BS 1890s|1898|Bollettino Salesiano Maggio 1898

Bollettino Salesiano

SOMMARIO DI MAGGIO 1898

L'OSTENSIONE. DELLA SS. SINDONE NEL 1898 pag.   . 113 FESTA E CONFERENZA Di MARIA SS. AUSILIATRICE . 116

IL DECIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI DON BOSCO . 119

MISSIONI: - TERRA DEL Fuoco: Ancora della proposta contro i continui fallimenti delle banche. - PAMPA CENTRALE: Escursione apostolica di Mons. Cagliero (seguito). - COLOMBIA: Le Figlie di M. A. alla cura dei lebbrosi di Contratacion. - CALIFORNIA: Progressi della Missione tra gli. Italiani. - EGITTO: Por i nostri emigrati. - In fascio    123

GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE    133

NECROLOGIA    134

NOTIZIE VARIE    ivi

COOPERATORI DEFUNTI    131.

ILLUSTRAZIONI: - S. E. il Card. Parocchi, pag. 117 - La Cappella della SS. Sindone, 124-125 - S. Michele Arcangelo, 135.

L'OSTENSIONE DELLA SS. SINDONE NEL 1898

QUESTO faustissimo avvenimento, che ha luogo nella Metropolitana di Torino dal giorno 11 al 19 di maggio, torna sommamente caro al cuore di tutti i cattolici, i quali già da trent'anni, cioè dal 1868 in poi, sospirano ardentemente il segnalato favore di potersi prostrare dinanzi alla SS. Sindone per ricavarne un risveglio di fede, di confidenza, di amore e di riconoscenza verso Gesù Cristo, che degnossi lasciarvi impresse le sembianze del suo corpo fatto cadavere.

La SS. Sindone è una reliquia insigne, un monumento sacro e celebratissimo, cui rende testimonianza la sacra scrittura, la storia, la tradizione di più miracoli, l'autorità dei Papi e quella dei personaggi più rispettabili. Dessa è quel lenzuolo, in cui fu avvolto il Corpo sacratissimo di Gesù, quando, deposto dalla croce, fu seppellito.

Tutti gli evangelisti ne parlano chiaramente, e ci raccontano come Giuseppe d'Arimatea, nobile decurione e discepolo di Gesù, pregò Pilato che gli lasciasse prendere il corpo di Lui per seppellirlo, ed ottenutolo, comprò una sindone, venne al Calvario, e depostolo dalla croce, in essa lo avvolse ed in altre lenzuola. Indi insieme con Nicodemo, che aveva portato una gran quantità d'aromi, ne composero il corpo secondo i costumi di quei tempi e lo collocarono in un sepolcro nuovo.

Dopo la risurrezione di Nostro Signore il Vangelo fa menzione ancora della Sindone, dicendoci, che al mattino della domenica il sepolcro fu trovato vuoto, essendo Gesù risorto, ma che vi rimasero da una parte le lenzuola, nelle quali era stato avvolto, e dall'altra le fascie ed il sudario che gli aveva ricoperta la testa.

Come si vede, le lenzuola ossia sindoni, che avvolsero il corpo del Redentore furono diverse, e sono cose distinte dal sudario o fazzoletto, che ne ravvolse il capo. Il sudario presentemente è posseduto dalla città di Cahors in Francia: una sindone si venerava in Besançon e un'altra a Compiègne, ma tutte due scomparvero al tempo della terribile rivoluzione francese, ne se ne seppe più nulla. Ora ne possiede una la chiesa di Cadouin, nella diocesi di Périgueux, ma non ha l'immagine di Nostro Signore.

Queste Sindoni nulla detraggono dalla verità della nostra, poiché nessuna di essa portò impressa le vestigia del Corpo di Gesù, la qual cosa è indizio certo esser la torinese quella che fu posta a contatto delle sue santissime carni ; quella stessa che fu comperata da Giuseppe, da Nicodemo cospersa di aromi, dai due discepoli di Gesù distesa sopra e sotto la salma di Lui e attorno ad essa avvolta e legata. Sopra di essa il Sangue divino e gli aromi impressero la venerata effigie del Re dolcissimo delle anime nostre ; sopra di essa sono delineate le piaghe delle mani e dei piedi; vi spicca ancora di un color roseo oscuro la ferita del costato; vi sono segnate le punture della corona di spine che cinse quella fronte sacrosanta; veggonsi i segni della barba e della capigliatura nazarena dell'Uomo-Dio e vi è impressa intiera la figura del Corpo di Nostro Signore, lungo metri 1,77.

La tela poi della Sindone è formata di lino finissimo ed ingegnosamente lavorata, ma non di cotone o di lana, oppure, come credettero alcuni, di amianto, perché in mezzo ad un grande incendio non restò consumata; ha la forma di un parallelogramma lungo in tutto metri 4,10 e largo 1,40. Presentemente si vede orlata con un nastro di color celeste, la quale operazione fu eseguita mentre regnava Vittorio Amedeo II dal B. Sebastiano Valfrè a fine di preservarla dalle sfilacciature.

Questa sacra tela venne certamente raccolta dagli Apostoli e dalla Maddalena, dopo la risurrezione di Gesù Cristo. Fu portata in luogo sicuro, forse in casa di Giuseppe d'Arimatea, e non è a dubitare che si ponesse ogni cura per conservarla e tramandarla ai posteri. Si racconta infatti che Nicodemo, segreto seguace di Gesù, ricevuto che ebbe da Giuseppe d'Arimatea questo prezioso tesoro perchè presso di lui più sicuro, lo conservò nascostamente per più tempo in casa sua, e che, scoperto quale seguace di G. C. e come tale cercato a morte, si rifugiò in una villa, qualche miglio dìstante da Gerusalemme, presso un suo zio chiamato Gamaliele, portando seco il tesoro della SS. Sindone. Qualche anno dopo, tanto Nicodemo quanto Gamaliele subirono il martirio per amore di G. C., ed i cristiani si fecero premura di ritirare la SS. Sindone da loro ritenuta, e la rimisero a s. Giovanni e questi poi a s. Simeone secondo Vescovo di Gerusalemme. Allorchè i Romani assediarono la città santa dei Giudei, i cristiani si rifugiarono nei dintorni portando seco le sacre reliquie della passione del loro divin Maestro, specie la Sindone, per collocarle in luogo dove non corressero rischio. Data da Costantino il Grande la pace alla Chiesa e cessato il pericolo di profanazione, queste sacre reliquie furono rimesse in luce ed in venerazione, e sappiamo da san Giovanni Damasceno che nel secolo VIII la Sindone era conservata nella chiesa patriarcale di Gerusalemme, dove rimase certo fino al secolo XI, quando fu pubblicamente e con tutta solennità portata all'incontro dei primi crociati capitanati dal pio Goffredo di Buglione, il quale era riuscito a liberare la Terra Santa dai Musulmani.

Sul principio del secolo XII vediamo cominciare per mezzo del Conte di Savoia Amedeo III le relazioni tra queste Reliquie e la Casa Sabauda. Poichè a titolo di riconoscenza dell'opera prestata a favore dei cristiani di Oriente, Amedeo III venne regalato dagli Ospitalieri di Gerusalemme della SS. Sindone, ed egli la portò seco con sommo gaudio a Cipro, dove, caduto ammalato e morto nel 1148, la Sindone fu trattenuta per ben 100 anni. Ma correndo pericolo di ricadere nelle mani dei Musulmani, nel 1331 venne trasportata dal Cav. Gioffredo di Charny, valoroso guerriero francese, nel suo castello di Lirey in Borgogna. Stette circa un secolo in quella famiglia; ma l'anno 1461, per causa di una fierissima guerra sorta in Borgogna, fu portata presso il Conte Lodovico di Savoia in Chambery. Quivi Iddio dimostrò la sua speciale provvidenza a riguardo della preziosissima Sindone. Due persone di servizio del Conte Lodovico, credendo che la cassa dove era conservata la Sindone contenesse oggetti preziosi, la involarono dal palazzo ; ma delusi nel trovarvi solo la Sindone, convennero di dividersela in due parti uguali. Uno di essi prende le forbici per operare il taglio e l'altro si mette a lavarne le macchie di sangue. Però il sacrilegio non fu consumato, perche il primo ladro restò sull'istante colle mani storpie, ed il secondo fu acciecalo da uno splendore straordinario che uscì dalle macchie di sangue. Esterrefatti a questo prodigio, i due ladri restituirono la cassa contenente la Sindone al Conte, il quale manifestò il desiderio di possederla, ma non l'avrebbe potuto ottenere senza un visibile intervento del Cielo.

La fortunata posseditrice di questo prezioso tesoro, la Contessa Margherita di Charny, infatti non volle mai saperne di privarsene, e ritornando nel 1453 in Borgogna aveva deciso di ricondurvi pure la SS. Sindone. Ma il giumento, su cui si trovava la S. Reliquia, arrivato alle porte del castello del Conte Lodovico, si arrestò e non fu più possibile fargli dare un passo. Questo prodigio fu tenuto come seguo del volere del Cielo: la Sindone fu regalata al Conte Lodovico di Savoia. Papa Paolo III e Sisto IV permisero che le si erigesse una cappella, col titolo di Santa Cappella, e le si tributasse culto pubblico. L'11 giugno del 1502 la Sindone, collocata dentro la cassa d'argento dorato, regalata da Margherita d'Austria, consorte di Filiberto II, nipote al duca Lodovico, fu solennemente trasportata nella Santa Cappella del castello.

Trent'anni dopo questo trasporto, cioè il 4 dicembre 1532, poco mancò che la SS. Sindone andasse distrutta da un incendio, ma ne fu portentosamente preservata. Poichè, sebbene il fuoco avesse completamente invasa la sacrestia ov'era e divampasse con tanta violenza, che persino la cassa d'argento, in cui era rinchiusa, fosse in parte fusa, la Sindone rimase intatta: solo in dodici punti restò come un po' affumicata e un po' bruciata. Questi segni dell'incendio scorgonsi tuttora a testimonianza della divina Provvidenza, la quale permise bensì che si constatasse la materia della Sindone essere combustibile, ma volle in pari tempo con un vero miracolo conservare alla pietà dei fedeli il prezioso deposito.

In seguito a questo fatto prodigioso, sia per chiudere la via ad ogni dubbio riguardo alla conservazione della Sindone, sia, per far constare del prodigio, il duca Carlo III ed il Clero di Chambery supplicarono il Papa Clemente VII afiinchè procedesse alla verificazione. Il Papa, con bolla del 14 aprile 1533, destinò il Cardinale Gorrovedo per la verifica, il quale, esaminato accuratamente il lino, confrontatolo coi più minuti indizi, interrogati i testimoni, lo dichiarò autentico. Ogni cosa ebbe la conferma del Papa e del Sacro Collegio dei Cardinali.

Nell'anno 1536 Francesco I re di Francia, dichiarata guerra al duca Carlo III, avanzossi verso la Savoia. Questi, per togliere la Sindone al pericolo di cadere nelle mani del nemico, fuggendo la trasportò seco a Torino ; nè ivi parendogli abbastanza sicuro il rifugio, la portò nel castello di Vercelli.

Dopo varie altre vicende, per cui fu riportata in Savoia, nel 1578 Emanuele Filiberto la fece trasferire nel suo castello di Lucento presso Torino. Intanto, come gli antenati avevano preparato alla SS. Sindone la Santa Cappella a Chambery, così i Duchi di Savoia da Emanuele Filiberto a Vittorio Amedeo Il le fecero preparare una grandiosa cappella tra il palazzo reale e la Metropolitana di Torino. Questa cappella ebbe il suo compimento nell'anno 1694, e Vittorio Amedeo II, il 1° giugno di detto anno, con grande solennità e pompa, da Lucento fece trasportare la SS. Sindone a Torino e la fece depositare sotto l'altare che s'innalza nel centro della Cappella. Dopo quest'epoca la dimora della SS. Sindone non fu più disturbata fino al 1706, quando, per le invasioni dei Francesi, si dovette trafugare fino a Genova; ma cessata la guerra fu tosto riportata a Torino.

Ecco le principali vicende, per cui Iddio nella sua bontà dispose che questo preziosissimo tesoro passasse prima di potere definitivamente arricchire la nostra diletta Torino... E Torino ben a ragione se ne gloria di questo tesoro, perchè per esso le altre metropoli emular ben la potranno, raggiunger non mai. Qual nobile matrona assisa alle sponde della Dora, sopra un lussureggiante tappeto di verdura tutto smaltato di pittoresche e graziose scene, essa di questi dì attende tutti i popoli ad ammirare e venerare con pubblico solenne culto l'augusta Sindone, la gloria sua più bella, il più prezioso tesoro che possegga.

Già dieci volte Torino diede al mondo questo grandioso e commovente spettacolo dell'Ostensione della SS. Sindone, e tutte le volte grande fu il concorso di popolo e di insigni personaggi... Basti ricordare che alla prima Ostensione fatta il 1578 S. Carlo Borromco venne da Milano a piedi per visitarla; che 25 anni più tardi, il mitissimo nostro San Francesco di Sales la visitò e bagnò dello sue lagrime; e che nel 1815 l'illustre prigioniero di Fontainebleau, Papa Pio VII, passando per Torino, volle adorare la preziosa reliquia ed apporvi il suo sigillo.

Ma quella, a cui assisteremo noi in questa mese, riuscirà la più solenne, sia per il maggior tempo che rimarrà esposta; sia perchè tutti i fedeli, che arriveranno a Torino col proprio Vescovo, nel giorno loro stabilito, potranno entrare nella Metropolitana di San Giovanni, e facendo un giro determinato, passare, uno per volta, a poca distanza della SS. Sindone, vederne non solo la forma e la tela, ma anche i lineamenti del corpo di Gesù tracciati col suo Sangue; e sia infine perchè tutti i più illustri personaggi dei nostri giorni, anche quelli per cui la religione non è l'aroma della loro scienza, saranno mossi a recarsi a contemplare il portentoso ritratto del morto Salvatore impresso sopra la Sindone, non già da mano d'uomo con colori naturali, ma dalle ultime stille di sangue che dal Corpo trafitto e svenato di Gesù venivano cadendo lente lente e omai rapprese tra i molteplici lini in cui era ravvolto... La loro scienza dinanzi a questo portento sarà costretta ammutolire, perchè quelle stille non caddero alla rinfusa e senza ordine seguendo il naturale impulso del loro peso, ma furono , raccolte, disciplinate, distribuite in giusta misura e proporzione dalla mano misericordiosa della divinità, come appunto il pittore fa dei colori della sua tavolozza... Veramente, nella SS. Sindone, il colore è il sangue, e l'arte ed il pennello dobbiamo ripetere dalla divinità; laonde ben disse un poeta della Sindone:

Dall'arte non è nata,

Non la formò natura;

Senz'ombra ombreggiata

Senza pittor pittura.

Sì, Iddio stesso delineò la pittura della Sindone, Iddio la pinse con sangue divino, Iddio la condusse a perfezione. Qual gloria incomparabile!

E tutti i nostri buoni Cooperatori e Cooperatrici ardono per certo del desiderio vivissimo di poter godere per alcuni istanti questa ineffabile visione e noi a tutti diciamo: Venite a prostrarvi dinanzi a questo pegno dell'amore di Gesù benedetto a nostro riguardo, e, si risveglierà in cuor vostro la fede con aumento di confidenza, di amore e di riconoscenza verso l' amabilissimo nostro Redentore. Venite! E per la felicissima circostanza del tempo in cui avviene quest'Ostensione, che è appunto la novena di Maria SS. Ausiliatrice, la celeste Patrona di tutti i Salesiani, vi tornerà doppiamente caro poter deporre ai piedi di Lei nel sito santuario di Valdocco i vostri voti e le vostre speranze, pegno dell' amore vostro verso di Lei , Ausiliatrice del popolo cristiano ed in particolar modo di tutti coloro che sostengono, colle loro generose oblazioni, la grand'opera del nostro fondatore e Padre ll. Bosco.

FESTA E CONFERENZA DI MARIA SS. AUSILIATRICE

IL titolo di questa rubrica, che annualmente sì rinnova nel nostro Bollettino, parrà forse a prima vista una rìpetìzione di quella inserita lo scorso gennaio per la festa di S. Francesco di Sales, non essendo altro infatti che il solito invito ai nostri Cooperatori di festeggiare la solennità di Marìa Ausiliatrice, l'Augusta nostra Patrona Celeste, nel miglior modo possibile. Se però si penetra alquanto addentro nello spirito del nostro periodico, che non solo tende a far conoscere l'Opera di D. Bosco nella carità, ma più di tutto cerca portare presso le famiglie in cui entra un incremento sempre crescente di vita veramente cristiana, non sì potrà non iscorgere tosto l'importanza di quest'annuale appello a tutti i Direttorì, Decurioni, Zelatori e Zelatrici dei nostri Cooperatori di voler tenere la Ila Conferenza prescritta dal Regolamento e dì celebrare solennemente la festa di Maria Ausiliatrice. Imperocchè sappiamo per esperienza che queste conferenze e feste sogliono portare salutari frutti alle anime che vi partecipano, e nella festa gioconda della famiglia salesiana la fede si ravviva mai sempre, il culto si rianima e la pietà si ridesta con un meraviglioso intreccio di gioia e di letizia immensa. Epperò per il maggior bene delle anime dei nostri Cooperatori, non dubitìamo di asserire che è cosa ottima e salutare tenere la prescritta Conferenza e celebrare la festa dell'eccelsa nostra Patrona dovunque vi sia anche solo un piccolo nucleo di ascritti alla nostra Pia Unione.

Sia quindì impegno generoso e costante di coloro che presiedono a' nostrì Cooperatori per nulla trascurare di quanto debbono fare ed usino i mezzi più efficacì per l'attuazione pratìca deglii statuti del nostro Regolamento. A questo fine è nostro costume riferire ogni anno quanto facciamo nel santuario di Valdocco, perche ciò tanto serve di norma e di eccitamento ai lontani, come vale di utile orario a quelli che possono prender parte ai nostri festeggiamenti.

Nel santuario di Maria Ausiliatrice la novena avrà principio il 15 del corrente mese.

In ciascun giorno lungo il mattino, dalle ore 4,30 sino alle 11, vi sarà celebrazione di Messe lette e facilità di accostarsi ai SS. Sacramenti della Confessione e Comunione.

Nel mattino dei giorni feriali alle 5,30, come nel mese, Messa letta con recita del S. Rosario, Comunione, canti e preghiere, quindi breve discorso e benedizione col SS. Sacramento; alle 7,30 altra Messa letta colla recita del S. Rosario ed altre pie pratiche ; alle 19 canto di una lode, altro discorso e benedizione col SS. Sacramento.

Assistendo a queste funzioni si può lucrare, per concessione pontificia, l'indulgenza di tre anni. Chi poi, confessato nella settimana, s'accosterà anche alla S. Comunione, potrà acquistare l'indulgenza plenaria applicabile alle S. Anime del Purgatorio.

Nei giorni festivi l'orario è modificato come segue:

Domenica 15 Maggio.

Primo giorno della novena.

Mattino. - Alle ore 5,30 ed alle 7,30 Messa e Comunione generale. - Alle 10 Messa solenne.

Sera. - Alle 14,30 ed alle 16,30, Vespri solenni, discorso, canto delle Litanie Lauretane e benedizione col SS. Sacramento.

Giovedì 19 Maggio.

Ascensione di Nostro Signore G. C.

Mattino. - Alle ore 5,30 ed alle 7,30 Messa con Comunione generale. - Alle 10 Messa solenne.

Sera. - Alle ore 15,30, Vespri solenni, discorso e benedizione col SS. Sacramento.

Domenica. 22 Maggio.

Antivigilia della festa di Maria Ausiliatrice.

Mattino. - Alle ore 5,30 ed alle 7,30 Messa con Comunione generale. - Alle 10 Messa solenne.

Sera. - Alle 14,30 ed alle 16,30, Vespri solenni, discorso e benedizione col SS. Sacramento.

Dopo le funzioni avrà luogo a Valsalice la solenne commemorazione popolare di D. Bosco.

Lunedì 23 Maggio.

Vigilia della festa di Maria Ausiliatrice.

Sera. - Alle 15,30 si terrà la prescritta Conferenza ai Cooperatori ed alle Cooperatrici Salesiane, dopo la quale si impartirà la benedizione col SS. Sacramento. Notiamo che, intervenendo a, questa Conferenza, si può lucrare l'indulgenza plenaria applicabile alle Anime Sante del Purgatorio. - Alle ore 18,30 primi Vespri solenni di Maria Ausiliatrice, discorso e benedizione col SS. Sacramento.

Martedì 24 Maggio. Solennità di Maria SS. Aiuto dei Cristiani.

Mattino. - Alle 5,30 ed alle 7, Messa e Comunione generale con canto di sacri mottetti,

Alle 10,30 Messa solenne pontificale.

Sera. - Alle 18, Vespri solenni, panegirico di Maria SS. Ausiliatrice e benedizione col SS. Sacramento.

Mercoledì 25 Maggio.

Alle ore 5,30 ed alle 7,30 Messa, Comunione ed altre pratiche di pietà in suffragio dei defunti Cooperatori e Cooperatrici Salesiane, Confratelli e Consorelle dell'Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice.

NB. La musica che verrà eseguita in questi giorni dalla Schola Cantorum del nostro Oratorio di Valdocco è del seguente programma:

Domenica 22 maggio. - Missa Salve Regina - M. STELLE.

Lunedì 23. - (Primi Vespri): Salmi in falso bordone a 4 voci. Laudate pueri: Mons. GIOV. CAGLIERO - Magnificat: M° CORDANS -. Litanie: M° ATTILIO GARLASCHI - Tantum ergo: M° PIETRO BIANCHINI.

Martedì 24:- Solennità di M. A.- Mattino: Mottetto di Mons. GIO. CAGLIERO (Messa della Comunità.) Ecce Sacerdos: M° GAETANO FOSCHINI -Messa solenne: M° IGNAZIO MITTERER - Ave Maria (Offertorio): P. L. da PALESTRINA - Exultate Deo (dopo la Messa) : Mottetto a 5 voci di P. L. da PALESTRINA.

Sera: Domine ad adjuvandum: M° G. FOSCHINI - Dixit Dominus: M° LORENZo DEVALLE - Laudate pueri: M° P. BIANCHINI - Laetatus sum, Nisi Dominus e Lauda Jerusalem in falsi bordoni a 4 voci - Inno, Saepe dum Christi: Sac. Gio. PAGELLA - Magnificat: M°, P. RAYMONDI - Tota Pulchra: M° ENRICO Bossi - Tantum ergo solenne: Mons. Gio. CAGLIERO.

A chi non potesse partecipare di presenza a queste funzioni noi suggeriamo un apposito libretto di D. Bosco intìtolato: Nove giorni consacrati all'Augusta Madre di Dio, il quale contiene una considerazione, un esempio ed una pratica per ogni giorno ed è molto acconcio per la circostanza (1).

Infine richiamìamo l'attenzione dei nostri lettori sopra i seguentì importantissimi avvisi

1. Tutto l'anno il santuario di Maria Ausiliatrìce è visitato da divoti pellegrini; ma il tempo, in cui questi pii pellegrinaggi sono più frequenti e pìù numerosi, si è durante il bel mese di maggio, e specialmente nella novena e nel giorno della festa di questa nostra tenerissima Madre. Orbene, mentre manifestiamo la nostra vivissima soddisfazione per simili dimostrazìoni di fede e di pietà verso l'Aiuto dei Cristiani, vorrem pregare gli organizzatorì dì esse che vogliano per tempo avvìsare il Rettore del santuario dell'ora in cui ìl pellegrinaggio entrerà nel santuario e delle sacre funzioni che vi intendono celebrare.

L'osservanza di questo avviso torna sommamente necessaria specie in quest'anno, per evitare ogni confusìone tra i diversi pellegrinaggi che, dopo aver visitata la SS. Sindone, desiderano recarsi a porgere i loro figliali ossequi alla Madonna di D. Bosco.

2. Venendo a Torino, molti divoti prendono l'occasione per farsi inscrìvere nell'Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice. Ottimamente; nella sagrestia vi è persona appositamente incaricata per questo.

3. E questo pure il tempo, in cui molti divoti vengono a sciogliere i loro pietosì voti alla Gran Madre di Dio e Madre nostra Maria, e ci raccontano segnalatissìme grazie da Dio ricevute mediante la potentissima intercessione dell'Ausiliatrice dei Cristianì. Noì vorremmo pregare tutti costoro a voler possibilmente portarci le loro relazioni per iscritto e munite della firma del relatore.

4. Per affari riguardanti il Bollettino Salesiano vi saranno pure nella sacrestia persone incaricate all'uopo. A quelle medesime persone che sederanno al tavolino per ricevere correzionì d'indirizzi o i nomi dì nuovi Cooperatori, sì potranno pure consegnare le offerte per la Pia Opera del S. Cuore di Gesù in Roma, per le Missioni Salesiane, per l'opera dei Figli di Maria, per le altre Opere nostre e per il Bollettino stesso.

(1) Si può avere dalla Libreria Salesiana di Torino al prezzo di cent. 15.

IL DECIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI DON BOSCO

PIENI di gratitudine continuiamo a raccogliere i fatti e i documenti che a questa data si connettono. Perciò, dopo aver nei numeri precedenti parlato di religiose ed accademiche commemorazioni, ora ci pare doveroso presentare a tutti i nostri buoni Cooperatori e zelanti Cooperatrici quanto hanno ideato di compiere i Promotori di questa decennale commemorazione, affine di perpetuarne la memoria.

A questo scopo essi, colla benedizione del S. Padre e sotto la Presidenza dell'Arcivescovo di Torino, si costituirono in Comitato per promuovere un Omaggio Internazionale all'Opera di D. Bosco, consistente nell'erezione d'una Chiesa, in sostituzione dell'attuale cappella, cadente in rovina, nel Seminario delle Missioni Salesiane in Valsalice presso Torino.

Siccome però detto Omaggio è promosso dalla Stampa Cattolica di tutto il mondo, così si pensò di farlo servire eziandio quale 1° Monumento che i giornalisti cattolici erigono al loro Patrono S. Francesco di Sales, col determinare che la nuova. Chiesa di Valsalice venga dedicata al Salesio, Patrono speciale della buona stampa. Per incarnar quest'idea si fece appello a tutta la stampa e si decretò di costituire un imponente ed universale Comitato Generale, cui tutti possono aderire mediante la quota di UNA LIRA per le spese. Il Comitato Promotore infine chiamò anche il gentil sesso a condividere le fatiche dell'Opera, e stabilì una speciale Commissione di Signore, le quali vengono in aiuto nel raccogliere le adesioni e nel far conoscere l'opportunità di questo monumento al Salesio.

Ed ora riportiamo la Circolare, cui tien dietro una lettera di raccomandazione del Rev.mo nostro Superiore D. Rua e l'approvazione e benedizione dell'Arcivescovo di Torino.

Ill.mo Sig.r

Nella solenne ricorrenza del primo decennio dalla morte di D. Bosco, il Comitato sottoscritto, riunitosi ,per commemorarne l' Opera ,provvidenziale in un' Accademia, che raccolse quanto di più eletto ha la Città nostra, deliberava di costituirsi come primo nucleo di un Comitato Generale per un Omaggio Internazionale all'Opera Salesiana. E come parve rispondesse alla missione altamente religiosa e nelle sue applicazioni pratiche largamente civile di don Bosco l'erezione di una Chiesa là dove è ora la modesta Cappella del Seminario delle Missioni Salesiane in Valsalice, ormai inadatta e volgente a ruina, così sembrò naturale che la Chiesa dovesse sorgere per iniziativa popolare, come popolare è l'Opera di D. Bosco.

In questo intento il Comitato sottoscritto, costituito sotto la Presidenza di Sua E. Rev.ma Monsignor Richelmy, arcivescovo di Torino, si rivolge alla S. V Ill.ma perchè voglia mandare la sua adesione a far parte del Comitato Generale augurandosi, come ne è certo, che da questo imponente plebiscito di migliaia e migliaia di ammiratori del nostro D. Bosco, tragga nuovo impulso l'opera altissima religiosa e civile da lui iniziata e dal suo degno Successore indefessamente proseguita.

Il Comitato Promotore.

ALLOATI Avv. Cav. ENRICO.

ANSALDI Prof. GIORGIO.

ARBORIO MELLA Cav. ALESSANDRO.

AVOGADRO di CERRIONE NETRO Conte ALESSANDRO.

AVOGADRO di COLLOBIANO e della MOTTA Conte EMILIANO.

BALBO di VINADIO Conte CESARE.

BALBO DI VINADIO Cav. ENRICO. BECCARIA-INCISA Conte LUIGI Tenente Generale.

BERRONE Can. Teol. ANTONIO.

BETTAZZI Prof. RODOLFO. BIANCHETTI Cav. Avv. CARLO. BOIDI-TROTTI Prof. Comm. GIUSEPPE. BONELLI Dott. FRANCESCO. BONINO NATALE.

BORELLI Notaio Cav. UMBERTO. BORIO Prof. AGOSTINO. BRICARELLI Avv. GIACINTO. CAISSOTTI di CHIUSANO Conte LUIGI. CALIGARIS Avv. GUSTAVO. CANEPARO GIOVANNI. CAPPA Avv. ETTORE. CATTANEO Avv. Prof. RICCARDO. CAZZOLA Avv. LUIGI. CEPPI Conte CARLO.

CELEBRINI di S. MARTINO Barone FRANCESCO. CRISPOLTI March. FILIPPO. D'AGLIANO Cav. MICHELANGELO. D'AGLIANO Conte CALLISTO. D'AGLIANO Cav. CARLO. DEMATTEIS Dott. Coram. CARLO. DEMORRA Ing. VINCENZO. DI DONATO P. BONIFACIO. DI DONATO Conte PAOLO DI LAMPORO Conte Prof. LUIGI AMEDEO. DUMONTEL Cav. FEDERICO. FERRARI d'ORSARA Conte Avv. ENRICO. FIGAROLO di GROPELLO Conte GIULIO. FIGAROLO di GROPELLO Conte OTTONE. FILIPELLO Dott. GIOVANNI. FRANCHI Prof. EVASIO. GAIDANO GIACINTO.

GALLO Dott. VINCENZO. GARELLI Avv. FRANCESCO.

GARIAZZO Cav. Avv. Prof. CARLO PLACIDO.

GHIRARDI Prof. GIOV. BATTISTA.

GIRAUD Cav. DOMENICO.

GROMIS DI TRANA Conte EMILIO. GUGLIELMONE GIOVANNI. GULLINO LUIGI.

LANFRANCHI Prof. Cav. VINCENZO. LAURA Dott. Coram. SECONDO. LOSANA Avv. Cav. CESARE. MACCIOTTA Cav. ORESTE.

MANNO Barone Comm. D. ANTONIO. MEDOLAGO ALBANI Conte STANISLAO. MOLLI Ing. STEFANO. MUSSO GIUSEPPE ANTONIO Banchiere. NASI Avv. CARLO.

NEGRI Prof. Cav. PASQUALE. NICOLA Avv. ADOLFO.

OREGLIA di S. STEFANO Cav. Avv. PIO. PAPA Can. Prof. VINCENZO. PESCE Avv. PIETRO. PEYRON Comm. Ing. AMEDEO. PIANO Teol. Gio. BATTISTA. POMA ANSELMO.

REVIGLIO Teol. FELICE.

RICCI des FERRES Barone CARLO. RICHELMY Avv. PIETRO. RONDOLINO Avv. FERDINANDO. ROVASENDA di ROVASENDA Cav. AMEDEO. ROVASENDA di ROVASENDA Cav. GIUSEPPE. SALIS Ing. GIUSEPPE. SCALA Canonico Dott. AMATO VINCENZO. SCALA Avv. STEFANO. SCARAMPI di PRUNETTO March. LODOVICO. SCATI di CASALEGGIO March. VITTORIO. SELLA Ing. RODOLFO. VANDONI Dottore PIETRO. VASCO P. ENRICO.

VIANCINO di VIANCINO Conte FRANCESCO. VIGNOLO-LUTATI Cav. Dott. CELESTINO. VIGNOLO-LUTATI Avv. MARCELLO. VILLA GIOVANNI.

SOLARO del BORGO Cav. PAOLO. SPANDRE Teol. LUIGI.

TINETTI Canonico Teol. Prof. DOMENICO. VACCARINO Geom. Cav. GIOVANNI. VALLEGA Canonico EUGENIO. VALPERGA di MASINO Conte CESAl.E„

Commissione di Signore Patronesse.

ARNALDI Contessa MARIA n. AVOGADRO di CASANOVA.

AVOGADRO della MOTTA Contessa IFIGENIA. BALBO di VINADIO Contessa MARIA. BARBAROUX Contessa AMALIA n. SCIOLLA. BERTONE ZITA n. CAVALLO.

BETTAZZI MARIANNA n. BONDI.

BORGNANA-PICCO GIOVANNA Ved. Bosco. BRUNENGHI Contessa VIOLANTE n. SALVAGO. CANDELLERO Damigella EMMA.

CAPELLO Donna AMALIA,

CATTANEO LUISA n. BIANCO.

CELEBRINI di S. MARTINO Baronessa MARIA nata PELLETTA.

CRISPOLTI Marchesa FRANCESCA n. CORNERO. D'AGLIANO Contessa CELSINA.

D' AGLIANO Contessa POLISSENA n. CINZANO. DELLA CROCE Cont. ELISABETTA n. SCARAMPI. DI COLLOBIANO e della MOTTA Contessa ANTONIA n. SCARAMPI del CAIRO.

DI S. MARTINO Contessa ALESSANDRINA.

DRAGO VITTORIA n. BROCCHI. FERRUA Donna OLIMPIA

FIGAROLO di GROPELLO Contessa MARIA n.DE BRAY, FOLLIERI di MONTBEL MARIA TERESA. FRANCHI di PONT nobile Damigella MARIA. GHIRARDI VINCENZINA n. FABIANI. LANA FELICITA n. FRISETTI. MARTINI di CIGALA Contessa FANNY n. FERRARI ARDICINI.

MONTERSINO Baronessa CECILIA n. GARELLI COLOMBO di CUCCARO.

NICOLIS di ROBILANT Contessa EDMEA n. CLARY. NOTARI Ved. NASI Baronessa FELICITA. OREGLIA di S. STEFANO Baronessa FILOMENA. PELLETTA di CORTANZONE Contessa GIUSEPPINA. PENSA di MARSAGLIA Contessa MARIA.

RADICATI di PASSERANO Contessa LIDIA n. GALLINA. RICCI Contessa ADELE n. FAA di BRUNO. Ricci Baronessa AZELIA n. FASSATI.

RONDOLINO ALBINA n. GIANOLI.

ROSA di S. MARCO Contessa CELESTE n. FORNELLI.SCALA Damigella PAOLINA.

SCARAMPI Marchesa CRISTINA n. MONTFORT. SOLA IRENE n. GARELLI.

TRAGLIO GIUSEPPINA n. GIULIANI.

VAGNONE GIUSEPPINA Ved. ALLIAUDI. VISONE S. E. Contessa AMALIA n. RASINI di

MORTIGLIENGO.

VISCONTI Cont. CHIARINA n. CAVALLI D'OLIVOLA. ZAPPATA MARIA n. PuccI BAUDANA.

Chiar.mO Sig. Direttore del Giornale Italia Reale - Corriere Nazionale

Sono profondamente grato alla S. V. Chiarissima ed al benemerito Comitato Promotore per la tanto generosa e commendevole iniziativa presa di erigere nel Seminario delle Missioni di Valsalice una Chiesa, come Omaggio internazionale all' Opera Salesiana, nella ricorrenza del i° Decennio della morte del nostro amatissimo Padre D. Bosco.

Mentre rendo le più vive grazie, faccio voti che tutti i Direttori e Condirettori dioccsani dei Cooperatori Salesiani, coi Decurioni, Zelatori e Zelatrici, gareggiando col Giornalismo Cattolico, raccolgano il più gran numero di adesioni alla magnifica idea nel modo indicato nella presente circolare.

A tutti esprimo fin d'ora la più sincera riconoscenza ed assicuro per tutti gli aderenti le più fervide orazioni dei Salesiani e specialmente dei giovani Leviti, che in quel sacro recinto si formeranno alla vita del Missionario Cattolico.

Mi creda coi sentimenti della più alta considerazione della S. V. Chiar.ma

Dev.mo Obbl.mo Servitore Sac. MICHELE RUA.

Legati da forti vincoli di riverenza e di affetto al Venerando D. Bosco ed all'Opera Salesiana, facciam plauso alla pia e sapiente deliberazione, benediciamo di cuore a tutti i Promotori, e caldamente raccomandiamo l'adesione al presente OMAGGIO.

Torino, dall'Arcivescovado, Marzo 1898.

+ AGOSTINO Arcivescovo.

Ogni Circolare poi ha cinque moduli di adesione così concepiti:

Io sottoscritt domiciliat a    (Diocesi di    .)

Via    N   aderendo al Comitato Generale per l'Omaggio Internazionale all'Opera di D. Bosco nel decimo anniversario della sua morte, invio la relativa quota di adesione in Lire UNA.

Firma       ------

A tergo di ciascun modulo son ripetute le seguenti osservazioni:

1° La quota di adesione per far parte del Comitato è di UNA LIRA.

2° Chi riceve il presente invito è pregato a diffonderlo alle persone di sua conoscenza per ottenere il maggior numero possibile di adesioni.

3° Anche le Signore possono far parte del Comitato Generale, costituite in apposita Commissione. 4° Le adesioni si ricevono alla Sede del Comitato Promotore presso la direzione del Giornate

L'ITALIA REALE-CORRIERE NAZIONALE Via Principe Amedeo, N. 26, Torino. 5° I nomi degli aderenti saranno pubblicati sul giornale e questo servirà di ricevuta.

Il R.m° nostro Superiore D. Rua, nella sua lettera all'Avv. Scala fa voti che i Direttori e Condirettori dei nostri Cooperatori, coi Decurioni, Zelatori e Zelatrici, gareggiando col giornalismo, raccolgano il più gran numero di adesioni per questo Comitato Generale e noi raccomandiamo a tutti i nostri lettori di voler dare il proprio nome e la propria adesione, poichè si tratta di elevare un monumento anche al Patrono della nostra Pia Unione. Basta un po' di buona volontà ed i nostri Cooperatori non saranno secondi agli altri nel promuovere quest'opera che rimarrà imperituro ricordo del decimo anniversario dellaa morte di D. Bosco.

Coloro, che non avessero Circolari di adesione, le possono avere, dietro semplice richiesta, anche presso la Direzione del Bollettino Salesiano.

La Commemorazione popolare di D. Bosco, che a causa dell'imperversar del tempo 'non potè aver luogo il 27 marzo, venne fissata per la domenica 22 del corr. maggio, giorno opportunissimo perchè intermedio fra la chiusura delle feste per l'Ostensione della Santissima Sindone e l'apertura delle feste di giugno pei Centenari religiosi ed artistici del Piemonte; ed è inoltre l'antivigilia della festa di Maria SS. Ausiliatrice, a cui l'Opera di D. Bosco è particolarmente consacrata.

La Commemorazione si farà qualunque siano le condizioni atmosferiche: e, in caso di pioggia, invece di tenersi all'aperto nel gran recinto presso alla tomba di D. Bosco, si terrà pur sempre a Valsalice, ma in locale riparato, benchè, naturalmente, ristretto a minor numero di persone. Si spera però che il tempo favorirà questa volta la Commemorazione, la quale, pel concorso che si avrà allora a Torino di molti forestieri, riuscirà ancor più solenne di quanto prevedevasi pel 27 marzo ora scorso.

PARMA (Ritardata).- Leggendo il Bollettino Salesiano de' mesi scorsi trovo un lungo elenco di Case Salesiane, che hanno celebrato il 10° anniversario della morte di D. Bosco, ma tra queste non veggo ricordata quella di Parma. Noi Parmigiani, avvezzi a considerare i figli di D. Bosco come nostri fratelli, volentieri ascriviamo a noi ed a nostro onore tutto ciò che di bello essi sanno fare; perciò troppo ci spiacerebbe che dovesse passare sotto silenzio una commemorazione che pel Collegio S. Benedetto assunse un carattere tutto speciale e fu fatta con quella dignità che la circostanza eccezionale richiedeva. Sarò quindi grato a codesta Onorevole Direzione, se vorrà dare posto a questa mia.

Cito a memoria, perciò chiedo in antecedenza venia di tutte le dimenticanze ed inesattezze, che la fretta non mi permette di rilevare.

Essendosi recata la Schola Cantorum col suo Direttore a Bologna il giorno dell'anniversario della morte di D. Bosco, a Parma la commemorazione fu fatta il giorno 3 febbraio. Alla mattina solenni esequie : la vasta Chiesa del Collegio ripiena di devoti intervenuti: la musica a quattro voci, senza accompagnamento, del Fischer, con mottetti di Palestrina, Anerio, Arcadelt. Dirigeva Don Baratta: sedeva all'organo il maestro Galliera, Professore d'organo al nostro Conservatorio. L'esecuzione pari al nome della Schola Cantorum; i pezzi per organo una conferma della rara valentia del maestro. Dopo l'esequie, il Can. Vallega d'Alassio commemorò D. Bosco. Durante la funzione, molta devozione sui volti di tutti.

Corona di tutto fu la solenne accademia della sera, per la quale erano stati distribuiti inviti di elegantissimo lavoro tipografico. La Chiesa trasformata in una sala, in mezzo a

cui campeggiava la buona, sorridente figura di D. Bosco. Ben 700 persone risposero all'invito, e col loro contegno dimostrarono d'essere compresi dell'importanza della cosa. Nel presbiterio erano disposte seggiole pel Clero e per le notabilità cattoliche della città nessuno mancò all'appello.

L'accademia, lunga piuttosto, ma seria molto, si cominciò e finì col canto dell'Inno Universitario Cattolico del Maestro Mattioli, e fu intercalata con musica de' principali nostri scrittori classici dell'arte sacra.

Esordì D. Baratta applauditissimo con un indovinato sermoncino: D. Bosco e la gioventù. Dopo lui seguirono recite di alunnì del Collegio, parole di circostanza di parecchi giovani studenti del Circolo Universitario. tra i quali ricordo Micheli, Longinotti, Contini; recite e parole spesso interrotte da applausi. Degna di nota la bella gara tra i Superiori del Collegio, i quali mentre mostrarono il loro figliale amore verso D. Bosco. da bravi figliuoli ne misero in mostra le principali opere e virtù: se non tutti poterono portare pubblicamente il loro contributo, fu colpa della ristrettezza del tempo riservato ad un'accademia.

I principali temi svolti sono i seguenti: D. Bosco e i Cooperatori (Dott. Micheli) - D. Bosco e S. Francesco di Sales (D. Manorati) - D. Bosco e il Papa (St. Contini) - D. Bosco e il lavoro (Ch. Mariani) - D. Bosco e il Catechismo (D. Focacci) - Lo spirito di D. Bosco nella Scuola di Religione di Parma (Longinotti) - D. Bosco e la Carità (D. Cane) - L'uomo del cuore (D. Caviglia).

Ne mancarono le poesie, recitate con molto garbo e con ispigliatezza: tra tutte non posso passare sotto silenzio una splendida canzone di D. A. Caviglia « La Madonna di D. Bosco.» Avevamo già gustato in principio dell'accademia un'altra sua composìzione, una scena delle Missioni «Araucania»; ma questa recitata con quell'intensità d'affetto, con cui fu concepita, portò all'entusiasmo. Di questa poesia fu distribuita, con gentile pensiero, una copia-ricordo a tutti i presenti.

Dovrei ora una parola di elogio a tutti gli altri Salesiani, a tutti coloro che parlarono, dovrei portare una nota di plauso agli esecutori della musica, sopratutto al M°. Galliera, che sonò in modo insuperabile il Concert funèbre di Guilmant; ma sono già stato eccessivamente lungo e forse non mi si concederebbe lo spazio per altre parole. Conchiudendo dirò che tra le belle feste, che spesso ci regalano i Salesiani, questa fu una delle bellissime e delle più sentite. Tutti partirono dal Collegio maggiormente entusiasmati (se pure è possibile) dell'Opera di D. Bosco, così degnamente continuata da' suoi figli di Parma.

B. P.

ALL'ESTERO.

Se lo spazio ce lo permettesse, potremmo anche dare bellissime relazioni di commemorazioni del 10° anniversario di D. Bosco tenute all'estero. Notiamo però alcuni nomi come : - Nizza Mare, Lilla, Montpellier, Nizas, Villa Sainte-Foy, Parigi ecc. in Francia;

Sarrià, Barcellona, Utrera, Siviglia, Carmona, Malaga, Gerona, Ecija ecc. in Ispagna; - Buenos Aires, Bernal, Montevideo, Rosario, Santiago, Valparaiso, Puntarenas, Lima, Hoja Redonda, Arequipa, Bogotà, Fontibon, Caracas, Valencia ecc. in America. Le particolari relazioni furono inserito nel Bollettino Francese e Spagnuolo.

MISSIONI

TERRA DEL FUOCO

Ancora della proposta contro i continui fallimenti delle banche.

LE commoventi domande, che dalla Terra del Fuoco continuamente riceve il veneratissimo nostro Superiore D. Michele Rua per ottenere aiuti, ci obbligano a ritornare su questa proposta fatta nel Bollettino dello scorso febbraio in favore dei poveri fueghini.

Varie generose persone la vollero tosto effettuare, e fecero pervenire al R.mo D. Rua in imprestito per un po' d'anni, con o senza interesse, quella somma di cui potevano disporre, acciocchè venisse impiegata per provvedere i mezzi necessari di mantenere, vestire, calzare, assistere, istruire gli infelici Onas raccolti nell'isola Dawson. Ma per sopperire al bisogno e far sì che il bene sia proprio reale non bastano ancora i mutui ricevuti: è necessario che altri cuori generosi si aggiungano a quelli che hanno già abbracciata la nostra proposta.

Qui non si tratta di fare un' offerta qualsiasi, ma solo di imprestare, anche a tenue interesse, una qualche somma di denaro, e non v'ha chi non vegga che detta somma è assai più sicura di tutte le barcollanti banche dei nostri tempi. Il prestigio morale della nostra Pia Società e la somma che viene, non distrutta in speculazioni, ma soltanto commutata in enti reali e produttivi, costituiscono la miglior garanzia e la miglior firma per la sicurezza del proprio denaro.

Il nostro Prefetto Apostolico della Terra del Fuoco abbisogna di provvedere molto bestiame per dare conveniente occupazione all'ognor crescente numero degli Indii dell'isola Dawson e procacciar loro il necessario alla vita. Il terreno non manca, ed egli è sicuro di poter entro cinque o dieci anni restituire i diversi mutui assunti presso i nostri benemeriti Cooperatori, affine di effettuare il suo progetto, perchè il capitale non viene consumato nel mantenimento degli Indii, ma solo i prodotti ed i vantaggi che varranno ad assicurare l'avvenire di quell'incipiente paese.

A tutti raccomandiamo caldamente questa proposta, ed abbiamo fiducia che non sia difficile trovare un duecento famiglie disposte ad imprestare per alcuni anni un migliaio di lire, rimborsabile con qualche utile, se pur non si desidera che i frutti del proprio denaro servano intieramente per la conversione di nuovi selvaggi.

Coloro che desiderassero maggiori schiarimenti, non hanno che a richiederli o personalmente o per lettera al R.m° D. Michele Rua, Torino.

Tutti i nostri buoni Cooperatori poi preghino il Signore perchè voglia realizzare al più presto questo progetto per il maggior bene di tanti poveri Indii, che da noi attendono la vita, la religione e la civiltà. Nel nome dolcissimo dell'Augusta nostra Patrona Maria Ausiliatrice, le persone ardenti di fede e dal cuor magnanimo iniziino questa banca di nuovo genere, perché ne ritrarranno, secondo la promessa del Divin Salvatore, il cento per uno in questa e nell'altra vita, Lo faccia Iddio!

PAMPA CENTRALE

Escursione Apostolica di S. Ecc. Rev.ma Mons. Giovanni Cagliero.

(Relazione del Sac. Bernardo Vacchina)

(Seguito - Ved. mese di Aprile) A Toay - Nuova Chiesa a Maria Ausiliat.

Il giorno 4 novembre eravamo aspettati in Toay. Toay è una borgata di quasi quattrocento anime, con via ferrata, importante staziono e di sicuro avvenire. Noi vi ci recammo su d'un break, in meno d'un'ora da Santa Rosa, e fu un'amena passeggiata, essendo i dintorni di Santa Rosa e di Toay ridenti, floridi e pieni di varietà. Le case del paesetto sono tutto alla moderna, graziose, circondate da oscuri gruppi di pioppi e le trovammo tutte ben imbandierate. Annunziati a fragor dei mortaretti, tutta quanta la popolazione ci si fece incontro, e preceduti dalle armonie d'una incipiente banda d'Italiani, ci avviammo verso la casa del Signor Jhon Brown, gerente della Società Ferroviaria, che unisce Toay con Bahia Bianca. Il Signor Brown è protestante, ma non lontano dal regno di Dio, e Monsignore spera nella sua conversione. Del resto, uomo intraprendente, di criterio pratico e giusto non può supporre vera civiltà senza religione; quindi, scelta una spaziosa area, in situazione spettabile, vi delineò le fondamenta d' una Chiesa, che con delicato pensiero volle dedicata a Maria Ausiliatrice e chiamò Monsignore per benedirne la prima pietra. Perciò ci trovavamo in Toay.

Fatti i primi convenevoli, mentre Monsignore in casa Brown sbrigava le visite d'uso, noi ci recammo nella scuola della piccola borgata, dove s'era improvvisata da Don Roggerone una Cappella per le funzioni del culto. D. Roggerone è il Missionario ambulante della Pampa. Gira nelle campagne per portare gli aiuti della Religione agli ammalati ed ai sani che non possono recarsi alla Chiesa, e poi ogni due mesi va a confortare ed a confortarsi alle Residenze degli altri Missionari.

Come? dirà lei, amato Padre, solamente ogni due mesi possono trovarsi fra di loro i nostri poveri Missionari!? Sì, carissimo Sig. D. Rua, e non si può fare diversamente per la scarsità del personale e per le distanze immense. Del resto, lo posso assicurare che, se in quelle Missioni si trova della polvere, è solamente quella materiale portata dal soffiar continuo dei venti... Io stesso nel Chubut dovetti stare un anno intero senza poter vedere un Sacerdote; ma quando ci capitò D. Milanesio e ci potemmo rallegrare a vicenda, come S. Antonio o San Paolo nel deserto, mi confessai effusive et diffusive coram populo, maravigliato, compunto e contento di poter vedere il loro povero Pastore battersi il petto e dire il mea maxima culpa sicut et caeteri peccatores. Ah! caro Padre, quanta consolazione provai allora! Ma è certo che, quando Iddio ci mette in queste circostanze, Egli sta con noi e tanto ci basta.

Ma tornando all'improvvisata Chiesa, Don Roggerone vi celebrò Messa : poi subito confessammo una settantina di cresimandi. Monsignore fece la solita predica di preparazione, cresimò, e, data la benedizione episcopale, ci avviammo a prendere un po' di refezione. Qui discussioni, brindisi, amabilità squisita nei commensali e specialmente nell'anfitrione, vero tipo de' gentiluomini inglesi. Alle due, mortaretti, razzi , musica. Arriva il treno da General Acha, annunziandoci la venuta del Padrino e della Madrina della nuova Chiesa, il sunnominato Sig. Governatore provvisorio l'Ecc.mo Sig. de Chapeaurouge colla distinta Signorina sua figliuola, ed un'eletta di Signori Deputati della Capitale per riverire Monsignore ed accompagnarlo alla Capitale. Ho presenti i nomi di due; il signor Aguilar, Avvocato fiscale, ed il signor Artigas Jons, direttore del giornale « La Capitale ».

Si incominciò tosto la funzione, che coi discorsi del Celebrante e del Governatore durò circa un'ora e mezza; s'amministrò un' altra volta la S. Cresima; ed alle quattro in treno apposito, su vagone riservato, con molti confortabili eravam già in moto verso General Acha, sede del Governatore locale, ed ultima tappa dell'evangelica escursione nella Pampa. Alla Capitale della Pampa - Una vera apoteosi - Si lascia Dio per Dio - L'esempio dei maggiori - Istanze del Missionario -

Addio a General Acha.

Giungemmo alla stazione di General Acha a notte fitta, ma splendida e senza un alito d'aria; e vi trovammo agglomerata tutta quanta la popolazione. Gli evviva al Vescovo, lo scoppio dei mortaretti producevano un fragore simile a quello del tuono. Fu un' apoteosi. Dalla stazione al paese vi ha un buon tratto, che si percorse in vetture, incedendo adagio, con un'illuminazione a giorno, sotto bellissimi archi trionfali, e da' tetti, finestre e balconi sventolavano ogni bellezza di bandiere. Ogni cento metri, due gendarmi in brillante divisa, su briosi cavalli, ci si facevano innanzi presentando l'arma, poi formavano ala daccanto a noi e ci venivano scortando. Arrivati di fronte alla Chiesa, se n'era formato un vistoso squadrone d'ambo i lati, e unitisi con rapida evoluzione, ci salutarono militarmente insieme. Fu un bellissimo colpo di vista, e dovemmo rallegrarci col Capo di Polizia per la sua singolare abilità.

Sotto i parecchi archi trionfali, che fronteggiavano la Chiesa, Monsignore ricevette gli ossequii della nobile Dama Dolores Chapeaurouge, sposa al Governatore, e di altre distinte Signore. Una bambina disse un complimento, scoppiò un uragano d'applausi e si spalancarono le porte del tempio... Che bella visione!

Ornato magnificamente, risplendente di mille e mille faci , risuonando d'un bel Laudate pueri a voci bianche, rigurgitante di fedeli, ricordava propriamente la Coelestis Urbs Jerusalem!

Monsignore, sorpreso ed incantato, c'incantò alla sua volta tutti coll'opportunità ed eloquenza del suo discorso d'apertura. Nella Casa del Missionario si ricevettero successivamente le differenti deputazioni presentate da D. Pietro Orsi, Parroco di Acha, e s'andò a dormire oltre alle undici. Queste feste sono bellissime, piaciono tanto, risvegliano la fede, ma finiscono per affaticare lo spirito ed anche più il corpo; ed il Manzoni ha ragione di annoverare fra le fatiche apostoliche del Cardinale Federico Borromeo i festeggiamenti, di cui era circondato nelle sue visite pastorali. Per convincersene bisogna provarle con qualche frequenza.

Anima e vita di quest'allegria fu lo stesso Sig. de Chapeaurouge, che seppe con intelligente attività porre in movimento le differenti Commissioni, lasciando scolpita in ogni atto l'impronta del suo carattere colto, amabile, cristiano e popolare. Affinchè Monsignore potesse affratellarsi colla popolazione, ideò un banchetto popolare, all'aria libera, in un ombroso boschetto, che si potrebbe chiamare il Boulogne di Acha. S'arrostirono allo spiedo una mezza dozzina di giovenche, montoni, agnelli; s'allestì qualche cosa di particolare per Monsignore e le Autorità; e tutta la popolazione vi si sarebbe trovata, tant'era l'entusiasmo... Ma il vento, levatosi d'improvviso, l'impedì a molti. Tuttavia Monsignore fu circondato da una larga corona di distinte persone, da moltissimi poveri, cui il vento portò fortuna, da una turba di ragazzi, scoppiando di clamorosa allegria, da poveri Indii, che, timidi e quasi paurosi in principio, finirono per far allegramente baldoria con tutti gli altri... Quanta gioia e dolce espansione ! Oh come sono belle le feste ispirate dalla fede e dalla carità! Ma sul più bello, al rumor gentium, ecco Eolo soffiar gagliardo e farci scappare tutti dalle nostre campestri mense, chi con un piatto e chi con un coltello in mano, chi con una bottìglia, chi con una coscia di tacchino od un'enorme fetta di torta dolce... Lepidissimo il riffa-raffa de' ragazzi sul ben di Dio abbandonato sopra le tavole; fu proprio la nota allegra del giorno !

Non vorrei però credesse che la scampagnata turbasse l'ordine della Missione o ne impedisse il frutto : Monsignore, accettando, credè di lasciar Dio per Dio, e quando le cose si fanno così, riescono egualmente colla benedizione della Divina Misericordia. In Acha si fece tanto e più che nelle altre Missioni, e si è soddisfatti di quella cortese popolazione. Quando le Autorità precedono nel buon esempio le popolazioni, è difficile che il Missionario non raccolga dolci frutti di conforto e salute.

Malgrado l'ora intempestiva, molti amici ci aspettavano il giorno 12 alla stazione per accommiatarci... Monsignore e tutti avremmo voluto stringere al nostro seno in abbraccio immenso di carità tutta quella gente ! Oh noi la ricorderemo sempre con affetto : sono cortesi, generosi, fratelli a' poveri Salesiani! Dio li rimuneri !

Anche il povero D. Orsi presentò le sue pressanti istanze : si trova solo, alla testa della Parrocchia, del Collegio e d'un vastissimo distretto : è pallido, dimagrito e non ne può proprio più. Ha veramente necessità d'un sublevantem se, altrimenti soccomberà certamente e presto. Monsignore non sa dove dare la testa, e mi dice : « scrivi, insta opportune et importune presso al signor D. Rua », ed io lo faccio, come vede. Oh volesse il Cielo ch'io venissi ascoltato presto!

Eravamo già installati, per gentilezza del signor Green, direttore della Compagnia ferroviaria, in un posto riservato con ogni comodità ; ci abbracciamo un'ultima volta con D. Orsi, la vaporiera fischia, addio, Acha ! Voglia Dio farti tosto grande nella religione e civiltà, prospera, degna Capitale del nuovo Stato redento della Pampa nella gran Repubblica Argentina !

(Continua).

COLOMBIA Le Figlie di Maria Ausiliatrice alla cura dei lebbrosi di Contratacion (Dip. di Santander).

REV.mo SIGNOR Don RUA,

Bogota, 12 Febbraio 1898.

EccoLE una bella notizia che farà piacere a lei, ai figli di D. Bosco, ai Cooperatori e Cooperatrici Salesiane ed ai lettori tutti del Bollettino Salesiano.

Nel prossimo passato gennaio le Figlie di Maria Ausiliatrice, venute a Bogotà fin dall'anno 1896, fecero i loro primi esercizi spirituali in Colombia. Nei rendiconti di regola, mi feci a interrogarle separatamente se avessero paura di quella che qui si usa chiamare re degli spaventi, rey de los espantos, e se andrebbero volentieri e spontaneamente al Lazzaretto di Contratacion nel dipartimento di Santander. La risposta fu quasi una stessa per tutte : - Sì, vi andremmo volentieri, se così giudicassero i Superiori.

- Ma non avrete poi paura, trovandovi fra tanti pericoli di contagio ?

- Se ci assaltano timori, rispondevano an cora, li vinceremo colla grazia divina, come seppero vincerli i Salesiani che hanno stanza fra i lebbrosi di Agua de Dios e di Contratacion.

- Ma, e se per disgrazia v'incogliesse il terribile male, che fareste allora?

- Pregheremo tanto il Signore e la Vergine Ausiliatrice nostra Patrona, che questo non succeda e che liberi noi pure dal malore, come finora ha preservati i Salesiani; ma se mai il Signore disponesse altrimenti, fiat voluntas Dei, siamo pronte a tutto.

Queste ed altre risposte fatte ad altre mie osservazioni, risposte franche, senza alcuna esitazione, con volto ilare e col sorriso sulle labbra mi riempirono di ammirazione; e la fondazione della prima Casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice fra i lebbrosi di Contratacion fu decisa ipso facto, ben inteso, d'accordo colle Superiore di questa Congregazione.

Ma venne il meglio. Naturalmente non potevano partire tutte, dovendo alcune restare nella Casa loro di Bogotà; di sette, se ne scelsero tre; ma tre sole, per 700 e più lazzarini che abbisognano dell'opera loro, erano troppo poche. Si pensò allora alle novizie, e si tastò il terreno. È bene sapere che qui in generale si ha un vero terrore della lebbra, e non solamente fra le donne, ma anche fra gli stessi uomini. Temevasi quindi che, trattandosi di giovanette delicate di salute, riceverebbero con orrore ogni proposta di simil genere. Invece non fu così; tutte, senza eccezione, s'offrirono a partire quando che fosse, e prestare l'opera loro ai loro disgraziati connazionali lazzarini, e ciascheduna voleva avere il privilegio di essere preferita.. Che bei trionfi per la nostra santa Religione!

Pertanto il giorno 7 del corrente febbraio partivano per quella destinazione, dove, la Dio mercé, arriveranno il 14, se durante il lungo viaggio, sul dorso delle mule, per istrade montagnose, non succederanno disgrazie. La Madonna Ausiliatrice vi accompagni e vi benedica, o valorose Figlie di D. Bosco!

E che vanno a fare a Contratacion? Quale la loro principale missione? - Attendere alle Scuole delle bambine; stabilire l'Oratorio festivo ed assistere i moribondi a domicilio.

Hanno casa conveniente? Sì e no; la casa loro destinata per adesso è quella stessa che occupai io nel 1894, quando fui a dare la prima missione ai lebbrosi, e che l'anno scorso occupò un medico mandato dal Governo per fare l'applicazione della sieroterapia. Non credo che sia mai stata abitata da ammalati, e quindi è fra tutte la meno pericolosa. È isolata affatto e dista circa 300 metri dal centro della popolazione; con poca spesa, può essere ingrandita facilmente.

Dissi che assisteranno gli ammalati a domicilio; e perché non in un ospedale? Veramente ospedale non vi è, se pure non si vuol chiamare con questo nome tutta la popolazione che conta da 700 a 800 lebbrosi. Ma un edifizio che serva per raccogliere i più aggravati dal male, veramente non vi è. Col tempo è probabile che vi si possa erigere; e Colombia che ha dato al nostro D. Unia milioni di cuartillos (centesimi), coi quali poté edificare il magnifico e grandioso ospedale di Agua de Dios, ne darà altrettanti e più ancora, se fosse il caso, per procacciare un buon ospedale ai miseri lebbrosi di Contratacion. Ma frattanto la missione delle Suore per adesso sarà difficilissima, trovandosi nella necessità di assistere gl' infermi a domìcilio, il quale consiste per la maggior parte in un lurido tugurio o casupola di paglia, molte volte aperta ai venti ed alle pioggie, e nella più squallida miseria. Quanti ne ho visti sdraiati sul nudo suolo, senza avere un misero letto, su cui giacere moribondi ! Poverini ! Che consolazione proveranno nel vedersi a fianco, almeno nelle ore estreme, l'angelo consolatore di una Suora che li sollevi e nel corpo e più nello spirito, e li conforti e li sorregga nel gran passo, con parole di speranza, di fede e di amore ! Io credo che, come sei anni fa entrando D. Unia nel Lazzaretto di Agua de Dios entrò pure il benessere materiale, anche a Contratacion collo stabilirvisi del Prete e della Suora incomincierà pure un'era di prosperità materiale per quei poverini, che ne han tanto bisogno.

L' Oratorio festivo poi salverà tante povere bambine dalla lebbra spirituale, assai più contagiosa e pericolosa che la corporale. Non è raro il caso, che povere bambine, già infette di lebbra, o perchè orfane o perché le autorità non giudicano conveniente lasciarle frammezzo a sorelle e fratelli sani, sieno obbligate a rifugiarsi nel Lazzaretto. Quanti pericoli per esse, al trovarsi sole, lontane dalla casa paterna, senza la mano di una madre che le sorregga nel pericolo o le rialzi nella caduta! E di queste povere bambine più o meno abbandonate e bisognose di guida, di consiglio, di appoggio in quel Lazzaretto di Contratacion ve ne sono non meno di un centinaio. Ecco l'opera salvatrice delle Suore di D. Bosco; esse saranno per quel centinaio di povere anime, madri, consigliere, tutrici; e non potendo salvarle dalla lebbra del corpo, le salveranno almeno da quella più schifosa dell'anima.

Ecco la triplice missione delle Figlie di Maria Ausiliatrice nel Lazzaretto di Contratacion. Il Signore dia loro forza e costanza per compierla in tutte le sue parti, alla maggior gloria di Dio ed a bene delle anime !

Prima di finire, aggiungerò che contemporaneamente partì pure il Diac. Gerolamo Cera, per tener compagnia al caro D. Garbari, e, ordinato poi sacerdote, sarà il suo primo aiutante di campo. Essi faranno in Contratacion quello che altri Salesiani fecero e fanno in Agua de Dios; vale a dire faranno da padri, consiglieri, amici dei poveri lebbrosi e da angeli salvatori di tanti giovani colla Scuola e l'Oratorio festivo.

Amatissimo Padre, li raccomandi tanto al Signore quei cari Confratelli e Suore e li raccomandi pure alle preghiere di tutti i Cooperatori, Cooperatrici dell'Opera Salesiana. Ohl quanto bisogno hanno di essere sorretti nelle loro dure fatiche e nella loro pericolosissima missione! Contratacion ha un grande svantaggio sul Lazzaretto di Agua de Dios; il secondo ha clima ardente e secco, rifrattario al contagio, dicono i medici; mentre il primo ha clima temperato, assai umido e quindi contagioso. È certo che essi prenderanno tutte le precauzioni che la scienza suggerisce, perchè non abbia da incoglierli il brutto male; ma tutte le precauzioni non potranno nulla, se il Signore non mette la sua santa mano per salvarli da ogni pericolo.

Mi benedica; benedica tutti i suoi figli Americani, in particolare quelli che sono più cari al suo cuore di padre, i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice di Agua de Dios e di Contratacion.

Tutto suo nel Signore

Devotissimo Figlio

Sac. EVASIO RABAGLIATI.

P. S. - Grande consolazione mi ha portato la sua lettera, colla bella notizia che un medico nostro connazionale, il Dott. Domenico Fornara di Taggia, ha ottenuto già su questo terribile male della lebbra dei bei trionfi, riconosciuti pur da tutte quelle celebrità mediche raccolte nel passato ottobre nel Congresso di Berlino. Faccia il Signore che riesca appieno nella sua umanitaria e nobile impresa. Che gloria per la nostra Italia se così fosse! Già da anni qui si parla con onore del Dott. Maragliano di Genova, che scoperse, pare, il rimedio contro la etisia. Ultimamente si parlò e si scrisse molto e bene del Dott. Sanarelli, italiano pure, quegli che in Montevideo scoperse il rimedio contro la febbre gialla, che fa tante vittime anche sulle coste colombiane; e perchè non potrebbe toccare a un Italiano la gloria di trovare il secreto di distruggere il più fiero male che esista nel mondo, la lebbra? Amatissimo Padre; scriva al Dott. Fornara, lo preghi e lo scongiuri in nome di 30 mila lebbrosi colombiani, a continuare nei suoi studi, a perseverare nelle sue ricerce, nelle sue applicazioni fino ad ottenere il pieno trionfo che ambisce.

Che gloria per lui e per la patria allora ! Il nostro D. Unia si avrà la sua bella statua di marmo nella piazza di Agua de Dios, perchè si fece amico di alcune centinaia di lebbrosi; oh che bella statua preparerebbe Colombia a colui che giungesse ad essere il salvatore dei suoi trenta mila ammalati ! Allo stesso tempo quante lagrime di madri, di padri., di fratelli e sorelle asciugherebbe ! e quanti cuori oppressi dal dolore risanerebbe! Ma la gloria più bella, il guiderdone più ambito e prezioso lo riceverebbe poi nel cielo dalle mani di Colui che disse : Beati misericordes, quoniam ipsi misericordiam consequentur. Fiat. Fiat.

CALIFORNIA

Progressi della missione tra gli Italiani emigrati. Una nuova Chiesa - L'Oratorio festivo.

AMATISSIMO PADRE DON RUA,

S. Francisco, 22 Febbraio 1898.

IL giorno 17 del corrente mese è arrivato in mezzo a noi sano e salvo, il carissimo confratello Don Carlo Redahan, non senza aver sofferto dei contrattempi nel suo viaggio. Un campo immenso gli si apre innanzi per far del bene a questa povera gioventù italiana per mezzo di un ben organizzato Oratorio festivo; benedetto sia Dio e Vostra Signoria, che ci hanno mandato in persona di lui un buon rinforzo ! I lavori parrocchiali non ci permettevano poter fare un bene solido ai giovanetti della Colonia; era quasi fisicamente impossibile. Una Colonia di 15 mila e più Italiani sparsi dappertutto, in una città di 300 mila abitanti, assorbe il nostro tempo sia in andare attorno per l'amministrazione dei SS. Sacramenti agli ammalati nelle loro famiglie e negli ospedali, sia in attenderli in chiesa.

Coll' aiuto del nuovo sacerdote avremo, spero, quest'anno una Prima Comunione assai numerosa. Già cominciarono le istruzioni catechistiche dirette a questo scopo. Al catechismo della domenica assistono circa 700 fra ragazzi e ragazze.

Ma per la Santa Pasqua ci troveremo già ancora pochi e insufficienti al lavoro, perchè per detta epoca si benedirà e si aprirà al culto la nuova Chiesa, che ho promosso si fabbricasse nei così detti Giardini degli Italiani, luogo nel quale risiede una colonia di circa duemila di essi. Là era di urgente necessità la Chiesa; perchè per la distanza che vi è per venire a questa parrocchiale, e pel lavoro al quale essi sono eccessivamente dedicati anche il giorno di festa, non sono praticati i SS. Sacramenti e quasi perfettamente abbandonati gli esercizi di pietà cristiana. Colla inaugurazione della Chiesa vi è pur bisogno di un Missionario per tenerla aperta al culto; ed ecco che, come diceva, il lavoro aumenta, e siamo solamente tre a sopportarlo. Come vede, caro Padre, pel prossimo autunno nutro speranza che ci manderà ancora un nuovo rinforzo. La nuova Chiesa dista da questa, dove siamo, un'ora di cammino per carro elettrico. È incaricato di vigilare ai lavori di costruzione il caro confratello Don Valentino Cassini. Oltre alla Chiesa, si fabbrica a lato anche la modesta Casa pel Missionario.

Dopo la Santa Pasqua apriremo pure, spero, solennemente l' Oratorio. L'affluenza dei giovinetti promette di essere numerosa assai. Saremo allora obbligati a trasportare le nostre tende altrove, come avvenne più volte al nostro caro Padre Don Bosco, perche il luogo che abbiamo disponibile per oggi, è non troppo comodo, nè vasto abbastanza. Dio provvederà! Da cosa nasce cosa, e secondo le circostanze di tempo e luogo faremo il bene possibile.

Abbiamo celebrato colla maggior solennità possibile la festa del nostro Santo Protettore San Francesco di Sales, il giorno 30 gennaio. Fu preceduta da una novena, alla quale concorse molto popolo. Il panegirico del Santo fu detto dal zelante P. Sardi della Compagnia di Gesù.

Il giorno dopo, lunedì 31 di gennaio, celebrammo pure il decimo anniversario della morte del nostro venerato Padre Don Bosco. Cantò la Messa Don Cassini ; ed io tenni la Conferenza salesiana conchiudendo coll'invitar tutti i presenti a venirci in aiuto per aprire e sostenere l'Oratorio, unica àncora di salvezza per la povera gioventù italiana di San Francisco. Erano presenti varii Reverendi Sacerdoti rappresentanti delle loro rispettive Comunità religiose, come dei Padri Paolisti, dei Padri Gesuiti, dei Padri Francescani, ecc., ai quali tutti porgiamo i sensi della nostra venerazione e sentita riconoscenza per l'appoggio e l'incoraggiamento che ognora ci danno nella nostra Missione.

Non ci dimentichi nelle sue fervorose orazioni a Maria SS. Ausiliatrice e ci benedica in Corde Jesu.

Seco Obb.mo Figlio

Sac. RAFFAELE M.a PIPERNI.

EGITTO Per i nostri emigrati.

A una corrispondenza all'Italia Reale-Corriere Nazionale di Torino - in data 2 aprile - stralciamo il seguente cenno intorno all'Istituto d'arti e mestieri apertosì, come i nostri lettori sanno, da poco più di un aiuto in Alessandria d'Egitto, sul viale Bod Sidra, dai Figli di D. Bosco.

« Premetto anzitutto (così il corrispondente) che avvi qui, in Alessandria d'Egitto, una colonia numerosa d'Italiani, oltre 20,000, che da molto invocavano un Istituto professionale a base religiosa pei figli del popolo. Non mancano, è vero, Istituti d'educazione e d'istruzione, ma... quid inter tantos, cioè con una popolazione di oltre 200,000 abitanti, quanti ne conta attualmente Alessandria? D'altronde gli uni di siffatti Istituti s'indirizzano di preferenza alle classi elevate e per un alto corso di studi, gli altri alla gioventù di una data nazionalità; taluno poi non ispira troppa fiducia alle famiglie cattoliche, perché fa divorzio dall'istruzione religiosa.

» Mancava un Istituto che, avendo assolutamente per base la fede e la morale cattolica, mirasse ad accogliere giovanetti di qualsiasi nazionalità, sopratutto poveri o disagiati di fortuna, per avviarli alle arti e ai mestieri, un Istituto che educasse nella fede cattolica e nella lingua e nelle tradizioni italiane i figli dei nostri connazionali. Ed a questo provvide il successore di D. Bosco, D. Rua, invitato e incoraggìato dalla benemerita Associazione Nazionale pei Missionari italiani. E, cosa mirabile! vi provvide col trasformare nientemeno che un'antica carcere (e che carcere!) in Istituto educativo. Così D. Bosco, che cominciò costì in Piemonte, anzi in Torino, la sua missione sublimemente religiosa, morale e civile nelle carceri e tanta povera gioventù salvò dalla prigione e dalla morte, cominciava per mezzo de' suoi figli l'opera sua qui in Egitto col rendere luogo di pace e di riabilitazione quel che prima era un antro di spasimi e di bestemmie. Benedetto D. Bosco

» Non è che poco più di un anno che siamo qui stabiliti; e pure quanto si è operato con la grazia di Dio e con la cooperazione dei buoni ! L' Istituto conta già oltre settanta alunni, gli uni gratuitamente accolti, gli altri con tenuissima retta, e tutti ricevono qui educazione cristiana ed istruzione professionale conforme ai bisogni della vita. Vi s'insegna anzi tutto la lingua italiana che occupa, insieme con la religione, il primo posto fra le varie materie di studio: vengono quindi l'arabo, il francese, l'inglese, con l'aritmetica e contabilità, storia e geografia, disegno e calligrafia. Cinque poi sono i laboratori già impiantati, cioè sarti, calzolai, falegnami, legatori di libri e fabbri ferrai.

» Ma vi ha assai di più a fare... Voglia il Signore venirci in aiuto e muovere a nostro soccorso quanti hanno a cuore la salvezza della gioventù e il nome e l'onore d'Italia, troppo compromesso in questi paesi da pochi anticlericali che nuociono ad un tempo alla religione e alla patria.

» Dobbiamo però ringraziare il Signore della gentilissima accoglienza che abbiamo in tutti trovato e dell'entusiasmo, con cui è veduta e apprezzata l'opera nostra. Anche qui è conosciutissimo D. Bosco; anche qui il nome di lui ci apre le porte di tutti ; anche qui al nome di D. Bosco accorrono da tutte le parti. Ne fu prova - per parlare di un fatto solo - l'accademia musico-letteraria in italiano, francese, inglese, greco, arabo e latino tenutasi il due marzo u. s. e onorata da un uditorio scelto e numeroso.

» Tutti si domandavano come mai avesse potuto un Istituto, nato or ora, dare di sè in breve tempo un così lodato saggio. Nulla poi dirò dell'attenzione, del religioso entusiasmo con cui fu ascoltato ìl discorso del prof. D. Cerutti, reduce dalla visita agli. Istituti salesiani della Palestina. La sua parola dolce e persuasiva, il ricordo che egli, uno de' più antichi figli di D. Bosco, evocava, interrotto dalla commozione, della vita e delle grandi opere dell'amato Padre, tutto produsse un'impressione la più viva e la più profonda nel numeroso uditorio, che proruppe in ripetuti applausi.

» Di tutto sia lode a Dio, che cotanto ci ha favoriti finora, e dal. quale, rappresentato nella persona dei facoltosi, soccorsi maggiori aspettiamo per continuare ed ingrandire quest'Istituto a vantaggio sopratutto de' figli degli Italiani qui emigrati. »

In fascio

S. PAOLO (BRASILE). - Movimento religioso nel santuario del S. Cuore. - Leggiamo nella Piccola Rivista Cattolica di S. Paolo, del 23 gennaio, quanto segue: « Di molta consolazione ci torna poter qui registrare che nell'anno passato 1897, nel devoto e frequentatissimo santuario del Sacro Cuore, diretto dai Salesiani di Don Bosco, si sono distribuite 41,200 Comunioni (delle quali più di 300 prime Comunioni), e si celebrarono quasi 4000 Messe, assistite sempre da numerosi fedeli. Nelle domeniche e feste di precetto più di 500 fanciulli, divisi in varie classi, ricevono spiegazione catechistica sopra le principali verità di N. S. Religione. Queste cifre, mentre sono una prova irrefragabile dello zelo e dei frutti abbondanti che raccolgono i figli di Don Bosco nel santuario del Sacro Cuore, sono pur una prova evidente del risveglio dello spirito religioso in quest'importante capitale, che prende il nome dell'Apostolo delle genti.

» Ci consta che nel detto santuario a principiare dal venturo febbraio, nelle domeniche e feste di precetto vi sarà celebrazione di Messe a tutte le ore, dalle 5 fino alle 10 del mattino, con omelia o spiegazione del Vangelo in portoghese nell'ultima e con breve istruzione religiosa in lingua italiana durante la Messa delle 6, per comodità della numerosa Colonia italiana stabilita in questa città.

» Le nostre cordiali congratulazioni agli attivi Salesiani, ed i nostri sinceri voti perche il divoto santuario del S. Cuore continui a produrre sempre maggiori frutti a gloria di Dio ed a salute delle anime! »

S. FRANCISCO (CALIFORNIA). - Resoconto dell'anno. - Il giorno 11 marzo scorso si compiva un anno, dacchè i figli di Don Bosco entrarono a reggere la Parrocchia degli Italiani residenti in S. Francisco. Da calcoli fatti risulta che udirono 5000 Confessioni, amministrarono circa 12000 Comunioni, fecero circa 500 visite ad ammalati, amministrarono in chiesa 490 Battesimi ed altri 55 a bambini ammalati nelle proprie abitazioni, fecero 130 Matrimonii, tennero più di 400 prediche tutte sopra distinti argomenti e sostennero con lo splendore loro possibile le funzioni ed il servizio religioso della Parrocchia. Di tutto sia lode e gloria al Signore ! Benedica Egli gli umili sforzi dei figli di Don Bosco e faccia sì che vada sempre più aumentando il bene tra quei nostri cari connazionali! Noi lo speriamo, specialmente ora che a quei nostri Confratelli s'è aggiunto un altro sacerdote, che collo slancio di un apostolo s'è gettato tosto all'istruzione religiosa di quella gioventù, preparando per Pasqua una numerosissima Prima Comunione. Frattanto, come per inaugurare i lavori del secondo anno, ai 13 di marzo in quella Parrocchia si diede principio ad una santa missione, che portò a quelle anime frutti copiosissimi di vita eterna. Deo gratias !

CHOSMALAL (PATAGONIA) -In Missione Da una letterina di D. Matteo Gavotto al nostro Superiore apprendiamo con piacere come questo nostro caro Confratello, in una missione data dal 26 ottobre al 22 dicembre dello scorso anno, in varii punti della vastissima zona delle Cordigliere chilene e dei fiumi Neuquen, Agrio e Norquin, ha riportati i seguenti frutti : 230 Confessioni, 210 Comunioni, 131 Battesimi, 12 Matrimoni ed un centinaio tra prediche ed istruzioni catechistiche.

Egli dà grazie al Signore per averlo fatto degno di soffrire qualche cosa per amor suo. Fu sempre accompagnato da venti gagliardi e freddissimi ed anche dal gelo; contuttociò dovette passare più notti a ciel sereno in mezzo al campo. La miseria che regna in quei paraggi è estrema, tanto che più volte egli ed il giovine suo compagno ebbero a soffrir la fante per non trovare ove provvedersi del pane. Attraversando poi il terribile Neuquen, poco mancò che non venisse travolto da quelle vorticose acque, come avvenne al compianto D. Agosta.

Scampato da tanto pericolo, D. Gavotto prega D. Rua a volersi a lui unire nel ringraziare Iddio e la Vergine Ausiliatrice, che ognora si mostra Madre tenerissima verso de' Missionari Salesiani. E noi preghiamo i nostri lettori che si vogliano sempre ricordare nelle loro preghiere dei nostri cari Missionari, i quali del continuo si trovano esposti a gravi pericoli e passano i loro giorni in mezzo a disagi d'ogni genere.

GRAZIE DI MARIA ÀUSILIATRICE

Guarigione istantanea.

Era il giorno 31 maggio dell'anno 1897, quando la nostra cara mamma Agata Seminara, che, sebbene settantenne, godeva di un discreto grado di salute, fu colta all'improvviso da un gravissimo e violento malore, il quale seguìto dalla prostrazione totale delle forze con movimento convulso di nervi, febbre, lingua arida e rossa, delirio inarticolato, polsi capillari ed intermittenti, inconscienza ed insensibilità completa, la ridusse in men d'un'ora agli estremi.

Questo stato di prossima catastrofe, nel quale i medici non trovarono una formola di diagnosi, ed i farmaci provarono la loro impotenza, e che durò sino alle ore 18, ispirò a noi e famiglia di ricorrere con viva fede alla protezione di Maria SS. Ausiliatrice.

Non fu vana la nostra speranza. Dopo circa mezz'ora, la paziente cominciò ad esser più calma, poscia riacquistò l'intelligenza e la parola, avvertì il colpo mortale ricevuto e migliorò così rapidamente, che la domenica di Pentecoste 5 giugno successivo sedette con nostra grande consolazione alla mensa comune.

Sia lodata e glorificata pertanto ognor più la SS. Vergine Maria, Aiuto dei Cristianì, mentre noi, protestando la nostra viva riconoscenza offriamo L. 100 per una Messa di ringraziamento.

Catania, 1 Marzo 1898.

GIUSEPPINA ed ANGELINA Sorelle SANTACROCE.

Misericordia di Maria.

Evviva sempre e dovunque la nostra buona Mamma Maria SS. Ausiliatrice ! Avevo bisogno di una grazia speciale a favore di un mio caro zio. Già da circa 20 anni non si era più confessato, ed ora, trovandosi quasi in fine di vita, ricusava di ricevere i SS. Sacramenti, adducendo per pretesto, che sarebbe andato egli stesso a confessarsi quando fosse guarito. Priva di ogni speranza di guarigione, mi rivolsi a Maria SS. Aiuto dei Cristiani, certa di ottenere all'ammalato la grazia di ben morire. A questo fine, il giorno di S. Francesco di Sales, mi recai in chiesa a fare la S. Comunione ed invocai di cuore l'aiuto della potente nostra Avvocata, promettendo di far celebrare una Messa nel suo santuario di Torino e render pubblica la grazia sul Bollettino Salesiano. Recatami poscia a trovare l'ammalato, gli feci baciare un'immagine di Maria SS. Ausiliatrice, e lo esortai con altre pie persone a raccomandarsi alla Madonna. - Troppo lunga sarei se volessi riportare tutte le parole che gli rivolgemmo e quelle che egli ci rispondeva: il fatto sta che, prima di sera, la grazia tanto sospirata era giunta, e quando ritornai a casa, il mio caro zio aveva già fatta la sua confessione ad un prete salesiano di questa città. La sera del 2 febbraio, festa della Purificazione della Beata Vergine, si riconfessò, e mentre stava aspettando con ardente desiderio l'alba del nuovo giorno per potersi cibare (dopo tanti anni che nol faceva) del Pane dei forti, fu colto da una grande debolezza. Venne in fretta il sacerdote, e si ebbe ancora tempo a dargli l'Estrema Unzione e la Benedizione Papale. Circa tre quarti d'ora dopo il mio caro zio era già andato a vedere Colei, nella quale non invano avevamo confidato. Sia dunque lode, amore, gloria, riconoscenza alla Beatissima Vergine Maria Ausiliatrice. Quantunque alquanto tardi, adempio la promessa fatta, inviando la tenue offerta di L. 5 per la celebrazione di una Messa all'Altare di Maria Ausiliatrice, e pregando di voler pubblicare la seguente relazione sul Bollettino Salesiano, affinchè tutti possan conoscere quanto sia buona Maria anche verso quei figli che, dopo d'averla offesa e disgustata, a Lei si rivolgono con pentimento e con fede.

Spezia, 17 Marzo 1898.

ANNA BELLO.

Innocenza riconosciuta.

Adempio al voto fatto di far pubblicare la grazia che la SS. Vergine degnossi concedermi. Da 26 mesi trovavami in carcere, vittima d'una infame calunnia ordìtami per ispìrito di partito. Abbattuto, ma non confuso, posi tutta la mia fiducia in Maria SS., che si dice ed è l'Aiuto de' Cristiani. Ed ecco che finalmente, il giorno 15 marzo., dopo 11 gìorni di accanito dibattimento nell'Assìse di Caltanisetta, fui restituito all'affetto della mia famiglia, trionfante della mia innocenza. Riconoscente, le invio la tenue offerta di L. 5, con preghiera di far celebrare una Messa all'altare della SS. Vergine Ausiliatrice.

Calascibetta, 23 Marzo 1898.

TITA ANTONINO BILLOTTI.

Da morte a vita.

Scrivo col cuore ebbro di gioia. La novena di preghiere a Maria SS. Ausiliatrice ha impetrata la guarigione della mia diletta mamma. La fiera polmonite, che l'aveva ridotta agli estremi, fu miracolosamente superata. Già aveva ricevuto il SS. Viatico e già il Sacerdote colla stola ed il libro alla mano aveva incominciato a recitare le preci degli agonizzanti; quando migliorò come per incanto. Tutti ne sono stupiti ed attribuiscono alla potente intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, che sempre abbiamo invocata con fiducia, se non abbiamo perduta la mamma. Invio la tenue offerta di L. 15 perchè si celebri una S. Messa al suo altare; ed ora sto facendo una tovaglia di altare che spero io stessa portare a Torino. Sarei riconoscente, se questa strepitosa grazia fosse pubblicata nel Bollettino Salesiano, perchè sento che mancherei ad un debito di riconoscenza verso Maria SS., se la tenessi celata; imperocchè molte persone erano presenti e poterono vedere co' loro occhi operarsi questo miracolo della guarigione di mia mamma. Oh ! sì, tutti coloro che sono oppressi dal dolore, nelle miserie di questa vita, si rivolgano a questa buona Madre Maria, che certo rimarranno consolati! L'abbiamo sperimentato noi la potenza di Maria, e possiamo assicurare che a Lei non si ricorre mai invano. Viva ! Viva Maria SS. Ausiliatrice !

Milano, 12 Aprile 1898.

ADELAIDE CARONES-PORTA.

Cassolnovo (PaVIa). -. Quanto mai io debbo a Voi, o Celeste Ausiliatrice, per le molteplici grazie ricevute, per sì amoroso patrocinio verso di me e di tutta la carissima mia famiglia! Egli è coll'animo compreso dalla più viva riconoscenza che invio una tenue somma al vostro santuario di Torino per la celebrazione d'una Messa, e che prego sia ciò inserito nel Bollettino Salesiano, affinche sempre più si conosca il vostro valido patrocinio.

16 marzo 1898.

ENRICO COVA.

Catania. - La signora Marietta Isaja, avendo letto nel Bollettino Salesiano i molti prodigi operati da Maria Ausiliatrice, fece ricorso a Lei, promettendo che, se la sua figlia si fosse ristabilita dal male che aveva, avrebbe fatto inserire il fatto in detto periodico. La Madonna le concesse la grazia domandata; pertanto prega volere registrare tra gli altri questo portento della intercessione di Maria Ausiliatrice ed invia l'offerta di L. 10 per la celebrazione di una s. Messa al suo altare in Valdocco.

Cavalese (TIROLO ITALIANO). - Quanto è buona Maria! Da più d'un mese il nostro buon padre soffriva acuti dolori nervosi, senza che le più assidue cure dei medici potessero calmarli. Che fare? « Rivolgetevi alla potente Ausiliatrice dei Cristiani, » pareva ci suggerisse una voce. Sì, o Maria ! Rivolgiamoci a Maria Ausiliatrice con una novena ! Mirabile bontà ! Non l'avevamo ancora finita, che Maria, pronta, ci esaudiva, facendo poco a poco scomparire i dolori al caro nostro padre! Memori pertanto della promessa, ci affrettiamo a spedir all'Oratorio di Torino la tenue offerta di L. 3 ed a far annunziar la grazia nel Bollettino Salesiano, affinchè si conosca una volta più che non indarno Maria è chiamata: « l'Aiuto dei Cristiani! »

1° febbraio 1898.

Sorelle e fratelli FELICFTTI.

Faenza. - Un'ottima famiglia della Diocesi di Faenza vivissimamente ringrazia la Vergine SS.ma Ausiliatrice per una singolarissima grazia ricevuta ed offre in riconoscenza L. 1000, chiedendo che si preghi per essa.

14 aprile 1898.

Sac. GIO. BATTISTA RINALDI.

Faenza. - Nel Bollettino Salesiano dell' aprile dello scorso anno 1897 fra le grazie di Maria Ausiliatrice compariva pure quella concessa nel febbraio precedente al sottoscritto in favore di un suo nipotino per nome Aldo, di mesi tredici. Ed ora, precisamente un anno dopo, nel febbraio passato, altro mio carissimo nipote dell'età di anni sedici, colpito prima dall'influenza, a cui s'aggiunse più grave malore, aveva messa la desolazione nell'intera famiglia. Ma il nonno, non dimenticando quanto in vita l'amatissimo padre Don Bosco gli aveva detto: In tutti i vostri bisogni rivolgetevi alla Madre di quel Dio che affanna e che consola ; corse al Collegio Salesiano e prostratosi ai piedi dell'altare pregò e la sua preghiera venne ascoltata, ottenendone al suo Francesco la guarigione. Ne sia benedetto e lodato sempre il Signore e la sua gran Madre Maria Ausiliatrice.

FRANCESCO NESSOLI.

Fossano. - Giovenale Pettiti ringrazia di cuore la SS. Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, per la guarigione ottenuta a sua moglie affetta da una malattia grave e pericolosissima, ed invia una piccola offerta per la celebrazione di una Messa di ringraziamento, invocando in pari tempo da Maria SS. quella cristiana perseveranza nel bene operare e nel continuo adempimento de' suoi doveri.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e pieni di riconoscenza inviarono offerte al sito santuario di Torino o per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di D. Bosco, i seguenti

Giovannina Pantiero Ved. Verda, che inviò l'offerta di L. 20. - Vizzini (Catania): La Sig. Guzzardi, 5.Torino: Z. B. C., una collana di corallo; L. G., 2 per la celebrazione d'una Messa; Carolina Ponchia ; Ernestina Biino Mosca. 8. - Gare,ssio-Borgo: D. Francesco Pelleri, Vice Curato, per la guarigione di sua madre e di un'altra pia persona, 10. -Giuditta Fedrigo, 6. - Ivrea : Raffaele Iberto. - Messina : Cosmo Vento, 2. - Bologna: D. Gaetano Azzarani, Parroco, per la famiglia di Napoleone Mazzetti. - Darfo (Valcamonica): M. Luigia Azzi, Figlia del. S. Cuore, 7. - Cilaregn.a: Giuseppe Rampi, 4. - Cortazzone: Domenico Goria, per l'ottenuta guarigione a Delfina Peira-Goria travagliata da un forte e lungo mal nervoso, 5. - Vercelli: Ch. Pio Bobba, 6, per l'ottenuta guarigione di due fratelli. - Vedegheto: Gelsomina Lolli. - Castagnito : Eleonora Allora, per la guari gione di sua cognata, 7. - Champdepraz: Amato Francesco Obert, 5,75. - Chiusa di I'esio : Catterina Pelutiero, per due madri di famiglia, 12. - Calciavacca: Giuseppe Bertolina, 5. - Collesano (Palermo): N. Valenza, 5. - Bianzè: Maria Carletta. - Riva di Chieri: T. A., con generosa offerta per segnalatissima grazia; Marianna Gorgerino n. Gamba. - Genova: S. M. Eletta Ponte C.a, Superiora del Monastero delle Crocifisse. - Alserio (Como): Sac. Domenico Parravicini, 5. - Bassignana (Alessandria): Marcello Garavelli, 10. - Cascina Vergnana (Pavia): Camilla Sacchi, 10. - Verolengo: Rosa Marcella, 10; Natalina Fontana, 6; Giovanna Benedetto, 5. - Vialfrè: M. Baratono, Maestra, 5. - Sassello: Giov. Battista ilavera. - Ronta: Vittorio Nosotti, 5. - Bondanello (Bologna): Ercolano Roveri, 5 a mezzo del Sac. Filippo Monzini Cappellano. - Morozzo (Cuneo): N. N., 5. - Carignano : Teresa Bellino, 10. - Vallelunga-Pratameno: Sac. Loreto Ognibene, 5. - Cavedine (Trentino): Remigio Roncher per una grazia segnalatissima ringrazia vivamente Maria Ausiliatrice. - Nunziata di Mascali: D. Salvatore Patanè. - Verona : Una persona devota di Maria - Ausiliatrice, 3. - Canellí: B. C. T. - Rancio: Giovanni e Liberata Pisciui, 7. -Roccacigliè (Cuneo): Serafica Gallesio, 5. - Torremenapace D. Giovanni Gamadei, Parroco, 7. - S. Nazario (Cuneo): Leodagario Sanino fu Antonio, 2. - Caíro-Montenotte: Giulio Massarotti. - Casalino (Novara): F. Cantoni, 5. - Monte di Talamello (Pesaro): Emma Tomasetti. - Molare (Alessandria): Maddalena Bonaria in Ferrando, 2,50. - Cologne: Bernardino Mazzotti, 2. - Savigno (Bologna): Claudia Pallotti-Zacconte. - Carciadi (Catanzaro): Teresa Lazzaro fu Antonio per aver Maria Ausiliatrice salvata dal fuoco una sua bambina. - Casalcermelli (Alessandria): Clotilde Boidi. - Borgo S. Dalmazzo (Cuneo): Ermelinda Fenoglío n. Torti; Maria Maddalena Bessone. - Alassio: Michele Giribaldi. - Porto Valtravaglia: Germano Martignoni, 5. -

NECROLOGIA

Bartolomeo Vallarino.

FRA i Cooperatori defunti nel mese di marzo scorso, non possiamo non ricordare l'anima eletta di Bortoloneo Vallarino che si segnalò per un sincero attaccamento a Don Bosco e alla Pia Società Salesiana, alla quale non mancò di portar l'obolo della sua carità, zelando come meglio poteva a vantaggio delle Opere di Don Bosco.

Nè si contentò di sole preghiere e di offerte, ma alla Pia nostra Società consacrava, con effusione di cuore, varii fra i suoi figli, felice reputandosi di potere in tal modo contribuire al bene della gioventù povera ed abbandonata. E questi specialmente furono per lui sempre durante la vita e in modo particolare al punto di morte oggetto di consolazione e di conforto, di tenerezza e di pianto. Oh come era contento in quell'ultimo punto, di vedersi aiutato a prepararsi a ben morire dalle due figlie Suore, non meno che dal figlio Sacerdote e dagli altri che a gara lo preparavano al gran passo. Per tempo ricevette con edificante pietà tutti i conforti di N. S. Religione e conservò fino all'ultimo istante quell'ammirabile serenità d'animo e tranquillità di spirito che è propria delle anime giuste, a cui sta aperta la gloria del Paradiso.

In Arenzano (Genova), sua terra natale, fu accolta con immenso dolore la notizia della sua perdita : generale fu il compianto tributatogli nei funerali e grandissimo il concorso di quanti lo conoscevano nell' accompagnamento alla sua ultima dimora.

Mentre raccomandiamo caldamente questo zelante nostro amico alla carità dei suffragi di tutti i nostri buoni Cooperatori e pie Cooperatrici, facciamo voti che sorgano altre anime simili a questa, le quali con eguale impegno s'adoperino al bene della crescente generazione e della Pia nostra Società.

NOTIZIE VARIE,

NUOVO ORATORIO FESTIVO a Catania.

Leggiamo nella Luce di Catania del 3 aprile

« Era desiderio vivissimo del compianto Card. Benedetto Dusmet, che accanto al Santuario di N. S. della Salette, meta di devoti pellegrinaggi, sorgesse pure una palestra di virtù, un'arca di salute pei giovanetti di quel popoloso quartiere. L'opera da lui iniziata sei anni or sono, e dallo zelo dei benemeriti Salesiani e loro Cooperatori felicemente condotta, prese in quest'anno un importante sviluppo. Mercè l'aiuto di pie e generose persone si potè fare acquisto di una area di terreno molto adatto all'uopo, e domenica scorsa tra gli evviva festanti di più di 500 fanciulli veniva solennemente inaugurato. Un triduo di predicazione servì a preparare tutti alla simpatica festa.

» Il giorno 20, al suono della banda dell'Istituto Salesiano, gentilmente concessa, il numeroso drappello dall'antico locale sfilava ordinatamente alla chiesa per assistere alla S. Messa. La navata del santuario ne fu quasi intieramente ripiena. Edificante fu il loro contegno e la recita delle preghiere; devoto il canto dei sacri mottetti. Ma quel che più riempì l'animo di consolazione fu il vederli numerosi accostarsi alla Santa Comunione. La gioia provata da quei cuori giovanili non passerà sì presto.

» Finita la Messa, la banda per la porta attigua entrò nel nuovo cortile e fe' sentire le sue armonioso melodie , quasi invitando i nuovi inquilini a prenderne possesso. Ma questo primo ingresso non doveva essere come quello degli altri giorni. Alla porta venne distribuita ai ragazzi un'abbondante colazione di pane, cacio e frutta, che riuscì tanto gradita a tutti e fu accolta al grido di

« Viva i nostri benefattori, Viva Don Bosco padre della gioventù! ».

» Il cortile era tutto imbandierato e ornato di molte inscrizioni, su cui si leggevano i nomi dei principali benefattori. A un lato del nuovo cortile era stato preparato il palco per la piccola rappresentazione che dovevasi dare alla sera. Il concorso dei giovanetti al teatrino fu numerosissimo e il successo non potevasi sperar migliore. Una lode sincera a tutte quelle persone che contribuirono a render cara quella festa; alla gentile marchesa di Sant'Alfano che volle condivideme la gioia intervenendo alla S. Messa ed assistendo alla distribuzione, ma più di tutti all'infaticabile Sac. Francesco Savini, Direttore dell' Oratorio, vero amico di quella gioventù, al quale auguriamo da Dio la più larga ricompensa. »

FESTA SCOLASTICA nella Casa Salesiana di Lisbona.

Ci scrivono dalla Casa Salesiana di Lisbona (Portogallo): «La solenne distribuzione dei premi quest'anno riuscì imponentissima e per gli alti personaggi che si degnarono onorare di loro presenza questa festa-quali S. E. il Nunzio Pontificio Mons. Andrea Ajuti, Arcivescovo Titolare di Damietta, accompagnato da' Monsignori Auditore e Segretario di Nunziatura, S. E. l'Arcivescovo di Evora. S. E. il Sig. Conselheiro Barros Gomes, Ministro degli Esteri, l'Ill.m° Signor Governatore Civile di Lisbona e moltissimi signori e signore della più eletta aristocrazia portoghese - e pel programma contenente, direi, il fior fiore della musica dei più celebri Maestri e vani componimenti letterari, classici nella forma e vivissimi nell' esposizione ; e pel numero e ricchezza dei premi, di cui venivano regalati i giovani alunni di questa Casa di D. Bosco. Terminata l'accademia, si passò a visitare nel grandioso salone attiguo l'Esposizione dei lavori eseguiti con fino gusto artistico dagli alunni dell' Istituto, rimanendone i numerosissimi visitatori meravigliati ed entusiasmati pei rapidi progressi fatti in ogni genere di lavori.

» La festa non terminò qui, ma con grata memoria continua movendo i cuori degli ottimi benefattori a soccorrere e sostenere col loro potente aiuto ogni giorno più una istituzione, che, appena sorta ieri, già si è legata tanta simpatia e dà segni delle più belle speranze per l'avvenire della gioventù povera ed abbandonata di Lisbona. »

PEL SANTUARIO DELLA S. FAMIGLIA in Firenze.

L' Unità Cattolica di Firenze, nel suo numero 18 gennaio scorso annunziava con viva gioia l'apparizione del periodico: - La Sacra Famiglia, Bollettino mensile dell'Opera e del Santuario della Sacra Famiglia in Firenze, Via Aretina - « il quale è caparra che il desiderio vivissimo di S. E. il Card. Arcivescovo Bausa e di tutti i Cattolici Fiorentini, di vedere in quella parte popolosa della città sorgere una Chiesa, sarà presto un fatto compiuto.

» Il periodico, ricco di begli articoli ed illustrato, esce mensilmente, e si spedisce gratis agli ascritti all'Associazione della Sacra Famiglia ed ai Patroni dell'Opera

» Ascritto è chi offre in danaro od in altro modo lire 2 annue : Patrono chi ne offre 10.

» Noi non dubitiamo che il numero degli ascritti e dei patroni sarà tale da permettere ai figli di Don Bosco di proseguire alacremente i lavori già cominciati, per il bene materiale e spirituale della capitale toscana. »

CASA OSPITALIERA presso il santuario di Maria Ausiliatrice.

A pochi passi di distanza dal santuario di Maria Ausiliatrice, in via Cottolengo, 31, si sono preparati ed ampliati alcuni modesti appartamenti, ove potranno avere vitto ed alloggio a modico prezzo le pie persone che vengono a Torino per le loro divozioni nel sullodato santuario. Ciò si è fatto per aderire alle replicate istanze che ci furono fatte in proposito da molti nostri Cooperatori.

Per informazioni rivolgersi al portinaio dell'Oratorio, via Cottolengo, 32.

LEZIONI D'APICOLTURA IN JESI.

Nell' Oratorio Salesiano di quella città venne recentemente costrutto un apiario con arnie a favo mobile e dal 1° maggio alla metà di giugno si tiene un corso teorico-pratico di lezioni quotidiane d'apicoltura. Segnaliamo questo ai nostri buoni Cooperatori di Jesi e dintorni, perchè possano valersene, mentre sarà una notizia consolante pure per tutti gli altri.

MISSIONI SALESIANE.

Il Bollettino Salesiano riporta mese per mese . lettere che i nostri cari Confratelli ci scrivono dai lontani paesi; ma per la natura stessa della cosa, lo fa a sbalzi e separatamente. Mancava un racconto riunito in un sol libro di tutte le Missioni Salesiane.

Esso doveva necessariamente riuscire interessante e piacevole per varietà di racconti, per importanza di fatti; ed il nostro D. Pentore lo scrisse con stile facile ed elegante, sì che noi lo raccomandiamo a tutti i nostri Cooperatori.

Egli s'attenne scrupolosamente a quello che ne fu scritto dai Missionarii ed a quanto sentì dalla loro bocca stessa.

Il volumetto, ricco di graziose illustrazioni, esce in un momento assai propizio, avendo tra breve a Torino l'Esposizione delle Missioni Cattoliche. Tutti potranno vedere quello che compirono in questo campo i figli di D. Bosco.

IL GIORNALE « L'Arte Sacra. »

L'Esposizione d'Arte Sacra e delle Missioni ed Opere Cattoliche riuscirà un vero e grande avvenimento mondiale. A degnamente illustrarla si pubblica in Torino il giornale L'Arte Sacra. Questo giornale è il solo riconosciuto ufficialmente dal Comitato Esecutivo dell'Esposizione d'Arte Sacra, il quale ha delegato a rappresentarlo, per quanto concerne questo giornale, il suo stesso Segretario Generale, il Prof. G. B. Ghirardi. - Il giornale esce con la revisione e con l'approvazione dell'Autorità Ecclesiastica. È una pubblicazione di lusso, riccamente illustrata, con articoli scritti da chiari letterati laici ed ecclesiastici. Ne è editrice la Casa Roux-Frassati e C. di Torino. Per l'Arte Sacra vi è un Comitato artistico composto di V. Avondo, M. Calderini, A. Cuglierero e C. Turletti. - L'abbonamento a 20 numeri costa L. 5,00 (estero 7,00) ; a 40 numeri costa L. 10 (estero 14,00).

L'altare della Sindone ed il ritratto del Cardinal Parocchi che riproduciamo in questo numero ci furono gentilmente favoriti dall'Amministratore dell'Arte Sacra il Sig. Barone Augusto Ferrero, cui porgiamo i nostri più vivi ringraziamenti.

Cooperatori defunti in Marzo ed Aprile 1898.

1 Arrighi D. Luigi, Canonico - Bussetto (Parma).

2 Balestro Anna n. Canotto - Montecchio Magg. (Vicenza).

3 Berruti Maddalena - Mollare (Genova.

4 Bianchi Don Francesco, Parr. Can. Onor. - Sizzano (Novara).

5 Boasi Giovanni - Genova.

6 Bonaudi Carlo di Carlo - Torino. 7 Buglio Giuseppina- Costigliole (Alessandria).

8 Centore Mons. Antonio, Vescovo -Capua (Casera).

9 Chiantore D. Luigi Michele - Avuglione (Torino).

10 Chiodi Caterina - Corteno (Brescia). 11 Coriasso Teresa - Ozegna (Torino). 12 Davitto Giacomo - Rivoli (Torino).. 13 Do Giacomi Giuseppe Teobaldo - Alba (Cuneo).

14 De Lutterotti N. - Caldaro (Trentino).

15 De Magistris Contessa Matilde - Monforte (Cuneo).

16 De Martin Can. Romano - Belluno. 17 Doria Marchesa Natalia n. Goutier - Torino.

18 Dominici Maria - Carignano (Torino)

19 Faccio Dionisia-Strambino (Torino). 20 Faussone di Germagnano Cont.aEmma n. do Souza d'Holsthein - Torino. 21 Ferrante Vegezzi Teresa - Torino. 22 Ferrante Teresa - Casalbordino (Chieti).

23 Franchi Giovanni - Gravago di Bardi (Piacenza).

24 GariniGerolamo-Bussetto(Parma). 25 Gemme Domenico - Vignola (Alessandria).

26 Giuli Clorinda ved. Onofri - S. Lucia di Cesena (Forlì).

27 Giuliani Don Paolo, Parroco - Folgaria (Trentino).

28 Grandi Beatrice - Casteldidone (Cremona).

29 Invernizzi Pietro fu Rocco - Moggio (Como).

30 Liprandi Pietro - Torino.

31 Marengo Martelli Emilia - Torino. 32 Minassi Don Giuseppe - Cherasco (Cuneo).

33 Moriondo D. Giuseppe, Priore, Vie. For. - None (Torino).

34 Morra Giacinta- Isolabella (Torino). 35 Oddi-Baldeschi Contessa Lavinia al secolo - Suor Lavinia delle Doroteo - Genova.

36 Oliva D. Giovanni - Lavalle (Belluno).

37 Orsenigo Dott. Pompeo - Como.

38 Pes di S. Vittorio Giovanna Vedova March.a Delitala di Manca - Villanova Monteleone (Sassari). 39 Pettiti Giovanni - Pancalieri (Torino).

40 Pizzorni Suor Teresa delle Figlie della Carità - Tortona (Alessandria).

41 Poggi Martino - Samolaco (Sondrio). 42 Pozzi Don Francesco, Prevosto - Zanco (Alessandria).

43 Ravizza Andrea - Milano.

44 Ricci-Curbastro Ing. Cav. Antonio - Lugo (Ravenna).

45 Ricciardelli Cont. Maria Ved. Tisserand - Rimini (Forti).

46 Rosmino Felice di Pietro - Calliano (Alessandria).

47 Rosi Can. Don Francesco - Fiorenzuola d'Arda (Piacenza).

48 Rossi Candida - Vignola (Alessandria).

49 Rubini D. Luigi - Schio (Vicenza). 50 Sabbadini Ch. Giacomo - Corteno (Brescia).

51 Savoia Luigia Ved. Padrani - Gar. gagnago (Verona). 52 Sorrivi D. Giuseppe - Reggio Em.

53 Stefanini Lucia - Corteno (Brescia). 54 Storni D. Giocondo, Parroco - Ponte Capriasea (Svizzera l'io.).

55 Strola D. Giovanni - Colazza (Novara).

56 Taglietti Luigia- Volta Bresciana (Brescia).

57 Tartara Ilario - Cornalo (Pavia). 58 Testorelli D. Gio. Batta - Cividate (Brescia).

59 Togni Battista - Castelletto Brenzone (Verona).

60 Tommasini D. Natale - Selva (Treviso).

61 Torchio Luigia - Tigliole (Alessandria).

62 Tosi doti. Antonio - Rimini (Forlì). 63 Torre Giacinta Ved. Musso - Torino.

64 Trivella Lucia - Schignano (Como). 65 Turinelli Amalia -Lograto (Brescia). 66 Vaccarino Cav. Pietro, Notaio - Torino.

67 Viazzi Cristina - Ponzone (Alessandria).

68 Vico D. Tommaso, Arciprete - Cestellinaldo (Cuneo).

69 Vignola Benedetta - Fumane (Verona).

70 Vigoni Donna Norata - Blevio (Como).

71 Zacchia Rondinini Marchesa Emilia n. Castagnola - Castel Bolognese (Bologna).

72 Zampiva Angelo - Arzignano (Vicenza).

73 Zanetti D. Alessandro - Bovolone (Verona).

74 Zapellono D. Bartolomeo - Borgo. inanno (Novara).

75 Zerbini Can. D. Bartolomeo - Bussetto (Parma).

76 Zoi-Tosi Signora - Tempagnano (Lucca).