BS 1890s|1894|Bollettino Salesiano Settembre 1894

ANNO XVIII N. 9. - Esce una volta al mese - SETTEMBRE 1894

BOLLETTINO SALESIANO

SOMMARIO.

Dio È CON NOI    181

VISITA DI DON RuA ai Cooperatori della Svizzera, Alsazia, Belgio e Olanda . . 186

NOTIZIE DEI MISSIONARI DI DON Bosco: - Due mesi di missione nella Pampa della PATAGONIA MERIDIONALE. - La prima carovana pel Matto Grosso nel BRASILE. Solenne inaugurazione dei nuovi laboratori Salesiani nella capitale del MESSICO 189

SAGGI CONSIGLI di un buon amico . . . 195

GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE . . . . 196

NECROLOGIE    198

VARIETÀ    199

COOPERATORI DEFUNTI    203

DIO È CON NOI

MENTRE tutti i cuori dei cattolici italiani, palpitanti di gioia, stanno rivolti a Torino , la città del SS. Sacramento , dove da ogni parte d'Italia accorre un gran numero di fedeli per stringersi d'attorno all'imponente consesso di più di cinquanta Pastori e sentire e trattare del più augusto di tutti i Misteri della nostra santa cattolica Religione, e colla maestà de' sacri riti rendergli, nel miglior modo possibile, quel culto che gli è dovuto, noi crediamo di fare non solo cosa utile, ma ben anche piacevole ai nostri Cooperatori ed alle nostre Cooperatrici intrattenendoli alquanto sull'importantissimo argomento della real presenza di Gesù Cristo nel SS. Sacramento dell'Altare. Pel quale scopo ci viene molto a proposito la bella trattazione che ne fece nella sua stupenda pastorale per la Quaresima Mons. Paolo Maria Barone, Vescovo di Casale Monferrato. Rivolgeremo quindi ai nostri lettori le magnifiche parole dell'Eccellentissimo Vescovo Casalese, come abbiam rivolto nel Bollettino di luglio quelle non meno eloquenti ed efficaci dell'Ecc.mo Arciv.° di Torino.

« Sta scritto nei Libri Santi, così l'Eccellentissimo Vescovo, che la vita dell' uomo sopra la terra è una milizia (IOB. VII, 1.). Or qual maggior conforto possono avere i combattenti , nel momento in cui più ferve la mischia , se non dalla presenza del loro Re, il quale con essi si mostra per dividere le abnegazioni e i pericoli? Basta la sua presenza in vero per rinfrancare i deboli , richiamare i paurosi, rianimare i caduti: e le grida del trionfo echeggiano là dove tutto annunziava una piena sconfitta.

» Ebbene, V. F. e F. C., Noi veniamo appunto a ricordarvi che il Re dei Re, il Sovrano delle anime nostre, Gesù Cristo, è con noi ! Perchè dunque dubiteremo? perchè temeremo ? perchè ci priveremo dell'onore e della gloria di vincere con Lui?

» Sì, Dio è con noi! nè avete a sostenere gran fatica per ritrovarlo. Volgete intorno gli sguardi... Per le ubertose colline e per le fertili pianure della nostra bella patria, là dovunque s'ammassano alcune abitazioni, vedete sorgere, più o meno maestoso ma sempre simpatico, un campanile, e sentito da esso spandersi per l'aria un armonioso concento, che vi richiama alla mente i giorni più belli della vostra vita - quelli dell'innocenza... Quel suono vi annunzia che all'ombra del campanile s'innalza la casa del vostro Padrone e Sovrano, al quale dovete la vostra esistenza, la sanità, le sostanze e quanto avete di bene quaggiù; il quale ha diritto al vostro ossequio, alla vostra gratitudine, al vostro amore; dal quale dovete, vogliate o no, dipendere in tutto e per tutto, poichè la vostra vita, i vostri beni stan nelle sue mani e può privarvene da un momento all'altro!...

» Entrate in quell'edificio, forse meschino troppo, ma sempre sacro, avvicinate l'altare, mirate rispettosi a quel Tabernacolo... e ricordate gl'insegnamenti ricevuti nell'infanzia e quanto la fede vi suggerisce.

» Quello è il trono di Dio in mezzo agli uomini...: là s'immola l' Ostia Redentrice delle anime vostre : là Dio vi chiama, per comunicarvi la vita ! Come potreste dimenticarlo? come dimenticare i doveri che la sua presenza, il suo sacrifizio, l'amor suo v'impongono?

» Ah ! lasciate, V. F. e F. D., che nell'effusione della Nostra pastorale sollecitudine per il vostro vero bene evochiamo al vostro pensiero, segnaliamo alla riconoscenza dei vostri cuori, quanto Dio fa per noi da quel trono, da quell'altare, da quel tabernacolo... , il compendio delle divine misericordie (Psalm, cx, 4, 5), che vi presentiamo a vostro conforto ; è un inno di adorazione, una prova di gratitudine, un atto d'amore che Noi domandiamo da voi verso il Divin Re, che vive con voi, per voi si sacrifica e a voi si dona ! Allontanatevi per un momento dal frastuono mondano che vi circonda, aprite i vostri cuori alla celeste benedizione che sa di voi invochiamo: lasciate libera la via alla manifestazione dei nobili sentimenti che la Nostra parola susciterà nel secreto delle anime vostre: tergete le vostre lacrime, alzate le vostre fronti, prorompete in un grido di gioia : Dio è con noi !

» Sì, Dio è con noi! Ce lo dice la Fede, ce lo conforma la Storia, ce lo prova lo splendore dei fatti, coi quali Egli manifesta la sua presenza, velata, a nostro merito, dalle umili Specie Sacramentali...

» Ciò che non comprendiamo, ciò che non vediamo cogli occhi materiali , lo afferma l'infallibile parola di Gesù Cristo (Hym. S. Thom. Aquin). Chi, se non Dio, poteva operare e farci credere un Mistero, che fa stupire gli angioli, sconvolge i dettami della nostra superba ragione, smentisce la stessa esperienza dei sensi, rinnova ed anche sorpassa il prodigio della Creazione, estende e perpetua l'Incarnazione del Verbo Increato?

» Fu un fatto mai sempre ammirabile, che il Figlio di Dio, tratto da un amore infinito a salvare l'umanità colpevole, siasi quasi annichilito, umiliandosi fino a farsi uomo, e come tale abbia affaticato , sofferto , sacrificandosi fino a morire per noi sopra di un trono infame (Philip. II, 7, 8.). Ma nell'Eucarestia l'amor suo doveva operare meraviglie anche maggiori. Nascondere la sua gloria sotto le specie di una ostia insensibile; localizzarsi e nello stesso tempo moltiplicarsi a libito dell'uomo, divenuto quasi suo creatore; e moltiplicarsi in modo da essere Uno e lo stesso in tutte le singole parti dell'Ostia consecrata, senza mancare in nessuna parte sia piccola sia grande, nelle quali è divisa, e di essere dovunque intiero, in tutta la pienezza della sua Persona divina ed umana (2) ; immolarsi sempre, senza morir mai : darsi tutto a tutti, intieramente , senza cessare di essere Uno rendersi ad un tempo realmente presente per consolarci, e nascosto, per non atterrirci ; vittima volontaria e giudice severo de' nostri falli : pane sostanziale di eterna vita, ritenendo del pane le sole specie, che sussistono miracolosamente senza la propria naturale sostanza : ecco quanto ha immaginato e compiuto Gesù Cristo, e che un solo Dio poteva immaginare e compiere. Nè , come osserva Sant' Agostino , quantunque onnipotente , quantunque sapientissimo , quantunque ricchissimo, potrebbe compiere un prodigio maggiore (3).

» Cbe, se solo un Dio poteva operarlo, solo un Dio poteva imporci la fede a sì sublime Mistero... e la impose, dicendo a' suoi Apostoli : « Questo è il mio Corpo : fate ciò in memoria di me (Luc. xxii, 19). Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo; bevete da questo calice: questo è il mio Sangue che sarà sparso per voi (MATTH. xxvi, 26, 27, 18.): » e l'aveva già richiesta dal popolo Giudeo con queste altre parole : « Io sono il pane di vita: i vostri padri nel deserto mangiarono la manna, e son morti: Io sono pane vivo che discendo dal Cielo: e chi mangierà di questo pane, vivrà in eterno: e il pane, che io vi darò è la mia Carne per la vita del mondo » (IOAN. vi, 51, 52.). E poichè i suoi ascoltanti si mostravano stupiti di tal linguaggio e dubbiosi nel credere con solenne giuramento, Gesù affermò : « In verità, in verità vi dico: chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue, ha la vita eterna: poichè la mia Carne è vero cibo e il mio Sangue è vera bevanda » (I Corinth. xi, 20-29.).

» Dinanzi a sì pubbliche affermazioni di Gesù Cristo, non rimane possibile il dubbio. O negare la veracità del. Figlio di Dio : o ammettere questo fatto consolantissimo che cioè, Egli è con noi., vive in mezzo a noi nell'Augustissimo Sacramento de' nostri altari ; nel quale sotto le specie del pane e del vino è realmente , sostanzialmente presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità come c'insegna quel piccolo Catechismo che abbiamo studiato da fanciulli, e che non ci può ingannare , perché insegnato da Cristo Nostro Signore agli Apostoli, e che essi e i loro successori hanno insegnato e continueranno ad insegnare fino alla fine del mondo.

» Sì, Dio è con noi : Egli lo ha detto, e noi lo dobbiamo credere : come lo han creduto gli Apostoli; come lo han creduto milioni e milioni di martiri, i quali affrontarono eroicamente la morte per confessare la fede che avevano vivissima nelle parole di Gesù Cristo ; come lo han creduto tante generazioni, pel corso di tanti secoli; come lo credono e lo crederanno tutti i veri Cristiani che vivono e vivranno sulla superficie del globo terrestre. La fede in Gesù Sacramentato compendia la Cattolica Religione ; la vita cristiana ha la sua sorgente dal trono Eucaristico, che si trova in mezzo a noi.

» I veri fedeli, come i Discepoli di Emmaus, riconoscono il loro Dio, appunto in questo Sacramento, nel quale, come Pane di vita, si porge a spirituale nutrimento dei redenti (Luc. xxiv, 35.).

» Per ricevere questo Pane celeste , che contiene il Dio verace, si formarono le prime adunanze, le agapi cristiane , si idearono i primi templi, si istituirono le S. Liturgie : e S. Paolo Apostolo, scrivendo a quel di Corinto, tracciò le regole per avvicinarsi degnamente alla Sacra Mensa, onde evitare il più orribile dei sacrilegi (1 Corinth. xi, 20, 29).

» Durante tre secoli di quasi continua persecuzione, non cessò la fede e il culto verso la SS. Eucaristia. Innumerevoli documenti attestano quanto fosse grande la venerazione onde erano circondati gli altari, i sacerdoti, i più piccoli oggetti che avessero attinenza col culto al SS. Sacramento : quanta gioia si provasse nel possederlo, in mezzo allo squallore delle catacombe e nella spogliazione degli averi e d'ogni diritto sociale... Vedete quel fanciullo vispo, eppure tutto raccolto in se stesso, che tien le mani strette al petto... per nascondere agli sguardi profani ciò che porta con sè... È chiamato invano con lusinghiere promesse da una ricca matrona; è sollecitato invano dai crudeli persecutori, i quali a viva forza lo atterrano e cercano di fargli aprire le braccia per scoprire il suo tesoro... Quel tesoro, voi lo immaginate, non era altro che Gesù Sacramentato, che il pio Tarcisio, per mandato del Pontefice, portava ai Confessori della fede, i quali all'indomani dovevano per essa morire... Epperciò voi vedete quel caro fanciullo, forte come un atleta, sorridente come un angelo, in mezzo a tanto strazio, custodire gelosamente il Sacro Deposito...: le sue forze lo abbandonano , si chiudono i suoi occhi..., egli muore.... ma muore contento , perchè ha rimesso nelle mani del Santo soldato Quadrato il Dio dell'anima sua!

» Quel Dio nascosto entra portato dal prode nella tetra prigione , dove stanno stipati , privi d'aria e di luce, uomini, donne, fanciulli d'ogni ceto, che han passata la notte in affannosa preghiera... Sono finalmente esauditi ! ormai quel luogo di gemiti e di torture è diventato per essi un tempio, un paradiso ! Dio è con essi... ! e venerabondi si prostano ad adorarlo...: ognun lo riceve in una pezzuola riccamente preparata e sottratta, con ogni cura all'avidità dei loro carnefici... ognuno a sè stringe il Pane celeste, e nell'adorazione più fervorosa passano le poche ore che li separano dalla morte Suona l'ora suprema...: i gridi della folla sanguinaria si fan sentire malgrado lo spessore di quelle mura di pietra : I Cristiani ai leoni! Quei generosi si abbracciano un'ultima volta con fraterno affetto , si premono al cuore, baciano riverenti il sacro involto, lo svolgono con trepidante gioia, e..., sottraggono Dio all'insulto dei loro nemici, albergandolo nei loro casti petti , ardenti di celestiale amore.... e vanno a morire... assorti in un intimo ringraziamento , che non sarà interrotto dai denti delle belve affamate, ma si prolungherà nel cielo !

» Nè abbiate a temere che Gesù Sacramentato, dopo la scomparsa di simili adoratori, lasciasse priva la sua Chiesa della sua reale presenza, o che la fede e il culto della SS. Eucaristia cessassero... Che anzi, come il Sangue dei Martiri fu feconda semente di Cristiani, il loro trionfo servì a far trionfare più apertamente Gesù Cristo.

» Infatti sulle loro Sacre Reliquie, chiamato dalla voce sacerdotale , Egli discese come sopra un trono di gloria ; non più nel silenzio degli antri deserti e degli umidi sotterranei... ma bensì nella pompa solenne del culto pubblico, nei templi marmorei che gli Imperatori con munificenza eressero per sua dimora... Costantino colle proprie mani traccia le fondamenta, e coi suoi tesori innalza le imperiali Basiliche di Roma : Giustiziano con migliaia e migliaia di operai e con ardito disegno getta nell'aria la Cupola di Santa Sofia in Bisanzio : i Carolingi, coprono la Francia di stupende Cattedrali: le Repubbliche ítaliane erigono Chiese che ne ricordano la potenza e la gloria : e Liutprando fa sorgere in Casale il classico Duomo, che, restaurato nel decimoquinto secolo e recentemente ancora dalla vostra generosità, è monumento ammirabile del glorioso martirio e della celeste protezione del nostro Sant' Evasio. La Spagna, la Gallia, l'Inghilterra, la Germania, la Polonia, l'Ungheria, ma specialmente l'Italia si coprono in pochi secoli di templi maestosi d'ogni forma, d'ogni disegno, d'ogni stile ; l'architettura, la pittura, la scultura gareggiano con nobile emulazione ad erigere , ad ornare, ad arricchire le Reggie di Gesù Sacramentato... Si profondono ricchezze immense dai principi, dai privati; si esauriscono i pubblici erari ; si ammucchiano i frutti delle privazioni, dei sacrifici dei poverelli, nel gettare fondamenta ciclopiche, nel sollevare altissime pareti, nell'incrostarle di marmi i più rari e dei più preziosi mosaici, nel decorare le vólte ardite con affreschi meravigliosi... Il genio del Brunelleschi, del Vignola, di Michelangelo, di Giotto, di Raffaello, del Tiziano e del Murillo si logora in servigio di Gesù Cristo : affinchè il suo tempio, il suo trono non solo superi in magnificenza quello dei Re della terra, ma sia meno indegno della sua Maestà Divina, e il più degno che possa essergli offerto per mano degli uomini...

» Chi ha senno, chi ha cuore, non può a meno di rimanere estatico e di ammirare la fede che ha potuto suggerire, edificare, moltiplicare tanti sublimi monumenti per tutta l'Europa civilizzata : non può al cospetto di tante maraviglie congiunte, compiute con un accordo sublime, che fa vivo contrasto colle discordie internazionali e cittadine , con una generosità incalcolabile e che appare favolosa di fronte alla povertà dei popoli estenuati da inaudite sventure... ; no, non può astenersi dall'esclamare con Giacobbe....: « Veramente Dio abita in questo luogo ed io nol sapeva ! Questa non può essere che la casa di Dio e la porta del cielo! » (Genes. xxviii, 16, 17). Dio è con noi : e tutti l'hanno creduto !

» Sì, lo hanno creduto : epperciò ricchi e poveri, Sovrani e Repubbliche han voluto lasciar testimonianza imperitura della loro fede Appena rimangono i ruderi dei palazzi, degli archi, degli anfiteatri degli antichi Cesari...: caddero a terra le reggie sontuose di tanti principi ; si cercano invano gli avanzi dell'antica potenza dei conquistatori... e solo tristi, malinconiche rovine segnano i luoghi, dove l'uomo si credette simile a Dio, e volle farsi per Dio adorare. Ma il tempio di Gesù Cristo resta attraverso i secoli, e sfida l'ingiuria del tempo, la ferocia dei barbari, l'audacia degli eretici, la rabbia dei giacobini, il petrolio dei comunardi... Quelle aguglie, quelle cupole, quelle torri, vedute da lontano, fanno allibire l'invasore, e strappano un grido di ammirazione, e impongono, timoroso rispetto anche al più rozzo e al più brutale dei trionfatori.

» Maometto II s'arresta sulla soglia del tempio cattolico... e non osa demolirlo : lo profana, lo muta in moschea : ma riman sublime sul Bosforo il ricordo dell'antica fede: come rimane sul Tamigi, severo come un rimprovero, il glorioso edificio che ospitò Gesù Sacramentato.

» Sì, è pur consolante il vedere anche oggidì, malgrado l'irrompente fiumana della miscredenza, sorgere dovunque nelle città e nelle campagne, quasi per incanto , nuove chiese; restaurarsi i templi antichi , e con generosità ammirabile, tra la comune miseria, moltiplicarsi gli altari del Dio che viene, che siede in mezzo a noi ! Le città più insigni nacquero intorno alla casa del Signore; e anche al presente, nelle regioni appena scoperte e poc'anzi selvagge, tra le capanne, sorge già più alta , men povera quella in cui si prostrano i nuovi adoratori : là intorno al nuovo tabernacolo ha principio la civilizzazione dei nuovi popoli, i quali ripeteranno nell'età future : Dio è con noi - noi lo crediamo.

» E come non credervi, quando la reale presenza di Gesù Cristo nell'Eucaristia è il centro del culto cattolico, il perno intorno a, cui s'aggirano le dimostrazioni della fede di quasi venti secoli? Tutti i cuori credenti convergono i loro affetti al trono dove Egli è esposto tra lo splendore dei lumi ed il fumo degli incensi : tutti gli occhi s'affissano in quelle Sante Specie che lo velano, e tutte le lingue invocano- la fede, per supplire alla deficienza dei sensi... (1). È un concerto di lodi, di ringraziamento, d'amore che si sprigiona dalle canne degli organi e dai petti di milioni e milioni di credenti, i quali si prostrano per ricevere le benedizioni del Sacramentato Gesù.

» Come non credervi, quando i più solenni, autenticati miracoli di tratto in tratto vennero a confermare la verità del consolantissimo Dogma? Come non credervi, quando in Bolsena, presso Orvieto, nel 1263, alla presenza del popolo esterrefatto, si vide dall'Ostia Sacrosanta sgorgare il Preziosissimo Sangue di Gesù Cristo, e, a punire il dubbio del Sacerdote, inondare il Corporale e l'Altare? Come non credervi, quando in Torino, nel 1453, l'Ostia Santissima, sprigionatasi dal Ciborio rapito in quel di Susa da mano sacrilega, si librò in aria... qual fulgidissimo sole irradiante la città intiera, e poscia, alle preghiere del Vescovo, del Clero e del popolo commosso, lentamente discese tra le mani di Monsignor Romagnano ? Mane nobiscum, Domine ! Rimani con noi, o Signore, diceva il Prelato e ripetevano gli astanti e Gesù rimase nella benedetta città , che giustamente s'onora del titolo di Città del SS. Sacramento. Simili fatti pubblici, ed altri molti che potremmo citare , sfidano la più maligna incredulità , e confermano la nostra fede nelle parole di Gesù Cristo: Passeranno il cielo e la terra: ma le mie parole dureranno in eterno (MARC. xiii, 31). Sì, Dio è con noi!

» Poichè è così, il primo dovere, che ne ,consegue, si è che noi dobbiamo adorarlo in questo gran Sacramento dell'amor suo (2).

» II primo impulso che si sente dinanzi ad una persona autorevole è quello di rivenirla, inchinandoci, e di professarle il nostro rispetto : e questo sentimento è tanto più forte e doveroso, quanto maggiore è la dignità che dobbiamo onorare.

» Ma se a tutte le dignità e autorità riconosciuto dobbiamo maggiore o minore venerazione; l'adorazione è riservata al solo Dio; perchè l'adorazione è un atto di culto supremo, dovuto al solo Padrone universale di tutte le cose.

» La vera Religione, scrisse S. Agostino, principio di una buona e beata vita, consiste nell'adorare un Dio solo (S. AuG. De ver. Relig., cap. 1.) : e poichè Gesù Cristo è vero Dio, come tale merita la nostra umile adorazione, perchè merita il culto supremo.

» Questo culto si professa infatti col pensiero, coll'azione e colla devozione (S. BERN. Expos. super Psalm, xcviii) ; il pensiero si porta alla adorazione, l'azione al sacrifizio, la devozione alla Comunione Eucaristica.

» Chi crede alle parole infallibili di Gesù Cristo : questo è il mio corpo, deve necessariamente riconoscerlo come solo ed unico Autore della propria esistenza e di tutti i beni che gode nella presente vita e spera nella futura ; deve ritenerlo presente realmente nell'Ostia Sacrosanta ; deve ammirare l'infinita bontà che lo trasse ad una vita così umiliante per la Sua Maestà Divina; deve apprezzare tutto l'onore, tutto il profitto che può ricavare dalla sua misteriosa dimora in mezzo a noi. Ora tutte queste considerazioni, tutti questi sentimenti costituiscono appunto l'atto di adorazione, coi quale si confessa la sua Divina presenza, si riconosce la sua Suprema Sovranità, si professa la propria illimitata servitù.

» Sì, Gesù è presente nella Santissima Eucaristia: dunque dobbiamo adorarlo, dobbiamo visitarlo, dobbiamo lodarlo, dobbiamo ringraziarlo, dobbiamo obbedirlo : nè possiamo mancare a questo dovere senza renderci colpevoli d'infedeltà, d'inciviltà, di ribellione.- Qual contraddizione sarebbe quella di credere alla presenza reale di Gesù Cristo nell'Augustissimo Sacramento, e poi operare a suo riguardo come se ciò non si credesse!

» Nelle nostre città, nei borghi, nei villaggi sorgono pur numerose le chiese, dove Egli si degna abitare notte e dì racchiuso, vero prigioniero d'amore, sui più o meno adornati altari...: dove continuamente veglia su noi, si occupa di noi, prega per noi, si offre per noi : di dove con tanti impulsi amorevoli a Sè c'invita desideroso della nostra compagnia e di beneficarci. Qual fede sarebbe la nostra, se ciò credendo, non per la notte, in cui Egli si contenta di proteggere il nostro riposo, ma per tutto il giorno lo lasciassimo solo ed abbandonato?

» Sono ingombre le piazze e le strade, affollati i pubblici ritrovi , le anticamere dei grandi della terra...: la vita pubblica ormai di moda quasi generale, con tanto danno della privata...: si vive con tutti, si applaude a tutti... e solo Gesù sarebbe lasciato nella solitudine del suo tempio? Si fa ressa alle porte dei potenti, si trangugiano umiliazioni e ripulse , pur di potere arrivare alla loro presenza, porgere una supplica, ottenere un sorriso protettore... e poi si abbandonerebbe Gesù nello squallore e nell'isolamento, dove pur non si fa anticamera, ma tutti possono avvicinarlo, parlargli, riceverne grazie d'ogni maniera e soccorsi per qualunque bisogno Si corre ai medici e alle medicine... e non si consulterebbe il Medico Divino, nelle cui mani sta la vita e la morte di tutti...?

» Si cercano i più abili maestri, i più valenti patrocinatori, gli amici più ricchi e più generosi... e non si penserebbe a Gesù, Sapienza increata, Redentore delle anime, amico indefettibile degli infelici, Ilei poveri, dei reietti? Quale ingratitudine, quale stoltezza non sarebbe questa : e quanto sarebbe contradditoria alla vostra fede ! Che dovrebbe dirsi , se, quando Gesù esce dalle chiese per benedire il suo caro popolo, per recarsi a confortare i moribondi... , s'abbattesse per le strade in chi facesse mostra di non vederlo, per non adorarlo, per non salutarlo, per non rispettarlo almeno? Se nello stesso tempio quelli che pur vi vanno per assistere ai Santi Misteri dell'amor suo, mostrassero un contegno freddo, irreverente, se non sacrilego ?

» Che dovrebbe dirsi di ciò , Figli Carissimi ? Forse che manca la fede ? No, questo non potrebbe supporsi : perchè tutti si dicono e si vantano Cristiani ; vogliono almeno morire coi conforti della Religione Che mancherebbe dunque? Mancherebbe la riflessione, mancherebbe il carattere...: e la mancanza di carattere nel Cristiano può , per rispetto umano, renderlo inconseguente, ineducato, rinnegato...

» Non vi sia mai tra voi chi corrisponda così male a quanto è richiesto dalla fede, dalla civiltà, dal buon senso cristiano.

» Siamo in tempi nei quali tutti si vantano di conoscere e di rispettare le convenienze sociali, e si fanno scrupolo di tralasciare una visita, un saluto, uno sguardo... verso chi può averne diritto... Ebbene praticate verso di Nostro Signore Gesù Sacramentato questi doveri, e riconosceteli come vere osigonzo della vostra fede.

» Egli è il nostro Re, il nostro Padrone, il nostro Avvocato, il nostro Amico, il nostro Dio ! quindi ha diritto alle nostre visite, ai nostri saluti, alla nostra adorazione. Egli è presente in mezzo a noi : dunque trattatelo da par suo... visitatelo, adoratelo.

» E quanto bisogno avete di adorarlo specie in questi tempi di tanti pericoli, di tante seduzioni per le anime vostre ! La fedeltà, l'abnegazione, il coraggio furono sempre le doti dei cuori magnanimi e generosi: quanto più ferve pericolosa la battaglia, i buoni soldati si stringono intorno al loro duce : quanto più è assalito il trono, i sudditi devoti si accingono a sostenerlo... Noi siamo poveri, siamo infermi, siam peccatori... circondiamo Gesù, che solo può soccorrerci, perdonarci, e, confortati dalla sua presenza, troveremo il coraggio per praticare i nostri doveri : salveremo la nostra fede, salvando l'onore di Gesù ! Saremo veri Cristiani ! »

(2) Sembra che il genio di Platone in qualche modo abbia divinato il gran portento Eucaristico; allorchè scrisse : Singulis partibus unum adest et idem, quod a nulla parte abest, sive minor quidem illa, sive major, sive quomodocumque se habeat, et ubique simul est totum, (PLAT. Syzyg, 5 in Dial. Parmenedis).

(3) S. AugusTinus, Tract. 84 in Ioan.

(1) Praestet fides supplementum sensuum defectui. Inno di S. Tomm. d'Aquino.

(2) Nemo Christi Carnati manducet, visi prius adoraverit (S. AuGUST. Sup. Psalm. xcviii, 5. - « Est Sacramentum quo verum Christi Corpus, atque Sanguis, sub speciebus panis et vini continetur, ut adoretur, et offeratur, al sumatur, relictum (Cat. Rom.).

VISITA DI DON RUA ai Cooperatori della Svizzera, Alsazia, Belgio e Olanda.

Nello scorso luglio il nostro Superiore Maggiore D. Michele Rua fa a visitare alcuni centri dei nostri Cooperatori della Svizzera, Alsazia, Belgio ed Olanda. Tanto per far pervenire a cotesti Benemeriti Cooperatori i nostri più sentiti ringraziamenti per le cordiali accoglienze fatte all' ottimo nostro Padre, come anche per tenere informati tutti i nostri lettori di ciò che passa di importante nella nostra Pia Associazione daremo qui un breve cenno di questo viaggio che durò, si può dire, l'intero mese di luglio.

Partiva Don Rua da Torino la mattina del 2 luglio, accompagnato dal Sac. Giuseppe Lazzero, uno dei primarii nostri Superiori, già noto agli antichi lettori del Bollettino. Dopo una fermata a Trecate per visitare il novello Istituto Don Bosco, un'altra a Busto Arsizio, dove quel zelante Prevosto vorrebbe: Salesiani, ed una terza a Como, che diede occasione d'ammirare la grande cortesia dell'ottimo Direttore Diocesano, Rev.mo Can. Casarico, e d'altri benemeriti Cooperatori, D. Rua col compagno entrava nella Svizzera e scendeva a BALERNA la sera del giorno seguente, festosamente accolto dagli alunni di quel nostro Collegio.

All'indomani, sparsasi la notizia che il Successore di D. Bosco era arrivato nel Canton Ticino, una fiumana di Cooperatori dai vicini paesi si riversò a Balerna per poterlo conoscere ed ossequiare. Si improvvisò una specie di accademia, della quale il Credente Cattolico di Lugano ha una compita relazione. Parlarono fra gli altri il Rev. Economo spirituale della Pieve di Balerna, Canonico D. Luigi Fonti, facendo voti per l'Opera Salesiana ed invitando D. Rua a rivolgere la parola al suo popolo nella Collegiata; il Rev. Parroco di Vacallo, D. Gerolamo Obicini, rallegrandosi che l'Opera di Don Bosco formi argomento a bene sperare per i mali morali che affliggono la presente società; ed il Rev. Arciprete e Vicario foraneo di Riva S. Vitale, D. G. M. Bianchettì, che fu più volte interrotto dai più accalorati applausi. Infine rispose Don Rua, ringraziando ognuno dei presenti per l'affetto che dimostrano ai Salesiani. Poi ricordò quanto D. Bosco si prendesse pensiero dei giovanetti poveri del Canton Ticino, accettandone molti nei suoi Ospizi aiutando quelli di loro che in date stagioni emigravano in Piemonte, ed avviando allo studio quanti avessero disposizioni per la carriera ecclesiastica; accennò a, casi particolari che commossero gli astanti.

Narrò delle pratiche da lungo tempo seguite da cattolici ticinesi per avere fra di loro qualche Casa Salesiana, e come finalmente nel 1889, dopo la morte di Don Bosco, il loro desiderio sia diventato un fatto coll'accettazione del Collegio di Mendrisio, donde ora si è trasferito a Balerna in condizioni assai migliori mercè specialmente la munificenza del Pastore di quella Diocesi, Mons. Vincenzo Molo, e coll'avviamento della seconda istituzione iniziatasi lo scorso anno a Gravesano. Ringraziò cordialmente il Vescovo ed i Cooperatori della benevolenza loro verso i Salesiani.

La sera dello stesso giorno 4 luglio, aderendo all'invito del D. Fonti, D. Rua parlava ancora nella Chiesa plebana ad un numeroso uditorio, tenendovi una Conferenza sulle opere Salesiane.

Terminò la funzione colla benedizione del SS. Sacramento, preceduta da un mottetto in musica e dal Tantum ergo pure in musica, egregiamente eseguito dai suonatori violinisti e dai cantori del Collegio Salesiano.

All'indomani mattina, 5 luglio, Don Rua, salutati gli alunni del Collegio di Balerna, partiva per Capolago donde passò a LUGANO per ossequiare S. E. Rev. Mons. Molo Amministratore Apostolico del Canton Ticino. Quivi Don Rua, per invito dell'Eccellentissimo Vescovo, dovette parlare ai Seminaristi raccolti nella cappella. Saputo che stavano per recarsi alle vacanze, egli indicò loro un antidoto contro tutti i pericoli che si possono incontrare nelle medesime e questo si è la divozione tenerissima verso del SS. Sacramento. Poi, per accondiscendere alle preghiere di Monsignore stesso, prima di accomiatarsi da quei bravi alunni del santuario, diede loro la benedizione.

Da Lugano si passò a Gravesano per visitare l'Istituto Rusca, affidato dal fondatore Cons. Avv. Domenico Tognetti ai Salesiani. D. Rua si rallegrò di cuore con quel Direttore e coi professori del profitto fatto dagli alunni di quelle Scuole; si fermò con compiacenza ad esaminare i lavori di disegno professionale eseguiti dai medesimi alunni durante l'anno; e parlando loro, fra le altre cose, raccomandò che, essendo soliti essi in date stagioni ad emigrare dal paese, lontani di casa si ricordassero dei loro parenti e facessero volentieri dei sacrifizi per inviare ai medesimi ogni risparmio.

Al 6 di luglio si arrivò a Muri nel Canton d'Argovia, incontrati a venticinque chilometri di distanza da quel Rev.m° Parroco e cordialmente poi ricevuti dai suoi zelanti Coadiutori e altri ottimi sacerdoti. A Muri vi sono parecchi zelanti Cooperatori e Cooperatrici, che vorrebbero vedere colà stabiliti i Salesiani per l' educazione della gioventù in un antico convento di Benedettini, ora deserto e bisognoso di riparazioni. Non potendo ancora vedere realizzato il loro disegno, in questi ultimi anni, inviarono già parecchi giovanetti benché di lingua tedesca nei nostri Collegi d'Italia. Ora la visita di D. Rua era per dir loro una lusinghiera parola, per lasciar loro una benchè lontana promessa; e questa visita era da loro desideratissima.' Don Rua vi capitò la vigilia di una festa solennissima, patronale di quel paese. All' indomani egli ed il suo compagno furono spettatori di scene soavissime di fede e di divozione di quel buon popolo. Dobbiamo dire che non troppo sovente avviene di vedere Comunioni così numerose specialmente per parte d'uomini, nè quel religioso silenzio e quel contegno devoto e di preghiera nella casa di Dio, che si ammira in tanti altri paesi dell'estero, dove la fede cattolica ebbe a soffrire maggiori assalti dai nemici. Don Rua e D. Lazzero ne furono altamente edificati. Dopo le sacre funzioni furono condotti a Hermetzwill a visitare un orfanatrofio incipiente per le caritatevoli sollecitudini di quel Sig. Parroco, il quale desidera affidarlo ai Salesiani. - Il giorno 8 era stabilito per tenere la prima conferenza salesiana in quel paese; un invito diramato da quel. Rev.m° Parroco fissava le ore 2 1/2 pom. e la Chiesa annessa al Convento suddetto. Le signorine Frei zelanti Cooperatrici, avevano coadiuvato il loro Parroco, acciocchè ogni cosa fosse bene preparata. Si lesse da principio un tratto di vita di S. Francesco di Sales, si cantò un mottetto, poscia Don Rua parlò per circa tre quarti d' ora in francese delle Opere Salesiane; e acciocchè neppur una delle sue parole andasse perduta, quell'ottimo Parroco ebbe la compiacenza di ripetere con ammirabile esattezza e disinvoltura tutta la conferenza in lingua tedesca; la questua fatta in seguito riuscì discreta e si raddoppiò l'entusiasmo che già vi era per avere colà i Salesiani.

Varcata tutta la Svizzera, ed entrati nell'Alsazia la sera del giorno 9 Don Rua col suo fedel compagno fermaronsi ad Obernai, dove furono gentilissimamente trattati ed ospitati da una distinta signora antica Cooperatrice Salesiana e dal signor Offman, egli pure zelante Cooperatore Salesiano. L'indomani fu occupato nel visitare i numerosi Cooperatori e Cooperatrici di quella città , i quali non vollero lasciarsi scappare l'occasione di manifestare la loro simpatia verso le Opere Salesiane.

Arrivati alla sera del 10 ad Andlau, si trovarono già preparato l'alloggio in casa della benemerita famiglia Heimburger. Già tutto era stato disposto , perchè Don Rua tenesse una Conferenza Salesiana alle principali signore di quel paese. E Don Rua ben volontieri parlò delle opere di Don Bosco nella cappella dell' Orfanotrofio locale e l'effetto precipuo ottenutosi fu d'aumentare il numero dei Cooperatori e delle Cooperatrici in quel paese.

La notte dell'11 si passò a St. Marie aux Mines in un Istituto di giovanetti, fondato da un zelante Sacerdote che desiderebbe avere in suo aiuto i Salesiani. Quei buoni giovanetti sarti, calzolai, falegnami e tipografi vollero dare un piccolo saggio di musica e di canto ai loro ospiti, e lo fecero con tal grazia e maestria da meritarsi i più cordiali applausi.

Alla capitale dell' Alsazia, a Strasburgo erano vivamente attesi dall' Abate Moser, Direttore spirituale del gran Seminario e nostro ottimo amico. Quivi Don Rua si ebbe cordialissimo accoglienze da tutti i Superiori del gran Seminario, dove prese alloggio, nonchè dal Vicario generale e da S. Ecc. Rev.ma il Vescovo Coadiutore , in assenza dell'Ordinario Diocesano. Sul mezzodì poterono ammirare da vicino il tanto famoso orologio di quella classica Cattedrale, (1). Quivi D. Rua tenue pure una conferenza nella Chiesa assai vasta dell'Istituto delle Riparatrici, e così potè far la conoscenza di molti Cooperatori e Cooperatrici di quella città.

Attraversando la Lorena , Don Rua si fermò a Metz per ossequiare quell'Eccellentissimo Vescovo e poi visitare un istituto per poveri giovani diretto da due ottimi Sacerdoti. Fu accolto con mille segni di gioia e di festa da uno di questi due Sacerdoti, essendo assente l'altro; nè più fu lasciato un momento fino alla partenza.

(1) Fra le altre cose in quel maraviglioso orologio si vede al suono del mezzodì tutti gli apostoli presentare l'atto del loro ossequio al loro Divin Maestro.

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Liegi era, si può dire, la metà di questo viaggio. Nei pochi anni che i Salesiani sono colà stabiliti, coll'appoggio di quel venerando Vescovo e del generoso suo Clero, colla cooperazione altresì de' buoni Belgi, si è potuto innalzare accanto all' Istituto Salesiano una bella e vasta chiesa dedicata a Maria Ausiliatrice. Ed il lunedì 16 luglio, giorno in cui si commemorava la Vergine del Monte Carmelo, Mons. Doutreloux procedeva alla solenne cerimonia della consacrazione; S. E. Rev.ma Mons. Nava, Nunzio Apostolico a Bruxelles, vi celebrava il primo solenne Pontificale, essendovi presente D. Rua, D. Lazzero ed un considerevole concorso di popolo. Fu una festa solennissima che arrecò indicibile gioia al cuore di quel buon Vescovo, che vede finalmente effettuato uno de' più vivi desideri suoi e dei popolani di quel quartiere, pei quali era veramente necessaria una pubblica chiesa.

Nel pomeriggio sì continuarono le sacre funzioni e vi tenne un magnifico discorso Mons. Cartemwels Vice Rettore della celebre Università di Lovanio. - Il 17 cantò messa solenne un novello sacerdote Salesiano e nel pomeriggio D. Rua tenne una conferenza ai numerosi Cooperatori e Cooperatrici Salesiane. Egli era lieto della propizia occasione di esprimere la sua viva riconoscenza ed ammirazione verso S. E. Mons. Vescovo, il suo clero e tutti i Cooperatori Belgi e di sciogliere in pari tempo un tributo di gloria e ringraziamento a Maria Ausiliatrice che in modo cotanto prodigioso ha ognora protetto quella santa impresa.

Il terzo giorno cantò la messa il Rev.mo Sig. Curato della parocchia di s. Veronica nel cui distretto trovasi la novella chiesa ed orfanatrofio, e la sera si cantò un solenne Te Deum come chiusa delle consolanti funzioni. L'indomani tuttavia si celebrò ancora una Messa solenne da Requiem per tutti i benefattori e benefattrici defunte.

Intanto s'avvicinava la festa di s. Vittore onomastico di S. E. Mons. Vescovo e Don Rua si fermò per assistere alla piccola accademia musico-letteraria che gli si preparava nell'Istituto e che ebbe luogo il venerdì seguente. I giovanetti accolsero S. E. col suono della banda musicale e fra lieti evviva espressi cogli urrà, come suolsi in quel paesi eseguirono con gusto e maestria varii pezzi del lor repertorio e col canto di un grazioso inno cominciarono a manifestar i loro sentimenti di filiale affetto verso di lui che per essi, più che Pastore e Benefattore, è padre il più tenero. Seguirono componimenti con cui ciascun laboratorio accompagnava l'offerta di qualche proprio lavoro. Don Rua poi prendendo la parola dopo tutti gli altri richiamava in brevi parole alla memoria le sante relazioni che passarono fra S. E. ed il nostro venerato padre D. Bosco e da parte di tutti i Superiori Salesiani faceva i più caldi voti per la prospera conservazione di S. E., per la felice riuscita di tutte le sue belle imprese, invocando l'appoggio di Maria Ausiliatrice e di D. Bosco stesso a rendere efficaci presso Dio le nostre preghiere. - Monsignore rispose con parole piene di paterno affetto ringraziando gli uni e gli altri e dando ai giovani consigli i più salutari pel loro bene temporale ed eterno.

Nel Belgio Don Rua visitò ancora Hechtel, dove si tratterebbe d'impiantare fra alcuni anni una Colonia Agricola; e nel ritorno dall'Olanda toccò Anversa, Malines e Bruxelles , nella qual ultima città tenne pure una Conferenza Salesiana. Egli certo restò sommamente commosso della cordialità e della generosa ospitalità ricevuta dai Cooperatori Salesiani in queste ultime città. Incancellabili poi resteranno nel suo cuore i nomi del Can. Beauvois d'Anversa, di Sua Eminenza il Cardinale Arcivescovo di Malines e del Nunzio Apostolico di Bruxelles che ebbe il piacere di rivedere prima di partire dal Belgio.

L'anno scorso un numeroso pellegrinaggio Olandese avviato verso Roma aveva regalato di una visita il nostro Santuario di Maria Ausiliatrice ed all'Oratorio di San Francesco di Sales. In quella circostanza molti pellegrini avevano fatto istanze a D. Rua affinchè volesse pur fare una visita ai Cooperatori Salesiani della loro nazione. Memore di tali benevoli inviti D. Rua colse questa propizia occasione e dal Belgio portossi col suo compagno alla vicina Olanda e fu molto consolato nel vedere quanto anche là è venerato il nome di D. Bosco. In Maestricht si ebbe le più cordiali accoglienze da uno degli organizzatori del suddetto pellegrinaggio, dal Decano e dal Clero di quella città. Vi si fermò due giorni in cui ebbe campo di ammirare la soda pietà di quella popolazione ed il suo rispettoso affetto verso i ministri di Dio e le cose sacre. Passò in seguito a Ruremond , Boisleduc , Arnhem, Utrecht, Rotterdam. In tutte queste città egli trovò dei veri amici delle Opere Salesiane , anzitutto negli Eccellentissimi Vescovi, poi in varii ottimi signori e signore. Ci rincresce di non potere qui riferire i nomi di tutti questi bravi Cooperatori che fecero affettuose accoglienze al nostro amato Superiore ; ma, essi lo sanno, che avanti a Dio non li dimenticheremo mai nelle nostre preghiere.

Al suo ritorno Don Rua col compagno, il 31 luglio, non aveva che una parola, una raccomandazione da fare ai suoi figli : Ringraziamo di cuore il Signore e Maria Ausiliatrice, che dappertutto ci danno dei buoni amici, dei zelanti Cooperatori !

NOTIZIE DEI MISSIONARI DI D. BOSCO

PATAGONIA MERIDIONALE

Due mesi di fissione nella Pampa.

RE, v.tm° SIG. D. RuA,

Puntarenas, 19 Marzo 1894.

PER divina disposizione quest'anno toccò in sorte alla scrivente ed al Cat. Marabini di andare in giro ad evangelizzare i popoli della Patagonia Meridionale e dello Stretto di Magellano. Invocato l' aiuto di Dio e provvisti del puro necessario, il giorno 16 gennaio partimmo da Puntarenas, e dirigendoci verso Ovest, quindi a Nord e ad Est, ritornammo alla nostra residenza per la parte sud, dopo aver così toccati i quattro punti cardinali di questa Prefettura Apostolica e descritta una grande circonferenza di oltre cinquecento e cinquanta, leghe, ossia duemila settecento e cinquanta chilometri, e tutto questo nello spazio di soli due mesi.

Il giorno 16 del corrente marzo, in ossequio all' ubbidienza dataci dal nostro Superiore D. Giuseppe Fagnano, che desiderava fossimo in Puntarenas per la Settimana Santa, eravamo già di ritorno, colla consolazione nel cuore di aver potuto fare, grazie a Dio, un po' di bene.

Luoghi visitati.

I luoghi principali visitati in questa missione furono: Correill, Palomaro, Laguna Blanca, Rio del Surdo, Los Moros, Cañadon Verde, Dos Lagunas Pelichas, Cañadon Cachimba, Cangàmo Monokaike, Sequetemaike, Sankaike, Menekaique, La Forqueta, Rio Coy-Iulet, Hotetelaike, Tres Chorrillos de las dos Lagunas Salinar, Cañadon de la Uegua Quemada, Monte Lion, Santa Cruz, Cañadon del Baile, Rio Chico de S. Cruz , Rio Shehueno Chalia, Corpenhaiken, Chonkekaiken, Oshchekaiken, Menel-Kaiken, San Iulian, Las Salinar Canadon de las Vacar, Gallegos Chico, Gallegos grande, Paleaike, Ascaike, Cabeza del Mar.

Disagi di questi viaggi. Provvidenza di Dio.

Durante il lungo nostro viaggio tragittammo quattro grandi fiumi e dieci piccoli. Incontrammo più di quindici laghi, quasi tutti dalle acque salate; alcuni trovati asciutti mostravano il loro letto coperto di bianchissimo sale. Non di rado ci trovammo in critiche circostanze; ma la Provvidenza, che amorevole veglia sui suoi figli, venne sempre in aiuto a noi che in sul partire ci eravamo totalmente affidati nelle sue mani.

In Europa avvi il proverbio: Chi non sa pregare, si metta in mare. Credo che per l'America si potrebbe tradurre in quest'altro: Chi non sa pregare, vada nella pampa o deserto della Patagonia senza guida. E tali ci potevamo dir noi, a cui era toccato una guida poco pratica, e dovemmo quindi regolarci dal sole, e dalla bussola, la quale tuttavia non bastava per luoghi tanto difficili.

Dopo che il viaggiatore ha camminato tutto il giorno tra un polverio, molestato or dal vento ed or dalla grandine, e vede tramontare il sole in mezzo a vastissima pianura che l'occhio stenta ad abbracciare, nè trova un riparo dove passare la notte, nè un fil d'erba per isfamare gli stanchi cavalli, nè un po' d'acqua per inumidire le riarse fauci, oh! come allora si sente il bisogno di chiedere il soccorso dal cielo ! come spontanea viene sul labbro la preghiera! Per ben tre volte fummo messi a tal cimento: due volte il cielo benigno fu pronto a venire in nostro aiuto, ma la terza dovemmo sospirare un bel poco.

La notte era avanzata e buia, e noi tuttora andavamo in cerca di acqua, ma nessun indizio si presentava ai nostri occhi; tutto era arido e secco. Dopo molto girare, c'incontrammo in un po' d'erba pei cavalli, ed in una piccola altura che poteva servirci di riparo dal vento che soffiava fortissimo, ma acqua non ci fu possibile trovarne. Piantate adunque le nostre tende, cercammo di prendere sonno : però il pensiero che all'indomani avrei dovuto tralasciare di celebrar Messa per mancanza di acqua non mi lasciava dormire. Questo pensiero mi trasportava in Galilea, e rivolto a Maria Ausiliatrice con fiducia Le diceva : « Madonna Santissima, vedete in che circostanza ci troviamo. Ritornare indietro in cerca d'acqua ci è impossibile, giacchè dovremmo camminare per oltre mezza giornata; rimanere senza celebrare la S. Messa mi rincresce molto. Voi, che alle nozze di Cana avete detto al vostro divin Figliuolo : Vinum non habent, ripetete ora Aquam non habent. Ricordatevi che domani è sabato, giorno a Voi sacro. » Fatta di cuore questa preghiera, mi addormentai. Ed ecco che alle due di notte una pioggia fina fina percuote la nostra tenda : il nostro pensiero corre subito alla celebrazione della S. Messa. Prendiamo tre scodelle di stagno ed un altro recipiente che avevamo e le mettiamo fuori della tenda per ricevere quella manna celeste. Pochi minuti dopo cessa di piovere raccogliamo l'acqua accolta nelle tre scodelle e nel recipiente e ne abbiamo abbastanza per celebrare, cioè quasi un bicchiere. Come non iscorgere in questo fatto la mano della Provvidenza! - Celebrata la S. Messa e ripreso il cammino, verso mezzodì trovammo acqua per dissetare anche noi ed i cavalli.

Altra notte, dopo aver passato a nuoto il Rio St.a Cruz , ci moriva il migliore dei cavalli, due altri ci erano fuggiti , e noi privi di denaro e senza conoscenti ed amici, lontanissimi da casa e tuttavia neppur a metà del nostro viaggio , non sapevamo a che partito appigliarci. Ci rivolgemmo subito all'amorevole nostra Madre, la Provvidenza, ed Essa, come tutte le altre volte, non ci venne meno. In breve ci fece trovar amici, danari, cavalli e viveri da poter continuare il nostro cammino. Oh Provvidenza divina, quanto sei grande !

Dopo un giorno intiero di marcia forzata, giunti quasi sfiniti dalla stanchezza al Rio Gallegos e là dove vi affluisce il Rio del Surdo, tramontato il sole e calmatosi il vento, ecco apparir quasi all'improvviso una nube di moscherini, i quali terribilmente tormentavano i nostri animali, tanto che le povere bestie smaniavano, si rotolavano per terra, e, non potendo liberarsene, correvano disperatamente di qua e di là rompendo le funi a cui erano legate. Da un' ora e più eravamo spettatori di quel flagello, nè dava indizio di cessare, anzi gli insetti cominciavano a tormentare anche noi stessi. Preso allora il rituale, lessi le preghiere per l'esorcismo; ed oh! meraviglia! sull'istante, senza concorso nè di vento, nè d'altro, scomparvero lasciandoci tranquillamente la notte, nè più ci molestarono per tutto il viaggio, sebbene corra voce che in molti luoghi, pei quali siamo passati noi, si trovino in gran quantità di questi insetti.

Descrizione della Pampa di Patagonia.

In generale la Pampa della Patagonia è una estesissima pianura che pare livellata; di rado si vedono monti ; le poche colline che alle volte s'incontrano sono come altipiani. Si percorrono molte miglia senza vedere un arbusto che arrivi all' altezza di un metro: tutto è arido: la terra è del color del piombo, arenosa; la poca erba che produce è dura, secca e pungente, talmente che neppur gli animali la possono mangiare. Tratto tratto la terra pare si apra sotto i piedi, formando delle fenditure nel suolo a guisa di canali, chiamati cañadones, della profondità di venti a quaranta metri, per cinquanta a cento cinquanta di larghezza, e di alcune miglia di lunghezza. In questi canadones è più facile trovare dell'erba verde ed in alcuni anche dell' acqua. Servono di riparo contro il vento specialmente durante la notte.

È cosa desolante percorrere queste regioni specialmente per chi venga dal fertilissimo suolo italiano. Qui piove di rado; il vento, che vi soffia fortissimo del continuo, inaridisce tutto, perciò non vi è alcuno che s'attenti a coltivare questa terra, perche tornerebbero vane le sue fatiche. L'unica derrata di questi paesi consiste negli animali domestici, pecore, da cui ricavano lana, vacche e cavalli.

Gli abitanti conducono un'infelicissima vita; dimentichi di Dio e dell'anima, crescono i loro figliuoli senza alcuna educazione morale e religiosa, i quali perciò vengono su nella più grande ignoranza dei loro più stretti doveri. Vivono aggruppati in pochi centri, distanti dieci, venti e perfino cento chilometri gli uni dagli altri, per cui riescono assai difficili le relazioni e comunicazioni fra di loro : alle volte si cammina tutto il giorno intero, senza vedere una persona, una casa; solo il guanaco, lo struzzo e pochi altri uccelli vengono a interrompere la monotonia di queste solitudini.

Per farsi un'idea di questa terra, gioverà non poco conoscere le denominazioni che qui si sogliono dare alle cinque diverse parti, in cui è divisa. Da Puntarenas fino al Rio del Surdo, passando per Laguna Bianca, è chiamata Terra della miseria; dal Rio del Surdo a Coy - Julet, terra della desolazione : da Coy-Julet a St.a Croce, Terra della disperazione; da St.a Croce a Corpenkaique e S. Julian, Terra della morte, non incontrandosi nè guanachi, nè altri uccelli di sorta. Il solo tratto che notammo meno desolante è da Palcaike, vicino a Gallegos, fino a Cabeza del mare, presso Puntarenas, che è appellata Terra discreta. Nei dintorni di S. Croce particolarmente la terra pare maledetta : ivi non appare nube se non per portare vento o grandine. Ordinariamente abbiamo trovata gente buona, semplice e molto ospitaliera ; in tutto il viaggio ci fu negato ricovero una sola volta, e questa fu per parte di una famiglia di protestanti.

Visita al Comandante ed al capitano di S. Croce. - Benedizione di un cimitero - Necessità di un Sacerdote.

A St.a Croce, fummo a far visita al Comandante del nuovo presidio militare colà stabilitosi da pochi mesi. Ci ricevette con cordialità e gentilezza, sapendoci figli di Don Bosco, verso cui ha grande venerazione. Conosce Mons. Cagliero, D. Costamagna, D. Piccono e Don Fagnano. Ci trattenne seco a Pranzo, e la dimani, primo giorno di quaresima, volle che celebrassi Messa ai suoi soldati; e, prima di lasciarci partire, si fece promettere che sarei ritornato , come ho fatto, la terza domenica di quaresima, nel qual giorno fece assistere al santo sacrifizio tutto il presidio , non esclusi gli uffiziali e moltissime donne e fanciulli. Erano più di duecento i soli militari : i musici durante l'elevazione resero gli onori prescritti.

Finita la Messa, fui attorniato da tutte le donne, dai fanciulli ed anche da molti soldati, ai quali tutti lasciai o una medaglia o un'imagine. Benedii, pure per invito del Comandante ed a richiesta del pubblico, un piccolo cimitero di 40 m. q. Fino allora non ne avevano e sepellivano i morti or qua or là pel campo.

Ci portammo pure, prima di partire, dal capitano del detto presidio, che ci accolse con non minor cordialità e gentilezza del precedente. Si trattenne molto tempo famigliarmente con noi , e finito il pranzo, a cui volle prendessimo parte, ci esternò la sua ammirazione per la nostra opera, e come egli volentieri avrebbe con noi voluto condividere le fatiche nella Terra del Fuoco a pro dei poveri selvaggi. Intanto mi pregò a voler interessare il Prefetto Apostolico Don Fagnano, perchè volesse procurare un Sacerdote per quel presidio, e specialmente per occuparsi dei giovanetti che vi crescono. Attualmente a St.a Croce si fabbricano cento case per le famiglie dei militari, e quattordici grandi tettoie chiuse, che serviranno per depositi, ospedale, e per la rivista dei soldati in tempo cattivo. Una di queste tettoie sarà destinata per cappella, ed accanto vi si costruirà una sala che servirà per scuola dei fanciulli.

Cortesia del Governatore di Gallegos.

Anche a Gallegos si desiderano i figli di D. Bosco, perchè vadano là ad istruire quella gioventù. Quivi pure visitammo il Governatore, uomo avanzato in età e molto buono. Egli e la sua buona consorte specialmente insistettero, perchè quanto prima vo lessimo recarci ad ufficiare una cappelletta che stanno preparando.

A Gallegos, essendo giunti verso le due pomeridiane e tutti carichi di polvere, stimammo conveniente non presentarci tosto al Governatore, ma ritirarci in un albergo per ristorarci e pulirci un poco gli abiti. Ma l'albergatore ci rispose freddo freddo che era troppo tardi, ch'egli aveva già mangiato e che, avendo nulla di pronto, non si sarebbe neppur dato la briga di preparare qualche cosa per noi. - Curiosa! soggiunsi io perchè avete mangiato voi, non dovremmo aver fame noi? e ci vollero tutti gli argomenti che sa suggerire una dieta prolungata di 24 ore per strappare a quell'uomo alcuni pezzi di fiambre (carne in conserva). Ma alloggio per la notte non se ne potè assolutamente trovare. Si bussò a più porte, ma inutilmente. Allora andammo dal Governatore, decisi di domandargli il permesso di lasciarci impiantare la tenda nel suo territorio, raccontandogli allo stesso tempo quanto ci era occorso. - Non sarà mai, rispose il cortese Governatore, ch'io permetta ch'essi innalzino la loro tenda in questo paese con tante case - Chiamò a consiglio il giudice, il medico, il segretario, il delegato di polizia per vedere se si poteva trovare una stanza libera con due letti, ma concorde fu la risposta negativa. Allora io dissi : - Eccellenza, noi non cerchiamo letti, ma solo un riparo qualunque, essendo omai avvezzi a dormire sulla nuda terra - Quando è così, riprese il capitano, vengano pure in casa mia che ci accomoderemo alla meglio. - Il giorno appresso, celebrata la S. Messa e amministrati due battesimi, ce ne partimmo.

Incontro cogli indii - Battesimi ed abiure.

La nostra missione era principalmente diretta ai selvaggi tehuelches, non trascurando tuttavia i civilizzati che ne abbisognano quanto i primi. Ed in vero trovammo una famiglia, di cui il padre era cattolico, la madre protestante, e cinque figli, dei quali il maggiore aveva 16 anni, tutti senza battesimo. Questa famiglia dapprima ci accolse male, dopo ci trattò freddamente, infine colla grazia del Signore ottenemmo la conversione della madre, che abiurò l'eresia, e poscia potemmo battezzare i figli.

Nel primo toldo di Indii che scorgemmo trovammo la madre di casa che stava fumando con una grossa pipa. La nostra presenza non la scompose per nulla e franca mi chìese: - Taraes licor ? Porti liquori?

- No, risposi, i liquori fan male, non si devono bere.

- È vero, soggiunse, io non ne bevo; quando però vedo la gente allegra ballare, allora sola ne prendo un pochino. Vieni a vendere altre cose?

- No, vengo a battezzare i tuoi figli, acciò possano essere più buoni ed andare un giorno dopo morte lassù in Paradiso.

- Il tuo battesimo non li farà morire?

- No per certo, anzi li farà star più bene, scacciando via gualicho (il diavolo) dal loro cuore. - L'india mi guardava con aria misteriosa. Io conoscendo ch'essa si pregiava d'esser chilena, le soggiunsi : - Senti, tutti i chileni son cristiani e nessuno è morto per aver ricevuto il battesimo ; tu dunque non sei chilena?

- Sì lo sono; ma forse tu non lo sei tu m'inganni.... Sei Argentino.

- T'accerto, non sono Argentino. Vengo da Puntarenas, e Puntarenas è territorio chileno

- Bene, soggiunse dopo lungo silenzio, se sei chileno, ti lascierò battezzare i miei figli; ma bada bene v'eh ! di non ingannarmi.

Ci ponemmo allora ad istruire tutta la famiglia, e dopo una conveniente preparazione battezzammo quei figliuoli con nostra e loro grande consolazione.

In un secondo toldo, c'imbattemmo in altra povera madre, la quale, non appena ci vide, con la stessa pelle di guanaco, onde era vestita, coprì a guisa di chioccia le sue creaturine, acciò non potessimo battezzarle; e ad impedire che facessero di frequente capolino, andava ripetendo : - State nascosti chè passa qualicho. - Lo stesso ci successe in un terzo toldo, e per quante esortazioni ed istruzioni facessimo, non fu possibile indurre quei disgraziati genitori a permettere che s'amministrasse il battesimo a quei poveri fanciulli. In varii toldi trovammo indii completamente ubbriachi e quindi non si potè far nulla. Un di costoro con minacce voleva che gli lasciassimo qualche moneta, perchè, diceva, chiunque passa innanzi al mio toldo deve darmi qualche cosa, essendo io povero. Anche con costui non si potè fare nulla pel bene della sua anima.

In generale tuttavia trovammo gli Indii ben disposti ad accogliere la parola di Dio e a farsi cristiani, specie dal tratto che da St. Croce s' estende a Corpenhaike. Celebrammo Messa in varii toldi con piacere degli indii e con nostra vera soddisfazione. Ecco uno specchietto di quanto, grazie a Dio, si è potuto fare:

Battesimi agli indii Tehuelches   N° 103

»   »   Onas   »   1

»   » Araucano   »   1

»   ai civilizzati   »   10

in tutto   N° 115 Comunioni (di cui 10 prime e di queste a 2 Indii) N° 15 Matrimonii » 5 Messe celebrate in pubblico   » 22

»   »   privato   » 37 Benedizione di un cimitero.

»   di una gran croce eretta su di un monte

Abiura di una protestante.

Ecco in breve il resoconto dell'ultima missione data nella Pampa, che ci venne a costare più di 1500 pesos, equivalenti a circa 3000 lire italiane. Oltre al frutto soprariferito, mi pare che se ne sia ottenuto un altro ben grande, ed è che si è risvegliata la fede in molti, che l'avevano lasciata quasi spegnere. Di tutto siano rese grazie infinite al Signore, che si vuole servire di noi deboli strumenti per dilatare il suo santo regno.

Ora siamo ritornati a Puntarenas, e sta bene ch'io le annunzii come qui finalmente si sono gettate le fondamenta della tanto sospirata chiesa in muratura. Attualmente si sta collocando un zoccolo in pietra dell'altezza di mezzo metro, per ripararla dai danni che producano le piogge in questi paesi. Il rimanente sarà fatto di mattoni. Senonchè i lavori dovranno presto essere interrotti pel sopravvenire dell'inverno; speriamo quindi che in questo tempo d'interruzione la Provvidenza ci somministrerà i mezzi necessari per accelerare poi i detti lavori nella buona stagione.

Ci benedica, o amatissimo Padre, e ci ricordi sempre al Signore nelle sue sante preghiere. Intanto io le bacio la mano e con rispetto, stima ed affetto mi professo

Um.mo ed obb.m° figlio in G. C. Sac. MAGGIORINO BORGATELLO

BRASILE

La prima carovana per la Missione di Matto Grosso.

REV.mO SIG. DON RUA,

Villa Colon (Uruguay), 29 Maggio 1894.

Or ora, mentre le scrivo, finiamo di celebrare in questo Collegio una funzione delle più belle e commoventi, fra le tante pur care che allietano le nostre Case. Oggi cinque dei nostri compagni e confratelli ci davano l'addio per partire da questa Repubblica e recarsi nella lontana provincia brasilena di Matto Grosso: a Cuyabà. È la seconda volta che le pareti della nostra chiesuola presenziano a una tale funzione. La prima volta fu nel 1883, quando partirono i primi Salesiani, per aprire la Casa di Nictheroy nel Brasile. Ma quest'ultima parmi risplenderà maggiormente nella storia della Congregazione e di questa Ispettoria, chè, oltre ad aprir un Collegio, ha per iscopo d'iniziare le Missioni fra gli Indii che popolano l'immensa selva di quella provincia. Per queste Missioni forse un giorno dovran scriversi pagine di gloria per quei nostri confratelli. Oh.! quale entusiasmo non ridestò in noi questa partenza! Essi lasciavano Colon, il primo loro campo delle fatiche apostoliche, il luogo dove un giorno avean per la prima volta immolata l'Ostia di Pace, il luogo dei più cari ricordi, come un giorno lo era stato anche per noi l'Oratorio di Torino. Monsignor Lasagna non si trovava presente, poiché li aveva preceduti da quindici giorni, ed io in sua vece diedi loro l'ultimo addio. Oh! momenti solenni ! Il cuore più duro si sarebbe commosso ! L'alunno in essi vedeva partire il maestro, l'amoroso padre che li aveva educati ; i Missionari alla lor volta stavano per allontanarsi dal sacro recinto, in cui avevan provate le dolcezze di un vicendevole e verace affetto ; ed anzi uno di loro, figlio di questa Repubblica, da pochi mesi aveva celebrata qui la sua prima Messa, ed ora novello eroe dava all'amata patria, ai parenti ed alle persone più care l'ultimo addio. Oh! quell'addio come ripercosse il cuore di noi Italiani ! Ci ricordammo allora di quell'ultima funzione che si celebrò in Maria Ausiliatrice prima della nostra partenza, l'amplesso datoci da tanti cari superiori e compagni, l'ultima benedizione che ci veniva impartita in quel tempio e l'estremo saluto. Dolci e santi ricordi ! Tutto il Collegio si mosse ad accompagnare fino alla stazione i Missionari. E quando furono in treno, noi li seguimmo collo sguardo... fu un istante di misterioso silenzio , finchè si diede ordine ai giovani di ritornare al Collegio.

Domani s'imbarcheranno sul vapore Diamantino, che naviga sul fiume Paranà. All'Assunzion si imbarcherà con loro Monsignor Lasagna, ed in quindici giorni, se il Cielo li assiste, giungeranno a Corymbà, e di là in men di tre altri giorni a Cuyaba. Il motivo per cui Monsignor Lasagna li aveva preceduti fu una vera missione che volle dare al Paraguay. Fa ricevuto all'Assunzion in un modo veramente splendido, e lo stesso Presidente della Repubblica lo accompagnò in varie circostanze.

Lo stesso Monsignore scrive che probabilmente si aprirà una Casa in Villa Concepcion, come punto strategico per la Missione agli Indii; ed inoltre in Assunzion ci si offre un antico palazzo per farne un istituto di arti e mestieri.

In quest'anno dobbiamo ringraziare Maria Ausiliatrice di tanti favori e dell'assistenza che ci elargisce. Ma una cosa da Lei speriamo ancora ed è che non ci lascierà mancare il personale, la scarsezza del quale impensierisce Monsignor Lasagna. Abbiamo celebrato la festa di Maria Ausiliatrice il giorno 27, con solennità speciale. Lo stesso Vescovo Diocesano Mons. Soler, che ci ama tanto, distribuì al mattino la Comunione ai giovani, ed assistette pontificalmente alla Messa solenne, che fu cantata da Mons. DeLeon. Il Rev.mo Mons. Luquese, Vicario generale della Diocesi, fece un magnifico panegirico, e meravigliosamente parlò della Vergine Ausiliatrice, dimostrando pure come a ragione la chiami il popolo : Madonna di D. Bosco. Il tempo non ci favorì molto, ma tuttavia non tolse che la gente accorresse alle sacre funzioni. Ci visitarono in quel giorno molti rispettabili personaggi nostri amici, fra cui non mancò il signor Ministro de relaciones exteriores y Cultos, il signor Piñegro. L'Ausiliatrice insomma sempre ci dà segni più chiari e grandiosi della sua protezione.

Le cose del Collegio vanno bene. Altre novità di qualche momento non ci sono. Perciò non mi resta altro che baciarle di vero cuore la mano, dichiarandomi Suo aff.m° figlio

Sac. AMBROGIO M. TURRICCIA.

MESSICO

Solenne inaugurazione dei nuovi laboratori, Salesiani nella capitale.

REV.MO ED AMAT.MO PADRE,

Messico,

11 Giugno 1894.

FINALMENTE siamo in casa nostra! « Questa bella notizia le do. » Dopo aver fatto quasi le tappe del nostro caro Oratorio di Torino, casa di Santa Maria, fattoria dell'Ascensione, colonia di Santa Giulia, eccoci finalmente sotto il tetto e fra le mura che per l'amorosa provvidenza di Dio abbiamo potuto edificarci. Se i cavoli trapiantati crescono meglio, come diceva il nostro amatissimo D. Bosco, speriamo che lo stesso avvenga di noi.

Siam dunque al Nord-Ovest della città di Messico , nella stessa posizione topografica della Casa-Madre, in aperta pianura, che si va però popolando rapidamente, poco ombreggiata da altissimi cedri, fra due ferrovie, una che conduce agli Stati Uniti, l'altra che giungerà fra pochi anni all'Oceano Pacifico.

Del pian terreno del nostro grande edifizio manca solo il lato meridionale, tutto il resto è fatto e consta di quattordici saloni amplissimi, cinque grandi stanze, un bel vestibolo d'entrata ad archi di pietra. Vi abbiamo sette laboratorii, due scuole, una fornace per mattoni, la panatteria, un pozzo artesiano ed un grande orto.

E a chi dobbiamo tutto questo? Oh! dopo Dio, alla carità di questo popolo generoso ! Io vorrei scrivere in lettere d'oro i nomi di Monsignor Arcivescovo , del Padre Bandera dei Filippini, degli Alvarez, dei Caballero de los Olivos, Conde de Cosio, Cortina , Cuevas, Escalante, Quintana de Goribar, Jorrin, Lascurain, Monterrubio, Flores, Ortiz de la Huerta, Rincon - Gallardo, Zozaya. Vorrei parlarle della carità del Dottor Rivero, che gratuitamente e con affetto paterno cura i nostri ammalati; della direzione dei tramvays che diede passaggio gratis a me ed a' miei due collettori delle límosine; della Amministrazione della ferrovia di Vera Cruz ; la quale, sebbene retta da protestanti, concedette il biglietto di favore in 1a classe alle nostre Suore; dello stesso Governo, che, lungi dal perseguitarci, ci aiutò in difficili circostanze. Oh Dio li benedica tutti e dia loro il centuplo in questo mondo e la vita eterna nell'altro!

Nella festa del Corpus Domini e nella processione del SS. Sacramemto, che le religiose Dame del Sacro Cuore fanno solennissimamente nell'interno del loro fiorentissimo Collegio , alla quale assiste S: E. l' Arcivescovo e tutta l' aristocrazia , ebbe gli onori dell'inaugurazione la nostra piccola banda di musica che il bravo Ferrero ha saputo formare in soli tre mesi. E già che ho fatto menzione delle Dame del Sacro Cuore, sappia che esse sono eccellenti e zelantissime Cooperatrici Salesiane. Oh il Sacro Cuore vuol bene ai figli di Don Bosco!

Ai 9 di questo mese di giugno, preceduto, s'intende, da un divoto mese di Maria Ausiliatrice e dagli Esercizi spirituali dei giovani, abbiam celebrato la festa della dolcissima Madre nostra. Si trasportò la festa a tal giorno, perchè al medesimo l'aveva trasferita il Calendario Diocesano.

Alle 6 3/4 ant. giunse Monsignor Arcivescovo ricevuto fra i festosi suoni dei nostri piccoli musici, ed alle 7 celebrò la S. Messa e distribuì la Comunione generale. Dopo essersi sdigiunato, diede in forma solenne, con mitra, piviale e pastorale, la benedizione alle macchine che la munificenza d'un'egregia Cooperatrice, la signora Elisabetta Lozano vedova Betti, regalò alla nostra Casa per fare ogni sorta di lavori in legno. Poi si avanzò fra due file di popolo riverente, seguito dal Clero e dai Padrini e Madrine della cerimonia, fino al motore a vapore e diede colla sacra sua destra il primo movimento al regolatore. Quello fu un momento solenne. Fischiò la vaporiera , tuonarono i razzi, la musica diede fiato agli strumenti , tutte le macchine rumoreggiando si misero in moto e cominciarono i lavori. Tutti gli spettatori erano commossi e noi Salesiani più di tutti. Allora uno di noi lesse un discorsetto e, ricevuta la benedizione di Monsignore, tutti si ritirarono per tornare alle 10 alla Messa solenne cantata all'altare dal nostro Parroco di Tacúba D. Domenico Masías e sull'orchestra dai nostri giovanetti. Il valente predicatore D. Emmanuele Jaimes , Cooperatore Salesiano come il celebrante , fece un bel panegirico di Maria Ausiliatrice infra Missam e dopo la medesima tenne il sottoscritto una breve conferenza ai Cooperatori. Alle 4 vespri solenni in musica e benedizione col SS. Sacramento, e così finì la nostra festa lasciando tutti contenti.

Non devo passar sotto silenzio l'adorno della cappella e delle macchine, che fu di molto buon gusto, dovuto alle fatiche del carissimo confratello Franchi.

Ecco quel che ho da dirle, amatissimo Padre. Adesso preghi che possiam trovar lavoro per queste macchine, la cui collocazione ci ha costato moltissimo, e non isdegni la mia supplica di prepararci alcuni maestri di scuola, dei quali abbiam grandissimo bisogno.

L'Oratorio festivo, che Le sta tanto a cuore, comincia a dar buoni frutti. Il buon Franchi vi fa molto bene e tutti gli ottimi confratelli lo aiutano di buona lena.

Le LL. EE. gli Arcivescovi di Oaxaca e di Michoacan ed i Vescovi di Yucatan, di Tabasco, di Sinalóa, di Tehuantepec ci chiamano a lavorare nelle loro Diocesi, ma a lei « l'ardua risposta! »

Adesso stiam tutti bene, ed allegri e con- cordi ci animiamo a vicenda col: Sempre avanti, Salesiani!

Ci benedica tutti e mi creda Della S. V.

Ubb.mo aff.mo figlio Sac. ANGELO PIccoNO.

SAGGI CONSIGLI di un buon amico

Un cotale che, spinto da non sappiamo qual zelo, si adoperava a tutto potere per distorre varii buoni cattolici dal soccorrere le istituzioni di Don Bosco, collo scopo di viemmeglio promuovere nel proprio paese altre buone opere, si ebbe da un fervente Cooperatore Salesiano le seguenti saggie risposte che, crediamo , potranno tornare di edificazione e di ammaestramento a non pochi dei nostri lettori. Riportandole , per delicatezza, ometteremo tuttochè possa indicare od alludere a persone o luoghi particolari. Eccole

MIO CARO SIGNORE,

Se le mie circostanze non me lo impedissero, verrei a trovarvi per combattere un poco il vostro piano ; ma posti i miei impedimenti, è meglio che io continui le mie osservazioni per iscritto.

Siate convinto ch'io vi auguro sinceramente un buon esito alla vostra impresa ; ma non voglio nascondervi che temo seriamente un fiasco. Bisogna diffidare dell'entusiasmo e prevedere le conseguenze ; imperocchè le buone intenzioni non sono sufficienti per assicurare buon risultato : è necessario eziandio che vi sia la vocazione. Tanti buoni cristiani non credono alla Provvidenza che in teoria; nella pratica poi gli è assolutamente come se non vi credessero affatto, o piuttosto si pensano di poterla obbligare ad agire secondo i loro modi di vedere. Costoro sono in un errore assai funesto, dimenticando le parole del Salmista : Nisi Dominus aedificaverit domum, in vanum laboraverunt qui aedificant eam (Ps. Cxxvi, 1). Per qual ragione certe persone, per altro molto zelanti, non approdano mai a nulla, malgrado innumerevoli sforzi e tentativi, mentre altre invece, adagino adagino, vedono realizzati i loro progetti come per incanto? Gli è che questi hanno avuta una missione dall'alto, mentre, all'opposto, quelli agiscono di loro testa : tentano Dio, il quale rimane sordo alle loro preghiere ed ai loro voti.

Voi v'indegnate contro certuni, i quali, voi dite, non vedono che l'Opera di Don Bosco e niente di più ; ed io ci vedo anche la mano della Provvidenza. - Nessuno, dice N. S. G. C., può venire a me, se nol tragge il Padre che mi ha mandato (Ioan. vi, 44), - e la stessa cosa passa per quelli cui confida una qualche missione : Pater traxit. Volete ch'io vi ricordi un esempio della S. Scrittura, di coloro che agiscono senza missione?, Leggete il Libro I de' Maccabei al capo v, dal versicolo 55 al 63, e meditate soprattutto il versicolo 62 : Ipsi autem non erant de semine virorum illorum, per quos salus facta est in Israel. (Giuseppe, figliuolo di Zaccaria, ed Azaria, lasciati a comandare in Gerusalemme, vollero anch'essi, per illustrare il loro nome, andare, contro l'ordine ricevuto, ad assalire le nazioni circonvicine ; ma, venuti a battaglia coi nemici, furono rotti, messi in fuga e del loro esercito perirono in quel giorno fino a duemila uomini. Ed il sacro scrittore conchiude dicendo ch'ei non erano della stirpe di quegli uomini, per mezzo de' quali fu data salute ad Israele). La ragione di ciò è semplicissima, ed è che Dio vuol guidare Egli stesso le cose di questo mondo e pretende di essere abbastanza sapiente, da poterlo fare senza prendere consiglio da chicchessia. E quando sceglie qualcheduno per una qualche opera speciale, Egli lo conduce in tal maniera, che la missione di costui diviene evidente al cospetto di tutto il mondo. L' opera di Don Bosco non è essa un miracolo permanente? E voi ve la prendete, perche molte .persone, o piuttosto perchè un milione di cristiani sono attratti da questa sequela non interrotta di prodigi! E vi pensate di poterli tirare ad altri sentimenti di primo acchito? Io sono convinto del contrarìo.

D'altronde, simile movimento non dovrebbe partire più dall'alto? Se l'Ordinario, il quale è per ciò costituito, desse il segnale, si potrebbe sperare che ciò provenisse da impulso dello Spirito Santo, e si rischierebbe meno di veder sorgere qualche seria opposizione , o almeno un'indifferenza troppo accentuata.

Accadrebbe poi il contrario, a mio credere, se, pur assecondando i vostri disegni, vi accontentaste almeno di osservare il Regolamento Salesiano. Due volte all'anno fate una colletta, nell'Assemblea generale , per le Opere Salesiane propriamente dette, e poi nel resto dell'anno nessuno v'impedisce di promuovere le opere locali che credete più utili e pressanti. Ed in questo modo i Cooperatori Salesiani godrebbero senza dubbio dei privilegi sì numerosi accordati dalla S. Sede.

Eccovi, caro Signore, la mia maniera di vedere

CARO SIGNORE,

..Nella vostra prima lettera mi annunziate che volete raggruppare i Cooperatori . Salesiani di questa città per meglio poter dare all'attività del loro zelo una direzione favorevole alle opere buone da farsi in questa città stessa. Poi date giù botte da orbo a coloro che voi accusate di prodigare tutta la loro energia in favore delle opere straniere.

Io vi ho già risposto che approvava il vostro progetto, che desiderava di vedere i Cooperatori Salesiani camminare d'accordo secondo lo spirito del loro Regolamento, ma che aveva delle buone ragioni per non muovermi a fare alcunchè di ciò che voi volevate.

Però non era necessario giuocare di modi per soffocare l'ardore di coloro che lavorano per quelle opere che voi chiamate straniere ; perocchè nulla di ciò che si fa nella Chiesa è straniero pel cristiano, e voler restringere i confini della carità è un esporsi a far pericolare le stesse opere locali...

Se Don Bosco non avesse guardato più in là dei confini della sua Diocesi , anzi della città di Torino, non si sarebbe veduta l'opera grandiosa che oggi abbraccia quasi l'intero universo.

Tutto quello che io desidero è di mettervi in guardia contro l'astuzia del nemico, il quale sotto la maschera d'uno zelo dubbio cerca di distruggere una delle più ammirabili istituzioni del nostro secolo. Se non vi riesco, avrò almeno fatto quanto penso essere mio, dovere.

Credetemi, ecc.

GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

Confidenza in Maria. - Il 31 dicembre dello scorso anno lo passai nella più grande mestizia e desolazione. Mio marito, colpito da grave polmonite doppia, versava in grande pericolo della vita. Il medico curante, dotto e peritissimo nell' arte sua, mi dichiarò il gravissimo pericolo. In tal frangente feci munire degli ultimi conforti di nostra S. Religione, il mio povero infermo il quale li ricevette con piena rassegnazione. Partiti i fedeli.che avevano accompagnato il SS. Viatico, me gli avvicinai al capezzale e gli dissi : - Ora che hai Gesù nel tuo cuore, raccomandati anche a sua Madre Maria Ausiliatrice, e vedrai che Essa ci consolerà tutti col ridonarti la sanità. - L'infermo mi accennò di sì col capo , perchè parlare gli era quasi impossibile. Feci pregare privatamente da pie persone Maria Ausiliatrice per implorare, sua mercè, da Dio la guarigione al nostro caro infermo, colla promessa di far celebrare una Messa all'altare di Lei in Torino, qualora mi avesse ottenuta questa segnalatissima grazia. La crisi fu violentissima e durò molto tempo, ma alfine, contro ogni aspettazione, si risolvè in bene e mio marito in breve tempo si ristabilì in perfetta salute. Ora con mio sommo giubilo ringrazio questa buona Madre della grazia ottenutaci e mando una tenue ma sincera offerta secondo la promessa fatta, col desiderio che si celebri una Messa all'altare di Colei che pietosa esaudì le mie preghiere.

Chiusa Pesio, 25 Aprile 1894.

BEATRICE GERBINO-BASSO.

Una madre consolata. - Oh quanto è buona Maria SS. Ausiliatrice! Ella per ben tre volte è venuta a consolare l' addolorato povero mio cuore di madre. Tre anni or sono , la mia cara figlia Elvina ebbe a soffrire una terribile malattia, che finì per svolgersi in vera pazzia. Addoloratissima per tanta sciagura, mi rivolsi con fiducia all'Ausiliatrice dei Cristiani , alla Consolatrice degli afflitti, perchè volesse rasciugare le mie lagrime, ottenendo da Dio la salute alla mia povera figlia. Oh! bontà di Maria! Dopo due mesi di uno stato sì anormale, la mia Elvina rientra in se stessa, riacquista la pristina lucidità di risente ed una relativa floridezza di salute, come non fosse mai stata ammalata. Oh! ne siano rese grazie infinite a Maria Santissima ! - Se non che, nell'ottobre scorso pareva che la mia povera Elvina ritornasse alla pazzia. Essa stessa, accortasene per alcuni segni forieri, colle lagrime agli occhi m'annunziava l'imminente disgrazia che tornava a colpirla. Ma no ; Maria non permetterà che mi sia rinnovato un tanto dolore. Ella che ha provato tutti gli affanni di una madre, fu pronta ad esaudire le mie fervide preci, ed allontanò tosto una tale sciagura dal capo di mia figlia, la quale finora non fu più in alcun modo travagliata. Oh! quanta riconoscenza debbo io a Maria Santissima! Se mi fosse possibile, vorrei gridare e farmi sentire a tutto il mondo, che Maria è la mia grande Consolatrice ! - Ma ancora un altro segnalatissimo favore ho io ottenuto per intercessione di Maria Ausiliatrice a favore di mio figlio Giancarlo. Ritornato dalla Germania e trovandosi senza alcuna occupazione, io lo andava sollecitando perchè si cercasse qualche impiego , mentre pregava Maria SS. che ci volesse aiutare in questa bisogna. Un bel giorno , uscita di casa , sento da un' amica che in un opificio qui di Torino eravi un posto vacante che sarebbe andato proprio bene per mio figlio. Prendo tosto il mio Giancarlo e lo esorto a presentare sua domanda; ed intanto io mi getto ai piedi della Vergine Ausiliatrice e La supplico e La scongiuro a volerci aiutare. E Maria venne davvero in nostro aiuto. La richiesta di mio figlio, non ancora conosciuto qui in Torino, e senza alcuna protezione per parte degli uomini, colla validissima protezione di Maria fu prescelta a cento e ventinove altre domande; ed ora, grazie a Maria, egli è entrato in quell'impiego ed è da tutti ben visto ed amato. - Riconoscente a Maria per questa e le altre surriferite grazie ottenute mediante la potentissima sua intercessione, adempio al voto fatto di farle pubblicare nel pregiato Bollettino Salesiano.

Torino, 30 Giugno 1894.

ANNA MADON-ZENI Piossasco.

Maria SS. Ausiliatrice salute degli infermi. - La signora Calderoni Elisabetta di Casale Corte Cerro, Diocesi di Novara, mia carissima zia, fu colpita da grave polmonite che in breve, nonostante le amorose cure della famiglia, la ridusse in fin di vita. Una sera il medico la trovò assai aggravata e, crollando il capo, manifestò il timore che l'inferma non arrivasse al domani. S'invocò allora con grande fiducia Maria SS. Ausiliatrice, verso cui la cara ammalata nutriva una tenera divozione e la cui oleografia aveva collocato in capo al letto, affinchè vegliasse pietosa su suoi sonni e la proteggesse nelle infermità. E Maria esaudì le nostre preci. Quella notte che, a previsione dell'arte salutare, doveva essere l'ultima di sua vita, segnò il principio di una crisi benefica che la portò fuori di pericolo. Il medico al mattino seguente , contro ogni sua aspettazione, la trovò ancora in vita, anzi constatò che la malattia aveva preso una buona piega e, pieno di meraviglia : « Signora, le disse , io credeva di non vederla più ed invece la trovo alquanto migliorata e nutro speranza che guarirà. Certamente la Madonna ha interceduto per lei. » Ed infatti d'allora in poi andò sempre migliorando ed al presente è quasi intieramente ristabilita. Riconoscente del favore ricevuto , rende pubbliche grazie a Maria SS. Ausiliatrice, invitando tutti coloro che si trovano in qualche necessità a ricorrere fiduciosi al suo potente patrocinio.

Valsalice-Torino, 4 Luglio 1894.

Sac. ANDREA BELTRAMI.

Maria mi ha esaudita ! - Il maggiore de' miei figli per nome Ciro, di anni diciotto circa, venne preso due mesi or sono da sì forte polmonite bilaterale, che lo tenne per più giorni fra la vita e la morte. Già la scienza medica aveva esaurita la serie dei rimedi e pronosticata la fine fatale, quando una nobile e pia signora di qui mi propose di fare ricorso, con una novena, a Maria SS. Ausiliatrice impetrando la grazia per l'amato figliuolo. All'uopo mi consegnò una medaglia coll'effigie della B. V. che appesi al collo del moribondo, invitandolo a. voler seguire, come meglio poteva, le preghiere alla Gran Madre, che io, mia moglie, altri miei figli ed alcuni casigliani, inginocchiati intorno al letto di dolore, recitavamo. Che i miei voti siano stati esauditi ne ho la più evidente prova ora che vedo mio figlio al mio fianco forte e vegeto e capace di sostenere le dure fatiche del gravoso lavoro di bracciante. Pieno di riconoscenza verso Maria SS. Ausiliatrice, mando la piccola offerta di L. 5, al suo santuario in Torino, dolente che la misera mia condizione non possa permettermi di farla più abbondante.   FERDINANDO BRizzi.

Labante (Comune di Castel d'Aiano),

li 11 Luglio 1894.

Riconoscenza a Maria! - Con l'animo compreso dalla più viva gratitudine verso la Misericordiosissima Madre di Dio e Madre nostra Maria SS. Ausiliatrice, adempio il dovere di rendere di pubblica ragione una segnalatissima grazia da Lei impetrata alla mia famiglia. Ai primi di dicembre dello scorso anno 1893 una mia sorella fu colta da una bronchite, che la ridusse poi in uno stato di debolezza estrema da non potersi reggere in piedi, e le lasciò una nausea così potente al cibo da sgomentarsi a prender nutrimento. In questo stato penoso durò tre mesi, nei quali era costretta a stare sempre in letto o sdraiata sopra di una poltrona, non avendo più forza di muovere il passo. Si può immaginare la pena della famiglia, per la quale la salute di lei era tanto necessaria!... Ma oh quanto è buona la Madonna! Ella venne a consolare tanti poveri cuori afflitti e scoraggiati! Verso il 10 marzo mia sorella, leggendo le tante grazie di Maria Ausiliatrice registrate sul Bollettino Salesiano, riflettè e si decise di ricorrere anch'essa a questa Madre sì potente. Cominciò subito una novena, promettendo di far pubblicare la grazia se guarisse. Non aveva per anco terminata la novena, quando si sentì alquanto sollevata : essa incominciava a migliorare, e tal miglioramento andò via via aumentando, finchè ora, perfettamente guarita, con tutta l'effusione del cuore ringrazia Maria SS. Ausiliatrice. Oh! voglia questa nostra tenerissima Madre proteggere sempre e conservare prosperamente e lungamente i miei cari ! MARIA GIORGETTI.

Barga, Conservatorio Regio S. Elisabetta, 15 Luglio 1894.

Rendono pure grazie infinite all'Ausiliatrice dei Cristiani per favori ottenuti mediante la potente sua intercessione i seguenti

D. Stefano Rovigatti, Orziano. - N. N., Ghilarza (Sardegna). - Rosina Cirillo , Boscotrecase. - S. C., Cooperatrice di Zignago_ - Rosa Terenghi, Oggiono. - Ch. Stefano Regazzoli , Cedegolo. - D. Giuseppe Thomatis, Arciprete, per l'ottenuta guarigione a se, ai fratello Giovanni Battista, alla cognata Catterina Rosso od alla nipote Bianca, Ville S. Pietro. - Don Filippo Mortinelli, Arciprete, Cerato. - Carlo Virtoli, Reggio Emilia. - Rosina Visintainer , Trento. - Angelina M., Vernante. - Una figlia di Maria d'un paese del Biellese. - Marianna Acerbo, Loreto Aprntino. - Un Cooperatore Salesiano per grazia ottenuta a sua moglie. - Giuseppe Sartoris, Cassine (Alessandria). - C. G., Foglizzo. - T. C., Sampierdarena,. - Sac. D. Francesco Comino, Rettore del R. Ospizio Maschile, Mondovì. - Antonietta Grassini, Yolpiano. - Ch. Gerolamo Civera, Martinengo.

NECROLOGIE,

Raccomandiamo in modo particolare alle preghiere dei nostri lettori la damigella Carlotta Braja, deceduta in Chieri ai 27 aprile di quest'anno , dopo aver speso vita e sostanze in favore delle Opere Salesiane. Zelante Cooperatrice, cooperò efficacemente alla fondazione dell'Istituto e dell'Oratorio festivo di S. Teresa in Chieri; e riuscita in questo suo intento , dedicò tutta se stessa al benessere del medesimo Istituto. Però non dimenticò le mille altre Opere nostre ; ed ogni volta si faceva appello alla carità dei nostri Cooperatori, essa era delle prime a rispondere per quanto le permettevano le sue forze. - Il compianto generale dei buoni Chieresi alla sua morte è un segno manifesto della stima che presso di loro godeva di ottima e benefica donna. Le conceda il Signore la pace dei giusti !

Il giorno 1° giugno, festa del Sacro Cuore Gesù, i Salesiani del Messico pure hanno sofferto una gravissima perdita : la morte del signor EDOARDO ZOZAJA, colui che in unione con sua sorella regalò loro i 20 mila metri quadrati di terreno, sui quali stanno edificando, colui che loro dava otto scudi al mese, altri soccorsi ed ottimi consigli. Il nostro D. Piccono che ce ne dava il doloroso annunzio ci dice come il primo giorno della sua malattia mandò sobito pel suo confessore e dopo quattro giorni moriva santamente.

Lo raccomandiamo ben di cuore alle preghiere dei nostri Cooperatori.

VARIETA'

Ad onor di Maria Ausiliatrice. (Ritardate)

Chioggia. - Per cura del nostro Direttore Diocesano D. Francesco Naccari furon tenuti in questa nostra città due bellissimi discorsi intorno a Maria Ausiliatrice : uno in S. Domenico dal R.m° Mons. Don Antonio Bassani, il 24 maggio, e l'altro in S. Giacomo la domenica seguente 27 dal R°'° Mons. D. Angelo Penzo, canonico onorario e parroco di S. Andrea, predicatori amendue del Mese Mariano nelle detto chiese. Queste due prediche infervorarono assai nella divozione a Mina Santissima, ed aumentarono di un bel numero gli ascritti alla nostra pia Unione.

Il giorno 26 dello scorso giugno poi questi Cooperatori ebbero la fortuna di ospitare tra di loro i giovanetti del Collegio di Mogliano Veneto. Essi si tengono sempre felici di poter prestare qualche servizio ai figli di Don Bosco.

UN COOPERATORE SALESIANO.

Cannara. - Il giorno 17 del mese di giugno le benemerite Suore di Don Bosco, nella chiesa attigua al loro Pio Istituto celebrarono la festa di Maria SS. Ausiliatrice, loro principale Patrona. Fu una festa senza pompa, ma devota, una di quelle feste ove la pietà trova pienamente il suo pascolo. Fu premesso un triduo di preparazione nelle tre sere precedenti la festa, con brevi ed analoghi discorsi recitati dal sacerdote cannarese Rev. Don Domenico Cappelletti ; col canto dell'Ave Maris Stella e del Tantum ergo in musica, diretto dal nostro esimio Maestro Stella ed eseguito dalle brave educande ed alunne delle loro scuole, e colle benedizione del SS. Sacramento. La mattina della festa v'intervenne Monsignor Vescovo Diocesano, il quale celebrò la S. Messa infra la quale tenne un bel fervorino e dispensò il pane degli Angioli ad alcuni giovanetti d'ambo i sessi ammessi per la prima volta alla S. Comunione, nonchè alle Figlie di Maria ed altri fedeli, nel mentre che le alunne delle scuole cantavano analoghi mottetti coll'accompagnamento dell'organo. Nel resto della mattina fino al mezzodì si celebrarono buon numero di Messe dai sacerdoti del paese e da altri forestieri che gentilmente vollero prender parte alla festa.

Nel pomeriggio, cantato il Tantum ergo dalle stesse alunne, s'impartì la benedizione col Venerabile dal Rev.m° signor Priore della Cattedrale di Assisi, mentre Monsignor Vescovo assisteva in privato.

Quindi in una sala dell'Istituto, ove era stato improvvisato un teatrino, fu eseguito dalle educande e dalle alunne e da alcune giovani dell'Oratorio festivo un dramma in 5 atti intitolato Le Orfanelle, ossia Maria per Madre, che tra i singoli atti veniva alternato da poesie in onore della Madonna e da canti ben condotti e diretti dal sullodato Maestro, con accompagnamento di pianoforte. Infine un dialogo di 19 bambine ringraziava Monsignore offrendogli fiori ed auguri. Di molto effetto poi fu l'inno in musica, che pose termine al divertimento.

Si-la E. Rev.ma Monsignor Vescovo, i sacerdoti che si trovarono presenti e le principali famiglie del paese elio corrisposero all'invito, dimostrarono la loro pienissima soddisfazione ed ebbero parole d'encomio per le ottime Suore, che con tanta abnegazione faticano per il bene morale e civile di queste giovanette, per l'educande ed alunne, che bene eseguirono la parte loro affidata, e poi bravo Maestro Stella, che con la sua pazienza potè ottenere quei canti così bene eseguiti.

UN COOPERATORE SALESIANO.

Ulna festa scolastiea nell'Istituto femminile di Bordighera-Torrione. - Togliamo dall'ottimo Corriere Nazionale di Torino

« Questo Istituto, diretto dalle Suore di Maria Ausiliatrice, fondato da Don Bosco, sorge a pien meriggio in aperta pianura, tutta coltivata ad agrumi, fiori e piante meridionali con comodità dei bagni di mare che dista di pochi passi. Protetto a settentrione da verdeggianti e graziose colline, coperte da oliveti e vigneti, si gode colà il dolcissimo clima d'una continua primavera.

Il grandioso fabbricato, costruito secondo tutte le regole igieniche, può agevolmente ospitare circa 200 alunne, mentre all'esterno un bellissimo giardino e comodi cortili permettono alle medesime di abbandonarsi liberamente agli esercizi ginnastici e a tutti i divertimenti proprii della loro età.

» L'insegnamento è dato da maestre approvate in conformità dei vigenti programmi governativi.

» Ma entriamo nel lungo e vasto salone del Teatro, tutto messo a festoni , a fregi' , a gentili ed appropriate iscrizioni. Qui si presenta allo sguardo uno dei quadri più belli a vedersi.

» Lassù nell'ampio palco-scenico stanno schierate in semi-cerchio le alunne, palpitanti fra il timore e la speranza, spingendo l'occhio indagatore a leggere l'impressione elio farà nel cuore dei loro cari parenti il sospirato esito finale.

» Dopo una marcia d'introduzione a sei mani e un inno di circostanza, il sac. prof. Francesco Cerruti, da quel valente pedagogista che egli è, pigliando le mosse dalle parole del celebre Girardin, che - l'avvenire della società è riposto nelle mani della donna, - parlò della necessità e dovere di dare alla donna quell'educazione morale e quell'istruzione, resasi ornai necessaria ai giorni nostri, che la debbono formare il tipo, la creatrice, l'educatrice della famiglia cristiana , educazione ispirata alla Religione, e che deve soprattutto aver di mira la modesta operosità della vita casalinga, non l' ambizione di correre in cerca di una vana gloria al di fuori, male funesto che preparò in gran parte le sociali rivoluzioni.

» Io uscirei dai limiti di una relazione, se volessi ora dire dei saggi di declamazione, di canto, di pianoforte, e della sicurezza, precisione , brio e sentimento con cui ogni parte fu eseguita a meraviglia da quelle brave alunne ; ma non posso tacere del canto-ginnastico del maestro Graziani, e soprattutto del mirabile saggio intitolato - Banda vocale - del maestro Anfossi, che strappò ripetuti applausi, e che ti trasportava addirittura ad assistere ad una piena orchestra, ove tutti gli strumenti a corda con quelli a fiato rendevano la più varia e bella armonia.

» Finita la distribuzione dei premi alle allieve che si segnalarono per condotta, studio e lavori femminili, come pure nella lingua francese, nella musica e nel disegno, posero termine alla festa brevi parole di Monsignor Daffra, improntate sempre a quello zelo e carità che lo anima in tutto.

» I tre quadri che ci stanno innanzi, egli diceva, di Leone XIII, di Monsignor Biale, mio venerato predecessore, e di Maria Santissima Ausiliatrice, porgono argomento al mio dire. Il Sommo Pontefice ci raccomanda : Opponete scuola a scuola, società a società. Monsignor Biale chiamava qui i Salesiani ad aprire scuole pel popolo, e per sua esortazione si erigeva quest'Istituto, che, sotto gli auspicii della Vergine Ausiliatrice, venne sempre riguardato con crescente favore. - Si è detto, continuava, che le Monache non hanno cuore, perchè non hanno famiglia.

» Chi osò pronunciare quelle parole ? Il vero è che la Suora non ha famiglia naturale, ristretta, perchè il suo cuore possa abbracciare quell'altra famiglia spirituale, immensa come l' affetto, che la Divina Provvidenza le ha assegnato.

» Fortunate voi pertanto, o giovanette, che sotto guide così esperte e saggie potete arricchire la vostra intelligenza, formare il cuor vostro a quei sodi principii che vi renderanno meno gravosa la vita quaggiù. Tornate, sì, tornate volentieri alle case vostre ad allietare i vostri cari col saggio e virtuoso vivere, appreso in quest'albergo della scienza e della virtù. E ritornate pur volentieri all'Istituto, non sole però , ma accompagnate o dalla sorella o dall'amica, affinchè altre molte figliuole possano godere dei benefici frutti della saggia educazione che qui viene impartita a vantaggio della Patria e della Religione. »

E noi questa medesima esortazione rivolgiamo alle famiglie, certi che se ne troveranno largamente contente sotto tutti i rapporti.

Vizzini. - Sin da immemorabile tempo nella basilica parrocchiale collegiata di San Giovanni Battista in Vizzini , Diocesi di Caltagirone, ha culto la Vergine sotto il titolo di Maria Ausiliatrice ; ivi è una propria cappella, ove s'erge maestosa, artisticamente bella la statua di Maria, con sul braccio sinistro il Divin Pargoletto, e sulla destra il caratteristico scettro. Pel passato si festeggiava al 24 settembre. Da parecchi lustri a noi s'è aggiunto nel Mese Mariano un triduo precedente il 24 maggio. Quest'anno s'è celebrato tutto il maggio (come si farà in avvenire) alla presenza del bel simulacro di Maria Ausiliatrice; i fedeli sono accorsi costantemente nelle funzioni del mattino e della sera per tutto il mese. Il 25 maggio poi (giacchè il 24 era impedito dalla solennità del Corpus Domini), vi furono numerose Comunioni, che applicarono per la prosperità del S. Padre Leone XIII e pel trionfo della Chiesa. Si raccomandò a Maria Ausiliatrice la bell'anima di Don Bosco e l'Opera dei Salesiani tanto benemerita alla società. I Canonici della Collegiata accrebbero decoro, prestandosi con assiduità alle confessioni ed intervenendo alle sacre funzioni ; sicche i fedeli n'erano oltremodo contenti. Accolga Maria Santissima Ausiliatrice questo bel Maggio, aiuti colle sue grazie i devoti suoi, e promuova il suo culto già impiantato felice mento quest'anno nella basilica parrocchiale collegiata di S. Gio. Battista in Vizzini.

Sac. Can. FRANCESCO PEDI Cooperatore Salesiano.

Feste aloisiane.

Borgo S. Martino - Splendida riuscì quest' anno la festa di S. Luigi nel Collegio Salesiano di Borgo S. Martino così dice il Corriere di Casale del 29 giugno scorso.

Alla mattina fu cantata la Missa Dominicalis a tre voci del sacerdore I. Mitterer, egregiamente eseguita dai giovani convittori. Questa è musica di chiesa , ed in udirla , pareva di trovarci alla cappella Sistina. Alla sera poi il canto dei salmi in falso-bordone, eseguito a doppio coro da tutti gli alunni, riuscì veramente maestoso e solenne. Questo modo di cantare i vespri è eccellente, e questa sarebbe la migliore maniera di fare i vespri in musica.

Dopo le sacre funzioni si tenne una bellissima accademia in onore di S. Luigi. Vi assisteva il M. R. signor D. Rua e varíi illustri personaggi del clero e del laicato. Le composizioni in poesia ed in prosa lette o recitate a memoria dagli alunni furono bellissime , quali dovevano uscire dalla penna di quei valenti professori. Concetti elevati, pensieri nuovi e peregrini, forma snella ed elegante fluidità di verso, il tutto unito in un giocondo complesso di armonia e di luce, che rapiva i cuori.

Quanto alla musica piacque moltissimo l'Inno musicato dal Maestro dell'Istituto D. Luigi Musso. In esso non sai se ammirare più le delicate ispirazioni o l' ingegnoso e perfetto connubio delle voci. La colta assemblea applaudì calorosamente gli alunni esecutori, nonchè il bravo Maestro. I concerti, eseguiti dalla Banda di Vignale Monf., che sonò con finitezza e maestria, riscossero vivissimi e prolungati applausi.

Chiudeva la serie dei componimenti con parole analoghe alla circostanza il signor Don Rua, successore di Don Bosco, e Superiore Generale dei Salesiani. Fragorosi applausi accolsero le sue paterne espressioni.

Splendidi pure riuscirono i fuochi artificiali, a cui assisteva tutta la popolazione di San Martino.

Tutt'insieme la festa di San Luigi nel Collegio di San Carlo deliziò indicibilmente quanti vi assistevano.

Sia onore ai Salesiani che, con vero intelletto di amore sanno promuovere di così belle feste.

Trino Vercellese - I giorni 30 giugno e 1° luglio scorsi furono solenni per l'Oratorio di Trino e l'annesso Collegio Salesiano. Con grande apparato e con ineffabile gioia di quei giovani, a cui s'unirono pure i genitori e la nobiltà di Trino, si celebrarono le feste di San Luigi Gonzaga e del S. Cuore di Gesù, patrono dei giovanetti l'uno e titolare del Collegio l'altro.

A coronare la letizia di quelle solennità intervennero le LL. EE. Rme. Mons. Lorenzo Pampirio, Arcivescovo di Vercelli, e Mons. Basilio Leto, Vescovo di Samaria, stato per trent'anni zelante Parroco di Trino.

Da una compitissima relazione che ne fa il Vessillo di S. Eusebio, organo diocesano, il 7 luglio, apprendiamo quanto sia riuscita imponente la processione che quei giovanetti fecero partendo dall'Oratorio per recarsi alla Parrocchia, portando fra cantici e suoni il simulacro del glorioso San Luigi, colla presenza dei sunnominati Eccellentissimi Pastori. A questa processione intervennero pure gli Operai Cattolici colla loro preziosa bandiera.

Durante quelle feste due esimii oratori, i MM. RR. Don Francesco Rosso, Parroco di Castel Apertole, e Don Carlo Salamano da Vercelli, Direttore dei Cooperatori Salesiani di quella Diocesi, pronunciarono edificantissimi sermoni. Il primo nella sua Conferenza ai Cooperatori e Cooperatrici Trinesi, con parola faconda e dotta , magnificò l'opera eminentemente umanitaria di D. Bosco in mezzo all'odierna società, spronando il numeroso uditorio a farsi cooperatore di un'istituzione che attira l'universale ammirazione. Il secondo, con accenti d' amore e con trasporto tutto suo proprio, svolse e raccomandò ai pietosi fedeli la divozione al S. Cuore di Gesù, come la più tenera e la più efficace a soffocare l'irrompente incredulità e la universale corruzione che ha invaso il cuore umano.

Mentre ci congratuliamo con quei nostri confratelli, che han saputo organizzare feste così belle , mandiamo pure un sentito ringraziamento a quel zelante Prevosto, il Rev. Can. T. D. Silvino Nervi recentemente onorato del titolo di Monsignore da SS. Papa Leone XII, ed a tutti i buoni Trinesi che si prendono cotanto a cuore d'aiutare l'Opera Salesiana.

Varazze - Un corrispondente scrive alla Sveglia di Sestri Ponente la seguente bella relazione della festa di San Luigi celebratasi nel Collegio Civico di Varazze il 29 giugno scorso

« Sull' imbrunire della vigilia alcuni palloni aereostatici richiamarono l'attenzione del pubblico, il quale, istruito dagli anni precedenti , si recò ad ora tarda nei luoghi opportuni, per godere il bello spettacolo di una gaia illuminazione alla facciata del Collegio. Dal luogo eminente ove questo sorge, presentava alla cittadina sottostante una vista stupenda.

» Al mattino della festa la funzione fu nell'interno del Collegio. Lo scrivente ebbe agio a constatare, quanto i RR. Salesiani si adoperino per rendere solenni le feste che celebrano i loro alunni. Sopratutto fu consolante il vedere circa cent' ottanta giovanetti accostarsi divoti alla Mensa Eucaristica, infervorati dalle ardenti parole di fede e di amore del M. R. Prof. Giovanni Tamietti, Rettore dell'Ospizio Salesiano in S. Pierdarena ed Ispettore delle Case Salesiane della Liguria. Tra loro, con soddisfazione speciale, furon notati una cinquantina di alunni esterni della nostra città, ascritti alla Compagnia di S. Luigi Gonzaga, fondata, non è molto, appositamente per loro e diretta dai R R. Salesiani. S' abbiano essi il plauso dei buoni e l'incoraggiamento ad ingrossare le file della gioventù virtuosa.

« Non meno soddisfacente riuscì la funzione della sera. Gli alunni, sì interni che esterni, circa 500, condussero per le vie principali del centro il divoto simulacro del protettore della gioventù, Quei giovanetti fieri di sì nobile, patrocinio, con mazzi di fiori, con emblemi religiosi si fecero sfilare per lungo tratto composti e giulivi , mentre andavano alternando coi suoni della nostra banda musicale della S. O. Cattolica, religiosi cantici. Uno spettacolo mirabile davano poi quando schierati in quadrato attorno alla statua del Santo, cantavano a coro, accompagnati dalla banda , un festoso inno di occasione.

» Ben riusciti fuochi d'artificio e scelti pezzi suonati dalla prelodata banda cattolica trattennero poi fino ad ora tarda gli alunni ed il pubblico, che venne in larga parte ammesso nel cortile dell'Istituto. Una lode ai superiori ed alunni che ci procurarono così dolci e serene soddisfazioni ».

A che sia destinata la Casa Salesiana di Trecate.

MIO VENER.mo PADRE,

Il Bollettino Salesiano del mese di luglio, riportando un articolo dell'Italia Reale, dava l'annunzio ai nostri Cooperatori dell' inaugurazione della Casa e della Benedizione solenne della nostra pubblica chiesa di Trecate. Ma erano notizie compendiate che, per soprappiù, nulla dicevano della scopo di questa Casa che pur è giusto conoscano i nostri Cooperatori. Ella stessa avrà piacere di conoscere un po' più diffusamente le cose nostre,. ed io ben volentieri lo faccio, nella speranza di far pure cosa grata ai nostri Cooperatori.

I desiderii ed i voti (e duraron costanti per 9 anni...!) della pia signora Geromina Moro, nostra vera e provvida madre, sono finalmente compiuti e soddisfatti ! E ben di cuore io auguro alla generosa Benefattrice che possa vivere ancora molti anni per vedere abbondanti i frutti della sua caritatevole opera !

La Casa, destinata pei figli di Maria, pei giovani adulti cioè che, chiamati da Dio all'ora 9a e 11a a lavorare nella mistica sua vigna, intendono avviarsi alla carriera ecclesiastica nelle rispettive diocesi , o nelle Missioni estere o in qualche religioso istituto, è un ampio e stupendo fabbricato con giardino e cortili, disegno ed opera del Gen.mo signor ingegnere Carlo Colla. Dista dalla stazione ferroviaria tre minuti appena. E Mons. Vescovo di Novara, che ci ama tanto, spera grandi aiuti da questa Casa per la vastissima sua Diocesi (Parrocchie 372) bisognosissima di sacri ministri.

Anche l'Oratorio festivo , annesso al Collegio , già aperto e frequentato dai giovani del paese, è riuscito davvero magnifico e comodo. È capace di oltre 600 giovani, e tanti e forse di più presto ne conteremo ! Vedesse che bel cortile e provvisto di attrezzi per la ginnastica, e che stupenda tettoia ! Questi giovani fin d'ora mi danno grandi speranze di conforti e di consolazioni.

Il dì 13 del p. giugno, S. E. Rev. Mons. Pulciano, nostro amatissimo Vescovo, degnavasi, circondato da tutto il Clero della Parrocchia e dalla popolazione esultante, benedire solennemente la nostra cappella dedicata al Cuore dolcissimo di Gesù, a Maria Ausiliatrice ed a S. Antonio da Padova.

Mancava, con sommo mio rincrescimento, alla lieta funzione il nostro carissimo signor Arciprete D. Luigi Terruggi, il quale, dopo aver tanto brigato e fatta per aver i Salesiani nella sua Parrocchia, dopo quasi tre mesi di fiera malattia , rimessosi finalmente un po' in salute, andava, proprio in quei giorni, a respirare Parie salubri dei monti. Ed io gli auguro possa presto e del tutto riacquistar l'antica salute e presto tornare a Trecate, ove da tutti è amato qual padre ed amico e sarà pel nostro Oratorio il più sicuro appoggio ed aiuto.

E mancava Ella pure, signor Don Rua... ! Me lo aveva promesso di passar quel giorno cogli amici e figli di Trecate... meno male che fu degnamente supplita dal nostro caro D. Cerruti, il quale, assai prima di me, Le avrà parlato delle nostre solenni feste. Sì ! fu la nostra una solenne e lieta festa, rallegrata, dopo pranzo, dalla banda musicale del paese, e tanto più cara percbè vi pigliava parte, colla sua apostolica benedizione, il S. Padre Leone XIII.

Io ebbi la fortuna e la consolazione di celebrare per primo la S. Messa nella nuova cappella, la quale applicai per la nostra pia Benefattrice ed Ill.ma famiglia, dopo cui Mons. Vescovo rivolse al popolo un breve ed improvvisato discorso, ma bello e commovente oltre ogni dire. Chiuse la funzione la trina Benedizione impartita dalla prefata S. E. Rev.ma che partì alla sera lieta e contenta del giorno passato co' suoi figli di Trecate.

Ho già parecchie domande di figli di Maria per l' anno venturo , molte altre certo giungeranno appena sarà conosciuto il programma della Casa che si sta presentemente stampando.

E ora chiudo la mia relazione col raccomandarmi caldamente alle sue preghiere. Ho per le mani una missione superiore a' miei meriti come alle mie forze... mi aiuti, mi conforti colle sue orazioni ! Altrettanto, son sicuro, farà dal Cielo il comun Padre D. Bosco !

Mi benedica e mi creda

Trecate, 14 luglio 1894.

Suo umil.mo aff.mo figlio

Sac. ANGELO MARIa RoCCA Direttore.

Nell'Istituto di S. Giuseppe a Macerata

In una festa di famiglia che si celebrava il giorno 12 giugno nell'Istituto Salesiano di S. Giuseppe in Macerata e che fu onorata dalla presenza di S. E. R.ma _Mons. Papiri, Vescovo diocesano, l'illustre signor capitano Angelo Beretta pronunziava preziose parole che non vogliamo lasciar cadere in dimenticanza. Alludendo ad un colloquio avuto con persone di sentimenti non troppo clericali, egli così incominciava:

« Andiamo a vedere che cosa hanno fatto i nostri nemici ; mi fu detto ieri sera. E stamane da una persona molto colta e ben pensante, alla moda s'intende, mi venne testualmente risposto che han saputo fare e molto bene. In poco più di tre anni dall'apertura, il numero dei giovani ammessi in questo Istituto Salesiano è salito a 160, mentre in altri Collegi ed Istituti da parecchi anni va diminuendo. Quale ne è la ragione? Tutti la sanno.

... Grazie ai Salesiani, v'è anche fra gli altri chi indossa l'onorata divisa militare, che, se prima o non entrava o entrava nella casa di Dio dalla porta segreta, ora vi entra dalla porta principale; se la veste nera, mi si perdoni l'espressione, facevagli paura ed erane disprezzata, ora è avvicinata volontieri ed altamente stimata.

» Coraggio adunque; e all'opera di chi con quindici pani potè dar da mangiare a trecento giovani, avanzandone ancora quindici, come narra il suo biografo nei capitolo : Da 15 leva 300 resta 15, non mancheranno gli appoggi.

» I giovani cresciuti con buoni principii, che impararono ad essere prima buoni cristiani, cittadini, soldati, e di poi buoni padri di famiglia, vi benediranno, o cari Salesiani, e vi ricorderanno sempre con affetto e gratitudine. »

A queste parole del buon capitano Beretta aggiungeremo ancora alcune poche della Patria, gazzetta settimanale d'Ancona, la quale dopo aver dato un lungo resoconto della suddetta festa, conchiude dicendo che essa « ha lasciato in tutti gli intervenuti la più grande soddisfazione, e in alcuni l'ambito disinganno di vedere ciò che non avrebbero mai immaginato, cioè tanto vero progresso in sacerdoti, che, come tali, vengono dipinti invece quali eterni nemici del progresso. »

I Salesiani a Milano e la benedizione del S. Padre.

A proposito del nuovo Istituto Salesiano erigendo in Milano, i giornali di questa città nel Maggio scorso ci annunziavano come il S. Padre si è degnato di approvare e benedire la generosa iniziativa presa dal zelante Comitato Salesiano Milanese. Così ci raccontano la cosa: « I signori Luigi e Giuseppina coniugi Petazzi, recatisi a Roma ed avuta, per singolarissimo favore, un'udienza del S. Padre, come zelanti membri del Comitato Salesiano Milanese domandarongli una benedizione sull'Istituto erigendo in Milano. Alle preghiere così degnavasi rispondere Sua Santità: Sento dire da Torino che D. Rua zela molto quest'opera. Sperano a Milano di poterla istituire? Hanno raccolti i mezzi sufficienti? E rispostogli che si stanno raccogliendo e che si spera pel prossimo Ottobre di aprire l'Istituto, il S. Padre proseguì: Oh! i Salesiani fanno molto bene nell'educazione dei giovanetti. Benedico ben volontieri il Comitato Milanese per la Istituzione Salesiana. In questa benedizione i generosi oblatori, che hanno già erogato il loro obolo, trovano un confortante compenso, e come uno stimolo a chi forse non si è ancor., capacitato dell' importanza di questo Istituto e dell'urgenza di venire in suo aiuto. »

Cooperatori defunti nel Giugno e Luglio 1894.

1 Alman-Ferrari Trecate Antonietta - Torino.

2 Arnione D. Francesco - Cavagnolo (Torino).

3 Anelli prof. Pompeo - Reggio Emilia.

4 Angelini D. Serafino, Parroco - Colle di Arquata (Ascoli Piceno). 5 Arrighi Domenico - Rimbocchi (Arezzo).

6 Artusio Lucia - Piobbesi (Cuneo). 7 Bacci-BoniventoGiuseppina - Chioggia (Venezia).

8 Battaglini Mattioli Contessa GiuliaRimini (Forlì).

9 Beccario D. Gio. Battista - Cer-rina (Alessandria).

10 Belgerii capitano Giovanni-Dongio Blencio (Svizzera).

11 BernardiD. Domenico - Remozzacco (Udine).

12 Bobba Margherita - Frassineto Po (Alessandria).

13 Bollati Olimpia nata Tolosano - Saluzzo (Cuneo).

14 Bona Domenico - Strambino (Torino).

15 Bon Canti Giuseppe, segretario -lìeda (Milano).

16 Borasio D. Luigi - Qualtrocascine (Alessandria).

17 Bosso Teresa - Buttigliera d'Asti (Alessandria).

18 Braga D. Antonio -. Rs`diano (Bre. scia).

19 Bruno ch. Battista - Tomengo (Torino).

20 Buglioni di -Menale Mons. Alfonso, Vescovo - Saluzzo (Cuneo).

'21 Benis di Marcorongo conto Paolo - Torino.

,22 Caruso-Spinelli D. Salvatore - Palermo.

23 Casarotti Paolo - Montecehia di Crosara (Verona).

24 Cecchi Lucinda -- Cairo Montenotte (Genova).

25 Ceronetti Domenico - Torino.

23 Cingolani Alessandro - Chiacavalle (Ancona).

27 Colano Maria ved. Gasparinetti - Ponte di Piave (Traviso).

28 Conelli D. Giuseppe - Briga (Novara).

29 Cotta D. Carlo, Parroco -Cabiaglio (Como).

30 Crotti Luigia - Mede (Pavia).

31 Dallari prof. D. Edoardo, Vie. Fora - Canolo (Reggio Emilia). 32 Depetris Giovanna - Barge (Cuneo). 33 Desideri D. Vincenzo - Ollada (Ascoli Piceno).

34 Fabbrica Giuseppe - Legnano (Milane).

35 Faustini D. Battista - Brescia.

36 Feraudi Maria - Saluzzo (Cuneo). 37 Ferri Italia - Milano. 38 Flecchia D. Cesare - Torino.

39 Fontana Pietro - Stabbio (Svizzera). 40 Galeotti Maddalena nata Gaffi - Verona.

41 Galigani D. Alfonso - S. Pietro in ilio (Pistoia).

42 Garetti teol. D. Giacomo -Asti (Alessandria).

43 Giovannini Teresa - Casabianea(Torino).

44 Giupponi 'col. D. Cesare - Comezzano (Brescia).

45 Givone Giuseppina nata Ollino -,Vitlaguardia (Porto Maurizio).

46 Guglielmi Teresa - Fumane (Verona).

47 Ingarano Agnese vedova Piano - Torino.

48 Lensi D. Pasquale - Campoli (Firenze).

49 Lerami Carlotta - Legnago (Verona).

50 Levis D. Alberto - Tollegno (Novara).

51 Massa D. Luigi - Ronsecco (Novara).

52 Mecchia D. Natalo - S. M. di Linone (Venezia).

53 Melandri Giovanni - Bagnacavallo (Ravenna).

54 Milner cav. Giuseppe - Legnago (Verona).

55 Mordivi Giuseppe - Ossalengo (Cremona).

56 Motti D. Giovanni, prevosto - Budrio (Reggio Emilia).

57 Nastro Don Raffaele - Gragnano (Napoli).

58 Novariuo Bernardo - Roretto (Cuneo). 59 Olivoro Dou Giuseppe - Acceglio (Cuneo).

60 Ortu D. Vincenzo, Parroco - San Vero Congius (Cagliari).

61. Padre Michele, Cappuccino - Città di Castello (Perugia).

62 Peruzzi Irene - Firenze.

63 Pini Don Francesco - Corezzo (Arezzo).

64 Piotti D. Cristoforo - Lavone (Brescia).

65 Pratesi D. Alessandro - Pistoia (Firenze).

60 Rabador D. Francesco - Ogliano (Treviso).

67 Ramelli D. Giuseppe - Torino.

68 Romano D. Gio. Battista - Udine. 69 Rossi Emilia - Fumane (Verona). 70 Rostari Giuseppa Maria, religiosaGenova.

71 Sacchi Marietta - Olate (Como).

72 Salati D. Carlo -. Fosdondo (Reggio Emilia).

73 Santini Don Vincenzo, Canonico - Bondeno (Ferrara),

74 Sartori Angela - Bassano (Vicenza) 75 Silvestri Luigi fu Paolo - Valdengo (Novara).   - 76 Tomasetti D. Ferdinando - Cerreto (Forlì).

77 Tonutti D. Vincenzo: - Talmanovs (Udine).

78 Torasso Angela - Casabianca (Terivo).

79 Valisi Maria - Villaa d'Aiano (Bologna).

80 Varaldo Giuseppe fu Pasquale - Savona (Genova).

81 Vignola Maria - Fumane (Verona). 82 Villani Marianna - Alelpignano (Lecce).

83 Vaglino Antonio - Acgni (Alessaudria).

Cooperatori defunti nel luglio e Agosto.

1. Agazzi D. Costantino., Parroco - Ama (Bergamo).   -

3. Agosto Mons. Ippolito Vescovo dì Nicapoli - Rustch.uc (Bo.igaria).

3. Albertini Angola - Vercelli (Novara).

4. Appendini Antonia - Cascinale Vallongo (Torino).

5. Asti Giovanni - Volvera (Torino). 6. Astori Pietro -Gandino (Berjamo). 7. Bacino Teresa-Vigevano (Pavia). 8. Ballico D. Antonio - Fonzaso (Belluno).

9. Barbieri D. Pietro, Parroco - Cizzago (Brescia).

10. Bardotti Don Angelo, Canonico - Broni (Pavia).

11. Bellagente Don Primo - Bisnate (Milano).

12. Bert D. Antonio - Latisana (Udine).

13. Berta Carolina - Castellinaldo (Cuneo ).

14. Bertone Giacomo - Romano Can. (Torino).

15. Bima Don Gioachino - Desenzano (Brescia).

16. Bontempi D. Federico, Parroco Barbara (Ancona).

17. Bottero Giuseppe - Villafranca P. (Torino).

18. Botto Maria vedova lticcardi - S. Vittorio d'Alba (Cuneo). 10. Brazeli Amalia - Sacconago (Milano).

20. Buglioni D. Francesco, Teol. V. Curato - Savigliano (Cuneo). 21. Canegalli Don Carlo, Parroco - Naggio (Como).

22. Capra Angelina- - Gottolengo (Brescia).

23. Carlino Angiolina - Torino.

24. Cassinis Com. Gaspare. lt. Notaio - Torino.

25. Castiglione Don Antonio - Locate Varesino (('orme).

26. Cecci Carlo - Sobiera (M,dessa-Carrara).

27. Chesi Filomena - Fisto (Tirolo). 28. Chiodini Don Giuseppe, Parroco - Cortenuova Sup. (]iergaa,ùo).

29. Della Caguolotta ID. Giuseppe, Arcip. V. For. -- Sondrio.

30. Dellacasa Marinetta - Torino.

31. Dellacha Adelina - Novi-Ligure (Alessan.

32. Dellavalle Contessa Bianca - Torino.

33. Del Pol D. G. M., Pievano - San Stefano del Cadore (Belluno).

34. Di-Lorenzo D. Stefano, Arcip. V. Gen.le - Toscanella (Roma).

35. Di-Stefano D. Emanuela - Ragusa inferiore (Siracusa).

36. Dolsini Don Gaetano - Miradolo (Pavia).

37. Donaggio Vincenzo - Chioggia (Venezia).

38. Dorigatti Domenica - Ciago (Austria).

39. Faggiani Marta vedova Signetti - Torino.

40. Fantini Don Leopoldo , Parroco - Dovadola (Firenze).

41. Fiorini D. Luigi. - Lodi (Milano). 42. Flecchia D. Luigi - Vercelli (Novara).

43. Foglizzo Catterina vedova Lia - Casalborgone (Torino).

44. Francli D. Leonardo, Curato - Segonzano (Austria).

45. Gay Paolina, religiosa - Vercelli (Novara)

45. Gerundivi. D. Innocenzo, V. For. - Montesicuro (Ancona).

47. Gibellini Giovanni - Fabbri di Sopra (Modena).