BS 1910s|1912|Bollettino Salesiano Ottobre 1912

ANNO XXXVI - N. 10   Torino, Via Cottolengo, 32   OTTOBRE 1912

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D. BOSCO

SOMMARIO: Nuovi Missionari Salesiani   . 289 Un saggio di educazione cristiana dei fanciulli - III) I frutti    290 La Via Adunanza dei Direttori diocesani . . . . 294 Tesoro spirituale 299 Il Giubileo Sacerdotale di Mons. Cagliero: i solenni festeggiamenti del Salvador: nelle altre Repubbliche del Centro America: nell'Argentina e in Patagonia    300

DALLE MISSIONI : Brasile: Tra i Bororos del Matto Grosso - Spigolando    304

IL CULTO DI MARIA SS. AusILIATRICE: Pel 24 corrente - Feste e date memorande - Grazie e graziati    309

NoTE E CORRISPONDENZE: A Valsalice - Gli Exailievi - Tra i figli del popolo - Notizie varie: In Italia - all'Estero    323

Cooperatori defunti    318

Nuovi Missionari Salesiani

L'8 corrente prende congedo dai Superiori, parenti ed amici, un nuovo drappello di Apostoli, che nel Santo Nome di Dio ed in quello benedetto di Maria Ausiliatrice, si recano a varie regioni di America, Africa ed Asia, per ingrossare le schiere dei Missionari Salesiani.

Il fatto, che omai ,si ripete da tanti anni, può perdere alcunchè della sublime e ,suggestiva eloquenza se si riguarda solo esteriormente, mentre appunto pel ripetersi diviene di anno in anno più eloquente e meraviglioso. Esso è un continuo avverarsi di quelle enfatiche parole che udi misteriosamente D. Bosco

- Hinc exibit gloria mea!... Da questo tempio uscirà la mia gloria!

Infatti, mercè queste sacre ,spedizioni dall'augusto Santuario di Valdocco, insieme col diffondersi del culto di Maria SS. Ausiliatrice, una pioggia di grazie celesti scendo sempre più copiosa ad allietare tante parti della terra. Sono nuovi popoli idolatri chiamati alla luce del Vangelo, dense schiere di giovani di ogni sesso avviati pel sentiero della virtù, immense legioni di emigrati in terra straniera assistite nell'adempimento dei doveri religiosi. Ecco i prodigi detta bontà di Maria Ausiliatrice e della generosità dei Cooperatori Salesiani!

Il rev.mo nostro Rettor Maggiore Don Albera riceverà con riconoscenza qualsiasi offerta diretta a sopperire le spese incontrate per la nuova Spedizione.

Un saggio di educazìone cristiana dei fanciullì.

I FRUTTI (1).

CoN la preghiera e l'amorevole e fedele adempimento dei più piccoli doveri allo scopo di piacere a Dio, e nello spirito di unione con Nostro Signor Gesù Cristo, Luigi si avanzava a passi da gigante nella vìa della perfezione crìstiana.

LA VERA SAPIENZA.

« Tutto per Gesù e con Gesù » ecco il principio ìspiratore e la norma della sua condotta e di tutti i suoi affetti. Così possedeva la vera sapienza, la sapienza degli eletti.

Infatti la sapienza non è altro che l'arte dì ben condurre la propria volontà. Questo dono prezioso dello Spirìto Santo cì preserva da ogni errore nella scelta del nostro ultimo fine, e ci mostra con evidenza irresistìbile e con dolce attrattiva la gloria di questo fine superiore alla nostra natura, l'unìone intima con Dio, che sarà perfetta nella vita futura, ma che incomìncia e si avvìa nella vita presente con la perdita della nostra volontà nella volontà divina e con l'assorbimento del nostro amore dalla divina carità.

La sapienza non ci guida solamente nella scelta del nostro ultimo fine, ma c'insegna altresì a subordinare ad esso tutti i fini secondari e questi indirizzare a quello, come altrettanti mezzi per conseguirlo. Questa sapienza divìna ci fa fuggire le cose che non sono suscettibili di una tale direzione, o di cui la ricerca, distraendo la nostra attenzione, ci metterebbe in pericolo di perderci o almeno di giungere in ritardo.

Non contenta di rischiarare in tal modo il nostro cammino, la sapienza ci dà il segreto di accorciare la via, preparando in noi direttamente per noi stessi dei sentieri più rapidi ; cioè ci fa scegliere i mezzi più conformi al nostro ultimo fine, i più adatti a condurci là direttamente.

E ciò che questa divina sapienza c'insegna ce lo fa compiere senza indugio. Incompatibile col torpore o l'irrisolutezza dello spirito, non meno che col languore o la debolezza del cuore, essa è per natura un fuoco che consuma. La sua indomita e perseverante attività ci muove con forza ognor crescente a fare il bene ed a fuggire il male : cioè a camminare continuamente verso Dio.

Per noi infatti, come per tutti gli esseri, il bene è ciò che ci conduce al vero nostro fine, il male è ciò che ce ne distoglie ; ed il nostro vero fine è Dio per mezzo di Nostro Signor Gesù Cristo.

Questo prezioso discernimento del bene e del male nell'ordine sopranaturale, questo dono ancora più prezioso dell'intuizione, della sete insaziabile e dell'incessante attività nel bene, Luigi l'aveva ricevuto in abbondanza il giorno in cui il Santo Crisma segnò sulla sua fronte benedetta l'impronta indelebile dell'Augusto Segno della nostra Redenzione.

Il Sacramento della Cresima, ricevuto da quest'anima innocente colle più devote disposizioni, n'aveva compiuto l'interna bellezza comunicandole la forza ed il coraggio del soldato di Gesù Cristo, e l'invincibile perseveranza della volontà che sola forma gli eroi e i santi.

Sotto l'influenza di questa volontà, padrona assoluta di tutte le sue potenze, perchè appoggiata sulla forza e sulla dolcezza infinita dello Spirito Santo, l'anima dell'adolescente compiva tutte le sue azioni nella pace e nella gioia di un'attività costante e sempre regolata. In tal modo i suoi progressi erano rapidi e i frutti di virtù ne attestavano la docilità alle ispirazioni ed all'amorevole condotta di quel Dio, di cui era divenuto il tempio vivo, ed al quale, nel riceverlo per suo Signore, aveva promesso un'inviolabile fedeltà.

LE ALTRE VIRTÙ.

Uno dei migliori contrassegni di una volontà forte e ben regolata è l'abitudine ferma di un ordine esteriore, senza ricercatezza nè meticolosità : segno certo che anche l'anima è padrona di se stessa e che l'ordine regna nel suo interno

.....Non basta all'uomo di far regnare l'ordine attorno a sè in tutte le cose di cui può disporre ; è anche necessario che egli lo stabilisca e mantenga specialmente in tutta la sua persona, in tutte le sue azioni.

Un contegno semplice e decoroso, senza pretese e senza rigidezza ; la semplicità e la naturalezza nel portamento della persona; la dolcezza e l'affabilità nell'espressione del viso ; una perfetta proprietà senza affettazione; l'opportunità e la perfetta convenienza di tutte le azioni; una grande delicatezza anche nei minimi rapporti di famiglia o di società ; e ovunque un amabile abbandono congiunto alla più saggia riservatezza: tali sono i segni ai quali si conosce esternamente l'interna bellezza di un'anima ben equilibrata, mercè una volontà forte e padrona di se stessa.

Se nelle difficoltà, di cui la nostra vita è continuamente colma, quest'anima ha saputo sempre conservare quest'ordine ammirabile in mezzo a tutto quello che tendeva a confonderlo, se dovunque e sempre ella ha saputo rimanere eguale a se stessa, ella ha dato la miglior prova di un carattere fortemente temprato.

Tale era Luigi, tale ce l'hanno dipinto le persone che l'hanno meglio conosciuto; tale sul finir della vita, abbiamo potuto vederlo noi stessi, sotto le strette di mortale malattia. Abituato fin dall'infanzia a vincere se stesso, egli seppe conservar sempre il dominio dell'anima sua e governarla secondo le regole di una ragione piena di rettitudine e di delicatezza

Fra le facoltà della nostra natura intelligente, se ve n'ha una che sia più difficile contenere nei giusti limiti di un uso moderato, è senza dubbio la facoltà così preziosa di comunicare ai nostri simili, per mezzo della parola, i nostri pensieri e le nostre impressioni. La conversazione è un bisogno della nostra natura e più spesso un dovere di famiglia o di società, ma troppo frequentemente la si fa degenerare in una sorgente feconda di noie, di freddezze, ed anche di discordie e di peccato.

La lingua è un male inquieto, le cui voglie sembrano talvolta irresistibili, e poche sono le anime capaci di dominarle.

Luigi era del piccol numero

Si faceva anche notare (non occorre dirlo) per una perfetta obbedienza a tutti i suoi superiori e soprattutto ai suoi buoni genitori... Ed all'obbedienza univa una virtù ancor più rara, quella di un'intera confidenza e di una perfetta apertura di cuore... Abbiamo su questo punto l'affermazione più esplicìta dell'ottimo suo padre, il quale aggiunge che, fino agli ultimi istanti, egli t« mantenne il costume... di comunicare alla madre tutti i suoi pensieri e le sue impressioni ».

Se ebbe dalla mano liberale di Dio qualità eccezionali nell'ordine della vita pratica, non fu meno favorito nell'ordine della vita speculativa. Le sue facoltà intellettuali brillavano per vivacità, estensione, chiarezza, sicurezza e facilità di azione.

Ebbe anche questi doni preziosi, senza i quali le più belle doti si estinguono in una dolorosa sterilità : la passione del vero e del bello, l'amore dello studio, il metodo e la pazìente costanza di un lavoro indefesso, giudiziosamente regolato....

RICORDIAMO I PRINCIPII.

La ricchezza e la perfezione di questo armonioso sviluppo delle sue facoltà non deve sorprendere chi sa ricordare i principi che informarono l'educazione della sua infanzia.

Abbiamo mostrato una tale educazione cristiana, che principiava a sviluppare regolarmente tutte le attitudini del fanciullo, per ottenerne, senza sopraffarne l'intelligenza, quella maggiore attività di cui era capace ; ed abbiam visto questa medesima educazione applicarsi in modo specialissimo a formarne la volontà, insegnandogli a dominare lei stessa e a indirizzarla sempre secondo ragione, invece di lasciarla sorprendere dall'inclinazione.

In virtù di questa potenza regolatrice, tutti gli errori, ai quali non avrebbe mancato di dar luogo lo sviluppo pieno delle altre facoltà, si trovano felicemente prevenuti. L'ordine e la pace regnano in quest'anima; padrona dì se stessa porta tutt'intera la sua attività su di una cosa, o ne la ritrae a suo talento.

Il torpore e la preoccupazione le sono egualmente sconosciuti ; operando sempre con tutta la sua forza, otterrà senza fatica i più felici risultati in tutti i sensi, nei quali dovrà sviluppare successivamente la sua attività.

Avrà naturalmente il gusto squisito del vero, del bello, del buono, che sono diverse forme dell'essere. La potenza e la regolarità dei suoi atti interni compiranno questo prodigio, perchè l'uomo non giudica che secondo lo stato dell'anima sua; i giudizi nostri si formano tutti sopra questo modello; e da ciò deriva la loro strana differenza.

Se adunque il modello interiore è perfetto e costante, anche tutti gli apprezzamenti saranno marcati con quest'impronta della costanza e della perfezione.

UN ULTIMO SGUARDO.

V'era tuttavia una lacuna in questa eletta creatura

Era la mancanza di salute per difetto d'organismo. I genitori non risparmiarono cure, continuando sempre l'educazione del figlio amatissimo, che, fedele a tutti i doveri e le, Prescrizioni della Religione, si avviava insieme non solo alla beneficenza individuale che solleva soltanto questo o quell'individuo, ma anche a quella che molto giustamente si potrebbe chiamare beneficenza sociale.

Sotto la guida del suo degno genitore, egli partecipava a tutte le opere di difesa cattolica e di preservazione sociale, che la nostra infelice età ha rese indispensabili, e che sono divenute, in Francia, la santa occupazione e potremmo dire la missìone di ogni anima veramente cattolica : la buona stampa, le associazioni cattoliche, e le scuole libere, in opposizione alle tre armi principali che usano i nemici della Religione la stampa cattiva, le società antireligiose e le scuole senza Dio.

Passò tutta la sua vita e tuttì gli istanti della sua vita sotto gli occhi dei genitori... L'onoratezza della famiglia, la sua riputazione, la grande fortuna, i talenti incontestabìli, le qualità del cuore più simpatiche, insomma tutto ciò che è necessario per rìuscire secondo il mondo e farsi un nome, l'aveva ricevuto dalle mani liberali di Dio. Mercè una liberalità ancor più grande Dio gli faceva calpestare tutte le vane soddisfazioni che avrebbe potuto volere e cercare la natura.

Don Bosco fu chiamato al suo letto di morte dal Padre, che sperava un miracolo di Maria SS. Ausiliatrice. Il Venerabile andò, ma comprese subito che il frutto era maturo pel cielo e che Dio voleva offrirlo alla sua SS. Madre per accrescere in cielo la sua corte di anime verginali destinate a seguìre dovunque, insieme con Lei, i passì dell'Agnello Divino.

E lo preparò dolcemente a fare con generosità a Dio il sacrificio della sua vita: ed io ammìrai (continua D. Bosco) come quell'anima, docile ad ogni movimento della grazia, fu pronta a indirizzarsi là dove io le aveva indicato e ad abbandonarsi interamente all'amorosa Provvidenza del Signore.

Il suo confessore, con la santa arditezza degli amici di Dio, giunse a dirgli : « Caro giovane, io intimo a Dio di guarirvi »... e Luigi volgendosi alla madre: « Il curato mi ha detto che intima a Dio di guarirmi : io, aggiunse egli giungendo le mani, io vi scongiuro, mio Dio, di farmi morire, se dovessi divenire cattivo »...

Poco dopo, accorgendosi del dolore della madre, che non l'abbandonava un istante

Mamma, disse, che direste se Dio vi domandasse, come ad Abramo, di sacrificargli il vostro figlio ? »

La povera madre, si comprende, non potè rispondere che con le lacrime... e poichè egli temeva che non cedesse alle istanze che le faceva di prendersi un po' di riposo : « Io ve lo chiedo, in nome di Gesù Cristo! » esclamò, ricordando l'affermazione scritta nel suo cuore di fanciullo, che nulla si può negare a questa invocazione.

Ricevuti che ebbe gli ultimi Sacramenti, il buon giovane andava ripetendo : Son vicino a morire ?... Oh! cari genitori, voi siete quelli che io amo di più in questo mondo, eppure già sono rassegnato ad abbandonarvi per andare in paradìso... Andrò in paradiso, Don Bosco me l'ha detto

E con questa tenerissima confidenza volava al cielo il 3 aprile 1881. Tanto aveva potuto in lui la vera educazione. Era nato il 22 settembre 1864; Perciò non aveva ancora diciassette anni !

(1) Son le ultime pagine che presentiamo ai lettori, tradotte dalla Biografie du jeune Louis Fleury Antoine Colle par Jean Bosco prétre. (Vedi i numeri di agosto e settembre u. s.).

La Va Adunanza dei Direttori Diocesani

SI tenne, come abbiamo detto, il giorno 27 agosto, presso la Tomba di Don Bosco in Valsalice. Le diocesi del Piemonte vi eran tutte degnamente rappresentate, nè mancarono i rappresentanti di quelle di Lombardia, di Liguria, del Veneto, dell'Italia Centrale e Meridionale e fin anche della Sicilia. Molti giunsero il giorno innanzi e gradirono l'ospitalità del Collegio delle Missioni Estere in Valsalice, ove il sig. D. Albera si recò a riceverli e il sac. Stefano Trione tenne in quella sera una conferenza, con proiezioni luminose, sulle Opere Salesiane. I più giunsero la mattina seguente. Insieme con molti Monsignori, Vicari Generali, Canonici ed altri illustri ecclesiastici non mancarono alcuni laici volenterosi, esimii zelatori delle Opere di D. Bosco.

L'assemblea si aperse alle 9.3o all'arrivo dell'Em.mo Card. Agostino Richelmy, Arcivescovo di Torino, sempre buono con i figli di D. Bosco.

Cessati gli applausi ai quali fu fatto segno l'Em.mo Porporato, e detta la preghiera, il segretario D. Trione die' lettura dell'autografo inviato dal S. Padre.

Il sig. D. Albera fin dai primi del mese aveva annunziato al Vicario di Gesù Cristo l'ideato convegno, implorando una parola di conforto e la Benedizione Apostolica pei futuri Congressisti e per tutti i Cooperatori.

« . . . Come è ben noto a Vostra Santità - egli diceva - i Cooperatori Salesiani sono come altrettanti nostri Terziari che oltre ad attendere alla propria perfezione spirituale, a norma del loro Regolamento, si propongono pure d'investirsi dello stesso spirito e operosità della Pia Società di S. Francesco di Sales, per essere come altrettanti Salesiani in mezzo al secolo, cooperando precipuamente alla salvezza della gioventù, alla cura delle vocazioni ecclesiastiche e religiose, alla diffusione della buona stampa nel popolo, alla erezione di oratori festivi, scuole, chiese, collegi ed ospizi, e a coltivare e diffondere ovunque quello spirito di illimitata devozione al Papa, che tanto stava a cuore al nostro Ven. D. Bosco.

» Questo programma d'azione che, con i sapientissimi suggerimenti e colla benedizione e approvazione dell'immortale Papa Pio IX, il ven. D. Bosco dava ai Cooperatori Salesiani, ben presto attirò nella Pia Unione gran numero di fedeli di ogni condizione e paese, onde il Bollettino Salesiano, organo della stessa Pia Unione, ebbe ben presto a pubblicarsi in più lingue

» Nè i Cooperatori Salesiani crebbero solo in numero, ma, grazie a Dio, anche in operosità generosa nel sostenere e diffondere con sempre crescente zelo le opere della Pia Società Salesiana e quelle delle Figlie di Maria Ausiliatrice, nel por mano essi stessi a fondare e sostenere oratori festivi e parrocchiali, scuole di religione, circoli giovanili, scuole diurne e serali, scuole professionali, e altre innumerevoli opere a bene della gioventù e del popolo. E questa loro operosità, fra le altre manifestazioni, ebbe pur quella di parecchi congressi locali e specialmente di sei solenni Congressi generali, tenutisi con tanto esito nel breve giro di pochi anni in Bologna, Buenos-Aires nell'Argentina, Torino, Lima nel Perù, Milano, e Santiago nel Cile... ».

Il S. Padre si degnò rispondere con questo preziosissimo autografo, di cui pubblichiamo anche il fac-simile.

Al diletto figlio Sacerdote Paolo Albera, Rettore generale della Congregazione Salesiana, col voto che il VI Congresso dei Direttori della Pia Unione che si terrà in Valsalice nel 27 di questo mese, contribuisca a mantenere ed accrescere, se fosse possibile, in tutti i cooperatori il vero spirito di Nostro Signor Gesù Cristo per la propria santificazione, onde possano poi adoperarsi alla salvezza della gioventù, alla cura delle vocazioni ecclesiastiche e religiose, alla diffusione della buona stampa, alla erezione di oratori festivi e a coltivare e diffondere l'obbedienza, l'amore e la devozione alla Chiesa ed al Papa, impartiamo di cuore l'Apostolica Benedizione, estendendola con pari affetto a tutti i figli della Congregazione ed ai benefattori e cooperatori della Pia Unione.

Dal Vaticano, li 11 agosto 1912.

PIUS PP. X.

Venne proposto ed inviato a Sua Santità un lungo telegramma di umili ringraziamenti e d'illimitata devozione a nome di tutti i Congressisti, e subito dopo furono pure proposti ed approvati altri telegrammi all'Em.mo Sig. Card. Mariano Rampolla del Tindaro, Protettore della Pia Società Salesiana e dei Cooperatori, ed all'Em.mo Ponente della Causa del Ven. Don Bosco, il sig. Card. Giuseppe Calasanzio Vives y Tutó, di cui ricorreva l'Onomastico.

Quindi prese la parola l'Em.mo Card. Richelmy:

Facendomi eco alla parola del S. Padre, io lascio i vari punti di azione casi Egli enumera, per toccarne un solo che ci ha colpiti più che tutto, l'accenno alla nostra santificazione. Se noi ricordiamo quell'esortazione che il regnante Pontefice diresse al Clero ed altre sue raccomandazioni recenti, quasi dobbiamo dire che il S. Padre avvicinandosi al giorno (che il Cielo voglia lontano) in cui Egli pure dovrà presentarsi a Dio, senta sempre più vivo il bisogno d'insistere sopra questo fondamento.

Lascio ai Congressisti di svolgere gli altri punti e mi limito a questa raccomandazione: di tutti adoperarci generosamente per la propria santificazione.

E con questa insistenza io dico d'interpretare i desideri di D. Bosco e di D. Rua. E la prima volta che qui ci aduniamo dopo la morte di D. Rua; e ben possiamo dire che chi ha conosciuto i principii dell'Opera del Ven. D. Bosco, chi ha potuto accostare D. Rua, chi guarda D. Albera, ha senz'altro questa intima persuasione che essi c'invitano ad essere santi.

Ricordo un fatto solo. Quando il Signore stava per mettere al fianco di D. Bosco un sacerdote, il quale doveva tramandare ai posteri le gesta del Venerabile, mentre noi avremmo detto che il Venerabile doveva riceverlo a braccia aperte e baciarlo in fronte, egli in quella vece si fermò a dirgli « Se viene per farsi santo, io l'accetto, sia il benvenuto! ma non venga f er altro fine! » E noi sappiamo che quel sacerdote è sulla via di farsi santo, e preghiamo il buon Dio che lo aiuti a raggiungere il suo scopo!...

Intanto dal più profondo dell'animo invoco su tutti le celesti benedizioni. Benedica Iddio il nostro carissimo Rettor Maggiore D. Albera, i membri del Capitolo Superiore e tutti i Salesiani qui presenti; benedica i Congressisti e tutti i Cooperatori che ne formano quasi il Terz'Ordine; e sui Benefattori e lutti quelli che da vicino e da lontano aiutano l'Opera Salesiana e sulla Pia Società intera discenda l'abbondanza delle divine Benedizioni.

Com'ebbe finito di parlare l'Eminentissimo, sorse D. Albera e:

» Credo - egli disse - d'interpretare i desideri dei nostri carissimi Direttori dei Cooperatori Salesiani, indirizzando una parola di ringraziamento a Sua Eminenza. Tutti gli atti dei Salesiani, che per sè sarebbero meschini, se acquistano qualche valore è perchè Sua Eminenza ha la bontà di benedirli sempre e confortarli della sua presenza anche con sacrificio, come ha fatto quest'oggi alla, vigilia del suo Onomastico!

» Perciò vogliamo assicurare Sua Eminenza che nelle nostre preghiere invocheremo le divine benedizioni sulla sua Augusta Persona, coll'augurio fervente che il suo cuore di Pastore e di Padre abbia molte e molte consolazioni per parte delle anime alle sue cure affidate.

» E questo il voto che i nostri Direttori presentano a Sua Eminenza in questo giorno, di cui porteranno con sè il più caro ricordo ! »

Ritiratosi l'Em.mo fra gli ossequi e i voti di tutta l'adunanza, D. Albera proseguiva:

« La Pia Unione dei Cooperatori, di cui voi siete il sostegno, mi ricorda un fatto del 1876. Eravamo nel Collegio di Lanzo e D. Bosco aveva adunato attorno a sè vari dei suoi sacerdoti, direttori e superiori delle sue case, ai quali aveva fatto distribuire un foglietto, contenente il programma di una nuova associazione cui voleva por mano. Rammento che lo stampato recava in fronte le parole: Funiculus triplex difficile rumpitur; e trattava appunto della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani.

» - Ai nostri benefattori, chiedeva D. Bosco, come potremo mostrare la nostra gratitudine? E come potremo moltiplicarne il numero ed assicurarcene l'aiuto costante? » - E ci annunziava com'avesse gettato le basi di questa Pia Unione, per cui il S. Padre Pio IX aveva concesso un cumolo d'indulgenze e ci parlava della pubblicazione del Bollettino Salesiano, assicurandoci che la voce di questo periodico si sarebbe udita in ogni parte del mondo, e che paesi e città intere avrebbero dato il nome alla Pia Unione dei Cooperatori.

» Vi assicuro che noi fummo spaventati a queste parole e: « Com'è possibile, dicevamo, che noi, poveretti e in così piccol numero, possiamo anche solo sognare di giungere a tanto? »

» Egli allora prendendo un'aria quale soleva quando voleva persuaderci della necessità di ascoltarlo:

» Vedo che non mi avete capito, soggiungeva. Quest'opera sarà quella che sosterrà tutte le altre opere della Pia Società Salesiana   Voi, col non assecondarmi, sarete forse la causa per cui se ne ritarderà il compimento; ma quanto vi ho detto si compirà.

» E forse nessun altro, come colui che ha l'onore di parlarvi in questo momento, può assicurarvi dell'avveramento di queste profetiche parole. Anche nel recente mio viaggio in Belgio, in Inghilterra ed in Italia, come già in tanti altri viaggi, specialmente attraverso le Americhe, io ho trovato dappertutto schiere di Cooperatori pieni di grande affetto per D. Bosco senza averlo mai conosciuto, e rimasi ancor più stupito nel vedere gli effetti della loro cooperazione. Ovunque vidi oratori, scuole, ospizi e istituti riboccanti di giovani e chiese magnifiche sorte dalle fondamenta. Chi ha compiute tante meraviglie? La Pia Unione dei Cooperatori Salesiani.

» Vi dico il vero, che mi venne spesso questo pensiero in mente: « Ove non vi fosse altra prova della santità di D. Bosco, questa dell'entusiastico affetto con cui è accolta e seguita dappertutto la sua istituzione, a me sembra una prova ben singolare!

» E questo ebbi pure a ripetere nell'assistere a vari Congressi dei nostri Cooperatori ed exallievi, e questo ripeto anche nella presente adunanza, la quale se non è numericamente più splendida di altri Congressi, è però realmente più significante.

» V'ha di più. Quando viveva D. Bosco, era la santità sua che attirava a Lui le moltitudini. Quando viveva Don Rua, era pure la santità del 1° Successore di D. Bosco che continuava all'Opere nostre tanto entusiasmo. Ora invece trovasi alla testa delle Opere di D. Bosco uno degli ultimi suoi figli e tuttavia l'ammirazione continua dappertutto. I nostri Direttori diocesani lavorano con uno zelo che ci edifica. Orbene, anche in questo io vedo un segno che l'Opera di D. Bosco è opera di Dio.

» Voi continuate sempre a fare del bene! Voi non solo spendete la vostra influenza morale a vantaggio delle Opere Salesiane, ma le soccorrete ancora: e se oggi, in cui son tante le opere buone bisognose di aiuto, noi riceviamo ancora qualche cosa, è merito vostro, è merito dei nostri Direttori diocesani.

» Voglio sperare che questa riunione servirà a moltiplicare i buoni frutti della vostra cooperazione, come le adunanze tenute sotto D. Rua. Parlate, diteci le vostre idee, fateci conoscere i vostri pensieri, le vostre proposte. I consigli vostri ci saranno di grandissimo vantaggio. Noi siamo sempre felici, se c'è dato di meglio arrivare agli scopi proposti.

» Compensi Iddio i sacrifici che avete fatto per venire fin qui; molti vennero di lontano, e tutti avete dovuto interrompere le vostre occupazioni. Abbiatevene anche tutta la nostra riconoscenza! ».

Mons. Francesco Omodei-Zorini, Direttore onorario dei Cooperatori della Diocesi di Vigevano, ringrazia D. Albera e con enfatico affetto, dopo avere opportunamente rievocato il suo primo incontro con D. Bosco, inneggia alla missione dell'Opera Salesiana nell'ora presente.

Prende quindi la parola D. Trione, il quale comunica varie adesioni, tra cui quella di Mons. Morganti, Arcivescovo di Ravenna, quella di Mons. Marenco, Vescovo di Massa-Carrara, inviata a mezzo del Direttore diocesano D. Giuseppe Corona, Proposto di Fosdinovo, e quella di Mons. Carlo Salotti, che è bene riprodurre.

Umile cooperatore salesiano, e modesto ma fervido e convinto difensore della Causa di Beatificazione del Venerabile Don Bosco e di Domenico Savio presso la Sacra Congregazione dei Riti, mando il mio saluto vibrante di fede e di fraternità cristiana, che dica a tanti operosi e zelanti apostoli del bene, riuniti a Valsalice, come l'avvenire della patria cristianamente restaurata debba aspettarsi dallo spirito di Don Bosco, che i Cooperatori hanno il dovere di diffondere per tutti gli angoli d'Italia: e come la gioventù nostra, perchè un giorno sia l'orgoglio legittimo della nazione, debba modellarsi sull'impronta del Savio, che domani, salito su gli Altari per giudizio della S. Sede, diverrà l'Angelo, vigile custode di tante innocenze: il condottiero che guiderà le falangi giovanili sulle vie luminose della pietà, guarentigia del vero benessere nazionale: l'araldo che, scuotendo i dormienti, annunzierà alto e forte, come nella sincerità e nella saldezza del carattere cristiano, alimentato da virtù generose, sia riposto il germe che va maturando la libertà e la grandezza dei popoli.

D. Trione prosegue facendo breve relazione della Va Adunanza e dei frutti che se ne ebbero e Ilei principali avvenimenti che accaddero da quel tempo. Da tutta l'assemblea è accolto con visibile compiacenza il ricordo di D. Rua e dell'apoteosi che ebbe in morte e dell'elezione del suo Successore. Viene poi al resoconto delle adunanze e dei Congressi compiuti, all'annunzio dei nuovi Direttori Diocesani, alla commemorazione di quelli passati all'eternità e all'accenno di altri zelanti Direttori promossi alla dignità episcopale.

E senz'altro passi. alla lettura ed alla discussione de' temi seguenti:

I) Elenco dei Cooperatori ed iscrizioni di nuovi Cooperatori.

II) Azione delle zelatrici.

III) Conferenze e feste salesiane.

IV) Modi pratici Per ottenere aiuti morali e materiali Per le Opere Salesiane; ad es. come ottenere aiuti per mantenere i giovanetti italiani profughi ricoverati dai Salesiani.

V) Monumento a D. Bosco in Torino pel 1915,

VI) Proposte varie.

Il Segretario D. Trione invierà tra breve ai Direttori diocesani, decurioni, zelatori e zelatrici tutte le deliberazioni prese in proposito; noi pertanto ci limitiamo a raccomandare ai lettori le seguenti

I - a) Ogni cooperatore o cooperatrice, occorrendo, si dia sollecitudine di notificare all'Amministrazione del Bollettino Salesiano le correzioni necessarie all'indirizzo con cui riceve il periodico, perchè questo possa giungere regolarmente a destinazione;

b) Si tenga com'uno dei mezzi più acconci all'incremento della Pia Unione e quindi al sostegno delle Opere Salesiane l'inviare alla Direzione nome, cognome e indirizzo di quelle buone e zelanti Persone che par bene inscrivere tra i Coo peratori. Nè si tema d'esagerare in proposito: ogni commissione sarà ricevuta con animo grato ed eseguita puntualmente.

II) Chi desidera norme per l'azione delle zelatrici, faccia richiesta dell'opuscolo intitolato: Comitati femminili di azione salesiana, che gli sarà inviato prontamente.

III) I Cooperatori, nell'intervenire alle Conferenze prescritte dal Regolamento, eccettualo il caso in cui si tengano in forma privata, si facciano un dovere di condurre con sè nuove persone di loro conoscenza, che credono atte a promuovere le Opere

di D. Bosco e perciò ad essere inscritte alla Pia Unione dei Cooperatori.

IV) Fra i modi pratici per ottenere aiuti morali e materiali per le Opere Salesiane non si dimentichi la diffusione della lettura del Bollettino Salesiano, della vita di D. Bosco e degli opuscoli che trattano delle sue istituzioni.

V) Per ciò che riguarda la cooperazione al Monumento di D. Bosco, i Cooperatori faranno buon viso agli appelli che diramerà il Comitato promotore.

Fra le proposte varie ricordiamo e raccomandiamo caldamente ai Direttori, Decurioni, zelatori e zelatrici, quella d'inviare alla Redazione del Bollettino Salesiano, Via Cottolengo, 32 - Torino - copia di tutto ciò che si stampa (giornali, riviste, fogli, periodici, opuscoli) su D. Bosco o

sui Salesiani e sulle loro opere (non escluse le stesse relazioni di semplici feste o conferenze). Siano compiacenti, all'occorrenza, di ricordare quest'invito gli stessi benemeriti Cooperatori ; noi ne anticipiamo a tutti cordiali ringraziamenti.

Le adunanze furono frammezzate da un'agape fraterna, nella quale il venerando D. Francesia porse con fluidissime strofe un affettuoso e riverente saluto ai convenuti, e parecchi di questi diedero sfogo ai sentimenti della più schietta ammirazione per l'Opera Salesiana, unendo in un sol affetto i nomi di D. Bosco, di D. Rua e di D. Albera, non dimenticando i nostri Cooperatori, benefattori, ammiratori e Patroni, tra cui venne ricordato con altissimo applauso il Sommo Pontefice.

Tanta cordialità e tanto premuroso interesse ebbero un condegno ringraziamento dal Successore di D. Bosco al chiudersi delle adunanze.

« Oggi - esclamava D. Albera ho veduto quello stesso interesse per D. Bosco e per le Opere sue, che si vede nelle Assemblee Generali dei Salesiani! Questo mi conferma come i nostri Direttori diocesani siano quasi membri della stessa Famiglia ».

E conchiudeva:

« Don Bosco, allorquando ricevette l'ordinazione sacerdotale chiese al Signore una grazia speciale: l'efficacia della parola! e noi possiamo attestare che il Signore glie la concesse in modo sovrabbondante. Ricordiamo lo stimolo che davano al bene le sue prediche, le sue conferenze, le sue stesse conversazioni. Era il Signore che benediceva la sua parola e la rendeva in ogni tempo fruttuosa! Ebbene: mi viene spesso un pensiero che voglio manifestarvi.- Penso che questa grazia perduri dopo la sua morte. Quando si parla di Lui, quando si ricordano i suoi esempi e le sue parole, lutti ascoltano con avidità e non si stancano mai. E Proprio il caso di ripetere: defunctus adhuc loquitur! poichè la sua parola, anche sul nostro labbro, torna sempre vantaggiosa alla salute delle anime ed alle Opere sue.

» Queste Opere noi le raccomandiamo a voi, che siete le nostre braccia e i primi dei nostri Cooperatori. Noi facciamo qualche cosa e non di più; chi compie il nostro lavoro, sono i Cooperatori; siete specialmente voi, o benemeriti Direttori Diocesani.

» Noi quindi grati alla vostra carità, faremo sempre per voi quello che potremo. Pur troppo alcune volte verremo meno senza volerlo alla vostra aspettazione; oggi, ad es., voi ci dovete compatire se vi abbiamo trattato a fidanza e come membri della nostra famiglia! Ma sull'esempio di D. Bosco, il quale lasciò che in tutte le Case si pregasse ogni giorno per i Benefattori, noi vi promettiamo di ricordarvi a Maria SS. Ausiliatrice, al cui altare si celebra quotidianamente una santa messa per tutti quelli che ci aiutano e ci sostengono nella missione che il Signore ci ha affidata.»

Così ebbe termine la VIa Adunanza dei direttori diocesani, dei quali ricorderemo sempre l'affettuosa benevolenza dimostrata all'Opera nostra. E mentre rinnoviamo loro, a nome di tutta la Pia Società, i più vivi ringraziamenti, siamo lieti di pubblicare un gruppo parziale dei convenuti, preso dal fotografo T. Bassanesi Allais, e recare a conoscenza di tutti i preziosi telegrammi pervenuti all'Em.mo Card. Richelmy ed al sig. D. Albera dal S. Padre e dagli Eminentissimi Cardinali Rampolla e Vives y Tutó, in risposta a quelli del Congresso.

« Cardinal Arcivescovo, Torino. -Santo Padre, vivamente compiaciutosi filiale omaggio gratitudine, venerazione, circostanza VI Congresso Direttori Diocesani, Zelatori Pia Unione Cooperatori Venerabile Don Bosco, ringrazia Eminenza Vostra, rev.mo Don Paolo Albera, e adunati tutti, ai quali imparte con effusione di spirito implorata Apostolica Benedizione, facendo voti che lavori iniziati con tanto zelo, benedetti da Dio, siamo coronati da copiosi e consolanti frutti pel bene delle anime. - Cardinal Merry del Val.

Cardinale Richelmy, Torino. - Ringrazio vivamente Vostra Eminenza essersi compiaciuta frisi interprete insieme a D. Albera devoti sentimenti Direttori Diocesani dell'Unione dei Cooperatori Salesiani adunati presso la Tomba del Venerabile Don Bosco, e li ricambio con affettuoso interessamento e con auguri d'ognì bene. Gradisca particolari ossequi. - Cardinale Rampolla.

Don Albera, Superiore Generale Salesiani, Torino. - Ringrazio Salesiani e Cooperatori, gratissimo Cardinale Richelmy, preziosi auguri onomastici e preghiere sulla Tomba del Venerabile Fondatore. - Cardinale Vives.

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Nei prossimi numeri - in omaggio alla parola del S. Padre - prenderemo ad illustrare convenientemente lo spirito e il programma d'azione dei Cooperatori.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella, o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare (come dal Decreto della S. Congregazione delle Indulgenze, 2 ottobre 1904) l'Indulgenza Plenaria:

ogni mese:

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno ; 2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della buona Morte ;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza;

Indulgenza plenaria - dal 10 ottobre ai 10 novembre:

1) il 13 ottobre, Maternità di Maria SS.ma ; 2) il 20 ottobre, Purità di Maria SS.ma.

Inoltre : ogni volta che essendo in grazia di Dio (senza bisogno di accostarsi ai SS. Sacramenti o di visita a qualche chiesa) reciteranno 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità ed un altro Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, lucreranno tutte le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella.

Tutte le indulgenze concesse ai Cooperatori sono applicabili alle Anime Sante del Purgatorio; ma pel loro acquisto è richiesta la recita quotidiana oli un Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice coll'invocazione: Sancte Francisce Salesi, ora pro nobis.

Il Giubileo Sacerdotale di Mons. Cagliero.

I SOLENNI FESTEGGIAMENTI DEL SALVADOR.

Nelle altre Repubbliche del Centro America ~ Nell'Argentina e in Patagonia

SIAMO lieti di offrire ai benemeriti nostri Cooperatori - che tanto riverente, affetto nutrono al par di noi per Mons. Cagliero - un qualche ragguaglio delle Deste celebratesi nella ricorrenza delle sue Nozze d'Oro sacerdotali. Ci spiace soltanto (teniamo a dichiararlo) che la nostra esposizione non sia altro che una serie di appunti di cronaca, desunti da giornali che ci pervennero. Chiediamo quindi venia, ai benemeriti promotori dei festeggiamenti, di qualsiasi ommissione nella quale fossimo incorsi.

Nel Salvador.

Non potendo, per gravi assunti della sua missione, venire in Italia a pontificare la Messa d'Oro nel Santuario di Maria Ausiliatrice, come era suo e nostro desiderio, l'amatissimo Monsignore stabiliva di recarsi a S. Tecla nel Salvador, per celebrarla nell'intimità tra quei confratelli, e contemporaneamente compiere una seconda visita a quella Repubblica.

A tal fine, partendo il 22 maggio da S. José di Costarica, telegrafava al Vescovo di S. Salvador che sarebbe salpato da Puntarenas alla volta di quella Repubblica, declinando ogni pubblico ricevimento. Ma S. E. Rev.ma Mons. Antonio Adolfo Pérez y Aguilar non fu del medesimo parere, e con un'Ordinanza del 24 maggio stabiliva che i Parroci di La Unión e La Libertad, approdando a quei porti il piroscafo su cui veniva il Delegato Apostolico, salissero a bordo a presentargli il primo omaggio del Clero e di tutti i fedeli del Salvador; che un'apposita Commissione si recasse a riceverlo ad Acajutla donde con treno speciale offerto generosamente dal Presidente della Repubblica avrebbe proseguito per la Capitale; che ad ogni stazione i Parroci locali accorressero con le rispettive popolazioni ad ossequiarlo, e al suo ingresso nella Capitale si ornassero le vie, fossero suonate a festa le campane di tutte le chiese, e il rev.mo Capitolo, il Clero, il Seminario, le Associazioni religiose e le Confraternite, i collegi cattolici maschili e femminili e tutti i fedeli si trovassero insieme con lui alla stazione, per ricevere « il benemerito Figlio di Don Bosco, l'amatissimo Mons. Cagliero, in pegno di cordiale affetto alla sua sacra persona ed allo stesso Sommo Pontefice ».

Quattro giorni dopo, con Lettera Pastorale in data 28 maggio, Sua Eccellenza confermava le accennate disposizioni, e stabiliva speciali festeggiamenti pel 14 e 23 giugno, 50° anniversario dell'ordinazione sacerdotale di Mons. Cagliero e suo giorno onomastico, affidandone il relativo programma ad una Commissione composta dei più ragguardevoli membri del Capitolo della Cattedrale, e sanciva che il 14 in tutte le parrocchie della Repubblica si celebrasse con la maggior solennità possibile una messa seguita dal canto del Te Deum, raccomandando ai Parroci di adoperarsi con zelo affinchè nello stesso giorno venisse preparato alla Santa Comunione il maggior numero di fedeli, specialmente fanciulli e fanciulle, per implorare felici risultati alla Missione del Rappresentante del Papa.

Infatti con l'accennato cerimoniale, reso più solenne dal più ardente entusiasmo, Mons. Cagliero entrava nel Salvador e giungeva alla Capitale, prendendo stanza nel palazzo della Delegazione.

Una cara notizia diffondevasi poco dopo raddoppiando lo slancio dei buoni Salvadoregni.

Addì 4 giugno Mons. Delegato inviava una nota al Presidente della Repubblica, esponendo come il S. Padre, mosso dai bisogni della densa popolazione del Salvador (supera il milione), a meglio promuovere ai singoli centri l'assistenza religiosa, su proposta della Delegazione Apostolica, concretata d'accordo col Vescovo Diocesano, avesse in animo d'innalzare a Chiesa Metropolitana l'attuale Chiesa Cattedrale, dandole a suffraganee le Chiese Cattedrali di due nuove diocesi, da stabilirsi l'una in Santa Ana e l'altra a S. Miguel.

L'Ecc.mo Presidente Dott. Manuel E. Araujo, comunicava al Delegato la sua piena adesione fin dallo stesso giorno.

« Come capo dello Stato - diceva tra l'altro - applaudo cordialmente a un disegno che tende senza dubbio al bene spirituale del popolo Salvadoregno... A me pare cosa evidentissima, che la creazione delle nuove diocesi promuoverà con maggior sollecitudine gl'interessi religiosi della Repubblica, e di fronte ad un tale lusinghiero orizzonte non posso trattenermi dal congratularmi dall'intimo del cuore per l'ideata organizzazione ecclesiastica, che coopererà potente mente al benessere ed alla moralità di questi popoli ».

LA FESTA DEL 14 GIUGNO.

Tra la gioia che si diffuse all'annunzio di questo disegno del S. Padre, sorse il 14 giugno, festa del S. Cuore di Gesù e 50° anniversario dell'ordinazione sacerdotale di Mons. Cagliero.

La sera avanti, gli atrii e la facciata della chiesa di S. Giuseppe, in cui si celebrarono le funzioni religiose, apparvero profusamente illuminati; e contemporaneamente si accesero fuochi pirotecnici presso la grotta di Lourdes, mentre si eseguiva un sontuoso concerto a grande orchestra presieduto dal Segretario della Delegazione.

Il mattino della festa, alle 6 vi fu messa con Comunione Generale delle Pie Associazioni secondo l'intenzione del Delegato Pontificio, e numerose prime Comunioni.

Alle 8 giunge Mons. Cagliero, accompagnato dal rev.mo Capitolo della Cattedrale, dal Clero e dal Seminario. L'orchestra intona l'inno pontificio. L'aspetto che assume la cerimonia è imponente. Il tempio è tutto splendidamente coperto di drappi, predominando in ogni lesena, in ogni colonna, in ogni arco, i colori della bandiera pontificia con trofei di verdi palme, simbolo della perpetua giovinezza e fecondità della Chiesa. Sull'altar maggiore, il tabernacolo, il trono, la croce, i candelieri, e tutto l'apparato brilla splendidissimo; e in una profusione di ceri e di fiori in alto campeggia sovrana un'immagine del S. Cuore. Monsignore tiene pontificale. Al Vangelo il Rettore della Chiesa pronunzia il discorso. Assistono come padrini i Ministri di Honduras, Nicaragua e Costa Rica e il Presidente dell'Apostolato fra gli uomini, Dott. Palomo. Si scusano all'ultim'ora S. E. il Presidente della Repubblica, il Ministro degli Affari Esteri, il Ministro del Nord America, trattenuto da motivi di salute, e il Ministro di Spagna e quello di Guatemala, che avevano accettato anch'essi di esser padrini del rito solenne.

Il Pontificale si chiude con la Benedizione Apostolica e l'esposizione del SS. Sacramento, dinanzi al quale si succedono fino a sera continue schiere di adoratori.

Alle 11 si recano al palazzo della Delegazione le Società della Buona Stampa, dell'Apostolato fra gli uomini, dell'Apostolato del Rosario, e dell'Apostolato di S. Giuseppe, la Società Mariana e quelle della Guardia d'onore del SS. Sacramento e del Catechismo Pio X, per ossequiare il Rappresentante del Papa ed offrirgli, in pegno filiale di esultanza, una Croce pettorale. La signorina Carlotta Avilés si fa interprete dei sentimenti di tutti, cui Monsignore rivolge brevi parole di ringraziamento.

A mezzodì la Presidente dell'Associazione delle signore e signorine della Buona Stampa, donna Mercedes R. de Meléndez, offre a Mons. Cagliero un banchetto di onore. Facevano corona al festeggiato: il Vescovo Diocesano, il Capitolo della Cattedrale, il Sostituto degli Affari Esteri, i Ministri di Honduras, Costa Rica e Nicaragua, ed altri distinti personaggi, ecclesiastici e laici. Un'orchestra di quaranta maestri alternò, alle brillanti. declamazioni di omaggio, classiche armonie.

A S. TECLA.

Di quella stessa sera Mons. Cagliero si reca con treno speciale alla città di S. Tecla, ov'ha un'accoglienza trionfale. Appena giunto è condotto alla chiesa dell'Immacolata, dove si canta un solenne Te Deum e quindi recasi al Collegio di S. Cecilia. Qui celebra all'indomani la sua Messa d'Oro, alla quale assistono insieme con quei nostri confratelli ed alunni, le rappresentanze dei Collegi Salesiani di Centro America, i Cooperatori e le Cooperatrici della città e dei dintorni, le Figlie di Maria Ausiliatrice del Collegio Santa Inés colle alunne, l'Ispettore Don Guglielmo Piani, ed i Salesiani D. Misieri e D. Osella, accorsi da Panamà e dal Messico a presenziare la cerimonia, quali rappresentanti dell'intera Famiglia Salesiana. Anche il Vescovo di S. Salvador prende parte alla festa.

La domenica seguente 16 giugno, Mons. Cagliero, per annuire al desiderio di quei cooperatori, tenne solenne pontificale nella chiesa del Carmen, sontuosamente apparata. Al Vangelo vi fu discorso d'occasione e, terminata la messa e impartita la Benedizione Papale, si compì la solennissima processione del Corpus Domini, traslata a quel giorno.

I FESTEGGIAMENTI UFFICIALI.

Più splendidi ancora furono i festeggiamenti del 23 giugno, avendo il Vescovo e il Clero scelto questa data per la festa ufficiale, perché onomastico di Monsignore ed anche in gentile omaggio alla festa tradizionale che si celebra annualmente nell'Oratorio di Valdocco il giorno di S. Giovanni Battista.

La solennità incominciò la sera del 22 con i primi vespri, pontificati nella Cattedrale, adornata come nelle più grandi circostanze. Quivi, il giorno di S. Giovanni, Mons. Vescovo diocesano celebra per tempo la messa della Comunione Generale offerta secondo l'intenzione del Delegato. Le numerose Compagnie dei Terz'Ordini e dell'Apostolato della Preghiera, le Confraternite, le Società Religiose, i Collegi Cattolici in corpo e un gran numero di fedeli stipano il tempio. Fu una dimostrazione imponente.

Alle 8.30 giunge Mons. Cagliero, accolto dal Capitolo, del Collegio dei Parroci, dal Seminario e dalle rappresentanze di tutto il Clero Secolare e Regolare; e vestiti i sacri paramenti, comincia messa pontificale, accompagnata da scelta musica a grande orchestra. Il Sac. Luigi M. Argumedo, Segretario del Capitolo, al Vangelo sale in pulpito per porgere solennemente al celebrante i più fervidi voti augurali e le sincere felicitazioni del Vescovo, del Capitolo, del Clero e del popolo cattolico del Salvador. Compiuta la cerimonia, tutte le rappresentanze e le corporazioni presenti sfilano in corteo fino al Palazzo della Delegazione.

A mezzodì segue il banchetto d'onore nel palazzo vescovile, offerto dal Vescovo e dal Ven. Capitolo a nome della Diocesi al Rappresentante della S. Sede.

Facevano corona a Mons. Cagliero: S. E. Rev. il Vescovo diocesano, il Ministro della P. I. Dott. Riccardo Urrutia, il Ministro Giulio Acosta, gli Onorevoli Vittorio Arguello e Dott. Mariano Crespo, il Sostituto del Ministero della Guerra Dott. Eusebio Bracamonte, i membri del Comitato delle Feste Giubilari, il Segretario di Mons. Cagliero D. Valentino Nalio, tutti i Canonici, e molti eminenti laici e vari sacerdoti tra cui i salesiani D. Piani, D. Misieri e D. Osella.

Il Presidente del Comitato, Mons. Giacomo Vilanova, prese la parola rivolgendo a Mons. Delegato il più devoto ed entusiastico saluto, al quale - come leggiamo nella Buena Prensa del Salvador - Mons. Cagliero rispose con queste parole che ci piace tradurre in italiano.

In quest'occasione solenne, Eccellentissimi ed Onorevoli Signori, son lieto di manifestare la mia più sincera e profonda gratitudine per le affettuose ed entusiastiche dimostrazioni con cui il nobile e caro popolo del Salvador ha voluto festeggiare il mezzo secolo da me percorso nella sublime e divina Missione Sacerdotale.

L'animo mio si commove al ricordo di quel giorno felice, nel quale, senza alcun merito, fui elevato all'eccelsa dignità di Sacerdote di Cristo ed ebbi unte le piani coll'Olio Santo, mentre l'anima mia veniva cosparsa della Grazia Sacramentale, ricchissimo profumo che emana dalla fonte inesausta del Cuore Divino.

Sotto la direzione sapiente di quel gran Servo di Dio, mio amato padre, il Venerabile Giovanni Bosco, il quale m'insegnò a prediligere, educare e guidare per i sentieri della bontà e del sapere innumerevoli figli del popolo, fui mandato a gettare la semente della Fede e della Civiltà cristiana nelle remote, incolte e quasi sconosciute regioni della Patagonia. Là trascorsi il fiore della mia vita di Sacerdote e di Vescovo; finchè il

Supremo Pastore dei Pastori mi affidava l'importantissima Delegazione Apostolica di questa cara regione della colta America del Centro.

Ed oggi, pieno di giubilo, sospendo per un istante la mia marcia di evangelico pellegrino e rivolgo con soddisfazione lo sguardo ai dieci lustri trascorsi e benedico umilmente il Redentore del mondo che mi ha colmato di tanti eccelsi favori, spargendo abbondanti benedizioni sopra le mie fatiche apostoliche e coronando i miei sforzi per la sua gloria immortale e divina.

Mi dichiaro quindi felice in quest'istante, in cui mi è dato di celebrare le mie feste giubilari tra gli amati Salvadoregni, a fianco del Venerabile mio fratello, l'ill.mo e rev.mo Sig. Vescovo Pérez y Aguilar, del suo Senato Capitolare, gli illustrissimi signori Canonici, e del suo rispettabile e diletto Clero ; rendendo le grazie migliori per i fastosi festeggiamenti promossi in onor mio, in questa città e in tutte le Parrocchie della Diocesi.

Mi è grato altresì porgere l'attestato della mia riconoscenza al Supremo Governo della Repubblica; agli Ecc.mi ed On.li Membri del Corpo Diplomatico, miei colleghi; e specialmente a quelli che qui rappresentano le Repubbliche sorelle dell'Istmo, le quali, nel loro entusiasmo, si sono unite nel Salvador per festeggiare le mie Nozze d'Oro.

Ringrazio infine tutte le persone e le pie Corporazioni che in questi giorni mi hanno inviato gradite ed affettuose felicitazioni, che accetto con piacere, come figlio del Ven. Don Bosco e come Rappresentante del Vicario di Gesù Cristo sulla terra.

L'Augusto e Venerando Pontefice Pio X ha diritto di essere ricordato in questa festa, perchè, come dice il prezioso autografo che si è degnato indirizzarmi, Egli desidera prender parte alla gioia della celebrazione del mio Giubileo Sacerdotale: ma sopra tutto perchè è in suo none che io vado compiendo un'alta missione diretta allo sviluppo sociale e religioso di questo simpatico Paese; Missione accolta con plauso e gioia universale ed approvata entusiasticamente dalle due Supreme Autorità della Repubblica, l'Ec.mo Sig. Presidente e l'ill.mo Mons. Vescovo.

Brindo adunque al S. Padre fra noi presente in ispirito, alla prosperità del Salvador e del Centro America, ed al benessere individuale dei miei onorevoli commensali in questo giorno memorando, in cui, insieme con le mie Nozze Sacerdotali, celebro anche il 74° anniversario del mio felice onomastico !

L'Em.mo Sig. Presidente della Repubblica Dott. Araujo, non avendo potuto assistere personalmente alla festa del 14, nè a quella del 23 giugno, inviava ripetutamente a Monsignore affettuose congratulazioni ed il saluto suo cordiale con sentiti ringraziamenti per aver voluto festeggiare le sue Nozze d'Oro nel Salvador!

Nello stesso giorno le Parrocchie della Capitale e i Collegi Cattolici dell'uno e dell'altro sesso si recavano al Palazzo della Delegazione per ripetere le loro proteste di amore, gratitudine e incondizionato attaccamento al Rappresentante del Vicario di Gesù Cristo.

FESTE DI FAMIGLIA.

A questi pubblici festeggiamenti fecero eco altre feste di famiglia a S. Tecla e a S. Salvador,- il 27 giugno, nel Collegio Santa Inés con accademia musico-letteraria e benedizione della prima pietra della cappella dell'Istituto - il 4 luglio nel Collegio Maria Ausiliatrice - e finalmente il 7 luglio con accademia musico-letteraria e saggio sportivo nel Collegio S. Cecilia, solenne omaggio dei Salesiani dell'Ispettoria Centro-Americana e Messicana. Ai vari componimenti in prosa e poesia si alternarono scelti pezzi di musica, brillanti esercizi ginnastici e due discorsi, il primo del rev. D. Luigi Forero y Franco sul tema « La Chiesa Centro-americana e la S. Sede », l'altro dell'illustre Avv. Salvatore Flamenco su « il Delegato Apostolico, fattore di civiltà ».

NELLE ALTRE REPUBBLICHE.

Anche dalle altre Repubbliche del Centro America giunse a Mons. Cagliero un ampio coro di auguri e di congratulazioni con l'annunzio di speciali feste giubilari.

A Guatemala il Circolo Pio X invitò il 14 giugno tutte le Associazioni Cattoliche ad una Comunione Generale nella Chiesa Metropolitana, secondo l'intenzione di Mons. Cagliero; e il 23, celebrando la sua festa sociale, ripeteva l'affettuosa dimostrazione fra i suoi membri con messa letta, e poi messa solenne, discorso ed assemblea generale.

Dall'Argentina.

Ma gli auguri più cari al cuore di Mons. Cagliero, dopo quelli che gli furono inviati da Roma e da Torino, gli giunsero dall'Argentina.

Colà, in tutte le nostre case, fra mille dolci ricordi, si commemorò affettuosamente la cara ricorrenza. Il 29 giugno più di 5oo ex-alunni convennero dai vari Circoli della Capitale al Collegio Pio IX di Almagro in festa commemorativa, in omaggio a D. Bosco ed al i ° Missionario da lui inviato all'Argentina! Numeroso il gruppo degli Ex-Alunni di Rosario, i quali furono accolti al suono di una marcia trionfale, e rimasero in Buenos Aires fino al domani.

A Viedma, per la circostanza, si volle benedetto il nuovo tempio, dove il 23 giugno Mons. Giacomo Costamagna celebrò la S. Messa distribuendo 40o comunioni, di cui 5o a fanciulli che si accostavano alla Mensa Eucaristica per la prima volta. Alle 10 seguì la messa solenne con assistenza del Vescovo predetto ed intervento ufficiale dell'Ecc.mo Governatore del Territorio, accompagnato del Capo di Polizia, dalle personalità più distinte del luogo, e da un forte nucleo di ex-alunni. Fu eseguita la Msssa Angelorum in gregoriano dai 300 alunni ed alunne dei collegi della Missione.

Nel pomeriggio vi fu trattenimento musicoletterario nel Collegio maschile, presenti gli accennati personaggi. Il Flores del Campo, ricco bissettimanale fondato da Mons. Cagliero, uscì con un numero straordinario di circostanza: e Viedma e Patagones insieme con tutte le altre popolazioni del Rio Negro, mercé lo zelo di un Comitato di ferventi signore, inviavano al loro antico Vicario Apostolico una splendida croce pettorale d'oro massiccio, in pegno di profonda e perenne riconoscenza!

A Patagones, venne promossa con santo pensiero, in omaggio a Monsignore, una missione di 10 giorni, a preparazione della festa della Madonna del Carmine. Ogni giorno alle 7.30 Mons. Costamagna celebrò messa, tenendo breve predica: alle 9 seguiva altra messa con istruzione catechistica per i fanciulli; alle 14 amministrazione del Sacramento della Cresima ; ed alle 18.30 Rosario, meditazione, cantici sacri, istruzione, e Benedizione.

Lo zelo di Mons. Costamagna fu insuperabile. Più di 8oo furono le cresime da lui conferite e più di 50 le prediche da lui pronunziate. La solennità del 16 luglio per la frequenza ai Sacramenti e lo splendore delle sacre funzioni, non ostante il giorno rigidissimo, riuscì imponente. Per la prima volta la facciata del tempio parrocchiale la sera della vigilia apparve illuminata a luce elettrica. È profondissima la riconoscenza che serbano le popolazioni della Patagonia per Mons. Cagliero.

Iddio esaudisca tante preghiere e conservi il primo Vescovo Salesiano ad altre sante imprese in multos annos!

Raccomandiamo vivamente:

il Collegio=Convitto maschile S. Giovanni Ev. in Via Madama Cristina, 1, Torino, con scuole elementari, ginnasiali e normali pareggiate ; i Pensionati per signore e signorine studenti od operaie, diretti delle Figlie di Maria Ausiliatrice, a Torino, Via Maria Ausiliatrice, 1, ed a Milano, Via Copernico, 18.

Chiedere i programmi alle Direzioni.

DALLE MISSIONI

BRASILE

Tra i Bororos dei Matto Grosso

UNA VISITA ALLE COLONIE UN'ESCURSIONE AL .. RIo DaS MORTES

BATTESIMI E MATRIMONI.

(Relazione del ch. Giuseppe Pessina (i).

Il buon Daniele - La riabilitazione di un assassino - Sulla via del ritorno - Cinquanta nuovi arrlvati a Palmeiras -- Conclusione.

L'amatissimo Ispettore si fermò ancora per qualche tempo alla Colonia per confortare i confratelli nella quotidiana missione cogli indi, con i quali pure intrattenevasi familiarmente. Fra gli altri abboccavasi con un nostro neofito di circa 6o anni, il buon Daniele. Alto di statura, rugoso il volto, ancor bastantemente tarchiato e forte, lo si riconoscerebbe all'andar lento e quasi a tastoni essendo di vista assai deficiente.

Venuto dalle spiagge del Rio das Mortes or sono alcuni anni nell'occasione delle febbri, vi rimase colla famiglia. Vedovo, era padre di quattro figli: Arturo, testè battezzato e legittimamente unito in matrimonio; Ignazio, morto nell'anno z9o9 nella nostra Scuola Agricola S. Antonio, in Coxipò da Ponte; Innocenzo, già apprendista nelle Scuole Professionali di Cuiabà e buon baritono della nostra banda; e Martino, un fanciulli molto buono, di molte speranze, che aveva fatto da poco la sua prima Comunione.

E qui comune il motto: la religione entra per la bocca! e una prova, fra le molte, la dava il nostro Daniele che, all'amore alla nostra casa, dove spesso aveva trovato di che sfamare sè ed i figli, prendeva ad unire ancor quello alla religione. Avendo perduto quasi per intero la vista, desiderò ritirarsi da noi e rimanere interno assieme coi due figli minori, Innocenzo e Martino.

Egli va alla S. Messa, alle orazioni, alla scuola, alle refezioni coi ragazzi, e ne osserva esattamente l'orario.

I più piccini costumano svagarsi un poco e ritornare all'ora fissata con un pugno d'erba pei vitelli ed ecco bel quadro: i vispi a saltellare e gridare giù pel sentiero del coltivato, e Daniele quasi assistente ad accompagnarli a passo lento, forse riandando nella mente gli anni lontani dell'infanzia. Arrivano talvolta a un passo difficile, oppure ad un ruscello secco, e tosto uno esclama: Pareo pag'ogua bu Daniel toghi - aspettiamo Daniele. E tutti in coro: - Daniel arégo matto, boe Pegare woi, kororogoddùre; Daniele, corri qui, il luogo è brutto, si sdrucciola. - Viene, lo prendono per mano e passano.

Alla sera dopo la refezione, mentre si gode un po' di fresco, i vispi gli si fanno attorno e : - Raccontaci, insistono, una storiella.

- Quale? Quella del giaguaro? del tapiro?

- Sì sì! - rispondono in coro e quieti porgono orecchio alla narrazione, la quale è naturalmente rivestita di idee superstiziose, onde non di rado alla richiesta di un'altra soggiunge il brav'uomo

- Le mie non sono belle, quelle che ci contava Don Giovanni (il zelante missionario Don Balzola) relative a Gesù ed a D. Bosco, quelle sì che erano belle! - e la campana tronca il colloquio.

Di lui si servì il nostro confratello Dott. Don Antonio Tonelli per la sua collezione di canti e leggende indigene, ed era più d'un anno che conduceva una vita, vorrei dire conventuale, desideroso, più che di altro, di sentir parlare di Gesù e Maria, e dei nostri futuri destini. Alle volte, essendo in intimo colloquio col missionario, questi gli chiedeva se voleva andar in Cielo, ed egli

- I kiari ure bo' e roi, bo' e goiddugi, Jesus gir'itt'aiddùre: Non m'aggradano punto i detti ed i fatti della gente, è Gesù quel che io amo!

Alcuni giorni prima di ricevere il battesimo presentavasi timoroso al buon Direttore della Colonia chiedendo

- P. Malan u inodde ka-nna christao d'imi?

Don Malan forse cristiano farà me?

- Sì! era la risposta e se n'andava allegro come una pasqua. E nella solennità riferita fu battezzato cogli altri adulti di cui dissi sopra.

- Dunque, Daniele mio, ora sei cristiano, Boppe se n'è andato e sta con te Gesù, non è vero? gli diceva l'Ispettore ponendogli la sinistra sulla spalla nell'atto che quegli gli baciava la destra.

- Christào nur' imi koddi au ia innoddu Jesus gir' itt'aiddure; io cristiano, perciò un Gesù come questo io desiderare - e indicava il Crocifisso che brillava sul petto del missionario. L'amabil Padre lo assicurò che nel ritorno non l'avrebbe dimenticato.

Un altro individuo, di media statura, dai cappelli tagliati all'indigena, lo sguardo torvo, penetrante, sospettoso, intento al lavoro nelle adiacenze della casa, pareva rivolger la parola al Superiore che passava. Questi se ne avvide e con uno sguardo sorridente e paterno gli fe' coraggio a parlare.

Chi era costui?

Venuto fra i primi a stabilirsi alla Colonia, di quando in quando per la sua condotta selvaggia, insopportabile, aveva fatto passare brutti quarti d'ora al povero Missionario. Essendo l'unico in quel tempo che convivesse con due donne, era stato amichevolmente ammonito da D. Malan medesimo a voler desistere dalla cattiva condotta e a diportarsi bene, stando coi missionari. Parve commuoversi, ma dopo qualche mese fu da capo, peggio di prima, e questa volta minacciava di morte la seconda delle sue compagne, la quale ricorreva al missionario che la inviò alle Suore e poi, benchè a malincuore, per conservare l'ascendente necessario agli indi notificava al capitano che stante gli antecedenti ed il testè accaduto, costui non sarebbe stato più ricevuto al lavoro comune sino a nuovo ordine. E l'altro che fece?

Invece di rinsavire, vagando tutti i giorni per la caccia, quando non gli era dato d'incontrar selvaggina scoccava una freccia in un animale bovino e toltane una parte lasciava l'altra per gli amici che aveva, i quali andavano a terminar il resto quanto prima; e intanto per mezzo delle indie che frequentavano quotidianamente la casa delle Suore, di quando in quando faceva arrivare i suoi piagnistei, lacrime di coccodrillo e false promesse, all'infelice compagna che cedette al fine e tornò con lui. Ma che! La prima settimana andò male e in fine della seconda due dita di terra già ne coprivano il cadavere.

Che era avvenuto? Il perfido, uscito a caccia, ritornando sull'imbrunire, le presentava carne bovina:

- Come? soggiungeva quella. Altri ritornano con tapiro, porco, giaguaro, e tu solo con carne di bue e di vitello?

Non avesse mai pronunciato tali parole! Qual tigre le si avventa, getta a terra la creaturina che ella teneva al collo, immerge nell'infelice tre volte il coltello e fugge. Il missionario, avvisato, accorre, la battezza in articulo mortis, e quella dopo poche ore muore.

Il crudele, disperato, fugge coll'altra vagando or qua or là in preda a mille rimorsi. Il missionario prese contegno di alta protesta coi capitani per un atto sì barbaro. Questi la comunicarono agli indi, dai quali il nostro ne ebbe sentore, allorché di notte tempo arrivava talvolta al villaggio per indagare che pensasse il Padre a suo riguardo.

Nell'interno della foresta, a poche leghe dalla Colonia, s'incontra una capannuccia. Ivi i Missionari sogliono passare alcuni giorni coi piccoli indi dando ad essi uno svago che la loro natura richiede: e là presso rifugiavasi l'assassino che davasi alla fuga al clamore assordante dell'allegra brigata di arrivo, temendo non fossero gendarmi sulle sue orme.

Il buon Padre, che pur lo amava e bene spesso lo aveva raccomandato al Signore acciò non avesse a morire in quello stato e che solo per incutere negli altri l'enormità del delitto consumato si mostrava sempre fermo nella presa risoluzione, permetteva alla fine, dopo un anno, che si avvicinasse lui presente a detta capanna; e poi ordinava che si fosse generosi con lui in viveri, affinché capisse che da lui si attendeva solo l'emenda.

Un anno dopo, la morte gli rapiva l'unico ragazzo che aveva. Venne quindi alla Colonia per le ceremonie funebri.

Due anni di tal punizione parevano sufficienti ma non fu ancora accettato al lavoro cogli altri, se non dopo trascorso un altr'anno e precisamente quasi per amnistia nell'occasione della venuta dell'Ispettore, al quale abbiam veduto rivolgere la parola.

Ed ora che voleva?

Fare le sue promesse d'esser buono e chiedere di essere ammesso fra il numero dei condottieri di animali da carica pel trasporto delle merci da Cuiabà alla Colonia e n'ebbe speranza

Dopo i cordiali saluti di costume D. Malan partì alla volta del Sangradouro o della Colonia S. Giuseppe, ove nella festa dell'Assunta inaugurava la Residenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice che prendevano a lavorare nel nuovo campo di missione; per la prima volta legittimava in detta Colonia un'unione matrimoniale, i cui contraenti erano Francesco Ukekigori e Rita Okoghebo: giovani ambedue, che coll'istru zione religiosa che avrebbero completato dovevan dare buoni risultati.

Di qui, con alcuni giorni di cavalcata, arrivava alla nuova Colonia indigena Palmeiras. Tre mesi prima, egli vi aveva incontrato due famiglie che prestavano buon servizio alla casa ed ora erano già una cinquantina gli accorsi alla Colonia, per porvi loro stanza. Non aggradava loro, dicevano, la voce diffusasi che si volevano raccogliere tutti gli indi in vari punti coloniali sotto direzione laica; non volere a nessun patto adattarvisi e a tal fine non essersi recati alla città a ricevere i donativi dalla Direttoria non volendo essere obligati in nulla, ed esser venuti a Palmeiras per rimanervi a lavorare la campagna e guadagnar vestiti per coprirsi. Stante la scarsezza di personale non si voleva riceverli, ma poichè il Signore ce li aveva mandati, furono accolti con alcune condizioni che, spontaneamente, la maggior parte accettarono.

Nello stesso giorno vennero rigenerate nell'acqua battesimale nove creaturine delle famiglie sopravvenute: e i pochi che non videro conveniente obbligarsi partirono dopo alcuni giorni.

Ed eccomi, Veneratissimo Padre, al termine di questa lunga lettera. Prima però di chiuderla, la prego, a nome dei Superiori e contratelli di missione, di ringraziare per conto nostro i cari benefattori e le esimie benefattrici e quelli ai quali sta a cuore la nostra missione. Sappiamo che si simpatizza molto per essa, ebbene ci si voglia dimostrare questa simpatia specialmente coll'orazione per ottenere la fecondità della Fede a queste terre, immerse fino a ieri nell'ombra di morte.

Ella pure benedica questa missione tanto cara al suo cuore paterno, e con essa questo suo

Obbl.mo Figlio in Corde Jesu

Ch. GIUSEPPE M. PESSINA.

SPIGOLANDO

La posa della 1a pietra del Tempio di Maria Ausiliatrice a Cuyabà (Matto Grosso, Brasile)

Sopra l'amena collina del Lyceu Salesiano il 24 maggio venne collocata la prima pietra del Santuario, di cui abbiam fatto parola nello scorso numero.

L'Arcivescovo Monsignor Carlo d'Amour, e l'Ecc.mo dott. Gioachino Augusto Da Costa Marques, benemerito Presidente dello Stato, accompagnati da tutte le altre autorità e da numeroso popolo, mossero, processionalmente verso il luogo della cerimonia.

Precedevano con variopinti stendardi i soci della Compagnia di S. Luigi, i giovani dell'Oratorio festivo, gli alunni interni ed esterni dell'Istituto Salesiano S. Gonzalo, gli apprendisti della Scuola Agricola S. Antonio di Coxipó da Ponte, e in fine, anch'essi in uniforme, i ventiquattro Bororos, che furono i primi lavoratori del nuovo tempio. Veniva quindi Mons. Arcivescovo in abiti pontificali, assistito dall'Ispettore Don Malan e dal Missionario D. Balzola, cui facevano ala il rev.mo Mons. Bento Severiano da Luz, il P. Provinciale dei Francescani, il Rettore del Seminario Arcivescovile e il Redattore della Cruz; quindi si avanzava il degnissimo Presidente dello Stato con la nobile sua Consorte, tra gli Ecc.mi dott. Emmanuele Paes d'Oliveira e Gioachino da Costa Marques, segretari di Stato, il Colonnello Corrèa da Costa, il Presidente del Tribunale, l'Intendente Generale del Municipio, il Giudice Federale, il Procuratore Generale dello Stato, il Giudice di diritto della Capitale, il Console d'Italia Giuseppe Orlando, ed altri illustri personaggi.

L'area del futuro Santuario era tutt'intorno sfarzosamente ornata di bandiere e di foglie di palma. Nel luogo dell'altar maggiore era stata eretta una croce, innanzi la quale si apriva la fossa che doveva ricevere la pietra benedetta.

Compiute le preci di rito, il Direttore del Collegio S. Gonzalo lesse il verbale della cerimonia, che fu sottoscritto da tutte le autorità; e l'Arcivescovo celebrante, coll'aiuto degli assistenti e di due robusti Bororos, fè scendere la pietra nella fossa preparata.

Subito dopo venne allestito sopra di essa un altare, ove D. Malan, con assistenza pontificale di Mons. Arcivescovo, celebrò la S. Messa, servita da due indi. La schola cantorum eseguì il Tota pulchra del M. Lorenzo Perosi e il Dott. D. Francesco d'Aquino Corrèa, rievocando in breve discorso la storia della divozione a Maria SS.ma nello Stato del Matto Grosso, invocò le benedizioni di Dio sulla nuova costruzione.

Al momento dell'elevazione, mentre i vessilli s'inchinavano con tutti i presenti a Gesù Sacramentato, la musica del Lyceu intonò l'inno nazionale in omaggio al Re dei re, nelle cui mani sono i destini di tutte le nazioni.

Il santuario misurerà 36 metri di lunghezza per 16 di larghezza. I lavori compiuti in un mese dai 24 bororos fecero meravigliare quanti presero parte alla cerimonia.

Una nuova cappella.

A Punta Arenas - scrive El Arrigo de la familia - si è inaugurata una nuova cappella dedicata all'Immacolata Concezione. Compì la cerimonia il Governatore Ecclesiastico D. Ettore Salaberry, che diresse ai fedeli un caldo invito ad apprezzare le grandezze del tempio cattolico e ad approfittarsi delle comodità della nuova cappella per l'adempimento dei loro doveri religiosi. Seguì la messa solenne, cantata dagli alunni del Collegio San José.

Prima e dopo il sacro rito prestò servizio di onore la banda del medesimo istituto.

La nuova cappella è un'altra prova dello zelo con cui quei nostri confratelli attendono all'assistenza religiosa di quella omai popolosa città.

Una missione di sei mesi in Patagonia.

Il sac. Domenico Milanesio scrive al sig. D. Albera, in data 1 maggio u. s.:

« Le mie fatiche in questi ultimi sei mesi furono consacrate con preferenza a bene degl'Indigeni, che sono assai più numerosi di quello che alcuni credono. Il seguente specchietto dice quanto bene si potrebbe fare visitandoli un po' più spesso. Io ne visitai circa 2000, e a mio credere, non sono neppure la decima parte di quanti esistono nei Territori del Sud della Repubblica Argentina. Le 373 prediche od istruzioni (parte in lingua spagnuola e parte in lingua indigena) di mezz'ora od un'ora ciascuna, spiegano eloquentemente quanti sudori ci restano ancora a sopportare per conquistarli, colla grazia di Dio, al soave giogo della fede. Lo specchietto presenta tre campagne distinte , e ciascuna comprende più Missioni date in punti differenti.

» La prima si svolse ai Toldos Barranjos e Olascoaga, nella Provincia di Buenos Ayres.

» La seconda nel Neoquén Capitale, in Ciboletti, in Allem ed altri punti circonvicini, nel Territorio del Neuquén.

» La terza nell'Huecu Loncopuè, Las Lajas, parimenti nel Territorio del Neuquén.

AI TOLDOS AL NEUQUÉN ALL'HUECU

Battesimi   . 32 113 d'Indî 51 1/3 di Indi 117 3/4 Indi

Cresime   . . 270 id.   150   id.   : 6 di bianchi

Confessioni   .289 id.   111 1/4 di Indi, 164 1/2 Indi

Comunioni . .264 id.   114   id.   154   id.

Matrimoni   14 di Indi   i   id.   4   id.

Istruzioni . .   168   100   165 Chilom. percorsi, 1500 in treno, 75o in veicolo 48o a cavallo

Totale: Battesimi 200 - Cresime 426 - Confessioni 564 - Comunioni 532 - Matrimoni 19 - Istruzioni 373 - Chilometri percorsi 2730.

Ciò che fanno i Missionari.

Suor Rosa Veneroni, direttrice della Casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice .a Porto Stanley nelle Malvine, in data 31 luglio u. s. dava al sig. D. Albera queste notizie:

I naufragi nei dintorni delle Isole Malvine sono ormai all'ordine del giorno. Alle volte ne succedono tre o quattro ad un tempo e fra tante vittime vi son anche alcuni dei nostri connazionali.

Anni fa un bastimento di Castellamare, La Dora, naufragò e fu salvato per un miracolo, si può dire, dovuto alla pietà dell'equipaggio. Perduta ogni speranza di vita invocarono tutti la Stella del Mare e in un attimo si videro trasportati dal Cabo de Hornos a queste spiaggie, sani e salvi (eccetto uno), dove stettero dieci mesi per far riparare la nave. Eran tutti buoni cattolici, che durante questa permanenza in Stanley scendevano tutte le domeniche a terra per assistere alle funzioni religiose nella nostra Cappella, e quando parlavano del prodigio che la SS. Vergine operò in loro favore i loro occhi si riempivano di lacrime; tanta era la commozione e la riconoscenza che sentivano in cuore. Molti s'accostarono ai SS. Sacramenti e fecero celebrare varie messe.

La Divina Provvidenza è proprio una tenera Madre. In mezzo a gente sconosciuta - tutti inglesi - i poveretti non avrebbero potuto farsi intendere, ma il salesiano D. Mario Migone che sa l'italiano e l'inglese, e si adopera di vero cuore per tutti i bisognosi, fece loro d'interprete presso le autorità civili e marittime e li assistè dal primo giorno del loro approdo a queste terre sino al giorno della loro partenza.

Ora è successo un altro caso. Una nave inglese, Criccieth Castle, di ritorno dalle Isole Balliste nel Perù, naufragò e dovettero abbandonarla colla perdita di 7o mila sterline in guano.

L'equipaggio in numero di 22 persone, più la moglie ed il figlio del capitano, discese in due battelli, sette nel più piccolo e diciassette nel più grande. Volevano legare il battello piccolo al grande e quindi avviarsi verso queste spiaggie, ma l'oscurità li sorprese d'improvviso e si perdettero di vista. Il piccolo battello dove erano 7 marinai sparì, ed il grande ebbe a lottare terribilmente colle onde e coi venti. I poveretti soffersero fame, sete, freddo e l'orrore delle onde burrascose che pareva volessero sepellirli nell'abisso ad ogni istante. Alcuni vennero meno di spavento e di deliquio e non ripresero più i sensi. Tre morirono nello stesso giorno, ed altri dopo alcuni giorni d'inenarrabili sofferenze. Dopo otto giorni di agonia ed angoscie nove appena giunsero a terra in uno stato miserabile, più morti che vivi, col naso, le orecchie, e le mani bruciate dal gelo e dai venti. Furono portati all'ospedaletto, dove ebbero tosto ogni soccorso e riguardo possibile per farli riavere, chè omai erano anch'essi senza vita. Fra i nove sopravissuti v'è pure un giovane italiano d'anni 19, di Ancona, il quale tornava in patria per arruolarsi nella milizia, desideroso d'andare alla guerra e combattere per la patria.

Il poveretto ha i piedi bruciati dal gelo!... Soffre molto ed i medici di Stanley hanno dichiarato che bisogna tagliargli i piedi. Il giovane non ci si voleva rassegnare, ma ora desidera che lo facciano il più presto, perchè sente dolori atroci e teme di aver a perdere anche le gambe. S'immagini la sua desolazione nel vedersi in tale stato, lontano dai parenti, ed in mezzo a gente sconosciuta senza sapere farsi intendere.

È inutile che le dica, che D. Migone non risparmia le cure più amorevoli per confortare il poveretto e tutti gli altri infelici....

Dal diario di una lebbrosa.

Il Messaggero del S. Cuore di Gesù, che si pubblica in Bogotà, nel numero di giugno u. s. reca il diario di una lebbrosa di Agua de Dios, del quale ci permettiamo di tradurre queste righe:

« ....Non posso ancora asciugare le lagrime. Oh prodigio della carità! Visitai testè con una mia vecchia compagna un vecchietto moribondo che si trova quasi abbandonato in un luogo solitario, e non credo che viva sino a domani. Egli mi ha detto come in segreto, una meraviglia della carità. Uno dei Salesiani, durante nove anni, senza mancare un sol giorno, è andato alla sua povera capanna, per medicargli le piaghe, per aggiustargli il letto e per pulirgli la cameretta. Mi ha detto inoltre il vecchio ammalato che il suddetto Sacerdote ha avuto con lui una pazienza da santo, e che si è abbassato a prestargli tutte quelle cure che sono proprie del servo più umile: mentre ripetute volte gli ha proibito di riferire a qualsiasi tali cose, ma egli non ha voluto partire per l'eternità senza contare questo a qualche persona. - Ed io mi credo in diritto di poter scrivere ciò alla maggior gloria di Dio e della Pia Società Salesiana.

Se questo scritto cade sotto altri occhi, sappiano i miei lettori, che ci sono degli imitatori di S. Pietro Claver; e conosca il mondo chi sono questi Salesiani .... Oh! se si conoscesse la loro abnegazione, la loro tenerezza verso i lebbrosi!... »

Ignoriamo chi sia questo caro confratello: ma noi stessi potremmo scrivere, a lode di tutti gli altri che si sacrificano e si sacrificarono nell'assistenza dei lebbrosi, molte di queste pagine!

IL CULTO di Maria Ausiliatrice

Pellegrinaggio spirituale pel 24 corrente,

Invitiamo i devoti di Maria SS. Ausiliatrice a pellegrinare in ispirito al Santuario-Basilica di Valdocco il 24 corrente e ad unirsi alle nostre preghiere.

Oltre le intenzioni particolari dei nostri benefattori, nelle speciali funzioni che si celebreranno questo mese nel Santuario avremo questa intenzione generale:

Imploreremo una specialissima benedizione su tutti gl'Istituti Salesiani che si ripopolano di alunni, affinchè sieno pienamente corrisposte le cure degli Educatori.

Feste e date memorande.

BOLZANETO (Genova). - Ci scrivono. « Spontanea, cara e consolante manifestazione di amore a Maria, furono le feste che in onore della Vergine SS. Aiuto dei Cristiani si svolsero a Bolzaneto, nei giorni 22, 23 e 24 luglio u. s.

» In tutti i tre giorni notammo un concorso consolante e ci fu dato di gustare della musica veramente liturgica eseguita dalla locale scuota cantorum femminile, accompagnata all'armonium dal rev. Arciprete Don Luigi Boggiano.

» Oratore del primo giorno fu il rev. Padre Burlando dei Minori Conv., nel secondo giorno predicò il zelante Arciprete, e l'ultimo giorno 24 luglio in cui per felice coincidenza compievano cinque anni dal dì fortunato nel quale fu dichiarato Venerabile il più grande propagatore della divozione a Maria SS. Ausiliatrice, il Ven. Don Bosco, tessè le lodi della Vergine il rev. Don Lamberto Fontana, e tutti e tre parlarono, entusiasmando e commovendo, della cara Madonna Ausiliatrice.

» Mentre torna gratissimo al nostro cuore il notare come di anno in anno vada sempre aumentando il numero dei divoti che prendono parte a questa cara festa - la quale cominciata

nel 1905 da umili principi, va assumendo sempre più vaste proporzioni e attira ogni anno un numero sempre maggiore di anime che si accalcano intorno al devoto altare - ci sia lecito il fare un augurio, ed è che sorga presto anche in Bolzaneto una pubblica Cappella a Maria SS. Ausiliatrice. »

GRAZIE E FAVORI

Da morte a vita (*).

Ai primi di gennaio dell'anno scorso l'operaio Antonio Torriglia veniva colpito da una polmonite acuta del più maligno carattere e nel tempo stesso da bronchite e da nefrite. Il povero infermo degente nell'Ospedale di Ovada, già spedito dai medici, aveva ricevuto tutti i conforti religiosi e si rassegnava a morire all'età di 49 anni, lasciando nella desolazione e nel bisogno una numerosa famiglia. A questo termine erano le cose, e l'ammalato era pressochè agonizzante, quando la desolata consorte, i figli, gli amici e lo stesso infermo accolsero con un raggio di speranza l'invito di rivolgere ferventi suppliche alla Madonna di Don Bosco, promettendo di pubblicare la grazia sul Bollettino Salesiano. Oh prodigio ! In breve il morente superò il pericolo, e poi totalmente si riebbe, senza patire alcuna di quelle conseguenze che siffatte malattie sogliono lasciare. Indicibile fu ed è tuttora lo stupore di tutti e degli stessi medici che chiamarono miracolosa una tale guarigione. L'infermo fu anche preservato durante la stessa malattia da una dolorosissima operazione che i dottori volevano tentare all'incertissimo scopo di salvarlo. Ora è già passato più di un anno, e tutti vedono questo morto redivivo per la intercessione potente di Maria Ausiliatrice ritornato al cotonificio, dove lavora tutto il giorno, e ai suoi campicelli, nella coltivazione dei quali trascorre le poche ore libere della giornata.

La riconoscenza del graziato, della consolata famiglia e di tutti i compaesani verso la Vergine Ausiliatrice sarà eterna.

Ovada, 1 settembre 1912.

CATERINA MARENCO.

Quanto è buona Maria

Verso la fine di febbraio dell'anno scorso ammalatasi di bronco-polmonite la nostra figliuola di anni 15, ci mettemmo tosto a curarla colla massima sollecitudine, ma la poverina andava ogni giorno talmente deteriorando, che il 28 aprile consultati vari dottori constatarono tutti il caso disperato.

Lascio immaginare quale dolore ferì il cuore di tutta la famiglia all'inaspettata notizia. Nessuno poteva darsi pace e rassegnarsi a tanta perdita. Buon per noi che in mezzo a tanta desolazione svolgemmo tosto le pagine del Bollettino e, vedendo le molte grazie che Maria SS. Ausiliatrice concede a' suoi divoti, spedimmo tosto un'elemosina al Santuario di Valdocco, acciò si facesse una novena per impetrare la sospirata guarigione. Ricevuta quanto prima la risposta, insieme alla nostra cara ammalata ci unimmo in ispirito alle preghiere che si facevano nel Santuario, facendo ogni giorno la suddetta novena. Chi poteva sperarlo? Nei primi giorni l'inferma cominciò a cadere in delirio, in modo che noi credevamo che non potesse sopravvivere sino al termine della novena.

Ma quale non fu la nostra sorpresa allorchè, giunti al giorno della festa, cessò del tutto quella febbre, che per più di 70 giorni la travagliava, e, ritornatole in modo straordinario l'appetito, il giorno 28 maggio potè alzarsi da letto finchè migliorando di giorno in giorno giunse ben presto a completa guarigione ?

Un grazie di cuore, o Maria, per un tanto segnalato favore!

Rivarolo Ligure, 15 agosto 1912.

N. N.

Genova. - Trovandomi in dolorosissime quanto assai pericolose circostanze per le conseguenze che ne potevano derivare su me e persone a me care, con fede ed affetto ricorsi a Maria Ausiliatrice, alla Madonna del Ven. Don Bosco, di cui sono stato allievo forse indegno, a cui mi rivolsi perchè insieme con Domenico Savio intercedessero per me presso l'Aiuto dei Cristiani. Da non dubbi segni la grazia mi appare più che mai vicina. Già un'offerta spedii al Santuario, e maggiori rendimenti di grazie farò pubblicamente quando Maria Ausiliatrice mi avrà pienamente esaudito. Ai dolori della vita la Madre di tutti sa tosto contrapporre i farmachi delle sue grazie. Non sperando negli uomini, rivolgendomi a Maria, io mi son riconfermato in quella fede che vicissitudini della vita, malvagità umana, amarezze continue avevano scosso. Il fatto uno valga d'esempio a tanti che disperano. Quanti disgraziati di meno, se si rivolgessero a Maria Ausiliatrice, alla Madonna di Don Bosco.

26 marzo 1912.

A. G.

Este. - Un anno fa ci trovavamo in angustie per la forte malattia della figlia mia più giovane. In quei momenti di dolore fummo consigliati di ricorrere con fede a Maria Ausiliatrice e difatti subito si incominciò una novena a Lei, si fece celebrare una S. Messa al Suo altare in Torino, e la Madonna ha voluto consolarci. Nel giorno che venne celebrata la S. Messa cessò all'ammalata la febbre e il giorno che terminava la novena l'ammalata si alzò da letto, ed ora è completamente guarita. Pieni di riconoscenza alla potente Ausiliatrice dei Cristiani, sciogliamo le nostre promesse.

Gennaio 1912.

ANTONIO ZOTTA e famiglia.

Darfo (Brescia). - A distanza di un solo anno, Maria SS. mi ha dato nuova prova della sua materna bontà, ascoltando le mie preghiere, intercedendomi da Dio onnipotente una grazia quanto delicata, altrettanto pressochè insperata. Sia nota a tutti la bontà della Vergine SS.ma, a sua maggior gloria, e quale espressione della mia profonda riconoscenza verso di Lei.

15 febbraio 1912.

Avv. GIUSEPPE BoNTEMPI.

Savona. - Il mio fratellino Ernesto, di quattro anni, il 14 ottobre scorso cadde dal primo piano, battendo della testa sul selciato. S'immagini lo strazio dei miei poveri genitori e di noi tutti, quando dopo quasi due settimane, i dottori non potevano darci ancora alcuna speranza di miglioramento. Fu allora che io ricorsi con fede alla potente Madre, promettendo un'offerta, e la pubblicazione della grazia, se si otteneva la guarigione. Oli prodigio di Maria! alla sera del medesimo giorno, ecco notarsi un po' di miglioramento, che andò sempre progredendo fino a completa guarigione. Riconoscente, insieme con i genitori, sciolgo la promessa.

Gennaio 1912.

DAMASINA BECCHINO.

Varazze. - Trovandosi in fin di vita per rapida infezione del sangue una mia cara parente, madre di numerosa e giovane famiglia, supplicai la Madonna a volerla salvare , promettendo di fare una offerta a favore delle Opere di D. Bosco e di pubblicare la grazia, se ci era concessa.

Già la cara inferma aveva ricevuto l'Olio Santo, nella cui efficacia avevamo anche riposto tanta speranza; ma, priva di conoscenza, ormai era conservata in vita colle estreme risorse dell'arte.

Il buon Dio, la Santa Vergine, ne ebbero pietà. L'ammalata superò la violenza del male e la tremenda complicazione che aggravava il suo stato, ed in soli tre giorni fu dichiarata fuori pericolo! Oggi chiunque può attestare la sua perfetta guarigione. Riconoscente a Maria SS. Ausiliatrice di averci consolati, sciolgo la promessa fatta nell'ora del gran dolore.

24 maggio 1912.

M. O. S.

Penango Monf. - Sul principio di maggio si ammalò una mia bambina e malgrado le diligenti premure del medico curante, volava al cielo. Pochi giorni dopo si ammalò la seconda con polmonite doppia e verso il 20 era anch'essa gravissima. Il caso era disperato; che fare? In tanta desolazione lui rivolsi a Maria Ausiliatrice, feci celebrare una messa ed altre preghiere, con promessa di pubblicare la grazia. Quanto è buona la Madonna! Subito cominciò il miglioramento che in pochi giorni la portò a completa guarigione. Riconoscente, invio una piccola offerta.

DOMENICO e TERSILLA ZANELLO, Coniugi.

Chiavari. - Il mio caro papà, da lungo tempo stava così gravemente male di salute e deperiva a vista, che era una desolazione per le affettuose sorelle e per tue. Le cure , i rimedi dettati da vari distinti dottori poco o punto avevano giovato. Nell'amarezza dell'anima, con tutto il fervore possibile domandai grazia alla Vergine, Aiuto perpetuo dei Cristiani, promettendole che l'avrei pubblicata. Come è buona sempre e benefica la Madre di Gesù! La grazia venne : l'amato babbo è guarito, perfettamente guarito. Grazie , o Maria , grazie! A Voi la mia eterna riconoscenza.

6 giugno 1912.

MARIA LUISA.

Serravalle. - L'anno scorso 1911 nel mese di marzo mio fratello, nella tarda età d'anni 75, fu colpito da bronchite e polmonite e spedito dal medico. Gli avevano di già somministrato gli ultimi Sacramenti compreso l'Olio Santo, e non vi era più nessuna speranza. Avendo io ricevuto diverse grazie da Maria Ausiliatrice, mi raccomandai di nuovo a Lei, promettendo di fare celebrare una messa al suo altare e di pubblicare la grazia nel Bollettino, e Maria tanto buona esaudì le mie preghiere, restituendo elio fratello in perfetta salute.

quest'anno gli si rinnovò la malattia ed io mi rivolsi per la seconda volta a Maria Ausiliatrice ed anche questa volta la mia preghiera non fu invano.

Grazie a Maria SS. Ausiliatrice.

16 luglio 1912.

FILOMENA TRAVERSO.

Città di Castello. - Era da più giorni che io avvicinavo una persona a me cara, gravemente ammalata, esortandola a ricevere i SS. Sacramenti, ma le mie parole riuscivano senza effetto. Pensai allora di ricorrere a Maria SS. Ausiliatrice, mandandole un'offerta e proponendo di pubblicare poi sul Bollettino Salesiano la grazia ottenuta. Intanto dovetti allontanarmi dall'infermo per affari urgenti. Il giorno stesso che ricevevo da Torino l'avviso di ricevuta, mi giungeva l'annunzio che l'ammalato aveva chiesto spontaneamente e ricevuto devotamente i Santi Sacramenti. Siano rese grazie alla Vergine Ausiliatrice che così prontamente volle esaudire le mie preghiere. A Lei ricorrano quanti hanno bisogno di aiuto, e saranno certamente consolati.

7 aprile 1912.

D. E. PIANI.

Bergamo. - Circostanze più che dolorose m'avevano posto in cuore tale tristezza e malinconia, che la mia vita si faceva pesante e s'insinuavano nell'animo pensieri disperati. Ero stanca di vivere, e non avevo tregua nè giorno nè notte, quando un giorno in una lotteria di beneficenza guadagnai un volume del Bollettino Salesiano, che, strada facendo per rincasarmi, lessi in vari punti, specie dove si parla delle grazie e dei favori che Maria Ausiliatrice dispensa ai suoi divoti. D'allora in poi con viva fede ricorsi a Lei; e questa buona Madre, questa benigna e potente Regina, si degnò ascoltarmi. Calma e felice ora mi trovo in seno alla mia famiglia, immune d'ogni disgrazia.

2 maggio 1912.

ADALGISA CALDONATI.

Torino. - Trovandomi in grave necessità ricorsi alla Vergine SS. invocata sotto il titolo di Aiuto dei Cristiani, feci la novella suggerita dal Ven. D. Bosco, al quale pure raccomandai la mia causa e promisi a grazia ricevuta di fare pubblicare l'ottenuto favore dando un'offerta per le opere Salesiane.

Con animo riconoscente per il valido e prezioso aiuto ottenuto e fiduciosa di ottenere altre grazie dalla Vergine SS. adempio alla fatta promessa assicurando che non mai si ricorre invano alla intercessione della potente Ausiliatrice dei Cristiani.

25 marzo 1912.

EUGENIA FUSINA FERRERO.

Ubiale (Bergamo). - Se vi è una persona che può con verità testificare la potenza di Maria, invocata col titolo di Ausiliatrice, io sono quella. Innumerevoli segnalatissime grazie ottenni per di Lei intercessione e non è la prima volta che le rendo pubbliche, ed ora ne fo nota una recentissima. Nel prossimo passato mese di febbraio causa una forte emorragia interna era ridotto si può dire agli estremi, e stante altre precedenti, sembrava temerità sperare la guarigione. Ma la tenerissima Madre, che ben a ragione è chiamata l'Aiuto dei Cristiani, invocata da me in sì triste stato venne in mio soccorso e con meraviglia di tutti il male cessò ed in pochi giorni potei lasciare il letto. Ora adempio alla mia promessa di far pubblicare sul Bollettino la grazia ottenuta e nel contempo spedire una tenue offerta in segno della mia sentita gratitudine.

15 marzo 1912.

Sac. GIUSEPPE PANSERI.

Dalla Sicilia... - Sento il dovere di ringraziare pubblicamente Maria SS. Ausiliatrice per avermi ottenuto tre grazie segnalatissime : 1) - Fui gravemente ammalato, costretto a lasciar la scuola, ed ora da maestro sono direttore e sto assai bene; 2) - Ebbi tre figli ammalati contemporaneamente, con scarlattina difterica, il grandetto di 8 anni in agonia, licenziato dai medici e il 24 maggio 1911 me lo guarì; 3) - Fui implicato in un processo penale e lui salvò.

O Maria Ausiliatrice, quanto ti devo! Ma più d'ogni altro devo a Te il mio ravvedimento e il ritorno mio e di tutta la mia famiglia all'ovile di Gesù Redentore. Spedisco L. 10, qui accluse, perchè sia celebrata una Santa Messa all'altare di Maria Ausiliatrice, in ringraziamento.

Giugno 1912.

Prof. N. N. Direttore delle Scuole Elementari.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti:

A*) - Acceglio : B. M. i - Acqui : Rosina Cu minotti, 2 - Africo : Giovanni Ramondini, 5 - Agliano d'Asti: Rosa Dellavalle in Truffa, 5 - Artogne : C. M. M., 5 - Asigliano Veneto : D. Giovanni Cattellan, 18.

B) - Bessolo : Graziano Angelina, 5 - Biancade : Mario Visentin, 5 - Bienno : Clotilde Caucini, 5 - Bolognano (Trentino): Luigi Morghen, io - Borgomasino : P. 0., 3 - Borgotaro : Clotilde Gasparini Conti - id.: Celestina Gasparini, 5 - Bosa : Marianna Biddan, 5 - Boves : Anna Cavallo Roasenda, 5 - Brembilla : D. Giosuè Bailo, 3 - Brusson : Joseph Velf - Busto Arsizio : Giuseppe Salbiati, 5 - Butera : Luisa Gaudenzi V. Siagura, 5.

C) - Cannara: Maria Pesci-Majolica, 50 - Caramagna (Piemonte): Antonio Tropini fu Antonio - Carmagnola : A. L. O. - Casanova di Varazze: Maria Codino, 5 - Castagnole Lanze : D. Giovanni Boarino, 25 - Castelnuovo Veronese Giovanni Girelli, 20 - Castelrosso : Giovanna Lusso, 3,50 - id.: Giovanni Margherita, 9 - Castel S. Giovanni : N. N., io - Cattolica : Ildegarde Govoni, i - Cerrina Monferrato : Ester De Silvestris - Chiusa di Pesio : Caterina Pelutiero, 5 - Cicagna : Maria Valente, 5 - Cisterna d'Asti Matteo Scappino, 4 - Collecchio : Cleonice Scarica, 5 - Conzano : Angiolina Vercellotti, 3 - Cordenons : Erminia Brunetta Piva, 2 - Co-rnedo : Suor Carmela Meinardi - Cossolona Castelluccio : Topina Rondinini, 2 - Cotignola : Santina Melandri, 15 - Crusinallo - Miggiandone : Maria Lavarini, 3 - Cugnasco (C. T.): Maria Consolasco in Valentino, 5 -

D) - Debbia S. Casciano : Palmina Lugari, io - Desio : Calimero Orlandi-Arigeni.

F) - Fagagna : Marianna Gonano V. Burelli, 15 - Firenze : Matilde Pompignoli, 3 - Fonzaso G. Ceroto, 15 -- Frisanco : Giacomina Pellegrini, 5.

G) - Gaillac (Francia): Mine Duboys, 20 - Galliate : Margherita Guaita, 15 - Gavi : Maria Romanengo Parodi, 5.

I) - Ivrea : Giuseppina Irmanini, 3.

L) - La Thuile : Cav. I. L., 5 - Legnano : G. R. S., 5 - Losone (C. T.): N. N., 3 - Lucerna : C. P. C., 50.

M) - Madonna (Lonigo): Amelia Sacchetto - Maggia (C. T.): N. N., 6 - Maniago d'Udine Costante Siega, 15 - Marcorengo : D. Angelo Dell'Aglio, 3 - Milano : Luigi Pozzoli, 5 - Monesiglio : Luigia Ferrero, 5 - Monforte d'Alba: N. N., io - Montagnola (C. T.): Giuseppe Gilardi - Montanera : Lucia Garello, 6 - Morciano : Maria Massari in Gori, 1,50 - Mortara : N. C., 25.

N) - Novara : Carlo Dago, 5 - id.: Lucia Perina Caligari.

O) - Omegna: Elisabetta Cane - id.: Maria Facchini, 2 - Origgio : Angela Ferrari, 3. P) - Padova : Coniugi Rudella Rizieri, i

-

Piacenza : N. N., 5.

R) - Racconigi : Teresa Basso, 2 - Ragusa Inferiore : Giovanni Tumino, io - Recanati : Sofia Leopardi, io - Roma: Carlotta Scribante - Romano Canavese : Domenica Ardissone, 1,25.

S) - S. Benigno Canavese : V. C., 3 - S. Salvatore di Savigliano: Lucia Santi, io - Sanseverino: Giuseppe Splendori, 2 - Santulussurgiu: Angela Pintus, 2,50 - Savigno: Elio Orlandi, io - Savona : Angiolina C., 5 - Serravalle Scrivia C. P., io - Soligo: A. T., io - Stabio (C. T.): Rosalia Pellegrini.

T) - Talamona : Margherita Tedoldi, 5 - Terranova Sicula : Carolina Vella, 5 - id.: Giuseppa Tolaro, 5 - Thiene : D. Pietro De Rizzo, 5 - Torino : N. N., Zoo - id.: Giuseppe Melle - id. C. M., 5 - id.: Candida Della Casa - id.: Benedetto Sala, 3 - id. : Giuseppina Bursi, 5 - Tortona : Malvina Vistarini, 2 - Trino Vercellese Vincenzo Ferraro, 5 - Trento (Tirolo): C. G. - Tronzano Vercellese : Petronilla Robiono.

U) - Udine : Maria Caliari Agosti, i.

V) - Valfenera d'Asti: N. N., 12 - Valle Sauglio : Maria Tabacco - Varazze : Luigia Vallarino, 3 - Venezia : A. Kamenarovic, 2 - Verona : D. Giuseppe Ambrosini, 6,65 - Verres : Francesco Favre, 5 - Vertova : Elisabetta Bernini, 5 - Villalvernia : Palmira Melone - Vicenza : Luigia Cecchini, 2 - Vinovo : Teresa Grella - Virginia Nova (Brasile): Giovanni Zanivan, 7 - Voghera Pietro Berri, io - Volterra : D. Ranuccio Franconi, 5.

Z) - Zoldo : I. C. Arnoldo, 5o.

X) - D. G. Motta, 15 - A. L., 1oo.

Santuario di Maria Ausiliatrice

TORINO-VALDOCCO

Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura Hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per ogni corrispondenza in proposito, come anche per celebrazione di S. Messe e per novene o tridui di Benedizioni col SS. Sacramento, rivolgersi al Rettore dei Santuario di Maria SS. Ausiliatrice, Via Cottolengo, 32 - Torino.

Ogni sabato, alle 7.30 speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.

Dal 10 ottobre al 10 novembre.

NB. - Dal 1° ottobre al 1° marzo la Benedizione col SS. Sacramento si dà alle ore 17. Nei giorni festivi hanno luogo due funzioni, cioè: alle ore 15 ed alle ore 16,30 vespro, predica e benedizione.

24 ottobre - Commemorazione mensile di Maria SS. Ausiliatrice.

30, 31 ottobre (e 1° novembre) - Solenni quarant'ore - Dalle ore 5 alle 10 messe lette - Alle ore 6 messa dell'esposizione - Alle 17 vespri, discorso e benedizione.

1° novembre - Solennità di tutti I Santi - Primo venerdì del mese - Ad onore del S. Cuore di Gesù, esposizione del SS.mo Sacramento dalle 6 alle 17 - Ore 6 e 7,30, messe della Comunione generale; ore 9,30, messa solerne ; ore 15,30, Vespro dei Santi e dei defunti, discorso e benedizione.

2 novembre - Commemorazione di tutti i Fedeli Defunti - Ore 7 messa solenne.

Note E CORRISPONDENZE

A Valsalice.

Da parecchi mesi è visibilmente cresciuta la frequenza dei visitatori alla tomba di Don Bosco. Persone di ogni età e condizione, figlie del popolo e nobili matrone, operai e professionisti, religiosi e sacerdoti , salgono ogni giorno al Collegio-Convitto delle Missioni Estere in Valsalice , provenienti non solo da Torino, ma da tutto il Piemonte e dall'Italia e dall'Estero, per pregare sulla tomba del Servo di Dio e raccomandarsi alla sua protezione. Ragioni facili a comprendersi ci vietano di dare un elenco dei ragguardevoli personaggi che primeggiano in questo tributo, ma non ci possono impedire di rilevare la pietà, il fervore e la fede edificante che traspare dal contegno e dal volto di tutti.

Da Losanna, ad esempio, vi giunse su due superbe automobili il Principe Luigi Alfonso di Borbone con la sua famiglia, per cominciare una novena di preghiere al Servo di Dio, una cui reliquia li accompagna in tutti i viaggi.

Vi convennero anche i 30 fanciulli profughi di Smirne, ricoverati presentemente nell'Istituto Salesiano di Novara, per accostarsi alla santa comunione, alla quale alcuni vi furono ammessi dal sig. D. Albera per la prima volta.

Nè mancano intere comunità religiose, che vi si recano come in pellegrinaggio.

Valgano queste notizie a raddoppiare in noi la confidenza nell'intercessione dell'indimenticabile nostro Fondatore.

Gli Ex-allievi.

MILANO. - Dodici ex=allievi dell'Istituto S. Ambrogio, ordinati sacerdoti la settimana innanzi dall'Em.mo Card. Ferrari, il 18 luglio si raccoglievano attorno gli antichi Superiori per testimoniare ad essi tutta la loro gratitudine e riaffermare ai piedi di Maria Ausiliatrice i generosi propositi di santo ed immacolato sacerdozio, a cui erano stati con paterna e sapiente cura educati in quella Casa dagli inizii dei loro studi.

Tutti celebrarono la santa messa nella Chiesa dell'Istituto. Alla messa solenne accompagnata da scelta musica uno di loro rivolse dal pulpito brevi ed efficaci parole agli attuali alunni, esortandoli affettuosamente a far tesoro della paterna educazione che ricevono, alla quale egli ed i suoi compagni in gran parte ascrivevano la gioia e la grazia che innondava i loro cuori.

Prima della messa solenne, con pio e delicato pensiero avevano assistito ad un'altra messa nella Cappella interna dell'istituto, in suffragio dei loro compagni già passati all'eternità.

Furono momenti di profonda e sentita commozione per i Superiori ed alunni, uniti più che mai in quegli istanti ai carissimi novelli leviti, che tuttavia spiranti la sacra unzione sacerdotale ne effondevano il soave profumo nella pietà più ardente.

Il Signore, auspice Maria Ausiliatrice ed il Venerabile D. Bosco, fecondi il vostro apostolato, o novelli leviti! Questo l'augurio che in poesia ed in prosa Superiori ed alunni rivolsero loro durante l'agape fraterna, e questo pure l'augurio che ripeteva ad essi, in risposta ad un loro telegramma di omaggio, il nostro Superiore D. Albera.

- Circolo «Giovanni Bosco» . - Un'altra simpatica festa fu quella svoltasi il 30 giugno, festeggiandosi il santo Patrono della gioventù ed inaugurandosi il nuovo Circolo Giovanni Bosco.

Le funzioni, accompagnate da scelte esecuzioni, furono celebrate con solennità e splendore da Sua Eccellenza Rev.ma Monsignor Pietro Brioschi, Arcivescovo di Cartagena; e il Dott. Padre Marzorati dei Barnabiti disse con affetto ed efficacia le lodi del Santo. L'agape si svolse nella massima allegria fra circa centocinquanta superiori e antichi allievi. Era presente il Teol. D. Giulio Barberis, Direttore -spirituale della nostra Pia Società, rappresentante il sig. D. Albera. Sul levar delle mense il segretario E. Molteni lesse varie adesioni tra cui una lettera di Don Albera ed un'altra di Mons. Morganti, un telegramma di Don Rigoli, e l'adesione dei chierici lombardi studenti nel Seminario delle Missioni Estere in Torino-Valsalice.

Monsignor Pini con alata parola parlò del bisogno che si organizzino le migliaia di antichi allievi salesiani per dare incremento all'azione dei giovani, perchè dei giovani sono le vittorie future, specialmente dei giovani salesiani che hanno una remota preparazione alla lotta, perchè educati ad un forte carattere.

Verso le 15 ebbe luogo la prima adunanza. Il direttore Don Saluzzo esordì con parole d'incoraggiamento e il sig. Emilio Crivelli, presidente del

Circolo, con verve tutta ambrosiana espose il lavoro già fatto dalla presidenza e il programma che si andrà attuando. Disse della fondazione in seno al Circolo di una sezione filodrammatica e di un'altra di coltura, parlò delle rappresentazioni riuscite, del favore incontrato, del vero bisogno che il Circolo abbia una propizia sede centrale in città e la necessità di un organo ufficiale del movimento, per cui fu scelto il periodico « Don Bosco ». Si accolse con piacere la nomina ad assistente ecclesiastico del Sac. Don Francesco Guzzi, anima del patronato S. Antonio, e si ebbero parole di lode a D. Severino Colombo che con grande abnegazione offerse sempre al Circolo i suoi locali.

Gli amici di Busto Arsizio, accorsi numerosi, manifestarono il desiderio di organizzare una sezione del Circolo Don Bosco a Busto, aderente al Circolo centrale di Milano, e l'idea fu accolta con plauso.

Alle 17 ebbe luogo la processione solenne, e con artistica illuminazione si chiuse la simpatica festa che lasciò nel cuore dei presenti il più caro ricordo.

S. BENIGNO CANAVESE. - Nell'antica Abbazia di Fruttuaria la domenica 18 agosto si raccolsero a convegno gli ex-allievi di quell'Oratorio Salesiano, che vi accorsero in numeroso stuolo da Torino e da altri luoghi. Il sig. D. Albera vi era rappresentato dall'Ispettore D. Manassero.

Dopo la messa, i convenuti si radunarono nel salone teatro e per quasi due ore s'intrattennero sull'andamento economico e morale dell'associazione.

Quindi sedevano ad agape fraterna nello scambio vivace di mille notizie e nell'effusione dei cuori in brindisi festanti.

Verso le 15, attese alla stazione dal Circolo ginnastico Re Arduino e dalla banda dell'istituto e da varie fanfare, con a capo quella dell'Oratorio Festivo, giunsero da Torino: la Valdocco, la Barolo (Ricreatorio), la Victor, la S. Martino degli Artigianelli, la Reaglie di Reaglie con fanfara, e più tardi la Gassino di Gassino, che in lieto corteo tra le note festose delle musiche e lo sventolio dei numerosi vessilli, seguito da una folla entusiasta, si avviò alla vasta Chiesa Parrocchiale, ove i 28o ginnasti ascoltarono un breve discorso e ricevettero la Benedizione col SS. Sacramento.

Alle 16,30 nell'ampio cortile dell'Istituto, dinanzi a pubblico numeroso, si svolsero varie gare con esercizi a corpo libero, ai bastoni, sbarra fissa, anelli, parallele, salto con asta, gruppi di ottimo effetto, e in fine gara d'onore in cui riuscì prima la Re Arduino, con esercizio collettivo a corpo libero ed appoggi, eseguito, a suon di banda, dai suoi 67 soci disposti su sette file.

Il Convegno finì fra entusiastici evviva alla Società organizzatrice, che, teniamo a dichiararlo, si compone di giovani interni dell'Oratorio Salesiano, i quali impiegano giornalmente parte delle loro ricreazioni in esercizi ginnastici con nobile slancio e non lieve personale vantaggio.

Tra i figli del popolo.

PALERMO. - Il Concorso Ginnastico Interregionale, bandito dalla Federazione Ginnastica Regionale Sicula, auspice il Circolo Panormus dell'Oratorio Salesiano, sotto l'alto patronato di S. A. R. il Principe Emanuele Filiberto Duca d'Aosta, si tenne nei giorni 16, 17, 18 agosto ed ebbe un esito brillante per l'inappuntabile preparazione, l'ordine ammirabile con cui si svolse e gli splendidi saggi dati dai mille ginnasti accorsi da ogni parte d'Italia.

Il contingente più considerevole delle società sportive venne dato dalla città di Roma che per opera dell'infaticabile Fratel Biagio delle Scuole cristiane inviò ben tredici associazioni.

La mattina del 16, a Villa Filippina, dinanzi una folla enorme, dopo un discorso dell'attivissimo presidente del Comitato Esecutivo avv. Corradino Armò, ebbero luogo le gare di squadre scolastiche, le gare atletiche ginnastiche, le gare podistiche di mezzo fondo, la gara atletica, quella di velocità, le gare di salto e le gare di ginnastica per squadre ; la mattina del 17 si compì la corsa ciclistica di km. 40, e si tennero le gare di sfratto, le gare di squadra obbligatorie, le gare di lotta, le gare facoltative, la decisiva del sollevamento peso, le eliminatorie di foot-ball e quindi il secondo giro notturno di Palermo.

Particolarmente importante fu la giornata del 17, domenica. Dopo una serie innumerevole di gare nella pelouse di Villa Favorita, per gentil consenso di Casa Reale, si svolsero le gare finali del foot-ball, del tiro alla fune, dello sfratto, ecc. ecc. Quindi si ordinò il lungo corteo di tutti i ginnasti che si recarono per la funzione religiosa alla Cattedrale, sulla cui piazza alle 10,30 si riordinò l'imponente corteo e si diresse, allietato dalle fanfare, verso il Municipio per il ricevimento offerto dalla Città di Palermo. Il Sindaco diede a quell'esercito giovanile il saluto della città e l'avv. Armò rispose con parole di ringraziamento.

Alle 17 si aperse il saggio finale alla Favorita, alla presenza del Sindaco e dei rappresentanti delle Autorità cittadine, dei membri del Comitato Esecutivo e del Comitato d'Onore, delle Dame componenti il Comitato delle Patronesse con a capo la Principessa di Valdina, e molte famiglie della più alta società ed aristocrazia.

Prestò servizio la banda militare dell'86° Reggimento Fanteria, che fu applauditissima insieme con i mille ginnasti, in tutti i saggi collettivi, eseguiti al coniando del Prof. Manlio Pastorini, Direttore Generale del Concorso.

Lasciando da parte il lato puramente sportivo - interessantissimo, ma non di nostra competenza - non possiamo (scrive il Foglio Ecclesiastico Palermitano, organo di quella Rev.ma Curia Arcivescovile) e non possiamo non rilevare l'alto significato educativo e morale della manifestazione, che raggiunse a parer nostro il suo maggior successo quando, la domenica alle ore 9, tutti i ginnasti di tutte le associazioni, senza eccezione, si riunirono nella nostra Cattedrale ad ascoltare la Messa dell'Em.mo nostro Card. Arcivescovo, smaglianti nelle loro variopinte divise e coi loro multicolori stendardi.

» L'Em.mo commosso allo spiegamento di tanta gioventù innanzi all'altare, dopo di aver benedetto il vessillo della Società Pro Roma rivolse ai giovani brevi e toccanti parole.

» - Ed ora, disse l'Em.mo, carissimi giovani, alla preghiera! E giusto, è santo, è doveroso che si rivolga da voi il pensiero a Dio, a Dio che vi ha creato, che vi ha dato la salute e la forza, la vigoria delle braccia, come l'agilità dello spirito.

» A Dio che vi ha fatto l'inestimabile dono di nascere e crescere in una famiglia ove regnano ancora le sante e pure tradizioni cristiane e dove colla luce del Vangelo è la luce della civiltà.

» A Dio che vi ha fatto appartenere a questa patria diletta, centro del cattolicismo, giardino di ogni bellezza della natura e dell'arte.

» Rivolgetevi perciò con animo grato a Lui e ringraziatelo di tanto bene che vi ha fatto: pregatelo che vi assista ora e sempre, da questa florida gioventù fino alla più tarda età. Pregatelo per le vostre mamme, per i vostri padri, per tutti quelli che hanno diritto al vostro affetto giovanile. Pregatelo per questa nostra Italia, perchè la fede illumini sempre le menti, sia unita a tutte le opere buone, a decoro e grandezza della patria.

» Dal canto mio pregherò in questa S. Messa per il mio popolo di Palermo, pregherò per voi tutti; pregheremo insieme per i fratelli nostri che nei campi cruenti della Libia mettono le loro forze ai servizi della patria e si immolano vittime della disciplina e del dovere. Per questi generosi, per quelli che lasciarono la loro vita sull'arida sabbia, la nostra più calda preghiera!

» In questo modo, carissimi giovani, voi avrete compito l'opera vostra: con questo criterio imparerete a mettere insieme la forza fisica e la virtù morale, senza la quale non vi può essere società bene ordinata.

» Faccia il Signore che alla freschezza dei vostri corpi si congiunga sempre la freschezza dei vostri spiriti, sì che, disciolto il fragile involucro, l'anima conservi tanta freschezza e tanto vigore.

» Di tali cittadini ha bisogno la patria nostra: in questo modo potrà guardare fidente all'avvenire! ».

FOGLIZZO CANAVESE. - Ventiquattro fanciulli dell'Oratorio festivo l'11 agosto u. s. si presentavano in bell'uniforme dinanzi un pubblico numeroso, stretti in nuova società sportiva, dal titolo Fulgens. Festeggiavasi in quel giorno S. Luigi Gonzaga e la chiusura dell'anno di catechismo: e due furono i punti più salienti della festa: - la messa della comunione alla quale si accostarono con divoto contegno ben 268 giovanetti, e il primo saggio ginnastico dato dalla nuova società nel pomeriggio. Un bravo di cuore ai ventiquattro piccoli ginnasti, che, svelti e fieri, dopo tre mesi di scuola fecero meravigliare i compagni e l'intero paese!

GENZANO DI ROMA. -Solenne gara catechistica. - La domenica 18 agosto nel gran salone dell'Oratorio Salesiano ebbe luogo l'annuale gara catechistica presieduta da S. E. mons. Tommaso Brennan vescovo titolare di Cesarea.

L'Em.mo cardinale Agliardi, che era desiderosissimo di assistere alla gara ed era vivamente atteso dai giovanetti, fu trattenuto a Roma da urgenti impegni.

Dopo il canto dell'inno salesiano, il direttore dell'Oratorio disse brevi parole sull'importanza ed i vantaggi della gara catechistica ed inneggiò alla bontà del S. Padre Pio X, il Pontefice del catechismo, il quale a mezzo di mons. Bressan aveva mandato una splendida medaglia da destinarsi all'imperatore.

Apertasi la gara, i bravi giovanetti cominciarono a recitare la Dottrina con sicurezza e precisione ammirabile; tanto che nella prima prova solo tre gareggianti poterono esser messi fuori di combattimento. Nella seconda e più difficile prova fu dichiarato imperatore il giovane Belardi Remigio, primo principe Napoleoni Vittorio, secondo principe Cartacci Francesco. Il numeroso pubblico che gremiva la sala seguì col più vivo entusiasmo lo svolgimento della gara e lo stesso Eccellentissimo Prelato non cessava d'esprimere la sua alta maraviglia e la sua compiacenza. Pella riuscì la cerimonia dell'incoronazione dell'imperatore e la distribuzione dei premi, compiutasi tra i frenetici applausi dei giovanetti e del pubblico. Ai tre primi classificati venero offerti, come al solito, libretti di risparmio, provveduti mercè il contributo di generosi amici e benefattori dell'Oratorio, tra cui vanno meritamente ricordati i Reverendissimi Canonici della città.

La bella festa, che lasciò in tutti la più cara impressione, fu rallegrata da scelta musica e da un ben riuscito bozzetto.

SPEZIA. - Dall'Oratorio Salesiano di Migliarina a Mare la domenica 7 luglio, usciva per la prima volta, tra due fitte ali di popolo religiosamente raccolto, la processione in onore di S. Luigi Gonzaga. Precedevano i giovani dell'Oratorio, il Circolo Giovanile di Migliarina con bandiera, il Circolo S. Luigi di Spezia pure con bandiera, le Figlie di Maria inneggianti, la banda delle Scuole S. Paolo della Spezia, infine il Clero e la nuova statua del Santo, dono della signora Ernesta Carassale. Seguiva una lunga schiera di popolo orante. Rientrata la bella processione in chiesa, fu impartita la benedizione col SS. Sacramento.

BOLOGNA. - I giovani dell'Oratorio festivo Salesiano di via Galliera, la domenica 4 agosto, festeggiarono il celeste Patrono della gioventù S. Luigi Gonzaga.

Al mattino centinaia e centinaia di giovanetti gremirono la cappella per la messa celebrata da Mons. Canetoli che ebbe la consolazione di distribuire la S. Comunione a quasi tutti i giovani intervenuti, venticinque dei quali ricevevano per la prima volta nel loro cuore Gesù Sacramentato. Dopo messa quindici giovanetti ricevettero la S. Cresima da S. E. Rev.ma Mons. Bacchi. Tutti poi, oltre i più svariati divertimenti, godettero un'abbondante colazione.

Lo stesso infaticabile Mons. Canetoli compì tutte le funzioni del pomeriggio recitando il panegirico del Santo, compiendo la processione e dando infine la benedizione col SS. Sacramento.

La giornata si chiuse con concerto della banda dell'Oratorio, cinema, illuminazione, e con un affettuoso telegramma al S. Padre con auguri e preghiere per la fausta ricorrenza del 9° anniversario della sua elezione al Pontificato.

MALTA-SLIEMA. - Una Fiera di Beneficenza. - « Quando una festa - scriveva il Malta del 2 agosto - attrae nella foga dei suoi preparativi un'immensa accolta di persone, e quando queste corrispondono ai più bei nomi del paese, si può esser preventivamente certi di una brillante riuscita. Così fu della Gran Fiera di Beneficenza svolta domenica scorsa nei grandiosi locali dell'Istituto Salesiano di Sliema a favore di quell'Oratorio. Promossa ed organizzata da quanto di più eletto vanti l'Isola nostra, incoraggiata dalla simpatia generale, arricchita dai doni più svariati e belli, che tanto le più alte classi che le umili e povere han voluto inviare al Comitato, fu essa una nuova manifestazione di carità e di entusiasmo pel bene, onde Malta va sempre fiera e gloriosa.

» Pur sorvolando sui particolari con cui si svolse la festa imponente, dobbiam dire che tutto fu splendido: e il tempo propizio e l'addobbo dei locali ricchi di moltissimi stalls, di fiori, di stendardi, di gentili gale di bandiere, e l'abbondanza di oggetti, di premi e di divertimenti per ogni gusto; ma su tutto rimane indimenticabile il Buffet-Concert a cui, come ad una vera novità, accorse un pubblico numerosissimo e scelto, degno delle Signore, Signorine e Signori che eseguirono con accurata precisione l'attraente programma. Riscossero pure grandi lodi il programma cinematografico, l'Esposizione di Pittura favorita da pregevoli lavori di vari fra i migliori nostri artisti e dilettanti, di cui per brevità tacciamo i nomi, e l'esecuzione dei Concerti musicali delle Bande „S. Patrik's,, e dell'Artiglieria Reale che si produsse fra l'ammirazione e il plauso di tutti sotto la brava e veramente artistica direzione del nuovo giovane Maestro Hendren.

» Sappiamo che l'incasso in denaro fu di Lire 218o.75 cui debbono aggiungersi Lire 219.50 piccole banconote incassate fra le centinaia di giovanetti dell'Oratorio i quali con esse parteciparono, in stalls speciali, e giuochi e compre in proporzione del loro profitto nello studio del Catechismo; oltre a ciò rimase ancora una considerevole quantità di oggetti, che costituiranno a suo tempo altri premi pei giovanetti dell'Oratorio.

» Le spese, grazie alla cooperazione dei tanti che parteciparono alla Fiera con vero disinteresse, furono relativamente esigue, cioè L. 358.70.

» Le cifre suesposte dicono, più di qualunque commento, che l'esito della Fiera fu superiore alle più rosee previsioni del Comitato, il quale può dirsi lieto del successo ottenuto, come soddisfatti debbono essere i Salesiani nel veder seguita con tanta simpatia l'opera loro a pro' dei figli del popolo ».

Notizie varie.

In Italia.

CONEGLIANO VENETO. - Distribuzione dei premî nell'Istituto dell'immacolata. - Fu una giornata indimenticabile - spigoliamo dalla Difesa del 17-18 agosto - per le Figlie di Maria Ausiliatrice di questa città e per tutte le alunne del loro Istituto, quella del saggio finale e della distribuzione dei premi, che quest'anno riuscì assai più solenne e splendida, perchè Mons. Andrea Caron, Arcivescovo eletto di Genova, la onorò colla sua presenza. Egli sempre apprezzò e lodò grandemente l'opera religiosa ed educativa del benemerito Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice in favore delle alunne interne ed esterne, specialmente coll'insegnamento del Catechismo e coll'Oratorio festivo: e prima di lasciare definitivamente la Diocesi, accettò ben volentieri di presiedere l'accademia finale, consegnare alle alunne il premio dei loro studii, dare a tutte il suo ultimo addio. L'attendevano Monsignor Carpenè, Monsignor Bortolussi, molti Parroci dei paesi vicini, ed altri sacerdoti della città e della Diocesi, con i quali entrò nell'ampio e spazioso cortile dove dovea svolgersi la festa.

Lo spettacolo che presentavasi al suo sguardo era quanto mai attraente. Davanti lo spazioso palco abbellito con fiori e bandiere; nel centro una bellissima iscrizione di lode ed omaggio al Pastore venerato; sopra il palco le alunne biancovestite e dietro i genitori e parenti delle alunne e gran numero di signore e signori, ammiratrici ed ammiratori dell'opera salesiana.

Il programma fu breve, ma vario, interessante e ben distribuito; e con affettuoso pensiero lo si dedicò a Monsignore, che vivamente commosso e riconoscente, con brevi parole, appropriate alla circostanza ed assai utili alle giovanette, coronò la bella festicciuola.

LU MONFERRATO. - L'Associazione delle exallieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice conta in quel fiorente paese più di 300 ascritte, le quali nell'ultimo convegno diedero un affettuosissimo saggio della loro divozione a Maria Ausiliatrice con un breve ma graziossimo trattenimento accademico. Il Prevosto Don Giuseppe Bissoglio esposti in modo chiaro e convincente i doveri della donna cristiana verso la famiglia, fece risaltare la buona educazione che esse avevano ricevuta nell'Oratorio e finì colla raccomandazione di mandare tutte le giovinette, nessuna eccettuata, dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Che il desiderio del buon pastore si compia, mercè la cooperazione facile ed efficace delle 300 ascritte.

S. VITO AL TAGLIAMENTO. - Inaugurazione della nuova Casa Salesiana. -- Si compì l'8 settembre, il dì della Sagra dell'annesso Santuario della Madonna di Rosa, e riuscì cordiale, entusiastica. La solennità fu preceduta da un triduo di predicazione, frequentato assai. Numerosissime le comunioni nelle prime messe del giorno solenne, e generale la Comunione distribuita da Mons. Vescovo di Treviso. Alle 9 Sua Eccellenza, accompagnato da numerosi sacerdoti e dal popolo, passava nella nuova casa, ove lo attendevano le signore e i signori del Comitato per la benedizione di rito. Alle 9,30 seguì numerosissima la Cresima. Alle 10 il pontificale. Celebra Mons. Arcidiacono; funge da prete assistente Mons. Coccolo. La Schola cantorum diretta da D. Fogolin, accompagnata al piano dal maestro Miot, eseguisce finissima musica classica. Al Vangelo Mons. Vescovo rivolge al pubblico che affolla il Santuario uno dei suoi popolari, praticissimi, affettuosi discorsi, in cui tesse le lodi di Maria, rileva la grandiosità della festa e si compiace coi Sanvitesi, con i signori e le signore del Comitato, della nuova casa edificata ad onore di Maria e a vantaggio della gioventù.

Alle 14 Sua Eccellenza si congeda, visibilmente lieto della semplice ma cordiale inaugurazione, e Madonna di Rosa si prepara ad accogliere la moltitudine dei suoi visitatori e dei fedeli che vi accorrono da tutti i dintorni.

Alle ore 19 e 1/2 il superbo viale ed il piazzale prospiciente il tempio sono immersi in un mare di fuoco. Migliaia di palloncini fiancheggiano la strada. Il tempio colle linee architettoniche disegnate a colori è d'un effetto magnifico: e i rumori delle giostre, dei baracconi, dei venditori si confonde con il concerto della Banda sanvitese, che eseguisce ot timi pezzi sotto un padiglione di palloncini illuminati. E uno spettacolo semplice, bello, grazioso di vita popolare senza il minimo inconveniente.

DRUOGNO. - In memoria del Salesiano D. Carlo M. Baratta. - Clero vigezzino, parenti, confratelli, amici, e allievi della venerata memoria del Sacerdote Dr. Carlo Maria Baratta ne vollero eternato il il ricordo ad Orcesco, sua patria, in una lapide marmorea coll'effigie dell'estinto ed epigrafe dettata dal prof. D. Giuseppe Bistolfi.

L'inaugurazione ebbe luogo il 17 agosto u. s., previa una solenne messa funebre nell'Oratorio di Orcesco. Lesse il discorso commemorativo il rev. D. Giovanni De Maurizi, di S. Maria Maggiore.

La memoria di D. Baratta, egli scrive, non è di quelle transiture e fugaci che si dileguano colla pompa dei funerali : Don Baratta è più che mai vivo nei riflessi della sua vita di pensiero e di cuore esplicata nel vasto campo dalla Provvidenza assegnatogli e nella sua Vigezzo, ch'Egli amava di amore quasi puerile... Era un'anima eletta e retta che si entusiasmava per tutto quanto potesse giovare al progresso materiale, morale e civile del popolo; e perciò l'opera sua riuscì geniale e cristiana e lasciò un orma notevole nella faticosa via dell'odierno movimento sociologico cristiano.

All'Estero.

LIMA. - I Vescovi del Perù sul principio di luglio u. s. si raccoglievano in conferenza insieme col Delegato Apostolico Mons. Scapardini e l'Arcivescovo di Lima Mons. García y Naranjo: e quei nostri confratelli e cooperatori davano in loro onore una grande accademia nel Collegio dell'Avenida de la Magdalena. Intervennero al rispettoso omaggio le EE. Rev.me di Mons. Holguín, Mons. Drinot, Mons. Irala, Mons. Castro, Mons. Ampuro, Mons. García Irigoyen, Mons. Farfán, Mons. Grosso, tutti insomma i Vescovi della Repubblica ad eccezione di quello di Ayacucho che non potè prender parte alle conferenze, nonché i Rev.mi Mons. Ballòn e Mons. Puirredón, con le rappresentanze di tutto il Clero Secolare e Regolare della Capitale e del vicino porto, molte nobili famiglie, i Cooperatori e le Cooperatrici, e gli alunni dei nostri Collegi di Lima e del Callao.

Esordì il direttore D. Quaini umiliando ai venerandi Pastori l'affettuoso trattenimento, nel quale, con scelte esecuzioni musicali delle scholae Cantorum dei due collegi, si alternarono discorsi e componimenti in prosa e poesia, ispirati al più vivo amore per l'Episcopato Cattolico e per il Supremo Pastore. Applauditissimi i concettosi discorsi del sig. Ismael Portal e del dott. Eleonoro Romero.

Il trattenimento si chiuse con un discorso dell'Ecc.mo Mons. Delegato Apostolico, che illustrò il significato dell'omaggio e, ringraziandone cordialmente i Salesiani, ebbe per D. Bosco parole di altissimo encomio, augurandosi di veder nuovamente raccolti tutti i Vescovi presenti, nel 1815, per festeggiare il 1° Centenario della nascita del Fondatore dei Salesiani.

Cooperatori Salesiani defunti.

FACCIAMO particolari suffragi per i seguenti, defunti dal 1° dicembre 1911 al 1° aprile 1912.

Addari Celestino - Ales.

Adorna Aiuta Maria - Villette.

Agosti Franchini Annetta - Caprino Ver. Agostoni Rag. Erminio - Como. Albertia Gaetano -- Valle S. Giorgio. Alessio Francesco - Borgaretto. Allegro D. Natale - Bagnolo Po. Almanza Antonia - Scauri. Alocco Francesco - Torino.

Amapane Enrichetta ved. Falda - Torino. Anglois D. Celestino - Torino. Ardemagni D. Luigi - Lodi. Andorno Rosselli Maria - Finalmarina. Bacchini D. Antonio - Misano-Villa Vittoria. Badarello Giacomo - Rocchetta Tanaro. Baita Maria - Noventa di Piave. Balbo-Bertone di Sambuy cont. Bona - Torino. Baldini Nicoletta - Casamicciola. Baldovini Carlo - S. Daniele nel Friuli. Ballerini mons. Abbondio - Como. Balme Anna Perruchon - Verrés. Balocco Francesca - Balocco. Baria Maddalena - Branzi. Banfi Giuseppe - Saronno. Barale Giuseppe - Peveragno. Barberis Margherita - Torino. Baronchelli Basilio - Nasolino. Battagliai Giuseppe - Cornegliano d'Alba. Beaion Marietta - Cavarzere. Bellingeri D. Giovanni - Rivanazzano. Beneceretti suor Diomira - Marradi. Bertagna Giovanni - Tiedoli. Bertini D. Giuseppe - Ozzano. Bertolino Giovanni - Cavour. Bertolino D. Oddone - Lugnacco. Bertone D. Michele - Banchette. Betozzi Giuseppina - Caluso. Bettoni Caterina - Azzone. Bicoli D. Torello - Capanuole. Biglia Sebastiano - Borghetto S. Spirito. Bimbi Nicodemo - Valbona. Bocca Carlo - Mondovì. Boccardo Giacomo - Rivarolo Ligure. Bollano Angela Sinonimi - Torino. Bombardieri Giacomo - Madonna di Tirano.. Bongioanni Cristoforo - Pianfei. Bono Pietro - Torino.

Bonola Maria n. Matteuzzi - Bologna. Bonometti Maria - Marone. Bonsani Vincenza - Madone.

Bonvecchi Antonio - Magliano Sabino. Borgogno Luigia - La Morra.

Boz Giovanni - Nova Padova (Brasile.). Brillada Secondo -- Torino. Briselli Celestina - Calatabiano. Brunelli cav. Antonio - Brescia. Bruneri D. Giovanni - Mairano. Buffa Teresa - Torino. Buttet Maria Luisa - Airasca. Buzzetti Carmine - Ortona al Mare. Buzzi Carlo fu Michele - Gavirate. Caglio Andrea - Busto Garolfo. Campana D. Giuseppe - Villa Erbusco. Cantamessa Orazio - GovoneCapelli v. Antonia - Nembro.

Caporali mons. Gaetano, Arcivescovo - Otranto. Cappelletti Giacinta - Cremona_ Cappuzzo Prassede - Fratta Polesine. Capra Luigia - Agliano d'Asti. Carati Clotilde - Abbiategrasso. Cardinali D. Paola - Gabbioneta. Carena Angelo - Balossa Bigli. Cartotti D. Luigi - Massazza. Carcera G. B. - Torrevilla. Casati Maria - Arosio.

Catalano Armina ved. Lidestri - Terranova. Cavassa Leopoldo - Marentino. Cheirasco Clotilde ved. Descalzi - Genova. Chiarlo Giuseppina Acqui. Chiola Giovanni - Verletto. Ciardo Antonio - Mombello Tor. Claoti Caterina - Livigno. Coccone prof. D. Giuseppe - Torino. Coda can. D. Benedetto - Chivasso. Coggo Filippina n. Rossi - Fossano. Colnaghi Teresa ved. Boccoli - Liscate. Comelli D. Filippo - Udine. Cometta Lorenzo - Lugano. Cominazzini Caterina - Novara. Comotto G. B. - Genova.

Cornaggia Castiglioni Luigia - Milano. Cossu Girolamo - Serramanna. Costa Antonio - Asiago. Cozzani Domenico - Spezia. Cremonini Michele - Ponte S. Pietro. Crosa Carlotta - Torino. Cum Anna - Gemona.

D'Adda D. Francesco - Casalpusterlengo.

Daghero Antonio - Cumiana. Dall'Osta Pia Anna Maria - Padola. Daros Pedro -- S. João (Brasile).

De Cattanei di Momo Angeli bar. Maria L. - Venezia. Delaiti Buomi Letizia - Fiesso Umbertiano. Del Giudici Rosa - Pavia.

Depetas Crosetti Maria - Saluzzo. Desimonis avv. Diomede - Bologna. Di Pascolo D. Gaetano - Rivolta.

Di S. Marzano conte Alberto - Torino. Donchi Teresa - Tresenda. Docia Villardi Lucia - Lonigo. Drocco D. Lorenzo - Rodello d'Alba.

Ducci Tommaso - Goglione Sopr. Duci Giuseppe - Oltrepovo. Duretti Angela - Mondovì Breo. Dotto Giuseppe - Boves.

Ebenkolfer Caterina - Venezia.

Fabian Pasquale - Nova Padova (Brasile). Fabre D. Pietro - Porto Maurizio. Falcucci - Borgo S. Lorenzo. Fancelli Maria ved. Silicani - Cagliari. Farina Carmela - Torino. Fasella comm. Dario - Giaveno. Fassi Regina - Marcallo. Fata Annetta Bertoletti - Torino. Ferlinghetti Bellegrandi Adelaide - Brescia Ferrari Zenone - Fumane. Ferro Rosa - Torino.

Ferrua Giacomo - Genova.

Fioradanzo Aurelia - Dueville. Flucco Antonio - Thiene. Fontana Maria - Pagno. Forni cav. Cesare - Gallarate.

Franco Vincenzo - S. Damiano d'Asti. Fulloni mons. dott. Ferdinando - Modena. Furlan D. Giovanni - Fonzaso. Fusaro Marietta - Pettorazza Grimani. Galli Giov. Battista - Bellano.

Garuti Caterina ved. Paltrinieri - S. Felice sul Panaro. Gasca Maria - Bricherasio.

Gastaldi Kengly Irene - Nucetto. Gaudio Pietro - Cigliano.

Gaveglia D. Marcantonio - Castelforte. Gei D. Pietro - Andreis (Maniago). Geranzani Giuseppina - Milano. Gironi Rita - S. Michele Extra. Gioielli Toffoli Maria - Numana. Gherardini ing. Teodorico - Sampierdarena. Ghidoli Regina - Marcallo. Goja Giovanni - S. Benigno Can. Gonella Angiolina - Torino. Gorrini Piella Annetta - Voghera. Goutier Susanna - Verrés. Graglia Maria ved. Parato - Pollenzo. Grassi D. Antonio - Moruri. Griglio Andrea - Teglio Veneto.

Guerini Angelo - S. Lorenzo de Vella Boas (Brasile). Guglielmino Francesca - Montalenghe. Guidetti Caterina -- Tizzano Val Parma. Guzzon Luigi - Anguillara Veneta. Isotton Fistarol Augusta - Caxias. Lampiasi Giov. Maria - Salemi. Landini Felice - S. Pietro a Vico. Lauri can. D. Crispolto - Massa Martana. Laustra Carlo - Asti.

Lavacchielli Giuseppe - Tiedoli. Lazzoni conte Guido - Carrara. Lecchi Rosa - Rosciate. Lego Domenica - Madone. Leonardi Caterina - Mezzomerico. Losito Anna - Andria.

Lugo Teresa -- Verona.

Lusa Antonio - Caxias.

Lusso Paolo - Castelrosso.

Maffei can. D. Bernardino - Varigotti. Mainoni Carmela - Casalvecchio. Manfredi Sebastiano - Torre Pellice. Manfrini Rosa - Comacchio. Mantarro Carmela - Casalvecchio. Marchetti Costanzo - Costigliole Saluzzo. Marcocchio Antonio - Zeppola. Mariani Teresina - Modena. Massano D. Michele - Casabianca ( t). Mattuissi Giuseppe - Passons. Mauro Bartolomeo - Val di Pesio. Mazzagalli Rosa - Romanengo. Mele D. Giovanni - Scano di Montifero. Melica Lucia - Pinerolo.

Micanzi D. Paolo - Iseo.

Milani Giovanni - Vanzaghello. Momni Giuseppe - Turbe. Mondello Antonio - Messina. Mondini l'al mira - Gallarate.

Monteverde Caterina - Villa S. Stefano d'Aveu.. Moretti Filomena ved. Casati - Milano. Moris cav. Filiberto - Torino. Muggetto Candida - Lesa. Mussano cav. D. Domenico - Perletto. Natalino Giovanni - S. Daniele del Friuli. Negri Giovanni - Grancona. Neri Generosa - Ruosina (Stazzena). Novaretti Elena - Occhieppo Inf. Pagani Michele - Marcallo. Panfelio Maria - Cavarzere. Pauletti Costanza - Busca. Paranelli Angiola ved. Ossolo - Gavirate. Parasiliti Joppolo sac. Gaetano - Tortorici. Parmiani Savia - Comacchio. Pasqualini D. Pietro - Castagnaro. Pavesi can. Luigi - Mantova. Pavoncelli Luigia - Pescantina. Pedretti Assunta di G. - Branzi. Pedrini Cristina - Seriate. Pelizzari Giovanni - Terzo. Pellas Pietro fu Luigi - Genova. Perazzo Pio Paolo - Torino. Petrini Angela - Rivarolo Can. Picasso Luisa - Genova. Piotti Ernesto - Lavone. Piovani D. Luigi - Cigole (Lecco). Pirquet bar. Flora - Vienna. Pogliani D. Ambrogio - Castagnole Monf. Poliedri avv. Eugenio - Padova. Pontaglio D. Luigi - S. Anna di Rovato. Poro Jardini Teresa - S. Vittoria d'Alba. Pozza Gioachino - Zaver (Svizzera). Prato Maria - Torino.

Pré Cali D. Bartolomeo - Cesaró. Preghenella Costante - Rovere della Luna. Preisberk - Milano.

Pucci Carmine in Carighiari - Monte Copiolo. Pugno Pietro - Sordevolo. Pura Angiolina - Brione Verz (Svizzera). Raffetto Maria - Sampierdarena. Rao Filippo - S. Venerina. Rana Maria - S. Damiano d'Asti. Righini cont. Matilde n. Celebrini - Fossano. Ripamonti Giustina - Calco Inferiore. Rissosi Dolores - Noli. Rivata Teresa - S. Damiano d'Asti. Riviera Giuseppina n. Coiella - Barge. Rato Fortunato - Morto Grande (Rio Claro). Rodo Luigia ved. Tacchetti -- Pertengo. Rossi cav. prof. Francesco - Torino. Ruella Teresa n. Goffo - Torino. Russo Domenica - S. Venerina. Sacchetti marchese Urbano - Roma. Sacco Nicoletta - Cesino. Santi Antonio - Filecchio. Savoiardo Maria - Cornegliano d'Alba. Sberna Felice - S. Quirico. Searpari dott. Silvio - Thiene. Scarsi prof. Giovanni - Torino. Schiliró Gullolta Nunziata - Maletto. Serfustini D. Antonio - Ussita. Serinelli can. D. G. Batt. -- Roccalbegna. Serlupi Crescenzi marchese Luigi - Roma. Siccardi Giulia n. Boeri - Porto Maurizio. Silva Victoriua - Virginia Nova (Brasile). Silvestri Lodovico - Nova Padova (Brasile). Simoni Fiocina - Cittadella. Socal Felice - Venezia. Sorgato Filomena - Mirano. Spinola marchesa Enrica - Genova. Sturiate Rosario - Casalvecchio. Taramaschi D. Lorenzo - Sesta Godano. Tavernari Anselmo - Modena. Tedeschi Evarsto - Popilio. Teodori Virginia - Ascoli Piceno. Tornassi comuni. Attilio - Roma. Traina mons. Francesco M. Vescovo - Patti. Trapani Paolo - Valletta (Malta). Trentini D. Giovanni - Varone (Svizzera). Truzzi Macinati Anna - Desenzano. Urbani D. Salvatore - Venezia. Valla Pietro Felice - Saliceto. Valle Annetta - Torino.

Vannicelli cont. Francesco - Lugnano in Teverina.