BS 1910s|1912|Bollettino Salesiano Luglio 1912

ANNO XXXVI - N. 7   Torino, Via Cottolengo, 32   LUGLIO 1912

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D. BOSCO

SOMMARIO: Pel Centenario della proclamazione della pace della Chiesa    193

Tesoro spirituale .   194

GIOIE DI FAMIGLIA: Nozze d'Oro Sacerdotali: Le adesioni: Gara di affetti: Il giorno solenne: L'accademia commemorativa - Un'opera caritatevole - La festa di S. Giovanni Battista all'Oratorio di Valdocco .

Il Sig. D. Albera in Inghilterra e nel Belgio   . . 204 Il Sig. D. Albera in Emilia e Toscana: a Bologna, Faenza, Lugo, Ravenna    209

Esercizi spirituali

DALLE MISSIONI : Terre Magellaniche: Dalla Candelaria e da S. Inés - FIORI E FRUTTI: Il vecchio Kón degli Onas    214

IL CULTO DI MARIA SS. AUSILIATRICE: Pel 24 corrente - Grazie e graziati .   .   . 216 NOTE E CORRISPONDENZE: A Valdocco - Gli Exallievi: Spezia. Caluso, Firenze, Bologna, Bogotà    220

Pel Centenario della proclamazione della pace della Chiesa

(313 - 1913)

IL Consiglio Superiore per le Feste Centenarie della proclamazione della Pace della Chiesa ha diramato in tutta la Cristianità un nobilissimo Appello -programma, nel quale sono chiaramente ed efficacemente esposti il dovere e il carattere della solenne Commemorazione.

Annuendo all'invito rivoltoci dallo stesso Ecc.mo Presidente, il Principe D. Mario Chigi, noi ci affrettiamo a comunicarlo ai lettori.

Nell'anno 1913 ricorrerà il XVI centenarìo della libertà e della pace donata alla Chiesa mediante il riconoscimento ufficiale del Cristianesimo e dei diritti più essenziali inerenti alla società cristiana, proclamato dall'Imperatore Costantino con l'editto di Mìlano nella primavera del 313.

Questo gran fatto, preceduto dalla vittoria riportata da Costantino sopra Massenzio presso le mura di Roma il 28 ottobre del 312, ebbe una importanza ed un significato altissimo nella storia ed è degno che sia ricordato, specialmente ai nostri giorni.

Nella ricorrenza centenaria di un tale avvenimento che cambiò le sorti del mondo, si debbono rallegrare le nazioni tutte che dal Cristianesimo riconoscono le loro glorie più belle, i loro progressi più grandiosi e proficui in ogni ordine di beni morali e materiali e soprattutto in quelli dell'umano incivilimento. E debbono in particolar modo rallegrarsi le nazioni cattoliche, e specialmente l'Italia, che più delle altre sentì il benefico influsso della nuova civiltà portata dal Cristianesimo nel culto, nei costumi, nelle scienze, nella letteratura e nell'arte.

E fra tutte le città d'Italia deve Roma esultarne perchè, sede dei successori di Pietro, effuse con nuova gloria i suoi raggi di supremazia, di fede, dì giustizia e di carità su tutto il mondo civile.

Inspirandosi a questi alti pensieri e a questi nobili sentimenti, le due associazioni romane, la Primaria Associazione della S. Croce ed il Collegio dei Cultori dei Martiri hanno preso l'iniziativa di promuovere per l'anno 1913 una solenne commemorazione di quell'avvenimento che per la sua importanza oltrepassa i confini delle singole nazioni ed appartiene alla storia del mondo.

Le linee principali del programma, che il Consiglio Superiore nominato dal S. Padre, colla cooperazione dei Comitati locali, si propone di svolgere, sono le seguenti

1° Erigere un monumento sacro presso il ponte Milvio, dove l'Imperatore Costantino sconfisse Massenzio, che ricordi alle generazioni future quei gloriosi fatti e soddisfaccia altresì ai bisogni spirituali della popolazione di quel nuovo quartiere.

2° Promuovere dappertutto in Italia e fuori solenni azioni di grazie a Dio e speciali festeggiamenti e pubblicazioni scientifiche e popolari di circostanza che facciano conoscere a tutti la importanza del gran fatto relìgioso e storico che si commemora.

Si fa quindi invito perchè tutti si adoperino a costituire, sotto la direzione dei propri Vescovi, Comitati locali in rapporto col Consiglio Superiore di Roma, sicchè da ogni parte si concorra a ricordare un tanto avvenimento nel modo che, secondo le condizioni dei luoghi, si crederà più conveniente.

E più che mai opportuno si ritiene nei tempi presenti il ricordo di questo primo trionfo della Chiesa, della libertà e della pace vera che il N. S. Gesù Cristo ha recato nel mondo col segno vittorioso della Croce, mentre le forze infernali ringagliardiscono da ogni dove la guerra contro la Religione Cristiana con tendenza ed insinuazioni ad un ritorno al paganesimo.

La Croce di Cristo fu il vessillo sotto cui si proclamarono quei principi che liberarono il genere umano dalla vergogna dell'idolatria e dalla barbarie della schiavitù, che insegnarono la vera uguaglianza e fratellanza degli uomini, che sollevarono la donna a nobilissima missione e dettero origine a quella meravigliosa compagine delle nazioni, le quali, per avere abbracciato i principi soprannaturali del Cristianesimo, formano da tanti secoli il presidio della società umana, il baluardo della vera civiltà.

Questa commemorazione solenne della vittoria della Croce deve essere anche la espressione del voto che, sotto questa insegna gloriosa, tutti gli uomini si uniscano a noi nella professione della vera fede e dell'amore sincero ed ardente verso il Redentore divino delle anime, e tutti siano fraternamente congiunti in quella cristiana carità, che è l'arra migliore di una pace durevole e feconda di benefici morali e materiali.

Bramosi che la celebrazione della data memoranda abbia a riuscire, com'è nei desideri del Santo Padre « una mondiale manifestazione di Fede u non mancheremo d'illustrarla convenientemente anche noi nei prossimi numeri.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'Indulgenza Plenaria:

ogni mese:

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno; 2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza;

dal 10 luglio al 10 agosto:

1) il 16 luglio, festa della Madonna del Carmine.

2) il 6 agosto, festa della Trasfigurazione di N. S. G. C.

Inoltre : ogni volta che essendo in grazia di Dio (senza bisogno di accostarsi ai SS. Sacramenti o di visita a qualche chiesa) reciteranno 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità ed un altro Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, lucreranno tutte le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella.

Tutte le indulgenze concesse ai Cooperatori sono applicabili alle Anime Sante del Purgatorio; ma pel loro acquisto è richiesta la recita quotidiana di un Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice coll'invocazione: Sancte Francisce Salesi, ora pro nobis.

GIOIE DI FAMIGLIA.

NOZZE D'ORO SACERDOTALI.

UN'OPERA CARITATEVOLE.

LA FESTA DI S. GIOVANNI BATTISTA ALL'ORATORIO DI VALDOCCO

IL 9 giugno 1912 sarà per sempre memorando negli annali della Famiglia Salesiana. In tutte le Case venne accolto con viva esultanza il lieto annunzio che il primo Vescovo Salesiano, l'amatissimo Monsignor Cagliero, e i venerandi figli di D. Bosco, D. Francesia e D. Lemoyne, avrebbero celebrato le loro Nozze d'oro sacerdotali.

Nè si contenne la gioia tra le pareti domestiche, ma ne andarono compresi tutti i benevoli Cooperatori o gli affezionati ex-allievi che ebbero ad ammirare o a sperimentare la bontà e le virtù dei festeggiati.

« Come di domestica solennità - scriveva l'Italia Reale fin dal 5 maggio - si allieta la Famiglia Salesiana, del Giubileo d'oro di tre suoi prezìosi ornamenti, cioè Mons. Giovanni Cagliero, il prof. D. Francesia, il prof. D. Lemoyne... Vissuti essi quasi dagli incunaboli della maravigliosa Istituzione Salesiana, furono carissimi all'immortale D. Bosco, ora decorato della aureola della Venerabilità.... Ma se è gioia salesiana, non può esserlo un po' di tutti i torinesi e anche dei non torinesi, ai quali fu dato conoscere i meriti loro?

Torinesi infatti e non torinesi presero parte alla nostra esultanza.

Le Adesioni.

Primi nell'affettuosissima gara furono gli ex-allievi dell'Oratorio di Valdocco, e dei Collegi Salesiani di Lanzo e Varazze e dell'antico Collegio Convitto Valsalice, i quali si vollero costituire in vari Comitati per meglio prender parte ai festeggiamenti.

Non meno affettuose ed intense furono le adesioni personali e collettive degli amici e degli ammiratori e protettori dell'Opera Salesiana.

Fin dalla vigilia, Sua Santità Papa PIO X, nella bontà squisita del suo cuore di padre, faceva pervenire a Valdocco il seguente dispaccio:

Occasione giubileo Sacerdoti G. B. Francesia e G. B. Lemoyne, Santo Padre, coll'augurio che il più largo celeste guiderdone coroni un giorno il loro sacerdotale zelo, invia ad essi e a quanti prenderanno parte alle loro feste giubilari speciale apostolica benedizione. - Card. Merry del Val.

Lo stesso giorno Sua Em.za Rev.ma il Cardinale Agostino Richelmy, veneratissimo Arcivescovo di Torino, inviava al Rettor Maggiore della nostra Pia Società un artistico stolone in tela d'argento con ricchissimi ricami in oro ad alto rilievo, col seguente autografo:

9 giugno 1912. - Il Cardinale Arcivescovo di Torino, associandosi al gaudio della benemerita Congregazione Salesiana per il faustissimo Giubileo Sacerdotale di tre illustri suoi Membri, offre alla Madre comune Maria Ausiliatrice un tenue ricordo, inviando le più copiose benedizioni, e raccomandandosi alle comuni preghiere. -Agostino Card. Richelmy.

L'Em.mo Card. Maffi telegrafava da Pisa ai rev.mi D. Francesia e D. Lemoyne:

Conobbi ed amai con riconoscenza i loro nomi nelle prime letture, le quali ebbero sempre in me amore e riconoscenza per l'ammiranda Opera loro, e nelle mani e nella eredità del Venerabile. Lieto, augurando, mi unisco nella letizia della Messa Giubilare - Cardinale Maffi.

Sua Ecc. Rev.ma Mons. Pasquale Morganti, Arcivescovo di Ravenna e Vescovo di Cervia - per fervente e teneris scuro affetto sempre primo tra gli ex-allievi di D. Bosco - scriveva ai venerandi sacerdoti:

Il Creatore alla sera d'ogni giorno del suo grande lavoro riguardando a quanto aveva compiuto con somma compiacenza vidit quod esset bonum.

Simile soddisfazione provano certo i loro cuori oggi, richiamando quanto col divino aiuto e sotto l'ispirazione ed esempio del Ven. D. Bosco hanno felicemente operato e patito per la gran causa di Cristo e dei suoi prediletti - i Pargoli - in mezzo secolo di fecondo sacerdozio.

Oh quanto bene! quante menti illuminate, quanti cuori mansuefatti, quanti probi cittadini alla Società, quanti santi al Cielo pel loro zelo! Valde bona!

Mentre la rivoluzione tutto sovvertiva e rovesciava in codesta Torino, guastando nelle menti giovanili i criteri della vita privata e sociale con ogni audacia e prepotenza, voi nell'umile cerchia dell'Oratorio, arcuati solo della preghiera e dello spirito di sacrificio, sostenuti dall'invincibile energia del vostro gran Padre, rizzavate una robusta diga contro la fiumana dell'errore e del vizio, preservando dalla rovina generale copiosissime schiere di giovani, che riportarono nel secolo corrotto i semi della verità e della virtù.

Nè si contenne nei brevi limiti di Valdocco, o di Torino o dell'Italia soltanto, il vostro zelo: bensì, come il fiume dell'Eden, traboccò da questi confini ed invade e feconda il mondo tutto, ovunque recando per opera degli eroici vostri figli la luce e la carità di Cristo.

Giusto dunque sostare un momento nella lunga e gloriosa vostra corsa, e lasciare che almeno noi, vostri affezionati alunni, consideriamo ed esaltiamo il gran bene da Voi operato, affinché in tempo di tanto egoismo gli uomini videant opera vestra bona et glorificent Patrem, qui in Coelis est, e riconosca un'altra volta il mondo cieco ed ingiusto che solo la Fede di Cristo può ispirare ed attuare l'eroismo della vostra carità!

Affettuosissimi auguri, voti e benedizioni, inviarono anche le Loro Ecc.ze Rev.me Mons. Giacomo Costamagna, Vescovo Tit. di Colonia; Mons. Luigi Spandre, Vescovo di Asti; Mons. Giuseppe Gamba, Vescovo di Novara; Mons. Matteo Filipello, Vescovo d'Ivrea; Mons. Leonida Mapelli, Vescovo di Borgo S. Donnino; Mons. Costanzo Castrale, Vescovo Tit. di Gaza; Mons. Giovanni Marenco, Vescovo di Massa Carrara; Mons. Giovanni Vincenzo Tasso, Vescovo di Aosta; Mons. Giovanni Gamberoni, Vescovo di Chiavari; e molti altri illustri Prelati.

Sua Ecc. Rev.ma Mons. Gio. Marenco, della nostra Pia Società, così esprimeva i suoi voti:

Ai rev.mi Don G. B. Francesia e Don G. B. Lemoyne, Figli tra i primi del Venerabile Don Bosco, di cui portano in sè viva l'immagine e serbano inalterato lo spirito, vada nel fausto cinquantesimo del loro Sacerdozio l'espressione della mia antica venerazione e del fraterno mio affetto. Voglia Iddio conservarli ancora molti anni alla Salesiana Famiglia, affinchè le nuove generazioni possano raccogliere dal loro labbro il verbo paterno ed apprendere dal loro esempio la vita salesiana.

Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Costanzo Castrale, Vicario Generale dell'Archidiocesi di Torino, qual « Rettore Supremo dei Seminari dell'Archidiocesi e a nome dei Superiori ed alunni tutti » di gran cuore si associava alle gioie della Famiglia Salesiana.

E qui saremmo felicissimi di riportare anche tutte le molte adesioni inviate da Superiori di Comunità religiose, e da venerandi condiscepoli e da un numero immenso di ex-allievi e ammiratori di D. Francesia e di D. Lemoyne, ma non ci è possibile.

Non possiamo tuttavia trattenerci dal riferire le seguenti linee di un ex-allievo del Collegio di Valsalice, ora Professore in una Università del Regno.

Come ogni giorno ringrazio Iddio di avermi creato, fatto e conservato cristiano, non Posso a meno di sentire la più profonda riconoscenza pei miei antichi Superiori.... A Lei, Don Francesia, devo la mia posizione, ed ogni volta che il Buon

Dio ha voluto coronare le mie fatiche con grazie speciali nel campo morale e con brillanti risultati ed onori negli studi scientifici, in un con quanto doveva a Lui, ho sempre sentito la più profonda riconoscenza per Loro, che con santo e paterno amore instillarono e rinsaldarono in me i principii della Fede, del lavoro e dello studio, fondamento e fortuna della mia vita

Le bacio con affetto, e tutto rispetto, la mano benedetta che mi punì a suo tempo e mi benedisse sempre!

Un altro ex-allievo, che se nella sua pubblica carriera ha dato spesso a conoscere di aver dimenticato quei principi religiosi appresi e professati con giovanile entusiasmo nel Collegio di Lanzo, non ha mai dimenticato l'educazione ricevuta ed il suo direttore, scriveva a Don Lemoyne:

È caro ritornare colla mente ai giorni di un passato senza dolori, senza rimorsi, festante anzi delle migliori e più giulive ricordanze.

Oh ampli cortili, campi ai nostri giochi, alle nostre rincorse, alle nostre ginniche prove! Oh camerate pulite e piene di aria e di luce, dove l'alba ci ridestava sempre più alacri alla vita e fidenti nell'avvenire! Oh scuole, palestre di studio e di educazione, nelle quali l'uno tentava di sorpassare l'altro per giungere al premio, che non era la banale vacanza, da cui lo scuolaro può argomentare essere lo studio un giogo, ma era l'eccitamento al meglio, l'ascesa all'Excelsior.... ! Oh bella chiesuola dei Cappuccini echeggiante ai sacri inni, nei casti voli dell'anima al cielo, io ti ricordo. Vedo i tuoi tre altari scolpiti nel legno lucido e terso! Vedo il bel San Francesco di Giacomo Saraceno di Noyon, portatovi da Bartolomeo Bonese! Dal pulpito vedo apparire la paterna figura dell'abate Lemoyne ed odo ancora la sua parola dolce, accarezzante, illustrare le più pure massime del Vangelo,- parola sempre piana, calda di affetto, vibrante di convinzione, viva di poesia!...

Tutto è passato! Ma rimane il ricordo che oggi raccoglie i voti, gli auguri dei superstiti allievi benedicenti al maestro venerato e pio, che tanti cuori ha fatto e fa battere per tutto ciò che è alto e generoso

Con questo saluto m'inchino al maestro, all'educatore, al poeta, al pubblicista dotto nelle discipline della critica, nel magistero della storia, al sacerdote tutto di Dio e per Dio, apostolo di pace e di amore, e a Lui mando l'augurio ad multos annos!...

Gara di affetti.

L'entusiasmo destatosi in tanti cuori ebbe una viva manifestazione ancor più solenne nei numerosi ex-allievi dell'Oratorio, di Valsa lice, di Varazze e di Lanzo, accorsi a Torino a presenziare la festa.

Anche l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, memori e grate per le sante fatiche spese in loro favore a Mornese e a Nizza Monferrato dal rev.mo D. Lemoyne, e pei continui benefici ricevuti da D. Francesia, mandava un'eletta rappresentanza con a capo una delle Superiore primarie, la rev.ma Suor Elisa Roncallo, con auguri e doni a nome del Consiglio Superiore.

Il ch.mo prof. D. Francesco Cerruti, Direttore Generale delle Scuole della nostra Pia Società, dettava e faceva collocare sotto i portici del primo Ospizio, eretto da D. Bosco sull'area della vecchia casa Pinardi, la seguente epigrafe.

Qui abhinc annos quinquaginta, - grande mortalis aevi spatium, - Joanni Cagliero et Joanni Baptistie Francesia - primum ad altare sacris operantibus - epigraphen gratulantem - laetus lubens conde bam,-idemipse, his ipsis in aedibus iisdemque ipsis - sacerdotii auspicatissimi annum L peragentibus-alteram liane - perlaetus, pérlubens, in Deum pergratus dedico - socium adjungens carissimurn - Joannem Baptistam Lemoyne - serius salesianam familiam ingressum, adfectu parezn, - quinquagesisnum et ipsum faustissimi sacerdotii annum explentem. - At tu, Venerabilis Pater, - qui tunc corpore prcesens aderas, - festivus, alloquio blandus totoque vultu gaudium et amorem expirans, - adsis nunc e cielo - filiisque tuis adrideas renovata laetitia gestientibus.

Eccola in italiano:

Quell'io che or son cinquant'anni - notevole tempo dell'umana vita - per Giovanni Cagliero e GiamBattista Francesia, - celebranti la prima messa, - lieto e volonteroso componeva - un epigrafe gratulatoria, - quell'io stesso, in questa stessa casa - e ai medesimi Giovanni Cagliero e GiamBattista Francesia - compienti l'anno 50° di auspicatissimo sacerdozio -dedico questa seconda epigrafe - lietissimo volonterosissímo e riconoscentissimo verso Dio - ad essi aggiungendo un confratello carissimo, - GiamBattista Lemoyne, - entrato più tardi tra i Salesiani, ma pari nell'affetto, compiente anch'egli , l'anno

50° di faustissimo sacerdozio.

Ma tu, o Venerabile Padre, - che allora eri personalmente presente, - serenamente lieto, dolce nel parlare e spirante gioia ed amore da tutta la persona, - siici ora presente dal cielo - e sorridi ai tuoi figli giubilanti di rinnovata letizia.

Ai venerandi sacerdoti, pervennero eziandio splendidi doni. Oltre quello già notato, dell'Em. Cardinale Arcivescovo, son da rilevarsi: - Due splendidi calici di argento massiccio dorato, in stile bizantino, degli ex-allievi dell'Oratorio di Valdocco e di Lanzo Torinese; un calice d'argento, degli ex-allievi del Collegio Civico di Varazze; una ricca stola ricamata in oro, e pergamena degli ex-allievi del Collegio Valsalice; due messali riccamente rilegati, con artistiche miniature sul taglio, dei sacerdoti Don Notario e Don Veronesi, ex-allievi di Lanzo, tre finissimi camici con prezioso merletto e lini per servizio di messa solenne, dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice; ed una pianeta di color bianco, stile francese, della nobile Baronessa Ricci des Ferres.

Ma fra tante dimostrazioni di affetto la più cara e la più commovente per i festeggiati fu la presenza del rev.mo sig. D. Albera, il quale, non badando al non lieve disturbo, volle interrompere la sua visita alle Case Emiliane, unicamente per prender parte alla loro letizia.

L'amatissimo Padre giunse a Torino la sera stessa dell'8 giugno, accolto con vivissima gioia da tutti i confratelli ed alunni, al suono festoso delle piccole vecchie campane della chiesa interna dell'Oratorio, sacra a San Francesco di Sales, che da tanto tempo non si erano più suonate.

Quel suono, che un tempo, quando l'Oratorio era ancor perduto fra i prati di Valdocco, aveva chiamato attorno a Don Bosco migliaia e migliaia di poveri figli del popolo, si ripetè dopo cena con tripudio di tutti; e, accolto quasi vivo ricordo di quei tempi trascorsi, scese soavissimo in ogni cuore, cosicché al pari di D. Francesia - che l'aveva udito cinquant'anni prima in gran giubilo per la sua prima messa e per la prima messa di Mons. Cagliero - anche molti giovani furon visti fissare gli occhi pieni di lacrime di commozione all'umile torre illuminata!

Oh! se fosse stato fra noi anche Mons. Cagliero! Ma l'obbedienza al Papa - egli scriveva dal Centro America a D. Francesia e Don Lemoyne - e l'amore al lavoro pel bene della Chiesa mi tengono qui rassegnato e contento e preparato a celebrare la mia Messa d'oro lontano dai Superiori e giovani dell'Oratorio!

In quel memorabile giorno pregheremo insieme per ringraziare il Signore di tanti e tanti doni, grazie e favori, concedutici nei 5o anni di Sacerdozio, ma specialmente per averci donato la inapprezzabile grazia della Vocazione Salesiana.

Tutte le altre, senza di questa, avrebbero avuto un valore relativamente minore, quantunque tutte grandi ed apprezzabilissime!

Il giorno solenne.

Il 9 giugno « la grande Famiglia Salesiana - scriveva affettuosamente il Momento - ha goduto una di quelle giornate, il cui ricordo rimane indelebile nel cuore. Le due venerande figure di Don Francesia e di Don Lemoyne, con le quali si sentiva presente anche l'anima di Mons. Cagliero, trattenuto lungi dal caro nido dagli impegni della sua missione, vissero le beate ore del premio più bello e più dolce che gli uomini sappiano dare ai buoni: la riconoscenza! Tutta la giornata fu un inno della riconoscenza per gli antichi maestri, per i vecchi direttori. Da ogni parte erano accorsi gli antichi allievi, molti già avanzati negli anni e nelle carriere, parecchi sbalestrati dalle vicende della vita in ambienti diversi, ma pur sempre tutti uniti in un affetto solo, in un solo sentimento, l'amore grato e imperituro per la grande famiglia Salesiana, la memoria indelebile per Don Bosco ».

Le ore più commoventi furon quelle dei sacri riti svoltisi nel Santuario di Maria Ausiliatrice, affollato come nelle massime solennità.

Alle 7.30, al suono trionfale dell'organo e dei sacri bronzi si avanza all'altar maggiore il venerando D. Lemoyne, assistito dal fratello D. Vincenzo e dal Direttore dell'Oratorio di Valdocco, D. Mosè Veronesi, ex-allievo di Lanzo.

Il carissimo Don Francesia celebra la messa solenne, assistito dal rev.mo sig. D. Albera. È presente anche Don Lemoyne, in cotta e stola, in apposito inginocchiatoio in presbiterio. In posti speciali sono Mons. Muriana, il Curato Piano, il prof. Fabre, il Conte Balbo di Vinadio, il Barone Righini, i Conti di Rege di Donato, l'avv. Mangini di Genova, e gli altri membri dei Comitati, degli Ex-allievi dell'Oratorio, e di Valsalice, Lanzo, e Varazze, con numerosissimi Ex-allievi, e dopo essi un largo stuolo di Figlie di Maria Ausiliatrice. Tra la folla si notano pure molte ragguardevoli Famiglie del Patriziato ed illustri membri del Clero Torinese.

Dopo il Vangelo il ch.mo P. Righini S. J., ex-allievo del Collegio Valsalice, tiene con cordiale facondia il discorso di circostanza. Dopo aver detto come l'Opera di D. Bosco abbia raggiunto sì alto grado di estimazione fra le genti perchè risponde alla tendenza del tempo, che più che ad altro crede alla carità fatta agli umili, (nos credidimus charitati!) ; con frase commossa dimostrò come della operosità salesiana i tre festeggiati rappresentino tre tipi che si completano, cioè di educatore cristiano (D. Francesia), di Apostolo dei barbari e protettore degli emigrati (Mons. Cagliero), e di artista, scienziato e storico (D. Lemoyne).

L'oratore conchiude lo splendido discorso con l'augurio fervido, che sorga, presto il giorno in cui sull'altare salito dopo cinquant'anni di sacerdozio dai grandi discepoli, possa presto venerarsi il comune Maestro Don Bosco.

Compiuta la solennissima cerimonia, i due festeggiati, all'uscir dal tempio, son fatti segno ad un'imponente ovazione.

A mensa si raccolsero attorno ad essi soltanto le rappresentanze degli ex-allievi dei vari collegi più volte accennati, in un'intima festa dei cuori.

Il venerando D. Francesia apre egli stesso la serie dei brindisi con una lunga fila di snelle ed eleganti sestine, inneggianti alla memoria di D. Bosco, a Mons. Cagliero, a D. Lemoyne, a nome anche del quale porge signorilmente le più fervide grazie.

Le prime grazie vanno di dovere al diletto D. Albera, che pio ci volle dare questo gran piacere di ringraziar debitamente Iddio, di poter con gli amici e con decoro insieme celebrar le Nozze d'Oro!

Vorrei ben ringraziar ad uno ad uno quanti concorser alla festa bella; in un solo pensiero tutti li aduno, e con novi desir, sciolta favella, quanti ascoltate l'umil cetra mia siate felici quanto il cor desìa!

Seguirono - innalzando i più fervidi voti anche per Mons. Cagliero - Mons. Muriana, i fratelli P. Emanuele e P. Bonifacio De Rege di Donato S. J., il prof. Fabre, l'avv. Mangini, l'avv. Giustina, l'avv. Brazioli di Bologna e l'antico segretario di D. Bosco, Don Berto.

Il prof. Fabre, dopo aver espressi i sensi della viva riconoscenza al suo antico professore Don Francesia, volgendosi a D. Lemoyne ne magnificava l'intenso affetto a D. Bosco, rievocando queste smaglianti affettuosissime quartine scritte e declamate dal giovane sacerdote genovese nella festa dì S. Giovanni del 1865.

Oh son care al mio cuore le cento torri altere del patrio paese, mi son care le rocche scoscese che circondar la patria città;

con piacere il fragor mi ricordo

del Ligustico mare e dell'onda,

che seri vien flagellando la sponda la cui gloria eterna sarà;

caro è a me quell'ostello, nel quale le prime aure di vita spirai, dove i primi purissimi rai lieto vidi dell'italo sol;

ma del mar, della patria, o Giovanni, de' miei lari più caro mi sei, per seguirti io tutto perdei... ma per tutto mi basti tu sol!

In fine sorse D. Albera, che tutti ringraziò profondamente commosso, a nome della Pia Società Salesiana e dei festeggiati.

Splendida fu anche la funzione religiosa del pomeriggio. Don Lemoyne cantò i vespri solenni, e vi assistette in presbiterio Don Francesia, che in fine salì il pulpito per sciogliere a a Dio, a Maria Ausiliatrice e a D. Bosco il più fervido ringraziamento, dicendo delle vie provvidenziali per cui essi erano stati condotti all'Oratorio, e degli altri innumerevoli benefizi ricevuti dalla divina Clemenza. Terminava col manifestare i sensi della più intima riconoscenza anche al S. Padre, all'Em.mo Card. Arcivescovo, ai presenti, e a quanti in quel giorno li avevano accompagnati all'altare con i loro voti e colle loro preghiere.

Dopo il canto corale dell'inno del ringraziamento, Don Lemoyne impartiva l'Eucaristica Benedizione.

L'accademia commemorativa.

Altro trionfo di soave corrispondenza di affetti fu l'accademia musico-letteraria che si tenne nel teatro, completamente stipato di allievi e di ex-allievi, misti ad una folla di Cooperatori e di ammiratori.

Con eloquenza ispirata dal cuore esordì il Teol. D. Antonio Notario, ex-allievo di Lanzo, esponendo le ragioni doverose dell'omaggio.

Con lo slancio di un'anima gentile, che non dimentica chi l'ha amato paternamente, parlò l'avv. Giustina, e le sue parole furono un inno alato alla bontà del suo primo direttore e degli antichi educatori.

Il rev.mo P. Bonifacio De Rege di Donato, ex-allievo del Collegio di Valsalice, forbito e geniale poeta, rievocò in un inno ispirato la cara vita di collegio e il concepito proposito di consacrarsi al Signore:

O dolce asilo, o placido

ostel d'eletti studi:

Oh! come a te nel fascino fido pensier seri vola, oh! come in te riposasi

il core e si consola !

Oh cappelletta, oh fervida chiesa dell'amor mio, onde di tanti giovani s'erser le preci a Dio; in te l'alma s'acqueta e tal prova secreta gioia, che dir non sa.

In te il mio cor del futile secolo il nulla apprese, in te del mondan calice mi fu 'l velen palese.

Oh! dolci preci!.... Oh! mistico Pane d'eterna vita, ond'era l'alma giovane in Dio ringagliardita, ond'era fatta smalto contro l'inferno assalto, e contro il proprio cor!

È vero! In me principio d'amor alla diletta fede n'andò la fervida mia madre benedetta....

Ma tu, padre dolcissimo, tu, mio Rettore amato, tu, dopo lei, tu l'animo m'hai per Iddio plasmato. oh! fortunata l'ora che quella pia dimora conobbi e tua virtù.

Il Parroco della Gran Madre di Dio, Cav. D. Giovanni Piano, commosse soavemente l'uditorio con la rievocazione serena dei primi anni suoi, trascorsi nello studio sotto la guida di Don Francesia.

Con pari affetto soavissimo, parlarono l'egregio avv. Mangini di Genova, ex-allievo del Collegio di Varazze, dando col suo dire la più bella prova dell'efficacia del sistema educativo di D. Bosco; e l'ispettore delle Case Salesiane del Piemonte, D. Emanuele Manassero, sciogliendo all'antico direttore D. Francesia il più tenero tributo del cuore, e rivolgendo a Don Lemoyne - a nome di tutti i Salesiani - il ringraziamento più sentito per le non lievi fatiche che sostiene omai da 3o anni nel coordinare e pubblicare le Memorie Biografiche di D. Bosco.

Ad essi, con squisiti pezzi di canto e di suono, eseguiti dalla nostra Musica istrumentale e dalle Scholae Cantorum dell'Oratorio e di Valsalice sotto la direzione dei Maestri Dogliani e Cimatti, si alternarono vari alunni di Valdocco, del Collegi) S. Giovanni Evangelista, del Collegio Civico di Varazze e del Collegio S. Filippo di Lanzo, declamando graziosissimi versi.

Un allievo di Lanzo, rievocando i primi anni di quel collegio, diceva amabilmente a D. Lemoyne:

... Ne l'aria pura suona l'eco soave

ancor dei carmi di tua cetra a Dio,

oh come dolci! oh, come pur nel grave pensier, chiari e splendenti in lor fattura! E pur dai monti rudi il molto uscio studioso acquisto e pio

de le storie dei santi e della Chiesa, che a intesser la tua lode pervade l'opre ponderose e sode. Di là una vena è scesa

che inaridir non può di affetti grandi,

onde ancor da le scene ai cuor comandi, e fai sì spesso al ben l'anima accesa.

Quanti membrando l'alta disciplina,

la dolcezza divina,

onde pur sempre pieno il cor dimostri, là, dove tenerelli

essi teco viveano i giorni belli, vollero i figli, sì che ai tempi nostri

crebbe in più vasta mole il loco a prova....

In fine, un alunno dell'Oratorio di Valdocco indirizzava un ardentissimo voto a D. Albera, quello di veder sorgere anche per Lui il giorno della Messa d'Oro! Allora, diceva il piccolo vate, la festa sarà ancor più grande:

perchè pel dì faustissimo

dirà ancor l'inno ardente Don Lemoyne con impeto e vena ognor fluente,

e mentre Don Francesia farà un sermone eletto in lode del discepolo tra gli altri prediletto,

compiuto l'alto compito nel giovine emisfero sarà fra noi con giubilo pur Monsignor Cagliero!

Così dolce espansione di cuori ebbe degna corona in due allocuzioni del sig. D. Albera; la prima in fine dell'accademia, in cui invitò i presenti a ringraziare e a pregare Iddio perchè si degni concedere ancor lunghi anni di vita ai fortunati che in buona salute hanno celebrato le loro Nozze d'Oro; la seconda dopo le orazioni della sera, nell'aperto cortile, a fianco della Chiesa di S. Francesco di Sales, dalla cui torre era disceso ai festeggiati ancor un saluto! La parola paterna rilevò brillantemente le soddisfazioni che può gustare dopo cinquant'anni di santo sacerdozio chi ha scelto per sua eredità il Signore, a preferenza di chi ha seguito altre carriere ed altre vie.

Fu veramente - come scrisse l'Italia Reale - « una giornata di sante emozioni, di gioia così intima e così viva, che mal si può riferire col pedestre stile di chi narra....

» Dio colmi i tre vegliardi delle grazie più elette, l'Apostolo dei Patagoni, il latinista, il poeta D. Francesia, lo storico poderoso D. Lemoyne; e li serbi a vedere quei giorni felici che sono il sogno di quanti amano l'anima grande dell'immortale Don Bosco ».

E sulla tomba di Don Bosco ebbe il più bell'epilogo la solennità memoranda.

La mattina del lunedì io giugno, mentre Don Albera s'era già rimesso in viaggio alla volta di Parma per riprendere la visita interrotta, e nell'Oratorio di Valdocco venivano accolti a festa i primi trenta giovanetti espulsi da Smirne,

Don Francesia e, D. Lemoyne si recavano a ringraziare Sua Eminenza Rev.ma il Card. Agostino Richelmy, a nome del Rettor Maggiore e di tutta la Pia Società Salesiana; e quindi salivano a Valsalice per d porre - sulla tomba di Don Bosco e di D. Rua - il più fervido voto!

Dall'intimo del cuore, noi ringraziamo gli illustri Personaggi, gli Istituti, le Comunità religiose e quanti si associarono alla nostra letizia! Un grazie speciale alla stampa cattolica di Torino, la quale - con bontà esimia - s'intrattenne diffusamente di questi festeggiamenti.

Un'opera caritatevole.

L'Oratorio di Valdocco era ancor imbandierato per le feste descritte, quando la mattina del 10 giugno, alle ore 8.45, vi giungevano trenta poveri ragazzi italiani, profughi dall'Oriente. Per l'eco che ne fece la stampa in tutta la Penisola è certamente noto ai lettori l'atto caritatevole, compiuto dal rev.mo nostro Superiore Don Albera.

Era appena tornato a Torino dall'Inghilterra e dal Belgio, quando, commosso alle tristi notizie dell'abbandono in cui erano piombati centinaia di poveri figli del popolo, il 26 maggio, solennità di Pentecoste e chiusura delle feste di Maria SS. Ausiliatrice nel Santuario di Valdocco, telegrafava sollecitamente al Conte Gallina, Presidente della Commissione governativa di soccorso agli espulsi, in questi termini:

Vivamente impressionato dolorosa condizione poveri figli nostri connazionali rimpatriati, espulsi o profughi dalla Turchia, reputo continuare missione Don Bosco offrendo ospitalità negli Istituti Salesiani d'Italia, finchè sarà provveduto assetto sicuro loro famiglie.

Per giovinetti orfani ed abbandonati, sono disposto dare ospitalità anche più duratura per istruzione professionale conveniente.

Incarico Ispettore Sac. Dott. Arturo Conelli di Roma trattare con Vostra Eccellenza.

Il Conte Gallina si affrettava a rispondere:

Ricevo generosa profferta della S. V. a favore giovanetti orfani od abbandonati espulsi dalla Turchia. Mentre riservomi comunicare eventuali notizie al riguardo, mi è sommamente grato constatare che anche in questa occasione cotesta Istituzione unisce alla sua alta missione di carità il più vivo sentimento di patriottismo.

In base a quest'intesa, l'ispettore Don Conelli recavasi a Napoli per la raccolta dei piccoli abbandonati, e la mattina del 10 giugno 30 primi giovanetti, accompagnati da un nostro Confratello, giungevano a Torino, accolti con affettuosa dimostrazione di simpatia alla stazione di Porta Nuova e all'Oratorio.

La fanfara del Circolo Valdocco andò loro incontro sino a Porta Nuova; il nostro Corpo di di Musica istrumentale li ricevette in capo a Piazza Maria Ausiliatrice ; e i nostri giovanetti andarono a gara, colle loro acclamazioni, per far festa ai nuovi figli della carità di Don Bosco.

Il rev.mo D. Cerruti, avendo a lato il Questore della città, Comm. Carmarino, e la Segretaria del Comitato delle Dame Torinesi Patronesse dell'Opera di D. Bosco, Contessa Amalia Capello, diede loro con belle e commoventi parole in nome di Don Albera il benevuto. Un alunno li salutò a nome di tutti i giovani delle case salesiane.

Il vedere quelle trenta piccole facce piene di somma mestizia, a parecchi degli interni e dei cittadini entrati col corteo nell'Oratorio, strappò non poche lagrime! Ma come quei poveretti si furono rifocillati, e presa una buona doccia si sentirono liberi della stanchezza del viaggio, alla vista della cordialità dei nuovi amici non parvero più quelli di prima. Presero subito a giuocare allegramente; e nel pomeriggio, giulivi e ordinati, si recarono al nostro Istituto del Martinetto, ove si trovano ancor riuniti.

Anche la Superiora Generale dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Suor Caterina Daghero, pochi giorni dopo Don Albera, aveva telegrafato al Conte Gallina

Sento con pena condizione gravissima povere figlie nostri italiani espulsi profughi dall'Impero Ottomano.

Desiderosa concorrere per ogni possibile aiuto, offro loro ospitalità nelle case italiane delle Figlie di Maria Ausiliatrice - Opera di Don Bosco - finchè le rispettive famiglie loro siansi collocate a posto, riservandomi fare di più in seguito occorrendo. Telegrafo Superiora di Roma, Suor Eulalia Bosco, mettersi in relazione con Vostra Eccellenza per modalità.

E il 15 giugno giungevano a Torino - accolte nel bell'Istituto in piazza Maria Ausiliatrice - 19 ragazzette, alcune delle quali sorelle ai 3o ragazzi suddetti.

Nel dar conto di questa nuova caritatevole iniziativa ai benemeriti Cooperatori, ci piace solamente rilevarne la nativa derivazione dall'intimo carattere dell'Opera di D. Bosco, il quale non ebbe altro in mira - e lo lasciò per programma ai suoi figli - che di accorrere sempre, e generosamente, in aiuto alla povera gioventù abbandonata.

« L'Oratorio - egli diceva in una memoranda adunanza di Ex-allievi nel 1883, intendendo di comprendere nel nome del suo primo istituto

tutta l'Opera sua - ha fatto finora delle grandi cose; ed io vi assicuro che coll'aiuto di Dio e colla protezione di Maria Ausiliatrice ne compirà delle altre più grandi ancora.

Oltre l'aiuto del Cielo, quello che ci facilitò e ci faciliterà a fare del bene è la stessa natura dell'Opera nostra. Lo scopo al quale noi miriamo torna beneviso a tutti gli uomini non esclusi quei medesimi, che in fatto di religione non la sentono con noi. Se vi ha qualcuno che ci osteggia, bisogna dire: o che non ci conosce, oppure non sa quello

che si faccia. La civile istruzione, la morale educazione della gioventù o abbandonata o pericolante, per sottrarla all'ozio, al mal fare, al disonore, e fors'anco alla prigione, ecco a che mira l'Opera nostra. Or quale uomo assennato, quale autorità civile potrebbe impedircela?...

Noi non facciamo della politica; noi rispettiamo le autorità costituite, osserviamo le leggi da osservarsi, paghiamo le imposte e tiriamo avanti, domandando solo che ci lascino fare del bene alla povera gioventù e salvare delle anime!

S. Altezza I. e R. la Principessa Maria Laetitia, insieme col Comitato delle Dame Torinesi Patronesse dell'Opera di D. Bosco, di cui Sua Altezza è presidente, si è recata più volte a visitare con materne sollecitudini i figli e le figlie dei poveri espulsi ricoverati a Torino, assumendosi l'iniziativa di procurare, in unione con altri cuori generosi, il corredo personale ad ogni ragazzo e ad ogni ragazza.

Presentemente (25 giugno) sono 108 i giovani espulsi ricoverati nelle nostre case : 3o nell'Istituto delle Scuole Apostoliche al Martinetto; 6 a Castellamare di Stabia; 6 a Trevi; 4 a Macerata;

4 a Genzano di Roma; 4 a Portici; 2 a Napoli; 2 a Sansevero; 4 a Faenza; 1 alla Spezia; 5 a Verona; 3 ad Este; 3 a Mogliano Veneto; e 34 nelle altre case dell Emilia, della Liguria e della Toscana.

Le ragazze ricoverate dalle Figlie di Maria Ausiliatrice son già 53: 19 nell'Istituto di Torino; 8 a Livorno; 11 a Roma; 2 a Napoli; 13 in varie case della Sicilia.

Dal sig. D. Albera e dalle singole Direzioni saranno accolte colla più viva riconoscenza offerte in denaro o in generi, come abiti, tele, stoffe, ecc., a loro favore.

La festa di S. Giovanni Battista

A VALDOCCO.

Un'onda d'immense soavi armonie si diffuse quest'anno a Valdocco ancor più viva degli anni precedenti, nel giorno delle memorie Paterne, in cui candidamente si apre - il cuore dei figli - a Te, o Don Paolo Albera - che di Don Bosco rinnovi i Prodigi di amore !

Questi i primi versi dell'inno affettuosissimo, letto dal venerando Don Giovanni Batt. Lemoyne la sera del 22 giugno u. s., e le parole di dedica dei due trattenimenti.

Proseguiva il poeta

O caro D. Albera! - unanime è il grido: « Dal ciel sulla terra - D. Bosco tornò ! »

È suo quell'affetto che splèndeti in viso, è sua la dolcezza- di amabii sorriso, è sua quella ingenua - ardente parola che l'alme innamora, - infiamma, consola; dal cuor di Don Bosco - la Vergine Santa nel sacro tuo petto - le grazie versò !

Ed or che rivedi - le patrie regioni,

ti accoglie il tripudio - di nostre canzoni: e in giorno a te sacro, - atteso, solenne rinnova il suo giuro -di Fede perenne,

chè l'almo tuo nome - con quel di Don Bosco nei cuori di tutti - l'affetto stampò.

E l'affetto, che da tutte le Case Salesiane di Torino e dei dintorni - da Valdocco, da Valsalice, da San Giovanni Evangelista, dalle Scuole Apostoliche del Martinetto, da S. Benigno Canavese, Ivrea e Lombriasco - raccolse le più tenere espressioni e i voti più belli, non trovò un accento e un voto più caro di quello con cui l'inno - musicato, come sempre, dal M.° Cav. Dogliani - s'incoronava: quello cioè che anche per Don Albera abbia a splendere quel dì giubilare, che invan per Don Rua credemmo sperare!

Il sac. Abbondio M. Anzini diè lettura delle numerose adesicni e compì la presentazione dei doni, tra cui una bella statua della Vergine Addclorata offerta per la chiesa succursale della Parrocchia di Maria SS. Ausiliatrice, dalla Superiora Generale dell'Istituto delle Suore di D. Bosco, rev.ma Suor Caterina Daghero, presente alla festa.

Piacquero assai l'omaggio detto a nome della Federazione Internazionale dalle Associazioni Ex-Allievi, dal cav. prof. Piero Gribaudi : quello del Circolo Giovanni Bosco; presentato dall'avv. Prospero Battù; e commossero profondamente le semplici espressioni di ringraziamento dei piccoli profughi di Smirne. Felicissimo l'egregio prof. Rodolfo Bettazzi, che recò il saluto dei Cooperatori.

La sera della festa, 23 giugno, s'inneggiò - secondo il consueto - a Don Bosco. Sempre bella e commovente questa annuale rifioritura di inni e di canti alla memoria del Padre Venerabile!

Di lui parlò con frase scultoria e vivace, e con caloroso entusiasmo, l'avv. Teol. Flaviano Viancini, mostrandolo soprattutto sommo conquistatore di anime. Il suo discorso elettrizzò fortemente l'uditorio, che applaudì ripetutamente.

Don Francesia fe' udire ancor una volta la sua vena, sempre fresca e soave, commoventissima nell'espressione di un ardentissimo voto:

O quei giorni felici, quando Roma il capo ti ornerà di nuovo serto! più bella splenderà l'umile chioma a palesar di tue virtudi il merto: e la Chiesa, che fu tua pena e vanto, eccheggerà delle tue lodi il canto!

Anche i fanciulli - venuti per ultimi all'ombra del vessillo salesiano - ebbero un grazie cordiale al Padre dei derelitti.

L'una e l'altra sera, al fine dei trattenimenti allietati da varie esecuzioni musicali, parlò - religiosamente ascoltato - il sig. Don Albera.

Egli ringraziò , col cuore sul labbro, i suoi figli e gli illustri ecclesiastici e laici che ebbero la bontà di unirsi alle nostre intime feste; e rilevando con memore affetto le prove di benevolenza date all'Opera Salesiana e da lui notate in occasione degli ultimi suoi viaggi, ne prendeva argomento per magnificare Don Bosco, il suo spirito, e le sue virtù. L'ultima sera poi, egli scioglieva, con l'eloquenza dei fatti, un solenne tributo alla fama ognor crescente della santità di D. Bosco presso tutti i popoli.

E attorno a Don Bosco, nella persona di Don Albera, si raccolse secondo il consueto anche l'Unione degli Antichi allievi dell'Oratorio, per la presentazione degli auguri e per la protesta d'inalterata devozione. Parlò a nome di tutti il rev.mo sig. D. Francesco Guala, prevosto di Castelletto Cervo, rievocando con altri cari ricordi d'infanzia, lo zelo ardentissimo di Don Bosco per la salute dei giovani.

Quindi una rappresentanza si recava a Valsalice a deporre una corona di fiori sulla Tomba di D. Bosco.

Particolarmente degne di nota le offerte fatte dagli antichi e presenti allievi dell'Oratorio nel giorno solenne. I primi offersero lire mille, per il Monumento di D. Bosco; i secondi lire cinquecento (frutto di piccoli rìsparmi e di mille spontanei sacrifizi) delle quali 200 pel Monumento di D. Bosco e 300 per i piccoli profughi.

La festa dell'amore e della riconoscenza non poteva dare più splendidi frutti!

Il sig. D. Albera nell'Inghilterra e nel Belgio (I)

A TOURNAI.

Il 27 aprile il sig. D. Albera abbandonava Londra, partendo dalla stazione di Charing-Cross, e, attraversata la Francia, giungeva a Tournai, ove era atteso dai nostri confratelli e dagli alunni dell'Oratorio S. Carlo in Boulevard Léopold con ansia vivissima.

Tutto l'istituto era messo a festa con drappi e bandiere. Nell'aula del teatro sorgeva un trono coperto di ghirlande ed orifiamme, decorato nello sfondo dallo stemma della Pia Società Salesiana e dai ritratti di D. Bosco e di D. Rua. I 230 studenti e artigiani, con a capo la squadra ginnastica e la musica istrumentale, stavano schierati in bell'ordine alla porta d'ingresso. Al suo arrivo l'amatissimo Padre fu salutato da un fragoroso applauso e Superiori ed alunni gli si strinsero attorno per baciargli la mano e come in trionfo lo accompagnarono alla sala suddetta. Quivi uno dei Superiori gli rivolse un indirizzo di omaggio ed egli, volgendo a tutti il più tenero saluto, espresse il suo cocente desiderio di vederli crescere alla pietà e alla virtù; agli studenti avviati al Sacerdozio raccomandò di prepararsi a così sublime missione colla serietà degli studii e col più intenso amor di Dio, ed agli alunni artigiani additò l'esempio di tanti ex-allievi usciti dalle Scuole Professionali Salesiane, i quali occupano un posto onorato in società e tengono alto il vessillo della Fede. « Cari giovani, egli diceva, siate cristiani nell'estensione della parola, senza rispetto umano e in tutta la semplicità delle vostre anime generose! »

Al domani il segno della levata fu dato da una briosa marcia della musica istrumentale. D. Albera celebrò la messa della Comunità e tutti gli alunni andarono a gara per ricevere le specie Eucaristiche dalle sue mani.

Numerosi furono gli ammiratori che accorsero a far visita al nostro Superiore durante la mattinata e ragguardevolissiini personaggi si assisero in quel giorno a mensa con lui. Ricordiamo Mons. Vicario Generale, il rev.mo Curato della Parrocchia, i Decani di Notre-Dame e d'Antoing, i Canonici Leclercq e Lebrun, l'abbé Lenoir direttore della Settimana Religiosa, l'abbé Dubois, nostro carissimo amico, il Rettore del Collegio Notre-Dame, il Superiore degli Assunzionisti di Taintegnies, il Rettore dei Redentoristi, ecc. ecc.

Ad una tavola laterale sedevano gli ex-allievi di Lilla e di Tournai. Ai brindisi, Mons. Vicario Generale ringraziò D. Albera di aver donato alla diodiocesi i figli di D. Bosco così zelanti per la gioventù povera ed operaia. Alla sua volta il nostro Rettore Maggiore ringraziò i singoli membri del Clero per il loro attaccamento all'Opera salesiana assicurandoli che i Figli di D. Bosco, non potendo in altra guisa compensarli, pregheranno ogni giorno per loro come pregano per tutti i benefattori.

A sera vi fu un grazioso trattenimento drammatico in onore del Superiore, il quale passò tutt'intero il giorno seguente in domestica intimità tra i suoi figli.

A MELLES.

Il martedì (3o aprile) Don Albera giungeva all'Istituto S. Paolo di Melles; destinato per l'Opera dei Figli di Maria Ausiliatrice. La piccola Comunità trovavasi riunita nella sala di studio, trasformata e decorata con ghirlande, drappi e fiori. Rispondendo ad alcuni complimenti, l'amato Superiore manifestò la sua gioia di trovarsi in mezzo a quei figli, ricordando come appunto nella prima casa che D. Bosco a lui aveva affidata, il Venerabile avesse iniziato l'Opera della Vocazione degli adulti allo Stato Ecclesiastico.

Questa santa istituzione, la quale ha già dato migliaia di sacerdoti alla Chiesa, a Melles non ha ancor raccolto frutti maturi, essendo appena al quarto anno di vita; contuttociò può già vantare di aver dato più di trenta chierici ai seminarii ed a varie comunità religiose. La visita dell'amato Superiore fu per l'Istituto S. Paolo una vera benedizione ed un prezioso incoraggiamento a quei confratelli a continuare nell'opera loro. « Nessuna cosa, diceva D. Albera, eguaglia in questo mondo la grandezza del Sacerdote, uomo di Dio e uomo dell'uomo, mediatore fra l'uno e l'altro, e per conseguenza in continui ed intimi rapporti con i due termini che deve congiungere, posto al confine dei due mondi, rappresentante dell'umanità e rappresentante di Dio

La sera, inaugurandosi il mese di maggio, Don Albera volle tenere egli stesso il discorso di circostanza, nel quale additò in Maria la creatura più eccelsa che Dio abbia creato, e raccomandò ai suoi figli di non passare un sol giorno della vita senza rivolgersi con fiducia alla intercessione della Madre di Dio.

AD ANTOING.

Il 1° maggio, il Successore di D. Bosco giungeva alla Scuola del Sacro Cuore di Antoing, nell'Hainaut, fondata nel 1909. I più di cento alunni che, ripartiti in tre classi, la frequentano: « Noi siamo, gli dicevano, gli ultimi arrivati nella grande famiglia Salesiana, ma già Vi amiamo, come la Vostra presenza fra noi è una prova che Voi pure ci amate! L'abbé Laurent, il zelante decano di Antoing, ripeté a D. Albera tutti la sua ammirazione per le opere di D. Bosco e per i Salesiani; e Don Albera fu lieto di ringraziare personalmente l'esimio ecclesiastico, cui è dovuta la fondazione di quella Scuola.

Ad essa presentemente è annessa una Scuola di perfezionamento per giovani adulti operai e un Oratorio festivo.

*

La sera del medesimo giorno il sig. D. Albera faceva ritorno a Tournai per aver agio di visitare quelle scuole professionali; e la mattina del 2 maggio rimettevasi in viaggio alla volta della Capitale.

A BRUXELLES-IXELLES.

Giunto a Bruxelles, ebbe la fortuna di ossequiare l'Em.mo Card. Mercier, Arcivescovo di Malines, che trovavasi colà di passaggio e che fu lietissimo di salutare il Successore di D. Bosco e del compianto D. Rua.

Ebbe pure le accoglienze più festose da S. Ecc. Rev.ma il Nunzio Apostolico Mons. Tacci-Porcelli che è tra i più ferventi Cooperatori Salesiani, nonchè dalle loro Eccellenze il Ministro degli Esteri e il Ministro delle Colonie, e da altri illustri personaggi.

Il domani (3 maggio), compiute altre visite di dovere, tornò all'Istituto S. Filippo Neri, dove si svolse la parte intima del programma. Attorno a lui si raccolsero i membri del Clero Parrocchiale e del Comitato delle Scuole, ed il signor Curato gli rivolse i più vivi ringraziamenti per aver dato alla sua parrocchia i figli di D. Bosco.

Quindi, presente un gran numero di benefattori, anche gli alunni gli manifestarono la loro esultanza, rappresentando nell'aula maggiore della scuola, convertita in sala di teatro, i fatti principali della vita di D. Rua, suo indimenticato predecessore.

D. Albera ebbe carissimo l'omaggio e ne ringraziò gli allievi animandoli a proseguire pel buon cammino incominciato, e ripetè cordialmente ai benefattori il motto di Don Bosco: « Senza di voi i Salesiani non potrebbero far nulla! »

A GRAND-BIGARD.

Il 4 maggio passava all'Istituto D. Bosco di Grand-Bigard, destinato alle nuove reclute salesiane del Belgio per lo studio della Teologia e delle altre scienze ecclesiastiche. Vi si fermò tre giorni: e il bene che vi compì, e il fervore con cui quei giovani chierici ricevettero, circondarono ed ascoltarono l'amatissimo Padre, il degno Successore di D. Bosco e di D. Rua, non è facile a dirsi. Furono giorni pieni di sante esortazioni e di generosi propositi. Che il Signore conduca a maturità tanti splendidi fiori, sbocciati in quel mistico campo!

A SAINT-DENIS WESTREM.

L'Orfanotrofio S. Giuseppe di St. Denis Westrem deve la sua fondazione a quell'uomo profondamente e intimamente cattolico che fu il conte de Hemptinne ; il cui nome suonerà sempre amore alla Chiesa, al Papa ed agli infelici.

In dieci anni più di mille alunni passarono nell'istituto, e 15o son quelli che vi dimorano presentemente. Questi il 7 maggio, ebbero la consolazione di accogliere il Successore di D. Bosco.

Illustri personaggi, come il Barone di Kerchove d'Exaerde, Governatore della Provincia, il deputato Cav. De Ghellinck d'Elseghemn, il borgomastro Cav. Soenens, il Barone de Kemmeter, l'avv. Verhaegen, l'Ispettore Vervaert, il Rettore dei Gesuiti di Tronchiennes, il Decano di Nazareth, e tutti i curati delle parrocchie vicine, ecc. ecc., si degnarono anch'essi di prender parte alla gioia di quei giovanetti. Il conte Paolo de Hemptinne andò a ricevere Don Albera alla stazione di Gand-Sud colla sua automobile. L'arrivo all'Orfanotrofio non poteva essere più commovente; la gioia più pura sfavillava su tutti i volti. Il Direttore gli diè il benevenuto ed egli, profondamente commosso, salutò con squisita delicatezza quell'accolta di così eletti personaggi; era la dolce effusione di un cuore formato alla scuola di un Venerabile!

Il sig. Conte Paolo de Hemptinne, ripetendo il voto di veder presto innalzato all'onor degli altari il Ven. D. Bosco, rese il più delicato omaggio al suo Successore.

Il Deputato Cav. de Ghellinck inneggiò alla splendida riuscita degli ex-allievi dell'Istituto; e l'Ispettore sig. Vervaert ripetè con fierezza: « Io son felice di aver conosciuto l'Opera dei Salesiani, e ciò che mi piace di più è il loro sistema educativo, il loro spirito di famiglia, la loro paterna cordialità coi fanciulli! »

« Noi preti, - esclamò il rev. Van der Eecken, curato decano di Nazareth - noi preti comprendiamo ancor meglio quest'opera! Mancavano nel nostro paese Orfanotrofi dove raccogliere i poveri giovani abbandonati; e noi ringraziamo i Salesiani . del gran bene fatto alla gioventù fiamminga, e preghiamo Iddio a conservarli e a moltiplicare i loro frutti all'infinito. »

D. Albera profondamente commosso ringrazia i singoli Oratori e tutti i presenti per lo splendido inno, sciolto all'Opera Salesiana.

Dopo una visita all'Esposizione delle Scuole Professionali e una breve funzione religiosa, la giornata si chiude con un lieto trattenimento.

La festa del ricevimento è compiuta, e l'8 e il 9 maggio, all'infuori di poche ore impiegate in alcune visite - come a Mons. Stillemans, Vescovo di Gand, che accolse il nostro Superiore con somma amabilità - furono passati nella più operosa intimità di famiglia.

A LIEGI.

Più solenni ancora, e con ragione, furono i festeggiamenti indetti dai nostri confratelli di Liegi per commemorare il 25° dell'accettazione di quella Casa dal nostro Ven. Fondatore, festeggiamenti ai quali non vollero che mancasse il nostro Superiore Generale.

E il 10 maggio, nell'ampio cortile dell'Orfanotrofio S Giovanni Berchmans si schieravano in bell'ordine a riceverlo gli studenti e artigiani dell'internato, gli allievi e i professori dell'Istituto S. Veronica, i Delegati delle varie Opere Parocchiali, le Figlie di Maria Ausilia

trice colle loro allieve, le signore del Comitato Salesiano, ecc. All'arrivo di lui, che giunge accompagnato dal Deputato Giulio Dallemagne, dall'Ispettore D. Scaloni e dai Direttori delle Case Salesiane del Belgio, parte da tutti i cuori un'interminabile ovazione. Seguono immediatamente le più tenere scene, canti patriottici, splendidi discorsi, e infine sorge D. Albera a ringraziare: « Son venuto, egli dice, a rallegrarmi nella vista dei prodigi compiuti a Liegi dalla carità cristiana, a favore delle classi lavoratrici! ». Felici parole che assai bene compendiano le meraviglie compitate nella città del SS. Sacramento dai Figli di D. Bosco, mercè lo zelo dei Cooperatori!

Infatti l'Orfanotrofto S. Giovanni Berchmans, accettato da D. Bosco l'8 dicembre 1887, ed inaugurato con intervento di D. Rua l'8 dicembre 1891, attualmente comprende

a) una schiera di 130 orfanelli, che vi attendono all'apprendimento di un mestiere;

b) cento studenti , suddivisi nei corsi elementari e ginnasiali ;

c) i Figli di Maria, o l'Opera dei giovani adulti aspiranti allo stato Ecclesiastico;

d) un Oratorio festivo, aperto anche in altri giorni;

e) una Chiesa pubblica, eretta in parrocchia dal gennaio 1911;

f) un Circolo parrocchiale, con cassa pensioni, cassa depositi, cassa di risparmio, fanfara, sezione di canto e scuola drammatica;

g) un'associazione di Ex-allievi che ha soci in tutto il Belgio.

All'indomani (11 maggio) D. Albera si recò a far visita alla Casa-Famiglia S. Giuseppe in Via S. Lorenzo n. 31, uno splendido edifizio, dovuto alla generosità del barone Rousselière. La Casa è destinata a giovani orfani, operai, impiegati, allo scopo essenzialmente morale e religioso, di allontanarli dagli inconvenienti dell'isolamento in una grande città. Perciò nell'aula maggiore dello stabilimento essi hanno utili ed onesti svaghi: una scelta biblioteca, buone riviste e giornali, piano, bigliardo, ecc. ecc.

I giovani convittori furono rapiti dall'amabilità del Successore di D. Bosco che s'intrattenne a lungo famigliarmente con loro. « Vedendo la bontà di questi figli! - andavano ripetendo - noi possiamo or meglio giudicare della bontà del del Padre! »

Esposizione didattico-professionale.

Fra tutte le opere, che i Salesiani hanno a Liegi, quella che interessa maggiormente la cittadinanza sono le Scuole professionali. Per questo, prevedendo che le feste indette pel 25° dell'accettazione dell'Orfanotrofio avrebbero attirato l'attenzione del pubblico sull'opera nostra, a meglio soddisfare la legittima curiosità di quelli che si interessano dello sviluppo razionale dell'insegnamento professionale, si pensò di esporre i lavori eseguiti dagli allievi delle differenti Case del Belgio.

Alla piccola mostra inaugurata dal sig. Don Albera la Domenica 12 maggio presero parte non solo le Scuole professionali di S. Giovanni Berchmans di Liegi, dell'Orfanotrofio di San Giuseppe di Saint-Denis Westrem (lez-Gand), dell'Oratorio di S. Carlo di Tournai, ma tutti gli altri istituti Salesiani del Belgio con saggi didattici, nonché le case delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e i varai Circoli e le altre opere sociali sorte a lato dei nostri Istituti.

L'esposizione destò il più vivo entusiasmo. Personaggi competentissimi in fatto d'insegnamento professionale, furono uditi ripetere

« Noi siamo meravigliati di quello che abbiamo visto e la nostra impressione più consolante è che quest'Esposizione deve avere un felice domani, poiché è uno splendido esponente dell'alto valore dell'insegnamento professionale dato dai figli di D. Bosco ! »

Degna di speciale ricordo sarebbe pure la visita fatta dal sig. D. Albera all'Oratorio festivo e al Circolo di D. Bosco, ma per ragion di brevità diciamo subito come nello stesso giorno si raccolsero famigliarmente attorno a lui, con un gran numero di benefattori, i rappresentanti di tutte le opere Parrocchiali e numerosi amici.

L'abbé Louis Mertens ringraziando il nostro Superiore di aver voluto, malgrado le sue numerose ed importanti occupazioni, consacrare qualche giorno alla prima Casa Salesiana del Belgio, sottolineò il felice sviluppo della divozione a Gesù Sacramentato nella nostra Chiesa Parrocchiale di S. Francesco di Sales, dove si distribuiscono annualmente più di 130.000 comunioni.

Il giudice Thisquen, presidente della Fabbriceria, notò il risorgere del quartiere di Laveu, considerato un tempo come un angolo perduto della città senza speranza di risurrezione, e facendosi interprete di tutti i parrocchiani ringraziava calorosamente i figli di D. Bosco, e prometteva loro il concorso cordiale di tutti.

D. Albera non potè fare a meno di esprimere ancor una volta la sua viva soddisfazione: « Tutto quello che vedo, disse, torna a maggior gloria del nostro Ven. padre D. Bosco e realizza la predizione che egli fece all'illustre Vescovo Monsignor Doutreloux. Qui regna lo spirito di famiglia che era sì caro a D. Bosco, perchè Voi siete veramente suoi figli, eredi del suo spirito e delle sue virtù. Mi auguro con tutto il cuore che questo spirito di famiglia si conservi e si sviluppi fra voi, poichè splendido e pieno di promesse mi sembra l'avvenire, se voi, fedeli agl'insegnamenti di D. Bosco, continuerete a metterli in pratica. »

Nel pomeriggio venne offerta al signor D. Albera una festa sportiva delle più interessanti. Nel cortile dell'Orfanotrofio, alla presenza di numeroso pubblico, due drappelli di giovani valorosi si schieravano di fronte: la Standard di Liegi e la The Salesians Artisans di Londra per una partita al foot-ball, giuocata con rara perizia. Infine la vittoria arrise agli inglesi, e Don Albera, congratulandosi, consegnò a ciascuno dei vincitori una medaglia commemorativa, mentre la fanfara Don Bosco intonava in loro onore il « God save the King » fra gli applausi della folla.

A HECHTEL.

Il 13 maggio, accolto dal clero della parrocchia, dal sig. Sach, Ispettore primario della Scuola libera di Limbourg, dai Confratelli, dai molti giovani e da una folla divota, D. Albera giungeva all'Istituto S. Luigi di Hechtel.

Pel percorso di circa un chilometro egli trovò le case pavesate, e circa trecento giovanetti, schierati in lunga fila, gli fecero all'arrivo ala d'onore. Convennero pure attorno a lui i più ragguardevoli

personaggi del clero e del laicato, con l'abbé A. V. Mallet d'Oostham e i suoi due fratelli, fondatori di quell'Istituto, destinato alla prima formazione del nuovo personale per la nostra Società. Singolare fu la cordialità e la riverenza che vi riscosse il Successore di D. Bosco, il quale, nel pomeriggio del 15 maggio, tornava a Liegi per una memoranda funzione.

Incoronazione di M. Ausil. a Liegi.

Il 16 maggio, solennità dell'Ascensione di N.

S. G. C., rimarrà per sempre memorando negli annali della Casa Salesiana di Liegi. La Messa solenne fu celebrata dal rev.mo D. Pottier, Abate di Solesmes, assistito da S. E. Rev.ma Mons. Rutten Vescovo Diocesano, da S. E. Rev.ma Mons. Wachter, dai Monsignori Deckers, Nols e Crets, dai rev.mi Abati mitrati Don de Kerkhove, Don Gaugain , e Don Wuillemin, dal Rev.mo Don Albera e da altri illustri ecclesiastici.

Erano anche presenti l'ex-Ministro Gustavo Francotte; i Senatori Van Zuylen e il Visconte Simonis; il Deputato Giulio Dallemagne; Paolo Ilanquet, Descampe, Thisquen, de Potters d'Indoye, Begasse,Van Grcenendael,Mawet, ecc.

La Schola Cantorum dell'Orfanotrofio, in unione con i Cori di S. Gregorio e S. Cecilia ese guiva, con squisita delicatezza, la messa di Giovanna d'Arco di Carlo Gounod.

Terminata la messa l'abbé Schyrgens salì il pergamo e, dopo d'aver accennato alle vittorie riportate da Maria SS. durante la sua vita mortale ed attraverso i secoli, disse anche della sua vittoria sul Ven. D. Bosco colla fondazione della Casa di Liegi (1)

Dopo il discorso S. E. Mons. Rutten impartì la Benedizione Apostolica, e dal tempio uscirono in lungo ordine verso il cortile dell'istituto gli alunni interni e quelli dell'Oratorio colle loro Associazioni, gli Antichi Allievi, il Circolo Don Bosco, le Autorità, il Clero, gli Abati Mitrati ed i Vescovi in abiti pontificali, seguiti da numerosi pellegrini, per la cerimonia dell'incoronazione della sacra statua di Maria Ausiliatrice, veneratissima in quella nostra Chiesa parrocchiale. È per dar agio a tutti di poter assistere all'atto solenne ; e difatti la folla immensa che gremisce il vasto piazzale, al momento dell'imposizione delle benedette corone, squisito lavoro della ditta Wilmotte, scoppia in un irrefrenabile, commovente, entusiastico applauso.

Compiuta la cerimonia i più illustri personaggi avevano la bontà di sedersi a tavola col Successore di D. Bosco. L'Ispettore D. Scaloni colse l'occasione propizia per ringraziare tutti i benefattori dell'Opera Salesiana. Alla sua volta Mons. Vescovo di Liegi, lodandosi pubblicamente dell'Opera dei Salesiani, particolarmente del Parroco l'abbé Louis Mertens, che propose ad esempio a tutti i curati della sua diocesi, si disse felice di trovarsi in compagnia di D. Albera e di tanti membri di quella Pia Società, che formò la predilezione del suo venerato predecessore Mons. Doutreloux.

In quel giorno più di 2o mila furono i pellegrini che, guidati dai loro pastori, corsero a cantare il Magnificat in segno di riconoscenza ed in preghiera innanzi alla Vergine Incoronata!

L'imponentissima festa si chiuse con un brillante trattenimento, dato dalla sezione drammatica del Circolo D. Bosco e dagli alunni dell'Oratorio festivo.

Il sig. D. Albera lasciava Liegi nel pomeriggio del giorno 18 col cuore ripieno delle più dolci emozioni: « Io, disse, mi ricorderò di tutti nel Santuario di Maria Ausiliatrice di Torino e sulla tomba del nostro Ven. nostro Padre D. Bosco; e confido che, per bontà del Signore, il Belgio sarà sempre il modello delle nazioni cristiane .»

(1) Cfr. il Diario dell'ultima malattia di D. Bosco (Bollettino Salesiano, aprile 1888).

A VERVIERS E AYWAILLE.

Da Liegi l'amatissimo Padre si recava a Verviers, all'Oratorio di S. Giovanni Evangelista, che

è regolarmente frequentato da più di 15o giovani, cui sono da aggiungersi altrettanti giovanotti operai che vi convengono non solo nei giorni festivi ma tutte le sere, e 23o ex-allievi i quali vi hanno la sera di ogni sabato regolare adunanza e nell'ultimo sabato d'ogni mese assemblea generale. L'Oratorio abbraccia molteplici sezioni religiose, sociali, economiche, e ricreative: come la Compagnia di S. Luigi, l'Associazione del S. Cuore, un Circolo di coltura, Casse di risparmio e di pensioni operaie, una Borsa per infortunai e i Circoli drammatico, ginnastico, e musicale.

L'accoglienza che ebbe D. Albera in questo ambiente popolare fu delle più cordiali.

Il dì appresso, domenica 19 maggio, D. Albera recavasi all'Istituto S. Raffaele a Sougnez-Aywaille, dove insieme con una Scuola media, divisa in 4 classi frequentate da 6o alunni, v'ha pure una Scuola industriale festiva, divisa in 4 sezioni, con 130 allievi. Egli visitò con piacere le varie scuole di questo corso, compì la cerimonia di accettazione di nuovi soci nella Compagnia di S. Luigi, rivolse a tutti gli allievi una paterna allocuzione e dopo averli benedetti e regalati di qualche ricordo, dovette pur benedire un bel numero di ecclesiastici e laici radunatisi per la sua visita.

« Come i suoi due eccellenti predecessori - scriveva il giornale Val de l'Amblève - Don Albera, non ostante la sua straordinaria semplicità, si presenta come un uomo di Dio, che infonde rispetto e venerazione! »

Nel ritorno.

Partito da Verviers la mattina del 20 maggio, l'amato Superiore trovò alla stazione di Bale uno dei nostri più affezionati amici e cooperatori Mons. Dòbbeli, curato di S. Chiara, il quale, avendo avuto notizia del suo passaggio, fu a pregarlo di passare la notte nella stia canonica. L'ospitalità, accolta con riconoscenza, fu delle più cordiali; e Monsignore promise al Successore di D. Bosco di restituirgli la visita a Torino.

Nel ritorno D. Albera volle passare a Losanna. Alcuni cattolici lo avevano pregato di portare la sua benedizione a un Istituto maschile di cui essi si occupano a Glans, tra Losanna e Ginevra; ed egli, malgrado la stanchezza, non seppe rifiutarsi. Colà ebbe ad ammirare la buona condotta di quei figli della Provvidenza, la loro pietà, la loro aperta fisionomia; e si congratulò vivamente col personale dell'Istituto e con i valorosi cattolici che sostengono quell'Opera meravigliosa, specialmente col sig. Coppier, il grande industriale di Carouge, e il Dott. Mehling, che gli fecero gli onori di casa.

Finalmente egli era di ritorno all'Oratorio di Torino la mattina del 23 maggio, vigilia della solennità di Maria SS. Ausiliatrice, accolto al suono festoso della musica, tra le acclamazioni sonore dei giovani e nella viva aspettazione di molti pellegrini.

Il sig. D. Albera in Emilia e in Toscana

Dopo le feste di Maria SS. Ausiliatrice, e precisamente il 29 maggio, il rev.mo sig. D. Albera partiva nuovamente

dall'Oratorio di Torino per compiere una visita alle Case Salesiane di Emilia e Toscana, facendo l'ultima tappa il 2o p. p. alla Spezia.

Di questo suo viaggio s'interessò con affettuosa benevolenza tutta la stampa locale, e specialmente l'Avvenire d'Italia di Bologna, Il Piccolo di Faenza, Il Domani di Lugo, Il Risveglio di Ravenna e di Borgo S. Donnino, La Domenica dell'Operaio di Ferrara, L'Unità Cattolica e Il Popolo di Firenze, Il Giornale di Pisa, il Fides di Livorno, il Popolo di Spezia, sicchè noi, mentre inviamo alle singole redazioni le grazie più cordiali, verremo spigolando dalle loro relazioni. A BOLOGNA.

Vi giunse alle ore 18, accompagnato dal suo segretario particolare D. Franco e dall'ispettore D. Laureri. Alla stazione lo attendevano il Direttore dell'Istituto della B. V. di S. Luca, l'avv. Brazioli e il Conte Cays, che nella sua elegante automobile lo condusse all'Istituto.

Qui, al suo apparire, scoppiò un uragano di applausi e di evviva, e la banda intonò l'Inno Salesiano. Tutti sentivano l'entusiasmo e la commozione del momento indimenticabile, tutti gli si affollavano attorno per baciargli le mani, e per tutti egli aveva un saluto, una buona parola, un sorriso.

Finito l'inno, il direttore ringraziò il Padre che si recava a visitarli in nome del Signore e in nome di D. Bosco. Un giovinetto, a nome dei compagni, gli lesse delicati sentimenti di affetto e di ossequio inalterabile; e D. Albera, commosso, abbracciò il piccolo e fervido dicitore, poi rivolse il suo ringraziamento a tutti, ai confratelli, ai giovani, a quanti erano colà radunati. Disse che tanta festa non era per lui, bensì per D. Bosco e per Don Rua in nome dei quali era venuto e si rallegrò di trovarsi a Bologna, dove, molti anni prima, egli stesso aveva accompagnato D. Rua per un'intesa coll'Em.mo Card. Svampa circa la fondazione dell'Istituto Salesiano.

Più tardi, cessate le prime feste di accoglienza, riceveva una rappresentanza degli Ex-Allievi, cui fu prodigo di affettuosi incoraggiamenti.

Il giorno 30, giovedì, fissato per la festa di Maria SS. Ausiliatrice, convennero all'istituto Cooperatori, Cooperatrici, ex-allievi ed amici dell'Opera salesiana, in una cara festa di famiglia. Ammirato nello sfondo del lungo porticato un busto dell'Eminentissimo Card. Svampa, troneggiante in alto fra trofei di gloria.

Alle ore 7, scendeva all'Istituto Sua Ecc. Rev.ma l'Arcivescovo Monsignor Giacomo Della Chiesa per celebrarvi la messa della comunità, e uscendo di cappella s'intratteneva col sig. D. Albera, in un primo cordialissimo colloquio. Un alunno presentò a S. E. gli omaggi più ossequenti, e la banda eseguì una marcia trionfale.

Alle 9, alla presenza di un buon numero di benefattori e di antichi allievi, nonchè di amici e cooperatori, segui la messa in canto.

Quindi solennissima accademia musico - letteraria allestita dai giovani collegiali. Alle 10 nella sala teatro, riccamente addobbata, si riunirono tutti gli invitati. D. Albera entrò al suono dell'inno salesiano e prese posto sul palco. Gli facevano corona mons. Canetoli, il conte e la contessa Cays, mons. Gajani, il conte comm. Cesare Zucchini, l'arciprete Zucchi, D. Laureri, e molte famiglie benefattrici.

Dopo l'inno sorge a parlare mons. Canetoli, che reca il suo saluto e quello, affettuoso e reverente, dei cooperatori bolognesi; e tratteggia brevemente la figura di don Albera, cui assicura che tutti dalla sua visita trarranno propositi salutari per l'incremento delle opere salesiane. Il venerando mons. Canetoli è fatto segno ad una calorosa dimostrazione di simpatia.

Prosegue il programma interessantissimo, svolto egregiamente dagli alunni dell'Istituto e dell'Oratorio Festivo. Il prof. m. Montanari porge brillantemente il saluto degli ex-allievi.

Infine Don Albera ringrazia tutti dell'affettuosa e bella dimostrazione; rivolge il suo ringraziamento più cordiale a mons. Canetoli, al m. prof. Montanari e ai ragazzi; e parla ai Cooperatori in maniera affabilissima, ammirandone la solidarietà, e ripromettendosene efficace aiuto.

L'intera assemblea lo ascolta in religioso silenzio e in fine scoppia in un solennissimo applauso, che si ripete più volte: « Viva don Albera; viva. Don Rua e viva Don Bosco! »

La folla, prima di congedarsi, gli si accalca attorno, tutti vogliono baciargli la mano; e a tutti egli rinnova particolarmente il grazie più sentito e promette preghiere.

Pochi intimi rimangono al banchetto onorato dall'intervento di S. E. Rev.ma mons. Arcivescovo..

Dopo i vespri, mons. Pietro Gaiani tenne il panegirico in lode di Maria Ausiliatrice, poi si svolse la processione che riuscì solennissima. Celebrava lo stesso Don Albera che impartì la benedizione col SS. Sacramento.

A sera, nel cortile illuminato fantasticamente a bengala, la banda eseguì uno scelto concerto; e i giovanetti dell'Oratorio espressero, con una breve accademia, il loro amore a don Albera, che li confortò di un fervorino molto affettuoso.

Per quest'occasione solenne era statou fficiato a prendere la parola in nome dei Cooperatori Mons. Giacomo Carpanelli! Il zelantissimo Segre tario del 1° Congresso dei Cooperatori Salesiani ben volentieri aveva accettato l'incarico, ed aveva appena terminato di abbozzare il suo saluto, quando, come dicemmo nel Necrologio del mese di giugno, colpito improvvisamente da sincope cardiaca, volava all'eternità.

In omaggio alla singolare benevolenza, della quale fu largo alle Opere nostre quest'esimio cooperatore di Bologna, sentiamo il dovere di riportare il suo ultimo scritto.

Ai nostri giorni, da ogni parte d'Italia e delle nazioni civili si leva concorde un inno di ammirazione e di plauso al valore dell'esercito e dell'armata italiana...

Però se è doveroso ripetere che in Italia l'antico valore non è per anco morto, anzi grandeggia raccogliendo nuove palme ed allori, non è tributo meno sacro per noi, Cooperatori Salesiani, l'applaudire alle incruente e pacifiche vittorie che sullo stretto di Magellano, nella Terra del Fuoco, nella Patagonia, tra i Bororos, nel Congo Belga, e in tanti altri luoghi riportano sotto la vostra direzione, o Duce supremo delle nostre milizie e Rettor Maggiore, i vostri figliuoli primogeniti, i Missionari Salesiani.

Per tutti questi popoli è suonata finalmente l'ora della misericordia e della redenzione ed il Ven. D. Bosco dall'alto del cielo dove si asside in trono di maestà e di gloria, vede verificarsi il sogno a cui rivolse tutta la sua vita e che con l'assistenza di Maria SS. Ausiliatrice egli ha condotto felicemente ad effetto.

Pertanto a Voi, che con tanta benignità siedete ora in mezzo a noi, e del regno lasciatovi in retaggio da D. Rua mirate l'ampliamento fecondo e salutare, venga oggi a Voi, per mezzo mio, il saluto riverente dei Cooperatori Salesiani di Bologna, e l'augurio che accresciuti gli anni della vostra vita operosa, si moltiplichino le vostre sante vittorie a dilatazione della nostra santa Fede e della cristiana Civiltà.

Ricompensate il nostro doveroso ossequio e saluto con la paterna vostra benedizione, affinchè le Opere a cui porremo mano nel nome di Dio e sotto la protezione di Maria Ausiliatrice e del Ven. Don Bosco, ottengano copioso risultato, e di noi Cooperatori Salesiani si formi un esercito agguerrito a difesa della Fede e della Pace e Carità cristiana.

Fin qui l'anima eletta del compianto Monsignore!....

* *

Il 31 maggio, il sig. D. Albera impiegò la mattinata in visite: fu da S. E. mons. Arcivescovo, col quale si trattenne in affabilissimo colloquio; poi da S. E. Rev.ma il Vescovo Ausiliare Mons. Bacchi, che gli fu prodigo di gentilezze; ricambiò la visita all'ill.mo prof. Acri della R. Università e in fine fu alla villa dei nobili Cays, i quali fecero grandi onori all'ospite gradito.

Nel pomeriggio desiderò vedere lo stato dei lavori della Chiesa del Sacro Cuore ed ammirò l'architettura finissima dell'interno del tempio; quindi partiva da Bologna, recandosi il cuore di tutti i confratelli ed alunni.

A FAENZA.

« Le Petit Don Bosco - come veniva designato D. Paolo Albera in Francia - il terzo D. Bosco, come ebbe a chiamarlo il Rev.mo Mons. Aristide Botti nostro Pro-vicario Generale, - l'uomo, come scrisse il Corriere della Sera, dalle larghe e moderne vedute, alquanto mingherlino, di statura media, dal volto d'asceta, che ride di rado, ma sorride sempre - è venuto per la prima volta, in qualità di superiore generale a visitare uno dei suoi più fiorenti istituti, sorto 3o anni or sono nella nostra Faenza, ed a condecorare di sua presenza la festa solenne di Maria SS. Ausiliatrice....»

Cosi il Piccolo annunziava il suo arrivo in quella città.

Appena giunto egli fu acclamato dai collegiali, e da una rappresentanza dell'Oratorio salesiano e da buon numero di ex-allievi e benefattori, al suono delle note giulive della banda musicale dell'Oratorio festivo; e seguì subito la benedizione, compiuta da D. Albera, di un grazioso monumentino a Maria SS. Ausiliatrice eretto in fondo al cortile d'entrata.

Il sabato, 1° giugno, fu instancabile nel ricevere e nell'assistere a varie riunioni.

Alle 18 teneva nella chiesa dell'Istituto, affollata, rigurgitante di pubblico, una conferenza sulle Opere salesiane. La sua parola facile, calma, ma efficace, quel minuto resoconto di tutto il bene operato dalla Società Salesiana, esposto con dati precisi e col contorno di molti aneddoti e di mille ricordi personali (per avere egli visitato ripetutaniente quasi tutta l'Europa, l'Algeria, la Tunisia, la Palestina, ed anche le due Americhe) tennero per oltre un'ora affascinato l'uditorio.

Dopo la conferenza e la benedizione solenne impartita da Mons. Botti, il sig. D. Albera estraeva il primo numero della fiera di beneficenza, promossa e sostenuta dallo zelante Comitato locale delle Dame di Maria SS. Ausiliatrice, sotto la presidenza della Nob. Contessa Faustina Magnaguti Zauli Naldi, in favore delle opere salesiane in generale e di quell'Oratorio in ispecie.

Il giorno dopo, domenica 2 giugno, celebrava la S. Messa della Comunione generale, rivolgendo ai giovanetti ed ai numerosi benefattori e fedeli accorsi, parole di unzione del tutto soave.

Alle ore 9 si riunivano attorno a lui gli ex-allievi, che, chiamati al convegno annuale per la fausta circostanza dal loro Comitato sotto la presidenza dell'egregio Avv. Giacomo Mazzotti, giovani e vecchi tenevano adunanza sul modo di contribuire all'erigendo monumento a D. Bosco in Torino pel 1915.

Alle io anche D. Albera assisteva alla messa solenne cantata dal rev.mo Mons. Pasi, direttore diocesano dei Cooperatori.

Al Vangelo disse il panegirico della Vergine il Can.co Dott. Francesco Lanzoni, oratore dalla facile parola e dalla profonda cultura. Buona fu l'esecuzione della Messa « Salve Regina » dello Stehle.

Il banchetto tenutosi alle 13 riuscì imponente per la personalità distinta dei partecipanti, quali S. E. Mons. Capotosti, Vescovo di Modigliana, l'on. Ing. Luigi Cavina, l'avv. Romolo Archi, il sig. Antonio Medri, rappresentante delle Associazioni cattoliche faentine, ed altri principali benefattori, ecclesiastici e laici, dell'Opera salesiana. Ai brindisi prese primo la parola il Canonico Lanzoni e dopo lui l'On. Cavina, Mons. Pasi, il Canonico Rossini, il sig. Medri, l'ex-allievo Monti, l'avv. G. Mazzotti ecc., tutti applauditissimi. Ad essi rispose, salutato da vere ovazioni, Don Albera.

All'accademia che si tenne alle ore 18, intervenne numerosissimo pubblico. Nel palco d'onore, sedevano attorno a D. Albera gli esimi signori suddetti ed una larga schiera di Dame Patronesse, di benefattori ed amici.

Quindi fu una vera fiumana di cittadini che irruppe nell'ampio cortile per assistere alle proiezioni cinematografiche, alla illuminazione e al concerto della banda dell'oratorio, mentre continuava la fiera di beneficenza.

Il Santo Padre, ad un telegramma inviatogli dal Direttore del collegio per esprimergli gli atti di devozione filiale e gli auguri più vivi dei presenti pel suo compleanno, si degnava rispondere col seguente: « Santo Padre, gradito filiale omaggio auguri suo Compleanno inviatigli a nome altresì Superiore Generale Salesiani, Vescovi Faenza e Modigliana, Clero ed antichi allievi, superiori e convittori codesto Istituto, riuniti festa Maria Ausiliatrice, invia a tutti di cuore implorata Apostolica Benedizione, pegno delle migliori celesti grazie. - Card. Merry del Val ».

A LUGO.

Festose, solenni, memorande le accoglienze, che ebbe D. Albera in questa città.

Stampava il Domani : « A Don Albera, superiore generale dei salesiani, al pio, al grande successore di Don Bosco e di Don Rua, a Colui che con atto magnanimo di carità e di patriottismo schiudeva le porte dei suoi istituti ai figli degli italiani espulsi dalla Turchia, a Colui che mille città onorarono nei suoi lunghi viaggi attraverso l'Europa, l'Asia e l'America, il saluto riverente e grato

...per l'alto onore concesso alla nostra città con la sua vivamente attesa visita....

» ...È stata cosa lodevole che i nostri amici (il Circolo A. Manzoni) con pubblico manifesto abbiano inneggiato al merito di quest'uomo che ha saputo, in un momento critico della nostra patria, illuminare tanti, che gridano e parlano di filantropia, con un atto simpatico, quello di accogliere gratuitamente nei suoi istituti i figliuoli degli italiani scacciati... »

All'Istituto, ov'era vivamente atteso dai giovani, dal Clero, dalla Rappresentanza delle Associazioni Cattoliche e da un gruppo di giovanetti dell'Oratorio Festivo di Villa S. Martino, fu accolto con vero entusiasmo, mentre la Banda intonava una marcia solenne.

Là pure si era trasportata fino alla visita del sig. Don Albera la festa di Maria Ausiliatrice, e le funzioni religiose riuscirono splendide. Nel pomeriggio il Canonico Prof. Ennio Fabbri, insegnante nel Seminario di Faenza, disse con parola facile e forbita il discorso.

Anche l'accademia riuscì a meraviglia. Il fior fiore della città vi convenne.

Canti, suoni e squisite poesie e delicati complimenti, declamati dagli alunni, si alternarono applauditi.

Parlarono pure Mons. Petroncini, D. Farina, Tonino Fariselli per gli ex-oratoriani, D. Massimo Latuga per gli Ex-allievi, e D. Feruzzi a nome della cittadinanza.

Invitato dagli amici - esclamava D. Latuga - a porgere a D. Albera il saluto degli antichi allievi di questa Casa salesiana, prima di decidermi a getlar sulla carta due povere righe, ho voluto stamane vedere e conoscere Colui, al quale io dovevo porgere il mio augurio.

E l'ho visto quell'uomo, e ho letto profondamente nel suo sguardo buono e nella parola santa, tutta quella fiamma ardente di carità cristiana, che divampa in incedi di amore, che affascina, che console. Non altrimenti si può essere successore di due s, di D. Bosco, l'uomo della carità, il filantropo pi grande del secolo testè tramontato! di D. Rua, quell'uomo così pio, il cui volto v'ispirava profonda ammirazione e profonda pietà

Se la mia non fosse una pretesa - diceva alla sua volta D. Feruzzi - vorrei assumermi il mandato di parlare a nome della cittadinanza lughese, della parte sana di questa nostra città, cuore della Romagna. Altri meglio di me e con più autorità le avrà detti o le dirà gli alti sentimenti di gratitudine che questo Clero nutre per Lei e per l'opera dei due istituti di cui siamo onorati. Io vorrei esser invece interprete prima di tutto dei nostri buoni e bravi cattolici, che con un risveglio meraviglioso di animi e di forze, con rinnovate energie, si sono destati a vita nuova, per la religione e per la patria.

Essi vorrebbero dirle qui la loro alta ammirazione come l'hanno cantata pubblicamente per le vie della città : essi sentono e comprendono che l'azione salesiana nella società è come l'azione della mamma nella famiglia: ne plasma, ne forma il fanciullo che domani dovrà essere il cittadino, il soldato, il sacerdote : essi sentono e comprendono che questi collegi sono il semenzaio, sono il vivaio da cui si trapianteranno poi nel vasto campo della società le pianticelle cresciute sotto l'occhio vigile e paternamente buono dell'educatore cristiano.

Sentono tutto questo e mentre qui le vogliono espresso il loro affetto e il loro grato animo, vogliono ancora deporre nel suo cuore gentile e grande, un voto, una promessa, quella di rendersi degni dell'insigne favore che la Provvidenza ha fatto alla nostra città dandoci questo Istituto, con aiutarlo, favorirlo in tutti i modi...

Poi, a nome sempre dei nostri cattolici che accanto ad un caldo indefettibile amore di Religione nutrono un sincero amor di patria, a nome di quanti pur non condividendo le nostre idee si sentono orgogliosi di avere dei figli d'Italia capaci di imporsi un eroico sacrifizio per venire in aiuto ai poveri figli degli espulsi... io applaudo al primo figlio d'Italia, a Lei D. Paolo Albera, che sulle orme dei suoi illustri predecessori, à gettato la più nobile, la più eloquente delle sfide di patriottismo ai turchi di dentro e di fuori.

Io applaudo a lei, per il suo gesto magnanimo, in cui vibrano all'unisono Fede e patria...

E vorrei essere la voce dei muti... Vorrei esser la voce di quei muti che per aver conservato un bricciolo di rettitudine, in' mezzo al tumultuoso frastuono di sentimenti contrari, di pregiudizi e di ammirazioni, sentono intimamente, segretamente, tutta la grandezza, l'opportunità, la somma utilità dell'Opera salesiana. essi non sanno, non vogliono esprimerla questa convinzione per un malinteso rispetto alle proprie opinioni, apertamente anticlericali forse. Ebbene, anche di questi muti mi faccio interprete e voce, e dal confusionismo in cui sono caduti molti cuori, io raccolgo il fiore migliore e lo presento a Lei...

Il sig. D. Albera rispose a tutti ringraziando dell'accoglienza e della festa gentile, che ritenne fatta non a sè, ma alla Società Salesiana da lui rappresentata.

Dalle 21 alle 23 la brava banda dell'Oratorio svolse un bel programma musicale che si attirò gli applausi del pubblico enorme, convenuto nel vasto cortile, fantasticamente illuminato, per onorare e dare un ultimo saluto a D. Albera.

Questi, la mattina appresso, accompagnato da Mons. Petroncini, si recava a celebrare all'Istituto di Maria Ausiliatrice, dove ebbe le migliori accoglienze dalle Superiore, dalle alunne e dalle ex-allieve ; ed alle 10 lasciava Lugo, diretto a Ravenna.

A RAVENNA.

« Il giro trionfale del venerando D. P. Albera per i collegi salesiani dell'Emilia e della Romagna - così il corrispondente dell'Avvenire d'Italia - continua con le più festose accoglienze. Oggi è la volta di Ravenna. La vetusta città della pineta e delle storiche basiliche, dinnanzi al piccolo e modesto sacerdote ha avuto uno slancio di fede e di patriottismo affatto nuovo in questo nostro ambiente ».

« Giunto martedì, 4 giugno, prosegue il Risveglio - fu ricevuto alla stazione da parecchi Sacerdoti e dal Segretario di Sua Ecc.za Mons. Arcivescovo. Arrivato all'Istituto di S. Apollinare tutto messo a festa, ebbe una entusiastica accoglienza dai buoni Salesiani e dai loro alunni. Attorno a D. Albera, amabilmente sorridente, erano tutti i Parroci della città e sobborghi che con gentile e delicato pensiero s'erano in corpo recati a dargli il ben venuto. Quanto egli siasi mostrato sensibile per atto sì delicato non è a dirsi.

» Ringraziati i suoi figli Salesiani e i bravi alunni dell'Istituto, rinnovate le più delicate espressioni al Collegio dei Parroci per la lieta accoglienza, fu ad ossequiare il nostro amatissimo Arcivescovo.

» Alla sera nel teatrino dell'Istituto addobbato con gusto per la circostanza, fu svolto brillantemente un ricco programma musicale letterario in onore di D. Paolo Albera, e vennero pure distribuiti i premi agli alunni che in questo primo quinquennio di vita dell'Istituto si distinsero per buona condotta e applicazione.

» S. E. Mons. Arcivescovo, sempre gentile e pieno di carità verso i Salesiani, si degnava presiedere l'eletta adunanza, formata da numerosissimo clero e dalle più illustri personalità. Il trattenimento è stato aperto da una briosa marcia della Banda musicale dell'Istituto....

» Non notiamo i singoli numeri del programma copioso, svariato e tutto intonato a mostrare il giubilo per la prima visita del Superiore, e i voti coi quali gli appartenenti all'Istituto lo acclamarono con cordialità espansiva. Fu un canto d'amore, un inno alla sublimità del lavoro fecondato dalle preghiere.

» Rispose il festeggiato con accento nel quale all'amabilità mescevasi la commozione. Egli disse non meritare tanta festa, lodò la cordialità Ravennate, si compiacque del profitto dei giovani artigiani dell'Istituto; soggiunse non avere la virtù di D. Bosco e di D. Rua, ma soltanto la viva volontà di fare del bene. Ringraziò Sua Ecc.za Mons. Arcivescovo; si rallegrò nel sapere che molte benevoli persone in questa circostanza s'erano inscritte tra i Cooperatori Salesiani ; incoraggiò perchè tutti d'accordo lavorino per l'apostolato della gioventù, nè mancò di un plauso alla munifica signora Adelaide Argelli Ved. Brandolini. Le parole di D. Albera lasciarono profonda impressione in tutti i presenti.

» Chiuse Mons. Arcivescovo ringraziando Don Albera per la sua venuta, notò l'atto eminentemente caritatevole da lui compiuto nell'aprire i suoi Istituti ai figli dei profughi italiani dal territorio Ottomano, eccitò gli alunni alla costanza nel ben fare in mezzo alle future lotte della vita, finì esortando i buoni Ravennati a continuare il loro appoggio ad un'opera provvidenziale per la gioventù e per l'intera società.

» Tutti i Ravennati che accostarono il ven. Successore di D. Bosco e di Don Rua ricorderanno lungamente il suo sorriso buono, la sua ascetica figura ed i suoi consigli di Apostolo ».

*

Il mercoledì, 5 giugno, si celebrò nella nuova Cappella dell'Istituto S. Apollinare, benedetta da Mons. Arcivescovo e dedicata a Maria sotto il titolo « Aiuto de' Cristiani », la festa di Maria Ausiliatrice.

Solenni le funzioni, ottima la musica, molti i Cooperatori intervenuti, ai quali al mattino dopo la S. Messa il sig. D. Albera volle rivolgere parole di incoraggiamento e di eccitamento ad una fede operosa in mezzo alle proprie famiglie ed in mezzo alla società. Nel pomeriggio il rev.mo Canonico Angelo Bignardi, nel mirabile discorso che tenne all'affollato ed eletto uditorio sciolse un inno di amore alla Vergine; e S. E. Mons. Arcivescovo impartì la benedizione col SS.mo Sacramento.

Ammiratissima la piccola Mostra dei lavori eseguiti dagli allievi dell'Istituto, fatta a scopo didattico e di incoraggiamento: « piccola mostra -al dire del Risveglio - ma che ha un valore significativo per gli intelligenti in materia, specie se si tiene presente che da soli cinque anni si sono aperte queste scuole professionali e che per scarsezza di mezzi non si sono potuti introdurre tutti quei miglioramenti che pur sarebbero desiderabili...».

La Scuola Tipografica pubblicò un'elegante monografia illustrativa delle Scuole Professionali ed insieme un rendiconto completo della situazione morale e finanziaria delle medesime.

« I veri polmoni di questa caratteristica pubblicazione - prosegue il citato periodico - sono due specchietti numerici: il primo contempla l'attivo ed il passivo della gestione finanziaria in questo primo quinquennio di esistenza; - il secondo offre il movimento dei convittori e loro condizioni. Sono due documenti storici a base di matematica, che la Direzione sottopone alla visione del pubblico de' suoi benefattori.

» Nulla di rettorico in quelle quasi cinquantamila lire spese a benefizio dei giovani artigiani, ma esse rivelano a sole meridiano il grande sforzo compiuto dalla Direzione dei Salesiani per sostenere il filantropico Istituto.

» Solamente la grande generosità cittadina potrà colle offerte mettere detta direzione nella possibilità di livellare il suo bilancio e di continuare fiduciosa l'impulso della caritatevole opera ».

(Continua).

ESERCIZI SPIRITUALI.

Dal 5 al 12 del prossimo agosto in Nizza Monferrato, presso l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice si detterà da sacerdoti salesiani un corso di spirituali Esercizi ai quali potranno prender parte pie secolari, maestre e signorine. La retta è di L. 18 a meno che si richiedano speciali riguardi pel vitto e per la camera.

Per le domande rivolgersi alla Superiora Generale Suor Caterina Daghero, non più tardi del 1° agosto.

DALLE MISSIONI

TERRE MAGELLANICHE Dalla Candelaria e da S. Inés.

(Lettera del Sac. Maggiorino Borgatello).

Punta Arenas, 3o aprile 1912.

VENERAT.MO SIG. D. ALBERA,

PER ordine di Mons. Giuseppe Fagnano, nostro Veneratissimo Prefetto Apostolico, sono stato a visitare i nostri cari confratelli della Missione della Candelaria e Santa Inés nella Terra del Fuoco. Li trovai in perfetta salute e molto animati a lavorare per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.

Alla Candelaria tutti gli adulti indigeni, uomini e donne, avevano fatto la Santa Pasqua nella festa stessa della Risurrezione del Signore, e ripeterono la santa Comunione la domenica in Albis. In questa circostanza la ricevettero per la prima volta anche cinque indiane che avevano già raggiunto l'uso di ragione e i cui nomi sono: Caterina d'anni 40; Alessandra di anni 6o; Maria di anni 65; Josefa di anni 68 ed Aventura di anni 70

Un'altra scena impressionante, sebbene di altro genere, mi attendeva alla Candelaria. La descriverò a parte e le farò tenere la narrazione insieme con questa mia, affinché ella possa regalarla ai Cooperatori nella nuova rubrica del Bollettino, che trovo di tanto interesse « Fiori e frutti », mentre Le prometto, per conto mio, di allestire presto varie di simili relazioni. I nostri Missionari dovrebbero andare a gara nell'edificare gli amici delle nostre Missioni con tali racconti. Chi non ha da narrarne dei bellissimi?

Provai pure vivo piacere, nel visitare per la prima volta la Missione succursale del Rio Fuego o di Santa Inés, al vedere tanti buoni indietti, vispi e dal viso innocente, che D. Giovanni Zenone educa ed alleva ferventi cristiani. La residenza dista quattro ore di cavallo a galoppo. La corsa precipitata di andata e ritorno in due giorni con pessimo tempo fu causa di grandissima stanchezza per me già inoltrato negli anni e non più uso conte in altri tempi a cavalcare.

Ecco, sig. D. Albera, un breve cenno della

mia visita alle nostre Missioni della Terra del Fuoco. Tutti i confratelli m'incaricano di riverirla in loro nome e le chiedono con me una speciale benedizione.

Della S. V. Rev.ma

Um.mo figlio in G. e M.

SAC. MAGGIORINO BORGATELLO.

FIORI E FRUTTI

(Dalle memorie dei nostri Missionari) IV (1) Il vecchio Kón degli Onas.

Córnu-KÓn, vale a dire il dottore o stregone Adamo, era il più vecchio di tutti gli indii conosciuti nella Terra del Fuoco e pressoché parente con tutti, o per parte propria o per parte delle sue mogli, essendosi sposato successivamente con tre. E la prima sua moglie - guardate coincidenza di nomi! -- si chiamava Eva!

Se egli non aveva 8o anni, pochi forse gliene mancavano. Godeva fama di buon Dottore o Stregone presso tutti gli Onas della Terra del Fuoco, ed era temuto nello stesso tempo perché passava come Cacique, o Capo di Tribù, per i molti parenti che aveva e per la sua forza erculea ed aspetto feroce.

Non appena conobbe i Missionarii Salesiani tosto ne divenne amico e stette sempre nelle nostre missioni della Candelaria o di San Raffaele' Ricevuto che ebbe il santo battesimo, divenne buon Cristiano e lasciò la sua arte magica con tutti gl'incantesimi che prima usava per curare gli ammalati. Forse era l'uomo più brutto degli Onas, contuttociò era molto simpatico e gioviale e si faceva ben volere da tutti pel suo fare allegro e faceto, sempre disposto allo scherzo.

Ricordo il mio primo incontro con lui, come fosse ora, benchè sieno già passati venti e più anni.

Mi trovava presso la Casa della Missione della Candelaria ed egli veniva dalla spiaggia del mare, ove era stato alla pesca. Il suo vestito era proprio adamitico, conforme il suo nome, colla sola differenza che il primo Adamo portava ai fianchi una fascia di foglie, e il mio secondo Adamo portava una fascia, di pesci! Sì, proprio di pesci! Quando si ritira la marea (e si ritira più di un chilometro), nelle pozzanghere, nei buchi pieni di acqua e sotto le pietre vi sono molti pesci, chiamati pesci delle pietre o del fango, neri, senza squame, brutti a vederli, ma eccellenti al palato. Gli Indii li uccidono coi loro arponi, poi li infilzano per la bocca in un nervo di foca, mettendoseli in giro attorno i loro fianchi colla testa all'insù e la coda che quasi rasenta la terra. E il nostro Adamo, appoggiandosi all'arpone, veniva trionfante con questo vestito verso me; e quando fu vicino mi disse

- Dame pan, yo pescado, yo pescado (Dammi pane ed io ti do pesci, ti do pesci!).

Entrai in casa e gli diedi alcuni pani ed egli mi lasciò alcuni pesci, quindi si diresse al suo toldo, molto contento.

Da quel giorno fummo sempre amici. Ogni volta che mi vedeva, saltellava per allegrezza, e mi palpava le spalle e il viso, dicendomi in lingua ona: -Io-hó-pén olce (amico bello, e buono).

In gioventù dovè passare per molte peripezie e battaglie, perchè aveva il corpo crivellato di ferite. Non sono molti anni che ritornava da una scorreria nel bosco con una ferita in faccia, inflittagli da una freccia scoccata da un indio che gli voleva rubare la moglie.

Narrava egli stesso che quell'indio era molto cattivo e si batterono a lungo insieme, ma finalmente rimase vincitore Adamo e potè condurre la moglie seco nel bosco. Appena giunti in salvo, si inginocchiarono per terra, e ringraziarono il Signore recitando divotamente il Pater noster! Il che mi provò che Adamo aveva vera fede in Dio, al quale attribuiva la vittoria sopra il suo nemico.

Certo egli si confessava sovente e si comunicava con devozione. Anche il giorno di Pasqua e la domenica in Albis erasi confessato ed aveva ricevuto Gesù in Sacramento, quando il venerdì seguente, 12 aprile, stando a lavorare nel campo, fu sorpreso da grave paralisi rimanendo senza più articolare il braccio e la gamba sinistra. Il giorno antecedente gli Indii avevano ucciso una grossa volpe e fatto gran festa mangiando più del solito di quella carne selvaggia e bevendone il sangue caldo. Anche Adamo mangiò con avidità di quella selvaggina, e molti attribuirono a ciò la causa della sua mortale malattia.

Trasportato a casa, visto che il caso era grave, lo confessai e gli amministrai l'Olio Santo. L'agonia fu lunga e dolorosa, però il poveretto era in sè e balbettava sovente l'Ave Maria e con nostra edificazione spessissimo si raccomandava a Dio. Morì placidamente il 23 aprile 1912.

Quattro ore prima che spirasse, la moglie, seguendo il costume degli Onas, cominciò ad abbruciare tutto quanto apparteneva al marito, e il fuoco durò finchè questi spirò. Abiti, cuoi, armi, coperte di pelli di guanaco o di foca, tutto andò in fiamme a poco a poco ; persino il danaro che si trovava nelle saccoccie di un suo corpetto (circa trenta pesos), lasciando il povero Adamo con i soli abiti che aveva indosso sopra la nuda terra ! Oh ! con qual sentimento io cantai sopra il suo feretro : Et cum Lazaro quondam paupere aeternam habeas requiem!...

Il giorno 24 cantai messa Pro defuncto, essendo presente tutta la Colonia, sorreggendo il direttore D. Griffa coll'armonium i cantori. Poscia, da tutti, mestamente si accompagnò il feretro al Camposanto, ove recitammo le ultime preci sopra la nuova tomba, insieme con gli Indii.

Sia pace all'anima del vecchio Kón!

Punta Arenas, 1 maggio 1912.

SAC. MAGGIORINO BORGATELLO.

IL CULTO di Maria Ausiliatrice

Pellegrinaggio spirituale pel 24 corrente,

Invitiamo i devoti di Maria SS. Ausiliatrice a pellegrinare in ispirito al Santuario-Basilica di Valdocco il 24 corrente e ad unirsi alle nostre preghiere.

Oltre le intenzioni particolari dei nostri benefattori, nelle speciali funzioni che si celebreranno nel Santuario avremo questa intenzione generale:

Ricorrendo il 24 corrente il V° Anniversario dell'introduzione della Causa del nostro Venerabile Fondatore, supplicheremo umilmente Maria SS. Ausiliatrice ad affrettare il giorno che lo vedrà innalzato all'onore degli altari!

GRAZIE E FAVORI

Era stata spedita! (1)

La nostra piccola Laura fu assalita lo scorso ottobre da un seguito di mali che in brevissimo tempo la ridussero in fin di vita. Prima la colse una scarlattina maligna, in seguito l'angina con intossicazione generale, poi cancrena alle fauci, indi un principio di nefrite e bronchite. Il medico curante già ce l'aveva dichiarata spedita: si volle un consulto, ma anche lo specialista non potè che stringersi nelle spalle ed esortarci alla rassegnazione.

In quei terribili momenti ci rivolgemmo con fede alla Madonna Ausiliatrice: facemmo celebrare messe, ci raccomandammo alle preghiere degli amici e conoscenti, persuasi che la Beata Vergine ci avrebbe salvato la Laura. E la piccina a poco a poco superò la crisi; si riebbe; risanò completamente e fu ridonata per lei la gioia a tutta la famiglia. Ella stessa volle colle sue manine comporre una piccola collana di coralli per adornare la statuetta della nostra Vergine e mostrare a tutti la perenne riconoscenza verso la sua cara Madonnina.

Grazie, o Vergine Santa, Madre Buona, Ausiliatrice nostra; continua la tua desideratissima protezione su tutti noi che ti amiamo e fa' che questo piccolo tributo di riconoscenza serva a persuadere una volta ancora le anime afflitte che in te sola va riposta ogni speranza.

Bologna, 2 maggio 1912.

Famiglia TORRI.

Isola di Rovegno (Pavia). - Io sottoscritta nell'aprile del 1911 mi trovavo da una ventina di giorni gravemente ammalata per entero-colite ulcerosa accompagnata da emorragia. Tutti i rimedi dell'arte salutare si erano tentati, ma invano: anzi il medico curante lo aveva qualificato un caso disperato. Per la gravità del male io mi trovavo sfinita, vicina alla morte, che invocavo come un sollievo. Era però incominciato il mese di maggio e il mio pensiero ricorse fiduciosamente a Maria, perchè abbandonata dai medici, Lei sola poteva guarirmi. Mandai telegraficamente un'offerta a Maria SS. Ausiliatrice raccomandando ai figli del Ven. D. Bosco preghiere, e insieme feci voto che se avessi ricuperata la salute avrei fatto pubblicare la grazia ad onore di Maria SS. sul Bollettino Salesiano e sarei andata a ringraziarla nel suo glorioso Santuario di Torino. Dopo tale voto presi subito notevole miglioramento e ben presto potei ristabilirmi in salute. E siccome la mia guarigione aveva del meraviglioso, il medico curante volle farmi visitare da professori dell'Università di Genova ; ma anche costoro ammisero che essa non si poteva spiegare colle sole arti mediche senza ammettere una grazia divina. Nel maggio del 1912, piena di riconoscenza andai in compagnia del mio consorte Nola Giovanni e della figlia Annetta a Torino a sciogliere il voto.

24 viaggio 1912.

RETTAGLIATA TERESA fu SILVESTRO.

Caluso Canavese. - Da tanto tempo mi trovava in cattive condizioni di salute e doveva sottopormi ad una difficile operazione. Nell'ora del dolore, tra la vita e la morte, mi rivolsi di cuore a Maria Ausiliatrice, e fui salva. Doveva ancora subire una seconda operazione, con pericolo di rimanere soggetta a gravi incomodi ; ma questa fu scongiurata ed ora trovandomi in buone condizioni di salute, invio la mia offerta e rendo pubbliche grazie.

24 aprile 1912.

ANNA GARINO.

Perosa Argentina. - La Vergine Ausiliatrice mi ha salvata. Aveva una terribile afflizione per una gravissima disgrazia, che mi rendeva quasi insopportabile la vita: incominciai una novena a Maria Ausiliatrice e al quinto giorno otteneva la grazia che mi rendeva contenta e felice. Sia benedetta, lodata e ringraziata la Vergine SS.

5 aprile 1912.

M. D.

Belluno. - Trovandomi in condizione grave per polmonite doppia e già spedita dai medici, per consiglio di una mia buona amica che esperimentò anch'essa altre volte la bontà di Maria Ausiliatrice, ricorsi con gran fiducia a questa buona Madre perchè mi ridonasse la sanità troppo dolendomi di dover lasciare quaggiù cinque figli ed un marito già disgraziato al braccio. Oh! meraviglia! Dopo essermi raccomandata alla S. Vergine, il catarro mi lasciò gradatamente, sicchè ora sono completamente guarita.

Maggio 1912.

IDA PORTA.

Bologna. -Versavo in tristissime condizioni economiche e mia unica tavola di salvezza poteva essere un caro amico, che, per disgrazia, era minacciato da gravissima malattia. Guai a noi, se l'amico fosse morto; mi sarei visto rovinato insieme colla numerosa mia famiglia! In buon punto mi venne la felice ispirazione di ricorrere a Maria Ausiliatrice con una novena, promettendo di pellegrinare al Suo Santuario in Torino, versarvi l'offerta di L. 2o e pubblicare la grazia sul Bollettino, se la Potente Madre avesse conservato a me l'amico, che doveva essere il mio salvatore.

Sia benedetta la Madonna di D. Bosco, che ancora una volta ebbe pietà di me e de' miei figli! L'amico risanò e le condizioni mie finanziarie volgono al meglio.

24 aprile 1912.

D. B.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Vatdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni, Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti

A*) - Adro : Teresa Della Torre, 7 - id. Santo Masneri, 5 - Agliano d'Asti : Maria Fer

M) L'ordine alfabetico è quello delle città e dei paesi cui appartengono i graziati.

rario, 5 - Alessandria : Des. Berydiard, 2 - id. O. C. D., 30 - id.: Chiarina Collo, 6 - Alfiano Natta : Teresa Scagliotti, 5 - Al fonsine : Luigia Rizzi, 5 - Alice Castello : Massa Eusebio, z - id.: Delfina Bugala, 2 -Almese: Giuseppe Dosio, 16 Alpignano : Amussino, 3 - Ancona : C.ssa Angela Baluffi, io - Antignano d'Asti : Gonella Vincenzo, 3 - Aragona (Sicilia): Antonino Gandolfi, 1.70 - Arquata Scrivia : Maria Motto, io - Asti : P. E., 5 --Attaliva (Rep. Arg.): Angela Maero 6, 30.

B) - Balzola Monf.: Giovanna Carrara, 6 - Barcone: Maddalena Malugani, i.io - Bassano di Sutri : Catterina Cappelli, 1o - Beinasco Adriana Bignobene - Beinette : Sac. Giuseppe Prieri, 5 - Bellinzago : Frattini Rosa, 5 -- id. Francesco Gavinelli, 5 - id.: Martina Milio - Benevello : Vigolungo Giuseppe - Bergamo : Alessandro Garattini, 2.70 - Bernate (Ticino): Egidio Caprotti, 5 - Biancavilla : Giuseppina Tomasello - Bianzè : Giuseppina Posio - Bonate Sopra C. G. - Bonferraro: Arturo Fusari e Ines Zancapè, 3 - Borgomanero : E. M., 5 - id.: Teresa Pagani, 6 - Borgo S. Martino : Sorelle Prete, 5 - id.: Francesco Ferr. e Consorte, 2 - Borgosesia Maria Brazzano, 2 - id.: Maria Ottone, 3 - Bormio : Claudio Schivalocchi, 2 - Bra : Lucia Barale Franco, 20 - id.: Cesare Burdese, io -- id. Teol. D. Luigi Pautasso, io - Bracchio di Mergozzo : Sac. Giuseppe Mortarotti, 15 - Brembilla A. S. - Broni : Ida Grassi, 30 - Brugnera : Augusta Peterle, 5 - Brusasco : Giovanni Bolla, 25 - Buronzo Vercellese : Carlo Aldera, 2 - Busca Maria Della Chiesa di Cervignasco, 5 - id.: N. N., i - Buttigliera d'Asti : A. E., 7.

C) - Cabella Ligure : Teresa Mergassi, 2,25 - Calasca : Rachele Ghisoli - Calprino di Lugano N. N., 5 - Caluso : P. P. 1,50 - id. : Teresa Ronchino Bora, 5o - Camo : Coniugi Bussi, io - Campomolino.: Marco Santusi - Campo sopra Talamona : Savina Bianchini, 32 -- Canelli : Luigi Rizzola, 2 - id.: Maria Bistagnino per 2 grazieCaorle : Elena Vio, 2 - Caplona Castelluccio : Tonina Rondinini, 5 - Carmagnola : P. M., 5 - id. Antonia Raimondo, i - id.: Paolo Scrutinio - id.: Agostino Secco, i - id.: Maria Turanti, 5 - Casal Borgone : Giuseppe Torre, 5 - Casalino Egidio Curino di Feliciano, 25 - Cassolnovo : Tersilla Negri in Manazza, 20 - Cistagnino d'Alba: Luigia Voschietto, 5 - id.: Ester Isnardi, 5 - Castellal fero : Teresa Ravizza - Castelrosso : Pietro Bootto, 3 - id.: Anna Bursano - id.: Fassio Fiorenzo, 6 - Castel S. Pietro (Piazzano): Giuseppina Spinoglio, 5 - Castiglione Torinese : Giuseppina Falchero, 2 - Catania : Alcune Convittrici - id.: Giuseppe Fichera T. - Cavaglià : Domenica Barbero, 2 - id.: Domenica Machieraldo, 2 - Cavaglio d'Agogna : Giuseppe Demarchi - Cavedago : Pietro Viola, 4 - Cavour : Famiglia Boetto, 5 - Cellarengo : Giuseppe Casetta, 5 - Cembra (Trentino): Nicolò Turrini - Cento : Augusto Camiglieri, 2 - Charvensod : N. N., 40 - Cherasco : Tommaso Abrate, 5 - Chiari : Paolo Alberti - id. : Paolino Pighetti, io - Chiavavi Prevosto Porezzano, 25 - id.: Giovarmi Frugone, 4 - id.: Angelica Gasperi, 5 - Chiesina Uzzanese Bice Gonfiotti, i - Chioggia: Angela Nordio, io - Chivasso : Caudera C., 2 - id.: Alessandro Cena, io - Cigliano Novarese : Orsola Bona in Bobba, 20 - Cigliano : Maria Paste, 5 - Ciglione Bensi Pietro, io - Ciriè : Francesco Benso, 0.50 - id.: Luigia Chiadaforia, 5 - Cisterna d'Asti Enrico Sacco, 4 - Cividale : Amalia Agricola Corli, 5 - id.: Ida Venturini, 3 - Civitavecchia : Anna Guglielmotti Acquaroni, 2 - id.: Maria Guglielmotti Acquaroni, 4 - Codignano : Angela Civran, io - Collegno : Matteo Arduino, i - Como : Camilla Gario, 7,50 - Cordignano : Famiglia Spallanzoni, 1o - Coriano Veronese : Sac. Luigi Modrandi, 15 - Cozzo Lomellina : P. G., io - Cremona : Zemina Monemi, 5 - Crescentino Cesira Garrone, 5 - id.: M. M., 2 - Cuneo N. N., 5.

D) - Diano d'Alba: Michele Olivero, 5 - Dronero : Giacomo Scaglione, 5.

F) - Faenza : Rosina Baccarini - Ferentino Elena Roffi, 7 - Filetto di Villa franca in Lunigiana : Dodicina Razzoli, 5 - Firenze : Attilia Ruchi, 2 - id.: Jennes Bavastrello, io - Fiume Veneto: Giacomo Santarosa, io - Foglizzo Canavese : Angelo e Margherita Verga, 3 - Forlì Pietro Cavalieri, 5 - Frassino (S. Maurizio): Catterina Rossi di Tommaso, 20.

G) - Gaggio di Varese : Matilde Menotti, 40 - Gaiano : Virginio Gasparini, 4 - Garlate : Giuditta Gadda, 3 - Gassino : Giacinta Forneris, 3 - Genova : Luigi Pezzo, io - id.: Celestina Ivaldi, 5 - id.: Maria Ivaldi, 9 - Generai Sarmiento (America): Gerolamo Gallo, ioo - Genova : Luigia Penco Ved. Canesco, 20 - Giaveno : Francesca Caratore, - Gorlago : E. S. - Gonnostrammatza : Evelina Marongiu, 1.25 - Gravellona Toce : Direttrice Convitto Operaio Guidotti e Pariani, 5 - Guspini E. P..

I) - Introbbio : N. N., 5 - Ionzac : M.le Lalardrie, 5 - Iseo : (Brescia): Una pia persona - Isola Bella : Lucia Gioda, 5 - Isola di Rovegno : G. B. Vercelletto, io - Isola Rizza : Sofia Ferrari, io.

L) - Lanusei : Agostina Rachidda, 5 - id. Carlotta Locci Garino - La Loggia : Enrico Belli, io - Legos di Riva (Trentino): G. B. Baccagni, io - id.: Angela Lupo - id.: Camillo Poletti - Lesmo : C. R., 2 - Liegi : Suor Maria Cristina - Locarno: N. N., 5 - Lomas de Lammora (Rep. Arg.): Domenico Balestrello - Lombriasco : Anna Varale.

M) - Magliano Alpi: Paolina Zucchi, 5 - Malazzo : Rainiondi Catterina - Matera : Frison Pia, 5 - Mathi : A. G. P. - Mergoscia : (Svizzera): Rosa Bulotti fu Luigi, 5 - Milano : Emilia Gallotti Gagliardi, 5 - id.: Anna Malvezzi, 5 - id. Teresa Uldeschini, 5o - id.: Tognetti Rosina, 2 - Milazzo : N. N.,5 - Mistretta : Maria Di Salvo, 5 - Moena : Margherita Sommavilla - Mombarcaro : E. Cantone - Mombello : Maria Mosso - Moncalieri : Maria Tosco, 5 - Montabone : D. Giacomo Piana, 3.40 - Montegaldo : Arpalice Basso Gianella - Monteleone Calabro : Ferro Carmela - Morsasco : Rosetta Cavelli - id.: N. N., 20 - id.: N. N., io - Morciano di Romagna: Maria Massari in Gori, 2.40 - Motta di Livenza : N. N., iS.

N) - Nardò : Pellegrino Paolino - Niscemi D. Saverio Can. Rumolino, 8 - Nizza Marittima Modesta Bongiovanni Vincent, So - Nunziata Mariannina Patanè Barbagalli, So.

O) - Odalengo Grande : Giovanni Obertrami, 5 - Oncino : A. D., 5 - Oneglia : Nina Agnesi, 5 - Orbassano : Giovanni Mosso, 6 - Ormea : Coniugi Pagliano, 25 - Orsara Bormida : Giacomo Rolcino, 8 - id.: Maddalena Marenco, 5 - id.: Maddalena Rapetto, 8 - Osasco : Onorina Pignatelli - Orsasio: Francesca Rossi, 2 - Ospedaletto Euganeo Boncato Elisa M, 5 - Oska : Sveva Schiavoni, S.

P) - Pallanza : Giuditta Gadda, 6 - Parabiago Valentino Ciprandi, 5 - Paroldo : N. N., 25 - Pavia: Giulia Bordoni, 2 - Pavone Canavese Maria Rossetto, 6 - Pazzano : Francesco Varalà fu Cav. Giuseppe, io - Pellestrina : Antonia Giova, 2 - Piacenza: M. B., io - Pietraperzia : Maria Di Favore V.a Corvo, 15 - Pinerolo : Angela Camosso, 3 - id.: Giovanni Gerbaldo, io - Piossasco Carolina Borgiattino - Ponte a Elsa : Cesira Del Varo Capoquadri, 14 - Pontedassio : G. B. Gandolfo - Pontecasale : Bettino Turri, 20 - Pontestura : Teresa Marengo, 3 - Presezzo : Catterina Brambilla, 2 - Pressana: Silvestro Bonchini, io - Priocca d'Alba: Antonio Abellonio, 4 - Puerto Sauce (America): Adolfo Boldrini, 75.

Q) - Quartu S. Elena : Elevetta Cogoni Dessi, 6.

R) - Racconigi : Giorgio Casali - id. : Lodovica Olivero, 5 - Rancio Valcuvia : Maria Tabacchi fu Luigi, 7 - Reana del Roiale : Rosa Raddi Peazzi, 5 - Regalbulto: Epifania Campo Marletta, i5 - Rimini : Costanza Cacchinetti, 5 - id.: N. N., 2 - Rio de Janeiro: Ersilia Peluso, io - Rivalta Bormida : Angiolina Bovio, 5 - Rivarolo Ligure Luigia Pedemonte, 5 - Rivoli : N. T. So - Roana; Azzolini Antonia di Gius. io - id.: Fabris Maria, 5 - Robella d'Asti : Una pia persona - Rodallo: (Ivrea): Anna Actis, 3 - id.: Ernesta Colombina, i - Roasenda : G. G., io - Roccaverano : Z. A., 5 - Rocchetta Vara: Eugenio D. Barti, S - Rodello d'Alba: Maddalena Carbone, 6 - Roma: Salvatore De Simone, 5 - id.: Giuseppina Granito, 5 - id. Amelia Corradini Bartoli, 2 - Roretto : Francesco Sacco, 5 - Rovetta: N. N., io.

S) - Sabbio Chiese : N. R., 4 - Sacile : Ida Cusin, 2 - Salaparuta : Antonietta Crocchiolo n. Gianfala, 1o - Saluggia : L. B. e M. V. coniugi - Samarate : Agnese Banda e Consorte - S. Benigno Pietro Frassato - Sambridge (S. U. N. A.): Eugenio Dani, 10,20 - S. Colombano al Lambro : Rosa Cremonesi, i6 - S. Damiano d'Asti : Marco Omedè, 5 - S. Daniele del Friuli : Teresa Fuga, io - S. Fratello : Francesco Scaglione, 5 - San frè : Bartolomeo Milano, io - S. Giorgio Lomellina: Maria Pezzana - S. Gregorio di Veronella : Silvia Zanetti, 2 - S. Martino Canavese : Giuseppe Gedda 3 - S. Pietro Incariano : D. Arcadio Fasoli, 30 - S. Salvatore Monf.: Amalia Rola, 2 - S. Ambrogio Luigi Favretto, 5 - S. Antonino (Susa): D. Domenico Gianoni, 4 - id.: B. M. - Santiago (Chili) N. N. per segnalato favore spirituale - S. Vito al Tagliamento : Francesco Secondiano, 3 - Sarone : Pietro Pizzinato, 5 - Sarzana : D. G. B. Pasquinelli, io - Sassello : Maria Rossi in Ramognini, 14 - Savigliano : Catterina Bergese di Giovanni - id.: Anna Bergese Demichelis, io - Schio : Angela Zanon, 3 --- Settimo S. Pietro : B. M. Morro, io - id.: Giovanni Pecci, 2 - Seloncourt (Francia): Eugenia Morosoli 2o - Silarengo : Ferdinando Crosa, S- Spezia: D'Onofrio Clotilde, S-Subiaco Benedetto De Sanctis, o.5o - Suzzara : N. N., 5.

T) - Tavarnelle Val di Pesa : Sac. Raffaele B., 3 - Tirano : Maria Garbellini Zamboni, 5 - Torazza: Giuseppe Barba, 5 - Torgnon: Giuseppe Garin, 5 - Torino : A. C., 4 - id.: A. P., io - id.: B. C., 2 - id.: B. T. - id.: Sorelle Bourgois, 9 - id.: C. P. C., 5 - id.: Rosa Capironi - id. Sorelle Ceretti, 4 - id.: Lucia Chiattone - id. Teresa Cottrino - id- : Riccardo Degliesposti, 2 - id.: Direttrice Asilo Infantile (Bertoulla), 42 - id.: Giovanna Garbolino, 5 - id.: Maria Gariazzo, 5 - id.: Domenico Gerbaldo, r5 - id.: Adele Gorrone, 2 - id.: Eleonora Lenti, 2 - id.: Margherita Leviso, 3 - id.: L. V., io - id.: M. A., So - id.: Dalmazzo Modesto - id.: Lina Mannino - id.: Onorina Marchisio, io - id.: Freire Mannelli, 5 - id.: Margherita Masuero, 5 - id.: Giuseppe Moriondo - id.: M. T., 3 - id.. Musso Vittoria - id. : N. N., 5 - id.: Maddalena Nervo, 2 - id.: Clelia Peronti, 2.50 - id.: Giuseppina Quattrino - id.: Giuseppina Quattrocolo, - id Raviolo - id.: Clara Ravoira - id.: R. G. - id.: Germana Maria Sabatíni - id.: Olimpia Savio di Bernostia, 5 - id.: Teresa Savio - id.: Lucia Strumia, io - id.: Anna Trabucco - id. Carolina Tarello, 2 - id. Luigi Vaira - id.: Maria Vogliotti - id.: G. B. per segnalatissima grazia - id.: Margherita Giordani - id.: Rito Lovera di Maria, 5 - Treviolo : Lorenzi Callioni Adelaide, S -- Treviso : Maria Santuz, 4 - Trieste: Anna Joannovieh Moro, io - Trino: D. Edoardo Fracchia - id. R. E. 5.5o - id.: Giuseppe Vercellese, 2.

U) - Udine : Patriarca Emilio, 2.

V) - Vacallo : A. Z., 5 - Valle Superiore Rosso Sac. Silvio Lesna, Rettore Collegio Sella, raccomandandosi per una duplice grazia, ioo - Vayes Graziana Sad, 2 - Val Tenera d'Asti : Giovanni Corbarilla, 5 - Valtournanche : Carolina Mequignaz, io - Varazze : Angela Fazio, 5 - id.: N. N., 5 - id. : Elisa Picco, 5 - Varzo : B. Nante, 5 - Venaria Reale : Giovanni Gramaglia, 0,40 - Venezia : A. Kamarovic, 20 - Verolengo : Carola Giulia, , - id.: G. M., io - Verona : Elena Becherle, 40 - id.: Mons. Gius. Ciccarelli, 5 - Veruno Nicola Ferrara, 20 - Ventimiglia : Edvige Garibaldi, 5 - Viarigi : Giuseppina Sanlorenzo, 5 - Vicoli (Teramo): D. Ernesto Colarossi Parroco, io - Vigonovo : D. Bressan Parroco, io - Villafranca Piemonte : N. N. - Villanova d'Asti : G. T., 15 - id.: R. G., io - Villanova di Casale : Francesca Rabaglino, 5 - Villò (Piacenza): Emilia Squeri, 3 - Vinovo : Paolo Sibona - Viù : Federica Rocchietti.

X) - Virginia Brau, 2.

NOTE E CORRISPONDENZE

A Vaidocco.

Ospiti illustri. - Nella festa di S. Giovanni Battista scendeva per due volte all'Oratorio a chiedere a Don Albera una fondazione salesiana nella sua archidiocesi, Sua Eccellenza Rev.ma Mons. GIULIANO CONAN, Arcivescovo di Porlo Principe, nell'isola di Haiti; - e la mattina del 25 u. s. celebrava all'altare di Maria SS. Ausiliatrice Sua Ecc. Rev.ma Mons. DOMENICO PozzoNl, Vescovo tit. di Tavia e Vicario Apostolico di Hong-Kong in Cina.

Al venerando Metropolita, e all'indefesso e caritatevole Prelato che si degnò d'ospitare per più mesi i nostri confratelli di Macao, l'espressione della nostra più viva riconoscenza.

Gli Ex-Allievi.

SPEZIA. - Il primo convegno degli ex-allievi dell'Istituto San Paolo. - Ebbe luogo la domenica 28 aprile, e riuscì entusiasta, cordiale. Vi convennero ex-allievi anche dalla Lunigiana e dalla Garfagnana.

Alle 9 veniva celebrata nel Santuario di N. S. della Neve la messa di uno da loro, Mons. Lino Giannini, abate di Castelnuovo Garfagnana, e alle 10 nel teatrino dell'Istituto seguì l'adunanza, cui presenziavano il rev.mo Canonico D'Isengard, Abate di S. Maria, mons. Giannini, Don Cogliolo quale rappresentante dell'Ispettore D. Laureri, il direttore D. Mantelli, ecc.

L'avv. Paolo Borachia portò il saluto agli amici e presentò l'avv. Saverio Fino di Torino.

Questi fece un'eloquente e geniale sintesi dell'Opera di Don Bosco « esaminandola - scrive il Popolo della Spezia - nell'ambiente storico in cui è sorta, nello spirito da cui fu avvivata, nell'attività multiforme che essa ha esplicato ed esplica.

» Don Bosco nel piccolo mondo piemontese che, anche nelle iniziative, sia pur meravigliose, di carità, aveva conservato uno stretto carattere regionale, pensò ad un'opera che oltrepassasse I confini della sua regione, dell'Italia stessa, che si estendesse a tutto il mondo. In un momento, e in una regione in cui tutte le cure parevano rivolte all'istruzione delle classi elevate, e ad una istruzione rigidamente e tradizionalmente classica, sentì che l'avvenire delle nazioni sarebbe risieduto nel popolo e all'educazione del popolo si rivolse. In mezzo a tante istituzioni improntate a un carattere di beneficenza e di carità, egli diede all'opera sua un carattere di elevazione tecnica e professionale degli operai, un vero carattere sociale. Don Bosco intui, prevenendo i tempi, che per la trasformazione industriale si richiedeva una mano d'opera più istruita e più conscia della propria arte, e questa mano d'opera preparò nelle scuole professionali. È questo carattere eminentemente civile e sociale dell'opera salesiana che dà ad essa un particolare rilievo, e che fa sì che contro di essa si appuntino gli attacchi furiosi e giacobini della setta. Se si limitassero a fare un'opera di carità, i salesiani non sarebbero disturbati... Ma i salesiani fanno un'opera di ricostruzione sociale: preparano generazioni di operai tecnicamente formati, di cittadini integri e coraggiosi: conservano negli emigranti lontani l'amore alla patria e alla fede; e contro quest'opera che turba i loro piani di scristianizzazione della società, gli anticlericali insorgono, con tutti i mezzi, dalle violenze alle calunnie le più sfacciate.

» Tracciate così, in linee precise, e con osservazioni geniali le caratteristiche dell'opera di Don Bosco, l'oratore passa ad esporre quali devono essere le finalità delle Unioni degli ex-allievi, le quali sono orinai costituite dovunque e riunite in una grande Federazione internazionale. Innanzi tutto esse devono aiutare a mantenere integri quei principi cristiani che sono stati il fondamento della prima educazione, e poi conservare i rapporti di amicizia fra gli antichi compagni, di affetto riconoscente fra discepoli e maestri in modo che si rinsaldino i vincoli di cristiana solidarietà; diffondere la conoscenza delle Opere Salesiane nelle famiglie e nel popolo, difenderle con l'autorità del proprio nome stimato, e con la parola efficace di chi fra di esse ha vissuto, di fronte agli attacchi dei nemici.»

Insistenti calorosi applausi coronano la conferenza. Quindi il sig. Eugenio Cogliolo presenta uno schema di statuto per la nuova Unione ex-allievi della Spezia, ricordando, con commosse parole, gli antichi direttori dell'Istituto; illustra i singoli articoli, e con alcune modifiche lo statuto viene approvato.

Si passa quindi alle nomine e il consiglio rimane così composto: Presidente avv. Paolo Borachia; segretario Archimede Chiapponi; consiglieri avv. Ettore Calzolari, Eugenio Cogliolo, avv. Adeodato Gasperetti, Ettore Landini, sac. Giovanni Trofello.

Con alcune parole di ringraziamento e dell'avv. P. Borachia si scioglie l'adunanza.

Cordialissima segue l'agape fraterna. Intorno alle lunghe tavole siedono oltre 15o commensali, e salesiani e antichi allievi fra loro fraternamente frammisti rievocano nella letizia della riunione cordiale avvenimenti lontani, compagni dispersi, maestri oggi scomparsi: e attraverso alla gioia si fa strada la coni nozione accorata della poesia dei ricordi. E alla fine i brindisi, intonati a questi sentimenti, sono numerosissimi. Ma ciascuno di quelli che si levò a parlare trovò un accento suo, un ricordo personale, un pensiero ai trapassati, ai lontani - anche ai lontani dalle convinzioni della loro gioventù - un proposito di difesa cristiana - un augurio per i superiori di oggi, e in modo speciale per chi è stato sempre l'anima dell'Istituto della Spezia, il sac. Stefano Fantini. Parlarono successivamente: Chiapponi, l'avv. Calzolari, l'avv. Gasperetti, Mons. Giannini, il Canonico D'Insegard, l'avv. P. Borachia, Don Pambianchi, Don Samory, Don Cogliolo, l'avv. G. B. Borachia, l'avv. Saverio Fino. Prestò servizio d'onore la banda dell'Istituto che svolse uno scelto programma sotto la guida intelligente del maestro Veggi.

CALUSO. - La domenica 5 maggio fu una giornata indimenticabile per l'Oratorio festivo di Caluso, essendosi con solenni festeggiamenti costituita l'Unione ex-allievi e inaugurato un busto a D. Bosco. Il numero degli ex-allievi che vi parteciparono superò ogni aspettativa. Alle 8 del mattino messa con Comunione generale celebrata dal rev.mo sig. Arciprete Teol. D. Germano Ravetti. Alle io riunione per la discussione dello Statuto e per la nomina del Consiglio. A mezzogiorno agape fraterna, alla quale convennero il Clero di Caluso, il Direttore della vicina Casa Salesiana di Foglizzo, e tutti gli ex-allievi. La cordialità non poteva essere maggiore. Parlarono, entusiasticamente acclamati, D. Aimerito, D. Foti, D. Branca, l'avv. Severino Bianco, l'avv. Vincenzo Battù di Torino, il Cav. D. Francesco Gnavi e il sig. Arciprete.

Nel pomeriggio un imponente corteo, a cui presero parte tutte le associazioni cittadine con bandiera - fra le quali spiccavano quella dell'Oratorio festivo e quella del Comune - precedute dalla fanfara del Circolo sportivo « Vigor » dell'Oratorio Festivo d'Ivrea e dalla banda cittadina, attrasse tutta la popolazione all'Oratorio.

Quivi alla presenza di tutte le autorità e della più spiccate personalità del luogo, tra gli applausi interminabili del pubblico, al suono della banda e tra gli evviva dei giovani osannanti a D. Bosco, si scoprì l'immagine del Venerabile. L'avv. Bianco, presidente degli Antichi Allievi, presentò l'avv. Battù, che con vibrante entusiasmo pronunciò una vigorosa e brillantissima apoteosi del grande

Apostolo della gioventù, tratteggiandone il carattere morale e l'opera sociale che pervade il mondo portando ovunque un nuovo alito di vita. Vivissimi e prolungati applausi salutarono la chiusa del discorso. La « Vigor » d'Ivrea eseguì brillanti saggi ginnastici. Fu una giornata indimenticabile.

FIRENZE. - La domenica 13 maggio convennero all'Istituto Salesiano molti ex-allievi da varie parti della provincia e anche da altre città d'Italia. Ricevuti al suono e al canto dell'Inno u D. Bosco n, il direttore D. Tassi rivolse loro il saluto augurale dichiarando aperta la festa.

Seguì l'avv. Mazzotti di Faenza, che parlò in modo speciale ai giovanetti presenti, uno dei quali ebbe per gli antichi compagni una parola di saluto e di augurio. Quindi tutti i presenti si recarono in cappella ad ascoltare la S. Messa.

Poi vi fu la discussione dello Statuto della costituenda e Unione », discussione che, dato il numero grande degli intervenuti, si tenne nel teatro degli esterni. Ad essa prese parte pure S. E. Rev.ma Mons. Velluti Zati dei Duchi di S. Clemente, Arcivescovo tit. di Patrasso, tanto benemerito dell'Opera di D. Bosco, uno dei nostri primi benefattori in Firenze.

Al banchetto di cento coperti brindò applauditissimo il giovane P. Giaconi. Il rev. D. Arditi ricordò con belle parole i bei tempi passati in collegio e le virtù che vi si si appresero per la formazione del proprio carattere. L'avv. Mazzotti parlò a favore del monumento da erigersi a D. Bosco in Torino.

Parlò anche S. Ecc. Mons. S. Clemente, il quale si disse lieto di trovarsi in mezzo ai figli del Ven. Don Bosco e di vedere che anche in Firenze l'Opera Salesiana ha fatto dei progressi veramente consolanti. Sua Ecc. nascose, nella sua umiltà, quanta parte vi ebbe, ma tutti lo sapevano ed applaudirono calorosamente l'Ecc.mo Prelato.

Intanto vennero spediti telegrammi di figliale devozione al S. Padre, e di rispettoso omaggio ai Superiori Maggiori dell'Opera Salesiana e al Presidente Generale della Federazione internazionale degli ex-allievi.

Quindi, per acclamazione, venne costituito il consiglio direttivo della nuova Unione: Presidente onorario, S. Ecc. Rev.ma Mons. Velluti Zati dei Duchi di S. Clemente; Presidente, prof. Giuseppe Rosselli; Segretario, Enrico Canevazzi; Cassiere, sig. Giulio Beverinotti; Consiglieri : dott. Sebastiano Sberna, Valfrè Franchini, sig. Pagnini e Periccioli Giovanni.

BOLOGNA. - La domenica 19 maggio convennero all'Istituto Salesiano cento ex-allievi.

Alle 10,30 nella gaia capellina fu celebrata una messa letta, con accompagnamento di sacri mot tetti ed alle 11 nell'atrio superiore, graziosamente imbandierato, ebbe luogo l'adunanza.

Esordì il Maestro Montanari con un saluto ai superiori ed ai compagni.

Prese quindi la parola il segretario prof. Don Rastello per la lettura delle adesioni, sottolineate da insistenti e continui applausi, e dal verbale della precedente assemblea. Indi lo stesso maestro Montanari presentò con opportune ed efficaci parole l'egregio avv. Mazzotti di Faenza, membro del Consiglio Direttivo della Federazione internazionale fra le associazioni ex-allievi e presidente dell'Associazione antichi allievi di Faenza. L'avv. Mazzotti svolse con sobrietà il tema: per un monumento a Don Giovanni Bosco e la chiusa della sua orazione fu coronata da un lungo applauso.

Il sig. Sandri fece una splendida rievocazione della santa memoria dell'Em.mo Card. Domenico Svampa, che fu tanta parte del Collegio Salesiano bolognese.

Il sig. Marcheselli in ultimo prese la parola per accennare a Don Michele Rua, l'ultimo grande scomparso dalla Famiglia Salesiana, ed esortare i compagni ad una intensa propaganda per l'opera di Don Bosco, opera di fede e di provvidenza.

Il direttore don. Veneroni ringrazia gli oratori ed aggiunge un mesto saluto alla memoria di mons. Carpanelli.

Alle 12,30 il refettorio dell'Istituto si aperse per il pranzo sociale. L'allegria regnò sovrana. Sandri, Belluzzi, Tagliavini, dissero brindisi inneggianti all'Associazione ed ai superiori.

I canti s'incrociarono coi migliori auguri e le note delle bande dell'Istituto e dell'Oratorio.

A sera nel teatro, presente un folto pubblico di invitati, la compagnia filodrammatica recitò due bozzetti. Negli intermezzi concerto e canti. Alla fine una ricca lotteria a beneficio dell'Associazione.

MOGLIANO VENETO. - Una festa affettuosa. - La domenica 9 giugno oltre un'ottantina di exallievi riempivano della loro giovanile e balda letizia i portici, i cortili, le sale del Collegio Astori.

Dopo aver ascoltato una S. Messa a suffragio dei soci defunti, si raccolsero nel teatrino del Collegio in assemblea.

Il Direttore porse il saluto fraterno e cedette la parola al rev. D. Annibale Giordani per la relazione del Io Congresso internazionale tenutosi a Torino.

Don Giordani restrinse la sua relazione ad uno sguardo d'indole generale. Egli dimostrò, con vivacità di pensiero e attentamente ascoltato, che il Congresso internazionale fu uno spettacolo di gratitudine, una prova di trionfo, una promessa di collaborazione. In esso si vide quello che in terra raramente si incontra, la riconoscenza del beneficato verso il benefattore; e in mezzo al fallimento di tanti metodi educativi, si toccò con mano la vittoria della educazione salesiana. E quindi da questi due consolanti fenomeni scaturì il nuovo giuramento che i discepoli di Don Bosco hanno emesso, il giuramento di aiutare i loro educatori nel grande problema della salvezza giovanile.

Il discorso di D. Giordani fu entusiasticamente applaudito.

Dopo di lui il prof. Coiazzi porta il saluto affettuoso di D. Mosè Veronesi, e parlando del giubileo sacerdotale che proprio in quel giorno allietava la Casa Madre, proponeva un telegramma a Mons. Giov. Cagliero, D. Gio. Batta Francesia, D. G. B. Lemoyne, apostolo il primo, cantore il secondo, storico il terzo delle opere di Don Bosco.

Don Giordani assumeva quindi la Presidenza della adunanza, che venne a trattare e discutere di oggetti interessanti la Società degli Ex-allievi dell'Alto Veneto. Si scelse un rappresentante della Società per ogni diocesi, col compito di far giungere la parola dell'Associazione a tutti gli ex-allievi; e si stabilì che, appena sia iniziato il lavoro per il monumento a D. Bosco, gli ex-allievi se ne faranno efficaci promotori.

Dopo l'adunanza, così entusiasta, pratica e fruttuosa, si raccolsero a mensa. D. Giordani legge le numerose adesioni. Don Brusasca apre la serie dei brindisi, seguito dal prof. Oddone, dal chierico Mascherini del Seminario di Portogruaro, da un collegiale, che porta il saluto degli allievi attuali.

Il Direttore chiude con belle affettuose parole il banchetto, augurandosi di vedere nelle venture adunanze un numero ancor maggiore di così cari amici.

BOGOTA. - Nella solennità di S. Giuseppe,, patrono della classe operaia, che quest'anno si celebrò il 28 aprile, si radunarono nel Collegio Salesiano di quella capitale, convocati dal loro presidente, sig. García, un centinaio di ex-allievi, che dopo essere stati salutati dalla banda dell'istituto si raccolsero nel teatrino. In mezzo alla più schietta cordialità ed essendo tutti animati dal desiderio di dare il maggiore sviluppo possibile all'Associazione, parlò anzitutto come padre in mezzo ai suoi figli D. Briata, direttore dell'Istituto, per ringraziare caldamente i convenuti ed animarli a perseverare nel proposito di fare una associazione forte e rispettabile. Rispose a nome di tutti il sig. Vargas con un discorso che riscosse prolungati e ben meritati applausi; e il Generale Ortega, socio onorario, declamò una preziosa poesia in onore di S. Giuseppe.

Ai presenti si distribuì una copia del Regolamento dell'Associazione, in forma di elegante libriccino, che reca pure una delicata lettera d'incoraggiamento del sig. D. Albera e la benedizione e l'approvazione di S. E. il Delegato Apostolico e di S. E. l'Arcivescovo di Bogotà.

Alla sera la Scuola drammatica del Collegio rappresentò « Il Fornaretto di Venezia » che fu allietato da scelta musica, eseguita dalla Scuola di musica istrumentale.

Al trattenimento convennero, oltre gli antichi alunni, varie famiglie di illustri Cooperatori.

NB. - Per mancanza di spazio rinviamo altre notizie al prossimo numero.