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ANNO XV - N. 2. esc
e una volta al, mese.
FEBBRAIO 1891 .
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano -Via Cottolengo, N . 32, TORINO
SOMMARIO-
NUOVO ricordo della Pia Opera del Sacro Cuore di Gesù .
Don Bosco - Funebri rimembranze .
Annunzio e preghiera .
Laboremus .
Notizie dei nostri missionarii - Apostoliche scorrerie .
L'ampliamento dell'Oratorio di S . Leone a Marsiglia .
Grazie di Maria SS . Ausiliatrice .
Le Commissioni dei Cooperatori .
Notizie varie .
Il Dottore Celso Bellingeri .
Passeggiate - Periodo III. .
Avventure d'una spedizione alla Colombia .
Vita e Martirio del B . Perboyre .
S. Francesco di Sales , nostro glo-
rioso Patrono, renda più accetti questi
voti colla sua benigna protezione e ci
infonda il suo spirito di soavità e di
apostolico zelo .
NUOVO RICORDO
della Pia Opera del Sacro Cuore di Gesù .
Il Bollettino Salesiano viene in que- Abbiamo fatto preparare un nuove
st'anno con fronte nuova ed illustrata . ricordo da mandare a tutti i pii of-
L' anno testè incominciato è giubilare ferenti di una lira per le sei Messe
per noi ; è il cinquantesimo dacchè Don da celebrarsi in perpetuo in Roma,
Bosco , ordinato sacerdote da pochi nella chiesa del Voto internazionale,
mesi, dava principio nella festa della dedicata al Sacro Cuore di Gesù .
Immacolata del 1841 all'opera sua be- È una finissima cromolitografia del
nefica a pro della gioventù .
quadro del Sacro Cuore di Gesù che
Noi alziamo supplichevoli le voci venerasi nel detto tempio .
alla Gran Madre Ausiliatrice, affin- Se taluno bramasse moduli e pro-
chè continui adesso e sempre a sten- grammi apposta stampati, per la dif-
dere la sua potente mano sopra di noi fusione di questa pia Opera, non ha
e sopra i Cooperatori tutti, e ci aiuti che da farcene richiesta .
a condurre tra le braccia di Gesù un Col più sincero affetto ringraziamo
numero immenso di anime.
pertanto tutte le pie persone, che fi-

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nora ci vennero in aiuto in opera così
egregia, che ha per iscopo l'erezione
dell'Ospizio del Sacro Cuore per giova-
netti abbandonati, e li preghiamo che
ci vogliano continuare la loro carità .
DON BOSCO
FUNEBRI RIMEMBRANZE .
Son tre anni ! L'aurora del 31 gennaio
del 1888 sorgeva funestissima per noi,
poneva fine ai giorni preziosissimi del-
l'amatissimo nostro Padre . Il suo Suc-
cessore ne dava prontamente il triste
annunzio ai Soci, ai Cooperatori sale-
siani ed alle Suore di Maria Ausiliatrice .
Quella lettera portava lutto immenso ai
nostri fratelli ed amici di mille paesi .
Nel pomeriggio fummo a visitare la
salma del caro estinto. Don Bosco, ve-
stito coll'abito talare e con tutti gli in-
dumenti sacerdotali, come se fosse per
celebrare la Santa Messa, era seduto so-
pra un seggiolone presso quell'altare pri-
vato, sul quale aveva tante volte celebrato
gli ultimi anni l'incruento sacrifizio ; aveva
un calice in mano, gli occhi chiusi ; pa-
reva dormisse ... egli era morto !
La dimane lo portarono nella chiesa
di San Francesco, ridotta a cappella ar-
dente. Passammo tutti avanti a lui, quanti
eravamo in casa, per salutarlo ; ed un'onda
incessante di amici e di ammiratori ven-
nero in quel giorno a vedere Don Bosco
ed a pregare per lui. Seduto in alto e fra
cerei ardenti e fiori funerei pareva me-
ditasse ... egli era morto !
A sera tarda tutti quanti dell'Oratorio
ci raccogliemmo a pregare colà . Uno dei
Superiori pronunciò commoventissime pa-
role. Don Bosco pareva udisse ... ma no,
egli era morto !
Morto Don Bosco? Il cuore nol cre-
deva, voleva illudersi, ma indarno . Ei
non era più !
Fummo altamente commossi allo spet-
tacolo immenso dei suoi funerali ; ma in-
tanto una tomba era aperta, colà furono
portate le spoglie mortali del Padre, fu-
ron chiuse e più non le vedemmo .
Caro Padre, tu ci abbandonasti orfani
nel pianto !
Una lettera fu allora aperta : era il
testamento del suo cuore per noi . La
leggemmo con indicibile affetto e ne
andammo consolati.
Io vi lascio qui in terra, ci aveva scritto
Don Bosco, ma solo per un po' di tempo .
Spero che la infinita lllisericordiia di Dio farà
che ci possiamo tutti trovare un dì nella beata
eternità .
Vi raccomando di non piangere la mia morte .
Questo è un debito che tutti dobbiamo pagare,
ma dopo sarà largamente ricompensata ogni
fatica sostenuta per amore del nostro Maestro,
il nostro Buon Gesù .
Invece di piangere fate delle ferme ed effi
caci risoluzioni di rimaner saldi nella voca--
zione sino alla morte
Se mi avete amato in passato, continuate ad
amarmi in avvenire colla esatta osservanza
delle nostre Costituzioni .
Il vostro primo Rettore è morto . Ma il no-
stro vero Superiore, Cristo Gesù, non morrà .
Egli sarà sempre nostro Maestro, nostra Guida,
nostro Modello . Ma ritenete che a suo tempo
Egli stesso sarà nostro Giudice e Rimunera-
tore della nostra fedeltà nel suo servizio .
Il vostro Rettore è morto, ma ne sarà eletto
un altro che avrà cura di voi e della vostra
eterna salvezza . Ascoltatelo, amatelo, ubbidi--
telo, pregate per lui, come avete fatto per me .
Addio, o cari figliuoli, addio . Io vi attendo
al Cielo . Là parleremo di Dio, di Maria,
Madre e sostegno della nostra Congregazione ;
là benediremo in eterno questa nostra Congre-
gazione, la osservanza delle cui regole contribuì
potentemente ed efficacemente a salvarci .
« Sit nomen Domini benedictum ex hoc nunc
et usque in saeculum . In te, Domine, spe
ravi, con confundar in aeternum . »
Avendo preso la penna per scrivere di
Don Bosco nel terzo anniversario della
sua dipartita da noi, il cuore ci dettò
queste rimembranze e noi le scrivemmo.
Son ricordi di famiglia che spontanei ci
tornano, all'animo . Son fiori funerei, ma
raccolti alla tomba del Padre .
Abbiamo ricordato la morte, ora la-
sciamo ad altri il ricordare la vita .
I giornali .
Alla morte di Don Bosco mille giornali,
mille riviste e periodici parlarono di lui e
delle sue opere. Vorremmo qui riprodurre
innumerevoli articoli ; per amore di brevità
non ne riporteremo che poche parole, estratte
da giornali a nessuno sospetti quando in-
neggiano al prete .
Il Corriere della Sera : « Semplice sacerdote,
iniziò un movimento meraviglioso, che, partito
dal Piemonte, da principio si estese alla nostra
penisola, quindi alla Francia, poi alla Spagna ed
a parecchie Repubbliche dell'America del Sud,
infine alle contrade dei Pampas e della Patago-
nia . Si mise di proposito per una nuova strada,
senza conoscere la grandezza del fine per cui si
incamminava, la grandezza dei risultati . Discordi,
lontani anzi da lui in fatto d'opinioni politiche.
non possiamo non ammirare l'opera sua . Così ne

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campo liberale si potessero contare tanti uomini,
i quali di Don Bosco avessero la mente organiz-
zatrice davvero superiore e sorretta da quella
forza di volontà, da quella perseveranza che con-
duce a compiere le più meravigliose imprese ! »
L'Italia di Milano : « Con lui si spegne una
vita tutta vigorosamente dedicata a un'idea, anzi
si può dire che si spegne una potenza . Gli uo-
mini come Don Bosco sono di stampo antico ; ai
dì nostri son rari . Poniamo che ai nostri occhi
egli non abbia niun altro merito : questo di aver
voluto ferreamente l'incarnazione del suo ideale
costituisce una caratteristica degna di considera-
zione . Nato e cresciuto in tempi poco favorevoli
alla sua missione, in ambiente talora francamente
avverso, egli ha saputo sviluppare sì grande po-
tenza di volontà, sì grande avvedutezza, sì grande
ingegno da crearsi fama e considerazione pari a
quelle dei più celebri apostoli . Sarebbe stato un
eccellente Gesuita, se non avesse avuto ambizione
e spirito di iniziativa tali da stringerlo a far da
solo quello che altri ottiene per via di coopera-
zione e colleganza . L'opera sua, comunque, è stata
grande e va considerata sotto due aspetti : il so-
ciale e il religioso . »
In un secondo articolo, intitolato Particolari
della vita di Don Bosco, conchiude : « La sua
scuola filantropica non è la nostra . Il suo sistema
a base di ascetismo non è accettato dallo spirito
dei tempi nuovi . Ma bisognerebbe essere ciechi
per non vedere ch'egli è stato un uomo superiore,
una volontà di ferro, una energia di primo ordine
ed una mente vasta e profonda . »
IlSs:«ecroilv Dotato d' ingegno non co-
mune, di cuore e di criterio finissimo, fin da gio-
vanetto intravvide grandi cose da fare a profitto
dell'umanità sofferente e sopratutto della Chiesa
pericolante . »
Il Caffarodi Genova scrive che « la sua pro-
paganda, la mirabile operosità, l'impianto da lui
fatto di numerosi Istituti e Convitti, non solo in
Italia, ma anche in America, gli aveva acquistata
una fama mondiale . »
La Nazione di Firenze : « Nei cinquant'anni di
sua vita sacerdotale si mostrò sempre dotato di
spirito intraprendente, di memoria felice, di colpo
d'occhio sicuro, di fede robusta e d'animo vigo-
roso . Passò traversie forti senza mai lasciarsi sco-
raggire . Calmo sempre ed amorevole, riceveva
con affabilità il povero artigiano ed i ricchi Prin-
cipi . Trovandoci davanti ad un uomo che solo
coll'obolo della carità a migliaia e migliaia di
poveri ragazzi provvedeva giornalmente e pane
ed istruzione, potremo dissentire da lui nei me-
todi educativi, ma non potremo negargli la no-
stra ammirazione ; e siamo costretti ad esclamare
che Don Bosco, co' suoi Istituti, co' suoi ricove-
rati e colle sue beneficenze d'ogni genere, ha di-
mostrato quanto possa, anche nel nostro secolo,
la ferrea volontà di un prete cattolico congiunta
a virtù ed alla vera carità del vangelo . »
Queste poche parole valgano a riaccendere
sempre più in noi e nei benemeriti nostri
Cooperatori e Cooperatrici la costanza e l'ar-
dore di operosità e di carità, richiesti pel
saldo sostegno e progressivo sviluppo delle
opere lasciateci dall'indimenticabile D . Bosco .
ANNUNZIO E PREGHIERA
I.
Nell' ultimo numero dello scorso
anno accennammo di volo al processo
di Beatificazione del nostro caro Padre
Don Bosco, iniziato presso la R . Curia
Arcivescovile di Torino . Ora ne dia-
mo notizie più dettagliate.
Il giorno 8 maggio 1890, i Vescovi
delle due provincie ecclesiastiche di
Torino e Vercelli si riunivano a To-
rino, sotto la presidenza del nostro
veneratissimo Arcivescovo, l'Eminen-
tissimo Sig. Cardinale Alimonda, per
affari di alto rilievo . - In quell'oc-
casione, Sua Eminenza annunziò a
quei Prelati essere sua intenzione di
cominciare il Processo Diocesano ri-
guardante la vita, le virtù e i mira-
coli del Servo di Dio, Don Giovanni
Bosco, nostro venerato fondatore ,
processo richiesto per l'introduzione
della Causa di Beatificazione a Roma .
L'adunanza diede a unanimità voto
favorevole ; e il 4 giugno seguente
l'Eminentissimo Principe cominciava,
secondo le forme canoniche, il processo
auctoritate ordinaria . - Il Tribunale
ecclesiastico costituito dal nostro Emi-
nentissimo Arcivescovo continua la
sua missione, e già hanno avuto luogo
parecchie sedute.
Intanto il M. R. Sig. D. Michele
Rua, Superiore generale della nostra
Pia Società, ha incaricato uno dei
più antichi figli di Don Bosco, suo
segretario e confidente, di scrivere la
Vita del nostro amatissimo Padre, e
perciò di radunare tutti i documenti,
che possono concorrere al felice esito
di questo lavoro tanto difficile, e così
desiderato da tutti i nostri amici.
II.
Agli amici del nostro amatissimo
Padre, che, avendo avuto con lui o
direttamente o indirettamente rela-
zione, volessero giovare alla sua causa,

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ci permettiamo di suggerire quanto di tutti : In sudore vultus tui vesceris pane .
segue :
Questo è il grido delle macchine che
1° Pregare e far pregare Maria nelle officine, sulle linee ferrate o sui
Ausiliatrice, affinchè la causa di colui,
che quaggiù fu il fedel servo di questa
buona Madre, riesca a maggior gloria
di Dio .
2° Mandare al più presto - in
forma di racconto continuato o di
piroscafi sviluppano immensurabile atti-
vità ; questo leggesi sui monumenti di
ogni tempo, sulle pergamene e nei vo-
lumi delle biblioteche, sulle tele e nei
marmi dei musei ; questo ripetesi dalle
cattedre e sui banchi delle scuole, sul
libri e giornali d'ogni dì.
note sparse - quello che essi si ri- La grande parola compiesi oggi più
cordano, che possa giovare alla causa che nei primi secoli . Siam chiamati al
di lui, o ne riguardi la vita . Un fatto, lavoro. L'operosità è richiesta pei beni
un aneddoto, un detto, un tratto qua- materiali, e pei beni spirituali ed eterni .
lunque, ecc . ecc. (purchè conformi
alla più rigorosa verità) noi l'accet-
teremo colla più viva riconoscenza .
Niuno ignora che alle volte un nome
proprio, una data, un particolare per
se stesso insignificante, possono schia-
Gesù Cristo medesimo ce ne dà esem-
pio fulgidissimo . Nella sua vita evange-
lica passava le notti in orazione ed i
giorni interi predicando, curando gl'in-
fermi, convertendo i peccatori, facendo
del bene a tutti e non riposando neppur
in croce, Egli che tutto avrebbe potuto
rire un fatto e aggiungere autorità fare con una sola parola, con un solo
al racconto.
effluvio della sua divina grazia . Gli Apo-
3° Mandare l'originale o una copia stoli hanno il dono dei miracoli, sono
delle lettere, dei biglietti, dei mano- tabernacoli viventi dello Spirito Santo,
scritti dettati ovvero scritti intiera-
mente o in parte, o anche soltanto
firmati dal nostro venerato Padre .
L'originale delle lettere sarà restituito .
4° Così pure mandare gli scritti,
stampati o inediti, in cui o in ma-
ma pure lanciansi sul campo della fatica,
percorrono operosi ed instancabili pro-
vincie e nazioni per diffondere il regno
di Gesù Cristo .
A misura del lavoro vengono i frutti
Facienti quod in se est, Deus non deest (1).
Iddio dice : Avrai il sole della mia luce,
niera privata o pubblicamente si parla la pioggia della mia grazia, il miracolo
di D. Bosco e delle sue opere : opu- della messe . copiosa, ma dopo che avrai
scoli, resoconti, articoli di giornali o
riviste, in qualunque lingua siano
scritti .
Ogni sorta di comunicazione si in-
dirizzi, munita sempre di firma, al
Sac. G. B. Lemoyne, 32, via Cottolengo
lavorato . Difatti ad ogni conversione di
popoli si versano fiumi di sudori . Quando
ricordiamo le splendide glorie degli or-
dini religiosi, dì quelle immense famiglie
di Santi, di quei conventi che furono ad
un tempo baluardi della fede, santuarii,
delle lettere e delle scienze, prodigio di
TORINO . coltura, civiltà e santità, non dobbiamo
dimenticare l'operosità dei loro fondatori .
ed i sudori degli operosi lor figli, che ne
perpetuarono gli esempi a traverso i se-
coli per diffondere le benefiche istituzioni
per tutto il mondo .
LABOREMUS
Tommaso d'Aquino muore a quaranta-
nove anni e lega alla scienza diciasette
L ' OPEROSITÀ è il gran precetto di
Dio. Sulle soglie dell'Eden diceva Iddio
all'uomo : In sudore vultus tui vesceris
pane. Questo comandamento conobbero
gli uomini di ogni paese e di ogni età .
Nei fondachi, per le vie e per le piazze
volumi in foglio, che faranno stupire i
primi intelletti.IlZaverio,pdcne
battezzando, gira tanta parte di mondo
quanta nè Alessandro, nè Cesare uniti
insieme ne corsero . Un frate Papa aveva
famigliare il detto : Morire in piedi . Era
Sisto V . Azione adunque, zelo, operosità,
della città, nei villaggi, nei campi, sui
monti e nelle valli leggesi sulla fronte (1) Cornelio a Lapide.

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lavoro, ecco il ricordo della Storia, la
lezione dei Santi, il precetto di Dio .
In questi giorni abbiam celebrato con
funebri onori la cara memoria del nostro
Fondatore e Padre, il compianto Don
Bosco . Dal feretro, che circondato di mille
faci sorgeva sotto la maestosa cupola di
Maria Ausiliatrice, ci pareva di udire
l'anima del venerando Padre a ripeterci
la calda esortazione : Figliuoli, lavorate,
lavorate . Pregammo presso la sua tomba
e piangemmo sulle sue venerate spoglie,
ma da quelle ossa ci pareva uscisse un
grido : Figliuoli, lavorate, lavorate . Una
delle ultime parole che disse prima di
morire, parola che ripeta più volte nelle
genere in quei luoghi e fra quelle famiglie
cui paia prudente di farlo .
4° Infine la carità verso i fanciulli peri-
colanti, raccoglierli, istruirli nella fede, av-
viarli alle sacre funzioni, consigliarli nei
pericoli, condurli dove possono essere istruiti
nella religione sono altra messe de' Coope-
ratori salesiani . Chi non fosso in grado di
compiere alcuna di queste opere per sè, po-
trebbe fare per mezzo di altri, come sarebbe
animare un parente, un amico a volerle pre-
stare . Tutto quello che si raccomanda pei
fanciulli pericolanti si propone eziandio per
le ragazze che si trovano in pari condizione .
5° Si può cooperare colla preghiera o col
somministrare mezzi materiali dove ne fosse
mestieri, ad esempio dei fedeli primitivi che
portavano le loro sostanze ai piedi degli
ultim'ore della sua vita, fu questa : La- Apostoli, affinchè se ne servissero a favore
vol!Qaruest'cfdeli
tutta la sua vita .
delle vedove, degli orfani e per altri gravi
bisogni .
L'esempio di Don Bosco, la sua rac-
comandazione, il suo ricordo valgano per
Tutti cooperiamo
noi, o carissimi Cooperatori e Coopera-
e secondo le proprie forze.
trici, di eccitamento incessante a conti-
nuare nella santa impresa di lavorare
indefessamente, perchè sempre più si e-
stenda il regno di Gesù Cristo e si sal-
vi.noameurvoli
Non dormono i nemici di Dio e della
sua Chiesa ; deh! non dormiamo noi se-
guaci di Gesù Cristo, figli della verità .
Ma dovremo noi lavorare e tutti ad un
modo ? Nessuno è dispensato e ciascuno deve
concorrere secondo le proprie forze .
Un giorno Gesù fermossi presso una ficaia
e pronunciò contro la medesima la sentenza
di perpetua sterilità perchè la ritrovò senza
frutti . Altra volta racconta la parabola del
padrone che visitando i poderi s'imbattè in
un albero fecondo solo di foglie ; vivo ri-
Maniera di cooperazione .
Per discendere in particolare a far parola
delle opere nelle quali più specialmente è
chiamato a cooperare lo zelo di quanti ap-
partengono alla Pia Unione dei Cooperatori
salesiani, riportiamo qui quanto si legge al
Cap . IV del nostro Regolamento . Ai Coope-
ratori salesiani si propone la stessa messe
della Congregazione di s . Francesco di Sa-
les, cui intendono associarsi .
1° Promuovere novene, tridui, esercizi
spirituali e catechismi, , sopratutto in quei
luoghi dove si manca di mezzi materiali e
morali .
Siccome in questi tempi si fa grave-
mente sentire la penuria di vocazioni allo
stato ecclesiastico, così coloro che ne sono
in grado prenderanno cura speciale di quei
giovanetti ed anche degli adulti che, forniti
delle necessarie qualità morali e di attitudine
allo studio, dessero indizio di esserne chia-
mati, giovandoli coi loro consigli, indirizzan-
doli a quei Collegi o a quei piccoli Seminari
in cui possono essere coltivati e diretti a
questo fine . L'opera di Maria Ausiliatrice
tende appunto a questo scopo .
Opporre la buona stampa alla stampa
irreligiosa mercè la diffusione di buoni libri,
tratto di quelli che si perdono in soli desi-
derii e parole ; pazienta un anno e poi, ve-
dendo che non produce frutto alcuno, e-
sclama : E che fa qui quest' albero? Sia
sradicato, fatto a pezzi e gettato nel fuoco .
Doppiamente eloquente poi è la parabola dei
talenti, nella quale, se condanna severamente
il servo che non trasse frutto da un talento,
ben fa conoscere ch e più severamente avrebbe
punito gli altri più ricchi se non avessero
fatto fruttare quanto possedevano . A cia-
scuno dei servi operosi dice : Bene sta, servo
buono e fedele, perchè nel poco sei stato
fedele, li farò padrone di molto : entra nel
gaudio del tuo Signore . Ed al pigro ed avaro
fa togliere il talento che ha, lo chiama servo
inutile e lo condanna a trista fine . Gran le-
zione ci dà in ciò Gesù Cristo .
Il cristiano adunque cooperi al bene con
tutti i mezzi che possiede. Da chi ha di più,
il Signore pretende di più ; da chi ha meno,
di meno, ma da tutti pretende qualche cosa
e secondo le singole forze d'ognuno .
La nostra attività e la nostra carità siano
corrispondenti adunque ai doni che abbiamo
da Dio, se vogliamo il premio promesso ai
servi fedeli . Dopo la morte sarà rivolto an-
che a noi quel consolantissimo invito : Serve
bone et fidelis, intra in gaudium Domini tui.
di pagelle, foglietti stampati di qualunque

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Don Savio, fermatosi alcuni giorni per aiu-
NOTIZIE DEI NOSTRI M ISSIONARII tare nel sacro ministero quel zelante parroco
che deve attendere a tre parrocchie, vaste
APOSTOLICHE SCORRERIE .
ciascuna come le
di incominciare
nostre diocesi, determinò
il passo delle Cordigliere .
DGailubChoVedlNuqn-
ndaerliloe
p-oApcocloagzliioennizaellc'haerrgilvio
del Missio-
fanno .
I nostri lettori sanno come Don Angelo
Savio, per incarico di Mons . Cagliero (1),
dalla Patagonia s' era recato nel Chilì tra-
Per fortuna trovò libera la via più breve e
più comoda, quella di Capulhue, che sovente
è ingombra di neve ; si mise per quella, e
nello stesso giorno percorsi quaranta chilo--
metri nella Valle de Las Damas, tra il Rio
Trucuman e l' Agrio , giunse a Norquin ed
albergò presso di una buona famiglia di Men
versando il deserto della Patagonia e vali- doza che vi tiene un albergo e che l' aveva
cando l'alte Cordigliere de Los Andes, allo
scopo di trattare a Los Angeles la nuova
fondazione salesiana che si voleva, e dare
già accolto con tanta carità altre due volte
nelle precedenti missioni . Per il missionario
era riserbata la camera più decente, la quale
missione qua e colà, ove maggiore fosse il
bisogno . Dopo mille avventure e pericoli era
giunto a Concezione, dove sperava fermarsi
alquanto per dar sollievo a quei nostri con-
fratelli ; ma altra lettera di Mons . Cagliero
di notte serviva per dormire, e di giorno con
un bell'altare era adornata a cappella . Quivi
accorrevano tutti i vicini, avvisati dell'arrivo
del missionario , il quale con molto piacere
fermossi ivi otto giorni, tenendo dodici istru-
gli ordinava di ripassare tosto Los Andes e
riportarsi a Chos-malal per visitare la valle
del Neuquen ed altri punti tra questo rio e
l'alto Colorado, dove va aumentando fuor
misura la popolazione .
zioni, sette battesimi, venti confessioni e
quindici comunioni .
celebrazione della s .
Al mattino , durante la
Messa, e sul far della
sera tutti si radunavano in quella cappella
e recitavano il s . Rosario .
Pertanto per non avventurarsi su vie sco-
nosciute, non potendo avere una guida pra-
tica dei luoghi, preferì rifare il cammino già Quanto si desidera il Missionario -
fatto . In compagnia di un giovane di nome
Giacomo Tene ritornò a Los Angeles, dove
Come
ne -
s'impieghi il giorno in missio-
Infelicità di quella buona gente.
ebbe nuovi tratti di gentilezza da quel buon
parroco, tutto zelo per le anime . Le autorità Un bel giorno ecco capitare a quella Casa
ripeterono le istanze per la Casa da impian- una donna che veniva da lontano con un
tarsi, si rinnovarono gli accordi e Don Savio bambino per farlo battezzare . Aveva essa
cercò di sbrigarsene in breve, per continuare pure ricevutala nuova del missionario . Dopo
il suo viaggio . - Percorsi 50 chilometri so-
pra mule, giunse a notte oscura a Canteca
ed alloggiò presso di un buon cristiano, che
si tenne fortunato d'albergare un sacerdote
missionario, perchè poteva all'indomani aver
comodità d'udire la s . Messa e di invitare i
aver fatto
Padre, -
cristiano il
disse a Don
piccolo
Savio,
fanciullo
- questi
,-
non
è il solo mio figlio, ne ho parecchi
grandicelli e tutti mori, cioè non
Venga, la prego ; sono al di là
altri più
battezzati .
di quella
montagna, e con loro vi son molti vicini che
vicini a bella festa . Poterono tutti accostarsi desiderano d' esser fatti cristiani e parecchi
anche ai SS . Sacramenti . Don Savio , dopo infermi che da tanto tempo aspettano un sa-
aver così soddisfatto ai bisogni spirituali di cerdote . - Don Savio si sarebbe messo su-
quella popolazione, accompagnato per un bito in cammino dietro i passi di quella buona
buon tratto da quel brav'uomo, si rimise in
cammino . Non è a dire quanto abbia sofferto
egli , il giovane suo compagno e le povere
cavalcature sino ad Antuco . Una pioggia
dirotta con un vento freddissimo li sorprese
donna, ma gli mancavano le cavalcature ;
quelle che l' avevano fin qui portato eran
divenute ormai inette . Che fare? Di fermarsi
non aveva neppure egli troppo voglia, per-
chè altra era la sua meta . Prende la palla
a metà strada e li accompagnò per ben quat- al balzo, dice alla donna che gli mandi due
tro leghe . Non v'era mezzo alcuno per ripa- cavalli ed una mula, e due giorni dopo era
rarsene e la via era divenuta un vero pro- in sella galoppando alla volta dell'estremità
fondo ruscello . Madidi fino alle ossa, final- Nord della Valle di Norquin .
mente arrivarono ad Antuco, dove il buon Taquimilan è ìl nome di quella regione,
parroco , che già conosceva il nostro mis- datole dal fiumicello omonimo che la irriga
sionario, prestò ogni soccorso mostrandosi prima di gettarsi nel Neuquen, che rapido e
fratello più che amico .
maestoso scorre a poche miglia di distanza . Ivi
Quivi trovarono buon letto, buon cibo, giunto a tarda notte Don Savio col compagno
buon pane, e buon vino ; che differenza dal ripararono nella prima capanna che lor venne
viver del campo ! Per tema che questa dif- d'incontrare, abitata da una buona famiglia
ferenza gli riuscisse troppo penosa dopo, chilena, di cui al mattino presto battezzava
(1) V. Bollettino Sales . di luglio 1890.
tre bambini. Quel giorno fu passato in visi-
tare le molte capanne e confessare gl'infermi ,

1.7 Page 7

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dei quali uno se ne moriva contento la notte
seguente . Verso sera visti i bisogni di quella
popolazione, decise di fermarsi alcuni giorni.
Si convertì pertanto a cappella una povera
capanna per potervi comodamente ammini-
strare i Sacramenti e dare istruzioni. Tanta
era la gente che vi accorreva da ogni parte,
che più non fu sufficiente non solo la capanna,
m a neanche il portico costrutto dinnanzi con
lenzuola e coperte . I giorni erano ben im-
piegati fino a notte tarda ; s' incominciava
colla s. Messa, dopo la quale veniva l' am-
ministrazione dei Sacramenti del Battesimo,
della Confessione e Comunione, l' istruzione
per gli adulti, il catechismo poi fanciulli e si
finiva la giornata colla recita del s . Rosario .
Il giovane che accompagnava D . Savio fa-
ceva egli pure da missionario, istruendo i
piccolini delle verità principali di nostra
santa Fede .
Più si andava avanti e più si manifestava
il bisogno di una Missione in tutta regola per
quella popolazione ; bambini da battezzare,
m atrimonii da aggiustare, ignoranti da i-
struire, indifferenti da persuadere, insomma
tutte cose che richiedevano tempo e che avreb-
bero di troppo deviato il nostro Don Savio
dalle intenzioni del superiore . Però egli pensò
bene di lasciare quegli abitanti promettendo
di presto ritornare a trovarli . Non potè egli
stesso mantenere la promessa in persona, ma
in suo luogo vi andò Don Panaro da Chos-
m alal, e la sua missione riuscì veramente
con abbondante frutto, come era da sperarsi .
Giacche la popolazione di Taquimilan è chi-
lena, e in fondo è buona come sono tutti i
chileni, e se aveva qualche cosa di male,
ciò proveniva dal non aver veduto da tempo
un sacerdote . Essa è data alla pastorizia ed
anche un poco all' agricoltura, seminando
frumento, orzo, patate, legumi ecc . nella
valle, dove riesce facile la coltivazione e la
irrigazione. Prima che Don Savio partisse
di là, lo caricarono di zucche, patate, ci-
polle , uova ed altri commestibili e perfino
gli portarono alcune galline, le quali però
pensarono bene di prendere il volo per via
e darsela per ignote regioni .
Provvidenziale arrivo del Missionario
a Chosmalal-Un'abbondante pioggia
- Sacrifizi e consolazioni.
A Chos-malal giaceva infermo da alcune
settimane il nostro confratello missionario
Don Matteo Gavotto. Lungi da medici e
senza medicine, Don Panaro gli prestava
quanto l' esperienza poteva suggerire : de-
cotto di erbaggi silvestri e brodo lungo di
pecora . L'arrivo di Don Savio fu provviden-
ziale ; egli seppe suggerire e preparare tali
rimedii che l'ammalato ne sentì tosto solle-
vamento . - Don Panaro prese occasione di
questa visita per appagare quegli abitanti
bramosi di belle funzioni religiose . Se ne fe-
cero difatti parecchie molto solenni, con gran
concorso di popolo e molta devozione . Vi fu
un bel numero di confessioni e di comunioni
e parecchie prediche ed istruzioni alla gente
che da' dintorni vi conveniva . Le provviste
che Don Savio portava da Concezione ed i
regali avuti qua e colà e specialmente a Ta-
quimilan furono opportunissimi per sovve-
nire un poco alla grande miseria dei nostri
confratelli di Chos-malal . Sprovvisto quasi
di tutto, dato l' addio a quel confratelli, si
pose in viaggio per correre la valle del
Neuquen .
Fece breve sosta a Filoe, a 20 chilom . da
Chos-malal, e più lunga a Cortadera, distante
80 chilom . Colà tra le molte capanne, non
ne trovò una in cui potesse stare in piedi
per celebrare la s . Messa ; fu perciò d'uopo
piantar una tenda con lenzuola e coperte per
non essere molestati dal vento . Numeroso fu
l'intervento al S . Sacrificio ; ma quivi pure
havvi indifferenza religiosa, matrimonii da
aggiustare, fanciulli da battezzare . Povere
anime!Muovono proprio a compassione, pen-
sando che tutto loro deriva dalla mancanza
del sacerdote .
Da Cortadera a Roca vi saranno 330 km .
circa senz' alcuna popolazione, nè capanna .
Il nostro povero Don Savio, col suo compa-
gno durante questo tratto ebbe a soffrire una
pioggia dirotta per due giorni e due notti di
seguito . Cercò bensì di ripararsi in un folto
bosco, ma il vento fortissimo svelleva per-
sino i grossi alberi, sotto ai quali si rifu-
giava . Di giorno almeno si poteva cammi-
nare, ma qual martirio di notte dover star
fermi per l' oscurità e ricevere a cielo sco-
perto una rugiada sì copiosa ed abbondante
Ognuno può immaginarsi con qual febbre
siano arrivati a Roca da' nostri confratelli
colà residenti !
Le più premurose cure furono per loro, e
grazie a Dio la febbre passò in breve, tanto
che Don Savio potè continuare il suo viag-
gio fino a Patagones, donde si recò a Bahia
Bianca e Buenos Aires, dove lo vedemmo
cori Don Milanesio ed altri due sacerdoti sa-
lesiani scorrere per la città a confortare le
vittime della rivoluzione (1) . Da Buenos Ai-
res recatosi a Rosario , riprese la missione
nella Pampa centrale . Dal 4 settembre al 10
ottobre u. s . si fermò a Victorica presso il
Rio Salado . Quivi le apostoliche sue fatiche
fruttarono 56 battesimi, 24 matrimonii , 79
figli legittimati, 345 confessioni, 322 comu-
rioni, di cui 6 per Viatico, 3 Estreme Un-
zioni e 5 sepolture . Egli continua la sua mis-
sione ed il 20 ottobre ci scrisse da Trenque
Lauquen, a 323 km . da Victorica, dove pure
la sua missione pare abbia portato frutti con-
solanti .
Sia ringraziato Iddio di questo po' di
bene che si fa per mezzo de' nostri Missio-
(1) V . Bollettino Sales . ottobre 1890.

1.8 Page 8

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narii, e voglia Egli mandare nella sua vigna
nuovi zelanti operai.
Questo è in breve l'itinerario delle aposto-
liche scorrerie fatte l'anno scorso dal nostro
Don Angelo Savio ; vediamo ora quale di-
rezione abbia tenuto D . Milanesio da una
sua stessa lettera .
anche ristorare lo stomaco con qualche bic-
chiere di vino .
Stando io nella Colonia Viticola, giunse da
Buenos Aires il Reverendo P . Adriano Col,
Passionista, il quale negli otto giorni che si
fermò colà, fece un gran bene tra gl'Irlan-
desi, dei quali riuscì a prepararne 150 a com-
piere il precetto pasquale . Io poi mi occu-
pava di ridurre alla fede alcuni Indi che
aravano la terra in quei dintorni, e di cui,
Patagones, 31 Ottobre 1890 . grazie a Dio, battezzai 22 tutti insieme, il
AMATISSIMO SIG . D . RUA,
giorno 18 Maggio . Erano tutti uomini fatti,
contando il più giovane 15 anni ed il più
Eccomi a Patagones dopo circa sette mesi anziano 70 .
di assenza . A voler dire minutamente di così
lunga campagna oltrepasserei certamente i Una nuova Cappella e Benedizione della me-
termini permessi alla brevità di una relazione desima - La fronte solcata da ferite -Il
di questa fatta, ond'è che mi contenterò di sogno di un Indio convertito .
toccarne i punti più rilevanti .
In marzo ed aprile D . Borghino, D . Ca-
valli ed io, accompagnati dal Confratello
Carlo Rossetti, abbiamo dato come una spe-
cie di Missione nel paese di Bahia Bianca
la quale come piacque a Dio fu copiosa di
buoni frutti .
Per la Campagna - Gente di varie nazioni -
La nostra ospitalità e cibo - Una buona
pesca di Indi .
In Tornquinst, finita la Missione, trattai
coll' amministratore D . Rodolfo Funke sul
modo di costruire una cappella . Egli, appro-
vato il mio progetto, interessò i vicini, i
quali si prestarono di buona volontà . Co-
strussero una cappelletta di legno lunga 18
metri, larga 5 1/2con un' altezza corrispon-
dente . Finita, mancavano gli arredi sacri .
per funzionarla e ciò motivò la mia andata
a Buenos Aires, dove, come parmi averle
già detto, assistei i feriti della rivoluzione
Al principio di Maggio restando D . Bor-
ghino e D . Cavalli alla cura di quella par-
rocchia, io essendo accompagnato da un
giovanotto per nome Nicola Esandi , figlio
di ottimi padri e che la Provvidenza mi
fece trovare per quella Missione, cominciai
le mie solite escursioni . Visìtammo le due
colonie Tornquinst e la Viticola Argentina .
Ricorremmo una parte del litorale dell' A-
tlantico, le valli adiacenti ai fiumi Sauce
grande ed al torrente Naposta, le colline della
Ventana e finalmente la pianura del Sauce
piccolo, percorrendo non meno di 500 Kil . per
lo più a cavallo, ed impiegando due mesi di
tempo .
In così lungo giro non ho trovato, eccet-
tuato Tornquinst, che forma una piccola
borgata, alcun aggregato di case, essendo
scoppiata nel luglio scorso, con evidente pe-
ricolo di essere io pure perforato dalle palle .
Passati i pericoli della rivoluzione e fatte
le provviste della nuova Cappella, tornai a
Tornquinst . Mi accompagnava il P . Juan
Xirtenberger Passionista, il quale a mia ri-
chiesta venne inviato dal suo Superiore per
confessare una dozzina di famiglie allemanne,
buoni cattolici e di una fede a tutta prova .
Il giorno 17 agosto, con licenza dell'Arci-
vescovo, accompagnato dal suddetto Padre,
ho benedetto la nuova cappella, con im-
menso giubilo di quei popolani, dedicandola
al culto del glorioso Patriarca S . Giuseppe .
Volto a Bahia Bianca e partito per altra
missione verso il Rio Colorado, tra le altre
consolazioni del ministero, provai un gran
piacere nell' occuparmi in varie occasioni
le abitazioni sparse qua e là a certa distanza
le une dalle altre . Vi si trovano tutte le
nazioni europee confuse coi figli del paese,
che spesso sono anch'essi provenienti da
altre provincie della repubblica . Come è na-
turale, queste differiscono non solo nel colore,
della conversione degl'Indi . Più di una volta
al mettere sulla lor fronte il sacro Crisma,
sperimentai un po' di distrazione al vederla
solcata di ferite antiche già rimarginate, e
che fanno ricordare quanto avranno dovuto
soffrire quei poveri nello stato di loro infe-
ma pure nei costumi e nella religione . In ge- deltà !
nerale vi regna l'indifferenza, frutto della
libertà portata all'eccesso secondo lo spirito
dei tempi.
Molte dovettero essere le nostre fermate e
dovunque fummo accolti cortesemente e ser-
vidtbuoncre,phèl'ositaàn
questparièvunadelpiùb
Uno di loro mi diceva : Oh, padre, come
sono contento adesso che mi sono fatto cri-
stiano! Un altro mi contò con gioia inespri-
mìbile il sogno che fece la notte dopo essere
stato batezzato . « Sognai, mi disse, di tro-
varmi sull' orlo di un gran precipizio e già
stava per cadervi, quando apparve un uomo
pr.eRoagtivlcòdormial
come lei, che porgendomi la mano, mi tolse
suolo, il cibo fu alquanto migliore che nei al pericolo, mettendomi al sicuro» .
deserti della Patagonia e spesso potemmo
Il 23 settembre ritornai per l'ultima volta

1.9 Page 9

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ad unirmi ai cari confratelli di Balia per doppio di giovanetti . Manifestata l'idea ai
Celebrare la festa della Patrona la Vergine Cooperatori di quella città e dintorni , loro
della Mercede . La solennità fu splendida, il arrise, poichè colla risposta , per incorag-
concorso straordinario . Dopo la processione, giarne il Superiore, alcuni mandarono subito
per evitare inconvenienti, si dovette mettere la loro offerta .
una guardia alla porta, che regolasse la en- Si affidò il progetto al sig. Adolfo Fleury,
trata delle persone e più della metà resta- architetto professore alle Scuole di Belle Arti
rono fuori. Questa è una prova di più, che di Marsiglia, ed il disegno presentato fu de-
fa presagire il ritorno di molti al loro caro finitivamente accettato il 13 giugno u . s.,
Signore, che da più tempo avevano abban- festa del S . Cuore di Gesù .
donato . Alcuni giorni dopo tornai col mio La nuova costruzione, di cui diamo l'illu-
catechista a Patagones, dove felicemente mi strazione, copre la superficie di 640 metri e
trovo. Voglia intanto V . S. R . pregare per permetterà di accogliere all'anno 400 fan-
me e benedire
ciulli . La spesa si calcola a più di 100,000
il suo Aff. in G. e M.
SAC . DOMENICO MILANESIO.
franchi .
Il 14 dicembre scorso pertanto, si dava
principio alla nuova fabbrica ponendovi so-
lennemente la prima pietra angolare . La
funzione riuscì interessante e veramente
bella .
Presiedeva il Parroco di S . Giuseppe, il
L'AMPLIAMENTO DELL'ORATORIO DI S . LEONE
Rev.mo Canonico Guiol .
Alle 2 pomeridiane, con un sole risplen-
a Marsi gl ia .
dentissimo, radunavasi attorno alla pietra
un gran corteo di clero, artigiani, studenti,
Il 14 dicembre u . s ., terza Domenica d'Av- benefattori e benefattrici, amici , antichi al-
vento, nell'Oratorio Salesiano di S . Leone a lievi di quell'Oratorio e coadiutori, ed una
Marsiglia ebbe luogo una cara funzione, di numerosa deputazione della Casa Salesiana
cui vogliamo fare parola anche ai nostri . della Provvidenza . Il celebrante col clero e
buoni Cooperatori d'Italia .
i cantori si dispongono in bell'ordine sopra
Tutti sanno come, dodici anni or sono, d'un palco apposta preparato .
piacque alla divina Provvidenza di chiamare S'incomincia la funzione con un discorso
i figli di Don Bosco a stabilire una Casa del Rev .mo Parroco . Egli parla della nostra
nella città di Marsiglia in Francia sotto la Pia Società, parla dell' attuale prosperità
parrocchia di S . Giuseppe . L'Oratorio, quasi delle Case Salesiane , e specialmente di
prodigiosamente là sòrto, porta il titolo di Francia, le quali gli mostrano ad evidenza
S . Leone, in omaggio del glorioso regnante che l'opera di D . Bosco è opera di Dio
Pontefice .
e ne dànno certa caparra di futura prospe-
I Salesiani v'andarono nel 1878 ; nella pri- rità i nuovi laboratori di S . Leone . Con-
mavera del 1879 si poneva la prima pietra chiude facendo appello alla generosità dei
alla Cappella, ed in seguito, con niun'altra presenti e rimette egli pel primo al Supe-
risorsa fuori delle offerte dei benemeriti Mar- riore una bella offerta a nome di una pia
sigliesi, si innalzava un ampio locale, dove signora .
si stabilirono laboratori e scuole per giovani
Si procede alla solenne benedizione litur-
poveri ed abbandonati . Tosto l'edifizio venne gica, ed intanto i cantori fanno risuonare
ripieno, e nel breve spazio di dodici anni l'aria di religiose melodie . Si legge quindi
più di 2500 orfanelli vi appresero chi un'arte, un rapporto sull'Oratorio di S . Leone dalla
chi una scienza , tutti una soda cristiana sua fondazione ed il verbale della cerimonia
educazione, tanto da campare onoratamente scritto in pergamena e firmato dal celebrante,
la vita in società, e non pochi dressi entra- da D . Albera ispettore delle Case nostre di
rono poscia nei Seminarii od in qualche Francia, dal Direttore di S . Leone D . G. P.
Congregazione religiosa per dedicarsi a Dio Grosso, dai membri del Comitato e da altri
nella carriera ecclesiastica .
ragguardevoli signori presenti . Ciò fatto, si
Presentemente sono ivi raccolti ed educati mette tutto con medaglie e monete del tempo
220 giovanetti, quanti a stento ne può con- nella pietra benedetta ; il celebrante è il
tenere la Casa ; ma le domande di accetta- primo che dà il colpo di martello, poi viene
zione di altri poveri e pericolanti orfanelli, un ragazzetto a nome di tutti i suoi com-
che annualmente si dovevano respingere, pagni . Scena commovente ! Un orfanello che
sono innumerevoli . Sanguinava il cuore ai aiuta a porre la prima pietra d'un edifizio
Salesiani colà stabiliti dover rispondere che per orfanelli ! Quest'atto ce ne richiama alla
non v'era più posto per quei meschinelli, mente un altro, invero eroico, di un ex-allievo
la maggior parte raccomandati dagli stessi di quell'Oratorio, ora soldato, il quale con
benefattori della Casa . Si venne pertanto sacrificio si priva e vende quel po' di vinti,
nella felice risoluzione di ampliare l' edi- che settimanalmente gli vien somministrato
ficio, tanto da poter contenere almeno il e si astiene dal fumare per poter mantenerci

1.10 Page 10

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PROSPETTO DEI NUOVI LABORATOihi IN OOSTRUI[

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

▲back to top
lIONE ALL'ORATORIO DI S . LEONE, A MARSIGLIA

2.2 Page 12

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a suo conto un orfanello a S . Leone . Anima
pia e generosa!
Ma ritorniamo a noi . In quel frattempo la
banda del Collegio suonava scelti pezzi di
musica, portando all'entusiasmo la gioia che
ognuno provava al pensiero che si era dato
principio all'ampliamento d'un'opera di tanta
beneficenza.
Finita la religiosa funzione , D . Albera ,
ritiratosi in una sala, ricevette tutti quei
benefattori che vollero parlargli e presentare
a lui stesso le loro limosine .
Quella bella giornata terminò con una me-
renduola ed una lotteria ai giovanetti del-
l'oratorio, offerta loro dal buon parroco, il
R. Can° Guiol .
Al primo giorno della Novena . -
Eravam dolentissimi in casa per la grave
infermità della mia povera moglie. Le cure
mediche tornavano inutili
mandammo a Maria SS .
, perciò ci
Ausiliatrice
racco-
. Scri-
vemmo lettera in proposito a Torino ed in
quell'ora appunto, che nella risposta era detto,
che si sarebbe incominciata una novena nel
Santuario della Vergine Ausiliatrice, l' in-
ferma si sentì tanto migliorata, che potè al-
zarsi subito di letto . Riebbe prontamente
piena salute con meraviglia di tutti .
Mando la tenue offerta di L . 25 .
DITRANDO SEBASTIANO .
DI MGARIARSS.AAUSZILIATIRICEE
CONTINUIAMO a dare succinta relazione
di alcune grazie e favori celesti che la Gran
Madre di Dio, la potentissima Regina Au-
siliatrice, largisce ai divoti che la invocano .
Vorremmo pubblicare tutte le lettere che ci
pervengono con relazioni di tali grazie e pub-
blicarle quali sono scritte dai divoti, tutte
spiranti fede vivissima e riconoscenza la più
affettuosa e sincera ; invece, per la ristret-
tezza dello spazio concessoci, ne scegliamo
appena alcune tra le molte e le pubblichiamo
come qui leggonsi .
Pertanto e quelli che scrivono e quelli
che leggono si uniscano tutti quanti in un
cuor solo ed in un'anima sola ad invocar
Maria, cantarne le lodi, amarla del più fer-
vente affetto ed a farla amare da sempre
maggior numero di divoti .
Ricordiamoci tutti, che nulla sono i favori
che Maria comparte ai suoi divoti in terra,
in confronto di quelli che tien loro prepa-
rati in Cielo .
Invochiamo con fede Maria . -
Una mia sorella era in sul finir dì vita, op-
pressa da gravissima e dolorosa infermità .
Facemmo voto a Maria Ausiliatrice per la
sua guarigione e ne andammo ben liete, per-
chè fummo in breve esaudite .
Io poi alcun tempo dopo, trovandomi assai
male in salute, pel male e per la mia tarda
età, temeva assai di dover morire prima di
poter sistemare qualche importante affare di
famiglia. Mi rivolsi a Maria Ausiliatrice, mi
riebbi tosto in miglior salute e potei com-
piere quanto mi stava a cuore .
Monforte, dicembre 1890 .
Adempite i voti . - Un mio figlio era
epilettico. Il male lo assaliva di frequente ed
era incurabile . Per ottenerne la guarigione,
mi raccomandai con fede a Maria SS . Ausi-
liatrice e mandai al suo santuario di Torino
l'offerta di L . 40, pregandone il Rettore che
avesse la carità di far celebrare una novena
secondo la mia intenzione . Promisi a Maria
che dopo un anno dalla guarigione del figlio
avrei fatto una seconda offerta .
Maria SS . mi esaudì, il mio figlio per tutto
l'anno non ebbe più assalto di sorta ; ma non
avendo io nel tempo stabilito adempiuto la
mia promessa , dopo altri due mesi il male,
che da quattordici mesi era scomparso, ri-
tornò .
Mando ora prontamente l'offerta promessa,
sperando dalla Vergine Ausiliatrice il per-
dono della mia negligenza .
P... S... Udine, 26 dicembre 1890.
F.V.R .
La preghiera della fede. - Vero
prodigio di Maria SS . Ausiliatrice! Mia fi-
glia giaceva inferma travagliata da febbre
che ascendeva a quarantadue gradi, quando
scrissi al santuario di Maria Ausiliatrice per
ottenere che la raccomandassero alla Beata
Vergine .
Quel medesimo giorno le si amministra-
rono gli ultimi conforti religiosi . Poco dopo
si notò un miglioramento e quando ricevetti
la risposta da Torino, in cui mi si diceva che
si era fatto celebrare una santa Messa nel
tempio di Maria Ausiliatrice, l'inferma era
interamente fuor di pericolo . Attribuendone
la guarigione alla Beata Vergine, mando al
suo santuario, pei lavori di decorazione, la te-
nue offerta di L . 20 .
In vita ed in morte invocherò sempre con
fiducia Maria SS . Ausiliatrice .
Stazzano, 16 dicembre 1890 .
AMERI ROSA
.
Cooperatrice Salesiana .

2.3 Page 13

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Posi la mia fiducia in Maria . -
Alcuni anni sono, quando aveva appena com-
piti i corsi di filosofia, fui colpito da gravis-
sima polmonite lenta, per la quale i medici
disperarono unanimamente della mia guari-
gione. In tale stato io mi rivolsi con animo
tranquillo e con fiducia figliale a Maria SS .
chesivnraodestnuariol
glorioso titolo di Aiuto dei Cristiani, facendo
voto, che se avessi ottenuta la grazia di gua-
rire perfettamente e di arrivare quindi al
sacerdozio, io mi sarei recato personalmente
a Torino allo scopo di ringraziarvela solen-
nemente mediante la celebrazione della santa
Messa in codesto santuario .
Maria si compiacque di esaudire il voto del
suo umile servo : imperocchè non solo mi ha
ristabilito in modo da poter ultimare gli
studii necessari al sacerdozio , ma potei al-
tresì assumere il regime di una parrocchia ,
che da due anni dirigo senza verun inco-
modo per parte della mia salute . Nel giorno
28 dell'ult . pass . marzo, con mia ineffabile
consolazione, celebrai la s . Messa in codesto
santuario all'altare di Maria Ausiliatrice, per
soddisfare il mio voto e in tenero ringrazia-
mento a questa nostra dolcissima Madre ce-
leste della grazia speciale che mi concesse .
- La presente . pubblicazione giovi ad inspi-
rare negli animi la più tenera devozione e la
più viva fiducia in Maria SS . Ausiliatrice,
dalla quale possiamo ottenere ogni cosa in
ordine al nostro vero bene e miglioramento .
Cagiallo, 15 novembre 1890 .
Sac . Gio . DE-LUIGi, Parroco .
Da una lettera di un Missiona-
rio . - Sul principio del corrente anno am-
malava gravemente una bambina di un certo
Riccardo Crespo nostro benefattore ; fu chia-
mato in fretta un sacerdote salesiano perchè
si recasse a benedirla , il quale accorso, la
trovò coi sintomi di prossima morte . I pa-
renti avevan perduto ogni speranza ed il
dottore aveva loro detto che la polmonia
doppia, da cui era fulminata la ragazzina, non
si poteva più arrestare ; tuttavia animati dallo
parole del sacerdote, si armano di fede ed in-
vocano Maria Ausiliatrice .
Si pone la medaglia di Maria al collo della
bambina, le s'imparte la benedizione e pron-
tamente il male cessò . Sa appena balbettare,
ma pur s' ingegna di dire per prima cosa . a
tutti quei che trova : M aía Siliadoa me ha
s.Ao alv'oudirfcoael'Ex re
in-
fantium et lactentium .
Non erano passati che pochi mesi e di
nuovo era chiamato in tutta fretta il sacer-
dote, per amministrare il Battesimo ad un
bamino figlio di un certo Riccardo Abel,
che,adtlmico,ndveapsr
quel giorno in vita . La visita del sacerdote
gli apportò salute ; diede all' infermo la be-
nedizione di Maria Ausiliatrice, gli pose al
collo la medaglia ed il pericolo scomparve,
anzi l'infermo guarì completamente .
Un altro giorno venne una divota signora
per nome Antonia Molina, per dirci che a-
veva bisogno di una grazia speciale . Dopo
pochi giorni ritorna contenta e giuliva per
offrire in dono alla Vergine una bella sta-
tuetta d'argento che simboleggiava la grazia
ricevuta .
Patagones, 16 novembre 1890 .
Sac . DALLERA CARLO
M
ission . Sales .
Non si ricorre invano . - Quanto è
buona la Madonna!
Scrissi a Torino per una novena di Messe
nel santuario di Maria Ausiliatrice, implo-
rando la guarigione d'un amico gravemente
infermo . Il primo giorno della novena ; 26
dicembre, con istupore del medico gli cessa-
rono gli sbocchi di sangue che prima aveva
frequenti . Il terzo giorno era già alzato da
letto, migliorato assai . In breve si riebbe ed
ora è perfettamente guarito . Viva Maria Au-
siliatrice !
Cambiano, 6 gennaio 1891 .
TAMIETTI
Maria benedice le campagne . -
Nel mese di luglio ultimo scorso mandava al
santuario di Maria Ausiliatrice una elemo-
sina e faceva speciali preghiere, per implo-
rare la benedizione di Maria sopra la mia
campagna . Maria mi esaudì.
Non ebbi danno, nè da grandine, nè da in-
festazioni di sorta . Il raccolto dell' uva fu
tanto abbondante, che corrispose al doppio
di quello dell'anno antecedente, gli altri rac-
colti furono pure abbondanti . Invocherò sem-
pre Maria .
Spedisco altra offerta pei lavori del suo
santuario, e nel mio cuore serberò sempre
viva la divozione alla gran Madre di Dio .
Ormea, 25 Dicembre, 1890 .
MICHELIS FRANCESCO .
Maria mi ha guarita la moglie . -
Ebbi per due mesi gravemente ammalata di
bronchite capillare con febbre infettiva mia
moglie Adelaide Marabelli, Cooperatrice Sa- -
lesiana .
Ricordevole dei continui benefizi e delle
grazie che dispensa Maria SS . Ausiliatrice,
mi rivolsi a questa celeste Madre per otte
nere la guarigione dell'ammalata, e feci pro-
messa di un'offerta per le decorazioni della
chiesa eretta a suo onore dal gran servo di
Dio che fu Don Bosco .
Avendo ottenuto la grazia, mi affretto ad
adempiere la promessa ed invio L . 50 .
Ancore (Brianza), 16 novembre 1890 .
ANGELO RAVIZZA,

2.4 Page 14

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Una novena a Maria. - Il 15 ot-
tobre u. s . nella mia famiglia si cominciava
la novena alla Beatissima Vergine Ausilia-
trice, nei modi che indicava il compianto
D . Bosco di v . m ., per ottenere una grazia
speciale per la trattazione di una divergenza
difclesabro,dinveltmpos
all'offerta a Torino al Santuario di Maria
Ausiliatrice . La sera dell'ultimo giorno della
novena, dopo una burrascosa giornata, mentre
tetto pareva si volgesse alla peggio, il Cielo
m'arrise e tutto si potè amichevolmente com-
porre con felice esito .
Viva Maria Ausiliatrice !
Olgiate Olona, 19 novembre 1890 .
BOMBAGRI TRANQUILLO .
Castelnuovo-Calcea.-Pregai Maria Au-
siliatrice per una grazia e Maria mi esaudì . Il
cuore mi si apre a nuove speranze . Pertanto in-
comincio a spedire l'offerta di L . 60 pei restauri
del suo Santuario in Torino .
17 novembre 1890.
TRIBERTI G . B ., Cooperatore .
Martinengo (Bergamo) . - Il signor Ber-
nardino Mantegari ringrazia Maria SS . Ausilia-
trice. Nella tarda età di 77 anni caduto infermo,
era già spedito dai medici . Si pregò per lui ed il
pericolo fu superato . Entrò ben presto in piena
convalescenza . Manda riconoscente un'offerta per
la decorazione del tempio di Maria Ausiliatrice .
Mi dissero che non sarebbe più
guarito . - Nel novembre dell'anno 1888
un mio nipote di 14 anni, che si era recato
a Brescia a studiarvi il secondo corso tecnico,
fu colpito da terribile malattia ; visitato
tosto da tre medici lo dichiararono inguari-
bile perchè trattavasi di angina pectoris . Fu
condotto alla casa paterna , ed ivi chiamati
altri medici, dietro la più diligente diagnosi,
constatarono la stessa malattia, ed emisero la
stessa sentenza dei medici di Brescia .
Libero io momentaneamente dalle cure par-
rocchiali, mi recai a visitare il paziente, ed
esortandolo a confidare in Maria Santissima
Nostra Signora Ausiliatrice, dalla quale altre
volto siamo stati beneficati, incominciai una
divota Novena, e mandai tenue offerta onde
fosse celebrata una Messa al suo altare nel
Santuario di Torino . Da quel giorno gli ac-
cessi del fiero morbo diminuirono e tanto che
entro il mese successivo l'infermo si trovò
guarito, di modo che dietro la decisione dei
medici esso ha potuto nel giorno 9 gennaio
1889 ritornare agli studi e non ebbe più
traccia del fiero malore .
Ho voluto aspettare fino ad ora a pubbli-
care tale grazia per avere maggior argo-
mento da comprovare la realtà del fatto.
Ne rendo le più vive grazie a Maria SS .
Ausiliatrice .
Formigosa (Mantova), 26 novembre 1890 .
Sac . Domizio TUROLA, Arcipr .
Catania . - Mio padre veniva colpito da rio
m.spduoailNùercntd
ra.cAoumsinldtMeraS
un miracolo io domandava la guarigione del pa-
dre . I dolori più acerbi cessarono prontamente e
la dimani mio padre era in perfetta salute .
12 novembre 1890 .
GRECO ORAZIO .
Mondovì-Piazza . - Mandiamo lire cin-
quanta pei restauri del tempio di Maria Ausilia-
trice. Domandammo una grazia e l'ottenemmo .
28 novembre 1890 .
Sorelle MADDALENA e TERESA GRISERI .
LE COMMISSIONI DEI COOPERATORI .
Nella nostra Casa principale di Torino noi
riceviamo dalla posta presso centinaia di let-
teralgiorn,lamgiorpatedlquaison
di Cooperatori e Cooperatrici che ci lasciano
commissioni . Queste poi sono di varie specie
per accettazione di giovanetti od altre per-
sone nell'Istituto ; per celebrazioni di Messe,
preghiere, benedizioni in onore di Maria Au-
siliatrice ; per tipografia ; per libri, associa-
zioni, immagini e medaglie ; per diplomi di
aggregazione alla Pia Unione dei Coopera-
tori e relativo Bollettino ; per associazione
all'Arciconfraternita dei divoti di Maria Au-
siliatrice ; per pagamento di pensione e via
dicendo.
Di vivo cuore e colla più alta riconoscenza
noi ringraziamo i Cooperatori della fiducia
che in noi ripongono , edel'aiutoeziandio
che in siffatta guisa ci somministrano nel
promuovere e sostenere le varie nostre opere,
le quali, come è lor noto, mirano tutte alla
maggior gloria di Dio e dell' augusta sua
Madre, alla cristiana educazione dei giova-
netti poveri ed abbandonati e alla diffusione
della buona stampa tra il popolo .
Talvolta per altro, con nostro rincresci-
mento, accade che non si possono tosto ese-
guire le commissioni che ciascuno ci lascia,
allora sopratutto quando queste sono molte
e varie . La ragione si è che dovendo la let-
tera passare pei differenti Uffizi, separati gli
uni dagli altri, secondo la diversità delle at-
tribuzioni , l' impiegato per la moltiplicità
delle quotidiane domande non può subito
copiarne la parte che gli spetta, per tra-
smettere poscia la lettera all'altro Uffizio per
lo stesso lavoro . Succede pur di spesso che
certe lettere racchiudano cose di confidenza,
e non potendo lasciarle nelle altrui mani,
dobbiamo rilevarne noi medesimi le commis-
sioni che contengono, la qual cosa ci porta
via del tempo assai. Sembra necessario ov--
viare a questo inconveniente a comune sod
disfazione .

2.5 Page 15

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Per la qual cosa, quando occorresse ai
Cooperatori di mandare al Superiore della
Casa una lettera con più commissioni, noi li
pregheremmo che volessero limitarsi ad e-
sprimere nel corpo della medesima le cose
confidenziali, e quelle che riguardano, a mo'
d' esempio, l' accettazione dì persone nell'I-
stituto, preghiere da farsi, relazioni di grazie
ricevute, limosine , offerte, quello insomma
che spetta più da vicino alla sua persona ;
e poi scrivere le altre commissioni in altret-
tanti biglietti distinti , secondo la diversità
degli oggetti, colla data del tempo e del
luogo, col proprio nome e cognome, ed unir-
veli, avvertendo però di notare sopra il bi-
glietto : Tipografia se la commissione è per
stampa ; Libreria se per libri : Letture Cat-
toliche, Biblioteca della Gioventù Italiana,
immagini e medaglie ; Direzione del Bollet-
tino se per dìplomi da Cooperatori e per Bol-
lettini ; Prefetto di Sacrestia se per tridui,
novene nel santuario di Maria Ausiliatrice,
o per farsi ascrivere nell' Arciconfraternita
de' suoi divoti ; Prefetto della Casa se per pa-
gamento di pensione e così del resto, secondo
il bisogno . Avuti questi biglietti nella sua
lettera, il Superiore li distribuirà nel tempo
stesso ai diversi uffizi cui appartengono, i
quali poi ciascuno alla sua volta potranno
eseguirne la commissione molto più spedita-
mente .
gioventù dei giorni nostri . Poveri giovani ! Nelle
scuole più non si parla loro di Dio ; ancor in te-
nera età, non vedono che scandali : nelle officine,
per le vie, sulle piazze non odono che bestemmie
ed imprecazioni a Dio, ai Santi, alla Religione ed
ai preti . Il rispetto umano incomincia ad impos-
sessarsi dei loro cuori e la è finita per essi ; più
non son capaci di far un po' di bene . Poveri gio-
vani ! Ma ecco, vien la domenica : i giuochi, i
divertimenti dell'Oratorio ve ne attira una gran
moltitudine . Mentre sgombrano le vie e le piazze
piene di mille pericoli materiali e morali specie
nei giorni di festa, la solerte vigilanza dei cate-
chisti impedisce tra loro e fa dimenticare i vezzi
e le brutte abitudini apprese sui trivii . Intanto
il suono della campana li chiama alla chiesa .
Tutti ci vanno, nessuno arrossisce, nessuno si
meraviglia . Tutti insieme ascoltano la S . Messa,
odono la divina parola, imparano a ben vivere e
son messi sull'avviso contro le macchinazioni dei
tristi . Buoni ragazzi ! Dopo un po' di tempo che
v'intervengono con assiduità, di cattivelli che
erano, ei si fan buoni, son più rispettosi, più ob-
bedienti ai loro parenti, affezionati alla Religione,
buoni cristiani, ottimi cittadini .
Lode adunque sia allo zelo ardente di quei no-
stri fratelli, che non la risparmiano a fatica al-
cuna, e gloria a Dio che di loro si degna valersi
per fare un tanto bene alla gioventù fiorentina .
Accanto all'Ospizio dell'Immacolata si è pure
aperta nello scorso anno una nuova Libreria Sa-
lesiana con Legatoria annessa, e si è potuto an-
che accogliere un maggior numero di poveri or-
fanelli nell'Ospizio .
I Salesiani a Dinan .
NOTIZIE VARIE
Tre nuovi Oratorii festivi a Firenze .
Riceviamo consolanti notizie dai nostri confra-
telli dell'Oratorio dell' Immacolata . Finalmente
hanno potuto condurre a termine una nuova Cap-
pella, discreta per ampiezza e per architettura,
ma abbastanza comoda e che darà loro modo di
aumentare il numero dei giovanetti dell'incipiente
Oratorio festivo . Venne benedetta il 31 dicembre
ult . scorso .
A proposito di Oratorii festivi dobbiamo con
piacere annunziare che col consenso e l'incorag-
giamento di S . E . Revma il Cardinale Arcivescovo,
sul principio del nuovo anno scolastico, i Salesiani
di Firenze ne hanno aperti tre in quella città .
Uno a S . Frediano, ove havvi una bella chiesa
frequentata anche da adulti . Colà il numero dei
giovanetti non è ancor troppo grande, ma sperasi
col tempo di poter fare molto del bene, perchè
quello è il luogo del maggior bisogno per la gio-
ventù fiorentina . Molto più numerosi sono i gio-
vanetti che accorrono all'altro dapprima aperto in
una chiesa vicina al Duomo ed ora trasportato
alla chiesa di S . Maria Maddalena per avere la
comodità di un cortile di ricreazione . Quivi dànno
molto da fare al sacerdote per le confessioni . Il
terzo è annesso all'Ospizio dell'Immacolata e colla
nuova cappella si spera che aumenterà del dop-
pio almeno il numero dei giovanetti .
Questi ricreatorii festivi sono, come soleva dire
il nostro Don Bosco, l'àncora di salvezza per la
Traduciamo dall' Union Malouine et Dinannaise
il seguente articolo
Leggiamo nella Settimana Religiosa di St . Brieuc:
Siamo ben lieti di accogliere tra noi i Salesiani .
Essi vengono a stabilire un orfanotrofio con labo-
ratorii d'arti e mestieri nei locali del Circolo Cat-
tolico , stati loro ceduti .
Già da molto tempo le anime caritatevoli so-
spiravano quest'istituto, dove i poveri giovanetti
dalla morte privati dei genitori e dei parenti,
loro naturali protettori e sostegno, venissero rac-
colti, pietosamente allevati ed educati . Nella no-
stra diocesi, ricca di istituti consimili per ragazze,
non ce n'era che un solo per ragazzi . Il bisogno
era urgente ; e Mons . Fallières, nostro amatissimo
Pastore, non esitò ad assicurare questo asilo per
l' infanzia abbandonata . I Salesiani , ch' egli ha
testè chiamati fra noi, porteranno in questa nuova
loro Casa quella carità tenera e sapiente che rese
Don Bosco il san Vincenzo de' Paoli del secolo
XIX . La novella Casa ha per direttore D . Ric-
cardi, originario di Nizza, che fino ad ora fece
parte della Casa di Marsiglia .
Don Bosco ardentemente desiderava di aprire un
Ospizio nella piccola Brettagna : e quando i mem-
bri del Comitato, che ha la direzione del Circolo
Cattolico, gli offrirono a questo scopo il loro lo-
cale in via Beaumanoir, il santo prete rispose
loro con una lettera inspirata al più ardente af-
fetto per la gioventù abbandonata .
Eccone un brano commovente
« ... La Divina Provvidenza, quasi per togliere
ogni merito al mio totale abbandono a' suoi voleri .
durante la mia non breve vita, ha fatto sempre che
io trovassi sul mio cammino anime piene d'un eroico

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spirito di sacrifizio, cuori incomparabilmente gene-
rosi . La Francia, voi ben lo sapete, non fu l'ultima
a versare nella mie mani i tesori della sua carità ;
carità multiforme, che ha un balsamo per tutte le
miserie, carità che si trasforma, si moltiplica, in
una parola, colla stessa misura con la quale vien
elargita.
Voi me ne avete dato testa un'altra prova . Il Co-
mitato di Dinan, il cui zelo è un frutto spontaneo
dell'antica fede brettone, fede grande come il mare,
forte come il granito, a questa fede ha attinto quei
suoi nobili sentimenti di cristiana filantropia ; le
parole di quella lettera non potevano mancare di
trovar un'eco nella mia fede, comunicarle nuovo vi-
gore e consolarla con quello speranze di cui abbiamo
una celeste promessa . La vostra generosità mi com
muove, io vi ringrazio colla più viva riconoscenza ;
riconoscenza che oramai sarebbe ben poca cosa pel
numero stragrande di beneficii di cui le anime ca--
ritatevoli m'hanno ricolmato, se non ne fosse pure
a parte il Padre celeste degli orfani e degli abban-
donati .
La nobile e antica patria Brettone, sempre cri-
stiana e sempre fedele, mi ha or ora procurata una
di quelle consolazioni che solo Dio può quaggiù
procurare : essa mi offre delle anime a salvare . Che
Iddio ne la benedica !
Io accetto questo dono celeste che è l'eredità di
G . C . ; poichè io spero di poterglielo offrire un
giorno, coll'aiuto della sua grazia onnipotente e me-
diante il concorso della cattolica Brettagna, arric-
chito di frutti di salute . Quando l'ora da Dio sta-
bilita sarà venuta, i miei figli impiegheranno, a
servigio dei vostri orfanelli, il loro cuore e il loro
braccio con tutto l'amore di che sono capaci ; io ve
li manderò ; e v'assicuro che il solo pensiero di quel
giorno è già per me una sorgente di inéffabile con-
solazione. Posare il piede su codesto suolo brettone,
reso famoso da tanti e sì gran santi, percorrere il
vostro amato paese che diventerà allora pure il mio,
eccovi la speranza de' miei ultimi anni ; domandate
a Dio che il peso degli anni e delle malattie non
mi privi del piacere di vedere co' miei occhi quello
che fra voi sa fare la fede e l' amore verso Gesù e
la sua benedetta Madre . I vostri orfanielli, i miei figli
ed io pregheremo per tutti i membri di codesto Co-
mitato . L'amico dei poveri, dei fanciulli e degli ab-
bandonati , il nostro caro Gesù si degni concedere
a voi e a tutti quelli che partecipano alle vostre
fatiche la pienezza delle sue più elette grazie .
» Torino, 31, ottobre 1887 .
» Il vostro riconoscent.mo e devot .mo Servo
Sac . G . Bosco . »
Il sogno di D . Bosco non potè avverarsi inte-
ramente , pur troppo . Non li vedrà egli il buon
vecchio i suoi orfanelli di Dinan ; ma dal Cielo
egli certamente proteggerà questi giovanetti de-
relitti, raccolti dallo zelo e dalla carità de' suoi
figli .
Una preziosa visita all'Oratorio di
Chieri e l'espressione di un voto .
Sanno già i Cooperatori e le Cooperatrici che
sin dall'anno 1878, sotto il titolo di Santa Teresa,
esiste nella città di Chieri un fiorente Oratorio
festivo femminile, a cui è annesso un Collegio
d'istruzione e di educazione per fanciulle di civile
condizione, diretti ambidue dalle Suore di Maria
Ausiliatrice, fondate dalla veneranda memoria di
D . Bosco .
Il primo giorno dell'anno corrente le Figlie del
detto Oratorio e Collegio ebbero la consolazione
di vedere per la prima volta tra di loro il nuovo
Parroco dell'insigne Collegiata di S . Maria della
Scala, il M . R° . Canonico Teologo D . Michele
Fellaro, che da poco aveva preso possesso della sua
Parrocchia in mezzo al plauso universale della
popolazione .
Il degno pastore si compiacque di prendere parte
nella sera alle sacre funzioni celebrate nella
Cappella dell'Istituto e impartirvi la Benedizione
col SS. Sacramento, dopo la quale onorò eziandio
colla sua presenza una breve Accademia data in
ossequio di lui . Ascoltò con paterna compiacenza
uinocatmusidalecn,a
lettura di varie composizioni, tra le quali un'af-
fettuosa protesta di devozione alla sua persona e
alla sua parola dalle Figlie di Maria Immacolata .
Assistevano alla cordiale dimostrazione un 400 e
più fanciulle della città, una larga corona di si-
gnore Cooperatrici, un Superiore dei Salesiani, il
direttore dell'Oratorio, il Teol . Giuseppe Paletti,
professore di filosofia nel Seminario , ed alcuni
altri degni ecclesiastici . La festicciuola riuscì bella
e cordiale, e la sua memoria rimarrà incancella-
bile nell'Istituto .
E poichè se ne presenta l'occasione notiamo qui
una cosa verissima, ed è che le persone giudiziose
di Chieri sono concordi nell'asserire che il suddetto
Oratorio Femminile ha prodotto già un bene gran-
dissimo religioso e morale ; perché oltre che la
maggior parte delle ragazze della città per più ore
del giorno festivo vi sono trattenute in onesta ri-
creazione, e perciò lontane dai vani e pericolosi
divertimenti, vengono a tempo debito ammaestrate
nel Catechismo, divise per età in altrettante classi
quanto occorrono, e poscia istruite ancora con
una predica, e per gli argomenti scelti e per la
facile esposizione, adattata alla loro capacità e
alla speciale loro condizione . Per tal modo istruite
epriùanvtelpraicdelgon
le giovanette ne prendono l'amore e la santa abitu-
dine, e quindi allorquando, o per età troppo a-
vanzata o perchè prendono stato, non possono più
andare all'Oratorio, si avviano molto facilmente
e per coscienza alla Parrocchia e si mostrano e si
conservano buone cristiane . La cosa non può es-
sere altrimenti ; onde molti parroci, specialmente
delle città, sono convinti che un Oratorio festivo
sarebbe l'arca di salvezza della loro gioventù, e
non potendolo essi medesimi impiantare, godono
che altri vengano loro in aiuto, e se ne mostrano
riconoscenti .
Ma una cosa manca da più anni all' Oratorio
Femminile di Santa Teresa in Chieri, ed è una
Cappella più ampia e decorosa . Facciamo voto
che qualche persona benestante o della città o
del fuori ci stenda generosamente la mano per la
spesa di 50 mila franchi che occorrono ad innal-
zarla . Tale persona farebbe opera utilissima alle
anime, e oltre il merito grandissimo che ne a-
vrebbe da Dio in Cielo, si acquisterebbe in terra
il diritto alle preghiere e alla riconoscenza di più
centinaia di giovanette . La Cappella sarebbe de-
dicata alla serafina del Carmelo, Santa Teresa di
Gesù .
Il Dott. CELSO BELLINGERI
Nei primi giorni dello scorso mese passava
agli eterni riposi il Dottore in medicina Celso
Bellingeri , zelante Cooperatore salesiano .
Fervoroso cattolico e dotto ed esperto cul-
toredel'artesalutare,findaiprincipi del-
l'Oratorio coadiuvò Don Bosco nelle sue

2.7 Page 17

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opere di carità . Egli visitava i nostri giova- fare, e che perciò bisognava tenersi ben pre-
netti interni, dei quali fu il primo medico, parati, dovendone far una di quelle che
prestò le sue diligenti cure alla Madre di avrebbe lasciato un solco profondo nella
Don Bosco nella sua ultima malattia nel nostra memoria . La parola solco dice assai
1856, e fece scuola di scienze naturali ai meno che ë nchërna, del nostro dialetto, ma
primi chierici che si preparavano per essere s'intende che dovea cioè penetrare dentro
insigniti dei gradi universitarii . Don Bosco alla carne . Non ci volevano più parole per
gli professò sempre la più affettuosa amicizia mettere in tutti noi una di quelle spine
e viva riconoscenza. Noi lo raccomandiamo che difficilmente si tolgono .
alle preghiere dei Signori Cooperatori . Sia Ogni dì poi sorgeva una nuova circostanza,
pace alla sua bell'anima .
che allargata con la nostra fervida imma
ginazione, ci rendeva contenti come altret--
tanti re . La narrazione entusiastica , poe
tica, si direbbe, che noi facevamo delle
nostre passeggiate ai nuovi arrivati all'Ora- -
PASS EGG IATE
torio, e varia e colorita, quasi come l'arco
baleno, cresceva in tutti la voglia di sapere
PERIODO TERZO .
e dove e come si sarebbe fatta e chi ne avreb-
be preso parte . Un giorno uno più curioso
CAPO I .
e confidente degli altri, chiese a D . Bosco :
« Si va di nuovo a Villa S . Secondo? » Ed
L'annunzio misterioso - La novena del S . Ro-
sario - Arriva Don Bosco - Un verme -
Giungono i giovani con un ospite inaspettato
- Un altro ospite non atteso - Come face-
vano i nostri vecchi - Il sole ritorna, e si
parte.
egli con piacevolezza rispose : « Si va alla
Villa, ma poi molto più in là . » E lasciando
cadere il discorso, parlò di altre cose, e ci
lasciò tutti con la bocca asciutta . Era poca
cosa, lo vediamo anche noi, ma ci fa escla-
Si dice che l'appetito viene mangiando e mare, dopo tanti anni : Oh segreti cari e
noi potremmo fare una variante dicendo, che provvidenziali, che tenevano le nostre agili
il desiderio di passeggiare nell'autunno cre- fantasie in un mare di luce, in un paradiso
sceva in tutti noi un anno più dell' altro . di delizie ! « Dunque si va, » ci dicevamo a
Eravamo intanto arrivati al mille ottocento vicenda, « bisogna che ci studiamo di essere
e sessanta, all'anno famoso delle vessazioni tra i fortunati »
per il nostro Oratorio, e si temeva, con molta Oltre a quelli che si dovevano fermare al-
ragione, che il nostro caro e perseguitato l' Oratorio, perchè senza parenti, che li po-
Don Bosco avrebbe avuto tutt' altra voglia tessero ricevere nelle vacanze, si aggiunge-
che di pensare a divertirci, dovendo aiu- vano alcuni, che desiderosi di godersi questa
tarsi in mille guise per evitare una cata- ricompensa, troncavano a mezzo le loro va-
strofe per il suo e nostro Oratorio . Invece, canze nei loro paeselli, e venivano ben volen-
vedete bontà di cuore! Appunto in quel tieri tra noi al giorno ed all' ora fissati . In-
tempo, l' amorevole padre, proprìo da dirsi tanto D . Bosco aveva lasciato sentire qual-
«Curante più d'altrui che di se stesso», aveva che parola, che prometteva più assai che la
meditato una di quelle passeggiate, che noi nostra viva e già ardente fantasia soleva
anche adesso ne restiamo meravigliati e stor- immaginarsi .
diti . E si noti che passarono da quei dì A metà di settembre cominciò la radunanza
nientemeno che trent' anni! Pareva che le dei nostri amici alla casetta di Don Bosco .
difficoltà non arrestassero mai l'opera sua, Essi ci dovevano preparare la via, e andarci
anzi lo rendessero più forte, scorgendovi più là ad aspettare . Vien la novena del s . Rosario,
chiara la volontà di Dio . Noi quindi anche e la carovana si raddoppia, e l'allegria comin-
ora, non possiamo abbastanza ripetere che
cia a farsi più rumorosa . - Quei giorni erano
egli per il bene de' suoi figli sacrificava ogni e sono il più soave ricordo della nostra vita .
suo momento di vita, ogni suo pensiero, e che Ai Becchi noi riposavamo un poco più al mat-
superava, con affettuosa e pertinace costanza, tino , e giunta l' ora della levata si discen-
tutto ciò che cercava d'impedirgli la via . deva in Cappella, ove in generale si procurava
Eravamo al mese di agosto, e mentre al- di far la santa Comunione tutte le mattine,
cuni di noi , pallidi per gli esami, appena qualche visita lungo il giorno a Gesù in Sa-
superati, ed altri, poi ancora più per il molto cramento e poi nella sera la funzione della
faticare nei laboratorii , sentivamo il biso- novena. « Ma che vacanze eran queste? » po-
gno di un po' di ristoro, vedevamo che Don trebbe dire qualcuno . Noi gli risponderemmo,
Bosco era in maggior pensiero di noi . che furono le vacanze più dilettevoli della
Un bel dì dopo pranzo, mentre noi ce ne nostra lunga carriera . E ci pensavamo per
stavamo attorno a lui, e godevamo di sentirlo tempo . Padrone della nostra coscienza era
a parlare, e di vederlo interessarsi delle no- Don Bosco . E prima di partire ci accon-
stre povere faccenduole, egli, col suo inge- ciammo da lui, e con tutte le facoltà di poter
nuo dire, cominciò a parlarci che eran vicine fare la s . Comunione per qualche giorno,
le vacanza, e che la passeggiata si doveva lo aspettavamo poi là, con una delicatezza di

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coscienza, desiderabile in ogni tempo, con
santa trepidazione di esserne degni fino al
dì stabilito . Egli intanto venne ! Gli si andò
in quest'anno all'incontro fino a Buttigliera,
perchè egli giungeva da Chieri, e sempre
a piedi con tre o quattro amici di scorta . Si
traversò il rio della valle, e senza aver biso-
gno di zolfanelli come altra volta, e poi con
una rapidità giovanile ci trovammo nella
parte opposta . Mentre stavamo sparpagliati
qua e là all'ombra chi di una noce e chi di
un pioppo, guardando con curiosità e mera-
viglia quel sorriso di cielo , e quell' abbon-
danza di raccolto, uno dei nostri dalla vista più
acuta, grida : « Don Bosco! » Non sapremmo
dire l'effetto magico che questa parola pro-
dusse in tutti noi . Si corse con quanta forza
che ciascuno poteva avere maggiore , e tutti
a studiarsi di arrivare i primi d'attorno al
caro padre che arrivava .
Erano pochi giorni che non l'avevamo più
veduto, e ci parevano già molti . Chi non vide
Don Bosco tra i suoi figli, non può e non sa
farsi un'idea dello slancio che si aveva per
avvicinarci a lui , e senza ritegno e senza
cura di nessuno . Ora dopo esserci presentati
per chiamargli notizie del suo viaggio, ed es-
serne con paterna carità da lui interrogati, si
ridiscendeva nella valle, e con vero tripudio .
- Come si sta all'Oratorio
- Verranno molti quest'anno alla passeg-
giata?
- La musica verrà ben ella e tutta? - E D.
Bosco a darci risposta con ordine e come
se lo avessimo interrogato non so delle cose
più serie di questo mondo .
Non posso dimenticare una bella lezione
che ci diede Don Bosco mentre si discen-
deva a valle . Già non si correva, perchè con
Don Bosco bisogna andar adagino . Si face-
va una fila lunga lunga, non volendo cal-
pestar l'erba . Uno dei nostri amici che con
un bastoncino in mano trovava un po' di
appoggio, si era fermato a mirare alcuni
vermi che usciti dal loro buco, si striscia-
vano per quel sentiero . Credo che nol fa-
cesse a posta, sicuramente senza cattivo
cuore, essendo d'animo mite, ma con la pun-
ta del suo bastone ne infilzò uno, e poi lo
sollevò in alto . Lo vide Don Bosco, e subito
gli disse com'egli soleva con dolcezza mista
a severità : « Perchè ucciderla così, povera
bestia! La vita per loro è il più bel dono
che abbiano da Dio ! e tutto finisce con la
morte . » Fu un avviso che tenemmo a me-
moria, e ci guardammo con premura dall'of-
fendere questi poveri animaletti che si in-
co.ntravpei
Viene intanto il sabato a sera, e verso le
quattro si comincia a sentire qua e là qual-
che tromba, poi il rullo del tamburo .. . : . E
noi che stavamo quasi alla vedetta, si gri-
dava : Son qui ! e giù a correre per la valle
per salutare gli amici che arrivavano . Dopo
i primi saluti , dopo le strette di mano ai
nuovi arrivati, fu nostra cura di numerarli,
per vedere quanti mai fossero stati scelti, e
quali e quanti avessero dovuto rimanere al-
l'Oratorio . Il numero era cresciuto dagli anni
passati, e ci faceva sperare un lieto avve-
nire . Ma con essi abbiamo visto che si era
pure unito un signore di Torino, già nostro
buon amico , il quale aveva preso troppo
alla lettera la parola di Don Bosco, che lo
invitava a fargli una visita ai Becchi . S'in-
tendeva una visita e non una fermata . Egli
aveva aspettati i nostri compagni a Chieri,
dove era disceso da una sua villeggiatura, e
poi in loro compagnia senza cerimonie veniva
a fare, come diceva, una sorpresa a D . Bosco .
Egli aveva sentito a dire da qualcuno, che
non aveva guari Don Bosco nel suo libro,
che colà egli si era fabbricato un magni-
fico alloggio, un appartamento da prin-
cipe, e che le miserie, che contava, erano
omai più fittizie che vere ; e che invece Don
Bosco, dalle tasche dei credenzoni continuan-
do a tirar fuori, se la scialava . Ora, vedendo
noi, diceva tra sè e sè quel signore : « De-
v'essere proprio così ; perchè come potrebbe
alloggiare tanta gente, se non avesse camere
e letti ed appartamenti ? » Grosso anzi che no
di corpo ed alto di persona, non aveva poco
a fare per tenerci piedi . La musica, che di
quando in quando ci esilarava, gli toglieva
un po' di noia e di stanchezza. « Ma, diceva,
arrivato, mi riposerò .» Il poverino cominciò
a provare una prima disillusione, quando
nell' arrivare vide la piccola casetta , dove
tutti entrarono e ne riempivano la sala più
grande, in attesa di vedere Don Bosco . La
seconda disillusione la provò, quando s' in-
contrò con Don Bosco, e sentì a dirsi con il
più bel garbo possibìle che si farebbe di tutto
per dargli almeno una camera, ove ritirarsi,
e poi a suo tempo una tavola meno frugale
della nostra . Non fu poca la pena che si
provò, tanto più che, per l'ora tarda, non si
poteva farlo accompagnare a Castelnuovo,
dove con facilità si sarebbe provveduto ad
ogni cosa . Il buon fratello di Don Bosco
preparando meglio la sua camera, e con-
ducendolo colà per un po' di riposo e per
dargli un po' di rinfresco, gli diceva per
confortarlo : « Vedrà come lo aggiusteremo !
Se non da principe veramente, sarà almeno
giù di lì. Ella ci compatisca , veda, siamo
in campagna . » « Oh pensi, diceva egli,
sforzandosi di nascondere la sua vera co-
sternazione ; tutto va bene , tutto a mera-
viglia ! » Noi crediamo, che mentre pronun-
ziava queste parole, si pentiva d' aver dato
retta a chi gli aveva magnificata l'abitazione
di Don Bosco . « Sì, sì ; abitazione da prin-
cipe ; castello ! Venga a vedere quel fanfa-
rone che me lo assicurava . Don Bosco è
sempre Don Bosco, cioè tutto sollecito per
gli altri e nulla per sè . Non posso negare
che mi accolse con piacere ! La pena grande
di non potermi trattare come vorrebbe gliela

2.9 Page 19

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si leggeva sul viso. E veramente mi pare che Allora Don Bosco era tuttavia in cappella,
gli fui e gli sono d'imbroglio . »
ignaro e tranquillo come se nulla lo risguar-
Noi indovinammo per aria l'imbarazzo re- dasse . Appena uscì gli fummo d' attorno
ciproco : tanto più che Don Bosco avrebbe dirgli : - Piove! piove ! Don Bosco .- Ed al-
voluto tenergli compagnia, ed invece doveva lora lui con nuovo e bel garbo, per deviare
andare in confessionale, dove stava da dieci la nostra attenzione, ed esilararci in tanto
a dodici ore . Ci siamo avvicinati a quel buon mal animo, venne fuori a proporci un que-
signore ed abbiamo cercato di trattenerci con sito . Disse dunque serio serio, come di cosa
lui e fargli vedere le piccole meraviglie di della massima importanza, che per altro pro-
quel sito . Gli mostrammo la cameretta, ov'era dusse in noi un meraviglioso effetto di gra-
nato D . Bosco, il sito dove raccoglieva i ziosa aspettazione : - Sapete voi che cosa
primi giovani per divertirli ed insegnare un facevano i nostri buoni vecchi quando pio-
poco di timor di Dio . Bevemmo anche una veva?
volta alla sua salute, ed intanto gli si fa- - Oh chi lo sa?
ceva aggiustare il letto . Lo confortammo - Portavano il parapioggia, neh ! vero
a bene sperare e gli raccomandammo solo - Un cappellaccio !
un benevolo compatimento . Ci siamo data - Un gran mantello?
la muta ; e da quell'istante Don Bosco non - Se la prendevano tutta ! - E chi ne
ebbe più la molestia di doverlo lasciar solo, diceva una, chi un' altra, chi voleva imporsi
e lui nemmanco tempo da credersi inoppor- a tutti , vociando quasi a squarciagola,
tuno . Prese parte alla nostra ricreazione che se la dovevano prendere , o se re-
della sera, ed alla mattina seguente ci disse stavano rintanati in casa, come le marmotte .
d'aver dormito benissimo, ancorchè in letto E mentre il rumore si propagava, il fracasso
senza materasso . Anche ci industriammo per- cresceva e la ricreazione si avvivava, Don
chè avesse occasione di divertirsi non poco Bosco dice : - Si vede che non lo indo-
di tutta quella festa . E veramente riuscì vinate . Poveretti ! Aspettate un m. omento,
splendida, maestosa, solenne! Alla sera però e ve lo dirò io il bel metodo che avevano i ,
questo buon signore fu consegnato al buon nostri vecchi , e poi sia nostra cura di pra-
parroco di Castelnuovo, che l' ospitò presso ticarlo anche noi . Ecco, quando pioveva, i
di sè e riparò, se possiamo dire così, alla nostri vecchi . . . chi lo sa? a vete ancora tempo
mancanza trovata da noi . Ed a Castelnuovo un momento per dirlo... chi l' indovina ? i
appunto alla dimane noi lo abbiamo rive- nostri vecchi... - E qui dopo un breve re-
duto, quando, dopo la festa del santo Ro- spirodisecontutasolenità:-Quando
sario, si passò da quel buon prevosto, che pioveva, i nostri vecchi . lasciavano piovere!!
non voleva che si rompesse la bella e pia O che scoppio di meraviglia, di Ah ! di
tradizione di andare a casa sua per mangiare Oh! di Ohi!
la solita polenta .
- Lo sapevamo anche noi . . .
Volle però intervenire chi noi non ave- - E che novità c'è in questo?
vamo invitato, e non intendevamo invitare, - Sì, sì, lasciavano piovere : e noi che
se non fosse stato allora che per breve inter- cosa dobbiamo fare ?
vallo e per aggiustarci la via, cioè la pioggia, - Bella sapienza antica ! Evviva i nostri
e fummo lì lì sul pericolo di vederci troncare vecchi!
la passeggiata prima ancora di cominciarla . - Era necessario pensarci su tanto, per
« Oh! dicevamo, l'anno passato la guerra, venir fuori con una cosa tanto strana?
ora la pioggia . Ma come si terminò quella, E mille altre osservazioni esclamative si
così farem cessare anche questa . » Erano facevano accompagnate da risa, da lepidezze
appunto le nove del mattino, e dopo la Messa, che assordavano la cameretta . Era intanto
fatto un po' di colazione, messi in ordine i passato un po' di tempo, ed un po' di sole era
nostri fagotti, come un esercito in moto sta- comparso a traverso le inferriate,saluto
vamo per partire, e non si poteva . La pioggia con universale applauso . - Oh qual gioia !
veniagùft,uiosaedbnt,
Il sole, il sole ! - Correre fuori , alzare il
cm.oeNinrtgd'aunovzt
naso all'insù, rientrare,salutrcivenda,
solo non ci permetteva di partire, ma nep- un tripudio, un sollazzo da non dirsi : e
pure di mettere piede fuori di casa .
gridare senza fine : « Il sole, il sole ! »
- Oh come si fa
Non so se avremmo fatto più strepito, se
- Staremo qui !
avessimo scoperto un tesoro, perciò non po-
- Pianteremo qui le nostre tende!
tevamo più contenerci nei giusti limiti di
- Eppure bisogna partire !
un'onesta gioia, ma così gridando e correndo,_
- Oh, ma che pioggia!
cercavano una maggior espansione .
E chi stava guardandola dalla porta di - Dunque si va? Dunque partiamo ?
casa, chi andava alla finestra, chi metteva - Via, via!
la testa fuori, chi sporgeva la mano, chi più - Ma bisogna aspettare che il tempo si
audace saltava nel cortile . Chi diceva : piove! rassodi .
Chi : non piove più ! Chi : che cosa facciamo ? - Che rassodare d'Egitto, si parta !
- Oh che vita!
- No! Sì !

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- Vogliamo dunque aspettare che piova
di nuovo?
- Ma non siano noi che dobbiamo de-
cidere, ma aspettare D . Bosco che decida .
- Dunque?
Noi così dicendo, sforzandoci di stare in
silenzio , ci siamo voltati a D . Bosco, quasi
aspettando il fato, disse sotto voce un retto-
rico d'allora, per sentire la irreparabile sen-
tenza . Mentre dunque si stava così fra le
spine, uno di mezzo grida : « Don Bosco
dice che si parta ! » Egli ha proprio detta
la gran parola, e quelli che gli stavano più
dappresso l'avevano sentita dal suo labbro,
e comunicata a noi più lontano .
In un baleno tutti ne fummo avvertiti-, e
tutti radunati all'aperto nell'aia : aspettavamo
quale doveva essere la via da prendersi . Era
Don Bosco la nostra guida, e si pendeva da'
suoi cenni , e lui solo dovevamo interro-
gare, per sapere l'ordine della giornata . Ora
poi il tempo piovoso era anche intervenuto
a guastare i nostri , cioè i suoi progetti , e
se non era di quel poco di sole avremmo
dovuto prendere ben altra via ; cioè quella
di Torino, e sicuramente malcontenti come
chi ha patita una disgrazia .
di
Don Bosco
caffè nero
a,dusntqaundeo mienntprieedsio,rbciivaavuvnisòpod'i
aspettarlo un istante a basso , che sarebbe
andato in camera e poi disceso . E passo in-
nanzi passo, senza punto turbarsi o prendere
il movimento dalla nostra agitazione, montò
lentamente l' unica e ripida scala, che ve lo
conduceva di sopra .
(continua) .
BIBLIOGRAFIA .
Avventure d' una spedizione alla Colombia, per
cura del sac . Carlo Maria Viglietti .
È un'operetta dettata con tale brio e verità da
farsi leggere con gusto e frutto grandissimi . Chi
ne legge le prime pagine non può abbandonare il
librofinchènonesiarivatoaltermine .Son
avventure interessantissime accadute a Missionari
Salesiani e specialmente al nostro Direttore della
prima Casa Salesiana della Colombia Don Evasio
R abagliati .
« Questo che presentiamo ai nostri lettori, così l'au-
torenlaprefazione,èunfedlismoestraodale
lettere scritteci dai nostri Missionarii d'America e
specialmente da Don Evasio Rabagliati, che lasciando
la direzione della Casa di Concezione nel Chilì, do-
veva assumere quella di Bogotà nella Colombia, casa
apertasi in quest'anno 1890, obbedendo ai voleri del
Santo Padre Leone XIII, dietro le calde istanze del
Governo Colombiano .
» Parvero quelle lettore interessantissime, sia pel
cammino affatto nuovo, che i nostri Missionaria per-
correvano, sia poi casi or tristi or lieti, che resero
memorabile tra i Salesiani questa spedizione ; e si
pensò far cosa grata ai tanti amici ed ammiratori
delle opere di Don Bosco, col pubblicarlo sotto forma
di memorie del protagonista della spedizione, D . Eva-
sio Rabagliati .
» Voglia Iddio mandare nella sua vigna molti ope-
rai di tanta buona volontà o di tanto zelo, e faccia
sì, che non ci venga mai meno la cooperazione, s ian
preghiere, sia in opere, dei nostri buoni lettori . »
Ne raccomandiamo la lettura e la diffusione . -
Prezzo L. 0,70 .
VITA E MARTIRIO
del Beato G . GABRIELE PERBOYRE
Prete della Missione
per C. POSA-FORNELLI
Un elegante vol. in-16 di pag. 250 con ritratto del Beato L . 1,0
« Il libro, a cominciare dalla parte mate-
riale è uscito in bella, nitida e corretta forma
dalla benemerita Tipografia Salesiana, ed è
non poco pregevole, anche pel ritratto del
novello Beato che porta in fronte .
Che se guardiamo l'interno del grazioso
volumetto, di circa 250 pagine, noi che l'ab-
biamo letto in poco meno di quattro ore, po-
tremmo affermare da ciò che ne abbiamo
provato, essere il libro della signora C . Rosa-
Fornelli una di quelle fortunate produzioni,
le quali invogliano chi ne comincia la lettura,
a proseguirla e terminarla senz' altra inter-
ruzione che quella di divoti sentimenti e di
affetti fervidi, i quali nascono e vigoreggiano
ad ogni pagina, fintantochè la commozione
violenta delle scene del martirio giunge a
spezzare la vena del pianto, e allora ci sgorga
spontanea dal cuore sul labbro l'invocazione
Beato martire Gabriele, prega per noi!
In una semplice e breve rivista, noi non
possiamo mettere in luce tutta la bellezza,
la concisione e la vivacità del racconto del-
l'apostolato e del martirio del Perboyre, nè
la sublimità delle sue risposte ai giudici, nò
l'eroismo della sua fortezza, nelle quali scene
la signora Rosa-Fornelli mostra tutto l'ar-
dore della, sua fede e ne segue fedelmente,
scrivendo lo ispirazioni ; ma ci confortiamo
della speranza che i lettori ne dividano con
noi le religiose impressioni, e dagli esempi
del Beato martire, così bene tratteggiati in
questo libro della sua vita, imparino a sti-
marelanostrasntismafed profesarl
coraggiosamente colla lingua e colle opere .
A dir breve, il volumetto della signora C .
Rosa-Fornelli, sì per la novità ed opportu-
nità del racconto, sì per la nobiltà dell'argo-
mento, sì per la modesta bellezza delle for-
me, e più di tutto per la soavità dell'unzione
cristiana che traspare da ogni pagina, me-
rita di esser letto e meditato dal popolo fe-
dele e specialmente dalla gioventù ; e noi ci
congratuliamo coll'egregia autrice di sì pre-
ziosa opera, augurandole che il suo libro si
diffonda per tutta l'Italia e ravvivi la fede
negli animi dei cristiani . »
Estratto dal Corriere Naz . di Torino, N.25-26-1-91,
NB . Si vende presso tutte le Librerie Salesiane e presso la
Libreria del S . Cuore rímpetto ai SS . Martiri in Torino.