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ANO XIV - N. 4.
Esce una volta al mese .
APRILE 1890
Sommario - Avviso ai Cooperatori e Cooperatrici
Salesiani. - Don Rua in Francia . -La luce nelle
tenebre, ossia l'Enciclica Sapientiae Christianae di
Papa Leone XIII (seguito) . - Onoranze a Don Bosco .
- Notizie de' nostri Missionari . - Un grazioso in-
vito . - Conferenze in onore di S . Francesco di Sales .
- Bibliografia . - Cooperatori defunti .
corriamo adunque a Maria colla fidu-
cia di amantissimi figliuoli, ricopiando
in noi colla purezza della vita l'im-
magine del suo Divin Figliuolo . Essa
è e sarà sempre l'aiuto nostro .
AVVISO
Ai Cooperatori e Cooperatrici Salesiani .
Cadendo quest'anno nel giorno 24
maggio la vigilia della festa di Pen-
tecoste, e non permettendo il rito la
Messa e i vespri in onore di Maria
SS . Ausiliatrice, abbiamo fissata que-
sta solennità pel 3 di giugno . Perciò
il mese che precede la festa incomin-
cierà il 2 di maggio . Nel prossimo
Bollettino pubblicheremo l' orario di
tutte queste funzioni. Intanto prepa-
riamoci ad onorare Maria sotto il
suo titolo di Ausiliatrice, che per noi
deve essere caparra di ogni benedi-
zione . Per tante disgrazie che avven-
gono nella società pur troppo molti
soffrono un doloroso presente e tutti
intravedono un pauroso avvenire . Ri-
DON RUA IN FRANCIA .
Nei due mesi or ora scorsi di febbraio
e marzo D. Rua trovavasi in Francia .
Era la prima visita che egli faceva a
quelle nostre Case ed a quei nostri Coo-
peratori come Rettor Maggiore . La fede,
la venerazione, l' amore e l' entusiasmo
onde fu accolto ci ricorda quei tempi, in
cui D . Bosco di v . m. passava di trionfo
in trionfo fra mezzo alla cattolica Francia .
Ne sia ringraziato il Signore . Questo ci
fa sperare copiosi frutti spirituali e tem-
porali per la nostra Pia Società .
Mentre raccomandiamo alle preci dei
nostri Cooperatori d'Italia il felice esito
di questa visita che D . Rua continuerà
nella Spagna, nell'Inghilterra e nel Belgio,
visita di somma importanza per il buon
andamento delle nostre Case, crediamo
di far loro piacere dando alcune notizie
ricavate dal Bollettino Francese.

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Patronato di S . Pietro a Nizza Mare .
DON RUA A NIZZA . - 8 febbraio 1890 -
Il giorno 8 febbraio, alle 9 di sera, D . Rua,
accompagnato da D . Cartier, che era andato
ad incontrarlo a Ventimiglia, faceva il suo
ingresso nel cortile del Patronato di S . Pie-
tro di Nizza . La casa era tutta imbandierata
ed illuminata di mille faci per l'occasione .
La giovine musica salutò l' amatissimo
nostro Superiore Generale, ed i fanciulli al
grido unanime di « Viva Don Rua » si pre-
cipitarono verso di lui attestandogli la loro
affezione e il loro rispetto . E così circondato
da questi gruppi compatti, si portò nel par-
latorio addobbato per il suo ricevimento .
Uno dei nostri confratelli allora lesse
alcune parole di benvenuto, dettate da D .
Cartier in questa circostanza . Eccole
« Gavisi sunt discipuli, viso Domino . »
« Dopo la morte del Salvatore, gli Apostoli ed
i discepoli turbati fin in fondo all'animo d'un av-
venimento che atterrava tutte le loro speranze,
incominciarono a dubitare della divinità del Sal--
vatore . - Essi erano ancora infermi e deboli nella
lor fede .
« Ma qual non fu la loro gioia allorchè videro
Gesù risuscitato ! Gavisi sani discipuli, viso Do-
mino .
« Amatissimo Padre, figliuoli e discepoli di Don
Bosco, noi ci siamo profondamente turbati alla
morte del nostro venerato Padre ; la nostra anima,
come quella degli Apostoli e dei discepoli, fu stra
ziata dal dolore, e obliando un momento tutte le
meraviglie di cui fummo testimoni, abbiamo sen-
tito una pena indicibile ed lui grande timore, pen-
sando a tutto quello che perdevamo .
« Oggi ella viene a noi, o amatissimo Padre, e ri-
trovando in lei l'anima, lo spirito ed il cuore di
colui che noi abbiamo perduto, o piuttosto ritro-
vandolo in lei tutto intiero, i nostri occhi s'aprono
alla luce, e noi sentiamo in noi medesimi che il
nostro Padre, il nostro Maestro non è morto, mentre
la nostra voce ripete : « Non arde forse il nostro
cuore d'amore quando l'eco della sua voce risuona
alle nostre orecchie? »
« Il perchè la nostra gioia è grande in questo
giorno benedetto ; ella la vede splendere sulle no-
stre fronti come brilla nelle anime nostre ; ed at-
testandole la nostra affezione, noi siamo felici di
dar a D . Bosco una nuova prova d'amore e di ob-
bedienza . E non ci ha forse egli detto in quel
testamento, dove ha espresso i suoi ultimi desiderii,
di amare lei come abbiamo amato lui stesso, di
obbedirla come noi abbiamo obbedito alla sua vo-
lontà ?
« Pertanto eccoci tutti stretti intorno a lei .
« Ecco confratelli animati delle più belle dispo-
sizioni, che meco condividono largamente e con
affettuoso sacrifizio le mie cure, le mie fatiche.
Ecco dei fanciulli, suoi fanciulli, che la amano,
perchè ella, pel primo li ha amati piena di santo
desiderio di salvare le loro anime .
« Ella viene, o amatissino Padre, ad incorag-
giarci, a dirigerci, a dare a tutti gli avvisi ed i
consiglcheapresodalcuorediD .Bosced
ai piedi di Maria Ausiliatrice .
« Allorchè trattasi di condurre in battaglia truppe
di fresco raggranellate, egli è cosa saggia inviar
loro insieme qualche veterano che abbia di spesso
veduto il fuoco . - Egli mostra a tutti le meda-
glie prese sul campo d'onore, ricorda le campagne
cui ha preso parte . - Egli insegna a tutti come
convenga azzuffarsi per trionfare nella lotta, per
assicurarsi la vittoria, malgrado le forze e le insi-
die del nemico ; qual ordine, qual disciplina . qual
metodo si debba osservare, in quali pratiche ed
in quai sentimenti appoggiar le forze e lo slancio
necessario per ben meritare della patria e del Prin-
cipe .
« Così ella, amatissimo Padre, che ha preso parte
a tante lotte e a tanti combattimenti, ci insegnerà
come noi dobbiam combattere contro il nemico
della salute, come possiamo pararci dai suoi colpi
e conquistare al Signore un gran numero di a-
nime, preziosa messe irrigata e riscattata col suo
sangue .
« Oh ! quanto noi abbiamo bisogno dei suoi con-
sigli! Quanto ancor abbiamo a fare per seguirla
ed imitarla! noi siamo deboli, senza esperienza,
ma abbiano buona volontà . Noi la amiamo e dietro
la sua guida speriamo colla grazia di Dio di me-
ritarci un giorno la palma del vincitore .
« Ci aiuti, o amatissimo Padre ; il giorno s'av-
vicina al tramonto e noi abbiamo fatto ancor niente .
Perciò ripetiamo tutti dal fondo del cuore : Do-
mine, mane nobiscum, quoniam advesperascit . »
Siamo dispiacenti di non poter dare per
intiero la bella risposta di D . Rua . Ecco un
breve riassunto .
- Il nostro amatissimo Rettor Generale
comincia col dichiarare quanto abbia caro
che gli venga ricordato Don Bosco . Questo
ricordo, mentre fa rivivere profondi dolori, è
ben acconcio a ricordare tutto ciò che il
nostro venerato Padre ha fatto e tutto ciò
che noi dobbiamo fare . Frattanto D . Bosco
è in cielo : e noi abbiamo già molte volta espe-
rimentato il suo benefico appoggio . Egli vi
ha raccomandato di amarmi come avete amato
lui, e di obbedirmi come avete a lui obbedito .
Ottemperando alle sue raccomandazioni voi
renderete soave e facile il compito mio, che
consiste soprattutto, voi lo sapete, nel fare
dell bene alle anime .
Voi mi avete detto : Domine, mane nobi-
scum, quoniam advesperascit ; « Rimanete con
noi, Signore, perchè è già tardi . » Ebbene,
miei cari fanciulli, D . Bosco amava di fer-
marsi a Nizza, ed io non ho altro desiderio
che di fare come faceva D . Bosco . Dimorerò
a dunque con voi più settimane (vivi applausi),
e come non essere commosso della vostra
splendida accoglienza? voi mi avete ricevuto
come un Re . -
Dopo queste parole ed una nuova suona-
tina che guadagnò ai musici i cordiali ringra-
ziamenti del nostro Rettor Maggiore, que sti
andò a prendere un po' di celia col Direttore
D . Cartier . Erano passate le 10 di sera .

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Domenica 9 Febbraio .
Il 9 febbraio al Patronato di S . Pietro
si celebrò la festa del nostro glorioso Patrono
S . Francesco di Sales . La modesta cappella
era addobbata a festa .
Nel mattino D . Rua è occupato ad ascol-
tare numerose confessioni . Egli non lascia il
confessìonale che per celebrare alle 7 1/2 la
Messa della Comunità . Il suo cuore paterno
è pieno di gioia vedendo il gran numero di
fanciulli che s' accostano al banchetto euca-
ristico . Alle ore 10 Messa solenne con canto
e musica .
A mezzogiorno, pranzo, al quale prese
parte un certo numero di invìtati, tra cui il
Rev . P . Anton-Maria, valente e pio cap-
puccino, la cui parola, come quella di San
Paolo, in ostensione spiritus et virtutis è di
tanto vantaggio alle anime, e il sig . Levrot,
Presìdente del Comitato protettore dei nostri
laboratori, ecc .
Infine, alle 3 pom ., vespri a Notre Dame,
poi sermone di carità pronunziato da D . Rua
in presenza di S . E . il Vescovo di Nizza .
Ecco il breve riassunto che ne fa la Semaine
ReNlizgausd
« Il venerando successore di D . Bosco, il cui
aspetto impone stima e rispetto, sul principio del
suo discorso ringraziò vivamente tutti coloro che
s'interessano delle sue Opere, accorsi così nume-
rosi per ascoltare la sua parola . Queste Opere per
le quali egli chiede la loro generosa cooperazione,
la loro ardente simpatia, il loro sollecito concorso,
comprendono tre sorta di stabilimenti : i Patro-
nati della Domenica od Oratori festivi, gli Ospizi
e i Collegi di educazione, e infine le missioni estere.
« Avendo spiegata la natura di queste tre sorta
di fondazioni, l'oratore narrò quanti sacrifizi esi-
gono il loro sostenimento e sviluppo . Ora questi
sacrifizi, così fecondi di magnifici risultati, che è
che li rende possibili, se non la carità dei Coope-
ratori e delle Cooperatrici : carità che fino al giorno
d'oggi si mostrò sempre generosa nei suoi doni,
indefettibile nella sua costanza, carità la cui effu-
sione non ha migliore sorgente in tutta la contrada
che il recinto di Notr e-Dame di Nizza
« D . Rua disse in seguito, che in conformità di
unvotemsdaluovnerbipdcsore,
e confermato dal S . Padre Leone XIII, la Congre-
gazione Salesiana aveva impiegato questi ultimi
anni a raccogliersi e a rinforzare le proprie file .
Egli non aveva accolto nessuna domanda di nuove
fondazioni, preferendo consolidare quelle già esi-
stenti ; ma soggiunse che il momento è venuto di
uscire da questa prudente determinazione, di ac-
cettare nuovi campi da lavorare, d' aprire nuovi
orizzonti all'attività dei suoi religiosi . »
Lunedì 10 Febbraio .
Lunedì ebbe luogo, sotto la presidenza
di D . Rua, la riunione dei membri del Co-
mitato protettore dei laboratori del Patronato,
come pure la riunione delle Dame protettrici
dell' Opera.
Quasi tutti i membri dei due Comitati si
arresero all'invito ; così il salone fu insuffi-
ciente per contenere i numerosi accorsi, ed
una parte di costoro dovettero rimanere in
una sala attigua .
Dopo la preghiera, D . Rua prese la pa-
rola . Ecco in compendio la sua allocuzione
« Cari Cooperatori
« e Buone Cooperatrici,
« Già più volte, in occasione delle feste di Na-
tale e del primo giorno dell'anno, ebbi occasione
di indirizzarvi per lettera i miei ringraziamenti
pel vostro zelo e per la vostra carità verso il pa-
tronato di S . Pietro di Nizza . Io so tutto ciò che
il Comitato protettore ha già fatto per questa
Opera, tutto l' appoggio che a lui presta ogni
giorno . Non ignoro punto le pratiche sì generose
che furon fatte per costituire in maniera perma-
nente il Comitato delle Dame protettrici e assi-
curare la regolarità delle loro riunioni periodiche .
« Oggi finalmente mi è concesso di ringraziarvi
a viva voce . D . Bosco amava di venire a Nizza
e di soggiornarvi . In nessuna parte della Francia
e fuori di essa Don Bosco si fermò così lungamente
come a Nizza . Questa Casa, la prima da lui aperta
sul territorio francese, a lui fu sempre particolar-
mente cara .
« Io intendo di imitare D . Bosco in tutto e per
tutto, per quanto mi è possibile ; e mi sta a cuore
di stringere vieppiù il vincolo che univa D . Bosco
alla città di Nizza, culla delle sue opere fuori
della penisola italica .
« Il vostro Convitato già ha fatto molto bene
co' suoi consigli, col suo zelo nella ricerca dei la-
vori pei nostri laboratori, e infine pei suoi savi
avvisi in tutte le questioni delicate e difficili .
« Io sono adunque felice, di rinnovarvi qui
tutti i miei ringraziamenti e di pregarvi con
istanza a voler continuare le vostre opere di be-
neficenza . Il Direttore del Patronato di S . Pietro
e i suoi coadiutori impiegheranno certamente
tutti i loro sforzi per far prosperare le opere in-
traprese ; ma senza di voi essi possono far nulla .
« Noi possiam dire che il Patronato di S . Pie-
tro fa un gran bene . Tra personale ed allievi
comprende più di duecento persone .
« I nostri ragazzi, come voi ben sapete, si divi-
dono in due sezioni : gli artigiani, che imparano nei
nostri laboratori a campare onestamente la vita,
ed a conservare intatti i principii di morale e di
religione che formano la loro forza, la loro con-
solazione e la loro felicità .
« Gli Studenti . In quanto a questi, D . Bosco
aveva soprattutto per fine di coltivare le vocazioni
ecclesiastiche, e noi speriamo che sorgeranno
numerosi manipoli, i quali andranno dappertutto
a sviluppare e ad accrescere le opere di D . Bosco .
« Ma insieme a questo patronato interno noi
dobbiamo occuparci di tutti quei poveri ragazzi,
che passano la maggior parte della vita per le
strade e sulle piazze, triste luogo dove disgrazia-
tamente sviluppansi e con grande vigore tutti i
malvagi istinti della nostra corrotta natura .
« Per completare l'opera di D . Bosco sarebbe
necessario il Patronato esterno . Questo esiste già
per le ragazze . Le Suore di Maria Ausiliatrice le
radunano la Domenica e il giovedì . Ieri 150 eran
venute a prender parte agli esercizi religiosi ed
ai giuochi per loro apprestati .
« Noi vorremmo un Oratorio esterno per i gio-
vani . Voi avete già fatto molto, miei Signori, per
la gioventù . Il Circolo Cattolico è un vero Patro-
nato, ed io son certo che, D . Bosco dal Cielo si com-
piace di tutto il bene che voi fate ai giovami one-

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ai . Ma quanti ragazzi hanno ancor bisogno di
esser soccorsi ! Sembra che noi dovremmo cercare
sovra la riva sinistra del Paillon, tra la parrocchia
di S . Rocco del porto e di S . Agostino, un locale
adattato alla fondazione di un patronato esterno .
« lo vi sarei ben riconoscente, miei Signori,
se ci aiuterete in queste ricerche .
« Non voglio terminare senza porgere alle
Dame protettrici nuove preghiere, acciocchè per
un' organizzazione definitiva, esse abbiano una
buona parte dei favori e dei meriti spirituali an-
nessi al compimento delle opere Salesiane . Io
loro ricordo eziandio che tutte possono aiutarci
sia dando esse stesse lavori ai nostri laboratori,
sia impegnando altre persone a darcene .
« Ritornando indietro noi vediamo che l'anno
1876 fu fecondo per le opere di D . Bosco . Voi
rammentate che esse presero in quell' anno una
meravigliosa estensione . La prima partenza dei
Missionari Salesiani sotto la guida di Monsig . Ca-
gliero ebbe luogo circa quest' epoca . D . Bosco
fonda le Case di Bordighera e di Lucca, quindi
viene a Nizza, e il Patronato di S . Pietro comin-
ciò, come la casa di Torino, con un Oratorio
esterno . Lavoriamo con coraggio, e stiamo sicuri
che D . Bosco professerà una riconoscenza patente
verso i benefattori dei suoi ragazzi .
Permettetemi di parlare ancora di una gra-
zia singolarissima fra molte altre che mostra ad
evidenza il credito del nostro santo Fondatore .
Accadeva a Torino in sullo scorcio del feb-
brajo 1889 . Una pia e caritatevole signora di To-
rino, la quale spesse volte aveva dato prove di
sua generosità verso i giovanetti di D . Bosco,
era così gravemente inferma per un cancro, che
da cinque anni non era più uscita di sua casa,
e da quattro non aveva varcata la soglia di sua
camera .
« Una prima novena fatta in onore della B .
Margherita Maria, di S . Francesco di Sales e di S .
Giuseppe non aveva ottenuto alcun miglioramento .
Il male si aggravava in maniera spaventosa .
« Un pio ecclesiastico fece osservare alla fami-
glia che non si era presa la miglior via . Un mi-
racolo non poteva essere ottenuto che in vista di
glorificare il Signore in qualcheduno de' suoi Santi .
Per ciò ottenere conveniva ricorrere all' interces-
sione di un solo, e si decise di fare una novena
a D . Bosco .
« L'inferma accolse questo progetto con gioia
e con fede . Ed esclamò : - D . Bosco, voi sapete
che allorquando io era di buona sanità ho fatto
quanto ho potuto per aiutare le opere vostre : or
dunque aiutate me, e se piace al buon Dio, ot-
tenetemi la guarigione .
« Si incominciò la novena a D . Bosco il giorno
31 gennaio, anniversario della sua morte .
« Dopo il secondo giorno si vide un notevole
miglioramento . La povera inferma, che poteva
appena sopportare qualche po' di brodo, domandò
di mangiare e mangiò davvero alimenti sostan-
ziosi, con grande stupore di quelli che la circon-
davano . Il medico constatò con meraviglia il
cangiamento sopravvenuto nello stato dell'amma-
lata . Finalmente l' ultimo giorno della novena
chiese di alzarsi da letto . Grande fu l' imbarazzo
del marito . Questi, persuaso come lo erano tutti
gli altri e come lo era lo stesso medico, che la
sua moglie non si sarebbe giammai alzata, aveva
distribuite le sue vestimenta ad alcune povere
famiglie . A gran stento potè ottenere ch' ella
aspettasse l'indomani per alzarsi, e nel frattempo
le procurò i vestiti necessarii .
« L'indomani, un venerdì, con grande sorpresa
dei vicini, l' inferma andò a ringraziare Dio e
Don Bosco nella nostra Chiesa di S . Giovanni
Evangelista . Il sabato ella si recò a Valsalice a
visitare la tomba di D . Bosco . La domenica venne
a fare i suoi ringraziamenti ai piedi di Maria
Ausiliatrice nella Chiesa dell'Oratorio di S . Fran-
cesco di Sales . Finalmente il lunedì si mise in
viaggio per recare in persona la buona novella
alla sua famiglia . La guarigione era completa .
Quanta riconoscenza non dobbiam noi pro-
fessare al Signore che sembra compiacersi di es-
sere glorificato nel suo umile servo ! »
Allora il Presidente del Comitato, sig . Le-
vrot, prese a dire che il Comitato avrebbe
fatto sempre quanto era in suo potere per
venire in aiuto dell' Opera del Patronato e
di tutte le Opere Salesiane . Quindi col se-
guente fatto mostrò esservi una quantità di
mezzi per procurare l' utilità del Patronato .
« Un membro del Comitato andò a chiedere
al Direttore del Gaz di Nizza una riduzione sul
prezzo del gaz necessario al Patronato di S . Pietro .
In sulle prime la risposta non fu punto soddisfacente .
Il Direttore riconobbe bensì tutti i servigi resi dal
Patronato di S . Pietro ; ma l' Amministrazione
non poteva accondiscendere a questa riduzione,
perché un precedente di questa natura avrebbe
fatto necessariamente sporgere domande analoghe
da tutti gli stabilimenti di beneficenza, ospizi,
asili, etc . . . . Il membro del Comitato non si sco-
raggiò, ed ottenne la promessa : 1° Che il Patro-
nato di S . Pietro sarebbe inscritto per una somma
all'incirca eguale a quella della riduzione doman-
data nella ripartizione delle somme che l' Ammi-
nistrazione mette ogni anno a disposizione delle
opere di beneficenza . 2° Che l' Amministrazione
darebbe ad imprimere nei nostri laboratori i suoi
stampati ; ed ecco come senza aprire la propria
borsa si può essere utile al nostro caro Patronato . »
Uno degli astanti chiese allora che il
sig . Levrot volesse trasmettere i ringrazia-
menti di tutti al collega che seppe ottenere un
così gran favore per il Patronato di S . Pietro .
« Poichè si parla di ringraziamenti, ripigliò il
sig . Levrot, io domando il permesso di ringra-
ziare D . Rua della visita fattaci . Il Reverendo
Padre ci ha detto di voler imitare D . Bosco . Don
Bosco passava un mese a Nizza. Noi domandiamo
che D . Rua s'impegni a restare un mese con noi . »
Al Circolo Cattolico .
La stessa sera il Presidente e i membri
del Circolo Cattolico avevano con piacere
ottenuto di ricevere D . Rua . Ci sia permesso
di riferire la parlata del signor Beaulieu,
avvocato, presidente del Circolo ; e le impres-
sioni, che il Rev . P . Anton-Maria ebbe la
compiacenza di comunicarci, finiranno di.
completare la descrizione commovente del
ricevimento di D . Rua a Nizza .
Reverendo Padre,
« Signori,
« La festa di questo giorno lascerà nei nostri
cuori incancellabili ricordi . Essa ne sveglia dei ben

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soavi e dei ben amari nello stesso tempo, che io
non posso passare sotto silenzio .
« Or sono quattro anni D . Bosco era qui in que-
sta stessa sala . Noi facevamo pressa, attorno a lui
e gli narravamo le gioie che esperimentavamo nel
riceverlo . E doveva essere, ohimè ! per l' ultima
volta . Oggi è il successore, che, continuando le
tradizioni di benevolenza e di carità di D . Bosco
per noi, si degna di onorarci con una visita sua
e di tre dei suoi figli più cari : noi ne siamo pro-
fondamente commossi e riconoscenti, ed io, mio
Rev . Padre, io sono intenerito nel dirglielo .
« Noi eravamo abituati alla bontà di D . Bosco ;
che cosa penserà di noi il suo Successore? Fummo
adottati da D . Bosco ; questa adozione sarà rati-
ficata da D . Rua? . . . La sua presenza, Reverendo
Padre, risponde ampiamente alla mia domanda e
conferma l' adozione della quale andiamo superbi
e felici .
« Sì, noi ci teniam fortunati di appartenere alla
grande famiglia di D . Bosco ; di questa famiglia
che copre la superficie della terra e che su tutti
i punti del globo canta le lodi del padre suo, e
ben presto l'invocherà (se già non lo fa in segreto),
come uno dei Santi più amati da Dio . Possiamo
noi esser degni dell'onore che ci fa questa ado-
zione ! Noi siam qui radunati, o Reverendo Padre,
per prometterle di lavorare ogni giorno più .
« Ella è circondata dai membri del nostro Co-
mitato, il fiore degli Operai ai quali noi ci sfor-
ziamo di fare un po' di bene : ella vede qui eziandìo
i venerandi Fratelli della Dottrina Cristiana, che
dirigono con affettuoso sacrifizio, del quale noi
siamo altamente riconoscenti, il nostro piccolo Pa-
tronato, semenzaio dei nostri futuri operai : tutti
insieme ci siamo associati per fare questa promessa .
« Noi glielo promettiamo in presenza del nostro
zelante cappellano, del Rev . Padre Anton-Maria,
che io saluto con rispetto e ringrazio d'aver cor-
risposto al nostro appello .
str«m . aQpurea osmteisn sdaueet Acpiose atioultien rcainne roamamr entel ranna o la no-
«Mi pe rmetta, Rev . Padre, di domandarle, come
ieri dicevano tutti i giovanetti dell' Oratorio, di
non ritardare il ritorno fra noi per chiederci conto
stelle risoluzioni prese in questo giorno .
« Viva D. Rua ! »
Don Rua e Don Bosco .
Ho visto un miracolo : D . Bosco risusci-
tato ! Don Rua non è solamente successore
di D . Bosco, è un altro lui stesso, la stessa
dolcezza, la stessa umiltà, la stessa sempli-
cità, la stessa grandezza d'animo, la stessa
gioia che irraggia intorno a lui .
Tutto è miracolo nella vita e nelle opere
di D . Bosco ; ma questa perpetuità di lui
stesso in D . Rua mi sembra il più grande
di tutti i miracoli . Quali sono i grandi uo-
mini ed eziandio i grandi santi, che han
potuto darsi un successore simile a se stessi?
Quando la madre di D . Bosco, mamma
Margherita, morì, la madre di D . Rua prese
il suo posto, e divenne la mamma dei pic-
coli orfanelli ; D . Bosco è morto, ed ecco
D . Rua ; che prende il suo posto in mezzo
agli stessi orfanelli.
Io lo ascoltai in cattedra, egli parla colla
stessa sublime semplicità ; l'ho visto nelle riu-
nioni private, egli discorre colla stessa grazìa e
colla stessa potenza d'attrazione . Fui assiso a
suo lato alla festa di famiglia che a lui offrì il
Circolo Cattolico degli Operai, e ho visto, ho
ascoltato Don Bosco, e come D . Bosco era
la copia vivente del Cristo, io mi aveva
d'innanzi una visione vivente di Cristo . Or
voi lo sapete, Gesù Cristo ama la Francia,
perciò fui vivamente applaudito, quando,
prendendo la parola dietro l'invito di tutti,
ho esclamato : Salutiamo la venuta di D . Rua
nella nostra cara Francia ! Il cuore della
Francia, impastato a carità, ha l' intuizione
degli eroi della carità, e va incontro a questi .
eroi ! Il cuore della Francia viene incontro
a Lei, venerato Padre, come andava incontro
a D . Bosco . Qui avvi visibilmente una mi-
steriosa affinità ! L' affinità dell' amore . Sì,
mio Padre, il cuore della Francia e il vostro
si comprendono : battono all'unissono : io lo
proclamo altamente, eco ed interprete di tutti
i cuori che battono qui all'unissono col mio
quanto il cuor di D . Bosco amava la Fran-
cia, altrettanto l' ama il cuor di D . Rua ;
quanto D . Bosco era amato dalla Francia,
altrettanto è già amato e lo sarà sempre
D . Rua . (vivi applausi) .
« In questa stessa sala, ha detto il Di-
rettore del Circolo Cattolico, e in questo
stesso posto, D . Bosco or sono quattro anni,
presiedeva le nostre agapi ; la morte ce l'ha
rapito, noi eravamo tristi, egualmente lo
erano gli Apostoli alla morte di Gesù ; ma
eccolo qui risuscitato!!! Egli comparisse al-
l'improvviso, in mezzo di loro : quale gioia !
È proprio lui! gridano gli Apostoli e tra-
saliscono dell'allegrezza . Ecco la nostra gioja
Reverendo Padre, vedendovi in mezzo di noi .
Noi tutti abbiamo applaudito a questi
pietosi accenti ed io pensava allora all' ani-
mirabile quadro che adorna il santuario della
Cappella del Circolo : vi si vede S . Giuseppe
che lavora . È notte, ma Gesù tiene la lu-
cerna, e Giuseppe sembra illuminato meglio
che pel sole di pien meriggio . Ohime ! si fa
più che mai notte sulla terra e le risorse
sembrano esaurite . Come potrà D . Rua diri-
gere tante opere difficili e alimentarle? Non
temiamo nulla ! Don Bosco è disceso dal
Cielo ; io lo vedo : con una mano egli tiene
avanti D . Rua la fiaccola che lo illumina,
dall'altra versa tesori che del continuo attinge
alla sorgente divina . Così le opere di D . Rua
procedono sempre, e il miracolo continua .
Quale felicità, se un abile pit ore potes e
in un magnifico quadro offrire ai nostri
sguardi tutto ciò che avvi di verità e di
poesia in questo sublime ideale !
F . ANTON-MARIA.
Nizza, 10 febbraio 1890 .

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D . Rua ha visto Canne, la Navarra, To-
lone, S . Cyr, Marsiglia, e, varcati i Pirenei,
ha già visitato Barcellona e Utrera . Speriamo
di poter dare ne' seguenti numeri qualche no-
tizia della affettuosa e commovente accoglienza
avuta anche in questi punti .
Tanto la Chiesa come lo Stato hanno l'una e
l'altro la propria sovranità ; e però nell'ammini-
strazione delle cose sue niun d'essi obbedisce al-
l'altro, ne' limiti tuttavia a ciascuno dall' imme-
diato suo fine determinati . Donde peraltro non
s'inferisce per verun modo che debbano essere
separati e molto meno ostili .
Avvertiamo i Sigg . Cooperatori e Coopera-
trici che l' associazione della Pia Opera del
Sacro Cuore in Roma non sarà chiusa fino al
compimento dell'Ospizio . Quindi continuerà per
un.tempoidf I collettori possono rivol-
gersi alla Direzione del BOLLETTINO per prov-
vedersi di nuove schede .
LA LUCE NELLE TENEBRE
OSSIA
LA PAROLA DI PAP A LEONE XIII
NELLA SUA ENCICLICA
SAPIENTIAE CHRISTIANAE
in dati del 10 Gennaio 1890
(seguito)
La Chiesa in relazione cogli Stati.
La società cristiana dista moltissimo da ogni
genere di politico dominio . Che se ha somiglianza
e forma di regno, tuttavolta non ha la stessa ori-
gine, causa e natura dei regni mortali . È dunque
ragionevole che la Chiesa viva e si conservi con
leggi ed istituti conformi alla sua natura . La
stessa, essendo una società non solo perfetta ma
superiore a qualunque società umana, ha il diritto
e il dovere di non farsi ancella de' partiti, nè di
piegarsi servilmente alle mutabili esigenze della
politica . Per somigliante ragione la Chiesa, cu-
stode del diritto suo e osservantissima dell'altrui,
è indifferente alle varie forme di governo e alle
istituzioni civili degli stati cristiani ; purchè vi
sia rispettata la religione e la morale cristiana .
Su questo stampo conviene che ciascun cattolico
modelli il pensiero e l'azione . Non vi ha dubbio
essere lecita nelle cose politiche qualche lotta,
quando, cioè, si combatte, salva la verità e la
giustizia, coll' intento che trionfino di fatto e, in
pratica quelle idee o quei sistemi, i quali sembrino
più conducenti al bene comune . Ma trarre a un
partito la Chiesa e volere al postutto ch'ella dia
braccio a superare i politici avversarii, è un fare
enorme abuso della religione . Questa per contrario
dev' essere presso tutti santa ed inviolata : anzi
nella politica medesima , la quale non può pre-
scindere dalle leggi morali e dai religiosi doveri,
hanno i cattolici da aver principalmente e sempre
di mira gli interessi cristiani . Che se questi in
qualche luogo pericolano per opera nemica, e si
debbono rimanersi da ogni dissidio, e prendere
con animo e intendimento concorde la difesa della
religione, che è il sommo e comun bene, a cui
tutti gli altri si hanno a subordinare . Il che con-
vien che sia da Noi alquanto più accuratamente
. 15
.I
. Ia
esposto .
Necessità di questa relazione .
E in vero l'uomo di sua natura non è soltanto
u n ente fisico, ma altresì un essere morale . Quindi
dalla tranquillità dell'ordine pubblico , che è il
fine prossimo della civil società, l'uomo domanda
i mezzi del suo fisico perfezionamento, e più ancora
quelli della sua perfezione morale : e questa in
niun'altra cosa è riposta, se non nella conoscenza
e nella pratica della virtù . Allo stesso tempo vuol
egli, come è giusto, trovare nella Chiesa i mezzi
adatti alla sua perfezione religiosa, la quale con
siste nella scienza e nella pratica della vera reli-
gione, regina delle virtù morali, appunto perchè
ordinandole a Dio, le compie e perfeziona tutte .
Nello stabilire pertanto le leggi e le istituzioni ha
da aversi riguardo alla natura morale e religiosa
dell'uomo e curarne ordinatamente la perfezione ;
nè comandare o proibire cosa alcuna se non in
vista del fine proprio di ciascuna delle due società
civile e religiosa .
Laonde non può essere la Chiesa indifferente
intorno alle leggi dello stato, non in quanto tali,
ma perchè talora, travalicando i debiti confini,
invadono i diritti della Chiesa . Anzi è per essa
un dovere, impostole da . Dio, di resistere, sempre-
che la politica danneggi la religione, e di argo-
m entarsi con ogni studio acciocché lo spirito della
legislazione evangelica informi le leggi e le isti-
tuzioni dei popoli . E perchè l' andamento degli
Stati specialmente dipende dall'indole e natura dei
governanti, la Chiesa non può prestare favore ed
appoggio a coloro, i quali osteggianla, disconoscono
apertamente i suoi diritti e si sforzano di separare
due cose , di lor natura, inseparabili, Religione e
Stato . All' incontro ell' è favoreggiatrice, come è
suo debito , di coloro che, avendo dello Stato e
della società cristiana un giusto concetto, vogliono
che amendue procaccino d'accordo il ben comune .
- In questi precetti si contiene la norma che
ogni cattolico nell' esercizio della vita pubblica
deve seguitare . Vale a dire, che dovunque la Chiesa
non vieta di prendere parte alla pubblica ammi-
n istrazione, debbonsi favorire le persone di spec-
chiata probità e che danno speranza di tornarsi
benemerite della causa cattolica ; nè per ragione
alcuna è lecito di dare la preferenza ad uomini
ostili alla religione .
Della concordia degli animi .
Donde chiaro apparisce quanto sia importante
il dovere di conservare la concordia degli animi,
massimamente che ai tempi nostri impugnasi con
finissimi artifizi e divisamenti la religione cri-
stiana . Quei che hanno a cuore di rimanere stret-
tamente uniti alla Chiesa, che è columna et firma
mentum veritatis (1) , colonna e fondamento di
verità , agevolmente schiveranno magistros men--
daces . . . i menzogneri maestri, libertatem illis pro-
mittentes, cum ipsi servi sint corruptionis (2), i quali
promettono altrui libertà, essendo essi medesimi
schiavi della propria corruzione ; anzi , merce la
forza della stessa Chiesa che verrà in essa trasfusa,
1) Timoth
(2) Petr. II, 1, 19.

1.7 Page 7

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supereranno con la sapienza le insidie e le vio- battaglia, nella ferma persuasione che l'impero del-
lenze con la fortezza . Non fa qui luogo d'indagare l'ingiustizia non è durevole, e che la vittoria finale
se e quanto abbiano contribuito all'attuale stato è assicurata alla santità del diritto e della reli-
di cose ne' politici sconvolgimenti de' tempi nostri gione . Costoro veramente imprendono cosa degna
l'inerzia e le dissensioni de' cattolici ; egli è tut- dell'antico valore, quando si studiano di difendere
tavia fuor di dubbio che i malvagi sarebbero stati la religione specialmente contro quell'audacissima
meno audaci, nè avrebbero accumulate tante ruine, setta, nata per guerreggiare il cristianesimo, e che
se più robusta e vigorosa fosse stata generalmente mai non si rimane dal perseguitare il Sommo Pon-
negli animi la fede, la quale per ca ritatem ope- tefice, su cui stese la mano : nella qual lotta per
ratur (1), « è per la carità operosa » e se la morale altro conservano con ogni studio e diligenza la
cristiana, divinamente insegnataci, non fosse presso debita sommissione, avendo in costume di nulla
tanti scaduta . Piaccia a Dio che il passato ci rechi intraprendere di proprio senno . E perchè cotesta
almeno con la rimembranza questo vantaggio dii volontà di ubbidire, unita alla gagliardia dell'a-
farci più saggi ed avvisati per l'avvenire !
nimo e alla costanza, è necessaria a tutti i cristiani,
acciocchè in ogni evento in nullo sint deficientes (1),
Partecipazione alla vita pubblica .
non vengano meno in veruna cosa, » vorremmo
di tutto cuore che nell'animo di ciascheduno alta-
Quanto poi a quelli che prenderanno parte alla
vita pubblica, due sono i difetti ch'essi dovranno
evitare , l' uno è la falsa prudenza , l'altro è la
stolta temerità. - Poichè certuni avvisano che
non convenga a fronte scoperta resistere alla po-
tente e dominante iniquità, temendo che la resi-
stenza non inacerbisca per ventura gli animi degli
avversarii . Di costoro non si sa se stieno per la
Chiesa, o contro, essendochè affermano di profes-
sare la dottrina cattolica, ma pur vorrebbero
che la Chiesa lasciasse libero il corso a certe teorie
d a quella discordanti . Dolgonsi dello scadimento
della fede e della corruzione dei costumi ; e non-
dimeno niente adoprano per rimediarvi, se pure
per via di concessioni o di simulazioni colpevoli
non aggravano talvolta il male . Gli stessi preten-
dono che niun metta in dubbio la loro devozione
verso l'Apostolica Sede : ma trovano sempre di
che censurare il Papa . La prudenza di costoro è,
di quel genere appunto, che da Paolo Apostolo
vien detto sapientiacestarpmnioz,
della carne e morte » d; ell'annua lacchè non è
nè può essere subordinata alla legge divina (2) .
Con siffatta prudenza non si provvede punto a me-
nomare i mali, poiché i nemici han fermo nell'a-
nimo di opprimere l'unica vera religione, il Cat-
tolicismo ; e molti di loro il dicono spudoratamente
e non si peritano di gloriarsene . Con questo reo
proposito in cuore niente v'ha ch'essi non osino
dacchè ben sentono che quanto più atterrito sarà
il coraggio degli altri, tanto più di balia essi
avranno a misfare . Quelli pertanto che amano
prudentiam carnis, e fingono d'ignorare che ogni
cristiano deve essere buon soldato di Cristo ; quei
che presumono di conseguire per fioriti sentieri,
e senza combattere, i premi dovuti ai vincitori,
essi ben lungi dal tagliare ai mali la via, non
fanno che spianarla .
Per l'opposto, non pochi mossi da falso zelo, o
peggio ancora, da secondi fini, arrogansi un officio
che loro non s'appartiene . Eglino vorrebbero che
la Chiesa si governasse a senno e voglia loro, fino
al punto di non soffrire che altrimente si faccia e
m ente si radicasse quella che Paolo chiama pru-
dentiam spiritus (2) « prudenza dello spirito .
Dappoichè questa, in governare le umane azioni
segue l'ottima regola del giusto mezzo, facendo sì
che l'uomo nè per codardia si disperi, nè per
temerità troppo di sè presuma . - Corre poi divario
tra la prudenza politica, che riguarda il bene co-
mune ; e la individuale che mira al bene di cia-
scheduno in particolare . Questa è propria d'ogni
privato, che nel governo di se stesso segue i det-
tami della retta ragione ; l'altra de' superiori,
massime dei Principi, il cui officio è governare
con autorità sovrana la cosa pubblica ; cotalchè
tutta la politica prudenza dei privati consiste
nell' eseguire fedelmente gli ordini del legittimo
potere (3) .
Questa disposizione e quest'ordine deve tanto più
vigorire nella società cristiana, quanto è piú largo il
campo, che la prudenza politica del Papa abbraccia ;
essendo sua missione non solo governare la Chiesa,
m a eziandio dirigere in generale gli atti de' citta-
dini cristiani, coordinandoli acconciamente allo
sperato conseguimento dell' eterna salvezza . Donde
chiaro apparisce esser indispensabile, oltre a una
somma concordia di pensiero e di azione, il prendere
costantemente e religiosamente a norma dell'operare
la politica sapienza dell'ecclesiastica autorità . Ora
il governo della società cristiana dopo il Papa e
dipendentemente dal Papa, spetta ai Vescovi ; i
quali sebbene non poggino alla sommità del po-
tere, sono tuttavia nell'ecclesiastica gerarchia ve-
ramente principi ; e amministrando ciascun d'essi
la sua Chiesa, sono quasi principales artifices.in
aedificio spirituali (e4d),hanoprciutnel
loro ufficio ed esecutori delle loro deliberazioni i
sacerdoti . A siffatto organismo della Chiesa, che
niun mortale può mai mutare, è d' uopo che si
adatti l'azione della vita . Imperocchè, come è ob-
bligo dei Vescovi tenersi stretti alla Sede Aposto-
lica nel governo delle loro Diocesi, così conviene
che i chierici e i laici vivano ed operino in per-
fetta concordia coi loro Pastori . - Vi può aver
in questi alcun che di men lodevole nella vita o
di accettare il fatto con ripugnanza . Costoro con-
tendonsi invano, e non sono meno riprensibili (lei
precedenti . Poichè egli è cotesto un prevenire e
non seguitare la legittima autorità, ed un voler
trasferire ne' privati l'ufficio de' Pastori con grande
(1) Iac . I, 4.
(2) Rom. VIII, 6.
(3) La prudenza nella ragion risiede, di cui è proprio il reggere
e il governare ; e però in tanto ha da avere ciascuno ragione e pru-
sconvolgimento di quell'ordine, che Dio nella sua
Chiesa ha in perpetuo stabilito, nè permette che
sia da veruno impunemente violato . - Quelli ope-
denza in quanto partecipa del reggimento e del governo . Ora è evidente
che è proprio di un suddito, in quanto è suddito e di un servo in
quanto servo . non il reggere e governare, ma l' essere retto e go-
vernato . E però la prudenza non è virtù del servo né del suddito in
rano assai bene, che al bisogno non ricusano la quanto tale. Ma perché ogni uomo, emme ente razionale, partecipa
in qualche modo del governo secondo l'arbitrio della ragione, però
a lui conviene la prudenza . Donde si fa manifesto che la prudenza è
(1) Galat. v, 6 .
(2) Sapientia carnis inimica est Deo : legi nim Dei non est subiecta,
neque enim potest. Rom. viii, 6, 7.
nel principio a silo' d'arte architettonica, come si disse nel VI Ethi-
c orum ; e ne' sudditi a mo' d'a.r1tTX2ehLVmI-n,uQl(S
(4) S. Thom. Quodlib. I, art. IL

1.8 Page 8

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rovevole nelle opinioni : ma niun privato
arroghisi la persona di giudice, che Cristo Signore
impose a quel solo cui diede a governare gli
agnelli e le pecorelle . Tenga, ognuno bene scolpita
in mente la sentenza di Gregorio Magno : « Deb-
bonsi ammonire i sudditi che se veggono per av-
ventura alcun che di biasimevole nelle azioni dei
loro superiori non si facciano per questo a giudi-
care temerariamente della vita loro ; acciocchè
mentr' essi giustamente riprovano il mal fatto,
non vengano per superbia a sommergersi in più
profondo abisso . È d'uopo avvertirli che, tenendo
essi l'occhio ai difetti dei superiori, non prendano
quinci maggiore baldanza contro di essi, e se pur
gravi fossero alcuni lor mancamenti, ne facciano
seco stessi r agione, sì che mai non ricusino di
portare per timor di Dio il giogo della loro obbe-
dienza . . . Perciocchè le azioni dei superiori, anche
allora che si reputano degne di biasimo, non si
hanno a ferire con la spada della lingua » (1) .
Della vita pratica cristiana .
Ma non approderanno guari cotesti sforzi, ove
non s'intraprenda un tenor di vita conforme alla
morale cristiana . - Disse della nazione giudaica
la sacra Scrittura : Usque dum non peccarent in
conspectu Dei sui, erant cum illis bona;Deusnim
illorum odit iniquitatem . . . Crecsintavu, m
quam dederat illis Deus, ut ambularent in ea, exter-
minati sunt praeliis a mfinoultis nationibus (2):«
a tanto ch'essi non peccarono nel cospetto del loro
Dio, ebbero felicità, perchè il loro Dio ha in odio
l'iniquità . . . Ma quando abbandonarono la via inse-
gnata loro da Dio, acciocché la seguitassero, fu-
rono disfatti in battaglia da molte genti . » Ora
la nazione giudaica portava in sé, abbozzata la
forma del popolo cristiano ; e nelle antiche sue
vicende spesso prefigurava la verità futura : se-
nonchè, avendoci la bontà divina e ornati di molti
e più grandi doni, la macchia d' ingratitudine
torna assai più gravi le colpe dei cristiani .
Pericoli degli Stati moderni .
La Chiesa non è in verun tempo e di modo
alcuno da Dio abbandonata, e quindi nulla ha a
temere dalla malvagità degli uomini ; ma non
possono avere eguale sicurezza le nazioni, che
vanno degenerando dalla virtù cristiana Impe-
rocchè miseros facit populos peccatum (3) : « il pec-
cato fa miseri i popoli. » - Della qual sentenza,
se per l'addietro ogni secolo ha esperimentata la
verità e la forza, chi ne assicura che non avrà a
provarla il nostro? Anzi da molti segni si fa ma-
nifesto penderci già sul capo il meritato castigo ;
e ben ce lo conferma l' istessa condizione degli
Stati moderni, molti de' quali veggiamo travagliati
da interni mali, e niuno del tutto tranquillo e
sicuro . Che se
proseguiranno
le
pel
fazioni de' tristi audacemente
cammino che battono, se verrà
lor fatto di crescere in influenza e potere, esse
che con male arti e con peggiori propositi già
scapestrano cotanto, havvi di certo a temere che
non demoliscano lino dalle stesse fondamenta, che
vi pose natura, tutto l' edifizio sociale . - Nè è
possibile che gli Stati cessino da se cotanti peri-
coli coi soli aiuti umani, sopratutto perchè una
gran moltitudine di gente, ripudiata la fede cri-
1) Reg . Pastor. P. III, cap . IV
(2) Iudith. v, 21-22 .
(3)Prov . xiv,30
stiana, paga giustamente il fio della sua superbia
in questo che, accecata dalle passioni, ricerca in-
vano la verità, abbraccia per verità l'errore, e si
avvisa di essere sapiente, quando chiama malum
bonum, et bonum malum, e dice : tenebras lucem,
et lucem tenebras (1) .
Dei rimedi, e in primo luogo della carità .
Bisogna dunque che Dio intervenga, e mentore
della sua bontà con occhio pietoso riguardi il ci-
vile consorzio . Il perché, come altre volte abbiamo
caldamente raccomandato, è d'uopo adoprarsi con
singolare ardore e costanza, che la divina clemenza
venga con umili preghiere implorata, e sieno richia-
mate in vigore quelle virtù, che formano l'essenza
della vita cristiana . - Primieramente fa di me-
stieri accendere nei cuori e custodire la carità,
precipuo fondamento della vita cristiana, senza
cui o non vi hanno virtù, o queste sono infeconde .
Laonde il beato Paolo avendo esortato i Colossesi
a fuggire ogni sorta di vizi e a praticare le virtù
cristiane, soggiunge : super omnia autem haec cari-
taemhabet,quodestvinculmperfctions (2),
« sopra ogni altra cosa conservate la carità, che
è il vincolo della perfezione . » E veramente vin-
colo di perfezione è la carità, perché quanti essa
abbraccia, altrettanti intimamente congiunge col-
l'istesso Dio e fa ch'essi da Dio attingano la vita
dell'anima e vivano con Lui e per Lui . La carità
poi verso Dio deve andare a quella del prossimo
associata ; perché gli uomini sono come una par-
tecipazione dell' infinita bontà di Dio ; e di Lui
portano in sè scolpita l'immagine e la somiglianza .
Hoc mandatum habemus a Deo, ut qui diligit
Deum diligat fratrem suum (3) . Si quis dixerit,
quoniam diligo Deum, et fratrem suum oderit,
mendax est » (4) . « Questo precetto abbiam da
Dio, che chi ama Dio, ami ancora il proprio fra-
tello . Se taluno dirà : io amo Dio e avrà in odio
il suo fratello, egli è menzognero .
Il divin Legislatore chiamò nuovo cotesto pre-
cetto della carità, non quasi che niun'altra legge
e la stessa natura non ci avesse comandato di
amare il prossimo ; ma perchè questo modo di di-
lezione imposto da Cristo era affatto nuovo e a
memoria d'uomo non mai udito . Imperocchè Gesù
Cristo impetrò a' suoi discepoli e seguaci quella
stessa carità, con cui Egli è amato dal Padre, ed
ama egli stesso gli uomini ; affinché questi esser
potessero in lui un cuor solo, un'anima sola, come
egli e il Padre sono per natura una cosa sola .
Niuno ignora quanto profondamente
da principio nei cristiani la virtù di questo pre-
cetto, e quali e quanti frutti di mutua benevo-
lenza, di concordia, di pietà, di pazienza, di for-
tezza arrecasse al mondo . Perchè non si dà opera
a imitare gli esempi dei maggiori? L'istessacon-
dizione dei tempi non è di lieve incitamento alla
carità . A misura che rinciprignisee l'odio degli
empii contro Gesù Cristo, debbono i cristiani rin-
vigorire la pietà e rinfocolare la carità, madre
feconda di grandi imprese . Racquetinsi dunque i
dissidii, se ve n'ha ; tacciano quelle contese che
dividono le forze dei combattenti, e punto nulla
approdano alla religione ; e tutti uniti di niente
per la fede, di cuore per la carità, vivano, com'è
di dovere, nell'amore di Dio e dell'umanità .
(1) Is. v, 20
(2) Colos . III, 14.
(3) I Io . iv, 21 .
(4) Ib . 20

1.9 Page 9

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Dell'educazione.
presto al bisogno, tanto del gregge come dei pa-
stori, fino a guerra vinta, lo speciale aiuto di Dio .
Cade qui in taglio di ammonire massimamente
i padri di famiglia, che si studino di governare
con queste regole la casa e di ben educare fino
dall'età più tenera i figliuoli . La famiglia contiene
in sè il germe della civile società ; e in gran parte
la sorte di questa si va maturando tra le dome-
stiche pareti . E però quei che vogliono schiantarla
dal cristianesimo, mettono mano alla radice e s'af-
frettano a corrompere la famiglia . E da tanta ri-
Da questa speranza ravvalorati, Noi dal fondo
del Nostro cuore impartiamo nel Signore a Voi,
Venerabili Fratelli, e a tutto il Clero e popolo
vostro l'Apostolica benedizione, auspice de' celesti
doni e pegno della Nostra benevolenza .
Dato in Roma presso S . Pietro il dì 10 gennaio
dell'anno 1890, duodecimo del Nostro Pontificato .
LEO PP . XIII .
balderia non li ritiene nè atterrisce il pensiero
dell'enorme ingiuria, che in ciò fanno eziandio ai
genitori . ; i quali hanno dalla natura il diritto di
educare quei ch'essi procrearono ; diritto, a cui
va unito il dovere di coordinare l'istruzione ed
educazione dei fanciulli al fine, pel quale ebbero
ONORANZE A DON BOSCO .
dalla bontà di Dio la prole . Conviene adunqúe
che i genitori contendano e si sforzino di respin-
gere in questa bisogna ogni attentato ; di riven-
dicare a ogni costo il diritto di educare, com'è di
Faenza, 2 febbraio 1890 .
Don Bosco vive ! Oh sì, eglì vive nei
ragione, cristianamente i figliuoli, e sopratutto di suoi figli, ne' suoi giovanetti, nelle sue o-
tenerli lontani da, quelle scuole in cui corrono il
rischio d'assorbire il veleno dell'empietà . Quando
trattasi di ben educare la gioventù, niun'opera e
fatica è tanta che basti.. Nel che degni della pub-
blica ammirazione sono molti cattolici di varie na-
zioni. ; i quali con ingenti spese e con maggiore
costanza aprirono scuole per l'educazione dei fan-
ciulli . È d'uopo emulare cotesto salutare esempio,
dovunque sembri richiederlo la condizione dei
tempi : abbia però ognuno per prima cosa fermo
in cuore, che ad informare a virtù l'animo dei
fanciulli vale moltissimo e anzitutto la domestica
educazione . Se l'adolescente età troverà in casa
la morigeratezza del vivere, e come una palestra
delle virtù cristiane, sarà in gran parte assicurata
la salvezza della società .
pere ; vive in Italia, in Francia, nell' in-
tera Europa : vive in America , e già in
Asia, in Africa, vive dappertutto ora che è
in Paradiso meglio che quando era in terra ;
e vive anche nella nostra cara Faenza ch'egli
tanto amava . Ecco l'espressione che usciva
dalla bocca e ci scambiavamo tra noi gloriosi,
sebbene indegni, Cooperatori e Cooperatrici
Salesiane al chiudersi del giorno 31 Gennaio,
secondo anniversario del suo beato transito al
Cielo, dove tutti lo crediamo e lo preghiamo .
Il buon Dìrettore di questa fiorente Casa molti
giorni prima aveva mandati gl'inviti per una
solenne commemorazione di tal giorno . In essi
ci pregava non solo di pigliar parte alla Co-
Diffusione dell'Enciclica e conclusione .
munione generale ed al solenne funerale, in
cui i giovanetti dell'Istituto, coadiuvati da' mi-
E già sembraci di avere toccate le cose princi-
pali, che in questi tempi i cattolici debbono fare
ovvero fuggire. - Resta ora, e ciò a voi si spetta,
Venerabili Fratelli, procurare che la voce Nostra
per ogni parte echeggi, e che tutti intendano
quanto importi mettere ad affetto le cose di che
abbiamo in questa lettera ragionato . L'osservanza
degli esposti doveri non può tornare grave e mo-
lesta a veruno ; perchè il giogo di Gesù Cristo è
soave e il suo peso è leggero . Che se taluna cosa
gliori cantanti della città, avrebbero eseguita
la grandiosa Messa funebre coll' esequie di
Mons . Cagliero ; ma c'invitava ancora a pi-
gliar parte ad una solenne e pubblica ac-
cademia commemorativa de' meriti e delle
virtù di sì gran Padre . Ottimo, bellissimo
pensiero fu il suo, di pregarci a prendere
parte non solo di presenza ma di azione,
lasciando così anche a noi campo di sfogare
parrà malagevole ad eseguirsi, Voi con l'autorità
e con l'esempio farete sì, che ognuno con la maggior
vigoria di animo vi si applichi e mostri contro le
difficoltà indomabile coraggio . Mettete loro avanti,
siccome Noi stessi soventi volte vi dicemmo, essere
in pericolo i più sublimi e sommamente deside-
rabili beni dell'uomo, per la conservazione dei
quali dovrebbesi aver per nulla ogni travaglio ;
ed essere alle fatiche e ai patimenti riserbato tal
guiderdone, quale, e grandissimo, ne frutta una vita
con poesie, o con prose, parte almeno del
grande affetto e gratitudine che all' amato
Don Bosco ci lega e sempre terrà legata Faenza
non solamente, ma l'intera Romagna .
Egli non volle far parare a lutto la nuova
Chiesa perché, come molto a ragione disse,
quel giorno gli sapeva più di festa che di
duolo ; furono tuttavia coperte le lesene e le
colonne coi drappi neri dati in imprestito
cristianamente menata . D'altra parte, il non voler
pugnare per Cristo è un impugnarlo ; ed egli stesso
protesta (1) che rinnegherà innanzi al Padre suo in
cielo chiunque avrà ricusato di confessarlo avanti
agli uomini in terra .
Quanto a Noi, e a voi tutti, non lasceremo mai,
fin che ci basti la vita, che l'autorità, il consiglio
e l'opera Nostra venga meno di qualsiasi modo
dal M . R . e Bent° . Parroco de' Servi . Ma-
gnifico poi fu il catafalco lasciato pure
in imprestito dal Re .do D . Chiarini e messo
anzi a posto da lui stesso . Formava tre
piani coperti di candelieri e torcia in buon
numero ed artisticamente disposte ; s'innal-
zava al disopra un'alta e maestosa piramide
nel combattimento . Nè v'ha dubbio che non sia sormontata dalla Croce ed attorniata alla base
da quattro vasi, ne' quali con bella grazia
(1) Luc. IX, 26
erano piantati quattro salici piangenti che

1.10 Page 10

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ricordavano sì bene Valsalice, il luogo for-
tunato che ne custodisce le care spoglie .
Il simpatico ritratto dell'amato D . Bosco
campeggiava bello e sorridente in mezzo al
lato di fronte al portone, e quella cara fisio-
nomia pareva sorridere più dolcemente che
mai a' suoi figli, a' suoi Cooperatori e Coo-
peratrici che venivano ad onorarlo . Sul por-
tone maggiore della Chiesa vi era questa
breve iscrizione
A DON BOSCO
PREGANO LA PACE DEI GIUSTI
I SUOI FIGLI
I SUOI COOPERATORI, LE SUE COOPERATRICI
Al mattino la Comunione fu davvero ge-
nerale . Non pochi Sacerdoti secolari e religiosi
vennero spontaneamente a celebrare la S .
Messa, tra i quali sono da notarsi il sig . Ca-
nonico D . Filippo Lanzonì, che dìsse la Messa
della Comunità, in cui fece un fervorino tanto
più bello ed a proposito, quanto più spontaneo
ed improvvisato ; l' Eccell .m° Mons . Vicario
Preposto Can. Baldassari, il quale cantò la
Messa e fece le Esequie, mentre i giovanetti,
sostenuti dalle potenti voci specialmente dei
nostri bravi mansionari del Duomo, impara-
disavano colle loro meste armonie ! Si sentiva
in quelle espressioni e si leggeva sul volto di
tutti il dolore di non aver più tra noi D . Bosco,
e la gioia di ritenerlo già ad intercessore in
Cielo .
La sera, all'ora indicata, tutto era all'ordine
per l' accademia, che non poteva essere più
bella, nè più solenne . In fondo al palco sce-
nico, ridotto a sala tutta coperta a lutto, tra
un gran numero di belle fiammelle campeggiava
maestosa, sorridente con una serenità da Pa-
radiso, la cara figura del Vener . Padre degli
Orfani che si voleva onorare . Una bendisposta
ed ampia scala metteva in comunicazione la
platea col detto palco, dove erano alcuni posti
riservati . Al di qua e al di là del provvisorio
scalone stavano in bell'ordìne la banda ed i
cantori dell'Istituto . In un subito il gran sa-
lone fu pieno di Cooperatori e Cooperatrici
accorsi alla cara dimostrazione .
All'entrare di Mons . Vicario, che rappre-
sentava anche l'amatissimo nostro Pastore,
la banda diè principio al trattenimento con
una bella marcia funebre ; quindi aprì l' ac-
cademia l'Eccll .m° Mons . Vicario stesso, invi-
tando a cantare le lodi di questo vero eroe
chiamandolo ben degno di maggiori onori, il
che fece con classici distici, quali soli so-
liti sgorgare dalla sua bocca, e che io son
dolentissimo di non poter riprodurre . Fu se-
condo il Rev.m° sig . Can . Lanzoni, che pro-
nunziò un lungo e magnifico discorso sulle
virtù del Fondatore de' Salesiani . Ma non
finirei sì presto, se tutti volessi passare a
rassegna i varii componimenti di ténere prose
e di sublimi miste ad infantili poesie che si
succedettero, intramezzate da suoni e canti .
Non posso però lasciar dimenticato qualcuno,
che merita troppo bene di essere ricordato !
Come il bellissimo ritratto di D . Bosco fatto
in purissima poesia dal M . Rev. Don Conti ;
i sonetti e le poesie declamate dai Chierici
Pasi e Cicognani di questa città . Si meri-
tano pur lode i lavori poetici inviati dal M .
Rev. D . Lama e dalle due illustri poetesse
Faentine, la sig . Anna Rossi Ved . Boschi
e la sig . Lucia Spada . E meritano di essere
per intiero riportati due sonetti ; uno letto
del Rev . Padre Pio da Lugo a nome di tutta
la Comunità de' Cappuccini, l'altro del M .
Rev . D . Taroni, rappresentante il nostro
Ven. Seminario.
I.
Figli a D . Bosco! dolorosi in viso
Assister vi mirai al funerale
Oggi io cui Esso dal suo fral diviso
Alla reggia del ciel spiegava Tale .'
Tergete il pianto ornai . Nel Paradiso
Egli cinge di fior serto immortale,
E fra i Beati nell'eterno viso
Il premio gode a' suoi gran merti eguale .
Forse presto avverrà (mel dice il core)
Clic qual s'offre agli Eroi nel ciel gloriosi
Abbia anch'Esso quaggiù culto ed onore .
E in questo dì non di funereo canto
Ma d'allegre armonie, d'inni festosi
Fia che risuoni tutto il Loco Santo .
Il .
Dei due che D . Taroni lesse, mi piace
riferire quello intitolato : La furberia di D .
B osco.Stranoil!Degntuopròdel
Santo cui s'inneggia .
Don Bosco sì ch'Egli ha saputo fare ;
Che nel tempo ch'è stato in mezzo a noi
Ha fatto così bene i conti suoi,
Che un Santo è riuscito a diventare!
Eccolo infatti, che tra lo più chiare
Alme risplendo dei celesti eroi ;
Ed ode dall'occaso ai lidi eoi,
Da un polo all'altro il nome suo suonare .
Già mi fu detto, che un gran furbo Egli era,
Ed io, stolto che fui, me l'ebbi a male,
Ma or ben m'avveggo che dal torto io era .
Altro che furbo! Avere i primi posti
Lassù nel cielo, e qui gloria i. mmortale!!
Ah sì, o Don Bosco, che un gran furbo fosti!!
L'egregio Direttore poneva termine con
tre parole : Ringraziamento, promessa e pre-
ghiera . Ringraziamento per quanti si erano
prestati alla bella dimostrazione ; promessa
de' giovani di volersi sempre mantenere fe-
deli agli insegnamenti di Don Bosco, pre-
ghiera ai Cooperatori ed alle Cooperatrici di
continuare a sostenere le opere Salesiane,
che in compenso ne avranno larghi aiuti anche
da Don Bosco .
La stima e la venerazione per D . Bosco
è grande ne' Faentini ; ed essi l'han dimo-
strata una volta più in questa solenne ri-
membranza . E a ragione dopo varie segna-
late grazie ricevutesi qui in città, andiamo
ripetendo : D . Bosco ci ama ancor più dal
Cielo . Ei vive e vive in eterno !
Ú. A. C.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARI .
I Missionari partiti con D . Costamagna
sul principio di dicembre u . s . sono giunti
tutti a loro destinazione, e già sono ai loro
posti nel campo del lavoro . Ebbero qualche
momento di grave burrasca ; ma, ringraziando
Iddio, cessò ben presto . Ed essi sempre al-
legri e contenti si resero ai loro Confratelli
dell'Argentina e dell'Uruguay .
Dall'Argentina .
Buenos Aires, 31 agosto1889 .
REV .m° SIG . D . RUA,
A quest'ora sarà già perfettamente infor-
mata dello sviluppo delle nostre Case del-
l' Argentina , ed in particolare di questo
Collegio di arti e mestieri, che pare chia-
mato a riprodurre il grandioso spettacolo
dell'Oratorio di Valdocco in questo sempre
crescente sobborgo di Almagro . Il nostro
Superiore D . Costamagna le avrà fatto re-
lazione di quanto coll' aiuto di Dio e col
favore e protezione deì nostri buoni Coo-
peratori si opera in favore dei figli del po-
polo, che qua più che altrove si trovano
abbandonati, sì per mancanza di esempi ed
istruzione morale nelle famiglie, come per la
desolante ed iniqua proscrizione della religione
nelle scuole . In questi giorni però ho potuto io
stesso sperimentare più che mai le consola-
zioni, onde Maria SS . Ausiliatrice vuol ricom-
pensarci di quelle povere fatiche sostenute
per dodici anni, affine di stabilire in questa
Capitale l'Opera di D . Bosco .
Gli esami semestrali che si diedero con
maggiore importanza, chiamando anche esa-
minatori da altre Case, riuscirono bene, grazie
anche al rinforzo di personale pervenutoci
quest'anno colla ultima spedizione di Mons .
Cagliero .
Le due scuole superiori che chiamiamo di
Latinità contano più di 50 alunni che, oltre
alle materie prescritte dal programma gover-
nativo, si dedicano anche al latino ; di maniera
che fa sperare abbia loro da essere profittevole
un dì per il negozio delle anime, più che le
scienze naturali e matematiche pei negozi
materiali .
Gli Esercizi spirituali ci consolarono assai
più col mostrarci le buone disposizioni dei
giovanetti, per ascoltarla parola di Dio e darsi
del tutto alla pratìca delle cristiane virtù . Al
darsi per ricordo un piccolo Crocifisso si potè
conoscere che il numero degli intervenuti
fu di 284 interni o convittori, oltre a 95 esterni
che vennero essi pure assidui alle prediche
e ricevettero i SS.Sacrmentiodfcae
divozione il dì dell' Assunzione di Maria
SS . Noi ascrivemmo anche questa bella
grazia ai meriti ed all'intercessione diDon
Bosco, poichè incominciammo i SS . Esercizi
nel giorno che, secondo i nostri calcoli, il
nostro Ispettore doveva deporre sulla tomba
del V .do Fondatore nostro la corona funebre
che gli consegnammo, e finimmo il dì natalizio
dello stesso Don Bosco . Che miglior grazia
potevamo noi aspettarci che di vedere in
quel bel giorno rinascere a vita spirituale e
più virtuosa tante tenere anime, che formano
ora la compiacenza del Signore, e sono l'og-
getto di tutte le cure e fatiche di noi poveri
Salesiani? Ne sia dunque ringraziato il Si-
gnore, e la benedetta anima di Don . Bosco
ne sia rimunerata nel Cielo con gloria sempre
maggiore, al vedere le sue opere produrre
sempre più copiosi frutti .
Era giusto che, dopo avere sperimentato
la docile corrispondenza dei nostri alunni sì
nella parte religiosa come intellettuale e pro-
fessionale, concedessimo loro un giorno di
speciale divertimento, dove si sfogasse tutta
l'ilarità ed espansione dei cuori giovanili
diretti dalla assistenza continua e famigliare
dei loro educatori . Una passeggiata campe-
stre, alla maniera di quelle dell'Oratorio, era
il nostro progetto ed il desiderio di tutti .
Seppe il nostro divisamento il Sig . Romolo
Ayerza, fervoroso nostro Cooperatore, e ci
offrì dì andare alla bellissima sua fabbrica
di mattoni, pianelle e tegole (sistema tedesco),
luogo dove già si diede il raro e consolante
spettacolo del precetto pasquale adempiuto
da 120 lavoratori, con alla testa lo stesso
Sig. Ayerza e la sua pietosa famiglia . Questo
gentil signore, presidente di una frazione
della Società di San Vincenzo de' Paoli, volle
pensare a tutte le spese della passeggiata, e
preparò tre volte più di quello che a sua
inchiesta gli si era esposto come necessario .
Il giorno di S .ta Rosa, primo fiore dell'A-
merìca del Sud e protettrice di queste re-
gioni, partivamo di buon mattino, preceduti
dalla nostra banda musicale, con ben 350
fra convittori ed esterni, per prendere il
treno che partiva dalla stazione centrale
posta sopra il Rio de la Plata , alla di-
stanza di più di una lega da San Carlos
in linea retta . In due grandissimi vagoni sti-
vati come le acciughe, ma con la maggior
allegria, giungemmo a Barracas al Norte, dove
discesi ed ordinati al suono di una festevole -
marcia entrammo nel grande stabilimento .
Era una maraviglia per gli abitanti di quei
sobborghi vedere una sì lunga schiera di gio-
vanetti, guidati da Chierici e Sacerdoti, e cam-
minare in ordine al suono della banda : ac-
correvano da tutte parti e si domandavano
che Collegio fosse e perchè a quell'ora colà :
univasi quindi nelle bocche di tutti il nome
del Collegio di Don Bosco con quello ben co-
nosciuto del Sig . Romolo Ayerza .
Mentre i collegiali si schieravano per l'ampio

2.2 Page 12

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spianato elio circonda lo smisurato forno cel-
luareocm,dairvnol'teza
dei camini, la vastità dei corridoi coperti
da tettoie, le grandiose macchine, e le pile
di ogni classe di mattoni, si preparò in un
vastìssimo locale l'altare portatile per la
celebrazione della S .ta Messa, ed un con-
fessionale posticcio per riconciliare alcuni .
Quindi entrati in bell' ordine i giovanetti
coi loro assistenti, si diede principio alla S .ta
Messa, che io stesso ebbi il piacere di cele-
brare, applicandola secondo le intenzioni del
Sig . Ayerza e del distintissimo suo cognato
e socio dott . Gioachino Cullen ed in pro
delle loro rispettabili famiglie .
Cosa provvidenziale ! Il Santo Sacrifizio,
senza pensarci prima, si celebrò nel luogo
stesso dove la Pasqua anteriore 120 operai
ricevevano la S .ta Comunione, ed ora pure
120 fra giovanetti e Salesiani. offrivano un'al-
tra Comunione al Signore perchè benedicesse
due famiglie, che, fomentando l'industria,
congiungono soavemente la religione col la-
voro e progresso materiale .
Terminato il S .to Sacrifizio e rese grazie
a Gesù per essersi degnato di rinascere nei
nostri cuori per la S .ta Comunione, come già
un dì era disceso nella tettoia di Betlemme,
tutti uscimmo nello spazioso recinto della
fabbrica, dove stavano già disposte le tavole
per il campestre desinare .
In un angolo del cortile si vedevano tre grassi
buoi squartati, che, posti a pezzi in molti schi-
dioni fissi nel suolo, col fuoco che si accendeva
attorno, venivano arrostiti . Presa intanto la
colezione, che consisteva in due fette di sa-
lame, la corrispondente pagnotta ed un bicchie-
rino di vino, tutti si sparsero per le sponde del
fiumicello che passa a fianco della fabbrica .
Ognuno si era provvisto di ami per pe-
scare : formaronsi quindi tanti gruppi di
pescatori guidati dai chierici e confratelli,
ed andarono a fissarsi nei punti più atti a ri-
cavare buona pescagione . Da una parte e
dall'altra si sentivano echeggiare per l'aria
le grida di allegrezza e di trionfo per ogni
pesciolino che si lasciava prendere all'amo
i più pratici e fortunati entrarono in una
specie di emulazione, ed altri correndo da
un punto all'altro recavano le notizie e go-
devano di tutti i successi ; e non mancarono
gl'inesperti che, prendendo nelle mani i pesci
ancor vivi, si sentirono punti e feriti dalle loro
acute pinne e conobbero i pericoli della pesca .
Siccome il cavallo per la gioventù americana
ha speciale attrattiva, così non mancò nep-
pure il trattenimento della caballada . Si tro-
vavano presso la fabbrica molti cavalli de-
stinati a condur mattoni . Si riunivano e si
spingevano nell'acqua a bagnarsi : poi si
lasciavano venir tutti alla riva, quindi con
grida ed altri stimoli si eccitavano a tornare
nuovamente nell'acqua ; i più arditi se ne sce-
glievano uno per montarvi sopra e fare un poco
d'esercizio . In questo si davano ben a cono-
scere quelli che erano esercitati nella vita
del campo ; sentivansi essi rinascere l'antico
istinto, menavano vanto delle passate bra-
vure, le quali per i nati in città erano inu-
sitate, quasi incredibili .
Intanto giungeva circa alle 11 il nostro
caro Prefetto D . Valentino Cassinis per ce-
lebrare la seconda Messa con tutta la solen-
nità ed accompagnata col suono della banda
si diede avviso a tutti con grida, battiti di
mano e colla campanella della fabbrica, e
ben presto si vide riunita tutta la nostra
squadra ed in bell' ordine ritornò sotto la
gran tettoia delle macchine dove era collocato
l'altare . Là trovammo i nostri due benefat-
tori Sig . Romolo Ayerza e Dott.Gioachn
Cullen : assisteva pure il Dott . Orlandini me-
dico che, con tanta bontà, attende colle sue cure
da varii anni al nostro Collegio, e alcune altre
persone dei dintorni della fabbrica, che veni-
vano a prender parte alla religiosa funzione .
Durante la celebrazione della S .ta Messa
si recitarono alcune preghiere, e la banda
suonò scelti pezzi di musica sacra che rispon-
devano bene alla santa allegria di quel giorno .
Terminata la Messa e recitato l'Angelus,
proprio quando era tempo di desinare ci
accorgemmo che il sole era troppo cocente,
e si divisò di ritirare le tavole posticcia sotto
la tettoia . Allora si vide una di quelle scene
strane di confusione e contrattempo che danno
risalto alle feste straordinarie : i giovani coi
loro piatti, bicchiere e posate in mano andar
vagando da una parte e dall'altra : alcuni
prendere da un capo e dall'altro le tavole per
farle entrare e collocarle sotto la tettoia . In-
tanto da varii punti si cominciava già a scom-
partire il pane e l'asado o carne arrostita
altri andavano , con grandi orciuoli, a dar
vino inacquato : mentre alcuni non trova-
vano ancora il posto ove collocarsi .
In mezzo a questo trambusto risuonavano
già gli evviva al nostro benefattore il Sig .
Ayerza, il quale si affaccendava per far di-
stribuire carne, pane, formaggio e dolci da
ogni parte ed in abbondanza e per assegnare
il posto a chi ancora non l'aveva .
Allora non potemmo a meno di esclamare
Che avrebbe detto il venerato nostro Don
Bosco, se nelle sue passeggiate avesse tro-
vato tanta abbondanza, egli che soleva dire
ai suoi giovanetti « quando poi troveremo
un bue senza padrone, allora sì che gli vo-
gliamo fare la festa » ! Noi in minor numero
facevamo intanto la festa a tre pingui buoi,
grazie alla generosità di quel buon Coope-
ratore . Questi poi andava tutto allegro e fuori
di se per la gioia per avere con sè i figli di
D . Bosco, e ripeteva : « Ecco una passeggiata
ad uso Valdocco » : e ricordandosi di Torino,
dove fece pratica da ingegnere nel Valentino,
ci ripeteva con garbo le frasi piemontesi che
colà aveva apprese .
Finito il desinare di nuovo si tornò alla ricrea-
zione ed alla pesca . Il signor Ayerza ebbe

2.3 Page 13

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la compiacenza di farci visitare tutto il bel-
lissìmo ed estesissimo stabilimento guidato
giornalmente dalla sua intelligente attività .
Era bello il vedere come dava spiegazione
di tutto ai giovanetti che curiosi lo accer-
chiavano, come per ciascuno s' interessava,
le graziose domande che lor dirigeva .
In mezzo a queste conversazioni giunse
l'ora del teatrino che sotto la stessa tettoia
si doveva rappresentare . Si diede l'avviso col
tamburo e tutti corsero affollati : vi furono
alcune farse, atte a destare le risa e tener
allegra la brigata, tramezzate da belle suo-
nate di banda .
Intanto il Sig . Ayerza col suo degno socio
il Sig . Dott. Cullen ed il cooperatore nostro
zelante Sacerdote D . Kiernan, dopo aver assi-
stito un poco allo spettacolo delizioso di quei
350 giovani, dovendo partire, si congedarono
lasciando una copiosa merenda di aranci e
dolci d'ogni specie ai numerosi loro ospiti, i
quali ringraziaronli con un cordiale e sincero
evviva .
Finito lo spettacolo e presa la graziosa me-
renda, si uscì allo spianato e si suonarono varii
pezzi di scelta musica, per rallegrare le famiglie
di quei dintorni . Giunta l'ora della partenza,
posti in bella fila, si diede un saluto al Capo
della fabbrica che si era incaricato di tutti
i preparativi per quella festa ; poi ci av-
viammo verso la stazione portando con noi
il perpetuo ricordo della cordialità dì questi
nostri amici, e pregando Iddio che benedi-
cesse questi nostri benefattori nelle loro a-
nime e nei loro interessi materiali .
Si notò in quel giorno che lo stemma della
fabbrica del Signor Ayerza è un cuore e
porta per iscritto « La Fede : » ciò vuol
dire che la religione impera e dirige tutto
il progresso di quella industriosa casa . La
fede dunque del Signor Ayerza fece bella
alleanza colla carità di Don Bosco, dichia-
randosi egli protettore dei giovanetti, che ap-
punto colla fede e colla carità l' Apostolo
della gioventù volle mettere sul sentiero del
vero progresso spirituale e materiale .
La modestia dei Sig .ri Ayerza e Dottor
Cullen non permetterebbe che noi pubblicas-
simo le belle limosine che ci hanno fatto, e
l'ardore con cui ci favoriscono, ma speriamo
che il Signore li premierà secondo le sue di-
vine promesse ; e desideriamo che il loro
esempio sia eccitamento ad altri molti, che
si uniscano per favorire l'opera di D . Bosco
che è quella di salvare la gioventù, e special-
mente i figli del popolo tanto abbandonati
in questi paesi, dove l'interesse materiale e
la corruzione tolgono dai teneri cuori ogni
seme di virtù e di religione .
Preghi ella, amatissimo Sig . D . Rua, perchè
le nostre fatiche siano salutari, fruttuose ; ri-
ceva i nostri affettuosi ossequii e benedica il suo
A ff.m° Figlio in G . C .
Sac . GIUSEPPE VESPIGNANI .
UN GRAZIOSO INVITO
Il 20 febbraio nella parrocchiale di Mon-
calieri celebrossi una commovente funzione
funebre per il compianto principe Amedeo
di Savoia . Aveala ordinata S. A. R . la prin-
cipessa Clotilde, a cui, nell' immenso dolore
per la perdita dell'amato fratello, è dolce,
supremo conforto la religione . Era perciò suo
pensiero che detto funerale fosse più un pri-
vato tributo di pii suffragi, che di solenni
pubbliche onoranze . Ma il popolo di Mon-
calieri ha voluto in sì pietosa circostanza
dimostrare quanto affetto, quanta ricono-
scenza nutra verso la pia Principessa, poiché,
oltre le Autorità del luogo, il R . Collegio
Carlo Alberto ed altri Istituti, intervenne
una immensa folla di cittadini . Celebrò il
M . R . prevosto canonico Ballesio ; e venne
eseguita la veramente inspirata Messa del
Cherubini dai giovani cantori dell' Oratorio
di D . Bosco di Torino . Le loro voci educate
ad un correttissimo metodo di canto, emesse
senza sforzo, con una intonazione sicura,
risuonavano dolcissime per l' ampia navata,
penetravano nei cuori, destandone le più
soavi emozioni, e, sollevandoli come per in-
canto dalle miserie della terra, li rapivano
alle belle visioni del paradiso .
Erano le medesime voci che già avevano
lasciato sì cara impressione nei solenni fu-
nerali di trigesima, celebratisi nella Catte-
drale di Torino, dove tra l'accompagnamento
dell'orchestra, tra le voci potenti di egregi
artisti, tenori e bassi spiccavano limpide e
soavi : e dove per certo dovettero commuo-
vere l'anima delicata della pia Clotilde, poi-
chè, terminata appena la funzione, esprimeva
il desiderio che intervenissero pure ai fune-
rali di Moncalieri i bravi giovanetti . I quali,
onorati di sì grazioso invito, disimpegnarono
quivi la parte loro in maniera da lasciare
in tutti e per lungo tempo carissima memoria .
(Dall' Unità Cattolica) .'
CONFERENZE
in onore di San Francesco di Sales .
PAVIA .
Così ci scriveva il 31 gennaio scorso quel:
zelante Direttore de' Cooperatori di Pavia,
il Can . Francesco Mariani
« Dietro previo invito diramato ai singoli
Cooperatori e Cooperatrici della città, ci radu-
nammo il 23 corrente nella chiesa parroc-
chiale di S . Teodoro, a ciò designata da Sua
Eccellenza R.emvaM.onVsecvmpr
gentilmente concessa dall' ottimo Prevosto
Don Pietro Beretta, nostro zelantissimo con-
fratello .

2.4 Page 14

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» Aperta l'adunanza colle preci ante Con- braio, si celebrò la S . Messa ed un buon nu-
gregationem , si lesse il verbale dell' ultima mero di esse s'accostò alla Sacra Mensa ;
conferenza di maggio (giacchè si tiene pre- mentre un coro di altre facevano echeggiare
cisa nota di tutto) : indi si diede il rendi- la volta di quella Chiesuola delle loro ange-
conto delle offerte fatte e spedite a Torino liche voci . - Nel pomeriggio si tenne breve
nel 1889 : poi si passò alla lettura della cir- conferenza intorno alle virtù del Santo Pa-
colare emanata da V . S . R .ma per le Mis- trono, e si parlò anche della Pia nostra So-
sioni d'America, e dell' altra circolare stam- cietà e del venerato nostro Fondatore . -
pata nel Bollettino di questo gennaio 1890 Si chiuse la festicciuola col canto dell' Iste
circa le opere da compiersi nel corrente Confessor e la benedizione col Santissimo .
anno : e ciò per eccitare maggiormente la La colletta fattasi supera 35 lire, somma
carità dei Cooperatori a contribuirvi colle alquanto considerevole, avuto riguardo alle
loro elemosine . Da ultimo si stabilì che la condizioni delle offerenti . Sono quasi tutte
festa di San Francesco di Sales si sarebbe giovanette che, per guadagnare una meschina
celebrata nella chiesa stessa di S . Teodoro . giornata, debbono fare cinque, otto e persin
» E infatti, il 29, l' umile scrivente, alle dieci chilometri di viaggio per recarsi alle
ore 8 , celebrò la s . Messa ad un apposito filande. Ciò non ostante, mosse dal desiderio
altare, pomposamente apparato per la fausta di cooperare alle opere Salesiane, al bene
circostanza, e dove era esposto alla pubblica della gioventù, all'estensione del regno di
venerazione, il quadro e le reliquie del Santo : Gesù Cristo sopra la terra, tutte hanno vo-
tenne un piccolo discorso sulla carità del lato offrire ìl loro obolo, privandosi di qualche
Salesio e sulla missione da lui compiuta nel soldo necessario . Ne siano infinitamente rin-
Chiablese ; e distribuì la ss . Comunione ge- graziate ; e sia pur ringraziato quel zelante
nerale ai Cooperatori . La sera poi si chiuse Arciprete Don Massimiliano Gandini, che da
la festa colla Benedizione solenne dell'Au- tutto sa trarre occasione per fare del bene
gustissimo Sacramento, l'inno del Santo e alle anime .
il bacio delle sacre Reliquie .
» Ecco in breve tutto quel poco che si è po-
tuto fare anche in quest' anno nella nostra
Pavia, dove è appena la terza volta che i
FERRARA .
pii ascritti salesiani si producono al pubblico
in corpo, essendosi organizzata la Conferenza
solamente nel gennaio 1889 .
» Certamente che se si volesse lasciare li-
bero il campo allo slancio della pietà di
questi ottimi Cooperatori, si potrebbe fare
molto di più, quanto a pompa e splendor di
sacre funzioni nelle solennità di s . Francesco
di Sales e di Maria SS . Ausiliatrice . Ma lo
scopo principale dell' Opera essendo quello
di portar soccorso alle istituzioni sante di
Noi rendiamo vivi ringraziamenti anche ai
giovanetti dell'Ospizio S . Carlo Borromeo di
Ferrara per la cooperazione che annualmente
ci danno secondo le loro forze . Il Signore li
benedica e D. Bosco dal cielo, ove fondata-
mente lo speriamo, li aiuti a percorrere glo-
riosa carriera . Per loro incoraggiamento pub-
blichiamo qui la lettera che il Prefetto di
quell'Ospizio ci ha trasmesso , in data 5 Feb-
braio .
Don Bosco , è giusto e necessario che ci li-
mitiamo al minimo delle spese da una parte,
« MOLTO REV . SIGNORE,
per inviare dall'altra il più largo contributo » Anche in quest'anno i nostri alunni
possibile a V . S . R .ma
hanno voluto privarsi di qualche soldo a fa-
» Del resto mi gode l'animo di poterle at- vore dei giovanetti di D . Bosco . È una tenue
testare il vivissimo interessamento che si offerta, ma data di tutto cuore . È l'amico
prendono questi cari Cooperatori per le O- che pensa all'amico. Questa offerta non si è
pere Salesiane . Vedere con che cuore e ge- potuto far prima per certi fortunosi casi che
nerosità offrono il proprio obolo e si prestano accaddero tanto a me in particolare, quanto
ai loro pii doveri, è cosa che commuove! . . . agli altri di questa casa ; ma si è detto :
Il che mi fa esclamare con giubilo che le Quod differtur,nf.Eoerdtiauql
creazionì di Don Bosco è impossibile che ab- che prima non si è fatto, si è fatto il giorno
biano a perire, dappoichè hanno posto così di S . Francesco di Sales, nel qual giorno si
profonde le radici nell'affetto di ogni cuore è fatto ancora in questa Casa la prima con-
bennato, senza dire che si fondano nella virtù ferenza dei Cooperatori, considerando come
della potenza di Dio . »
Cooperatori tutti quanti i giovani, essendovi
inscritto il Superiore della Casa .
» Ecco l'ordine che si è tenuto nella
CARAVAGGIO .
conferenza . Alle 10 1/2, entrati in chiesa i
giovani cantarono la lode Salve , salve ,
A Caravaggio pure si è fatta una piccola pietosa Maria, collo stesso ritmo col quale
festicciuola in onore di San Francesco di si canta costi all'Oratorio ; quindi il sotto-
Sales. Nell' Oratorio ove radunansi tutte le scritto parlò loro di D . Bosco, del suo de-
domeniche le giovani cooperatrici, il 2 feb- gnissimo Successore, delle cose fatte nel-

2.5 Page 15

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l'anno scorso e da farsi nel presente , delle
missioni, e li intrattenne per ben quasi un'ora
e mezzo .
» Alla sera poi, dopo il panegirico tenuto
pure dall'umile scrivente , si cantò l'Iste
Confessor di Mons . Cagliero, e quindi l'ot-
tavo Tantum Ergo della piccola Novena del
prelodato Monsignore . Così ebbe termine la
funzione di quel giorno, cui speriamo sia
tornata di gloria a Dio, ed a consolazione di
D . Bosco, il quale dal Cielo guarda sicura-
mente ancor questi giovani , che cercano di
far pur qualche cosa per le sue opere , e
d'imitarne lo spirito .
» Voglia pertanto, o Reverendo Padre, ac-
cettare la tenue offerta di lire 13 che in un
coi loro Superiori fanno gli alunni di que-
st'Ospizio, mentre con tutta riverenza im-
plorando la sua benedizione per me, per gli
altri Superiori e per i nostri giovani, mi sot-
toscrivo
» Della S . V . Rev.ma
Dev.mo aff.mo figlio
» Sac . GAETANO SCARPARI. »
Sul finire la serie di queste conferenze in-
vernali, crediamo nostro dovere di far ancor
un cenno di quelle tenute in S . Aquillina
di Rimini, a Pocapaglia e a Scandeluzza,
alle quali ci fu uno straordinario concorso e
si notò un vero profitto spirituale per quelle
anime . A Prignano poi ìn questa circostanza
aumentò notevolmente il numero dei Coopera-
tori . Ne sia lodato Iddio . Per questi buoni
Cooperatori e per tutti quei mille altri che
non abbian potuto ricordare, noi assicuriamo
eterna riconoscenza . Le preghiere dei Sale-
siani e dei loro giovanetti saranno ognora di-
rette a pro de' nostri Benefattori .
BIBLIOGRAFIA
Vita del Venerabile P. Benigno da
Cuneo pel Sacerdote P . Gastaldi O . d . M .
Un elegante vol . in 16° di pag . 440 .
Dalla penna del Chiarissimo agiografo P .
Gastldi,OboMar,uscivnohagr
la Vita del Ven . P . Benigno, nato nella se-
conda metà del xvii secolo, nella Città di
Cuneo, la quale ne raccolse pure l' ultimo
respiro e ne custodisce religiosamente le
spoglie immortali . Delle apostoliche fatiche
di questo servo di Dio, onde si narra diste-
samente e bellamente nel libro che racco-
mandiamo ai fedeli, fu testimonio l' iutiero
Piemonte ed in modo speciale la diocesi di
Mondovì, di cui faceva parte Cuneo in quei
tempi, quelle di Saluzzo, di Fossano, di Alba
e l'Archidiocesi di Torino . Coetaneo del B .
Sebastiano Valfrè, di San Leonardo da Porto
Maurizio e del Ven . Trona prete dell' Oratorio
di Mondovì, ne emulò le virtù e le glorie
di che non è a meravigliare se piacque a Dio
illustrarne il sepolcro e con non pochi mira-
coli confermare il concetto di santità in cui
era universalmente tenuto .
La vita del Ven . Benigno da Cuneo del
P . Gastaldi è condotta sui diversi processi
che ebbero luogo nei vari periodi della causa
della Beatificazione, ora arrivata al Decreto
sulle virtù esercitate in grado eroico, quindi
dal lato della storica esattezza e della copia
di notizie nulla lascia a desiderare . Il miglior
pregio gliene deriva però da quella unzione,
che non dovrebbe mai mancare in questo ge-
nere di lavori, e che nella Vita del Benigno
scorre abbondante da ogni pagina . Alla quale
dote se si aggiunga l'eleganza dello stile e
la purezza del linguaggio che le fanno leg-
giadra corona, niente si troverà che difetti
di quanto si richiede per farne un capolavoro
nel suo genere, come ebbe a dirlo l'egregia
Unità Cattolica . Ne raccomandiamo la lettura
non solo per queste ragioni, ma altresì ancora
perchè dove venga largamente diffusa, con-
correrà a promuovere la Causa di Beatifica-
zione del Ven . Benigno, che è uno dei voti
che più stanno a cuore all'angelo della Dio-
casi Cuneese, Monsignor Teodoro dei Conti
Valfrè di Bonzo, il quale lo accolse come
eredità preziosa dal suo antecessore Monsìg .
Andrea Formica di v . m ., promotore zelan-
tissimo della Causa del Ven . Benigno . -
Si vende presso la Tipografia Salesiana e
presso i principali librai in Torino e presso
la Curia Vescovile di Cuneo, al prezzo di
L. 2, 50.

2.6 Page 16

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Elenco dei Cooperatori defunti nel Gennaio e Febbraio
91 Guarda D . Antonio - Locara (Ve-
92 Guaiatti Giuseppe Francesco - Trie-
ste (Austria.
93 Guazzarotti I) . Arcangelo - .Ancona .
94 Lionello D.M(oVPsicetrCa)
95 Longhi Teresa - Jdraeoinello (No-
vara .
96 Lorenzi D . Lorenzo - Castione (Au-
stria) .
97 Lo Russo-Fàrina Sebastiano - Ra-
u esa Inferiore Siracusa) .
98 Macagno Angela: fu Michele - Moe-
Alc-sandria) .
99 Mn, nlan 1) . Bartolomeo parroco -
100 Mu piva Giuseppe - Tortino .
101 Manciana Provino - Calcinatello
(Brescia) .
102 Manno Anna vedova Massolino -
Cherasco - (Torino) .
103 Manzi Luigi - Milano .
104 Margosio D . Giuseppe - Angone
(Brescia) .
105 Marietti D . Pietro cav . tipografo
pontificio - Torino
103 Monete Luigi - Cassana (Genova) .
107 Marnetti D . Paolo prevosto - Us-
seglio (Torino) .
108 _Meneghini D . Giuseppe - Arsiero
(V'icenza) .
109 Metica D . Angelo parroco - Volle
Guidino (Milano) .
110 Mocci Anna - Bosa (Cagliari) .
111 Moralnli chierico Domenico - Pro-
spiano (Milano) .
112 zMounnearV. eitcteinzDa.) Giovanni - Corlara-
113 Mussi D . Severino canon . - Asti
(Alessandria) .
114 Musso-Dupuy Adriana - Legna
(Torino) .
115 Nono Padre Ma. Pacifico Priore Ge-
nerale dei Ronútani - Roma-
116 Nota Sobri doti . Raffaele - Vendi-
miglia (l'orto Maurizio) .
117 Nuara D . Fedele parroco - Teli
(Cagliari) .
118 Olivieri D . Bartolomeo - Piva (Au-
stria) .
119 . Ottonelli Maria - Molare (Ales-
sandria) .
120 Padre Filippo da Verona - Villa-
franca (Verona) .
121 Padre Giuseppe da Verona, Id . Id.
122 Padre Leonardo da Vestenanova--
Id. Id .
123 Pagliassi Antonia nata Gastaldi -
(Cuneo) .
124 Pa','ori D . Angelo parroco - Ca-
ste,),- 'a (Milano) .
125 Palruubo D . Giuseppe canonico -
I'errnini Ivnerese (Palermo) .
126 PanceriD .Vincenzo parr.-)Milano .
127 Panieri D . Antonio parroco - Ca-
stello sopra Lecco (Conio) .
128 Parravieini Luigi - Morbegno (Son-
drio) .
129 Pasqualotti D . Giovanni parroco -
Minerbe (Verona) .
130 Pavese D . Marcellino can . Vicario
- Frassinello Monferrato (Alessan-
dria) .
131 Poco D . Fedele prov . vicario for .
- l'onella (Novara) .
132 Peloso D . Antonio arcipr . - Reeanca
(T,, vi-o) .
1.33 Pente ' do Carlo - Incisa Belbo (A-
lessandria) .
134 Perotto Teresa - Vinovo (Torino).
1'35 Picoolomini conto Luigi - Siena .
136 Polvani I) . Luigi parroco - Val eli
Chìo (Arezzo) .
137 Primo D . Francesco parroco - Cor-
negliano (Milano) .
138 Pronol Costantina - Valdobbiadene
(Treviso) .
139 Reina Felino - Arona (Novara) .
140 Rizzarli D . Celestino - Tajo (Au-
stria) .
141 Rivolta D . Giuseppe parroco - Ca-
ponago (Milano) .
142 Ih,d,;r D, Giovanni canon . -- Por-
ro (. Venezia)
143 1 . io 1), Antonio Michele prev .
t':rstagnetto l'o (Torino ; .
144 Rossi Pietro - Montieelli Pavese
'I',, v-ia ) .
145 Rossini alonsig . Gaetano Vescovo
- Molfetta (Bari) .
146 Rota Mons. Pietro Arcivescovo di
Tebe canon . al vaticano - Roma.
147 Sala Marianna nata Ferraris - To-
rino .
148 Salvatico Laura nata Buglione di
Monalo - Salazzo (Cuneo) .
149 Saugiorgi 1) . Giov. arciprete -- Pi-
deera (Faenza) .
150 Sartorelli D . Carlo - Carzano (Au-
stria) .
151 Scaletta D . Agostino - Termini I
in,crese (Palermo) .
152 Sciagnato D . Luigi - Diano A-
rentino ( Porto Maurizio) .
153 Sciorati cav . profess . Leonardo -
l'o, o lfaarizio .
154 Siunsoni D . Giosn© parroco - Ca-
- (Treviso) .
155 ~~ , ori-Alliand Adele - Madonna
Pilone (Torino) .
156 :~a,aughoro Giacomo - Palrnanova
(Vdiue) .
157 Stoppani D . Gaudenzio - Agognate
(Novara) .
158 Tola Annetta di Nuragus - Cenoni
(Cagliari) .
159 Villa D . Alessandro parroco - Rol-
at e (Conio) .
160 V sintainer Giovanni - Trento (Au-
161 >alino D Giov . Pietro priore -
Cirié(Torino).
162 Zanchetta D . Antonio vice-parroco
- l aldobbiadene (Treviso) .
163 Zorzeuoani D . Antonio parroco -
Spereenigo ( Treviso) .
164 Zuliani nobile Teresa - Perarolo
(Belluno)
Elenco dei Cooperatori defunti nel Febbraio e Marzo .
1 Actis Giacinto - Castelrosso (Torino)
2 Anlbrosi l) . Antonio Canonico - A-
scoli Piceno .
3 Arduino Giacomo - Ormea (Cuneo) .
4 Asplanati I) . Giovanni . Canonico -
Triora (Porto Maurizio) .
5 Baracca Francesco - Lugo (Raven-
na) .
6 Barbetta Antonio - (Torino) .
7 Barbi Paolo - Casamorcia (Perugia) .
8 Barbi Francesco Marchese -Gubbio
(Perugia).
9 Baroncelli D . Tommaso parroco -
Fano (Pistoia) .
10 Beccuti Giovanni - Sanico ( Ales-
sandria) .
11 Bellingeri Priscilla - (Torino) .
12 Benedetto Giuseppe fu Antonio -
Dr, :ent (Torino) .
13 Bortinelli D . Luigi - Mezzano Infe-
riore (Parma) .
14 Biancllessi D . Giuseppe - Salvirola
(Cremona) .
15 Boccaccio Fedele - Maranzana (Ales-
sandria) .
16 Bossatis Ved .va Thorosano Catteri-
na - Barge (Cuneo) .
17 Brunetti D . Giuseppe Rettore - Mon-
tefoseoli (Firenze) .
18 Bruschi Paolo Chierico-(Cremona) .
19 Burzio D . Maurizio Can .co Monca-
lieri (Torino) .
20 Cadoni D . Salvatore Vice parroco -
Milis (Cagliari) .
21 Callori Federico Conto di Vignale
Provano Balliani -- Casale Monfer-
rato (Alessandria) .
- 22 Canlerana Contessa Adele nata Ar-
borio di Gattinara - (Torino) .
23 Carbonari Annibale - (Macerata) .
24 Cassinis Maria (Torinoo .
25 Castoldi D . Pietro Prevosto Vie .°-
Binasco (Milano) .
26 Cerutti Francesco - Sanico (Ales-
sandria) .
27 Cerntti Teresa - (Padova) .
28 ChelottiElisabetta --Druent(Torino) .
29 Chiesa Rosa - (Torino) .
30 Ciabatti D . Antonio Can .co - Prato
in Toscana (Firenzeo .
31 Clerico Giuseppe - Trezzo Tinella
(Cuneo) .
32 Conio D . Giuseppe Parroco Tigliole
d'Asti (Alessandria) .
33 Cnlasso Giuseppe - Trezzo 'Tinella
(Cuneo) .
34 Delfini D . Paolo Parroco-Castione
(Bergamo) .
95 Donadio Bartolomeo - Montemale
(Cuneo) .
36 Emaldi Monsig. Giuseppe - Lugo
(Ravenna) .
37 Felesina Giovanni Maria - Grossotto
(Sondrio) .
38 Gentilini Baldassare- Romallo (Au-
stria)
39 Ghersi Commend .re Adolfo - (To-
rino) .
40 Gialdi D . Pietro professore - De-
senzano (Brescia) .
41 Gibertini D . Salvatore Arciprete -
Fornovo (Parma) .
42 Giudici D . Donato - Chisone (Ber-
gamo) .
43 Grasselli D . Carlo - Coad . - (Milano).
44 Grilli Francesco - Lugo (Ravenna) .
45 Liverzani Anna - Brisighella (Ra-
venna) .
46 Lunardi Antonio - Prova (Verona) .
47 Mauzieri Giuseppe In g egnere -Lago
(Ravenna)
48 Marchese D . Domenico Can .co -
(Genova) .
49 MarizzaD . Antonio Vicario - Bruma
(Austria) .
50 Martinelli D . Gaetano - Concordia
(Venezia) .
51 Mazzi Assunta - Pallagnedra (Sviz-
zera) .
52 Mazzoni Elisabetta Soave (Verona) .
53 Melica Maria Vedova Marianti -
Argenta (Ferrara) .
54 Mensa Margherita - Chivasso (To-
rino) .
55 Mondadori D. Gaetano Arciprete -
Argenta (Ferrara) .
56 Nicoletti D . Luigi - Transacqua
(Austria) .
57 Papero D . Giovanni - Cherasco (Cu-
neo) .
58 Pattero D . Giuseppe - Cherasco
(Cuneo) .