BS 1900s|1907|Bollettino Salesiano Giugno 1907

ANNO XXXI - N. 6.   GIUGNO 1907.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEl COOPERATORI SALESIANI DI D. BOSCO

SOMMARIO: La divozione al S. Cuore di Gesù 161 Indulgenze pel mese del S. Cuore    164 IL CoNGREsso DI FAENZA: Il primo giorno - Le adunanze femminili - Il Concorso drammaticoginnastico-musicale - Elenco dei Premiati.. 165 Il terremoto nel Messico    

Tesoro spirituale . . .

Tra gli italiani all'estero: Un articolo dell'Italia di S. Francisco di California - A Valparaiso . > 174 Oratori festivi: La « Victoria » di Parma - Da Lugano - Per le gite collettive    176 DALLE MISSIONI : Mozambico: Il viaggio dei nostri Missionari - Patagonia Settentrionale: Una fruttuosa missione; Le Missioni pel campo - Matto Grosso: Colonia dell'Immacolata - In fascio: S. Martin de los Andes   . . .   . 178

IL CULTO DI MARIA SS. AUSILIATRICE: La solennità titolare al Santuario di Valdocco - Pel 24 corrente - Grazie e graziati    183

NOTIZIE VARIE : Auguri -Il viaggio del Sig. D. Rua - Un'informazione importante alle famiglie - In Italia: Cagliari e Sanluri, Parma, Pontestura Monf. - Dalle Americhe : Pernambuco-Jaboatao Troy- N. Y   189

Necrologio e Cooperatori defunti    191

La divozione al S. Cuore di Gesù

LA festa del S. Cuore di Gesù, che ricorrerà il 7 giugno, si avanza in quest'anno, preceduta da nuovi straordinari favori, di cui il regnante Pio X ha voluto ornare e come impreziosire una sì tenera e salutare divozione, favori che noi pubblichiamo integralmente in questo numero del Bollettino. Se, com'è indubitato, l'approvazione del Vicario di Gesù Cristo costituisce il suggello, la consacrazione della bontà , dell'ortodossia di un' opera, quanto non debbono gioire nel loro cuore di cattolici i divoti del Cuor di Gesù, che vedono la divozione loro non solo approvata, ma collaudata, raccomandata, inculcata, per una ininterrotta continuità di atti, dai Romani Pontefici? Non vediamo noi Leone XIII, questo grande apostolo del Cuor di Gesù, colui che nel suo testamento olografo dell' 8 luglio 19o0 si affida (son sue precise parole) al Cuor di Gesù, fornace ardentissima di carità, fonte di salute all'uman genere, rivivere, perpetuarsi negli atti di Pio X, che in un'udienza dell'8 agosto 19o6 dichiara solennemente « essere suo ardentissimo desiderio che il pio esercizio del mese del S. Cuore ogni dì più si propaghi, e, radicato più profondamente tra i fedeli, cresca di vigoria e fecondità?» Di lui che, modello incomparabile di mitezza e prudenza, a questo intento appunto dischiude a tutto il mondo i più grandi, e diremmo quasi, insperati tesori della Chiesa? Come son belle le tue tende, o Chiesa del Dio vivente, come soavi le tue gioie, splendidi i tuoi padiglioni!

Dobbiamo dunque, Cooperatori e Cooperatrici, dagli esempi e dalle parole di quelle sapienti e vigili scolte d'Israello, che sono i Papi, pigliar nuova vita, nuovo vigore nella divozione al Cuor di Gesù ; dobbiamo questa divozione lavorar incessantemente a diffonderla in tutti e dappertutto; dobbiamo propagarla, radicarla sopratutto nel cuore della gioventù, di questa porzione la più promettente e pur la più insidiata dell'uman genere, quale antidoto infallibile contro gli errori e i vizi che la circondano.

Brunetière segnalava ad Orléans il 20 maggio 1904, in una delle più splendide conferenze, che abbiano immortalato il genio del grande letterato e critico di Toulon, da poco defunto, segnalava, diciamo, al mondo intero e più particolarmente alla gioventù delle scuole, quale il più tremendo fra i disastri morali odierni, la rinascenza del paganesimo nella morale contemporanea e indicava i tre fatti, che la contrassegnano, cioè lo sviluppo dell'individualismo, ossia dell'orgoglio, il progresso crescente del naturalismo e la ricomparsa della religione, o meglio idolatria dello Stato.

Vogliamo noi salvare la società, in ispecie la gioventù delle scuole, da questi tre grandi mali? Diffondiamo, propaghiamo la divozione al Cuor di Gesù, che personifica ad un tempo lo spirito di umiltà e mitezza, l'idea sovrannaturale di Dio creatore, redentore e glorificatore, e l'amore di una religione, qual è il Cristianesimo , che conscia de' diritti e doveri, che spettano allo Stato, non sacrificherà però mai i suoi figli al dio Moloch. Propaghiamola questa divozione non solo nelle Chiese, ne' Seminari, nelle Case religiose, nelle famiglie, ma ne' Convitti, nelle scuole, negli opifici, fra le masse operaie, e propaghiamola animosamente e senza rispetti umani, anche con manifestazioni pubbliche, cioè processioni, illuminazioni, addobbi ed altre simili pompe esterne, che così potentemente contrìbuiscono al risveglio, al rinvigorimento della fede e della pietà cristiana. Nè si dica che lo studente, che l'operaio de' giorni nostri non sa, non intende nulla di siffatta divozione e che quindi riesce opera sprecata l'occuparsene. Questi son pretesti inventati, per parlar chiaro, dalla fiacchezza o pigrizia; bisogna agire con la fede de' cristiani de' primi secoli. Ecco a questo riguardo quanto possa la divozione al Cuor di Gesù, divozione profondamente sentita, potente, operosa, pur su masse operaie, che a taluni parrebbero refrattarie ad espansioni di fede. Togliamo il fatto, che è recentissimo, da quell'aureo periodico che è il Divin Cuore trafitto (1).

Da un Comitato formatosi a Parigi allo scopo di promuovere il pavesamento in onore del Sacro Cuore nel dì della sua festa, si era diramato ai borghesi e proprietari della provincia un manifesto, breve ma impressionante come un suono di tromba che chiamì alla carica. Il padrone di un'importante officina di Saint-Ouen lo riceveva appunto la mattina del giovedì innanzi la festa del Sacro Cuore. Come mai aveva notato quel foglio nel mucchio di lettere, stampati e cartolìne che il portalettere riversava ogni mattina sullo scrittoio del suo uffizio?... « Caso!... » avrebbe esclamato uno qualunque de' suoi operai... - Provvidenza!... pensò lui, dopo averlo letto.

E l'aveva letto da capo a fondo, attentamente; e non ostante il fragor dei martelli rimbalzanti sulle incudini aveva udita distintamente la voce arcana di quel foglietto, che gli chiedeva qualcosa d'inaudito :... pavesare. per la festa del Sacro Cuore.

Pavesare!... lui ?... padrone di 300 operai di sobborgo, tutti più o meno increduli e motteggiatori in fatto di religione! - Pavesare? in pieno SaintOuen... terra classica dell'anarchia e madre patria degli odi violenti? E pavesare per il Sacro Cuore... sconosciuto quasi da tutti l... Mi si darà del pazzo, del fanatico ; mi metteranno in caricatura col carbone su pei muri del paese, ecc., ecc.

Ma no ; egli non ragiona così. Senza esitanza e con piglio risoluto « Giovanni! » - « Comanda? » - « Ci hai delle antenne nella rimessa ? » - « Sì, signore ». - « Quanto alte? »

« Da cinque a sei metri; anzi ce n'è una di otto metri... »

« Bene! prenderai quella e la pianterai nel cortile della fucina, proprio davanti il cancello d'ingresso, hai capito? »

Sono le 18; e la scena ha luogo nel cortile della fucina: un recinto coperto di rosticci su cui i raggi del sole morente accendono uno scintillio di riflessi metallici ; un terreno affondato dalle ruote dei carri e chiuso da lunghi muri grigiastri, a cui sembrano dar la scalata una quantità di fusti di ogni dimensione, stillanti l'untume; in mezzo al cortile è piantata un'antenna alta 8 metri, in cima alla quale svolazza una bandiera tricolore,

Gli operai che escono dall'officina, si fermano lì a vedere la novità... Taluno, dopo aver guardato un po', se ne va tranquillamente , dondolando col braccio stanco la gamella che ha contenuta la parca razione del lesinare ; molti rimangono, si assembrano, si interrogano a vicenda: « C'è qualcosa sii quella bandiera? » - « Si direbbe che c'è un cuore...! » - « Cuore di chi? » - « Ma! il Cuore di Gesù probabilmente... il Sacro Cuore... che so io? » - « Sacro Cuore, non so che cosa sia!... » - « Eh via! non conosci la chiesa di Montmartre? » - « Quella sì! » - « Ebbene, è giusto la stessa cosa... il Sacro Cuore. » Alcuni pochi se ne vanno sorridendo e crollando il capo come chi non ne capisca gran fatto... - « Tutto questo non mi spiega perchè il padrone ha inalberata quella bandiera, oggi !... » .

Dietro i cristalli di una finestra, il padrone della ferriera osserva quella scena e indovina i sentimenti, i giudizi, le interrogazioni dei suoi operai ; e si anima, si eccita da sè a compiere l'opera. - « Se tu non fossi un codardo, andresti giù ad arringare i tuoi operai, a spezzar loro il pane della parola ! Chi più sa, è debitore di chi sa poco o nulla. La religione non è fiore da serra, che deva sbocciare solo all'ombra della chiesa, salvo a perire se esposta all'aria aperta. E all'opposto un albero rigoglioso, che fiorisce in piena luce del sole e sfida gli uragani... Va', dunque! parla!...» .

Con passo calmo, da prode che va incontro al dovere, il padrone scende, attraversa il cortile e si avvicina alla frotta degli operai... « Amici ! suppongo che molti di voi non sappiano perchè ho pavesato oggi... ve lo dico subito gli è perchè è la festa di Uno che fu operaio come voi, il primo degli operai; la festa di Colui che ha detto: « Beati i poveri!... » Di Colui che, come voi, s'incallì le mani al lavoro e, padrone e signore dell'universo, volle anch'esso guadagnarsi il pane col sudore della fronte... Oggi è la festa del suo amore, cioè del suo Cuore che ne è il simbolo. Cotesto Operaio Divino io lo prego ogni giorno per voi ; gli chieggo la grazìa di amarvi sempre più, di potervi rendere meno duro il pane che guadagnate... Tutto quello che faccio per voi altri è Lui che me lo ispira; e oggi, benchè non ricco, aggiungo mezza lira alla paga di tutti quanti in onore di Gesù Cristo, Operaio divino, in onore del suo Sacro Cuore! ».

Un silenzio riverente, un mormorio sommesso, ma benevolo, provocato dalla sorpresa e represso dal rispetto umano, accoglie l'arringa del padrone...

Poco dopo, in ognuna delle 30o famiglie che compongono il quartiere della ferriera si raccontava la scena...

I fanciulli ne parlarono il domani in iscuola e per le strade ; la voce si sparse nei dintorni, che il proprietario della fucina aveva inalberata la bandiera in onore del Sacro Cuore del buon Dio. Verso sera, molti accorsero a vedere la novità, la bandiera tricolore che faceva vibrare nell'aura vespertina la sua acclamazione simbolica e religiosa « Viva il Sacro Cuore! » - E il padrone, felice, commosso, mentre tirava giù dell'antenna il caro vessillo, si vide a un tratto avvolto nelle pieghe sventolanti; e gli parve un bacio impresso dal Signore sulla sua fronte, il « grazie » con cui si ricompensa il prode che ha sparato il primo colpo di fucile, nella notte oscura e solitaria, da uno dei fossi dell'avanguardia...

(1) Prezzo annuo di abbonamento L. 3. -- Rivolgersi alla Libreria del S. Cuore, Via Garibaldi, 18 - Torino.

Indulgenze pel mese del S. Cuore,

IL Santo Padre Pio X, « desiderando ardentissimamente che il pio esercizio del mese del Sacro Cuore ogni dì più si propaghi, e, radicato più profondamente tra i fedeli, cresca di vigoria e di fecondità » alle indulgenze ed ai favori già concessi da Leone XIII si degnava aggiungerne altri nuovi e copiosi, quanto raramente si trova nella storia delle spirituali munificenze della Chiesa. Queste indulgenze pel santo esercizio e pei promotori di esso, concesse in perpetuo in data dell'8 agosto 19o6, sono le seguenti:

r° Indulgenza plenaria « Totìes quoties » applicabile alle anime dei defunti, il giorno 30 giugno, in quelle chiese, ove il mese del Sacro Cuore sia stato solennemente compiuto;

2° il favore dell' Altare gregoriano «ad instar» nella loro messa del 30 giugno, ai predicatori del Mese del Sacro Cuore e ai rettori delle chiese, ove il pio esercizio venne solennemente compiuto;

30 per le persone, che promuovono il pio esercizio, l'indulgenza di 5oo giorni, da lucrarsi con qualsiasi opera buona intesa a propagarlo o a farlo compier meglio; e l'indulgenza Plenaria nelle loro comunioni del mese di giugno: indulgenze applicabili alle anime sante del purgatorio.

Il Congresso di Faenza

IL III° Congresso degli Oratori festivi e delle Scuole di Religione è riuscito pratico ed efficace, ed i congressisti ne son usciti pieni di entusiasmo per dedicarsi con lena ognor crescente al lavoro di rigenerazione religiosa, morale e fisica della gioventù.

Le discussioni mostrarono quanto vivo fosse in tutti il desiderio di lavorar davvero con criteri pratici e moderni ; chi ne lesse i ragguagli dati da alcuni valorosi fogli cattolici, l'avrà indubbiamente rilevato. Tuttavia, accingendoci ad offrirne noi pure un resoconto, non troppo ampio ma chiaro e possibilmente proficuo, per prima cosa teniamo a dichiarare che il Congresso di Faenza riuscì veramente imponente per il numero e qualità dei congressisti e per le pratiche deliberazioni prese. Si lavorò, si studiò, si analizzò con attenzione non comune e si discusse con pari energia. I Congressisti - lo ripetiamo - ne tornarono certo pieni di entusiasmo e di molta lena per lavorare a vantaggio della gioventù.

IL PRIMO GIORNO.

(25 Aprile)

La Adunanza particolare.

La prima adunanza di sezione è presieduta da S. E. Mons. Pasquale Morganti, Arcivescovo di Ravenna; Mons. Alfonso Andreoli, Vescovo di Montefeltro, Mons. Federico Polloni, Vescovo di Bertinoro, Mons. Francesco Baldassari, Vescovo d'Imola, e Mons. Ernesto Piovella, Vescovo eletto di Alghero.

Sono presenti anche vari illustri membri del laicato cattolico, tra cui il comm. Pericoli, presidente della Gioventù Cattolica, il cav. GrossiGondi, e il signor conte Carlo Zucchini.

Sono rappresentati i giornali t'Avvenire d'Italia, il Momento, la Gioventù Nova, il Piccolo, il Savio, l'Etruria, l'Osservatore Cattolico, il Pro familia, ecc.

Don Trione apre la seduta ringraziando gli intervenuti e invitando tutti ad un lavoro intenso e proficuo con la discussione franca e serena delle proposte.

Comincia la discussione su vari punti concernenti l'erezione, l'organizzazione e il personale degli Oratori. N'è relatore il prof. D. Francesco Tomasetti, direttore dell'Ospizio del S. Cuore di Gesù in Roma.

La discussione procede serenissima finchè si giunge all'articolo che riguarda lo svolgimento degli Oratori ed il posto che spetta alle società ginnastiche, drammatiche e musicali annesse ai Ricreatori festivi, ed ai giuochi più atti a promuovere la frequenza dei giovani. Vista l'importanza pratica dell'argomento la Presidenza decide di rimettere la discussione alla seduta dell'indomani e di dividerla in vari punti.

Son quindi riveduti e discussi i deliberati dei precedenti Congressi relativamente alle Scuole di Religione, essendone relatore il sac. Lorenzo Saluzzo, ispettore delle Case Salesiane della Lombardia.

Non mancheremo di pubblicare a suo tempo il testo ufficiale dei deliberati riveduti e corretti.

Alle 11,45 la seduta è tolta. Il Segretario invita i Congressisti per le due pomeridiane ad una nuova adunanza di sezione per parlare espressamente dello Sport.

Adunanza speciale per lo Sport.

Presiede Mons. Morganti, Arcivescovo di Ravenna; n'è relatore il cav. Augusto Grossi-Gondi di Roma.

Sua Eccellenza apre la seduta dicendo della convenienza e necessità dello Sport per attirare a noi la gioventù che ci sfugge; dice quindi che se ne tratti seriamente nel Congresso e senz'altro dà la parola al relatore.

Guida della discussione sono i voti del Congresso dei Cooperatori Salesiani di Milano, voti che da noi vennero pubblicati nel mese di ottobre u. s. e che vennero nuovamente approvati.

Degne di nota furono queste cose

1° Si mandò un plauso unanime a tutte le Società Cattoliche sportive in vista del bene che da esse si compie.

2° Alle varie forme di Sport già raccomandate, si volle esplicitamente aggiunta anche la partecipazione delle sezioni ginnastiche alle gare di Tiro a segno nazionale, in vista dei benefici che possono ritrarne i giovani, specie quelli che sono soggetti al servizio militare.

3° Si fece voto che tutte le Associazioni Sportive entrino a far parte della Federazione Nazionale Cattolica.

I.a Adunanza generale.

Ne sono Presidenti d'onore Sua Eminenza Rev. il sig. Card. Domenico Svampa, Arcivescovo di Bologna, Mons. Arcivescovo di Ravenna, Mons. Gioachino Cantagalli, veneratissimo Vescovo diocesano, Mons. Giovanni Cazzani, Vescovo di Cesena e tutti gli altri Eccellentissimi Vescovi già ricordati.

La presidenza effettiva è affidata al rev.mo sig. D. Rua, nostro venerato Superiore ed all'illustre sig. conte Carlo Dott. Zucchini di Faenza. Funge da Segretario il rev.mo sig. D.

Domenico Pasi, Parroco a 8. Margherita di Faenza.

Prende pel primo la parola l'Em.mo Cardinal Svampa.

Questo giorno di S. Marco (egli disse) è per me il giorno delle più care memorie. Come oggi, dodici anni or sono, chiudevasi in Bologna il 1° Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani e giungevami da Venezia un telegramma dall'Em.mo Patriarca Card. Sarto, il quale insieme coi Vescovi della Regione Veneta raccolti per le feste di San Marco e per le conferenze episcopali salutava affettuosamentc i Congressisti e faceva voti che le determinazioni prese apportassero sempre maggior di fusione alle opere del prodigioso Istituto Salesiano.

Ed eccoci dopo 12 anni, proprio nello stesso dì, qui radunati in un Congresso che s'intitola da due opere che s' incentrano nella grandiosa Opera di D. Bosco: cioè gli Oratori Festivi e le Scuole di Religione.

Il 1° di questi Congressi fu tenuto a Brescia, il 2° a Torino, il 3° eccolo adunato a Faenza, qui nel cuore della Romagna, che D. Bosco tanto amò, e che corrispose sì bene agli intenti di Lui.

Quanto mi compiaccio di trovarmi fra voi, o buoni Congressisti! me ne compiaccio veramente, anche perchè adunati colla benedizione di Pio X, il quale se dalla città delle Lagune mandava un telegramma d'adesione al Congresso di Bologna, ora da Roma, investito della più grande dignità della terra, manda non solo l'adesione ai lavori nostri, ma ci conforta ancora dell'Apostolica Benedizione. Tengo per certo che in questo Congresso che non si cadrà nel difetto, così frequente, di fare delle accademie, ma si lavorerà indefessamente ed efficacementc per la salvczza della gioventù. Questo è ciò che interessa.

Veggo qui molti eccellentissimi Vescovi con a capo il Venerando Presule della Chiesa Faentina, sempre alacre e pronto anche nella sua tarda età ad accorrere dove vi è un'opera buona da, compiere; veggo sacerdoti, signori e signore far bella corona ai buoni salesiani, che, fedeli al testamento del loro Padre D. Bosco, si affaticano pel bene della gioventù. Voi sì avete ben compreso il grido di dolore che nell'Enciclica Acerbo nimis ha lanciato al mondo cattolico il Pontefice felicemente regnante...

L'Eminentissimo continua additando i pericoli a cui si trova (sposta la gioventù presentemente e conchiude invitando i congressisti ad un lavoro intenso, per promuovere ogni opera diretta a neutralizzare e a combattere il male e a rafforzare nei giovani cuori gli insegnamenti della fede e della morale cattolica.

« Lavoriamo! esclama l'Em.mo Svampa; Dio e il Papa sono con noi!... »

Parla quindi D. Rua:

Sul principio di questa prima riunione tocca a me pure, come Presidente Effettivo unitamente al Conte Zucchini, di prendere la parola, ed essa, sul mio labbro, suona ossequio e ringraziamento all'Em.mo Card. Svampa che tanto ci ama, al Vescovo diocesano che nulla lascia per dimostrarci il suo grande affetto, agli Eccellentissimi Presuli che lasciarono le loro Diocesi per recarsi fra noi, a Mons. B. Nardone di Roma, rappresentante dell'Em.mo Cardinale Vicario e finalmente al Comitato Faentino ed a quanti qui sono intervenuti.

E tosto D. Rua soggiunge che egli si è recato al Congresso coll'animo pieno di fiducia che se ne otterranno copiosissimi frutti. A ciò gli dà affidamento la Benedizione del S. Padre, l'interesse vivo che vi ha messo l'Episcopato Italiano ed il Comitato Faentino e più ancora perchè egli sente ancora aleggiare in quell'aula lo spirito di quell'uomo santo che fu l'educatore del Clero della Diocesi Faentina, Mons. Paolo Taroni!

« Oh! ci confortino questi pensieri (conchiude D. Rua) e noi avremo proprio a ringraziare Iddio pei grandi frutti di cui il Congresso sarà apportatore. »

Alla parola del sig. D. Rua tien dietro quella dell'altro Presidente, l'illustre sig. Conte Carlo Zucchini.

Più grave ogni giorno, (egli dice), e più spaventevole si afferma d'ogni intorno lo sfacelo di ogni alto ideale, per mia sorta di follia da cui sembrano colpite e pervase specialmente le masse popolari; l'odio il più brutale viene di continuo inoculato con demoniaco furore, sicchè nulla resti più di rispettato, principi e persone, tutto quanto costituisce e rappresenta il fondamento indiscutibile dell'ordine civile e sociale. Ed alla radice stessa si esercita la follia della demolizione, sicchè troppo spesso l'anima popolare non ancora del tutto sbocciata ai dolci sogni della giovinezza, intristisce e si ripiega su se stessa, bieca, ed in rivolta dichiarata, contro ciò che neppure ancora conosce

Grande provvidenza fu quindi ed è quella di correre al riparo e di attrarre ed involgere in un'onda di amore e di carità tante giovani esistenze per aprire davanti ai loro occhi gli orizzonti immensi, infiniti, di una dottrina che non ha pari e lanciarli poi nel mondo pionieri dell'avvenire.

E provvida idea fu quella di questi periodici Congressi degli Oratori Festivi ai quali si allacciano oggi le Scuole di Religione, base, e, in uno, complemento delle sante finalità a quelli prefisse. Multiforme si presenta il problema della educazione della gioventù, sempre nuove difficoltà accumola alla formazione cristiana dell'anima e del carattere lo spirito materialista e sensuale del secolo, ed ogni giorno che passa ci spinge al viso il lezzo di una depravazione che viene iniziata ornai dalle classi infantili, e si afferma così sfacciata nell'adolescenza, da far inorridire ogni animo onesto. Di qui la necessità che gli uomini votati al ministero santo dell'educazione della gioventù cui diedero sacrifizio ed abnegazione piena, convengano periodicamente assieme per scambiarsi le idee su bisogni e provvedimenti, illuminarsi a vicenda, comunicarsi le sante industrie che la carità di Cristo sa suggerire per strappare la giovinezza agli allettamenti delle passioni, alle conseguenze dell'errore, alla viltà di di conoscere il bene e di rifiutarvi il pieno, dichiarato pubblico assenso

E conchiude:

Grandi benefici produssero già all'uopo i due precedenti Congressi, di Brescia e Torino; maggiori ancora vogliamo riprometterci dal III' che oggi si è aperto nella nostra Faenza.

L'anima collettiva dell'educazione cristiana della gioventù, come già da Brescia a Torino, ha trasportato oggi le sue tende dal forte Piemonte nel centro della generosa Romagna: faccia Iddio che fortezza e generosità si fondano a raggiungere le alte finalità che il Congresso si propone....

Il Comm. Pericoli parla eloquentemente sulla necessità dello Sport come mezzo di sana propaganda, e fa voti che tutte le Associazioni Sportive entrino a far parte della Federazione Nazionale Cattolica, che conta già nel suo seno buon numero di Società.

Il nostro confratello D. Trione, in qualità di relatore del Congresso, manda un saluto a tutti, ma specialmente ai Chierici Seminaristi presenti, augurando che abbiano a divenire tutti altrettanti apostoli degli Oratori festivi e delle Scuole di Religione.

Che giova, o signori, egli esclama, che la gioventù cresca istruita in ogni scienza profana, se ignora la via per la quale può giungere al cielo? Che giova che riesca, anche per tempo, a guadagnarsi un pezzo di pane, se non riuscisse mai a soddisfare la fame che tormenta l'anima sua?

Applauditissimo, anche Don Trione rievoca la figura di Mons. Taroni, Direttore Spirituale del Seminario di Faenza e grande Cooperatore Salesiano, facendo voti che egli ispiri ai giovani chierici il proposito di lavorare per la gioventù, allorché saranno sacerdoti.

Quindi prende la parola il Segretario D. Pasi, il quale comunica la benedizione del S. Padre ai Congressisti, colla lettera seguente:

Ill.mo Signore,

Dalla lettera, direttagli dalla S. V. Rev.ma, il S. Padre ha appreso con molto piacere che in questi giorni avrà luogo in Faenza il terzo Congresso degli Oratori Festivi e delle Scuole di Religione. Sua Santità fa plauso a tale determinazione come quella che ha per iscopo principale di preservare la gioventù dalla corruzione ognora crescente in mezzo al popolo. Augura quindi alla adunanza i migliori successi, invocando su di essa i Più copiosi celesti favori, e impartendo di gran cuore a quanti vi prenderanno parte una speciale benedizione.

Mentre reco ciò a conoscenza di V. S. godo confermarle i sensi di ben distinta stima con cui mi ripeto

Di S. V. Rev.ma

Roma, 23 aprile 1907.

Aff.mo nel Signore RAFFAELE Card. MERRY DEL VAL.

Stimatissimo D. Michele Rua Rettore Generale delle Opere Salesiane

FAENZA.

Finalmente, Mons. Muriana di Torino parla delle Scuole di Religione. La sua parola, semplice, chiara, eloquente, è ascoltata con viva attenzione.

L'Annuario Statistico Italiano del 1904 (egli dice) nella parte che riguarda l'Istruzione Pubblica, n'espone, col linguaggio eloquente delle cifre, lo sviluppo progressivo dal 1871 al 1901

Se deduciamo le scuole elementari nelle quali, per ora, se non di fatto, almeno di diritto s'insegna il catechismo, ci restano 205.952 alunni, ai quali fra i 22 mila insegnanti non vi ha chi impartisca l'insegnamento religioso.

Abbiamo dunque in Italia una falange di 200 mila studenti, che studiano lingue antiche e moderne, ogni ramo di scienza e perfino la genealogia degli antichi Dei pagani, e non studiano Dio, il Creatore del cielo e della terra, non Gesù Cristo, il Redentore del genere umano, e neppure l'anima loro, serbata a futuri destini immortali

Dopo una chiara trattazione sulla necessità delle Scuole di Religione ed un breve ragguaglio sullo stato in cui trovasi presentemente e sul bene che compie la fiorentissima Scuola di Religione di Torino - corroborando le sue parole con alcuni toccanti episodi - Mons. Muriana conchiude:

Al Congresso Cattolico di Germania si diede questa parola d'ordine: labora et ora. Il contadino laborat, semina el orat, prega perchè il raggio del sole scaldi le zolle del campo e la pioggia le fecondi. Lavoriamo anche noi ed anche noi preghiamo ed il Signore farà calare abbondanti i doni delle sue grazie sulla Scuola di Religione , e queste scuole daranno alla patria sudditi fedeli e figli devoti alla Nostra Santa Madre, la Cattolica Chiesa.

- Del secondo e terzo giorno del Congresso nei prossimi numeri.

Tuttavia esauriremo fin d'ora il resoconto delle adunanze della Sezione Femminile, caci segue un breve ragguaglio sull'esito del Convegno Ginnastico Drammatico Musicale che ebbe luogo durante il Congresso.

Adunanze della Sezione Femminile. 25 aprile.

Scuole di Religione - Per le studenti e per le operaie - Comitato di Patronesse.

Presiede l'adunanza Mons. Muriana, Presidente delle Scuole di Religione in Torino, assistito dal rev.mo Can. Emilio Spada e dal sac. Battista Ferrando, Direttore dell'Istituto Salesiano di Lugo.

Relatrice è la colta scrittrice e pia signora Lucia Spada di Faenza, presidente di molte opere di azione cattolica femminile e che, quale Segretaria del Comitato per la Sezione Femminile, tanto lavorò alla buona riuscita di questo ramo del Congresso.

Sono presenti molte signore e signorine anche forestiere, rappresentanti Associazioni femminili, Opere di patronato, Oratori Festivi e Scuole di Religione, alcune Suore della Carità e di Maria Ausiliatrice con alcune signorine educande.

Mons. Muriana ricorda come due giorni addietro aveva avuto la consolazione d'essere ricevuto dal S. Padre al quale domandò la benedizione pel Congresso di Faenza e il S. Padre, concedendola di gran cuore, disse che vi era gran bisogno non solo di Scuole di Religione maschili, ma anche di femminili.

Incoraggiata da queste parole, dopo una chiara relazione del Presidente sulla Scuola di Religione e sulla sua necessità nei tempi presenti, comincia la- discussione alla quale prendono viva parte alcune signore faentine e le signorine Angelina Martini e Albina Contessa Lovatelli ambedue di Ravenna.

Si approva:

1° che la Scuola di Religione per le signorine studenti si faccia nei giorni feriali e che possano prendervi parte anche le signorine che han finito gli studi ;

2° che per la classe operaia e per le giovani impiegate si faccia una Scuola di Religione a parte nei giorni festivi, in ore libere dalle istruzioni parrocchiali, unendola possibilmente al Ricreatorio;

3° che vi sia un testo per non cadere in inesattezze nei sunti, che l'istruttore sia idoneo e gli esaminatori possibilmente siano scelti dal Collegio dei Parrochi;

4° che si dia principio all'anno scolastico con una funzione religiosa, si organizzino gite durante l'anno, ed alla fine si faccia la premiazione con la maggior solennità possibile;

5° che vi sia un Comitato di Patronesse per l'aiuto materiale e morale della scuola.

Si ritengono buone anche le seguenti proposte:

- che per ritirare il premio le giovani debbano aver fissata l'iscrizione per l'anno successivo; - che se qualcuna veramente meritevole non possa pagare la tassa, ne sia dispensata; - che nella scuola chi vuol fare obbiezioni le faccia per iscritto, alle quali il Professore risponderà in una lezione successiva.

A metà della seduta entra Sua Eccellenza Mons. Andreoli Vescovo di Montefeltro, il quale prende parte alla discussione.

26 aprile.

Oratori festivi - Comitati di Signore Benefattrici - Come procurare i mezzi necessari.

Presiede Sua Eccellenza Mons. Morganti Arcivescovo di Ravenna. Sono presenti il Can. Emilio Spada, il sacerdote Don Micheli, il rev. D. Umberto Ranieri Cari. Lateranense, una rappresentanza delle Suore di Maria Ausiliatrice e delle Ancelle del Sacro Cuore e molte signore. Più tardi entra nella sala e prende parte all'adunanza anche Sua Eccellenza Mons. Francesco Baldassari, Vescovo d'Imola.

Si legge nel manuale direttivo degli Oratori Festivi quanto ad essi si riferisce e Mons. Morganti va spiegando e commentando gli articoli. Dice quale dev'essere un buon Oratorio; quanto sia necessario fondarlo dove non esista, come attirarvi le fanciulle per insegnare loro il catechismo, avviarle alla pratica della religione e tenerle lontane dai pericoli.

Dopo molti savi consigli e suggerimenti, si viene alle seguenti conclusioni:

io che ogni Oratorio abbia locali ampi e comodi perchè le fanciulle vi si trovino bene e vi accorrano volentieri;

2° che vi si insegni il catechismo con buon metodo e da maestre idonee a farlo con frutto;

3° che alle più grandi s'insegni e si spieghi non solo il catechismo ma anche la storia sacra;

4° che vi sia un Comitato di signore, il quale s' adopri pel bene delle giovani anche allorchè escono dall'Oratorio, procurando loro il collocamento a lavoro, unendole in Società Cattoliche, avendo cura dei loro risparmi e procurando loro buone letture. Ancorchè l'Oratorio sia diretto da Suore, si riconobbe esser utile che vi sia un tal Patronato.

Mons. Morganti, pregato, suggerisce parecchi libri istruttivi ed utili per le catechiste, per le studenti e per le operaie.

Ma per tutto ciò occorre denaro...

«Ecco lo scoglio, esclamano alcune; dove trovare i mezzi? »

E Sua Eccellenza suggerisce il modo di aver aiuti, iniziando sottoscrizioni, organizzando lotterie, ecc.; e dà all'uopo pratici consigli.

27 aprile.

Premiazioni - Opere di complemento e di aiuto agli Oratorii ed alle Scuole di Religione - Ancora delle Scuole di Religione.

Mons. Morgantì presiede anche quest'ultima adunanza della Sezione Femminile. E presente il rev. Can. Antonio Lega, Priore dei Parrochi di Faenza; numerosissime le signore e signorine.

Si parla dei premi da darsi alle fanciulle dell'Oratorio e alle alunne della Scuola di Religione, e si ritiene che sia miglior cosa premiare le prime con capi di vestiario, le seconde con libri.

Si consiglia, ove si possa, di stabilire per le prime una dote in denaro.

Mons. Morganti aggiunge che non bisogna scoraggiarsi nelle difficoltà; si procuri di sopportare più che sia possibile i difetti delle giovani, di correggerle amorevolmente, di tenersi in relazione coi loro parenti per meglio sorvegliarne la condotta, ma però rimandarle senza debolezza quando siano incorreggibili. E ciò s'intende tanto riguardo le Scuole di Religione, come riguardo gli Oratori Festivi.

Si passa quindi a trattare delle Opere speciali in cui le giovani degli Oratori Festivi e delle Scuole di Religione possono trovare appoggio ed aiuto.

Mons. Morganti chiede alla sig.a Spada, Presidente della Società Catt. Femm. con Mutuo Socc. di Faenza che parli di questa istituzione- e la Presidente con brevi parole ne spiega l'organizzazione ed il funzionamento. - Insiste nel dire che la Società non è fondata solo per dare un sussidio alle socie inferme, ma principalmente perchè le socie siano animate col buon esempio scambievole a vivere secondo le massime del Vangelo, a tutelare e promuovere nelle loro famiglie e nei loro dipendenti la purezza della fede e la moralità dei costumi, ed infine per prestarsi a tutte le opere buone, riuscendole facile per la sua organizzazione che si estende a tutta la città ed ha un centro d'azione in tutte le parrocchie. Aggiunge che la Società dà sussidi di beneficenza, sussidia le affette di malattia cronica, estrae doti e premi fra le socie, organizza gite sociali, feste religiose, promuove corsi di esercizi spirituali e fa speciali suffragi per le defunte.

Mons. Morganti ha parole di lode per questa bella istituzione e parecchie signore forestiere ne chiedono lo statuto.

Parla poi la signora Augusta Nanni-Costa Presidente della Società Femminile di Mutuo Soccorso di Bologna, riferendo sulla sua istituzione, che ha uno scopo somigliante a quella di Faenza. Aggiunge che si è formata a beneficio delle Socie una cassa di depositi e prestiti e spiega come funziona. Dice inoltre che il gruppo professionale delle sartine, a Bologna molto numerose, si è costituito in Lega professionale. Di questa, e del Patronato di Signore che la protegge, dà relazione la Vice Presidente, signorina Maria Fronticelli di Bologna. Ne ricorda la istituzione, i mezzi coi quali si è estesa, il bene che fa tra le operaie, per le quali ha una biblioteca di buone letture, scuole di disegno, trattenimenti drammatici, gite ed infine la cura estiva di un mese di campagna per le socie anemiche, sotto la sorveglianza delle Piccole Suore dei poveri.

La signora Rosa Gambetti d'Imola parla della sua Scuola di Religione e del suo laboratorio, che sotto la sorveglianza delle Ancelle del Sacro Cuore, fa tanto bene in quella città alle giovanette specialmente del popolo.

Il rev. Don Umberto Ranieri, pregato, riferisce, come avrebbe dovuto fare il primo giorno del Congresso, sulla Scuola di Religione di Ravenna, fondata da Mons. Conforti, ed affidata ai Canonici Regolari Lateranensi. Le signorine vi sono accettate dalla prima Comunione ai 16 anni pel Primo corso, e dai 16 ai 25 pel secondo corso. Per l'esperienza che egli ha, sostiene essere necessario che unito alla scuola di Religione vi sia un gabinetto di lettura con biblioteca fornita di libri adattati per signorine; che si promuovono passeggiate e trattenimenti drammatici. In detta scuola le giovani possono dare un esame facoltativo, dietro il quale si concede il diploma. Così si pratica pure a Bologna.

La Segretaria, signora Lucia Spada, legge molte adesioni pervenutele per la Sezione femminile, specialmente da Direttori e Direttrici e Presidenti di Opere Cattoliche, che fanno auguri per la buona riuscita del Congresso e perchè porti frutti copiosi.

Ad un tratto più voci gridano: «Don Rua! Don Rua! n Tutte si alzano in piedi. Il Successore di Don Bosco entra sorridente, ringrazia le signore che hanno preso parte al Congresso, specialmente le forestiere. Ringrazia le Dame di Maria SS.ma Ausiliatrice di quanto fanno per l'Oratorio Festivo Salesiano: raccomanda a tutte di lavorare per la salvezza della gioventù.

L'Arcivescovo di Ravenna pone fine alle sedute della Sezione Femminile con la sua benedizione.

Il seme è gettato: faccia Dio che porti frutti abbondanti.

Il primo frutto delle adunanze femminili.

Le giovani che frequentano le scuole tecniche e ginnasiali, per motivo de' loro studi, non avevano potuto prender parte alle adunanze della Sezione Femminile, nè alle adunanze generali dei Congressisti. Furono perciò invitate, insieme ad altre signore e signorine, nei locali della Società Operaia Femminile, ove presenti il rev.mo Mons. Beniamino Nardone, P. Giuseppe Strickland, il rev.mo Padre Maestro Tommaso Tinti ed altri sacerdoti, Mons. Muriana di Torino, con parola chiara, facile e persuasiva, parlò alle adunate, rilevando l'importanza di uno studio regolare della Religione.

Dopo Mons. Muriana, prese la parola il P. Strickland, dirigendola prima alle giovani, poi alle madri. Disse, che fra i tanti errori che si diffondono attorno a noi, vi è una bestemmia esiziale che non si pronuncia mai ed è il maggior male del nostro tempo: è una bestemmia di fatto, nella quale tacitamente si dice a Dio: e Ritiratevi nel vostro Paradiso; noi dotti non abbiamo bisogno di Voi: per Voi nelle scuole non vi è più posto! » bestemmia che uccide le anime, privando l'intelligenza di quel raggio di fede, che deve illuminare tutta la vita dell'uomo. Alla fine dell'anno scolastico, quando si debbono dare gli esami, si sacrificano riposo e solazzi per prepararsi a quelli; alla fine dei nostri giorni Iddio Eterno ci chiamerà all'esame della nostra vita, e l'esame sarà tanto più severo, quanto più saremo stati privilegiati di doni di natura, quanto maggior numero di talenti avremo ricevuto da trafficare... Alle madri disse esser loro dovere di procurare che le loro figliuole ricevano un insegnamento religioso, superiore a quello ch'esse hanno ricevuto nella loro gioventù, perchè oggi sono maggiori i pericoli di perdere la fede che non nei tempi passati, specialmente per le giovani che frequentano le Scuole superiori.

Le parole dei due illustri Oratori furono accolte da applausi, e molte signorine chiesero d'iscriversi nella Scuola Femminile di Religione di Faenza, di cui, seduta stante fu gettata la prima pietra col consenso ampio e colla benedizione del venerando Vescovo Diocesano, Mons. Gioachino Cantagalli.

Questa Scuola di Religione fu poi inaugurata il io maggio dal dott. D. Domenico Finco, direttore dell'Istituto Salesiano, per espresso incarico di Sua Eccellenza Mons. Vescovo ; ed è già frequentata da oltre quaranta signorine in gran parte studentesse di quelle scuole secondarie.

IL CONVEGNO

La gara sportivo = musicale.

RICEVUTI dalla Fert, dalla Banda dell'Oratorio Salesiano, dal Comitato e da numeroso pubblico, la domenica 28 aprile giungevano le Società prendenti parte al convegno indetto dal Comitato del Congresso. La sfilata fu imponente e il pubblico ammirò meravigliato tanta balda gioventù. Erano intervenuti undici corpi musicali e dieci società ginnastiche.

Nella mattinata si svolsero le gare ginnastiche con esito più che brillante.

Alle ore 11,30, nella chiesa dell'Oratorio festivo, causa il cattivo tempo che non permise di compiere la funzione all'aperto, dal Can. Emilio Spada fu celebrata la messa alla quale assistettero tutte le Società convenute. I colori multiformi e svariati delle varie palestre, l'animazione giovanile che ovunque si manifestava, rendevano lo spettacolo imponente. E a compiere la bellezza dello spettacolo non mancava che la parola cordiale ed animatrice di Mons. Cazzani, vescovo di Cesena, il quale, salito sul pergamo nella sua dolce figura che ispira confidenza, parlò ai giovani con un linguaggio ispirato alla vita pratica e popolare. Le sue parole rilevarono tutta l'anima sua bella e confidente nella forte gioventù e la sua voce scosse tutte le fibre del popolo e dei giovani gagliardi, che assistevano riverenti al santo Sacrifizio. Il zelantissimo Presule li esortò a voler consacrare tutto il vigore della volontà e delle forze fisiche e morali al bene della patria e della religione; e terminò eccitando i giovani a pregare raccolti il Dio dei vivi attorno a cui tutto è vita e rigoglio.

Se la santità del luogo non l'avesse vietato, uno scroscio di applausi avrebbe coronato le ispirate parole del piissimo e zelante Pastore.

Nel pomeriggio il tempo continuò ad essere contrario e impedì il saggio collettivo. Il numeroso pubblico accorso dovè perciò contentarsi dei saggi parziali, che riuscirono tuttavia splendidi.

Il concorso musicale di bande e fanfare si svolse animatamente e felicemente nel grande salone del Congresso. Applauditissimo il prof. Cav. Enrico Pinocchi, direttore del concorso e autore del pezzo obbligatorio per le fanfare.

Il concorso drammatico.

Il Concorso drammatico si svolse con esito parimente felice nelle tre sere del Congresso e nel lunedì e martedì susseguenti il convegno sportivomusicale : diciotto furono le Società concorrenti.

Accademia ginnastico=musicale.

Il Comitato esecutivo del Congresso, siccome non era stato possibile a causa del cattivo tempo di offrire al pubblico un saggio collettivo delle società sportive e delle scuole musicali, indisse pel 9 maggio, solennità dell'Ascensione di N. S. Gesù Cristo, un'Accademia ginnastico-musicale la quale si svolse applauditissima nell'ampio cortile dell'Istituto Salesiano. Vi presero parte le società ginnastiche: Fert di Faenza, Salus di Lugo, Juventus di Forlì, Fulgur di Bagnacavallo, Vita di Granarolo, Audax di Russi: le bande degli Oratori di Lugo e Faenza, con le Fanfare del Circolo D. C. di Lugo e del Ricreatorio di Bagnacavallo.

L'avv. Romolo Archi disse poche parole di chiusura, mostrando l'efficacia dell'educazione sportiva anche dal lato morale, aggiunse che era ben lieto di vedere come i cattolici sappiano valersi dello sport per l'opera di rigenerazione morale della gioventù, e si congratulò in fine con i giovani che davano sì bello- spettacolo di fede e di forza.

Quindi ebbe luogo l'assegnazione dei premi speciali inviati da S. S. Pio X, da S. M. il Re, dai vari Ministeri, dalla Federazione Sportiva Cattolica Nazionale, dalle Associazioni Cattoliche Faentine e da privati, per il concorso svoltosi la domenica 28 aprile.

*

**

La medaglia di S. M. il Re venne dal Comitato assegnata a quella Istituzione che, presentando concorrenti per tutte e tre le Gare, ottenne complessivamente maggior numero di voti: e l'ebbe l'Oratorio Salesiano di Faenza.

Le tre medaglie di S. Santità Pio X furono assegnate una per ciascun concorso : - pel Drammatico fu assegnata al Circolo Giovane Trentino di Trento; pel Musicale alla Banda dell'Oratorio San Francesco di' Sales di Figline; pel Ginnastico alla D. Bosco di Savona.

Al suono della marcia reale, eseguita dalla banda dell'Oratorio di Faenza, ebbe fine l'Accademia, che lasciò nei giovani un vivo desiderio di poter nuovamente gareggiare insieme e fermo proposito di crescere saldi a quei principi che informano salutarmente le loro associazioni.

I PREMIATI.

I) Nel CONCORSO DRAMMATICO vennero premiate le Scuole:

BOLOGNA - « Oratorio della B. V. di S. Luca » idem «Ricreatorio fuori Porta S. Stefano » - CESENA « Istituto degli Artigianelli » - FAENZA « Club Torricelli » - FAENZA « Oratorio Salesiano » - MACERATA « Oratorio Salesiano » - PARMA « Scuola vescovile di Religione » - TORINO « Oratorio Festivo di S. Francesco di Sales » - TRENTO « Circolo Giovane Trentino » con Medaglia Vermeille.

BRISIGHELLA « Oratorio S. Franc. di Sales » - CODIGORO « Ricreatorio Parrocchiale » - FIRENZE « Oratorio dell'Immacolata » - FORLI « Ricreatorio S. Luigi » - LIVORNO e Oratorio Sacro Cuore » - LUGO « Oratorio S. Giuseppe » - PISA « Circolo D. Bosco » - RAVENNA « Ricreatorio Cattolico » - SAVONA « Ricreatorio N. S. della Misericordia » con Medaglia d'Argento.

II) Nel CONCORSO MUSICALE vennero premiale

a) le Bande:

FAENZA « Oratorio Salesiano » - FIGLINE « Oratorio San Francesco » - LUGO « Oratorio San Giuseppe » con Medaglia Vermeille.

CERVIA « Circolo Cattolico » con Medaglia

d'Argento.

FORLÌ « Ricreatorio S. LUIGI » con Medaglia

di bronzo.

b) le Fanfare:

BOLOGNA e Oratorio della B. V. di San Luca » - LUGO « Circolo Democratico Cristiano » con Medaglia d'Argento.

BAGNACAVALLO « Ricreatorio della Sacra Famiglia » - LIVORNO « Oratorio Sacro Cuore »

con Medaglia di bronzo media.

MELDOLA « Ricreatorio Parrocchiale» con Medaglia di bronzo piccola.

III) nel CONCORSO GINNASTICO vennero premiate le Società Sportive BOLOGNA e Ricreatori Popolari Riuniti » Medaglia Vermeille e Medaglia del Ministero della Guerra - FAENZA « Fert » Medaglia Vermeille e Medaglia del Ministero della P. I. - FORLÌ « Juventus » Medaglia Vermeille e Medaglia del Ministero di A gric. e Comm. - MACERATA « Robur » Medaglia Vermeille e Medaglia del Ministero della P. I. - SAVONA « D. Bosco » Medaglia Vermeille e Medaglia di S. S. Pio X.

LUGO « Salus » Medaglia d'Argento e Medaglia del Ministero di Agric. e Comm. - GRANAROLO « Vita » Medaglia d'Argento e Med. della F C. N.

BAGNACAVALLO « Fulgur » Medaglia di bronzo grande e Medaglia delle Assoc. Catt. Faentine - BOLOGNA « Libertas » Medaglia di bronzo piccola e Album delle Signore Faentine - RUSSI « Audax » Medaglia di bronzo.

Il terremoto nel Messico

I.

Dal Collegio Salesiano della Capitale - 225 alunni costretti a ritornare in famiglia.

Messico, 15 aprile 1907. REv.Mo Sig. D. RuA,

STANOTTE verso le 11,30 il Signore ci ha visitati in una maniera uguale a quella dei nostri confratelli di California e Valparaiso. Eravamo tutti assopiti nel sonno più tranquillo, quando fummo destati di soprassalto da forti scosse di terremoto, e dalla caduta di due parti dell'edifizio contenenti le scale dei dormitori, e di gran parte del cornicione dei medesimi. Contemporaneamente, interrotte le correnti della luce elettrica, ci trovammo d'improvviso nella maggior oscurità. Non le so dire qual fu il mio spavento nel sentire il più orrendo sconquasso in quei locali dove alloggiavano i nostri 350 ragazzi. Ma questi al rimbombo delle macerie balzarono tutti dal letto e molti caddero tosto ginocchioni per ringraziare Iddio di esser rimasti incolumi.

Temeva una distruzione completa delle due grandi ale di fabbricato corrispondenti ai dormitorii e di dover forse raccogliere centinaia di cadaveri, quando vedemmo tutti i nostri alunni, coperti alla meglio, con spontaneo slancio, scendere per altre scale alla cappella riconoscenti alla Vergine Ausiliatrice della protezione visibilmente accordataci. Infatti, neppur uno era rimasto ferito nel doloroso frangente.

Passato il primo spavento, li radunammo nei refettori, essendo questa parte rimasta intatta e più sicura di tutte le altre: e là passarono la notte.

Tutto l'edifizio, in generale rimase molto deteriorato, e per la completa riparazione si giudicano necessarie non meno di 75.000 lire italiane.

Essendoci impossibile di poter alloggiare i giovani nei dormitorii poichè questi non dànno sufficiente sicurtà, nè potendo disporre di altri locali, ci troviamo nella dolorosissima necessità di eliminare la sezione degli studenti, rimandando alle proprie case 225 ragazzi che per la loro pietà, condotta e disciplina promettevano un'ottima riuscita. Non è a dire quanto ci affligga il pensiero di doverci separare da questi cari giovani, dopo solo tre mesi dacchè era incominciato l'anno scolastico !

Conserveremo però la sezione degli artigiani allogandoli nelle parti meno deteriorate, mentre confidiamo che la Divina Provvidenza non tarderà a mandarci i soccorsi necessarii per i lavori di ristauro.

Non posso darle notizie delle altre case di questa Ispettoria, perchè fino ad ora non ho ricevuto nessuna comunicazione, ma ciò mi fa supporre che non abbiano ricevuto nessun danno.

Adoriamo la mano santa di Dio che benedice e percuote !...

Suo obb.mo ed aff.mo figlio in C. J. Sac. LUIGI GRANDIS.

II.

Gli altri Collegi incolumi - Circa 300.000 lire di danni.

Messico, 19 aprile 1907.

AMATISSIMO E REV.MO PADRE,

Ho tardato qualche giorno a scriverle nuovamente per poterle dare notizie esatte delle altre case del Messico, ed oggi son lieto di poterla assicurare che esse non soffrirono alcun danno, essendo stato il terremoto meno violento in quelle parti.

La zona però scossa dal tremendo flagello fu assai grande, poichè verso il nord giunse fino a S. Luis, e verso l'oriente fino a Tabasco: e i maggiori disastri avvennero a Chilpancingo e a Chilapa, dove molte furono le vittime e lo spavento della popolazione fu tanto, che molti ne impazzirono.

Quanto al danno da noi ricevuto, debbo dirle che le spese di ricostruzione e di riparazioni sembrano sommare ad una cifra molto più rilevante di quanto prima si pensava; poichè l'ingegnere vuole quasi distruggere tutto il piano superiore corrispondente alle due ale dei dormitorii che sono 4 e misurano 8o m. ognuno. In questo caso occorrono forse più di sessantamila scudi, ossia 150.000 franchi. La terrò informata di quello che andremo facendo.

Anche il fabbricato delle Figlie di Maria Ausiliatrice soffrì poco meno che il nostro, e pare necessaria una egual somma per le riparazioni.

Le rimetto alcune fotografie che rappresentano solo la parte più rovinata, cioè le scale; le pareti che stanno ai lati sono quelle che dobbiam atterrare.

Tutti i giornali, anche i liberali, raccomandarono l'opera di riparazione della nostra Casa ai buoni Messicani.

In città soffersero pure altri Collegi, e specialmente l'Istituto del Buon Pastore.

Perdoni, rev.mo sig. D. Rua, alla mia fretta; ci benedica tutti, ma particolarmente il suo

Um.mo e dev.mo figlio in G. C. Sac. LUIGI GRANDIS.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'INDULGENZA PLENARIA:

ogni mese:

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno; 2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza. Dal 10 giugno al 10 luglio:

1) il 24 giugno, Natività di S. Giovanni Battista; 2) il 30 giugno, Commemorazione di S. Paolo Apostolo;

3) il 2 luglio, Visitazione,di Maria Vergine;

4) il 7 luglio, Preziosissimo Sangue di N. S. Gesù Cristo.

TRA GLI ITALIANI ALL'ESTERO

DA S. FRANCISCO.

Dal Numero straordinario del giornale L'Italia (il più vecchio quotidiano italiano dell'Ovest degli Stati Uniti del Nord America, conta 21 anno di vita), pubblicato in occasione del primo anniversario dell'immane catastrofe del 18 aprile 1906 (1), togliamo senza commenti il seguente articolo :

L'opera di carità dei Padri Salesiani (2).

La bella e venerabile figura del parroco Padre Piperni spicca di mezzo ai generosi che soccorsero gli Italiani nella terribile calamità.

Grande è stata l'opera di soccorso dei Padri Salesiani - grande, pietosa ed eroica.

Appena scoppiato l'incendio che in poche ore divorò il quartiere latino in San Francisco, quei Padri, come soldati, pronti ed attivi, incominciarono la loro opera di aiuto, di assistenza agli italiani, senza temere nè fatica, nè disagio, nè sacrifizio; senza guardare se fra le vittime fossero o no nemici della loro veste, frequentatori o disertori della loro chiesa.

Dapprima sul posto stesso soccorsero feriti, fuggiaschi, afflitti e miserabili - subito dopo in Oakland, dove erasi salvato il nucleo della colonia; e poi negli accampamenti disseminati per la città di San Francisco e nei dintorni.

Soccorso di conforto per lo spirito e materiale soccorso per il corpo ebbero i Padri Salesiani per tutti i derelitti dopo il disastro, e la loro missione di carità- non fu interrotta mai un sol giorno e continua ancora al dì d'oggi.

Distribuzione di viveri, raccolta e distribuzione di vestiario, nei primi mesi; poi domande di riabilitazione - di riforniture di mobilia - ìstanze per sussidi in favore della maggior parte delle famiglie italiane - a tutto cercarono di provvedere, con la dedizione intera di loro stessi.

Il lavoro dei Padri Salesiani, faticoso, enorme, continuo, fu esplicato con tanta intelligente attività e con tanto caritatevole amore, che il Comitato Centrale di Soccorso ne fu compreso ed ai Padri Salesiani affidò non pochi e non facili incarichi.

Si trattava di poveri bambini rimasti orfani dopo il disastro - si trattava di ottenere ribassi o concessioni gratuite di viaggi per gente italiana, rimasta priva di tutto in seguito al disastro - vecchi cadenti, impotenti al lavoro, donne a cui era mancato il capo di famiglia, bambini smarriti spaventati, dispersi nella immane catastrofe - e i Padri Salesiani seppero avere tutta la pazienza e la costanza per chiedere ed ottenere quanto a tutti occorreva.

E intanto, sotto il peso di tali fatiche, i Padri Salesiani con la piccola somma che la Compagnia di Assicurazione pagò loro come indennità d'incendio, riuscirono a riedificare in meno di tre mesi la Chiesa e la Casa parrocchiale.

La chiesa, benchè provvisoria, è decentissima per le funzioni religiose: può contenere 6oo persone convenientemente sedute (1)

Alla modesta chiesa attuale sottostà un locale sotterraneo alto e spazioso dove le Suore della Presentazione (venendo ogni giorno a piedi dal loro lontanissimo luogo di rifugio) fanno scuola gratuitamente a più di 3oo ragazzi italiani; e continueranno a compiere la loro benefica opera d'amore con tale fatica, finchè il loro convento che sorgeva nel cuore del quartiere italiano noti sia riedificato.

Riedificata pure sarà dai Padri Salesiani una nuova chiesa dove ora sorge quella provvisoria.

Non possiamo tacere che l'anima di questa larga, cristiana ed umana opera di assistenza ai connazionali, è stata ed è tuttora Padre Piperni, il popolare parroco della chiesa dei SS. Pietro e Paolo - tipo di vero e degno sacerdote la cui vita operosa fu spesa già per molti anni nelle missioni, sempre lavorando e tendendo al bene ed al miglioramento dei nostri emigrati. Egli è di bontà proverbiale, ed ha tutte le virtù sussidiarie a questa: la pazienza, la generosità, la delicatezza nel sentire e nell'agire. Sian tante o poche le creature sventurate che a lui si rivolgono per aiuto, egli ha sempre un sorriso, una buona parola ed un soccorso efficace per tutte: e molte volte invece di aspettare la visita degli sventurati che han bisogno, egli stesso va primo a portare il suo obolo là dove sa che esso giungerà opportuno e benedetto.

Noi siamo liberi pensatori nel senso più largo ed elevato della parola: non siamo affigliati ad alcuna chiesa o religione, e per questo ci sentiamo maggiormente ammirati dell'opera di questi buoni Padri e del venerabile capo, Padre Piperni, e maggior significato e valore acquista l'onesto e franco nostro elogio.

*

Dopo ciò, alcune cifre e note sull'opera dei Padri Salesiani:

200 casse di vestiti distribuiti nelle prime settimane, una parte sul Telegraph Hill ed una all'angolo di Bay St. e Van Ness Ave;

2091 requisizioni di vestiti;

1897 lettere di raccomandazioni alla Croce Rossa per avere soccorsi in danaro,

174 raccomandazioni per « bonus » di 500 scudi ;

200 informazioni date alla Croce Rossa, a favore degli italiani;

3500 e più famiglie soccorse;

più di mezzo milione di dollari distribuiti ai soli italiani.

I Padri Salesiani non hanno limitato la loro opera di carità ai soli italiani residenti in San Francisco, ma l'hanno estesa efficacemente altresì agli italiani dispersi dopo il disastro a Berkeley, Sausalito, Brooklin, San Josè, Santa Rosa, Blackdiamond e Fruitvale.

Fin qui «l'Italia».

(1) Ivi Sez. IV: La risurrezione del quartiere italiano.

(2) In America il titolo di Padre si dà a tutti i Sacerdoti (N. d. R.). (1) Ne riportammo una nitida incisione nello scorso numero. La nuova chiesa provvisoria venne inaugurata fin dal 24 febbraio (N. d. R.).

A VALPARAISO.

In appendice all'articolo riportato, ci è caro far seguire una lettera pubblicata da vari giornali del Chilì, come quella che è improntata allo stesso linguaggio di ammirazione e di riconoscenza.

La togliamo dall'Unione di Valparaiso del 22 febbraio u. s.

I nostri lettori ricorderanno, come fra i ricoverati dai Salesiani di Valparaiso dopo il flagello del terremoto che ridusse quella città ad un campo di rovine, vi fossero anche molti italiani.

REVERENDI SALESIANI.

Obbligati dalla forza di circostanze speciali, dobbiamo abbandonare il caritatevole asilo che nell'ora dell'angustia e della più terribile calamità voi ci avevate disinteressatamente dischiuso. Ma nell'allontanarci dalla vostra casa, verremmo meno al più sacro dovere se non dessimo un pubblico segno dell'immensa gratitudine che sentiamo verso di voi, noi sottoscritti.

Dalla infausta notte del 16 di agosto, notte terribile che segnò il principio di infinite sventure, voi, reverendi signori, ci apriste generosamente le porte della vostra casa, ci riceveste con paterna sollecitudine, e dal momento in cui fummo vostri ospiti, noi cominciammo a ricevere da ciascuno di voi ogni sorta di attenzioni tanto più delicate quanto più il vostro cuore si studiava di farci dimenticare l'amarezza di quei giorni che se, è vero, son passati, è pur verissimo che per noi saranno incancellabili!

La metà di Valparaiso trovò in casa vostra aiuto e ricovero, offerto con quella carità, di cui pel primo diè l'esempio il nostro Redentore in terra.

Non tutti i derelitti poterono trovare in voi quello che avevano perduto... ma pure a voi ricorsero in un'interminabile e dolente processione gli infelici feriti, gli ammalati e a voi furono condotti i moribondi... tutti da Voi sperando ed ottenendo le cure più caritatevoli, venendo tutti colmati di favori e soccorsi come vuole la carità, e confortati da quelle consolazioni che solo la Religione sa infon dere e la parola e l'esempio di una Comunità, come la Vostra, sa prodigare

Passati i giorni più funesti, ne seguirono altri un po' più tranquilli; ma anche allora, mentre si videro allontanare da molte case i miseri che vi erano stati ricevuti, perchè sorgeva qualche speranza che potessero trovare di che campare... voi, null'altro avendo in mira che di fare il maggior bene possibile, apriste di nuovo la vostra casa e vi albergaste tutti quelli che venivano da altre parti implorando un po' di tetto sotto il quale adagiarsi al riparo dalle intemperie. In questo modo una numerosa popolazione continuò a vivere in casa vostra, occupandola completamente fino ad oggi, senza che mai si spegnesse sul vostro labbro il sorriso fraterno o alcunchè venisse a mancare agli sventurati vostri ospiti con cui divideste le gioie e le pene, dimentichi tante volte di voi per non occuparvi che dei loro bisogni.

Così passò lungo tempo senza che venisse meno menomamente quel vivo zelo, con cui vi consacraste al sollievo di tanti infelici. La Divina Provvidenza dispose che due dei più ragguardevoli dei vostri ospiti passassero dalla vostra casa all'eternità, ma anche quelle luttuose circostanze furono un'occasione di più per avvivare maggiormente non solo la gratitudine dei parenti degli estinti, ma pur quella di tutti i ricoverati, poichè si conobbe nel vostro dolore e nelle speciali premure da voi allora spiegate, che nessuno, nemmeno a casa sua, avrebbe potuto aspettarsi di più in egual frangente. Non abbiam dunque parole per esprimere tutta la riconoscenza di cui vi sono debitrici le famiglie del signor Vittorio Garcia La Croix e della signora Griselda Sanhueza di Molina, spirati nella Casa Salesiana, circondati dalle cure più commoventi di tutta la Comunità.

Poco invero ed insignificante è ciò che sappiamo ripetere, a petto di quello che il cuore sente di dover dire in ringraziamento di tanti servigi, attenzioni, favori e immensa cordialità di cui fummo fatti segno durante la lunga nostra permanenza nella vostra casa; ma, o reverendi Salesiani, vi ha un silenzio che è più eloquente delle parole

Degnatevi accogliere questo franco e cordiale ringraziamento in pegno di quella riconoscenza che serbiamo eterna nel cuore e che procureremo di far conoscere ovunque a quanti ci sarà possibile,. Noi vi saremo grati in eterno!

Augusto Ouvrard e famiglia, Mercedes F. di Garzia e famiglia, V. M. Garzia, Sac. Arturo Aguayo R., Giuseppe F. Molina Galeas e famiglia, C. Larraguibel, Biagio Mardones Murrùa, D. 2° Césped e famiglia, Alfredo Larraguibel, A. Alfaro C. e famiglia, Ernesto Herrera Pérez e famiglia, Agostino Baneshieri e famiglia, Isidoro Jiménez F., Eloisa Vergara, A. del Canto M., Manuel Varas Espinoza, Bernarda M. V. de Càces e famiglia, Luisa M. V. de Stihl e famiglia, Emilio A. Cunich, Ramón 2° Tulleres e famiglia.

ORATORI FESTIVI

Lettere agli amanti della gioventù.

Parole d'oro - La « Vittoria » di Parma - Solenne funzione di riparazione a Lugano - A proposito delle gite collettive.

SIA ringraziato il Signore! Il 3° Congresso degli Oratori festivi e delle Scuole di Religione non poteva aver un esito più confortante, e i numerosi congressisti n'avranno avuto senza dubbio uno sprone fortissimo a promuovere lo sviluppo dell'Opera, non mai bastantemente encomiata, degli Oratori.

« Gli Oratorii festivi (scriveva il Marchese Filippo Crispolti nell' « Osservatore Romano » del 24 aprile) gli Oratorii festivi possono ancora mancare di sufficiente diffusione o di numero sufficiente di braccia nei luoghi ove sono diffusi, ma non c'è nessuno che non ne riconosca l'utilità, o piuttosto la necessità. Ricordo le parole d'un uomo espertissimo delle varie regioni d'Italia, il quale mi diceva che il grado della pratica religiosa nella gioventù dei diversi luoghi si può perfettamente misurare dalla esistenza o no degli oratorii festivi in essi. Dove ci sono fiorisce; dove non ci sono scade. »

Solenni parole che vorrei impresse a caratteri indelebili nella mente e nel cuore di tutti i miei lettori.

Ora ho un'altra bella notizia... la fondazione di un nuovo circolo sportivo, la « Victoria » di Parma.

« Mens sana in corpore sano! » Sviluppate armonicamente le forze fisiche, fate che i giovani, condannati talora ad una forza improba, curvi al tavolo per l'infinita faraggine di materie scolastiche, abbiano vigoria di corpo, destrezza, elasticità di membra e non mancherà loro prontezza ed acutezza di mente, gagliardia e freschezza di intelligenza.

Non dobbiamo esagerare l'importanza degli esercizi sportivi quasi l'educazione fisica sia fine e non mezzo; ma non dev'essere trascurato il corpo, questa parte dell'uomo, che compagno dello spirito, ne aiuta gli ardimenti, ne accresce, e (credo di non esagerare) ne nobilità le idealità.

La festa inaugurale della « Victoria » si svolse la domenica 5 maggio in uno dei vasti cortili del Collegio S. Benedetto, ove un'eletta di signore e signori poterono ammirare una ventina di baldi giovanotti, studenti ed operai dell'Oratorio festivo S. Benedetto, che, nei varii esercizi con attrezzi, alla sbarra fissa, al pallone, al salto con e senza asta, riscossero applausi calorosi ed unanimi.

Il dottor D. Matteo Ottonello, direttore del Collegio suddetto, presentò con un dotto discorso i giovani ginnasti, mettendo in rilievo i vantaggi d'una educazione fisica ben intesa, voluta ed inculcata dai precetti del cristianesimo, di quell'educazione, che, ritemprando le forze del corpo, rafforza le energie dello spirito, rende coraggiosi e franchi anche nelle lotte morali.

E le vittorie (scriveva la « Realtà » di Parma) non mancheranno di certo a questi bravi giovinotti che con tanta precisione e destrezza ci sfilarono innanzi nel loro simpatico costume, su cui spiccava un'elegante fascia di seta col nome « Vittoria » e lo stemma cittadino.

Da Lugano mi pervennero notizie di una bella festa di riparazione compiutasi in quell'Oratorio, che, nella solitudine in cui i locali rimangono durante la settimana, era stato da mani sacrileghe profanato colla manomessione degli arredi sacri.

Quale sia stato il movente di questo sacrilegio, scriveva in apposita Circolare Mons. Alfredo Peri Morosini, Vescovo titolare di Arca ed Amministratore apostolico di Lugano « non è difficile rilevarlo dalla natura stessa dell'attentato. L'Inimicus homo dell'Evangelo non ha potuto sopportare in pace il lavoro assiduo di restaurazione morale e religiosa, che si compie con inarcato successo nell'Oratorio di Lugano; in esso infatti si vien reclutando una schiera eletta di giovani cristiani, che saranno domani cittadini impareggiabili. »

Nel pomeriggio quindi del 14 aprile essi furono lieti di cedere i primi posti ai benefattori dell'Oratorio, tra cui notavansi alcuni canonici, vari professori del Seminario e molti signori e signore. A capo di tutti era Mons. Vescovo, che dopo il discorso di circostanza detto da Mons. Arciprete Pisoni, si congratulò pel buon andamento dell'Oratorio e lo raccomandò all'appoggio di tutti. Egli stesso ne aveva già dato splendido esempio, donando alla violata cappella il suo stesso calice, ed una cospicua offerta.

Dopo le funzioni, ebbe luogo una splendida accademia, nella quale Sua Eccellenza Rev.ma rivolse nuovamente ai giovanetti sagge ed amorevoli parole; e Mons. Antognini ricordando i fondatori dell'Oratorio (fra cui S. Ecc. Mons. Molo) ringraziò Mons. Vescovo e gl'intervenuti.

All'opportuna riparazione fu presente anche una larga rappresentanza del Seminario di Lugano e del fiorente Collegio D. Bosco di Maroggia.

Al Congresso di Faenza, non altrimenti che al VI° Congresso dei Cooperatori Salesiani tenutosi a Milano, s'insistette perchè non si mancasse di dare alle gite sportive, oltre il carattere ricreativo, anche un carattere istruttivo. Ebbene vorrei dire una parola di più: desidererei cioè, che alcuna delle gite collettive (tanto di una sezione sportiva, quanto di un intero Oratorio) avesse anche un carattere religioso. Per me non trovo parole bastanti per lodare l'iniziativa dei

Collegi Salesiani della Capitale della Repubblica Argentina, che annualmente e in corpo si recano in pellegrinaggio al Santuario Nazionale di N. S. di Lujan. Son sempre più di 2000 giovani, che, nella gioia prodotta dall'insolito convegno e nella fierezza della compatta falange, imparano anche a professare con maggior coraggio la propria fede.

Animo, amici, lavoriamo, lavoriamo indefessamente negli Oratori, l'unico porto di salute per tantissimi giovani.

D. SIMPLICIO.

DALLE MISSIONI

Mozambico (Africa)

Il viaggio dei nostri Missionari. (Lettere del Sac. Giovanni Basilari).

Isola di Madeira, 3 febbraio 1907.

I. Da Lisbona a Madeira.

REV.MO ED AMAT.MO SIG. D. RUA,

Non solo tre giorni che ci troviamo in mare, e sentiamo già il bisogno di mandarle nostre notizie.

Partimmo da Lisbona il I° , dopo di aver ripetuto nell'umile cappella della nostra casa di S. Giuseppe una di quelle funzioni che da tanti anni si compiono così solennemente nel Santuario di Maria Ausiliatrice. I nostri confratelli e i loro buoni alunni erano profondamente commossi, e noi con eguali sentimenti andavamo ammirando la bontà del Signore che ci faceva degni di poter compiere il sacrificio della patria, dei parenti e degli amici, per recarci a fare un po' di bene in terre lontane.

Ci accompagnarono fino al porto i direttori delle nostre Case di Lisbona e di Braga. A bordo del Malange (uno dei migliori piroscafi della Compagnia Nazionale della Navigazione Generale Portoghese, che fan rotta per la costa occidentale ed orientale dell'Africa) ci raggiunsero alcuni confratelli ed alunni della casa del Pinheiro; ci dispiacque che mancò il tempo di poterci trattenere una brev'ora insieme, perchè il vapore diede il segnale della partenza; e tosto, mentre la banda di bordo eseguiva l'inno portoghese, noi, cogli occhi molli di lagrime, salutammo per l'ultima volta quei carissimi amici.

Lo splendido panorama che offre la capitale del Portogallo a chi la contempla dal mare, ci distrasse dalla muta contemplazione, allorchè perdemmo di vista il caro drappello; per cui dopo di esserci ancora una volta raccomandati a Maria Ausiliatrice implorando un buon viaggio, ci mettemmo allegramente a contemplare le bellezze della costa.

Venne poi la notte, che fu una notte completamente insonne... ma pazienza ! Quello che ci spiacque fu il non aver potuto celebrare ieri mattina, perchè il mare era troppo agitato. Oggi abbiam celebrato nella sala di prima classe; ed essendo giorno di domenica abbiam avuto alla S. Messa anche vari passeggeri.

Compiute le pratiche di pietà, siam subito saliti sopra coperta. Che splendido spettacolo offre Madeira ! Essa è veramente la perla delle isole dell'Oceano; e si comprende perchè sia preferita da moltissimi inglesi, che vi vengono a svernare. Magnifica poi addirittura è la vista della città di Funchal e del suo bel porto, ove approdano numerosi piroscafi che vengono e vanno per molte direzioni! La città sorge ad anfiteatro; l'incoronano belle colline, popolate di eleganti châlets, dimore preferite dei forestieri.

Avendo comodità di scendere a terra, ci siam dato premura di recarci a far visita a Sua Ecc. Rev.ma Mons. Emmanuele Agostino Barreto, Vescovo Diocesano, zelante ed affezionato Cooperatore. Il venerando Prelato ci ha accolti con estrema cordialità e per quasi un'ora ci ha trattenuti in soave conversazione. Abbiam visitato anche altri illustri Cooperatori, i quali desideravano ardentemente la nostra visita

Termino questa mia, chè a mezzogiorno in punto il Malange si pone nuovamente in rotta.

Ci benedica , amatissimo Padre, ancora una volta, chè la sua benedizione ci è caparra delle benedizioni di Dio...

II. Episodi del viaggio.

Cape Town, 22 febbraio 1907.

REV.MO ED AM.MO SIG. D. RUA,

CHE bella improvvisata abbiam fatto a questi buoni confratelli. Giunti ieri a Cape Town al tocco dopo mezzogiorno, e venendoci annunziato che il bastimento sarebbe rimasto ancorato in porto fino ad oggi, non potemmo trattenerci dal correre difilato alle Scuole Professionali Salesiane di Buitenkant Street, 49.

Lascio a Lei, amatissimo Padre, immaginare la gioia che n'ebbero questi nostri confratelli ed i loro bravi alunni! Insieme col buon Direttore

D. Tozzi fummo a visitare Mons. Vescovo che ci fece mille feste, e tornati a casa c'intrattenemmo allegramente coi nostri, cenammo con loro e con loro passammo la notte. Avevamo bisogno davvero di così dolce ristoro dopo 20 giorni di bastimento.

Debbo però dirle che il viaggio fin qui è stato felicissimo. Gli incanti delle pittoresche vedute delle Canarie, del promontorio di Capo Verde, dell'Isola S. Thomè e del porto di Loanda furono altrettante oasi dolcissime in mezzo alla monotonia dell'immensità dell'oceano.

Nè ci mancarono altri conforti. Nelle due scorse domeniche avemmo il conforto di poter celebrare per i nostri compagni di viaggio. Il giorno 10, ultima domenica di carnevale, o dirò meglio, domenica di Quinquagesima, assistettero alla santa Messa quasi tutti i passeggieri di prima e molti di seconda e terza classe. Il 17 poi, prima domenica di quaresima, intervennero alla Santa Messa proprio tutti quanti i passeggieri.

Non per questo il carnevale passò inosservato; ma tra giuochi e battaglie - battaglie non di fiori, ma battaglie a pugnate di farina - si divertirono un mondo moltissimi dei passeggieri.

Nel golfo di Guinea, nonostante che il calore si facesse insopportabile, fu a tutti di distrazione la veduta dei molti pesci volanti. Questi pesci, di piccole proporzioni, formano i loro voli a fior d'acqua, per sfuggire alla voracità dei pesci maggiori. Quante volte sentimmo esclamare : « Oh! come è ammirabile Iddio in tutte le sue opere! »

Il giorno 15 approdammo a Loanda, gaia cittadina, sede delle autorità della colonia portoghese di Angola. I nostri primi passi furono rivolti alla dimora di Sua Ecc. Rev.ma Mons. Leao Antonio Barbosa, Vescovo di Angola e Congo, suffraganeo del Patriarca di Lisbona. Sua Eccellenza ci accolse subito con grande gentilezza , ma quando seppe chi eravamo e dove eravamo diretti ci confuse colla sua bontà, e volle perfino che ci rifocillassimo alla sua mensa. Poi egli stesso in persona ci condusse a visitare il Palazzo Vescovile ed il Seminario, ambedue in costruzione. La diocesi di Angola e Congo è di data recente. Congedandoci, Sua Eccellenza ci diede la sua benedizione, non senza esternarci la speranza di poter avere un giorno i Salesiani nella sua diocesi. Fummo a far visita anche ai Missionari dello Spirito Santo ed all'ospedale D. Maria Pia, degno di una capitale europea.

Basta, sono le 10, ed è tempo di tornare a bordo. Chiudo questa mia, ringraziando la Divina Provvidenza, che non contenta di assisterci amorosamente ci dà tante consolazioni in questo lungo viaggio, consolazioni che non ci saremmo mai aspettate.

Il carissimo D. Tozzi vuole accompagnarci a bordo, e come ricordo della visita a Cape Town ci mette in mano un bellissimo grammofono. Quando lo faremo udire ai nostri negretti di Mozambico, ripeteremo loro anche il nome di questo buon Confratello, che assecondato da tutto il personale della casa e da tutti gli alunni, non poteva usare a noi maggiori gentilezze, nè farci un'accoglienza migliore. Deo gratias!

III

Una cara sorpresa.

Lorenzo Marquez, 2 marzo 1907.

REV.MO SIG. D. RUA,

Il 26 febbraio giungevamo felicemente nell'immensa baia di Lorenzo Marquez, la quale, secondo che ci assicurano persone autorevoli, potrebbe contenere tutte le flotte del mondo. A causa del mare in tempesta, l'entrata nel porto fu piuttosto difficile: ma l'ansietà di quell'ora fu compensata in modo insuperabile dalla più dolce sorpresa. Stavamo combinando insieme il nostro programma, quando ci si presenta sorridendo un sacerdote. Era il buon Parroco di Lorenzo Marquez, che veniva ad invitarci in nome di Sua Eccellenza Mons. Francesco Ferreira a Silva Vescovo tit. di Siene e Prelato di Mozambico, che trovavasi in città in visita pastorale, desiderando il venerato Pastore di averci alla sua mensa.

Sua Eccellenza ci ricevette con vera gioia paterna; disse che erano paghi finalmente i più ardenti voti del suo cuore, e continuò a colmarci di gentilezze fino ad oggi, giorno della nostra partenza.

Lorenzo Marquez è una città moderna con vie belle ed eleganti palazzine. I tram elettrici la corrono in ogni direzione. E un centro di grande avvenire, ove riesca a superare la crisi in cui trovasi presentemente.

Fummo a far visita all'ecc.mo sig. Governatore della Provincia di Mozambico, che ci accolse con grande deferenza e c'intrattenne a lungo sulla necessità di scuole professionali in questa provincia, segnatamente a Lorenzo Marquez.

Fui anche dall'ecc.mo Governatore della città, sig. Bonaventura Fernando d'Almeida, il quale conoscendo lo scopo della nostra opera, si congratulò nel vedere che i Salesiani andavano ad assumere la direzione di una scuola di arti e mestieri a Mozambico.

Ma basti per ora. Torniamo dalla visita di congedo a Mons. Vescovo, e stiamo per rimet terci in rotta. Ci benedica anche Lei, veneratissimo Padre

IV. Arrivando alla méta.

Mozambico, 8 marzo 1907. REV.MO SIG. D. RUA, eccoci finalmente, dopo 36 giorni di viaggio, arrivati a destinazione. Se si eccettua il molto calore sofferto, il viaggio fu ottimo sotto ogni rapporto, e ne ringraziamo sinceramente il Signore.

Siamo giunti a Mozambico jeri. Fin dalle 8 cominciammo a discernere in lontananza il porto sospirato. Il suo panorama è stupendo ; spiccano sopra tutti gli altri edifizi l'antico forte, il palazzo del Governatore, la Cattedrale e più ancora l'alta torre di questa.

L'isola, su cui sorge la città di Mozambico, è una piccola isola di quasi sei chilometri quadrati; e dista dal continente africano da uno a due chilometri. Conta circa 8ooo abitanti, in maggioranza turchi ed indiani, che hanno il monopolio del commercio. L'elemento bianco vi è molto diminuito, limitandosi ad alcuni impiegati governativi.

Accolti festosamente dal Vicario Generale della Prelatura di Mozambico, fummo condotti al palazzo vescovile, ove siamo e rimarremo ospiti ancor qualche giorno, per mettere in ordine quanto è necessario per noi nella casa che ci viene affidata. Vi siamo già stati e ci sembra sufficientemente adatta per lo scopo. Se potremo rialzare il prestigio delle Scuole Professionali, riusciremo a fare un gran bene. Ci aiuti a tanto il Signore, e ce l'impetri anche Lei, rev.mo sig. D. Rua, colle sue ferventi preghiere...

V. Sul campo di lavoro.

Mozambico, 17 maggio 1907. REV.MO ED AMATISSIMO PADRE,

SIAMO sul campo del lavoro! Entrammo definitivamente alla direzione di questo istituto il giorno 11 corrente.

La fondazione del medesimo rimonta al 1888, all'anno cioè della morte del nostro buon padre D. Bosco, e si deve al sig. Francesco Maria Da Cunha, in quel tempo Governatore Generale della Provincia. Sussidiata dal Governo, questa casa ebbe il suo tempo d'oro dal lato materiale; ma poi, decaduta per ogni lato, venne rimessa all'Ecc.mo Prelato di Mozambico.

E fin dal 1897, il Prelato Mons. Antonio Barroso, oggidì Vescovo di Porto, cominciò a chiedere con insistenza i Salesiani, i quali, dopo dieci anni, giunsero finalmente dopo le reiterate istanze del suo zelante successore.

La casa, benché non appositamente costrutta per uso di collegio, tuttavia è ben fatta e grande. Sorge presso la sponda del mare; anzi le onde sbattono contro una delle sue pareti.

Le sale delle scuole sono ariose e ben disposte, ma hanno poco macchinario e pochi arnesi necessari al lavoro. È poi una gran mancanza per noi il non avere un maestro tipografo ed un maestro legatore, che ci sono assolutamente necessari. Bisognerà che ci pensino i nostri buoni Superiori, perchè qui è impossibile trovarli; d'altra parte è questa l'unica tipografia. Abbiam pure, provvista di tutti gli strumenti, una scuola di telegrafia, ma pur questa senza maestro.

Attualmente abbiamo 65 alunni interni, che attendono quasi tutti a vari mestieri in casa; solo una ventina, secondo l'uso che abbiam trovato, varalo ogni dì alle officine dell'Arsenale Governativo, in qualità di allievi fabbri-meccanici e di costruttori di vapori.

Questi cari figliuol son quasi tutti negri, abbastanza docili, ed hanno pei bianchi una specie di venerazione. Certo c'è molto da lavorare attorno a loro... e noi faremo quel che potremo, ma certo non riusciremo a far tutto quello che dovremmo, senza un rinforzo di personale.

Termino questa lettera, perchè il vapore che deve portarla, sta per partire. Le bacio la mano, amato sig. D. Rua, in nome dei cari confratelli e di tutti gli alunni e col più profondo rispetto mi dico

Di Lei, rev.mo sig. D. Rua,

aff.mo in Corde Jesu

Sac. GIOVANNI BARILARI.

Patagonia Settentrionale

Nel territorio del Rio Negro. Una fruttuosa missione.

(Lettera del Sac. Domenico Anselmo a Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giovanni Cagliero, Vicario Apostolico della Patagonia Sett. e Centrale).

Choele-Choel, 15 marzo 1907. ECCELLENZA REVERENDISSIMA,

Ho il piacere di inviare all'E. V. Rev.ma una breve relazione della mia lunga missione data nei Dipartimenti 25 de Mayo e 9 de folio del vasto Territorio del Rio Negro.

I luoghi visitati furon molti (circa trenta), poichè questi abitanti vivono in gruppi, appartati gli uni dagli altri; e se il Missionario vuole raccogliere un po' di bene, è necessario che egli si porti alle singole famiglie nelle disseminate estancias e capanne , recando a tutti nelle proprie abitazioni, con carità e pazienza, la divina parola, e la comodità di assistere alla S. Messa e di accostarsi ai SS. Sacramenti.

Vostra Eccellenza conosce per larga esperienza le peripezie dei viaggi del povero missionario, le sue privazioni e i suoi sacrifizi per l'inclemenza del clima, pei venti, pel freddo e per la fame e la sete alla quale si vede esposto vagando per questi deserti ed anche per la mancanza di strade e di tante comodità, proprie dello sviluppo della vita civilizzata.

Con un surki a tre cavalli, condotto da una guida che sedeva in sella, percorsi circa 380 leghe, cioè 19oo chilometri, in cinque mesi; e visibile fu la protezione di Dio e l'assistenza della Vergine Ausiliatrice in vari incontri, dai quali se sana e salva uscì la mia persona, non fu così del povero surki, che mezzo sconquassato più volte, più volte si dovette alla meglio riparare.

I lontani paraggi da me percorsi furon già visitati anche dai nostri D. Bonacina, D. Milanesio, D. Boido, D. Pranchini e D. Pestarino, che ricavarono i frutti più consolanti dalle loro apostoliche escursioni. Anch'io, coll'aiuto della grazia di Dio e mercè la corrispondenza degli indigeni e degli immigrati, potei amministrare

40o Battesimi,

448 Cresime,

22 matrimoni,

107 comunioni

ed ascoltare 140 confessioni e legittimare molti matrimoni.

Dei battezzati alcuni avevano dieci, altri venti ed altri fino trent'anni!

Ovunque fui ben ricevuto, con mostre di contento e con gran desiderio di approfittarsi dell'opera santa del Missionario.

Nell'estancia del sig. Orazio Mayer, che Vostra Eccellenza conosce, fui ospitato con tutti i riguardi, come lo furon sempre tutti gli altri nostri Missionari, passati di là.

M'indugiai 15 giorni in Baio Gualicho, l'Escondida, Bajada Indio Muerto, Punta Agua e Balcheta; e tutti i giorni mi vidi circondato di molte creature, che venivano ad imparare il Catechismo. Colà si fecero delle prime Comunioni, si benedisse un Camposanto presenti molti dei dintorni, vi fu grande affluenza alla S. Messa, e tutti impararono a memoria le preghiere del mattino e della sera.

Indi passai per Chanquin, Nahuel-Quinco e Arroyo de los Mosquitos (così chiamato appunto dai moscherini tanto molesti ai cavalli e agli uomini). In Tapiluqué vidi una grotta ed un alto colle, sulla cui cima trovasi un vecchio cimitero indiano, pieno di ossa umane e teschi e frecce, segno di antichi sanguinosi combattimenti avvenuti fra tribù e tribù.

In Paylamí, verso Castracura, allo scendere dal mio veicolo, i cavalli furono spaventati dalla mia sottana spinta dal vento. Dio ci aiutò e non avvennero disgrazie personali, però il mio povero surki n'uscì molto male con guasti purtroppo rilevanti.

Il 24 dicembre giunsi a Grande Estancia o dirò meglio all'Establecimiento de Maquincheu, il quale, come Vostra Eccellenza sa, è una piccola provincia di 5oo leghe quadrate, popolatissima di buoi, vacche , pecore e cavalli. Appartiene ad una Società Inglese, che n'esporta vivi al Chili gli animali, giacchè trovasi presso le Cordigliere , e non molto lungi dal lago NahuelHuapí.

I capi dello Stabilimento, protestanti e cattolici, accolgono sempre con gran piacere il Missionario, lo colmano di riguardi e gli offrono ogni comodità, poichè sanno quanto costi arrivar lassù dopo vari mesi di marcia per le steppe del deserto. Infatti mi usarono mille gentilezze.

Essendo Natale, celebrai in un vasto salone, rustico se si vuole, ma pulito e molto ben preparato, la festa di Gesù Bambino. Alla solenne cerimonia religiosa assistè gran gente, tra cui impiegati, fattori, gauchos e indii. Alcuni dei capi principali dello Stabilimento vollero fare la S. Comunione, dando così un esempio, che fu imitato dagli altri nei giorni di S. Stefano, di S. Giovanni e dei SS. Innocenti.

Mi approfittai di quei giorni anche per riposare un po' e rifarmi del molto che aveva sofferto nel mio lungo e pericoloso viaggio: tanto più che al pari dei cavalli anche la guida aveva bisogno di riposo, ed il legno non avrebbe potuto continuare a camminare senza riparazioni.

Prima di partire, quei buoni e compiti signori vollero somministrarmi il bisogno pel viaggio e cooperare allo sviluppo della Missione con un'abbondante elemosina.

In Arroyo Reggly ebbi cordiale e gentile ospitalità in casa del nostro amico sig. Michele Mulleady, che ospitò pure Vostra Eccellenza Rev.ma nel tempo della Missione di Roca. Quì ebbi la cara visita del sig. José, un vecchio di 9o anni, conosciuto per buon cristiano da tutto il vicinato. Egli volle santamente approfittarsi della Missione.... Il Signore lo conservi ancora lunghi anni e lo benedica! Quivi ebbi pure da predicare, battezzare grandi e piccoli, cresimare, e distribuire parecchie sante Comunioni.

Varii amici che conobbero Vostra Eccellenza a Patagones, mi chiesero della sua salute e delle

sue notizie. Risposi che Vostra Eccellenza si trovava a Roma, molto vicino al S. Padre, Pio X, che non lasciava d'interessarsi della sua cara Patagonia, e che chiedeva spesso ed inviava la Benedizione del S. Padre a tutti gli abitanti dei Territori del Sud.

Alla fine di gennaio mi volsi a Puerto Rosales e toccai vari punti abitati, arrivando fino a l'Aguada de los Leones (dove vanno a cacciare questi nemici delle foreste) e a Paylenuf , dove aspetta di esser messa a posto una bella statua di S. Saverio, colà condotta da D. Boido, quando dava una missione agli abitanti dei dintorni del Cuì.

Continuai il cammino verso S. Antonio del Cuì, toccando molti punti vicini, fino alla Travesia de los Meunucos. Son 17 leghe di viaggio per steppe e luoghi sabbiosi e senz'acqua. Grazie ai buoni cavalli, che i vicini di Quetrequile mi regalarono, potei far la traversata senza incidenti. Però giungendo a Chichinales, quattro delle nostre povere bestie si rinvennero incapaci di proseguire. Meno male, chè Chel-forô, Chinpay e Choele Choel eran vicini; e poterono i cavalli rimanenti, facendo sforzi erculei, giungere fino a casa.

Qui giunto felicemente, oh! come godei, dopo 5 mesi di assenza, di poter riabbracciare il mio caro D. Aceto, che trovai in buona salute e sempre allegro e con grandi disegni di nuove imprese per la maggior gloria di Dio e la salvezza delle anime.

Era partito per la missione alla fine di settembre dei 19o6, e fui di ritorno al principio di marzo di quest'anno 19o7.

Sia benedetto Iddio dal più profondo del cuore e sia pur ringraziata Maria SS. Ausiliatrice, che sanno operare cose grandi, mediante il concorso dei nostri benefattori e l'impulso apostolico a noi dato dall'Eccellenza Vostra, che Dio benedica in aeternum.

Prostrato al bacio del S. Anello, mi ripeto Dell'Eccellenza Vostra Rev.ma dev.mo Figlio

Sac. Domenico ANSELMO

Missionario Salesiano.

* *

Le missioni pel campo.

I nostri missionari, in numero di dodici, rincorrono tutti gli anni i vastissimi Territorii del Sud e del Nord della Patagonia recando i conforti della Religione a migliaia di famiglie disseminate nel campo, visitandole nelle loro capanne, ove istruiscono grandi e piccoli nelle verità necessarie a sapersi, e li preparono a ricevere i SS. Sacramenti.

Generalmente i Missionari son ben ricevuti dai civilizzati e dagli indigeni, i quali, sebbene

poveri non mancano di colmarli di gentilezze. La gente semplice suol dire che quando passa il Missionario, Passa Iddio! E per questo che approfittano con gioia del suo apostolato, lo ascoltano, gli presentano i loro figli per battezzarli, e legittimano i loro matrimoni innanzi a Dio ed alla società civile.

Matto Grosso

COLONIA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE (Matto Grosso-Brasile). - Il direttore della seconda Colonia iniziata fra i Bororos, Sac. Giuseppe Salvetto, con lettera del 9 gennaio u. s. annunziava al sig. D. Rua che finalmente nell'ultima festa titolare della medesima Colonia (8 dicembre 19o6) si cominciò a conservare il SS. Sacramento nell'umile cappella provvisoria.

« ... Anche qui abbiamo festeggiato nel miglior modo possibile la nostra cara Madre Maria Immacolata. Abbiamo fatto precedere alla sua festa la novena come sta sul Giovane Provveduto, seguita da breve sermoncino; e il giorno 8 dicembre, vi fu messa cantata nella quale si consacrò l'Ostia Santa che ha cominciato a stabilire anche tra noi la sua dolce dimora...

« Povera, troppo povera è la cappella !... Ma posto che Gesù è tanto buono e si accontenta di starvi egualmente, noi non possiamo che ripetere Per noi tutti quale fortuna !...

« Finita la messa avremmo voluto fare qualche piccolo regaluccio ai nostri indii (che sono una settantina), o dar loro una miglior refezione, ma nella povertà in cui siamo non potemmo far nulla di più delle altre feste, demmo cioè due pannocchie di granturco a ciascuno, che essi mangiano, arrostito, con grande avidità. Alla sera per altro abbiamo dato la benedizione col SS. Sacramento...»

In fascio.

S. MARTIN DE LOS ANDES - II primo giorno dì quest'anno, il nostro D. Milanesio, d'accordo col Comandante del 3° Reggimento di Cavalleria il Tenente Colonnello sig. Carlo Fernandez, ed assistito dal chierico Francesco Sicco, celebrò in San Martin una « Misa de Campaña ». Approfittando dell'occasione, egli diresse opportune parole ai soldati ed ai fedeli, animandoli a compiere i primi doveri fin dal primo giorno dell'anno, per attirare così sopra il villaggio e sopra l'esercito i favori del cielo.

Il giorno seguente, die' principio ad una breve missione che durò sino al giorno dell'Epifania. Riunì quanti fedeli potè in una sala offerta all'uopo da una buona famiglia ove celebrò ogni giorno e predicò fino a quattro volte nella stessa giornata.

Frutti immediati furono appena 5 battesimi, 18 comunioni e 40 cresime; però si spera che la semenza della Divina Parola non tarderà a produrre ottimi frutti di santificazione in quel nascente villaggio del Territorio del Rio Negro.

IL CULTO di Maria Ausiliatrice

La Solennità Titolare

NEL SANTUARIO DI VALDOCCO

NON poteva riuscire più imponente !... ecco l'esclamazione che risuonava sulla bocca di tutti la sera del 24 maggio, del gran giorno ornai sospirato non solo dai Salesiani e dagli abitanti di Valdocco, ma da molte migliaia di altre persone, che in tale circostanza accorrono al Santuario dai punti più lontani e dai dintorni della città, e insieme da tante altre parti d'Italia e dell'Estero.

E - davvero - le recenti solennità, celebratesi ad onore di Maria Ausiliatrice, non potevano - in nessuna maniera, nè in alcuna parte - riuscir più belle ed imponenti.

Il mese intero di preparazione , cominciato come di solito il 23 aprile, con doppia predicazione quotidiana del nostro confratello D. Michele Mittè, attrasse tanto il mattino che la sera, ma specialmente la sera, un'immensa folla di popolo devoto, qual mai si era visto negli anni precedenti.

Alla novena poi, durante la quale ascoltatissimo predicò ogni sera l'esimio teol. Pietro Colombatto di Torino, il concorso divenne addirittura spettacoloso e commovente. Sul finir della predica, quando si spalancava la porta maggiore del Santuario, e sulla folla pigiata fin sui gradini del tempio si proiettavano i luminosi riflessi delle centinaia di cerei splendenti sull'altare e delle più che mille candele elettriche ardenti tutt'attorno l'Immagine Taumaturga e le auguste pareti del Santuario coperto dei suoi drappi preziosi, e si udiva quel popolo immenso alternare colla nostra Schola cantorum il dolcissimo canto delle Litanie, e si vedevano tutti quei volti immobili e fissi all'altare, ove esposta fra tanta pompa era l'Ostia Santa e a tutti sorrideva più in alto l'invocata Regina, un fremito di commozione invadeva il cuore, e da tutti i cuori, pel Papa e per la Chiesa Universale, ardente più che mai saliva la preghiera alla potente Ausiliatrice del popolo cristiano e al divin suo Figlio.

Un altro spettacolo di religiosa pietà, ancor più commovente, si ripeteva ogni mattina, in cui scorgevasi quasi senza interruzione affollata la sacra mensa! E tutto dire: le Comunioni distribuite nel corso del mese furono oltre 41.000!

Primi in questa nobile gara, dobbiam dirlo a conforto dei nostri benefattori, furono i giovani dell'Oratorio, ai quali si unirono in vari giorni moltissimi Istituti religiosi di Torino ed anche i nostri Chierici di Foglizzo, Valsalice e Lombriasco, gli alunni del Collegio S. Giovanni Evangelista e delle Scuole Apostoliche del Martinetto, nonchè i bravi giovani delle Scuole Professionali di S. Benigno Canavese, che la 3.a domenica (il 12 maggio) eseguivano scelta musica alle funzioni del giorno.

Anche in tutte le altre feste del mese vi fu messa solenne e la parte musicale fu sostenuta con scelta varietà di programma e con diligentissima interpretazione dalla Schola Cantorum dell'Oratorio. Degna di particolar rilievo ci pare la Missa in festis solemnibus dell'edizione vaticana, eseguita con grazia e con effetto mirabile dagli 8oo alunni la prima domenica del mese, presente Sua Eccellenza Rev. ma Mons. Vincenzo Scozzoli, Vescovo di Rimini, e che venne poi ripetuta il dì anniversario della Pontificia Incoronazione.

In questo giorno, 17 maggio, celebrava all'altare di Maria Ausiliatrice Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Costanzo Castrale, Vescovo tit. di Gaza e Vicario Generale dell'Archidiocesi; e la mattina del 20, Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Luigi Spandre consecrava due nuovi altari marmorei, eretti nel coro del Santuario.

La vigilia poi, il trionfo di Maria Ausiliatrice toccò un'altezza che niuno avrebbe immaginato. Nonostante il tempo cattivo, tanto nella mattinata come nel pomeriggio il sacro tempio rigurgitò di fedeli e risuonò continuamente di preghiere.

Al mattino, alle 7,30, celebrò la messa della Comunione numerosissima Sua Eccellenza R.ma Mons. Luigi Spandre, Ausiliare dell'Em.mo Card. Richelmy. Alle 4 pomeridiane il nostro D. Tommaso Pentore tenne la consueta Conferenza ai Cooperatori ed alle Cooperatrici Salesiane, dopo la quale impartì la benedizione col SS. Sacramento Sua Eccellenza R.ma Mons. Giuseppe Re Vescovo di Alba. Al momento della benedizione cessò la pioggia e la fitta nuvolaglia si disperse; e subito, come per incanto, non pur il tempio ma anche la piazza adiacente si gremirono.

La funzione serale riuscì imponentissima. I vespri vennero pontificati da Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Giovanni Oberti, Vescovo di Saluzzo. Eloquentissimo il discorso del teol. Colombatto. Commovente l'istante della benedizione, impartita col SS. Sacramento da Monsignor Oberti.

All'uscita dei fedeli dal Santuario, come per incanto si accesero tutte le lampadine elettriche disposte nella facciata , fondendosi in uno splendido insieme con le migliaia di bicchierini multicolori genialmente disposti lungo le modanature e su per gli archi della cupola e sopra i due terrazzi che si distendono ai fianchi del Santuario. Una folla immensa gremì fino a tarda ora la piazza, sulla quale tenne un bel concerto il Corpo Musicale dell'Oratorio Festivo, e gli ottocento giovanetti interni eseguirono con grande slancio vari canti corali. Il Santuario rimase affollato fin verso le 11.

Ed ora che diremo del gran giorno solenne?

La solennità di Maria Ausiliatrice (scriveva il Momento del 25 maggio) assume sempre una maggiore grandiosità ed imponenza: ieri Valdocco era rigurgitante di fedeli, giunti anche da lontani paesi, per prender parte alle funzioni svoltesi con decoro e religiosità mirabile. Sin dalle cinque del mattino il vasto, artistico tempio, addobbato sontuosamente e splendente di migliaia di luci, era affollato per la messa celebrata dal rev.mo D. Rua; maggior folla ancora era alla messa delle 7,15 celebrata dall'Em.mo Cardinale Richelmy. Alle 10 poi, pel pontificale dell'Ecc. Mons. Oberti, Vescovo di Saluzzo, il Santuario era stipato in ogni angolo da parecchie migliaia di persone. Tenne il panegirico, con quell'oratoria classica ed efficace ben nota, il rev.mo teol. Colombatto. Splendida dimostrazione di fede e di amore a Maria!...

La processione - Degna chiusa del solenne novenario e della splendidissima solennità (così l'Italia Reale), è stata la magnifica processione della Vergine Ausiliatrice, che in mezzo allo splendore dei riti si svolse col solito percorso. Alle ore 19 circa usciva dal Santuario il primo stendardo, sotto a cui sfilavano candide giovinette, guidate dalle amorevoli Suore. Venivano in seguito in lunghissimo stuolo i giovani dell'Istituto, studenti e artigiani, in divotissimo contegno, quelli delle scuole apostoliche al Martinetto e numerosissimi giovanetti dell'Oratorio festivo modulando una patetica canzone alla Vergine, col dolce ritornello: - O Santa Vergine, prega per me

Ai giovani teneva dietro uno stuolo di bimbi raffiguranti santi ed angeli dalle alucce d'oro. Seguivano nelle belle divise le Figlie di Maria e moltissime signore con torcie, e finalmente un lunghissimo corteo di Clero chiuso da 28 sacerdoti con ricchi piviali in tela d'oro, e ultimo, benedicente, S. E. Rev.ma Mons. Andrea Masera, che aveva pontificato ai Vespri.

Dietro al Vescovo incedeva il coronato Simulacro, seguito da nove vessilli di Società operaie cattoliche e da una folla sterminata di popolo salmodiante e recitante il Santo Rosario.

Tre musiche si alternavano per il lunghissimo percorso, suonando scelti pezzi. Per le vie dove il sacro corteo passava, era ricchezza non mai più vista di addobbi. Ogni balcone, si può dire, era messo a bellissimi zendadi e tappeti a varii colori.... Molte migliaia di persone si accavalcavano lungo il percorso.

La processione si svolse tranquilla, ordinatissima; pareva un nastro vivente, variopinto, che si svolgesse sotto gli alberi verdi, tra una massa compatta, interminabile di divoti spettatori.

Giunta la processione al Santuario circa le ore 21, si espose il SS. Sacramento, e, mentre belle armonie echeggiavano nel tempio e ripetevano musica classica, il popolo affollato sul piazzale cantava a voce alta il Tantum ergo.

Tanta era l'affluenza della folla rigurgitante nel tempio e fuori sul piazzale, che l'Em.mo Cardinale Richelmy, dopo aver solennemente impartita dall'altare la trina Eucaristica Benedizione, uscì sul pronao del Santuario, donde benedì col Santissimo la pia folla, che, dando libero sfogo all'entusiasmo, eruppe in fine in un alto applauso al Santissimo Sacramento.

Sulla piazza nuovamente gremita, fino a tarda ora, di popolo accorso a godere dello spettacolo della splendida illuminazione, tenne concerto il Corpo Musicale interno.

L'esecuzione musicale. - Mancheremmo ad un nostro dovere, se tralasciassimo di accennare all'esecuzione del programma musicale, magnifica come sempre, per imponenza di masse corali e perfezione di interpretazione, e di dire una parola speciale della nuova Missa solemnis « Auxilium Christianorum » scritta appositamente per la circostanza dal ben noto e valoroso compositore di musica sacra, il nostro Don Pagella.

Questa, in quanti l'udirono, produsse la migliore impressione per la grandiosità, quadratura e sviluppo della linea melodica e per l'eleganza e scioltezza del trattamento armonico. E, veramente, ci pare che l'egregio Autore sia riuscito anche una volta a dimostrare, come si possa scrivere musica strettamente sacra e nel tempo stesso tale, da non far parere alla comune dei fedeli interminabile e noiosa l'ora in cui essi adempiono il precetto ecclesiastico. Nel Kyrie egli ci ha presentato un dolcissimo tema fondamentale, il quale ritorna successivamente nel Gloria, Sanctus ed Agnus Dei, con fisionomia e significato differente a seconda del variare del testo liturgico.

Il Credo poi parve a tutti cosa stupenda; soavissimo il Sanctus ; affettuoso e di mirabile effetto l'Agnus.

Ci auguriamo sinceramente che il repertorio delle nostre Scholae cantorum abbia ad arricchirsi di simili composizioni (1).

Il nuovo organo. - Contribuì grandemente al lustro delle funzioni il nuovo organo liturgico a tre manuali, quasi completamente rinnovato e rimordernato dalla omai celebre Ditta Pontificia ed Arcivescovile del Cav. Carlo Vegezzi-Bossi di Torino, e benedetto solennemente il 15 maggio.

É noto come l'organo di prima, quantunque discretamente sonoro, per l'esuberanza dei registri a lingua, fosse nondimeno assai deficiente nei registri di fondo indispensabili per l'accompagnamento del canto; e difettasse ancora parecchio per l'incostante sua accordatura.

Provvidenzialmente, al dono della magnifica consolle a tre manuali - offerta anni or sono al rev.mo D. Rua, dagli antichi allievi dell'Oratorio - essendosi altresì unito il generoso concorso di una pia e benemerita Famiglia riconoscente alla Vergine Ausiliatrice, si potè effettuare il lavoro per intero: e l'illustre cav. Carlo Vegezzi Bossi, pur usufruendo e correggendo tutte le canne del vecchio organo ma aggiungendone molte delle nuove e cambiando totalmente in sistema tubolare l'antico meccanismo, ha saputo darci un colossale strumento che mentre forma uno dei più bei ornamenti del Santuario di Maria Ausiliatrice, onora pure altamente la volorosa Ditta che lo costrusse con amore d'arte.

Il grandioso strumento venne collaudato nei giorni 15, 16, 17, e 18 maggio, e precisamente il 15, dal rinomato maestro sig. Ulisse Matthey, Organista primario della S. Casa di Loreto, e dal nostro D. Giovanni Pagella, Organista a S. Giovanni Evangelista di Torino, che per la circostanza scrisse ed eseguì una Prima sonata, che dagli intelligenti fu detta una concezione classica e poderosa;

il giorno 16, dal valentissimo maestro sig. cav. Roberto Remondi del Liceo Musicale di Torino, dal benemerito maestro cav. Pier Antonio Bersano, organista della Metropolitana di Torino, e dal giovane e già abilissimo maestro Federico Caudana, organista a S. Agostino di Milano;

il 17, unicamente dal predetto maestro Matthey, che per la sua straordinaria abilità e sopratutto per la sua retta interpretazione congiunta ad un finissimo gusto e sentimento, doti indispensabili ad un artista pari suo, è dagli intelligenti annoverato nella prima schiera di quei maestri del re degli strumenti che onorano la nostra Italia ;

il 18, finalmente, dall'esimio maestro Dino Sincero di Torino, che eseguì, insieme con due suoi bei preludi, uno sceltisssimo programma.

Durante le funzioni poi del giorno 17, sedettero all'organo i nostri confratelli, maestro cav. Giuseppe Dogliani, D. Giov. Battista Grosso ed Enrico Scarzanella.

Ed ecco, senz'altro, l'atto di collaudo.

I sottoscritti onorati dell'incarico di collaudare il nuovo Organo del Santuario di M. Ausiliatrice, costrutto dalla Ditta del Cav. C. VEGEZZI-BossI di Torino, sono lieti di poter dichiarare che l'Organo suddetto è riuscito uno splendido capolavoro sotto ogni rapporto (1).

Eccellente e ben equilibrato il maestoso ripieno del il manuale,: mistico e grazioso il pienino del 3° manuale; dolci e veluttati i singoli registri ad anima e quelli di fondo; sobriamente robusti ed ottimamente imitati i registri a lingua, e poderoso ed imponente l'insieme del tutto.

L'Organo è a sistema tubolare ed agisce per mezzo di motore elettrico con relativo ventilatore.

Malgrado la distanza della consolle dal corpo dell'Organo, ammirabile e rimarchevole è la perfetta sua prontezza.

Quindi noi ci felicitiamo vivamente coll' ill.mo Cav. Vegezzi-Bossi per questo suo nuovo capolavoro e ci rallegriamo in pari tempo coll'esimia Famiglia Benefattrice delle Opere Salesiane che ha arricchito il Santuario della Vergine Ausiliatrice di così imponente e magnifico istrumento.

Torino, 18 maggio 19o7.

Firmati:   Maestro ULISSE MATTHEY

»   D. Giov. PAGELLA

Cav. ROBERTO REMONDI Cav. P. A. BERSANO FEDERICO CAUDANA Cav. DINO SINCERO

»   ENRICO SCARZANELLA

»   D. G. B. GRosso

»   Cav. Gius. DOGLIANI.

Vadano pertanto le congratulazioni nostre più sincere all'illustre sig. Cav. Vegezzi-Bossi, al quale - in cambio di quella generosa deferenza che usò pel nostro Santuario -- auguriamo dal più profondo del cuore le benedizioni più elette di Maria Ausiliatrice, affinché possa soddisfare con egual esito brillante alle instanti domande dei suoi numerosi clienti.

Le onoranze solenni tributate alla benedetta nostra Regina ebbero degna corona con le splendide funzioni della domenica 26 maggio, in cui si ripetè il programma musicale del giorno 24, e continuò ininterrotta la straordinaria affluenti. Dopo il canto dei Vespri, il Direttore dell'Oratorio fece al popolo commosso un eloquente resoconto dei giorni solenni, e quindi popolo e cantori sciolsero con slancio vivissimo l'inno del ringraziamento.

Delle feste celebratesi altrove diremo nel Prossimo numero.

(1) Il programma fu il seguente :

23 maggio : sera - Domine ad adjuvandum e Salmi del M° Dogliani. Inno di S. E. Mons. Cagliero. Magnificat, del M° L. Bottazzo. Litanie della B. V., del M° D. G. Pagella. Tantum ergo, del M° Ulisse Matthey.

24 maggio: mattino - Messa Auxilium Christianorum, del M° D. Giovanni Pagella (1a esecuzione). Parti variabili in gregoriano - Sera. Ecce Sacerdos Magnus, del M° D. G. Pagella. Domine ad adjuvandum e Salmi in falso bordone, de M° G. Dogliani. Inno, di Mons. Giov. Cagliero. Magnificat del M° Giulio Bentivoglio. Litanie, del M° Cav. L. Bottazzo. Tantum ergo, del M° Ulisse Matthey.

26 maggio: Tutto come il giorno 24.

(1) Il nuovo Organo comprende i seguenti registri:

1° MANUALE: - Principale fondo di 16 piedi ; Principale fondo 3 p.; Dulciana 8 p. ; Salizionale 8 p. ; Perdette 8 p. ; Ottava 1a 4 p. ; Ottava 2a 4 P.; Contrafagotto 16 p. ; Tromba 8 p. ; Ripieno otto file.

II° MANUALE: -- Principale fondo 8 p. ; Gamba 8 p. ; Onda Maris 8 p.; Flauto 3 p.; Flauto 4 p.; Bordone 8 p.; Ottavino 2 p. ; Fugara 8 p. ; Clarinetto 8 p.

III° MANUALE : Principalino 8 p. ; Dulcan 8 p. ; Concerto viole ; Viola celeste; Gamba 6 p.; Bordoncino 8 p. ; Voce eterea 4, p.; Flauto in selva ; Ottava dolce 4 p.; Oboe 8 p.; Ripienino.

PEDALIERA A 27 PEDALI: - Subbasso 16 p.; Contrabasso t0 16 p. ; Contrabasso 2° e Violoncello 16 p. ; Violoncello 8 p. ; Bordone 8 p. ; Ottava 8 p. ; Flautone 8 p. ; Tromba 8 p.; Bombarda 16 p.

CONGEGNI SPECIALI : Annullatori dei singoli registri a lingua - Unione del tasto ad ogni manuale - Unione dei singoli manuali al manuale principale - Pedale dell'espressione-Sveller a 14 gradazioni.

Pellegrinaggio spirituale pel 24 corrente.

INVITIAMO i devoti di Maria SS. Ausiliatrice a pellegrinare in ispirito al Santuario di Valdocco il 24 corrente e ad unirsi alle nostre preghiere.

Oltre le intenzioni particolari dei nostri benefattori, nelle speciali funzioni che si celebreranno nel Santuario avremo anche quest'intenzione generale:

Implorare da Maria SS. Ausiliatrice la conversione dei nemici di S. Chiesa.

GRAZIE E FAVORI

Da morte a vita.

Il giorno 8 gennaio venivo chiamato al capezzale di mia madre gravemente ammalata d'influenza addominale, causata dallo spavento e dallo strapazzo per la morte quasi improvvisa di mia zia. Avvisato di questa prima disgrazia dalla scritta abbrunata che trovai alla porta, il muto abbracciare de' miei, pallidi e singhiozzanti, mi annunziava l'altra imminente più grave della prima. Mia madre infatti, quella stessa mattina, aveva ricevuto il Santo Viatico; ardeva di una febbre altissima, ma mi riconobbe e col suo occhio profondo, dilatato dal dolore: « Figlio mio, sembrò dirmi, tu sei venuto ad assistere alla mia morte ! ». Ed io ne ero convinto, come lo erano i miei, i medici, tutti. Ma allorquando il termometro accennò a salire oltre il 41° e il polso si rese incalcolabile e sintomi più gravi si succedettero così evidenti che i medici avevano già sparsa la notizia della irreparabile disgrazia, la convinzione allora divenne certezza e si pianse la seconda volta nel breve periodo di due settimane. La sera del giovedì, il babbo, alla più grande delle mie sorelle, che gli domandava il parere dei medici sullo stato della mamma: « Che speranza puoi ancora avere, rispose ; questa notte fatti aiutare a mettere in assetto ogni cosa!... ».

L'abbandono però di ogni umana speranza fu per noi il principio di quella che non viene mai delusa, e dai nostri cuori spezzati dal dolore essa s'innalzò spontanea, altissima fino al trono della Vergine, l'onnipotente Aiuto dei Cristiani. Si mise la sua medaglia al collo dell'inferma, si cominciò una novena, si promise un'offerta, la pubblicazione della grazia, e Maria ci consolò. L'indomani, venerdì, per ben tre volte il termometro segnò 38 1/2 ai medici che non credevano più alla bontà dello strumento; sabato 37 e domenica 36, calore naturale di mia madre.

Grazie, o Maria ! La gioia che ora godiamo nel riavere l'amabile creatura che piangevamo perduta, sia pegno di quella incomparabile di ritrovarci tutti un giorno con Voi, amabilissima Madre, nel santo Paradiso.

Catania, 9 maggio 1907.

Ch. LIVATINO ROSARIO.

Una messa all'altare di M. Ausiliatrice.

L'anno scorso, precisamente il giorno 6 gennaio, fui assalito da grave bronco-polmonite, che in pochi giorni ivi ridusse agli estremi. Invano si fecero consulti tra i medici, mi dissero spedito. Mi furono amministrati i Santi Sacramenti, mi -fu impartita la Benedizione papale e mi vennero lette tutte le preghiere degli agonizzanti. Fu allora che mia moglie si rivolse con viva fede a Maria 'SS. Ausiliatrice, pregò e fece pregare, e Maria non tardò a consolarla. Questa grazia straordinaria venne riconosciuta da tutti, poichè tutti mi dissero il morto risuscitato. La mia guarigione incominciò il giorno in cui fu celebrata una santa Messa all'altare di Maria SS. Ausiliatrice.

Zone, io aprile 1907.

ALMICI FEDELE.

Vienna (Austria). - Ebbi la sorte di ricevere con mia moglie la benedizione ed il ricordo di una cara medaglietta dal venerando D. Bosco, a Torino, or sono circa 25 anni. Da allora apprendemmo la divozione a Maria SS. Ausiliatrice, che invocammo ognora con ferma fiducia nelle difficoltà inevitabili della vita, ricevendone costanti aiuti e consolazioni, eziandio nei momenti assai penosi. -E questa cara Madre di recente coronò le nostre confidenti preghiere col farmi conseguire di fronte ad ostacoli che senza l'implorato di lei possente patrocinio sarebbero stati insuperabili, la attuale posizione sociale a pochi concessa.

Col cuore ripieuo della più calda riconoscenza e col fervido desiderio di cooperare in qualche modo alla Moria della Regina dei Cielo, supplicata quale Ausiliatrice dei cristiani, nonchè alla fiducia in lei anche in ogni necessità temporale, desidero che questa espressione dei nostri sentimenti sia pubblicata nel benemerito

Bollettino Salesiano.

Aprile 1907.

EMILIO FRIEDL

I. R. Consigliere aulico della Corte Suprema di Giustizia.

Roma. - Alla fine d'aprile una mia nipotina veniva colpita dal grup, il morbo letale dei bambini, gettando nella costernazione l'intiera famiglia che vedeva minacciata l'esistenza ciel proprio angioletto. L'entrante mese di maggio ci parve un invito della Vergine Ausiliatrice di ricorrere alla sua materna bontà. Si incominciò pertanto colla più viva speranza nel cuore una novella e alla fine della medesima la piccina veniva restituita al nostro affetto completamente guarita. E dunque colla gratitudine più viva clic adempio alla promessa di rendere pubbliche grazie a Maria pregandola di voler stendere ognora sulla mia diletta famiglia il manto della sua celeste protezione.

Maggio 1907.

G. ULcELLI.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti :

A) - Acqui: Dacquino Rosa - Alba: Carbone Maddalena 15 - Alpignano: Bosio Cecilia 5 - Ancona: Angela Baluffi io - Aosta: N. N. 2 - id.: Marquis Alessandrina 5 - Arsano: Pizzin Amabile 5 - Arona (Novara): Emilia Lanza Ghiglione 3 - id.: Carlotta G. Lanza 5.

B) - Barano d'Ischia: D. M. G. - id.: Sac. Costantino de Vico 2,35 - Barlassina: Visconti Luigia - Biella: B. C. - Bologna: D. Francesco Comastri, Parroco a S. Isaia, 70 - id.: Domenica Tabanelli 2 - id.: Dichy Gardenghi 5 - id.: E. M. - Bombardone: Rigone Andrea, Curato 5 - Borgiallo (Torino): D. G. 5 - Borgo a Mezzano: Giuseppina Barsi io - Borgo Lavezzano (Novara): Una pia persona 5 - Brusasco (Torino): N. N. 15 - Busca (Cuneo): Sorelle Eugenia e Gius. Viglione io - Busto Arsizio: Una pia persona 5.

C) - Caluso: Sorelle Merlo -Cambiano (Torino): Sandrone M. 5 - Canterano: Luigina Prandi nata Salvetti io-Candia Lonzellina: Una pia persona 5 -Carmagnola: Maria Lotteri 5 -id.: Lina F. 9 - id.: Castello Giuseppe 2 - Casale: Maria Morano - Calino: Mora Bernardo 5 - Casnigo: Lucia Giud i 2,6ò - Casola Ligure: Domenica Burrone 5 - Casola Valsenio (Ravenna): D. Lasi Giambattista, Arciprete di Baffadi, 6 - Castelboglione: Delponte D. Lorenzo, Arciprete, 20 - id.: Rezzolo Pietro 25 - Castel Cisterna: Precchin D. Pasquale io - Castellalfero (Asti): Morra Maria - Castellazzo Borvnida: Pronzato Francesco, Pronzato G. Batt., Farinetti Giacinto, Farinetti Giulio, Pronzato Alessandro, Moggio Luigi, Rubino Giuseppe, Rapetti Maria, Ricabone G. Batt. e Bottero Giacomo, io - Castelnuovo d'Asti: Iginia B. B. - id.: Amalia Moro Musso - Castiglione d'Adda: Teodoro Soravi, a mezzo del rev. Parroco, 4 - Cavour: B. G. - Cerrina (Alessandria): Mione Maria ved. Caramellino io - Chatillon (Aosta): Besenval Cesarina 2 - Cherasco: Capra Angela -Chiavenva (Sondrio): Giovanni Sac. Giovannoni, Parroco di Menarola, 15 -Cittadella (Padova): Luigia Bravo 2 - Calascibetta: Guglielmo,e Marietta R.indone io - Conzano Monferrato: D. Francesco Oddone, prevosto io -Cardè (Cuneo): Villoso Maddalena- Costabissara: Sorelle Giaretta - Cuciliana (Pisa): Iginia della Bassa 2 - Curino (Novara): S. G. 6.

D) - Datisona (Udine): Menegaz Maria io.

E) - Ernesto A lves (Brasile): Scarmagnari Amedeo io - id.: Minozzo Luigi 9 -- id.: Xausa Pietro 5 - id.: Colpo Giuseppe io - id.: Dalben Eugenia 5.

F) - Fagnana (Udine): G. M. B. 25- Fenegrò (Como): Carnelli Giuseppe 2 - Formigine (Modena): Suor Rosalia D., 1,50 - Fornovolasco: Giannini Giuseppe - Fossombrone (Pesaro): D. Gasperini 10.

G)-Gavardo (Brescia): D. Pietro Vassalli, curato 4 - Gallarate (Milano): Bianchi Clementina 2 -

Granarolo di Faenza: Zanzi Domenica, 22 - Grin-

zano di Gervere: Mira Agnese fu Stefano e famiglia. - Gordona di Sondrio: Mazzina Enrico 3.

H) - Havertraw N. Y.: Lagomarsino Luigia 25.

I) - Incisa Belbo: P. A. 10 - Intra: Giovanni Uccelli - Inverigo (Como): Sac. Gabriele Alessina, a nome del ragazzo Ambrogio Ciceri, 2 - Ivrea: Leorio Luigia, io.

L) - La Loggia (Cuneo): M. Gilli - Lima (Perù): Le Figlie di Maria A. per la guarigione della loro Superiora - Livorno: Guglielmo Vivola io - id.: Gibel Lenin 5 - Lonigo (Vicenza): Pietro D. Picrino - Lucca: Bottari Veneranda 3 - Lugagnano (Piacenza): Albertelli Maria, 5.

M) - Magliano Alpi: Blengino Giovanni 2 - Mantova: Gemma Bellini 2 - Medole: Bottari Catterina 2 - Mezzonzerico: Leonardi Maria - Milano: Diacono Cesare Colombo - Mirabello Monferrato: La Direttrice delle Figlie di M. A. per tre pie persone, 12 - Mogliano Veneto: Giuseppc Roda - Mombaruzzo: Rebutto Isabella - Montorio Veronese: Ciresola Francesco 2 -- Morbegno (Sondrio): Maria Moresi di Dazzio, io.

N) - Negrar: Bertani Teresa i -- Neviglie: Marcarino Rosa 7 - New York: Peroni Maria ioo - Nizza Monferrato: L. F. 15 - N. N. 2.

O) - Orgiano: Bertelli Teobaldo, 4.90. - Orio Canavese: Gandino Battista 2 - Paesana: D. Armando G. B. , vicario foraneo, 10.

P) - Pedimulera (Novara): Candel Alessandrina 2 - Pigna `Porto Maurizio): C. Pinnaria, 2 - Piossasco: Carpinello Clara - Ponzano (Alessandria dria): Ivaldi C. 5 - Puja di Pordenone: Pujatti Maria i ,

R) - Reazzino (Svizzera): Brughelli Antonio 5 - Rivoli (Torino): G. A. - Rocchette di Piovene: Magello Marandi Luigia - Rodallo (Torino): N. N. 2,90 - Rodeiro (Brasile): Famiglia Domingo Egidio i5 - Roma: Carrà eh. Ermenegildo 5 - id.: Fabbri Ester 5; Fabbri Zaide 5 - Roscì: Bordignón Giosué 2.

S) - Sabrondi Segonzago: Virginia M. i i - S. Germano di Casale: Caprioglio Maria e Pietro - S. Giovanni Marignano: Ugolini Luigi 20 - San Pietro d'Orzio: Manzini Francesco 5 - S. Sebastiano Po (Torino): Rocca Ida 2 - S. Severino Marche: D. Giuseppe Splendori, parroco, 2 - S. Margherita Ligure (Genova): Can. Giovanni Ronco 2 - S. Maria Maggiore (Novara): Femminis Giovanna i.5o - S. Vito al Tagliaenento: Sac. Enrico Terranco, a nome di Maria Marcon, 3 - Sauze d'Oulx: Famiglia Peraldo io - Savona: P. A. A. - Schio (Vicenza): Pilati Oreste 3 -Serra S. Bruno: Dottor Giuseppe Tucci 5 - Serravalle Langhe: Camera Fiorina - Siano: Donnarunna Giovanni 5 - Souza Queiros (Brasile): Mancini Antonio 13 - id.: Botteau Pasquale 13 - id.: Rosada Valentino 2.60 - id.: Mantoan Giovanni 2.60 - id.: Scherma Domenico 1.30 - id.: Piccoli Giovanni 1.30, Piccoli Giuseppe o.65 - id.: Noin Antonio o.65 - Stresa: Tognacca Marianna ved. Mazzolati.

T) - Taverne (Svizzera): Giabbani Enrico per la sorella 4 - Ticineto: Longarelli Angiolina i - Tigliole d'Asti: G. C. 20 - Tonengo: Desuto Angelo - id.: Negro Giuseppe - Torino : Galctto

Carolina i - id.: Elisabetta R. - id.: Una pia Signora 25 - id.: Blengino Giovanni - id.: Bertoni Carolina - id.: Marchisio Onorina - id.: Alcune Cooperatrici per la guarigione di una sorella - id.: Chiappello Marcello - id.: L. Visetti 45 per la guarigione accordata ai suoi Luigi, Regina, Anna, Maria - id.: N. C. F. di M. 6 - id.: Falco Margherita 2 - id.: N. N. id. Comandone Lino - id.: Famiglia Lan: a - id.: Scassa, Giuseppina. id. Maria Griglio Re 2 - id.: Audisio Fiorentina 2 - Trento : Gisella Giallanella, maestra, 12 - Tricerro Vercellese: C. C. - Troia: N. N. io.

V) - Valgatara (Verona): Venturini Guglielmo - Venezia: Carlo e Rosa Paganuzzi - 5 - Vercelli: Erminia Mandelli Bogatto - 5 - Vezza d'Alba: Vico Maria - Vicenza: Augusto Grandis io - Villarvernia: Lovazzano Adelaide 2 - id.: Filippo Zane, 3 - Villanova Solaro: Demichelis Maria ed Annetta - Verolengo: Pedrali Francesca - Vizzini: Emmanuele Guzzardi Pulsella, 15.

Z) - Zandobbio (Bergamo): Ziviali Luicia 2 - Zevio (Verona): G. M. io - Zone (Brescia): Zatti Domenica 2.

X) - Cora Francesco 10 - Ghigo Paolina 25.

Santuario di Maria Ausìlìatrìce

TORINO

Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per qualsiasi corrispondenza in proposito, rivolgersi al Direttore dell'Oratorio S. Francesco di Sales - Via Cottolengo, 32 - Torino.

Per celebrazione di S. Messe e per novene o tridui di Benedizioni col SS. Sacramento, rivolgersi al Rettore del Santuario.

Ogni sabato, alle 7.30 speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.

Dal 10 giugno al 10 luglio.

24 giugno - Solennità di S. Giovanni Battista e Commemorazione di Maria SS. Ausiliatrice, Indulgenza plenaria. - Alle 5,30 e 7,15 messa della comunione generale; alle io messa solenne; alle 16 vespri solenni, discorso e benedizione col SS. Sacramento.

29 giugno - Solennità dei SS. Apostoli Pietro e Paolo e festa traslata di S. Luigi Gonzaga, Compatrono dell'Oratorio. Indulgenza plenaria - Alle 5,30 e 7,15 messa della comunione generale ; alle 10 messa solenne ; alle 15,30 vespri solenni, discorso, processione nell'interno dell'Oratorio e benedizione col SS. Sacramento.

5 luglio - Primo venerdì del mese ad onore del SS. Cuore di Gesù: Esposizione del SS. Sacramento per tutto il giorno (dalle ore 5,30 del mattino alle ore 8 di sera).

7 luglio - Solennità del S. Cuore di Gesù. -- Ore 5,30 e 7,30 messa della comunione generale ; alle 10 messa solenne; alle 16,30 vespro, predica e benedizione.

NOTIZIE VARIE

Auguri.

A succedere al compianto Prof. D. Celestino Durando, come membro del Consiglio Superiore della Pia Società Salesiana, venne chiamato dal sig. D. Rua, il Teol. Collegiato D. Luigi Piscetta, direttore del Collegio delle Missioni in Valsalice, Professore al Seminario Metropolitano di Torino ed autore della nota Teologia Morale.

Al nuovo Superiore, insieme coi più vivi rallegramenti, ogni migliore e cordiale augurio.

Il viaggio del Sig. D. Rua.

Costretti dall'assoluta mancanza di spazio, chiediamo venia a tanti buoni Cooperatori che attendono notizie del recente viaggio del nostro Superiore D. Rua. Egli, ovunque festeggiatissimo, da Pisa passava a Colle Salvetti, Firenze, Figline, Faenza, Lugo, Ravenna, Bologna, Parma, Modena, Legnago, Este, Ferrara, Conegliano, S. Vito al Tagliamento, Mogliano Veneto, Schio, Trento, Verona, Milano e Novara: e finalmente rientrava nell'Oratorio la sera del 15 maggio, primo giorno della Novena di Maria Ausiliatrice.

Porgendo i più vivi ringraziamenti a quei benefattori che furono larghi di delicate attenzioni col venerato nostro Superiore nell'accennato suo viaggio, ci auguriamo di poterne dare più ampio ragguaglio nel prossimo numero.

Un'informazione importante alle famiglie.

Ci si comunica:

Gioverebbe ricordare a quelli che hanno figli da mandare alla scuola, che il Regolamento-Legge 13 ottobre 1904 a chi ha superato l'esame di 3a ginnasiale in un Istituto governativo o pareggiato permette non solo il passaggio alla classe 4a dello stesso Corso ginnasiale, ma

1° il passaggio all'Istituto tecnico, previo esame d' integrazione sul francese , la matematica e il disegno;

2° il passaggio al Corso Normale, mediante l'esame d'integrazione sul disegno e la calligrafia ;

3° l'ammissione all'esame per l'insegnamento del disegno nelle scuole medie, inferiori e superiori. Come si vede, i giovanetti che passano dalla 4a

Elementare al Ginnasio non sono forzati a fare soltanto ed esclusivamente il Corso classico, ma si aprono la via a parecchie carriere.

Or un istituto fondato dal venerando Don Bosco e che comprende le Scuole elementari e ginnasiali pareggiate è il Collegio S. Giovanni Evangelista di Torino (Via Madama Cristina, 1). In questo Istituto si dànno pure gli esami di ammissione alle scuole elementari e ginnasiali nelle due sessioni di luglio e di ottobre.

N. B. - Chi desiderasse informazioni o programmi favorisca rivolgersi alla Direzione del Collegio ; le cui scuole - ricordiamo - appunto perchè pareggiate, rilasciano attestati di ammissione, di promozione, di maturità (necessario per l'iscrizione alla prima ginnasiale dacchè venne abolito l'esame di ammissione a detta classe) e di licenza ginnasiale con valore legale, cioè con lo stesso valore che hanno gli attestati rilasciati dalle scuole governative; ma non vi si ricevono esterni.

In Italia.

CAGLIARI e SANLURI - La visita di Mons. Cagliero alla metropoli della Sardegna ed alla simpatica terra di Sanluri sul principio di maggio, destò nell'uno e nell'altro luogo il più vivo entusiasmo e fu cagione di solenni onoranze. Accompagnava Monsignor Cagliero il rev.mo Don Giovanni Marenco, nostro Procuratore Generale.

Monsignore tenne a Cagliari pubblica conferenza ai cooperatori e a numeroso popolo. Il suo, scrive il Corriere dell'Isola, fu un discorso alla buona, detto con semplicità e naturalezza, scevro di ogni artifizio oratorio, un discorso che durò la bellezza di un'ora e mezzo, e durante il quale si videro molti, occhi inumidirsi di lagrime di commozione.

A Sanluri tutta la popolazione mosse incontro a Mons. Cagliero. Ad attendere S. E. si trovarono sulla Porta Nuova in bell'ordine coi rispettivi stendardi ed insegne le Società dei Luigini, composta di studenti, la Congregazione del Buon Cammino e del Cuor di Maria, i bambini e le bambine dell'Asilo, la Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice, le ragazze dell'Oratorio, le Suore Salesiane, le Confraternite del SS. Sacramento, del Rosario, d'Itria, del Carmine e della Pietà; i Cappuccini ed il Clero locale, il Sindaco avv. cav. F. Murru, il Conciliatore signor Cesare Saragat, l'Assessore F. Marongiu, il vice segretario G. Dessy, l'agente delle imposte dott. Chareum, il ricevitore del Registro S. A. Marchisone, il dott. R. Garau, i maestri Bonelli e Serra, le maestre Pilia, Musu e Manconi, molti signori e signore: in una parola quanto d'eletto abbia Sanluri ed un'onda sterminata di popolo. V'era anche il reverendo Exana parroco di Furtei col sig. R. Piras di quel paese.

Monsignore si fermò a Sanluri tutto il dì seguente, domenica 5 maggio, e gran parte del lunedì. La domenica disse in parrocchia la messa della comunione generale con omelia sul Vangelo del giorno, e alla sera parlò nuovamente ad un'affollatissima udienza sulle glorie di :Viaria Ausiliatrice dei Cristiani e Patrona delle Opere e Missioni Salesiane.

Accorsero ad ossequiare Monsignore tutte le notabilità del paese, larghe rappresentanze delle varie associazioni religiose , e prima di tutti il Sindaco colla Giunta Municipale ed il Consiglio quasi al completo; e Mons. Cagliero restituì la visita in Municipio, ove fu accolto festosamente anche dalle altre autorità locali.

Sanluri, scrive il Corriere dell'Isola, serberà grata memoria di quei giorni di cristiano entusiasmo (di cui si professa debitore a S. E. Mons. Ingheo che vi chiamava le Figlie di Maria Ausiliatrice a fondare un Asilo ed un Oratorio festivo) ma pur noi ci ricorderemo sempre di Sanluri con la più viva riconoscenza per la festa cordiale con cui volle ricevere l'amatissimo nostro Mons. Cagliero.

PARMA - Distribuzione dei premi alla Scuola di Religione - La sera del 23 u. S. al Collegio S. Benedetto ebbe luogo l'annuale solenne distribuzione dei premi alla Scuola Vescovile di Religione. Nel cortiletto interno, pavesato a festa, s'era adunato intorno a Monsignor Vicario uno scelto pubblico di signore e signori accorsi per tributare una lode ed un plauso ai bravi giovani che col loro studio e colla loro diligeuza s'erano meritato il premio.

Dopo una breve relazione del Direttore della Scuola, tenue un brillante discorso il rev.mo Prof. D. Mamoli di Reggio Emilia sul tema Per la fede. Anche i bravi giovani L. Tonelli, F. Corini ed E Passani, parlarono con brio ed eleganza. Fu poi molto gustata la cantata Sancta Maria di Mozart, ed applaudito il minuetto per banda secondo il sistema-sinfonico Contini.

I premi in danaro pel lavoro furono così aggiudicati: I. premio di L. 75 a merito pari ai sigg. F. Frondoni del r anuo medicina e F. Corini del 4° Corso Istituto. - II. premio di L. 5o al signor A. Pescatori del 30 Corso liceale. - III. premio di L. 25 a merito pari ai sigg. G. Petrucci del 2° medicina e G. Borsari del 3° medicina.

Seguirono gli altri premi in stelle dorate, libri e medaglie. Chiuse la simpatica festa Mons. Vicario che recò i saluti e gli auguri di S. E. Mons. Vescovo e si congratulò coi Salesiani del bene che fanno alla gioventù.

PONTESTURA MONFERRATO - Preziose parole - Il giorno 14 di aprile Mons. Vescovo di Casale onorava l'Asilo Infantile di sua augusta presenza e con bontà di padre presiedeva alla prima solenne Gara Catechistica fatta dalle fanciulle dell'Oratorio. Il salone era festosamente addobbato: un'eletta schiera di signore e signori, i parenti delle gareggianti ed un buon numero di giovanette, attendevano ansiosi, e con una certa qual curiosità, che si compisse la Gara da loro non mai vista. Il programma fu svolto felicemente e con ripetuti applausi. Tra un turno e l'altro si declamarono componimenti in prosa e in poesia.

Bello fu il momento dell'incoronazione della regina della gara, la quale in mezzo agli evviva ed ai battimani, ricevette un serto d'alloro dall'illustre Presule. Seguì poscia la premiazione delle giovani che durante l'anno s'erano distinte nello studio del Catechismo in Parrocchia.

Fu una festa carissima al cuore di Mons. Vescovo il quale prima di partire rivolgeva alle gareggianti queste preziose parole:

I miei rallegramenti alla giova netta incoronata, alla sua corte e a tutte le gareggianti. Sì, a tutte perchè di tutte è la corona, non di una sola. Ma ricordate che non basta imparare a memoria il bel libretto, fa d'uopo anche amarlo. Esso contiene quelle grandi verità che, conosciute e praticate, attireranno sopra di voi e sopra le vostre famiglie le grazie del Signore e le sue benedizioni, e ci assicureranno quella corona di gloria che dura eternamente.

Dalle Americhe.

PERNAMBUCO (Brasile) - Alla Colonia Agricola di S. Sebastiano in Jaboatào, invitati dall'ispettore D. Lorenzo Giordano, conveniva un gruppo di ex-alunni dei Collegi salesiani. Al mattino ascoltarono devotamente la S. Messa celebrata sopra la gran pietra, sulla quale si sta innalzando un vaghissimo tempio; e all'agape festosa rievocando le più care memorie della vita collegiale, fecero ai loro antichi superiori i più cari auguri, quindi l'ex-alunno sig. Carlo de Oliveira ritrasse i convenuti in uno splendido gruppo.

TROY (New York) -- Nel Collegio Italiano di Troy convenivano lo scorso 18 aprile tutti gli antichi alunni dell'antico Seminario. I lettori ricorderanno che lo storico edifizio del Collegio Italiano fu anteriormente per qualche tempo seminario diocesano.

L'interno del Collegio era sfarzosamente addobbato con bandiere. L'altare era un vero trionfo di tori, la musica fu una esecuzione d'arte, il canto del Te Deum l'inno dei cuore.

Pontificò Sua Ecc. Rev.ma Mons. Farley, arcivescovo di New York, ed il vescovo di Ogdènsburg, l'Ecc.mo H. A. Gabriels, tesse un dotto e commovente discorso. Egli , già per più anni superiore veneratissimo in quel seminario, sul testo di San Paolo: Ricordatevi dei vostri maggiori, che a voi parlarono la parola di Dio... svolse non solamente le memorie di un passato glorioso, ma le glorie e lo sviluppo che negli Stati Uniti la Chiesa Cattolica ebbe per quel seminario.

Seguì usi banchetto, nel quale parlarono Monsignor Farley ed altri insigni prelati. Quasi duecento erano gli antichi allievi che presero parte alla gioconda e religiosa commemorazione.

NECROLOGIO

Il Sac. D. Luigi fracassi.

Il 24 aprile u. s. cioè al principio del suo bel

mese, la nostra Augusta Patrona Maria Ausiliatrice chiamava a sè il pio e caritatevole Preposto Parroco di Olginate, sac. D. Luigi Fracassi. Per l'amore che il venerando estinto aveva per le opere Salesiane, non sia gravoso a nessuno dei nostri lettori di sciogliere un' ardente preghiera pel riposo dell'anima sua.

Il Sac. D. Giuseppe Capovin.

Nel medesimo giorno Maria SS. Ausiliatrice chiamava a ricevere il premio dei giusti anche il pio e zelante D. Giuseppe Capovin, Vicario Foraneo e Prevosto di Montebello Vicentino, e benemerito nostro decurione.

Nato a Schio, quivi, non appena fu consacrato sacerdote, si dedicò al bene della gioventù, e fu D. Giuseppe Capovin che ideò e poscia insieme con Mons. Saccardo e Mons. Francesco Panciera pose le basi di un Oratorio Festivo, cui accorsero fin da principio varie centinaia di giovanetti.

E D.Giuseppe vi prestò l'opera sua consacrandovi gli anni più belli della vita colla fede d'un apostolo e coll'amore d'un padre.

Promosso al governo dell'importante parrocchia di Montebello Vicentino, dispiegò tutto il suo zelo pel culto della casa di Dio, e l'amor suo per lo studio, nonchè la sua carità pei poverelli. Ingrandì a sue spese l'ospedale, vi chiamò le Suore Dorotee ed al medesimo, morendo, legò tutto il suo.

L'Oratorio S. Luigi di Schio ha dunque perduto in D. Giuseppe Capovin il suo fondatore. Una prece per l'anima sua.

La Sig. Fraide nob. Simonetti.

Il febbraio u. s. in Padova si addormentava placidamente nel Signore questa esimia Cooperatrice. Noi vogliamo sperare che l'anima sua abbia già ricevuto il premio del paradiso, nondimeno la raccomandiamo affettuosamente a particolari suffragi.

Il Can. Giov. Batt. Costa

DI GENOVA.

SPIRAVA serenamente, nella bella età di 79 anni, il 22 gennaio u. s. Alieno dal clamore mondano, volle esser sempre l'umile prete del popolo. Visse sempre di fede e di carità, pronto al sacrifizio ed al lavoro. Largo con tutte le Opere di beneficenza, sovvenne pure tante volte le opere nostre. E per questo che imploriamo una prece per l'anima sua.

FACCIAMO anche devoti suffragi pei seguenti defunti 10 gennaio al 1 marzo:

Balbo D. Giuseppe, ammisi. - Piano degli Andi, Torino. Balderacchi D. Antonio, are. - Pieve Dugliara. Balegno D. Giovanni, arc. - Tricerro, Novara. Barberis Giuseppina - Torino. Bassi-Policelli Maria - Padova. Bellucci Luigi - Verrucchio, Farli. Berruto Michele - Chieri.

Bertero Giovanni - Chieri.

Bertolino D. Francesco, prev. - Valperga Bettelli D. Massimiliano - Soave. Bianchi Paolo - Acqui. Bianco barone Enrico - Torino. Bignami D. Luigi - Torrano, Piacenza. Boffa Pasquale - S. Vittoria d'Albe. Bondi D. Emilio - Castelfiorentino. Bonelli Francesca - Torino. Borselli cav. Pietro - Torino. Boninzella Cresti - Montepulciano. Bonomo D. Marco - Thiene. Borgomanero Elisabetta - Vercelli.

Bormolini Giuseppe fu Battista - Livigno, Sondrio. Bovo Elena - Genova.

Bruni D. Michele, proc. gen. Prezios. Sangue - Roma. Brusasca G. Battista - Cantavenna. Caldaioli Mons. Bernardino, vescovo - Grosseto. Calvi Maria fu Giovanni - San Remo. Cantoni Elisabetta - Finero, Novara