BS 1900s|1907|Bollettino Salesiano Agosto 1907

ANNO XXXI - N. 8.   Torino, Via Cottolengo 32.   AGOSTO 1907.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D. BOSCO

SOMMARIO: Il Venerabile Giovanni Bosco 225 Il Sistema educativo di D. Bosco : IV) Il gran segreto. 226 Per il Giubileo del S. Padre Pio X    228 Tesoro spirituale . . . . . . 229 IL CONGRESSO DI FAENZA: L'ultimo giorno - Adunanza particolare - Adunanza generale . . 230 Oratori festivi: Giuochi e divertimenti educativi - Notizie varie . . . 232 Tra gl'Italiani all'Estero: Da New York . . 234 DALLE MissioNi : Patagonia Settentrionale : Una missione di 8 mesi; Francesca Nancuhuè - Patagonia Centrale: Dal Chubut - Patagonia Meridionale: Dall'Isola Dawson - Equatore : Per la missione di Gualaquiza    235

Scuola Agricola e Corso d'Agraria .   . 241

IL CULTO DI MARIA SS. AUSILIATRICE: Echi della festa titolare - Pel 24 corrente - Grazie e graziati 242

NOTIZIE VARIE : Torino - In Italia: Lugo, Milano, Macerata - Dall'Oriente: Betlemme, Smirne - Dalle Americhe: Buenos Aires, Cordoba, Montevideo    249

Necrologio e Cooperatori defunti    253

IL VENERABILE GIOVANNI Bosco

IL telegrafo, oggi 24 luglio, reca la consolante notizia dell'introduzione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Venerabile Servo di Dio, il sacerdote GIOVANNI BOSCO, Fondatore della Pia Società Salesiana, delle Figlie di Maria Ausiliatrice e dei Cooperatori Salesiani.

DIO vuol dunque glorificare questo suo Servo fedele anche in terra, come speriamo abbia fatto in cielo. Egli ne sia benedetto dal più profondo dei cuore, e ne sia pur ringraziata la dolce nostra Madre e Patrona, Maria Santissima Ausiliatrice.

La cara Notizia ci è giunta mentre questo numero era già in macchina e in parte stampato. Rimettiamo quindi al prossimo numero i particolari della gioconda comunicazione.

Il Sistema educativo di D. Bosco

IV. Il gran segreto.

GEsú CRISTO venne sulla terra per rialzarci dalla caduta originale e ricondurci a quella perfezione primitiva, di cui potevamo sentire il rimpianto in fondo al cuore ma non mai ritrovare le tracce. E questa grand'opera di riparazione la compì col mistero dell'incarnazione, cioè con l'unione della natura divina con la natura umana, e la perfezionò con l'istituzione della SS. Eucaristia.

Gesù infatti non si contentò di unirsi ipostaticamente alla natura umana assunta, cioè di formare con essa un'unica persona, ma volle anche sancita un'unione reale con tutti quanti gli uomini, affinchè da Lui, che è Via, Verità e Vita, tutti imparassero direttamente il sentiero e le verità celesti e a vivere della vera vita. Ciò fece coll'obbligarli ad accostarsi alla S. Comunione.

Or quale dev'essere la nostra vita?

La vita del cristiano, o cari Cooperatori, non può essere la sonnolenza del regno minerale, le cui fasi s'intuiscono appena coi secoli, come non può essere la vita del regno vegetale od animale, chè l'uomo non può limitarsi a vegetare come le piante, nè contentarsi del livello dei bruti. L'uomo ha un'anima immortale, creata e redenta da Dio, i cui destini non sono men nobili in questa che nell'altra vita; perciò egli deve vivere quella vita soprannaturale che ha per autore il Verbo, che è quanto dire partecipare alla vita divina.

Possiamo noi non curarci del soprannaturale limitandoci al naturale, e accettare lo stato di natura ripudiando quello di grazia? No! davvero; il Verbo

Divino ha unito strettamente i due ordini, e l'uomo non può certo separarli rinunziando a quell'ulteriore perfezionamento, per il quale, ci piace ripeterlo, noi abbiamo nella Eucaristia il mezzo più efficace. Dire il contrario sarebbe un attribuire alla creatura la facoltà di contraddire al Creatore, e calpestare sacrilegamente il più bel dono che ci ha fatto Iddio.

Ciò posto, è facile comprendere come l'educazione cristiana della gioventù non possa avere che questo scopo precipuo: indirizzare il fanciullo a vivere d'una tal vita soprannaturale. Pensare ed agire altrimenti non sarebbe più un destare le vergini facoltà del fanciullo per porle sulla vera via, ma un traviarle disgraziatamente nel periodo più importante della vita. Pel contrario è cosa evidente che quanto più sagge ed efficaci saranno le industrie per affezionare le tenere anime alla vita soprannaturale, tanto più perfetto dovrà dirsi il sistema di educazione.

In questo D. Bosco fu e resterà sempre ammirabile.

« Miei cari, egli scriveva ai giovani nel 1847, io vi amo tutti di cuore e basta che siate giovani perchè vi ami assai... Difficilmente potrete trovare chi più di me vi ami in Gesù Cristo e più desideri la vostra vera felicità (1) ».

D. Bosco voleva che le anime prediligessero Gesù Cristo e fin dagli anni primi della loro esistenza: per questo cercava di trarre al Divin Sacramento schiere di giovani, dimentico di ogni altra cosa: Da mihi animas, caetera tolle! Questo fu il pensiero e la sete dell'anima sua, questa l'unica preoccupazione di tutta la sua vita. L'amor suo pei giovani trasse alimento dall'amor suo per la SS. Eucaristia, come l'amor suo per la SS. Eucaristia si manifestò nel guadagnar anime a Gesù Cristo.

Oh! quante volte predicando, nel descrivere l'eccesso dell'amore di Gesù per gli uomini, piangeva lui e faceva piangere gli altri per santa commozione. Anche in ricreazione, parlando talvolta della SS. Eucaristia, il suo volto accendevasi di un santo ardore e diceva ai suoi giovani

Cari giovani, vogliamo essere allegri e contenti? Amiamo con tutto il cuore Gesù in Sacramento.

E alle sue parole quelli sentivansi tutti compenetrati della verità della presenza reale di Gesù Sacramentato.

Similmente allorchè discorreva della Comunione sacrilega, lo faceva con tali accentì, che tutti si sentivano agghiacciare il cuore e concepivano un vero spavento di così enorme peccato.

Nessuno varrà poi a descrivere nè la sua gioia quando potè riuscire ad aver tutti i giorni un certo numero di giovani che per turno si accostavano alla S. Comunione, ne il suo zelo per raccomandare a tutti di conservarsi in tale stato di coscienza da potersi con il consiglio del confessore accostare alla santa mensa anche tutti i giorni. E non esitava punto a dare questa licenza a chi v'era bastevolmente disposto. Siffatta larghezza, che doveva ricevere ai dì nostri la più solenne sanzione dalla Chiesa, allora parve a taluni eccessiva e D. Bosco ne ebbe non poche recriminazioni; eppure, calmo e fiducioso, egli continuò nella sua santa impresa.

Ripieno di questo spirito, non potè fare a meno di scrivere nelle brevi pagine sul Sistema preventivo nell'educazione della gioventù quelle sapienti parole:

« La frequente Confessìone, la frequente Comunione, la messa quotidiana sono le colonne che devono reggere un edilizio educativo, da cui si vuole tener lontano la minaccia e la sferza. Non mai obbligare i giovanetti alla frequenza dei santi Sacramenti, ma soltanto incoraggiarli e porgere loro comodità di approfittarne... (1) »

E ancora:

« Si tenga lontano come la peste l'opinione di taluno che vorrebbe differire la prima Comunione ad un'età troppo inoltrata, quando per lo più ìl demonio ha preso possesso del cuore di un giovanetto a danno incalcolabile della sua innocenza. Secondo la disciplina della Chiesa primitiva si solevano dare ai bambini le ostie consacrate che sopravanzavano nella Comunione pasquale. Questo serve a farci conoscere quanto la Chiesa ami che i fanciulli siano ammessi per tempo alla santa Comunione. Quando un giovanetto sa distinguere tra pane e pane, e palesa sufficiente istruzione, non si badi più all'età e venga il Sovrano Celeste a regnare in quell'anima benedetta. »

Sì ! il trionfo di Gesù Cristo nella mente e nel cuore della gioventù ecco l'ideale di D. Bosco nell'educazione, ed ecco il gran segreto degli abbondanti ; frutti raccolti. da lui in questo laboriosissimo campo.

Dopo tali insegnamenti, è forse necessario aggiunger parole?

« Egli è sempre comprovato dell'esperienza, conchiuderemo perciò con D. Bosco (1), che i più validi sostegni della gioventù sono il sacramento della confessione e della comunione. Datemi un giovanetto che frequenti questi sacramenti, voi lo vedrete crescere nella giovanile, giungere alla virile età e arrivare, se così piace a Dio, fino alla più tarda vecchiaia con una condotta che è l'esempio di tutti quelli che lo conoscono.

» Questa massima la comprendano i giovanetti per praticarla; la comprendano tutti quelli che si occupano dell'educazione dei medesimi per insinuarla ».

Cogliamo con gioia quest'occasione per raccomandare nuovamente agli stessi nostri Cooperatori la diffusione della pratica della Comunione frequente ed anche quotidiana.

« Se i mondani vi chiedono, dice S. Francesco di Sales, perchè vi comunicate sì spesso, dite loro che lo fate per imparare ad amar Dio, per purificarvi delle vostre imperfezioni, per liberarvi dalle vostre miserie, per consolarvi nelle vostre afflizioni, per avere un appoggio nelle vostre debolezze. Dite loro che due sorte di gente devono comunicarsi : i perfetti, perchè essendo bene disposti avrebbero gran torto di non accostarsi alla fonte di perfezione: i forti, per non divenir deboli: i deboli per divenir forti: i malati, affin di guarire: i sani, affine di non ammalarsi; e che quanto a voi, come imperfetto, debole, malato, avete bisogno di spesso comunicarvi colla perfezione, colla forza, col medico. Dite loro che quelli che non han molti affari mondani devono comunicarsi spesso, perchè ne hanno la comodità ; e quelli che hanno molti affari, perchè ne hanno la necessità; e che quegli che lavora molto deve mangiare carni sostanziose assai di frequente... Dite loro, che voi ricevete il Santo Sacramento per imparare a bene riceverlo, perchè non si fa guari bene un'azione, a cui l'uomo non si eserciti spesso ».

Fin qui il nostro glorioso Patrono.

E noi ad assecondare il vivissimo desiderio del regnante Pontefice circa la diffusione della pia pratica della Comunione quotidiana, promettiamo ai nostri lettori di presentare loro coordinati, in un prossimo numero, tutti gli atti emanati dalla Santità di Nostro Signore Papa Pio X unicamente a così salutevolissimo fine.

(1) Queste parole, che si leggono nella prima edizione del Giovane provveduto (Torino, Tipografia Paravia e Comp., MDCCCXLII) e che forse per sentimento d'umiltà vennero temperate nelle seguenti edizioni, ci rivelano ben chiaramente le profonde aspirazioni dell'anima apostolica del nostro Fondatore.

(1) Non è gran tempo (la nota è pur di D. Bosco) che un ministro della Regina d'Inghilterra visitando un Istituto di Torino (precisamente l'Oratorio Salesiano) fu condotto in una spaziosa sala dove facevano studio circa cinquecento giovanetti. Si meravigliò non poco al rimirare tale moltitudine di fanciulli in perfetto silenzio e senza assistenti. Crebbe ancora la sua meraviglia quando seppe che forse in tutto l'anno non avevasi a lamentare una parola di disturbo, non un motivo di infliggere o di minacciare un castigo.

- Come è mai possibile di ottenere tanto silenzio e tanta disciplina? dimanda: ditemelo. E voi, aggiunse al suo segretario, scrivete quanto vi dice.

- Signore, rispose il Direttore dello Stabilimento (D. Bosco medesimo) il mezzo che si usa tra noi, non si può usare fra voi.

- Perchè?

- Perchè sono arcani soltanto svelati ai cattolici.

- Quali ?

- La frequente Confessione e Comunione e la messa quotidiana ben ascoltata.

- Avete proprio ragione, noi manchiamo di questi potenti mezzi di educazione. Non si può supplire con altri mezzi?

- Se non si usano questi elementi di religione, bisogna ricorrere alle minacce ed al bastone.

- Avete ragione ! avete ragione ! O religione, o bastone ; voglio raccontarlo a Londra.

(1) G. Bosco - Vita del giovanetto Savio Domenico, pag. 70-71.

PER IL GIUBILEO DEL SANTO PADRE PIO X

SIAMO lieti di comunicare ai nostri lettori il Programma delle manifestazioni religiose pel Giubileo Sacerdotale del S. Padre, proposto a tutto il mondo cattolico dal Comitato Centrale.

I. Raccolta dell'obolo dell'amor filiale, quale elemosina della Messa, da offrirsi al S. Padre nel giorno del suo Giubileo.

Il. Congresso internazionale di rappresentanti di tutte le associazioni giovanili.

III. Pellegrinaggio internazionale a Roma delle associazioni medesime in occasione del Congresso suddetto.

IV. Offerta di un Calice d'oro da presentarsi al S. Padre quale omaggio dei giovani cattolici di ogni nazione e da servire per la Messa giubilare.

V. Opere permanenti a favore specialmente della gioventù da promuoversi ovunque in memoria della fausta ricorrenza.

VI. Istituzioni per l'assistenza religiosa, morale, civile degli emigranti.

VII. Raccolta ed esposizione relativa di paramenti sacri e di oggetti di biancheria sopratutto di uso quotidiano, da mettersi a disposizione del S. Padre a favore delle Chiese povere; raccolta da farsi per parte delle Associazioni e degli Istituti femminili, specialmente di giovani.

Il Comitato Centrale torna inoltre a raccomandare che si moltiplichino in tutti i paesi le preghiere più fervorose per il Papa e la S. Chiesa, e che si organizzino pellegrinaggi di persone di ogni età e di ogni classe sociale, a Roma, centro del mondo cattolico.

Riguardo all'Obolo per la Messa Giubilare il Comitato scrive:

Per la fusta circostanza del Giubileo Sacerdotale il Comitato vuol deporre ai piedi della Santità Sua la raccolta dell'obolo dell'amor filiale quale elemosina della flessa da offrirsi al S. Padre nel giorno del suo Giubileo.

Ouesta raccolta dovrà riuscire degna del Personaggio e della circostanza che si festeggia. E perciò al fine di renderla tale, noi insistiamo che tale raccolta venga fatta in ogni parrocchia in modo che niuno dei fedeli, magari coll'offerta di soli 5 centesimi, manchi all'onorevole appello.

E noi - applaudendo alla nobile iniziativa - insistiamo vivamente presso tutti i nostri cooperatori e le zelanti nostre Cooperatrici, perchè non solo rispondano lietamente alla domanda dell' Obolo per la Messa Giubilare del S. Padre, ma anzi, potendo, se ne facciano presso i loro parenti e conoscenti alacri e indefessi promotori.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'INDULGENZA PLENARIA:

ogni mese:

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno; - 2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza.

dal 10 agosto al 10 settembre:

1) il 15 agosto, Assunzione di Maria SS.ma; 2) il 16 agosto, S. Rocco confessore;

3) il 25 agosto, festa del Purissimo Cuor di Maria; 4) l'8 settembre, Natività di Maria SS.ma.

Inoltre: ogni volta che essendo in grazia di Dio (senza bisogno di accostarsi ai SS. Sacramenti o di visita a qualche Chiesa) reciteranno 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità ed un altro Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, lucreranno tutte le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella.

Il Congresso di Faenza

L'ULTIMO GIORNO (1).

(27 aprile).

Adunanza particolare.

IL tema delle discussioni della terza ed ultima riunione delle Sezioni del Congresso, fu la fondazione e l'incremento delle Scuole di Religione conforme ai desideri ripetutamente espressi da S. S. Papa Pio X.

Sono presenti parecchi Ecc.mi Vescovi e sale al banco della presidenza Mons. Cazzani Vescovo di Cesena, salutato da lunghi applausi dei congressisti, dei quali ha saputo cattivarsi l'ammirazione e l'affetto.

L' aula è più popolata degli altri giorni. Prende per primo la parola il salesiano D. Munerati, il quale legge una dotta relazione sui progressi della scuola di religione di Parma e sui criteri adottati per far fiorire l'opera.

Mentre egli parla, Mons. Cazzani nota gli argomenti sui quali i Congressisti domandano di parlare e, finita la relazione, si principia la discussione più elevata fra quante ne ha tenute il Congresso.

Mons. Nardone raccomanda vivamente come mezzo opportuno ad attirare i giovani studenti alle scuole di religione l'aggiungervi, come premio, delle ripetizioni in preparazione agli esami e delle scuole di lingue estere.

Mons. Muriana parla dell'operato in Torino e raccomanda la diffusione di circolari stampate ai genitori, poiché, altrimenti, ignorando essi l'esistenza delle scuole di religione non si approfittano del mezzo più adatto a salvare la fede dei loro figli.

Il rev. D. Merisio di Milano fa un ben meritato elogio del sistema tenuto nella Metropoli Lombarda, dove una lunga tradizione rende forse più facile l'attirare i giovani studenti al Catechismo.

Mons. Cazzani invita a parlare altri congressisti convenuti da varie città italiane, e tutti portano il tributo della loro esperienza lasciando il Congresso non meno edificato del loro zelo che persuaso della necessità ed anche della possibilità di emularne gli esempi.

Sorge quindi la questione se si debbano ammettere alle scuole di religione giovani, i quali non siano praticanti e forse sono miscredenti.

Il Congresso è di parere favorevole, ma su proposta di Mons. Cazzani si aggiungono alle deliberazioni queste importanti parole : « purchè i giovani miscredenti non vengano a fare propaganda delle loro idee ».

Di qui una discussione intorno all'opportunità di permettere ai giovani di proporre delle difficoltà in iscuola. Si stabilisce che le difficoltà possono farsi a voce od in iscritto a scelta dei giovani ed il maestro vi risponda preferibilmente in privato, usando la dovuta prudenza nel rispondere in pubblico.

Il Congresso si mostrò pure favorevole alla separazione degli studenti propriamente detti dagli operai, pei quali dovrebbero istituirsi scuole apposite e la maggioranza non approva in massima il metodo seguito da alcuni di ammettere giovani studenti delle classi elementari nelle scuole istituite per giovani più maturi.

Si discusse anche dei mezzi più acconci affili di trovare i fondi necessari per sopperire alle spese. I congressisti ascoltavano attentamente le osservazioni preziose fatte da molti direttori di scuole di religione e pur ritenendo inopportuno di imporre sempre una tassa d'iscrizione riconobbero il valore delle ragioni in contrario addotte da Mons. Muriana. In Torino infatti si esige una tassa di 5 lire per l'iscrizione. « È vero, disse Mons. Muriana, che con ciò si perde qualche scolaro, ma si può ovviare all'inconveniente con opportune dispense dalla tassa e intanto si ottiene che i genitori difficilmente scusino i figli dall'intervenire ad una scuola per la quale hanno pagato, e si ha anche una scolaresca più omogenea. » Del resto la tassa è restituita in forma di premi ed in qualche scuola - al dire di un congressista - si ripartisce ai più assidui, i quali così sono in certo modo premiati dai loro stessi compagni meno diligenti.

Riguardo ai metodi si deliberò di procedere gradatamente senza dimenticare la Storia Sacra e la Storia della Chiesa.

Il P. Strinkland di Firenze propose che si rediga un programma didattico unico da adottarsi in tutte le scuole di religione e ciò non solo per assicurare lo svolgimento di tutta la materia, ma anche per favorire coloro che cambiando domicilio, cambiano scuola. Il Congresso accogliendo questa proposta, incaricava uno dei congressisti di fare i passi necessari presso l'autorità ecclesiastica per la compilazione del programma prima della riapertura delle scuole nel prossimo ottobre.

Era stato deciso al principio dell'adunanza di parlare anche dei libri di testo, dei quali si bramerebbe una bibliografia ragionata con un breve giudizio sul valore didattico dei singoli libri. Si doveva pure discutere sull'insegnamento del Catechismo agli operai, e sopra altri argomenti non meno importanti, ma stante l'ora tarda si dovette rimettere queste ed altre questioni ad un prossimo Congresso.

Ultima adunanza generale.

Al canto dell'inno del Congresso entrano gli Eccellentissimi Vescovi intervenuti. Assumono la presidenza l'Ecc.mo Mons. Arcivescovo di Ravenna e il venerando Vescovo di Faenza. L'aula è gremita, e molti congressisti son costretti a rimanere addossati alla soglia e nel vasto cortile dell'Istituto.

Aperta l'adunanza, il rev. D. Luigi Orione di Tortona riferisce bellamente sulla frequenza dei SS. Sacramenti negli Oratori Festivi e Scuole di Religione mostrandone l'assoluta necessità, poichè nei giovani si venga a formare quella vera vita cristiana di cui oggi più che mai sentesi grande il bisogno.

Grandi applausi accolgono l'ornata parola dell'illustre oratore.

Il parroco D. Pasi, Segretario generale del Congresso, comunica moltissime altre adesioni e parla applauditissimo su gli oratori femminili.

D. Trione dà relazione di quanto si è fatto, specie nelle adunanze di sezione, e propone vari applausi tra cui uno entusiastico alla stampa, che, egregiamente rappresentata, non meno egregiamente si prestò per un esatto e pronto servizio di corrispondenza.

Presentato dal Conte Zucchini sale alla tribuna il Marchese Crispolti, salutato da vivi applausi. Parla dell'Educazione dei ragazzi del Popolo. Ci duole che la tirannia dello spazio non ci permetta di riferire per intero il discorso del valoroso oratore.

Il sig. A. Poesio, presidente del Circolo del S. Cuore in Roma, parla della necessità dei Circoli giovanili a compimento degli stessi Oratori festivi.

Qual è dunque la causa, egli si domanda, per cui il massimo numero dei giovani dai sedici anni in poi disertano gli oratori? Vi è chi dice: è il rispetto umano che comincia a farsi sentire; altri asseriscono: sono le passioni incipienti che assorbono e soffocano il sentimento religioso; altri affermano che sono i cattivi compagni e gli scandali; altri sostengono che sono gli allettamenti e le attrattive del mondo a cui il cuore giovanile diventa più facilmente accessibile; altri son convinti che il deplorevole fatto è da attribuirsi alla diminuita forza della paterna autorità, alla mala influenza delle scuole medie atee, alla corruzione della stampa in generale e dei romanzi in particolare, all'ambiente sovversivo e malsano delle officine.

Ciascuna di queste affermazioni ha un fondamento di verità, e meriterebbe di essere illustrata, ma per la ferrea legge di brevità che mi è imposta sono costretto a trasvolare, dichiarando che, io intendo di trattare soltanto delle cause essenziali, mentre quelle debbono considerarsi cause accessorie e secondarie.

Sono convinto che nessuna delle cause testè enumerate basterebbe a strappare i giovani dagli oratori e dalle scuole di religione, se nel cuore dei giovani non nascessero alcuni sentimenti ed aspirazioni che costituiscono quasi un bisogno irresistibile della gioventù moderna.

La conseguenza che si deduce logicamente si è che ormai s'impone la necessità di perfezionare, d'integrare l'azione degli oratori festivi, aggiungendovi nuove forme di ordinamenti adatti ai giovani più grandicelli, di crearvi, in altri termini, come opere complementari, delle associazioni giovanili che corrispondano alle esigenze moderne.

Nè si dica che queste nuove forme di ordinamenti, queste associazioni complementari esorbitino dai confini segnati all'Opera degli oratori festivi, di guisa che lo studio di esse e la cura della loro istituzione non rientri nella sfera di attività di coloro che sono preposti agli oratori e che ne zelano la diffusione.

Le discussioni avvenute nelle Sezioni di questo Congresso hanno luminosamente dimostrato che tale asserzione non potrebbe essere sostenuta.

Che cosa è infatti, o Signori, l'Opera degli oratori festivi, nella sua essenza, se non un metodo, un sistema appropriato ai tempi per attirare la gioventù ed educarla alla fede ed alla pratica della religione? E i mezzi e le forme che si adottano per raggiungere l'intento devono considerarsi, come elementi occasionali, accessori, soggetti a variare secondo le esigenze del luogo, del tempo e dell'ambiente sociale, ed anche secondo l'età dei giovani.

E siano ai discorsi di chiusa.

Il sig. D. Rua, visibilmente commosso, dice di compiacersi assai dell'esito felice del Congresso, si rallegra della buona volontà di lavorare a vantaggio della gioventù dimostrata da tutti i congressisti, e spera che le preghiere dei fanciulli accolti negli Oratori e nelle Case Salesiane di tutto il mondo ottengano dal Signore la grazia di mettere in pratica quanto si è deliberato.

Il Conte Zucchini prende anch'egli la parola per rilevare che la forza proviene dall'unione, e stimola tutti a mantenerla per ottenere sicuri risultati. Ringrazia il venerando Mons. Vescovo Diocesano a cui lo legano tanti vincoli di santo affetto, poi gli Eminentissimi ed Eccellentissimi Cardinali, Arcivescovi e Vescovi, che si degnarono con l'intervento e l'adesione rendere più solenne il Congresso. Conchiude facendo voti che Dio benedica le prese deliberazioni e mandando un evviva al S. Padre, tanto benemerito dell'insegnamento del Catechismo (prolungati applausi).

Le ultime parole furono dell'Ecc.mo Mons. Cantagalli, Vescovo di Faenza, il quale, con frasi che commossero tutti i presenti, disse che egli aveva goduto immensamente di trovarsi fra tanti giovani desiderosi di lavorare, egli che per la sua tarda età doveva credere quello l'ultimo Congresso al quale portava la sua benedizione. E l'assemblea, commossa e riconoscente, con una solenne ovazione significò all'Ecc.mo Presule i più caldi voti di lunga e florida vecchiaia.

Sua Ecc. ringraziò tutti i convenuti e più specialmente gli illustri Prelati che con tanto zelo si erano prestati al buon esito del Congresso. Chiuse impartendo la pastorale benedizione.

Così colla benedizione di uno dei più venerandi Pastori della Chiesa - quindi colla benedizione di Dio - terminava il III° Congresso degli oratori festivi e delle scuole di religione, svoltosi felicemente in un'intima e solenne armonia di cuori, di null'altro bramosi che di lavorare, e lavorare efficacemente, a salvezza delle nuove generazioni.

ORATORI FESTIVI

Lettere agli amanti della gioventù.

Giuochi e divertimenti educativi - Quali giuochi si devono evitare - Quali permettere - Quali promuovere - Partite di sfida - Notizie varie.

FINALMENTE posso richiamare nuovamente la vostra attenzione, o miei carissimi amici, su di un argomento importantisimo. Ricorderete senza dubbio, come allorquando allargai la cerchia di queste mie chiacchierate deliberando di farmi anche il portavoce di quanto di bello e di buono si sarebbe fatto negli o per gli Oratori, dichiarava che non avrei mancato, potendo, di con tinuare la trattazione degli argomenti più vitali per lo sviluppo e pel felice funzionamento degli Oratori medesimi. E questa volta sono con voi, appositamente per questo.

E inutile che spenda parole a dimostrarvi che per attirare e mantenere i giovani negli Oratori non vi è mezzo migliore dei divertimenti. I giuochi, le passeggiate, le recite, la ginnastica, costituiscono il pernio delle nostre opere; senza questi mezzi sarebbe difficile, se non impossibile, il raccogliere intorno a noi i giovani per formarne dei veri cristiani. Bisogna esser proprio persuasi che in un Oratorio i giuochi dovrebbero tenere lo stesso posto che, lo studio in una casa di educazione.

Ma non tutti i giuochi si prestano egualmente all'intento; di qui la necessità di scegliere, distinguendo i meri passatempi dai giuochi educativi. Quindi diamo la preferenza a quelli nei quali i giovani sono costretti a combattere l'egoismo, l'interesse, la codardia, ed altri difetti naturali, mentre sono di sprone ad esercitare la, fortezza, il coraggio e sopratutto lo spirito di sacrifizio.

I più esperti educatori sono concordi nell'al-fermare che i giovani più valenti nei giuochi sono anche i più studiosi ed i più dediti alla soda pietà. Nè ciò fa meraviglia a chi pone mente che il principio animatore della condotta di un giovane è identico in tutti e tre i casi. Ci vuole una vittoria sopra di se stessi non solo per trionfare contro le passioni, ma anche per riuscire nello studio, come per far vincere la propria parte in un giuoco.

Ora, a parte le particolari esigenze locali che vanno sempre calcolate, a mio credere:

I) Si devono evitare quei divertimenti che fomentano nei giovani lo spirito inondano quale si manifesta nelle bettole, nei caffè, ed in certi teatri; oppure diano ansa a vestire in modo men che modesto (come accade in certe società ginnastiche); ovvero servano d'occasione a far delle spese che appena si addicono a grandi signori, per es., comprando balocchi altrettanto costosi a procurare quanto a ripararne il delicato meccanismo.

Sopratutto son da bandire i giuochi d'azzardo.

II) Si possono permettere, specialmente durante l'estate e negli oratori i quali non dispongono di vasti locali, i giuochi tranquilli. Però si ricordi che i giuochi tranquilli lasciano troppo tempo alla conversazione, dànno luogo a frequenti e pericolosi litigi, e sopratutto hanno il difetto di riposare troppo il corpo, mentre affaticano la mente: per cui non potendo interdirli, nè tutti, nè sempre, si sappiano prevenire gli inconvenienti di simili giuochi col promuoverne altri i quali abbiano le qualità opposte.

III) Si devono promuovere i giuochi che occupano ed interessano un gran numero di giovani allo stesso tempo, che servano a svilupparne le forze fisiche senza stancarli soverchiamente e che li obblighino a vincere la loro naturale indolenza.

Sono preferibili i giuochi, nei quali i giovani sono divisi in due campi o partiti scelti da due capitani, perchè così i giuocatori sono stimolati ad ubbidire al capitano, a sacrificarsi per la propria parte e sopratutto a durarla costanti per riportar la vittoria. E utilissimo il far distribuire dai capitani un distintivo, preferibilmente una sciarpa a tracolla, di colore, onde i giuocatori della stessa parte si riconoscano tra di loro.

É poi un errore il credere che la moltiplicità dei giuochi serva al buon andamento di un Oratorio; giova assai più promuovere un giuoco che richieda tempo affinchè i giuocatori diventino valenti ed esperti, sia individualmente, sia collettivamente. L'emulazione destata da tali giuochi fa sì che il giuoco sembri sempre nuovo e l'interesse destato il primo giorno non venga meno.

Il giuoco che meglio riunisce tutte le doti enumerate è senza dubbio il giuoco del « foot-ball » che gli antichi fiorentini chiamavano « il giuoco del calcio.» Ha il solo difetto di richiedere un piazzale, più vasto di quello che abbiano la maggior parte degli Oratori.

Dalla scelta poi dei giuochi dipenderà la ripartizione dei giovani in classi e la divisione del piazzale o cortile tra i giuocatori. Potendo e volendo promuovere i grandi giuochi d'insieme riesce poco opportuna la suddivisione dei giovani in classi o sezioni distinte, come pure il suddividere il piazzale tra le varie sezioni. Si tolgono però molti inconvenienti derivanti dall'avere sezioni fisse e prestabilite di giovani, molti dei quali colla loro assenza rendono difficile il divertimento degli altri.

Quando i giovani si sono bene addestrati nel foot-ball od in un altro giuoco simile, sarà bene scegliere una squadra alla quale si daranno alcuni privilegi - sopratutto quello di rappresentare l'oratorio nelle partite di sfida con altri oratori o società ginnastiche. - Non v'è forse mezzo più efficace delle sfide, per dare ai giovani quello spirito di corpo che giova ad istillare lo spirito di famiglia ed a promuovere una tradizione propria in un Oratorio.

Chiudo questi pochi consigli con una importantissima raccomandazione. I divertimenti son l'anima degli oratori; quindi, come ho detto, si promuovano alacremente. Ma guai se venisse a mancare la dovuta vigilanza! Una disgrazia disperderebbe in un attimo tutte le fatiche da voi sostenute.

Credete, amici miei, tutti son pronti a battervi le mani quando vedono che lavorate pei giovani; ma se, anche per pura disgrazia, un tristo accidente venisse a turbare i lieti giuochi animati dei vostri ragazzi, i più vi griderebbero subito la croce addosso dimenticando i vostri sudori e le vostre fatiche, e tutti comincerebbero a guardare con diffidenza l'Oratorio. Quindi, attenzione e vigilanza! credete al vostro

D. Simplicio.

Notizie varie. - Conchiusa questa mia, mi son giunte varie notizie dai cari Oratorii ; se le avessi avute prima, certo avrei dato loro la precedenza, tuttavia non intendo trascurarle.

Ad Alessandria l'anno 1907 rimarrà uno dei più memorandi. L'Oratorio non potrebbe essere maggiormente stimato dalla cittadinanza ; nè più regolare potrebbe essere l'affluenza dei numerosi alunni. A stimolo dei più assidui, ultimamente si è iniziata una scuola di musica istrumentale, per la quale con grand'affetto presta la preziosa opera sua l'egregio maestro Toffolo.

A S. Pier d'Arena e a Faenza ebbero luogo solenni premiazioni.

A S. Pier d'Arena la cerimonia fu preceduta da un relativo discorso detto con enfasi dall'egregio avv. Giuseppe Dellepiane.

A Faenza intervennero alla festa tutto il Clero locale con a capo Mons. Vescovo, il Comitato delle Dame Patronesse e molti signori e signore. Parlarono , entusiasmando , il rag. A. Rossini, il Direttore e il venerando Vescovo Mons. Cantagalli. Quindi si procedette alla premiazione. Primi ad esser premiati furono i 4o giovani della Società filarmonica, quindi i 70 della Fert, alle quali Società furono pure solennemente consegnati i diplomi e le medaglie conseguite nel Concorso di aprile: vennero poscia per ordine i quasi duecento giovanetti delle varie categorie e classi. I premiti, consistenti in tagli di vestiti, scarpe, libri e oggetti varii, rappresentavano il valore di oltre mille lire. Avanti sempre con coraggio , amici carissimi.

Altre notizie, pervenute all'ultimo momento, al prossimo numero.

Tra gl'Italiani all'Estero.

DA NEW YORK.

La nuova Società Pio X. - La Conferenza « San Vincenzo de' Paoli » della Parrocchia della Trasfigurazione.

Una nuova opera importantissima a totale benefizio degli Emigrati italiani è la Società recentemente costituita a New York per opera dei Salesiani. A comprendere tutta l'importanza della nuova istituzione è necessario il riferire i pochi articoli organici dello Statuto.

Art. 1 Questa Società sarà conosciuta col nome di Società Pio X.

Art. 2. Essa avrà per iscopo di preservare e difendere la religione cattolica fra gli Italiani emigrati negli Stati Uniti.

Art. 3. La Società cercherà di ottenere questo fine colla diffusione della buona stampa, col promuovere adunanze di propaganda cattolica, coll'istruire la gioventù nel catechismo e coll'aiutare il Parroco in tutte. le opere che egli promuove per la salute delle anime.

Art. 4. Questa società non ha restrizione a località o persone; ad essa può appartenere chiunque professi e pratichi la religione cattolica.

Art. 5. In qualsiasi parrocchia si troveranno almeno venti soci, si potrà istituire una Sezione speciale col titolo da loro scelto, dipendente sempre dalla Sezione Centrale, già stabilita nella città di New York.

Art. 6. Ogni Sezione parrocchiale, autonoma ne' suoi regolamenti speciali, avrà un presidente, un vice-Presidente, un Tesoriere, un Segretario e quel numero di consiglieri che crederà opportuno di eleggere.

Art. 7 La Sezione centrale avrà un Direttore spirituale, un presidente, un vice-presidente, un tesoriere, un segretario di corrispondenza, un segretario di finanza e tre curatori. Detto Consiglio verrà eletto dall'Arcivescovo di New York.

Art. 8. Le elezioni saranno fatte nella prima settimana di dicembre per le sezioni Parrocchiali, ogni due anni per la Sezione Centrale.

Art. 9. La Sezione Centrale terrà le adunanze una volta al mese e quante volte il Presidente lo crederà necessario.

Art. 10. Ogni Sezione parrocchiale si radunerà una volta al mese per riscuotere la tassa di dieci soldi mensili e discutere su quanto può servire allo scopo della Società.

Art. 11. La Società si radunerà in assemblea generale una volta all'anno e quando la maggioranza delle sezioni parrocchiali lo desideri.

La nuova associazione venne accolta con plauso non solo dagli italiani residenti a New York, ma anche di molte altre colonie italiane.

La Conferenza italiana della nostra Parrocchia della Trasfigurazione (29-31 Mott Street - New York) della Società di S. Vincenzo de' Paoli, nel resoconto delle opere di beneficenza compiute durante il primo trimestre del 1907 a pro' degli italiani indigenti, ammalati o disoccupati, ha i seguenti dati:

« Dato in buoni da convertirsi in commestibili dollari 131,00.

» Dato in contanti ad indigenti e per l'affitto di casa per un mese ad una famiglia povera, dollari 31.00.

» Dato per scarpe, carbone e medicine, dollari 10.00.

» Totale: dollari 172.00.

» La conferenza ha regolarmente sussidiato 1 i famiglie povere, composte nell'insieme di 41 persona, e tale sussidio fu mandato, casa per casa, ogni settimana per mezzo dei membri della Conferenza.

» I suddetti membri hanno fatto 150 visite a poveri ed ammalati... »

La Conferenza della Trasfigurazione per poter meglio aiutare gli Italiani ha istituito l'Ufficio del Segretariato del Popolo, di cui facemmo parola.

In poche settimane di vita il Segretariato del Popolo si è affermato come non si poteva sperare; l'eco dell'opera sua si ripercosse in ogni famiglia cristiana e molti che avevano bisogno di consiglio, di protezione e di aiuto, ricorsero non invano alla nuova istituzione.

Nei primi tre mesi della sua fondazione il Segretariato ha procurato lavoro a ben 18o Italiani disoccupati, come la detta Conferenza ha procurato a proprie spese l'imbarco ad un povero italiano bisognoso di tornare in patria.

La sede dell'Ufficio del Segretariato è al 31 Mott Street-New York.

DALLE MISSIONI

Patagonia Settentrionale

Una missione di 8 mesi.

ABBIAmo appreso che il nostro confratello D. Andrea Pestarino sul principio di maggio tornava a Viedma da un'escursione apostolica durata otto mesi. Era partito pel campo sul principio di settembre u. s.

Numerosissimi furono i punti da lui visitati nei distretti di Viedma, S. Antonio, Sierra Grande, Valcheta, El Cuy, Conesa, Colonia Frias, Cubanea e S. Savier, percorrendo 820 leghe, cioè oltre 4000 chilometri.

Colla grazia di Dio i frutti di questo viaggio furono assai rilevanti, cioè:

84 battesimi d'indigeni dell'età di sette ad otto anni;

238 battesimi d'indigeni minori ai 7 anni; 103 battesimi di bianchi;

in tutto 425 battesimi.

Inoltre 450 cresime;

25 prime comunioni;

432 altre comunioni;

47 matrimoni d'indigeni e 12 di bianchi.

Le fedi dei battesimi e delle cresime amministrate, nonché dei matrimoni celebrati, furono trascritte nei libri parrocchiali. di Viedma.

Non ci è ancora pervenuta in proposito altra notizia.

Francesca Nancuhuè.

Pubblichiamo uno dei commoventi episodi di cui, grazie a Dio, abbondano le Memorie delle nostre Missioni in Patagonia. La buona Francesca vive tuttora, sposa e madre felice. Come è vero che il Signore è buono con quelli che lo cercano e che il suo santo amore è sorgente di benedizioni e di grazie!

MISURA che si avanzano le schiere argentine attraversando le valli del Rio Negro, del Neuquén e del Chubut, gli indii o cadevano combattendo, o fuggivano verso le folte boscaglie della Cordigliera o verso i solitari deserti del Sud.

I Missionari Salesiani ricorrevano intanto tutte le sponde di quei fiumi, in cerca di quegli esseri disgraziati per istruirli, battezzarli, benedirne i matrimoni e comunicar loro a poco a poco i benefizi della civilizzazione cristiana.

Un gruppo di queste famiglie si era rifugiato alle. falde della Sierra Colorada, in un punto quasi sconosciuto, senza sentieri, e senza alcuna comunicazione con le altre tribù.

Il padre e la madre di Francesca avevano visto e udito i Missionari e ricevuto il S. Battesimo, per cui ripetevano alla figliuola quello che si ricordavano, di Dio, dell'anima, del Paradiso per i buoni e dell'inferno per i cattivi.

La figlia intanto cresceva semplice ed affezionata ai suoi genitori, ma insieme andava crescendo ncl desiderio di vedere i Missionari, udire la loro parola, istruirsi e ricevere il S. Battesimo.

- Fatta cristiana, ella diceva, non avrò più paura di gualicho (il demonio) e, morendo, andrò con Dio, a veder la gloria del cielo.

Al principio del 1899 Francesca compiva i 18 anni, e i suoi la promettevano in isposa ad un rozzo ma robusto giovanotto cileno. Ed ella consentì ad essere sua sposa, ma a patto che insieme con lui sarebbe andata a trovare i Missionari, ed ella si sarebbe fatta cristiana, per potersi unir bene in matrimonio, come avevano fatto i suoi genitori. Difatti sul finir di novembre del 1900 essi arrivavano a Viedma in cerca dei Missionari, insieme con alcuni cavalli magri ed affamati. Lei, Francesca Nancuhué, vestiva il semplice abbigliamento delle indie, uno scialle e ninnoli d'argento le pendevan sul petto. Lui, Lorenzo Colihuinca, vestiva il poncho, un cappellaccio e gli stivaloni dei gauchos, con l'immancabile nerbo in mano.

Scambiate alcune parole con alcune buone persone che incontrarono nell'appressarsi alla capitale, la sposa si diresse al Collegio delle Figlie di Maria Ausiliatrice e lo sposo in cerca del Parroco.

Suor Teresa, l'incaricata di accudire maternamente i poveretti e i disgraziati dei dintorni, in particolar modo gli indii del campo, accolse la giovane india con somma benevolenza e le domandò:

- Donde vieni?... Come ti chiami?... In qual cosa posso compiacerti?...

- Mi chiamo Francesca, rispose ella con un linguaggio mezzo indio e mezzo spagnuolo; venire per farmi cristiana e benedire mio matrimonio. Mio padre e mia madre esser cristiani, io infedele no! no!... Mia madre dirmi sempre... esser io sempre infelice, soffrir molto, se non farmi cristiana e non benedire mio matrimonio...

- Ma donde vieni?... replicò la Suora.

- Ah! motlo di lontano, molto di lontano!..,

Aver fatto molto cammino... Aver camminato 14 giorni cogli animali; poi otto giorni esser rimasta ferma per la morte di un cavallo sfinito, poveretto!... Poi mancar cibo, mancar acqua!... ah! molto sofferto... e camminare, camminare... ed essere giunta solo adesso.

- E come si chiama il luogo donde vieni?

- Non sapere come dirlo con voce spagnuola. Io star lassù... lassù... molto addentro alla Sierra Colorada! Ma, ascolta Suora, aver bisogno di far tutto oggi; mio marito volere partire domattina, non aver qui nè cibo pei cavalli nè luogo alcuno per ritirarli.

- Sarà ben difficile che possa far tutto in così brev'ora. Per ricevere i Sacramenti bisogna prepararvisi, figlia mia, e ciò non si può fare in un giorno.

- Ah!... non sapere cosa essere i Sacramenti ; unica mia brama, questa: voler essere cristiana per cacciar gualicho... e morendo andar insieme con Dio alla gloria.

- Sì, sì, non aver paura: si farà tutto. Ma dopo tanti sacrifizi per arrivare fin qua, credo che non lascerete di fare il possibile per fermarvi almeno otto giorni per prepararvi a far le cose meno male. Guarda, Francesca, fa così: va, cerca il marito e digli che si presenti al sig. Parroco per manifestargli le difficoltà che egli ha di fermarsi. Ascoltami, se cerchi davvero Dio e se vuoi che Dio ti prenda per sua figlia, tu devi esser umile ed ubbidiente e metterti nelle mani del sacerdote, che è il Ministro di Dio, poichè nel suo nome egli ci dispensa la grazia dei Sacramenti.

- Come aver detto ? il sacerdote?!... Non capire...

- Il Missionario!...

- Ah! bene, il Missionario!... Sì, sì, addio! - Arrivederci poi dopo, buona Francesca.... E fu accompagnata dal Missionario.

Al Missionario però non fu la cosa più facile il persuadere il marito a fermarsi; anzi poco mancò, che tutte le buone disposizioni andassero in fumo. Pareva che il demonio, proprio in quella circostanza, avesse riunito tutte le sue forze per impedire la felicità di due anime, che con tanta rettitudine, specialmente la sposa, cercavano Dio.

Ma la buona Francesca, a sera, tornò finalmente dalle Suore, e non appena ebbe veduto Suor Teresa, con trasporto di gioia le disse:

- Suora, Iddio volere a me molto bene; mio marito fermarsi otto giorni, i cavalli andare a riposare nella fazenda dei Missionari ed io venir qui! Ah! Suora, tu insegnar tutto a me, poi il Padre far me cristiana, far figlia di Dio... Ah! bello, Suora, bello ! e cominciava a piangere di tenerezza.

In questi luoghi di Missione, in cui si sente tanto la mancanza di fede e l'indifferenza per le cose di religione, il nuovo caso non poteva non impressionare la Suora, la quale, dissimulando a stento la sua commozione, diceva affettuosamente all'india:

- Ma se tu sei contenta, non devi piangere!... Dimmi, Francesca, il tuo sposo è cristiano?

- Sì... cristiano, cileno! Egli saper tutto... e non volere a me insegnar nulla!... Molto cattivo mio sposo... molto cattivo!,..

- Perchè ti lamenti? Se non sei contenta, avresti ancor tempo a porvi rimedio... Dipende da te.

- Mio padre, mia madre dir sempre:... Dio non volere cristiani cambiar marito... mio marito esser cattivo... perchè non esser io cristiana... Ma da molti anni desiderar d'esser cristiana... e non potere!...

- E come ciò?

- Perchè non ancora venuto il Missionario!...

- Come?... dalle tue parti non passò mai il Missionario ?...

- Non ancora, Suora!... E molti paesani volere esser cristiani e non potere... Io, fin da piccola, pregar sempre (e levava le mani al cielo): e Dio buono, mandar presto il Missionario l... » Ma esso non venire.

- Ma pure Iddio ha ascoltata la tua preghiera, conservandoti in salute e disponendo che tu potessi giungere alla casa centrale della Missione, dopo più di cento leghe di cammino. Avresti ben potuto morire!... Ti poteva anche succedere alcuna disgrazia nel viaggio!... E invece no!... Ringraziane quindi il Signore... Ma ora è tardi: ti aspetto di nuovo domattina e poi continuerai a venire due volte il giorno. Sei contenta?

- Come no?... Oh! bene, bene... grazie!

Francesca Nancuhuè fu fedele e tornò costantemente alle ore indicate. Tuttavia per la grande difficoltà che ella provava per la lingua e per la brevità del tempo, la Suora dovette contentarsi d'insegnarle, a furia di ripetizioni, solamente le cose più necessarie a sapersi: il segno della S. Croce, i principali misteri della nostra Santa Religione, il Pater Noster, l'Ave Maria, e qualche po' del Credo, dei Comandamenti e dei Sacramenti.

Desiderando la Suora che la buona Francesca vedesse alcune immagini sacre, la condusse nella cappella del Collegio.

L'india dapprima rimase estatica nel contemplare le colonne, i capitelli, la balaustrata, le pitture, l'altare di marmo, il S. Tabernacolo, i candelieri, il trono dell'esposizione del SS. Sacramento, l'immagine della Vergine circondata da teste di angeli e da santi, e poi, piena di meraviglia, esclamò:

- Che bella Signora!... quanta gente!... che esser tutto ciò!...

- Quella che tu vedi è la Vergine Ausiliatrice!

- Ah!... e che bimbo ha in braccio ?

-Gesù Cristo, il bambino Dio, come quando era piccino...

- Ah! e quella signora è sua madre!

- Sì, sì, la madre di Gesù, come diciamo nel Credo... che Gesù Cristo, figlio di Dio, nacque di Maria Vergine.

- Ah! figlio di Dio!... Ed io... fatta cristiana, anch'io figlia di Dio... mio fratello adunque!

Sì; mia buona Francesca, Gesù è nostro fratello, però a patto che siamo sempre molto buoni, che lo teniamo sempre nella mente e nel cuore... e che non lo scacciamo mai dall'anima col peccato.

- Ah! bene! io volere aver sempre qui nel mio cuore Gesù, mio fratello!

Vedendo su di un altarino la statua dell'Immacolata, domandò alla Suora:

- E quella chi è?

- È la medesima Vergine Maria che vedi là. l'india:

- Ma non ha il bambino.

- Qui è rappresentata da sola... come quando era giovinetta.

- Ah!.. Maria giovinetta...

Similmente fermandosi a contemplare la statua del S. Cuore di Gesù domandò chi fosse, e le fu risposto che rappresentava Gesù pieno d'amore per gli uomini.

Ed ella:

- Ah! sì, Gesù grande!...

- E questi che tiene il bambino fra le braccia? continuò a domandare alla Suora.

- Questi è il Padre adottivo di Gesù e si chiama S. Giuseppe.

- Padre... di Gesù? ...

- No, Dio Padre!.., ma S. Giuseppe, colui al quale Dio Padre affidò la custodia della Vergine Maria e del Bambino Gesù.

E Francesca

- Oh! bello!... Che bella cosa aver detto, o Suora!... S. Giuseppe, padrino del bimbo!...

In fondo alla cappella si vedeva un Crocifisso, di grandezza quasi al naturale. Alla sua vista la povera india rimase fortemente scossa. Non aveva mai visto, o non aveva mai fatto attenzione ad un quadro così straziante.

Sospirò e prese a dire fra sè:

- Povero! povero!... Soffrir molto!... Soffrir molto!...

- Ascolta, le disse la Suora, ascolta come è successo. Quel bambino che vediamo là in braccio alla Vergine Maria, giunto all'età di trent'anni si licenziò dalla sua madre per andare a predicare la dottrina del Cielo.... Egli fu il primo missionario...

- Oh! bello!... Gesù missionario!

- Egli insegnava a tutti ciò che dovevan fare perchè potessero seguirlo alla glori. Sanava gli infermi, risuscitava i morti, donava la vista ai ciechi, l'udito ai sordi; infine faceva bene tutte le cose, come sol può e sa farle un Dio. Ma gli uomini tristi, in luogo di convertirsi e credere in Lui, divennero più cattivi, e imprigionarono Gesù e dopo averlo fatto soffrir molto percuotendolo e coronandolo di spine, lo confissero sopra una croce, ove lo lasciarono morire. Ma Gesù era vero Dio, per questo Egli dopo tre dì risuscitò e salì al Cielo. Così appunto diciamo nel Credo... Ripeti il Credo, Francesca.

E la buona india prese a dire:

- Credo in Dio Padre onnipotente, ecc. ecc.

- Bene, per oggi basta, le disse la Suora. Domattina vieni per tempo, ascolterai la Messa e vedrai come pregano bene le bambine raccolte in questa casa.

E difatti, assai per tempo, all'indomani mattina, Francesca si trovò nella Cappella. Assistè a tutte le pratiche di pietà, cioè alla S. Messa, alle preghiere, alla S. Comunione. contemplando attentamente le bambine del Collegio e le Suore della Casa. Non era ancor finita la sacra funzione, che si avvicinò a Suor Teresa e le disse:

- Venir presto, Suora, venir presto; io aver qui molte cose da dirti.

- Lo pensava: vengo all'istante.

- No, no, io desiderare parlar molto qui nella cappella: vedere molte cose e non comprendere; da me capir nulla. Guarda, Suora; il Padre aprire quella porticina d'oro ed estrarre un oggetto molto risplendente.

- Sicuro! è là che si conserva la SS. Eucaristia, cioè Gesù Sacramentato, nostro Dio.

- Allora quella è la casetta di Dio?

- Sì, non ti rammenti? Ti ho ben detto che Dio si trova in ogni luogo, e Gesù si trova in Cielo e nel SS. Sacramento dell'altare.

- Oh! sì.

- Ebbene quello è l'altare, e là dentro il sacerdote conserva Gesù Cristo tutto pieno di amore per noi.

- E Gesù star sempre lì... povero Gesù!... anche di notte?...

- Sì; dovunque si trovi un sacerdote con alcuni buoni cristiani, ivi si trova Gesù. Di giorno, di notte egli sta nell'altare, cioè nel S. Tabernacolo per ricevere le nostre visite, ascoltare le nostre suppliche, consolarci, aiutarsi, essendo egli il nostro amico, il nostro fratello e il Salvatore delle nostre anime...

Il dì seguente Francesca non si recò più alla cappella delle Suore, ma presenti il suo sposo, il padrino e la madrina, la fortunata giovane riceveva il S. Battesimo. Gli angeli le facevano corona; Dio la vestiva dell'abito della grazia santificante, e l'innocenza la stringeva fra le sue braccia come un'amata sorella...

In seguito il Sacramento della Cresima la rendeva perfetta cristiana, e il vincolo santo del matrimonio la univa perpetuamente al suo Lorenzo.

Il giovanotto cileno, nonostante la sua rozzezza, mostrò di avere un cuore sensibile. Allorchè la sua diletta Francesca si presentò al S. Battesimo, egli, al vederla così piena di fede, e poi al riceverla sfavillante di angelica bellezza come sua compagna per tutta la vita, pianse di santa emozione.

Verso sera, Francesca si recò dalla Suora per congedarsi: aveva stabilito col suo marito di partire il dì seguente prima dello spuntar dell'alba.

La Suora la condusse al laboratorio delle fanciulle... e là, la nostra Francesca, non sapendo come trattenere in sè la gioia e la veemenza del gaudio che innondava la sua anima bella e innocente, senza alcuna soggezione, benchè fosse circondata da un centinaio di fanciulle, alzando gli occhi al cielo esclamò:

- Quanta grazia ho ricevuto! Dio voler molto bene a me!... Oh! io esser già cristiana... La Suora dirmi... l'angelo buono vegliare molto d'ora innanzi la anima mia... Ah! d'ora in poi io amar sempre, sempre, Dio!

E rivolgendosi alla Suora, le disse:

- Voi dire al Señor Obispo (a Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giovanni Cagliero, Vicario Apostolico), mandare Missionari fin là; io, cristiana, io ricevere Missionario in casa mia; io servire; poi chiamare i paesani e il Missionario insegnare ogni cosa bella e Dio... Non dimenticarlo, Suora...

Se fu tanta la pienezza della sua felicità per aver ricevuto i Sacramenti del Battesimo, della Cresima e del Matrimonio, che cosa avrebbe detto e fatto se fermandosi qualche altro giorno avesse potuto ricevere nel suo cuore Gesù, Sacramento di vita, amore e gloria eterna?

Oh! se tutti i Missionari, a conforto e ristoro in mezzo alle loro fatiche ed imprese apostoliche, ritrovassero sempre cuori così ben disposti a ricevere la grazia di Dio, come quello di Francesca!

Qualche tempo dopo, attorniato da buon numero di poveri figli del deserto, il Missionario spiegava il Catechismo e celebrava i Santi Misteri in un'umile choza della Sierra Colorada...

Lorenzo Colihuinca aveva cambiato vita: sposo fedele e buon padre di famiglia era amato da tutti per la sua generosa ospitalità e per le sue virtù cristiane... E Francesca Nancuhuè, buona sposa e modello delle madri, stringeva al seno ed educava nel santo timor di Dio due tenere creature, che il Cielo le aveva donato in premio della sua fede, della sua semplicità e del santo amor di Dio.

Sac. GIOVANNi Beraldi.

Patagonia Centrale

Dal Territorio del Chubut.

I bisogni della Missione. (Lettera del Sac. L. Dabrowski al sig. D. Rua).

Rawson, 3 aprile 1907.

REV.MO SIG. D. RUA,

Colgo l'occasione dell'avvicinarsi del suo giorno onomastico per presentarle i miei più sinceri auguri e per darle un breve ragguaglio di una lunga missione di quattro mesi in questo Territorio, dalla quale tornai il 19 u. s.

Grazie alle preghiere dei Confratelli e dei ragazzi, il Signore ha benedetto le raie fatiche e in così breve tempo e in mezzo a difficoltà d'ogni genere, ho potuto amministrare 305 battesimi, circa 500 cresime e 50 comunioni (prime la maggior parte) nonchè ascoltare uria sessantina di confessioni e benedire 40 matrimoni.

La vista dei bisogni religiosi in cui si trova tutto il Territorio del Chubut è veramente lamentevole. Ha più di 20.000 abitanti dispersi in un'estensione quasi uguale a tutta l'Italia, e ci sono appena quattro sacerdoti per soddisfare ai bisogni religiosi di tutto il Territorio. Di più le difficoltà che incontra il Missionario nel compiere i suoi doveri sono quasi insormontabili.

A causa della debolezza in cui si trovano gli animali nei primi mesi che seguono l'inverno (e ciò per mancanza di pasto e per il freddo sofferto) il Missionario non può avere l'aiuto delle cavalcature che nella seconda metà della primavera e nell'estate. Nel mese di marzo egli deve già abbandonare la Cordigliera a cagione delle piogge e delle innondazioni. Quanti incauti che volendo fare i valorosi si gettarono in questi mesi nei fiumi per passarli, vi son rimasti annegati!

Altro ostacolo non meno grave si è, che gli abitanti del campo sono sparsi fra i monti, e per arrivare ad essi bisogna passare per sentieri pericolosi e così aspramente irti di pietre che gli animali dopo un breve cammino si guastano le unghie e non possono dar più un passo avanti: eppure in generale le case più vicine distano almeno tre leghe (15 chilometri) l'una dall'altra.

In vista di queste e di tante altre difficoltà che s'incontrano ad ogni passo, non bastano due missionarii per ricorrere bene tutta questa vasta regione; ce ne vorrebbero almeno cinque o sei, o meglio ancora bisognerebbe aprire nei punti più popolati altre case di missione.

Nella Colonia Sarmiento mi pregarono a mani giunte che si aprisse una cappella e vi si fermasse un sacerdote. Colà, durante la mia permanenza di 2o giorni, vari in età di più di venti anni si accostarono per la prima volta alla Comunione! Tuttavia sono buoni e lottano contro le insinuazioni delle idee antireligiose.

Lo stesso ho notato nelle altre Colonie, con questa differenza, che in queste l'indifferentismo è arrivato più avanti, e se alcune famiglie ivi immigrate fanno ancora battezzare i loro figli, lo fanno per non mancare a un costume dei loro padri, mentre in realtà vorrebbero farne a meno, mettendo in ridicolo la cerimonia del Battesimo. Son molto pochi quelli, che ancora si conservano buoni cristiani ; l'irreligione, fra tante povere famiglie sparse nel campo, mena una tremenda strage.

E non può succedere altrimenti, se è vero che l'ignoranza è la fonte di tutti gli errori, e qui l'ignoranza è al sommo grado. I civilizzati che accorrono in queste parti, vi accorrono con la speranza di arricchire in poco tempo, e per questo dimenticano tutto, pronti a qualunque sacrifizio. Infatti esposti alle intemperie e ad ogni privazione lavorano giorno e notte; ad esempio, un chileno, padrone già di circa 2000 vacche, vive tuttavia sotto un cespuglio, unicamente per non farsi una casa. E così, lasciati a sè, in poco tempo questi poveretti si dimenticano persino dei principi fondamentali di nostra santa Religione e più non pensano ad educare cristianamente i loro figli ! Per essi basta che questi abbiano un osso da rosicchiare e un cencio da coprirsi, e quando son grandicelli, maschi o femmine, basta che sappiano aiutarli ad accudire le pecore, le vacche ed i cavalli. Non pensano ad altro. Ecco le preoccupazioni dei padri di famiglia in Patagonia !

Alla vista di tutto ciò, il Missionario si sente opprimere il cuore, raddoppia i suoi sforzi, ma con suo immenso dolore li vede inefficaci a raggiungere il fine per mancanza di mezzi personali e materiali.

A Lei quindi, buon Padre, rivolgo l'umile supplica, che voglia inviare in nostro aiuto altri operai evangelici, e raccommandarci alla generosità dei Cooperatori.

La Patagonia ora è aperta ed è méta di una costante immigrazione. Il selvaggio, reso cristiano, non fa più spavento; quello che in certi luoghi ci preoccupa è il civilizzato, che senza assistenza e senza istruzione religiosa corre rischio di diventar peggiore degli antichi selvaggi.

Si ricordi pertanto di questa Missione, amatissimo Padre, e ci benedica. Benedica specialmente al

Suo aff.mo figlio in C. J.

Sac. LoDOvlco DABROWSKI

Missionario Salesiano.

Patagonia Meridionale

Dalla Missione dell'Isola Dawson. Isola Dawson, 22 febbraio 1907. VENERATISSIMO SIGNOR D. RUA,

ALCUNE particolarità di due Indii di questa Missione, e qualche altra notizia riguardante i nuovi Cristiani di questi ultimi lembi del nuovo Mondo, ecco il motivo della presente.

Lotte e superstizioni. - Antiche memorie.

Eliseo e Michele sono dei primi arrivati qui a Dawson; contano circa 64 anni, e nel 1891 stavano già nella Missione. Hanno assistito a parecchie centinaia di funerali, ma la morte non ha ancora osato avvicinarsi a loro. Essi non solo godono ottima salute, ma sono altresì di fibra così robusta, che anche due o tre mesi fa, con un grosso tronco di albero costruirono a forza di scure una nuova canoa della lunghezza di quattro metri e mezzo.

Eliseo appartiene alla Tribù degli Onas, e Michele a quella degli Alacalufes. Sono di carattere assai differente; il primo è sempre allegro, gioviale ed umoristico; il secondo invece, si mostra per lo più serio e taciturno, ed è molto raro che gli si scorga il sorriso sulle labbra. Cionondimeno vanno molto d'accordo, e son quasi sempre insieme.

Sono anch'essi del numero di quelli che hanno ricevuto il Sacramento della Cresima da Sua Eccellenza Rev.ma Monsignor Angelo Jara, Vescovo di San Carlo di Ancud, il quale, nel mese di febbraio del 1903, si degnava onorarci di una sua visita.

Michele da parecchi anni si accosta ai Santi Sacramenti ; il vecchio Eliseo, invece, in compagnia di due altri ragazzetti di circa 54 anni, fece la sua prima Comunione ai 24 di ottobre dello scorso anno 19o6. Per prepararli fu necessaria molta pazienza da parte del nostro Faustino Minicci, che alla fine vi riuscì e con esito assai felice.

Ambedue nel 19o5 mi accompagnarono nell'escursione che feci nell'Isola grande della Terra del Fuoco. Mi diedero varie notizie; ad es. mi fecero veder i punti strategici dove gli Indii ingaggiavano anticamente le loro battaglie con gli archi e le frecce. Alcune volte, mi dicevano, il suolo rimaneva per più giorni rosso di sangue. Eliseo e Michele, già da ragazzi, erano assai destri nel maneggio dell'arco. Stando a ciò .che mi dicono, quarant'anni or sono la Terra del Fuoco aveva molte migliaia di Indii; e non passava mese che non avvenisse qualche battaglia. Le varie tribù si odiavano a morte. Molti disgraziati dopo essere stati colpiti da dieci ed anche 15 frecce, cadevano al suolo, ma seguitavano a respirare per due o tre giorni; erano agonie orribili! È vero che correvano i loro brujos (specie di medici e sacerdoti) a visitarli, ma questi non recacavano al povero paziente nessun conforto; anzi trovandolo a mal partito si contentavano di compiere su lui uno strano esorcismo, e ne profetizzavano senz'altro la morte imminente. Trascorso il tempo determinato, se quegli non moriva, affinchè non si dicesse che la profezia era caduta a vuoto, gli tastavano un poco la gola e.... lo soffocavano! Sembra incredibile !

Il primo sacerdote cattolico, che visitò tutte queste già inesplorate regioni per portarvi la luce del Vangelo e della civiltà, fu il nostro monsignor Giuseppe Fagnano. In poco più di venti anni, con l'aiuto di Dio, e mediante la generosa carità dei nostri benemeriti Cooperatori, quanto bene si è fatto!

Prove e conforti.

Ma il demonio non si è dato per vinto, ed anche in questi ultimi tempi ce ne ha dato una prova... Eppure il Signore è con noi, e lo tocchiamo con mano ; dunque avanti.

Anche il Protestantesimo cercò di metter piede nell'Isola, per far proseliti fra questi nuovi Cristiani, ma non vi riuscì; Maria SS. Ausiliatrice non lo permise.

Son già due anni e mezzo che un vescovo protestante venne a visitare questa Missione di Dawson. Dopo di aver tempestato di domande stravaganti ed inopportune gli Indii Cristoforo, Andrea, Eliseo, Adamo e varii altri, si avvicinò al giovane Raimondo Diaz, col quale avvenne questo dialogo.

- È da molto tempo che sei alla Missione?

- Son più di otto anni; quando vi giunsi ero ancor piccolo; aveva solo nove anni.

- E dimmi un po', ti dànno da mangiar bene?

- Non ci lasciano mancar nulla.

- Ti fanno lavorar molto?

-Ognuno fa quel che può, secondo la sua capacità : e siamo contenti di poter tra tutti guadagnare, almeno in parte, il pane che mangiamo.

- Tu sei contento ?.... rispondimi; sei contento ?

- Io son felice, per quanto si può essere felici in questo mondo. Del resto, sappiamo che questa vita non ci è data per godere, ma per meritarci il Paradiso.

- Ma, dimmi la verità, ti dànno proprio da mangiar bene?

- Glie l'ho già detto!... ci dànno tutto il necessario... Ma... forse la loro religione consiste nel mangiar bene?!

Il vescovo presbiteriano non si aspettava mai una simile risposta da un povero Fueghino. Ne restò avvilito; divenne rosso in volto, e così ebbe termine il dialogo. Venti minuti dopo, quegli era già a bordo del vapore e non si lasciò più vedere.

Amatissimo Padre, di salute, grazie a Dio, stiamo ottimamente. Tra gli ultimi che passarono a miglior vita, vi furono due giovanotti della tribù degli Onas; uno dei quali, di circa 17 anni, fu veramente in ogni tempo di buon esempio a tutti, e meritò anche dal cielo grazie speciali, che speriamo si potranno raccontare a suo tempo.

Nella santa Messa non tralasci un memento per il

Suo aff.mo figlio in Corde Jesu PIETRO M. Rossi Missionario Catechista.

Equatore

Per la Missione di Gualaquiza.

tornato fra noi il missionario D. Francesco Mattana, che era partito per l'America il 6 dicembre 1887 coll'ultima spedizione di missionari benedetta dall'indimenticabile nostro Don Bosco. Egli è venuto, non solo per rivedere la patria, ma anche e sopratutto per esporre al sig. D. Rua lo stato e i bisogni più urgenti della nostra Missione fra i Jivaros. E vivo desiderio del Successore di D. Bosco di dare nel prossimo anno un particolare sviluppo a quella importantissima missione.

Accompagna D. Mattana il giovane Joaquin Bosco, un caro jivaro di circa 15 anni, così chiamato al S. Battesimo in omaggio a S. S. Papa Leone XIII e al nostro Padre D. Bosco. Joaguin parla correttamente lo spagnuolo. Accolto ancor piccino nella casa-missione di Gualaquiza, in seguito venne inviato al Collegio Salesiano di Riobamba ove compì regolarmente i primi corsi, corrispondenti alle nostre classi elementari e alle prime complementari. Egli ha ancora i suoi genitori che prima di partire per l'Europa non mancò di salutare affettuosamente.

Il buon Dio apra un'éra di particolari benedizioni per la Missione di Gualaquiza!

SCUOLA AGRICOLA E CORSO D'AGRARIA

RICORDIAMo ai nostri benevoli lettori che' nella Casa Salesiana d'Ivrea esiste una Scuola Teorico-pratica di agricoltura sotto la protezione di Sant'Isidoro.

Essa ha per iscopo di formare degli agricoltori pratici a coltivare e dirigere la coltivazione dei campi secondo gli ultimi progressi della scienza agraria.

Ammette giovani dai dodici ai diciassette anni, che, sotto la guida di buoni maestri, consacrando parte della giornata allo studio e parte al lavoro, nel breve corso di un triennio, si abilitano a tutti i rami principali dell'agricoltura. Campi, prati, vigna, orto, frutteto, pollaio, stalla, cantina sono oggetti di studio e di pratico esercizio.

La casa ha nel suo recinto un podere modello di modeste proporzioni, ma pur sufficiente a tutti i generi di coltura.

La scuola apertasi nello scorso autunno, benchè per la stagione inoltrata e per essere poco conosciuta, non abbia potuto raccogliere un gran numero di allievi, tuttavia ha dato già risultati eccellenti, che fanno prova del buon metodo in essa adottato e tutto ci fa credere che essa possa in avvenire portare un notevole contributo al benessere delle famiglie ed alla prosperità del nostro paese.

Noi la raccomandiamo caldamente ai Cooperatori Salesiani ed a tutte le famiglie che vogliono dare una educazione cristiana ed una soda istruzione agraria ai loro figliuoli.

Per informazioni e programmi rivolgersi al Direttore della Scuola Agricola S. Isidoro - Borgo S. Antonio, 34 - IVREA.

Dal 26 al 31 corrente nel Collegio Giusto Morgando di Cuorgnè (Torino) si terrà un breve corso d'agraria in cui il M. R. Don Caroglio, parroco di Altavilla Monferrato, illustrerà il Sistema Solariano applicato al campo, al prato e alla vigna;: il prof. avv. Brusasca, redattore della Rivista Agraria di Parma, parlerà di enologia e il Direttore della Colonia Agricola Salesiana d'Ivrea tratterà delle piccole industrie domestiche (pollicultura, apiaria, conigliera, ecc.)

Per altre informazioni rivolgersi alla Direzione del Collegio Salesiano - CuORGNÈ (Torino).

IL CULTO di Maria Ausiliatrice

Pellegrinaggio spirituale pel 24 corrente

INVITIAMO i devoti di Maria SS. Ausiliatrice a pellegrinare in ispirito al Santuario di Valdocco il 24 corrente e ad unirsi alle nostre preghiere.

Oltre le intenzioni particolari dei nostri benefattori, nelle speciali funzioni che si celebrerauno nel Santuario avremo anche quest'intenzione generale:

Implorare da Maria SS. Ausiliatrice dei Cristiani l'unione delle Chiese dissidenti.

ECHI DELLA FESTA TITOLARE

BORGO S. MARTINO. - Il I° giugno nel Collegio S. Carlo. - Onorata dell'intervento di S. E. Rev.ma Mons. Lodovico Gavotti, Vescovo diocesano, e del nostro superiore D. Filippo Rinaldi in qualità di rappresentante del sig. D. Rua, la bella festa fu resa ancor più solenne dalla presenza dci buoni alunni dell'Istituto Germanico di Penango. Alla messa solenne si eseguì in modo mirabile una messa del Perosi; bello il panegirico e divota tutta la funzione della sera. Impartì la benedizione col Santissimo Mons. Vescovo di Casale. Una gaia illuminazione di tutto il vasto Istituto pose fine alla simpatica festa.

CASALMONFERRATO. - Il 9 giugno al Valentino. - Scrive il Corriere di Casale: e Senza tema di sbagliare dobbiamo dire che la Madonna di D. Bosco ha davvero preso stanza in quel caro e simpatico Oratorio. Gli ex-voti si moltiplicano; e Maria Ausiliatrice, dal venerato suo simulacro, pare elica a tutti i visitatori: - Ho scelto questo luogo perchè qui sia il nome mio benedetto »... E passando alla cronaca della festa, ci dice che a tutte le tre Messe vi fu un numero consolantissimo di comunioni; la cantata fu accompagnata da dolcissime armonie gregoriane, e nel pomeriggio tanto alla prima come alla seconda funzione, nelle quali disse il discorso il nostro confratello D. Pietro Actis, grande fu l'affluenza dei giovanetti e del popolo.

Dclla riuscita della festa va data lode in particolar modo al Rettore del Seminario Maggiore, che con ricco e inappuntabile servizio di Chierici celebrò le funzioni del mattino e della sera.

CAGLIARI. - Il 24 maggio in S. Antonio. - Si celebrò col solito fervore preceduta da una solenne novena. La messa della Comunione Generale fu celebrata dal rev.mo Canonico Mons. Eugenio Puxeddu che disse belle parole di circostanza. La Messa cantata fu celebrata dalla Collegiata di S. Eulalia con infra missam uno splendido panegirico del rev.mo Can. Mons. Giuseppe Miglior, Vicario Generale dell'Archidiocesi.

CASTELLANETA (Lecce) - Ci scrivono: « In occasione della festa di Maria Ausiliatrice, il rev.mo Can. Teol. D. Alessandro Rottari, predicatore del mese mariano, tenne in duomo un'interessantissima conferenza sulla Pia Società Salesiana. L'illustre oratore a grandi linee tratteggiò lo svolgersi dell'opera dal principio della sua fondazione sino ad oggi. Ciò che più attrasse l'attenzione dell'intero uditorio (ed era numeroso) fu il bene che essa compie a pro' della gioventù. La semplice, ma efficace ed affascinante parola del dotto confereneiere, benedetta da Maria Ausiliatrice, senza dubbio apporterà copiosi frutti salutari alla nostra cittadinanza. Così anche tra noi andrà sempre crescendo la divozione a Maria Ausiliatrice e la simpatia per le opere di D. Bosco... »

MONBERCELLI - Il 26 maggio. - Togliamo dall'Inflessibile: « Alla sera della vigilia incominciammo a godere uno spettacolo bellissimo. Tutto il paese era illuminato; ovunque era una festa, una gara, una proiezione di raggi riflettenti tutte le tinte dell'iride. Anche sulle circostanti colline, i cui pendii si profilavano assai bene in quella sera stellata, danzavano tra il verde cupo del fogliame mille scintille colorate. Il nostro paese aveva tutto l'aspetto d'un maestoso e magico quadro orientale adagiato nella natura, nell'infinito.

» Ricchissimo di dolci emozioni fu poi il giorno seguente. La nostra chiesa era in tutto il suo splendore. La bella Madonna appariva fra un raggiante padiglione di fiammelle, tutta circonfusa di fiori, di vessilli, di artistici addobbi...

» Al pomeriggio, sia per la giornata splendida, sia per la persuasione di godere una geniale letizia, molte persone dei paesi vicini accorsero alle nostre funzioni. Dopo un forbito ed eloquente discorso detto dal Pievano di Villafranca, la processione sfilò lunga e maestosa per il paese tutto addobbato a festa   Bella, soave e fulgente, s'avanzò la Madonna fra una folla devota, tra l'ondeggiar dei vessilli, al suono grave della banda locale cattolica, tra i canti del numeroso clero, delle Figlie di Maria e delle altre compagnie... »

NAPOLI. - Nel Seminario maggiore. - Anche quest'anno il 24 maggio nel Seminario Grande di Napoli si è celebrata la festa in onore di Maria Santissima, invocata col dolcissimo titolo di aiuto dei Cristiani. Tenne il pergamo il rev.mo D. G. Sodo, Parroco del Duomo, il quale con parola semplice e piana ci parlò dell'efficacia del patrocinio di Maria e del bisogno immenso che abbiamo di ricorrere a Lei. Che la Vergine SS. voglia tenere sempre fissi i suoi dolci e materni sguardi su questa eletta schiera di giovani cooperatori, ed infondere nel loro cuore zelo apostolico per continuare l'opera mirabile di D. Bosco.

NIZZA MONFERRATO. - Il 17 maggio nella Chiesa parrocchiale di S. Giovanni, grazie allo zelo del rev.mo sig. Vicario Foraneo, teol. D. Annibale Robba, quasi in preparazione alla festa del 24, si tenne la prescritta conferenza ai Cooperatori ed alle Cooperatrici Salesiane. L'oratore, dopo di aver detto del progressivo sviluppo del culto alla Vergine sotto il bel titolo di Ausiliatrice dei Cristiani, indicò la natura di questa carissima divozione re finì col raccomandare caldamente ai presenti l'oratorio festivo maschile, ove la gioventù di Nizza potrà crescere morigerata e pia sotto lo sguardo di Maria Ausiliatrice.

PARMA. - Il 2 giugno nell'Oratorio festivo di S. Benedetto. - Alla messa del mattino una schiera numerosa di giovani si accostò alla S. Comunione con edificante pietà, mentre alcuni di loro per la 'prima volta compivano quell'atto solenne. Alla sera, nel cortile messo a festa, si radunò un scelto pubblico di signore e signori accorsi anch'essi per festeggiare la lieta ricorrenza. Riuscitissimo il concerto, applauditissimi gli esercizi ginnastici eseguiti dalla squadra « Victoria », belle le poesie declamate ad onore di Maria Ausiliatrice, che dal suo trono, circondato di fiori e di lampade elettriche, sorrideva ai presenti.

PAVIA. - Al Carmine, grazie allo zelo instancabile del rev.mo Mons. Prevosto Francesco Mariani, ebbe luogo la prescritta conferenza. Non è possibile esprimere a parole l'interessamento dimostrato dalle ottime Cooperatrici per la pia adunanza.. Le benemerite signore ascoltarono con viva soddisfazione il parlare semplice ma cordiale del conferenziere, che fu il Direttore dell'Istituto nostro di Milano, ed infine con edificante pietà vollero tutte ricevere la benedizione di Maria SS. Ausiliatrice.

PEROSA ARGENTINA -Il 2 giugno - Nella magnificenza d'una splendida giornata, si svolse nel collegio S. Filippo la bella, imponente festa con cui quei nostri confratelli vollero onorare la nostra Ausiliatrice. Di buon mattino giungeva con treno speciale S. E. Rev.ma Mons. Gio. Battista Rossi, Vescovo di Pinerolo, per la messa della comunione generale, che fu assai numerosa e devotissima, sia per la soavità dei mottetti cantati dai giovani dell'Istituto come per l'ordine tenuto dai fedeli che letteralmente gremivano la chiesa fin oltre la soglia.

Alle 10 S. E. benedisse il Vessillo, grandioso e di finissima fattura, del circolo Savio Domenico. La chiesa presentava un magnifico colpo d'occhio, stipata come era di gente: fungeva da madrina della bandiera la signora Luisa Volmar e da padrino l'illustre avv. Giulio Delmastro-Calvetti, esimio pretore del paese, e da priori della festa la signora Bastia e l'illustre prof. cav. Alessandro Fabre, direttore del R. Ginnasio di Pinerolo. I 40 soci fondatori del Circolo occupavano un posto distinto. Compiuto il sacro rito, S. E. fe' udire la sua paterna parola: da vero padre rievocò date e ricordi personali nelle relazioni sue con D. Bosco e l'opera salesiana a Torino, a Castelnuovo d'Asti ed a Perosa. L'opera di D. Bosco ebbe in lui un ammiratore entusiasta ed il circolo Savio Domenico un interprete fedele del suo vessillo. Seguì poscia la messa cantata dal rev. prevosto locale con assistenza pontificale di Mons. Vescovo, assistito dai reverendi canonici Martin e Castagno.

A mezzodì si raccolsero a far corona a Mons. Vescovo le autorità civili ed ecclesiastiche del paese e dintorni. Parlarono acclamatissimi il prof. cav. A. Fabre, il direttore dell'Istituto e Mons. Vescovo.

Verso le 16 cominciò a sfilare la solenne processione con la statua dell'Ausiliatrice portata dalle operaie del Convitto Jenny e C. Un bel numero di Patronesse e Zelatrici del Circolo seguivan la statua, poi tutte le operaie del Convitto nella loro severa uniforme, e dietro un migliaio d'uomini allineati a due a due in devoto contegno. Il corteo attraversò il paese e dopo un lungo percorso sostò in parrocchia dove il nostro confratello D. Anzini disse un entusiastico inno all'Ausiliatrice e Mons. Vescovo impartì la trina benedizione. Quindi si compì il giro facendo ritorno, per l'atto di consacrazione dei cuori, alla chiesa del collegio.

Fu un trionfo splendidissimo di Maria Ausiliatrice.

PIAZZA ARMERINA (Caltanisetta) - Il 2 giugno nella Chiesa di S. Agata. - Preceduta dal pio esercizio del mese mariano e da solenne novenario predicato per turno da diversi zelanti sacerdoti della città, spuntava l'alba del 2 giugno, vivamente attesa da molti devoti.

Il culto di Maria Ausiliatrice, mercè lo zelo delle buone Suore dell'Istituto Geraci, ha già riportato in Piazza Armerina segnalati trionfi, ma il trionfo più solenne fu la festa di quest'anno.

La vigilia furono cantati i Vespri in canto gregoriano dalle ragazze dell'Oratorio festivo. All'indomani quasi trecento furono le Comunioni distribuite infra missam dal Pastore della Diocesi.

L'Ecc.mo Mons. Dario Sturzo, il quale tiene particolarmente a cuore l'Istituto Geraci, aveva giorni innanzi assistito alla gara catechistica tenuta dalle alunne dell'Istituto, rimanendo contentissimo e dell'impegno delle giovanette per uno studio tanto necessario e proficuo, e dell'opera indefessa delle maestre, le Figlie di Maria Ausiliatrice, e fin d'allora aveva promesso che nel dì della festa avrebbe celebrata la S. flessa per la Comunione generale. Grande fu la gioia di tutte le ragazze per l'affettuosa promessa, e tutte ne attesero ansiose l'adempimento, massime le 42 che per la prima volta si accostarono alla sacra Mensa. E la presenza dell'amato Pastore rese più solenne la cerimonia. I canti sacri di un coro di giovanette, il religioso contegno di tutto un popolo che assisteva alla funzione, la parola vibrata e devota del sacro Presule, fecero gustare momenti così soavi, la cui memoria non si perderà facilmente. Sembrava proprio in quel giorno, che la Vergine Ausiliatrice, dal bellissimo Simulacro che risplendeva maestoso fra gigli e cerei sotto un bel padiglione di drappi dorati, invitasse i figli ai piedi del suo trono, per colmarli di doni celesti. Dopo la Messa della Comunione generale, fu dal Parroco Mons. Prevosto Timoteo Dr. Gibilisco celebrata quella solenne, con l'assistenza di numeroso clero.

Nelle ore pomeridiane ricominciarono le funzioni con l'ascrizione delle figlie di Maria, le quali furono intrattenute con un breve sermone sui loro doveri dal Cappellano dell'Istituto, e si chiuse poi la cara festa con la benedizione del SS.mo, dopo il canto solenne della Compieta e delle Litanie Lauretane. Voglia la Vergine SS.ma prodigare sempre il suo valido aiuto a Piazza, affinchè si ridesti in tutti la fede e la pietà antica.

ROMA. - Il 26 maggio, mentre nel Santuario del S. Cuore di Gesù con le più imponenti funzioni, illustrate dalla presenza di Eminentissimi Cardinali e di venerandi Prelati, festeggiavasi solennemente come di consueto la nostra benedetta Patrona, le Figlie di Maria Ausiliatrice di via Marghera insieme colle loro oratoriane si raccoglievano in devota accademia. Presiedeva Sua Em. Rev.ma il Cardinal Respighi, Vicario Generale di S. S., circondato da un'eletta corona di Ecc.mi Monsignori, Ecclesiastici e Signori. Le numerosissime Oratoriane, che con slancio giovanile ed ardente mostrarono il loro figliale affetto alla cara Madonna, riscossero dal pubblico sceltissimo numerosi applausi.

Terminato l'atto, Sua Eminenza rivolse alle fanciulle brevi ma sentite parole. Si disse soddisfatto d'esser venuto in un giardino di vaghissimi fiori, e lieto per avervi egli stesso portato un nuovo fiore raccolto nelle sale del Vaticano: la benedizione del Santo Padre.

SERRALUNGA D'ALBA. - Anche in questo paesello si volle fare un pò solennemente la festa di Maria Ausiliatrice. Per motivo dei lavori di campagna si pensò ad anticipare il giorno della chiusura del mese di Maria e della festa, cui si premise una bella preparazione.

La Madonna vide attorno al suo altare quasi tutta la popolazione sia al mattino per la santa comunione, sia alla sera per la predica e più tardi per la processione. A quell'ora il paese presentò un bello spettacolo, come avvolto in centinaia di luci, e la vista sarebbe stata ancor più bella e visibile dalle altre colline, se il vento non l'avesse impedito. Numerosissimi i padri di famiglia accorsi alla processione per invocare la benedizione di Maria Ausiliatrice su quei fervidi colli.

SIRACUSA. - Il 24 maggio. - Sur un altare della monumentale Basilica di S. Lucia già da anni fu collocata una statua di Maria Ausiliatrice circondata di ex-voti per grazie elargite. Durante la novena, ogni giorno vi fu predica infra missam: il giorno 24 poi fu un vero trionfo di fede. Fin dalle prime ore del mattino fu un continuo pellegrinaggio al suddetto altare. Alla Messa della Comunione, celebrata dal Sac. Gesualdo Dato, che fece un bellissimo fervorino, moltissimi si accostarono al Banchetto Eucaristico e più tardi si cantò messa dal rev.mo Can. Ferdinando Lantieri, Direttore Diocesano dei Cooperatori, il quale, nel pomeriggio, dopo l'accettazione di molte aggregate all'Associazione dei divoti di Maria Ausiliatrice, prima d'impartire l'Eucaristica Benedizione disse affettuose parole sulla celeste Protettrice delle Opere Salesiane.

TRINO VERCELLESE. - La domenica 26 maggio nella Chiesa del S. Cuore. - Fu preceduta da un intero mese di predicazione con grande e continuo concorso di fedeli. Nel dì della festa le Comunioni oltremodo numerose, e il tempio gremito da mane a sera di un pubblico devoto, dimostrarono all'evidenza quanto grande sia l'amore che i buoni Trinesi nutrono verso la Vergine Ausiliatrice. Ma questo spettacolo di fede e di devozione toccò l'apice nella processione che si fece nella sera per le vie della città. Era la prima volta che si compiva in Trino una tal processione, e tuttavia fu un vero trionfo, poichè, insieme coi sigg. Canonici e col Clero tutto, vi presero parte le compagnie delle Figlie di Maria, delle Agnesine e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, le Confraternite dell'Addolorata e della Misericordia, e numerose rappresentanze delle società operaie cattoliche con bandiera. Un eletto stuolo di signore in qualità di Dame di M. A., procedeva compatto attorno la sacra effigie dando un nobile esempio di vivezza di fede.

TROIA (Foggia). - Ci scrivono: La festa in onore della Santissima Vergine Ausiliatrice, celebratasi in questo monumentale Tempio, ha raggiunto quest'anno l'apice dello splendore. Questo popolo che ama sino all'entusiasmo la Taumaturga Madonna di D. Bosco, ha atteso con ansia febbrile il giorno solenne per assieparsi addirittura intorno alla sua venerata Immagine e sciogliere tra lo scintillio dei ceri e il profumo dei fiori, i voti della riconoscenza e dell'amore. Tutti han fatto a gara a tributarle solenni onoranze! Più di 120 fanciulli e fanciulle hanno ricevuto tra le lagrime di tenera commozione, la prima volta, dalle mani venerate del nostro amatissimo Pastore Mons. Paolo Emilio Bergamaschi, dopo paterna e viva esortazione, il Pane Eucaristico!... Descriverne l'emozione e la gioia, riesce quasi impossibile. Di ciò sia lode anzitutto all'instancabile Arciprete D. Domenico Marziale, ed ai zelanti Sacerdoti Pappani, Guadagno, De Santis e Campanella, tutti Cooperatori Salesiani.

Bello lo spettacolo del pomeriggio, quando le numerose schiere di fanciulli e fanciulle, condotti all'Episcopio vennero abbracciati e benedetti da Sua Ecc. Mons. Bergamaschi, il quale dopo una breve accademia, in cui quei teneri cuori manifestarono al loro Pastore la gioia e la gratitudine, fece loro distribuire per mano del suo Segretario Mons. Piacenti, confetti e ricordi d'occasione. Di là si fece ritorno in Chiesa per la rinnovazione dei voti battesimali e la consacrazione a Maria Ausiliatrice, dalle quali tenerissime funzioni commosso il rev.mo Arcidiacono D. Antonio M. Teologo Falcone disse a quei bimbi belle e sentite parole.

Ma la gemma che compì la corona che i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane deponevano ai piedi della loro Celeste Patrona, fu l'eloquentissima orazione panegirica, che il rev.mo Decano D. Raffaele Petrilli, Direttore Diocesano dei Cooperatori, pronunci,) alla sera dinanzi ad un'affollatissima udienza.

VILLA TAGLIATA (Guastalla). - Anche quest'anno l'ultima domenica di maggio ha diffuso in quei buoni parrocchiani un grato profumo di pietà e venerazione verso la celeste Ausiliatrice, essendosi celebrata in tal giorno la sua festa a cura di quelle benemerite Cooperatrici. Al mattino si ebbe discreto concorso di fedeli ai santi Sacramenti; nel pomeriggio poi, cantati solennemente i Vespri, con parola dotta e forbita ineggiò alla sovrumana potenza e materna bontà della Vergine Ausiliatrice il rev.mo P. Emiliano Lucchesi dei Vallombrosani di Firenze, predicatore del mese Mariano a Guastalla.

GRAZIE E FAVORI

Una segnalata guarigione.

Si era nei primi giorni della novena di Maria Ausiliatrice quando cadde gravemente ammalata la mia cognata Maria Osella. Il male si mostrò subito pericoloso e si credette di avere un consulto. Venne da Torino il prof. Belosta, che non seppe pronunziarsi sull'esito, per una complicazione speciale di diversi mali. Intanto il medico curante aveva avvisato che era conveniente pensare ai Sacramenti, perchè egli non era più sicuro che la povera ammalata potesse arrivare alla mattina seguente.

Si può immaginare la nostra costernazione. Tuttavia si sperava in una grazia straordinaria, perchè si era nella Novena di Maria Ausiliatrice e ci eravamo rivolti al sig. D. Rua per preghiere speciali. Si era alle otto circa di sera ed apparecchiata l'inferma alla confessione si pensò di portarle il Santo Viatico. Il medico curante aveva detto: « Non garantisco che possa giungere a domani! » quindi, ancorchè piovesse a catinelle e si fosse dopo le nove di sera, si volle dare questa consolazione all'inferma.

Noi temevamo che l'ammalata non giungesse al mattino, tanto l'affanno l'aggravava. Quindi le si amministrò l'Olio Santo.

Dopo le dieci tornò il medico, e con sua sorpresa trova l'ammalata un po' sollevata, e rivolto ai parenti dice: « Vadano pure a dormire che il pericolo è scomparso ». E non solo era scomparso il pericolo per quella notte, ma quel miglioramento continuò così regolare che il mattino fu trovata con la temperatura quasi di persona sana, ed il giorno dopo senza febbre.

Ma la Madonna volle quasi mostrare che la guarigione era opera sua, perchè dispose, dopo tanto male e tanti pericoli, che l'inferma potesse nel giorno della sua festa col permesso del medico alzarsi di letto.

Noi ringraziamo i medici delle cure pietose apprestate alla nostra cara inferma, ma riconosciamo che la guarigione miracolosa è dovuta alla Madonna Ausiliatrice invocata da tanti nostri amici e parenti. A lei l'onore e la nostra riconoscenza.

Carmagnola, 1 giugno 19o7.

GIOVANNI CANTÚ.

La voce della riconoscenza.

Nel febbraio del 19o6 un mio bambino di otto anni fu assalito dal tifo, che in breve lo ridusse in lacrimevole stato. Nell'aprile lo stesso crudel morbo assalì mia figlia di 10 anni e un figlio di 15, e nel mese di giugno fu colpita mia moglie dall'angina. Ognuno può immaginarsi la mia desolazione. Vedendo che a nulla giovavano i mezzi umani, pur sempre stando alle prescrizioni del medico, mi rivolsi alla cara Ausiliatrice, promettendo di farle un'offerta, di pubblicare la grazia e di condurre i miei cari infermi, appena fossero guariti, a ringraziarla nel suo Santuario. La Madonna mi ha esaudito; tutti son guariti benissimo, ed io pieno di riconoscenza adempio il mio voto, invitando tutti a ringraziare con me la cara Madonna di D. Bosco.

23 maggio 1907.

GASSINO CARLO.

Torino. - In questo tuo Santuario, o Maria, ove sei così altamente e degnamente onorata, son venuta a portarti l'espressione della mia massima riconoscenza, pel favore veramente straordinario che ti degnasti accordarmi.

T'invocai, o Maria Ausiliatrice, allorquando una circostanza che decideva del mio avvenire, s'imponeva qual triste pronostico.

Vicina a capitolare, e quando ogni cosa sembrava perduta, tu, o generosa, mi porgesti il tuo valido aiuto. Caddero come per incanto le gravi difficoltà contro le quali pareva inutile combattere! Regina delle Vittorie, hai voluto ancora una volta confermare la tua fama. Ostacoli, buone ragioni hai fatto sorgere a mia difesa, rendendomi così possibile di noti effettuare il mio sacrifizio.

Ai piedi del tuo altare, o Maria, ti scongiuro a continuarmi la tua amorosa protezione e Ti prometto di serbarti perenne gratitudine.

24 maggio 1907.

M. T. T. E.

Lodi. - Mio marito era affetto da flemmone con risipola facciale cori pericolo ne venisse intaccato il cervello. Il medico curante, sentì l'avviso di uno specialista e con lui dette il caso come disperato e decise di operare al cervello. La sottoscritta, piangendo, perchè temeva la perdita del suo diletto consorte, ricorse subito a Maria SS. Ausiliatrice mediante una novena, e nello stesso giorno in cui si dette principio alla novena, subito, come venite constatato dai medici, il male si localizzò arrestando il suo corso ascendente per cui fu più facile ottenere la completa guarigione.

Sia benedetta in eterno Maria SS. Ausiliatrice.

24 aprile 1907.

SAVARÈ ANNUNZIATA n. TACCHINI.

Malta. - Il 28 febbraio del corrente anno, la mia piccola sorella s'ammalò di difterite.

Io in quell'ora stessa in cui i medici dichiararono il caso, recitai un'Ave e una Salve alla Madonna di D. Bosco, e feci un voto, che ove la mia cara sorella guarisse avrei donato a Maria Ausiliatrice una candela. La Vergine santa mi esaudì.

Te, o Maria, te, Ausiliatrice dei Cristiani, te, ringrazio e a te fedele mi prostro.

Sliema, 23 marzo 1907.

C. P. D.

Solero (Alessandria). - Circa la metà di gennaio u. s. mi colse un malore complicato e grave. Mi rivolsi ai tredici ma i rimedi dell'arte a nulla valsero. Già da un mese durava la malattia che non accennava punto a scemare, che anzi, aggravandosi ogni giorno più, metteva in seria apprensione non solo me, tra anche i miei parenti e più di tutti mia moglie che, vedendomi deperire sotto i suoi occhi, col cuore pieno di ambascia andava pronosticando un avvenire assai triste.

Un giorno però, i miei occhi caddero sopra un numero del Bollettino Salesiano, lo apersi e, per distrarmi, lessi; lessi le grazie di Maria SS. Ausiliatrice. Ed allora una consolante inspirazione sorse in me: « Tanti derelitti in casi disperati ottennero soccorso da Lei! ... perchè anch'io non potrei essere esaudito? » Un raggio di speranza spuntò, e subito con gran fede mi rivolsi a Maria Ausiliatrice promettendole che quando fossi risanato mi sarei recato a venerarla nel suo celebre santuario di Valdocco.

All'indomani, col nuovo giorno per me spuntò una nuova vita: ogni sintomo di malattia era scomparso. Tutti di famiglia, rinveniamo nel fatto un segno della bontà e della potenza di Maria SS. ed a Lei innalziamo dal profondo del cuore i nostri ringraziamenti.

11 aprile 1907.

ROSSINI GIUSEPPE FRANCESCO.

Hollister (California). - Non è ancora trascorso un anno dacchè ringraziava pubblicamente Maria Ausiliatrice per avermi ritornata, al dir dei medici, da morte a vita, che già un nuovo inno di ringraziamento mi erompe spontaneo dal cuore.

Una nuova malattia con ostinati attacchi mi incolse per cui il medico mi aveva fatto intendere che correva rischio della vita. Potete immaginare il mio dolore e quello del mio marito, sopratutto nel dover abbandonare in paesi così lontani dalla patria e dagli amati parenti l'unica bambina. Ma se fu grande il dolore non fu minore la speranza nella Vergine Ausiliatrice. Mi rivolsi quindi a Lei con speciali preghiere facendo al tempo stesso celebrare due messe al suo Santuario di Torino e promettendo di pubblicare la grazia. La mia speranza non fu vana e la Vergine, alla quale mai nessuno ricorse invano, esaudì le mie preghiere, tanto che da due mesi sono interamente libera dalla pericolosa malattia.

28 aprile 1907.

TERESA BEINO nata VOSTI.

Chivasso. - Già da due anni, per non perdere l'impiego, ero costretto a perdere la S. Messa nei giorni festivi. Feci molte domande per ottenere un trasloco, e non ero mai esaudito. Allora mi rivolsi di cuore con una novena a Maria SS. Ausiliatrice, promettendo, se otteneva la tanto sospirata grazia, che mi sarei fatto inscrivere tra i Cooperatori Salesiani e avrei pubblicato la grazia sul Bollettino. Ed ecco che il giorno 22 maggio ottengo felicemente il trasloco ; poichè, qui dove ora mi trovo, ho comodità. di ascoltare la S. Messa prima di recarmi al lavoro festivo. Come è buona Maria SS. Ausiliatrice! Adempio la promessa, inviando al Bollettino la presente dichiarazione, e pregando d'essere iscritto fra i Cooperatori Salesiani.

14 giugno 1907.

PIETRO RAVASSA.

Saluggia. - Nello scorso ottobre, colto da grave malore, dietro consiglio del Dottore mi recai all'ospedale. Dopo parecchi giorni mi si disse che avrei dovuto sottomettermi a varie operazioni chirurgiche, ma un tale annunzio mi piombò in una indescrivibile malinconia. Allora io e la mia carissima moglie ci rivolgemmmo con gran fede a Maria Vergine Ausiliatrice, ed oh! meraviglia... pochi giorni dopo il Dottore curante dichiarò scomparsi i gravi sintomi di prima, e sottopostomi con felice successo ad una semplice operazione, dichiarò che non era necessario procedere a nessun'altra più grave operazione. Fra la meraviglia di tutti uscii pertanto dall'ospedale, ed ora, anche dopo parecchi mesi, continuo a star bene.

Giugno 1907.

FRANCESCO MELLE

Coop. Sales.

Tonengo Canavese - Da molto tempo un morbo crudele mi travagliava orribilmente. I medici pure già tifi avevano dato solo pochi giorni di vita, ed io stessa mi sentivo venir meno le deboli forze, quando seguendo una buona ispirazione mi votai a Maria Ausiliatrice promettendole una piccola offerta e la pubblicazione della grazia se Ella, la buona Madre, mi concedeva la guarigione. Il mio voto fu esaudito ed ora in piena convalescenza adempio con gioia alla mia promessa, fiduciosa che la Vergine Benedetta vorrà continuarmi la sua dolce protezione.

Anche due altre persone a me carissime furono colpite da terribili dolori ed erano in pericolo di vita. In mezzo a tanto affanno, le esortai a raccomandarsi a Maria Aiuto dei Cristiani. Detto fatto; una fece voto d'una piccola offerta secondo il suo stato e l'altra d'una messa a Valdocco. Potenza di Maria ! l'una è già guarita perfettamente e l'altra è fuori di pericolo. Ambedue col cuore pieno di riconoscenza si uniscono a me, sciogliendo la promessa.

10 novembre 19o6.

EMILIA SIGNETTO.

Canale d'Alba. - Se sono ancora in vita e con perfetta salute lo debbo certamente a Maria SS. Ausiliatrice. Erano già cinque mesi che ero caduta in una grave malattia, che mi aveva ridotta ad uno stato tanto macilente da far pietà. Dopo aver consultato i medici più valenti, vedendo che tutto riusciva inutile e che la malattia andava per le lunghe e prendeva cattiva piega, fui consigliata da una mia arnica a far ricorso a Maria SS. Ausiliatrice colla promessa di fare pubblicare la grazia in caso di guarigione. Ecco che la SS. Vergine esaudì i miei voti. Da quel punto la mia malattia andò man mano dileguando, lasciando ben presto sana la mia persona in modo da poter disimpegnare le mie faccende come prima. Riconoscente a questa mia buona Madre, sciolgo il mio voto. Grazie infinite, o Maria SS. della Vostra Bontà, per questa e tante altre grazie da voi concessemi.

27 gennaio 1907.

BIGNANTE TERESA GORGERINO.

Roma. - Adempio alla promessa fatta alla Vergine Auxilium Christianorum inviandole una tenue offerta in ringraziamento di avermi salvato il mio amato fratello dalla grave polmonite che lo incolse. Devo a questa buona Madre la guarigione dell'infermo.

16 marzo 1907.

ANDREA COMASCHI.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni

Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti

A*)-Acireale: Rizza Ettore 10-Acqui: Teresa Bisco - Agliè ( Torino): Volpe Maria 5 - Alassio (Genova): G. 5 - Alessandria: Panini Carlotta a mezzo del Sac. Buscaglia 5 - Arona (Novara): Gramegna Lanza 2 - Arsiero-Schio: N. N. 5 - Asti: Lamberti Giovanna 3,50 - Attinis: Giuseppe Ronchi 5 - Ayas (Torino): Quey Pierre Joseph 11 - Avesa (Verona): Bonesini Leone 5 - Avola (Siracusa): Consigilo Salvatore 2. -Arbatax (Sardegna): Donna Rosina Loy Ballero 5.

B) - Bagnatica (Bergamo): Maestroni Angela 2 - Baldissero Torinese: Ghivarello Vittoria - Balzola (Alessandria): Rosa Carrara 2 - Barbaresco d'Alba: Rocca Felicita - Bedano (C. Ticino-Svizzera): Bizzozzero Marcellina 5 - Bellinzago Novarese: Depaoli Davide 7 e Apostolo Ercolina 3 - Bergamo: N. N. io - Bordeaux: Pomero Francesco Ioo - Bosciano: (Teramo): De Antoniis Elisabetta 2 - Brienza (Potenza): Carmelina Paternoster 2 - Brisighella (Ravenna): Raffoni Teresa.

C) - Caltanisettz: Maria Bucci ved. Del Buono 2 - Calprino: Adele Arnaboldi Balmelli 5 - Galvatone (Cremona): Balestreri Maria 7 - Campertogno (Novara): Cucco Maddalena - Campiglia Cervo Quittengo: Costanza Macciotta Stupenengo io - Camporosso: G. C. - Caramagna (Torino): Ferzero Domenica - Cardè (Cuneo): Vajra Giuseppe 6 - id.: Galetto Bartolomeo - Carmagnola: Chiavazza Antonina - Caronno Ghiringhello (Como): Nicola Angela nata Ruschetti 5 -Casalborgone: Roggero Anna - id.: Roggero Domenica -id.: Roggero Lodovica - id.: Chiappino Domenica - Castelcerino: Pasini Carlo 3 - Castellamonte: P. 2. - Castelnuovo (Vazzola Treviso): Piva Marzocco Maria 2 - Castelrosso: Fassio Sebastiano 5 - Castello sopra Lecce (Como): Monti Paola io -Cavaglio d'Agogna (Novara): Mora Giuseppe 5 - Cisterna d'Asti: Olivetti Bartolomeo - id.: Franco Annetta Necco - Cloz (Trentino-Austria): Floretta Domenica 2 - Chiari (Brescia): Arrighetti Belati Barbarina 2 - Chiavari: 5a-. Chighigola Filippo 15 - Chiasso: Bernasconi Francesco - Chignolo Po (Pavia): Clelia Buzzoni 2 - Chignolo d'Isola (Bergamo): Bonasio Pietro 5 - Cologne Brescia): Piantoni Antonio 4 - Corno: Sorelle Reina i5, per ricuperata salute - Conio Canavese: Luino Paola - Costigliole Saluzzo: Fan.i;lia Savio - Cremolino: Priarone Andreina 6o - Crevalcuore (Bologna): Ermelinda Vaccari - Cuorgnè (Torino): F. S. 2.

D) - Danta (Belluno): Luigi Doriguzzi Bozzo io - Darlo (Brescia): Coniugi Bontempi 50 - Delemont (Svizzera - Cant. di Berna): Coniugi De Tomasi 7.

F) - Faliceto (Cuneo): Alladio Giacomo - Ferrara: Famiglia Avanzi 2 - Filetto (Massa Carrara): Razzoli Colomba 5 - Fiorano Modenese Maria Zeppa Messoni Roncaglia 5 - Fiume (Litorale): Matilde Barta 10 - Fiume di Pordenone (Udine): Famiglia Santarossa Giacomo - Fonte (Treviso): Prenedello Antonio Fioravante 2 Frara Vicentino: Lazzarini Ida Casali i.

G) - Garbagnate R. (Como): Cattaneo Amalia 5 - Genova: L. M. - Ghedi (Brescia): N. N. 5 - Giarre (Catania): Isidora Spina 5 - Grana Monferrato: Truffo Maria - Grinzano di Cervere: Dogliani Michele fu Cristoforo e famiglia 20,30 - id.: Costamagna Antonio io.

I) - Iglesias (Cagliari): Esterina Santus 2.50 - Isola d'Asti (Alessandria): Marianna Castella io G - Pia Orsola 5.

L) Livorno: Suor M. B. riconoscentissima a Maria Ausiliatrice per le consolanti circostanze che accompagnarono la morte del suo amato genitore - Lonigo (Vicenza): Famiglia Farraretto 5 - Lucento (Torino): V. P.

M)-Magenta: Suor Natalina 10 -Mascali Nunziata (Catania): N. N. a mezzo del sac. prof. Francesco Cerruti io - Mendoza (Republica Argentina): M. Z., per due grazie - id.: Clelia Recnero Lemas - Mezzanabigli: Famiglia Cei 4 - id.: N. N. 2 a mezzo della cooperatrice Clementina Scappini - Mignanego (Genova): C. B. domiciliata in Rivarolo Ligure - Milano: Balzaretti Domenico 3 - id.: Ada Vimercati - Mirabello Monferrato3 Alessandrina D. 2 - id.: suor F. Ghella 5 a nome di un'Oratoriana - Modena: Montanari Carolina 20 - Mombello: Cerruti Maria - Monasterolo di Savigliano: Bottalino Andrea 2 - Mondovì Piazza: Bongiovanni Pietro i - Mondovì: Densa Giuseppe 15 - Montecchio Maggiore: Gaianigo Teresa 2 - Montanaro: Clara Rosa - Moretta (Cuneo): Fachetta Vittoria e Marianna Mainetti.

N) - Nembro (Bergamo): Pulcini Cavagnis Giovanna 5 - Negrar (Verona): Berzaccola Lucia 2 Nez York: Scelsi Rosaria 10 - id.: Contessa Rosaria Pontoni 10 - Nervi (Genova): D. Martino Giuseppe, curato 5 - Nizza Monferrato: E. N.

O) - Oleggio (Novara): Albera Francesca 10 - Oristano: Pan Anna Maria 10 - Orsago (Treviso): Pace Zanni Basso 15 - Ottiglio (Alessandria): Bonardi Teresa 2 - Otranto (Lecce): Can. prof. Francesco Vitto 1 - Ovada (Alessandria): Maestro G. B. Carlini 5.

P) - Padova: Merighi Antonietta 5 - Pavia: Enrico Guggiari 2 - Peluso (Trentino-Austria): Serafini Maria io - Pieve Albignola: Emma Vittorio - Poschiavo: Coniugi Venosta 10 - Ponzano (Teramo): Girolamo Sulpizi 5 - Premadio (Sondrio) Rosa De Gasperi 4 - Prunetto (Cuneo): Luigi Gallo 5 - Purano Valpolicella: Bettinazzi Adelaide 5.

Q) - Quart (Valle d'Aosta): V. A. 2 - Quassolo (Torino): Vietti Margherita.

R) - Racconigi: Delbosco Ignazio - Raveo (Udine): Sorelle Demarchi 5o, essendo stati i loro beni preservati dalla grandine nel 1906 - Re (Riva di Trento): Chiettini Rosa 5 - Rivarolo Ligure: Carmela Massardo 20 - id.: Parodi Catterina 5 - Rodello di Alba: Cognasso Secondina - Roccasecca: Don Aliberti Francesco 25 - Roma: Spinucci Stefania 15 - id.: Giuseppina Marino: 6.

S) - Saliceto (Cuneo): Selvatico D. Stefano, Arciprete, 5 - Saluzzo: N. N. 3o a mezzo del Can. Don Giuseppe Savio - S. Alberto di Ravenna: Pietro Cavalieri 10 - S. Candido di Murisengo (Alessandria): Maioglio Rosina 2 - S. Germano Vercellese 5 - S. Giorgio di Susa: Re Margherita - S. Giorgio al Tagliamento: Massarutto Giuseppina 20 - S. Lorenzo di Fossano: Brizzio Margherita - S. Margherita di Varzi (Pavia): Fiocchi D. Carlo Parroco 2 - S. Martino di Fossano: Mogna Alessandro fu Michele e famiglia 12,50 - S. Pietro Incariano: Fasoli D. Arcadio 5 - S. Maria di Pavia: D. Agostino Ridella 3 - Sanico Monferrato: Aletto Pietro e famiglia - Sammardenchia (Udine): Donatis Giulio 5 - Savona (Genova): Noberasco Antonio 5o - id.: Saettone Catterina 6 - Selimo (Bergamo): Pizzapalli Maria 5 - Sermione sul Garda (Verona); Vinco Scandola Margherita 20 - Sesto al Reghena (Udine): Sorelle

Brusadini 20 - Siracusa: Alonchi Sebastiano 1,25 - Sirolo (Ancona): Anna Scolmati 5 - Sorgono (Cagliari): Raimonda Porru Sanna 2 - Schloss Schrabsdorf (Silesia-Prussia): Federico conte di Strachwitz.

T) - Terno d'Isola (Bergamo): Galbusera Giovannina 2 - Torino: Chiesa Catterina - id.: Cra vario Domenico - id.: Sburlatti Camillo - id.: Erminia Tarditii - id. M. Moreno--id.: Francesca Tadini Vezzaldi 10 -- id.: Della Chiesa Carolina - id.: Virginia Richeri 10 - id.: Racina M. Cristina 2 - id.: Natalina Casalegno 20 per sè e per suo figlio - id.: B. T. - id.: T. E. - id.: N. N. - id.: M. D. - Tortona: Ameri Irene di Cassano Spinola 5 - id.: Irene Piolti Salvi 5 - Treviso: D. Domenico Panciera 1.

V) - Val di Cembra: Santina Pezzini 4- Valgrisanche (Torino): Bosson Carlo 5o - Variana (Alcssandria): Acerbi Giuseppe 5 - Varazze: Fassio Teresa 3 - Varzo (Novara): Maddalena Allasia - Venezia: D. G. Francesco Colotti - Verolengo: Ponzetto Maria - Verona: Zoppi Teresa 5o - Vigliano d'Asti: Cumino Celestina - id.: Alciati Massimo - Vigonovo di Pordenone' (Udine): Sac. Matteo Bressan 15 - Villamezzano (Ravenna):. Graziani Giuseppe 5 - Villa Tagliata (Reggio Emilia): Taschini D. Secondo, Rettore 5 - Vittorio (Treviso): Giovanni Antonio Altari 5 - Vizzini (Catania): Giovannino Cosentino Failla 5.

X) - N. N. 15 - Rosario Nicozia 3.

Santuario di Maria Ausiliatrìce

TORINO

Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per qualsiasi corrispondenza in proposito, rivolgersi al Direttore dell'Oratorio S. Francesco di Sales - Via Cottolengo, 32 - Torino.

Per celebrazione di S. Messe e per novene o tridui di Benedizioni col SS. Sacramento, rivolgersi al Rettore del Santuario.

Ogni sabato, alle 7.30 speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.

Dal 10 agosto al 10 settembre.

15 agosto. - Assunzione di Maria SS. - Alle 5.30 e 7.30 messe delle comunità; alle 10 messa solenne; alle 16.30 vespri, discorso e benedizione solenne.

24 agosto - Solenne Commemorazione solenne di Maria SS. Ausiliatrice - La devota funzione si compie alle ore 6, 7.30 e 19.30

NB. - A cominciare dal 15 agosto fino alla domenica 6 ottobre, nei giorni festivi vi sarà nel pomeriggio una sola funzione, alle ore 16.

6 settembre - Primo venerdì del mese ad onore del SS. Cuore di Gesù: Esposizione del SS. Sacramento per tutto il giorno (dalle ore 6 del mattino alle ore 8 di sera).

8 settembre. - Natività di Maria SS. - Ore 6 e 7.30 messa della comunione generale; alle 10 messa solenne; alle 16 vespro, discorso e benedizione.

NOTIZIE VARIE

TODINO.

La festa di S. Luigi, compatrono dell'Oratorio di S. Francesco di Sales, anche quest'anno venne celebrata con giovanile entusiasmo tanto dagli alunni interni, quanto degli esterni che accorrono all'Oratorio festivo.

Gli internì festeggiavano l'Angelico Giovane il 29 giugno insieme con la solennità dei SS. Apostoli Pietro e Paolo. Le sacre funzioni celebratesi nel Santuario di Maria Ausiliatrice vennero pontificate da un antico allievo, il rev.mo Mons. Michele Antonini, Can. di Savigliano, Protonotario Apostolico ad instar. Imponentissima la processione svoltasi nei cortilì interni dell'istituto.

Il dì seguente, domenica 30 giugno, fu la volta dell'Oratorio festivo. Numerosissime le S. Comunioni, ben eseguita la musica, divota la processione. Il Circolo Sportivo « Valdocco » nél pomeriggio, dopo la benedizìone della palestra ed alla presenza di numerosìssimo pubblico, al comando del suo paziente Maestro debuttò brillantemente con una serie di esercizi vari e progressivi, raccogliendo copiosissimi applausi.

Quest'anno la festa di S. Luigi rivestì particolare solennità anche all'Oratorio omonimo, fondato da D. Bosco nel 1847. L'opportuno ricordo dei 12 lustri di vita prospera e benefica venne festeggiato con solenni funzioni e con una brillante accademia, e con intervento del signor D. Rua.

In Italia.

LUGO - Scuole di Religione - Le due scuole di religione dirette dai figli di D. Bosco, aperte nei principio di novembre p. p. si sono chiuse a maggio. Tanto quella maschile quanto quella delle studenti che frequentano il fiorente Istituto S. Gaetano delle Figlie di Maria Ausiliatrice, furono frequentate in modo consolante.

Peccato che quella maschile non abbia potuto chiudersi colla gara pubblica. Sappiamo però che il profitto non fu minore dell'anno passato.

La scuola femminile ebbe termine colla gara pubblica, cui presero parte quaranta alunne. Estratte tre tesi, si estraeva pure a sorte il nome di una allieva la quale doveva non solo recitare bene il testo, ma anche rispondere a qualche obbiezione non sempre facile. Chi ebbe il piacere di assistervi ebbe certo motivo di congratularsi colle gareggianti e colle ottime Suore che nulla trascurano pel bene delle loro allieve.

Facciamo voti che i buoni lughesi comprendano sempre meglio quanto possano giovare ai loro figliuoli i due corsi di religione e che, quanti ne sono in grado, vogliano concorrere a sostenerne le spese non indifferenti.

MACERATA - Convegno Sportivo - Resterà memorando il giorno 9 giugno, trascorso a Macerata in fraterno e geniale convegno da società ginnastiche e collegi diversi. Il tempo splendido rese la festa più bella ed attraente.

Alle 6 precise la « Robur » di Macerata e tutti i convittori dell'Istituto Salesiano, preceduti dalla banda e fanfara, movevano alla volta della stazione ferroviaria, ove, schierati sotto l'ampia tettoia, accoglievano poco dopo tra gli evviva e il suono festoso del loro concerto, le due società ginnastiche, i collegiali e gli ottimi professori di Gualdo Tadino. Si formò subito una bella sfilata fino all'Istituto, parato vagamente a festa per la circostanza.

Ascoltata la S. Messa, con un contegno davvero edificante, e rifocillati con una buona colazione, tutti insieme si rimisero in marcia. Si trattava di andare a ricevere i compagni di Loreto, che sarebbero giunti tra poco. Si attese alquanto in Piazza d'Armi, su quell'altura magnifica, ove lo sguardo spazia lontano, scoprendo paesi e città e giù in fondo il mare adriatico, increspato e ondeggiante, con le molte paranzelle sparse sulla curva uniforme.

Alle 9 i primi drappelli dei Loretani erano già in vista su per l'erta, che mena da Villa Potenza a Macerata.

Verso le 9 1/2 da Piazza d'Armi tutte le schiere riunite presero le mosse per un imponente corteo. Precedeva la fanfara e banda dell'Istituto di Macerata, quindi venivano le società ginnastiche « Virtus» di Loreto con gonfalone, « Primo Vere » e « Salus » di Gualdo con bandiere, « Robur » di Macerata con gonfalone, poi la fanfara del Ricreatorio festivo di Loreto, i convittori di Loreto con bandiera, i convittori di Gualdo ed infine i convittori di Macerata, pure con bandiera.

Quando tutte quelle schiere di oltre 400 giovani si mossero, sotto il comando dell'egregio prof. Elviro D'Errico, il colpo d'occhio fu davvero stupendo. Tra il suono delle fanfare e della banda si traversò l'intera città, fatti segno delle simpatie di una gran folla di gente, che si protendeva dalle finestre e dai balconi e sbucava dalle case e vie adiacenti al percorso, meravigliata e commossa del nuovo ed insolito spettacolo.

Arrivati nei locali dell'Istituto, venne servito a tutti un vermouth d'onore, mentre il Direttore, dando loro il benvenuto, invitandoli a mandare un plauso al Papa, al Re, ed al comun Padre dei Salesiani D. Rua, nonchè un ringraziamento alla cittadinanza e alla « Virtus » locale.

Il resto della mattinata trascorse in un attraente spettacolo di gare speciali tra i giovani ginnasti, presente numerosi cittadini.

Al pranzo, tenuto in un vasto salone, parlò per il primo applauditissimo il prof. D. Umberto Leo nardi , Preposto dalla Collegiata , che elettrizzò addirittura i 400 giovani convitati con la sua eloquenza spigliata ed insinuante. Brindarono pure molti altri fra giovani e superiori. Il Direttore dell'Istituto, ringraziò nuovamente i Loretani e i Gualdesi della gratidissima visita, e comunicò, fra unanimi applausi, i telegrammi spediti a S. S. Pio X, al Re e al sig. D. Rua. Come chiusura disse alcune parole calde d'affetto S. E. Mons. Sarnari, vescovo diocesano, che aveva partecipato al convegno, lieto di aver commemorato in quello stesso giorno il terzo anniversario della sua traslazione alla sede di Macerata, sua patria, fra tante giovani schiero, future speranze della Religione e della Patria.

Quindi nel teatrino cambiato in elegante salone, si die' principio ad una grandiosa fiera di beneficenza con 4ooo premi. Durante la fiera, alla presenza di buona parte della cittadinanza, tutte le squadre ginnastiche diedero un saggio collettivo e la banda dell'istituto sotto la direzione del M° Liviabella tenne un applaudito concerto.

Ma scese presto al tramonto anche quel lietissimo giorno, e, pei primi, ripartivano festeggiatissimi i Loretani, e più tardi anche gli ottimi Gualdesi facevano ritorno alla loro simpatica e verde Umbria, portando tutti nel cuore insieme con i più soavi ricordi il desiderio vivissimo di rinnovare quanto prima un sì cordiale ed affettuoso convegno.

MILANO - La Fiera di beneficenza, tenutasi alla Villa Reale a favore dell'Istituto S. Ambrogio nei giorni 23-27 maggio, non poteva avere una riuscita più varia ed attraente.

Sin dal primo giorno numeroso fu il concorso dei visitatori. Nel salone d'entrata, a sinistra, vedevasi improvvisato un elegante buffet dalle snelle e terse cristallerie e dalle ghiottornie di ogni specie; a destra si vedeva il banco della pesca di beneficenza. Le sale interne, sotto i sapienti ed abili tocchi delle infaticabili cooperatrici, erano state trasformate in un ridente bazar di ninnoli e dei più svariati oggetti d'arte e di consumo famigliare, graziosamente disposti sui banchetti nella gaiezza policromica della loro multiforme varietà.

Nel mezzo della sala principale, sopra un piedestallo ricoperto di un drappo di velluto cremisi, spiccava lo stupendo orologio officiel, prezioso e gentil regalo di S. M. la Regina Madre.

Ammirata assai l'esposizione dei lavori eseguiti dalle scuole professionali dell'Istituto. Tutti, ma in modo speciale gl'intelligenti, ebbero parole di elogio e di sincere congratulazioni pei lavori dei falegnami, che avevano esposto due camere da letto in stile moderno, una piccola saletta, e varii graziosissimi tavolini e rispettive sedie. Ma ciò che più attirò il pubblico e fu trovato di una grandiosità e finitézza poco meno che perfetta, fu il maestoso portone della nuova Chiesa di S. Agostino, in stile lombardo e tutto di noce scolpita, disegno dell'ingegnere C. Arpesani. Si ebbero pure elogi più che soddisfacenti le scuole di disegno, di plastica, dei legatori e gli oggetti di ceramica.

Verso le 16, quando al suono della banda dell'Istituto, che tutti i giorni dalle 15 alle 18 tenne concerto nel piazzale dinanzi alla villa, il concorso dei visitatori si fece più numeroso e tutte le sale erano ripiene, la fiera venne rallegrata da uno spettacolo riuscitissimo.

In un viale del giardino, era stato improvvisato un piccolo paicoscenisco; un vasto tendone riparava dal sole spettatori ed attori. Là convenne il numero eletto dei visitatori e i nostri giovanetti diedero un elegantissimo saggio della loro valentia drammatico-musicale.

I piccoli attori si ebbero le ovazioni più lusinghiere; anzi il divertimento piacque tanto che se ne volle ad ogni costo la ripetizione pel giorno 25, in cui pure si ebbe un lieto concorso.

Ma il concorso maggiore lo si ebbe la domenica 26. Le sale erano così gremite che rimaneva quasi impossibile la circolazione. Alle 16 e mezzo, tutti gli accorsi si riversarono nel vasto viale del giardino mutato in sala, ove un giovane alunno con brevi, ma sentite parole, espresse i sentimenti della più viva gratitudine alla Famiglia Reale che si compiacque di concedere la villa, a S. M. la Regina Madre pel prezioso suo dono, al Comitato Salesiano che sì bene seppe architettare la splendida fiera e a tutti gli accorsi.

Quindi la schola cantorum dell'Istituto, diretta dal maestro Federico Caudana, col gentile concorso della nobile Signorina Maria Lavelli De-Capitani, del conte G. Padulli, dei professori G. Mascardi e A. Albergoni diede un riuscitissimo concerto.

A rendere più solenne e grandiosa la festa vi convennero anche tutti i giovanetti dell'Istituto, preceduti dalla bandiera, dalla fanfara e dai giovanetti del Circolo « D. Bosco » dell'Oratorio festivo di S. Gioachino. La sfilata fu imponente, ed essi lungo le vie, specialmente nel ritorno, nel quale eran preceduti dalla banda e seguiti dalla fanfara, raccolsero dalla cittadinanza le più liete ovazioni.

I più cordiali ringraziamenti al Comitato di signore, signorine e signori che organizzarono così bene la riuscitissima fiera.

- Nella Chiesa di S. Agostino, il 5 maggio celebravasi per la prima volta la festa patronale: La conversione di S. Agostino.

Alle sette e mezzo il rev.mo D. Paolo Albera, Direttore spirituale della Pia Società Salesiana, celebrava la Messa distribuendo la S. Comunione a tutti quei buoni giovanetti, ai quali si unirono numerosissimi fedeli e non pochi Cooperatori e Cooperatrici Salesiane.

Alle 10 vi fu Messa Pontificale cantata dal reverend.mo Mons. Giuseppe Confalonieri, Canonico della Metropolitana. La Schola Cantorum mostrò una volta ancora la sua valentia coll'eseguire la stupenda Messa del maestro Donini e scelti pezzi di Gruber e del Perosi.

Al vangelo salì il pergamo il valente oratore dott. Alfonso Casoli, Rettore del Collegio Convitto Leone XIII, il quale con parola elevata intrattenne per più di mezz'ora il numeroso pubblico, tratteggiando splendidamente lo stato d'animo di Agostino lontano da Dio, le preghiere, le cure e le lacrime della santa sua madre per ricondurlo alla fede, e le vie mirabili che tenne la divina Provvidenza per mutarlo nel grande convertito. Solenni riuscirono pure le funzioni del pomeriggio.

- La Chiesa di S. Agostino tornò nuovamente a a rigurgitare di popolo devoto il giorno del Corpus Domini, accorso per la processione che riuscì devota e imponente. Infatti mentre gli ultimi uscivan di chiesa, i primi, dopo aver fatto il giro esterno di tutto l'Istituto, erano per rientrare. E proprio allora tra gli osanna e le note festive delle campane e della banda dell'Istituto e della fanfara dell'Oratorio di S. Gioachino, in una primaverile gaiezza di terra e di cielo, lungo la via seminata di fiori, usciva l'ottimo prevosto D. Cesare Rolandi, portando in trionfo l'Ostia Santa. Fu un momento di entusiasmo ; tutta via Copernico era gremita di gente che, curva la fronte e piegate le ginocchia, adorava il Dio della gloria...

Annunciamo queste consolanti notizie, nella certezza che torneranno gradite a quanti concorsero in qualche guisa alla parziale erezione della opportunissima chiesa, la quale, compiuta che sia, riuscirà uno dei più bei monumenti artistici della nuova Milano.

In Oriente.

BETLEMME - Dal rendiconto annuale 1906 inviato dai Direttore dell'Orfanotrofio di Gesù Bambino in Betlemme al Direttore Generale dell'Opera delle Scuole d'Oriente, spigoliamo queste importanti notizie.

« ... Non abbiam potuto nell'anno 19o6 far fronte a tutte le spese, ed abbiamo dovuto chiudere i conti senza poter soddisfare tutti i nostri fornitori con nostro gran rincrescimento...

Seguono « alcuni particolari felici del 19o6.

» Due antichi alunni dell'Orfanotrofio, avendo terminato i loro studi teologici, sono stati ordinati preti. Sono, ora, in numero di otto, i preti salesiani usciti dalle file dei nostri orfani in questi ultimi anni, cioè dacché il canonico Belloni, di santa memoria, si univa alla Pia Società dei Salesiani di D. Bosco.

Abbiamo avuto inoltre la consolazione di vedere quindici fanciulli scismatici convertirsi al cattolicismo. L'esperienza degli anni precedenti ci ha piuttosto incoraggiati a favorire queste conversioni; in generale sono perseveranti, anche in mezzo alle persecuzioni.

» Infine dieci orfanelli hanno lasciato l'orfanotrofio nell'agosto u. s., avendo compita la loro istruzione. E una vera soddisfazione per noi di dare alla società operai capaci, solidamente cristiani e praticamente istruiti in tutti i loro doveri : sono tante famiglie rese felici.

» Questi tre fatti non mancheranno di mostrare ai nostri cari benefattori e alle nostre care benefattrici che le loro elemosine sono ben impiegate e che l'Orfanotrofio di Betlemme non cessa di prosperare se produce frutti così consolanti...

» Le classi esterne procedono assai regolarmente. Grazie alla scuola dei Padri Francescani e alla nostra, nessuno dei fanciulli cattolici frequenta le scuole protestanti o scismatiche. Al contrario il nostro Esternato conta molti alunni che appartengono a famiglie dissidenti, che si stimano felici di poter affidarci i loro figli. E noi non abbiamo che a lodarci della condotta di questi, principalmente della loro applicazione alle lezioni di catechismo.

» I più grandi, con loro piena volontà, assistono fedelmente ed esemplarmente ai diversi officii della parrocchia greco-cattolica ; e più di uno è stato spinto, con questo mezzo, ad abbracciare la vera fede.

» I fanciulli, però, tendono a diminuire in Betlemme: l'emigrazione aumenta smisuratamente. Non sono più soltanto gli uomini robusti che si allon tanano per ritornare dopo un certo numero d'anni, ma son famiglie iutiere che lasciano Betlemme, alcune per sempre. Si contano a più di tre mila i Betlemiti che attualmente sono in America e nei vani paesi d'Europa   

» Sua Beatitudine, Mons. Cirillo VIII, patriarca dei cattolici- Greci e melchiti, ha potuto infine visitare anche i suoi sudditi di Gerusalemme. Il 2o dicembre, si recava a Betlemme, ove la popolazione intera gli fece una accoglienza grandiosa e simpatica. L'orfanotrofio vi ha naturalmente preso parte colla musica e tutti gli alunni. Sua Beatitudine non si contentò di accorciarci la sua prima visita, volle anche farci l'onore di assidersi alla nostra modesta mensa. Lo scopo principale della sua venuta in Palestina, dopo la visita dei suoi fedeli, fu quello di dotare la città di una chiesa greca cattolica... Possa egli coi soccorsi delle persone generose che amano la Terra Santa e l'Oriente, compiere presto quest'opera ardentemente desiderata da tutti coloro che tengono a cuore l'unione delle Chiese e il progresso del Cattolicismo.

» Mezzi di venire in aiuto all'Orfanotrofio... Non voglio terminare, continua la relazione, prima di avere proposto alcuni mezzi pratici per concorrere all'Opera dell'Orfanotrofio di Betlemme.

» Dirò prima di tutto che il mezzo il più indicato per assicurarne l'avvenire sono le fondazioni di letti. Un capitale di 5000 lire può bastare a fondare un posto...

L'annua spesa per un alunno arriva a L. 250.

» I nostri benefattori potrebbero prendere a loro carico anche una giornata di pane: L. 25... Altri potrebbero pensare a vestire un orfanello per un anno, cioè far fronte ad una spesa di circa L. 5o... Ci si renderebbe pure un grande servizio aiutandoci a comperare libri e quaderni, sia per gli orfanelli, sia per gli alunni esterni più poveri. E' il fornire i libri gratis, che attira molti alunni alle scuole protestanti...

» Anche la nostra chiesa del S. Cuore avrebbe bisogno di rinnovare la biancheria e vari arredi sacri... »

Chiudiamo la serie delle pie proposte augurandoci che molti benemeriti Cooperatori realizzino le speranze del buon Direttore, a vantaggio di tanti piccoli orfanelli, compaesani di Gesù. E speriamo tanto che i pii voti abbiano ad essere esauditi, che non esitiamo a trascrivere l'indirizzo di quel benefico istituto : - Orfanotrofio Cattolico - (PalestinaGerusalemme) Betlemme.

- Il nuovo Patriarca Latino di Gerusalemme Monsignor Filippo Maria Camassei, il cui ingresso nella Santa Città riuscì un imponentissimo trionfo, il 15 maggio si affrettava a visitare l'Orfanotrofio cattolico di Betlemme. Gli orfanelli l'accolsero schierati in bell'ordine al suono della banda, poscia tennero in suo onore una breve accademia. Il Patriarca ringraziò commosso e benedisse i presenti estendendo la sua benedizione a tutti i benefattori dell'istituto.

- La festa del Sacro Cuore, nella chiesa omonima annessa all'orfanotrofio, va assumendo di anno in anno un'imponenza maggiore. Le comunioni distribuite al mattino furono 5oo. La messa solenne, cantata dal P. Guardiano del Convento Francescano di Betlemme, fu accompagnata con musica di Palestrina eseguita dai nostri piccoli arabi. L'apoteosi fu la processione col SS. Sacramento, lunga, raccolta, composta dai nostri giovanetti interni, esterni e collegiali, dagli alunni dell'istituto salesiano di Cremisan, dalle Suore di S. Giuseppe colle loro educande, dai Fratelli delle Scuole Cristiane coi loro alunni, da numeroso clero tra cui vari parroci greci e síriaco - cattolici nei loro costumi orientali, finalmente da S. E. Rev.ma Mons. Piccardo, Vescovo ausiliare di Gerusalemme. Il baldacchino era portato da sei chierici in tunicella, seguito dai notabili del paese. E' tempo che Gesù Sacramentato torni a passar riverito per le vie della sua città natale !

SMIRNE - Alla Scuola Tecnico-Commerciale l'ultima quindicina di giugno fu consacrata agli esami delle singole materie d'insegnamento, che vennero dati sotto gli occhi del sig. Console Generale d'Italia e il Courrier de Smirne scrisse essersi felicemente constatato « che l'insegnamento ivi impartito è altrettanto serio che pratico. La lingua italiana e la lingua francese vi sono insegnate con eguale amore, e le lezioni di tedesco, d'inglese e di scienze son date da professori instruiti ed esperimentati... L'insegnamento commerciale occupa un posto particolare nei programmi di quell'importante casa d'educazione. Confidato al prof. Alfonso Datodi, la cui competenza è incontestabile, non può non dare che eccellenti risultati.

» Ecco, continua il Courrier, una corrispondenza in proposito inviataci da uno dei nostri abbonati.

« Mercoledì ebbi il piacere di assistere agli esami di commercio della Scuola tecnico-commerciale italiana, e sento di dover ringraziare i Salesiani d'avermi pòrto occasione di poter constatare de visu quanto sia serio l'insegnamento commerciale dato in detto istituto.

» L'esame ebbe luogo davanti una commissione presieduta dal cav. Toscani, l'illustre console generale d'Italia, e composta dal cav. Sugiani, direttore della Banca Imperiale Ottomana a Smirne, dal cav. Antonio Solari, dal sig. Antonio Reggio, vicepresidente ciel Comitato locale dell'Associazione Nazionale, del cav. Mainetti, del sig. Lanza capocontabile e ciel sig. Francesco Sforza, vice-capo contabile della Banca Imperiale Ottomana...

» Vennero esaminate le quattro classi del corso commerciale, e gli alunni risolsero le più difficili operazioni dell'aritmetica commerciale e finanziaria, come i più complicati problemi di contabilità, e con tanta franchezza e facilità, da mostrare assai chiaramente la gran pratica acquistata dai bravi giovani mercè l'illuminato insegnamento e la loro costante applicazione.

» Tanto il sig. Console Generale, come gli altri membri della commissione rimasero pienamente soddisfatti del buon risultato degli esami, per cui non mancarono di congratularsi col prof. Datoli e colla Direzione della Scuola per avere saputo realizzare tanto progresso nelle matematiche, nel commercio e nelle lingue. »

- La distribuzione dei premi ebbe luogo il 6 luglio, sotto la presidenza del Cav. Toscani e alla presenza dell'Ammiraglio di Brochetti, comandante della squadra italiana del Mediterraneo, e di molti ufficiali superiori della Squadra medesima. L' Ammiraglio, soddisfatto dei progressi constatati, indirizzò calde felicitazioni alla direzione della Scuola.

Dalle Americhe.

BUENOS AYRES - Nel salone del Collegio Pio IX, la domenica di Pentecoste, si pubblicava l'esito del 20 Concorso Sud-Americano di Musica Sacra, promosso dalla Direzione della rivista musicale S. Cecilia, edita dai Salesiani di Bernal. Presiedeva Mons. Luigi Duprat, Vicario Generale, che tenne pure un dotto discorso. Le tre composizioni premiate si rinvennero appartenenti al medesimo autore, il signor ing. Giuseppe Medina, il quale pertanto conseguì anche i tre premi : un'elegantissima croce in mosaico, dono dell'Ecc.mo Arcivescovo di Montevideo, un artistico orologio alto 70 cm. offerto dal Vescovo di Cuyo, ed una splendida medaglia d'oro inviata dalla Commissione Archidiocesana di Musica Sàcra. Furon proclamate prossime al premio le composizioni del nostro D. Pietro Rota e del sig. Casildo Thompson.

- In Calle Maldonado, la domenica 2 giugno venne inaugurato il Collegio-Scuola femminile di Maria SS. Ausiliatrice. Convennero a benedirlo Mons. Arcivescovo e l'Ecc.mo Internunzio Pontificio, fungendo da padrini l'Ecc.mo sig. Presidente della Repubblica colla sua signora, rappresentati dal Ministro di Culto dott. Stanislao Zeballos e consorte. Un'elettissima schiera di altri cospicui signori onorò di sua presenza la cerimonia, la quale allietata dalle armonie della banda degli Huerfanitos de D. Bosco e di quella di N. S. della Guardia di Bernal, cominciò con la lettura del verbale della benedizione del Collegio, altro prezioso frutto del 2° Congresso dei Cooperatori Salesiani, nonchè del verbale della collocazione della pietra fondamentale dell'annessa cappella la cui cerimonia si compì nel medesimo giorno. Seguì il discorso d'occasione, detto dal salesiano D. Valentino Bonetti, indi uno splendido saggio delle alunne.

Il Collegio Maria Ausiliatrice in Maldonado , come abbiamo accennato, è il secondo frutto del Congresso Salesiano di Buenos Aires. Quando si ideò l'Istituto degli Huerfanitos de D. Bosco, in seno alla Commissione delle Cooperatrici incaricate dell'Opera sorse il proposito: « Quello che si è stabilito poi fanciulli, facciamolo anche per le fanciulle». E senz'altro si posero all'impresa, che al fine venne coronata di ottimo successo. Dopo cinque anni di vita nomade, finalmente si potè comperare il terreno, si cominciò un grande edifizio e non si desistè dall'impresa finchè non lo si vide perfettamente compiuto e capace di educare in un grandioso laboratorio-scuola più di cento fanciulle operaie, istruire nelle sue scuole altre trecento o quattrocento fanciulle, ed accoglierne altre ancora nell'Oratorio festivo. Tale è l'Istituto inauguratosi in Via Maldonado il 2 giugno.

- L'arrivo di Mons. Achille Locatelli a Buenos Aires fu un avvenimento. L'Arcivescovo e tutte le Autorità civili gli mossero incontro salendo a bordo dell'Umbria. La sfilata alla cattedrale fu imponente. La carrozza presidenziale, sulla quale aveva preso posto Mons. Internunzio, era oggetto d'incessanti acclamazioni, che si confondevano cogli accordi delle musiche della Polizia e di tre nostri collegi, il Pio IX e quelli degli Huerfanitos e di Bernal. Entrato il corteo in Cattedrale, Mons. Espinosa intonò il Te Deum, che fu proseguito dalla Schola cantorum del Collegio Pio IX, alternando i versetti musicati con versetti in canto gregoriano. Seguì l'Oremus pro Pontifice, a 4 voci, del Maestro Singemberger. La cerimonia si chiuse colla benedizione impartita da Mons. Internunzio.

CORDOBA - (Repubblica Argentina) - Inaugurazione dei nuovo Collegio. Pio X.- L'8 maggio si benedisse il tratto della nuova fabbrica felicemente condotto a compimento, cioè il salone destinato provvisoriamente a cappella, quattro spaziose camere adibite all'insegnamento elementare, il salone dormitorio capace di 5o letti e l'ampia galleria che si estende a tutta la parte dell'edificio inaugurato.

All'atto assistevano, insieme con numerosissimo pubblico, il vice governatore dott. Felice T. Garzòn, il governatore eletto dottor Ortiz y Herrera, nonchè molti distinti cavalieri e dame dell'alta società cordovese.

Terminata la benedizione dell'edificio, si organizzò la processione pel trasporto del Santissimo Sacramento al nuovo locale. La cerimonia riuscì imponente. Il corteo fu allietato dal canto di inni religiosi eseguiti da 5oo fanciulli, ed accompagnato dalla banda provinciale. Giunta la processione alla nuova cappella, il dott. Cabrera, direttore diocesano dei Cooperatori di Cordoba, improvvisò una forbita allocuzione, facendo risaltare i benefizi che derivano alla società dall'opera di D. Bosco e la carità del buon popolo di Cordoba che asseconda con compiacimento ogni iniziativa che tenda a promuovere lo svolgimento ed il bene della città. La cerimonia ebbe termine con la Benedizione Eucaristica impartita dall'Ill.mo Mons. Vescovo Cabanillas.

Al mattino seguente, giorno di domenica, si celebrò una solenne funzione religiosa; il coro dei fanciulli eseguì con tutta delicatezza una messa del maestro Pagella.

Nel pomeriggio si inaugurò ufficialmente l'oratorio festivo, presenti oltre 5oo ragazzi. Un gaio trattenimento drammatico riscosse fragorosi applausi dai numerosi signori presenti, convenuti ad ammirare la semplice eleganza dell'inaugurato edificio.

Mancheremmo ad un nostro dovere, se tralasciassimo di notare che la facilità con cui si condusse a compimento la nuova fabbrica si deve in particolar maniera alla devota riconoscenza di molte anime pie che ottennero grazie e favori da Maria SS. Ausiliatrice.

MONTEVIDEO. - Il 19 marzo gli artigianelli delle Scuole Professionali « Don Bosco » celebrarono con insolita pompa la testa del loro Patrono. La messa solenne fu accompagnata dal canto di un eletto coro dell'Istituto Salesiano del Manga. Alla sera, solenne tornata accademica in onore di S. Giuseppe, chiusa dall'ispettore D. Giuseppe Gamba con paterne parole. Terminato l'atto, le varie squadre degli artigianelli si recavano a diporto in un luogo amenissimo poco lungi dalle Scuole, dove venne loro servita una merenda col tradizionale mate.

NECROLOGIO

Il Sac. D. Gius. Maria De Carlo.

Questo buon sacerdote, parroco di S. Pietro in Frosolone per 47 anni, fu pure per lunghissimi anni Direttore in Italia dell'Opera di Terra Santa, e sacrificò tutto se stesso pel bene di quei poveri ed abbandonati orfanelli. Pieno di compassione e caritatevole in grado eminente, teneva aperta a sua casa a tutti, si commoveva e piangeva ad ogni sventura, e a tutti asciugava una lagrima, prodigava un soccorso.

Sommamente stimato in vita, morì sommamente compianto l' 11 aprile 1907. Riposi in pace l'anima sua elettissima.

Mons. Emmanuele Tovar Arcivescovo di Lima.

LA morte ci ha rapito un altro grande benefattore, Mons. Emmanuele Tovar, Arcivescovo di Lima.

Era nato in Sayan il 10 maggio 1844. Nominato Vescovo titolare di Marcopoli nel Concistoro del 4 giugno 1891, in quello del 22 agosto 1893 fu promosso alla Metropolitana di Lima.

Prelato distinto per doti di mente, e di cuore, lascia di sè una memoria di benedizione.

I nostri lettori rammenteranno senza dubbio, come con l'approvazione e sotto la presidenza di Mons. Tovar si tenesse l'anno scorso il IV Congresso dei Cooperatori Salesiani in Lima. Sia quindi comune impegno di sciogliere affettuosi suffragi per l'anima sua.

Il sig. Nicola Pagliere.

A Buenos Aires il 27 maggio u. s. volava al paradiso questo venerando vegliardo per ricevere il premio della sua carità, della sua attività e della sua fede, dopo una lunga infermità, sopportata con esemplare edificazione.

Padre modello, educò cristianamente la numerosa figliuolanza, alla quale lasciò in retaggio la pratica delle più belle virtù.

Fra le opere buone promosse ed aiutate da lui, anche con sacrifizi personali e pecuniari, devonsi annoverare varie chiese e cappelle, fra cui quella di Mater Misericordiae fin dai principi della sua fondazione.

Al figlio D. Stefano, che attualmente tiene le veci di Mons. Cagliero nell'amministrazione del Vicariato della Patagonia Settentrionale, le nostre fraterne condoglianze.

Il Sig. Giovanni M. Vanzina.

A Vanzone Ossola in Vall'Anzana, provincia di Novara, il 9 maggio u. s. volava a ricevere il premio dei giusti quest'altro venerando e pio cooperatore. Pieno d'interesse per tutte le opere buone non mancò mai di accorrere in loro aiuto come meglio potè, e per questo noi crediamo che gli sia stato concesso dal Signore il premio eterno. Nondimeno lo raccomandiamo affettuosamente a speciali suffragi.

FACCIAMo anche particolari suffragi pel Rev. Can. D. Paolo Benelli, Penitenziere della Cattedrale di Crema, pio e benefico, spirato il 9 aprile u. s., e pei seguenti defunti dal 10 gennaio al 1 marzo:

Caputo Nicolò - S. Marco d'Alunzio. Carbone D. Giuseppe - Genova. Carissimi Angela - Terno d'Isola. Carlarino Antonio - Sestri Ponente.

Carlotti marchese Girolamo - Illasi, Verona. Castagnedi D. Fiorente - Soave.

Cavaglià Carlo fu Domenico - Santena.

Cavedon D. Gio. Battista, cari. - Vicenza.

Centurione marci. Giulia n. march. Riario Sforza- Invrea. Cercano Domitilla m. - Zanco Monferr. Chiappa D. Giuseppe - Pedina, Piacenza. Coggiola Agostino fu Francesco - Lu Monferrato. Colecchi D. Emidio - Causano, Aquila. Colona Maria - Grana Monferr. Colussi D. Giovanni - Ospedaletto. Conti Carolina - Milano.

Costantini dott. Girolamo - Vittorio, Treviso. Crotti D. Domenico, vicario - Soncino, Cremona.

Curti suor Maddalena, priora agost. - Frascati, Roma. Dalle Piatte D Gio. Batt., Benef. - Serso, Trento Dalzini D. Girolamo, vic. - Rivarolo fuori, Mantova. Dalzotto D. Pietro, rett. - Tegi di Sotto. Damiani Giuseppina - Brescia. D'Ancore D. Antonio, can. - Palermo. De Angelis Raimonda n. Bar. Ostini - Roma. De Colli Luigia - Vigevano. D'Elia Rachele - Gallipoli, Lecce. De Gubernatis Petronilla - Torino. De job D. Arturo, curato - Villazzano. Dell'Acqua D. Giovanni, can. - Pavia. Dellasette Ferdinando - Giaveno, Torino. Del Nigro D. Andrea, priore - Cerreto Sannita. De Mattia D. Pietro, cari. - Treia, Macerala. De Micheli D. Raffaele - Fornione, Bologna. De Santi Nicomede - Frontone, Pesaro-Urbino. De Vita D. Filippo, arcip. - Rosciano, Teramo. Dondi D. Antonio, canonico - Modena. Dotto Carolina n. Guala - Acqui, Alessandria. Ducoli D. Grazioso, arcip. - Saiano, Brescia.

Durbano D. Spirito, prevosto - S. Pietro di Monterosso. Eutizio Modesto, maestro - Ostra, Ancona. Fabrini Maria V.a Ciapetti - Castelfiorentino. Fabroni Angelo - Gorgo, Udine. Falconi-Segadelli contessa Rosina - Piacenza. Fassi Maddalena - Torino. Fassiolo D. Domenico, arcip. - Arenzano. Figari Maria V.a Demartini - Genova, Fiorito D. Guido, not. apostolico - Acqui. Fioroni D. Domenico - Costabona. Gallini Matilde - Lovere, Bergamo. Gallizio Teresa - Treiso d'Alba. Giacchi cav. uff. dottor Oscar - Racconigi. Gilonna D. Carlo, penitenziere - Briga, Novara. Girodo Maria V.' fu Antonio - Rubiana. Giuffrida-Maiolino Domenico.- Catania. Giusti D. Antonio, parroco - Bibano. Isnardi Giovanni detto Fornaso - Castagnito d'Alba. Lapponi dott. comm. Giuseppe - Roma. La Selva Arcangelina - S. Marco in Lamis. Lombardi Paolo - Frugarolo, Alessandria. Mai Chiarina - Travagliato, Brescia. Maiolino Camillo - Ome, Brescia. Malvicino D. Domenico, prevosto - Nizza Monferrato. Marchese prof. D. G. Battista - Savona. Mari D. Nicola - Capriglia, Salerno. Mariuelli Lattanzio - Boiano, Campobasso. Marsili D. Settimio - Canterino. Massucco Giuseppe - S. Giuseppe Castagnito. Mazzoccoli Michele fu Silvestro - Montescaglioso. Miglio D. Pietro, canonico - Bellinzago. Milano D. Domenico - Carrù. Molza contessa Bianca - Modena. Mommi Giacomo - Torbe, Verona. Monaco Luigia - Torazza, Torino. Monti Domenico detto Sese - Tonengo, Torino. Monticelli Bernardo - Ponte Caffaro, Brescia. Morano avv. comm. Ferdinando - Ronca. Morscio D. Giuseppe, parroco - Isolabona. Muzio Maria - Onno, Conto. Nadiani Nobile Antonio - Bologna. Olivazzo Felicita n. Delù - Zanco Monferrato, Aless. Onofri Michele - Ortona a Mare, Chieti. Palladini Margherita - Portonero a Grinzane, Cuneo. Pecci Rosa Magherno, Pavia. Pedroni Carlo - Besozzo, Como. Pescetto Angela V.a Carbone - Savona, Genova. Peschiera D. Domenico, prevosto - Chiavari, Genova. Pollino D. Giuseppe - Torino. Poma Barbara - Biella Piazzo, Novara.

Pomba Rosa - Torino.

Rabbi Maria - Bologna.

Racca-Ceppi Ernesta - Torino.

Ramella D. Andrea, arciprete - Albenga, Genova. Ramoni Rachele - Finero, Novara.

Ridolfo Angelina - Mazzarino - Caltanisetta. Rivotto Felice - Chiusa S. Michele, Torino. Roccaville Metilde V.a Fillia -- Sanfront, Cuneo. Rolle Abbeni Delfina - Torino.

Ronchail D. Augusto, parroco - Fenestrelle, Torino. Saccati Domenico fu Francesco - Bra, Cuneo. Sales Giuseppina - Torino.

Sanguineti M.r G. Battista, dott. in ambe leggi - Genova. Santoni D. Milziade, canonico - Camerino, Macerata. Scartezzini Eugenio - Genova.

Scognamiglio Teresa - Gennaro Portici, Napoli. Secco d'Aragona contessa Teresa - Erbusco, Brescia. Segatti Maria V.a Franceschini - Ceneda, Treviso. Solcia Luca - Grezzago, Milano.

Suor Serafina delle Giuseppine - Torino. Tamburino D. Vincenzo - Mineo, Catania. Turati Luigia V.a Turri - Verona.

Ungarelli D. Luigi - Bologna.

Vagnone Giuseppina V.a Alliandi - Torino. Vandelli Filomena - Modena.

Venera D. Giovanni - S. Raffaele, Torino. Viale Costanza - Torino.

Viasone Antonio fu Giacomo - S. Vittoria d'Alba. Volta Cleonia - Novellara, Reggio Emilia. Zardini Francesca - Marano, Verona. Zordano Giordano - Torriglia, Padova.

Dal 1 marzo al 1 maggio 19o7.

Allini D. Samuele, prep. - Milano.

Ambrosini Angelo - Canove, Vicenza.

Armelini Debora - Paciano, Perugia. Balsari Teresa V.a Duglio - Borgomanero. Barraudi coram. ing. Carlo - Torino.

Barbarossa Raffaele, arcidiac. - Monsampietrangeli. Barozzi Giuseppina - Liazana, Tirolo. Bellemo Giuseppe - Chioggia.

Bellino D. Andrea, prev. Vic. For. - Morozzo, Cuneo. Beniscelli Giuseppina in Murchio - Alassio. Bergesio Maria di Lorenzo - Veglia di Cherasco. Bertelli Francesca - Lovere, Bergamo. Bertoli Gerolamo, parroco - Marone, Brescia. Biraghi Pietro, prev. Vie. For. - Gorgonzola. Milano. Bottano D. Gio. Batt., arcip. V. For. - Alpepiana. Bollati Giovanni - Cardè.

Bondioni D. Antonio, V. For. - Manerbio, Brescia. Bonin Pierre Dominique - Brusson, Torino.

Bono D. Gio. Battista, parroco - S. Anna dei Boschi. Bonzanino prof. Gabriele - Torino,

Bruzzone D. Pietro, canonico - Savona.

Buglioni di Monale conte Goffredo - Torino. Cagliano D. Ilario, priore - Alice Castello, Novara. Campagnari D. Ognibene, rettore - Montebaldo, Verona. Casetti cav. Ignazio - Lanzo, Torino. Cavallero Vittorio - Torino.

Cavagna D. Giulio, curato - Bonate sotto, Bergamo. Cenatiempo Mons. Bonaventura - Roma. Cera D. Francesco - Lonigo, Vicenza. Cesareo D. Antonio, canonico - Catania. Chesini Giuditta - Fiumana, Forlì.

Ciancia Carolina, maestra - Caprile

Cirello Matilde Marini - Pordenone. Colosini Angelo - Castegnato, Brescia. Corso Giovanni - Novaghe, Verona. Costa prof. Saia Luigi - Messina.

Cova P. Vittorio, ex Proc. Gen. Miti. Inf. - Casale Monf. Cruciani Francesco - Monterubiaglio, Perugia. Cuzzi Crocifissa - Suna, Novara.

Dalvecchio Brigo Maria - Tribano, Padova. Deagostino Lorenzo - Pollone, Novara.

De Feo nob. cav. uff. Salvatore - Omignano, Salerno. Erba D. Pietro, parroco - Cistago.

Fabbrica Gavina V.a Beltramo - Torino.

Fabris Simonetti Giuseppina - Cittadella.

Ferrari D. Cherubino, parroco - Montecalvo, Bologna. Ferrari Paolo - Pavia.

Fioravanti Massimino - Montorio Romano. Fontana Fedele - Encantado, Brasile. Fonti D. Angelo - S. Andrea Casale, Forlì.

Fornelli Suor Celestina Eleonora - Carassone, Cuneo. Franco D. Giuseppe, parroco - Pissatola, Rovigo. Galleani D'Agliano damigella Felicita - Torino. Galli Rachele V.a Pedrotti - Milano. Garessio Giuseppe - Veglia di Cherasco. Gastaldi Giuseppe - Pozzo di Strada, Torino. Gavotti Verospi cav. marchese Fabrizio - Roma. Gianelli Mons. Giovanni, arciprete - Rapallo. Gianoglio Antonio - Veglia di Cherasco. Giovannini Mons. Enrico, arciprete - Bologna. Girando Catterina - Bibiana, Torino. Giudici Carlo - Barlassina, Milano. Giuffrida Concettina - Siracusa. Glisenti Rosa fu Battista - Narone, Brescia. Grossi D. Giacomo - Pergine, Tirolo.

Guadagno D. Antonio, parroco - Fuorigrotta, Napoli. Gugliotta Giovanna - Latronico, Potenza. Leveratto Francesco - Pontedecimo, Genova. Lizzi Giovannina - Troia. Longhitano Nunzia - Bronte. Macchi Card. Luigi - Roma. Manfrè D. Rosario - Patti, Messina. Marcellino Gabriella - Torino, Marcheto Marco - Encaniado, Brasile. Marcipati Maria - Ghedi, Brescia. Martini cav. Giuseppe - Torino. Massa Tranquilla - Mesenzana, Como. Mattiolo Adele - Buttigliera d'Asti. Mezza V a .Maria - Corno Giovine, Milano. Mezzano D. Domenico - Montorso, Vicenza. Misuracchi Annetta V.a Cavalcabò - Borgotaro. Morbioli Quirico - Novagliè, Verona. Morel Chiamenti Elisa - Chioggia, Venezia. Mogoni Paolina - Agnadello, Cremona, Nebiolo Francesco - Castiglione d'Asti. Nicnli D. Zaccaria - Sondalo, Sondrio. Nicolis Elvira - Costernano, Verona. Notarianni D. Carlo -- Lenola, Caserta. Nussi Vincenzo - Roma.

Oddenino D. Francesco, vicecurato - Torino. Oldano Luigi - Grana Monferrato.

Pantaleone Giuseppe - Villarossa, Caltanisetta. Parodi D. Felice, parroco - Maranzana, Alessandria. Pautassi Mad. Leontina - Torino, Pavanato D. Giuseppe, rettore - Caverzere, Venezia. Peiretti Maria - Castagnole Piemonte, Torino. Pelizzari D. Andrea - Anfo, Brescia. Pellarin Raffaele - Sequals, Udine. Pellarin Rosa - Sequals, Udine. Perosa Angela - Cinto Caomaggiore, Venezia. Picasso Luigia V.a Ratto - Genova. Pinzottí Pietro - Bindo, Como. Pomini Angelo - Massa Superiore, Rovigo. Pontiggia Luigia - Galbiate Brianza. Prato Can. D. Antonio - Fossano, Cuneo. Presi D. Francesco, parroco - Camugnano, Bologna. Raimondi Eugenia - Mancate, Milano. Rigano D. Sante - Palermo.

Robioglio Gio. Maria - Valle Mosso Inferiore, Novara. Roggeri di Villanova cont. Clotilde n. Pes d'Ayala-Torino. Roletti D. Giuseppe Pietro - Torre Bairo, Torino. Rossi Francesco - Strevi, Alessandria. Russo Mangeri Grus, agronomo - Acireale. Scalvini Cecilia - Ghedi, Brescia. Serra nob. cav. Francesco - Milano. Simoncelli D. Luigi - Lonigo, Vicenza. Simonetti-Balzetti Iraide - Padova. Soccetti D, Cesare, parroco - Ancona.

Suor Agnese M. Cecilia Bentivoglio, orsolina - Modena. Tamburino D. Vincenzo, prev. V. For. - Minco. Tedoldi Maria - Ghedi, Brescia. Tommasi Maria - Verona. Tonelli D. Giacomo, arcip. - Villanova di Mondovì. Vassallo D. Emanuele - La Valletta, Malta. Venerati D. Angelo - Codroipo, Udine. Verga Biagio, capitano in ritiro - Foglizzo, Torino. Vernetti Gerolamo -- Fresonara, Alessandria. Viberti Ottavio - La Morra, Cuneo. Vilotti Luigi- Bertiolo, Udine. Zunin Enrico - Maiano, Udine.