BS 1900s|1907|Bollettino Salesiano Gennaio 1907

ANNO XXXI - N. 1.   GENNAIO 1907.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEl COOPERATORI SALESIANI DI D. BOSCO

SOMMARIO: Ai lettori .   . .   1 Il Sac. Michele Rua ai Cooperatori ed alle Cooperatrici Salesiane . 2 L'incendio delle nostre Scuole Parrocchiali di Londra 8 Echi del V° Congresso: III' GRUPPO: Azione salesiana e proposte varie : a) Azione Salesiana in generale; h) Comitati Salesiani e Comitati femminili d'azione salesiana    9

All'Esposizione di Milano    12

Tesoro spirituale    12

DALLE MISSIONI: CINA: 19 prime comunioni; una gita a Taipa - INDIA: Memorie dell'Ap. S. Tommaso - Dall'Italia alla Cina (fine del Diario)   13

IL CULTO DI MARIA SS. AUSILIATRICE: Pellegrinaggio spirituale pel 24 corr. - Feste e date memorande - Nuove chiese e cappelle - L'Arcivescovo di Montevideo - Grazie e graziati   . . 20

NOTIZIE VARIE: A Valdocco - In Italia: Alessandria, Brisighella, Canelli, Comacchio, Macerata, Milano, Perosa Argentina, Pisa, Roma, Savona, S. Vito al Tagliamento - All'Estero: Agua de Dios, Barranquilla, Buenos Aires, Coyoacan, Cuyabà, Oswiecim, Pernambuco, S. Paolo . . . . 26

Necrologia e Cooperatori defunti    30

Questo primo numero del Nuovo Anno, al quale siam giunti per divina bontà, insieme coll'attesa parola del SUCCESSORE DI DON BOSCO

Vi reca, o egregi Lettori, il più cordiale augurio di ogni desiderata felicità. Associandoci al nostro venerato Superiore, noi pur vogliamo ripetervi, o benemeriti Cooperatori e benemerite Cooperatrici, che nelle singole Chiese e Cappelle Salesiane OGNI GIORNO DEL 1907 s'innalzeranno le più ferventi preghiere secondo le vostre sante intenzioni.

Maria SS. Ausiliatrice Vi ricopra col suo manto e moltiplichi con Voi le sue materne benedizioni ! Che il 1907 sia per Voi e per le Vostre famiglie un anno pienamente felice!

Il Sac. Michele Rua ai Cooperatori ed alle Cooperatrici di D. Bosco

Benemeriti Cooperatori,

Benemerite Cooperatrici,

GLi anni passano e comincio a sentirne il peso, ma li sento pur crescere in me gli affetti della più viva riconoscenza verso il Signore. Dalla mia fanciullezza quando l'Opera di D. Bosco era ancora sul nascere, se trascorro col pensiero i singoli anni che si succedettero fino alla morte del nostro buon Padre e più ancora quelli che vennero poi, vi confesso, o buoni Cooperatori, che mi si schiera dinanzi una serie ininterrotta di commoventi prove della Divina Bontà che debbo ripetere:

« Quanto ci ha amati e come continua ad amarci il Signore! »

Che cos'era l'Opera di Don Bosco poco più di sessant'anni or sono? Ristretta in ben piccola cerchia, nessuno umanamente parlando avrebbe potuto presagire il meraviglioso sviluppo che le era serbato. Non v'era allora che l'Oratorio di S. Francesco di Sales e pur questo era appena abbozzato; e nel breve giro di pochi lustri, non solo l'Oratorio allargò le sue tende a ricoverare tutto un popolo di fanciulli; ma qua e là, prima in Italia e poi all'estero, sorsero tante altre fondazioni, che parvero a tutti un chiaro indizio di celeste predilezione.

Ne sia quindi benedetto il Signore, e a Lui sieno pur grazie per gli innumerevoli benefizî onde ci ha colmati fin qui, ma specialmente per quelli che ci concesse nell'anno or ora spirato.

Le divine benedizioni nel 1906.

Nel primo semestre del 19o6 potei visitar varie case salesiane e trattenermi con molti Cooperatori che ancor non conosceva. Attraversai tutta la Francia per recarmi a visitare gli Istituti Salesiani delle Isole Britanniche, passai per le Case Salesiane del Portogallo, e in gran parte di quelle della Spagna e quindi, tornato a Torino, dopo breve fermata ripresi il viaggio per le Case Salesiane dell'Italia meridionale, della Sicilia, di Malta, della Calabria e delle Puglie. Ebbene, vidi dappertutto che il Signore ci benedice, vidi il gran bene che si fa a tante schiere di giovanetti, vidi la stima in cui son tenute le Opere Salesiane. Di particolare conforto nei luoghi di missione visitati, fu per me il sentire e vedere come si vadano operando molte conversioni ; son molti i protestanti che abiurano i loro errori e si fanno ferventi cattolici ! Ovunque poi godei nel rilevare lo zelo che si spiega per coltivare le vocazioni, nell'ammirare le cure le più industriose per tener in fiore l'Opera dei Figli di Maria Ausiliatrice da cui sperava tanto bene il nostro buon Padre Don Bosco, e nel vedere lo sviluppo che si dà continuamente agli Oratorî festivi, così vantaggiosi alla Chiesa e alla civile società. Insomma ebbi tante e così grandi consolazioni che ne ringraziai profondamente il Signore, e sento tuttavia il bisogno di rendergli pubblicamente i più vivi ringraziamenti.

Non posso neppur trattenermi dal palesare la speciale gratitudine che tutti dobbiamo alla Divina Provvidenza per essersi mostrata così tenera e misericordiosa coi Salesiani del Chilì e della California. Nei terribili disastri che seminarono, come sapete, la morte e lo sterminio in quelle regioni, non uno dei nostri Confratelli ed alunni od una delle Figlie di Maria Ausiliatrice e delle loro educande fu vittìma del terremoto, nonostante che tre eziandio delle nostre case venissero distrutte dal tremendo flagello e varie altre molto danneggiate. Debbo altresì ringraziare il Signore per la celerità con cui si potè ricostrurre la chiesa nonchè l'annessa casa parrocchiale incendiate a S. Francisco, che vennero felicemente inaugurate fin dallo scorso novembre.

Rinnovo anche i più caldi ringraziamenti al Signore per l' esito felice del IV° Congresso della Pia Unione che si tenne a Lima nel Perù, pel quale in quelle terre si accese un nuovo ardore per la santa causa della cristiana educazione della gioventù, nonchè del V° Congresso tenutosi a Milano, che benedetto ed incoraggiato dal Sommo Pontefice e da un'imponentissima schiera di Principi e Pastori della Chiesa, continua tuttora per mezzo del Bollettino ad illuminare e dirigere autorevolmente l'azione dei Cooperatori. Anche agli illustri e ai benemeriti, che si adoperarono alacremente per la riuscita dell'uno e dell'altro convegno, mi sia lecito rinnovare dall'intimo del cuore l'espressione viva della mia sentita riconoscenza.

Nè debbo tacere di due altre consolazioni che piacque al Signore di procurarci nell'industre ed operosa Milano. Parlo anzitutto dell'inaugurazione di un gran tratto della bella e vasta chiesa dedicata a S. Agostino, della quale si sentirà quanto prima tutta la necessità e l'importanza; e poi dell'onorificenza assegnata all'Opera di Don Bosco all'Esposizione Internazionale. Avete già letto nel Bollettino, che essendo stata invitata la Pia Società Salesiana a prender parte alla Mostra degli Italiani all'Estero, a cura di un'apposita Commissione presieduta dal sacerdote prof. Celestino Durando s'inviarono a Milano tutti i documenti necessari a dimostrare ed illustrare l'attività dell'Opera di D. Bosco all'Estero nel campo dell'educazione e della beneficenza, nelle missioni, tra gli emigrati e in varie altre opere di considerevole importanza; e si ebbe la consolazione non solo di veder apprezzata l'Opera nostra, ma di vederla anche onorata del Gran Premio, che è quanto dire della massima onorificenza. Sento di doverne benedire pubblicamente il Signore, non tanto per la soddisfazione che ne avran ricevuto o ne riceveranno i buoni Salesiani dimoranti all'Estero, ma specialmente pel vanta gio che ne ridonderà all'Opera stessa, riuscendo a moltiplicare, insieme cogli ammiratori, anche i mezzi materiali e morali che le sono indispensabili pel suo sviluppo e perfezionamento.

Opere compiute nel 1936.

A norma del Regolamento, passo ora a dirvi delle principali opere compiute nell'anno passato. Ricorderete che già un anno fa, vi annunziava che avevam dovuto proporci di non accettar più per qualche anno nuove fondazioni, a causa della deficienza di mezzi e della ristrettezza di personale. Per ciò stesso le fondazioni cui si pose mano nel 19o6 furono quasi nulle, essendoci strettamente limitati a quelle, di cui si era data parola in anni antecedenti.

I) LE FONDAZIONI DEI SALESIANI.

IN ITALIA i Salesiani non ebbero nuove fondazioni.

NELL'ASIA iniziarono finalmente le case-missioni di Tanjore nell'India e di Macao nella Cina, delle quali vi furori già comunicate tante belle rela zioni. Le prime conversioni ottenute in quelle recentissime missioni per me sono un pegno di maggiori benedizioni future.

IN AMERICA si aperse un nuovo Oratorio a Cosquin nella Repubblica Argentina, un secondo a Medellin in Colombia, un terzo a Ribeirão Preto nello Stato di S. Paolo nel Brasile.

Si fondò anche una scuola d'arti e mestieri a Piura nel Perù, - una scuola tecnico-commerciale a Valdivia nel Chilì, - si accettò una nuova parrocchia a Soriano nell'Uruguay,- - e si iniziò un collegio a Comayagua nella Repubblica di Honduras nel Centro-America.

Finalmente degna di particolar menzione è la nuova Colonia iniziata nella Fazenda del compianto doti. Santos presso il Rio Sangrador nelle foreste del Matto Grosso nel Brasile, a benefizio degli indii Bororos-Coroados, che abbiam posto sotto la protezione del gran Patriarca San Giuseppe.

II) LE FONDAZIONI DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE.

Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice, per mancanza di mezzi e di personale, si limitarono a poche fondazioni.

« In Italia, (ci comunica la rev.ma Suor Catterina Daghero, Superiora Generale) accettammo la direzione dell'Istituto dell'Immacolata a Formigine, fondato dall'Ecc.mo Mons. Bruni, Arcivescovo di Modena, stabilendovi l'Oratorio festivo, le scuole ed un laboratorio a benefizio delle giovanette del paese. Una seconda fondazione si compì in Genova, ove assumemmo la direzione dell'Albergo dei fanciulli.

» Fuori d'Italia, abbiamo aperto una casa ad Atahualpa nell'Uruguay, una seconda a Cuzco nel Perù, una terza a Monterrey nel Messico, un'altra a Guadalajara parimente nel Messico, ed una quinta a S. Tecla nella repubblica del Salvador, ovunque con scuole esterne, laboratorio ed oratorio festivo. A Guadalajara, ove andammo ad istanza di quell'Ecc.mo Arcivescovo, e a Santa Tecla nel Salvador si aperse anche un educatorio. A Monterrey ci volle un'esimia benefattrice, mossa a pietà nel veder abbandonate tante fanciulle di quella città di ben 8o,ooo abitanti.

» Finalmente abbiamo anche aperto una casa a Medellin in Colombia, con scuole comunali, orfanotrofio ed oratorio festivo ; - si accettò la direzione di un ospedale a Villa Concepción nel Paraguay - e c'inoltrammo nella Colonia dell' Immacolata Concezione presso il Rio das Garças, fra i Bororos-Coroados del Brasile.

» Le domande di nuove fondazioni, cui per deficienza di mezzi e di personale dovemmo con dispiacere rispondere negativamente, furono 36. »

III) UNA NUOVA SPEDIZIONE DI MISSIONARII.

Ma, nonostante la scarsità di personale e le strettezze finanziarie in cui ci trovìamo, dovemmo allestire una nuova spedizione di Missionarî. Da molte parti delle nostre Missioni, specialmente dalla Patagonia, dal Chilì, dal Matto Grosso, dal Venezuela, dagli Stati Uniti del Nord-America e dall'Oriente mi pervennero tante e così commoventi domande di rinforzi di personale, che mi parve necessario d'imporci qualunque sacrifizio, piuttostochè rifiutare gli aiuti richiesti con tanta insistenza. Per questo circa 50 nuovi operai evangelici (preti, chierici e catechisti) abbandonarono i parenti e la patria per volare in soccorso dei generosi che da più anni si trovano in missione.

Anche da Nizza Monferrato partì un piccolo gruppo di Figlie di Maria Ausiliatrice diretto alla nuova Colonia del Matto Grosso.

Come vedete, fu pur questa un'opera assai dispendiosa, alla quale non potemmo esimerci in nessun modo; era troppo necessaria ed urgente. Che la Divina Provvidenza susciti ora qualche anima generosa, che volendo far come suoi i frutti salutari che proverranno alla Chiesa ed alla civile società dall'apostolato di questi ultimi missionari, si risolva di assumersi gran parte delle spese incontrate per la spedizione.

IV) ALTRE OPERE IMPORTANTI.

Altre importanti opere, o cari Cooperatori, potemmo continuare o compiere od iniziare nel 19o6, merce l'aiuto o la speranza delle vostre limosine.

Anzitutto, non solo si proseguì alacremente la costruzione delle varie chiese in differenti luoghi incominciate, ma si pose pur mano alla costruzione di altre reclamate dagli urgenti bisogni di tante popolazioni. Ad esempio, si edificarono e si benedissero già solennemente una nuova Chiesa pei Polacchi in Londra ed una nuova cappella per gli Italiani a New-York nel distretto della nostra parrocchia di S. Brigida. Così pure alla Spezia, nonostante i gravi debiti, ancor da estinguere, che quei Salesiani incontrarono per la costruzione del Santuario di N. Signora della Neve, ora si è posto mano ad una nuova importantissima cappella pubblica nel sobborgo degli Stagnoni, in vicinanza del nuovo porto mercantile, ove si era reso totalmente insufficiente il modestissimo Oratorio da noi aperto dieci anni or sono in due camere tolte a pigione.

Similmente , in più luoghi, si riattarono varie case bisognose di riparazione, o si pose mano a nuovi corpi di fabbrica pel necessario ampliamento di vari istituti esistenti, o si intrapresero nuove opere. Ad esempio presso la chiesa « Mater Misericordiae » di Buenos Aires si è istituito un Segretariato del popolo per gli immigranti Europei, specialmente per gl'Italiani, con Succursali in tutte le case salesiane dell'Argentina.

Ma ciò che debbo in special modo far presente alla vostra carità, fu l'aver mantenuto aperti tanti nostri ospizi popolati da centinaia di orfanelli, pei quali non possiamo far altro assegnamento che sulle vostre limosine.

L'Oratorio di Torino ad es., nell'anno scorso, non giunse a raggranellare il necessario per coprire la spesa del pane! Infatti tra le poche pensioni dei parenti degli alunni e le offerte dei loro benefattori esso non raccolse più di 4.324 lire, mentre la spesa che dovette incontrare pel pane soltanto fu di lire 46.636. Pensate ora quale altra somma gli abbisogni per provvedere al restante del vitto- al al buon andamento delle sue scuole letterarie e sopratutto professionali, alla manutenzione generale dell'istituto, nonchè, per moltissimi alunni, al completo loro vestiario. E come l'Oratorio - che caldamente vi raccomando anche perchè fu la culla dell'Opera di D. Bosco - così altre case salesiane non potrebbero vivere senza la vostra carità, o benemeriti Cooperatori.

Opere proposte pei 1907.

E poichè sono in argomento, passo senz'altro a dirvi ciò che noi faremo colle vostre limosine nel 1907.

« Ormai sapete - scriveva D. Bosco ai Cooperatori il 1° gennaio 1883 - ormai sapete a che cosa serve la vostra carità, la vostra limosina nelle mani di Don Bosco. Essa serve a raccogliere dalle vie tanti poveri giovanetti, a dar loro col pane della vita il cibo dell'anima, istruirli nella religione , avviarli ad un mestiere o a qualche carriera onorata, a formarne dei buoni figliuoli di famiglia e dei savii cittadini; serve a dare alla civile società dei membri utili, alla Chiesa dei cattolici virtuosi, al Cielo dei fortunati abitatori; serve a creare per la gioventù dei maestri dabbene, per le popolazioni cristiane dei zelanti sacerdoti, pei popoli selvaggi dei coraggiosi Missionarî ; serve ad innalzare sacri edifizii per radunarvi i fedeli ed ammaestrarli nella religione, confortarli coi Sacramenti e farli benedire Iddio, onde risarcirlo delle orrende bestemmie con cui lo maledicono gli empii; serve a pubblicare e diffondere migliaia di buoni libri per seminare nel mondo sani principii, combattere gli errori, raffermare le anime nella fede, richiamare sul buon sentiero gli erranti e rassodarli nella virtù ; serve insomma ad ampliare il regno di Dio in sulla terra, a far regnare Gesù Cristo negli individui, nelle famiglie, nelle città, nelle nazioni, a farlo conoscere ed amare, se dato ci fosse, da un capo all'altro del mondo, onde si compia la profezia che dice : Egli dominerà dall'uno all'altro mare: dominabitur a mari usque ad mare. »

Or io ripeto a voi, o cari Cooperatori e buone Cooperatrici : « Ecco l'uso che continueremo a fare delle vostre limosine ! »

Ma poichè nel 1907 varie opere sentiranno il bisogno speciale della vostra carità, permettete che possa additarvele.

L'opera di civilizzazione e colonizzazione di popoli selvaggi, alla quale è larga di ammirazione e di encomio ogni civil persona, è divenuta uno dei campi più vasti e più moralmente fruttuosi dell'azione dei Figli di D. Bosco. La Patagonia e la Terra del Fuoco omai interamente conquistate alla religione ed alla civiltà, ci spronano a procurare un egual benefizio ad altre terre di cui abbiamo intrapreso l'incivilimento. Prima, fra queste, si presenta al mio pensiero la regione abitata dai Jivaros dell'Equatore che io raccomando caldamente non solo alla vostra carità ma anche alle vostre preghiere; viene poi quella parte del Matto Grosso abitata dagli indii Bororos-Coroados, ove abbiamo aperto tre importanti colonie.

La prima Colonia detta del S. Cuore di Gesù venne fondata nel 1902; la seconda dell'Immacolata Concezione, nel 19o5. Nella prima son raccolti e mantenuti presentemente circa 300 indii, nella seconda circa 200; un bel numero, se volete, ma ancor minimo a petto dei circa 1o.ooo indii di cui par si componga la sola tribù dei Bororos. Ora a facilitare la civilizzazione di questi selvaggi era necessario formare qualche altra colonia, ove si potessero trasferire le famiglie già meglio civilizzate, per far di queste un vero centro civile e insieme aver maggior agio di accogliere nelle altre colonie nuovi indii per civilizzarli. A quest'uopo unicamente si iniziò la terza Colonia detta di S. Giuseppe, presso il Rio Sangrador, alla quale coll'ultima spedizione abbiamo inviato il personale necessario. Colà gli indii verranno applicati a vari rami di agricoltura ed ai principali mestieri; e le indie non solo attenderanno alle faccende domestiche, ma saranno pur iniziate a qualche industria, come a filare e tessere il cotone, affine di cooperare direttamente colla carità cristiana al loro mantenimento. È mio disegno, se non ci verrà meno l'aiuto del Signore, d'impiantare in seguito ancor altre Colonie, sempre più vicine a Cuyabà, affine di mettere gradatamente i nuovi civilizzati a contatto del mondo civile e nello stesso tempo tracciar quasi il sentiero della foresta con una linea di nuovi paesi. Questa è la nobile ma dispendiosa impresa , che addito particolarmente alla vostra cooperazione.

Un'altra opera, che mi sta tanto a cuore e che non potremo mai condurre a termine senza la vostra cooperazione, è il compimento di varie chiese troppo reclamate dai bisogni di varie popola zioni. Dovete convincervi, o buoni Cooperatori, che se il concorrere all'erezione di qualunque nuova chiesa è un'opera di tanto merito che ci dà il diritto di partecipare al bene che si compirà in quel sacro edifizio fino alla fine dei secoli, il concorrere all'erezione di qualche chiesa salesiana ha un merito vorrei dire maggiore. Sapete il perchè? Mi sembra di poter dire che le chiese alla cui costruzione si accingono i Salesiani non solo son tutte di assoluto bisogno, ma anche molte non si verrebbero ancor costruendo nonostante la loro necessità, perchè non si potrebbero trovar sul luogo i mezzi necessari per la loro costruzione. Mentre per questo noi abbiamo da ringraziare il Signore che ci vuole suoi strumenti in imprese difficili sì ma di tanta sua gloria, per non venir meno ai disegni della Divina Provvidenza io debbo raccomandare ai buoni Cooperatori di tutto il mondo l'efficace concorso all'erezione delle varie chiese che abbiam tra mano, fra le quali non posso dimenticare la chiesa della S. Famiglia a Firenze, di S. Maria Liberatrice a Roma, di Maria Ausiliatrice a Lima, e il nuovo tempio parrocchiale di Viedma in Patagonia.

Se a tutte queste opere, aggiungete i soccorsi necessari ai molteplici nostri istituti di beneficenza, all'educazione e al mantenimento del nostro nuovo personale, all'estinzione dei debiti di cui è gravata la maggior parte delle case salesiane e alla fondazione di qualche opera nuova che avevam promesso di intraprendere di quest'anno - ad es. una nuova casa nel Mozambico - voi vedete qual vasto campo si apre alla vostra carità.

Conclusione.

Pertanto , dopo di aver innalzato l'inno della mia riconoscenza al Signore, prima di por termine a questa mia non posso trattenermi dal rivolgere anche a voi una parola di ringraziamento.

Di anno in anno, al vedere espandersi così rigogliosamente l'Opera di D. Bosco, io benedico viemmaggiormente alla bontà del Signore, ma nello stesso tempo sento anche crescermi in cuore la più viva riconoscenza per i nostri benefattori.

Quando ricevo le vostre lettere, nelle quali vi raccomandate alle preghiere dei nostri cari orfanelli e chiedete pur quelle dei Salesiani e le mie, io mi sento profondamente commosso e vi assicuro che con gran fiducia raccomando le vostre intenzioni a Maria Ausiliatrice. Infatti come potrei non sentir fiducia nel pregare per voi questa nostra carissima Madre, se Le posso additare a conforto delle mie domande tante migliaia di orfanelli e di giovanetti raccolti, istruiti ed educati cristianamente, tante migliaia di selvaggi convertiti, e tanto altro bene compiuto in mezzo agli stessi paesi civili?

Continuate nella vostra carità, o cari Cooperatori, e Maria SS. Ausiliatrice continuerà sempre ad aiutarvi in tutte le vostre necessità, a consolarvi in tutte le vostre tribolazioni, ed a colmarvi delle sue benedizioni nel tempo e nell'eternità.

Assicurandovi di mettervi interamente a parte di tutto il bene che si compie dai Salesiani e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, e di avervi ognor presenti nelle nostre preghiere, vi porgo i più lieti auguri per l'anno che incomincia e con profonda riconoscenza mi dico

Di Voi, Benemeriti Cooperatori e Benemerite Cooperatrici,

Torino, 1 gennaio 1907.

Obbl.mo Servitore

Sac. Michele Rua

L'incendio della nostre Scuole Parrocchiali di Londra

LONDRA, presso la Parrocchia del Sacro Cuore a Trott- Street Battersea, sorgeva il fabbricato nel quale risiedevano le nostre fiorentissime scuole parrocchiali. Al pian terreno stavano le scuole maschili dirette dai nostri Con fratelli, al piano superiore le scuole femminili da noi affidate ad una comunità religiosa. gli alunni e le alunne che le frequentavano erano circa 500, tutti esterni s'intende, tra cui anche molti protestanti. La bella fama che dette scuole si erano acquistata, ci faceva parer leggero ogni sacrifzio per mantenerle fiorenti, e omai dovevamo rassegnarci ad affrontar grandi spese per le indispensabili riforme al fabbricato, richieste dalla stessa Commissione Municipale. È questo cui non sapevamo troppo adattarci, unicamente per mancanza di mezzi, ora è divenuto una necessità, se non si vuol rinunziare all'educazione di quei 500 fanciulli.

L'11 dicembre manifestavasi un incendio al piano superiore delle scuole. Il calore di un camino acceso pel riscaldamento degli ambienti aveva infiammato il soffitto dell'ultimo piano investendone un buon tratto. Però le fiamme furono presto domate, e le lezioni non rimasero sospese che un giorno, poiché i guasti furono presto riparati.

Ma la notte del 13, verso le 3 antimeridiane, una guardia di città vide in fiamme il silenzioso e deserto fabbricato, e diè subito l'allarme; accorsero i nostri, accorsero i pompieri, ma era troppo tardi. L'interno dell'edifizio, tutto di legno, era completamente in preda alle fiamme e in brev'ora, in mezzo al panico degli abitanti delle case vicine, delle nostre scuole parrocchiali non rimanevano che i muri esterni. L'incendio, di cui s'ignora la causa, erasi già appiccato anche al letto della chiesa parrocchiale, ma là fortunatamente fu spento.

Benemeriti Cooperatori, dopo la distruzione della Parrocchia e Casa di S. Francisco di California, dopo la rovina completa di due Case nel terremoto del Chili, ecco una nuova grande disgrazia con cui piacque al Signore di provarci nel 1906.

Benemeriti Cooperatori e benemerite Cooperatrici, noi ci raccomandiamo caldamente alla vostra carità, poiché non possiamo farne a meno in questa circostanza.

Al sig. D. Rua venne già comunicato che la ricostruzione delle scuole sarà intrapresa quanto prima in piena conformità alle prescrizioni della Commissione Municipale, ma che la spesa che si dovrà incontrare non sarà minore di circa tremila sterline, ossia di 75.000 franchi !

Buoni Cooperatori e generose Cooperatrici, in questo penoso momento noi vi stendiamo la mano come la stenderebbe ogni povero in cerca di urgente elemosina... qualunque offerta sarà da noi ricevuta con la stessa riconoscenza. In vero in mezzo alle antecedenti obbligazioni di cui sentiamo fortemente il peso. in mezzo alle ingenti spese quotidiane, la nuova spesa cui dobbiamo sobbarcarci quasi per volere della Divina Provvidenza - e noi c'inchiniamo dinanzi ai suoi decreti - è tanto urgente quanto incompatibile colle nostre strettezze presenti. Aiutateci Voi, o buoni Cooperatori; ve ne preghiamo anche a nome di quei 500 fanciulli, che sarebbero costretti a frequentare le scuole protestanti, ove non potessimo presto provveder noi al loro insegnamento.

I signori Cooperatori avranno ricevuto o riceveranno direttamente una lettera dal sig. D. Rua anche a questo riguardo. Noi ripetiamo soltanto: - Le nostre circostanze son veramente eccezionali. Si muova in nostro aiuto la Divina provvidenza, mercé il buon cuore di tutti i Cooperatori.

Echi del V congresso (1)

Deliberazioni - Note - Discorsi

III GRUPPO. Azione Salesiana e proposte varie

a) AZIONE SALESIANA IN GENERALE (Bollettino e Conferenze).

NoN poteva mancare, considerato lo zelo dei Congressisti e la brama vivissima che avevan tutti di escogitar nuovi mezzi per la diffusione e pel trionfo dello spirito della nostra Pia Unione, non poteva mancare che l'Assemblea del V° Congresso non si pronunciasse unanimemente concorde a favore di quei primi mezzi che son in vero i più atti e conducenti a tal fine e, se ben usati, d'immancabile efficacia. Alludiamo al Bollettino ed alle Conferenze.

Ecco i relativi deliberati

Memore del voto del Sommo Pontefice regnante: a che dappertutto, sia nelle città, sia nei villaggi, o si viva dello spirito del Fondatore dei Salesiani o se ne coltivi l'amore (2)» .

IL V° CONGRESSO fa caldissime istanze a tutti i Cooperatori,

I. pel Bollettino salesiano:

a) non solo di leggerlo, e di leggerlo attentamente, ma di farlo pur leggere ad altri, allo scopo d'infondere anche in altri lo spirito di Don Bosco;

b) di cercare ed inviare alla Direzione l'indirizzo di zelanti e benemerite persone le quali non solo si dichiarino contente di entrar nel numero dei Cooperatori, ma che possano anche donare efficace appoggio materiale o morale al mantenimento ed allo sviluppo delle Opere Salesiane ;

e) di compiere una tal propaganda con zelo, costanza e sopratutto con savio discernimento, ritenendola come un ottimo mezzo pratico di cooperazione ;

d) finalmente, considerando gli ingenti sacrifizi cui i Salesiani si assoggettano per la pubblicazione del Bollettino, rinnova caldamente l'invito già fatto dai Congressi precedenti, d'inviare direttamente alla Direzione (Via Cottolengo, 32 - Torino) possibilmente una quota annua, almeno sufficiente a coprire le spese di stampa e di spedizione.

II. per le Conferenze Salesiane

a) plaude allo zelo dei benemeriti Direttori, Condirettori, Decurioni, Zelatori e Zelatrici, rnercè il quale va divenendo sempre più regolare la Conferenza prescritta per la festa di S. Francesco di Sales ;

b) insiste perchè si faccia altrettanto per la seconda conferenza prescritta dal Regolamento, che è quella da tenersi in occasione della

festa di Maria SS. Ausiliatrice ;

e) raccomanda che le conferenze si tengano ancorchè manchi un adatto conferenziere, leggendo, in tal caso, l'ultima lettera circolare del Superiore Generale o qualche articolo del

Bollettino ;

d) in quest'ultima ipotesi, non si manchi di studiare praticamente i mezzi più acconci per dare, localmente, maggior vita alla Pia Unione.

NOTE.

I). - In merito alle raccomandazioni circa l'aiuto morale e materiale da prestarsi da tutti i Cooperatori al Bollettino insistiamo vivamente perchè ricevendo il periodico, che ci costa davvero grandi sacrifizi, non lo si getti in un canto ma si legga e possibilmente sia fatto leggere anche ad altri.

Per quello poi che riguarda la quota annuale di contribuzione alle spese di stampa e di spedizione, quanti non possono fare gran cosa ma desiderano di aiutare in qualche modo anche materialmente le opere di Don Bosco, siano certi che sarà ricevuta con viva riconoscenza anche una offerta annua di lire tre per l'Italia, e di lire cinque per l'Estero, convinti come siamo che la generosità di altri continuerà, come in passato, a supplire l'assoluta impotenza di molti a cooperare direttamente in qualunque maniera. A questi, noi ripetiamo di star pienamente tranquilli; ed a quanti possono, di non mancare di inviarci ogni anno quella libera offerta che vorranno nella loro carità.

N.B. - Ci raccomandiamo vivamente ai benemeriti sigg. Decurioni ed alle benemerite signore Zelatrici perchè abbian essi la bontà di trasmetterci quelle offerte bel Bollettino, che alcuni buoni Cooperatori preferissero di consegnare a loro per non aver agio di farne essi stessi direttamente la spedizione.

II). - Per ciò che riguarda le conferenze, cogliamo quest'occasione per raccomandare viva mente la Conferenza Prescritta per la prossima festa di S. Francesco di Sales, sia Per lucrare l'indulgenza plenaria, sia Per trattare quegli argomenti che si giudicheranno Più atti a promuovere la gloria di Dio e le opere salesiane.

L'attività della Pia Unione dei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane dipende in gran Parte dalle Conferenze. Persuadiamoci che se esse giovano a far ognor meglio conoscere lo scopo della Pia Società Salesiana, che ognuno deve aver presente, giovano pure a rilevare i mezzi più acconci a tale cooperazione, a conoscere il bene che da tutti i soci si va facendo a reciproca edificazione ed il male che irrompe per impedirlo più efficacemente ; giovano infine a vincere il rispetto umano e a infonderci maggior coraggio nel fare il bene. Pertanto ove non è Possibile tener Conferenza pubblica, i Cooperatori non manchino di radunarsi a Conferenza privata o Presso il rev.mo loro Parroco, o presso il loro Decurione, od altro dei Cooperatori ove credessero bene, o in altro luogo più opportuno. L'importante è che la Conferenza si tenga, a comune eccitamento ed edificazione.

III. -- Quanto Poi alla Conferenza prescritta Per la festa di Maria SS. Ausiliatrice noia abbiamo Parole bastanti per ripetere ed inculcare la relativa raccomandazione, come quella che ci sembra un mezzo opportunissimo Per diffondere sempre più il culto stesso di Maria SS. Ausiliatrice.

Certo sono altamente da encomiarsi e da imitarsi le Pie usanze che in Più luoghi si vanno introducendo mercè lo zelo dei nostri Decurioni e Direttori Diocesani. Ad esempio, la festa di Maria SS. Ausiliatrice in qualche luogo è destinata a render più solenne la chiusura del mese di Maggio ; altrove si vuol riserbata alla solennità della nostra amabile Protettrice la commovente funzione dell'ammissione di un nuovo stuolo di fanciulli alla prima Comunione ; come in altri luoghi, ove non v'era usanza di alcuna Pubblica processione in onore della Madonna, si volle introdurre un tale uso in occasione della solennità di Maria Ausiliatrice. Questo è già molto ma non manchi in questi circostanza la Conferenza prescritta. Il moltiplicare le Conferenze Salesiane in occasione della festa di Maria SS. Ausiliatrice è il Più bel mezzo per rendere sempre Più popolare una sì cara divozione. Al che ci pare che abbia da mirare più che mai lo zelo dei rev. Parroci e degli ottimi Sacerdoti, nostri Cooperatori, pel fatto stesso che, universalmente, l'unica festa della Madonna che si celebra zii quasi bitte le Diocesi nel bel mese consacrato alla Benedetta Madre del Divin

Salvatore è Precisamente quella di Maria SS.ma Ausiliatrice.

b) COMITATI SALESIANI e COMITATI FEMMINILI D'AZIONE SALESIANA.

Convinto che a tener desta la fiamma dello zelo in mezzo ai Cooperatori, ed a promuovere salutari manifestazioni nei singoli centri, non basta che arda di carità il cuore dei singoli Cooperatori, ma è indispensabile che vi sia chi possa d'ufficio tenerla viva ed indirizzarla sapientemente

IL V CONGRESSO,

I. raccomanda ai Direttori degli Istituti Salesiani di fondare, ove già non esistano, in unione col Direttore diocesano e col beneplacito dell'Ordinario, un Comitato Salesiano Diocesano al fine suespresso ;

2. raccomanda direttamente la medesima iniziativa ai Direttori Diocesani in quelle Diocesi ove non esistono Case Salesiane ;

3. propone a tali Comitati qualche opera locale secondo lo spirito della Pia Unione, ad esempio l'impianto di un Oratorio festivo nel capoluogo della Diocesi od in altro centro giudicato più importante, previa intelligenza coll'Ordinario ;

4. fa voti perchè, con ogni sollecitudine, a fianco del Comitato Salesiano si costituisca un altro Comitato di zelanti Cooperatrici, al quale si possa devolvere subordinatamente l'iniziativa e l'esecuzione di quanto è raccomandato dai Regolamenti, Congressi e Circolari della Pìa Unione: ad es., le Conferenze annuali, la diffusione del Bollettino, l'iscrizione di nuovi Cooperatori e nuove Cooperatrici, le feste di beneficenza per sussidii alle nostre Missioni o alle Opere Salesiane locali, ecc., ecc.;

5. fa osservare che siffatti Comitati femminili non debbono mancare specialmente presso gli Istituti ed Oratori Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, secondo i nobili esempi ed i relativi regolamenti dei fiorenti Comitati già da più anni sorti presso le case Salesiane di Torino, Milano, Novara, Bologna, Faenza, Barcellona, Siviglia, Buenos Aires, ecc., ecc., ai quali il Congresso manda un vivissimo plauso di ammirazione, di congratulazione e di ringraziamento.

(Continua ).

Ringraziando ex corde quanti seppero apprezzare dai dati inviati all'Esposizione di Milano le finalità dell'Opera di Don Bosco, quelli specialmente che non mancarono di esprimercene benevolmente la più cordiale ammirazione, noi teniamo a ripetere che facciamo assegnamento sulla bontà e sullo zelo degli stessi nostri Ammiratori per procacciare all'Opera nostra nuove aderenze, all'unico intento di poter moltiplicare il bene che essa va compiendo a vantaggio dei fanciulli del popolo, dentro e fuori d'Italia.

(1) Vedi Bollettino di Dicembre.

(2) Lett. del S. Padre Pio x al Sac. Michele Rua, in data 17 agosto 1904.

TESORO SPIRITUALE.

I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati, divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o, se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'INDULGENZA PLENARIA ogni mese

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno ; 2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte ;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza;

dal 10 gennaio al 10 febbraio

1) il 18 gennaio, Cattedra di S. Pietro in Roma; 2) il 2o gennaio, SS. Nome di Gesù; 3) il 21 gennaio, Festa della Sacra Famiglia; 4) il 23 gennaio, Sposalizio di Maria Vergine; 5) il 25 gennaio, Conversione di S. Paolo Apostolo;

6) il 29 gennaio, Festa di S. Francesco di Sales (visitando però una Chiesa Salesiana ove esiste, altrimenti la propria Parrocchia; ma se viventi in comunità, la propria Chiesa o Cappella privata, come sopra) ;

7) il 2 febbraio, Purificazione di Maria SS.ma.

Inoltre, ogni volta che essendo in grazia di Dio (senza bisogno di accostarsi ai SS. Sacramenti o di visita a qualche Chiesa) reciteranno 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità , ed un altro Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, lucrereranno tutte le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella.

All'Esposizione di Milano.

NoN a vana ostentazione, ma unicamente camente per far cosa gradita ai lettori, rileviamo dall'Elenco dei premiati della Mostra „Gli Italiani all'Estero" le varie onorificenze assennate all'Opera di D. Bosco.

I) Diploma di gran premio all'Opera di D. Bosco nel suo complesso; nella quale onorificenza dalla competente Giurìa (di cui era Presidente il Comm. L. BoDio e Segretario il Prof. B. FRESCURA), venne incluso anche l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

II) Medaglia di bronzo al periodico Cristoforo Colombo di Rosario Santa Fè (Argentina).

III) Menzioni onorevoli

1) all'Istituto D. Bosco di Alessandria d'Egitto ;

2) alla Scuola Italiana di Gerusalemme;

3) alle Scuole Centrali 4) alle Scuole Popolari alla Punta   di Smirne; 5) alle Scuole Serali 6) alle Scuole d'Arti e Mestìeri

7) all'Orfanotrofio e alle Scuole d'Arti e Mestieri di Betlemm

8) alle Colonie agricole, Collegio e alle Scuole esterne di Cremisan e Beitgemal (Turchia) ;

9) alla Scuola femminile, Scuola di lavoro, Asilo infantile, diretti dalle Suore di Maria Ausiliatrice a Gerusalemme;

IV) Diploma di benemerenza al periodico L'Italiano in America di New York.

DALLE MISSIONI

Cina.

19 piccoli Cinesi ammessi alla 1a Comunione. Una gita all'isola di Taipa. (Lettera del Sacerdote D. Luigi Versiglia)

Macao, 2 novembre 1906.

REV.MO ED AMAT.MO SIG. D. RUA,

SoN certo che qualche notizia, dopo un po' di silenzio, sarà più che gradita al suo cuore di padre. E la prima notizia che voglio darle è questa : i nostri orfanelli son veramente buoni e corrispondono pienamente alle nostre cure ed alle nostre speranze.

Imitando il nostro buon Padre D. Bosco, che a base della sua pedagogia voleva la pietà ed il santo timor di Dio, abbiam procurato anche ai nostri alunni la comodità di poter compiere un breve corso di esercizi spirituali ; pei quali si prestò con zelo e con grande carità il rev.mo P. Antonio M. Roliz d. C. d. G., già noto alla S. V. per la benevolenza sua coi poveri figli di Don Bosco. Noi lo abbiamo già scritto nell'albo degli insigni benefattori di questa lontana fondazione.

Il breve corso degli esercizi spirituali si chiuse coll'ammissione alla prima comunione di 19 degli alunni. Non abbiam lasciato passar quest'occasione senza raccomandare all'avventurato drappello una speciale preghiera per la conversione di tanti loro fratelli Cinesi e per tutti i loro benefattori. Tra i quali nessuno di loro ha dimenticato il zelantissimo Vescovo di Macao che per loro è un amorosissimo padre, nè tutti i nostri Cooperatori nè le zelanti Cooperatrici. Voglia, o buon Padre, assicurare tutti i nostri Benefattori che il loro nome è ripetuto sovente nelle preghiere di questa piccola comunità cinese, e tanto meno è dimenticato nelle circostanze più solenni. Anzi, se questa mia le giungesse a tempo, vorrei che comunicasse a tutti i nostri Cooperatori gli auguri dei 5o nostri alunni sia per le Feste Natalizie che pel Nuovo Anno.

Il dì seguente a quello della Prima Comunione si fece da tutti una bella gita alla vicina isola di Taipa. Fu un carissimo svago pei nostri orfanelli, di cui anche non posso tacere. Ma per non dilungarmi in descrizioni, lasci, amatissimo Padre, che le riferisca quanto ne fece scrivere in proposito lo stesso Eccellentissimo nostro Pastore nel Bollettino della diocesi.

« Nella Cappella dell'Orfanotrofio dell'Immacolata Concezione (così si volle da Sua Eccellenza intitolato il nostro Istituto, che rimarrà qual Ricordo permanente del I Cinquantenario del dogma dell'Immacolata), la domenica 14 ottobre ebbe luogo la festa della prima Communione degli alunni.

« Sua Ecc. Rev.ma Mons. Vescovo si recò all'Orfanotrofio alle ore 8 per celebrarvi la S. Messa, alla quale per la prima volta ricevettero il Pane degli Angeli 19 alunni, che erano stati in antecedenza istruiti e disposti a quell'atto importantissimo. Il Rev. P.. Roliz del Seminario, che ve li aveva preparati con un triduo di esercizi, fece loro prima e dopo la Communione un commovente sermoncino. Incantavano le disposizioni con cui quei 19 piccoli cinesi si accostavano alla sacra Mensa !

«Durante la Messa, essi intonarono alcuni cantici, i quali dimostrarono chiaramente la loro attitudine alla musica ed il profitto che van facendo sotto la guida intelligente dei loro maestri.

« All'indomani tutti gli alunni dell'Orfanotrofio furon condotti in gita fino all'isola di Taipa, ove allegramente trascorsero la giornata.

« Nella bella chiesa di quella Missione udiron Messa, e i promossi fecero nuovamente la santa Communione, e tutti assistettero al battesimo solenne di due adulti previamente disposti da quel Rev.do Parroco, e poi salirono il monte dell'isola donde godettero lo stupendo panorama che si ha da quell'altezza.

« A sera ritornarono alla chiesa, ove dopo aver cantato varie laudi a Nostro Signore ed alla B. Vergine, ricevettero la benedizione col SS. Sacramento.

« La gente mostravasi meravigliata di veder quei giovanetti cinesi così ben trasformati ed educati.

« Finalmente tornarono in città soddisfatti, traendo con sè alcuni altri compagni, fra i quali uno dei due che erano stati battezzati in quella mattina, coi quali il numero degli alunni dell'Orfanotrofio è giunto a cinquanta !

« Iddio continui a proteggere così bella e così promettente istituzione !

Fin qui il Bollettino della Diocesi. Per parte mia amatissimo Padre. aggiungerò soltanto che l'una e l'altra giornata furono piene per tutti delle più care impressioni.

Nella piccola isola di Taipa si visitò la casa delle Suore Canossiane, tana povera casa che fa per questo tanto maggior onore a quelle eroine clic vi abitano e vi compiono un gran bene ! Era nostro dovere il far loro una visita, chè parecchi dei nostri orfanelli appartenendo all'Opera della S. Infanzia, erano stati educati da quelle buone Religiose. Ma fu anche un piacere, perchè essendo dette Suore d'Istituzione italiana e per giunta quasi tutte italiane, il poter scambiarsi due parole in italiano fu per noi tutti una cara soddisfazione.

Ma a questo proposito le dirò, che l'italiano comincia a suonare gradito anche sulle labbra dei nostri orfanelli. Per un' altra lieta circostanza questi avevano imparato l'aria e le parole della nota canzonetta napoletana : « Sul mare luccica l'astro d'argento » e l'avean ripetuta soavemente più e più volte in un altra bella gita fatta all'isola di Lapa. Anche quella sera del 15 ottobre,

Erano con noi, cioè si trovavano sullo stesso vaporino, il Comandante dell'isola ed altri pubblici funzionari. E tutti furono veramente ammirati del contegno e del profitto dei nostri giovanetti. Uno di quei signori, mentre gli orfanelli cantavano la canzonetta ricordata, voltosi a Sua Eccellenza il Comandante, esclamò

- Le par vero, Eccellenza, che ragazzi cinesi e da così poco tempo raccolti sappiano già cantare così bene ed in lingua italiana ?...

Quei Signori ebbero tutti molte parole di encomio e di incoraggiamento, le quali mentre ci furono care perchè ci assicurarono che l'Opera Salesiana incontrava qui pure la comune soddisfazione, ci furono ancor più gradite, pensando, proprio in quel momento ! alla gioia che ne sarebbe ridondata al suo cuore paterno ed a tutti i nostri benefattori.

Il Signore ci aiuti a corrispondere alla generale aspettazione, ed a questo fine Ella voglia pregare per noi, amatissimo Padre.

Riceva intanto fin d'ora i più cordiali auguri per prossime feste Natalizie e pel Capo d'Anno e ci benedica.

Suo obbl.mo in Corde Jesu

Sac. LUIGI VERSIGLIA.

India.

Memorie dell'Apostolo S. Tommaso. (Lettera del Sac. Giorgio Tomatis).

S. Thomè de Meliapor, 8 novembre 1906.

REV.MO ED AMATISSIMO SIG. D. RUA,

a qualche giorno sono qui a Meliapor ospite di Sua Eccellenza Rev.ma Monsignor Theotonio de Castro, nostro amatissimo Vescovo, che ci accoglie sempre colla più affettuosa e paterna bontà.

Son qui per affari riguardanti il nostro Orfanotrofio di Tanjore ove ritornerò domani o dopo domani a Dio piacendo.

In questi giorni ebbi comodità di visitare parecchi luoghi e monumenti che ricordano il passaggio e la dimora di San Tommaso Apostolo in questi paesi, e mi do premura a dargliene qualche notizia, che le sarà certamente gradita. Contemporaneamente le spedisco anche varie fotografie illustranti questa mia (1).

Visitai anzitutto il piccolo monte ed il gran monte San Tommaso. Chiamansi così due colline poste l'una ad otto e l'altra a dieci chilometri da Meliapor.

Il Piccolo Monte non ha più di cinquanta metri d'altezza, è coperto di rocce da ogni parte eccetto al sud, ove si apre una larga e spaziosa gradinata che conduce alla piccola chiesa che sorge in cima ad esso. La chiesa fu costrutta dai portoghesi più secoli or sono ed è dedicata alla Madonna della Buona Salute.

Dietro l' altar maggiore si apre nel sasso una apertura, quasi una feritoia, per la quale a stento si entra in una grotta molto bassa e di piccole dimensioni. E méta di molti pellegrinaggi. L'immagine di San Tommaso domina l'altarino appoggiata contro il sasso. La tradizione dice che l'Apostolo San Tommaso venuto a predicare il Vangelo in questi paesi ponesse là vicino la sua dimora ; e salisse spesso sul piccolo Monte per pregare in detta caverna, specialmente quando la perfidia degli idolatri cercavalo a morte. A destra dell'altarino è additata una specie di finestrella che dà un po' di luce alla grotta. Si vuole che detta apertura si producesse il giorno in cui il Santo Apostolo che s'era nascosto nella grotta venne scoperto dagli idolatri ed inseguito da un bramino armato di lancia fin'in quel nascondiglio. Per quella specie di finestra la tradizione dice che il Signore offrisse miracolosamente all'Apostolo una via di scampo.

Qui pure si mostra una sorgente detta di San Tommaso, il quale mentre predicava, volendo soddisfare la sete dei molti che lo ascoltavano in giorni di gran caldo e con. assoluta penuria d'acqua in quei luoghi, dicesi facesse novello Mosè scaturir quella sorgente dalla viva roccia. La tradizione aggiunge che con quell'acqua miracolosa si ottennero pure prodigiose guarigioni. La sorgente perdura e non si dissecca nemmeno in siccità straordinarie.

A circa quattro chilometri di là trovasi il gran Monte, detto semplicemente Monte San Tommaso.

É una collina un po' più alta della prima. Se ne guadagnala sommità per una vasta gradinata di circa 1oo gradini. Lassù s'alza una chiesetta dedicata all'Aspettazione di Maria Vergine. Anche questa chiesa fu costrutta dai Portoghesi.

Attorno ad essa noti vi sono abitazioni, all'infuori di una casa di Religiose Francescane, dette Missionarie di Maria, che vi hanno un Orfanotrofio ed una crêche ; ma la loro non è che una succursale del grande stabilimento che hanno a Meliapor, dove fanno un gran bene.

Arrivati alla cima del monte, la Guardiana aperse le porte della chiesa e ci fe' vedere il tesoro che essa rinchiude. Nella roccia contro la quale si appoggia l' altar maggiore si vede scolpita una croce. Dice la tradizione che anche in questo luogo più elevato e solitario venisse spesso il Santo Apostolo, e che prostrato dinanzi a quella croce passasse lunghe ore in orazione e che ai piedi della medesima ferito mortalmente dalla lancia di un bramino finisse la vita. È questa una tradizione. costante ed universale nell'India. Colà in ogni tempo accorsero ed accorrono numerosi pellegrini da tutte le parti dell'India ; colà si prostravano i Portoghesi approdando a questi lidi, e fin dal lontano Malabar quei cristiani, che vogliono ancor adesso essere chiamati i cristiani di S. Tommaso, facevano a piedi un viaggio di circa 25 giorni per venir a venerare questi santi luoghi (1).

Di molti prodigi è fama che sia stata circondata questa croce. Più volte la si vide coperta di bianca nube e mandar abbondante sudore. Vive ancora la memoria del fatto seguente, avvenuto circa un secolo fa. Era il giorno della festa dell'Aspettazione di Maria. La chiesa era piena di gente, quand'ecco s'innalza un rumore confuso e poi si sente gridare : Miracolo ! miracolo ! Il Missionario che era vicino all'altare dovette constatare il prodigio : la Croce che è di pietra ruvida e di colore quasi oscuro apparve dapprima rossastra, poi oscura, quindi candidissima ed in seguito si coperse come di nebbia ed infine diede un sudore così abbondante che ne scorrevano le gocce sull'altare sottostante. Secondando la preghiera di parecchie persone, il Missionario prese con moccichini e pannolini ad asciugar la croce, e ne ebbe molli parecchi pannolini. É da notarsi che la croce è scolpita sul duro macigno che serve di parete alla cappella; non vi era possibilità di avere acqua in quel luogo, ove in ogni tempo il caldo è grande ed il sasso è ardente sotto i vivi raggi del sole. Molti inglesi, protestanti, non potendo negare la realtà del prodigio visitarono l'altare, salirono sulla chiesa e dopo minute indagini furono obbligati di dire che non vi era nulla di naturale in quel fatto, ma che doveva essere certamente soprannaturale (1).

Però il luogo che più degli altri fu sempre venerato è la tomba ove per più di due secoli riposarono gli avanzi mortali del Santo Apostolo prima che fossero portati ad Edessa e poi ad Ortona negli Abruzzi. Questa tomba trovasi a Meliapor a circa 300 metri dal mare. I discepoli di San Tommaso avevano fabbricato su quella tomba una cappella che venne chiamata la casa di S. Tommaso. Più tardi fu cambiata in una vasta chiesa cui in seguito si aggiunse un convento. Quando Marco Polo approdò per la prima volta a questi paesi trovò che quello era luogo di celebri pellegrinaggi, sia pei cristiani che per gli infedeli i quali avevano molta stima per l'uomo che era stato colà sepolto, da essi chiamato avariare o santo uomo.

Nel 16o6 il Pontefice Paolo V fondava la diocesi di Meliapor e la chiesa di S. Tommaso diventava Cattedrale. In questi ultimi tempi il numero dei cristiani essendo considerevolmente aumentato e la vecchia chiesa non essendo più nè decorosa nè sufficiente, si volle costrurre una nuova Cattedrale più grande e meno indegna del santo Apostolo di cui rinchiude la tomba suddetta.

Fu Monsignor Don Enrico Reed da Silva Vescovo di Meliapor che intraprese il difficile lavoro il quale, dopo lunghe fatiche e grandi spese, dieci anni or sono veniva felicemente condotto a compimento e consacrato da Sua Ecc. Rev.ma Mores. Antonio Valente, Arcivescovo di Goa e Patriarca attuale delle Indie.

Il gran tempio, di stile gotico, è certamente uno dei più bei monumenti cristiani dell'India. Nel mezzo di esso trovasi la tomba di S. Tommaso alla quale si discende per alcuni gradini. Presentemente vi si trova un devoto altarino. E sotto l'altare che si apre la fossa la quale rinchiuse per oltre due secoli il corpo dell'Apostolo. Fino a questi ultimi tempi l'altare e la cripta rimasero ornati con pietra ordinaria del paese, ma Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Theotonio de Castro attuale Vescovo di Meliapor, nella ricorrenza del III centenario della fondazione della Diocesi che si festeggiò al principio di quest'anno, volle ornare la cripta e rifare l'altare con preziosi marmi fatti venire da Roma, aggiungendo alla celebrità del luogo l'omaggio dell'arte e della pi ú generosa pietà.

Ecco, amatissimo Padre, le notizie che voleva darle riguardo le memorie della venuta di San Tommaso nell'India. Ci conceda il glorioso apostolo, che fu il primo Missionario di questi paesi, il coraggio e lo zelo necessari per fare noi pure un po' di bene. Ci benedica Ella pure a questo fine, armatissimo Padre, e con noi benedica pure tutti i nostri alunni e questi nuovi Cooperatori.

Mi creda sempre il

suo Aff. mo in Corde Jesu Sac. GIORGIO TOMATIS.

(1) È noto, fra gli eruditi, che S. Tommaso non solo sarebbe stato il primo apostolo dell'Etiopia, dell'India e della Cina, ma anche dei popoli americani. Solo due anni or sono Mons. C. Passalacqua, Protonotario Apostolico ad instar e membro dell'Istituto Storico e Geografico di S. Paolo nel Brasile, pubblicava una bella monografia sull'andata dell'apostolo S. Tommaso in America, sostenendo il suo assunto con autorevolissimi argomenti.

(1) Che l'apostolo S. Tommaso sia morto nell'India è cosa ammessa anche dai Martirologio Romano. Alcuno potrà osservare che il Martirologio dice: a Calamina nelle Indie. Ma come nota il dotto missionario gesuita P. Atanasio Kircher, nella sua Sina illustrala, in tutte le Indie non v'è un luogo che si conosca aver nome Calamina, per cui è da ritenersi che la città del martirio di S. Tommaso fu precisamente Meliapor, il cui nome intero è da secoli S. Thomè de Meliapor, per cui il nome di Calamina registrato nel Martirologio non può esser altro che la fusione delle parole Calur-mina che in lingua del Malabar significano svella pietra, esprimono cioè il martirio del Santo, che fu trafitto da una lancia precisamente sulla pietra dinanzi la Croce suddetta. Il P. Kircher dice che questa spiegazione si poggia su antichissime tradizioni.

Per altro non vogliam tacere che il Diniz nella sua Historia de Portugal, (vol. IV) accenna di passaggio un'opinione di un altro missionario, secondo il quale Calamina sarebbe stato l'antico nome di Meliapor.

(1) Anche il P. Kircher parla di fatti miracolosi relativamente ad una Croce attribuita a S. Tommaso. Tra l'altro egli ha raccolto un'antichissima tradizione secondo la quale l'Apostolo avrebbe predetto che quando il mare sarebbe giunto a battere ai piedi di quella Croce, il Signore avrebbe colà inviato da lontane regioni degli uomini bianchi a predicare la stessa dottrina che egli aveva predicato. E il fatto è, nota il Kircher, che quando i Portoghesi mossero alla conquista del Coromandel, l'oceano aveva guadagnato tanto in quel punto che batteva realmente ai piedi della Croce.

Dall'Italia alla Cina.

Dal Diario del viaggio dei nostri Missionari

Mercoledì, 7 febbraio - Penang. Poco o nulla posso dire di Penang, che si presenta alle basi di belle e verdeggianti montagne con tutto l'aspetto ridente delle nostre cittadine liguri. Il porto è animato, ma non si può paragonare con quello di Colombo. Degna tuttavia d'ammirazione è la sua vastità, godendo della magnificenza di un bel golfo più che d'un semplice porto. Anche l'esuberante vegetazione pare un sovrabbondante compenso alle aride steppe e agli scogli bruciati che da Porto Said ci rattristarono fino a Socotra.

Il piroscafo si ferma poche ore ; ma per scendere bisognerebbe avere il cerebro di terracotta ; altrimenti l'amico sole, che scaglia a piombo saette del diavolo, ci penserebbe lui a farne un ovo sodo.

Singapore.

Giovedì, 8 febbraio - Le città finora incontrate nel lungo tragitto marino, benchè tanto diverse l'una dall'altra, non offrono che l'aspetto d'un quadro, d'un paesaggio al più, cui, appena giungete in porto, abbracciate con un sol colpo d'occhio. Porto Said è un gruppo, Suez una distesa di case, Aden un nero scoglio, Colombo un giardino e Penang una graziosa cittadina, ma tutta in veste europea.

Singapore, più che un quadro, è una galleria. Non una città, non un porto solo ; ma vi si presentano tanti porti e tante città a seconda del punto in cui gettate l'ancora o girate lo sguardo.

Alla fine dello Stretto di Malacca, in luogo della solita estensione senza limite di mare, l'orizzonte è circoscritto da un vero arcipelago, le cui verdi isole e i canali fuggenti in ogni direzione vi strappano grida di stupore. E man mano che c'interniamo, spuntan villaggi, vapori, vele e barchette, le quali dànno vita e varietà allo spettacolo, già per sè medesimo tanto attraente.

Alla nostra destra vere dighe d'alberi di cocco sotto la cui alta protezione si nascondono case bianche dai tetti rosseggianti. Per nostro sollievo, sebbene siamo così vicini all'equatore, dove il sole inesorabilmente sferza i suoi dardi perenni, l'ora vespertina ci regala a quando a quando soavi colpi di vento.

Il termometro segna 30 gradi, media normale di questi paesi che non conoscono mai stagione, direi, giorni diversi. Ci assicurano tuttavia che il massimo calore non supera i 36. Il clima di Colombo è alquanto più temperato : dai 22 ai 36. Come si vede, in qualche città d'Italia, a parte la durata del calore, in Sicilia per esempio, c'è la comodità alle volte di abbrustolirsi ancor meglio.

Ed ora eccoci chiusi in una pittoresca insenatura colline ai fianchi e colline di fronte. Oh con quale avidità si cacciano gli occhi su quella terra benedetta non più lontana di un centinaio di metri. Tu la vorresti toccare con le mani, brameresti tuffarti in quel verde, quando altri colli, altro verde ti fanno correre alla sponda opposta, donde compaiono dietro a lunghe e nude palizzate, magazzini, fabbriche ed officine, da cui ci arriva il rombo d'una tempesta di martellate. Ma anche qua hai appena tempo di gettarvi sopra un'occhiata fuggitiva che altri colli, altro verde ancora, su cui spiccano semafori e palazzine incantevoli, ti rubano l'attenzione.

In porto.

Si passa da un incanto all'altro, senza neppur la comodità di gustarli per pochi istanti. A un tratto scoppia la banda, le cui allegre armonie sono un'eco fedele, l'espressione più sincera di tutti i nostri cuori, lieti d'essere arrivati fino all'ultima estremità del rostro emisfero così felicemente.

Intorno al piroscafo brulicano le solite turbe di ragazzi. Non gli audaci Indiani di Colombo, ma bei tipi di robusti figliuoli, dal viso tondo e denti scoperti. Sono i primi campioni della razza qua dominante, la razza malese. Scivolano sopra leggerissimi schifi, veri gusci di piselli, spinti da belle palette di legno : qualche cosa insomma di meglio dei poveri katamaran indiani.

Lo spettacolo varia sempre, accrescendo sempre l'interesse. Ma chi non corre avidamente cogli occhi dentro a quelle casine traforate, che lasciano intravedere tutte le piante di cui sono cinte, dove l'aria vi gioca a piacere, come gabbie tra verdi cespugli ?

Sette grossi piroscafi sono l'uno dopo l'altro maestosamente ancorati a una lunga e forte palizzata, che porta il nome di doks. Anche l'Alìce sempre il più imponente vapore in qualunque porto arrivate, mentre la banda spande gli allegri concerti tra i profumi della flora equatoriale, manovra rumorosamente, girando l'immane fianco che solleva monti di flutti vorticosi e spumeggianti per un tratto molto esteso. Abbranca finalmente la sponda. È tale la sua vastità che occupando gran parte del porto, pare chiuda l'imboccatura d'una larga via fiancheggiata da due file di carrozze. Appena calato il ponte, si nota subito un grande brulichio di persone : l'imbarcamento si popola di signori e di facchini. Dal piroscafo scendono saluti e sventolamenti a cui dalla banchina rispondono altri saluti, agitare di braccia, sguardi e sorrisi di felicità. Quindi una doppia fila di viavai come se il piroscafo fosse un vero formicaio di uomini.

I più contenti sono i piccoli Malesi , che non cessano di cinguettare in un loro linguaggio incomprensibile, tutto scoppiettante a vocali come quello degli uccelli, perchè si getti loro una moneta. Alcuni hanno i loro gusci gentilmente infiorati a prua e poppa; altri menano con sè un scimiottino, il quale naturalmente segue le sorti dei discreti padroni. Ecco che una piccola moneta brillando lentamente nell'acqua, gettata all'improvviso, fa dimenticare a uno di quei monellucci che teneva per mano la bestiola, trascinando anch'essa nel fondo del mare. Sebbene poi, il povero animaluccio, n'avesse in compenso di molte carezze, soffiando starnuti guardava con occhi melanconici il tristanzuolo padrone che gli aveva fatto quel tiro inaspettato. I passeggeri ridevano ; ma allorquando i ragazzi si tuffarono di nuovo, il scimiotto, in barba a tutta la sua fama di egregio imitatore, se ne stette solo sulla barca, non sentendosi punto la voglia di tornare a fondo.

Noi, mentre l'ora fresca c'invita a scendere pei pranzo, sentiamo venire di là, dalla città, un frastuono confuso di scoppi continui : nell'arsenale ferve il lavoro?!

Di sorpresa in sorpresa.

Chi può resistere alla tentazione di una gita in città ? Questa è anche l'ora più opportuna ; perché la notte soltanto con la sua benefica ombra puó temperare i bollori equatoriali.

Per la seconda volta godiamo nel sentirci la terra sotto i piedi. Attorno attorno calma e tranquillità perfetta ; e poi la brezza serotina, la splendida luna, l'aspettativa di veder cose nuove, tutto metteva allegria, acuita maggiormente dalla curiosità d'andare in un luogo ignoto.

Alla prima fermata del tramvia, un vivace schiamazzo ci fa torcere lo sguardo. È un amico, anzi due, che con le voci e con le mani c'invitano a saltare a terra, togliendoci insieme dall'imbarazzo di pagar gente, dalla quale non si può intendere un'acca. E poi, via!

È necessario ch'io spieghi come avvenne quel felice incontro. Sul nostro piroscafo viaggiano in prima classe due ottimi signori, portoghesi, coi quali si strinse subito una cordiale amicizia. Uno di quei fratelli, il sig. Francisco Gonzales, conoscenscendo già il rev. Padre Antonio Cardozo, superiore della Missione portoghese di Singapore, appena disceso a terra volò con una vettura, a nostra insaputa, ad avvertire e a condurci insieme il Padre summentovato. Poteva egli essere più grazioso nella trovata, degna invero di gentiluomo della sua cavalleresca nazione ?

Il R. P. Antonio Cardozo ci volle un momento a casa sua, a cui noi, senza saperne la direzione precisa , ci eravamo già incamminati. Ma per nostra disgrazia il tramvia ci trascinava in una città tutta in preda al fuoco mitragliatore, pienamente in rivolta.

Io non mento : noi si passava tremanti in mezzo uno scoppiare di fuoco ininterrotto. Però ciò che mi fece subito specie non poca e che tranquillava alquanto, era la quiete delle persone fra tutto quel fracasso. Turbe innumerevoli assiepavano gli sbocchi delle vie, rossastre al riflesso dei fuochi strepitanti. Ma non un grido, non una voce : mi parve anzi intravedere su quei visi immobili una cert'aria d'allegrezza festiva. Tutto ciò era inesplicabile. Non capivo anche come tra il subisso sempre crescente non scorgessi altro che Cinesi. Che ce ne fossero al porto, impiegati nei più umili servizi, pazienza, ma qua donde son piovuti tanti figli dell'Impero Celeste?...

Il buon Padre ci rassicurò del tutto, quando ci disse che non si trattava che del festeggiamento dell'anno cinese, il quale coincideva con la lunazione presente (1).

La Missione cattolica.

L'ottimo Padre Antonio era felice d'averci con sè più che se fossero capitati i suoi fratelli. Già egli sapeva del nostro arrivo, ma noi credeva così presto. Anche l'amato nostro Vescovo di Macao, di cui ci mostrò l'imagine paterna, figurandoci sopra un altro vascello, non ci attende che per i primi di marzo. Che bella improvvisata al suo buon cuore, quando stasera il telegrafo gli dirà che noi stiamo per arrivare ! Ci sentivamo proprio in famiglia, anche perchè lo stesso Padre cortese dipende dal medesimo vescovo di Macao. Dopo aver visitato la bella e comoda chiesa, intendemmo con vero piacere che la sua missione lavora per non meno di 9ooo cattolici. Nove mila cattolici solamente sopra circa duecento cinquanta mila abitanti è troppo poco : a ogni modo v'è già una chiesa cattolica esclusiva per i Cinesi, officiata da un buon prete francese, e gli stessi Padri portoghesi hanno alle loro scuole un trecento ragazzi. E questi son frutti sicuri. Anche queste scuole cattoliche, come quelle di Colombo, sono soccorse dalla generosità del governo inglese, di cui non si odono che parole di alto elogio, come colonizzatore per eccellenza.

Il Padre Antonio Cardozo, affrontando ancora il baccano indemoniato, volle riaccompagnarci al ritorno per un buon tratto. Si abbia, egli nuovamente i nostri più cordiali ringraziamenti.

Si riparte.

Venerdì, 9 febbraio. - Ripartendo, passammo vicino a un piroscafo, credo diretto a Batavia nell'isola di Giava, che ci aveva rubato un buon terzo degli amici di viaggio. Ci eravamo visti e conosciuti per una ventina di giorni, non più; pure quell'addio ci commosse visibilmente. Cari amici, quando mai c'incontreremo insieme, tutti in così bella compagnia ? La risposta è dolorosa, ma certa: mai più ! E certo questo era il pensiero che toccava segretamente il cuore a ciascuno.

Dovemmo inoltre constatare che di Singapore s'aveva un concetto assai incompleto. Dove noi c'eravamo imbarcati, non era che un porto, il porto germanico. Ora più si va al largo e più il porto principale (diciamo con maggior verità il porto inglese) si apre alla vista tutto....

E porto, battelli, case e colline sfumano sotto il mare. Ma un pensiero ci conforta : siamo già nel Mar Cinese. Hong-Kong e poi Macao! Che sono oramai due, tre mila chilometri di viaggio ? A noi basta sapere che già il telegrafo, passandoci sotto colla velocità del fulmine ha portato al nostro amato Pastore la buona novella che stiamo per arrivare.

Sabato, 10 febbraio. - Cielo e acqua l Alla sera un piroscafo in vista.

Domenica, 11 febbraio. - E' la 4 domenica che passiamo in mare; 25° giorno di viaggio. Anche oggi nessuna novità. Via via che torciamo al nord il caldo va diminuendo. Ma sebbene il mare abbia tutta l'apparenza di una grande calma, è una calma traditrice. Sotto sotto, larghe ondate cullano l'Alice, come fosse un leggiero vascello, facendo ricordare l'Oceano Indiano, di poca buona memoria.

Arrivo a Macao.

Lunedì, 12 febbraio. - Poichè siamo già arrivati, quasi senza avvedercene, alla vigilia del nostro arrivo, mi permettano i cortesi lettori di offrir loro raccolti i dati principali del viaggio.

18 Gennaio. Partenza alle 10 a. m. da Genova.

19   »   A Napoli (I giorno di viaggio), Ia fermata - Kil. 622.272.

20   »   Nel mar Ionio.

21   »   Presso Candia.

22   »   A Porto Said (4° giorno di viaggio), 2a fermata - Kil. 2055.720.

23   »   Nel Canale di Suez (S° giorno di viaggio), 3a fermata - Kil. 161.124.

24   »   Nel Mar Rosso.

27   »   Aden (9° giorno di viaggio), 4a fermata - Kil. 2522.416. 28   »   Nell'Oceano Indiano.

1 Febbraio Uno scoglio delle Luceadine.

2   »   Capo Comoríno.

3   »   Colombo (16° giorno di viaggio). 5° fermata - Kil. 3876.236.

6   »   Sumatra.

7   »   Penang (2o° giorno di viaggio), 6a fermata -- Kil. 2366.856.

8   »   Singapore (2i° giorno di viaggio), 7• fermata -- Kil. 731.540•

9   »   Nel Mar Cinese.

Martedì, 13 febbraio. - Hong-kong alle ore io a. m. (26°giorno di viaggio), 8a fermata - Kilometri 2661.324.

Alle 5 e mezzo pom. giungiamo a Macao. Totale, da Genova a Macao, Kil. 14997.488.

SAC. GIOVANNI FERGNANI.

(1) L'anno cinese non è ad epoca fissa come fra i cristiani. I mesi vengono contati dalle fasi della luna, e ogni tre anni, l'anno nuovo è dì tre mesi. Il succedersi degli anni segue il moto della terra intorno al sole. Il capo d'anno cade ogni volta al primo quarto di luna, dopochè il sole è entrato nella costellazione di Acquario, secondo noi, a un giorno fisso fra il 21 gennaio e il 19 febbraio.

Il Capo d'anno è la festa più solenne del celeste impero e lo si celebra nel modo più clamoroso ; tutti i debiti devono essere pagati il giorno prima, e si fanno offerte ai patrii numi, affinchè l'anno che segue possa essere felice.

IL CULTO di Maria Ausiliatrice

Noi siamo persuasi, che nelle vicende dolorose dei tempi che corrono non ci restano altri conforti che quelli del cielo, e tra questi l'intercessione potente di quella benedetta che fu In ogni tempo l'Aiuto dei Cristiani. pio pi,. x.

COL fremito commosso di mille e mille cuori, nella mistica onda soave di un'imperitura riconoscenza, il Nuovo Anno, o Piissima, prende ad intessere ai tuoi piedi un nuovo serto di lodi e di ringraziamenti.

deh ! che il numero delle voci osannanti nel nuovo anno a 7e sia maggiore del più solenne e grandioso degli anni trascorsi !... Noi lo imploriamo per la gloria del Tuo Figlio divino, o Madre, per la gloria Tua, ed anche a nostro conforto, poveri esuli raminghi in questa valle di lagrime !...

Pellegrinaggio spirituale pel 24 corrente.

INVITIAMO i devoti di Maria SS. Ausiliatrice a pellegrinare in ispirito al Santuario di Valdocco il 24 corrente, e ad unirsi alle nostre preghiere.

Oltre le intenzioni particolari dei nostri benefattori, avremo anche quest'intenzione generale

Implorare le speciali benedizioni di Maria Ausiliatrice su quanti ricorreranno a Lei in questo giorno 24 del mese particolarmente dedicato al suo Culto.

Feste e date memorande.

Pel Santuario di Valdocco. - Il 9 dicembre u. s. l'Em.mo Card. Mariano Rampolla del Tindaro, Arciprete della Basilica Vaticana, in unione col ven. Capitolo della medesima, comunicava al nostro Santuario tutte le Indulgenze e Grazie Spirituali concesse dai SS. Pontefici alla Sacrosanta Basilica Vaticana; cosicchè visitando il nostro Santuario quind'innanzi si potranno conseguire gli stessi favori concessi a quanti visitano personalmente la Sacrosanta Basilica suddetta.

NOVA PADOVA DI CAXIAS (Rio grande do Sul Brasile). - Fin dal 1899 l'immagine di Maria SS. Ausiliatrice sorride al popolo di Nova Padova di Caxias, composto quasi interamente di emigrati italiani. L'anno scorso il vecchio quadro venne sostituito con una bellissima statua, la quale, giungendo dall'Italia, venne accolta dall'intera popolazione con tenerissimi segni di giubilo. La festa fu appunto rimandata a quel giorno faustissimo, nè poteva riuscire più devota o solenne.

Ci congratuliamo vivamente con quei cari emigrati, specialmente col decurione sig. Pietro Menegat, vero propagatore della devozione a Maria SS. Ausiliatrice.

nuove Chiese e Cappelle.

CAVAGLIÀ. - Da qualche tempo nell'istituto Decaroli in Cavaglià si sentiva la necessità di una nuova Cappella che servisse per i giovani interni e per l'Oratorio Festivo. Se ne fe' parola all'esimia benefattrice di quella casa, la signora Celestina Boggio, ed ella, convinta che la cappella si dovesse fare e presto, si assunse volentieri in massima parte la spesa occorrente, lieta di poter far cosa onorifica a Maria Ausiliatrice, cui la nuova cappella doveva essere dedicata. Infatti ben presto questa fu all'ordine, semplice ma bella, graziosa, e ricca di un bellissimo altare in marmo, stile bizantino , e la balaustrata del presbitero parimente in marmo. Pertanto il 23 dello scorso settembre S. E. R.ma Monsignor Giuseppe Gamba, Vescovo di Novara, procedette con ineffabile contento di tutti al sacro rito della benedizione solenne della Cappella e della consacrazione dell'altare.

Alla bella festa prese parte, insieme con un bel numero di Sacerdoti e Cooperatori e Cooperatrici

Salesiane, anche il nostro Superiore Maggiore accompagnato dal Teol. Don Giulio Barberis. L'esimia signora Boggio fu nella lietissima circostanza proclamata dal sig. D. Rua Dama d'onore di Maria Ausiliatrice , e n'ebbe insieme colla medaglia il relativo diploma.

L'Arciv. di Montevideo e il culto di Maria Ausiliatrice.

Montevideo. - Registriamo con gioia un'altra data veramente memoranda pel Culto di Maria Ausiliatrice. Nella seconda metà dello scorso anno si prese a pubblicare a Montevideo un caro periodico mensile « La Virgen de Don Bosco » quale organo della devozione a Maria Ausiliatrice nell'Uruguay e nel Paraguay, e specialmente del Santuario Nazionale di Villa Colon dedicato a Maria Ausiliatrice.

I numeri pubblicati ci dànno già delle belle notizie. Solenni e devote le feste in più luoghi celebrate ; numerosi i pellegrinaggi al Santuario, tra cui uno promosso dal Circolo Mons. Lasagna di Montevideo, composto di 6oo baldi giovani, cui se ne unirono altri 1oo, membri della Gioventù Cattolica di Las Piedras ; e numerose altresì le relazioni di grazie ottenute.

L'Eccellentissimo Arcivescovo di Montevideo, Mons. Mariano Soler, è alla testa di questo devoto movimento; e per noi è dolce e doveroso il registrare questa sua raccomandazione :

Trovandoci a Villa Colon per assistere, conte ci è caro far tutti gli anni, alla solennità di Maria Ausiliatrice che si celebra nel suo Santuario Nazionale, Ci è parso conveniente di approfittare di questa occasione per ripetere ai Nostri diocesani che abbraccino con amore la divozione alla Madre di Dio, Aiuto dei Cristiani.

E tanto più ci sembra opportuno, in quanto lo facciamo come spinti dalla stessa Signora in questo luogo privilegiato, essendo infatti la sede dell'Immagine da Noi incoronata solennemente allo scopo d'impetrare da Maria Ausiliatrice la sua continua intercessione a vantaggio della Chiesa e della Patria - affinchè in questa cattolica nazione cresca sempre la divozione alla Madre di Dio, Aiuto dei Cristiani, alla quale Pio VII di s. m. attribuì il trionfo della Chiesa nell'epoca calamitosa dei tempi moderni. - Noi pure molto abbisognamo di siffatta potente intercessione; procuriamo quindi col nostro fervore di riportar vittoria sui nostri nemici in questi tempi egualmente funesti. Che il trionfo della Chiesa ci venga da Maria

Villa Colon, 19o6.

+ MARIANO

Arcivescovo di Montevideo.

E Mons. Soler, nel suo grande affetto per la Madonna di D. Bosco, ha fatto testè collocare nell'artistico e splendido atrio del suo Palazzo Arcivescovile un bel simulacro marmoreo di Maria SS. Ausiliatrice.

GRAZIE E FAVORI

« Ella sola la può guarire ! »

Alla metà del mese di luglio mia figlia venne colpita dal tifo.

Da principio la malattia non era grave, ma andando sempre peggiorando di giorno in giorno, dopo un mese di dolorosa ansietà chiesi un consulto. I dottori ci dissero che la malattia era troppo grave, che l'inferma non poteva più guarire e le restavan due giorni di vita

Desolati le facemmo recare gli ultimi Sacramenti ; quando una delle sorelle fissando una statuetta di Maria Ausiliatrice che si trovava nella camera dell'inferma ebbe questo pensiero: Ella sola la può guarire ! Si scrisse in Torino, perchè si celebrasse una messa al suo altare, si facessero pregare i giovanetti dell'Oratorio e ci si inviasse una corona o una medaglia da mettere al collo dell'inferma, e incominciammo noi pure una novena. Oh prodigio! non avevamo ancor finito la preghiera che l'ammalata si vide subito migliorare e da quel giorno andò sempre migliorando, finchè oggi è sana e salva e pienamente guarita.

Volle ella stessa rendere le dovute grazie alla sua Liberatrice, recandosi al suo Santuario in Torino per ringraziarla ai suoi piedi di sì grande favore.

Ti ringraziamo noi pure, o Maria Ausiliatrice !

S. Rocco, novembre 19o6.

TIBERTI LORENZO.

Un'operazione scongiurata.

Son circa due anni che mio figlio Vincenzo era costretto a ricoverarsi all'ospedale per un male venutogli alla tibia della gamba destra. Il chirurgo disse che era una periostite. Il figlio stette vari mesi all'ospedale, ma il male era sempre lo stesso, di modo che il chirurgo disse necessaria l'amputazione della gamba. Fu allora che tanto io che Vincenzo ci volgemmo alla Vergine Ausiliatrice con novene e rosarii, perchè si degnasse scongiurare l'operazione. E la Madonna si degnò consolarci, poichè quando il chirurgo osservò di nuovo la gamba per decidere dell'amputazione, con sua sorpresa e meraviglia constatò che il male era del tutto scomparso. Infatti in pochi giorni mio figlio usci dall'ospedale completamente guarito.

Non è questa una bella grazia della Ma donna di D. Bosco? Mantengo la mia promessa nel pubblicare la grazia !

Marsala, 11 novembre 19o6.

PARRINELLO PAOLO.

Ricorrete a Maria Ausiliatrice.

La moglie di mio figlio da gran tempo ammalata da contìnua emorragia, la notte del 23 settembre credeva proprio che avesse da rendere l'anima a Dio. Allora ricorsi a Maria Ausiliatrice ; pigliai un Bollettino Salesiano, tagliai da esso l'immagine di Maria e la porsi al figlio, perchè la mettesse sotto il capezzale di sua moglie, promettendo che ottenuta la grazia l'avremmo fatta notificare sul medesimo Bollettino. Subìto dopo, in capo a cinque minuti la poveretta cominciò a ristabilirsi ed ora è sana e salva, per, cui adempio alla fatta promessa.

Martinengo, 25 ottobre 19o6.

ASPERTI ANGELA.

Non tentennava la mia speranza... !

Mio fratello Amatore, dopo di aver brillantemente conseguito il diploma di medicina e chirurgia all'Università di Padova, per rifarsi dalle fatiche dello studio si recò a respirare oltre Belluno arie più pure, ma fu colto da terribile tifo. Trasportato all'ospedale della città, anche la mamma corse al suo capezzale , ma perduta ogni speranza se ne allontanava straziata per non sentirsi il coraggio di vederlo spirare. Il poveretto non capiva più nulla! Ma non tentennava per nulla la mia speranza in Maria Ausiliatrice. Scrissi a Torino perchè i giovanetti dell'Oratorio cominciassero una novena ed ecco che dopo tre giorni di dolorosissima aspettazione ci arriva la notizia che Amatore è entrato in una fase di speranza. Difatti il miglioramento continuò gradatamente finchè in pochi giorni egli fu pienamente guarito. Ringrazio anche a nome di tutta la famiglia la bontà della Vergine Ausiliatrice.

Brescia, 9 settembre 19o6.

AUSTONI CARLO.

La benedizione di Maria Ausiliatrice.

Provata la mia famiglia da molte e dure avversità, mio marito si lasciò sopraffare da tale tristezza che ci teneva in continua costernazione. Non valevano le cure sollecite ed affettuose che tutti in casa cercavamo di prodigargli, non gli recavano conforto le parole di persone amiche; persino le preghiere che con fede viva innalzai e feci fare dai figli, pareva non fossero ascoltate. Tuttavia la mia fiducia nella Vergine Ausiliatrice non venne mai meno.

Recatomi a Torino, dopo essere stata ai piedi della Taumaturga Immagine , mi presentai al rev.mo Don Rua supplicandolo di dare la benedizione di Maria Ausiliatrice al mio povera consorte. Erano le ore dieci. Partii sollevata. Dopo due giorni, nel giungere a casa, le figlie maggiori mi corsero incontro per dirmi che il loro babbo, senza saper come, era di buon umore e pareva consolato. Chiesi quando avesse cominciato il miglioramento, e mi risposero Verso le ore dieci , due giorni sono. Oh benedetta Vergine , foste proprio Voi che colla vostra benedizione deste sollievo a quell'anima afflitta ! Desidero sia pubblicato un tanto favore.

Diano d'Alba, novembre 19o6.

C. S.

La riconoscenza dei nostri emigrati.

Mompos (Colombia) - Il mio caro bambino Gian Carlo Maria fu nuovamente colpito da, bronchite capillare il dì 20 settembre. Ci trovavamo in un paesello lontano dalla città e quindi nell'assoluta mancanza di medici e di medicine. Col cuore straziato ma riboccante di speranza nell'Ausiliatrice, incominciammo una novena promettendo la pubblicazione della grazia, una S. Messa nel suo Santuario di Torino, ed una limosina alle Missioni Salesiane. Ed oh ! bontà grande della Vergine Ausiliatrice, quasi all'istante si va calmando l'affannosa e sibilante respirazione del piccolo infermo ; di lì a poche ore passa per il paese, direbbesi a caso, il medico di nostra famiglia e verso notte la malattia del caro bimbo accenna ad un chiaro miglioramento. Come non gridare di tutto cuore : Viva, viva mille volle l'Ausiliatrice dei Cristiani?

5 ottobre 19o6.

FEDELINA M. MACCHI.

Lima (Perù) - A Te, o Maria Ausiliatrice, il mio eterno tributo di lode per l'immensa Tua bontà nell'esaudire le mie suppliche. Nello scorso anno quando una grave malattia mi spinse sull'orlo della tomba, io invocai il Tuo soccorso.

e Tu pietosa mi porgesti la Tua mano possente, e mi salvasti.

Ti rendo pure pubbliche grazie per due altri segnalati favori in pro' delle mie bambine, l'una delle quali era stata dichiarata irremissibilmente perduta per polmonite acuta e l'altra era pur gravemente assalita da bronco-polmonite. Io domandai di nuovo il Tuo aiuto promettendo di pubblicare la grazia e Tu, benigna, ascoltando le mie preghiere, ambedue me le sanasti.

Continua, o Madre SS., a volgere su di me e su i miei cari il tuo sguardo materno.

Ottobre 19o6.

TERESINA PUGNO-CONSAVELLA.

Mendoza (Repubblica Argentina) - Per più di un anno ebbi un malore ad un ginocchio, pel quale usai invano molte medicine. Alla fine feci ricorso alla Beata Vergine Ausiliatrice, e questa buona Madre dopo una semplice novena in suo onore me ne liberò totalmente.

Grato per tanto favore adempio la promessa di pubblicare la grazia.

29 settembre 19o6.

GIOVANNI G.

Encantado (Rio Grande do Sul - Brasile). - Il mio figliuolo Angelo, d'anni 4, venne furiosamente assalito da un fiero montone. Il bimbo non dava più segni di vita. Lo raccomandai a Maria SS. Ausiliatrice ed ebbi il conforto di veder il mio Angelo felicemente uscir d'ogni pericolo e rimettersi in piena salute. Siano grazie a Maria SS. Ausiliatrice cui ricorsi con fede in quelle ore in cui pareva che il mio bimbo fosse perduto.

Novembre 19o6.

CATTERINA SANGALLI.

Offemburg (Baden) - Ancor ai primi di maggio p. p. caddi ammalata ; e il quarto giorno il dottore dichiarò che essendo una polmonite doppia era assai difficile ch'io guarissi, intanto mi vegliassero giorno e notte. A questa dichiarazione mio frattello spedì un'offerta al signor Don Rua raccomandandogli di far cominciar una novena per me. Però di quella sera stessa mi portarono la S. Comunione e l'Olio Santo, e si recitarono le preghiere pei moribondi. Ma Maria SS. esaudì il ricorso del fratello, nè era ancor terminata la novena che con meraviglia del dottore e di tutti sempre andai migliorando fino a perfetta guarigione.

Alla mia benefattrice sian rese le più vive grazie.

4 novembre I9o6.

ANNUNCIATA GEREMIA di EUGENIO.

S. Gio. Bianco (Bergamo) - Chiamato d'urgenza al letto di una carissima sorella che dapprima era stata ammalata di febbre tifoidea e poi di pleurite, ed a cui erano già stati amministrati tutti i conforti di nostra santa religione, poiché a detta anche del sig. Dottore non le potevano restare che poche ore di vita, promisi a Maria SS. Ausiliatrice che se l'avesse fatta guarire avrei fatto una offerta per le Opere Salesiane e in pari tempo pubblicata la spe cialissima grazia sul Bollettino.

Non solo contro l'aspettazione di tutti passò tutto intiero il giorno dopo, ma al mattino del secondo giorno il sig. Dottore ebbe a trovare un miglioramento tale che non seppe altrimenti spiegarlo che attribuendolo ad una grazia strepitosa di Maria SS. Essendo ora convalescente adempio la mia promessa, assicurando che invierò una seconda offerta appena sia perfettamente ristabilita.

9 novembre r9o6.

SAC. ANTONIO BAGINI.

Torino. -- Quest'estate mio figlio, capitano nel Regio Esercito, ritornò a casa colpito da malore all'occhio sì grave, che persino i medici si mostrarono impensieriti.

Unitamente a mia figlia invocai aiuto e protezione dalla Beatissima Vergine Ausiliatrice, e con gran conforto nostro non tardammo a notare un sensibile miglioramento e qualche tempo dopo la completa guarigioue.

Mentre porgo un'offerta in segno di riconoscenza per la grazia ricevuta, innalzo i miei fervidi voti alla Madre Celeste affinchè vegli sempre su me e sulla mia famiglia.

Novembre I9o6.

CHIARA BELDI.

Vigone. - Si era vicini alla Pasqua del I9o6, quando la mia cara madre cadeva gravemente ammalata di bronco polmonite e la famiglia tutta, piangente, non si poteva dar pace di tauta perdita. Io con voto e promessa, dopo di aver deposto una medaglia della Vergine Ausiliatrice sotto i guanciali dell'ammalata, promisi, se la cara mia madre fosse ancora guarita, che avrei offerto lire io per messe al suo altare e resa pubblica la grazia. Oh I bontà di Maria invocata sotto questo titolo di Ausiliatrice dei Cristiani ! Da quel giorno, con stupore del medico curante che ne aveva predetta la fine fra pochi giorni, l'ammalata comincia ad avere un lieve miglioramento ed ora si trova in perfetta salute.

Vengo oggi a sciogliere il voto, a ringraziare la mia amatissima protettrice.

14 novembre I9o6.

AMnROSIO CHIAFFREDO.

Valfenera (Asti). - Avendo una cara figlia gravemente ammalata, al vedere le sue sofferenze giornaliere e gli accessi nevrastenici sì terribili stava per perdere ogni speranza di guarigione. Per sei mesi la sottoposi a cure e consulti vari, ma vedendo riuscir tutto a vuoto cominciai una novena alla dolcissima Madre Ausiliatrice perchè volesse benedire le medicine e la figlia. In fin del terzo giorno della novena scomparve il male; ed ora gode perfetta salute. Vi ringrazio, o Maria Ausiliatrice, e come posso, vi protesto tutta la mia riconoscenza.

Anche per un tenero bambino salvato da certa morte vi rendo le più fervide grazie.

Novembre I9o6.

ARDUINO GIOVANNI.

Santu Lussurgiu (Cagliari). - Come potrò degnamente lodarti e ringraziarti, Taumaturga Regina e potente aiuto dei cristiani ? Colpito quasi improvisamente un mio fratello da terribile malatia (pleuropolmonite) fu presto ridotto in pericolo di vita. Senza venir meno all'arte sanitaria che gli prestava sollecite cure, si ricorse con fiducia a Maria Ausiliatrice promettendo di pubblicare la grazia. Mettemmo al collo dell'infermo la prodigiosa medaglia dell'Ausiliatrice e cominciammo una fervorosa novena nella camera stessa dell'infermo, che insieme a noi recitava le preghiere. Era solo il quinto giorno della novena quando il medico lo giudicò fuori di pericolo. Ora egli è in piena convalescenza e con me ringrazia la pietosa Benefattrice.

21 novembre I9o6.

MURA MARIANTONIA ved. ONMI.

Cesena - Maria Santissima Ausiliatrice non è avara di grazie, neppure coi meno meritevoli. Purchè s'invochi con fede, è pronta sempre a soddisfare i nostri bisogni. Da più mesi mi faceva male una gamba, mi minacciava una sciatica. Insofferente del continuo riposo mi era già scora-gita, quando mi capitò fra mano una novena di Maria Ausiliatrice. La recitai con fede. Promisi di far celebrare una Messa e di far nota la grazia, e comiuciai a sperare. Sentivo sempre più prepotente il bisogno di muovermi - a diciassette anni si ha ancor voglia di correre e di saltare - e non miglioravo. Ma non mi scoraggiai, raddoppiai di fede e di speranza. La fiducia in Maria Santissima Ausiliatrice fu il solo rimedio, il migliore di tutti i rimedi.

21 novembre 19o6.

GREGORIA MARZOCCHI.

Grondona (Alessandria) - Sebbene conti appena ventun anno, da due anni e mezzo veniva colpito da una terribile malattia, che da principio si manifestò per catarro gastrico. Dopo moltissime e differenti cure mi trovavo nello stesso stato, anzi peggioravo sempre, quando valenti medici mi dissero affetto di stenosi al piloro. Occorreva quindi una difficilissima operazione allo stomaco. Come già avevo fatto, pregai, feci pregare, ed anche la mia famiglia si raccomandò caldamente a Maria Ausiliatrice. Grazie a Lei, operato con felice successo, già da cinque mesi son tornato in seno alla famiglia e godo buona salute.

Riconoscente feci una visita al Santuario di Maria Ausiliatrice ed ora invio un'offerta di lire venticinque per parte della mia famiglia, e lire quarantadue raccolte da mia madre, che aveva fatto voto di fare una colletta in vari paesi vicini ed anche nel nostro.

25 ottobre 19o6.

BORRO ANNIBALE.

Farigliano. - Già la falce della morte si affacciava alla nostra dimora minacciando di toglierci l'unico nostro bambino, poichè la malattia pareva ribelle ad ogni cura, quando ci rivolgemmo a Te con tutta la fiducia di ferventi cristiani. E Tu ci hai esauditi, o Madonna Ausiliatrice. Il nostro figlio, dopo essere andato gradatamente migliorando, trovasi ora completamente guarito. Or gli facciamo giungere sovente le manine presso la tua immagine, o Ausiliatrice, appesa sopra la culla, ed egli ti sorride e ti fissa co' suoi occhietti vispi e intelligenti, quasi voglia anch'esso manifestarti la sua riconoscenza.

Grazie anche per lui, o Piissima; continuagli la tua protezione e tieni noi pure sotto il tuo manto di madre!

14 novembre 19o6.

I Coniugi ARNALDI.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti

A*) - Acqui: Cazzola Carlo di Montadone 20 - Agliano d'Asti: Bianco Teresa Brondolo 3 - id: Bologna Vittoria - Azzio (Valcuvia): Teresina Pedotti S. -

B) - Bassano Veneto: Pierina Scrinin Nave - Bertiolo: Collavini Niccolò 5 - Bondero: Garbellini Angelo 2- Bettola: Botti Colombina i - Bologna: G. B. C. C. - Bosa (Cagliari): Francesca Solinas 5 - Brienza: Titina Paladini 2 - Brusasco (Torino): L. C. nata A. - Budrio (Bologna): Assunta Mignani di Bagnarola io.

C) - Calosso d'Asti: Barbero Clementina - Camagna (Alessandria): Angelino Carolina so - Cassole (Alessandria): Emma Zeppa 7 - Caprino Veronese: Elena Lucchi in Beccherle 30 - Caramagna Piemonte (Cuneo): Brunetti Annetta 5 - Casteggio (Pavia): N. N. 1.5o - Castelnuovo Belbo: Luigia Vezzi 2 - Castiglion di Garfagnana: Piglinl Maria e famiglia 5 - Cavaglià: P. E. P. 10 - Cavour: Giorgio Bruno Io- Cellerengo: Borgida Tommaso - Cerrina (Alessandria): Mione Rosa in Ottavi- 2 - Conzano: Balzola Antonietta 2 - Corsico (Milano): Rosti Amalia ed Emilia io - Costigliole d'Asti: Bellora Albina.

D) - Dogliani (Cuneo): Famiglia Galletti 17.

F) - Figline Valdarno: Corintia Polvani 25 - Franchini: Calandra Maria.

G) - Gambellara (Vicenza): Balestro Luigia io - Galbiate (Brianza): Tentori Giovanni 5 - Genova: Un Cooperatore 2.

I) - Incisa Belbo: N. N. 5 - Iragna (Svizzera): Bonino Domitilla S.

L) - Lodivecchio: N. N. 4. - id.: S. G. B. io - Locarno: Rita Romerio Riugni 5 - Livorno: Serri Giuseppe - La Salle (Aosta): M. C.

M) - Montorso: Soga Domenico - Marcorengo: Vercelli Giulio - Marzamenia: Angelina G. 10 - Mathi Torinese: Vallino Mauro - Mazzarino: Can. Gaetano Giaiusa 3 - Montemagno: Redoglio Cristina ved. Gatti 5 - Montiglio: Sac. Carlo Jura 5 - Montaldo Roero : Nervo Margherita - Montesilvano: Castellani Giovanna i - Monterago di Lugagnano: Silva Eugenio fu Francesco 15.

N) - New York: Salvatore Ferrari 5.

O) - Oakland: Peluffo Giuseppe 25 - Orsara Bormida: Pranzato Tranquilla 3 - Ottiglio: Emma Celoria Calcagno 2 - Ovada: Carlini G. Batta 5 - id.: Bertero Maria 13.

P) - Parma: Vescovini Maria 5 - Perosa Argentina: P. C. 4 per segnalata grazia ottenuta al figlio - Peschiera: Maraglio Maria 5 - Pinerolo: Onorata Samuel; Elvira e Maria Reynard; e Fava Maria - Piriocca: Brullo Margherita - Pone: Maria F. G. 45 - Pont S. Martin: Ferrari Clotilde 6 Pontenure: G. Regezzi 2.

Q) - Quaregna: Malvigi Lucia. - Quincinetto (Ivrea): Gioacchino Catterina).

R) - Racconigi: Eula Luigi - Reazzino: Brughelli Angiolina 5 ; S. C. 5 ; Vincenzo G. 5. - Rivoli Torinese: E. G. - Roasenda (Novara): Musso Camillo e Giulia 5 ; Spagnuolo Marianna 2 ; Cerutti Giovanna i - Roccavignale : Piano Luigia 5 - Rossano (Cosenza): Curti Catterina i.

S) - Sagliano Micca: Zorria Fede - Saluggia: Momo Angela - id.: Cerruti Annunziata 8 - Schio: Lovato Lucia - Segni (Roma): Elena Giovannetti 2.50 - Seurus (Cagliari) : De Muro Rosalia Bei 8 - Sominariva Perno: Bordese Maria - Soave (Verona): Busello Rettili Carolina io - S. Martino di Fossano: Alessandro fu Michele - S. Remo: Maria Scarella Bonchio - Strada (Arezzo): Neri ch. Francesco 15 - Stradella (Pavia): Oliva Margherita Gualdini.

T) - Tortona: Gaino Ines 5 - Torre S. Giorgio: Carolina G. nata Arnaud 5 - Torino: M. C. - id.: D. Vincenzo Cimatti - id.: D. Giacomo Manini 5 - id.: Maria Turbiglio Bianco 5 - B. B. - id.: Rossetta Franco Vigliardi - id: Un'orfana - id.: Bona Gioachino - id.: Anna Poero - id.: M. Margherita 2 - Trecate : Giuseppina Belloni 3 - Tono S. Giacomo: Oddo Luigi 5 - Tonengo Monf.: Bairo Felicita - Tarcento (Udine): Armano Luisa 3-30

V) - Valgreghentino (Como): Una pia persona 20 - Vercelli: Niel Sofia 10 - Verona: Giovanna Romenati - Verolengo: Vaschetto Rosa e Giustina Albano Maria - Vicenza: Vittoria ed Elisa Francescato 4.10 - Vinovo: G. D. - id.: Farrò Maria.

Santuario di Marìa Ausìlìatrìce

TORINO

Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per qualsiasi corrispondenza in proposito, rivolgersi al Direttore dell'Oratorio S. Francesco di Sales - Via Cottolengo, 32 - Torino.

Per celebrazione di S. Messe, o per novene o tridui di Benedizioni col SS. Sacramento, rivolgersi al Rettore del Santuario.

Ogni sabato, alle 7,30 speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.

Dal 10 gennaio al 10 febbraio.

15 gennaio, S. Maurizio - Ore 6, Messa, predica, benedizione - Ore 17, Vespro, predica e benedizione.

24 gennaio - Solenne commemorazione di Maria SS. Ausiliatrice.

26-27-28 gennaio - Triduo in preparazione alla Festa di S. Francesco di Sales - Dopo la Messa delle 6, predica e benedizione - Alle 17, lode, predica e benedizione.

29 gennaio - Festa di S. Francesco di Sales. - Messa dalle 4.30 alle 11,30 - Ore io, Messa pontificale - Ore 15,30, Vespri Pontificali, panegirico e benedizione.

30 gennaio - Tutte le preghiere fatte nel Santuario sono applicate in suffragio dei Salesiani, Cooperatori e Benefattori defunti.

31 gennaio - XIX Anniversario della morte di Don Bosco: alle ore 1o, Messa solenne pontificale in suo suffragio.

1 febbraio - Primo venerdì del mese - Ad onore del S. Cuore di Gesù, Esposizione del SS. Sacramento per tutto il giorno.

2 febbraio - Purificazione di Maria SS. - Ore 6, messa, predica, benedizione. - Ore 17, vespro, predica, benedizione.

3 febbraio - S. Biagio: benedizione della gola.

NOTIZIE VARIE

A Valdocco.

La solennità dell'Immacolata, sempre cara a tutti i figli di D. Bosco, fu celebrata con l'entusiasmo orinai tradizionale nell'Oratorio. Nel Santuario di Maria Ausiliatrice le funzioni rivestirono la pompa più solenne: numerose schiere di devoti si accostarono insieme coi nostri giovanetti alla S. Mensa. La bella solennità fu coronata da una brillante accademia.

Nell'Oratorio festivo poi, ai mille giovanetti che lo frequentano si univano con santa letizia un centinaio di antichi alunni, uniti in società. Stretti attorno il loro vessillo, questi bravi cristìani assistettero anch'essi a tutte le funzioni religiose nella chiesa dell'oratorio dando ai giovanetti il più commovente esempio, coll'accostarsi in corpo alla santa Mensa.

Ospite illustre. - Il 13 dicembre avevamo la fortuna di poter ossequiare fra noi Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giuseppe Gamba, che nella seguente domenica fece il suo ingresso nella diocesi di Novara, ove fu accolto come in trionfo. All'illustre e venerato Pastore rinnoviamo con riverente affetto i nostri migliori e cordiali augurî.

In Italia.

ALESSANDRIA. - L'apertura della Scuola di Religione. - L'ultima domenica di novembre il salone dell'Istituto Salesiano si è riaperto ad un affollato pubblico accorso per l'inaugurazione del nuovo anno della Scuola di Religione con tanta cura e con tanto affetto iniziata e voluta da S. Ecc. Rev. Monsignor Giuseppe Capecci, zelantissimo Vescovo diocesano.

Centinaia di lampade elettriche illuminavano a giorno l'ampio salone; l'orchestrina Pertusati esordiva rallegrando coll'abilità dei suoi mandolini, ed un coro di giovanetti dell'Oratorio eseguiva una bellissima cantata.

Presiedeva Mons. Vescovo circondato da numeroso clero della città. Il pubblico era sceltissimo: numerosissima la studiosa gioventù alessandrina.

Il prof. Mons. Luigi Condio di Torino, presentato dall'illustre prof. Galassini, tenne una conferenza smagliante per la forma, concettosa di pensiero e densa di erudizione, a rendere armoniche queste due parole: giovani e cattolici. L'oratore non si sottrasse ad alcuna delle difficoltà che ai tempi nostri si vogliono mettere in mezzo per scindere le due condizioni suaccennate, ma le affrontò e le sciolse trionfalmente.

Ci auguriamo, dall'intimo del cuore, che alla riaperta Scuola di Religione accorra anche quest'anno numerosa la studiosa gioventù alessandrina, a proprio vantaggio e a conforto dello zelo indefesso e del cuore paterno di quell'Ecc.mo Vescovo. Si adoperino alacremente a questo fine anche i buoni Cooperatori Alessandrini.

BRISIGHELLA. - Il XXV dell'Oratorio. - A Brisighella si apriva nel 1881 , contemporaneamente quasi a quello di Faenza, un oratorio festivo. E la domenica 21 ottobre in mezzo ad un'onda di cantici soavi e di lieti evviva, preceduta da un triduo di predicazione, celebravasene la la data giubilare.

Davanti alla soave effigie di S. Francesco di Sales che ne accoglieva i voti e le onoranze, una numerosissima schiera di giovanetti, insieme alle Cooperatrici e al popolo, si accostava alla S. Comunione dispensata dall'Ecc.mo Prelato Mons. Michele Lega di Brisighella, mentre Mons. Casanova teneva un analogo fervorino. Bene eseguita la musica alla messa cantata dal rev.mo Parroco Can. Antonio Lega ed imponente la funzione dei pomeriggio nella quale i cento alunni dell'oratorio insieme alle Cooperatrici salesiane, dopo il discorso di circostanza tenuto dal sullodato Mons. M. Lega, cantarono il Te Deum in ringraziamento della fausta ricorrenza.

Coronata la funzione colla benedizione del Venerabile si passò ai divertimenti dell'oratorio, che era tutto imbandierato e rallegrato da un concerto musicale. La bella giornata si chiuse colla illuminazione e coi fuochi d'artifizio.

Il giorno 3o nel salone dell'asilo gentilmente concesso ebbe luogo la premiazione dei giovanetti, che per buona condotta ed assiduità si erano distinti nell'anno passato.

Sinceri rallegramenti ai promotori dell'opportuna commemorazione.

CANELLI (Alessandria). - Inaugurazione di un ricordo all'avv. Luigi Faravelli. - Da tempo si desiderava di dare una pubblica manifestazione di riconoscenza al benefattore della Colonia Agricola Salesiana di Canelli, il fu L. Faravelli, e la domenica 21 ottobre si potè soddisfare il comune desiderio coll'inaugurazione di un bel monumento sepolcrale collocato di fronte alla cappella della Colonia e dovuto allo scalpello del sig. Bocchino.

Per la circostanza s'invitarono le più ragguardevoli persone del vicinato, che v'intervennero tutte colla numerosa folla degli abitanti nei pressi della Colonia.

La cerimonia ebbe principio col canto dell'inno « La bandiera di Don Bosco ». Quindi furono declamati con grande naturalezza alcuni componimenti inneggianti alla memoria dell'illustre estinto; in seguito prese la parola il nostro superiore D. Giuseppe Bertello, il quale ebbe accenti di vivo encomio per l'egregio uomo, vero filantropo cristiano, che volle eredi delle sue sostanze i poveri figli del popolo.

Fra gli intervenuti alla festa ci piace ricordare il cav. Giovanni Ribaldone di Lu, tanto benemerito della Colonia, al quale tributiamo i più sentiti ringraziamenti.

COMACCHIO - All'Oratorio festivo, la sera dell'Immacolata si tenne un trattenimento lirico-drammatico ad onore di Sua Ecc. Rev.ma Mons. Annibale Lupi, nuovo vescovo di Comacchio, che aveva fatto il giorno innanzi il solenne ingresso nella sua città. Erano presenti insieme con Sua Eccellenza anche tutte le rappresentanze di Ferrara che l'avevano accompagnato , molte delle autorità cittadine e un pubblico numerosissimo. I giovani attori furono assai applauditi.

All'illustre Pastore anche il nostro omaggio augurale dal profondo del cuore.

MACERATA. - Premiazione all'oratorio festivo e benedizione della bandiera della Robur. - Riceviamo da un Cooperatore la seguente corrispondenza : « Per gentile invito del Direttore, presenziammo la solenne distribuzione dei premi nell'oratorio di questa città. Al mattino verso le otto abbiam visto la cappella dell'Istituto gremita di fanciulli e giovanetti che ascoltavano divotamente la S. Messa e col massimo nostro contento ne abbiamo visti moltissimi accostarsi alla S. Comunione con edificante pietà. Verso le 15 si raccolsero tutti nel teatrino dell'Istituto, pavesato a festa, ove con fragorosi battere di mani e lieti suoni entrava S. E. Mons. Sarnari, vescovo diocesano, il quale veniva a presiedere la premiazione e a benedire la nuova bandiera della Robur, la società sportiva nata e formata nell'oratorio stesso. Non è nostra intenzione parlare del programma scelto : ci accontentiamo di accennare all'inno marziale, musicato dal maestro Liviabella ed eseguito con rara maestria dai giovanetti dell'oratorio; e al discorso di Mons. Pietro Tacci, il quale colla semplicità dello stile seppe dire cose bellissime - perchè vere - sui vantaggi degli Oratori Festivi. 1 giovani premiati per la frequenza all'oratorio e buona condotta furono più di 180 ed i premi consistevano per lo più in vestiti, unendo così al segno di approvazione e di lode l'utilità pratica.

» Infine Mons. Samari benedisse la nuova bandiera per la Robur, ricamata dalla contessa Luisa e contessina Amalia Tomassini Barbarossa. Fungeva da padrino il Marchese Delio Ciccolini, da madrina la sua consorte Marchesa Alix Broulow, i quali nel partire lasciarono al Direttore la generosa offerta di lire cento. Monsignore con quell'affetto paterno che lo distingue, rivolgeva ai giovanetti parole di contento e di incoraggiamento augurandosi di vederli crescere non solo di persona, ma di numero e in virtù. Dopo le parole di S. E. i numerosi invitati si versarono nel cortile ove i ginnastici sfilarono dietro la nuova bandiera e diedero un saggio di vari esercizi, coronati da cordiali applausi da tutti gli astanti ».

La Robur va raccogliendo sempre più vive e larghe simpatie. Non è molto che tutti i soci si recavano in gita-pellegrinaggio a Tolentino. Confortatisi tutti col Pane eucaristico, vero « robur » del cristiano, partivano da Macerata la maggior parte in biciclo e alle 10 si trovavano a Tolentino, dove ebbero festosa e cordialissima accoglienza.

La nobile famiglia Tacci offerse loro un vermouth, quindi visitarono la città e la Basilica di S. Nicola. Dopo il banchetto, offerto pure dalla squisitamente gentile famiglia Tacci, cui a nome della squadra e dei superiori dell'oratorio rinnoviamo un saluto grato e riverente, gli sportisti fecero una scorazzata alla vicina Belforte, dopo cui lietamente ritornavano a Macerata.

MILANO. -- Adunanza Salesiana. - Il 24 novembre le signore del Comitato Salesiano Milanese si radunarono per la prima volta dopo le ferie, nella sala gentilmente concessa dalle Religiose di N. S. del Cenacolo in Via Monte di Pietà, 3, per riprendere l'amoroso ed intenso loro lavorio di carità e di beneficenza a favore dell'Opera Salesiana in Milano.

L'adunanza era presieduta da Mons. Francesco Balconi, Arciprete della Metropolitana e Direttore Diocesano dei Cooperatori Salesiani, con ai lati i RR. D. Saluzzo, Ispettore delle Case Salesiane di Lombardia, e D. Dones, Direttore dell'Istituto sant'Ambrogio.

Detta la preghiera d'uso, s'alzò D. Saluzzo e con parola veramente commossa commemorò due pie signore, membri zelanti del solerte Comitato, decedute in questi ultimi mesi, cioè la signora Antonietta Legnani ved. Cuttica e la signora Maddalena Alberti. Disse in seguito delle attuali critiche circostanze in cui versa l'Istituto S. Ambrogio, e con le cifre alla mano fe' toccare quanto esso ha bisogno della carità pubblica per poter continuare l'opera sua educatrice a tanti poveri giovanetti. Sono circa 400 i giovanetti ivi raccolti, più del numero che può il locale contenere, di cui 106 affatto gratuitamente e per cui bisogna pensare, oltrechè al vitto, al vestito, alla calzatura, a tutto; altri 20o retribuiscono la modestissima offerta mensile di L. 15, 12, io e 5. Si capisce che anche costoro costituiscono un bel peso pei poveri Salesiani. I laboratori sono veramente ed unicamente scuole d'insegnamento, che portano ogni anno una ingente passività alla Casa. La pubblica carità, la quale ad onor del vero è sempre copiosa, non basta a coprire le ingenti spese che si debbono fare. Sicchè i Salesiani di anno anno si trovano sempre più carichi di debiti, ai quali, con immenso dispiacere e non senza gravi noie da parte dei creditori, non possono soddisfare. L'ultima parola di D. Saluzzo fu quindi un caldo appello alle buone signore del Comitato, perché vogliano raddoppiare l'opera loro solerte e costante di beneficenza e di propaganda a favore dell'Opera Salesiana.

Il Direttore Don Dones parlò del nuovo vasto campo aperto in Milano all'attività dei Figli di Don Bosco nella nuova Chiesa di S. Agostino, del modo onde è officiata, del soddisfacente concorso della popolazione, e dei bisogni che si vanno continuamente manifestando in essa, additando così alle signore Cooperatrici Salesiane quest'altra opera di carità e di religione pel corso del nuovo anno scolastico.

Pose termine alla bell'adunanza il rev. Monsignor Balconi, il quale riassumendo quanto avevano detto i due oratori, conchiuse con questi semplici pensieri: « In sostanza si ha bisogno di mezzi e per l'Istituto S. Ambrogio e per la Chiesa di S. Agostino. Alle signore del Comitato spetta l'escogitare il modo migliore di trovare questi mezzi per venire efficacemente in aiuto a queste due grandi opere ».

E le Signore del Comitato Milanese non verran meno davvero alla loro bella fama, per cui rinnoviamo a ciascuna di loro i nostri più vivi ringraziamenti.

PEROSA ARGENTINA - A favore degli operai si è inaugurata negli scorsi mesi una scuola serale nel nel Collegio Salesiano. L'opportuna iniziativa fu accolta con entusiasmo. Sono già 72 gli adulti che frequentano regolarmente le nuove classi serali.

- Nello stesso Collegio, la sera dell'Immacolata celebravasi una riuscitissima accademia musico-letteraria, alla quale prese parte quanto v'ha di più eletto nella popolazione di Perosa. Fu un'ora di vero godimento anche pei convittori e pei numerosi alunni dell'Oratorio festivo.

PISA. - Inaugurazione del salone ricreativo all'Oratorio Salesiano.. - L'ultima domenica di novembre con intervento di Mons. Luigi Boschi, vescovo di Ripatransone, ebbe luogo in Pisa la solenne inaugurazione del salone ricreativo D. Bosco, nuova palestra allo sviluppo delle forze fisiche e morali dei giovani che frequentano quell'Oratorio.

Quei giovani per tempissimo, scrive il Giornale di Pisa, erano già nel presbiterio della chiesa di santa Eufrasia , raggruppati intorno al loro vessillo, in attesa di Monsignore, che alle ore 7 e mezzo in punto diede principio alla S. Messa , disse belle parole di preparazione alla S. Comunione che distribuì poscia ai numerosi giovani ed al pubblico che commosso assisteva a quella scena commoventissima.

Dopo la S. Messa, S. E. Rev.ma si degnò procedere alla benedizione del teatrino e delle scuole serali. Il nuovo salone è dono dell'illustre cav. Tommaso Marconi. Questo nobile signore, esempio vivente di amore alla gioventù, usando le ricchezze guadagnate coll'industre suo intelletto e col suo indefesso lavoro a fini degni d'un anima sinceramente cristiana, vuole così continuata la generosità tradizionale nei membri tutti della sua antica ed illustre famiglia. Prima della benedizione Monsignor Boschi di bel nuovo rivolse la sua dotta parola ai presenti ricordando come sia lecita e doverosa la ricreazione quando è il premio alla fatica, e come il teatro tra i pagani stessi, nei suoi inizi, sia stato e debba essere altamente utile mentre è dilettevole, secondo il detto di Orazio: castigat ridendo mores.

Acclamato ripetutamente l' Ecc.mo Vescovo si degnò sedere a modesta refezione coi giovani stessi dell'oratorio. Alla sera S. E. ritornò di bel nuovo nell'istituto per la predica ai numerosi giovani dell'oratorio, ed in fine volle anche assistere alla solenne inaugurazione del teatrino, ove si produssero le scene del Pietro Micca del Lopez, preludio ad una lunga serie di morali ed educative rappresentazioni che si succederanno pei giovanetti e pei benefattori.

ROMA. - Premiazione all'Oratorio Festivo. -- Il giorno q novembre si fece la premiazione de' giovanetti che frequentarono l'oratorio festivo del Sacro Cuore dal novembre 19o5 a tutto l'ottobre 19o6. Essa riuscì veramente solenne.

Nel pomeriggio, favoriti da un sole primaverile che compensava alquanto il cattivo tempo del mattino, ben 500 giovani affluirono all'oratorio. Il teatrino era festosamente addobbato, e alle 4 era gremito da una eletta schiera di signore e signori , e dai parenti (lei giovanetti premiati.

Ai seggi d'onore sedevano il nostro Procuratore Generale, rev.mo. D. G. Marenco, l'ill.mo comm. Persichetti, vice-presidente delle associazioni giovanili cattoliche italiane, e altri signori.

Disse alcune parole di prolusione il Direttore dell'oratorio. Il programma fu svolto felicemente; i cori, le marcie furono applauditissime, ma gli applausi più belli, li ebbero i giovanetti che si presentarono a ricevere il premio. E non furono pochi questi fortunati ! furono circa 8o.

Le parole di chiusura le disse l'ill.mo commendator Persichetti. Egli parlò dei bisogni nuovi della gioventù moderna, disse della sacra eredità religiosa che deve essere custodita nel santuario de' cuori giovanili, ebbe pure belle parole di encomio e di augurio per i giovanetti della sezione ginnastica, rappresentata da un gruppo in uniforme.

- Gara. Catechistica. Domenica, 11 novembre, nella ven. Chiesa di S. Apollinare, si compì solennemente l'annuale distribuzione di premi ai vincitori nella Gara delle Scuole Catechistiche di Roma. La Chiesa era gremita di impazienti giovanetti e delle loro famiglie, quando S. E. il Card. Respighi scese tra le armonie della nostra banda a presiedere dal suo trono alla festa giovanile. Dopo il discorso inaugurale, l'imperatore, i principi, il capitano e l'alfiere, al suon della musica e sotto una pioggia di applausi, andarono successivamente a baciare l'anello a S. E. Poscia l'imperatore incoronato d'alloro, sedette dirimpetto al cardinale in un trono circondato dalla sua corte. Seguì la premiazione degli altri alunni delle Scuole Elementari, del Ginnasio Superiore, del Ginnasio Inferiore e delle Scuole Tecniche. Una festa bellissima nel suo simbolismo infantile. Quelle condecorazioni, quella corona, quelle principesche insegne sotto le quali fremono i cuori dei fanciulli, oltre allo stimolarli allo studio, loro dicono altresì che se, appreso il Catechismo, l'ameranno e praticheranno, ben maggior gloria fregerà la loro giovinezza. Le loro condecorazicni saranno le grazie del Signore, le sue benedizioni la loro corona, il loro scettro la virtù.

Fra i premiati i nostri giovani ebbero un successo non comune, poichè ve ne furono 7 dell'ospizio e 9 dell'oratorio festivo. La domenica seguente i giovani che avevano riportato premi speciali, tra cui 9 dei nostri, furono ricevuti in udienza dal S. Padre, che loro regalò delle bellissime medaglie in ricordo. Ai nostri giovanetti non mancarono nemmeno gli applausi e le congratulazioni del sig. D. Rua, che inviava loro un'affettuosissima lettera.

- Della solenne inaugurazione del vessillo del Circolo S. Cuore, onorata come leggiamo nell'Osservatore Romano anche da un prezioso Autografo del S. Padre, speriamo di poter dire nel prossimo numero.

SAVONA. - Distribuzione dei premi ai giovani dell'Oratorio. - Ebbe luogo la domenica 9 dicembre nel teatro Colombo, gentilmente concesso, affollatissimo di intervenuti, fra i quali notavansi Sua Ecc. Mons. Vescovo, l'avv. Cappa in rappresentanza del Sindaco e molte distinte signore e cooperatrici dell'Opera di Don Bosco. Il direttore disse dello scopo cui mirano nell'azione loro i figli di D. Bosco, che è quello d'indirizzare i giovani, sulla retta via dell'onestà, all'amore della religione e della patria.

Terminato il discorso cominciò lo svolgimento di un attraente programma in cui gli esercizi ginnastici si alternavano a buona musica, a canti e a declamazioni. Ebbe quindi luogo la distribuzione dei premi che furono veramente copiosi ed opportuni , consistendo in libretti postali, orologi, libri, e soprattutto in oggetti di vestiario. I più fervidi voti per la prospera vita dell'Oratorio.

S. VITO AL TAGLIAMENTO. - La vigilia dell'Immacolata l'ispettore D. Mosè Veronesi, annuendo alle istanze di Sua Ecc. il Vescovo di Concordia e grazie alla generosità della nobile famiglia dei signori Pietro e Paolo Morassuti, accompagnava un nostro confratello al Santuario della Madonna di Rosa, di cui abbiamo assunta l'officiatura. Presso il detto Santuario, appena il locale sarà pronto, verrà inaugurato un Oratorio festivo. I più vivi ringraziamenti alla nobile famiglia Morassuti che ha molto affetto per l'opera di D. Bosco, e un fervido voto all'Immacolata affinchè ricopra dal suo manto il tenero germe di questa nuova fondazione.

All'Estero.

AGUA DE DIOS (Colombia). - Abbiamo ricevuto dal nostro caro D. Crippa, attivo e zelante cappellano di Agua de Dios, la fotografia del bell'altare di cui egli, in massima parte col lavoro delle stesse sue mani, ornò la chiesa del Lazzaretto. Siamo certi di far cosa gradita presentandola ai nostri lettori.

BARRANQUILLA (Colombia). - S'è inaugurato, nell'ottobre u. s., presente l'ispettore D. Aime, parte del nuovo fabbricato della casa salesiana di Barranquilla. Le casucce di paglia, che facevano così poco bella vista nei primordi della fondazione , vanno scomparendo. S' è pure inaugurata una piccola banda musicale. Le scuole son frequentate da un centinaio di ragazzi. Urge l'apertura delle scuole d'arti e mestieri, alle quali, se non verrà meno l'aiuto dei Cooperatori, si porrà mano quanto prima. In questo senso parlò ad essi l'ispettore D. Aime in pubblica conferenza.

Barranquilla , per l'invidiabile sua posizione, è destinata a diventare il centro più commerciale della repubblica. Come primo porto fluviale e marittimo della medesima, ad essa fa capo tutto il movimento d'importazione e d'esportazione: è quindi del più lieto avvenire, ma per questo è anche indispesabile il provvedere alla cristiana educazione di tante schiere di fanciulli che van sempre aumentando.

BUENOS AIRES - li 25 ottobre u. s. più di 2000 giovani, alunni dei collegi salesiani di Buenos Aires, pellegrinavano in massa al celebre Santuario di Lujan su di un convoglio speciale. Guidavali lo stesso ispettore D. Giuseppe Vespignani. Giunti al Santuario assistettero tutti alla s. Messa, durante la quale 15oo di essi si accostarono alla S. Comunione. Fu uno spettacolo imponente il vederli sfilare per le vie di Lujan. La bandiera del Collegio Pio IX, in mezzo a due grandi bandiere argentine, precedeva il lungo corteo degli alunni di 7 collegi trammezzato da tre bande musicali , quelle del Collegio Pio IX e degli Huerfanitos de D. Bosco e del Collegio della S. Famiglia di Bernal. Dopo pranzo tornarono in corpo al Santuario, ove, dopo un discorso del rev. D. Valentino Bonetti direttore del Collegio Pio IX, ricevettero l'Eucaristica Benedizione. S. E. Rev.ma Mons. Arcivescovo di Buenos Aires e il Comitato delle Patronesse dell'Opera Salesiana, in ricambio a un telegramma di omaggio, inviavano telegraficamente le loro congratulazioni.

- Il 10 novembre si ripetè il caro spettacolo: furono 1700 alunne dei Collegi delle Figlie di Maria Ausiliatrice che pellegrinarono allo stesso Santuario.

- Nella cripta del nuovo tempio solennissima riuscì la festa di S. Carlo titolare dell'omonima Parocchia in Almagro. Alla processione presero parte numerose associazioni, il Circolo Operaio, le Compagnie di S. Giuseppe e delle Figlie di Maria e gli alunni del Collegio Pio IX e di S. Francesco di Sales. I periodici illustrati della capitale pubblicarono parecchie istantanee del sacro corteo, che riuscì un imponente spettacolo religioso.

COYOACAN (Messico). -- Il vecchio cimitero di Coyoacan è stato convertito in un Oratorio Festivo di D. Bosco. Non poteva, a giudizio del giornale El Tiempo aver quel vecchio luogo di pace una migliore trasformazione. Son già duecento i poveri giovanetti che lo frequentano , lieti e chiassosi al solito, ma pieni di buona volontà d'istruirsi gradatamente nella verità della fede e di crescere nella virtù e nella buona educazione. Un plauso agli iniziatori dell'opera santa , che non trascurano alcun mezzo per darle una vita sempre maggiore. Il 23 settembre si tenne nell'Oratorio una grande lotteria, a benefizio s'intende dei giovanetti, la quale riuscì una pubblica festa popolare, lieta, animata e a tutti carissima.

CUYABÀ (Matto-Grosso Brasile) - Sua Ecc. Reverendissima Mons. Cyrillo, eletto di fresco Coadiutore del Vescovo di Cuyabà, in compagnia dell'illustre suo fratello l'11 settembre onorava di una visita l'Istituto Salesiano di S. Gonzalo. Giunto alle 8 del mattino dirigevasi subito alla Cappella di Maria Ausiliatrice ove celebrava la S. Messa, rimanendo altamente commosso per le belle armonie della Schola cantorum e pel gran numero dei giovinetti che si accostarono alla S. Comunione. Finita la funzione s'improvvisò una piccola accademia musico-letteraria in onore dell'Ecc.mo Prelato, che partiva di quella stessa sera, ma promettendo di tornar quanto prima all'istituto per intrattenersi più lungamente in mezzo a tanti e cosi cari alunni.

OSWIECIM (Gallizia). - Daremo nel prossimo numero, accompagnata da varie illustrazioni, una relazione dello sviluppo ottenuto dalla Casa nostra di Oswiecim che fu la prima fondazione salesiana nella Polonia Austriaca, per far atto di pubblica riconoscenza a quei nostri zelanti Cooperatori.

PERNAMBUCO. - Anche al benemeriti Cooperatori di Pernambuco dobbiamo una parola di pubblica rico noscenza, per lo zelo costante con cui si adoperano a vantaggio dell'Opera Salesiana locale. Il loro esempio sproni efficacemente in altri luoghi l'attività dei nostri Cooperatori.

S. PAOLO (Brasile). - Il « Santa Cruz », la splendida rivista illustrata edita dai Salesiani di San Paolo, entrata brillantemente nel suo settimo anno, ci reca alcune istantanee della visita gradita che il celebre fanciullo prodigio Miecio Horszowski, insieme colla sorellina appena quinquenne e la mamma sua, fece il 31 ottobre u. s. al liceo Salesiano del S. Cuore. Il piccolo Miecio visitò l'organo, parte dell'edifizio del Liceo, tutte le scuole professionali e finalmente passò nella sala delle accademie. Quivi i giovani alunni lo salutarono con un frenetico battimani, e la banda musicale con la marcia più bella del suo repertorio. Quindi il simpatico giovinetto si accostò al pianoforte, e mirabilmente eseguendo vari difficilissimi pezzi di Chopin riempì di ammirazione gli stessi giovanetti che con entusiastici applausi lo accompagnarono fino alla soglia dell'istituto.

NECROLOGIA

Il Sac. D. LINO CARBAJAL.

Nel Collegio Pio IX di Buenos Aires, il 17 ottobre u. s. rendeva l'anima a Dio, nell'età di soli 38 anni, il nostro amato confratello D. Lino Carbajal.

Nato nell'Uruguay, compì i suoi studi nel Collegio Pio di Villa Colon presso Montevideo, dove dimostrò particolar inclinazione allo studio delle scienze naturali e della metereologia. Inviato per questo nel Territorio del Rio Negro, con grande amore attese alla composizione dell'Opera voluminosa sulla Patagonia, che poi pubblicò nella sua venuta in Italia, e della quale intrattenemmo a suo tempo i nostri lettori. Ultimamente il caro D. Lino era incaricato della direzione dell'Osservatorio Meteorologico del Collegio Pio IX di Buenos Aires di cui inviava una diligentissima monografia all'Esposizione di Milano.

Sacerdote dotto e pio, egli ha lasciato un gran vuoto in mezzo a noi. Con fraterno affetto lo raccomandiamo anche ai suffragi dei nostri lettori.

Il Dott. PAOLO DE BONO di Malta.

Volava al cielo il 21 novembre nell'età di soli 52 anni. Dottissimo nel Diritto, specialmente nel criminale, lasciò parecchie opere legali e storiche apprezzatissime.

Ma pari alla dottrina era la sua pietà. Fu il modello perfetto del cristiano convinto e praticante. Zelante Cooperatore Salesiano tenne per due volte in Malta in occasione della Festa di S. Francesco la prescritta Conferenza, e nutrì sempre vivo interesse, per le opere nostre.

Grande fu in mezzo alla cittadinanza maltese il rimpianto per la sua perdita. Associandoci al lutto generale, noi invochiamo da tutti i lettori un fervoroso suffragio per l'illustre estinto.

Signora LUIGIA TOURNOUD n. Medaíl.

Questa zelantissima Cooperatrice Salesiana, nata a Millaures (Susa) il 6 agosto 1825, rendeva la sua bell'anima a Dio il 9 settembre u. s. in Oulz, fra le braccia dei suoi cari, munita di tutti i conforti religiosi.

Donna di profondo sentimento cristiano, di cuore generosamente caritatevole, le sue preziose doti dedicò al bene della sua amata famiglia di cui andava giustamente orgogliosa. Amò vivere povera per soccorrere i bisognosi e nascondeva con umiltà profonda le sue beneficenze.

Ai desolati congiunti le più vive condoglianze con l'assicurazione di speciali suffragi per l'anima dell'indimenticabile estinta.

FRANCESCA PLEIRE ved. BERCK.

Se lo spazio ce lo permettesse, vorremmo dire ben diffusamente di questa incomparabile madre cristiana, spirata serenamente la mattina del 5 novembre in Magnonevolo, presso Biella.

Nata nell'industriosa cittadina di Herve nel Belgio il 22 agosto 1841, a 23 anni sposava il giovane Celestino Berck, con cui nel 1867 veniva in Italia. Stabilita la sua dimora a Pollone, indi a Valle Mosso, poi a Biella, e nel 1897 in Magnonevolo, effuse ovunque e sempre l'olezzo delle più rare virtù, mostrandosi veramente il ritratto della donna saggia e forte dei Libri Santi.

L'amore di Dio e l'amore dei suoi figli furono come le ali e le leve possenti della sua vita; la famiglia e la Chiesa, i doveri della religione e della casa, non disgiunti dalle più belle espansioni della carità l'oggetto costante di tutte le energie del suo intelletto e del suo cuore.

Dotata di rara prudenza e di senno squisito, aperta ad ogni più nobile manifestazione del vero, del buono e del bello, affabile sempre e tenerissima, seppe amare, crescere ed educare i suoi figli prima per Iddio che per la società, prima per la virtù che per la scienza, riuscendo così ad informarne l'anima all'esercizio d'ogni opera buona e santa.

Consigliera esperta e saggia, umile e modesta, amena e soave nelle conversazioni, tutta zelo per l'onore di Dio e del suo culto, tutta carità ed affetto per i poveri e gl'infelici, fu per il buon popolo di Magnonevolo, dove trascorse gli ultimi anni, come il buon angelo della Provvidenza. Un nuovo soffio di pietà e un senso di educazione si diffusero dietro il suo esempio nell'intero villaggio; poichè i contadini vedendo la sua assiduità alla Mensa Eucaristica, il suo amore a Gesù Sacramentato e le sue beneficenze ravvivate dalle-parole più caritatevoli, si studiavano d'imitarne la pietà; come anche per nulla dolendosi di non poter gareggiare con lei per l'abbondanza degli agi, cercavano d'imitarne la sollecitudine nella mondezza e lindura della casa, nella diligenza , nella correttezza, nell'affetto dei lavori domestici e nella cortesia stessa dei modi. La sua memoria, specie in Magnonevolo ove volle esser sepolta, vivrà eternamente in benedizione.

La compianta signora fu pure una zelantissima cooperatrice Salesiana. Ebbe invero un'altissima stima per D. Bosco e non solo volle affidati i suoi figli a collegi salesiani, ma cooperò efficacemente coll'affetto e coll'autorità alle cure degli educatori. Le sue lettere ad Eugenio ed Enrico quando trovavansi nel nostro Collegio di Borgo S. Martino diedero più volte argomento di preziose esortazioni a tutti i giovanetti a quel zelante direttore, che era l'indimenticabile D. Domenico Belmonte. E nell'affetto che la pia Signora ebbe sempre vivissimo per D. Bosco e per le Opere Salesiane, stimavasi ben felice quando insieme col suo D. Enrico, direttore della nostra Casa-famiglia in Liegi, poteva rivedere qualche nostro Superiore. Sia pace all'anima sua benedetta.

Le preghiere che s'innalzarono per Lei da tutto il paese di Magnonevolo in occasione della sua morte e i meriti dell'intera sua vita, dei quali dissero con verace affetto il prof. D. A. Simonetti in occasione della sepoltura e il Can. Prev. Teol. Eliseo Maja nei solenni funerali di trigesima,ci assicurano che l'egregia Cooperatrice sia già in possesso della gloria celeste; tuttavia, a conforto dei figli addoloratissimi, la raccomandiamo caldamente ai suffragi dei nostri lettori.

D. Antonio Sabatini PARROCO DI MONTERUBIAGLIO.

La mattina del 5 ottobre spirava dolcemente nel bacio del Signore, questo sacerdote zelante ed operoso che aveva saputo guadagnarsi la stima e l'affetto di tutti i suoi parrocchiani.

Cooperatore fervente, aveva grande ammirazione per l'opera salesiana e specialmente pel nostro padre Don Bosco. Fu tenerissimo del culto di Maria SS. Ausiliatrice. Sia pace all'anima sua.

FACCIAM anche particolari suffragi pei defunti dal 15 agosto al 15 ottobre.

Capello Giuseppe - Carignano, Torino. Carrara Luigi - Brescia.

Carlevero Teresa V.a Barge - Torino,

Casello (Signora) - Carona, Svizzera.

Cassini Angelo di Giovanni - Zoppola, Udine. Ceseri Esterina - Ranica, Bergamo.

Checchin Illuminato - Padova.

Ciari D. Tito, canonico - Figline Vald'Arno. Cinquegrana D. Luigi, parroco - Frignano Maggiore. Ciocchetti D. Gio. Battista, prevosto - Orio Canavese. Conti Luigia - Garlate, Cono.

Conti Antonia - S. Pietro Incariano.

Conti Maria - S. Pietro Incariano. Copperi Antonio - Torino.

Cottini D. Luigi - Crispiero, Macerata. Cristolfi Antonio - Sequals, Udine.

Cuccalini P. Candido, Guardiano dei Convent. - Urbino_ Daffara Bartolomeo - Palestro. Dante Ch Alfonso Nicastra - Piazza Armerina. De Filippi Antonio - S. Giusto Canavese. De Grandis Carlo - Chioggia. De Lizzi Addolorata - Troia. Dal Torso nob. Cesare - Udine. Del Principe D. Filippo - Pescaroli, Aquila. Demattio Braito V.' Virginia - Cella-Carano, Caserta. De Pietra D. Vincenzo, canonico - Catania, De Senestrey Mons. Ignazio, vescovo - Regensbourg. Doria Antonio - Chioggia.

Dossetto Secondina V., Brunetti - Chivasso. Durando Eugenio - Montiglio.

Emidi D. Filippo, parroco - Guzzone, Rovigo. Fabbri Antonia - Borgomaggiore, Rep. S. Marino. Fassini Giovanni - Fontanella al Piano. Fattorini Gaspare - Isola del Piano. Ferrua Pierino - Torino. Ferruggia Antonia Pomiglia - S. Giuseppe lato. Fiocchi D. Vincenzo, parroco - Balossa Bigli. Fiorentino Luigi di Vito - Mazzara del Vallo. Forneris Francesco, geometra - Magliano Alpi. Francescini D. Cesare, parroco - Crema. Franco Fortunata - Castelnuovo d'Asti. Galbusera Geremia - Terno, Bergamo. Gallimberti Concetta - Chioggia. Garbagni D. Antonio - Fusignano. Garneri D. Giuseppe - Celle di Macra. Gatti Bernardino - Carmagnola. Genero D. Antonio - Fagagna, Udine. Gentili Mons, Filippo - Roma. Giacomelli Anna - Avigliana. Giacomelli Teresa - Avigliana. Giacone Catterina - Montaldo, Cuneo. Gianpaoli Ulderico - Ancona. Gianni D. Domenico - Tradate, Milano. Graziani Maria - S. Pietro Incariano. Grea D. Camillo - Tonco Monferrato. Torio Biagio - Villa S. Stefano, Roma. La Pergola Salvatore - Piazza Armerina.

Locatelli D. Angelo, coadiutore - S. Vittore Olona. Lonardi Eugenia - S, Pietro Incariano. Longhi Agnese - Garlate, Como. Lupo V a Giustina - La Loggia. Maccaluso D. Luigi - Canicatti. Maestri Giuseppe - Torino. Maggioni Amalia V.' Bianchi - Legnago. Malcotti Carolina - Cuneo. Mander D. Enrico - Udine, Manetti Edvige - Venezia. Marescotti D. Stefano - Alessandria. Marinelli Orazio - Bandino, Firenze.

Matteini D. Giovanni, rettore - S. Godenzo, Firenze. Martina Felicita n. Rossi - Paesana. Mazzucchi Pietro - Santhià. Melani D. Antonio, vice-parroco - Laconi. Melica Maria - Buttigliera d'Asti. Meolans Margherita - Manta. Miazzi D. Prosdocimo, arciprete - Piove di Sacco. Michieletto D. Antonio, arciprete - Treviso. Modenese Antonio,- Chioggia. Molavo D. Pietro - Palmanova, Udine. Naselli-Feo conte avv. Ernesto - Savona. Necco D. Carlo Giuseppe, cappellano - Asti. Negro P. Giovanni - Scarnafigi. Nicolazzi D Ludovico, parroco - Carcegna, Novara. Notti cav. Paolo - Spezia. Oliboni Angela - S. Pietro Incariano. Ormezzano Effisio - Mosso S. Maria. Ortolani Clotilde - Lugo.

Pater, Ave, Requiem.