BS 1900s|1907|Bollettino Salesiano Marzo 1907

ANNO XXXI - N. 3.   MARZO 1907.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO NELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D.BOSCO

SOMMARIO: A S. S. Papa Pio X    65

Una fulgida gemma dell'Oratorio    66

In memoriam    69

Savio Domenico e D. Bosco    7o

In onore di S. Francesco di Sales: a Torino, Cagliari, Caserta, Genova e .Sampierdarena, Genzano di Roma, Legnago, Lisbona, Milano, Napoli, Ortona a Mare, Pavia, Pisa, Roma.   73

Oratorî festivi: Lettere, ecc. - Norme fondamentali per le istituzioni giovanili di Roma - Pel Congresso di Faenza    76

DALLE MISSIONI: GIAMAICA: Il terremoto del 14 gennaio - EQUATORE: La Missione di Mendez e Gualaquiza - In fascio : Chubut, Dal Brasile, Porto Stanley, Al Mozambico . . .   8o

IL CULTO DI MARIA SS. AUSILIATRICE: Pellegrinaggio spirituale - Grazie e graziati    . . 87

NOTIZIE VARIE : A Valdocco - In Italia: Comacchio, Parma - All'Estero: Lisbona - Dall'America: Bahia, Cordoba, Lima-Breña, Patagones, Puebla   . .   .    90

Necrologio e Cooperatori defunti    94

XIX MARZO MCMVII

ALLA SANTITÀ DI NOSTRO SIGNORE PP. PIO X

Beatissimo Padre,

Voi lo dicevate al dilettissimo popolo di Venezia il 27 aprile 1396:

« L'amore, che è sapientemente industrioso, cerca sempre nuovi modi per manifestarsi e approfitta di tutte le circostanze per dare alle persone dilette le prove della sua tenerezza. Ora non potendovi essere, dopo Dio, chi meriti il nostro amore più di Colui che, depositario della divina autorità e pieno della carità di Gesù Cristo, ne funge, qui sulla terra, le veci, quanti sono cattolici approfittano di tulle le occasioni per dimostrargli la loro venerazione... »

É per questo, Beatissimo Padre, che al ritorno del Vostro Onomastico, il pensiero nostro torna supplichevole al trono del glorioso Patriarca di cui riceveste il nome al Fonte Battesimale, e col più vivo affetto si raccoglie ai vostri piedi.

Noi lo vediamo!... Voi piangete e pregate; piangete per « le condizioni dolorose in cui si trova la Chiesa combattuta ed oppressa da molli degli stessi suoi figli » e, pregando, ci dite « esser venuto il momento di usare, in modo particolare, del gran mezzo lasciatoci dal Divin Salvatore... della preghiera! »

Ebbene, noi siamo con Voi, o Beatissimo Padre, noi pure piangiamo e preghiamo con Voi !... come per Voi, o oggi e sempre, scioglieranno i più fervidi voti

I FIGLI E I COOPERATORI DI DON Bosco.

Una fulgida gloria dell'Oratorio

IL 9 corrente compionsi cinquant'anni dalla morte del piissimo alunno dell'Oratorio Salesiano di Torino, il trilustre Domenico Savio.

Il gran bene che quest'amabile giovanetto compì fra i suoi compagni in vita e il bene ancor più grande ch'egli continua a compiere colla memoria delle sue virtù, esposte da D. Bosco medesimo in un caro opuscolo, non ci permettono di lasciar trascorrere inosservata la presente ricorrenza.

Oggi pel vezzo di festeggiare ogni data si fanno alle volte inopportune ed anche ingiuste apoteosi: è quindi non solo cosa buona, ma pur doverosa, che offrendosene il destro, si ponga ogni studio a cingere di tutta la loro luce immacolata quelle anime elette, la cui memoria sarà sempre in benedizione.

« Le onoranze che si rendono alla virtù (scriveva nel 1895 l'Em.mo Cardinal Capecelatro in occasione dei festeggiamenti indetti a Mondonio pel collocamento di una lapide commemorativa sulla fronte della casa ove morì appunto il nostro Domenico Savio) le onoranze che si rendono alla virtù sono le sole degne dei Cristiani; perciocchè nella virtù risplende quella luce del Signore, che vieppiù ce lo fa conoscere ed amare. » E appunto per questo crediamo abbia a tornar proficuo ai nostri lettori l'affettuoso tributo che rendiamo al piissimo alunno dell'Oratorio.

« Parmi segno di predestinazione agli Ordini religiosi, scriveva affettuosamente nell'ottobre del 1895 anche l'Eminentissimo Card. Parocchi, parmi segno di predestinazione agli Ordini religiosi l'acquisto di giovani maturi al Cielo.

Così Lodovico di Tolosa e Giovanni Battista di Borgogna a' Minori, Imelda Lambertini alle Suore di S. Domenico, Michele Desanti a' Trinitari Scalzi, Girolamo Tiraboschi a' Figli di S. Camillo, la Redi alle Teresiane, il Ven. Castelli ai Barnabiti, Fratel Gabriele dell'Addolorata alla Congregazione de' Passionisti, e, per tacer di tant'altri, quel sublime ternario del Kostka, del Gonzaga e del Berchmans alla Compagnia di Gesù, se non bastarono a portar i frutti degli anni adulti, ne offrirono uno più grande, lo spettacolo di un'ammirabile santità entro la cerchia di un'età breve.

» A' nostri tempi erano a D. Bosco augurii di felice successo que' cari giovani di Gabriele Fassio, Luigi Rua, Camillo Gavio, Giovanni Massaglia ed altri, i quali, rapidamente compiuta la vita, finirono per eguagliare il corso di tempi non pochi. Di nessuno però, ch'io mi sappia, scrisse con tanto affetto, con tanta unzione, con tanto paterno compiacimento il piissimo fondatore de' Salesiani, come del trilustre Domenico Savio.

» Nell'opuscolo della vita di lui, che vale un volume, limpida si rispecchia e fedele la fisionomia di Don Bosco, ed è tanto più meraviglioso il fatto, quanto è espressa più al vero la soave immagine di quell'innocente. Tutto del Signore e sapiente in lui e dagli anni più teneri, fa esclamare chi lo ripensi

Domina, praevenisti cum in benedictionibus dulcedinis. Il caro fanciullo a quattro anni, come a quindici, sempre eguale a sè, olezzò come giglio, tutto pietà e candore, in Murialdo, a Castelnuovo d'Asti, a Mondonio, a Torino. In casa con i suoi genitori, modelli di vita cri stiana, nella scuola verso i maestri ed i condiscepoli, nell'Oratorio di D. Bosco verso i superiori ed i compagni, spiegò una virtù sì virile e diede prove di sè tanto straordinarie da dover dire, riguardandole: che saranno gli atleti, se i piccoli sono qui tanto grandi! che tesori di santità serba Iddio alla progenie del Bosco, quando nell'orto di lui coglie fiori di tanta grazia per trapiantarli nel suo giardino

» Ma se Domenico Savio, continua l'Em.mo Parocchi, tornò a gloria dei Salesiani, non meno è riuscito ad essere esemplare di perfezione alla gioventù dei nostri tempi. Se Luigi Comollo, morto fra i seminaristi di Chieri, fu tipo ai chierici, e il Ven. Nunzio Sulpizio agli artigiani, il nostro Savio sarà modello imitabile di virtù agli studenti del ginnasio.

» Il rigoglio della vita fisica e la stessa indole degli studi espongono gli studenti a pericoli, indipendenti, come oggi direbbesi dell'ambiente. Che dir poi se vi aggiunge il contagio delle amicizie ree, lo scandalo de' condiscepoli, il guasto insegnamento de' professori? Facciano questi poveri giovani, facciano la conoscenza del Savio, imparino da lui, come santificarsi anche di mezzo a' pericoli, come annodare l'austerità all'allegria, l'innocenza del costume all'espansione dell'anima affettuosa, la franchezza al riserbo, la dignità alla modestia, la vita interiore altissima fino all'unione intima col Signore, agli esercizi assidui, molteplici, faticosi della vita esteriore; apprendano da lui, come essere diletti a Dio ed agli nomini, e lasciare di sè benedetta memoria ai. venturi... »

E invero se vi è uno scopo, cui maggiormente miriamo nel rievocare la memoria di Domenico Savio, esso è quello di stimolare i giovani, specie gli alunni dei nostri istituti ed oratori , all'imitazione delle sue virtù. Gli esempi di Domenico Savio furono ognor feraci di generosa emulazione (1).

Un secondo fine ci siamo inoltre proposti con la presente commemorazione. Chi ci vien seguendo mensilmente, sa che stiamo illustrando il sistema educativo di D. Bosco. Ora lasciar da parte per una volta l'esposizione teorica del sistema per additarne un nobilissimo frutto, ci par ottima cosa ; tanto più che con la trattazione siam giunti precisamente a dire, quale e quanta influenza sia riserbata alla Religione e particolarmente alla pietà nell'educazione dei fanciulli. « Egli è comprovato dall'esperienza, scrive D. Bosco nella Vita del Savio, che i più validi sostegni della gioventù sono il sacramento della confessione e della comunione. Datemi un giovanetto che frequenti questi Sacramenti, voi lo vedrete crescere nella giovanile, giungere alla virile età e arrivare, se così piace a Dio, fino alla più tarda vecchiaia con una condotta, che è l'esempio di tutti quelli che lo conoscono. Questa massima la comprendano i giovanetti per praticarla; la comprendano tutti quelli che si occupano dell'educazione dei medesimi per insinuarla. » E noi, per usare le autorevoli parole di un altro Principe di S. Chiesa (l'Em.mo Card. Egidio Mauri) ringraziamo di cuore il Signore « di avere in quest'anima santa di Savio Domenico mostrato la potenza prodigiosa della sua grazia e del magistero educativo di Don Bosco » (1).

Finalmente non vogliamo tacere di aver colto con gioia questa ricorrenza, cinquantenaria, anche allo scopo di far sempre meglio conoscere le idee e lo spirito del nostro Fondatore. Egli nella prefazione premessa alla Vita del giovanetto Domenico Savio, ponendo sott'occhio agli alunni dell'Oratorio le difficoltà che opponevansi secondo lui alla pubblicazione di quell'operetta, scrive

Altro ostacolo era il dovere più volle parlare di me, perciocchè essendo questo giovane vissuto circa tre anni in questa casa, nei tocca sovente riferire cose, a cui ho preso parte. Questo ostacolo credo pure di aver superato tenendomi al dovere dello storico che é di scrivere la verità dei fatti, senza badare alle persone. Tuttavia se troverete qualche fallo, ove io parli di me con qualche compiacenza, attribuitela al grande affetto che io portava all'amico defunto e che porto a tutti voi; il quale affetto mi fa aprire a voi l'intimo del mio cuore, come farebbe un padre, che parla a' suoi amati figli.

Colà, infatti, D. Bosco ci narra egli stesso molte cose, preziosissime per chi ama di conoscere sempre più a fondo lo spirito del buon Servo di Dio. L'amor suo per la gioventù, la soavità della sua direzione, il suo zelo per la salute delle anime, la vita esemplare che per opera sua vivevasi all'Oratorio, e tante e tant' altre cose, tutte care ed edificanti , sono così candidamente ritratte in quelle soavissime pagine, che non sappiamo negarne un largo saggio ai lettori.

Benedica quindi alla nostra idea il Signore cui riferiamo ogni onore e gloria, col far sì che alla memoria del piissimo Savio ne ridondi la stima che si merita, ai giovani un incoraggiamento al bene, al nome di Don Bosco un nuovo vanto, e a noi suoi figli un nuovo conforto a proseguire generosamente nella santa missione di educatori.

» Domenico Savio, (disse affettuosamente Mons. Manacorda) primizia eletta dell'Oratorio Salesiano - mirabile fiore primaverile uscito dal cuore di D. Bosco - è un saggio della niente e dell'ideale che D. Bosco portava impresso nel cuore. Ecco ciò che io voglio, pare abbia detto D. Bosco; voglio consacrare la mia vita nel formare giovani simili al mio caro Savio. Chi vuol seguirmi, prenda questo esemplare e ne moltiplichi le copie fedeli. Questa - esclama il venerando Vescovo di Fossano - è la nobile missione dei Salesiani! » A tanto, aggiungiamo noi, ci assista sempre la grazia del Signore.

In memoriam.

Domenico Savio, oriundo di Castelnuovo d'Asti,

nacque a Riva di Chieri il 2 aprile 1842. Sortì dalla natura un' indole buona, un cuore propriamente nato per la pietà. A soli quattro anni non era più mestieri avvisarlo di recitare le preghiere del mattino e della sera, prima e dopo il cibo, o dell'Angelus ; anzi egli medesimo invitava gli altri di casa a recitarle, qualora se ne fossero dimenticati.

A 7 anni fu ammesso alla prima comunione e vi ci si accostò con grande divozione ed intelligenza. Ce ne assicurano i ricordi che prese in quel giorno e che poi portava scritti in un libro di divozione. Essi erano i seguenti

Ricordi fatti da me Savio Domenico l'anno 1849 quando ho fatta la prima comunione, essendo di 7 anni.

1° Mi confesserò molto sovente e farò la comunione tutte le volte che il confessore mi darà licenza. 2° Voglio santificare i giorni festivi. 3° I miei amici saranno Gesù e Maria. 4° La morte ma non peccati.

Dopo tali propositi, che meraviglia, che egli divenisse il modello dei suoi compagni a Murialdo, a Castelnuovo d'Asti e a Mondonio ove attese successivamente ai primi studi, ed accolto all'Oratorio salisse sotto la guida di D. Bosco ad alta perfezione?

Entrato nell'Oratorio l'ottobre del 1854, vi rimase fino al marzo del 1859, quando, per consiglio dei medici, visto il deperimento della sua gracile costituzione venne rinviato presso i suoi a Mondonio, dove morì in capo a pochi giorni.

Ma chi l'avesse veduto, anche poche ore prima che morisse, racconta D. Bosco, non l'avrebbe mai creduto in fin di vita : l'aria allegra, gli sguardi tuttor vivaci e la piena cognizione di sè, da chiunque avrebbero sgombrato l'idea ch'ei si trovasse in punto di morte. Un' ora e mezzo prima che tramandasse l'ultimo respiro, lo visitò il Prevosto del paese che lo stette con diletto e istupore ascoltando a raccomandarsi l'anima... Partito il parroco, Domenico si addormenta e prende mezz'ora di riposo. Svegliatosi volge uno sguardo ai suoi e : « Papà, esclama, ci siamo. Prendetemi il Giovane Provveduto e leggetemi le Preghiere della buona morte. »

A queste parole la madre si scioglie in pianto e si allontana : al padre scoppia il cuore, tuttavia si fa coraggio e si mette a leggere quelle preghiere. Domenico ripete attentamente ogni frase e giunto a quelle parole : s Quando finalmente l'anima mia comparirà dinnanzi a Voi, e vedrà per la prima volta lo splendore immortale della vostra Maestà, non la rigettate dal vostro cospetto, ma degnatevi di ricevermi nel seno amoroso della vostra misericordia, affinchè io canti eternamente le vostre lodi - Oh ! sì, soggiunge, questo è appunto quello che io desidero. Sì, sì, caro papà, cantare eternamente le lodi del Signore! Quindi parche voglia prendere di nuovo un p& di riposo, quieto ed assorto, come chi riflette seriamente a cosa di grande importanza; ma dopo alcuni istanti riapre gli occhi, ed esclamando con dolce sorriso a chiara voce: - Addio, caro papà, addio... Oh i che bella cosa io vedo mai !... spirava serenamente colle mani giunte in forma di croce.

« La sera del 9 di marzo 1857 eravi un angelo di meno sulla terra e uno di più in cielo ! » Tale fu l'esclamazione di D. Bosco, quando dal padre ricevette la mesta notizia, e tale fu la voce unanime dei compagni mentre piangendo e pregando si dolevano tutti della sua dipartita.

La salma di Savio riposa nella chiesa del camposanto di Mondonio. Il Comitato, costituitosi per commemorare degnamente il i° Cinquantenario della morte del piissimo giovanetto e composto di antichi suoi compagni, non solo provvederà una tomba meno indegna pei suoi resti mortali e decorerà la cappella del Camposanto, ma curerà eziandio una nuova edizione, artisticamente illustrata, della Vita che ne scrisse D. Bosco.

A detto Comitato noi dobbiamo i disegni che illustrano le pagine seguenti.

Domenica, 10 corrente, gli alunni dell'Oratorio di Valdocco commemoreranno solennemente il loro pio compagno, ed anche altrove, come ci consta, verranno promosse opportune commemorazioni.

(1) D. BONETTI a pag. 629 dei Cinque lustri dell'Oratorio scrive : « Il 1861 (il 4° anno dopo la morte del Savio) spuntava sotto buoni auspizi. Frequentatissimi erano gli Oratori festivi nei tre punti principali della città, gremito di giovani il nostro, Ospizio in Valdocco, e la pietà e moralità fiorente. Eranvi dei giovanetti, artigiani e studenti, cotanto virtuosi, che ritraevano Li vita di Domenico Savio, e rinnovavano presso di noi le opere meravigliose ed anche soprannaturali di quell'angelico nostro compagno ed amico... Era sì grande, in tutti l'impegno di tenere una buona condotta morale e religiosa che alla fine della settimana, quando leggevansi pubblicamente i voti da ognuno riportati dai propri maestri ed assistenti, accadeva raramente di udire un nove, poichè tutti meritavano dieci, vale a dire niuno dava motivo al più lieve lamento nè per la pietà, nè per lo studio, nè per la scuola, nè pel dormitorio, nè per la ricreazione, e via dicendo. Il nove, ossia il suffragio indicante una condotta quasi ottima, era in tanta disistima, che quando un giovane allievo, più per leggerezza che per cattiveria, l'aveva ricevuto, ne piangeva dirottamente e per ordinario noi riceveva più in tutto l'anno... Quell'anno fu, per così dire, l'età dell'oro pel nostro Oratorio, e meritamente i successori di Don Bosco possono fare ardenti voti ch'esso ritorni e si estenda a tutti i suoi istituti presenti e futuri. »

E noi crediamo che lo splendido voto si possa pienamente avverare, ove universalmente si proponga qual modello agli alunni l'imitabile ed attraente figura di Domenico Savio.

(1) Fu mirabile lo slancio con cui vari Cardinali ed Arcivescovi e Vescovi nel 1895 fecero plauso alle onoranze tributate a Domenico Savio. A quell'occasione appartengono le varie autorevoli citazioni riferite in questo articolo. (Ved. Bollettino di novembre 1895).

DOMENICO SAVIO E DON BOSCO (1)

I buoni Cooperatori e le pie Cooperatrici che desiderano di conoscere sempre meglio D. Bosco, e i giovani e le fanciulle bramosi d'imparare a corrispondere sempre meglio alle grazie del Signore, leggano con affetto queste pagine scritte dall 'amatissimo nostro Padre Don Bosco, poichè - propriamente per loro - le abbiamo scelte con amorosa diligenza e a loro con vivissima gioia le presentiamo.

Il primo colloquio di Savio con D. Bosco.

CORREVA l'anno 1854, quando D. Cugliero (Maestro a Mondonio d'Asti) venne a parlarmi di un suo allievo per pietà degno di particolare riguardo.

- Qui in casa sua, egli diceva, può avere giovani uguali, ma difficilmente avrà chi lo superi in talento e virtù. Ne faccia la prova e troverà un S. Luigi.

Fummo intesi che me lo avrebbe mandato a Murialdo all'occasione che sono solito a trovarmi colà coi giovani di questa casa per far loro godere un po' di campagna, e nel tempo stesso fare la novena e celebrare la solennità del Rosario di Maria Santissima.

Era il primo lunedì d'ottobre di buon mattino, allorchè vedo un fanciullo accompagnato da suo padre che si avvicinava per parlarmi. Il volto suo ilare, l'aria ridente, ma rispettosa, trassero verso di lui i miei sguardi.

- Chi sei ? gli dissi ; onde vieni ?

- Io sono, rispose, Savio Domenico, di cui le ha parlato D. Cugliero mio maestro, e veniamo da Mondonio.

Allora lo chiamai da parte, e messici a ragionare dello studio fatto, del tenor di vita fino allora praticato, siamo tosto entrati in piena confidenza egli con me, io con lui. Conobbi in quel giovane un animo tutto secondo lo spirito del Signore e rimasi non poco stupito considerando i lavori che la grazia divina aveva già operato in così tenera età. Dopo un ragionamento alquanto, prolungato, prima che io chiamassi il padre, mi disse queste precise parole : - Ebbene, che gliene pare ? mi condurrà a Torino per istudiare ?

- Eh ! mi pare che ci sia buona stoffa.

- A che può servire questa stoffa ?

- A fare un bell'abito da regalare al Signore.

- Dunque io sono la stoffa, ella ne sia il sarto ; dunque mi prenda con lei e farà un bell'abito pel Signore.

- Io temo che la tua gracilità non regga per lo studio.

- Non tema questo; quel Signore, che mi ha dato finora sanità e grazia, mi aiuterà anche per l'avvenire.

- Ma quando tu abbia terminato lo studio del latino, che cosa vorrai fare ?

- Se il Signore mi concederà tanta grazia desidero ardentemente di abbracciare lo stato ecclesiastico.

- Bene : ora voglio provare se hai bastante capacità per lo studio : prendi questo libretto (era un fascicolo delle Letture Cattoliche), di quest'oggi studia questa pagina, domani ritornerai per recitarmela.

Ciò detto lo lasciai in libertà d'andarsi a trastullare con altri giovani, indi mi posi a parlare . col padre. Passarono non più di otto minuti, quando ridendo si avanza Domenico e mi dice

- Se vuole, recito adesso la mia pagina.

Presi il libro e con mia sorpresa conobbi che non solo aveva letteralmente studiata la pagina assegnata, ma che comprendeva benissimo il senso delle cose in essa contenute.

- Bravo, gli dissi, tu hai anticipato lo studio della tua lezione ed io anticipo la risposta. Sì; ti condurrò a Torino e fin d'ora sei annoverato tra i miei cari figliuoli ; comincia anche tu fin d'ora a pregare Iddio, affinchè aiuti me e te a fare la sua santa volontà.

Non sapendo egli come esprimere meglio la sua contentezza e la sua gratitudine, mi prese la mano, la strinse, la baciò più volte e in fine disse:

- Spero di regolarmi in modo che non abbia mai a lamentarsi della mia condotta.

(1) Dalla Vita dei giovanetto Savio Domenico, allievo dell'Oratorio di S. Francesco di Sales, con appendice sulle grazie ottenute per sua intercessione per cura del Sacerdote Giovanni Bosco. (Ediz. 28a, L. 0,20 presso le Librerie Salesiane).

Savio all'Oratorio.

Venuto nella casa dell'Oratorio, si recò in mia camera per darsi, come egli diceva, intieramente nelle mani de' suoi superiori. Il suo sguardo si portò subito su di un cartello, sopra cui a grossi caratteri sono scritte le seguenti parole che soleva ripetere S. Francesco di Sales : Da mihi animas, caetera tolle. Fecesi a leggerle attentaniente, ed io desiderava che ne capisse il significato. Perciò l'invitai, anzi l'aiutai a tradurle e cavar questo senso : O Signore, datemi anime, e prendetevi tutte le altre cose. Egli pensò un momento e poi soggiunse : -- Ho capito ; qui non avvii negozio di denaro, ma negozio di anime, ho capito ; spero che l'anima mia farà anche parte di questo commercio.

Il suo tenor di vita per qualche tempo fu tutto ordinario ; nè altro in esso ammiravasi che un'esatta osservanza delle regole della casa. Si applicò con impegno allo studio. Attendeva con ardore a tutti i suoi doveri. Ascoltava con delizie le prediche. Aveva radicato nel cuore che la parola di Dio è la guida dell'uomo per la strada del cielo; quindi ogni massima udita in predica era per lui un ricordo invariabile che più non dimenticava. Ogni discorso morale, ogni catechismo, ogni predica quantunque prolungata era sempre per lui una delizia. Udendo qualche cosa che non avesse ben inteso, tosto facevasi a dimandarne la spiegazione. Di qui ebbe cominciamento quell'esemplare tenore di vita, quel continuo progredire di virtù in virtù, quella esattezza nell'adempimento dei suoi doveri, oltre cui difficilmente si può andare.

Avvicinandosi la festa dell'Immacolata Concezione di Maria, il Direttore (cioè D. Bosco) diceva tutte le sere qualche parola d'incoraggiamento ai giovani della casa, affinchè ciascuno si desse sollecitudine a celebrarla in modo degno della gran madre di Dio ; ma insistette specialmente a voler chiedere a questa celeste protettrice quelle grazie di cui ciascuno avesse conosciuto aver maggior bisogno. Correva l'anno 1854 in cui i cristiani di tutto il mondo erano in una specie di spirituale agitazione perchè trattavasi a Roma della definizione dogmatica dell'Immacolato Concepimento di Maria. Anche tra di noi si faceva quanto la nostra condizione comportava per celebrare quella solennità con decoro e con frutto spirituale de' nostri giovani. Il Savio era uno di quelli che sentivansi ardere del desiderio di celebrarla santamente. Scrisse egli nove fioretti, ovvero nove atti di virtù da praticarsi, estraendone a sorte uno per giorno. Si preparò e fece con piacere dell'animo suo la confessione generale, e si accostò ai santi Sacramenti col massimo raccoglimento.

La sera di quel giorno, 8 dicembre, compiute le sacre funzioni di Chiesa, col consiglio del confessore, Domenico andò avanti l'altare di Maria, rinnovò le promesse fatte nella prima comunione, di poi disse più e più volte queste precise parole:

- Maria, vi dono il mio cuore ; fate che sia sempre vostro. Gesù e Maria, siate voi sempre gli amici miei! ma per pietà, fatemi morire piuttosto che mi accada la disgrazia di commettere un solo peccato.

Presa così Maria per sostegno della sua divozione, la morale di lui condotta apparve così edificante e congiunta a tali atti di virtù, che ho cominciato fin d'allora a notarli per non dimenticarmene.

Risolve di farsi santo.

Erano sei mesi che il Savio dimorava all'Oratorio, quando fu ivi fatta una predica sul modo facile di farsi santo. Il predicatore si fermò specialmente a sviluppare tre pensieri che fecero profonda impressione sull'animo di Domenico, vale a dire : È volontà di Dio che ci facciamo tutti santi : - è assai facile di riuscirvi : - è un gran premio Preparato in cielo a chi si fa santo. Quella predica fu per Domenico come una scintilla che gli infiammò tutto il cuore d'amor di Dio. Per qualche giorno disse nulla, ma era meno allegro del solito, sicchè se ne accorsero i compagni e me ne accorsi anch'io. Giudicando che ciò provenisse da novello incomodo di sanità, gli chiesi se pativa qualche male.

- Anzi, mi rispose, patisco qualche bene. - Che vorresti dire ?

- Voglio dire che mi sento un desiderio ed un bisogno di farmi santo : io non pensava di potermi far santo con tanta facilità ; ma ora che ho capito potersi ciò effettuare anche stando allegro; io voglio assolutamente, ed ho assolutamente bisogno di farmi santo. Mi dica adunque come debbo regolarmi per incominciare tale impresa.

Io lodai il proposito, ma lo esortai a non inquietarsi, perchè nelle commozioni dell'animo non si conosce la voce del Signore ; che anzi io volevo per prima cosa una costante e moderata allegria : e consigliandolo ad essere perseverante nell'adempimento dei suoi doveri di pietà e di studio, gli raccomandai che non mancasse di prendere sempre parte alla ricreazione coi suoi compagni.

Un giorno gli dissi di volergli fare un regalo di suo gusto ; ma esser mio volere che la scelta fosse fatta da lui.

- Il regalo che domando, prontamente egli soggiunse, è che mi faccia santo. Io mi voglio dare tutto al Signore, per sempre al Signore, e sento un bisogno di farmi santo, e se non mi fo santo io fo niente. Iddio mi vuole santo, ed io debbo farmi tale.

In una congiuntura il direttore voleva dare un segno di speciale affetto ai giovani della casa e fece loro facoltà di chiedere con un biglietto qualunque cosa fosse a lui possibile. Quindi può ognuno facilmente immaginarsi le ridicole e le stravaganti dimande fatte dagli altri. Il Savio, preso un pezzetto di carta, scrisse queste sole parole

- Dimando che mi salvi l'anima e mi faccia santo.

Un giorno si andavano spiegando alcune parole secondo la etimologia.

- E Domenico, egli disse, che cosa vuol dire? Fu risposto

- Domenico vuol dire del Signore.

- Veda, tosto soggiunse, se non ho ragione di chiederle che mi faccia santo : fino il nome dice che io sono del Signore. Dunque io voglio e debbo essere tutto del Signore e voglio farmi santo e sarò infelice finchè non sarò santo.

La smania che egli dimostrava di farsi santo non derivava dal non tenere una vita veramente da santo, ma ciò diceva, perchè egli voleva far rigide penitenze, passar lunghe ore nella preghiera, le quali cose erangli dal direttore proibite, perchè non compatibili colla sua età e sanità e colle sue occupazioni.

(Continua).

Ci sarebbe caro il riferire anche alcune pagine ove si parla dello zelo di cui ardeva il Savio pel bene dei suoi compagni, ma ci porterebbe fuori del nostro assunto. È certo, come scrive D. Bosco, che « il pensiero di guadagnare anime a Dio lo accompagnava ovunque, e la sua aria allegra, l'indole vivace lo rendevano caro anche ai compagni meno amanti della pietà, per modo che ognuno godeva di potersi trattenere con lui, e prendevano in buona parte quegli avvisi che di quando in quando suggeriva. » - Sarà sempre memorabile il coraggio che egli mostrò allorchè frequentando la seconda grammatica presso il pio e caritatevole professore Giuseppe Bonzanino (in quel tempo non esistevano ancora le scuole ginnasiali nell'Oratorio), nei così detti prati della Cittadella fuori Porta Susa, con nobili parole e mostrando il suo piccolo crocifisso impedì che due dei suoi compagni di scuola venuti ad una rissa pericolosa non giungessero a far valere le loro ragioni a colpi di pietra! (Ved. il disegno a pagina 75.).

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'INDULGENZA PLENARIA:

ogni mese:

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno:

2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza ;

dal 10 marzo al 10 aprile:

1) il 22 marzo, commemorazione dei sette dolori di Maria SS.ma ;

2) il 24 marzo, domenica delle Palme ;

3) il 25 marzo, festa dell'Annunziazione di Maria Santissima ;

4) il 28 marzo, giovedì santo ;

5) il 31 marzo, Pasqua di Risurrezione.

Inoltre : ogni volta che essendo in grazia di Dio (senza bisogno di accostarsi ai SS. Sacramenti o di visita a qualche Chiesa) reciteranno 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità ed un altro Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, lucreranno tutte le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella.

Dall'11 marzo poi fino al mercoledì santo (27 marzo) visitando qualunque Chiesa o pubblico Oratorio e quivi pregando secondo la mente del Sommo Pontefice, ogni giorno l'indulgenza di 10 anni e di io quarantene. Alle stesse condizioni nella quarta domenica di quaresima (10 marzo) l'indulgenza di 15 anni e 15 quarantene; nella domenica delle Palme (24 marzo) di 25 anni e 25 quarantene; finalmente nei giorni del Venerdi Santo (29 marzo), del Sabato Santo (30 marzo), e dell'Ottava di Pasqua (1-7 aprile) l'indulgenza di 30 anni e 30 quarantene.

In onore di San Francesco di Sales

Feste e Conferenze (1).

DANDO a comune edificazione un breve resoconto delle feste celebratesi in onore del nostro Patrono, dichiariamo che piuttosto di diffonderci nell'enumerazione dei medesimi particolari festivi, ci sarebbero più cari gli appunti sulle conferenze. Si procuri che risultino ben chiari gli assunti svolti dai vari oratori, af finchè possano servire d'ispirazione e di guida a quei sacerdoti che ricercassero nel Bollettino un indirizzo in simili circostanze, ed anche affinchè tornino di ammaestramento e di stimolo a tutti i Cooperatori.

A questo intento desidereremmo che fossero ispirate le relazioni che ci venissero ancor inviate in proposito.

TORINO. - Il 2 febbraio, in S. Giovanni Evangelista. - Veramente eletta e numerosa fu l'accolta dei benemeriti Cooperatori e delle zelanti Cooperatrici, convenuti la sera della Purificazione di Maria SS. a S. Giovanni Evangelista per la prescritta conferenza.

Il conferenziere, Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Giovanni Cagliero, l'Apostolo della Patagonia, con slancio giovanile e con ardente zelo, per oltre un'ora intrattenne l'eletto uditorio sull'azione salesiana tra i popoli civili, fra gli emigrati italiani e fra le tribù selvagge. La sua parola, confermata da svariati episodi, fu ascoltata col più vivo interesse e spesso con commozione. Parlò sopratutto delle Missioni della Patagonia, dipingendo al vivo i frutti della civiltà cristiana recata ai selvaggi dai nostri Missionari.

« D. Bosco, i Salesiani, i Cooperatori ! esclamava Mons. Cagliero; tre nomi, un sol programma!... lavorare alla maggior gloria di Dio ed alla salvezza delle anime ».

» I Salesiani fanno ; i Cooperatori dànno.

» Oggi per compiere grandi imprese, c'è bisogno di azionisti ; i nostri azionisti sono i Cooperatori.

» Noi lavoriamo ! Solo in Buenos Aires i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno 14 case e 5000 ragazzi e ragazze sotto la loro direzione ! E si lavora dovunque; si lavora nelle Chiese, si lavora nelle scuole e nelle officine. E facendo scuola, insegnando ai bambini a formare le prime proposizioni, noi non diciamo : Il cavallo è grande! ma diciamo : Dio è eterno!...

» E l'azione dei Salesiani si estende anche a popoli un tempo selvaggi, oggi guadagnati alla Civiltà ed alla Religione... si estende a tanti nostri fratelli italiani, che in quelle terre lontane ci accolgono come i loro Angeli consolatori! Ah! la gioia che si prova nel poter far del bene ai nostri connazionali in terra straniera ! Io amo l'Argentina, ove ho passato gli anni più laboriosi della mia vita, ma l'affetto mio più caldo e più profondo è sempre per l'Italia !

» I Salesiani adunque lavorano, ma coll'aiuto dei Cooperatori. Ho attraversato 12 volte l'Oceano, ho valicato più volte le Cordigliere, ho visitato l'America ed altri continenti... quante anime ancor da salvare ! E i Salesiani continueranno a salvarne ; ma per farlo abbisognano, lo sentiamo sempre più di giorno in giorno, della carità dei Cooperatori ».

CAGLIARI - Nella Chiesa di S. Antonio. - Tenne la conferenza il rev. P. Angelo Palazzi dei PP. Vi assisteva, insieme con numerosi cooperatori, il nuovo Vescovo di Penne ed Atri, Mons. Raffaele Piras, caldo ammiratore delle opere Salesiane, al quale, insieme coi migliori ringraziamenti, umiliamo i più sentiti auguri.

CASERTA - Il 3 febbraio nella Chiesa del S. Cuore di Maria coll'intervento dell'Istituto Salesiano, degli alunni dell'Oratorio Festivo e numerosi cooperatori. -Alla messa solenne il rev. Can. Di Agostino tenne un forbito e dotto discorso sopra S. Francesco e la scuola moderna, dimostrando come non è possibile separare l'istruzione dalla religione senza cadere negli errori dello scetticismo dei dotti e nella rivoluzione dei popoli. « Solo la scuola cattolica con un vero indirizzo religioso fu in ogni tempo fattrice di uomini grandi e maestra di civiltà ».

Il giorno dopo si cantò una messa funebre, con in fra Missam la Comunione Generale, in suffragio del compianto Don Bosco e di tutti i cooperatori defunti.

GENOVA e SAMPIERDARENA- Il 31 gennaio a S. Siro e il 29 a S. Gaetano- Ambedue le solennità vennero onorate dall'intervento di Sua Ecc. Rev.ma Mons. Ambrogio Daffra, Vescovo di Ventimiglia, che a S. Pier d'Arena celebrò la messa della comunione generale e assistè pontificalmente alla messa solenne, e a Genova impartì la benedizione col SS. Sacramento dopo la conferenza.

Per la festa di S. Francesco di Sales in S. Pier d'Arena, la chiesa di S. Gaetano venne splendidamente addobbata dalla nota Ditta Persico di Genova e sfarzosamente illuminata a luce elettrica. La Schola Cantorum dell'annesso Ospizio eseguì musica del Perosi e di altri valenti autori tanto alla messa solenne pontificata dal rev.mo Mons. Francesco Olcese, Protonotario Apostolico ed Arciprete di S. Pier d'Arena,come ai Vespri, dopo i quali disse il panegirico il rev.mo D. Alfredo Marsano, Arciprete di Rivarolo. Lo stesso oratore tenne il 31 gennaio la conferenza nella chiesa di S. Siro, illustrando il carattere provvidenziale dell'opera di D. Bosco e l'importanza della Pia Unione dei Cooperatori chiamati a sostenerla. L'intervento dei signori Cooperatori e delle nobili Cooperatrici Genovesi fu davvero consolante.

Ci rallegriamo di cuore col rev.mo Direttore diocesano Mons. G. C. Balestrino, che non risparmia alcuna fatica per lo splendore delle feste e conferenze dal Regolamento prescritte.

GENZANO DI ROMA. - Il 31 gennaio nella Cappella dell'Istituto Salesiano. Numerosi i Cooperatori e le Cooperatrici che aderendo all'invito intervennero alla Conferenza. Questa fu tenuta dal Direttore della Scuola Pontificia al Testaccio di in Roma, che intrattenne l'uditorio sulle Opere Salesiane, prendendo le mosse dalle parole scritturali : Quae stulta sunt mundi elegit Deus, ut confundat sapientes; et infirma mundi elegit Deus, ut profundat fortia. Generosa l'elemosina, che venne inviata al nostro Superiore.

LEGNAGO - Il 3 febbraio, nell'Istituto di S. Davide e nel Duomo - Alla messa solenne celebratasi nell'Istituto S. Davide, Mons. Grancelli disse brevi parole del Santo, toccando specialmente della sua giovinezza. Nel pomeriggio, alle 3.30 lo stesso Monsignore tenne in Duomo la conferenza pubblica. Sul passo scritturale Sol illuminans per omnia respexit parlò dell'opera grandiosa di D. Bosco, nè mancò di raccomandare l'Istituto Salesiano locale alla generosità dei Legnaghesi, tanto più che si avrebbe l'idea di elevare tra breve un'altra ala del fabbricato, della quale si son poste già da anni le fondamenta ed è ben elevato il muro esterno.

Non sia sordo all'invito dell'illustre conferenziere il buon cuore dei generosi Legnaghesi.

LISBONA - Nell'Istituto Salesiano. - Non si ricorda che la festa di S. Francesco abbia rivestito un carattere così brillante ed attraente come quest'anno.

La messa della Comunione fu celebrata da S. E. Mons. Giulio Tonti, il nuovo Nunzio apostolico presso il Re fedelissimo, (già Nunzio Apostolico al Brasile) che nutre grande affetto per l'Opera di D. Bosco. Erano presenti anche numerosi Cooperatori, che devotamente si accostarono quasi tutti alla S. Mensa.

La messa solenne venne cantata dal rev.mo Dott. D. Santos Farinha, Priore di S. Isabella, e fervoroso Cooperatore Salesiano. Il panegirico, dopo i vespri, fu detto dal Padre Luigi Gonzaga Cabral, S. J. uno dei più valenti e stimati oratori della Capitale. Preso per motto : Inveni virum secundum cor meum, parlò di S. Francesco mirabilmente, e disse pure di D. Bosco e dei Salesiani con sentito entusiasmo.

La benedizione col Santissimo la volle impartire il sullodato Mons. Nunzio Apostolico, il quale assistè pure alla recita drammatica, lasciando l'Istituto a notte avanzata e i nostri Confratelli confusi per la sua amabile degnazione.

MILANO - Il 9 febbraio in S. Maria Segreta e nella Cappella interna dell'Istituto di S. Ambrogio - Nel mattino la chiesa di S. Maria Segreta era affollata. Celebrò il Prevosto di S. Gioachino D. Cesare Rolandi. La Schola Cantorum dell'Istituto S. Ambrogio diede nuovo saggio della sua nota perizia e finezza di gusto nell'interpretare i migliori autori. Il Prevosto di S. Calimero dott. D. Carlo Pellegrini al Vangelo tessè le lodi del Santo, e addimostrò come in Francesco di Sales si è pienamente avverato l'enigma di Sansone che de forti egressa est dulcedo, adducendone a prova i fatti più caratteristici della sua vita, che lo qualificarono il Santo della dolcezza e la vera immagine della bontà del Signore. Accennò alla visita ch'egli fece alla tomba di S. Carlo, essendo arcivescovo il cugino di lui Federico Borromeo. « Tre santi prelati che si incontrano in Milano e che rappresentano le tre grandi virtù, di cui dev'essere fornito l'uomo apostolico; lo zelo in S. Carlo, la scienza in Federico, la dolcezza in Francesco di Sales. Tre grandi virtù che, furono raccolte e fatte proprie da D. Bosco nel secolo ora scorso ». L'oratore terminò con un caldo augurio che le virtù del Padre abbiano a continuare nei figli, nei Salesiani, e nei Cooperatori.

Nel pomeriggio vi doveva essere la conferenza all'Istituto S. Ambrogio. L'imperversar del tempo trattenne molti dal recarvisi ; ma non impedì che vi si recasse Sua Eminenza il Cardinale Arcivecovo, il quale volle onorare quest'altra adunanza e della sua presenza e della sua preziosa parola. Anzi, essendo arrivato prima ancora che s'incominciasse la conferenza, D. Saluzzo fu ben lieto di cedere il posto all'illustre porporato, che parlò, come suole, al cuore e all'anima di quanti l'ascoltavano. Sua Eminenza, preso argomento da un brano della vita del Santo, mostrò la necessità di conservare la fede e i pericoli di perderla che si trovano dovunque oggi giorno, ed ebbe opportunissimi consigli e pratiche esortazioni a conservare nel nostro cuore questa fiammella donataci da Dio ed a cooperare a farla anche risplendere in altri cuori. Colla benedizione pastorale, cui tenne dietro quella col SS. Sacramento, si sciolse la consolantissima adunanza.

NAPOLI - Il 3 gennaio nella Cappella Salesiana del S. Cuore di Gesù - Frequenza di devoti a tutte le messe lette ed alla S. Comunione. Alle 10 messa solenne in canto gregoriano. Infra Missam, Mons. Popolo, zelantissimo parroco di S. Maria la Rotonda, tenne la conferenza ai Cooperatori svolgendo da pari suo il tema : « D. Bosco e le sue opere. » Esordì coll'affettuoso detto del Salvatore Sinite parvulos venire ad me, applicandolo a D. Bosco di cui narrò alcuni episodii. Disse pure della sua mitezza, delle cure pei carcerati e della sua fiducia nella Divina Provvidenza. Accennò, in fine, i bisogni speciali dell'opera nostra al Vomero, ove si potrebbe fare un bene molto più proporzionato ai bisogni spirituali di quella popolazione, se maggiori fossero gli aiuti dei Cooperatori.

A tutta la funzione prese parte in forma ufficiale il rev.mo Mons. Vicario Can. Perrari, in segno di stima e di affettuoso interessamento.

La funzione di suffragio pei Cooperatori defunti si celebrò il 31 gennaio, unendo in un solo affetto D. Bosco e i suoi benefattori.

ORTONA A MARE. - Il 3 febbraio, nella Cappella di Maria Ausiliatrice, preceduta da un triduo devoto. si celebrò la festa di S. Francesco di Sales. I buoni Cooperatori nonostante il: tempo rigido e piovoso, non mancarono di prender parte alle sacre funzioni ed alla Conferenza, annunziata con apposita circolare da quel zelante decurione, il rev. Can. Tommaso De Virgiliis.

PAVIA - Al Carmine - Grazie allo zelo del rev.mo Mons. Mariani, direttore diocesano, la conferenza si tenne il 26 gennaio, allo scopo di prendere gli opportuni accordi per la festa del 29 gennaio, che riuscì di grande edificazione. Alla conferenza parlarono Mons. Mariani e l'Ispettore di Milano D. Saluzzo.

Il 3o si celebrò un solenne ufficio funebre in suffragio di D. Bosco e di tutti i Cooperatori defunti; disse l'orazione commemorativa il ch. prof. D. Pietro Ghia. Nonostante il tempo cattivo, all'una e all'altra adunanza convennero sempre in bel numero i buoni e zelanti Cooperatori.

PISA - Il 29 gennaio, nella Chiesa di S. Eufrasia. - Alla presenza di molti Cooperatori e Cooperatrici della città, e delle rappresentanze dei circoli D. Bosco e S. Luigi, tenne la conferenza il nostro D. Trione.

L'oratore esordì accennando alla dolorosa disillusione che conturba ogni spirito retto per la tanto sperata e mancata efficacia morale e civile della scuola. Si disse : « Diamo una larga istruzione al popolo ; ad ogni scuola che si aprirà, si chiuderà una prigione ; il moltiplicarsi dei maestri importerà la diminuzione dei carabinieri ». Le scuole furono aperte e i maestri moltiplicati ; ma non si chiusero le carceri e quei carabinieri che dovean diminuire non son più sufficienti. Perchè mai così grande disillusione ed effetti così opposti alle speranze?... Non già perchè la scuola sia di sua natura fattrice di errore e di male ; ma perchè fu scuola che pretese istruire senza educare; chè, dove l'argomento della mente si giunge al mal volere ed alla possa, nessun riparo vi può far la gente.

D. Bosco intuì fin dal principio dell'opera sua la necessità della funzione essenzialmente educativa che deve avere la scuola e riuscì ad instaurare, a confessione degli stessi avversari, un' opera di preservazione e rigenerazione incomparabile. L'oratore passò in fugace rassegna i frutti copiosi di benedizione che ha già raccolto l'opera di D. Bosco, che tornano a gloria sua e ad immenso vantaggio della gioventù di ogni plaga della terra.

Il sabato seguente nel Teatrino dell'Oratorio Salesiano ebbe luogo una commemorazione del nostro Fondatore e all'indomani si celebrava solennemente S. Francesco di Sales dai giovanetti dell'Oratorio festivo.

ROMA - Il 31 gennaio nella Parrocchia del S. Cuore - « L'opera di D. Bosco nell'ora che corre per la Chiesa e per la società » è stato il tema svolto magistralmente dal rev.mo avv. prof. D. Domenico Mancini, alla presenza di Emin.mi Porporati, di Vescovi, Prelati, Consiglieri Comunali ed eletti signori e signore del Patriziato e popolo romano.

Dopo un brillante esordio sui caratteri salienti dell'Opera Salesiana, l'oratore passò ad analizzarla nelle sue origini e nelle sue diverse e feconde ramificazioni. Nato dal popolo, D. Giovanni Bosco, egli disse, mirò al popolo e per esso svolse il suo programma modernamente cristiano e cristianamente moderno.

Indi parlò dei rapporti tra l'opera Salesiana e la stampa, dimostrando come D. Bosco si sia impadronito delle macchine tipografiche per costringerle al servizio della verità e della virtù. Non tralasciò di far rilevare il gran bene che compiono le Missioni Salesiane all'estero, specialmente nelle Americhe; ed accennò ad un altro spiccatissimo carattere dell'Opera di D. Bosco, com'egli diceva, il carattere sociale. Tra i Salesiani accanto allo studentato si innalzano le scuole professionali di arti e mestieri ; sono i lavoratori della intelligenza e del braccio, ecclesiastici e laici, dirigenti e coadiutori, non disgiunti dall'odio e da lotta di classe, ma uniti dall'amore vicendevole e santo, che alla democrazia pagana oppongono coi fatti la vera democrazia di Gesù Cristo, secondo gli insegnamenti del Vangelo e del Papa.   (Continua).

ORATORI FestIvI

Lettere agli amanti della gioventù (*)

Il III Congresso degli Oratori - Convegno-Concorso drammatico, ginnastico e musicale - Un importante documento - Un nuovo Circolo giovanile.

SE vi rammentate, io chiudeva le linee precedenti - (quind' innanzi ogni mia cicalata avrà sempre il punto fermo, cioè farà da sè, perchè mi par più facile, facendo così, di poter riuscire più pratico e d'attualità... e per questo ho abolito la numerazione progressiva, quantunque tutta la trattazione prefissa sebbene interpolatamente verrà ugualmente esaurita, e... chiudo la parentesi) - se vi rammentate, dico, io terminava la lettera precedente con un caldo saluto alla Fert di Faenza, saluto che, non fo' per dire, mi pare sia stato di buon augurio e di stimolo a nuovi trionfi. Avete già udito che dal 25 al 28 del prossimo aprile appunto Faenza sarà la sede del III Congresso degli Oratorii festivi e delle Scuole di Religione ; ed io posso aggiungere che il Comitato esecutivo costituitosi all'uopo sotto la presidenza di Mons. Francesco Lanzoni, del Conte Carlo Zucchini e di altri egregi, lavora, e lavora alacremente, dandoci ampio affidamento del più brillante successo. Esso non solo ha già stampato e diramato il programma del Congresso, ma coll'approvazione e coll'appoggio della Federazione Nazionale Cattolica fra le Società Sportive, ha pur indetto un Convegno Concorso Internazionale Drammatico, Ginnastico e Musicale. Quindi or si brama che gli amanti della gioventù rispondano numerosi all'appello. Chiunque può cooperare alla migliore riuscita di questo III Congresso, ne richieda il programma al Comitato (Via Guasto, n. 1 - Faenza), lo studii, e poi, o per lettera o in persona, gli faccia conoscere i suoi consigli, le sue proposte e le sue osservazioni.

A me sembra che una delle cose buone che potrà fare il Congresso sarà pur quella di studiare le Norme fondamentali per l'istruzione e l'educazione religiosa della gioventù maschile negli Oratorii e nelle Congregazioni festive, nei ricreatorii popolari, ed in altre simili istituzioni di Roma, approvate dalla Commissione Cardinalizia per l'Opera della Preservazione della Fede.

È un documento precettivo per Roma soltanto, ma altrove sarà sempre direttivo ; importantissimo documento, ove si dice chiaro e tondo

1° che ogni parrocchia deve avere la sua opera giovanile ;

2° che la fondazione di opere giovanili parrocchiali, o inter parrocchiali, non esclude le extraparrocchiali, specialmente nei centri ove più se ne sente il bisogno ;

3° che lo scopo principale di queste Opere giovanili deve essere l'insegnamento teorico e pratico della Religione ;

4° che i Ricreatori popolari essendo, per la loro stessa indole, esposti ad eccedere nella parte ricreativa con danno della spirituale, sarebbero, ove si possa, da convertire gradatamente in veri Oratorii festivi, che son certo meno dispendiosi e per molti giovani anche più attraenti ;

5° finalmente, che a compimento degli Oratori (come scrisse D. Simplicio tempo addietro) è quanto mai conveniente pei giovani più grandicelli la fondazione di qualche opera la quale si proponga la pratica della carità e dell'Apostolato cristiano, e pei più intelligenti ed influenti la fondazione di piccoli circoli di studi religiosi o sociali.

Affinchè il sapientissimo documento possa esser preso in considerazione da tutti quelli cui può tornar di vantaggio, mi faccio un dovere di farlo seguire integralmente a questa mia.

Intanto, quasi a conferma dell'identità dello spirito degli Oratorii Salesiani colle prescrizioni delle Norme suaccennate son lieto di annunziare la fondazione di un nuovo Circolo giovanile nell'Oratorio festivo di S. Francesco di Sales in Torino-Valdocco.

L'inaugurazione ebbe luogo la domenica 4 febbraio, presente il marchese Amedeo di Rovasenda, Presidente del Consiglio regionale piemontese per le Associazioni cattoliche giovanili, il rev.mo D. Filippo Rinaldi quale rappresentante del signor D. Rua, ed il sig. Luigi Ramello, presidente dell'Unione Operaia Cattolica.

Il nuovo Circolo si è chiamato Auxilium.

Il nome indica chiaramente il programma ; l'Auxilium, sorto all'ombra del tempio dell'Ausiliatrice dei Cristiani, sarà il miglior aiuto per la formazione morale dei soci e nel tempo stesso il più valido sostegno per la prospera vita del primo Oratorio di Don Bosco. Quaranta son già gl'inscritti, tutti giovani operai, animati dal miglior buon volere di formare un nucleo compatto, coraggiosamente esemplare, ed assiduo all'Oratorio e a tutte le manifestazioni della sua vita salutare. Il lieto avvenimento venne festeggiato in chiesa, ove nel pomeriggio impartì la benedizione Eucaristica Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giovanni Cagliero, e a sera nel teatro, dove prima di una brillante rappresentazione tenne un discorso di circostanza l'avv. Saverio Fino. Questi, prendendo le mosse dall'espressione di un giornale che sentenziava: « È tempo che il popolo invece di guardare in alto, pensi solo a guardare innanzi ! » disse ai nuovi soci che invece essi hanno il dovere prima di guardarsi attorno, poi di guardare innanzi, e quindi di guardare anche in alto poichè a nulla valgono gli sforzi dell'uomo senza l'aiuto di Dio.

Additando il bell'esempio ai direttori degli Oratorii, finisco col dichiarare, che quind'innanzi il sottoscritto sarà ben felice di farsi anche il loro portavoce per ogni importante notizia; e ciò a conciliare favore e simpatie sempre maggiori all'Opera provvidenziale degli Oratorii.

D. SIMPLICIO.

NORME FONDAMENTALI

per l'istruzione e l'educazione religiosa della gioventù maschile negli Oratorii e nelle Congregazioni festive, ne' Ricreatorii popolari ed in altre simili istituzioni di Roma.

Art. I. Perchè le Opere cattoliche, che si propongono l'istruzione e la educazione religiosa della Gioventù maschile negli Oratorii e nelle Congregazioni festive, nei Ricreatorii popolari, o in altre simili Istituzioni, possano più sicuramente raggiungere lo scopo, per disposizione del S. Padre sono sottoposte alla Commissione Cardinalizia per la Preservazione della Fede presieduta dall'Eminentissimo Card. Vicario (1).

Art. II. Ogni Parrocchia abbia la sua Opera giovanile. Che se per vere e gravi ragioni ciò riuscisse assolutamente impossibile, si procuri almeno la fondazione di Opere giovanili interparrochiali, collocandole in maniera che possano essere facilmente accessibili alla gioventù delle varie Parrocchie riunite. La fondazione di Opere giovanili, parrocchiali o interparrocchiali, non esclude le extraparrocchiali, specialmente nei centri ove più se ne senta il bisogno.

Art. III. Le Opere extraparrocchiali non potranno fondarsi senza il consenso del rispettivo Parroco del luogo, e ciascuna deve essere diretta, come tutte le parrocchiali e le interparrochiali, esclusivamente da un Ecclesiastico.

Art. IV. Il Direttore potrà però essere assistito da altri Ecclesiastici o anche da zelanti laici, ai quali, nella misura che crederà utile, ed in casi particolari, potrà lasciare una certa iniziativa d'azione, sempre però sotto la sua vigilanza ed autorità (2).

Art. V. Scopo principale di queste Opere giovanili dovrà essere l'insegnamento teorico e pratico della Religione.

Art. VI. L'insegnamento teorico della Religione dovrà comprendere : a) la scuola di Catechismo almeno una volta in ciascuna settimana e per lo spazio non meno di un'ora per ciascuna Classe ; b) una qualche prudente e discreta dilucidazione, adatta alla età e capacità dei giovani, intorno ai principali errori, che vengono maliziosamente diffusi nelle masse popolari ; c) la spiegazione del S. Vangelo e dei doveri cristiani in tutti i giorni festivi.

Art. VII. La scuola di Catechismo dovrà esser fatta da persone competenti, ed in essa non si dovrà trascurare verun mezzo per ben preparare i giovanetti alla Confessione, alla Cresima, e specialmente alla prima Comunione.

Art. VIII. L'insegnamento pratico della Religione abbraccia tanto tutti gli atti di pietà, che dovranno farsi compiere dai giovani in comune, quanto quelli, che devono esser loro suggeriti come atti proprii di ogni buon cristiano.

Art. IX. L'atto di pietà per eccellenza da praticarsi in comune è l'assistenza alla Santa Messa, con la spiegazione del Santo Vangelo in tutti i giorni festivi. Vi si aggiungerà, possibilmente nelle ore vespertine, la recita del Santo Rosario e l'assistenza alla benedizione del Santissimo Sacramento.

Inoltre si dovrà rendere facile ai giovanetti la partecipazione ai Santi Sacramenti, raccomandando loro specialmente la frequente Comunione. Nè si trascurerà che i più piccoli, i quali non hanno ancora fatto la prima Comunione, si confessino più volte l'anno. A tale scopo si procurerà che nei giorni festivi non manchino esperti Confessori in numero sufficiente.

Art. X. Il Direttore ed i suoi Assistenti non si contenteranno di un'azione generale; ma cercheranno di acquistare influenza sui singoli giovani per ispirar loro una soda pietà, incitarli alla frequenza ai Sacramenti, alla fuga del vizio ed alla pratica delle virtù cristiane.

Art. XI. Quando ve ne sia la possibilità, si procuri di annettere agli Oratorii una qualche Opera Mariana, alla quale ascrivere, a titolo di premio, quei giovani, che si distinguessero per la pietà i regolare frequenza (1).

Art. XII. Perchè i giovani possano essere più facilmente attirati all'Oratorio, si procureranno loro onesti divertimenti, quali p. es. giuochi ed esercizi ginnastici, tombole e lotterie, scuola di canto e suono, morali rappresentazioni drammatiche, piccole premiazioni ecc., variando tali divertimenti a seconda delle qualità e delle condizioni dei giovani (1).

Art. XIII. Risultando dalla esperienza , che i Ricreatorii popolari, per la stessa loro indole, sono esposti ad eccedere nella parte puramente ricreativa con danno della parte spirituale, i Direttori vedranno se non sia il caso di convertirli gradatamente in veri Oratorii festivi, certamente meno dispendiosi e per molti giovani anche più attraenti. In qualunque caso quando per gravi ragioni questa trasformazione non si credesse opportuna, dovranno nonpertanto anche i Ricreatorii popolari così essere organizzati, che vi si possano compiere tutte quelle pratiche di pietà e di religione, che sono ordinate e suggerite dalle presenti norme.

Art. XIV. Tutte le Opere giovanili contemplate nell'Art. I, tanto quelle già esistenti, quanto quelle che si formeranno in appresso, dovranno conformarsi alle presenti prescrizioni, vincendo e superando con zelo quelle difficoltà, che vi si potrebbero frapporre.

Roma, dal Vicariato, 15 Agosto 19o6.

Nutriamo viva fiducia che queste Norme Fondamentali, approvate dalla Commissione Cardinalizia per l'Opera della Preservazione della Fede nell'adunanza del io corrente Agosto, riusciranno assai vantaggiose alle Opere cattoliche per le quali furono compilate. Sopra le dette Opere, sopra i Direttori delle medesime e sopra quanti altri contribuiranno a farle prosperare, invochiamo le più elette benedizioni del Signore.

PIETRO RESPIGHI, Card. Vic. Presid. III° CONGRESSO DEGLI ORATORI FESTIVI E DELLE SCUOLE DI RELIGIONE

(1) Nel novero di queste Opere cattoliche non sono compresi nè i Collegi Ecclesiastici, nè gli Educandati Cattolici, nè gli Oratorii festivi annessi a scuole dirette da Ecclesiastici o Religiosi, ove regolarmente s'impartisce una piena istruzione religiosa.

Parimente non sono comprese le Opere o congeneri, che più propriamente hanno per iscopo il perfezionamento della educazione e della pietà cristiana.

(2) Qualora il Direttore si trovasse nella necessità di ricorrere per certe incombenze ad un personale stipendiato (come p. e. Maestri di musica e di ginnastica, Custodi dei locali ecc.) i componenti questo personale dovranno essere scelti con la massima cautela: essi eserciteranno i loro uffici sotto il controllo assiduo del Direttore e dei suoi Assistenti e non si lascierà mai loro l'intera responsabilità della vigilanza sui giovani che frequentano l'Opera.

(1) I giovani più avanzati in età potrebbero anche utilmente essere iniziati alla pratica della carità e dell'Apostolato cristiano con la fondazione di qualche opera, che si proponesse tali fini. Quelli più intelligenti ed influenti potrebbero essere formati ad una cognizione più profonda del dogma e della morale cattolica, per mezzo di piccoli circoli di studi religiosi o sociali, diretti da un Sacerdote o da altra persona competente. Queste opere fondate in seno all'Oratorio o al Ricreatorio non solamente sarebbero un mezzo per assicurare la perseveranza dei giovani, ma li renderebbe anche meglio capaci di mantenersi saldi nella propria fede in mezzo agli ambienti ostili, nei quali troppo spesso sono costretti a vivere.

(1) Non si dimentichi mai che i divertimenti e i premi sono un semplice mezzo, e quindi non devono mai assumere tale importanza da assorbire in sè quasi tutta la vitalità dell'Opera e meno ancora intralciarne il buon andamento. Durante quei divertimenti soprattutto sarà necessario esercitare una scrupolosa vigilanza ed evitare quanto sia possibile la promiscuità dei giovani troppo differenti di età.

APPROVAZIONI E BENEDIZIONI

Le Commendatizie e le benedizioni, già inviate al Comitato organizzatore da vari insigni dignitari Ecclesiastici son l'arra migliore del felice esito del Congresso. Ecco ad es. le lettere nobilissime degli Eminentissimi Card. Arcivescovi di Bologna, Ferrara, Milano e Torino, sotto il cui Patronato è posto il Congresso di Faenza.

Sento con piacere, che nella seconda metà del venturo Aprile sarà tenuto a Faenza il terzo Congresso degli Oratori Festivi e delle Scuole di Religione. Me ne rallegro di tutto cuore ed accetto volentieri la proposta che mi vien fatta di essere inscritto nel novero degli Eminentissimi che terranno il patronato di questa riunione.

Spero eziandio di potervi intervenire personalmente.

Faccio intanto voti che Iddio benedica largamente il futuro Congresso...

Bologna, 14 gennaio 1907.

Dom. Arciv. Card. SVAMPA.

Non posso non applaudire alla felice idea di tenere in Faenza il terzo Congresso degli Oratori Festivi e delle Scuole di Religione; e faccio voti fervidissimi, perchè il Signore benedica i promotori del medesimo, e questo si compia felicemente e produca ottimi risultati...

Ferrara, 15 gennaio 1907.

+ Giulio Card. BoscHi Arcivescovo.

Nulla di più desiderabile, come nulla di più urgente e necessario, che gli sforzi generosi di tutti i buoni siano diretti principalmente alla cristiana educazione della gioventù, dalla quale dipendono le sorti della nostra società. Per questo mando un vivo plauso alla nobile iniziativa di codesta Pia Società Salesiana, la quale, dopo di aver già promosso con splendido successo, cinque anni fa, in Torino il secondo Congresso degli Oratori Festivi e delle Scuole di Religione, si accinge ora ai lavori del terzo, che si intende tenere a Faenza nel prossimo aprile; il quale, giova sperarlo, produrrà copiosi frutti a prò della nostra cara gioventù. Benedica Iddio ai santi propositi di quelle esimie persone del Clero e del Laicato cattolico, che si riuniscono nel suo nome a trattare di interessi vitali per la nostra SS. Religione.

Ringrazio poi la S. V. e gli altri Promotori del Congresso, che vollero annoverarmi tra i patroni di quel convegno ; e sebbene la mia umile persona nulla possa aggiungere al lustro che il Congresso riceverà dagli altri Eminentissimi Porporati ed Eccellentissimi Vescovi, accetto ben volentieri l'onore fattomi, per dare un pegno di quella sincerità di cuore, colla quale invoco sui Sigg. Congressisti e sui lavori del Congresso le più elette benedizioni del Cielo.

Milano, 17 gennaio 1907.

ANDREA CARLO Card. FERRARI Arcivescovo.

Siccome i nemici di Gesù Cristo e della sua Chiesa non posano mai, è cosa troppo opportuna che i figliuoli della luce cerchino moltiplicare i modi di combattere l'errore e difendere l'amore della verità e della giustizia.

Epperò di gran cuore facciamo plauso allo zelo dei buoni Salesiani e invochiamo le più elette be

nedizioni sovra il nuovo Congresso che si vuol tenere a Faenza per l'incremento degli Oratorii Festivi e delle Scuole di Religione.

Torino, 18 gennaio 1907.

+ AGOSTINO Card. RICHELMY Arcivescovo.

PROGRAMMA DEL CONGRESSO.

PARTE PRIMA.

1. Erezione - Organizzazione e Personale dell'Oratorio Festivo.

2. Funzioni religiose - Frequenza de' Sacramenti - Predicazione e Catechismo - Gare Catechistiche ed Esercizi Spirituali -- Compagnie e Circoli Religiosi.

3. Disciplina - Premiazione - Divertimenti -Biblioteche circolanti - Scuole di Musica - Circoli di Drammatica e di Sport.

4. Oratori nei giorni feriali - Avanti e dopo scuola - Patronati - Scuole serali - Uffici di collocamento.

PARTE SECONDA.

1. Costituzione - Organizzazione e personale

della Scuola di Religione.

2. Scuole di Religione per i giovani operai -

per gli studenti delle Scuole Secondarie -

per gli studenti delle Scuole Superiori. 3. Disciplina e premiazione.

4. Conferenze di cultura religiosa.

Convegno Concorso Interregionale Drammatico-Musicale-Ginnastico

NORME GENERALI.

Iscrizioni. - A questo Convegno Concorso non possono prender parte che Circoli e Società Cattoliche maschili. -- I Circoli e le Società dovranno far pervenire la loro adesione entro il io Aprile. Il numero ed il nome dei concorrenti, con una dichiarazione firmata dal Presidente ed Assistente ecclesiastico la quale attesti che essi fanno parte dell'Associazione, si dovranno inviare alla Direzione del Comitato entro il 15 Aprile.

Carta della Festa. --- Tutti i soci partecipanti al concorso dovranno provvedersi della Carta della Festa. Essa dà diritto

1. Al distintivo-ricordo.

2. All'ingresso ai locali delle feste, al campo

delle gare ed ai divertimenti d'occasione.

3. Alla visita gratuita della Pinacoteca e Musei

Civici.

4. Al vermouth d'onore dato dal Comitato.

Premi. - Oltre i premi per ciascun concorso saranno dati premi speciali alle Società più numerose, escluse quelle di Faenza, e alle Società provenienti da maggiore distanza. Ogni Società può delegare un membro, non concorrente nè comandante alle gare, a far parte delle giurie dei vari concorsi.

I giudizi delle giurie sono inappellabili.

Ad ogni capo-musica, capo-comico, caposquadra ginnastica verrà data una piccola medaglia corrispondente a quella ottenuta dalla Società da lui presentata.

I premi che potranno pervenire al Comitato da Autorità e da Privati verranno distribuiti alle Società intervenute per ordine di merito.

Ogni medaglia sarà accompagnata da un elegante diploma.

Facilitazioni. - Il comitato ha fatto pratiche per ottenere facilitazioni ferroviarie, che verranno comunicate alle Società aderenti.

Il Comitato dietro richiesta delle Società potrà incaricarsi di trattare cogli alberghi e con privati per ottenere a modici prezzi vitto ed alloggio.

NB. - Per avere il programma dettagliato del Convegno-Concorso Interregionale, e per ogni domanda o comunicato riguardante il Congresso, rivolgersi direttamente al Comitato - Via Guasto, N. 1 - Faenza.

DALLE MISSIONI

Giamaica (Grandi Antille)

Il terremoto del 14 gennaio.

I Salesiani salvi - Kingston distrutta. (Lettera del Sac. Federico Barni)

Bushy Park (Jamaica), 20 gennaio 1907.

REV. SIG. D. RUA,

SIAMO stati nuovamente battuti dal flagello del Signore ! Tre anni or sono e le scrissi di un terribile disastro che devastò quest'isola, allora fu un uragano o ciclone tremendo, ora il terremoto nè più nè meno.

Dai giornali, a quest'ora Ella ne avrà già appreso le più gravi notizie, tuttavia mi è caro inviargliene qualcuna direttamente.

Lunedì scorso, 14 gennaio, alle 3,30 pomeridiane, mentre me ne stava in camera a recitare il Breviario, tutto d'un tratto sento un insolito rumore sopra e sotto la casa, come di forza occulta che la volesse divellere dalle fondamenta, per ridurla in macerie. Atterrito scappo giù per la scala nel cortile, e vedo che tutta la gente era anch'essa in preda al più grande spavento. « Terremoto, Padre, terremoto », tutti mi gridano.

La casa ed il terreno ondulavano come un' altalena ; e ad ogni istante pareva che il suolo dovesse spaccarsi per ingoiare tutti e tutto. Gli animali anch'essi estremamente spauriti, correvano all'impazzata. Tutto scricchiolava, ed in questo mentre un alto massiccio camino che aveva per un secolo sfidato uragani e tempeste e fulmini, tombolò giù sopra il vicino fabbricato, dove lavorava molta gente. Fu un rovinio ed uno sbattere tremendo di pietre, mattoni, ferro; un gridare e supplicare di popolo tramortito, e contemporaneamente un nitrire e muggire di animali impressionante.

In mezzo a tutto questo pandemonio mi pareva davvero di assistere alla fine del mondo ; non ebbi mai tanto spavento in vita mia, mai e poi mai. Ma in casa nessuno, nè di noi nè del popolo, andò neppur ferito, e di questo devo rendere sentite grazie al Sacro Cuore di Gesù ed a Maria SS. Ausiliatrice.

La casa rimase alquanto danneggiata nei muri, che in qualche luogo vennero un po' sconquassati e perdettero molto calcinaccio ; ma fuori di questo, non vi furono gravi danni.

Il camino, che cadde sopra il tetto d'un vecchio fabbricato pel lavoro della canna da zucchero, ruppe il tetto in molte parti e le muraglie, fracassò una scala di ferro, e, grazie a Dio, rasentò soltanto col suo enorme peso una grossa macchina chiamata « Vacuum Pan» la più costosa che possegga quest'abbandonata fattoria.

A « Reading » non vi fu alcun danno.

Dopo quasi una settimana dacchè s'ebbe il terremoto, sentiamo ancora ogni tanto roboanti rumori sotterranei e la casa oscillare, ma non s'ebbero nuovi colpi sussultorii. Il terremoto ondulatorio è rovinoso, specialmente pei fabbricati alti ; ma il sussultorio abbatte le alte e basse case, non perdonando ad alcuna.

Son quattro anni e mezzo che mi trovo in Giamaica, e durante questo breve tempo ho veduto una siccità di quattro mesi continui, un uragano che divelse piante e case, un' innondazione pur grave ed ora un immane terremoto.

Kingston è la capitale della Giamaica, una città gaia e moderna ; e ieri andai a far visita ai cari Padri Gesuiti che dimorano a Kingston.

Vidi la città intieramente distrutta ; non vi è rimasta una sola casa intatta, e tutta la popolazione vive e dorme in cortili o viali o giardini in misere tende o all'aperto, compresi anche i revv. Padri. Ebbi il piacere e l'amarezza d'un abboccamento coll'Amministratore Apostolico P. Collins, il quale mi accertò di quello che ho riferito poco sopra, e di più mi disse che si calcolano non meno di due mila le persone perite durante il flagello. Mille cadaveri erano già stati sepolti ! Così pure, sempre approssimativamente, egli calcola di aver avuto venticinque mila sterline di danno per case, chiese e scuole; e finì per dire che il peggio era che non sapeva davvero, dove e come trovare tutto o in parte questo danaro.

Anche noi, qui nella nuova Colonia Agricola di Bushy Park affidataci recentemente del rev. P. Collins, non potremo, per mancanza di capitali, fare quel bene e quelle migliorie che speravamo di presto attuare. Pazienza, chiniamo il capo dinanzi alla santa volontà del Signore !

Migliaia di Giamaicani si trovano peggio di noi, senza tetto e senza pane ! Preghiamo anche per loro la Divina Provvidenza. Anch'Ella, nelle sue preghiere non si dimentichi, amatissimo Padre, della povera e tribolata Giamaica, dove pur ci sarebbe bisogno di far tanto bene ! In maniera particolare preghi pei suoi figli e specialmente per l'

Umil.mo suo in G. C.

Sac. FEDERICO BARNI.

Equatore

Dall'Oriente.

RELAZIONE del Superiore delle Missioni di Mendez e Gualaquiza al CAPO SUPREMO DELLA REPUBLICA (1).

Regione dell'Est

VICARIATO APOSTOLICO MENDEZ E GUALAQUIZA i luglio 19o6.

SIGNORE, CONOSCENDO l'amor del progresso che anima il Capo dello Stato, ho l'onore di indirizzarle una breve relazione intorno le Missioni che vennero affidate in Mendez e Gualaquiza alla Pia Società Salesiana, alle quali essa attende ormai da più di 12 anni.

Per ragioni che forse uno straniero non riesce a comprendere, in un paese vi possono essere negletti interessi di grande importanza : e ciò, a parer mio, potrebbe dirsi anche della colonizzazione e delle Missioni Orientali del Sud della Repubblica.

Da questo lato trovansi le più ricche e sane comarche dell'Oriente. A brevissima distanza dai centri popolati, ad uno o più giorni di cammino dalle parrocchie più popolose, comincia la vergine foresta, che invita all'esportazione ed apre il seno fecondo a centinaia di migliaia di abitanti.

Si promuove la colonizzazione straniera, si promettono vantaggi per un' impresa che la stabilisca ; e non si pensa che con elementi propri del paese si potrebbe popolar rapidamente parte di questi immensi territori, l'esportazione agricola dei quali sarebbe fra le più ricche della Repubblica. Alle porte quasi dell'abbondanza, gli abitanti degli altipiani andini muoiono di fame in una terra alla quale il cielo nega le sue acque. Con un piccolo sforzo e con una spesa insignificante, si potrebbe in pochi anni trasportare una gran parte di questi infelici abitanti ad una regione, nella quale in breve tempo essi cambierebbero la miseria colla ricchezza.

Per la colonizzazione dell'Oriente.

Pel bene stesso dello Stato, che non si vedrebbe più obbligato a sussidiare popoli interi che muoiono di fame, è indispensabile aprire strade, formare colonie militari, estendere le Missioni e favorire la colonizzazione dell'Oriente. Il che nell'Azuay è sommamente facile, data la facilità di comunicazioni dei popolosi centri di Gualaquiza, Gualaceo e Paute con le prodigiose regioni di Gualaquiza, Bomboiza e Zamora, Indanza e Yunganza, Chupianza e Mendez e la vasta zona del Santiago, la cui facile comunicazione col Morona farebbe di questa regione il centro del traffico verso la zona amazzonica.

Queste terre portentose, nelle quali sono ancora ignote le febbri intermittenti, dove il cacao, la gomma, la vainilla ed i più ricchi prodotti tropicali fioriscono con meravigliosa esuberanza, dove valli immense, come quelle del Santiago e quelle di Mendez e Gualaquiza alimenterebbero milioni di felici abitanti, secondo me, sono le terre destinate a risolvere il problema dell'esistenza in questo gran tratto della Repubblica.

Non mi è sconosciuta l'importanza della regione del Pastaza e del Curaray e l'avvenire della zona del Napo. Però, per la conoscenza che ho delle vaste regioni orientali, posso affermare senza tenia di contraddizione, che l'Oriente da Loja a Macas costituisce il vero porvenir dell'Equatore e fornirà la chiave del suo futuro ingrandimento.

Sembra che la popolazione, molto al Sud, di questi territori abbia permesso al Governo di fissar l'attenzione sopra comarche meno importanti ; e forse per questo esso non pensa a favorire neppure con un piccolo sussidio le regioni orientali di Loja e dell'Azuay. Ma i veri interessi nazionali esigono che il pubblico potere distribuisca i suoi benefizi conforme al bisogno, e che preferisca il meglio, quando le forze non bastano ad abbracciare tutte le esigenze di uno stesso ramo di progresso.

Che le regioni orientali del Sud, comunicabili fra di loro con grande facilità, e provviste della navigazione del Santiago e del Morona, siano le migliori e le più colonizzabili dell'Oriente, non è da porsi menomamente in dubbio. Basta ricordare la ricchezza del territorio per prodotti di agricoltura e di minerali e la sua breve distanza dalle popolazioni della Sierra interandina, per comprendere, pur facendo astrazione della bontà del clima, che da Macas al Zamora e al Chinchipe trovasi la vera ricchezza dell'Equatore.

La missione dei Jibaros, cominciata in tempi remoti da Missionari Gesuiti, non ha dato risultati progressivi per la ferocia delle tribù che popolano le sponde del Santiago e del Zamora. La conquista spagnuola e le posteriori invasioni dei Peruani fallirono dinanzi i terribili Jibaros. Le ricchissime città di Valladolid, Logroño, Sevilla del Oro, Huamboya, distrutte dai selvaggi, sono una prova delle difficoltà della conquista di queste comarche.

In così vasta regione, fuori del villaggio raccomandato alla Missione Salesiana dell'Equatore, non ve n' è altro all'infuori della miserabile aldea di Santiago, sulle montagne appartenenti al Perù.

Cenni sulla Missione di Gualaquiza.

Gualaquiza, nei tempi anteriori alla Repubblica ebbe per missionario il P. Prieto e, dopo l'emancipazione, il rev. Bernardo Plaza, fratello all'Ecc.mo Vescovo di Cuenca, Fr. Manuel Plaza. In seguito, durante il Governo di Garcia Moreno, alla testa della Missione rimase il rev. P. L. Pozzi, gesuita italiano, che dopo pochi anni abbandonò Gualaquiza insieme alla guarnigione militare che vi manteneva il Governo.

Così restarono le cose, finchè il Congresso del 1888 affidava alla Pia Società Salesiana le riduzioni di Mendez e Gualaquiza da costituirsi in Vicariato Apostolico.

Il Vicariato di Mendez e Gualaquiza ci venne affidato dal S. Padre Leone XIII su domanda del Governo Equatoriano, l'8 febbraio 1893, e ne entrammo definitivamente al possesso il 1° marzo 1894.

Essendo attualmente Gualaquiza il centro della Missione, è bene che dia i particolari un po' più dettagliati di questo punto importante.

Posizione astronomica di Gualaquiza : Longitudine orientale 1. 8'; latitudine meridionale 30, 50'.

Altezza sul livello del mare : m. 730. Temperatura : media 22 1/2.

Pressione barometrica : 77.

Limiti del Vicariato : al Nord ed all'Est Macas e il fiume Apatonoma, che si scarica nel Morona, il quale alla sua volta sbocca nel Marañon ; - al Sud : il Zamora affluente del Santiago e l'alto Marañon, e i confini del Perù; - all'Ovest i territori di Loia e di Cuenca.

Statistica della popolazione

Il numero dei selvaggi del Vicariato non si è ancor potuto conoscere, neppure approssimativamente. Nessuno è riuscito a penetrare nei centri dove senza dubbio esiste la maggior parte degli abitanti di queste dense selve. Tuttavia, dalle informazioni assunte nei miei lunghi e continui viaggi, e in base alle notizie fornite dagli indii semicivilizzati che si trovano a contatto coi missionari, si possono formolare le seguenti cifre

In Gualaquiza e- sulle sponde dei fiumi Cuchipamba e Bomboisa, 300 abitanti.

Sulle sponde del Zamora e del Chuchumbleza, comprese le tribù di Pachicosa, Zaraguro, ecc. 700.

In Indanza e sulle sponde del fiume Calaglàs 8o.

In Yuganza, 6o. Chupianza, 650.

In altri piccoli centri, 15oo.

In Mendez chico e grande e sulle sponde del Santiago, 65oo.

Totale: 9.730 abitanti.

E da notare che le continue stragi fra le diverse tribù e la loro vita randagia che le converte in una popolazione fluttuante, ne modificano di continuo la statistica.

Il numero dei cristiani bianchi, meticci e indii immigrati a Gualaquiza, fino a-ieri non superava i 5oo. Ma in questi mesi, a causa della generale carestia che affligge la provincia dell'Azuay, son molti quelli che si sono trasferiti alle comarche, ossia alle regioni dell'Oriente.

L'operato dei Missionari.

Allorché s'iniziò l'evangelizzazione dell'immenso territorio del Vicariato, i Missionari ebbero a soffrire per mancanza di abitazione, di mezzi pecuniari ed anche di sostentamento. Ma a poco a poco, mediante il nostro continuo lavoro, l'aiuto del Governo e le offerte di persone caritatevoli, si riuscì a farci una posizione normale. E cominciavasi con buon esito a catechizzare e ad istruire i selvaggi, avezzandoli al lavoro ed alla vita civile, quand'ecco un incendio improvviso ridusse in un mucchio di ceneri la nostra casa e quant'era in essa, lasciandoci un'altra volta in mezzo alla foresta, senza tetto, senza vesti e senz'altro alimento all'infuori del poco che poteva offrirci la compassione dei selvaggi ; e quel che è peggio, appunto allora ci era tolto ogni aiuto da parte del pubblico potere.

Tuttavia non ci venne meno il coraggio per continuare nella grande impresa della civilizzazione cristiana, e, vincendo mille ostacoli, si potè, almeno in parte, riparare alla perdita subìta. E così, tanto nella prospera come nella av versa fortuna, noi l'abbiam durata fino al presente, impegnati in un'impresa quasi impossibile, per la mancanza di protezione e le continue difficoltà che si oppongono a un'opera così difficile.

In varie escursioni fatte in mezzo a queste alte montagne, in viaggi di oltre un mese, a piedi, carico delle cose indispensabili perla vita, aprendomi il cammino per luoghi inaccessibili sotto pioggie torrenziali e tragittando a nuoto fiumi pericolosi, ho potuto conoscere queste regioni, per lo innanzi sconosciute e imporre alle loro tribù il prestigio della mia autorità spirituale. Smarrito alle volte in mezzo ai boschi e sul punto di perir di fame, ho visto lampeggiare la lancia del selvaggio ed ho sentito il suo coltello appuntato contro il mio collo. Però mi salvò la protezione del Cielo e mi rese forte la fede nell'esito felice della campagna civilizzatrice intrapresa nell'Oriente Equatoriano dai figli di D. Bosco.

L'opera di evangelizzazione dal 1895 (poichè i dati anteriori sparvero in un incendio di quell'anno) si riduce alla seguente statistica

Battesimi : 1895 jibaros e 40 civilizzati.

Cresime : 925 jibaros e 280 civilizzati.

Matrimoni : 36 jibaros e 18 civilizzati.

Morti con i conforti della Religione 8 jibaros e 15 civilizzati.

Fanciulli educati nel nostro collegio: 4 jibaros, e bianchi, meticci e indii cristiani 11o.

Alunni educati attualmente : 22 civilizzati.

Per ciò che riguarda le costruzioni e le imprese materiali della Missione, riproduco in parte i dati che l'8 settembre 1904 comunicai all'entusiasta Ministro sig. Luis Martinez, elle, nonostante il suo indiscutibile patriottismo, non potè dar risposta al mio Comunicato.

Si è fabbricata una chiesa a tre navate, capace di 2000 persone, con alta torre e tre campane. Compiuta che sia, con tutte le sue adiacenze, sarà una delle chiese più belle della regione orientale equatoriana.

Si è costrutta un'ampia casa a due piani, sufficiente ad accogliere 100 alunni. Un'altra simigliante si è innalzata per le Figlie di Maria Ausiliatrice, capace di contenere 50 alunne interne.

Si sono stabiliti scuole-laboratori di falegnami, fabbri, calzolai, sarti, cappellai e legatori, con i relativi maestri, macchine, attrezzi, ecc., tutto colle scarse nostre risorse. Teniam pure scuole

regolari pei civilizzati e i jivari, ove si comparte l'istruzione religiosa, scientifica e artistica e i giovanetti si addestrano eziandio alla ginnastica ed agli esercizi militari.

Si è fondata una piccola banda musicale, un gabinetto fotografico ed una piccola farmacia con i relativi accessorii.

Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice tengono aperti laboratori per fanciulle cristiane e selvagge.

La Missione ha pure una sega idraulica capace di provvedere tavole di ogni dimensione , che attualmente non funziona per i guasti del canale ma si accomoderà fra breve. Abbiamo una Colonia agricola, nella quale si fanno culture di ogni genere secondo il metodo razionale. Abbiam ottenuto sale eccellente, mediante l'ebollizione dell'abbondante acqua salata, che si trova in Gualaquiza. Abbiam anche fatto della calce di ottima qualità. Inoltre per sviluppare il commercio si è organizzata una piccola fiera settimanale, alla quale concorrono jivari e civilizzati.

Finalmente son qui da ricordare due importantissime strade (strade ben s'intende per ora transitabili parte a cavallo e parte a piedi) aperte a nostre spese, e conducenti l'una da Gualaquiza alle tribù di Chuchumbleza, Pachicosa, ecc. lungo le sponde del Zamora, la quale continuata ci metterà in comunicazione con Loja ; l'altra da Gualaquiza a Indanza, per unire il centro della missione colla nuova magnifica via che va da Gualaceo a Indanza e che andrà a finire fra le magnifiche terre di Chupianza, in vicinanza di Mendez.

Presentemente i Missionari sono impegnati nel completare le loro opere nel Collegio di Gualaquiza collo stabilirvi una concia di pelli, una piccola tipografia ed un ospedale. Trattano anche di costrur chiese e cappelle di missione fra le tribù più popolose di Indanza, Chuchumbleza, Pachicosa, ecc., per consacrarsi più tardi alla colonizzazione ed all'evangelizzazione della vasta, popolata e ricchissima regione di Mendez.

Difficoltà morali e materiali.

Sono immense le difficoltà che all'evangelizzazione ed alla conquista di queste tribù alla civiltà provengono dalla loro topografia ; ma ben più gravi sono gli ostacoli morali, e primo fra questi è il carattere del Jivaro. Questi è perfido, superbo, astuto, egoìsta, interessato, vendicativo, assassino, inclinato all'odio e al piacere, nemico di qualunque legge si opponga alla sua asoluta indipendenza ; abbrutito dalle più basse passioni, non appetisce se non i godimenti del momento ; si fa cristiano per mezzo metro di misera tela, chiede dieci e venti volte il battesimo, pronto a riceverlo altrettante, e poi col maggior sangue freddo, rinnegando la religione adottata con finto entusiasmo, uccide crudelmente il nemico, abbandona la sposa e sollecita l'affetto di un'altra ; come con apparente pietà, prostrato ai piedi del missionario, giunte le mani e gli occhi al cielo, reciterà e canterà le lodi del Divin Redentore se gli si offrono quattro spilli; ma ricevutili, con riso sardonico e con freddo cinismo e con fare insolente e sdegnoso tornerà alla sua vita di vendetta e di barbarie.

Per lottare con un tal nemico, il miglior mezzo è quel di frenarlo con imporgli il rispetto e l'autorità, e intanto procurare la formazione di nuove generazioni civilizzate mediante l'educazione dei fanciulli. Ma nel medesimo tempo converrebbe prendere un elemento sano dalle popolazioni vicine e importarlo qua, per togliere alla sterile barbarie i territori più ricchi del paese.

Così, mediante la colonizzazione si civilizzeranno più facilmente i selvaggi, trionferanno il progresso ed il cristianesimo, e l'Equatore, con elementi suoi, potrà formare vaste e numerose colonie, che saranno la prosperità della Repubblica, risolvendo pure felicemente il problema, già grave e tremendo, della miseria nell'altipiano centrale delle Ande.

L'attività e l'entusiasmo dei Missionari Salesiani, com'è noto, han contribuito potentemente a migliorare le comunicazioni dell'importante ed attivissimo popolo del Sigsig con Gualaquiza, come pure l'apertura della strada dalla popolosa terra di Gualaceo alle comarche di Indanza, Yunganza, ecc.

Le comarche di Gualaquiza e Mendez, l'ho di già accennato, per la salubrità del clima, per la fertilità e la posizione presso il Pacifico e la facilità di aver vie di legno o ferrate, meritano a parer mio e di quanti han viaggiato nell'Oriente, l'attenzione e la preferenza sopra tutte le altre comarche ; come per ciò stesso sono le più esposte all'ingordigia selvaggia.

Fino ad oggi noi potemmo far fronte a tante e ognor più gravi spese, domandando e collettando elemosine per i villaggi e le città, specialmente delle provincie dell'Azuay, e con gli aiuti materiali e personali inviatici dall'Italia dal rev.mo D. Michele Rua, Superiore Generale della Pia Società Salesiana, com' anche con quelli procurati dall'Ecc.mo Mons. Giacomo Costamagna, del quale son umile rappresentante.

Ora però, stante il bisogno e la penuria che regna generalmente fra le popolazioni della sierra equatoriana, ci è impossibile andare avanti nell'opera di evangelizzazione nonostante il miglior buon volere, l'entusiasmo, e il coraggio dei Missionari, se il Supremo Governo non viene nella santa e patriottica decisione di aiutarci in qualche maniera in così commendevole, benefica e grande impresa ; poichè noi abbiam già dovuto vendere nei mesi scorsi ad un prezzo abbastanza basso l'hacienda nostra « El Rosario », per coprire i debiti contratti a favore della missione e far fronte alle spese che in questo tempo di tanta carestia ci occorrono per vivere e pel mantenimento delle missioni medesime.

Le domande dei Missionari.

Per questo motivo, oltre raccomandargli quanto ho detto relativamente alle nostre fatiche, mi permetto di chiedere al sig. Capo Supremo il necessario appoggio pel progresso della Missione e le Colonie di Santiago, Mendez, Gualaquiza e Zamora.

Quindi, concludendo, presento alla bontà del sig. Capo Supremo queste domande che han bisogno di essere soddisfatte, mentre non domandano gran sacrifizio.

i° l'aggregazione delle tribù del Zamora al governo e missione di Mendez e Gualaquiza, nel caso che i RR. Padri incaricati non continuino nella evangelizzazione di queste, poichè le facili comunicazioni ornai stabilite per terra e per acqua facilitano completamente il servizio delle tribù degli indii di Pachicosa, ecc., e nel tempo stesso quello delle tribù accennate.

20 L'organizzazione del Governo e delle autorità in Gualaquiza, le quali abbiano giurisdizione in Zamora e Mendez.

3° La riparazione della via da Sigsig a Gualaquiza, che esige una spesa di almeno 20.000 Pesos.

4° Il fine della via da Gualaceo a Indanza e la sua continuazione a Yunganza, Chupianza e Mendez ; opera che possiede fondi propri. Questa via ha il vantaggio di essere centrale, per cui, per essa gli abitanti dell'Azuay potranno comunicare con Mendez e il Santiago, avendo presente che per Indanza, a 8 ore da Gualaceo, assai più breve è l'ingresso alla foresta orientale.

5° In seguito, la costruzione di una via (che non è molto difficile) da Palmar a Mendez.

6° Il mantenimento di una compagnia di soldati, che difenda le colonie contro le aggressioni delle tribù tuttora selvagge, e si occupi nell'apertura delle strade e nella formazione di .una colonia modello. Intanto potrebbe proporzionarsi a questo fine l'armamento dei vicini di Gualaquiza.

7° Un sussidio pecuniario alla Missione Salesiana. Non c'è bisogno di discutere quanto sia vero che senza missioni non si può promuovere la colonizzazione ; poichè precisamente il missionario è colui che maggiormente influisce sul selvaggio ed è l'unico che ne moderi la ferocia, come pure educa le nuove generazioni e le avvia a vita civile, conquistando i barbari per mezzo del vero progresso.

8° L'esenzione dei diritti doganali per l'importazione degli articoli strettamente necessari all'incremento della Missione e delle Colonie.

9° Che si provvedano ai Missionari i mezzi indispensabili per l'impianto di un filo telegrafico da Gualaquiza al Sigsig (due giornate di cammino a dir assai), o, se par meglio, si dia ordine alle autorità cantonali di prendersi a cuore l'impresa e metterla in esecuzione.

10° Che si ordini alle autorità provinciali e cantonali, vicine al Vicariato, di prestare il loro aiuto ai Missionari in tutto ciò di cui questi abbisognino.

11° Che si conceda libero ingresso nella Republica ai Missionari Salesiani ed alle Figlie di Maria Ausiliatrice, essendovi il bisogno, per non dire la necessità, di altri operai evangelici per far fronte al lavoro moltiplicatosi e continuarlo pel vero progresso e per la cristiana civilizzazione dei Jibaros dell'Oriente.

Quale gran somma potranno richiedere le accennate imprese così grandiose ? Forse con un centomila scudi si potrebbe por tutto felicemente in piedi, se una tal somma verrà affidata, ben s'intende, alle mani di patriotti progressisti e disinteressati.

Ma questa supplica non verrà conchiusa senza scongiurare nuovamente l'Ecc.mo Signore incaricato del Supremo Comando della Repubblica ad accogliere la mia petizione, in vista della sua grande convenienza per l'incremento e la prosperità della Nazione Equatoriana, alla cui civilizzazione ed al cui progresso potentemente contribuiranno colla loro influenza, col loro lavoro e colla loro abnegazione, anche i Missionari Salesiani di D: Bosco.

Il sig. Gen. Eloy Alfaro riceva le mie sincere proteste di rispetto, coi voti che, per la sua prosperità e per quella della Patria, innalza il

Suo dev.mo Servitore SAC. FRANCESCO MATTANA

Superiore della Missione di Gualaquiza.

In fascio.

CHUBUT. - Progressi della Missione. - Leggiamo nella Cruz del Sur che il nostro confratello D. Giovanni Muzio, in un'escursione pel campo fino alle capanne di Kalfukir, in due o tre brevi missioni date nei piccoli centri incontrati sul passaggio ha amministrato 2o battesimi ed altrettante cresime ed ha benedetto alcuni matrimoni. Il Missionario fu accolto ovunque con la più grande cordialità.

- Il Superiore D. Bernardo Vacchina, vista la lentezza della costruzione della chiesa nel centro importantissimo di Trelew, e abbisognando d'altra parte della sala adibita finora per cappella, si è determinato d'innalzare a tutte spese della Missione un vasto salone che verrà provvisoriamente dedicato al culto. Contemporaneamente si verrà costruendo l'abitazione pei Missionari, la cui stabile presenza in Trelew è riconosciuta ormai indispensabile.

DAL BRASILE. - Da una lettera, indirizzata al sig. D. Rua da uno dei Missionari partiti pel Brasile nello scorso novembre, rileviamo queste notizie interessanti

Partiti da Genova, com'Ella sa, la notte del 12 novembre u. s., avemmo sempre, grazie a Dio, il cielo ed il mare favorevolissimi, per modo che, eccettuato qualche lieve inevitabile incomodo, nessuno di noi ebbe a soffrire quei disturbi che il mare suol regalare a chi si affida al suo seno. Avemmo anche, grazie alla benigna concessione dell'ottimo Capitano di bordo, la fortuna di poter assistere ogni giorno, alla S. Messa e fare la S. Comunione. L'altare si rizzava ogni mattina nella sala di lettura e vi celebravano successivamente D. Malan, D. Peretto e D. Allievi.

» Alle due ultime messe assistevano pure alcuni passeggeri di I.a classe, che prendevano parte anche alle preghiere e agli altri esercizi di pietà che noi compivamo secondo il costume delle nostre case. Alla domenica, l'ultima messa si celebrava verso le 9 in terza classe ; ed era ammirabile il contegno che quelle 8oo e più persone tenevano durante il S. Sacrifizio, e la pietà con cui rispondevano alla recita del S. Rosario. L'ultimo giorno che passammo a bordo, D. Peretto tenne un fervorino a quella buona gente, ringraziandola del buon contegno tenuto durante il viaggio ed esortandola a tener sempre vivo il lume della fede, specialmente in mezzo ai pericoli cui andava incontro nelle terre americane. Un fragoroso battimani coronò il suo dire e tutti gli si affollarono attorno per avere una medaglia di Maria Ausiliatrice.

» Sbarcammo felicemente a Santos il 3 dicembre, festa del glorioso apostolo delle Indie, S. Francesco Zaverio. Incontrammo sul molo i Direttori delle nostre case di Lorena e di Guaratinguetà e ci avviammo con loro alla volta di S. Paolo. Giungemmo a questa seconda capitale del Brasile dopo più di 5 ore di ferrovia, sempre in mezzo a una rigogliosissima vegetazione e sotto un sole ardente. I confratelli di quella casa ci accolsero a braccia aperte, e volevano trattenerci con loro alcuni giorni. Ma dovemmo affrettare la nostra partenza per Lorena, perchè quivi si attendeva già da alcuni giorni l'arrivo del sig. Ispettore, volendosi che egli presenziasse la chiusura dell'anno scolastico e la distribuzione dei premi.

« Anche noi assistemmo all'accademia tenutasi in questa occasione, e fummo ammirati della perizia con cui quei bravi giovani seppero disimpegnare la loro parte. Il giorno dopo assistemmo anche alla gara catechistica, dedicata all'ill.mo sig. Dott. Pinto Pacca, Giudice del diritto in Lorena. Anche qui i giovani si fecero onore e il vincitore della gara s'ebbe in premio un bell'orologio d'oro, presentatogli dal suddetto signore. »

PORTO STANLEY (Isole Malvine). - Un bell'omaggio alle Suore Cattoliche. - A promuovere l'educazione e il bene spirituale delle zitelle di quest'isole perdute in mezzo all'Atlantico all'Est della Patagonia Meridionale, le figlie di Maria Ausiliatrice stanno innalzando un Collegio femminile. A beneficio del medesimo, il 12 dicembre u. s. si inaugurò un bazar di beneficenza, al quale applaudirono tutti gli abitanti dell'Isola, quasi senza eccezione, benchè nella maggior parte sieno protestanti. Di questo plebiscito di stima tributato alla Missione Salesiana è bella prova anche il discorso che all'inaugurazione dell'accennato bazar pronunciò lo stesso Governatore sig. Allardy.

« Signori e Signore, egli disse, questo bazar è tenuto in favore dell'erigendo collegio per fanciulle, come voi vedete dalle copie del documento che io tengo in mano. Il documento non dice chi avrà la direzione del Collegio, ma il Missionario D. Migone m'assicura che la sua chiesa ne sarà responsabile, e coloro i quali conoscono D. Migone, come lo conosco io, sono certi ch'egli farà il possibile per la buona riuscita del collegio medesimo.

» Questo sarà per le Malvine una novità, ma di collegi per fanciulle ve ne sono nel Continente dell'America Meridionale ed in ogni paese civile. Anzi non so se vi sia un'altra Colonia Inglese della grandezza della nostra, che non abbia qualcosa di questo genere. Vi assicuro per la propria esperienza, avendo visitato molti collegi diretti dai Cattolici Romani nelle varie parti del mondo, che in essi le suore si distinguono per le loro buone opere, per la loro carità e gentilezza, per l'affezione alle fanciulle che istruiscono, e posso dire che le fanciulle sono anche affezionate a loro. Ora chi non sa l'efficacia della fermezza e della bontà sulle fanciulle? E molte delle Suore che ho incontrate posseggono queste due qualità. Ma non crediate che questo sia facile come mangiare un piatto di minestra o bere un bicchier d'acqua. Ritenete che ciò richiede anni d'esperienza e d'educazione, oltre un grande amore al lavoro, senso del dovere e molta abnegazione.

» Ma io son persuaso che l'influenza delle Suore le quali fra poco verranno a Stanley avrà un ottimo effetto nella generazione crescente, e benchè sia, come ho già detto, una novità, pure voi non dovete dubitarne. Il progetto d'un Collegio femminile è un segno di progresso, e come tale nel modo più energico io lo raccomando a voi, e ciò facendo auguro una buona riuscita a questo bazar che dichiaro formalmente aperto. »

Un bravo di cuore a chi sa parlare così spassionatamente e con pari franchezza.

AL MOZAMBICO. - Sul finir di gennaio partivano dalla nostra casa di Lisbona alla volta del Mozambico (Africa orientale) quattro nuovi Missionari, per assumere la direzione di un Orfanotrofio nella città di Lorenzo Marques. Auguri di messe abbondante ai generosi figli di D. Bosco.

IL CULTO di Maria Ausiliatrice

Pellegrinaggio spirituale pel 24 corrente.

INVITIAMO i devoti di Maria SS. Ausiliatrice a pellegrinare in ispirito al Santuario di Valdocco il 24 corrente e ad unirsi alle nostre preghiere.

Oltre le intenzioni particolari dei nostri benefattori, nelle speciali funzioni che si celebreranno nel Santuario avremo anche quest'intenzione generale

Supplicare fervorosamente Maria SS. Ausiliatrice a benedire tutte le intenzioni particolari del Santo Padre.

GRAZIE E FAVORI

L'immagine di Maria Ausiliatrice.

Nello scorso gennaio, il mio papà per la terza volta venne assalito dalla sua solita polmonite, ma questa volta la malattia si svolgeva seriissima; già tutti eravamo nella desolazione, aspettandoci da un momento all'altro che piombasse la terribile disgrazia.

Una persona che veniva spesso in casa nostra mi parlò della bontà di Maria Ausiliatrice che ella stessa aveva potuto sperimentare. Fin subito presa da una straordinaria devozione e con tutta fiducia mi misi a pregare questa Madre Celeste, promettendole se ottenevo la grazia, di renderla pubblica nel Bollettino Salesiano e di spedire un'offerta al suo Santuario di Torino.

La polmonite astenica progrediva nella sua ferocia, tanto che anche i medici disperavano della guarigione. Una notte (quale terribile notte!) l'infermo fu ridotto in fin di vita. Che fare? Solo Ella poteva salvarlo, quindi lo consegnai nelle Sue mani sempre sperando di ottenere la guarigione sospirata. Poi, siccome la sera avanti m'era giunto il Bollettino dove aveva letto tante grazie di Maria Ausiliatrice (fra cui una meravigliosa e pronta guarigione ottenuta col mettere l'effigie di M. A. sotto il guanciale dell'inferma) pensai di fare altrettanto e non avendo altra immagine la tagliai dal Bollettino. Quale meraviglia! L'infermo subito migliorò e in breve ci fu ridonato sano e salvo! Nel seguente aprile il mio caro papà ebbe una ricaduta, ma anche questa volta Maria Ausiliatrice ci volle consolare.

Tante altre volte ho ricorso a Lei con fiducia e non sono rimasta mai delusa! Quanto è mai buona Maria Ausiliatrice con i suoi divoti ! Sempre mi raccomanderò a Lei e con tutti esalterò la Sua potenza!

Misano in Villa Vittoria (Forlì) 19 dicembre 19o6. MARIA RASTELLI.

Diffondete la divozione di Maria Ausiliatrice !

Antonio Gregori, contadino, padre di numerosa famiglia, fu colpito improvvisamente da tifo. A stento erasi riavuto dalla sua malattia che ricadde tosto con complicazione di flebite. Il medico si dichiarava ornai impotente nel difficile caso e la povera moglie aveva perso anch'essa ogni speranza. Il padrone sentivasi profondamente addolorato nel pensiero di dover perdere il suo fido e colle lacrime agli occhi esponeva a me la triste notizia. Il mio cuore ebbe allora una bella ispirazione, corsi a prendere una medaglia di Maria Ausiliatrice e l'inviai all'infermo, promettendo di render pubblica la grazia nel Bollettino. Il pericolo svanì ed in breve il malato potè riprendere le forze perdute. Ora è guarito perfettamente e Ti ringrazia insieme a me con tutta l'effusione dell'anima riconoscente, o Maria Auxilium Christianorum, che hai benedetto il pianto di una povera famiglia convertendolo in lacrime di consolazione.

S. Elpidio a Mare, 18 gennaio 1907.

SILVIA PATRIGNANI RINGRESSI.

Diano d'Alba. - Affetto da malattia intestinale, che da più anni mi affliggeva, dovendo subire una operazione pericolosissima tanto che i medici non si peritavano ad eseguirla, ricorsi a Maria Ausiliatrice, promettendo che se otteneva la guarigione avrei fatto una duplice offerta.

Ottenuta la grazia e compiuta la promessa, ringrazio con tutta l'anima la Madonna e ne pubblico l'immensa bontà e misericordia a edificazione dei suoi divoti.

9 novembre 19o6.

ARIONE GIOVANNI.

Guazzora (Alessandria). - Il 19o6 doveva essere per la mia famiglia un anno di gioie, dovendo io essere consacrato sacerdote. Mio padre, cattolico fervente, non aspettava che il giorno della mia consacrazione. Ma ecco che improvvisamente un'artrite terribile lo assalse inchiodandolo in letto. I giorni e le settimane passavano e il male si complicava aggiungendovisi una forte pleurite. Chiamato d'urgenza dal Seminario e accorso al letto dell'amato genitore restai spaventato nel vedere la sua fibra fortissima terribilmente scossa. La sera del 2 febbraio, mentre tutta la famiglia stava raccolta attorno il suo letto l'infermo improvvisamente si abbandona sui guanciali e un sudore freddo lo assale era stato colto da un violento attacco cardiaco. Mio Dio, che momenti! che notte! I medici dopo aver esauriti tutti i suggerimenti della scienza, non ci davano più speranza ed anch'io vedevo che il mio povero babbo ad ogni istante andava mancando, mentre il pallore dell'agonia gli copriva il volto. Com'ebbe ricevuto il S. Viatico, mi parve giunto il tempo d'impetrare la grazia. Mi rivolsi ad un quadro di Maria SS. Ausiliatrice appeso sopra il letto dell'ammalato e La scongiurai colla promessa di pubblicare la grazia. Si notò subito un sensibile miglioramento. Incominciammo una novena e Maria Ausiliatrice ci esaudì; mio padre, omai da tutti spedito, si riebbe ed oggigode buona salute. Essendo egli stato sempre divoto di Maria Ausiliatrice, non ho alcun dubbio che proprio Essa l'abbia guarito.

24 gennaio 1907.

SAC. SBRINGA LUIGI.

Borgo S. Martino (Casalmonferrato). - La sera del 13 dicembre u. s., N. N. ritornava da Casale sul carro. L'ora era tarda quando passato il cavalcavia sopra la strada ferrata, invece di seguire il viale che conduce alla strada provinciale, prese la scorciatoia sulla quale è il binario pel tram della Società di calce e cementi. Era già presso lo stabilimento di detta Società, quand'ecco. vede uscirne ed avvicinarsi il tram, spaventoso con i suoi fanali accesi. Il cavallo comincia a spaventarsi e, malgrado lo sforzo ch'egli faceva per mantenerlo sulla strada, ad un tratto si volta bruscamente a sinistra spingendo, la ruota destra del carro sul binario. L'inevitabile cozzo del tram contro il carro è così forte che il cavallo è portato di peso alla sua posizione di prima e l'asse stesso delle ruote è piegato come un filo di ferro. Il malcapitato diede un grido e si gettò giù dal carro volendo almeno salvare la vita. Ma quale non fu la sua sorpresa quando, rialzatosi, vide il tram indietreggiato per lasciarlo passare, e il cavallo fermo e tranquillo, aspettare il suo cenno per continuare la via? Attribuendo la sua incolumità in sì grave frangente a speciale protezione della SS. Vergine Ausiliatrice, ad essa rende pubblico omaggio di gratitudine, e invia al suo Santuario di Torino l'umile offerta.

13 gennaio 1907.

SAC. ATTILIO BETTINI.

Nibbiola (Novara). - Trovandomi accasciata e senza alcuna speranza per un bisogno finanziario, cominciai una novena in onore di Maria Ausiliatrice e il nono giorno ero guarita! Ricorriamo sempre all'aiuto di si tenera madre.

3 gennaio 1907.

T. B.

Barolo. - Travagliata da varii mesi e costretta al letto per quaranta giorni a causa di una bronchite doppia, mi fu consigliato d'intraprendere una novena a Maria Ausiliatrice. Accettai il pio suggerimento e appena finita la novena mi trovai guarita.

29 dicembre 19o6.

CAMERANO DOMENICA ved. PIRSA.

Castelnuovo Scrivia. - Già da qualche anno soggetta a forti infiammazioni intestinali, il giorno di Natale u. s. mi vidi quasi in fin di vita. Piena di fiducia nella bontà di Maria Ausiliatrice, fu allora che mi decisi di ricorrere a questa tenera Madre, cui promisi di recarmi a ringraziarla nel suo Santuario di Valdocco se mi avesse concessa la grazia. E la grazia venne. Il 9 corrente fui pertanto a compiere il mio voto, nè mancai in quella lieta circostanza di ringraziare la Vergine Ausiliatrice per altre grazie segnalate concesse a me ed alla mia figliuolanza. Che ella continui a coprirci col suo manto di madre.

18 dicembre 19o6.

MORETTA LUIGIA MARIANNI.

Dolceacqua (Porto Maurizio). - La nostra bimba Antonietta Maria, colpita fin dal 1 corrente dal grup fu data dal medico per spedita. Cominciammo una novena a Maria Ausiliatrice e dopo solo tre giorni la nostra cara figliuola alzavasi dal letto completamente guarita! Mandiamo riconoscenti un'offerta promessa, con preghiera di pubblicare la grazia.

11 gennaio 1907.

FRANCESCO e MARIA coniugi ORRIGO.

Rivara. - Grazie Ti rendo dal profondo del cuore, o Maria, che stella ed aiuto dei cristiani salvasti mio genero e mia figlia Gaetana emigranti, dal pericolo di aver tomba nel mare presso lo stretto di S. Caterina. Ascolta, gloriosissima Vergine, la preghiera d'una madre. Io non ho parole per manifestarti la mia profonda gratitudine; ma tu che scruti i cuori, leggi pure nel mio l'immenso amore che ti porto e l'ardente brama che mi spinge a diffondere il tuo culto benedetto. Proteggi, Vergine Ausiliatrice, tutti i poveri emigranti, specialmente i miei cari, conservali sempre nell'unità della fede cattolica ; dà loro la salute, il lavoro, la pace e fa' che presto tornino quelli alle famiglie loro, i miei a questa casa che mi sembra vuota, ma che invece è piena dello spirito e del pensiero di quei cari assenti. Fa' che tornino presto in patria a parlare delle tue materne misericordie, a lodare il Divin tuo Figlio, o gloriosa Ausiliatrice dell'universo.

Novembre 19o6.

CUSMANO LUCIA ved. MARAZZOTTA.

Penango. - Un caro bambino di circa quattro anni che formava la nostra consolazione e sul quale si fondavano tutte le nostre speranze, in poche ore ammalò gravemente di difterite e fu ridotto in fin di vita. I medici chiamati a consulto dichiararono che ci voleva un miracolo. Noi eravamo desolatissimi. Pie persone ci consigliarono a far ricorso a Maria Ausiliatrice. Oh! potenza e bontà di Maria ! appena promettemmo di far celebrare una messa al suo altare e di pubblicare la grazia, nel nostro bambino si notò subito un miglioramento. Riconoscenti adempiamo la nostra promessa, invitando tutti a ricorrere con fiducia a questa potente e cara Madre, che non lascia partire alcuno sconsolato da suoi piedi.

26 gennaio 19o7.

Coniugi EUGENIO MATILDE.

Cicagna. - Quanto sei buona, o Maria! Il mio unico fratello si ammalò di polmonite, che in pochi giorni lo ridusse in fin di vita. Il settimo giorno si aggravò in modo da far perdere ogni speranza di guarigione. Ma io speravo in Te, o Aiuto dei Cristiani, e avevo posta la Tua miracolosa medaglia sotto i guanciali dell'ammalato. Pieno di fede, feci pure incominciare una novena, alla quale mi unii di cuore. Oh bontà di Maria! fin dal primo giorno si notò un lieve miglioramento, che andò sempre progredendo, finchè il fratello riacquistò perfetta salute. Grazie, o Maria Ausiliatrice, continuaci sempre la Tua protezione.

29 gennaio 1907.

Una Cooperatrice.

Torino. - Colpita da bronchite acuta e da doppia polmonite fui ridotta agli estremi. Ricevendo il SS. Viatico, tra l'angoscia e le lagrime de' miei figli sollevai anch'io le mie suppliche a Maria Ausiliatrice e venni esaudita. Era la mattina del 24 gennaio: da quel giorno sparve ogni pericolo ed entrai in via di guarigione. Ringrazio anche a nome dei miei figli l'amorosa Benefattrice.

24 febbraio 1907.

TERESA Ved. SIMONDI.

Cerodalo di Ciano d'Enza (Reggio Emilia). - Quanto sei potente, o Maria Ausiliatrice! A Te lo slancio di riconoscenza del mio cuore, a Te le grazie de' miei cari ; a Te ricorsi per implorare la guarigione del mio nipotino Biagio già spedito dal medico curante, con promessa di rendere pubblica la grazia mediante il Bollettino Salesiano e d'un'offerta pel tuo Santuario e per le missioni salesiane, e Tu mi hai esaudito.

Riconoscentissimo, benchè tardi, Ti rendo le dovute grazie, e compiendo la mia promessa imploro la tua continua protezione sulla mia famiglia.

Ottobre 1906.

MOSCATELLI PIER ANTONIO.

S. Benedetto Belbo. - Affetto da acuta ostinata dispepsia, che mi toglieva di attendere alle molte faccende della famiglia, mi rivolsi fiducioso a Maria Ausiliatrice e ottenni la sospirata guarigione. Riconoscente invio una tenue offerta.

Ottobre 1904.

FRESIA FILIPPO.

Torino. - Colpita il 24 marzo 1905 da congestione polmonaria e in seguito da aneurisma, mi vedeva la morte vicina. Ricorsi con fede a Maria SS. Ausiliatrice, e dopo lunghe sofferenze, sono, completamente guarita.

24 maggio 19o6.

BENSO CATERINA.

Carmagnola - Una mia bambina, colta da fierissima scarlattina che minacciava di farsi cronaca, ci teneva in gravissime ambasce. Per consiglio di una pia persona la raccomandai a Maria Santissima Ausiliatrice, con promessa di pubblicare la grazia; subito prese a migliorare ed ora è in perfetta salute. Grazie alla Madonna di D. Bosco!

23 ottobre 19o6.

CAPELLO MADDALENA.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte, al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti

A*)-Acerno: Donnarunna Coniugi 10 -Acqui: Ricci Teresa 10 - Albissola Sup. (Genova): Grossi C. 2-Alì Marina: Tringoli Francesco fu Michelangelo io-Arco: Gobbi Giuseppe 5-Asti: Raviola Maria 2-Avigno (Svizzera): Bondietti Giacobbe 2.

B) - Bagnatica: Brema Caterina 13.50 - Barano d'Ischia: Maria Antonia Grandinetti 10 - Bari: Clelia Parodi Buffo- Benevagienna (Cuneo): Dogliani Teresa 5 - Bianzè (Novara): Costanzo Giovanni 15 -Bologna: Maddalena Campeggi-id.: A. M. A. 5 -- Borgiallo: N. N. 5 - Borzago (Trentino): Pellizzari Fiordalice 6 - Boston (America): Marchisio Andrea 5 - Bracchio (Novara): Mortarotti D. Giuseppe i - Broni: Magnaschi Evarigelina 12 - Brooklyn (S. U. N. A.): Isola Grazzina io - Busca (Cuneo): Schiavetta Luigi io.

C) - Camerata Comello: Guipponi Giuseppe io, id.: Vogliano Teresa io - id.: Vogliano Meg ili 5 - Campolongo: torio Marianna 2 - Cardi (Cuneo): Vagra Giuseppe 5 - id.: Colombano Maria 2 - Carezzana: Famiglia Balocco 25 - Carmagnola: ved. Ottavia Novella - id.: Capello Maddalena - Castagnito: Cassinelli Teresa 50 - Castel Ainno B. A. io- Castelcerino: Suppi Filiberto 3 - Castellinaldo: D. Luigi Libona 26 a nome proprio e dì varie persone graziate - id.: N. N- 5 - id.: Bordino Rosa 5 - Castelpagano (Benevento): Un sacerdote 5 - Catania: Ch. Strazzieri Natale 5 - id. Agatina Cofici Baronessa di Calaforno 15 - Cavallerleone: Pausa Bartolomeo 5 - Cerrina Monf.: Mezzano Carlo 2 - Challant S. Anselme (Torino): Chougner Atanasio io - Cherasco: Abrate Giuseppe di Tommaso 5 - Chiuro: Menotti Bettina 12 - Cittadella (Padova): M. P. 5 - Cloz (Trentino): Modesta Frane 5 - Conio: Teresa Zamera Rampoldi io - Conegliano: Antonioli Eulalia - Co stalunga (Verona) : Martinelli Luigia 5 - id..Dalla Pozza D. Biagio 5 - Costigliole d'Asti: Bellora Albina - Cumiana: Vaglio Eugenia.

D) - Dolceacqua (Porto Maurizio): Francesco e Maria Coniugi Orrigo- Domodossola: Suor Maria lisa a nome di pia persona 5 - Dumont: Pellegrini M aria.

F) - Fiesso Umbertiano: N. N. 10 - Firenze: Rampon Cesira- Fonte: Conte Carbini Antonietta io - Fossano: Famiglia Secchi lo.

G) - Genova: Sac. Tomaso Gaggero a nome di pia persona 6.8o - id.: Agostino Cerruti 5o - id.: Caffarena Marianna 10 - Gerola Alta: Curtani -Giuseppe 10 - Girgenti: Gaglio Alfonso 20 - Gonnesa (Cagliari) Crotta Adelaide 5 - Gorizia: Stabile Filomena 4.19 - Grava : Arzani Vincenzina 5.

I) - Ierzu (Cagliari): Inosiu Melis Cunico 5 - Imola: Marciotti D. Ermenegildo 30- Isola d'Asti: G. R. 10 - Isola S. Antonio (Alessandria): Ravizza Luigia 5 e Ravizza Leonilda io - Ivrea: Nigra Lucia.

L) - Lavertezzo (Svizzera): Gazzetta Teresa 4.75 - Livorno: Pagani Giuseppe 2 - Lugano: Giuseppina Adamini S. 5 - Lunamatrona: Visano Casti Raimondo 5.

M) - Magliano d'Alba: Gamberana Clementina - Magliano Alpi: Rovere Antonio - Magno di Rovegno (Brescia): Ghidella Emilia Azzini 2.50 - Malta: Sapiano Enrico 10 - Mango (Cuneo): Pio Giustina 5 - Mandello del Lario (Como): Maria Bassi Zucchi 15 - Marina di Bova (Reggio Calabria): Elvira Hodes-Mezzanabigli: Giulio Crespi 5 - Meda: Brunelli Angiolina 12 - Mentore (Alpi Marittime (Francia): Aguglia Giovanni 2 - Messina: Antonietta Ottaviani 2 - Milano: Una Cooperatrice per grazia segnalatissima 5o - id.: Sagno Teresa 20 - Montechiaro d'Asti : A. A. 1.25 - Montanaro: Bassino Nicoletta 5 - id.: Marcella Fiorio- Monteforte Cilento: Scavarone Aurora 5 - Mortara: Invernuzzi Rosa 5.

N) - Negrar (Verona): B. A. 3 - New York Serafina Pernidiaro in Siragusa 5 - id.: Andrea Perniciaro 5 - Nizza Marittima: N. N. - Nizza Monferrato: Devecchi Antonietta 5 - Norbello (Cagliari): Giuseppina Manca 2 - Noto: Guastella Giovanni di Salvatore 1 - ,Nus (Torino) : Foy Emerita 2.

O) - Omegna: E. Frigerio 20.

P) - Paganica : Vespa Clarice 5 - Palermo Maresciallo Gustavo ed Emma Cassetta, 3 - Perosa Argent.: Bellisio Rosa-Pesaro: Forlani Virginia 20 - Piazza Armerina: Sangitano Rosalia Trigono 15 - Pinerolo: Losano Rosa - Pollenzo: Parato Vittorio 5 - Ponte Ca'aro (Brescia): Bazzani Bernardo - Ponte d'Assio: Natta Antonietta 2 - Portis: Bonanni Teresa io - Pove (Vicenza): Fintati Catterina 15.

Q) -- Quartina: Sorgenti Paolo 5.

R)-Rocca d'Arsiè (Belluno): Denale Maria 2.90 - Rocca Grimalda: Una famiglia 17 - Roma: Bon Elisa io-- id.: Valeri E. i - Rivarolo Ligure: Oria Assunta per varie persone.

S) - Saluggia: Bagnasano Giovanni - S. Damiano d'Asti: Gatto Monticone 5 - id.: Una madre pei suoi figli a mezzo delle sorelle Franco 5 - Sangiano (Lago Maggiore): N. N. 2 - S. Michele d'Asti:

N. N. 5 - S. Pietro Incariano (Verona): Righetti Luigia 5 - S. Salvador (Centro America): Sac. Ugo Lunati - S. Alberto (Ravenna): Pietro Cavalieri 8 - S. Ambrogio di Torino: Melania CrocePognant-Gros io - S. Vincent: Mus Martino 7.50 Savona: Bobone Ricci 5 - Schio (Vicenza): Lavato Luigia - Sermione (Brescia) : Scandela Pietro io - Solduno (Svizzera): S moni Carlo a mezzo del Sac. Agostino Anzini 5 - Stradella: Parisio Maria V. Trinchieri 3.

T) - Tirano (Sondrio): Suor Giuditta Torelli a nome di quattro Cooperatrici 15 - Tonco Monferrato: Pietro Maddalena - Torino: Mottu Margherita 5 - id.: Teresa Poero - id.: N. N. - id.: Peris Elisabetta-id.: M. S. C. - id.: Peraldo Giuseppino io - id.: De Petris Catterina Tosatto 4 - id.: N. N. alcuni oggetti d'oro - id.: Actis Pasqualina - id.: Gariglio Giovannina - id.: Pretonari Alfredo 5 - id.: Nida Maria - Torre dei Busi: Lucrezia Lossa - Trezzo d'Adda: Maiocchi Maria 2 - Tunisi: Oliva Averso 30.

V) - Valganna: Tecla Bellavita 3 - Valmazzola (Parma): Sozzi Maria- Varazze: D. Giovanni Paseri 5 a nome di una pi persona - id.: Maria Aschero 7 -- Venezia: Morandi Attilio 10 - id.: L. D. B. 7.50 - Vercelli Capellino Rosa 5 - Verona: Tabacco Vittoria 2-id.: N. N. 5.-id.: Alessi Amelia 5-Vesime: Bertonasco Eugenia io-id.: Brondolo M. Ved. Ciria 10 - Vicenza: Zanezzo Giov. Batta 5 - id.: B. G. 5 - Villanova d'Asti: 1-Iinola Vincenza 2 - Vinovo: Benso Maria.

X) - A. C. G. 5 - Francesco Rinaldo Coppola.

Santuarìo dì Marìa Ausìlìatrìce TORINO

Dal 10 marzo al 10 aprile.

16 marzo - Triduo in onore di S. Giuseppe - dopo la messa delle 6, benedizione.

19 marzo: Festa di S. Giuseppe - Ore 6 e 7.30, messa della comunione generale. Ore 10, Messa solenne - Ore 15.30, Compieta, panegirico, benedizione.

21 marzo: Domenica delle Palme e Commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice - Ore 9.30 Benedizione delle Palme, Messa solenne.

25 marzo: Annunciazione di M. V Ore 6, messa, discorso e benedizione - Ore 19, Compieta, discorso e benedizione.

27 marzo: Mercoledì Santo - Ore 17, Canto dei divini uffizi.

28 marzo; Giovedì Santo - Ore 6.30, Messa solenne - Ore 14, Via Crucis - Ore 17, Canto dei divini uffizi - Ore 19, Lavanda dei piedi.

29 marzo: Venerdì Santo - Ore 6.30, la Funzione di rito - Ore 17, Canto dei divini uffizi - Ore 19, Via Crucis.

30 marzo: Sabato Santo - Ore 6.30, Benedizione dei fuoco, Profezie, Messa solenne - Ore 19.15, rosario e Benedizione solenne.

31 marzo: Pasqua di Risurrezione - Ore 6 e 7.30, Messa della comunione generale - Ore 9.30, Messa solenne - Ore 15.30, Vespro, discorso e benedizione solenne.

1 aprile: Seconda festa di Pasqua - Ore 6, Messa, predica, benedizione - Ore 19, Vespro, predica, benedizione.

5 aprile: Primo Venerdì del mese - Esposizione.

NOTIZIE VARIE

A Valdocco.

IL 23 febbraio avemmo l'onore di ossequiare S. E. Rev.ma Mons. Angelo M. Dolci, Arcivescovo tit. di Nazianzo, delegato Apostolico al Perù. La mattina del 24 S. E. celebrò nel Santuario di Maria Ausiliatrice, commosso nel vedere tanta affluenza alla S. Comunione ; e nel pomeriggio recavasi a visitare la tomba di D. Bosco a Valsalice. Al nuovo rappresentante della S. Sede nel Perù, insieme cogli auguri di un viaggio felice, rinnoviamo l'espressione sincera dei nostri più devoti omaggi.

Per la Gioventù. -Nel 19o6 la nostra tipografia si faceva editrice anche di un umile periodichino di propaganda per la gioventù, da diffondersi nelle scuole, nelle officine, nelle parrocchie e negli Oratori festivi. L'umile pubblicazione entrando nel 20 anno di vita, implorava una speciale benedizione apostolica, che le veniva concessa amplissima, come appare dalla lettera seguente:

Re.vdo Signore,

A nome dei Salesiani di Torino, ho rimesso al Santo Padre l'annata dei Foglietti settimanali per la Gioventù a tale scopo trasmessami da V. R. col foglio del 9 corr. Ho il piacere di comunicarle che il Santo Padre ha mostrato la sua soddisfazione per questo piccolo periodico, così bene informato dello spirito religioso e tanto adatto per le letture degli Oratori Festivi; quindi ben volentieri la Santità Sua, per incoraggiare i redattori ed editori del periodico e per dare loro un segno di particolare benevolenza e del suo grato animo, ha impartito di cuore a ciascuno di essi ed a lutti i lettori dei foglietti settimanali la pienezza dell'Apostolica Benedizione.

Profitto di questa occasione per confermarmi con sensi di ben sincera stima, di V. R. Roma, 12 gennaio 1907.

Aff.mo nel Signore

R. Card. MERRY DEL VAL.

DON GIOVANNI MARENCO Procuratore Gen, dei Salesiani - Roma.

Chi non conoscesse l'accennata pubblicazione (alla quale va sempre aumentando il favore dei Rev.di Parroci e Sacerdoti e dei laici desiderosi di fare un po' di bene alla gioventù) chiegga liberamente alla nostra Libreria alcuni numeri di saggio, che gli saranno subito inviati.

In Italia.

COMACCHIO. - Mons. Vescovo all'Oratorio Salesiano. - La domenica 13 gennaio il nuovo zelantissimo Vescovo di Comacchio, Mons. Annibale Lupi, fu a visitare l'Oratorio festivo per assistervi all'insegnamento della Dottrina Cristiana.

Mons. Vescovo rimase assai soddisfatto del numero grande specie di giovani avanzati in età ascritti all'oratorio; si compiacque del metodo tenuto nell'insegnamento, e infine si degnò d'interrogare Egli stesso i giovani, riportando dalle loro risposte la più gradita impressione. Ebbe perciò per loro parole lusinghiere di lode e di incoraggiamento, e li regalò tutti di una medaglia a ricordo della sua visita, che coronò colla benedizione col SS. Sacramento.

Conforta senza dubbio quest'incremento dell'Oratorio, dove tanti giovani cominciano a formarsi un carattere franco e senza rispetto umano anche nella professione della religione; e noi ci auguriamo che esso si faccia stabile e duraturo, affìnchè i giovani imparino profondamente a professare sempre e da per tutto quei forti principi di religione ai quali vengono educati.

PARMA. - Inaugurandosi il nuovo anno della Scuola di Religione nel passato novembre, il direttore dott. D. Matteo Ottonello, alla presenza dell'Eminentissimo Card. Ferrari, del Vescovo diocesano e dell'Ecc.mo Mons. Conforti, Arciv. tit. di Stauropoli, lesse una dotta prolusione nella quale ricercò le cause e i rimedi della Crisi nella fede nella gioventu. Le cause , egli disse sono parecchie : l'ambiente, il rispetto umano, le passioni, la poca intensità di vita religiosa. E il rimedio? Per sapientiam sanati sani quicumque placuerunt tibi, Domine, a principio! dunque lo studio della Religione conosciuta, amata, praticata ; ossia uno studio serio, leale, generoso.

La bella prolusione è stata ora pubblicata colle stampe (1). La vasta tela suaccennata vi è maestrevolmente ritratta senza cadere nell'arido, e senza che le numerose citazioni acconciamente riportate la intralcino con uno sfoggio inutile di erudizione.

(1) Vendesi dalla Fiaccadori di Parma; al prezzo di 25 cent. a benefizio dell'Oratorio festivo di S. Benedetto.

All'Estero.

LISBONA. - S. M. la Regina Amelia all'istituto Salesiano. - Il 26 gennaio Sua Maestà la Regina Donna Amelia di Portogallo degnavasi visitare i nuovi locali dell'Istituto 5. Giuseppe di Lisbona.

Ricevuta al suono della marcia reale si diresse alla cappella dell'istituto ove si fermò alquanto ad adorare il Re dei re. All'uscire l'ispettore D. Cogliolo ringraziò S. M. con alcune parole per tanta sua degnazione e un ricoverato declamò graziosamente in omaggio all'Augusta Visitatrice una poesia dell'illustre accademico Consigliere Giuseppe di Sousa Monteiro, intitolata: Chovam bençàos os ceus sobre a

Rainha! « I Cieli piovano benedizioni sulla Regina! »

Sua Maestà passò quindi alla visita della casa che percorse attentamente, dimostrando ancora una volta il suo cuore materno e con quanta ragione il popolo di Lisbona ami chiamarla la Regina santa! Qual madre amorosa volle conoscere minutamente come fossero trattati e quanto si facesse per l'educazione dei suoi figli.

Con affettuosissima sollecitudine s'avvicinò e si fermò al letto di due fanciulli che colti dall'influenza giacevano a letto ; e con vera espansione strinse al cuore e baciò molti degli alunni ricoverati! Ai giovani cantori che continuano a prestar servizio nella Cappella Reale fece i suoi complimenti e per tutti ebbe parole di incoraggiamento. Solita a visitare case di educazione, ove gli alunni beneficati s'indirizzano alla carriera degli studi, non nascose la dolce impressione che provava il suo cuore nel veder tanti giovanetti maneggiare i rudi ferri del mestiere.

Dichiarandosi di tutto assai soddisfatta, tanto pel lato igienico e scientifico quanto per l'indirizzo morale, licenziavisi lasciando una generosa offerta e nel libro dei visitatori queste parole:

Faccio fervidi voti per la prosperità e maggiore incremento di un'istituzione così salutare; Amelia Regina.

Dall'America.

BAHIA - Inaugurazione del nuovo edifizio dei Lyceu de S. Salvador. - Questo nuovo asilo della carità che già raccoglie molti poveri fanciulli, sorse nel corso Almeida Conto in ottima posizione, circondato da altre istituzioni di beneficenza. Il terreno era stato comperato nel 1899, essendo governatore dello Stato il dott. Luigi Vianna che aveva concorso alla compera con oltre la metà della somma stipolata. Nel 1900 veniva gettata la prima pietra dell'edifizio, di cui nel 1901 s'incominciarono i lavori ; nè mancò l'aiuto della pubblica carità all'opera santa, cui provvide anche parte del materiale di costruzione. Ma dolorosamente avvenne, per varie cagioni, che l'edilizio innalzato mal reggendo alle intemperie divenisse presto quasi inservibile. Si vide allora la necessità di costrurre una nuova casa che rispondesse ai requisiti della solidità ed alle esigenze di un istituto moderno di educazione.

L'idea non mancò di trovare le simpatie di tutti, ma Bahia attraversava una grave crisi finanziaria e i buoni avevano da sostenere le molte istituzioni di beneficenza già fondate. Nondimeno non si perdettero d'animo quei buoni Cooperatori ; ma benedetti dal loro Arcivescovo e aiutati dalla stampa locale ricorsero a tutti i mezzi per trovare l'occorrente a far proseguire il lavori. Furono promossi spettacoli, conferenze e feste di beneficenza; distinguendosi tra altri l'illustre poetessa Donna Amelia Rodriguez che scrisse articoli sui giornali e pubblicava ultimamente a beneficio dell'opera una raccolta dei suoi lavori poetici tanto apprezzati in Brasile. Degno di particolare ricordo è pure l'atto di molti industriali che avendo riunito un fondo per una loro opera speciale, con atto concorde lo versavano in favore dell'erigendo istituto. E poichè accenniamo questa gara di carità ci permettiamo anche di scrivere i nomi dei signori Dott. Teodoro Sampaio, Felice da Rin e Giulio Bertini che furono alla testa del Comitato, e quello, del valente ingegnere architetto Emmanuele da Rin che prestò gratuitamente l'opera sua.

Con questi aiuti noti fu difficile dopo di 11 mesi di lavoro veder coronati gli sforzi di tutti colla costruzione di un nuovo edifizio che venne inaugurato la domenica 16 dicembre u. s.

Alle 6 del mattino l'ispettore D. Lorenzo Giordano benedisse la modesta cappella interna, ove subito venne celebrato il santo sacrifizio. Alle 9,30 giungeva S. E. Mons. Girolamo Tommaso da Silva, Arcivescovo di Bahia e Primate del Brasile, che, ricevuto al suono defila Banda dell'Istituto, procedette alla benedizione di una bella statua di Maria Ausiliatrice. Seguì la pressa solenne, durante la quale, al Vangelo, Sua Eccellenza tenne una splendida allocuzione. Parafrasando le parole della liturgia: Gaudete in Domino semper! si congratulò vivamente con quanti concorsero alla costruzione del nuovo edificio, animando tutti ad aver sempre presenti i bisogni degli orfanelli dell'istituto.

Terminata la messa Sua Eccellenza benedisse il fabbricato, al quale affluirono per tutto il giorno numerosi visitatori.

A completare la festa giungeva il seguente telegramma: Roma, 17 dicembre 1907- Brasile, Bahia Monsignor Arcivescovo - Santo Padre benedice Salesiani, benefattori che sotto degno Arcivescovo hanno facilitato inaugurazione edificio. - Card. Merry del Val.

CORDOBA (Repubblica Argentina). - Il nuovo fabbricato, ossia il collegio in costruzione a Cordoba presso l'attuale oratorio festivo, grazie alla generosità di vari Cooperatori, è ornai all'ordine. In questo mese di marzo sperasi di poter inaugurare le nuove sale per le Scuole diurne, ove potranno essere accolti 300 giovani, e, dopo Pasqua, di aprire le Scuole d'arti e mestieri. Il nuovo fabbricato potrà già contenere 7o alunni interni.

Il 23 dicembre ebbe luogo la distribuzione dei premi agli alunni delle scuole diurne, i quali l'anno scorso furono un centinaio, ed ai 500 alunni dell'oratorio festivo. Di questi ne furono premiati cento; i premi consistevano tutti in capi di vestiario e calzature, che vennero consegnati ai bravi giovani per mano dei principali benefattori dell'Oratorio e dello stesso Ecc.mo Mons. Bustos, vescovo diocesano, intervenuti alla cerimonia.

LIMA-BREÑA. - In occasione della distribuzione dei premi, l'ultima domenica del 19o6 si tenne nell'istituto salesiano di Lima-Breña una tornata accademica ad onore dell'Ecc.mo Mons. Alessandro Bavona, Delegato Apostolico, (recentemente promosso alla Nunziatura del Brasile) che vi assistè insieme colle loro Eccellenze Rev.me Mons. Ismael Puirredón e Mons. Manuel Segundo Ballón. Gli intervenuti all'atto furono assai numerosi. Il dott. Pietro José Rada disse il discorso di circostanza con veemente entusiasmo, continuamente applaudito. « Non voleva prender la parola in questa bella festa, conchiudeva Mons. Bavona, limitandomi a gradirla col cuore : ma le calde ed eloquenti parole di un oratore del Misti mi spingono a farlo, manifestando la mia gratitudine a quanti mi hanno dato questa dimostrazione di affetto e di simpatia, che io riferisco alla persona del S. Padre, del quale son umile rappresentante ; e della quale colgo volentieri l'occasione per ripetere la mia ammirazione ai Salesiani per lo zelo che essi spiegano a vantaggio del popolo e della gioventù operaia. »

PATAGONES (Rep. Argentina) - A compimento delle notizie pubblicate intorno l'esito brillante degli Esami finali dati dagli alunni del Collegio S. Francesco di Patagones, pubblichiamo questo tratto di una lettera indirizzata al Vicario Apostolico Mons. Cagliero - « Sentiamo l'obbligo di ringraziare tutte le famiglie di Patagones che col loro consiglio ed appoggio ci aiutarono anche quest'anno a dare maggior sviluppo al nostro piccolo Seminario ed alle scuole elementari e complementari di questo fiorente paesello della Provincia di Buenos Aires.

« I regi Agenti Consolari d'Italia hanno sempre favorito queste nostre scuole, visto e considerato l'impegno con cui s'imparte l'insegnamento della nostra lingua patria e per lo spirito italiano che regna in tutto il collegio. E saranno per noi sempre grati i nomi del cav. Nicolò Cuneo e del sig. Carmelo Bottazzi che tutti gli anni premiarono con medaglia d'oro i più diligenti nello studio dell'Italiano.

» Quest'anno tutto Patagones volle prendere parte attiva agli esami. Essendo perciò insufficiente il salone delle adunanze si dovette trasformare in salone il cortile interno del collegio e in apposito palco presentare gli alunni dei corsi superiori ed inferiori alle varie commissioni esaminatrici formate dalle persone più competenti del paese e davanti a numerosi ed intelligenti spettatori.

» I giovani si mostrarono ben preparati, e parecchi meritarono prolungati, applausi. Alcune classi sfoggiarono realmente pel conoscimento completo ed intelligente del programma , talchè più volte i signori esaminatori non sapevano a chi assegnare il premio. Più ancora. Vari signori ebbero la bontà di offrire dei premi ; e tra questi ricordiamo il sig. Tiburzio Aldao, capitano di fregata, che regalò una medaglia d'oro come premio di Filosofia ed un testo di Fisica generale per la materia omonima.

» Il prelodato Regio Agente Consolare d'Italia sig. Carmelo Bottazzi donò una penna d'oro come premio per l'Italiano; il capitano macchinista sig. Ugo Leban una medaglia d'oro pel Francese e un'altra per l'Algebra, e il sig. Ernesto Cobral, contabile della squadra argentina , altre due medaglie d'oro per la Contabilità mercantile e la Computisteria. Finalmente il sig. Alfredo Zimmermann ci offriva un orologio pel Corso d'elettricità ed il sig. Armando Fischer, sottotenente macchinista, una croce d'oro pel premio di Religione.

» Piacquero assai ai signori spettatori i vari esercizi ginnastici, come anche gli apparecchi e gli esperimenti di chimica e fisica.

» Molti signori del paese presero parte attiva alla formazione di questi due piccoli gabinetti, chi con limosine e chi con l'opera propria. Infatti più della metà di quegli apparati, mi diceva il professore incaricato del gabinetto, sono stati fatti in casa con la gratuita prestazione di molti intelligenti cooperatori, tra cui son da noverare tutti gli ufficiali della Squadra della Sezione Rio Negro, il sig. Alfredo Zimmerman, il sig. farmacista Otero e molti altri... »

PUEBLA (Messico). - A S. E. Mons. Ibarra, Arcivescovo locale, reduce da un viaggio a Roma e in Terra Santa, il 3 gennaio veniva dedicato il trattenimento drammatico-musicale, tenutosi nel Collegio Salesiano in occasione della distribuzione dei premi.

Un alunno apriva il trattenimento con un delicato indirizzo di omaggio; seguì la rappresentazione di due bozzetti drammatici, e in fine ebbe luogo la distribuzione delle medaglie ai presenti. Cinque alunni artigiani, i quali avendo compiuto il quinquennio di tirocinio ricevettero il diploma di abilità nella loro arte, furono fatti segno a vive acclamazioni dai più che 300 signori presenti.

NECROLOGIA

Il prof. cav. Vincenzo Lanfranchi.

È sparita con Vincenzo Lanfranchi una caratteristica figura di dotto, che alla più vasta coltura accoppiava la più schietta pietà.

Addottoratosi all'Università di Torino, divenne versatissimo nelle lettere latine e insieme col Vallauri tenne alto l'onore del Lazio e la lingua latina dell'aureo tempo maneggiò colla facilità riservata ai sommi.

Umilissimo, stette lungi dagli onori, pago di trascorrere la vita tra i libri, la scuola e la chiesa. Da qualche anno il buon professore viveva ancor più ritirato, essendo stato colpito da un mal di occhi che volse a cecità progressiva, sicchè può dirsi che sull'ultimo quasi più non vedeva la luce. Ma sempre viva gli rimase in cuore la fede, dalla quale attinse i più dolci conforti in tutta la vita.

Era nativo di Racconigi ; morì in Torino il 22 gennaio, nell'età di 82 anni. Ammiratore entusiasta dell'opera di D. Bosco, il prof. Lanfranchi ci aiutò per molti anni a tener alto il prestigio delle nostre scuole, insegnando, prestandosi in vari nostri Collegi con somma autorevolezza ad esaminarne gli alunni, e collaborando efficacemente alla pubblicazione della nostra collana dei classici latini ed italiani.

In pegno d'imperitura riconoscenza, una larga rappresentanza dei nostri alunni insieme colla musica istrumentale prese parte ai suoi funerali, che nella loro semplicità riuscirono per concorso di ammiratori e di beneficati imponenti; tuttavia sentiamo il bisogno d'implorargli cori particolar affetto un tributo di preci dai nostri lettori.

S. E. Mons. Giorgio Montgomery ARCIVESCOVO TIT. DI ASSUME.

Era Coadiutore dell'Ecc.mo Mons. Riordan arcivescovo di S. Francisco di California.

Non appena il lugubre suono dei sacri bronzi ne annunziò la morte, un fremito di sorpresa e di dolore commosse ogni cuore.

Il Senato dello Stato interruppe le sue sedute in segno di lutto, ed anche i protestanti, gli ebrei e le società d'ogni colore, ne fecero i più grandi elogi nei loro templi, nelle sinagoge e nei circoli, chiamandolo l'uomo giusto, il cittadino intemerato, l'apostolo zelante, il martire della temperanza, il padre dei poveri e l'amico della gioventù. Tutti i giornali riempirono le loro colonne di articoli commoventi, proclamando la sua perdita un lutto nazionale.

In San Francisco forse non si vide mai un funerale più imponente. Intorno alla salma, stavano radunati cinque Vescovi, più di duecento sacerdoti, il sindaco e i consiglieri della città, i Cavalieri di Cristoforo Colombo, i circoli giovanili, i cadetti della Lega della Croce, varii ordini religiosi d'ambo i sessi, i pompieri, i poliziótti ed innumerevoli altre associazioni. La gente accorsa ad onorarne la salma era tanta, che non potendo star tutta nell'ampia cattedrale, aspettò paziente al di fuori sotto una fitta, pioggia per veder almeno il passaggio del corteo funebre e dare un ultimo addio a chi aveva saputo guadagnarsi la simpatia e l'affezione universale.

Mons. Montgomery era pure un amico, un padre, un benefattore dei Salesiani di S. Francisco. Sempre pronto a prender parte alle loro solennità ed alle più importanti adunanze, sempre costante nell'incoraggiarli nelle difficoltà ed aiutarli nei loro bisogni, Egli merita tutta la nostra riconoscenza. Preghiamo fervorosamente il Signore a rimunerarlo col premio dei Santi.

Il cav. can. Pietro Zaffiri PREVOSTO DI LOMBRIASCO.

L'angelo della morte è sceso a visitare un'altra volta le file dei nostri più cari cooperatori, togliendoci il buon teol. D. Pietro Zaffiri, da 28 anni zelante ed amatissimo Prevosto di Lombriasco.

Confortato nella breve malattia dalla benedizione dell'Em.mo Card. Richelmy e da visite affettuose del Vescovo Ausiliare Mons. Spandre, il buon Prevosto passava a miglior vita il 16 febbraio.

I nostri Confratelli di Lombriasco, dolenti per tanta perdita, non mancarono di rendere il doveroso tributo di riconoscenza al defunto Pastore ; tuttavia, per mezzo nostro, vogliono raccomandata l'anima sua anche ai suffragi dei Cooperatori.

Il cav. Luigi Fogazzaro.

La mattina di S. Francesco di Sales, quasi improvvisamente, moriva a Vicenza questo nostro illustre cooperatore nell'età veneranda di 84 anni.

Cittadino chiarissimo, sostenne i più importanti uffici pubblici, acquistandosi molti titoli di speciale benemerenza ; e, cattolico fervente ed esemplare, congiunse la più rara umiltà ad una carità veramente ammirabile.

Morendo, non dimenticò i poveri che aveva tanto beneficato in vita e si ricordò eziandio degli orfa nelli di Valdocco che pel riposo dell'anima sua, insierne con noi, innalzarono ferventi preghiere nel Santuario di Maria Ausiliatrice

Ai suoi congiunti, specie al benemerito sen. Antonio, l'espressione sincera delle più vive condoglianze.

Elena Bonardi ved. Zuccoli.

Il 4 gennaio rendeva la sua bell'anima a Dio, in Iseo sua patria, la signora Elena Bonardi Vedova Zuccoli.

Antica conoscente e ammiratrice di D. Bosco nutrì la più cordiale benevolenza verso i Salesiani, a cui volle affidata l'educazione de' suoi figli.

Fu donna che raccoglieva in sè tale copia di egregie doti da meritarsi in vita la stima e dopo morte il compianto di quanti la conobbero.

Un suffragio per l'anima sua.

FACCIAM anche particolari suffragi pei defunti dal 15 ottobre al 15 novembre.

Ansani D. Fabio, parroco - Novara.

Baccich Giovanni, impieg. mun. - Fiume, Ungheria. Balbi Rosina - Aragone, Alessandria. Barberis Felice - Carignano, Torino. Barberis Adelaide - Carignano, Torino. Bellincanta D. Giuseppe, arciprete - Riese, Treviso. Boccornelli Francesco - Cenate S. Martino, Bergamo. Brugnoni Beatrice - Casale Litta, Milano. Campadeo Nicola - Mestrino, Padova. Caroni D. Alessio - Roma. Carossia D. Emanuele, dir. spirit. Rifugio - Torino. Conte Teresa - Paesana, Cuneo. Cravero Domenico - Torino. Danusso Carolina - Carignano, Torino. Degiusti Angelina, maestra - Zolapredosa, Bologna. Delcb D Andrea - Lecco, Conio. Dellacà D. Giovanni, prevosto - Persi, Alessandria. Demicheli D. Angelo - S. Felice di Scovolo, Brescia. De Nordis dott. Antonio, notaio - Gorizia, Austria. De Pietro D. Giovanni, parroco - Orsomarso, Cosenza. Dinatale D. Teodoro, cononico - Siracusa.

Donati D. Domenico, arciprete - Fusignano, Ravenna. Donzella D. Giovanni, economo - Corte, Portomaurizio. Elena D. Giovanni, rettore seminario - Brescia. Fabris Nicolò - Zompicchia, Udine. Fautato Ch. Teobaldo - Rovigo. Ferrari Margherita - Torino. Fessia Giacomo - Strambino, Torino.

Ferrero d'Ormea contessa Onorina n. Ferrero - Torino. Foschi suor Costanza, sup. Dorotee - Fusignano. Gatti Rosina - Tortona, Alessandria. Gérard Emilia - Oulx, Torino. Ghiddi Lorenzo, orefice - Pavullo Frignano, Modena. Gigli D. Edoardo, parroco - Albiano, Massa Carrara. Gilardini Giacomo - Bellaggio, Conio. Giovanetto Gregorio Giuseppe - Tavagnasco, Torino. Giudici Marianna, maestra - Cerete Alte, Bergamo. Governa Amedeo - Frugarolo, Alessandria Gravino Giuseppe - Caserta. Guerrini Giuseppe - Fusignano, Ravenna. Isolani contessa Anna - Bologna. Isnardi D. Aurelio - Barletta, Bari. Landini Bianca - Torino.

Maglio D. Gio. Battista, canonico - Albenga, Genova. Maglione Domenica - Vico Canavese, Torino. Malavotti D. Eugenio, rettore - Tola, Modena. Manacorda-Bollo Luigia - Mombello, Alessandria. Marchiolo Concetta V.a Parisi - Galati Tortorici, Messina. Marenco Paolo - Genova.

Marini D. Salvatore - Bracciano, Roma. Mazzoccoli Michele fu Silvestro - Montescaglioso. Mezzani damigella Teresa - Bogliasco, Genova. Mondani D. Michele, rettore - Fabbrica, Pavia.

Pacini D. Fabio, arcip. - Montorio al Vomano, Teramo.

Parma Achille - S. Venanzio, Bologna.

Pastorello Giacinta - Portomaurizio. Patrizi marchese Francesco - Roma.

Pavone M. Giovanni - S. Angelo a Cupolo, Benevento,_ Pesante D. Giovanni, canonico - Parenzo, Austria. Petricione D. Carlo - S. Benedetto, Caserta. Piori D. Antonio - Ronciglione, Roma. Poli D. Antonio, mansionario - S. Donà di Piave. Preti Pompeo - Maggiora, Novara. Puligheddu Giuseppe - Ales, Cagliari Renzi D. Giuseppe, arciprete - S. Maria in Cereto. Rezzovaglio Giuseppa - Camairago, Milano. Rizza Bortolo - Cemmo, Brescia. Sabatino Sorelle - Collesano, Palermo. Sauvage Claudio Felice - Torino. Savoldi D. Faustino, V. For. -Virle, Brescia, Scaramelli Irene - Lucca.

Selvaggio D. Salvatore - Marsala, Trapani. Semprini Raimondo -Itapemirim, Brasile. Spagarino Pietro - Nizza Monferrato, Alessandria. Stradi D. Roberto, arciprete - Zocca Modenese, Modena, Tagliani Matteo - Calcinatello, Brescia. Tanzi Camilla - Milano.

Tedeschi Filippo di Raffaele - Nicosia, Catania. Tempie Learder Luisa - Firenze. Tescari Adeodata - Campo Arcone, Padova. Timarelli D. Sebastiano - Gallo, Ferrara. Turletti D. Filippo - Chialamberto, Torino. Vausso Lorenzo - S. Canoa do Pinal, Brasile. Vella D. Carlo Maria, canonico - Girgenti. Violante Carolina V.a Bisie - Torino,

Volpi D. Antonio, vice-parr. - Gravellona Toce, Novara„ Zamboni Pasqua - Arsio, Tirolo.

Dal 15 novembre al 10 gennaio.

Alberino Barbara - Carmagnola, Torino.

Ambrosini D. Michele, parroco - Dazio, Sondrio. Anselmi Antonia V.a Boschetti - Cremona. Arangio marchese Antonio - Messina. Arbore D. Luigi - Corato, Bari. Arnaboldi Adele - Balerna, Svizzera. Astori Giacomo, negoziante - Bergamo. Audisio Maddalena - Torino. Audisio Sigismondo -- Moncalieri, Torino. Aymonino Giuseppina - Torino. Azzaroni-Pondrelli Rita -- Bologna. Azzopardi Raffaele - Sliema, Malta. Baccarini D. Arcangelo - Civita Lavinia, Roma. Bacigalupi Antonietta V.a Gallotti - S. Cipriano. Badini-Confalonieri nob. damigella Luigia -- Torino, Baglioni conte D. Gio. Paolo - Venezia. Baiano Pietro - Sala Monferrato, Alessandria. Balbo di Vinadio cav. Ottavio - Torino. Baldo Giovanna - Masserano, Novara, Ballotta D. Luigi - Piacenza. Barberis Ifigenia - Torino.

Bassanini D. Massimo, can. prim. - Borgo S. Donnino, Bassetti Giuseppe - Torino. Battaglini conte Cesare - Rimini, Forlì. Benetti Antonia - Villaverla, Vicenza. Benissone Clotilde V.a Belli - Torino. Bernardi Giuliana - Nova Padova, Brasile. Bernardinelli Chiara in Salgari - Negrar, Verona. Bevilacqua Antonio - Isola della Scala, Verona. Billerio D. Stefano, parroco - Valmadonna, Alessand, Blengini D. Stefano, cappellano - Mondovì Breo. Bonamino Teresa - Cavallermaggiore, Cuneo. Bonora D. Cipriano, canonico - Finalmarina, Genova. Breventani prof. D. Luigi, canonico - Bologna. Bruni avv. Francesco - Vallerano, Genova. Bucciardi Patrizio, geometra - S. Cassiano, Modena. Buffa Enrichetta V.a Margaria - Paesana, Cuneo. Busetto Luigia - Pordenone, Udine. Bottini Oreste - Villafranca Lunig., Massa Carrara. Capra Clarina - Torino.

Carlarino Antonio - Sestri Ponente, Genova. Casalis Bernardino - Foglizzo, Torino.