BS 1900s|1907|Bollettino Salesiano Dicembre 1907

ANNO XXXI - N. 12.   Torino, Via Cottolengo 32.   DICEMBRE 1907.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D. BOSCO

SOMMARIO: Auguri ... 349 Il Pontefice dell'Eucaristia, Note e documenti . 350

Omaggi al Venerabile Giovanni Bosco: Congratulazioni - La voce della stampa - Inni di ringraziamento .

Oratori festivi.- Al Congresso Regionale Toscano - L'Ardor di Catania a Messina -Al Testaccio in Roma . 357 Fra gli Italiani all'Estero: Da Zurigo; a New York 358 In memoria di Domenico Savio

DALLE MISSIONI: Matto Grosso: La scoperta di so villaggi - Mozambico : Visita del Principe di Portogallo - Equatore: Un grido commovente da Gualaquiza - Patagonia Meridionale: Altri 200 indii nelle case di Missione- In fascio: Viedma 361

IL CULTO DI MARIA SS. AusiLIATRICE: Pellegrinaggio spirituale - Grazie e graziati   . . 368

NOTIZIE VARIE - A Valdocco - In Italia: Borgo S. Martino, Desenzano, Diano d'Alba - All'Estero: Alessandria d'Egitto, Betlemme, Gerusalemme, Lisbona - Nelle Americhe : Mendoza, Nictheroy, Quito, Ramsey    372

Necrologio e Cooperatori defunti    376

Indice dell'annata    376

IL SAC. MICHELE RUA

SUCCESSORE DEL VEN. GIOVANNI BOSCO

presenta ai benemeriti Cooperatori ed alle zelanti Cooperatrici i più lieti auguri per le prossime Feste Natalizie e pel Capo d'Anno e promette particolari preghiere nella notte del S. Natale, in cui, secondo il consueto, in tutte le chiese e cappelle salesiane si celebreranno le tre desse della beata Solennità e si distribuirà ai presenti la Santa Comunione.

Intanto coglie l'occasione per ringraziar quelli che risposero al suo appello e raccomandare nuovamente a tutti il compimento della Chiesa di Santa Maria Liberatrice in Roma, quale omaggio al S. Padre nel suo Giubileo Sacerdotale.

Gesù Salvatore, alla cui gloria è diretta ogni opera buona, ricompensi i pii Oblatori.

IL PONTEFICE DELL'EUCARISTIA.

Note e Documenti (1)

È universalmente noto lo zelo apostolico del Sommo Pontefice Pio X, il quale fin dal principio del suo governo si propose di ristorare ogni cosa in Gesù Cristo; ma crediamo di non andar lungi dal vero, se diciamo che non è ancor bastantemente conosciuta la speranza che il S. Padre, appunto per attuare il suo splendido programma, ripone nel ritorno del popolo cristiano alla frequenza della Comunione. Eppure questo è un mezzo non solo di singolare importanza, ma di piena efficacia e insieme di assoluta necessità.

Iddio come suscita i Papi proporzionati ai bisogni dei tempi, così ispira ai medesimi i mezzi più rispondenti ai particolari bisogni del gregge di Cristo. Ebbene il Santo Padre Pio X, cioè il Pastore, il Padre, il Pontefice presentemente incaricato da Dio del governo della Chiesa Universale, ha dato a conoscere tanto chiaramente essere suo primo proposito di ricondurre il mondo cattolico in braccio a Gesù Sacramentato mediante la pratica della Comunione quotidiana, che noi - anche come Figli del Venerabile Don Bosco, cioè di Colui che amò di sovrano amore l'Eucaristia e il Papato - non possiam esimerci dal richiamare su questo punto l'attenzione dei nostri lettori. E lo facciamo tanto volentieri, in quanto siamo intimamente convinti, che anche i nostri lettori a lor volta risponderanno con nobile slancio agli affettuosi e reiterati inviti del S. Padre.

Per l'apparecchio alle prime Comunioni.

Sua Santità esordì una così santa impresa con una lettera all'E.mo Card. Vicario, circa l'apparecchio alle Prime Comunioni dei fanciulli in ciascuna parrocchia di Roma. La lettera porta la data del 12 gennaio 19o5.

« Tra i molti e gravi uffici, ai quali deve consacrarsi lo zelo dei Parroci, scrive il S. Padre, tiene certamente il primo posto la cristiana istruzione della gioventù. È ben vero che tale dovere s'appartiene principalmente ai genitori, che per questo mezzo soltanto hanno diritto alla corona della paternità; ma oltrecchè molti pur la trascurano, l'istruzione religiosa, che forma tanta parte della cristiana educazione, s'impone a coloro, ai quali ha detto Gesù Cristo : Ite, docete omnes gentes. Che se pel mal seme contratto dalla prima colpa, l'educazione è un'opera così ardua che, anche senza ostacoli, anche col concorso di tutti, difficilmente arriva ad un buon successo, come potrebbe un giovane senza aiuti arrivare alle sublimi e difficili altezze della virtù e della perfezione cristiana?... Per questo la Chiesa, sollecita del bene delle anime, ingiunge ai Parroci l'obbligo d'istruire nei principii della fede e nella obbedienza a Dio e ai genitori i fanciulli (Conc. Trid., Sess. XXIV, cap. 4), i quali, come hanno bisogno di prendere con frequenza il cibo materiale per vivere e crescere, così per la loro anima hanno continuo e urgente bisogno di questo cibo celeste per formarsi alla vita cristiana e per conservarsi buoni.

E dopo di aver disposto «che i Parroci scelgano il tempo più opportuno per istruire nel debito modo per quaranta giorni, o almeno per un mese, i giovani da ammettersi alla prima Comunione, per conoscere la loro pietà, per ispirare in essi la massima riverenza a questo Sacramento, e per prepararli a rendersi meno indegni di un tanto dono... », il S. Padre conchiude : « La nequizia dei tempi vorrebbe relegato il Sacerdote nel Santuario, e sia pure! ma sappiano, specialmente i Parroci, che l'anima di un giovane è il più augusto dei Santuarii, e se è loro dovere di accendere e mantenere il fuoco sacro in questi templi viventi, dove delle mani colpevoli cercano di gettare delle fiamme incendiarie, uno dei mezzi più potenti è quello da noi inculcato. »

Magnifiche e sublimi parole che rivelavano fin d'allora il fermo proposito di ricondurre il popolo cristiano alla frequenza della Mensa Eucaristica; invero subito dopo presero a moltiplicarsi le disposizioni, i decreti, gli indulti e i più segnalati favori in proposito.

Eccone un brevissimo cenno.

Indulgenze varie. Il celebre Decreto « Sacra Tridentina Synodus. »

Il 20 maggio dello stesso anno 19o5: « desiderando vivamente che l'uso così salutare e caro a Dio della Comunione quotidiana universal mente abbia coll'aiuto del Signore a diffondersi tra il popolo cristiano » Sua Santità arricchiva di particolari indulgenze una devota preghiera, rivolta appunto ad ottenere la Propagazione del pio uso della Comunione quotidiana (1).

Il 12 luglio dello stesso anno, tornando col pensiero alle prime comunioni dei fanciulli, « ad aumentare i mezzi salutari per cui ammessi alla prima Comunione essi riescano ad accostarvisi con maggior affetto e divozione ed abbiano a riceverne più copiosi frutti e cioè « a rendere la cerimonia più solenne, e pei fanciulli stessi più efficacemente salutare » il Venerando Pontefice apriva per loro, pei loro parenti, e per tutti i fedeli presenti alla sacra funzione il tesoro delle Sante Indulgenze (2).

Ma lo zelo eminentemente apostolico di Pio X non poteva tardare di più ad invitare solennemente tutto il popolo cristiano alla frequenza della S. Comunione, anzi alla Comunione quotidiana; ed ecco il 2o dicembre dello stesso anno 19o5 - data veramente memoranda nei Fasti Eucaristici ! - uscire il provvidenziale Decreto Sacra Tridentina Synodus, con cui venne mirabilmente facilitato ed inculcato a tutti l'uso della quotidiana Comunione (3).

Dopo una così solenne sanzione, qual meraviglia che a rendere il pio voto più universalmente accetto e al più presto veramente universale il Santo Padre abbia moltiplicato con meravigliosa insistenza le sue cure e i più soavi impulsi ed allettamenti?

Prezioso indulto - Lega Sacerdotale Eucaristica Importante dichiarazione circa la Comunione quotidiana dei fanciulli - Indulto per gl'infermi

che non possono rimaner digiuni.

Infatti il 14 febbraio 19o6 il Santo Padre concedeva a quelli che usano fare la Comunione quotidiana o quasi quotidiana l'indulto di poter lucrare qualsivoglia indulgenza, per cui è altrimenti richiesta la confessione attuale (1).

Similmente, il 26 giugno dello stesso anno, concedeva eguale indulgenza ad un'altra soavissima preghiera a Gesù Sacramentato diretta a sempre più istantemente implorare la frequenza della Comunione quotidiana (2).

Con Breve io agosto dello stesso anno, Sua Santità encomiava ed arricchiva di copiose indulgenze e di privilegi preziosi e rari la Lega. Sacerdotale Eucaristica eretta nella Chiesa di S. Claudio in Roma, allo scopo che i sacerdoti ascritti si adoperino con impegno ad aiutare i fedeli ad accorrere ogni giorno alla Sacra Mensa (3).

Inoltre il 15 settembre dello stesso anno, a mezzo della S. Congregazione del Concilio, dichiarava solennemente che anche i fanciulli, appena fatta la prima Comunione hanno da essere eccitati a ricevere Gesù in Sacramento ogni giorno, o almeno colla maggior possibile frequenza, e insieme dichiarava abusiva e riprovevole ogni contraria usanza, da doversi perciò estirpare (1).

E il 7 dicembre 19o6 concedeva anche agli infermi di malattia diuturna di potersi comunicare talune volte pur non digiuni (2).

Triduo solenne prescritto per le Chiese Cattedrali e raccomandato alle Parrocchiali , per promuovere la pia pratica della Comunione Quotidiana.

Che più ? Come a coronare tante sollecite disposizioni, con circolare in data 10 aprile dell'anno corrente 19o7, diretta a tutti i Vescovi dell'Orbe Cattolico a mezzo del Card. Prefetto della S. Congregazione dei Riti, « persuaso che a promuovere l'uso della Comunione quotidiana in mezzo ai fedeli sia per giovar grandemente che i popoli cristiani con assidue preghiere insieme innalzate faccian quasi dolcissima violenza al Signore a questo fine» il S. Padre manifestò pure il più vivo desiderio «che ogni anno, si fieri Potest, nelle singole Chiese Cattedrali, nei tre giorni seguenti la solennità del Corpus Domini (o in altri giorni opportuni), si tenga un discorso sull'eccellenza ineffabile del Sacramento dell'Eucaristia e sopratutto sulle disposizioni richieste per accostarvisi con frutto »; quindi esposto il SS. Sacramento si reciti la riferita preghiera: « O dolcissimo Gesù (3) » quindi segua il canto del Tantum ergo e la Benedizione; nella domenica poi, cioè nell'ultimo giorno del triduo, al mattino, celebrandosi secondo il solito la Messa parrocchiale, il Parroco spieghi al popolo il Vangelo in relazione col mistero della SS. Eucaristia e i fedeli si accostino in corpo alla S. Comunione, e nel discorso del pomeriggio si esortino i fedeli alla frequenza di questo celeste banchetto, e in fine al canto del Tantum ergo si premetta quello del Te Deum.

E la Circolare continua esplicitamente: « Affinchè poi tutti conoscano quanto sia ardente il desiderio del S. Padre di promuovere la maggior frequenza alla S. Comunione , Sua Santità vivamente raccomanda che anche in tutte le chiese parrocchiali, col beneplacito dell'Ordinario, si compia almeno la suddetta funzione stabilita per la domenica, concedendo a tutti quelli che prenderanno parte a questo sacro triduo : 1) l'indulgenza di 7 anni e 7 quarantene per ciascun giorno - 2) indulgenza plenaria in un giorno a scelta a quanti vi prenderanno parte ogni dì e confessati e comunicati pregheranno secondo l'intenzione di Sua Santità - 3) similmente indulgenza plenaria a-quanti interverranno alle funzioni della domenica non pur nelle Chiese Cattedrali, ma anche nelle parrocchiali, se confessati e comunicati piegheranno come sopra.

Non basta. Le disposizioni riferite fin qui, come il lettore avrà osservato, son tutte rivolte a favorire direttamente la piissima pratica della Comunione quotidiana. Senonchè al medesimo santissimo scopo indirettamente furono rivolti altri speciali favori ed indulgenze.

Altri favori ed indulgenze.

Infatti fin dal 30 dicembre 1905, Pio X, il Pontefice dell'Eucaristia, unendo in una sola invocazione i due più grandi tesori della nostra Santa Religione concedeva 300 giorni d'indulgenza per la recita della pia giaculatoria: «Nostra Signora del SS. Sacramento, pregate per noi » indulgenza che nella prima concessione era annessa alla recita innanzi al SS. Sacramento esposto, e che l'8 giugno 1906 venne anche estesa alla semplice recita innanzi il SS. Tabernacolo.

Eguale indulgenza di 300 giorni, applicabile anche alle Anime Sante del Purgatorio, venne pur annessa il 9 dicembre 19o6 ad una breve ma soavissima preghiera alla Beata Vergine, nuovamente invocata come Signora del SS. Sacramento (1).

Simile indulgenza, parimenti applicabile alle Anime Sante del Purgatorio, veniva concessa il 30 luglio 19o6 per un pio esercizio da compiersi durante le processioni col SS. Sacramento (1).

Finalmente, in data 18 maggio u. s., concedeva a chi con fede, pietà ed amore guarda la SS.ma Ostia nel tempo dell'Elevazione, oppure quando è esposta, e dice la giaculatoria « Signor mio e Dio mio! » (Dominus meus et Deus mens!) l'indulgenza di 7 anni e 7 quarantene, e l'indulgenza plenaria una volta per settimana alle lite condizioni, per chi avrà praticalo una tal divozione tutti i giorni.

Ma non creda il lettore che siasi limitato a questo lo zelo del S. Padre; le sue premurose industrie continuano incessantemente. In vero, perchè veniva pure stabilito che la concessione di un Oratorio privato porti con sè il permesso di comunicare durante la Messa tutti i fedeli presenti, salvi pur rimanendo i diritti parrocchiali (1)? A quale scopo Sua Santità concedeva benignamente di motti proprio e in perpetuo, che in tutti i Monasteri, Chiostri, Istituti religiosi, Conventi e Seminari che hanno un oratorio pubblico o privato con la facoltà di conservare abitualmente il SS. Sacramento, si possano celebrare nella notte di Natale le tre Messe o anche una sola, se così si crede più conveniente, e si possa distribuire ai presenti la S. Comunione (2)? Questa era una grazia assai rara un tempo, e il S. Padre ha voluto estenderla così ampiamente affine di eccitare maggiormente la pietà nei fedeli e d'infiammarli ad affetti di riconoscenza verso l'ineffabile mistero dell'Incarnazione del Verbo Divino, mistero che si rinnova continuamente sotto i nostri occhi nel SS. Sacramento dell'Eucaristia.

Dinanzi a questi espliciti e ardentissimi desideri del S. Padre, deh! non manchiamo, o buoni Cooperatori e pie Cooperatrici, di circondare di divotissimo culto la SS. Eucaristia; e i tre doveri che ogni cristiano ha verso Gesù in Sacramento « la devota assistenza alla S. Messa, la frequenza alla S. Comunione, e la visita al S. Tabernacolo » trovino un posto regolare nel programma della nostra vita. Beati noi se, individualmente, a costo anche di qualche sacrifizio ci daremo premura di compiere ogni giorno uno almeno di questi tre doveri ; e beate le nostre famiglie se esse pure, collettivamente, si faranno un impegno di avere quotidianamente il loro rappresentante sia alla S. Messa, sia alla Sacra Mensa, sia anche fra la schiera devota di quelli che compiono ogni giorno una visita a Gesù Cristo nostro Dio e nostro Re, prigioniero di amore per noi nel Santo Tabernacolo.

*

Qual gloria a Gesù Sacramentato se tutti i periodici cattolici, facendo loro il desiderio vivissimo del S. Padre d'innamorare il popolo cristiano al culto della SS. Eucaristia e sopratutto alla frequenza della S. Comunione, facessero conoscere nei termini che credono più convenienti le tante disposizioni Pontificie suaccennate, dirette a ristorare gli individui, le famiglie e la società tutta, quanta in Nostro Signor Gesù Cristo !

A noi sembra che ciò sarebbe uno splendido Omaggio al S. Padre nel suo Giubileo Sacerdotale !

(1) Parlando del gran segreto, ossia dell' intriuseca efficacia del sistema educativo di D. Bosco, promettemmo di raccogliere come in un quadro e presentare ai nostri lettori tutte le disposizioni del Pontefice glosiosamente regnante circa la pia pratica della Comunione quotidiana, ed eccoci a soddisfare la promessa.(1) Ad assecondare, meglio che ci è possibile, i vivi desideri del S. Padre, e certi di far cosa cara a molti buoni Cooperatori e pie Cooperatrici, riferiamo anche il testo dell'accennata orazione.

O dolcissimo Gesù, che veniste al mondo per dare a tutte le anime la vita della grazia vostra e che, per conservarla ed alimentarla in esse, voleste essere e la quotidiana medicina della loro quotidiana infermità ed il loro quotidiano sostentamento; umilmente Vi preghiamo, per il Vostro Cuore così ardente dell'amor nostro, a diffondere sopra di tutte il Vostro divino spirito, affinchè quelle che sventuratamente sono in peccato mortale, convertendosi a Voi, riacquistino la vita della grazia perduta, e quelle che, per Vostro dono, vivono già di questa vita divina, ogni giorno, quando possono, si accostino devotamente alla Vostra sacra mensa, onde per mezzo della quotidiana Comunione, ricevendo ogni giorno il contravveleno dei loro peccati veniali quotidiani, ed ogni giorno alimentando in sè la vita della grazia Vostra, e purificando così sempre più l'anima propria, giungano finalmente al conseguimento della vita con Voi beata. Amen. - ,30o giorni d'indulgenza ogni volta; indulgenza plenaria a chi l'avrà recitata per un mese, nel giorno in cui si accosterà ai santi Sacramenti.

(2) S. S. ha concesso: i) indulgenza plenaria a tutti i fanciulli i quali, confessati, pregheranno secondo l'intenzione di Sua Santità nel giorno della loro prima Comunione ; - 2) indulgenza plenaria a tutti i loro parenti fiuo al terzo grado, i quali presenziando la pia funzione, anch'essi confessati e comunicati pregheranno come sopra; - 3) indulgenza di 7 anni e 7 quarantene a tutti i fedeli cristiani, i quali, almeno con cuore contrito, prenderanno parte alla pia cerimonia.

(3) Cfr. Bollettino Salesiano, marzo 19o6, pag. 67.

(1) Cfr. Bollettino Salesiano, maggio 19o6, p. 134.

(2) Ecco la soavissima preghiera.

Le nostre colpe, o Signore, ci offuscano l'intelletto e ci fanno trascurare il bene di amarvi come meritate. Rischiarate la nostra mente cori un raggio della vostra vivida luce. Voi siete l'amico, il Redentore, il Padre di chi pentito torna al vostro Cuore ; e noi pentiti ritorniamo a Voi. Salvateci, o Gesù, supplite con la vostra infinita bontà le nostre miserie! Gesù, speriamo in Voi, perchè sappiamo che la nostra salvezza vi costò la morte sulla Croce e v'indusse a dimorare di continuo nel SS.mo Sacramento per unirvi con noi tutte le volte che vogliamo. Noi, o Signore, per ringraziarvi di tanto amore che ci portate, vi promettiamo con la vostra grazia di ricevervi Sacramentato quanto più spesso è possibile; di recitare le vostri lodi in chiesa e da per tutto, senza rispetto umano. Signore, Vi supplichiamo, confidando nel vostro Sacratissimo Cuore, che conserviate nel Vostro amore chi vi ama, e che chiamiate tutti a ricevervi quotidianamente sull'altare secondo il vostro acceso desiderio.

300 giorni d'indulgenza applicabile alle Anime del Purgatorio.

(3) Raccomandiamo vivamente ai Sacerdoti Cooperatori di ascriversi a questa Pia Unione. (Si rivolgano direttamente al Direttore Generale della Pia Lega Eucaristica in Roma, Chiesa di S. Claudio).

I sacerdoti ascritti alla Lega Sacerdotale Eucaristica possono godere dell'altare privilegiato personale tre volte per settimana, purchè non abbiano per altra concessione egual privilegio - celebrare la Messa un'ora prima dell'aurora ed un'ora dopo mezzogiorno - amministrare la Comunione ai fedeli in tutte le ore del giorno da un'ora prima dell'aurora fino al tramonto del sole - guadagnare indulgenza plenaria, colle solite opere ingiunte, applicabile ai defunti, nelle feste primarie dei Misteri della Fede, di Maria SS. e dei SS. Apostoli - impartire ai fedeli in determinate circostanze, la benedizione ricca della indulgenza plenaria col Crocifisso e con un unico segno di croce - lucrare per sè trecento giorni d'indulgenza per ogni opera di pietà o di carità che compiano secondo lo scopo della pia Lega; - finalmente i Confessori, appartenenti alla pia Lega, possono comunicare ai loro penitenti, che usano d fare la Comunione quotidiana o quasii quotidiana, l'indulgenza plenaria una volta per settimana.

(1) Cfr. il nostro Bollettino, dicembre 19o6, p. 357. (2) Cfr, il nostro Bollettino, aprile 1907, pag. 112. (3) Cfr. questo numero, pag. 351. (1) Ecco l'affettuosa preghiera: O Vergine Maria, Nostra Signora del SS.mo Sacramento, gloria del popolo cristiano, letizia dell'universa Chiesa, salute del mondo, pregate per noi e ridestate nei fedeli tutta la devozione verso la SS. Eucaristia, affinchè si rendano degni di riceverla quotidianamente.

(1) Il pio esercizio è il seguente

« Si recita un Pater, Ave e Gloria, poi si dice per dieci volte « Lodiamo ogni momento il SS. Sacramento » e si risponde « Ora e sempre sia lodato il nostro Dio Sacramentalo » quindi si ripete il Pater, Ave e Gloria e così si seguita finchè dura la processione. »

(1) S. Congregazione dei Riti, 8 maggio u. s. (2) S. Congregazione del S. Officio, 1 agosto u. s.

Omaggi al Venerabile Gìovannì Bosco (1)

ALL' affetto dei Figli ed all'ammirazione dei Cooperatori crediamo debba tornare assai gradita una rassegna anche breve e semplicissima delle onoranze tributate alla memoria di D. Bosco per l'introduzione formale della sua causa di beatificazione e canonizzazione.

Congratulazioni inviate al suo Successore.

E in primo luogo dobbiamo accennare alle vive congratulazioni direttamente inviate all'immediato Successore del Venerabile .nel governo della Pia Società Salesiana, che furono assai numerose, provenienti non solo dall'Italia ma anche dall'Estero, per parte d'illustri e venerandi personaggi del Clero e del Laicato, di Associazioni Cattoliche, ed anche di semplici Cooperatori. Eccone un semplice saggio.

Sua Ecc. Rev.ma Mons. Emilio Parodi, Arcivescovo di Sassari, che il 25. luglio si trovava a Torino, affrettavasi a rallegrarsi di gran cuore con tutta la Famiglia Salesiana per poter chiamare Venerabile il sempre caro D. Bosco, che Sua Eccellenza spera di veder presto glorificato, com'è nel desiderio di tutti!

Mons. Francesco Balconi, Arciprete del Duomo di Milano e direttore diocesano dei Cooperatori, a nome suo e di questi inviava a D. Rua vivissime e sentitissime congratulazioni, aggiungendo le più soavi espressioni di conforto.

Il rev.mo Can. Giuseppe Allamano, Rettore del Santuario della Consolata in Torino e conterraneo di D. Bosco, scriveva al nostro Superiore

La notizia che il nostro D. Bosco sia stato dichiarato Venerabile compie la mia e la comune letizia. I Venerabili Cafasso e Bosco in vita sua dilexerunt se, ideo in morte (post mortem) non sunt separati. Penso alla gioia di V. S. e dei Salesiani, e come alunno, penitente e compaesano di D. Bosco vi prendo vivissima parte.

Mons. Francesco Mariani, Prevosto Parroco di S. Maria del Carmine in Pavia, innalzando l'inno del ringraziamento e della benedizione al Signore per l'introduzione della Causa di beatificazione del Venerabile Servo di Dio, umiliava al degnissimo ed immediato suo Successore, il Veneratissimo sig. D. Rua, i più vivi e profondi ossequii di figliale devozione e amore; e opportunamente soggiungeva: Beati estis cum maledixerint vobis et persecuti vos fuerint et dixerint omne malum adversum, vos, mentientes, propter me: gaudete et exultate !...

Così pure il nobile Conte Olivieri di Vernier, Cameriere segreto di Cappa e Spada del S. P. Pio X, osservava:

Si vede che Satana geloso e furente per l'aureola di gloria che di questi giorni ha circondato il Fondatore della Pia Società Salesiana, ha cercato di vendicarsi col gettarle. contro il veleno della sua bava immonda. Ma viva Iddio! Portae inferi non praevalebunt, ed un coro di sdegno e di proteste già si eleva dai numerosi suoi Cooperatori; ed io vorrei che questo grido veramente spontaneo e generale salisse dal Trono augusto di Pio a quello del nostro Venerabile D. Bosco

E il nobil Conte R. Callori di Vignale Monferrato scriveva:

Permetta che anche la mia voce si unisca al coro di tante buone persone affezionate al caro D. Bosco... Per inviare alla S. V. R. ed alla intiera Famiglia Salesiana i più cordiali rallegramenti di chi, avendo ricevuto il favore di conoscere da vicino quella cara e santa persona, ne ottenne frequenti prove di paterna benevolenza... Spero che il Signore serberà a Lei ed a me la consolazione di vedere onorato sugli altari il nostro amato D. Bosco!....

Numerosissimi poi furono i biglietti di visita con liete espressioni di partecipazione alla nostra esultanza, quali ad es.: Deo gratias! Alleluia!Viva D. Bosco Venerabile! - Vivissima partecipazione alla loro letizia! - Entusiastiche congratulazioni! - Finalmente Venerabile!... Alleluia! Deo gratias!

La voce della stampa.

Così fervida gioia fu pur condivisa dalla pubblica stampa. Abbiamo innanzi un cumulo di giornali e periodici, nostrani ed esteri, che diedero ai loro lettori con espressioni le più deferenti la cara notizia, che noi desidereremmo di trascrivere integralmente , ma non ci è possibile. Le conserveremo gelosamente come cari e preziosi ricordi di famiglia, e intanto a tutti mandiamo i più vivi ringraziamenti.

Ma, a comune edificazione e conforto, ci sia lecito offrire anche di queste voci un piccolo saggio.

Uno splendido articolo su D. Bosco, del sig. P. Melandri, fu pubblicato dal valoroso quoti diano di Roma Il Corriere d'Italia del 12 agosto. I lettori l'hanno già gustato in parte nel Bollettino di settembre ; non si potrebbe desiderare una sintesi migliore dell'Opera di D. Bosco.

Un altro bell'articolo fu quello del Momento di Torino, riportato da altri quotidiani, dal titolo « A braccetto di un Venerabile » scritto dal march. Filippo Crispolti, il quale rilevò nell'Opera di D. Bosco il più grande esempio delle espansioni religiose del Piemonte.

Fino a Lui, scrive il Crispolti, l'opera religiosa del Piemonte aveva acquistato efficacia mondiale per alcuni scritti, non per azioni ed ordinamenti. Erano nati sotto le Alpi i libri di S. Anselmo e forse quello della Imitazione di Cristo. Ma al di fuori di questa speciale propaganda oltre i confini, pareva che l'impulso cristiano di Roma avesse speso la maggior parte della sua efficacia a profondare sempre più nei limiti di questa ragione la intensità della coltura religiosa, e che non ne fosse restata abbastanza perchè il Piemonte divenisse un focolare di espansione pia su l'Italia e sul mondo.

L'universalità d'azione che ebbero San Benedetto e S. Francesco Umbri; S. Filippo Neri, i Sette Servi di Maria, S. Giovanni Gualberto, il Beato Tolomei, il Beato Pietro, il Beato Colombina toscani; S. Antonio Zaccaria lombardo; S. Romualdo romagnolo; S. Gaetano Thiene e Girolamo Emiliani veneti; San Francesco di Paola e S. Alfonso de' Liguori, S. Camillo de Lellis, i venerabili Carafa e Errico, del reame di Napoli; S. Silvestro Gozzolini marchigiano; un solo piemontese l'aveva avuta, S. Paolo della Croce, ma nato anch'egli sui confini liguri ed esposto perciò ad essere conteso da due regioni.

Don Bosco tolse ogni dubbio. Egli piemontese di nascita, di dimora, d'indole, come aveva scelto molteplici modi e scopi, così non volle limiti di territorio. Il suo organismo salesiano, come tutti i maggiori Ordini e le Congregazioni o Istituti, si assegnò per campo non pure il luogo ov'era sorto ma l'Italia e il mondo, proponendosi cogli Oratori e le Missioni di coadiuvare l'opera romana, dovunque arriva, ovunque spera di arrivare il nome cristiano di Roma. Così nella storia delle dirette espansioni religiose egli era e resta il maggiore dei piemontesi.

Affettuosi articoli comparvero anche sulla Riscossa di Bassano , sul Pro Familia di Bergamo, sulla Croce di Napoli e su tanti altri periodici che sarebbe troppo lungo enumerare.

A questa gara non poteva rimanere estranea la stampa periodica salesiana, non pur d'Italia ma anche dell'estrema America. I periodici Flores del Campo di Viedma, La Cruz del Sur di Rawson nel Chubut, come il Cristoforo Colombo di Rosario nell'Argentina, uscirono a festa in lindi e nitidissimi numeri speciali che ci parvero uno sforzo supremo per le loro piccole tipografie. E tutti, in unica sintesi, hanno ripetuto coll'umilissimo periodico di Napoli « D. Bosco al Vomero »:

- Hosanna! Hosanna! E il grido entusiasta di migliaia e migliaia di cuori... Son fanciulli e verginelle , son sacerdoti e laici che, all'an nunzio consolante del Decreto firmato dal Santo Padre per la introduzione della causa di beatificazione di D. Giovanni Bosco, sciolgono il labbro al cantico dell'esultanza!... L'umile contadinello di Castelnuovo d'Asti, il povero sacerdote che dappertutto non cercò che fanciulli per condurli tutti a Dio, fu fregiato d'un titolo che vuol dire: Smettete il pianto, non più preci di suffragio, chiedenti a lui pace eterna e perpetua luce; ancor un passo e voi lo vedrete sugli altari, voi lo venererete emulo di Filippo Neri, di Vincenzo de' Paoli, di Francesco di Sales.... E dall'Europa, dall'Asia, dall'Africa, dalle lontane Americhe è un concento solenne e maestoso che sale al Cielo dalle aule scolastiche, dalle officine degli operai, dalle capanne dei poveri selvaggi!

Inni di ringraziamento.

BAHIA (Brasile). - Nel Collegio Salesiano del Salvatore la seconda domenica di settembre al mattino vi fu per tempo comunione generale, distribuita infra missam dall'ispettore delle Case Salesiane del Brasile del Nord, rev. D. Lorenzo Giordano. Alle 8 1/2 seguì una messa solenne e infine il canto dell'inno ambrosiano in musica, presente una folla di cooperatori e cooperatrici. Egual folla, intervenne alla solenne accademia che si tenne la sera, alla quale prese parte anche Sua Eccellenza il Governatore dell'Est.

CONESA SUR (Rio Negro-Repubblica Argentina). - Questo nuovo paese, sulle sponde del Rio Negro in Patagonia, fu pur uno dei primi a render grazie a Dio per l'introduzione della Causa di D. Bosco. La cerimonia di ringraziamento ebbe luogo ad ambedue le messe che si celebrano in quella, parrocchia. Il 25 settembre si tenne pure una degna commemorazione nel Collegio delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

CORDOBA (Repubblica Argentina) - Fu una delle commemorazioni più commoventi. Per la circostanza si pubblicò e distribuì un numero unico illustrante l'Opera di D. Bosco in generale e quella di Cordoba in particolare, che in poco tempo, mercè l'aiuto di quei Cooperatori e la visibile assistenza di Maria Ausiliatrice, è divenuta così florida e promettente. La funzione di ringraziamento venne celebrata dal Can. Ferreyra, Segretario e rappresentante di Mons. Vescovo. Alla sera vi fu una bella festa letteraria, con intervento dell'Ecc.mo Mons. Bustos Vescovo diocesano e di illustri membri del clero secolare e regolare. Il dott. Felice Garzón Maceda con frase eletta e grazia singolare pose in rilievo l'azione assegnata dalla Provvidenza all'Opera di D. Bosco in mezzo alla società moderna. L'eloquente discorso fu interrotto più volte dagli applausi dell'eletto e numerosissimo uditorio.

ENSENADA (Repubblica Argentina) - Nel salone del Circolo operaio, a cura del Collegio di N. S. della Mercede, l'8 settembre ebbe luogo in segno di giubilo una tornata musico-letteraria preceduta dal canto del Te Deum.

LA PLATA - (Repubblica Argentina) - Con grande splendore si compì una religiosa funzione nel Collegio del S. Cuore. Sua Ecc. Rev.ma Mons. Francesco Alberti, Vescovo Ausiliare ed antico alunno del Collegio Salesiano di Almagro in Buenos Aires, illustrò con alata parola l'azione provvidenziale del Venerabile nell'uno e nell'altro emisfero. Alla tornata accademica, molto applaudito il discorso dei sig. Telesforo Ubios ed un carme del rev. D, Calcagno, reggente la parrocchia di S. Ponziano.

MILANO - Dal quotidiano In attesa del 27 ottobre u. s. ricaviamo: « Ieri, alle ore 10 nell'Istituto S. Ambrogio in via Copernico, si apriva l'adunanza indetta dagli antichi allievi salesiani di Lombardia sotto la direzione del presidente onorario della loro associazione Mons. Pasquale Morganti, presenti il presidente effettivo, prevosto Rigoli di Somma, il vice presidente parroco Motta, di Valmadrera e buon numero di sacerdoti, allo scopo di concretare il programma delle onoranze pubbliche che essi intendono prestare al padre e benefattore insigne D. Giovanni Bosco, teste dichiarato venerabile, e il modo col quale dare nuovo e pubblico attestato di simpatia e di riconoscenza ai benemeriti suoi figli, i salesiani, veri benefattori della società, provati come mai di questi giorni al crogiuolo della tribolazione. Su proposta di Mons. Morganti, per le onoranze a D. Bosco venerabile, si è scelto il giovedì 12 dicembre, e si è stabilito, per la parte religiosa del programma, che si faccia precedere un triduo di predicazione e benedizione e nella festa si celebri una prima messa con comunione generale ed un'altra pontificale colla maggior pompa possibile; e per la parte civile si dia luogo ad una accademia solenne, con invito di distinto conferenziere, e a un divertimento di famiglia nella serata, così però che sempre e in tutto risplenda degnamente la figura del Venerabile e la bontà eminente dell'opera sua, estesa ormai per tutto l'orbe. »

Il giornale conchiudeva col dire che il programma particolareggiato della spontanea ed imponente dimostrazione sarebbe stato « spedito in larga copia a tutti gli ex-allievi, ai cooperatori e benefattori salesiani, nella gioconda fiducia, che anche stavolta non solo gli antichi allievi salesiani, ma tutti i milanesi giusti ammiratori del vero bene e della vera gloria, non vorranno lasciarsi sfuggire occasione così propizia per mostrarsi generosi coll'intervento e coll'obolo all'onore di chi fu generoso a tutte le nazioni coll'opera sua e lo sarà sempre con quella dei suoi figli. »

MONTILLA (Spagna) - Una solenne funzione di ringraziamento si celebrò nella chiesa Parrocchiale di San Giacomo la domenica 10 novembre. Era presente un'immensa folla di popolo. Alla messa seguì il canto del Te Deum e la benedizione col SS. Sacramento.

NEW YORK - La domenica 29 settembre si cantò un solenne Te Deum nella chiesa della Trasfigurazione, officiando il nostro confratello D. Borghino, ispettore delle Case Salesiane degli Stati Uniti del Nord America, presente una folla enorme di nostri connazionali, che presero vivo interressamento alla cerimonia.

ROSARIO (Repubblica Argentia). - Il Cristoforo Colombo, il noto settimanale che compie una vera missione in mezzo ai nostri emigrati nell'Argentina, con un bel numero unico, interamente consacrato alla memoria di D. Bosco, si fece promotore di una splendida commemorazione pii 25 agosto, alla quale un gruppo di ex-alunni dei collegi salesiani invitava tutti i loro compagni della provincia di S. Fé. A questi, accorsi in buon numero, si unirono tanti ammiratori dell'opera di D. Bosco e benemeriti Cooperatori, che non si poteva desiderare una folla più imponente. Tenne il discorso il sig. Giacinto Ortiz de Guinea; ringraziò i presenti il nostro confratello D. Valentino Bonetti che al mattino - dopo la messa solenne officiata dai RR. Padri del Sacro Cuore di Gesù cui seguì pure il canto del Te Deum - aveva parlato di quanto D. Bosco riuscì a fare coll'aiuto dei Cooperatori.

VIEDMA (Rio Negro-Repubblica Argentina) - Anche la capitale del Territorio del Rio Negro in Patagonia seppe mostrare la sua esultanza in modo degno dei benefizi direttamente ricevuti dal Venerabile. La funzione religiosa venne celebrata dal Rappresentante del Vicario Apostolico nella Chiesa di S. Francesco di Sales, alla messa solenne della domenica 6 ottobre, festa del SS. Rosario. Cordialissima la parte presavi dai numerosi fedeli. Alla sera vi fu accademia musico-letterario-drammatica nel Collegio Salesiano, alla quale con molto popolo intervenne pure il fior fiore della cittadinanza.

ORATORI FESTIVI

Lettere agli amanti della gioventù.

Al Congresso Cattolico Giovanile di Pisa - L' « Ardor » di Catania al Concorso Ginnastico Nazionale di Messina - Il 1 novembre al Testaccio in Roma - Auguri pel 1908.

IL 21 ottobre si tenne in Pisa il VII Congresso

Regionale Toscano della Gioventù Cattolica, al quale presero parte attiva anche i bravi giovani del Circolo D. Bosco dell'Oratorio festivo di quella città. Ne tenne la presidenza onoraria l'Em.mo Card. Pietro Maffi, l'effettiva il Comm. Paolo Pericoli di Roma, e riuscì imponente. Dopo la messa celebrata dal Card. Maffi nella Chiesa di S,. Caterina, si tenne la prima seduta nel salone del Seminario. Il Comm. Pericoli ricordò con profonda soddisfazione l'imponente Congresso di Faenza e ringraziò il rev.mo Don Rua di avere attuati i voti del Congresso Faentino coll'aver fatto aderire i vari Circoli degli Oratori ed Istituti Salesiani alla Federazione Generale della Gioventù Cattolica Italiana. .Il nome di D. Bosco, di D. Rua e dei Salesiani fu coperto da un subisso di applausi e dai lunghi evviva che eruppero spontanei e poderosi da tutti i petti. L'Eminentissimo poi fece una vera apologia dei Figli di D. Bosco. Per ben quattro volte Egli parlò dei Salesiani, e con metto, ammirazione e riconoscenza, chiamandoli sempre « i miei cari Salesiani ».

Come ben riferì il Popolo di Siena, «Sua Eminenza, felice di trovarsi giovane fra tanti giovani, disse che questi debbono essere grandi secondo la parola evangelica, perchè possano essere grandi le loro associazioni, oggi che è tempo di far poche parole e molti fatti. Finchè ci saranno dei giovani ardenti tutto è da ripromettersi; è sopra di essi che la Chiesa confida. Ma devono essere i figli dell'Altissimo, non i figli del fango, della corruzione, del tradimento. Lasciamo agli Erodi sciagurati di attossicare la vita dei giovani, noi vogliamo le opere di giustizia e di amore. Lasciamo ai tristi Erodi ed alle Erodiadi saltanti il loro vile mestiere di presentarsi a chiedere il capo di Giovanni, come oggi hanno chiesto il capo di Giovanni Bosco, quelle Erodiadi, che non hanno neppure il vantaggio di poter leggere in fronte ai loro bimbi il nome del padre. » E l'Eminentissimo continuava a invitare i giovani a progredire sempre, a lavorare sempre, a non stancarsi mai, a non abbandonare mai il loro posto d'onore con la certezza che le loro opere non morranno. E gli applausi vivissimi, insistenti, entusiasti di quei giovani ai figli di D. Bosco si prolungavano e si ripetevano ogni volta che la parola era incitamento al lavoro, alla propaganda, all'azione.

All' Em.mo Principe di S.Chiesa, all'esimio Presidente Generale della Gioventù Cattolica Italiana, a tutti i Congressisti, i più vivi ringraziamenti.

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Una squadra della « Ardor » dell'Oratorio Salesiano di Catania, in occasione del Concorso Ginnastico Nazionale tenutosi a Messina in presenza di S. M. il Re nei giorni 7, 8 e 9 ottobre, si affermò splendidamente, malgrado fosse la prima volta che dava saggio di sè. Unica delle società intervenute che avesse una fanfara propria, attirò la simpatia di quanti intervennero al Concorso; ed era bello il vedere la fiumana di popolo che le teneva dietro dal campo delle gare all'Istituto di S. Luigi, ove era stata gentilmente accolta, e dall'Istituto al campo.

Il giorno 7 ebbe luogo l'inaugurazione del Concorso e la prova sugli esercizi elementari di Venezia, diretti dal Cav. Tifi di Roma. Seguirono le gare delle produzioni libere per ogni squadra. L'Ardòr presentò la ginnastica su musica, che venne applaudita calorosamente. Il giorno 8 ebbero luogo le gare individuali di atletica, corsa e ginnastica ai grandi e piccoli attrezzi, e le gare di classificazione. Nella corsa di 1000 metri in 3 primi e 15 secondi, si guadagnò il premio di terzo grado con medaglia d'argento il giovane Antonino Grimaldi dell'Ardor. Il mercoledì, alle ore 15, si ripeterono gli esercizi dei giorni precedenti e le produzioni libere. Un'ora dopo giungeva S. M. il Re accompagnato da S. A. R. il Conte di Torino. Tutte le Società sfilarono innanzi al Sovrano, alla cui presenza seguì l'esercizio collettivo di Venezia e la premiazione. L'Ardor ebbe quattro medaglie d'argento e la grande e splendida coppa del Commendatore Adriano Trinchieri, Prefetto di Messina, dal quale, subito dopo la premiazione, con a capo la fanfara e seguita da numeroso popolo si recò con gentile pensiero a fare atto di ossequio e di ringraziamento. Una Commissione si presentò al Commendatore che gradì quell'omaggio e incaricò i bravi giovani di portare un affettuoso saluto alla bella Catania. Qui essi erano di ritorno il giorno 10, alle ore 20,30, attesi alla stazione da molti cittadini e cordialmente acclamati da molti altri per le vie fino alla sede dell'Oratorio.

Congratulazioni vivissime ai valorosi che hanno così felicemente superata la prima prova, al loro bravo maestro, al loro infaticabile giurato signor Marano Nicolò, nonchè a quei Salesiani, pel cui impulso l'Ardor è sorta ed ha già raggiunto tanto splendore.

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Il 1 novembre s'inaugurava regolarmente l'Oratorio festivo, già iniziato da vari anni, al Testaccio in Roma. Quei Salesiani per mancanza di cappella non solo non avevano mai potuto dare il dovuto sviluppo all'Oratorio, ma fin per la messa erano costretti a condurre i ragazzi a

S. Alessio, sicchè alle volte pel mal tempo ne erano anche impediti; al dopo pranzo poi non potevano mai trattenere i ragazzi. Attesa l'impellente necessità di provvedere all'istruzione religiosa di tanti fanciulli si convertì provvisoriamente in cappella una scuola, e così fin dal 1° novembre u. s. si potè anche al Testaccio cominciare regolarmente un po' d'Oratorio Festivo. Tanto al mattino quanto alla sera furono un centocinquanta i ragazzi intervenuti, che rimasero oltremodo contenti e ai quali, dopo la benedizione, venne regalata una merenduola.

Affrettino i buoni Cooperatori colle loro o erte il compimento della Chiesa di S. Maria Liberatrice e dei locali dell'annesso Oratorio, nella certezza che sarà immenso il bene che si potrà compiere anche al Testaccio nei giorni festivi.

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Muore l'anno!... Il 1907 - bisogna riconoscerlo - fu un anno di benedizioni per gli Oratori, i quali in molte città ebbero nuove simpatie, più forti appoggi e più prospera vita. Mercè la grazia di Dio, che il 1908 sia di conforto anche maggiore per tutti gli amanti della gioventù.

È questo l'augurio del povero

D. Simplicio.

FRA GLI ITALIANI ALL'ESTERO

DA ZURIGO.

Nuove scuole alla Missione Italiana - Incoraggiamenti del R. Console - Per una prossima festa.

Zurigo, 15 novembre 1907.

REV.MO SIG. D. RUA,

PER appagare i desideri della S. V. Rev.ma che per me sono precetti, appena rientrato alla direzione di questa Missione e Segretariato procurai di riattivare ed intensificare la nostra azione in tutti i suoi rami.

La nostra cappella nei dì festivi presenta un vero spettacolo sia per la frequenza ai Sacramenti, sia per l'assistenza alle sacre funzioni. Alla messa delle 10 fa pietà il veder tanta gente pigiata fin sotto l'atrio... Continuiamo a visitare un bel numero di Colonie italiane massime nei sabbati e nei giorni festivi, per celebrarvi, predicare, ecc., e non sono pochi i frutti che se ne hanno.

Al Segretariato ogni giorno ed a tutte le ore è una ressa continua dei poveri operai. La nostra Cassa di Risparmio è per essi una vera benedizione. Lo dicono tanti: « Mai come ora abbiam fatto ritorno in Italia con tanto danaro in tasca ! »

Assecondato da questi cari confratelli ho già aperto le scuole pei fanciulli d'ambo i sessi che vennero in così gran numero da riempire le due solite sale, anzi non essendo queste più sufficienti, si è dovuto convertire la nostra sala maggiore in una terza scuola. Abbiamo aperto anche le scuole serali per gli adulti, che ora son divisi in tre corsi. Spinto dall'esperienza, divisai di aggiungere un corso di lingua tedesca per gli operai più intelligenti, certo elle recherà loro grande vantaggio. Ciò si sarebbe fatto anche gli anni scorsi, ma mancava il Missionario che potesse incaricarsene.

Ora attendiamo a preparare un bell'Albero di Natale, a scopo di premio pei nostri alunni e di soccorso pei più poveri italiani. Per quella festa speriamo di aver fra noi le più cospicue persone della Colonia che tanto simpatizzano per la nostra Missione e per le nostre Scuole. Il R. Console Gen. Coram. Vito Frinzi che con vero calore ci sprona all'ampliamento delle medesime, non mancherà in quella circostanza. Non è quindi a dire, amatissimo Padre, quanto accoglieremmo volentieri qualsiasi dono che all'uopo ci pervenisse dall'Italia; l'assicuro che i nostri alunni non mancherebbero colla loro riconoscenza di saperne grado ai donatori.

Termino per questa volta col raccomandare alla sua carità questa Missione, la quale, in proporzione dell'aumento dei soccorsi, potrà pure intensificare la sua azione benefica a pró di tanti nostri connazionali.

Mi creda, della S. V. Rev.ma

Dev.mo Servitore

Sac. GIOVANNI BRANDA.

A NEW YORK.

La Federazione delle Società italiane col programma: « Sempre cattolici e sempre Italiani! »

La Conferenza di S. Vincenzo de' Paoli della Trasfigurazione, fondata dai nostri confratelli solo due anni or sono (25 dicembre 19o5), per iniziativa del Parroco il Salesiano D. Ernesto Coppo, nel febbraio u. s. stabiliva a sua volta il Segretariato del Popolo, che sotto la preziosa direzione del rev. D. E. Gianetto e coll'aiuto efficace del sig. G. Scotti e del prof. F. Isola va compiendo un gran bene.

Ora si è fatta promotrice della Federazione di tutte le società italiane a pró del Segretariato medesimo. A tal fine si son già tenute parecchie feste sotto gli auspici dell'incominciata Federazione, alla quale - pel suo splendido programma - auguriamo il più brillante successo.

L'annunziata Federazione, come rileviamo dal programma, si propone

1) Unire in fraterna unione le Società Italiane e tutti coloro che le compongono.

2) Mantenere fra gli Italiani immigrati negli Stati Uniti vivo l'amore alla nostra santa Religione Cattolica ed alla nostra cara Patria, l'Italia.

3) Soccorrere, proteggere ed assistere le Società confederate e ciascuno de' loro componenti in tutti i modi possibili.

4) Offrire a tutti i soci delle Società federate un mezzo facile di essere riconosciuti ed aiutati dovunque esistano Società federate, mediante parola d'ordine (pass-word) o tessera ed il nome comune di Cavalieri del lavoro.

5) Proteggere ed assistere gli emigranti raccomandati dai soci federati al loro arrivo in questa contrada, perchè possano usufruire dei vantaggi concessi dalle leggi sulla emigrazione.

6) Aiutare i soci a trovar lavoro nel caso che ne siano privi senza lor colpa, e proteggerli perchè non vengano defraudati della mercede loro dovuta.

7) Ottenere che gli orfani e gli ammalati raccomandati dai soci vengano accolti in appositi istituti al più presto possibile.

8) Difendere innanzi alla legge il socio ingiustamente accusato di crimine, nel modo che il Consiglio supremo crederà più opportuno.

9) Dare ai socii quei consigli legali che meglio possano indurli all'osservanza delle leggi del paese e ad evitare la prigione, le multe, e a sottrarli a qualsiasi disonesto sfruttamento.

10) Sostenere e diffondere la lingua e la letteratura italiana per mezzo delle buone scuole e della buona stampa. Opporsi alla diffusione della stampa immorale o contraria ai principii della Religione Cattolica.

11) Comporre in via amichevole, per mezzo di arbitrato, le liti o divergenze che sorgessero in seno delle società confederate, evitando, quanto sarà possibile, l'intervento dell'autorità giudiziaria.

12) Promuovere tutte le opere di previdenza e di carità che possano migliorare le condizioni morali e materiali dei soci federati....

In una parola, come leggiamo in uno splendido numero-réclame, la nuova Federazione promette ogni opera di assistenza ai nostri emigrati con questo programma: Sempre cattolici e sempre italiani

Per assoluta mancanza di spazio siamo costretti a rinviare ad un altro numero una completa relazione dell'assistenza prestata agli Emigrati, dai Salesiani, residenti nella Repubblica Argentina.

IN MEMORIA DI DOMENICO SAVIO

Inaugurazione della nuova tomba a Mondonio - Una lapide a Riva di Chieri.

MONDONIO. - La salma del compianto e virtuoso alunno di D. Bosco che volava al Cielo addì 9 marzo 1857 da Mondonio, era stata da parecchi anni trasportata dalla terra benedetta di quel camposanto nella chiesetta annessa al medesimo. L'umile e disadorna chiesuola, a cura del Comitato costituitosi in Torino pel Cinquantenario della morte del pio giovanetto, fu in questa circostanza quasi rifatta, cioè radicalmente restaurata e decorata artisticamente. Su di un grazioso altare di marmo venne collocata una bella statua di Maria Ausiliatrice, dono delle Suore dell'Istituto omonimo; e, lateralmente, fu posto uno stupendo quadro dei SS. Fabiano e Sebastiano, ai quali il paese professa speciale divozione. La nuova tomba sorge nella destra parete della cappella; e in essa il 26 settembre u. s., alla presenza di S. E. Rev.ma Mons. Matteo Filippello, Vescovo d'Ivrea, di Mons. Vicario Generale e del rev.mo Cancelliere Vescovile di Asti, delle Autorità locali e di altri Signori, venne trasferita la salma di Domenico Savio; quindi si procedette alla solenne benedizione della chiesuola, mentre le nuove campane, già benedette in Torino con la dovuta autorizzazione dal sig. D. Rua, suonavano a distesa. La devota cerimonia si svolse con dolce soddisfazione di tutti i presenti, i quali non si stancavano di ammirare l'elegantissimo tempietto, che è riuscito una vera opera d'arte.

Il lunedì dopo la prima domenica di ottobre, pellegrinava a Mondonio secondo il consueto anche l'ampia rappresentanza dell'Oratorio di Valdocco, recatasi alla casa natale di D. Bosco per la festa del Santo Rosario. I rappresentanti, con a capo Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giovanni Cagliero, accolti solennemente dal Parroco, dal Sindaco, dal Consiglio comunale e da gran folla di popolo, si recarono alla chiesetta del camposanto, ove, dopo breve preghiera e un mesto inno di suffragio,. sfilarono riverenti innanzi la tomba dell'indimenticabile e piissimo alunno di D. Bosco. Quindi si recarono alla casa ove Savio morì e, di fronte alla gran lapide che da molti anni colà fu posta, si tenne la solenne commemorazione civile del Cinquantenario.

Parlò prima il sindaco a nome di Mondonio, poscia il nostro D. Trione, quale oratore ufficiale del Comitato, e infine Mons. Cagliero che rievocò con soave e toccante affetto i varii rapporti che egli ebbe con Domenico Savio nell'Oratorio di Valdocco Tutti gli oratori furono entusiasticamente applauditi. In questa ricorrenza il Consiglio Comunale di Mondonio intitolò da Domenico Savio una delle piazze del paese.

CASTELNUOVO D'ASTI. - Le rappresentanze torinesi da Mondonio si recarono a Castelnuovo d'Asti, patria del Ven. D. Bosco e di cui era pure originaria la famiglia di Domenico Savio. Si tenne concerto presso il monumento di D. Bosco, e, presenti le autorità locali, nel pomeriggio si volle insieme alla memoria del Venerabile Maestro ricordata pur quella del suo pio allievo.

RIVA DI CHIERI. Nella borgata S. Giovanni di Riva presso Chieri sorge la modesta casa ove il 2 aprile 1842 nacque Domenico Savio. Il signor Domenico Gastaldi, attuale proprietario della medesima, come vari altri anziani del paese, ricorda ancora con sentito affetto i primi anni del piccolo Domenico, per la relazione che aveva con la famiglia di lui. Era quindi opportuno, che a tener viva la memoria del pio giovane anche dopo la scomparsa degli ultimi che lo conobbero, si ponesse un qualche ricordo in quella terra che si glorierà sempre di avergli dato i natali. Anche a questo provvide il Comitato Torinese con l'apposizione sulla casetta natia di una lapide inaugurata il giorno 5 ottobre. Erano presenti tutte le autorità, la detta rappresentanza dell'Oratorio nostro di Torino colla propria banda musicale, la rappresentanza del Comitato per la Commemorazione cinquantenaria e molto popolo. Fragorosi applausi salutarono lo scoprimento della lapide, applausi che si ripeterono ancor più entusiastici al chiudersi del discorso inaugurale detto dal nostro instancabile Don Trione.

Semplice e spontaneo omaggio !

TANJORE (India). - Tra le relazioni pervenuteci di altre feste commemorative tenutesi nei nostri istituti, non possiamo passare sotto silenzio quella che ci è giunta da Tanjore, attesa la semplice e commovente sua originalità.

« Anche questi piccoli indiani, scrive il sac. D. Giorgio Tomatis, Direttore di quell'Orfanotrofio Salesiano, vollero fare qualcosa ad onore di Domenico Savio. Noi avevamo narrato ad essi di un pio giovanetto, chiamato Savio Domenico, uno dei primi allievi di D. Bosco, morto or son cinquant'anni in odore di santità. Avevamo soggiunto che in tutte le case salesiane si sarebbe tenuta un'accademia in onore di lui, e che noi non avendo nulla a tal uopo in tamul nè non potendo lì su due piedi preparare alcuni componimenti in detta lingua, non credevamo possibile di poter fare così presto la detta accademia. Ma i nostri piccoli indiani non furono del nostro parere. Secondati dal loro assistente, una sera, dopo che ebbero finito di cenare, quieti quieti andarono nella scuola, misero una sedia su di un tavolino e il tavolino su due banchi, coprirono il tutto con pezzi di tela che loro servono di vestito, e così prepararono un trono stupendo ! Quindi raccolsero tutte le bottiglie che trovarono e le disposero sul trono dopo di aver piantato in ognuna verdeggianti e splendidi rami, fiori e piccole candele. Com'ebbero tutto ben disposto, distaccarono il ritratto di Savio dal Bollettino e incollatolo su di un cartone lo misero in alto sul trono, lietissimi dei loro preparativi rapidi e di magico effetto. E poi?... Poi corsero ad invitarci alla loro accademia. Vi andammo. Ed essi, seduti per terra davanti il trono da loro preparato, cominciarono i loro canti, ora corali, ora a soli, e li continuarono per oltre un'ora ! Alla fine abbiamo aggiunto noi alcune parole, proponendo loro il caro alunno di D. Bosco come modello di devozione a Gesù Sacramentato e alla Vergine, parole che furono accolte con slancio e così si chiuse l'umile accademia. Speriamo che il pio Domenico pregherà anche per questi indiani ottenendo dal Signore la perseveranza dei buoni e la conversione dei numerosissimi idolatri tra i quali viviamo ».

Cooperatori e Cooperatricì,

Raccomandiamo nuovamente a tutti il comune Omaggio al S. Padre nel suo Giubileo Sacerdotale (Ved. Bollettino di novembre).

DALLE MISSIONI

Matto Grosso (Brasile)

Per una quarta Colonia fra i Bororos.

La scoperta di 10 villaggi. 52 capi disposti alla civilizzazione.

NELLA rivista mensile Matto Grosso che si pubblica dai nostri confratelli di Cuyabà, leggiamo nel numero di agosto un telegramma dell'Ispettore D. Antonio Malan al Direttore del Collegio Salesiano di S. Gonzalo.

Il telegramma spedito dalla stazione telegrafica di General Carneiro è il seguente:

« Questa mattina (28 luglio u. s.) parto con Balzola, Schinardi, Capitani Bororos Joaquim, Major, Ambrosio per visitare numerosi villaggi distanti 40 leghe dalla Colonia del S. Cuore e conoscere le intenzioni degli indi i spaventati dalle conseguenze dell'uccisione di Melchiorre Borges, compiuta dagli indii del S. Lorenzo e studiare il luogo per la nuova fondazione - Malan ».

Ora il Correio Catholico di Uberaba (nello Stato di Minas ) del 6 ottobre u. s., riferendo dall'A Imprensa della Capitale di Goyaz, ci assicura che D. Malan « il quale spiega il miglior zelo in favore dell'evangelizzazione degli indii di Matto Grosso » dalla suddetta stazione di General Carneiro ha telegrafato al distinto Colonnello Gioachino Elesbão dos Reis, «che. era già di ritorno da un'importante esplorazione nell'interno della tribù dei Bororos » ove e fu assai ben accolto da tutti i primari capi della Tribù, i quali lo informarono minutamente di tutto ciò che riguarda 10 loro villaggi esistenti, » e « che essendo quegli indii con 52 capi tutti disposti alla civilizzazione, ha scelto immediatamente il luogo per la fondazione di una quarta Colonia Salesiana in mezzo a quei selvaggi. »

Dunque l'esplorazione alla quale alludeva D. Malan nell'ultima sua lettera, da noi pubblicata nel numero di ottobre, non solo è già stata compiuta, ma ha pure avuto il più consolante successo. Ne sia ringraziata Maria SS. Ausiliatrice, Madre e Patrona particolarissima delle Missioni Salesiane.

Appena avremo notizie dirette dai cari Missionari, ci faremo un dovere di comunicarle.

Mozambìco (Afrìca Orientale)

Visita di S. A. R. Don Luigi di Portogallo. Una gita di premio agli orfanelli. (Lettera del Sec. Giov. Barilari)

Mozambico, 1 settembre 1907. REV.MO SIG. D. RUA,

ELLA sarà certo ansiosa di nostre notizie, e noi, grazie a Dio, possiamo assicurarla che già incominciamo a raccogliere abbondanti frutti dalle nostre fatiche.

Questi giovani, educati fino a ieri col metodo repressivo, ci dànno ben liete speranze; il sistema preventivo di D. Bosco va producendo in essi mirabili effetti. Assistono volentieri ogni giorno alla S. Messa nella cappella che abbiamo allestito nell'Orfanotrofio, cominciano ad accostarsi con frequenza ai SS. Sacramenti, ed hanno anche bene imparato le loro preghiere e varii cantici sacri, per cui anch'essi si uniscono già ogni giorno all'armonioso coro di preghiere e di lode che sale incessantemente a Dio dalle varie case Salesiane della terra. Come ho detto, i frutti son già consolanti.

Ma non son tutte rose, amatissimo sig. Don Rua ; o, per dir meglio, alle rose - come è naturale - vanno unite anche non poche spine. E furono spine per noi anzitutto la difficoltà di adattarci al clima tropicale, ma più ancora la mancanza di mezzi materiali e la niuna conoscenza della lingua macua parlata dai più dei giovani, ai quali dobbiamo pure far scuola in portoghese. Abbian anche avuto gran penuria d'acqua, a causa di una, siccità straordinaria, quale a memoria d'uomo qui non si ricordava l'eguale. Per fortuna la nostra cisterna è una delle maggiori della città, ma bisognava fare proprio economia per timore di restar privi di acqua del tutto. Contemporaneamente la crisi alimentare si faceva ognor più grave, sicchè il prezzo dei viveri crebbe spaventosamente. Tuttavia, dobbiamo dirlo con la più viva riconoscenza, la Divina Provvidenza fin qui non ci lasciò mancar nulla e conservò i giovani in buona salute.

Nella prima metà del mese scorso avemmo la visita di S. A. R. il Principe D. Luigi Filippo di Portogallo. Appena il telegrafo ci annunziò che Sua Altezza intraprendeva a scopo d'istruzione un viaggio per le vaste Colonie Portoghesi in Africa, tutti dissero che Mozambico essendo la principale delle Colonie di certo non poteva essere da Sua Altezza trascurata. Immagini quindi l'entusiasmo con cui s'incominciarono da tutti i preparativi per un degno ricevimento.

Noi pure, in quella circostanza, attuammo alcuni miglioramenti nella casa, fra i quali l'allargamento dei dormitori che s'imponeva sotto ogni punto di vista.

E in realtà, il 6 agosto p. p., a bordo dell'Africa, giungeva Sua Altezza Reale, accompagnato dal Ministro della Marina e da numeroso e scelto equipaggio. Al ponte di sbarco insieme con la truppa del reggimento stavano schierati anche i' nostri orfanelli colla loro nuova bandiera e la musica istrumentale.

L'arrivo del Principe fu salutato dalle salve dei forti e delle varie navi da guerra che ancoravano in porto, e lo sbarco avvenne fra le più entusiastiche acclamazioni. Attendevano l'augusto Visitatore S. E. Rev.ma Mons. Vescovo col ven. Capitolo e il Clero locale, tutte le Autorità civili e militari e tutta la cittadinanza di Mozambico nei suoi costumi pittoreschi. Quando si mosse il corteo, che in mezzo a due fitte colonne di popolo e sotto il baldacchino accompagnò il Principe fino alla Chiesa Cattedrale pel canto dell'inno del ringraziamento, la nostra banda proruppe nelle note dell'inno nazionale. Anche alla Cattedrale la nostra scuola sostenne la parte musicale. All'indomani, in compagnia della sua nobile Corte e dell'Ecc.mo Prelato Diocesano, Sua Altezza visitava il nostro Orfanotrofio, mostrandosi di tutto pienamente soddisfatto e lasciandoci una cospicua elemosina.

Un'altra cara notizia posso darle, amatissimo Padre ; alludo alla lunga passeggiata che sino a Cabeceira Grande e a Mossuril abbiam procurata ai nostri orfanelli, a titolo d'incoraggiamento e di premio. Fu il 15 agosto u. s., che assai per tempo, su vaporini messi a nostra disposizione dall'Ecc.mo Governatore, attraversammo lo stretto che ci separa dal Continente per guadagnare la sponda che ci sta di fronte, detta Cabeceira Grande. Senonchè a una certa distanza dalla costa, i vaporini dovettero fermarsi, attesa la bassa marea. Che fare? improv virare un ponte di sbarco? Precisamente. E il ponte di sbarco fu, quale qui si usa, la schiena di una mezza dozzina di negri forti e nerboruti che camminando nell'acqua fino alla cintola in meno di mezz'ora ci misero tutti a terra.

Sbarcati , ci dirigemmo a suon di banda all'Istituto Leone XIII, diretto dalle Suore di S. Giuseppe di Cluny, donde dopo breve sosta ci recammo alla vicina parrocchia per cantarvi la messa solenne. Finita la funzione si fe' ritorno all'Istituto, ove dopo il pranzo presenziammo una bella accademia data dalle alunne del medesimo e quindi ci ponemmo in cammino per Mossuril, uno dei punti più incantevoli dei dintorni di Mozambico. Arrivammo a Mossuril sul far della notte, e tutti quanti sia per la cena che pel riposo fummo ospiti del buon Parroco Don Francesco Paria, cui rinnoviamo i più doverosi ringraziamenti.

La mattina seguente, dopo di aver ascoltata la S. Messa e fatta una buona colazione, conducemmo i nostri orfani a diporto per quegli ameni dintorni che pochi giorni prima erano stati visitati anche dal Principe D. Luigi Filippo; e solo sull'imbrunire, lieti della soddisfazione degli alunni e pieni di riconoscenza per le mille prove di carità e di simpatia ricevute da molte persone, eravamo di ritorno all'Orfanotrofio. Anche di questa gita sieno grazie a Maria Ausiliatrice, che incomincia ad essere anche qui conosciuta ed amata.

Riservandomi, amatissimo Padre, di darle in una prossima mia un ampio ragguaglio di questa città e dei suoi dintorni, Le presento gli ossequi dei confratelli e degli alunni, e raccomandandomi alle sue preghiere mi dico

Suo obb.mo figlio in G. M. Sac. GIOVANNI BARILARI.

Equatore

Un grido commovente da Gualaquiza. (Lettera del Sac. Gioachino Spinelli)

Gualaquiza, 8 agosto 1907.

CARISSIMO PADRE IN G. C.,

AVREBBE ragione, se si lamentasse del mio troppo lungo silenzio. Quante volte fui lì per scriverle e poi lasciai di farlo; ma non per questo cessai di averla presente nel cuore e di ricevere sempre con riconoscente affetto i paterni consigli che Ella ci dà nelle sue care Circolari, come in quella sulla virtù della povertà, che noi vogliam tradurre in succo e sangue per mostrarci degni figli di D. Bosco. Se la nostra Casa di Cuenca, quand'io era là direttore, era povera e godevàmo della nostra povertà, questa Casa-Missione ha dieci volte il vanto su quella e ben si potrebbe chiamare la Casa della Povertà collocata sotto il manto della Divina Provvidenza, che sola ci va sostenendo da tanti anni in mezzo a queste foreste, ove molte volte si manca pur del necessario anche nel vitto e nel vestito. Ma noi pensando ai primi tempi dell'Oratorio e agli esempi che ci lasciò il nostro amato Padre Don Bosco, ci rassegnano a tutto e andiamo fiduciosamente avanti.

Non so se ancora si sia risposto alla sua cara letterina in cui ci invita ad associarci alle Letture Cattoliche in lingua italiana. Però non possiamo sobbarcarci a gravi spese e, non essendoci qua emigrati italiani, dobbiamo limitarci a sottoscriverci per due copie

Zelo per la gioventù - I primi fiori.

Il nostro amato D. Mattana a quest'ora si troverà senza dubbio al suo fianco e le avrà narrato molte cose di questa Missione. Così pure Ella avrà veduto il nostro giovane Joaquim Bosco, che le presentiamo qual primo frutto delle nostre fatiche apostoliche.

Fedeli al programma di D. Bosco, noi non manchiamo di rivolgere le cure più premurose alla gioventù. Un altro giovane, Andrea Mattana, fu trapiantato dalla Vergine Ausiliatrice nei giardini del Paradiso prima che il mondo lo corrompesse. Un terzo, Giuseppe Maria Rua, trovasi a Quito. Un altro piccolo selvaggio, venuto qua dalla tribù di Macas, stette con noi alcuni mesi, fu solennemente battezzato il giorno della Immacolata Concezione ricevendo il nome di Pio e si preparava a fare la prima Comunione quando i parenti se lo riportarono via. Un altro, per nome Antonio Mattana, stette pur molto tempo con noi e già era proprio buon- cristiano, frequentava volentieri e con fede i Santi Sacramenti, quando i parenti lo mandarono lontano, e il poverino fu ucciso nelle selve per vendetta !

Quest'anno durante la novena di S. Luigi ottenemmo che si fermasse con noi un ragazzino sui 12 anni per nome Luigi a cui demmo il cognome di Calcagno. Son già quasi due mesi che trovasi in nostra compagnia, allegro come una pasqua, studia il catechismo, e con trasporto impara a leggere e scrivere. Lo condusse qui un Capitano della tribù, il quale ha per noi molta gratitudine perchè essendo stato morsicato da un serpente, riuscimmo a curarlo e poscia a guarirlo ; guarigione che noi attribuiamo alla Vergine Ausiliatrice, la cui medaglia applicammo alla gamba e la cui immagine mettemmo a capo del suo letto. Son varie settimane che abbiamo con noi un altro giovane sui 14 anni, che è nativo d'Indanza; se si ferma abbiamo pensato di chiamarlo Giuseppe Costamagna. Egli finora è contentissimo e dice di non volere più andar via. Un altro piccolino venne qui domenica scorsa coi suoi genitori: si fece di tutto perchè si fermasse offrendogli regali, anche il padre e la madre fecero di tutto perchè si fermasse, ma egli nol volle dicendo che gli dava molta pena di staccarsi dalla mamma.

Vi sono pur altri giovanetti che hanno le migliori disposizioni e buona volontà di venire alla Missione, ma i parenti vi si oppongono e cercano d'intimorirli dicendo: «Venendo qualche infermità, morrete; venendo nemici, vi uccideranno; venendo qualche stregone, vi farà del male ! » e così è impossibile indurli a fermarsi.

E bene che Ella sappia, amato Padre, che i selvaggi crescono liberi e che i parenti li consigliano e sgridano sì, ma non li obbligano mai. Per questo, allorquando vengono fanciulli alla Missione, facciamo di tutto per guadagnarli a noi e per ottenere che si fermino almeno qualche tempo. Ogni volta che vi riusciamo, per noi è un trionfo; ma ciò sapendo i genitori, molte volte impediscono che i figli vengano alla Missione.

Oh quante difficoltà si devono superare! pure quanto di più si potrebbe ottenere, se ci fosse maggior personale, pieno di spirito di sacrifizio e d'amore per le anime, e avessimo mezzi materiali, perchè questi selvaggi si prendono ai regali come i pesci all'amo.

Mancano i mezzi! - Buone disposizioni degli indii - Quello che si è già ottenuto.

Creda, amatissimo Padre, che fin qui abbiam fatto quello che ci fu possibile. Ci mancano mezzi! Per conquistare il cuore dei figli, bisogna conquistare anche quello dei genitori, e per accaparrarci i genitori, bisogna disporre di mezzi non pochi. É proprio un dolore per noi il non poter fare di più, pochi come siamo e segregati; mentre questi poverini dimostrano in generale non solo svegliatezza d'ingegno, ma anche un gran desiderio di essere istruiti. Vi è un giovane sui 2o anni, per nome Gioachino, e fratello del Capitano, il quale dice di non volere a niun conto mettere su casa, ma di rimanere con noi per imparare meglio a conoscere ed amare Iddio. Dice apertamente che egli prova dolore di non conoscere bene il Signore, e senza rispetto umano riprende francamente gli altri selvaggi quando questi negano la vita futura. Ci aiuti, amato Padre, ad ottenere dal Cuor di Gesù che questo buon giovane si decida realmente di 'venire ad abitare alla Missione. Per noi sarebbe un bell'acquisto!

Durante quest'anno, morirono due selvaggi, uno vecchio e l'altro giovane, i quali si confessarono e ricevettero l'Estrema Unzione prima di morire. Un altro vecchio, per nome Pukupi, che vive a un giorno di cammino, ci chiamò già per confessarsi in preparazione alla molte, dicendo che fa dei sogni che l'inquietano.

Creda, che nei quasi tre lustri dacchè ci troviamo in questa Missione abbiamo ottenuto molto. Quelli che vivono qui o nelle vicinanze comprendono già e parlano lo Spagnuolo, hanno commercio coi cristiani e godono di vestirsi come questi. In gennaio, essendo stata assaltata una casa che si voleva bruciare per spirito di vendetta, ciò non avvenne solo perchè colà si trovavano alcuni cristiani. Alcuni dei più vicini vengono regolarmente alla S. Messa nei giorni di festa, osservano il riposo festivo, cedono i cadaveri dei loro morti perchè si dia loro cristiana sepoltura, sono ansiosi di far battezzare i loro figli fin da piccolini, desiderano qualche immagine da mettere sulle porte della loro casa o presso i loro letti, si abituano a fare il segno di croce al mattino, alla sera, nel partire per la caccia, ecc.; stanno in chiesa con divozione, ascoltano con autore le istruzioni catechistiche, riconoscono nel Missionario un non so che di divino, ed attendono anche al lavoro per avere qualche po' di denaro con cui provvedersi di che abbisognano.

Tutto questo e molto altro ancora si è ottenuto e si ottiene da questi già fieri selvaggi che non si erano mai piegati nè al dominio degli Inca nè a quello degli Spagnuoli.

Spesso abbiam ottenuto che anche nemici fieri facessero la pace; e qui nella Casa-Missione vengono molti, senza distinzione di tribù, come in luogo sicuro e inviolabile per intendersi, cosa che non oserebbero fare altrove. Così pure vengono con gran confidenza a chiedere aiuto nei loro bisogni e sopratutto medicine nelle loro infermità. Oh! quanti prodigi operò ed opera con questo mezzo Maria Ausiliatrice fra queste foreste! Finalmente, amatissimo Padre, la nostra casa è casa loro, com'è loro albergo allorchè vanno o vengono dal visitare altre tribù.

Dico questo, perchè son di parere che non si ha un'idea esatta dello stato della Missione e forse qualcuno sarà persuaso elle qui si ottiene ben poco, per cui sarebbe meglio alzar le tende. Ah! mio Dio! il demonio canterebbe vittoria e Gesù, Pastor Divino, ne piangerebbe amaramente...

Quello che erano e quello che sono - Urgente necessità di una casa di aiuto -

Altri bisogni.

Dacchè questa Missione fu posta sotto il patrocinio della SS. Vergine Ausiliatrice, si ottennero molti trionfi, e la religione pian pianino; senza far rumore, penetra nel cuore di questi selvaggi. Per averne un'idea, bisogna conoscere quello che essi erano quando siam venuti noi e quello che sono adesso. Non volevano sapere d'istruirsi, non volevano pregare, e se si facevano recitare qualche preghiera, subito volevano essere pagati dicendoci : « Se no, che si guadagna a pregare ?.. » Per farsi un'idea di questi selvaggi basterebbe leggere le lettere del fu P. Magalli al Delegato Pontificio Mons. Cavicchioni. Non hanno credenze comuni nè idoli; certuni consultano il demonio e questi li inganna in mille modi; credono ai sogni e sono pieni di superstizioni; hanno rispetto umano in modo incredibile; per loro la vendetta è cosa sacra; credono di non dover mai morire, e ogni male che si sentono dicono di averlo ricevuto dai nemici; le donne sono schiave e le maritano fin da piccoline; gli uomini sono pigri; la bigamia è un laccio terribile e divorziano con tutta facilità.

Piuttosto manchiamo di mezzi! Chi ci ha aiutati finora è Lei, e noi ci sentiamo per lei pieni di gratitudine; del resto, come avremmo potuto andare avanti? Creda che nessuno può conoscere le difficoltà e necessità di questa Missione, perchè sarebbe d'uopo che uno stesse qui almeno un anno intero. Veda; anzitutto sarebbe d'urgenza estrema l'aprire una casa alle porte della Missione per servizio della Missione medesima. Fin qui siamo stati costretti noi, già così pochi ed isolati, ad uscire da Gualaquiza in cerca di mezzi; ma se altri compissero questo ufficio, occupandosi direttamente dei nostri bisogni, i Missionari potrebbero attendere unicamente ai selvaggi, sia in Gualaquiza, sia presso le loro jivarie con regolari e frequenti escursioni, e così la Missione procederebbe molto più regolarmente. I confratelli poi addetti ad una tal casa di aiuto, dovrebbero anch'essi essere disposti a darci il cambio per qualche tempo nella Missione, perchè, è risaputo, in queste regioni tropicali ed umide non si può durare lungo tempo sul campo del lavoro. Così sarebbe anche possibile l'assistere alcune colonie sparse in queste zone, come quella di Cuchipamba, San Giuseppe, Aguacale, Rosario, ecc. Noti che a due giorni di qua si trova Indanza, sul cammino di Mendez, e là pure converrebbe stabilire una residenza con due Missionari almeno per andare in seguito a stabilirsi anche a Mendez che è centro di molte tribù. Una tal residenza sarebbe, nclle loro circostanze presenti, di gran vantaggio anche per gli indii di Macas, nonchè pei civilizzati dei dintorni di Loia.

Ah! se si potessero poi qui stabilire un po' regolarmente anche alcune scuole d'arti e mestieri ! Esse sarebbero necessarie pei poveri figli dei bianchi, i quali alla lor volta sarebbero di buon esempio ai piccoli selvaggi e servirebbero mirabilmente ad attirare e intrattener questi con noi, poichè i piccoli selvaggi fanno ciò che vedono fare e mostrano di avere una santa invidia dei giovanetti che convivono con noi. In generale i giovani sono buoni ed amano la pietà. Abbiamo stabilito fra loro la Via Crucis perpetua, la Compagnia di S. Giuseppe, quelle della Guardia d'Onore e quella dell'Apostolato della preghiera.

Preghi intanto e faccia pregare per questa Missione, amato Padre. I più umili ossequi ai cari Superiori e tanti saluti a D. Mattana, al Ch. De-Maria e a Joaquim Bosco. Ci benedica e specialmente benedica al suo

Obbed.mo figlio

Sac. GIOACHINO SPINELLI MISS. Sal.

N. d. R. - In conformità delle domande dello scrivente, si è già stabilito di dare un nuovo impulso alla nostra Missione nell'Oriente dell'Equatore. La casa di Cuenca, per ora, sarà come il punto di partenza di quel Missionari, e, se sarà possibile, presto si stabilirà anche un altro centro più prossimo alla foresta da cui si possa meglio provvedere ai bisogni dei Missionari residenti in Gualaquiza. Coll'ultima spedizione partirono già alcuni chierici e sacerdoti a questo fine; se il disegno avrà un felice risultato, altri Missionari saranno inviati a quel difficilissimo campo l'anno venturo.

Patagonia Meridionale.

Stato della Prefettura Apostolica.

Altri 200 indii nelle Case di Missione. (Relazione del Sac. Pietro Marabini)

REV.MO SIG. D. RUA,

CONOSCENDO come Le torni cara ogni notizia riguardante i suoi figli, specie i più lontani, poichè mi si presenta propizia l'occasione, mi faccio ardito di abbozzare alcuni appunti sullo stato delle nostre Missioni della Patagonia Meridionale, nella speranza che sebbene affrettati e disadorni forse torneranno cari anche ai nostri Cooperatori.

Nella nostra Casa centrale di Punta Arenas (Stretto di Magellano) abbìamo circa 15o alunni, di cui 40 interni e un buon oratorio festivo. La Parrocchia da noi ufficiata conta più di 11.000 abitanti. E pure a nostro carico la Scuola di religione nelle scuole dello Stato, il servizio religioso nell'Ospedale e nelle due chiese pubbliche annesse ai Collegi delle Figlie di Maria Ausiliatrice. E pur degno di menzione il nostro ben fornito Osservatorio, che raccoglie dati preziosi fin dal 1887, ed il nostro Museo Regionale entrambi grandemente encomiati da quanti forestieri, di passaggio per lo Stretto, scendono a visitare Punta Arenas.

Egual bene si compie, naturalmente in proporzione, nelle altre nostre case e chiese di Porvenir e Ushuaia (Terra del Fuoco), Rio Gallegos e Santa Cruz (nella Patagonia Meridionale) e Port Stanley nelle Isole Malvine. Quanto alle nostre due Missioni per indigeni nell'Isola Dawson ed in Rio Grande si noti: La prima, in 18 anni, ha già educato e mantenuto più di mille e duecento individui; e la seconda è arrivata agli ottocento. Malattie ribelli ad ogni cura decimarono alcuni anni fa quei nostri già fiorenti paeselli, che però oggi vanno risorgendo a nuova vita col radunarvi, che presentemente si fa, dei selvaggi abitanti le foreste circonvicine. Mons. Fagnano mi dice che di questi giorni appunto arriveranno alla missione ben duecento indii.

Alcuni dei nostri neo-cristiani sono già passati nelle fattorie fueghine ove si guadagnano onoratamente il pane. I rimasti con noi nella Missione vivono cristianamente, divisi per famiglie (ognuna ha la sua casetta), dimentichi ed alieni delle loro antiche e cattive abitudini.

E davvero è cosa edificante il loro devoto contegno in chiesa, la loro condotta cristiana in ogni occasione, e la loro convinzione nella fede. Ciò specialmente nei giovani e nei fanciulli. Quando alcuni di questi si ammala e pensa di prepararsi alla morte, commuove il vedere in lui tanta rassegnazione e tanto desiderio di quella vita migliore che gli ha insegnato il Missionario. Di alcuni si narrano i più teneri episodi della speranza cristiana in quelle ore estreme, così terribili pel comune dei mortali!

Mons. Fagnano ora sta pur maturando il progetto d'una Missione tra i Tehuelches che in numero di circa 2.000 popolano le falde delle Cordigliere presso il Rio Deseado, al nord di Santa Cruz. Il Signore voglia fecondare i suoi santi propositi e mandargli nuovo aiuto di personale per le opere che ha già tra mano. Si pensi! siamo appena 2o sacerdoti per 9 case salesiane, 4 Parrocchie, 12 Chiese e 2 centri di Missione, senza contare le cure che dobbiamo rivolgere a quanti abitanti sono sparsi nella immensa superficie che si estende tra il Rio Deseado ed il Cabo de Hornos. Le ordinarie escursioni di un mese a cavallo non sono sufficienti per attendere con regolarità ai battesimi e ai matrimoni: bisogna di quando in quando disporre di almeno 3 mesi in tre persone almeno e con una quindicina di cavalli. Tuttavia, a poco a poco, quantunque con grande abnegazione, anche le tribù più selvagge si radunano sotto la bandiera della croce, e si allargano i confini dei paesi civili. E questo è il nostro ideale, questo è il più vivo desiderio della nostra vita.

Ci confortino però e ci assistano quotidianamente fra le ardue fatiche dell'apostolato le ferventi preghiere dei buoni Cooperatori. Se noi possiamo lavorale, lo dobbiamo a loro che ce ne forniscono i mezzi nella loro carità e il Signore ne darà a tutti la più ampia mercede. Ma ben più grande sarà il loro premio, se essi vorranno entrare a parte dei nostri frutti anche colla preghiera.

Preghi anche Lei, rev.mo Sig. D. Rua, per noi tutti, e ci benedica.

i Novembre 1907.

Suo dev.mo figlio

Sac. PIETRO MARABINI Missionario Salesiano.

In fascio. Patagonia Settentrìonale.

VIEDMA - « Occorrono mezzi e personale! » - Da una -lettera diretta dal _Missionario D. Angelo Veneroni al rev.mo sig. Don Rua spigoliamo quanto segue:

Abbiamo celebrato colla maggior divozione possibile il mese del S. Cuore di Gesù. Negli alunni dei nostri collegi si notò un vero slancio di pietà, manifestata specialmente nella frequenza alla S. Comunione. Il mese terminò coll'adorazione delle Quarantore e la processione con l'effigie del S. Cuore. Fu un vero trionfo. Le associazioni parrocchiali del S. Cuore, delle Figlie di Maria ed il

Circolo cattolico operaio si mantengono fiorenti e dànno al nostro paese quel carattere di religiosità che oggi è la sua caratteristica.

» Tra i nostri giovanetti interni cd esterni è fiorente ed abbastanza numerosa la compagnia di S. Luigi. Ve ne sono alcuni che dànno speranza di abbracciare la via, del sacerdozio. Il piccolo Seminario di Patagones conta un buon numero di aspiranti.

» Il nostro Ospedale continua, a fare un gran bene. I quaranta letti che può contenere sono sempre occupati, ora da cari indigeni che vi trovano colla salute del corpo la rigenerazione dell'anima per mezzo del S. Battesimo, ora da nostri connazionali che riguardano come una benedizione l'essere assistiti dai figli di D. Bosco.

»Quanto bene di più si potrebbe fare se ci fosse dato di erigere un nuovo edifizio ad hoc, con ampie sale in conformità delle moderne esigenze!

» I nostri laboratorii non hanno ancora il desiderato sviluppo: abbisognano tutti di macchinario, il quale è costoso, è vero, ma omai indispensabile. L'unica scuola che progredisce un poco è la tipografia. Ci occorrono anche buoni maestri d'arte salesiani. Ella sa, amato padre, quanto bisogno abbiamo di un maestro tipografo, per assicurare l'esistenza del caro periodico « Flores del Campo. »

» Flores del Campo ha raggiunto 900 abbonati, e serve a far giungere la parola di Dio alle anime disperse in queste sterminate regioni.

» Ci sta pure a cuore la costruzione della chiesa parrocchiale. La fabbrica va adagio, però si lavora. Siamo ai 12 metri di altezza, La popolazione è con tenta e ci aiuta come può. Avremmo bisogno che qualche anima generosa ci venisse in soccorso... »

E, di questo passo, il buon Missionario continua ad enumerare bisogni di mezzi e di personale! La Divina Provvidenza, supplicata anche dai nostri Cooperatori, ci venga in soccorso.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'INDULGENZA PLENARIA:

ogni mese:

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno; 2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della buona Morte;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza.

dal 10 dicembre ai 10 gennaio:

1) il 25 dicembre, solennità del Natale di N. S. Gesù Cristo;

2) il 1 gennaio, Circoncisione di N. S. Gesù Cristo ;

3) il 6 gennaio, Epifania del Signore.

Inoltre: ogni volta che essendo in grazia di Dio (senza bisogno di accostarsi ai SS. Sacramenti o di visita a qualche Chiesa) reciteranno S Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità ed un altro Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, lucreranno tutte le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella.

Torniamo a ricordare che tutte le indulgenze concesse ai Cooperatori:

I) sono applicabili alle anime sante del Purgatorio.

II) che pel loro acquisto è richiesta per tutti le recita quotidiana di un Pater, Ave e Gloria Patri, secondo l'intenzione del Sommo Pontefice coll'invocazione: Sancte Francisce Salesi, ora pro nobis.

IL CULTO di Maria Ausiliatrice

Pellegrinaggio spirituale pel 24 corrente.

INVITIAMO i devoti di Maria SS. Ausiliatrice a pellegrinare in ispirito al Santuario di Valdocco il 24 corrente e ad unirsi alle nostre preghiere.

Oltre le intenzioni particolari dei nostri benefattori, nelle speciali funzioni che si celebreranno nel Santuario avremo anche quest'intenzione generale

Chiedere a Maria SS. Ausiliatrice, con le piú vive istanze, che sia inculcata e si propaghi sempre più in mezzo al popolo cristiano la pratica salutevolissima della Comunione Quotidiana.

GRAZIE E FAVORI

Varie grazie segnalate.

Un giovine di 25 anni caduto malamente, in mezzo ad atrocissimi dolori era vicino a morire, e se avesse potuto sopravvivere, sarebbe rimasto un povero infelice per tutta la vita. Invece, invocò fiducioso questa gran Vergine, ed oggi è forte come prima, anzi sembra il ritratto della salute.

Un bambino, vero gioiello della famiglìa, fu colpito da una risipola fulminante che gli fece replica due volte alla testa sicchè guardandolo, salva sempre la natura e il S. Battesimo, sembrava una bestia e non un cristìano. La fulminea malattia glì si estese anche per tutto il corpicino, tra spasimi ed angoscie infinite, martirizzandolo per 15 giorni continui. Per intercessione di Maria Ausiliatrice anche egli ora è sàno e salvo, ed è nuovamente la delizia de' genitori e della famiglia.

Anche tre altre persone attestano di aver ricevuto da Maria SS. Ausiliatrice singolari favori. E tutte inviano per mezzo mio la loro piccola offerta ed ì loro più vivi ringraziamenti.

S. Vito di Bassano Veneto, 15 ottobre 1907. MARIA ZEN.

Monstra Te esse Matrem !

L'anno scorso a causa d'esaurimento cerebrale, fui ridotta in uno stato così compassionevole, da far temere fortemente non ne restassero paralizzate le facoltà mentali. A nulla valsero le cure più che materne delle mie venerate Superiore, a nulla i rimedi suggeriti dai medici, chè andavo sempre peggiorando. In un solo rimedio però io avevo fiducia ed era nella Benedizione di Maria SS. Ausiliatrice. Nonostante l'eccesso del mio male, mi trascinai con mille sforzi a Torino al Santuario della Taumaturga Regina di Valdocco, ed ottenni dal sig. Don Rua la sospirata Benedizione. Non tardai ad esperimentarne i salutari effetti. Da quel giorno mi si ravvivò la confidenza nella cara Madonna del nostro Venerabile Padre Don Bosco e ad Essa presi a ricorrere più volte il giorno colla seguente aspirazione: « Oh Maria Ausiliatrice Immacolata, monstra Te esse Matrem !...» E la buona Madre, fin dal primo giorno della Novena in preparazione alla festa del suo Immacolato Concepimento, mi tolse, dirò, quasi sensibilmente come un fitto velo dalla mente e mi aperse il cuore alla certezza d'ottenere la grazia completa il giorno dell'Immacolata; e così fu. Da quel giorno cominciò il continuo progressivo miglioramento, con istupore di tutte le mie superiore e consorelle e del medico istesso. Ed ora, grazie alla bontà di Maria SS. Ausiliatrice che mi si mosti-ò veramente Madre, io sto perfettamente bene e con gioia indicibile mi trovo già sul campo del lavoro.

Casale Monferrato, 25 ottobre 1907.

Suor NOLI SILVIA.

Grazie alla celeste benefattrice!

A far meglio rispondere la potenza e bontà della sua Madre Santissima, Iddio permise che alle altre prove non leggere della mia vita si aggiungesse una serie di persecuzioni che mi ferivano nella parte più delicata del cuore. Piena di fiducia, subito dal principio della prova, feci voto a Maria Ausiliatrice di inviare nella mia povertà la tenue somma di lire cinque e di rendere pubblica la grazia che aspettavo sempre più da Colei, che sempre ebbe per me viscere di tenera madre.

E non sperai invano: in modo consolante la prova finì col trionfo della giustizia e della verità e l'anima mia sente tutto il dovere di sciogliere il suo cantico di ringraziamento ai piedi della celeste benefattrice.

Dorno, 19 ottobre 1907.

N. N. Cooperatrice salesiana (firmata all'originale).

Buttigliera d'Asti. - Nello scorso maggio mia sorella Maria fu colpita da un crudele dolore alla spalla ed al braccio destro. Il male durava da oltre due mesi. I dolori, facendosi sempre più acuti, non la lasciavano un istante e le impedivano di fare col braccio il più piccolo movimento. Impensieriti erano i medici ; più impensieriti eravamo noi, che vedevamo la povera ammalata deperire di giorno in giorno e temevamo per le tristi conseguenze che ne potevano derivare.

Ma in buon punto ci rivolgemmo a Maria Ausiliatrice. Si scrisse all'Oratorio perchè si pregasse, e l'inferma accompagnata dalla madre e dal sottoscritto si recò ad implorare la grazia nel Santuario di Valdocco.

E la grazia non si fece aspettare. Maria Ausiliatrice l'ha guarita perfettamente, ed unicamente a Maria Ausiliatrice noi ne ascriviamo la guarigione.

19 ottobre 1907.

CH. MATTA GIUSEPPE.

Ivrea. - Con animo riconoscente ringrazio Maria SS. Ausiliatrice poichè avendo fatto a Lei ricorso con fervente preghiera durante la lunga e grave malattia che colpì mio marito nel passato inverno, promettendo di far pubblicare la grazia nel Rollellino Salesiano, la sua bontà materna non tardò a mostrarsi. Ora mio marito gode una perfetta salute. Sia ringraziata la misericordiosa Regina.

io ottobre 1907.

BILLIA MADDALENA BRAIDA.

Marrabotto-Montasico. - Mia figlia, diciottenne, fu soggetta per ben due anni a forti e prolungate emorragie, per le quali si temeva della sua debole e vacillante salute. A nulla valse l'arte medica e già ci eravamo decisi per l'operazione, quando ci venne la bella idea di rivolgerci e di far rivolgere anche l'ammalata alla cara Madonna di D. Bosco, ed ecco che in breve ottenemmo la grazia della guarigione perfetta.

Rendiamo adunque grazie infinite alla cara Madre Maria Ausiliatrice ed esortiamo tutti a rivolgersi a Lei, che è veramente la salute degli infermi.

28 ottobre 1907.

ELISA BRUNI.

Viù. - Per un gravissimo malore sopraggiuntomi nella gamba destra dovetti cessare dal mio servizio e recarmi in campagna a Viù. Peggiorando il mio male non soltanto alla gamba ma anche a tutto il mio fisico, al colmo della desolazione, più colle lagrime che colle parole incominciai la novena alla cara Madonna SS. Ausiliatrice pregandola ad ottenermi dal buon Dio la guarigione. E fui esaudita al di là della speranza. Il sesto giorno della novena si verificò nella gamba un notevole miglioramento ed al nono giorno la gamba era perfettamente guarita, e subito ho goduto buona salute.

Oltremodo riconoscente a tanto favore sciolgo la mia promessa di rendere pubblica la grazia e presento con tutto il cuore a Maria SS. Ausiliatrice la mia umile offerta.

Settembre 1907.

Bosco CECILIA.

S. Nicolas de los Arroyos. - Stavo demolendo una vecchia casa ne' miei terreni, mentre aveva raccomandato a' miei due figli Francesco ed Angelo che continuassero ad arare un campo alquanto lontano dalla casa in demolizione. Ad un certo punto, me li vedo comparire dinanzi e mi dicono che hanno staccato i cavalli perchè, non sanno nemmeno essi il perchè, non hanno più voglia di lavorare... Mentre mi lamentavo, poichè il lavoro era di premura, Angelo mi avvisa: « Scappate babbo, poichè cade tutto il muro! » Scappo immantinente, ed i frantumi arrivarono ancora a toccarmi i piedi. Prima di mettermi a demolire, temendo qualche pericolo, aveva detto varie volte : Maria aiuto dei Cristiani, aiutatemi.

Oh! quanti siete in pericolo per l'anima o per il corpo, ricorrete alla potente Ausiliatrice di Don Bosco.

15 settembre 1907.

CARLO CAMPORA.

Ovada. - Angustiata da lunghi mesi per una di quelle cause che ad una povera madre che ha un figlio lontano tolgono perfino il riposo e immergono il cuore in un continuo pianto, mi raccomandai a Maria Ausiliatrice promettendo di pubblicare la grazia nel Bollettino nonchè di spedire una piccola offerta per le Opere Salesiane. Dopo poco tempo le mie preghiere erano ascoltate! Ti ringrazio, o Maria, mentre a Te raccomando quel mio caro figliuolo, che consacrai a Te fin dal suo nascere.

Ovada, novembre 1907

G. L.

Torino. - Mia mamma, Maria Fabris, affetta prima da calcoli al fegato e poi da diabete, fece umile ricorso a Maria SS. Ausiliatrice. A quelle della mamma unii con affetto le mie, e la cara Madonna di Don Bosco ci esaudì. Sia Ella benedetta e ringraziata in eterno !

6 novembre 1907.

FRANCESCO FABRIS.

Loreto. - Nell'agosto 19o6 mia sorella ammalò gravemente di bronco-alveolite e i medici disperavano di salvarla. Io mi rivolsi fiduciosa alla Vergine Ausiliatrice, perchè mi concedesse la grazia di vederla guarire promettendo d'inviare un'offerta e fare inserire nel Bollettino la grazia che sperava di ricevere. Infatti il male miracolosamente scomparve, la malata venne sempre migliorando e a poco a poco riacquistò la primiera salute. Io non cesso di render grazie alla Vergine Ausiliatrice per la grazia ottenuta.

12 novembre 1907.

FRANCESCA Topi.

Provincia di Ravenna. - Con vivissimo sentimento di gratitudine adempio la mia promessa verso la SS. Vergine Ausiliatrice. Dopo tante suppliche de' miei cari, novene ed offerte, questa ottima e dolcissima Madre mi risanava completamente da una seria malattia, facendo rifiorire nella mia casa la gioia e la pace più soave.

Grazie, o Maria!... Da questo Bollettino Salesiano ti giunga la mia lode, la mia benedizione per tutta la vita! Conservami la tua protezione desiderata e benedici la mia famiglia tutta, ora e sempre.

16 agosto 1907.

M. B. F.

Ivrea. - Era inferma da molti giorni la mia povera mamma ; forti dolori la travagliavano in tutto il corpo non lasciandole requie nè giorno nè notte. Si ricorse all'arte umana ma invano, poichè i medici non riuscivano a conoscere interamente la malattia. Che fare? Uno sguardo a Voi, Maria SS.ma Ausiliatrice, una novena di preghiere: ecco il farmaco salutare. E voi ci avete esauditi. Poco dopo io riceveva la lieta notizia: « Tua mamma è guarita ». Ed ora, stante la sua già avanzata età si trova ancora in forze da poter accudire alle sue numerose faccende domestiche.

Non molto dopo un altro malore colpiva nuovamente la nostra famiglia, e Voi, o Maria, siete accorsa nuovamente in nostro aiuto. Ci avete guarita la sorella col suo unico figliuoletto, che fu già vostro dono. Commossi e riconoscenti per tanti favori, ve ne rendiamo mille e mille grazie.

2 agosto 19o7.

Ch. G. M. B. e famiglia.

Penango. - Un nostro caro bimbo fu colpito da polmonite doppia e i medici curanti non ne davano più speranza di guarigione. In tale frangente col cuore desolato promettemmo a Maria Ausiliatrice che se ci avesse fatto la grazia avremmo inviato un'offerta al Santuario e pubblicato la grazia sul Bollettino. Oh! bontà di Maria ! il caro bambino guarì perfettamente. Ci duole di non aver potuto sciogliere la nostra promessa: ma ora vorremmo che la nostra povera voce suonasse invito a tutti i tribolati a ricorrere a questa pietosissima Madre. Viva Maria Ausiliatrice!

2 ottobre 1907.

Coniugi OSELLA GIUSEPPE e ADELE.

Roma. -- Al coro armonioso che sale da ogni luogo cantando gloria e ringraziamento a Maria unisco anche la mia debole voce. Educato ne' collegi di D. Bosco, dove presto imparai a invocarla, posso assicurare che mai una volta la Vergine Ausiliatrice mi lasciò inesaudito. Oggi poi, è una grazia che mi stava tanto a cuore, ch'io voglio rendere nota a tutti, perchè tutti vedano quanto sia buona l'Ausiliatrice con chi spera in Lei.

Una sorella amatissima, guarita già una volta da grave malattia, da parecchi anni non ne sentiva più le menome reliquie, quando improvvisamente vi ricadde lo scorso novembre. Fu grandissimo lo strazio del vecchio padre, de' fratelli, di tutti i parenti.

A Te, Vergine, in cui è tutta la nostra speranza, nel dolore dell'animo rivolgemmo allora fervida preghiera. E Tu che sempre al domandar soccorri, anche questa volta hai voluto consolarci, guarendo la cara inferma, la quale, nella gioia più viva, cori la famiglia riconoscente, oggi ti ringrazia, Madre Ausiliatrice.

Aprile 1907.

E. C.

Firenze. - Borghesi Rosa di settantasei anni, nello scorso marzo veniva colpita da forte emorragia per cui versava in pericolo di morte.

I medici dichiararono necessaria una delicata operazione, della quale, stante la tarda età e la gravezza del male, non assicuravano un esito felice.

Allora l'inferma, piena di fiducia in Maria Ausiliatrice, fece un'offerta per un triduo all'altare di Lei nella vicina chiesa dei Salesiani. Ed ecco che nel secondo giorno del triduo, eseguitasi l'operazione, questa riuscì così bene che l'inferma dopo pochi giorni lasciava il letto pienamente ristabilita.

Riconoscente di tanta grazia, desidera farla pubblica, acciocchè sempre più risplenda la potenza e la bontà di Maria SS. Ausiliatrice.

15 aprile 1907.

UGO MAZZI.

Conio di Mezzo di Montebruno. - Un anno fa, trovandosi mia moglie gravemente ammalata per forte emorragia che la travagliò per alcuni mesi, nè sapendo più il medico curante qual rimedio apprestarle, mi risolsi di far ricorso a Maria Santissima Ausiliatrice, di cui anche mia moglie è profondamente divota e il male scomparve. Sarei lieto se si potesse far pubblico un tanto favore ad incoraggiamento di quelli che ricorrono a cotesta Madre di misericordia.

Marzo 19o7.

GIOVANNI GARBARINO, COop. Sales.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni Pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco Per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti

A.)-Alba: Scaglione Giacomo 5 -Albino (Bergamo): Giovannina Tacchini 4 - id.: Carrara Elia 5 - Altivole (Treviso): Angela Dalla Lasta 6 - Arborio (Novara): N. N. 6 - Arco: Marino Antonia 5 - Arnaz (Torino): Maria Janin Sposa Valleise 5 - Arona: Maria V. ved. Sartori 2.

B) - Bagolino (Brescia): Melzani Pietro2-Ballario Inferiore: Sac. Cambi Angelo parroco 15 - Bari: Accettara Giuseppina 2 - Bastida Pancarana: Giuseppina Zelaschi 8 - Bleggio (Trentino): Lenzi D. Giovanni Battista 3 - Brendola: Lucia Panaro 1 - Brescia: N. N. 2 - id.: Zamboni Angela 10 - Brisighella: Rachele Lanzoni 15 Broni (Pavia): Pierina Ferraris - Bussoleno (Torino): Fiorina Domenica 5 - id.: Giovanni M. Mura 2.

C) - Cagliari: Coniugi Leone 5o- id.: Corpino Battista 5 - Caprino Veronese: L. M. 5 - Carmagnola: Riccio Antonia - Carpi: Faveto Rosa 5 - Casale Monferrato: Coscia Stefano 2 - Castagnito (Cuneo): Allora Luigi 5 - Castelnuovo Bormida: ch. Cunietti Battista 5 - Cavergna (Ticino): Lopetro Veronica 3 - Cesana Torinese: Sibour Clementina 5 - Ceva: Famiglia Garrone 5 - Chieri: N. N. - Conca della Campania (Caserta): Santangelo Orsola 2,50 - Condove (Torino): Bruno Vittorina - Comiglio (Parma): Cappini Angelo e Venturini Melania 1,20.

D) - Deiva (Genova): N. N. 10.

E) - Eboli: Badessa Suor Arles M. Luisa 2 - Envie: Sorelle Gloria 6,5o - id.: Buzzi Teresa i - id.: Balangero Maria o,50 - Erba: (Como) Zincroni Casati M. Anna 5 - Esine (Brescia): Ferrini Fiorino 5 - Este: N. N. T. 5.

F) - Frassino (Cuneo): Tommaso Rossi 5 - Fusio (C. Ticino): Lotazzi Marianna 5

G)-Galbiate: Cesana Cesira io-Genova: Suor Candida Marini 5 - Ghemme (Novara): S. A. Coop. Salesiana 5 - Ghilarza (Cagliari): Maddalena Sotgiu - Gudo (C. Ticino): Brughelli Antonietta 20.

H) - Héricourt (Francia): Morosoli Eugenio 20.

I) - Iglesias (Cagliari): A. P. G. 0,50.

L) - Lacedonia: Elisandro Di Sperite - Levice: Maestra Vittoria Gallina 70 - Livigno: Una famiglia 5 - Loreto Aprulino: N. N. - Lu Monferrato: Scamussi Maddalena.

M) - Madonna dell'Olivo (Cuneo): Baronessa Eugenia Ricci des Ferres 5o - Murano Vicentino: Broletti D. Giuseppe 5 - Merlino di Partilo (Milano): Agnesi Giuseppina 3 - Mansué (Treviso): Elisa Della Colletto Carozzi - Messina: Raineri Luigi 5 - Mezocorona: Luigia ved. Lorenzoni - Milano: Giulia Lamperti - id.: Lucia Maruzzi 5 - Monastero Bormida: Z. M. i - Monza (Milano): Anna Traversi 5 - Moniano di Romagna: Tesini Giovanni i,8o - Mosso S. Maria: Sella Vitalina di Torino.

N) - Neive (Cuneo): Castello Teresa 4 - Novi Ligure: Giuseppina Cavalli.

O) - Odolengo Grande (Alessandria): Barbero Carolina - id.: N. N. 6 - Olginate (Como): Maggi Speranza 5 - id.: una madre addolorata 3

P) - Padova: D. Lanaro Giovanni Battista 15 - Palestro: Calvi Giuseppina - Pancalieri (Tori no): N. N. - Parabita (Lecce): Angiola Finetto - Passatore (Cuneo): Riba Giuseppe Antonio 5 - Peregallo (Milano): Perego Lanza 3-Panigrazma: B. Fkert i - Piacenza: R. E. - Pieve del Gairo: Pennacchi Maddalena 5 - Pisa: Bertuzzi Giuseppe 60 - Pont Canavese: eh. Giovanni Colornbatto 5 - Pontestura (Alessandria): Suor Angela Baldizzone per Sarzano Costanza 3 - Punzone (Alessandria): Ozzelli Rosa 5 - Pizzomaggiore: Coniugi Serra i - Pralormo: Riva Tommaso - Provezze (Brescia): Domenico Ragni e famiglia io - Paia di Pordenone: Pujatti Emilia 2.

R) - Resa (Ticino): Giovanni Igino 2 - Ripatransone (Ascoli Piceno): Piergallini Flavio 15 - Roccagrimalda (Alessandria): Perfumo Maria 5 - Romano Torinese: Bertone Giacomo - Roretto (Cuneo): Panero Stefano - Rossiglione (Genova): Aloisio Catterina Ottonello 5 - Russi (Ravenna): N. N. i.

S) - Sabbio Bergamasco: Sibella Pietro io - - Sale Langhe (Cuneo): M. D. i - S. Ambrogio di Torino: Favretto Luigi - S. Cataldo (Caltanisetta): Giuseppe Bellanca 2,50 - S. Gregorio di Veronella (Verona): Bassotto Fausto - S. Martino di Finita (Cosenza): Melicchio Luigi insegnante 15 - S. Martino di Lupari (Padova): Zarattini Adelaide 5 - id.: Stella Ester 5 - id.: Cavagnari Erminia 5 - S. Nicolò Gerrei: Paolo Conteri - S. Pietro Incariano: Fasoli D. Arcadio 5 - Savigno: Torri D. Stefano 2,50 - Senorbi (Cagliari): Cabras Gino 5 - Solduno (C. Ticino): N. N. 30 - Stradella: L. Faravello Cattaneo 10 - Strevi: Guglieri Ignazio 1.

T) - Taranto: F. Pittini i - Tatti Paglieri (Cuneo): Diale Teresa 5 - Torino: Balbis Adelina - id.: Robatto Maria - id.: Lovera Pietro fu Piétro riconoscentissimo - Treviso: Ch. Domenico Panciera i - Tro/favello: Marnetto Orsola 5 - Troina (Catania): Terga Nerone 3.

V) - Vaglio (Svizzera): Fumasoli Maria io - Valtournanche: P. T. - Veneria (Torino): Petra Anna - Verolengo: Vogliotti Giuseppe 2 - Vicenza: Francescato Vittoria 2 - Vicopelago: N. N. 5 - Vigasio (Verona): Adele Bercelli 3 - Vilminore (Bergamo): Pia Giudici 15 - Volvera: M. P.

X) - Maria Bai - F. R. S. - N. N. 0,50 - XX - Bona Teresa.

Santuarìo dì Marìa Ausìlìatrìce TORINO

Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per qualsiasi corrispondenza in proposito, rivolgersi al Direttore dell'Oratorio S. Francesco di Sales - Via Cottolengo, 32 - Torino.

Per celebrazione di S. lesse e per novene o tridui di Benedizioni col SS. Sacramento, rivolersi al Rettore del Santuario.

Ogni sabato, alle 7.30 speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.

Dal 10 dicembre al 10 gennaio.

16 dicembre - Novena solenne del Santo Natale

Ore 6, Messa, canto delle profezie, predica e benedizione solenne. - Ore 19, canto delle profezie, predica e benedizione solenne.

24 dicembre - Solenne commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice.

25 dicembre - SS. Natale di N. S. Gesù Cristo. - Ore 9,3o Messa solenne : Ore 15, Vespro, discorso e benedizione solenne.

26 dicembre - S. Stefano. -- Ore 6, messa, predica e benedizione ; Ore 17, Vespro, predica e benedizione.

31 dicembre - Ultimo giorno dell'anno. - Ore 6, messa della Comunità e benedizione. - Ore 17, benedizione.

1 gennaio - Ore 6: Esposizione del SS. Sacramento. indi messa della Comunione generale; 7,30 altra messa della Comunione generale. Ore 10, Messa solenne. Dalle 11 alle 16 adorazione del SS. Sacramento e preghiere speciali dei nostri giovanetti per i loro parenti e benefattori. Ore 16, Vespro, discorso, rinnovazione dei voti battesimali, Te Deum e benedizione solenne.

3 gennaio - Primo Venerdì del mese - Ad onore del S. Cuore di Gesù -- esposizione del SS. Sacramento per lutto il giorno.

6 gennaio - Epifania - Ore 6 e 7.30, Messa delle due Comunità; Ore 9.30 Messa solenne : ore 15, Vespro, discorso, benedizione solenne.

NB. - Le funzioni nelle sere dei giorni festivi sono alle ore 3 e alle 4.30.

NOTIZIE VARIE

A Valdocco.

Ospite illustre. - Il 10 ottobre avevamo la fortuna di poter ossequiare Sua Ecc. Rev.ma Mons. Emmanuele Polir, Vescovo di Cuenca nell'Equatore. All'illustre Prelato rinnoviamo pubblicamente i più sentiti ringraziamenti per la sua carissima visita.

I nostri giovanetti interni , oltre 400 studenti e più di 30o artigiani, fervidamente implorate le benedizioni di Dio sul nuovo anno scolastico-professionale con un devoto triduo predicato agli uni e agli altri dal nostro confratello D. Felice Giulio Cane, pellegrinavano alla tomba del Venerabile nostro Fondatore per ritemprarsi nei buoni propositi. Li ratifichi anche il Signore con la sua santa grazia, affinchè i buoni giovani possano con inestimabile loro vantaggio mantenerli religiosamente sino alla fine dell'anno.

Nel Santuario di Maria Ausiliatrice, dal 23 al 25 ottobre si tenne il secondo triduo annuale delle Sante Quarantore , predicato dal Salesiano D. Emerico Talice. I nostri giovani si diedero il cambio al par di noi per adorare in ciascun giorno Gesù Sacramentato e pregarlo seconde l'intenzione dei nostri benefattori.

La solenne distribuzione dei premi agli artigiani si svolse nell'ampia sala del teatrino, messa a festa, la sera della domenica 10 novembre.

Alla festa geniale dello studio e del lavoro, accanto al venerando Don Rua ed all'ecc.mo Mons. Giovanni Cagliero, assistevano varie illustri e benemerite persone, tra le quali il comm. prof. Costanzo Rinaudo, assessore comunale per l'istruzione pubblica in rappresentanza del sindaco sen. Frola , il prof. ing. Effrem Magrini, ispettore capo del lavoro per il circolo di Torino, la contessa Amalia Cappello, il cav. Enrico Balbo di Vinadio, il Cav. Pasquale Negri, il cav. Moriondo, il prof. Demagistris del R. Liceoginnasio Cavour, il sig. Ramello, presidente dell'Unione Operaia Cattolica, nonchè la maggior parte dei nostri primari Superiori e vari maestri d'arte dell'Istituto.

Con gentilissime lettere aderirono alla solenne festività il prefetto comm. Vittorelli, il questore comm. Carmarino, l'on. Paolo Boselli presidente del Consiglio provinciale, l'onorevole Teofilo Rossi, presidente della Camera di commercio ed Arti, l'on. Marsengo Bastia, il cav. Gonella presidente del Tribunale e il cav. Arneodo membro del Consiglio superiore della Cassa Nazionale di previdenza per gli operai.

Il Direttore D. Marchisio Secondo fece la relazione dello scorso anno scolastico-professionale, annunciando che ben 25 furono gli allievi ultimamente usciti dalle scuole varie 'dell'Oratorio dopo compiuto il tirocinio completo di cinque anni, forniti di diplopia di apprendimento regolare della professione.

Quindi espose la doppia sorte dei premi, cioè in libri per le scuole religiose, elementari e complementari, di disegno e musica istrumentale; ed in libretti della Cassa di risparmio con somma iniziale di lire 8 per quelli che conseguirono il primo premìo nei diversi corsi professionali. Segnalò al plauso del pubblico il giovane Giuseppe Daghero di Cumiana, presente nella sua divisa di soldato di artiglieria, che meritò ininterrottamente io voti in tutte le classificazioni, e conchiuse con parole di ringraziamento alle autorità ed ai signori presenti e di rallegramento ai giovani.

Seguirono le premiazioni per le scuole di religione, elementari, complementari, di disegno, di musica e d'arti e mestieri, intercalate delle note giulive della banda e dalle armonie dei cantori dell'Istituto e da graziosi versi e dialoghi.

Terminata la premiazione il prof. comm. Costanzo Rinaudo rivolse nobilissime parole agli alunni, ricordando i tempi in cui egli stesso appartenne alll'Oratorio. Rievocò con entusiasmo la dolce figura di Don Bosco, mostrando come egli abbia conseguito la gloria a forza di fede e di volontà. Complimentò i giovani premiati e aggiunse che tanto essi come tutti gli altri loro compagni avevano ricevuto un altro premio preziosissimo, quello di portare nell'animo il tesoro dell'educazione ricevuta nell'Oratorio, poichè al disopra degli operai crescenti nell'officine essi hanno un duplice stimolo per elevarsi, l'insegnamento dato quotidianamente che il lavoro dev'essere santificato come missione della vita dataci da Dio e l'esempio d'un grande lavoratore «Don Bosco!» a cui ben s'aggiunge l'esempio del suo degno Successore. Conchiuse, fra reiterate ovazioni, inneggiando con un caldo saluto ai rappresentanti delle Case Salesiane, specialmente a Don Rua e a Mons. Cagliero. All'egregio commendatore l'espressione viva e sincera della nostra riconoscenza.

La dolce festa di famiglia si chiuse con la parola soavemente paterna del veneratissimo D. Rua, che lasciò per ricordo ai giovani di sempre tendere avanti sul sentiero della pietà, della virtù e del lavoro.

In Italia.

BORGO S. MARTINO - Nel Collegio S. Carlo, la seconda domenica di settembre, si tenne un'adunanza dei convittori più grandicelli organizzata dai giovani stessi e già fissata prima di partire per le vacanze. Scopo fu di passare lietamente un giorno coi superiori e di dare a questi un attestato della loro riconoscenza e simpatia ; attestato che, secondo quanti poterono partecipare alla graziosa festicciuola, ottenne veramente il suo effetto. Il Collegio, da due mesi circa silenzioso, si rianimò e cortili e giardino e parco, come per incanto, si cambiarono in pista ciclistica ed in palestra per i giuochi del foot-ball, della palla e delle boccie. Tutto concorse a render bella la festa: i numerosi intervenuti, le accoglienze oneste e liete, l'agape fraterna, i brindisi, ma sopratutto furono degne di nota e meritano di essere ricordate le due importantissime adunanze, una al mattino e l'altra nel pomeriggio, tenute nella grande sala di studio appositamente preparata. Fu un piccolo congresso giovanile, nel quale si studiarono con mirabile impegno i mezzi per mantener viva la memoria e la relazione col collegio e il modo migliore per formarsi giovani studiosi ed onesti non solo, aia per poter fin d'ora esercitare quell'apostolato che la loro età e circostanze esigono e permettono. Alla fine furono convenuti unanimamente telegrammi di ossequio al Santo Padre, al Re, ed al rev.mo D. Rua.

DESENZANO - Per la rinunzia che a causa dell'eccezionale bisogno di personale fummo costretti a dare alla direzione dell'oratorio festivo di Desenzano, leggiamo nel Cittadino di Brescia del 22 ottobre u. s. le più affettuose parole. Sarebbe per noi un'ingratitudine il non rilevarle.

« Dodici anni or sono - noi leggiamo tra l'altro - l'edifizio dell'oratorio maschile eretto nel secolo scorso da un nostro benemerito sacerdote, dove più di una generazione avea passato in oneste ricreazioni i tempi della giovinezza, era divenuto silenzioso e deserto.

» Il clero ridotto a numero esiguo non potea più comprendere nel suo campo d'azione l'oratorio, che, per conseguenza, dovette cessare.

» Ma i Desenzanesi, affezionati a questa istituzione che vanta nella nostra borgata tradizioni gloriose, consci, per lunga esperienza, dei beneficii onde fu sempre feconda, si proposero di farla rivivere. Col concorso del defunto parroco D. Giovanni Ravizzi di soave memoria, con l'interposizione spontanea e autorevole del lagrimato concittadino Monsignor Vincenzo Papa essi ottennero che i figli di D. Bosco venissero a continuare l'opera per breve tempo interrotta...

» Non passò molto tempo che all'ombra del vessillo salesiano si vide sfilare un drappello quanto mai numeroso di fanciulli d'ogni classe, sereni e ridenti in viso come figli ricongiunti sotto la dolce egida paterna. Nè tardò a sorgere un eletto corpo musicale che dopo pochi mesi di studio uscì in pubblico a raccogliere ammirazione entusiastica.

» Al primo Salesiano ne successero altri, varii

d'indole ma tutti ugualmente inspirati all'alto programma educativo del loro Fondatore, instancabili nell'attuarlo con amore, con ampiezza di vedute, con la schiettezza di chi pone unico scopo alla propria attività la salvezza morale dei giovani e non risparmia sacrifici per ottenere che questi crescano, validi nel corpo e cristiani nello spirito.

» I buoni salesiani si erano assicurati la stima e l'affetto della popolazione e s'eran mostrati meritevoli della fama che li rende ovunque desiderati e riveriti. Essi eran riusciti a formare dell'Oratorio una seconda famiglia; dovrei dire anzi che per alcuni giovinetti fu quella la sola famiglia vera, dove si trova il conforto di ammonimenti e consigli saggi e amorevoli, dove non giunge l'urlo esecrabile della bestemmia e l'animo non è contaminato da esempi di dissolutezza e di pervertimento...

» La partenza dei Salesiani è per noi motivo di afflizione profonda. E la partenza di persone che consideravamo come un aiuto provvidenziale alla buona riuscita della nostra gioventù, per la quale, mentre abbondano gli incitamenti a fuorviare, vanno dileguando le vigilanze preservatrici...

» La parola di ringraziamento e di addio che con animo commosso mandiamo al venerando D. Michele Rua e ai suoi discepoli, che profusero qui le loro fatiche, sale dal cuore di tutto un popolo... »

E noi ringraziando cordialmente l'autore dell'affettuoso articolo, riteniamo compiuto l'augurio che abbia sempre a continuare in Desenzano « il sublime apostolato dell'Oratorio festivo » pel quale la Provvidenza saprà pur suscitare nomini pieni di « spirito di disinteresse, di umiltà, di rettitudine » e « di quella carità operosa e sapiente che diventa in ogni caso la virtù di cui abbiano bisogno ».

DIANO D'ALBA - Il nostro amatissimo Mons. Cagliero, il sabato 26 ottobre si recava a questo ameno paese per benedirvi il nuovo Ospedale, sorto mercè lo zelo indefesso dell'arciprete teol. D. Giuseppe Falletti. Ansiosamente atteso ed accolto con entusiasmo dal clero e dal popolo alla porta della Chiesa parrocchiale, in seguito ad un breve indirizzo di omaggio direttogli dal rev.mo Arciprete, Monsignore salutò affettuosamente i Dianesi, benedicendoli anche a nome del Vescovo diocesano ed invitandoli a festeggiare il giorno del Signore coll'accostarsi ai santissimi Sacramenti. Le parole di Monsignore non caddero su terreno sterile e ne fu prova la numerosissima Comunione del mattino seguente, distribuita dal medesimo Monsignore. La Messa solenne venne celebrata da Mons. Vicario Generale della Diocesi, e ad essa assistè pontificalmente Monsignor Cagliero, il quale nonostante avesse consacrata tutta la sera antecedente e la mattinata nell'ascoltare le confessioni e avesse già predicato al mattino, dimostrando di conservare nell'età di 7o anni ormai compiuti un'energia davvero giovanile, predicò anche la sera, ascoltato con avida attenzione dalla folla che, malgrado il tempo pessimo, gremiva la vasta Chiesa parrocchiale. All'indomani benedisse il nuovo ospedale, che si volle intitolato dal nome del Venerabile Giovanni Bosco.

I buoni Dianesi rinnovarono a Monsignore le più affettuose e riverenti dimostrazioni di stima alla stia partenza, circondandolo così numerosi per baciargli l'anello e ripetergli con cordiali parole la loro viva riconoscenza, che noi siam lieti di poterli quì ringraziare nuovamente a nome dello stesso Monsignor Cagliero, che tornò ammirato della valentia della Schola cantorum e della banda musicale, ma specialmente della fede di tutti i Dianesi, che egli dice privilegiati da Dio, non solo per la amenità e la ubertosità delle loro colline, ma ancora e specialmente per il loro spirito schiettamente cattolico.

All'Estero.

ALESSANDRIA D'EGITTO - Dal « Messaggere Egiziano » riferiamo la seguente relazione della distribuzione dei premi agli alunni dell'Istituto D. Bosco.

« L'aula era gremita da amici dell'Istituto e dai parenti degli alunni, dei quali non pochi ci si dissero venuti di fuori. Col Console generale d'Italia notammo il vice Governatore, l'Applicato consolare, il Segretario del Vescovo, il signor Beneducci Bey, i rappresentanti degli Istituti Religiosi e non poche altre persone della colonia italiana. Le note della Marcia Reale suscitarono un fremito tra gli allievi e gli assistenti, ed un caloroso generale battimani accolse l'arrivo del Console d'Italia e segnò il principio del trattenimento » cioè l'esecuzione di un'operetta « che fu universalmente encomiata... Al I° atto seguì la sinfonia del Verdi « La forza del destino »; al 2° atto la bellissima Ode « Alla Croce di Savoia » che un alunno di Massaua declamò in modo che rivelava patentemente l'interno assimilamento dei pensieri dell'ode e la vivacità dell'affetto patriottico che lo dominava. Strappò calorosi applausi.

» Il trattenimento non poteva essere meglio preparato e meglio compito. Il R. Console Generale distribuì uno ad uno i diplomi di licenza agli alunni. Vi furono tre premi speciali di condotta, offerti dal sig. Schiarabatti Bey, dal sig. Dott. Colloridi e dal sig. Cartrino ; 3 premi speciali di lingua italiana dei quali uno offerto dal' R. Console Generale e due dall'Associazione Nazionale, ed un premio speciale di disegno... I libri vennero tutti offerti dalla benemerita Associazione Nazionale, rappresentata nell'aula dall'Avv. Comm. G. Verità...»

Il giornale conchiude rilevando anzitutto la soddisfazione generale lasciata dal trattenimento e l'interesse di tutti gli intervenuti per un Istituto « di modeste parvenze, ma tuttavia ricco di simpatie, al quale nessuno può per ora togliere l'impronta di opera filantropica, di scuola seria e destinata a continuo progresso » e in fine facendo voti che la nuova ala del fabbricato, mediante l'appoggio della Colonia Italiana, possa quanto prima servire a moltiplicare il numero degli alunni.

BETLEMME - La premiazione agli alunni dell'Orfanotrofio Cattolico quest'anno ebbe luogo sotto la presidenza di S. E. Rev.ma il Patriarca Monsignor Camassei e dell'ill.mo signor Conte Senni reggente il Consolato Generale di Gerusalemme.

Aperse il trattenimento un giovane di 18 anni, che dovendo lasciare per sempre l'istituto esprimeva la sua riconoscenza ai superiori. Ad un punto egli si commosse tanto che il singhiozzo gli toglieva la voce e le lagrime gl'impedivano di continuare la lettura del suo indirizzo. Quella scena intenerì talmente il Patriarca che S. E. volle poi trattenersi col giovane, e incontratolo in seguito un giorno per via lo volle con sè per qualche ora al Patriarcato. E qui ci sia lecito di rilevare la gratitudine particolare che nutrono i giovanetti dell'Orfanotrofio di Betlemme tanto per, l'Istituto come pei loro Superiori. Son molti che annualmente convengono a sciogliere il tributo della riconoscenza sulla tomba del loro primo Padre, il compianto can. D. Antonio Belloni !

Dopo l'introduzione seguirono le proclamazioni e la distribuzione dei premi che vennero consegnati ai giovanetti da Mons. Camassei, dal Conte Senni e dalla nobile sua Signora. L'operetta, il « Maestro Gaudenzio » egregiamente eseguita dagli orfanelli divertì molto il pubblico e fu cordialmente applaudita tanto da S. E. che da tutti i presenti.

Dopo la distribuzione dei premi, principiarono le vacanze. Trentacinque orfanelli, non sapendo ove andare, furono condotti per tutto il tempo delle ferie a Gerusalemme, ove per prima cosa si reca rono al S. Sepolcro ad ascoltarvi la S. Messa e a fare la Comunione per tutti i loro Benefattori.

GERUSALEMME - Alla relazione sulla distribuzione dei pruni nella Scuola Italiana aperta dai nostri Confratelli in Gerusalemme, da noi pubblicata nel numero precedente, siamo lieti di aggiungere essere pervenuta in merito alla medesima al R. Consolato di Gerusalemme una lettera del R. Ministero ove dicevasi al R. Console di « esprimere nel modo che reputerà più adatto una parola di elogio da parte del Ministero alla Direzione della Scuola Italiana maschile, per il buon esito degli esami e per la buona riuscita della cerimonia della distribuzione dei premi ».

E la Direzione della Scuola riceveva la seguente

« Sig. Direttore, - Non mancai di portare a conoscenza del R. Ministero l'ottimo risultato degli esami e della cerimonia della distribuzione dei premi avutasi in cotesta scuola e per la quale mi fu già caro esprimerle il più sincero encomio.

» Uguale espressione mi è grato oggi rinnovarle per speciale incarico del R. Ministero che vivamente si compiacque del buon andamento e dei , felici risultati scolastici di cotesto Istituto... « Il R. Vice Console Reggerle C. SENNI ».

LISBONA - S. M. la Regina Amelia all'istituto Salesiano - Le scuole professionali S. Giuseppe, anche nell'anno che muore realizzarono un nuovo sviluppo ed ebbero nuove prove di grande benevolenza. Fra queste merita speciale ricordo la rappresentazione di un Auto do Menino Jesus, composto dal noto drammaturgo Giovanni da Carrara e musicato dal nostro confratello D. Concina, per la quale si costituì un apposito comitato composto di nobili dame e coadiuvato dalle signore Contessa da Ribeira Grande, D. Maria Pureza, D. Maria de Jesus de Sousa Holstein d'Ornella, D. Maria José Zarco da Carrara e D. Cecilia Wanzeller de Castro Pereira. Alla rappresentazione intervenne anche S. M. la Regina Amelia, accompagnata dall'Ecc.mo Ministro della Marina e da tutte le Dame di Palazzo. La rappresentazione fu incantevole. Ad essa seguirono tre quadri viventi, la Primavera, Tobia e l'officina di S. Giuseppe, che furono tutti assai applauditi. Sua Maestà anche questa volta ebbe le più lusinghiere espressioni di plauso e d'incoraggiamento alla Direzione dell'Istituto.

Nelle Americhe.

MENDOZA (Rep. Argentina) - Gli ex=alunni del Collegio D. Bosco di Mendoza si sono uniti in società la domenica 29 settembre. Le onoranze tributate a D. Bosco in occasione della sua dichiarazione a Venerabile, nella Repubblica Argentina han suscitato il più vivo entusiasmo non solo fra gli alunni ma anche fra gli ex-alunni dei collegi Salesiani. Quivi si son già organizzate varie società di exalunni non solo in Buenos Aires (Almagro, La Roca, S. Catterina, Mater Misericordiae ecc.) ma anche a S. Nicolás. a Rosario e in altri punti, e ultimamente, in Mendoza. La domenica 22 settembre tenne loro una conferenza preparatoria il nostro D. Valentino Borsetti : e la domenica successiva, radunatisi sotto la presidenza dell'ispettore Don Giuseppe Vespignani, procedettero all'elezione del loro consiglio, di cui riuscì eletto a presidente il sig. Salvatore Pizzuto, Ispettore delle Scuole Nazionali. Vivissime congratulazioni a tutti i membri della nuova associazione.

NICTHEROY (Brasile) - La benemerita Società di S. Vincenzo de Paoli di Rio Janeiro il 18 agosto u. s. recavasi in devoto pellegrinaggio al monumento di Maria, Ausiliatrice in Nictheroy. Erano più di 300 soci, i quali giunti al collegio S. Rosa ove furono accolti da tutti i quattrocento alunni, con a capo S. Eccellenza Rev.ma Mons. Alessandro Bavona Nunzio Apostolico e col più devoto contegno, cantando inni sacri intrapresero la salita della collina su cui sorge il monumento. Sua Eccellenza celebrò ai piedi del medesimo il S. Sacrifizio e distribuì ai pellegrini la S. Comunione mentre la schola cantorum del collegio eseguiva sacri mottetti. Quindi il gen. Medeiros. presidente della Conferenza,. tenne ai soci uuo splendido discorso sulla propagazione della Fede e l'esaltazione di S. Chiesa, finito il quale il rev.mo Assistente Ecclesiastico P. Giulio Chavelain lesse la messa di ringraziamento.

I pellegrini, essendo tarda l'ora, si fermarono a colazione festeggiatissimi dai numerosi alunni e specie dalla banda musicale dell'istituto, dal quale partivano alle tre pom. dopo di aver ricevuto la benedizione col SS. Sacramento, che venne impartita da Mons. Leone Quartin, Vicario di Nictheroy.

QUITO (Equatore) - Nel « Comercio » del 26 settembre u. s. si legge un lungo articolo pieno di benevolenza e d'ammirazione pei felici risultati del nuovo collegio Salesiano di Quito, risorto come abbiamo più volte ricordato nel sobborgo di La Tola. L'istituto comprende studenti e artigiani. Questi si suddividono in ebanisti, scultori, disegnatori, sarti, calzolai, conciatori di pelli, fabbri meccanici, tipografi, stampatori e legatori. Il Comercio rileva anche il felice compimento della gigantesca impresa del lungo tunnel col quale verrà condotta a servizio dell'istituto l'acqua di Piedrahita.

- Il Direttore dei Cooperatori Salesiani di Quito Mons. Ulpiano Perez y Quiñones venne eletto e consacrato vescovo titolare di Aretusa e amministratore Apostolico d'Ibarra nell'Equatore. I nostri confratelli tennero una brillante accademia in onore di Sua Eccellenza, che si degnò passare con loro un giorno in famigliare compagnia, celebrare la messa della comunità e amministrare la S. Cresima a varii alunni. A Sua Eccellenza giungano graditi anche i nostri voti augurali di messe abbondante nell'alto ministero.

RAMSEY (Nord America) -- Villa Bosco - È una nuova residenza che siamo costretti ad aprire, sopratutto per il bisogno di nuovo personale. Il Signore le doni il desiderato sviluppo, massime a prò di tanti italiani emigrati negli Stati Uniti.

NECROLOGIO

Mons. Ilario Maurizio Vigo.

La parrocchia di S. Giulia in Torino piange la morte del Parroco venerato, che la governò per oltre 4o anni con zelo, sapienza e amore.

Mons. Vigo era nato a Corio Canavese il 14 gennaio 1836. Giovane sacerdote, pio, dotto e zelante, fu professore di filosofia nel Seminario Arcivescovile di Chieri e poi in quello di Bra, donde il 2 settembre 1866 passò al governo della nuova parrocchia di S. Giulia, eretta dalla munificenza della Marchesa di Barolo nel Borgo Vanchiglia in Torino.

Oratore colto ed efficace , fu pure scrittore facile e forbito. La nostra Libreria Editrice diede in luce un buon numero di preziose operette, fra cui ricordiamo volentieri: Cristina, ossia un tesoro all'imminente bancarotta sociale - Consolata e Massimo, ossia un viaggio di nozze intorno al inondo, indicatissimo per regalo in occasione di nozze - Marietta, ossia le vere sorgenti della vita al secolo XIX - Crispino, ossia un mezzo infallibile di far fortuna, - Berto, ossia gli angeli in terra - cari racconti, che fecero e faranno un gran bene in mezzo al popolo.

Ma il suo zelo sacerdotale più particolarmente apparve a pró dei giovanetti delle famiglie operaie di cui ogni anno più andava popolandosi la sua parrocchia. Catechismi, oratori festivi, asili, scuole, compagnie di figlie di Maria e altre religiose istituzioni furono sua cura e delizia. Egli fu veramente il Pastor bonus per i figli del popolo, il visitatore caritatevole degli infermi, il consolatore dei moribondi. E i suoi funerali, ai quali prese parte anche il nostro venerato Superiore D. Rua in compagnia di un chierico Betlemita, furono una solenne manifestazione dell'amore, della gratitudine e della venerazione che il buon Pastore erasi acquistato colle sue virtù.

Mons. Vigo fu amantissimo del Venerabile nostro D. Bosco, e lo aiutò sempre come meglio potè. Con sentito affetto lo pianse allorchè fu rapito a al bene non solo di Torino e d'Italia, ma del mondo intiero » e dopo la sua morte, quel medesimo affetto che lo aveva legato al Padre, egli lo ebbe cordialmente pei suoi figliuoli. I fanciulli dell'Orfanotrofio Cattolico di Betlemme furono la sua particolare delizia; e per loro egli ebbe un affetto veramente di padre.

Non sia discaro ai lettori di unire ai nostri i loro affettuosi suffragi per quell'anima benedetta!

Il Cav. Pio Oreglia di S. Stefano.

Rendeva inaspettatamente l'anima a Dio in Maroggia (Svizzera), la mattina del 15 novembre, dopo lunga malattia sopportata con rassegnazione cristiana.

Alunno del Collegio Valsalice, si distinse fin d'allora per quella sagace prontezza d'ingegno e nobile franchezza di carattere, che gli procacciarono in seguito larghe simpatie ed ammirazione costante. Giovanissimo prese a collaborare nell'Unità Cattolica di Torino, poi fu redattore dell'Italia Reale, quindi redattore-capo dell'Italia-Corriere e in fine condirettore del Momento. A tutte le ore egli era al lavoro, a tutte le fatiche pronto, a tutte le battaglie disposto; e, più che tutto, pubblicista cattolico in fondo all'anima , intese davvero tutta la nobiltà della sua missione e ad essa non venne meno un istante. Per le Opere di D. Bosco nutrì sempre un affetto speciale , e per molti dei nostri Superiori un attaccamento, diremo, come di figlio.

Costernati per l'improvvisa sua dipartita, ci affrettammo a suffragarne l'anima benedetta, e fumino ben lieti allorchè sapemmo che il nostro Collegio di Maroggia aveva preso parte in forma solenne ai suoi funerali. Ora, mentre rinnoviamo alla desolata famiglia le più vive condoglianze, vogliamo raccomandata l'anima del virtuoso estinto alle preghiere dei nostri Cooperatori.

Virginia Pedrazzoli.

Confortata dai SS. Sacramenti spirava la sua bell'anima nel bacio del Signore il 3 agosto in Montagnana, provincia di Padova. Cristiana a tutta prova, cattolica fervente, pia senza fronzoli nè rispetto umano, non solo regolò se stessa sulle norme del Vangelo, ma colla sua affabilità e dolcezza corresse disordini, ispirò virtù, compassionò i traviati, soccorse i miseri, consigliò al bene i dubbiosi. Cooperatrice Salesiana, ogni mese ricevuto il Bollettino lo leggeva attentamente e poi lo passava alle amiche, alle conoscenti e specialmente alle giovani, alle quali raccomandava con partìcolar frutto la pratica delle virtù cristiane. Era insomma un'anima bella, piena di zelo per la gloria di Dio e per la salute del prossimo. Che il buon Dio doni molte di queste anime alla nostra pia Unione !

Rosa Buri.

Siamo certi che al leggere questo nome fra i defunti, molti dei nostri Cooperatori e specialmente molte delle buone Cooperatrici Torinesi proveranno un senso di vivo rimpianto.

Rosa Buri fu il modello di quelle umili ma indefesse lavoratrici che, veri angioli in terra, passano la vita intera beneficando e pregando, finchè l'Angelo del Signore non le invita al cielo. E la buona Rosa da oltre 4o anni aveva adottati come suoi figli tutti i nostri orfanelli. Semplice fantesca, quanto ebbe dalla Provvidenza tutto profuse in loro vantaggio e fino all'ultimo continuò a lavorare per loro, rimendando senza riposo le loro povere calze. Già novantenne, volò al cielo dalla pia Casa di S. Francesca Giovanna di Chantal in Mathi. Il Signore l'accolga pietoso nel suo regno e doni a lei la corona dei Santi !

Emmanuele Montaldo.

La Colonia Italiana di S. Nicolàs de los Arrovos nella Repubblica Argentina ha perduto un altro modello di Cooperatore salesiano nella persona a tutti cara del giovane padre di famiglia, Emmanuele Montaldo, figlio del venerando e compianto sig. Giacomo. La sua morte fu veramente preziosa, benchè quasi repentina. Munito di tutti i conforti religiosi, nella pienezza de' suoi sensi passò all'eternità con il crocifisso in una mano e la corona del Rosario nell'altra, recitando fino all'ultimo istante ferventi giaculatorie. Gli si fece un solenne e divotissimo funerale nella chiesa del Collegio. Fu tanta l'affluenza, che si disse di non aver mai visto così gran folla in chiesa. Il Signore, avrà certo gradito le orazioni di tanti cuori commossi ; tuttavia raccomandiamo il defunto alle comuni preghiere, anche per lenire l'ambascia della desolata famiglia.

Mons. Pietro Terroni.

UN altro valido appoggio ha perduto la nostra Pia Società nella persona veneranda di Monsignor Pietro Terroni, vescovo di Borgo S. Donnino.

Era nato a Guinadi, frazione di Pontremoli, il 22 giugno 1848. Ordinato Sacerdote nel dicembre del 1871 dopo essersi distinto nel patrio seminario per amore alla pietà ed allo studio, nella parrocchia di Ceserano nel Fivizzanese e in quella di Scorcetoli che successivamente gli vennero affidate spiegò uno zelo ardentissimo per la salute delle anime, guidato da una eroica carità e da una illuminata prudenza. Rettore del Seminario Diocesano, non e a dire qual direzione provvidenziale vi esercitasse. Eletto il 18 settembre 19o2 Vescovo di Borgo S. Donnino, n'ebbe tanto spavento, che ne risentì una grave ripercussione al cuore, il quale contrasse allora quella malattia che gli doveva più tardi arrecare atroci dolori. Dissimulando tuttavia l'acerbità del male, egli prese con soave fortezza le redini del governo della sua diocesi, acquistandosi la venerazione e l'affetto del clero e del gregge.

Ammiratore dell'Opera Salesiana, la desiderò ardentemente nella sua città, nè si dette pace finchè non ebbe affidata ad un sacerdote salesiano la porzione più eletta del suo gregge. E quando con grande consolazione del suo cuore, l'Oratorio festivo fu aperto, non cessò mai di chiederne notizie, di seguirne con gioia i progressi, e di sovvenirlo con protezione e limosina.

Omai, Iddio deve avere ricompensato tanti sacrifizi e tanto amore per la gioventù: noi però col cuore addolorato ne raccomandiamo l'anima ai suffragi dei cooperatori.

Stefano Tescari.

Stefano Tescari fu chiamato la notte sopra il 21 di settembre al premio eterno. Come la lampada delle vergini prudenti, anche quella di questo giovane cooperatore era rifornita di olio. Visse 28 anni e la sua fu una vita di angelo. In modesta condizione aveva una gentilezza e squisitezza di sentire ammirabile. Due furono gli amori della sua vita: la vedova madre premortagli di pochi mesi e la Santa Chiesa. La lettura del Bollettino (e del leggere non era mai sazio) gli fece conoscere il gran bene che operano i nostri Missionari a gloria di Dio e della Chiesa, e perciò appunto volle donare ogni suo avere alla nostra Pia Società. Questo non era che una casetta ed un campicello; ma non fu piccolo segno della sua grande anima di cattolico fervente.

FACCIAMO anche particolari suffragi pei seguenti defunti dal 10 sett. al 10 nov.

Annibali D. Angelo - Roma.

Bucelli-Polleri Francesca - Finalmarina, Genova. Campagnola Francesco - Negrar, Verona. Corradi Francesco - Bazzano Inferiore, Perugia. Dallora Angelo - Negrar, Verona. Falsina Pietro - Castegnato, Brescia. Fasoli Sante - S. Pietro Incariano. Faveto Angela - Genova. Fedrigo Gio. Batt. - Negrar, Verona. Fiorini Giacomo - Villa Lagarina, Tirolo. Forno Antonio - Genova. Fossati Maria - Gavi, Alessandria. Gliiberti Laura Vedova - Pinasca, Torino.

Guerra Marianna V.a Cavallini - Lugo, Ravenna. Guzzano prof. Gio. Francesco - Andorno, Novara. Malannino Maria - Caltagirone, Catania. Maurizi D. Cesare, parroco - Altocielo, Macerata. Mazzoglio Rosa n. Astoti - Lu Monferrato. Melto dott, Girolamo - Muro Leccese, Lecce. Mezzari Bortolo - Montecchio Maggiore. Mieli D. Gio. Battista - Riva sul Garda. Montanari Clementina - Civita Castellana. Obici nob. Marietta -. Conegliano Veneto. Panelli Vittoria - Bagolino, Brescia. Pedemonte Celestina - Varazze, Genova. Prando Martino - Cortanzana, Novara. Rigoletti Angela V.a Rossi - Novara. Rossi Pietro Cesare - Torino.

Salvi D. Eugenio, parroco - Lorentino, Bergamo. Savelli Ch. Angelo - Cagli, Pesaro. Scrosati Antonio - Vanzaghello, Milano. Seren-Rosso Orsolina n. Varengo - Torino. Sertorio D. Giosuè, parroco - Tencarolo, Padova. Solda Madre Fortunata, abbadessa - Padova. Suardi Luigia - Trescorre Balneario, Tessari Maria - Castelcerino, Verona. Tonello Gaetano - Caldiero, Vicenza. Vercelli Albina - Ailoche, Novara. Zago Maria Panozzi - Soave, Verona.

INDICE

Articoli e documenti.

LETTERA del rev.mo D. Michele Rua (1° gennaio 1907) pag. 2. Il sistema educativo di D. Bosco: III) Sua applicazione, 33.

»   I V) Il gran segreto, 226.

Alla Santità di Nostro Signo re PP. Pio X, 65.

Una fulgida gloria dell'Oratorio - Domenico Savio - (veri. Relazioni varie), 66.

In memoriam del medesimo, 69, 103, 205.

Domenico Savio e D. Bosco, 7o e 101.

Pel mese di Maria Ausiliatrice, 97.

Della S. Comunione agli infermi non digiuni, 112.

Auxilium Christianorum!(da un discorso di Mons. E. Pogliani), 129. Il Circolo « Giovanni Bosco » di Torino, 133. La divozione al S. Cuore di Gesù, 161.

Indulgenze pel mese del S. Cuore, 164.

Memorie ed ammaestramenti paterni : Amore da Don Bosco al Papa, 193.

Il Venerabile Giovanni Bosco, 225, 257

DECRETO per la Beatificazione e Canonizzazione del Venerabile servo di Dio Giovanni Bosco, Sacerdote Fondatore della Pia Società Salesiana, 26o.

Fac-simile della scrittura del Venerabile, 265. Brevi postille al Decreto, 266.

Altre postille al Decreto, 296.

Della meravigliosa preparazione di D. Bosco alla stia missione, 268. L'apostolo dei Compagni (Memorie della fanciullezza egioventù di Giovanni Bosco), 274

Teste... diverse che convengono nel medesimo parere, 279. DICHIARAZIONE, 281.

Nel Giubileo Sacerdotale del S. Padre, 289.

Il nostro omaggio: Appello del Sac. Michele Rua ai Cooperatori Salesiani, 292.

Le scuole professionali di D. Bosco, 294.

Autografo del S. Padre al Circolo « Giovanni Bosco », 321. Nell'ora presente, 322.

Omaggi al Venerabile Giovanni Bosco: Il 29 settembre a Valsalice - A Buenos Aires, 324 - Altrove, 354. Il Pontefice dell'Eucaristia, Note e documenti, 350.

Relazioni varie.

il terremoto nel Messico (due lettere), 172.

Feste di famiglia: Il viaggio di Don Rua in Liguria, Toscana, Emilia, Veneto, Svizzera e Lombardia, 149, 200.

PER SAVIO DOMENICO, 56, 103 - Notizie varie: L'Oratorio di Torino a Mondonio, 207 - Altre notizie, 302 - Inaugurazione della nuova tomba e di una lapide a Riva di t hieri, 359.

Il giorno della riconoscenza (24 giugno 1907 all'Oratorio di Valdoeco), 209.

Al XVIII° Congresso Eucaristico, 331.

Partenza di nuovi missionari, 331.

Lettere di famiglia. Dal Salvador: Un concerto di musica sacra a S. Salvador -

Esposizione artistico-didattica a S. Tecla, 139.

Dalla Colombia: All'Esposizione Agricola di Bogotà, 329.

Oratori festivi. (Lettere agli amanti della gioventù).

Il III Congresso degli Oratori - Il Circolo « Auxilium », 76. Nuovi Circoli Sportivi - Il Circolo « Valdocco », 107.

La « Fulgor » di Spezia - Gara catechistica a Valdoeco, 137. Parole d'oro - La « Vittoria» di Parma - A Lugano, 176.

Il nuovo Oratorio di Nizza Monferrato - Il Circolo « Giovanni

Bosco » di Firenze - Gare catechistiche a S. Benigno Ca

navese e a Pisa, 209.

Giuochi e divertimenti: quali evitare, quali permettere, quali promuovere, 231.

La « Fortitudo o di Bordighera - Per la « Lux » di S. Severo - La « Robur » di Ciudadela - A Trino Vercellese e nella Repubblica Argentina, 300.

Il VII Congresso Toscano della gioventù cattolica - L' « Ardor » di Catania - Al Testaccio in Roma, 357.

Echi del V° Congresso (di Milano).

1110 GRUPPO : Azione Salesiana e proposte varie: a) Azione Salesiana in generale; b) Comitati Salesiani e Comitati femminili d'azione Salesiana, 9.

Il discorso della contessa Rosa di S. Marco, 38.

1110 GRUPPO : c) Opera di S. Agostino per la gioventù, 104.

Il segreto della molteplice attività di D. Bosco - Discorso del

l'ing. Cesare Nava, 105.

Conferenze Salesiane.

Per la buona stampa, 36.

Il 1110 Congresso degli Oratori (di Faenza).

L'annunzio, 56.

Approvazioni, Benedizioni, programma, 78. Relazione generale, 132.

Rendiconto particolare:

IL PRIMO GIORNO, 165.

Adunanze delle sezione femminile, 168.

Il Convegno ginnastico-drammatico-musicale, 170. IL SECONDO GIORNO, 196. L'ULTIMO GIORNO, 230.

Fra gli Italiani all'Estero.

A New York, Newburg e Colonia Ihgnaud, 49.

A New York: Un nuovo segretariato del popolo - A Buenos

Aires e S. Francisco di California, 136

Da S. Francisco: Un articolo del giornale L'Italia - A Valpa

raiso: Una lettera di riconoscenza, 174. Da New York : La nuova Società Pio X, 234. Da Zurigo - A New York, 358.

Dalle Missioni.

BRASILE MATTO-GROSSO: La tribù dei Bororos, (Studio del Sac. Antonio Malan, I), 43, 115, 141 - Dalla Colonia del S. Cuore: Altre 6 prime Comunioni, D. G. Balzola, 113 - Colonia dell'Immacolata Concezione, 182 - Feste religiose alla Colonia del S. Cuore; i terribili Cayaposi un'aldea distruttai il ritorno di Magone Michele, D. G. Balzola, 304 - La voce della riconoscenzai la domanda di una quarta Colonia, Don A. Malan, 308 - La scoperta di 1o villaggi, 361.

CINA: 19 piccoli Cinesi ammessi alla Ia Comunione: una gita all'Isola di Taipa, D. L. Versiglia, 13 - Dall'Italia alla Cina: diario del Sac. G. Fergnani, 17 - Dopo il 10 anno di missione, D. L. Versiglia, 144 - Hong-Kong e Macao, Don G. Fergnani, 146.

COLOMBIA : Il viaggio di 78 orfanelli lebbrosi da Contratación ad Agita de Dios, D. E. Rabagliati, 211.

EQUATORE: Dall'Oriente (Relazione del Superiore delle Missioni di Mendez e Gualaquiza al Capo Supremo della Repubblica, 81 - Per la missione di Gualaquiza, 241 - Un grido commovente da Gualaquiza, D. G. ,S imeni, 363.

GIAMAICA (Grandi Antille) : Il terremoto del 14 gennaio, D. F. Barni, So.

INDIA: Memorie dell'Apostolo S. Tommaso, D. G. Tomatis, 14 - La posa della prima pietra per l'Istituto Salesiano di Tanjore, D. G. Tomatis, 41 - Da Tanjore, 309 - Inaugurazione della nuova casa salesiana a Tanjore, D. G. Tomatis, 332.

MOZAMBICO: Il viaggio dei nostri Missionari, Lettere del Sac. G. Barilari, 177 - Visita del Principe di Portogallo, 361.

PATAGONIA SETTENTRIONALE: Nel Territorio del Rio Negroi una fruttuosa missione, D. D. Anselmo, 18o - S. Martin (le los Andes, 182 - Una missione di 8 alesi, 235 - Francesca Nancuhuè (episodio), Don G. Beraldi, 235 - Da Viednaa, 367.

PATAGONIA CENTRALE: Chnbut, 85 - Dal Chubut; i bisogni della missione, D. L. Dabrowski, 238.

PATAGONIA MERIDIONALE e TERRA DEL -Fuoco : A Porto Stanley, 86 - Dalla Missione della Candelara, Mons. G. Fagnano, 148 - Dalla Missione dell'Isola Dawsou, Pietro M. Rossi, 238 - Una breve escursione al Capo S. Inès, 25 battesimi, D. G. Zenone, 333 - La morte di Candida Donoso, D. M. Borgatello, 334 - Relazione di D. Marabini, 366.

Durante il viaggio dei missionari partiti pel Brasile, 86.

In onore di S. Francesco di Sales.

A Tori no-Valdoeco, 37, a S. Giovanni Evangelista, 73.

Feste e conferenze a Cagliari, Caserta, Genova e Sanipierdarena, Genzano di Roma, Legnago, Lisbona, Milano, Napoli, Ortona a Mare, Pavia, Pisa, Roma, 73.

Altre feste e conferenze a Bologna, Borgo S. Martino, Caltanisetta, Faenza, Fossano, Ivrea, Lombriasco, Perosa Argentina, Savona, Spezia, Stella S. Martino, Torrione di Bordighera, Trino Vercellese, Varazze, Venezia, Verona, 1IO.

Una grazia per intercessione di S. Francesco di Sales, 112.

Il Culto di Maria SS. Ausiliatrice.

Pel Santuario di Valdocco, 20.

L'Arcivescovo di Montevideo e il Culto di Maria Ausiliatrice, 21. Incoronazione di Maria Ausiliatrice a Messico, 49. La divozione a Maria SS. Ausiliatrice nel Centro America, 121. Ai Sigg. Direttori, Decurioni e Cooperatori, 149.

Le nuove indulgenze concesse agli associati all'Opera -di Maria

Ausiliatrice, r5o.

Nel Santuario di Valdocco, 151.

La solennità titolare nel Santuario di Valdocco, 183.

Nuove chiese e cappelle.

Cavaglià, 20 - Pressano, 337 - Souza Queiroz, 337- Mendoza, 337.

Echi della festa titolare.

Alessandria, Bagnacavallo, Bobbio, Bologna, Caltanisetta, Diano d'Alba, Lanzo Torinese, Milano, Napoli, 216. -

Borgo S. Martino, Casalmonferrato, Cagliari, Castellaneta, Mombercelli, Napoli, Nizza Monferrato, Parma, Pavia, Perosa Argentina, Piazza Armerina, Roma, Serralunga"d'Alba, Siracusa, Trino Vercellese, Troia, Villa Tagliata, 242..

All'Estero, 309.

Altre feste e date memorande.

Nova Padova di Caxias, 20 - Gualaquil, S1 - Nictheroy, S1.

Grazie di Maria Ausiliatrice ed elenco dei graziati.

21, 53, 87, 121, 151, 186, 21S, 245, 284, 313, 337. 368.

Comunicati, omaggi, raccomandazioni.

Ai Lettori, 9

L'incendio delle nostre Scuole Parrocchiali di Londra, 8. All'Esposizione di Milano (Onorificenze), 12. Il terremoto nel Messico, 136. Pel Giubileo del S. Padre, 195, 229, 271. Il Venerabile Giovanni Bosco, 225, 316. Scuola Agricola e Corso d'Agraria, 241. All'Em.mo Card. Girolamo Gotti, 56. Alla contessa Amalia Capello, 56. A Mons. Michelangelo Grancelli, 56. Per la buona stampa, 61.

Il S. Padre ai Foglietti per la gioventù, 90 Il prof. D. Luigi Piscetta, 189. Un'informazione importante alle famiglie, 189.

Omaggi alle LL. EE. Mons. Della, Chiesa e Mons. Mapelli, 343. Congratulazioni al cav. Vegezzi-Bossi, 343.

Notizie varie.

A Valdocco: 25, 57, 91, 156, 240, 316, 372.

Missione nella Chiesa di S. Giovanni Evangelista in Torino, 157.

In Italia.

Alassio, 221.   Lanusei, 221.

Alessandria, 25, 57, 221.   Logo, 249.

Alvito, 3,6.   Macerata, 27, 221, 249.

Bologna, 57, zii.   Messina, 157.

Borgo S. Martino, 373.   Milano, 27, 57, 250, 344.

Brisighella, 25.   Noia, 318.

Cagliari, 189.   Parma, 9i, ,z6, 190, 316.

Canelli, 25.   Perosa Argentina, 27, 317.

Catania, 57, 343.   Pisa, 28.

Comacchio, 25, 91.   Pontestura Monferrato, 190.

Desenzano, 373.   Roma, 28, 58, 157, 222.

Diano d'Alba, 373.   Sanluri, 189.

Cuorgnè, 316.   Savona, 28.

Faenza, 344.   S. Pier d'Arena, 158.

Firenze, 126,   S. Vito al Tagliamento, 28.

Fossano, 57.   Trino Vercellese, 126.

All'Estero.

Alessandria d'Egitto, 374.   Lisbona, 6o, 91, 375.

Betlemme, 59, 251, 374.   Malta, 344.

Braga, 126.   Oiwi9cim,- 29.

Gerusalemme, 344, 375.   Smirne, 252

Nelle Americhe.

Agua de Dios, 29.   Montevideo, 126, 253.

Atocha, 223.   Nictheroy, 158, 375.

Bahia, 92.   Patagones, 61, 93.

Bahia Bianca, 345.   Pernambuco, 191.

Barranquilla, 29.   Ponte Nova, 346.

Bolivia e Perù, 6o.   Ramsey, 375.

Buenos Aires, 29, 6o, 126, 252, 345. Quito, 375.

Cachoeira do Campo, 127.   Puehla, 93.

Coyoacan, 29.   S. Nicolas de los Arroyos, 158.

Cordoba, 92, 253.   S. Paolo, 30.

Cuyabà, 29   Troy, 191.

Lima-Breia, 92.   Viedma, 61. Mendoza, 375.

Necró og'o.

Il Sac. prof. Celestino Durando, 99, 156.

L'Em.mo Card. Domenico Svanlpa, 232.

Bolla Mons. Vittorio, 223 - Bollati can. D. Gio. Bauista, 159Bologna D. Giuseppe, 62 - Bonafede P. Simplicio, 347 - Bonardi Elena ved. Zoccoli, 95 - Borachia cav. Paolo, 63 - Campora Maria, 346 - Capovin D. Giuseppe, 191 - Carbaial D. Lino, 30 - Cavagnis Card. Felice, 62 - Costa can. Giovanni Battista, 1g1 - De Bono dottor Paolo, 30 - De Carlo D. Giuseppe Maria, 253 - De Simonis Diomede, 347 - Fogazzaro cav. Luigi. 94 - Fracassi D. Luigi, 191 - Genuardi Mons. Gerlando, 223 - Giuliani Carlo, 63 - Grignolo Don Giuseppe, 127 Gusmano Sac. Salvatore, 127, 137 - Lanfranchi cav. Vincenzo, 94 - Laterga Vincenzo, 318 - Manfredi-Credo can. Carlo, 62 - Mariani Sofia, 319 -Montaldo Emanuele, 377 Montgomery Mons. Giorgio, 94 - Mornacco Giuliana n. Ormea, 127 - Oreglia cav. Pio dei Baroni di S. Stefano, 378 - Ottino sac. Giovanni prevosto, 62 - Paderi Mons. Giuseppe, 62 - Pagliere Nicola, 254 - Parodi Mons. Domenico, 318 - Pastore Francesca, 127 - Pedrazzoli Virginia, 376 - Rampi D. Costantino, 1,59 - Rainoni D. G., 347 - Rinaldi Bartolomeo, 319 - Rosa Buri, 376 - Sabatini D. Antonio, 31 - Simonetti Mons. Antonio, 346 - Simonetti nob. Fraide, 191 - Stelluti-Scala Mons. Vincenzo, 63 - Terroni Mons. Pietro, 377 - Tovar Mons. Emanuele, 254 - Tournoud n. Medail Luigia, 30 - Tescari Stefano, 377 - Tripepi Card. Luigi, 61 - Vanzina Giovanni, M., 254 - Vigo Mons. I. Maurizio, 376 - Zaffiri can. Pietro, 94.

Cooperatori defunti. Pag. 31, 63, 95, 127, 159, 191, 254, 319, 347, 379.

Libri ricevuti in dono

AMALIA CAPELLO - Felicità - Fiabe per la. Gioventù con 5 tricromie fetori lesto e 4oillltstrazioni dei migliori artist) - Roma,, Milano, Albrighi, Se>; ati e C., 19o8 - ed anche presso la Libreria Salesiana - Via.

COttolengo, 32, Torino - Prezzo L. 6.

Queste fiabe, come dice un illustre critico, si valgono delle fate, dei maghi, della mitologia, e anche delle cosmogonie orientali per svolgere un'idea morale che darà sempre un'idea esalta di ciò che deve essere, ma senza pedanteria, con avventure meravigliose, scritte in lingua facile e pura.

• Mancava alla nostra letteratura questo genere di fiabe simboliche. Favole insulse o peggio, abbondano nelle letterature italiana e francese, ma per trovare nelle fiabe un senso arcano, e così addestrare le menti giovanette, occorreva ricorrere alla letteratura nordica, e sopratutto a quel grande che fu l'Andersen.

• La rara coltura dell'Autrice e il suo affetto per la fanciullezza, l'hanno fatta superare facilmente i due scogli: di essere troppo puerile o troppo astrusa.

• È una grande verità : che i fanciulli non amano, quanto, si suol dire, è scritto per loro e preferiscono letture che interessino anche i grandi. Nel libro < Felicità » vi è da ridere, da commuoversi e... da pensare ».

L'elegantissimo libro in oliavo, sarà apprezzato negli educandati e nelle scuole come premio ; a capo d'anno, come strenna, e sempre, come lettura attraentissima.

S. NYSTEN - Sposi timorati, Sposi fortunati - Consigli ai giovani ed ai coniugi cristiani - Torino,

Libreria Salesiana Editrice, 1907. - Prezzo L.2,50.

« È una miniera (diceva Mons. Vescovo di Liegi in una lettera all'autore) feconda di consigli pratici ai coniugi, ai giovani ed alle ragazze: lo si leggerà con altrettanto piacere che profitto ». Anche il card. Richelmy scriveva al traduttore: « Le molte cose belle e buone ed utili, che si contengono in quest'operetta, saranno lette con piacere e con profitto ». Quindi vivamente la raccomandiamo alla benevolenza di tutte le persone ed alla propaganda delle istituzioni intese a moralizzare le famiglie e la società.

C. TRUCHI, professore nel Ginnasio « Valsalice » di Torino - Grammatica Francese teorico-pratica ad uso delle scuole medie: (con molti esercizi di Lettura, di Illolfologia e di Sintassi; terni di ricapitolazione e terni assegnati negli esami di Licenza ; Nomenclatura; Proverbi; Sinonimi; Omonimi,ed un completo indice analitico). - Torino, I_ibreria Salesiana Editrice, I9o8 - Via Cottolengo,

32. - Prezzo L. 3,30.

Non esitiamo a dire che la Grammatica del Truchi mentre è un testo classico per le Scuole Medie - perchè ricchissimo, facile e completo - è pur indicatissima per quelle famiglie italiane ove la Lingua Francese è preferita nella conversazione, nonchè per tutte le Scuole e le stesse Case Commerciali.

La buona strenna - Almanacco per l'anno I9o8, edito dalla Libreria Salesiana - Via Cottolengo. 32, Torino.

Degli almanacchi congeneri è il più elegante, il più ricco, e il più a buon mercato.

Una copia - L. 0,40 franco di posta. Dieci copie - L. 3,60   »   »

Cento copie - L. 32,-   »   »

Un pacco postale di 3 Kg. contenente 15 copie - L. 5,50. »   »   5   25   »   » 8,50.

Per quantità superiori, condizioni favorevolissime.