BS 1890s|1898|Bollettino Salesiano Gennaio 1898

Bollettino Salesiano

SOMMARIO DI GENNAIO 1898

LETTERA DEL SACERDOTE MICHELE RUA ai Cooperatori Salesiani   pag. 1

FESTA DI SAN FRANCESCO DI SALES » 7 RICORDO E SPERANZA (1888 - 31 Gennaio - 1898) , . 8 AI BENEVOLI LETTORI . » 10 DALL'ESTERO: Le nuove fondazioni di FRANCIA e SVIZZERA

MISSIONI: - TERRA DEL Fuoco : Le due Missioni di San Raffaele e della Candelara. - COLOMBIA: Ricambio d'amore fra i lebbrosi    » 14

GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE    18

AI GIOVANETTI    » 20

ORATORII FESTIVI    » 21

NECROLOGIA    » 22 NOTIZIE VARIE

BIBLIOGRAFIA    » 25

COOPERATORI DEFUNTI   , 27 ILLUSTRAZIONI : - Casa Salesiana d'Alessandria d'Egitto

pag. 4 - Primi giovanetti di questa Casa, 5 - Don Giovanni. Bosco, 9 - Il Vescovo d'Angouléme, 12

- Una pregevole scoltura d'un lebbroso, 17.

LETTERA DEL SAC. MICHELE RUA ai Cooperatori Salesiani

Benemeriti Cooperatori

Benemerite Cooperatrici

IL tempo che corre con vertiginosa prestezza e cui nulla mai può arrestare, ci condusse al termine di un anno ed al principio di un altro. Per la bontà del Signore che si degnò conservarci in vita, noi cominciamo da quest'oggi a contare un anno di più.

Il principiare questo periodo di tempo che noi chiamiamo anno, le svariate e fortunose vicende, a cui durante esso andranno incontro i nostri Istituti e le nostre Missioni, il bene che coll'aiuto di Dio si potrà fare, gli ostacoli che si troveranno sul nostro sentiero, son questi per me argomenti di seni riflessi e di profonde emozioni. Qual meraviglia pertanto, se io sento imperioso bisogno di esporvi, come si farebbe fra i membri d'una stessa famiglia, queste considerazioni, e di mettervi a parte delle mie consolazioni e delle mie pene, delle mie speranze e de' miei timori, delle opere compiute e di quelle che si vorrebbero compiere alla maggior gloria di Dio ed a bene delle anime?

D'altro lato poi mi è noto per espe rienza, con quanta bontà e con quanto interesse i cari nostri Cooperatori e le ottime nostre Cooperatrici leggano questa lettera, che io soglio inviar loro periodicamente ogni anno al 1° di gennaio, nella quale loro rendo conto dello stato delle Opere Salesiane, e con quale edificante impegno accolgano quelle proposte che loro vado facendo. Volentieri perciò io mi accingo a fare la rassegna delle opere nostre, sicuro che i risultati ottenuti colla grazia del Signore e coi comuni nostri sforzi saranno, come ai Salesiani, così ai loro Cooperatori un eccitamento a sempre maggiore slancio per lavorare nel vastissimo campo della carità cristiana.

Ampliazioni di Case già esistenti.

In fronte al nostro Bollettino Salesiano, fin dalle prime volte che vide la luce, D. Bosco aveva scritto di proprio pugno quelle parole del Santo Vangelo: messis quidem multa, la messe è molta ed abbondante. Se era intendimento del nostro veneratissimo Fondatore applicare queste parole divine in modo speciale alle Missioni, noi vediamo ch'esse debbono pure ripetersi rispetto ad ogni impresa riguardante la salvezza delle anime, che la Divina Provvidenza ci mette tra mano. Dai nostri carissimi Confratelli Missionarii ci giungono ogni giorno pressanti suppliche, perchè loro siano inviati degli aiuti: per quanto siano numerosi, gli Operai Evangelici colà sono sempre impari al bisogno; da ogni paese, ove sia penetrato il none di D. Bosco, ci vengono insistenti richieste per novelle fondazioni salesiane; dobbiamo dire in pari tempo che la messe è cresciuta a dismisura ne' luoghi stessi, ove già sono s6rte, per la carità dei Cooperatori, delle Case Salesiane, sicchè ogni dì piu vasta diviene la loro sfera d'azione, donde nasce la necessità di ampliazioni.

Fra gli Istituti che si dovettero ampliare durante l'anno 1897, meritano particolar menzione quelli, ove i giovani, che ne hanno la vocazione, si formano nello studio e nella pietà alla vita salesiana. Nella Casa della Natività di Maria SS. in Ivrea, si vide necessario dar maggiore sviluppo alla incipiente Colonia Agricola ed alla sua scuola teorico-pratica; a tal fine si dovette estenderne i confini coll'acquisto d'un vasto terreno e d'una abitazione adiacente. In Foglizzo fu assolutamente necessario dar principio ad un assai grande fabbricato, per impedire che la ristrettezza del locale nuocesse alla sanità dei nostri Chierici. Era pure voto comune di tutti che la Casa di S. Benigno possedesse alfine una Cappella meno indegna della maestà di quel Dio che si degna dimorare ne' nostri tabernacoli, un po' più vasta ed arieggiata, corrispondente al numero di giovani che colà sogliono fare le loro pratiche di pietà. Questo voto è ora compiuto ; la Casa di S. Benigno possiede ora una bellissima Cappella, e giova sperare che molto abbia ad avvantaggiarsene la pietà di quei cari giovanotti, che colà si preparano a divenire abili maestri e guide sicure a tanti artigianelli nel lavoro e nella virtù.

Non è da passar sotto silenzio la felicissima trasformazione del nostro Collegio di Lanzo Torinese, ove mediante la compra e la riattazione di un locale attiguo, antico convento, si potè preparare il posto a più gran numero di alunni.

Più che ingrandimento si potrebbe chiamare novella fondazione quella che ebbe luogo nella città di Novara. Come vi è noto, miei buoni Cooperatori, esisteva da quattro anni in quella città un Oratorio festivo, dovuto allo zelo ed alla carità del non mai abbastanza compianto Mons. Riccardi e del suo degno successore a Novara Monsignor Edoardo Pulciano. La generosità dei Cooperatori, e specialmente di una caritatevole Signora, cui la morte ci rapì troppo presto, ci aiutarono a far sorgere in quella città un Istituto Salesiano, che, benedetto nello scorso ottobre, speriamo sarà porto di salute per un gran numero di giovanetti di quella regione.

Anche l'Oratorio del Sacro Cuore di Gesù in Bologna ha fatto grandi progressi, in modo da rendere, io spero, consolate quelle molte anime pie ed accese di zelo per la gioventù, che si degnarono di adottare come loro propria l'Opera di D. Bosco, stabilita nella loro città. Sono sì numerosi i giovanetti che frequentano l'Oratorio, che omai ci è forza pensare a fondarne un secondo. Ma non bastò ai Bolognesi quest'Opera domenicale; si sta ora fabbricando un Ospizio, ove nel corso dell'anno or ora incominciato si potranno iniziare scuole e laboratorii a favore di tanta povera gioventù. Non ignoro quanto siano gravi i sacrifizi che s'impongono i nostri benefattori di Bologna, per condurre a buon fine l'edifizio che hanno incomin ciato; ma certamente non verrà loro meno il coraggio, spronati come sono dall'esempio e dalla parola sì efficace del loro Eminentissimo Cardinale Arcivescovo.

I nostri buoni Cooperatori avranno letto con gioia l'inaugurazione solenne dell'Istituto S. Ambrogio in Milano. Essa fu un episodio delle splendidissime Feste Ambrosiane. Sebbene io l'abbia già fatto a viva voce, pure debbo ancora in questa lettera dire una parola di ringraziamento a Sua Eminenza il Cardinal Ferrari ed a tutti gli Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi che in tale occasione vollero, colla loro presenza e con parole piene di bontà, ispirarci forza e coraggio per continuare l'opera intrapresa. Ed i loro incoraggiamenti ci torneranno veramente opportuni, poichè malgrado gli sforzi e la tenacità di proposito del Comitato e del Sotto-comitato Milanese, cotanto benemeriti verso i Salesiani per raccogliere offerte, rimangono tuttora molte migliaia di lire a pagare. Noi preghiamo la Divina Provvidenza, rappresentata da tanti nostri benefattori milanesi, a volerci venire in aiuto per soddisfare i pazienti nostri creditori.

A Tournay nel Belgio, divenuto affatto insufficiente il fabbricato dell' Istituto S. Carlo, si dovettero intraprendere nuove costruzioni, per dar luogo alle molto dimande di poveri giovanetti che ci vengono con calde istanze raccomandati. Lo stesso dovettesi pur fare con più vaste proporzioni nella città di Liegi.

Fondazioni Salesiane dell'anno 1897.

Il timore di vederci crescere intorno una generazione priva dell'inestimabile beneficio della fede cattolica, il desiderio di paralizzare, per quanto torni possibile, le mire degli empi, che vorrebbero bandire dalla incute della gioventù l'idea d'un Dio e d'una eternità, suggeriscono a molti Vescovi e Sacerdoti ed a pii secolari il pensiero di associare i Figli di D. Bosco ai loro lodevoli sforzii ed alle loro sollecitudini per operare il bene. Di qui quelle numerosissime proposte che ad ogni momento ci vengono fatte, di aprir qua e là novelle Case Salesiane. La penuria di personale ci costringe a rispondere ogni anno negativamente a molti, i cui voti pure noi ci terremo felici di poter soddisfare. Tuttavia, per non mancar di parola a promesse date precedentemente e per venir in soccorso alle più urgenti necessità, si sono iniziate varie Opere, che io vi accennerò di volo.

Ad Alessandria di Piemonte si è aperto un Oratorio festivo in un locale, che, con zelo e perseveranza superiore ad ogni elogio, ci preparò un Comitato di benemeriti Cooperatori. Voglia il Signore che questa Casa Salesiana, cominciata modestamente, come era solito D. Bosco, abbia a produrre quel bene che i benefattori si aspettano dai Figli di D. Bosco.

Fu pure affidata ai Salesiani la direzione d'un Oratorio festivo ed il servizio d'una pubblica Chiesa in Pavia. Il giorno d'Ognissanti quello zelantissimo Vescovo degnavasi di presentare i Salesiani colà giunti alla devota popolazione. Sappiamo che anche a Pavia la messe è quanto mai abbondante.

La Casa di Caserta è a buon punto, la Cappella aperta al pubblico è funzionate e l'Oratorio festivo è organizzato, mentre alcune classi elementari cominciano accogliere buon numero di giovanetti esterni.

Prendemmo pure possesso di nuovi Istituti a Pisa, a Sondrio, a Jesi. La Sicilia possiede ora due Istituti Salésiani di più, l'uno a Pedara alle falde dell'Etna, destinato ai Figli di Maria SS. Ausiliatrice, e l'altro a Terranova, ove i nostri Confratelli dirigono un Ginnasio ed un Liceo Municipale.

Passando alla Francia, sebbene il nostro personale sia anche colà assai disturbato dal servizio militare, pure ci venne fatto di aprire una Scuola Agricola in Lons-leSaunier, nella diocesi di Saint-Claude; un'altra nella diocesi di La Rochelle, in Saint-Genis-de-Saintonge; una terza a Etagnac, diocesi d'Angoulême; e due Istituti per le vocazioni degli adulti allo stato ecclesiastico a Tolone ed a Rueil non guari lungi da Parigi.

Anche nella Spagna fu molto accresciuto il numero degli Istituti Salesiani, avendo aperto nell'anno testè decorso l'Asilo di S. Bartolomeo a Malaga, le Scuole del SS. Sacramento a Carmona, l'Oratorio di S. Paolino da Nola a Bilbao (Baracaldo), l'Oratorio Salesiano a Ecija, e L'Oratorio S. Benito a Siviglia.

Una nuova Casa fu aperta in Portogallo; un'altra in Inghilterra, non lungi da Londra; ed una terza nella Svizzera tedesca nella città di Muri per arti, mestieri ed agricoltura.

Questi brevi cenni, per tacere di altre cose di minor importanza, bastino a far conoscere quanto abbondi la messe nel nostro campo, ed a convincervi come quasi non ci venga fatto d'arrestarci sul nostro cammino, tanto è potente la voce che ci grida ad ogni istante: Avanti, Avanti sempre!!

Nuove opere delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Se i limiti d'una lettera me lo consentissero, vorrei in quest'anno parlarvi pure un po' ampiamente delle opere promosse dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Sarebbe invero opportuno, nella ricorrenza del loro primo Giubileo, confrontare l'attuale loro sviluppo cogli umili principi dell'Istituto or sono 25 anni in Mornese. Sarebbe facile rilevare come Iddio abbia benedetto questa seconda opera del cuore apostolico di D. Bosco come quella dei Salesiani. Ma pur troppo debbo contentarmi di raccomandare alla vostra benevolenza quelle opere, dandovi un cenno succinto dello sviluppo che si ebbe nell'anno che spira.

In Italia, oltre al progressivo aumento delle singole Case e delle particolari opere di ciascheduna, furono nove le nuove Case aperte. Sei sono Asili d'Infanzia con Scuole Comunali ed Oratori festivi per fanciulle. Tali Case sono quelle di S. Marzano Oliveto, di Trofarello, di Diano d'Alba, di Berceto, di Cavaglio d'Agogna e di Mornese. Quest'ultima fu aperta con singolare soddisfazione del mio cuore, perchè per essa le Figlie di Maria Ausiliatrice ritornano nell'anno giubilare colà, dove il loro Istituto ebbe la culla. A Conegliano Veneto, alle istanze e coll'aiuto di un Comitato di Signore Cooperatrici, con a capo lo zelantissimo Clero della città, venne fondato un Convitto con scuole per fanciulle, una Scuola di lavoro ed un Oratorio festivo. In Giaveno si aprì un Convitto sotto l'invocazione di Maria SS. Addolorata per quelle Signore che, non avendo più cura di famiglia, desiderano fare una vita quieta, pia e divota. Finalmente a Campione sul Lago di Garda le Figlie di Maria; Ausiliatrice furono chiamate a prendersi cura dell'assistenza morale delle numerosissime operaie addette allo stabilimento industriale Feltrinelli.

Un notevole sviluppo si ebbe eziandio nella Francia e nella Spagna. L'aumento delle alunne e delle altre persone convittrici nella Casa centrale di S. Margherita presso Marsiglia creò ìl bisogno di ampliare l'edificio e di erigere una Cappella assai capace per le persone di casa e per il vicinato. È questa un'opera che essendo di assoluta necessità si rapporta in anodo singolare alla gloria di Dio, per il che in singolare maniera la raccomando alla vostra carità. A Guines, oltre all'Orfanotrofio già esistente, si vide opportuno assecondare il consiglio di persone zelanti del bene della città e si apri una scuola d'infanzia. Nella Charente, a Etagnac, nella diocesi d'Angoulème, le Figlie di Maria Ausiliatrice nello scorso mese presero la direzione d'un incipiente Orfanotrofio per fanciulle di condizione agricola.

A Barcellona nella Spagna si potè finalmente attuare un'opera per le povere fanciulle in un sobborgo di quella città particolarmente bisognoso. Le notizie che di colà mi giungono sono tali da consolare veramente chi si preoccupa del bene pubblico. - Altra opera simile venne iniziata da circa un mese nella importante città di Jerès.

Quanto poi alle Missioni, il Bollettino a suo tempo vi annunziò anche la partenza di un numeroso drappello di Suore. Alcune si recarono in Terra Santa, altre in Tunisia, altre nell'Algeria per completare il personale richiesto dalle singole Missioni. Per l'America del Sud ne partirono testè 22, delle quali 10 si recarono nel Brasile, dove era necessario il loro aiuto per ragione della fondazione delle Case di Ouro Preto e Ponte Nova, per aprire le quali era in viaggio Monsignor Lasagna compagni quando furono vittime dell'immane catastrofe; altre andarono a recar rinforzo alle sorelle diradate per l'apertura delle Missioni del Colorado nella Patagonia e della Casa del Callao nel Perù.

Cenni sulle Missioni.

Ogni giorno, su ogni punto del globo, da milioni di cuori infiammati dalla carità s'innalza fino al trono di Dio la preghiera:

Sia santificato il tuo Nome, venga il regno tuo, sia fatta la volontà tua. Che fortuna per coloro, che col loro apostolato nelle lontane Missioni possono contribuire a farvi. conoscere il Nome di Dio, a farlo regnare in molti cuori, a far compiere sulla terra la sua volontà per mezzo dell'osservanza de' suoi comandamenti ! A quest'onore, a questa gloria aspirano gli umili figli di D. Bosco, e non par loro di pagarla troppo cara dando l'addio alla patria, ai parenti, rinunziando alle agiatezze dei paesi inciviliti, per condannarsi alle inevitabili sofferenze d'un clima micidiale, d'un insopportabile calore, ad ogni sorta di privazioni.

Secondando i loro desiderii, come vi fu notificato dal Bollettino Salesiano, ho inviato una schiera di questi Missionari nella Repubblica di San Salvador, in cui le Autorità ecclesiastiche e civili intendono di loro affidare la gioventù, perchè sia istruita ed educata alla virtù ed al lavoro. Abbiamo parimenti accettato l'invito di aprire

Scuole Professionali nell'isola di Curaçao.

Vi è noto inoltre come i giovani artigianelli accolti nel nuovo Ospizio di S. Marco in Alessandria d'Egitto già ascendono al numero di 100, distribuiti in varie classi e laboratorii e forniti della loro banda musicale. Non è qui il luogo di dirvi quali sacrifizi si dovettero fare per iniziare e per sostenere questo Istituto; ma basti l'accennare che in quella città pare veramente che Iddio ci prepari una messe abbondantissima. Per la qual cosa i Cooperatori, che ci vengono in aiuto per una tale opera, entrano particolarmente nelle viste del S. Padre Leone XIII, che con tanto zelo si sforza di richiamare all'ovile le disperse pecorelle di Oriente.

Parte delle vostre limosine per le Missioni furono inviate in aiuto delle Case di Palestina e specialmente degli Orfanotrofi di Gesù Bambino in Betlemme ed anche a quello di Gesù Adolescente in Nazareth. Son più che convinto che questa notizia tornerà oltremodo gradita alla vostra pietà, e che la Vergine di Nazareth scriverà sul libro della vita il nome di coloro che fanno del bene a' suoi compatriotti, a quel fanciulli ed a quegli adolescenti che le ricordano il suo caro Gesù quando era della loro età.

Ma debbo confessarvi che ancor maggiori sacrifizi di mezzi pecuniarii e di personale ci furono imposti dalle altre Missioni d'America, perché non avvenisse che alcuni Confratelli soccombessero alla fatica e che ad un tratto fosse perduto il frutto di molti anni d'apostolato. I Missionari che salparono da Genova in sul principiare di novembre erano appena bastanti a rifornire le file dei Missionari diradate dalla morte, ed io sentii profondissimo dolore per non aver avuto mezzo di fornire a ciascuna Missione un personale corrispondente a' suoi gravi bisogni.

Per ciò che spetta ai soccorsi pecuniari non istarò a ripetervi ciò che già vi scrissi in apposita circolare; mi terrò pago di ricordarvi, o miei buoni Cooperatori e zelanti Cooperatrici, che la salvezza eterna e la stessa esistenza temporale di molti infelici sta nelle vostre mani e dipende dalla vostra generosità verso i Missionarii.

Opere proposte per l'anno 1898.

Numerose sarebbero le opere, a cui siamo invitati a metter mano nell'anno testè incomincìato.

Anzitutto vi ripeto la preghiera che mi veniate in aiuto per liberarci dalle molte passività contratte nell'ultima spedizione di Missionari, nel sostenere tanti Orfanotrofi e nel soccorrere le nostre Missioni. Vi raccomando pure di continuare a darvi d'attorno per raccogliere l'obolo destinato a sostenere l'Opera di Maria Ausiliatrice per le vocazioni dei giovani adulti allo stato ecclesiastico, e imitare l'esemplo di coloro che vollero assumersi l'intera spesa dell'educazione di un giovane.

E compiendosi al 31 del corrente mese dieci anni, dacchè il Signore chiamò agli eterni riposi il nostro buon Padre D. Bosco, sia l'anniversario della sua morte celebrato con particolari preghiere, e se è possibile con una riunione dei Cooperatori, in cui qualcuno abbia l'incarico di commemorare il benemerito Fondatore della nostra Pia Associazione. Ed a questo proposito sono oltremodo lieto di potervi dare la felice novella che il processo dell'Ordinario per la Causa di D. Bosco, istruito per circa sette anni, con tanto e così assiduo lavoro del tribunale ecclesiastico di Torino, fu terminato, e nello scorso aprile furono inviate a Roma le numerose deposizioni de' testimonii. Continuiamo a pregare pel buon esito di questa Causa a gloria di Dio e del suo fedel servitore.

Finalmente permettetemi, o miei buoni Cooperatori e pie Cooperatrici, che io vi raccomandi la diffusione e la lettura del Bollettino Salesiano. Son persuaso che per questo mezzo voi esercitereste fra le persone di vostra conoscenza un fruttuosissimo apostolato. Ogni giorno abbiamo la consolazione d'essere informati che la lettura di questo periodico ha suscitato qualche vocazione ecclesiastica o religiosa; ha risvegliato la divozione verso Maria SS. nostra buona Madre in qualche cuore, in cui la divozione da anni ed anni sembrava assopita ; ha guadagnato qualche benefattore alle Missioni; ha ricondotta all'ovile qualche pecorella smarrita. Ciò ben sanno molti nostri amici che, specialmente nelle lunghe serate d'inverno, dopo aver letto il Bollettino, invece di lasciarlo inoperoso, fanno in modo che divenga gradevole pascolo di molti altri.

Si tratterebbe intanto di fare alcune fondazioni della massima necessità: occorrerebbe edificare Chiese in Firenze, alla Spezia ed altrove, per far fronte ai progressi dell'eresia e dell'empietà e provvedere ai bisogni urgenti di numerose popolazioni. Vi sarebbe pur bisogno d'intraprendere nuove Missioni, specialmente nell' America dei Nord , dove trovansi tanti nostri connazionali; aspetteremo per queste imprese le disposizioni e gli aiuti della divina Provvidenza.

Conclusione.

Non saprei meglio por fine a questa mia lettera che col richiamare alla vostra mente alcuni sentimenti che, dieci anni or sono, D. Bosco, vergava di proprio pugno nell'addio che egli dava a' suoi benemeriti

Cooperatori. Con quel candore e con quella tenerezza di affetto che ammirarono in lui quanti poterono avvicinarlo, egli in quello scritto fece l'enumerazione di tutte quelle imprese che colla carità de' suoi benefattori aveva potuto condurre a buon fine, particolarmente in favore della gioventù. Dopo Dio, ad essi attribuiva il merito del bene operato, anzi con una umiltà che non ha confini, nascondendo se stesso per vie meglio mettere in evidenza i Benefattori, conchiudeva in questi termini: Le opere che col vostro appoggio ho cominciato, non hanno più bisogno di me, ma continuano ad aver bisogno di voi e di tutti quelli che, come voi, amano di promuovere il bene sa questa terra. A tutti pertanto le affido e le raccomando.

Da queste memorande parole possiamo dedurre, o miei buoni Cooperatori ed ottime Cooperatrici, che se nella nostra Pia Associazione i Salesiani sono i lavoratori, voi siete gli strumenti di cui si serve la Provvidenza in loro aiuto; che come al fuoco per ardere è necessaria la legna, alla lampada l'olio per rimanere accesa, così alle Opere Salesiane è indispensabile la vostra cooperazione, la vostra carità.

Se mai vi sembrassero pesanti i sacrifizi che a nome dei nostri giovani e dei nostri Missionari mi fo ardito di domandare al generoso vostro cuore, vi ricordi che come S. Paolo disse avere la pietà la promessa della vita presente e della futura, promissionem habens vitae, quae nunc est, et futurae, così sarà pure delle nostre opere buone: esse vi procureranno in cielo una ricompensa eterna, e durante il pellegrinaggio della vita una pace ed una gioia, che il mondo co' suoi piaceri e co' suoi onori non può dare.

Nelle nostre preghiere private e comuni ogni giorno avremo un ricordo per voi e per le vostre famiglie. Vogliate voi pure, Benemeriti Cooperatori e Benemerite Cooperatrici, pregare per me e credetemi ognora

Torino, 1° Gennaio 1898.

Vostro Aff.mo ed Obbl.m° Servitore

Sac. MICHELE RUA.

Festa di S. Francesco di Sales

Ricordiamo alla pietà dei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane che al 29 del corrente mese cade la festa di S. Francesco di Sales, Patrono della nostra Pia Unione.

Non è necessario spendere parole per raccomandare a tutti di celebrarla nel miglior modo possibile, perchè al Santo della dolcezza, della mansuetudine e dell'affabilità con tutti, si sente purtroppo il bisogno di far ricorso in questi tempi del freddo egoismo che tutto avvizzisce.

Però non possiamo non rammentare che per detto giorno o nel seguente (se pur le circostanze non suggeriscano di trasportarla in altro tempo) il Regolamento prescrive una Conferenza Salesiana ai Cooperatori per animarsi reciprocamente a continuare alacri nell'operare il bene.

Perciò noi supplichiamo ogni Direttore, ogni Decurione, Zelatore e Zelatrice a volersi impegnare per l'adempimento di questo statuto, sia tenendo essi medesimi la Conferenza, sia invitando qualche Conferenziere, secondo che ere deranno opportuno per il maggior bene delle anime. Appena fatta la Conferenza, abbiano poi premura di inviarne alla Direzione del .Bollettino un breve cenno, notando eziandio a comune edificazione le offerte raccolte.

Per quanto è possibile non si tralasci mai questa Conferenza, e se non si può diversamente, si faccia in una qualche domenica invece della solita predica, pregando a tal uopo, se il Parroco non è il Direttore dei Cooperatori, a volersi egli stesso gentilmente prestare. Il bene che produrrà sarà immenso. Preghiamo dunque e lavoriamo con cristiana e generosa alacrità.

1888 - 31 Gennaio - 1898.

Di soave conforto torna sempre ai figli, nell'anniversario della morte del Padre diletto, rammentarne vicendevolmente le azioni, i pensieri, le parole, gli ultimi ammaestramenti. Ciò serve mirabilmente a ravvivare la speranza nei loro cuori. Il ricordo e la speranza sono inseparabili nella vita umana, la quale, di rimembranze or liete or tristi pascendosi, abbisogna del passato e dell'avvenire per formare il suo presente.

Ora a tutti noi figli ed ammiratori di quel grande, che dieci anni or sono ci lasciava doppiamente orfani, il passato presenta l'immenso volume, che si chiuse al 31 gennaio 1888, contenente la più bella epopea della carità paterna nel secolo nostro, mentre la speranza disvelandoci alquanto il misterioso orizzonte dell'avvenire, ci lascia intravvedere, in un tempo non lontano, un'epopea ancor più splendida e magnifica pel nostro dolcissimo Padre.

Sì, il ricordo e la speranza nel decimo anniversario della morte di D. Bosco sono di somma consolazione ai suoi figli sparsi per il mondo, i quali, di questi giorni prostrati in ispirito sulla sua venerata tomba, assorti in profonda contemplazione, la veggono custodita da due bellissimi Angeli, da Dio deputati l'uno a ricordar loro il passato di quell'anima eletta, che ebbe un giorno albergo in quella fredda salina, e l'altro a predire i futuri trionfi, che il Signore prepara ancor sopra la terra al suo servo fedele.

Ascoltiamo per un istante gli armoniosi accenti di questi due fortunati custodi del tesoro più prezioso che abbiamo ancora quaggiù, e l'animo nostro estasiato gioirà pur nel dolore, perchè la morte non ha potuto coprire col gelido manto dell'oblio l'opera da Dio compiuta per mezzo del suo fedele ministro.

L'Angelo dei soavi ricordi dice a tutti : - Tergete, o figli, le lagrime ; le vostre cetre intuonino pure l'osanna e l'alleluia, perchè D. Bosco, vostro Padre amatissimo, non è morto : ei vive col suo pensiero e colla sua azione in mezzo a voi.... Oh! il pensiero e l'azione di D. Bosco sopra questa terra, non è possibile descriverli fedelmente con umane parole !... Il suo pensiero, conformato a quello di Dio come il cuor suo, fu grande della grandezza dell'oceano e, benchè unico, abbracciò tutto il mondo. Nato dall'amore, nell'amore si fecondò e coll'amore operò mai sempre. Promuovere la gloria del suo Creatore e la salute delle anime redente dal Sangue preziosissimo di G. C., per mezzo della divozione al Cuore Sacratissimo di Gesù ed alla potente Ausiliatrice del popolo cristiano, ecco l'oggetto e la sintesi del pensiero del Padre vostro tenerissimo. Con esso, sostenuto dalla potenza divina, fu creatore di grandi e mirabili cose, le quali si esplicarono nei tre grandi monumenti da lui eretti per il bene della gioventù. Questi tre monumenti, creazione ed immagine del suo pensiero, furono il campo della sua azione.

- Salvare l'incauta gioventù dalle insidie e dagli artigli dello spirito maligno, il quale per perderla prese al suo soldo e il mondo con tutte le sue lusinghe e la carne con le sue disordinate passioni, non era certo azione di facile compimento ; ma D. Bosco vi riuscì. Il suo pensiero non abbracciò solo la gioventù presente o di un luogo determinato, sibbene quella ancora dei secoli futuri e di tutti i luoghi; quindi ei doveva perpetuarlo, per ottenere una si larga estensione di tempo e di luogo in mezzo alla società.

- Ecco perciò sorgere il Salesiano per i giovani e la Figlia di Maria Ausiliatrice per le fanciulle. E siccome queste due mirabili creazioni della sua mente non avrebbero potuto mantenersi in vita, se egli non avesse pensato ad arricchirle di un indefettibile patrimonio ; così, guidato per mano dalla carità, colla sua azione scosse tutto il mondo e con voce, il cui fascino solo in Dio ha le sue sorgenti, chiamò tutte le classi sociali a sostenerlo nell'opera sua colossale ; ed ecco uscir fuori dal suo pensiero i Cooperatori Salesiani, i quali ben presto formarono un'innumerabile legion d'onore, incaricata di preparare le vie alla sua opera.

- Quanta grandiosità in questo pensiero e qual potente azione nell'eseguirlo ! In un secolo come il nostro che, tutto immerso nel materialismo dell'oro e del fango, sembrava avesse levato un'insuperabile barriera a tutte le iniziative della carità, nessuno si sarebbe potuto immaginare che un semplice pastorello avesse in sé tanta potenza di pensiero e tanta energia d'azione. Eppure oggidì tutto l'universo è ripieno del pensiero e dell'azione di Don Bosco, e l'Europa, l'Asia, l'Africa, l'America, l'Oceania e tutte le altre isole, sono unanimi nel magnificarne i benefici effetti esclamando : - D. Bosco non è morto ! In mezzo a noi vi sono i suoi figli che continuano a lavorare per la gioventù, e noi siamo i loro Cooperatori. D. Bosco non è morto ! Ei vive in tutto il mondo col suo spirito e colla sua azione.

- .... Ed ora son già passati dieci anni, dacchè egli se ne volò sopra le stelle a fissar sua dimora nel nostro regno... Generale fu allora il compianto dei popoli, che perdevano in lui il migliore dei padri, e splendidissime le testimonianze d'onore che si tributarono alle sue spoglie mortali.

- La morte ha chiuso quel labbro, su cui era impresso il sorriso del cielo e da cui la parola scorreva tutta dolcezza ed affabilità; eppure, o figliuoli ed ammiratori di D. Bosco, voi ne siete testimoni ; egli parla ancora con un linguaggio che solleva ed entusiasma ogni cuore per bocca del suo Successore : parla con l'imponente spettacolo del sempre crescente sviluppo dell'opera sua... Da dieci anni quel cuore, che noi vedemmo sempre acceso di fervida carità, più non palpita; eppure, anche nella quiete, nel silenzio dell'avello, esso viene continuamente operando un mirabile prodigio: quel cuore ha la potenza di eccitare incessantemente milioni di cuori a continuare all'opera sua l'amore e l'obolo della loro carità.

- Ricordatevi adunque della sua vita, scolpitevi nel cuore le sue venerate sembianze, e nello spirito e nell'azione di lui continuate tutti, Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice e Cooperatori, a sviluppare l'amore alla gioventù povera ed abbandonata. Così facendo, si moltiplicheranno di nuovo le officine, dove, sbandita la triste eredità di Adamo, regna solo la preghiera ed il lavoro, le due armi con cui solo si ha da risolvere la tremenda questione sociale: si moltiplicheranno le scuole, nelle quali le anime innocenti non troveranno cattedre pestilenti, ma tutto il profumo del vero, del bello e del buono: si moltiplicheranno infine, sopra tutta la faccia della terra gli Oratori festivi, questi sicuri asili contro l'immane corruzione moderna, dove tutte le feste si spezza il pane della parola divina a tanta povera gioventù, sitibonda solo di una parola di vita, di una guida che le additi la retta via che al Cielo conduce. Continuate così... e staccando dal mesto salice la cetra, risuoni novellamente questa bassa vallea di gioconde armonie, le quali infiorino le vostre fronti del sorriso soavissimo della gioia....

Questo ci dice l'Angelo dei soavi ricordi, e l'anima nostra riprende novello vigore e sulle orme del Padre lavora, lavora e poi lavora ancora per la maggior gloria di Dio ed il bene delle anime.

Ma anche l'Angelo della bella speranza, ha per noi una parola dolce ed attraente. Ascoltiamola

- Il passato del Padre vostro porta scolpito in fronte la speranza dell'immortalità, e la sua opera insieme con lui sarà pure immortale per il bene della società....

- Oh ! verrà giorno, in cui il suo nome suonerà dolce e soave alle orecchie di tutti i credenti; sarà una fragranza, un profumo di paradiso, che innamorerà e rapirà le anime, conducendole appiè degli altari a gustare le arcane dolcezze di celesti favori....

- Verrà giorno, in cui la sua memoria sarà dappertutto in benedizione, e la sua vita sarà proposta quale tipo perfetto dell'uomo apostolico, come salvatore della gioventù.

- Verrà giorno, in cui all'ombra di lui l'affranta società troverà riparo e sorgeranno nuovi fiori di paradiso. Oh! si verrà questo giorno e la presente generazione non sarà privata delle nuovissime meraviglie della destra dell'Altissimo.... Questo giorno, bello, ridente splendido affrettate colle vostre ferventi preghiere. Si, coraggio tutti, pregate e sperate.

E noi raccogliamo riverenti questo dolce ricordo e questa soave speranza, che ci rende bella la vita e ci fa amare fino alla follia il lavoro sull'esempio del Padre nostro, ed a Dio piacendo, alle nostre preci sulla stia tomba un giorno succederanno cantici di somma ed ineffabile allegrezza ! Faxit Deus !

IL nostro Bollettino con questo numero entra nel 22° anno di vita.

Simile al granello di senape, andò crescendo di anno in anno ed oggi la sua diffusione si può dir mondiale. Redatto e stampato in sei lingue, italiana, francese, spagnuola, inglese, tedesca e polacca, la sua tiratura mensile supera le 200.000 copie , le quali sparse nelle diverse nazioni , sono l'eco fedele dello spirito di D. Bosco: lavorare alla diffusione del regno di Gesù C., salvando la gioventù. Questo spirito di tanti cuori ne forma un solo, cuore grande, nobile e magnanimo in tutte le sante imprese della fede e della carità.

Come i nostri lettori ben sanno, il Bollettino Salesiano non è posto sotto l' egida dell'annuo abbonamento, ma ciò non toglie che noi diciamo francamente a tutti: Veniteci in aiuto nel sostenere le gravi spese di carta e spedizione, che ogni mese dobbiamo incontrare per questa grande pubblicazione. Per la carta e per l'abbonamento postale di ciascun Bollettino, spendiamo annualmente circa L. 3,00. Sia quindi impegno di tutti coloro che lo ricevono mandarci almeno una corrispondente offerta. Il titolo di Cooperatore, la diffusione della buona stampa, gli importanti argomenti trattati nel periodico e la carità del prossimo vi spingano a mettervi in diretta comunicazione con la Direzione, sia per fare la propria offerta, come per tenerla informata di quei vostri conoscenti che desiderassero ascriversi alla nostra Pia Unione.

Dunque, dirà alcuno, se non faccio la mia offerta, non posso esser Cooperatore Salesiano e debbo respingere il Bollettino?

Noi non diciamo questo, ma solo che ci pare impossibile che uno possa credersi Cooperatore Salesiano, se non concorre almeno nel sostenere l'Organo dell'Unione.

Avvertiamo inoltre tutti i giornali cattolici, o quotidiani o settimanali o mensili, che hanno la bontà di favorirci il cambio, a volerlo inviare direttamente alla Redazione del Bollettino Salesiano, Via Cottolengo 32 Torino, per evitare il pericolo di esser dimenticati di corrispondenze od altro, e caldamente li preghiamo che vogliano di quando in quando riportare gli annunzi e le notizie più importanti che reca il nostro Bollettino, assicurandoli da parte nostra che faremo altrettanto in loro favore tutte le volte che lo spirito del nostro periodico lo permette.

DALL' ESTERO

FRANCIA Due nuove Colonie Agricole in Etagnac (Charente).

COLORO, che ebbero la bella sorte di vivere a fianco del nostro sempre amatissimo Padre Don Bosco, ricordano con quali accenti egli deplorasse la mania, ornai invalsa in ogni paese, di abbandonare i lavori del campo per recarsi nelle grandi città, colla speranza di maggior guadagno e di vita più agiata. Ad essa eglì attribuiva il venir meno le braccia all'agrìcoltura e la rovina temporale ed eterna di tanta povera ed inesperta gioventù.

Questo ricordo, questo prezioso ammaestramento del carissimo nostro Fondatore furono di sprone al venerato suo Successore nell'accettare la direzione di un orfanotrofio Agricolo per le fanciulle e d'un altro pei giovanetti in Etagnac, diocesi di Angouléme. Se noi diamo ai nostri cari Cooperatori un cenno dell'inaugurazione di queste Colonie, si è perchè essa assunse un carattere speciale di solennìtà e perchè ci sembra necessario tenerli informati d'ogni passo che noi facciamo in questo, che, senza ostentazione, crediamo poter appellare vero progresso.

*

Fu strumento della Provvidenza per chiamare i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice nella Charente il Conte Arturo Giuseppe Dupont, nipote al celebre Generale di Napoleone 1°, l'eroe di Friendland. Quel nobile Signore, notissimo in tutte quelle regioni per la sua pietà e per l'inesauribile sua carità, molto più che pe' suoì vastissimi possedimenti, ha dotato la sua patria d'ogni specie di opere dì beneficenza. Fra di esse merita special menzione un Orfanotrofio Agricolo femminile, cui volle in quest'anno affidato alle Suore di Maria Ausiliatrice. Queste misero mano all'opera con tutta l'alacrità possibile, e si stimeranno felici se potranno contribuire a formare alla pietà, alla virtù ed al lavoro della campagna le loro allieve. Giova sperare che sotto la direzione delle Suore, l'Istituto conserverà quella buona riputazione, che il sapere e l'attività dell'antica Direzione gli hanno procurato.

Ma si è specialmente dell'inaugurazione della Colonia Agricola maschile che noi dobbiamo intrattenere i nostri lettori. Essa ebbe luogo il 20 novembre scorso, e riuscì oltremodo solenne. Malgrado i loro lavori, sì può dire che tutti gli abitanti dei borghi vicini si riversarono sul luogo, ove la carità ha fatto sorgere il novello Istituto. Ma se nessun altro avesse preso parte alla festa, ben avrebbero bastato a renderla solenne ed a portare la vita e l' animazìone in quella solitudine i numerosi beneficati del Conte Dupont. Oltre le orfanelle della Colonia Agricola, si videro giungere le giovanette della Scuola fondata e sostenuta dal Conte e diretta dalle buone e zelanti Suore degli Angelì. Teneva dietro un drappello di fanciulli che cantavano inni a Dìo ed a Maria SS. e portavano nelle loro mani stendardi e bandiere. Erano ì giovanetti di Etagnac, per la cui cristiana istruzione il Conte ha edificato la scuola e chiamati que' valorosi educatori della gioventù che sono i Fratelli Marìsti. I membri d'un quarto Istituto dovuto alla carità di quel grande benefattore di Etagnac, i poveri vecchì, a cui egli diede asilo nel proprio castello, avrebbero voluto recarsi ad assistere a quella festa, ma ne furono in gran parte impediti dai loro acciacchi e dalle loro infermità.

Alle 8 1/2, nel cortile dell'Ospizio imbandierato faceva solenne ingresso Monsignor Frérot, Vescovo Diocesano, accompagnato dal Vicario Generale Nanglard, da tutto il Clero delle circostanti Parrocchie, da D. Renat, novello Direttore, e da D. Albera, Direttore Spirituale della nostra Pia Società, inviato colà appositamente da Torino per rappresentarvi il Successore di D. Bosco. La stanchezza lasciatagli dalle feste centenarie di S. Martino di Tours e la sua imminente partenza per Roma non valsero a ritenere lo zelantissimo Prelato; ci volle recarsi in persona a benedire il nuovo Istituto. Indossati i sacrì paludamenti, procedeva solennemente alla benedizione d'una bella campana, degno complemento del magnifico campanile che domìna tutta la grande proprietà del Conte Dupont. Ne fu padrino il Conte stesso e madrina la piissima Damigella Lahr. Benedisse quindi l'altare e la Cappella, ponendola sotto il titolo di S. Pardulfo, tenuto in quei paesi in grande venerazione. Alla fine della Messa, celebrata dal Vìcario Generale, Monsignore rivolse alla numerosa e dìvota assistenza un eloquente discorso, nel quale, dopo aver encomiato il generoso e santo intendimento del Conte nel fondare questo Orfanotrofio, presentava agli uditorì i Figli dì D. Bosco, di cui in poche parole tesseva il più grande elogio. Terminava il suo dire coi più cordiali augurìi per la felice riuscita dell'opera incominciata e implorando su dì essa le più elette benedizioni del cielo, delle quali era pegno sicuro la preghiera che egli recìtava aspergendo dell'acqua benedetta le varie sale della nuova Casa. In questo frattempo la nuova campana con mirabile abilità e prestezza era collocata a suo posto in cima dell'alta torre, e colla sua bella e potente voce pareva invitasse non solo i presenti, ma ancora i lontani, a ringraziar Dio del lieto avvenimento. E perché nulla mancasse alla gioia di sì bella festa, il padrino e la madrìna ebbero cura di distribuire dolci in grande abbondanza, come suol farsi allorquando si conferisce il santo

Battesimo ad un neo-nato.

Che cosa potevasi fare ancora, perchè più cara ed incancellabile in tutti i cuori sì conservasse la memoria di quel giorno ? Ottenere che l'Augusto Capo della Chiesa dall'alto del Vaticano benedicesse all'Angelo di Angouléme, al Conte Dupont, ai Salesiani recentemente arrivati, a tutto quel popolo festante. E questa benedizione, implorata da quel zelantissimo Parroco, venne a porre il colmo all'esultanza di tutti.

Dopo le sacre funzioni nel castello di Rochebrune sedevano a mensa, facendo corona al Vescovo ed al Conte Dupont, tutti ì membri del Clero e gli altri più cospicuì personaggi invitati per la solennità. In questa riunione D. Albera prese la parola, rallegrandosi che Monsignore conoscesse sì bene tutti i particolari della vita di D. Bosco, e che quindi non ignorasse come il buon servo di Dio negli ultimi anni di sua vita andava ripetendo che, omai inutile sulla terra, avrebbe meglio giovato all'Opera sua dal Paradiso. Dìsse che veramente pare si debbano attribuire alle sue preghiere ed alla sua assistenza i progressi dell'umile Società Salesiana. Sarà D. Bosco che, nel desiderio di mostrare la sua gratitudine alla Francia avrà inspirato al Conte Dupont di chiedere i Salesiani e a D. Rua d'inviarli. « Ma forse, soggiungeva D. Albera, il figliale ardente affetto dei Salesianì lì trae in inganno, sarà forse questa una pia supposizione.... Buon per essi che vi ha qualche cosa che meglìo li assicura averli Iddio chìamati a far del bene in questi paesi, ed è questa la parola e la benedizione del primo Pastore della Diocesi. Si è per questo che i Figli di D. Bosco mettono coraggiosamente la mano all'opera e sperano che i caritatevoli disegni del Conte in favore di tanti poverì orfanelli non andranno delusi ».

Monsignore in un discorso semplice e cordiale rinnovò ai Figli di D. Bosco le più vive attestazioni di stima e di affetto; si rallegrò col Conte d'aver saputo trovare sì solerti collaboratori nella bell'opera che ha ideata, e finì colla promessa dì recarsi a visitare la culla dell'Opera Salesiana in Torino nel suo prossimo viaggio ad limina, come in fatti fece, soffermandosi gradito ospite del nostro Oratorio nei giorni 26 e 27 del passato novembre.

Alcune parole del Conte Dupont, tutte improntate a pietà ed a zelo pel bene delle anìme, bastarono a far conoscere ai Salesiani quanto bene si possa operare, allorchè si ha l'appoggio d'un uomo, che la carità di Gesù Cristo ha fatto diventare veramente il padre degli orfani.

Oratorio S. Giuseppe in Montmorot Lons le Saunier (Jura).

NEL giorno dell'Immacolata, venne pure aperto quest'Oratorio con intervento di tutti i Cooperatori e le Cooperatricì del paese. Prese parte il Seminario Maggiore, prestandosi tutti i Chierici ad eseguire bella ed armoniosa musica.

La refezione in comune fu allegra quanto mai ed il Rettore del Seminario disse uno splendido saluto, o meglio un inno all'Immacolata. Tutti furono assai contenti; e l'Abbate Queslin e l'ottima sua sorella, fondatori di quest'Oratorio, possono bene andar lieti della loro opera, perchè sarà dì sommo vantaggio per tutti gli abitanti di Montmorot.

SVIZZERA Nuova Casa Salesiana.

Muri, Canton d'Argovia, il giorno dell' Immacolata s'è aperto l'Istituto S. Giuseppe con tutta la grandiosità e solennità propria dì quella buona e generosa popolazione. Il Direttore Don Eugenio Méderlet ne mandò subito relazione al R.mo Sìg. D. Rua, pregandolo a volersi unire con luì nel ringraziare il Signore per il felicissimo principio avuto, caparra sicura di uno splendido avvenire.

Dopo la Messa solenne, cantata nella Chiesa Parrocchiale dal nostro confratello D. Augusto Amossi, il R.m° Curato Sig. Doyen e gli altri preti si recarono alla nuova Casa per la solenne benedizione. Si cominciò dalla Cappella provvisoria, e poscia sì proseguì benedicendo tutto il locale, affinchè Dio prima di ogni altro ne prendesse possesso. Finita la funzione, fuvvi nell'Istituto stesso un'altra S. Messa, durante la quale 25 cantori e cantatrici dì Muri eseguirono scelti mottetti sotto la direzìone di un ottimo maestro del paese; dopo s'impartì la benedizione col SS. Sacramento.

Quìndì il Direttore ringraziò tutti ì Cooperatori intervenuti con parole improntate ai sensi della più verace gratitudine. Ricordò in modo speciale S. Ecc. il Vescovo di Basìlea, per aver inviato il suo rappresentante a prendere sotto l'alta sua protezione ìl nuovo Istituto; il R.mo Curato di Muri ed i suoi Coadiutori, per lo zelo ardente con cui sostengono la nuova fondazione, e le Signorine Agata ed Elisa Frey, per opera delle quali ebbe principio l'idea d'una Casa Salesiana a Muri e la realtà di essa.

Alla modesta refezione che ebbe poscia luogo intervennero pure tuttì i più distinti personaggi della città e del Cantone, i quali tutti espressero la loro soddisfazione in parecchi brindisi.

In sulla sera l'Istituto venne aperto ai visitatori, e ben più dì mille furono quelli che visitarono i locali, venendo appositamente anche da lontano. La festa non poteva riuscir meglio e, se è lecìto congetturar dal principio l'avvenire, possiamo dire che dev'essere veramente splendido.

MISSIONI

TERRA DEL FUOCO

Le due Missioni Salesiane di S. Raffaele e della Candelara.

(Relazione del Prefetto Apostolico D. Giuseppe Fagnano). REV.mo SIG. D. RuA,

PUntarenas, 1 Agosto 1897.

Dopo aver passati i mesi di ottobre, novembre e dicembre dell' anno scorso e gennaio e febbraio di questo nelle principali città del Chilì, cercando soccorsi per le nostre Missioni di San Raffaele nell' isola Dawson e della Candelara nell'isola grande della Terra del Fuoco, intieramente distrutta, come le è noto, da uno spaventoso incendio nel dicembre scorso, e spacciati gli affari più urgenti che m'aspettavano a Puntarenas, volai tosto a queste due Missioni recando loro gli aiuti fornitimi dalla carità sempre squisita de' nostri buoni Cooperatori.

Visita all'isola Dawson - Vita degli Indii civilizzati-Mirabili progressi -Necessità. di soccorsi straordinari.

E dapprima mi portai a S. Raffaele come quella più vicina.

Quanti progressi vi trovai dall'ultima mia visita fatta sei mesi or sono !

A fianco del piazzale che prospetta la Chiesa vidi innalzato un bell'Ospedale con due vaste sale, che possono già prestare un buon servizio in caso di bisogno; accanto al fabbricato delle Suore di Maria Ausiliatrice una casa per le vedove e per le nubili; più in giù molte nuove case per gli Indii; poi una sega a vapore che lavora incessantemente per dare i materiali di costruzione; e quello che più mi fece impressione, un gran lanificio, dove stanno occupate tutte le donne e le ragazze Indie.

Che bello spettacolo vedere queste povere creature, dall'aspetto sì selvaggio, affaccendarsi con tanta intelligenza in questo laboratorio, chi in lavare la lana, chi in cardarla, altre in torcerla ed altre in tesserne coperte da letto, stoffe pei loro vestiti, cappe per le donne e mantelli per gli uomini, i quali attendono alla coltivazione della terra. Le ragazze poi interne dell'Ospizio delle Suore filano la lana più sottile per tesserne calze, maglie, corpetti e mutande; il che fanno con tanta perfezione, da non distinguersi gli oggetti loro da quelli che ci arrivano dall'Europa.

Il Governatore provvisorio Sig. Mariano Guerrero Bascuñan, inviato dal Governo Superiore per affari riguardanti tutto il Territorio, saputo di questa mia visita a Dawson, ebbe la bontà di mettere a mia disposizione il Trasporto Nazionale Casma e di accompagnarmi egli stesso alla Missione. Sbarcato col Comandante Luigi Silva Lastarria, volle visitare tutto, e ne rimase oltremodo soddisfatto dell'indirizzo dato alla Missione.

Visitarono le scuole, i dormitorii, i laboratorii dei falegnami, dei calzolai, dei panattieri, la conceria di pelli, stabilitasi per procurare il cuoio necessario alle nostre Missioni, e la segheria a vapore, avendo e per la disposizione delle macchine e per tutto l'ordinamento della Missione parole di grande lode e di vera soddisfazione. Graditissima impressione ebbero nel laboratorio delle ragazze, nel vederle lavorare con tanta sveltezza e nell'udirle a rispondere con molta franchezza alle varie domande che loro si dirigevano; e non cessavano dall'encomiare i sacrifizi delle Suore e dei Salesiani che attendono a questa Missione.

Questi Signori partirono dopo aver preso una modesta refezione in nostra compagnia; ed io, mi fermai per dettare gli Esercizi spirituai e rendermi conto del vero progresso spirituale delle anime, che è quello che cerchiamo anzitutto.

In questo frattempo pertanto ho potuto vedere come pregano bene e con quanta divozione si accostano ai SS. Sacramenti della, Confessione e della Comunione i ragazzi del Collegio nostro e le ragazze di quello delle Suore. Ogni giorno vi sono parecchie Comunioni; alla Domenica poi pare sempre una grande solennità, perchè la Comunione si può dire generale.

Tutti i giorni gli uomini, dopo il lavoro, si radunano in varie sale, e quivi ricevono l'istruzione religiosa dal Sac. Antonio Grosso e dai Confratelli Giovanni Sikora, Giovanni Asvini, Antonio Tarable e Giacomo Raimondi, mentre hanno pure lezioni di nomenclatura della lingua spagnuola e qualche nozione di aritmetica.

È un piacere assistere all'uscita dalla scuola di questi bravi scolaretti. Precisamente come sogliono fare i bimbi delle elementari delle città e paesi ed i ragazzi dei nostri Collegi, anch'essi mandano grida di gioia e si danno alla corsa gli uni inseguendo gli altri, finchè arrivano alle loro case, ove le donne hanno l'ordine di tener preparata la cena.

Anche le donne hanno ogni giorno l'istru zione religiosa nella Casa delle Suore dalle due ore alle tre pom.; dopo di che si mettono al lavoro nel laboratorio diretto dalle Suore medesime; ed in questo modo si ottiene che, allontanandosi da casa per imparare, lascino l'abitudine di stare tutto il giorno al fuoco e non si trovino esposte alle insidie di qualche indio.

Nei giorni che sono rimasto in questa Missione fui veramente edificato dell'impegno che usano le Suore nell' insegnare ciascuna la parte sua: Suor Giovanna Valgimigli nell'accudire alle donne, insegnando loro il modo di far cucina, di tener pulita la casa e le supellettili: Suor Antonietta Tapparello nell' attendere ai telai, al canto in Chiesa e ad altre faccenduzze di casa: Suor Arcangela Marmo nel tenere la scuola delle ragazze, il loro laboratorio di calze, maglie, ecc. ed il loro dormitorio : e Suor Catterina Dabbene e Suor Erminia Sanchez nella sartoria, che è l'unica che provvede il necessario di cucitura alla Missione, sia per gli uomini che per le donne.

È questo un vero paesello di campagna, che conta 450 persone, a cui bisogna procurare tutto, vitto, vestito, istruzione, educazione, infonder loro l'idea della civilizzazione cristiana e indirizzarli al lavoro, dal quale rifuggono come per natura.

Già vi sono alcuni giovani grandicelli, allevati dai nostri Missionari, che potranno formare la loro famiglia con ragazze educate dalle Suore; da loro aspettiamo, in un tempo non lontano , un buon risultato pei lavori profittevoli a loro ed alla Missione, la quale finora totalmente gravita sopra di lei, povero Sig. Don Rua, cui debbo confessare sinceramente che mi strazia sempre il cuore ogni volta debbo incomodarla colle mie frequenti tratte di otto, nove e diecimila franchi in oro.

Se non ché, amatissimo Sig. Don Rua, è precisamente questo il tempo in cui questa Missione ha più bisogno del suo aiuto e della carità dei nostri Cooperatori Qui abbiamo terreni da occupare con pecore, che danno, colla produzione della lana, carne e sego, un buon risultato per i bisogni delle Missioni; v'è gente già atta a custodire il bestiame; si possono costruire, quando si voglia, case e tettoie in servizio della pastorizia; ciò che fa difetto si è il capitale necessario per far acquisto di bestiame, non essendo le scarse elemosine che di tanto in tanto riceviamo neppur sufficienti per provvedere il vitto e vestito per gli indii ed i trasporti di questi articoli medesimi alle Missioni.

Voglia il Signore muovere qualche anima buona a venirci presto generosamente in aiuto per poter salvare anima e corpo di tanti altri selvaggi, che verrebbero alla nostra Missione, se avessimo di che mantenerli, coprirli e dar loro occupazione. Le persone private e le Società, che hanno ottenuto i terreni in affitto dal Governo, in questo momento cacciano colla forza questi infelici dalle loro terre, per trarne profitto colla pastorizia: i selvaggi si vendicano, prendendo animali che pascolano ove vissero i padri loro: di qui nasce guerra accanita tra civilizzati e selvaggi, i quali contro le armi dei primi finiscono sempre per perire. Oh ! chi dunque potendo non vorrà aiutare l'opera nostra, che tende a mettere fine a questa lotta di sangue, conservare una razza d'uomini che sta per sparire dalla faccia della terra e condurre tante migliaia d'anime a Dio?

Alla Candelara - L'abitazione improvvisata dopo l'incendio - Freddo e Canne - Avanza mento di civilizzazione - Progetti - Come si può realizzarli.

Ma io debbo parlare ancora d' un' altra Missione, che ha lo stesso scopo di questa, ma che di questa è senza dubbio più bisognosa della carità dei buoni, voglio dire quella della Candelara, stata distrutta da un vorticoso incendio nel dicembre del passato anno.

Mi sono portato a questa Missione appena terminata la visita e gli esercizi a Dawson. Col soccorso ch'ella m'ha mandato, ho potuto noleggiare dalla Casa di Commercio Wahlen e C.ia il piccolo e vecchio vapore Biene, di duecento tonnellate, e, caricatolo di viveri, cavalli, legnami e lastre di zinco, il necessario per la riedificazione della Missione, insieme con D. Griffa, il coadiutore Giacomo Coffrè e due falegnami stipendiati partimmo da Puntarenas il 25 giugno. S'imbarcarono pure con noi due Figlie di Maria Ausilìatrice, Suor Teresa Bragutti e Suor Rosina Massobrio.

Il viaggio si potrebbe compiere in trenta ore, ma pei cattivo tempo ci tenne in mare ben cinque giorni. Arrivammo colà la mattina del 30. L'aria gelida, il suolo agghiacciato ne intirizzivano le membra. Vennero a riceverci. D. Beauvoir, che si trovava in missione per la Terra del Fuoco, e D. Zenone con tutti i giovanetti indii raccolti nella Casa della Missione in numero di cinquantasei.

Risalimmo due chilometri e fummo alla Casa improvvisata dopo l'incendio Oh ! quanto mi si strinse il cuore alla vista di tanto squallore in una stagione sì rigida! Eppure i nostri cari Missionari e le Suore di Maria Ausiliatrice eran contenti ed allegri come tante pasque!

S' immagini dei tugurii formati di lastre di ferro, tutte abbruciate e bucherellate nei lati e al tetto, ed avrà un'idea della loro abitazione per ben sette mesi. Un capannone di sei metri per quattro, senza pavimento, con due porte, una finestra ed un'infinità di buchi per l'aria, la polvere e la pioggia, serviva di Cappella al mattino, di scuola pei ragazzi e refettorio pei Missionari. Una bassa tettoia, da tutte parti aperta, serviva di sala pei Catechismo, refettorio e ricreazione pei ragazzi e deposito di legna. La Casa e la Cappella delle Suore era un po' più riparata; ma anch'esse dai buchi del tetto potevano ogni sera contemplare benissimo le stelle, con un freddo che faceva discendere il termometro a 10 gradi centigradi sotto zero.

Il nostro arrivo fu per loro una vera provvidenza, giacchè già da parecchi giorni mancavano di pane e difettavano pure d'ogni altra sorta di vitto. Le Suore piansero di consolazione, perchè non sapevano più come tirare innanzi e da qualche settimana soffrivano la fame.

Ho dato tosto ordine che si incominciassero i lavori per la nuova Casa. Si è scelto un altro sito un po' più riparato dal vento, tra il Capo Sunday (Domenico) ed il Capo Peña, con attiguo un tratto di terreno coltivabile. Spero che per la fine di questo mese si potrà già andare ad abitarla. Qui tutto si costruisce in legnami; quindi non è da meravigliare se si faccia in poco tempo.

Gli Indii della Terra del Fuoco, che si mostrano tanto fieri cogli abitanti de' dintorni, con noi sembrano tanti mansueti agnelletti. E fa piacere vederli, specialmente i fanciulli e le ragazze, andare man mano civilizzandosi sotto le amorevoli e pazienti cure dei Missionari e delle Suore. Gli adulti sono teneri dei loro figli, ma sono assai contenti di lasciarli al Missionario, perchè li vedono ben trattati, ben vestiti e che sanno parlare e trattare coi civilizzati..

Quei cari fanciulli recitano già assai bene le preghiere in lingua spagnuola ed anche in latino; quando sono in Cappella, pare di trovarci in qualunque dei nostri Collegi. Studiano volontieri il Catechismo, anzi ora se ne stanno preparando una quarantina alla Prima Comunione.

Le ragazze hanno molta disposizione ad ogni sorta di lavori femminili. I giovani andrebbe bene per ora abituarli alla vita pastorizia. Ciò sarebbe più conforme al loro genere di vita randagia all'aperta campagna, mentre assai conferirebbe alla loro salute materiale e darebbe loro in mano il mezzo di guadagnarsi la vita. Il terreno per ciò non ci mancherebbe presentemente; sarebbe necessario introdurvi del bestiame, prima che vengano altri ad impossessarsene, con pericolo della vita degli Indii stessi.

Per tal modo potremmo anche qui impiantare un lanificio e fornir così un'occupazione alle donne, come già si pratica a Dawson, e provvedere gli abiti necessarii per coprire questi Indii e tanti altri, che speriamo di tirare alla Missione.,

Il loro numero è in continuo aumento. Solo pochi dì prima che arrivassi io alla Candelara, vi erano stati tre Indii chiedendo rifugio per sè e per tutta la loro tribù, che conta oltre a cento individui.

Urge quindi provvedere per il presente, ma conviene pensare pure all'avvenire di tanti Indii. Il progetto suesposto sarebbe il mezzo più facile e di maggior utilità pratica.

Oh! amato Sig. D. Rua, non si stanchi dal raccomandare ai nostri cari Cooperatori e a tutti i buoni cristiani la causa di quest'importante Missione. Si rammenti che è dessa il sogno più dorato dell'indimenticabile nostro Padre D. Bosco. Se talvolta paressero troppo ingenti i sacrifizi che per essa dobbiam sostenere, ricordiamoci ch'essa è diretta a rendere a G. C. migliaia e migliaia d'anime comperate a prezzo del suo preziosissimo Sangue.

La gioia che provano i nostri cari Confratelli e le Suore di Maria Ausiliatrice della Candelara in mezzo ad ogni sorta di tribolazioni, la buona volontà e l'amore che gli Indii dimostrano per la vita civile cristiana, e l'ingenua e fervida prece che ogni giorno essi innalzano al Signore per i loro Benefattori, valgano di stimolo a tutti i buoni per imporsi qualche privazione a fin di soccorrere i poveri Missionari Salesiani della Candelara.

Gradisca, Rev.mo Sig. D. Rua, i nostri figliali ossequi, ci raccomandi al Signore ed alla potente Ausiliatrice dei Cristiani e mi creda

Suo Dev m° Obbl.m° in G. C.

Sac. GIUSEPPE FAGNANo Prefetto Apostolico.

COLOMBIA

Ricambio di amore tra i lebbrosi di Agua de Dios.

A una corrispondenza scritta lo scorso settembre dal carissimo D. Raffaele Crippa dal Lazzaretto di Agua de Dios, togliamo queste notizie intorno a quegli infelici che, segregati dal consorzio umano, sono costretti dalla terribile lebbra a vedere giorno per giorno la distruzione del proprio corpo, pur continuando ad esser vivi.

Il bene che fanno i nostri Missionari in mezzo ai lebbrosi, bisogna dirlo, è incalcolabile, se si considera che per quei meschini l'unico conforto è la religione e la speranza di un premio infinito a tante loro sofferenze. Quindi è che la città di Agua de Dios, il grande paese dei lebbrosi, è un campo di continuo eroismo e ricco di frutti per il Paradiso. Sembra che quei nostri Confratelli si moltiplichino continuamente, perchè attendono a mille cose.

Il Lazzaretto e la cura degli ammalati, le scuole, l'Oratorio festivo, le Compagnie, l'amministrazione dei Sacramenti in diversi posti, darebbero lavoro a più di una dozzina di buoni Missionari, e laggiù invece non sono neppur metà, tra Salesiani e Coadiutori. Tuttavia nulla v'è trascurato, e la forza di Dio, che li sostiene. fa loro operar miracoli.

Il 19 settembre benedissero una nuova Cappella dedicata a S. Giuseppe e si portò in trionfo la statua di questo gran Santo. La piccola banda musicale dell'Oratorio festivo, assai fiorente, fece la sua prima comparsa al pubblico, riscuotendo ammirazione presso tutti per le facili, ma ben eseguite sinfonie.

Tanto slancio dei Missionari è però ben ricambiato dall'affetto dì quei poveri lebbrosi. Bastano a dimostrarlo i due fatti seguenti.

Il primo Salesiano che muore tra i lebbrosi.

« Il 22 settembre, così scrive D. Crippa, morì per colpì apoplettici il caro nostro Confratello Enrico Spinoglio. Morì da santo, come santamente era vissuto. I lebbrosi tutti ne erano profondamente addolorati. Al momento della sua morte si trovava presente un tal Sig. Crisostomo Bautista, che per antonomasia è detto il Vincenzo de' Paoli di Agua de Dios, per la sua grande carità verso i poverelli. Aveva costui dì recente fatto innalzare per sè nel cimitero una bella e spaziosa tomba in compagnia di due altri suoi cari amici, il Sig. Dionisio Araos ed il Sig. Adriano Paez, il primo uomo benestante e molto caritatevole, che alla morte tutti i suoi averi lasciò ai poveri ed alla chiesa, ed il secondo valente scrittore di Colombia, eminentemente cattolico e che sostenne nella Repubblica vario cariche onorifiche, i quali già lo precedettero nel sepolcro. Il suo posto solo rimaneva vacante, ed egli spontaneamente ce lo offerse, dicendo che nessuno più del Salesiano era degno di occupare quel luogo. Dimodoche la carità e l'amore di questi lebbrosi verso dei Salesiani volle che la salma del primo nostro Confratello, che muore ad Agua de Dios, fosse collocata nel luogo più bello che presentemente vi sia nel Cimitero ed in compagnia degli uomini più celebri del paese. Imponente fu l'accompagnamento funebre, straordinario il concorso. L'aristocrazia tutta di questo paese andò a gara nel portare sopra le proprie spalle la salma del nostro compianto Confratello. Fu davvero una solenne dimostrazione di affetto che ci vollero dare questi nostri carissimi lebbrosi. »

Il busto di D. Bosco fatto da un lebbroso.

Non meno eloquente prova d'affetto verso dei Salesiani e di D. Bosco si è quest' altra che pur ci racconta lo stesso D. Crippa.

« Si ricorderà, amatissimo Sig. D. Rua, che una volta le scrissi di uno scultore lebbroso, il quale s'era fisso in capo di voler fare un busto di D. Bosco. Orbene, contro le previsioni di tutti, c'è riuscito, ed io son felice di poterle mandare una piccola fotografia, in cui è ritratto lo scultore accanto al busto di D. Bosco da lui fatto. Questo lavoro è veramente un miracolo, perchè se si osserva da una parte il busto, lavorato con non mediocre perfezione, e dall'altra parte lo stato compassionevole dell'autore, non si può pensare diversamente. La lebbra lo deformò talmente negli occhi, che non ci vede quasi più, e gli eliminò più di due terzi la lunghezza delle dita, lasciandogli solo i moncherini inflessibili affatto. S'immagini quindi quanta fatica dovette sostenere il poverino per riuscire nel suo intento. Tutte le volte che si metteva al lavoro era necessario gli si legassero alle mani gli istrumenti che avea da usare. Quanta attenzione poscia non doveva porre nell'utilizzare quel po' di vista che ancora gli rimaneva! Eppure la sua pazienza non venne meno e riuscì.... La sua consolazione fu immensa. Venne da me, e : - Padre, disse, vengo a sciogliere il mio voto : ho promesso a D. Bosco che, se mi aiutava a terminar soddisfacentemente il suo busto, mi sarei confessato e comunicato in onore di lui... - Fece quanto avea promesso, e benedicendo a D. Bosco che tanto l'aveva aiutato parea dicesse : - L'amore vince tutte le difficoltà: io D. Bosco l'amo; ho voluto perciò scolpire le sue sembianze, e quantunque pressochè privo di occhi e di mani vi son riuscito. Osservate: Non è tutto D. Bosco? -

GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

L'aiuto di Maria fra le roccie.

Il giorno 31 agosto scorso trovandomi. di servizio come carabiniere alla frontiera d'Abriès (Dip. Hautes Alpes) e a cagione della fitta nebbia non potendosi vedere, mi arrampicai per la roccia che adduce alla punta detta Rasin, precisamente per un posto ove non passano se non le aquile e i camosci. Arrivato all'altezza di circa 600 metri da dove ero partito, sempre a quattro gambe, non potei più avanzare, perchè la roccia faceva cornice; mi trovai quindi per le mani appeso e i piedi penzoloni giù per il precipizio di 600 metri. Si può immaginare qual fosse la mia disperazione in quegli istanti : non ci era più via di scampo; bisognava morire. Rammentandomi allora d'essere Cooperatore Salesiano e ben conoscendo quanto protegge Maria Ausiliatrice coloro che a questa Pia Unione appartengono, invocai tosto il suo potente aiuto. Ed ecco d'un tratto allontanarsi da me ogni paura e venirmi indosso una forza misteriosa. M'accorsi d'aver a fianco una piccola sporgenza : vi appoggiai un piede e riposai un istante. Scivolai poi una trentina di metri e m'aggrappai ad una punta sporgente, dove ripresi forza; quindi, non senza grande stento e dolore, in un'ora potei discendere, però senza farmi male di sorta. Ringraziai di tutto cuore la buona Mamma Maria Ausiliatrice; ed ora adempio la promessa fatta di notificare al pubblico come la Vergine mi ha salvato da certo pericolo di sfracellarmi fra le roccie Lode e gloria sia ora e sempre a Maria Ausiliatrice !

CARLO RICCARDI Carabiniere.

Maria SS. Ausiliatrice nel Monastero delle Agostiniane di Murano.

Una nostra religiosa fu colpita ai primi del passato agosto da una fortissima sciatica alla gamba sinistra, per cui venne obbligata a letto, non trovando un minuto di riposo per tredici giorni consecutivi, causa gli eccessivi dolori. I rimedii suggeriti dall'arte medica diedero per qualche giorno tregua alla paziente, la quale ben presto però ritornossene al primiero stato, colla gamba ritirata oltre un palmo.

L'affare era serio e lungo; almeno ci volevano settantasei giorni per vedere un qualche miglioramento; tanto attestò il bravo dottore curante, il Sig. Emilio Zennaro.

A mezzo dello stesso ottimo Dottore si ebbe un Bollettino Salesiano, ove leggendo i prodigi operati da Maria sotto il titolo di Auxilium Christianorum, la poveretta si sentì forte inspirazione di far ricorso anch'ella a Maria sotto tal titolo. Varie religiose si unirono a lei ed incominciarono una novena il giorno 19 settembre p. p. I dolori vieppiù ingagliardivano; ma la fede aumentava nell'ammalata, la quale anzi volle tralasciare ogni rimedio, gettandosi fiduciosa nelle mani di Maria. Al quarto giorno fece uno sforzo per scendere da letto, ma non potè porre il piede a terra; e l'infermiera, osservando che l'attrazione della gamba aumentava, dolente confortò la paziente a rassegnarsi ai voleri di Dio. Ma in questa aumentava la fede e - io guarirò - diceva. Venne il quinto giorno della novena: erano le ore 9 pom. : in un punto sentì cessare i dolori, poco appresso sentì distendersi la gamba; per impulso speciale scese di letto e potè camminare speditamente per buono spazio !.... era guarita! Con tutto ciò ella tacque per non rompere il claustrale silenzio. Alla mattina seguente, l'infermiera si recò da lei; la graziata nulla le disse dell'accaduto, sol la pregò di osservare la sua gamba. L'infermiera attonita ire osservò il fianco, quindi la sollevò : tutto era tornato allo stato normale; ella era completamente guarita, ed il giorno appresso la Suora discese nel coro a ricevere la SS. Comunione in ringraziamento a Maria per tanta grazia.

È già scorso un mese, e la favorita da Maria continua a godere perfetta saluto, quantunque di natura fosse prima debole ed infermiccia. Sian rese grazie a Maria Ausiliatrice, nostra tenerissima Madre! Valga questo fatto ad infervorare i suoi devoti nella devozione verso sì tenera ed amorosa Signora e Madre.

Murano (Veneto), 29 Ottobre 1897.

Mare MARIA MONICA di S. AGOSTINO (Priora) M.dre MARIA CHIARA dell' IMMACOLATA (Vicaria)

Suor MARIA AGOSTINA di S. GUGLIELMO (Graziata)

Suor GIULIANA DI S.a CHIARA (Infermiera).

Effetto della lettura del Bollettino.

Il 31 maggio scorso fui chiamato d'urgenza presso una mia sorella a Mairano (Brescia) per avere essa il figlio maggiore - già padre di. tre piccoli bambini - gravemente ammalato di pleuro-polmonite. Col cuore profondamente addolorato, fui subito da lei e trovai l'ammalato agli estremi, dichiarato dai medici stessi, chiamati a consulto, privo d'ogni più debole speranza di guarigione. Si può immaginare il dolore della sorella vedova, la quale aveva in quel suo figliuolo il più valido sostegno della famiglia e della sua già avanzata età. Che fare in tanta desolazione? dove e in chi trovar un qualche soccorso? La Madonna ci venne in aiuto. Mentre col cuore straziato ritornavo frettolosamente a Treviglio, per mandare presso il capezzale del moribondo una sua sorella, ch'io tengo in casa qual cara figliuola, per sollevarmi alquanto della noia d'un tratto di via che dovetti fare a piedi, mi posi a leggere nel Bollettino Salesiano, che . casualmente avevo meco, alcune grazie ottenute da Maria SS. Ausiliatrice. Fu un'ispirazione; poichè, incontratomi in una chiesuola dedicata a Maria di Caravaggio, entrai e prostrato in ginocchio la supplicai con tutta fiducia della guarigione del nipote moribondo, promettendo un'offerta e la pubblicazione della grazia sul Bollettino stesso, se l'avessi ottenuta. Intanto incominciai una novena. Tornato a casa e mandata tosto la nipote presso il letto del fratello, essa mi tenne ogni giorno informato del corso della malattia. Or bene, l'ultimo giorno della novena ricevetti proprio la consolante notizia, che il nipote, già fuori d'ogni pericolo, cominciava ad alzarsi ed a passeggiare all'aperto. E la guarigione fu stabile, poichè il nipote, pienamente ristabilito, godo ora ottima salute. Viva dunque Maria Ausiliatrice ! Compio la mia promessa, mandando una piccola offerta al santuario di questa potente Regina.

Treviglio, Ottobre 1897.

SILVESTRO VALSECCHI « negoziante »

Bra (TORINO).- La Signora Cooperatrice M. M., con inesprimibile consolazione per averle Maria SS. Ausiliatrice liberato da forti dolori il di lei marito, promettendole imperitura riconoscenza, manda una piccola offerta in ringraziamento per 4 messe, e prega sia fatta pubblica la grazia ottenuta, affinchè tutti conoscano quanto è buona la Vergine SS. Ausiliatrice con coloro che con fiducia l'invocano.

Cerretoli (GARFAGNANA). -Pietro Andreacci, spedito dai medici per malattia da essi dichiarata incurabile, per ben sei mesi stette nell'incertezza di sua esistenza. Perduta ogni speranza di guarigione, invocò l'aiuto di Maria SS. Ausiliatrice. Da quel giorno incominciò a migliorare. Ora ristabilito nella primiera salute, rende grazie vivissime alla gran Madre di Dio, fa celebrare una S. Messa ed accendere due candele all'altare di Maria Ausiliatrice nel suo santuario di Torino, e prega sia registrata questa straordinaria grazia nel Bollettino Salesiano.

Cuspano Veneto. - O Maria!... Agonizzai e tu asciugasti i miei freddi sudori... piansi e tu tergesti le mie lagrime... confidai in te... e tu sorridesti alle mie dolci speranze. - Fu posta sul letto del mio dolore una tua immagine, invocandoti come t'invoca il Salesiano tuo beniamino « Auxilium Christianorum ». - O Vita, Dolcezza, Speranza mia, d'allora in poi quanto mi furono consolanti le tue visite!... In una di esse mi eleggesti per tua diletta... inspirando ch'io venissi ascritta alla cara Associazione delle « Figlie di Maria ». Sottratta più volte alla morte, di cui ero preda sul fior degli anni, rivissi, apparendo a quanti mi conobbero, miracolo eloquente della tua tenera pietà. Oh! questa terra non è, no, una valle di lagrime per chi t'invoca, per chi ti ama, o Madre mia dolcissima ! - B. L. Figlia di Maria.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e pieni di riconoscenza inviarono offerte al suo santuario di Torino o per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiano, o per le altre Opere di D. Bosco, i seguenti

Carolina Taddei-Togni, Faido. - Gio-Battista Tamietti, La Loggia (L. 5). - La Sig. E. R., Susa (L. 15). - Maria Duliman-Perotti, S. Bonifacio di Verona. - Felicita Vaudero, S. Marzanotto d'Asti (L. 5). - Le sorelle Baldini, Serravalle di Vittorio (L. 3). - Carolina Pozzi-Bellingardi, Busto Arsizio (L. 3). - Giovannina Paparo, Bado lato-Calabria, che ringrazia Maria Ausiliatrice a nome proprio e dello zio Antonio Paparo (L. 25). - Maria Mattevi, Segonzano, a nome di varie persone (L. 6). - Erminia De-Poli Musoni, Corte di Cortesi (Cremona), con l'offerta di L. 55 per grazie speciali ottenute ai suoi figliuoletti e con preghiera della celebrazione di due S. Messe. - Battista Massara, Alice Castello, con L. 2 per una S. Messa. - Signor Galeazzi e Famiglia. - Clorinda Boschi-Mori, Mamiano di Parma, con L. 2 per celebrazione di due S. Messe in ringraziamento di due grazie singolarissime. - Rosa Caviglia, Sassello, che offrì a Maria Ausiliatrice un paio di orecchini. - Gabriella Dutto, Brescia, per l'ottenuta guarigione al giovane Giuseppe Gastinelli, infermo di tifo. - Giuseppe Tardito, Alice Belcolle. - Francesca Polissero, Grinzano d'Alba, la quale, affetta da più mesi da speciale debolezza e prostrazione di forze, fatto ricorso a Maria Ausiliatrice con una novena di preghiere, ne sentì pronto sollievo. - Un divoto di Maria Ausiliatrice, Vezia (Canton Ticino), per l' ottenuta guarigione del Rev. Parroco di quel paese. - Emilia Barni, Vignale, la quale in ringraziamento inviò al santuario di Maria Ausiliatrice una mezza brenta di vino bianco. - Angela Marchisio, Busca, ringrazia nuovamente Maria SS. Ausiliatrice per una segnalatissima grazia. - Maria Costanza, Barone, guarita da un grave malore al ginocchio, inviò al santuario di Maria Ausiliatrice in Torino una gruccia e L. 2 per la celebrazione di una Messa di ringraziamento. - Lucia Valente, Cisterna d'Asti, fatto ricorso alla Vergine Ausiliatrice insieme col marito Bartolomeo Povero e porta la sua tenue offerta, fu prontamente guarita da un male alla gamba, cui il medico aveva qualificato per una sciatica. - D. Enrico De-Maria, Isola d'Asti, per l'ottenuta guarigine alla propria madre di 67 anni, colpita da doppia polmonite. - S. L., Cuorgnè, per l'ottenuta guarigione di suo cognato colpito da bronco-polmonite, in seguito ad una novena di preghiere fatta a Maria Ausiliatrice. -A. C., Torino. - D. Domenico Brighenti, Negrar, per una persona graziata da Maria offre L. 17,50. - Giuseppe Di Bella, Giarre, con L. 20. - Maria Silvagno, Villalvernia, con offerta di L. 15, per aver ricuperata, mercè l'aiuto di Maria, la perduta salute. - M. Scaraffia, Maestro Normale Superiore in riposo, Ciriè. - Luigi Zaninetti, Frazione S. Stefano di Borgomanero, per la quasi istantanea guarigione di sua figlia colpita da doppia polmonite, dopo averle appesa al collo l'immagine di Maria Ausiliatrice. - Giuseppe Trentin, Longare di Vicenza, con L. 10 in ringraziamento di avergli la Vergine salvato il padre da certa paralisi. - D. Giovanni Battista Begheri per certa Teresa Stanghelini-Scarabelli, Vestenanova (Verona).

Ai Giovanetti

L'UNIONE FA LA FORZA.

Miei cari amici,

È un nuovo anno che viene, mentre il vecchio se ne va. Quando voi mi stavate aspettando ed anch'io mi preparava per venire a voi con la miglior faccia del mondo, succedeva questo grande avvenimento: finiva un anno e se ne incominciava un altro.

Nella sera ultima del novantasette eravate, mi figuro, tutti d'attorno alla mamma, a farle i migliori augurii, e dirle che vi sareste fatti più buoni; ed ella, guardandovi sorridente, forse vi diceva: « Grazie delle vostre belle parole, ma io vorrei dei fatti ! » E voi pie forte a dire che senza fallo vi sareste messi, vi sareste fatto coraggio e che a qualunque costo non avreste mancato alla parola data. Allora la mamma intenerita vi avrà baciati in fronte, ed augurandovi un mare di felicità vi avrà benedetti! E quella sera come siete andati a dormire contenti. Io credo che eravate giulivi più di D. Giulivo stesso! è vero?

Questa scena mi fa ricordare quella che tanti anni fa succedeva a me. E perchè dovrei rifutarmi dal narrarvela? Anche il vostro D. Giulivo allora era ancor giovanetto, ed accarezzato dalla mamma, buon'anima sua requiescat! se la godeva tutta, quanto gli permetteva la sua età. Era una sera ultima dell'anno, si stava vicino alla mamma, facendo coi fratelli e sorelline un fracasso d'allegria che andava a ferire le stelle, cercando a chi gridava più forte. La mamma ci guardava sorridendo e taceva. Ma noi a provocarla che parlasse, che ci dicesse anch'essa un augurio che facesse proprio per noi. Ella, come tante altre madri, aveva un vero mondo di racconti, che a tempo e luogo sapeva tirar fuori dall'armadio del suo cuore per istuzzicare la nostra curiosità.

- Oh! mamma, dite qualche cosa di bello! - Qualche cosa di nuovo!

- Un bel racconto

- Quello di un re

- No, quello di una fata!

- Su su, miei cari, disse allora la madre; purchè siate poi buoni, io vi contenterò. - Oh! bene!

- Oh! grazie!

Era una tempesta che si faceva udire all'improvviso, ma che poi subito si andava a finire in un silenzio profondo. Voi avreste udito l'alitare d'una mosca. Quell'amabile racconto l'ho qui alla memoria, e mi vien giù dalla penna come all'occhio un bel sorriso di cielo. Oh! potessi lasciare in voi la metà della dolcezza!

Così ella prese a narrare: - Un uomo viaggiava nella montagna, e dopo molto camminare giunse in un luogo, dove un gran masso diroccatosi dal monte chiudeva la strada. Egli si fermò e vide che fuori della strada non c'era altro passo nè a sinistra, nè a destra. Che fare? Non potendo seguire il viaggio, tentò di muovere quel masso, ma inutilmente. Allora stanco, si mise a sedere, e pieno di tristezza disse: - Che sarà di me, quando arriverà la notte ? - Mentre stava là tutto afflitto, sopravvenne un altro, ed anch'esso, dopo varii sforzi sentitosi impotente, si andò a sedere con il capo chino verso terra ed in silenzio. Dopo lui vennero diversi altri, e tutti stavano là guardando ed in grande desolazione. Intanto il giorno camminava e la sera non era omai più lontana. Finalmente uno disse: - Fratelli, preghiamo il nostro buon Padre che è ne' cieli, forse Egli avrà compassione di noi! - Il consiglio fu eseguito, e tutti inginocchiati a terra, pregarono per un buon tratto di tempo. Poi, colui che aveva detto preghiamo! soggiunse: - Fratelli, quello che ciascuno da se solo non ha potuto fare, chi sa che insieme nol facciamo? - Si levarono, spinsero d'accordo il masso, il quale finalmente cedette e poterono così continuare in pace il cammino.

Noi eravamo là a bocca aperta ad ascoltare la mamma, che, arrivata a questo punto, stette un poco in silenzio, quasi interrogandosi sul significato della parabola. E noi a tempestarla di domande su questi viaggiatori, se erano veri o imaginarii, che significasse quel macigno, e tante altre cose, che riempivano la saletta, testimone de' nostri clamorosi divertimenti e pacifiche gare.

Quando la mamma ci vide stanchi ed esauriti nelle nostre risposte, soggiunse: - Sapete chi sono questi viaggiatori? - Sono gli uomini: il cammino che han da percorrere è la vita, ed il masso, le difficoltà che s'incontrano sovente su questa terra. Nessuno da solo, per forte, per ricco che sia, può compiere felicemente il suo viaggio ; ma Iddio ha misurale le difficoltà in modo che non possano mai soffermare coloro che procedono uniti. - Anche voi, miei buoni figli, continuava la diletta nostra mamma, pregate ogni giorno di vostra vita, e poi state uniti, aiutatevi coi consigli, datevi a vicenda la mano, procedete sempre di pieno accordo e vi vedrete sempre favoriti e benedetti da Dio.

Qui finiva mia madre il racconto; qui ci benediceva, e raccomandandoci specialmente l'unione nelle buone opere, ci augurava il famoso: Buon fine e buon principio !

Ecco, miei cari amici, la strenna che io vi mando. Stiamo uniti coi dolci vincoli della carità e della preghiera vicendevole; e non solo quando io vi giungo al principio d'ogni mese, ma ogni giorno dell'anno vorrei che pensassimo ad aiutarci. I miei amici sono omai molto numerosi, e se tutti si metteranno d'accordo in questo, io son sicuro che riusciremo a fare del gran bene.

Siate anche voi i piccoli cooperatori, in cui. mentre vi prega dal cielo il nuovo anno assai . felice, molto confida il

Vostro Aff.mo Amico DON GIULIVO.

ORATORII FESTIVI

TORINO. I giovanetti di S. Francesco di Sales dal loro Arcivescovo.

NEL pomeriggio della festa dell'Immacolata Concezione, i giovani dell' Oratorio festivo di S. Francesco di Sales, in numero di circa 700, accompagnati dai loro Superiori ed Assistenti, recaronsi in corpo a deporre ai piedi del veneratissimo ed amatissimo novello Arcivescovo Mons. Agostino Richelmy i loro figliali ossequi.

Questo nugolo di giovani, con alla testa la loro propria banda, arrivati all'Arcivescovado, presero posto nell'ampio cortile, impazienti di poter vedere da vicino le venerate sembianze del nuovo Pastore e Padre. Un subbisso di applausi e di evviva fu l'annunzio che Mons. Arcivescovo era in mezzo a loro, quasi uno di loro. Oh! quanta bontà, che affabilità con tutti ! Assiso sopra un trono appositamente eretto, Monsignore ricevette gli omaggi di questi suoi piccoli figliuoli. S. E. li ringraziò del loro affetto per lui, dicendo ch'ei li ama grandemente ; loro suggerì il mezzo efficace, perchè l'affetto vicendevole fra padre e figli abbia a durar sempre, non solo quaggiù, ma anche eternamente nel cielo, e questo si è la buona volontà nel praticare costantemente la religione con l'amore alla preghiera e la frequenza all' Oratorio. Quindi quel numeroso stuolo s'inginocchiò, e S. E. loro impartì la pastorale benedizione, e poi con generale sorpresa volle Egli stesso regalare dolci ed una buona parola a ciascuno. Questo tratto di somma famigliarità ed affezione rimarrà indelebile nel cuore di quanti si trovarono presenti a quella commovente scena.

NOVARA. In memoria di Monsignor Riccardi.

Leggiamo nella Voce: « Il giorno 8 dicembre, ricorrendo il 40 anniversario della fondazione dell'Oratorio festivo di S. Giuseppe in Novara, per iniziativa del Direttore, nei locali dell' Oratorio stesso, venne scoperta una lapide commemorativa a perenne ricordo del compianto Mons. Riccardi, già Vescovo di Novara e Fondatore dell'Oratorio.

» Alla modesta funzione, a cui presero parte le rappresentanze del Comitato diocesano, la Sezione giovani, le Compagnie di S. Giuseppe e S. Luigi con bandiera, e circa 500 ragazzi dell' Oratorio coi loro Chierici assistenti, volle pure presenziare S. E. R.ma il nostro amatissimo Vescovo Mons. Edoardo Pulciano.

» Il Sig. Ambrogio Longone del Comitato diocesano disse dell'amore ardente di D. Bosco per la gioventù, del bene che fanno i Salesiani, e degli ottimi frutti che portano alla società gli Oratori festivi.

» S. E. R.ma evocò con affettuose parole l'anima bella di Mons. Riccardi, ricordò con piacere il frutto dell'Oratorio festivo nei quattro anni di vita, e si augurava di vederlo sempre fiorente.

» A rendere più bella la funzione servirono le dolci note dell'orchestrina dell'Oratorio.

» Il Sac. D. Cardano, già segretario di Mons. Riccardi , spedì da Torino al Direttore Salesiano il seguente telegramma. « Prego V. S. G. a nome mio cordialmente ringraziare promotori, epigrafista, giovani adunati scoprimento lapide Mons. Riccardi.

» L'epigrafe bellissima, dettata dal M. Rev. Sac. Cav. Carlo Baraggione, è la seguente

A tutela dei giovanetti - Insidiati nella fede e nei costumi - Davide dei Conti Riccardi - Vescovo di Novara - Poi Arcivescovo di Torino Che pari alla mente ebbe il cuore - E l'amore alla religione - Quest'Oratorio eresse - E l'Istituto Salesiano - A ricordarne il nome e le opere - Q. M. P. l'anno MDCCCXCVII.

FOSSANO. Festa dell'Immacolata all'Oratorio Festivo.

Fu veramente bella in tutta l'estensione del termine e degna di quell' Oratorio, che si può ormai dire fiorentissimo. Intervennero più di 350 giovani, e ben 200 al mattino si accostarono alla S. Comunione , durante la Messa celebrata dal venerando Vescovo Mons. Emiliano Manacorda.

Questi vivamente commosso nel vedere la vasta Cappella letteralmente piena, disse, finita la Messa, parole d'incoraggiamento ai cari giovanetti, eccitandoli a continuare, e di ringraziamento ai Figli di D. Bosco che gli procurarono tanta consolazione.

Di più Monsignore volle intervenire anche alle funzioni del pomeriggio, e dopo il Magnificat tenne un altro bellissimo discorso, gettando tra i più grandi il seme di una Sezione-Giovani, che sull'esempio dei soci del Coraggio Cattolico, di cui eravi presente una bella rappresentanza, vincendo il rispetto umano, con ardore compieranno i loro doveri di buoni ed integerrimi cristiani. All'ultima ora anzi riceviamo notizia che detta Sezione è già formalmente costituita.

La banda poi ed i cantori, coadiuvati dai convittori del Collegio D. Bosco, eseguirono buonissima musica attirandosi la simpatia di tutti.

Oh ! voglia Maria SS. far prosperare sempre più quest'Oratorio per il bene di tanti poveri giovanetti o per corrispondere efficacemente alle sollecitudini e cure paterne di Mons. Manacorda !

INTRA (Lago Maggiore). Inaugurazione dell'Oratorio festivo femminile.

Il giorno dell' Immacolata 1897 - precisamente 50 anni dopo che l'indimenticabile D. Bosco aveva in Torino aperto il suo secondo Oratorio festivo nelle vicinanze di Porta Nuova dedicandolo a San Luigi (Gonzaga - nella bella ed industre cittadina di Intra si inaugurò solennemente l'Oratorio festivo femminile, sotto la direzione delle Suore di Maria Ausiliatrice. La bellissima circostanza e l'entusiasmo, con cui questa festa venne compiuta, fece sì che la solennità assumesse l'aspetto di un vero avvenimento cittadino, che resterà indelebile presso quanti vi presero parte.

Verso le ore due pom., stipato il locale di un grandissimo numero di invitati e presenti le più distinte Signore della città, nonchè la V. Superiora Generale delle Figlie di M. A., il R.mo Sig. Prevosto locale, assistito da alcuni Canonici, benedisse la Cappella, con ottimo gusto ornata ed egregiamente dipinta a fregi, emblemi, fiori. ecc. dal bravo pittore Sig. Vagliani, lo stesso che dipinse quella dell'Oratorio maschile al Collegio Salesiano nella stessa città.

Seguì una geniale accademia di canto, musica e declamazione, la quale oltrecchè a dilettare i presenti, servì anche assai bene a dimostrare come le Suore di D. Bosco sappiano egregiamente istruire ed educare le ragazze ed i bambini che vengono ad esse affidati, i quali ultimi seppero commovere profondamente l'uditorio con un canto bellissimo e, si potrebbe quasi dire, a perfezione eseguito, con accompagnamento di pianoforte, toccato con vera maestria da una distinta signorina dilettante.

Chiuse la festa il R°. Sig. Prevosto, mettendo in bella luce l'opportunità e l'utilità grande della inaugurata istituzione, dovuta alle zelanti cure dell'indimenticabile suo predecessore, ed esortando le fanciulle, specialmente le operaie, a profittare di questa scuola di pietà, di educazione e di buon costume, destinata a produrre tanto bene in Intra, coll'informare, diremo ancor noi, il cuore delle giovanette, destinate ad essere un dì le custodi delle famiglie, ai tre più sublimi affetti

« Che il viver fanno riposato e bello Iddio, la patria e il materno ostello. »

NECROLOGIA

In memoria di LUIGI COLOMBO da Ormea.

FIN dallo scorso maggio doveva esser inserita nel Bollettino questa breve necrologia; ma contro ogni nostra previsione, rimase tra le carte inosservata fino a questi giorni.

Noi per riparare a questa dimenticanza; ma più di tutto perchè in essa vi è un. bellissimo esempio da imitarsi, la presentiamo ora ai nostri lettori.

Il Sig. Luigi Colombo nacque in Ormea nel 1813, e tutta la sua vita, si può dire, fu un perenne benefizio a pro del suo prossimo. Colle elemosine, col buon esempio di cattolico praticante e coi suoi saggi consigli beneficò ogni ceto di persone. Tenero verso i suoi parenti, in più circostanze mise a loro disposizione il suo patrimonio; compassionevole verso i suoi fittaiuoli, nelle annate fallite, condonava loro i fitti ; generoso molto verso i poveri, li sollevava dalla loro miseria, procurando loro, col suo denaro, vitto e vestito; ed infine, fervente cattolico, fu valido sostenitore di molte opere pie, membro attivo di sacre compagnie e pioniere di civiltà nel promuovere in quanti lo avvicinavano l'amore alla religione, diffondendo la buona stampa di libri e periodici. Visse la sua vita ritirata e frugale, progredendo in ogni virtù, e nella meditazione delle verità eterne trovava ogni sua felicità, per cui compose egli stesso le commoventi epigrafi da porsi sul suo catafalco.

La sua morte fu come la sua vita; poichè avendo sempre beneficato durante la vita, non volle neppur tralasciare dal farlo in quel punto estremo. In Cappellazzo, ove da più anni aveva fissata sua dimora, col suo patrimonio concorreva alla fondazione d'un legato per la celebrazione di una Messa festiva perpetua in quella Parrocchia. Per Ormea, sua città natale, stabiliva due posti perpetui, nell'Istituto degli Artigianelli in Torino e nell'Oratorio Salesiano a favore di due poveri giovani suoi compatriotti. Ed infine consacrava il restante patrimonio a benefizio dell'Opera dei figli di Maria Ausiliatrice per le vocazioni degli adulti allo stato ecclesiastico presso i Salesiani di Don Bosco.

Cessò di vivere addì 8 aprile 1897, in età d'anni 84, a Cappellazzo; ma la sua memoria sarà eterna, perchè fu giusto in vita e felice in punto di morte. Voglia egli dal cielo, dove abbiam ferma fiducia che già si trovi, inspirare in altri il desiderio di imitare gli esempi suoi, specie nel sostenere le vocazioni degli adulti allo stato ecclesiastico !

Una lapide a D. Michele Unìa

LA salma del compianto nostro D. Michele Unia giace nel camposanto di Torino, in una cripta della sepoltura dei Salesiani, la quale fra tutte si distingue per una graziosa cappelletta espressamente eretta a potervi celebrare il S. Sacrifizio in suffragio di quei cari nostri defunti. Sul modesto altarino dell'edicola campeggia una bella figura della celeste nostra Patrona, vagamente dipinta per trasparenza su vetro, la quale, in una posa maestosa insieme ed amabile e con quel porgere dello scettro, sembra esprimere il dominio da Lei preso di quelle salme

benedette. Dopo il glorioso apostolato di quel caro confratello fra i lebbrosi di Agua de Dios, sembrò, come già dicemmo, che Maria Ausiliatrice, la quale gli aveva messo in cuore l'ardente brama di sacrificarsi per loro, lo avesse voluto presso il suo santuario, ed ora Essa stessa veglia al suo sepolcro.

Certo, pei poveri lebbrosi, tanto addolorati per questa perdita, sarà stato questo un pensiero consolante ; ma essi non si tennero paghi sino a tanto che non fosso apposta a questa tomba un loro ricordo. Ad effettuare questo loro disegno, per mezzo del loro Sindaco, che avemmo il bene di avere nostro ospite qualche ora all'Oratorio, per un viaggio da lui intrapreso in Europa, fecero tenere al nostro Superiore una somma conveniente per la erezione di una modesta lapide, la quale esprimesse tutto il loro affetto e la loro gratitudine con queste semplici parole

Los LEPROSOS DE AGUA DE DIos A SU INOLVIDaBLE PADRE D. MIGUEL UNIA SACERDOTE SALESIANO.

La lapide, con appropriati ornamenti che bene armonizzano collo stile della edicola, fu posta nella parete della stessa che prospetta sul campo generale e non può a meno di attirare lo sguardo dei pietosi visitatori.

NOTIZIE VARIE

ECO DELLE FESTE GIUBILARI di Sampierdarena.

Nel Bollettino dello scorso agosto abbiamo dato ai nostri lettori alcuni brevi cenni delle splendide feste celebrate nell'Ospizio di Sampierdarena per 25° anniversario della sua fondazione. Questi cenni però non potevano bastare allo zelo di quei Salesiani ed all'affetto degli Antichi Allievi verso i loro amati Superiori; ebbero perciò il delicato pensiero di riunire in un bel volume le liete impressioni e le care memorie di quelle feste e le dedicarono al degnissimo successore di D. Bosco.

Ora noi apprendiamo con sensibilissimo piacere che una copia di quel libro-ricordo, convenientemente rilegata dai nostri cari artigianelli di Sampierdarena, è giunta nelle auguste mani di S. S. Leone XIII, il quale si degnò di esprimerci il suo gradimento. Ci parrebbe di mancare ad un dovere, se non riproducessimo qui la bella lettera, con cui S. E. il Cardinal Cretoni, ce ne dà la fausta novella. Essa tornerà senza fallo di grande conforto a tutti i nostri amici e di potente incoraggiamento ai nostri Antichi Allievi di Sampierdarena.

PREG. SIGNOR RETTORE,

Con qualche ritardo mi giunge la sua dei 25 del mese u. s.

Ho assai gradito il volume offertomi insieme all'altro esemplare. Quanto poi all'offerta pel S. Padre, mi gode l'animo di significarle che Sua Santità ha con viva compiacenza accolto l'omaggio direttogli da cotesti egregi P. P. Salesiani e dai loro Allievi; ha manifestato il suo gradimento pe' sentimenti devoti, ond'essi accompagnavano il dono; ed ha impartito con effusione di paterno affetto ed in auspicio di ogni celeste favore, una speciale Benedizione ai medesimi religiosi ed alle opere che conducono a vantaggio de' fedeli, sopratutto della gioventù.

Congratulandomi pertanto con codesti degni figli di D. Bosco e i cari giovinetti suoi Nipoti, prego il Signore a crescerli e moltiplicarli a pro della civil società, in quella che salutando altresì l'ottimo Prevosto di S. Gaetano, Sacerdote D. Luigi Bussi, mi ripeto

Roma, 24 Novembre 1897.

Aff m° per servirla L. Card. CRETONI.

Ci sia intanto permesso ricordare ai generosi nostri benefattori della Liguria che, se i restauri della Chiesa di S. Gaetano sono compiuti, essi son ben lungi dall'esser pagati. Qual conforto essi arrecherebbero all'ottimo Prevosto D. Luigi Bussi, se nel distribuire le strenne per nuovo anno, si ricordassero delle strettezze in cui si trova l

Per norma poi degli Antichi Allievi e dei nostri buoni Cooperatori, avvisiamo che rimangono ancora alcune copie del Ricordo delle feste giubilari presso la Libreria di Sampierdarena. Chi desidera averlo, si affretti a farne domanda.

BENEDIZIONE DELLA NUOVA CHIESA SALESIANA in Lugo (Romagna).

Ci scrivono da Lugo a proposito della benedizione d'una nuova Chiesa per quell'Oratorio festivo ed Istituto Salesiano

« Le feste salesiane sono riuscite splendidissime ed un numero stragrande di persone fra le più scelte della città è sempre accorsa a tutto le funzioni non ostanto la pioggia mai interrotta.

» Sabato scorso alle ore 9, il Rev.mo Don Rua, assistito dai RR. Parroci e dal Clero della città, benedisse la nuova chiesa, la quale nella sua semplicità è riuscita elegantissima e soddisfacente sotto ogni rapporto ai bisogni per cui fu costruita.

» Alle ore 15 di sabato stesso, la chiesa era nuovamente piena di persone, ansiose di ascoltare dal labbro del Successore di D. Bosco le meraviglie della Provvidenza nelle Opere Salesiane; e di fatti il Rev.mo Don Rua le fece chiaramente conoscere, tessendo la storia del come era nata in Lugo la Casa Salesiana.

» La mattina della domenica poi fu grande ammirazione per tutti il vedere tanti e tanti giovanetti della città accostarsi riverenti a ricevere il Pane degli Angeli; cosa che torna di grande conforto agli animi di coloro che, forti nella fede di Cristo, non sono coinvolti nella dilagante depravazione morale. L'esempio di questi giovanetti possa essere di eccitamento a tutti gli animi informati a pietà cristiana per l'incremento di una istituzione che tanto onora la nostra città.

» Alle ore 10 vi fu la Messa solenne, cantata dal Rev.mo Can. Rambelli, Preposto dell'insigne Collegiata, ed eseguita in musica dai giovani del medesimo Istituto, con accompagnamento d'orchestra formata dai bravi concertisti della città nostra. Indelebili saranno nei buoni Lughesi le impressioni ricevute dalle soavi melodie di quella cara funzione.

» Inutile aggiungere che la premiazione ai fanciulli che frequentano l' Oratorio festivo, avvenuta nel pomeriggio, riuscì animatissima per il concorso stragrande di ogni ceto di persone, le quali della bella cerimonia serberanno grato ricordo, molto più che in essa si potè godere la simpatica figura del Rev.mo Don Rua, e sentire da lui la calda ed efficace parola informata sempre alla vera carità evangelica.

» Tutti i due giorni furono rallegrati dal piccolo concerto dell'Istituto, il quale recò in tutti gran meraviglia, perchè formato da bambini che appena possono tenere in mano gli strumenti, eppure seppero strappare tanti applausi perfino dai provetti nell'arte.

» Di tutto ne sia lode e grazie al Sommo Iddio! »

D. RUA A LEGNAGO.

Il veneratissimo nostro Superiore D. Rua di ritorno dalla visita delle Case di Lugo, Faenza. Bologna e Parma, volle pure recarsi a Legnago, dove l'anno scorso fu aperto un Oratorio Salesiano. Atteso alla stazione dal clero e da moltissima gente di Legnago e Porto, in carrozza venne condotto tosto all'Istituto, il quale era tutto gremito di gente. Dopo i saluti e gli applausi, D. Rua nella cappella interna tenne un discorsetto, di cui la Verona Fedele dà il seguente cenno

« La sua parola è quella di un santo; gli esce facile, persuasiva, penetrante da quel suo cuore tutto amore per la gioventù. Prese argomento dai suoi viaggi a Parma, a Bologna, a Faenza, a Lugo, testò compiuti, dove trovò meraviglie, mentre pochi anni od anche solo pochi mesi fa c'era quasi niente, per inculcarci la più viva fiducia.

» Le opere del Signore in generale e le Opere Salesiane in ispecie hanno avuto sempre umili principii, e quelle che più furono contrastate, più fiorirono e maggiori frutti portarono. Ma noi siamo le braccia, (continuava il D. Rua), voi quelli che le sostengono ; abbiamo bisogno del vostro soccorso e del vostro aiuto. Le città, che or ora ho visitato, mi hanno date splendide prove di carità, e mercè loro si poterono compiere grandi cose...

» Lo so, aggiunse, che a Legnago vi furono esimie Cooperatrici, le quali spero che in cielo abbiano ottenuto il premio della loro carità ; so pure che vi sono anche altri generosi Cooperatori ; ma tutti dovete partecipare a quest'opera di beneficenza, e perciò vi invito tutti a farvi Cooperatori Salesiani. - Finì con un caldo appello, perchè tutti si inscrivessero tra i Cooperatori.

» Fu una conferenza che commosse : ne vidi molti con le lagrime e più d'uno che cercava la mano del venerando D. Rua per depositarvi l'obolo della sua carità. D. Rua ci apparve l'uomo che senza arte, senza ricercatezza, ma con una semplicità tutta sua, con eloquio caldo, sa trovare le vie del cuore, l'uomo insomma di Dio; e noi speriamo che la sua visita a Legnago porterà frutti consolanti, ciò che è nel desiderio di tutti. »

IL NUOVO ARCIVESCOVO DI MESSINA.

Ci torna sommamente grato poter registrare tra le tanto nostro consolazioni anche quella provata nella nomina del R.mo Teol. d'Arrigo Can.o Letterio per succedere all'Em.o Card. Guarino nella sede Arcivescovile di Messina.

Mons. d'Arrigo, nostro benemerito Cooperatore, è una delle glorie più belle del Clero Messinese, ed il sapiente Leone XIII non poteva far scelta migliore. Pieno di vita e di zelo, dotato di profondi studii e larghe viste, Mons. d'Arrigo possiede il segreto delle grandi iniziative; epperciò immenso bene farà alla Chiesa di S. Bacchilo e, speriamo, anche ai figli di Don Bosco colà stabiliti.

I nostri cordiali e vivi auguri lo accompagnino nel suo pastorale ministero e ad multos annos!

CARITÀ INDUSTRIOSA.

Una povera persona di ACQui, che ama nascondere il suo nome, non sapendo come concorrere, per mancanza di mezzi , all'incremento delle nostro Missioni, si diede a raccogliere carta straccia, inviandone il provento (L. 1,75) al nostro Superiore. L'obolo del poveretto è sempre caro al Signore, e l'esempio è degno di imitazione.

Altra persona di RIMINI, il Sig. Domenico Tione, c'invia per i nostri fratelli, che vivono sacrificandosi pel prossimo in lontane terre, un bello scudo, frutto dei piccoli risparmi de' suoi tre cari bambini. Oh! quanto è bella, quanto è gradita quest'offerta d'innocenti creature ! Anime che nutrono tali sentimenti di generosità in età così tenera, non possono a meno che essere da Dio benedette e crescere la consolazione degli amati loro genitori. Lo faccia il Signore!

BIBLIOGRAFIA.

SALUTARE APPELLO pel benessere e l'avvenire della società.

Chiunque visiti gli asili d'infanzia e le scuole elementari d'Italia, deve constatare che un gran numero dei bambini sono deboli, esili, giallognoli in viso ; e molti altri poi, benchè paffutelli, graziosi, sciolti di lingua, tali insomma da parere robustissimi, in realtà non lo sono, perchè in essi, oltre al precoce sviluppo, prevale una certa tendenza ad una floscia pinguedine od opposta magrezza, che non è sempre indizio di salute.

In Italia la terza parte dei bambini muore prima di compiere il secondo anno di età; sopra 800 mila decessi annui, la metà è d'individui nei primi otto anni di vita; vale a dire che la metà dei bambini non arriva ai dieci anni. Sopra 400 mila bambini, che ogni anno muoiono nella prima eta, più di 200 mila potrebbero vivere, se il progresso igienico sull'allevamento di queste innocenti creature fosse andato di pari passo col progresso delle altre scienze fisiche e naturali.

Se poi si volge attento lo sguardo sopra i ragazzi più grandicelli, non pochi se ne scorgono smunti, pallidi, con gambe e braccia mal sviluppate, privi di energia fisica e morale. Così pure, osservando fra i giovani che sono intorno ai 20 anni, se ne trova una cifra spaventosa di precocemente vecchi, oppure di individui che presentano un aspetto di ragazzo, cifra che va, per nostra disgrazia, ognor più crescendo. Le statistiche militari, infatti, notarono che nell'anno 1887 i riformati alla leva furono 30 per mille; nel 1893 il numero crebbe sino al 55 per mille; senza contare la morbosità che oggidì oltrepassa il 74 per mille.

Ma, come se la mortalità dei giovani e dei bambini non bastasse, vi si aggiunge la spaventosa tubercolosi, malattia che è causa primaria e diretta del 20% circa di tutte le morti, ossia di quasi un quinto della mortalità generale. Essa va fatalmente facendo tale progresso, che le stragi prodotte dalle terribili epidemie del vaiuolo, del colera, della peste bubbonica, sono un nulla a petto delle sue vittime.

Dal rendiconto statistico delle cause di morte del nostro Regno, risulta che nel 1892 morirono 802712 persone, delle quali solo 34400 per vecchiaia, le rimanenti 768312 perirono di morte prematura.

In Italia la mortalità annua raggiunge il 25‰, mentre non dovrebbe salire tutto al più che al 10‰, È ormai tempo che svaniscano certi dannosi popolari pregiudizii, che sparisca la perniciosa ignoranza in quanto riguarda l'Igiene, che si scuota, l'apatia delle popolazioni.

Lo Stato, che tanto ha già fatto in quest'ultimo decennio con la sua vigente legge sulla Sanità Pubblica (nell'anno 1887 la mortalità per le principali malattie infettive raggiungeva la cifra di 128.118, nel 1896 diminuì fino al 53.556) continui la sua salutare influenza per popolarizzare l'Igiene privata, inserendo in tutti i Regolamenti scolastici questa importante materia. I Maestri la insegnino ai loro allievi, le madri ai figliuoli, i Direttori di Collegi e di Stabilimenti la inculchino a loro dipendenti, i Parroci la insegnino in un con la religione e con la morale, i Giornalisti scrivano soventi articoli nel loro foglio... Insomma tutte le persone di cuore, qualunque sia la loro posizione e la misura delle loro forze, diffondano nelle città e nei sobborghi la conoscenza e l'amore dell'Igiene individuale e dell'Igiene popolare coi loro famigliari colloquii, con conferenza e specialmente col far penetrare in tutte le famiglie libri che trattino tutte le questioni d'Igiene moderna in modo chiaro, facile, popolare, e che possano, senza ombra di pericolo per la morale, essere letti anche dai giovanetti.

A tal uopo, noi, volendo in qualche modo contribuire alla diffusione delle cognizioni più elementari e più utili in materia d'Igiene, in seguito a ricerche fatte ed al consilio avuto da persone assai competenti in materia, raccomandiamo il trattato d'Igiene Popolare del GHIONE, che corrisponde perfettamente a tutti i presenti bisogni igienici. Esso fu pubblicato in un volume in-18 di 616 pagine e si vende dalla Libreria Salesiana di Torino, legato in tela inglese a L. 1,70 e presso le principali Librerie d'Italia.

PER LE SCUOLE DI RELIGIONE.

L'ottima Verona Fedele (1) nel suo numero del 16 novembre, dopo aver in un lungo articolo propugnata la necessità di una Scuola di Religione apologetica per ogni città o borgata importante, propone pure un testo per detta borgata nell'opera del nostro Teol. D. Francesco Paglia, La ragione guida alla fede, già da noi altre volte annunziata, la quale incontrò assai non solo in Italia, ma anche all'estero. Ci consta infatti come il Compendio di essa fu già tradotto in lingua francese da un ottimo Professore di Liegi, il quale con suo grande piacere ha dato già mano a tradurre l'opera stessa in grande. Ma ecco come ne parla il suddetto egregio giornale : « A questo scopo già sonosi pubblicate parecchie opere anche qui in Italia più o meno popolari e adattate alla maggiore o minore capacità della gioventù da istruire. Ma la migliore, che noi conosciamo, la più opportuna ai tempi nostri, la più adatta alla istituzione sopratutto dei giovani studenti del Liceo, dell'Università e di altri istituti equivalenti, è l'opera del Teol. Salesiano Francesco Paglia, intitolata La Ragione guida alla Fede, scritta appositamente per le scuole superiori di religione, e che ha il vantaggio di presentarci un doppio testo, uno breve per gli scolari, e l'altro molto esteso per i professori o conferenzieri.

» Diremo di più: quest'opera per l'ampiezza e la lucidità, con cui è scritta, equivale da sè sola ad una scuola e fa le veci di un esperto professore. La qual cosa, posta la gran deficienza, in cui siamo ancora in Italia, di queste scuole apologetiche di religione, costituisce un altro gran pregio di quest'opera, che a tale mancanza supplisce, e che perciò è preferibile a tutte le altre, come la più opportuna alla istruzione della gioventù studiosa, la quale per lo più, come dicemmo, o non ha il benefizio della suddetta scuola, oppure non può frequentarla.

» Questi giovani adunque, se amano davvero la verità ed il loro bene, non trascurino di fare acquisto di un'opera loro tanto necessaria: e se la procurino specialmente i giovani studenti ascritti ai Circoli Cattolici per rendersi atti a difendere la Cattolica Fede e meglio tutelare l' anima loro dagli attacchi della incredulità, in mezzo a cui debbono vivere, frequentando le scuole pubbliche. I genitori poi, che veggono i loro carissimi figli esposti al pericolo di perdere il tesoro della Fede Cristiana, non manchino di farne loro un regalo, sicuri, che loro somministreranno uno dei migliori antidoti contro la scienza incredula e materialistica, che falsamente da tante cattedre, romanzi e giornali si spaccia come vera scienza (1) ».

Praelectiones Cosmologiae, Pneutmatologiae et Theologiae naturalis -- Sac. FRANCESCO VARVELLO, Salesiano - In 16 pag. 396 - (E) L. 2,70.

« È un trattato compendioso, ma completo di antologia speciale : cioè di cosmologia, pneumatologia (antropologia e angelologia) e teologia naturale. La cosmologia è distribuita in tre parti. Nella prima si discorre dei corpi non viventi, delle loro proprietà e della loro natura; nella seconda, dei corpi viventi, delle funzioni e natura loro; nella terza, dei corpi senzienti, delle funzioni e natura loro. La pneumatologia comprende due parti; l'una studia gli atti, le facoltà e la natura dell'anima umana; l'altra tratta dell'esistenza, della natura e delle facoltà delle sostanze angeliche. La teologia naturale volge intorno all'esistenza, agli attributi assoluti e relativi della divina natura.

» Ordinata è la distribuzione delle materie e conforme alle regole di un buon metodo didattico; la forma è piana, semplice, chiara e accomodata all'intelligenza dei novizi nelle scienze filosofiche. Il chiarissimo Professore attinge poi i principii e le dottrine alle pure sorgenti della filosofia cristiana, e spesso conforta gli uni e le altre con l'autorità dei più chiari filosofi e scienziati moderni.

» Lodevole sopratutto ci pare il proposito costante e opportuno del chiarissimo A. di dare risposte brevi, ma succose ed efficaci, alle principali difficoltà che contro le fondamentali verità della tradizionale filosofia, non cessano di opporre certi errati sistemi dei nostri tempi ».

(Dalla Rivista Internazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie, Settembre 1897. Anno V. - Vol. XV. Fasc. LVII.)

Don Bosco è il titolo di un nuovo periodico mensile, che esce in Milano per opera del Comitato Salesiano Milanese. Il primo numero, riccamente illustrato, vide la luce nell'occasione della solenne inaugurazione dell'Istituto S. Ambrogio fattasi il 15 maggio dell'anno scorso. Esso però incominciò ad uscire regolarmente ogni mese nello scorso ottobre.

Il programma, già abbastanza indicato dal solo nome del venerato nostro Fondatore, si può riassumere in queste rubriche : I°. Articoli pedagogici tendenti ad illustrare la pedagogia cristiana, che tanto urge richiamare in vigore ai nostri giorni. 2°. Azione Salesiana specialmente nella città di Milano e notizie delle Case Salesiane della stessa Diocesi; 3°. Fatti edificanti ed opportune massime in ordine all'educazione cristiana.

È utile specialmente ai genitori, ai Maestri e Maestre sia dei Convitti che dei Comuni, e risponde ad un desiderio di molti saggi educatori, i quali si lagnano di non trovare in tanti altri periodici istruttivi mai o troppo raramente, o troppo di sfuggita anche l'ascetica pedagogica, ossia il pascolo spirituale nella meditazione di quelle speciali verità e norme, che valgono a sorreggere nell'arduo suo lavoro l'educatore pio.

Abbonamento annuo L. 2. Rivolgersi all'Istituto Salesiano di S. Ambrogio, Via Copernico 9, Milano

Rivista internazionale di scienze Sociali e discipline ausiliarie. - Si pubblica in Roma (Via Torre Argentina, 76, Palazzo Sinibaldi), una volta al mese, ed al prezzo di L. 20 annue.

È l'organo dell' Unione cattolica per gli studi sociali in Italia: conta già varii anni di vita operosa ed è destinata a fare un gran bene, anche per l'avvenire, fra il clero e il dotto laicato.

Ogni suo fascicolo, composto di 160 pagine almeno, contiene interessantissimi articoli scritti dagli uomini nostri più competenti in fatto di studi sociali, un sunto di tutte le più importanti Rivisto del mondo, esame di opere e note bibliografiche in quantità. Chi adunque desidera, con poca spesa di tempo e di danaro, rendersi conto esatto dei molti tormentosi problemi, che incalzano la moderna società, pigli l'abbonamento alla prelodata Rivista internazionale e, siamo convinti, riuscirà pienamente soddisfatto nei suoi desiderii.

Il Messaggero di S. Antonio da Padova, periodico mensile illustrato, che si pubblica a Padova dai PP. Minori Conventuali della Basilica del Santo, collo scopo di far conoscere le glorie e le grazie del Santo e quanto a suo onore si fa in quella celebre Basilica. Si occupa anche del Pane dei Poveri. Abbonamento L. 1,50 all'anno.

La Vergine del Rosario, periodico mensile, che esce in Roma sotto gli auspici del S. Padre e corrisponde perfettamente alle venerate esortazioni contenute nelle encicliche papali sul S. Rosario, tantochè Sua Santità si degnò chiamarlo eccellente periodico. Abbonamento annuo L. 3 ; all'estero L. 4. Via S. Chiara, 39, Roma.

La Famiglia Agricola, periodico settimanale, agrario, morale, industriale, commerciale che esce in Brescia, presso l'Istituto Artigianelli Via PP. Riformati, 116, al prezzo di L. 3 annuo, sotto la direzione del celebre agronomo P. Bonsignori. In questo secondo anno di sua esistenza ha raddoppiato il suo formato: è in 8 pagine a due colonne con illustrazioni.

Il Monitore Liturgico, eccellente periodico bimensile di 16 pagine, che esce in Macerata sotto la direzione di Mons. Aristide Gasparri. Prezzo d'abbonamento L. 3,50 all'anno; all'estero 4,50.

Alessandro Manzoni, periodico trim.le, letterario, giovanile, diretto dal Sac. Elia Rotondi,Castellamare di Stabia. - Abbonamento annuo L. 3.

Per diffondere la buona stampa.

Un bel modo veramente facile e pratico per promuovere la buona stampa ed ottenere gratis giornali, libri ed in modo particolare il Bollettino Salesiano, è quello escogitato dalla Pia Associazione della buona stampa, stabilitasi in Asti. A questo fine basta inscrivere in apposite schede tanti soci aderenti, che paghino annualmente 5 centesimi. Essi per sì piccola offerta vengono inscritti nella Pia Società: godono tra gli altri vantaggi anche l'applicazione di dodici messe all'altare della S. Famiglia. Ai promotori poi, ai cooperatori e zelatori, che inscrivano 50, 100, 200 di tali soci, si spediscono gratis, in conformità del regolamento, tanti bei libri e buoni giornali. Per essere poi scritto in perpetuo, come socio aderente, e goderne i vantaggi, basta pagare una volta per sempre una lira. Per avere il regolamenta e le schede, rivolgersi con cartolina doppia al M. Rev. D. Secondo Gay in Asti, direttore di detta Associazione.

(1) Giornale politico, letterario, commerciale, che si pubblica in Verona, S. Cosimo, 10, al prezzo di L. 15 annuo ed 8 al semestre.

(1) Teol. Francesco Paglia. - La Ragione guida alla Fede, corso d'istruzione religiosa e apologetica ad uso delle scuole superiori, 2 vol. in 12, pag. XXIV-880 o XVI-1028 L. 8,50 (E) Compendio della medesima opera. 2 vol. in 16, pag. 212-244, T . 2.00 (E) Rivolgersi alle Librerie Salesiane di Torino, di Parma, d S. Pier d'Arena o di Roma.

Cooperatori defunti in Ottobre, Novembre e Dicembre 1897.

1 Alvazzi Giuseppe - Varzi (Novara). 2 Annoni D. Giuseppe, Parroco - Varedo - (Milano).

3 Arduini D. Michelangelo - Fumane (Verona).

4 Babando Catterina Ved. Cerruti - Torino.

5 Bagnasacco Maria - Chivasso (Torino).

6 Barbano D. Cornelio, Prevosto - Borgo S. Martino (Alessandria).

7 Borghero Giovanni - Torino.

8 Brunori Benvenuto-Cerea (Torino). 9 Candellero Ottavio - Torino.

10 Cavallini Giacomo-Lugo (Ravenna). 11 Chiola Vincenza Ved. Borgesa - Avigliana (Torino).

12 D'Adda C. Antonio, Uff. della Corona d'Italia - Cantù (Como).

13 Faglione D. Francesco - S. Marina (Salerno).

14 Fasco Ved. Filomena - Finalmarina (Genova).

15 Fornaro Giuseppa - Chivasso (Torino).

16 Ghisalberti Nob. Flaminio, Comm. dell'Ordine di Malta - Milano.

17 Maccario D. Antonio - Ventimiglia (P. Maurizio).

18 Maistri di Castolrotto Carlotta - Verona.

20 Maspes Vittorio - Torino

21 Mattei Aquilino - Osogna (Svizzera Ticino.

22 Mazzetta Mons. Ernesto, Arcivescovo, Bari.

23 Mino Adelaide - Chivasso (Torino). 24 Penengo Giovanni - Trisobbio (A. lessandria).

25 Pellugo Assunta - Genova.

26 Perono Giovanni - Vinovo (Torino) 27 Porinelli Giuditta Ved. Barberis - Novara.

28 Porta Catterina - Genova.

29 Prata Luigia nata Richini - Torino. 30 Rabbiosi Angelina nata Zugnoni - Mellarolo di Cosio (Sondrio).

31 Raggi Aurelio - Ascoli Piceno.

32 Ramorina-Talice Irene - Acqui (Alessandria).

33 Roaro Teresa - Caxias (Brasile). 34 Rumi Can. Stefano - Genova. 35 Sala Carolina - Milano.

36 Sanguinati Giacomo - Cogorno (Genova).

37 Scavia Mons. Giovanni - Castellazzo Bormida (Alessandria).

38 Schellino Maria- Dogliani (Cuneo). 39 Tamietto Giuseppe-La Loggia (Torino).

40 Tellaro Maddalena nata Davito -Rocca Canavese (Torino).

41 Torchio Gio. Batta - Torino.

42 Vallarino Antonio - Cogoleto . (Genova).

43 Valmaggia-Gay Clara - S. Damiano d'Asti (Alessandria).

44 Vaschetti Maria- Avigliana(Torino). 45 Vignola Mens. Paolo - Verona. 46 Visconti D. Orlando-Lesa (Novara)

1 Arduini Nicola - Pontecorvo (Caserta).

2 Aureggi D. Antonio - Colonno (Como).

3 Barbieri D. Maurizio, Arcip. V. F. - Re (Novara).

4 Battistolo Carolina - Carignano (Torino).

5 BencettiMaria-Treviglio(Bergamo).

6 Bordiga Annunziata - Bagolino (Bre. scia).

7 Borsarelli di Rifreddo Bar. Camillo - Voghera (Pavia).

8 Brunetti D. Giovanni, Arciprete - Poggio Nativo (Perugia).

9 Cabrini Lucia - Casalmaggiore (Cremona).

10 Cadirolo Can. Giuseppe - Vigazzolo (Alessandria).

11 Canali Carlo - Nesso (Como).

12 Castaldotti Secondo - Torino.

13 Celeschi Domenico di Paolo - Lamoli (Pesaro-Urbino).

14 Chiriotto Can. Francesco - Savigliano (Cuneo).

15 Corsini nei Cappelli Paolina - Quer. ceta (Lucca).

16 Costa Carlo fu Ant., pittore - Vercelli (Novara).

17 Croce Luigi - Zuccarello (Genova).

18 Croce Delfina nata Morello - Zuccarello (Genova).

19 Do Marchi Anna nata Parissia - Cardò (Cuneo).

20 De Pizziol Anna Cecilia-Corbanese (Treviso).

21 Di S. Giuliano March. Enrichetta nata Statella, Dama di Palazzo di S. M. la Regina - Catania.

22 Doro Cav. Avv. Giuseppe- Torino.

23 Falletto Giovanna - Argentera Canavese (Torino).

24 Flaminio Can. Salvatore - Piazza Armerina (Caltanisetta).

25 Fontana D. Francesco, Parroco - Quinzanello (Brescia).

26 Franceschini Antonio fu Bortolo - S. Ambrogio Valpol. (Verona).

27 Freschi Paolo - Montocchio Magg. (Vicenza).

28 Gai Luisa ved. Rainero - Mongardino (Alessandria).

29 Galehino Catterina ved. Cerruti - Torino.

80 Galli dei Conti di Mantica Cav. Carlo - Torino.

31 Gilardi Giovanni - Torino,

32 Giordano Catterina nata Marchisio - Beinetto (Cuneo)

33 Ivaldi Lorenzo-Casalgrasso (Cuneo).

34 Lancerotto Angelo - Cologna Veneta (Verona).

35 Licciardelli Maria - Mazzarino (Caltanisetta).

36 Liprandi Giuseppe - Torino.

37 Madre Maria Filippina (al secolo Marucchi Giuseppina) Superiora generale delle Suore di S. Giuseppe - Torino. 38 Mandelli Avv. Antonio - Treviglio (Bergamo).

39 Maranzana Dott. Desiderio - Oddalengo (Alessandria).

40 Merlini Teresa - Cigolo (Brescia). 41 Merici-Giudici Maria-Pandino (Cremona).

42 Millesio Giovanna - S. Maria Maga. (Novara).

43 Mora Pietro - Bagolino (Brescia). 44 Morandi-Bonacossi Co. Aldo -Male. (Vicenza).

45 Nasalli Rocca Cont. Chiara Marchi, Fioravanti - Piacenza.

46 Noè D. Cesare, Parroco - S. Giorgio Lomell. (Pavia)

47 Padre Gerolamo dei Trappisti Abbate del Monastero di Sette Fontane - Roma.

48 Paschetta Catterina nata Murino - Cardò (Cuneo).

49 PellizzaroColombaroFilomena-Selva di Frissino (Vicenza).

50 Pini D.Cristoforo, Prevosto-Cremìa. (Como).

51 Pittarelli Anna - Valfenera (Alessandria).

52 Piva Matilde - Mercatino (Pesaro). 53 Pizzoni Santa - Idro (Brescia). 54 Pomato Lorenzo - Incisa Bolbo (Alessandria).

55 Ponzo D. Lodovico, Tool. Par. - Venasca (Cuneo).

56 Presso Luigi - Genova. 57 Racca Giuseppe - Torino.

58 Raggi Aurelio - S. Benedetto (Mantova).

59 Ravazzi Tool. Prof. Gio. Batta, liarnabita, Curato a S. Cristof. - Vercelli (Novara).

60 Repotti D. Pietro - Bobbio (Ceei> (Pavia).

61 Ricci D. Luigi - Colle S. Mogno (Caserta).

62 Roecherello D. Luigi - Ceggia ( Venezia).

63 Rossi Domenico - Roma.

64 Salora Adelalde-Clusone (Bergamo). 65 Scattolini D. Domenico - Appignano (Macerata).

66 Spanna Alfredo-Grugliasco (Torino). 67 Zanetti Giuseppe - Iseo (Brescia). 68 Zanone Pietro - Candolo (Novara). 69 Zerbo D- Angelo - Bobbio (Pavia).

Pater, Ave, Requiem.