
salire in carrozza col fanciullo, ed io dopo Madre di Dio . Non mi ricordo in vita mia
alquante difficoltà, raccomandandomi a Maria d'aver mai pregato con tanta fede! Vedeva
Santissima, insieme con mio figlio salii in come in sogno davanti a me i figli che mi
carrozza e procedendo , senz'altri intoppi, chiamavano per nome, sentiva il male che
giungemmo a casa, dove, se grande fu la mi tormentava, ed intanto sotto agli occhi
costernazione della famiglia al racconto di la bella statua di Maria Ausiliatrice . Ver-
sì spaventevole evento, altrettanto fu una- gine Santa, ascoltate il gemito di tanti af-
nime l'acclamare alla protezione della Ver- ftTloirn!aegpoveradslt
gine Santa . A segno di gratitudine verso la madre! Piansi e pregai!! » Il Confessore alla
SS. Vergine, e a maggior suo culto ed onore, storia pietosa che essa gli aveva fatto, le
desidero ardentemente che venga data pub- disse : « Gesù che vi ha dato un cuore così
blicazione di una grazia tanto insigne . Un buono e che vi rese così tenera verso la vo-
intiero popolo può testimoniare la verità del stra famiglia, ascolterà le preghiere che voi
fatto su esposto, anzi molti gridarono : Mi- le fate per mezzo e per intercessione di Ma-

1.10 Page 10

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ria Ausiliatrice . » Fu veramente così . Essa
dopo aver pregato lungo tempo andò all'o-
spedale . La calma, la rassegnazione, ebbero
a dirle i medici, furono i mezzi principali
della sua salute . Ella tutto riconosceva da
Maria Ausiliatrice, e prima di andare a con-
solare i suoi figli, ripassava al suo Tempio
in Valdocco, ove fece le sue divozioni, e
pregò perchè si pubblicasse la grazia rice-
vuta a titolo di gratitudine ed a conforto di
altri afflitti, che piangono in questa povera
calle .
Scrissero riconoscenti ringraziando Maria
SS. Ausiliatrice per grazie ricevute e man-
darono offerte
Audisio D . Giacomo (Borgo S . Dalmazzo)
- Clara Calissano (Alba) - Federico Lof-
frodo (Cagliari) - Maria Motta (Genova) -
Sac . Francesco Mauro (Morozzo-Mondovì) -
Raffaele Petetti (Potenza) - Bertolone G .
(Segami) - Paro Iardini Teresa (S . Vittoria
d'Alba)-Emilio Pallaver (Riva) - Sac . Giu-
seppe Gibelli (Rossiglione) - Eugenio Can .°
Repucci (Salerno) - Giov . Aletofilo (Tre-
viso) - Catterina Cattaneo (Cittadella) -
Andrioli Alberino, Arc . (Verona) - Rosato
Giuseppe (Baldicchieri) - Corrado Can .°
Lucci (Moutaleone d'Orvieto) - Fr. Lodo-
vico Maria M. R . (Roma) - Lisa Marghe-
rita (Poirino) - Palazzini Carlo - Dome-
nica Chiappero (Cavour) -Riposati D . Carlo
(Visso) - Angelina Balboni (Sagliano al
R-D.ueblioc'mEnva),Pr
(Revò) - Sac . Vezzuli L . (Torino) - Sac . F .
Garelli (Torino) - Sac . Chiaffredo Clary
(Scalenghe) - Sacerd . Giuseppe Pausini
(Ranzo) - Morani Sac . Ferruccio (Padova)
- Vallino Anna (Varazze) - Calmaghi Te-
resa (Liscute) - Raffaella Fudicu (Giarra-
tana) - Sac . Ignazio Uires (Simalu, Sar-
degna) - Giulìa Settauassi (Modigliana) -
Giuseppina Rambaudi (Sanfrè) - leardi Vi-
tale (Castiglione Tinella) - Bottero Angelo
(Morozzo) -Arcip . Pietro Coltroneri (Sommo)
ed altri molti .
Delle moltissime lettere scritte in lingua
francese facciamo cenno nel Bollettino fran-
cese, e nel Bollettino spagnuolo di quelle che
sono scritte in lingua spagnuola .
UNA CARA VISITA
e una nuova Casa alla Venezuela .
Nei primi giorni di luglio i giornali annun-
ziavano la solenne udienza concessa dal Santo
Padre a sedici pellegrini della Venezuela, i
primi che, partendo da quella lontana re-
gione, ponevano piede nella Città Eterna,
collo scopo di umiliare ai piedi del Rappre-
sentante di Dio gli omaggi di loro filiale sud-
ditanza .
Altra meta dei loro pellegrinaggio era l'O-
ratorio di S . Francesco di Sales in Torino ,
il Santuario di Maria Ausiliatrice e la tomba
di Don Bosco ; e noi ricorderemo sempre
come uno de' più belli e memorabili il giorno
13 luglio, in cui avemmo la fortuna di ospi-
tare per alcune ore tra le mura della nostra
Casa così illustri e benemeriti Cooperatori
dell'opera del nostro carissimo Padre .
Il capo della pia carovana era il sacerdote
Santiago Machado, parroco di Maiquetìa (Ve-
nezuela), quello stesso che, pochi mesi or
sono, ospitando con atto di sublime carità
un nostro caro fratello Missionario che, viag-
giando alla volta della Colombia, era caduto
gravemente infermo , lo aveva colmato dap-
prima delle più amorevoli cure, e quando
Iddio ce lo tolse , gli ebbe data onorevolis-
sima sepoltura, come si riferì nel Bollettino
Salesiano di maggio .
Arrivati a Torino, avevano presentato al
nostro Superiore Don Rua una lettera di
S. E . Mons . Crispolo Uzcategui, Arcivescovo
di quella Repubblica, colla quale rinnovava
le istanze per qualche fondazione Salesiana
nella capitale ; quindi - avevano visitato lo
stabilimento e s'erano prostrati a Valsalice
sul gelido marmo che racchiude le spoglie
del nostro e loro compianto Padre D . Bosco,
invocando la grazia di avere i Salesiani a
lavorare nella loro cara patria, e il giorno 13,
prima di lasciarci, gradirono il nostro umile
invito e sedettero con noi a mensa .
Si parlò della Venezuela, del bisogno che
ha quella nazione dell'opera di Don Bosco,
non essendoci colà alcun Ordine religioso, e
si faceano caldi voti da ambe le parti per
l'effettuazione del pio desiderio .
Don R ua si alzò tra la generale espetta-
zione, dic endo che brindava alla Venezuela
ed agli illustri suoi rappresentanti che avea
l'onore di ospitare.
« Da tempo, soggiunse poi , siamo in ot-
time relazioni con quella Repubblica ; fin dal
1886 il venerando Arcivescovo di Caracas
era venuto in persona a chiedere i Salesiani,
e Don Bosco si era preso a cuore il desi-
derio del pio Pastore di quella vasta Dio-
cesi, deliberando d'inviare in quella lontana
terra i carissimi suoi figliuoli. Ma finora i
nostri non furono che desiderii e voti . Ulti-
mamente però la divina Provvidenza rese
più stretti i vincoli di amistà e più vivi i
sentimenti di riconoscenza che legano i Sa-
lesiani a quella nazione ; volle anzi che già
si trovasse nascosto in quel suolo il seme
che dovrà bentosto germogliare una istitu-
zione Salesiana . L'amatissimo nostro confra-
tello chierico Giuseppe Eterno , accolto con
sì caritatevoli premure dal. Rev . sig . D . San-
tiago Machado qui presente, ed onorato dopo
morte con tanta dimostrazioni di fraterna
pietà e della più grande simpatia verso l'u-
mile Società Salesiana, sono per noi un in-
dizio per farci intravedere la divina volontà,

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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mentre ci sono di forte stimolo a far eziandio
sacrifizi per corrispondere alle reiterate istanze
per averci colà . Mentre pertanto ringraziamo
Iddio di averci presentato occasione propizia
per manifestare la nostra riconoscenza non
solo per lettera, ma anche di presenza ai La Festa di S . Luigi Gonzaga
benevoli Venezuelani di quanto fecero per
noi e specialmente pel nostro compianto fra-
tello, io vi prego a voler consegnare a S . E . Sempre cara e piena di nobili entusiasmi
Rev .ma Mons . Arcivescovo questa risposta e di santa poesia riesce la festa di quel gio-
alla venerata sua lettera . Con essa (sog- vane principe, che anteponendo il cilizio
giunse D . Rua, consegnando una lettera al alla corona, la vita penitente alle agiatezze
P. Machado) facciamo piena adesione ai caldi del secolo, l'eroismo della virtù alle vanità
inviti di S . E . Rev .ma e degli ottimi Coope- del mondo , indossava la sottana del reli-
ratori di Caracas e di tutta Venezuela , e gioso e diveniva ben presto così ricco di me-
speriamo che fra poco tempo i comuni voti riti da ottenere dal Cielo la corona dei Santi
si cambieranno in consolante realtà . Permet- negli anni di sua gioventù .
tete adunque che io brindi alla salute del S. Luigi Gonzaga fu ben presto il modello
venerando vostro Pastore , dei Vene-
più predicato e conosciuto per i gio-
zuelani tutti ed alla prosperità
vani cristiani in tutto il mondo, ed
della nuova fondazione Salesiana,
il loro particolare protettore .
e che dal fondo del cuore io
Il venerando D . Bosco, che
gridi un evviva ai nostri cari
la vita intera consacrava al
ospiti, un evviva ai nostri
bene dei gìovani, come poteva
ottimi Cooperatori -
dimenticare la divozione a
Venezuelani ed anche un evviva ai
S . Luigi Gonzaga? Divotis-
Salesiani che fra poco an-
simo egli stesso fin dai più
dranno a dividere con voi
teneri suoi anni in verso
le fatiche e sollecitudini a
a questo Santo, ne volle
favore dei figli della vostra
divotissimi i suoi allievi .
generosa nazione . »
La prima Compagnia o pic-
Fragorosi evviva, tra la
cola Associazione ch' egli
generale commozione , ac-
istituiva tra i suoi giova-
colsero le parole di Don
netti a sostegno della pietà
Rua,cirspoenti
e del buono spirito negli
sino alle lagrime l' ottimo
Oratorii, la dedicava al detto
Sacerdote Machado, dicendosi
Santo . A San Luigi intito-
dice di poter portare sì lieta
novella alla patria sua, mentre
lava il secondo Oratorio c he-
fondava in Torino . E fin da
assicurava che non si sarebbe
quegli anni primordiali celebra-
immaginato di trovare sì liete e
va la festa di S . Luìgi Gonzaga
cordiali accoglienze tra i figli di Don
con la massima pompa, con pro-
Bosco e che affrettava coi suoi voti il
cessione, musica, fuochi pirotecnici,
giorno in cui un drappello di Salesiani ed allora e poi volle sempre che tra i protet-
avrebbe spiegato le tende nella sua terra . tori speciali dello nostre Case ed Oratori fosse
La banda dell'Oratorio salutò la partenza invocato questo Santo .
degli ospiti illustri colle sue soavi sinfonie ; Quest'anno non vennero meno le tradizioni
i giovani si affollarono sul loro passaggio da lui lasciateci . Nel Santuario di Maria
baciando la mano ai sacerdoti e gridando Ausiliatrice la Festa di S . Luigi Gonzaga fu
e. viaVnzuli,metrD Rua pre- celebrata con pompa solennissima come negli
ga.vDMiclhRdopresntai
anni più belli della vita di D . Bosco .
omaggi ai zelanti Cooperatori D . Riccardo Nell'Oratorio festivo poi, annesso al San-
Arteaga, D . Tommaso Monteverde ed altri tuario, non si poteva desiderare di meglio .
cari amici e benefattori nostri di quella Re- Al mattino alla Comunione generale il Rev .mo
pubblica .
Don Rua, che ne celebrò la Messa, era com-
Essi partirono commossi... partirono, ma mosso sino alle lagrime, alla vista di tanto
il loro ricordo non si cancellerà più dai cuori concorso di giovani che, con ottimo contegno,
de.ifglDonBsc
s'accostavano alla Sacra Mensa. Dopo la co-
Oh caro Eterno! ... ecco in parte pagato lazione, regalata dalla Priora della festa, vi fu
il generoso tuo sacrificio !
la Messa cantata, con musica eseguita dalle scuole
vocale ed istrumentale dell' Oratorio stesso .
Nel pomeriggio, dopo i vespri in musica,
Mons . Basilio Leto, titolare di Samaria, tes-
seva breve panegirico e poesia in abiti ponti-
ficali prendeva parte alla Processione .

2.2 Page 12

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Quell'immensa turba di giovanetti, tutti in
fila, col loro librettino in mano passavano
in mezzo al popolo con divoto raccogli-
mento e cantando le lodi del Santo . A quelle
voci argentine, a quei cantici giovanili che
s'avanzavano fra le onde popolari che face-
vano siepe ai lati, ai suoni della banda
musicale, e poi lo sfilare del numerosissimo
piccolo clero, quindi il Vescovo circondato
da buon numero di sacerdoti, infine al com-
parire della bellissima statua che s'avanzava
circondata di gigli e cerei innumerevoli, il
cuore si commoveva, e la fede, fattasi gigante
nell'animo, erompeva in esclamazioni, in pre-
ghiere, e prostrati al suolo abbiam benedetto
Iddio, ed invocato il suo diletto Santo, ar-
gomento di tanta festa .
Dopo le sacre funzioni vi fu teatrino nel
cortile, e sul far della notte, tra il suono
della banda e gli evviva dei giovanetti, s i
chiuse la festa con fuochi pirotecnici gentil-
mente regalati per l'occasione .
In Varazze.
(Dal Cittadino di Genova, N . 174, corrisp .) .
Varazze, 23 giugno .
Chi non ama i fanciulli? Ben mostrò di affet-
tuosamente amarli Monsignor Boraggini giungendo
in Varaz e l' altra sera, per prendere parte al a
simpatica religiosa festicciuola, che ogni anno ce-
lebrano i giovanetti del Civico Collegio, sapien-
temente diretto dai Salesiani, in onore del loro
Patrono San Luigi Gonzaga .
Al suo arrivo fu salutato dalla fanfara dell'O-
ratorio Salesiano di Lucca appositamente invitata
a rallegrare la festa dell'innocenza con l'arte dei
suoni . E veri artisti, e artisti provetti, sebbene
giovanissimi, si palesarono i suoi membri fin da
quella prima sera in cui eseguirono il primo con-
certo che facea parte del loro programma, mentre
quasi per incanto la facciata del Collegio con
gusto ed effetto ammirabile veniva trasformata e
rivestita di luce.
Mors . Vescovo assistette alla Messa solenne ral-
legrata da angeliche voci rigorosamente educate
dal ben noto e valente D . Bielli . Graziosa poi la
processione composta di bimbi, di religiosi gio-
vani di queste scuole . Intervenne alla stessa an-
che Monsignore . Venne recata la statua del Santo,
ornata di lumi, circondata da giovani che sugli
omeri portavano una lunghissima corona intrec-
ciata di mirto e di fiori odorosi ; era un tutto che
rapiva, entusiasmava e faceva piangere di conso-
lazione . Oh fede, sei sempre bella nelle tue ma-
nifestazioni ! sei poi candidamente bella negli
slanci generosi d'una gioventù morigerata, colta,
cristiana.
Un plauso al novello direttore professore D . An-
gelo Bordone, degno successore del Monateri, che,
diciamo il Monateri, insieme all'ottimo D . De-
scalzo Giuseppe, anima di tale festa, già da qual-
che anno l'avevano iniziata . Un plauso ai Varaz-
ze.sichlafteondr
Borgo S . Martino e Penango .
(Dal Corriere Nazionale di Torino, N . 181) .
I Reverendissimi figli di Don Bosco celebra-
rono nei giorni 26 giugno e 3 luglio, con solen-
nissima pompa, la festa di San Luigi, nei loro,
per ogni riguardo, fiorentissimi Collegi di Borgo
San Martino e di Penango nella Diocesi di Casale .
Monsignor Edoardo Pulciano, sempre condiscen-
dente quando trattasi di far del bene, anche con
sacrifizio, celebrò e in Penango e in Borgo San
Martino la Messa della Comunione, confortando
tutti colla parola del Signore, ed onorò di sua
presenza le altre funzioni, non che le analoghe,
scientifiche accademie . Tutto fu disposto e con-
dotto così bene dai rispettivi signori direttori
professore D . Bertello e D . Scappini, coadiuvati
dagli altri Superiori, che Monsignore ed i nume-
rosi invitati partirono e dall'uno e dall'altro Col-
legio contenti e soddisfatti .
Simiglianti ed anche migliori notizie ci
giungono intorno alla festa di S . Luigi da-
gli altri Collegi ed Oratorii . In molti vi presero
anche parte illustri Prelati, insigni predica-
tori, e fecero da priori ragguardevoli perso-
naggi .
In parecchi Collegi ed Oratorii, non essen-
dosi celebrata detta festa ovunque nel me-
desimo giorno, vi poterono prender parte il
sig . Don Rua ed altri dei primarii superiori
dell'Oratorio di Torino .
Oltre ad esser ciò un mantener vivo quanto
apprendemmo da Don Bosco, è già come un
preludio di quanto dovremo fare l'anno pros-
simo venturo pel solenne Centenario della
morte di S . Luigi Gonzaga .
DON RUA
al Nord della Francia ed in Inghilterra .
(Seguito del suo viaggio) .
La domenica delle Palme Don Rua dalla
Spagna ritornava a Torino . Desiderava cele-
brar egli stesso le funzioni della Settimana
Santa nella chiesa di Maria Ausiliatrice , e
poi aveva da conferire coi primarii Superiori
intorno alle cose più importanti della nostra
Pia Società .
Dopo due settimane di soggiorno, ripi-
gliava il suo viaggio per visitare le nostre
Case ed i nostri benefattori del Nord della
Francia, dell'Inghilterra e del Belgio .
Lione .
Don Rua, quantunque avesse fretta di re-
carsi a Londra per dare un vigoroso impulso
all'Opera Salesiana di Battersea, ciò non
ostante volle fare per viaggio due soste . La
prima fu a Lione . Partito il mattino del

2.3 Page 13

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14 aprile da Torìno, era ricevuto la sera
dello stesso giorno alla stazione di quella
città dalla famiglia Quisard, presso la quale
i figli di Don Bosco trovano sempre un'o-
spitalità tutta Salesiana . All'indomani cele-
brò la S . Messa presso le Clarisse di via
Sala . A questa Cappella v'ha unito un ri-
cordo di famiglia . Fabbricata sul terreno
dell'antica Visitazione di Lione, non è lon-
tana dal luogo preciso ove morì S . Francesco
di Sales .
Dopo la S . Messa, D . Rua si fece un do-
vere di fare le poche visite che gli permet-
teva un breve soggiorno . La prima fu al-
l'Autorità ecclesiastica. Essendo assente S . E .
il Cardinale Arcivescovo, presentò i suoi
omaggi al Vicario Generale, Rev .mo D . Bel-
mont, il quale s'intrattenne con lui in fami-
gliare, ma interessantissimo colloquio .
La seconda sua visita fu per la Propaga-
zione della Fede, alla quale nella persona
del Signor des Garets Presidente, del segre-
tario generale, Signor de Rosières, e di Mon-
signor Morel, redattore degli Annali, presentò
i ringraziamenti dei Missionari di D . Bosco.
Monsignor Cagliero, Vicario Apostolico della
Patagonia, e Don Fagnano , Prefetto Apo-
stolico della Terra del Fuoco , avvertiti del
viaggio di Don Rua in Francia, l'avevano
pregato di raccomandare vivamente al Con-
siglio Centrale le loro vaste missioni .
Il Segretario Generale, con isquisita gen-
tilezza volle egli stesso accompagnare il Suc-
cessore di Don Bosco a visitare il Museo
della Propagazione della Fede . Don Rua fu
felice di poter consacrare alcuni istanti in
questo giro del mondo in miniatura attra-
verso ricordi di sì grande interesse . Venerò
poi con felicità particolare le reliquie dei
martiri lionesi, che sembrano essere ritornati
là per dire, coll'eloquenza divina degli strazi
e della morte sofferti per Gesù Cristo, la fe-
condità incessantemente rinnovata di questa
vecchia terra, rossa del sangue di tanti mar-
tiri sì grandi e sì generosi nella loro testi-
monianza . Muto e raccolto, Don Rua esami-
nava con una pietosa attenzione tutti questi
tesori, quando il Signor de Rosières gli fece
la grata sorpresa di condurlo davanti la ve-
trina, ove sono raccolti i varii oggetti inviati
dalle Missioni Salesiane . Questi piccoli ri-
cordi della Patagonia e della Terra del Fuoco
son per adesso assai modesti ; ma le nostre
Missioni sono ancora recenti in confron to
delle antiche sorelle delle diverse parti d el
mondo. Esse, coll'aiuto di Dio, ingrandi-
ranno, e alla loro volta potranno arricchire
il Museo della Propagazione della Fede nella
misura delle loro forze e delle loro benedi-
zioni . E chi sa mai che Don Rua non abbia
un giorno a vedervi dei ricordi, davanti ai
quali fa d'uopo fermarsi per pregare?
Al 16, Don Rua, desideroso di mettere il
suo viaggio sotto la protezione di Nostra
.Signora di Fourvière, salì al Santuario, ove
anche Don Bosco era andato a pregare per
i suoi benefattori di Lione .
L'egregio Écho de Fourvière del 19 aprile
dice a questo riguardo sotto il titolo di An-
nali di Fourvière
Mercoledì, alle ore 7 1/2, Don Michele Rua,
il degno successore di Don Bosco nella qualità di
Superiore Generale delle Opere Salesiane, ha ce-
lebrato la santa Messa nella Cappella, ed impartì
la comunione ad un gran numero di Cooperatori
avvertiti in fretta . In seguito il venerato Sacer-
dote visitò la nuova chiesa con grande interesse .
Egli non fu sorpreso apprendendo che la cassa
dell'Opera è sempre vuota, e che nullameno le
risorse per la costruzione non fanno mai difetto .
Egli è abituato a contare sulla Provvidenza che
ogni giorno dà il pane a centomila fanciulli strap-
pati alla miseria, ed alla valente falange dei Mis-
sionarii che portano la buona novella nelle lon-
tane regioni della Patagonia .
» Don Rua non la cede in nulla al suo maestro
così rimpianto, per lo zelo, per la mansuetudine
e soprattutto per quella fede viva che trasporta
le montagne .
» Noi siamo ben felici quando i nostri generosi
lettori ci forniscono il mezzo di inviargli abbon-
danti elemosine così mirabilmente impiegate .
Parigi.
La sera del 16 aprile Don Rua da Lione
passava a Parigi . Benché non potesse quivi
fermarsi più di due giorni per allora, pure
voleva tenere la Conferenza ai Cooperatori e
Cooperatrici, i quali, non essendo ancor in-
cominciato il caldo, si trovavano ancor in
gran numero in città .
Arrivato a Ménilmontant verso le 7 1/2 ant .
del 17, fu ricevuto con una solennità di ve-
nerazione filiale, di gioia e di slancio tutto
parigino .
Si entra nella cappella per la Messa . Don
Rua prova una pia sorpresa . Mentre egli è
all'altare, i fanciulli eseguiscono, a due cori,
parecchi pezzi in canto fermo, con una per-
fezione che dimostra uno studio serio ed un
sentimento vivissimo delle melodie liturgiche .
La mattina del 18 D . Rua canta la Messa
nella Cappella delle Benedettine del SS . Sa-
cramento .
La sera, prima della Conferenza dei Coo-
peratori, il nostro veneratissimo Superiore
ebbe l'onore di essere ricevuto da S . E . Mon-
signor Rotelli, Nunzio Apostolico a Parigi,
che si degnò d'informarsi dell'andamento
delle Opere di Don Bosco. Sua Eccellenza
dichiarò come il Sovrano Pontefice benedice
Iddìo dell'appoggio che i Salesiani trovano
in Francia e del bene che vi fanno . Ebbe poi
la bontà di esprimere, per suo proprio conto,
l'alta e particolare simpatia per la nostra
Casa di Ménilmontant, stabilita in un quar-
tiere ove tutti gli Apostolati hanno la cer-
tezza d'un largo campo d'azione . Don Rua
e Don Ronchail, direttore della Casa di Pa-
rigi, ringraziarono con effusione il rappre-
sentante del Santo Padre in Francia, per
gl'incoraggiamenti che l'autorità della sua

2.4 Page 14

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parola ed il suo appoggio arrecano ai nostri
stabilimenti di colà .
Intanto era venuta l'ora della conferenza .
La chiesa dell'Assunzione di via Sant'Ono-
rato, messa a nostra disposizione dalla bontà
del signor Curato della Maddalena, acco-
glieva alle 3 i nostri Cooperatori . Il tempo
cattivo paralizzò molte buone volontà ; tut-
tavia c'era un uditorio numerosissimo . Don
Rua in un discorso famigliare, interessante
e pieno d'edificazione passò in rivista tutta
l'Opera Salesiana . Di poi insistè fortemente
sull' assoluta necessità d'ingrandire la Casa
di Ménilmoiitant . Ci sono 800 domande di
accettazione, e il locale non può contenere
che 90 interni al massimo .
INGHILTERRA .
Da Parigi a Londra .
Il mattino del 19 Don Rua prende il treno
di Calais . Avendo una burrasca sconvolta la
Manica durante la notte, la traversata durò
un'ora e tre quarti. A Douvres stava ad
aspettarlo un nostro sacerdote di Londra,
D . Rabagliati . Verso le 6 della sera giunge
alla Casa Salesiana di Battersea . Il diret-
tore e curato D . Macey cogli altri due nostri
confratelli ed i primi tre fanciulli ammessi
come interni festeggiano il loro Superiore e
Padre e lo accompagnano in chiesa per rin-
graziare Iddio del felice viaggio .
La parrocchia Salesiana a Londra .
La parrocchia a Londra e in tutta Inghil-
terra è più che altrove il centro naturale
di tutte le Opere . Così è in tutti i paesi di
missioni ; la parrocchia cattolica porta ordi-
nariamente il nome significante di M issione .
E ne segue che per vedere gli interessi di
Dio e delle anime in Inghilterra, bisogna
conoscere non solo la vita cattolica dei fedeli,
ma anche il cammino ed il progresso del
movimento che spinge gli addetti all'angli-
canismo nelle braccia della Chiesa romana .
La parrocchia Salesiana di Londra è nelle
condizioni delle altre missioni cattoliche della
città . Per il che l'azione dei figli di Don
Bosco deve essere prima e avanti tutto par-
rocchiale . Tutte le altre opere a cui li ha
preparati la grazia particolare della loro vo-
cazione verranno ciascuna a suo tempo a
schierarsi tra le principali opere della par-
rocchia .
La chiesa chiama la scuola . Ecco i due vi-
tali elementi della Missione in Inghilterra .
Ma quando i ragazzi non frequentano più la
scuola, come si può tenerli attaccati alla chie-
sa? E se la parrocchia conta degli orfanelli o
dei ragazzi moralmente abbandonati, come
strapparli ai pericoli del vagabondaggio, o a
quelli della beneficenza e filantropia officiale?
I rimedi indicati sono gli Oratori festivi e gli
Ospizi : e queste due opere introducono nella
Missione l' azione Salesiana propriamente
detta .
Ben lo sapeva Don Bosco quando accon-
sentii ad inviare i suoi figli in Inghilterra ,
ed egli fondò le più grandi speranze sul loro
apostolato a Londra . La sua fede non badò
ai principi umili, poveri e pieni di ogni
sorta di prove (1). Essa gli mostrò, in un
avvenire che la misericordia di Dio pre-
para visibilmente alla sua Chiesa, una co-
piosissima messe di anime ; ed in questa
messe Don Bosco ha creduto di vedere i mani-
poli destinati agli operai mandati da lui (2) .
E prove non ne mancano di certo ai
poveri Salesiani di Londra . Per non dir di
molte, la poverissima chiesa è da sola tale
una prova, che pel momento fa dimenticare
tutte le altre . Quale chiesa ! Niente di più
umile e di più povero nello stesso tempo .
Per un cattolico, che venga da paese ove
Iddio ha un vero tempio, è una cosa che
stringe il cuore l'entrare in quella baracca
d'assi e di zinco . Il tetto di questo metallo
ha, non è guari, lasciato passare la pioggia
in proporzioni allarmanti . Il vento scuote
sempre più forte l'umile edificio, mal fermo
sopra archi a volta, che si sentono essi stessi
venir meno dalla vecchiaia. In una chiesa
di questo genere il freddo d'inverno è sì in-
tenso, che molti non possono sopportarlo .
La divina Provvidenza per altro ha già
accordato ai nostri confratelli una grazia se-
gnalatissima . Mentre poc'anzi non si poteva
conservare un vetro sano nelle finestre (poi-
chè i fanciulli anglicani, forse pietosamente
instrutti, trovavano esser cosa spirituale e
fors'anco edificante fracassarli), ora le gra-
ticole appostevi fermano i proiettili che i
monelli lanciano un po' meno di prima . La
nuova abitazione vicina e l'innalzamento del
muro di cinta, che sei mesi fa potevasi sca-
valcare, han reso quasi impossibile un tal
divertimento .
La costruzione di questo muro, che costò
circa 4000 lire, pesò gravemente sul mode-
stissimo bilancio della parrocchia . Nè avrebbe
potuto sopportare tale dispendio senza l'a-
iuto dei Cooperatori delle altre nazioni . Non
bisogna dimenticare ch'essa conta solo 2000
cattolici, quasi tutti Irlandesi, ed in generale
poverissimi . Ma questo lavoro fu il principio
di molte piccole consolazioni che vogliamo
segnalare accanto alle prove di tutti i giorni .
(1) Il primo superiore, Don Mac-Kiernan, morì af-
franto nel dicembre 1888 . (Vedi Boll . marzo 1889) .
(2) Vorremmo noi pure qui riportare, come ha fatto
il Bollettino Francese, un fatto interessantissimo della
Vita di Savio Domenico, scritta da D . Bosco, riguar-
dante la conversione dell'Inghilterra al Cattolicismo .
Ma la ristrettezza dello spazio non ce lo permette .
Chi desidera saperlo, veda a pag . 96 di detta Vita
reperibile presso le Librerie Salesiana .

2.5 Page 15

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Alzato il muro, le due corsie intorno alla
chiesa sono diventate dominio affatto pri-
vato . I nostri confratelli, che abitavano a venti
minuti dalla chiesa, poterono stabìlirsi defi-
nitivamente in Orbel Street 64 in una casetta
solamente a qualche metro dalla chiesa, e che
dà sulla corte delle nostre scuole . Tale casetta
procurataci dalla Vergine Ausiliatrice nella
solennità dell'Immacolata Concezione dello
scorso anno, venne riattata e il giorno di San
Francesco di Sales potè venir abitata dai
nostri Confratelli . Con tale acquisto, il ser-
vizio di chiesa, la pronta amministrazione
dei sacramenti, la sorveglianza delle scuole,
l'insegnamento religioso che il prete è obbli-
gato ad impartirvi, la custodia della parroc-
chia, tutto, in una parola, è diventato più
semplice, più conveniente e più praticamente
utile alle anime . Prima consolazione derivante
da parecchi felici avvenimenti.
La scuola .
Le scuole della parrocchia sono pel Curato
un'altra consolazione . Don Rua l'ha gustata
anche lui apprendendone i risultati, che noi
vogliamo trascrivere, ad onore delle eccel-
lenti religiose incaricate della direzione delle
scuole, le Suore di N . S . di Namur, e ad
onore ed incoraggiamento dei cari cattolicì
della parrocchia Salesiana . Si vedrà con
qualche cifra quali sacrifici impongono loro
le scuole .
I documenti dell'esercizio 1888 accertano
una spesa di L . 7 .761,45 ; il totale delle en-
trate sommando a sole L . 7.313,85, il Curato
dovette far fronte ad un deficit di L . 447,60 .
Questa parola entrate domanda una spiega-
zione .
Si sa che il Governo inglese accorda un
sussidio annuo alle scuole, i cui allievi sod-
disfano ad un esame . La materia è fissata
dai programmi dello Stato . Ora per l'anno
1888 il sussidio della parrocchia Salesiana
di Londra per i 210 allievi esaminati fu di
L . 3 .612,70 . Donde risulta che il parroco
dovette riunire col concorso dei fedeli la
somma di L . 4 .148,75 per equilibrare il suo
bilancio scolastico . Le scuole, essendo fre-
quentate da 315 fanciulli, 293 cattolici e
22 protestanti, la spesa annuale per ciascun
allievo ascende a L . 24,60 all'incirca . La
sovvenzione officiale riduce l'onere parroc-
chiale a L . 13 circa per ciascun ragazzo .
Ci piace segnalare con quale scrupolosa
imparzialità si renda giustizia alle scuole
cattoliche in un paese protestante . Noi tra-
duciamo il rapporto ufficiale :
« Scuola mista .
» Questa scuola si trova in eccellenti condi-
zioni tanto dal punto di vista della disciplina,
quanto sotto il rapporto dell'istruzione . Le ma-
terie elementari vi sono insegnate coi migliori
risultati . La recitazione è perfetta nelle classi
superiori e convenientissima nelle classi infe-
riori. I lavori d'ago, nell'insieme, sono soddi-
sfacentissimi e merita lode l'insegnamento della
musica (1) .
» Asilo infantile .
Questa scuola è ben disciplinata, e subì un
esame soddisfacentissimo . Il successo ottenuto
nelle materie elementari merita degli elogi par-
ticolari, ed il canto e la recitazione sono ad
un livello superiore » (2) .
Questa scuola così prospera è divenuta in-
sufficiente . L'ultima ispezione ha verificato
che il numero degli allievi è prossimo a sor-
passare il limite permesso dal locale e dal
personale odierno . Sebbene la missione di
Londra viva alla giornata, priva di risorse
fisse, abbandonata alla carità dei fedeli po-
verissimi, il Successore di Don Bosco, con-
fidando nella Divina Provvidenza, ha dato
ordine di costruire un nuovo locale che per-
metterà di raddoppiare almeno il numero
degli allievi .
In tal modo i ragazzi della scuola mista
potranno continuare le loro classi primarie
nella parrocchia . Le conseguenze di questa
disposizione sono incalcolabili . La Missione
di già così fiorente, s'accrescerà di nuova
vita, ed i giovanetti da lei istruiti ed alle-
vati cristianamente le apporteranno la forza
del loro buon esempio ed il tesoro del loro
apostolato .
I lavori ordinati da Don Rua comince-
ranno il secondo giorno delle vacanze, e la
scuola dei ragazzi sarà all'ordine per la ri-
presa dei corsi .
Don Macey annunziò questa felice novella
ai suoi parrocchiani il giorno della Pente-
coste, dopo la processione in onore di Maria
Ausiliatrice, la cui statua portata da Torino
con D . Rua fu solennemente collocata nella
chiesa . Egli ha fatto appello alla carità di
tutti, e noi nutriamo fiducia che tutti i no-
stri benemeriti Cooperatori d'Europa vi con-
correranno colla loro beneficenza .
Conversioni .
Un'altra messe allieta gli operai Salesiani
a Londra . Nel campo irrorato dal loro su-
dore, il sole della grazia maturò eziandio
delle anime . In poco tempo anche i figli di
Don Bosco hanno le gioie dell'Apostolato .
In poco più di un anno le cifre delle con-
versioni dall'anglicanismo al cattolicismo a--
scende a 33 persone già battezzate, e 7 conti
nuano ad essere istruite .
Mons. Butt e l'Oratorio festivo .
Appena arrivato a Londra Don Rua fece
visita a S . E . Mons . Butt, Vescovo di South-
wark, il quale disse d'essere felice di vedere
i figli di Don Bosco a lavorare nella sua
(1) Mixed School.
(2) Infants' School .

2.6 Page 16

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diocesi . La benevolenza e l'appoggio paterno
di questo insigne Prelato è un altro conforto
pei nostri Missionari .
La più grande preoccupazione sua è di
mantenere nella pratica dei doveri religiosi
i giovani che hanno cessato di frequentare
le scuole . E però fu grande la sua gioia nel
sapere che i Salesiani nel loro piccolo ave-
vano di già aperto un Oratorio festivo . I
fanciulli, che v'intervengono la domenica,
sono quasi tutti quelli che frequentarono o
frequentano tuttora le nostre scuole . S'istrui-
scono nel canto ecclesiastico ed eseguiscono
le cerimonie religiose con un' attenzione ed
una devozione tale, che Don Rua stesso ne
rimase molto meravigliato . Le scuole del
quartiere, cattoliche, neutre o protestanti,
comincianocosìafornireil or contingente
di ragazzi, tra cui il desiderio di divertirsi e
di passare allegramente la Domenica stabi-
lisce un legame comune ed una corrente di
simpatia .
I piccoli protestanti, attirati dalle grida
di gioia della banda infantile, aprono la
porta con precauzione, gettano uno sguardo
rapido nel cortile ; poi come allettati dal-
l'animato spettacolo, avanzano timidamente
un passo, poi un altro, ed eccoli della par-
rocchia. C'è bisogno di dire che sono accolti
a braccia aperte?
La domenica che Don Rua passò a Londra,
un fanciullo di 12 o 13 anni, che s'era intro-
dotto nel cortile, maravigliato dell' acco-
glienza cordiale, s'avvicinò a Don Bonavia
gli disse con aria imbarazzata
- Padre, io sono... protestante .
Ebbene?
- Mi.. . ricevete qui'?
- Ma sì, amico mio : tu puoi venire tutte
le volte che vorrai ; noi saremo sempre fe-
lici di riceverti .
- Grazie, Padre : quanto siete buono !
Poi, come s'egli avesse scoperta la ragione
di questa bontà, soggiunse : - Non è mica
mia la colpa, non è vero, se io son protestante?
E tutto giulivo si mise a giuocare .
Don Rua prese alcune deliberazioni per
stabilire, a tempo opportuno, un Oratorio
fe.stivoprlagze Le coriste che pre-
stano il loro concorso, con grande devozione
ed abilità, agli uffici della parrocchia, saranno
felici di reclutare delle compagne tra l'an-
tiche allieve delle nostre scuole : e la riu-
nione di un numero relativamente conside-
revole di ragazze, tutte le domeniche, alter-
nanti le ricreazioni, gli esercizi di pietà ed
il canto, sarà per le anime e per la par-
rocchia intiera una grazia preziosa .
L'Ospizio .
Infine ci sta a cuore di segnalare gli umili
principii di un' altra opera cara al cuore di
Don Bosco . Si tratta dell'Ospizio interno pei
giovani orfani e pei più bisognosi . Tre or-
fanelli erano già raccolti nella Casa par-
rocchiale di Battersea . Nel momento in cu
scriviamo il numero si è già duplicato . La
ristrettezza del locale, abitato dai nostri con-
fratelli, non permetterà per ora di accoglierne
un maggior numero : ma le fondamenta sono
gettate, l'Opera Salesiana in favore dei fan-
ciulli poveri ed abbandonati è cominciata, e-
speriamo che le benedizioni celesti scendano,
a fomentare un'opera così importante . Ma poi
porsi alla costruzione d'un Ospizio interno
ci abbisognano dei mezzi ; le risorse ordinarie
di quella Missione sono lungi dal coprire il
totale delle spese ; inutile è sperare soccorsi
straordinarii colà dove i pochi cattolici be-
nestanti sono sopraccarichi di opere di questo
genere . Si aggiungano le difficoltà che tro-
vansi in Inghilterra per l'acquisizione pura
e semplice, a titolo definitivo, d'un tratto di
terreno o d'una costruzione qualunque, e poi
si avrà un'idea degli ostacoli che si hanno a
superare per aprire ivi un Ospizio .
Don Rua per altro ha ferma speranza che
all'ora fissata dalla Divina Provvidenza, la
nostra Missione di Londra avrà chiesa con-
veniente e scuole proporzionate ai bisogni
della Parrocchia ; che l'incominciato Ora-
torio festivo andrà aumentando di giovanetti,
e che coi mezzi che ci somministreranno i
nostri benemeriti Cooperatori e Cooperatrici
si potrà aprire altro Oratorio festivo per le
ragazze, ed un Ospizio interno, ove i fan-
ciulli poveri ed abbandonati potranno impa-
rare un mestiere, o seguire la loro vocazione
ecclesiastica, se da Dio a tale stato saranno
chiamati .
Don Rua dopo aver visitati i nostri amici
di Londra ritornava in Francia il 25 di
aprile .
NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARI .
Dall'Equatore .
AMATISSIMO PADRE,
GliedifizidelanostraCasainunano e
pochi mesi hanno subìta una tale trasforma-
zione, che più non si riconosce la forma an-
tica . Abbiamo quattro dormitorii grandiosi
capaci di contenere 180 giovani , un sa-
lone per lo studio, locali per le scuole e la-
boratorii ordinati per falegnami, sarti, cal-
zolai, fabbri e sellai . Speriamo di aprir quelli
dei carrozzai, tipografi e legatori con lat-
tiera . In questi giorni abbiamo incominciate
le scuole per gli studenti e compiuti molti
altri lavori , che qui sarebbe cosa troppo
lunga il descriverli . Abbiamo in casa un 100
giovani quasi tutti artigiani, e stante le nu-
merose domande di poveri giovani siamo ve-
nuti nel pensiero di aprire qualche labora-
torio solamente per gli esterni.

2.7 Page 17

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I Quitesi ci vogliono bene e stimano molto
Don Bosco e le opere sue . In questi due
mesi, agosto e settembre, fu un continuo
andare e venire di madri, povere la maggior
parte , che pregavano il Direttore D . Cal-
cagno e lo scongiuravano a voler accettare
gratuitamente i loro figli . Quanti aneddoti
commoventi io potrei raccontare !
Una donna si presenta con due suoi figli .
Il Direttore l'ascolta e le dimostra come pel
momento non sia possibile ricoverare nuovi
giovanetti . Essa e i figli s'inginocchiano
piangendo e a mani giunte dicono : - Pa-
dre ! sono tre giorni che camminiamo per
venir qui .
- E di dove siete?
- . Siam. o di.
- E come siete venuti qua? con quale
intenzione?
- Seppi da un Cooperatore Salesiano la
nuova del loro arrivo e il fine di questo isti-
tuto, e senz'altro dissi fra me : la Madonna
mi deve fare la grazia di collocare i miei
figli fra i Salesiani . Mio marito mi ha ab-
bandonata, io non sono in istato di aiutare
i miei figli . Sono quindi partita dal mio
paese piena di confidenza nella Vergine San-
tissima .
- Ma... se io potessi in qualche modo
soccorrervi ...
- Padre, non le chiedo elemosina, ma le
domando che mi salvi i miei figli .
- Padre, ripetono i due giovinetti, vo-
gliamo imparare un mestiere ; Padre, siamo
poveri orfani . - E danno in uno scoppio
di pianto . Pianse anche il Direttore e finì
con accettarli .
Ma ciò che in questo paese più ci com-
muove si è che i giovanetti stessi senza pro-
tettori, senza raccomandazioni, senza essere
accompagnati dai parenti si presentano al
Direttore supplicandolo di aver pietà di loro
e di riceverli nel Collegio : - Padre, diceva
uno, la prego di una carità : mi accetti per
figlio .
E il Direttore : - Di dove sei ?
- Sono del tal paese ; è da tre mesi che
mi trovo in Quito .
- E i tuoi genitori?
- Mio padre è morto, mia madre è povera
e mi ha mandato a Quito per apprendere
il mestiere da calzolaio Dove sono adesso
si parla male, si bestemmia ed io temo di
perdermi . Abbia pietà di me . Padre, mi prenda
con sè .
- Povero figliuolo ! mi fai compassione,
aspetta qualche giorno e poi vedremo .
E il giovanetto a ritornare piangendo qual-
che giorno dopo : - Padre, il padrone mi ha
cacciato fuori della bottega, da ieri non ho
più mangiato, e non so dove andare a dor-
mire, si muova a pietà di me !
A tal scena pure il Direttore non seppe
resistere, e lo accettò .
Uni giorno se ne presentavano 10, 15 e
talora fino a 20 ; e ritornavano e instavano
per essere accolti nel Collegio . Il Direttore
vedendo l'impossibilità di contentarli tutti
li consolava dicendo loro : - Per ora ag--
giustatevi il meglìo che potete . Venite do
menica all'Oratorio festivo e fatevi prendere in
nota dal Catechista .
Per tal modo il numero dei giovanetti del-
l'Oratorio festivo aumentò e giunse a più
di 200. E il Catechista di quando in quando
si sentiva tirare per la veste da un giova-
netto il quale dicevagli : - Padre, una pa-
rola in segreto ! - E lo conduceva fuori
dalla folla degli altri che lo attorniava .
- Che cosa desideri? gli chiedeva il Ca-
techista .
- Mi faccia entrare nell'Ospizio ; - e
proseguiva descrivendo la sua deplorabile
condizione .
Un altro si fermava a poca distanza aspet-
tando che ìl Catechista avesse finito di par-
lare, e quindi avvicinandosi : - Padre, una
parola in un orecchio ! - E poi un terzo e
un quarto ; e tutti facevano la stessa do-
manda e narravano le loro svariate vicende
ma sempre dolorose : - Mi faccia ricove-
rare ; il signor Direttore mi ha detto che
venissi qui alla domenica, perchè lei mi pren-
desse in nota .
- Va bene, replicava il Catechista, con-
tinua a frequentar l'Oratorio, procura dl te-
nere una buona condotta e poi vedremo .
Un bel mattino due fratelli, che da qualche
tempo già frequentavano l'Oratorio, presen-
taronsi in mesto aspetto alla porta dell'O-
spizio . Chiesero del Catechista, e - Padre,
gli dissero, ci accolga in casa, ci dia qualche
occupazione .
- Ma non avete i genitori?
- Non abbiamo più che il padre, il quale
è infermo in una capanna in mezzo alla fo-
resta . Si muova a pietà di noi che non sap-
piamo che fare e dove andare .
Il Catechista per consolarli ripetè loro di
venire all'indomani, e intanto pregassero ; an-
dassero in Cappella, ascoltassero con divozione
la S . Messa e poi parlassero col Direttore . -
Per una settimana intera ebbero la costanza
di rinnovare le loro suppliche, finchè un
giorno incontratisi col Direttore D . Calcagno,
gli si inginocchiarono innanzi, e tanto seppero
dire, che non si ebbe il coraggio di rimandarli
e furono accettati . Come gli altri nella dome-
nica seguente conobbero la fortuna di questi
due, corsero tutti intorno al Catechista : -
Padre, Padre, prenda nota del mio nome,
mi faccia entrare nel Collegio . ; - ed era
giuocoforza prendere il libro e scrivere quei
benedetti nomi , tanta era la pressa che gli
facevano .
Il Direttore allora andava ripetendo che bi
sognava aiutarli, e risoluto di riceverne in Casa
gratuitamente almeno un cinquanta, si dava
attorno istando presso i benefattori, accioc--
chè si movessero a compassione di quei po-

2.8 Page 18

▲back to top
veri fanciulli abbandonati . Per questo fine
si pensò di fare preghiere speciali ai Sacri
Cuori di Gesù e di Maria ; e tutte le dome-
niche nell'Oratorio si recitava una preghiera
speciale .
- Volete essere accolti nella Casa ? di-
ceva allora il Catechista . Io in ciò posso
nulla . I padroni dell'Oratorio sono Nostro
Signore Gesù Cristo e la Madonna Santis-
sima ; rivolgetevi ad essi, pregate, fatevi
buoni ed otterrete senza dubbio la grazia .
- E i giovanetti, incitati da queste esorta-
zioni, pregavano con fervore e si accosta-
vano numerosi alla SS . Comunione .
La grazia non doveva farsi lungamente
aspettare . In mezzo a molte consolazioni e
a molti lavori giunse il 29 settembre, festa
di S . Michele Arcangelo, onomastico del ca-
rissimo nostro Superiore, di Lei, amatissimo
signor D . Rua . Fu una bella solennità pei
giovanetti interni ed esterni . Al mattino si
fece l'esercizio di buona morte e la Comu-
nione generale ; ci fu musica, colazione e me-
renda per tutti, e il grido di Viva Don Rua
salì alle stelle ripetutamente lungo la giornata .
In mezzo a questa gioia brillò un'idea alla
mente del Direttore, la quale tosto venne tra-
dotta in atto. Fu stesa una supplica al Presi-
dente della Repubblica, l'Ecc .mo Antonio Flo-
res, e questa venne firmata da 50 giovanetti
esterni. Chiedevano che il Governo concorresse
con qualche sussidio, per agevolare la loro ac-
cettazione nell'Ospizio . L'Ecc .m° Presidente
accolse con interesse la domanda, la presentò
al Ministero, il quale dopo maturo esame
stabilì di porre in esecuzione un decreto del-
l'ultimo Congresso, che conferisce ad ogni
Deputato il diritto di mettere a spese del
Governo tre alunni nel nostro Collegio per-
chè imparino un mestiere . In questi giorni
si pubblicherà l'esecuzione di questo decreto
e così altri 70 alunni entreranno a far parte
della nostra famiglia . Saputasi la felice no-
vella, i giovanetti non potevano più stare
in sè dall'allegrezza, chè 25 appartenenti
all'Oratorio festivo avranno presto tale for-
tuna .
Qual premio più grande potevano deside-
rare per le loro preghiere ? Noi siamo inti-
mamente convinti che Maria SS . Ausiliatrice
abbia intercesso e fatto violenza al Cuor
di Gesù, e da Lui abbia ottenuta grazia
sì segnalata . Sarebbe quindi nostro desi-
derio che ad onore e gloria di Dio si desse
notizia di questo fatto ai nostri amatis-
simi Cooperatori e Cooperatrici, che tanto
ci aiutano nella salvezza della gioventù . Oh
come preghiamo e facciamo pregare volen-
tieri per essi ! Se sapessero quanto bene essi
fanno colla loro carità! È incalcolabile spe-
cialmente nelle Missioni . Quante volte si pre-
sentano a noi giovanetti, figli di Indi quasi
selvaggi, abbandonati da tutti, ignoranti
e abbrutiti in ogni vizio ! Eppure rice-
vuti in Collegio, trattati con un poco di pa-
zienza, di dolcezza e di carità, in pochi mesi
sono interamente mutati . Lasciati a se stessi
sarebbero divenuti un giorno il flagello della
società, ed ora invece voi li vedete divenire
buoni cristiani, uomini onorati, utili alla fa-
miglia ed alla patria . Noi che per grazia di
Dio siamo indegni strumenti in mano della
Provvidenza , noichetrvamoinez
a questi meravigliosi cambiamenti, noi che
tocchiamo con mano i salutari effetti di una
educazione cristiana, noi proviamo delle con-
solazioni così grandi da non potersi descri-
vere a parole, e le mille volte ci chiamiamo
fortunati di essere Salesiani, figli di D . Bosco,
Missionarii .
Vorrei scriverle ancor tante cose , ma è
impossibile per mancanza di tempo . Mi rac-
comandi alle preghiere di tutti i Superiori
di costì e degli amici . Con profondo osse
quio, baciandole la mano, mi professo
Suo obb .m° figlio
D . ANTONIO FUSARINI.
Quito, 8 ottobre 1889 .
Dall'Uruguay.
AMAT . mo E REV .m° PADRE,
Permetta che le scriva del nuovo Collegio
Salesiano del S . Cuore in Montevideo, e le
dia altre notizie consolanti delle cose nostre.
La nostra Pia Società, che da 14 anni ha
inviati i suoi figli all'Uruguay, dove li conta
oggi nel bel numero di 70, distribuiti in di-
versi collegi e parrocchie, nulla ancor pos-
sedeva, propriamente parlando, nella capitale
della Repubblica, in Montevideo , città per
commercio, costumi e civiltà del tutto eu-
ropea , ove il continuo aumento della popo-
lazione, una moltitudine di gioventù povera
ed abbandonata, la scarsità , o meglio la,
mancanza di Istituti che possano provvedere
efficacemente alla loro cristiana educazione,
pareva avesser dovuto attrarre prima che al-
trove il Salesiano . Le scuole aperte una volta
pei fanciulli poveri sotto il titolo di San Vin-
cenzo de' Paoli, le avevamo dovuto levare
per ostacoli insuperabili, ed il Collegio di
Villa Colon con la chiesa di Santa Rosa di
Lima, che costì vengono considerate come
sìtuati in Montevideo, sono fuori di città al-
l'aperta campagna . Era riservato a D . Bosco
il coronare dal cielo le speranze de' suoi figli .
Parve infatti che colla morte sua si ride-
stasse in tutte le classi dei cittadini un non
so quale spirito di generosità e di simpatia
in favor nostro, che li avvicinò e strinse a noi
intimamente .
Come per incanto, senza quasi addarcene,
vedemmo sorgere una numerosa e compatta
Associazione di signore cristiane, che ci of-
frono dapprima casa e mezzi per l'impianto
in Montevideo di scuole d'istruzione pri-

2.9 Page 19

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maria ; e tosto una seconda Associazione di terreno dato in dono dalla munificenza della
dame che propongono la fondazione d'un Ospi-
zio con laboratorii femminili per le ragazze po-
vere, da affidarsi alle Suore di Maria SS . Au-
siliatrice . Poco dopo sorge il progetto di
aprire un grande Ospizio di arti e mestieri
famiglia Migone .
Poche volte Montevideo vide compiersi si-
mili funzioni, con tale splendore di festa e
d'entusiasmo .
Terminata la cerimonia religiosa, S . E . il
per ragazzi poveri, e si pon mano all'opera . Presidente della Repubblica prese la parola
Ed è per questo progetto attuato coll'aiuto e manifestò l'intima sua compiacenza nell'as-
dei nostri buoni Cooperatori e benemerite
Cooperatrici, che oggi abbiamo già in Mon-
tevideo l'Istituto chiamato dél S . Cuore di
Gesù, nome dolcissimo pei figli di D . Bosco,
e caparra di un grande avvenire .
Ne frequentano giornalmente le scuole più
sistere alla collocazione della prima pietra
di un Istituto da cui immenso vantaggio si
riprometteva il paese . Si congratulò quindi
con chi aveva ispirato tant' Opera, e con
chi, iniziatala, pensava darle compimento ;
di più in nome del Governo ed in nome
di duecento e cinquanta ragazzi, e la dome- suo, come cittadino e come magistrato pro-
nica è un pigiarsi continuo là entro di una metteva al nuovo Istituto il suo appoggio
moltitudine di fanciulli che v'accorrono da morale e materiale .
ogni parte .
Il discorso di S . E . il Presidente venne
Mi recai colà una domenica . - Era l'ora accolto con vive dimostrazioni di simpatia .
in cui i giovanetti facevano ritorno alle loro
case . Un turbinio di fanciulli s'aggruppava Conferenza Salesiana in Monte
intorno a Don Gamba, direttore del Collegio ; video . -- Ora che avevam potuto metter
era una gara fra essi per salutarlo, baciargli piede nella capitale della Repubblica, nutri-
le mani, dirgli tante cose... Ed egli buon vamo speranza di poter quanto prima far
figlio di Don Bosco aveva per loro il tratto pratico uno dei nostri desiderii più vivi,
affabile di un padre,.; per tutti trovava una alla cui realizzazione mille diverse circo-
buona parola, un caro saluto . Quei giova- stanze s'erano sempre opposte : cioè tenere
netti non si sarebbero più allontanati da quella una grandiosa Conferenza di Cooperatori e
casa . - Questa scena pietosa mi commosse . Cooperatrici Salesiane .
La mente volò oltre il gran mare . Ricordai Circostanza favorevolissima ci permise di
l'Oratorio, ricordai Don Bosco, intorno al venirne a capo . Volle Monsignor Cagliero
quale m'era io pure stretto tante volte nei onorarci di una sua visita a Villa Colon, e
cinque anni vissuti all'ombra del Santuario si degnò fermarsi qualche tempo presso di
di Maria Ausiliatrice, e non varrei a dire noi. Si colse la palla al balzo . Chi meglio
quanto passò dentro di me in quell'istante .. - di Monsignore poteva parlare di Don Bosco,
Questo so che ringraziai vivamente il Si- egli che aveva vissuto tanti anni al suo
gnore d'avermi chiamato sotto la bandiera di fianco e n'aveva raccolto l'ultimo respiro?
Don Bosco . .
Il tempo tuttavia urgeva . Pei preparativi
non rimanevano che due o tre giorni . Non
Collocazione d'una prima pietra . importa. Si fissa per luogo di riunione la
- Una grand'opera era compiuta . Lo zelo magnifica e vasta chiesa di S . Antonio, of-
ora doveva volgersi alla fondazione di un fertaci generosamente dai RR . PP . Cappuc-
Ospizio con laboratorii femminili per le ra- cini . Si determina il giorno, si diffondono
gazze povere .
tra le famiglie apposite circolari . . ., e poi si
Chi non ha mai preso parte attiva in si- prega e si fa pregare . Il resto doveva farlo
mili opere di carità, non può formarsi un'idea la divina Provvidenza. E lo fece . L'esito
adeguata delle fatiche ch'esse importano, superò ogni nostra aspettazione . Infatti il
delle contrarietà, delle difficoltà che presen martedì 29 ottobre 1889, alle 2 1/2 pom.,
tano ad ogni pie' sospinto, e che è giuoco- ora stabilita per dare principio alla sacra
forza superare a costo anche non di rado funzione, gli, accorsi erano numerosissimi .
di umiliazioni e disprezzi che travagliano - Fu cosa al sommo consolante per noi
l'anima più assai d'ogni più grave fatica . scorgere fra gli accorsi tutti i RR. Par-
- A tutto si assoggettarono quelle pie dame. roci della città ; Mons . Soler, per rappre-
Il dì 29 giugno 1889 segnò qui un' epoca sentare Monsignor Vescovo ; il Dr. D . R. I-
memorabile per la Congregazione Salesiana . sasa Provveditore, e buon numero d' altri
in mezzo ad una folla immensa, alla pre- ragguardevoli signori .
senza di S. E. il Presidente della Repub- Si diè principio alla conferenza col canto
blica e dell'illustre sua consorte, priori della del mottetto Sit nomen Domini benedictum, a
festa ; di Mons . Soler, vicario generale della quattro voci, a parer mio fra i più melodiosi
Diocesi ; del nostro Superiore Don Luigi ch'abbia scritto Mons . Cagliero . Fu eseguito
Lasagna, ispettore delle Case Salesiane del- da un scelto gruppo di giovani cantori del
l'Uruguay e del Brasile ; e di gran numero Collegio Pio di Villa Colon , coadiuvati da
di sacerdoti, signori e signore della città, varii professori della città . Quel motivo soa-
collocavasi la prima pietra dell'Ospizio per vissimo a voci bianche, che succede agli ac-
le ragazze, che doveva sorgere sovra un cordi maestosi e potenti del coro , dovette -

2.10 Page 20

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certo trasportare l'anima degli uditori lungi
dalla terra, più vicino a Dio, dovette pre-
pararli a ben ricevere la parola accesa di
carità che loro rivolse Monsignore, dopo la
lettura di alcune pagine della Vita di San
Francesco di Sales .
Fu per circa un'ora ed un quarto che
Mons . Cagliero parlò a quell'immenso udi-
torio . Disse loro chi fosse Don Bosco, e chi
il Salesiano e le Suore di Maria SS . Ausi-
liatrice . Additò nella gioventù povera ed
abbandonata l'oggetto principale a cui la
Pia Società Salesiana rivolge le sue cure,
ed espose l'origine e la missione dei Coope-
ratori Salesiani .
Questi sono in breve i concetti da lui
svolti . Quanta semplicità, quanta eloquenza
nel tempo stesso nel discorso di Monsignore!
Com'era commosso il suo cuore nel ricordare
il Padre defunto! Come s'infuocava nel volto,
com'era ispirata la sua parola quando trat-
tava della Vergine Ausiliatrice ! Come ripieno
di santo sdegno se mentovava le perfide mene
degli empi !
Vi fu chi ebbe la felice idea di stenogra-
fare la sua predica . Io mi accontenterò di
copiarne qualche tratto brevissimo
« È per me, incominciava Monsignore, una
consolazione grande, una gratissima sorpresa,
che ad un semplice invito, diffuso ad ultima
ora, si sieno riuniti in questo tempio tanti
buoni amici .
» Giacchè spetta a me l'onore di parlarvi,
oh ! lasciate ch'io vi saluti, come fui uso
farlo in altre grandi città d'Europa e di
America, col nome di Cooperatori o Coope-
ratrici Salesiane . Fratelli , vengo - a dirvi ,
dobbiamo unirci, dobbiamo stringerci col vin-
colo della carità, se vogliamo opporre una
diga al male che invade, corrompe, distrugge
la società in questi tempi malaugurati
Vedete? I figli delle tenebre ce ne danno
primi l'esempio . Non è forse questo il secolo
delle associazioni? Un'occhiata intorno a
voi : v'hanno riunioni di ogni genere . La
scienza, il commercio, la politica, i giuochi
persino ed il libertinaggio hanno le loro riu-
nioni, riunioni non di rado infernali . - E
non si approverà tra di noi, figli della luce,
figli di Dio, tra di noi cattolici, un'associa-
zione forte , unanime , compatta, decisa, il
cui fine sia operar il bene e frenare il male,
che da tutte parti minaccia la nazione , la
società, il mondo? » Più innanzi, dopo aver
fatto cenno della Missione della Patagonia,
soggiungeva : « Anche là, tra i figli selvaggi
di quella terra inospitale, lavorano meco i
Salesiani, i Salesiani che hanno dato addio
a tutto, per operare il bene in queste lon-
tane contrade . E chi sono i Salesiani? Siamo
un'assocìazione, ed un'associazione protetta
da Dio. La setta dei malvagi si diede la pa-
rola d'ordine, e si fece leciti tutti i mezzi
per muovere una guerra accanita, una guerra
di sterminio ad ogni istituzione religiosa .
Ma, viva Dio ! nè la guerra potrà mai vin-
cere la fede e la carità, nè le arti nemiche
distruggerle . Un sacerdote solo , giovane ,
povero, senza nessun mezzo, dal mondo giu-
dicato privo d'ingegno, ma ripieno di fede
e di carità, iniziava nei tempi nostri una
nuova istituzione religiosa . Aveva la divina
ispirazione di edificare sovra le ruine ... Si
circonda di fanciulli abbandonati ; offre ad
essi il pane della vita e l'educazione del
cuore . In breve lo stuolo cresce, si molti-
plica . . . Molti ne ordina sacerdoti, molti di-
ventan capi d'arte . S'apron case, si fondano
collegi in cento città ; in cento città s'estende
l'azione rigeneratrice ; in cento città si pro-
paga questo movimento straordinario di opere
buone .
» L'Italia ha i primi Collegi Salesiani : si
passa in Francia, quindi in Ispagna, ed i
figli di Don Bosco sono cordialmente rice-
vuti . L'Austria, l'Inghilterra, il Belgio ne
chiamano, e Don Bosco invia i Salesiani a
Trento, a Liegi, a Londra .
» Oh! Don Bosco ! E chi non conosce le
meraviglie di quest' uomo provvidenziale
Chi non ha scolpito nella mente quell'aspetto
dolce, amorevole, sorridente sempre? Chi non
ha presente quell'uomo, padre con tutti, fan-
ciullo coi fanciulli, che facendo sua la man-
suetudine di S . Francesco di Sales, seppe
attrarre intorno a sè una moltitudine sì
grande di giovanetti? Parigi, Barcellona lo
vìdero e si commossero ed al povero prete
Torinese fecero un ricevimento quale non si
fa ai monarchi .
» Oh! Don Bosco ! In venticinque anni
ch'io ho vissuto al suo fianco, non ho scorta
mai la sua fronte oscurata da una nube .
Sempre uguale, sempre sereno, sempre colla
bontà dipinta sul volto , sempre coll'ardore
del bene in cuore . Ecco, ecco l'uomo del se-
colo : ecco il fondatore della Società Sale-
siana, delle Suore di Maria Ausiliatrice e dei
Cooperatori Salesiani . »
Dopo Mons . Cagliero, salì il pulpito Mon-
signor Soler, che colla sua voce eloquente
ed autorevole invitò i buoni cattolici di Mon-
tevideo a secondare l'invito del Vescovo Sa-
lesiano, ascrivendosi tra i Cooperatori e coa-
diuvando alla rigenerazione della società, ed
a salvare la gioventù povera e derelitta .
Si chiuse la cara solennità col Tantum ergo
in musica del maestro Dogliani e colla be-
nedizione del Santissimo Sacramento impar-
tita da Mons. Soler.
Abbondante fu la elemosina raccolta, e
numerosissimi furono coloro che vollero ag-
giungere il loro nome alla compatta falange
dei Cooperatori Salesiani .
E qui, volere o non volere, bisogna ch'io
faccia punto, per non riuscire eterno . Dovrei
ben dirle qualche cosa del nuovo concerto
di cinque campane, opera per vaghezza e
maestria di adorni in rilievo e per bontà di
suono rara in Europa, unica nell'Uruguay,

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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che si inaugurò settimane sono nella nostra suoi ed i miei occhi, alla costruzione di due
chiesa parrocchiale di Las Piedras, con una grandi sale, onde accogliere per l'anno nuovo
festa splendidissima, coll'intervento di Mon- un maggior numero di poveri fanciulli che
signor Vescovo Diocesano e di S . E. il Mi- da ogni parte fanno ressa per entrare in
nistro degli Interni ; qualche cosa della so- quell'asilo di salvezza . Se avesse visto come
lennità di S . Rosa da Lima, ch'è per Villa godeva quella bell' anima dei frutti già ma-
Colon ciò che Maria SS . Ausiliatrice è per turi della sua carità, e come si deliziava
l'Oratorio ; delle Ordinazioni tenutesi ulti- nella speranza di altri maggiori per l'avve-
mamente sullo scorcio del passato ottobre , nire! Voleva anche contrarre un grosso de-
in cui tre confratelli ricevettero il sacerdozio ; bito per provvedere una bella casa per le
della visita fatta da Mons . Cagliero alle no- Suore di Maria Ausiliatrice, desiderando che
stre Case dell'Uruguay, visita feconda di vi vadano presto a lavorare a pro delle fan-
tanto e tanto bene ; ma mi accontenterò per ora ciulle povere, ma trovò ostacoli, e prese
di questi accenni, riservando a me o ad altri tempo a pensarci . A dura pena potei licen-
il parlare altra volta di ciò, specie della vi- ziarmi da lui, dopo d'averlo assistito nell'or-
sita di Monsignore , degna davvero d'una dinazione di due nostri Sacerdoti . È impos-
minuta relazione.
sibile non amare con tenerezza un uomo di
Benedica a noi tutti che le baciamo con tanto cuore e di tanto ingegno .
riverenza la mano e specialmente all'umile Nel giorno stesso in cui io giungeva nel
soufiglnGeùMari
porto di Montevideo, seppi che Mons . Cagliero
Ch . G . MIRANDO .
s'imbarcava in Buenos-Aires per venire nel-
l'Uruguay e recarsi a Paysandù per la so-
Villa Colon, 8 novembre 1889.
lennità della Vergine del S . Rosario, Pa-
trona della città . L'aveva preceduto colà il
Padre Vito Gioja, Cappuccino, grande amico
nostro e valente Missionario , il quale vi
Fiori e Spine
predicò la novena ed il panegirico con un
esito e frutto mirabile . L' arrivo di Monsi-
gnore mise in moto la città intiera. Le fun-
VENERATISSIMIO PADRE,
zioni pigliarono un aspetto maestoso, e la
folla che accorse al tempio, e si accostò ai
Avevo lasciato al ch . Mirando l'incarico SS . Sacramenti, fu, a vero dire, più che stra-
di scriverle della venuta tra noi di Mons . Ca- ordinaria. Mons . Cagliero nel confessionale
gliero e del gran bene che vi fece, ma e per e sul pulpito si mostrò Apostolo instanca-
le cose da lui tralasciate e per fatti dolorosi bile ; colla sua ardente parola trasse dietro
testé sopravvenuti mi veggo costretto io di sè le turbe entusiasmate e giubilanti . I
stesso a pigliare la penna per aggiungervi nostri giovanetti, le ragazze delle Suore di
in gran fretta un'appendice .
Maria Ausiliatrice e delle Gianelline, l'Ospe-
Ai 3 di ottobre io giungeva dal Brasile . dale, i Circoli degli Operai Cattolici, le Con-
Avevo visitato le nostre case, e me ne ritor- fraternite, tutti ebbero a godere de' suoi
nava col cuore ripieno di consolazione, per consigli, dei suoi incoraggiamenti, de' suoi
aver visto co' miei occhi il gran bene che benefizi . La popolazione di Paysandù non
colà fanno i nostri confratelli . - A S . Paolo scorderà mai la visita di Mons . Cagliero!
dettai gli esercizi spirituali ad una folla di Dopo otto giorni io scesi a, Buenos-Aires
giovanetti che corrisposero mirabilmente alla ad incontrarlo colà, ed insieme venimmo a
grazia di Dio . L'edifizio va pigliando propor- Montevideo . A Villa Colon, a La Paz, a
zioni colossali, la Chiesa è sempre affollata, e Las Piedras ripetè le meraviglie di Paysandù,
tutte le Autorità locali mirano colla maggior lasciando ovunque profonde traccie del suo
benevolenza quell'opera così benefica alla gio- zelo, della sua prudenza, del suo fervore . È
ventù povera ed alla colonia italiana colà nu- così ardente, così instancabile sul lavoro,
e merosissima . - Lo stesso feci a Nictheroy, che a tutti noi costa fatica tenergli dietro .
quando stavo già sulle mosse per ritornare L'ho preceduto di due giorni a Canelones
all'Uruguay, venne a raggiungermi ed a per preparare le alunne delle Suore di Maria
trattenermi seco per quindici giorni ancora Ausiliatrice e le giovanette che frequentano
quel grandissimo amico nostro e vero padre il loro Oratorio festivo . Giunse poi il nostro
che è Mons . Lacerda, Vescovo di Rio Ja- caro Monsignore, che e predicando e confes-
ne.iro Aveva già data una somma conside- sando vi raccolse messe copiosissima . Diede
revole per accrescere le macchine tipogra- la prima Comunione a un bel numero di
fiche e dar così principio in gennaio alla quelle allieve, fondò in modo solenne la Com-
pubblicazione delle Letture cattoliche, desti- pagnia delle Figlie di Maria fra le più a-
nate a produrre un bene immenso in tutto dulte. Il demonio fremette del gran bene
l'Impero . Ma il suo cuore, più che generoso, operatosi !
alla sua carità inesauribile non bastò . Im- Pochi giorni dopo cominciarono a pubbli-
ponendosi dei veri sacrifizi, destinò altra carsi su pe' giornali di Montevideo certe ve-
elemosina per metter mano subito, sotto i lenose corrispondenze da Canelones che schiz-

3.2 Page 22

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zavano fuoco e fiamme . Erano ingiurie tri-
viali, calunnie, minaccie da forsennati . Io
non volli leggere mai quei fogli immondi, e
raccomandai alle Suore ed ai confratelli di
non farne caso, di seguire a far il bene, con-
fidando nella Vergine e nel buon Gesù .
Lo si capiva subito che quel cambio re-
pentino di vita nelle giovinette più ragguar-
devoli della città, doveva scottare sul vivo
certi giovinastri scioperati e di mal talento .
Ma non credemmo mai che il furore li acce-
casse al punto da commettere un delitto ese-
crando, un sacrilegio abbominevole . Guai
alle povere Suore, se la Vergine Ausiliatrice
non avesse vegliato su di loro !
Nel cuor della notte dal 10 all'11 del cor-
rente mese penetrarono alcuni incendiarii
nell'orto delle Suore, cavalcandone la cinta ;
ed introducendo liquidi infiammabili sotto il
pavimento in legno della cappella, e pei fine-
strini o spiragli che servono alla ventila-
zione, vi appiccarono il fuoco, proprio da
quel lato a cui corrispondeva l'altar mag-
giore tutto parato a festa pel mese di Maria .
Le fiamme avvamparono presto ed avvolsero
l'altare pure in legno, i tavolini che eran
accanto cogli arredi sacri, e tutto fu arso e
ridotto in carboni . Le cortine, i tappeti, i qua-
dri, le finestre, gli usci distrutti ! Intanto
una guardia civica s' avvide dell'incendio,
die' il grido d'allarme ; corsero altre guardie,
corsero da un vicino caffè alcuni giuocatori,
la campana suonò a stormo, tutti accorsero,
s'incominciò a gettar acqua . Un sacerdote si
slanciò tra le fiam e e salvò la sacra pis ide
con Gesù Sacramentato, e dopo alcuni sforzi.
l'incendio fu domato . Erano le due antime-
ridiane . Le povere Suore ai primi colpi, che
udirono alle porte, credettero fossero ladri,
e tremarono, e si chiusero vieppiù nelle loro
stanze. Ma quando la gente invase i corridoi
ed i cortili, ed udiron più spiegate le grida
di fuoco, fuoco, uscirono spaventate e tre-
manti . V'era già l'ottimo sig . Parroco a rin-
francarle, e caritatevoli persone si disputa-
vano a gara l'onore di offrir loro asilo e
sicurezza nelle proprie case, offerta che esse
rifiutarono ringraziando . Al mattino avvi-
sato per telegramma io accorsi sul luogo e
mi costò assai mantenere la mia serenità e
calma . Vidi il disastro, fremei dentro me
stesso pensando al pericolo corso ed al de-
litto perpetrato, ma dissimulai, feci animo
alle Suore ed alle allieve, demmo mano a
preparare una cappella provvisoria e tras-
portai colà il SS . Sacramento.
La Vergine stessa s'era degnata d'infon-
dere coraggio con un fatto meraviglioso . Tutto
ciò che v'era nella cappella, o fu incene-
rito o danneggiato gravemente ; tutto era ri-
masto annerito, abbruciaticcio . I quadri della
ViaCrucisclr 'airbonzt, appresen-
tante la Vergine del Carmelo, un quadro di
S . Giuseppe, un altro dell'Angelo Custode
arsi ed anneriti in modo deforme . Solo un
quadro in carta della Vergine Ausiliatrice
in litografia, sospeso al muro, precisamente
nel posto dove imperversarono di più le
vampe, rimase illeso : cioè : la cornice ne fu
brucicchiata, il vetro n'andò in frantumi pel
calore, ma l' immaginetta rimase là intatta,
rispettata dal fuoco e dal fumo, bella, sorri-
dente, come dicesse con quell'aria di Para-
diso : Ci son io, non temete ! ! Quando il par-
roco m' accompagnò colla Superiora nella
cappella divenuta quasi un antro ed in mezzo
a quelle scene di desolazione, vidi quella
specie di apparizione, mi sentii dalla com-
mozione correre un tremito, e le lagrime mi
sgorgarono dal ciglio! ... Oh! quanto è buona
la Vergine benedetta, quanto è buona coi
figli suoi!
Quindi non ci perdiamo d'animo! Sappiamo
che la Vergine Ausiliatrice veglia su di noi,
e non permetterà mai che l'inferno ci faccia
tutto il male che bramerebbe .
Lei preghi, o amatissimo Padre, ci racco-
mandi alle preghiere ed alla carità de' cari
Cooperatori e Cooperatrici, e noi ci sforze-
remo d'essere ognor più degni della Missione
da Dio e dal Papa affidataci . Viva Gesù!
Viva Maria !
Suo Dev .mo ed Aff.m o figlio
D . LUIGI LASAGNA .
Villa Colon, 14 novembre 1889 .
Notizie in fascio
Puntarenas (Stretto di Magellano . -
Il nostro Prefetto Apostolico D . Gius. Fa-
gnano il giorno 6 Aprile u . s ., per invito fat-
togli, fu a celebrare la S . Messa a bordo dell' In-
crociatore Americo V espucciedafrvist
di condoglianza al Principe Luigi, figlio del
Principe Amedeo di Savoia poco prima de-
funto .
Pringles (Patagonia) . - Iddio ci ha vi-
sitati in virga ferrea . Ad una siccità che
distrusse il poco che gli emigranti avevano
seminato, succedettero le cavallette che fi-
nirono di consumar l' erba, per modo che la
massima parte del bestiame morì . Vi furono
inoltre varii incendii nella Pampa lunghi più
leghe . L' aria piena di vapori pestiferi per
l' abbruciamento degli animali divenne in-
sopportabile . Infine fummo visitati dall' in-
fluenza . Iddio ci usi misericordia e ci mandi
soccorsi!
Paysandú (Uruguay) . - Fu aperta una
nuova Casa Salesiana col nome di Collegio
Don Bosco .
Talca (Chili) . -Alli 26 marzo u . s . quivi
moriva santamente un nostro carissimo con-
fratello, Sac . Vincenzo Gioia, martire delle

3.3 Page 23

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sue fatiche Apostoliche . I funerali furono un
trionfo . - Il Direttore di quel nostro Col-
legio, D . Domenico Tomatis, giungerà a To-
rino, a Dio piacendo, prima del prossimo
settembre . È mandato da zelanti Coopera-
tori per ottenere altri missionari e per altri
interessi. È uno dei primi Salesiani partiti
per l' America . Fu più anni Direttore del
collegio di S. Nicolas de Los Arroyos nella
Repubblica Argentina.
- Don Giacomo Costamagna, già noto ai
nostri lettori, ci scrive da Valparaiso e dal
porto di Lima ottime notizie delle Case nostre
del Chilì e dello zelo dei Cooperatori Sale-
siani di quella Repubblica e del Perù . At-
tendiamo ora sue lettere dall' Equatore . -
Messico - Nella Capitale del Messico fu
tenuta una solenne conferenza Salesiana .
Quei zelanti Cooperatori, non potendo ancor
avere tra loro i Salesiani, cominciarono ad
aprire una Casa intitolandola dalla nostra
pia Società, come fecero in tante altre parti
d' Europa .
PASSEGGIATE .
CAPO IV .
Una pecorella smarrita che ritorna all'ovile . - Perchè a
Maretto - La prima comparsa di Gianduja . - Due
novità locali . - Un'escursione a Callianetto . - Il
castello di Camerano : Cesare Balbo e Silvio Pellico
- A Montechiaro .
Ma intanto si va, ed eccoci ad un paesello,
dove dimorava un giovane, stato già allievo
dell'Oratorio . Qui ricordiamo, come Don Bosco
ci raccontò che quel nostro compagno voleva
rimanere con lui, ma suo padre glielo tolse
e l'avviò agli studi in Asti, e poi a Torino
di nuovo, ma non più per carriera ecclesìa-
stica e non nell'Oratorio . Per poter riuscire
con maggior sicurezza, procurò che avesse
parte ad un casino di letture, dove si radu-
navano tutti i giornali della nostra capitale,
incaricati a combattere la Chiesa e l'Augusto
suo Capo il Romano Pontefice . Tutte le arti
furono adoperate contro quel povero giova-
netto per distrarlo dai suoi buoni propositi .
- Ed ora, diceva il nostro buon Padre tutto
commosso, so che mi vuol bene ancora, quan-
tunque abbia forse altre idee ed altre incli-
nazioni . Come lo vedrei volentieri ! Ma temo
che me lo tengano lontano e che si abbia
paura che s'incontri con Don Bosco . Ah!
quanto è mai vero quel detto, che nemici
dell'uomo sono i proprii domestici (1) .
Noi guardavamo commossi Don Bosco, ed
univamo le nostre preghiere alle sue, perchè
il buon Dio lo consolasse .
(1) Matth . X, 36.
Devo ora soggiungere, che l'ebbe que-
sta consolazione Don Bosco, e che l'amico è
tornato all'ovile, ed in modo tutt'affatto de-
gno della misericordia di Dio . Mosso da in-
terno stimolo della grazia, un bel dì venne
a Torino, e s'intese con Don Bosco, sul com e
tentar un poco di bene tra coloro che ave-
vano cercato di fargli del male . Si allontanò
dal casino di letture cattive , ne introdusse
delle buone ; dispose una biblioteca gratuita
circolante, si associò per varie copie a gior-
nali religiosi, e rese impossibili gli altri . Per
gli affari di famiglia dovette recarsi a di-
morar in altro paese, e colà pure continuando
egli nei presi proponimenti e nelle opere di
propaganda cattolica, il buon parroco, a tanto
aiuto, soleva poi dire che aveva acquistato
un bravo vice-parroco, e che era instancabile .
Esercitava la professione di ... ; ed i
contadini per lo più volevano prendere la
domenica per incaricarlo dei loro lavori . Ma
lui alla festa voleva andare alla chiesa, assi-
stere alle funzioni, edificare quel povero po-
polo, che temeva di avere scandolezzato . Il
suo esempio come servì a tanti altri, così
fece viva impressione sul cuore del padre,
che mai più si credeva, che dopo tante sedu-
zioni potesse ancora conservare sì forti sen-
timentì relìgiosi . Il povero vecchio, educato
alla scuola della prima rivoluzione francese,
sebbene non si potesse dire empio, si cre-
deva già di far molto, non dicendo male
di Dio, cioè lasciandolo stare, come egli si
esprimeva .
Ricco poi abbastanza di censo potea fare
e faceva ora assai spese per le buone letture,
dicendo, che la sua caduta lo aveva avvisato
di qual importanza era il diffonderle per le
campagne . Associato alle Letture cattoliche
di Torino, a quelle di Savona e di Bologna,
con una premura caritatevole, s'industriava
di darne qua e là in quelle case dove sapeva
che qualcuno era amante del leggere . Il buon
Dio lo premiò : e dopo uno o due anni di
così lodevole vita, ottenne da Don Bosco di
ritornare tra noi... ed è ora salesiano e sa-
cerdote . . .
L'amicizia, la riconoscenza a Dio, per il for-
tunato ritorno, ed anche l' umiltà del buon
confratello, tutto intento alle opere di pietà e
di religione , ci impediscono di dirne qui il
nome e cognome, secondochè ci suggerirebbe
il cuore, riconoscente al Signore, per averci
così ridonato un amico, fra quanti mai ave-
vamo carissimo ed affezionato . Se mai l'a-
mico dei primi nostri anni, ora fratello soa-
vissimo e compagno, dalle sue sante occupa-
zioni, tutte imprese per Dio e per l'ubbidienza,
piegasse l' occhio su queste misere pagine e
leggesse trepidando se stesso, sappia che come
si pìanse e pregò, quando egli lasciava l' Ora-
torio, così ci siamo rallegrati, ma senza misura,
quando la carità e la misericordia dì D io ce lo
riconduceva, ed in così felice condizione ve-

3.4 Page 24

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derlo prendere l' abito religioso, ed assisterlo
alla celebrazione della prima Messa .
Eccoci ora finalmente a Maretto ! O il gran
paese! Forse un migliaio appena di abitanti
ep.,muanUtbofirclhesa
custodita e pulitissima, con alcune case che
le facevamo corona , formava il nucleo prin-
cipale del paese ; il rimanente era sparpa-
gliato senz' ordine qua e là, nei contorni di
una soavissima valle, al fondo della quale vi
è un torrentello, il più delle volte asciutto ,
che ne dà e ne piglia il nome di Valle di
Maretto . Il buon parroco di allora amava te-
neramente Don Bosco, per il suo sistema di
carità e di. educazione ; ed anzi avrebbe voluto
ritirarsi da quella popolazione, che davvero
lo adorava , ed al cui bene tanto faceva , a
fine di unirsi con Don Bosco per aiutarlo
nell'opera sua . Allora l'Oratorio era ben poca
cosa. Una casa capace di duecento giovani,
una chiesa, in cui potevano stare cinquecento
oseicento, un cortile poi dove potevamo cor-
rere e spaziare, a piacimento . E qui fine ! Im-
perocchè allora di Società e di Salesiani, di
collegi ed ospizi fuori di Torino, non esisteva
che il germe nella mente di Don Bosco, e di
pochi altri suoi figli, più affezionati e divoti,
a cui egli si rivelava . Ma si era ben lontani
dall'imm aginarci, che dovesse poi dilatarsi
tanto da non bastare più il mondo vecchio,
da abbisognare il nuovo, per dare sfogo allo
zelo del cuore di sì gran padre, che in quei
giorni andava con noi, suoi figli, a zonzo per
il Monferrato, e capitava appunto dal parroco
di Maretto . Il quale, animato dal desiderio
di farsi religioso, dopo mille prove senza
risultato, finalmente ottenne a suo tempo di
rinunziare alla parrocchia, e si ritirò con
rammarico de'suoi, tra i figli di S . Vincenzo .
Sebbene militasse con altra divisa, il pio, il
tenero, il zelante D . Ciattini, ci volle sem-
pre un gran bene, e noi gliene eravamo allora
come glie ne fummo dopo riconoscenti, ed ora
già morto, gli preghiamo il riposo ed il premio
meritati con le sue fatiche, con i suoi sacrifizi
e con il suo ardentissimo zelo .
Perchè Don Bosco pensò di condurre i
suoi figli a Maretto? Il buon parroco aveva
messo su una divota Compagnia di S . Luigi
per i giovanetti e giovanette, e volle che
Don Bosco venisse a benedire un bello
stendardo, e raccomandare ai nuovi con-
gregati quali doveri avevano incontrato, con
l'ascriversi a tal sodalizio . Don Bosco venne,
esicombnòhavremonchtl
altre cose fatta una funzione funebre, per i
cari morti della parrocchia . Si arrivò alle tre
circa dopo mezzodì con una stanchezza, con
una fame e sete proprio da poeti . La previ-
denza del nostro buon amico ci fece trovare
tutto a posto ; non si ebbe che a metterci a
tavola, come si narra nelle novelle fantastiche
delle nostre nonne . Oh come facevamo scric-
chiolare sotto i denti le famose ghërse dell'a-
stigiano, e come tutto sfumava rapidamente
sulla tavola ! Finito questo primo dovere,
D . Bosco manifestò il desiderio, che in quella
sera, qualche cosa si doveva pur immaginare,
per trattenere quei molti villici, che erano ac-
corsi a sentirci, a vederci ed a godere quanto
la fama pubblica ripeteva già sul nostro
conto . Alla sera si preparò dunque un po'
di teatro entro una rimessa dei carri ville--
recci, e Gianduia fece la sua prima com
parsa .
Quando quei contadini sentirono Gianduia,
Girolamo, Callianetto e la Valdondona, se la
ridevano con gran gusto . Si deve sapere che
Callianetto era ancora a quei tempi abba-
stanza noto sino ai bambinelli tant' alti, che
ne sentivano su per i teatri, nelle baracche
e nei circoli, a narrare le bellezze e la rarità,
per essere la patria di Gironi (Gerolamo) la
maschera del Piemonte d'allora. A Callia-
netto poi, già si sa che da cosa nasce cosa,
si solevano attribuìre tutte quelle mirabili
cose che pel Piemonte succedono a Cuneo,
per Toscana a Prato, e via di questo passo .
Quindi quei di Maretto si esilaravano nel
solo sentire a pronunziare quei nomi (1).
Ed il nostro compagno, felicissimo imita-
tore di Gianduia, dalla faccia rubiconda e
tozza, con un naso grossetto e schiacciato, e
con una vena inesauribile di bei motti friz-
zanti e arguti , li faceva ridere , e ridere di
cuore, quando loro diceva che veniva
Sensal da fruta e negossiant d' subiet .
Lo spettacolo durò abbastanza ; si rise, si
scherzò con immenso gusto di quei conta-
dini, che non finivano di applaudire alla pia-
cevolezza del nostro Gianduia . Il buon pre-
vosto, che era l'anima della brigata, godeva
nel vedere come i suoi cari figli erano con-
tenti di quella poca ricreazione, che egli aveva
così loro procurata . Alla fine poi disse con
bellissimo modo ed insinuante quasi queste
medesime parole : « Miei cari, dopo il diver-
timento pensiamo anche noi a cose serie . Do-
mani sapete, che si fa il funerale per i nostri
poveri morti, e bisogna che noi siamo nume-
rosi a partecipare agli uffizi divini. Vi a-
spetto presto per le confessioni, ed il nostro
buon ospite, Don Bosco, sarà ben contento di
prestar l'opera sua ed il suo santo consiglio .
(1) Devo qui dire che da Callianetto era venuto a
Torino e poi si era diffuso in tutto il Piemonte, la
maschera Gironi, cioè Girolamo, rimasto così famoso
fino al principio del nostro secolo, per la sua fina
ironia e per la proverbiale sua bonarietà, piene di
arguzie ora pungenti ed ora ridevoli. Fu proibito dal
governatore di Torino , che era a quei dì Girolamo,
anch'esso fratello di Napoleone e padre al più fa-
moso principe, noto ai nostri dì col nome di Plon plon.
Ma morendo Gironi venne su Gianduia suo figlio, cioè
Giovanni della bottiglia, di cui, come ogni buon asti-
giano, si mostrava tenero ed appassionato bevitore .
Dibafrteosuqlcinevlapùrobust
così ricercata ora per tutta l'Italia, e con il vino è
naturale la giovialità, il frizzo e la indipendenza di
quegli abitanti .

3.5 Page 25

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II Signore vi dia la buona notte ; ed a rive- guasta-mestieri ci sono e ci saranno sempre .
derci domani. » Quei buoni contadini toglien- Si moltiplicano le accademie, ma ci sarà sem-
dosi il cappello, fecero sentire una voce sola di pre qualcuno che si immaginerà di poterne
« grazie, signor Prevosto e Compagnia, riposino fare a meno, pensando di fare da sè e me-
bene! » In un momento fummo rimasti soli, e di- glio .
cendo là stesso, sotto ad un magnifico chiarore Era intanto venuto Don Bosco, e con lui
di luna, le preghiere della mamma, andammo a il buon prevosto, ed in quel momento ci cor-
riposo . Alla mattina vegnente fummo alla resse con fino e caritatevole gusto da quel
Messa in chiesa, la quale, bella, divota, seb- nostro soverchio ridere e burli del dipinto
bene piccolina , era piena quanto ce ne po- e del pittore, dicendo che quando uno fa
teva stare di gente . Si cantò la Messa del quello che sa e che può, merita indulgenza e
maestro Madonno, che, come si seppe poi, era quasi premio . Quel lavoro, soggiungeva, viene
a poche miglia di là in vacanza . Allora non se non altro a farvi prendere orrore del diavolo,
avevamo ancora opere di nostra invenzione , perchè l'originale è molto più brutto di quella
e la Messa funebre di Madonno aveva gli copia. Si rise, si applaudì alla sua industria
onori di tutte le nostre orchestre , e piaceva caritativa, perchè erasi accorto che l' autore
ovunque si eseguisse . Tutti poi fummo edi- del mirabile gruppo era là presente, e non
ficati del contegno religioso di quegli abi- osava più fiatare sentendo quel giudizio punto
tanti ; essi anche parevano contenti di ve- punto lusinghiero . Egli (vedete umanità ! )
derci in mezzo a loro . Don Bosco intanto in erasi condotto là pensando, che noi tutti re-
quella mattina stessa aveva aiutato il buon stassimo come in estasi davanti al suo lavoro,
prevosto nelle confessioni, che erano pel suo e solo quando sentì quello che sì diceva sul
zelo così ben avviate e consuete , e durava suo conto, non osò più manifestarsi e se ne
tuttavia ed erano già le dieci .
stava là, come noi a ridere ed a scherzare .
Dopo Messa e fatta colazione, noi, per pas- Altra novità, ma fatta dalla natura, e perciò
sare un poco di tempo , facemmo due passi perfetta, era un' eco che ripeteva tre, quat-
per la campagna in cerca di qualche novità . tro, cinque e più parole ed anche una bat-
Sta bene che ne facciamo parte anche ai tuta di musica . Pensate se abbiamo voluto
nostri lettori ; tanto più perchè dubitiamo che perdere un simile divertimento ! In un istante
forse, se qualcuno di loro ritornasse colà, non ci trovammo tutti colassù a dire le più strane,
avrebbe più il piacere di vederla . Ascoltate le più lunghe parole, per piacere di sentircele a
adunque che qui il posto pare adattato . Si ripetere con grazia e dolcezza, dopo un minuto
tratta di un mirabile affresco , che stava di- secondo, come da un luogo lontano, ma esatto .
pinto sopra un pilone presso alla via, con Si dispose in ordine la musica, che, suonando
due personaggi . Uno doveva rappresentare un' intiera battuta, sentì con sua meraviglia
l'Arcangelo s . Michele, e teneva perciò in ma più forbita la medesima armonia . Allora
mano una spada formidabile, e l'altro, sotto noi ci siamo messi d'attorno a Don Bosco
ai suoi piedi, era nientemeno che l' inn omina- perchè volesse dirci il come succedeva quel
bile, cioè Satana . Dissi bene doveva ; perchè fenomeno dell'eco, ed egli, secondo il solito,
i pennelli, i colori, la mano, la testa ingan- come se l' avesse sentito ieri nella scuola, a
narono siffattamente il povero pittore, che spiegarcelo ed a farcelo intendere come forse
fece un lavoro veramente orribile . Chi poteva nessun altro suol fare . E noi a ringraziarlo,
guardarlo senza ridere? Noi andavamo ripe- ed a provare per un'altra volta quel grazioso
tendo : « Ma se è più bello il diavolo che spettacolo . Altri intanto considerando quel
s. Michele ! » Un altro : « Guarda che spada! » prato come il cortile del nostro Oratorio, si
Un terzo : « Guarda che posizione comica! » dispersero a fare una partita a barra rotta
Chi finalmente, quasi volesse imitarlo : - od a trincera, come si suol dire in altri paesi .
« Guarda che posa militare! » e preso l'at- Non è a dire come ci si prese gusto, mal-
teggiamento più comico del mondo, stava in . grado che una delle parti contendenti avesse
mezzo a noi con divertimento e sollazzo . Oh il disagìo di dover ascendere, e così si rom-
se il povero pittore fosse stato là a sentire i pesse la foga delle gambe . Dopo mezzodì
suoi elogi ! Chi diceva che era un lavoro de- Don Bosco, sapendo di farci piacere, e qui
gno della mano di Michelangelo Buonascopa, non si sbagliava, ci permise di fare una pic-
perchè con tale strumento e non coi pennelli cola escursione a Callianetto . Molti ci anda-
pareva essersi fatto . Eppure alcuni coloni che rono, e con che gusto ! ma altri preferirono
erano passati di là, per riverenza al zelante di fare un po' di riposo, dovendo alla sera
Arcangelo, signor del loco, direbbe un classi- fare un lungo viaggio . Come gli esploratori
cista, li avevamo visti togliersi il cappello e della terra promessa, ci portarono essi le più
le donne segnarsi . Sta vero che qualche bur- strane novelle . Il paese prima traversato che
lone diceva, che l'avevano fatto, come si suol veduto ; il campanile in mezzo ad una deserta
fare, per timore di male, passando davanti ad campagna ; gli abitanti zotici anzi che no,
un diavolo di quella forza e naturalezza .
almeno così al loro giudizio, o secondo le
Oh il dipinto di Maretto ci rimase impresso, preconcette loro prevenzioni , e proprio se-
e ci rese persuasi che anche adesso, come un condo che dice la parabola, che colà nella
tempo che ci pareva passato per sempre, i Valdondona, come su per lo Mugnone vicino

3.6 Page 26

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a Firenze, si facevano le fascine di sabbia si
pestava il fumo e s' insaccava la nebbia . Co n
questo ed altrettali cognizioni di quel piccolo
paese, noi ci preparavamo a partire per an-
dare a Villa S . Secondo, termine e meta del
nostro pellegrinaggio . Alle tre pomeridiane
si suonò dunque la marcia di saluto, e poi
in compagnia del buon parroco ci avviammo .
Erano anni di abbondanza, specialmente di
vino, che per causa della crittogama, per al-
tri siti, cominciava a prendere prezzi favolosi,
ed i coloni del Monferrato empievano sempre
le loro cantine di vino, e di quello proprio
prelibato . Oh con quanta facilità le aprivano
ai nostri piccoli viaggiatori . Fummo a Cor-
tanzone e dovemmo fermarci un momento per
contentare quel buon prevosto di allora, che
ci aveva preparata una lauta merenda . Dopo
si passò rasente il castello di Camerano, e
ricordammo il conte Cesare Balbo, che colà
aveva dovuto passare qualche anno di domi-
cilio obbligatorio , e così potè coltivare me-
glio e più con agio le già vaste cognizioni
acquistate sulla storia d'Italia, di cui poi ne
era venuto il gran narratore e filosofo con
rettitudine cristiana . Don Bosco ci aggiunse
alcune notizie preziose su quel castello, e spe-
cialmente come colà soleva nel tempo delle
vacanze autunnali, recarsi a trovare Cesare
Balbo, il pio poeta e prigioniero dello Spiel-
berg, Silvio Pellico . E qui Don Bosco ci rac-
contò come il buon poeta, ritornato dalla pri-
gione, convertito e religioso, trovò, avendo-
gli i patrioti d'allora voltate le spalle, cari-
tatevole ospitalità in quell' uomo virtuoso e
cristiano . «Non era ricco Silvio, diceva Don
Bosco, ma trovò molti generosi, che lo aiu-
tarono ; e qui a Camerano ed altrove, come
si raccoglie dalle sue lettere famigliari, si
recava sovente, prima ancora di scrivere il
libro famoso delle Mie Prigioni, nei primi
anni dopo acquistata la libertà . Siccome il
conte Cesare Balbo , come sogliono fare gli
uomini veramente grandi, aveva molta diffi-
denza di se stesso e delle cose sue, e non
voleva mettersi in pubblico, con l'aria di au-
tore, così aveva bisogno di uno stimolo che
ve lo animasse e gli desse un po' di corag-
gio. E Silvio Pellico, che pure a sua volta,
vera immagine di anima non volgare, non
osava pubblicare quanto scriveva, veniva in-
coraggiando il conte a scrivere e poi a scri-
vere . Ora in tono serio, ora in tono scherze-
vole lo animava all'opera bella e dignitosa .
E mi ricordo come mi diceva d'avergli scritto :
Deponga quella eterna sua pipa e prenda la
penna e scriva . L' Italia gliene sarà ricono-
scente . E Cesare Balbo si fece coraggio e
scrisse ; e noi abbiamo potuto vedere se Sil-
vio Pellico lo adulasse o non dicesse la pura
verità . Ma alla sua volta Silvio Pellico ebbe
pure bisogno della autorevole parola del
conte Balbo, per decidersi a scrivere final-
mente le Prigioni, che produssero tanto bene
nella nostra patria . Vedete , miei buoni fi-
gliuoli, quanto serve per compiere le belle
imprese alcune volte il consiglio di una per-
sona prudente . Quando leggerete Le mie pri-
gioni o qualche libro storico del conte Cesare
Balbo, ricordate Camerano, dove appunto se
ne scrissero le prime pagine . »
Noi sentivamo con diletto insieme e co n
meraviglia quelle cose così degne da sapersi
e con la solita libertà domandammo : « Ora
a chi appartiene questo castello? » E Don
Bosco ci appagò col dirci che era stato ven-
duto al vescovo d'Asti, monsignor Artico, il
quale l'aveva ridotto a piccolo seminario pei
giovani destinati alla carriera ecclesiastica .
Tra cotesti discorsi noi avevamo fatto gran
via, e ci eravamo accostati al nostro termine
quasi senza accorgercene . Varii paeselli ave-
vamo traversati di corsa, altri lasciati in di-
sparte, e finalmente verso sera siamo entrati
in un paese, i cui abitanti, appena sentirono
il suono fragoroso delle nostre trombe e trom-
bosi, si rovesciarono contro di noi, e fu mi-
racolo che non ci siamo dispersi e smarriti .
« Ehi! dove siamo?
« Dicono che siamo a Montechiaro !
Disdetta di fortuna e di nome ! Non ti
pare che siamo piuttosto a M ontescuro ?
Come si fa a stare uniti in mezzo a
tanto popolo che ci urta, ci spinge, ci agita
qua e là? »
Queste ed altre simili parole potemmo fare,
prima che la gente fosse proprio enorme, e
che facesse a noi come uno scoglio, quasi da
non lasciarci più fare un passo . Intanto la
musica continuava la via, traversava il paese
e traeva dietro a sè un numero sterminato
di curiosi .
« Ma chi sono?
« Dove vanno?
« Ma come suonano bene!
« Son preti?
« No, sono studenti !
« Ma si dica ciò che si vuole ; ci misero
sossopra con la loro musica .
« Or dove si fermeranno?
«E chi lo sa ?
« Oh bella ! Siamo di Torino e andiamo in
fe.stSaconVdil,vmper
fa. rcistdeovarunp'dicotesa
Al-
lora ad attrupparsi d'attorno a noi, a muo-
verci mille domande e mostrarsi appassionati
di notizie . Si rispondeva come ci era possi-
bile, ma proprio a spizzico , con fuga e non
come avremmo voluto noi ed essi avrebbero
desiderato. La musica frattanto si allonta-
nava e noi non volevamo restar troppo in-
dietro , e ci seccava il non poter rompere le
file di uomini, di donne e di ragazzi . Ci vor-
rebbe un pennello od una penna immaginosa
qui per dire l' effetto fantastico di quell' ar-
rivo così improvviso per tutti . Poco si ve-
deva ancora per la notte , comparivano qua
e là dei lumi o sugli usci di casa, o sulle fi-
nestre di qualche mamma sorpresa là come
estatica , ma gaz o lanternoni nulla di nul-

3.7 Page 27

▲back to top
la. Perciò si camminava nelle tenebre, ed
immaginatevi con quale divertimento . In
quella baraonda trovammo come per in-
canto un nostro amico, che ci venne all'in-
contro, e che, sapendo che dovevamo giun-
gere, ci aveva aspettati per due o tre ore,
camminando ora avanti ed ora indietro ; e fi-
nalmente, avendo perduta la pazienza, si era
ritirato in casa stanco ed affamato per la
cena . Era appena seduto a tavola che lo colpì
lo strepito della nostra musica, ed allora fece
anch'esso ciò che gli altri, lasciò il cibo co-
m'era, e via di galoppo . Dovette lottare di
piedi e di gomito per farsi via, e per avvi-
cinarsi a noi, che l'abbiamo proprio veduto
con piacere .
« Sei qui tu, gli dicevamo smemorati,
mentre pure ci pareva un miracolo di tro-
vare quel caro amico e compagno, in un paese
che allora ci aveva l'aria dell'ultimo della terra,
per il gran camminare che si era fatto in quel
giorno . Ed egli con pia impazienza a dirci
« C'è Don Bosco?
« Oh se c'è? sicuramente . Vuoi che andiamo
così pel mondo senza di lui?
«Ma dov'è 7
« Sicuro, dicevamo scherzando ; ma dov' è?
Chi lo può sapere e trovare in mezzo a tanta
confusione ? Cercalo . »
(Continua) .
BIBLIOGRAFIA
II finto Ladro, ossia Il figlio generoso, per
il teologo Fr .° PAGLIA. - S . Benigno,
Tip . Salesiana, 1890 .
IlchiarsmotelgFrancsoPli,
già noto ai nostri buoni lettori per articoli
polemici, diè alle stampe, non è ancora gran
tempo trascorso, un bellissimo dramma che
s'intitola : Il finto Ladro, ossia Il Figlio ge-
neroso . Molte volte già si è rappresentato e
nella nostra città ed altrove,, in oratorii fe-
stivi, collegi e seminari ; e sempre fu trovato
meritevole degli applausi i più cordiali é fra-
gorosi dell'intelligente pubblico entusiasmato .
Anche solamente al leggerlo altri il trova-
rono degno dei più ben meritati elogi . Per
questo noi abbiam pensato far cosa gradita
ai nostri lettori col loro farlo conoscere, s pe-
cialmente in questi tempi , in cui ta nto di-
fetto sentesi di nobili lavori simil genere .
Il signor Brillata, direttore della Compagnia
comica all'Oratorio fe stivo di San Giuseppe,
che ultimamente lo fece rappresentare , ne
fu così innamorato egli ed i suoi bravi attori,
che in vari luoghi l'hanno ripetuto e sempre
così bene, che furono più volte dagli inces-
santi e meritati applausi degli spettatori
chiamati al proscenio.
Il finto Ladro è un dramma di carattere
insieme e di intreccio, curioso e commovente
non meno che istruttivo . Un figlio generoso,
per sovvenire alla indigenza della sua fami-
glia e salvare il padre da certa morte, fin-
gesi reo di aver derubato il pubblico erario,
efatosilgrduneifatl,vn
consegnato nelle mani della giustizia : ecco
il fondamento storico del racconto . A questo
l'Autore aggiunse altri interessanti perso-
naggi e circostanze che rendono il dramma
grandioso ed attraente. L'azione compiesi in
un sol giorno ; ma ciò non nuoce punto al-
l'intreccio, nè all'effetto del dramma, anzi vi
aggiunge rapidità di avvenimenti, inaspet-
tati colpi di scena e vi toglie quasi intera-
mento le noiose narrazioni storiche che per
connettere i fatti sono costretti intessere co-
loro che estendono di soverchio la durata
dell'azione drammatica.
L'argomento non potrebbe essere più bello
es;n,iamtpurlcoè svgimento
lo stile conciso e vivace, come si addice a
tal genere di lavori, la lingua non solo pura
e propria, ma eziandio a tempo e luogo ele-
gante . Il carattere dei personaggi è scolpito
emantuodlpricafneosìch
non dà mai luogo ad ambiguità o ad incoe-
renza . L'affetto con tutte le sue gradazion i
vi è così magnificamente trattato, che tutto
abbellisce ed avviva la rappresentazione.
Mirabile è l'artifizio col quale l'egregio
Autore seppe volgere a salvezza del figlio
generoso e del padre innocen te tutti i mezzi
dalla parte contraria adoperati a loro accusa
e perdizione, dando lu ogo ad un
complicatissimo bensì, ma pur sempre
così
ordinato e chiaro, che fatica alcuna
rasi a com prenderlo. Insomma il Finto
nLoanddruo-
è un d ramma felicemente condotto, un lavoro
veramente indovinato e compiuto ; e dopo
averlo letto, faccìamo voti perchè l'illustre
Autore pubblichi altri lavori siffatti ad istru-
zione morale della gioventù .
(Dall'ATENEO, rivista Sett . ill. di Torino) .

3.8 Page 28

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È uscito il 2° volume del
Corso completo di Istruzioni Ca-
techistiche adattate principalmente pei
pulpiti di campagna . Opera del Sacerdote
Alessandro Bossi, Parroco di Borsano, Dio-
cesi di Milano .
Sono istruzioni opportunissime pei nostri
tempi, dei bisogni dei quali ben si dimostra
informato il facondo e dotto Autore .
Ilsecondvlumstadi540pgne
tutte piene, come nel primo, di sana dot-
trina esposta con chiarezza e vita da farsi
leggere con gusto e frutto grandissimo . Ci
ripromettiamo un esito felicissimo .
L'opera consterà di 3 volumi di oltre 400
pagine caduno ; chi manderà L . 7 50, prezzo
dei tre volumi, gli saranno spediti quale
dono due importanti operette .
MESSA DUMONT (2° tono trasportato)
ARMONIZZATA
PER SOPRANI, TENORI E BASSI
con accompagnamento d'ORGANO o di HARMONIUM
DA GEROLAMO DI GESÙ SUTTIL
PREZZO NETTO : L. 2, FRANCO .
NECROLOGIA
Nel mese scorso abbiam posto tra i Cooperatori
defunti un certo D . Francesco Colombo, ex-Par-
roco di Vighizzolo (Cremona), mentre il defunto
era Vicario titolare a Caravaggio . Noi ora cor-
reggiamo l'equivoco pubblicando la presente ne-
crologia che quel nostro Decurione, D . Massimi-
liano Gandini, ci ha trasmessa
Caravaggio, 4 maggio 1890 .
Il 27 dello scorso aprile cessava di vivere a soli
38 anni di età il Sac . D . FRANCESCO COLOMBO,
Vicario titolare di questa Parrocchia . Di spec-
chiata virtù, zelantissimo del pastoral ministero,
specialissime cure dedicava all'istruzione religiosa
della gioventù, che formava la sua più cara de-
lizia, ed all'assistenza degli infermi, a cui prodi-
gava i tesori del suo cuore e della sua fede ar-
dentissima .
Già allievo di codesto Istituto salesiano, con-
servò sempre lo spirito del suo Santo Fondatore
D . Bosco, a cui professava un culto di venera-
zione e d'affetto che lo stimolò a farne conoscere
le istituzioni in questa sua patria di adozione,
dove zelò ed ebbe la consolazione di veder fiorente
la Società delle Cooperatrici salesiane, di cui venne
nominato Vice-Decurione .
Colpito da fiero malore sopportò con invitto
animo strazi inauditi e ribelli a qualunque arte
di medico e virtù di medicine, sì che dopo quat-
tro mesi di continue sofferenze spirò l'anima can-
didissima fra il pianto e il compianto dell'intera
popolazione, che da tre lustri era testimone delle
sue virtù e del suo zelo sacerdotale . Il Signore
accolga nella gioia dei Santi l'anima del suo fe-
dele Ministro !
Elenco dei Cooperatori defunti nel Giugno e luglio
1 Bardone Carolina - Roma .
2 Belcredi marchese Clodoveo - Cu-
neo .
3 Broli Giovanni - Cremona .
4 Bruti-Liberata marchesa Elisabetta
- Macerata.
5 Campagnani Don Luigi parroco -
Campagnano (Milano) .
6 Capello Giuseppe- Villarbasse (To-
rino)-
7 Casalegno-Tornielli di Crestvolant
nobile Clara - Torino.
8 Casaani suor Maria Ermelinda, re-
ligiosa Orsolina - SestoCalende
(Milano).
9 Cattaruzza liberale macellaio - Pe-
los (Belluno) .
10 Chatrian abbé Ferdinand - Aosta .
11 Cherici Olinto-Subbiano (Arezzo) .
12 Chiappini Vittoria - Fiesso Um-
bertiano (Rovigo) .
13 Chiari Maria - Roma.
14 Colletto Secondo - Villarbasse (To-
rino) .
15 Colombo D . Francesco vicario tito-
lare - Caravaggio .
16 Crippa suor Maria Agostina, reli-
giosa Orsolina - Sesto Calende
(Milano) .
17 De Angoli cav . nobile Bernardo -
Trento (Austria) .
18 Della Croce nobile damigella Maria
- Torino.
19 De Riso march . Tancredi senatore
del Regno -'Catanzaro.
20 Ferrero Felicita -Bianzè (Novara).
21 Frapiccini Dionisio ingegnere - Ma-
cerata .
22 Giaccaria D . Sebastiano - Pianfei
(Cuneo).
23 Gianotto Teresa vedova Basezza -
Cossano Canavese (Torino) .
24 Hergenroether Tecla - Roma.
25 Masieri Colomha - Rimini (Forlì) .
26 Milano D . Luigi -- Nizza Monfer
rato (Alessandria) .
27 Moggio Catterina - Mulazzo (Ales-
sandria) .
28
29
Motta damigella Emilia
Novero Don Nicolò can .
-
-
Torino .
Genova.
30 Pellion damig. Ermenegilda - To-
rino,
31 Peronino D . Pietro prevosto - Bo-
sconero (Torino).
32 Madame Pescara di Diano - An-
neey (France) .
33 Piazza-Delfavero Lucia - Lozzo Ca-
dove (Bellunoo .
34 Piccini Gio. Batt . - Pozzo di Co-
droipo (Udine) .
35 Piloto D . Giov .-Laggio (Belluno) .
36 Rossi Bianca fi Orazio - Venti
miglia (Porto Maurizio) .
37 Sodi D . Giuseppo parroco - Can-
celli (Firenze) .
38 Stecchini D . Gaetano - Caorso (Pia-
cenza) .
39 Strada D . Giacomo coad . - Incino
(Milano) .
40 Tancioni Carlotta nata Di Mania
- Roma.
41 Tornari D . Carlo prevosto - Pi.o
tra Gavina (Pavia.) .
42
Vitrotti
rino.
Barbara
nata
Brunò
- To-
43 Volta Luigi - Genova .
44 Zanzi Luigia - Varese (Como) .
45 Buzzetti Maggiorino - Torino .